ECONOMIA INTEGRATA UN NUOVO MADE IN ITALY DI PRODOTTI INNOVATIVI CON “L’ANIMA”! IL NUOVO LUSSO E’ CREARE PRODOTTI ITALIANI DI TUTTI I SETTORI MERCEOLOGICI CON UN VALORE AGGIUNTO ECONOMICO-CULTURALE “La crisi che ci ha insegnato a rinascere” L meno gli Usa possono vivere isolati, ma che solo attraverso l'apertura e il sostegno degli altri a stare meglio si può rinascere senza tornare indietro. Noi Italia, noi paese patrimonio culturale del mondo siamo figli di altre culture, la stessa Venezia si interfacciava già secoli fa con il mondo arabo alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali. Il dossier che abbiamo realizzato parte da uno studio fatto da una imprenditrice del settore orafo, la Dott.ssa Maria Loretta De Toni con la collaborazione di vari studiosi dell'oriente come Stefano Carboni, dà vita all'idea che trova il suo sviluppo proprio con l'incontro di altre sinergie, di altri che credono nell'idea, nel progetto di fare squadra con tanti attori del mondo economico istituzionale e imprenditoriale che sostengono quanto l'importanza della cultura, delle alleanze, del superare le paure e trovare nei nostri individualismi la forza della squadra vincente. a crisi ci ha insegnato che la forza della nostra rinascita può stare nella ricerca delle sinergie, sinergie che provengano dal conoscere attraverso la cultura dei popoli e delle loro differenze e assonanze un legame che oggi scopriamo vitale. Il benessere del tuo vicino è il tuo benessere, aiutare altri a scoprire le proprie eccellenze e metterle al servizio della squadra può ridare vigore all'economia in uno stallo che può essere cancellato dalla forza delle individualità di un egoismo buono, quello fatto delle sicurezze che il proprio conoscersi ci dà, l'uomo sempre al centro nella religione e nel rinascimento, dove la ricerca della cultura e degli scambi commerciali venivano vissuti con l'anima forte dello scambio prima culturale di conoscenza, dello scoprire, dell'intuire attraverso occhi di altri. I capi di Stato di Usa Cina Europa ecc. in ogni discorso ricordano che nessuno al mondo tanto CONTRIBUTI PAOLO ROMANI E ADOLFO URSO SOTTOSEGRETARI COMUNICAZIONE E COMMERCIO ESTERO MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO SCEICCA MOZAH BINT NASSER AL MISSNED AMBASCIATRICE DELLA CULTURA E DELLA PACE INTERVENTI FABIO VERNA ECONOMISTA MARIO BOSELLI PRESIDENTE CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA GIOVANNI INGHIRAMI PRESIDENTE CONFINDUSTRIA AREZZO MARIA LORETTA DE TONI PORTAVOCE ECONOMIA INTEGRATA RAFFAELE MORELLI PSICOTERAPEUTA, SCRITTORE E DIRETTORE DELLA RIVISTA LAURA BERTUCCIOLI AZIENDE COSTRUZIONI: L'IMPIEGO DI ACCIAIO INOSSIDABILE PER TUTTE LE OPERE COME FONTE DI RISPARMIO RIZA PSICOSOMATICA “OBIETTIVO QATAR” GRUPPO CIMOLAI UN IMPERO METALMECCANICO REALIZZAZIONE DEI RIGASSIFICATORI IN ITALIA: LA CANTIERISTICA DEL FUTURO SAVI SERVIZI SRL: L'UOMO AL CENTRO DI OGNI AZIENDA ORAFO: MARIA DE TONI SRL Vioro 2010 Ph. Nancy Fina PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE “LA CRISI CHE CI HA INSEGNATO A RINASCERE” U n modello che come annunciavamo già in numeri di Mondolibero precedenti dal Veneto con Tomat, Zaia e il sostegno del Governo Berlusconi ci porterà un modello di capacità di fare squadra senza dimenticare le proprie radici e le proprie identità. Un gemellaggio con l'oriente e il mondo arabo ci viene sottolineato dall'instancabile attività della Sceicca Mozah Bint Nasser Al Missned che ambasciatrice della cultura araba nel mondo celebrerà a Doha in Qatar la sua consacrazione, in una assonanza culturale e secolare riportiamo a galla le nostre radici e un nuovo rinascimento economico ed anche sociale. Potremo tro- vare così un rilancio delle nostre imprese e della nostra conoscenza, cercando di dare anche anima perchè nell'individualismo costruttivo si trova una grande espressione di ciò che si è, con decisione, consapevoli della nostra forza, che ha già dato prova di sè con le storie di alcune nostre aziende che hanno saputo esportare quel modo di fare impresa tutto italiano, dove si sentono le radici di un rinascimento mai sopito che ha solo bisogno di ripartire, sappiamo che è dentro di noi, lo abbiamo già fatto, lo possiamo rifare. Federico Tassinari S.A. Sceicco Hamad Bin Khalifa Al-Thani Emiro del Qatar e la Sceicca Mozah Bint. Nasser Al Missned Il Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e la signora Clio con la Sceicca del Qatar, Mozah Bint Nasser Al Missned PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE DI ECONOMIA INTEGRATA MARIA LORETTA DE TONI P UN NUOVO MADE IN ITALY DI PRODOTTI INNOVATIVI CON “L’ANIMA”! Dott.ssa Maria Loretta De Toni (Presidente Maria De Toni Srl e Portavoce “Economia Integrata”) arlare oggi di valore aggiunto economico-culturale e’ fondamentale, perche’ il prodotto italiano possa uscire dalla crisi. Si tratta di un cammino a ritroso ripercorrendo l’evoluzione del Made in Italy, che trae origine dalla storia del nostro Rinascimento. E’ proprio questo prezioso periodo storico, in cui l’arte italiana ha raggiunto il massimo fulgore in termini estetici, di ricerca e di contenuti che l’Italia ha saputo collocarsi nei mercati internazionali con un nuovo “appeal” storico-culturale della bellezza, intesa come armonia e perfezione. “L’Uomo Vitruviano” rappresentato al centro del mondo da Leonardo da Vinci diventa un monito per ogni individuo a riscoprire le proprie radici, la propria storia e la propria identita’. Leonardo da Vinci e’ stato un artista, capace di esprimere una perfetta sintesi del “genius loci”. La sua e’una simbiosi armonica dell’Uomo dell’Umanesimo amante delle Arti e l’Uomo della Tecnologia, che aspira alle macchine come strumento di progresso e di evoluzione del singolo individuo e della societa’ stessa. L’Italia e’ sempre stata vista nel mondo antico come Patria della creativita’, dell’arte, del buon gusto, dello stile e del genio. Questi elementi servono oggi all’economia per riascattarsi, per riconciliare l’anima dell’uomo nel processo produttivo. Questo vale per ogni individuo, dall’uomo della strada al politico, dall’uomo della scuola a quello della fabbrica. Questa creativita’ ha bisogno di silenzio, di riscatto, di pace, di alleanze, affinche’ il singolo si fonda con la collettivita’, con la propria storia e con quella del proprio Paese. L’ITALIA HA INFATTI UN RUOLO IN EUROPA E NEL MONDO: METTERE LA PROPRIA CREATIVITA’ AL CENTRO DEL PRODOTTO, AL SERVIZIO DEI MERCATI IN CUI LE IDENTITA’ CULTURALI VENGANO TRASMESSE ATTRAVERSO I PRODOTTI: INDUSTRIALI, ARTIGIANALI, DEL LUSSO E DEL NON LUSSO. COME RAGGIUNGERE QUESTO AMBIZIOSO TRAGUARDO? ATTRAVERSO UN PROCESSO DI IDENTITA’ NEI PRODOTTI E ATTRAVERSO UNA RICERCA DEL DNA AZIENDALE Il progetto internazionale di economia integrata alla cultura “Il Lusso con l’Occhio dell’Oriente (10002000)®”, di cui sono la curatrice in collaborazione con un comitato scientifico internazionale (Stefano Carboni, Giulietta Cozzi, Cristina del Mare e John M. Spalek) e’ un itinerario economico, storico, politico, culturale e geografico attraverso le antiche vie carovaniere che hanno messo in contatto nel passato l’Oriente e l’Occidente. Questi scambi tra popoli generarono prodotti portatori di sapienze, di seduzioni storico-culturali, di scoperte fatte da uomini e da civilta’ al servizio del sapere. L’Italia, attraverso la Repubblica di Venezia in particolare, ha saputo attingere negli anni bui del Medioevo dalle raffinatezze che giungevano attraverso i prodotti provenienti dall’Oriente (quali spezie, tessuti, manufatti preziosi, vetri, porcellane, manoscritti ecc.), i quali hanno portato nel nostro paese semi fecondi stimolando le menti di uomini, preparandoli ad una rinascita in tutti i campi, dando vita al florido periodo del Rinascimento. Nel libro del 2004 “Le vie dell’oro – Vicenza, la Serenissima e l’Oriente (14042004)”, pubblicato in occasione della mostra al Museo Civico di Vicenza a Palazzo Chiericati, PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE prodotto potra’ ritornare ad essere vincente e competitivo nel mondo, se parte da dentro ogni uomo e ogni impresa per far scaturire nuovi valori creativi ed etici legati all’anima del paese italiano. ©2009 Miami 29.11.2009 by Maria Loretta De Toni www.mariadetoni.it alla ricerca e alla consapevolezza che la grande forza del prodotto sta nella sua anima dalla matrice tecnologica o umanistica. Ogni prodotto e’ infatti figlio dell’impresa . La grande rivoluzione sta proprio in questa consapevolezza, che ogni individuo all’interno dell’impresa aiuta il prodotto ad evolversi, a diventare prodotto “compiuto catalogo e mostra da me curati in collaborazione con l’orientalista Cristina del Mare e la storica e artista Giulietta Cozzi, ho descritto alcune aziende appartenenti ai settori industriali, riconoscendo in esse alcuni esempi di applicazione di economia integrata alle proprie radici. Il territorio vicentino infatti e’ legato fortemente alla Repubblica di Venezia. Nel 1404 l’entrata di Vicenza nella Serenissima (tema approfondito nella nostra mostra e nel nostro catalogo in relazione alla legge della regione veneta N. 23 del 16 agosto 2002) segna nel vicentino un periodo di forti aperture alla visione cosmopolita dei Veneziani. Essi infatti arricchirono attraverso i commerci con il vicino e lontano Oriente la repubblica veneziana e trasferirono nell’entroterra veneto valori, quali il ricco mondo delle ville palladiane. Questo centro culturale ed economico rappresentato dalle ville palladiane nel territorio vicentino e veneto ad opera dei veneziani sviluppo’ un mondo di committenze che permise al mondo rurale vicentino di moltiplicarsi in artigiani dediti ad una microeconomia di imprese. Parlare di economia integrata significa aprire l’impresa ad un approccio all’arte, e maturo”, portatore di matrici qualificanti quali la storia e la civilta’dell’impresa e del Paese stesso. Aderire al progetto “Il Lusso con l’Occhio dell’Oriente (1000-2000)®” rappresenta un impegno all’ autodisciplina che fa di ogni singolo individuo un attore consapevole e creativo dell’impresa. Lo stile italiano nel Italo Tassinari Fondatore di Mondolibero PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE CREATIVITÀ AL CENTRO DEL PRODOTTO H .P.-ART è la sigla del movimento artistico innovativo e spontaneo, nato nel 1997, su ispirazione della Dott.ssa Maria Loretta De Toni atto a contaminare il mondo economico con l’apporto di artisti e designers del territorio per un recupero del “genius loci”. La prima mostra del movimento è avvenuta nel Giugno del 1998 a Villa Goldi Malinverni di Lugo Vicentino. H.P.-ART è Human Power, è Heart Power, è High Performance, è Horse Power. La Dott.ssa M.L. De Toni è stata finalista, nell’anno 1998, del Premio Guggenheim “Impresa & Cultura” con il progetto H.P.-ART. La poetica di Maria Loretta De Toni racchiude la speranza in un mondo in cui i talenti di ogni singola persona possano diventare la forza propulsiva della società. OPERE DELL’ARTISTA SILVANO SCANAVIN DI SANDRIGO (VI) Tra passato e futuro Anno 2007 Donna allo specchio Anno 1978 PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE PRODOTTO INNOVATIVO CON “L’ANIMA” DUREVOLE NEL TEMPO Immagini tratte da “Vespa - un’avventura italiana nel mondo” Piaggio & C. spa, Giunti editore 2003 PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE PROGETTI – EVENTI 2004: Mostra e Catalogo “LE VIE DELL’ORO – VICENZA, ‘LA SERENISSIMA’ E L’ORIENTE (14042004)”, 11 Gennaio – 31 Marzo 2004 a Palazzo Chiericati, Museo Civico di Vicenza, curatrice Dr. Maria Loretta De Toni in collaborazione con l’orientalista Dr. Cristina Del Mare e la storica/artista Giulietta Cozzi, con il patrocinio della Regione Veneto, la Provincia, la Città e la Fiera di Vicenza. Mostra realizzata nell’ambito delle celebrazioni del sesto centenario dell’entrata di Vicenza nella Repubblica di Venezia nell’anno 1404. 2008: Guida alla mostra “IL LUSSO CON L’OCCHIO DELL’ORIENTE(1000-2000”®,progetto internazionale di economia integrata su ideazione e a cura della Dr. Maria Loretta De Toni in collaborazione con il Dr. Stefano Carboni, la storica/artista Giulietta Cozzi, l’orientalista Dr. Cristina Del Mare e il Prof. John M. Spalek, con il patrocinio della Fiera di Vicenza e della Confindustria Vicenza. CONSORZIO DI IMPRESE ITALIANE (DI PROSSIMA COSTITUZIONE) PER RILANCIARE IL MADE IN ITALY NEI MERCATI INTERNAZIONALI CON PRODOTTI INNOVATIVI CON “L’ANIMA” PROGETTO ANTICRISI DI ECONOMIA INTEGRATA IL LUSSO CON L’OCCHIO DELL’ORIENTE (1000-2000)® MOSTRA ITINERANTE DOHA/ABU DHABI/DUBAI & MILANO/VICENZA/AREZZO di Maria Loretta De Toni Curatrice (Realizzazione del Progetto Pilota con il supporto di esperti nazionali e internazionali) Con il patrocinio della Fiera di Vicenza e della Confindustria Vicenza, con il sostegno del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali On. Sandro Bondi e con gli auspici del Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi PROGETTO PILOTA INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEI DISTRETTI PRODUTTIVI ITALIANI ATTRAVERSO IL MADE IN ITALY TECNOLOGICO - CULTURALE La finalità è di promuovere tra Oriente e Occidente un nuovo Rinascimento Economico-Culturale con l’obiettivo di creare possibilità di vendite al retail per le aziende del lusso e di commesse estere per i settori industriali/artigianali con un nuovo valore aggiunto nei prodotti. SINTESI DEL PROGETTO PILOTA Un percorso economico- culturale antico e contemporaneo attraverso le antiche vie carovaniere che collegavano l’Oriente con l’Occidente in relazione alle culture del Mediterraneo, ai popoli, ai commerci e alle società , in particolare attraverso la Repubblica di Venezia e la Sicilia. MOSTRA ITINERANTE DOHA/ABU DHABI/DUBAI & MILANO/VICENZA/AREZZO CON SEZIONE STORICA E SEZIONI COMMERCIALI DI PRODOTTI DI ALTO VALORE AGGIUNTO. SEZIONE STORICA Esposizione di opere antiche e manufatti di Lusso simbolo delle relazioni tra Oriente e Occidente (1000-2000) con analisi storico-economica. SEZIONI PRODOTTI COMMERCIALI DI ALTO VALORE AGGIUNTO: Prodotti portatori di matrici qualificanti tra Oriente e Occidente con logo “East & West”: 1) Collezioni di Gioielli contemporanei ispirate all’Oriente attraverso lo studio e l’applicazione delle matrici qualificanti da parte di N. 10 selezionate aziende-pilota orafe italiane. 2) Collezioni di Moda contemporanea ispirate all’Oriente attraverso lo studio e l’applicazione delle matrici qualificanti da parte di N. 10 selezionate aziende-pilota italiane della moda e accessori. 3) Creazioni industriali contemporanee, ispirate all’Oriente , di diversi settori industriali (n.10 selezionate aziende-pilota rappresentative dei settori industriali/artigianali vicentini come legno, edilizia,ecc.) a testimonianza di una forte microeconomia e artigianato artistico multi-settoriale sviluppatosi già al tempo delle committenze per le ville palladiane commissionate dalla colta nobiltà veneziana (vedi Legge Regione Veneto n.23 del 16 agosto 2002), in seguito all’entrata di Vicenza nel 1404 nella Repubblica di Venezia. Questa microeconomia di aziende di diversi settori merceolo- gici può rappresentare un primo esempio di economia integrata per un nuovo Made in Italy. 4) Creazioni industriali contemporanee, ispirate all’Oriente, di diversi settori industriali/artigianali (n.10 selezionate aziende-pilota italiane rappresentative di diversi settori merceologici). 5) L’adesione di ogni azienda al Consorzio, aperto a tutti i settori merceologici, porterà automaticamente alla partecipazione al progetto, ad una visibilità a livello internazionale con un proprio prodotto a tema e alla possibilità di essere selezionata tra le aziende-pilota che applicheranno le matrici qualificanti nei propri prodotti. Per adesione al Consorzio e maggiori informazioni sul progetto pilota contattare: Dott.ssa Maria Loretta De Toni, curatrice progetto email diretta: [email protected] Elena Battaglin, coordinatrice progetto email diretta: [email protected] MARIA DE TONI SRL, VIA PASUBIO 1, 36066 SANDRIGO (VI) Tel. +39 0444 751347, Fax +39 0444-758714 www.mariadetoni.it © Copyright 2009 by Maria Loretta De Toni PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE TERREMOTI E COSTRUZIONI DA UN’EDILIZIA A RISPARMIO AD UN’EDILIZIA PER LA SICUREZZA DELL’UOMO E DEL SUO TERRITORIO A quando l’uso generalizzato dell’acciaio inox ? In Toscana si usa una frase che la dice lunga sull’economia dei costruttori nelle strutture edilizie. Si lesina subito nei calcoli preventivi per arrivare al massimo risparmio al fine di indurre i prezzi ai limiti concorrenziali. Si usa il risparmio a cura dell’impresa costruttrice che cercherà di impiegare quantità di cemento compatibili con i limiti consentiti dalla resistenza delle strutture, magari di ridurre ancora quantitativi non soltanto del cemento rispetto all’uso della sabbia relativa all’impasto adeguato alle necessità di resistenza dei manufatti necessari all’opera. Si impiegano le strutture in ferro, ovvero i tondini per tutte le strutture portanti, certamente limitandone gli spessori come esige la struttura secondo i calcoli contenuti nelle leggi stesse dei rapporti strutturali dell’opera, ma come s’usa, da sempre, si cerca di impiegare gli spessori del tondino al limite fra l’esigenza della sicurezza e il minimo indispensabile perchè la sicurezza possa resistere al tempo, non tanto al terremoto (non ci sarebbe male, si spenderebbe troppo , cifre che il capitolato d’appalto non compenserebbe mai) anche perché l’evento non si prevede nei calcoli quasi mai anche se si tratta di zona soggetta a qualche scossa tellurica. Talchè, come quasi sempre avviene, si risparmia nei calcoli, risparmia l’impresa, e risparmia il sub -appaltatore quando l’opera sarà completata, si riuniranno tutti assieme a raccontarsi le barzellette sulla tenuta dell’intera struttura che apparirà bella e pimpante e nessuno saprà mai quanti avranno cercato di risparmiare nell’impiego dei materiali e nella fattispecie cemento e tondino (spessori), la struttura edile realizzata apparirà nel suo massimo splendore, ma siccome nessuno è andato a controllare ( e poi, chi controlla i controllori?) tutti sono a posto, magari un po’ meno con le rispettive coscienze. Tuttavia, la struttura resiste e resisterà certamente per tanti anni se non avverranno eventi tellurici di inusitata violenza. A quel punto sarebbe opportuno valutare l’effetto tempo, umidità e rapidità del logorio provocato inesorabilmente dalla ruggine il cui effetto deleterio, all’interno dell’alveo in cui viene a trovarsi realizza canali. Ovvero il tondino, il cui spessore sarà diminuito fortemente perché corroso da umidità e dal tempo, allenterà il contatto col cemento che lo circonda e la struttura avrà notevolmente ridotto il suo potere strutturale destinato come si credeva a resistere nel tempo. IMPIEGO DI ACCIAIO INOSSIDABILE PER TUTTE LE STRUTTURE EDILI OBBLIGATORIO PER TUTTE LE OPERE PUBBLICHE Da qualche tempo nei Paesi a tecnologie più avanzate e per motivi di sicurezza quindi di resistenza a fronte del trascorrere degli anni, fu sperimentato l’acciaio inossidabile per la sicurezza, la tenuta delle costruzioni, ma soprattutto per la loro durata. Nei lavori pubblici dove la tenuta delle grandi strutture solita- PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE PAROLA ALL’ESPERTO ING. CARMELO MAIORANA A mente è labile e le sollecitazioni determinate spesso in particolare dall’uso stesso dei manufatti, gli interventi per il loro rifacimento, per esempio autostrade, dove il traffico massacra le strutture portanti come quelle della viabilità stessa, il deterioramento è enorme e rapido, solo l’impiego di materiali speciali come l’acciaio inox, può garantire la durata quindi il risparmio delle ristrutturazioni periodiche, perciò un risparmio enorme di manutenzione. L’analisi effettuata nelle opere dove fu impiegato l’acciaio inox, i riscontri effettuati hanno consentito consta- tazioni di durata indeterminata, quindi l’economia temporale ha indotto a pianificare l’uso dell’acciaio inox. Tuttavia i costi che paiono notevoli, in realtà non incidono che modestamente sull’intera economia di un’opera pubblica. Se prendiamo come base di recente comparazione la lievitazione dei costi per le strutture in CA del passante di Mestre, dove nei trenta chilometri sono frequentissime, i costi per l’uso dell’acciaio inox sarebbero state dello 0,5% che sull’opera costata circa un miliardo di euro rappresentano la spesa più modesta. cciaio Inox o acciaio tradizionale al carbonio per le infrastrutture pubbliche? E’ questo che ci stiamo chiedendo facendo questo servizio, i dati statistici ci dicono che l’Inox ha maggiore durata, resistenza, in grado quindi di garantire una maggiore durabilità alle infrastrutture. E’ cosi? La famiglia degli acciai inossidabili presenta una serie di tipologie le cui caratteristiche rendono questo materiale estremamente interessante nella varietà delle sue possibili applicazioni alle infrastrutture pubbliche. Mi riferisco in particolare alla diversa composizione chimica dell’acciaio inossidabile rispetto agli acciai tradizionali al carbonio, che da una parte ne incrementa la resistenza alla corrosione e dall’altra ne migliora le caratteristiche meccaniche e quindi, di conseguenza, le prestazioni in servizio. Altre proprietà interessanti del materiale in questione, consistono in un’elevata resistenza alle alte temperature e importanti riserve plastiche. L’interesse degli ultimi anni e la varietà di applicazioni degli inossidabili mostra quanto questi acciai possano costituire una valida risposta alle sfide future dell’ingegneria civile. Ing. Maiorana, il dramma dell’Abruzzo si sarebbe potuto evitare se a suo tempo le abitazioni, le scuole, gli edifici, i palazzi, fossero stati progettati e realizzati con l’utilizzo di acciaio inox? Da quel che ho potuto vedere in Abruzzo, il problema degli edifici crollati è stato quello di cattiva progettazione dei dettagli strutturali quali, ad esempio, la mancanza delle staffe di contenimento in travi e pilastri, e l’utilizzo di materiali scadenti. Gli acciai inossidabili, che comprendono una varietà di gradi differenti e quindi di prestazioni mirate che è possibile attendersi durante l’utilizzo, dato il costo più elevato rispetto a soluzioni tradizionali, vanno impiegati per risolvere situazioni specifiche. E’ il caso, ad esempio, di infrastrutture poste in ambienti particolarmente aggressivi oppure in strutture nelle quali sussista un pericolo d’incendio oppure infrastrutture situate in zone ad alta sismicità. Va fortemente evidenziato che l’utilizzo dell’acciaio inossidabile può dare risultati significativi in termini di sicurezza e prestazioni delle infrastrutture solo abbinandovi un’attenta progettazione, altrimenti si tratterebbe di un ennesimo spreco! Se l’obbiettivo quando si realizza una costruzione fosse veramente quello di renderla più sicura perché non vengono utilizzati materiali secondo quanto recita il prontuario del Ministero: “la durevolezza di un materiale ha precedenza su tutto”. Ma per l’inox non è così? La soluzione va cercata nel compromesso tra garantire la funzionalità della struttura in sicurezza e la spesa sostenibile da parte della collettività. Questo difficile equilibrio può essere assicurato solo imponendo agli Enti proprietari l’attuazione del Piano di manutenzione redatto in fase di progetto esecutivo dell’Opera stessa. In questo senso l’acciaio inossidabile, garantendo una maggiore durabilità rispetto l’acciaio al carbonio, può far sì che l’incremento di costo iniziale sia recuperato nel tempo con una manutenzione più contenuta se non minima. Cosa cambierà nelle normative a livello di sicurezza edilizia? Le opere pubbliche saranno realizzate come si deve o meno? E se il pianeta fa le bizze attenderemo passivamente la cancellazione di un’altra città ? Non resta che augurarci che l’impegno del Governo e di Berlusconi in prima linea sappia adottare misure non solo straordinarie ma in grado di riscrivere le regole alla luce di nuovi fatti e nuovi materiali, non crede? Credo che sia opportuno da una parte accelerare l’entrata in vigore di normative più attente alla salvaguardia delle infrastrutture rispetto le sollecitazioni derivate dall’azione sismica, dall’altra vigilare sulla corretta e trasparente applicazione di quanto già previsto dalle normative vigenti. Del resto, le problematiche legate alla sismicità del territorio sono ormai note e le normative sulle costruzioni le recepiscono con una più severa zonizzazione sismica dei Comuni italiani. Un discorso a parte va fatto sulla messa in sicurezza di edilizia storica la quale è stata spesso oggetto di interventi che invece di migliorare hanno introdotto criticità dal punto di vista della risposta dinamica. L’attuazione di proposte concrete, non solo dal punto di vista meramente documentale, come il “Fascicolo del fabbricato”, di cui si parla dal 2000, una sorta di libretto della struttura sulla quale annotare gli avvenimenti più significativi (manutenzioni, problemi riscontrati, interventi vari), potrebbero aiutare la valutazione del tecnico chiamato a esprimersi sullo stato di salute di un edificio nel tempo. Alla base di tutto deve però esserci certezza sulla qualità dei materiali utilizzati, tecnologia avanzata basata sulla costante ricerca e innovazione dei mezzi a dispozione e aggiornamento costante dei professionisti del settore. PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE CIMOLAI IMPERO METALMECCANICO Stadio di Atene 2004 Luigi Cimolai LA NASCITA NEL 1949 SI DEVE ALLA FERREA VOLONTÀ DI ARMANDO CIMOLAI F u proprio il coraggio, la volontà, la forza d’animo dell’allora giovane Armando Cimolai, che gli consentirono di affrontare l’inizio di una attività produttiva metalmeccanica, senza capitali, senza risorse o beni che facilitassero l’inizio di un percorso produttivo che presupponeva soltanto sacrifici e lavoro duro senza limiti di orario e in mezzo a mille difficoltà. Soltanto un simile personaggio pieno di orgoglio e di entusiasmi si sentì pervaso dalla ciclopica energia per lanciarsi nell’avventura dell’iniziativa privata che dopo 60 anni di alacre operosità col successivo concorso dei figli, in particolare del figlio maggiore, l’ing. Luigi, al quale andrà poi attribuito il massimo sviluppo e l’ardita evoluzione tecnologica di un Gruppo destinato ad imporsi nel mondo che cresce. Poi il secondo figlio, entrambi nati e cresciuti all’ombra di un simile “padre” foriero di alacre operosità, avrebbe portato quella sua iniziativa, a diventare quel colosso odierno, dislocato su mezzo mondo e capace di sfidare i giganti internazionali della meccanica cosiddetta pesante, capace di proporre al mondo produttivo, al mondo moderno che cresce con le straordinarie alchimie architettoniche più avanzate, i suoi mirabolanti manufatti e rende al giovanissimo ing. Luigi, una potenzialità ancora più innovativa, che sa adeguarsi ai nuovi metodi tecnologici e che riesce ad accrescere e trasformare ulteriormente l’azienda paterna, grazie anche alla preziosa collaborazione del fratello geometra. E’ questa nuova generazione la spinta propulsiva del Gruppo che per suo merito dilagherà con maggiore slancio sulla cresta del successo, sui mercati mondiali. Sono un centinaio i professionisti, tra ricercatori e ingegneri impegnati a tempo pieno nel poderoso Gruppo Cimolai che assieme al mirabile prodotto, made in Italy, offre progetti per le più straordinarie e avanzate realizzazioni infrastrutturali destinate a produrre i nuovi miracoli della grande progettazione strutturale – architettonica. I figli, entrati in azienda negli anni ’70, virgulti di cotanto padre, prendono subito le redini realizzando, anno dopo anno, quel gruppo che costituisce oggi, l’impero produttivo che si chiama Cimolai. Tutti protesi a collabora- re con l’indubbia genialità congenita impressa loro dalle alchimie poderose della formidabile natura paterna, e della straordinaria, incredibile signora Albina, moglie e degna compagna di Armando, due pezzi d’acciaio fuso per imprimere all’attività iniziale, un ritmo incalzante che avrebbe prodotto alla fine il miracolo odierno. L’equipe familiare ha saputo percorrere, innanzi tempo la via maestra segnata dalle pietre miliari del grande Armando, genitore onnipresente. E il nome della Cimolai, che celebra quest’anno i suoi sessanta giovani anni, è scritto già a caratteri cubitali nella storia del progresso e delle più ardite realizzazioni tecnologiche. Parlarne sembra fiaba, ma è storia, storia del genio,della volontà, della capacità, della vittoria dell’uomo sul processo temporale, sulle incalzanti novità architettoniche, sulla velocità ultrasonica del progresso tecnologico che corre oltre i limiti del tempo e dello spazio, corre come corrono i figli, protagonisti moderni della incredibile fiaba friulana della Cimolai, il cui capostipite, Armando è costretto dalla sua stessa natura a restare sulla breccia, stimolato ancora dalla voglia del fare, e non dell’assistere, dalla voglia di dare alle sue giovanili risorse energetiche, la soddisfazione del lavoro, il verbo che condizionò l’arco intero della sua meravigliosa vita creativa. PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE ORIGINI E STORIA DEL GRUPPO INDUSTRIALE CIMOLAI S.p.A Armando Cimolai con la moglie Albina Paola Cimolai A rmando Cimolai il capostipite, dopo esperienze di lavoro come operaio, nell’anno 1949, decide che i tempi sono maturi per avviare una propria attività e insieme alla giovane moglie, Albina. Apre un piccolo laboratorio per la costruzione di cancelli e infissi metallici a Pordenone. Egli tenne conto infatti che durante la guerra precedente, il fascismo ordinò la requisizione di tutti i cancelli e cancellate esistenti nel territorio italiano al fine di recuperare metallo prezioso per la costruzione di ordigni bellici, quindi la richiesta di un loro ripristino avrebbe facilitato notevolmente la richiesta. Sono i primi anni del dopoguerra e il “voler fare “ ovvero l’intrapresa, anima in maniera determinante i pensieri e la vita di Armando e Albina per una propria collocazione nel mondo del lavoro. Non passano tanti anni, siamo nel 1954, che avviene il primo sviluppo di tipo industriale con il trasferimento dell’attività in Viale Grigoletti. Si iniziano a costruire le prime strutture per edifici industriali ed arrivano i primi lavori per gli enti pubblici come l’ENEL. Sono gli anni in cui la “Zanussi” esplode sul mercato nazionale ed internazionale, e per far fronte alle richieste affida al suo concitta- dino Armando la progettazione e costruzione di enormi quantità di fabbricati industriali. Va sottolineato l’impegno nell’ambito progettuale con un proprio ufficio tecnico di progettazione che permette all’azienda di cambiare il suo “presentarsi” nel mondo non più come mero esecutore di strutture ma come fornitore specializzato che studia, propone soluzioni alternative e determina la funzionalità dell’opera. Questa capacità, al servizio del cliente, è stata da allora l’elemento di distinzione dalla concorrenza permettendo alla Cimolai di crescere e di affrontare con successo grandi sfide ingegneristiche. Vengono quindi affrontati e risolti prima progettivamente e poi costruttivamente la realizzazione delle chiusure dei ricoveri balistici nelle basi aeree dell’Aeronautica militare. È di questo periodo la progettazione e la costruzione del poligono di tiro (Maniago-Pordenone) per la scuola di tiro e per l’esercitazione di tutti i piloti della Nato fino al 1998 in cui è stato chiuso per l’entrata in funzione dell’insegnamento “virtuale”. Si passa agli anni ’60 ed il boom economico italiano, trascina l’espansione delle attività industriali; la famiglia Cimolai sente con anticipo questo fervore di crescita e quindi realizza lo stabilimento di Viale Venezia che entra in funzione nel 1963 con impianti e macchinari tecnologicamente all’avanguardia per quegli anni. Le più grandi industrie manifatturiere del tempo affidano alla Cimolai la realizzazione e l’espansione dei propri stabilimenti, Zanussi, Fiat, Valeo riempiono talmente la produzione che si comincia a lavorare alla realizzazio- Scavalco di Reggio Emilia progettato da Calatrava terminato nel 2008 ne di un'altra unità produttiva in grado di aumentare la capacità di risposta al mercato. Gli anni ’70 vedono l’ingresso in azienda del figlio, giovanissimo ingegnere, Luigi e dopo qualche anno del fratello Roberto. Questa seconda generazione porta nuova linfa per una più incidente espansione nel mercato. Le infrastrutture nazionali sono in piena espansione, strade, autostrade e ferrovie richiedono al mercato grandi quantità di strutture con dimensioni sempre più significative. La Cimolai deve attrezzarsi per realizzare quanto gli viene richiesto dal mercato; sorgono gli stabilimenti di Polcenigo nel 1974, di Roveredo nel 1986 e nel 1991 del “Centro Servizi” a San Quirino. I grandi e famosi ricoveri per aerei, i ponti, gli stadi diventano opere che portano il nome della Cimolai fino in Europa e poi nel mondo, facendone affermare la professionalità e la serietà. I tre punti dell’azienda diventano l’economicità, la qualità, il rispetto dei tempi, quindi forte impegno progettuale, e conseguentemente organizzativo. Esempi significativi sono i Viadotti nel “Gran Canal Marittime” di Le Havre, il ponte sul fiume Severn a Bristol e lo stadio olimpico di Atene. La nuova espansione nel mercato al di fuori dell’Italia evidenzia la necessità di porre una particolare attenzione ai trasporti, nel 2003 si costruisce lo stabilimento di San Giorgio di Nogaro sulla sponda dell’Aussa Corno dotato di banchina per l’attracco delle navi. Qui nel 2005 inizia la produzione di tubi di gran spessore e nel 2007 la costruzione di scafi per navi attraverso la società CI.MAR partecipata dalla Cimolai al 50%. L’anno 2006 è fondamentale per il passaggio generazionale. I genitori Armando ed Albina lasceranno ai figli la proprietà delle società. La Cimolai S.p.A viene trasferita all’ing. Luigi mentre la Cimolai Technology al geom. Roberto. Il Centro Servizi resta ai fondatori Armando ed Albina. Il gruppo, così composto, anche se con proprietà diverse, resta sempre unito per poter incidere maggiormente nel mercato industriale. Nel 2007 la “New Entry” è l’acquisto e riorganizzazione dello stabilimento di produzione a Puerto Ordaz in Venezuela; il mercato Sudamericano impone una linea di sviluppo in questa nuova aerea. Nel 2007 entra in azienda anche la terza generazione con la Dott.ssa Paola Cimolai. Quest’anno festeggiano il 60° anno di attività. Italo Tassinari PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE PARTE LA REALIZZAZIONE DEI RIGASSIFICATORI IN ITALIA Quadrino Amministratore Delegato Edison: “Cosi’ l’Italia è al sicuro fino al 2020” Baita Presidente Mantovani spa: “C’è Venezia nel nuovo rigassificatore siamo orgogliosi di tutto questo” A sinistra Umberto Quadrino, sopra l’Ing. Piergiorgio Baita LE DICHIARAZIONI DI SILVIO BERLUSCONI E GIANCARLO GALAN S ono ormai ultimati i quattro enormi piloni in calcestruzzo che emergono dai bacini di carenaggio dell’Arsenale. Sono passati due ani e mezzo di lavoro e le due grandi basi di ormeggio per il rigassificatore di Porto Levante sono pronte e sono state trainate in mare dai rimorchiatori per raggiungere l’impianto dell’Adriatic Ling e della Exon 15 km al largo di Rovigo. Passate le polemiche questa fine dei lavori ha sicuramente rappresentato una grande occasione per un rilancio produttivo dell’area. I piloni sono fasciati da uno striscione colorato che porta stampato il logo dell’operazione: “ Made in Arsenale”. “ C’è Venezia nel nuovo rigassificatore – cosi’ si esprimeva il Presidente della ditta Mantovani Piergiorgio Baita – siamo orgogliosi di tutto questo”. Con entusiasmo continua l’ing. Baita : “Scarichi a norma, portelloni rifatti e sistemi di controllo, sicurezza. Migliaia di ore di lavoro e nemmeno un incidente”. Per la Cav, la società costruzioni Arsenale Venezia, che riunisce Mantovani, Condotte e Fincosit, i tre azionisti del Consorzio Venezia Nuova – si tratta della cantieristica del futuro. Precisava ancora l’Ing. Baita: “ La parte superiore è fatta di ghiaia e basalto speciali che vengono dalla Norvegia, ci so- no sistemi sofisticati per l’affondamento graduale”. Insomma un’apertura vera e propria per il futuro energetico italiano. Una marcia non semplice, ma che con grandi sforzi ha portato alla realizzazione di questo gigante di cemento armato. Massimo Maso, direttore di cantiere della Mantovani l’impresa del Consorzio Venezia Nuova che ha realizzato i lavori insieme alle consociate Condotte e Fincosit - firma la consegna della struttura agli americani della Aker e della Exxon-Mobil, Rune Agnes e Ken Campbell. Particolarmente soddisfatto è anche l’Amministratore Delegato di Edison Umberto Quadrino, azionista del’impianto in Adriatico, che a riguardo dichiarava: “Con questo rigassificatore riprendiamo il posto che ci aspetta nel mercato dell’energia”. Sulla possibilità di altri impianti futuri, Quadrino dice: “E’ allo sviluppo un progetto simile a Rosignano, in Toscana. Per realizzare un rigassificatore è importante superare sia tutti gli ostacoli burocratici e tecnici, sia avere la certezza di avere un fornitore. “Faremo altri rigassificatori e poi partiremo col nucleare”. Cosi’ il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervenendo alla cerimonia per il rigassificatore di Rovigo, aveva spiegato che il Piano si baserà “sulla diversificazione delle fonti, l’avvio del nucleare e le energie rinnovabili” e consentirà al Paese di riportare “i costi energetici allo stesso livello delle altre imprese e famiglie europee. Abbiamo intenzione di recuperare il tempo perso: con il premier inglese Gordon Brown e il presidente francese Nicolas Sarkozy abbiamo stretto accordi di collaborazione per avviare anche noi strutture nucleari". "Abbiamo ereditato - ha detto - situazioni negative che sono tutte italiane. In Italia non si è mai fatto un piano energetico e negli anni '70 la sinistra estrema, gli ecologisti e i Verdi hanno decretato per noi l'im- Giancarlo Galan e Silvio Berlusconi possibilità di sviluppare l'energia nucleare. Siamo tributori al 100% dei Paesi esteri e siamo a rischio Regione Veneto Giancarlo Galan: black out, mentre le nostre imprese “Di monolite in monolite il Veneto e famiglie pagano l'energia il 35% cresce e con il Veneto cresce l'Italia. di più di quanto viene pagata in al- Infatti, pochi giorni fa abbiamo fetri Paesi". In tema di infrastrutture, steggiato l'arrivo nelle nostre acque Berlusconi aveva fatto riferimento del grande monolite che, in realta', anche al ponte di Messina, sottoli- e' il Rigassificatore, grazie al quale neando che “lo Stato deve far pre- daremo un fondamentale impulso valere le sue necessità sulle spinte alla soluzione delle necessita', sul anarchiche”. piano delle risorse energetiche, alSecondo il premier, infatti, “il no l'Italia. E per restare in tema di Riall’apertura di trafori e di termova- gassificatore, il primo al mondo nel lorizzatori sono la via verso l’anar- suo genere, si trova nell'Arsenale di chia”. Grande entusiasmo anche da Venezia con i quattro enormi piloni parte dell’allora Presidente della che consentiranno l'ormeggio e l'at- tracco delle navi gasiere'' . ''Grande emozione – sosteneva Galan - perche' l'Arsenale di Venezia ritrova cosi' per davvero la sua identita' storica, quella piu' antica, quella originaria, quella che lo ha visto per secoli costruire opere destinate a vivere in mare''. PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE Lavori eseguiti dall’impresa di costruzioni Ing. E. Mantovani S.p.A. • Pipeline – Condotta a terra di diametro 30”, per una lunghezza di circa 25 chilometri, dal punto di connessione in mare, alla stazione di misura di Cavarzere. • Mooring Dolphins – Piloni di ormeggio per le navi gasiere. • Sand Ballast – Zavorramento con circa 260.000 tonnellate di sabbia delle paratie GBS. Ore di lavoro eseguite dall’impresa Ing. E. Mantovani S.p.A. • Pipeline: 1.200.000. • Mooring Dolphins: 300.000. • Sand Ballast: 150.000. Delle quali il 70% da imprese Venete, il rimanente 30% da imprese nazionali e internazionali per lavorazioni altamente specializzate. INDIPENDENTI DA RUSSIA E ALGERIA E’ la diversificazione delle fonti che permette di essere più autonomi dagli attuali fornitori S DEGLI ARGOMENTI TRATTATI IN QUESTO DOSSIER SE NE DISCUTERÀ NEL CORSO DEL CONVEGNO: “ECONOMIA INTEGRATA NUOVO MADE IN ITALY DI PRODOTTI INNOVATIVI CON L’ANIMA!” IN PROGRAMMA NEL MESE DI GIUGNO A ROMA. PER ACCREDITAMENTO O INFORMAZIONI: REDAZIONE MONDOLIBERO + 39 049 2020918 [email protected] +39 0541 57327 FAX +39 0541 28967 [email protected] orge a 17 chilometri al largo del Delta del Po il primo dei dodici rigassificatori in progetto, un gigante d’acciaio da 290 mila tonnellate di peso, lungo 180 metri, largo 88 e alto 47, e soprattutto capace di lavorare fino a 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Un progetto nato dieci anni fa, quando Adriatic Lng, la joint venture tra Exxonmobil ( 45%), Qatar Petroleum ( 45%) ed Edison (10%) diedero il via in provincia di Rovigo al primo rigassificatore off-shore al mondo. Si colma un buco di 40 anni da quando Eni costruì il rigassificatore di Panigaglia, nel Golfo di La Spezia la cui capacità è di 3 miliardi di metri cubi. Ma non è tutto, il progetto complessivo oltre al rigassificatore di Rovigo che sarà funzionante al 100% nella prossima primavera, sorgeranno altri 12 impianti, che renderanno l’Italia una fonte di approvvigionamento di gas metano per tutta l’Europa ora che le forniture provenienti dal Mare del Nord cominciano a scarseggiare. Protagonisti di tutto questo i più grandi colossi del vecchio continente: i tedeschi di E.On, i francesi di Suez-Gaz de France fino agli inglesi di British Gas. Secondo gli esperti purtroppo non arriveranno al compimento più della metà dei progetti visto che non mancano imprevisti tecnici, ricorsi al Tar dei comitati locali e le consuete difficoltà burocratiche. Su tutti l’esempio di Adriatic Lng. Due anni di lavoro per costruirlo, grandi difficoltà per trovare un bacino capace di accoglierlo nel giusto modo tant’è che si è dovuti andare fin sotto la rocca di Gibilterra, nella Baia di Algeciras: da questo punto è stato trainato fino all’adriatico del Nord, una crociera durata 17 giorni nel Mediterraneo, con conseguente raddoppio del costo finale complice il prezzo del greggio schizzato a 100 dollari e il boom delle materie prime. Un brutto colpo per il gigante americano ExxonMobil che si è accollato tutti i costi e Qatar Petroleum ( società di stato dell’Emirato di Doha) ha confermato la fornitura di gas nonostante il prezzo fosse stato bloccato di fatto ai livelli di tre anni fa, a tutto vantaggio di Edison, che per contratto compra il gas del golfo e lo rivende sul mercato italiano. Fattori geopolitici hanno comunque evitato il naufragio come aveva spiegato l’ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli in occasione della cerimonia d’inaugurazione del rigassificatore di Rovigo: “Non bisogna mettere tutte le uova in un solo paniere”. Aveva commentato Spogli nello spiegare perché Washington abbia sempre appoggiato il progetto. “ Per fare in modo che l’Italia non dipenda da un solo fornitore di gas”. Si riferiva così il diplomatico americano al fatto che il 70% del metano arriva dalla Russia ( il resto dall’Algeria e dal Mare del Nord). Sfida che coinvolge anche Eni sino ad oggi protagonista assoluto delle importazioni di metano in Italia. Il punto è proprio questo: offrire un alternativa all’Europa al gas siberiano e algerino, attraverso i rigassificatori, impianti che permettono le forniture di gas non più attraverso i gasdotti ma via nave. Nello specifico dell’impianto di Rovigo, il gas estratto dai giacimenti nel Golfo Persico (il Qatar possiede la terza riserva al mondo di metano) viene congelato a -136 gradi e in questo modo il volume ridotto fino a 600 volte. Viene poi stivato nelle navi e trasportato al rigassificatore, qui utilizzando l’acqua di mare e la differenza di temperatura viene riportato allo stato gassoso. Un sistema di per sé più costoso dei gasdotti ma divenuto conveniente con il recente aumento dei prezzi degli idrocarburi. Altro aspetto importante è che i giacimenti del Mare del Nord si stanno esaurendo mentre la richiesta di gas in Europa si mantiene alta. Ecco il perché (tenuto conto anche della sua posizione strategica nel bel mezzo del Mediterraneo), di tanti progetti che stanno sorgendo in Italia. Altri impianti sorgeranno laddove sono già insediate altre importanti infrastrutture: è il caso della joint venture tra Iride e Sorgenia ( gruppo controllato dalla famiglia De Benedetti ) di Gioia Tauro, nonché dell’Enel che ha visto in Porto Empedocle la zona deputata a far nascere il proprio rigassificatore. La cosa fondamentale (Edison docet) sarà assicurarsi per tempo un contratto almeno ventennale per la fornitura di gas, diversamente non conviene nemmeno dare inizio al cantiere. PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE INTERVISTA AL CAV. LAV. MARIO BOSELLI PRESIDENTE CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA IL PRODOTTO ECCELLENTE COME SIMBOLO DEL MADE IN ITALY Mario Boselli “Il successo del Made in Italy dipende soprattutto dal prodotto “Bello e Ben Fatto”. In Italia esiste una forte identità tra i valori storico culturali e la visione strategica che deriva dalla tradizione creativa e dalla tecnologia avanzata” O ltrepassare i confini di una crisi e proiettarsi verso orizzonti piu’ sereni attraverso una buona economia del prodotto è la soluzione a tante problematiche che in questi ultimi mesi stanno flagellando il nostro invidiato Made in Italy. Input, consigli e tanta esperienza dalle parole rilasciate attraverso l’intervista del Presidente della Camera SINCE Nazionale della Moda Italiana Cav. Lav. Mario Boselli: E' stata approvata alla Camera la proposta di legge ReguzzoniVersace che promuove l'obbligatorietà di un'etichetta trasparente e di precisa tracciabilità dei prodotti del tessile, dell'abbigliamento, delle calzature, dell'arredo casa e della conceria. Una legge che tutelerà finalmente il Made in Italy in questi setto- ri. Riuscirà il nostro governo ad esportare ed estendere questa importante normativa a tutta l'Unione Europea? Da sempre il nostro governo ha sostenuto l’Opzione 2, cioè l’obbligatorietà del marchio d’origine su tutte le merci di provenienza extra CEE. Purtroppo però il nostro impegno non incontra il parere favorevole del Nord Europa e questo rende difficile, e soprattutto rallenta, il concretizzarsi di una soluzione comunitaria. Certamente un’iniziativa come quella della legge italiana sul Made in Italy, pur essendo diversa rispetto all’Opzione 2, può costituire un elemento di pressione nei confronti delle istituzioni comunitarie. Quanto è importante per la nostra economia internazionalizzare il Made in Italy? In che modo è possibile supportarlo e fonderlo, con la nostra identità storicoculturale? E’ molto importante. Il successo del Made in Italy dipende soprattutto dal prodotto Bello e Ben Fatto. In Italia esiste una forte identità tra i valori storico culturali e la visione strategica che deriva dalla tradizione creativa e dalla tecnologia avanzata. La creatività, che fonda le sue radici nell’effetto Rinascimento, si affianca alla tec- 40 nologia creando una sinergia unica al mondo e un prodotto eccellente. Anche la rivista americana “Global Language Monitor” ha riconosciuto Milano quale capitale della moda mondiale del 2008. Un primato che verrà riconfermato anche per il 2009? Certamente! La crisi ha colpito tutti, quindi in modo proporzionale ogni paese ha dovuto fronteggiare questo momento di depressione e noi, che vantavamo un settore moda quantitativamente più forte rispetto agli altri, continueremo anche nel 2010 a ricoprire il ruolo di ‘capitale della moda’. Sono fiducioso su questo punto perché Milano, oltre ad avere i migliori stilisti, è il quartier generale della maggior parte degli showroom di moda, delle case editrici, delle agenzie. Ciò significa che, oltre a rappresentare la parte creativa, Milano rappresenta anche il cuore pulsante, a livello mondiale, della parte commerciale e di business. Il 2009 è stato un anno critico per il segmento del lusso, ma per l'inizio del 2010 è previsto un ritorno alla crescita. Il peggio è ormai alle spalle? E’ vero, la caduta si è fermata, ma purtroppo i segnali di ripresa sono ancora deboli e le poche positività si YEARS WE DEAL WITH INFORMATION SINCE 40 YEARS WE DEFEND THE FREEDOM OF THINKING AND ACTING 40 ANNI CI OCCUPIAMO DI INFORMAZIONE DA 40 ANNI DIFENDIAMO LA LIBERTÀ DI PENSIERO E DI INTRAPRESA DA WWW.MONDOLIBERO.IT WWW.MONDOMIGRANTI.IT WWW.SALUSPERNATURAM.IT WWW.IT-BIZ.IT INFO TEL +39 049 2020918 - [email protected] Erika Laganà [email protected] Francesca Rispoli stanno sviluppando troppo lentamente. “Maggior rigore e semplicità”: al “Milano Fashion Global Summit” di novembre, Jean Paul Gaultier, Michele Norsa e Diego Della Valle hanno proposto questa identica ricetta per superare la difficile congiuntura attuale. Concorda con loro? Quali altre strade propone? Assolutamente sì, sono d’accordo con il fatto che bisogna eliminare gli orpelli e i riti inutili che ci hanno distratto dall’essenza del prodotto e per di più costituiscono un costo. Quali altre strade…? Credo sia il momento di convincersi che bisogna ripartire dai fondamentali e ricominciare a produrre il vero Made in Italy. Il consumatore è diventato più esigente e non accetta più situazioni poco chiare: ciò non significa necessariamente escludere la lavorazione in paesi a minor costo del lavoro, ma significa essere trasparenti e fare in modo che il prezzo rispecchi la qualità dei tessuti e del lavoro. In sintesi, non è accettabile vendere a prezzi italiani ciò che viene prodotto in Cina. PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE CONTRIBUTO DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MADE IN ITALY: 104 PROGETTI INNOVATIVI AMMESSI AI FINANZIAMENTI “Incentivi per 280 milioni di euro a programmi di vera eccellenza, che impiegheranno 7 mila ricercatori” M odelli innovativi di “cucine sostenibili”, camerini di prova virtuali web-based, sistemi di tracciabilità dei filati, processi innovativi di produzione della pasta, nuovi format per la promozione e distribuzione di prodotti enologici, sistemi elettromeccanici applicati all’elicotteristica, sistemi innovativi di logistica integrata, sistemi di automazione domestica per migliorare il livello di autonomia, di movimento e sicurezza delle persone disabili e degli anziani: sono alcuni dei 104 progetti di innovazione tecnologica ammessi ai finanziamenti del Ministero dello Sviluppo Economico, al termine della valutazione del bando del Progetto di Innovazione Industriale “Nuove tecnologie per il Made in Italy”. “Vista l’eccellenza dei progetti nei settori strategici del nostro Made in Italy, le famose ‘4 A’: Alimentare, Arredamento, Abbigliamento, Automazione. “Abbiamo deciso di aumentare le risorse di finanziamento del bando da parte del Ministero dagli iniziali 190 a 280 milioni di euro. I progetti sono stati presentati da grandi aziende leader del Made in Italy, ma anche da piccole e medie imprese pronte a innovare, che hanno superato la tradizionale diffidenza a cooperare e si sono ag- Adolfo Urso, Vice-Ministro per il Commercio con l’Estero Paolo Romani, Vice-Ministro per la Comunicazione gregate per filiere verticali o orizzontali in partenariati di dimensioni medie di 10 partecipanti, per un totale di 745 imprese e 305 centri di ricerca”- dichiarano dal Ministero. I 104 progetti vincitori vedono il coinvolgimento di 162 grandi imprese, 128 medie e 455 piccole e micro imprese, per un investimento complessivo di 638 milioni di euro, che potrebbe comportare l’impiego di oltre 7 mila tra ricercatori e tecnici. Hanno superato una prima fase di selezione, che ha visto la partecipazione di 429 progetti presentati da quattromila imprese e centri di ricerca, e sono i primi di una lista di 209 idonei (per i restanti 105 resta la possibilità di ulteriori finanziamenti). Le proposte selezionate rappresentano l’eccellenza del Made in Italy, sia dal punto di vista dell’innovazione di nuovi prodotti e processi, (69 programmi), sia per i sistemi di collaborazione tra imprese (9), sia, infine, con riferimento a format distributivi innovativi e a nuove soluzioni logistiche (26). Il bando Made in Italy è il terzo “Progetto di Innovazione Industriale” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico dopo quelli su “Mobilità Sostenibile” ed “Efficienza Energetica”. Complessivamente, gli incentivi in corso di erogazione ammontano a 570 milioni. PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE INTERVISTA AL PROF. FABIO VERNA ECONOMISTA “CINDIA”, solamente con una grande qualità, valorizzando anche il singolo prodotto, difendendo i nostri marchi ed offrendo efficaci servizi di distribuzione o di supporto. Il prodotto stesso deve divenire, come per altro effettivamente accaduto il simbolo e quindi il “promoter” del Made in Italy, prendiamo il caso emblematico della Vespa, nome ancor più famoso nel mondo di quello della Piaggio & C. SpA, da quando l’ing. Corradino D’Ascanio sviluppò alcuni decenni or sono, il brevetto di un piccolo motore di impiego aeronautico che divenne il cuore pulsante dello scooter più famoso nel mondo. Il nome della casa produttrice rimase quello di Piaggio mentre la proprietà passò prima alla Fiat, poi alla banca d’affari Morgan Grenfell, sino all’attuale assetto societario sotto il controllo dell’IMMSI dell’ imprenditore Colaninno, ma è il prodotto “Vespa” che rappresenta più di tutti gli altri scooter, ciclomotori o motociclette pur pro- “L’ITALIA PER L’ITALIA”: UN MADE IN ITALY DA RILANCIARE I l prodotto italiano, nostro valore aggiunto sia economico che culturale sta attraversando un periodo di crisi. Quale il cammino da percorrere per amplificare l’evoluzione del Made in Italy che trae origine dalla storia del nostro Rinascimento e superare in un certo qual modo la crisi attuale? I nostri prodotti, quelli fortemente a connotazione italiana che più di altri rappresentano il Made in Italy, a mio avviso non hanno perso la loro forza di penetrazione commerciale sui grandi mercati internazionali, ma naturalmente subiscono la crisi finanziaria generata con la degenerazione dei mutui “subprime” ed oggi divenuta purtroppo una crisi economica. Ma proviamo a comprendere, pur sinteticamente, cosa è accaduto negli ultimi anni. Gli Stati Uniti d’America considerati storicamente la prima potenza economico-industriale del mondo, hanno scelto di incentivare fortemente lo sviluppo del settore immobiliare, quello che oltre oceano chiamano il “real-estate”, alimentandolo con la concessione di mutui la cui capacità di rimborso era a dir poco aleatoria. Vi è una diretta connessione fra questa dilatazione del credito nel settore immobiliare statunitense e la contrazione del nostro export, infatti la nostra produzione manifatturiera è connotata dalla qualità, dal design, dalla cura dei particolari, tutti fattori ad alto valore aggiunto che incidono sul costo del processo produttivo, inevitabilmente i nostri mercati di sbocco sono nei paesi ad alto reddito pro-capite, primo fra questi proprio quello statunitense. Dunque l’equazione appare semplice: contrazione della capacità di spesa sul mercato americano, conseguente riduzione del nostro export. Per altro concordo con la Sua riflessione che a ritroso nel tempo porta sino al Rinascimento italiano l’evoluzione del Made in Italy, infatti nel secolo illuminato in cui fiorirono la pittura, l’architettura e le altre arti a fianco a queste si svilupparono anche i mestieri, sto pensando per esempio all’arte del ricamo che fece diventare i nostri broccati famosi nel mondo e che successivamente consentì lo sviluppo dell’industria tessile. Anche altri settori hanno potuto trarre positivi influssi dal periodo rinascimentale, gli architetti del tempo poterono realizzare i loro capolavori anche grazie all’ausilio di qualificati mastri carpentieri, le visioni futuribili di Leonardo od il genio di Michelangelo poterono trovare nella manualità degli artigiani e nelle prime macchine utensili il debito supporto per la realizzazione dei loro mirabili progetti. L’Italia ha in Europa e nel mondo un ruolo centrale per la propria creatività nei prodotti sia industriali che artigianali, una sorta di identità che ci contraddistingue. A questo proposito, da esperto economista, quali le iniziative necessarie per far conoscere ciò che viene prodotto e che fornisce la specifica identità? L’Italia ha saputo farsi conoscere come il “bel paese”, di fatti a fianco delle bellezze artistiche, storiche o paesaggistiche, la nostra cucina, la cosiddetta “dieta mediterranea” ed il nostro artigianato hanno saputo sia attrarre turismo sia promuovere il marchio “Italia” nel mondo, d’altro canto non vi è stata una strategia organica volta alla promozione del Made in Italy lasciando ai nostri imprenditori l’onere di far affermare il nostro paese, inteso come “Azienda Italia” nel mondo. Abbiamo lasciato ad illustri nomi quali: Valentino, Armani, Versace, solo per citare alcuni fra gli stilisti maggiormente noti, la promozione della moda italiana in tutto il mondo, mentre non abbiamo difeso i marchi d’origine e soprattutto di qualità di molti dei nostri prodotti agro-alimentari, creando un notevole danno economico per gli industriali del settore e talvolta anche un nocumento nella salute degli utilizzatori finali. Il parmigiano, il prosciutto, il vino e l’ olio sono stati spesso contraffatti con grave danno sia dell’ export, sia della nostra immagine come paese produttore. Anche prodotti tecnologicamente avanzati, sto pensando alla Ferrari o alla Lamborghini non sono stati debitamente supportati non tenendo conto del forte indotto di cui sono traino. Bisognerebbe realizzare una costante campagna promozionale il cui tema potrebbe sintetizzarsi nello slogan: “L’Italia per l’Italia”, non credo infatti che basti la partecipazione a talune grandi fiere o l’impegno dell’ICE, ma occorre un più ampio sforzo collettivo, con l’impegno del Governo, con la rete delle ambasciate, con il valido supporto della Confindustria. L’identità dei nostri prodotti è molto spesso facilmente riconoscibile ed altrettanto apprezzata, mentre la promozione di questi ultimi richiede una maggior sinergia, non solo la promozione del singolo prodotto bensì la promozione del sistema Italia. L’importanza della valorizzazione del Made in Italy è risaputa. Ma in che modo è possibile ‘inter- PROFILO DEL PROF. FABIO VERNA Fabio Verna Fabio Verna nasce a Roma nel luglio del '56, il padre il Prof. Attilio, Ordinario di cattedra di Ragioneria Generale ed apprezzato professionista, morì dopo pochi anni mentre ricopriva fra le altre, la carica di Rettore Magnifico dell'Università di Verona, lasciandogli la passione per il mondo accademico e della ricerca. Economista con una formazione maturata sui mercati finanziari, Fabio Verna si appassiona, sin da giovanissimo, al mondo delle imprese, partecipando anche all'attività di un'Associazione studentesca di cui viene eletto Presidente. Agli inizi del '78 entra alla Banca Nazionale del Lavoro, dove viene impegnato nelle diversificate sezioni della Segreteria Fidi, nel contempo termina gli studi in Economia e Commercio, laureandosi con "lode". Nel '86, non ancora trentenne, Fabio Verna venne nominato Presidente del C.d.A. della SILBA S.p.A., un'importante azienda campana operante nel settore delle case di cura convenzionate. I primi mesi del '92 vennero trascorsi fra Madrid e Barcellona, Fabio Verna avviò la ristrutturazione di una storica cartiera del Mezzogiorno fondata al tempo dei Borboni nella valle del Liri. Nel biennio 2006/2007 gli è stata affidata, quale Professore a contratto la gestione della cattedra di Finanza aziendale presso l'Università degli studi di Messina. Fino alla scorsa primavera è stato Presidente del C.d.A. del gruppo EurCom, specializzato nella realizzazione di progetti industriali e nei servizi finanziari per le imprese. Fabio Verna è anche Presidente dell'Associazione “Ponte Milvio” con l'intento di valorizzare una zona di Roma particolarmente nota in Italia, come un punto di incontro fra cultura, spettacolo e vivere civile. nazionalizzarlo’ e supportarlo con la nostra identità storico-culturale? Come ricordavamo, siamo internazionalmente conosciuti come il “bel paese” dobbiamo identificare questo come un marchio di un bel prodotto, senza per altro tralasciarne la funzionalità, dunque “design” e qualità assommati assieme. Abbiamo opere millenarie associamole dunque a prodotti destinati a durare, capolavori artistici dunque bellezza, linea, colore. Per anni l’invenzione del telefono, il più usato strumento di comunicazione del mondo, è stata attribuita a Bell, rivendichiamo il ruolo fondamentale avuto da Meucci in questa scoperta, personalmente ritengo che Enzo Ferrari abbia fatto più lui da solo, per promuovere l’auto italiana nel mondo, di tanti altri messi assieme. Mostriamo dunque al mondo uomini come Marconi, Martinetti o Fermi, sono loro i testimonial della nostra storia e della nostra cultura industriale. Cosa significa parlare di economia integrata all’interno dell’impresa? Puo’ forse significare “evoluzione” a 360° del prodotto figlio dell’impresa stessa? Si possono forse ricavare altre sfaccettature volte a reinventare il Made in Italy? Si possono e soprattutto si devono, sempre ricavare nuove sfaccettature nelle nostre imprese e nei nostri prodotti, in un mercato globale dove la concorrenza viene costantemente esasperata, si possono battere i grandi “competitors” del sud-est asiatico e non sto pensando solamente al Giappone od alla Corea ma anche al grande fenomeno sintetizzato con l’acronimo dotte dalla Piaggio o dalle sue consociate, le due ruote italiane nel mondo. Sono comunque molti i marchi del Made in Italy, conosciuti internazionalmente ancor più delle loro case produttrici, pensiamo al “Parmigiano reggiano” che vanta innumerevoli quanto inefficaci tentativi d’imitazione. Un prodotto di qualità, che unisca il design italiano, con la capacità manifatturiera diviene oltre che promotore di se stesso anche sponsor del sistema Italia nel mondo. Nel grande mercato globale il Made in Italy manterrà la sua quota soltanto difendendo la sua inventiva, la sua unicità, quella qualità tutta italiana che alla fine saprà fare la differenza. PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE INTERVISTA AL DOTT. GIOVANNI INGHIRAMI, PRESIDENTE CONFINDUSTRIA AREZZO LA PREZIOSITÀ DELLA MATRICE ITALIANA NEL MONDO I vostri marchi utilizzano tessuti pregiati e fanno della qualità un vanto. Per voi, quindi, potrebbe essere lo- gico riallacciarsi a “Il Lusso con l’occhio dell’Oriente”, innovati- tivo di fondere nei prodotti influenze tipicamente orientali con vo progetto che si propone di riscoprire i contatti scaturiti dalle antiche vie della seta, con l’obiet- il più puro Made in Italy. Questo rivoluzionario approccio è applicabile e sperimentabile per i vo- stri brand? Oriente ed occidente hanno culture profondamente diverse.Tempi diversi. Due “Mondi” uniti in nome di una globalizzazione che suona come coercizione. Entrambi sospettosi nel confronto diretto. Per vastità di territorio dire Cina significa ad oggi parlare di Shanghai, Pechino, Hong Kong, Chengdu, Harbin. La realtà quotidiana della maggior parte della popolazione non è ancora ricettiva, vivendo in aree non ancora coinvolte in questo processo. Questo significa che per avere un vero confronto che sfoci in un’economia integrata, a mio avviso, dovranno passare ancora degli anni. Anni sicuramente di evoluzione, di studi, di duro lavoro, per arrivare a cooperare al fine di raggiungere un obiettivo comune, al di sopra delle parti, un’integrazione che porti reciproca soddisfazione e benessere eco- Giovanni Inghirami con Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria nomico. Specificatamente i nostri brands hanno già iniziato questo percorso ormai da anni con la consapevolezza che fosse in ogni caso un’iniziativa a lungo termine. “I prodotti devono essere l’espressione autentica di un popolo e della propria capacità manifatturiera”, afferma Giulietta Cozzi. A suo avviso, è questa la ricetta giusta per affermarsi sui mercati internazionali? Anche la sua azienda segue (o seguirà) questi principi? A mio avviso la “ricetta” giusta, ammesso che ne esista una sola, è esclusivamente quella di esportare i nostri prodotti nei settori che contraddistinguono l’eccellenza italiana, la creatività, la qualità, affinché la preziosità della matrice italiana sia immediatamente riconoscibile, in qualsiasi parte del mondo. INTERVISTA AL DOTT. RAFFAELE MORELLI, PSICOTERAPEUTA, SCRITTORE E DIRETTORE DELLA RIVISTA RIZA PSICOSOMATICA LE VIE DEL BENESSERE Raffaele Morelli: “Occorre bandire i pensieri fissi: chi ha la mente occupata da schemi, modelli e razionalità difficilmente riesce a essere creativo” R Raffaelle Morelli affaele Morelli, psicoterapeuta e psichiatra fautore del pensiero su come affrontare le difficoltà della vita. Temi variegati ed importanti trattati nell’arco della sua carriera. La sinergia tra mondo accademico-culturale ed economico, ha portato alla creazione di prodotti “con l’anima” esprimenti lo spirito del tempo. Tutto si puo’ creare e guarire con l’anima. Nuovi studi grazie anche all'esistenza di elementi di congiunzione inattesi tra comportamento economico, meccanismi cognitivi e funzioni cerebrali, nonché tra processi di scelta, emozioni e motivazione. Processi che incidono quotidianamente sull’aspetto psicologico delle persone e sono conseguenza dei diversi modi di affrontare la vita. “Occorre bandire i pensieri fissi: chi ha la mente occupata da schemi, modelli e razionalità difficilmente riesce a essere creativo”. Pensa che l'economia integrata alla cultura risponda ai criteri di creatività da lei indicati? A volte l’anima fa fallire ogni relazione, ogni rapporto ogni incontro, perché non vuole aderire al modello cui ci siamo messi in testa di somigliare. Questa insicurezza in realtà ci salva dal rischio maggiore: perdere noi stessi. In ognuno di noi c’è un essere unico straordinario, che vuole vivere la “sua” vita, ma noi vogliamo banalizzarci e roviniamo tutto. Solo le nostre radici, la nostra stessa insicurezza, le nostre fragilità ci aiuteranno ad essere diversi. Far fiorire il cervello, scoprire nuove possibilità ci porta ad essere piu’ creativi aiutandoci ad uscire dalle identificazioni rigide e attiva risorse e capacità che solitamente non utilizziamo. L’economia integrata rimette al centro del processo produttivo la persona, cancellando un passato contraddistinto dal consumo fine a sé stesso. Le creazioni così prodotte possono dunque riavvicinarsi al nostro più profondo ‘io’? Alla luce di quanto la storia insegna (vedi il Rinascimento), può questo nuovo rivoluzionario approccio dare il 'la' ad una svolta culturale? Partiamo da una frase significativa: “ Io sono qui, ora. Non mi dico come devo essere. Sia quel che sia”. In pratica cio’ che conta piu’ di tutto è avere un rapporto naturale con noi stessi. Naturalmente vuol dire che non dobbiamo cercare di avere una meta da raggiungere, un obiettivo da conquistare. La nostra essenza, se la smettiamo di dirci come dobbiamo essere o quali obiettivo raggiungere, ci porta inesorabilmente verso il nostro destino. L’io come centro del processo produttivo anche in termini di integrazione. Francesca Rispoli PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE INTERVISTA ALL’ING. PAOLO VIVIAN – AMMINISTRATORE DELEGATO SAVI SERVIZI SRL I ECONOMIA INTEGRATA: L’UOMO AL CENTRO DI OGNI AZIENDA l prodotto italiano, nostro valore aggiunto sia economico che culturale sta attraversando un periodo di crisi. Quale il cammino da percorrere per amplificare l’evoluzione del Made in Italy che trae origine dalla storia del nostro Rinascimento e superare in un certo qual modo la crisi attuale? È necessario che il sistema Italia riconosca i propri limiti e attui un profondo rinnovamento della propria classe dirigente attraverso percorsi pianificati che facciano emergere criteri meritocratici in ogni decisione strategica. La crisi ha fortunatamente accelerato questo inevitabile processo che coinvolge proprio tutti: Politica, Istituzioni, Imprenditori e Cittadini. Tutti nel nostro piccolo possiamo contribuire a portare in alto il Made in Italy che si identificherà non solo nei prodotti ma nell’intera società. Quante volte abbiamo sentito parlare di Italia uguale spaghetti e mafia? I prodotti di qualità non sono più sufficienti per essere vincenti nel mondo. Infrastrutture, burocrazia buona, turismo, economia ecosostenibile, università: sono queste le nuovo frontiere del Made in Italy. Nessuna ricetta, nessuna bacchetta magica dunque: rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo. Tutti L’Italia ha in Europa e nel mondo un ruolo centrale per la propria creativita’ nei prodotti sia industriali che artigianali, una sorta di identità che ci contraddistingue. A questo proposito, la sua azienda quali iniziative porta avanti per far conoscere cio’ che viene prodotto e che vi fornisce un’ identità? Cerchiamo ogni giorno di capire dove siamo unici nel mercato e mettiamo in campo idee per raggiungere obiettivi a breve e lungo periodo misurabili nel tempo. La nostra registrazione EMAS ha anche questo significato: vogliamo fare capire a tutti i nostri utenti e COSA fa Savi Servizi Srl e COME fa ad erogare i servizi per cui il cliente ed il cittadino paga. Senza scorciatoie e senza trucchi. Vogliamo essere aperti e trasparenti. I nostri clienti apprezzano molto questo atteggiamento anche perché molti nostri concorrenti (le aziende municipalizzate che erogano servizi di raccolta e trasporti rifiuti) dicono di farlo ma non lo fanno. L’importanza della valorizzazione del Made in Italy è risaputa. Ma in che modo è possibile ‘internazionalizzarlo’ e supportarlo con la nostra identità storico-culturale? Attraverso iniziative sistemiche trasversali. Dovremmo imparare (solo in questo e pochi altri casi però) dai tedeschi: quando vanno in missione all’estero fanno le cose in grande convergendo in un unico spazio (hotel, fiere o altro) banche, singoli imprenditori e relativi prodotti/servizi, istituzioni ed associazioni. Loro si presentano insieme, in modo integrato. Nelle missioni internazionali noi Italiani siamo campioni del mondo per numero di stand magari di provincie e regioni che pensano in modo frammentato e miope i loro punti di forza lasciando magari le loro migliori aziende sole. Tanto noi imprenditori siamo abituati… e questa è proprio la nostra forza! Penso sia anche importante valorizzare il nostro immenso patrimonio culturale per valorizzare il Made in Italy. Noi Giovani Imprenditori di Confindustria Vicenza nel prossimo marzo andremo a New York a presentare la mostra per i 500 anni di Andrea Palladio. Palladio fu un vero imprenditore che attraverso le sue opere ha cambiato la storia dell’economia del nostro territorio. Queste lezioni non possiamo dimenticarle. Cosa significa parlare di economia integrata all’interno dell’impresa? Puo’ forse significare “evoluzione” a 360° del prodotto figlio dell’impresa stessa? Si possono forse ricavare altre sfaccettature volte a reinventare il Made in Italy? In questo momento durissimo di trasformazione penso che parlare di economia integrata significhi parlare ed investire sulle PERSONE collegate all’universo di ogni singola impresa. Mai come oggi l’uomo deve essere messo al centro di ogni azienda. E non mi riferisco ai rapporti con i dipendenti e collaboratori che devono assolutamente essere coinvolti nei processi decisionali oltre che formativi aziendali ma mi riferisco alle persone che rappresentano le Banche, i Fornitori , i Clienti e le Paolo Vivian Istituzioni che interagiscono con l’impresa. Si (ri)parte dalla persone. Solo così ricostruiremo un’economia sostenibile ed un made in Italy ancora vincente. INTERVISTA ALLA DOTT.SSA LAURA BERTUCCIOLI E IL DOTT. GIUSEPPE GIANNI SEMPRINI DI “OBIETTIVO QATAR” “UN PONTE ECONOMICO CULTURALE TRA QATAR & ITALIA” Laura Bertuccioli Gianni Semprini I l Qatar è un Paese in grande evoluzione, che tipo di apporto può rappresentare una crescita di questo tipo per il resto del mondo? Le previsioni di stima per il Paese fatte da Business Monitor International, rilevano una crescita tendenziale ad una media del 9,2% per i prossimi 5 anni, dovuta ai piani di espansione dell'industria estrattiva. La grande novità del Qatar è: PUNTARE SU UN PROPRIO AUTONOMO SISTEMA INDUSTRIALE con un massiccio programma di facilities ed incentivi. Una nuova grande opportunità per le imprese italiane che hanno anche il vantaggio di essere amate dai qatarini in un Paese dove vogliono fare, possono fare, ricercano chi sa fare e fanno. Tutti parlano del Qatar, tutti guardano al Qatar, tutti fanno viaggi in Qatar e poi? In Qatar per avere risultati concreti occorre saper dosare intelligentemente le 3 P alla base di ogni storia di successo : professionalità perseveranza pazienza. Il dinamismo ed i numeri di questo Paese pretendono grande competenza e grande professionalità. ObiettivoQatar ha al suo attivo alcuni significativi goals e vorremmo che altre nostre imprese trovassero il modo di mettere a profitto quel patrimonio di simpatia per tutto quanto è italiano ci portiamo dietro. Ecco il perché dell’idea di una SETTIMANA ITALIANA a Doha. Quali proposte e quali opportunità sta sviluppando ObiettivoQatar ? Noi di ObiettivoQatar ci proponiamo come Genius Loci in Qatar. Abbiamo da tempo attivato un'importante selezione di partner qatarini indispensabili per una propria presenza commerciale e produttiva in Qatar e oltre alla directory di questi qualificati investitori e developer e ai rapporti con le Istituzioni del Paese prestiamo assistenza e supporto per • Ricerca di mercato • Pre-qualificazione e presentazione • Ricerca e individuazione del partner qatarino curando tutti gli aspetti legali, societari, contrattuali, fiscali etc. La “SETTIMANA ITALIANA” da Voi proposto è una strategia di comunicazione? La nostra Idea di una Expò Italiana mirata a Doha lo è sicuramente ma è soprattutto un modo di affrontare in maniera concreta e strategica una Paese che di per sé è asimettrico rispetto al resto del mondo, per cultura e per ricchezza e per dinamica voglia di essere un leader protagonista per il futuro che è già in atto. Con il binomio Tecnologia e Cultura del Made in Italy, ObiettivoQatar ed “Il Lusso con l’Occhio dell’Oriente (1000-2000)” della dott.ssa Maria Loretta De Toni, potrebbero essere le vie per rafforzare la Settimana Italiana a Doha? Fare sinergia e cross fra quanti in maniera propositiva amano e propongono il Sistema Paese Italia all’Estero vuol dire non sommare ma elevare a potenza le rispettive proposte. Le conquiste scientifiche e le loro applicazioni pratiche hanno sempre come basi e fondamenta una millenaria cultura. Attivare una SETTIMANA ITALIANA a Doha dove Cultura e Tecnologia sono co-protagoniste vuol dire rispondere in maniera concreta e pragmatica alle richieste di questo incredibile Paese Da sempre diffondere e promuovere la Cultura del proprio Paese è il modo migliore per entrare in sintonia con gli altri Paesi e diventa lo strumento principe di penetrazione e di consolidamento delle proprie Tecnologie. A Doha capitale del Qatar ancora di più, perché l’Italia in tutte le sue sfaccettature è molto sentita ed amata. Laura Bertuccioli Giuseppe Gianni Semprini www.obiettivoqatar.com PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE TRIBUTO DELL’EDITORE DI MONDOLIBERO, FEDERICO TASSINARI, A SUA ALTEZZA, SCEICCA MOZAH BINT NASSER AL MISSNED, CONSORTE DELL’EMIRO DELLO STATO DEL QATAR, SUA ALTEZZA SCEICCO HAMAD BIN KHALIFA AL THANI AMBASCIATRICE DELLA CULTURA E DELLA PACE NELL’ANNO 2010 CHE CELEBRA IN QATAR L’ANNO DELLA CULTURA ARABA “ARTE ISLAMICA & IL NUOVO MADE IN ITALY” Sceicca Mozah Bint Nasser Al Missned H.H. Sheikha Mozah Bint Nasser Al Missned Brocca in cristallo di rocca inciso (Egitto, X secolo) con montatura in rame dorato di datazione posteriore. Tesoro di San Marco, Venezia. Engraved rock crystal jug (Egypt, 10th century) with golden copper foothold of later dating. Saint MarkTreasury, Venice. Tessuto in velluto soprarizzo allucciolato su armatura in raso di seta. Firenze, metà XVI secolo. Collezione di tessuti antichi di M. Fortuny, Venezia. Velvet fabric “soprarizzo allucciolato” on silk satin warp. Florence, mid 16th century. Ancient textile Collection M. Fortuny, Venice. “Il Lusso con l’Occhio dell’Oriente (1000-2000)”ideato dalla dott.ssa Maria Loretta De Toni è un innovativo progetto di economia integrata alla cultura, che si propone di riscoprire i contatti scaturiti dalle antiche vie dell’incenso, della seta e dell’oro (e in particolare il legame tra Vicenza, Venezia - la Serenissima - e il Medio Oriente), con l’obiettivo di fondere nei prodotti (del lusso e non) influenze tipicamente orientali con il più puro Made in Italy. Questo ‘cocktail’ tra Oriente e Occidente è una peculiarità già espressa nella dichiarazione rilasciata da Sua Altezza, la Sceicca Mozah Bint Nasser Al Missned lo scorso giugno a Parigi, in cui citava l’esempio dell’artista arabo Ziryab come simbolo “del dialogo fra le diverse civiltà” che seppe diffondere nella Cordoba, capitale occidentale dell’Islam, “una sintesi di culture araba, persiana, indiana e greca”. Oltre all’importante Museo Islamico di Doha, il Qatar ospita -circostanza di grande valore- circa 550 tele di pittori occidentali come Turner e David Roberts. E’ dunque lecito pensare che la Sceicca Mozah Bint Nasser Al Missned individui nella cultura e nell’arte potenziali canali di dialogo tra Oriente e Occidente, com’è accaduto a lungo nel corso della storia. In particolare nell’anno 2010 in cui il Qatar è capitale della cultura araba, la visione di Sua Altezza rappresenta un prezioso invito a creare sinergie tra Oriente e Occidente per diffondere il messaggio di un rilancio del ‘sapere’ per un clima di pace globale. Promotrice della Education City (polo universitario all’avanguardia), animatrice della Qatar Foundation e co-ideatrice del Museo di Arte Islamica: l’epiteto “Sceicca delle Arti” è una perfetta metafora di Sua Altezza. Il Suo manifesto interesse per la cultura islamica e per uno scambio sinergico tra culture è a mio avviso una chiave di lettura per dare al progetto della dott.ssa Maria Loretta De Toni ulteriore fondatezza affinché un nuovo valore aggiunto del Made in Italy venga riscoperto dando “un’anima” ai prodotti realizzati dal mercato occidentale, attraverso lo studio delle reciproche influenze tra Oriente e Occidente e la relativa applicazione nei prodotti stessi. Il futuristico Museo di Arte Islamica di Doha, il più grande del mondo musulmano, ha ormai compiuto un anno. Una delle mostre più affascinanti e culturalmente rilevanti è stato il “Book of Secrets”, manoscritto tradotto e ricostruito digitalmente dopo anni di duro lavoro con il supporto del centro studi italiano Leonardo3. Questi e altri progetti possono essere in futuro reali possibilità di scambi e collaborazioni tra lo Stato del Qatar e l’Italia, affinché l’Oriente diventi come nell’antica Repubblica di Venezia, la Serenissima, un nuovo stimolo per l’Italia per riscoprire “antiche radici di comunanza”, pur nelle differenze. Quest’anno il Qatar è la capitale ufficiale della cultura araba e il 2010 sancirà la definitiva consacrazione di questo emirato a maggior polo culturale di tutto il Medio Oriente. Ci auguriamo poter celebrare in un duplice convegno, prima a Roma nel giugno 2010 e poi a Doha a dicembre, l’importanza che riveste il Qatar nel dialogo di pace e sviluppo tra Oriente e Occidente. Lampada da moschea in vetro e smalti. Egitto mamelucco, 1329- 1335. Metropolitan Museum of Art, New York. Enameled glass Mosque lamp. Mameluk Egypt, 1329-1335. Metropolitan Museum of Art, New York. Spargitore d’acqua di rose in argento dorato e cesellato. Moghul, fine XVII secolo. Victoria and Albert Museum, Londra. Gold plated silver chiselled rose water sprinkler. Moghul, late 17th century. Victoria and Albert Museum, London. PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE MUSEO D'ARTE ISLAMICA (M.I.A.) A DOHA, QATAR MUSEUM OF ISLAMIC ART (M.I.A.) IN DOHA, QATAR A TRIBUTE TO HER HIGHNESS SHEIKHA MOZAH BINT NASSER AL MISSNED TA PRODOTTI I LI AN I ISPI RA T IA T RIEN E ’O LL ZIRYAB OUT OF WINTER I COME WITH A MANTLE OF SNOW, MY FEET WEARING GREEN GRASS SHOES FOR THE NESTS OF SPRING, WHEN THE SWALLOW FLIES FROM AFRICA IN BLACK AND WHITE, TWITTERING THE BLOOMING OF HEARTS AND TREES, ECHOING THE SOUNDS OF ZIRYAB IN THE ANCIENT CORDOBA OF SALAM. ©2010 BY MARIA LORETTA DE TONI H.P.-ART SANDRIGO (VI) ITALY 12.02.2010 ITALIAN PRODUCTS INSPIRED BY THE ORIENT