DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 2 • teatro• l’Olmo Dicembre 2015 16 l’Olmo Massimiliano Silvestri al Teatro Verdi di Pisa L'Amministrazione Comunale di Diamante Desidero rivolgere il mio personale plauso per la brillante prova ar- esprime il proprio plauso e rivolge un affettuoso tistica del tenore Massimiliano Silvestri, quale protagonista, nel- in bocca al lupo al giovane tenore diamantese, l'opera il “Convitato di pietra” di Giovanni Pacini, che ha debuttato Massimiliano Silvestri, che sarà protagonista di lo scorso 21 novembre di fronte alla autorevole platea del Teatro una importante opera “Il Convitato di Pietra” di Giovanni Pacini, che debutterà sabato 21 novembre al Teatro Verdi di Pisa. « Una nuova e rilevante tappa di una carriera che sta confermando il giovane artista calabrese tra le più brillanti realtà del “bel canto” italiano, un artista che ha già calcato con successo prestigiosi palcoscenici na- Verdi di Pisa e che sarà rappresentata, nei prossimi mesi, in altri famosi teatri del nostro Paese. Massimiliano, con il suo innato talento e la sua straordinaria bravura, coltivati in una famiglia di musicisti, da lustro e prestigio al nome di Diamante e della Calabria tutta. Quello di Massimiliano, diamantese doc, è un successo che riempie di orgoglio e rappresenta il giusto riconoscimento per un ragazzo che ha saputo conquistarsi uno spazio di rilievo in un cam- zionali e internazionali e che si prepara a questa nuova impegnativa e impor- po artistico non facile, che richiede non comuni capacità di studio, tante prova artistica ». Dopo Pisa l'opera sarà rappresentata il 5 dicembre al dedizione e passione. Il mio augurio più sincero è che la sua car- Teatro Giglio di Lucca e successivamente a Pescia. Sabato prossimo al Teatro riera, già così importante, sia sempre ricca di soddisfazioni, rappre- Verdi di Pisa sarà presente anche l’ onorevole Federico Gelli, parlamentare sentando un esempio positivo ed un incoraggiamento per tutti i gio- toscano che è stato più volte in Calabria e in particolare a Diamante, in occa- vani della nostra terra che, con sacrificio e passione, rifuggendo da sione di vari eventi tra cui il Festival del Peperoncino .Nelle note del Teatro tutto ciò che è illusorio ed effimero, vogliono affermarsi nei diversi del Giglio il “Convitato di Pietra “ viene rappresentato come: campi della vita. On. Ernesto Magorno « Una deliziosa e originale opera da camera del compositore lucchese Giovanni Pacini (1796-1867), in auge nel corso dell’Ottocento, con brani musicali alternati a dialoghi parlati e destinata a un contesto privato e familiare ». Si legge ancora nella presentazione: « L’opera è agile e musicalmente ben strutturata, composta sul libretto di Gaetano Barbieri, la cui caratterizzazione dei personaggi è ben più semplice della versione mozartiana. Interessante il registro vocale di Don Giovanni (tenore anziché baritono), la cui romanza “Luna, conforto al cor dei naviganti” è ancora oggi considerata la pagina migliore dell’intera opera, si nota l’assenza di Donna Elvira, il cui ruolo viene assunto da Zerlina e che ascolterà Ficcanaso nell’enumerazione delle conquiste del padrone ». A dirigere l'opera sarà Daniele Ferrari a cui si deve la prima esecuzione in tempi moderni, da lui preparata insieme con Jeremy Commons sulle parti per l'esecuzione del 1832, corrette grazie al confronto con il manoscritto autografo conservato alla Biblioteca Comunale "Carlo Magnani" di Pescia. L’Amministrazione Comunale di Diamante Gaetano Sollazzo -sindaco “Nella piazza di Diamante c’era un olmo, sede delle riunioni pubbliche e popolari... era il centro della cittadinanza, di socievole comunanza... con la sua benefica, spaziosa ombra e frescura era occasione propizia ed amichevole di concordia, fraternità, eguaglianza ed affetto cittadino ( Leopoldo Pagano 1860 ) CHI CI AMMINISTRA Francesca Anna Casella v.sindaco, bilancio, finanze,contenzioso. Pierluigi Benvenuto- Ass.lavori pubblici,tecnico manutentivo,sicurezza,viabilità e traffico,PIT. Franco Maiolino. Ass.al turismo,spettacolo ,cultura, politiche territoriali, del lavoro,unione dei comuni .Mariassunta Urciuolo. Ass. al Welfare, Piani di zona, relazioni con il pubblico. Bernardo Riente- Pres. del Consiglio. Cons.com. con delega . Franco Suriano. Cons.Com. con delega urbanistica,demanio,catasto,patrimonio,commercio. Ornella Perrone cons.com. con delega Politiche Sociali - Innovazione Tecnologica - Fondi Europei - Immigrazioni - Volontariato - Ambiente. Francesca Casella. Cons.com. con delega Pubblica Istruzione - Politiche Giovanili - Politiche Zone Rurali, Marcello Pascale Consiglieri di minoranza Per una Diamante Migliore: Antonio Cauteruccio - Francesca Amoroso Diamante Futura: Giuseppe Pascale, Giuseppe Savarese Mensile d’ inforMazione e cultura della riviera dei cedri a cura dell’aMMinistrazione coMunale di diaMante e cirella L’EDITORIALE di Franco Maioilino La memoria del mare Registro con piacere che il restauro della cinquecentesca Torre del Semaforo è seguito con interesse dai cittadini, a riprova che l’impegno profuso dalla nostra Amministrazione per evitare, prima che cadesse in mano ai privati e poi per definirne il contenzioso con il Demanio, ha dato i suoi risultati. Il 26 novembre il Demanio consegnerà definitivamente il manufatto che entrerà nel pieno possesso del Comune di Diamante e nel giro di qualche settimana saranno completati i lavori di ristrutturazione che renderanno fruibili i tre piani ed il terrazzo panoramico della torre. Quando il pennone verrà posizionato e la torre sarà illuminata, il “ Semaforo” riproporrà l’inconfondibile sky line che ha sempre caratterizzatol’antico borgo marinaro, le cui case, prima che avvenisse l’espansione urbanistica degli anni settanta, si arroccavano oltre che alla Chiesa Madre proprio intorno a questa antica torre d’avvistamento. Nella necessità di doverle dare una destinazione, pensiamo che la proposta avanzata dal Direttore dell’Olmo, Francesco Cirillo, possa essere considerata più di altre, perchè rispondente alle particolarità strutturali, alla storia e alla cultura della nostra città, che prima di essere caratterizzata dai Murales, dal Cedro e dal Peperoncino, si è sempre identificata fortemente con il mare, quel mare che è stata la risorsa principale del nostro paese per tanto tempo e che continua ad esserlo anche adesso, sebbene si sia trasformato da mare di pesca in mare turistico. Ecco perché abbiamo il dovere di non dimenticare le origini marinare della Perla del Tirreno, e lo possiamo fare allestendo, così come suggerisce Cirillo, un Museo della Cultura Marinara in cui conservare segni ,tracce e facce, offrendo ai visitatori un breve ma suggestivo percorso nella storia marinara di Diamante che si concluderà con la visione mozzafiato che si potrà godere dal terrazzino panoramico dove l’occhio potrà inseguire il volo dei gabbiani verso l’isola di Cirella e più in là verso Palinuro e verso le Eolie. Non vedo,invece, nella proposta di Cirillo, molte attinenze con il Cedro, un altro dei simboli della nostra cultura, di cui abbiamo perso oltre che la valenza culturale anche la valenza economica ma che è sicuramente meritevole di altre linee di intervento dall’ allestimento di cedriere museo sul lungomare o nel Parco La Valva, alla valorizzazione gastronomica del Citrus Diamante; così come penso, che l’apprezzabile proposta di realizzazione di un Museo dei Murales vada considerata maggiormente per una sezione stabile del restaurando Dac che alle esposizioni artistiche è principalmente vocato. Nelle prossime settimane presenterò ufficialmente una proposta di delibera che preveda la destinazione della Torre del Semaforo a Museo della Cultura Marinara in maniera tale da individuare mezzi e modalità per far in modo che Diamante conservi per sempre la sua memoria del Mare. Gli Auguri dell’Amministrazione per un felice Natale e un Buon 2016 Cari concittadini, com'è consuetudine rivolgo a tutti voi, attraverso le pagine dell'Olmo, l'augurio di un felice Natale e di un buon Anno Nuovo. Non possiamo negare: i recenti avvenimenti di Parigi, e tutto ciò che ne è seguito, pongono le imminenti festività sotto una coltre di inquietudine e di preoccupazione. Le parole terrorismo e guerra risuonano cupamente in questi giorni e rischiano di condizionare i nostri comportamenti per le insidie che questo momento storico rappresenta per tutta la comunità internazionale, anche se non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura e dall'ansia per il nostro futuro. Le festività natalizie quest'anno arrivano in un momento nel quale si avverte l'esigenza profonda di riscoprire i valori più autentici che ci accomunano, ai quali attingere per ritrovare la serenità, nel caldo abbraccio delle famiglie e degli affetti più cari. Il Natale, poi, festività comunque solenne, quest'anno assume un significato ancora più speciale, poiché ricade nell'anno del Giubileo della Chiesa Cattolica, indetto da Papa Francesco e dedicato alla Misericordia. Proprio il Santo Padre, a mio avviso, deve rappresentare per noi la figura di riferimento, con le sue parole semplici ma straordinariamente incisive che colpiscono il cuore dei credenti e dei laici. Parole che ci esortano a vivere il nostro tempo con sobrietà, appellandoci ai valori della pace, della libertà e della convivenza civile, rivolgendo lo sguardo verso gli ultimi, verso coloro che sono in difficoltà ed abbandonando ogni forma di egoismo, di intolleranza e di fanatismo. Avvicinandoci alla fine dell'anno è inevitabile che si traccino dei bilanci dell'attività amministrativa: rinnovando una collaudata consuetudine, attraverso gli schermi di TeleDiamante e incontrando la stampa, cercherò di fare nelle prossime settimane una sintesi del lavoro svolto dall'Amministrazione Comunale. Di certo, posso affermare nel mio messaggio augurale, che stiamo proseguendo con passione e determinazione nel nostro impegno per questa Città, che amiamo profondamente e per la quale stiamo operando, avendo come riferimento la concretezza e la capacità di realizzare, senza troppi proclami, obiettivi importanti che ap- porteranno benefici, nell'immediatezza e nel tempo, a tutta la comunità. Mi riferisco in particolare alle tante opere pubbliche che stanno cambiando il volto di Diamante rendendola ancora più bella e vivibile.Oltre a ciò, ritengo che stiamo egregiamente assolvendo al compito di assicurare buoni servizi ai cittadini, rispondendo ai loro bisogni con particolare attenzione verso le categorie più fragili e bisognose. Per quanto stiamo facendo, voglio ringraziare tutti coloro che quotidianamente consentono alla macchina comunale di andare avanti: i responsabili degli uffici, i dipendenti, i collaboratori e quanti a vario titolo supportano il lavoro comunale. Desidero, altresì, rivolgere il mio augurio e la mia gratitudine ai componenti della Giunta, al Presidente ed a tutto il Consiglio Comunale ma, anche alle Forze dell’Ordine, alle Parrocchie e ai tanti volontari impegnati nelle varie associazioni, che con dedizione e competenza concorrono al nostro operato. Un augurio particolarmente affettuoso va alle persone più anziane che, con sacrificio e amore, hanno edificato la storia ed il tessuto sociale della nostra comunità; ai bambini e ai giovani che sono il nostro futuro e la nostra speranza; a coloro che sono in cerca di lavoro; a chi è malato o non avrà la gioia di stare insieme ai propri cari, con l'auspicio che l'anno che verrà dissolva la sofferenza e la solitudine. Infine, auguro a tutti di promuovere relazioni umane capaci di rendere più fraterna e solidale la convivenza civile, perché, ricordando le parole di Madre Teresa di Calcutta: “È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro ; ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri”. A nome mio e di tutta l’Amministrazione comunale, i migliori auguri di un Natale sereno e di un 2016 che ci regali solo giorni di pace e di gioia. Il Sindaco Dott.Gaetano Sollazzo n. 157• anno 13 •dicembre 2015 • direttore editoriale sindaco Gaetano sollazzo • direttore responsabile francesco cirillo DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 3 l’Olmo Dicembre 2015 • dal comune• 2 Riconsegnata ai cittadini la Torre del “Semaforo” E' stato firmato, lo scorso 25 novembre, presso la sala consiliare del Comune di Diamante, l'accordo di valorizzazione che prevede che la disponibilità della cosiddetta “Torretta ex stazione di vedetta”, conosciuta da tutti coma la “Torre del Semaforo “, sia trasferita al Comune di Diamante. A sottoscrivere l’accordo, che in fase preliminare lo scorso 11 novembre era stato sottoscritto dall'Assessore ai lavori Pubblici Pierluigi Benvenuto, sono stati: per l’agenzia del Demanio il Direttore Regionale Ing. Giuseppe Tancredi; per il Mibcatc, il Direttore Regionale, Dott. Salvatore Patamia; per il Comune di Diamante, il Sindaco Dott. Gaetano Sollazzo. Presenti, oltre all'Assessore ai Lavori Pubblici, Geom. Pierluigi Benvenuto; il Vicesindaco, Dott.ssa Francesca Anna Casella; l'Assessore alla Cultura, Dott. Franco Maiolino; il Consigliere comunale Ornella Perrone. Si tratta di una importante acquisizione poiché riguarda uno dei luoghi simbolo della città: la Torre edificata nel XVI secolo da Girolamo Sanseverino, principe di Bisignano, una costruzione di grande valenza storico-culturale ed elemento caratterizzante del centro storico di Diamante. Si conclude in questo modo una lunga e complessa vicenda che ha visto impegnata con tenacia l’Amministrazione Comunale che ha raggiunto l'obiettivo, cogliendo le opportunità fornite dal Federalismo Demaniale Culturale, attuato dall’agenzia del Demanio e cioè il processo di trasferimento dei beni del patrimonio culturale dallo Stato agli Enti Locali secondo la procedura prevista dalle legge. L’attribuzione si avvia, appunto, con la stipula di un Accordo di Valorizzazione con il quale l’ente può così rifunzionalizzare l’immobile sulla base di un pro- gramma di Valorizzazione a fini culturali, assicurandone una gestione efficace e sostenibile anche dal punto di vista economico-finanziario. L’Amministrazione Comunale di Diamante provvederà alla messa in sicurezza dello stabile ed alla sua ristrutturazione, per destinarlo a finalità di carattere sociali, culturali e di promozione del territorio attraverso fondi già erogati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, a seguito avviso pubblico. Nel suo intervento il Sindaco, per il tenace impegno profuso in favore di una soluzione positiva, ha rivolto un ringraziamento particolare all’Assessore Pierluigi Benvenuto e ai Responsabili dell'ufficio Tecnico Urbanistica, Vincenzo Vaccaro, e Lavori Pubblici, Tiziano Torrano nonché a tutti i tecnici comunali. Particolare gratitudine è stata rivolta dal Sindaco al Direttore dell'Agenzia Nazionale del Demanio, Ing. Roberto Reggi, e all'On. Ernesto Magorno per il grande contributo assicurato all’esito positivo della vicenda. Gratitudine è stata altresì espressa dal Dott. Sollazzo al concittadino Dott. Angelo Presta, Capo della segreteria della Direzione Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali del Ministero dell'Ambiente, per il determinante contributo fornito in vista della realizzazione dell'opera. Da Parte loro il Dott. Patamia e l'Ing. Tancredi hanno sottolineato l'importanza di questo accordo di valorizzazione quale esempio di sinergia istituzionale indispensabile per la risoluzione delle problematiche che riguardano il patrimonio culturale e storico, elemento indispensabile allo sviluppo ed alla promozione dei territori. FINALMENTE RISOLTA LA CONTROVERSIA A.I.A.S. Dopo anni di contenziosi tra l’ A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza Spastici) Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS) - sez.di Cetraro - e le diverse amministrazioni comunali che, a partire dal 1997, si sono succedute nel corso del tempo, finalmente si è giunti alla risoluzione della controversia relativa alla locazione dell’immobile di proprietà del Comune di Diamante, utilizzato dall’ AIAS come Centro di Riabilitazione. Grande la soddisfazione espressa dal Sindaco Sollazzo che ha fortemente promosso, grazie anche al proficuo lavoro di squadra portato avanti dall’Assessore al Welfare Mariassunta Urciuolo e dal consigliere di maggioranza Marcello Pascale, il percorso e le iniziative in favore di una giusta ed equa risoluzione, riconoscendo ed apprezzando il ruolo di utilità sociale in campo socio sanitario, socio assistenziale e lavorativo che l’ AIAS, con il Centro di Riabilitazione di Diamante, da oltre un ventennio, svolge sull’intero territorio del Tirreno Cosentino, sull'intero territorio del Tirreno Cosentino, avendo in carico circa cinquecento pazienti e più di cinquanta figure professionali. Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale del 19/11/2015è stata approvata, dalla sola maggioranza che sostiene la Giunta Sollazzo, la delibera di “Autorizzazione alla Giunta comunale a procedere alla transazione ed autorizzazione alla stipula del contratto di locazione ventennale”. Il raggiungimento di questo importante obiettivo, coerentemente alle linee programmatiche già prefissate dall’attuale Amministrazione Comunale,testimonia la particolare attenzione rivolta alle fasce più deboli e svantaggiate ed al mondo della disabilità confermando, come ormai da più parti si evidenzia,che il raggiungimento dei migliori risultati e la spinta al cambiamento, in materia di sociale,dipendono dalle sinergie tra tutti gli attori del Welfare locale, in una politica di rete tra soggetti istituzionali, terzo settore e volontariato. Legame all’insegna del Vino tra la Riviera dei Cedri e il Salento. Dal 6 all’8 di Novembre una nutrita delegazione di Diamante guidata dagli Assessori Urciulo e Maiolino accompagnati da un pulman di concittadini hanno partecipato alla diciottesima edizione di Novello in Festa a Leverano nel Salento una delle più importanti manifestazioni viti-vinicole della Puglia. L’evento che rappresenta un modello esemplare di sinergia istituzionale è organizzato dai GAL, dalla ProLoco,dalla Camera di Commercio,dagli Albergatori, dai Commercianti,dalla Banca di Credito Cooperativo e dal Comune è diventato uno degli appuntamenti culturali e turistici più attesi e simbolo di una Puglia dinamica e creativa che riesce molto bene a promuovere i suoi territori valorizzandone tutti gli aspetti dalla Pizzica alla enogastronomia.Nel suo intervento al convegno sul Turismo eno-gastronomico l’assessore Maiolino ha proposto un gemellaggio tra Eventi invitando la comunità salentina a partecipare alla manifestazione Calici sotto le Stelle di Cirella. Testimone alla sottoscrizione del protocollo d’intesa il consigliere regionale Giuseppe Aieta. • eventi• 15 Dicembre 2015 l’Olmo I 100 anni di “Pippinuccio u stagnìn’ “ Se andate alla posta di Diamante e scendete per la strada del ponte, sulla destra seduto su un muretto proprio davanti il negozio di Idraulica, una volta Tipografia Ricca, lo vedete questo piccolo ometto, arzillo e sempre voglioso di parlare con la gente. Si chiama Vincenzo Pagano, meglio conosciuto come “pippinuccio u stagnìn’”. Per tanti anni ha tenuto un negozio di ferramenta e cose varie dove ora c’è il negozio di peperoncini di Claudio Perrone in piazza 11 febbraio. In quel negozietto si trovava di tutto, dal chiodo, al coperchio in latta, al “tripano” in ferro, al mobiletto del 700 come lui ripeteva sempre. Se andavi a comprare qualche cosa da lui, gli piaceva trattare il prezzo, poi alla fine ripeteva sempre: “jà, picchì si tu dammi tricint’ liri”. Ma prima di essere commerciante in tutto, Vincenzo è stato sommergibilista, con una storia che ha dell’incredibile. Nato il 12 novembre del 1915, lo scorso 12 novembre ha compiuto 100 anni ! Pagano partì per le armi nel 1936 nella leva di mare, e tra una ferma ed un'altra, tra un richiamo ed un altro, venne sorpreso in MARINA dallo scoppio della guerra. Prestò servizio tra i sommergibilisti, con un duplice incarico, motorista durante la navigazione di superficie e addetto alle valvole dell'ossigeno, un compito delicatissimo, durante la navigazione sottomarina. Undici furono gl'imbarchi e, a conti fatti, egli è rimasto sott'acqua 1465 giorni, ben quattro anni! "Quattro anni - fa lui – fuori dal mondo!" Quattro anni immerso in un mondo di arcani silenzi, avvolto in una luce verde e azzurra, quattro anni della sua giovane esistenza trascorsi in fondo agli abissi. Il raggio d'azione dei nostri sommergibili, era lo specchio d'acqua compreso tra il Canale di Suez e lo Stretto di Gibilterra. Quante volte lo avrà percorso in quattro anni ? Ricorda perfettamente i mezzi dove ha vissuto così gran parte della sua giovinezza, e te li snocciola, uno per uno: "Medusa", "Galileo", "Manara", "Pier Capponi", "Smeraldo", "Dagabur", "Torricelli", "Dessiè", "Pietro Micca", "Diamante". I primi tre erano sommergibili "oceanici", gli altri sommergibili costieri. Le differenze non consistevano tanto nella velocità, quanto nel tonnellaggio e nell'armamento, più sostenuto nei mezzi oceanici. Durante l'ultimo conflitto, grande era fra la gente il fascino dei sommergibili. Un giorno il suo comandante gli chiese: "Tu, di dove sei?" E lui pronto: "Diamante!" E quello un po' stizzito: "Ma lo so, lo so…ti sto chiedendo di che paese sei, capisci o no?" E Pagano scattando sull'attenti:" Diamante, signore, Diamante, provincia di Cosenza!" Così, ogni qual volta che il suo sommergibile incrociava al largo di Diamante, il Comandante lo chiamava e, mostrandogli la costa buia, buia anche per via dell'oscuramento, gli diceva: "Vincenzo, lì e il tuo paese, mandagli un saluto". E il 12 novembre scorso è stata organizzata una bella festa in casa di Concettina, la figlia di Pippinuccio, alla presenza delle due figlie e dei numerosi nipoti. Una festa alla quale erano presenti le assistenti sociali Enrica Tricanico e Marisa Maiolino ed in rappresentanza del Comune l’ass. Franco Maiolino che ha consegnato una targa ricordo a Pippinuccio. Il protagonista della serata è stato proprio Pippinuccio che con una lucidà disarmante, per noi “giovani”, ha raccontato della sua guerra, della sua esperienza e del suo lavoro nella piccola bottega della piazza. Francesco Cirillo DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 4 l’Olmo Dicembre 2015 • la memoria storica• 14 Come eravamo - L’epoca beat a Diamante Anni 70, anche a Diamante arriva il beat. I giovani si fanno crescere i capelli lunghi, le ragazze girano con le minigonne e nascono i cimplessi beat. Tre solo a Diamante : Le Quintes- senze dopo i Lovers, i Baobabs, il duo Enzo e Pino. A Buonvicino nascono i Five Kings un misto di musicisti fra Diamante e Buonvicino. I Baobab Nascono anche locali dove ballare la musica beat: la pista del bagnino alla spiaggia grande, Bandiera Gialla alla Riviera Blu, la Giara. I Lovers • dibattito 3 La giunta comunale ha approvato lo scorso 12 novembre la delibera con la quale propone al Consiglio Comunale l’approvazione, ai sensi dell'art. 24 della L.164/2014”, del “Regolamento sul baratto amministrativo”. La suddetta legge, infatti, prevede la possibilità per i Comuni di deliberare riduzioni o esenzioni di tributi a fronte di interventi per la riqualificazione del territorio, da parte di cittadini singoli o associati. Attraverso tale disposizione, infatti, « si introduce una procedura snella e non onerosa, denominata “baratto amministrativo”, in base alla quale i cittadini possono essere autorizzati a realizzare specifiche attività qualificate come “di pubblico interesse” in cambio di agevolazioni tributarie, sotto forma di esoneri o riduzioni, per un periodo limitato e definiti e per specifici tributi comunali ». Come si legge in premessa a motivare tale scelta vi è il fatto che « In questo periodo di crisi economica è sempre maggiore la difficoltà dei comuni di far fronte alle innumerevoli esigenze legate al territorio e alla domanda di servizi». Inoltre « si diffonde il numero dei cittadini che loro malgrado, anche a causa della perdita del lavoro non sono più in grado di pagare le tasse locali». Dopo il via libera della Giunta la proposta prima di essere sottoposta all’approvazione dell’Assise cittadina seguirà l’iter previsto: ossia la necessaria approvazione della commissione regolamenti e la sottoposizione al parere del revisore dei conti. L’Amministrazione Comunale di Diamante ha inteso, quindi adottare uno strumento che combina l’attenzione verso le fasce più fragili della popolazione con la possibilità di poter assicurare maggiori servizi in favore della vivibilità, del decoro cittadino e della tutela del territorio. L'Amministrazione Comunale ha inteso pertanto accogliere le istanze delle foze politiche che hanno proposto e promosso l'adozione del provvedimento ed in particolare il Circolo “Francesco Principe” del Partito Democratico di Diamante, sempre attento sui temi sociali e del lavoro e il MeetUp del Movimento 5 Stelle di Diamante che ha altresì caldeggiato la questione. L'Amministrazione Comunale di Diamante Proposta di regolamento comunale Al Sindaco del Comune di Diamante Dr. Gaetano Sollazzo I Baobab Enzo e Pino Le Quintessenze i Five Kings Alla pista del bagnino Raffaele Oggetto: proposta integrazione “Regolamento comunale per l’attuazione di interventi a sostegno dell’occupazione e delle attività produttive Ritengo interessante il dibattito che, ultimamente, è in corso tra i gruppi consiliari in ambito locale. Argomento, quest’ultimo, che richiama ed impegna gli enti locali presenti sui territori a studiare incentivi e programmi operativi a sostegno dei settori produttivi e del mercato del lavoro. Nella passata consiliatura, come ricorderà, grazie all’apporto della Commissione Regolamenti e al voto unanime del Consiglio comunale, l’Assise consiliare, in data 27 dicembre 2013, con D.C.C. n. 27, approvò un regolamento comunale al fine di incentivare l’occupazione, prevedendo un beneficio fiscale verso le attività produttive ubicate nel territorio comunale che assumevano a tempo indeterminato (full-time) con un contratto di lavoro, disoccupati e inoccupati aventi una età non superiore ai 35 anni. Entrando nello specifico della proposta, visto che un considerevole numero di imprese produttive presenti sul territorio locale provvede all’assunzione di lavoratori, tra cui molti in giovane età e con “ridotta capacità lavorativa” (già riconosciuta dalla competente Commissione Medica Invalidi Civili), propongo che l’attuale “Regolamento comunale per l’attuazione di interventi a sostegno dell’occupazione e delle attività produttive ubicate nel territorio comunale” venga integrato prevedendo, nel proprio contesto, la concessione di agevolazioni tributarie per quelle imprese che procedono all’ “assunzione di soggetti diversamente abili disoccupati e inoccupati iscritti al Centro per l’Impiego territoriale (legge 68/99) con un contratto di lavoro a tempo determinato – part- time non inferiore ai 180 giorni”. Nella certezza che quanto proposto possa essere reso esecutivo e discusso nelle sedi opportune, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti. Francesco Bartalotta ( già Consigliere Comunale) • Dicembre 2015 l’Olmo Depositi dormienti a Diamante Depositi dormienti. Migliaia in Calabria e alcuni nella città di Diamante. Alcune dritte per recuperare un “tesoretto” perduto Depositi dormienti. Molti ne avranno sentito parlare e ci sembra giusto fornire qualche informazione perché qualcuno potrebbe possedere un “tesoretto” e non saperlo. Si tratta, indubbiamente, di un argomento abbastanza articolato e non si vogliono creare false attese, né la procedura si esaurisce in pochi passaggi ma lo scopo è di fornire notizie utili per un primo passo. Andiamo per ordine: i depositi dormienti, in sintesi, sono tutti quei depositi inutilizzati da oltre 10 anni. Il D.P.R. n. 116/07, in particolare, ha specificato i criteri per individuare, nell’ambito del sistema finanziario, i conti definibili come dormienti. Rientrano in tale categoria i rapporti contrattuali (ad es. conti correnti, libretti di risparmio nominativi e/o al portatore, certificati di deposito) in relazione ai quali non sia stata effettuata alcuna operazione o movimentazione ad iniziativa del titolare del rapporto o di terzi da questo delegati per il periodo di tempo di 10 anni decorrenti dalla data di loro libera disponibilità. Le Banche e gli altri Intermediari hanno provveduto ad identificare i suddetti rapporti e a comunicare i relativi dati al Ministero dell’Economia. Va precisato che la qualificazione come “dormiente” di un determinato conto non pregiudica il diritto alla restituzione del titolare: quest’ultimo potrà richiedere la restituzione delle relative somme o alla Banca o all’Intermediario presso cui risulta tale rapporto o direttamente al Ministero, entro il normale termine prescrizionale, nel caso i relativi importi siano già stati trasferiti dalla Banca o dall’Intermediario al relativo Fondo. La procedura per ottenere il rimborso è la seguente: bisogna rivolgersi alla società pubblica Consap che è stata incaricata dal Ministro del Tesoro per gestire le domande relative ai conti dormienti. Naturalmente l’interessato dovrà prima verificare se è realmente titolare o erede di un rapporto dormiente. Numerosi, sono ad esempio, i rapporti dormienti presenti nella Banca Carime di Diamante: sono, infatti, un centinaio i rapporti dormienti al 2008 che giacciono nella filiale diamantese. Per alcuni viene indicato solo il numero identificativo del rapporto mentre per una parte sono indicati anche i nominativi dei titolari. Per accedere all’elenco basta collegarsi al sito internet dell’Ubi Banca www.ubibanca.com e cliccare in basso alla voce “Rapporti dormienti”: si aprirà un lungo prospetto con tutti i rapporti dormienti e quelli relativi alla filiale di Diamante si trovano alle pagine 85 e 86. Naturalmente i rapporti dormienti possono riguardare altri Istituti di Credito o le Poste Italiane. Dopo aver verificato se si è titolari di un rapporto dormiente, bisognerà compilare un modulo di rimborso Consap relativo al rapporto trasferito al fondo vittime dei reati finanziari (nel caso si tratti di rapporti ereditati, è necessaria anche un’autocertificazione). Se la documentazione è completa e l’istanza è ricevibile, cioè non sono trascorsi i tempi di prescrizione, la Consap provvederà alla liquidazione degli importi sul conto indicato dal richiedente e alla contestuale comunicazione di avvenuto pagamento. La tempistica varia da due a tre mesi tenendo conto la documentazione trasferita alla società sia esaustiva. Per ogni ulteriore approfondimento si può fare riferimento al sito internet del Ministero dell’Economia. Mariella Perrone DICEMBRE 2015 01/12/2015 9.52 Pagina 5 l’Olmo Dicembre 2015 • storia locale • 4 ARTE PRESEPIALE IN RIVIERA di CIRO R. COSENZA Dalle nostre parti, il presepe rimane ancora il simbolo più appariscente del Natale, anche se gli alberi di natale, gli addobbi rilucenti, le lucine e le intermittenze, affascinano i piccoli come gli adulti. Questo in realtà dopo la seconda guerra mondiale, quando i rapporti, ad esempio, tra Sud e Nord diventarono più intensi e certi prodotti hanno finito per riempire le vetrine dei negozietti dei nostri paesi. Così anche certi gusti sono cambiati. Prima della guerra però nei paesini del Tirreno cosentino imperava dappertutto il presepe, perché la zona era stata conquistata interamente dalla tradizione napoletana che,da Carlo III di Borbone, si era affermata e la faceva da padrone in tutto il Mezzogiorno. Per averne un’idea oggi si consiglia una visita al Museo Nazionale di San Martino a Napoli, sul Vomero, una volta detto anche Museo del Risorgimento e oggi ribattezzato anche Museo del Folklore. La perla di tutta la collezione è l’arcinoto “Presepe Cuciniello”, ma sono tantissimi i pezzi esposti nelle sale del Museo creati da scultori e pittori, ma anche da vetrai, ramai,liutai e persino architetti, ricamatori, sarti e ceroplasti. Da qui una tradizione che ha reso nobile quest’arte, che oggi sopravvive in tantissimi negozietti, quasi bugigattoli, nella celeberrima via “San Gregorio Armeno” nel cuore della vecchia Capitale Partenopea. Non mancò neppure sulla Riviera qualche maestro del ramo, autentici artisti plasticatori. Il più famoso fu certamente don Antonio Rotondo, parroco in Fiumefreddo Bruzio, di cui alcune creazioni sono ospitate in diverse rassegne museali di Calabria, soprattutto a Palmi. Aveva cominciato con produrre alcuni esemplari per il presepe della sua chiesa, poi visto il favore che aveva incontrato, cominciò a produrli in serie e a venderli fra amici ed estimatori. Egli addirittura era così bravo da dare alle sembianze dei suoi pastori, il viso di abitanti della zona. Rimase famoso l’episodio di quando, sul retro del presepe, un anno creò un girone di un Inferno dantesco , dove apparve la superiora delle monache del suo paese, con cui aveva avuto un alterco, abbracciata ad un bel diavolo! A Cetraro lavorò a lungo, agl’inizi del novecento, un artigiano di Belvedere Marittimo, tal don Federico Vidiri, che riusciva a costruire pastori di cartapesta, principalmente per i presepi delle chiese alti sino a 55 centimetri. Invece a Diamante si espresse, insieme ai suoi figli, un artista della provincia di Salerno, don Luigi Avallone, di cui rimane qualche lavoro nella Chiesa dell’Immacolata (vedi il numero due de L’OLMO del 2003). V’è da puntualizzare un particolare però che i pastorelli prodotti dalle nostre parti erano ben diversi da quelli napoletani. Non indossavano, per esempio, gilè larghi e ricamati, turbanti orientali, vesti di seta o di velluto, abiti questi tipici del settecento napoletano, ricchi e sontuosi, nei nostri invece si evidenzia la semplicità e la sobrietà, propri dei foritani e delle foritane di Calabria: cappellacci, giacche corte, mantelli a ruota, oltre alle “zaricchie” ai piedi, i “maccaturi” e i “sinali” per le donne. Infine nei nostri presepi i Re Magi arrivavano in groppa a cavalli bardati, perché da noi era il cavallo la cavalcatura dei nobili, e di baruni, mentre nel presepe partenopeo, piuttosto orientalizzante arrivava su cammelli o dromedari. Allestire un presepe però richiedeva una certa sommetta che, se anche non elevata era proibita a quanti godevano di un piccolo reddito. Se ci si poteva arrangiare per le montagne , le alture e i declivi, utilizzando ruvida carta d’imballaggio o qualche sughero, e utilizzando un po’ di muschio per l’erbetta dei prati, i pastorelli bisognava acquistarli e quindi tirar fuori dal portamonete qualche liretta. E ogni anno ce ne voleva qualcuno, perché, essendo allora per lo più di terracotta o di creta, al minimo urto il pastorello andava in frantumi irreparabilmente. Non come oggi che vengono prodotti in materiale plastico e praticamente indistruttibili. Una volta, di solito, erano invece assidui nella preparazione di un presepe, per lo più borghesi, impiegati, maestri elementari e simili, di solito perché impegnati solo la mattina, e quindi liberi nel pomeriggio per lavorare all’allestimento del presepe. Anche presso qualche famiglia di nobilotti del posto si allestiva un presepe, anzi un grande presepe, magari in un’intera stanza, e veniva chiamato per la bisogna il falegname di famiglia. Poi a gruppi, perché di solito erano fra loro amici, i proprietari si recavano in visita nelle varie case per ammirare i lavori presepiali degli altri. La padrona di casa, da parte sua, offriva agli amici del marito qualche dolcetto fatto in casa, dolcetto arrotolato nel miele di api, proprio del Natale. Una pienolina, una scalilla, un turdillo e così via. Bagnato con un goccio di rosolio, anche questo fatto in casa, a Diamante ovviamente di cedro. Uscendo poi, a volte, non mancavano di muovere critiche al presepe appena visitato: “Avete visto? E’ senza prospettive ……” “E poi quei pastori ….. buttati quasi alla rinfusa”. Anche queste costumanze sono quasi del tutto sparite. Naturalmente con qualche eccezione e voglio chiudere questo articolo citandone una. Qualche anno fa, un ragazzino di appena 16 anni, a Diamante, tale Antonino Perrotta, nipote di Armando Maniscalco, maestro della fotografia, si chiuse in un bugigattolo di Via Concezione, nel Centro Storico e si mise al lavoro. Lavorò con il legno, l’argilla, il sughero, il muschio, la carta, dispose le lucine con effetti suggestivi e, infine, aprì le porte ad amici, curiosi e visitatori di ogni età, offrendo a tutti la visione di un presepe bellissimo ricco di arte, di fascino, di partecipazione religiosa, di spirito natalizio e colmo insomma di sentimento e di amore. I primi 50 anni di una lunga storia d’amore: Ciro R.Cosenza e Maria Grazia Truscelli Come definire 50 anni di matrimonio se non una lunga e unica storia d’amore , vissuti sempre insieme, pensando alla propria felicità e a quella della propria famiglia fatta di figli e splendidi nipoti. Ciro e Maria Grazia si sono sposati l’11 dicembre del 1956 nel Santuario di Pompei. Gli auguri a Maria Grazia e a Ciro Cosenza nostro storico collaboratore. • 13 Al Sindaco Al Garante della disabilità All’Assessore al Welfare Oggetto: comunicazione urgente Assistenza Specialistica alla Persona Avrei voluto costruttivamente discutere, nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, della transazione AIAS e delle prestazioni di servizio che all’AIAS l’Amministrazione Comunale intende richiedere ad eventuale compensazione del canone di locazione. Così non è stato. Il Comune potrà chiedere all'AIAS di ricevere il pagamento, anziché in contanti, sotto forma di prestazione di servizi, il cui valore dovrà essere quantificato in accordo tra le parti sulla base del valore di mercato, si scrive nell’atto deliberativo, tutto giusto e utile, condivido l’impostazione. Auspico però che questo accordo transattivo non vada a toccare un servizio già avviato all’inizio dell’anno scolastico e che credo presupponga un certa continuità di servizio e di assistenza per il singolo disabile. Un appalto di servizio, quello più importante per civiltà e umanità, l’Assistenza specialistica alla persona, è stato infatti affidato senza gara, fino al 22 Dicembre 2015. Il servizio non è dunque stato affidato con una gara ma soprattutto, ed è questo che mi preoccupa, non è stato affidato per tutto l’anno scolastico. E’ stato inoltre affidato ad una Cooperativa per la quale nutro grande rispetto ma che fino a qualche settimana fa si occupava della manutenzione del verde pubblico e che nel settore non vanta dunque alcuna esperienza. Vengono umiliati i disabili che hanno bisogno, insieme alle loro famiglie, di garanzie e di continuità del servizio, ad oggi non hanno alcuna garanzia. Vengono tenute sulla cor- spazio opposizione da le lavoratrici del servizio di assistenza specialistica alla persona che hanno un lavoro fino al 22 di Dicembre e nessun’altra garanzia. Viene sminuita la Cooperativa stessa paradossalmente perché passare dal verde pubblico ai disabili significa non poter sviluppare un solido e duraturo progetto imprenditoriale e significa che la manutenzione del verde pubblico dura troppo poco. Viene tradita l’indicazione dell’Organo di Revisione che indicava a Maggio scorso l’economicità dei servizi pubblici a domanda individuale e a rilevanza economica. L’economicità è legata a due vincoli, la durata e l’espletamento di una gara. Esiste inoltre un indirizzo giurisprudenziale molto chiaro in merito al servizio in oggetto. Il Consiglio di Stato infatti, con sentenza n.3104/2009 stabilisce che "le attività integrative di valenza socio educativa (e tra queste il supporto individualizzato a favore del soggetto assistito prestato dall'educatore) devono essere prestate con modalità idonee a realizzare lo sviluppo della personalità dell'alunno e a garantire la presenza stabile di un educatore che segua costantemente l'alunno disabile nel processo di integrazione." I disabili sono esseri umani, non sono un semplice appalto, hanno bisogno di una continuità assistenziale che non può prescindere dalle lavoratrici e che non può durare fino al 22 di Dicembre. Chiedere eventualmente adesso all’AIAS di svolgere questo servizio con personale proprio, dopo che è stato già avviato, e mandare a casa le qualificate lavoratrici sarebbe un azzardo nei confronti dei disabili prima che nei confronti delle lavoratrici. Diamante, lì 24 Novembre 2015 Francesca Amoroso • Dicembre 2015 l’Olmo Al Sindaco Oggetto: comunicazione urgente Comando Polizia Municipale Il sottoscritto Antonio Cauteruccio, in qualità di capogruppo consiliare della formazione denominata “Diamante & Cirella PER UNA DIAMANTE MIGLIORE”, segnala alla S.V. l’urgenza di nominare con il necessario Decreto Sindacale un responsabile di servizio al settore Polizia Municipale dal momento che la posizione, da albo pretorio on line, risulta scoperto dal giorno 27 Ottobre 2015 fino alla data e all’ora in cui il sottoscritto le sta inviando la presente comunicazione. La S.V. sa bene che la Legge 18 giugno 2009, n.69 ha fissato, al comma 1 dell'art.32 al primo gennaio 2010 (poi prorogato al primo gennaio 2011) la data in cui gli “obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati” e al comma 5 dello stesso che, a decorrere dalla stessa data, “le pubblicazioni effettuate in forma cartacea non hanno effetto di pubblicità legale”. Un atto che non viene pubblicato sull’albo pretorio on line non ha alcuna efficacia. Il sottoscritto ribadisce che non essendovi alcun Decreto di nomina in pubblicazione all’Albo Pretorio on line successivo alla pubblicazione della Delibera di Giunta n. 134 del 19 Novembre 2011 pubblicata e dunque efficace dal 24 Novembre 2011, con cui si approva la proroga di assunzione con la procedura del comando temporaneo in uscita e si allega alla Delibera stessa il parere dell’Organo di revisione senza però precisare nell’atto i costi a carico del nostro ente, la posizione risulta ad oggi scoperta rendendo nulli dunque eventuali atti emanati dal medesimo responsabile dopo il giorno 27 Ottobre 2015. Sollecitandola a rimediare al grave problema, sollecitandola altresì ad indicarne i costi aggiuntivi per la popolazione, sollecitandola a revocare in autotutela ogni eventuale provvedimento emanato senza efficacia ed a chiarire alla popolazione le ragioni politiche ed amministrative per le quali utilizza la suddetta procedura di assunzione, porgo distinti saluti. Diamante, lì 27 Novembre 2015 Antonio Cauteruccio Hanno collaborato a questo numero: Ciro R. Cosenza, Lily Genovese, Giuseppe Gallelli, Enzo Ruis, Giovanni Grimaldi, . Foto di Claudio Francesco Manco e Francesco Cirillo. DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 6 l’Olmo Dicembre 2015 • spazio opposizione • PER UNA DIAMANTE MIGLIORE 12 • 5 Canzone per Diana Corvo d'argento spiega le tue ali Vola sul fiume con il tuo tesoro Nello specchio d'acqua che lento sorvoli Lascialo cadere il radioso diamante. Sarà il fiume a prenderlo e a custudirne il cuore. Ed a far risplendere sempre il suo fulgore Sarà il fiume a prenderlo e a cullarlo adagio Per accompagnarlo più avanti nel suo viaggio Corvo d'argento, anima radiosa, Custodita dalla tua pietra preziosa Ora che sei giunto alla fine del tuo viaggio Lascia in dono al fiume il tuo prezioso omaggio Il tuo diamante splendido custode del tuo cuore Sarà l'acqua che mormora a portare via il dolore La tua anima di luce lascia che possa andare Sarà il fiume a prenderla e a portarla fino al mare Corvo d'argento spiega le tue ali Vola oltre il vento sugli oceani e i mari Vedrai nel tuo volo sulle onde brillare La luce dell’ anima che custodisce il mare In ogni riflesso del sole sulle onde Brilla il tuo diamante e la luce si diffonde in ogni riflesso del sole sulle onde Brilla il tuo diamante e la luce si diffonde. L’OLMO - I cittadini possono scrivere e le lettere verranno pubblicate solo se firmate. Scrivere a: Redazione dell’Olmo c/o Comune di Diamante e.mail:[email protected]. L’impaginazione grafica è di Francesco Cirillo Tipografia Lapico - Santa Maria del cedro - L’Olmo viene distribuito gratuitamente nelle edicole, nei Bar e agli sportelli degli Uffici Comunali. Questo numero è stato chiuso in tipografia il 25 Novembre 2015. 1° Numero Agosto 2002 - Anno 13 - n°157 - Autorizzazione n°94 del 22-02-2002 - Tribunale di Paola in memoria • Dicembre 2015 l’Olmo L’addio a Raffele Magurno E’ deceduto nel mese di novembre il nostro concittadino Raffaele Magurno. La sua è una storia esemplare di vita sia politica che sociale. Ma prima di parlare di Raffaele dobbiamo parlare di suo padre Salvatore dal quale ha ereditato il lavoro di rigattiere e antiquario oltre che l’appartenenza politica. Una figura conosciuta a Diamante come “u rùss’” per via del colore dei suoi capelli. Salvatore Magurno era nella casa del sindaco Leone a difenderlo dall’assalto fascista nel 1924. Fu lui che impedì ai fascisti di entrare nell’abitazione del sindaco lanciando dal balcone le pietre dei “cugnitti” di alici salate, permettendo l’arrivo dei carabinieri. Satùr’ u rùss era una persona molto intelligente e conoscitore di mobili e monete antiche avendo lavorato da giovane nel Museo Archeologico di Reggio Calabria inviato lì dal padre a studiare. Ritornato a Diamante Salvatore si occupò sempre di antiquariato e sfamò con il suo lavoro tutta la sua numerosa famiglia fatta di ben dieci figli, quasi tutti poi appassionati di antichità. Raffaele , il secondo dei suoi dieci figli continuò a pieno le attività del padre. Trasferitosi a Cittadella del capo fu esponente del Partito socialista . Fu artefice politico a Cittadella del Capo con gli altri Socialisti Mario De Brasi Raffaele Grosso ed Artuto Iannella dell’alleanza di vera Sinistra con il Partito Comunista del Sindaco Nino Gerace Senior ed il Psiup di Ciccio Sueva. Infatti dal 1973 al 1978 Bonifati vide emergere dal più totale isolamento le campagne che non disponevano di strade, fognature, scuole e molto spesso neanche di energia elettrica ed acqua corrente nelle abitazioni. Addirittura con l’impegno proprio dei Socialisti fu realizzata a Torrevecchia una Scuola Materna appositamente per i bambini che le donne contadine non volevano/potevano portare nei campi. Raffaele Magurno fu prigioniero di guerra in Africa nei campi inglesi e ne soffrì per tutta la vita dei gravissimi reumatismi che contrasse, ci raccontava, nelle terribili notti all’aperto nel deserto. Nella scheda storica tracciata nel libro dei mestieri del Borgo Marinaro di Cittadella del Capo si legge che Raffaele Magurno (classe 1920, nella foto in Africa ha 21 anni) nel 1958 acquistò un motocarro nuovo, ma in precedenza usufruiva di quelli di altri rigattieri che spesso acquistavano interi carichi di alici dalle barche per portarli nelle campagne. Era infaticabile. Nel vicolo di Raffaele Magurno c’era negli anni ’50 uno spaccato perfetto della vita allora riccamente produttiva di Cittadella del Capo, con la lavorazione anche del cedro e di ogni prodotto stagionale, una Cittadella dove il grande militante socialista si è spento serenamente nel sonno circondato dall’affetto della sua numerosa famiglia, in un Borgo nel quale ormai gli abitanti non superano il centinaio ed è esaurita ogni attività produttiva. Se ne va con Raffaele Magurno un grande ed intelligente lavoratore, un nobile militante veramente Socialista, un padre perfetto. Nella foto in alto vediamo Raffaele Magurno con l’amatissima moglie Maria Bonanata. Germana per la mamma deceduta il 15 dicembre foto di Claudio Francesco Manco Salvatore Magurno detto u’ rùss’ Raffaele Magurno DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 7 l’Olmo Dicembre 2015 • satira, poesia, ricordi • 6 NATAL’,TANN’ E MMO’ Diana ha detto addio al sole. di Giovanni Grimaldi - 2015 di Franco Maiolino Nanna, Ògn’ tant’, s’assetta e mmi cunta... Cuntànn’ cuntànn’: U Natàl’ d’aguànn’ Nò jè ccùm’ aTànn’. Mò jè cchiù ssignùr’: vitrin’ cchi lùc’ di tant’ culùr’… All’ timp’ d’u DUC’ Nimmin’ I vitrin’! U Bàbb’ Natàl’ Ti porta rrigàl’: rillògg’ , ricchjn’, anill’ framànt’ ccu ssùp’u Brillànt’! A Bbefana d’aguànn’ Nò jè ccùm’aTann’... Sta Vecchia ccà scupa, ca scinna da sùpa, ti porta Trenin’, TricÌcl’ a mmutùr’, a Barbie in piscina, Ttvvi a cculùr’, Giacciin’ fiirmàt’ Da Gianni Versace, asclusivàt’ e di pella viràc’. Scarpùn’ di gùmma, magliètt’ ccu stemma, e tànt’ di bull’ d’arit’ u cùll’! U Natàl’ di Tànn’ Nò jè ccum’aguànn’.... Stu vicchj ccà cista, nimmìn’ di vista sapis’ ca cc’era! Aspittàs’ a Befana, ti sumàs’‘ndù scùr’... e cchi truvàs’ ? Appicàt’ allù mùr’ Cavizitt’ pisànt’... E, tutt’ prijàt’, scartàs’,scartàs’... Caruvùn’ e tizzùn’, caruvùn’ e tizzùn’.... ‘mbunna,allà punta, caramèll’ allà menta, cumbitt’ a cannella e ttrì pastarèll’! Nu j ‘ditàl’ Ccu ll’àch’ e llù fìl’... Mò cc’è ricchezza E tant’ billizz’! Tànn’,ccu nnènt’ Jès’ cuntènt’! Il saluto al sole questa volta è stato quello di un addio definitivo. Diana Gnata nei giorni scorsi ci ha lasciato. Se ne sono accorti soltanto i suoi amici, perché la dipartita di questa nostra concittadina è avvenuta in maniera inusuale e soprattutto in un silenzio assoluto come quello che avvolgeva i momenti di meditazione durante gli esercizi di Yoga. Un nome da combattente e uno strano cognome che ricordava le sue origini istriane, nata a Fiume, acquisito da bambina lo stato di profuga, aveva vissuto e lavorato in Campania, prima di trasferirsi a Diamante una ventina di anni fa. Ho avuto il piacere di conoscerla al suo arrivo e di apprezzarne lo stile di vita e la profonda cultura che spaziava a trecentosessanta gradi dalla filosofia all’arte, dalla poesia alla natura, dalla musica al cinema, passando per un impegno civico e sociale che l’ha vista presente nelle battaglie ambientaliste, per i diritti umani, per i diritti delle donne. Dotata di grande sensibilità e di raro gusto estetico, mia vicina di casa per tanti anni, mi avvertiva della sua presenza con le note di una musica celtica o provenzale che diffondeva nei vicoli del centro storico quando il rock dei locali estivi lo permetteva. Non risparmiava critiche al mio operare amministrativo, critiche che avanzava con convinte argomentazioni e soprattutto con molto garbo. Era una donna combattiva che aveva saputo coniugare alcuni aspetti di una vita certamente non convenzionale con alcuni valori universali primo fra tutti quello della famiglia i cui legami dai nipoti alla vecchia madre sono stati straordinariamente intensi. Non convenzionale è stata anche la sua battaglia con la malattia che ha sempre affrontato con dignità e con grande consapevolezza aiutata da una concezione della vita, e forse della morte, fortemente intrisa di una catarsi esistenziale che affonda le sue origini nei sentieri delle filosofie orientali che aveva percorso in lungo e in largo. Se ne è andata con grande stile, non so se abbia saputo dell’assoluzione di Erri De Luca, non so se saprà che le sue allieve di Yoga la ricorderanno con un omaggio al sole, non so se le farà piacere sapere che i libri di Grosmann e di Cortazar che mi ha regalato lo scorso natale, sono sulla mensola dei miei libri preferiti, non so se sarà contenta di sapere che a Diamante, nonostante non ci siano stati né un funerale né annunci funebri, sono in tanti a ricordarla. Personaggi storici visti da Salvatore Marra il Ring di ENZO RUIS Io sono Ugo Grimaldi ( 19652007) Io sono i giorni che nascono alla settimana. Io sono l’ultimo sopravvissuto Di una stirpe mai esistita. Io sono… Ciò che voi state Aspettando da sempre ! 11 • scout • Dicembre 2015 l’Olmo Benvenuti nella Grande Famiglia Scout.... Perché si decide di avvicinarsi da adulti allo scoutismo? Se a ottobre lo aveste chiesto a Biagio, Francesco o Flavia probabilmente vi avrebbero risposto per seguire i nostri figli. In che senso? Se ci si sofferma a vedere i propri figli, riunione dopo riunione, incontro dopo incontro, che tornano a casa felici per ciò che hanno fatto oppure che non vedono l’ora di raccontarti un aneddoto oppure di fare una nuova esperienza, una nuova uscita con il proprio Fazzolettone al collo, vi accorgerete che un briciolo di curiosità invade i vostri pensieri. Poi a volte capita di ritrovarsi con gli amici fuori e dare una mano al branco o al reparto che mentre stanno facendo un uscita o durante il campo estivo hanno un problema e si cerca di dare una mano ….. magari mentre si è lì si butta anche un po’ l’occhio sui propri figli e sugli altri ragazzi che si divertono o che sono impegnati nelle loro attività, che scoprono cose nuove, o magari che cantano seduti attorno ad un bel fuoco e vedi il loro entusiasmo e poi alla fine della giornata ci si scontra con gli occhi stanchi ma nello stesso tempo scintillanti per le soddisfazioni raccolte o ci si sofferma a guardare la sua forza e la sua voglia di sorridere proprio come gli stessi ragazzi e la voglia di raccontare su come stanno crescendo. Ed ecco allora che in una sera, un po’ titubante, ci si ritrova a cercare i capi gruppo e la Co.Ca. dei vostri figli, a chiedere loro cosa si deve fare per fare lo scout. E li vedete sorridere sotto i baffi… ma nello stesso tempo senti il calore dell’accoglienza come in una grande Famiglia Felice. A questo punto E ci si ritrova seduti in cerchio in una chiacchierata con i capi, in perfetto stile scout, quella che noi chiamiamo Comunità Capi, e si inizia a leggere uno “strano” documento chiamato Patto Associativo, poi si continua a parlare di metodo scout, di associazione, di strumenti e…….. senza quasi neppure accorgersene ci si ritrova ad ascoltare il capo reparto in una riunione con i ragazzi o ancora ci si ritrova seduti a terra nella tana del branco ad ascoltare Akela con i suoi racconti. Di lì a poco accade una cosa “strana”… ….ci si ritrova in un prato davanti ad un bel fuoco ed ecco che la Co.Ca. ti accoglie. Così si inizia ad incontrarsi più costantemente con gli altri adulti per comunità capi, per discutere del gruppo, dei ragazzi, per programmare, per confrontarsi su educazione e rapporto capo-ragazzo… E poi il sabato alle riunioni All’inizio tutto può sembrare strano, si sente il peso della responsabilità, gli occhi dei ragazzi che ti scrutano, la curiosità di sapere cosa penseranno i ragazzi… … ma poi ….. loro sono lì, e siccome al collo è sempre presente quel fazzolettone che ricorda l’appartenenza al gruppo quello stesso fazzolettone che è al collo di tutti i ragazzi , in un attimo ci si sente già uno di loro. Ecco che si inizia a giocare assieme, iniziano ad avvicinarsi, a chiedere consigli, a fare tante domande a cui, magari, in quel momento non si riesce neppure a dare una risposta concreta (sempre per la paura di sbagliare)o ancora “peggio”, eccoli lì a chiedere come si fa una legatura quadra.. E si vorrebbe solo rispondere: e io che ne so????? Invece ecco che, appena si riesce a sfuggire dagli occhi indiscreti, si corre ai ri- pari, si inizia chiedere al capo più esperto, si affronta la fornitissima biblioteca del gruppo, si passi il proprio tempo libero su internet con la voglia di ritornare alla riunione della prossima settimana con la voglia di vedere i ragazzi stupiti! Questo perché dobbiamo essere noi i primi a dare l’esempio. Ma ad un certo punto ecco che la propria Comunità Capi propone la partecipazione al CFT…CF cosa?? Si inizia a pensare che si è entrati da meno di un mese, e già bisogna programmare un paio di giorni di ferie per un campo di formazione. Sti scout! Poi, però, al campo ci si va, ed alla fine ci si diverte pure! Si offre la possibilità di conoscere altri che hanno appena intrapreso questo cammino ed allora si inizia a capire qualcosa in più di associazione e metodo. Per non parlare del rientro, si ritorna davvero carichi!!! Allora si aspettano le riunioni quasi con la stessa trepidazione dei propri figli, ci si butta in pieno nella preparazione dell’uscita del Branco, del campo invernale o della route, si inizia a fare strada e servizio assieme ai ragazzi, e si iniziano ad apprezzare i giochi, le veglie, i fuochi e…… Ed è così che decidi… di fare la promessa. La comunità capi con gioia prepara una veglia d'armi, come si faceva per gli antichi cavalieri, sul senso dello scoutismo, sulla promessa, l’onore, il servizio. Racconti, Preghiere, gesti, simboli… e poi il deserto, ultimi minuti prima di mettersi davanti alla propria comunità, che aspetta, in perfetta uniforme, magari, sotto un cielo pieno di stelle scintillanti e con quella leggera brezzolina che viene dal mare. Il capo gruppo che ad uno ad uno saluta e domanda cosa chiedi…… …… ed emozionati si risponde “di fare la Promessa”. … con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore… E poi ecco che tutto diventa finalmente chiaro, non si è lì per fare lo scout, ma per essere scout! Di li a poco ci si ritrova con una fazzolettone al collo segno di appartenenza al gruppo. Ecco che inizia un vero e proprio tirocinio. E così, in uno scenario come pochi perché da un lato c’era il nostro meraviglioso mare, dall’altro lo scorcio dei ruderi di Cirella e sulle nostre teste uno splendido cielo stellato, Flavia, Franco e Biagio, la notte tra il 18 ed il 19 novembre, hanno pronunciato la loro promessa, apponendo il giglio sul cuore lasciandosi festeggiare dalla loro “nuova famiglia”, che già aveva preparato qualcosa di buono da mangiare attorno ad un bel fuoco. Quello che è successo quella sera, le foto del breve ma già intenso cammino fatto insieme, sono già “storia” per il Gruppo Diamante 1, ma tanti saranno ancora i sogni da dover realizzare. Fratelli tra fratelli. E ora, provate a chiederglielo Voi a Flavia, Franco e Biagio, oggi, perché scegliere di essere scout Adulti!?! Buona caccia, Buon Sentiero e Buona strada….. Giambattista – Capogruppo Diamante 1 DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 8 l’Olmo Dicembre 2015 • l’olmo dei ragazzi • 10 Tra i murales con i ragazzi • pranzo di natale 7 • Dicembre 2015 l’Olmo A Diamante il pranzo di Natale si fa così di Lily Genovese La mattina del 27 ottobre, la classe terza A della scuola secondaria di primo grado dell'Istituto “san Giovanni Bosco” di Diamante, è andata a vedere i nuovi murales che alcuni artisti hanno dipinto recentemente sui muri del centro storico della città, accompagnata da una guida residente in questo paese che ha spiegato, minuziosamente, prima di tutto la tecnica del murale, che consiste nel dipinto di una parete esterna asciutta, e poi il significato dei singoli murales. Il primo murale presentato è stato quello nella via adiacente alla piazzetta San Biagio. È un disegno di donna che si sgretola in petali e sopra c'è scritto: “solo la donna può trasformare la fragilità in forza”. Una frase significativa nella società di oggi, dove la donna, in molti casi, viene trattata solo come un oggetto. Successivamente viene descritto un murale riguardante la forza della natura. Vi è rappresentato il mare agitato, nel momento in cui l'onda si infrange sugli scogli. Questo dipinto vuole far capire la potenza della natura che riesce a fare cose incredibili, nonostante l'uomo cerchi di metterle un freno. La terza visita riguarda, invece, un mosaico, uno tra i più grandi in Italia. In alto sono rappresentati dei graffiti paleolitici, più in basso, tre segni che rappresentano i tre clan che abitavano Buonvicino e che hanno definito il nome del paesino di montagna: infatti, queste tre clan si unirono e diventarono “buoni-vicini”. Abbassando ulteriormente lo sguardo, si vede una raffigurazione di Cirella (fraz. Diamante). E infine nella parte inferiore la stessa Diamante, rappresentata come un diamante prezioso circondato da case e appeso ad un filo rosso che rappresenta la precarietà. Sopra, è stata aggiunta, in seguito,il mosaico della Madonna Immacolata, protettrice del paese. Nel prossimo murale è raffigurata la primavera nell'ottica dell'artista. Nel cielo notturno ci sono due nuvole e una luna, che formano rispettivamente due occhi e una bocca sorridente. Il tema della primavera è ripreso nei fiori dipinti sulle colline. Intorno è scritta una poesia: “Silenzio nella notte! La primavera esplode all'improvviso i boccafiori assetati attendono. Vanno i semi alla conquista mentre cercano goffi, di sfuggire alla rugiada che cade luna. Soffia il tiepido vento sulle fredde nevi che impaurite scompaiono. La terra divora i suoi colori mentre le occhistelle rimangono a guardare.” Essendo un paese di mare, non poteva certo mancare il murale dei pescatori. Esso è curato fin nei minimi dettagli, in modo da sembrare una finestra, dalla quale si vede l'interno della casa di un pescatore che aggiusta le sue reti. Un altro murale rappresenta un viso immerso in un mare multicolore. Esso sta a significare la volontà dell'artista brasiliana di rappresentare quell'immagine che era stata suscitata dal suo mare brasiliano, infatti i colori dell'acqua nel dipinto sono quelli della bandiera del Brasile con una prevalenza di blu. Tuttavia in questo paesino l'usanza dei murales non è nuova. Infatti gli ultimi cinque murales visitati appartengono ad una produzione precedente. In uno di questi vi è raffigurato un momento della guerra: il ratto delle donne a Cirella. Un altro, uno tra i primi dipinti, narra l'accordo tra Evasio Pascale, il sindaco di Diamante dell'epoca, e Nani Razzetti per ornare il paese con questi murales. Sullo sfondo a destra ci sono degli artisti con delle impalcature che iniziano i primi dipinti, mentre sullo sfondo a sinistra ci sono dei pescatori stupiti e increduli degli artisti. Il murale del Gigante appunto riguarda un grande uomo con in braccio un ragazzo morto e ai suoi piedi la madre stravolta dal dolore. Esso rappresenta il dolore delle perdite in guerra, identificata appunto nella figura del gigante. Sebbene paese di mare, la coltivazione della terra non è tralasciata, infatti un altro murale raffigura un contadino che con dedizione lavora la terra. Ricco di significati è l'ultimo murale visitato. In esso, infatti, sono rappresentate due figure umane dotate di ali che strizzano la Calabria. Da essa gocciola l'essenza della regione stessa, che ricade su tre rappresentazioni: il potere religioso, il potere politico e il potere mafioso. In basso a sinistra sono presenti dei libri, similitudine della gente colta, e un asino, simbolo della povera gente che non ha potuto avere istruzione. Al centro vi è una rappresentazione del popolo, attraverso l'immagine di una contadina stanca della poca considerazione del governo. Questa uscita è stata molto istruttiva per i ragazzi che spesso si ritrovano davanti ai murales senza capire quanto profondo sia il loro significato. Essi, infatti, non comprendono il lavoro dell'artista e la sua interpretazione e così lasciano spazio solo alle critiche nei confronti di quei murales che presentano una pittura scrostata. Spesso i primi vandali sono proprio i giovani che non trattano gli affreschi con il dovuto rispetto. Forse, ora, avranno capito quanta cura bisogna dedicarli e il prossimo murale non passerà inosservato, ma sarà soggetto ad un'interpretazione di uno di quei ragazzi della terza A. TAGLIERINI ALL’ASTICE Si puliscono gli astici (la porzione è di uno per due persone), si dividono in due parti e si rompono le chele con una pinza in più punti, in modo tale che il sughetto vi entri dentro. Si mettono in una pentola larga con l’olio e l’aglio e si fanno soffriggere per pochi minuti, si aggiunge un bicchiere di vino bianco e si fa evaporare. Si aggiungono i pomodori a pezzetti, il prezzemolo tritato, il sale, un pizzico di pepe bianco e si lascia cuocere a fuoco lento per una ventina di minuti circa. Nel frattempo si preparano i taglierini di pasta fresca: si dispone la farina a fontana (350 gr. va bene per 4/5 persone) vi si aggiungono 4 uova, un pizzico di sale ed acqua quanto basta per formare un composto solido. Si lascia riposare per circa dieci minuti, si formano, con il matterello o con la macchina per la pasta, delle sfoglie di 3-4 millimetri; si tagliano i taglierini a mano arrotolando le sfoglie o con la macchina. Si fanno cuocere in acqua bollente salata, si scolano al dente e si fanno insaporire i taglierini nel sugo preparato. Si dispongono su un piatto da portata, spolverizzandoli con prezzemolo tagliato finemente, affiancati dai pezzi di astice.(Se si usa la pescatrice o il coccio, si pulisce il pesce, si fa a pezzi e si lascia cuocere per una mezz’oretta. I taglierini infine si insaporiscono nel sugo preparato, mettendo da parte il pesce ed affiancandolo solo alla fine alla pasta preparata). RISOTTO ALLA PESCATORA Si prepara innanzitutto il brodo di pesce: in una pentola si mettono circa 500 gr. di pesci del tipo scorfano, lucerna ecc. con una cipolla, una carota, un po’ di prezzemolo, un pizzico di sale e si ricopre il tutto con acqua. Sa fa cuocere per una trentina di minuti; successivamente si scolano i pesci e si filtra il brodo per eliminare le lische. Si lavano nel frattempo le vongole e le cozze, si mettono in una padella e si lasciano aprire a fuoco moderato. Si sgusciano i gamberetti, si puliscono i polipetti e si fanno rosolare entrambi in un’ampia padella con l’olio, il sale ed il pepe. Si sollevano dall’olio e si mettono da parte. Nella stessa padella con l’olio precedentemente usato per la cottura dei gamberetti e dei polipetti, si aggiunge qualche noce di burro, una cipolla tagliata finemente e dell’aglio. A fuoco vivo si ag- giunge il riso (la porzione è un paio di tazzine da caffè cadauno), si mescola e dopo un paio di minuti si bagna con del vino bianco. Si aggiunge di tanto in tanto un mestolo di brodo e si mescola lentamente fino a quando il riso risulta molto al dente. Vi si uniscono le vongole, le cozze, i gamberetti ed i polipetti. Si fa mantecare con un’altra noce di burro e del prezzemolo tritato. “STUFATILL D’ BACCALA’ E VERZA” Se comprate il baccalà sotto sale, tagliatelo a pezzi ed immergetelo in un contenitore nel quale lascerete scorrere l’acqua corrente per due o tre giorni in modo tale da dissalarlo e farlo ammollare. Preparate il sughetto facendo soffriggere mezza cipolla nell’olio; quando è imbiondita aggiungete la salsa di pomodoro, il sale, il prezzemolo tritato, il peperoncino ed i peperoni secchi frantumati. Fate insaporire per circa cinque minuti, aggiungete un bicchiere di acqua tiepida e lasciate cuocere a fiamma lenta per altri dieci minuti. Unite i pezzi di baccalà e fate cuocere lentamente per circa mezz’ora. Lessate la verza e conditela con il sugo del baccalà precedentemente preparato. Servite il tutto con pane casereccio abbrustolito. POLIPETTI ALLA LUCIANA… Si fanno a pezzi i polipi, si soffriggono con l’olio e l’aglio, vi si aggiungono i pomodori maturi spellati e tagliati a pezzetti, il prezzemolo, il sale ed un peperoncino. Dopo circa cinque minuti di cottura si aggiunge un bicchiere di acqua calda e si lasciano cuocere a fuoco lento il tempo che basta affinché risultino teneri. SEPPIE RIPIENE Si comprano le seppie (possibilmente di piccolo taglio), si lavano per bene e si asciugano. Nel frattempo si sbriciola un po’ di mollica di pane raffermo in un recipiente e si aggiunge un pizzico di sale, un cucchiaio di olio, un po’ di aglio sminuzzato, il prezzemolo tritato ed i tentacoli delle seppie, tagliati a pezzetti. Si mescola il tutto e con il composto preparato si riempiono le seppie, chiudendole in fine con degli stuzzicadenti. Si prende poi un tegame antiaderente, vi si dispongono le seppie con un po’ di olio, uno spicchio d’aglio e si lasciano soffriggere, si aggiunge un bicchiere di vino bianco e si lascia evaporare. Si ag- giungono dei pomodorini fatti a pezzetti, un po’ di prezzemolo, un pizzico di sale e di pepe nero. Si fanno cuocere per una mezz’oretta a fuoco lento e comunque finchè si riducono all’olio. FRITTURA DI PESCE Comprate dei pesciolini di paranza: merluzzetti, trigliette, gamberi e calamari. Lavateli, puliteli ed immergeteli per circa mezz’ora in un recipiente con acqua e ghiaccio. Questo procedimento farà in modo che la frittura risulti croccante. Scolateli, asciugateli velocemente con un canovaccio, infarinateli e friggeteli in olio bollente. Disponeteli su carta assorbente e spolverizzateli con del sale. “SAUZA” DI ZUCCHINE DELLA NONNA ELSA Si prendono delle zucchine, si tagliano a fette nel senso della lunghezza, dopo aver eliminato la polpa interna e si mettono ad essiccare al sole per circa venti giorni. Una volta essiccate si fanno bollire per cinque minuti, si mettono in un recipiente con acqua fresca, si scolano e si strizzano. Si passano nella farina, si friggono in olio bollente e si dispongono su un piatto da portata. Si condiscono con aglio, aceto e menta, si fanno raffreddare e si usano come contorno nei pranzi delle feste di Natale. ZAMPONE E LENTICCHIE Prendete una pentola, versateci le lenticchie, una carota, un gambo di sedano, una foglia di alloro, due o tre pomodorini, qualche foglia di prezzemolo, mezza cipolla, un pizzico di sale ed un paio di cucchiaini di olio. Coprite con acqua e lasciate cuocere per circa tre quarti d’ora. Nel frattempo fate bollire in una pentola lo zampone, senza togliere il suo involucro, per una decina di minuti. Toglietelo dalla carta che lo avvolge ed affettatelo. Versate le lenticchie su un vassoio da portata e disponeteci sopra le fette di zampone. “CHINOLE E CANNARICOLI DELLA TRADIZIONE DIAMANTESE” 1,2 kg di farina, 1 kg di castagne (cotte in forno), 500 gr. di cioccolato fondente, una bustina di cannella, una bustina di chiodi di garofano, 1 lt di vino moscato, 500 ml di olio di oliva, 1 lt di olio per friggere, 200 gr di caffè, un bicchiere di liquore “Strega” 3 o 4 cucchiai di zucchero, 1 lt di miele di fichi (o di api se lo preferite), 2 o 3 scorze di mandarino. Per il ripieno: il giorno prima della preparazione delle “chinole”, si sbucciano le castagne precedentemente cotte in forno e si mettono a bagno in acqua per una notte. Il giorno dopo si spellano e si mettono a bollire, si passano nel passatutto ancora calde e si lasciano raffreddare. Nel frattempo si prepara una macchinetta grande di caffè. Si prende una pentola, si taglia a pezzi il cioccolato fondente, si versa sopra il caffè caldo, si pone sul fornello a fiamma bassa ed, aggiungendo poco alla volta il passato di castagne, si mescola dolcemente. Si toglie dal fuoco, vi sia aggiunge la cannella ed i chiodi di garofano (macinati freschi), mezzo bicchiere di Strega , 3 o 4 cucchiai di zucchero, si mescola ottenendo un composto morbido e si lascia riposare. Nel frattempo si prepara la sfoglia: si mettono a bollire in una pentola quattro mestoli di vino moscato, due mestoli di olio, due scorze di mandarino e si fa scaldare qualche minuto sui fornelli. Nel frattempo che si raffredda, si setaccia in un recipiente la farina e pian piano vi si aggiunge lo sciroppo preparato, dopo aver eliminato le scorze di mandarino. Il composto deve risultare morbido ma consistente. Si avvolge in un panno inumidito. Si prende la macchina per la pasta e si tirano delle sfoglie sottili, si ricavano da esse dei dischi aiutandosi con un piattino da caffè. Con un cucchiaino si riempiono con la crema di cioccolata precedentemente preparata, facendo attenzione che questa risulti morbida, altrimenti si può ammorbidire con un po’ di caffè ed un po’ di Strega. Si chiudono come se fossero dei sofficini aiutandosi con una rotellina a zig zag. Si friggono con molta delicatezza in abbondante olio di semi e si pongono su carta assorbente. In fine si prende il miele, si mette in una padella e si scalda sui fornelli per pochi istanti (se risulta troppo denso si può diluire con un po’ di acqua). Vi si passano a fuoco lento le chinole fritte, si mettono in un vassoio e si cospargono di zucchero semolato, cannella e chiodi di garofano macinati al momento. Con il resto della pasta rimasta, si preparano i “cannaricoli”, dandogli il formato degli gnocchi, friggendoli e passandoli nel miele. Le “chinole” fanno ottima figura se servite agli ospiti disposte singolarmente su foglie di cedro. UN SINCERO AUGURIO A TUTTI DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 9 l’Olmo Dicembre 2015 • natale • 8 • 9 natale • Dicembre 2015 l’Olmo Natale è...... Attività Natalizie: Dal 16 al 23 dicembre ore 17.00: Santo Rosario – e Santa Messa; ore 18.00:Novena del Santo Natale Venerdì 18 dicembre ore 18.00: “A Natale puoi…”(Ensamble di canti, suoni, colori, parole ed altro a cura dell’Oratorio “U Sciabachill’”) 19 dicembre ore 18.30 (Chiesa Madre): Recita natalizia della Scuola Materna Immacolata Concezione Giovedì 24 dicembre ore 23.30: Ufficio delle Letture e Santa Messa della Notte di Natale Venerdì 25 dicembre: SS.Messe come la domenica Sabato 26 dicembre ore 18.30: Tombolata all’aperto al suon di musica e gustando “grispell’” e musica….” (Caritas) Domenica 27 dicembre: Festa della Santa Famiglia Martedì 29 dicembre: Concerto di Natale a cura delle “Voci Bianche e Verdi Note” Giovedì 31 dicembre 0re 17.00: S. Messa di fine anno e Te Deum di ringraziamento Venerdì 1 Gennaio: SS.Messe come la domenica Martedì 6 gennaio: SS.Messe come la domenica e ore 15.00: Baby Befana Tombolata (Lungomare) L'Assessore alla Cultura Franco Maiolino, a nome dell’Amministrazione Comunale, rivolge il suo plauso e le sue felicitazioni alla giovane studentessa Daniela Maiolino, di 13 anni, che con un suo testo ha consentito all'Istituto Comprensivo Diamante Buonvicino di figurare tra le scuole vincitrici del concorso nazionale "Scrivi Il ragazzo invisibile 2". Daniela Maiolino è risultata la prima classificata dei tre vincitori per le scuole secondarie di I grado. Un esito di grande importanza poiché a designare i vincitori è stata una giuria presieduta dal regista, premio Oscar , Gabriele Salvatores e composta dagli sceneggiatori e dai produttori del film "Il ragazzo invisibile". I giurati hanno dovuto scegliere tra gli oltre 4500 elaborati raccolti nell’ambito di un progetto nazionale che ha visto più di 18.000 studenti, delle scuole primarie a secondarie di I e II grado, partecipare alla visione del "Il ragazzo invisibile". Dopo la visione del film, gli studenti sono stati invitati a scrivere, sotto forma di racconto, la storia del sequel: "Il ragazzo invisibile 2". Le scuole cui appartengono i tre primi classificati, tra le quali come detto l'Istituto Comprensivo di Diamante, si sono aggiudicate un buono di 5.000 euro di spesa da investire in prodotti e corsi per incentivare la didattica del cinema nelle classi. Per i ragazzi che si sono affermati, premi altrettanto importanti: Daniela Maiolino, in particolare, si è aggiudicata un'esperienza sul set della prossima produzione di Indigo Film. L’assessore Maiolino così commenta la notizia: « Va rivolto un plauso, che non vuole essere assolutamente formale, alla nostra giovane concittadina che con la sua creatività ha ottenuto un risultato straordinario, sancito da una giuria presieduta da uno dei i più grandi registi del nostro cinema: Gabriele Salvatores. Daniela, che oltretutto è figlia di una delle più preziose collaboratrici dei Servizi Sociali del nostro Comune la dott.ssa Enrichetta Tricanico, con il suo talento sfata una immagine negativa che vuole i nostri ragazzi poco creativi e troppo assorbiti dai social e dal virtuale. in questo senso va riconosciuto il lavoro svolto dal nostro Istituto Comprensivo, che ha offerto a Daniela e ai suoi compagni gli strumenti necessari per sviluppare le su doti e la sua inventiva ». L’Assessorato alla Cultura del Comune di Diamante Se qualcuno ti dicesse: “hai solo nove giorni per prepararti alla festa di Natale? Tu che cosa faresti?” Hai due possibilità: percorrere la via esteriore e appariscente o quella essenziale. La prima ti fa correre da una parte all’altra alla ricerca di luci, di regali, a muovere con rapidità le dita sul telefonino per scrivere messaggi augurali da inviare perché è giusto, è bello dare visibilità alla festa e coltivare le relazioni familiari e amicali. Tutto fatto! Arrivi alla notte di Natale: il presepe e/o l’albero sono pronti, i regali sono stati comprati, la cena in famiglia è completa di tutto, compreso la musica, la tombolata e “qualche buona azione”. Ti invito a pensare se ti sei dimenticato di qualcosa o di qualcuno. E tu magari dici: ho pensato proprio a tutto e a tutti. Che bel Natale quest’anno! Scusami se ti ricordo che Natale prima di tutto è una festa che ha come fondamento la fede. E’ una festa cristiana. Allora: hai messo al centro Gesù che vuole vivere dentro di te e nella tua casa? Se mi dici che hai fatto il presepe, ti rispondo che non basta. Questo è solo un segno! Gesù vivo s’incontra diversamente. Come? Ci sono nove giorni nei quali ascoltare la Parola di Dio, pregare, riflettere e fare entrare la Luce dentro di te. C’è poi il bisogno vero di ritrovare te stesso nella tua interiorità: vatti a confessare; riempi la tua vita di Gesù che continua a nascere nella messa e fai comunione con Lui. A proposito non ti dispiaccia, la vigilia di Natale, lasciare tutto alle 23.30 (tavola da sparecchiare, compagnia ecc.) per correre nella tua chiesa parrocchiale a partecipare alla Santa Messa della notte. O forse hai dimenticato che è la festa di Gesù e quindi è Lui che bisogna andare ad accogliere ed incontrare? Questa è quella seconda via di cui ti parlavo all’inizio di questa riflessione e che fa la scelta dell’essenzialità. Si basa su tre riferimenti ben precisi, legati alla verità di questa Festa: 1) Devo cercare e incontrare Gesù, Colui che davvero mi salva e mi riempie di il cuore di gioia; 2) Devo cercare me stesso. L’ascolto, l’accoglienza della Parola che salva, la riflessione, il silenzio, la preghiera, il profondo desiderio di vivere il messaggio che Gesù mi consegna con la sua venuta, mi formano perché la mia persona sia un dono prezioso agli altri e alla società; 3) Devo incontrare il mondo che vivo e che mi circonda, avendo in me gli occhi, il cuore, le mani e i piedi di quel Gesù che duemila anni fa ha attraversato la Palestina e che oggi vuole continuare ad attraversare il mondo e la storia con me e servendosi di me. Beh! Se c’è questo fondamento, davvero Natale è un bel Natale e non si chiude nello spazio angusto di una notte e di un giorno. E’ la Festa della Vita! Auguri a tutti e che sia “il Natale del Signore Gesù con noi!” Don Michele Coppa DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 8 l’Olmo Dicembre 2015 • l’olmo dei ragazzi • 10 Tra i murales con i ragazzi • pranzo di natale 7 • Dicembre 2015 l’Olmo A Diamante il pranzo di Natale si fa così di Lily Genovese La mattina del 27 ottobre, la classe terza A della scuola secondaria di primo grado dell'Istituto “san Giovanni Bosco” di Diamante, è andata a vedere i nuovi murales che alcuni artisti hanno dipinto recentemente sui muri del centro storico della città, accompagnata da una guida residente in questo paese che ha spiegato, minuziosamente, prima di tutto la tecnica del murale, che consiste nel dipinto di una parete esterna asciutta, e poi il significato dei singoli murales. Il primo murale presentato è stato quello nella via adiacente alla piazzetta San Biagio. È un disegno di donna che si sgretola in petali e sopra c'è scritto: “solo la donna può trasformare la fragilità in forza”. Una frase significativa nella società di oggi, dove la donna, in molti casi, viene trattata solo come un oggetto. Successivamente viene descritto un murale riguardante la forza della natura. Vi è rappresentato il mare agitato, nel momento in cui l'onda si infrange sugli scogli. Questo dipinto vuole far capire la potenza della natura che riesce a fare cose incredibili, nonostante l'uomo cerchi di metterle un freno. La terza visita riguarda, invece, un mosaico, uno tra i più grandi in Italia. In alto sono rappresentati dei graffiti paleolitici, più in basso, tre segni che rappresentano i tre clan che abitavano Buonvicino e che hanno definito il nome del paesino di montagna: infatti, queste tre clan si unirono e diventarono “buoni-vicini”. Abbassando ulteriormente lo sguardo, si vede una raffigurazione di Cirella (fraz. Diamante). E infine nella parte inferiore la stessa Diamante, rappresentata come un diamante prezioso circondato da case e appeso ad un filo rosso che rappresenta la precarietà. Sopra, è stata aggiunta, in seguito,il mosaico della Madonna Immacolata, protettrice del paese. Nel prossimo murale è raffigurata la primavera nell'ottica dell'artista. Nel cielo notturno ci sono due nuvole e una luna, che formano rispettivamente due occhi e una bocca sorridente. Il tema della primavera è ripreso nei fiori dipinti sulle colline. Intorno è scritta una poesia: “Silenzio nella notte! La primavera esplode all'improvviso i boccafiori assetati attendono. Vanno i semi alla conquista mentre cercano goffi, di sfuggire alla rugiada che cade luna. Soffia il tiepido vento sulle fredde nevi che impaurite scompaiono. La terra divora i suoi colori mentre le occhistelle rimangono a guardare.” Essendo un paese di mare, non poteva certo mancare il murale dei pescatori. Esso è curato fin nei minimi dettagli, in modo da sembrare una finestra, dalla quale si vede l'interno della casa di un pescatore che aggiusta le sue reti. Un altro murale rappresenta un viso immerso in un mare multicolore. Esso sta a significare la volontà dell'artista brasiliana di rappresentare quell'immagine che era stata suscitata dal suo mare brasiliano, infatti i colori dell'acqua nel dipinto sono quelli della bandiera del Brasile con una prevalenza di blu. Tuttavia in questo paesino l'usanza dei murales non è nuova. Infatti gli ultimi cinque murales visitati appartengono ad una produzione precedente. In uno di questi vi è raffigurato un momento della guerra: il ratto delle donne a Cirella. Un altro, uno tra i primi dipinti, narra l'accordo tra Evasio Pascale, il sindaco di Diamante dell'epoca, e Nani Razzetti per ornare il paese con questi murales. Sullo sfondo a destra ci sono degli artisti con delle impalcature che iniziano i primi dipinti, mentre sullo sfondo a sinistra ci sono dei pescatori stupiti e increduli degli artisti. Il murale del Gigante appunto riguarda un grande uomo con in braccio un ragazzo morto e ai suoi piedi la madre stravolta dal dolore. Esso rappresenta il dolore delle perdite in guerra, identificata appunto nella figura del gigante. Sebbene paese di mare, la coltivazione della terra non è tralasciata, infatti un altro murale raffigura un contadino che con dedizione lavora la terra. Ricco di significati è l'ultimo murale visitato. In esso, infatti, sono rappresentate due figure umane dotate di ali che strizzano la Calabria. Da essa gocciola l'essenza della regione stessa, che ricade su tre rappresentazioni: il potere religioso, il potere politico e il potere mafioso. In basso a sinistra sono presenti dei libri, similitudine della gente colta, e un asino, simbolo della povera gente che non ha potuto avere istruzione. Al centro vi è una rappresentazione del popolo, attraverso l'immagine di una contadina stanca della poca considerazione del governo. Questa uscita è stata molto istruttiva per i ragazzi che spesso si ritrovano davanti ai murales senza capire quanto profondo sia il loro significato. Essi, infatti, non comprendono il lavoro dell'artista e la sua interpretazione e così lasciano spazio solo alle critiche nei confronti di quei murales che presentano una pittura scrostata. Spesso i primi vandali sono proprio i giovani che non trattano gli affreschi con il dovuto rispetto. Forse, ora, avranno capito quanta cura bisogna dedicarli e il prossimo murale non passerà inosservato, ma sarà soggetto ad un'interpretazione di uno di quei ragazzi della terza A. TAGLIERINI ALL’ASTICE Si puliscono gli astici (la porzione è di uno per due persone), si dividono in due parti e si rompono le chele con una pinza in più punti, in modo tale che il sughetto vi entri dentro. Si mettono in una pentola larga con l’olio e l’aglio e si fanno soffriggere per pochi minuti, si aggiunge un bicchiere di vino bianco e si fa evaporare. Si aggiungono i pomodori a pezzetti, il prezzemolo tritato, il sale, un pizzico di pepe bianco e si lascia cuocere a fuoco lento per una ventina di minuti circa. Nel frattempo si preparano i taglierini di pasta fresca: si dispone la farina a fontana (350 gr. va bene per 4/5 persone) vi si aggiungono 4 uova, un pizzico di sale ed acqua quanto basta per formare un composto solido. Si lascia riposare per circa dieci minuti, si formano, con il matterello o con la macchina per la pasta, delle sfoglie di 3-4 millimetri; si tagliano i taglierini a mano arrotolando le sfoglie o con la macchina. Si fanno cuocere in acqua bollente salata, si scolano al dente e si fanno insaporire i taglierini nel sugo preparato. Si dispongono su un piatto da portata, spolverizzandoli con prezzemolo tagliato finemente, affiancati dai pezzi di astice.(Se si usa la pescatrice o il coccio, si pulisce il pesce, si fa a pezzi e si lascia cuocere per una mezz’oretta. I taglierini infine si insaporiscono nel sugo preparato, mettendo da parte il pesce ed affiancandolo solo alla fine alla pasta preparata). RISOTTO ALLA PESCATORA Si prepara innanzitutto il brodo di pesce: in una pentola si mettono circa 500 gr. di pesci del tipo scorfano, lucerna ecc. con una cipolla, una carota, un po’ di prezzemolo, un pizzico di sale e si ricopre il tutto con acqua. Sa fa cuocere per una trentina di minuti; successivamente si scolano i pesci e si filtra il brodo per eliminare le lische. Si lavano nel frattempo le vongole e le cozze, si mettono in una padella e si lasciano aprire a fuoco moderato. Si sgusciano i gamberetti, si puliscono i polipetti e si fanno rosolare entrambi in un’ampia padella con l’olio, il sale ed il pepe. Si sollevano dall’olio e si mettono da parte. Nella stessa padella con l’olio precedentemente usato per la cottura dei gamberetti e dei polipetti, si aggiunge qualche noce di burro, una cipolla tagliata finemente e dell’aglio. A fuoco vivo si ag- giunge il riso (la porzione è un paio di tazzine da caffè cadauno), si mescola e dopo un paio di minuti si bagna con del vino bianco. Si aggiunge di tanto in tanto un mestolo di brodo e si mescola lentamente fino a quando il riso risulta molto al dente. Vi si uniscono le vongole, le cozze, i gamberetti ed i polipetti. Si fa mantecare con un’altra noce di burro e del prezzemolo tritato. “STUFATILL D’ BACCALA’ E VERZA” Se comprate il baccalà sotto sale, tagliatelo a pezzi ed immergetelo in un contenitore nel quale lascerete scorrere l’acqua corrente per due o tre giorni in modo tale da dissalarlo e farlo ammollare. Preparate il sughetto facendo soffriggere mezza cipolla nell’olio; quando è imbiondita aggiungete la salsa di pomodoro, il sale, il prezzemolo tritato, il peperoncino ed i peperoni secchi frantumati. Fate insaporire per circa cinque minuti, aggiungete un bicchiere di acqua tiepida e lasciate cuocere a fiamma lenta per altri dieci minuti. Unite i pezzi di baccalà e fate cuocere lentamente per circa mezz’ora. Lessate la verza e conditela con il sugo del baccalà precedentemente preparato. Servite il tutto con pane casereccio abbrustolito. POLIPETTI ALLA LUCIANA… Si fanno a pezzi i polipi, si soffriggono con l’olio e l’aglio, vi si aggiungono i pomodori maturi spellati e tagliati a pezzetti, il prezzemolo, il sale ed un peperoncino. Dopo circa cinque minuti di cottura si aggiunge un bicchiere di acqua calda e si lasciano cuocere a fuoco lento il tempo che basta affinché risultino teneri. SEPPIE RIPIENE Si comprano le seppie (possibilmente di piccolo taglio), si lavano per bene e si asciugano. Nel frattempo si sbriciola un po’ di mollica di pane raffermo in un recipiente e si aggiunge un pizzico di sale, un cucchiaio di olio, un po’ di aglio sminuzzato, il prezzemolo tritato ed i tentacoli delle seppie, tagliati a pezzetti. Si mescola il tutto e con il composto preparato si riempiono le seppie, chiudendole in fine con degli stuzzicadenti. Si prende poi un tegame antiaderente, vi si dispongono le seppie con un po’ di olio, uno spicchio d’aglio e si lasciano soffriggere, si aggiunge un bicchiere di vino bianco e si lascia evaporare. Si ag- giungono dei pomodorini fatti a pezzetti, un po’ di prezzemolo, un pizzico di sale e di pepe nero. Si fanno cuocere per una mezz’oretta a fuoco lento e comunque finchè si riducono all’olio. FRITTURA DI PESCE Comprate dei pesciolini di paranza: merluzzetti, trigliette, gamberi e calamari. Lavateli, puliteli ed immergeteli per circa mezz’ora in un recipiente con acqua e ghiaccio. Questo procedimento farà in modo che la frittura risulti croccante. Scolateli, asciugateli velocemente con un canovaccio, infarinateli e friggeteli in olio bollente. Disponeteli su carta assorbente e spolverizzateli con del sale. “SAUZA” DI ZUCCHINE DELLA NONNA ELSA Si prendono delle zucchine, si tagliano a fette nel senso della lunghezza, dopo aver eliminato la polpa interna e si mettono ad essiccare al sole per circa venti giorni. Una volta essiccate si fanno bollire per cinque minuti, si mettono in un recipiente con acqua fresca, si scolano e si strizzano. Si passano nella farina, si friggono in olio bollente e si dispongono su un piatto da portata. Si condiscono con aglio, aceto e menta, si fanno raffreddare e si usano come contorno nei pranzi delle feste di Natale. ZAMPONE E LENTICCHIE Prendete una pentola, versateci le lenticchie, una carota, un gambo di sedano, una foglia di alloro, due o tre pomodorini, qualche foglia di prezzemolo, mezza cipolla, un pizzico di sale ed un paio di cucchiaini di olio. Coprite con acqua e lasciate cuocere per circa tre quarti d’ora. Nel frattempo fate bollire in una pentola lo zampone, senza togliere il suo involucro, per una decina di minuti. Toglietelo dalla carta che lo avvolge ed affettatelo. Versate le lenticchie su un vassoio da portata e disponeteci sopra le fette di zampone. “CHINOLE E CANNARICOLI DELLA TRADIZIONE DIAMANTESE” 1,2 kg di farina, 1 kg di castagne (cotte in forno), 500 gr. di cioccolato fondente, una bustina di cannella, una bustina di chiodi di garofano, 1 lt di vino moscato, 500 ml di olio di oliva, 1 lt di olio per friggere, 200 gr di caffè, un bicchiere di liquore “Strega” 3 o 4 cucchiai di zucchero, 1 lt di miele di fichi (o di api se lo preferite), 2 o 3 scorze di mandarino. Per il ripieno: il giorno prima della preparazione delle “chinole”, si sbucciano le castagne precedentemente cotte in forno e si mettono a bagno in acqua per una notte. Il giorno dopo si spellano e si mettono a bollire, si passano nel passatutto ancora calde e si lasciano raffreddare. Nel frattempo si prepara una macchinetta grande di caffè. Si prende una pentola, si taglia a pezzi il cioccolato fondente, si versa sopra il caffè caldo, si pone sul fornello a fiamma bassa ed, aggiungendo poco alla volta il passato di castagne, si mescola dolcemente. Si toglie dal fuoco, vi sia aggiunge la cannella ed i chiodi di garofano (macinati freschi), mezzo bicchiere di Strega , 3 o 4 cucchiai di zucchero, si mescola ottenendo un composto morbido e si lascia riposare. Nel frattempo si prepara la sfoglia: si mettono a bollire in una pentola quattro mestoli di vino moscato, due mestoli di olio, due scorze di mandarino e si fa scaldare qualche minuto sui fornelli. Nel frattempo che si raffredda, si setaccia in un recipiente la farina e pian piano vi si aggiunge lo sciroppo preparato, dopo aver eliminato le scorze di mandarino. Il composto deve risultare morbido ma consistente. Si avvolge in un panno inumidito. Si prende la macchina per la pasta e si tirano delle sfoglie sottili, si ricavano da esse dei dischi aiutandosi con un piattino da caffè. Con un cucchiaino si riempiono con la crema di cioccolata precedentemente preparata, facendo attenzione che questa risulti morbida, altrimenti si può ammorbidire con un po’ di caffè ed un po’ di Strega. Si chiudono come se fossero dei sofficini aiutandosi con una rotellina a zig zag. Si friggono con molta delicatezza in abbondante olio di semi e si pongono su carta assorbente. In fine si prende il miele, si mette in una padella e si scalda sui fornelli per pochi istanti (se risulta troppo denso si può diluire con un po’ di acqua). Vi si passano a fuoco lento le chinole fritte, si mettono in un vassoio e si cospargono di zucchero semolato, cannella e chiodi di garofano macinati al momento. Con il resto della pasta rimasta, si preparano i “cannaricoli”, dandogli il formato degli gnocchi, friggendoli e passandoli nel miele. Le “chinole” fanno ottima figura se servite agli ospiti disposte singolarmente su foglie di cedro. UN SINCERO AUGURIO A TUTTI DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 7 l’Olmo Dicembre 2015 • satira, poesia, ricordi • 6 NATAL’,TANN’ E MMO’ Diana ha detto addio al sole. di Giovanni Grimaldi - 2015 di Franco Maiolino Nanna, Ògn’ tant’, s’assetta e mmi cunta... Cuntànn’ cuntànn’: U Natàl’ d’aguànn’ Nò jè ccùm’ aTànn’. Mò jè cchiù ssignùr’: vitrin’ cchi lùc’ di tant’ culùr’… All’ timp’ d’u DUC’ Nimmin’ I vitrin’! U Bàbb’ Natàl’ Ti porta rrigàl’: rillògg’ , ricchjn’, anill’ framànt’ ccu ssùp’u Brillànt’! A Bbefana d’aguànn’ Nò jè ccùm’aTann’... Sta Vecchia ccà scupa, ca scinna da sùpa, ti porta Trenin’, TricÌcl’ a mmutùr’, a Barbie in piscina, Ttvvi a cculùr’, Giacciin’ fiirmàt’ Da Gianni Versace, asclusivàt’ e di pella viràc’. Scarpùn’ di gùmma, magliètt’ ccu stemma, e tànt’ di bull’ d’arit’ u cùll’! U Natàl’ di Tànn’ Nò jè ccum’aguànn’.... Stu vicchj ccà cista, nimmìn’ di vista sapis’ ca cc’era! Aspittàs’ a Befana, ti sumàs’‘ndù scùr’... e cchi truvàs’ ? Appicàt’ allù mùr’ Cavizitt’ pisànt’... E, tutt’ prijàt’, scartàs’,scartàs’... Caruvùn’ e tizzùn’, caruvùn’ e tizzùn’.... ‘mbunna,allà punta, caramèll’ allà menta, cumbitt’ a cannella e ttrì pastarèll’! Nu j ‘ditàl’ Ccu ll’àch’ e llù fìl’... Mò cc’è ricchezza E tant’ billizz’! Tànn’,ccu nnènt’ Jès’ cuntènt’! Il saluto al sole questa volta è stato quello di un addio definitivo. Diana Gnata nei giorni scorsi ci ha lasciato. Se ne sono accorti soltanto i suoi amici, perché la dipartita di questa nostra concittadina è avvenuta in maniera inusuale e soprattutto in un silenzio assoluto come quello che avvolgeva i momenti di meditazione durante gli esercizi di Yoga. Un nome da combattente e uno strano cognome che ricordava le sue origini istriane, nata a Fiume, acquisito da bambina lo stato di profuga, aveva vissuto e lavorato in Campania, prima di trasferirsi a Diamante una ventina di anni fa. Ho avuto il piacere di conoscerla al suo arrivo e di apprezzarne lo stile di vita e la profonda cultura che spaziava a trecentosessanta gradi dalla filosofia all’arte, dalla poesia alla natura, dalla musica al cinema, passando per un impegno civico e sociale che l’ha vista presente nelle battaglie ambientaliste, per i diritti umani, per i diritti delle donne. Dotata di grande sensibilità e di raro gusto estetico, mia vicina di casa per tanti anni, mi avvertiva della sua presenza con le note di una musica celtica o provenzale che diffondeva nei vicoli del centro storico quando il rock dei locali estivi lo permetteva. Non risparmiava critiche al mio operare amministrativo, critiche che avanzava con convinte argomentazioni e soprattutto con molto garbo. Era una donna combattiva che aveva saputo coniugare alcuni aspetti di una vita certamente non convenzionale con alcuni valori universali primo fra tutti quello della famiglia i cui legami dai nipoti alla vecchia madre sono stati straordinariamente intensi. Non convenzionale è stata anche la sua battaglia con la malattia che ha sempre affrontato con dignità e con grande consapevolezza aiutata da una concezione della vita, e forse della morte, fortemente intrisa di una catarsi esistenziale che affonda le sue origini nei sentieri delle filosofie orientali che aveva percorso in lungo e in largo. Se ne è andata con grande stile, non so se abbia saputo dell’assoluzione di Erri De Luca, non so se saprà che le sue allieve di Yoga la ricorderanno con un omaggio al sole, non so se le farà piacere sapere che i libri di Grosmann e di Cortazar che mi ha regalato lo scorso natale, sono sulla mensola dei miei libri preferiti, non so se sarà contenta di sapere che a Diamante, nonostante non ci siano stati né un funerale né annunci funebri, sono in tanti a ricordarla. Personaggi storici visti da Salvatore Marra il Ring di ENZO RUIS Io sono Ugo Grimaldi ( 19652007) Io sono i giorni che nascono alla settimana. Io sono l’ultimo sopravvissuto Di una stirpe mai esistita. Io sono… Ciò che voi state Aspettando da sempre ! 11 • scout • Dicembre 2015 l’Olmo Benvenuti nella Grande Famiglia Scout.... Perché si decide di avvicinarsi da adulti allo scoutismo? Se a ottobre lo aveste chiesto a Biagio, Francesco o Flavia probabilmente vi avrebbero risposto per seguire i nostri figli. In che senso? Se ci si sofferma a vedere i propri figli, riunione dopo riunione, incontro dopo incontro, che tornano a casa felici per ciò che hanno fatto oppure che non vedono l’ora di raccontarti un aneddoto oppure di fare una nuova esperienza, una nuova uscita con il proprio Fazzolettone al collo, vi accorgerete che un briciolo di curiosità invade i vostri pensieri. Poi a volte capita di ritrovarsi con gli amici fuori e dare una mano al branco o al reparto che mentre stanno facendo un uscita o durante il campo estivo hanno un problema e si cerca di dare una mano ….. magari mentre si è lì si butta anche un po’ l’occhio sui propri figli e sugli altri ragazzi che si divertono o che sono impegnati nelle loro attività, che scoprono cose nuove, o magari che cantano seduti attorno ad un bel fuoco e vedi il loro entusiasmo e poi alla fine della giornata ci si scontra con gli occhi stanchi ma nello stesso tempo scintillanti per le soddisfazioni raccolte o ci si sofferma a guardare la sua forza e la sua voglia di sorridere proprio come gli stessi ragazzi e la voglia di raccontare su come stanno crescendo. Ed ecco allora che in una sera, un po’ titubante, ci si ritrova a cercare i capi gruppo e la Co.Ca. dei vostri figli, a chiedere loro cosa si deve fare per fare lo scout. E li vedete sorridere sotto i baffi… ma nello stesso tempo senti il calore dell’accoglienza come in una grande Famiglia Felice. A questo punto E ci si ritrova seduti in cerchio in una chiacchierata con i capi, in perfetto stile scout, quella che noi chiamiamo Comunità Capi, e si inizia a leggere uno “strano” documento chiamato Patto Associativo, poi si continua a parlare di metodo scout, di associazione, di strumenti e…….. senza quasi neppure accorgersene ci si ritrova ad ascoltare il capo reparto in una riunione con i ragazzi o ancora ci si ritrova seduti a terra nella tana del branco ad ascoltare Akela con i suoi racconti. Di lì a poco accade una cosa “strana”… ….ci si ritrova in un prato davanti ad un bel fuoco ed ecco che la Co.Ca. ti accoglie. Così si inizia ad incontrarsi più costantemente con gli altri adulti per comunità capi, per discutere del gruppo, dei ragazzi, per programmare, per confrontarsi su educazione e rapporto capo-ragazzo… E poi il sabato alle riunioni All’inizio tutto può sembrare strano, si sente il peso della responsabilità, gli occhi dei ragazzi che ti scrutano, la curiosità di sapere cosa penseranno i ragazzi… … ma poi ….. loro sono lì, e siccome al collo è sempre presente quel fazzolettone che ricorda l’appartenenza al gruppo quello stesso fazzolettone che è al collo di tutti i ragazzi , in un attimo ci si sente già uno di loro. Ecco che si inizia a giocare assieme, iniziano ad avvicinarsi, a chiedere consigli, a fare tante domande a cui, magari, in quel momento non si riesce neppure a dare una risposta concreta (sempre per la paura di sbagliare)o ancora “peggio”, eccoli lì a chiedere come si fa una legatura quadra.. E si vorrebbe solo rispondere: e io che ne so????? Invece ecco che, appena si riesce a sfuggire dagli occhi indiscreti, si corre ai ri- pari, si inizia chiedere al capo più esperto, si affronta la fornitissima biblioteca del gruppo, si passi il proprio tempo libero su internet con la voglia di ritornare alla riunione della prossima settimana con la voglia di vedere i ragazzi stupiti! Questo perché dobbiamo essere noi i primi a dare l’esempio. Ma ad un certo punto ecco che la propria Comunità Capi propone la partecipazione al CFT…CF cosa?? Si inizia a pensare che si è entrati da meno di un mese, e già bisogna programmare un paio di giorni di ferie per un campo di formazione. Sti scout! Poi, però, al campo ci si va, ed alla fine ci si diverte pure! Si offre la possibilità di conoscere altri che hanno appena intrapreso questo cammino ed allora si inizia a capire qualcosa in più di associazione e metodo. Per non parlare del rientro, si ritorna davvero carichi!!! Allora si aspettano le riunioni quasi con la stessa trepidazione dei propri figli, ci si butta in pieno nella preparazione dell’uscita del Branco, del campo invernale o della route, si inizia a fare strada e servizio assieme ai ragazzi, e si iniziano ad apprezzare i giochi, le veglie, i fuochi e…… Ed è così che decidi… di fare la promessa. La comunità capi con gioia prepara una veglia d'armi, come si faceva per gli antichi cavalieri, sul senso dello scoutismo, sulla promessa, l’onore, il servizio. Racconti, Preghiere, gesti, simboli… e poi il deserto, ultimi minuti prima di mettersi davanti alla propria comunità, che aspetta, in perfetta uniforme, magari, sotto un cielo pieno di stelle scintillanti e con quella leggera brezzolina che viene dal mare. Il capo gruppo che ad uno ad uno saluta e domanda cosa chiedi…… …… ed emozionati si risponde “di fare la Promessa”. … con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore… E poi ecco che tutto diventa finalmente chiaro, non si è lì per fare lo scout, ma per essere scout! Di li a poco ci si ritrova con una fazzolettone al collo segno di appartenenza al gruppo. Ecco che inizia un vero e proprio tirocinio. E così, in uno scenario come pochi perché da un lato c’era il nostro meraviglioso mare, dall’altro lo scorcio dei ruderi di Cirella e sulle nostre teste uno splendido cielo stellato, Flavia, Franco e Biagio, la notte tra il 18 ed il 19 novembre, hanno pronunciato la loro promessa, apponendo il giglio sul cuore lasciandosi festeggiare dalla loro “nuova famiglia”, che già aveva preparato qualcosa di buono da mangiare attorno ad un bel fuoco. Quello che è successo quella sera, le foto del breve ma già intenso cammino fatto insieme, sono già “storia” per il Gruppo Diamante 1, ma tanti saranno ancora i sogni da dover realizzare. Fratelli tra fratelli. E ora, provate a chiederglielo Voi a Flavia, Franco e Biagio, oggi, perché scegliere di essere scout Adulti!?! Buona caccia, Buon Sentiero e Buona strada….. Giambattista – Capogruppo Diamante 1 DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 6 l’Olmo Dicembre 2015 • spazio opposizione • PER UNA DIAMANTE MIGLIORE 12 • 5 Canzone per Diana Corvo d'argento spiega le tue ali Vola sul fiume con il tuo tesoro Nello specchio d'acqua che lento sorvoli Lascialo cadere il radioso diamante. Sarà il fiume a prenderlo e a custudirne il cuore. Ed a far risplendere sempre il suo fulgore Sarà il fiume a prenderlo e a cullarlo adagio Per accompagnarlo più avanti nel suo viaggio Corvo d'argento, anima radiosa, Custodita dalla tua pietra preziosa Ora che sei giunto alla fine del tuo viaggio Lascia in dono al fiume il tuo prezioso omaggio Il tuo diamante splendido custode del tuo cuore Sarà l'acqua che mormora a portare via il dolore La tua anima di luce lascia che possa andare Sarà il fiume a prenderla e a portarla fino al mare Corvo d'argento spiega le tue ali Vola oltre il vento sugli oceani e i mari Vedrai nel tuo volo sulle onde brillare La luce dell’ anima che custodisce il mare In ogni riflesso del sole sulle onde Brilla il tuo diamante e la luce si diffonde in ogni riflesso del sole sulle onde Brilla il tuo diamante e la luce si diffonde. L’OLMO - I cittadini possono scrivere e le lettere verranno pubblicate solo se firmate. Scrivere a: Redazione dell’Olmo c/o Comune di Diamante e.mail:[email protected]. L’impaginazione grafica è di Francesco Cirillo Tipografia Lapico - Santa Maria del cedro - L’Olmo viene distribuito gratuitamente nelle edicole, nei Bar e agli sportelli degli Uffici Comunali. Questo numero è stato chiuso in tipografia il 25 Novembre 2015. 1° Numero Agosto 2002 - Anno 13 - n°157 - Autorizzazione n°94 del 22-02-2002 - Tribunale di Paola in memoria • Dicembre 2015 l’Olmo L’addio a Raffele Magurno E’ deceduto nel mese di novembre il nostro concittadino Raffaele Magurno. La sua è una storia esemplare di vita sia politica che sociale. Ma prima di parlare di Raffaele dobbiamo parlare di suo padre Salvatore dal quale ha ereditato il lavoro di rigattiere e antiquario oltre che l’appartenenza politica. Una figura conosciuta a Diamante come “u rùss’” per via del colore dei suoi capelli. Salvatore Magurno era nella casa del sindaco Leone a difenderlo dall’assalto fascista nel 1924. Fu lui che impedì ai fascisti di entrare nell’abitazione del sindaco lanciando dal balcone le pietre dei “cugnitti” di alici salate, permettendo l’arrivo dei carabinieri. Satùr’ u rùss era una persona molto intelligente e conoscitore di mobili e monete antiche avendo lavorato da giovane nel Museo Archeologico di Reggio Calabria inviato lì dal padre a studiare. Ritornato a Diamante Salvatore si occupò sempre di antiquariato e sfamò con il suo lavoro tutta la sua numerosa famiglia fatta di ben dieci figli, quasi tutti poi appassionati di antichità. Raffaele , il secondo dei suoi dieci figli continuò a pieno le attività del padre. Trasferitosi a Cittadella del capo fu esponente del Partito socialista . Fu artefice politico a Cittadella del Capo con gli altri Socialisti Mario De Brasi Raffaele Grosso ed Artuto Iannella dell’alleanza di vera Sinistra con il Partito Comunista del Sindaco Nino Gerace Senior ed il Psiup di Ciccio Sueva. Infatti dal 1973 al 1978 Bonifati vide emergere dal più totale isolamento le campagne che non disponevano di strade, fognature, scuole e molto spesso neanche di energia elettrica ed acqua corrente nelle abitazioni. Addirittura con l’impegno proprio dei Socialisti fu realizzata a Torrevecchia una Scuola Materna appositamente per i bambini che le donne contadine non volevano/potevano portare nei campi. Raffaele Magurno fu prigioniero di guerra in Africa nei campi inglesi e ne soffrì per tutta la vita dei gravissimi reumatismi che contrasse, ci raccontava, nelle terribili notti all’aperto nel deserto. Nella scheda storica tracciata nel libro dei mestieri del Borgo Marinaro di Cittadella del Capo si legge che Raffaele Magurno (classe 1920, nella foto in Africa ha 21 anni) nel 1958 acquistò un motocarro nuovo, ma in precedenza usufruiva di quelli di altri rigattieri che spesso acquistavano interi carichi di alici dalle barche per portarli nelle campagne. Era infaticabile. Nel vicolo di Raffaele Magurno c’era negli anni ’50 uno spaccato perfetto della vita allora riccamente produttiva di Cittadella del Capo, con la lavorazione anche del cedro e di ogni prodotto stagionale, una Cittadella dove il grande militante socialista si è spento serenamente nel sonno circondato dall’affetto della sua numerosa famiglia, in un Borgo nel quale ormai gli abitanti non superano il centinaio ed è esaurita ogni attività produttiva. Se ne va con Raffaele Magurno un grande ed intelligente lavoratore, un nobile militante veramente Socialista, un padre perfetto. Nella foto in alto vediamo Raffaele Magurno con l’amatissima moglie Maria Bonanata. Germana per la mamma deceduta il 15 dicembre foto di Claudio Francesco Manco Salvatore Magurno detto u’ rùss’ Raffaele Magurno DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 5 l’Olmo Dicembre 2015 • storia locale • 4 ARTE PRESEPIALE IN RIVIERA di CIRO R. COSENZA Dalle nostre parti, il presepe rimane ancora il simbolo più appariscente del Natale, anche se gli alberi di natale, gli addobbi rilucenti, le lucine e le intermittenze, affascinano i piccoli come gli adulti. Questo in realtà dopo la seconda guerra mondiale, quando i rapporti, ad esempio, tra Sud e Nord diventarono più intensi e certi prodotti hanno finito per riempire le vetrine dei negozietti dei nostri paesi. Così anche certi gusti sono cambiati. Prima della guerra però nei paesini del Tirreno cosentino imperava dappertutto il presepe, perché la zona era stata conquistata interamente dalla tradizione napoletana che,da Carlo III di Borbone, si era affermata e la faceva da padrone in tutto il Mezzogiorno. Per averne un’idea oggi si consiglia una visita al Museo Nazionale di San Martino a Napoli, sul Vomero, una volta detto anche Museo del Risorgimento e oggi ribattezzato anche Museo del Folklore. La perla di tutta la collezione è l’arcinoto “Presepe Cuciniello”, ma sono tantissimi i pezzi esposti nelle sale del Museo creati da scultori e pittori, ma anche da vetrai, ramai,liutai e persino architetti, ricamatori, sarti e ceroplasti. Da qui una tradizione che ha reso nobile quest’arte, che oggi sopravvive in tantissimi negozietti, quasi bugigattoli, nella celeberrima via “San Gregorio Armeno” nel cuore della vecchia Capitale Partenopea. Non mancò neppure sulla Riviera qualche maestro del ramo, autentici artisti plasticatori. Il più famoso fu certamente don Antonio Rotondo, parroco in Fiumefreddo Bruzio, di cui alcune creazioni sono ospitate in diverse rassegne museali di Calabria, soprattutto a Palmi. Aveva cominciato con produrre alcuni esemplari per il presepe della sua chiesa, poi visto il favore che aveva incontrato, cominciò a produrli in serie e a venderli fra amici ed estimatori. Egli addirittura era così bravo da dare alle sembianze dei suoi pastori, il viso di abitanti della zona. Rimase famoso l’episodio di quando, sul retro del presepe, un anno creò un girone di un Inferno dantesco , dove apparve la superiora delle monache del suo paese, con cui aveva avuto un alterco, abbracciata ad un bel diavolo! A Cetraro lavorò a lungo, agl’inizi del novecento, un artigiano di Belvedere Marittimo, tal don Federico Vidiri, che riusciva a costruire pastori di cartapesta, principalmente per i presepi delle chiese alti sino a 55 centimetri. Invece a Diamante si espresse, insieme ai suoi figli, un artista della provincia di Salerno, don Luigi Avallone, di cui rimane qualche lavoro nella Chiesa dell’Immacolata (vedi il numero due de L’OLMO del 2003). V’è da puntualizzare un particolare però che i pastorelli prodotti dalle nostre parti erano ben diversi da quelli napoletani. Non indossavano, per esempio, gilè larghi e ricamati, turbanti orientali, vesti di seta o di velluto, abiti questi tipici del settecento napoletano, ricchi e sontuosi, nei nostri invece si evidenzia la semplicità e la sobrietà, propri dei foritani e delle foritane di Calabria: cappellacci, giacche corte, mantelli a ruota, oltre alle “zaricchie” ai piedi, i “maccaturi” e i “sinali” per le donne. Infine nei nostri presepi i Re Magi arrivavano in groppa a cavalli bardati, perché da noi era il cavallo la cavalcatura dei nobili, e di baruni, mentre nel presepe partenopeo, piuttosto orientalizzante arrivava su cammelli o dromedari. Allestire un presepe però richiedeva una certa sommetta che, se anche non elevata era proibita a quanti godevano di un piccolo reddito. Se ci si poteva arrangiare per le montagne , le alture e i declivi, utilizzando ruvida carta d’imballaggio o qualche sughero, e utilizzando un po’ di muschio per l’erbetta dei prati, i pastorelli bisognava acquistarli e quindi tirar fuori dal portamonete qualche liretta. E ogni anno ce ne voleva qualcuno, perché, essendo allora per lo più di terracotta o di creta, al minimo urto il pastorello andava in frantumi irreparabilmente. Non come oggi che vengono prodotti in materiale plastico e praticamente indistruttibili. Una volta, di solito, erano invece assidui nella preparazione di un presepe, per lo più borghesi, impiegati, maestri elementari e simili, di solito perché impegnati solo la mattina, e quindi liberi nel pomeriggio per lavorare all’allestimento del presepe. Anche presso qualche famiglia di nobilotti del posto si allestiva un presepe, anzi un grande presepe, magari in un’intera stanza, e veniva chiamato per la bisogna il falegname di famiglia. Poi a gruppi, perché di solito erano fra loro amici, i proprietari si recavano in visita nelle varie case per ammirare i lavori presepiali degli altri. La padrona di casa, da parte sua, offriva agli amici del marito qualche dolcetto fatto in casa, dolcetto arrotolato nel miele di api, proprio del Natale. Una pienolina, una scalilla, un turdillo e così via. Bagnato con un goccio di rosolio, anche questo fatto in casa, a Diamante ovviamente di cedro. Uscendo poi, a volte, non mancavano di muovere critiche al presepe appena visitato: “Avete visto? E’ senza prospettive ……” “E poi quei pastori ….. buttati quasi alla rinfusa”. Anche queste costumanze sono quasi del tutto sparite. Naturalmente con qualche eccezione e voglio chiudere questo articolo citandone una. Qualche anno fa, un ragazzino di appena 16 anni, a Diamante, tale Antonino Perrotta, nipote di Armando Maniscalco, maestro della fotografia, si chiuse in un bugigattolo di Via Concezione, nel Centro Storico e si mise al lavoro. Lavorò con il legno, l’argilla, il sughero, il muschio, la carta, dispose le lucine con effetti suggestivi e, infine, aprì le porte ad amici, curiosi e visitatori di ogni età, offrendo a tutti la visione di un presepe bellissimo ricco di arte, di fascino, di partecipazione religiosa, di spirito natalizio e colmo insomma di sentimento e di amore. Una lunga storia d’amore fra due giovanotti: Ciro R.Cosenza e Maria Grazia Truscelli Come definire 50 anni di matrimonio se non una lunga e unica storia d’amore , vissuti sempre insieme, pensando alla propria felicità e a quella della propria famiglia fatta di figli e splendidi nipoti. Ciro e Maria Grazia si sono sposati l’11 dicembre del 1956 nel Santuario di Pompei. Gli auguri a Maria Grazia e a Ciro Cosenza nostro storico collaboratore. • 13 Al Sindaco Al Garante della disabilità All’Assessore al Welfare Oggetto: comunicazione urgente Assistenza Specialistica alla Persona Avrei voluto costruttivamente discutere, nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, della transazione AIAS e delle prestazioni di servizio che all’AIAS l’Amministrazione Comunale intende richiedere ad eventuale compensazione del canone di locazione. Così non è stato. Il Comune potrà chiedere all'AIAS di ricevere il pagamento, anziché in contanti, sotto forma di prestazione di servizi, il cui valore dovrà essere quantificato in accordo tra le parti sulla base del valore di mercato, si scrive nell’atto deliberativo, tutto giusto e utile, condivido l’impostazione. Auspico però che questo accordo transattivo non vada a toccare un servizio già avviato all’inizio dell’anno scolastico e che credo presupponga un certa continuità di servizio e di assistenza per il singolo disabile. Un appalto di servizio, quello più importante per civiltà e umanità, l’Assistenza specialistica alla persona, è stato infatti affidato senza gara, fino al 22 Dicembre 2015. Il servizio non è dunque stato affidato con una gara ma soprattutto, ed è questo che mi preoccupa, non è stato affidato per tutto l’anno scolastico. E’ stato inoltre affidato ad una Cooperativa per la quale nutro grande rispetto ma che fino a qualche settimana fa si occupava della manutenzione del verde pubblico e che nel settore non vanta dunque alcuna esperienza. Vengono umiliati i disabili che hanno bisogno, insieme alle loro famiglie, di garanzie e di continuità del servizio, ad oggi non hanno alcuna garanzia. Vengono tenute sulla cor- spazio opposizione da le lavoratrici del servizio di assistenza specialistica alla persona che hanno un lavoro fino al 22 di Dicembre e nessun’altra garanzia. Viene sminuita la Cooperativa stessa paradossalmente perché passare dal verde pubblico ai disabili significa non poter sviluppare un solido e duraturo progetto imprenditoriale e significa che la manutenzione del verde pubblico dura troppo poco. Viene tradita l’indicazione dell’Organo di Revisione che indicava a Maggio scorso l’economicità dei servizi pubblici a domanda individuale e a rilevanza economica. L’economicità è legata a due vincoli, la durata e l’espletamento di una gara. Esiste inoltre un indirizzo giurisprudenziale molto chiaro in merito al servizio in oggetto. Il Consiglio di Stato infatti, con sentenza n.3104/2009 stabilisce che "le attività integrative di valenza socio educativa (e tra queste il supporto individualizzato a favore del soggetto assistito prestato dall'educatore) devono essere prestate con modalità idonee a realizzare lo sviluppo della personalità dell'alunno e a garantire la presenza stabile di un educatore che segua costantemente l'alunno disabile nel processo di integrazione." I disabili sono esseri umani, non sono un semplice appalto, hanno bisogno di una continuità assistenziale che non può prescindere dalle lavoratrici e che non può durare fino al 22 di Dicembre. Chiedere eventualmente adesso all’AIAS di svolgere questo servizio con personale proprio, dopo che è stato già avviato, e mandare a casa le qualificate lavoratrici sarebbe un azzardo nei confronti dei disabili prima che nei confronti delle lavoratrici. Diamante, lì 24 Novembre 2015 Francesca Amoroso • Dicembre 2015 l’Olmo Al Sindaco Oggetto: comunicazione urgente Comando Polizia Municipale Il sottoscritto Antonio Cauteruccio, in qualità di capogruppo consiliare della formazione denominata “Diamante & Cirella PER UNA DIAMANTE MIGLIORE”, segnala alla S.V. l’urgenza di nominare con il necessario Decreto Sindacale un responsabile di servizio al settore Polizia Municipale dal momento che la posizione, da albo pretorio on line, risulta scoperto dal giorno 27 Ottobre 2015 fino alla data e all’ora in cui il sottoscritto le sta inviando la presente comunicazione. La S.V. sa bene che la Legge 18 giugno 2009, n.69 ha fissato, al comma 1 dell'art.32 al primo gennaio 2010 (poi prorogato al primo gennaio 2011) la data in cui gli “obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati” e al comma 5 dello stesso che, a decorrere dalla stessa data, “le pubblicazioni effettuate in forma cartacea non hanno effetto di pubblicità legale”. Un atto che non viene pubblicato sull’albo pretorio on line non ha alcuna efficacia. Il sottoscritto ribadisce che non essendovi alcun Decreto di nomina in pubblicazione all’Albo Pretorio on line successivo alla pubblicazione della Delibera di Giunta n. 134 del 19 Novembre 2011 pubblicata e dunque efficace dal 24 Novembre 2011, con cui si approva la proroga di assunzione con la procedura del comando temporaneo in uscita e si allega alla Delibera stessa il parere dell’Organo di revisione senza però precisare nell’atto i costi a carico del nostro ente, la posizione risulta ad oggi scoperta rendendo nulli dunque eventuali atti emanati dal medesimo responsabile dopo il giorno 27 Ottobre 2015. Sollecitandola a rimediare al grave problema, sollecitandola altresì ad indicarne i costi aggiuntivi per la popolazione, sollecitandola a revocare in autotutela ogni eventuale provvedimento emanato senza efficacia ed a chiarire alla popolazione le ragioni politiche ed amministrative per le quali utilizza la suddetta procedura di assunzione, porgo distinti saluti. Diamante, lì 27 Novembre 2015 Antonio Cauteruccio Hanno collaborato a questo numero: Ciro R. Cosenza, Lily Genovese, Giuseppe Gallelli, Enzo Ruis, Giovanni Grimaldi, . Foto di Claudio Francesco Manco e Francesco Cirillo. DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 4 l’Olmo Dicembre 2015 • la memoria storica• 14 Come eravamo - L’epoca beat a Diamante Anni 70, anche a Diamante arriva il beat. I giovani si fanno crescere i capelli lunghi, le ragazze girano con le minigonne e nascono i cimplessi beat. Tre solo a Diamante : Le Quintes- senze dopo i Lovers, i Baobabs, il duo Enzo e Pino. A Buonvicino nascono i Five Kings un misto di musicisti fra Diamante e Buonvicino. I Baobab Nascono anche locali dove ballare la musica beat: la pista del bagnino alla spiaggia grande, Bandiera Gialla alla Riviera Blu, la Giara. I Lovers • dibattito 3 La giunta comunale ha approvato lo scorso 12 novembre la delibera con la quale propone al Consiglio Comunale l’approvazione, ai sensi dell'art. 24 della L.164/2014”, del “Regolamento sul baratto amministrativo”. La suddetta legge, infatti, prevede la possibilità per i Comuni di deliberare riduzioni o esenzioni di tributi a fronte di interventi per la riqualificazione del territorio, da parte di cittadini singoli o associati. Attraverso tale disposizione, infatti, « si introduce una procedura snella e non onerosa, denominata “baratto amministrativo”, in base alla quale i cittadini possono essere autorizzati a realizzare specifiche attività qualificate come “di pubblico interesse” in cambio di agevolazioni tributarie, sotto forma di esoneri o riduzioni, per un periodo limitato e definiti e per specifici tributi comunali ». Come si legge in premessa a motivare tale scelta vi è il fatto che « In questo periodo di crisi economica è sempre maggiore la difficoltà dei comuni di far fronte alle innumerevoli esigenze legate al territorio e alla domanda di servizi». Inoltre « si diffonde il numero dei cittadini che loro malgrado, anche a causa della perdita del lavoro non sono più in grado di pagare le tasse locali». Dopo il via libera della Giunta la proposta prima di essere sottoposta all’approvazione dell’Assise cittadina seguirà l’iter previsto: ossia la necessaria approvazione della commissione regolamenti e la sottoposizione al parere del revisore dei conti. L’Amministrazione Comunale di Diamante ha inteso, quindi adottare uno strumento che combina l’attenzione verso le fasce più fragili della popolazione con la possibilità di poter assicurare maggiori servizi in favore della vivibilità, del decoro cittadino e della tutela del territorio. L'Amministrazione Comunale ha inteso pertanto accogliere le istanze delle foze politiche che hanno proposto e promosso l'adozione del provvedimento ed in particolare il Circolo “Francesco Principe” del Partito Democratico di Diamante, sempre attento sui temi sociali e del lavoro e il MeetUp del Movimento 5 Stelle di Diamante che ha altresì caldeggiato la questione. L'Amministrazione Comunale di Diamante Proposta di regolamento comunale Al Sindaco del Comune di Diamante Dr. Gaetano Sollazzo I Baobab Enzo e Pino Le Quintessenze i Five Kings Alla pista del bagnino Raffaele Oggetto: proposta integrazione “Regolamento comunale per l’attuazione di interventi a sostegno dell’occupazione e delle attività produttive Ritengo interessante il dibattito che, ultimamente, è in corso tra i gruppi consiliari in ambito locale. Argomento, quest’ultimo, che richiama ed impegna gli enti locali presenti sui territori a studiare incentivi e programmi operativi a sostegno dei settori produttivi e del mercato del lavoro. Nella passata consiliatura, come ricorderà, grazie all’apporto della Commissione Regolamenti e al voto unanime del Consiglio comunale, l’Assise consiliare, in data 27 dicembre 2013, con D.C.C. n. 27, approvò un regolamento comunale al fine di incentivare l’occupazione, prevedendo un beneficio fiscale verso le attività produttive ubicate nel territorio comunale che assumevano a tempo indeterminato (full-time) con un contratto di lavoro, disoccupati e inoccupati aventi una età non superiore ai 35 anni. Entrando nello specifico della proposta, visto che un considerevole numero di imprese produttive presenti sul territorio locale provvede all’assunzione di lavoratori, tra cui molti in giovane età e con “ridotta capacità lavorativa” (già riconosciuta dalla competente Commissione Medica Invalidi Civili), propongo che l’attuale “Regolamento comunale per l’attuazione di interventi a sostegno dell’occupazione e delle attività produttive ubicate nel territorio comunale” venga integrato prevedendo, nel proprio contesto, la concessione di agevolazioni tributarie per quelle imprese che procedono all’ “assunzione di soggetti diversamente abili disoccupati e inoccupati iscritti al Centro per l’Impiego territoriale (legge 68/99) con un contratto di lavoro a tempo determinato – part- time non inferiore ai 180 giorni”. Nella certezza che quanto proposto possa essere reso esecutivo e discusso nelle sedi opportune, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti. Francesco Bartalotta ( già Consigliere Comunale) • Dicembre 2015 l’Olmo Depositi dormienti a Diamante Depositi dormienti. Migliaia in Calabria e alcuni nella città di Diamante. Alcune dritte per recuperare un “tesoretto” perduto Depositi dormienti. Molti ne avranno sentito parlare e ci sembra giusto fornire qualche informazione perché qualcuno potrebbe possedere un “tesoretto” e non saperlo. Si tratta, indubbiamente, di un argomento abbastanza articolato e non si vogliono creare false attese, né la procedura si esaurisce in pochi passaggi ma lo scopo è di fornire notizie utili per un primo passo. Andiamo per ordine: i depositi dormienti, in sintesi, sono tutti quei depositi inutilizzati da oltre 10 anni. Il D.P.R. n. 116/07, in particolare, ha specificato i criteri per individuare, nell’ambito del sistema finanziario, i conti definibili come dormienti. Rientrano in tale categoria i rapporti contrattuali (ad es. conti correnti, libretti di risparmio nominativi e/o al portatore, certificati di deposito) in relazione ai quali non sia stata effettuata alcuna operazione o movimentazione ad iniziativa del titolare del rapporto o di terzi da questo delegati per il periodo di tempo di 10 anni decorrenti dalla data di loro libera disponibilità. Le Banche e gli altri Intermediari hanno provveduto ad identificare i suddetti rapporti e a comunicare i relativi dati al Ministero dell’Economia. Va precisato che la qualificazione come “dormiente” di un determinato conto non pregiudica il diritto alla restituzione del titolare: quest’ultimo potrà richiedere la restituzione delle relative somme o alla Banca o all’Intermediario presso cui risulta tale rapporto o direttamente al Ministero, entro il normale termine prescrizionale, nel caso i relativi importi siano già stati trasferiti dalla Banca o dall’Intermediario al relativo Fondo. La procedura per ottenere il rimborso è la seguente: bisogna rivolgersi alla società pubblica Consap che è stata incaricata dal Ministro del Tesoro per gestire le domande relative ai conti dormienti. Naturalmente l’interessato dovrà prima verificare se è realmente titolare o erede di un rapporto dormiente. Numerosi, sono ad esempio, i rapporti dormienti presenti nella Banca Carime di Diamante: sono, infatti, un centinaio i rapporti dormienti al 2008 che giacciono nella filiale diamantese. Per alcuni viene indicato solo il numero identificativo del rapporto mentre per una parte sono indicati anche i nominativi dei titolari. Per accedere all’elenco basta collegarsi al sito internet dell’Ubi Banca www.ubibanca.com e cliccare in basso alla voce “Rapporti dormienti”: si aprirà un lungo prospetto con tutti i rapporti dormienti e quelli relativi alla filiale di Diamante si trovano alle pagine 85 e 86. Naturalmente i rapporti dormienti possono riguardare altri Istituti di Credito o le Poste Italiane. Dopo aver verificato se si è titolari di un rapporto dormiente, bisognerà compilare un modulo di rimborso Consap relativo al rapporto trasferito al fondo vittime dei reati finanziari (nel caso si tratti di rapporti ereditati, è necessaria anche un’autocertificazione). Se la documentazione è completa e l’istanza è ricevibile, cioè non sono trascorsi i tempi di prescrizione, la Consap provvederà alla liquidazione degli importi sul conto indicato dal richiedente e alla contestuale comunicazione di avvenuto pagamento. La tempistica varia da due a tre mesi tenendo conto la documentazione trasferita alla società sia esaustiva. Per ogni ulteriore approfondimento si può fare riferimento al sito internet del Ministero dell’Economia. Mariella Perrone DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 3 l’Olmo Dicembre 2015 • dal comune• 2 Riconsegnata ai cittadini la Torre del “Semaforo” E' stato firmato, lo scorso 25 novembre, presso la sala consiliare del Comune di Diamante, l'accordo di valorizzazione che prevede che la disponibilità della cosiddetta “Torretta ex stazione di vedetta”, conosciuta da tutti coma la “Torre del Semaforo “, sia trasferita al Comune di Diamante. A sottoscrivere l’accordo, che in fase preliminare lo scorso 11 novembre era stato sottoscritto dall'Assessore ai lavori Pubblici Pierluigi Benvenuto, sono stati: per l’agenzia del Demanio il Direttore Regionale Ing. Giuseppe Tancredi; per il Mibcatc, il Direttore Regionale, Dott. Salvatore Patamia; per il Comune di Diamante, il Sindaco Dott. Gaetano Sollazzo. Presenti, oltre all'Assessore ai Lavori Pubblici, Geom. Pierluigi Benvenuto; il Vicesindaco, Dott.ssa Francesca Anna Casella; l'Assessore alla Cultura, Dott. Franco Maiolino; il Consigliere comunale Ornella Perrone. Si tratta di una importante acquisizione poiché riguarda uno dei luoghi simbolo della città: la Torre edificata nel XVI secolo da Girolamo Sanseverino, principe di Bisignano, una costruzione di grande valenza storico-culturale ed elemento caratterizzante del centro storico di Diamante. Si conclude in questo modo una lunga e complessa vicenda che ha visto impegnata con tenacia l’Amministrazione Comunale che ha raggiunto l'obiettivo, cogliendo le opportunità fornite dal Federalismo Demaniale Culturale, attuato dall’agenzia del Demanio e cioè il processo di trasferimento dei beni del patrimonio culturale dallo Stato agli Enti Locali secondo la procedura prevista dalle legge. L’attribuzione si avvia, appunto, con la stipula di un Accordo di Valorizzazione con il quale l’ente può così rifunzionalizzare l’immobile sulla base di un pro- gramma di Valorizzazione a fini culturali, assicurandone una gestione efficace e sostenibile anche dal punto di vista economico-finanziario. L’Amministrazione Comunale di Diamante provvederà alla messa in sicurezza dello stabile ed alla sua ristrutturazione, per destinarlo a finalità di carattere sociali, culturali e di promozione del territorio attraverso fondi già erogati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, a seguito avviso pubblico. Nel suo intervento il Sindaco, per il tenace impegno profuso in favore di una soluzione positiva, ha rivolto un ringraziamento particolare all’Assessore Pierluigi Benvenuto e ai Responsabili dell'ufficio Tecnico Urbanistica, Vincenzo Vaccaro, e Lavori Pubblici, Tiziano Torrano nonché a tutti i tecnici comunali. Particolare gratitudine è stata rivolta dal Sindaco al Direttore dell'Agenzia Nazionale del Demanio, Ing. Roberto Reggi, e all'On. Ernesto Magorno per il grande contributo assicurato all’esito positivo della vicenda. Gratitudine è stata altresì espressa dal Dott. Sollazzo al concittadino Dott. Angelo Presta, Capo della segreteria della Direzione Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali del Ministero dell'Ambiente, per il determinante contributo fornito in vista della realizzazione dell'opera. Da Parte loro il Dott. Patamia e l'Ing. Tancredi hanno sottolineato l'importanza di questo accordo di valorizzazione quale esempio di sinergia istituzionale indispensabile per la risoluzione delle problematiche che riguardano il patrimonio culturale e storico, elemento indispensabile allo sviluppo ed alla promozione dei territori. FINALMENTE RISOLTA LA CONTROVERSIA A.I.A.S. Dopo anni di contenziosi tra l’ A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza Spastici) Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS) - sez.di Cetraro - e le diverse amministrazioni comunali che, a partire dal 1997, si sono succedute nel corso del tempo, finalmente si è giunti alla risoluzione della controversia relativa alla locazione dell’immobile di proprietà del Comune di Diamante, utilizzato dall’ AIAS come Centro di Riabilitazione. Grande la soddisfazione espressa dal Sindaco Sollazzo che ha fortemente promosso, grazie anche al proficuo lavoro di squadra portato avanti dall’Assessore al Welfare Mariassunta Urciuolo e dal consigliere di maggioranza Marcello Pascale, il percorso e le iniziative in favore di una giusta ed equa risoluzione, riconoscendo ed apprezzando il ruolo di utilità sociale in campo socio sanitario, socio assistenziale e lavorativo che l’ AIAS, con il Centro di Riabilitazione di Diamante, da oltre un ventennio, svolge sull’intero territorio del Tirreno Cosentino, sull'intero territorio del Tirreno Cosentino, avendo in carico circa cinquecento pazienti e più di cinquanta figure professionali. Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale del 19/11/2015è stata approvata, dalla sola maggioranza che sostiene la Giunta Sollazzo, la delibera di “Autorizzazione alla Giunta comunale a procedere alla transazione ed autorizzazione alla stipula del contratto di locazione ventennale”. Il raggiungimento di questo importante obiettivo, coerentemente alle linee programmatiche già prefissate dall’attuale Amministrazione Comunale,testimonia la particolare attenzione rivolta alle fasce più deboli e svantaggiate ed al mondo della disabilità confermando, come ormai da più parti si evidenzia,che il raggiungimento dei migliori risultati e la spinta al cambiamento, in materia di sociale,dipendono dalle sinergie tra tutti gli attori del Welfare locale, in una politica di rete tra soggetti istituzionali, terzo settore e volontariato. Legame all’insegna del Vino tra la Riviera dei Cedri e il Salento. Dal 6 all’8 di Novembre una nutrita delegazione di Diamante guidata dagli Assessori Urciulo e Maiolino accompagnati da un pulman di concittadini hanno partecipato alla diciottesima edizione di Novello in Festa a Leverano nel Salento una delle più importanti manifestazioni viti-vinicole della Puglia. L’evento che rappresenta un modello esemplare di sinergia istituzionale è organizzato dai GAL, dalla ProLoco,dalla Camera di Commercio,dagli Albergatori, dai Commercianti,dalla Banca di Credito Cooperativo e dal Comune è diventato uno degli appuntamenti culturali e turistici più attesi e simbolo di una Puglia dinamica e creativa che riesce molto bene a promuovere i suoi territori valorizzandone tutti gli aspetti dalla Pizzica alla enogastronomia.Nel suo intervento al convegno sul Turismo eno-gastronomico l’assessore Maiolino ha proposto un gemellaggio tra Eventi invitando la comunità salentina a partecipare alla manifestazione Calici sotto le Stelle di Cirella. Testimone alla sottoscrizione del protocollo d’intesa il consigliere regionale Giuseppe Aieta. • eventi• 15 Dicembre 2015 l’Olmo I 100 anni di “Pippinuccio u stagnìn’ “ Se andate alla posta di Diamante e scendete per la strada del ponte, sulla destra seduto su un muretto proprio davanti il negozio di Idraulica, una volta Tipografia Ricca, lo vedete questo piccolo ometto, arzillo e sempre voglioso di parlare con la gente. Si chiama Vincenzo Pagano, meglio conosciuto come “pippinuccio u stagnìn’”. Per tanti anni ha tenuto un negozio di ferramenta e cose varie dove ora c’è il negozio di peperoncini di Claudio Perrone in piazza 11 febbraio. In quel negozietto si trovava di tutto, dal chiodo, al coperchio in latta, al “tripano” in ferro, al mobiletto del 700 come lui ripeteva sempre. Se andavi a comprare qualche cosa da lui, gli piaceva trattare il prezzo, poi alla fine ripeteva sempre: “jà, picchì si tu dammi tricint’ liri”. Ma prima di essere commerciante in tutto, Vincenzo è stato sommergibilista, con una storia che ha dell’incredibile. Nato il 12 novembre del 1915, lo scorso 12 novembre ha compiuto 100 anni ! Pagano partì per le armi nel 1936 nella leva di mare, e tra una ferma ed un'altra, tra un richiamo ed un altro, venne sorpreso in MARINA dallo scoppio della guerra. Prestò servizio tra i sommergibilisti, con un duplice incarico, motorista durante la navigazione di superficie e addetto alle valvole dell'ossigeno, un compito delicatissimo, durante la navigazione sottomarina. Undici furono gl'imbarchi e, a conti fatti, egli è rimasto sott'acqua 1465 giorni, ben quattro anni! "Quattro anni - fa lui – fuori dal mondo!" Quattro anni immerso in un mondo di arcani silenzi, avvolto in una luce verde e azzurra, quattro anni della sua giovane esistenza trascorsi in fondo agli abissi. Il raggio d'azione dei nostri sommergibili, era lo specchio d'acqua compreso tra il Canale di Suez e lo Stretto di Gibilterra. Quante volte lo avrà percorso in quattro anni ? Ricorda perfettamente i mezzi dove ha vissuto così gran parte della sua giovinezza, e te li snocciola, uno per uno: "Medusa", "Galileo", "Manara", "Pier Capponi", "Smeraldo", "Dagabur", "Torricelli", "Dessiè", "Pietro Micca", "Diamante". I primi tre erano sommergibili "oceanici", gli altri sommergibili costieri. Le differenze non consistevano tanto nella velocità, quanto nel tonnellaggio e nell'armamento, più sostenuto nei mezzi oceanici. Durante l'ultimo conflitto, grande era fra la gente il fascino dei sommergibili. Un giorno il suo comandante gli chiese: "Tu, di dove sei?" E lui pronto: "Diamante!" E quello un po' stizzito: "Ma lo so, lo so…ti sto chiedendo di che paese sei, capisci o no?" E Pagano scattando sull'attenti:" Diamante, signore, Diamante, provincia di Cosenza!" Così, ogni qual volta che il suo sommergibile incrociava al largo di Diamante, il Comandante lo chiamava e, mostrandogli la costa buia, buia anche per via dell'oscuramento, gli diceva: "Vincenzo, lì e il tuo paese, mandagli un saluto". E il 12 novembre scorso è stata organizzata una bella festa in casa di Concettina, la figlia di Pippinuccio, alla presenza delle due figlie e dei numerosi nipoti. Una festa alla quale erano presenti le assistenti sociali Enrica Tricanico e Marisa Maiolino ed in rappresentanza del Comune l’ass. Franco Maiolino che ha consegnato una targa ricordo a Pippinuccio. Il protagonista della serata è stato proprio Pippinuccio che con una lucidà disarmante, per noi “giovani”, ha raccontato della sua guerra, della sua esperienza e del suo lavoro nella piccola bottega della piazza. Francesco Cirillo DICEMBRE 2015 01/12/2015 6.01 Pagina 2 • teatro• l’Olmo Dicembre 2015 16 l’Olmo Massimiliano Silvestri al Teatro Verdi di Pisa L'Amministrazione Comunale di Diamante Desidero rivolgere il mio personale plauso per la brillante prova ar- esprime il proprio plauso e rivolge un affettuoso tistica del tenore Massimiliano Silvestri, quale protagonista, nel- in bocca al lupo al giovane tenore diamantese, l'opera il “Convitato di pietra” di Giovanni Pacini, che ha debuttato Massimiliano Silvestri, che sarà protagonista di lo scorso 21 novembre di fronte alla autorevole platea del Teatro una importante opera “Il Convitato di Pietra” di Giovanni Pacini, che debutterà sabato 21 novembre al Teatro Verdi di Pisa. « Una nuova e rilevante tappa di una carriera che sta confermando il giovane artista calabrese tra le più brillanti realtà del “bel canto” italiano, un artista che ha già calcato con successo prestigiosi palcoscenici na- Verdi di Pisa e che sarà rappresentata, nei prossimi mesi, in altri famosi teatri del nostro Paese. Massimiliano, con il suo innato talento e la sua straordinaria bravura, coltivati in una famiglia di musicisti, da lustro e prestigio al nome di Diamante e della Calabria tutta. Quello di Massimiliano, diamantese doc, è un successo che riempie di orgoglio e rappresenta il giusto riconoscimento per un ragazzo che ha saputo conquistarsi uno spazio di rilievo in un cam- zionali e internazionali e che si prepara a questa nuova impegnativa e impor- po artistico non facile, che richiede non comuni capacità di studio, tante prova artistica ». Dopo Pisa l'opera sarà rappresentata il 5 dicembre al dedizione e passione. Il mio augurio più sincero è che la sua car- Teatro Giglio di Lucca e successivamente a Pescia. Sabato prossimo al Teatro riera, già così importante, sia sempre ricca di soddisfazioni, rappre- Verdi di Pisa sarà presente anche l’ onorevole Federico Gelli, parlamentare sentando un esempio positivo ed un incoraggiamento per tutti i gio- toscano che è stato più volte in Calabria e in particolare a Diamante, in occa- vani della nostra terra che, con sacrificio e passione, rifuggendo da sione di vari eventi tra cui il Festival del Peperoncino .Nelle note del Teatro tutto ciò che è illusorio ed effimero, vogliono affermarsi nei diversi del Giglio il “Convitato di Pietra “ viene rappresentato come: campi della vita. On. Ernesto Magorno « Una deliziosa e originale opera da camera del compositore lucchese Giovanni Pacini (1796-1867), in auge nel corso dell’Ottocento, con brani musicali alternati a dialoghi parlati e destinata a un contesto privato e familiare ». Si legge ancora nella presentazione: « L’opera è agile e musicalmente ben strutturata, composta sul libretto di Gaetano Barbieri, la cui caratterizzazione dei personaggi è ben più semplice della versione mozartiana. Interessante il registro vocale di Don Giovanni (tenore anziché baritono), la cui romanza “Luna, conforto al cor dei naviganti” è ancora oggi considerata la pagina migliore dell’intera opera, si nota l’assenza di Donna Elvira, il cui ruolo viene assunto da Zerlina e che ascolterà Ficcanaso nell’enumerazione delle conquiste del padrone ». A dirigere l'opera sarà Daniele Ferrari a cui si deve la prima esecuzione in tempi moderni, da lui preparata insieme con Jeremy Commons sulle parti per l'esecuzione del 1832, corrette grazie al confronto con il manoscritto autografo conservato alla Biblioteca Comunale "Carlo Magnani" di Pescia. L’Amministrazione Comunale di Diamante Gaetano Sollazzo -sindaco “Nella piazza di Diamante c’era un olmo, sede delle riunioni pubbliche e popolari... era il centro della cittadinanza, di socievole comunanza... con la sua benefica, spaziosa ombra e frescura era occasione propizia ed amichevole di concordia, fraternità, eguaglianza ed affetto cittadino ( Leopoldo Pagano 1860 ) CHI CI AMMINISTRA Francesca Anna Casella v.sindaco, bilancio, finanze,contenzioso. Pierluigi Benvenuto- Ass.lavori pubblici,tecnico manutentivo,sicurezza,viabilità e traffico,PIT. Franco Maiolino. Ass.al turismo,spettacolo ,cultura, politiche territoriali, del lavoro,unione dei comuni .Mariassunta Urciuolo. Ass. al Welfare, Piani di zona, relazioni con il pubblico. Bernardo Riente- Pres. del Consiglio. Cons.com. con delega . Franco Suriano. Cons.Com. con delega urbanistica,demanio,catasto,patrimonio,commercio. Ornella Perrone cons.com. con delega Politiche Sociali - Innovazione Tecnologica - Fondi Europei - Immigrazioni - Volontariato - Ambiente. Francesca Casella. Cons.com. con delega Pubblica Istruzione - Politiche Giovanili - Politiche Zone Rurali, Marcello Pascale Consiglieri di minoranza Per una Diamante Migliore: Antonio Cauteruccio - Francesca Amoroso Diamante Futura: Giuseppe Pascale, Giuseppe Savarese Mensile d’ inforMazione e cultura della riviera dei cedri a cura dell’aMMinistrazione coMunale di diaMante e cirella L’EDITORIALE di Franco Maioilino La memoria del mare Registro con piacere che il restauro della cinquecentesca Torre del Semaforo è seguito con interesse dai cittadini, a riprova che l’impegno profuso dalla nostra Amministrazione per evitare, prima che cadesse in mano ai privati e poi per definirne il contenzioso con il Demanio, ha dato i suoi risultati. Il 26 novembre il Demanio consegnerà definitivamente il manufatto che entrerà nel pieno possesso del Comune di Diamante e nel giro di qualche settimana saranno completati i lavori di ristrutturazione che renderanno fruibili i tre piani ed il terrazzo panoramico della torre. Quando il pennone verrà posizionato e la torre sarà illuminata, il “ Semaforo” riproporrà l’inconfondibile sky line che ha sempre caratterizzatol’antico borgo marinaro, le cui case, prima che avvenisse l’espansione urbanistica degli anni settanta, si arroccavano oltre che alla Chiesa Madre proprio intorno a questa antica torre d’avvistamento. Nella necessità di doverle dare una destinazione, pensiamo che la proposta avanzata dal Direttore dell’Olmo, Francesco Cirillo, possa essere considerata più di altre, perchè rispondente alle particolarità strutturali, alla storia e alla cultura della nostra città, che prima di essere caratterizzata dai Murales, dal Cedro e dal Peperoncino, si è sempre identificata fortemente con il mare, quel mare che è stata la risorsa principale del nostro paese per tanto tempo e che continua ad esserlo anche adesso, sebbene si sia trasformato da mare di pesca in mare turistico. Ecco perché abbiamo il dovere di non dimenticare le origini marinare della Perla del Tirreno, e lo possiamo fare allestendo, così come suggerisce Cirillo, un Museo della Cultura Marinara in cui conservare segni ,tracce e facce, offrendo ai visitatori un breve ma suggestivo percorso nella storia marinara di Diamante che si concluderà con la visione mozzafiato che si potrà godere dal terrazzino panoramico dove l’occhio potrà inseguire il volo dei gabbiani verso l’isola di Cirella e più in là verso Palinuro e verso le Eolie. Non vedo,invece, nella proposta di Cirillo, molte attinenze con il Cedro, un altro dei simboli della nostra cultura, di cui abbiamo perso oltre che la valenza culturale anche la valenza economica ma che è sicuramente meritevole di altre linee di intervento dall’ allestimento di cedriere museo sul lungomare o nel Parco La Valva, alla valorizzazione gastronomica del Citrus Diamante; così come penso, che l’apprezzabile proposta di realizzazione di un Museo dei Murales vada considerata maggiormente per una sezione stabile del restaurando Dac che alle esposizioni artistiche è principalmente vocato. Nelle prossime settimane presenterò ufficialmente una proposta di delibera che preveda la destinazione della Torre del Semaforo a Museo della Cultura Marinara in maniera tale da individuare mezzi e modalità per far in modo che Diamante conservi per sempre la sua memoria del Mare. Gli Auguri dell’Amministrazione per un felice Natale e un Buon 2016 Cari concittadini, com'è consuetudine rivolgo a tutti voi, attraverso le pagine dell'Olmo, l'augurio di un felice Natale e di un buon Anno Nuovo. Non possiamo negare: i recenti avvenimenti di Parigi, e tutto ciò che ne è seguito, pongono le imminenti festività sotto una coltre di inquietudine e di preoccupazione. Le parole terrorismo e guerra risuonano cupamente in questi giorni e rischiano di condizionare i nostri comportamenti per le insidie che questo momento storico rappresenta per tutta la comunità internazionale, anche se non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura e dall'ansia per il nostro futuro. Le festività natalizie quest'anno arrivano in un momento nel quale si avverte l'esigenza profonda di riscoprire i valori più autentici che ci accomunano, ai quali attingere per ritrovare la serenità, nel caldo abbraccio delle famiglie e degli affetti più cari. Il Natale, poi, festività comunque solenne, quest'anno assume un significato ancora più speciale, poiché ricade nell'anno del Giubileo della Chiesa Cattolica, indetto da Papa Francesco e dedicato alla Misericordia. Proprio il Santo Padre, a mio avviso, deve rappresentare per noi la figura di riferimento, con le sue parole semplici ma straordinariamente incisive che colpiscono il cuore dei credenti e dei laici. Parole che ci esortano a vivere il nostro tempo con sobrietà, appellandoci ai valori della pace, della libertà e della convivenza civile, rivolgendo lo sguardo verso gli ultimi, verso coloro che sono in difficoltà ed abbandonando ogni forma di egoismo, di intolleranza e di fanatismo. Avvicinandoci alla fine dell'anno è inevitabile che si traccino dei bilanci dell'attività amministrativa: rinnovando una collaudata consuetudine, attraverso gli schermi di TeleDiamante e incontrando la stampa, cercherò di fare nelle prossime settimane una sintesi del lavoro svolto dall'Amministrazione Comunale. Di certo, posso affermare nel mio messaggio augurale, che stiamo proseguendo con passione e determinazione nel nostro impegno per questa Città, che amiamo profondamente e per la quale stiamo operando, avendo come riferimento la concretezza e la capacità di realizzare, senza troppi proclami, obiettivi importanti che ap- porteranno benefici, nell'immediatezza e nel tempo, a tutta la comunità. Mi riferisco in particolare alle tante opere pubbliche che stanno cambiando il volto di Diamante rendendola ancora più bella e vivibile.Oltre a ciò, ritengo che stiamo egregiamente assolvendo al compito di assicurare buoni servizi ai cittadini, rispondendo ai loro bisogni con particolare attenzione verso le categorie più fragili e bisognose. Per quanto stiamo facendo, voglio ringraziare tutti coloro che quotidianamente consentono alla macchina comunale di andare avanti: i responsabili degli uffici, i dipendenti, i collaboratori e quanti a vario titolo supportano il lavoro comunale. Desidero, altresì, rivolgere il mio augurio e la mia gratitudine ai componenti della Giunta, al Presidente ed a tutto il Consiglio Comunale ma, anche alle Forze dell’Ordine, alle Parrocchie e ai tanti volontari impegnati nelle varie associazioni, che con dedizione e competenza concorrono al nostro operato. Un augurio particolarmente affettuoso va alle persone più anziane che, con sacrificio e amore, hanno edificato la storia ed il tessuto sociale della nostra comunità; ai bambini e ai giovani che sono il nostro futuro e la nostra speranza; a coloro che sono in cerca di lavoro; a chi è malato o non avrà la gioia di stare insieme ai propri cari, con l'auspicio che l'anno che verrà dissolva la sofferenza e la solitudine. Infine, auguro a tutti di promuovere relazioni umane capaci di rendere più fraterna e solidale la convivenza civile, perché, ricordando le parole di Madre Teresa di Calcutta: “È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro ; ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri”. A nome mio e di tutta l’Amministrazione comunale, i migliori auguri di un Natale sereno e di un 2016 che ci regali solo giorni di pace e di gioia. Il Sindaco Dott.Gaetano Sollazzo n. 157• anno 13 •dicembre 2015 • direttore editoriale sindaco Gaetano sollazzo • direttore responsabile francesco cirillo