SIEnergiaNEWS Dodici Regione Siciliana Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità SIEnergiaNEWS 12.2015 Sp e AP cia E le Notiziario di Informazione | 12.2015 Speciale APE SIEnergia NEWS in questo Numero Numero dodici | 2015 Speciale APE 3 l’Editoriale 4 il Nuovo Ape recente normativa europea. Più alta la qualità minima prescritta per le nuove edificazioni dal 2019. E l’Ape cambia volto 6 8 2 • Efficienza energetica, si gira pagina con i decreti ministeriali attuativi della • Il nuovo Attestato di Prestazione Energetica “apre” all’apporto delle fonti rinnovabili e al calcolo della performance estiva degli edifici. Un documento concepito per informare il cittadino-utente • A Palermo e Catania il convegno di SiEnergia sul nuovo Ape. Esperti d’accordo: “Stimolerà l’innovazione”. Ma ci sono riserve sui criteri di calcolo e sui costi a carico degli enti per le verifiche sulle certificazioni • Sfogliamo il modello unificato per la certificazione In questo numero di SiEnergia News, il terzo e ultimo monografico, il tema sotto i riflettori è il nuovo Ape, l’Attestato di prestazione energetica degli edifici, ridisegnato dai decreti ministeriali pubblicati a luglio in attuazione della legge 90/2013 e della recente normativa comunitaria. In realtà, la portata delle novità travalica i confini della certificazione energetica degli immobili e investe anche la sfera dei criteri costruttivi. Per questo motivo la newsletter si apre con una panoramica complessiva delle nuove regole, “spalmate” su tre decreti, che vogliono condurre l’edilizia a un deciso salto di qualità energetica, imponendo il rispetto di alcuni requisiti minimi e criteri di calcolo delle performance dei fabbricati ben più stringenti che in passato. Focus sull’Attestato di prestazione energetica con una spiegazione dettagliata dei fattori che si inseriscono adesso nel procedimento da seguire per produrre i certificati, ma anche su quali sono gli obblighi posti a carico dei soggetti certificatori e degli enti territoriali (regioni e province autonome). A seguire, la sintesi del convegno che si è svolto a Palermo e a Catania a fine luglio nell’ambito della campagna SiEnergia portata avanti dal Dipartimento regionale dell’Energia. Autorevoli esperti del settore hanno sviscerato i vari aspetti della nuova disciplina dell’Ape e tratteggiato gli scenari futuri. Infine, si presentano visivamente le cinque facciate di cui si compone il nuovo format unico nazionale dell’Ape, che occorre necessariamente utilizzare per certificare la qualità energetica di un edificio. Un modello sicuramente più ricco di informazioni per l’utente committente ma anche più comunicativo e semplice da leggere. Notiziario di Informazione a cura del Dipartimento Energia della Regione Siciliana Responsabile: Dott.ssa Antonina Rappa, Dirigente Servizio IV Dipartimento Energia Per informazioni: [email protected] Regione Siciliana Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità Finito di stampare nel mese di dicembre 2015 12.2015 SIEnergiaNEWS l’Editoriale Vania Contrafatto Assessore regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità SIEnergiaNEWS Il nuovo quadro normativo sull’efficienza energetica degli edifici è una rivoluzione che, sebbene da tempo annunciata, ci conduce in uno scenario inedito e per molti versi inesplorato. Non perché si sappia poco su come realizzare immobili performanti o su come riqualificare energeticamente quelli esistenti, ma semplicemente perché le regole dettate dai tre decreti ministeriali pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 15 luglio scorso alzano l’asticella fino a un livello prossimo all’eccellenza, e perché finora l’alta qualità energetica dei fabbricati non è certo stata la regola. Insomma, i nuovi e più rigorosi criteri di legge per il calcolo della prestazione energetica, vincolanti dal 2021 per qualunque nuova edificazione o ristrutturazione importante, obbligano a una concezione elevata degli standard edilizi. Obbligano, quindi, ad aprire un capitolo nuovo. Per le istituzioni, chiamate a supervisionare questo processo, ad approntare piattaforme telematiche, ma anche a migliorare le stesse strutture pubbliche. Per l’economia del settore costruzioni e dell’intero indotto, che dovranno aggiornarsi e, inevitabilmente, ricalibrarsi. E per i privati cittadini, che al primo aggiornamento dell’Ape, l’Attestato di prestazione energetica, vedranno cambiare l’indice di prestazione energetica degli immobili (già esistenti) di cui sono proprietari. La Sicilia, infatti, è la seconda regione italiana per numero di edifici: 1,7 milioni, che 12.2015 inglobano circa 4 milioni e mezzo di singole unità immobiliari. Già oggi, tra quelle con Ape registrato nel catasto energetico telematico regionale dei fabbricati, attivo da luglio 2014, il 72,6% si trova in classe energetica G. La più scadente. Come è stato sottolineato nell’importante meeting sulla certificazione energetica del quale si parla nelle pagine di questa newsletter monografica – evento promosso dal Dipartimento regionale Energia nell’ambito della campagna SiEnergia – è innanzitutto con il parco edilizio già esistente che bisognerà fare i conti per dare una sferzata significativa ai consumi e alle emissioni di CO2. La Sicilia ha dato di recente segnali promettenti, come per esempio la crescita a tutto ritmo del fotovoltaico per autoconsumo. E l’Amministrazione regionale è pronta a fare la propria parte. Che ha già iniziato a fare, per la verità. Con il bando Start-up Patto dei Sindaci, con i catasti online attivati su www.energia.sicilia.it, con il bando da oltre 52 milioni a valere sul fondo Jessica e i 350 milioni del Po Fesr per promuovere sia l’efficienza energetica degli edifici pubblici che l’uso di fonti rinnovabili, con i 37 milioni messi a disposizione sempre nel Fesr per il contenimento dei consumi delle imprese. La sfida del nuovo sistema parte con i buoni auspici. Al di là delle fisiologiche difficoltà che è lecito attendersi nella fase di prima applicazione. 3 il nuovo Ape Efficienza energetica, si gira pagina con i decreti ministeriali attuativi della recente normativa europea. Più alta la qualità minima prescritta per le nuove edificazioni dal 2019. E l’Ape cambia volto 4 Nuove regole per spingere in alto gli standard dell’efficienza energetica. Nuovi criteri di valutazione e classificazione, da applicare fin da subito per il rilascio dell’Ape (Attestato di prestazione energetica) per immobili già esistenti, da applicare a partire dal 2019 per la realizzazione di nuove costruzioni, che quindi dovranno nascere già con qualità energetica elevata. È una rivoluzione in due tappe quella aperta ufficialmente dai tre decreti del 26 giugno 2015, entrati in vigore il 1° ottobre, nei quali il Ministero dello Sviluppo economico, di concerto con altri dicasteri interessati (tra cui Ambiente, Infrastrutture e Sanità), ha fissato le norme d’attuazione della legge 90 del 2013, sulla scia delle recenti direttive europee e in particolare della numero 2010/31/UE. Verso gli edifici “a energia zero” Ed è, ovviamente, l’inizio di una complessa transizione che coinvolge istituzioni, imprese, professionisti e privati cittadini nel cammino verso l’orizzonte (ancora non vicinissimo) degli edifici “a energia quasi zero”, quelli sostanzialmente autosufficienti. In altre parole, verso un futuro più eco-sostenibile per le città e il territorio, in cui sempre più sarà regola aurea l’integrazione tra fonti di energia diversificate (rinnovabili in primis), principi di bioarchitettura e bioedilizia, soluzioni progettuali, impiantistiche e tecnologiche innovative, con ovvi riflessi anche sul mercato immobiliare e sui processi economici in genere. Superate le lacune del vecchio sistema Sia ai fini della certificazione energetica che in ottica di progettazione e costruzione di nuovi fabbricati, la nuova normativa supera alcuni limiti del precedente sistema fondato sul DM 192/2005 e prevede, fra le altre cose, che venga considerata la performance estiva degli involucri, che si tenga conto dell’energia prodotta da fonti rinnovabili (per esempio, un impianto fotovoltaico installato sul tetto) e che i dati sulla qualità estiva e invernale degli immobili siano sempre espressi in termini comprensibili anche per i non tecnici o non esperti del settore. Requisiti minimi di qualità energetica più stringenti In sostanza, tutto ruota intorno a metodi di calcolo delle performance energetiche resi ora più stringenti, a cominciare dai requisiti minimi di trasmittanza delle strutture (in pratica, la permeabilità al calore) e di rendimento degli impianti termici così come stabiliti nelle tabelle allegate ai nuovi testi normativi. È per questa via che si arriva all’identikit di un “edificio di riferimento”, un modello virtuale identico al fabbricato reale per geometria, ubicazione, orientamento e destinazione d’uso e al quale poi vanno astrattamente attribuiti gli standard minimi di trasmittanza e rendimento per ricavarne, infine, l’Ep, cioè il valore dell’energia primaria necessaria per ottenere il livello ideale di comfort sia invernale che estivo. Ora il modello è un immobile virtuale gemello di quello vero Sarà, questo, il termine di paragone 12.2015 SIEnergiaNEWS il nuovo Ape per il calcolo dell’indice di prestazione energetica dell’immobile reale. E, soprattutto, sarà il limite da non sforare per gli edifici di nuova costruzione. Sta proprio qui, forse, la novità principale. Se con la vecchia disciplina il computo della prestazione energetica si basava esclusivamente su valori assoluti (rapporto tra fabbisogno dell’immobile e rendimento degli impianti), il nuovo sistema impone invece al fabbricato reale di misurarsi con un “gemello” virtuale che soddisfa pienamente nuovi requisiti di legge e rappresenta il “come dovrebbe essere”. Dal 2019 standard vincolanti per gli edifici pubblici, dal 2021 per gli altri Una volta calcolato l’Ep anche sul fabbricato reale, tenuto conto pure delle proprietà termiche e fisiche descritte dal decreto per ogni zona climatica, sarà la comparazione con l’immobile-tipo a dire se risultano rispettati i requisiti minimi di legge, che diventeranno vincolanti dal 2019 per tutti i nuovi edifici pubblici o a uso pubblico e poi dal 2021 per tutti gli altri. La natura del calcolo, molto più rigorosa per via dei nuovi standard e del maggior numero di indici presi in considerazione, porterà a un importante risultato pratico: di fatto, rientreranno nelle soglie di legge soltanto i nuovi edifici di classe A1 o, al peggio, di classe B. Vale a dire, proprio quegli edifici a energia quasi zero che le nuove disposizioni indicano come traguardo. Stessa regola varrà per gli SIEnergiaNEWS immobili in ristrutturazione. Con le vecchie regole la qualità energetica minima richiesta era, invece, quella di fatto corrispondente alla classe C. Inferiore, quindi. Va da sé che per le edificazioni ex novo la comparazione col modello di riferimento dovrà essere anticipata alla fase progettuale. Già nella relazione tecnica di progetto, infatti, i professionisti incaricati, ciascuno per le proprie specifiche competenze (edili, impiantistiche, elettriche, illuminotecniche ecc.), inseriranno i conteggi e le verifiche attestando la rispondenza agli standard minimi di legge. Proprio a questo scopo, uno dei tre decreti descrive le modalità di compilazione ed è accompagnato dagli schemi uniformi che occorre utilizzare in funzione di tre diverse tipologie di lavori: nuove costruzioni, ristrutturazioni importanti, riqualificazioni energetiche. Per quest’ultimo genere di interventi, inoltre, i requisiti specifici sono esposti in un’appendice al testo. Regole già operative per le attestazioni. E nasce il Siape Ai fini del rilascio delle Attestazioni di prestazione energetica, invece, il regime introdotto dalla legge 90 e dai decreti attuativi è già operativo con decorrenza 1° ottobre. In questi casi, il raffronto con l’edificio-modello riguarderà gli immobili (reali) già esistenti che per la stipula di un atto traslativo devono essere dotati di Ape perché il precedente è scaduto oppure perché non ne era mai stato fatto uno. 12.2015 Occorrerà seguire, da ora in poi, le nuove linee guida nazionali per le attestazione e utilizzare, anche qui, un apposito format unificato. La scala di classificazione energetica diventa più articolata, con dieci livelli anziché sette, e si prevede un catasto energetico unico nazionale, il Siape. Ruolo attivo per regioni e province autonome A margine di tutto ciò sta il ruolo attivo che la normativa assegna agli enti, territoriali e non solo. All’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie e l’energia, che oltre a formare il Siape deve, in collaborazione col Comitato Tecnico Italiano, studiare e monitorare l’evoluzione dei requisiti energetici ottimali. Alle regioni e alle province autonome, che hanno il compito, fra l’altro, di effettuare controlli sugli Ape e di concorrere alla stesura e all’aggiornamento del piano d’azione mirato a incrementare il numero di edifici “a energia quasi zero”, categoria che la legge definisce per la prima volta: si tratta degli edifici che rispettino contemporaneamente i nuovi requisiti minimi e gli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili. 5 il nuovo Ape Il nuovo Attestato di Prestazione Energetica “apre” all’apporto delle fonti rinnovabili e al calcolo della performance estiva degli edifici. Un documento concepito per informare il cittadino-utente 6 Una scala di classificazione energetica degli edifici con dieci livelli, una nuova metodologia più minuziosa e precisa per il calcolo della performance, un emoticon per raffigurarne il risultato in modo immediato e fuori da tecnicismi oscuri all’utente. Sono i principali tratti distintivi del nuovo Ape, l’Attestato di prestazione energetica, così come ridisegnato su un format unificato dalle linee guida nazionali entrate in vigore il 1° ottobre, per effetto dei decreti con cui il governo nazionale ha dato attuazione alla direttiva comunitaria 2010/31/UE. Le novità cominciano dall’obbligo dei certificatori abilitati di configurare, per ciascun immobile reale, un clone virtuale (l’edificio di riferimento) al quale attribuire gli standard ottimali fissati dalle nuove tabelle per ricavarne il valore dell’energia primaria necessaria per il comfort nell’ambiente interno, cioè il cosiddetto Ep limite. Identico il computo da fare, poi, sul vero fabbricato. Infine la comparazione tra i due dati ottenuti, che determina la classificazione dell’immobile reale espressa con l’indice Ep globale non rinnova- bile: la quantità annua di energia primaria necessaria per soddisfare i bisogni legati alla fruizione standard dell’immobile divisa per la superficie utile dell’immobile stesso, al netto di eventuali fonti rinnovabili. Le classi energetiche passano da sette a dieci Le classi energetiche, associate alle tradizionali bande colorate (dal rosso per la più scadente alle tonalità di verde per le prime), non sono più sette ma dieci: A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F e G, dalla migliore alla peggiore. In cima sta l’edificio a energia quasi zero, quello vicino all’autosufficienza, di cui ora la legge (ed è la prima volta) fornisce una definizione: è l’edificio in linea sia con i requisiti minimi di tramittanza, sia con gli obblighi di integrazione di fonti rinnovabili dettati dal decreto legislativo 28/2011 (per esempio, copertura non inferiore al 50% del fabbisogno per la produzione di acqua calda sanitaria). Ai fini dell’energia primaria vanno considerate anche le dispersioni Cosa c’è a monte dell’Ep limite e dell’Ep globale? Innanzitutto, i requisiti minimi di trasmittanza termica da applicare all’unità immobiliare, che la nuova disciplina ha reso più stringenti. La trasmittanza è la quantità di calore che attraversa un metro quadrato di una determinata superficie in un’ora. Può dipendere da vari fattori, per esempio lo spessore di una parete o la conducibilità dei materiali di cui è fatta. Non solo è adesso minore la permeabilità termica degli involucri “tollerata” dalla legge, visto che i parametri quantitativi sono stati abbassati sia per le pareti opache (muri, pavimenti, coperture) sia per le chiusure trasparenti (vetri delle finestre e infissi), ma i valori di trasmittanza fissati sono lordi perché, per espressa disposizione, comprendono anche le dispersioni dovute ai ponti termici, cioè angoli, intersezioni e giunzioni varie. Anche queste, quindi, andranno calcolate, ed è un esempio del superiore livello di dettaglio imposto 12.2015 SIEnergiaNEWS il nuovo Ape dal nuovo sistema di misurazione. Valori di trasmittanza diversi per ogni regione climatica Peraltro, i valori legali di trasmittanza cambiano a seconda delle zone (o regioni) climatiche, che sono sei, individuate per legge in base ai gradi-giorno, un’unità di misura indicativa del fabbisogno termico per il riscaldamento delle abitazioni in una determinata località. I gradi-giorno si calcolano sommando su base annuale le differenze (solo quelle positive) tra la temperatura convenzionale ideale per l’ambiente interno riscaldato, che è 20 gradi, e le temperature medie giornaliere all’esterno dell’edificio. Un valore basso esprime clima più mite e minore necessità di climatizzare gli interni. Obbligatorio calcolare la prestazione energetica estiva In base alle nuove regole, l’Ape darà conto non solo dell’Ep globale (in Kilowattora su metro quadrato annui) ma anche dell’apporto dei singoli servizi energetici, tra cui climatizzazione invernale, climatizzazione estiva, produzione di acqua calda sanitaria e anche la generazione sul posto tramite fonti rinnovabili, che nei vecchi Ape non era presa adeguatamente in considerazione. Il certificatore dovrà calcolare anche l’indice di prestazione energetica estiva dell’involucro (cioè capacità isolante della struttura combinata col rendimento degli impianti di SIEnergiaNEWS raffrescamento), un obbligo non previsto in passato. Dovrà poi rappresentarlo nell’Ape accanto a quello invernale, l’uno e l’altro sottoforma di emoticon, i simboli grafici che riproducono espressioni facciali. Il certificatore suggerisce le possibili migliorie Anche per il rendimento globale degli impianti termici (la risultante dei rendimenti di generazione, emissione, distribuzione e regolazione) il decreto Requisiti minimi detta parametri di efficienza da prendere come riferimento nel calcolo. Come sottolineato nelle linee guida, tanto nella situazione estiva quanto in quella invernale lo stesso indice di prestazione può essere raggiunto con più combinazioni diverse di energia primaria ed efficienza degli impianti. È anche per questo che nel format del nuovo Ape è inserito un riquadro in cui il certificatore dovrà indicare possibili interventi per il miglioramento energetico. Il certificatore dovrà anche informare l’utente sugli incentivi disponibili. L’obiettivo dichiarato è fornire un certificato che contenga tutte le informazioni sulla qualità energetica dell’immobile e orienti il cittadino (proprietario, acquirente o affittuario che sia) nell’identificazione delle criticità e delle priorità di intervento. Stop attestazioni fatte “a tavolino”. Alle regioni il controllo Il certificatore (necessariamente un soggetto terzo rispetto a 12.2015 costruttori e progettisti) dovrà fare almeno un sopralluogo sul posto. Di fatto, la natura del nuovo sistema di calcolo, così votata al dettaglio, dovrebbe rendere estremamente difficile il rilascio di Ape compilati “a tavolino” o per corrispondenza. L’Ape è comunque reso sottoforma di dichiarazione sostitutiva dell’atto notorio, con le responsabilità che ne conseguono ex lege. Regioni e province autonome dovranno attivare piani e procedure per sottoporre a verifica almeno il 2% degli Ape depositati annualmente nel territorio di competenza, “puntando” soprattutto le classi energetiche più efficienti, con analisi sulla congruità dei dati ma anche con ispezioni nell’edificio. All’Enea, invece, l’incombenza di istituire una banca dati nazionale, denominata Siape, per la raccolta delle schede sugli Ape e sugli impianti termici e delle informazioni sui controlli effettuati. Le regioni e le province autonome devono, ogni 31 marzo, alimentare il Siape con i dati relativi all’ultimo anno. Validità massima di dieci anni Dieci anni è il periodo massimo di validità dell’Ape stabilito dalla legge, a condizione però che sia rispettata la periodicità delle verifiche di efficienza energetica degli impianti, da annotare nell’apposito libretto di impianto. In mancanza, l’attestazione decade il 31 dicembre successivo alla prima scadenza non rispettata. 7 il nuovo Ape A Palermo e Catania il convegno di SiEnergia sul nuovo Ape. Esperti d’accordo: “Stimolerà l’innovazione”. Ma ci sono riserve sui criteri di calcolo e sui costi a carico degli enti per le verifiche sulle certificazioni 8 Le nuove regole sulla certificazione energetica degli edifici? Una leva per lo sviluppo del settore e per l’innovazione. Sulla riforma dell’Ape, l’attestazione di prestazione energetica, è l’idea condivisa dagli esperti che il 28 e il 29 luglio, subito dopo la pubblicazione dei decreti attuativi della legge 90/2013, si sono ritrovati a Palermo e Catania per il convegno Certificazione energetica degli edifici: stato dell’arte, prospettive e sviluppi, nel quadro della campagna SiEnergia condotta dal Dipartimento Energia della Regione Siciliana. “Si va verso una nuova cultura della gestione dell’energia”, ha detto il moderatore del meeting Antonello Pezzini, del Comitato economico e sociale europeo (Cese), prima di citare i dati Istat che eleggono la Sicilia seconda in Italia per numero di edifici: “Nell’Isola i fabbricati sono 1 milione e 700 mila, con una media di 2,6 appartamenti per ciascuno, cioè 4 milioni e mezzo di unità immobiliari per il quali servirà un Ape. Ma per architetti, ingegneri, geometri e periti la certificazione energetica significherà lavoro solo se la regione supporterà strutture intermedie come le Esco (Energy service company, ndr) che facciano da volano per l’applicazione della normativa”. Piena “investitura” per il nuovo Ape da un’altra voce autorevole, quella di Gianni Silvestrini. Per l’esponente di Green Building Council Italia si tratta di orientare gli investimenti, e “la certificazione energetica potrebbe essere estremamente importante, come l’etichetta energetica che ha trasformato il mercato degli elettrodomestici”. Poi una considerazione sul settore dell’edilizia. “È lento a recepire le innovazioni – ha affermato – ma deve trovare il coraggio di ripensarsi sfruttando il filone energetico-ambientale come molla. Sugli edifici a energia quasi zero siamo indietro. In più ci tocca farlo attaccando le inefficienze del patrimonio edilizio esistente. Incentivi e detrazioni fiscali finora hanno funzionato per singole unità immobiliari ed è tempo di guadare alla riqualificazione spinta, in voga in Europa: quella su interi edifici e quartieri”. “Le nuove norme impongono un approccio diverso – ha sottolineato Domenico Prisinzano dell’agenzia Enea – perché edificio e impianti vanno pensati come sistema integrato. Va innanzitutto progettato un buon involucro minimizzando il ricorso agli impianti, senza utilizzare questi ultimi per compensare eventuali lacune dell’involucro”. Secondo Stefania Crotta, responsabile Sviluppo energetico sostenibile per la Regione Piemonte, è importante l’applicazione delle regole omogenea sul territorio, per far funzionare l’interoperabilità dei sistemi informativi regionali e nazionale ma anche per “eliminare barriere lavorative tra regioni confinanti”. Interessanti esperienze made in Italy sono state raccontate da Ivan Mozzi di Infrastrutture Lombarde 12.2015 SIEnergiaNEWS il nuovo Ape (organismo di accreditamento) e Ulrich Santa dell’agenzia di certificazione Casaclima. Una nota di critica arriva dal docente universitario Federico Butera, del Politecnico di Milano. “La corretta valutazione dei consumi e della prestazione energetica – ha detto – presuppone una simulazione dinamica dei comportamenti dell’edificio, ma ciò non è compatibile con la norma tecnica UNI-TS indicata dal legislatore per l’esecuzione dei calcoli”. Da una critica a una preoccupazione. Per Domenico Santacolomba, responsabile dell’osservatorio del Dipartimento Energia della Regione Siciliana, i nodi potrebbero venire al pettine sul versante dei controlli: “Riceviamo un migliaio di Ape a settimana, in proiezione circa 50mila all’anno, e verificarne il 2%, cioè mille, non è facile, essendo prescritte anche le ispezioni sul posto. I costi saranno alti”. Conclusioni affidate a Francesca Marcenò, sempre del Dipartimento Energia siciliano, per un cenno alla programmazione 2014-2020 che, fra l’altro, dedica 350 milioni di euro al miglioramento energetico degli edifici pubblici. SIEnergiaNEWS Sfogliamo il modello unificato per la certificazione Dal 1° ottobre 2015 in tutto il territorio nazionale per l’Attestato di prestazione energetica è necessario utilizzare il fomat allegato al nuovo decreto ministeriale. Nella prima pagina del modello spicca il nuovo riquadro in cui la performance dell’immobile va valutata sia per l’inverno che per l’estate barrando il simbolo della faccina corrispondente alla qualità rilevata (alta, media o bassa). Accanto c’è la nuova scala di classificazione, con dieci categorie e non più sette. 9 12.2015 il nuovo Ape Info di dettaglio e suggerimenti per opere migliorative La seconda e la terza pagina del modello contengono le griglie destinate all’inserimento di tutte le informazioni di dettaglio ora richieste (fonti di produzione utilizzate, servizi energetici 10 disponibili, dati del fabbricato) e alle raccomandazioni circa possibili interventi migliorativi sull’immobile in caso di riqualificazione energetica o ristrutturazione importante, opere per le quali il certificatore deve anche fornire una stima dei risultati conseguibili. 12.2015 SIEnergiaNEWS il nuovo Ape L’utente va informato dei finanziamenti ai quali può accedere Nella quarta pagina dell’Ape, oltre ai propri dati, il certificatore deve annotare informazioni sulle eventuali opportunità di finanziamento alle quali il committente può accedere per avviare una 11 riqualificazione energetica o una ristrutturazione. C’è, poi, un rigo nel quale occorre specificare se è stato effettuato almeno un sopralluogo nell’edificio oggetto di certificazione. La quinta è ultima pagina contiene, infine, la legenda e le note per la compilazione. SIEnergiaNEWS 12.2015 SIEnergia. L’energia sostenibile è nelle nostre mani. Il sistema energetico regionale, i catasti, il registro delle rinnovabili, i dati e le mappe sui consumi per aree geografiche, gli eventi formativi, le informazioni, gli strumenti per aderire al Patto dei Sindaci e redigere il Paes. Tutto a portata di click. Regione Siciliana Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità www.energia.sicilia.it 12.2015 SIEnergiaNEWS