Coordinato da Fabio Picciolini agenzia adiconsum • anno XV - n. 41 • 23 maggio 2003 Stampato in proprio in maggio 2003 In questo numero: Argentina: un possibile percorso per portare a conclusione la vicenda Cirio: istruttoria sui comportamenti delle banche che hanno collocato i titoli Ultim’ora Approfondimenti Flash - Argentina Cirio Condizioni bancarie Banca on line Cambiali Investimenti Mutui (1) Mutui (2) Pensioni Privacy Trasparenza bancaria Avviso ai lettori A decorrere dal prossimo mese di giugno le pubblicazioni Adiconsum News, Adifinanza, Attorno al piatto e Consumi & diritti saranno inviate esclusivamente in formato elettronico. Invitiamo pertanto tutti i nostri lettori che ancora non lo avessero fatto a comunicare al più presto all’Ufficio Stampa dell’Adiconsum Nazionale i seguenti dati: Cognome e nome, struttura di appartenenza, indirizzo di posta elettronica, numero di telefono, numero di fax. I dati possono essere trasmessi via e-mail all’indirizzo [email protected], via fax al numero 06 44170230, oppure telefonicamente ai numeri 06 44170222 - 06 44170223. Registrazione Tribunale di Roma n. 350 del 9.06.88 – Sped. in abb. post. comma 20/c art.2 L.662/96 Filiale di Roma Adifinanza ULTIM’ORA Argentina Molte novità, ma nessuna euforia. Finalmente, sembra “vedersi” un possibile percorso per portare a conclusione la vicenda Argentina. Non è un percorso facile, ma rispetto solo a poche settimane fa, almeno il cammino è segnato. Test noi consumatori Città di Buenos Aires Il raggiungimento dell’accordo per la rinegoziazione dei prestiti obbligazionari (25.2.2003), ha consentito il pagamento della prima cedola per la “Città di Buenos Aires”. Il successivo pagamento è previsto per luglio 2003. I risparmiatori italiani coinvolti sono circa 1.800 per un importo totale di 32 milioni di euro. È un’operazione “piccola” ma è un segnale importante per le modalità di rinegoziazione: rimborso integrale del capitale, allungamento della durata di 4 anni, ma con rimborsi nei due anni precedenti (nei prestiti originari il rimborso era previsto solo a scadenza), cedola ridotta di un terzo. Una soluzione che si auspica sia generalizzata e applicata anche ai titoli di Stato argentini. Telecom Argentina Il dissenso totale di tutti gli operatori, dell’associazione di tutela dei creditori argentini e di tutti i risparmiatori, anche su suggerimento dell’Adiconsum, non ha fermato Telecom Argentina dal lancio dell’OPA (Offerta pubblica d’acquisto) per il riacquisto di obbligazioni in circolazione, valida per il periodo 16 aprile – 16 maggio 2003. Telecom Argentina ha un indebitamento complessivo di 2,5 miliardi di dollari e l’OPA è stata lanciata su un totale di 600 milioni di dollari, mettendo a disposizione un importo complessivo di soli 260 milioni di euro, con la previsione di un prezzo compreso tra il 43,50% e il 50,00% dell’importo nominale delle obbligazioni. Ciò significa che anche nel caso, sconsigliato di accettazione dell’offerta, non tutti otterranno il rimborso e coloro che lo otterranno avranno una perdita di oltre il 50,00%. Di scarsa importanza la previsione di rimborsare una parte degli interessi già scaduti. Successivamente i possessori dei residui titoli potranno scambiarli con nuove emissioni oppure con un misto di obbligazioni e azioni. Le nuove emissioni, per un totale di 1,2 miliardi di dollari, prevedono: Un primo titolo ($ 336 milioni) con scadenza 2008, piano di ammortamento a partire dal 2004, cedola parametrata al Libor + 2,50%, con un massimo del 6,00%. Un secondo titolo ($ 776 milioni) con scadenza 2015, ammortamento dal 2010, cedola parametrata al Libor + 0,50%, con un massimo del 3,00%. Un terzo titolo ($ 106 milioni) scadenza 2015, senza piano di ammortamento con una cedola massima del 3,00%. Inoltre, è previsto un prestito di 1.273 milioni di dollari più azioni privilegiate Telecom Argentina (T.A.), senza diritto al voto convertibili in azioni ordinarie per il 22,5% del capitale della società. La scelta più favorevole per gli investitori è certamente quella legata alla conversione in nuove obbligazioni, ma su queste, peraltro subordinate alla riuscita della prima parte dell’operazione, incombono due aspetti fondamentali: 1) la possibilità per T.A. di onorare il nuovo debito, anche se in 2 Adifinanza tempi più lunghi di quelli attualmente previsti; 2) la possibilità per gli investitori di attendere le nuove scadenze, perché durante la vita dei prestiti la quotazione di mercato sarà certamente molto sotto la pari e, quindi, è da evitare la vendita prima della scadenza naturale. L’Associazione di tutela dei creditori argentini, come l’Adiconsum, ha dato parere non favorevole alla proposta. Per T.A. incombe, più che per altri emittenti, il rischio che i possessori dei titoli si rivolgano al Tribunale con una richiesta di fallimento. La società SGC Proxitalia (n. verde 800 18 99 23) ha avviato la raccolta delle deleghe. L’Adiconsum si metterà in contatto con la società per comprendere come intende agire (costi, tempi, revoca della delega, ecc.). Provincia di Buenos Aires Sono stati avviati i lavori per ristrutturare anche la “provincia di Buenos Aires”. I tempi saranno però abbastanza lunghi (si prevede autunno inoltrato del 2003) perché la provincia avrà le proprie elezioni politiche e solo dopo l’insediamento del nuovo Governo locale, sarà possibile chiudere qualsiasi accordo. È prossima la nomina dell’advisor. I prestiti della Provincia di Buenos Aires collocati in Italia sono sedici e in Italia ne sono stati venduti per oltre 500 milioni di euro. Banco Hipotecario Hispano Americano Il Banco Hipotecario che già aveva effettuato una rinegoziazione, non andata a buon fine, sta predisponendo una nuova proposta. Il buon fine della rinegoziazione è importante per un buon numero di risparmiatori italiani (le deleghe raccolte hanno un controvalore di 122 milioni di euro). La proposta prevede il rimborso totale del capitale, un allungamento della durata dei finanziamenti di otto anni, cinque anni di grazia, un interesse del 3,00% per il primo anno, del 4,00% per il secondo anno, del 5,00 % per il terzo e del 6,00% per tutto il periodo successivo. Deve essere ancora chiarito se è previsto un periodo di ammortamento e se il riferimento, come è stato richiesto dall’Adiconsum, sia la situazione precedente alla prima rinegoziazione o su quanto allora stabilito. Metrogas La Metrogas dovrebbe rinegoziare due emissioni: una, di cento milioni di euro non riguarda risparmiatori italiani; l’altra, dello stesso importo, coinvolge 5.000/6.000 risparmiatori italiani per circa 22,6 milioni di euro. Anche in questo caso la base è il rimborso integrale del capitale. Controlli La Consob ha concluso l’istruttoria sulle banche maggiormente coinvolte nel collocamento di titoli argentini (dieci istituti). Non sono state ancora assunte iniziative specifiche, salvo la richiesta formale di chiarimenti sui comportamenti adottati dalle banche stesse e dai promotori finanziari. Test noi consumatori 3 Adifinanza Per tale motivo è utile attendere l’evolversi della vicenda, per decidere la posizione dell’Adiconsum, considerato che, come noto, non sembra percorribile la strada della Magistratura nei confronti della Repubblica argentina, mentre si ritiene ci siano maggiori possibilità di agire nei confronti degli istituti che hanno proposto gli investimenti. Nel caso in cui, come sembra, la Consob dovesse decidere di multare le banche, ciò costituirebbe un importante precedente per adire l’autorità giudiziaria contro le banche stesse. Spese e commissioni L’Adiconsum, con l’assenso delle associazioni presenti al Tavolo di lavoro ABI, ha chiesto ai Presidenti dell’ABI e dell’Associazione di tutela dei creditori argentini la sospensione di tutte le spese e commissioni che le banche pretendono anche sui dossier titoli argentini. Si riporta di seguito il testo della lettera inviata. Dr. Maurizio Sella Presidente Associazione Bancaria Italiana P.zza del Gesù 46 00186 Roma Dr. Nicola Stock Presidente Associazione di Tutela Creditori Argentini P.zza del Gesù 46 00186 Roma Oggetto: Crisi Argentina La crisi argentina sta attanagliando oltre 350.000 risparmiatori italiani che al momento non hanno alcuna certezza di recuperare i propri investimenti e, in ogni caso, dovranno attendere mesi per iniziare a sperare in una soluzione positiva. La sensibilità dell’Associazione presieduta dal Dr. Nicola Stock, ha permesso di acquisire i primi risultati, anche se marginali, con la rinegoziazione della “Città di Buenos Aires”, la presa di posizione contro la proposta di rinegoziazione di Telecom Argentina e l’invio di un’informativa abbastanza puntuale alle associazioni dei consumatori. Ciò però non è sufficiente sia perché è necessaria una maggiore tempestività nella diffusione delle informazioni, sia perché gli investitori seguitano a corrispondere notevoli oneri per la gestione dei dossier titoli. Per tale motivo le associazioni: Rinnovano la richiesta di partecipazione, a titolo consultivo, di un proprio rappresentante ai lavori dell’Associazione di Tutela dei Creditori Argentini. Chiedono un intervento dell’ABI verso le proprie associate per la sospensione o almeno, il congelamento di tutte le spese, sostenute dai risparmiatori, correlate all’investimento in titoli di emittenti argentini, sino al momento delle singole rinegoziazioni. In tale ambito, dovrebbe essere prevista la gratuità del “trasferimento titoli” per tutti i cittadini italiani residenti all’estero che rilasciano delega all’Associazione di Tutela Creditori Argentini (depositi in essere presso filiali estere di banche italiane e presso banche estere presenti con proprie strutture in Italia). Nella certezza che l’Associazione Bancaria Italiana si farà promotrice, verso le proprie associate, dell’iniziativa proposta, si resta in attesa di cortese urgente risposta e s’inviano i più distinti saluti. Test noi consumatori 4 Adifinanza La circolare 99E/2003 dell’Agenzia delle Entrate A proposito di oneri a carico degli investitori, un piccolo aiuto è venuto dall’Agenzia delle Entrate con la circolare 99E/2003, la quale ha precisato che NON deve essere pagata l’imposta sostitutiva (D.Lgs. 239/96 art. 2) sulle cedole di titoli argentini scadute, ma non pagate dal debitore. Il motivo è ovvio: poiché non esiste l’ammontare su cui calcolare l’imposta, l’intermediario è esonerato dall’obbligo di prelevare l’imposta. La precisazione è importante in quanto potrà riguardare non solo i titoli argentini, ma anche tutte le cessioni di titoli in maniera non onerosa e ogni “grande emittente nazionale”. Per tale ultimo aspetto dovrà essere verificato se uguale esenzione potrà valere per situazioni come quella del gruppo Cirio che non risulta un emittente nazionale, avendo emesso le obbligazioni in Lussemburgo o in Gran Bretagna. Incontro 13 maggio 2003 Il 13 maggio si è svolto l’incontro con il Presidente dell’Associazione di tutela dei creditori argentini, di cui si è già parlato. Nel corso dell’incontro si è appreso che le deleghe rilasciate hanno superato le 400.000, per un ammontare di oltre 12miliardi di euro di cui circa dieci relativi a titoli della Repubblica. Sono state fornite ulteriori notizie sulla costituzione in Germania di una associazione simile e con gli stessi obiettivi di quella italiana, che riguarderà varie nazioni del centro Europa. La proposta è del Hvb Group e vede coinvolte la Commerzbank e la WestLB. La differenza rispetto all’Associazione italiana è l’onerosità della tutela. Il costo per il risparmiatore sarà dell’1,00% delle obbligazioni depositate, oltre allo 0,20% di diritti di sottoscrizione fino all’aprile 2004 e un successivo 0,27% per le deleghe rilasciate dopo tale data. Infine, nel caso di rinegoziazione conclusa con successo, l’Associazione percepirà il 20,00% del differenziale tra il valore del titolo prima della rinegoazione e quello “spuntato” dalla rinegoziazione (ad esempio per un titolo quotato prima della rinegoziazione a 30% e dopo la rinegoziazione a 40%, l’Associazione riceverà il 20,00% della differenza tra 30 e 40, ovvero 10 per 20%= 2%). L’iniziativa è stata valutata positivamente in quanto può crearsi una “massa di manovra” di oltre 600.000 risparmiatori, che meglio potrà opporsi ai fondi comuni statunitensi che hanno una posizione opposta a quella europea, basata comunque sul recupero completo del capitale investito. È quindi utile ed opportuno che le due associazioni collaborino, ma mantenendo ognuna la propria totale autonomia. È stato, inoltre, comunicato che il 19 maggio è stato aperto il sito di informazioni in tempo reale (www.tfargentina.it). È stato chiesto che le informazioni siano disponibili anche sui siti delle singole banche che detengono dossier-titoli. In un incontro con il Fondo Monetario Internazionale è stato confermato che devono essere tutelati i piccoli risparmiatori rispetto ai crediti bancari. Circa i tempi di avvio della ristrutturazione con la Repubblica Argentina, è possibile che si avvii prima del previsto, già dal prossimo mese di luglio/agosto. La condizione fondamentale è la rapida conclusione della ristrutturazione con il FMI. Test noi consumatori 5 Adifinanza L’aspetto negativo dell’incontro è dato dal diniego, anche se non ancora definitivo, alla partecipazione della rappresentanza dei consumatori ai lavori dell’Associazione. Infine, ma prima per importanza, il Presidente dell’Associazione ha confermato che la posizione ufficiale, espressa in tutte le sedi e a tutte le controparti, dell’Associazione stessa è il rimborso integrale del capitale investito. APPROFONDIMENTI Cirio L’Istruttoria sui comportamenti delle banche che hanno collocato i titoli Cirio. È questa la strada da seguire, non il fallimento dei Gruppo che farebbe perdere tutti i capitali investiti. Test noi consumatori Proseguono le dichiarazioni sui controlli della Consob e della Banca d’Italia sul collocamento dei titoli Cirio. Su 100 intermediari coinvolti, i controlli si stanno concentrando su circa 10 a cui sono stati chiesti ulteriori chiarimenti. Si ricorda che quei titoli non potevano essere proposti al risparmiatore perché emessi all’estero e senza prospetto informativo. Qualcuno deve spiegare se oltre quindicimila risparmiatori italiani sono impazziti andando a chiedere di acquistare le obbligazioni Cirio all’atto del loro collocamento o se sono stati indotti da banche e promotori ad acquistare quei titoli, nel non rispetto delle regole. A ciò si deve aggiungere un fatto incontestabile: concluso il collocamento dei titoli, le banche hanno ridotto, circa dello stesso ammontare, la propria esposizione verso il gruppo Cirio, incorporando il ricavato delle obbligazioni. A sei mesi di distanza dal primo default (mancato pagamento), è giunta l’ora di chiudere le istruttorie in corso e obbligare le banche che non hanno rispettato le regole di collocamento a rimborsare i capitali investiti agli investitori. Ciò è necessario anche per via delle ultime notizie sul bilancio Cirio. Anche la “casa madre”, la C&P di Amsterdam ha chiuso il bilancio in forte passivo (200 milioni di euro) e rischia di essere messa sotto accusa anche in Olanda. Intanto, la Banca d’Italia ha risposto all’esposto presentato dall’Adiconsum. La risposta non può certo ritenersi soddisfacente, in quanto molto formale e solo in minima parte rispondente alle questioni sollevate dall’Adiconsum; inoltre fa emergere ancora una volta le lacune della legislazione. La Banca d’Italia conferma che le emissioni Cirio erano destinate a Investitori Istituzionali e, per tale motivo, non era necessaria la preventiva comunicazione (conferma della denuncia dell’Adiconsum). Non rientra nei controlli la prevista valutazione della solvibilità dell’emittente (grave lacuna della legislazione). La tutela dei risparmiatori (obblighi informativi, regole di comportamento, regole nella prestazione dei servizi di investimento) è competenza della Consob (conferma del problema della doppia Autorità di Vigilanza). La Banca d’Italia ha in corso un’attività di sensibilizzazione per migliorare la correttezza verso la clientela (importante, ma del tutto insufficiente). Non è compito della Banca d’Italia entrare nel merito delle scelte aziendali sulle singole operazioni (posizione corretta in un libero mercato, ma che non può essere praticata sempre, perché alcune situazioni sono talmente palesi e note che l’intervento della Banca d’Italia rientrerebbe appieno nella funzione assegna- 6 Adifinanza tale di controllo e tutela del mercato. È sufficiente ricordare la preponderante presenza delle banche nelle principali imprese nazionali in più o meno palese crisi). La Banca d’Italia segue con attenzione l’evolversi della situazione (troppo poco per i risparmiatori, per i lavoratori e per la stessa impresa). Al momento, non è ancora pervenuta alcuna risposta dalla Consob, né all’Adiconsum che ha presentato un esposto né alla stessa Banca d’Italia, per quanto concerne il rispetto da parte del gruppo Cirio delle norme del Testo Unico della Finanza. Infine. lo studio legale Orrick vorrebbe convocare le assemblee straordinarie degli obbligazionisti Cirio, per attivare la “clausola di accelerazione” per il rimborso immediato dei crediti (corporate bond e interessi). Esistono vari ostacoli tecnici e normativi e non è stata ancora presa una decisione definitiva. Tra l’altro, le assemblee prevedono quorum diversi in prima e seconda convocazione e vincolano tutti i detentori. Il piano di ristrutturazione della Cirio sarà presentato entro il mese di maggio, dopo la presa di posizione delle Autorità di controllo. In linea di massima si parla di convertire i titoli in azioni, massimo al 30-40% del valore facciale, con situazioni diverse per le varie emissioni (sette in totale) particolarmente per i titoli obbligazionari garantiti dalle società operative (potrebbe essere prevista una situazione meno negativa) e per quelli garantiti dalle holding. Lo studio Orrick assicura di avere i numeri (10,00% del valore dell’emissione) per convocare almeno quattro emissioni sulle sette del gruppo alimentare. L’Adiconsum seguita a non condividere l’ipotesi della “clausola di accelerazione”, perché significherebbe il fallimento del gruppo Cirio, e la perdita di tutti gli investimenti, considerato che non è in grado di far fronte all’eventuale esborso. Peraltro, l’iniziativa dello studio Orrick non è assolutamente chiara. Come riportato in precedenti numeri di Adifinanza, non sono chiari almeno due aspetti: 1) se sono state realmente raccolte le deleghe o le disponibilità, formalizzate o non formalizzate, degli investitori; 2) quale è il costo dell’operazione per gli obbligazionisti (costo dell’attività dello studio legale, costo della commissione da pagare al Trustee, ecc.). Ulteriore motivo di diffidenza è la presenza di più soggetti che intenderebbero tutelare gli obbligazionisti della Cirio. Infatti, come noto, allo studio Orrick si affianca la banca d’affari Credit Suisse First Boston, scelta come advisor “indipendente” per tutelare gli interessi dei risparmiatori dalla Cirio. APPROFONDIMENTI Il monitoraggio delle spese e commissioni bancarie del settore “Credito e risparmio” di Adiconsum. Test noi consumatori Condizioni bancarie Il Settore Credito e Risparmio, come noto, sta effettuando un preciso monitoraggio sulle spese e sulle commissioni bancarie, per verificare gli aumenti avvenuti a partire dall’inizio del 2002 e per fornire alle strutture dell’Associazione e a tutti gli associati le conoscenze necessarie sulle condizioni praticate dalla propria banca. 7 Adifinanza In tale ambito, è stata realizzata la ricerca dal nostro Responsabile del Piemonte, Pasquale Ernesto, di seguito riportata, che sarà inviata con precisa richiesta di informazioni alla Commissione Finanze del Senato della Repubblica. Depositi a Risparmio • Si è notevolmente accresciuto il numero delle banche che prevede l’addebito di spese per ogni operazione (similmente ai conti correnti); si va da un minimo di € 0,45 fino a € 0,70 per ogni versamento o prelievo. Alcune banche applicano tale commissione oltre un certo numero di operazioni franche, altre senza alcuna franchigia. • Nel periodo sotto osservazione, anche le poche banche che non lo prevedevano precedentemente hanno provveduto a comunicare ed applicare spese per l’estinzione del libretto, da 15 a 30 €, in qualche caso imponendo, del tutto illegittimamente, il mantenimento di un deposito minimo superiore a tale commissione, anche se il cliente non ha intenzione di estinguere il libretto. • Le spese annue di chiusura, capitalizzazione interessi ecc., sono state robustamente incrementate, fino al 15/20 %. Si collocano attualmente tra un minimo di 10,33, fino a 20 € e più. Qualche banca, nell’addebitare tali spese annue, si limita a prelevare fino alla concorrenza degli interessi maturati, mentre altre memorizzano la parte incapiente per recuperarla in futuro, sempre sugli interessi. Ma sono ormai molte (San Paolo/IMI in testa) che, in spregio ad un principio consolidato, per il quale il capitale depositato (e gli interessi quando capitalizzati) è intangibile, addebitano senza scrupoli tutte le competenze dovute, erodendo il capitale. Neppure dopo il reclamo formale recedono da tale comportamento. • La remunerazione dei depositi, generalizzata a livelli dello 0,50% già 18 mesi or sono, si è ridotta a livelli ridicoli. Alcune banche, più che altro per decenza, si sono fermate allo 0,125% lordo, ma non sono poche quelle che pubblicizzano tassi dello 0,0625% lordo e si è visto qualche tasso dello 0,01%. • Ipotizzando che una banca prelevi spese minime annue di € 10,33 oltre a € 2,50 per l’invio di almeno una comunicazione annuale, occorre un deposito superiore a 14.000 euro remunerato allo 0,125% lordo per un anno, per coprire le spese indicate. • Da ultimo, non si può fare a meno di segnalare che altre banche (al momento non ancora moltissime) stanno seguendo il percorso inaugurato anni fa dalla C.R. Gorizia, imitata dal Credito Romagnolo e poi da altre, di addebitare una commissione specifica, per prelievi dal libretto superiori ad un determinato importo giornaliero. Ciò che costituisce l’elusione di una precisa norma della legge n. 154/92 – art. 7 – che ha posto fine ad una prassi precedentemente in uso nelle banche, di limitare ad un importo prestabilito il disponibile a vista, pretendendo un preavviso (che si concretizzava in una retrodatazione della valuta) per prelievi d’entità superiore. Conti correnti • Nel settore si è verificata una vera e propria esplosione dei costi in forme diversificate. Accanto al puro e semplice Test noi consumatori 8 Adifinanza • • • • • • • • Test noi consumatori incremento delle voci di tariffa, si è assistito all’introduzione di nuovi balzelli ed anche all’eliminazione di gratuità, sconti, riduzioni. Gli aumenti non trovano alcuna giustificazione, né in aumento di costi (non si è rinnovato alcun contratto di lavoro, anzi questa voce di costo è diminuita), né in miglioramento della qualità del servizio. Si motivano unicamente con l’esigenza di mantenere in attivo il bilancio, non più florido per la contrazione dei ricavi da intermediazione o dall’operatività di borsa. Le spese unitarie per la movimentazione del conto (costo operazione o riga) si sono rapidamente incrementate fino alla media attuale di € 1,90, con frequenti casi di sforamento dei due euro. In tutti i contratti convenzionati in cui si prevedevano spese forfetizzate su base annua o trimestrale, con un certo numero di operazioni comprese nel forfait, accanto all’aumento del forfait stesso, è stato ridotto il numero delle operazioni gratuite. Alcune banche avevano cominciato ad incrementare i listini negli ultimi mesi dell’anno 2001 di importi “rotti”, inconsueti, se non immaginati in funzione dell’imminente passaggio all’euro, per la quale circostanza erano state fornite solenni garanzie di non volerne approfittare per “ritocchi”. Gli aumenti, attuati in precedenza, hanno permesso di mantenere formalmente fede alla promessa e di avere, nel contempo, tariffe tonde espresse in euro. Straordinario innalzamento della commissione di massimo scoperto, il cui standard si colloca all’1,00%, con frequenti debordi oltre tale livello, specie nel caso di supero del fido o di sconfinamento non autorizzato, anche per sola valuta, circostanza che colpisce frequentemente la clientela più modesta a causa delle valute applicate a versamenti e prelievi. Da rilevare, altresì, che è andata progressivamente scomparendo la prassi, che subordinava ad un minimo di durata la punta massima a debito su cui applicare la commissione. Ormai viene calcolata sulla punta massima rilevata, anche per un solo giorno ed anche per sola valuta. Sono del pari fortemente aumentate le penali per lo sconfinamento non autorizzato o occasionale, ossia i debordi di chi non ha fido (operai, impiegati, lavoratori dipendenti) e sconfina, per cifre trascurabili, magari solo per valuta. Si tratta di penali non rilevate ai fini del calcolo del TEG (legge 108/96 sull’usura) ma che innalzano a livelli abnormi il costo effettivo del denaro. Per di più, proprio per il modo in cui si realizzano, il cliente ne viene a conoscenza solo al ricevimento dell’estratto conto, ossia a trimestre ormai chiuso, sicché, quando provvede alla copertura, si è già determinato lo sconfinamento nel nuovo trimestre e deve ripagare la penale. Per la discesa della remunerazione delle giacenze, vale quanto detto a proposito dei depositi a risparmio. La commissione o spesa per l’estinzione del conto si è a sua volta incrementata moltissimo, raggiungendo livelli ingiustificati, salvo quello di impedire al cliente di cambiare banca. Di fatto, rendendo così onerosa l’estinzione del conto, la concorrenza diventa un mito, con buona pace del dr. Sella che si ostina a dichiarare pubblicamente che gli 9 Adifinanza italiani possono difendersi dal caro banche, scegliendo quella che ha le condizioni migliori. • Le valute per il versamento di assegni, anche circolari, di altre banche è giunta nella media a superare i 6 giorni lavorativi, quasi raddoppiandosi rispetto ad un paio di anni fa. • La perla, al riguardo, è rappresentata dalla Banca Popolare di Lodi, la quale, dopo avere esplorato ogni possibile via per caricare di balzelli la clientela, balzelli che ha portato ai livelli più alti, è riuscita ad inventare una voce tariffaria “recupero per spese amministrative, spese di gestione, spese per servizi non ricompresse in specifiche tariffe” pari a 50 euro max all’anno. Un vero balzello dovuto ad ogni evento! (G.U. n.78 del 3/4/03 pag. 86). Portafoglio Si è rilevato negli ultimi 2/3 mesi un infittirsi di annunci in Gazzetta Ufficiale di forti aggravi nelle commissioni, spese, valute sui diversi servizi di portafoglio: incassi, sbf (salvo buon fine), dopo incasso, cambiali, Ri.Ba., ecc. che rendono la fruizione del servizio molto più onerosa che in passato. FLASH Banca on line L’utilizzo della banca on line si è ormai consolidato anche in Italia, raggiungendo l’8,00% del totale dei rapporti bancari. L’aumento non ha però consentito al Paese di lasciare l’ultima posizione in Europa, dietro la Spagna, (9,00%) e la Francia (10,00%) e sotto la media europea (14,00%). I conti on line sono 4,6 milioni, di cui 1,6 non accompagnati da alcun conto “normale” e l’attività va sempre più ampliandosi. Cambiali Il 18 aprile u.s., un decreto del Ministero dell’Economia ha messo “fuori corso” le cambiali e le marche di concessione governative per le patenti di guida, comunque soppresse, espresse in lire. Coloro che avranno bisogno di cambiali dovranno quindi fare molta attenzione per evitare di acquistare moduli fuori corso e senza alcun valore, con forti difficoltà al momento dell’incasso. Investimenti BTP Inflazione Il mercato sembra chiedere l’emissione di Buoni del Tesoro ancorati all’inflazione. L’indicazione sembra molto interessante in quanto consentirebbe di acquisire vari risultati positivi: 1) riduzione della volatilità del rendimento, essendo l’inflazione abbastanza costante; 2) riduzione del costo del debito, essendo l’inflazione più bassa di molti rendimenti dei BTP; 3) spostamento su questo comparto di altri investimenti più rischiosi che tutelano dai rischi inflattivi. Esiste,infine, un ulteriore motivo, molto forte ma scarsamente evidenziato, per giudicare positivamente questi titoli: l’obbligo di una sempre maggiore precisione nella fissazione degli aumenti dei prezzi e quindi del tasso di inflazione, argomento che ha tenuto banco negli ultimi anni. Test noi consumatori 10 Adifinanza Nonostante le richieste degli investitori istituzionali e dei risparmiatori, il Ministero dell’Economia non sembra interessato all’emissione di tali titoli. Ufficialmente perché questi si sovrapporrebbero ai CCT e ai BTP a lunga scadenza… Rimane però il dubbio che il vero motivo di questo disinteresse sia invece legato al dover rendere pubblici i dati reali dell’inflazione. Corporate bond Il caso Cirio e le altre difficoltà di molti prestiti aziendali, hanno, di fatto, azzerato le emissioni di obbligazioni senza rating e di piccolo importo. Nel primo trimestre 2003 non è stata effettuata alcuna emissione. Ugualmente quasi assenti le emissioni anche per i titoli con rating (3). Sono invece in aumento le emissioni bancarie. Mutui (1) Raggiunto l’accordo tra Ministero del Welfare e Regioni, per l’erogazione dei mutui a tasso zero alle giovani coppie (Legge finanziaria 2003 – L. n. 289/2002 art. 46.2). L’importo stanziato è di 161 milioni di euro, maggiore di quello previsto in Finanziaria. È stato ampliato il ruolo delle Regioni, inizialmente non previsto. Le singole regioni dovranno stabilire se sottoscrivere convenzioni con le singole banche oppure attuare altre forme dirette per l’erogazione del contributo, oppure concederlo direttamente alla coppia. L’erogazione del contributo è vincolata all’acquisto della “prima casa” e alla condizione di coppia “regolarmente” sposata. Mutui (2) L’Agenzia del territorio ha stabilito (circolare 4/2003) che l’ipoteca sui mutui non può essere cancellata in base ad un provvedimento di urgenza di un giudice, quando tale provvedimento ha carattere di provvisorietà e quindi potrebbe essere successivamente modificato. Pensioni Residenti all’estero Una convenzione tra INPS e alcune banche faciliterà e ridurrà i costi per i pensionati italiani residenti all’estero. Con la circolare n. 80 del 22 aprile 2003 è stato previsto che dal 1° maggio 2003 le pensioni all’estero, per tre anni (rinnovabili per altri tre) saranno regolate come segue: Residenti nei Paesi europei aderenti all’euro: • Banca Popolare di Sondrio commissione massima: 0,55 euro, esecuzione dei pagamenti: un giorno. Residenti nei Paesi europei non aderenti all’euro (paesi non Ue, Australia, Africa, Asia). • Istituto Centrale della Banche popolari italiane: commissione: zero esecuzione dei pagamenti: un giorno. Residenti in USA e Canada • Banca Intesa: commissione: 0,10 euro esecuzione dei pagamenti: due giorni. Residenti in America Latina • Banca Nazionale del Lavoro Commissione: zero esecuzione dei pagamenti: due giorni. Test noi consumatori 11 Adifinanza Privacy L’Autorità garante della Privacy ha contestato la decisione della Corte di Cassazione che consente di utilizzare, come prova, i dati bancari raccolti in maniera irregolare, anche in caso di procedimento fiscale. I dati devono essere raccolti con le dovute garanzie per il soggetto sottoposto ad accertamenti. Trasparenza bancaria Titoli di Stato Il Ministero dell’Economia ha “promesso” di rivedere il decreto sulla Trasparenza bancaria per la parte relativa ai titoli di Stato, al fine di evitare situazioni di possibile danno per i risparmiatori. Nel nuovo decreto sarà specificato che i titoli in scadenza devono essere subito accreditati sul conto corrente del cliente, eliminando la possibilità per le banche di lucrare interessi, ritardando l’accredito. 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