ECONOMIA
INTEGRATA
UN NUOVO MADE IN ITALY
DI PRODOTTI INNOVATIVI CON “L’ANIMA”!
IL NUOVO LUSSO E’ CREARE PRODOTTI
ITALIANI DI TUTTI I SETTORI
MERCEOLOGICI CON UN VALORE
AGGIUNTO ECONOMICO-CULTURALE
“La crisi che
ci ha insegnato
a rinascere”
L
meno gli Usa possono vivere isolati, ma che solo
attraverso l'apertura e il sostegno degli altri a stare
meglio si può rinascere senza tornare indietro. Noi
Italia, noi paese patrimonio culturale del mondo
siamo figli di altre culture, la stessa Venezia si interfacciava già secoli fa con il mondo arabo alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali. Il dossier che
abbiamo realizzato parte da uno studio fatto da
una imprenditrice del settore orafo, la Dott.ssa Maria Loretta De Toni con la collaborazione di vari
studiosi dell'oriente come Stefano Carboni, dà vita
all'idea che trova il suo sviluppo proprio con l'incontro di altre sinergie, di altri che credono nell'idea, nel progetto di fare squadra con tanti attori del mondo economico istituzionale e imprenditoriale che sostengono quanto l'importanza della cultura, delle alleanze, del superare le paure e trovare nei nostri individualismi la forza della squadra vincente.
a crisi ci ha insegnato che la forza della
nostra rinascita può stare nella ricerca delle sinergie, sinergie che provengano dal
conoscere attraverso la cultura dei popoli e delle
loro differenze e assonanze un legame che oggi
scopriamo vitale. Il benessere del tuo vicino è il tuo
benessere, aiutare altri a scoprire le proprie eccellenze e metterle al servizio della squadra può ridare vigore all'economia in uno stallo che può essere
cancellato dalla forza delle individualità di un
egoismo buono, quello fatto delle sicurezze che il
proprio conoscersi ci dà, l'uomo sempre al centro nella religione e nel rinascimento,
dove la ricerca della cultura e degli
scambi commerciali venivano vissuti con l'anima forte dello scambio
prima culturale di conoscenza, dello scoprire, dell'intuire attraverso
occhi di altri. I capi di Stato di Usa
Cina Europa ecc. in ogni discorso ricordano che nessuno al mondo tanto
CONTRIBUTI
PAOLO ROMANI
E ADOLFO URSO
SOTTOSEGRETARI
COMUNICAZIONE E COMMERCIO
ESTERO MINISTERO DELLO
SVILUPPO ECONOMICO
SCEICCA MOZAH BINT
NASSER AL MISSNED
AMBASCIATRICE DELLA CULTURA
E DELLA PACE
INTERVENTI
FABIO VERNA
ECONOMISTA
MARIO BOSELLI
PRESIDENTE CAMERA NAZIONALE DELLA
MODA ITALIANA
GIOVANNI INGHIRAMI
PRESIDENTE
CONFINDUSTRIA AREZZO
MARIA LORETTA DE TONI
PORTAVOCE ECONOMIA INTEGRATA
RAFFAELE MORELLI
PSICOTERAPEUTA,
SCRITTORE E DIRETTORE DELLA RIVISTA
LAURA BERTUCCIOLI
AZIENDE
COSTRUZIONI:
L'IMPIEGO DI ACCIAIO
INOSSIDABILE PER TUTTE LE OPERE
COME FONTE DI RISPARMIO
RIZA PSICOSOMATICA
“OBIETTIVO QATAR”
GRUPPO CIMOLAI
UN IMPERO METALMECCANICO
REALIZZAZIONE
DEI RIGASSIFICATORI
IN ITALIA:
LA CANTIERISTICA DEL FUTURO
SAVI SERVIZI SRL:
L'UOMO AL CENTRO
DI OGNI AZIENDA
ORAFO: MARIA DE TONI SRL
Vioro 2010
Ph. Nancy Fina
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
“LA CRISI CHE CI HA INSEGNATO A RINASCERE”
U
n modello che come annunciavamo già in numeri di Mondolibero
precedenti dal Veneto con Tomat,
Zaia e il sostegno del Governo Berlusconi ci
porterà un modello di capacità di fare squadra senza dimenticare le proprie radici e le
proprie identità. Un gemellaggio con l'oriente e il mondo arabo ci viene sottolineato dall'instancabile attività della Sceicca Mozah
Bint Nasser Al Missned che ambasciatrice
della cultura araba nel mondo celebrerà a
Doha in Qatar la sua consacrazione, in una
assonanza culturale e secolare riportiamo a
galla le nostre radici e un nuovo rinascimento economico ed anche sociale. Potremo tro-
vare così un rilancio delle nostre imprese e
della nostra conoscenza, cercando di dare
anche anima perchè nell'individualismo costruttivo si trova una grande espressione
di ciò che si è, con decisione, consapevoli della nostra forza, che ha già dato
prova di sè con le storie di alcune nostre aziende che hanno saputo esportare quel modo di fare impresa tutto
italiano, dove si sentono le radici di un
rinascimento mai sopito che ha solo bisogno di ripartire, sappiamo che è dentro
di noi, lo abbiamo già fatto, lo possiamo rifare.
Federico Tassinari
S.A. Sceicco Hamad Bin Khalifa Al-Thani Emiro del Qatar
e la Sceicca Mozah Bint. Nasser Al Missned
Il Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e la signora Clio
con la Sceicca del Qatar, Mozah Bint Nasser Al Missned
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
DI
ECONOMIA
INTEGRATA
MARIA LORETTA DE TONI
P
UN NUOVO
MADE IN ITALY
DI PRODOTTI INNOVATIVI
CON “L’ANIMA”!
Dott.ssa Maria Loretta
De Toni (Presidente
Maria De Toni Srl e
Portavoce “Economia
Integrata”)
arlare oggi di valore aggiunto economico-culturale e’ fondamentale, perche’ il prodotto italiano possa uscire dalla crisi. Si tratta di un
cammino a ritroso ripercorrendo l’evoluzione del Made in Italy, che trae origine dalla
storia del nostro Rinascimento.
E’ proprio questo prezioso periodo storico,
in cui l’arte italiana ha raggiunto il massimo
fulgore in termini estetici, di ricerca e di contenuti che l’Italia ha saputo collocarsi nei
mercati internazionali con un nuovo “appeal” storico-culturale della bellezza, intesa
come armonia e perfezione.
“L’Uomo Vitruviano” rappresentato al centro del mondo da Leonardo da Vinci diventa un monito per ogni individuo a riscoprire
le proprie radici, la propria storia e la propria identita’. Leonardo da Vinci e’ stato un
artista, capace di esprimere una perfetta
sintesi del “genius loci”. La sua e’una
simbiosi armonica dell’Uomo dell’Umanesimo amante delle Arti e l’Uomo della Tecnologia, che aspira alle
macchine come strumento di progresso e di evoluzione del singolo individuo e della societa’
stessa.
L’Italia e’ sempre stata vista
nel mondo antico come Patria della creativita’, dell’arte, del buon gusto, dello stile e del genio. Questi elementi servono oggi all’economia per riascattarsi,
per riconciliare l’anima
dell’uomo nel processo
produttivo. Questo vale
per ogni individuo, dall’uomo della strada al
politico, dall’uomo della
scuola a quello della
fabbrica. Questa creativita’ ha bisogno di silenzio, di riscatto, di pace,
di alleanze, affinche’ il
singolo si fonda con la
collettivita’, con la propria
storia e con quella del proprio Paese.
L’ITALIA HA INFATTI UN RUOLO IN EUROPA E NEL MONDO:
METTERE LA PROPRIA CREATIVITA’ AL
CENTRO DEL PRODOTTO, AL SERVIZIO DEI
MERCATI IN CUI LE IDENTITA’ CULTURALI VENGANO TRASMESSE ATTRAVERSO I PRODOTTI: INDUSTRIALI, ARTIGIANALI, DEL LUSSO E
DEL NON LUSSO.
COME RAGGIUNGERE QUESTO
AMBIZIOSO TRAGUARDO? ATTRAVERSO UN PROCESSO DI
IDENTITA’ NEI PRODOTTI E ATTRAVERSO
UNA RICERCA DEL
DNA AZIENDALE
Il progetto internazionale
di economia integrata alla
cultura “Il Lusso con l’Occhio dell’Oriente (10002000)®”, di cui sono la curatrice
in collaborazione con un comitato scientifico
internazionale (Stefano Carboni, Giulietta
Cozzi, Cristina del Mare e John M. Spalek) e’
un itinerario economico, storico, politico,
culturale e geografico attraverso le antiche
vie carovaniere che hanno messo in contatto
nel passato l’Oriente e l’Occidente. Questi
scambi tra popoli generarono prodotti portatori di sapienze, di seduzioni storico-culturali, di scoperte fatte da uomini e da civilta’ al servizio del sapere. L’Italia, attraverso
la Repubblica di Venezia in particolare, ha
saputo attingere negli anni bui del Medioevo dalle raffinatezze che giungevano attraverso i prodotti provenienti dall’Oriente
(quali spezie, tessuti, manufatti preziosi, vetri, porcellane, manoscritti ecc.), i quali hanno portato nel nostro paese semi fecondi stimolando le menti di uomini, preparandoli ad una rinascita in tutti i
campi, dando vita al florido
periodo del Rinascimento.
Nel libro del 2004 “Le vie
dell’oro – Vicenza, la Serenissima e l’Oriente (14042004)”, pubblicato in occasione della mostra al Museo Civico di Vicenza a Palazzo Chiericati,
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
prodotto potra’ ritornare ad essere vincente
e competitivo nel mondo, se parte da dentro ogni uomo e ogni impresa per far scaturire nuovi valori creativi ed etici legati all’anima del paese italiano.
©2009 Miami 29.11.2009 by Maria Loretta
De Toni
www.mariadetoni.it
alla ricerca e alla consapevolezza che la
grande forza del prodotto sta nella sua anima dalla matrice tecnologica o umanistica.
Ogni prodotto e’ infatti figlio dell’impresa .
La grande rivoluzione sta proprio in questa
consapevolezza, che ogni individuo all’interno dell’impresa aiuta il prodotto ad
evolversi, a diventare prodotto “compiuto
catalogo e mostra da me curati in collaborazione con l’orientalista Cristina del Mare
e la storica e artista Giulietta Cozzi, ho descritto alcune aziende appartenenti ai settori industriali, riconoscendo in esse alcuni
esempi di applicazione di economia integrata alle proprie radici. Il territorio vicentino infatti e’ legato fortemente alla Repubblica di Venezia. Nel 1404 l’entrata di Vicenza nella Serenissima (tema approfondito nella nostra mostra e nel nostro catalogo in relazione alla legge della regione veneta N. 23 del 16 agosto 2002) segna nel vicentino un periodo di forti aperture alla visione cosmopolita dei Veneziani. Essi infatti arricchirono attraverso i commerci con il
vicino e lontano Oriente la repubblica veneziana e trasferirono nell’entroterra veneto valori, quali il ricco mondo delle ville
palladiane. Questo centro culturale ed economico rappresentato dalle ville palladiane
nel territorio vicentino e veneto ad opera
dei veneziani sviluppo’ un mondo di committenze che permise al mondo rurale vicentino di moltiplicarsi in artigiani dediti
ad una microeconomia di imprese.
Parlare di economia integrata significa
aprire l’impresa ad un approccio all’arte,
e maturo”, portatore di matrici qualificanti
quali la storia e la civilta’dell’impresa e del
Paese stesso.
Aderire al progetto “Il Lusso con l’Occhio
dell’Oriente (1000-2000)®” rappresenta un
impegno all’ autodisciplina che fa di ogni
singolo individuo un attore consapevole e
creativo dell’impresa. Lo stile italiano nel
Italo Tassinari
Fondatore di
Mondolibero
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
CREATIVITÀ AL CENTRO
DEL PRODOTTO
H
.P.-ART è la sigla del movimento artistico innovativo e spontaneo, nato nel 1997, su ispirazione della
Dott.ssa Maria Loretta De Toni atto a contaminare il
mondo economico con l’apporto di artisti e designers del territorio per un recupero del “genius loci”. La prima
mostra del movimento è avvenuta nel Giugno del 1998 a Villa
Goldi Malinverni di Lugo Vicentino. H.P.-ART è Human Power, è Heart Power, è High Performance, è Horse Power. La Dott.ssa M.L. De Toni è stata finalista, nell’anno 1998, del
Premio Guggenheim “Impresa & Cultura” con il progetto H.P.-ART. La poetica di Maria Loretta De Toni racchiude la speranza in un mondo in cui i talenti di ogni singola persona
possano diventare la forza propulsiva della società.
OPERE DELL’ARTISTA SILVANO SCANAVIN DI SANDRIGO (VI)
Tra passato e futuro
Anno 2007
Donna allo
specchio
Anno 1978
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
PRODOTTO INNOVATIVO CON “L’ANIMA”
DUREVOLE NEL TEMPO
Immagini tratte da “Vespa - un’avventura italiana nel mondo” Piaggio & C. spa, Giunti editore 2003
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
PROGETTI – EVENTI
2004: Mostra e Catalogo “LE VIE DELL’ORO –
VICENZA, ‘LA SERENISSIMA’ E L’ORIENTE (14042004)”, 11 Gennaio – 31 Marzo 2004 a Palazzo
Chiericati, Museo Civico di Vicenza, curatrice Dr. Maria
Loretta De Toni in collaborazione con l’orientalista Dr.
Cristina Del Mare e la storica/artista Giulietta Cozzi,
con il patrocinio della Regione Veneto, la Provincia, la
Città e la Fiera di Vicenza. Mostra realizzata nell’ambito delle celebrazioni del sesto centenario dell’entrata di
Vicenza nella Repubblica di Venezia nell’anno 1404.
2008: Guida alla mostra “IL LUSSO CON
L’OCCHIO DELL’ORIENTE(1000-2000”®,progetto
internazionale di economia integrata su ideazione e a
cura della Dr. Maria Loretta De Toni in collaborazione
con il Dr. Stefano Carboni, la storica/artista Giulietta
Cozzi, l’orientalista Dr. Cristina Del Mare e il Prof. John
M. Spalek, con il patrocinio della Fiera di Vicenza e
della Confindustria Vicenza.
CONSORZIO DI IMPRESE ITALIANE
(DI PROSSIMA COSTITUZIONE)
PER RILANCIARE IL MADE IN ITALY
NEI MERCATI INTERNAZIONALI CON
PRODOTTI INNOVATIVI CON “L’ANIMA”
PROGETTO ANTICRISI DI ECONOMIA INTEGRATA
IL LUSSO CON L’OCCHIO DELL’ORIENTE (1000-2000)®
MOSTRA ITINERANTE DOHA/ABU DHABI/DUBAI & MILANO/VICENZA/AREZZO
di Maria Loretta De Toni Curatrice
(Realizzazione del Progetto Pilota con il supporto di esperti nazionali e internazionali)
Con il patrocinio della Fiera di Vicenza e della Confindustria Vicenza,
con il sostegno del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali On. Sandro Bondi e con gli auspici del Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi
PROGETTO PILOTA
INTERNAZIONALE DI ECONOMIA
INTEGRATA PER IL RILANCIO
DEI DISTRETTI PRODUTTIVI
ITALIANI ATTRAVERSO IL MADE IN ITALY
TECNOLOGICO - CULTURALE
La finalità è di promuovere tra Oriente e Occidente un
nuovo Rinascimento Economico-Culturale con l’obiettivo di creare possibilità di vendite al retail per le
aziende del lusso e di commesse estere per i settori industriali/artigianali con un nuovo valore aggiunto nei
prodotti.
SINTESI DEL PROGETTO PILOTA
Un percorso economico- culturale antico e contemporaneo attraverso le antiche vie carovaniere che collegavano l’Oriente con l’Occidente in relazione alle culture
del Mediterraneo, ai popoli, ai commerci e alle società
, in particolare attraverso la Repubblica di Venezia e la
Sicilia.
MOSTRA ITINERANTE DOHA/ABU DHABI/DUBAI & MILANO/VICENZA/AREZZO CON SEZIONE STORICA E SEZIONI COMMERCIALI DI PRODOTTI DI ALTO VALORE AGGIUNTO.
SEZIONE STORICA
Esposizione di opere antiche e manufatti di Lusso simbolo delle relazioni tra Oriente e Occidente (1000-2000)
con analisi storico-economica.
SEZIONI PRODOTTI COMMERCIALI DI ALTO
VALORE AGGIUNTO:
Prodotti portatori di matrici qualificanti tra Oriente e
Occidente con logo “East & West”:
1) Collezioni di Gioielli contemporanei ispirate all’Oriente attraverso lo studio e l’applicazione delle matrici qualificanti da parte di N. 10 selezionate aziende-pilota orafe italiane.
2) Collezioni di Moda contemporanea ispirate all’Oriente attraverso lo studio e l’applicazione delle matrici qualificanti da parte di N. 10 selezionate aziende-pilota italiane della moda e accessori.
3) Creazioni industriali contemporanee, ispirate all’Oriente , di diversi settori industriali (n.10 selezionate
aziende-pilota rappresentative dei settori industriali/artigianali vicentini come legno, edilizia,ecc.) a testimonianza di una forte microeconomia e artigianato
artistico multi-settoriale sviluppatosi già al tempo delle committenze per le ville palladiane commissionate
dalla colta nobiltà veneziana (vedi Legge Regione Veneto n.23 del 16 agosto 2002), in seguito all’entrata di
Vicenza nel 1404 nella Repubblica di Venezia. Questa
microeconomia di aziende di diversi settori merceolo-
gici può rappresentare un primo esempio di economia
integrata per un nuovo Made in Italy.
4) Creazioni industriali contemporanee, ispirate all’Oriente, di diversi settori industriali/artigianali (n.10
selezionate aziende-pilota italiane rappresentative di
diversi settori merceologici).
5) L’adesione di ogni azienda al Consorzio, aperto a
tutti i settori merceologici, porterà automaticamente
alla partecipazione al progetto, ad una visibilità a livello internazionale con un proprio prodotto a tema e
alla possibilità di essere selezionata tra le aziende-pilota che applicheranno le matrici qualificanti nei propri
prodotti.
Per adesione al Consorzio
e maggiori informazioni sul progetto pilota
contattare: Dott.ssa Maria Loretta De Toni,
curatrice progetto
email diretta: [email protected]
Elena Battaglin, coordinatrice progetto
email diretta: [email protected]
MARIA DE TONI SRL, VIA PASUBIO 1, 36066
SANDRIGO (VI) Tel. +39 0444 751347,
Fax +39 0444-758714 www.mariadetoni.it
© Copyright 2009 by Maria Loretta De Toni
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
TERREMOTI
E COSTRUZIONI
DA UN’EDILIZIA A RISPARMIO AD UN’EDILIZIA PER
LA SICUREZZA DELL’UOMO E DEL SUO TERRITORIO
A
quando l’uso generalizzato dell’acciaio inox ? In
Toscana si usa una frase
che la dice lunga sull’economia dei
costruttori nelle strutture edilizie. Si
lesina subito nei calcoli preventivi
per arrivare al massimo risparmio al
fine di indurre i prezzi ai limiti concorrenziali. Si usa il risparmio a cura
dell’impresa costruttrice che cercherà di impiegare quantità di cemento compatibili con i limiti consentiti dalla resistenza delle strutture, magari di ridurre ancora quantitativi non soltanto del cemento rispetto all’uso della sabbia relativa
all’impasto adeguato alle necessità
di resistenza dei manufatti necessari
all’opera. Si impiegano le strutture
in ferro, ovvero i tondini per tutte le
strutture portanti, certamente limitandone gli spessori come esige la
struttura secondo i calcoli contenuti
nelle leggi stesse dei rapporti strutturali dell’opera, ma come s’usa, da
sempre, si cerca di impiegare gli
spessori del tondino al limite fra l’esigenza della sicurezza e il minimo
indispensabile perchè la sicurezza
possa resistere al tempo, non tanto al
terremoto (non ci sarebbe male, si
spenderebbe troppo , cifre che il capitolato d’appalto non compenserebbe mai) anche perché l’evento
non si prevede nei calcoli quasi mai
anche se si tratta di zona soggetta a
qualche scossa tellurica. Talchè, come quasi sempre avviene, si risparmia nei calcoli, risparmia l’impresa,
e risparmia il sub -appaltatore quando l’opera sarà completata, si riuniranno tutti assieme a raccontarsi le
barzellette sulla tenuta dell’intera
struttura che apparirà bella e pimpante e nessuno saprà mai quanti
avranno cercato di risparmiare nell’impiego dei materiali e nella fattispecie cemento e tondino (spessori),
la struttura edile realizzata apparirà
nel suo massimo splendore, ma siccome nessuno è andato a controllare
( e poi, chi controlla i controllori?)
tutti sono a posto, magari un po’ meno con le rispettive coscienze. Tuttavia, la struttura resiste e resisterà certamente per tanti anni se non avverranno eventi tellurici di inusitata
violenza. A quel punto sarebbe opportuno valutare l’effetto tempo,
umidità e rapidità del logorio provocato inesorabilmente dalla ruggine il
cui effetto deleterio, all’interno dell’alveo in cui viene a trovarsi realizza canali. Ovvero il tondino, il cui
spessore sarà diminuito fortemente
perché corroso da umidità e dal tempo, allenterà il contatto col cemento
che lo circonda e la struttura avrà
notevolmente ridotto il suo potere
strutturale destinato come si credeva
a resistere nel tempo.
IMPIEGO DI ACCIAIO
INOSSIDABILE PER TUTTE
LE STRUTTURE EDILI
OBBLIGATORIO PER TUTTE
LE OPERE PUBBLICHE
Da qualche tempo nei Paesi a tecnologie più avanzate e per motivi di
sicurezza quindi di resistenza a
fronte del trascorrere degli anni, fu
sperimentato l’acciaio inossidabile
per la sicurezza, la tenuta delle costruzioni, ma soprattutto per la loro
durata. Nei lavori pubblici dove la
tenuta delle grandi strutture solita-
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
PAROLA ALL’ESPERTO ING. CARMELO MAIORANA
A
mente è labile e le sollecitazioni determinate spesso in particolare dall’uso stesso dei manufatti, gli interventi per il loro rifacimento, per
esempio autostrade, dove il traffico
massacra le strutture portanti come
quelle della viabilità stessa, il deterioramento è enorme e rapido, solo
l’impiego di materiali speciali come
l’acciaio inox, può garantire la durata quindi il risparmio delle ristrutturazioni periodiche, perciò un risparmio enorme di manutenzione. L’analisi effettuata nelle opere dove fu
impiegato l’acciaio inox, i riscontri
effettuati hanno consentito consta-
tazioni di durata indeterminata,
quindi l’economia temporale ha indotto a pianificare l’uso dell’acciaio
inox. Tuttavia i costi che paiono notevoli, in realtà non incidono che
modestamente sull’intera economia
di un’opera pubblica. Se prendiamo
come base di recente comparazione
la lievitazione dei costi per le strutture in CA del passante di Mestre,
dove nei trenta chilometri sono frequentissime, i costi per l’uso dell’acciaio inox sarebbero state dello
0,5% che sull’opera costata circa un
miliardo di euro rappresentano la
spesa più modesta.
cciaio Inox o acciaio tradizionale al carbonio per le infrastrutture pubbliche?
E’ questo che ci stiamo chiedendo facendo questo servizio, i dati statistici ci dicono
che l’Inox ha maggiore durata, resistenza, in grado quindi di garantire una maggiore durabilità
alle infrastrutture. E’ cosi?
La famiglia degli acciai inossidabili presenta una serie di tipologie le cui caratteristiche rendono questo materiale estremamente interessante nella varietà delle
sue possibili applicazioni alle infrastrutture pubbliche.
Mi riferisco in particolare alla diversa composizione
chimica dell’acciaio inossidabile rispetto agli acciai tradizionali al carbonio, che da una parte ne incrementa la
resistenza alla corrosione e dall’altra ne migliora le caratteristiche meccaniche e quindi, di conseguenza, le
prestazioni in servizio. Altre proprietà interessanti del
materiale in questione, consistono in un’elevata resistenza alle alte temperature e importanti riserve plastiche. L’interesse degli ultimi anni e la varietà di applicazioni degli inossidabili mostra quanto questi acciai possano costituire una valida risposta alle sfide future dell’ingegneria civile.
Ing. Maiorana, il dramma dell’Abruzzo si sarebbe potuto evitare se a suo tempo le abitazioni, le scuole, gli edifici, i palazzi, fossero stati
progettati e realizzati con l’utilizzo di acciaio
inox?
Da quel che ho potuto vedere in Abruzzo, il problema
degli edifici crollati è stato quello di cattiva progettazione dei dettagli strutturali quali, ad esempio, la mancanza delle staffe di contenimento in travi e pilastri, e
l’utilizzo di materiali scadenti. Gli acciai inossidabili,
che comprendono una varietà di gradi differenti e quindi di prestazioni mirate che è possibile attendersi durante l’utilizzo, dato il costo più elevato rispetto a soluzioni tradizionali, vanno impiegati per risolvere situazioni specifiche. E’ il caso, ad esempio, di infrastrutture
poste in ambienti particolarmente aggressivi oppure in
strutture nelle quali sussista un pericolo d’incendio oppure infrastrutture situate in zone ad alta sismicità. Va
fortemente evidenziato che l’utilizzo dell’acciaio inossidabile può dare risultati significativi in termini di sicurezza e prestazioni delle infrastrutture solo abbinandovi un’attenta progettazione, altrimenti si tratterebbe di
un ennesimo spreco!
Se l’obbiettivo quando si realizza una costruzione fosse veramente quello di renderla più sicura perché non vengono utilizzati materiali secondo quanto recita il prontuario del Ministero:
“la durevolezza di un materiale ha precedenza
su tutto”. Ma per l’inox non è così?
La soluzione va cercata nel compromesso tra garantire la funzionalità della struttura in sicurezza e la spesa
sostenibile da parte della collettività. Questo difficile
equilibrio può essere assicurato solo imponendo agli
Enti proprietari l’attuazione del Piano di manutenzione redatto in fase di progetto esecutivo dell’Opera stessa. In questo senso l’acciaio inossidabile, garantendo
una maggiore durabilità rispetto l’acciaio al carbonio,
può far sì che l’incremento di costo iniziale sia recuperato nel tempo con una manutenzione più contenuta se
non minima.
Cosa cambierà nelle normative a livello di sicurezza edilizia? Le opere pubbliche saranno
realizzate come si deve o meno? E se il pianeta fa
le bizze attenderemo passivamente la cancellazione di un’altra città ? Non resta che augurarci
che l’impegno del Governo e di Berlusconi in
prima linea sappia adottare misure non solo
straordinarie ma in grado di riscrivere le regole
alla luce di nuovi fatti e nuovi materiali, non crede?
Credo che sia opportuno da una parte accelerare l’entrata in vigore di normative più attente alla salvaguardia delle infrastrutture rispetto le sollecitazioni derivate dall’azione sismica, dall’altra vigilare sulla corretta e
trasparente applicazione di quanto già previsto dalle
normative vigenti. Del resto, le problematiche legate
alla sismicità del territorio sono ormai note e le normative sulle costruzioni le recepiscono con una più severa
zonizzazione sismica dei Comuni italiani. Un discorso
a parte va fatto sulla messa in sicurezza di edilizia storica la quale è stata spesso oggetto di interventi che invece di migliorare hanno introdotto criticità dal punto
di vista della risposta dinamica. L’attuazione di proposte concrete, non solo dal punto di vista meramente documentale, come il “Fascicolo del fabbricato”, di cui si
parla dal 2000, una sorta di libretto della struttura sulla quale annotare gli avvenimenti più significativi (manutenzioni, problemi riscontrati, interventi vari), potrebbero aiutare la valutazione del tecnico chiamato a
esprimersi sullo stato di salute di un edificio nel tempo.
Alla base di tutto deve però esserci certezza sulla qualità dei materiali utilizzati, tecnologia avanzata basata
sulla costante ricerca e innovazione dei mezzi a dispozione e aggiornamento costante dei professionisti del
settore.
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
CIMOLAI IMPERO METALMECCANICO
Stadio di Atene 2004
Luigi
Cimolai
LA NASCITA NEL 1949
SI DEVE ALLA FERREA
VOLONTÀ
DI ARMANDO CIMOLAI
F
u proprio il coraggio, la
volontà, la forza d’animo
dell’allora giovane Armando Cimolai, che gli consentirono di affrontare l’inizio di una
attività produttiva metalmeccanica, senza capitali, senza risorse o
beni che facilitassero l’inizio di
un percorso produttivo che presupponeva soltanto sacrifici e lavoro duro senza limiti di orario e
in mezzo a mille difficoltà. Soltanto un simile personaggio pieno di
orgoglio e di entusiasmi si sentì
pervaso dalla ciclopica energia
per lanciarsi nell’avventura dell’iniziativa privata che dopo 60
anni di alacre operosità col successivo concorso dei figli, in particolare del figlio maggiore, l’ing.
Luigi, al quale andrà poi attribuito il massimo sviluppo e l’ardita
evoluzione tecnologica di un
Gruppo destinato ad imporsi nel
mondo che cresce. Poi il secondo
figlio, entrambi nati e cresciuti all’ombra di un simile “padre” foriero di alacre operosità, avrebbe
portato quella sua iniziativa, a diventare quel colosso odierno, dislocato su mezzo mondo e capace
di sfidare i giganti internazionali
della meccanica cosiddetta pesante, capace di proporre al mondo
produttivo, al mondo moderno
che cresce con le straordinarie alchimie architettoniche più avanzate, i suoi mirabolanti manufatti
e rende al giovanissimo ing. Luigi, una potenzialità ancora più innovativa, che sa adeguarsi ai
nuovi metodi tecnologici e che
riesce ad accrescere e trasformare
ulteriormente l’azienda paterna,
grazie anche alla preziosa collaborazione del fratello geometra. E’
questa nuova generazione la
spinta propulsiva del Gruppo che
per suo merito dilagherà con
maggiore slancio sulla cresta del
successo, sui mercati mondiali.
Sono un centinaio i professionisti,
tra ricercatori e ingegneri impegnati a tempo pieno nel poderoso
Gruppo Cimolai che assieme al
mirabile prodotto, made in Italy,
offre progetti per le più straordinarie e avanzate realizzazioni infrastrutturali destinate a produrre i nuovi miracoli della grande
progettazione strutturale – architettonica. I figli, entrati in azienda
negli anni ’70, virgulti di cotanto
padre, prendono subito le redini
realizzando, anno dopo anno,
quel gruppo che costituisce oggi,
l’impero produttivo che si chiama
Cimolai. Tutti protesi a collabora-
re con l’indubbia genialità congenita impressa loro dalle alchimie
poderose della formidabile natura
paterna, e della straordinaria, incredibile signora Albina, moglie
e degna compagna di Armando,
due pezzi d’acciaio fuso per imprimere all’attività iniziale, un ritmo incalzante che avrebbe prodotto alla fine il miracolo odierno.
L’equipe familiare ha saputo percorrere, innanzi tempo la via maestra segnata dalle pietre miliari
del grande Armando, genitore onnipresente. E il nome della Cimolai, che celebra quest’anno i suoi
sessanta giovani anni, è scritto già
a caratteri cubitali nella storia del
progresso e delle più ardite realizzazioni tecnologiche. Parlarne
sembra fiaba, ma è storia, storia
del genio,della volontà, della capacità, della vittoria dell’uomo sul
processo temporale, sulle incalzanti novità architettoniche, sulla
velocità ultrasonica del progresso
tecnologico che corre oltre i limiti
del tempo e dello spazio, corre come corrono i figli, protagonisti
moderni della incredibile fiaba
friulana della Cimolai, il cui capostipite, Armando è costretto dalla
sua stessa natura a restare sulla
breccia, stimolato ancora dalla
voglia del fare, e non dell’assistere, dalla voglia di dare alle sue
giovanili risorse energetiche, la
soddisfazione del lavoro, il verbo
che condizionò l’arco intero della
sua meravigliosa vita creativa.
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
ORIGINI E STORIA
DEL GRUPPO INDUSTRIALE CIMOLAI S.p.A
Armando Cimolai
con la moglie Albina
Paola Cimolai
A
rmando Cimolai il capostipite, dopo esperienze di lavoro come
operaio, nell’anno 1949, decide
che i tempi sono maturi per avviare una propria attività e insieme
alla giovane moglie, Albina.
Apre un piccolo laboratorio
per la costruzione di cancelli e infissi metallici a Pordenone. Egli
tenne conto infatti che durante la
guerra precedente, il fascismo ordinò la requisizione di tutti i cancelli e cancellate esistenti nel territorio italiano al fine di recuperare metallo prezioso per la costruzione di ordigni bellici, quindi la
richiesta di un loro ripristino
avrebbe facilitato notevolmente
la richiesta.
Sono i primi anni del dopoguerra e il “voler fare “ ovvero l’intrapresa, anima in maniera determinante i pensieri e la vita di Armando e Albina per una propria
collocazione nel mondo del lavoro.
Non passano tanti anni, siamo
nel 1954, che avviene il primo sviluppo di tipo industriale con il
trasferimento dell’attività in Viale
Grigoletti.
Si iniziano a costruire le prime
strutture per edifici industriali ed
arrivano i primi lavori per gli enti
pubblici come l’ENEL.
Sono gli anni in cui la “Zanussi”
esplode sul mercato nazionale ed
internazionale, e per far fronte alle richieste affida al suo concitta-
dino Armando la progettazione e
costruzione di enormi quantità di
fabbricati industriali.
Va sottolineato l’impegno nell’ambito progettuale con un proprio ufficio tecnico di progettazione che permette all’azienda di
cambiare il suo “presentarsi” nel
mondo non più come mero esecutore di strutture ma come fornitore specializzato che studia, propone soluzioni alternative e determina la funzionalità dell’opera.
Questa capacità, al servizio del
cliente, è stata da allora l’elemento
di distinzione dalla concorrenza
permettendo alla Cimolai di crescere e di affrontare con successo
grandi sfide ingegneristiche.
Vengono quindi affrontati e risolti prima progettivamente e poi
costruttivamente la realizzazione
delle chiusure dei ricoveri balistici
nelle basi aeree dell’Aeronautica
militare.
È di questo periodo la progettazione e la costruzione del poligono di tiro (Maniago-Pordenone)
per la scuola di tiro e per l’esercitazione di tutti i piloti della Nato
fino al 1998 in cui è stato chiuso
per l’entrata in funzione dell’insegnamento “virtuale”.
Si passa agli anni ’60 ed il boom
economico italiano, trascina l’espansione delle attività industriali; la famiglia Cimolai sente con
anticipo questo fervore di crescita
e quindi realizza lo stabilimento
di Viale Venezia che entra in funzione nel 1963 con impianti e macchinari tecnologicamente all’avanguardia per quegli anni.
Le più grandi industrie manifatturiere del tempo affidano alla Cimolai la realizzazione e l’espansione dei propri stabilimenti, Zanussi, Fiat, Valeo riempiono talmente la produzione che si comincia a lavorare alla realizzazio-
Scavalco di Reggio Emilia progettato da Calatrava
terminato nel 2008
ne di un'altra unità produttiva in
grado di aumentare la capacità di
risposta al mercato.
Gli anni ’70 vedono l’ingresso in
azienda del figlio, giovanissimo
ingegnere, Luigi e dopo qualche
anno del fratello Roberto. Questa
seconda generazione porta nuova
linfa per una più incidente espansione nel mercato.
Le infrastrutture nazionali sono
in piena espansione, strade, autostrade e ferrovie richiedono al
mercato grandi quantità di strutture con dimensioni sempre più
significative.
La Cimolai deve attrezzarsi per
realizzare quanto gli viene richiesto dal mercato; sorgono gli stabilimenti di Polcenigo nel 1974, di
Roveredo nel 1986 e nel 1991 del
“Centro Servizi” a San Quirino.
I grandi e famosi ricoveri per
aerei, i ponti, gli stadi diventano
opere che portano il nome della
Cimolai fino in Europa e poi nel
mondo, facendone affermare la
professionalità e la serietà.
I tre punti dell’azienda diventano l’economicità, la qualità, il rispetto dei tempi, quindi forte impegno progettuale, e conseguentemente organizzativo.
Esempi significativi sono i Viadotti nel “Gran Canal Marittime”
di Le Havre, il ponte sul fiume Severn a Bristol e lo stadio olimpico
di Atene.
La nuova espansione nel mercato al di fuori dell’Italia evidenzia
la necessità di porre una particolare attenzione ai trasporti, nel 2003
si costruisce lo stabilimento di San
Giorgio di Nogaro sulla sponda
dell’Aussa Corno dotato di banchina per l’attracco delle navi. Qui
nel 2005 inizia la produzione di
tubi di gran spessore e nel 2007 la
costruzione di scafi per navi attraverso la società CI.MAR partecipata dalla Cimolai al 50%.
L’anno 2006 è fondamentale per
il passaggio generazionale.
I genitori Armando ed Albina
lasceranno ai figli la proprietà delle società. La Cimolai S.p.A viene
trasferita all’ing. Luigi mentre la
Cimolai Technology al geom. Roberto.
Il Centro Servizi resta ai fondatori Armando ed Albina.
Il gruppo, così composto, anche
se con proprietà diverse, resta
sempre unito per poter incidere
maggiormente nel mercato industriale.
Nel 2007 la “New Entry” è l’acquisto e riorganizzazione dello
stabilimento di produzione a
Puerto Ordaz in Venezuela; il
mercato Sudamericano impone
una linea di sviluppo in questa
nuova aerea.
Nel 2007 entra in azienda anche
la terza generazione con la
Dott.ssa Paola Cimolai.
Quest’anno festeggiano il 60°
anno di attività.
Italo Tassinari
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
PARTE LA REALIZZAZIONE DEI
RIGASSIFICATORI IN ITALIA
Quadrino Amministratore Delegato Edison:
“Cosi’ l’Italia è al sicuro fino al 2020”
Baita Presidente Mantovani spa:
“C’è Venezia nel nuovo rigassificatore
siamo orgogliosi di tutto questo”
A sinistra Umberto Quadrino,
sopra l’Ing. Piergiorgio Baita
LE DICHIARAZIONI
DI SILVIO BERLUSCONI
E GIANCARLO GALAN
S
ono ormai ultimati i
quattro enormi piloni
in calcestruzzo che
emergono dai bacini di carenaggio dell’Arsenale. Sono
passati due ani e mezzo di lavoro e le due grandi basi di ormeggio per il rigassificatore di
Porto Levante sono pronte e sono state trainate in mare dai rimorchiatori per raggiungere
l’impianto dell’Adriatic Ling e
della Exon 15 km al largo di Rovigo. Passate le polemiche questa fine dei lavori ha sicuramente rappresentato una grande occasione per un rilancio
produttivo dell’area. I piloni
sono fasciati da uno striscione
colorato che porta stampato il
logo dell’operazione: “ Made in
Arsenale”. “ C’è Venezia nel
nuovo rigassificatore – cosi’ si
esprimeva il Presidente della
ditta Mantovani Piergiorgio
Baita – siamo orgogliosi di tutto questo”. Con entusiasmo
continua l’ing. Baita : “Scarichi
a norma, portelloni rifatti e sistemi di controllo, sicurezza.
Migliaia di ore di lavoro e nemmeno un incidente”. Per la Cav,
la società costruzioni Arsenale
Venezia, che riunisce Mantovani, Condotte e Fincosit, i tre
azionisti del Consorzio Venezia
Nuova – si tratta della cantieristica del futuro. Precisava ancora l’Ing. Baita: “
La parte superiore è fatta di
ghiaia e basalto speciali che
vengono dalla Norvegia, ci so-
no sistemi sofisticati per
l’affondamento graduale”.
Insomma un’apertura vera e
propria per il futuro energetico
italiano. Una marcia non semplice, ma che con grandi sforzi
ha portato alla realizzazione di
questo gigante di cemento armato. Massimo Maso, direttore
di cantiere della Mantovani l’impresa del Consorzio Venezia Nuova che ha realizzato i
lavori insieme alle consociate
Condotte e Fincosit - firma la
consegna della struttura agli
americani della Aker e della
Exxon-Mobil, Rune Agnes e
Ken Campbell. Particolarmente
soddisfatto è anche l’Amministratore Delegato di Edison
Umberto Quadrino, azionista
del’impianto in Adriatico, che a
riguardo dichiarava: “Con
questo rigassificatore riprendiamo il posto che ci aspetta nel
mercato dell’energia”. Sulla
possibilità di altri impianti futuri, Quadrino dice: “E’ allo
sviluppo un progetto simile a
Rosignano, in Toscana. Per realizzare un rigassificatore
è importante superare sia tutti gli ostacoli burocratici e tecnici, sia avere la certezza di
avere un fornitore.
“Faremo altri rigassificatori e poi
partiremo col nucleare”. Cosi’ il
Presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, intervenendo alla cerimonia per il rigassificatore di Rovigo, aveva spiegato che il Piano si
baserà “sulla diversificazione delle
fonti, l’avvio del nucleare e le energie rinnovabili” e consentirà al Paese di riportare “i costi energetici allo stesso livello delle altre imprese e
famiglie europee. Abbiamo intenzione di recuperare il tempo perso:
con il premier inglese Gordon
Brown e il presidente francese Nicolas Sarkozy abbiamo stretto accordi di collaborazione per avviare
anche noi strutture nucleari". "Abbiamo ereditato - ha detto - situazioni negative che sono tutte italiane. In Italia non si è mai fatto un
piano energetico e negli anni '70 la
sinistra estrema, gli ecologisti e i
Verdi hanno decretato per noi l'im- Giancarlo Galan e Silvio Berlusconi
possibilità di sviluppare l'energia
nucleare. Siamo tributori al 100%
dei Paesi esteri e siamo a rischio Regione Veneto Giancarlo Galan:
black out, mentre le nostre imprese “Di monolite in monolite il Veneto
e famiglie pagano l'energia il 35% cresce e con il Veneto cresce l'Italia.
di più di quanto viene pagata in al- Infatti, pochi giorni fa abbiamo fetri Paesi". In tema di infrastrutture, steggiato l'arrivo nelle nostre acque
Berlusconi aveva fatto riferimento del grande monolite che, in realta',
anche al ponte di Messina, sottoli- e' il Rigassificatore, grazie al quale
neando che “lo Stato deve far pre- daremo un fondamentale impulso
valere le sue necessità sulle spinte alla soluzione delle necessita', sul
anarchiche”.
piano delle risorse energetiche, alSecondo il premier, infatti, “il no l'Italia. E per restare in tema di Riall’apertura di trafori e di termova- gassificatore, il primo al mondo nel
lorizzatori sono la via verso l’anar- suo genere, si trova nell'Arsenale di
chia”. Grande entusiasmo anche da Venezia con i quattro enormi piloni
parte dell’allora Presidente della che consentiranno l'ormeggio e l'at-
tracco delle navi gasiere'' . ''Grande
emozione – sosteneva Galan - perche' l'Arsenale di Venezia ritrova
cosi' per davvero la sua identita'
storica, quella piu' antica, quella
originaria, quella che lo ha visto
per secoli costruire opere destinate
a vivere in mare''.
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
Lavori eseguiti dall’impresa di costruzioni Ing. E. Mantovani S.p.A.
• Pipeline – Condotta a terra di diametro 30”, per una lunghezza di circa
25 chilometri, dal punto di connessione in mare, alla stazione di misura
di Cavarzere.
• Mooring Dolphins – Piloni di ormeggio per le navi gasiere.
• Sand Ballast – Zavorramento con circa 260.000 tonnellate di sabbia
delle paratie GBS.
Ore di lavoro eseguite dall’impresa Ing. E. Mantovani S.p.A.
• Pipeline:
1.200.000.
• Mooring Dolphins:
300.000.
• Sand Ballast:
150.000.
Delle quali il 70% da imprese Venete, il rimanente 30% da imprese nazionali e internazionali per lavorazioni altamente specializzate.
INDIPENDENTI DA
RUSSIA E ALGERIA
E’ la diversificazione delle fonti
che permette di essere più autonomi
dagli attuali fornitori
S
DEGLI ARGOMENTI TRATTATI IN QUESTO DOSSIER
SE NE DISCUTERÀ NEL CORSO DEL CONVEGNO:
“ECONOMIA INTEGRATA NUOVO MADE IN ITALY DI
PRODOTTI INNOVATIVI CON L’ANIMA!”
IN PROGRAMMA NEL MESE DI GIUGNO A ROMA.
PER ACCREDITAMENTO O INFORMAZIONI:
REDAZIONE MONDOLIBERO
+ 39 049 2020918 [email protected]
+39 0541 57327 FAX +39 0541 28967
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orge a 17 chilometri al largo del
Delta del Po il primo dei dodici rigassificatori in progetto, un gigante d’acciaio da 290 mila tonnellate di peso,
lungo 180 metri, largo 88 e alto 47, e soprattutto capace di lavorare fino a 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Un progetto nato dieci anni fa, quando Adriatic
Lng, la joint venture tra Exxonmobil (
45%), Qatar Petroleum ( 45%) ed Edison
(10%) diedero il via in provincia di Rovigo
al primo rigassificatore off-shore al mondo. Si colma un buco di 40 anni da quando
Eni costruì il rigassificatore di Panigaglia,
nel Golfo di La Spezia la cui capacità è di 3
miliardi di metri cubi. Ma non è tutto, il
progetto complessivo oltre al rigassificatore di Rovigo che sarà funzionante al 100%
nella prossima primavera, sorgeranno altri 12 impianti, che renderanno l’Italia una
fonte di approvvigionamento di gas metano per tutta l’Europa ora che le forniture
provenienti dal Mare del Nord cominciano a scarseggiare. Protagonisti di tutto
questo i più grandi colossi del vecchio
continente: i tedeschi di E.On, i francesi di
Suez-Gaz de France fino agli inglesi di British Gas. Secondo gli esperti purtroppo
non arriveranno al compimento più della
metà dei progetti visto che non mancano
imprevisti tecnici, ricorsi al Tar dei comitati locali e le consuete difficoltà burocratiche. Su tutti l’esempio di Adriatic Lng.
Due anni di lavoro per costruirlo, grandi
difficoltà per trovare un bacino capace di
accoglierlo nel giusto modo tant’è che si è
dovuti andare fin sotto la rocca di Gibilterra, nella Baia di Algeciras: da questo punto è stato trainato fino all’adriatico del
Nord, una crociera durata 17 giorni nel
Mediterraneo, con conseguente raddoppio del costo finale complice il prezzo del
greggio schizzato a 100 dollari e il boom
delle materie prime. Un brutto colpo per il
gigante americano ExxonMobil che si è accollato tutti i costi e Qatar Petroleum ( società di stato dell’Emirato di Doha) ha confermato la fornitura di gas nonostante il
prezzo fosse stato bloccato di fatto ai livelli di tre anni fa, a tutto vantaggio di Edison, che per contratto compra il gas del
golfo e lo rivende sul mercato italiano. Fattori geopolitici hanno comunque evitato il
naufragio come aveva spiegato l’ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli
in occasione della cerimonia d’inaugurazione del rigassificatore di Rovigo: “Non
bisogna mettere tutte le uova in un solo
paniere”. Aveva commentato Spogli nello
spiegare perché Washington abbia sempre
appoggiato il progetto. “ Per fare in modo
che l’Italia non dipenda da un solo fornitore di gas”. Si riferiva così il diplomatico
americano al fatto che il 70% del metano
arriva dalla Russia ( il resto dall’Algeria e
dal Mare del Nord). Sfida che coinvolge
anche Eni sino ad oggi protagonista assoluto delle importazioni di metano in Italia.
Il punto è proprio questo: offrire un alternativa all’Europa al gas siberiano e algerino, attraverso i rigassificatori, impianti
che permettono le forniture di gas non più
attraverso i gasdotti ma via nave. Nello
specifico dell’impianto di Rovigo, il gas
estratto dai giacimenti nel Golfo Persico (il
Qatar possiede la terza riserva al mondo
di metano) viene congelato a -136 gradi e
in questo modo il volume ridotto fino a
600 volte. Viene poi stivato nelle navi e
trasportato al rigassificatore, qui utilizzando l’acqua di mare e la differenza di temperatura viene riportato allo stato gassoso.
Un sistema di per sé più costoso dei gasdotti ma divenuto conveniente con il recente aumento dei prezzi degli idrocarburi. Altro aspetto importante è che i giacimenti del Mare del Nord si stanno esaurendo mentre la richiesta di gas in Europa
si mantiene alta.
Ecco il perché (tenuto conto anche della
sua posizione strategica nel bel mezzo del
Mediterraneo), di tanti progetti che stanno
sorgendo in Italia. Altri impianti sorgeranno laddove sono già insediate altre importanti infrastrutture: è il caso della joint
venture tra Iride e Sorgenia ( gruppo controllato dalla famiglia De Benedetti ) di
Gioia Tauro, nonché dell’Enel che ha visto
in Porto Empedocle la zona deputata a far
nascere il proprio rigassificatore. La cosa
fondamentale (Edison docet) sarà assicurarsi per tempo un contratto almeno ventennale per la fornitura di gas, diversamente non conviene nemmeno dare inizio
al cantiere.
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
INTERVISTA AL CAV. LAV. MARIO BOSELLI
PRESIDENTE CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA
IL PRODOTTO ECCELLENTE
COME SIMBOLO
DEL MADE IN ITALY
Mario Boselli
“Il successo del Made in Italy dipende soprattutto dal prodotto
“Bello e Ben Fatto”. In Italia esiste una forte identità
tra i valori storico culturali e la visione strategica che deriva dalla
tradizione creativa e dalla tecnologia avanzata”
O
ltrepassare i confini
di una crisi e proiettarsi verso orizzonti
piu’ sereni attraverso una buona economia del prodotto è la soluzione a tante problematiche che in questi ultimi
mesi stanno flagellando il nostro
invidiato Made in Italy. Input,
consigli e tanta esperienza dalle
parole rilasciate attraverso l’intervista del Presidente della Camera
SINCE
Nazionale della Moda Italiana
Cav. Lav. Mario Boselli:
E' stata approvata alla Camera la
proposta di legge ReguzzoniVersace che promuove l'obbligatorietà di un'etichetta trasparente e di precisa tracciabilità dei
prodotti del tessile, dell'abbigliamento, delle calzature, dell'arredo casa e della conceria.
Una legge che tutelerà finalmente il Made in Italy in questi setto-
ri. Riuscirà il nostro governo ad
esportare ed estendere questa
importante normativa a tutta l'Unione Europea?
Da sempre il nostro governo ha sostenuto l’Opzione 2, cioè l’obbligatorietà del marchio d’origine su tutte le
merci di provenienza extra CEE.
Purtroppo però il nostro impegno
non incontra il parere favorevole del
Nord Europa e questo rende difficile,
e soprattutto rallenta, il concretizzarsi di una soluzione comunitaria. Certamente un’iniziativa come quella
della legge italiana sul Made in Italy,
pur essendo diversa rispetto all’Opzione 2, può costituire un elemento di
pressione nei confronti delle istituzioni comunitarie.
Quanto è importante per la nostra economia internazionalizzare il Made in Italy? In che modo
è possibile supportarlo e fonderlo, con la nostra identità storicoculturale?
E’ molto importante. Il successo del
Made in Italy dipende soprattutto dal
prodotto Bello e Ben Fatto. In Italia
esiste una forte identità tra i valori
storico culturali e la visione strategica che deriva dalla tradizione creativa
e dalla tecnologia avanzata. La creatività, che fonda le sue radici nell’effetto Rinascimento, si affianca alla tec-
40
nologia creando una sinergia unica al
mondo e un prodotto eccellente.
Anche la rivista americana “Global Language Monitor” ha riconosciuto Milano quale capitale
della moda mondiale del 2008.
Un primato che verrà riconfermato anche per il 2009?
Certamente! La crisi ha colpito tutti,
quindi in modo proporzionale ogni
paese ha dovuto fronteggiare questo
momento di depressione e noi, che
vantavamo un settore moda quantitativamente più forte rispetto agli altri, continueremo anche nel 2010 a
ricoprire il ruolo di ‘capitale della moda’. Sono fiducioso su questo punto
perché Milano, oltre ad avere i migliori stilisti, è il quartier generale
della maggior parte degli showroom
di moda, delle case editrici, delle
agenzie. Ciò significa che, oltre a rappresentare la parte creativa, Milano
rappresenta anche il cuore pulsante, a
livello mondiale, della parte commerciale e di business.
Il 2009 è stato un anno critico per
il segmento del lusso, ma per l'inizio del 2010 è previsto un ritorno alla crescita. Il peggio è ormai
alle spalle?
E’ vero, la caduta si è fermata, ma
purtroppo i segnali di ripresa sono
ancora deboli e le poche positività si
YEARS WE DEAL WITH INFORMATION
SINCE 40 YEARS WE
DEFEND THE FREEDOM OF THINKING AND ACTING
40
ANNI CI OCCUPIAMO
DI INFORMAZIONE
DA 40 ANNI DIFENDIAMO
LA LIBERTÀ DI PENSIERO
E DI INTRAPRESA
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WWW.MONDOLIBERO.IT
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INFO TEL
+39 049 2020918 -
[email protected] Erika Laganà
[email protected] Francesca Rispoli
stanno sviluppando troppo lentamente.
“Maggior rigore e semplicità”: al
“Milano Fashion Global Summit” di novembre, Jean Paul
Gaultier, Michele Norsa e Diego
Della Valle hanno proposto questa identica ricetta per superare
la difficile congiuntura attuale.
Concorda con loro? Quali altre
strade propone?
Assolutamente sì, sono d’accordo con
il fatto che bisogna eliminare gli orpelli e i riti inutili che ci hanno distratto dall’essenza del prodotto e per
di più costituiscono un costo.
Quali altre strade…?
Credo sia il momento di convincersi
che bisogna ripartire dai fondamentali e ricominciare a produrre il vero
Made in Italy. Il consumatore è diventato più esigente e non accetta più
situazioni poco chiare: ciò non significa necessariamente escludere la lavorazione in paesi a minor costo del
lavoro, ma significa essere trasparenti e fare in modo che il prezzo rispecchi la qualità dei tessuti e del lavoro.
In sintesi, non è accettabile vendere a
prezzi italiani ciò che viene prodotto
in Cina.
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
CONTRIBUTO DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
MADE IN ITALY: 104 PROGETTI INNOVATIVI
AMMESSI AI FINANZIAMENTI
“Incentivi per 280 milioni di euro a programmi
di vera eccellenza,
che impiegheranno 7 mila ricercatori”
M
odelli innovativi di “cucine sostenibili”, camerini di prova
virtuali web-based, sistemi di
tracciabilità dei filati, processi
innovativi di produzione della pasta, nuovi format per la promozione e distribuzione di prodotti enologici, sistemi elettromeccanici applicati all’elicotteristica, sistemi innovativi di logistica integrata, sistemi di automazione domestica per migliorare il livello di autonomia, di
movimento e sicurezza delle persone disabili e
degli anziani: sono alcuni dei 104 progetti di innovazione tecnologica ammessi ai finanziamenti del Ministero dello Sviluppo Economico,
al termine della valutazione del bando del Progetto di Innovazione Industriale “Nuove tecnologie per il Made in Italy”. “Vista l’eccellenza
dei progetti nei settori strategici del nostro Made in Italy, le famose ‘4 A’: Alimentare, Arredamento, Abbigliamento, Automazione. “Abbiamo deciso di aumentare le risorse di finanziamento del bando da parte del Ministero dagli
iniziali 190 a 280 milioni di euro. I progetti sono
stati presentati da grandi aziende leader del
Made in Italy, ma anche da piccole e medie imprese pronte a innovare, che hanno superato la
tradizionale diffidenza a cooperare e si sono ag-
Adolfo Urso, Vice-Ministro per il Commercio con l’Estero
Paolo Romani, Vice-Ministro per la Comunicazione
gregate per filiere verticali o orizzontali in partenariati di dimensioni medie di 10 partecipanti, per un totale di 745 imprese e 305 centri di ricerca”- dichiarano dal Ministero. I 104 progetti
vincitori vedono il coinvolgimento di 162 grandi imprese, 128 medie e 455 piccole e micro imprese, per un investimento complessivo di 638
milioni di euro, che potrebbe comportare l’impiego di oltre 7 mila tra ricercatori e tecnici.
Hanno superato una prima fase di selezione,
che ha visto la partecipazione di 429 progetti
presentati da quattromila imprese e centri di ricerca, e sono i primi di una lista di 209 idonei
(per i restanti 105 resta la possibilità di ulteriori
finanziamenti). Le proposte selezionate rappresentano l’eccellenza del Made in Italy, sia dal
punto di vista dell’innovazione di nuovi prodotti e processi, (69 programmi), sia per i sistemi di collaborazione tra imprese (9), sia, infine,
con riferimento a format distributivi innovativi
e a nuove soluzioni logistiche (26). Il bando Made in Italy è il terzo “Progetto di Innovazione
Industriale” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico dopo quelli su “Mobilità Sostenibile” ed “Efficienza Energetica”. Complessivamente, gli incentivi in corso di erogazione
ammontano a 570 milioni.
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
INTERVISTA AL PROF. FABIO VERNA ECONOMISTA
“CINDIA”, solamente con una grande
qualità, valorizzando anche il singolo
prodotto, difendendo i nostri marchi ed
offrendo efficaci servizi di distribuzione o di supporto. Il prodotto stesso deve divenire, come per altro effettivamente accaduto il simbolo e quindi il
“promoter” del Made in Italy, prendiamo il caso emblematico della Vespa, nome ancor più famoso nel mondo di
quello della Piaggio & C. SpA, da
quando l’ing. Corradino D’Ascanio
sviluppò alcuni decenni or sono, il brevetto di un piccolo motore di impiego
aeronautico che divenne il cuore pulsante dello scooter più famoso nel mondo. Il nome della casa produttrice rimase quello di Piaggio mentre la proprietà
passò prima alla Fiat, poi alla banca
d’affari Morgan Grenfell, sino all’attuale assetto societario sotto il controllo dell’IMMSI dell’ imprenditore Colaninno, ma è il prodotto “Vespa” che
rappresenta più di tutti gli altri scooter, ciclomotori o motociclette pur pro-
“L’ITALIA
PER L’ITALIA”:
UN MADE IN ITALY
DA RILANCIARE
I
l prodotto italiano, nostro
valore aggiunto sia economico che culturale sta attraversando un periodo di
crisi. Quale il cammino da percorrere per amplificare l’evoluzione
del Made in Italy che trae origine
dalla storia del nostro Rinascimento e superare in un certo qual
modo la crisi attuale?
I nostri prodotti, quelli fortemente a
connotazione italiana che più di altri
rappresentano il Made in Italy, a mio
avviso non hanno perso la loro forza di
penetrazione commerciale sui grandi
mercati internazionali, ma naturalmente subiscono la crisi finanziaria generata con la degenerazione dei mutui
“subprime” ed oggi divenuta purtroppo una crisi economica. Ma proviamo a
comprendere, pur sinteticamente, cosa
è accaduto negli ultimi anni. Gli Stati
Uniti d’America considerati storicamente la prima potenza economico-industriale del mondo, hanno scelto di
incentivare fortemente lo sviluppo del
settore immobiliare, quello che oltre
oceano chiamano il “real-estate”, alimentandolo con la concessione di mutui la cui capacità di rimborso era a dir
poco aleatoria. Vi è una diretta connessione fra questa dilatazione del credito
nel settore immobiliare statunitense e
la contrazione del nostro export, infatti la nostra produzione manifatturiera
è connotata dalla qualità, dal design,
dalla cura dei particolari, tutti fattori
ad alto valore aggiunto che incidono
sul costo del processo produttivo, inevitabilmente i nostri mercati di sbocco
sono nei paesi ad alto reddito pro-capite, primo fra questi proprio quello statunitense. Dunque l’equazione appare
semplice: contrazione della capacità di
spesa sul mercato americano, conseguente riduzione del nostro export. Per
altro concordo con la Sua riflessione
che a ritroso nel tempo porta sino al Rinascimento italiano l’evoluzione del
Made in Italy, infatti nel secolo illuminato in cui fiorirono la pittura, l’architettura e le altre arti a fianco a queste si
svilupparono anche i mestieri, sto pensando per esempio all’arte del ricamo
che fece diventare i nostri broccati famosi nel mondo e che successivamente
consentì lo sviluppo dell’industria tessile. Anche altri settori hanno potuto
trarre positivi influssi dal periodo rinascimentale, gli architetti del tempo poterono realizzare i loro capolavori anche grazie all’ausilio di qualificati mastri carpentieri, le visioni futuribili di
Leonardo od il genio di Michelangelo
poterono trovare nella manualità degli
artigiani e nelle prime macchine utensili il debito supporto per la realizzazione dei loro mirabili progetti.
L’Italia ha in Europa e nel mondo un ruolo centrale per la propria creatività nei prodotti sia industriali che artigianali, una sorta
di identità che ci contraddistingue. A questo proposito, da esperto economista, quali le iniziative
necessarie per far conoscere ciò
che viene prodotto e che fornisce
la specifica identità?
L’Italia ha saputo farsi conoscere come il “bel paese”, di fatti a fianco delle
bellezze artistiche, storiche o paesaggistiche, la nostra cucina, la cosiddetta
“dieta mediterranea” ed il nostro artigianato hanno saputo sia attrarre turismo sia promuovere il marchio “Italia”
nel mondo, d’altro canto non vi è stata
una strategia organica volta alla promozione del Made in Italy lasciando ai
nostri imprenditori l’onere di far affermare il nostro paese, inteso come
“Azienda Italia” nel mondo. Abbiamo
lasciato ad illustri nomi quali: Valentino, Armani, Versace, solo per citare alcuni fra gli stilisti maggiormente noti,
la promozione della moda italiana in
tutto il mondo, mentre non abbiamo
difeso i marchi d’origine e soprattutto
di qualità di molti dei nostri prodotti
agro-alimentari, creando un notevole
danno economico per gli industriali del
settore e talvolta anche un nocumento
nella salute degli utilizzatori finali. Il
parmigiano, il prosciutto, il vino e l’
olio sono stati spesso contraffatti con
grave danno sia dell’ export, sia della
nostra immagine come paese produttore. Anche prodotti tecnologicamente
avanzati, sto pensando alla Ferrari o
alla Lamborghini non sono stati debitamente supportati non tenendo conto
del forte indotto di cui sono traino. Bisognerebbe realizzare una costante
campagna promozionale il cui tema
potrebbe sintetizzarsi nello slogan:
“L’Italia per l’Italia”, non credo infatti
che basti la partecipazione a talune
grandi fiere o l’impegno dell’ICE, ma
occorre un più ampio sforzo collettivo,
con l’impegno del Governo, con la rete
delle ambasciate, con il valido supporto
della Confindustria. L’identità dei nostri prodotti è molto spesso facilmente
riconoscibile ed altrettanto apprezzata,
mentre la promozione di questi ultimi
richiede una maggior sinergia, non solo la promozione del singolo prodotto
bensì la promozione del sistema Italia.
L’importanza della valorizzazione del Made in Italy è risaputa.
Ma in che modo è possibile ‘inter-
PROFILO DEL PROF.
FABIO VERNA
Fabio Verna
Fabio Verna nasce a Roma nel luglio del '56, il padre il Prof. Attilio, Ordinario di cattedra di Ragioneria Generale ed apprezzato professionista, morì dopo pochi anni mentre ricopriva fra le altre, la carica di Rettore Magnifico dell'Università di Verona, lasciandogli la passione per il mondo accademico e
della ricerca.
Economista con una formazione maturata sui mercati finanziari, Fabio Verna si appassiona, sin da
giovanissimo, al mondo delle imprese, partecipando anche all'attività di un'Associazione studentesca
di cui viene eletto Presidente.
Agli inizi del '78 entra alla Banca Nazionale del Lavoro, dove viene impegnato nelle diversificate sezioni della Segreteria Fidi, nel contempo termina gli studi in Economia e Commercio, laureandosi con
"lode".
Nel '86, non ancora trentenne, Fabio Verna venne nominato Presidente del C.d.A. della SILBA S.p.A.,
un'importante azienda campana operante nel settore delle case di cura convenzionate.
I primi mesi del '92 vennero trascorsi fra Madrid e Barcellona, Fabio Verna avviò la ristrutturazione di
una storica cartiera del Mezzogiorno fondata al tempo dei Borboni nella valle del Liri.
Nel biennio 2006/2007 gli è stata affidata, quale Professore a contratto la gestione della cattedra di Finanza aziendale presso l'Università degli studi di Messina.
Fino alla scorsa primavera è stato Presidente del C.d.A. del gruppo EurCom, specializzato nella realizzazione di progetti industriali e nei servizi finanziari per le imprese.
Fabio Verna è anche Presidente dell'Associazione “Ponte Milvio” con l'intento di valorizzare una zona di Roma particolarmente nota in Italia, come un punto di incontro fra cultura, spettacolo e vivere
civile.
nazionalizzarlo’ e supportarlo con
la nostra identità storico-culturale?
Come ricordavamo, siamo internazionalmente conosciuti come il “bel
paese” dobbiamo identificare questo come un marchio di un bel prodotto, senza per altro tralasciarne la funzionalità, dunque “design” e qualità assommati assieme. Abbiamo opere millenarie associamole dunque a prodotti destinati a durare, capolavori artistici
dunque bellezza, linea, colore. Per anni
l’invenzione del telefono, il più usato
strumento di comunicazione del mondo, è stata attribuita a Bell, rivendichiamo il ruolo fondamentale avuto da
Meucci in questa scoperta, personalmente ritengo che Enzo Ferrari abbia
fatto più lui da solo, per promuovere
l’auto italiana nel mondo, di tanti altri
messi assieme. Mostriamo dunque al
mondo uomini come Marconi, Martinetti o Fermi, sono loro i testimonial
della nostra storia e della nostra cultura industriale.
Cosa significa parlare di economia integrata all’interno dell’impresa? Puo’ forse significare “evoluzione” a 360° del prodotto figlio
dell’impresa stessa? Si possono
forse ricavare altre sfaccettature
volte a reinventare il Made in
Italy?
Si possono e soprattutto si devono,
sempre ricavare nuove sfaccettature
nelle nostre imprese e nei nostri prodotti, in un mercato globale dove la
concorrenza viene costantemente esasperata, si possono battere i grandi
“competitors” del sud-est asiatico e
non sto pensando solamente al Giappone od alla Corea ma anche al grande fenomeno sintetizzato con l’acronimo
dotte dalla Piaggio o dalle sue consociate, le due ruote italiane nel mondo.
Sono comunque molti i marchi del Made in Italy, conosciuti internazionalmente ancor più delle loro case produttrici, pensiamo al “Parmigiano reggiano” che vanta innumerevoli quanto
inefficaci tentativi d’imitazione. Un
prodotto di qualità, che unisca il design
italiano, con la capacità manifatturiera
diviene oltre che promotore di se stesso
anche sponsor del sistema Italia nel
mondo.
Nel grande mercato globale il Made
in Italy manterrà la sua quota soltanto
difendendo la sua inventiva, la sua
unicità, quella qualità tutta italiana
che alla fine saprà fare la differenza.
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
INTERVISTA AL DOTT.
GIOVANNI INGHIRAMI, PRESIDENTE CONFINDUSTRIA AREZZO
LA PREZIOSITÀ
DELLA MATRICE ITALIANA NEL MONDO
I
vostri marchi utilizzano tessuti pregiati e fanno della
qualità un vanto. Per voi,
quindi, potrebbe essere lo-
gico riallacciarsi a “Il Lusso con
l’occhio dell’Oriente”, innovati-
tivo di fondere nei prodotti influenze tipicamente orientali con
vo progetto che si propone di riscoprire i contatti scaturiti dalle
antiche vie della seta, con l’obiet-
il più puro Made in Italy. Questo
rivoluzionario approccio è applicabile e sperimentabile per i vo-
stri brand?
Oriente ed occidente hanno culture
profondamente diverse.Tempi diversi.
Due “Mondi” uniti in nome di una
globalizzazione che suona come coercizione. Entrambi sospettosi nel confronto diretto. Per vastità di territorio
dire Cina significa ad oggi parlare di
Shanghai, Pechino, Hong Kong,
Chengdu, Harbin. La realtà quotidiana della maggior parte della popolazione non è ancora ricettiva, vivendo
in aree non ancora coinvolte in questo
processo. Questo significa che per
avere un vero confronto che sfoci in
un’economia integrata, a mio avviso,
dovranno passare ancora degli anni.
Anni sicuramente di evoluzione, di
studi, di duro lavoro, per arrivare a
cooperare al fine di raggiungere un
obiettivo comune, al di sopra delle
parti, un’integrazione che porti reciproca soddisfazione e benessere eco-
Giovanni Inghirami
con Emma Marcegaglia,
Presidente di Confindustria
nomico. Specificatamente i nostri
brands hanno già iniziato questo percorso ormai da anni con la consapevolezza che fosse in ogni caso un’iniziativa a lungo termine.
“I prodotti devono essere l’espressione autentica di un popolo e
della propria capacità manifatturiera”, afferma Giulietta Cozzi. A
suo avviso, è questa la ricetta
giusta per affermarsi sui mercati
internazionali? Anche la sua
azienda segue (o seguirà) questi
principi?
A mio avviso la “ricetta” giusta, ammesso che ne esista una sola, è esclusivamente quella di esportare i nostri
prodotti nei settori che contraddistinguono l’eccellenza italiana, la creatività, la qualità, affinché la preziosità
della matrice italiana sia immediatamente riconoscibile, in qualsiasi parte
del mondo.
INTERVISTA AL DOTT. RAFFAELE MORELLI, PSICOTERAPEUTA, SCRITTORE E DIRETTORE
DELLA RIVISTA RIZA PSICOSOMATICA
LE VIE DEL BENESSERE
Raffaele Morelli: “Occorre bandire i pensieri fissi: chi ha
la mente occupata da schemi, modelli e razionalità difficilmente riesce a essere creativo”
R
Raffaelle
Morelli
affaele Morelli, psicoterapeuta e psichiatra fautore del pensiero su come affrontare le difficoltà
della vita. Temi variegati ed importanti trattati
nell’arco della sua carriera. La sinergia tra mondo
accademico-culturale ed economico, ha portato alla creazione di prodotti “con l’anima” esprimenti lo spirito del tempo. Tutto si puo’ creare e guarire con l’anima. Nuovi studi
grazie anche all'esistenza di elementi di congiunzione inattesi tra comportamento economico, meccanismi cognitivi e
funzioni cerebrali, nonché tra processi di scelta, emozioni e
motivazione. Processi che incidono quotidianamente sull’aspetto psicologico delle persone e sono conseguenza dei diversi modi di affrontare la vita.
“Occorre bandire i pensieri fissi: chi ha la mente occupata
da schemi, modelli e razionalità difficilmente riesce a essere creativo”. Pensa che l'economia integrata alla cultura
risponda ai criteri di creatività da lei indicati?
A volte l’anima fa fallire ogni relazione, ogni rapporto ogni incontro, perché non vuole aderire al modello cui ci siamo messi in testa
di somigliare. Questa insicurezza in realtà ci salva dal rischio
maggiore: perdere noi stessi. In ognuno di noi c’è un essere unico
straordinario, che vuole vivere la “sua” vita, ma noi vogliamo banalizzarci e roviniamo tutto. Solo le nostre radici, la nostra stessa
insicurezza, le nostre fragilità ci aiuteranno ad essere diversi. Far
fiorire il cervello, scoprire nuove possibilità ci porta ad essere piu’
creativi aiutandoci ad uscire dalle identificazioni rigide e attiva risorse e capacità che solitamente non utilizziamo.
L’economia integrata rimette al centro del processo produttivo la persona, cancellando un passato contraddistinto dal consumo fine a sé stesso. Le creazioni così prodotte
possono dunque riavvicinarsi al nostro più profondo ‘io’?
Alla luce di quanto la storia insegna (vedi il Rinascimento), può questo nuovo rivoluzionario approccio dare il 'la'
ad una svolta culturale?
Partiamo da una frase significativa: “ Io sono qui, ora. Non mi dico come devo essere. Sia quel che sia”. In pratica cio’ che conta
piu’ di tutto è avere un rapporto naturale con noi stessi. Naturalmente vuol dire che non dobbiamo cercare di avere una meta da
raggiungere, un obiettivo da conquistare. La nostra essenza, se la
smettiamo di dirci come dobbiamo essere o quali obiettivo raggiungere, ci porta inesorabilmente verso il nostro destino. L’io come centro del processo produttivo anche in termini di integrazione.
Francesca Rispoli
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
INTERVISTA ALL’ING. PAOLO VIVIAN – AMMINISTRATORE DELEGATO SAVI SERVIZI SRL
I
ECONOMIA INTEGRATA:
L’UOMO AL CENTRO DI OGNI AZIENDA
l prodotto italiano, nostro valore aggiunto sia economico
che culturale sta attraversando un periodo di crisi. Quale
il cammino da percorrere per amplificare l’evoluzione del Made in
Italy che trae origine dalla storia
del nostro Rinascimento e superare in un certo qual modo la crisi
attuale?
È necessario che il sistema Italia riconosca i propri limiti e attui un profondo rinnovamento della propria classe
dirigente attraverso percorsi pianificati che facciano emergere criteri meritocratici in ogni decisione strategica. La
crisi ha fortunatamente accelerato questo inevitabile processo che coinvolge
proprio tutti: Politica, Istituzioni, Imprenditori e Cittadini. Tutti nel nostro
piccolo possiamo contribuire a portare
in alto il Made in Italy che si identificherà non solo nei prodotti ma nell’intera società. Quante volte abbiamo sentito parlare di Italia uguale spaghetti e
mafia? I prodotti di qualità non sono
più sufficienti per essere vincenti nel
mondo. Infrastrutture, burocrazia
buona, turismo, economia ecosostenibile, università: sono queste le nuovo
frontiere del Made in Italy. Nessuna
ricetta, nessuna bacchetta magica dunque: rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo. Tutti
L’Italia ha in Europa e nel mondo
un ruolo centrale per la propria
creativita’ nei prodotti sia industriali che artigianali, una sorta di
identità che ci contraddistingue.
A questo proposito, la sua azienda
quali iniziative porta avanti per
far conoscere cio’ che viene prodotto e che vi fornisce un’ identità?
Cerchiamo ogni giorno di capire dove
siamo unici nel mercato e mettiamo in
campo idee per raggiungere obiettivi a
breve e lungo periodo misurabili nel
tempo. La nostra registrazione EMAS
ha anche questo significato: vogliamo
fare capire a tutti i nostri utenti e COSA fa Savi Servizi Srl e COME fa ad
erogare i servizi per cui il cliente ed il
cittadino paga. Senza scorciatoie e senza trucchi. Vogliamo essere aperti e
trasparenti. I nostri clienti apprezzano
molto questo atteggiamento anche perché molti nostri concorrenti (le aziende
municipalizzate che erogano servizi di
raccolta e trasporti rifiuti) dicono di
farlo ma non lo fanno.
L’importanza della valorizzazione
del Made in Italy è risaputa. Ma
in che modo è possibile ‘internazionalizzarlo’ e supportarlo con la
nostra identità storico-culturale?
Attraverso iniziative sistemiche trasversali. Dovremmo imparare (solo in
questo e pochi altri casi però) dai tedeschi: quando vanno in missione all’estero fanno le cose in grande convergendo in un unico spazio (hotel, fiere o
altro) banche, singoli imprenditori e
relativi prodotti/servizi, istituzioni ed
associazioni. Loro si presentano insieme, in modo integrato. Nelle missioni
internazionali noi Italiani siamo campioni del mondo per numero di stand
magari di provincie e regioni che pensano in modo frammentato e miope i
loro punti di forza lasciando magari le
loro migliori aziende sole. Tanto noi
imprenditori siamo abituati… e questa
è proprio la nostra forza! Penso sia anche importante valorizzare il nostro
immenso patrimonio culturale per valorizzare il Made in Italy. Noi Giovani
Imprenditori di Confindustria Vicenza
nel prossimo marzo andremo a New
York a presentare la mostra per i 500
anni di Andrea Palladio. Palladio fu
un vero imprenditore che attraverso le
sue opere ha cambiato la storia dell’economia del nostro territorio. Queste lezioni non possiamo dimenticarle.
Cosa significa parlare di economia integrata all’interno dell’impresa? Puo’ forse significare “evoluzione” a 360° del prodotto figlio
dell’impresa stessa? Si possono
forse ricavare altre sfaccettature
volte a reinventare il Made in
Italy?
In questo momento durissimo di trasformazione penso che parlare di economia integrata significhi parlare ed
investire sulle PERSONE collegate all’universo di ogni singola impresa.
Mai come oggi l’uomo deve essere messo al centro di ogni azienda. E non mi
riferisco ai rapporti con i dipendenti e
collaboratori che devono assolutamente essere coinvolti nei processi decisionali oltre che formativi aziendali ma mi
riferisco alle persone che rappresentano
le Banche, i Fornitori , i Clienti e le
Paolo Vivian
Istituzioni che interagiscono con l’impresa. Si (ri)parte dalla persone. Solo
così ricostruiremo un’economia sostenibile ed un made in Italy ancora vincente.
INTERVISTA ALLA DOTT.SSA
LAURA BERTUCCIOLI E IL DOTT.
GIUSEPPE GIANNI SEMPRINI DI “OBIETTIVO QATAR”
“UN PONTE ECONOMICO
CULTURALE
TRA QATAR & ITALIA”
Laura
Bertuccioli
Gianni Semprini
I
l Qatar è un Paese in grande evoluzione,
che tipo di apporto può rappresentare
una crescita di questo tipo per il resto del
mondo?
Le previsioni di stima per il Paese fatte da Business
Monitor International, rilevano una crescita tendenziale ad una media del 9,2% per i prossimi 5 anni, dovuta ai piani di espansione dell'industria
estrattiva. La grande novità del Qatar è: PUNTARE SU UN PROPRIO AUTONOMO SISTEMA
INDUSTRIALE con un massiccio programma di
facilities ed incentivi. Una nuova grande opportunità per le imprese italiane che hanno anche il vantaggio di essere amate dai qatarini in un Paese dove
vogliono fare, possono fare, ricercano chi sa fare e
fanno.
Tutti parlano del Qatar, tutti guardano al Qatar, tutti fanno viaggi in Qatar e poi?
In Qatar per avere risultati concreti occorre saper
dosare intelligentemente le 3 P alla base di ogni storia di successo : professionalità perseveranza pazienza. Il dinamismo ed i numeri di questo Paese
pretendono grande competenza e grande professionalità. ObiettivoQatar ha al suo attivo alcuni significativi goals e vorremmo che altre nostre imprese
trovassero il modo di mettere a profitto quel patrimonio di simpatia per tutto quanto è italiano ci portiamo dietro. Ecco il perché dell’idea di una SETTIMANA ITALIANA a Doha.
Quali proposte e quali opportunità sta sviluppando ObiettivoQatar ?
Noi di ObiettivoQatar ci proponiamo come Genius
Loci in Qatar. Abbiamo da tempo attivato un'importante selezione di partner qatarini indispensabili per una propria presenza commerciale e produttiva in Qatar e oltre alla directory di questi qualificati investitori e developer e ai rapporti con le Istituzioni del Paese prestiamo assistenza e supporto per
• Ricerca di mercato
• Pre-qualificazione e presentazione
• Ricerca e individuazione del partner qatarino
curando tutti gli aspetti legali, societari, contrattuali, fiscali etc.
La “SETTIMANA ITALIANA” da Voi proposto è una strategia di comunicazione?
La nostra Idea di una Expò Italiana mirata a Doha
lo è sicuramente ma è soprattutto un modo di affrontare in maniera concreta e strategica una Paese
che di per sé è asimettrico rispetto al resto del mondo, per cultura e per ricchezza e per dinamica voglia
di essere un leader protagonista per il futuro che è
già in atto.
Con il binomio Tecnologia e Cultura del Made in Italy, ObiettivoQatar ed “Il Lusso con
l’Occhio dell’Oriente (1000-2000)” della
dott.ssa Maria Loretta De Toni, potrebbero
essere le vie per rafforzare la Settimana Italiana a Doha?
Fare sinergia e cross fra quanti in maniera propositiva amano e propongono il Sistema Paese Italia all’Estero vuol dire non sommare ma elevare a potenza le rispettive proposte.
Le conquiste scientifiche e le loro applicazioni pratiche hanno sempre come basi e fondamenta una millenaria cultura.
Attivare una SETTIMANA ITALIANA a Doha
dove Cultura e Tecnologia sono co-protagoniste
vuol dire rispondere in maniera concreta e pragmatica alle richieste di questo incredibile Paese
Da sempre diffondere e promuovere la Cultura del
proprio Paese è il modo migliore per entrare in sintonia con gli altri Paesi e diventa lo strumento principe di penetrazione e di consolidamento delle proprie Tecnologie.
A Doha capitale del Qatar ancora di più, perché l’Italia in tutte le sue sfaccettature è molto sentita ed
amata.
Laura Bertuccioli
Giuseppe Gianni Semprini
www.obiettivoqatar.com
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
TRIBUTO DELL’EDITORE DI MONDOLIBERO, FEDERICO TASSINARI, A SUA ALTEZZA, SCEICCA
MOZAH BINT NASSER AL MISSNED, CONSORTE DELL’EMIRO DELLO STATO DEL QATAR, SUA ALTEZZA
SCEICCO HAMAD BIN KHALIFA AL THANI
AMBASCIATRICE DELLA CULTURA E DELLA PACE NELL’ANNO 2010
CHE CELEBRA IN QATAR L’ANNO DELLA CULTURA ARABA
“ARTE ISLAMICA & IL NUOVO MADE IN ITALY”
Sceicca Mozah Bint Nasser Al Missned
H.H. Sheikha Mozah Bint Nasser Al Missned
Brocca in cristallo di rocca inciso (Egitto, X
secolo) con montatura in rame dorato
di datazione posteriore. Tesoro di San Marco,
Venezia.
Engraved rock crystal jug (Egypt, 10th
century) with golden copper foothold of
later dating. Saint MarkTreasury, Venice.
Tessuto in velluto soprarizzo allucciolato su armatura in
raso di seta. Firenze, metà XVI secolo. Collezione di tessuti
antichi di M. Fortuny, Venezia.
Velvet fabric “soprarizzo allucciolato” on silk satin warp.
Florence, mid 16th century. Ancient textile Collection M.
Fortuny, Venice.
“Il Lusso con l’Occhio dell’Oriente
(1000-2000)”ideato dalla dott.ssa
Maria Loretta De Toni è un innovativo progetto di economia integrata
alla cultura, che si propone di riscoprire i contatti scaturiti dalle antiche
vie dell’incenso, della seta e dell’oro
(e in particolare il legame tra
Vicenza, Venezia - la Serenissima - e
il Medio Oriente), con l’obiettivo di
fondere nei prodotti (del lusso e non)
influenze tipicamente orientali con il
più puro Made in Italy. Questo
‘cocktail’ tra Oriente e Occidente è
una peculiarità già espressa nella
dichiarazione rilasciata da Sua
Altezza, la Sceicca Mozah Bint
Nasser Al Missned lo scorso giugno a Parigi, in cui citava l’esempio
dell’artista arabo Ziryab come simbolo “del dialogo fra le diverse civiltà” che
seppe diffondere nella Cordoba,
capitale occidentale dell’Islam, “una
sintesi di culture araba, persiana,
indiana e greca”. Oltre all’importante Museo Islamico di Doha, il
Qatar ospita -circostanza di grande
valore- circa 550 tele di pittori occidentali come Turner e David
Roberts. E’ dunque lecito pensare
che la Sceicca Mozah Bint Nasser Al
Missned individui nella cultura e
nell’arte potenziali canali di dialogo
tra Oriente e Occidente, com’è accaduto a lungo nel corso della storia.
In particolare nell’anno 2010 in cui
il Qatar è capitale della cultura
araba, la visione di Sua Altezza
rappresenta un prezioso invito a
creare sinergie
tra Oriente e
Occidente per diffondere il messaggio di un rilancio del ‘sapere’ per
un clima di pace globale.
Promotrice della Education City
(polo universitario all’avanguardia),
animatrice della Qatar Foundation e
co-ideatrice del Museo di Arte
Islamica: l’epiteto “Sceicca delle
Arti” è una perfetta metafora di
Sua Altezza. Il Suo manifesto interesse per la cultura islamica e per
uno scambio sinergico tra culture è
a mio avviso una chiave di lettura
per dare al progetto della dott.ssa
Maria Loretta De Toni ulteriore fondatezza affinché un nuovo valore
aggiunto del Made in Italy venga riscoperto dando “un’anima” ai prodotti realizzati dal mercato occidentale, attraverso lo studio delle reciproche influenze tra
Oriente e Occidente e la relativa applicazione nei prodotti stessi.
Il futuristico Museo di Arte Islamica
di Doha, il più grande del mondo
musulmano, ha ormai compiuto un
anno. Una delle mostre più affascinanti e culturalmente rilevanti è
stato il “Book of Secrets”, manoscritto tradotto e ricostruito digitalmente
dopo anni di duro lavoro con il supporto del centro studi italiano
Leonardo3. Questi e altri progetti
possono essere in futuro reali possibilità di scambi e collaborazioni tra
lo Stato del Qatar e l’Italia, affinché
l’Oriente diventi come nell’antica
Repubblica
di
Venezia,
la
Serenissima, un nuovo stimolo per
l’Italia per riscoprire “antiche radici
di comunanza”, pur nelle differenze.
Quest’anno il Qatar è la capitale
ufficiale della cultura araba e il
2010 sancirà la definitiva consacrazione di questo emirato a maggior
polo culturale di tutto il Medio
Oriente. Ci auguriamo poter celebrare in un duplice convegno,
prima a Roma nel giugno 2010 e
poi a Doha a
dicembre, l’importanza che riveste il
Qatar nel dialogo di
pace e sviluppo tra
Oriente e Occidente.
Lampada da moschea
in vetro e smalti. Egitto
mamelucco, 1329- 1335.
Metropolitan Museum of
Art, New York.
Enameled glass Mosque
lamp. Mameluk Egypt,
1329-1335. Metropolitan
Museum of Art, New York.
Spargitore d’acqua di rose in argento
dorato e cesellato. Moghul, fine XVII
secolo. Victoria and Albert Museum,
Londra.
Gold plated silver chiselled rose water
sprinkler. Moghul, late 17th century.
Victoria and Albert Museum, London.
PROGETTO INTERNAZIONALE DI ECONOMIA INTEGRATA
PER IL RILANCIO DEL MADE IN ITALY TECNOLOGICO-CULTURALE
MUSEO D'ARTE ISLAMICA (M.I.A.) A DOHA, QATAR
MUSEUM OF ISLAMIC ART (M.I.A.) IN DOHA, QATAR
A TRIBUTE TO HER HIGHNESS SHEIKHA
MOZAH BINT NASSER AL MISSNED
TA
PRODOTTI I
LI
AN
I ISPI
RA
T
IA
T
RIEN E
’O
LL
ZIRYAB
OUT OF WINTER I COME
WITH A MANTLE OF SNOW,
MY FEET WEARING
GREEN GRASS SHOES
FOR THE NESTS OF SPRING,
WHEN THE SWALLOW FLIES FROM AFRICA
IN BLACK AND WHITE,
TWITTERING THE BLOOMING
OF HEARTS AND TREES,
ECHOING THE SOUNDS OF ZIRYAB
IN THE ANCIENT CORDOBA OF SALAM.
©2010 BY MARIA LORETTA DE TONI H.P.-ART
SANDRIGO (VI) ITALY 12.02.2010
ITALIAN PRODUCTS INSPIRED BY THE ORIENT
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