“Zona Nove” è su www.niguarda.eu
SETTEMBRE 2007
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Anno 14 - n. 146
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Redazione: via Lanfranco della Pila 61 (Mi), tel./fax 02/6423561 - Autorizzazione del Tribunale
di Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”,
via Lanfranco della Pila 61, Milano - Stampa: Il Guado, via Picasso, 20011 Corbetta (MI).
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Direttore: Luigi Allori. Redazione: Giovanni Beduschi (vignettista), Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Diego Attilio Cherri, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Antonella Loconsolo,
Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Maria Volpari. Collaboratori: Laura Albani, Sasha Bani, Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Enrico Ceriani, Roberta Coccoli, Augusto
Cominazzini, Ivan Crippa, Celestino De Brasi, Simona Fais, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Angelo Longhi, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Giorgio Meliesi, Loretta
Menegatti, Sabrina Orrico, Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Maria Giuseppina Rigoni, Diana Roca, Cristina Rozzi, Caterina Sinisi, Andrea Tramelli, Gero
Urso, Luigi Venturini, Renato Vercesi, Roberto Vettorello, Norman Zoia. Amministrazione: Lino Di Franco. Pubblicità: Franco Tironi (tel/fax 02/6423561). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).
Il fioretto
di orro
Emergenza viados sui viali
METRÒ
È partita
la linea 5
pag. 3
Chi tassa chi
basta mettere in fila alcuni fatti,
avvenuti d’agosto, quando l’attenzione dei cittadini è meno vigile:
• Milano è la città più tassata
d’Italia, non tanto dal Governo,
che invece aumenta le pensioni
minime, quanto da Comune,
Provincia e Regione, quest’ultima
già distintasi per i ticket sanitari
più salati: ogni milanese versa
agli enti locali 2082,23 euro contro una media nazionale di
1434,13. Ma non basta. Sono previsti nuovi rincari: 160 euro in
più per il riscaldamento, l’introduzione del ticket per le auto nella cerchia dei navigli, aumenti
per i parcheggi a pagamento, perfino la bolletta dell’acqua crescerà
di 0,8-1 euro.
• Nel frattempo, seguendo l’esempio della Moratti, Formigoni aumenta di 1,2 milioni di euro le
spese per la comunicazione, in
pratica per farsi propagando, non
bastandogli l’uso quasi in esclusiva del tg regionale del servizio
pubblico. In compenso riduce di
3,730 milioni di euro le spese contro l’inquinamento.
• Si riaprono le scuole, ma il
Comune diminuisce gli investimenti. Ergo i cantieri per la ristrutturazione e la manutenzione degli
edifici sono tutti in ritardo (per
esempio quello della scuola di via
Pianell ha un ritardo di un anno).
Così, causa l’inagibilità di molte
scuole, 3000 bambini sono costretti
a trasferirsi in altri edifici.
• Vanno invece spediti i lavori della Gronda, un’opera nefasta per la
vita delle periferie, da Quarto
Oggiaro alla zona 9, già condannata dall’Europa. Ma in questo
caso i finanziamenti non mancano. E non ci si ferma neanche davanti agli alberi. Li si sega per far
posto all’asfalto (vedi a pag. 6).
SICUREZZA
Le proposte
dell’Unione
(disegno di Gero Urso)
ai come ora quanto succede
M
a Milano si ripercuote sulla
vita della nostra zona. Per capirlo
pag. 4
LUTTI
È scomparsa
Pina Re
pag. 15
Il termometro
della criminalità
a cura di Grazia Morelli
in collaborazione con i Carabinieri di Greco
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(Non sono compresi i reati denunciati alla Ps)
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LUGLIO ‘07
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LUGLIO ‘07
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Giovanni Beduschi
Caro Giovannino, con la testa al disegno chino, per fare una striscia ci vuole un giornale, per fare un giornale ci vuole la carta, per fare la carta ci vuole un albe-
CRONACA
di Giorgio
NERA
Meliesi
● Bresso: sventata rapina in banca
ro... e da qui, caro Giovannone che disegni col cannone, puoi ricominciare il tuo tormentone. Cambierei solo
una cosa nella filastrocca: per fare un fiore ci vuole la
CRONACA
di Giorgio
metropolitana, per fare la metropolitana non ci vuole
la Gronda Nord, per fare la Gronda Nord ci vuole la
Moratti... (Zorro Nove)
BIANCA
Meliesi
OOM IN
0NA
di Ortensia Bugliaro - foto Giansanti
● Testi: accordo per Cinecittà in zona 9
Buche e tombini “mobili”
re rapinatori sono finiti a San Vittore per il mancato colirmato l’accordo tra Comune di Milano, Monopoli
T
po all’Unicredit di via Volta, a Bresso: erano camuffati Fdi Stato, Fintecna e Pirelli Real Estate per trasforcon parrucche e avevano uno storditore elettrico come arma. mare l’ex Manifattura Tabacchi di viale Fulvio Testi
Gli agenti della squadra mobile li tenevano d’occhio da giorni. Comunque i tre hanno dovuto desistere dal furto perché
la cassaforte temporizzata non si è sbloccata. (13 luglio)
● Danneggiato l’elicottero del 118
nella Cinecittà ambrosiana. Sugli 83 mila metri quadrati nasceranno un Centro sperimentale, le Scuole
civiche del cinema e un polo cine-audio-visuale della
Regione Lombardia, oltre a case e alberghi, centro anziani, residenze per studenti. L’investimento è di 250
milioni. (7 agosto)
lcuni vandali sono entrati nell’hangar dell’elioporto al
A
Parco Nord e hanno danneggiato due mezzi: uno usato
per lezioni di volo e l’altro per il pronto intervento medico. I ● Università: trasporti non inquinanti
vandali hanno sommerso entrambi gli elicotteri con polvere
a questo settembre sarà disponibile gratuitamenantincendio, rendendo impossibile il volo. Inoltre hanno ten- Dte un ecobus (reso ecologico grazie all’alimentaziotato di forzare la serratura del mezzo del 118 e hanno dan- ne elettrico-diesel) che percorrerà un percorso interno
neggiato il muso e le apparecchiature per il volo. (28 luglio)
● Val Maira: anziana truffata in casa
rima hanno truffato una donna di 87 anni (Maria
P
Luisa G.) in via Mauro Macchi, poi una 83enne
(Maddalena P.) in via Val Maira. Si sono presentati uno
come tecnico del gas e l’altro come poliziotto e, inventandosi un controllo da fare, hanno rubato alla signora 83enne 1200 euro. Per aiutare gli anziani a difendersi da questi malfattori pubblichiamo qui sotto i più comuni trucchi
e travestimenti di cui si servono. (1 settembre)
al campus esteso fino al confine del territorio di Sesto
San Giovanni. Saranno disponibili anche 70 biciclette,
possibilità di car sharing per i professori che così potranno effettuare i propri spostamenti professionali
all’interno della città. Sarà aperta anche una ciclofficina. È questo il contributo dell’Università Bicocca per
cercare di incentivare i mezzi non inquinanti al servizio degli studenti e dei professori. “L’ateneo ha istituito un ufficio di mobility manager”, spiega la professoressa e consigliere comunale Francesca Zajczyk, “per
favorire gli spostamenti facendo attenzione all’ambiente e per lanciare un messaggio educativo”.
I trucchi e i travestimenti dei truffatori d’anziani
• Il tecnico: elettricista o ispettore del gas, ma i suoi controlli
sono sempre un pretesto per rubare i risparmi.
• Il vigile o il poliziotto: spesso agisce in coppia col
“tecnico”, il quale gli lascia socchiuso l’uscio. Egli quindi
entra di nascosto in casa dell’anziano, sottrae un oggetto e poi, durante una seconda visita, dice di averlo recuperato da un ladro. Così, entrato nella fiducia dell’anziano, può rubare senza problemi.
• Il postino: citofona dicendo che c’è una raccomandata così
da farsi aprire, sale e ruba quello che trova dopo aver distratto l’anziano con una firma da fare per la “raccomandata”.
• L’infermiera: affabile, cordiale, aggancia la vittima ricordando un suo (più che probabile) ricovero nel passato con lei
che l’avrebbe curata. Quando l’anziano le prepara un caffé distraendosi, ecco l’occasione per il furto.
• Il venditore: ha “venduto” un computer o una macchina
fotografica al figlio o al nipote e sollecita l’anziano a tirar fuori
i soldi per saldare il debito.
• La vicina: dice di aver comprato l’appartamento al piano
di sotto, ma che c’è una macchia d’umido sul soffitto. Avuto il
permesso di controllare se c’è qualche perdita d’acqua, ne approfitta per rubare
rmai quasi tutte le strade di Niguarda sono piene di
O
buche, particolarmente pericolose per ciclisti e motociclisti, e di tombini “mobili”, il cui rumore quando vi passano sopra le automobili di notte non fa dormire.
La redazione, in Lanfranco della Pila 61, è aperta ogni giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18 per ricevere coloro che desiderano
segnalare problemi, annunciare o proporre iniziative, articoli o servizi per il giornale. Si può anche telefonare allo 026437568.
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Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
La denuncia in una lettera all’Edificatrice di Pratocentenaro
La difficile convivenza coi viados
lungo i viali della nostra zona
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Un appello al Comune, al Consiglio di zona e alle Forze dell’Ordine affinché
intervengano con determinazione contro il dilagare della prostituzione sotto casa.
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ciò che chiedono i condomini di viale
Fulvio Testi 210 in una lettera inviata
alla Cooperativa edificatrice di
Pratocentenaro, lo scorso luglio, nella
quale denunciano il dilagare della prostituzione lungo tutta la strada che
percorre lo stabile.
Naturalmente la Cooperativa è solo
l'interlocutore amministrativo dei condomini. Sono infatti Comune, Consiglio
di Zona e soprattutto le forze dell'ordine
che devono dare delle risposte precise a
questi cittadini esasperati ormai da
troppo tempo. È vero che in Italia la
prostituzione diventa reato solo quando
ne venga accertato lo sfruttamento, ma
in questo caso siamo di fronte ad un vero e proprio problema di ordine pubblico e di decenza.
Negli ultimi anni vi è stata una vera e
propria escalation del fenomeno con
l'arrivo di numerosi viados e di relativi
Corrado Balderini
clienti che hanno creato una situazione
ormai insostenibile.
Come denunciato nella lettera tutto ciò
“ha comportato fermate brusche di veicoli accolte da irritanti colpi di clacson
delle macchine che seguono; colorite
espressioni da parte di ragazzotti, sempre in auto, con relative risposte da parte dei viados; dialoghi ad alta voce tra
‘colleghi’, in attesa del cliente successivo; litigi verbali, pesanti, con prostitute
che occasionalmente si fermano sullo
stesso marciapiede a rivendicazione del
‘proprio suolo pubblico’; pasti fugaci e
fazzoletti di carta utilizzati per veloci
abluzioni nel confinante distributore
Esso e poi gettati nel giardino dello stabile. Tutto questo dalle 22 alle 4 di mattina e le poche volte che passa un auto
della polizia i viados si nascondono o tra
le auto in sosta o sdraiandosi lungo il
marciapiede.”
Forse sarebbe il caso che le forze dell'ordine controllassero in altro modo la zona così da poter cogliere la situazione
nella sua realtà. Qualche tempo fa un
residente che passeggiava sul marciapiede ha rischiato di essere colpito da
una bottiglia lanciata da una macchina
in corsa.
Non siamo quindi di fronte solo al disturbo del riposo dei residenti ma anche
ad un rischio sicurezza. Un’indecenza
che riguarda anche il lato di fronte di
v.le F. Testi e la zona San Glicerio Sarca - La Farina i cui abitanti, come i
cittadini di Fulvio Testi 210, ritornando
a casa in serata, magari accompagnati
da bambini e ragazzi, sono anche costretti a vedere queste persone che definire “vestite” è un eufemismo. Crediamo quindi sia venuto il momento che
istituzioni e forze dell'ordine si mobilitino concretamente per difendere il diritto di questi cittadini alla sicurezza e alla tranquillità.
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un restringimento della carreggiata per poter lavorare allo
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spostamento di tutte le reti di
metropolitana sotterranea. E lo
servizio. I veri e propri scavi
si fa in zona 9 con la linea 5: in
Ponale
delle gallerie di 18 metri di
tutto 5,6 km che con 9 stazioni
Bicocca
profondità arriveranno dopo.
da via Bignami, dove c’è il Cto,
Per cui, se oggi in questo finire
seguendo viale Zara arriverà a
Ca’ Granda
d’estate già in Fulvio Testi si
Porta Garibaldi (in seguito verrà
formano lunghe code, figuriarealizzata una seconda tratta da
Istria
moci quando, come dice il sinGaribaldi a San Siro). FinalM3
daco di Sesto San Giovanni,
mente, nel 2011 quando il metrò
Marche
“saranno chiusi i viali Zara e
sarà terminato, l’ospedale più imTesti”. Se è necessario faremo
portante della Lombardia, la seZara
Do Ge
M
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di pazienza virtù. Il metrò è
conda università di Milano e il
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troppo importante e vale dei
Parco Nord, uno dei pochi polmos
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o
o ta tto llo
e
e
sacrifici. Ma possibile che dobni verdi della città, saranno colleGaribaldi
biamo sapere dai sindaci altrui
gati alla città. Era ora.
quello che ci aspetta? Il nostro
Il tutto verrà a costare 557 miliosindaco non ha niente da dire
ni di euro, dei quali ben 257 proM2
sui tempi e i modi dei lavori, in
venienti dal governo di quella
modo che i cittadini possano
Roma di cui alcuni a Milano parlano tanto male, 231 da un consorzio di privati (Astaldi, sapere che cosa li aspetta e organizzarsi di conseguenza
Ansaldo, Alstom, Atm e Torno) che hanno fiutato l’affare (ge- per i propri spostamenti? Se qualcuno a Palazzo Marino
stiranno il metrò per 31 anni) e 69 dal Comune: detto per in- ne vuol approfittare, “Zona Nove” è disponibile con le sue
ciso, forse dall’amministrazione che fa pagare le tasse comu- 24 mila copie diffuse in 45 mila famiglie a fare da interlocutore su questo problema fra l’Amministrazione e la
nali più salate d’Italia ci si poteva aspettare un po’ di più.
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SICUREZZA/2 Intervista esclusiva alla capogruppo dell’Ulivo in Comune
Marilena Adamo sfida Letizia Moratti
Chi è davvero contro la criminalità?
“Chi ha candidato il prefetto Bruno Ferrante a sindaco di Milano? Quale governo ha aumentato
il numero degli agenti in Milano? Chi ha chiuso in città i presidi di vigilanza urbana?
Chi ha fatto fallire il progetto dei vigili di quartiere? Chi ha portato al degrado le case popolari?
he fare per garantire ai cittadini la
sicurezza contro la criminalità?
Abbiamo sentito il parere di Marilena
Adamo, capogruppo dell’Ulivo in
Comune. Adamo, che è stata una giovanissima presidente di CdZ negli anni ‘70 quando su Milano si è abbattuta
come una bufera la piaga dell’eroina,
ricorda come in quegli anni la strategia vincente alla fine fu quella di coordinare le forze della società civile con
le forze dell’ordine, un po’ sulla falsariga di quanto sta cercando di fare il nostro CdZ per combattere la microcriminalità nei nostri quartieri.
Cerchiamo di inquadrare il problema della sicurezza: come giudica la
posizione di Moratti su questi temi?
L’atteggiamento del centro destra su
questo problema è molto ambiguo.
Specie quello di Moratti, che è un sindaco con cui è impossibile confrontarsi: non
c’è mai, non viene in Consiglio e non ha
nessun interesse ad ascoltare il parere
dell'opposizione. Noi siamo stati criticati
per aver aderito alla seconda manifestazione del 26 di marzo, quella organizzata
dai comitati e dalla “Catena Umana”, in
risposta a quella di Moratti con
Berlusconi. Una manifestazione indetta
da chi da anni si batte per la sicurezza e
contro il degrado: il Sunia, i comitati storici, le altre organizzazioni. Nelle polemiche che ne sono seguite mi è capitato
spesso di sottolineare come la sicurezza
sia davvero una questione bi-partizan. È
la precondizione della libertà dei cittadini e quindi se la Moratti non avesse voluto farne una battaglia strumentale del
centro destra contro il governo, ma avesse voluto veramente affrontare il problema, ci avrebbe chiamato. Invece la stessa presenza di Berlusconi sul palco ha
indicato chiaramente il carattere politico
dell'evento e la volontà di Moratti di darsi una forte visibilità a livello anche nazionale. Un sindaco preoccupato per la
sicurezza dei suoi concittadini chiama
tutti: maggioranza, opposizione, rappresentanti di tutte le categorie, non solo i
commercianti, ma anche i sindacati, le
organizzazioni degli inquilini ecc., cercando di costruire un progetto condiviso
per la città. Cosa che non ha fatto prima
e nemmeno dopo: evidentemente questo
metodo di lavoro non è nel suo orizzonte.
Molti dicono che solo ora la sinistra
si accorge del problema della sicurezza, che invece è sempre stata un
cavallo di battaglia della destra.
Beh, no. Voglio ricordare che noi abbiamo candidato Bruno Ferrante come sindaco di Milano: una persona che dal quel
punto di vista è sicuramente la più qualificata possibile. Poi guardiamo il nostro
programma: la sicurezza è un argomento centrale. Per non parlare poi delle battaglie che, per esempio, Cofferati combatte a Bologna ormai da tre anni, spesso contro pezzi della sua stessa maggioranza, per dare alla città una prospettiva contro la criminalità. Di sicuro è più
efficace Cofferati a Bologna che Moratti
a Milano... Invece Moratti ha disatteso
persino le promesse fatte in campagna
elettorale: ai comitati per esempio di
Figino - Quinto Romano aveva promesso, oltre che a una maggiore presenza di
forze dell’ordine, anche una lotta al degrado, di competenza comunale. Invece
non c’è traccia di niente, i comitati non
sono stati coinvolti, mentre Moratti cerca di passare per l’unica che si preoccupa
di certe cose. La prova che si tratti di
una manovra demagogica sta nel fatto
che si mette tutto nello stesso calderone:
l’usura e il piccolo spaccio, la pedofilia e
gli zingari, la violenza sulle donne e la
C
Sergio Ghittoni
microcriminalità di strada. Alla fine hai
fatto un “mischione”, buono per la propaganda, ma che non ti permette di affrontare nessuno di questi problemi in modo
efficace. C’è la sensazione che la destra
voglia cavalcare la paura per spostare
l’attenzione su responsabilità che non si
sa di chi siano, invece di affrontare i problemi della quotidianità: un compito che
spetta al sindaco. Naturalmente poi sono
necessarie anche le forze dell’ordine, e a
questo proposito va ricordato che è stato
questo governo ad aumentare il numero
degli agenti a Milano, mentre per 5 anni
il governo Berlusconi se ne è guardato
bene. Ma non è solo con l’aumento delle
forze dell’ordine che affronti il problema.
Va ricordato che Moratti, mentre esigeva
dal governo più agenti, non si vergognava di disporre la chiusura dei presidi di
vigilanza urbana, che sono fondamentali
non per le stesse ragioni per cui sono fondamentali la Polizia ed i Carabinieri, ma
per quel controllo capillare del territorio
che ha una funzione soprattutto preventiva, dissuasiva. Il vigile è sempre stato
amico del cittadino, prima che venisse
impiegato soprattutto per le multe. E qui
veniamo a parlare del fallimento del progetto del vigile di quartiere. Io mi sono
fatta l’idea che due siano le cause del fallimento. La prima è che i vigili venivano
impiegati spesso per “tappare i buchi”. Si
rompeva un semaforo, c’era da presidiare
un mercato, da sostituire un collega? Si
ricorreva al vigile di quartiere, che quindi
non garantiva più una presenza continuativa e non riusciva a diventare “riconoscibile”. L’altra ragione è che essi dipendevano dal comando centrale, in piazza Beccaria. È chiaro che se un anziano
denunciava una situazione anomala in un
giardino del quartiere, che ne so... mettiamo schiamazzi o cani aggressivi di grossa
taglia, la segnalazione andava in piazza
Beccaria, si doveva istituire una pratica,
comunicare all’ufficio competente del
Comune... Ci si può ben immaginare che
potevano passare anche sei mesi prima
che qualcuno facesse qualcosa, e quell’anziano che aveva fatto la denuncia la volta
successiva si sarebbe fatto gli affari suoi
invece di perdere tempo. Nella destra invece si è fatta strada l’idea di dotare i vigili
di armi e manganelli, di farli diventare un
altro corpo di polizia. Questo secondo me è
un errore: abbiamo già ben due corpi di
polizia con funzioni repressive, non occorre un terzo.
Quindi qual’è la posizione del centro sinistra su questi temi?
L’Unione ha emesso un documento, i
Dieci Pilastri della Sicurezza, nel quale
cerchiamo di non fare del “benaltrismo”
(l’atteggiamento di chi invece che affrontare i problemi che si presentano di volta
in volta sostiene che “ben altri sono i problemi...” , n.d.r.), ma di entrare nel merito. Per esempio, se abbiamo un quartiere
di case popolari in cui non si fa la manutenzione, in cui le cantine sono in uno
stato di abbandono, il suo mancato risanamento è causa diretta di criminalità.
Tollerare un quartiere popolare con il
15% di abusivi che occupano gli appartamenti è sbagliato. Senz’altro la metà di
loro saranno solo persone in condizioni di
disperazione, ma ce ne sarà un’altra
metà di delinquenti. Se il Comune non si
preoccupa di risanare i quartieri che sono sotto la sua responsabilità, a che titolo
si permette di dare lezioni di correttezza
agli altri? Lo stesso con gli stranieri.
Ricordo che nel programma di Moratti
c’era l’impegno a costituire la “Consulta
per gli Stranieri”. Era una cosa impor-
tante su cui eravamo d'accordo e che stiamo rilanciando. Perché importante?
Perché ci vuole un luogo nel quale ci si
incontri con i rappresentanti delle diverse comunità e si possa discutere di diritti,
doveri, regole e modelli di comportamento. Ricordo l'esempio di Torino. A Torino
avevano il problema dei Peruviani ed
Ecuadoriani che nei fine settimana andavano nei parchi a banchettare, accendere la griglia e cucinare. Loro sono stupefatti che noi non lo si faccia e non ci vedono nulla di male. Invece i Torinesi si lamentavano per la sporcizia abbandonata
ed i comportamenti poco ortodossi soprattutto quando le birre diventavano
numerose. Il modello di mediazione sperimentato è stato invece un successo: si
sono permessi i pic-nic solo in alcune
aree, proibendo la vendita di alcolici e obbligando i partecipanti a fare pulizia.
Alla fine sono tutti contenti: gli stranieri
che possono continuare con le loro attività e i cittadini che hanno il fenomeno
sotto controllo. La nostra Amministrazione invece sbaglia se pensa che si possa
risolvere tutto con la repressione o con lo
spostare i problemi da un’altra parte.
Non che non ci voglia la repressione, e
qui sta forse l’equivoco. Noi siamo sempre stati accusati di essere i difensori degli stranieri, ma invece non è vero: per
noi la delinquenza va combattuta e punita, sia degli italiani che degli stranieri.
Ma c’è un’altra serie di problemi che riguardano la convivenza e la diversità
delle culture, che non hanno a che fare
con la delinquenza e che richiedono invece un grande sforzo di mediazione e di
confronto e che invece non c’è. Dal punto
di vista degli stranieri, poi, l'unico volto
che vedono delle istituzioni è quello della
repressione, che a guardar bene è una
delle cause che li spinge nelle braccia delle mafie delle loro comunità. Se le istituzioni non sanno essere ferme, ma anche
amichevoli, visto che la gente deve sopravvivere, si trova altri riferimenti,
spesso anche fuori della legalità. Basta
guardare la storia dell’emigrazione italiana dei primi del Novecento: laddove
non ci sono state politiche di integrazione, dove hanno incontrato ostilità e ghettizzazione, alla fine i nostri emigranti si
sono organizzati tra di loro. E non è stata
una bella organizzazione...
Parliamo dunque della grande criminalità organizzata a Milano.
L’ultima iniziativa che abbiamo assunto
è stata proprio quella di chiedere una
commissione d’inchiesta sull’infiltrazione
della grande criminalità organizzata a
Milano. Ci sono state varie inchieste soprattutto di “Repubblica” e dell’ “Espresso” che hanno puntato il dito su certe operazioni immobiliari in tutto il Nord, ma in
particolare a Milano, in odore di camorra
e n’drangheta. Ci sono stati diversi episodi all’Ortomercato e in altri mercati all’ingrosso, compresi i grossisti cinesi. Senza
contare poi le grandi organizzazioni criminali che si nascondono dietro a fenomeni come la prostituzione di strada e l'accattonaggio. Sono queste le manifestazioni di criminalità che prima di tutto dobbiamo stroncare. È solo debellando queste
organizzazioni che poi diventa più facile
anche eliminare o ridurre la microcriminalità, ma non ci si può illudere che catturando un piccolo spacciatore questi non
venga rimpiazzato immediatamente, se
non si sconfigge l’organizzazione. E qui c’è
se vogliamo un richiamo alle nostre istituzioni, perché guardino un po’ più in
profondità senza fermarsi alla superficie
delle cose. Si tratta di impedire che questi
fenomeni si consolidino, non di fare della
facile demagogia.
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ONA NOVE 4
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Un’Unione più forte
per il Consiglio di Zona
Ulivo e Rifondazione in Zona 9
Mattia Mirko Stanzani
(Capogruppo de L’Ulivo)
Gianfranco Tucci
(per conto del gruppo di Rifondazione Comunista)
l Centro-Sinistra sta governando il
ei mesi di giugno e luglio scorsi, sui periodici di Zona sono
Iguito
Consiglio di Zona 9 da un anno in seN
apparse notizie, in merito all’attività del Consiglio, che riteal risultato elettorale che ha asseniamo opportuno chiarire ai lettori e ai cittadini della Zona 9.
gnato alla coalizione dell'Unione, guidata da Beatrice Uguccioni, la maggioranza dei consiglieri.
Siamo convinti di aver raggiunto rilevanti obiettivi sui quali abbiamo ottenuto il consenso dei cittadini. In primo
luogo abbiamo promosso una serie di
iniziative di confronto sull'area
Garibaldi-Repubblica per migliorare
sensibilmente il progetto che interesserà una parte significativa di residenti
della zona e non solo. Abbiamo recepito
le criticità emerse nelle assemblee con i
cittadini (a tal proposito abbiamo tenuto una riunione di Consiglio fuori dalle
mura di via Guerzoni, all’Isola, e ci siamo presi l’impegno di farlo in ogni quartiere). L’Ulivo, con l'impegno determinante di Luca Simi e del consigliere comunale Marco Granelli, ha inoltre limitato gli impatti negativi del progetto
Affori-FNM, puntando alla riqualificazione della zona di cui sopra, ottenendo
maggiori finanziamenti per Villa Litta.
Il Consiglio di Zona ha aperto un osservatorio permanente nei confronti dei
mutamenti del tessuto socio-sanitario
del territorio che impone un lavoro di riqualificazione della maggiore struttura
sanitaria di Milano, l’azienda ospedaliera di Niguarda.
A partire da Niguarda-Bicocca-Pratocentenaro si sono intessute significative
e proficue nuove relazioni con i soggetti
attivi sul territorio: le università
(Bicocca e Bovisa), le scuole, i teatri, i
sindacati, il mondo della cooperazione,
in primis quella di abitazione, le associazioni e i comitati dei cittadini.
Sul versante della sicurezza, siamo l’unica zona di Milano ad aver costituito
un tavolo permanente, accogliendo le
segnalazioni e le sollecitazioni dei cittadini e facendoci da tramite con le forze
di polizia.
Tutto ciò è stato possibile perche
l’Unione è rimasta tale, nonostante
una opposizione ostile, prevenuta,
ostruzionista in CdZ, nonché con la
giunta Moratti, contraria al decentramento, e nell’assoluto isolamento
da parte delle altre zone governate
dalla Cdl. Per poter proseguire in
questa esperienza e migliorarla, è
necessaria una maggiore condivisione degli obiettivi, con una comune
assunzione di responsabilità. Il
Gruppo Ulivo, convinto di ciò, propone da giugno una verifica di maggioranza a tutte le forze dell'Unione,
che contiamo di realizzare nelle
prossime settimane in un clima sereno e propositivo. A nome di tutto il
Gruppo ribadisco che l’attuale è l'unica maggioranza possibile in cui
siamo disposti ancora a investire, anche se talvolta eccessivi personalismi
e ricerca di visibilità hanno indebolito, a danno della cittadinanza, la forza riformatrice e progressista della
coalizione nell’attuazione del programma.
A fronte di un atteggiamento ondivago, poco chiaro e da risultare
a volte fumoso, con attacchi reiterati ed immotivati nei confronti
del Vicepresidente del CdZ, da parte dell’Ulivo in Zona 9, mi trovo costretto ad intervenire, per fare chiarezza verso i cittadini in
merito alle accuse mosseci, con articoli apparsi sulle pagine dei
giornali di Zona: ABC, Zona Nove e Milanosette. Siamo rimasti
sorpresi e addolorati rispetto a questa scelta fratricida per le dichiarazioni fatte dai Ds e dalla Margherita, in merito alla caduta
del numero legale durante la seduta del 18 e 25 giugno!
Purtroppo dobbiamo rilevare che a volte vi è la tendenza a predicare bene e razzolare male. Quante volte il partito di maggioranza relativa (l’Ulivo) della coalizione ha fatto mancare il numero legale? Noi come Prc crediamo fermamente negli accordi
presi prima del voto che ha determinato l’unica maggioranza
di centro-sinistra sul territorio urbano e vogliamo andare
avanti seguendo le direttive programmatiche. Se qualche forza
politica ha dimenticato il progetto iniziale, o peggio vuole stravolgerlo, ne risponderà politicamente davanti alla cittadinanza. Noi pensiamo che sia necessario creare le condizioni perché
l’Unione riesca a completare il programma senza tentennamenti, ammiccamenti, o altre ipotesi di maggioranze più o meno variabili. Andate (rivolto a l’Ulivo) a chiedere ai cittadini
che ci hanno votato che cosa ne pensano di questi tentativi di
trasformismo politico di piccolo cabotaggio.
Dopo averlo chiesto per quattro volte nel chiuso dell’Ufficio di
presidenza, chiediamo pubblicamente di fronte ai cittadini elettori, una verifica di maggioranza, per cementare ulteriormente la
coalizione (dell’Unione), sgombrando il campo in questo modo da
incomprensioni che possono indebolire l’Unione, avviandola altrimenti in un vicolo cieco, visto che si preferisce guardare “la pagliuzza che c’è nell’occhio del vicino piuttosto che cercare di togliere la trave presente nel proprio occhio”. Come Rifondazione
Comunista non accettiamo attacchi tendenti ad offuscare il nostro Partito raccontando bugie, e sperando che nessuno risponda.
A questo punto, vogliamo chiarire e togliere i dubbi in merito
a quanto divulgato dalla stampa locale di Zona in alcuni bollettini, da dove traspare la disinformazione praticata da
esponenti dei vari partiti locali, che ci costringe a dare una
risposta chiarificatrice.
Per capire le problematiche di questa maggioranza, bisogna partire da prima del 18 giugno ultimo scorso:
1) Da parte dell’Ulivo, più volte è stato chiesto di non presentare
mozioni o interrogazioni, malgrado i due partiti di maggioranza
(Ds e Margherita) della coalizione ne abbiano presentate almeno
tredici, tra interrogazioni e mozioni, a differenza dei partiti minori che si sono limitati a presentare interrogazioni e mozioni, richieste avanzate dai cittadini vedi il problema Vigili, i parcheggi
interrati e via di seguito.
2) Rifondazione Comunista, nel mese di novembre (2006) ha presentato una mozione contro i parcheggi interrati per residenti in
Pianell angolo Via Pollini chiedendo di conseguenza, vista la nutrita presenza di cittadini interessati al problema, l’inversione
dell’ordine del giorno come è consuetudine in questi casi: ciò ha
determinato per i cittadini presenti una spasmodica attesa protrattasi fino all’una di notte, grazie alla mancata attenzione determinata purtroppo da infelici scelte operate da l’Ulivo.
3) Sempre nel mese di novembre, parte della maggioranza converge su una mozione riguardante il progetto Garibaldi–Repubblica, in contrasto con quella presentata dai Comunisti Italiani e
lista Dario Fo. Anche in questo caso l’Ulivo, ha fatto venir meno
l’accordo che prevedeva il voto contrario dei ventitre consiglieri di
maggioranza tranne i consiglieri Capelli e Miozzi, all’insaputa di
tutte le forze politiche della maggioranza, il capogruppo
dell’Ulivo (il Ds Stanzani), per opportunismo politico si è astenuto assieme al suo vice (il margheritino Busacca), guarda caso, determinando così ripercussioni e scontri nella maggioranza.
Signori, litigando, concetto già espresso precedentemente, non si
va da nessuna parte! O vogliamo arrivare al punto di sperimentare nuove maggioranze? Vi ricordo che il mandato elettorale
espresso dagli elettori parla chiaro e chiediamo pertanto, risolutamente, l’applicazione del programma elettorale!
4) Nel dicembre 2006, in Consiglio, abbiamo portato a conoscenza
la problematica inerente la chiusura del comando dei Vigili di via
Passerini, dove si chiedeva di fare un Consiglio di Zona aperto da
tenersi nel quartiere di Niguarda o Pratocentenaro, come previsto dal programma dell’Unione. A fronte di lunghi e per noi inspiegabili silenzi, abbiamo presentato il 5 marzo u.s. una mozione, la quale viene discussa un mese dopo: in quella occasione, il
Prc, con una operazione degna di un colpo di teatro, viene purtroppo accusata, pubblicamente, sia dall’opposizione che
dall’Ulivo (cosa per noi del tutto incomprensibile!), di voler strumentalizzare il problema. Annotiamo per coloro i quali abbiano
la memoria corta che vi erano centinaia di firme contrarie alla
chiusura dello stesso comando. Risultato?: il 2 aprile scorso, al
momento del voto, il consigliere Capelli (PdCI) abbandona l’aula,
determinando la mancanza del numero legale, La stessa mozione
viene riportata in votazione il 16 aprile u.s. e a questo punto viene bocciata coi voti contrari dell’opposizione, grazie all’astensione
divenuta determinante dell’Ulivo. A tutt’oggi il comando di via
Passerini è ancora chiuso e non eroga più servizi alla cittadinanza. Che ‘servizio’ è quello di lasciare sul posto una persona che ha
il solo compito di indirizzare i cittadini in via Livigno per tutte le
pratiche che sono di competenza della Vigilanza Urbana?
5) Anche su quanto è accaduto in Consiglio, a riguardo della
mozione riguardante il PII Affori, presentata l’11 giugno scorso
da un consigliere dell’Ulivo senza che nessuno ne fosse a conoscenza, è opportuno fare ulteriore chiarezza. Una settimana
dopo esattamente il 18 giugno, l’Ulivo ha voluto far ricadere la
responsabilità sui due consiglieri Rifondazione Comunista che
hanno abbandonato l’aula, ma la caduta del numero legale è
stata determinata da un’altra forza politica della maggioranza,
l’Idv (Italia dei valori, lista Di Pietro). Nella seduta successiva,
la stessa mozione viene ripresentata e non può essere votata
data la mancanza del numero legale (assenti Ulivo, Prc, Idv e
Lista Ferrante), e la colpa su chi ricade? Ormai il lettore avrà
capito che siamo diventati noi il bersaglio dei capricci e dei
problemi che agitano il nascente Partito Democratico. Non vorremmo che il clima ostile che è stato creato ad arte nei confronti del Prc - e la disistima nei confronti della figura del
Vicepresidente del CdZ - fossero le prove tecniche per nuove alleanze centriste. Nel caso questa evenienza si rivelasse vera
noi lo denunceremmo subito ai cittadini elettori che trarrebbero le dovute conseguenze.
6) In conclusione ritengo opportuno dire due cose anche su
quanto è apparso nella newsletter dei Ds in merito alla verifica di maggioranza di metà luglio, verifica decisa unilateralmente da Ds e Margherita. Anche qui l’Ulivo addossa la responsabilità a Rifondazione Comunista e al Vicepresidente del
CdZ in quanto la verifica è andata buca. L’ipocrisia e la bassezza politica dell’Ulivo non ha precedenti; comunque è giusto che
i cittadini sappiano come sono andate le cose: 1) i 4 circoli di
Rifondazione Comunista in Zona 9, non hanno avuto un invito
ufficiale come non l’ha avuto il Vicepresidente del CdZ 9 . In
conclusione, faccio notare che tra i partiti assenti a quella verifica, mancavano oltre al Prc, La Rosa nel Pugno, la Lista Dario
Fo e il PdCI (della serie le verifiche si concordano e non si impongono). Signori dell’Ulivo, non è ora di pensare ai cittadini
della zona e al rispetto del programma, a contrastare le politiche della giunta Moratti, invece di buttare le proprie responsabilità addosso ad altri?
Potremmo continuare ancora, ma non è nostra intenzione lavare i panni sporchi altrui, in quanto siamo stati eletti per
governare dando risposte alle esigenze dei cittadini tutti senza che vi siano quelli di serie A e di serie B; ci auguriamo che
in futuro ci sia la possibilità di confrontarci sulla corretta applicazione del programma oltre che alle tematiche che interessano la cittadinanza.
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ONA NOVE 5
AMBIENTE
Intervista a Pierluigi Angiuoni, consigliere provinciale
La Provincia continua a lavorare
contro le esondazioni del Seveso
Realizzati alcuni importanti interventi che hanno migliorato la capacità
di contenimento e smaltimento delle acque: il rifacimento del ponte
sul Lambro (400 mila euro) e la realizzazione di una vasca di laminazione
del torrente Guisa (800 mila euro).
nche se da molti mesi, e non diA
ciamolo a voce troppo alta, il nostro fiume se ne sta buono buono nel
suo alveo, la messa in sicurezza del
Seveso resta una delle priorità per i
nostri quartieri. Per capire se anche
in Provincia la pensano così e aggiornarci sullo stato di avanzamento dei
progetti abbiamo intervistato Pierluigi Angiuoni, consigliere provinciale, che segue la questione Seveso sin
dai tempi in cui ha ricoperto la carica
di Presidente del CdZ 9.
Da più di un anno non si parla
dell’amato/odiato Seveso perché
non ha più creato sconquassi nei
nostri quartieri. Ma la Provincia
in questi mesi ha proseguito i lavori per la messa in sicurezza di
Niguarda?
Anche se dall’ultimo articolo apparso
su “Zona Nove”, dove abbiamo trattato il problema del fiume Seveso, è trascorso un po’ di tempo non vuol dire
che in Provincia ce ne siamo scordati.
Infatti durante questo periodo si sono
avviati alcuni importanti interventi
che hanno migliorato la capacità di
contenimento e smaltimento delle acque: il rifacimento del ponte stradale
sul fiume Lambro meridionale, nei comuni di Pieve Emanuele e Locate
Trivulzio(MI) per un importo euro
400 mila; e la realizzazione di una va-
SANITÀ
Andrea Bina
sca di laminazione del torrente
Guisa, nel comune di Cesate (MI) per
un importo di euro 800 mila.
Il primo lotto di lavori per il
raddoppio dello scolmatore sono terminati da circa un anno.
Ma il secondo lotto, che permetterà di completare l’opera,
a che punto è?
Per quanto riguarda il completamento del raddoppio del canale scolmatore, valutati i tempi eccessivamente
lunghi per la sua realizzazione e gli
ingenti costi dell’opera, la Regione
Lombardia ha emanato un decreto
che individua, tra gli interventi per
l’adeguamento del sistema idraulico
del Csno (Canale scolmatore di nord
ovest ndr), la realizzazione di opere
prioritarie per un importo pari a euro
8.800.000. La Provincia di Milano,
sulla base di questo decreto regionale,
ha pertanto la possibilità, quale Ente
coordinatore e attuatore, sia di collaborare con l’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po ndr) alle fasi progettuali per l’adeguamento del sistema idraulico del Csno per mitigare le
piene del fiume Seveso, sia di espletare le procedure di gara per l’affidamento dei lavori di esecuzione delle
opere. A tal fine è stato stipulato un
Accordo Operativo tra Aipo e Provincia di Milano per fissare le fasi progettuali e successivamente espletare
le procedure di gara.
Quante risorse ha messo in campo la Provincia per risolvere il
problema delle esondazioni?
Le risorse ammontano complessivamente a 10 milioni di euro, già
inseriti nel bilancio previsionale
della Provincia, oltre le spese correnti per la conduzione e gestione
degli impianti idraulici e di monitoraggio.
Al termine di questi lavori l’incubo Seveso sarà solo un brutto ricordo o le mutate condizioni climatiche non ci metteranno completamente al riparo da future
esondazioni?
Per rispondere a quest’ultimo quesito, potrei essere più preciso entro
fine anno perché sono stato informato in questi giorni che la
Provincia ha avviato la gara per
predisporre lo studio di fattibilità
per individuare gli interventi più
idonei e coerenti con gli impegni
programmatici della Giunta Penati. Obiettivo: accrescere la portata
del canale, operazione tanto più
necessaria oggi che sono tendenzialmente aumentate le probabilità
di un clima piovoso.
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Sembrano tanti, ma ne mancano minato e una retribuzione base di cento dei casi. Questa per noi è la
soluzione migliore perché così gaancora almeno settemila per copri- 1.110 euro.
re il fabbisogno degli ospedali della “Chi si laurea dopo aver frequenta- rantiamo una continuità fra gli anni di studio e il futuro
città e migliorare le pelavorativo”.
santi condizioni di laDopo la tratta di Niguarda
Gli studenti che si iscrivoro: all’Ospedale di
vono ai corsi sono semNiguarda, dove già lala
Gronda
anche
a
Quarto
Oggiaro
pre più preparati e movorano 1600 infermieri,
tivati. “Ormai questo
ne occorrono ancora
ia Concilio Vaticano II, Quarto Oggiaro. Altra periferia ma
mestiere ha alti contecirca 200.
stesso trattamento. Pur di andare avanti con la realizzanuti professionali e non
Per questo una serie di
zione della Gronda che l’Europa ha vietato al Comune di
è più, come qualcuno
ospedali organizza corMilano perché ha un impatto ambientale insopportabile, da
forse ancora pensa, un
si di laurea per infernoi ne hanno realizzato un pezzo spacciandolo per la strada
impiego dequalificato”,
mieri. In particolare
che
porta
al
pronto
soccorso
dell’ospedale
di
Niguarda.
Là,
sicontinua Bollini. “SerNiguarda, sede formamilmente, stanno preparando il terreno a un’altra tratta della
vono la laurea e l’iscritiva dell’università staGronda, eliminando circa 200 (duecento) alberi ad alto fusto,
zione all’albo professiotale dal 1939, quest’ancon la scusa che il terreno in cui sono finora cresciuti sarebbe
nale. L’assistenza rino ha iscritto ai nuovi
inquinato dagli anni sessanta quando era una discarica e
chiesta all’infermiere,
corsi 75 aspiranti inferquindi si renderebbe necessaria una sua bonifica.
oltre che relazionale ed
mieri, il massimo conEvidentemente gli alberi non votano: anche in viale Zara, per
educativa, è anche tecsentito dagli standard
festeggiare il cantiere del metrò, per prima cosa ne sono stati
nica. Si lavora in collauniversitari, ne ha altri
abbattuti un bel po’. I cittadini di Quarto Oggiaro hanno proborazione col personale
90 che frequentano il
testato contro lo scempio. E il Comune ha promesso nuovi albesanitario e sociale, bisosecondo e il terzo anno,
ri e un giardinetto per i bambini per il 2009. Chissà che bello
gna saper garantire le
mentre altri 125 hanno
procedure diagnostiche
partecipato e vinto il
giocare accanto alla Gronda nord!
e terapeutiche”.
concorso indetto dall’o-
egli ospedali milanesi lavorano
52 mila addetti parasanitari,
N
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REPORTER DI
ONA
a cura di Bic
● Ticket antiquinamento: sì, no, forse, chissà
ella l’amministrazione Moratti. La sua linea potrebbe essere sintetizzata nella
massima “Poche idee ma confuse”. Infatti già
da oltre un anno non si fa più niente per il
traffico, aspettando la panacea per tutti i mali, il famoso ticket, la “pollution charge” se
proprio “volemo fa’ fine”, che risolverà tutti i
problemi di circolazione della nostra incasinata città. Peccato che anche su questo provvedimento, sul quale per altro ci sarebbe mol-
B
to da dire (se sei ricco puoi inquinare, se sei
povero no, questo è) non ci sia accordo. E perciò tra un sì, un no e un forse, per finire con
un di sicuro ma non si sa quando, la città
continua ad essere lasciata allo sbando. Non
ci è bastato Albertini, che si beccava ogni mese tanti bei soldini in quanto commissario
straordinario per il traffico, e che di straordinario ci ha lasciato solo il casino che regna
nella nostra metropoli.
● Sindaci e traffico: ho il dente avvelenato
cusate l’insistenza, ma sul traffico ho il
S
dente avvelenato. Sarà perché abito sul
viale Fulvio Testi, che è sempre intasato ma
adesso, grazie ai lavori contemporanei di metropolitana e metrotranvia, è ai limiti del delirio. Io penso che un sindaco come la Moratti,
che abita a due passi da Palazzo Marino, di
traffico non ne possa capire nulla. Proporrei
una legge: il sindaco deve abitare in periferia,
in una zona non servita dalla metropolitana,
ogni amministrazione che cambia, cambia anche il quartiere. E deve rigorosamente servirsi dei mezzi pubblici per andare a lavoro la
mattina e per tornare la sera, pena la destitu-
zione. Non sono populista, l’auto blu glie la
concedo da Palazzo Marino per i successivi
spostamenti. Ve la immaginate la Letizia in
via Ornato che saracca perché ha un appuntamento e del 4 non v’è traccia? Il suo successore potrebbe andare al Gratosoglio, seguito
da un sindaco domiciliato a Quarto Oggiaro e
via discorrendo. Sono certo che, anche solo
ascoltando i discorsi sul tram, acquisirebbero
una competenza e una conoscenza della
realtà che adesso nemmeno si sognano. È un
costo l’affitto di un appartamento sempre diverso? Ma che, basta dar via quello che la
Moratti ha affittato a Roma…
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● I bambini che rubano e chiedono l’elemosina
erdonatemi il tema così triste, che non conP
sente i toni leggeri e ironici che di solito caratterizzano la mia rubrica. È tutta l’estate che
sento parlare di bimbi usati dal racket per rubare e chiedere l’elemosina e ascolto affermazioni del tipo: non ci si può fare nulla, non sono penalmente perseguibili e via discorrendo. E ogni
volta mi arrabbio sempre di più per questi atteggiamenti alla Ponzio Pilato delle autorità.
Diciamolo sinceramente, le soluzioni ci sono: i
minori in Italia, se non sono trattati adeguatamente, dovrebbero essere allontanati dalla famiglia e affidati a chi se ne deve occupare. Solo
che tutto questo costa, costa alle casse comunali, in primo luogo. E questa è la vera ragione per
cui il vigile si volta dall’altro lato, si guarda bene
dal verificare le condizioni di vita del bimbo al
semaforo, in metrò, davanti alla Stazione centrale. In Italia i minori sono tutti uguali, ma
qualcuno è più (o meno) minore degli altri.
dal 1954
ACCADDE A MILANO
a cura di Lella Ricordi
● 26 settembre 1887: muore Gaetano Pini
aetano Pini, fondatore del Pio Istituto dei
G
Rachitici (poi riconvertito nell'Istituto
Ortopedico che porta il suo nome), muore a soli
41 anni. Nato a Livorno l’1 aprile 1846, studia
medicina dell’Università di Pisa, nel 1866 interrompe gli studi per arruolarsi nel 2°
Reggimento Granatieri prendendo parte alla
battaglia di Custoza e nel 1867 segue Garibaldi
nell’avventura che si conclude con la sconfitta di
Mentana. Terminata l’esperienza risorgimentale Pini si trasferisce a Napoli dove si laurea in
medicina e chirurgia nel 1868. Nel 1870 l’editore Vallardi gli offre di dirigere l’Enciclopedia
La tradizionale cortesia e un vasto assortimento
di valigeria e pelletteria delle migliori marche
Medica Italiana e Pini si trasferisce a Milano
dove si dedica a realizzare quella che venne definita la sua triplice missione: l’Istituto dei
Rachitici, la Società d’Igiene e la Società per la
cremazione. Nel 1872 il conte Ernesto Ricardi
di Netro istituiva a Torino un piccolo asilo per
bambini rachitici. Pini sensibilizza l’opinione
pubblica milanese su questa grave piaga sociale: l’1 gennaio 1875 nasce l’Istituto dei Rachitici.
Organizzato inizialmente come scuola-asilo, situata in una vecchia casa di via S. Andrea,
l’Istituto si trasformò nel giro di breve tempo in
ospedale per fronteggiare la crescente richiesta.
● 15 settembre 1867: inaugurata la Galleria, il salotto di Milano
e Vittorio Emanuele II inaugura la GalleR
ria, uno dei primi edifici in Europa costruiti
in vetro e ferro. Il “salotto” di Milano ospita
caffè, ristoranti come lo storico "Savini", boutiques di moda e librerie. Costruita sulla pianta
di una croce latina con un centro ottagonale - il
famoso "Ottagono" considerato da ogni milanese come il cuore della città - è dominata da una
cupola centrale che si espande in quattro rami,
uno dei quali si affaccia su piazza Duomo.
● 25 settembre 1967: la strage della banda Cavallero
na banda di rapinatori, guidata da Pietro
U
Cavallero, spara sulla folla a Milano dopo
la rapina al Banco di Napoli, nei pressi della
Fiera. Il bilancio della sparatoria è di 4 morti e
20 feriti. Un componente della banda, Adriano
Rovoletto, ferito dalla polizia, è arrestato, mentre Cavallero e Notarnicola fuggono. Saranno
catturati e condannati all'ergastolo. Sulla vicenda Carlo Lizzani girò "Banditi a Milano", con
Gian Maria Volontè nel ruolo di Cavallero.
● 24 settembre 2002: muore il pittore e scrittore Emilio Tadini
ato a Milano nel 1927, esordisce in letteratura nel 1947 con "La Passione seconN
do Matteo". Nella pittura subisce il fascino
della Pop Art inglese. Di questo periodo è il
"Ciclo della Vita di Voltaire", in cui il surreali-
smo sovrappone oggetti quotidiani svincolandoli da una logica apparente. Altro esempio
del suo tragitto poetico è "L'Occhio della
Pittura", un racconto illustrato in 20 mq di
rappresentazione.
● 18 settembre 2006: tragedia in via Lomellina
na palazzina di tre piani crolla, in via
U
Lomellina, a seguito di un'esplosione probabilmente generata da una fuga di gas. Il bilancio è di 4 morti, tra cui un bimbo di 7 anni, e
numerosi feriti. Le conseguenze dell'incidente
avrebbero potuto essere di più grave portata se
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l'esplosione si fosse verificata mezz'ora prima,
quando gli esercizi commerciali della zona erano ancora aperti. Da un paio d'anni all'interno
della palazzina si avvertiva un deciso odore di
gas. Ma gli inquirenti ipotizzano che il crollo sia
dovuto al suicidio con il gas di un'inquilina.
● 19 settembre 2006: muore l’architetto Vico Magistretti
uno dei padri del design italiano: oltre
È
ai numerosi edifici costruiti a Milano,
infatti , era noto come progettista di famosi oggetti come la lampada Eclisse per la
ditta Artemide (1967) e la sedia Carimate
per Cassina (1960). Nato a Milano il 6 ot-
tobre 1920, nel corso della sua carriera attraversa diverse fasi: dalla formazione razionalista alle tendenze neoliberty, agli
esperimenti condotti sotto l’influsso del
grande architetto Frank Lloyd Wright, fino all’astrattismo.
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ONA NOVE 7
COMMERCIO
Piccola rivoluzione nella distribuzione commerciale in zona
Rilancio del supermercato di via Ornato
In via Arezzo un discount Dico
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I soci prestatori del punto di vendita della Bicocca potranno spostare
i loro libretti alla Coop di via Ornato oppure all’Ipercoop del Centro Sarca,
avendo consentita l’accessibilità alla spesa quotidiana.
n bel negozio, a misura di periferia, a pochi anni dall’apertura
chiude per lasciare il posto ad un
Discount Dico.
Penalizzato dalla concorrenza sempre più aggressiva ed anche dall’apertura del Centro Sarca, dove i soci Coop possono contare su un’offerta più ampia e su servizi più completi, sacrificato da una viabilità
che non consente una comunicazione diretta con la rete viaria principale, come invece era previsto al
momento della progettazione, il negozio di via Arezzo non ha mai raggiunto la redditività prevista.
Ora si pensa a un rilancio con una
nuova formula, quella del Discount,
U
Valeria Malvicini
un discount però che unisca ad prezzo accattivante anche la qualità che
le Cooperative di Consumo garantiscono: Dico infatti è il Discount del
Movimento Cooperativo.
Questa soluzione si propone il rilancio della struttura, che rimane una
bella struttura di vendita, con un
ampio parcheggio, mantenendo anche un presidio alimentare per la
popolazione del quartiere e soprattutto per le persone più anziane che
hanno difficoltà a raggiungere il
Centro Sarca, consentendo loro l’accessibilità della spesa quotidiana.
Rimane il problema della gestione
s.r.l.
L’esperienza nel settore dal 1964
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del prestito sociale. I soci prestatori
potranno spostare il loro libretto alla Coop di via Ornato (che ricordiamo sarà oggetto di una importante
ristrutturazione), oppure al Centro
Sarca, ma si sta studiando anche la
possibilità di mantenere il servizio
in negozio un paio di volte a settimana, per agevolare nei prelievi e
nei versamenti i soci con minori
possibilità di spostamento.
Il giorno 6 settembre, presso il
Teatro parrocchiale di Piazza S.
Giuseppe, i dirigenti di Coop
Lombardia hanno incontrato i soci
prestatori della Coop di via Arezzo
al fine di illustrare loro la nuova situazione.
Ti invita a metterti in forma con le sue fantastiche iniziative!
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Nelle foto di questa pagina alcuni dei moderni ambienti previsti dal progetto del nuovo supermercato di via Ornato.
Perché cambia la rete di vendita Coop in zona?
Intervista esclusiva a Maurizio Cavazzan
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oop Lombardia riorganizza la rete di vendita
nella nostra zona. Per capire meglio cosa camC
bia per i clienti e per i soci abbiamo intervistato
Maurizio Cavazzan, responsabile Affari Generali di
Coop Lombardia nonché niguardese doc.
A settembre due novità: la ristrutturazione
del punto vendita di via Ornato e la chiusura
di quello di via Arezzo. Partiamo dalla prima
notizia. In che cosa consiste la ristrutturazione del supermercato di via Ornato?
La Coop di Via Ornato è un supermercato storico
per Coop Lombardia e per la nostra zona. La prossima ristrutturazione darà a Niguarda una struttura
completamente rinnovata nello stile e nella proposta di vendita. La novità principale sarà il maggiore
spazio dedicato ai prodotti freschi e all’ortofrutta –
ciò che ci viene chiesto oggi dai consumatori - oltre
al rinnovo delle attrezzature interne. Credo che le
innovazioni, unitamente alla consueta convenienza,
troveranno l’apprezzamento sia dei nostri clienti
tradizionali sia dei nuovi abitanti del quartiere. I
lavori termineranno entro dicembre e non ci saranno interruzioni di attività.
Malumore invece per la chiusura del supermercato di via Arezzo. Come state gestendo
questo evento e cosa troveranno al suo posto i
vostri clienti/soci/prestatori?
ONA NOVE 8
Il supermercato di Via Arezzo cambia insegna e diventerà un “Dico”, catena di discount del Movimento Cooperativo e terzo operatore italiano del settore.
Questa scelta è dettata dalla volontà di razionalizzare la presenza di Coop in questa parte di Milano.
Alla Bicocca sarà comunque garantita la presenza
di un punto vendita alimentare. I nostri soci prestatori, che sono già stati informati personalmente alla
fine di luglio e all’assemblea del 6 settembre, avranno la possibilità di spostare il proprio libretto di deposito presso un altro punto vendita Coop o
Ipercoop.
Cosa non ha funzionato in via Arezzo?
Possiamo tranquillizzare i soci che Coop Lombardia non ha nessuna intenzione di abbandonare la nostra zona?
Credo che basti dare un’occhiata all’Ipercoop
Centro Sarca o visitare prossimamente la nuova
Coop di Via Ornato per toccare con mano il grande
investimento di Coop Lombardia su questa zona. Il
punto vendita di Via Arezzo è un negozio cresciuto
con il quartiere ma oggi, sia per le trasformazioni
anagrafiche degli abitanti sia per l’arrivo di nuova
concorrenza, è purtroppo sovradimensionato rispetto al proprio bacino d’utenza. Questa operazione risponde al principio di una gestione aziendale rigorosa, che è la principale garanzia per i nostri soci
prestatori.
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ONA NOVE
VITA E CULTURA
Il proverbio del mese secondo Giovanni Beduschi:
A settember l’è mej sudà che tremà
(a settembre è meglio sudare che tremare)
GLI APPUNTAMENTI DEL MESE
a cura di Grazia Morelli
Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente.
● SABATO 15 SETTEMBRE
Triennale Bovisa
Via Lambruschini 31
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Che Guevara Rivoluzionario e
Icona. The Legacy of Korda’s
Portrait (h 11-24, chiuso il lunedi).
Fino al 16/9.
Alle 17,30, presentazione attività.
Seguirà aperitivo.
● DOMENICA 16 SETTEMBRE
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Alle 20.30, Serata Boogie del Club
Honky Tonk.
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Alle 15, nell’ambito del MiTo film
Ludwig di L. Visconti; alle 21, musiche di Wagner e Brukner con la
Bayerisches Staatsorchester.
Alle 20.30, conferenza sull’alimentazione con M. Halsey: I segnali del
corpo, fai la tua diagnosi.
● MARTEDÌ 18 SETTEMBRE
Blue Note
Via Borsieri 37
Tel. 899700022
Alle 22, nell’ambito del MiTo
Concerto Jazz con McCoy Tyner.
● MERCOLEDÌ 19 SETTEMBRE
Alle 20, lezione di presentazione di
Danza mediorientale.
Funakoshi club
Piazzale Nizza 5
Tel 026887171
● GIOVEDÌ 20 SETTEMBRE
Teatro degli
Arcimboldi
Via dell’Innovazione 1
Alle 21, nell’ambito del MiTo
Concerto di R. Cacciapaglia e F.
Battiato con l’Orchestra da camera
Milano Classica.
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Tel 026887171
Alle 18-19, lezione di presentazione
di Tai Chi.
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Viale Monza 255/A
Alle 21, incontro coi dottori A.
Canino, M. Gambacorta dell’Ospedale di Niguarda su Hpv (papilloma virus umano), donna e
vaccinazione.
Alle 21, Serata danzante.
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● VENERDÌ 21 SETTEMBRE
Hangar Bicocca
Via Chiese
Biblioteca Affori
Viale Affori 17
Tel. 0288462522
Concorso di lettura Superelle per
bambini da 6 a 10 anni. Le iscrizioni
si ricevono fino al 31/12.
● DOMENICA 23 SETTEMBRE
Teatro Ventaglio
Smeraldo
Piazza XXV aprile 10
Tel. 0229006767
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Via Moncalieri 5
Alle 17 e alle 21, nell’ambito del MiTo
Teatro Ventaglio Smeraldo, S. Bollani
& I Visionari in concerto.
Alle 20.30, Serata Boogie del Club
Honky Tonk.
● LUNEDÌ 24 SETTEMBRE
● LUNEDÌ 17 SETTEMBRE
Teatro degli
Arcimboldi
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Cascina Anna
Via S.Arnaldo 17
Tel. 0288465800
Teatro degli
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Tel 026887171
Registrazione dello spettacolo Zelig
Circus. Anche il 25/9, l’1 e 2/10.
Alle 20, lezione di presentazione di Qi
Gong. Alle 20.30, conferenza con il
medico ayurvedico prof. Arya.
● MARTEDÌ 25 SETTEMBRE
Funakoshi club
Piazzale Nizza 5
Tel 026887171
CdZ 9
Tel. 0288458783
Alle 20, lezione di presentazione di
Kundalini Yoga.
Visita al Museo della Scienza e della
Tecnologia per over 65. Anche il 2 e
9/10.
● MERCOLEDÌ 26 SETTEMBRE
Parrocchia S. Angela Alle 21, incontro coi dottori A.
Canino, M. Gambacorta dell’OspeMerici
dale di Niguarda su Hpv (papilloma
Via Cagliero 26
virus umano), donna e vaccinazione.
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Alle 21, spettacolo teatrale dell’AsVia Moncalieri 5
sociazione culturale Italia-Nicaragua
Il cammino alla laguna secca.
Alle 12, inaugurazione della mostra
Le vie dei marmi, a cura del Liceo
Artistico Statale di Brera. Visite guidate dalle 9 alle 16. Fino al 29/9.
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Ufficio del Mobility Manager dell’Università degli stuL’
di di Milano Bicocca, in collaborazione con il Parco
Nord Milano e Ciclofficine di Niguarda, organizza anche
questo settembre, per il quarto anno, la settimana dedicata alla bici ed alla mobilità sostenibile. Come per
le precedenti edizioni, l’evento è inserito all’interno della
programmazione della manifestazione Lombardiainbici
2007 che vede impegnati molti Comuni della regione e che
va dal 15 al 23 settembre. Il primo appuntamento è dunque fissato per il 15 settembre alle ore 15 presso la
Cascina Centro Parco, dove si inizierà con un corso gratuito sulla riparazione delle biciclette tenuto
dall’Associazione +bc e, poi, tutti in sella per la “Biciclettata d’autunno” tra i viali del Parco con sosta finale al velodromo per assistere ad esibizioni e gare mozzafiato sulle
due ruote. La data successiva da tenere a mente è quella
del 19 settembre dove all’Università di Milano Bicocca
(Aula Pagani U7) alle ore 14 si terrà il seminario
“Mobilità, disabilità e utenza debole della strada”
dove l’Ufficio Mobility Manager e l’Associazione
Paraplegici Lombardia, intendono dare risalto alle problematiche che le persone con difficoltà motorie sono costrette ad affrontare per le strade della nostra città dove il traffico veicolare la fa da padrone e i trasporti pubblici non offrono accessi adeguati alle loro necessità.
Sempre all’Università Milano Bicocca in Piazza Ateneo
dalle ore 8 del 20 settembre verrà offerta la colazione per i
ciclisti con banchetti informativi su ambiente, associazioni
e ciclistica, con una nuova opportunità di seguire il corso
di Ciclofficina dell’Associazione +bc che vi aspetta anche
il 23 settembre alle 15 presso la loro sede in Via Graziano
Operatore.
Per concludere vi proponiamo anche la mostra fotografica di Pierluigi D’Ambrosio dal titolo “Biciclette
metropolitane: Delhi, Shangai, New York” che sarà
esposta dal 9 al 16 settembre alla Cascina Centro Parco,
dal 17 al 22 all’Università Milano Bicocca U7 3° piano e il
23 presso la Ciclofficine Nord Niguarda.
● GIOVEDÌ 27 SETTEMBRE
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Alle 21, Serata danzante.
Alle 22, nell’ambito del MiTo, Concerto di Caetano Veloso.
● VENERDÌ 28 SETTEMBRE
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Via Moncalieri 5
Alle 21, Serata danzante.
● SABATO 29 SETTEMBRE
Alle 23, nell’ambito del MiTo,
Armoniche visive.
La mobilità sostenibile
in bicicletta
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Tel 026887171
Seminario Psicologia in Ayurveda.
Anche il 30/9.
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Alle 21.20, Concerto rock.
● SABATO 22 SETTEMBRE
● DOMENICA 30 SETTEMBRE
Alle 21, nell’ambito del MiTo
Teatro degli
Concerto di V. Capossela, M.
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Via dell’Innovazione 1 Brunello, P. Pandolfo, C. Urbanetz, S.
Alvares.
Alle 21, nell’ambito del MiTo,
Villa Clerici
Concerto delle MiTo Jazz Band e
Via Terruggia 14
Civica Banda Jazz.
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La scuola di chitarra
di Alex Schiavi
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romossa dal concertista maestro Alex Schiavi, nasce
P
in piazza San Giuseppe 12 (presso la onlus Fabbrica
dell’Esperienza - telefono 02.642.55.99) la scuola di musica per insegnare a suonare la chitarra. I corsi, che si terranno tutti i lunedì, saranno dedicati alla Chitarra acustica, alla Chitarra elettrica ed agli effetti musicali applicati
alla chitarra stessa. Il corso di chitarra (lezioni pratiche ed
anche teoria musicale) è finalizzato a far apprendere a
tutti a suonare questo meraviglioso strumento. Vengono
insegnati: giri armonici e stili musicali vari (rock, blues,
folk). C’è anche un corso particolare per chi vuole imparare a suonare la chitarra elettrica. Gli strumenti a disposizione degli allievi si trovano in sede. I corsi sono aperti a
tutti: bambini dai sette anni, giovani ed adulti. Il maestro
Alex Schiavi sta inoltre promovendo corsi musicali anche
in altre strutture e sodalizi cittadini. Le iscrizioni si raccolgono tutte le sere, direttamente in piazza San Giuseppe,
dalle ore 18 alle ore 19 (sabato ecluso).
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INIZIATIVE CULTURALI
a cura di Valeria Casarotti - Teresa Garofalo
Tutti invitati a salvare la luna
A Villa Ghirlanda di Cinisello il 23 settembre la festa finale
dell’opera d’arte pubblica di Jochen Gerz.
sono recati per farsi fare un ritratto
presso i set fotografici allestiti nel
Museo di Fotografia Contemporanea
di Villa Ghirlanda a Cinisello e in
molti altri angoli della città di
Milano. Le stesse persone sono state
poi viste vagare una sera, per un’ora,
da soli o a gruppi, ognuna con il proprio maxi-ritratto montato su una
lunga asta, attraverso le vie e le piazze di Cinisello Balsamo illuminate
dalla luna, in una curiosa manifestazione che si è protratta dal 12 maggio
al 3 giugno scorso. I protagonisti di
questa originale manifestazione sono
uomini e donne diversi per età, cultura, livello economico e sociale, colore
della pelle, di Cinisello ma anche di
altre città dell’hinterland milanese
che hanno voluto aderire all’ opera
d’arte collettiva creata da Jochen
Gerz, uno degli artisti più importanti
a livello internazionale nell’ambito
della public art. Il progetto ha un titolo suggestivo, “Salviamo la luna”, e
la sua originalità consiste nella partecipazione dei cittadini, fruitori ma
nello stesso tempo anche autori dell’evento. “È tempo di sanare la frattura
che esiste fra artista e spettatore, tra
chi esibisce le sue opere e chi si trova
ristretto nel ruolo passivo dello spettatore. Ricordatelo - afferma Jochen
Gerz - artisti siete tutti voi”. È nata
così, sulla base di tali premesse,
“Salviamo la luna”, la coraggiosa e articolata operazione artistica della durata di due anni che l’artista tedesco
in collaborazione con la Provincia di
Milano e il Museo di Fotografia Contemporanea di Villa Ghirlanda ha
ideato appositamente per la città di
Cinisello. Perché proprio Cinisello?
Tantissimi anni fa - narra una leggenda - la luna distratta cadde sulla
terra e allora gli abitanti di Cinisello,
improvvisandosi “pescaluna”, accorsero in massa con ami e lenze nel tentativo di salvare l’astro che stava per
annegare nell’acqua della pozzanghe(disegno di Gero Urso)
en 2.734 persone, uomini e donne,
B
giovani e meno giovani, dal mese
di settembre 2006 al marzo 2007 si
ra in cui era precipitato. È stato forse
il fascino di questa leggenda a spingere Jochen Gerz ad offrire proprio ai
discendenti degli antichi “pescaluna”
la possibilità di “salvare” ancora una
volta l’astro misterioso che da sempre
affascina l’uomo? Non possiamo dirlo
con certezza. Certo è invece che gli
abitanti di Cinisello - come afferma il
sindaco della città Aniello Zaninello hanno accolto con entusiasmo l’invito
rendendosi così protagonisti di un’im-
portante opera d’arte collettiva a conferma della grande tradizione di partecipazione e impegno sociale che ha
caratterizzato la storia della città nel
tempo. Dal 23 giugno “Salviamo la luna” è una mostra che raccoglie le fotografie realizzate e la documentazione
di due anni di lavoro nella città. Ad
accogliere i 2.734 ritratti sono gli spazi del Museo di Fotografia e le bellissime sale al piano terreno, al primo
piano, lo scalone e i loggiati della seicentesca Villa Ghirlanda: una maxigalleria di ritratti di persone dallo
sguardo sorridente, severo, pensoso,
schivo o timido. Domenica 23 settembre a Villa Ghirlanda ci sarà una
grande festa pubblica durante la quale i ritratti saranno affidati a coloro
che hanno partecipato al progetto per
essere portati nelle case ed esposti.
Nessuno riceverà il proprio ritratto
ma quello di un’altra persona e questo creerà una rete di relazioni virtuali tra i protagonisti. Si costituirà
così un “museo diffuso”, una collezione permanente del Museo, custodita
nelle case dei cittadini che conserveranno ciascuno un tassello di un’opera più grande. Un progetto innovativo
che ha aperto il Museo al territorio
dando a molti la possibilità di vivere
l’arte da protagonisti, condividere
un’esperienza, sentirsi più vicini alla
città. “Salviamo la luna” ha aiutato
soprattutto a portare alla luce ciò che
di poetico, di infantile e forse di irrazionale c’è in ognuno di noi, desideri,
sogni, segreti che spesso sentiamo di
poter confidare solo alla silente luna.
Per informazioni: tel. 02.6605661 www.salviamolaluna.it
Sabato 6 ottobre alle ore 15 presso
l’Università degli Studi della Bicocca
Edificio U6 - aula 4, in piazza dell’Ateneo Nuovo/ingresso da via Pirelli 22
37a edizione del
Premio internazionale di poesia su tema “Streghetta”
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ONA NOVE 13
INIZIATIVE CULTURALI
a cura di Valeria Casarotti - Teresa Garofalo
“Il Vestiario Incantato”: passione, arte ed eleganza
Una mostra dei “nostri” Anna Maria Indino e Gero Urso alla Sala delle cerimonie del Ricetto di Candelo.
na mostra singolare e originalissima
U
quella esposta dal 24 giugno all’8 luglio nei locali della prestigiosa Sala
Cerimonie del Ricetto di Candelo, uno dei
borghi medievali più suggestivi d’Italia situato in provincia di Biella. Una mostra
preziosa per la magia dell’antico palazzo
che l’ha accolta tra le sue storiche pareti di
pietra, per l’eleganza e la magnificenza degli abiti indossati da manichini, per il fascino e la sensualità dei ritratti che riflettono, come in un gioco di specchi, un profilo
enigmatico e affascinante di donna. Ogni
abito è identico a quello dipinto nel quadro
che gli è posto accanto.
E questa è la novità che meraviglia e incuriosisce il visitatore. La “stella” di questo eccentrico e fantasioso evento,”Il Vestiario
Incantato” è Anna, musa e compagna di vita del pittore Gero Urso, direttrice dell’Associazione culturale Art Action di
Bresso e collaboratrice del nostro giornale.
Di lei questa mostra svela la bellezza, il gusto, la personalità.
Quadri di un grande artista e abiti di alta moda: come nasce questo connubio, Anna?
Gli abiti sono quelli da me indossati alle inaugurazioni delle tante mostre tenute da Gero in Italia e in vari paesi europei dagli anni ‘80 ad oggi. Un abito per ogni vernissage.
La particolarità è che all’inaugurazione di ogni mostra, lontano dagli altri quadri, su un cavalletto c’era un ritratto
che mi rappresentava vestita proprio con l’abito creato per
quella sera.
Era un rito scaramantico, un gioco portafortuna?
In realtà l’idea è nata quasi per caso. Nei primi anni ’80
eravamo a Malta, ospiti del governo per il quale Gero doveva realizzare un murale. Sono stati giorni intensi, fra serate di gala e concerti a cui abbiamo partecipato insieme a
eminenti personalità del mondo culturale, ma anche religioso e politico dell’isola, come monsignor Charles Vella, il
presidente Censu Tabone, il primo ministro Eddie Feneck
Adami, il ministro dell’ambiente Louis Galea e quello della
ne, paillettes. Poi, insieme alla sarta, studiavo il modello
ispirandomi ai grandi stilisti come Valentino, Chanel,
Ungaro, Pierre Cardin, Givenchy e altri. Del disegno e della foggia dei cappelli, invece, si è sempre occupato esclusivamente Gero che, come me, ha una vera passione per
questo capo d’abbigliamento. Sono abiti esclusivi, molto
importanti, che ho indossato una sola volta. L’abito doveva
essere pronto almeno un mese prima del vernissage in
modo che Gero avesse la possibilità di trarre ispirazione
per il ritratto vedendomelo indosso. Solo in alcuni casi l’abito e anche l’ambientazione del quadro si ispiravano al
tema della mostra. Ciò è avvenuto ad esempio per “Gero
Urso for Africa”, “Arabian night”, “La rosa del deserto”,
“L’ammiraglia”, ma in genere preferivamo sentirci liberi,
senza vincoli che frenassero la nostra creatività e il nostro
estro inventivo.
Tra tutti questi splendidi abiti ce n’è qualcuno a cui
sei particolarmente legata?
Dietro ogni abito ci sono tanti ricordi perciò li amo tutti ma
cultura Richard Muscat. In quei giorni Tonio Ganado, nostro grande amico, personaggio di rilievo nella società maltese e appassionato collezionista, inaugurava una galleria
d’arte. Cosa portargli in dono? In pochi giorni Gero mi ha
dipinto in un ritratto, vestita con l’abito che avrei indossato
alla festa. Il quadro, impacchettato e infiocchettato, la sera
dell’inaugurazione è stato consegnato al nostro ospite che,
entusiasta, gli ha subito assegnato un posto d’onore. Il dipinto, infatti, è stato posto su un cavalletto, in bella evidenza. Tra gli invitati ricordo una signora alla quale sono stata
presentata, che insisteva nell’affermare di avermi già incontrato prima, ma dove? Solo più tardi, stupita, ha collegato la mia persona alla modella del quadro. Da quel giorno l’idea di esporre ad ogni nuova mostra di Gero un quadro che mi ritraesse vestita con lo stesso abito che avrei indossato al vernissage è divenuta nel tempo una consuetudine, un gioco divertente per me e Gero.
Sono abiti davvero bellissimi, come splendidi sono i
cappelli e gli accessori.
Mi è sempre piaciuto dare un tocco personale al mio abbigliamento, scegliere stoffa e modelli. Per le occasioni importanti si trattava di stoffe pregiate, seta, organza, crepe de
chine, chiffon, che impreziosivo con ricami di strass, perli-
ad alcuni sono particolarmente legata, come ad esempio a
quello che indosso ne “La signora dei pony”, un elegante
abito nero in georgette di seta ricamata con stelline d’argento su una parte del corpetto, su una delle maniche e
una splendida spilla gioiello sul cappello. Amo molto anche
l’abito de “La dama col certosino”, un modello Valentino nero completato da un giacchettino sontuosamente decorato
in oro. Ricordi tenerissimi evoca in me il prezioso abito
creato per “Olomouc”. È anch’esso un modello Valentino nero, splendente di pailleittes e perline d’oro con un delizioso
cappello laminato e operato, ornato da una delicata piuma
di pavone di un azzurro-viola evanescente. L’ho indossato
alla mostra presentata da Gero nel 1998 ad Olomouc, nella
Repubblica Ceca, una mostra che si inseriva nell’ambito
delle manifestazioni promosse dalla città per la “settimana
della cultura italiana”. Ospiti del governo abbiamo avuto la
possibilità, con l’ausilio di guide messe a nostra disposizione, di ammirare le bellezze artistiche e naturali dei luoghi.
La sera dell’inaugurazione ci sentivamo particolarmente
felici ed euforici e, poiché il giorno successivo sarebbe ricorso l’anniversario del nostro matrimonio, invitammo i presenti a unirsi a noi la sera seguente per un brindisi in un
locale. Arrivarono in tanti a festeggiarci. Ricevemmo regali,
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dolci, uno particolarmente romantico a forma di cuore, tanti bellissimi fiori ma soprattutto tanto calore e affetto. Donammo
i fiori a una chiesa dove il sacerdote li accolse con entusiasmo. “È il buon Dio che vi
manda. Oggi celebro due matrimoni e in
chiesa non c’era neanche un fiore!”
Certo per la tua mostra così ricca di
storia, la Sala del Ricetto è stato proprio lo scenario ideale…
Ne sono convinta anch’io e non è stato
semplice trovarlo perché a mio parere “Il
Vestiario Incantato” esigeva una cornice
molto speciale. La mostra racchiude tanti
ricordi, tanti frammenti di vita perciò volevo uno spazio accogliente, vivo e carico di
storia. Quando lo scorso anno ho scoperto
il Ricetto medievale di Candelo e, in particolare, la sua splendida Sala delle Cerimonie, ho pensato subito che la mia ricerca fosse terminata. Così, anche grazie alla
disponibilità del sindaco di Candelo, dottoressa Mariella Biollino che ha creduto nel progetto e lo ha
fortemente appoggiato, sono finalmente riuscita a realizzare questo sogno che cullavo da molto tempo. È stato necessario un anno di impegno perché dietro a qualsiasi mostra c’è un lavoro lungo che non appare, ma in questo mi
ha aiutato la lunga esperienza acquisita nel campo lavorativo. Come responsabile delle pubbliche relazioni di
Milano Centrale per le Ferrovie dello Stato, infatti, per
anni ho pianificato e programmato eventi culturali, concerti, mostre d’arte, concorsi, collaborando con personaggi
autorevoli della cultura milanese, quali ad esempio l’assessore alla cultura del Comune Philippe Daverio e i fotografi Gianni Berengo Gardin e Maria Mulas. Anche di
tutte le mostre di Gero la parte organizzativa spettava e
spetta ancora a me.
La realizzazione di questa mostra “tutta tua”, però,
deve essere stata per te particolarmente gratificante.
Sì, anche perché, come dicevo, è un sogno che da anni tenevo riposto nel cassetto. Sistemati i manichini e i quadri e
completato l’allestimento delle due bellissime sale del
Ricetto, mi sono guardata intorno, ho dato un’occhiata generale all’insieme e ho provato una profonda commozione.
È st ato quasi rivedere, come in una sequenza di flashback, tanti momenti salienti della mia vita. Ai miei occhi
quegli abiti non erano solo creazioni raffinate e i quadri
non erano solo dei ritratti di donna. Dietro gli abiti, dietro
quel volto c’ero io, c’era la mia anima che Gero riesce sempre a cogliere e magicamente a trasferire sulla tela. Ogni
quadro e ogni abito finivano con il caricarsi di forti significati simbolici, noti solo a noi due, a me e a Gero: passioni,
aspettative, inquietudini, speranze, gioie, evocazione di
tanti momenti importanti della nostra esistenza e della
nostra vita di coppia, unita anche dall’amore per la bellezza e per l’arte.
Una mostra intrigante e ricca di suggestioni che verrà la
pena di visitare o di rivedere quando, visto il successo di
pubblico e di critica, diventerà itinerante.
In alto, la Sala delle cerimonie con la mostra di Gero Urso;
sopra a sinistra, “L’appuntamento con l’imperatore” (2006)
con abito di Pierre Cardin; sopra a destra, “Olomouc”
(1998) con abito di Valentino.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
In suo ricordo
Una donna
forte e dolce
Debora Migliucci*
Franco Mirabelli
(Segretario provinciale Ds)
difficile condensare in poche righe la vita di colei che è
È
stata la "Compagna Re" per i militanti del Pci e della
Cgil, la "Zia Pina" per i nipoti, "L'onorevole Re" per i cittadini italiani che rappresentava in Parlamento e anche semplicemente "Lapinarè", come veniva affettuosamente chiamata dagli amici.
La storia di Giuseppina Re si intreccia con quella di Milano, e
della nostra zona in particolare, le cui vie fanno da sfondo alla
sua esistenza: la drogheria di piazzale Lagosta, per lei luogo di
lavoro durante la guerra e teatro della lotta contro il nazifascismo, la sezione "Bietolini" in una delle villette di viale Stelvio,
trampolino di lancio della sua carriera politica; le fabbriche
della Biccoca e i comizi in via Asturie, mete preferite per le
campagne elettorali; il “Centro Donna Bicocca” e il Parco Nord,
che furono sue creazioni.
Ma “Lapinare” è molto di più, è un pezzo della storia nazionale, è un simbolo dell'emancipazione femminile, fu una delle
prime donne elette al Parlamento italiano.
Era "quella delle cause perse", come l'aveva apostrofata un
giorno il ministro della giustizia Oronzo Reale, per quel suo
modo di condurre intensamente, pienamente, senza risparmiarsi neppure un po', le battaglie in cui credeva. Per la verità
in maggioranza furono cause vinte: la legge sul divieto di licenziamento per matrimonio, che pose fine ad una vergognosa discriminazione ai danni delle lavoratrici; il processo di riforma
del diritto di famiglia, che modificò per sempre i rapporti tra i
coniugi, cancellando, almeno nelle leggi, la famiglia patriarcale; l'istituzione degli asili nido; la lotta per l'equo canone e la
creazione del sindacato degli inquilini; la nascita su un cumulo
di macerie di un parco, il Parco Nord, dove genitori e nonni potevano portare i bambini sottraendoli al cemento e all'asfalto
che già ossessionava Milano.
Per tracciare un profilo di Pina Re, bisogna affidarsi, poi, ai
racconti di coloro che la conobbero, ai giudizi che trapelano dalle carte della Federazione Milanese del Pci e della Cgil, e soprattutto al suo modo di rappresentarsi, dove il “noi” prendeva
il sopravvento sul pronome “io”. Ne emerge la figura di una
donna priva di presunzione, e perciò esente da pericoli di autocelebrazione, ma determinata, ferma e dotata di grande forza
e tenacia.
Per Giuseppina Re la politica non era soltanto saper fare un
bel discorso, pur essendone capace, ma cercare, avvertire i bisogni del momento e trovare delle risposte. Tratto caratteristico del suo agire era la concretezza con cui affrontava i problemi, e il modo spontaneo con il quale cercava le soluzioni. Il continuo tentativo di coinvolgere la società civile nelle battaglie. I
legami con il territorio milanese e con le persone percorrono
interamente la sua attività pubblica e servono a spiegare il
perchè di quel “noi”, che sempre utilizzava nel raccontarsi.
Proprio in questo agire condiviso risiedeva per Pina Re la forza della politica, era la condizione essenziale perchè "se questo
[coinvolgimento] non accade" - ripeteva - "sono guai e nella società passano tutte le idee più balzane ed egoistiche". La stessa capacità di coinvolgere la gente in un legame di fiducia le
aveva consentito di essere eletta nel 1948 e successivamente
per tre legislature consecutive, unica donna del collegio Milano
Pavia ad essere per vent’anni candidata ininterrottamente.
Nello stesso modo così delicato e senza clamore, che ha caratterizzato la tua esistenza, te ne sei andata, Pina, alla vigilia di
Ferragosto in una Milano deserta, con i tanti che ti avevano
conosciuta e ti avrebbero volentieri ricordata, lontani per le ferie estive. E a me, che ti ho conosciuta solo attraverso quegli
appunti e quei documenti che con tanto orgoglio hai conservato negli anni, rimane il rimpianto di non averti mai stretto la
mano, ma l'orgoglio di poter contribuire, pur in piccola parte, al
tuo ricordo.
alutare Pina Re, ringraziarla, è per me un dovere
e una responsabilità. Da segretario del suo partito
S
devo ricordare, voglio ricordare, un dirigente politico
Pina Re
14 marzo 1913-14 agosto 2007
Cara Zia Pina…
La nipote Ivana
ara Zia Pina, la tua è stata una lunga vita. Negli ultimi anni
C
l'abbiamo ripercorsa tante volte nelle lunghe chiacchierate
che abbiamo fatto attorno al tavolo in cucina. Le storie della tua
infanzia a Pieve, il socialismo del nonno e della nonna, la fuga in
Abruzzo, con tutti i cambiamenti che comportò. Il ritorno al nord
con i primi gesti consapevoli nel grande Partito Comunista
Italiano nel quale c'erano tante persone come te che sapevano e
volevano contare. Quante volte ho sentito la tua voce forte e vigorosa ricordare le fatiche fatte per sentirti all'altezza del compito
che la storia ti aveva dato. Non posso certo qui raccontare tutte le
cose che tu hai raccontato a me anche perché molte le conosciamo
in tanti, però io so anche quel pochino di rimpianto che ogni tanto
ti coglieva per aver dato molto alla politica, quella vera, quella
che richiedeva rigore e fatica e dava in cambio passione e appartenenza. Parlo di un po’ di rimpianto per qualcosa che non eri
riuscita a fare, per esempio venire al mio matrimonio, oppure stare di più con la zia Rosetta che ti rimproverava con il suo silenzio
le tante assenze. Un po’ di rimpianto per non essere stata più zia
Pina e meno Onorevole Pina Re. Ma la tua vita è stata così lunga
che ci ha permesso di recuperare anche il tempo dei rapporti personali. Siamo state tanto insieme in questi ultimi 15 anni, abbiamo parlato di tutto e di tutti, di nipoti vecchi e di nipotini nuovi,
di amici e di compagni, di querce e di ulivi, di affetti lontani nel
tempo ma vicini nel cuore e nella mente. Riusciremo a continuare
le nostre chiacchiere nell'al di là dei comunisti e ne avremo di cose da dire.
Io credo che come me tu desideri ringraziare le persone che ti sono
state vicine e in particolare Aurika che ha permesso di arginare le
sofferenze fisiche degli ultimi tempi con la sua presenza capace e
affettuosissima. Ciao Zia.
Dalle memorie di Pina: “Sotto il fascismo abitavo all’Isola”
io padre si decise a malincuore ad accettare la proposta
M
di un gruppo di imprenditori che intendevano creare un
grosso impianto per la lavorazione del faggio in Abruzzo, affidandogliene la direzione. La destinazione: Isola del Gran
Sasso. in provincia di Teramo. Lo spostamento ci privò di tante comodità, costrinse i fratelli minori ad interrompere gli studi, per i più piccoli ci fu poi la scoperta della scuola che non andava oltre la terza elementare. Per mia mamma e le donne
adulte il disperato sforzo di sistemare al meglio in una piccola
casa il grande numero di conviventi. Ci adattammo con buona
volontà. La scomparsa dell'incubo fascista e la buona accoglienza della popolazione che vedeva i “milanesi” come portatori di lavoro, rese meno acuta la nostalgia di Pieve.
Troppo lungo sarebbe il racconto di quella travagliata emigrazione che, nel corso di una decina d'anni, trasformò profondamente la mia famiglia e peggiorò le nostre condizioni. Dirò soltanto che intorno agli anni trenta, quando l'attività economica
non bastò più a soddisfare i bisogni di tutti, una parte di noi
decise di risalire al nord, non pensammo a Pieve ma a Milano.
L’impatto con la città fu molto triste. Il nostro complesso di
naufraghi si trasformò in angoscia quando, all'arrivo, ci informarono che il fratello che più aveva fatto per preparare il nostro rientro, era affetto da un male incurabile.
I bravi medici dell'ospedale di Pavia. che l'ebbero in cura. sarebbero poi riusciti a contrastare il male per ancora due anni:
il tempo che gli servì per aiutarci, col suo lavoro di tassista, ad
avviare la nostra sistemazione.
Fu in seguito a quel fatto doloroso che la responsabilità della
famiglia passò sulle mie spalle. Avevo vent'anni, un lavoro fisso e sicuro, a differenza delle due sorelle, purtroppo la salute
della mamma era cagionevole e il papà dopo i tentativi di riprendere la sua attività di mediatore, sopportava il suo fallimento con rassegnazione e sfiducia, trascinando la sua condizione di pensionato. Mi tenni ben stretto il lavoro di commessa, mi adattai al tirocinio del passaggio da un mercato rionale
all’altro, secondo la richiesta del mio padrone e, sempre con la
qualifica di “aiuto commessa”, terminai la mia lunga fatica in
un negozio di drogheria in Piazzale Lagosta.
Abbandonai quasi subito il sogno di frequentare una scuola
serale: per gli orari di lavoro e la lontananza delle diverse abi-
tazioni (nonostante i tre traslochi). E poi venne la guerra.
La mia vita non fu diversa dai milanesi che la vissero, in quasi tutta in città, sotto i bombardamenti. Solo la mamma venne
accolta per brevi periodi dai parenti, in un’abitazione più sicura, poi presso la famiglia della sorella maggiore, in Piazza della Repubblica e poté, dopo la morte di mio padre, resistere per
qualche anno ancora. Per tornare a me aggiungo solo una nota di nflessione sui sedici anni di lavoro, in tanti punti della
città, sull'esperienza umana che, pure nella sua faticosità, mi
ha permesso di conoscere e di ritrovare, attraverso la sua gente, soprattutto negli anni della guerra e delle crisi economiche,
I'anima della città. Un'anima che ho faticato a scoprire nei
primi anni, che avevo sentito cupa e ostile per lungo tempo.
Il quartiere dell'lsola, dove sono stata più a lungo, mi ha lasciato una sensazione toccante. I sentimenti popolari di fronte
agli avvenimenti sempre più drammatici avevano un riscontro specie nelle fabbriche vicine, dove si manifestava con forme di resistenza e di rigetto delle misure di restrizioni alimentari e della violenza fascista e tedesca.
È stato questo, dopo gli avvenimenti vissuti da bambina a
Pieve, il mio secondo battesimo politico. La mia partecipazione
alla Resistenza sarebbe stata certamente più attiva e partecipe se, dopo un ennesimo bombardamento, non avessimo deciso, noi tre sorelle, di raggiungere la famiglia rimasta in
Abruzzo, della quale ci mancavano da tempo notizie.
La nostra assenza da Milano, che doveva durare due settimane, si protrasse invece per qualche mese. Un tempo, quello,
vissuto tra rastrellamenti e razzie, con l'arresto del fratello minore, accusato di attentato. Rientrammo alla fine del ‘44 e trovammo la casa di Piazza della Repubblica (nostro sicuro rifugio) occupata dai tedeschi. Ormai eravamo alla fase finale,
tant'è che in quella casa disertata dai proprietari, incontrai,
sotto gli occhi degli occupanti sospettosi, un vecchio amico comunista, che mi iscrisse al Partito.
Ero rientrata al lavoro e vi rimasi per tutto l'inverno, fino alla
primavera del ‘45, convinta di dovervi rimanere per tanti anni
ancora. Non fu così. I fatti della primavera, a liberazione avvenuta, trasformarono anche la mia vita: le mie apparizioni al
lavoro divennero sempre più saltuarie. Trascinata com’ero
dall'entusiasmo, mi immersi in una attività politica frenetica.
e una donna, che, quando le donne erano ancora meno di oggi nei luoghi di rappresentanza, si è sempre
battuta in Parlamento e nel Paese con passione, dedizione e spirito di servizio per i bisogni dei più deboli e
i diritti delle donne. Pina è stata una dirigente capace
come pochi di interpretare l’anima popolare che deve
qualificare una grande forza di sinistra, come fu il Pci
e come vogliamo sia anche oggi la sinistra riformista.
Negli ultimi anni aveva stretto un rapporto speciale
con il territorio: con il suo quartiere e con le donne
della Bicocca. Facendosi protagonista di tante battaglie, sostenitrice e promotrice dell’Associazione degli
amici del parco Nord, attenta e interessata a tutto ciò
che cambiava nel quartiere e pronta a battersi contro
ciò che poteva danneggiare in Bicocca ambiente e
convivenza.
Pina è stata per me anche un esempio. Era una donna fantastica, sempre disponibile, mite, capace di affrontare con serenità ogni discussione, ogni passaggio, anche il più difficile e lacerante. Pina sapeva
ascoltare, non aveva paura di cambiare, sapeva essere positiva, sempre. Ma soprattutto era una donna
forte che sapeva essere molto dolce. Quando negli ultimi anni noi compagni di partito ‘ex giovani’ la incontravamo, era sempre prodiga d’affetto, voleva sapere e non si lamentava mai. E in questi tempi di politica urlata, dibattiti astratti e scontri violenti, di divisioni che fanno dimenticare la stessa funzione della
politica, è più importante che mai ricordare il suo
esempio. Ricordare la sua dolcezza, la sua radicalità,
la sua vicinanza alle persone, la sua capacità di mettersi al servizio degli altri. Grazie Pina.
A colloquio con lei
Sandra Saita
gosto milanese, caldo umido e appiccicoso, il quarA
tiere mi appare triste, quasi tutti i negozi sono
chiusi. C’è silenzio - ed è in una giornata così che la
cara Pina Re ci ha lasciato per sempre.
Ho avuto la fortuna, la gioia di conoscerla. Era il settembre del 2003. Da tempo l’amico Luigi Ghezzi mi
diceva: “Vai a conoscere la Pina Re, racconta la sua
storia”. Quel nome non mi era sconosciuto: ho sentito
definirla “una donna nella storia”.
Quando vado a trovarla non nego di avere un po’ di timore ma anche un po’ di curiosità: la Pina Re è stata
la prima donna eletta alla Camera dei deputati. Mi
stava aspettando ai giardinetti della Bicocca. Seduta
su una panchina stava conversando con altri anziani.
Lentamente ci incamminammo verso casa sua, in uno
dei tanti palazzi del quartiere.
Viveva in compagnia di una badante straniera molto
premurosa. La Pina mi guardò, mi rivolse alcune domande per conoscermi, poi iniziò a parlare. Era gentile quando mi disse: “Non prendere appunti: ti lascio
questo libretto dove troverai tutto quello che sto dicendo. Mi raccomando però: è l’unico che mi è rimasto,
rendimelo”. È stata mia premura farne una copia la
sera stessa.
Ho letto e riletto la sua storia, tanto da risentirne la
voce quando mi raccontava. Quale attimo avrei dovuto
riassumere se tutto meritava di essere portato al caro
lettore? Potevo togliere i ricordi d’infanzia? L’esempio
del padre? La malattia e le lotte sociali e politiche?
La cara Pina ha raggiunto il traguardo dei 90 anni,
una lunga vita vissuta giorno dopo giorno in un caleidoscopico mosaico che in qualsiasi posizione lo metti
ti porta luce.
Cari lettori di “Zona Franca”, da questo numero cominciamo a pubblicare la straordinaria vita di Pina
Re, una donna nella storia d’Italia, le cui memorie si
intitolano “Tempi della vita”.
Ci diceva Pina: “Il quartiere dell’Isola, dove ho operato
da antifascista durante la guerra, mi ha lasciato un ricordo toccante. I sentimenti popolari nei confronti degli
avvenimenti più drammatici avevano una reazione immediata specie nelle fabbriche, dove si manifestava con
forme di resistenza e di rigetto delle misure di restrizioni alimentari e della violenza fascista e tedesca” (per
maggiori particolari vedi qui a sinistra ndr). Pina vive
quegli anni tra rastrellamenti e razzie e, con l’arresto
del fratello minore, accusato di attentato.
E poi, dopo la vittoria, Pina viene eletta deputato nelle liste del Partito Comunista Italiano.
Mi sembra oggi, dopo tre anni, di sentire la sua voce
mentre mi diceva: “Non mi sono sposata. Tutta la vita
l’ho dedicata, e ancora oggi io la vivo, per la giustizia,
per la libertà e i diritti dei bambini, per le donne nella
famiglia e nel lavoro”. Grazie, Pina Re.
* Debora Migliucci è laureata in Storia all'Università
degli Studi di Milano e dottoranda all'Università
"L'Orientale" di Napoli. Da alcuni anni sta scrivendo
la biografia di Giuseppina Re di prossima pubblicazione. Attualmente collabora con l'Associazione
Archivio del Lavoro di Sesto San Giovanni, a cui
Giuseppina Re ha donato le sue carte.
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ONA NOVE 15
TURISTIN
ONA
L’Università della Bicocca che dal quartiere non vediamo
Antonella Loconsolo
ono nata alla Bicocca, quando Bicocca
S
voleva dire Pirelli e Breda, quando gli
orari erano scanditi dalle sirene e le strade pullulavano di tute bianche e blu. Ho
assistito ai cambiamenti di questi ultimi
anni, come molti nel quartiere, in modo
un po’ passivo. Diciamolo, non esiste un
muro di cinta intorno al nuovo ateneo che
ha preso il posto di stabilimenti e magazzini, però è come se ci fosse. Noi abitanti
della Bicocca vecchia ne siamo fuori.
Complice anche l’aspetto un po’ freddo ed
asettico dei nuovi edifici, che ricordano gli
ospedali dei telefilm americani. Ma
l’Università Bicocca è una specie di riccio,
che nasconde dentro di sé alcuni piccoli tesori. Per scoprirlo ho dovuto fare una visita guidata destinata alla stampa.
Mi ha colpito in modo particolare il grande piazzale con le fontane antistante il
nuovissimo edificio U12, la residenza universitaria. In uno stile che ricorda, per
ampiezza degli spazi e pulizia delle linee,
il quartiere La Defence di Parigi, il piazzale potrebbe diventare un punto d’incontro
e di respiro per il quartiere.
La residenza universitaria, poi, è un vero
gioiello. Destinata agli studenti fuori sede,
soprattutto stranieri, è un edificio di 13
piani con 210 posti letto, una mensa che
può erogare fino a 1000 pasti al giorno,
una biblioteca mediateca e 4 sale studio.
La residenza è dotata di un auditorium di
276 posti completo di sala regia. Al pianterreno una palestra fornita delle “macchine” più moderne, gestita dal Cus
Milano, il cui uso è gratuito per gli studenti che vivono nella residenza, ma usufruibile, a un prezzo veramente simbolico,
anche da tutti gli altri studenti e lavoratori dell’Università.
Ma la Bicocca offre anche altre sorprese.
Dai locali studio e ritrovo dove ci si può
collegare con internet in Wireless e consultare le raccolte di riviste scientifiche
on-line cui l’Università è abbonata ai terrazzini coperti da deliziosi pergolati dove
studiare o chiacchierare nella bella stagione. I sotterranei nascondono invece il cuore tecnologico dell’Università, come il
PlasmaPrometeo, centro di eccellenza per
la ricerca e il trasferimento tecnologico nel
campo dei plasmi. Qui si studiano tecniche innovative che possono essere utilizzate dall’industria per cambiare le caratteristiche di diversi materiali, dalla carta
al tessuto, dalla pelle al legno rendendoli
ad esempio ignifughi o impermeabili con
procedimenti estremamente semplici, poco costosi e non inquinanti.
Tutti gli edifici sono collegati tra loro da
un bus navetta ecologico, ma a disposizio-
ne di studenti, insegnanti e personale ci
sono anche delle biciclette in uso gratuito.
E per le biciclette degli studenti si sta
pensando di approntare una ciclofficina
per provvedere alla manutenzione ordinaria e alle piccole riparazioni.
L’Università Bicocca sta inoltre svolgendo
un pregevole lavoro di recupero di alcuni
edifici storici del quartiere, che spezzano
l’uniforme modernità della cittadella universitaria.
Discorrendo piacevolmente col mio cicerone, la professoressa Francesca Zajczyk,
docente di sociologia urbana e consigliere
comunale di Milano, è nata l’idea di provare, di concerto con il consiglio di zona 9,
ad aprire l’Università agli anziani del
quartiere. Gli spazi, l’accessibilità
(l’Università è infatti stata costruita in
modo da consentire ai portatori di handicap la massima libertà di movimento) e le
dotazioni ne farebbero un luogo perfetto
per attività destinate alla terza età, soprattutto in quelle fasce orarie di minor
affluenza da parte degli studenti e nei
mesi estivi. Sarebbe veramente bello se
questa idea potesse trovare una concreta
realizzazione. Nel frattempo consiglio a
tutti due passi tra gli edifici universitari.
Ve lo garantisco, vi sentirete turisti di una
città nuova e sconosciuta.
L’Officina dei Giovani di via Guerzoni
Un progetto contro il disagio sociale
Giorgio Meliesi
associazione “Amico Charly” si aggiudica un bando comuL’
nale per il recupero delle vecchie Officine Guerzoni.
Quando abbiamo saputo del progetto “l’Officina dei Giovani” e
del bando pubblico di concorso per la trasformazione delle dismesse Officine Guerzoni, abbiamo voluto approfondire con la
Presidente dell’associazione “Amico Charly” che si è aggiudicata la gara. Mariagrazia Zanaboni, questo il nome della
Presidente dell’associazione, si è sempre occupata di giovani
come insegnante e dal 2001 anche con l’impegno nell’associazione che porta il nome di Charly Colombo, suo nipote, che si è
tolto la vita a sedici anni. Da allora la professoressa Zanaboni
si è dedicata con grande passione e dedizione a realizzare un
progetto che dia spazio e ascolto ai giovani, spesso lasciati soli
e dimenticati. L'obiettivo di tanta dedizione all’ “Amico
Charly” è quello di offrire un luogo ai ragazzi di Milano in cui
condividere con persone competenti i momenti di crisi che inevitabilmente accompagnano la crescita.
Come nasce questa idea dell’Officina dei Giovani?
L'area delle ex Officine Guerzoni si trova in via Guerzoni 23
(accanto al Consiglio di Zona). Un tempo centro di laboriosità
e creatività milanese, l’area torna a nuova vita e si trasforma
nell’Officina dei Giovani. L’Officina dei Giovani si connota come un vero e proprio laboratorio, luogo dell’ascolto, del parlare, del comunicare, del progettare, ma anche e soprattutto del
saper fare. Il tutto in stretta relazione con le esigenze del territorio dalla sua dimensione più vicina (il Consiglio di Zona) alla dimensione più vasta della metropoli: luogo – spazio – laboratorio aperto al confronto, rete per la condivisione dei bisogni
e delle esperienze di cui i giovani sono protagonisti. Una grande scommessa per la vita e per il nostro futuro che la Milano
europea non può perdere.Altre informazioni su questo progetto si possono trovare al sito www.officinadeigiovani.it.
Che cos’è e che cosa fa l’Officina dei Giovani?
L’Officina dei Giovani è prima di tutto uno spazio aperto, soprattutto alla vita, permeabile alle diverse culture e ai differenti valori; è lo spazio in cui i giovani possono esprimere la
creatività individuale, manifestare le loro inclinazioni in laboratori di varia natura (dall’educazione alla multimedialità, ai
ONA NOVE 16
laboratori musicale e teatrale, al laboratorio fotovideo), guidati
da esperti e da formatori che agevolino anche la relazione interpersonale nella fase difficile della crescita per imparare a
pensare e vivere globalmente, sempre con spirito critico. Qui i
giovani, mentre sono impegnati a fare, diventano protagonisti
della propria esistenza, maturano consapevolezza per la vita,
imparano ad amarla, anche quando è difficile e dolorosa.
Responsabilità ed entusiasmo sono le parole chiave su cui si
plasma la vita dell’Associazione, le due dimensioni esistenziali
che permeano le attività quotidiane e animano l’azione del
personale adulto. Con il recupero funzionale e architettonico
delle Officine Guerzoni e la riorganizzazione del vasto parco
(un tempo vivaio del Comune di Dergano), l’Officina dei
Giovani diventa con i suoi ampi spazi all’aperto scenario per
attività ludico-sportive con un campo da calcetto e un campo
polivalente per basket e pallavolo, insieme ad aree attrezzate
per momenti di grande aggregazione. Un intero capannone,
“La Bottega del fare”, sarà lo spazio privilegiato perché i giovani possano misurarsi con forme artistiche tradizionali e non
(pittura, scultura, aerosol art, installazioni, ecc.) e per mostre
di giovani artisti underground da offrire all’intera città.
L’Officina dei Giovani, con tutto il suo personale, diventa così
un luogo attrezzato da un lato per catalizzare e potenziare l’energia creativa dei giovani, dall’altro per realizzare il cammino educativo, nella dimensione personale e comunitaria.
Come può fare un giovane a partecipare a questo progetto?
l'Associazione riserverà, in accordo con il Consiglio di zona,
con i cittadini e le associazioni, spazi e tempi per utilizzi diversi quali assemblee, corsi per anziani, ecc. Invece non è prevista
la partecipazione di giovani al progetto di ritrutturazione della sede. Per frequentare il centro, anche attualmente presso lo
spazio di via Marco Polo 4, basta presentarsi agli educatori,
sia che si voglia iscriversi a qualche laboratorio specifico o al
sostegno scolastico studio, sia che si voglia trovare uno spazio
in cui stare con gli amici o trovare qualcuno pronto ad ascoltare. I riferimenti dell'associazione sono tel 02 29061398 / fax 02
29062622 / e-mail [email protected] / www.amicocharly.it
Le periferie
si organizzano
Walter Cherubini
(portavoce della Consulta delle Periferie)
unedì 17 settembre si terrà la convenzione citL
tadina delle Periferie di Milano. La Periferia è
ricca non solo di centri culturali, ma anche di numerose altre risorse: dai numerosi servizi comunali, al variegato mondo dell’associazionismo sociale, ricreativo, sportivo, ecc. Purtroppo, però, è
una presenza frammentata, con il risultato di essere molto meno efficace di quanto potrebbe. È
proprio per cercare di superare questa situazione,
che è indirizzata l’iniziativa della Consulta
Periferie Milano, focalizzando l’impegno particolarmente su due ambiti:
• L’Amministrazione delle Periferie Si tratta
di dare una lettura della situazione delle Periferie
e della relativa inefficacia dell’attuale organizzazione “centralistica” dell’Amministrazione comunale. Ci vuole un’Amministrazione “vicina”: i CdZ
vanno resi operativi.
• Le Periferie si ritrovano e si esprimono La
risposta ai problemi delle Periferie non può venire esclusivamente dal “centro” (che peraltro deve
fare la sua parte). Per questo è importante che le
Periferie comincino a ritrovarsi e ad esprimersi
“coralmente”, superando la condizione di costante
frammentazione in cui si trovano.
La “Convenzione cittadina delle Periferie di
Milano” che si terrà alle 21 al Centro Rosetum,
via Pisanello 1, sarà un’occasione di incontro tra
tutti coloro che operano fattivamente nelle
Periferie milanesi per fare il punto dell’azione fin
qui condotta ed individuare il percorso futuro.
Problemi d’igiene
alla scuola di via Cesari
n merito alla pulizia e l’igiene della scuola di via Cesari,
Inunciato
la Asl ha inviato una lettera alla mamma che ha dela situazione (vedi i numeri di aprile e di giugno). Vi è scritto fra l’altro: “…i servizi igienici necessitano
di interventi di manutenzione… nei servizi igienici maschili al primo piano era avvertibile cattivo odore causato
da spargimento di urina sul pavimento e mancato risciacquo del vaso… i servizi igienici vengono lavati tre volte al
giorno… durante le operazioni di pulizia vengono chiusi a
rotazione per evitare il rischio di scivolare”. Ciò non significa che il personale della scuola non esegua i propri compiti, ma risulta chiaro che ci sono motivi fondati di lamentela. Il disagio è causato sia da carenze strutturali (che il
Comune dovrebbe risolvere con urgenza!), sia da problemi
organizzativi che dovrebbero trovare soluzioni concordate
tra la Dirigenza scolastica e i lavoratori della scuola.
Perciò, senza voler dare la croce addosso a nessuno, riteniamo che il problema sia serio e vada affrontato con attenzione, ciascuno per la propria competenza. È storia vecchia, e non accade solo in Cesari, che i bagni vengano puliti e chiusi prima della campanella di fine scuola, perché in
seguito ci sono le aule da riordinare e non si fa a tempo a
fare tutto, con orari risicati e personale scarso. Ma forse, riflettendo bene, si possono trovare soluzioni meno disagevoli e utilizzare al meglio le risorse disponibili. Dal canto loro insegnanti e famiglie dovrebbero insistere sull’educazione al rispetto per gli spazi comuni e per il lavoro altrui.
Non pensiamo che il comportamento riportato sopra (fare
pipì a terra e non far scendre l’acqua) descriva dei piccoli
cittadini di un paese civile. (Antonella Loconsolo)
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
I NOSTRI QUARTIERI
a cura di Lorenzo Meyer
“Noi pigmei del Borgo Pirelli di fronte al gigante Tecnocity”
Intervista all’ingegnere in pensione Giusto Buroni sui problemi e le prospettive della Bicocca Nuova.
ome molti lettori avranno notato Giusto Buroni è uno dei
C
maggiori protagonisti del nostro “Tazebao”. Ingegnere ormai in pensione, Buroni nelle sue lettere si è dimostrato lucido osservatore delle problematiche relative alla Bicocca e in
particolare del quartiere del Borgo Pirelli nel quale vive da
sempre. Proprio sulla situazione attuale del Borgo Pirelli, anche a seguito degli insediamenti della nuova Bicocca, abbiamo voluto sentire il suo pensiero.
Signor Buroni, quali sono le condizioni attuali del
Borgo Pirelli anche in relazione all’insediamento,
tutt’ora in corso, delle strutture della nuova Bicocca?
La sua domanda è la stessa che già nel 2005 Elisabetta
Soglio del “Corriere della Sera” mi aveva posto per prendere
"spunti" per impostare un proprio servizio sulle condizioni del
Borgo Pirelli dopo l'insediamento dei nuovi abitanti delle case
di Pirelli Re e dopo l'inaugurazione in pompa magna del
Teatro degli Arcimboldi, con tanto di tram Sirio sulla linea 7.
Il servizio ad oggi non è mai stato pubblicato e rileggendo il
mio testo consegnato alla Soglio ho scoperto che in due anni
non è cambiato quasi niente (in meglio); e pensare che qualche tempo prima il giornalista del “Corriere” Carlo Lovati mi
aveva intervistato e nel successivo articolo aveva commentato il mio pessimismo di allora come l'opinione di un vecchio
pensionato ignorante, dedito ormai al giardinaggio, che non
sa apprezzare l'urbanistica e la cultura moderna, al contrario
di un giovane “professore” dell'Università Bicocca, divenuto
abitante delle suddette case e assolutamente fiducioso in un
futuro finalmente prospero, colto e brillante (oltre che ambientalmente gradevole) per la nuova Bicocca. Voglio precisare però che sia allora che oggi riporto impressioni personali,
di uno che vive tutto l'anno nel quartiere, ma non è al corrente di questioni amministrative, burocratiche, economico-finanziarie. Per esempio io so solo che noi inquilini del Borgo
Pirelli paghiamo l'affitto e un sacco di altre cose all'Aler, ma
che la proprietà del quartiere resta di Pirelli Re e non conosco
il rapporto commerciale che intercorre tra Aler e Pirelli Re
(né ci è mai stato concesso di conoscerlo attraverso i contratti
stipulati con Aler e annualmente aggiornati, specialmente
dal punto di vista del costante aumento degli affitti: in questi
casi entrano in ballo certe leggi regionali a cui l'Aler sostiene
di attenersi rigorosamente).
Quali sono le principali problematiche del quartiere?
Partiamo dal marciapiede lato sud di via Emanueli che come ognuno può verificare è coperto da uno strato di cemento fino alla fermata dell'autobus 40 all’altezza del bar
ex Preto, ma poi è un sentiero di sassi e sterpaglie, che termina in una specie di foresta alla fine della via Tassoni.
L'interrogazione presentata nel 2005 da Nadia Branca, capogruppo Ds in CdZ, non ha avuto alcun seguito. Linea 7:
da qualche mese, cioè da quando la cosiddetta metrotranvia è stata leggermente prolungata, eliminando così il bus
di “collegamento” con la metropolitana 1, sono ricomparsi
alcuni eurotram che, soprattutto nel contorto attraversamento di viale Sarca, risultano estremamente più rumorosi delle vecchie piccole vetture, che continuano ad essere
altrettanto vuote, nonché attive dalle 5 di mattina alle
2.30 di notte. L'unico vantaggio degli eurotram è l'aria
condizionata. L’afflusso dei molti studenti e lavoratori in
sé non sarebbe un problema se non fosse che alcuni di loro
hanno il vizio di camminare in mezzo alla strada e buttare
cartacce e bottiglie dovunque (anche nei giardini privati).
Continuano invece i lavori alla Collina dei Ciliegi…
È vero, peccato che i lavori di trasporto delle macerie della exPirelli hanno diffuso nell’area delle villette del Borgo Pirelli
dei topi più grandi dei pur pasciuti gatti. Obbiettivamente è
questa la parte della nuova Bicocca su cui si vede lavorare
maggiormente, tanto che crescono piante ed erba ed è stata
costruita una lunga scalinata che la fa somigliare al Machu
Pichu, ma che parte praticamente dal cancello di casa di una
delle antiche famiglie del Borgo, che così sarà esposta alla vista dei “turisti” per tutto il tempo in cui questi discenderanno
la scala, dopo essersi avventurati sulla vetta seguendo le due
lunghe rampe asfaltate laterali. Dell’inaugurazione si continua a dire, dal 2005, che sia “prossima”.
Con l’arrivo dell’università e dei nuovi uffici uno dei
problemi del Borgo Pirelli era il parcheggio abusivo
nelle strade del quartiere. È stato risolto?
L'inconveniente del parcheggio abusivo, è stato brillantemente risolto, bloccando i due ingressi da viale Sarca alle vie
Sacchetti e Tassoni con due sbarre telecomandate e con comando a tastiera, pagati salatamente da quasi tutti gli abitanti (con parziale contributo dell’Aler), ma con gran disappunto degli esercenti del quartiere (pizzeria, copisteria e bar),
che così rivelano a fornitori e clienti i numeri “segreti” per l’apertura delle sbarre. Viceversa, se arrivano un’ambulanza o
un medico di notte, pur essendo a conoscenza del famoso numero, non riescono a vedere le minuscole tastiere non illuminate e il malato corre il rischio di morire (come è successo a
me personalmente). Inconvenienti simili si hanno per i mezzi
dell’Amsa e altri servizi pubblici, tanto più che è stata abolita
anche l’utilissima fermata del Radiobus all’angolo di via
Tassoni con via Fortiguerra.
Allora non c’è proprio niente che va bene?
Certo, l’Università in periferia è comoda per molti, salvo
quando devono parcheggiare la macchina, se sono costretti a
usarla per inadeguatezza dei mezzi pubblici. E in due anni,
essendo restati invariati i mezzi pubblici e forse anche abolito il “pullmino ecologico” che doveva usare idrogeno, sono stati solo costruiti moltissimi parcheggi a pagamento per gli studenti. Per me e mia sorella è stato bellissimo andare al Teatro
degli Arcimboldi una cinquantina di volte (rigorosamente in
seconda galleria!) da quando è stato aperto, ma poiché non si
trova un volonteroso che se lo prenda in carico da quando la
Scala è ritornata nella sede ristrutturata del Piermarini, ho
paura che venga abbandonato! Grazie alle sbarre di accesso,
essendo effettivamente più difficile entrare e uscire con automezzi non “autorizzati”, si sta risolvendo il problema dei furti
negli appartamenti e il traffico di droga è apparentemente diminuito, così come quello della prostituzione. Infine è stato finalmente sostituito l’ufficio postale “da campo” all’interno
dell’Università, con un vero Ufficio Postale.
A che punto siamo invece con la costruzione dell’impianto per la distribuzione dell’idrogeno?
L'amico direttore della fabbrica attendeva per lo scorso mese
di aprile (2007) la sospirata autorizzazione a procedere per la
costruzione del distributore; avendomi in precedenza invitato
ad assistere all'inaugurazione, gli avevo chiesto di avvertirmi
immediatamente, ma a tutt’oggi non ho avuto sue notizie, né
le ho lette sui giornali. Del resto il “polo dell'idrogeno”, che a
un certo punto era stato promesso anche ai cassintegrati di
Arese, sembra non essere più di moda, dopo la presa di potere sia di Formigoni sia della Moratti. Naturalmente la
struttura della Bicocca resta in piedi e chi vi lavora, persone
altissimamente qualificate, continuano ad essere pagate
nell'improduttiva attesa che si sblocchi una situazione a cui
ormai credono poco anche gli altri fanatici dell'idrogeno nel
mondo. La più recente “tendenza” scientifica è che si continuino a studiare e progettare le infrastrutture (per esempio
anche serbatoi per alloggiare l’idrogeno sugli automezzi),
prima ancora e indipendentemente dal fatto che qualcuno
scopra la cosa più difficile (e per me impossibile), ossia fabbricare l'idrogeno usando energia “sporca” in quantità inferiore a quella che l’idrogeno farebbe risparmiare, il che, come tutti gli studenti di seconda liceo scientifico sanno, ma
subito dimenticano, è contrario all'incontestabile “secondo
principio della termodinamica”: insomma, fra quattro o cinque anni sarà tutto pronto per utilizzare l'idrogeno su scala
mondiale, ma l'idrogeno non ci sarà!.
Per finire, come procede la realizzazione della nuova
Bicocca?
Aumenta il numero di cinema multisala e si attendono altri
centri commerciali; ma ancora non c’è, per esempio, un
Pronto Soccorso, o un Ambulatorio Multimedico, ma nemmeno una Biblioteca (o un Internet Bar, se proprio si vuole essere moderni!) e tantomeno una chiesa (o moschea o sinagoga),
e nemmeno un’edicola di giornali; come pure mancano meccanici (magari di biciclette), elettrauto, gommisti. C'è un rumoroso Piano Bar o Discoteca, che fornisce già “clienti” alla
Collina dei Ciliegi, dove gli operai (che sarebbero gli unici ancora autorizzati ad entrare) trovano già siringhe e tracce di
scorribande notturne. Quanto a tecnologia, nonostante le
Facoltà ambientali dell’Università stessa, ci sono le colonnine
dei parchimetri a celle solari, ma con le celle orientate a nord
o all’ombra degli alberi, però è vero che c’è il teleriscaldamento e che in estate gli ambienti si rinfrescano attraverso il medesimo impianto. Della fabbrica di idrogeno fantasma si è già
parlato, di impianti solari pilota (termici o fotovoltaici) non c'è
traccia (mentre si sono stanziati milioni per costruirli sui tetti degli Istituti Superiori di Milano, “a disposizione” di studenti e professori che non sanno nemmeno i principi fondamentali su cui tali impianti si basano). A giudicare dal numero di frequentatori di bar e pizzerie e dal numero di camioncini volanti con vendita di panini, credo che il problema delle
mense interne dell’università e delle grosse ditte non sia stato ancora risolto. Il problema del parcheggio dei Ciliegi, 400
posti macchina sottratti ai dipendenti della Siemens, e di altre ditte insediatesi nel frattempo, dal settembre 2004 a causa di una bega tra Siemens e Pirelli Re, invece è stato risolto
e gli impiegati possono finalmente usufruire del parcheggio, a
pagamento, ma a prezzo “agevolato”. Per certi lungimiranti
speculatori, che hanno comprato appartamenti della Pirelli
Re, gli studenti che pagano anche 1000 euro (al mese) in tre
per una stanza in affitto sono una miniera d'oro. Altri, che invece hanno comprato per abitarvi, si affrettano a rivendere e
a traslocare: sembra che gli appartamenti nuovi, addirittura
poco più a nord nella medesima zona, costino abbastanza meno da far realizzare grossi guadagni a chi aveva acquistato
quelli di cinque o sei anni fa (ricordo un articolo di Carlo
Lovati del 2003 che invece presentava questi nuovi inquilini
come pionieri che si trasferivano in un nuovo mondo felice)!
Nelle foto di questa pagina villette e casoni del vecchio
borgo Pirelli quando attorno, assieme alla fabbrica,
c’era solo la campagna.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 17
FIATO ALLE TROMBE
a cura di Sergio Maestri
Avril Lavigne, meglio di Hilary?
brica che, quando mi incontrano per strada, promettono di scrivere e mandarmi le loro impressioni su un
gruppo o cantante, ma poi non ricevo nulla. Questa
lettera, invece, è arrivata ad agosto e io la pubblico
immediatamente, sperando di stimolare altri lettori.
Greta di 13 anni scrive: “Carissimo Sergio, abito a Milano nella tua zona; io e mia sorella
Noemi leggiamo il giornale “Zona Nove”e sopratutto la tua rubrica. Avrei
piacere vedere pubblicata questa
lettera che ti sto scrivendo dalla
villeggiatura, tra un esercizio di
matematica e un bagno in mare.
Così quando tornerò in città leggerò della mia cantante preferita: Avril Lavigne, l’irruente
23enne canadese che è stata
ospite della nuova edizione del
Festivalbar e si è esibita a
Fiesta, sul palco del RomaRock
Festival. È stata una grande
occasione per tutti i fans vedere dal vivo la mitica Avril, anche se mi è dispiaciuto non esserci stata di persona, però mi
sento fortunata perché l’ho potuta
sentire anche sul palco del Festivalbar in una delle poche date italiane. Dopo la tappa in Italia, Avril Lavigne proseguirà il tour che la porterà fino
a Tokio dove, ovviamente con mio disappunto, non la potrò seguire! Da artista del pop-rockpunk made in Usa a donna sposata, Avril suona, canta, recita e ha persino creato un fumetto di cui è protagonista. Insomma si è trasformata nella donna dalle
mille qualità, ma speriamo che non segua la strada di
Hilary, perché già dall’anno scorso si è trasformata da
bad girl a casalinga perfetta.”
Bicocchin d’or”, giunta alla 16a edizione, che presenta
quest’anno 10 spettacoli, tutti strettamente in vernacolo milanese, qualche volta stretto, altre un po’ più
arioso, a seconda della provenienza della compagnia:
sette spettacoli di prosa, uno di prosa con rivista, uno
di cabaret, infine il 27 ottobre un concerto-spettacolo
di canzoni in dialetto milanese presentato da “I
Bicocca Linea 7”, gruppo formato da poco tempo ma
già alla ribalta e composto da Luca Rovelli,
Danilo Sarteanetti, Giordano Briscini,
Emilio Galeotta, Sergio Maestri e
Roberto Ghioni.
Altro classico della programmazione
di questo teatro sono gli spettacoli
in lingua italiana del “Gruppo
Albatro”, che presenterà nel mese di maggio una nuova commedia. È diventata ormai tradizione anche la presenza di “Paola
e Giuliano” con due spettacoli
in cui presentano artisti dilettanti, “Musica l’età” e “Ragashow”, il primo con adulti da
18 a 100 anni, il secondo riservato a ragazzi da 0 a 17 anni,
che ha preso il posto della fortunata rassegna “ Il Bicocchino
d’argento”, che per 13 anni ha visto protagonisti i ragazzi dell’oratorio della Parrocchia Gesù Divin
Lavoratore.
Tra le novità di quest’anno ci sarà anche un musical poco prima di Natale.
Nella prima settimana di ottobre sarà distribuito il programma della nuova stagione teatrale. Lo troverete nelle caselle della posta delle
Vostre case, chi non lo ricevesse potrà ritirarlo direttamente in teatro.
Per informazioni: Orazio Batelli - telefono 02 6435672
- e.mail [email protected] - http://web.tiscalinet.it
TeatroPzaSanGiuseppe”
I “Bicocca Linea 7” al Teatro di Piazza San
Giuseppe Anche quest’anno la programmazione del
Teatro di Piazza San Giuseppe ha come pezzo forte la
rassegna di spettacoli in dialetto milanese “El
Per inviare le vostre impressioni oppure per far sapere
quale cantante o gruppo vi piace di più, scrivete alla
rubrica “Fiato alle Trombe”- e-mail [email protected] . Ciao e buona musica!
urante o dopo le vacanze molti lettori ci scrivono
delle cartoline, ma a volte anche delle lettere. Ne
D
ho scelta una per stimolare tanti lettori della mia ru-
ONA NOVE 18
A dare fiato alle trombe
oggi gli “Esuli”, ieri gli “Stanziali”
Negli anni cinquanta a Niguarda l’entrata ai locali in
cui si suonava e si ballava era gratuita o quasi. Al
Circolo Primavera andava per la maggiore il liscio.
Gli orchestrali erano tutti di Niguarda. L’orchestra
era pomposamente chiamata “Orchestra Hoffmann”
ed era costutuita da John Allievi (parente di Luisin
Allievi, il famoso sindaco di Niguarda) che ne era la
voce calda alla Rabagliati, dal batterista Arturo
Azzoni, dal pianista Mario Lentati e da un fisarmonicista non niguardese di cui nessuno ricorda il nome.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
“9 in rete”
La Camera di Commercio di Milano
premia due niguardesi doc
Un laboratorio di progetti
Andrea Bina
Domenica 17 giugno si è tenuta, al Teatro alla Scala, un’importante manifestazione organizzata dalla Camera di
Commercio di Milano, con la partecipazione del Ministro
delle Pari Opportunità Barbara Pollastrini, il Presidente del
Tribunale di Milano Livia Pomodoro, l’Assessore comunale
Tiziana Maiolo. Sono stati assegnati due premi. Il Premio
Piazza Mercanti, destinato a 7 imprenditori di Milano e
provincia che si sono distinti per internazionalizzazione, in-
novazione, no-profit, mecenatismo e sviluppo del territorio, imprenditoria femminile e tutela dell’ambiente. Tra i
premiati la nostra conzonina Valeria Malvicini di Pandora
Coop e collaboratrice di “Zona Nove”. Tra i premiati del
Premio Milano Produttiva, destinato alle aziende milanesi,
c’è invece stato Antonio Cella, il fornaio di Niguarda. Da
parte nostra, oltre a congratularsi con i due vincitori, volentieri li abbiamo intervistati.
VALERIA MALVICINI
ANTONIO CELLA
Il lavoro di Pandora
Il re del pane buono
Monica Landro
Diana Roca
n alimento, il pane, che nell’arco dei secoli ha dato vita a
U
molte storie: quelle di Gesù (con la moltiplicazione del pane
e dei pesci e l’Ultima cena, quando divise con gli apostoli il pane
el corso dell’estate abbiamo avuto modo di parlare e compliN
mentarci con la dottoressa Valeria Malvicini, la nostra conzonina imprenditrice di Pandora Coop. Per chi si ricorda, sul numero di luglio del giornale, Malvicini era stata citata per via del
Premio Mercanti che la Camera del Commercio di Milano aveva
dato a 7 imprenditori di Milano: tra questi la nostra conzonina,
che ha preso il premio imprenditoriale nel ramo No profit.
Malvicini è infatti Presidente della Cooperativa Pandora, sita in
Viale Suzzani 273.
La cooperativa Pandora è stata fondata nel 1996 da un gruppo
di animatori di diverse nazionalità che, dopo aver fatto esperienza per anni nelle attività di educazione al consumo organizzate
da Coop Lombardia in centinaia di scuole della Regione, ha deciso di mettere in comune l'esperienza acquisita. Pandora ha saputo diventare punto di riferimento per numerosi enti locali, associazioni, aziende per percorsi e iniziative sui temi dell'interculturalità, dell'educazione ambientale, dei consumi, della mondialità.
La Cooperativa si propone infatti di favorire la reciproca comunicazione e collaborazione tra persone provenienti da diversi paesi
e quindi culture; di valorizzare le diversità; di promuovere iniziative che favoriscano uno scambio più equo tra nord e sud del
mondo.
Pandora interviene da anni nelle scuole, in diverse manifestazioni ed eventi culturali attraverso laboratori per lo sviluppo delle
abilità manuali e creative con particolare riguardo al tema del
riutilizzo e del riciclo degli imballaggi, attraverso animazioni che
prevedono precisi percorsi didattici, basati sull'ascolto, e attraverso progetti educativi rivolti a bambini/e e ragazzi/e dalla scuola materna agli istituti superiori. I percorsi per le scuole sono
davvero interessanti e potrebbero dare un grande valore aggiunto al bagaglio culturale che già di per sé la scuola fornisce ai nostri ragazzi, ma anche ai bambini delle scuole materne. La metodologia usata è interattiva; infatti si basa su esperienze da condividere e non risposte prefabbricate, sperimentando numerosi
giochi di ruolo che consentano di calarsi in modo più diretto nelle
diverse situazioni proposte. La cooperativa svolge inoltre corsi di
formazione per insegnanti, operatori sociali, genitori, soci di cooperative e adulti sui temi indicati.
Per chi fosse interessato, ma anche solo per curiosità, vi diamo le
indicazioni del sito www.coop-pandora.it. Vale la pena navigarvi
per rendersi conto della poliedricità, dell’impegno, dell’organizzazione e dell’umanità che traspare dalla Cooperativa. Nella sezione delle aree tematiche c’è l’elenco dei percorsi previsti per ogni
area da loro proposta e naturalmente tutti i riferimenti per eventuali contatti.
La redazione di “Zona Nove” fa i migliori auguri a questa imprenditrice che nell’anno delle pari opportunità è riuscita a rendere merito alla categoria delle donne e mamme lavoratrici attraverso le sue capacità professionali e umane.
non lievitato), di Marcellino “pane e vino” e di “Pane amore e fantasia” (film con la Lollo e De Sica), per citarne alcune.
Saltando la storia della nobile arte della panificazione, vengo
ai nostri giorni per parlarvi di un panettiere di Niguarda, che
ha trascorso la sua vita facendo il pane con le proprie mani e
la propria intuizione. Dal ‘64 Antonio Cella sforna pane nella
sua bottega in via De Calboli. Lasciò il suo paese con la moglie e il mestiere di panettiere che il padre gli aveva insegnato e si trasferì a Milano nella nostra zona, dove fece rinascere
alla grande una vecchia bottega fallita. Era il tempo in cui i
negozi erano piccole drogherie, dove si vendeva di tutto, dal
pane al detersivo, al giornale, ecc. Così Antonio, grazie all’onestà, all’umiltà, alla serietà, e con l’aiuto della sua dolce consorte (che sorridendo diceva: “Mi hai sposato perché avevi bisogno della commessa!”), cominciò il suo cammino di panificatore niguardese.
Per la serietà dell’azienda e la qualità del prodotto il 17 giugno
Cella ha ricevuto questo riconoscimento dalla Camera di
Commercio. “Gli domando: “Che sensazione si prova signor
Antonio a ricevere un premio così importante? “Non le nascondo”, risponde orgoglioso, “che non sono riuscito a trattenere le lacrime per la commozione”. “Un premio meritato, visti la bellezza
del negozio e il ben di dio che lo riempie. Oltre naturalmente alla
pulizia che pochi sanno cosa sia”, aggiungo facendo scorrere gli
occhi su tutto il negozio.
Le Camere di Commercio sono “enti pubblici che svolgono funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell’ambito delle economie locali”. Riceverne pertanto onori e meriti è una soddisfazione senza eguali, che molti
aspirano ad avere.
La panetteria di Antonio non ha solo pane, ma un assortimento
di prodotti che prende la gola e fa dimenticare tutte le diete. Il
banco è abbellito, oltre che dal pane di tutte le forme e qualità,
anche da pizzette, pizze, focacce, salatini, torte salate, ecc. E in vetrina spiccano dolci di vario genere: alcuni (come le crostatine alla frutta) paiono decorazioni natalizie.
“Questi dolci, signor Antonio, li fate voi o li acquistate altrove?”
Sorridendo risponde: “La pasticceria è di nostra produzione. Le
dirò di più, prima di cominciare a lavorare in questo locale, ho lavorato alla Motta per specializzarmi nella pasta lievitata di panettoni e colombe. Pertanto a Natale e Pasqua potrà trovare anche questi dolci tipici di Milano”.
“In parole povere lei, caro signor Antonio, vizia i suoi clienti!”.
“Sì”, risponde ridendo. “Ho clienti che il sabato vengono da
Brescia, Cormano, Monza solo per il mio pane”.
“La sua bottega, in altre parole, è un circolo familiare”.
“Qualche cliente affezionato, parlo di persone di età avanzata,
entra in negozio con le buste della spesa dicendo: Vede? Arrivo
dal supermercato, ma il pane vengo a prenderlo qui”.
“È una bella soddisfazione, vero signor Antonio?”
“Sono cose che fanno piacere e danno una carica in più per andare avanti, soprattutto alla mia età, perché, come anche lei sa, i
centri commerciali e i supermercati hanno tolto molto ai negozi”.
“Credo, signor Antonio, che il premio sia ben meritato. La
Regione e il Comune dovrebbero tener conto delle persone come
lei e del lavoro che sta dietro al panino che mettiamo in bocca
senza conoscerne la storia”.
Concludo porgendo la mano come segno di saluto e ringraziamento. Che naturalmente viene ricambiato con orgoglio e soddisfazione. La farina: che meraviglia!.
Intervista a Massimo Minelli,
presidente del Consorzio Farsi Prossimo.
opo la firma della Carta d’Intenti, le diverse realtà che
D
compongono la Zona 9 hanno acquisito ancora maggiore consapevolezza del proprio ruolo e ora guardano al futuro decise più che mai a far sentire la loro voce sulle scelte
che contano. La pubblicazione sul numero di luglio del resoconto del convegno, tenutosi presso l’Università della
Bicocca, ha suscitato grande interesse. Pertanto vogliamo
ripercorrere le tappe fondamentali di questo percorso e le
sue prossime sfide con Massimo Minelli, presidente del
Consorzio Farsi Prossimo, una delle punte di diamante del
mondo cooperativo milanese che attraverso il Laboratorio
territoriale Milano di Agenzia di Cittadinanza, è stato uno
dei più attivi promotori dell’iniziativa.
“Zona Nove” ha dato ampio spazio al convegno che
avete organizzato. Come nasce l’Agenzia di Cittadinanza e con quali obiettivi?
Nasce nel maggio 2001 allo scopo di mettere in rete un numero significativo di realtà sensibili al tema dei diritti di
cittadinanza e interessate a promuovere insieme iniziative
di studio, progetti sperimentali, attività in genere finalizzate alla tutela dei principali diritti di cittadinanza: casa, lavoro, salute, socialità. A partire da questa esperienza e da
queste motivazioni è nato il progetto “Agenzia di
Cittadinanza”. Gli obiettivi sono: messa a punto di progetti, sperimentazione e validazione di modelli innovativi di
servizi di cura e assistenza alla persona e dell’inserimento
lavorativo di fasce deboli di cittadini/e; mappatura e diffusione delle buone prassi progettate e sperimentate a livello
locale, nazionale e comunitario; sviluppo e valorizzazione
dei rapporti tra profit e non profit; confronto tra i sistemi di
welfare comunitari. L’Agenzia opera per laboratori territoriali, che operano con compiti di animazione, supporto e
consolidamento della rete integrata dei soggetti, sia enti locali che imprese sociali, studio di forme giuridiche innovative per la gestione dei servizi sociali territoriali. Vi sono sei
laboratori, diffusi in varie aree della provincia di Milano, e
nel caso di Niguarda-Bicocca, è stato il Laboratorio
Territoriale Milano a svolgere il ruolo di promotore.
“9 in rete” è stato realizzato in collaborazione con lo
straordinario tessuto cooperativo presente nei
quartieri di Niguarda, Bicocca e Pratocentenaro.
Ripercorriamo le tappe che hanno portato alla nascita del progetto.
Questa zona ha storicamente avuto una forte identità, in
gran parte legata alla sua storia operaia. Ciò ha permesso
che, anche dopo la chiusura degli insediamenti produttivi,
rimanessero vivi molti elementi di questo patrimonio identitario e sociale, fatto di associazioni, cooperative, reti di vicinato solidali. Su questo scenario, si sono incontrate l’esigenze di radicarsi con più forza nel territorio da parte del
Laboratorio Territoriale di Milano, che ha sede presso il
Consorzio Farsi Prossimo, in via Ponale, e del circolo AcliBicocca. Il Laboratorio Territoriale di Milano ha incontrato
più di 40 realtà della zona, dai servizi sociali alle cooperative, dai vigili urbani alle parrocchie, dagli organi accademici
dell’università alle associazioni studentesche. Si è poi svolta
una serie di incontri con molti di questi soggetti sotto la forma dei focus group e in queste occasioni sono nate conoscenze tra le persone, si sono condivise esigenze e si sono
sviluppate idee e progetti sui nostri quartieri. Da qui siamo
giunti alla formazione di “9 in rete”, del convegno pubblico,
della newsletter e dell’interlocuzione con le istituzioni e i
soggetti imprenditoriali della zona.
Quali saranno le prossime iniziative?
Trovare alcuni progetti comuni e di darci un coordinamento anche sotto il profilo dell’interlocuzione con le amministrazioni pubbliche. Una delle possibilità è per esempio
quella di lavorare per partecipare alla progettazione dei
nuovi spazi sociali che verranno aperti nella exManifattura Tabacchi.
Senza l’apporto del terzo settore, delle imprese no
profit, del mondo cooperativo e dei volontari molte
idee e progetti rimarrebbero sulla carta.
Si tratta senz’altro di una delle caratteristiche della nostra
rete. Siamo una realtà fatta di risorse professionali, di competenze, ma anche di socialità e di relazioni informali, cioè
di quelle risorse che sono il principale fattore e allo stesso il
principale frutto della vivibilità delle nostre città.
Mamma Sara, papà Gianluca,
i nonni Lina e Umberto,
Teresa e Gabriele
annunciano la nascita di
Mamma Sara
e papà Alessandro
assieme ai nonni Luisa e Luigi
annunciano la nascita di
Mamma Debora,
papà Carlo
e il fratellino Federico
annunciano la nascita di
Edoardo Maria
Giacomo
Camilla
La redazione si felicita
Per la vostra pubblicità su questo giornale telefonate a Franco Tironi
tel/fax 02/6423561 - Cell. 347/9507398
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 19
ONA 9
DERBY
a cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi
Si ricomincia. Ma il calcio sta veramente cambiando?
terebbe solo di avere un po’ di pazienza per rivedere la squadra dell'anno scorso. Più grave sarebbe se questa scarsa forma fosse dovuta ad un
problema di concentrazione che risulterebbe incomprensibile dato che una società come l'Inter
non può certo sentirsi appagata dopo la vittoria
di uno scudetto.
Il Milan, invece, ha iniziato la stagione ufficiale
con la conquista della diciassettesima coppa internazionale che ha proiettato i rossoneri al primo posto al mondo (e scusate se non ci celebriamo…). Una vittoria che ha pure avuto il potere
taumaturgico di far dimenticare l’ennesima
campagna acquisti da stamegne.
Dopo il trionfo con il Liverpool e il conseguente
incasso (50 milioni di euro, si diceva), tutti si
aspettavano tre grandi acquisti, uno per reparto.
Buffon, Zambrotta, Sheva, Ronaldinho, Eto’o e
Drogba: i nomi illustri sono circolati in abbondanza, ed è un vero peccato - detto da casciavittche alla fine la montagna abbia partorito solo il
topolino Pato. Forse un investimento per il futuro, di certo non quell’acquisto che ci voleva per
rafforzare un reparto che vede un ammirevole
Inzaghi sempre arzillo ma a rischio-età, un
Ronaldo costantemente fermo (riuscirà a disputare tre partite di fila?) ed un Gilardino sul quale comincia a gravare la patente di promessa fallita. Per fortuna, in extremis, è arrivato un
Emerson speriamo sano.
Ma la domanda è d’obbligo: basterà? Interrogativo lecito, soprattutto di fronte all’organico
dell’Inter. Probabilmente, non per lo Scudetto.
Una scelta, del resto, che nonostante le affermazioni ufficiali, pare voluta. Il campionato, ormai,
per la multinazionale Milan è troppo lungo (e
poco redditizio), e la società sembra aver deciso
di puntare innanzitutto sull’Intercontinentale,
per motivi di prestigio e di rientro economico.
E poi, di nuovo, sulla Champions, che con le sue
partite secche può coprire una rosa forse non all’altezza per tutte le competizioni a causa di sopraggiunti limiti di età.
E dopo le due favorite d’obbligo, solo un gradino
più sotto, ecco la Juve che ha ricominciato con la
solita grinta e deve solo vincere lo strano scetticismo dei suoi tifosi. Dall’esterno, a noi avversari
storici pare una squadra buona (e innegabilmente più simpatica), con il considerevole vantaggio,
inoltre, di non dovere disputare quelle faticose
competizioni internazionali che sicuramente distrarranno le due milanesi (che le hanno poste
come priorità). E di poter crescere molto, sotto la
guida di un tecnico serio e di esperienza esattamente come la Roma, che ha rimpolpato l’organico e può vantare un modulo efficace e collaudato. Se Totti dovesse mantenere l’ispirazione
dell’altro anno, potrebbero essere guai per tutti.
E se quattro pretendenti al titolo vi sembran pochi, aggiungiamoci pure, come mina vagante, la
Fiorentina che ha già costretto al pari un Milan
che - guarda caso - ha pagato la Supercoppa.
Insomma, speriamo di vederne delle belle e
che non si ripeta più la solitaria calvalcata dello scorso anno, emozionante
solo per gli amici/nemici interisti.
Ancora qualche giornata, e ne
sapremo di più. Per ora, buon
campionato a tutti.
Pa
to
pionato italiano dalle sue frequenze. Il calcio italiano cerca di rifarsi un’immagine dopo calciopoli anche grazie al ritorno di piazze importanti
come Genova, Napoli e naturalmente la Torino
bianconera.
Ma siamo veramente all'anno zero? Il calcio italiano sta veramente cambiando? In queste prime
2 giornate abbiamo assistito ad incontri spettacolari con molti gol e conosciuto giocatori nuovi come Lavezzi e Gargano del Napoli che potrebbero
essere le vere sorprese di quest'annata.
I giovani arbitri guidati da Collina ci sono piaciuti anche se la poca esperienza li ha portati, in
alcuni casi, ad alcune valutazioni non corrette.
Una nuova classe arbitrale che per crescere crediamo debba aver anche la possibilità di sbagliare con tranquillità senza ricevere eccessive pressioni da società e stampa. E comunque, permetteteci la cattiveria, noi rossoneroazzurri abbiamo notato subito che si respira aria nuova.
Contro la Juve a Cagliari sono stati concessi addirittura 2 rigori mentre a Cordoba, a Empoli,
non è stato fischiato un fallo in area ai danni di
Saudati. Un evento che fino a due anni fa sarebbe stato impensabile.
Si prepara quindi una serena annata calcistica? I
segnali fuori dal rettangolo di gioco non sembrano incoraggianti. L'allenatore del Catania
Baldini deve aver travisato il concetto di “nuovo
calcio” quando ha avuto la brillante idea di tirare
una pedata al suo collega del Parma. Patetico poi
il balletto delle scuse di Baldini che solo in un secondo momento ha chiesto scusa a Di Carlo.
Da “oscar” della coerenza poi il commento di
Fabio Capello che, alla Domenica Sportiva, ha
sollevato il problema di immagine del nostro calcio, dato che quell’episodio sarebbe stato visto in
tutto il mondo. Lui che neanche sei mesi fa ha
mostrato il dito medio a tutto il Bernabeu che lo
contestava.
Per questo motivo crediamo che la visione del
campionato debba limitarsi ai novanta minuti di
gioco evitando la maggior parte delle trasmissioni sportive dove viene detto tutto e il contrario di
tutto. Agli interisti in particolare consigliamo di
non farsi il sangue amaro seguendo i vari
“Controcampo” e “Tgcom” dove i giornalisti (?)
confezionano sempre delle trasmissioni nelle
quali si trova sempre e comunque un caso contro
l’Inter.
Del resto ce ne siamo accorti l’anno scorso quando con la Roma a – 20 e il Milan “non pervenuto”
la trasmissione apriva con il caso Adriano o con
Mancini che non aveva ancora firmato il rinnovo
del contratto. Possiamo solo immaginare il trattamento che riceverà quest’anno la società di
Moratti qualora le difficoltà d’inizio stagione si
trasformassero in una crisi più seria.
In effetti l'Inter sembra aver iniziato al rallentatore. Squadra poco brillante con dei problemi a centrocampo e in difesa, probabilmente dovuti anche alla scarsa forma dei sudamericani reduci dalla
Coppa America e naturalmente
al grave infortunio di Materazzi. Se fosse così si trat-
Su
az
o
uesta è l'annata migliore di sempre!!”
Così promette Marcello Lippi in una pub“Q
blicità nella quale Sky cerca di “vendere” il cam-
SPORTIN
ONA
a cura di Roberto Braghiroli
La stagione della Società Sportiva “Niguarda Calcio”
i nastri di partenza la nuova stagione sportiva
A
dell’Asd Niguarda Calcio. La nuova (e ambiziosa) società nata dalla fusione tra Frassati Cep e Azzurri
Niguardese si presenta al via, come anticipato nei mesi
scorsi, con ben 18 squadre. Le prime due si sono radunate
martedì 28 agosto e disputeranno il torneo regionale: sono
gli Allievi ‘92 e i Giovanissimi ‘94. Fischio d’inizio previsto
per domenica 16 settembre. Dopo sarà la volta delle altre
squadre, dal settore agonistico fino a quello giovanile scolastico.
Un sabato pomeriggio di settembre passiamo dal campo
di via Arezzo: è stata l’occasione per fare due chiacchiere
con Maurizio Di Pietro, il direttore sportivo, colui che di
fatto, insieme agli altri dirigenti, tra giugno e luglio ha costruito la nuova società.
ONA NOVE 20
Allora Maurizio, quali sono le prime impressioni?
“Direi positive, c’è molto entusiasmo e possiamo contare
su uno staff che ha voglia di crescere e di costruire un bel
gruppo. In estate abbiamo lavorato tanto, scegliendo l’allenatore giusto per ogni squadra e ora siamo pronti per partire”.
Ci può dire qualcosa in più sulle squadre?
“Due squadre disputeranno i campionati regionali, ma
abbiamo grandi aspettative anche per le altre formazioni del settore agonistico: l’Under 18, gli Allievi ’91 e
i Giovanissimi ’93. La politica della nuova società, per
quanto riguarda il settore agonistico, infatti, è puntare
ai risultati; per questo motivo siamo stati costretti a
rinunciare a qualche ragazzo, data l’ampiezza delle rose a disposizione degli allenatori. Ovviamente solo per
quanto riguarda le squadre del settore agonistico”.
Obiettivi per il prossimo futuro?
“Abbiamo buoni giocatori e tecnici validi, l’obiettivo è sicuramente ben figurare e iniziare a farsi conoscere”.
Claudio Ciceri, vicepresidente, preferisce non parlare:
“Tanto ho già detto tutto nei mesi scorsi”, sostiene. Così il
finale spetta a Roberto Clerici, l’altro vicepresidente:
“L’emozione è passata e il lavoro da fare è ancora tanto.
Siamo molto soddisfatti delle tante richieste di ragazzi che
vogliono giocare con noi. I ragazzi non confermati?
Abbiamo raggiunto un accordo con altre società nelle quali possono andare. Non saranno in mezzo a una strada”.
Nei primi giorni di settembre è online il nuovo sito del
club, www.niguardacalcio.com, importante strumento di
comunicazione esterna e interna.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
ONA NOEUV
Cont el coo in di nivôl
L’angolo di Don Giuseppe
La colonna poetica
a cura di Augusto Cominazzini
a cura di Don Giuseppe Buraglio
a cura dei lettori
L’Italiètta
Un mondo che cambia (8 - fine)
Stupore
L’è ‘l paes de Bengòdi dôe ògnun el fa quèll che ghe par,
ch’el sia funsiônari, sòttsegretari, tirapee ò parlamentar
e dôe, per on incredibil e discutibil bònismo giudizial,
tròpp malesempi resten impunii in del noster sistema social.
Assenteismo, côncussiôn, nepotismo, menefreghismo,
inefficiénza, privilegi, immunità, protezionismo
hinn i caratteristich môral de tanti dipendént indesiderabil,
de ògni ente pubblich, colpevol de inadempienz imperdônabil.
L’assenteismo dilagant, on permessivismo quasi incontrôllaa,
diventaa ona nôrmalità, el von impunemént salvaguardaa
con certificaa su certificaa, rilassaa con tròppa facilità,
che consenten de restà a cà, stipendiaa, a fà on alter laôrà.
A Taranto ona perversa concussiôn, fada con astuzia criminal,
l’ha mandaa in bancarotta l’insipiént amministraziôn comunal,
in de l’Arsenal millatresént operari se gratten i ball
per l’indifferénza d’on ammirali, present come primm ufficial.
Da semper el nepotismo l’ha garantii la successiôn,
de generaziôn in generaziôn, de incarich e professiôn,
ma incoeu se dòpra partitocrazia e concôrs taroccaa
per favôrì parent e amis in barba a la legalità.
I privilegi esageraa che, con roganza, s’hinn caparraa
deputaa, amministradôr, sindigh, consulent, sénza fiadà,
hinn l’espressiôn d’on menefreghismo e strasà eloquént
che tègnen minga cunt de quanto costen al contribuént.
On brutt esempi de inefficienza, corruziôn, ignòminia
l’è l’orrenda ruera che l’ha infèttaa Napoli e la Campania,
sont el popôl ch’el contesta ai responsabil, irreperibil,
incompetenza, intrallazz e disaster ambiental inverosimil.
L’immunità parlamentar, on salvacondòtt disonèst e illegal,
la conced a l’onôrevol ona garanzia spregiudicada, special,
de incolumità de frônt a la legg e, vergognôsamént,
de fregass di sò dover vers el popôl e el Parlamént.
Purtropp el paes de Bengòdi l’è riservaa, esclusivament,
ai mammasantissima, a chi governa e comanda, ai esponént,
invece el popolin el dev restà a guardà sta meschinità
e continuà a mugagnà, con passiôn, che l’è ôra de cambià.
De front al mônd presentom sta brutta realtà,
quand podarem riscoeud on poo de credibilità?
I
n questi ultimi anni, mi sono accorto che l’occasione più idonea per un ripensamento serio della propria fede sopravviene nel momento in cui si va in parrocchia a chiedere di far frequentare il catechismo ai
propri figli di terza elementare. L’adolescenza (15 anni) aveva mandato in crisi la fede soprattutto a causa
dei problemi dell’età, da giovani adulti (25 anni) ormai il solco che si era creato era troppo profondo, da
sposini (30 anni) – prima e dopo la celebrazione del
matrimonio – si era pensato a qualcosa ma le distrazioni erano state tante, da giovani genitori (35 anni)
si era stati fortemente distratti dal nuovo arrivato….
Adesso però, attorno ai 40, quando i figli sono grandicelli e si è ormai lontani dalle turbolenze ideologiche
giovanili, se si vuole, si può ripensare con estrema serietà alla propria fede, molto spesso solo assopita,
quasi mai spenta del tutto.
È questo il motivo per cui la parrocchia propone a
questi genitori un impegnativo percorso di formazione cristiana, prima ancora che i figli incomincino il loro cammino di fede che li porterà a ricevere la comunione e la cresima. Otto settimane di fila, a spron battuto, un’oretta ogni venerdì verso sera, commentando
otto brani di vangelo, mi sforzo di presentare gli
aspetti fondamentali della fede cristiana. Molto spesso i presenti rimangono… sbalorditi (sic!) per quanto
si riesce a ricavare dalla Parola di Dio letta e commentata. Parecchi si accorgono di aver coltivato convinzioni assolutamente errate a proposito di Dio,
Gesù, Chiesa, Sacramenti… E lì, condividendo con altri che vivono la stessa situazione di vita, molti riescono davvero a ripensare alla propria fede e a riprendere un cammino serio di vita cristiana. Qualche risultato, in effetti, lo si vede: ogni anno, diversi ripensano
con serietà e ricominciano! Il motivo per cui si inizia
è, tutto sommato, spurio: si comincia chiedendosi che
cosa significhi essere cristiani per poter dare un senso alla richiesta che si fa per i propri figli, e si finisce
chiedendosi il senso dell’essere cristiani per noi adulti! E così, finalmente, si riprende il cammino un tempo interrotto!
odiaco di
ona
a cura di Anna Maria Indino
Settembre 2007
Silvia Benna Rolandi
Così, all’improvviso,
tuoni e lampi.
Così, all’improvviso,
l’arco in cielo.
Stupore
d’occhi innocenti.
Perché non duri
più a lungo?
Nel grembo
Silvia Benna Rolandi
Quando il vento che viene dal mare
fa vibrare l’erba e le foglie
vibra e s’arruffa il senso
della natura indomita e del mio fragile
passaggio umano. S’annoda il tempo
e torno a respirare il vento
come se dentro m’alitasse l’eterno
e nell’oscuro grembo
della memoria ritrovassi la luce.
Me, nel cassetto
Diana Roca
Nell’antiquato cassetto
della mia mente
rovisto il presente
cercando tra ritagli di ieri
il mio futuro
Gioie, dolori, pensieri e azioni
li accantono ai confini del cuore,
volti bagnati da lacrime
e da sorrisi asciugati
li cestino nel fondo dell’anima
Di momenti belli
e attimi senza senso
sono piene le mie mani,
tra pugni di rabbia
ne faccio carta straccia
Senza sosta rovisto
le ore bruciate
sperando di ritrovare
tra la cenere
ciò che non ho mai conservato
Me
ARIETE 21.3 – 20.4
Potrete contare su un periodo sereno, anche se non particolarmente movimentato: approfittatene per dedicarvi alla
lettura e alla cura del corpo. In quanto al lavoro, avrete carta bianca per mettere in piedi progetti molto innovativi.
Acquarello
TORO 21.4 – 21.5
Settembre simpatico, che permette situazioni avventurose, passionali, e vita sociale vivace, culturalmente interessante. Senza contare che nuove idee vi consentiranno di realizzare buoni affari e che un vostro desiderio potrà concretizzarsi.
Cominci con una foglia
e arrivi a dipingere un giardino
che a farfalle
incoronate dal sole
fa da tappeto
Di turchese e acquamarina,
d’azzurro, argento e giada
trasformi in oceano
gocce il mare
morte sulla sabbia
Di seta è il pennello
che spruzza di bianco
al centro del quadro
la sirena,
sposa dell’angelo
Con sfumature di giallo e oro,
dai anima
ad occhi che parlano d’amore
e suono
a labbra socchiuse
che cantano i mille colori
Cominci con una goccia
e arrivi a dipingere il mondo...
GEMELLI 22.5 – 21.6
Se vi verranno offerte nuove opportunità di guadagno, è il momento giusto per acciuffarle al volo. Bene anche la sfera amorosa: con il partner vivrete piacevoli sensazioni di armonia. Dopo le vacanze fate una sana alimentazione.
CANCRO 22.6 – 22.7
Scrollatevi di dosso la pigrizia delle ferie, sul lavoro tirate fuori il vostro spirito organizzativo e siate sorridenti. In quanto all’amore, qualcuno, forse momentaneamente occupato, vi farà battere il cuore. Attenti ai cali d’umore.
LEONE 23.7 – 22.8
Sarete piacevolmente impegnati a coltivare varie relazioni sociali e amicizie costruttive e interessanti. Un bel sogno
che premierà i vostri talenti artistici e creativi si potrà realizzare presto, quando ormai non ci contavate più. Salute ok.
VERGINE 23.8 – 22.9
Il denaro potrà entrare, ma anche uscire, a meno che non vi decidiate a mettere a punto una precisa strategia d’azione.
Troverete buoni punti d’intesa in famiglia e, se li avete, con i vostri figli. Tornando dalle vacanze, nutrite i capelli.
BILANCIA 23.9 – 22.10
Se siete rimasti in città, vi divertirete anche con poco, gli amici del cuore, le passeggiate nel Parco Nord, le coccole con
il partner. Bene anche il lavoro: riuscirete a comunicare in modo efficace e produttivo. Bevete molta acqua minerale.
SCORPIONE 23.10 – 21.11
Sul lavoro, una persona che vi ammira vi proporrà di collaborare con lei: accettate. Sarete affascinati dall’atteggiamento di una persona che vi farà battere il cuore solo a guardarla. Evitate i cibi troppo grassi e gli alcolici.
SAGITTARIO 22.11 – 21.12
Farete molto bene a mettere un freno alle spese, dopotutto ci si può anche divertire con poco. In quanto all’amore,
cercate di essere fedeli, se non volete correre il rischio di farvi sfuggire persone veramente valide. Fate delle cure termali.
CAPRICORNO 22.12 – 21.1
Farete passi avanti nella carriera professionale, i vostri sforzi saranno ricompensati. Si prospettano buoni guadagni e
vi concederete un meritato regalo. In quanto all’amore, l’intesa sarà molto intensa. Scegliete un inedito taglio di capelli.
ACQUARIO 22.1 – 19.2
Chiuderete l’estate in forma esuberante. Avrete idee brillanti per aumentare le vostre entrate, ma cercate qualche alleato
per metterle in pratica. In quanto ai rapporti con l’altro sesso, troverete le persone adatte a soddisfare i vostri desideri.
PESCI 20.2 – 20.3
Sarete piuttosto spendaccioni, sempre pronti a mettere le mani al portafoglio senza riflettere. In quanto ai rapporti interpersonali, potrete fare piacevoli escursioni in compagnia di amici simpatici. Fate attività fisica: yoga, danza e palestra.
Diana Roca
Colori d’autunno
Anna Rizzi
Brillano i colori d’autunno
ripetono in un gioco eterno
immagini di glorie passate.
Sui rami abbandonati
in questa silenziosa oscurità
si levano solitari
canti soavi
a ricordo di albe dorate
e teneri tramonti.
Questo tempo
che prende commiato
nasconde tesori
che gridano desideri di luce
nella certezza
di nuovi splendori.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 21
FILO
DIRETTO CON…
PIRELLONE
PALAZZO MARINO
Il federalismo fiscale
Le auto in città
Franco Mirabelli
(Consigliere regionale dell’Ulivo - Segretario provinciale Ds)
Marco Granelli (consigliere comunale dell’Ulivo)
a crisi di credibilità della politica
e, spesso, delle istituzioni è nel nostro Paese un dato inconfutabile che si
percepisce soprattutto qui al nord, dove la distanza che intercorre tra le
aspettative e ciò che la politica riesce
a dare è più che mai evidente. A questo disamore contribuisce innanzitutto
una politica rissosa, che è percepita
dai cittadini come se affrontasse i problemi solo in modo propagandistico e
non per trovare soluzioni. Ma certo vi
contribuisce in modo particolare chi
alimenta l'idea di un Paese spaccato,
in cui non esiste un interesse comune
che unisce in democrazia anche schieramenti opposti. Vedi sciopero fiscale:
teorizzarlo significa far passare il
messaggio che stando all’opposizione
si preferisce “lo sfascio” del Paese al
governo dell’altro schieramento. Sulla
distanza dei cittadini dalla politica pesano, inoltre, la moltiplicazione dei
partiti e le divisioni che si producono
all’interno delle stesse coalizioni: il Pd
nasce proprio anche dall'esigenza di
riformare il sistema politico.
La verità è soprattutto, però, che a questo Paese servono riforme fondamentali.
Prima di tutto, quella della pubblica
amministrazione, che oggi è inadeguata,
lenta e spesso diventa un ostacolo anziché un sostegno per i cittadini. In secondo luogo, quella fiscale: per garantire
più equità, per combattere l'evasione,
ma anche per ridurre le tasse, tasse che
qui al nord sono troppo alte.
Servono una pubblica amministrazione più efficiente, in cui vengano premiati merito ed efficacia, una qualità
garantita dei servizi, e serve utilizzare ciò che il risanamento economico e
la lotta all'evasione stanno producendo per aiutare famiglie ed imprese
con la riduzione di Ici e Irap. Come
L
ha annunciato di voler fare il governo
con la prossima finanziaria.
Per fare tutto ciò è, però, indispensabile
introdurre un forte federalismo fiscale.
Bisogna dare alle Regioni e agli enti locali la responsabilità di stabilire le entrate fiscali che sono necessarie per garantire il funzionamento della pubblica
amministrazione. Devono poter decidere
quali servizi offrire ai cittadini in rapporto a quali entrate.
È chiaro che ciò non deve mettere in discussione la garanzia di diritti e servizi
che devono essere universalmente garantiti dallo Stato, come ad esempio sanità e sicurezza. Ma sul resto si può lasciare ai cittadini, regione per regione, la
possibilità di scegliere i livelli di servizi
che vogliono siano loro offerti, sapendo
che ciò comporta livelli diversi di tassazione. Queste sono le ragioni per cui in
Regione Lombardia anche noi, la sinistra riformista, stiamo sostenendo una
serie di provvedimenti in questa direzione. D’altra parte, è grazie alle leggi costituzionali votate dal centrosinistra se
oggi la Regione può chiedere l’attribuzione di nuove competenze e l’attivazione del federalismo fiscale. Ed è il governo di centrosinistra che ha avanzato in
queste settimane, una proposta di legge
per il federalismo fiscale mancante nella
legislatura precedente.
Ecco, la risposta alla necessità di rinnovare il patto tra cittadini e politica e istituzioni, passa da qui. Non dalla propaganda degli scioperi fiscali, né dall'inganno di chi racconta che di per sé il federalismo fiscale significa riduzione delle tasse. Ma da un’idea che dà ai cittadini la possibilità di scegliere, di decidere
sui territori con il voto, premiando l'efficienza e punendo chi non fa funzionare i
servizi.
www.francomirabelli.it
TASSE & AGEVOLAZIONI
Scadenze di settembre
Lorenzo Gomiero
• Unico 2007 Le società di capitali e gli
Enti non commerciali devono trasmettere, in via telematica, entro il 10/9/2007
la dichiarazione Unico 2007 mentre le
società di persone, persone fisiche titolari di partita iva e/o di redditi di partecipazione devono trasmettere, sempre in
via telematica, la dichiarazione entro il
25/9/2007.
• Modello 770 Entro fine mese deve
essere trasmesso, in via telematica, il
modello 770 semplificato inerente ai
compensi erogati nell’anno 2006.
• Modello 730 Entro il 1o ottobre i lavoratori dipendenti e pensionati che si sono avvalsi dell'assistenza fiscale presentando il modello 730/2007 devono presentare comunicazione al datore di lavoro od ente pensionistico di non effettuare o effettuare in misura inferiore l'acconto Irpef per l'anno 2007.
• Rimborsi Iva auto Entro il 20/9/2007
deve essere trasmessa l’istanza per il
rimborso forfettario dell’Iva auto.
Sportello operativo Caf - Tutela fiscale del contribuente Srl, Milano, V.le Rodi 85. Rag. Lorenzo Gomiero
Commercialista - È possibile prenotare l’appuntamento per la compilazione di documenti fiscali. Aperto il sabato mattina.
Tel. 02 66103405 fax 02 66116682, [email protected]
iaprono le scuole e riprende il traffico,
R
aumentano le perdite di tempo e lo
smog. Su questa emergenza milanese purtroppo sono poche le decisioni concrete della
nostra Amministrazione e molte invece le
parole e le polemiche. La Moratti aveva proposto il ticket, per diminuire l’ingresso delle
auto inquinanti e per raccogliere risorse per
interventi strutturali. Alla fine ci troviamo
di fronte a un provvedimento non strutturale, limitato dalle mille deroghe imposte
dalle lobbies. Anche Berlusconi è intervenuto, ricordandosi di essere consigliere comunale di Milano, ma più preoccupato di agitare demagogicamente il tema delle tasse,
piuttosto che occuparsi dei veri problemi dei
milanesi, degli investimenti che aveva promesso per la città quando era Presidente
del Consiglio, senza renderli concreti.
Ma soprattutto la proposta della Moratti
non agisce sulla leva strutturale: il potenziamento del mezzo pubblico per intercettare le persone che entrano quotidianamente
in città e bloccare così le auto fuori dai nostri quartieri.
L’eccezione è nella nostra zona dove quest’estate si sono invece aperti i cantieri di una
nuova linea metropolitana, la linea 5 che si
snoderà sull’asse dei viali Zara e Testi.
Un’opera molto importante che cercherà di
interrompere uno dei flussi di auto più nu-
merosi della città. Un’opera resa possibile
dalle risorse concrete date dal Governo
Prodi a Milano, inserite nella finanziaria
del 2007 e rese disponibili alla fine dello
scorso mese di luglio. Si tratta di un segno
concreto, che va nella giusta direzione.
Le infrastrutture sono infatti molto importanti per la nostra città, ma fino ad ora in
Lombardia e nel nord Milano ci si è concentrati su quelle automobilistiche come il quadruplicamento dell’autostrada MilanoBergamo, giusto e necessario. A questo si
unirà la nuova autostrada Brescia-Milano.
Sono questi importanti interventi, ma di
fatto snelliranno il traffico automobilistico
nella Provincia, ma poi il problema della
congestione si porrà di nuovo alle porte della città, nei nostri quartieri periferici.
Milano allora deve affrontare seriamente e
con decisione questa emergenza e investire in mezzi pubblici, con metropolitane,
trasporto ferroviario, nuovi autobus. Ma
anche qui Milano è incongruente. I nuovi
mezzi inseriti pochi giorni fa sono tradizionali, a gasolio e quindi contribuiranno all’inquinamento. Altre città stanno inserendo mezzi a metano che invece hanno emissioni molto minori. Anche qui Milano sembra più interessata al risparmio e meno alla qualità della vita dei suoi cittadini di oggi e di domani.
PARERI LEGALI
Tutela dei passeggeri in aereo
Dimitri Barbera*
capitato a tutti o quasi, che al rientro
È
dalle vacanze ci si renda conto di essere
tornati alla propria “normale” esistenza, scoprendo che è stato smarrito o danneggiato il
bagaglio aereo oppure di essere stati danneggiati in altri modi – e magari già dalla partenza –. Il Regolamento Ce n.261/2004 del
Parlamento Europeo ha istituito regole severe in tale materia.
Qualora il vettore aereo operativo preveda di
dover negare l’imbarco su un volo, si appella
prima ad eventuali volontari disposti a rinunciare alla prenotazione in cambio di benefici da concordare. In caso di negato imbarco a passeggeri non consenzienti, il vettore
aereo operativo provvede immediatamente a
versare un rimborso, c.d. compensazione pecuniaria, a meno che i passeggeri siano stati
informati della cancellazione in un tempo
adeguato e comunque previsto dal regolamento, prestando loro assistenza in ogni caso. Il vettore aereo operativo non è tenuto a
pagare se può dimostrare che la cancellazione del volo è dovuta a circostanze eccezionali
che non si sarebbero potute evitare anche
adottando tutte le misure del caso.
In caso di cancellazione del volo, ai passeggeri viene offerto giusto rimborso entro sette
giorni del biglietto, oppure volo di ritorno verso il punto di partenza iniziale, oppure l’imbarco su un volo alternativo appena possibile
o ad una data successiva di loro gradimento,
pasti e bevande in congrua relazione alla durata dell’attesa, due chiamate telefoniche o
messaggi fax, telex o posta, fatte salve alcune
circostanze.
In caso di ritardo, il vettore aereo deve offrire
al passeggero pasti e bevande e tutti i servizi
di cui sopra oltre, se è il caso, la sistemazione
in albergo ed il trasporto tra l’aeroporto e il
luogo di sistemazione.
Se un vettore aereo sistema un passeggero in una classe superiore a quella corrispondente al biglietto aereo acquistato
non può esigere alcun pagamento supplementare. Se la sistemazione avviene
in classe inferiore, il vettore deve rimborsare parte del costo del biglietto.
Nel caso di smarrimento del bagaglio e successivo ritrovamento, bisogna inviare richiesta di risarcimento comprensiva delle spese
sostenute per la vacanza o parte di essa senza gli effetti personali e dei danni esistenziali
da vacanza rovinata.
Fatti salvi ed impregiudicati, in ogni caso, i
diritti del passeggero ad un giusto e doveroso
risarcimento di ulteriori danni subiti.
Gli obblighi nei confronti dei passeggeri stabiliti dal Regolamento Ce n.261/2004, non possono essere oggetto di restrizioni o rinuncia,
in particolare per effetto di clausole derogatorie o restrittive del contratto di trasporto.
*Avvocato del foro di Milano, Via G. Arganini, 24 – Studio Legale e Tributario in Milano, Via Soperga n° 4,
tel. 0266714559, fax 02700418300, [email protected] <mailto:[email protected]>
A unanime richiesta, prima consulenza gratuita ai lettori di “Zona Nove”
CASA & CONDOMINIO
Uso delle parti comuni
Roberto Vettorello
olte volte un lavoro eseguito da un condomino
M
senza il consenso dell'assemblea viene ritenuto
non lecito, mentre invece è consentito dalla legge. È
la legge infatti che sancisce i limiti entro i quali il
singolo può eseguire un lavoro utilizzando a proprio
favore la cosa comune. Tali limiti non possono essere
travalicati, ma vediamo quanto dispone l'art.1102
per l'uso lecito della cosa comune e quanto di contro
vieta.
L’articolo 1102 (Uso della cosa comune). Ciascun
partecipante può servirsi della cosa comune, purché
non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine può apportare a proprie spese le
modificazioni necessarie per il miglior godimento
della cosa.
ONA NOVE 22
Il partecipante non può estendere il suo diritto sulla
cosa comune in danno degli altri partecipanti, se non
compie atti idonei a mutare il titolo del suo possesso.
In base al primo comma di tale articolo ogni partecipante al condominio ha la facoltà di usare la cosa comune con il divieto però di alterarne la destinazione,
attuando una modificazione del bene o del suo utilizzo
in modo contrario alla natura della cosa, al titolo, alla
legge, o alla volontà dei partecipanti, espressa attraverso o un regolamento contrattuale o con un regolamento assembleare. Per il secondo comma ogni singolo condomino può apportare, anche a sue spese, le modifiche necessarie al miglior godimento della cosa comune, senza dover chiedere autorizzazione alcuna all’assemblea dei condomini, purché non venga alterata
la consistenza e la destinazione del bene.
All’ultimo comma l’art.1102 precisa, infine, che uno
dei comproprietari potrebbe, addirittura usucapire il
suo diritto maturato per il suo esclusivo utilizzo determinato dall’inerzia degli altri perdurante un determinato lasso di tempo.
In ogni caso stabilire se è stata compiuta un'alterazione della cosa comune o se si attua un possibile impedimento nel pari uso da parte di altri condomini, sarà
compito di un tecnico dopo aver compiuto le opportune indagini ed accertamenti.
Rag. Lorenzo Gomiero - Rag. Roberto Vettorello - Studio
professionale Amministratore Stabili - Milano viale Rodi 85 Tel.: 02.66.10.34.05 – fax: 02.66.11.66.82 - [email protected]
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Cell. 347/9507398
lettere in redazione
ANIMALI
ABBANDONATI...
Di solito si parla di animali
abbandonati d’estate. Perché
non parlare anche di animali,
cani in particolare, che sono
abbandonati tutto l’anno in
appartamenti ad abbaiare in
attesa del padrone? Queste
persone si definiscono animalisti, soltanto perché li portano
a pisciare quindici minuti al
giorno.A voi la conclusione.
Renzo Campagnoli (agosto)
... AUTOMOBILI
ABBANDONATE
Volevo informare che in via
Pozzo Bonelli, nel parcheggio
adiacente alle abitazioni “I
giardini di via Ornato”, è abbondonata una Fiat di targa
straniera dall’estate scorsa.
Pertanto, vista la rubrica del
numero scorso dedicata alle
auto abbandonate, vi chiedo la
gentilezza di pubblicare questa mia lettera.
Andrea Giordano (agosto)
LE SPESE DI VIA
MONTEROTONDO
Concordo con il mio “concittadino” che sul numero scorso
scrive delle spese di via
Monterotondo, perché anch’io
abito nello stesso quartiere.
Le spese sono alte, e penso
che il Comune di Milano, per i
suoi inquilini meno abbienti,
dovrebbe fare come per gli affitti. L’amministrazione del
quartiere è rigorosamente documentata, e tutti, inquilini
compresi, hanno facoltà di vericare le fatturazioni dell’amministratore. Purtroppo il
combustibile per il riscaldamento, l’energia elettrica e
l’acqua costano in via Monterotondo come in via Montenapoleone. Inoltre, il quartiere
ha anche per nostra fortuna
(dico io) 12.000 mq di verde la
cui manutenzione pesa sul bilancio del condominio. La legge regionale impone all’amministratore di esigere le spese
condominiali direttamente
dagli inquilini, mentre sarebbe opportuno che le esigesse
dal Comune di Milano come
da qualsiasi proprietario, cosa
di cui tutti noi, amministratore compreso, saremmo lieti.
Con la conversione a metano
della CT, oltre alla riduzione
delle emissioni, dovremmo ottenere dei costi di riscaldamento leggermente più bassi.
Purtroppo con gli attuali meccanismi i costi sono sempre in
salita mentre le nostre pensioni sono sempre in discesa.
Marco Vittori (agosto)
PERICOLO STRADALE
IN VIA PIRELLI
Abito al quartiere Bicocca e
precisamente in Piazza dei
Daini 4. Vorrei trattare di un
problema di sicurezza stradale che vede coinvolti tutti gli
abitanti degli edifici prospicenti Piazza dei Daini 3 e 4
(oltre 700 famiglie!). Infatti
l’uscita con l’auto da Piazza
dei Daini prevede l’immissione a 90° in Viale P. e A. Pirelli
che, essendo costellato di auto
in parcheggio, obbliga ad
esporsi notevolmente col frontale dell’auto per potere accertare il sopraggiungere di mezzi motorizzati la cui velocità,
non essendovi regolazioni semaforiche, sovente è sopra i limiti consentiti nei centri abitati (pertanto è reale la pre-
senza del rischio collisione).
Sono già successi diversi incidenti all'incrocio suddetto e alla richiesta verbale ai Vigili di
installare un semaforo è stato
risposto che non è previsto e
che, comunque, si tratterebbe
di una lunga procedura. È stato invece suggerito dagli stessi
Vigili di rivolgersi al CdZ per
richiedere al Comune l’installazione di ondulati sul manto
stradale onde ridurre la velocità delle auto. Mi rivolgo pertanto al Consiglio di Zona ringraziando sin d'ora per la cortese attenzione.
Arcangelo Rossetti (agosto)
BONIFICA STRADALE
MISTERIOSA
Sono venuto a conoscenza di
un intervento di bonifica nell’area adiacente al cantiere
della nuova strada di accesso
al pronto soccorso di Niguarda, situazione che aveva bloccato i lavori. Ora l’opera di bonifica sembra completata. A
puro titolo di curiosità sapete
che cosa avevano sepellito?
Grazie da un curioso
Marco Vittori (agosto)
• No, non sappiamo niente.
Ma saremmo anche noi curiosi di sapere. LA
LA CHIUSURA
D’AGOSTO
Buon giorno, siamo alle solite:
agosto e Niguarda è, come
succede da anni, chiusa per ferie. Panettieri chiusi, parrucchieri chiusi, tintorie chiuse, la
solita settimana di ferragosto.
La cara Coop è l’unica fonte di
sopravvivenza, intorno il nulla, ormai da anni. Ma come
mai qualche negozio non decide di chiudere il mese di luglio
anziché tutti in agosto? Non è
il Comune che autorizza la
chiusura dei negozi, non accorgendosi che nella zona 9
non vengono rispettati i turni?
Spero nell’anno prossimo, ma
già prevedo che sarà una
guerra persa in partenza.
Patrizia Leoni (agosto)
L’EDIFICIO NON
PIÙ MISTERIOSO
Gentile signora Bellini, sono
lieto dell’occasione che mi dà
con le sue intelligenti domande sull’edificio “misterioso” di
cui scrive sul numero di luglio.
Che nel 2007 un Comune come quello di Milano non badi
a spese, tanto da avvitare su
ogni tombino - ve ne siete accorti? - una targhetta con la
numerizzazione, non sia poi in
grado di rispondere a una
semplice domanda della
Signora è un segno dei tempi:
un centralismo responsabile
di tutto non sa rispondere a
niente coi fatti ma a tutto con
lettere (debitamente protocollate! un vero inno allo spreco
di risorse umane). Non ci si illuda quindi, nella sua lunga
storia quell'edificio molto probabilmente resterà in quello
stato per molte amministrazioni a venire, non sarà mai
per loro un problema rilevante cui fare attenzione né tale
da muovere interessi dai protagonisti immobiliari del nostro tempo. Anche le Amministrazioni passate, con altri
mezzi, avevano stili non molto
diversi, proprio a riguardo di
questo edificio: ne ho una
esperienza diretta. Nel lontano 1972 una cooperativa di
cui facevo parte fece domanda
di acquisto al Comune per costruirvi una casa di abitazione
da assegnare ai soci al posto
di quel rudere. Protocollata regolarmente, la domanda
avrebbe dovuto seguire i vari
esami di merito e, in un paese
normale, ricevere risposta negativa o positiva che fosse.
Ricordo solo l’affannosa rincorsa di consiglieri e presidente nei vari uffici comunali
si la meritata pensione Gino
Russo, titolare della latteria
di Via Paolo Rotta, dopo 53
anni di onorato e impeccabile
servizio. Gino, che aveva iniziato la sua attività nel 1954 e
rappresenta quindi uno dei
più longevi esercenti di
Niguarda, fu raggiunto in seguito dalla fida sorella Maria.
Gran lavoratore, serio, sempre
educato, io l’ho conosciuto agli
Un medico burino
i riferisco alla segnalazione della Sig.ra Maria
M
Elisabetta Manna per quanto concerne “l’attenzione”
ricevuta durante la visita oculistica effettuata ambulatoriamente presso l’ospedale di Niguarda. Mia moglie recentemente ha effettuato presso lo stesso ambulatorio una visita, ricevendo il medesimo trattamento di “sufficienza”: il
medico non si è neanche degnato di consultare il parere rilasciato dal pronto soccorso del Fatebenefratelli, dove si
raccomandava appunto di consultare un oculista per concertare il trattamento suggerito. Al termine della visita
lampo, le veniva rilasciato un referto dove, invece della firma, veniva apposto una sigla illeggibile. Non ha così nemmeno avuto il piacere di conoscere il nome del medico che si
era preso “cura” di lei. Questa segnalazione non vuole certo
sminuire l'eccellenza dell'ospedale di Niguarda dove noi, ormai non più giovani, abbiamo sempre ricevuto prestazioni
qualificate. Speriamo, che qualche responsabile legga queste lagnanze e vi ponga rimedio.
Marco Vittori (agosto)
quando sconsolati ci dissero
che alla fine era prevalso
l’Assessorato al Demanio e
Patrimonio il quale fu decisivo
nella lunga pratica (seguita e
sollecitata dalla Cooperativa)
conclusasi per la conservazione (s’è visto poi in che modo);
ovviamente senza poi darne
comunicazione scritta alla richiedente Cooperativa (alla
faccia del protocollo). Ora passo alla gioia che mi dà (e
“Zona Nove” pure) di poter
raccontare, senza sentire gli
sbuffi di (quasi) compatimento di figli e nipoti, i ricordi di
un po’ di storia vissuta a
Prato tra Greco, Segnano,
Segnanino e Niguarda. Quell’edificio esisteva già all'inizio
del secolo scorso: era quello
della scuola di Segnano che
venne dismessa, credo, quando furono soppressi i Comuni
di Greco e Niguarda. Il territorio non era come adesso.
C’erano prati, rogge, fontanili,
lavanderie, cascine, cave. La
vita locale scorreva su una
strada (con tracciati diversi
dagli attuali) da via Monterotondo, via del Riposo, su cui si
affacciava la vecchia Chiesetta di Pratocentenaro, e sul lato opposto l’Asilo Parrocchiale
che ho frequentato, poi l’attuale via Pianell fino a Segnanino
e via Comune Antico (con passaggio a livello) arrivando a
Greco. Fino a dopo l’ultima
guerra quell’edificio ospitava i
senzatetto, rimase poi abbandonato, poi per anni puntellato (per conservarlo?!), poi ancora si dette inizio a un cantiere, rimasto fermo nelle condizioni precarie in cui è ancora oggi.
M. L. Palma (agosto)
• Grazie, signor Palma, della
sua gentilezza e della sua
competenza sulla storia della
nostra zona. Ci scriva più
spesso, la prego. LA
GINO VA
IN PENSIONE
Alla fine di giugno ha deciso
di cessare l’attività e di goder-
inizi dell’attività. Avevo 11 anni quando ha iniziato (ora ne
ho 64): quanti gelati, ghiaccioli
e partite a calciobalilla! Penso
che Gino si merita un caloroso
ringraziamento, da parte di
tutti gli abitanti del circondario che lo hanno conosciuto.
Un grande grazie, Gino! goditi
la meritata pensione che ti
auguro lunga e felice.
Gaetano e tutti i ragazzi
(di una volta) dei dintorni
(agosto)
IN GRAZIANO IMPERATORE
SE PIOVE, POZZANGHERE
Mesi di piogge estive, fermata
del 4 e 5 in via Graziano Imperatore. Basta un po’ di pioggia e si formano pozzanghere
gigantesche. C’è difficoltà ad
attraversare la strada. Io sono
caduta due volte con la pioggia perché non si vede il gradino del marciapiede ed è molto
scivoloso quando è bagnato.
Ho visto persone anziane cadere anche loro. Ma tutti stanno zitti, forse non hanno la
possibilità come me di lamentarsi. Spero di non annoiarvi
più con le mie lamentele.
Patrizia Leoni (agosto)
• Quali lamentele? Sono giuste rimostranze. LA
LIBRI IN REGALO
A CHI LI VUOLE
Tempo fa avete pubblicato la
lettera di un niguardese interessato al ritiro di vecchi libri.
Poiché sto riorganizzando la
mia libreria, mi ritrovo parecchi libri “datati” dei quali vorrei alleggerirmi, ma che non
vorrei cestinare; è possibile comunicare attraverso il giornale questa disponibilità?
Valentina Mussi (agosto)
P.S. Continuate così...
DI DOVE PASSA
IL METRÒ 5?
Sembra che finalmente siano
partiti i lavori per la linea 5
del Metrò. Nonostante abbia
cercato su vari siti (Comune,
Atm, Metropolitana), non sono riuscito a capire dove saranno le fermate. Si parla di
Niguarda, Bicocca etc, ma
quali sono esattamente le vie
interessate?
Armando Cacialli (agosto)
• A pag. 3 la cartina particolareggiata delle stazioni del futuro metrò 5. LA
CONTRO RIFKIN
E MERCALLI
Sono profondamente deluso
per il “leccapiedismo” da voi
dimostrato (e confermato, cestinando la mia critica) nei
confronti degli ecoterroristi
Rifkin e Mercalli. Spero che
sia io sia voi vivremo abbastanza a lungo per vedere
sbugiardata questa razza di
inetti nichilisti (e tutti i loro
seguaci). Purtroppo alcuni di
loro (troppi!) si sono già costruiti una fortuna con libercoli catastrofisti (e non costruttivi) e comparsate televisive o nei parchi pubblici, appunto. Ma sono ancora convinto che il buon senso e la
voglia di “fare” prevarranno,
specialmente se i media daranno voce anche a chi ha
qualche conoscenza tecnicoscientifica e qualche idea per
rimediare all’immobilismo dei
superstiziosi adoratori dell'idrogeno, del sole, del vento... e
del concime (il quale ultimo è
forse l’unico con diritto di cittadinanza nella prospettiva
di “rinnovamento energetico”,
nonostante generi metano...).
Giusto Buroni (agosto)
P.s. Nell'articolo sull’architettura della Bicocca, attribuite
gli orrori perpetrati (questo lo
dico io...) allo “studio Gregoretti”. Purtroppo si tratta del famigerato “Studio Gregotti”,
che ha cosparso tutti gli edifici
delle sue croci capovolte, dando al complesso un “aspetto
satanista”, molto “trendy”.
• Grazie della segnalazione
dell’errore, ce ne scusiamo
con gli interessati e i lettori.
Alla prossima, caro Buroni.
Anche se non siamo sempre
d’accordo, o proprio per questo, le sue lettere sono oltremodo gradite. Anche quando,
per ragioni di spazio, non
vengono pubblicate. LA
UNA MANO ALLE
FAMIGLIE DEI DISABILI
Siamo una cooperativa onlus
e un’associazione familiare;
stiamo avviando su Milano
un progetto di sollievo per le
famiglie con bambini disabili.
Siamo in cerca di persone disponibili a fare da appoggio.
Per questo ci rivolgiamo al
giornale, per la sua possibilità
di arrivare più vicino alle persone. Ringraziando per la collaborazione, siamo disponibili
per qualunque chiarimento.
Laura Belloni 3404530739
Carlo Riva 3487410402
(agosto)
LATTERIA CONTRO
PALAZZINA SOPRAELEVATA
Domenica 5 agosto siamo ritornati dalle ferie e nel nostro cortile, in via Santago-
stino 1, ci siamo trovati
un’impresa edile che senza
alcun permesso esposto ha
alzato di oltre 1,5 metri il tetto della palazzina, ne ha sostituito le travi cambiando
pendenza e ampliando il solaio sopra la nostra latteria.
Dietro la minaccia di chiamare i vigili o i carabinieri
hanno sospeso i lavori.
Lunedì 6 si sono ripresentati
proseguendo i lavori senza
rispondere alle nostre proteste. Abbiamo chiamato i vigili di zona che hanno detto di
avvisare il Comune visto che
non è di loro competenza.
Quindi abbiamo avvisato per
iscritto sia il Comune che i
vigili. Siamo in attesa di una
veloce sospensione dell’abuso
che rovina il nostro cortile e
che ci crea timore di un crollo
della palazzina, che è stata
sopraelevata in modo assurdo sopra la nostra latteria.
Paquale Del Rosso (agosto)
CALCIO E NONNINE
AL GIARDINO
Avete presente il giardino
“nuovo” di Viale Ca’ Granda
dietro al palazzone di recente
costruzione? Gli alberi sono
piccolini e non danno ombra.
Vi sono solo 4 panchine. E noi
mamme passiamo il pomeriggio a litigare con le nonnine
che si lamentano che i nostri
bambini giocano al pallone
nell’unico triangolo di ombra
dietro le panchine. Le abbiamo provate tutte, perfino il
pallone di spugna, ma niente,
le nonnine continuano a sgridare mamme e figli. Non sarebbe meglio se optassero per
giardini più adatti a loro o se
il Comune creasse un campetto di calcio magari recintato?
Lettera firmata (agosto)
ABBASSO
GLI INSEGNANTI BRAVI
Sono il padre di un ragazzo
che ha appena terminato le
medie alla Cassinis. Tra gli insegnanti mi aveva colpito in
modo particolare il prof.
Bonfiglio, di educazione musicale, che si è conquistato il rispetto e l’ammirazione dei ragazzi e delle famiglie con il
suo impegno costante e la sua
competenza, professionalità e
serietà. Si fa un gran parlare
di insegnanti “fannulloni”.
Ecco, di fronte ai nostri occhi
increduli lo scorso anno, alla
festa di chiusura, il professor
Bonfiglio si è presentato impassibile a dirigere il concerto
dei ragazzi (di tutti i ragazzi
delle sue classi, perché ognuno di loro era stato messo in
grado, grazie al suo insegnamento, di suonare i pezzi in
repertorio). E questo nonostante la moglie avesse partorito da poco la terza figlia. È
stato bello vederlo dirigere e
suonare con le sue gemelline
piccolissime appese alle gambe. Ho saputo per caso che
l’insegnante è stato costretto a
trasferirsi per qualche incomprensibile motivo burocratico.
Mi dispiace, la scuola di
Niguarda perde un elemento
eccezionale. E mi domando se
la dirigenza scolastica dell’Istituto V. Locchi abbia fatto
quanto era in suo potere in difesa della continuità didattica
e di quella che, a mio parere,
era una vera e propria risorsa
educativa e culturale.
Daniele Ratti (settembre)
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