Luce Irigaray “Il Mistero di Maria” Martedì 25 marzo ore 18.00 INSTITUT FRANÇAIS CENTRE SAINT-LOUIS Largo Toniolo, 22 Roma Accogliere l’altro senza perdere sé stessa. Maria, prima mediatrice tra l’umano e il divino, figura dell’inizio di una nuova epoca della storia Luce Irigaray, psicoanalista, linguista, filosofa PRESENTA Nicolas Bauquet Direttore Institut Français- Centre Saint - Louis SALUTI Flavia Barca Assessore alla cultura, creatività, promozione artistica di Roma Capitale Michela Di Biase Presidente Commissione Cultura di Roma Capitale Alessandro Massimo Voglino Direttore Biblioteche di Roma Capitale Sabrina Alfonsi Presidente Municipio I di Roma Capitale INTERVIENE LUCE IRIGARAY Lettura a cura di uno studente del liceo Keplero e di una studentessa del liceo Croce Marietti Filosofa, psicoanalista, linguista, Luce Irigaray, laica, da sempre impegnata sul fronte del tema dell'alterità, della differenza di genere e dell'incontro, si confronta con la figura di Maria.….La figura di Maria è quasi assente dalla teologia cristiana, benché lei sia co-redentrice del mondo insieme a Gesù. Con questo bianco che sostituisce la persona di Maria nei testi, contrastano la sua onnipresenza nell’arte e il fervore che il popolo cristiano non smette di rivolgerle … Ho tentato di avvicinare questo mistero che è Maria e il suo ruolo nell’incarnazione del divino per l’umanità. Il silenzio di Maria è spesso interpretato in modo negativo, in particolare dalle donne. Un simile giudizio è determinato da valori occidentali in prevalenza maschili. Il silenzio di Maria può essere inteso in un altro modo. Può significare un mezzo di preservare l’intimità con sé, l’auto-affezione, per non perdersi, segnatamente in un discorso che non è il proprio (…) Giungere le labbra – come giungere le mani, ma anche le palpebre – è una via di adunare le due parti di sé per raccogliersi, e dimorare e tornare in sé. (Luce Irigaray, Il mistero di Maria – 2010) Il mistero di Maria di Luce Irigaray è un libricino scritto per soccorrere un’umanità che ha fatto a pezzi sé e il pianeta dove vive, che non ha quasi più la capacità di alimentare lo spirito e di conservarsi un accesso alla trascendenza… Maria, concependo e crescendo nel suo corpo l’invisibile divino, mostra la realtà del divino dentro l’umano e testimonia la necessità di coltivare una “cultura del toccare” sensibile e carnale versus le politiche dell’immunizzazione, astrazione e indifferenza… (Annarosa Buttarelli, filosofa) All’altezza del petto, sul cuore, ha inizio la relazione di Maria con l’angelo dell’annunciazione. Preservando il petto si prende cura del proprio respiro. In tal senso, una delle suggestioni più belle e commoventi su Maria è il recente libretto di Irigaray. Un tema che ha sviscerato per anni con coraggio e maestria ma che oggi assume il carattere di un canto maturo, imprescindibile. Il silenzio diventa un’occasione superba di raccoglimento, di auto-affezione appunto, che fa combaciare la scissione tipicamente occidentale del già detto. Non è nella bulimia del dire infatti che si riscontra il senso dell’essere presenti a se stesse e alla storia. Il sì di Maria è un prendere parola per sovvertire il già dato e il già detto. (Alessandra Pigliaru, scrittrice) Marietti Marietti