stagione 2008-09, numero 10, 10 marzo 2009
in questo numero
Momix “Bothanica”
L’uomo dal fiore in bocca
Romolo il Grande
Il sentiero dei passi pericolosi
A Chorus Line
Pomeriggi Musicali
“danza & dintorni”
“Bothanica” arriva al Politeama Rossetti a pochi giorni dalla prima mondiale
Momix, i colori delle 4 stagioni
Il coreografo Moses Pendleton ricrea sulla scena le meraviglie della natura
«La pianta concentra tutta la
propria esistenza verso un
unico scopo: – scrive Maurice
Maeterlinck ne L’intelligenza
dei fiori – spuntare dal terreno
per sfuggire alla calamità sotteranea; eludere e trasgredire
una legge misteriosa ed opprimente, liberarsi, strapparsi dalla
morsa soffocante, immaginare o
invocare ali per scappare il più
lontano possibile, affrancarsi da
uno spazio in cui il destino l’ha
relegata ed accostarsi ad un’altra
realtà, entrare a far parte di un
mondo emozionante e vivido».
Pendleton deve essersi lasciato
molto ispirare da questa frase,
preparando Bothanica, il nuovo
show dei Momix che giunge a
Trieste a solo un mese dal suo
debutto mondiale.
Le creature che animano suggestive e magiche il palcoscenico,
sembrano cercare proprio questo tipo di energia, che permette
loro di sbocciare, di trasformarsi in modo sorprendente, di
incantare con il movimento ed
i colori...
Bothanica, infatti, si fa ispirare
dalle meraviglie della natura e
nello specifico dal mondo vegetale: Moses Pendleton vi tralascia lo spirito alieno e un po’
cupo che aveva caratterizzato
Sun Flower Moon per concentrarsi invece su tutta la giocosità, la seduzione, la bellezza
della flora. Ne nasce un inno a
quanto di bello ci circonda e ci
appartiene: un invito a proteggere il pianeta, a difenderlo dalle
2
costanti e purtroppo spesso
irragionevoli incursioni disequilibratrici dell’uomo. Lo spettacolo
segue i ritmi della natura: una
prima parte ci conduce dall’inverno alla primavera, a partire
dall’emozionante immagine di
un fiume ghiacciato che si scioglie, per arrivare a un tripudio di
fioriture e mutazioni. Il secondo
atto ci fa attraversare un’estate
lussureggiante di suoni e colori
per riaccoglierci poi nella quiete
sonnolenta e ovattata dell’autunno. Il grande coreografo evoca
anche Vivaldi, a cui fa apertamente omaggio all’interno di una
colonna sonora preziosa, che
dalle armonie del compositore
settecentesco sa trascolorare
ai ritmi di Peter Gabriel, senza
dimenticare i suoni della natura
stessa: cinguettii, scrosci o gocce
d’acqua, l’ululato del vento, il
gracidare delle rane, il ronzio
d’un insetto... Sono suoni che
ormai siamo abituati a dare per
scontati, coperti come sono dai
rumori della frenesia quotidiana,
come pure non ci si sofferma
abbastanza sulle immagini incantevoli che nella sua semplicità, in
ogni attimo, la natura ci offre.
Dopo Bothanica non ci sarà più
così naturale questa superficialità: grazie all’incredibile fisicità
dei ballerini-atleti, alla loro tecnica d’altissimo livello, grazie alla
fantasia di Pendleton generosissima e inesauribile e all’apporto di stoffe, luci, giochi teatrali
usati con raffinatezza, i Momix
ci mostrano con perentorietà
la suggestione di una dalia che
si schiude, la poesia di un battito d’ali di farfalla, il fascino di
un ramo di corallo accarezzato dall’acqua, la sorpresa di un
insetto laborioso fra le corolle...
Con il loro linguaggio visuale e
coreografico, non mancheranno
poi di farci conoscere creature arcane, ironiche che come
le altre popoleranno i mondi
nascosti e seducenti affrescati
nello spettacolo.
Bothanica è dunque il trionfo
della creatività gioiosa ed elegante, della fisicità piena e di una
danza precisa, limpida, il trionfo
della sorpresa del mutamento,
apparentemente semplice e
invece ricreato da Pendleton e
dal suo ensemble grazie a un
impegno e a una perfezione
inimmaginabili.
Pluripremiati e apprezzati in
tutto il mondo i Momix – che
Pendleton ha fondato nel 1979
– sono da sempre ospiti molto
graditi e ammirati al Teatro
Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Oltre al già citato Sun Flower
Moon, che ha segnato nella poetica di Moses Pendleton una
svolta molto decisa in direzione ecologista, hanno proposto
tutti i momenti fondanti della
loro produzione: nel 1989 proposero l’ironico Momix Show,
nel 2001 con il bellissimo Opus
Cactus e sono stati invitati anche
nel 2004 a prendere parte alla
programmazione estiva dello
Stabile nel Parco di Miramare,
con il loro The Best of. (i.lu.)
“Bothanica”
uno spettacolo concepito
e diretto da Moses Pendleton
con Tsarra Bequette,
Jennifer Chicheportiche,
Simona Di Tucci,
Sarah Nachbauer,
Cassandra Taylor,
Joshua Christopher,
Jon Eden,
Donatello Iacobellis,
Robert Laqui, Steven Marshall
Politeama Rossetti
dal 10 al 15 marzo 2009
durata 2h e 10’
con intervallo
3
“altri percorsi”
Il testo, preceduto da una lezione semiseria, è un’ode alla vita che sfugge
Pirandello in versione monologo
Corrado Tedeschi è il protagonista de “L’uomo dal fiore in bocca”
L’uomo dal fiore in bocca, ospitato nel cartellone altripercorsi
nell’interessante e fresco allestimento di Marco Rampoldi e con
Corrado Tedeschi in veste di
protagonista, rappresenta da un
lato, la proposta sempre attuale e affascinante di un classico
pirandelliano, dall’altro, una lettura in chiave nuova. Tanto che
la piéce viene preceduta da una
divertente lezione-semiseria in
cui si immagina che Tedeschi
debba sostenere un esame,
prima di poter affrontare il personaggio al centro del celeberrimo e drammatico monologo.
Senza nulla togliere al rispetto
dovuto all’irraggiungibile autore
siciliano, lasciamoci dunque coinvolgere da questo gioco inventato da Rampoldi: il protagonista
deve dimostrare a due personaggi - pirandellianamente fuggiti
dalle rispettive opere proprio
per “interrogarlo” - di poter
essere anch’egli “personaggio”
pirandelliano. E con questo pretesto ecco che il pubblico viene
fatto parte (a tratti anche direttamente) in una sorta di “lezione” sui temi dell’essere e dell’apparire, su come le maschere
contengano il seme della follia…
L’intento è che gli spettatori si
lascino trasportare nel climax
del monologo, abbandonando
i preconcetti di noia spesso
associati al teatro “classico” e
disponendosi ad assistere con
animo assolutamente sgombro
al notissimo atto unico.
Proprio in questa coesistenza,
4
di due “corde” contrastanti,
comica e tragica, di dramma
e leggerezza, risiede forse uno
dei motivi del successo di questo allestimento, che dopo sei
stagioni di applausi è ancora
richiesto in tournée.
Rappresentato per la prima volta
al Teatro Manzoni di Milano, nel
febbraio 1922, L’uomo dal fiore
in bocca è un semi-monologo
di grande intensità: Corrado
Tedeschi ne è affascinato fin
dal periodo della formazione
in Accademia e in questo allestimento, agile ed elegante, dà
prova di tutto il suo talento
teatrale impersonando la quieta
disperazione del protagonista.
La piéce è ambientata all’esterno del caffè di una stazione. È
notte ed un “pacifico avventore” che ha perso il treno della
sera, lascia trascorrere il tempo
sorseggiando una bibita mentre
aspetta il convoglio successivo,
che passerà appena di primo
mattino.
Un altro cliente comincia a parlargli, con un’insistenza crescente, mostrando sempre più chiaramente ironia e disperazione
allo stesso tempo. Diviene quasi
latore di una confessione, cerca
più l’ascolto che il dialogo con
l’altro, e dimostra una straordinaria, curiosa capacità di cogliere
fino in fondo i più piccoli aspetti
della vita quotidiana, di “aderire con l’immaginazione alla vita
degli altri”. Solo col progredire
della sua confessione si capirà
che egli spera in questo modo
di sentire la vita “sciocca e vana”,
poiché a lui, molto presto, quella
piccola quotidianità sarà negata...
Giunge infatti alla tragica rivelazione del suo male senza scampo: quel “dolcissimo” epitelioma
(il fiore in bocca del titolo) che
la morte gli ha lasciato come
pegno, come monito di una fine
che si avvicina inesorabilmente,
ogni giorno di più. La misura
poetica e drammatica del monologo, insieme alla toccante e
intima atmosfera notturna in cui
è ambientato, fanno di questo
capolavoro pirandelliano un’ode
sommessa alla vita che sfugge,
e che mai come in quest’opera
appare in tutta la sua relatività.
Anche se la grande popolarità
gli deriva soprattutto dal piccolo
schermo, Corrado Tedeschi ha
sempre frequentato e amato
il palcoscenico: in particolare
negli anni recenti si è imposto
all’attenzione del pubblico come
pure della critica in spettacoli
come Io l’erede e L’hotel dei due
mondi, dove è stato diretto da
Andrée Ruth Shammah e Un
uomo solo al comando guidato
dalla regia di Marco Rampoldi. A
Trieste in particolare ne abbiamo apprezzato la versatilità nel
ruolo del Professor Higgins in
My Fair Lady.
Rampoldi lo dirige anche in
questa nuova occasione, con
sensibilità e allontanandolo da
ogni rischio di “pirandellismo” in
favore di un’interpretazione che
intreccia sapientemente razionalità critica ed emozione. (i.lu.)
“L’uomo dal fiore
in bocca”
di Luigi Pirandello
regia di Marco Rampoldi
con Corrado Tedeschi,
Claudio Moneta,
Roberta Petrozzi
Politeama Rossetti
dal 10 al 15 marzo 2009
durata 1h e 20’
senza intervallo
5
“altri percorsi”
Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini protagonisti di un classico del Novecento
Com’è grottesco questo Romolo...
La commedia storica di Friedrich Dürrenmatt che non si attiene alla storia
Per Bertolt Brecht, che pure
aveva attraversato nella sua vita
uno dei peggiori periodi della
Storia, il paradosso – che in
drammaturgia trovava la forma
del grottesco – era qualcosa
di superabile, bastava stimolare
l’uomo ad agire, a compiere
trasformazioni di cui era ritenuto ancora capace. Di pochi
anni successivo (Brecht moriva
nel 1956), Friedrich Dürrenmatt
(vissuto fra il 1921 e il 1990)
aveva perduto del tutto tale
fiducia ed era convinto che
quanto di paradossale la vita ci
propone, vada soltanto sopportato: in quest’ottica la ribellione,
l’eroismo, assumono una valenza molto nuova, probabilmente
molto più tragica….
Ne è una dimostrazione il suo
Romolo il grande scritto – e continuamente rielaborato – fra il
1949 e il 1964, che è in assoluto
uno dei suoi lavori più comici e
contemporaneamente più pessimistici.
Lo portano in scena oggi –
ed è una scelta coraggiosa e
a tratti addirittura inquietante,
vista la prospettiva di crisi e
decadenza che incombe anche
sul nostro mondo – un regista
acuto e di grande esperienza
come Roberto Guicciardini e
Mariano Rigillo, primo attore
che spesso ha conquistato con
le sue interpretazioni il pubblico
dello Stabile regionale (anche in
spettacoli di produzione come
l’Agamennone eschileo).
Rigillo – attorniato da una com6
pagnia capace e molto folta –
sarà nel ruolo del titolo, quello
dell’ultimo imperatore di Roma.
Per accentuare ancor più incisivamente il proprio messaggio,
Dürrenmatt sorvola sul dato
storico che vuole Romolo
Augusto salire al trono a soli
quattordici anni e dunque naturalmente in balia degli eventi,
che conducono inesorabilmente
alla fine uno Stato ormai decadente e vizioso. L’autore svizzero lo ritrae invece come un
cosciente e disincantato uomo
di mezza età, cui la Storia consegna il compito ingrato di scrivere la parola “fine” sulla parabola
discendente di un Impero minato all’interno dalla corruzione
morale e politica, e all’esterno
dagli assalti dei “barbari”.
Dovrebbe illudere il suo popolo
e sé stesso, tentare fino all’ultimo di rispondere con le armi
agli attacchi dei Germani, d’imporre l’antica volontà di dominio di un Impero ormai esausto?
Queste sono le aspettative dei
suoi cortigiani, dei funzionari –
ritratti come un folle universo
mosso solo dal bieco interesse – addirittura dell’Imperatrice
Giulia, sua moglie, che invano
si appella alla sua ambizione…
Invano.
Romolo Augusto infatti rimane
sordo a queste ragioni, a questo
mondo che come nella scena di
una farsa gli si anima intorno:
non potendo far nulla per mutare il corso della Storia, egli rifiuta
però di farsi strumento di essa.
La Storia non scriverà dunque
l’ultimo atto di Roma attraverso
gli atti di un Imperatore, ma
quelli di un allevatore di polli.
Ecco l’unico ambito verso il
quale Romolo mostri interesse.
Se i suoi lo ritengono per questo un pazzo, in ciò va invece
ravvisata la grandezza del personaggio, la sua statura tragica.
E questo ritratto dolente di
uomo e di politico, talmente
consapevole e deluso da abdicare al proprio ruolo, viene
tratteggiato da Dürrenmatt con
estro sapiente, intrecciando al
dramma proprio quel grottesco
a cui si accennava: è facile ridere di Romolo, della sua ironia
sottile, delle sue bizzarrie, della
scelta di battezzare tutti i polli
con nomi di defunti imperatori romani... Ma è ugualmente
naturale riconoscere in tante
situazioni il disperato scetticismo con cui anche noi talvolta,
guardiamo impotenti la realtà.
Dürrenmat dona all’amara satira
di Romolo Il Grande un inatteso
epilogo. Una volta giunto a Roma,
il temuto capo dei Germani
Odoacre non uccide l’Imperatore, anzi fa atto di sottomissione.
Come Romolo anch’egli si riconosce “prigioniero” del ruolo
che la Storia gli ha imposto:
non ci si può ribellare. Allora,
ad entrambi non resta altro che
sottomettersi e permettere alla
farsa di compiersi: Romolo si
ritira nella pacatezza affidando
il potere ai Germani e Odoacre
diviene Re d’Italia. (i.lu.)
“Romolo il Grande”
di Friedrich Dürrenmatt
regia di Roberto Guicciardini
con Mariano Rigillo,
Anna Teresa Rossini
Politeama Rossetti
dal 17 al 18 marzo 2009
durata 2h e 20’
con intervallo
personaggi
Romolo,imperatore romano d’occidente
Giulia, sua moglie
Rea, sua figlia
Zenone Isaurico, imperatore romano d’oriente
Emiliano, patrizio romano
Mares, ministro della guerra
Tullia Rotondo, ministro degli interni
Spurio Tito Mamma, prefetto della cavalleria
Achille, cameriere
Piramo, cameriere
Cesare Rupf, fabbricante di calzoni
Apollione, Antiquario
Filace, attore
Odoacre, principe dei germani
Teodorico, suo nipote
Fosforide, camerlengo
Sulfuride, camerlengo
Il cuoco
interpreti
Mariano Rigillo
Anna Teresa Rossini
Liliana Massari
Roberto Pappalardo
Pietro Faiella
Francesco Cutrupi
Norma Martelli
Francesco Frangipane
Luciano D’Amico
Alfredo Troiano
Francesco Sala
Luciano D’Amico
Lorenzo Praticò
Martino Duane
Davide D’Antonio
Lorenzo Praticò
Davide D’Antonio
Alfredo Troiano
7
Politeama Rossetti
momix
“bothanica”
il nuovo spettacolo di Moses Pendleton
Platea A-B 4★★★★ Platea C 3★★★
Gallerie 2★★
Biglietti
Platea A-B interi € 47 ridotti € 41
Platea C interi € 40 ridotti € 35
I Galleria interi € 35 ridotti € 30
II Galleria interi € 27 ridotti € 24
Sala Bartoli
a chorus line
ideato e originariamente diretto e coreografato
da Michael Bennett
regia di Baayork Lee e Saverio Marconi
Platea A-B 3★★★ Platea C - I Galleria 2★★
II Galleria 1★
HIGH SCHOOL MUSICAL
21.00
12
21.00
 13
marzo
16.00 FAM
20.30
16.00
20.30
AP
11
marzo
ven
20.30
romolo il
grande
21.00
marzo
gio
20.30
20:30
10
marzo
mer
20.30
società dei concerti
Platea A-B 2★★ Platea C - Gallerie 1★
mar
20.30
DAN
Pomeriggi Musicali
21.00
sab
14
21.00
★ 15
marzo
17.00
marzo
dom
16
marzo
mar
17
marzo
mer
20.30
18
21.00
19
21.00
20
21.00
21
17.00
21.00
22
17.00
23
18.00
marzo
gio
20.30
M
marzo
ven
20.30
O
16.00
20.30 N
16.00 P
marzo
sab
marzo
dom
marzo
lun
marzo
mar
★ 24
marzo
17.00
20.30
gio
 26
marzo
21.00
Giovanni Allevi
in concerto
21.00
ven
società dei concerti
rocky horror
show
di Richard O’Brien
regia di Sam Buntrock
Platea A-B 4★★★★
Platea C - I Galleria 3★★★ II Galleria 2★★
20.30
16.00
20:30
20.30
M
20.30
20.30
O
16.00
20.30 N
27
21.00
28
21.00
29
17.00
30
18.00
31
21.00
1
21.00
2
21.00
3
21.00
4
21.00
marzo
sab
marzo
dom
marzo
lun
marzo
mar
marzo
mer
aprile
gio
aprile
ven
aprile
sab
aprile
il sentiero
dei passi
pericolosi
di Michail Marc Bouchard
regia di Tommaso Tuzzoli
Posto unico 1★
Biglietti
Posto unico
interi € 15
ridotti € 12,50
pomeriggi
musicali
Giovanni Allevi
in concerto
mer
Tutti i settori 1★
di Luigi Pirandello
regia di Marco Rampoldi
con Corrado Tedeschi
Posto unico 1★
Biglietti
Posto unico
interi € 15
ridotti € 12,50
lun
25
marzo
TO BE OR
NOT TO BE
L’UOMO
DAL FIORE
IN BOCCA
india
di Mara Baronti
regia di Alfonso Santagata
con Mara Baronti
Posto unico 1★
Biglietti
Posto unico
interi € 15
ridotti € 12,50
pomeriggi
musicali
alè calais
di Osvaldo Guerrieri
regia di Emanuela Giordano
con Marianella Bargilli
Posto unico 1★
Biglietti
Posto unico
interi € 15
ridotti € 12,50
ASSOCIAZIONE
INTERNAZIONALE
DELL’OPERETTA
FRIULI VENEZIA GIULIA
diretto da Antonio Calenda
inserto a cura
dell’Associazione Internazionale
dell’Operetta Friuli Venezia Giulia
Pomeriggi
Musicali
al Rossetti
VI edizione
il programma
Lunedì 23 marzo 2009 - ore 18
Sala Bartoli
“L’amor xe una pietanza...”
Palpiti e sospiri dalla Belle Epoque al Varietà
Veronica Vascotto soprano Andrea Binetti tenore
Cristina Santin al pianoforte
Lunedì 30 marzo 2009 - ore 18
Sala Bartoli
“Wonderful World of Musicals”
Elisabetta Tulli e Luca Notari voci
Giovanni Maria Monti al pianoforte
Mercoledì 8 aprile 2009 - ore 18
Sala Bartoli
“Tracce di Musical”
Graziano Galàtone e Edoardo Luttazzi voci
Pac Ninni alla chitarra
Mercoledì 15 aprile 2009 - ore 18
Sala Bartoli
“Cetra noi cinque”
Omaggio al Quartetto Cetra
con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
Simone Manfredini al pianoforte
in collaborazione con
informazioni e prevendita
Prezzo dei biglietti
Posto unico € 8,50
Abbonamento a quattro spettacoli
Posto unico € 24,00
(prevendita da venerdì 13 marzo)
Informazioni
Associazione Internazionale dell’Operetta
(Via Ponchielli, 3 - Trieste; Tel. 040-364200; e-mail [email protected])
Prenotazioni e prevendita
TRIESTE
Biglietteria del Politeama Rossetti (Tel. 040-3593511; www.ilrossetti.it)
Ticket Point Corso Italia, 6
Info Point Centro Commerciale Torri d’Europa via D’Alviano
Agenzia Bagolandia via San Marco
MUGGIA (TS)
Agenzia Peekabooh Riva de Amicis, 21
Agenzia La Rambla Corso Puccini, 21/B
MONFALCONE (GO)
Agenzia Universal Piazza dell’Unità d’Italia, 2
GORIZIA
Agenzia Appiani Corso Italia, 60
UDINE
Teatro Nuovo Giovanni da Udine
Agenzia Rigel Tour Via Gemona, 4
PALMANOVA (UD)
Agenzia Rigel Tour Borgo Aquileia, 2/B
SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN)
Agenzia Medina Viaggi Piazza del Popolo, 13
CallTicket 040-986-986-6
Internet www.ilrossetti.it
L’amor xe una pietanza..
Palpiti e sospiri dalla Belle Epoque al Varietà
Lunedì 23 marzo 2009 - ore 18, Sala Bartoli
Ambientato in un raffinato salotto fin de siècle, il concerto propone un viaggio tra i mille volti
dell’Amore; da quello timido e adolescenziale a quello scanzonato e malizioso, da quello idealizzato a
quello disilluso, da quello romantico e passionale a quello eterno. Celebri romanze, brillanti arie d’opera e d’operetta ed intramontabili canzoni accompagnano l’uditorio in un raffinato dialogo amoroso fra
due intense voci di uomo e di donna.
soprano Veronica Vascotto
tenore Andrea Binetti
al pianoforte Cristina Santin
Francesco Paolo Tosti
Stanislao Gastaldon
G. Simini
Francesco Paolo Tosti
L. Ricci
geni Sadero
charlie Chaplin
giacomo Puccini
rodolfo Falvo
giacomo Puccini
mario Costa
Ernesto De Curtis
cesare andrea Bixio jacques Offenbach Veronica Vascotto Dopo il diploma al
Conservatorio “G. Tartini” di Trieste è stata premiata in concorsi
nazionali e internazionali, ha seguito corsi di perfezionamento per
l’esecuzione del Lied tedesco (Werner Dörmann, Christa Ludwig,
Rudolf Piernay), per la musica sacra e contemporanea (Marco
Sofianopulo, Margreet Hönig) e per l’opera (Ennio Silvestri, Sergio
Bertocchi, Sherman Lowe), con qualche “escursione” anche nella
vocalità jazz. Dopo aver debuttato a Siena nell’opera “Pia de’
Tolomei” di Donizetti nel 1999 nella parte del titolo, è stata Lei
ne “La notte di un nevrastenico” di Nino Rota al Teatro Verdi di
Trieste. Nello stesso teatro ha cantato ne “L’Elisir d’Amore”, mentre
al Teatro Bon di Udine ha cantato “Dido and Aeneas” di Purcell.
Ha coperto il ruolo di Kathi nell’operetta “Al Cavallino bianco” per
Ideale, Aprile
Musica proibita
Addio Signora
L’alba separa dalla luce l’ombra
Canzone della frittola
L’amor xe una pietanza
Eternamente, dal film “Luci della ribalta”
Valzer di Musetta, da “Boheme”
Dicitencello vuje
O mio babbino caro, da “Gianni Schicchi”
Napoletana, dall’operetta “Scugnizza”
Ti voglio tanto bene, Non ti scordar di me
Parlami d’Amore, Mariù
Duetto della Mosca, dall’”Orfeo all’Inferno”
la regia di Gino Landi a Trieste e a Palermo.
Svolge un’intensa attività concertistica in formazioni da camera e
con pianoforte, collaborando con prestigiosi complessi da camera
e con varie orchestre italiane e straniere, ed è stata diretta da
diversi direttori, quali Bruno Aprea, Paolo Arrivabeni, Ovidiu Balan,
Massimo Belli, Wolfgang Bozic, Fabrizio Ficiur, Romolo Gessi, Paolo
Paroni , Nicola Samale, Andreas Stoer, Yoichi Sugiyama, Daniele
Zanettovich. Protagonista di concerti e récitals in Italia, Austria,
Slovenia, Croazia, Svizzera, Malta, Brasile, Cina, viene regolarmente
invitata in importanti stagioni concertistiche. Il suo repertorio
spazia dal barocco alla musica contemporanea.
È stata protagonista di numerose prime esecuzioni assolute,
alcune delle quali di lavori a lei dedicati, anche registrati dalla
RAI. Ha inciso per varie etichette, con musiche di Gounod, Viozzi,
Sofianopulo, Pezzè, Zipoli, De Stefani.
Veronica Vascotto è anche docente di ruolo di educazione musicale
nella scuola secondaria e docente di canto e tecnica vocale presso
la Cappella Civica di Trieste. Ha da poco concluso il corso di Alta
Formazione in Vocologia Artistica diretto dal Prof. Franco Fussi
presso l’Università di Bologna, sede di Ravenna.
Andrea Binetti Debutta molto giovane nella
compagnia d’operetta di Sandro Massimini, portando nei più
grandi teatri italiani gli spettacoli “Il paese dei campanelli” e “Al
Cavallino Bianco”. Lavora quindi in “Profumo d’operetta” accanto
a Gino Bramieri, con la regia di Pietro Garinei per il Teatro
Sistina di Roma e nella compagnia milanese di Roberto Brivio in
“La Vedova allegra”.
Ha al suo attivo numerosi concerti e produzioni liriche. Canta in
teatri prestigiosi quali “L’Arena” di Verona, “La Fenice” di Venezia,
“G. Verdi” di Trieste, “L’Opera” di Parigi, accanto a nomi come
Placido Domingo, Katia Ricciarelli, Fiorenza Cedolins, Andrea Bocelli,
Milva. Con Daniela Mazzucato, Max René Cosotti, Elio Pandolfi e
Gino Landi è uno dei protagonisti in diverse produzioni del
Festival Internazionale dell’Operetta di Trieste: “La Generala”,
“Orfeo all’inferno”, “Al Cavallino Bianco”, “Il pipistrello”, “L’amore
è un treno”.
Partecipa a molte produzioni dell’Associazione Internazionale
dell’Operetta di Trieste, fra cui la prima edizione italiana di
“Gasparone” di Karl MIllocker, accanto ad Elio Pandolfi, e le
rassegne “TriesteOperetta al Ridotto” e “Pomeriggi musicali al
Rossetti”. Presenta frequentemente applauditissime selezioni di
operette in lingua italiana in molti paesi fra cui: Egitto, Marocco,
Brasile, Ungheria ed Austria.
Essendo uno dei maggiori conoscitori del mondo della “piccola
lirica” partecipa a numerose trasmissioni RAI e MEDIASET, fra
cui “Domenica in”, con Frizzi, “Costanzo show” con Costanzo, “In
famiglia” con Timperi. E’ uno degli interpreti della trasmissione di
Rai Uno, “Ci vediamo in TV” condotta da Paolo Limiti, per la quale
riceve da Michele Cocuzza, il premio “Festival della Televisione
2002”. Partecipa anche all’importante trasmissione di Rai Uno, “
Serata d’onore “ con Pippo Baudo.
Partecipa al Film Rai International di Andrea Andermann, “La
Traviata”, con la regia di Giuseppe Patroni Griffi e la direzione
musicale del M° Zubin Metha, trasmesso in diretta Mondovisione.
Con la canzone “Inno leggero”, interpretata assieme al cantante
pop Manuel Auteri, diventa testimonial dell’Associazione umanitaria
“Intervita”, che si occupa dell’adozione di bambini, legata alla
trasmissione Rai, “Amore” condotta da Raffaella Carrà.
Canta in mondovisione nella trasmissione “Cristianità” su RAI
International, per il Santo Padre Papa Giovanni Paolo ll e di
recente per Papa Benedetto XVl .
Di recente è stato uno dei protagonisti a Nijgata, di un concerto
voluto dall’Università giapponese di Tokyo in collaborazione con
il Teatro dell’Opera di Roma, nel quale ha cantato, per la prima
volta in Giappone, l’Operetta italiana. Ha interpretato il ruolo
di Gustavo von Pottenstein, ne “Il Paese del Sorriso” di Franz
Lehar, nell’ambito del “39° Festival Internazionale dell’Operetta
di Trieste”, accanto ad Elio Pandolfi e Silvia Dalla Benetta.
Recentemente ha debuttato in Russia con un concerto dedicato
alle grandi “romanze e canzoni” della tradizione italiana.
Cristina Santin pianista, nata a Trieste, si è
diplomata in pianoforte presso il Conservatorio “G.Tartini” della
sua città sotto la guida del M° Lorenzo Baldini, con la votazione
di 10, lode e menzione speciale. Dopo il diploma ha seguito le
lezioni di vari insegnanti (R.Risaliti, F.Scala...) perfezionandosi poi
in modo continuativo con il M° Boris Petrushansky per il repertorio pianistico e con i maestri Dario De Rosa, Renato Zanettovich,
Enrico Bronzi e Maureen Jones per la musica da camera.
Nel giugno scorso ha conseguito brillantemente il diploma
(Aufbaumstudium, massimo titolo tedesco) del Master biennale in
Musica da camera (Duo pianistico a quattro mani e due pianoforti,
con Rinaldo Zhok) presso la Musikhochschule di Monaco di Baviera,
docente il duo Tal-Groethuysen.
Si esibisce abitualmente in veste di solista ed in varie formazioni
da camera in Italia e all’estero (U.S.A., Francia, Austria, Germania,
Belgio, Slovenia, Croazia…) ottenendo sempre successo di pubblico
e critica. Da solista ha debuttato con orchestra nel 1997 presso
il Palazzo Ducale di Genova.
Nel 2000 ha eseguito a Ratingen (Germania) il Concerto n.5
op.73 “Imperatore” di Beethoven, con la Folkwang Kammerorchester
Essen diretta da J.A.Waggin. Nel 2006 e nel 2008 è stata invitata
a tenere una serie di concerti cameristici in Inghilterra, assieme
al violinista Emmanuele Baldini, spalla dell’Orchestra di Stato di
San Paolo del Brasile.
Premiata in vari concorsi nazionali e internazionali per pianoforte
solista e musica da camera, ha registrato per varie emittenti
televisive e per la RAI.
Di recente ha inciso con le prime parti del Teatro “G. Verdi” di
Trieste un CD per la Rainbow Classic, contenente brani cameristici
per pianoforte e archi del compositore inglese Lennox Berkeley.
Ha collaborato in diverse occasioni in produzioni teatrali-musicali
di vari teatri di prosa, tra i quali il Teatro Stabile “La Contrada”
di Trieste, il Teatro del Baratto di Torino, il Teatro “G.Belli” di
Roma. Nel 2001 si è laureata presso l’Università di Trieste con il
massimo dei voti e la lode in Storia della Musica con una tesi,
di prossima pubblicazione, sulla musica pianistica del compositore
triestino Pavle Merkù.
WONDERFUL WORLD OF MUSICALS
Lunedì 30 marzo 2008 - ore 18, Sala Bartoli
Uno spettacolo tratto dal repertorio dei musical più famosi, italiani ed internazionali, di autori
del talento di Andrew Lloyd Webber, Leonard Bernstein e Richard Rodgers, per citarne alcuni. Lo
spettacolo, articolato dal vivo, prevede pezzi da solisti e alcuni duetti memorabili. Il maestro pianista
Giovanni Monti che accompagna i due cantanti è già noto al pubblico del Politeama Rossetti per
essere stato il direttore musicale di molti dei musical della Compagnia della Rancia. voci Elisabetta Tulli e Luca Notari
al pianoforte Giovanni Maria Monti
Elisabetta Tulli La prima grande occasione con le musiche di Dino Scuderi; è Pietro nella versione italiana del
arriva nel 2002 con la partecipazione come cantante solista del musical “Jesus Christ Superstar” di Webber e Rice della Compagnia
programma “Chiambretti c’è”, per la regia di Gianni Boncompagni. della Rancia. Nel 2008/2009 è Marante di Magonza in “Pipino il
Nello stesso anno inizia a collaborare con l’artista Marcello Cirillo Breve” di Tony Cucchiara, prodotto dal Teatro Stabile di Catania.
diventando prima vocalist del Tributuor e poi autrice e interprete Per la tv è il narratore vagabondo dello speciale per Raidue “Frate
dell’album “Ispirata” prodotto da Cirillo e da RaiTrade. Ospite di Asino” di Pasquale Panella con musiche di Dino Scuderi. Fa parte
diversi programmi radiofonici e televisivi come: Cominciamo Bene, del quartetto A4M all for musical, gruppo specializzato in repertorio
Tappeto volante, Girofestival, Railife, Premio Mia Martini, Uno musical con un primo spettacolo West End Story che sta ottenendo
mattina, La fabbrica della musica, GranGalà dello sport e della TV. grande consenso di pubblico e critica.
Ha collaborato con Marco Masini, Tullio De Piscopo, Tom Sinatra,
Giovanni Maria Monti Si diploma in piaUmberto Sangiovanni e Paolo Gatti in qualità di protagonista del
noforte presso il Conservatorio “Ottorino Respighi” di Latina e in
recital “Melodie Romane”. Fa parte del quartetto vocale Baraonna
Musica Corale e Direzione di Coro e in Composizione. Dal 1994
con i quali organizza il Premio Voceania 2007, Festival nazionale
alterna tale attività a quella di compositore, trascrittore e arranper gruppi vocali e partecipa al varietà “Vieni avanti cretino” su
giatore di brani di vario genere dimostrando una particolare vena
Rete4 regia di Pierfrancesco Pingitore. Attualmente è una delle “Le
creativa per le musiche da commento alcune delle quali eseguite
soliste”, ensemble vocale diretto dal Maestro Nerio Mazzini, e porta
insieme ad ascoltatissimi brani di grandi maestri. Nel febbraio
in scena con Andrea Perrozzi il Recital “Incantando Roma. La storia
2001 è pianista accompagnatore nel musical americano “Naked
de Nino, Nina e de sette chili de sale.” Elisabetta insegna tecnica
boys singing” del quale, poco dopo, ne assume anche la direzione
vocale presso la Bottega del Suono diretta da Marcello Cirillo, presso
musicale. Presso l’Accademia Chigiana di Siena incontra i M° Nicola
la MelodyMusicSchool diretta da Michelangelo Tagliente e presso il
Piovani e Luis Bacalov. È da queste esperienze senesi che crea il
“Centro studi musical” di Franco Miseria.
Movies Trio, formazione da camera che si occupa di musiche da
Luca Notari Debutta all’età di 20 anni diretto da film. Particolarmente fortunato è risultato l’incontro con l’attoreGigi Proietti nello spettacolo “Melodica” con Donatella Pandimiglio. doppiatore Walter Maestosi e l’attrice-cantante Daniela Barra, con i
Seguono due grandi produzioni con Massimo Ranieri dirette da quali collabora come pianista e compositore di musiche originali in
Giuseppe Patroni Griffi, “Hollywood, ritratto di un divo” di Gianni una serie di spettacoli di poesia e musica di altissimo livello. Dal
Togni e Guido Morra e “Il Grande Campione” di Maurizio Fabrizio e 2005 collabora come direttore musicale e pianista in scena con la
Guido Morra. Nel 2001 è uno dei protagonisti del musical “Salvatore Compagnia della Rancia realizzando i musicals “Nunsense” e “Jesus
Giuliano” di Dino Scuderi con Giampiero Ingrassia e Tosca per la Christ Superstar” per la regia di Angelini. Nel dicembre 2006, al
regia di Armando Pugliese. È Sir John of Eggs nell’opera buffa “Il Teatro Sistina, in occasione della ripresa del musical “Tutti insieme
Mostardiere Del Papa” di Alfred Jarry, musiche di Cinzia Gangarella, appassionatamente”, incontra Michelle Hunziker con la quale ha
regia di Mario Moretti. È l’apostolo Andrea in “Corpus Christi” di inizio una proficua collaborazione. È con lei che nel febbraio 2007,
Terence Mc Nally per la regia di Enrico Maria Lamanna. Nel 2003 è in veste di Direttore musicale e pianista in scena, debutterà al Teatro
Romeo nella dance opera di Renato Greco “Romeo e Giulietta” con della Luna con “Cabaret”, regia di Saverio Marconi. Sono suoi gli
Giuseppe Pambieri. Viene diretto da Giancarlo Sepe in “Favore” di arrangiamenti e la direzione musicale de “Il giorno della tartaruga”
Oscar Wilde. È Ulisse nella dance opera “Odysseus” di Renato Greco con Christian Ginepro e Chiara Noschese.
TRACCE DI MUSICAL
Mercoledì 8 aprile 2009 - ore 18, Sala Bartoli
Lo spettacolo dal vivo proposto da Graziano Galàtone e Edoardo Luttazzi è un breve escursus della
loro carriera: i brani migliori dei musical italiani di cui sono stati grandi protagonisti negli anni 2000,
affianco ad alcuni dei migliori pezzi dei più famosi musical stranieri. Un programma non annunciato,
via via proposto a contatto diretto con il pubblico, quasi un working in progress. Accompagnati dalla
chitarra di Pac Ninni, già protagonista affianco a Galàtone in Notre Dame e Tosca, e in Bernadette,
quest’ultimo non ancora apparso sulle scene triestine.
voci Graziano Galàtone e
Edoardo Luttazzi
alla chitarra Pac Ninni
Graziano Galàtone Figlio d’arte, inizia a
suonare con le “bacchette del padre batterista”. Gli strumenti a
percussione rimarranno il filo conduttore delle esperienze future,
che spaziano dalla collaborazione con orchestre classiche dove
sarà timpanista, alla realizzazione di progetti dalle contaminazioni
jazzistiche ed elettroniche, fino ad arrivare al canto popolare, che
porterà in Russia, Grecia, in Cina ed in molte regioni d’Italia con
una delle sue prime formazioni folkloristiche. Artista eclettico:
percussionista, coreografo di balli popolari, cantautore sensibile nello
scrivere testi e musiche. Collabora in progetti discografici Etnomusic
come “TammurriataRock” , dallo stile rock-folk.Recentemente, insieme
Thomas Borchert
ad artisti come Fabio Concato, Eugenio Finardi, Rossana Casale,
Riceve la propria formazione nell’ambito del musical alla Stage
Francesca Tourè, aderisce al progetto dell’ONG Alisei “il diritto di
School of Music, Dance and Drama di Amburgo. Ancora durante gli
essere bambino” ed alla realizzazione del cd “Les nuits d’afrique”
studi recita nel 1990 nel ruolo di “Rum Tum Tugger” in Cats
nel quale interpreta un brano accompagnato al basso da Etienne
ad Amburgo. Seguono molti altri ruoli principali: fra cui Snoopy
Mbappè. Dal marzo 2002 è il capitano Febo nell’Opera “Notre Dame
in You’re a Good Man, Charlie Brown, Frank’n
de Paris”. Riceve nel novembre del 2002 con onore il Premio interFurter in The Rocky Horror Show ad Amburgo, Giuda
nazionale Rodolfo Valentino conferitogli per aver contribuito allo sviin Jesus Christ Superstar, Lucheni in Elisabeth a
luppo culturale artistico del territorio in cui è nato. Interpreta Mario
Vienna.
Cavaradossi in “Tosca Amore Disperato”. L’Associazione Internazionale
È apparso nel ruolo del titolo della prima edizione tedesca di
dell’Operetta gli assegna nella sua 6.a edizione il “Premio Nazionale
Buddy, inoltre in quello del Ché in Evita e della Morte
Sandro Massimini” per essersi distinto come eclettico artista ed uno
in Elisabeth a Vienna, ruolo che ha ripreso nella prima
dei migliori interpreti nel panorama del musical italiano. L’interesse e
edizione italiana del musical allestita al Parco di Miramare a
l’amore per la musica popolare sono tuttavia sempre vivi e presenti
Trieste. È stato ingaggiato a Duisburg come Jean Valjean in Les
nei progetti musicali nati circa un anno prima dell’inizio del tour
Misérables, come Leopold Mozart e Colloredo nella prima
“Terramè Project” dove musiche etniche si abbinano a sonorità
edizione di Mozart! a Vienna.
elettroniche, rievocando suoni e colori della Puglia.
Ha recitato nel ruolo principale in Jekyll & Hyde al Theater
anEdoardo
der Wien, impegno
che gli ha portato
Musicaldel
Luttazzi
Emerge iltraDeutsche
gli interpreti
Award
attore. Hadi Webber
interpretato
e
musicalcome
“Jesus miglior
Christ Superstar”
e Rice,anche
che la Oberon
Compagnia
Teseo
nel Sogno
di unaconnotte
di mezza
della Rancia
ha rappresentato
vivo successo
in italiano,estate
anche al
alPoliteama
FestspieleRossetti
di Rosenburg
Austria.spettacolo
Accanto Luttazzi
agli impegni
sul
di Trieste. in
In questo
ha scolpito
palcoscenico,
l’attore
– che siil personaggio
è fatto un dinome
come
con incisiva forza
drammatica
Giuda,anche
imponendosi
autore
di canzoni,
cantante
sia conunadiversi
gruppi,
sia
all’attenzione
per due
stagionie pianista
e dimostrando
spiccata
persona-
lità. Importanti anche le partecipazioni radiofoniche e televisive. Già
nel 2005, si era distinto nel musical “Joseph e la strabiliante tunica
dei sogni in technicolor” sempre di Webber e Rice, per la regia
di Claudio Insegno. E ciò dopo essersi fatto le ossa nelle matinée
al Teatro Sistina con la Compagnia “Il Piccolo Borgo”, recitando in
“Forza venite gente” nelle parti di capo arabo e di diavolo. Alle
basi della preparazione di questo giovane attore e cantante c’è lo
studio di canto lirico con il maestro Sergio Oliva, quello di canto
voicecraft con Gabriella Scalise e la frequentazione del workshop
sull’interpretazione condotto da Carl Anderson. Va segnalato anche
il cd “Heidi the musical”, inciso per la casa editrice Multidea. È
in assolo a Vienna e ad Amburgo – ha firmato in tutto cinque
giunto poi anche il grande successo di Luttazzi alla Fenice di
CD da solista.
Venezia, accanto ad un altro vincitore del premio nel 2003, Graziano
Per il suo CD in tedesco Mehr als jedes Wort ha ottenuGalátone, nella nuova opera musical di Riz Ortolani, intitolata “Il
to il premio Songpoeten. Di nuova pubblicazione è il suo album
principe della gioventù”, dove egli ha mostrato, nel difficile ruolo di
Brochert DeLuxe.
Giuliano de Medici, un’eccezionale maturità nella recitazione e nel
È stato impegnato al Neue Flora di Amburgo e al Theater des
canto, ottenendo vivi consensi di pubblico e di critica. Nel premiare
Westens di Berlino nel ruolo del Conte von Krolock nel musical
Edoardo Luttazzi nella 9.a edizione del “Premio Nazionale Sandro
La danza dei vampiri per la regia di Roman Polanski.
Massimini” la giuria ha premiato un giovane di sicuro temperamento,
Recentemente è stato impegnato a St. Gallen nella prima edizione
valido nel canto come nella recitazione. Ha interpèretato Anthony
europea di Dracula, novità di Frank Wildhorn, e a Essen nel
Hope in “Sweeney Todd” ed era in “Bernadette – il miracolo di
Fantasma dell’Opera di Andrew Lloyd Webber.
Lourdes” di Graziano Galàtone.
Attualmente è in tour nelle principali città tedesche con il
mega
Best ofClassificato
Musical,
prodotto
Stage
Pacshow
Ninni
secondo
comedall’olandese
miglior chitarrista
Entertainment.
Nella nazionale
prossima Dell’Emergenza
stagione ritornerà
teatro
acustico alla finale
Acoustical Showcase
dinell’inverno
prosa interpretando
il monologo
Bariccoha
del 2004 e finalista
al Top diRockAlessandro
Guitarist 2008,
Novecento.
all’attivo numerose esibizioni live: per Graziano Galàtone ha suonato
tutte le chitarre di “Bernadette - Il miracolo di Lourdes”; era co
Maurizio Vurchio, con i Black & Blues di Amelia Milella. Membro
fondatore di gruppi come Heavenow e Artinaria. Da citare inoltre
numerose apparizioni in band come Replay, Blow Job Soul Band e
Guajira. Attualmente on stage con Black & Blues, Quintosud, Lilium
e Crystal Planet, la Tribute Band a Joe Satriani.
CETRA NOI CINQUE
Omaggio al Quartetto Cetra
Mercoledì 15 aprile 2009 - ore 18, Sala Bartoli
Cetra noi cinque si colloca a metà fra il cabaret e la rivista, inserendo alcune delle più belle canzoni
del Quartetto Cetra nel tessuto di un moderno cabaret musicale che sfrutta l’abilità vocale e scenica
dei cinque performer. È il tributo a una delle formazioni più importanti dello spettacolo del secolo
scorso in Italia, un gruppo che ha saputo restare sulla breccia per decine d’anni regalando tanta
grande musica e tanto divertimento a diverse generazioni di spettatori.
Lo spettacolo propone tanto swing all’italiana alternato a diverse gag, alcune originali, la maggior parte
composte appositamente per questo spettacolo dagli autori di Oblivion. Il centro dello show sono
le parodie musicali di classici letterari quali Otello e I Promessi Sposi, ispirati alle grandi opere musicali
della Biblioteca di Studio Uno, scritte appositamente da Davide Calabrese e Lorenzo Scuda.
Andato in scena per la prima volta nell’ottobre 2004 all’Arena del Sole di Bologna, lo spettacolo ha
riscosso unanimi consensi nel pubblico e fra gli addetti ai lavori, fra cui gli stessi Virgilio Savona e
Lucia Mannucci, membri del Quartetto Cetra.
con Graziana Borciani
Davide Calabrese
Francesca Folloni
Lorenzo Scuda
Fabio Vagnarelli
al pianoforte Simone Manfredini
Oblivion
Gli Oblivion sono una formazione di giovani artisti nata nel 2001
a Bologna. Il gruppo è composto da attori, cantanti e musicisti
provenienti da una formazione nel campo del musical e protagonisti da diversi anni di importanti produzioni nazionali di musical
e teatro musicale (Rent, Grease, Tutti Insieme Appassionatamente,
Joseph, Jekyll and Hyde, Jesus Christ Superstar).
La formazione è attualmente composta da Graziana Borciani, Davide
Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli.
Il punto di forza dei loro spettacoli è l’attenzione per il sound
“vintage” delle voci armonizzate, il continuo gioco pirotecnico con
la musica e i testi delle canzoni, la vena ironica che contraddistingue la maggior parte dei loro brani. Dopo alcuni anni di omaggi
ad alcuni fra più importanti artisti dello spettacolo musicale
italiano sono approdati ad un linguaggio originale che è una
sintesi fra il Quartetto Cetra ed i Monty Python. Ecco le principali
produzioni realizzate negli ultimi anni: Ho rubato un motivo –
Omaggio a Rodolfo De Angelis e alla storia del Caffè Chantant
(2003), Far finta di essere G... – Omaggio a Giorgio Gaber (2004),
Le mille note su... - I classici di Mina in voce e suoni nuovi (2004),
Cetra noi 5 – Omaggio al Quartetto Cetra (2004-2005), Facciamo
l’Inferno – Parodia dell’Inferno dantesco (2005), Non dimenticar
le mie parole – L’Italia degli anni 30 e 40 nelle canzoni del Trio
Lescano (2007), Di Palo in Sesto – La TV degli anni 60 rivista, o
meglio parodiata dagli Oblivion (2008).
in occasione dell’apertura
dei nostri nuovi uffici
in via Mazzini 33,
riserviamo a gli abbonati
del Rossetti
una consulenza immobiliare
gratuita
“altri percorsi”
Ritorna alla Sala Bartoli la compagnia del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli
Tragedia classica, sensibilità moderna
Il canadese Michel Marc Bouchard è uno dei più noti autori teatrali di oggi
«Perché scrivere un’opera
triste? Perché scrivere della
morte? Perché non esiste pensiero più lucido del pensiero
spogliato dagli scudi-bugie della
vita; il pensiero di chi è baciato
dalla morte, di chi non ha più
nulla da perdere ma una cosa
sola da guadagnare, la franchezza. Perché osare scrivere? Per
osare vivere!» l’autore canadese Michel Marc Bouchard, uno
dei più noti, nitidi autori teatrali
del nostro tempo, sintetizza in
queste righe il proprio manifesto poetico e in esse ci affida la
chiave per comprendere il suo
Il sentiero dei passi pericolosi, uno
degli appuntamenti portanti del
cartellone altripercorsi.
Scritto nel 1998, il dramma –
che viene allestito con straordinaria forza ed essenzialità da
Tommaso Tuzzoli, regista talentuoso ed emergente, poco più
che trentenne – è concepito
come una tragedia classica, concepita però secondo la sensibilità moderna, secondo lo stile
di Bouchard, un autore, come
scrive il critico de La Repubblica
Franco Quadri, «che sfugge a
ogni definizione scrivendo testi
arrabbiati, realistici e metaforici
a un tempo, su storie locali col
dono dell’universalità».
Bouchard usa un linguaggio
alto, ricco, per disegnare la
realtà segreta ed esistenziale dei tre protagonisti, rivelata
attraverso tagli di luce impervi,
violenti, disincantati, anche cattivi, ma mai privi di emozione.
18
Ad incentivare quest’intensità
è una regia adamantina, che
disegna lo spettacolo nell’essenzialità di una scena spoglia
e sapientemente illuminata, e
oppone alla preziosità della
drammaturgia una recitazione
fisica, che “scolpisce” le battute
e gli stati d’animo sul corpo
degli attori.
I tesi confronti verbali fra
Victor, Ambroise e Carl – i
fratelli al centro dell’opera di
Bouchard – si traducono infatti
in scontri fisici nella koinée
recitativa a cui Andrea Capaldi,
Andrea Manzalini, Silvio Laviano
– questi i nomi dei tre interpreti – sono giunti attraverso
una preparazione intensa, che
è passata tramite un attento
lavoro sull’improvvisazione e
addirittura un training di boxe.
L’assunto dell’autore, secondo
cui il passaggio dalla vita alla
morte è il momento estremo
in cui poter guardare la verità
dentro e fuori di noi, senza
mistificazioni o filtri di sorta, si
sostanzia in una messinscena
costruita sul sottile confine fra
morte e vita: la dimensione è
infatti misteriosa al punto che
i tre fratelli potrebbero essere
già morti, e rivivere episodi del
loro passato attraverso déjà-vu
chiarificatori.
La trama vuole che essi si riuniscano per compiere un viaggio:
uno di loro sta infatti andando a sposarsi. La vita reale li
attende, ma invano: incorrono
infatti in un incidente automo-
bilistico e restano prigionieri
per sempre d’una foresta, nello
stesso punto “pericoloso” dove
quindici anni prima erano stati
testimoni (volutamente inerti?)
della morte per annegamento
del loro padre. Un padre artista, poeta, ebbro… presenza
ingombrante e ossessiva di cui
hanno avuto la tentazione di
liberarsi, ma che rappresentava
per loro – lo capiranno troppo
tardi, dopo averlo abbandonato
ai flutti e aver vissuto anni nel
senso di colpa – l’unica via di
fuga dall’omologazione.
E davanti al loro “ultimo sentiero” ecco i tre fratelli dialogare,
finalmente senza veli, in merito
a questo misfatto condiviso e
ad altre dolorose ombre dei
loro profili e dei loro rapporti.
Carl – che avrebbe dovuto
sposarsi – è il più giovane e
quello che ha maggiori ambizioni a inserirsi in un ambito piccoloborghese: è commesso in
un grande centrocommerciale
“paradiso” del consumismo del
Québec. Ambroise, gallerista
ed esteta, è omosessuale e
in passato ha avuto un’insana
attrazione per il fratello piccolo: nelle sue battute dissacranti è da cercare il punto di
vista dell’autore. Infine Victor, il
maggiore, apparentemente un
semplice taglialegna, ma in realtà il personaggio più misterioso
e complesso, a cui è affidato il
compito d’innescare il meccanismo drammatico delle rivelazioni. (i.lu.)
“Il sentiero
dei passi pericolosi”
di Michail Marc Bouchard
traduzione
di Francesca Moccagatta
regia di Tommaso Tuzzoli,
con Andrea Capaldi,
Andrea Manzalini,
Silvio Laviano
Sala Bartoli
dal 18 al 22 febbraio 2009
durata 1h e 10’
senza intervallo
19
“musical”
Saverio Marconi dirige con Baayork Lee uno dei capolavori di Broadway
Quanti sogni corrono su quella linea!
“A Chorus Line” arriva per la prima volta al Rossetti nell’edizione della Rancia
La sala è al buio, una piccola
luce da tavolo lascia a mala
pena indovinare dove sia seduto Zach, il regista coreografo,
coadiuvato dal suo assistente
Larry. La tensione si respira
densa sul palcoscenico, dove
sulla “chorus line” che divide il
proscenio – riservato alle star
– dalla zona dei ballerini di fila
(il coro), diciassette artisti che
hanno superato la prima selezione attendono il loro turno. Si
giocheranno tutto in quei pochi
minuti d’audizione: sogni, autostima, prospettive...Solo otto ce
la faranno.
Inizia così A Chorus Line, il “re dei
musical” come a ragione viene
definito nelle note di presentazione della Compagnia della
Rancia che lo ha riallestito e lo
porta in tournée italiana in una
nuova edizione. Nuovamente la
regia associata è di Baayork Lee
(una delle maggiori conoscitrici
di questo musical, a lei infatti
s’ispira la figura di Connie) e
Saverio Marconi. “Nuovamente”
perché la prima produzione
che la Compagnia presentò nel
1990, rappresentò un momento
importante nella storia del teatro recente, non solo per il successo ottenuto, ma soprattutto
perché convinse definitivamente
che anche in Italia si potesse
mettere in scena un musical...
Ma A Chorus Line è il “re dei
musical” anche per l’entusiasmo
che ha suscitato fin dal suo
primo apparire alla ribalta: dopo
la leggendaria prima del 25 luglio
20
1975 al Public Theatre di New
York, alla presenza di 300 spettatori, partì un passaparola che
portò a una svolta nella storia
di Broadway. Nel 1976 riceve 12
nomination ai Tony Award e ne
vince 9, ottiene inoltre il Premio
Pulitzer per il teatro. Nel 1983
con 3.389 repliche, diventa il
“longest running show” nella
storia di Broadway, superando
Grease: per festeggiare, il regista e ideatore Michael Bennett
riunisce gli interpreti di tutte le
edizioni, americane e internazionali e, nel finale ben 338 ballerini
danzano One. Lo spettacolo,
negli anni, è stato rappresentato
in oltre 22 Paesi nel mondo, in
104 città negli Usa, ha coinvolto,
solo a Broadway, oltre 500 performers ed ha avuto un’amata
versione cinematografica con
Michael Douglas nel ruolo del
regista.
Difficile sintetizzare in pochi
elementi il segreto di tanto successo: ottimo il libretto, scritto
da James Kirkwood e Nicholas
Dante, semplicemente indimenticabili le bellissime musiche di
Marvin Hamlisch e le coreografie che la animano nel segno del
tip tap e di un’eccezionale inventiva e accuratezza, ma soprattutto vera, palpitante la storia – o
meglio l’insieme di storie – che
il musical raccoglie. Concepito
da Bennet, A Chorus Line scaturisce da un workshop in cui un
gruppo di ballerini (i cosiddetti
“gypsies”, che passano da un
musical all’altro), dopo le prove
di uno spettacolo, si incontrano
per parlare delle proprie esperienze personali e professionali,
e di come la danza abbia condizionato le loro vite. L’incontro
fu registrato su un nastro: da lì
fu tratto il testo dello spettacolo. Da questa “verità” il musical
riceve la sua inestinguibile carica
di emozione, creatività, ironia,
dramma.
Ognuno dei diciassette artisti in
lizza per la selezione, invitato dal
regista, mette a nudo sul palcoscenico speranze, sogni, debolezze e fallimenti della realtà
quotidiana: nascono confidenze
divertenti, appassionate, arrabbiate, commoventi. Mike ha iniziato a danzare imitando i passi
della sorella, Sheila racconta i
sacrifici fatti per ballare, Kristine
confessa la sua debolezza nel
canto, Val riflette su come per
emergere sia necessario essere avvenenti, Cassie – che un
tempo ha amato Zach e che
lui ritiene una star – motiva la
sua scelta di ritornare dietro
la chorus line... C’è in ognuno
il senso di una sfida con la vita,
in ognuno c’è l’amore per lo
spettacolo, l’attesa di quella “singular sensation” che si prova
esibendosi.
Proprio per questo, anche se
solo otto saranno selezionati,
come in un sogno, tutti compariranno nel grande numero
finale a cantare, nel bagliore
accecante delle paillettes e dei
cilindri dorati.
di Ilaria Lucari
“A Chorus Line”
ideato e originariamente
diretto e coreografato
da Michael Bennett
libretto di James Kirkwood
e Nicholas Dante
regia di Baayork Lee
e Saverio Marconi
Politeama Rossetti
dal 19 al 22 marzo 2009
durata 2h senza intervallo
personaggi
interpreti
Zach
Christian Amadori
Val
Lucia Blanco
Judy
Federica Capra
Larry
Andrea Cerchia
Vicky
Paola Ciccarelli
Bobby
Roberto Colombo
Paul
Simone Di Bucci
Al
Aldo Esposito
Mark
Antonio Franco
Don
Giuseppe Galizia
Sheila
Lynn Jamieson
Maggie
Floriana Monici
Roy Fabio Monti
Connie Fiorella Nolis
Cassie Paola Quilli
Tricia Laura Pucini
Diana Annamaria Schiattarella
Mike Luca Spadaro
Frank Gianluca Spatti
Bebe Maria Grazia Valentino
Richie Mauro Simone
Greg Nicola Zamperetti
Kristine Laura Safina
21
news
diretto da Antonio Calenda
Ritorna la rassegna
dedicata alle più interessanti formazioni contemporanee
Trieste per la danza in Sala Bartoli
Quattro appuntamenti internazionali dal 7 al 19 maggio organizzati da Arteffetto
Gi appassionati potranno godere anche
in questa stagione di un’affascinante rassegna di danza contemporanea:
ritorna infatti alla Sala Bartoli “Trieste
per la Danza”, il festival curato da
ArteffettoDanza. Inaugurazione l’8 maggio
con Four per la coreografia di Thomas
Noone, anche interprete assieme alla
moglie Nuria Martinez. Lo spettacolo
racconta quattro diversi stati d’animo:
noia e routine, fragilità e vulnerabilità,
aggressività fisica e psicologica, paura e
8 e 9 maggio, h. 21
FOUR
Thomas Noon Company
12 e 13 maggio, h. 21
ATLANTIDE
CRDL
Compagnia Mvula Sungani
dipendenza. Il coreografo e danzatore di
origini africane Mvula Sungani presenta
Atlantide: un viaggio, che prende
forza dalla musica classica unita alle
musiche popolari. In scena, oltre alla
prima ballerina Emanuela Bianchini,
altri sette danzatori di grande levatura tecnica ed artistica. Il successivo
Trittico, racchiude tre duetti ad
opera di ArteffettoDanza, Arearea e di
Sharon Fridman. Arearea porta la sua
coppia di spicco, i coreografi e danzatori Marta Bevilacqua e Luca Zampar;
arrivano dalla Spagna la Fridman e
Carlos Fernandez, infine, i padroni di
casa con Scomoda_mente, di e
con Federica Russolo e Corrado Canulli.
Il Festival si conclude con la Compagnia
Ersiliadanza di Verona in Shake per la
regia di Laura Corradi.
15 e 16 maggio, h. 21
TRITTICO
ArteffettoDanza
Arearea
Compagnia Sharon Fridman
18 e 19 maggio, h. 21
SHAKE
Compagnia Ersiliadanza
Da oltre un secolo il giornale della tua città
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22
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un assaggio della prossima stagione
Ecco le novità del calendario
Arrivano Gigi Proietti e “Peter Pan”, ritorna “To be or not to be”
Non si spengono i fuochi d’artificio delle
nuove proposte in programmazione al
Rossetti: i prossimi mesi ci riserveranno
ancora parecchie sorprese. La prima è
di certo Di nuovo buonasera!
di e con Gigi Proietti che dal 7 al
10 maggio presenterà il suo repertorio
di canzoni e gags accompagnato da un
ricco corpo di ballo e da un’orchestra.
Sempre a maggio, divertimento assicurato con Rumori fuori scena,
brillante commedia di Michael Frayn
che sostituisce l’annullato spettacolo
Vite Private. Anche l’Enrico IV sarà
recuperato dal 26 maggio. Ad aprile, il
7 e 8, ritorna il musical Peter Pan
e ai giovani è dedicata anche la rentrée
di High School Musical (solo il
24 marzo). Consigliabile a tutti il divertentissimo, To be or not to be
che ritorna in scena il 28 e 29 marzo
dopo il successo d’inizio stagione.
Il Cinque x Mille al Teatro Stabile
Anche quest’anno è possibile indicare il Rossetti come beneficiario
Anche quest’anno sarà possibile destinare la quota del 5 per mille Irpef al
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
in sede di dichiarazione dei redditi.
Per esprimere la scelta a favore di
una delle finalità destinatarie di tale
quota, il contribuente deve apporre la
propria firma nel riquadro “Sostegno
delle organizzazioni non lucrative di
utilità sociale” e indicare il codice
fiscale di un soggetto beneficiario
(se la scelta sarà a favore del nostro
Teatro Stabile, il codice fiscale da
indicare è 00054990320).
Per il Teatro, questo contributo volontario destinato dai singoli contribuenti
(per i quali non rappresenta in alcun
modo un costo aggiuntivo), rappresenta un’importante fonte di entrata,
che consente di migliorare di anno in
anno l’offerta culturale per il pubblico
triestino e regionale.
Al via l’Edipo Re
Sono iniziate le prove della nuova produzione
Periodico del Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia
redazione Viale XX Settembre, 45
34126 Trieste
tel. 040-3593511 fax 040-3593555
www.ilrossetti.it [email protected]
Anno XVI - numero 167
10 marzo 2009
Aut. Tribunale di Trieste n° 846
del 30.7.1992
stampa Stella Arti Grafiche,Trieste
direttore responsabile
Stefano Curti
redazione Ilaria Lucari, Ivis Lasagna
Sono iniziate – e si terranno per una
fase a Trieste – le prove della nuova
produzione dello Stabile regionale che
assieme al Teatro de gli Incamminati
e al Teatro di Messina allestisce un’innovativa edizione dell’Edipo Re di
Sofocle. Protagonista Franco Branciaroli
diretto da Antonio Calenda. L’Edipo
Re induce a riflessioni profonde: «In
un mondo smarrito, minaccioso, delle
cui ombre sentiamo costantemente
l’incombere – dice il regista - è
emblematico rielaborare il percorso,
dal buio verso la chiarezza che Edipo
compie: un percorso nella coscienza
che allo stesso tempo è individuale, di
intima analisi e collettivo, di grande
profondità…». Nella messinscena la
dimensione dell’incubo che Edipo
rivive, riscrivendo con parole di atroce
verità il proprio passato, diventa
centrale. Perciò nell’interpretazione
di Branciaroli si raccoglieranno molti
dei personaggi della tragedia che
egli stesso evocherà. Accanto a lui
un coro maschile a fare da moderno
commento. Si debutta a inizio aprile
a Messina.
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la cultura,
Ci sono infiniti buoni
motivi per incoraggiare
e sostenere la cultura
in tutte le sue
migliori espressioni.
La Fondazione
lo crede da sempre.
quasi un processo di “geminazione”
Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto.
Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi
da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più.
La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”.
Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate,
che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo.
Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti
e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro
astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione).
Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio.
Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare.
Che potremo condividere e scambiare con altri.
La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche
matrice di autentica felicità individuale.
il colore del benessere sociale
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periodico n° 10 del 10 marzo 2009