stagione 2008-09, numero 10, 10 marzo 2009 in questo numero Momix “Bothanica” L’uomo dal fiore in bocca Romolo il Grande Il sentiero dei passi pericolosi A Chorus Line Pomeriggi Musicali “danza & dintorni” “Bothanica” arriva al Politeama Rossetti a pochi giorni dalla prima mondiale Momix, i colori delle 4 stagioni Il coreografo Moses Pendleton ricrea sulla scena le meraviglie della natura «La pianta concentra tutta la propria esistenza verso un unico scopo: – scrive Maurice Maeterlinck ne L’intelligenza dei fiori – spuntare dal terreno per sfuggire alla calamità sotteranea; eludere e trasgredire una legge misteriosa ed opprimente, liberarsi, strapparsi dalla morsa soffocante, immaginare o invocare ali per scappare il più lontano possibile, affrancarsi da uno spazio in cui il destino l’ha relegata ed accostarsi ad un’altra realtà, entrare a far parte di un mondo emozionante e vivido». Pendleton deve essersi lasciato molto ispirare da questa frase, preparando Bothanica, il nuovo show dei Momix che giunge a Trieste a solo un mese dal suo debutto mondiale. Le creature che animano suggestive e magiche il palcoscenico, sembrano cercare proprio questo tipo di energia, che permette loro di sbocciare, di trasformarsi in modo sorprendente, di incantare con il movimento ed i colori... Bothanica, infatti, si fa ispirare dalle meraviglie della natura e nello specifico dal mondo vegetale: Moses Pendleton vi tralascia lo spirito alieno e un po’ cupo che aveva caratterizzato Sun Flower Moon per concentrarsi invece su tutta la giocosità, la seduzione, la bellezza della flora. Ne nasce un inno a quanto di bello ci circonda e ci appartiene: un invito a proteggere il pianeta, a difenderlo dalle 2 costanti e purtroppo spesso irragionevoli incursioni disequilibratrici dell’uomo. Lo spettacolo segue i ritmi della natura: una prima parte ci conduce dall’inverno alla primavera, a partire dall’emozionante immagine di un fiume ghiacciato che si scioglie, per arrivare a un tripudio di fioriture e mutazioni. Il secondo atto ci fa attraversare un’estate lussureggiante di suoni e colori per riaccoglierci poi nella quiete sonnolenta e ovattata dell’autunno. Il grande coreografo evoca anche Vivaldi, a cui fa apertamente omaggio all’interno di una colonna sonora preziosa, che dalle armonie del compositore settecentesco sa trascolorare ai ritmi di Peter Gabriel, senza dimenticare i suoni della natura stessa: cinguettii, scrosci o gocce d’acqua, l’ululato del vento, il gracidare delle rane, il ronzio d’un insetto... Sono suoni che ormai siamo abituati a dare per scontati, coperti come sono dai rumori della frenesia quotidiana, come pure non ci si sofferma abbastanza sulle immagini incantevoli che nella sua semplicità, in ogni attimo, la natura ci offre. Dopo Bothanica non ci sarà più così naturale questa superficialità: grazie all’incredibile fisicità dei ballerini-atleti, alla loro tecnica d’altissimo livello, grazie alla fantasia di Pendleton generosissima e inesauribile e all’apporto di stoffe, luci, giochi teatrali usati con raffinatezza, i Momix ci mostrano con perentorietà la suggestione di una dalia che si schiude, la poesia di un battito d’ali di farfalla, il fascino di un ramo di corallo accarezzato dall’acqua, la sorpresa di un insetto laborioso fra le corolle... Con il loro linguaggio visuale e coreografico, non mancheranno poi di farci conoscere creature arcane, ironiche che come le altre popoleranno i mondi nascosti e seducenti affrescati nello spettacolo. Bothanica è dunque il trionfo della creatività gioiosa ed elegante, della fisicità piena e di una danza precisa, limpida, il trionfo della sorpresa del mutamento, apparentemente semplice e invece ricreato da Pendleton e dal suo ensemble grazie a un impegno e a una perfezione inimmaginabili. Pluripremiati e apprezzati in tutto il mondo i Momix – che Pendleton ha fondato nel 1979 – sono da sempre ospiti molto graditi e ammirati al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Oltre al già citato Sun Flower Moon, che ha segnato nella poetica di Moses Pendleton una svolta molto decisa in direzione ecologista, hanno proposto tutti i momenti fondanti della loro produzione: nel 1989 proposero l’ironico Momix Show, nel 2001 con il bellissimo Opus Cactus e sono stati invitati anche nel 2004 a prendere parte alla programmazione estiva dello Stabile nel Parco di Miramare, con il loro The Best of. (i.lu.) “Bothanica” uno spettacolo concepito e diretto da Moses Pendleton con Tsarra Bequette, Jennifer Chicheportiche, Simona Di Tucci, Sarah Nachbauer, Cassandra Taylor, Joshua Christopher, Jon Eden, Donatello Iacobellis, Robert Laqui, Steven Marshall Politeama Rossetti dal 10 al 15 marzo 2009 durata 2h e 10’ con intervallo 3 “altri percorsi” Il testo, preceduto da una lezione semiseria, è un’ode alla vita che sfugge Pirandello in versione monologo Corrado Tedeschi è il protagonista de “L’uomo dal fiore in bocca” L’uomo dal fiore in bocca, ospitato nel cartellone altripercorsi nell’interessante e fresco allestimento di Marco Rampoldi e con Corrado Tedeschi in veste di protagonista, rappresenta da un lato, la proposta sempre attuale e affascinante di un classico pirandelliano, dall’altro, una lettura in chiave nuova. Tanto che la piéce viene preceduta da una divertente lezione-semiseria in cui si immagina che Tedeschi debba sostenere un esame, prima di poter affrontare il personaggio al centro del celeberrimo e drammatico monologo. Senza nulla togliere al rispetto dovuto all’irraggiungibile autore siciliano, lasciamoci dunque coinvolgere da questo gioco inventato da Rampoldi: il protagonista deve dimostrare a due personaggi - pirandellianamente fuggiti dalle rispettive opere proprio per “interrogarlo” - di poter essere anch’egli “personaggio” pirandelliano. E con questo pretesto ecco che il pubblico viene fatto parte (a tratti anche direttamente) in una sorta di “lezione” sui temi dell’essere e dell’apparire, su come le maschere contengano il seme della follia… L’intento è che gli spettatori si lascino trasportare nel climax del monologo, abbandonando i preconcetti di noia spesso associati al teatro “classico” e disponendosi ad assistere con animo assolutamente sgombro al notissimo atto unico. Proprio in questa coesistenza, 4 di due “corde” contrastanti, comica e tragica, di dramma e leggerezza, risiede forse uno dei motivi del successo di questo allestimento, che dopo sei stagioni di applausi è ancora richiesto in tournée. Rappresentato per la prima volta al Teatro Manzoni di Milano, nel febbraio 1922, L’uomo dal fiore in bocca è un semi-monologo di grande intensità: Corrado Tedeschi ne è affascinato fin dal periodo della formazione in Accademia e in questo allestimento, agile ed elegante, dà prova di tutto il suo talento teatrale impersonando la quieta disperazione del protagonista. La piéce è ambientata all’esterno del caffè di una stazione. È notte ed un “pacifico avventore” che ha perso il treno della sera, lascia trascorrere il tempo sorseggiando una bibita mentre aspetta il convoglio successivo, che passerà appena di primo mattino. Un altro cliente comincia a parlargli, con un’insistenza crescente, mostrando sempre più chiaramente ironia e disperazione allo stesso tempo. Diviene quasi latore di una confessione, cerca più l’ascolto che il dialogo con l’altro, e dimostra una straordinaria, curiosa capacità di cogliere fino in fondo i più piccoli aspetti della vita quotidiana, di “aderire con l’immaginazione alla vita degli altri”. Solo col progredire della sua confessione si capirà che egli spera in questo modo di sentire la vita “sciocca e vana”, poiché a lui, molto presto, quella piccola quotidianità sarà negata... Giunge infatti alla tragica rivelazione del suo male senza scampo: quel “dolcissimo” epitelioma (il fiore in bocca del titolo) che la morte gli ha lasciato come pegno, come monito di una fine che si avvicina inesorabilmente, ogni giorno di più. La misura poetica e drammatica del monologo, insieme alla toccante e intima atmosfera notturna in cui è ambientato, fanno di questo capolavoro pirandelliano un’ode sommessa alla vita che sfugge, e che mai come in quest’opera appare in tutta la sua relatività. Anche se la grande popolarità gli deriva soprattutto dal piccolo schermo, Corrado Tedeschi ha sempre frequentato e amato il palcoscenico: in particolare negli anni recenti si è imposto all’attenzione del pubblico come pure della critica in spettacoli come Io l’erede e L’hotel dei due mondi, dove è stato diretto da Andrée Ruth Shammah e Un uomo solo al comando guidato dalla regia di Marco Rampoldi. A Trieste in particolare ne abbiamo apprezzato la versatilità nel ruolo del Professor Higgins in My Fair Lady. Rampoldi lo dirige anche in questa nuova occasione, con sensibilità e allontanandolo da ogni rischio di “pirandellismo” in favore di un’interpretazione che intreccia sapientemente razionalità critica ed emozione. (i.lu.) “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello regia di Marco Rampoldi con Corrado Tedeschi, Claudio Moneta, Roberta Petrozzi Politeama Rossetti dal 10 al 15 marzo 2009 durata 1h e 20’ senza intervallo 5 “altri percorsi” Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini protagonisti di un classico del Novecento Com’è grottesco questo Romolo... La commedia storica di Friedrich Dürrenmatt che non si attiene alla storia Per Bertolt Brecht, che pure aveva attraversato nella sua vita uno dei peggiori periodi della Storia, il paradosso – che in drammaturgia trovava la forma del grottesco – era qualcosa di superabile, bastava stimolare l’uomo ad agire, a compiere trasformazioni di cui era ritenuto ancora capace. Di pochi anni successivo (Brecht moriva nel 1956), Friedrich Dürrenmatt (vissuto fra il 1921 e il 1990) aveva perduto del tutto tale fiducia ed era convinto che quanto di paradossale la vita ci propone, vada soltanto sopportato: in quest’ottica la ribellione, l’eroismo, assumono una valenza molto nuova, probabilmente molto più tragica…. Ne è una dimostrazione il suo Romolo il grande scritto – e continuamente rielaborato – fra il 1949 e il 1964, che è in assoluto uno dei suoi lavori più comici e contemporaneamente più pessimistici. Lo portano in scena oggi – ed è una scelta coraggiosa e a tratti addirittura inquietante, vista la prospettiva di crisi e decadenza che incombe anche sul nostro mondo – un regista acuto e di grande esperienza come Roberto Guicciardini e Mariano Rigillo, primo attore che spesso ha conquistato con le sue interpretazioni il pubblico dello Stabile regionale (anche in spettacoli di produzione come l’Agamennone eschileo). Rigillo – attorniato da una com6 pagnia capace e molto folta – sarà nel ruolo del titolo, quello dell’ultimo imperatore di Roma. Per accentuare ancor più incisivamente il proprio messaggio, Dürrenmatt sorvola sul dato storico che vuole Romolo Augusto salire al trono a soli quattordici anni e dunque naturalmente in balia degli eventi, che conducono inesorabilmente alla fine uno Stato ormai decadente e vizioso. L’autore svizzero lo ritrae invece come un cosciente e disincantato uomo di mezza età, cui la Storia consegna il compito ingrato di scrivere la parola “fine” sulla parabola discendente di un Impero minato all’interno dalla corruzione morale e politica, e all’esterno dagli assalti dei “barbari”. Dovrebbe illudere il suo popolo e sé stesso, tentare fino all’ultimo di rispondere con le armi agli attacchi dei Germani, d’imporre l’antica volontà di dominio di un Impero ormai esausto? Queste sono le aspettative dei suoi cortigiani, dei funzionari – ritratti come un folle universo mosso solo dal bieco interesse – addirittura dell’Imperatrice Giulia, sua moglie, che invano si appella alla sua ambizione… Invano. Romolo Augusto infatti rimane sordo a queste ragioni, a questo mondo che come nella scena di una farsa gli si anima intorno: non potendo far nulla per mutare il corso della Storia, egli rifiuta però di farsi strumento di essa. La Storia non scriverà dunque l’ultimo atto di Roma attraverso gli atti di un Imperatore, ma quelli di un allevatore di polli. Ecco l’unico ambito verso il quale Romolo mostri interesse. Se i suoi lo ritengono per questo un pazzo, in ciò va invece ravvisata la grandezza del personaggio, la sua statura tragica. E questo ritratto dolente di uomo e di politico, talmente consapevole e deluso da abdicare al proprio ruolo, viene tratteggiato da Dürrenmatt con estro sapiente, intrecciando al dramma proprio quel grottesco a cui si accennava: è facile ridere di Romolo, della sua ironia sottile, delle sue bizzarrie, della scelta di battezzare tutti i polli con nomi di defunti imperatori romani... Ma è ugualmente naturale riconoscere in tante situazioni il disperato scetticismo con cui anche noi talvolta, guardiamo impotenti la realtà. Dürrenmat dona all’amara satira di Romolo Il Grande un inatteso epilogo. Una volta giunto a Roma, il temuto capo dei Germani Odoacre non uccide l’Imperatore, anzi fa atto di sottomissione. Come Romolo anch’egli si riconosce “prigioniero” del ruolo che la Storia gli ha imposto: non ci si può ribellare. Allora, ad entrambi non resta altro che sottomettersi e permettere alla farsa di compiersi: Romolo si ritira nella pacatezza affidando il potere ai Germani e Odoacre diviene Re d’Italia. (i.lu.) “Romolo il Grande” di Friedrich Dürrenmatt regia di Roberto Guicciardini con Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini Politeama Rossetti dal 17 al 18 marzo 2009 durata 2h e 20’ con intervallo personaggi Romolo,imperatore romano d’occidente Giulia, sua moglie Rea, sua figlia Zenone Isaurico, imperatore romano d’oriente Emiliano, patrizio romano Mares, ministro della guerra Tullia Rotondo, ministro degli interni Spurio Tito Mamma, prefetto della cavalleria Achille, cameriere Piramo, cameriere Cesare Rupf, fabbricante di calzoni Apollione, Antiquario Filace, attore Odoacre, principe dei germani Teodorico, suo nipote Fosforide, camerlengo Sulfuride, camerlengo Il cuoco interpreti Mariano Rigillo Anna Teresa Rossini Liliana Massari Roberto Pappalardo Pietro Faiella Francesco Cutrupi Norma Martelli Francesco Frangipane Luciano D’Amico Alfredo Troiano Francesco Sala Luciano D’Amico Lorenzo Praticò Martino Duane Davide D’Antonio Lorenzo Praticò Davide D’Antonio Alfredo Troiano 7 Politeama Rossetti momix “bothanica” il nuovo spettacolo di Moses Pendleton Platea A-B 4★★★★ Platea C 3★★★ Gallerie 2★★ Biglietti Platea A-B interi € 47 ridotti € 41 Platea C interi € 40 ridotti € 35 I Galleria interi € 35 ridotti € 30 II Galleria interi € 27 ridotti € 24 Sala Bartoli a chorus line ideato e originariamente diretto e coreografato da Michael Bennett regia di Baayork Lee e Saverio Marconi Platea A-B 3★★★ Platea C - I Galleria 2★★ II Galleria 1★ HIGH SCHOOL MUSICAL 21.00 12 21.00 13 marzo 16.00 FAM 20.30 16.00 20.30 AP 11 marzo ven 20.30 romolo il grande 21.00 marzo gio 20.30 20:30 10 marzo mer 20.30 società dei concerti Platea A-B 2★★ Platea C - Gallerie 1★ mar 20.30 DAN Pomeriggi Musicali 21.00 sab 14 21.00 ★ 15 marzo 17.00 marzo dom 16 marzo mar 17 marzo mer 20.30 18 21.00 19 21.00 20 21.00 21 17.00 21.00 22 17.00 23 18.00 marzo gio 20.30 M marzo ven 20.30 O 16.00 20.30 N 16.00 P marzo sab marzo dom marzo lun marzo mar ★ 24 marzo 17.00 20.30 gio 26 marzo 21.00 Giovanni Allevi in concerto 21.00 ven società dei concerti rocky horror show di Richard O’Brien regia di Sam Buntrock Platea A-B 4★★★★ Platea C - I Galleria 3★★★ II Galleria 2★★ 20.30 16.00 20:30 20.30 M 20.30 20.30 O 16.00 20.30 N 27 21.00 28 21.00 29 17.00 30 18.00 31 21.00 1 21.00 2 21.00 3 21.00 4 21.00 marzo sab marzo dom marzo lun marzo mar marzo mer aprile gio aprile ven aprile sab aprile il sentiero dei passi pericolosi di Michail Marc Bouchard regia di Tommaso Tuzzoli Posto unico 1★ Biglietti Posto unico interi € 15 ridotti € 12,50 pomeriggi musicali Giovanni Allevi in concerto mer Tutti i settori 1★ di Luigi Pirandello regia di Marco Rampoldi con Corrado Tedeschi Posto unico 1★ Biglietti Posto unico interi € 15 ridotti € 12,50 lun 25 marzo TO BE OR NOT TO BE L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA india di Mara Baronti regia di Alfonso Santagata con Mara Baronti Posto unico 1★ Biglietti Posto unico interi € 15 ridotti € 12,50 pomeriggi musicali alè calais di Osvaldo Guerrieri regia di Emanuela Giordano con Marianella Bargilli Posto unico 1★ Biglietti Posto unico interi € 15 ridotti € 12,50 ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DELL’OPERETTA FRIULI VENEZIA GIULIA diretto da Antonio Calenda inserto a cura dell’Associazione Internazionale dell’Operetta Friuli Venezia Giulia Pomeriggi Musicali al Rossetti VI edizione il programma Lunedì 23 marzo 2009 - ore 18 Sala Bartoli “L’amor xe una pietanza...” Palpiti e sospiri dalla Belle Epoque al Varietà Veronica Vascotto soprano Andrea Binetti tenore Cristina Santin al pianoforte Lunedì 30 marzo 2009 - ore 18 Sala Bartoli “Wonderful World of Musicals” Elisabetta Tulli e Luca Notari voci Giovanni Maria Monti al pianoforte Mercoledì 8 aprile 2009 - ore 18 Sala Bartoli “Tracce di Musical” Graziano Galàtone e Edoardo Luttazzi voci Pac Ninni alla chitarra Mercoledì 15 aprile 2009 - ore 18 Sala Bartoli “Cetra noi cinque” Omaggio al Quartetto Cetra con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli Simone Manfredini al pianoforte in collaborazione con informazioni e prevendita Prezzo dei biglietti Posto unico € 8,50 Abbonamento a quattro spettacoli Posto unico € 24,00 (prevendita da venerdì 13 marzo) Informazioni Associazione Internazionale dell’Operetta (Via Ponchielli, 3 - Trieste; Tel. 040-364200; e-mail [email protected]) Prenotazioni e prevendita TRIESTE Biglietteria del Politeama Rossetti (Tel. 040-3593511; www.ilrossetti.it) Ticket Point Corso Italia, 6 Info Point Centro Commerciale Torri d’Europa via D’Alviano Agenzia Bagolandia via San Marco MUGGIA (TS) Agenzia Peekabooh Riva de Amicis, 21 Agenzia La Rambla Corso Puccini, 21/B MONFALCONE (GO) Agenzia Universal Piazza dell’Unità d’Italia, 2 GORIZIA Agenzia Appiani Corso Italia, 60 UDINE Teatro Nuovo Giovanni da Udine Agenzia Rigel Tour Via Gemona, 4 PALMANOVA (UD) Agenzia Rigel Tour Borgo Aquileia, 2/B SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN) Agenzia Medina Viaggi Piazza del Popolo, 13 CallTicket 040-986-986-6 Internet www.ilrossetti.it L’amor xe una pietanza.. Palpiti e sospiri dalla Belle Epoque al Varietà Lunedì 23 marzo 2009 - ore 18, Sala Bartoli Ambientato in un raffinato salotto fin de siècle, il concerto propone un viaggio tra i mille volti dell’Amore; da quello timido e adolescenziale a quello scanzonato e malizioso, da quello idealizzato a quello disilluso, da quello romantico e passionale a quello eterno. Celebri romanze, brillanti arie d’opera e d’operetta ed intramontabili canzoni accompagnano l’uditorio in un raffinato dialogo amoroso fra due intense voci di uomo e di donna. soprano Veronica Vascotto tenore Andrea Binetti al pianoforte Cristina Santin Francesco Paolo Tosti Stanislao Gastaldon G. Simini Francesco Paolo Tosti L. Ricci geni Sadero charlie Chaplin giacomo Puccini rodolfo Falvo giacomo Puccini mario Costa Ernesto De Curtis cesare andrea Bixio jacques Offenbach Veronica Vascotto Dopo il diploma al Conservatorio “G. Tartini” di Trieste è stata premiata in concorsi nazionali e internazionali, ha seguito corsi di perfezionamento per l’esecuzione del Lied tedesco (Werner Dörmann, Christa Ludwig, Rudolf Piernay), per la musica sacra e contemporanea (Marco Sofianopulo, Margreet Hönig) e per l’opera (Ennio Silvestri, Sergio Bertocchi, Sherman Lowe), con qualche “escursione” anche nella vocalità jazz. Dopo aver debuttato a Siena nell’opera “Pia de’ Tolomei” di Donizetti nel 1999 nella parte del titolo, è stata Lei ne “La notte di un nevrastenico” di Nino Rota al Teatro Verdi di Trieste. Nello stesso teatro ha cantato ne “L’Elisir d’Amore”, mentre al Teatro Bon di Udine ha cantato “Dido and Aeneas” di Purcell. Ha coperto il ruolo di Kathi nell’operetta “Al Cavallino bianco” per Ideale, Aprile Musica proibita Addio Signora L’alba separa dalla luce l’ombra Canzone della frittola L’amor xe una pietanza Eternamente, dal film “Luci della ribalta” Valzer di Musetta, da “Boheme” Dicitencello vuje O mio babbino caro, da “Gianni Schicchi” Napoletana, dall’operetta “Scugnizza” Ti voglio tanto bene, Non ti scordar di me Parlami d’Amore, Mariù Duetto della Mosca, dall’”Orfeo all’Inferno” la regia di Gino Landi a Trieste e a Palermo. Svolge un’intensa attività concertistica in formazioni da camera e con pianoforte, collaborando con prestigiosi complessi da camera e con varie orchestre italiane e straniere, ed è stata diretta da diversi direttori, quali Bruno Aprea, Paolo Arrivabeni, Ovidiu Balan, Massimo Belli, Wolfgang Bozic, Fabrizio Ficiur, Romolo Gessi, Paolo Paroni , Nicola Samale, Andreas Stoer, Yoichi Sugiyama, Daniele Zanettovich. Protagonista di concerti e récitals in Italia, Austria, Slovenia, Croazia, Svizzera, Malta, Brasile, Cina, viene regolarmente invitata in importanti stagioni concertistiche. Il suo repertorio spazia dal barocco alla musica contemporanea. È stata protagonista di numerose prime esecuzioni assolute, alcune delle quali di lavori a lei dedicati, anche registrati dalla RAI. Ha inciso per varie etichette, con musiche di Gounod, Viozzi, Sofianopulo, Pezzè, Zipoli, De Stefani. Veronica Vascotto è anche docente di ruolo di educazione musicale nella scuola secondaria e docente di canto e tecnica vocale presso la Cappella Civica di Trieste. Ha da poco concluso il corso di Alta Formazione in Vocologia Artistica diretto dal Prof. Franco Fussi presso l’Università di Bologna, sede di Ravenna. Andrea Binetti Debutta molto giovane nella compagnia d’operetta di Sandro Massimini, portando nei più grandi teatri italiani gli spettacoli “Il paese dei campanelli” e “Al Cavallino Bianco”. Lavora quindi in “Profumo d’operetta” accanto a Gino Bramieri, con la regia di Pietro Garinei per il Teatro Sistina di Roma e nella compagnia milanese di Roberto Brivio in “La Vedova allegra”. Ha al suo attivo numerosi concerti e produzioni liriche. Canta in teatri prestigiosi quali “L’Arena” di Verona, “La Fenice” di Venezia, “G. Verdi” di Trieste, “L’Opera” di Parigi, accanto a nomi come Placido Domingo, Katia Ricciarelli, Fiorenza Cedolins, Andrea Bocelli, Milva. Con Daniela Mazzucato, Max René Cosotti, Elio Pandolfi e Gino Landi è uno dei protagonisti in diverse produzioni del Festival Internazionale dell’Operetta di Trieste: “La Generala”, “Orfeo all’inferno”, “Al Cavallino Bianco”, “Il pipistrello”, “L’amore è un treno”. Partecipa a molte produzioni dell’Associazione Internazionale dell’Operetta di Trieste, fra cui la prima edizione italiana di “Gasparone” di Karl MIllocker, accanto ad Elio Pandolfi, e le rassegne “TriesteOperetta al Ridotto” e “Pomeriggi musicali al Rossetti”. Presenta frequentemente applauditissime selezioni di operette in lingua italiana in molti paesi fra cui: Egitto, Marocco, Brasile, Ungheria ed Austria. Essendo uno dei maggiori conoscitori del mondo della “piccola lirica” partecipa a numerose trasmissioni RAI e MEDIASET, fra cui “Domenica in”, con Frizzi, “Costanzo show” con Costanzo, “In famiglia” con Timperi. E’ uno degli interpreti della trasmissione di Rai Uno, “Ci vediamo in TV” condotta da Paolo Limiti, per la quale riceve da Michele Cocuzza, il premio “Festival della Televisione 2002”. Partecipa anche all’importante trasmissione di Rai Uno, “ Serata d’onore “ con Pippo Baudo. Partecipa al Film Rai International di Andrea Andermann, “La Traviata”, con la regia di Giuseppe Patroni Griffi e la direzione musicale del M° Zubin Metha, trasmesso in diretta Mondovisione. Con la canzone “Inno leggero”, interpretata assieme al cantante pop Manuel Auteri, diventa testimonial dell’Associazione umanitaria “Intervita”, che si occupa dell’adozione di bambini, legata alla trasmissione Rai, “Amore” condotta da Raffaella Carrà. Canta in mondovisione nella trasmissione “Cristianità” su RAI International, per il Santo Padre Papa Giovanni Paolo ll e di recente per Papa Benedetto XVl . Di recente è stato uno dei protagonisti a Nijgata, di un concerto voluto dall’Università giapponese di Tokyo in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, nel quale ha cantato, per la prima volta in Giappone, l’Operetta italiana. Ha interpretato il ruolo di Gustavo von Pottenstein, ne “Il Paese del Sorriso” di Franz Lehar, nell’ambito del “39° Festival Internazionale dell’Operetta di Trieste”, accanto ad Elio Pandolfi e Silvia Dalla Benetta. Recentemente ha debuttato in Russia con un concerto dedicato alle grandi “romanze e canzoni” della tradizione italiana. Cristina Santin pianista, nata a Trieste, si è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio “G.Tartini” della sua città sotto la guida del M° Lorenzo Baldini, con la votazione di 10, lode e menzione speciale. Dopo il diploma ha seguito le lezioni di vari insegnanti (R.Risaliti, F.Scala...) perfezionandosi poi in modo continuativo con il M° Boris Petrushansky per il repertorio pianistico e con i maestri Dario De Rosa, Renato Zanettovich, Enrico Bronzi e Maureen Jones per la musica da camera. Nel giugno scorso ha conseguito brillantemente il diploma (Aufbaumstudium, massimo titolo tedesco) del Master biennale in Musica da camera (Duo pianistico a quattro mani e due pianoforti, con Rinaldo Zhok) presso la Musikhochschule di Monaco di Baviera, docente il duo Tal-Groethuysen. Si esibisce abitualmente in veste di solista ed in varie formazioni da camera in Italia e all’estero (U.S.A., Francia, Austria, Germania, Belgio, Slovenia, Croazia…) ottenendo sempre successo di pubblico e critica. Da solista ha debuttato con orchestra nel 1997 presso il Palazzo Ducale di Genova. Nel 2000 ha eseguito a Ratingen (Germania) il Concerto n.5 op.73 “Imperatore” di Beethoven, con la Folkwang Kammerorchester Essen diretta da J.A.Waggin. Nel 2006 e nel 2008 è stata invitata a tenere una serie di concerti cameristici in Inghilterra, assieme al violinista Emmanuele Baldini, spalla dell’Orchestra di Stato di San Paolo del Brasile. Premiata in vari concorsi nazionali e internazionali per pianoforte solista e musica da camera, ha registrato per varie emittenti televisive e per la RAI. Di recente ha inciso con le prime parti del Teatro “G. Verdi” di Trieste un CD per la Rainbow Classic, contenente brani cameristici per pianoforte e archi del compositore inglese Lennox Berkeley. Ha collaborato in diverse occasioni in produzioni teatrali-musicali di vari teatri di prosa, tra i quali il Teatro Stabile “La Contrada” di Trieste, il Teatro del Baratto di Torino, il Teatro “G.Belli” di Roma. Nel 2001 si è laureata presso l’Università di Trieste con il massimo dei voti e la lode in Storia della Musica con una tesi, di prossima pubblicazione, sulla musica pianistica del compositore triestino Pavle Merkù. WONDERFUL WORLD OF MUSICALS Lunedì 30 marzo 2008 - ore 18, Sala Bartoli Uno spettacolo tratto dal repertorio dei musical più famosi, italiani ed internazionali, di autori del talento di Andrew Lloyd Webber, Leonard Bernstein e Richard Rodgers, per citarne alcuni. Lo spettacolo, articolato dal vivo, prevede pezzi da solisti e alcuni duetti memorabili. Il maestro pianista Giovanni Monti che accompagna i due cantanti è già noto al pubblico del Politeama Rossetti per essere stato il direttore musicale di molti dei musical della Compagnia della Rancia. voci Elisabetta Tulli e Luca Notari al pianoforte Giovanni Maria Monti Elisabetta Tulli La prima grande occasione con le musiche di Dino Scuderi; è Pietro nella versione italiana del arriva nel 2002 con la partecipazione come cantante solista del musical “Jesus Christ Superstar” di Webber e Rice della Compagnia programma “Chiambretti c’è”, per la regia di Gianni Boncompagni. della Rancia. Nel 2008/2009 è Marante di Magonza in “Pipino il Nello stesso anno inizia a collaborare con l’artista Marcello Cirillo Breve” di Tony Cucchiara, prodotto dal Teatro Stabile di Catania. diventando prima vocalist del Tributuor e poi autrice e interprete Per la tv è il narratore vagabondo dello speciale per Raidue “Frate dell’album “Ispirata” prodotto da Cirillo e da RaiTrade. Ospite di Asino” di Pasquale Panella con musiche di Dino Scuderi. Fa parte diversi programmi radiofonici e televisivi come: Cominciamo Bene, del quartetto A4M all for musical, gruppo specializzato in repertorio Tappeto volante, Girofestival, Railife, Premio Mia Martini, Uno musical con un primo spettacolo West End Story che sta ottenendo mattina, La fabbrica della musica, GranGalà dello sport e della TV. grande consenso di pubblico e critica. Ha collaborato con Marco Masini, Tullio De Piscopo, Tom Sinatra, Giovanni Maria Monti Si diploma in piaUmberto Sangiovanni e Paolo Gatti in qualità di protagonista del noforte presso il Conservatorio “Ottorino Respighi” di Latina e in recital “Melodie Romane”. Fa parte del quartetto vocale Baraonna Musica Corale e Direzione di Coro e in Composizione. Dal 1994 con i quali organizza il Premio Voceania 2007, Festival nazionale alterna tale attività a quella di compositore, trascrittore e arranper gruppi vocali e partecipa al varietà “Vieni avanti cretino” su giatore di brani di vario genere dimostrando una particolare vena Rete4 regia di Pierfrancesco Pingitore. Attualmente è una delle “Le creativa per le musiche da commento alcune delle quali eseguite soliste”, ensemble vocale diretto dal Maestro Nerio Mazzini, e porta insieme ad ascoltatissimi brani di grandi maestri. Nel febbraio in scena con Andrea Perrozzi il Recital “Incantando Roma. La storia 2001 è pianista accompagnatore nel musical americano “Naked de Nino, Nina e de sette chili de sale.” Elisabetta insegna tecnica boys singing” del quale, poco dopo, ne assume anche la direzione vocale presso la Bottega del Suono diretta da Marcello Cirillo, presso musicale. Presso l’Accademia Chigiana di Siena incontra i M° Nicola la MelodyMusicSchool diretta da Michelangelo Tagliente e presso il Piovani e Luis Bacalov. È da queste esperienze senesi che crea il “Centro studi musical” di Franco Miseria. Movies Trio, formazione da camera che si occupa di musiche da Luca Notari Debutta all’età di 20 anni diretto da film. Particolarmente fortunato è risultato l’incontro con l’attoreGigi Proietti nello spettacolo “Melodica” con Donatella Pandimiglio. doppiatore Walter Maestosi e l’attrice-cantante Daniela Barra, con i Seguono due grandi produzioni con Massimo Ranieri dirette da quali collabora come pianista e compositore di musiche originali in Giuseppe Patroni Griffi, “Hollywood, ritratto di un divo” di Gianni una serie di spettacoli di poesia e musica di altissimo livello. Dal Togni e Guido Morra e “Il Grande Campione” di Maurizio Fabrizio e 2005 collabora come direttore musicale e pianista in scena con la Guido Morra. Nel 2001 è uno dei protagonisti del musical “Salvatore Compagnia della Rancia realizzando i musicals “Nunsense” e “Jesus Giuliano” di Dino Scuderi con Giampiero Ingrassia e Tosca per la Christ Superstar” per la regia di Angelini. Nel dicembre 2006, al regia di Armando Pugliese. È Sir John of Eggs nell’opera buffa “Il Teatro Sistina, in occasione della ripresa del musical “Tutti insieme Mostardiere Del Papa” di Alfred Jarry, musiche di Cinzia Gangarella, appassionatamente”, incontra Michelle Hunziker con la quale ha regia di Mario Moretti. È l’apostolo Andrea in “Corpus Christi” di inizio una proficua collaborazione. È con lei che nel febbraio 2007, Terence Mc Nally per la regia di Enrico Maria Lamanna. Nel 2003 è in veste di Direttore musicale e pianista in scena, debutterà al Teatro Romeo nella dance opera di Renato Greco “Romeo e Giulietta” con della Luna con “Cabaret”, regia di Saverio Marconi. Sono suoi gli Giuseppe Pambieri. Viene diretto da Giancarlo Sepe in “Favore” di arrangiamenti e la direzione musicale de “Il giorno della tartaruga” Oscar Wilde. È Ulisse nella dance opera “Odysseus” di Renato Greco con Christian Ginepro e Chiara Noschese. TRACCE DI MUSICAL Mercoledì 8 aprile 2009 - ore 18, Sala Bartoli Lo spettacolo dal vivo proposto da Graziano Galàtone e Edoardo Luttazzi è un breve escursus della loro carriera: i brani migliori dei musical italiani di cui sono stati grandi protagonisti negli anni 2000, affianco ad alcuni dei migliori pezzi dei più famosi musical stranieri. Un programma non annunciato, via via proposto a contatto diretto con il pubblico, quasi un working in progress. Accompagnati dalla chitarra di Pac Ninni, già protagonista affianco a Galàtone in Notre Dame e Tosca, e in Bernadette, quest’ultimo non ancora apparso sulle scene triestine. voci Graziano Galàtone e Edoardo Luttazzi alla chitarra Pac Ninni Graziano Galàtone Figlio d’arte, inizia a suonare con le “bacchette del padre batterista”. Gli strumenti a percussione rimarranno il filo conduttore delle esperienze future, che spaziano dalla collaborazione con orchestre classiche dove sarà timpanista, alla realizzazione di progetti dalle contaminazioni jazzistiche ed elettroniche, fino ad arrivare al canto popolare, che porterà in Russia, Grecia, in Cina ed in molte regioni d’Italia con una delle sue prime formazioni folkloristiche. Artista eclettico: percussionista, coreografo di balli popolari, cantautore sensibile nello scrivere testi e musiche. Collabora in progetti discografici Etnomusic come “TammurriataRock” , dallo stile rock-folk.Recentemente, insieme Thomas Borchert ad artisti come Fabio Concato, Eugenio Finardi, Rossana Casale, Riceve la propria formazione nell’ambito del musical alla Stage Francesca Tourè, aderisce al progetto dell’ONG Alisei “il diritto di School of Music, Dance and Drama di Amburgo. Ancora durante gli essere bambino” ed alla realizzazione del cd “Les nuits d’afrique” studi recita nel 1990 nel ruolo di “Rum Tum Tugger” in Cats nel quale interpreta un brano accompagnato al basso da Etienne ad Amburgo. Seguono molti altri ruoli principali: fra cui Snoopy Mbappè. Dal marzo 2002 è il capitano Febo nell’Opera “Notre Dame in You’re a Good Man, Charlie Brown, Frank’n de Paris”. Riceve nel novembre del 2002 con onore il Premio interFurter in The Rocky Horror Show ad Amburgo, Giuda nazionale Rodolfo Valentino conferitogli per aver contribuito allo sviin Jesus Christ Superstar, Lucheni in Elisabeth a luppo culturale artistico del territorio in cui è nato. Interpreta Mario Vienna. Cavaradossi in “Tosca Amore Disperato”. L’Associazione Internazionale È apparso nel ruolo del titolo della prima edizione tedesca di dell’Operetta gli assegna nella sua 6.a edizione il “Premio Nazionale Buddy, inoltre in quello del Ché in Evita e della Morte Sandro Massimini” per essersi distinto come eclettico artista ed uno in Elisabeth a Vienna, ruolo che ha ripreso nella prima dei migliori interpreti nel panorama del musical italiano. L’interesse e edizione italiana del musical allestita al Parco di Miramare a l’amore per la musica popolare sono tuttavia sempre vivi e presenti Trieste. È stato ingaggiato a Duisburg come Jean Valjean in Les nei progetti musicali nati circa un anno prima dell’inizio del tour Misérables, come Leopold Mozart e Colloredo nella prima “Terramè Project” dove musiche etniche si abbinano a sonorità edizione di Mozart! a Vienna. elettroniche, rievocando suoni e colori della Puglia. Ha recitato nel ruolo principale in Jekyll & Hyde al Theater anEdoardo der Wien, impegno che gli ha portato Musicaldel Luttazzi Emerge iltraDeutsche gli interpreti Award attore. Hadi Webber interpretato e musicalcome “Jesus miglior Christ Superstar” e Rice,anche che la Oberon Compagnia Teseo nel Sogno di unaconnotte di mezza della Rancia ha rappresentato vivo successo in italiano,estate anche al alPoliteama FestspieleRossetti di Rosenburg Austria.spettacolo Accanto Luttazzi agli impegni sul di Trieste. in In questo ha scolpito palcoscenico, l’attore – che siil personaggio è fatto un dinome come con incisiva forza drammatica Giuda,anche imponendosi autore di canzoni, cantante sia conunadiversi gruppi, sia all’attenzione per due stagionie pianista e dimostrando spiccata persona- lità. Importanti anche le partecipazioni radiofoniche e televisive. Già nel 2005, si era distinto nel musical “Joseph e la strabiliante tunica dei sogni in technicolor” sempre di Webber e Rice, per la regia di Claudio Insegno. E ciò dopo essersi fatto le ossa nelle matinée al Teatro Sistina con la Compagnia “Il Piccolo Borgo”, recitando in “Forza venite gente” nelle parti di capo arabo e di diavolo. Alle basi della preparazione di questo giovane attore e cantante c’è lo studio di canto lirico con il maestro Sergio Oliva, quello di canto voicecraft con Gabriella Scalise e la frequentazione del workshop sull’interpretazione condotto da Carl Anderson. Va segnalato anche il cd “Heidi the musical”, inciso per la casa editrice Multidea. È in assolo a Vienna e ad Amburgo – ha firmato in tutto cinque giunto poi anche il grande successo di Luttazzi alla Fenice di CD da solista. Venezia, accanto ad un altro vincitore del premio nel 2003, Graziano Per il suo CD in tedesco Mehr als jedes Wort ha ottenuGalátone, nella nuova opera musical di Riz Ortolani, intitolata “Il to il premio Songpoeten. Di nuova pubblicazione è il suo album principe della gioventù”, dove egli ha mostrato, nel difficile ruolo di Brochert DeLuxe. Giuliano de Medici, un’eccezionale maturità nella recitazione e nel È stato impegnato al Neue Flora di Amburgo e al Theater des canto, ottenendo vivi consensi di pubblico e di critica. Nel premiare Westens di Berlino nel ruolo del Conte von Krolock nel musical Edoardo Luttazzi nella 9.a edizione del “Premio Nazionale Sandro La danza dei vampiri per la regia di Roman Polanski. Massimini” la giuria ha premiato un giovane di sicuro temperamento, Recentemente è stato impegnato a St. Gallen nella prima edizione valido nel canto come nella recitazione. Ha interpèretato Anthony europea di Dracula, novità di Frank Wildhorn, e a Essen nel Hope in “Sweeney Todd” ed era in “Bernadette – il miracolo di Fantasma dell’Opera di Andrew Lloyd Webber. Lourdes” di Graziano Galàtone. Attualmente è in tour nelle principali città tedesche con il mega Best ofClassificato Musical, prodotto Stage Pacshow Ninni secondo comedall’olandese miglior chitarrista Entertainment. Nella nazionale prossima Dell’Emergenza stagione ritornerà teatro acustico alla finale Acoustical Showcase dinell’inverno prosa interpretando il monologo Bariccoha del 2004 e finalista al Top diRockAlessandro Guitarist 2008, Novecento. all’attivo numerose esibizioni live: per Graziano Galàtone ha suonato tutte le chitarre di “Bernadette - Il miracolo di Lourdes”; era co Maurizio Vurchio, con i Black & Blues di Amelia Milella. Membro fondatore di gruppi come Heavenow e Artinaria. Da citare inoltre numerose apparizioni in band come Replay, Blow Job Soul Band e Guajira. Attualmente on stage con Black & Blues, Quintosud, Lilium e Crystal Planet, la Tribute Band a Joe Satriani. CETRA NOI CINQUE Omaggio al Quartetto Cetra Mercoledì 15 aprile 2009 - ore 18, Sala Bartoli Cetra noi cinque si colloca a metà fra il cabaret e la rivista, inserendo alcune delle più belle canzoni del Quartetto Cetra nel tessuto di un moderno cabaret musicale che sfrutta l’abilità vocale e scenica dei cinque performer. È il tributo a una delle formazioni più importanti dello spettacolo del secolo scorso in Italia, un gruppo che ha saputo restare sulla breccia per decine d’anni regalando tanta grande musica e tanto divertimento a diverse generazioni di spettatori. Lo spettacolo propone tanto swing all’italiana alternato a diverse gag, alcune originali, la maggior parte composte appositamente per questo spettacolo dagli autori di Oblivion. Il centro dello show sono le parodie musicali di classici letterari quali Otello e I Promessi Sposi, ispirati alle grandi opere musicali della Biblioteca di Studio Uno, scritte appositamente da Davide Calabrese e Lorenzo Scuda. Andato in scena per la prima volta nell’ottobre 2004 all’Arena del Sole di Bologna, lo spettacolo ha riscosso unanimi consensi nel pubblico e fra gli addetti ai lavori, fra cui gli stessi Virgilio Savona e Lucia Mannucci, membri del Quartetto Cetra. con Graziana Borciani Davide Calabrese Francesca Folloni Lorenzo Scuda Fabio Vagnarelli al pianoforte Simone Manfredini Oblivion Gli Oblivion sono una formazione di giovani artisti nata nel 2001 a Bologna. Il gruppo è composto da attori, cantanti e musicisti provenienti da una formazione nel campo del musical e protagonisti da diversi anni di importanti produzioni nazionali di musical e teatro musicale (Rent, Grease, Tutti Insieme Appassionatamente, Joseph, Jekyll and Hyde, Jesus Christ Superstar). La formazione è attualmente composta da Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli. Il punto di forza dei loro spettacoli è l’attenzione per il sound “vintage” delle voci armonizzate, il continuo gioco pirotecnico con la musica e i testi delle canzoni, la vena ironica che contraddistingue la maggior parte dei loro brani. Dopo alcuni anni di omaggi ad alcuni fra più importanti artisti dello spettacolo musicale italiano sono approdati ad un linguaggio originale che è una sintesi fra il Quartetto Cetra ed i Monty Python. Ecco le principali produzioni realizzate negli ultimi anni: Ho rubato un motivo – Omaggio a Rodolfo De Angelis e alla storia del Caffè Chantant (2003), Far finta di essere G... – Omaggio a Giorgio Gaber (2004), Le mille note su... - I classici di Mina in voce e suoni nuovi (2004), Cetra noi 5 – Omaggio al Quartetto Cetra (2004-2005), Facciamo l’Inferno – Parodia dell’Inferno dantesco (2005), Non dimenticar le mie parole – L’Italia degli anni 30 e 40 nelle canzoni del Trio Lescano (2007), Di Palo in Sesto – La TV degli anni 60 rivista, o meglio parodiata dagli Oblivion (2008). in occasione dell’apertura dei nostri nuovi uffici in via Mazzini 33, riserviamo a gli abbonati del Rossetti una consulenza immobiliare gratuita “altri percorsi” Ritorna alla Sala Bartoli la compagnia del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli Tragedia classica, sensibilità moderna Il canadese Michel Marc Bouchard è uno dei più noti autori teatrali di oggi «Perché scrivere un’opera triste? Perché scrivere della morte? Perché non esiste pensiero più lucido del pensiero spogliato dagli scudi-bugie della vita; il pensiero di chi è baciato dalla morte, di chi non ha più nulla da perdere ma una cosa sola da guadagnare, la franchezza. Perché osare scrivere? Per osare vivere!» l’autore canadese Michel Marc Bouchard, uno dei più noti, nitidi autori teatrali del nostro tempo, sintetizza in queste righe il proprio manifesto poetico e in esse ci affida la chiave per comprendere il suo Il sentiero dei passi pericolosi, uno degli appuntamenti portanti del cartellone altripercorsi. Scritto nel 1998, il dramma – che viene allestito con straordinaria forza ed essenzialità da Tommaso Tuzzoli, regista talentuoso ed emergente, poco più che trentenne – è concepito come una tragedia classica, concepita però secondo la sensibilità moderna, secondo lo stile di Bouchard, un autore, come scrive il critico de La Repubblica Franco Quadri, «che sfugge a ogni definizione scrivendo testi arrabbiati, realistici e metaforici a un tempo, su storie locali col dono dell’universalità». Bouchard usa un linguaggio alto, ricco, per disegnare la realtà segreta ed esistenziale dei tre protagonisti, rivelata attraverso tagli di luce impervi, violenti, disincantati, anche cattivi, ma mai privi di emozione. 18 Ad incentivare quest’intensità è una regia adamantina, che disegna lo spettacolo nell’essenzialità di una scena spoglia e sapientemente illuminata, e oppone alla preziosità della drammaturgia una recitazione fisica, che “scolpisce” le battute e gli stati d’animo sul corpo degli attori. I tesi confronti verbali fra Victor, Ambroise e Carl – i fratelli al centro dell’opera di Bouchard – si traducono infatti in scontri fisici nella koinée recitativa a cui Andrea Capaldi, Andrea Manzalini, Silvio Laviano – questi i nomi dei tre interpreti – sono giunti attraverso una preparazione intensa, che è passata tramite un attento lavoro sull’improvvisazione e addirittura un training di boxe. L’assunto dell’autore, secondo cui il passaggio dalla vita alla morte è il momento estremo in cui poter guardare la verità dentro e fuori di noi, senza mistificazioni o filtri di sorta, si sostanzia in una messinscena costruita sul sottile confine fra morte e vita: la dimensione è infatti misteriosa al punto che i tre fratelli potrebbero essere già morti, e rivivere episodi del loro passato attraverso déjà-vu chiarificatori. La trama vuole che essi si riuniscano per compiere un viaggio: uno di loro sta infatti andando a sposarsi. La vita reale li attende, ma invano: incorrono infatti in un incidente automo- bilistico e restano prigionieri per sempre d’una foresta, nello stesso punto “pericoloso” dove quindici anni prima erano stati testimoni (volutamente inerti?) della morte per annegamento del loro padre. Un padre artista, poeta, ebbro… presenza ingombrante e ossessiva di cui hanno avuto la tentazione di liberarsi, ma che rappresentava per loro – lo capiranno troppo tardi, dopo averlo abbandonato ai flutti e aver vissuto anni nel senso di colpa – l’unica via di fuga dall’omologazione. E davanti al loro “ultimo sentiero” ecco i tre fratelli dialogare, finalmente senza veli, in merito a questo misfatto condiviso e ad altre dolorose ombre dei loro profili e dei loro rapporti. Carl – che avrebbe dovuto sposarsi – è il più giovane e quello che ha maggiori ambizioni a inserirsi in un ambito piccoloborghese: è commesso in un grande centrocommerciale “paradiso” del consumismo del Québec. Ambroise, gallerista ed esteta, è omosessuale e in passato ha avuto un’insana attrazione per il fratello piccolo: nelle sue battute dissacranti è da cercare il punto di vista dell’autore. Infine Victor, il maggiore, apparentemente un semplice taglialegna, ma in realtà il personaggio più misterioso e complesso, a cui è affidato il compito d’innescare il meccanismo drammatico delle rivelazioni. (i.lu.) “Il sentiero dei passi pericolosi” di Michail Marc Bouchard traduzione di Francesca Moccagatta regia di Tommaso Tuzzoli, con Andrea Capaldi, Andrea Manzalini, Silvio Laviano Sala Bartoli dal 18 al 22 febbraio 2009 durata 1h e 10’ senza intervallo 19 “musical” Saverio Marconi dirige con Baayork Lee uno dei capolavori di Broadway Quanti sogni corrono su quella linea! “A Chorus Line” arriva per la prima volta al Rossetti nell’edizione della Rancia La sala è al buio, una piccola luce da tavolo lascia a mala pena indovinare dove sia seduto Zach, il regista coreografo, coadiuvato dal suo assistente Larry. La tensione si respira densa sul palcoscenico, dove sulla “chorus line” che divide il proscenio – riservato alle star – dalla zona dei ballerini di fila (il coro), diciassette artisti che hanno superato la prima selezione attendono il loro turno. Si giocheranno tutto in quei pochi minuti d’audizione: sogni, autostima, prospettive...Solo otto ce la faranno. Inizia così A Chorus Line, il “re dei musical” come a ragione viene definito nelle note di presentazione della Compagnia della Rancia che lo ha riallestito e lo porta in tournée italiana in una nuova edizione. Nuovamente la regia associata è di Baayork Lee (una delle maggiori conoscitrici di questo musical, a lei infatti s’ispira la figura di Connie) e Saverio Marconi. “Nuovamente” perché la prima produzione che la Compagnia presentò nel 1990, rappresentò un momento importante nella storia del teatro recente, non solo per il successo ottenuto, ma soprattutto perché convinse definitivamente che anche in Italia si potesse mettere in scena un musical... Ma A Chorus Line è il “re dei musical” anche per l’entusiasmo che ha suscitato fin dal suo primo apparire alla ribalta: dopo la leggendaria prima del 25 luglio 20 1975 al Public Theatre di New York, alla presenza di 300 spettatori, partì un passaparola che portò a una svolta nella storia di Broadway. Nel 1976 riceve 12 nomination ai Tony Award e ne vince 9, ottiene inoltre il Premio Pulitzer per il teatro. Nel 1983 con 3.389 repliche, diventa il “longest running show” nella storia di Broadway, superando Grease: per festeggiare, il regista e ideatore Michael Bennett riunisce gli interpreti di tutte le edizioni, americane e internazionali e, nel finale ben 338 ballerini danzano One. Lo spettacolo, negli anni, è stato rappresentato in oltre 22 Paesi nel mondo, in 104 città negli Usa, ha coinvolto, solo a Broadway, oltre 500 performers ed ha avuto un’amata versione cinematografica con Michael Douglas nel ruolo del regista. Difficile sintetizzare in pochi elementi il segreto di tanto successo: ottimo il libretto, scritto da James Kirkwood e Nicholas Dante, semplicemente indimenticabili le bellissime musiche di Marvin Hamlisch e le coreografie che la animano nel segno del tip tap e di un’eccezionale inventiva e accuratezza, ma soprattutto vera, palpitante la storia – o meglio l’insieme di storie – che il musical raccoglie. Concepito da Bennet, A Chorus Line scaturisce da un workshop in cui un gruppo di ballerini (i cosiddetti “gypsies”, che passano da un musical all’altro), dopo le prove di uno spettacolo, si incontrano per parlare delle proprie esperienze personali e professionali, e di come la danza abbia condizionato le loro vite. L’incontro fu registrato su un nastro: da lì fu tratto il testo dello spettacolo. Da questa “verità” il musical riceve la sua inestinguibile carica di emozione, creatività, ironia, dramma. Ognuno dei diciassette artisti in lizza per la selezione, invitato dal regista, mette a nudo sul palcoscenico speranze, sogni, debolezze e fallimenti della realtà quotidiana: nascono confidenze divertenti, appassionate, arrabbiate, commoventi. Mike ha iniziato a danzare imitando i passi della sorella, Sheila racconta i sacrifici fatti per ballare, Kristine confessa la sua debolezza nel canto, Val riflette su come per emergere sia necessario essere avvenenti, Cassie – che un tempo ha amato Zach e che lui ritiene una star – motiva la sua scelta di ritornare dietro la chorus line... C’è in ognuno il senso di una sfida con la vita, in ognuno c’è l’amore per lo spettacolo, l’attesa di quella “singular sensation” che si prova esibendosi. Proprio per questo, anche se solo otto saranno selezionati, come in un sogno, tutti compariranno nel grande numero finale a cantare, nel bagliore accecante delle paillettes e dei cilindri dorati. di Ilaria Lucari “A Chorus Line” ideato e originariamente diretto e coreografato da Michael Bennett libretto di James Kirkwood e Nicholas Dante regia di Baayork Lee e Saverio Marconi Politeama Rossetti dal 19 al 22 marzo 2009 durata 2h senza intervallo personaggi interpreti Zach Christian Amadori Val Lucia Blanco Judy Federica Capra Larry Andrea Cerchia Vicky Paola Ciccarelli Bobby Roberto Colombo Paul Simone Di Bucci Al Aldo Esposito Mark Antonio Franco Don Giuseppe Galizia Sheila Lynn Jamieson Maggie Floriana Monici Roy Fabio Monti Connie Fiorella Nolis Cassie Paola Quilli Tricia Laura Pucini Diana Annamaria Schiattarella Mike Luca Spadaro Frank Gianluca Spatti Bebe Maria Grazia Valentino Richie Mauro Simone Greg Nicola Zamperetti Kristine Laura Safina 21 news diretto da Antonio Calenda Ritorna la rassegna dedicata alle più interessanti formazioni contemporanee Trieste per la danza in Sala Bartoli Quattro appuntamenti internazionali dal 7 al 19 maggio organizzati da Arteffetto Gi appassionati potranno godere anche in questa stagione di un’affascinante rassegna di danza contemporanea: ritorna infatti alla Sala Bartoli “Trieste per la Danza”, il festival curato da ArteffettoDanza. Inaugurazione l’8 maggio con Four per la coreografia di Thomas Noone, anche interprete assieme alla moglie Nuria Martinez. Lo spettacolo racconta quattro diversi stati d’animo: noia e routine, fragilità e vulnerabilità, aggressività fisica e psicologica, paura e 8 e 9 maggio, h. 21 FOUR Thomas Noon Company 12 e 13 maggio, h. 21 ATLANTIDE CRDL Compagnia Mvula Sungani dipendenza. Il coreografo e danzatore di origini africane Mvula Sungani presenta Atlantide: un viaggio, che prende forza dalla musica classica unita alle musiche popolari. In scena, oltre alla prima ballerina Emanuela Bianchini, altri sette danzatori di grande levatura tecnica ed artistica. Il successivo Trittico, racchiude tre duetti ad opera di ArteffettoDanza, Arearea e di Sharon Fridman. Arearea porta la sua coppia di spicco, i coreografi e danzatori Marta Bevilacqua e Luca Zampar; arrivano dalla Spagna la Fridman e Carlos Fernandez, infine, i padroni di casa con Scomoda_mente, di e con Federica Russolo e Corrado Canulli. Il Festival si conclude con la Compagnia Ersiliadanza di Verona in Shake per la regia di Laura Corradi. 15 e 16 maggio, h. 21 TRITTICO ArteffettoDanza Arearea Compagnia Sharon Fridman 18 e 19 maggio, h. 21 SHAKE Compagnia Ersiliadanza Da oltre un secolo il giornale della tua città cronaca, notizie, sport, approfondimenti 22 www.ilpiccolo.it un assaggio della prossima stagione Ecco le novità del calendario Arrivano Gigi Proietti e “Peter Pan”, ritorna “To be or not to be” Non si spengono i fuochi d’artificio delle nuove proposte in programmazione al Rossetti: i prossimi mesi ci riserveranno ancora parecchie sorprese. La prima è di certo Di nuovo buonasera! di e con Gigi Proietti che dal 7 al 10 maggio presenterà il suo repertorio di canzoni e gags accompagnato da un ricco corpo di ballo e da un’orchestra. Sempre a maggio, divertimento assicurato con Rumori fuori scena, brillante commedia di Michael Frayn che sostituisce l’annullato spettacolo Vite Private. Anche l’Enrico IV sarà recuperato dal 26 maggio. Ad aprile, il 7 e 8, ritorna il musical Peter Pan e ai giovani è dedicata anche la rentrée di High School Musical (solo il 24 marzo). Consigliabile a tutti il divertentissimo, To be or not to be che ritorna in scena il 28 e 29 marzo dopo il successo d’inizio stagione. Il Cinque x Mille al Teatro Stabile Anche quest’anno è possibile indicare il Rossetti come beneficiario Anche quest’anno sarà possibile destinare la quota del 5 per mille Irpef al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in sede di dichiarazione dei redditi. Per esprimere la scelta a favore di una delle finalità destinatarie di tale quota, il contribuente deve apporre la propria firma nel riquadro “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale” e indicare il codice fiscale di un soggetto beneficiario (se la scelta sarà a favore del nostro Teatro Stabile, il codice fiscale da indicare è 00054990320). Per il Teatro, questo contributo volontario destinato dai singoli contribuenti (per i quali non rappresenta in alcun modo un costo aggiuntivo), rappresenta un’importante fonte di entrata, che consente di migliorare di anno in anno l’offerta culturale per il pubblico triestino e regionale. Al via l’Edipo Re Sono iniziate le prove della nuova produzione Periodico del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia redazione Viale XX Settembre, 45 34126 Trieste tel. 040-3593511 fax 040-3593555 www.ilrossetti.it [email protected] Anno XVI - numero 167 10 marzo 2009 Aut. Tribunale di Trieste n° 846 del 30.7.1992 stampa Stella Arti Grafiche,Trieste direttore responsabile Stefano Curti redazione Ilaria Lucari, Ivis Lasagna Sono iniziate – e si terranno per una fase a Trieste – le prove della nuova produzione dello Stabile regionale che assieme al Teatro de gli Incamminati e al Teatro di Messina allestisce un’innovativa edizione dell’Edipo Re di Sofocle. Protagonista Franco Branciaroli diretto da Antonio Calenda. L’Edipo Re induce a riflessioni profonde: «In un mondo smarrito, minaccioso, delle cui ombre sentiamo costantemente l’incombere – dice il regista - è emblematico rielaborare il percorso, dal buio verso la chiarezza che Edipo compie: un percorso nella coscienza che allo stesso tempo è individuale, di intima analisi e collettivo, di grande profondità…». Nella messinscena la dimensione dell’incubo che Edipo rivive, riscrivendo con parole di atroce verità il proprio passato, diventa centrale. Perciò nell’interpretazione di Branciaroli si raccoglieranno molti dei personaggi della tragedia che egli stesso evocherà. Accanto a lui un coro maschile a fare da moderno commento. Si debutta a inizio aprile a Messina. 23 la cultura, Ci sono infiniti buoni motivi per incoraggiare e sostenere la cultura in tutte le sue migliori espressioni. La Fondazione lo crede da sempre. quasi un processo di “geminazione” Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto. Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più. La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”. Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate, che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo. Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione). Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio. Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare. Che potremo condividere e scambiare con altri. La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche matrice di autentica felicità individuale. il colore del benessere sociale