Rassegna Stampa di giovedì 4 dicembre 2014 SNALS / CONFSAL Avvenire Il Giornale dell'Umbria Il Secolo XIX - Ed. Savona/Cairo/Val Bormi il Centro LA SICILIA Il Giornale delle Assicurazioni PRESIDI. SCIOPERO DAVANTI AL MINISTERO I SINDACATI: LA REGIONE NON APPROVI IL PIANO RICCARDI 04/12/2014 SCUOLA, PARTONO I RICORSI DEI PROF "QUOTA 96" 04/12/2014 04/12/2014 I SINDACATI: CASERMA DI PENNE A RISCHIO "RIVEDERE L'ACCORDO SULLA MULTISERVIZI" 01/12/2014 ANAPA E UNAPASS FIRMANO UN CONTRATTO, SNA NE SIGLA UN ALTRO 04/12/2014 04/12/2014 Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore Italia Oggi Avvenire Avvenire il Giornale di Napoli il Manifesto Corriere della Sera la Stampa Italia Oggi Panorama PERDITE DI ORIENTAMENTO SCOLASTICO FARAONE PLAUDE ALLE OCCUPAZIONI 04/12/2014 SCUOLA E LAVORO, PER I DISABILI ANCORA BARRIERE 04/12/2014 SCELTA DELLE SUPERIORI QUASI LA META' SI "PENTE 04/12/2014 ASILI NIDO, PRONTO IL BANDO PER L'AFFIDAMENTO DEI SERVIZI: SI PARTE A GENNAIO 2015 04/12/2014 DIPLOMATI INCERTI SUL FUTURO IN UNA SCUOLA DI CLASSE 04/12/2014 NUOVA LETTERA DEI RETTORI: TEMPI E MODI CERTI SUL TEST DI MEDICINA 04/12/2014 Int. a M.Gilli: "TORINO E' GIA' IN GRADO DI ATTRARRE I TALENTI" 04/12/2014 IL PASSAPAROLA E' L'ARMA VINCENTE 10/12/2014 BILANCIO DI UN GRANDE TOUR 04/12/2014 04/12/2014 Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Int. a C.Pissarides: "BENE LA RIFORMA MA I SUOI EFFETTI SOLO IN QUATTRO ANNI" 04/12/2014 PRIMA SEMPLIFICAZIONE SULL'ART. 18 04/12/2014 TRA LUGLIO E SETTEMBRE PIU' ASSUNZIONI STABILI 04/12/2014 SI' AL JOBS ACT, CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI AL VIA Ore REGOLE DIVERSE PER IMPIANTI E STRUMENTI il Sole 24 Ore Corriere della Sera 04/12/2014 Corriere della Sera Corriere della Sera 04/12/2014 04/12/2014 04/12/2014 "ILVA, POSSIBILE INTERVENTO PUBBLICO A TEMPO" LA DEBOLEZZA DEGLI ULTIMATUM NEL PAESE INQUIETO COLPITO DALLA CRISI 04/12/2014 RIFORME E PARTITI, RENZI ALL'ATTACCO 04/12/2014 LAVORO NEGATO AI DISABILI, LO TROVA SOLO UNO SU QUATTRO Corriere della Sera la Repubblica la Stampa la Stampa la Stampa Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi il Messaggero il Messaggero il Mattino il Mattino il Mattino Il Secolo XIX Il Secolo XIX la Repubblica la Stampa il Messaggero il Giornale RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO - INTERVENTI E REPLICHE ADDIO ALL'ARTICOLO 18 IL JOBS ACT E' LEGGE SCONTRIPRIMA DEL VOTO 04/12/2014 Int. a F.Taddei: PER CHI VERRA' LICENZIATO FINO A DUE MESI DI INDENNIZZO PER OGNI ANNO DI LAVORO 04/12/2014 ADDIO CO.CO.CO E PIU' TUTELE AI GIOVANI 04/12/2014 QUEI NUMERI INESATTI SULLE NUOVE ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO 04/12/2014 UN MILIONE PER UN ANNO DI LAVORO 04/12/2014 IL JOBS ACT TAGLIA IL TRAGUARDO 04/12/2014 ALBO ASSICURATORI CAMBIA L'ACCESSO 04/12/2014 LAVORO, LA RIFORMA E' LEGGE: L'ART 18 NON SI APPLICGERA' AI NUOVI ASSUNTI 04/12/2014 REATI GRAVI E MAXI-INDENNIZZO, VA SCIOLTO IL NODO LICENZIAMENTI DISCIPLINARI 04/12/2014 IL JOBS ACT E' LEGGE, SCONTRI IN PIAZZA 04/12/2014 ARTICOLO 18, PER CACELLARE LA NORMA OCCORRONO I DECRETI ATTUATIVI 04/12/2014 FIDUCIA OK, IL JOBS ACT E' LEGGE RENZI: L'ITALIA CAMBIA DAVVERO 04/12/2014 IL JOBS ACT ORA E' LEGGE REINTEGRO SOLO PER POCHI 04/12/2014 4 DOMANDE SUL NUOVO ARTICOLO 18 04/12/2014 QUIRINALE, RENZI PREPARA IL METODO COSSIGA "LARGA INTESA SU UN PD" 04/12/2014 L'UE RISPONDE A PADOAN "SULLE TASSE AZIONE RAPIDA" 04/12/2014 IL GOVERNO APRE AGLI ENTI PRIVATI: "PATTO FISCALE SULLA PREVIDENZA" 04/12/2014 TASSE, IL PIANO BERLUSCONI PER LANCIARE L'ALIQUOTA UNICA 04/12/2014 04/12/2014 Quotidiano Data Pagina Foglio 04-12-2014 15 1 .Sciopero davanti al Ministero MIIANO arichi di lavoro aumentati, più responsabilità individuali e stipendi tagliati. I conti non tornano ai presidi italiani, che questa mattina manifesteranno per tre ore sotto le finestre del Ministero dell'Istruzione. Prodamato da Cgil, Cisl e Uil, con f#l"i'JilSItiM mi e Anp (Associazione nazionale presidi), lo sciopero è stato indetto soprattutto per protestare contro le ventilate, ulteriori decurtazioni salariali per i dirigenti che, si legge in un comunicato, «hanno fin qui contribuito al risanamento economico generale per più di 200 milioni di euro». Come denunciato da tempo dalle associazioni di categoria, la riforma del dimensionamento ha comportato la cancellazione di migliaia di dirigenze, met- tendo in capo a ciascun preside la gestione di una media di 7-8 sedi scolastiche, per un migliaio di alunni, 120 insegnanti e una trentina di personale ausiliario Ata. Il tutto, ricorda il presidente dell'Anp, Giorgio Rembado, per2.500 euro netti al mese. «All' anno - aggiunge Rembado - un dirigente scolastico percepisce 55mila euro lordi, esattamente la metà dello stipendio di un dirigente ministeriale parigrado. E questa inaccettabile sperequazione, anche a fronte delle responsabilità molto maggiori poste in capo ai presidi, dura dal 1997, anno di entrata in vigore della legge Bassanini che ha istituito la dirigenza scolastica». Con un contratto scaduto da cinque anni (<<Tra poche settimane entreremo nel sesto anno di blocco della contrattazione», puntualizza Rembado), i presidi sono ora di fronte all'ipotesi di una nuova sforbiciatain busta paga, pari a circa 7mila euro lordi in meno rispetto a due anni fa (con un minimo di 5mila e un massimo di 12mila euro a seconda delle regioni di appartenenza). «Questo nuovo "scippo" ai danni della categoria - ricorda il presidente dell'Anp - è stato effettuato prelevando circa 60 milioni dal Fondo di anzianità, alimentato dai dirigenti che vanno in pensione a beneficio di chi resta in servizio. Questi sono a tutti gli effetti soldi della categoria, che sono stati girati all' erario, ma nessuno sa dove siano finiti e, soprattutto, come siano stati impiegati. Certamente, non per aumentare gli stipendi dei 7.500 dirigenti scolastici italiani». Paolo Ferrario © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 Stipendi bloccati da cinque anni e carichi di lavoro aumentati. I conti non tornano ai dirigenti scolastici, che chiedono buste paga almeno pari a quelle dei ministeriali Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 3 Quotidiano ilGIORNALE dell,UMBRIA Data Pagina Foglio 04-12-2014 20 1 Polemica infinita I sindacati: la Regione non approvi il piano Riccardi TERNI - «Il consiglio regionale non prenda in considerazione il piano di ridimensionamento presentato dal Comune di Temi per consentire un percorso più ampio e completamente condiviso che porti a formulare una proposta unitaria e coerente con le esigenze globali della scuola ternana». L'appello arriva dai sindacati della scuola di Cgil, Cisl e ViI e dallo Snals che tornano così a bocciare il piano messo a punto dall' assessore, nonchè preside dell'istituto De Filisi, Carla Riccardi. Nel mirino torna la scarsa partecipazione (<<il piano non era mai stato presentato agli organi collegiali dell'istituto Brim>, dicono) e gli effetti che avrà la creazione di 2 macro istituti comprensivi che «come nel caso del Don Milani, con 15 plessi distribuiti nel territorio a distanze elevate tra cui Marmore, papigno, Valenza, Torre Orsina, Stroncone e Vascigliano, non garantiscono una riorganizzazione in grado di produrre economie gestionali e istituti efficienti e causano una frammentazione logistica difficile da gestire per le famiglie, il personale Ata e i docenti». Per i sindacati poi il piano, con il trasferimento del plesso Alterocca «lo pone in una situazione di isolamento rispetto alle sedi di scuola primarie che dovrebbero costituire il suo bacino di utenza. Nel mirino anche gli effetti sugli organici e i costi necessari per lo spostamento delle segreterie e l'adeguamento degli istituti. A promettere battaglia in consiglio regionale è già il capogruppo di Fi, Raffaele N evi. 20't~"r;'i" Codice abbonamento: 068391 Babbo Natale allunga la movida • Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 4 Quotidiano Data Pagina ILSECOLOXIX SAVONA Foglio 04-12-2014 14 1 IN TANTI SONO ACCORSi NElLA SEDE DELLO~CONTANDO SUL PRECEDENTE DI UNA SENTENZA A SALERNO Scuola, partono i ricorsi dei prof "quota 96" Bloccati all'ultimo momento dalla Fornero, ora cento insegnanti savonesi confidano nel giudice del lavoro .~~g~:~.~. ~.~.~~~.~.~................................................................... SAVONA. La riscossa della "quota 96" mo molta fiducia in questo ricorso». Anche per Alberto Rolla, segretario amministrativo al Comprensivo di Vado, c'erano grandi progetti con la pensione. «Ab biamo acquistato una casa in Veneto con la mia compagna - dice - e, per ora, c'è andata a vivere solo lei. lo sono qui a lavorare». La storia è la stessa per tutti. «Dovevo andare in pensione nel 2012 - dice Maria Carla Margaroli, insegnante di Matematica alle Medie - e invece sono ancora dietro la cattedra. Una grande delusione e non poca fatica. Il precedente di Salerno riaccende le speranze: se il giudice di sud ha dato ragione ai lavoratori, è possibile che anche a Savona accada la stessa cosa». Del resto, l'interpretazione alla base della sentenza parla chiaro riconoscendo nel mese di agosto la fine reale dell' anno per chi opera nel mondo della scuola. «Si tratta di un precedente importante - dice Sabatini. - Entro pochi giorni pensiamo, con lo rsmlml di raccogliere una quarantina di adesioni per il ricorso che presenteremo entro la fine del 2014, in modo che, dal settembre 2015, se la risposta sarà positiva, gli interessati potranno andare finalmente in pensione». L'invito è rivolto a tutti. «Anche coloro che, con il passare degli anni, si stanno avvicinando alla pensione, possono aderire al ricorso - conclude Sabatini. - La sentenza di Salerno, infatti, manda in pensione i docenti con il sistema pre-Fornero». Codice abbonamento: 068391 parte anche da Savona. Con qualche speranza in più. Per gli oltre cento professori della provincia savonese, che dovevano andare in pensione nel 2012 con 60 anni compiuti e 36 di contributi ocon 61 anni e 35 di contributi, ''bloccati" dalla Riforma Fornero, si riaccende una luce in fondo al tunnel. Tanto che ieri, a decine, sono accorsi nella sede dello ~ savonese, dove ha preso il via la compilazione del ricorso al giudice del Lavoro del Tribunale cittadino. Con una richiesta precisa: il diritto alla pensione. Ma c'è una novità che rende più concreta la speranza dei cento insegnanti e Ata del territorio savonese. Il precedente, infatti, è una sentenza dello scorso 3 novembre, pronunciata dal giudice del Lavoro Laudati del Tribunale di Salerno che, in seguito al ricorso dello~campano, ha riconosciuto il diritto a 42 docenti, rientranti nell'ormai nota "quota 96", ad andare in pensione dal primo settembre 2014. La sentenza, in pratica, riconosce quanto era stato sostenuto, sin dall'inizio, da tutti i lavoratori della scuola. La Riforma Fornero aveva concesso l'ingresso in pensione ai lavoratori che raggiungevano i requisiti necessari entro il 31 dicembre tagliando fuori, per forza di cose, i dipendenti del mondo della scuola, il cui anno termina non con quello solare, ma con agosto, ossia la chiusura dell'anno scolastico. Conclusione: l'esclusione dalla pensione di tutti i lavoratori del mondo della scuola. Così anche aSavona, dove le proteste erano state forti e numerose, ma gli esiti negativi. Ora la nuova strada da percorrere, che apre una strada ben più concreta che la semplice speranza. «Sono tanti i docenti, i bidelli e gli amministrativi che oggi sono venuti a firmare il ricorso - dice il segretario dello rsmlmlEnzo Sabatini. - Un tema su cui i lavoratori sono rimasti parecchio scottati' soprattutto la scorsa estate, quando il Governo aveva individuato la copertura economica per la "quota 96", mentre il Senato ha negato tale possibi1ità. Una contraddizione pesante che, qui a Savona, ha creato una seconda e ancor più pesante delusione per i docenti». Come raccontano alcuni dei firmatari del ricorso. «Nel 2012 - racconta Domenica Mollica, insegnante di Economia Aziendale al Boselli - avevo con la mia famiglia impostato un progetto di vita del tutto nuovo con l'ingresso in pensione. Ci saremmo dovuti trasferire tutti avivere in Spagna. Poila sorpresa: dovevo restare a scuola altri quattro, cinque anni. L'estate scorsa una nuova speranza che è crollata. Abbia- Enzo Sabatini compila il ricorso di una docente Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 5 Quotidiano LASICILIA Data Pagina Foglio 04-12-2014 29 1 I SINDACATI AUTONOMI OCCIIN PREFETTURA «Rivedere l'accordo sulla Multiservizi» zazioni sindacali per procedere ad azione di monitoraggio della vertenza Catania Multiservizi. «Per ciò che concerne l'accordo di solidarietà proposto da CGIL, ClSL, UIL e parte datoriale - spiegano Il segretario regionale prof. Francesco Tomasello e l'a avv. Biagio Longhitano per l'ufficio legale, non è stato raggiunto alcun impegno negoziale, né, tantomeno,la parte datoriale ha comunicato al sindacato di base, alcuna decisione presa in maniera unilaterale; l'Unicobas, quindi, secondo la normativa vigente in materia, chie- de che il direttore dell'Ufficio Provinciale del lavoro e della massima occupazione di Catania convochi le parti al fine di un ulteriore esame della questione, anche formulando proposte per la realizzazione di un accordo. L'Unicobas, ritiene, altresì, che una eventuale decisione datoriale di riduzione dello stipendio e delle prerogative professionali non possa estendersi ai lavoratori che non accettano la decisione, in quanto non vincolati da una consultazione che non si può estendere erga omnes a tutti». Codice abbonamento: 068391 Le sigle sindacali di base ed indipendenti CIE Unicobas, Confsal e Fiadel, dopo l'incontro che si è tenuto presso l'Ufficio del Lavoro di Catania su richiesta di Catania Multiservizi per derogare al Contratto in materia di diritti che, ad avviso del sindacato di base Unicobas, sono diritti indisponibili, hanno dimostrato perplessità sul congelamento del versamento, da parte datoriale, della tredicesima mensilità. Per questo motivo oggi alle ore 10 la Prefettura di Catania ha convocato, su richiesta del sindacato di base, le organiz- Ritaglio Conf.s.a.l. stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 7 Mensile Data Assicurazioni Pagina Foglio 12-2014 69 1 Cirasola e Congiu hanno rinnovato il Ccnl con Cgil, Cisl e Uil, mentre Demozzi ha raggiunto un accordo con Fesica, Fisals e Cpmi. -11'1' napa e Unapass hanno siglato il nuovo contratto per i dipendenti delle agenzie di assicurazione con le organizzazioni sindacali dei lavoratori (Fiba Cisl, Fisac Cgil, Fna e UiIca). Il CenI, scaduto il31 dicem- Vincenzo Cirasola Claudio Demozzi bre 2011, resterà in vigoautomatismi e adeguamento tabelre fino al 2015. «11 negoziato», recita una nota congiunta delle parti, lare al tasso d'inflazione reale le due novità principali. ha permesso «di trovare le giuste L'accordo segue di pochi giorni il soluzioni normative ed economiche, per rafforzare il settore e le rinnovo del contratto Sna del 2005 agenzie di assicurazione, riaffer(scaduto nel 2010) , che il principale mando il valore della contrattaziosindacato agenziale ha però firmato ne collettiva nazionale». Stop agli con alcune sigle minori A che ha definito tIIIIl! Fesica e Fisals e Cpmi Italia «sindacati minoritari e di comodo», sostenendo che il contratto «opera un vero e proprio dumping sociale» e chiedendo anche un intervento al ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Secondo Claudio Demozzi, presidente di Sna, le sigle firmatarie hanno invece «dimostrato di conoscere profondamente la realtà delle nostre agenzie e hanno proposto una formula normativa che permette agli agenti di contare su questa nuovafigura, mantenendo invariato illivello di tutela e i diritti acquisiti dei dipendenti, offrendo tra l'altro nuovi sbocchi occupazionali». Buone Feste! Ritaglio Conf.s.a.l. stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 8 Codice abbonamento: 068391 t_l1" Fesica e Fisals e a Cpmi Italia). Il contratto Sna cambia, tra le altre cose, la gestione degli orari, introducendo il sabato lavorativo, cancella le promozioni automatiche legate al titolo di studio e introduce nuovi ruoli, tra cui l'addetto commerciale dipendente agenziale. L'esclusione della Triplice, awenuta dopo che la lunga contrattazione con Cgil, Cisl e lJù si era arenata, ha però scatenato l'ira delle principali sigle sindacali. Sintomatica la reazione di Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil, Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 04-12-2014 30 1 Perdite di orientamento scolastico di Claudio Tucci 'aria Chiara Carrozza aveva capito il problema richiamando l'impor, ,tanza dell' orientamento, a partire dalla terza media. Ma un po' le resistenze e le difficoltà urganizzative nelle scuole, e le poche risorse investite (1,6 milioni per il z0l3e5perilzo14 -pariacircalOo euroaistituto) stanno frenando ilcambiodipasso,invece sempre più urgente enecessario,nelle attività "a supporto" delle scelte deiragazzi all'uscita dal primo ciclo di istruzione. I numeri continuano a parlare chiaro: il 46% deidiplomatiè"pentito" dell'indirizzo di scuola superiore frequentato.Addirittura ilZ7% (ben un alunno su quattro) ha dichiarato praticamente diaversbagliato tutto (sia istituto, sia indirizzo di studio). Certo, il salto daunascuolamediaaindirizzo unico a scuole superiori con più percorsi «non aiuta a verificare gli interessi e le attitudini dei giovani», ha ricordato Giorgio Allulli, esperto di sistemi formati- piùchepositivo(nel91%deicasD.li3Z%degliintervistatihacompiuto periodo distudi all'estero; ed è sempre più apprezzato lo studio delle lingue e dell'informatica. L'orientamento resta un nodo cruciale anche per l'università «visto oggi solo il 30% deiIgenniaccede agli studi universitari»,hasottolineato il direttore di AlmaLaurea, Andrea Cammelli. Èchiaro che «serve un cambio di passoha risposto il sottosegretario Gabriele Toccafondi -.L'orientamentovafatto e bene sia verso gli atenei sia verso il lavoro. E' necessario un percorso integrato anche con gli enti locali, e alle superiori bisogna partire già al quarto anno». Nelle scuole medie invece «è importante lavorare molto con i docenti e le famiglie per illustrare in modo esauriente i percorsi delle superiori e soprattutto il valore formativo di tutti i corsi - ha detto il dg per gli Ordinamenti scolastici e la valutazione del Miur, Carmela Palumbo -. Un orientamento fatto come si deve saràunelemento di qualità nell' autovalutazione degliistituti. Equindi è opportuno valorizzare questa attività sempre più strategica». Codice abbonamento: 068391 M vi. Per questo negli istituti si deve fare di più. In Francia, per esempio, la scuola media ha un primo biennio comune e un secondo biennio con delle differenziazioni. Ma c'è anche un problema di scelte «compiutetroppo precocemente», quando cioè i condizionamenti fanilliari e della rete di amicizie sono ancora rilevanti. E così l'annuale indagine sul Profilo dei diplomati2014,effettuatasuuncampionedi circa40mila ragazzi usciti dalla scorsa maturità, presentato ieri da AlmaDiploma, al ministerodell'Istruzione,ètornataamettere in evidenza luci e ombre del nostro sistema scolastico. UndicidiplomatisUlooripeterebbero indirizzo di studio e scuola; 7 su 100 sceglierebbero invece un diverso corso dell'istituto fequentato. li 41% cambierebbe principalmente per studiare materie diverse; ilzz% per compiere studi che preparino meglio al mondo del lavoro. Su quest'ultimo aspetto si evidenzia un marcato cambio di passo: poco più di un diplomato su due (5Z%) ha svolto esperienze di alternanza scuola-lavoro, dandone un giudizio Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 9 Quotidiano Pagina 04-12-2014 12 Foglio 1 Data Il nuovo sottosegretario bersaniano all'Istruzione dice subito una pesante sciocchezza Faraone plaude alle occupazioni E Rossi si felicita con chi non manda a scuola i figli ogm gIorno SI scorgono l preoccupanti sintomi. Certo, la colpa non è di Renzi, visto il contributo determinante di gente come Berlusconi e Prodi e ora Camusso e Landini. Ma che essere, politicamente, scemi vada di moda lo dimostrano gli episodi di queste ultime ore. Il presidente della Regione Toscana Rossi (uno di quelli che non si era accorto di nulla quando Mussari imperava nella sua Toscana) si è fatto fotogr:afare con una famiglia rom. E poi risultato che la stessa vivrebbe in un appartamento fornitole e pagatole da una Onlus, con soldi ricevuti dalla regione medesima di Rossi (quindi dai contribuenti italiani) e che i piccoli di famiglia sarebbero stati ripetutamente colti nell'esercizio dell'accattonaggio. Sono portato a credere che queste notizie siano vere, conoscendo molti casi simili. In una Nazione regolata dalla legge (anche in Italia) i genitori di tale progenie sarebbero privati (dal giudice) della patria potestà e processati per sfruttamento di minori. In un Paese mite come l'Italia, il maresciallo CUI DI DOMENICO CACOPARDO i questi tempi essere scemi non è condizione indispensabile per fare politica, ma aiuta molto. Così è stato raccontato, soprattutto negli Stati Uniti, i l privilegio del mediocre, di colui che, non avendo idee né spiccata personalità, alla fine risulta il preferito da un elettorato che non cerca un governante ma un suo simile. Da noi, è evidente, in questo senso, la testimonianza del Movimento 5 Stelle che ha portato in Parlamento gente che della mediocrità è l'espressione più autentica. Ma non sono da meno gli altri partiti, a cominciare dal Pd. Non parliamo del nostro presidente del consiglio, anche se comincia a mostrare la corda dei suoi limiti, interni e internazionali. La chiamata di Andrea Guerra è un fatto positivo. Ma solo gli appuntamenti delle prossime settimane ci diranno quale sia la vera caratura di Renzi e, soprattutto, se sia capace di arrestare la marcia di avvi~inam.en~o all'A;gentina, d~ D comandante della stazione dei Carabinieri di Campo de' Fiori, a Roma, vede continuamente ricomparire e tornare a delinquere i piccoli rom fermati per l'assalto di squadra agli anziani che fanno la spesa nel mercato e riportati nei campi dove vivono i genitori. Prima di celebrare questa mitezza sarebbe il caso di ascoltare cos'hanno da dire in proposito i derubati e gli assaltati. Non c'è nessuna intenzione razzista in queste constatazioni: la realtà va vista per quello che è, non con gli occhi molto interessati dei cosiddetti operatori (più o meno umanitari). Rossi, presidente della Toscana, si bea in questo genere di compagnia foraggiata per lo più da gente che non è suo elettore. E mostra un razzismo subliminale, comportandosi come gli esploratori ottocenteschi Livingstone e Stanley che, a loro volta, si beavano di mostrarsi in compagnia dei «selvaggi» dell'Mrica nera. Quanto a sciocchezza, non è da meno il sottosegretario Davide Faraone che, dopo una breve eclissi per qualche notizia paragiudiziaria proveniente da Palermo, è stato catapultato al ministero della pubblica istruzione: qui ha trovato modo di celebrare l'elogio dell'occupazione delle scuole medie superiori e degli studenti che le occupano. Ignora, proprio questo Faraone, che in tutto il mondo l'insegnamento si sta facendo più duro e più serio e che una delle componenti del nostro disastro è l'insufficienza del sistema scolastico (fatto più per gli insegnanti che per gli scolari) a confronto con la concorrenza europea ed extraeuropea. Si faccia redigere (senza spendere i soldi di un viaggio e utilizzando quelli, troppi, che vengono erogati al nostro personale all'estero) un rapporto sulla pubblica istruzione dal nostro ambasciatore in Polonia, per esempio. Apprenderà, se ne sarà capace, come funziona un sistema scolastico dei nostri giorni votato a rendere i giovani di quel Paese capaci di competere con tedeschi, indiani, cinesi, russi e americani. E si renderà conto che è meglio tacere e passare per insensibili che parlare e passare per cretini. www.cacopardo.il Codice abbonamento: 068391 Davide Faraone Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 10 Quotidiano Data Pagina Foglio 04-12-2014 14 1 /2 Scuola e lavoro, per i disabili ancora barriere In Italia sono più di quattro milioni Una Giornata di sensibilizzazione ersone, non pesi. Diritti, non concessioni. Opportunità e strumenti d'inclusione sociale, non buone pratiche messe in campo a macchia di leopardo. Non è semplicemente la richiesta di vedere rispettati i diritti quella che arriva dalle associazioni dei disabili, ma la necessità di un nuovo approccio. Sulla disabilità e sulla riforma del Terzo settore «ci giochiamo una parte di facciID>. Matteo Renzi, intervenendo a Palazzo Chigi alle celebrazioni per la giornata internazionale sulle disabilità, parla infatti di «battaglia culturale» per rendere reale il cambio di rotta e di «sfida di credibilità» che passa anche attraverso la rifonna di un settore che non è il terzo, ma il primo. «La legge delega sarà in aula tra febbraio e marzo - annuncia perciò - dopo le riforme elettorali e costituzionali». La stabilizzazione del5 per mille, che «deve andare a chi ha dawero bisogno non ai furbi», l'aumento delle risorse per il sociale e i nuovi fondi per il servizio civile sono le carte con cui si comincia a cambiare verso. Anche perché, dice il presidente del Consiglio, «un Paese è competitivo se ha nel suo cina il farsi carico degli altri» visto che dove c'è «solo individualismo ed egoismo non c'è spazio per il futuro». La prima svolta per la disabilità si gioca quindi sull'inclusione scolastica e lavorativa. E il confronto tra associazioni, sindacati e politica - ricevuti ieri anche dal presidente della Repubblica al Quirinale - per la prima volta insieme dopo quindici anni, è un buon inizio. Ma non basta. Appena uno su quattro dei quasi quattro milioni di persone con difficoltà motorie o intellettive difatti lavora; la scuola - pur con una normativa all'avanguardia e con buoni progetti legati alla creatività dei singoli istituti - ha ancora qualche barriera (non solo architettonica) da abbattere. Ai bisogni speciali degli alunni, si risponde comunque con la formazione prima di tutto dei docenti - ricorda il ministro dell'Istruzione' Stefania Giannini - e con un insegnante di sostegno che «non sia delegato all'esclusione», perché questo è «un modo antiquato d'affrontare il tema». Oggi, invece, l'innovazione in classe corre in aiuto con strumenti tecnologici che consentono di creare programmi individualizzati per gli alunni con disabilità, circa223mila, senza però cam- biare gli obiettivi. Altro terreno da sminare è l'assistenza socio-sanitaria su cui, per il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, «c'è un'eccessiva frammentazione di metodologiID> e occorre ridare omogeneità. raggiornamento dei Lea e del nomenclatore tariffario sono alcune delle novità arrivate con il Patto sulla salute, ma bisognerà farsi anche carico - continua il responsabile del dicastero - «del dopo di noi con una proposta di legge» che racchiuda i testi presentati. Avivere comunque sulla propria pelle ogni giorno le difficoltà dei disabili sono le famiglie e le associazioni. Il riconoscimento del «valore politico, culturale e sociale» del volontariato così come i passi avanti non possono far dormire sonni tranquilli. Serve al contrario far in modo per il portavoce del Forum Terzo settore' Pietro Barbieri - che «un certo circuito si chiuda per garantire ai disabili opportunità nuove». Certezza di bisogni e «migliore qualità della vita di queste persone», perciò, restano i due nodi cruciali da affrontare pure per il presidente della Fish, Vincenzo Falabella, e della Fand, Franco Bettoni, per cui i fondi stanziati nella legge di stabilità «restano insufficienti, ma sono un buon punto di partenza». 068391 ALESSIA GUERRIERI ROMA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non Codice abbonamento: © RIPRODUZIONE RISERVATA riproducibile. Pag. 11 Quotidiano Pagina 04-12-2014 15 Foglio 1 /2 Data Scelta delle superiori quasi la metà si "pente" Se potesse, il 46% cambierebbe scuola PAOLO FERRARIO MILANO ono generalmente soddisfatti dell' esperienza scolastica, anche se quasi la metà, se potesse tornare indietro, cambierebbe indirizzo di studio. Riserva molto spunti di riflessione, il Rapporto sui diplomati italiani diffuso ieri da Almadiploma, che ha coinvolto circa 40mila studenti di oltre 300 istituti scolastici, aderenti al consorzio. Al centro dell'indagine c'è il fattore "orientamento", decisivo per una soddisfacente ed efficace scelta del percorso di formazione, anche in vista dell'inserimento nel mondo del lavoro. Una scelta che, però, a 14 anni non è sempre azzeccata. Lo dimostra il 46% dei ragazzi intervistati dai ricercatori di Almadiploma, che hanno dichiarato che, se ne avessero la possibilità, cambierebbero l'indirizzo di studio e, molti, anche la stessa scuola. Secondo gli autori dell'indagine, questo "rigett~" potreb~e es~ere evitato, organIzzando glI ordmamenti scolastici con un biennio delle superiori uguale per tutti gli indirizzi, posticipando così la scelta vera e propria intorno ai 16 anni. Per Andrea Cammelli, fondatore e direttore del Consorzio interuniversitarioAlmaLaurea, di cui Alma- diploma è emanazione, sono due i <modi cruciali» da affrontare: «La necessità, da un lato, di una diffusa e condivisa cultura della valutazione interna alla scuola e, dall'altro, l'opportunità di offrire agli studenti un orientamento più mirato alle proprie esigenze individuali». Circa le ragioni di chi, potendo, cambierebbe scuola, il 41 % lo farebbe principalmente per studiare materie diverse, il 22% per compiere studi che preparino meglio al mondo del lavoro, il 15% per compiere studi più adatti in vista dei successivi impegni universitari. Qualunque sia la motivazione per cui cambierebbero, quasi il 70% di essi si dichiara comunque soddisfatto del corso di studi appena concluso. In generale, 1'82% dei diplomati intervistati, ha dichiarato la propria soddisfazione circa la scuola frequentata. Ad essere promossi sono soprattutto i professori (il 78% dei diplomati è soddisfatto della loro competenza, il 72% della chiarezza espositiva e della disponibilità al dialogo e il 63% è soddisfatto della loro capacità di valutazione), mentre decisamente bocciate sono le infrastrutture e i diversi aspetti dell'organizzazione scolastica. L'adeguatezza dei laboratori, delle aule e degli impianti e attrezzature sportive è ritenuta infatti soddisfacente rispettivamente dal 53%, dal 51 % e dal 49% degli studenti. ~irca le prospettive post-diploma, Il 54% degli intervistati intende iscriversi all'università, il21 % pensa di cercare un lavoro, il 7% ritiene di riuscire a conciliare entrambe le attività. Il 15% dei diplomati è invece ancora incerto sul proprio futuro e una quota particolarmente elevata (23%) di indecisi, si trova tra i diplomati tecnici, seguiti dai professionali (19%). Chi, invece, sceglie di proseguire gli studi all'università (per il 65% si tratta di liceali), è spinto soprattutto da tre motivazioni: poter svolgere - grazie alla laurea -l'attività professionale di proprio interesse, approfondire i propri interessi culturali e avere in futuro un lavoro ben retribuito. La stragrande maggioranza (il 90%) dei diplomati intenzionati ad iscriversi all'università, infatti, ritiene decisamente importante almeno una di queste tre ragioni. La stabilità del posto di lavoro, è infine una condizione desiderata dai giovani diplomati. Gli intervistati da Almadiploma attribuiscono particolare importanza (alta percentuale di "decisamente rilevante") a quattro aspetti: la stabilità! sicurezza del posto di lavoro, l'acquisizione di professionalità, la possibilità di guadagno e la carriera. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa Codice abbonamento: 068391 L'orientamento (e la valutazione) sono al centro del Rapporto 2014 di Almadiploma. La proposta di posticipare la scelta a 16 anni, con un primo biennio uguale per tutti ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 13 Quotidiano Data Pagina Foglio 04-12-2014 8 1 PUBBLICATO DALL'AMMINISTRAZIONE Asili nido, pronto il bando per l'affidamento dei servizi: si parte a gennaio 2015 MARANO. Via al nuovo bando per l'affidamento dei servizi degli asili nido presenti sul territorio comunale. L'appalto da 190mila euro, iva inclusa, è destinato a tutte quelle cooperative sociali, singole o costituitesi in consorzio che presenteranno regolare domanda a cavallo tra la fine dell'anno in corso e l'inizio del nuovo. Di fatti, i soggetti interessati, potranno inoltrare le proprie domande in un arco di tempo che si conclude in 25 giorni a partire dalla data di pubblicazione dell'avviso sulla Gazzetta Ufficiale. Espletatala gara, l'affidamento partirà il prossimo 7 gennaio 2015 ed avrà una durata di lO mesi, più un undicesimo con una proroga che scatterà in automatico alla fine del periodo. Sarà il dottor De Biase, responsabile dell'area amministrativa del Comune di Marano, a vagliare le domande pervenute al Municipio di corso Umberto 16. Nel bando di gara, fra le altre cose, è specificato come le cooperative sociali debbano aver maturato, nei 5 anni precedenti alla pubblicazione dell'avviso pubblico, almeno un anno di esperienza nella gestione nella scuola dell'infanzia. In più, devono essere regolarmente iscritte al registro delle imprese della competente Camera di Commercio, Artigianato e Agricoltura. Attualmente sono cinque gli asili nido dislocati sul territorio comunale e per i quali partirà la nuova gestione dei plessi a partire dall'anno nuovo. I fondi necessari per l'appalto appena pubblicato sono attinti dalle risorse previste del II Piano Sociale Regionale, nella prima annualità dell'anno 2013, relative al Piano Sociale di Zona dell' Ambito N15 formato dai Comuni di Quarto e Marano di cui quest'ultimo rappresenta l'Ente capofila. Codice abbonamento: 068391 ANTOSA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 15 Quotidiano il manifesto Mario Pierro 'origine sociale condiziona la scelta della. scuola secondaria superiore. E questa l'immagine della scuola italiana che emerge dal XII rapporto Almadiploma realizzato nel luglio scorso con il coinvolgimento di 40 mila diplomati in più di 300 istituti nel Lazio, Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria. li 6.5% dei diplomati che proseguono gli studi all'università vengono dal liceo classico o scientifico. I loro genitori sono in maggioranza diplomati. Queste scuole si caratterizzano «per una forte presenza di studenti di estrazione borghese e una sotto-rappresentazione dei figli della classe operaiw> sostiene Andrea Cammelli, presidente di Almalaurea-almadiplomà. Scenario diverso tra chi ha frequentato i tecnici o i professionali. La percentuale . dei genitori con titoli di studio elevati si riduce al minimo. In compenso, precisa Cainrnelli, 82 immatricolati su 100 provengono da famiglie i cui genitori non hanno esperienze di studi all'università, mentre 1.5 su 100 abbandonano dopo il primo anno di corsi. La maggiore propensione a proseguire gli studi è delle ragazze e, in generale, «di chi proviene da contesti familiari più favoriti e ottiene votazioni mediamente più elevate». Per estendere tale propensione, e cambiare la struttura di classe che caratterizza la scuola italiana, per AlmaDiploma servirebbe una vera politica del diritto allo studio e soprattutto interventi seri sull'orientamento agli studi. In questa chiave potrebbe essere utile «creare un biennio comune a tutti gli indirizzi scolastici e posticipare la scelta a 16 anni». Ciò permetterebbe anche di evitare i casi di «pentimento». Dalla rilevazione risulta infatti -che il 46% degli studenti cambierebbe indirizzo di studio o scuola. li 41 % lo farebbe principalmente per studiare materie diverse, il 22% per compiere studi che preparino meglio al mondo L Ritaglio Scuola: testate nazionali del lavoro, il 1.5% per compiere studi più adatti in vista dei successivi studi universitari. Un TU.olo importante lo svolge l'«autovalutazione» delle 'scuole, Diversamente dal modello dominante adottato, quello della competizione tra gli istituti mediante assegnazio'ne di punteggi in graduatoria, bisognerebbe «creare un percorso condiviso, attento al contesto socio-culturale, tra le scuole - ha detto Mauro Borsarini, dirigente scolastico del Righi di Bologna durante la presentazione del rapporto - La verifica dovrebbe awenire in forma pubblica e trasparente». L'indagine ha registrato inoltre che il .52% dei diplomati ha svolto uno stage previsto dai programmi scolastici (negli indirizzi professionali tali attività formative sono praticamente obbligatorie) e il 32% dei diplomati ha compiuto esperienze di studio all'estero, metà dei quali partecipando a programmi organizzati dal proprio Istituto, La lingua inglese è la più diffusa: .52 diplomati su 100 dichiarano di avere una conoscenza «almeno buona» dell'inglese scritto. L'analisi denuncia l'emorragia nella popolazione dei 1genni. Negli ultimi 30 anni, l'Italia ha registrano un decremento demografico del 40% in questa fascia d'età (-389 mila ragazze e ragazzi). Per Cammelli «quella che si chiamava la piramide per età oggi è diventata un asso di picche con forti restrizione alla base». Per questi giovani il paese non prepara un futuro favoloso. A luglio i diplomati nei tecnici (23 %) e nei professionali (19%) erano incerti sul loro futuro precario. 068391 Diplomati incerti sul futuro in una scuola'di classe Foglio 04-12-2014 5 1 Codice abbonamento: ALMADIPLOMA Data Pagina stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 16 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 04-12-2014 31 1 Università Nuova lettera dei rettori: tempi e modi certi sul test di Medicina ROMA Chiedono «tempi e modi certi» perché <<Don possiamo lasciare nel limbo migliaia di studenti e le loro famiglie». Perché il test di ammissione a Medicina va fatto anche quest'anno, e, spiega il rettore di Tor Vergata Giuseppe Novelli, «siamo a dicembre: la bozza di riforma del sistema che la ministra Stefania Giannini ci aveva promesso non si è vista e noi siamo ancora in attesa». Perciò i rettori della Conferenza delle università italiane (Cmi) tornano a scrivere alla ministra: oggi le daranno una nuova lettera per ribadire «la necessità per la realizzazione di test che rispettino criteri di qualità e meritocraziID>. (C. Vol.) Codice abbonamento: 068391 © RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 17 Quotidiano LA STAMPA Data Pagina I Foglio 04-12-2014 42 1 /2 "Thrino è già in grado di attrarre i talenti" il dibattito sulla cttà universitaria. Interviene il rettore del Poli Inte r.i sta !ullauStampa» Il LETIZIA TOHTELLO ~~u r~~;::; tIvo, se e in grado di attrarre studenti di talento. Torino lo fa. Sono ottimista sulle potenzialità, il percorso è stato avviato. Concordo con il collega Ajani: i fondamentali li abbiamo». Marco Gilli, rettore del Politecnico, interviene nel dibattito su Torino città-universitaria. In che direzione deve lavorare Torino, per riconvertire la sua economia attorno al tema della formazione? lOIi'Ìscritti. Al Politecnico, abbimo inserito un percorso specire per i ragazzi di talento: il 5'M:legli studenti ha l'esenzione tOlle dalle tasse e ha corsi aggintivi dedicati». Una misura necessaria pernon farli fuggire all'estero? «Il competitività fra universitàè costante e l'impegno per amentare la reputazione degli atnei è sempre più grande. Occere garantire una qualità migbre e non lasciare scappare i Codice abbonamento: 068391 «Dobbiamo prestare grandissima attenzione al supporto allo studio. Quest'anno, la Regione ha ripristinato borse per gli studenti, è una buona notizia. Le migliori università del mondo, sostengono molto i .. Il nostro serVIZIO di mrtedì scorso sull'inaugurzione del nuovo Anno Accdemico. ragazzi, soprattutto i più meri- formare persone preparate su tevoli, sennò si vanifica lo sfor- quel che sarà in futuro. Ma poszo formativo. Affinché i più bra- siamo allenare studenti al provi non fuggano all'Imperial Col- blem solving, al lavoro in team, lege o a Oxford. Torino ha fatto proponendo tirocini in azienda. passi avanti: accoglie 100 mila Questa, credo, è la strategia che studenti, tra Università (con 70 ci ha premiato. Avere stretti mila) e Politecnico (30 mila). rapporti con l'industria e proParlando del Poli, siamo una gettare il corso di studi in fungrande scuola, non una scuolet- zione di questi rapporti«. ta a numero chiuso, con qualStrutture per la didattica. Toriche migliaio di ragazzi. Siamo no è competitiva? aperti sostan«Siamo attrattivi zialmente a tutGLI INGEGNERI per la qualità della vita e per quelti, poi siamo «A lU1 anno dalla la molto selettivi». della ricerca. fine il 90010 ha Concordo con Anche voi, petrovato lavoro» Ajani che c'è un rò, avete il numero chiuso. problema di ina«E' vero, ma la STRUTTURE deguatezza di alspazi. I camsoglia dei 5000 «I campus servono cuni immatricolati è pus sono fondaper ottenere mentali per la vipiù che altro un massima qualità» ta universitaria. limite di sostenibilità delle strutNoi abbiamo il ture. Metà di quelli che si iscri- 18% di studenti stranieri, che vono riescono a prendere la lau- passano più tempo al campus, rea. Invece, c'è un dato che amo che nelle rispettive case o stanricordare: a Ingegneria, a un ze. Torino ha scelto il modello anno dalla fine, il 90% dei laure- che progetta le università denati ha trovato lavoro». tro la città. Ingegneria è a posto, Architettura no. C'è l'imCome si ottiene questo risultapegno del Comune ad aprire il to? «Il segreto di una buona univer- nuovo polo di Torino Esposisità è avere una formazione so- zioni. Se riusciremo a farlo e lida di base, trasversale e inter- integreremo architettura e dedisciplinare. Le tecnologie sign, laboratori, docenti, stucambiano alla velocità della lu- denti e aziende, allora saremo ce, è chiaro che non possiamo davvero competitivi». Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 18 Quotidiano LA STAMPA Licia Mattioli, presidente dell'Unione Industriale:«Le aziende stanno guardando a Torino come a un bacino interessante su cui investire, perché trovano laureati di qualità. Non ultima la Petronas, multinazionale petrolchimica male se, che ha raddoppiatotra Santena e Villastellone il centro ricerche, in quanto qui incontra giovani ingegneri capaci nel suo settore. Ciò che serve? Una più forte alternanza tra formazione universitaria e tirocinio, e non mi riferisco solo alle facoltà politecniche. Spesso, il mondo del lavoro è per i ragazzi una rivelazione, un universo che credevano molto diverso durante gli anni di studio». [L.T.[ Uofferta culturale èbuona lil.aenli - - - - - - E' solo uno slogan vuoto 04-12-2014 42 2/2 ne. Noi, come Cus, stiamo ingrandendo l'offerta sportiva per gli studenti. Sul discorso delle residenze bisognaancora fare molto: ci sono 20 mila case sfitte, molte famiglie hanno un componente solo, che potrebbe prendere in casa uno studente universitario. Occorre pensare a politiche di accoglienza migliori e diversificate. Sarebbe anche utile incentivare i locali a creare proposte a forte voca[L.T.] zione universitaria». Marco GilU non ha dubbi: «La soglia delle 5000 matricole è più che altro un limite di sostenibilità delle strutture. Metà di quelli che si iscrivono riescono a prendere la laurea» Ilaria Manti, presidente del Consiglio degli Studenti dell'Università:«Città universitaria lo siamo molto più a parole, che nei fatti. Questo è diventato uno slogan diffuso, noi che frequentiamo i corsi tutti i giorni restiamo un po' perplessi. Pensiamo al costo molto elevatoperaffrontare il percorso della laurea. Per fortuna, ora, la Regione ha annunciato che investirà 7 milioni per il diritto allo studio. C'è un problema urgente di aule. Siamo ancora costretti a fare lezione seduti per terra. Utilizziamo la nuova aula magna per la didattica, non solo per le cerimonie. Mancano le residenze e sono insufficienti i luoghi di aggregazione». [L. T.] 068391 Lavorare sulle residenze Riccardo D'Elicio, presidente Cus Torino: «Nel 2007, quando parlavamo di Torino come di un campus a cielo aperto, la gente non ci credeva. Non voglio sindacare sulla qualità della formazio- Ritaglio stampa ad uso esclusivo Codice abbonamento: Martino Gozzi, direttore organizzativo Scuola Holden:«Quando la Holden ha pensato di ingrandirsi, ha valutato diverse ipotesi per aprire una nuova sede, tra cui Roma. Poi, è rimasta a Torino. Perché questa città offre molto, sul tema della produziorie culturale. Bisogna credere negli studenti e investire su di loro. Ci sono tanti Universita' Foglio soggetti formativi di prima eccellenza: penso ai due atenei, all'Accademia Albertina, a lad e led, a noi. Il monito per tutti è di non irrigidirsi e di non chiudersi. Di cercare il più possibile collaborazioni e contatti con il mercato del lavoro, che sono fondamentali». [L.T.] llmondo dellavoro èlontano Data Pagina del destinatario, non riproducibile. Pag. 19 Quotidiano Pagina 04-12-2014 34 Foglio 1 /2 Data È quanto emerge da una ricerca di Teamsystem coordinata dal Politecnico di Milano Il passaparola è l'arma vincente Clienti e imprese si fidano più del consiglio di un amico l miglior biglietto da visita del professionista è il passa parola sulla sua competenza. Il cliente alla ricerca di competenze specifiche, infatti, si fida più volentieri del consiglio di chi ha avuto già relazioni di l,avoro con il professionista. E questa una prima indicazione messa a fuoco dal gruppo Teamsystem con la ricerca "Professionisti e business: quale futuro?}} Giunta alla sua ottava edizione, l'iniziativa <<Vision professionisti}} organizzata con la partecipazione del Politecnico di Milano e il patrocinio dell'Unione nazionale giovani commercialisti ed esperti I contabili quest'anno presenta i risultati della ricerca commissionata alla School of management del Politecnico di Milano sull'evoluzione della figura del professionista e come essa viene percepita dai loro clienti. Dunque, nonostante la facilità di ricerca sui canali digitali, il passaparola, tra consiglio di una persona amica o una relazione di lavoro, rimane con il 48% il canale preponderante con cui le aziende scelgono i professionisti a cui affidarsi. Il 34% del campione, invece, si affida a un professionista rispetto a un altro dopo una ricerca per conoscenze speci- fiche. Gli altri risultati della ricerca mettono in evidenza come la relazione tra aziende e professionisti è ancora prevalentemente cartacea; il 48% dei professionisti porta sempre con sé i documenti da consultare, mentre solo il 17% utilizza invece un pcJtablet per collegarsi al proprio studio con l.email che rappresenta lo strumento principale di relazione: ne fa uso 1'82%, soprattutto cedolini paga e fatture attive o passive, con i professionisti abitualmente utilizzati. A distanza seguono contratti, libri contabili e documenti relativi alla gestione dei crediti della clientela. La ricerca evidenzia anche una IClienti come scelgono i loro Professionisti? maggiore soddisfazione verso i consulenti del lavoro (89%) se paragonati ai commercialisti (82%). Un po' più della metà delle Pmi del campione, infine, dichiara di utilizzare la Pec per scambiare documenti e informazioni con i professionisti. Quasi il 40%, però, dichiara di averla ma di non farne uso. Il 30% delle aziende intervistate ritengono che la presenza di un portale sarebbe utile per lo scambio di documenti e relazioni in modo elettronico; il 33% lo utilizzerebbe per l'inserimento di dati utili per il professionista, mentre il 36% per l'inserimento di dati provenienti dai propri applicativi aziendali. Come interagiscono Clienti e Professionisti? Consiglio di una pe~na con cui ho una relazione di lavo l'• • • • • • • • Email Ricerca di un Professionista con 'onoscenze speCif!Ch• • • • • • Visite periodiche del Professionista in azienda Consillio di un arm~tll• • Vicinanza geografica dello Stuc~• • 1 Appuntamento presso lo Studio Ricerca di un Professionista esperto del Settore aziendak• • Istant messagi~ (es.Skype) Altro 1% Autocandidatura del Prolessiolnistllil 0% 50% 100% Codice abbonamento: 068391 Ricerche su Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 20 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data 04-12-2014 Pagina 2 Foglio 1 /2 Christopher Pissarides «Bene la riforma ma i suoi effetti solo in quattro anni» di Alessandro Merli Paesi sottoposti a programmi, o dall'Eurogruppo, dominato dalIa Germania. Non dobbiamo quindi aspettarci che la ripresa siaportatadalleriformedelmercato del lavoro, ma dall'inversione di queste politiche sbagliate, sul piano monetario e fiscale». Il suo messaggio per il consiglio della Bce, che si riunisce oggi a Francoforte e con ogni probabilità non annuncerà alcuna nuova misura, è molto netto. «La Bce deve fare quello di cui il suo presidente Mario Draghi sta parlando da mesi. Prenda misurenonconvenzionali,acquistititoli di Stato. Due mesi fa, ha annunciato delle misure che non stanno certamente avendo l'effetto di riportare l'inflazione verso l'obiettivo del 2% o di espandere il bilancio della Bce. Quando sento dire che l'inflazione siavvieràsul percorso verso il 2%, dico che tre anni di inflazione così bassa, come prevede la stessa Bce, sono troppo lunghi». Sulla politica di bilancio, è la Germania che dovrebbe fare di più, secondo Pissarides. «Berlino - sostiene - può permettersi di fare investimenti aggiuntivi pari all'1 per cento del prodotto interno lordo senza violare le regole di bilancio europee, non lo 0,1 per cento che ha annunciato. L'idea di voler raggiungere a tutti i costi il pareggio di bilancio è una sciocchezza, soprattutto dato che i Paesi dell'Europa meridionale non hanno margini per stimoli fiscali a causa dell'alto debito: se sì vuoi stare in un'unione monetaria si deve lavorare insieme, altrimenti non è una vera partnership, se ognuno viene lasciato a doversi salvare da solo. Anche i Paesi del Sud, però (e qui includo anche la Francia, anche se François Hollande è un leader molto debole), dovrebbero avere un approccio diverso, coordinarsi fra diloro e fare delle buone proposte. Proporre un cambio di passo. In parte Renzi lo sta dicendo, ma poi con gli altri devono muoversi insieme». rt R:PRODUlIONc RISERVATA • ..•• Christopher A. Pissarides Nato nel1948 a Cipro, economista britannico (London School of Economics) èstato insignito del Nobel per l'Economia nel 2010. La sua opera più famosa risaleal1994 "jobcreation and job destruction in the theory of unemployment" pubblicata insieme con il collega Dale Mortensen. Il premiQ Nobello ha condiviso con lo stesso Mortensen econ PeterDiamond (Mit) peri lavoro comuni nel campo della "search theory". L'idea principale èchei lavoratori e le imprese sono in qualche modo eterogenei tra loro per cui passano del tempo a cercarsi l'uno con l'altro in attesa , di trova re il "pa rtner" che veramente stanno cercando. Questa ricerca dà luogo al fenomeno della disoccupazione . frizionale. l!l Codice abbonamento: 068391 IJobsActdelGovernoRenzi va bene, le riforme del mercato del lavoro in Europa sono indispensabili e vanno fatte subito, ma non è da quelle che ci si può aspettare la ripresa, perché gli effetti più sostanziosi sull'occupazione vedranno solo fra qualche anno. Per far ripartire l'eurozona bisogna invertire la politica monetaria e quellafiscale sbagliate degli ultimi anni. Sir Christopher Pissarides, economista anglo-cipriota della London School of Economics, premio Nobel nel 2010, esperto di problemi dellavoro, ha le idee molto chiare sulle politiche di cui hanno bisogno l'Italia e l'Europa per uscire dalla crisi. «Prima si fanno le riforme del mercato del lavoro e meglio è dice Pissarides in un'intervista telefonica, alla vigilia della settimalezione Ibm in studi dellavoro, che terrà domani all'Università Statale di Milano (www.eps.unimi.it). nell'ambito del corso magistrale in inglese dieconomiaescienzepoliticheLaSpagnahainiziatoneI2011,ma poi la messa in atto è stata lenta. Ora si cominciano a vedere i risultati. La Grecia le ha annunciate, ma poi non le ha realizzate. L'Italia parte adesso. La proposta del Governo Renzi su questo è un ottimo inizio, ma ricordiamoci che, sulla base dell'esperienza di altri Paesi, gli effetti più significativi sull'occupazione arrivano dopo circa 4 anni». Il parere del premio N obel sul Jobs Act è positivo. «Sono d'accordo con l'idea - afferma - di rendere più flessibili assunzioni e licenziamenti. E anche conl'introduzione di un contratto di lavoro unificato a garanzie crescenti e con la proposta di sottrarre ai giudici la decisione sul reintegro. Si va verso la direzione della flexicurity, adottata altrove, ed è la direzione giusta. Un altro elemento importante sono gli incentivi all'apprendistato. E non credo che con la riforma si eliminino le protezioni dei lavoratori: solo che queste devono toccare allo Stato». Nel confronto europeo con gli altri Paesi maggiormente investiti dalla crisi, l'Italia spicca perché è quello in cui c'è stato il minor aggiustamento del costo del lavoro. «Questo dipende sostiene Pissarides (la cui lettura sarà poi oggetto di un dibattito in Statale che coinvolgerà tra l'altro i consiglieri di Renzi su questi temi, Tommaso Nannicini e Filippo Taddei - dalle resistenze e dal potere dei sindacati. E certamente anche il sistemafiscale, che penalizza il lavoro, non ha aiutato». L'economista è convinto però che le riforme del lavoro, per quanto importanti e urgenti, non possano risolvere tutti i problemi dell' euro zona. «La crisi nei Paesi del sud - dice - non è stata una crisi creata dal mercato del lavoro, ma dalle politiche sbagliate della Banca centrale europea e dalle scelte di austerità fiscale imposte dalla troika, nei Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 29 Quotidiano nSole9]{l mmrn (;Ii ammortizzatori La delega sul lavoro 04-12-2014 2 Foglio 1 /3 Il nuovo codice Interventi previsti su controlli, mansioni e gli adempimenti sui contratti Verso l'unificazione tra Aspi e mini-Aspi tempi più lunghi per la nuova Cig I~TTUA.TIIJI Data Pagina Prima semplificazione sull'art 18 Il decreto è atteso alle Camere a metà dicembre subito dopo lo sciopero della Cgil Davide Colombo Claudio Tucci Il primo decreto attuativo del Jobs act, convertito definitivamente ieri in legge, sarà quello con la normativa sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti per i nuovi assunti, che avrà impatto diretto sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. I tecnici di palazzo Chigi e ministero del Lavoro ci stanno lavorando da settimane, e nei prossimi giorni si stringeranno i tempi visto l'obiettivo del Governo di aver pronte le nuove norme già a gennaio. I nodi principali di questo Dlgs, che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri a metà dicembre, sono l'entità degli indennizzi nei casi di licenziamento economico illegittimo (qui scomparirà per sempre la tutela reale),che,dopoleultimelimature, non dovrebbero superare i tetti oggi previsti dalla legge Fornero (24 mensilità). Per non gravare eccessivamente sulle aziende. In caso di conciliazione si potrebbe scendere a 18 mesi (rispetto alle prime ipotesi di 24mensilità). poi da chiarire quali sono le "specifiche fattispecie" dilicenziamento disciplinare per le quali resterà in piedi il reintegro, con l'ipotesi, emersa con sempre più insistenza nel corso delle ultime riunioni dei tecnici, di introdurre la clausola di "opting out", cioè di consentire al datore di lavoro di poter scegliere di versare un maxiindennizzo al lavoratore al posto del reintegro disposto dal giudice. La clausola dell'opzione oggi è prevista per il solo lavoratore; ma l'estensione anche all'azienda non sarebbe una novità assoluta, visto che è normalmente legge in altri paesi Ue,come Spagna e Germania. Per le piccole imprese (quelle sotto il tetto dei 15 dipendenti) non dovrebbero esserci penalizzazioni (rispetto alla situazione attuale) conI' entrata in vigore del nuovo contratto a tutele crescenti. Contemporaneamente, o nelle settimane immediatamente successive, dovrebbe essere varato anche il decreH)-delegato con la nuova Aspi, rafforzata nella durata (non si sa se anche nell'importo), ed estesa a una prima platea di circa 350mila collaboratori C'e (oggi in caso di perdita del lavoro non hanno tutele). La nuova Aspi, quasi sicuramente, vedràlafusionetrale attuali Aspi e mini-Aspi. Il riordino degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione) arriverà, probabilmente, in unmomento successivo, visto che si tratta di una riforma "non a costo zero" e dovrà essere concordata conia RaS>1 oneria generale dello Stato. Molto atteso è anche il Dlgs che dovràriscriverelo Statuto dei lavoratori per arrivare a un codice semplificato del lavoro; e quello che ridisegnerà le politiche attive, storicamente l'anello debole del nostro mercato del lavoro (qui si dovrà sperimentare il contratto di ricollocazione). :r:RlPRr.D!:lIW,fR;~ERVATA Ritaglio Lavoro e previdenza economici. Si ipotizza una mensilità e mezza ogni anno di servizio fmo a un tetto di 24 mensilità (si scende quindi rispetto alle originarie 36 mcnsilità). Ci sarebbe la possibilità per il datore di versare spontaneamente un importo pari a unamensilità per anno di lavoro fmo aunrnassimo di 18 (anche qui si ridurrebbe il primo tetto di 24 mensilità). Sul fronte dei licenziamenti disciplinari la tutela reale rimarrà ma solo per fattispecie lin1itate assimilabili ai licenziamenti discriminatori. Qui la discussione è piuttosto aperta: si stampa ad uso esclusivo del ragiona su una defrnizione molto stretta dei casi; o qualora ciò non sia possibile di individuare una nozione un po' più ampia, prevedendo però per il datore di lavoro di poter sempre trasformare l'eventuale condanna al reintegro in un risarcimento monetario (in base a una clausola di "opting out", in vigore già in altri paesi europei, come Spagna e Germania). I nodi da sciogliere riguardano anche il possibile aggravio costi per le piccole aziende: attualmente alle inlprese sotto Ìl5 dipendenti non è applicato l'articolo 18 e destinatario, non l'indennizzo, in caso di licenziamento economico illegittimo, oscilla tra le 2,5 e le 6 mensilitàmassime. Qui l'orientamento del Governo è quello di non peggiorare la situazione oggi in vigore. C'è poi da risolvere il nodo dei licenziamenti collettivi (che sono per defrnizione "economici"). Il passaggio dalla tutela reale all'indennizzo dovrebbe esserci. Però il dettaglio arriverà in un secondo momento, con il varo del decreto attuativo sul codice semplificato. t RIPRODULIONE RISERVATA riproducibile. Pag. 31 Codice abbonamento: a sanzione della reintegrazione sarà esclusa per tutti i licenziamenti non sorretti da contestazione disciplinare: e quindi per i licenziamenti per motivo economico-organizzativo o per scarso rendimento oggettivo e per la generalità dei licenzianlenti disciplinari. La regola, qui, sarà l'indennizzo proporzionale all'anzianità di servizio del lavoratore. Nel decreto-delegato che dovrà dettagliare la normativa sul contratto a tcmpo indeterminato per ineo-assunti si sta discutendo, ancora, dcll' entità dei ristori 068391 Reintegro o indennizzo, ipotesi «opzione» Quotidiano nSole9]{l mmrn Data 04-12-2014 Pagina 2 Foglio 2/3 Sanzioni per chi rifiuta un'occupazione Assicurazione sociale per l'impiego (Aspi)l'ammortizzatore introdotto dalla legge Fornero in sostituzione dell' assegno di disoccupazioneverràrimodulata uniformando la disciplina ordinaria con quella dei trattamenti brevi. Insostanzanon ci sarà più la differenza tra Aspi e l'attuale miniAspi destinata ai precari, poiché la durata dei trattamenti sarà rapportata ai contributi versati, con un incremento della durata massima per i lavoratori che hanno carriere contributive più lunghe. Un'altra novità contenuta nella legge delega è rappresentata dall' estensione dell'applicazione dell'Aspi ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa «fmo al suo superamento». Che, come ha spiegato ilrelatore, Pietro Ichino (Sc), vamteso come un richiamo al riordino e alla semplificazione della disciplina dei contratti di lavoro che porterà (con un altro decreto delegato) al superamento di una particolare fattispecie della collaborazione coordinata e continuativa, il contatto a progetto. Sono esclusi dall'Aspi amministratori e sindaci. Per il soggetto che beneficia dell'Aspi saranno attivati meccanismi che incentivino la ricerca di una nuova occupazione, coni! coinvolgimento anche in attività a beneficio delle comunità locali, con modalità che non creino aspettative di un accesso agevolato alla pubblica amministrazione. Nel decreto legislativo verranno adeguate le sanzioni e le modalità di applicazione -per aumentare l'effettività, secondo criteri «oggettivi euniforrni» -nei confronti dellavoratore beneficiario del sostegno al reddito che rifiuta una nuova occupazione, o programmi di formazione o che non intenda svolgere attività a beneficio delle comunità locali. Èprevista l'introduzione di massimali in relazione alla contribuzione figurativa, inoltre, al termine dell'Aspi potrebbe scattare una prestazione, «eventualmente priva di copertura figurativa», limitata ai lavoratori in disoccupazione involontaria che presentino valori ridotti dell'Isee, sempre a condizione che partecipino ad iniziative di attivazione che vengano proposte. ovvero di sospensione dell'attività aziendale con ragionevole prospettiva di ripresa dell'attività stessa, quindi del lavoro dei dipendenti, entro il termine di durata dell'intervento, come ha chiarito martedì in Aula al Senato, il relatore Pietro Ichino (Sc). Verranno quindi escluse forme di integrazione salariale in caso di cessazione definitiva dell'attività aziendale o di un ramo di impresa. L'accesso alla Cig, poi, sarà subordinato all'esaurimento delle possibilità contrattuali di riduzione dell'orario di lavoro, eventualmente destinando una parte delle risorse attribuite alla Cig a favore dei contratti di solidarietà. Ci sarà sicuramente anche una rivisitazione dei limiti di durata del sussidio da rapportare al massimo di ore ordinarie lavorabili nel periodo di intervento della Cig ordinaria e straordinaria e dovranno essere individuati dei meccanismi di incentivazione alla rotazione. Saranno poi rimodulate le aliquote contributive ordinarie sulla base dell'effettivo ricorso allo strumento (già oggi l'industria paga più di tutti e, con questa novità, c'è quindi un rischio di aumento dei costi, che il Governo è opportuno che scongiuri). Il riordino della Cig vedrà anche una riduzione degli oneri contributivi ordinari e una rimodulazione degli stessi tra i settori in funzione dell'utilizzo effettivo. Si conferma infine l'avvio dei fondi di solidarietà introdotti dalla legge Fornero (ma che hanno poco appeal tra le aziende). It RIPRODUZJONE RISERVATA Codice abbonamento: a cassa integrazione cambierà, e non sarà più concessa per le aziende decotte. Il decreto attuativo che dovrà ridisegnare il perimetro degli strumenti di tutela «in costanza di rapporto di lavoro» non è ancora pronto; arriverà più tardi, essendo una riforma non a costo zero e si dovranno fare bene i conti con la Ragioneria generale dello Stato. Il Jobs act fissa i criteri generali del Dlgs: si chiarisce la limitazione dell'intervento della Cig ai soli· casi di cessazione temporanea, 068391 Stop alla Cig se la chiusura è definitiva Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 32 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 04-12-2014 2 3/3 Arriva il restyling per lo statuto dei lavoratori di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale individuati in base a parametri ogettivi, contemperando gli interessi dell'impresa all'impiego del personale con quelli del lavoratore alla tutela del posto di lavoro. Nella legge è fissato un paletto che il Governo dovrà rispettare nell' esercizio della delega: viene posto come linllte la modifIca dell'inquadramento. La contrattazione collettiva, anche aziendale, ovvero di secondo livello, stipulata con i sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale (a livello interconfederale o di categoria), J?otrà individuare ulteriori ipotesi. Eprevista anche la revisione della disciplina dei controlli a distanza sugli impianti e sugli strUlllenti di . lavoro (articolo 4 dello Statuto) tenendo conto dell' evoluzione tecnologica e contempetrando le esigenze produttive dell'impresa con la tutela della privacy del lavoratore. Si potrà sperimentare l'introduzione del compenso orario minimo, applicabile però ai soli rapporti che hamlo per oggetto una prestazione di lavoro subordinato, alle collaborazioni coordinate e continuative, in settori non regolati dai contratti colettivi sottoscritti dai sindacati e dalle organizzazioni datoriali più rapprersentative. È necessaria però la consultazione preventiva delle parti sociali comparativamente più rappresentative sul piano nazinale. Si prevede il ricorso ai voucherperprestazioni di lavoro accessorio per attività discontinue e occasionali, in diversi settori produttivi, confermando l'attuale tetto di5Jnila euro l'amlo. li:; RIPROOU71ONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 a disciplina dello Statuto dei lavoratori del 1970 verrà aggiornata in un Testo unico semplificato. Quello che viene comunemente definito Codice semplifIcato conterrà le norme legislative di fonte nazionale relative alle diverse tipologie contrattuali e ai relativi rapporti di lavoro. VerramlO individuate tutte le forme contrattuali esistenti per valutarne la coerenza con il contesto produttivo, e decidere se modifIcarle o superarle. Èprevista la revisione della disciplina delle mansioni (articolo 13 delo Statuto dei lavoratori) in caso di processi Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 33 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data 04-12-2014 Pagina 2 Foglio 1 Crescono i contratti a tempo indeterminato (+7,1%) ma le cessazioni superano gli avviamenti Tra luglio e settembre più assunzioni stabili Nel suo altalenare ancora molto doloroso iI mercato del lavoro del terzo trimestre 2014 manda qualche timido segnale di fiducia. I dati sulle assunzioni e le cessazioni diffusiieli dal ministero del Lavoro con il sistema delle comunicazioni obbligatorie ci dicono infatti che tra luglio e settembre il saldo è stato positivo (2474.1Ì2 avviamenti di nuovi rapporti di lavoro, +204%, contro2.415·928cessazioni,+0,9%)· I nuovi impieghi per lavoro dipendente o parasubordinato sono cresciuti di 60mila unità in 90 giorni e - come anticipato dallo stesso ministero venerdì passato in concomitanza con i dati Istat (ottobre tasso di disoccupazione al 13,2%; +003% mese su mese e +1% anno su anno)-sonocresciutipiùdeglialtri i contratti a tempo indeterminato (+7,1%,paria26·504unitàinpiù),se- guiti dagli apprendistati (+3,8% paria2.l84attivazioni)icontrattiatermine (+1,8%; 30.721 unità) e le collaborazioni (+1%; 1.540 unità). Ma il bilancio traattivazionie cessazioni dei contratti a tempo indeterminato resta a favore di queste ultime: 483.027 i cessati contro i 40i.647 attivati, mentre lo stessO saldo resta positivo (146mila unità circa) per i contratti a termine. Q!lando si leggono questi dati amministrativi bisogna sempre ricordare che irapportidilavoro attivati (o cessati) non corrispondono mai conilnumerodilavoratoricoinvolti, visto che in molti casi la stessa persona ha un rinnovo del contratto a termine scaduto (il 70% dei flussi in entrata e uscita è determinato dai contratti a termine). Così dietro i 204 milioni di attivazioni ci son01.917·932Iavoratoriincarneed ossa, in gran parte tra i 25 e i44 anni di età. Qualcosa di particolare è accaduto, nel periodo, nella scuola, caratterizzataperil75%daattivazioni a tempo determinato. In questo comparto prima dell'inizio del nuovo anno scolastico sono calati i tempi determinati (-il,2% attivazioni rispetto al terzo trimestre 2013) e si è verificato un forte aumento del tempo indeterminato (+17.l76attivazioni).Nelcontempo tra le cessazioni in questo settore emergono oltre il.OOO pensionamenti, con un aumento tendenziale di oltre il 36 per cento. Guardando ai flussi delle uscite i 204 milioni di rapporti cessati hanno riguardato 1.910.394 lavoratori, con un valore medio di cessazioni per addetto paria1,26,datocheconfermailforte peso dei contratti a termine. In particolare743.679 contratti terminati quest' estate hanno avuto una durata inferiore al mese (il30,8% del totale) e 389.769 oltre l'anno (16,1%). Tra i rapporti di lavoro cessati di brevissima durata si evidenziano poco meno di 370mila rapporti di lavoro con durata compresa tra uno e tre giorni (di cui 276-375 rapporti di lavoro di un giorno, pari all'ilA%" del volume complessivamente registrato). Rispetto all'estatedel20l3lacontrazionemaggioreèstatasuicontratticondurata oltre un anno (-2,2%) mentre sono aumentati i contratti cessati di brevissimadurata(4-30giorni;+84%)· Sulle cause delle cessazioni i dati di trend fotografano un calo delle dimissioni da parte dei lavoratori (-403%, per un totale di 345.698 unità) edeilicenziamenti decisi dai datori (217.725 unità, in diminuzione deI303%)· D.Col. Codice abbonamento: 068391 ftRIPROOlJZlONERISERVATA Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 34 nSole9]{l Quotidiano mmrn Data Pagina Foglio , Ora i decreti '"'','"',,,,,,,, I Riscritto l'art. 18: reintegra per licenziamenti economici esclusa, limitata per i disciplinari La delega sul lavoro L'APPROVAZIONE IN PARLAMENTO 04-12-2014 3 1 /2 «Per un giudizio definitivo attendiamo il testo finale e i regolamenti attuativi» Sì al Jobs act, contratto atutele crescenti al via Renzi: l'Italia cambia davvero - Nel pd solo Mineo vota contro, fiducia al Senato con 166 sÌ e 112 no Giorgio Pogliotti ROMA Com66 voti a favore, 112 no ed 1 astenuto il Senato ha votato la fIducia al governo approvando defInitivamente la legge delega, meglio nota come Jobs Act, ieri in terza lettura. Le minoranze del Pd, nonostante lacontrarietàallafIducia, hanno votato «sÌ» per «senso di responsabilità» e tra le ma dei Dem il dissenso è arrivato solo dai civatiani (Casson e Ricchiuti non hanno partecipato al voto, Mineo si è espresso per il no). «L'Italia cambia davvero. Questa è #lavoltabuona. E noi andiamo avanti», ha commentato in serata il premier Matteo Renzi che prima del voto, intervenendo ad un question time alla Camera, aveva espresso solidarietà ad Antonio Boccuzzi (Pd) -l'ex operaio Thyssen superstite del rogo nel quale morirono sette suoi colleghi, minacciato su internet per aver annunciato ilsuo voto a favore del Jobs Act - tra gli applausi di tutti i deputati del Pd. «Non copiamo le leggi da Confmdustria ha risposto Renzi a una domanda del giornalista Travaglio su La7io non sono andato all'assemblea di ConfIndustria, che ha gli stessi limiti di autoreferenzialità dei sindacati e di altre associazioni». La legge contiene le deleghe al governo ad emanare entro sei me- siidecretisulnuovocontrattoatutele crescenti, il riordino dell'assicurazione sociale per l'impiego (Aspi),inuovianunortizzatorisociali, i servizi per illavoro e le politiche attive, il codice semplillcato delle discipline e delle tipologie contrattuali, la razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti, l'aggiornamento delle misure di tutela dellamaternità.Ilministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha sottolineato che «non sono le regole a produrre posti di lavoro, ma siamo convinti che un buon contesto aumenti le opportunità»: Il primo decreto delegato è atteso dal Consiglio dei ministri che si riunirà a metà dicembre - riguarderà il contratto a tutele crescenti - ragion per cui il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, prima di esprimereun giudizio sul Jobs Act ha detto: «Siamo in attesa di vedere i testi definitivi e i regolamenti attuativi». Per i neoassunti con contratto a tutele crescenti cambierà la disciplina sulla tutela reale in caso di licenziamento illegittimo (articolo 18 dello Statuto dei lavoratori);L inoltre sarà riscritta la disciplina suimansionamenti (articolo 13 dello Statuto) e sui controlli a distanza (articolo 4 dello Statuto). Il nuovo ammortizzatore sociale Aspi verrà esteso ai lavoratori con contratto di collabo- razione coordinata e continuativa, mentre si prevede il graduale superamento dei contratti a progetto, per la fruizione dei servizi per il lavoro nascerà l'Agenzia nazionale per l'occupazione. Chi beneficia del nuovo trattamento di disoccupazione (Aspi) dovrà attivarsi per trovare una nuova occupazione, partecipando a corsi di formazione o di riqualifIcazione professionale. La cassa integrazione non verrà più concessa per cessazione definitiva d'attività aziendale (o di un ramo di essa), i cassintegrati potranno essere utilizzati per attività utili per le comunità locali. «Non c'è legge, contratto collettivo, giudice, ispettore, avvocato o sindacalista che possa assicurare dignità e libertà a chi lavora meglio della possibilità effettiva di cambiare azienda», ha commentato il relatore Pietro Ichino (Sc), riferendosi al decollo del contratto di ricollocazione destinato a chi perde il lavoro (con due anni di anzianità di servizio). «Partecipo con il cuore ad un voto di fiducia che conclude l'iter di un disegno di legge delega potenzialmente utile a completare l'impostazione diMarco Biaginella combinazione di flessibilità e sicurezza», è il giudizio del capogruppo Ncd, Maurizio Sacconi, assente per motivi di salute: «Ora il governo è nudonellasuaresponsabilità, la usi bene». Dal Pd, il capogruppo nella commissione Lavoro del Senato, Annamaria Parente, sottolinea che «è una riforma del lavoro che tocca nel profondo la vita un Paese», ed aggiunge: «~a parola passa al governo, il Parlamento vigilerà sui decreti per la pieria attuazione della delega». A differenza della Camera - dove 30 deputati della minoranza Pd non avevano partecipato al votoal Senato 27 senatori appartenenti alle varie aree della minoranza hanno firmato un documento critico, motivando il «sì» alla fiducia conIa «convinzione profonda che il Paese non può permettersi una crisi al buio in questa difficile congiuntura economica e sociale». La partita si sposta sulla scrittura dei decreti delegati, conle minoranze Pd che potrebbero far sentire la propria voce rallentando l'iter dei Dlgs nelle commissioni parlamentari, che hanno fmo ad un mese di tempo per esprimere il parere non vincolante per il governo. «il tempo stringe e il governo farebbe bene ad accelerare la defmizione del merito del confronto con il Parlamento - afferma il presidente della commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd) -. Siamo contrari a schemi che peggiorino contemporaneamynte le tutele e l'indennizzo in caso di licenziamento». re RIPRC[ì,JlIONf RISl:RVATA PREMIER Codice abbonamento: 068391 Replica a una domanda di Travaglio in tv: «Non copiamo le leggi da Confindustria» Nella delega mansioni più flessibili e Aspi estesa Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 35 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 04-12-2014 3 2/2 I contenuti della legge delega Tempi certi per l'avvio Previsto un intervento sui Fondi di solidarietà bilaterali attivi nei settori non coperti da queste forme di tutela in costanza di rapporto di lavoro e che, in questi anni di crisi, ' hanno beneficiato del sistema delle deroghe. La delega parla di ((fissazìone di un termine certo» per il loro awio anche attraverso l'introduzione di meccanismi standardizzati di concessione Verifica adistanza50losu impianti Aseguitodell'evoluzione tecnologica, è prevista la revisione della disciplina dei controlli il distanza sugli impianti esugli strumenti di lavoro. Le nuove misure riguarderanno solo i controlli degli impianti e non dei singoli lavoratori everranno adottate «contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell'impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore» Rimodulatelealiquoteordinarie Esduseforme di integrazione salariale in caso di cessazione definitiva dell'attività aziendale o di un ramodiimpresa. Mentre restera nno, sep pu rii mitate, per le chiusure temporanee. L'accesso alla Cigsaràsubordinato aU'esaurimentodi utilizzo dei contratti di solidarietà everranno rivisti i li miti attuali di durata della cassa. Rimodulazione per le aliquotecontributiveordinarie Taglio agli adempimenti Razionalizzazione e semplificazione (anche mediante l'abrogazione di norme)delle procedure e degli adempimenti legati alla costituzione alla gestione dei rapporti di lavoro. Obiettivo è «ridurre drasticamente» il numero di atti amministrativi necessari per ogni lavoratore. Prevista l'unificazione delle comunicazioni della Pa alle imprese Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo ModificheaUoStatuto Rivista la disciplina delle mansioni fissata dall'articolo 13 dello Statuto dei lavoratori in caso di riorganizzazione, ristrutturazione oconversione aziendale con l'interesse del lavoratore aIla tutela del posto di lavoro, prevedendo limiti alla modifica dell'inquadramento. Il passaggio da una mansione all'altra diventa più semplice, anche con la possibilità di demansionamento Durata in base ai contributi Per l'Aspi si prevede un'omogeneizzazione della disciplina su trattamenti ordinari e trattamenti brevi, rapportando la durata delle tutele alla storia contributiva del lavoratore. Incremento della durata massima peri lavoratori con carriere contributive più rilevanti ed estensione ai, (ocopro fino al loro esaurimento Coordinamento unico Viene prevista un'Agenzia nazionale per l'occupazione partecipata da Stato, Regioni e Provi nce autonome e vigilata dal ministero del Lavoro. L'Agenzia, la cui costituzione non dovrà comportare nuovi oneri, coordinerà l'attivit~ dei centri per l'impiego e avrà competenza gestionale per l'erogazione dell'Aspi. È previsto anche un meccanismo di coordinamento con l'Inps Integrazione Lavoro-Inps-Inai! Verranno razionalizzate le attività ispettive presso le imprese ocon un maggiore coordinamento o con l'istituzione di un' Agenzia unica per le ispezioni dellavoro, tramite l'integrazione dei servizi ispettivi del ministero del Lavoro, dell'Inps e dell'Inail, prevedendo anche forme di coordinamento con i servizi ispettivi delle Aziende sanitarie locali e delle Agenzie regionali per la protezione ambi enta le 068391 ConilriordinoaddioaiCocopro Previsto il riordi no delle forme i!' €ontrattuali esistenti attraverso un'analisi che valuti (d'effettiva coerenza con il tessuto ccupazionaleeconilcontesto prod uttivo». Il nuòvo co ntratto a tempo indeterminatoa tutele crescenti, con apprendistato e contratti atermine, diventerà la nuova forma prevalente. Progressivo supera mento delle collaborazioni a progetto Codice abbonamento: Indennizzo per gli economid (on il nuovo contratto a tutele crescenti sUPerato il reintegro nel caso di lkelJliamel\to' economico illegittimo,peril quale scatta un indennizzo che aumenta con l'anzianità di servizio. Il reintegro resta invece peri licenziamenti nulli e discriminatori. Mentre per quelli disciplinari la sanzione del rei ntegro sa rà li mitata a «specifiche fattispecie» del destinatario, non riproducibile. Pag. 36 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 04-12-2014 5 1 Nei decreti delegati probabile differenziazione delle due situazioni Regole diverse per impianti e strumenti stesse caratteristiche, forme di controllo indiretto dell'attività lavorativa (ovvero proprio quel tipo di controllo "preterintenzionale" che l'articolo 4 dello Statuto regola e disciplina con il previo accordo sindacale o l'autorizzazione dell'Ispettorato del Lavoro). Non dovrebbe essere necessario il via libera del sindacato e dell'Ispettorato per l'utilizzo di normali apparecchiature Gisi chiede allora se sianecessarioperundatoredilavoro,primadi dotare i dipendenti di strumenti tecnologici, concludere accordi con le rappresentanze sindacali aziendali o richiedere l'autorizzazione dell'ispettorato. La risposta non è banale, dato che la normativa in questione non ha subito modifiche dalla sua emanazione. Peraltro, negli anni '70 neppure esisteva una compiuta disciplina della privacy -introdotta con la legge 675/96 ed oggi racchiusa nel Testo Unico delzo03 -, né un'Autorità Garante in grado di assicurare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali e il rispetto della dignità nel trattamento dei dati personali. Ovvi.e ragioni di buon senso portano ad escludere interpretazioni restrittive: l'uso dei normali strumenti informatici (email, server aziendale, etc.) non necessita di accordo con le Rsa o autorizzazione dell'Ispettorato. L'evoluzione tecnologica, però, pone continuiinterrogativi. Èilcaso,ad esempio, del dispositivo di "geolocalizzazione" dei dipendenti tramite app installato su smartphone: le due aziende interessate, oltre adare stretta applicazione ai criteri postidalGarantePrivacy-chehapre- scritto l'adozione di specifiche misure a tutela della riservatezza e dignità dei lavoratori (quali la consapevolezza, da parte del dipendente, dell'attivazione del software, la raccolta di dati non in tempo reale, etc.) - hanno anche espletato la procedura prevista dall'articolo 4 dello Statuto, sottoscrivendo il relativo accordo. Non a caso, a differenza di altri istituti dello Statuto dei lavoratori che hanno trovato nel tempo un'interpretazione stabile ed uniforme, l'articolo 4 continua a rappresentare una fonte inesauribile di contenzioso e di interpretazioni giurisprudenziali. È, dunque, auspicabile un intervento legislativo in grado di dare una defInitiva e moderna disciplina ai controlli a distanza, con un testo normativo volto a fornire risposte concrete ed univoche alle molte incertezze sia dei datori di lavoro che degli stessi lavoratori. © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 Simonetta Candela IlJobsActprevedecheidecreti legislativi delegati dovranno operare una «revisione della disciplina deicontrollia distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro, tenendo conto dell'evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell'impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore». Il distinguo tra «impianti» e «strumenti di lavoro» induce a ritenere che i decreti che daranno attuazione alla legge delega vadano nella direzione di diversificare la disciplina applicabile alle due fattispecie. Gosa auspicabile, datò che latematicarelativaall'obsolescen.za.dell'articolo 4. dello Statuto dei lavoratori riguarda proprio l'evoluzione tecnologica degli strumenti di lavoro: è evidente, infatti, che computer, smartphone, posta elettronica sono tutti strumenti in grado di determinare, per le loro Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 37 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 04-12-2014 15 1 La debolezza degli ultimatum nel Paese inquieto colpito dalla crisi di Corrado 5tajano DmincianD a saltar fuDri i pentiti di Renzi e del renzismD che nDn vDterebbero più per lui e per il Pd. Nel cambiar giudizio., divenuto. negativo. in gradaziDni differenti, i delusi hanno. seguito. prDpriD il criterio. della velDcità propagandato. dal premier: nDn SDnD passati infatti neppure dieci mesi, dal 22 febbraio. di quest'anno. quando., dÙPD contDrte grandi manDvre, Renzi si è installato. a Palazzo. Chigi. NDn sDID i pentiti, anche i sDndaggi calanti DffuscanD il suo. Drizzonte. Un sDciDIDgD nDtD CDme TIVD Diamanti è cDnvintD che la catastrDfica sfiducia espressa alle ultime regiDnali, dDve SDnD andati a vDtare sDID un terzo. degli elettDri, è IDcale, nDn naziDnale e nDn sfiDra per nulla il gDverno.. Renzi è sempre sugli altari, intDccatD dal rifiuto. della CDmunità, quindi. E le eleziDni eurDpee? Qllelle invece, pare di capire, anche se Diamanti nDn lo. dice, devDnD essere cDnsiderate naziDnali. Altrimenti salta il castello.. del famDSD 40. per cento.. Nel 1976, per paura dei cosacchi di Berlinguer, MDntanelli invitò a vDtare Dc <<turandDSi il naSD». OccDrre sempre il nemico., qui da nDi. Alle eleziDni eurDpee il nemico. era Grillo.: quanti allDra hanno. vDtatD per Renzi rifiutando. i SUDi schia- C mazzi! Ora i seguaci del comico, i SUb-pDlitici dei mDvimenti che naSCDnD e mUDiDnD in fret ta - SDnD loro. gli astenuti, CDn i disubbidienti del Pd - si stanno. disfacendo., tra una espulsiDne e una fuga. TI nemico. è diventato. Salvini pDpulista d'DccasiDne tra Marine Le Pen e Putin. E Renzi, in previsiDne di quelle future eleziDni anticipate sempre sullo. sfDndD, ammDnisce: «Ci penserà due vDlte il pDpDID della sinistra a vDtare per la sinistra radicale rischiando. di cDnsegnare il Paese a MatteD Salvini». TI pDpDID della sinistra, si pDtrebbe Dbiettare, cercherà la sinistra, nDn la destra. È un gran pasticcio. la pDlitica in Italia. Sembra che i giDvani pDlitici di gDvernD, spesso. inesperti, «creatDri» del partito. della naziDne, dimentichino. che SDnD lo. Stato. e la CDStituziDne le nDstre fDndamenta, nDn CDnDscanD la sDcietà italia! na di Dggi, le sue angDsce, i SUDi dDIDri, le sue paure e nDn vDglianD avere neppure il SDspetto. che la nDstra è una crisi mai vista. DevDnD prDbabilmente credere che il IDro DttimismD di maniera, il loro. SIDgan, «cambiare l'Italia» CDme un prDdDttD di cDnsumD, creino. serenità. NDn pDsseggDnD il dDnD del dubbio., nDn gli viene in mente che, sDprattuttD nei mDmenti gravi, dire la verità è l'unica medicina capace di dar fiducia e coraggio. a chi ha perso. la speranza. TI Paese è inquieto., basta andare a vedere e a sentire. TI clima di CDnflittD nDn serve a tenere unita una cDmunità in crisi. TI dialDgD è essenziale, CDme si può romperlD CDn i sindacati che rappresentano. miliDni di persDne? CDme si può governare CDn gli ultimatum? L'autDritarismD nDn è un segno. di forza, ma di debDlezza nella sDcietà dei mille campanili. L'antipDlitica nasce anche dall'incapacità di affrDntare i prDblemi alla radice, di studiare, di mediare, di rispettare i diritti, di nutrire la sDlidarietà, nDn di cancellarla, di aver CDscienza che è la cultura il fDnte battesimale di tutto.. TI presidente NapDlitanD sta per lasciare il Quirinale, amareggiato., prDbabilmente deluso. dai fallimenti. Quello. che sperava nDn si è avverato., la legge elettDrale è in alto. mare, le larghe intese tra diversi pDSSDnD funziDnare nei mDmenti di emergenza se i principi della demDcrazia liberale SDnD CDmuni. Ma CDme pDssDnD esserlo. dDpD il ventenniD berluscDnianD in cui la CDstituziDne è stata nemica, tra leggi ad .perSDnam e CDnflittD di interessi? Le eleziDni presidenziali blDccherannD tutto. nDnDstante l'appello. del Quirinale a seguitare nell'Dpera delle rifDrme. E i problemi della crisi eCDnDmico-fll;lanziaria rimarranno. irriSDlti' D si aggraverapnD anCDra di più. NDn è f<icile far capire le ragiDni della pDlitica del pDssibile, perseguìta al pDStD della pDlitica del necessario., ai minatori del Sulcis, ai lavDratDri della Meridiana e dell'Uva di Taranto., ai giDvani disDccupati, agli Dperai delle migliaia di piccDle e medie aziende che aspettano. CDn ansia di sapere quale sarà il IDro destino.. TI totDnDmine per il Quirinale è grDttescD. Persino. Berlusconi, fDrse dalla Sacra Famiglia di Cesano. BDscone dDve SCDnta la cDndanna ai servizi sDciali, ha fatto. sapere di esser CDnvintD che uno. CDme lui «sarebbe il migliDr presidente della Repubblica pDssibile». E l'altro. giDrnD, Renzi si è espresso. cDsì sul calendario. della pDlitica: «BerluscDni è una persDna che sta al tavDID, ma nDn dà più le carte». L'ex· Cavaliere, dunque, tiene anCDra il banco.. È questo. il segreto. patto. del NazarenD? Pessimismo. eccessivD? No., amaro. e deluso. realismo.. Esiste infatti un'infinità di energie pDsitive, espressiDne di un'Italia minuta e capace che nDn si sente rappresentata dai gDvernanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il rischio Codice abbonamento: 068391 L'antipolitica nasce anche dall'incapacità di studiare, di mediare e di rispettare i diritti Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 40 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 04-12-2014 15 1 Politica Riforme e partiti, Renzi all' attacco Il premier: nel Nazareno non c'è il Qpirinale. Esu questo discuto anche con i 5 Stelle «Dalla Lega terrorismo mediatico». Ma Salvini: per il Colle sì a un suo candidato non di parte «Questa è la grande legislatura delle riforme», spiega nel primo pomeriggio al question time della Camera. E in serata, dopo aver annunciato il commissariamento del partito romano a seguito delle inchieste, rivendica il successo del Jobs act, con l'abolizione dell'articolo 18. Matteo Renzi da Enrico Mentana a Bersaglio Mobile punta tutto sulle riforme e sull'ottimismo: «Ce la possiamo fare, ho girato l1talia come un ossesso e continuerò a farlo. Mi sento più il sindaco d'Italia che il presidente del Consiglio». Passo dopo passo, lentamente, ma si procede: «Eppur si muove», dice, citando Galileo. Ma continua anche l'offensiva contro i sindacati: «Dovrebbero darmi una tessera ad honorem, li ho rivitalizzati: Camusso e Landini sono sempre in ÌV». Insieme ai sindacati, arriva però una bacchettata alla Confindustria: «Ha gli stessi limiti di autoreferenzialità dei sindacati». ROMA Mentana chiede se era davvero necessario abolire l'articolo 18: «Ho sempre detto che l'articolo 18 non era decisivoribatte Renzi - ma è un segnale che il mondo sta .cambiando. Oggi con il Jobs act c'è stato il superamento dei cO.co.pro. e abbiamo tolto gli alibi agli imprenditori». In trasmissione c'è anche Marco Travaglio, che contesta il Jobs act. « Si è scelto di fare dell'articolo 18 una bandierina ideologica», dice Renzi. «Hai scelto tu di farlo», ribatte il giornalista. Che incalza: <<Avete copiato la delega dal documento sul lavoro di Confindustria». No, risponde Renzi: «Non copiamo leggi dagli imprenditori, io non sono neanche andato all'assemblea di Confindustria». il premier torna a parlare dei sindacati: «La legge di Stabilità non la tratto con loro, rivendico il diritto della politica di fare le leggi». Poi parla dell'Europa: «O cambia o va in difficoltà. ~an do andiamo lì, ci guardano con il ditino alzato, cosa che mi fa salire il sangue alla testa. Voglio che l'Italia sia ascoltata. Con il piano Juncker abbiamo cominciato: un inizio timido, non sufficiente, perché siamo in stagnazione». A Marco Damilano che chiede che cosa abbia fatto durante il semestre europeo, Renzi risponde cosÌ: «Si può fare meglio ma qualcosa si è fatto. E il 18-19 dicembre andrò al Consiglio europeo a dire: sblocchiamo dal patto un po' di investimenID>. il premier fa anche un mini bilancio di questi nove mesi in Italia e conclude: «Abbiamo anche preso più del 40 per cento alle elezioni, segno che gli italiani ci hanno ascoltato». ~anto alla volontà delleader di FI Silvio Berlusconi di anticipare le scelte sulla successione al ~nale alle riforme, Renzi chiarisce: «Può dire quello che crede, ma non ha l'agibilità politica e nel patto del Nazareno non c'è il Quiri- naIe». Sul Colle si registra un'apertura della Lega. Matteo Salvini si dice disponibile ad «appoggiare un candidato proposto da Renzi se positivo e non di parte». E Renzi si rivolge ai 5 Stelle: «il direttoriovenga a discutere: il successore di Napolitano, uno straordinario presidente, si sceglie tutti insieme». E spiega «mai detto no a nomi bocciati in passato, l'importante è che ci sia massima convergenza». ~anto alla telefonata con Massimo Artini: «Abbiamo fatto le medie insieme, la dimensione umana viene prima». C'è il tempo per un'anticipazione: «Metterò sull'Economist un annuncio per chiamare i migliori direttori dei nostri musei». Qualche ora prima, alla Camera, aveva attaccato il Carroccio: «C'è una parte che alimenta la rabbia dei cittadini facendo terrorismo mediatico e demagogia pura». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA In Aula 068391 Un bando Userò l'Economist per i vertici dei musei Codice abbonamento: Telefonata Conosco Artinidai tempi della scuola Il premier Matteo Renzi, ieri nei banchi del governo nell'aula di Montecitorio per rispondere al suo primo Question time alla Camera. Accanto a lui il ministro alle Riforme Maria Elena Boschi (lmagoeconomica) Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 41 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 04-12-2014 31 1 Lavoro negato ai disabili, lo trova solo uno su quattro I dati del ministero del Welfare per il 2013. il governo destina altri 50 milioni al fondo La 23a Giornata internazionale delle persone con disabilità, che cade ogni anno il 3 dicembre, è stata l'occasione per fare un bilancio del rapporto tra società, istituzioni e i 4 milioni di italiani con disabilità. Una valutazione fatta di spending review, scuole poco accessibili e lavoro che non c'è. Secondo i dati diffusi dal ministero del Lavoro, 1'84% dei disabili in età lavorativa non ha un impiego e i disoccupati con disabilità iscritti alle liste di collocamento obbligatorio sono 750 mila. Nel 2013 hanno trova- La data • La Giornata internazionale delle persone con disabilità è nata nel 1981 to lavoro in 18 mila, uno su 4. La legge 68/99, che prevede quote di assunzioni di disabili, è tra le più disattese. «Le norme - ricorda Michela Brambilla, presidente della commissione parlamentare per !'infanzia e l'adolescenza - ci sono. Si tratta di farle rispettare. I diritti si devono riconoscere nei fatti, non solo sulla carta». Un bilancio che parla anche della consapevolezza che l'inclusione porta benefici per tutti. «Si sta passando dal diritto all'assistenza al riconoscimento del potenziale delle persone con disabilità», sottolinea Carlo Franceschetti, coordinatore del Comitato tecnico scientifico dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. «Parliamo di persone che, se messe nelle condizioni, possono produrre ed essere parte integrante della nostra società», ha chiosato la presidente della Camera, Laura Boldrini. La nascita di una cultura dell'inclusione: un tema su cui torna anche il premier Matteo Renzi, che ha anche annunciato l'aumento di 50 milioni del fondo per le non auto- sufficienze: «Dobbiamo dire ai nostri ragazzi che questo Paese è meraviglioso anche nell'inclusione, nel farsi carico degli altri: un paese è bello quando ha questo nel Dna». E mentre il papa in mattinata ha abbracciato i disabili e le loro famiglie in Vaticano, il presidente Giorgio Napolitano, accompagnato dai ministri dell'Istruzione Giannini e della Salute Lorenzin, ha aperto il Quirinale a una rappresentanza delle principali associazioni del settore. Simone Fanti @RIPRODUZIONERISERVATA 1 Mila I disabili che nel 2013 anno trovato lavoro: 1 su 4 Codice abbonamento: 068391 • Cade ogni anno il 3 dicembre Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 42 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 04-12-2014 53 1 INTERVENTI E REPLICHE tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l'inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti». In sostanza, veniva prefigurata una eventuale tipologia in più (non a tempo necessariamente indeterminato) con finalità di inserimento. Il concetto di «contratto di lavoro a tempo indeterminato a protezione crescente» compare per la prima volta, al Senato, nell'emendamento delle c.d. forze centriste della maggioranza, a prima firma Ichino; in verità senza !'indicazione dei «nuovi assunti». Si parla per la prima volta di «nuove assunzioni», nell'emendamento 4.1000 presentato dal governo al Senato. Poi nel maxiemendamento votato con la fiducia dall'Assemblea e trasmesso alla Camera. ono Giuliano Cazzola, docente Uniecampus Codice abbonamento: 068391 Riforma del mercato del lavoro Condivido quanto ha scritto Francesco Giavazzi, sul Corriere del 30 novembre (<<Quella trappola nascosta nel Jobs act»), a proposito del più grave limite della legge delega purtroppo sottovalutato: la scelta di applicare il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti soltanto ai nuovi assunti. Ciò determinerà non solo un nuovo dualismo nel mercato del lavoro, ma ne metterà a rischio la stessa mobilità sempre molto dinamica nonostante la crisi. Non risponde al vero, invece, che «nel testo originale proposto dal governo le nuove regole si aoolicavano a tutti». In auel testo, alla lett. b) dell'art.4 si parlava dell'«introduzione, eventualmente in via sperimentale, di ulteriori Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 43 Quotidiano 04-12-2014 28/29 1 Addio all'articolo 18 ilJobsactèlegge scontri prima del voto Il governo ha incassato la fiducia al Senato Il premier: l'Italia cambia., Poletti: testo migliore dal premier Renzi, nella sua città. A Genova un gruppo di ragazzi dell'Unione degli studenti inscenano un blitz pacifico davanti alla prefettura, depositando all'ingresso i pacchi dono della legge: precarietà, tirocini a vita e lavoro gratuito. «Sono questi i regali che ilJ obs act sta preparando alle nuove generazioni», dicono i ragazzi. E sullo striscione si legge: «Ci vogliono precari, saremo inflessibili». Il pallino della riforma ora passa nelle mani del governo, pronto a sfornare i decreti delegati, il primo entro Natale sul contratto a tutele crescenti. Il Jobs act è una legge delega, un contenitore che va riempito di contenuti: articolo 18 ( di fatto cancellato per le nuove assunzioni, ma dovranno essere tipizzati i casi di reintegra per i licenziamenti disciplinari), abolizione dei contratti precari, ammortizzatori per tutti coloro che perdono illavoro, stesse tutele alle mamme, incluse le precarie. Il ministero del Lavoro ieri ha diffuso i dati sull' occupazione, come risultano dal sistema delle comunicazioni obbligatorie. Ebbene i rapporti attivati nel terzo trimestre spno aumentati di 60 mila unità (+2,4%), rispetto all'anno prima. Le assunzioni a tempo indeterminato, 401.647, risultano però inferiori alle cessazioni di contratto sempre a tempo indeterminato del periodo, 483 mila. Qualche giorno fa, lo stesso ministero parlava di un +7% di contratti stabili. (v. co.) Cl RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 ROMA. Il Jobs act è legge. Il Senato ieri sera ha votato la fiducia, posta dal governo -la numero 32, un record in soli nove mesi con 166 sì, 112 no e un astenuto (maggioranza a 140), Il testo quindi passa in terza lettura senza modifiche rispetto alla versione della Camera, grazie anche al voto favorevole della minoranza dem, 27 senatori del Pd allineati per «senso di responsabilità». «L'Italia cambia davvero», esulta il premier Renzi su twitter. Testo «significativamente cambiato e migliorato», dichiara il ministro del Lavoro Poletti, in un giorno ad altissima tensione. A pochi metri da Palazzo Madama, mentre i senatori votano, studenti, precari, disoccupati, movimenti sfilano nelle vie di Roma al grido "Circondiamo il Senato· e "Chi ha scritto il Jobs act andava a cena conIa cricca di Carminati e Alemanno. Vergognatevi!" (il riferimento è ad una foto del 2010 dove compare anche Poletti, all' epoca presidente della Legacoop ). Quando il corteo prova a sfondare !'ingente blocco degli agenti di polizia e così portare la protesta davanti al Senato, partono le cariche. Vola di tutto: uova, petardi, fumogeni. Alla fine decine di contusi, tra manifestanti e forze dell' ordine. La protesta contro ilJobs act non è solo romana. A Torino gli studenti occupano la sede del Pd. A Firenze, lancio di arance, fumogeni e petardi èontro la sede regionale del partito guidato Codice abbonamento: I stampa Lavoro e previdenza ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 44 Quotidiano Alessandro Barbera APAGINA2 04-12-2014 2 Foglio 1 Data LA STAMPA I1indennizzo: fino a due mensilità per ogni anno lavorato Pagina NUOVE TUTELE Sussidi per 300 mila disoccupati che ora non lo ricevono Filippo Taddei Per chi verrà licenziato fmo a due mesi di indennizzo per ogni anno di lavoro Taddei: "A gennaio il primo decreto, per giugno riforma completata" ra viene il difficile: approvata la legge delega, il governo deve introdurre le norme di attuazione. Per completare la riforma del mercato del lavoro Renzi ha a disposizione sei mesi. Il primo passo sarà, entro gennaio, il contratto a tutele crescenti. Seguiranno l'allargamento del sussidio di disoccupazione, la semplificazione delle forme contrattuali, la riforma della cassa integrazione e delle cosiddette politiche attive, ovvero gli strumenti per riqualificare chi perde il lavoro. Cinque pacchetti di decreti «per riformare compiutamente una materia complessa e stratificata», spiega Filippo Taddei che ha· seguito passo passo la trattativa in Parlamento. Il primo decreto è anche il O più controverso, poiché è quello che seppellirà una volta per tutte il vecchio articolo 18. A guardar bene, la lunga trattativa con la minoranza nel passaggio alla Camera ha permesso al governo di fare un passo avanti: la delega ora esclude esplicitamente la possibilità di reintegro per i licenziamenti economici (quelli ad esempio causati da un calo produttivo) e prevede in cambio «un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio». Il giudice potrà reintegrare il lavoratore solo nel caso di «licenziamenti nulli e discriminatori» (ad esempio quelli per pregiudizi razziali) e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare». Ecco il primo punto delicatissimo: quali saranno queste fattispecie? Taddei nega che ci sia pronto un testo ma fa capire che non manca molto: «Vogliamo che i casi nei quali il giudice può reintegrare siano limitati alle accuse più odiose, quelle che ledono la dignità dellavoratore o perché false. Queste ipotesi non sono molte». Altro punto delicatissimo: potrà l'imprenditore scegliere comunque di non reintegrare il lavoratore e pagare un indennizzo più alto? Su questo Taddei non si esprime, ma secondo le indiscrezioni che filtrano nei palazzi la soluzione dell' «opting out» al momento è molto controversa e nel governo non riscuote molto consenso. E in ogni caso, a quanto ammonteranno gli indennizzi per i licenziamenti? Questo è l'aspetto più importante per le imprese. Qui le ipotesi sono due. Taddei le riassume cosÌ: «È ragionevole pensare che l'indennizzo si attesti fra una e due mensilità l'anno per ogni anno di lavoro». Circoscritte le tutele il governo avrà superato l'ostacolo politicamente più sensibile. Eppure Taddei è convinto che il difficile arriverà allora: «I due nodi sono la semplificazione delle forme contrattuali e la riforma della cassa integrazione. Del resto, è come se parlassimo di matrimonio e discutessimo solo di divorzio». Il Jobs Act allargherà il sussidio di disoccupazione a circa trecento mila persone che oggi non lo ricevono: si tratta dei collaboratori continuativi, a progetto e a tutti coloro che non riescono ad avere periodi di lavoro stabile, che per una ragione all'altra passano da un contratto all'altro. Per ora non ci sono invece i fondi per allargare il sussidio alle false partite Iva. Nel governo sono convinti che il resto lo faranno gli sgravi fiscali, ovvero che la de contribuzione e lo sconto Irap per chi assume stabilmente elimineranno progressivamente le storture del vecchio sistema. Oggi, dice la Cgil, ci sarebbero circa quaranta tipi di contratti di lavoro. Altri sostengono che non sono più di nove. Taddei la mette cosÌ: «Quel che conta è ricondurre il mercato del lavoro in tre grandi categorie: a tempo indeterminato, determinato, e autonomo in senso stretto. Se poi saranno tre o nove poco cambia». Twitter @alexbarbera ~ AMMORTIZZATORI "-7 CRESCENTI Entro gennaio introduzione del nuovo contratto Ritaglio Lavoro e previdenza 2 stampa SOCIALI Allargamento del sussidio di disoccupazione ad uso esclusivo ~ GLI STRUMENTI ~ REGOLE "-7 3 del "-7 PiÙ SEMPLICI Semplificazione dellefonne contrattuali destinatario, non 4 PER RIQUALlFICARE Rifonna ~ella cas.sa Integrazione riproducibile. Pag. 45 Codice abbonamento: ~ TUTELE "-7 068391 I prossimi sei mesi in quattro passi Quotidiano LA STAMPA Data Pagina Foglio 04-12-2014 3 1 /2 Dossn~R Ecco le novità per le imprese e i lavoratori Roberto Giovannini A PAGINA3 Addio Co.co.co e più tutele ai giovani Il prowedimento prevede il superamento dei contratti atipici, modifiche alla Cig e al trattamento di disoccupal";ione Ma restano ancora nodi da sciogliere: le regole varranno anche per gli statali? Quanti precari verranno eliminati1 I collaborazioni coordinate e continuative. Dovrebbe nascere un testo organico di disciplina delle varie tipologie contrattuali. cupato e a chi ha perso il posto. L'obiettivo è svolgere tutti gli adempimenti per via telematica. Il demansionamento Maternità e ferie n realtà quello appena approvato in via definitiva d~ Senato è soltanto l'«o~saOggi vietato dalla legge, domani tura» della nforma d~llavo~o ~r?SSIma un'azienda potrà cambiare al ribasso le ventura. Come sappIamo, Ien e stato mansioni di un dipendente. Da definire le dato ilvia libera del Parlamento a una procedure per l'operazione, anche se pare legge delega, di cui il testo licenziato indica che la retribuzione dovrà rimanere comunsolo i principi fondamentali cui il governo do- que inalterata. Viene rivista anche la discivrà ispirarsi al momenti di stendere i decreti plina dei controlli a distanza con la possibilidelegati che dovranno definire in concreto le tà di controllare indirettamente i lavoratori nuove regole. L'Esecutivo - che ha scommes- monitorando impianti e strumenti di lavoro: so moltissimo sulla riforma - assicura che i testi dei decreti sono già pronti, o in via di definizione; e il premier Matteo Renzi ha Sarà impossibile autorizzare la cassa inpromesso che tutto quanto sarà pronto in tegrazione in caso di cessazione «definititempo per il prossimo primo gennaio. In ogni va» di attività aziendale. In generale, si caso molte questioni, e di grande rilievo - re- punta ad assicurare un sistema di garanzia stano per ora aperte: le nuove regole varran- universale per tutti i lavoratori con tutele no anche per il pubblico impiego? quanti e uniformi anche se legate alla storia contriquali contratti precari verranno eliminati? A butiva del dipendente. Saranno rivisti i liquanto ammonterà l'indennità economica miti di durata del sussidio (adesso il tetto è prevista per in caso di licenzilllnento? Si po- di due anni per la cassa ordinaria e di quattrà assumere 1m dipendente con il vecchio tro per la straordinaria) e sarà prevista una contratto, senza «tutele crescenti» e con maggiore partecipazione da parte delle l'art.18? Come funzioneranno l'indennità di aziende che la utilizzano. Si Eunta alla ridudisoccupazione e i nuovi ammortizzatori so- zione delle aliquote di contrIbuzione ordiciali? E la lista dei punti interrogativi non fi- narie (ora all'1,9% della retribuzione) con la nisce certo qui. Vediamo per ora in sintesi co- rimodulazione delle stesse tra i settori in me potrebbe cambiare il mondo del lavoro. funzione dell'effettivo impiego. l . t . a cassa In egrazlone li Tutele crescenti È la novità più esplosiva. Il nuovo contratto è «a tempo indeterminato», ma non avrà più nelle aziende con più di 15 dipendenti la tutela prevista dall'art.18. Non è chiaro ancora quali saranno le altre «tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio»; l'unica nota è che il reintegro nel posto ci sarà solo per i licenziamenti illegittimi perché nulli o discriminatori, e per alcuni di quelli disciplinari. Si potrà essere licenziati liberamente per esigenze aziendali, ricevendo solo un indennizzo, che potrebbe essere defiscalizzato. Il riordino dei contratti di disoccupazione Arriva la «Nuova assicurazione sociale per l'impi~go», un ~ussidio di disoccupazione per ChI perde ,Il lavoro. La durata del trattamento do~a ess~re ~apportata alla «pregress~ storIa contrIbutIva» dellavor~ tore con l Incremento ~ella d?rata maSSIma (ora fissata a 18 meSI a regIme nel 2016) per quelli con le carriere contributive più rilevanti. Si vuole estendere l'Aspi ai collaborato l'i, finché i Co.co.co esisteranno. Per le persone in situazione di disagio economico potrebbe essere introdotta dopo la fruizione dell'Aspi un'altra prestazione, eventualmente priva di con:~ibuti ~gurativi. La delega prevede l'introduzione universale dell'indennità di maternità e il diritto per le lavoratrici madri parasubordinate all'assistenza anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Previste misure per evitare la pratica delle cosiddette «dimissioni in bianco». Si potranno cedere parte delle ferie annuali retribuite a colleghi con fiIFIi minori malati I!ravi. le novità/1 Regole più semplici L:obiettivo al quale si vuole arrivare con il contratto a tutele crescenti è sfoltire le decine di forme contrattuali attualmente in vigore ele norme esistenti Controlli e mansioni le novità/2 Passare da una mansione all'altra diventa più semplice Viene rivista I sostegni la disciplina Sarà dei controlli impossibile a distanza autorizzare conia la cig in caso possibilità di di controllare cessazione impianti «definitiva» e strumenti di attività di lavoro aziendale L:obiettivo è assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori con tutele uniformi e legate alla storia contributiva del dipendente AgenZia per I Bmpiego Sulla carta, il contratto a tutele crescenti deve diventare la modalità normale di assunNasce un'Agenzia nazionale per l'imzione. Sempre sulla carta, dovranno essere piego, che dovrà coordinare una rete di sfoltite le molte forme contrattuali precarie e servizi in grado di assicurare formazione atipiche, a cominciare dalle (ormai desuete) e nuove occasioni di lavoro a chi è disocRitaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, 068391 ROMA Codice abbonamento: ROBERTO GIO\'A\\T\I non riproducibile. Pag. 46 Quotidiano LA STAMPA Data Pagina Foglio 04-12-2014 3 2/2 Detrazioni La delega si Codice abbonamento: 068391 dovrà inoltre occupare di armonizzare il regime delle detrazioni perii coniuge a carico, promuovere il telelavoro, incentivare gli accordi collettivi volti a facilitare la flessibilità dell'orario di lavoro e l'impiego di premi di produttività Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 47 Quotidiano Data LA STAMPA Pagina Foglio ANALISI 04-12-2014 3 1 Polemica sulle statistiche Calano i posti stabili, salgono i contratti a tempo Quei numeri inesatti sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato Servizio A PAGINA 3 I posti stabili in meno sono oltre 370 mila anticipato i dati delle cosiddette «comunicazioni obbligatorie» sulle assunzioni e le cessaSi capisce che sia un mestie- zioni dei rapporti di lavoro. Evre molto difficile fare il mini- viva: c'è «un andamento positistro del Lavoro, in un mo- vo dei rapporti di lavoro a temmento in cui vengono battuti po indeterminato, pari ad oltre tutti i record storici della di- 400mila nuovi contratti, con un soccupazione. E in cui la re- aumento tendenziale del 7,1% cessione (che infuria sfidan- rispetto ad un anno prima». È do le dichiarazioni ottimisti- di ieri la pubblicazione dei dati che) brucia posti di lavoro co- definitivi delle «comunicaziome zolfanelli. Le esigenze di ni». Ancora una volta, si spiega propaganda si capiscono; ma che nel confronto tra il terzo sarebbe bene non confonde- trimestre 2014 e lo stesso perire le idee ai cittadini giocan- odo del 2013 sono aumentati di do con i numeri. circa 60mila unità i contratti di È esattamente quel che sta lavoro dipendente e parasuborfacendo il ministero di Giulia- dinato. Un aumento «trainato» no Poletti: convincere gli ita- dai contratti a tempo indeterliani che negli ultimi mesi sti- minato, che salgono del 7,1% ano aumentando le assunzio- (26.504 unità in più). Il guaio è ni stabili. Cosa che purtroppo che si tratta di una vera e pronon è vera.n 28 novembre, il pria invenzione statistica. Cogiorno del catastrofico dato me si vede nel primo grafico qui Istat sui senza lavoro, Poletti ha ROMA SALDO ASSUNZIONI E CESSAZIONI NELL'ULTIMO ANNO (al III trimestre 2014) Tempo Determinato 367.290 sopra elaborato dalla Fondazione Hume, contando tutte le nuove assunzioni e tutte le cessazioni dei rapporti di lavoro, negli ultimi dodici mesi si è verificato un vero e proprio crollo dei contratti a tempo indeterminato. Considerando, ripetiamo, le nuove assunzioni e le uscite, i posti di lavoro stabili sono diminuiti di ben 378.189 unità. Sostanzialmente stabili i contratti di collaborazione, discreto è il dato che riguarda i contratti di apprendistato (+76.398 unità). ottimo è invece il risultato che riguarda i contratti a tempo determinato, che segnano un saldo positivo di 367.290 unità. Questa è la verità nuda e cruda: in dodici mesi, sono stati persi quasi 380mila posti di lavoro stabili, mentre è aumentato di 370mila unità il numero dei posti di lavoro precari, a termine. Come si vede chiaramente nel secondo grafico, nel primo trimestre 2014 i dipendenti stabili erano 1'87,4% del totale; nel trimestre luglio-settembre sono scesi all'85,8%. Perché ciò è avvenuto? Per due ragioni semplicissime. Primo, perché la crisi distrugge i posti di lavoro sicuri, a tempo indeterminato. Normale. Secondo, perché con il decreto Poletti del marzo scorso è stato deliberatamente reso più facile, sicuro e conveniente assumere a tempo determinato. I risultati di questa riforma sono dinanzi a tutti. In ogni caso, dal prossimo gennaio tra un contratto a tempo determinato e un nuovo contratto a tempo indeterminato (<<a tutele crescenti») la differenza sarà minima: i primi avranno una scadenza definita, gli altri potranno essere termi[R. GI.] nati a piacere. PERCENTUALE DI OCCUPATI DIPENDENTI A TEMPO INDETERMINATO SUL TOTALE DIPENDENTI :!e o 88% .0:1" Centimetri LA STAMPA ...: co Apprendistato 87% 58.184 TOTALE Contratti di 1.11.534 collaborazione Altro (a) 1-27.400 Fonte: elaborazione '''''''''''''''llWiOHUME LA STAMPA su dati Comunicazioni Obbligatorie e Istat Tempo Indeterminato -371:t189 200.000 400.000 85% 600.000 Codice abbonamento: 068391 o 86% Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 48 Quotidiano Data Pagina Foglio 04-12-2014 10 1 /2 Manifestazioni contro Iren L'a.d. se ne va con l mln L'amministratore delegato di Iren, multiutility controllata dai Comuni di Torino, Parma, Piacenza, Genova e Reggio Emilia, che si occupa di gas, acqua, rifiuti ed elettricità, è stato solamente per un anno al vertice della società. Se ne va con una liquidazione di 1 milione di euro. E per la prima volta è partita la rivolta contro le multiutility. A guidare la rivolta è Reggio Emilia, ma manifestazioni analoghe sono annunciate in altre città. In 200 si sono ritrovati sotto il Comune, coi cartelli «E io pago». Sulla scia della protesta è nata anche una pagina Facebook. Il presidente del consiglio comunale ha messo ai voti due documenti contro gli stipendi d'oro ai manager pubblici. Nicola de Sanctis POTlzi(lf/O (l p(l~. lO È quanto è riuscito portare a casa l'ad di Iren, la multiutility di molti Comuni del Nord Un milione per un anno di lavoro trerà nel Guinness dei primati l'amministra. tore delegato di Iren, ultiutility controllata dai Comuni di Torino, Parma, Piacenza, Genova e Reggio Emilia, che si occupa di gas, acqua, rifiuti ed elettricità. E stato solamente per un anno al vertice della società e adesso se ne va con una liquidazione da 1 miliçne di euro più altri benefit. E la goccia che ha fatto traboccare il vaso dei compensi d'oro di queste aziende controllate dai Comuni e che operano in condizioni di quasi monopolio. Per la prima volta è partita una sorta di rivolta dei forconi contro le multiutility, al centro di un meccanismo perverso. I sindaci nominano il consiglio d'amministrazione (spesso gli amici degli amici), il quale a sua volta nomina presidente e ad, col relativo compenso e non si guarda a spese poiché più è altO l'emolumento del vertice più si può alzare il gettone di presenza degli amministratori. 8 Ritaglio Lavoro e previdenza n compito che questi signori hanno è fare più utili possibili, impresa meritoria ma anche facilitata dal fatto che ognuno di noi ha bisogno di luce, di energia, di acqua, di gettare via i rifiuti. Il monopolio offre il servizio e riscuote le bollette. Alla fine, tutti contenti, trapne gli utenti che pagano cifre esorbitanti, più alte di quelle degli altri Paesi europei. Sono felici gli amministratori che guadagnano a man bassa, i sindaci che rimpinguano gli asfittici bilanci comunali e quindi briridano insieme ai vertici da loro nominati, incuranti se i cittadini pagano, con le bollette, 1 milione di sola liquidazione all'ad di una multiutility. A guidare la rivolta è Reggio EmiJ.i.a; ma manifestazioni analoghe sono annunciate in altre città. In 200 col passaparola si sono ritrovati sotto le finestre del Comune, coi cartelli «E io pago». Sulla scia della protesta è nata anche una pagina Facebook. Tra le grida dei manifestanti il presidente del consiglio comunale ha messo ai voti due documenti contro stampa ad uso esclusivo gli stipendi d'oro ai manager pubblici. Uno è stato approvato all'unanimità, ma viene da chiedersi: i Comuni controllano la maggioranza delle azioni Iren, com'è possibile che votino un documento di censura verso gli amministratori che loro hanno nominato? Tra l'altro è una storia che si ripete. Di tanto in tanto c'è chi pone la questione. I Comuni fingono di scandalizzarsi e protestano, gli amministratori se ne infischiano, i Comuni dimenticano e tutto continua come prima, con l'ad di Iren che guadagna quattro volte più del presidente della Repubblica. Il bello è che egli s'è preso la liquidazione perché lascia la carica di ad, ma continua a lavorare all'interno di Iren e quindi a percepire un regolare e cospicuo stipendio. Povero Carlo Cottarelli: si comprende perché il commissario alla spending review se ne sia andatò di corsa, impossibile disboscare questa giungla di spesa pubblica e tagliare il cordone delle partecipate, che hanno l'appeal della quotazione in borsa ma il del destinatario, non controllo è saldamente in mano comunale, cioè pubblica, e a pagare inefficienze e buste paga faraoniche (spesso a ex politici) sono gli utenti. Alla protesta di Reggio Emilia hanno partecipato s~ dacalisti, qualche politico (come la nipote di Romano Prodi, Silvia, neo-consigliere regionale di area civatiana), piccoli azionisti della multiutility, esodati Iren, cioè coloro a cui hanno staccato il gas. È stato dato vita a un comitato per continuare le iniziative di protesta. «La buonuscita è solo il più eclatante degli aspetti che denunciamo sulla gestione di Iren - spiega FrancesCo Fantuzzi, del Tavolo no multiutility.- Quello su cui bisogna interrogarsi è perché l'azienda abbia permesso una cosa del genere, e soprattutto, perché nessuno dei soci si sia opposto alla decisione». Nel mirino i sindaci, tutti pidiessini, di Torino (Piero Fassino), Genova (Marco Doria), Reggio Emilia (Luca Vecchi, succeduto a Graziano Delrio), Piacenza (Paolo Dosi) e un 5stelle, Federico Pizza- riproducibile. Pag. 49 Codice abbonamento: DI GIORGIO PONZIANO 068391 I cittadini, stanchi di bollette salate, protestano a RE Quotidiano Data Pagina Foglio rotti, primo cittadino di Parma, rei di acquiescenza verso questo andazzo. Anche Pizzarotti, come gli altri, ha messo un suo uomo al vertice di Iren ma non sembra con molto costrutto. La Cisl ha inviato ai tre sindaci una lettera: «se ci sono soldi vadano nelle strutture dei servizi, che richiedono una quantità di manutenzione ordinaria e straordinaria non sempre ottemperata al meglio». Aggiunge la Cgil, sempre in una nota ufficiale: «quello che è successo offende il senso comune soprattutto nel mezzo della crisi che colpisce il tenore di vita di tante persone, mentre in azienda continua la riduzione di risorse umane e materiali necessarie per garantire la qualità dei servizi erogati ai cittadini». E Federconsumatori chiosa: «è uno schiaffo a chi non riesce a pagare la bolletta». L'ad dello «scandalo», Ni· cola de Sanctis, venne nominato nel giugno 2013. In seguito a dissapori col presidente è addivenuto a una risoluzione consensuale e c'è da credere che il consenso sia convinto: buonuscita di 900 mila euro, bonus maturato di 50 mila euro, contratto di advisoring (cioè rimarrà in azienda) fino al 31 dicembre 2015 per altri 400 mila euro. L'unico sindaco che finora si è mosso, ma conta poco perché non di un grosso Comune, è quello di Scandiano, Alessio Manut)ì: «La cifra prevista per la maxi liquidazione è da considerarsi fuori misura in senso assoluto, e lo è ancora di più visto il particolare momento storico di crisi economica. Inoltre è assai discutibile poiché l'interruzione del rapporto di lavoro avviene prima della scadenza del contratto sulla base di un accordo tra le parti». L'ultima relazione di Iren sui compensi si riferisce al 2013: la remunerazione del consiglio d'amministrazione raggiunge 1,5 milioni, più 293 mila per il collegio sindacale e 670 mila per i dirigenti con responsabilità strategiche. TI presidente ha percepito 172 mila euro, il suo vice 356 mila, l'ad 490 mila. I consiglieri si sono attribuiti da 21 mila a 82 mila euro, con arrotondamenti che fanno mettere in tasca fino ad altri 80 mila euro poiché quasi tutti fanno parte ~che delle sub holding dell'azienda. In totale, in un anno, il bilancio è stato salassato dì 3 milioni. Le multiutility fanno parte del campione esaminato da Mediobanca che ha concluso una ricerca affermando 04-12-2014 10 2/2 che i top manager delle società quotate arrivano a prendere 84 volte lo stipendio di un loro dipendente. Se a Reggio Emilia è in· cominciata la rivolta antimultiutility, anche a Bologna si stanno mobilitando contro Hera, il cui presidente, 1bmaso 1bmmaso di VIgnano, si ritrova 457 mila euro l'anno. A chi gli ha fatto notare che il presidente del consiglio sta tentando di mettere un tetto agli stipendi di molte categorie, ha risposto: «Non sento proprio il bisogno di ridurre il mio compenso». E il sindaco di Bologna, il pidiessino VIrginio Merola, renziano, gli ha dato ragione: «Si può fare demagogia su tutto, ma francamente credo che rispetto anche ai risultati che si sono ottenuti, il management aziendale di Hera sia assai sobrio». Twitter: @gponziano S;'hp"~l mirino. i siniitrei P:iero F(1,$st.. no (t{)~,)fltrco nq,w (Ge),L,UèaV~c1R(Re), PaèJ~P9siJPc)it ,,(ti. Codice abbonamento: 068391 delicl!Pizzarotti'~Pr) , Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 50 Quotidiano Pagina 04-12-2014 25 Foglio 1 /2 Data Il via libera è arrivato ieri con voto di fiduçia. Uesecutivo avrà sei mesi per i decreti attuativi Il Jobs act taglia il traguardo Al governo la delega per riformare il mercato del lavoro I grazione salariale. Tra l'altro, prevede la revisione dei criteri di concessione e utilizzo della cassa integrazione, escludendo le ipotesi di cessazione aziendale; la semplificazione delle procedure con l'introduzione cli meccanismi automatici di concessione; la previsione di una maggiore compartecipazione ai costi da parte delle imprese utilizzatrici. La delega per la semplificazione di procedure e adempimenti, allo stesso modo, prevede la loro razionalizzazione in caso di costituzione e gestione del rapporto di lavoro, con l'obiettivo di dimezzare il numero di atti carattere burocratico e amministrativo. A tal fine ci sarà l'unificazione delle comunicazioni alle p.a. per gli stessi eventi (ad esempio in caso d'infortunio sul lavoro), ponendo a carico delle amministrazioni l'obbligo di trasmetterle agli altri uffici competenti. Addio co. co. co. Infine, la delèga in materia di semplificazione delle forme contrattuali prevede la redazione di un testo unico contenente le discipline dei contratti di lavoro e una loro semplificazione, tra cui il «su'peramento» delle collaborazioni (si veda anche ltaliaOggi Sette in edicola questa settimana). I principi per 'a rifarma Bel- me •••a ••• I.l;a •• , -- - - - --, ~ ~- =~ -,' - Ci Delega in materia di ammortizzatori sociali '. Fonte: art. 1, commi 1 e 2 della legge delega Jobs Act • Termine: entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge delega Jobs Act La del~a:"fir'l~.tizza~à razìonaHztare le forme di tutela. eSiSter)tt'Che vanno sotto il nome di ammortizzatori sociali CÒI1 d!rferM~~jq...~,Q'imPiegoitegHstrumenti d'imerveJ:ltoin(J~tanza di rapporto di làvoro {Cassa Intégratione} . . . .... .. ... '. . .. ' da quemprevi~tHl'lç~$o didì$Q<:èupazione involontaria {A'spi),!t,t Lo scopo è assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori, cOn tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori, nonché di razionalizzare la normativa in materia d'integraziclne salariale . . . . Delega in materia di servizi per il lavoro e di pOlitiche attive " ·~p~te:art,1/eommY3è 4 d~lIalegge delega JobS Act • Termìne:entro;:f)fi')esi dal1'entrata in vigòre delta legge. delega Jobs Acì _ Lo scopo è riordinare la normativa in materia di servizi per il lavoro, al fine di garantire la fruizione dei servizi essenziali in materia di politiche attive del lavoro su tutto il territorio nazionale, razionalizzando gli incentivi rivolti all'assunzione e all'autoimpiego e istituendo una cornice giuridica nazionale che faccia da riferimento anche per le normative regionali e provinciali. Con l'obiettivo. di unificare la ,gestione delle pOlitiche attive e passive, la delega prevede in particolàre d'istitUIre l'Agenzia'~aziçnale per l'occupazione (con competenze gestìonatiin materia di servizi per l'impiego;politiche attive e Aspi, COOil contestualENiordino degli enti operanti nel sE?ttore) e il rafforzamento dei servizi per l'impiego, valorizzando le sinergie tra servizi pubblici e privati. Prevede, inoltre, di valorizzare le funzioni di monitoraggio e di valutazione delle .politlChe attive per il lavoro e interventi di semplificazione amministrativa in materia.di lavoro epoliticheattive Delega in materia di semplificazione delle procedure e degli adempimenti Fonte: art. 1, commi 5 e 6 della legge delega Jobs Act • Termine: entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge delega Jobs Act ,II fine è il conseguimento di obiettivi di semplificazione e di razionalizzazione delle procedure di costituzione e gestione dei raìll~orti di lavoro, al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese. In particolare, mira a dimInuire li numero di atti amministrativi inerenti il rapporto di lavoro, attraverso specifiche modalità (ad esempio l'unfficazione delle comunicazioni alle Pubbliche amministrazioni con rifeirmento agli stessi eventi, l'obbligo di trasmissione di dati tra le diverse amministrazioni, l'abolizione della tenuta di atti e documenti cartacei e la rèvisioneclef!liadempimenti in materia di .libretto formativo del cittadino) Delega pér riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e delle tipologie dei relativi contratti nonché per la razionalizzazione e semplificazione dell'attività ispettiva • Fonte: art. 1, comma 7 della legge delega Jobs Act • Termine: entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge delega Jobs Act _ . Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 51 068391 l Jobs act è legge. Al governo la delega per riformare il mercato del lavoro, intervenendo su ammortizzatori sociali, servizi d'impiego, adempimenti amministrativi, contratti di lavoro e maternità. Con 166 sì, 112 no e un astenuto, l'Aula del Senato ha votato la fiducia al governo, approvando definitivamente in terza lettura la delega per la riforma del mercato del lavoro nella stessa versione licenziata dalla Camera. Dalla pubblicazione della legge in G U (entrerà in vigore il giorno successivo), l'esecutivo avrà sei mesi di tempo per scriv~re i decreti attuativi. Non solo art. 18. La modifica all'art. 18 dello Statuto dei lavoratori ha in questi mesi catalizzato tutta l'attenzione sul provvedimento; ma in realtà il progetto di riforma è più ampio, spaziando su cinque deleghe come illustrato in tabella. La delega sugli ammortizzatori, per esempio, mira ad assicurare tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori, nonché arazionalizzare la normativa in materia di inte- Codice abbonamento: DI DANIELE CIRIOLI Quotidiano Data Pagina Foglio 04-12-2014 25 2/2 tlM.tit~ijta a rafforzare le opportunità d'ingresso nel mondo del lavoro e a rrordinare j contratti di lavoro vigenti per rénderli maggiormente coerenti con le attuali esIgenze del contesto occupazionale e produttivo, nonché a rendere più efficjè~te l'attMtàispettiva.'ln particolare, prevede: . a)laredazfone dì un testo organico di disciplina delle varie tipologie cohtrattuali (con possibilità disuperamento' di alcUne ,di esse}; b) ~rìnir<!dUzìonè;P~r le nuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione alt'aÌ1zianit~. 4i servlzio; , . c} l'intr'oduzion~.anchein via sperimentale, del èomj:)ensoorario minimo; d) r'idefinizlonedisciplina in materia di mansioni (con possibilità di «demansionamenti») e controllo a distanza dei IaVoratoti. . . Delega per revisione e aggiornamento delle misure intese a sostenere le cure parentali ed a tutelare la maternità e le forme di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro • Fonte: art. 1, commi 8 e 9 della legge delega Jobs Act • Termine: entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge delega Jobs Act Codice abbonamento: 068391 Lo scopo è garàntire,aaeguato sostegno alla genitQrialità e favorire le opportunità di conciliazione dei tempi di vita e di Javoroper la generaìità dei lavoratori. A tal fine prevede, in particolare; . . . a) l'esiensionèdel dirittoaUà prestazione di maternità alle lavoratrici madri C.d. "parasubordinate"; b) l'introduìione di un credito d'imposta a favore delle donne lavoratrici, anche in attività autonome, che abbiano figli minor:iùppure disabili 'non autosufficienti (al di sotto di una detèrminata soglia di reddito individuale complessivo) e l'armohizzazione del regime delle detrazioni (dall'imposta sui redditi) per il coniuge a carico; c) la promozione del telelavoro; d) l'incentivazione di accordi collettivi volti a facilitare la flessibilità de1l'orario.di lavoro e l'impiego di premi di produttività; la pos~jbilità di cessione dei giorni di férie tra lavoratori per attività di cura dei figli minori; e) la promozione ,dell'integrazione dell'offerta di servizi per le cure parentali forniti dalle aziende e dagli enti bilaterali nel sistema pubblico-privato. dei servizi alla persona. Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 52 Quotidiano Data Pagina Foglio 04-12-2014 32 1 Per i periti 50 € di contributo al 20/12 Albo assicuratori Cambia l'accesso al 2 dicembre sono entrati in vigore i nuovi requ~siti.d~ accesso per l'iscnzlOne all'albo dell'attività assicurativa e riassicurativa. Nel caso si tratti di persone giuridiche, i requisiti di onorabilità devono essere posseduti dagli amministratori, dai sindaci e dai direttori generali delle stesse. Lo prevede il provvedimento Ivass del 18 novembre (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 279 dello dicembre 2014) che ha modificato il regolamento del 2 gennaio 2008 n. lO concernente la procedura di accesso all'attività assicurativa e l'albo delle imprese di assicurazione di cui al titolo II del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209 - codice delle assicurazioni private e modifiche e integrazioni al regolamento n. 33 dellO marzo 2010 concernente l'accesso e l'esercizio dell'attività di riassicurazione di cui ai titoli V, VI, XIV, XVI del medesimo decreto. La documentazione da presentare da parte delle società per l'iscrizione all'albo delle assicurazioni per la verifica dei requisiti di onorabilità è l'elenco degli ammiListratori, dei sindaci e dei di:ettori generali della società che detengono il con- Codice abbonamento: 068391 D trollo o la partecipazione, la dichiarazione sostitutiva di certificazione attestante la pendenza di procedimenti in corso. Se la persona giuridica è una banca autorizzata ai sensi dell'art. 14 del Tub, può essere inviata copia dei verbali delle adunanze dell'organo amministrativo della banca, nel corso delle quali è stata accertata la sussistenza dei requisiti di onorabilità dei membri del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale. I soggetti che operano esclusivamente all'interno dei locali in cui l'agente o il broker svolgono la loro attività non devono essere iscritti in alcuna delle sezioni del registro degli intermediari. Intanto va ricordato che entro il 20 dicembre, gli iscritti nel ruolo dei periti assicurativi sono tenuti al pagamento di un contributo annuale di vigilanza. Per il 2014, Con dm 24 ottobre 2014, il contributo è stato determinato in euro 50,00. Sono tenuti al pagamento i soggetti che risultano iscritti nel ruolo alla data del 30 maggio 2014. Il pagamento dovrà avvenire con versamento a mezzo bonifico bancario sul conto corrente intestato a Consap spa - ruolo periti assicurativi, presso Bnl. Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 53 04-12-2014 10/11 1 /2 Quotidiano La riforma del lavoro è legge nuovi contratti senza art. 18 ..L'ok definitivo dal Senato. Scontri vicino Palazzo Madama Lavoro, la riforma è legge: l'art. 18 non si applicherà ai nuovi assunti POlml: IL TESTO ESTATO MIGLIORATO VENDOLA:AABOLITA LA CIVILI" DEL LAVORO INSULTATO BOCCUZZl PER AVER VOTATO "SI" ~Renzi: l'Italia cambia davvero, avanti con le riforme e in primavera tagli alle partecipate. Corteo con tafferugli e tre feriti vicino al Senato LA VOTAZIONE '-' tratto per i futuri nel? assunti (a _____ . ROMA Il. g~ver?:o ~~n.Zl n~l tardo pomengg~o dllen e nU~Clto a trasformare l~ legge la pnma, vera, profonda, nforma strutturale fra le molte prome~s~:. quella del lavoro. Il voto d~fmlt1vo del S.enato sul Jobs Act e stat~ veloc~zza~o con la trentadueslma fIduCIa (non usata all~ Camera) portata a casa con 166 SI: 112. no, un astenuto. U? p~s~agglO dlSCUS~O (pervenerdl12 ~ m~etto ~no sClOpero generale dI ~gll e Ull),passato tutto s,ommato m t~,no mlI~o~e fra le so,: ht~ scene ~a . OpposlZlone d~ra del senaton d~ S~l che han':1 0 mal: bera~oc~rtelh d~ protesta, l mal,dl p~nCla dI alcum (me n? delle ~lt~ dI una mano) senaton della smlstra Pd e alcune manifestazioni tenute non 10':1tan~ ~a Palaz~~ ~adama co~ dlsordml e ~re fentl mdette .dag~l ~pp~~tenentl ~ q~,ella che SI defmlsce area sOCiale. LE NOVITÀ In attesa dei decreti attuativi del Jobs Act, i primi dei quali dovrebbero arrivare prima di gennaio con l'introduzione del nuovo conRitaglio Lavoro e previdenza tempo indeterminato ma con la possibilità del licenziamento con indennizzo crescente a seconda degli anni di lavoro e quindi senza art.l8), il premier Matteo Renzi ha incassato la vittoria con il più classico dei tweet cui ci ha abituato: «L'Italia cambia dawero. E noi andiamo avanti». In mattinata il premier aveva annunciato a margine di un convegno che in primavera _dopo la legge elettorale e il nuovo passaggio parlamentare sulla riforma del Senato _il governo presenterà il prowedimento per la riduzione delle società partecipate da Comuni e Regioni per nuove liberalizzazioni. Poco prima del tweet del presidente del Consiglio era stato il ministto del Lavoro Giuliano Poletti a sottolineare' che iI testo era stato significativamente cambiato alla Camera (un omaggio alla sinistra Pd che ha tenuto in piedi l'articolo 18, e quindi la reintegrq, in alcuni casi di licenziamento di chi già lavora) ma che i primi decreti sarebbero stati emanati a tambur battente. Nel corso del 2015 dovrebbero arrivare molte novità come il maggior spazio ai stampa ad uso esclusivo presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Tensione e scontri nel corteo di ieri a Roma contro il Jobs act, mentre si discuteva la fiducia sul prowedimento. Franzese e Piro ne a pag.lO del c.ontr~tti a~ienda1i ri~petto a ':luelh ~azlO!1~h, pr?babIlmente Il s~lano mmlmo fIssato per legge m via sperimentale e il Codice semplificato del lavoro. Oltre al durissimo giudizio del leader di SeI, Nichi Vendola: Smantellano la civiltà dellavoro e lo chiamano Jobs Act» vanno segnalati i pesanti insulti rivolti su Facebook .ad Antonio Boccuzzi, l'operaio UiI che scamp? al r?go del 2008 alla Thyssen dI Tonno, che in quanto deputato Pd,ha votato a favore del Jobs Act. I lavori parlamentari si sono svolti men~re, fl!Ofi da palaz~o Madama, sfilava Il cO,rteo or~amz zato dal, Laborato~lO naz~on~le pe~ lo s~lOpero ~oClal~. ObIettIVO del mamfestantl: raggmngere Palazzo Madama. Alle 14.30 un gruppo di manifestanti ha lanciato uova e ~a te!1~ato, di f~rzare il c?rdone dI pOhzlOttl ~chlerato ~ dIfesa d~l S~~ato, Nel ta~ferugh sono statI fenti tre ~tudentl. . Dlodato Plrone 068391 legge delega sul lavoro. Il voto definitivo del Senato è stato velocizzato con la fiducia, approvata con 166 sì, 112 no e un astenuto. L'articolo 18 non si applicherà ai nuovi assunti. Ora, sottolinea il ministro Poletti, il governo punta ad approvare già entro fine anno i primi decreti delegati. «Il Jo bs Act diventa legge. L'Italia cambia dawero», afferma il Codice abbonamento: ROMA Via libera al Jobs act, la ©RIPRODUZIONERISERVATA destinatario, non riproducibile. Pag. 54 Quotidiano Data Pagina Foglio Reintegro addio regola generale sarà l'indennizzo Contratti Con le tutele crescenti arriva lo sfoltimento Per tutti i nuovi assunti cadei! totem simbolo dello Statuto dei lavoratori: sarà possibile licenziare un dipendente anche senza giusta causa o giustificato motivo. Le tutele dell·art.l8 non varranno più per i licenziamenti economici: i! lavoratore non potrà più ricorrere al giudice per chiedere il reintegro nel posto di lavoro, gli spetterà invece «un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio». Fortemente limitata la possibilità di reintegro anche nel caso di licenziamento disciplinare ingiustificato: sarà limitata solo «a specifiche fattispecie» (da definire dettagliatamente con i decreti attuativi) e saranno anche previsti «termini certi per \'impugnazione». Non cam bia nulla (e quindi resta il reintegro) per i licenziamenti nulli e discriminatori. Arriva il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio. L'obiettivo del governo è che questo tipo di assunzione diventi quella più utilizzata nei nuovi contratti. A questo scopo la delega prevede l'introduzione di «un testo organico semplificato» e il riordino delle tipologie contrattuali, che attualmente sono più di 40.ln particolare andranno «ad esaurimento» le collaborazioni coordinate e continuative. Saranno i decreti attuativi a entrare nel dettaglio. L'orientamento condiviso è quello di arrivare a non più 4-5 contratti. Dovrebbero rimanere: contratto a tempo indeterminato che per i nuovi assunti sarà nella forma delle tutele crescenti; contratto a termine; apprendistato, part-time. Viene esteso ad altri settori produttivi il voucher per i lavori stagionali: confermato il tetto dei cinquemila euro annui per lavoratore. La delega prevede un profondo cambiamento delle politiche attive. Per un miglior coordinamento su tutto il territorio nasce l'Agenzia nazionale per l'occupazione, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome, vigilata dal ministero del Lavoro. Avrà competenze in materia di servizi per l'impiego, politiche attive-e AspLll beneficiario di un ammortizzatore sociale (cig o sussidio di disoccupazione) dovrà dare la disponibilità a seguire corsi di qualificazione ed eventualmente anche «allo svolgimento di attività a beneficio delle comunità locali», senza però che questo alimenti aspettative di assunzione nel pubblico. Chi si rifiuta rischia di perdere il sussidio. Nella ricerca di un nuovo lavoro il disoccupato potrà scegliere di affidarsi a un'agenzia per l'impiego privata che per il servizio riceverà un incentivo regionale, ma solo a risultato ottenuto, e comunque «proporzionato alla difficoltà di collocamento» del soggetto. Ritaglio Lavoro e previdenza Disoccupazione sussidio esteso agli atipici Non solo il18, cambia anche un altro articolo dello Statuto dei lavoratori, il13 che impone all'azienda di adibire il lavoratore «alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito». La delega invece consente «l'utile impiego del personale» in caso di «processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale individuati sulla base di parametri oggettivi». In pratica è il via libera al demansionamento (considerato di fatto come il male minore rispetto a un licenziamento) ma a una condizione: siano tutelate condizioni di vita ed economiche. Il che dovrebbe significare (ma lo si vedrà meglio con i decreti attuativi) che la marcia indietro nella carriera sarà a parità di stipendio. Viene rivista anche la disciplina dei controlli a distanza con la possibilità di controllare impianti e strumenti di lavoro. Cambia il sistema degli ammortizzatori sociali. La cassa integrazione non potrà più essere autorizzata in caso di cessazione «definitiva» di attività aziendale o di un ramo di essa. La delega prevede anche una differente partecipazione contributiva da parte delle aziende, a seconda dell'effettivo utilizzo (in pratica chi non ne fa uso pagherà di meno). Scompare la cig in deroga. Il sussidio di disoccupazione Aspi sarà esteso ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa «fino al superamento di questa forma contrattuale». L'obiettivo del governo è di ampliare la platea di 300-400mila lavoratori attualmente senza tutele. Per averne diritto - ma saranno i decreti attuativi a specificarlo meglio - basterà aver lavorato 3-4 mesi negli ultimi due anni. Per quanto riguarda la durata dell'erogazione del sussidio sarà commisurata «alla pregressa storia contributiva del lavoratore». Bonus di 80 mila euro per chi lascia l'azienda Si era partiti con la richiesta, da parte dell'azienda, di 570 licenziamenti, poi sceso a 290. L'accordo non prevede licenziamenti: più di 290 persone hanno accettato il bonus di 80mila euro lordi per i Iicenzialllenti incentivati. All'impiantistica destinati 100 milioni L'azienda si impegna a investire in quattro anni -questa è la durata temporale del piano -140 milioni. Di questi 100 saranno destinati all'impiantistica, 30 al trasferimento della linea di Torino, lO a ricerca e ambiente. Resta il mix produttivo a caldo e a freddo 068391 C) Passo indietro nella carriera ma stessa paga L'accordo prevede che resti il mix di produzioni, caldo e freddo. La produzione minima è indicata in un milione di tonnellate di fuso. Restano accesi entrambi i forni anche se il secondo sarà con ritmi più ridotti. stampa ad uso esclusivo Codice abbonamento: Collaborazione tra centri privati e pubblici 04-12-2014 1 0/11 2/2 del destinatario, non riproducibile. Pag. 55 Quotidiano Data 04-12-2014 Pagina 10 Foglio 1 Reati gravi e maxi-indennizzo, va sciolto il nodo dei licenziamenti disciplinari prima di Natale, ma comunque dopo il 12 dicembre, giorno dello sciopero generale di Cgil e DiI. lE NORME Il NODO DEI DISCIPLINARI La delega modifica radicalmente le regole sui licenziamenti individuali per i nuovi assunti. La tutela reale (reintegro) prevista dall' articolo 18 resta per i licenziamenti nulli e discriminatori, mentre viene cancellata per i licenziamenti per motivi economici e per la gran parte dei disciplinari. In questi casi - se il licenziamento è ingiustificato - al lavoratore spetterà un indennizzo. Il decreto dovrà definire le «specifiche fattispecie» dei disciplinari per le quali sarà ancora possibile ricorrere al giudice chiedendo il reintegro. Sul tavolo in questo momento ci sono due opzioni: prevedere la possibilità di reintegro solo per i reati perseguibili d'ufficio (quelli molto gravi); IL DECRETO ATTUATIVO SULLE TUTELE CRESCENTI ELA NUOVA OISCIp,lINA SUL RECESSO SARA VARATO LA SETTIMANA PRIMA DJ NATALE © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 ROMA E ora subito al lavoro sui decreti attuativi. Il primo è già in cottura: quello sul contratto a tutele crescenti e quindi sulle modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. L'obiettivo del governo ribadito ieri dal ministro del Welfare Giuliano Paletti - è di «procedere speditamente» di modo che già da gennaio le imprese possano assumere con il contratto a tutele crescenti, beneficiando della decontribuzione per i primi tre anni di assunzione (con il limite di 8.060 euro l'anno) prevista dalla legge di Stabilità. In ogni caso legge e decreti delegati entreranno in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. I lavori fervono. In queste ultime settimane, e anche nene ultime ore, si sono susseguite varie riunioni. Il vero regista dell' operazione è il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei. È lui che sta tirando le fila all'interno della maggioranza che appoggia il governo, cercando di mediare tra i freni della minoranza Pd e le corse in avanti dei centristi, a partire da Ncd e Scelta civica. Il decreto dovrebbe essere poi varato dal Consiglio dei ministri nella settimana ampliare la casistica sul solco della recente sentenza della Corte di Cassazione (<<insussistenza fatto materiale»). In questo caso al datore di lavoro sarebbe concessa la possibilità di non reintegrare il dipendente che ha avuto sentenza in tal senso, dietro erogazione di un super-indennizzo (opting aut). Entrambe le opzioni sono mal viste dalla minoranza demo «Con l'opting aut nei fatti non ci sarebbe più reintegro. Sono totalmente contrario» sibila Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro di Montecitorio. Si lavora anche sull'entità del!'indennizzo. Sul tavolo c'è !'ipotesi di l mensilità e mezza per ogni anno di lavoro, fino a un massimo di 24 mensilità. Ma anche in questo caso la minoranza dem spinge per una base di partenza più sostanziosa (attualmente nelle aziende con più di 15 dipendenti l'indennizzo è compreso tra 12 e 24 mensilità). Non dovrebbero essere alzati gli attuali tetti (massimo 6 mensilità) per le aziende sotto la soglia dei 15 dipendenti. Per incentivare il ricorso alla conciliazione, infine, è allo studio la possibilità di defiscalizzare i risarcimenti economici. Giusy Franzese Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 56 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data Pagina Foglio 04-12-2014 1 1 Via libera del Senato, abolito l'art. 18 per i neoassunti Il Jobs act è legge, scontri in piazza Giuseppe Berta Il Jobs act è legge, scontri in piazza Chello e Franzese a pago 8 Giuseppe Berta Non più la difesa dei posti di lavoro cosÌ come sono (non di rado persino quando non esistono più le imprese che hanno dato loro origine), ma invece la tutela della posizione di mercato dei lavoratori, per fare in modo che si crei una mobilità in grado di sostituire l'occupazione che si perde con una nuova. È vero, come hanno sovente ripetuto i detrattori del Jobs Act, che le risorse a disposizione per inaugurare un' effettiva stagione di flexsecurity sono poche,troppo poche, ma a questo punto, se si è convinti che la strada sia quella giusta, non si può più rinviare il momento di intraprenderla. Altrimenti il cambiamento non comincerà mai e il destino dei lavoratori continuerà a essere inscindibilmente ancorato a quello delle loro imprese, nel bene, ma oggi soprattutto nel male. Il governo deve sapere che il voto di ieri è un momento di partenza, non uno di arrivo. Infatti, si tratta ora di scrivere i decreti attuativi' quelli che devono trasformare il nome di una legge in una serie di procedure coerenti. Da questo punto di vista, quindi, le difficoltà sono tutt'altro che finite, perché non mancheranno le resistenze di quanti rifuggono per principio dall'adozione di un nuovo sistema di regole. L'esecutivo gioca su questo versante la propria credibilità proprio su un terreno in cui ha investito gran parte della sua credibilità riformatrice. Perciò è essenziale che dimostri rapida capacità di attuazione, in quanto il Jobs Act verrà giudicato sulla base della sua efficacia. Ilmovimento sindacale ha reagito al mutamento delle regole sul mercato del lavoro in maniera tutt'altro che univoca. Se la Cgil ha dato Ritaglio Lavoro e previdenza stampa vita a un' opposizione intransigente, la Cisl l'uscita dalla recessione. di Anna Maria Furlan è stata ben attenta a distinguersi e a non radicalizzare la protesta. Ha criticato la posizione di Matteo Renzi e del governo, che talvolta sono sembrati addossare colpe eccessive al sindacato nel suo complesso, ma badando a non avallare la scelta dello sciopero generale. Quest'ultimo rischia sempre più di essere una fiammata che si consuma su di sé. Certo, per un giorno si guadagna i titoli di testa dei mass media, ma il giorno dopo rischia di lasciare soltanto un senso di frustrazione. Un sentimento che sembra voler cavalcare l'opposizione di sinistra - emblematiche le parole di aspra critica pronunciate ieri da Vendola -, ma che nell'Italia d'oggi possono finire con l'alimentare il consenso e la mobilitazione che è abile a suscitare Matteo Salvini. È evidente che il sindacato attuale ha perso la spinta unitaria. E forse non è nemmeno un male che si presenti al mondo del lavoro con due proposte alternative. Da unlato, ora c'è lo spazio per un sindacato che sceglie di muoversi più all'interno degli ambienti di lavoro, parlando in primo luogo ai propri iscritti, per valorizzare le loro competenze, anche nello spazio aziendale. Dall' altro, c'è il sindacato-movimento (impersonato dalla Fiom di Maurizio Landini) che vuole essere portavoce del disagio sociale e della protesta collettiva di tutti i soggetti che stanno pagando un prezzo elevato alla crisi. Il fatto che si possa scegliere fra queste due opzioni fa comprendere che il futuro del sindacato potrebbe essere meno scontato o univoco di quanto oggi si tende a pensare. Ma, naturalmente, la vera sfida del Jobs Act è legata alla trasformazione dell' economia e dell' occupazione del nostro Paese. La sua efficacia dipende dalla capacità di accompagnare i cambiamenti che stanno intervenendo nel nostro tessuto economico e produttivo. Di per sé, nemmeno la migliore legge sul mercato del lavoro assicura più posti se non c'è crescita economica. Adesso il governo si sta accingendo a scelte importanti che riguardano il sistema delle imprese: una per tutte, il futuro dell'Ilva. Bene, c'è da sperare che sia il prodromo di una politica dello sviluppo che fin qui è stata la vera assente in questa crisi interminabile. La scommessa è che il Jo bs Act entri in relazione con la politica industriale e la consolidi, perché oggi occorre agire contemporaneamente sui due pedali, quello del lavoro e quello del rilancio della produzione e della produttività. Se questa duplice azione funzionerà, allora sÌ awemo davvero mosso un nasso verso ad uso esclusivo del destinatario, non 068391 vaglio, di contestazione e dilacerazioni, è cambiata la disciplina del mercato del lavoro, c'è da sperare che da oggi incominci un cammino positivo di sperimentazione. È tempo di passare a una verifica concreta del nuovo ordinamento del lavoro e questo dowebbe suggerire di mettere da parte le polemiche, spesso esasperate, che hanno accompagnato il cammino del Jobs Act per sottoporlo a una prova di merito.Cominciamo col dire che con le nuove regole anche l'Italia si colloca in lilla diversa prospettiva per quanto riguarda le tutele > Segue a pago 59 dellavoro. Codice abbonamento: 'approvazione del Jobs Act deve coincidere con un cambio L di passo. Poiché, dopo mesi di tra- riproducibile. Pag. 57 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data Pagina Foglio 04-12-2014 8 1 Articolo 18, per cancellare la norma occorrono i decreti attuativi il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei. È lui che sta tirando le fila all'interno della maggioranza Parte la corsa per dare alle aziende che appoggia il governo, cercando di mediare tra i freni della minoranla possibilità di assumere za Pd e le corse in avanti dei centricon tutele crescenti già da gennaio sti, a partire da Ncd e Scelta civica. Il decreto dovrebbe essere poi varato dal Consiglio dei ministri nella Giusy Franzese settimana prima di Natale, ma coROMA E ora subito al lavoro sui de- munque dopo il 12 dicembre, giorcreti attuativi. Il primo è già in cottu- no dello sciopero generale di Cgil e ra: quello sul contratto a tutele cre- UiI. La delega modifica radicalmenscenti e quindi sulle modifiche all' articolo 18 dello Statuto dei lavo- te le regole sui licenziamenti indiviratori. L'obiettivo del governo - riba- duali per i nuovi assunti. La tutela dito ieri dal ministro del Welfare reale (reintegro) prevista dall'artiGiuliano Poletti - è di «procedere colo 18 resta per ilicenziamenti nulspeditamente» di modo che già da li e discriminatori, mentre viene gennaio le imprese possano assu- cancellata per i licenziamenti per mere con il contratto a tutele cre- motivi economici e per la gran parscenti, beneficiando delladecontri- te dei disciplinari. In questi casi - se buzioneperi primi tre annidiassun- il licenziamento è ingiustificato - al zione (con il limite di8.060 euro l'an- lavoratore spetterà un indennizzo. Il decreto dovrà definire le «speno) prevista dalla legge di Stabilità. In ogni caso legge e decreti delegati cifiche fattispecie» dei disciplinari entreranno in vigore il giorno dopo per le quali sarà ancora possibile rila pubblicazione in Gazzetta Ufficia- correre al giudice chiedendo il reintegro. Sul tavolo in questo momenle. Il avo ri fervono. In queste ultime to ci sono due opzioni: prevedere la settimane, e anche nelle ultime possibilità di reintegro solo perireaore, si sono susseguite varie riunio- ti perseguibili d'ufficio (quelli molni. Il vero regista dell'operazione è to gravi); ampliare la casistica sul solco della recente sentenza della Corte di Cassazione (<<insussistenza fatto materiale»). In questo caso al datore di lavoro sarebbe concessala possibilità di non reintegrare il dipendente che ha avuto sentenza in tal senso, dietro erogazione di un super-indennizzo (opting out). Entrambe le opzioni sono mal viste dalla minoranza demo «Con l'opting out nei fatti non ci sarebbe più reintegro. Sono totalmente contrario» sibila Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro di Montecitorio. Silavora anche sull' entità dell'indennizzo. Sul tavolo c'è l'ipotesi di l mensilità e mezza per ogni anno di lavoro, fino a un massimo di 24 mensilità. Ma anche in questo caso la minoranza dem spinge per una base di partenza più sostanziosa (attualmente nelle aziende con più di 15 dipendenti l'indennizzo è compreso tra 12 e 24 mensilità). Non dovrebbero essere alzati gli attuali tetti (massimo 6 mensilità) per le aziende sotto la soglia dei 15 dipendenti. Per incentivare il ricorso alla conciliazione, infine, è allo studio la possibilità di defiscalizzare irisarcimenti economici. © RIPRODUZIONE RISERVATA n Resta da sciogliere il nodo indennizzo: una mensilità e mezza per ogni anno Codice abbonamento: 068391 In piazza Una delle ultime proteste contro l'abolizione dell'articolo 18 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 58 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data Pagina Foglio 04-12-2014 8 1 /2 Fiducia ok, il Jobs Act è legge Renzi: l'Italia cambia dawero Senato, via libera anche dalla sinistra Pd. Scontri a Roma Alessandra Chello Va come un treno. A bordo di un testo blindato dalla fiducia numero trentadue. nJobs Act dribbla ostacoli, snobba la guerriglia fuori dal Palazzo, schiva documenti-trappola, cartelli listati a lutto e centra il bersaglio con 166 sÌ, 112 no, l astenuto. Ora è legge. Con i dissidenti dem che vanno subito all'incasso. E rinfacciano: abbiamo votato per puro senso diresponsabilità. Non ci piacciono i salti nel buio. Sarà. Ma quel che è certo è che Renzi è al settimo cielo. Porta a casa il primo pezzetto del puzzle delle riforme. E si affretta a cinguettare sulla rete un profetico: «Adesso l'Italia cambia davvero, questa è la volta buona. Noi andiamo avanti». E già pensa di usare la vittoria nuova di zecca come leva per schiodare dalle secche gli altri due capitoli caldi in discussione al Parlamento: la nuova legge elettorale e il Senato delle autonomie. Quanto agli effetti, non resterà altro da fare che aspettare di vedere se davvero questo famigerato documento anti-disoccupazione funzionerà davvero. Oppure no. nParlamento «ci consegna un testo significativamente cambiato e migliorato», sottolinea il ministro Poletti scrollandosi di dosso le polemi- che dei giorni scorsi sullo scarso peso delle Camere. E ribadendo che in pole position fra i decreti ci dovrebbero essere le norme attuative del contratto a tutele crescenti (e le modifiche dell'articolo 18) in modo da utilizzare gli sgravi contributivi previsti dal disegno di legge di stabilità per le assunzioni fatte nel 2015 e la reVISIOne dell'Aspi con l'estensione del sussidio per chi perde il lavoro anche ai collaboratori (figura per la quale si prevede il «superamento» con l'arrivo del contratto a tutele crescenti). Tempi più lunghi dovrebbero esserci invece per il varo della riforma del resto degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, la mobilità dovrebbe andare a esaurirsi a fine 2016) diluendo l' operazione (costosa) su più anni. «Questa è la grande legislatura delle riforme - aveva detto poco prima del voto Renzi, esprimento solidarietà al deputato Antonio Boccuzzi oggetto di insulti per aver detto sÌ alJobsAct. Soddisfazione per il testo è stata espressa dal presidente della Commissione lavoro del Senato (Ncd), Maurizio Sacco- ni che ha chiesto al governo di scrivere nei decreti delegati «norme semplici e applicabili, a partire da quell'articolo 18 che dobbiamo lasciare alle nostre spalle con tutto il suo bagaglio di ostilità all'impresa e di accanimento ideologico». Invece, meno soddisfatto della mediazione è apparso il presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano che al provvedimento ha dato un «sei meno meno», voto inferiore anche a quello dell'ex ministro, Elsa Fornero (6-). Verdetto assolutamente negativo da parte dei senatori di SeI che dopo aver annunciato il no alla fiducia hanno esposto dai banchi alcuni cartelli contro il JobsAct«<JobsAct: ritorno all' 800»; «Art. l: l'Italia è una Repubblica affondata sul lavoro»). Duro anche Nichi Vendola: «Smantellano civiltà dei diritti del lavoro e lo chiamano JobsAct». Titoli di coda, dunque, sul pacchetto più contestato del momento. Tra lanci di uova, universitari, precari, e sindacati di base in corteo fuori dal Senato. Con il Parlamento che consegna la delega sul lavoro al governo che avrà tempo fino a giugno per tradurre il suo contenuto in 5 decreti: ammortizzatori sociali; servizi per il lavoro; semplificazione delle procedure e degli adempimenti; riordino delle forme contrattuali; tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro. Codice abbonamento: 068391 «Ora l'Italia cambia dawero» Il ministro: «II testo è stato migliorato» Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 59 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Jobs Act: misure principali D1Illmì!'gì CONTRATTI STABILI Promozione del contratto a tempo indeterminato, rendendolo più conveniente rispetto ad altri tipi di contratto in termini di oneri diretti e indiretti Data Pagina Foglio 04-12-2014 8 2/2 legge delega e decreti delegati saranno in vigore subito dopo la pubblicazione in G.U. NO REINTEGRO RIFORMACIG Per i nuovi assunti Sarà impossibile autorizzare la cig in caso a tempo indeterminato la possibilità di reintegro in caso di "cessazione definitiva" di di licenziamento disciplinare è attività aziendale. Da rivedere sostituita dal solo indennizzo, limiti di durata, partecipazione crescente con l'anzianità aziende e aliquote ordinarie sì REINTEGRO MENO TIPOLOGIE Drastico riordino dei tipi di contratto, con l'abolizione delle forme più permeabili agli abusi e più precarizzanti, come i contratti di collaborazione a progetto (Co.Co.Pro.) Per i neoassunti torna la possibilità di reintegro per i licenziamenti disciplinari "ingiustificati", le cui fattispecie saranno specificate in un futuro decreto delegato RIFORMA ASPI La durata del trattamento di disoccupazione sarà rapportata alla "pregressa sto ria contributiva", L'Aspi va estesa ai collaboratori e prolungata in casi di disagio economico DEMANSIONAMENTO Possibile in caso di riorganizzazione aziendale, ma con limiti alla modifica dell'inquadramento ALTRI LICENZIAMENTI Per tutti resta il SDlo indennizzo per quelli a motivo economico e Obbligo di reintegro per i discriminatori ADEMPIMENTI ONLlNE Si punta a semplificare tutti gli adempimenti a carico di cittadini e imprese e a svolgerli per via telematica FERIE SOLIDALI Confermata la possibilità per il lavoratore che ha un plus di ferie di cederle a colleghi che ne abbiano bisogno per assistere figli minori che necessitano di cure CONTRATTI SOLlOARIETÀ Semplificazione del campo di applicazione, potenziandone l'utilizzo in chiave "espansiva", per aumentare cioè l'organico, riducendo l'orario di lavoro e la retribuzione del personale ANSA ..c.e.ntime.tri La protesta Sei innalza manifesti listati a lutto Nell'aula di Palazzo Madama durante la votazione sul JobsActva in scena la protesta dai banchi del Sei. I senatori mostrano una sfilza di manifesti listati a lutto dedicati allo Statuto dei lavoratori, una sorta di requiem per normative che da ieri non esistono più. Codice abbonamento: 068391 Gli incidenti Un momento dei tafferugli tra manifestanti e polizia durante la manifestazione a Roma contro il Jobs Act approvato ieri dal Senato Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 60 Quotidiano Data Pagina Foglio 04-12-2014 4/5 1 /2 LE NUOVE REGOLE SUL LAVORO PASSA LA SARANNO I DECRETI A DEFINIRE NEL DETTAGLIO FUTURE Il Jobs act ora è legge reintegro solo per pochi Renzi: «Nel Patto del Nazareno non c'è il successore di Napolitano» Ritaglio Lavoro e previdenza ADDIO REINTEGRO Nell'ottica di limitare al massimo il ritorno al lavoro dei licenziati per motivi disciplinari, i tecnici diPoletti stanno studiando un meccanismo che consenta all'imprenditore di risarcire il lavoratore con una somma stampa ad uso esclusivo del ASPI PER I CO.CO.CO. L'Aspi O'Assicurazione per l'impiego), cioè la nuova indennità di disoccupazione introdotta dalla riforma Fornero, sarà estesa circa 300 mila collaboratori che oggi non hanno ammortizzatori sociali. L'assegno, più robusto per chi ha una carrieracontributiva più lunga, sarà comunquegarantitoancheachilavora perpochimesil'anno. C'è l'ipotesi di introdurre un assegno ulteriore per le persone in situazione di disagio economico, che hanno fruito dell'Aspi. MANSIONI FLESSIBILI Nei casi di riorganizzazione aziendale, al lavoratore potrà essere attribuita una mansione diversa C anche più bassa, fatta salva la medesima retribuzione e nel rispetto della sua professionalità) per evitare il suo licenziamento. In pratica, sarà reso più flessibile il passaggio da una mansione all'altra. consentiti anche i controlli a distanza su impianti e strumenti di lavoro. RIFORMA DELLA CIG Niente più Cignei casi di cessazione «definitiva» di attività aziendale, 068391 In realtà, tornando aljobs act, tutto dipenderà dai decreti delegati perché finora siamo solo alle indicazioni generali. «Il testo è stato cambiato e migliorato. Nei decreti delegati, il governo terrà conto del lavoro fatto dal Parlamento e le conside- più sostanziosa rispetto all'indennizzo previsto per evitare il suo ritorno in azienda se il giudice gli ha dato ragione. Un'opzione che potrebbe essere esercitata versando la somma maggiorata al lavoratore che, in caso di rifiuto, dovrà restituirla entro un limite di tempo molto ristretta, altrimenti l'opzione si considera andata a buon fine. Codice abbonamento: razioni espresse», ha detto in Senato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. ROMA. Verranno ridotti al minimo i Intanto, su un altro fronte, quello casi in cui il lavoratore licenziato della legge di stabilità, si concretizpotrà essere reintegrato dal giudice. zano i tagli alla Sanità: «Come ReE, per raggiungere questo obiettivo, gioni abbiamo accettato un taglio da sarà data la possibilità al datore di lavoro di "alzare la posta" pagando 1,5 miliardi sul fondo per la salute un indennizzo più robusto allavorama come contropartita abbiamo tore licenziato per motivi disciplichiesto che qualche centinaio di minari al quale il giudice ha dato ragiolioni vada al trasporto pubblico lone. cale»: ha detto ieri il presidente della Blindato con la fiducia, il J obs act conferenza delle Regioni, Sergio ha ottenuto ieri sera anche il via liChiamparino, al termine dell'inbera del Senato Ci sÌ sono stati 166, i contro con il governo. Mailconfronno 112, l astenuto) ed è diventato to proseguirà nei prossimi giorni. legge ma il governo ha già messo in cantiere il primo decreto delegato, TUTELE CRESCENTI che riguarderà i licenziamenti. Arriva per i neoassun ti il contratto a «L'Italia cambia dawero», ha comtempo indeterminato con tutele a mentato Matteo Renzi. Nonostante tutele crescenti in relazione all'ani dubbi e le contestazioni, i 27 senatori della minoranza del Pd hanno votato la fiducia per «senso di re- zianitàdiservizio. Con il nuovo consponsabilità»: «Un comportamento tratto cambia anche l'articolo 18: a diverso avrebbe determinato una differenza della riforma Fornero, la crisi di governo», hanno scritto i dis- reintegra sarà esclusa per tutti i lisidenti dem in un documento ap- cenziamenti economici: l'impresa provato prima dello show down in sarà tenuta a pagare un indennizzo economico stabilito per legge e creaula. «Oggi è un giorno storico per il pa- scente con l'anzianità di servizio. In ese, l'approvazione del jobs act se- pratica, il diritto alla reintegra sarà gnerà la storia dei prossimi anni» ha confermato solo per i licenziamenti detto il premier che ora guarda già al nulli e discriminatori, eperalcunilifuturo e avvisa Berlusconi: «Nelpat- mitati casi di licenziamenti disciplito del Nazareno - dichiara in serata- nari ingiustificati, che saranno indinon c'è l'agibilità politica dell'ex Ca- cati dal decreto per limitare al minivaliere e nemmeno il Colle». La scel- mo la discrezionalità del giudice. I ta del nuovo presidente della Re- termini per impugnare il licenziapubblica sarà fatta cercando una mento disciplinare saranno comunque molto stretti. larga maggioranza. MICHELE LOMBARDI cioè se l'azienda chiude i battenti. L'obiettivo è assicurare a tutti i lavoratori licenziati un sussidio universale in linea con la storia contributi- destinatario, non riproducibile. Pag. 61 Quotidiano Data Pagina 04-12-2014 4/5 Foglio va del dipendente. Il nuovo assegno di disoccupazione avrà una durata molto inferiore rispetto agli attuali 2 anni di Cig ordinaria e ai 4 anni di Cig straordinaria. Nonostante la crisi continui a mordere, l'idea è di mandare in pensione la Cig in deroga. CRISI AZIENDALI LA VOCE DEL. GOVERNO Niente più cassa integrazione in caso di cessazione definitiva attività aziendale Renzi: «Giorno storico per il Paese» Poletti: «Il testo è stato cambiato e migliorato» [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA DURE JOBS ACl: MISURE PRINCIPALI ILegge delega edecreti delegati saranno in vigore subito dopo la pubblicazione in G.U. Promozione del contratto a tempo indeterminato, rendendolo più conveniente rispetto ad altri tipi di contratto in termini di oneri diretti e indiretti NO REINTEGRO Per i nuovi assunti atempo indeterminato la possibilità di reintegro in caso di licenziamento disciplinare è sostituita dal solo indennizzo, crescente con l'anzianità RIFORMACIG Sarà impossibile autorizzare la cig in caso di "cessazione definitiva" di attività aziendale. Da rivedere limiti di durata, partecipazione aziende e aliquote ordinarie FERIE SOLIDALI Confermata la possibilità per il lavoratore che ha un plus di ferie di cederle a colleghi che ne abbiano bisogno per assistere figli minori che necessitano di cure MENO TlPOLOGIE Drastico riordino dei tipi di contratto, con l'abolizione delle forme più permea bili agli abusi e più precarizzanti, come i contratti di collaborazione a progetto (Co.Co.Pro.) SI REINTEGRO Per i neoassunti torna la possibilità di reintegro per i licenziamenti disciplinari "ingiustificati" , le cui fattispecie saranno specificate in un futuro decreto delegato RIFORMA ASPI La durata del trattamento di disoccupazione sarà rapportata alla "pregressa storia contributiva". L'Aspi va estesa ai collaboratori e prolungata in casi di disagio economico CONTRATTI SOLIDARIETÀ Semplificazione del campo di applicazione, potenziandone l'utilizzo in chiave "espansiva", per aumentare cioè l'organico, riducendo l'orario di lavoro e la retribuzione del personale DEMANSIONAMENTO Possibile in caso di riorganizzazione aziendale, ma con limiti alla modifica dell'inquadramento ALTRI LICENZIAMENTI Per tutti resta il solo indennizzo per quelli a motivo economico e obbligo di reintegro per i discriminatori ADEMPIMENTI ONLlNE Si punta asemplificare tutti gli adempimenti a carico di cittadini e imprese ea svolgerli per via telematica Codice abbonamento: 068391 ANSA +.:.e.ntime.tri Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 62 Quotidiano Data Pagina Foglio 04-12-2014 5 1 LE DOMANDE SERVIZIO» 5 DOMANDE SUL NUOVO ARTICOLO 18 Con il contratto a tutele crescenti cosa succede se mi licenziano per motivi disciplinari? LA REGOLA generale introdotta dal Jobs act, prevede che di norma i lavoratori licenziati per motivi disciplinari avranno diritto all'indennizzo economico. La possibilità di riavere il posto di lavoro, la cosiddetta reintegra, sarà prevista solo in alcune fattispecie di licenziamento «disciplinare ingiustificato». Per conoscere i singoli casi in cui scatterà la reintegra, bisogna attendere i decreti attuativi della delega che il governo ha intenzione di pubblicare entro la fine dell'anno. Al momento, però, l'esecutivo è intenzionato a prevedere questa possibilità solo nei casi in cui sarà dimostrata l'insussitenza del fatto addebitato al lavoratore Sono stato assunto nel 2011, cosa accadrà dopo la riforma al mio contratto? È BENE precisare che le regole contenute nel Jobs act, e quindi le tutele Se dovessero assumermi nel 2015, come posso difendermi dai licenziamenti economici? RISPETTO al passato, il nuovo articolo 18 prevede novità sostanziali. Per i licenziamenti economici, infatti, scompare definitivamente la possibilità di riottenere il posto di lavoro. La reintegra, infatti, scompare e al suo posto sarà previsto solo un indennizzo economico che la delega definisce «certo e crescente». Se un giudice dovesse ritenere ingiustificato un licenziamento economico, quindi, per il lavoratore ci sarà solo la possibilità di ricevere un indennizzo collegato alla sua anzianità lavorativa. Per i lavoratori assunti prima del 2015, restano invariate le attuali tutele che prevedono anche la possibilità della reintegra Cosa significa che l'indennizzo che riceverò dopo un licenziamento sarà legato all'anzianità? L'INDENNIZZO per i licenziamenti di tipo economico rappresenta una delle novità più importanti rispetto alfattuale articolo 18 modificato dalla riforma Fornero. Dal 2015, inoltre, findennizzo sarà «crescente» e collegato «alfanzianitàlavorativa» del dipendente. Chi, ad esempio, saràlicenziato dopo 7 anni di contratto, avrà un indennizzo più alto rispetto a chi è stato licenziato solo dopo due anni. Anche in questo caso, per conoscere f entità dei "rimborsi", bisognerà attendere i decreti attuativi. Al momento,sonodueleipotesiincampo.Prima:indennizzofinoaunmassimodil,5 mensilità per ogni anno di impiego fino a un massimo di 36 mesi. Seconda: da una a 24 mensilità (conciliazione) Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non Codice abbonamento: 068391 previste dal nuovo articolo 18, saranno valide solo per i neoassunti con il contratto a tutele crescenti. Per tutti coloro che sono stati assunti precedentemente, quindi, continuerà a essere in vigore l'attuale formula dell'articolo 18. Quella, per intenderci, introdotta dall'allora ministro del Lavoro Elsa Fornero. Le tutele previste dal nuovo articolo 18, presumibilmente entreranno in vigore dal 2015 ma solo per i neossunti. Rientra in questa categoria, anche chi è stato licenziato in precedenza ma instaura un nuovo rapporto di lavoro con un'altra società riproducibile. Pag. 63