Note del Presidente 33/2° Comunque un periodo molto intenso guardando sempre comunque alla realtà che ci circonda e di cui pure siamo responsabili, per questo desidero condividere con voi i principali appuntamenti ai quali ho partecipato: Il 4 maggio ho partecipato a Battipaglia ho partecipato ad un incontro pubblico nella sede del Comune per la presentazione dei nostri due libri; un incontro affollato non solo dalle comunità della Campania, ma da capi dell'AGESCI e del GEI , e da cittadini interessati; i relatori erano di ottimo livello anche scientifico. Veramente un incontro di successo che apre alla speranza per l'interesse che a suscitato, un esempio da imitare. Il 5 maggio ho partecipato alla Celebrazione Eucaristica che ormai da molti anni si rinnova per ricordare gli scout e le guide che sono tornate alla "casa del Padre". Come al solito la celebrazione si è svolta nella chiesa dedicata ai caduti sul lavoro a via Giulia; ancora l'opportunità di incontrare tanti amici con i quali si è condiviso un tratto di strada e ricordare maestri e testimoni che la strada ce l'hanno indicata. Il 9 maggio ho partecipato con il nostro AEN ad un Seminario organizzato da Retinopera sul tema della "Famiglia" in vista delle prossime Settimane Sociali, in quella occasione ho ricevuto anche apprezzamenti, da alcune associazioni a cui avevo inviato una copia, sul nostro recente Quaderno n ° 10 "Avrò cura di te e saprò custodire la mia famiglia", interessante e appassionata la relazione di SE mons.Paglia Presidente della Pontificia Commissione per la Famiglia.. L' 11 maggio si è svolto a Roma il nostro incontro "Legge Scout e Bene Comune", in vista della pubblicazione del nostro terzo libro Note del Presidente "Noi e la società e il mondo" (titolo provvisorio) , avevamo invitato gli Adulti Scout che hanno (o hanno avuto di recente responsabilità nelle istituzioni, nelle amministrazioni locali, in politica, nelle organizzazioni di impegno sociale e civile, hanno partecipato circa 60 persone, più delle attese. Nella mattina, dopo una mia breve introduzione (vedi allegato) abbiamo ascoltato e ci siamo confrontati con tre interessanti relazioni svolte dalla dott.sa Carla Collicelli Vice Direttore del CENSIS, dal prof. Luigino Bruni docente di Economia all'Università LUMSA, dal dott. Sergio Gatti Direttore di Federcasse. Nel pomeriggio tutti i partecipanti in un immaginario "grande cerchio" hanno raccontato le loro esperienze, i loro successi, le loro delusioni e le loro speranze. Una giornata ricca ed intensa. Il 18-19 maggio sono stato invitato dalle Comunità di Lamezia a due incontri: sabato un convegno dedicato a ricordare la figura di don Saverio, un grande prete che ha dato vita ed animato lo scautismo lametino ma sopratutto a cogliere i segni fondamentali della presenza dello scautismo in questa città, il mio intervento d'apertura (vedi allegato) è stato un invito a cogliere il significato più vero dello scautismo; ovviamente la serata si è conclusa "in gloria" da Gegè. Domenica è stata dedicata alla presentazione dei nostri due libri, erano presenti oltre ai capi dell'AGESCI, al MASCI di Lamezia anche il nostro SN Alberto, la SR e il VSR della Calabria Marie Josè, il SR della Sicilia Carmelo, il nostro Revisore Enzo e altri Adulti Scout provenienti da molte comunità della Calabria; ho svolto il solito intervento di presentazione che trovate in allegato; mi è sembrato che i temi trattati abbiano suscitato attenzione e diversi libri sono stati venduti. MAGGIO 2013 Confortati da queste esperienze continuiamo il nostro cammino verso la nostra Assemblea Nazionale dal tema ambizioso: “Oltre il ponte… In cammino nella storia” Buona strada a tutti Un abbraccio Riccardo Della Rocca Presidente Nazionale PS: Ricordo l’impegno che tutte le Regioni hanno assunto in Consiglio Nazionale di realizzare almeno due presentazioni pubbliche dei nostri due nuovi libri: “Un avventura che continua – lo scautismo degli adulti” e “Con noi sulla strada – tracce di spiritualità e catechesi per adulti”: due libri che non dovrebbero mancare nella casa di nessun Adulto Scout ma che saranno anche il nostro “biglietto da visita” verso il mondo esterno che guarda con interesse alla nostra esperienza. 2 Note del Presidente 33/2° Firma dell’Impegno? Giuseppe Mira offrì questo libretto a noi rover ed in essa rileggeva la Legge Scout in chiave sociale e politica nel contesto italiano di quegli anni Fu una scoperta per tutti noi, quel libretto fu alla base di tanti capitoli di Clan, ci permise di riappropriarci di quelle “parole” . Sono passati cinquant’anni, cinquant’anni di straordinarie trasformazioni. Oggi non ci si può limitare a confrontarci con la società italiana, occorre collocare la nostra riflessione in un orizzonte globalizzato, nel contesto europeo, nel futuro del pianeta Terra. Abbiamo deciso allora di tentare di scrivere nuovamente quel libro 50 anni dopo. Un impegno sicuramente non facile, abbiamo infatti la consapevolezza che noi noi che abbiamo scelto la strada dello “scautismo per tutta la vita” siamo chiamati all’impegno profetico dell’educazione, e quindi affrontiamo il nostro tempo, questa nostra storia, con uno sguardo particolare: Siamo consapevoli che l’impegno profetico dell’educazione ci chiama a “Guardare lontano” nel tempo e nello spazio Ci chiama ad affrontare l’avventura della nuova terra che ci attende, ma che ancora non conosciamo. Per questo vorremmo rileggere la Legge e la Promessa come bussola, mappa e binocolo: strumenti fondamentali delle donne e degli uomini della “strada”. Sfide e opportunità potranno essere colte solamente con una adeguata bussola, la mappa ed il binocolo. Queste mie parole di apertura non sono una relazione . Voglio solo raccontare le nostre attese e presentare lo svolgimento di questa giornata. Note del Presidente Nell’impostare questo libro abbiamo voluto inserire una riflessione preliminare sulla Promessa; perché la promessa, qualunque promessa, è atto squisitamente personale, è l’impegno mio anche se assunto davanti ad una comunità; per questo questa parte dovrà fare riferimento soprattutto alla responsabilità, alla morale privata, all’etica pubblica Nella seconda parte vorremmo riflettere sugli impegni derivanti per ognuno di noi, ma anche per le nostre comunità, per l’intero movimento, dalla fedeltà alla Legge, quindi non solo gli aspetti individuali dell’onestà, della lealtà, della laboriosità della fedeltà,.., ma vorremmo soprattutto riflettere su come questi articoli ci aiutano a leggere il tempo presente e ci indicano una strada per affrontare e costruire il futuro. Facendo solo l’esempio di qualche articolo, abbiamo pensato che quel “. Gli Adulti Scout pongono il loro onore nel meritare fiducia ci possa dare delle indicazioni forti sulle caratteristiche del buon cittadino di oggi, sulla buona politica, sul bene comune. Quel sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida o Scout ci parla dell’uguaglianza: sociale ,culturale, di genere, dei diritti universali di ogni persona Quel sono laboriosi ed economi ci parla della centralità del lavoro, dell’economia reale oggi mortificata dal primato della finanza, della sfida della globalizzazione Quel sono puri di pensieri, di parole, di azioni ci parla della dignità della persona, della vita, dei temi etici; del rigore teologico e dottrinale da coniugare sempre con la compassione per ogni persona qualunque sia il suo credo E così per tutti gli altri articoli. MAGGIO 2013 contributo di chi più direttamente è oggi, o è stato recente coinvolto, nella vicenda sociale e politica del nostro paese Da qui è nato, quasi per caso, questo incontro Questa mattina, gli amici che abbiamo invitato (la dott.sa Carla Collicelli del CENSIS, il prof.Luigino Bruni docente di economia, il dott. Sergio Gatti Presidente di Federcasse) ci aiuteranno a capire il mondo in cui viviamo, e soprattutto a coglierne le sfide e le opportunità Nel pomeriggio con molta libertà ascolteremo le vostre esperienze, le vostre battaglie, le vostre delusioni. Sarà un cerchio, un fuoco di bivacco, un Consiglio della Legge in cui ognuno mette in comune la propria esperienza, i propri successi ma anche le difficoltà e le contraddizioni che ognuno si è trovato ad affrontare; avendo sempre in mente le indicazioni della Legge e della Promessa. E’ anche così che riscopriremo la Promessa e la Legge degli scout e delle Guide come bussola, mappa e binocolo per contribuire a costruire un mondo diverso e migliore, per essere attrezzati ad “andare oltre il ponte” Grazie e buon lavoro E’ evidente che abbiamo scelto una strada difficile ed allora, per scrivere questo libro abbiamo pensato che avevamo anche bisogno del 4 Note del Presidente 33/2° MAGGIO 2013 PROFEZIA e FRONTIERA Questi miei sei anni da Presidente del MASCI hanno visto rincorrersi le celebrazioni dei centenari della nostra storia: dal 2007 nascità dello scautismo a Brownsea, al 2012 nascita del Guidismo, al 2013 nascita del GEI, al 2013 nascita dello scautismo cattolico, e si avvicina il centenario dell’ASCI. E’ stata l’occasione per riIlettere su che ha da sempre caratterizzato lo scautismo nei suoi più di 100 anni di vita. Certamente la sua missione ed identità educativa, ma c’è qualcosa di speciIico che lo contraddistingue anche rispetto a tutti gli altri movimenti e pensieri pedagogici, c’è un’originalità ed una speciIicità unica. A me sembra che questa originalità possa essere racchiusa in due parole: PROFEZIA e FRONTIERA Vale a dire Profezia: non “nuovismo” che è solo allucinazione visionaria e irrazionale, ma “profezia” come visione, responsabilità, consapevolezza, capaci di coniugare il disegno del Signore Dio con la storia ed il cammino dell’uomo. La capacità profetica di guardare lontano nel tempo e nello spazio, la capacità di cogliere sIide sempre nuove non con la vacuità e gli effetti speciali degli illusionisti ma con la serietà, la concretezza e la competenza delle donne e degli uomini di frontiera. Frontiera: non “conIine” che separa la terra, gli uomini, le culture, ma “frontiera” come orizzonte inesplorato ma affascinante verso il quale muoversi. Note del Presidente La curiosità a collocarsi sempre sulla frontiera di mondi nuovi e spesso inesplorati. Sono questi due elementi che, a mio avviso hanno richiamato milioni di bambini, ragazzi e giovani a vivere questa meravigliosa avventura ed anche milioni di adulti a dedicarsi al servizio dei giovani e più di recente a scoprire la strada ed il grande gioco dello scautismo degli adulti. Per questo in questo pomeriggio che dedicate a riIlettere su un frammento e su don Saverio, un testimone di questa storia, desidero ripercorrere con voi alcuni passaggi della storia dello scautismo in cui più evidenti sono stati questi due aspetti della Profezia e della Frontiera. Non lo farò con il rigore dello storico ma con la passione di chi vuole riscoprire con voi i segni profetici dello scautismo Profezia che segna l’inizio stesso dello scautismo, B-‐P quel generale dell’impero britannico intuendo le potenzialità dei giovani non si rivolse ai baronetti, ai bravi ragazzi della borghesia vittoriana, ma volse lo sguardo aldilà del Tamigi, ai ragazzi , diremmo oggi difIicili, dei sobborghi di Londra. Li osservò come un uomo di frontiera guarda i segni sul terreno e all’orizzonte, a questi ragazzi di vita, come avrebbe detto Pasolini, propose di trasformare la banda in squadriglia, lo scherzo cattivo in buona azione, di passare dalla strada del sobborgo all’avventura nella natura, dalle regole omertose alla chiarezza della Legge. Una novità assoluta, una rivoluzione culturale nel mondo moralista e puritano dell’Inghilterra della seconda rivoluzione industriale. Brownsea è così profezia e frontiera. Profezia che segna anche l’iniziativa del gesuita p.Sevin sj che nel 1913 da vita allo scautismo cattolico. Fino a quel momento scautismo e mondo cattolico si erano guardati con sospetto e difIidenza. Il mondo cattolico guardava con sospetto quel movimento di giovani nato nel mondo anglicano e protestante, il protestantesimo Iino al Concilio è stato visto non come i fratelli separati ma uniti dalla stessa fede nel Signore Gesù e nello stesso battesimo, ma come peccatori perché eretici; il mondo protestante ma anche gran parte della cultura europea nata dall’Illuminismo, vedeva nella Chiesa cattolica il luogo della conservazione se non della reazione. L’intuizione di p.Sevin si pose come piccolo ponte tra questi due mondi Iino a far dire a B-‐P che nello scautismo cattolico vedeva la migliore realizzazione del suo pensiero e Iino al riconoscimento dello scautismo da parte di tutti i ponteIici a partire da Pio XII Iino a far dire a Papa Francesco in uno dei suoi primi incontri con i cardinali “dobbiamo metterci in cerchio come gli scout”. Un grande segno profetico nel 1920 quando B-‐P convocò gli scout di tutto il mondo ad Olimpia per il primo Jamboree. Nel mondo che usciva sconvolto dall’inutile strage della 1° guerra mondiale, dove si affermavano i nazionalismi e le dittature (comunismo sovietico, fascismo, nazismo,..) convocò i giovani senza distinzioni di razza, 5 Note del Presidente 33/2° Queste riIlessioni non vogliono essere solo sfoggio di erudizione storica, ma stimolo a leggere i tempi che sono davanti a noi, a guardare lontano ad avere coraggio e responsabilità per entrare nella nuova terra che è davanti a noi, che è “Oltre il ponte”. Oggi una nuova frontiera si apre davanti a noi, oggi è il tempo di un nuovo sforzo profetico: l’ “Educazione per tutta la vita” che interpella tutto lo scautismo italiano giovanile ed adulto. L’attuale emergenza socio-‐politica del nostro Paese impone la necessità di un rinnovamento collettivo e ripropone con forza l’importanza dell’educazione degli adulti insieme alla necessità di coinvolgere in un percorso di rifondazione di valori e comportamenti quanti più soggetti possibili (e non soltanto ristrette élites). Infatti, solo a questa condizione la rinascita sociale può fondarsi solidamente sull’intimo e generale convincimento dei cittadini e non essere soltanto il frutto efIimero di paure del momento. Non mi dilungo su questo aspetto perché è l’oggetto dell’incontro di domani. Questa nuova sIida è il riIiuto di ogni nuovismo subalterno alla cultura dominante ,di ogni concessione alle mode, ma la capacità di guardare lontano, alla centralità dei piccoli e degli indifesi, come fece B-‐P quando si rivolse ai ragazzi dei sobborghi di Londra; perché il profeta guarda la realtà con l’occhio del povero, del piccolo e dell’oppresso. Mentre riIlettevo su questi temi mi hanno colpito le parole che Papa Francesco ha rivolto ai ragazzi che si preparavano alla Cresima. MAGGIO 2013 “Dio ci dà il coraggio di andare controcorrente – dice Papa Bergoglio -‐ sentite bene giovani: non ci sono difIicoltà, tribolazioni, incomprensioni che ci devono far paura“. Giocate la vita per grandi ideali -‐ ha aggiunto Papa Bergoglio -‐ scommettete su grandi ideali, su cose grandi, non siamo stati scelti dal Signore per “cosine” piccole ma per cose grandi!“. Non sono parole rivolte solo ai ragazzi e ai giovani, ma sono parole rivolte soprattutto a noi adulti. Solo così potremo restare fedeli alla nostra missione, all’originalità dello scautismo, originalità fatta di PROFEZIA e di FRONTIERA. AVEVANO VENT’ANNI Mi avete chiesto di partecipare a presentare i due ultimi libri del MASCI: “Un avventura che continua” e “Con noi sulla strada”, sono due libri solo per comodità d’uso, in effetti è un unico testo perché il loro cuore è sempre l’”educazione degli adulti”. due libri che vanno letti insieme perché ambedue trattano dell’ “Educazione degli adulti” , non sono trattati ma sono “tracce”, sono “semi”, sono la raccolta di esperienze che costituiscono il patrimonio di riflessioni accumulato nel tempo dal nostro movimento e rappresentano la nostra identità in continuo divenire. Non voglio tuttavia farvi la sintesi di quanto è contenuto in questi due libri; voglio lasciarvi tutto il gusto ed il piacere della lettura e della scoperta. Note del Presidente Desidero solo fare una notazione di metodo, per noi molto importante. Come autore di questi libri non trovate un nome e cognome ma MASCI Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani, perché essi rappresentano il frutto di uno sforzo collettivo, del lavoro di una particolare comunità. Il Consiglio Nazionale ha affidato il compito di curare la realizzazione a due sue Commissioni (Antonacci e Mira); ha definito l’indice di questi due libri, e l’indice non è solo un elenco di argomenti ma definisce l’impostazione, e l’anima di un libro; ha accompagnato costantemente l’avanzamento del lavoro fino alla presentazione a Piazze, Trivi e Quadrivi. Questo stile collettivo e comunitario accompagnerà anche le nostre prossime pubblicazioni: il Quaderno sulla Famiglia già arrivato, il libro “Noi e la società e il mondo al quale stiamo lavorando. Fatta questa premessa metodologica. desidero invece riflettere con voi sulla “educazione degli adulti” partendo dalla riflessione su un esperienza concreta. Una riflessione che ho condiviso in diverse regioni (Marche, Veneto, Sicilia, Campania, Calabria,..) ogni volta che sono stato chiamato a presentare questi libri. Per questo vi chiedo uno sforzo di concentrazione: a riandare col pensiero al mondo ed alla società di venticinque anni fa e a confontarli con l’oggi. Con voi voglio infatti riflettere sull’esperienza personale dei rovers e le scolte che avevano vent’anni alla 7 Note del Presidente 33/2° Da alcuni anni ci sembra che la condizione degli adulti sia caratterizzata dalla precarietà, dall’insicurezza, dal disorientamento. Oggi nel pieno della più grave crisi che l’occidente e l’Italia in particolare abbia conosciuto si aggiungono sentimenti profondi di fragilità , di solitudine, di sfiducia nel futuro e nelle istituzioni; prevale la dimensione difensiva del branco piuttosto che quella propositiva della comunità e del popolo. Per parlare di educazione occorre partire da qui: dalla condizione antropologica ed esistenziale delle persone, dalle gioie, le sofferenze e le speranze della loro condizione umana. Solo così si comprende il compito dell’educazione degli adulti. Dobbiamo, tutti noi adulti, riprendere a camminare sulle nostre gambe, a rialzare la testa, a spezzare le catene, a infrangere gli idoli che ci illudono, per noi credenti a proclamare che solo Dio è il Signore. E’ proprio questo cambiamento così rapido e profondo che chiama in causa lo scautismo per questa nuova e più impegnativa sfida. A me pare che la sfida che attende oggi lo scautismo sia lo “scautismo per tutta la vita”. Fino a non moltissimi anni fa la conclusione dell’età evolutiva coincideva con l’inizio della vita adulta: la fine degli studi, il militare, il matrimonio e cominciava una vita senza grandi cambiamenti : il matrimonio era per tutta la vita, si conservava non solo il lavoro ma “quel” posto di lavoro, per lo più si votava sempre lo stesso partito,… Questo ha portato a credere che la funzione dell’educazione terminasse con l’inizio della vita adulta. Oggi il mondo è cambiato: non è più chiaro quando abbia inizio l’età adulta e questa stessa è comunque soggetta a continui cambiamenti. Se quindi l’educazione è “gestione consapevole del cambiamento”, mai come oggi è necessario parlare di Note del Presidente “educazione degli adulti” e soprattutto di “educazione per tutta la vita”. Abbiamo anche compreso che le grandi trasformazioni non si possono affrontare “da soli”, si possono affrontare solo con una comunità di riferimento inserita in una dimensione di movimento. Chi pretende di affrontarle “da solo” è quasi inevitabilmente condannato alla sconfitta ed all’omologazione con la cultura dominante. Per questo lo scoutismo mantiene tutta la sua attualità, ma solo se resta fedele alla “missione educativa”, se mantiene tutta la sua attualità, se si rivolge ai bambini, ai ragazzi, ai giovani ma anche agli adulti del nostro tempo per aiutarli a costruire se stessi, a diventare persone autonome, critiche, capaci di scelte impegnative, persone che si commuovono davanti al dolore presente nel mondo, persone capaci ancora di indignarsi di fronte alle ingiustizie, persone capaci di scelte talvolta impopolari e controcorrente e di restarvi fedeli anche quando questo è più difficile. Ci sono alcuni elementi che a mio avviso fanno sì che lo scoutismo conservi oggi tutta la sua attualità non solo in relazione alla propria missione, ma per gli elementi costitutivi che lo caratterizzano Lo scoutismo non è una “predica” ma una proposta di esperienze. E’ un sistema di processi, di relazioni guidato da tre direttrici orientate dal “principio di solidarietà”: Solidarietà con il “radicalmente altro” cioè con Dio, Solidarietà con gli altri, Solidarietà con il creato. Questo sistema di esperienze si muove su questi tre assi e per essere efficace si realizza in ambienti educativi che diventano progressivamente metafore della vita: la vita come gioco, la vita come avventura, la vita come strada Fino all’esperienza che conduce alla metafora fondamentale della vita come servizio MAGGIO 2013 Per essere educative queste quattro esperienze: gioco, avventura, strada, servizio, nell’età giovanile e nell’età adulta, debbono essere sempre vere ed impegnative altrimenti da metafora diventano parodia e possono essere facilmente sostituite da esperienze mediatiche e virtuali che rendono l’uomo sempre più solo e subalterno. Anche il servizio, se è solo gesto di “elemosina” nel tempo che resta libero da tutto il resto e non è vissuto come “tempo liberato”, allora questa parodia dell’educazione diventa al massimo residuale occupazione del tempo libero. Gli uomini e le donne del nostro tempo avvertono sempre più urgente, anche se spesso inconsapevolmente, il bisogno di cose vere, serie, esigenti. Oggi l’”urgenza educativa” si ripresenta con eccezionale priorità: la solitudine e la paura che sembrano caratterizzare il nostro tempo si combattono solamente con esperienze profonde, serie e credibili. Si combattono ancora con l’impegno a lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato. Queste sono le motivazioni sulle quali abbiamo anche costruito le nostre tracce per una spiritualità e catechesi per adulti. Per questo abbiamo scelto come icone del nostro cammino non i “santi perfetti” ma i santi che hanno fatto l’esperienza del dubbio, del peccato e del tradimento come Nicodemo, come la Samaritana, come Pietro e come la Maddalena. Per questo abbiamo affermato che “il luogo” del laico credente non è la sagrestia e paradossalmente neanche il tempio, ma il sagrato, la strada, la piazza. Per questo abbiamo affermato che catechesi e spiritualità non appartengono ad un “tempo separato” ma esperienze quotidiane, spiritualità, catechesi sono sempre lo stesso unico cammino di conversione, parola impegnativa ma l’unica vera. Per questo lo scautismo è esperienza di frontiera anche in relazione all’appartenenza al Popolo di Dio in 9 Note del Presidente 33/2° cammino: perché è fedeltà radicale all’annuncio di Gesù di Nazareth e all’unica Parola che conta, ma allo stesso tempo aperta al dialogo e alla comprensione, all’accoglienza fraterna degli incerti, dei dubbiosi, dei lontani, di chi rifiuta. Ma di questo molto meglio di me può parlarne Francesco. Dobbiamo serenamente riconoscere che la società che ci circonda purtroppo sembra indifferente all’ importanza dell’educazione, proprio mentre sono sempre più fragili le tradizionali agenzie educative (famiglia, scuola, associazionismo, anche la chiesa) Si presenta oggi con caratteri nuovi ed urgenti l’emergenza dell’”educazione degli adulti” e quindi “l’educazione per tutta la vita” Oggi è essenziale pensare all’educazione come educazione per tutta la vita che coinvolge anche e forse soprattutto gli adulti perché il disagio oggi è soprattutto del mondo degli adulti, e non c’è educazione delle giovani generazioni senza testimoni e maestri, adulti che per essere tali ricercano luoghi ed ambienti dove coltivare la propria crescita e la propria fedeltà. Non sarà credibile nessuna proposta se i giovani non troveranno nel mondo degli adulti (e non solo educatori) che testimoniano nella società e nella storia i valori di solidarietà, di uguaglianza, di giustizia, di libertà, di fraternità e di legalità. L’urgenza e la complessità della sfida educativa per gli adulti richiede quindi uno sforzo nuovo ed eccezionale. Uno sforzo che deve coinvolgere tutto lo scoutismo italiano, quello giovanile e quello adulto pur mantenendo ciascuno la propria autonomia associativa ed organizzativa. Per questo nel futuro che è davanti a noi, queste “tracce” debbono diventare cammino comune e condiviso, questi “semi” debbono diventare foresta, saranno bussola, Note del Presidente mappa e binocolo per andare “..oltre il ponte..”. Quindi una sfida profetica, è il tempo, non più rinviabile, del coraggio, della radicalità, del rigore morale. Per questo vorrei concludere con le parole che don Pino Diana prete martire e scout rivolgeva alla nostra chiesa. ma parole che si adattano perfettamente anche allo scautismo “Impegno dei cristiani Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno. Dio ci chiama ad essere profeti. Il Profeta fa da sentinella: vede l'ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18); Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43); Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23); Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5) Coscienti che “il nostro aiuto è nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che è la fonte della nostra Speranza. …………. Le nostre “Chiese hanno (ma possiamo dire il nostro movimento e le nostre comunità), oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”. Ai preti nostri pastori e confratelli (ma noi possiamo dire a tutti gli adulti scout) chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa. Alla Chiesa ( ma noi possiamo dire al MASCI) che non MAGGIO 2013 rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell'annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26). Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere… La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso,… del nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”. »” Riccardo Della Rocca Presidente Nazionale 10