Anteprima Estratta dall' Appunto di Storia
romana
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STORIA
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ROMANA
GIOVANNI GERACI- ARNALDO MARCONE
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STORIA ROMANA
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La storia romana si divide in 3 periodi:
 età monarchica o regia (dal 754-53 a.C. al 509 a.C.);
 età repubblicana (dal 509 a.C. al 27/23 a.C.);
 età imperiale (dal 23 a.C. al V secolo d.C.).
DELL’ ETA’ REGIA, quella dei sette re di Roma, non conosciamo niente per fonti dirette; i
primi a scrivere di storia romana sono stati i Greci. Tito Livio, per esempio, storico dell’età
augustea (età repubblicana) scrisse a partire dalla fondazione di Roma. Scrisse, nell’età di
Cristo, otto secoli dopo la fondazione, rifacendosi ad opere scritte molto tempo
prima:questo comporta che tutto ciò che riguarda l’età regia sia avvolto dalla leggenda.
DELL’ ETA’ REPUBBLICANA, invece, abbiamo abbastanza fonti; ciò che non sappiamo è
ciò che determinò il passaggio dall’età monarchica a quella repubblicana. Secondo una
leggenda l’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, usò violenza ad una nobil-donna
romana; il popolo insorse contro di lui e si dice che ciò bastò a far cadere la monarchia. Ma
ciò non è reale; come può un fatto così banale determinare il passaggio da un’età all’altra?
L’unica cosa certa è che di avvenimenti tanto remoti non abbiamo fonti ufficiali.
Vi saranno invece una serie di situazioni che determineranno il passaggio dall’ ETA’
REPUBBLICANA (che vedeva al potere un’oligarchia, il governo di pochi) a quella
IMPERIALE, dove prevarrà il potere di uno solo. La prima parte di questo impero si
chiamerà PRINCIPATO (fino al III secolo); l’altra parte DOMINATO (come dire alto
impero e basso impero). Principato deriva dal fatto che l’imperatore fosse “princeps” o
“primus inter pares” (primo cittadino tra pari, tra senatori). Dominato viene da
“dominus”; l’imperatore non sarà più “primus inter pares”, ma padrone (decade così il
concetto di parità, uguaglianza).
LA FINE DELL’ ETA’ ANTICA
Sono le grandi scuole che hanno determinato i limiti dell’età antica.
Le scuole antiche inglesi (di Cambrige) pongono come limite il Concilio di Nicea del 325
d.C. , perché con Costantino viene indetto un Concilio per risolvere un problema dottrinale
teologico, che riguardava la consustanzialità di Padre, Figlio e Spirito Santo.
Ciò che interessa sapere è che con questo evento entriamo nella storia medioevale, perché
nasce la dialettica tra Papato ed Impero (cesaropapismo), in funzione del fatto che tale
Concilio veniva indetto da un imperatore, quando invece spettava al papa.
La scuola francese ritiene come anno fondamentale il 395, anno in cui l’imperatore
Teodosio divise l’impero tra i 2 figli (ad Arcadio l’oriente, ad Onorio l’occidente) e in cui (a
loro parere) finisce l’impero unico.
La scuola italiana fa coincidere la fine dell’età antica col 476, che sancisce la caduta
dell’impero romano d’occidente.
La scuola che più si impone e che viene maggiormente seguita è quella di Pirenne, secondo
cui il limite si colloca con l’Islamismo (secondo quanto egli dice nella sua opera “Maometto
e Carlo Magno”). Fino all’arrivo dell’islamismo domina la cultura romana, cancellata con il
suo arrivo!
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IL MONDO DI ROMA
Il mondo di Roma è stato definito ad un tempo UNO, DUPLICE E MOLTEPLICE
UNO: perché ne furono elementi unificanti l’amministrazione, la cittadinanza, l’esercito, il
diritto.
DUPLICE: perché questo mondo fu sì romano, ma di certo non esclusivamente latino: Il
greco rimase sempre, dal punto di vista linguistico e culturale, il modo di espressione
principale.
MOLTEPLICE: perché in questo mondo Roma talvolta compose in unità, ma più
spessolasciò convivere e sopravvivere un mosaico molto vario di cittadinanze, di
particolarità locali,di condizioni politiche, sociali e personali, che per la maggior parte si
limitò a classificaresecondo i propri schemi giuridici e concettuali e che transitarono, sotto il
comune denominatore della romanità, oltre la fine del dominio di Roma.
DATAZIONE
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Gli anni si calcolavano con il nome della coppia consolare (consoli eponimi); così mentre
oggi noi diciamo, per esempio, 450 a.C. , un tempo veniva menzionata la coppia consolare
di quell’anno (ogni coppia segnava un anno).Tale cronologia inizia con l’età repubblicana
(509 a.C.). Si calcolava anche col sistema greco delle olimpiadi, che avvenivano ogni anno
(si diceva allora, …alla 18tesima olimpiade).Solo a partire dal V-VI secolo d.C. Dionigi il
Piccolo, introdusse l’uso di datare d.C. tutti gli avvenimenti che avvenivano d.C. Per
indicare quelli a.C. si faceva riferimento all’inizio del mondo, oppure,per quanto riguarda i
romani, a partire dalla fondazione di Roma. Adottato inizialmente in Italia, dalle tavole dei
cicli pasquali e dalle cronache tale sistema passò nei documenti pubblici e privati a partire
dal VII secolo. La consuetudine di contare gli anni prima di Cristo venne introdotta soltanto
nel corso del XVIII secolo, per unificare il punto di riferimento in base al quale le date
potevano essere conteggiate.Solo dopo il 18ttesimo secolo il calendario è quello attuale con
Giulio Cesare.
ONOMASTICA ROMANA
Un aspetto importante riguarda l’onomastica romana, cioè la denominazione di un cittadino
romano. Questi aveva 3 nomi: prenomen, nomen e cognomen.
 Il prenomen corrisponde al nome proprio (erano circa una decina e venivano scritti
abbreviati senza nuocere alla loro comprensione o col puntino: così A. per Aulus, C.
per Caius, Ser. per Servius, ecc.);
 il nomen corrispondeva a quello della gens a cui si apparteneva e veniva trasmesso di
padre in figlio: Acilius, Aurelius, Furius, Valerius, Claudius, ecc.;
 il cognomen era un appellativo che differenziava, nell’ambito della gens, una
famiglia, un personaggio, da un altro, spesso, derivato da un soprannome individuale,
tratto talora da caratteristiche fisiche: come Rufus ( rosso di capelli ), Calvus (calvo
), Scaevola ( mancino ); talora da cariche o attività di esponenti della famiglia: come
Agricola ( agricoltore ), Scipio ( bastone del comando ); talora da precisazioni
geografiche,spesso legate alla provenienza: come Gallus, Sabinus, Capitolinus, ecc.
Esso tese poi a divenire ereditario tra gli aristocratici, per distinguere le varie
famiglie appartenenti ad una stessa gens: i Cornelii Scipiones, i Marcii Reges, ecc. A
volte poteva essere aggiunto un secondo cognomen. Ciò non toglie che molti Romani
famosi non abbiano mai avuto un cognomen: si pensi a Caio Mario o a Marco
Antonio.
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In caso di adozione l’adottato assumeva i tria nomina del padre adottivo, a cui faceva
seguire un secondo cognomen tratto dal gentilizio della sua famiglia d’origine: ad esempio
Caio Ottavio, adottato da Cesare ( Caio Giulio Cesare ), divenne Caio Giulio Cesare
Ottaviano.
Gli schiavi (considerati cose) avevano un solo nomen, ma se affrancati (liberati, da qui
liberti) prendevano il prenomen e il nomen di colui che lo affrancava.
La donna non aveva prenomen; veniva chiamata, nell’ambito ufficiale, con il nomen (gens)
e il cognomen.
CIVILTA’ PRE-ROMANE E CORRENTI MIGRATORIE
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Fino al 2° millennio a.C. l’Italia era un paese scarsamente popolato, costituito in villaggi,
pieno di monti, la cui economia era basata sull’allevamento e sulla caccia.
La situazione cambia intorno al 2000 a.C. , quando l’Italia divenne meta di flussi migratori,
di popolazioni provenienti dal centro Europa e dall’Est europeo: all’inizio, sappiamo che
giunsero i Latini e i Siculi, i primi si stanziarono nel Lazio, i secondi in Sicilia. Alla fine del
2° millennio giunsero gli Italici: osco-umbro-sanniti. Nell’VIII secolo i greci si stanziarono
lungo il litorale adriatico in Italia e in Sicilia. Queste colonie (città stato indipendenti) in
Italia saranno abitate da Italioti (cittadini italiani); in Sicilia invece abiteranno i Sicelioti.
Nel V secolo arrivarono i Celti (o Galli) vicino Bologna, nella zona dell’Emilia Romagna
(Gallia Cisalpina). In Sicilia nella parte orientale ci saranno i Greci; in quella occidentale i
Fenici o Punici, che si stanziarono in città che non erano colonie, ma sorte come centri
commerciali. Esempi ne sono: Palermo, Trapani e il Lilibeo (Marsala). I Fenici erano una
popolazione che abitava nel territorio corrispondente all’odierno Libano, vicino Israele, una
striscia di terra che si affaccia sul Mediterraneo.
Il loro territorio montuoso li avevi spinti ad essere un popolo navigatore, la cui economia
non poteva che essere marittima, dunque, e non agricola.
Dalla Fenicia si staccarono dei popoli che fondarono delle colonie, tra cui la più importante
è Cartagine (odierna Tunisi). Sulle colonie fondate dai Fenici si insediarono i Cartaginesi
(anch’essi però di ceppo fenicio). In Sicilia troviamo dunque ad oriente i Greci e ad
occidente i Fenici e i Cartaginesi.Le civiltà emerse dal punto di vista archeologico sono le
seguenti:
 civiltà Terramare (terre grosse), diffusasi intorno al XV secolo nelle zone del Po e i
cui villaggi sorgevano su cumuli di terra; sono state rinvenute abitazioni sopraelevate
per difendersi dalle inondazioni;
 civiltà appenninica (XIV- XIII secolo) stanziatasi appunto lungo l’appenninico; è
una civiltà tipica dei nomadi e seminomadi che si spostavano secondo la
transumanza; erano civiltà bellicose;
 civiltà dei campi d’urne (XII secolo) rinvenute in alcune zone fino al Lazio; dette
così perché nei loro campi c’erano urne funerarie impresse nel terreno. Questo stesso
tipo di campi sono stati rinvenuti in Germania, Ungheria, Transilvania, da cui si
pensa queste civiltà derivino;
 civiltà villanoviana (X secolo) da Villanova, vicino Bologna, contrassegnata da un
particolare tipo di sepoltura costituita da 2 coni sovrapposti ed infissi sul terreno.
Non possiamo dire quali popoli corrispondano a queste civiltà; ma una divisione può essere
comunque fatta. Quella principale è tra: indoeuropei e non indoeuropei; dei primi sappiamo
che vengono dal centro Europa, dei secondi non conosciamo l’origine.
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Quelli di cui non conosciamo l’origine (detti non-indoeuropei, perché non avevano niente in
comune con gli indoeuropei), ma che si pensa siano autoctoni, sono: gli Etruschi, i Liguri, i
Sardi, i Sicani, gli Elimi.
GLI ETRUSCHI
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Gli ETRUSCHI sono la più importante popolazione dell'Italia preromana;secondo Erodoto
(V
sec. a.C.) provenivano dalla Lidia (Asia Minore), ma probabilmente sono
autoctoni,indigeni della penisola italica.
La zona in cui esercitavano il loro potere corrisponde ad una regione grossomodo compresa
tra le attuali TOSCANA,UMBRIA,LAZIO SETTENTRIONALE.
Essi non formavano uno Stato, ma tante città-stato indipendenti, rette da un re che poi venne
sostituito da 2 magistrati eletti annualmente. Queste città, politicamente divise, si riunivano
in federazioni per motivi religiosi.
Avevano una struttura economica semplice; costituivano società basate sull’agricoltura
(erano soprattutto proprietari terrieri);gerarchicamente vi erano gli schiavi, poi i semiliberi
ed infine i liberi (grandi proprietari e commercianti).
Gli Etruschi furono aperti ad ogni stimolo ed influsso culturale che provenisse dal mondo
greco; l’unico punto in cui difendevano le loro tradizioni fu l’ambito religioso.Agli
ETRUSCHI premeva molto la corretta interpretazione dei segni della volontà divina visibili
in terra:Portarono avanti l’aruspicina, pratica divinatoria che serviva per conoscere la
volontà degli dèi attraverso l'esame delle viscere degli animali sacrificati.
L’origine di Roma è legata agli etruschi; vediamo come mai!
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ORIGINI DI ROMA
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A tal proposito abbiamo fonti letterarie ed archeologiche; le prime cadono per lo più nella
leggenda e sono di origine greca e latina.Quelle di origine greca fanno discendere Roma dai
greci:lo storico greco DIONIGI DI ALICARNASSO (attivo a Roma in età augustea)scrive le
“ANTICHITA' ROMANE” in 20 libri che coprivano il periodo che andava dalla fondazione
di ROMA allo scoppio della prima guerra punica(264 a.C.);il suo scopo è quello di
dimostrare che i ROMANI erano una popolazione di origine ellenica,formatasi dalla fusione
di successive ondate migratorie provenienti dalla GRECIA.Ellenico di Mitilene, nel V – IV
secolo, in particolare sosterrà l’origine da Enea e Ulisse, leggenda che deriva dal
ritrovamento di statuine che ritraevano Enea e il padre. La leggenda indigena, invece, fa
discendere Roma da Romolo e Remo, i quali vissero nell’VIII secolo. Enea è invece del
XII! Come far quadrare i conti: gli storici latini hanno colmato questa differenza di secoli
aggiungendo 30 re tra Enea e Romolo e Remo.Enea fuggì da Troia col padre e sbarca col
figlio in Africa; da lì spinto dal fato si dirige verso Roma, dove sposa Lavinia, figlia del re
latino; il figlio Ascanio, invece, fonderà Albalonga; da qui discendono i 30 re. L’ultimo è
Numitore, spodestato dal fratello Amulio, che fa rinchiudere come vestale la nipote Rea
Silvia, affinché questa non desse eredi ma il dio Marte la rese gravida e partorì 2 gemelli,
Romolo e Remo.
La realtà è quella che si evince dall’archeologia.Quando Roma nasce, nell’VIII secolo, la
grande città non esiste ancora; era costituita da villaggi sparsi, ripidi e scoscesi, con valli
malsane. Le genti vivevano sparse tra i monti;il nucleo di aggregazione dei villaggi era
costituito dall’isola Tiberina, unico guado possibile sul Tevere, dove avvenivano gli scambi
commerciali tra il Tirreno e l’Adriatico. Questa posizione era determinante: lì si
coagularono i ceti più elevati e le forze produttive, Greci ed Etruschi.I Romani giunsero,
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1. La prima guerr
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La prima guerra Macedonica fu una vicenda parallela alla seconda guerra punica, Filippo V
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2. Imperatori del periodo
Risposta:
gli imperatori romani
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