Espressione di PTHrP e PTHR1 in risposta al deficit funzionale nel miocardio patologico V.Arena (1), G.Monego (2), S.Pasquini (1), P.Di Nardo (3), R. Fiaccavento (3), F.O.Ranelletti (4), A.Capelli (1). (1) Istituto di Anatomia Patologica- Università Cattolica del Sacro Cuore (2) Istituto di Anatomia Umana e Biologia Cellulare - Università Cattolica del Sacro Cuore (3) Laboratorio di Cardiologia Molecolare e Cellulare- Università di Tor Vergata (4) Istituto di Istologia - Università Cattolica del Sacro Cuore Roma • Le premesse del presente lavoro hanno origine da un nostro precedente studio orientato alla dimostrazione dell’espressione immunoistochimica del Parathyroid Hormone Related Protein (PTHrP) e del Parathyroid Hormone Receptor (PTHR1) da parte del miocardio ventricolare umano prelevato da casi autoptici. • Abbiamo rilevato un pattern di espressione sia diffuso che focale, con particolare accentuazione a carico di miofibre ipertrofiche o “stretched” ed in particolare abbiamo evidenziato un incremento consensuale di espressione del peptide e del recettore in relazione a riscontri isto-morfologici e clinici di ischemia miocardica. • I dati ottenuti, suggestivi di una induzione dell’espressione del sistema PTHrP/PTHR1 prodotta dal danno ischemico è da ricondurre, verosimilmente, agli effetti recettore-mediati del PTHrP sul tessuto cardiovascolare, e, in particolare, alla vasodilatazione coronarica, alla riduzione delle resistenze periferiche nonché all’effetto isotropo e lusitropo positivo. • Sulla base di queste premesse abbiamo voluto valutare l’espressione del PTHrP e del PTHR1 in altri quadri di patologia miocardica, confrontandoli con i dati ottenuti sul miocardio ischemico e ricercando, laddove possibile, la comparazione con l’espressione nel miocardio sano. • Sono stati presi in esame campioni di tessuto provenienti da 60 soggetti comprendenti 51 pazienti cardiochirurgici candidati al trapianto cardiaco e sottoposti ad espianto d’organo, 2 donatori d’organo deceduti per trauma della strada e poi non utilizzati a fini di trapianto, nonché 7 soggetti non cardiopatici, deceduti per trauma stradale e sottoposti ad autopsia. • Le patologie dei pazienti sottoposti a trapianto comprendevano cardiopatie ischemiche croniche, cardiomiopatie dilatative idiopatiche, cardiomiopatie ipertrofiche primitive, ventricular non compaction e cardiomiopatie su base genetica. • Lo studio immunoistochimico ha rivelato una sostanziale omologia della marcatura rilevabile nei casi da espianto così come in quelli autoptici, con positività dei miocardiociti sia in forma diffusa, sia in forma focale e con quadri di espressione sovrapponibili anche nei miocardiociti ipertrofici e/o streched, così come nelle aree in cui vi era evidenza istologica di danno ischemico. PTHrP Miocardio ischemico Campione da Cadavere PTHrP Miocardio ischemico Campione da Espianto PTHrP Miocardio ipertrofico Campione da Cadavere PTHrP Miocardio ipertrofico Campione da Espianto PTHrP Miocardial Disarray Campione da Cadavere PTHrP Miocardial Disarray Campione da Espianto PTH-R1 Miocardio ischemico Campione da Cadavere PTH-R1 Miocardio ischemico Campione da Espianto PTH-R1 Miocardio ipertrofico Campione da Cadavere PTH-R1 Miocardio ipertrofico Campione da Espianto PTH-R1 Miocardial Disarray Campione da Cadavere PTH-R1 Miocardial Disarray Campione da Espianto • Da segnalare è la positività osservata sia per PTHrP che per PTHR1 nella media e nell’endotelio dei vasi dei campioni da espianto laddove nei casi autoptici tale dato non è risultato valutabile verosimilmente per fenomeni di perdita di antigenicità da ricondurre al post-mortem. PTH-R1 PTH-rP • I campioni dei casi patologici hanno mostrato livelli di espressione del sistema PTHrP/PTHR1 nettamente superiori rispetto ai controlli mentre non sono emerse correlazioni significative tra intensità e/o distribuzione dell’espressione del PTHrP e/o del PTHR1 in rapporto alle varie forme di cardiomiopatia. • Sulla base di tali riscontri riteniamo si possa sostenere che l’iperespressione combinata di PTHrP e PTHR1 non rappresenti solo una risposta esclusiva per l’insulto ischemico, ma costituisca un meccanismo miocardico di adattamento ad un generico “deficit funzionale”, come deducibile in base alla frazione di eiezione invariabilmente al di sotto del 40% in tutto il campione in esame.