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Mariotti, C. (2015). Le nozze di D’Annunzio. Per una lettura dell’alcaica Per nozze in Primo vere.
Italica Wratislaviensia, 6, 135–148. DOI: http://dx.doi.org/10.15804/IW.2015.06.08
Claudio Mariotti
Ministero dell’Istruzione
[email protected]
Le nozze di D’Annunzio.
Per una lettura dell’alcaica
Per nozze in Primo Vere
i riscontri mi servono in primo luogo a tutt’altro fine,
a intendere vocaboli e locuzioni non soltanto nel loro
significato razionale, ma nel loro valore affettivo e nel
loro colore stilistico. La parola è come acqua di rivo che
riunisce in sé i sapori della roccia dalla quale sgorga
e dei terreni per i quali è passata
(Pasquali, 1994, p. 275).
D’Annunzio’s Wedding.
A Reading of Per nozze in Primo vere
Abstract: The author of this article examines the genesis of D’Annunzio’s Primo vere, published
when D’Annunzio was 16 while he attended the famous Cicognini college in Prato. The first edition
appeared in 1879 (the second, in the following year) and it was considered a great work; in fact, it was
reviewed by Giuseppe Chiarini, one of the most popular writers of his time. Next, the author provides
an analysis of Per nozze, one of the Alcaic lyrical poems in D’Annunzio’s book. This ode belongs to
an established literary genre (for instance, poems by Catullus, Claudian, Theocritus, and Sappho are of
this genre), and it is an important one because it allows us to foresee the later and greater D’Annunzio.
At the end of the article, the author investigates why D’Annunzio used the Alcaic metre in this ode. It
is not only a tribute to Horace (one of D’Annunzio’s favourite poets; in the appendix of Primo vere are
some of Horace’s lyrics translated by D’Annunzio), who used this metre in 37 of his poems; there is
another reason. In fact, we can establish a parallel between the metre and the ode: the Alcaic one has
ascending and descending rhythms like D’Annunzio’s Per nozze, and it is full of happiness (a marriage
takes place), but also of sadness, as he wants to underline the brevity of life and its vanity.
Keywords: D’Annunzio, Primo vere, Per nozze, alcaic metre, epithalamium
Published: 10/09/2015
ISSN 2084-4514
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Claudio Mariotti
L
a raccolta giovanile Primo vere, che segna il noviziato poetico
di Gabriele D’Annunzio, come è noto, fu stimolata dalla lettura delle Odi barbare carducciane, così come lo stesso D’Annunzio raccontò
più tardi in una lettera al Chiarini del febbraio 1880 che, data la sua
importanza, si riporta di seguito:
Sono un abruzzese di Pescara: amo il mio mare con tutte le forze dell’anima;
e qui in questa valle, vicino a questo fiume polveroso, soffro un po’ di nostalgia. Mi trovo in collegio da sei anni, e ne sono stufo quanto mai si può
dire. Fino al novembre del 78 non avevo fatto un verso a garbo, e non mi ci
sentivo proprio nato. La si figuri che, a quarta ginnasiale, obbligato dal prete
professore a far degli sciolti su la battaglia delle Termopili, di cinquantadue
che ne feci ne tornavano appena tre!... Nel novembre del 78, come le dicevo, tornando dalle vacanze autunnali mi fermai per tre o quattro giorni
a Bologna. Avevo sentito parlare di Odi barbare, di realismo, di battaglie
per l’arte; e un po’ per curiosità, un po’ perché gli elzeviri con le loro civetterie mi attiravano, comprai diversi volumi dal Zanichelli. Fra questi c’erano
le Odi del Carducci con prefazione di G. Chiarini. Il Carducci lo conoscevo
poco; mi ricordavo d’averne lette alcune poesie nell’Antologia del Puccianti.
Di lei avevo sentito parlare a proposito delle Poesie e delle Operette morali
del Leopardi. In quei giorni divorai ogni cosa con una eccitazione strana
e febbrile, e mi sentii un altro. L’odio pe’ versi scomparve come per incanto, e vi subentrò la smania della poesia. Lessi più di dieci volte di seguito
quella sua stupenda prefazione, ed imparai a memoria tutte le barbare. Passavo le giornate pensando agli alcaici e agli asclepiadei, dando la caccia agli
sdruccioli, leggendo ad alta voce Orazio, scarabocchiando una gran quantità
di carta. Il professore di matematiche era dìsperato; non mi riusciva più di risolvere un’equazione anche delle più facili… Alla fine dell’anno raccolsi
tutte le odi fatte in un quaderno, e le portai a casa. Tra le lodi degli amici (benedetti amici!) cominciai a credere di aver scritto de’ versi degni di stampa,
ed un bel giorno (Dio me lo perdoni!) diedi ogni cosa allo stampatore, e…
il resto lei lo sa. Ora dò retta ai suoi consigli: traduco dal latino e dal greco;
ho tentata anche la poesia delicatissima del Tennyson, ma con poco frutto.
Ho storpiato l’alcaica a Milton, e le sei quartine On his travels in Greece, To
E. L..., e The ballad of Oriana. Mi pare che il Tennyson sia uno dei poeti più
difficili a tradursi, specialmente nelle liriche [...]. (si cita da: Fatini, 1959,
pp. 130–31)
Svanita l’illusione di pubblicare il libretto presso un editore milanese, perché l’amico Cesare Fontana o non volle o non poté assumersi
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zione di Primo vere è seconda per frequenza, dopo il distico elegiaco,
ed è anche l’unico metro ad essere oggetto di una specifica celebrazione
con la lirica A la strofe alcaica. Inoltre, a conferma del discorso che
si faceva, Orazio la impiega spesso in odi che trattano della fugacità del
tempo e si soffermano sull’invito al piacere, come nella lirica I, 9 a Taliarco, o la I, 26 a Elio Lamia, o ancora la II 3 a Dellio, o la II 9 a Valgio, o infine la II 14 a Postumo (tutte tradotte da D’Annunzio e inserite
in appendice alla seconda edizione di Primo vere): conferma, insomma,
di un comune sentire fra il giovinetto e il poeta latino.
Bibliografia
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Studio comparativo. Torino: Loescher.
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Claudio Mariotti
Riassunto: L’autore di questo articolo analizza la genesi di Primo vere, un libro pubblicato dal
sedicenne D’Annunzio, mentre frequentava il famoso collegio Cicognini di Prato. La prima edizione
apparve nel 1879 (la seconda, l’anno successivo) e fu subito apprezzata: infatti, fu recensita da
Giuseppe Chiarini, uno dei critici più influenti. Nelle pagine successive, Claudio Mariotti analizza
Per nozze, una lirica di questo libro in metro alcaico. Quest’ode appartiene a un genere letterario
stabilito (si possono ricordare alcune poesie di Catullo, Claudiano, Teocrito e Saffo), ed è importante
perché preannuncia il D’Annunzio maggiore. Alla fine di questo articolo, l’autore indaga perché
D’Annunzio ha adottato per questa poesia il metro alcaico: non è solo un omaggio a Orazio (uno dei
poeti preferiti di D’Annunzio: in appendice a Primo vere ci sono alcuni testi di Orazio tradotti dal
poetino) che ha utilizzato questo metro in 37 delle sue poesie, ma c’è un altro motivo. Infatti, vi è un
preciso parallelismo fra il metro e l’ode: l’alcaica ha ritmi ascendenti e discendenti come Per nozze
di D’Annunzio che è pieno di felicità (c’è un matrimonio), ma anche di tristezza perché si vuole
sottolineare la brevità della vita e la sua vanità.
Parole chiave: D’Annunzio, Primo vere, Per nozze, metro alcaico, epitalamio
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Le nozze dI d`AnnunzIo. Per unA LetturA deLL