Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 81 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL Il più pericoloso di tutti è il contenuto della lettera d), ove l’altro criterio è la risoluzione di eventuali anomalie e discrasie, anche se poi l’emendamento 30.201 della Commissione cambia la parola « discrasie » in « antinomie », cioè contrasti. Tuttavia, anche in questo caso si fa riferimento ai consolidati orientamenti giurisprudenziali e, a nostro avviso, c’è il pericolo di una interpretazione di parte della giurisprudenza e, quindi, sostanzialmente della promanazione di una normativa da parte del Governo espropriando ancora una volta il Parlamento dei propri poteri. Quindi, qualora non vengono approvati i nostri emendamenti, voteremo contro questo articolo perché riteniamo che vengano dati al Governo troppi poteri di legiferare di fatto. PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull’emendamento Bressa 30.1, nonché sull’emendamento Giovanelli 30.2. Il parere è favorevole sull’emendamento Mantini 30.3. Il parere è contrario sull’emendamento Favia 30.4, nonché sull’emendamento Favia 30.6 e sugli identici emendamenti Mantini 30.7 e Favia 30.8. La Commissione raccomanda infine l’approvazione del suo emendamento 30.201. PRESIDENTE. Il Governo ? 9 GIUGNO 2010 — N. 334 Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Crosio... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 530 Votanti ............................... 529 Astenuti .............................. 1 Maggioranza ..................... 265 Hanno votato sì ...... 258 Hanno votato no .. 271). Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento Giovanelli 30.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Tommaso Foti... onorevole Chiappori... onorevole Giulietti... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti e votanti .......... 528 Maggioranza ..................... 265 Hanno votato sì ...... 259 Hanno votato no .. 269). Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento Mantini 30.3, accettato dalla Commissione e dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Onorevole Granata... onorevole Strizzolo... onorevole Brandolini... onorevole Paglia... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento Bressa 30.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. (Presenti ............................. 531 Votanti ............................... 528 Astenuti .............................. 3 Maggioranza ..................... 265 Hanno votato sì ... 528). Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 82 SEDUTA DEL Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento Favia 30.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Antonione...onorevole Nastri... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 533 Votanti ............................... 298 Astenuti .............................. 235 Maggioranza ..................... 150 Hanno votato sì ...... 28 Hanno votato no .. 270). Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento Favia 30.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Aniello Formisano... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 527 Votanti ............................... 299 Astenuti .............................. 228 Maggioranza ..................... 150 Hanno votato sì ...... 29 Hanno votato no .. 270). Prendo atto che il deputato Zaccaria ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che la deputata Carlucci ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mantini 30.7 e Favia 30.8. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Mantini. Ne ha facoltà. PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, abbiamo registrato dei progressi nell’esame complesso di questa manovra Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 di semplificazione. Ora non ripeto le considerazioni svolte sull’ampiezza anche temporale dell’estensione di queste deleghe, però adesso francamente che in sede di delega, tra i principi di codificazione, vi sia anche il mandato al Governo alla risoluzione – leggo la lettera b) – di « eventuali anomalie e discrasie tenendo conto dei consolidati orientamenti giurisprudenziali »...poi adesso con l’approvazione del successivo emendamento della Commissione 30.201 diventerà « incongruenze e antinomie ». Insomma, che il legislatore delegato debba essere delegato anche a risolvere ad libitum, a proprio piacimento, le antinomie del sistema, ossia i casi di norme contraddittorie, senza principi guida, francamente ci sembra un po’ troppo. Lo consideriamo anche un brutto precedente perché nell’ordinamento attuale spetta alla giurisprudenza risolvere i contrasti giurisprudenziali, le interpretazioni antinomiche tra norme e non spetta, come principio generale, al legislatore delegato il quale andrebbe molto al di là di una delega che francamente già ora è fin troppo ampia. Quindi, con questo emendamento, chiediamo la soppressione della lettera d) del comma 2 dell’articolo 30. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Bressa. Ne ha facoltà. GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per chiedere di sottoscrivere gli identici emendamenti 30.7 e 30.8, rispettivamente dei colleghi Mantini e Favia. Vorrei che l’Assemblea riflettesse su cosa stiamo per votare, il collega Mantini ha illustrato bene la questione, però vorrei essere ancora più puntuale. Con la norma in esame affrontiamo un tema serio, ossia quello della codificazione di una giungla normativa che ha bisogno di essere robustamente sistemata, però mi piacerebbe che ciò avvenisse nel rispetto della cultura giuridica del nostro Paese, della Repubblica. Introdurre, infatti, per delega un principio di common law e Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 83 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL trasformare in qualche modo, sempre per delega, il Ministro della funzione pubblica in una sorta di attorney general, mi sembra francamente un po’ « hard ». Anche voi, ad un certo punto, vi siete resi conto che forse avevate ecceduto e ciò giustifica il fatto che proponete di sostituire i termini « anomalie » e « discrasie » con « incongruenze » e « antinomie »; questo in qualche modo cerca di registrare un atto di superbia che avete commesso, ma resta tutto intero e fino in fondo un gravissimo errore, perché non potete arrogare alla funzione del Governo l’interpretazione giurisprudenziale delle norme e, soprattutto, non potete farlo con delega. Questa probabilmente è la norma più invasiva delle regole di una corretta legislazione che sono contenute in questo provvedimento. Pertanto chiaramente voteremo a favore di questi identici emendamenti e per effetto della presenza di questa norma saremo costretti a votare contro questo principio. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mantini 30.7 e Favia 30.8, non accettati dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Marsilio... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 521 Votanti ............................... 519 Astenuti .............................. 2 Maggioranza ..................... 260 Hanno votato sì ...... 249 Hanno votato no .. 270). Prendo atto che il deputato Bobba ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Antonino Foti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. 9 GIUGNO 2010 — N. 334 Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento 30.201 della Commissione, accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevoli Nizzi, Migliori... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 522 Votanti ............................... 277 Astenuti .............................. 245 Maggioranza ..................... 139 Hanno votato sì ... 277). Passiamo alla votazione dell’articolo 30, nel testo emendato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Bressa. Ne ha facoltà. GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, per non deludere il collega Stefani, che ha chiesto una ripetizione, noi votiamo contro questo articolo, anche se saremmo stati favorevoli... (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). MAURIZIO LUPI. Bravo Bressa ! GIANCLAUDIO BRESSA. Non istigatemi, perché non mi conoscete abbastanza (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Era una battuta ! Dicevo « a grande richiesta dell’onorevole Stefani » perché era anche possibile votare a favore di questo articolo: la codificazione, infatti, è probabilmente la previsione più importante contenuta in questo provvedimento. Però, se codificazione deve essere, essa deve essere rispettosa della tradizione giuridica del nostro Paese. Introdurre un principio di soluzione di eventuali incongruenze ed antinomie, tenendo conto dei consolidati orientamenti giurisprudenziali, soprattutto essendo a conoscenza degli orientamenti giurisprudenziali del Consiglio di Stato, che non sempre possono essere considerati blindati, mi sembra ve- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 84 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL ramente qualcosa che va oltre qualsiasi possibile accettazione. Per questo motivo, votiamo in maniera convinta contro l’articolo 30 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo 30, nel testo emendato. Dichiaro aperta la votazione. 9 GIUGNO 2010 — N. 334 Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 521 Votanti ............................... 520 Astenuti .............................. 1 Maggioranza ..................... 261 Hanno votato sì ...... 519 Hanno votato no .. 1). Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. (Segue la votazione). Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 521 Votanti ............................... 515 Astenuti .............................. 6 Maggioranza ..................... 258 Hanno votato sì ...... 300 Hanno votato no .. 215). Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Naro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. (Esame dell’articolo 30-bis – A.C. 3209-bis-A/R) PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo 30-bis (vedi l’allegato A – A.C. 3209-bis-A/R), al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo 30bis. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Bernardini, sottosegretario Brancher... Dichiaro chiusa la votazione. (Esame degli ordini del giorno – A.C. 3209-bis-A/R) PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli ordini del giorno presentati (vedi l’allegato A – A.C. 3209-bis-A/R). Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell’articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento, l’ordine del giorno Vincenzo Antonio Fontana n. 9/3209-bis-A/R/5, relativo all’assicurazione della continuità occupazionale e di reddito per il personale della società IGEI Spa. Avverto, inoltre, che sono in distribuzione le nuove formulazioni degli ordini del giorno Cazzola n. 9/3209-bis-A/R/2 e Braga n. 9/3209-bis-A/R/18. Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno presentati, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo accetta gli ordini del giorno Di Biagio n. 9/ 3209-bis-A/R/1 e Cazzola n. 9/3209-bis-A/ R/2 (Nuova formulazione). ROBERTO GIACHETTI. nuova formulazione ? Qual è la PRESIDENTE. È la nuova formulazione che è in distribuzione. L’ho detto prima, nello speech iniziale. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 85 SEDUTA DEL ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Presidente ha fatto riferimento alla presentazione della nuova formulazione. Se volete ne do lettura. Il Governo accetta l’ordine del giorno Angeli n. 9/3209-bis-A/R/3, accoglie come raccomandazione l’ordine del giorno Fedi n. 9/3209-bis-A/R/4. Per quanto riguarda l’ordine del giorno Vincenzo Antonio Fontana n. 9/3209-bis-A/R/5... PRESIDENTE. Ricordo che l’ordine del giorno Vincenzo Antonio Fontana n. 9/ 3209-bis-A/R/5 è inammissibile. ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo accetta l’ordine del giorno Garagnani n. 9/3209-bis-A/R/6. PRESIDENTE. È nella nuova formulazione anche l’ordine del giorno Garagnani n. 9/3209-bis-A/R/6, vero ? ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, signor Presidente. Il successivo ordine del giorno viene accolto come raccomandazione, a condizione che venga riformulato sostituendo nel dispositivo le parole « a prevedere » con le seguenti: « a valutare l’opportunità di prevedere ». PRESIDENTE. Signor sottosegretario, le chiedo scusa. Sta parlando dell’ordine del giorno Garagnani n. 9/3209-bis-A/R/6 (Nuova formulazione) o dell’ordine del giorno Berardi n. 9/3209-bis-A/R/7 ? ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, sto parlando dell’ordine del giorno Berardi n. 9/3209-bisA/R/7. L’ordine del giorno Garagnani n. 9/ 3209-bis-A/R/6 (Nuova formulazione) è accettato. PRESIDENTE. Dunque, l’ordine del giorno Garagnani n. 9/3209-bis-A/R/6 è Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 accettato nella nuova formulazione. L’ordine del giorno Berardi n. 9/3209-bis-A/ R/7 ? ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. L’ordine del giorno Berardi n. 9/ 3209-bis-A/R/7 è accolto come raccomandazione, a condizione che venga riformulato sostituendo nel dispositivo le parole « a prevedere » con le parole « a valutare l’opportunità di prevedere ». Il Governo accetta l’ordine del giorno Polledri n. 9/3209-bis-A/R/8, a condizione che nel dispositivo venga eliminato l’avverbio « tempestivamente, ». Il Governo accetta l’ordine del giorno Montagnoli n. 9/ 3209-bis-A/R/9, invita al ritiro dell’ordine del giorno Frassinetti n. 9/3209-bis-A/R/ 10, perché è riferito all’articolo 19-bis che è stato soppresso, accoglie come raccomandazione l’ordine del giorno Nastri n. 9/3209-bis-A/R/11, accetta l’ordine del giorno Ria n. 9/3209-bis-A/R/12. Il Governo invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell’ordine del giorno Tassone n. 9/3209-bis-A/R/13, perché anch’esso riguarda l’articolo 19-bis. Il Governo accetta l’ordine del giorno Mantini n. 9/3209-bis-A/R/14, mentre non accetta l’ordine del giorno Ciccanti n. 9/3209-bisA/R/15. Il Governo non accetta l’ordine del giorno Margiotta n. 9/3209-bis-A/R/16, perché è piuttosto complesso e oltretutto riguarda i beni culturali, quindi non riteniamo di accoglierlo in questa sede. Il Governo non accetta l’ordine del giorno Mariani n. 9/3209-bis-A/R/17, perché è molto impegnativo per il Governo nel dispositivo, in quanto delinea addirittura in maniera dettagliata i contenuti di una riforma del codice degli appalti. Il Governo non accetta l’ordine del giorno Braga n. 9/3209-bis-A/R/18 (Nuova formulazione), accetta l’ordine del giorno Vignali n. 9/3209-bis-A/R/19, a condizione che venga riformulato nel secondo capoverso del dispositivo eliminando dal testo l’impegno a riferire in Parlamento entro il 30 luglio 2010 sullo stato di non applicazione della normativa. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 86 SEDUTA DEL Il Governo accetta l’ordine del giorno Versace n. 9/3209-bis-A/R/20, non accetta l’ordine del giorno Piffari 9/3209-bis-A/R/ 21, accetta l’ordine del giorno Favia n. 9/ 3209-bis-A/R/22, mentre non accetta l’ordine del giorno Cavallotto n. 9/3209-bisA/R/23. PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Di Biagio n. 9/ 3209-bis-A/R/1 e Cazzola n. 9/3209-bis-A/ R/2 (Nuova formulazione), accettati dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell’ordine del giorno Angeli n. 9/3209-bis-A/R/3, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell’ordine del giorno Fedi n. 9/3209-bis-A/R/4, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell’ordine del giorno Garagnani n. 9/3209-bis-A/R/6 (Nuova formulazione), accettato dal Governo. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell’ordine del giorno Berardi n. 9/3209-bis-A/R/7, accolto come raccomandazione, purché riformulato. AMATO BERARDI. Signor Presidente, accetto la riformulazione del mio ordine del giorno. PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo al presentatore se accetta la riformulazione dell’ordine del giorno Polledri n. 9/3209-bisA/R/8, accettato dal Governo, purché riformulato. MASSIMO POLLEDRI. Accetto la riformulazione e non insisto per la votazione. PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell’ordine del giorno Montagnoli n. 9/3209-bis-A/R/9, accettato dal Governo. Prendo atto che il presentatore dell’ordine del giorno Frassinetti n. 9/3209-bisA/R/10 accede all’invito al ritiro formulato dal Governo. Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell’ordine del giorno Nastri n. 9/3209-bis-A/R/11, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell’ordine del giorno Ria n. 9/3209-bis-A/R/12, accettato dal Governo. Chiedo al presentatore se acceda all’invito al ritiro dell’ordine del giorno Tassone n. 9/3209-bis-A/R/13 formulato dal Governo. MARIO TASSONE. Signor Presidente questo ordine del giorno va nella direzione degli emendamenti soppressivi riferiti all’articolo 19-bis, di cui è stato respinto il mantenimento. Pertanto lo ritiro, anche per sottrarre il Governo da una situazione di imbarazzo avendo affermato che, qualora l’ordine del giorno non fosse stato ritirato, non l’avrebbe accettato. Visto che l’Assemblea ha quindi approvato, nella sostanza, il contenuto del mio ordine del giorno non so come potrebbe comportarsi il Governo se questo ordine del giorno dovesse essere respinto proprio su sua indicazione. Per questo credo che il Governo avrebbe potuto parlare con maggiore cortesia e fermarsi semplicemente alla formulazione dell’invito al ritiro. PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell’ordine del giorno Mantini n. 9/3209bis/-A/R/14, accettato dal Governo. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell’ordine del giorno Ciccanti n. 9/3209-bis-A/R/15, non accettato dal Governo. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ordine del giorno Ciccanti n. 9/3209-bis-A/R/15, non accettato dal Governo... SIMONE BALDELLI. Presidente, avevo chiesto di parlare per dichiarazione di voto ! PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, avevo già indetto la votazione. Devo revocarla ? Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 87 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, a sua discrezione, ma io avevo segnalato la mia volontà di intervenire per dichiarazione di voto. PRESIDENTE. Revoco, pertanto, l’indizione della votazione. Prego, onorevole Baldelli, ne ha facoltà. La prossima volta però mi segnali prima la volontà di intervenire. SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, io più di una mano non ho; anzi, ne ho due, ma poi mi accuserebbero di votare doppio. Nelle votazioni per alzata di mano accade anche questo. Signor Presidente, questo ordine del giorno ha avuto un parere contrario del Governo. Il dispositivo impegna il Governo « a valutare l’opportunità di adottare le opportune iniziative normative che rendano applicabili, in quanto compatibili, le disposizioni dell’articolo 12 della legge 27 luglio 2000, n. 212, in materia di diritti e garanzie (...) ». Il dispositivo è pertanto piuttosto ermetico. Ho chiesto spiegazioni anche al sottosegretario Augello, che peraltro ringrazio per la competenza e l’assiduità con cui ha seguito il provvedimento. In realtà, la formula « a valutare l’opportunità di adottare le opportune iniziative normative », ossia lo stesso oggetto del dispositivo, non è molto comprensibile. Comunque le iniziative volte ad attuare una disposizione della legge già in vigore, signor Presidente, è evidente che sono relativamente necessarie, nel senso che la legge in vigore in quanto tale è già chiaramente applicata dalle organizzazioni pubbliche che devono perseguire questo obiettivo. Per questo credo sia opportuno ritirare l’ordine del giorno. Tuttavia, visto che il collega Ciccanti insiste per la votazione, il voto del Pdl sarà contrario. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ordine del giorno Ciccanti n. 9/3209-bis-A/R/15, non accettato dal Governo. 9 GIUGNO 2010 — N. 334 Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevoli Simeoni, Migliori, Mondello, Velo, Sesa Amici... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti e votanti .......... 511 Maggioranza ..................... 256 Hanno votato sì ...... 250 Hanno votato no .. 261). Prendo atto che i deputati Vico e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell’ordine del giorno Margiotta n. 9/3209-bis-A/R/16, non accettato dal Governo. SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, naturalmente è legittimo che il rappresentante del Governo esprima un parere contrario rispetto a un ordine del giorno. Rincresce avere ascoltato, secondo le motivazioni del rappresentante del Governo, che la contrarietà è dovuta al fatto che si tratta di un ordine del giorno molto complesso e di materia attinente al Ministero per i beni culturali. Non mi sembrano due motivi forti per essere contrari a un ordine del giorno. In realtà, questo ordine del giorno è semplice: chiede che i territori soggetti a tutela paesaggistica o a tutela di tipo culturale richiedano da parte di Ministero, regioni ed enti locali l’opportuna concertazione, volta a tutelare esattamente quelle risorse culturali e ambientali che dovrebbero stare a cuore a tutti noi, compreso il Governo. Speravamo in un accoglimento diverso di questo ordine del giorno. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 88 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ordine del giorno Margiotta n. 9/3209-bis-A/R/16, non accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevoli Pionati, Bossa, Cicchitto... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti e votanti .......... 510 Maggioranza ..................... 256 Hanno votato sì ...... 248 Hanno votato no .. 262). Onorevole Bossa, mi dispiace. Non avevo visto che aveva segnalato che ancora non era riuscita a votare. Prendo atto che avrebbe voluto esprimere voto favorevole. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell’ordine del giorno Mariani n. 9/3209-bis-A/R/17, non accettato dal Governo. RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, mi stupisce il giudizio dato dal Governo su questo ordine del giorno, definendolo molto impegnativo. In questo ordine del giorno avevamo chiesto, anziché trattare l’argomento del codice degli appalti e la sua riforma complessiva, di poter assumere, attraverso un rapporto con il Governo e direttamente con il Ministero delle infrastrutture, la revisione del codice come un fatto condiviso. Mi stupisce che il sottosegretario abbia dato questo giudizio, anche perché abbiamo sentito in più occasioni il Ministro delle infrastrutture richiamare la necessità di una riforma complessiva, e stupisce che il Governo la definisca troppo impegnativa dopo che, in più occasioni e in più sedi, 9 GIUGNO 2010 — N. 334 anche pubbliche – non ultime le ultime assemblee generali di Confindustria, dell’Ance e in molte altre occasioni pubbliche – quel Ministro ha ribadito la necessità di una semplificazione e di un efficientamento di un regolamento che faccia capo al comparto dell’edilizia, ma a tutto il sistema dell’edilizia pubblica e delle infrastrutture, come una delle necessità più impellenti. È inutile che questo Governo, da una parte, proclami la necessità di semplificazioni e di riforme, apra tavoli – sottosegretario, ne sono aperti almeno quattro o cinque in quel Ministero per riformare – e qui provi a dire che è troppo impegnativo accedere a quella riforma. Abbiate almeno il coraggio di dire le stesse cose negli stessi ambienti, perché altrimenti noi saremo costretti a prendere atto che tutte le cose che vengono proclamate nei consessi pubblici dal Presidente del Consiglio e dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono pura propaganda. Per questo vogliamo che l’ordine del giorno venga votato, e sfidiamo tutta l’Aula a dire che non c’è bisogno di una riforma complessiva del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ordine del giorno Mariani n. 9/3209-bis-A-R/17, non accettato dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevoli Migliori, Traversa, Portas ed Esposito. Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti e votanti .......... 514 Maggioranza ..................... 258 Hanno votato sì ...... 252 Hanno votato no .. 262). Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 89 SEDUTA DEL Prendo atto che il deputato Di Biagio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell’ordine del giorno Braga n. 9/3209-bis-A-R/18 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo. CHIARA BRAGA. Signor Presidente, non capisco come si possa non accettare l’ordine del giorno in esame. Esso sostanzialmente richiama l’importanza dell’espressione di un parere di competenza da parte dei soggetti preposti alla tutela ambientale, paesaggistica e territoriale del patrimonio storico-artistico, facendo riferimento ad una serie di norme del nostro ordinamento e di sentenze sia della Corte costituzionale che della Corte di giustizia dell’Unione europea, che garantiscono e sanciscono in maniera molto chiara ed esplicita tale principio, cioè l’esclusione del ricorso al meccanismo del silenzio assenso per i procedimenti che si riferiscono ai beni culturali, paesaggistici ed ambientali. Mi sembra che l’ordine del giorno avrebbe rappresentato una pronuncia importante, anche alla luce delle modifiche che erano contenute in un articolo del provvedimento stralciato e reinserito nel testo della manovra di cui discuteremo a breve, che sopprimono l’obbligo di un’espressione esplicita da parte delle sovrintendenze e degli altri enti titolati alla tutela ambientale e paesaggistica. Su questo tema sarebbe opportuno perlomeno che il Governo – a tale finalità è orientato l’ordine del giorno – garantisca comunque che tali soggetti abbiano la possibilità di esprimere in maniera piena e completa i pareri che sono rivolti a questi temi. Tra l’altro su questo argomento ieri, in riferimento alla discussione dell’articolo 5-ter del provvedimento, vi sono state pronunce anche da parte di esponenti della maggioranza, che hanno ricordato l’importanza della tutela ambientale e paesaggistica e dei valori culturali e ambientali nel nostro territorio. Insisto quindi per la votazione dell’ordine del giorno in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, in effetti, rispetto all’ordine del giorno in esame l’unica ragione per cui è stata espressa la contrarietà era perché le richieste di impegno contenute nello stesso verrebbero recuperate in un altro provvedimento: questi interessi del Ministero dovrebbero essere essenzialmente rappresentati all’interno della manovra. Però, in effetti, proprio per questo, penso che potremmo accoglierlo come raccomandazione, trasformando il parere del Governo in un accoglimento come raccomandazione, e rinviando poi a quella sede un approfondimento sui contenuti dell’ordine del giorno. PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori non insistono per la votazione dell’ordine del giorno Braga n. n. 9/ 3209-bis-A-R/18 (Nuova formulazione), accolto dal Governo come raccomandazione. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell’ordine del giorno Vignali n. 9/3209-bis-A-R/19, accettato dal Governo, purché riformulato. RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, accetto la riformulazione; avrei preferito in ogni caso che si mantenesse una data entro la quale il Governo venisse a riferire in Parlamento sull’applicazione di questa normativa. A volte si fa tanta fatica ad individuare e ad approvare norme di reale semplificazione, che poi vengono però sistematicamente disattese dalla pubblica amministrazione. Quando un cittadino deve rispettare una scadenza non può non rispettarla: non si vede perché in questo caso buona parte della pubblica amministrazione operi in contrasto con la legge su una norma di semplificazione come quella del DURC che è stata fatta all’inizio del 2009. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 90 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL Mi appello comunque al Governo affinché compia, se possibile in fretta, questa verifica per poi riferire in Parlamento. PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell’ordine del giorno Vignali n. 9/3209-bis/A-R/ 19, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell’ordine del giorno Versace n. 9/3209-bis/A-R/20, accettato dal Governo. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell’ordine del giorno Piffari n. 9/3209-bis/A-R/21, non accettato dal Governo. SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, se posso vorrei richiamare un attimo l’attenzione del Governo e del sottosegretario, senatore Augello, sul fatto che questo nostro ordine del giorno richiama l’attenzione anzitutto sugli effetti e la ricaduta in particolare dell’articolo 5-ter di questo disegno di legge recante norme di semplificazione in materia ambientale e paesaggistica. Si tratta di fatto – e lo capiamo – di fare comunque uno sforzo a sostegno del settore in particolare dell’industria nautica e quindi anche delle imbarcazioni da diporto, però naturalmente il passaggio che elimina di fatto la necessità di licenze abitative e di autorizzazione edilizia richiede una maggior salvaguardia su interventi che in questo caso, laddove vi sono già le concessioni per l’utilizzo della banchigia, non servirebbero più. Si richiama inoltre la salvaguardia di quella sovranità che ormai abbiamo delegato alle regioni con il decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977 in materia di funzioni amministrative sul litorale marittimo. Quantomeno chiediamo che il Governo accolga come raccomandazione il nostro ordine del giorno perché valutare l’opportunità di intervenire sulla norma suindicata al fine di garantire maggiormente le specifiche competenze e autonomie regionali così come chiedere, almeno come 9 GIUGNO 2010 — N. 334 raccomandazione, di individuare eventualmente ulteriori aree e ambiti di particolare pregio per i quali debba continuare a richiedersi il necessario titolo abilitativo non credo rappresentino una forzatura. Attendo pertanto al riguardo un chiarimento da parte del rappresentante del Governo. ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo accoglie come raccomandazione l’ordine del giorno Piffari n. 9/3209-bis/A/R/21 con l’intesa che io e lei sappiamo che la seconda parte è un po’ problematica. PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori non insistono per la votazione dell’ordine del giorno Piffari n. 9/ 3209-bis/A/R/21, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo altresì atto che il presentatore non insiste per la votazione dell’ordine del giorno Favia n. 9/3209-bis/A/R/22, accettato dal Governo, e che i presentatori non insistono per la votazione dell’ordine del giorno Cavallotto n. 9/3209-bis/A/R/23, non accettato dal Governo. È così esaurito l’esame degli ordini del giorno presentati. (Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3209-bis-A/R) PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà. LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, colleghi, questo provvedimento, grazie anche alle modifiche introdotte in Commissione, contiene molte norme in gran parte condivisibili per ciò che con- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 91 SEDUTA DEL cerne, in particolare, la semplificazione, norme che – anche se limitate – sono comunque un piccolo contributo per alleggerire il carico burocratico che pesa su imprese e cittadini e dunque come tali sono comunque utili. Ma il cuore del provvedimento sta nelle deleghe finali volte a riorientare le amministrazioni verso principi di trasparenza ed accessibilità e soprattutto verso la cultura del risultato. Tuttavia, per realizzare questi obiettivi – come il Ministro ben sa – non basta una legge, occorre un’opera collettiva che esige la volontà convinta, l’impegno e la determinazione quotidiana dell’intero Governo, e soprattutto richiede l’attivazione contestuale e sinergica di molte leve (la legge, l’organizzazione, la gestione delle risorse umane). Invece, sin dall’inizio il Ministro ha ingaggiato una battaglia solitaria che, se all’inizio gli è valsa una grande popolarità personale, si è via via trasformata in un crescente isolamento. Oggi il Ministro lavora in solitudine e ciò renderà prevedibilmente quasi impossibile l’attuazione di un così complesso e difficile progetto, che da ultimo ha ricevuto un colpo mortale con il decreto-legge della manovra finanziaria. Pertanto, l’azione del Ministro ha ormai perso credibilità e smalto e pertanto, pur condividendo in linea di principio alcuni punti sostanziali del disegno di legge, esprimiamo con l’astensione il nostro più assoluto scetticismo sulla possibilità che esso possa trasformarsi in un vero cambiamento. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Favia. Ne ha facoltà. DAVID FAVIA. Signor Presidente, questa normativa, con un pizzico di buona fede e di buona volontà, avrebbe potuto essere la classica legge da votarsi in maniera bipartisan. In realtà, nelle intenzioni del Governo non si trattava di una normativa volta a semplificare i rapporti tra i cittadini e la pubblica amministrazione, ma una nor- Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 mativa piena di slogan e di poca sostanza e contenuti, con una sotterranea e non tanto poco evidente volontà di distruzione dei controlli e dei diritti. Per tale ragione, l’Italia dei Valore esprimerà con convinzione voto contrario, pur avendo votato a favore di alcuni articoli, che rappresentano ben poca cosa a fronte di quello che avrebbe potuto essere questa normativa. Si voleva semplificare il rapporto tra i cittadini e la pubblica amministrazione; una pubblica amministrazione che il Ministro ci ha rappresentata infarcita di fannulloni e di personaggi contrari all’interesse del cittadino, mentre noi siamo convinti che essa sia piena, certamente di alcuni casi da censurare, ma di tante professionalità da sfruttare e da migliorare, e non certo con una normativa come questa. Un esempio per tutti: a fronte di tanti slogan contenuti all’articolo 28, non abbiamo poi una sostanza concreta; così, a fronte di eventuali inadempimenti nel rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione, sono, sì, previste eventuali sanzioni a carico dei funzionari che illegittimamente non soddisfino la richiesta dei cittadini, ma non è previsto nulla di concreto per il cittadino né a livello di ottenimento della propria richiesta (se non il trasferimento della pratica ad altro funzionario) né di risarcimento del danno che eventualmente il cittadino riceva. Al contrario, dal punto vista della distruzione dei controlli e dei diritti, tale normativa è estremamente efficace. Ad esempio – procedo per esemplificazione degli aspetti principali – la legge di delega per il riassetto normativo degli incentivi allunga i termini di questo riassetto e sostanzialmente dà carta bianca al Governo per ritirare questi stessi incentivi e per risparmiare, sotto la falce del Ministero dell’economia e delle finanze, su una normativa che invece avrebbe potuto rilanciare la nostra imprenditoria. La marcia indietro sull’articolo 5-bis, come abbiamo già visto, è del tutto fittizia, perché gli elementi distruttivi dell’ambiente previsti in tale articolo, sono con- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 92 SEDUTA DEL tenuti nell’articolo 49 del provvedimento recante la manovra finanziaria recentemente approvato. Vi è una bruttissima deregulation con riferimento ai materiali pericolosi: la certificazione non viene affidata a strutture specializzate, ma viene semplificata – lo dico ironicamente, tra virgolette – in un’autocertificazione, che, certamente, non può lasciare tranquilli i cittadini. Nulla è stato cambiato dell’articolo 5-ter, che lascia distruggere le nostre coste e il nostro mare con attracchi liberi da qualsivoglia normativa relativa alle licenze, finanche quella della capitaneria di porto. Pertanto, non è assolutamente prevista una protezione per le nostre coste, se non attraverso strutture semovibili. Vorrei ricordare la triste storia dell’articolo 7 del provvedimento in oggetto, con cui si è tentato di distruggere l’articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965: solo grazie ad uno strenuo ostacolo frapposto dai gruppi di opposizione non si è giunti a conseguenze peggiori. Non abbiamo votato tale norma, sebbene sia tornata al nostro esame, perché l’obbligo di denuncia scatta soltanto qualora l’infortunio dia una prognosi superiore ai quindici giorni, e non ai tre giorni. Ebbene, crediamo che questo sia un attacco al diritto alla salute e al diritto dei lavoratori. Allo stesso modo, crediamo che sia non una semplificazione, ma un attacco l’abolizione del libretto personale per i lavoratori dello spettacolo, che, in seguito all’approvazione della normativa in oggetto, saranno costretti ad interloquire direttamente con l’ente previdenziale per conoscere la propria situazione contributiva, che, invece, prima avevano quotidianamente sotto gli occhi, attraverso il proprio libretto di lavoro. Una piccola luce è rappresentata dall’abrogazione dell’articolo 19-bis del provvedimento in oggetto, che va incontro alla tutela dei diritti dei consumatori. Al contrario, agli articoli 28, 29 e 30 vi è veramente un baratro. Da una parte – come si diceva – l’articolo 28 è pieno di buone intenzioni, tuttavia la Carta relativa Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 al rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione è basata su principi – previsti all’articolo 29 – veramente vuoti e destituiti di ogni cogenza. Pertanto, riteniamo che si tratti veramente di uno slogan senza contenuti, che serve soltanto come scusa per l’attacco e la distruzione di controlli e di diritti. L’articolo 30, concernente la codificazione (contro il quale abbiamo appena votato), è forse uno dei più pericolosi. Infatti, sotto le mentite spoglie di un principio positivo – quello della codificazione o, in altri termini, della semplificazione della normativa e dei testi legislativi in codici e in testi unici – si cela, purtroppo, un potere assoluto del Governo di legiferare con la scusa della semplificazione. Questo sarà pericolosissimo, perché la normativa delegata in oggetto sarà considerata nuovamente, senza vincoli, soltanto nella Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione. Con l’articolo 30, voi – mi rivolgo a voi, perché noi abbiamo votato contro tale articolo e voteremo anche contro il provvedimento in oggetto – darete poteri assoluti al Governo, addirittura, di legiferare sotto le mentite spoglie della codificazione. Quindi, globalmente – come dicevo – non si tratta di un provvedimento volto a semplificare, perché ove vorrebbe semplificare è completamente vuoto di contenuti; si tratta, invece, di un provvedimento che fa man bassa di controlli e di diritti, come, purtroppo, ci ha abituato questo Governo. Questa è la linea politica di questo Governo, che non ci consentirà di votare a favore del provvedimento in oggetto, che pure ne avrebbe avuto – diciamo così – i presupposti filosofici. Pertanto, il voto dell’Italia dei Valori sarà decisamente contrario. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Tassone. Ne ha facoltà. MARIO TASSONE. Signor Presidente, desidero svolgere qualche considerazione finale in sede di dichiarazione di voto su questo provvedimento. Chi conserva una Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 93 SEDUTA DEL memoria dell’attività e dell’impegno parlamentare, conosce bene qual è stato il travaglio nel tentativo di assicurare alla pubblica amministrazione efficienza e capacità operativa. Vi sono stati vari tentativi, fra le selve di regolamenti e di norme che si sono succeduti nel tempo, anche attraverso l’istituzione di Ministeri e il cambiamento della denominazione dei Ministeri stessi. Chi non ricorda che per un certo periodo di tempo il ministero per la riforma della burocrazia fu chiamato ministero per l’organizzazione della pubblica amministrazione ? Oggi ci troviamo di fronte ad un Ministero che si interessa di questi temi e ad una giunta per l’innovazione tecnologica che appare, per alcuni aspetti, anche in questo provvedimento. Rispetto alle situazioni contingenti, però, vi è sempre il tentativo di garantire un equilibrio tra le attività, gli impegni e i compiti della pubblica amministrazione e i diritti del cittadino che devono essere garantiti. La pubblica amministrazione deve essere al servizio del cittadino. La sua efficienza non è mai fine a sé stessa, ma è uno strumento attraverso il quale i diritti del cittadino, collegati ai doveri, sono garantiti per dare una proiezione e una prospettiva al nostro Paese. L’efficienza della pubblica amministrazione si lega certamente allo sviluppo economico. Qui troviamo i grandi problemi e le grandi questioni che vedono la pubblica amministrazione sempre al centro dell’interesse e dell’attenzione. Chi non ricorda il tentativo – che poi è andato avanti, a mio avviso, in termini confusi – di disgiungere i poteri della pubblica amministrazione dai poteri dell’autorità rappresentativa o dall’autorità politica ? Anche questo è un nodo da sciogliere, ma in questo provvedimento tutto questo non appare, non vi è racchiuso in termini esaustivi. Forse, non si poteva andare in questa direzione, ma, certamente, questi saranno i temi del futuro, anche rispetto all’articolazione ordinamentale del nostro Paese, dove i dati e i principi dei cittadini devono legarsi profondamente e indissolubilmente a quelli di una corretta gestione della pubblica amministrazione. Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 Si parla continuamente e costantemente anche di corpi separati dallo Stato o di poteri forti. Quante volte la pubblica amministrazione è stata vista come una controparte nei confronti dei cittadini ? Non vi è dubbio che questo rappresenta un tentativo in tal senso. Signor Ministro, ritengo che questo non sia un provvedimento esaustivo, lei comprende bene. Non credo che dobbiamo fargliene una colpa, perché, certamente, si tratta di una materia complessa, di una situazione molte volte incredibile e fare luce su una tale selva di norme e su rendite di posizione certamente è un compito estremamente difficile e articolato. Il Parlamento è stato chiamato ad approfondire, a valutare e ad esaminare, quindi anche ad approfondire questo provvedimento: lo ha fatto con un grande sforzo, ma soprattutto con una grande capacità di venire incontro alle esigenze oggettive non di questo o di quel Governo, ma dell’intero Paese. Come ho affermato anche in sede di discussione sulle linee generali e anche in Commissione, il Comitato per la legislazione non è stato certamente entusiasta di come sono state scritte le norme, alcune delle quali sono incomprensibili. Abbiamo pensato di semplificarle, invece abbiamo reso difficile la vita di chi le legge e del cittadino, anche rispetto ad una serie di tutele che non vengono ad esservi rintracciate. Purtroppo, le indicazioni del Comitato per la legislazione non sono state seguite ed attenzionate. Vengo qui a dichiarare qualcosa che ho sempre dichiarato, anche in quest’Aula: cosa ci sta a fare il Comitato per la legislazione se poi non ci adeguiamo alle esigenze di intelligibilità della norma ? Infatti, mentre approviamo un provvedimento di semplificazione della pubblica amministrazione, finiamo con il creare, invece, una complicazione, una confusione e una inintelligibilità della norma stessa. Ci sono state anche esigenze che sono state tenute in considerazione dal Governo: mi riferisco all’articolo 10-bis (relativo ai matrimoni degli stranieri), all’articolo 19-bis, per il quale avevo presentato Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 94 SEDUTA DEL un ordine del giorno ma la sua soppressione ha permesso che io ritirassi lo stesso ordine del giorno e, ovviamente l’emendamento 30.3 relativo al comma 1, lettera a), dell’articolo 30, che credo dia un senso e una forza cogente a quelle che sono le indicazioni contenute nel provvedimento stesso. Signor Presidente, per questi motivi noi ci asterremo. È un’astensione che non ritengo costituisca un giudizio positivo o negativo, perché l’astensione è astensione e basta. Tuttavia, credo che in questa mia posizione e dichiarazione di voto di astensione ci sia una speranza e non un tentativo o un’esigenza di migliorare le cose in termini apolitici o come postulazione di principi puri e semplici. Vi è, invece, un’esigenza che noi avvertiamo profondamente e che avevo indicato anche in Commissione: non si capisce bene, quando parliamo di pubblica amministrazione (voi mi risponderete di sì) se sono coinvolte le autonomie locali e le regioni, soprattutto. Quest’ultime, infatti, godono ancora, per quanto riguarda alcune gestioni, ma soprattutto alcune responsabilità – perché noi parliamo di responsabilità – di un diritto di extraterritorialità. Ritengo che su ciò dovremmo basare i nostri confronti ed ecco perché non si chiude qui questa partita. Si parla di federalismo fiscale, di federalismo e di confederazione, perché la Lega tenta di creare una confederazione di Stati, e penso che questo sia l’obiettivo che porta avanti con grande chiarezza. Tuttavia, vi è certamente il problema di una pubblica amministrazione che non riguarda semplicemente i ministeri, ma anche le autonomie locali, gli enti partecipati e, soprattutto, le regioni, considerato che le decisioni di spesa sono ormai decentrate alle regioni stesse. C’è una serie di temi ed argomenti che non riguardano semplicemente un comparto o un settore del Governo, ma il Governo e il Parlamento nel suo complesso. Si è parlato di questo dipartimento che deve essere costituito e di questa eventualità, per la quale qualcuno ha fatto Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 polemiche. Noi guardiamo a questo dipartimento e a tale struttura – che potrebbe rischiare di essere una sovrastruttura – con qualche sospetto. Infatti, con delle indicazioni in più avremmo potuto capirla e, soprattutto, definirne i contorni e i movimenti. Inoltre, avremmo potuto capire qual è la struttura, oggi, del Ministero e che cosa significa quest’altra struttura che viene ad essere rafforzata. Signor Presidente, ritengo di avere esaurito le mie argomentazioni e il mio tempo, ci asterremo e rivolgo al relatore i miei ringraziamenti. Fare il relatore di questo provvedimento, infatti, non credo sia stato un compito facile; non è uno di quei cadeau che i parlamentari ricevono, tanto per capirci ed intenderci. Infatti il relatore, prima di essere tale o fare la sua relazione ed interloquire, ha dovuto capire che cosa c’era scritto negli articoli, alcuni dei quali non sono ancora chiari, nonostante che ci apprestiamo a licenziare il provvedimento. Estendo quindi il mio ringraziamento sincero a tutti i colleghi della I Commissione e al presidente della stessa. Questi ringraziamenti – come dicevo – non sono virtuali o formali, ma sinceri perché aver affrontato un tema ed un argomento di questo genere è stato defaticante ed importante. Ritengo che sarà molto importante se questo tema e la questione legata ad altri temi ed altri argomenti di grande attualità saranno tenuti presenti e non un fatto ormai derubricato, accantonato e superato. Non si supera nulla perché nella pubblica amministrazione e nei suoi funzionari c’è il senso della democrazia, della libertà, dei diritti e dei doveri dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico). PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Volpi. Ne ha facoltà. RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, voglio indicare quattro motivazioni per cui voteremo a favore di questo provvedimento. La prima è una domanda e una risposta retorica: cosa c’è in questo provvedi- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 95 SEDUTA DEL mento che interessa ai cittadini ? Io penso che questo sia il senso, al di là delle grandi parole che fuori probabilmente non si capiscono, del provvedimento. Faccio solo qualche esempio, non per lei, che ovviamente conosce bene il provvedimento, ma per chi magari non è in quest’Aula e ascolta quello che facciamo attraverso la televisione e la radio. La comunicazione unica per l’impresa è utile o non è utile per i cittadini ? Io dico di sì, e quindi va bene che sia prevista in questo provvedimento. La conservazione informatizzata delle cartelle cliniche è utile ? Sì, certamente, non solo è utile, ma è anche importante, perché in un Paese dove si perdono i bambini, purtroppo, non so che fine possano fare le cartelle cliniche. Credo che quando facciamo queste cose, diamo una mano davvero alla responsabilità: le imposizioni, anche minime, su alcune questioni possono sembrare marginali, ma consentono di ampliare le responsabilità su tematiche molto più ampie. Abbiamo spostato la conferenza dei servizi in un altro provvedimento, ma noi eravamo e siamo convinti che quella parte del provvedimento, che ora è inserita nella manovra finanziaria, sia importante. Lo vedremo chiaramente quando finalmente ci renderemo conto tutti insieme che una sovrintendenza non può fermare per otto, nove o dieci mesi un’amministrazione prima di esprimere un parere su un provvedimento. Allora, visto che siamo ottimisti e abbiamo grande rispetto per chi lavora nella pubblica amministrazione, riteniamo che chi lavora nelle sovrintendenze sia assolutamente in grado di partecipare ad una conferenza di servizi e di esprimere in quel momento un parere definitivo su ciò che si sta trattando. Altre norme riguardano la cessione di azienda, che viene facilitata, e la semplificazione negli appalti, per assegnarli immediatamente a chi è al secondo posto se l’azienda al primo posto ha avuto dei problemi e non c’è più. Sono provvedimenti che vanno bene per i cittadini, Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 perché ovviamente aiutano la semplificazione dell’azione pubblica di un’amministrazione. Sui trasporti eccezionali ho sentito anche i colleghi dell’opposizione dire che andavano bene: certo, aiutiamo aziende che hanno una conseguenzialità nel loro lavoro e che hanno bisogno di semplificazione. Poi ci sono altri aspetti importanti, che sono stati ampiamente ricordati e che riguardano l’implementazione, ad esempio, della trasmissione di documenti fra gli enti pubblici attraverso la posta certificata. Finalmente ci siamo arrivati, siamo al web 2.0 e arriviamo anche a mettere in condizioni di utilizzare meno carta e di avere certezza della trasmissione di documentazione; questo aspetto va di pari passo rispetto alle direttive per l’applicazione degli obblighi della pubblica amministrazione, dove si immagina che un cittadino non debba sentirsi chiedere gli stessi documenti quattro volte dalla stessa amministrazione. Questo è il primo motivo per cui la Lega Nord voterà a favore. Adesso vorrei fare un ragionamento che prescinde dal provvedimento, ma non tanto. Presidente, Ministro, stiamo iniziando a fare le riforme. Per orgoglio di questo Parlamento, voglio sottolineare che chi ha lavorato in Aula e nelle Commissioni dovrebbe avere il coraggio di dire che la casta non è mica qui dentro ! Non raccontiamoci storie, colleghi ! Le caste sono da ben altre parti: sono le lobby di potere, sono le corporazioni, sono i burocrati che pensano all’autoconservazione, magari in qualche Ministero o in qualche comune (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Sono quelli che difendono le loro piccole nicchie di potere condizionante e hanno paura di perderle, mortificando peraltro anche chi onestamente e seriamente lavora nella pubblica amministrazione. Poi i rappresentanti e le rappresentanze delle categorie di intoccabili: guai a semplificare qualche cosa in più che gli faccia perdere 2 lire o 2 euro, perché cade il mondo ! Queste sono le caste, cari colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) ! Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 96 SEDUTA DEL Non le caste, che stanno usando la politica come un alibi per non cambiare nulla ! Le faccio una domanda, Ministro: quanto è difficile cambiare le cose nel Paese dei gattopardi ? Questo è il secondo motivo per cui la Lega Nord Padania voterà a favore di questo provvedimento. Il terzo motivo è legato a quest’ultimo. La Lega Nord non ha nessuna intenzione di consegnare il Paese a questi signori, né ai burocrati, né alle lobby, né alle corporazioni. Non ha nessuna intenzione di consegnarlo nemmeno a chi, in maniera occulta, usa queste cose, perché non è certo nostra intenzione lasciare le sorti del nostro Paese, che pure ha bisogno di riforme – e credo che almeno su questo punto siamo tutti d’accordo –, ai soliti noti, ai rappresentanti di quel mondo finto nuovo, che è un po’ come gli abiti di fresco lana – così si dice –, ossia buoni per tutte le stagioni, e che magari sono talmente nuovi da aver fatto politica da cent’anni a questa parte o i manager nell’azienda più assistita d’Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Noi non regaliamo la nostra Italia, il nostro Paese e la nostra Padania a queste persone e quindi facciamo le riforme, piccole, passo per passo, con tanta fatica e con tanti « no », ma le facciamo, signor Ministro, e andiamo avanti ! Termino il mio intervento indicando l’ultimo motivo. Quando per legge – mi lasci usare questo termine – bisogna scrivere che la pubblica amministrazione deve rispondere alle proteste dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e che la stessa deve dire al cittadino quale sia l’ufficio al quale rivolgersi, ci domandiamo ancora se dobbiamo fare le riforme o no ? La Lega le dà la nostra fiducia e il nostro voto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà – Congratulazioni) ! PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà. ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, voteremo Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 contro questo provvedimento, perché, se pure lo abbiamo onorato con il nostro impegno, con il nostro intervento e con i nostri emendamenti, è molto lontano dalle esigenze di semplificazione del Paese ed è anche molto lontano dalle promesse che lo stesso titolo del provvedimento reca. Voglio dire al collega Volpi che quelle lobby, quei poteri forti e quei burocrati con provvedimenti come questi possono dormire assolutamente tranquilli. Come dicevo, abbiamo onorato questo provvedimento, perché per noi il dibattito sulla pubblica amministrazione è una questione seria. Constato che, al netto delle dichiarazioni di voto, gli interventi da parte dei gruppi della maggioranza sono stati, in due giornate di lavoro, uno, un solo intervento, quello dell’onorevole Granata, il quale è intervenuto per dire che plaudiva alla eliminazione dell’articolo 5-bis. Per il resto abbiamo esaminato questo provvedimento nell’assoluto disinteresse di tutti i partiti e di tutti i gruppi della maggioranza, segno che evidentemente, al di là, appunto, delle enfatiche parole espresse durante le dichiarazioni di voto, la sostanza e lo spessore di questo provvedimento o la convinzione sulle sue finalità erano molto bassi. Ci siamo battuti sulle questioni del lavoro e dell’ambiente, sulla questione dell’ampiezza e della durata delle deleghe che sono contenute in questo provvedimento, perché continuiamo a ritenere che la pubblica amministrazione sia lo strumento fondamentale che un Paese civile ha per garantire i diritti di cittadinanza e, in particolare, le persone più deboli e le regole di un libero mercato. Quindi, la pubblica amministrazione deve essere oggetto di un’attenzione, di una passione e di un lavoro particolarmente attenti e continuativi, che non possono essere liquidati da un provvedimento come questo. Questo provvedimento – lo abbiamo detto – ha subito una specie di andamento altalenante, un effetto fisarmonica, che ha messo in difficoltà le Commissioni che sono dovute intervenire nel merito dei