Anno XLII - n. 1 - gennaio-febbraio 2012 ISSN.: 0391-6154 In caso di mancato recapito, rinviare all’Ufficio Postale di Vicenza per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere la tassa di spedizione. Direzione: Via delle Grazie, 12 - 36100 Vicenza - tel. 0444 324394 - e-mail: [email protected] - Direttore responsabile: Giuseppe Dal Ferro Mensile registrato al Tribunale di Vicenza n. 253 in data 27-11-1969 - Reg. ROC 11423 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1 DCB Vicenza - Associato USPI - Stampa CTO/Vi - Abb. annuale 20,00 €; 3,00 € a copia CAMBIA IL MONDO DELL’INFORMAZIONE CON I NUOVI GIORNALI ON-LINE Internet sta affermandosi rapidamente fra i giovani come strumento privilegiato dell’informazione, ieri riservata ai giornali di carta. Già assorbe il 20% della pubblicità sottratta agli altri mezzi di comunicazione sociale; il 50% dei giovani non tocca la carta stampata. Secondo alcune stime internet nel prossimo anno diventerà il secondo mezzo di informazione dopo la televisione, superando la stampa. Gli utenti di internet sono già 26,2 milioni, anche se in Italia si è in ritardo nell’investire in questo strumento: in media 38 euro per ogni utente attivo, contro i 46 euro della Francia, i 76 della Germania e i 119 del Regno Unito. Possibilità di interagire L’immediatezza delle notizie, la possibilità di interagire, il coinvolgimento degli utenti come informatori, lo spazio mondiale da occupare, sono qualità peculiari di queste nuove forme comunicative. Basta pensare al terremoto dell’Abruzzo dove dopo un minuto dalla scossa già otto persone avevano dato notizia su Twitter e molti blog si sono attivati per trasmettere emozioni, sensazioni, paure. Non dimentichiamo il ruolo svolto già nel 1992 a Sarajevo da un vecchio computer, donato alla Facoltà di elettronica da una Università olandese, il quale ha consentito ai giovani studenti di mettersi in contatto con la Casa Bianca denunciando il loro dramma di città assediata. Claudio Gina si chiede se questo nuovo veicolo mi- L’attuale uso massiccio di blogger indica la ricerca di giornali migliori, divenuti in alcuni casi sistemi per trasmettere notizie più o meno manipolate. gliorerà o no l’informazione o in che misura la cambierà radicalmente. I contenuti digitali in rete, egli sottolinea, sono “liquidi”, cioè assumono la forma del contenitore che li riceve e si plasmano a seconda dei bisogni e dei desideri dell’utente. I cittadini chiedono di essere informati, ma il rischio è di cadere nell’“effetto Babele”, cioè nella impossibilità di distinguere nel frastuono di voci che reclamano attenzione, quelle più professionali, affidabili, autorevoli. Luca De Biase aggiunge come TRAMONTO DELLA CARTA STAMPATA? oggi esistano centinaia di milioni di blogger, che coprono ogni argomento e costituiscono “un’enorme, insensata, rumorosa, informatissima, problematica, affascinante, alternativa al sistema editoriale tradizionale”. Il problema allora che si pone è quello delle modalità di utilizzo. Forse l’attuale uso massiccio indica la ricerca di giornali migliori, divenuti in alcuni casi sistemi per trasmettere notizie più o meno manipolate. Se è positivo che tutti diventino in qualche modo giornalisti, non per questo viene meno il giornalismo professionale, che si mette a servizio della società, che ricerca il senso delle notizie e mette un po’ di ordine negli avvenimenti attraverso una gerarchizzazione. Gli editori perciò possono trovare spazio nel continuare a “costruire senso” attraverso contenitori tradizionali (l’edizione di carta) e contenitori nuovi (i siti web e mobili), ricontestualizzando in modo diverso e dinamico gli elementi informativi. Prendere atto del nuovo fenomeno è quindi essenziale per ripensare l’informazione rispondendo alla prepotente esigenza di partecipazione. Sfida alla carta stampata In uno studio interessante Giulio Anselmi si chiede quali nuovi stimoli derivino al giornalismo tradizionale dall’informazione via internet. Il noto giornalista osserva anzitutto la maggiore credibilità, autorevolezza e approfondimento della carta stampata rispetto alla rete. La rapidità e la sintesi sono i punti forza del web e dei web journal. Non si può contrabbandare però per sintesi, egli afferma, l’approssimazione e la mancanza di elementi informativi fondamentali. Non è nel rincorrere la velocità di internet il compito della carta stampata ma nella riflessione sui fatti. In secondo luogo si attribuisce autorevolezza maggiore alla carta stampata anche se Pubblico presente in sala ciò non va confuso con un rapporto più o meno organico con l’autorità o con poteri forti. La rete al riguardo ha il merito di smascherare l’uso improprio dei giornali al servizio dei potentati. Altro tema, in terzo luogo, è l’obiettività. Indubbiamente quando si scrive si offre un documento verificabile al lettore. Sappiamo però quanto sia difficile l’obiettività, per Secondo il giornalista Giulio Anselmi i giornali cartacei stanno dalla parte del potere, internet sta dalla parte dell’opinione pubblica. cui i più attenti giornalisti preferiscono parlare di “ricerca” al riguardo, secondo l’affermazione di Carl Bernstein del «Washington Post» circa il caso Watergate: “è necessario raggiungere la migliore versione possibile della realtà”. Non è il migliore giornalismo quello affermatosi recentemente schierato nella battaglia politica, incurante della ricostruzione obiettiva dell’accaduto. Un quarto problema è la ricerca di democrazia sostanziale dinamica che il mondo del web sembra soddisfare meglio: “Il web viene percepito, soprattutto dai giovani, come contrario alle forze della conservazione e, se non rivoluzionario, almeno innovativo. Semplificando all’estremo: i giornali cartacei stanno dalla parte del potere, internet sta dalla parte dell’opinione pubblica” (G. Anselmi). La nuova situazione è indubbiamente stimolo a una revisione delle gerarchie castali dei giornali, dell’esercizio del potere, della manipolazione del lettore. Influenza reciproca Possiamo concludere ritenendo assai utile la nuova situazione creata da internet, motivo di una revisione di schemi cristallizzati nell’informazione, senza ignorare i limiti dell’informazione web emotiva, contraddittoria, incapace di creare partecipazione sociale. All’apparire nella storia di nuovi strumenti di comunicazione si sono avute nuove forme di civiltà. Pensiamo a come è cambiata la vita con il passaggio dai primi graffiti, agli ideogrammi, ai grafemi, alla stampa, alla televisione ed ora a internet. Da tutto ciò emerge il ruolo fondamentale del giornalista, che è il professionista dell’informazione, al quale spetta il compito non solo di raccontare ma anche di ricercare il senso dei fatti, aprendo le notizie all’interesse sociale. Contemporaneamente non si può prescindere da una formazione degli utenti all’uso intelligente e proficuo dell’informazione presentata dai vari strumenti e a una loro coscienza critica base della libertà. GIUSEPPE DAL FERRO direttore Istituto “Rezzara” Pag. 2 REZZARA NOTIZIE LEGGERE CRITICAMENTE IL GIORNALE EVOLUZIONE NEL TEMPO DELLE TECNICHE Dal punto di vista della lettura dei giornali, l’Italia a livello europeo è agli ultimi posti: parliamo, insomma, di qualcosa che non conosciamo. Recentemente sono stato invitato in una terza classe del liceo classico di un paese della provincia di Vicenza e quando ho chiesto a chi avesse acquistato almeno un quotidiano di alzare la mano, nessuno lo ha fatto; allora ho domandato chi andando a casa trova un quotidiano, su 28 ragazzi hanno alzato la mano solo tre. Il mio ragionamento, allora, non riguarda il contenitore ma è la capacità e la volontà di accedere al contenuto offerto: se i genitori di soli tre ragazzi acquistano un quotidiano, ciò vuol dire che una piccola parte svolge un’azione educativa. Quando parliamo di giornali e di informazione, si deve sapere che attualmente il loro numero è aumentato di circa il 10%. Soltanto negli ultimi due anni in India il numero di quotidiani cartacei è cresciuto fino al 35% ed in questo Paese si stampano 110 milioni di giornali al giorno, mentre in Italia se ne stampano 5 milioni 300 mila ed è lo stesso numero di quotidiani che veniva pubblicato nel 1914 prima dell’inizio della prima guerra mondiale. Dai giornalisti non si può pretendere l’obiettività assoluta perché non appartiene alle normali categorie, non esiste, si può invece pretendere l’onestà incondizionata da parte del giornale e ciò può essere verificato tramite una frequentazione quotidiana, ovvero acquistando un giornale ogni giorno, leggendolo, conoscendo le varie firme e cambiando spesso il quotidiano in modo da poter fare un confronto. I giornali, per il momento, sono cartacei ma lo saranno ancora per pochi anni perché non ci sono soldi per fare le edizioni tradizionali. I giornali on-line sono pochi ed i quotidiani più letti sono «Repubblica», «Corriere della Sera», «La Stampa», ovvero siti collegati ai principali quotidiani; in Germania, invece ci sono siti on-line di giornali che vivono solamente in rete e non hanno nessuna I testi riprendono i contenuti enmersi nei lavori della conferenza dell’informazione attuata a Bassano del Grappa e patrocinata da “Il Giornale di Vicenza”. forma cartacea alle spalle. In questo momento c’è una crisi in atto, di conseguenza vi è meno pubblicità, la gente compra meno giornali, però vuole essere informata, ma gratuitamente. Un giornale on-line tuttavia costa e ci si deve chiedere, come lettori, chi fornisce quelle notizie? Esistono però uomini liberi che fanno i giornalisti e ritengo che sia necessario coltivare anche nei giovani questa sensibilità critica, che non è mai discosta da una sensibilità etica e morale. La televisione, essendo passiva, ci ha abituati ad essere inoperosi, dobbiamo recuperare la piena vertenza e la deliberata volontà, due cose che in Italia mancano più di qualsiasi altra cosa. Non si può mai prescindere dallo spirito critico: uno studio pubblicato dal «Corriere della Sera» evidenziava che stiamo perdendo l’uso della lingua (numero esiguo di vocaboli, incapacità di scrivere, soprattutto da parte dei ragazzi). Il libro del teologo francese George Bernanos Lo spirito europeo e il mondo delle macchine, da ragazzo mi ha molto colpito perché l’autore, agli inizi del Novecento, descriveva la società che doveva venire. G. Bernanos dice che l’uomo sta perdendo l’uso delle gambe e delle braccia perché si lascia guidare totalmente dalle macchine e rischia di diventare un automa. L’umanità, sotto vari aspetti, si sta atrofizzando, ad esempio grazie ai comandi vocali non è più necessario usare le mani; i nostri figli, dal momento che non leggono più, non sono in grado di scrivere. La televisione ha cambiato il modo di fare i giornali ed infatti, fino alla metà degli anni Novanta, si è tentato di fare il verso alla televisione. La carta stampata ha allora fatto titoloni strillati, con caratteri cubitali e forzando le situazioni in quanto il mezzo televisivo vive di emotività. Ora si è capito che quella non è la strada giusta e si è fatto un restyling totale dei giornali. Nel 2007 ho vissuto per un anno a Barcellona, città dove è presente il più grosso centro di grafica giornalistica mondiale. In questo studio grafico, che in Italia ha fatto il «Corriere della Sera», «La Stampa», «La Gazzetta dello Sport», e dove lavoranogiornali inglesi e sud-americani, abbiamo ammodernato «Il Giornale di Vicenza» a livello grafico. Durante questa esperienza mi sono reso conto cosa significa fare un giornale diverso, in quanto ora i quotidiani sono più garbati, meno strillati, più contenuti nella forma. CLAUDIO TESSAROLLO giornalista de «Il Giornale di Vicenza» LA STAMPA RIDIMENSIONATA CONSERVA IL SUO PRESTIGIO Una recente indagine fatta in Inghilterra, diceva che il 64% degli intervistati ha più fiducia nella televisione, mentre nella carta stampata credeva solo il 38%. L’indagine a cui ho fatto riferimento è stata realizzata subito dopo l’inchiesta che aveva messo Murdock in difficoltà perché News of the World aveva indagato la famiglia reale ed aveva cercato di approfittare di una serie di inchieste. Vorrei invitare a cercare su internet il catalogo di “Umoristi a Marostica”, una rassegna che da più di quarant’anni fa convogliare in questa cittadina vicentina umoristi provenienti da tutto il mondo, i quali presentano lavori in base ad un tema unico (nel 2011 internet). Il catalogo della mostra è disponibile sia in formato cartaceo sia in internet. La copertina di questo catalogo è un filo spinato con il www ed i chiodi, la seconda di copertina è una gabbia dentro la quale c’è l’uomo. Gli umoristi fanno ridere, ma fanno anche riflettere e toccano i problemi in profondità. Secondo loro, quindi, internet ha il potere di farci credere di essere la possibilità più democratica dell’informazione, di essere la libertà più assoluta, in realtà è una gabbia dentro la quale bisogna sapersi muovere. Oggi ci informiamo in svariati modi e le notizie e le informazioni quotidiane ci arrivano a valanga attraverso gli attuali media, di facilissima comunicazione, ma ancora labili perché freschi di conoscenza e di applicazione; ci sono poi le tecnologie più stabili, ovvero la radio e la televisione, che si sono consolidate nel tempo; infine vi sono le cellule perenni, ossia i giornali ed i libri. Ho una visione ottimistica nella tenuta della stampa cartacea perché al di là del profumo della carta, del fatto che ancora il 50% delle persone legge i giornali e cerca l’informazione attraverso questi media, l’informazione giornalistica ha una credibilità complessiva, un’offerta di opportunità e di libertà. La carta stampata ci offre ancora la tranquillità della lettura e ci pone, quasi sempre, anche opinioni diverse, pure quando si vanno a leggere i giornali Le notizie ci arrivano a valanga attraverso gli attuali media, freschi di conoscenza e di applicazione. di partito o quelli che sono più vicini alle formazioni ideologiche. I giornali danno un’informazione guidata, condotta e quelli più liberi di una avvenimento ne offrono il fronte ed il retro e lasciano ai lettori la capacità di scelta, mentre nell’informazione unidirezionale non è altrettanto facile trovare questa autenticità e libertà. Nel film del 1952 “L’ultima minaccia”, Humphrey Bogart diceva: “È la stampa, bellezza! La stampa! E tu non puoi farci niente! Niente!”. È la stampa, bellezza! La mia avventura nel giornalismo è anche un libro del 2008 di Giorgio Bocca. È la stampa della carta stampata, come adesso anche della radio e della televisione, che ha delle persone responsabili Tavolo dei relatori dietro la scrivania, o dietro il microfono, o al di là del video, che dipendono ancora da un direttore responsabile, che si assumono direttamente delle responsabilità. Non è così ancora nell’on-line, con l’eccezione dei giornali che sono la riproduzione dei quotidiani cartacei o quelli che sono una riproposta delle informazioni televisive dove c’è un criterio di responsabilità e c’è anche chi deve rispondere personalmente. Negli impegni del nuovo Consiglio dei Ministri, c’è la liberalizzazione delle professioni ed è messa in discussione anche la professione del giornalista, viene rivista l’organizzazione dell’ordine e sono aboliti, ad esempio, i pubblicisti e tutti quelli che fanno giornalismo a livello professionale devono diventare giornalisti a tutto campo. Coloro che oggi inizieranno la professione dovranno avere una formazione universitaria, fare un praticantato di diciotto mesi, ma questo vale per ogni professione, ed infine, ed è ciò che mi preoccupa maggiormente, c’è il tentativo di mettere in discussione l’istituto di previdenza per entrare nel calderone di quella generale. C’è un nuo- vo attacco all’informazione, così come vi è una nuova aggressione quando si parla di vietare la pubblicazione delle intercettazioni perché la prevenzione, o la respon- L’informazione giornalistica ha una credibilità complessiva, un’offerta di opportunità e di libertà. sabilizzazione, costano di più rispetto l’imposizione di vincoli gratuiti. Credo molto nel ruolo dell’informazione perché se viviamo in un Paese libero ed abbastanza democratico, lo dobbiamo sicuramente alla possibilità di far circolare le informazioni e le notizie. I nuovi mezzi di comunicazione della primavera araba, dagli sms a Twitter, sistemi di comunicazione rapidi, sono di supporto alla conoscenza reale che può venire solo da una informazione completa fatta da persone responsabili che debbano anche rispondere di fronte ad un ordinamento istituzionale che li vuole preparati, seri, affidabili, certificati. GIANDOMENICO CORTESE giornalista REZZARA NOTIZIE Pag. 3 PROBLEMI PEDAGOGICI DI INTERNET ADULTI SOCIALIZZATI DAI GIOVANI Del rapporto tra adulti ed adolescenti rimane il senso di responsabilità e di cura del sé espanso e la maturazione di un senso critico: in una situazione di overdose informativo, infatti, l’unica cosa che gli adulti possono fare nei confronti dei giovani è allenarli continuamente al senso critico, ma è un compito difficile ed oggi essere educatori delle nuove generazioni è un’impresa colossale perché l’impegno alla criticità deve essere costante e quotidiano. Sono una sociologica e da più di dieci anni mi occupo dell’uso di internet da parte dei giovani, soprattutto degli adolescenti. Abbiamo fatto una serie di ricerche in ambito sia locale sia regionale e l’ultima pubblicazione, del 2010, è una raccolta di riflessioni su questi dieci anni di ricerca. Ciò che abbiamo fatto in questi anni di ricerca sugli adolescenti (televisione, cellulare, internet…), ci ha portato a fare una serie di riflessioni sui significati e sul senso che hanno questi mezzi per i ragazzi a prescindere da un certo clima di opinione che si stava costituendo intorno al rapporto tra giovani e nuove tecnologie. Quando parliamo di nuove forme di comunicazione e di giovani, stiamo trattando anche il rapporto con gli adulti. Socrate scriveva: “La nuova gioventù vive nell’abbondanza e nel lusso. Maleducata, disprezza ogni autorità e non ha nessun rispetto della vecchiaia. I nostri figli sono veri egoisti, che spesso si ribellano ai loro genitori”. Gli adulti, ad un certo punto, non riconoscono più quelli che fino ad un determinato giorno sono stati dei bambini adorabili perché si sono improvvisamente trasformati in qualcosa di diverso, impossibile da riconoscere: a questo punto scatta il conflitto generazionale, che in se stesso va bene. Attualmente nella relazione fra giovani ed adulti il problema è costituito proprio dalla mancanza di conflitto generazionale, il quale serve ai ragazzi per crescere, in quanto se non c’è opposizione, manca un punto di confronto con cui si capisce chi sono io e chi è l’altro. La retorica del nuovo La retorica del nuovo è una tematica che va di pari passo con l’innovazione tecnologica: ogni qualvolta l’innovazione tecnologica tocca una parte importante e centrale della vita come la comunicazione, scatta una serie di meccanismi, di dinamiche, sociali, culturali ed interpretativi che spesso portano ad un’ambiguità delle posizioni, ovvero dalla contrapposizione tra l’assoluto entusiasmo al panico più totale. Internet ha ripercorso queste dinamiche perché da un lato ai suoi esordi era considerato la panacea di tutti i mali della società post-industriale (lavoreremo tutti e da casa, sarà la democrazia, l’espressione della libertà), mentre dall’altro ci si è convinti della scomparsa dei libri, della morte della comunicazione e dell’espressione emotiva. Entrambi i poli della questione sono sempre esistiti, tanto che nel 1500 con l’avvento della stampa vi sono state più o meno le stesse posizioni ed uno dei grossi allarmi suscitati dal nuovo mezzo fu il problema dell’attendibilità delle informazione in quanto, verso la metà del Cinquecento, in Europa c’erano quindici milioni di libri che circolavano e non si sapeva cosa era vero. Agli inizi del Novecento, il cinema, che ebbe un successo strepitoso, immediato, portò con sé una serie di allarmi e di paure ed intorno agli anni Dieci del Novecento per le donne era considerato pericoloso andarci perché le immagini in movimento le faceva diventare isteriche. Ora questa cosa ci fa sorridere, ma all’epoca era considerato un vero e proprio problema, anche se effettivamente vi era realmente un rischio sostanziale in quanto le pellicole prendevano fuoco e gli edifici erano facilmente a rischio incendio. Insomma, sul pericolo oggettivo si era costruito un pericolo simbolico che attingeva anche dalla fama che avevano cominciato ad avere le teorie di Freud, il quale inventò l’isterismo femminile. Rapporto fra generazioni Gli antropologi, che in Italia sono un po’ snobbati ma fanno delle ricerche importanti, ci dicono che il primato della comunicazione faccia a faccia non verrà mai meno rispetto ad altri sistemi di comunicazione. Tale primato oltre che storico, in quanto è stato il primo sistema che gli individui hanno utilizzato per comunicare, è tale anche a livello biologico in quanto un nuovo nato impara a parlare con la propria madre, faccia a faccia. La familiarità che hanno i giovani con l’innovazione però non potrà mai essere raggiunta od equiparata dagli adulti. Le nuove generazioni si presentano all’epoca in cui vivono dando per scontato il livello tecnologico di quell’epoca, quindi non lo problematizzano ma lo usano e ciò fa parte del loro orizzonte di riferimento per muoversi in quel mondo. Invece gli adulti, e lo vediamo soprattutto con la tecnologia informatica, hanno dovuto faticare per imparare ad usare i nuovi mezzi e questa differenza non sarà mai colmabile: i giovani saranno sempre più avidi degli adulti nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Nei giovani c’è un’alfabetizzazione ai software che inizia prima tramite i giochi elettronici, anche senza che siano i videogiochi, e li fa familiarizzare con la tecnologia ed i suoi simboli, i suoi codici, i suoi linguaggi (play, pausa, avanzamento veloce…). La caratteristica della tecnologia oggi è che i software sono tutti uguali, quindi da quando esistono sistemi operativi quali quelli del MacIntosh o Windows, sono semplici da usare e non è più necessario sfogliare libretti di istruzioni (ad esempio quando ci arriva il nuovo cellulare, prendiamo il libretto di istruzioni; il ragazzino invece inizia ad usarlo subito). Il passaggio da un settore all’altro è semplice perché i software si somigliano in quanto si basano su una filosofia particolare, chiamata user friendly design (design amichevole). Di conseguenza, vi è una socializzazione rovesciata costituita da giovani depositari di conoscenze tecnologiche all’interno delle famiglie e in virtù di questa conoscenza, osserviamo spesso processi di socializzazione rovesciata in cui sono i giovani ad insegnare agli adulti ad usare il cellulare o le tecnologie (scrivimi la mail, cercami la ricetta su internet, prenotami il volo aereo…). Dalle nostre ricerche però abbiamo visto che questi processi di socializzazione rovesciata non si traducono immediatamente in una perdita di potere da parte dei genitori, in quanto questi ultimi riescono ad esercitare il loro potere comunque ed in altre sfere. Le generazioni sono state etichettate in tanti modi: generazione “copia e incolla”, spauracchio degli insegnanti, generazione wireless, Mtv generation, i-pod generation ed infine nativi digitali, la più utilizzata ed in voga in questo momento per cui i giovani entro i vent’anni sono appunto considerati nativi digitali, mentre tutti quelli che sono sopra tale età sono considerati immigrati digitali che fanno faticato per imparare le nuove tecnologie. Pericoli del “navigare” Per quanto riguarda la privacy si deve distinguere fra rischi e pericoli. I pericoli sono considerazioni che hanno sicuramente una conseguenza negativa, il rischio identifica un percorso di azione che può avere o un esito positivo o un esisto negativo. I pericoli che sentono i giovani sono quelli del senso comune: gli adolescenti sono consapevoli dei rischi e dei pericoli presenti in internet, ma il senso comune non sa tutto perché ignora una serie di rischi che riguardano la privacy. Vi è poi una serie di differenza fra la concezione di pericolo fra adulto e giovane, ad esempio potremmo pensare che i giovani vivano internet come il regno dell’assoluta libertà, invece spesso abbiamo ascoltato ragazzi che invocano maggiore controllo degli ambienti sociali frequentati. L’assoluta libertà era uno dei dogmi di internet degli anni Novanta, oggi non è più così ed un ragazzo quando frequenta un ambiente digitale vuole che tale ambiente sia vivibile, quindi segue certe regole e richiede la presenza di persone che controllino il buon andamento delle cose. Ho fatto alcune ricerche con alcuni gruppi di ragazzi i quali quando chiedevamo cosa pensavano di coloro che trovano il fidanzato tramite internet, rispondevano che li ritenevano degli “sfigati” in quanto li ritenevano non in grado di comunicare, di esprimere le proprie emozioni e relazionarsi faccia a faccia. Il senso comune etichetta in un modo, che è conosciuto dai ragazzi, però poi l’esperienza dipende dal singolo. Invece, allo stesso tempo abbiamo notato che molti ragazzi scrivono ancora le lettere a mano, su carta, soprattutto quando sono lasciati dal fidanzato/a perché la lettera ha un significato simbolico che è insostituibile e che è conosciuto. I ragazzi utilizzano il mezzo di comunicazione adatto in quel momento per comunicare qualcosa, conoscendone i significati simbolici dei messaggi che inviano. Per quanto riguarda i rischi di senso comune, quelli più generici sono conosciuti ed una divergenza riguarda il fatto che diverse concezioni della tecnologia derivano da differenti alfabetizzazioni. Ciò significa che chi ha più esperienza e più pratica delle tecnologie, ha meno paura della tecnologia stessa e viceversa. Quando abbiamo chiesto ai ragazzi chi fossero, secondo loro, le persone maggiormente soggette ai pericoli di internet e delle nuove tecnologie, le risposte sono state i bambini ed i genitori perché la competenza è fondamentale per muoversi all’interno di questo mondo. Ci sono poi pericoli legati all’esperienza diretta come la pubblicità, che dagli adolescenti è considerata molto fastidiosa perché si ha la percezione di avere difficoltà a sottrarsi ad essa, ed il materiale pornografico, ossia i ragazzi scaricano dalla rete ma quando aprono il file, pensando si tratti di ciò che stavano cercando, si accorgono che si tratta di materiale pornografico e ciò è molto fastidioso. Vi è la consapevolezza che la navigazione in internet comporti dei pericoli, così come accade girando per la strada, perciò più conosco l’ambiente in cui mi trovo e maggiormente sono in grado di muovermi in maniera sicura. Gli adulti però sanno come muoversi per strada e quali sono i pericoli che si possono incontrare fino ad un certo punto, quindi c’è la sensazione che quando i ragazzi girano per internet siano abbandonati da parte degli adulti. L’utilizzo di internet e dei computer nella maggior parte dei casi passa attraverso l’autoalfabetizzazione, ovvero i ragazzi hanno imparato ad usare il pc da soli o con l’aiuto di amici, infatti la scuola nelle percezioni è poco presente, quindi lo vivono come un mondo sotto la loro responsabilità e la cultura tra pari è con il compagno, l’amico od il gruppo con cui mi confronto su ciò che succede in internet, su cosa posso o non posso fare. I ragazzi percepiscono i virus come il pericolo principale perché sono molto facili da prendere, soprattutto attraverso le mail, poi vi sono i dailer, temibili però prima dell’avvento dell’adsl, mentre l’uso eccessivo di internet non è percepito come un rischio. I pericoli espressi riguardano l’esperienza particolare, le minacce di senso comune sono conosciute ma non ritengono che li riguardi. MICHELA DRUSIAN Università di Padova (continua a pag. 8) Pag. 4 REZZARA NOTIZIE stampa???????? - tv - on-line GIORNALISMO DELLA CARTA STAMPATA E NUOVA INFORMAZIONE IN RETE Non è elegante parlare proprio oggi che milioni di lavoratori fanno i conti con una prospettiva di vita più o meno cambiata, ma io sono da tre mesi un pensionato del giornalismo su carta stampata: quasi quasi un pensionato baby, perché da ieri sera sono diventati otto gli anni di anticipo del mio pensionamento. Causa crisi aziendale, ristrutturazione, taglio del personale per recuperare sui costi di produzione. Ed eccomi allora diventato appunto una “testimonianza al microfono” della realtà di cui discute questa conferenza del Rezzara. Una realtà che tutti conosciamo e pratichiamo: calano, e anagraficamente invecchiano, i consumatori della carta stampata, e perciò le aziende giornalistiche devono risparmiare per farcela a resistere in un mercato che misura il 7% di perdita di copie vendute tra il 2007 ed il 2011; contemporaneamente cresce l’utilizzo di internet per informarsi, fatto che avviene a scavalco di tutte le fasce generazionali, ma con una percentuale geometricamente crescente di giovani che utilizzano solo la rete; e anche i quotidiani più radicati sul territorio e tecnologicamente conservatori devono buttarsi in internet per cercare di recuperare. Quanto calano e quanto crescono, i numeri del travaso dalla stampa ad internet? Tanto… E non ci rimettono soltanto i giornali, ma anche la tv, dove, per fare l’esempio della polemica recente sul “direttorissimo Minzolini”, la battaglia sugli share tra il Tg1 ed il Tg5 si combatte aspramente sulle percentuali di ascolto, ma in presenza di un pubblico totale che non aumenta ma ristagna o si contrae, specie nelle sue fasce giovanili. Cambia il costume Ma restiamo sui giornali e i periodici. Il Censis, dati 2011, ha misurato la situazione per l’Unione della Stampa cattolica (UCSI), ed il Rezzara ha i dati a disposizione per chi li vuole approfondire. In due anni, dal 2009, il totale degli italiani che abbinano anche la carta stampata all’utilizzo di televisione o computer per informarsi sull’attualità è calato dal 60% al 54%. In parallelo, il totale di chi non sfoglia neanche un giornale o una rivista è aumentato dal 39% al 45,6%. Nel rapporto del Censis si legge: “Che si tratti di persone che guardano solo la televisione oppure di raffinati acrobati del surfing su internet, se leggono qualcosa lo fanno solo attraverso lo schermo”. In questo conto ci stanno quindi sia quelli che chiamerei i super-passivi dell’informazione, i tele-utenti più o meno fidelizzati dal canale preferito, che se lo bevono mattina e sera; sia i tele-utenti, chiamiamoli “intelligenti”, che almeno fanno zapping tra L’84% dei giovani vive abitualmente in rete e Facebook è lì che informa per una preponderante parte di conoscenze sull’attualità. i telegiornali e i programmi di approfondimento; sia quelli che si informano solo dentro la rete. Tra questi ci sono i giovani più o meno natividigitali a seconda dell’età e i giovanilisti, come me, che, per informarsi, internet lo usano molto, magari anche più dei loro figli. Sempre il Censis ha misurato che l’84% dei giovani vive abitualmente in rete e, Facebook e socializzazioni varie a parte, è lì che si informa per una preponderante parte di conoscenze sull’attualità. Con la qual cosa anche i giovani tradiscono la televisione con la quale sono cresciuti. D’altronde, è un tradimento ben meritato. Il 4 dicembre 2011, mentre Monti e i suoi ministri, tutti ben seguibili in diverse dirette on-line, raccontavano una manovra che rivoluziona la storia e le abitudini degli italiani, le grandi televisioni nazionali non hanno toccato un minuto del loro palinsesto e trasmettevano rispettivamente Fazio a colloquio con Bersani sulle… pre-ipotizzate misure del governo, il giro del mondo in ottanta giorni, “Tempesta d’amore”, “Ncis”, i “Soliti ignoti” e “Paperissima”… E volete che i giovani, almeno quelli più maturi che pensano al loro futuro, guardino Mediaset o la Rai? Purtroppo per noi attuali o ex giornalisti della carta stampata, i giovani abbandonano anche i giornali. Per colpa della gratuita comodità di internet, o del costo del giornale in edicola, che sarà il solito costo di un caffè ma è pur sempre un euro e rotti, e probabilmente anche per colpa della calante credibilità di noi giornalisti. Protagonismo dei giornalisti Nelle ricerche dell’UCSI si dice che il 77% dei giornalisti è ritenuto competente ed il 72% è anche chiaro nell’esposizione dei fatti. Ma ho letto con un dispiacere non nuovo, perché è la sensazione di disistima che mi è cresciuta addosso in trent’anni da cronista, che invece i giornalisti sono ritenuti poco indipendenti e molto spregiudicati dal 67% degli italiani (che magari non li leggono ma li vedono solo a battibeccare nei talk-show) e che un italiano su due, una quota che a me pare enorme, li ritiene “poco affidabili”. Mi ha consolato solo un altro dato: un altro 76% degli italiani dichiara eccessive le smanie di protagonismo dei giornalisti. Spero che a dirlo e a determinare così anche gli altri dati appena citati, siano per lo più gli italo-spettatori televisivi, che i giornali non li leggono e hanno invece davanti ogni giorno in video solo una fetta limitata e particolarmente, diciamo, “spettacolare” di miei colleghi. Ancora un dato Censis: secondo l’opinione media degli italiani medi il voto medio di credibilità della televisione è un dal 5/6, quello dei giornali è un 6=, mentre internet vale un discreto 6 e mezzo. Niente da stupirsi, quindi, e dico di nuovo: purtroppo, se per un motivo o per l’altro, per il prezzo da pagare per la stampa in edicola, per l’abitudine alla tastiera e al video, per la disaffezione e disistima verso l’informazione tradizionale, sono soprattutto i giovani ad allontanarsi di più dalla carta stampata. Il dato recente è addirittura clamoroso per la sua imponenza e velocità: nelle popolazione giovanile il distacco praticamente totale della carta stampata era al 36% nel 2009 e supera oggi abbondantemente il 50%. Sfida per i giornali Come stanno rispondendo i giornali italiani alla situazione? Accettando, per forza, la sfida posta da internet, che è una sfida potentissima sia alle abitudini delle aziende sia a quelle dei giornalisti. Una sfida non eludibile ma che è grandemente faticosa e al momento, secondo me, incerta negli esiti. Internet rappresenta già una significativa percentuale dei lettori di tutte le grandi testate: più del 20% per «Repubblica», L’EVOLUZIONE DEL CONSUMO DEI MEDIA: L’UTENZA COMPLESSIVA(1), 2009-2011 (VAL. %) 2009 2011 Tv tradizionale Tv analogica Tv digitale terrestre Tv satellitare Web tv Iptv Mobile tv Televisione in generale 91,7 91,7 28,0 35,4 15,2 5,4 1,7 97,8 94,4 64,6 76,4 35,2 17,8 2,0 0,9 97,4 2,7 -27,1 48,4 -0,2 2,6 -3,4 -0,8 -0,4 Autoradio Radio tradizionale Radio da lettore mp3 Radio da internet Radio da cellulare Radio in generale 63,8 59,7 18,6 8,3 8,1 81,2 65,2 58,0 14,8 8,4 7,8 80,2 1,4 -1,7 -3,8 0,1 -0,3 -1,0 Quotidiani a pagamento Free press Quotidiani on-line Quotidiani in generale 54,8 35,7 17,7 64,2 47,8 37,5 18,2 66,6 -7,0 1,8 0,5 2,4 Siti web di informazione Diff. % 2009-2011 36,6 Settimanali Mensili 26,1 18,6 28,5 18,4 2,4 -0,2 Libri E-book 56,5 2,4 56,2 1,7 -0,3 -0,7 Cellulare basic Smartphone Videofonino Cellulare in generale 70,0 14,3 0,8 85,0 62,0 17,6 0,1 79,5 -8,0 3,3 -0,7 -5,5 Internet 47,0 53,1 6,1 (1) Utenti che hanno indicato una frequenza d’uso di almeno una volta alla settimana (ovvero hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno). Fonte: indagini Censis, 2009 e 2011 il 19-20% per «Il Sole-24 Ore», il 16-17% per il «Corriere». Restando da noi, «Il Giornale di Vicenza» ha nei giorni normali quindicimila utenti che accedono via web, un terzo delle copie vendute. E ha misurato picchi anche tre-quattro volte maggiori nei giorni delle emergenze, come l’alluvione dell’anno scorso o il terremoto qui a Bassano. Come rispondono i giornali a questa domanda di informazione in internet? La domanda ne trascina altre. Ne elenco qualcuna. Quanto e come durerà la gratuità dei giornali on-line, per la parte attiva sulle pagine on-line, visto che il cartaceo digitalizzato già si paga? Un utente su sei ammette che l’informazione non potrà essere sempre gratuita, ma due su cinque dicono che gli editori devono pagarsi con la pubblicità, perché la regola morale di internet è la gratuità… Poi, quale “tipo giornalistico” nuovo, inteso come giornalista diverso dal passato, viene selezionato dal giornalismo on-line? Serve ancora il professionista che, almeno in teoria, è mediatore della buona informazione, o bastano “un paro de tosati che buta dentro in pagina”, perché internet è di bocca buona e può starci dentro di tutto? E ancora: come cambiano i tempi e il modo di scrittura dei giornalisti? Ci sarà ancora spazio per l’approfondimento dei temi e la spiegazione ragionata delle cose su cui si scrive? E soprattutto, per chiudere, come si sviluppa l’interazione tra lettore online e giornalista che scrive e si fa leggere in tempo reale? Può essere l’on-line, proprio perché più direttamente sottoposto al controllo e al giudizio critico dei lettori, una via anche per il recupero di credibilità del giornalismo d’informazione? ANTONIO TRENTIN giornalista REZZARA NOTIZIE Pag. 5 stampa - tv - on-line ESPERIENZE DI INFORMAZIONE ON-LINE TECNICHE, COSTI, LINGUAGGI, IMMAGINI Sono un informatico ed internet mi ha interessato fin dal 1993, quando la rete non si sapeva neppure che cosa fosse. Ho sempre seguito questo tipo di attività ed ho iniziato a fare l’assistente di servizi innovativi e tecnologici per Confindustria di Vicenza, dal momento che il nuovo, l’innovazione, le tecnologie possono far crescere la nostra economia. Non sono giornalista professionista ma pubblicista, ho preso la tessera scrivendo di innovazioni su «La Nuova Vicenza» del direttore Franco Filippini. L’esperienza come giornalista, e come direttore, l’ho fatta nella creazione del primo giornale on-line, registrato in Italia perché lo abbiamo fatto il giorno prima del giornale «Slate» di Bill Gates, registratosi il 16 giugno 1996 mentre la nostra registrazione è del 15 giugno 1996. «Nautilus web magazine», di cui sono ancora direttore responsabile, è il primo giornale on-line registrato in Italia ed è sorto grazie ad un gruppo di redattori che dopo la fine dell’esperienza de «La Nuova Vicenza», settimanale trasformatosi in giornale quotidiano che però è stato schiacciato dalla forza de «Il Giornale di Vicenza». Nel 1995, visto che internet stava diventando un nuovo sistema per comunicare, e noi pensavamo sarebbe divenuto pubblico e di grande rilevanza, ci siamo resi conto della necessità di utilizzare questa nuova tecnologia piuttosto che tentare un’operazione realmente commerciale. Tale iniziativa è proseguita fino al 2003 con un giornale che via via si è trasformato da settimanale con cadenza di notizie di tipo quotidiano a giornale mensile, ma alla fine non abbiamo più avuto la forza economica per continuare, anche perché non è facile comprendere come si possa fare i “soldi” con internet. Una delle problematiche rilevanti dei giornali, in particolare di quelli stampati ma anche quelli on-line, è come sopravvivere perché sostanzialmente sono gratis o ci sono piccole cifre che vengono ad essere pagate per la loro lettura. I giornali on-line oggi possono stare in piedi grazie alla presenza di pubblicità, di sponsor o di piccoli abbonamenti che permettono non tanto di coprire le spese, ma di essere comunque disponibili alla fruizione da parte degli utenti e di fare opinione, punto questo che è uno degli obiettivi importanti di un giornale. Carenze e pericoli Si è affermato che ad un certo punto non ci saranno più giornali stampati; non so se ciò corrisponde al vero ma oggi strumenti come gli smart phone o gli i-pad, dispositivi facili da portare in tasca in quanto sono molto leggeri e di misure contenute, permettono non solo di leggere il giornale ma anche libri oltre ad avere a disposizione numerose fonti di informazione. Il problema Internet ed altri strumenti informatici permettono di trasmettere anche piccole quantità di informazioni che fanno immediatamente il giro del mondo. di questi strumenti è che per poter leggere i giornali online, bisogna essere collegati in internet e questa è una delle carenze più rilevanti presenti in Italia. Come Associazione degli Industriali, è una battaglia che stiamo facendo a livello nazionale perché è inutile pensare ai grandi sistemi informatici se non c’è la possibilità di avere il collegamento internet ad una velocità che sia sufficiente. In mancanza di connessione alla rete, infatti, gli strumenti informatici possono contenere solo i dati immagazzinati in memoria e non sono in grado di ricevere nuove informazioni. Vent’anni fa le persone collegate in rete erano veramente poche, ora vi sono venti milioni di connessioni, ma se questa rete di dati, o connettività, che possono essere via satellite come attraverso la fibra ottica od il wireless (senza fili), non è sufficientemente elevata, non si è in grado di comunicare le informazioni. È, insomma, come avere dei grandi serbatoi di informazione, ma questi non riescono a collegare ed a trasferire le proprie informazioni, come nel caso in cui mancassero infrastrutture quali le strade o le arterie del corpo. In Italia la mancanza di connessione genera un impoverimento dal punto di vista economico perché avere connettività significa permettere lo sviluppo ed incidere economicamente. Il Paese sta vivendo una condizione di crisi economica, sviluppare la rete e l’informazione potrebbe portare ricchezza e lavoro in quanto la costruzione di siti genera lo sviluppo di attività e può far crescere l’economia portando lavoro anche per i giovani. La rete può portare dei grandi problemi perché un sovraccarico di informazione può produrre disinformazione: quando si hanno grandi quantità di cose e non si è in grado di valutare quale informazione fa per te e quale sia quella vera e quella manipolata, si è di fronte ad un’informazione che perde la propria qualità. Rispetto a questo, è allora importante fare in modo che i giornalisti, o le persone che immettono le informazioni in rete, abbiano dei valori deontologici e seguano determinati criteri in modo che l’informazione sia coerente e rispettosa di una serie di valori che identificano sia i giornali sia i contenuti diffusi sulla rete stessa. I blog da una parte possono creare sovrabbondanza di informazioni, ma in altre realtà questi strumenti permettono ai popoli di raggiungere la libertà. Il mondo è venuto a conoscenza delle rivoluzione morbide del Nord Africa grazie da una serie di informazioni e di scambi che hanno consentito di mostrare cosa stava accadendo in realtà. Internet ed altri strumenti informatici permettono di trasmettere anche piccole quantità di informazioni, cosa utile specialmente in alcune realtà in cui non è disponibile la banda larga (come quella che potremmo avere in Italia, ma che non abbiamo), per cui grazie a Twitter si possono inviare informazioni leggere (160 caratteri) che fanno immediatamente il giro del mondo, oppure i cellulari sono in grado di fare una fotografia e di mandarla immediatamente dall’altra parte del globo fornendo un’informazione che altrimenti poteva essere nascosta. Da questo punto di vista, per alcuni motori di ricerca (Google…) vi sono già stati alcuni problemi ed in Cina, ad esempio, sono stati in parte soppressi perché l’informazione è qualcosa che fa paura. Internet ha due valenze, ossia dà la possibilità di distribuire velocemente l’informazione a tutti e presenta le cose come avvengono, anche se in alcune realtà i fatti vorrebbero essere occultati. Esperienza di «Nautilus» «Nautilus», come dicevo all’inizio, è stata la prima testata on-line. I temi affrontati sono ancora attuali (secessione) e la divisione del giornale era stata fatta in una serie di sottocartelle fra cui la prima pagina, il primo piano, l’attualità, ecc. L’edizione è ancora visibile in internet. Per caricare questo numero sul server, che era stato costruito a Thiene, ci abbiamo impiegato quasi venti ore perché i tempi erano quelli: eravamo pieni di buona volontà, però non c’erano le strutture. È stata un’esperienza molto importante e già avevamo le impostazioni in cui c’erano Il giornale on-line, le informazioni corrette e verificate, quindi con dei valori di etica giornalistica, sono elementi che possono essere inseriti nella rete. i banner pubblicitari (studio immobiliare Bisognin), ed un aiuto era venuto anche dall’Associazione Industriali di Vicenza. Si era deciso di fare un giornale a partire dall’esperienza che aveva accomunato un gruppo di giornalista della redazione di un settimanale locale, poi divenuto quotidiano, e l’obiettivo era di ricercare nuovi spazi. Aprire un giornale in internet era strategico come strumento culturale di diffusione dell’informazione, seguendo il modello di futuro che allora si stava prospettando. Abbiamo voluto costruire uno strumento che fornisse informazione corretta e verificata, facendo uso degli strumenti permessi dalle nuove tecnologie. Nel realizzare questo strumento c’era la sicurezza che l’informazione on-line sarebbe diventata un mezzo utile diffuso, e realizzarlo rientrava nella nostra missione principale, che è quella di essere content provider. Per internet è importante avere la banda larga e le connettività, però avere le autostrade senza le macchine che vi corrono, è aver fatto degli investimenti senza alcun senso. Sia allora e più ancora ora, diciamo che o ci sono i contenuti oppure senza averli equivale a non ottenere nulla. Il giornale online, le informazioni corrette e verificate, quindi con dei valori di etica giornalistica, sono elementi che possono essere inseriti nella rete, e questo è un compito che consideriamo importante. All’inizio avevamo pensato «Nautilus» come settimanale, poi è diventato mensile, infine tramite un accordo con la Banca Popolare di Vicenza, che aveva iniziato a costruire un proprio portale di notizie, si è fatta un’operazione che permettesse di far diventare «Nautilus» mensile per i grandi temi di approfondimento e poi vi fossero degli approfondimenti e delle notizie di tipo quotidiano. Nel 2001 abbiamo vinto un bando europeo per la regione Sicilia, dove è stata aperta una piccola redazione: la redazione vicentina era formata da sei persone, professionisti e collaboratori, mentre quella siciliana era costituita da due persone. Le notizie erano state differenziate in ambito ed interesse, in modo tale che ci fosse una collocazione geografica della notizia; le categorie in cui erano suddivise le notizie erano attualità, cultura, economia, politica, scienza, spettacolo, sport che a loro volta venivano ad essere suddivise in categorie (sport: calcio, atletica…). In questo modo avevamo creato un piccolo sistema che era anche un sistema di ricerca, che ci permetteva quindi di ordinare le notizie in base agli argomenti ed a determinati elementi in cui venivano suddivisi. Ogni giorno la redazione produceva dalle cinquanta alle sessanta notizie e successivamente si è fatto uso anche dell’Ansa, con la quale disponevamo di un abbonamento, in modo da avere anche notizie nazionali, qui però è sorto un problema di copyright. La maggior parte delle iniziative erano integrate con foto. Avevamo anche aperto uno spazio in cui chi si registrava poteva entrare, mettere una notizia ed una foto, e tutto questo materiale è ancora in archivio (circa 50.000 notizie). Il nostro obiettivo era di aumentare il numero di redazioni locali, coprire capillarmente il territorio ma uno dei problemi era costituito dai contratti giornalistici. Le notizie su «Nautilus» venivano inserite da un redattore, poi era verificata da un altro redattore ed infine, prima di essere pubblicata, passava dal direttore. MATTEO SALIN amministratore unico Ashmultimedia Pag. 6 REZZARA NOTIZIE giornalismo ????????in rete L’EVOLUZIONE DELLA TELEVISIONE CON LA DIFFUSIONE DEI COMPUTER L’offerta e la concorrenza si sono ampliate e le notizie ci raggiungono in qualsiasi momenti attraverso i canali e gli strumenti più vari, quindi oltre ai giornali e alla televisione ci arrivano anche mediante internet attraverso tutte le sue varie sfaccettature (computer, pc portatili, i-pod, i-phone, semplici telefonini che sono in grado di connettersi alla rete…). Per informarsi non occorre è più necessario aspettare quei momenti rituali che erano il quotidiano del mattino ed il tg della sera, oggi l’informazione non ha più orari ed anche la televisione, settore in cui lavoro da tre anni, si è dovuta adeguare essenzialmente in due modi, ossia con l’offerta on demand e con i canali all news. L’offerta on demand significa mettere a disposizione i contenuti televisivi in qualsiasi momento attraverso o le nuove possibilità interattive, offerte dalla televisione digitale e fruibili grazie al telecomando della televisione stessa, od internet che diventa, quindi, non più un concorrente al mezzo televisivo ma uno strumento che si affianca, che integra alla tv e con il quale tende sempre più a convergere. TvA Vicenza dispone di un sito internet dove alla sera carichiamo le edizioni dei nostri telegiornali, a partire da TvA Notizie, il notiziario del capoluogo, fino ai tg locali e sportivi. Al tempo stesso, in questo sito rendiamo visibili in diretta i programmi della rete. In realtà, i telespettatori persi per la concorrenza informativa rappresentata da internet, sono riguadagnati presentandoci noi stessi su internet con un’offerta di contenuti che si presta molto ad andare sul computer in quanto tali contenuti sono multimediali, a differenza, invece, di un lungo articolo giornalistico che risulta essere poco leggibile sullo schermo di un pc. Per quanto riguarda la pubblicità, la raccolta su internet non è quella che si riesce ad avere in televisione. Attualmente, infatti, i siti internet che mettono a disposizione dei video, ci costringono a guardare prima degli spot proprio perché in rete è difficile vendere pubblicità. Televisione on-line C’è la volontà di approdare su internet con i prodotti televisivi e con i telegiornali, ma un’altra risposta che dà la televisione alle sfide provenienti dai nuovi mezzi di comunicazione e dalle nuove tecnologie, è espressa dai canali informativi 24 ore su 24, o quasi perché poi questi canali, in realtà, durante la notte si fermano e mandano in onda soltanto delle repliche. Cronologicamente, l’ultimo arrivato è Tgcom 24 della galassia Mediaset sul canale 51, mentre i precursori in questo campo sono stati Rai News 24 e Sky Tg 24: basta sintonizzarsi su questi canali e si è già immersi in un flusso continuo di notizie che nel giro di pochi minuti, vista anche una certa ripetitività dei contenuti, permette di farsi un’idea di quelli che sono gli argomenti del giorno. In questi casi, la continuità del flusso informativo permette di superare quello che è il grande limite del mezzo televisivo, ovvero l’unidirezionalità, cioè il fatto che bisogna essere davanti al televisore nel momento in cui va in onda la trasmissione, il telegiornale o lo show per poter fruire del contenuto (attualmente chi ha un po’ di familiarità con canali come My Sky e con i dvd recorder, sa che ha la possibilità di tornare indietro per rivedere e riascoltare in tempo reale una frase che è sfuggita per poi tornare a proseguire con la visione del programma). TvA ha iniziato un canale che non è all news ma riguarda una fascia di anticipazione e di approfondimenti che accompagnano verso la maratona serale dei telegiornali. Tale fascia è collocata tra le 18.30 e le 19.30, ingloba anche il telegiornale di Bassano delle 18.50 e vede un conduttore in studio che segnala quelle che sono le notizie della giornata in stile Mentana (a braccio), poi si collega con le redazioni, lancia alcune rubriche ed una rubrica che prevede l’intervista ad un protagonista dell’attualità, della cronaca, dello spettacolo e così via. Tutto ciò è realizzato senza l’aggiunta di nuovi giornalisti, in quanto si sono impiegate le risorse umane e professionali che erano già presenti all’interno delle redazioni di Bassano del Grappa e di Vicenza, organizzando in maniera diversa il lavoro di redazione per adeguarsi ad esigenze che sono diverse. Il digitale terrestre Un ulteriore ampliamento dell’offerta è stato reso possibile dal digitale terrestre che ha moltiplicato i canali a OPINIONI SU INTERNET, PER ETÀ E TITOLO DI STUDIO(1) (VAL. %) Internet consente a chiunque di esprimersi liberamente In internet circola troppa spazzatura (video, blog, ecc.) Tutti i contenuti di internet devono circolare gratuitamente Internet è un potente mezzo al servizio della democrazia Internet genera una cultura troppo superficiale Internet appiattisce la creatività delle persone I contenuti di internet di qualità devono essere pagati Totale 14-19 anni 30-64 65-80 Meno Più anni anni istruiti(2) istruiti(3) 83,8 94,1 82,7 75,7 81,1 87,1 83,3 80,0 83,4 86,7 82,2 84,8 78,8 87,2 77,7 72,8 76,0 82,1 76,9 82,9 77,3 68,8 73,4 81,2 50,9 43,1 50,1 62,4 52,6 48,9 47,8 42,7 45,4 61,4 49,9 45,2 25,2 19,7 25,5 30,3 24,6 26,0 Somma delle frequenze “molto” e “abbastanza d’accordo” con le affermazioni elencate; (2) Licenza elementare e media; (3) Diploma e laurea. (1) Fonte: indagine Censis, 2011 OPINIONI SULLE MODALITÀ PER FRUIRE DELL’INFORMAZIONE (VAL. %) Totale Tutti i contenuti devono rimanere gratuiti, - perché la forza della rete è la piena libertà dell’utente 39,1 - gli editori possono contare sugli introiti pubblicitari 35,8 È giusto pagare i contenuti di qualità, - per non togliere risorse alla professionalità 15,4 - perché la libertà di espressione sta anche dai bilanci degli editori 9,6 Totale 100,0 (1) 14-19 anni 30-64 65-80 Meno Più anni anni istruiti(1) istruiti(2) 49,3 39,1 27,7 39,7 38,4 33,7 36,2 36,8 38,3 32,7 12,2 15,2 20,0 11,4 20,5 15,5 10,6 100,0 100,0 8,4 100,0 100,0 4,89,5 100,0 Licenza elementare e media; (2) Diploma e laurea. Fonte: indagine Censis, 2011 - CENSIS/UCSI, NONO RAPPORTO SULLA COMUNICAZIONE disposizione di TvA Vicenza, perciò adesso accanto al canale 10 che manda in onda le trasmissioni della rete generalista, c’e un canale specifico per gli eventi sportivi, un altro, TvA +1, replica le trasmissioni un’ora dopo ed un canale informativo che ripropone in sequenza tutti i telegiornali, alternati ad altri programmi informativi e ad alcune dirette come, ad esempio, i consigli comunali, resi possibili dalle piccole telecamere web e ciò dimostra quanto la connessione tra i mezzi sia sempre più stretta. Tutte queste novità sono diventate possibili nel corso dell’ultimo anno grazie, appunto, al passaggio dall’analogico al digitale terrestre e chi lavora nei mass media è costretto a “correre” per stare dietro alle trasformazioni in atto ed alla convergenza dei media, che non sono più divisi a compartimenti stagni, come accadeva fino a qualche tempo fa, ma si stanno integrando sempre di più nelle piattaforme multimediali. Abbiamo avuto un’esperienza di trasferimento di giornale dalla carta stampata a internet: la «Domenica di Vicenza» dal 2010 è disponibile solo online ed offre anche alcune rubriche aggiuntive. È un esperimento che ha avuto un certo successo in termini di contatti, anche se ha dovuto scontrarsi con la difficoltà di reperire le risorse per finanziare, in questo momento, una iniziativa editoriale che sia soltanto on-line, forse perché la pubblicità è ancora troppo ancorata ai mezzi tradizionali (giornali, riviste, televisione…) e non si è resa conto che i cittadini fruitori dell’informazione sono andati più avanti. Quando un sito internet informativo è fatto bene, dà molti spunti anche a coloro che seguono dei canali più tradizionali. C’è una interazione con il pubblico e con i telespettatori, ed i lettori nel caso dei giornali on-line, di cui, anche come televisione, si riesce a beneficiare molto perché la galassia di nuove possibilità aumenta e stimola continuamente gli stessi lettori e telespettatori ad essere protagonisti dell’informazione, a contribuire con i loro contributi. Anche in una redazione televisiva come quella di TvA Vicenza, continuano ad aumentare gli invii di materiale, soprattutto foto piuttosto che filmati veri e propri girati dai telespettatori che ci chiedono di mandarli in onda segnalando che sono stati loro stessi a realizzarli. Il giornale on-line, poi, in presenza di una forma di moderazione dei contenuti, dà la possibilità ai lettori di poter commentare i singoli articoli magari con l’autore stesso, instaurando così un contraddittorio che può essere molto stimolante anche per chi scrive. Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando, ed in parte sconvolgendo, pesantemente il modo di fare televisione e tenersi al passo con i tempi è diventata una sfida quotidiana. EMANUELE BORSATO Bassano Tv REZZARA NOTIZIE Pag. 7 giornalismo ????????in rete VERSO NUOVI STILI DI VITA QUOTIDIANA PER GRAN PARTE DELLA POPOLAZIONE Notizia, approfondimento, dibattito giornali, internet o tv? È questa la domanda attorno alla quale far ruotare i nostri ragionamenti. Con l’avvento di internet e dei giornali on-line, si è persa l’abitudine mattutina di andare ad acquistare i giornali. Una delle prime cose che facevano i giornalisti, infatti, era quella di acquistare i quotidiani e all’interno della redazione arrivava il pacco dei giornali, che si procedeva a suddividerli e a sfogliarli. Ora invece si va in internet, si dispone di un abbonamento e le notizie si guardano sul computer. L’avvento dell’informazione on-line ha, in qualche modo, interessato e influenzato anche la televisione, nel senso che non c’è più solamente un contenitore a casa, radio o televisione, e devo essere a casa in tempo per seguire un determinato programma, ma grazie alla tv in internet se perdo una trasmissione posso vederla on-line. La qualità delle immagini, caratteristica principale del giornalismo televisivo, però sfuma un po’ perché il monitor di un computer non rende altrettanto bene come il televisore. Negli ultimi decenni la digitalizzazione, la convergenza multimediale, la vasta diffusione di internet, lo sviluppo di media interattivi, il lancio della televisione digitale e la telefonia cellulare hanno modificato profondamente il quadro dell’informazione, sia dal punto di vista della routine produttiva dei quotidiani e dei notiziari radiotelevisivi, sia da quello della possibilità per il pubblico di accedere negli stessi tempi dei giornalisti alle agenzie di informazione, modificando il ruolo dei giornalisti stessi nella costruzione dell’opinione pubblica e le condizioni culturali, materiali ed esistenziali del loro lavoro. Oggi i giornalisti devono lavorare anche con internet, per cui alla sera, quando il telegiornale è stato chiuso e si è andati in diretta con la prima edizione, si pubblicano le notizie costruite durante il giorno. I fenomeni più rilevanti sono tre: la nascita di forme di informazione on-line, all’origine mera trasposizione sul web dei giornali, poi sempre più spesso siti e portali innovativi e autonomi dai media tradizionali; in secondo luogo, la nascita di canali televisivi all news, diffusi via satellite in tutto il mondo e attivi 24 ore su 24, di cui la Cnn è stata la pioniera nel 1980. Infine, i sempre più diffusi tentativi di web tv, nei quali il notiziario, il commento, la proposizione di eventi mediali si intrecciano con la cultura della web cam. Uso di internet Vediamo i risultati della ricerca condotta da Msn.it sui servizi di news on-line ed off-line. Msn.it ha condotto una ricerca on-line con l’obiettivo di individuare le fonti di informazione più utilizzate dagli utenti e delineare le ragioni che determinano la scelta trai mezzi on-line e l’off-line. Dai risultati dell’indagine a campione, emerge che i siti web di notizie sono la seconda fonte di informazione più utilizzata con il 29% e vengono subito dopo i telegiornali (che interessa il 45% delle persone interpellate). Questo risultato evidenzia la propensione e la predisposizione di fasce sempre più consistenti di consumatori ad assegnare al web un ruolo sempre più rilevante nel panorama globale dei media, un trend destinato inevitabilmente a rafforzarsi con il passare degli anni. A rivolgersi al web sono in particolare gli utenti tra i 25 e i 34 anni (35,35%) e quelli tra i 18-24 (33,82%). Gli over 50 sembrano invece i più fedeli ai quotidiani che si piazzano al terzo posto della classifica generale con una percentuale del 33,33%, molto più elevata rispetto all’indice medio del 18%. I giornali radio si posizionano invece al quarto posto con una percentuale del 5,20%. Agli intervistati è stato chiesto di esprimere la propria preferenza tra on-line e quotidiani/riviste cartacee, nella ricerca di informazioni su specifiche tematiche. Ne è emerso che, per ciò che riguarda “le news dell’ultima ora/attualità” e il “meteo”, ben il 77% degli intervistati scegli l’on-line come fonte informativa preferita. Il web batte la carta anche per aggiornamenti e approfondimenti su “hobby, giochi e curiosità” con il 73% e “tecnologia” con il 70%. I quotidiani e le riviste cartacee risultano, invece, la prima fonte di informazione per quanto concerne la “cronaca della mia città” (78%), “politica” (62%), “economia” (56%). Ma cosa apprezzano maggiormente gli utenti dei siti di notizie on-line? Mentre per i più giovani (tra i 12 e i 17 anni) la possibilità di accedere gratuitamente ai siti e ai contenuti multimediali risulta particolarmente determinante nella scelta della fonte informativa online rispetto a quella off-line, emerge che in generale è “la freschezza e l’aggiornamento delle informazioni” (35,76%) la caratteristica che riscontra maggiormente il consenso degli utenti e che decreta, insieme alla “brevità delle notizie” (11,41%), il successo di siti di notizie on-line rispetto all’informazione cartacea. Altri dati a nostra disposizione ci dicono che dal 2009 al 2011 è aumentato il numero di lettori abituali di quotidiani on-line, che compensano la diminuzione dei lettori di giornali cartacei. Buona notizia: la somma degli uni e degli altri (13,3 milioni di persone) è comunque in crescita. E la tv? La televisione continua a giocare un ruolo di primo piano nell’informazione anche se deve fare i conti con il web, con il crescente ricorso a internet da parte di fasce sempre più ampie di popolazione. Tv e internet E allora ecco che anche la tv sbarca su internet. Nei siti delle emittenti televisive si possono, ad esempio, seguire i telegiornali on-line in streaming oppure rivedere quelli già andati in onda. Anche le redazioni televisive pubblicano le loro notizie sui siti internet. Uno strumento, il web, che ha naturalmente interessato anche la crescita e lo sviluppo della televisione. Quali sono i vantaggi per i telespettatori? Il web toglie il limite dell’orario. Se non faccio a tempo ad arrivare a casa all’una piuttosto che alle 8 di sera e perdo il tg, posso vederlo comunque dal sito internet. Certo, però, la qualità video non è la stessa. Mentre nello schermo della televisione vedo le immagini con una certa definizione, qualità elevata, normalmente non ho lo stesso risultato su un piccolo schermo di computer. Poi c’è da fare anche un altro discorso, legato al tipo di offerta televisiva. Cosa offre però la tv di diverso? L’informazione in tv si articola in tre sotto-generi: a) le news (notiziari/telegiornali), paragonabili ai giornali quotidiani, con cadenza quotidiana e più edizioni giornaliere; b) l’approfondimento delle notizie, con periodicità settimanale, o plurisettimanale e spesso L’EVOLUZIONE DELLE DIETE MEDIATICHE DEGLI ITALIANI, 2006-2011 (VAL. %) Persone con diete solo audiovisive 2006 2009 2011 28,2 26,4 28,7 42,8 24,9 23,3 29,0 48,7 48,0 cultural divide Persone con diete basate anche sui mezzi a stampa digital divide Persone con diete aperte a internet Fonte: indagini Censis, 2006, 2009 e 2011 L’EVOLUZIONE DEL PRESS DIVIDE TRA GLI ITALIANI, 2006-2011 (VAL. %) 2006 Persone con diete solo audiovisive 28,2 Persone con diete aperte a internet, ma prive dei mezzi a stampa 5,7 Totale persone estranee ai mezzi a stampa 33,9 2009 2011 26,4 28,7 12,9 17,0 39,3 45,6 press divide Totale persone con accesso ai mezzi a stampa 66,1 60,7 54,4 Persone con diete basate su audiovisivi e mezzi a stampa 42,8 24,9 23,3 Persone con diete aperte a internet, comprensive mezzi a stampa 23,3 35,8 31,0 Fonte: indagini Censis, 2006, 2009 e 2011 a carattere tematico, con trasmissioni che, a seconda delle epoche e del formato, vengono chiamate rubriche, rotocalco, magazine, talk show. Questo genere è assimilabile a settimanali e periodici stampati; c) la telecronaca di eventi importanti, spesso in diretta, con immagini commentate in audio da un telecronista e l’eventuale presenza di inviati che forniscono interviste e commenti. Per le sue caratteristiche, e in particolare per la possibilità di seguire gli avvenimenti mentre stanno accadendo, essa non ha paragoni nel giornalismo stampato ma soltanto alla radio. Oggi vanno comunque considerate le forme web: vedi ad esempio you reporter o you tube, dove quasi in tempo reale vengono immessi nella rete dei video registrati in real time (in tempo reale). Materiale che spesso viene anche riutilizzato dalle stesse emittenti televisive per i servizi dei telegiornali. Questi fenomeni hanno avuto come conseguenza un’ulteriore accelerazione dei tempi di propagazione delle notizie ed un’accresciuta competizione considerando anche il valore universalistico dell’immagine (diversamente dalla parola scritta, codificata in una lingua data): spesso sono le immagini che parlano. Se possiamo trovare in internet la notizia e leggere l’approfondimento sul quotidiano, un discorso a parte va fatto per il dibattito. Il talk show concepito come arena politica di fatto porta al telespettatore voci e volti che altrimenti non avrebbe quasi mai la possibilità di vedere e ascoltare. Viene addirittura inteso dai politici come parte integrante del loro lavoro. Estensione del loro impegno quotidiano. D’altra parte è grande la visibilità che il politico ottiene prendendo parte ai talk show: vedi “Porta a porta”, “Ballarò”, il nostro “Focus” o altre trasmissioni televisive. MONICA SMIDERLE Bassano Tv Pag. 8 REZZARA NOTIZIE MASTER DI FORMAZIONE SOCIO-POLITICA IN PROSPETTIVA EUROPEA Inizia sabato 4 febbraio 2012 presso l’Istituto di scienze sociali Nicolò Rezzara di Vicenza il master di formazione socio-politica in prospettiva europea. Il master è rivolto a laureati, oppure a diplomati di scuola superiore che abbiano avuto esperienze amministrative o associative. Sue finalità sono offrire basi culturali e strumenti di lettura per comprendere il processo di costruzione dell’Europa; sostenere l’impegno socio politico dei partecipanti, ancorandolo a scelte valoriali forti per affrontare i problemi del futuro dell’Europa. La struttura è biennale e si articola in due cicli annuali. Le lezioni del ciclo primaverile sono sotto riportate. Si lavora per nove sabati consecutivi con orario 9-13. Programma a) Primo modulo: Nascita della nuova Europa 4 febbraio Comprendere il senso della modernità in Europa (dott. Antonio Preto, capo di gabinetto del Vice presidente della Commissione europea) Organizzazione dell’Unione europea (dott. Preto) 11 febbraio Premesse storiche della nascita dell’Unione europea (prof. Elena Calandri, dell’Università di Padova) 18 febbraio Il pensiero dei padri fondatori (prof. Giuseppe Testolin, dell’Istituto Rezzara) b) Secondo modulo: L’Europa dei Trattati 25 febbraio Sviluppo storico dell’Unione europea (dalla Ceca ad oggi) (prof. Elena Calandri, dell’Università di Padova) 3 marzo Roma, Maastricht, Lisbona (prof. Enrico Zamuner, dell’Università di Padova) 10 marzo Europa degli Stati o dei popoli? (prof. Antonio Varsori, dell’Università di Padova) c) Terzo modulo: La cittadinanza europea 17 marzo Mobilità dei capitali e del lavoro (prof. Giovanni Tondini, dell’Università di Verona) 24 marzo Diritti fondamentali sanciti dai Trattati (prof. Lucrezia Iapichino, dell’Università di Bologna) 31 marzo Cittadinanza europea ed appartenenza (prof. Giuseppe Dal Ferro, direttore dell’Istituto Rezzara) MACEDONIA (FYROM) 30 luglio / 6 agosto 2012 Tradizionalmente l’Istituto Rezzara attua, per il gruppo dirigente e per i frequentanti interessati, un viaggio-studio con visite in luoghi alternativi ai percorsi turistici, con incontri a personalità locali. La mèta scelta quest’anno è la Macedonia, con visita anche a Sofia e Rila (Bulgaria). Dopo la morte di Tito (1980), la Yugoslavia fu attraversata dalla ripresa del nazionalismo che in breve tempo disgregò la federazione. Nell’ottobre del 1991 la Macedonia dichiarò la propria indipendenza ma non fu subito riconosciuta per l’opposizione della Grecia che ha una regione dello stesso nome. Da allora la Macedonia dell’ex Yugoslavia si chiama Fyrom (Formen Yugoslav Republic of Macedonia). Il Paese venne ammesso al Consiglio d’Europa e all’Ocse. Ha fatto domanda di ingresso nella Comunità europea nel 2004 ed iniziata la procedura di ammissione. La Macedonia ha tracce romane, nel Medioevo ha avuto un forte apporto di elementi slavi. Altri monumenti presenti risalgono alla dominazione turca. Le tradizioni popolari, tipiche del folclore slavo, sono arricchite da elementi della cultura islamica e caratterizzate da danze tradizionali. QUOTA D’ABBONAMENTO La quota di abbonamento per il 2012, da versare sul c.c.p. 10256360 intestato a Istituto “Nicolò Rezzara”, contrà delle grazie 14, 36100 Vicenza è di € 25,00. A quanti invieranno una cifra significativa sarà inviata al più presto una pubblicazione delle nostre edizioni. PROBLEMI PEDAGOGICI DI INTERNET (continua da pag. 3) Problema della privacy La privacy, poi, è un argomento molto vasto che propongo come riflessione perché riguarda tutti. Tale concetto è importato dalle culture anglosassoni e di fatto utilizziamo la parola inglese perché “riservatezza” o “privatezza” non veicola esattamente tutta la pregnanza della parola privacy. L’Inghilterra ha fatto le prime leggi sulla privacy, così come quelle sul copyright, e poi il testo legislativo per eccellenza, il Manifesto del 1700 di alcuni professori della Boston University. Per spiegare il concetto di privacy, abbiamo scelto l’immagine di una bow window (italianizzata in “bovindo”), un elemento architettonico tipico delle case anglosassoni o del Nord Europa, in cui lo spazio domestico si allarga all’esterno. Altra caratteristica delle bow window è che gli spazi allargati verso l’esterno sono incorniciati da una tendina, che lascia aperto lo sguardo all’interno della casa, perciò quando un inglese od un americano passa davanti a queste finestre, magari in abbigliamento da casa un po’ discinto, la persona che sta passeggiando culturalmente distoglie lo sguardo perché la privacy è coltivata all’interno di se stessi dal momento che è considerata un valore. In Italia, invece, le case hanno finestre, veneziane, balconi e quando qualcuno lascia uno spiraglio verso l’interno della casa, tutti cercano di sbirciare all’interno. La concezione è diametralmente opposta ed in Italia sono le nuove tecnologie che ci pongono davanti questo problema, questo nuovo valore e sono le giovani generazioni che lo stanno rendendo parte della nostra cultura. Gli adulti, invece, non sono in capaci di trasmettere il concetto di privacy alle nuove generazioni e qui sorgono i problemi più grossi perché gli adulti non trasmettono gli strumenti per misurarsi con questa problematica e quindi i ragazzi devono fare i conti sulla loro esperienza (la tracciabilità del web 2.0, i social network o comunque la nuova mentalità di indicizzazione delle informazioni, lascia una traccia). Altra questione è legata alla consapevolezza di ciò che facciamo sui social network. Nel 2010 un ragazzo tedesco chiese a Facebook di riavere tutti i suoi dati, perché quando ci si iscrive su questo network firma un contratto e questo ragazzo scoprì che tale contratto prevedeva la possibilità di ricevere tutte le cose che si erano messe sulla propria pagina Facebook. Dopo un po’ di tempo il ragazzo tedesco ri- cevette un dvd che conteneva tutto ciò che aveva postato su Facebook nei due anni in cui il suo profilo era rimasto attivo (più di mille pagine) e tutte quelle immagini che aveva inserito nei post e di cui si era pentito ed aveva cancellato. Tutto ciò che viene messo sui social network rimane, è perpetuo, ma di questo non siamo consapevoli né gli adulti e neanche i ragazzi, quindi i giovani devono fare i conti di ciò che fanno sulla propria pelle perché gli adulti non hanno gli strumenti per socializzarli al nuovo valore della privacy. Abbiamo familiarizzato con il concetto di privacy legato ai dati sensibili, ma la privacy del web 2.0 non riguarda più i dati personali ma concerne l’immagine, quello che in inglese è chiamato look minded self, cioè il self espanso che viene messo in scena su Facebook, su YouTube, su Twitter e su tutti i social network. È un sé che mette la sua faccia: quando all’inizio della mia carriera usavo le chat, si usavano i nickname invece che le immagini, oggi su Facebook si è presenti con l’immagine, il nome ed il cognome ed i dati personali quali il posto di lavoro, la scuola frequentata, l’abitazione… Di conseguenza, bisognerebbe cercare di socializzare i giovani all’idea di proteggere la propria immagine. Il 19 novembre 2011 c’è stato l’incontro degli stati generali della pediatria e l’oggetto di discussione è stato il sexting, ovvero lo scambio di immagini intime tra adolescenti oppure tra altri soggetti in cambio di ricariche telefoniche, denaro e quant’altro. Quando abbiamo chiesto ai nostri gruppi di ragazzi cosa pensassero riguardo i giovani a cui erano capitati eventi di questo tipo, le risposte sono state molto feroci, ovvero l’opinione più frequenta è stata “se la sono cercata” nel senso che non si può essere così insensati da pensare che le foto sarebbero state usate solo per uso personale. Gli stessi dati risultano da una ricerca di Save the Children pubblicata nel febbraio 2011, la quale indica nell’esibizionismo e nel protagonismo l’errore in cui incappano queste persone. Al di là di questo dato, è interessante che in ogni gruppo al quale abbiamo sottoposto questa questione, l’episodio è presente ma è capitato agli amici o a dei conoscenti: questi fatti di cronaca, che sono costati molto ad alcune ragazze, sono diventati leggende che funzionano un po’come le fiabe di Esopo, con una morale immediatamente applicabile alla propria vita quotidiana. In questo senso, i ragazzi lo stanno sperimentando sulla propria pelle, cioè si stanno costruendo degli strumenti interpretativi di quello che accade che si passano e che rimangono come elemento, come insegnamento in mancanza di altro perché gli adulti, sotto questo punto di vista, sono lacunosi. Senso di responsabilità Del rapporto tra adulti ed adolescenti rimane il senso di responsabilità e di cura del sé espanso e la maturazione di un senso critico: in una situazione di overdose informativo, infatti, l’unica cosa che gli adulti possono fare nei confronti dei giovani è allenarli continuamente a tale senso critico, ma è un compito difficile ed oggi essere educatori delle nuove generazioni è un’impresa colossale perché l’impegno alla criticità deve essere costante e quotidiano. Si devono creare alleanze educative fra famiglia, scuola, comunità, patronato, sport, tempo libero e quant’altro, ed attuare reti di adulti consapevoli che facciano da rete con i giovani. La mia idea, che prendo non da un sociologo ma da un psicoterapeuta che si occupa degli adolescenti in difficoltà, è relativa all’educazione attiva: non bisogna controllare i giovani ma si deve lasciare loro il diritto di fare esperienza proteggendoli. Se sostituiamo la parola protezione al termine controllo, cambia tutto perché controllo chiude, blocca, impedisce, mentre protezione lascia la possibilità, non significa non esserci vuol dire esserci in un modo più attivo rispetto a quando si fa il controllori. Ancora oggi in Veneto vi sono intere zone in cui non arriva l’adsl, ma essere buoni cittadini senza essere connessi è difficile così come è complicato essere buoni studenti perché, ad esempio, l’iscrizione ad un esame attualmente deve essere fatta via internet. Altra questione su cui riflettere riguarda l’egemonia culturale. Una delle impressioni che si ha di internet è che in rete vi sia tutto, ma questo nasconde un pericolo di egemonia culturale perché in internet ci sono quelle parti di mondo occidentale che hanno la possibilità di rappresentarsi, ma non vi sono, ad esempio, la Cina o l’Africa. Le informazioni riguardanti queste realtà sono mediate da un occhio occidentale, come un giornalista che vive sul luogo, un corrispondente: vi sono, insomma, intere popolazioni che non hanno possibilità di esprimersi su internet a causa di fattori politici, della censura (Medio Oriente, Cina…), di problemi finanziari (Africa ed alcuni Paesi del Sud America in particolare).