CRESCITA E SVILUPPO
NELL’AMERICA LATINA
Guglielmo D’Agostino e Franz Faieta
a.a. 1999-2000
UN PO’ DI STORIA

Guardando le statistiche si
evince che nell’est asiatico si
è riscontrato lo sviluppo
economico più veloce e di
maggiore accelerazione negli
ultimi 25 anni. Durante il
periodo che va da 1965 a
1990, l’Asia è riuscita ad
ottenere un tasso di crescita
pro capite del 6,7% annuo,
questo vuol dire che riusciva
a duplicare il suo ricavo pro
capite ogni decade.

Durante questo periodo invece
America Latina aveva un tasso di
crescita economico pro capite dello
0% e in alcuni casi, come nel caso
della Bolivia, le cifre erano addirittura
minori. Allora, come è possibile
spiegare che l’est di Asia sia riuscita
ad avere una crescita del 6.7%
annuo, mentre in altre parti del
mondo, come l’Asia del sud e altri
mille milioni e mezzo di persone in
Pakistan crescano solamente del
1,7% all’anno, nell’Africa Sub
sahariana allo 0.7% all’anno e in
America Latina allo 08% all’anno?
CAUSE




Le condizioni iniziali del paese all’inizio del periodo
La seconda causa è legata alle diverse scelte e
opzioni di politica economica che sono
state applicate in ogni paese.
La terza è la dinamica demografica, che si può
analizzare attraverso il tasso di crescita della
popolazione e i cambiamenti nei tassi di fecondità, la
struttura della popolazione, speranza di vita e il
livello di salute della popolazione
Finalmente, la quarta variabile è la geografia e la
base di risorse naturali del paese
CAUSE

Si è dimostrato che, quantificando queste
quattro variabili attraverso uno studio per 78
paesi, quasi il 90 % della variazione nel
rendimento economico trai i paesi considerati
è spiegata da questi.
RIFORME
COMMERCIALI
 TRIBUTARIE
 FINANZIARIE
 PRIVATIZZAZIONI
 LAVORO

RIFORMA COMMERCIALE:
Obiettivi



Eliminazione restrizioni e diminuzione dazi
doganali
Eliminazione di restrizione e permessi per le
importazioni
Tra il 1985 e 1991 si sono iniziati i programmi
di liberalizzazione dei regimi commerciali
RIFORMA COMMERCIALE:
Risultati



I dazi medi sono passati dal 41,6% al 13,7%
nel 1995.
I dazi massimi si sono ridotti dal 83,7% al
41%.
Attualmente solo 7 paesi (su 26) hanno dazi
medi che superano il 15% e solo 2 ne
applicano massimi superiori al 100%.
50
40
30
20
10
0
19
85
19
86
19
87
19
88
19
89
19
90
19
91
19
92
19
93
19
94
19
96
19
96
percentuale
RIFORMA COMMERCIALE:
Apertura commerciale
dazi medi
dispersione dei dazi
RIFORMA COMMERCIALE:
Riduzione dei dazi
Paraguay
Cile
Bolivia
M essico
Venezuela
Uruguay
Argent ina
Ecuador
Honduras
Jamaica
Colombia
Cost a Rica
Peru'
Barbados
Brasile
Trinidad & Tobago
Repubblica Dominicana
0
20
40
60
80
livello medio dei dazi
1995
1986
100
120
RIFORMA TRIBUTARIA:
Obiettivi



Ricerca di neutralità.
Semplificazione legale ed amministrativa.
Aumento dei ricavi.
RIFORMA TRIBUTARIA:
Risultati



Imposte al commercio estero ridotte dal
29,9% al 16,6% del ricavo dei paesi.
Si sono adottati sistemi di tassazione al valore
aggiunto per evitare che la politica tributaria
influenzi la produzione e il risparmio.
Le tasse ai ricavi delle imprese sono state
ridotte.
RIFORMA TRIBUTARIA:
Tassa massima dei tributi,imprese.
B ahamas
Cile
B olivia
Guat emala
El Salvador
Repubblica Dominicana
B rasile
Ecuador
Nicaragua
Cost a Rica
Uruguay
Hait i
Peru'
Paraguay
A rgent ina
Jamaica
Panama'
V enezuela
M essico
Colombia
B elice
Trinidad &Tobago
B arbados
Honduras
Surinam
Guyana
0%
10%
20% 30% 40%
1986
1995
50%
60%
RIFORMA TRIBUTARIA:
Tassa massima di tributo,individui
Uruguay
Bahamas
Paraguay
Bolivia
Surinam
Ecuador
Costa Rica
Jamaica
Rep.Dominicana
Nicaragua
Haiti
Argentina
Guatemala
Peru'
Panama
El Salvaodor
Guyana
Venezuela
Colombia
M essico
Brasile
Trinidad &Tobago
Barbados
Belice
Cile
Honduras
0%
20%
40%
1986 1995
60%
80%
RIFORMA FINANZIARIA:
Obiettivi




Ridurre o eliminare i programmi diretti di
credito.
Liberare tassi di interesse.
Ridurre i coefficienti di incasso.
Stabilire sistemi moderni di regolamentazione
bancaria.
RIFORMA FINANZIARIA:
Risultati





18 paesi hanno eliminato o ridotto almeno a
metà i sistemi diretti di credito.
In 18 paesi la totalità dei tassi di interesse dei
depositi segue il mercato.
17 paesi hanno liberalizzato i tassi di
interesse dei prestiti.
15 paesi hanno coefficienti di incasso sui
depositi a vista che non superano il 20%.
Sistemi moderni di regolamentazione bancaria
si sono estesi alla maggioranza dei paesi.
PRIVATIZZAZIONI



Le 755 vendite e trasferimenti al settore privato
realizzati in America Latina tra il 1988 e il 1995
rappresentano più della metà del valore delle
operazioni di privatizzazioni realizzate nei paesi
sviluppati.
Un 43% del valore delle privatizzazioni in America
Latina sono state realizzate nel settore dei servizi
pubblici, tradizionalmente chiusi alla partecipazione
privata e dove la possibilità di fare dei guadagni di
produttività ed efficienza è maggiore.
Un altro 22% è arrivato dalla vendita di entità
bancaria ed affini, rafforzando cosi le tendenze di
riforma finanziaria.
PRIVATIZZAZIONI:
Valore accumulato 1988-95
Rep Domi ni cana
Gutemal a
Sur i nam
Hai ti
Ur uguay
Bahamas
Par aguay
Costa Ri ca
Col ombi a
Br asi l e
Ecuador
Panama
El Sal vador
Ci l e
Hondur as
Venezuel a
Bar bados
Ar genti na
Per u'
Ni car agua
T&T
Guyana
Bol i vi a
Jamai ca
Messi co
Bel i ce
0%
5%
10%
15%
20%
RIFORME DEL LAVORO



Poche e di minore portata.
Solamente cinque paesi hanno fatto riforme
d’importanza nel mondo del lavoro dalla metà
degli anni ottanta fino al 1995. Argentina
(1991), Colombia (1990), Guatemala (1990),
Panama (1995) e Perù (1991).
Le riforme in questa area si sono concentrate
nel moderare i costi di licenziamento e
facilitare i contratti temporali di lavoratori.
RIFORME DEL LAVORO


In assenza di sistemi universali di protezione sociale
nella maggioranza dei paesi dell’America Latina, le
norme che tradizionalmente hanno supportato il
lavoro sono state fatte con la finalità di proteggere il
lavoratore di fronte ai rischi propri della
disoccupazione, la malattia e la vecchiaia, tra gli altri.
Questi obiettivi non sempre si sono raggiunti, ed è
stato dovuto al fatto che questi obiettivi hanno
indotto ad un’eccessiva rotazione del lavoro e hanno
propagato
l’occupazione
sommersa
e
la
disoccupazione.
RIFORME DEL LAVORO


Nella maggioranza dei paesi di America Latina, il
costo di licenziamento di un lavoratore dopo solo un
anno di lavoro è superiore a un mese di salario e in 6
paesi è almeno di tre mesi
Dopo dieci anni di lavoro i costi di licenziamento
sono maggiori: almeno 6 mesi di salario in gran parte
di paesi, e più di 12 mesi in 6 paesi.
RIFORME DEL LAVORO
Costi di licenziamento(1 anno)
Bahamas(2)
Jamaica(2)
Rep.Dominicana
Surinam(2)
Belice
Barbados
Uruguay
Guyana
Guatemala(1)
Haiti
Uruguay
El Salvador
Paraguay
Panama
Cile
Costa Rica
Honduras
Peru'(1)
Brasile(1)
T&T
Colombia(1)
Argentina
Nicaragua
Venezuela
Bolivia
M essico
Ecuador
0
1
2 mult ip li d el ult
3 imo salar io 4
5
6
RIFORME DEL LAVORO
Costi di licenziamento(10 anni)
Guayana(2)
Bahamas(2)
Jamaica(2)
Belice
Surinam(2)
Brasile(1)
Barbados
Uruguay
Argentina
T&T
Panama
Paraguay
Costa Rica
Peru'(1)
Guatemala(1)
El Salvador
M essico
Cile
Honduras
Bolivia
Ecuador(1)
Colombia(1)
Nicaragua
Venezuela
0
4
8
12
198516
20
1995
24
28
32
INDICE DI POLITICHE
STRUTTURALI




Questo è un indice che riesce a catturare e misurare
gli effetti delle politiche strutturali trovato in uno
studio di Lora (1997) fatto per la maggior parte dei
paesi dell’America Latina.
Ha una frequenza annuale e inizia nel 1985.
Vengono usati i principali indicatori descritti nel
nostro lavoro nelle cinque aree di riforma prima
descritte.
Cerca di cogliere la libertà che le politiche strutturali
danno al mercato nelle cinque aree di interesse,
dando un valore compreso tra 0 e 1.
INDICE DI POLITICHE
STRUTTURALI


Tutte le variabili che considera l’indice (in genere c’è
più di una variabile di politica per ciascuna area)
possono muoversi in un range da 0 a 1, a partire
dalla peggiore alla migliore osservazione di quella
variabile in tutto il campione di paesi e anni.
L’indice totale delle politiche strutturali è una media
semplice degli indici delle cinque aree, i quali sono a
sua volta la media semplice degli indici per le variabili
di politica considerate.
INDICE DI POLITICHE
STRUTTURALI

Cerca soltanto di misurare la neutralità delle politiche,
cioè lo spazio che queste danno alle decisioni di
mercato, con il presupposto che l’obiettivo primario
delle riforme strutturali in materia economica sia
stato la ricerca di una maggiore efficienza nella
distribuzione delle risorse produttive mediante
l’eliminazione o riduzione delle distorsioni originate da
politiche che limitano il funzionamento dei mercati o
che impongono costi alle transazioni o alle attività
produttive.
19
85
19
86
19
87
19
88
19
89
19
90
19
91
19
92
19
93
19
94
19
95
Indice in scala da 0 a 1
INDICE DI POLITICHE
STRUTTURALI
0,65
0,6
0,55
0,5
0,45
0,4
0,35
0,3
0%
Lavoro
Privatizzazioni
Tributaria
Finanziaria
Commerciale
Cambiamenti relativi al
massimo(percentuale)
MIGLIORAMENTO DELLE
POLITICHE STRUTTURALI
80%
60%
40%
20%
MOMENTO E VELOCITA’
DELLE RIFORME
QUALITA’ DELLE POLITICHE
STRUTTURALI
0,7
0,65
Indici da 0 a 1
0,6
0,55
presto
0,5
graduali
0,45
lenti
0,4
intensi
0,35
0,3
0,25
0,2
1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995
LE RIFORME HANNO
ACCELERATO LA CRESCITA


Mettendo da parte l’effetto dei fattori strutturali,
come l’educazione, e di altre variabili economiche,
come l’inflazione, che incidono anche queste sulla
crescita, si é riscontrato che le riforme strutturali
hanno elevato il ritmo della crescita di America Latina
di 2,3 punti percentuali.
Senza le riforme adottate in tutta l’America Latina
negli ultimi dieci anni si avrebbero avuto soltanto
tassi medi del 1,5% all’anno. Per un paese che abbia
seguito un processo di riforme tipico, il livello del suo
ingresso attuale é del 12% maggiore di quel che
sarebbe stato in assenza delle riforme strutturali.
INGRESSO PRO CAPITE CON
E SENZA RIFORME
2600
osservato
2500
2400
senza riforme ne
stabilizzazione
2300
senza riforme
2200
2100
19
76
19
78
19
80
19
82
19
84
19
86
19
88
19
90
19
92
19
94
Dollari del 1990, pro -capite
2700
EFFETTO SULLA CRESCITA


Il più degli effetti delle riforme sono di natura
permanente, non transitoria. Secondo i
calcoli, il ritmo di crescita permanente medio
dei paesi dell’America Latina é aumentato di
1,9 punti percentuali (tra 1987-89 e 1993-95)
grazie alle riforme.
Tra dieci anni comporterà un guadagno
addizionale del 20,7% nell’ingresso pro
capite, e tra 20 un guadagno del 45,7%.
EFFETTI DELLE RIFORME
SULLA CRESCITA



. L’aumento di crescita permanente
attribuibile alle riforme commerciali realizzate
dal 1987-89 é dello 0,8% in media per i 19
paesi .
Le riforme finanziarie hanno contribuito ad
aumentare la crescita permanente di 0,8
punti.
Gli effetti delle altre aree di politica strutturale
sulla crescita sono stati più modesti: 0,2 punti
la riforma tributaria e 0,1 le privatizzazioni. Le
riforme sul lavoro non hanno avuto effetti.
STABILIZZAZIONE
MACROECONOMICA


La riduzione dell’inflazione e la sua minore
volatilità riscontrate di recente nella maggior
parte dei paesi di America Latina hanno
contribuito alla crescita. Insieme hanno
aumentato la crescita di 0,5 punti nella media
dei paesi in questione.
Mettendo insieme gli effetti delle riforme e
della stabilizzazione, la crescita é aumentata
di 2,8 punti percentuali all’anno
RECUPERO DELLA
PRODUTTIVITA’



Una parte sostanziale dell’aumento nella crescita
permanente che, come abbiamo visto é stato del 1,9
punti, é stato originato da un uso più efficiente delle
risorse produttive.
1,7 punti di questo aumento medio é stato prodotto
dalla produttività totale dei fattori.
E’ interessante sottolineare, comunque, che le
riforme semplicemente hanno fermato il processo di
diminuzione della produttività osservato nel periodo
precedente alle riforme, ma non sono ancora riuscite
ad ottenere, per la media di America Latina,
guadagni di produttività. (tasso di crescita della
produttività totale dei fattori nel periodo 93-95 è =0)
L’EFFETTO
SULL’INVESTIMENTO



Come risultato delle riforme, i coefficienti
medi d’investimento d’America Latina sono
aumentati di 1,7 punti del PIL il che implica
un aumento del tasso di crescita di 0,2 punti.
L’effetto delle riforme commerciali é stato
quello più importante (1,1 punti in media).
Le privatizzazione hanno avuto un effetto
considerevole (0,6 in media).
NUOVE RIFORME?
EFFETTI SULLA CRESCITA.
7,0%
6,5%
6,0%
5,5%
5,0%
4,5%
4,0%
3,5%
19
96
19
97
19
98
19
99
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
05
20
06
3,0%
politiche attuali
piu riforme con piu educazione
con piu riforme e stabilizzazione
NUOVE RIFORME?
INGRESSO PRO-CAPITE
4400
4200
4000
più riforme e più
educazione
3800
con più riforme
3600
politiche attuali
3400
3200
3000
1996 1998 2000 2002 2004 2006
LIVELLI DI CRESCITA
ATTUALI E CON + RIFORME
Bolivia
Brasile
Honduras
Uruguay
Colombia
politiche attuali (1995)
Argentina
Venezuela
maggiori riforme e
stabilizzazione
Guatemala
Giamaica
più educazione
Peru
M essico
Paraguay
El Salvador
Costa Rica
Cile
Ecuador
0
0,02
0,04
0,06
0,08
PIU’ EDUCAZIONE PER
CRESCERE ANCORA
9
8
7
6
5
4
3
2
1970
1975
1976
1980
in America Latina
1983
1985
nel mondo
1990
1993
in Asia
1995
PIU’ EDUCAZIONE PER
CRESCERE ANCORA



Il potenziale di crescita in America Latina potrebbe
aumentare sostanzialmente se durante i prossimi 10
anni si facesse uno sforzo educativo che riuscisse ad
aumentare di un anno il livello di scolarità media
della forza di lavoro (cioè arrivare a 6,8 anni).
Questo permetterebbe aumentare di 1 punto il
potenziale medio di crescita economica permanente
nella prossima decade, che equivarrebbe alla metà
degli effetti delle riforme.
un anno addizionale di educazione della forza di
lavoro aumenterebbe il ritmo di crescita della
produttività approssimativamente dello 0,8%
all’anno.
Scarica

CRESCITA E SVILUPPO NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO