Manuale della Visita Domiciliare Novembre 2014 S Visita domiciliare MOTIVAZIONE S MOTIVAZIONE L’origine delle Carità, l’evento di Chatillon, è precisamente una visita MOTIVAZIONE Dobbiamo comprendere che l’azione individuale è la più diretta, in una società che emargina e spersonalizza il povero, dobbiamo prendere il tempo necessario per ascoltare, per accettare e per aiutare i bisognosi a reinserirsi nella società. Nulla sostituisce contatto personale attraverso visite a domicilio o in strutture in cui si possano incontrare. MOTIVAZIONE «Figlie mie – dice san Vincenzo – non è compito da poco fare la visita, e pochi sono quelli che la compiono in modo da renderla utile. È uno dei compiti più difficili. Fra cento persone se ne troveranno una dozzina che ne siano capaci. È necessario essere tanto prudenti, tanto accorti, tanto miti, tanto segreti» MOTIVAZIONE «Quelli che sanno la via della casa del povero, quelli che hanno spazzato la polvere della sua scala, non bussano mai alla sua porta senza un sentimento di rispetto: sanno che, ricevendo da essi il pane come ricevono da Dio la luce, l’indigente li onora; sanno che nulla pagherà mai due lacrime di gioia negli occhi d’una povera madre o la stretta di mano d’un galantuomo che viene messo in condizione d’attendere il ritorno del lavoro». Federico Ozanam PRIMA DELLA VISITA 1PRIMA DELLA VISITA S 1. Preparazione spirituale S Sviluppare le seguenti attitudini: S ACCOGLIENZA: aprire all'altro per ricevere e facilitare l’incontro 2PRIMA DELLA VISITA S PRESENZA: in un mondo in frenetica attività e in movimento si avverte sempre più profonda la necessità di «stare con qualcuno» 3PRIMA DELLA VISITA S CONTATTO FISICO: è il filo attraverso cui si trasmette calore, sostegno e solidarietà» 4PRIMA DELLA VISITA S SILENZIO: ci permette di incontrare noi stessi, il prossimo e Dio 5PRIMA DELLA VISITA S PREGHIERA: fonte di manifestazione di fede, di grazia e di evangelizzazione per il povero 6PRIMA DELLA VISITA S ASCOLTO: più che sentire parole significa entrare nel mondo dell'altro e accettarlo senza giudicare Elementi della comunicazione interpersonale NO BANCOMAT DELLA CARITA’, NO ASSENZA DI RELAZIONE VISITA “Visitando i Poveri visitate Dio stesso in loro e il servizio che fate loro lo fate a Dio stesso” Atteggiamenti da curare: S Non dire nulla di se stessi, ma interessarsi della persona visitata S Non fare ostentazione di sé con parole o atteggiamenti S Non forzare la persona a parlare dei propri problemi S Evitare di parlare troppo o troppo forte o troppo bassa S Non mostrare alcun desiderio o fretta Gesti che si raccomandano: S Rispettare i costumi, le idee, i modi di essere e di pensare S Essere discreto, preservare il segreto naturale del rispetto S Non imporre nulla, nemmeno atti religiosi S Ritirarsi al momento giusto S Non cercare gesti di gratitudine. Frasi che si devono evitare: S Dio mette alla prova quelli che più ama S E’ la volontà di Dio S Dio ci manda solo quello che noi possiamo sopportare S Sii forte S Non cade una foglia senza che Dio non lo permetta S Dio lo ha preso, Dio lo vuole S Finché c’è vita, c’è speranza Preparazione tecnica Elaborazione di un progetto di visita domiciliare ”Si porteranno loro il vitto e i rimedi, trattando tutti con compassione, dolcezza, cordialità, rispetto e devozione. Non trascureranno di dar loro puntualmente nel tempo e nella maniera dovuta, i soccorsi di cui hanno bisogno”. Nelle Regole delle “Carità” si prescrive di visitare tutti i Poveri che hanno bisogno, senza alcuna distinzione e discriminazione. Raccomandava di trattarli con la stessa bontà del Cristo. Preparazione tecnica Elaborazione di un progetto di visita domiciliare S Per S. Vincenzo, l’assistenza doveva essere improntata a tatto, discrezione, prudenza, e soprattutto amore. “Siate premurosissime per tutte le loro necessità. Sopportate i loro piccoli malumori, incoraggiateli a soffrire bene per amor di Dio, non v’irritate mai né abbiate per essi parole dure; è già abbastanza quello che devono soffrire.” Preparazione tecnica Elaborazione di un progetto di visita domiciliare VOLONTARI AZIONE DI CHI VISITA AZIONE DEL GRUPPO 1. Analisi della Residenza della Persona Individuazione di eventuali problemi Riferire al Gruppo problemi inerenti la residenza 2. Presentazione di sé Osservazione di come si è accolti Riferire al Gruppo 3. Ascolto della persona o famiglia visitata Individuazione dei problemi fondamentali Riferire al Gruppo quanto è stato narrato ed evidenziare il problema fondamentale 4. Annunciare la Verificare la reazione probabilità di una visita o di un incontro al Centro di Ascolto Riferire al gruppo Preparazione tecnica Elaborazione di un progetto di visita domiciliare AZIONE DEL GRUPPO AZIONE DI CHI VISITA COLLABORAZIONE CON LA PERSONA VISITATA 5. Analisi di tutti i problemi emersi e scala dei problemi dalle cause alle conseguenze. Partecipa all’analisi con la sua esperienza 6. E’ possibile agire sui problemi di fondo? Esiste la possibilità economica e pratica? Partecipa all’analisi Riferire al Gruppo 7. Se sì. Proposta di intervento con ipotesi di tempi e modi, esplicitazione obiettivi a medio e lungo termine Contatto con la persona visitata Perfezionamento del progetto con tempi e modi, esplicitazione degli obiettivi 7 bis. Presa in carico Raccolta di tutte le informazioni necessarie Collaborazione alla raccolta di informazioni Preparazione tecnica Elaborazione di un progetto di visita domiciliare AZIONE DEL GRUPPO AZIONE DI CHI VISITA COLLABORAZIONE CON LA PERSONA VISITATA 7 ter. Verifica del raggiungimento degli obiettivi intermedi, eventuali correzioni. Comunicazione discreta della verifica ed eventuali correzioni Esame comune della situazione e verifica 7 quater. Conclusione del processo, Partecipa all’analisi esame dei risultati, eventuale avvio di seconda azione di mantenimento Verifica dei risultati, degli obiettivi raggiunti, di problemi emersi 8. La soluzione del problema di base richiede risorse che il gruppo non possiede o competenze non disponibili. Ricerca di contatti e mezzi. Contatto con la persona visitata Esame della situazione, eventuale ridefinizione degli obiettivi 8 bis. E’ possibile la presa in carico (cfr. 7bis) Raccolta di tutte le informazioni necessarie Collaborazione alla raccolta di informazioni Preparazione tecnica Elaborazione di un progetto di visita domiciliare AZIONE DEL GRUPPO AZIONE DI CHI VISITA COLLABORAZIONE CON LA PERSONA VISITATA 8 ter. Non è possibile la presa in carico, studio di un accompagnamento presso altri enti o di affidamento congiunto. Comunicazione della situazione. Ricerca comune di un affidamento congiunto o di un accompagnamento presso altra struttura 8 quater. Conclusione del processo, verifica della possibilità di intervento su problemi collaterali per migliorare la qualità della vita (es. visita ad anziano affidato a struttura) Mantiene il contatto con la persona o la famiglia Instaurare relazione per non «abbandonare» il campo, ma mantenere un rapporto di collaborazione e aiuto Durante la visita S Essere pronti a contesti diversi S Salutare S Presentarsi: il proprio Nome e il Nome della istituzione che S S S S rappresentiamo Far conoscere il motivo della visita Sviluppo del progetto: Farlo con naturalezza, non come un affare burocratico o una inchiesta. Annotare come si crede solo cose molto specifiche. Il nostro atteggiamento è di amicizia e di vicinanza. Non offrire altro che quello su cui si è concordato e dipende da noi. Non riempire la mente del destinatario di sollecitazioni o consigli. Una preghiera insieme se la famiglia è credente. Al congedo, lasciare aperta la possibilità di tornare Congedo S Occorre salutare e predisporre il terreno per una eventuale seconda visita senza promettere e senza deludere S Nel congedarci lasciar comprendere che si desidererebbe comunque instaurare un rapporto di collaborazione S Lasciare un contatto, secondo le abitudini del gruppo Congedo «Se si fosse domandato al Signore: “Che cosa siete venuto a fare sulla terra?”, avrebbe risposto: “Ad assistere i poveri”. “E che altro?”. “assistere i poveri”. Difatti, in sua compagnia non aveva che poveri …»