Anteprima Estratta dall' Appunto di
Archeologia medievale
Università : Università degli studi Genova
Facoltà : Cons.BeniCulturali
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MARTEDì 14 FEBBRAIO 2012 Temi che verranno trattati durante il corso di ARCHEOLOGIA MEDIEVALE: Inquadramento e nascita della disciplina; •
Lo studio stratigrafico; •
Prospezioni e archeometria; le discipline della scienza esatta applicate all’archeologia; •
Sistema stradale e classificazione e datazione dei centri abitati; •
Le testimonianze monumentali e la loro evoluzione; la vita sociale nel Medioevo; •
Caratteristiche e tecniche murarie; •
Sepolture ed edifici di culto; •
La produzione manifatturiera; •
Tipologia e classificazione della ceramica come fossile guida; •
Sistemi di lavorazione della ceramica. e.c
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•
MERCOLEDì 15 FEBBRAIO 2012 rib
Excursus dei testi d’esame. AB
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Francovich, scomparso da tre anni, di cui si è assunto il testo in suo onore, fu docente all’università di Siena. Il testo consiste in una raccolta di elaborati articolati secondo i grandi temi storici che egli ha ritenuto di dover isolare. A Francovich si deve un’ampia introduzione. Egli enuclea temi essenzialmente storici, come per esempio quello dell’arrivo dei Longobardi in Italia, paese già devastato peraltro dalla guerra greco‐
gotica. In questo periodo storico si vede l’aprirsi della rivalità tra i bizantini ed i longobardi. Tale guerra è molto significativa per noi liguri, in quanto i bizantini ivi stanziati innalzarono un sistema di difesa composto di fortificazioni, esplicativo di un tentativo di resistenza ai barbari che terminerà solo dopo quasi un centinaio d’anni. Il tema dei Longobardi è trattato in due articoli: il primo di Ottone d’Assia, autore figlio di Mafalda di Savoia e seguace della scuola tedesca ottocentesca, studioso interessato soprattutto alle testimonianze artistiche. A lui si devono i primi studi sui Longobardi in Italia, svolti a partire dai ritrovamenti di necropoli. L’altro articolo di Aolson, vede invece il problema archeologico all’interno di un più complesso quadro storico. Il secondo tema isolato dal Francovich riguarda il confronto tra Maometto e Carlo Magno, tema peraltro già trattato in maniera esemplare a inizio secolo da Pirenne. Egli riteneva che il momento di cesura tra antichità e medioevo fosse rintracciabile nell’affermazione dell’Islam, inteso come momento di rottura economica ma soprattutto culturale. “Il Medioevo del Mediterraneo” è un articolo che si contrappone, su base archeologica, alla concezione di Pirenne, ritenendo che il momento di cesura sarebbe da arretrare, poiché i ritrovamenti attestano che già nella tarda antichità si possono riscontrare i preludi di quella crisi che sfocerà nell’epoca medievale. La questione rimane tutt’oggi dibattuta. Il terzo argomento ritenuto degno di essere isolato dal Francovich riguarda l’archeologia della città, di cui tratterà più approfonditamente il Gelichi nel suo testo. ABCtribe.com - [Pagina 3]
Altro grande tema tratta della trasformazione della campagna, tanto incidente quanto quella della stessa città. Infatti è proprio nel passaggio dell’epoca tardo‐antica a quella medievale che avviene la trasformazione del paesaggio agricolo. Il termine “incastellamento” fu inizialmente adottato per indicare lo spostamento delle varie aggregazioni in un centro unico, inizialmente nel Lazio. Questo termine non implica necessariamente la presenza di un castello, ma vuole sottolineare sicuramente la necessità di abbandonare gli antichi centri abitati per trasferirsi unitamente su di un’altura, più facilmente difendibile. Tupere, autore della teoria dell’incastellamento, colloca questo fenomeno molto prima di ciò che poi realmente i dati archeologici hanno rivelato. Tale fenomeno inizia infatti nell’alto medioevo, con l’enucleazione di gruppi di popolani organizzati con capanne di materiale deperibile; solo in epoca feudale diverrà “castello” nel senso più comune del termine, conseguentemente alla presa di potere da parte della famiglia emergente all’interno del villaggio di cui faceva parte, che diverrà tramite tra il feudo stesso e il potere reale. Il testo presenta successivamente una serie di articoli riguardanti i vari materiali che possono essere ritrovati in uno scavo. Uno degli articoli non poteva che essere del Mannoni sulle ceramiche liguri. om
Gli ultimi tre interventi riportano la presentazione di tre scavi archeologici di grande importanza perché esplicativi del modo di lavorare dell’archeologo del medioevo. e.c
Quest’opera dona, attraverso un’antologia di testi, una spiegazione sulla situazione attuale dell’archeologia. rib
Il testo di Deboir è un manuale di archeologia medievale dal taglio dichiaratamente storico. AB
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I capitoli sono “Dalla storia allo scavo” per poi giungere alla “Preparazione dello scavo” seguito da “Lo scavo” e infine, l’ultimo “Dallo scavo alla storia”. Si parla delle varie prospezioni e accompagna lo studioso che vuole condurre uno scavo passo per passo. Si sofferma sulla stratificazione, sui rilievi, sulle fotografie e sul giornale di scavo, tutt’oggi ormai sostituito dalla schedatura, poiché può più facilmente essere informatizzata. L’ultimo capitolo ha la funzione di ribaltare il concetto rispetto al primo: dallo scavo si passa alla storia, ossia si interpreta lo scavo alla luce della storia e contemporaneamente ogni scavo può scrivere un pezzo di storia. L’ultima fase dello scavo, spiega Deboir è la pubblicazione integrale dello scavo stesso. Questo è attualmente un enorme problema dell’archeologia italiana. Sauro Gelichi è un attivissimo archeologo toscano, funzionario della sovrintendenza in Emilia Romagna ed attualmente docente, occupazione che non gli impedisce di dirigere scavi molto importanti, come ad esempio quello di Comacchio. Il suo testo vuole essere una sintesi, la cui edizione originale risale al 1997. Il lavoro è suddiviso al suo interno in un’introduzione, una parte sulla ricerca post‐classica e la sua storia, per poi passare ad una parte in cui tenta di tirare le fila del discorso sulla situazione dell’archeologia in Italia, e, infine, un’ultima parte che intende concludere l’opera riportando dati precisi e puntuali. Nell’introduzione egli cita tutta una serie di lavori, tra cui quello di Deboir. Nella seconda parte dei forti condizionamenti, molto probabilmente dovuti al fatto che fu per anni sovrintendente in Emilia, con la tendenza quindi a scordare il ruolo fondamentale che ebbero molti scavi in altre regioni (tra cui primeggia la Liguria) nel processo di identificazione e definizione della disciplina. Bisogna però attribuirgli il grande merito di aver ricordato molti archeologi della preistoria che sono stati fondamentali anche nella disciplina archeologica del medioevo. ABCtribe.com - [Pagina 4]
MARTEDì 21 FEBBRAIO 2012 Il Gelichi, quindi, forte della sua formazione, si sofferma soprattutto sulla regione dell’Emilia Romagna. Egli dedica poi un capitolo a Paolo Orsi, esperto della Magna Grecia che ebbe rigore nello studio di alcuni elementi che poi affermerà essere di epoca longobarda. Si dedica ampio spazio ai ritrovamenti che hanno dato il via alla definizione della disciplina “archeologia medievale”. Viene presentato poi un importante capitolo sulla ceramologia, disciplina che nasce autonomamente a partire da interessi antiquari, oggetto di studio di persone che avevano interesse a comprenderne datazione ed officina di provenienza. Non è tuttavia una disciplina che nasce da interessi di tipo storico. In questo senso Faenza è stata un’importante sede di studi. Gaetano Ballardini, proprio a Faenza, nel 1913 fonda il museo della ceramica, ancora oggi il più importante a livello mondiale. Nello stesso anno c’è la prima pubblicazione della rivista “Faenza”, periodico che, tutt’ora, adotta una critica di tipo antiquario. Il “Centro Ligure per la storia della Ceramica”, pubblicato a partire dal 1969, si accosta al suddetto “Faenza” adottando uno sguardo non più antiquario, ma prettamente archeologico. In un testo postumo, tuttavia, Ballardini abbandona l’ottica antiquaria per affrontare un tema tecnologico, ossia quello della ceramica invetriata. e.c
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La ceramica medievale è un tipo di ceramica che sopra presenta una vernice vetrosa impermeabilizzata, una composizione completamente diversa dal biscotto. Il problema di fondo, vista la diversità di questo tipo di ceramica da quella di tradizione imperiale, era stabilire quanto la ceramica medievale fosse eredità della ceramica imperiale di tradizione orientale, anch’essa invetriata. AB
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Erede di Ballardini al museo di Faenza fu Liverani. Tuttavia con gli anni ’60 cambia il rapporto che si ha con questa disciplina, in seguito ad alcuni importanti lavori: Withouse pubblicò un corposo articolo sulla ceramica medievale in Lazio, mentre il lavoro del Mannoni viene inserito in un’antologia di più articoli riguardanti la ceramica genovese. Attualmente possiamo vantare una conoscenza delle tipologie ceramiche molto approfondita. Sauro Gelichi arriva, quindi a toccare con mano due scavi, capisaldi della ricerca archeologica: Torcello e Castelsebbio, ricordando così Nino Lamboglia, che ebbe un ruolo fondamentale nella creazione dello scavo stratigrafico. Intorno alla metà degli anni ’60 si svilupparono gli studi sui villaggi abbandonati. Furono gli storici che per primi si occuparono di questo problema, ma esso non poteva, tuttavia essere palese senza l’apporto dell’archeologia. Il metodo di lavoro fu importato dall’Inghilterra e furono gli stessi archeologi inglesi a dirigere molti scavi in Italia. Nel 1971 l’Ateneo Genovese fece uno scavo nella piana di Albenga, lavoro che vide la convergenza di storici, archeologi, geografi e glottologi, proprio in linea con il metodo di lavoro di equipe di importazione inglese. Nell’ultimo capitolo Gelichi tenta un possibile futuro dell’archeologia in Italia. Tuttavia, per quanto riguarda alcuni temi quali l’incastellamento e l’archeologia urbana, il testo risulta troppo datato per risultare attendibile in questa “predizione” finale, in quanto l’archeologia in questi ultimi anni ha fatto passi da gigante. Nel terzo capitolo Gelichi presenta un paragrafo introduttivo che vuole trattare della vicinanza tra archeologia e architettura: infatti anche una struttura in elevato può essere considerata come un deposito ABCtribe.com - [Pagina 5]
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