leTravail
il lavoro
SPECIALE
A PAGINA 16
1,50 E
anno 63 | numero 4
prima quindicina marzo 2011
Poste Italiane S.p.A.
Spedizione in A.P.
D.L. 353/2003 (conv. in
L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1 comma DCB Aosta
Q U I N D I C I N A L E D I At tualit à , p olit ica e cultu ra f o ndat o nel 1 9 4 8 da g iulio d o lchi
Cara Italia, perché giusto o sbagliato che sia questo è il mio paese con le sue grandi qualità e i suoi grandi difetti.
POLITICA
È così difficile dire no
a Berlusconi in Valle ?
Il vento dell’alternativa torna
a soffiare
Enzo Biagi
REGIONE
AOSTA
Liste d’attesa e carenza di medici i
guai della sanità valdostana a pag. 6
Università, piano del traffico e
settimana senza TV i temi
a pag. 14
Tre mesi di attesa
per una visita al cuore
a pag. 4
www.letravail.it
Intervista al capogruppo PD
Michele Monteleone
Gente d’Italia
GIOVANNA ZANCHI
L
e rivolte nel nord Africa e la
cruenta repressione in Libia hanno scatenato in Italia profonde
reazioni che mettono in crisi i nostri
rapporti con gli altri: fra chi professa
l’accoglienza e la solidarietà a tutti i costi e chi, invece, si preoccupa di essere
invaso da una marea di disperati destinati ad acuire il già infelice equilibrio
socio-economico del nostro paese; fra
le regioni meridionali che quotidianamente devono salvare ed accogliere i
barconi della speranza e quelle settentrionali che, inevitabilmente, sono viste
come il serbatoio di un lavoro possibile;
fra l’Italia - pontile d’Europa nel Mediterraneo - e altri paesi comunitari che
sarebbero disposti, magari, ad offrirci
il loro supporto finanziario, non altrettanto a condividere equamente con noi
il numero dei profughi.
C’è chi si preoccupa del fatto che ogni
immigrato ci costa almeno cento euro
al giorno, che non si sa più dove metterli, che i continui sbarchi rischiano
di danneggiare pesantemente la nostra industria turistica e che la rottura
dei rapporti diplomatici con la Libia
potrebbe mettere a rischio le nostre
forniture di gas. Al tempo stesso c’è
chi non dimentica che il Ciad, un paese poverissimo, ospita più di un milione di profughi dal Darfur e sa che
gli italiani non possono ignorare il
massacro di una popolazione civile a
settanta chilometri dalle nostre coste.
Una popolazione che sta lottando per
la libertà e la democrazia.
Questa è l’Italia che si prepara a celebrare il suo secolo e mezzo di unità fra
mille dubbi, non ultimo se sia corretto
ed economicamente sostenibile istituire una festività ufficiale una volta ogni
DOSSIER: il 17 marzo la Festa per i 150 anni dell’Unità
Viva l’Italia!
Un secolo e mezzo di storia (non sempre facile) per il Belpaese. L’entusiasmo del Risorgimento, poi
tante difficoltà: l’emigrazione, due guerre mondiali, la questione meridionale, il fascismo, gli anni
di piombo, il berlusconismo. Ma anche la Resistenza, la Costituzione repubblicana, le Autonomie, il
boom del secondo dopoguerra, la scuola e la sanità pubblica, le speranze per il futuro. Ecco perché
festeggiare l’Italia significa festeggiare la vita e la storia di ognuno di noi.
 ALLE PAGINE 8 E 9
cinquant’anni. Ci sono regioni che il 17
marzo 1861 in Italia non c’erano ancora, altri che sono stati costretti ad
italianizzarsi contro la loro volontà. E
poi, ricordano gli industriali, un giorno
in più di fermo-produzione aumenterà pericolosamente di mezzo punto il
costo del lavoro, contribuendo a dare
un’ulteriore spallata alla nostra precaria economia.
Questa è l’Italia, complessa, contraddittoria, confusa ma anche straordinariamente ricca di umanità e di cultura.
Sarà forse perché alcuni dei miei migliori amici valdostani vengono da Verona,
Milano, Modena, Frosinone, Brindisi,
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Potenza, Palermo e Messina (anche da
Sarajevo, Tirana e Casablanca), ma io
ho un’idea ribaltata della celebre frase
del marchese d’Azeglio: l’unità dello
Stato Italia non è stata ancora completata - per lo meno non ha ancora passato il collaudo - ma gli italiani sono da
tempo un unico popolo.
Commenti e opinioni
leTravail il lavoro
Commenti e opinioni
Politica
2
Regione
Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale
a cura di
Art. 1: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro
Tadzio
a cura di
Dossier
Lavoro, impresa,
scuola, sindacato
Aosta
Territorio
Forum
Culture
L’Italia al Bar Sport
L’obbedienza è ancora una virtù?
D
ecine di foto, video e testimonianze - raccolte in questi giorni - si susseguono su
internet, creando una banca dati del dolore e delle speranze di intere popolazioni. Anche il web sostiene la ribellione che si è diffusa in pochi mesi tra il nord
Africa, il Medio Oriente e ora anche nella Penisola Arabica. Assisto, dal mio computer, ad
un flusso informativo che sta progressivamente costruendo la memoria collettiva di un
cambiamento sociale e culturale che coinvolge uomini e donne. Quello che mi colpisce è
che sono persone - completamente diverse tra loro per ceto, educazione ed orientamento politico - che protestano fianco a fianco, condividendo il senso di appartenenza ad uno
stesso movimento. D’altra parte la ribellione aggrega perché ha in sé la forza inarrestabile della diffusione della conoscenza e del sapere. Anche le donne partecipano, a pieno
titolo, alle proteste, unificando le loro visioni, le loro energie e le loro sofferenze. Negli
eventi di questi giorni ho infatti colto uno sforzo collettivo che, se da una parte persegue
un orizzonte ideologico di libertà - fatto di dignità e rispetto dei diritti politici, sociali e
religiosi - dall’altra pretende responsabilità e capacità di autodeterminazione. Nel libro
“La manomissione delle parole”, Carofiglio spiega che la parola ribellione è fortemente
ancorata ai valori della giustizia sociale. In effetti riforme politiche, posti di lavoro e migliore retribuzione sono i veri obiettivi di questa rivolta, dove squilibri nella distribuzione delle ricchezze e politiche repressive hanno ostacolato la nascita della democrazia.
Ribellarsi diventa allora un’esperienza di autonomia, una forma sana di autodifesa che
scaturisce quando gli indici di sviluppo di una comunità vengono fortemente repressi
da uno stato di potere. Personalmente spero che l’Italia non pretenda di nascondere il
proprio timore dietro l’allarme umanitario. Spero che il nostro governo non rivendichi un
ruolo guida nel definire gli assetti del potere politico che subentrerà ai regimi rovesciati
dalla ribellione. Nel suo profondo percorso, sta risvegliando la presa di coscienza di giovani generazioni sempre più numerose e istruite che, sia per effetto dei flussi migratori
sia attraverso l’uso del web, sono fortemente globalizzate. Sono proprio i giovani ad aver
reagito, tra i primi, alle aspettative frustrate da crescenti mancanze di sbocchi lavorativi
e di mobilità sociale. Penso alle iniziative degli ultimi mesi, a quelle piazze italiane che
si sono riempite per ospitare uomini, donne e bambini che hanno pacificamente manifestato per se stessi e contro una politica che non rispetta più le regole. La mia impressione è che noi cittadini di quest’Italia unita stiamo solo ora maturando la capacità di
reagire secondo una legittima difesa repubblicana per esercitare il nostro ripudio verso
l’iniquità. Mi auguro che l’Italia impari a non confondere le manifestazioni di piazza con
i disordini di piazza e che comprenda che la ribellione non è un atto di violenza, ma citando Don Milani - un rimedio contro la perdita della dignità.
Jean-Pierre Guichardaz “Robespierre”
N
ei Bar Sport di tutto il mondo (intesi non tanto come insegna ma piuttosto come contenitori di quella natura umana che ha trovato il suo apice
nell’omonimo ed esilarante libro di Stefano Benni), si assiste a uno strisciante mutamento linguistico-culturale: i grandi temi di discussione, che tradizionalmente riempiono le giornate degli avventori più affezionati, si stanno spostando progressivamente dalle ultime di campionato al caso Ruby Rubacuori, alla
casetta di Montecarlo, al bunga bunga. Un’evoluzione, si potrebbe dire, rispetto
al “piove governo ladro” di gramsciana memoria, espressione spesso abusata sulle soglie dei Bar Sport (da sempre luoghi di osservazione privilegiati per tastare
l’umore del popolo), oramai svuotata del suo significato più politico, utilizzata più
per criticare il buon Dio quando non splende il sole (senza chiamarlo direttamente in causa) che per accusare il governo di non aver provveduto ad eliminare
quelle “nuvole nere all’orizzonte” (l’immagine mi richiama alla mente la bellissima e tormentata poesia del Pascoli “Temporale”, quella del “bubbolìo lontano” e
dell’orizzonte “nero di pece”, un po’ la rappresentazione dei nostri tempi).
Per lavoro mi capita spesso di soffermarmi nei vari Bar Sport e di osservare
l’umanità che staziona nei pressi dei banconi di mescita. L’altro giorno ho assistito a una colorita contesa tra quattro individui. I tizi non parlavano, urlavano.
I quattro chiacchieroni si sovrapponevano senza ascoltarsi, per nulla interessati
alla cacofonia che ne veniva fuori. Per quel poco che sono riuscito a capire uno
era un acceso sostenitore del nostro presidente del consiglio e del suo stile di
vita (Silvio? A casa sua potrà pur fare quel che gli pare! E quel traditore che
ha svenduto la casa al cognato? E quel bel tomo che c’ha la barca e le scarpe
di coccodrillo!), l’altro lo detestava astiosamente (Culo flaccido! Sfruttatore di
minorenni! Se ne vada ad Antigua a fare bunga bunga!), il terzo era il classico qualunquista/un po’ confuso (Tanto son tutti uguali! Tutti ladri! Ni droite ni
gauche!) e l’ultimo era il tipico nichilista (ricordati che quando pensi di essere
arrivato al fondo, c’è sempre una botola. Non c’è mai limite al peggio!). Semplificando un po’ si può dire che i quattro “tipi” rappresentano in qualche modo
i paradigmi del pensiero dominante nel nostro Paese: Peppone e Don Camillo
da una parte e nel mezzo, a seconda, il cerchiobottista, il terzista o l’anarchico.
Nel centocinquantesimo dell’unità d’Italia si potrebbe prendere il Bar Sport a
modello del Bel Paese. Diciamolo pure: in nessun luogo riescono a convivere in
una tale disarmonica armonia le anime più rappresentative della nostra società:
i berluscones, gli antiberluscones, i qualunquisti e i pessimisti cosmici.
leTravail il lavoro
Quindicinale di attualità, politica e cultura fondato nel 1948 da Giulio Dolchi
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Coordinatore della redazione: Davide Avati - [email protected]
Redazione: Fabio Protasoni - [email protected], Orfeo Cout - [email protected],
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Collaboratori:
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questo numero è stato
chiuso in tipografia il
9 marzo 2011
Iscrizione: 1/48 del 9/4/1948 del Registro di Stampa del Tribunale di Aosta
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leTravail il lavoro
3
DISEGUALI
a cura di
Art. 21: TUTTI HANNO IL DIRITTO DI MANIFESTARE
LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO
Giuliana Ferrero
In questo numero, lo spazio con il quale il Travail intende coinvolgere in un dibattito il mondo dell’informazione della Valle d’Aosta è firmato da Nathalie Grange,
della testata online aostasera.it.
NOTA: gli interventi pubblicati in questa sezione non implicano alcun rapporto
professionale fra la testata e il giornalista che firma l’articolo.
A chi interessa il metano?
di
Nathalie Grange
A
Equality Italia
V
e ne siete accorti anche voi, vero? In questo Paese tutte le volte
che si tenta un confronto sui diritti civili e le libertà individuali
(testamento biologico, coppie di fatto, violenza, diritti di cittadinanza ecc…) lo scontro assume la forma ideologica delle guerre di religione. Il male contro il bene. E in mezzo nessuno spazio di confronto.
Anzi, un immobilismo, politico ed economico, e primariamente culturale. Eppure far incontrare anche le posizioni più distanti non è così assurdo. Negli altri Paesi ci sono riusciti. Per questo è nata Equality Italia,
una associazione che è un’avventura e una sfida ambiziosa, perché si
adopera per il superamento di ogni discriminazione e disparità in ragione
del sesso, dell’età, della condizione sociale, dell’ appartenenza etnica,
della disabilità, della convinzione religiosa e filosofica, dell’orientamento
sessuale e identità di genere. E questa improbabile impresa di costruire
una nuova cultura sociale trasversale, ha convinto numerose personalità
del mondo politico, culturale e sociale italiano (da Lella Costa e Maria
Grazia Cucinotta, da Fabio Granata e Flavia Perina a Barbara Pollastrini
e Mercedes Presso, da Ottavia Piccolo a Piero Sansonetti, giusto per citarne alcuni) che hanno dato il proprio sostegno a Equality Italia (www.
equalityitalia.it).
Spiega il presidente della neonata associazione, Aurelio Mancuso: “riteniamo che sia giunto il momento di attivare una politica concreta d’impegno, che metta al centro dei progetti di riforma le persone e le loro
aspirazioni, superando la logica del nemico e costruendo dei percorsi
di formazione trasversale del consenso”. Equality vuole dunque aprire
il confronto su questioni importanti nella consapevolezza che i diritti
individuali, civili, di libertà non possono esser promossi solamente da
una parte politica, ma devono esser patrimonio, come accade in tutto
l’occidente, di tutti i partiti e i movimenti democratici. Dalle cittadinanze negate delle persone migranti, lgbt, disabili alle risposte necessarie
rispetto alle nuove forme di organizzazione sociale delle famiglie e degli
affetti, per attraversare temi come la violenza, la solitudine, la mortificazione sociale e intellettuale delle donne e delle nuove generazioni, fino
alle questioni del diritto a una vita serena, alla scelta delle cure e dell’accesso alle nuove scoperte in campo scientifico, al fine vita.
Diversi sì. Diseguali no.
La finestra sul mondo
a cura di
Davide Avati
Imparare dalla Libia
Ospito in questo numero un commento di Fabio Protasoni sulla rivolta in Libia,
‘postato’ sul blog del Travail (www.letravail.it)
F
orse è presto per tirare le somme di un dramma umano come
quello che sta devastando la Libia. Però, per poter agire una qualche
riflessione e un qualche mea culpa
andrebbero fatti immediatamente. È
evidente che il rapporto che abbiamo
tenuto, come nazione e come istituzioni, con il regime di Gheddafi è stato
indegno. È evidente che non ha senso
immaginare le relazioni internazionali
di un paese solo con i paesi democratici
come il nostro. Sarebbe un danno per
noi ma anche un danno per quei popoli
che, oltre alla limitazione della libertà
si troverebbero anche nella condizione
di essere isolati in un pianeta sempre
più interdipendente. Con Gheddafi,
veva aperto, a novembre del 2009, con tanto di inaugurazione e buffet
finale alla presenza dell’Assessore alle Attività Produttive, di diversi consiglieri regionali, sindaci ed altre autorità. Anche la Valle d’Aosta poteva
contare su un distributore di gas metano. Realizzato dalla Svap all’interno della
stazione degli autobus cittadini, anch’essi alimentati a metano, avrebbe rifornito
le auto di residenti e turisti. Con la concreta speranza che la fine dei “buoni benzina” avrebbe indotto molti valdostani a convertirsi al gas metano, più ecologico
e più economico della benzina o del gasolio.
Il condizionale è d’obbligo perché in questi giorni, poco più di 13 mesi dopo la
solenne apertura, la Svap ne minaccia la chiusura. Troppo alti i costi del personale che, per legge, deve presidiare le pompe soprattutto rispetto al numero di
clienti, 200 circa, che si riforniscono con il metano.
Sarebbe questo un piccolo episodio, del tutto insignificante, se non fosse che
quel distributore è l’unico in tutta la regione e che, i seppur pochi clienti valdostani, dovranno andare a Montalto Dora a rifornirsi, vanificando in questo modo
il risparmio economico. Sarebbe un episodio insignificante se la Regione non
avesse incentivato, con soldi pubblici, l’acquisto di nuove auto ibride a metano o
la conversione di auto già circolanti nell’ottica di diminuire del 20% le emissioni
di anidride carbonica come richiesto dall’Europa.
Sarebbe solo un distributore che chiude, a fronte di tanti altri che aprono, se
a dicembre dello scorso anno, non fosse andato deserto il bando, rivolto alle
piccole e medie imprese, che prevedeva appositi finanziamenti su impianti di
distribuzione gpl e metano già esistenti o di nuova installazione.
È un banale episodio, a cui probabilmente si stanno già trovando diverse soluzioni tra cui la futura ristrutturazione dell’impianto a Gpl di Saint-Christophe.
Lo trovo emblematico, però, perché, nella sua semplicità, mette in evidenza la
difficoltà della Valle ad immaginarsi una strategia complessiva sulla mobilità, soprattutto in relazione all’ambiente, al risparmio economico e alla riduzione dei
consumi. La sensazione diffusa è che la nostra regione, complici i buoni benzina,
sia rimasta assopita per anni, senza interrogarsi sul futuro ed agire su questioni
che hanno direttamente a che fare anche con la qualità della vita di una comunità e la salute pubblica. Il Trentino, invocato da molti come regione di riferimento,
dimostra di essere più di un decennio avanti: nel 1993 ha aperto il primo distributore a metano (ora ne conta più di 24) e, nel 2000, ha legiferato per consentire il rifornimento self service anche nelle pompe a metano. Insomma, si sono
posti prima il problema di ridurre l’inquinamento e, ora, sono meglio attrezzati
per far fronte al progressivo rincaro di benzina e gasolio. Se la politica risulta
assopita, anche noi cittadini valdostani, è giusto ammetterlo, siamo alle prese
con un risveglio piuttosto difficoltoso. Viaggiamo in media uno per auto, usiamo
la macchina anche per piccoli spostamenti, cerchiamo un parcheggio a pochi
metri dall’ufficio, utilizziamo poco i mezzi pubblici per poi lamentarci del traffico
e dell’inquinamento. Non siamo ancora riusciti, di fatto, a modificare comportamenti e abitudini e a dare così il nostro contributo per migliorare la mobilità e la
qualità dell’aria che respiriamo. Forse anche da qui, da una riflessione su di noi,
sarebbe utile ripartire.
però, si è passato ogni il limite della
decenza con le lodi, le celebrazioni e le
concessioni che Berlusconi (e quindi
l’Italia) gli hanno tributato. Penso che
la politica estera di un paese come il
nostro debba tenere conto degli propri
interessi economici e politici ma farlo tenendo fede ai propri valori e alla
propria storia di libertà e di
democrazia. Oggi i milioni di
giovani egiziani, tunisini e libici che stanno manifestando
e morendo per le strade delle loro città non lanciano un
accusa solo ai loro governanti
ma anche ai nostri. E, cosa
più importante, lo fanno in
nome dei valori occidentali di
giustizia e di libertà. Cè molto
da imparare.
Fabio Protasoni
Politica
leTravail il lavoro
Politica
4
Regione
Il vento dell’alternativa torna a soffiare
È così difficile dire No a Berlusconi in Valle d’Aosta?
Raimondo Donzel
[email protected]
I
Lavoro, impresa,
n sindacato
Valle d’Aosta
scuola,
Aosta
scarsa attenzione è
stata data alle parole di Mons. Giuseppe Anfossi, vescovo di Aosta e
presidente della Commissione episcopale per la Famiglia e la vita, apparse
sul quotidiano la Repubblica relative ad
una ferma condanna dei comportamenti
di Berlusconi. Il Vescovo non ha Culture
esitato
Forum
ad invitare Berlusconi a «fare un passo
indietro, a dimettersi e fare chiarezza
nelle sedi opportune. Non vedo cos’altro
potrebbe fare di fronte ad accuse tanto
gravi e a una vicenda così sconcertante,
causa di tanto discredito per le istituzioni, per le donne, per i giovani e per
l’intero Paese».
Perché in Valle d’Aosta si evita la questione? L’ideologia di molte forze autonomiste prevede di trattare con qualunque governo al fine di trarre benefici per
la nostra Autonomia. Per una forza di
centrosinistra come il PD, che si sente
pienamente autonomista e federalista,
invece i rapporti dovuti con i governi nazionali (siano essi di destra o di sinistra)
non possono mercanteggiare sui valori e
sui principi fondamentali. È corretto fare
in modo che il Federalismo fiscale non
penalizzi la nostra regione di montagna,
e cercare di ottenere vantaggi per i valdostani. Ma questo non significa tollerare
il degrado morale o l’indifferenza verso
un popolo come quello libico che lotta
per la libertà, allo stesso modo con cui i
valdostani si sono battuti contro i nazifascisti per conquistare l’Autonomia.
Come il governo Berlusconi si è compromesso con Gheddafi, così il governo
regionale ha stabilito un rapporto con il
governo Berlusconi che è andato ben al
di là di normali rapporti istituzionali, fino
a diventare quasi di totale sintonia. Ora
diventa difficile , anche se è urgente e
necessario, prendere le distanze da Berlusconi visto che ai comportamenti discutibili, ai fallimenti economici, aggiunge attacchi senza precedenti alla scuola
pubblica, rettificato poi in un attacco agli
insegnanti della scuola pubblica, (attacco
ancor più grave perché o tratta tutti come
ignoranti servi dell’ideologia o li vorrebbe
tutti al suo servizio come tante escort), e
ancora la totale mancanza di rispetto per
chi ha un orientamento sessuale diverso.
Diventa dunque indispensabile continuare lo sforzo per portare fuori la Valle
d’Aosta dalla sfera d’influenza della berlusconismo.
Serve, come abbiamo più volte scritto,
un ampio fronte di forze politiche e associazioni e cittadini che sentano l’esi-
Dichiarazione di mons. Anfossi a ‘Repubblica’ del 20 febbraio
Il vescovo: “Berlusconi si dimetta”
I
l vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, invita apertamente
Berlusconi a “fare un passo indietro”. È quanto si legge in una dichiarazione rilasciata dal vescovo della
nostra diocesi al quotidiano ‘La Repubblica’ il 20 febbraio scorso. Anfossi, in qualità di presidente della Commissione episcopale per la Famiglia e
la Vita della CEI, ha sottolineato come
il premier “deve dimettersi e fare chiarezza nelle sedi opportune. Non vedo
cos’altro potrebbe fare di fronte ad accuse tanto gravi e a una vicenda così
sconcertante, causa di tanto discredito per le istituzioni, per le donne, per
i giovani e per l’intero paese”. I riferimenti di mons. Anfossi, come specificato al giornalista di ‘Repubblica’,
sono pieni di “sofferenza e delusione”
a causa del caso Ruby e delle vicende
personali di Berlusconi. Conclude il
vescovo di Aosta: “purtroppo non posso nascondere che questa volta sono
veramente in grande difficoltà. E non
penso di essere il solo”.
genza di promuovere un nuovo orientamento anche in Valle d’Aosta. I gravi
problemi che il governo regionale non
ha saputo fronteggiare: a partire dalla
questione del lavoro duramente colpito
dalla crisi e dai tagli del governo, per
continuare con la burocrazia che rallenta o frena le imprese, con il caos nei
trasporti, con l’incapacità di realizzare
opere indispensabili come l’ospedale
(che non è solo questione dei parcheggi), o trovare risorse per l’Università;
rendono ancora più urgente questa
riflessione e devono essere il punto di
riferimento per ragionare su un modo
diverso di fare politica e amministrare
la Valle d’Aosta.
Il Partito democratico è pronto ad affrontare questa sfida, grazie al sostegno
dei tanti cittadini che stanno firmando
la petizione BERLUSCONI DIMETTITI
e la richiesta di ridurre i pedaggi autostradali per TUTTI i valdostani. La risalita nei sondaggi nazionali del Partito e
del Segretario Bersani e lo straordinario
successo delle primarie di Torino, con
l’affermazione di Piero Fassino, fautore
di un programma serio e riformatore per
il governo della città, confermano che il
vento dell’alternativa torna a soffiare.
notizie dal PD
Assemblea tra Statuto
e circoli
L’Assemblea regionale del PD Valle
d’Aosta si è riunita sabato scorso 5
marzo ad Aosta per affrontare una serie di argomenti all’ordine del giorno.
La seduta si è aperta con la relazione
del segretario regionale Raimondo
Donzel, che ha sottolineato l’immobilismo del governo regionale e le sue
‘relazioni pericolose’ con la peggiore
destra italiana degli ultimi anni. “Il
governo Rollandin in questi tre anni
non ha realizzato nulla, e così sarà anche per i prossimi due: l’ospedale è fermo, la cittadella universitaria è solo un
progetto sulla carta, i trasporti versano nella situazione disastrata che tutti
conosciamo. Gli unici risultati concreti
riguardano l’arretramento della nostra autonomia finanziaria per colpa
dell’accordo con Calderoli sul federalismo fiscale che ci indebita per svariati
milioni di euro fino al 2017. Che cosa
ha portato l’avvicinamento dell’Union
al governo Berlusconi? Niente, non un
soldo in più, non un risultato concreto
se non maggiori debiti che i cittadini
valdostani pagheranno nei prossimi
anni. È questa l’eredità della Giunta
Rollandin”.
Sul fronte degli adempimenti statutari,
l’Assemblea ha eletto una Commissione
(presieduta da Giuliana Ferrero e formata da Michele Monteleone, Roberto
Greco e Fabio Platania) che si occuperà
nel prossimo mese di fare sintesi tra le
diverse proposte presentate per stendere una proposta di Statuto regionale da
presentare e approvare in Assemblea
entro i primi giorni di aprile. È stato
invece approvato all’unanimità il regolamento per il rilancio e il rinnovo dei
Circoli territoriali; sarà ora compito della Direzione regionale stabilire le date
entro quali le singole realtà territoriali
dovranno convocare i propri congressi
ed eleggere i nuovi organismi dirigenti.
Berlusconi dimettiti:
1500 firme (sinora) in Valle
Chiediamo le dimissioni di Berlusconi
perché la situazione è arrivata al limite. Per questo abbiamo raccolto dieci
milioni di firme e le abbiamo recapitate
a Palazzo Chigi. In Valle d’Aosta abbiamo raccolto sinora oltre 1.500 firme di
cittadini; 1.500 uomini donne e giovani che hanno voluto compiere questo
gesto concreto per dire basta al premier, ai suoi metodi, alla sua incapacità di governare. Grazie a tutti coloro
che hanno firmato. Insieme possiamo
voltare pagina
transatlantico
transatlantico
a cura di ROBERTO NICCO [email protected]
Federalismo: un processo monco
‘’Senza affrontare il nodo centrale, politico, della questione, ovvero l’istituzione di
una Camera delle Regioni, il processo è irrimediabilmente monco, acefalo. E su
questo terreno nessun passo è stato compiuto in questi ormai quasi tre anni di
legislatura. Nessuno’’. Lo ha dichiarato, intervenendo alla Camera nel dibattito sul
decreto del federalismo municipale, il deputato valdostano Roberto Nicco.
‘’Camera delle Regioni - spiega - cui spetterà in primis ridefinire le competenze tra
i differenti livelli di Governo per porre fine alla assurda conflittualità attuale con
reciproci ricorsi alla Corte Costituzionale e, conseguentemente, proprio sulla base
delle competenze, rimettere poi mano alla parte fiscale, passando dalla finanza
derivata alla finanza autonoma ed alla responsabilizzazione
degli amministratori. Questo è il vero ‘passaggio epocale’’’.
‘’Per noi, Regioni a Statuto Speciale e Province autonome’’
aggiunge Nicco, è fondamentale ‘’l’intesa Stato-Regione per
la modificazione degli Statuti: se federalismo è foedus, patto,
gli Statuti devono essere modificabili solo in accordo con
i Consigli, non con il semplice parere oggi previsto’’.
‘’Ma anche su questo - conclude - nessun passo è stato compiuto in questi tre anni e le nostre iniziative
legislative giacciono nei cassetti della prima Commissione’’.
leTravail il lavoro
5
Riflessioni a margine del congresso di Alpe (e dell’assemblea PD)
Alternativa, tra slanci e questioni aperte
Fabio Protasoni
Presidente dell’Assemblea PD VdA
I
l congresso fondativo di Alpe, che
si è tenuto sabato 5 Marzo a Pollein è una buona notizia. Per quel
che ho visto da esterno dopo un anno
di rodaggio e di fusione “calda, fredda,
calda” tra le forze politiche che hanno
dato vita a questa esperienza l’impressione è che il percorso sia, con le fatiche che sono necessarie, su una buona
strada. Tra l’assemblea di un anno fa
e quella di sabato erano evidenti le
differenze. Una crescita dello spessore programmatico sia sul versante del
contenuto che della caratterizzazione
culturale, una discussione e una ricerca sugli strumenti di democrazia interna e sulle primarie, un atteggiamento
diverso nei confronti del Pd sul quale,
mi sembra, sono state accantonate o
isolate quelle posizioni più conflittuali
e polemiche. Anzi, va evidenziato che
l’accoglienza e l’amicizia che ci è stata riservata, anche con quegli aspetti
simbolici che fanno capo, ad esempio,
alla collocazione degli interventi di
saluto ed ad altri piccoli particolari, è
stato un segno apprezzato e che promette ulteriori sviluppi nel dialogo tra
le due più grandi forze di opposizione.
Per certi versi il percorso di Alpe con
la discussione sulla propria identità
politica, sulle primarie e sul ruolo delle donne richiama l’esperienza che dal
2007 ha fatto il PD con la confluenza
di DS e Margherita e Alé Vallee, la discussione che portò a scegliere le Primarie per eleggere il nostro segretario
sia a livello nazionale che regionale
oppure la scelta fatta dal PD di darsi
organi in cui la presenza femminile sia,
per statuto, del 50%.
Ciò che più importa è però la sostanziale sintonia di analisi e di lettura della situazione politica valdostana che si può
facilmente riscontrare confrontando
la relazione di Carlo Perrin con la discussione che nel pomeriggio abbiamo
affrontato nell’Assemblea Regionale
del PD. La svolta a destra dell’UV, il
sostanziale immobilismo della Valle, la
preoccupazione per il lavoro e per le
pratiche ambigue che il sistema di potere dell’Uv utilizza nelle assunzioni nelle
aziende partecipate e simili, l’allergia e
l’indignazione per un certo modo di fare
politica. Ciò detto e nel rispetto di quel
sentimento di amicizia che cresce con
la critica e non con il silenzio mi sembra giusto rilevare che alcune questioni
“problematiche” sono ancora in campo.
C’è da avviare con serietà e con un metodo più serrato il confronto programmatico con il Pd e con tutto il centrosinistra in grado di rendere evidente
e credibile un progetto di alternativa.
C’è l’esigenza, di tutti i soggetti politici valdostani (ma per un partito nuovo
come Alpe è di maggiore importanza),
di sostenere questo ipotetico progetto
con un rinnovamento visibile della classe dirigente. C’è poi, a mio parere, la
questione della lettura che Alpe mette
in campo sulla società valdostana e sua
sua identità. Mi è parso, ma posso sbagliare, che sia ancora forte l’idea di una
autonomia troppo vicina ad un indipen-
dentismo vecchia maniera, ad una logica della difesa e della separazione piuttosto che a quella dell’apertura e della
estroversità che ci chiede la “globalizzazione” e la “glocalizzazione” in atto.
Il compiacimento del segretario della
Lega Nord non era del tutto infondato.
Il rischio, a mio parere, è quello di fare
politica con la testa in un’altra epoca.
La vicinanza ad alcuni partiti indipendentisti europei come i fiamminghi o i
corsi penso che sia un punto di arretratezza di Alpe perché relega la riflessione a modelli discutibili sia sul piano
della giustizia sociale che su quelli della capacità di dare una prospettiva di
pace e di sviluppo alle nostre società.
Da questa scelta deriva anche il tipo di
messaggio che Alpe vuole dare in termini complessivi e a quale elettorato
si vuole rivolgere. E di conseguenza
come vuole competere con l’Union.
Le elezioni ammnistrative hanno dimostrato, purtroppo, una tenuta di
quel blocco sociale di consenso indipendentemente dalle scelte programmatiche e di schieramento di UV più
sul versante delle paure che su quello
delle convinzioni. Questo dovrebbe
farci riflettere. Non è sufficiente la
denuncia delle contraddizioni e dei
comportamenti della maggioranza. È
necessaria anche una visione positiva
e rassicurante che sia Alpe che il PD
non sono, ancora, riusciti a dare. Il Pd
sta cercando di fare uno sforzo in questa direzione. E Alpe?
Una rappresentanza VALDOSTANA alla Prima Conferenza Nazionale delle donne democratiche
Verso la Conferenza delle donne del PD
Coordinamento donne PD VdA
S
e non ora quando? Quando ritrovare la voglia di esserci, di partecipare, di avere voce, non solo
nelle associazioni, ma anche all’interno
dei partiti?. In Italia, secondo una ricerca istat del 2006, le donne che militano nei partiti e nei sindacati sono
solo l’1,8% del totale, contro il 6,7%
delle donne dell’area del volontariato e
dell’associazionismo culturale, un dato
che rappresenta bene la scarsa capacità di aggregazione del mondo femminile, da parte dei partiti e dei sindacati.
Nonostante l’obbligo statutario della
presenza del 50% delle donne nelle
assemblee e negli organi dirigenti ed
esecutivi, il ruolo delle donne anche
all’interno del PD, è divenuto sempre
più marginale. È proprio quest’analisi,
che ha fatto nascere l’esigenza di istituire uno spazio politico peculiare, finalizzato a ridare respiro alla politica,
anche locale, attraverso il riequilibrio
della rappresentanza di genere. La
Conferenza Permanente è quello spazio, pensato dalle donne del PD, che
può diventare punto di riferimento per
elettrici, elette, associazioni, dove si
possono elaborare strategie e proposte
di soluzioni a problemi concreti, individuati attraverso un profondo radicamento sul territorio dell’azione politica. In Valle d’Aosta il percorso che ci porterà alla creazione della nostra Conferenza regionale è ancora in embrione,
e per trovare la carica necessaria per
avviarlo, abbiamo deciso di partecipare alla Prima Conferenza Nazionale
delle Donne Democratiche il 18 e il 19
febbraio scorso, al Teatro Capranica a
Roma. Sono state due giornate impegnative, di grande stimolo, di grande
passione, che abbiamo passato ascoltando Rosy Bindi, Anna Finocchiaro,
Marina Sereni, Roberta Agostini che
è stata eletta portavoce nazionale della Conferenza e tante altre, ognuna
portatrice di esperienze, di spunti di
riflessione.
La Conferenza ha iniziato i suoi lavori con l’inno d’Italia cantato da tutte le
partecipanti, ma è Rosy Bindi con il suo
intervento che ha trasmesso la certezza
che davvero un’altra politica è possibile! “Non siamo riemerse dal nulla e non
torneremo in una situazione di invisibilità Le donne non sono sbucate dal
nulla!”. Ha posto con grande forza una
questione fondamentale, ovvero la necessità di una leadership femminile nei
ruoli apicali.
La senatrice Anna Finocchiaro ha lanciato una proposta alle donne sulla Festa
Nazionale del 17 marzo: che ogni donna esponga una bandiera tricolore da
una finestra. E l’Italia avrà la conferma
che le donne ci sono. Ha chiuso i lavori
il Segretario Bersani. Nel suo intervento, ha riassunto in tre punti le priorità
enunciate nel dibattito e che verranno
assunte come tali dal PD in un’ottica di
continuo interscambio tra Conferenza
Donne e Partito: le donne devono stare
nei luoghi di decisione, nella vita pubblica e nell’economia; eguaglianza dei diritti e della funzione sociale della donna
e dell’uomo; aumento dei servizi a favore delle donne e delle famiglie anche per
favorire la conciliazione vita lavoro
Il 28,9% dei giovani italiani è disoccupato
I giovani italiani disoccupati sono il 28,9%, record negativo che non si registrava dal gennaio del 2004. Si tratta di numeri
preoccupanti a prescindere da qualunque parte politica li voglia analizzare. È difficile deformare la realtà quando in Italia ci
sono 2 milioni e 175mila persone in cerca di occupazione. Per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, “il livello della
disoccupazione giovanile è drammatico: larga parte delle generazioni più giovani transitano dalla precarietà all’esclusione
senza speranza dal lavoro. Il Pd con Bersani chiede alle forze politiche di confrontarsi perché è sempre più urgente avviare
una stagione di riforme per la crescita e il lavoro, sostenere la domanda interna attraverso una seria riforma fiscale. Siamo in
una fase straordinaria e solo un patto di natura costituente può realizzare le condizioni per riuscire a ripartire”.
Regione
leTravail il lavoro
6
Regione
Liste d’attesa, carenza di medici, protesi a rischio: i guai della sanità valdostana
Tre mesi di attesa per una visita al cuore
Davide Avati
[email protected]
L
Aosta
iste d’attesa di tre mesi per un
esame cardiologico, carenze
di medici ospedalieri, rischio
protesi difettose per alcuni pazienti.
Cosa sta succedendo alla sanità valdostana? L’elenco dei problemi è solo
parziale, ma rende l’idea di una fase
di difficoltà dell’azienda sanitaria reCulture
gionale, sulla quale il gruppo regionale del Partito Democratico ha puntato
i riflettori nel corso dell’ultima seduta
del Consiglio Valle.
Il primo fronte è quello delle liste
d’attesa che, come ha denunciato il
consigliere Gianni Rigo (PD), “sono
aumentate in modo considerevole,
specie per alcuni esami”. Sul banco
degli imputati sono finite in modo
particolare le visite cardiologiche.
Come ha ammesso lo stesso assessore regionale alla Sanità, “per le ecocardiografie all’ospedale di Aosta, nel
periodo ottobre 2010-febbraio 2011 si
è passati da 45 a 94 giorni d’attesa,
mentre per gli elettrocardiogrammi
da sforzo da 32 a 46 giorni”. Se ciò
non bastasse, sono raddoppiate (da
27 a 53 giorni) le liste d’attesa per le
prime visite negli ambulatori di alta,
media e bassa Valle. Le motivazioni di
Svolta nell’azienda sanitaria locale: Concorsi per i precari
questi ritardi? Colpa, secondo l’assessore, “della riorganizzazione aziendaUna buona notizia per gli oltre 400 lavoratori precari della sanità
le resasi necessaria per l’applicaziovaldostana. L’azienda USL ha ‘ceduto’ al pressing dei sindacati ed ha
ne della manovra economica 2011”:
annunciato, nelle scorse settimane, un piano pluriennale di assunzioni.
tradotto, ecco i primi effetti nefasti
L’obiettivo è quello di sostituire il ricorso al lavoro interinale, assumendei tagli agli enti locali del governo
do direttamente personale con concorsi per posti inizialmente a tempo
Berlusconi. Il PD, con il consigliere
determinato. A partire dalla fine di quest’anno, l’azienda sanitaria locale
Rigo, accusa: “l’impennata delle liste
aprirà una serie di concorsi per infermieri, Oss, personale sociosanitario
d’attesa è dovuta ad una diminuzioe amministrativo.
ne di medici cardiologi. Si potevano
prendere provvedimenti
rire ortopedici e ane- Salva-precari, i paletti del PD
prima, conoscendo i
DI’ LA TUA !
stesisti, mentre la
tagli della Finanziaapprofondisci
Giunta regionale
ria. Intanto a rimetLe selezioni valorizzino
la notizia e commentala
ha individuato
terci sono i pazienti
l’esperienza maturata
sul nostro blog
un fabbisogno di
valdostani”.
un chirurgo ge- No a concorsi ‘aperti’; sì a selezioni
Ed è proprio la cawww.letravail.it
nerale, un geriatra, che valorizzino l'esperienza maturata
renza di medici uno
un neurologo e un all'interno dell'Amministrazione. Così
dei maggiori probleotorinolaringoiatra”. Il PD il segretario regionale del PD Raimonmi che la sanità italiana dovrà affrontare nell’immediato chiede interventi urgenti per evitare do Donzel ha posto i paletti sulle mofuturo. Studi recenti evidenziano la la crisi: “estendere anche alle Facoltà dalità di assunzione dei lavoratori da
carenza di medici che si verificherà tra di medicina le convenzioni regionali, parte della futura Società ‘salva-precadieci anni, quando il 38% dei profes- al fine di riservare un significativo nu- ri’ della Regione. In particolare, Donzel
sionisti oggi in attività andrà in pensio- mero di posti agli studenti valdostani; ha evidenziato che "i lavoratori a temne. Sottolinea la capogruppo del PD attuare, in accordo con l’Azienda sani- po determinato coinvolti dalla riduzioCarmela Fontana: “una tale percen- taria regionale, un approfondito studio ne del personale assunto direttamente
tuale riferita alla nostra Regione equi- delle necessità di medici ospedalieri e presso la Regione attendono con ansia
vale a circa 100 medici, di cui 80 ospe- territoriali nei prossimi quindici anni di conoscere quale sarà la loro sorte.
dalieri e specialisti; già oggi l’Azienda al fine di predisporre interventi ade- Le cose procedono e non proprio nelle
sanitaria regionale ha difficoltà a repe- guati atti a prevenire i disagi di even- aspettative delle persone interessate.
tuali carenze”.
Noi auspichiamo che non si tratti di
L’ultimo tassello di questo inizio un nuovo sistema concorsuale in cui la
d’anno ‘nero’ per l’azienda Usl val- parte riferita ai titoli incida in misura
dostana riguarda l’allarme relativo minima. Siamo favorevoli se la selezioalle protesi all’anca difettose, ritirate ne del personale rimane nell'ambito
dal mercato dalla stessa azienda pro- di un'applicazione dovuta per legge,
duttrice De Puy. Dalle indagini con- diverso sarebbe se la procedura fosse
dotte dall’azienda sanitaria risultano completamente aperta e questo non ci
acquistate 240 protesi all’anca dalla troverebbe d'accordo”.
ditta in questione. Del lotto di cui la
stessa azienda ha comunicato il malfunzionamento sono stati interessati
tre pazienti valdostani, per i quali al
momento non si ravvisa nulla di anomalo. Chiude la capogruppo Fontana:
“speriamo che i pazienti continuino a
stare bene. Occorre la massima attenzione perché casi analoghi non debbano più accadere”.
notizie dal Consiglio Valle a cura di DAVIDE AVATI
Politiche energetiche in Valle
In queste settimane, molti cittadini hanno nuovamente segnalato e denunciato disagi, anomalie
nella lettura dei contatori,
ritardi nelle fatturazioni e
che non si sa se i problemi siano imputabili a Deval s.p.a. o a Vellenergie. Sottolinea il consigliere
del PD Gianni Rigo: “fra pochi mesi, nelle bollette
dell’energia elettrica saranno applicati nuovi “prezzi biorari”, differenziati a seconda delle diverse ore
della giornata e dei giorni della settimana, come
previsto dall’Autorità per l’energia elettrica e il
gas. Anche per questo, è opportuno aprire in Commissione consiliare un confronto sulle linee guida
e sulle strategie su cui condurre la nostra azione
nel settore della distribuzione e vendita di energia
elettrica in Valle d’Aosta anche con l’audizione dei
rappresentati delle società interessate”.
Ferrovia Aosta-Torino
Il tema dei disagi degli utenti della tratta ferroviaria Aosta-Torino è stato affrontato dal Consigliere
del Partito Democratico, Raimondo Donzel, che ha
voluto sapere “se, nell’immediato, a parte i progetti
per il lungo periodo, si intendono trovare soluzioni
che limitino i disagi derivanti dalla rottura di carico
e se si sia in grado di definire per quanto tempo,
ossia per quanti anni, i pendolari dovranno sopportare questi disagi”.
Ha quindi aggiunto che “la rottura di carico aggiunge, alla questione dei ritardi, la problematica
del disagio del cambio del treno per i passeggeri,
in particolare per gli anziani, le famiglie con bimbi
piccoli e coloro che hanno molti bagagli e il rischio
gravissimo di perdere la coincidenza. Ci sono aspetti che vanno approfonditi e non è sufficiente dire
che non si può fare molto perché a decidere è Trenitalia”. Ha aggiunto Donzel: “rispetto a questa interpellanza non è stata fornita alcuna data in merito
alla rottura di carico e neppure rispetto ai singoli e
più piccoli problemi. Ribadisco che sono importanti
i ruoli: l’Assessore rappresenta il Governo e quindi
ha il dovere di riferire il lavoro fatto dall’Esecutivo,
mentre noi come opposizione ci affidiamo all’attività ispettiva. In merito a tutte le questioni sollevate
negli anni bisognava prospettare delle soluzioni in
grado di anticipare i tempi. Invece, ancora oggi,
non sappiamo quali sono le controproposte dell’Assessorato rispetto alle idee di Trenitalia”
leTravail il lavoro
7
Il “via libera” al progetto fermo in Regione da settembre, ma anche per RFI è prioritario
L’elettrificazione è l’unica soluzione
Fabio Protasoni
Comitato Pendolari Stanchi VdA
M
ercoledì 2 marzo scorso come
PendolariStanchi
abbiamo
partecipato, tra il pubblico,
all’assemblea organizzata dall’Assessorato con Trenitalia e RFI per presentare le modifiche all’orario che comprenderanno la rottura di carico mista
ad Ivrea e a Chivasso. Da parte nostra
abbiamo ribadito il disagio per la soluzione trovata che comporterà un aggravio di tempi di percorrenza e l’obbligo
di cambiare treno ad Ivrea o a Chivasso
e la grave situazione di un blocco di lavoratori della bassa valle che dovranno
necessariamente trovare delle alternative non avendo più un treno utile per
recarsi al lavoro. Ci rendiamo conto dei
vincoli e della situazione di emergenza
nella quale Trenitalia si è trovata ma
occorrerà fare ancora degli sforzi nella
revisione di giugno e del cambio orario
di dicembre per rendere meno disagevole il trasporto pubblico ferroviario
nella nostra regione.
Abbiamo anche ricordato all’amministrazione e agli intervenuti che l’unica
soluzione vera è l’elettrificazione. Lo
sblocco del ministero che da il via libera
al progetto di Italferr è un buonissima
notizia. Si può sopportare un disservizio, un sacrificio di tempi e di fatica, un
aggravio di costi e finanche rinunciare
a prendere il treno per un certo periodo se, e solo se, alla fine c’è la garanzia che si arriverà ad una soluzione. E
indubbiamente, oggi, questa soluzione
è più vicina. L’ingegner Jacono, direttore commerciale di RFI per il nord
Italia ha comunicato che il progetto di
elettrificazione è la loro priorità; che, se
nelle prossime settimane verrà approvato definitivamente dalla regione Valle
d’Aosta e dal Piemonte potrà essere
realizzato in 43 mesi; che costa, come
avevamo anticipato 85 milioni e che
si aspettano da parte delle istituzioni
pubbliche l’aiuto necessario. Ormai è
una decisione politica e nient’altro!
Tramite alcuni Consiglieri Regionali
che hanno avviato una procedura di
accesso agli atti abbiamo appreso che
la regione Valle d’Aosta, tramite i suoi
uffici competenti, ha dato un sostanziale “via libera” al progetto di elettri-
ficazione inviando al Ministero una lettera in cui si rende noto la valutazione
sul progetto di detti uffici. In sostanza
i tecnici della regione non hanno ravvisato nel progetto nessuna problematica ambientale tale da richiedere
l’apertura di una procedura di valutazione (che come sapete è la principale
azione amministrativa di autorizzazione) dichiarando, anzi, che il progetto
si inserisce bene nelle opere di ammodernamento della linea già realizzate.
Ci ha lasciato un po’ perplessi che tale
deliberazione sia datata 8 settembre
2010. Per quale motivo sono passati
quattro mesi senza ulteriori azioni? È
evidente che la questione rimanente
sia quella legata alle risorse. Se le cose
stanno così la nostra petizione diviene
ancora più importante e può davvero
risultare la chiave di volta in grado di
sbloccare il progetto.
Congresso ANPI Valle d’Aosta: antifascisti sempre!
Giovani e donne nel nuovo Comitato regionale
I
l Comitato valdostano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha
celebrato la propria Assemblea congressuale il 20 febbraio scorso ad Aosta,
alla presenza della senatrice Carla Nespolo. L’assemblea congressuale, ampia
e numerosa, ha approvato all’unanimità
il documento nazionale, il documento
regionale elaborato dalla Commissione
politica (vedi altro articolo) e la relazione del Presidente del Comitato ANPI
VdA, Marino Guglielminotti Gaiet. L’assemblea ha inoltre nominato i due delegati che parteciperanno al congresso
nazionale ANPI di Torino, in programma dal 24 al 27 marzo: si tratta di Marino Guglielminotti Gaiet e di Celeste
Rolland.
Infine, il congresso regionale dell’ANPI ha individuato i componenti
del Comitato regionale,
in un’ottica di profondo rinnovamento e di
apertura ai giovani e
alle donne, ma anche
di continuità, con una folta presenza di
partigiani. Ecco i nomi: Bee Orlando,
Berruto Silvia, Bionaz Piero, Borettaz
Lorena, Carrara Raffaele, Cisero Dati
Anna, Clérin Martine, Desandré Ida,
Dublanc Aldo, Guglielminotti Gaiet
Marino, Herera Mariella, Joly Cristina,
Lamberti Andrea, Molino Monica, Vinzio Nedo, Page Clemente, Péaquin Sergio, Pramotton Julien, Rolland Celeste,
Rosset Donato e Timpano Sara. Il nuovo
Presidente dell’ANPI sarà nominato nei
prossimi giorni dal Comitato regionale,
all’interno dei componenti eletti.
Sintesi del Documento politico approvato all’unanimità dal Congresso ANPI
Nella nuova stagione dell’ANPI il Congresso ritiene necessario che accanto
all’apporto autorevole ed esperto di partigiani e staffette, i nuovi iscritti, in
particolare i giovani trovino, all’interno dell’Associazione, oltre ai riferimenti
valoriali, spazio negli organismi dirigenti nello spirito di pluralità che deve
continuare a caratterizzare l’ANPI. A queste generazioni veniva e viene affidata l’eredità morale e politica di quegli anni. Si esprime inoltre il forte
convincimento che negli organismi dirigenti debba essere particolarmente
valorizzato il ruolo della componente femminile dal momento che le donne
hanno svolto un ruolo di rilievo nella lotta di Resistenza, hanno affrontato
tante battaglie per la democrazia e l’emancipazione e oggi sono una risorsa
determinante per la difesa dei temi della dignità e dei diritti. L’attiva presenza
di giovani e donne non può che essere uno degli obiettivi della nuova stagione
dell’ANPI. Il Congresso esprime una particolare attenzione
alla tematica del lavoro. L’ANPI della Valle d’Aosta, in un
momento di forte crisi economica e valoriale non può che
scendere in campo per la difesa più ampia della centralità
e della dignità del lavoro. Il Congresso sottolinea ancora la
necessità della trasmissione della memoria storica attraverso la presenza dell’ANPI nelle scuole di ogni ordine e grado
e chiede ai prossimi organismi dirigenti di sviluppare ulteriormente il proficuo lavoro sin qui svolto, operando anche
per la formazione di chi, già oggi e sempre di più nel futuro,
sarà chiamato a sostituire la voce ed il racconto dei testimoni. Il Congresso
chiede che si colga l’occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia affinché l’ANPI, attraverso una presenza attiva, si adoperi per favorire la massima
adesione dei cittadini alle manifestazioni, per rafforzare l’identità nazionale
che attraverso il Risorgimento e la Resistenza giunge alla Costituzione.
Petizione promossa dal PD
Fermata dell’autobus
davanti all’UniVdA
La consigliera capogruppo del PD Carmela Fontana si è fatta promotrice di una
petizione popolare per richiedere l’attivazione di una fermata dell’autobus lungo la statale 26, davanti alla succursale
dell’Università della Valle d’Aosta in comune di Saint-Christophe. Ecco il testo
della petizione.
I sottoscritti cittadini:
Premesso che una significativa parte
delle attività dell’Università della Valle d’Aosta si svolgono nella succursale
di Saint-Christophe, posta lungo la
statale 26, all’altezza dell’aeroporto
Corrado Gex;
Considerato che numerosi residenti nei paesi della valle centrale tra
Saint-Christophe e Pont-Saint-Martin
utilizzano le autolinee per recarsi a
frequentare le lezioni in tale succursale e sono obbligati ad arrivare sino
ad Aosta e poi tornare indietro, spesso
a piedi, per mancanza di coincidenze
di autobus;
Accertato che la statale 26 tra il capoluogo regionale e l’aeroporto è per
lunghi tratti priva di marciapiedi e
con rilevante traffico, e ciò rende la
sua percorrenza da parte dei pedoni
particolarmente rischiosa;
Chiedono al Consiglio regionale:
di impegnare la Giunta regionale
e tutte le istituzioni competenti ad
avviare con urgenza azioni volte
a attivare una fermata d’autobus
all’altezza della succursale dell’Università, in comune di Saint-Christophe; di impegnare la Giunta regionale e tutte le istituzioni competenti
ad avviare con urgenza azioni volte
a realizzare in tempi rapidi adeguati marciapiedi in tutto il tratto della
statale 26 compreso tra il cavalcavia
di corso Ivrea, nella città di Aosta, e
la località Amérique, in comune di
Quart.
i contatti del gruppo
regionale PD VdA
Via Piave 1 - 11100 Aosta
Tel: 0165 526201
Carmela FONTANA
Capogruppo
regionale PD VdA
Componente IV Commissione
‘Sviluppo economico’
[email protected]
Raimondo DONZEL
Segretario regionale
PD VdA · Vice capogruppo
Componente I Commissione
‘Istituzioni e Autonomia’
[email protected]
Gianni RIGO
Componente
V Commissione
‘Servizi sociali’
[email protected]
leTravail il lavoro
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Viva l’Italia!
Un secolo e mezzo di storia (non sempre facile) per il Belpaese. L’entusiasmo del
Risorgimento, poi tante difficoltà: l’emigrazione, due guerre mondiali, la questione
meridionale, il fascismo, gli anni di piombo, il berlusconismo. Ma anche la Resistenza, la
Costituzione repubblicana, le Autonomie, il boom del secondo dopoguerra, la scuola e la
sanità pubblica, le speranze per il futuro. Ecco perché festeggiare l’Italia significa festeggiare
la vita e la storia di ognuno di noi.
Solidarietà, convivenza civile, educazione alla legalità, memoria
Incontri sul Risorgimento
Dossier
La scuola e il 150° dell’Unità d’Italia
Mariella Herera
Insegnante
I
l 17 marzo sarà festa. Il 17 marzo non
c’è proprio niente da festeggiare. Se
potessimo starcene per i fatti nostri sarebbe molto meglio. Tutta colpa
di Garibaldi. Festeggeremo l’Italia solo
quando sarà federalista. Si potrebbe
continuare per alcune pagine a riportare i commenti che, non nei vari Bar
Sport del paese ma in dichiarazioni ufficiali di notissimi esponenti politici, stanno invadendo la stampa e la televisione
in questi mesi. Il tema è quello noto, lo si
sarà capito, dei festeggiamenti in corso
per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Parto
quanto mai travagliato: finanziamenti
promessi e non deliberati, presidenti del
Comitato Promotore che si sono dimessi per dichiarata impossibilità a svolgere
il loro ruolo. Questo è lo spettacolo deprimente che si presenta ai nostri occhi
e che fa del nostro paese un’anomalia
unica negli stati democratici moderni.
150 anni ci separano dalla fondazione
dell’Italia unita; ecco, quello che ci era
sempre sembrato un dato di fatto, una
condizione da cui partire per andare
avanti, verso nuovi traguardi, ora non
è più così. Le parole etnia, autodeterminazione, secessione, popolo, padania, hanno prodotto in questi anni una
miscela pericolosa continuamente agitata da parte di individui che definire
l’odierna classe dirigente risulta quanto
mai ardito. Il federalismo risolverà tutto: ecco la frase magica di un paese che
sembra avere perso il senso della Politica vera, quella fatta di studio, di impegno, di voglia di analizzare i fenomeni
e di risolvere i problemi che gli stessi
pongono. Se noi alziamo lo sguardo dal
nostro ombelico e lo rivolgiamo a paesi
come la Francia e gli Stati Uniti non possiamo non vedere le differenze evidenti
legate ai festeggiamenti riferiti alle date
fondanti di queste nazioni:nel 1989 e nel
1976 si festeggiarono i bicentenari delle rivoluzioni che hanno fondato questi
due moderni paesi, uno profondamente
centralista, l’altro convintamente di natura federale. In entrambe le situazioni
non ci sono state i distinguo, le polemiche, le coltellate che vediamo quotidianamente ancora oggi riferite al nostro
17 marzo. La stessa Germania nel 1991
Territorio
ha iniziato un percorso di unificazione
tra due realtà politiche ed economiche
profondamente diverse che a distanza
di 20 anni lascia tutti stupiti.
Esistono in tutti questi casi opinioni e
pensieri diversi sui vari aspetti dei percorsi storici che però sono affidati alle
ricerche e agli studi degli storici, le uniche persone che per ruolo e formazione
sono abilitate ad esprimersi su questioni
specifiche. In Italia no, da noi troviamo
ministri della Repubblica che in sedi
ufficiali hanno votato contro la proclamazione del 17 marzo come festa civile
o che riconosceranno l’Unità della Repubblica solo dopo la proclamazione del
decreto sul federalismo. Non solo, ma a
livello sindacale la festa sta assumendo
il profilo del classico pasticcio né carne
né pesce: sarà festa, ma bisognerà prendere ferie. Questo il contributo che alcune amministrazioni pubbliche stanno
offrendo al 150° anniversario dell’Unità
d’Italia.Tutto negativo allora? No.
La scuola semina, cerca di seminare
grani di solidarietà, di convivenza civile,
di educazione alla legalità, alla memoria.
Sono le materie più difficili da insegnare, ma forse le più importanti; se oltre
100 anni fa nelle scuole italiane il libro
“Cuore” contribuiva a creare il ricordo,
il mito perché no, del nuovo stato unitario, ora basterebbe non lasciare sola
questa istituzione che troppo sovente
si cerca di demolire. Se tutti, governo,
rappresentanti istituzionali, assemblee
e comunità locali fossero a fianco
della scuola, ci sarebbe modo di rendere questo nostro
paese un po’ più
civile e solidale. Salutando Garibaldi e
Cavour, 150 anni
dopo.
Incontro dibattito organizzato dal PD per il 150° dell’Unità
Il federalismo non si fa ‘contro’
Davide Avati
[email protected]
“Festeggiare i 150 anni dell’Unità
d’Italia è un dovere morale, politico e
culturale. Lo è ancora di più domandarsi il significato dei 150 anni d’Unità oggi”. Così il segretario del Pd, Pier
Luigi Bersani, ha voluto spiegare il
significato delle 150 iniziative del Pd
“Viva l’Italia - Tutta intera” per il grande anniversario della nostra nazione.
Anche la Valle d’Aosta ha contribuito
al progetto, organizzando nel salone
di Palazzo regionale un convegno,
in collaborazione con la Fondazione
Giulio Dolchi, dal titolo: “Federalismo
e/o disgregazione?”, con ospiti il presidente del Consiglio Valle, Alberto
Cerise, e Davide Zoggia, responsabile
Enti Locali per la segreteria nazionale
del Partito Democratico.
In apertura di serata, i giovani demo-
cratici Sara Timpano e Andrea Lamberti hanno letto alcuni articoli della
Costituzione italiana. Per il Presidente del Consiglio Valle, Alberto Cerise, il nodo irrisolto del federalismo
è “l’assenza di un quadro ‘costituzionale’ e istituzionale di riferimento,
che stabilisse i principi e gli obiettivi
condivisi della riforma federalista e
fosse precedente alle disquisizioni su
trasferimenti finanziari, competenze,
tasse locali e quant’altro”.
Il dibattito è proseguito con l’inter-
Dal 2008 il Coordinamento SolidaIn
occasione del 150° dell’Unità d’Italia,
la fondazione ‘Federico Chabod’
organizza tre incontri sul Risorgimento italiano.
Giovedì 24 marzo alle ore 17,
presso la sala conferenze del CSV di
Aosta, Giulio Cappa intervista Marco
Cuaz sul tema: “Risorgimento: fine
della favola? Le celebrazioni del 150°
tra revisionismi storiografici e usi
politici della storia”.
Giovedì 14 aprile alle ore 17,
presso la sala conferenze del CSV di
Aosta, Giulio Cappa intervista Gianna Bonis sul tema: “Il Risorgimento
italiano nei giornali valdostani
dell’Ottocento”.
Giovedì 12 maggio alle ore 17,
presso la sala conferenze del CSV di
Aosta, Marco Cuaz intervista Andrea
Desandré e Tullio Omezzoli sul tema:
“Liberali e cattolici valdostani di
fronte al Risorgimento italiano”.
Lavoro, imp
scuola, sind
Forum
vento di Davide Zoggia. “La riforma
in senso federalista dello Stato è un
passaggio delicato - ha esordito Zoggia -. Di per sé, la scelta di responsabilizzare gli enti locali è positiva, ma
non si può fare un federalismo contro
le autonomie locali, contro le regioni
a Statuto speciale, contro il sud. Sul
tappeto restano nodi irrisolti. Il primo è quello delle competenze: non è
ancora chiaro chi dovrà fare che cosa,
e con quali fondi. Il secondo nodo è
quello delle tasse locali: nella riforma
è prevista l’introduzione di una nuova
tassa comunale, ma senza flessibilità.
Il terzo nodo da affrontare deve essere quello dello snellimento della macchina statale: via il bicameralismo,
riduzione dei parlamentari a 400, istituzione di un Senato delle autonomie
locali e, in prospettiva, abolizione delle Province e loro sostituzione con le
Città metropolitane”.
leTravail il lavoro
9
Elenco delle iniziative per la ricorrenza del 150°
La Valle d’Aosta per l’Unità d’Italia
Nell’ambito delle numerose iniziative dedicate quest’anno ai fatti e ai personaggi che hanno segnato il Risorgimento Italiano, s’inserisce il programma degli eventi che la Valle d’Aosta dedica al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, promosso
dalla Regione, dal Consiglio regionale e dal Consorzio Enti locali. Un programma fatto di musica, arte, momenti didattici
e approfondimenti tematici.
Mercoledì 16 marzo
Il Consiglio regionale presenta un approfondimento culturale dedicato all’inno di
Mameli e rivolto agli alunni dell’ultimo
anno delle scuole secondarie di secondo grado, curato dal professor Michele
D’Andrea, storico e funzionario della Presidenza della Repubblica, che ripercorrerà il Risorgimento attraverso la spiegazione, gli aneddoti e le curiosità legate al
“Canto degli Italiani”.
Mercoledì 16 e giovedì 17 marzo
Entrata gratuita ai castelli, ai siti archeologici e alle sedi espositive regionali (queste
ultime il 16 marzo resteranno aperte fino
alle ore 22). È prevista l’apertura straordinaria dei siti archeologici Area fuori Porta
Decumana (ex Mont-Blanc) e Villa romana della Consolata, dalle ore 14 alle ore 18.
Giovedì 17 marzo
L’auditorium di Pont-Saint-Martin ospita
il concerto dell’Atelier d’Archi dell’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d’Aosta. In programma musiche di Vivaldi,
Mascagni, Verdi e Puccini.
Giovedì 24 marzo
Nell’Espace Porta Decumana della Biblioteca regionale viene inaugurata la
mostra Valle d’Aosta 1848 - 1870, che rimarrà aperta sino al 2 luglio. L’esposizione presenta, attraverso approfondimenti
testuali e la ricerca di oggetti, “testimoni’’
dei periodi presi in considerazione, una
panoramica di carattere storico della Valle d’Aosta. Tra i temi trattati: il dibattito
tra i liberali e i democratici nel 1848, Cerlogne e la prima guerra d’Indipendenza,
la polemica tra Bérard e Vegezzi-Ruscalla, la nascita del turismo e le cacce reali.
Sabato 26 marzo
Giovedì 2 giugno
A Roma, nelle sedi del Palazzo di Giustizia e al Museo del Vittoriano, s’inaugura
l’esposizione Regioni e Testimonianze
d’Italia. L’iniziativa, a cui prende parte anche la Valle d’Aosta, nasce con l’intento di
“mettere in vetrina” le varietà e le peculiarità delle singole Regioni e di raccontare
l’evoluzione del loro territorio in questi
150 anni, anche attraverso l’esposizione
delle loro eccellenze. Nella sezione arte, la
Valle d’Aosta ospita le opere di Italo Mus,
Francesco Nex, Giovanni Thoux, Franco
Balan e Roberto Priod, mentre in un video
la fondista Arianna Follis, testimonial d’eccezione, racconta la sua regione.
Nel Salone delle manifestazioni di Palazzo regionale ad Aosta si svolge la cerimonia di celebrazione dell’Anniversario
della Proclamazione della Repubblica
Italiana, con la consegna delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica
italiana.
Maggio
Il Consiglio permanente degli Enti locali
della Valle d’Aosta, sempre in collaborazione con la Fondazione Istituto Musicale, organizza nell’auditorium di Morgex
l’esibizione dell’Orchestra SFOM (Scuola
Formazione Orientamento Musicale),
con musiche dell’Italia del Novecento.
Niente da celebrare?
S
e "festeggiare" significa
soltanto esaltarsi per i
successi, siamo d'accordo: in Italia, il periodo
non è proprio dei migliori
per celebrare. Ma se "niente da celebrare" significa
rinnegare un secolo e
mezzo di storia del nostro
paese rivendicando, per
contrasto, l'unicità e, in
qualche modo, la superiorità di una cultura valdostana che si vuole proteggere dalla minaccia dell'italianità... allora c'è molto da discutere. E' vero che
questa festa sta stretta a molti: a chi 150 anni fa in Italia ancora non c'era, a chi,
senza mezzi termini, proprio non ci vorrebbe essere perché sente di non appartenere a questo "paese-rompicapo". D'accordo. Ma tutti gli altri? Quelli che ci
hanno sempre creduto e continuano a crederci, quelli che lavorano perché questo paese diventi migliore, che non si vergognano di essere italiani nonostante
tutto, avranno pure il diritto di dire "Viva l'Italia" in modo ufficiale, in un giorno
speciale, almeno una volta ogni 50 anni?
Un mugnaio (originario di
Rovereto ma residente
in Valle) tra i 1089
sbarcati a Marsala
Giacomo Costa:
un aostano tra i Mille
C’era anche un mugnaio di Aosta tra
i 1.089 garibaldini che il 5 maggio
1860 partirono dallo scoglio di Quarto (Genova) alla volta di Marsala per
intraprendere quella che nei libri di
storia sarebbe stata ricordata come la
Spedizione dei Mille. I documenti ufficiali, conservati nel Museo dei Mille
e che riportano l’elenco dei volontari
partiti agli ordini di Giuseppe Garibaldi, parlano di un certo Giacomo Costa,
nato a Rovereto (oggi in provincia di
Trento) il 23 luglio 1834, residente
ad Aosta, di professione mugnaio.
All’epoca, Rovereto era parte dell’impero austro-ungarico, quindi a livello
di ‘passaporto’ il mugnaio Costa era
austriaco. Molto altro non si sa del garibaldino aostano d’adozione, tranne
la data di morte avvenuta ad Aosta il
2 giugno del 1881. Al di là delle sue
origini, resta intatta una punta d’orgoglio: anche la Valle d’Aosta può dire di
aver contribuito a fare l’Italia.
Ottobre
Si ripete l’esperienza della Scuola per la
Democrazia, il corso di alta formazione
politica riservato a giovani amministratori comunali provenienti da tutte le regioni
d’Italia. Quest’anno l’iniziativa è dedicata
all’anniversario dell’Unità d’Italia. È prevista la presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Lingua, economia, trasporti ed emigrazione i problemi aperti
La Valle d’Aosta a cavallo del 1861
Simon Goyet
Storico - Autore del libro
‘Emile Chanoux - L’uomo dietro al mito’
L
a Valle d’Aosta è stata dalla
fine del 1200 sino alla trasformazione dell’Italia in una Repubblica sotto la famiglia nobile dei
Savoia. Nell‘800 si afferma l’idea di
creare sotto un’unica corona un’Italia unita. I valdostani,come gli altri
abitanti delle terre su cui regnavano
i Savoia, furono inviati a combattere
e a morire in guerra. Alcuni valdostani ricevettero anche delle medaglie
per il comportamento in battaglia.
A Unità d’Italia avvenuta la Valle d’Aosta era ancora una zona depressa, non
esistevano quasi strade, esistevano
grossi problemi di igiene, l’economia
era debole e il peso politico diventò
ancora più inesistente. La politica valdostana dell’epoca era contrapposta in
due schieramenti, che si unirono però
per protestare contro la legge Rattazzi
che aboliva la Provincia di Aosta e per
chiedere la soppressione del divieto di
insegnamento del francese. Nel 1861
un deputato di Lucca, Veggezzi-Ruscalla diffuse un pamphlet intitolato:
“Sulla necessità di abrogare il francese come lingua ufficiale in alcune valli
della provincia di Torino. Il problema
della lingua francese non si risolse in
questi anni, ma si trascinò per oltre
mezzo secolo fino al fascismo.
Dieci anni dopo l’unità d’Italia, c’erano ancora evidenti problemi di collegamento stradali, infatti Ivrea era
collegata ad Aosta solo con una diligenza che impiegava più di dieci ore
per completare la tratta, e la ferrovia
non fu completata che nel 1886, ma
questa comportò l’arrivo ad Aosta di
prodotti dal costo molto minore che
non quelli valdostani, creando quindi
una profonda crisi economica, aggravata dalla maggiore pressione fiscale,
imposta dal Governo per cercare di
risanare i bilanci. Per queste ragioni
parecchie famiglie valdostane decisero di emigrare definitivamente.
Lavoro, scuola, sindacato
leTravail il lavoro
10
Aosta
Lavoro, impresa,
scuola, sindacato
Berlusconi e la Gelmini offendono i docenti e il loro lavoro
Addio alla tassazione al 10%
La scuola è di tutti
Forum
Mauro De Luca
Katya Foletto
Flc-Cgil Valle d’Aosta
Straordinari: oltre
al danno, la beffa
Culture
L
e recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro la scuola pubblica
costituiscano una vera e propria offesa ai docenti e alle scuole italiane e al
loro lavoro. Le scuole pubbliche sono
infatti luoghi in cui, nel rispetto di leggi
e ordinamenti, si afferma il valore del
pensiero critico e libero e non l’interesse di una parte politica o sociale. Quanto detto dal Presidente del Consiglio
costituisce un attacco ai principi e ai
valori della nostra Costituzione e alla
democrazia, di cui la scuola pubblica è
da tempo garante e presidio. Le famiglie chiedono, prima di tutto, un’educazione che consenta di acquisire
competenze e conoscenze, una scuola
di qualità, che poco ha a che fare con
le politiche dei tagli messe in atto dal
Ministro Gelmini.
Aprire la strada ad una privatizzazione senza regole dell’istruzione e della
formazione, togliere risorse all’Università e alla ricerca è un’idea sbagliata
e antistorica. Berlusconi e la Gelmini
dovrebbero avere rispetto della dignità
degli insegnanti che ogni giorno fanno
il proprio dovere, mentre il Governo finora ha soltanto imposto tagli di risorse
umane ed economiche, licenziamenti
di massa di precari, blocco dei salari e
dei contratti, e ora ripetute e pesanti
offese e mortificazioni della professio-
nalità. Le dichiarazioni di Berlusconi e
del Ministro Gelmini aggiungono ulteriori buoni motivi alle altre ragioni di
protesta che il sindacato sta mettendo
in atto ormai da mesi, non ultimo lo
sciopero di tutti i settori pubblici, della
scuola, della ricerca e della conoscenza, indetto dalla Flc e Funzione Pubblica CGIL per il prossimo 25 marzo.
Anche a livello locale, sebbene si debba riconoscere che gli investimenti nel
settore pubblico dell’istruzione sono
considerevoli e c’è più attenzione in
generale al settore della formazione
e della conoscenza, è bene ribadire il
ruolo fondamentale della scuola pubblica come luogo primario dell’educazione e della formazione delle nuove
generazioni, anche per evitare pericolose derive verso il finanziamento ad
iniziative di privati che non andrebbe-
ro a vantaggio dell’intera comunità.
Lanciamo pertanto il nostro appello
alle istituzioni della Valle d’Aosta affinché non sposino la logica di finanziare
Enti o soggetti privati per iniziative
di istruzione e formazione, magari togliendo per questo risorse alla parte
pubblica.
Conoscenza, cultura, servizi pubblici,
sono il bersaglio di questo Governo.
Tagliare risorse, centralizzare le decisioni, elevare la precarietà a sistema,
sopprimere la democrazia nei luoghi
di lavoro, sono gli strumenti che il Governo e i suoi Ministri stanno usano
per normalizzare e piegare chi dissente. Partecipare alle iniziative di lotta e
di mobilitazione è l’occasione che può
unire tutti coloro che vogliono difendere il diritto delle persone alla libertà, al
sapere e al lavoro.
I lavoratori che, nel corso del 2011,
effettueranno lavoro notturno, turni, prestazioni straordinarie e lavoro
festivo in base a quanto stabilito dai
contratti nazionali non avranno più la
tassazione agevolata al 10% su queste particolari prestazioni lavorative.
“Oltre al danno, anche la beffa - commenta Enrico Monti, segretario della
FIOM-Cgil Valle d’Aosta -. La tassazione agevolata rimane esclusivamente
per i premi di risultato aziendali, le
ore di straordinario e di notturno e le
maggiorazioni per lavoro a turni previste da accordi territoriali e aziendali,
e non più quelle stabilite dal Contratto nazionale”. Per queste prestazioni,
concordate quindi da accordi nel solo
livello territoriale o aziendale, rimane
la tassazione del 10% con un tetto di
6 mila euro e un livello di reddito inferiore a 40 mila euro. Accusa Monti:
“questi criteri, se non corretti, sono
destinati a creare una condizione di
disparità inaccettabile tra lavoratori e
lavoratori, tra imprese e imprese. È un
nuovo grave attacco alla contrattazione nazionale e ai diritti dei lavoratori. Per questo motivo, Fiom e Cgil ne
chiedono il ritiro e la sostituzione con
disposizioni che confermino la tassazione agevolata al 10% anche per le
maggiorazioni previste dal contratto
nazionale,
che
per noi rimane la
fonte primaria di
diritto per i lavoratori”.
ad uso e consumo
in fabbrica
a cura di bruno albertinelli federconsumatori Valle d’Aosta
a cura di ORFEO COUT delegato sindacale
Ricetta medica per Fastum gel e Lasonil
Creme, gel e schiume contenenti il principio attivo Ketoprofene dovranno essere dispensati solo dietro presentazione
di ricetta medica ripetibile. Significa che
non ci sarà più la libera vendita per medicinali topici quali Fastum gel, Lasoni
gel, Orudis gel, Artrosilene schiuma e
tanti altri a base dello stesso antinfiammatorio. Si potranno acquistare solo in
farmacia e solo dietro presentazione di
ricetta medica. La decisione è stata presa lo scorso anno dall’Agenzia Europea
del Farmaco (EMA) e dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ed è entrata ufficialmente in vigore il 18 gennaio 2011.
Classificati come farmaci di automedicazione, la revisione del profilo di
sicurezza di tali medicinali è scaturita
all’inizio del 2010, quando la Francia
ha sollevato la questione della loro sicurezza, poiché aveva raccolto dati di
casi che mettevano in luce gli effetti
collaterali del Ketoprofene sulla pelle,
quali insorgenza di eczemi, bolle, fino
a rendere necessario in alcuni casi il ricovero ospedaliero. Questi effetti erano
potenziati se i pazienti, dopo l’applicazione del gel o della crema, si esponevano al sole.
Va ricordato però, che ci sarà un periodo di transizione fino al 17 maggio, periodo nel quale il consumatore potrebbe
ancora trovare scritto sulla scatola e
sul foglietto illustrativo (bugiardino)
di questi gel, creme o schiume a base
di ketoprofene. “farmaco di automedicazione“. In seguito però le aziende
farmaceutiche dovranno adeguarsi alle
nuove disposizioni che riguarderanno
tutti i seguenti farmaci: Artrosilene gel
e schiuma; Fastum gel; Fexen gel; Ibifen gel e soluzione cutanea; Ketofarm
gel; Ketoprofene Almus gel; Ketoprofene EG gel; Ketoprofene Ratiopharm
gel; Ketoprofene Teva gel; Lasoarto crema; Lasonil gel; Liotondol gel; Orudis
gel e crema.
Difendere il contratto nazionale di lavoro
Venerdì 25 febbraio si è tenuto a Montjovet il direttivo regionale della Fiom Cgil
Valle d’Aosta. Durante i lavori i delegati si sono inoltre soffermati ad analizzare
l’andamento del settore metalmeccanico nella nostra Regione esprimendo forte
preoccupazione per la rilevante perdita di posti di lavoro causati dalla crisi. Il
Direttivo Regionale Fiom Cgil ritiene e si auspica che le Autorità Regionali non
sottovalutino le difficoltà occupazionali dell’industria in Valle d’Aosta e operino
per una significativa inversione di tendenza. Torniamo ora a parlare di contratto
nazionale di categoria, provando a fare un piccolo riepilogo di quanto è successo
dal 2008 a oggi, affinché si possa capire quanto sia contorta e difficile la battaglia che la Fiom sta portando avanti per difendere e “riconquistare” il contratto
nazionale di lavoro. Durante questo triennio, perché il contratto come scrivevo
poc’anzi è ancora valido fino alla fine dell’anno, FIM e UILM hanno, nell’ottobre
2009, siglato un accordo separato che disdiceva il contratto citato determinando,
di fatto, una vera e propria anomalia. Un anno dopo, sempre senza la Fiom firmano il principio di derogabilità cioè la possibilità di modificare in peggio le parti
normative e salariali da applicare nelle aziende in crisi o a quelle in fase d’investimento, quindi, …praticamente in tutte. A questi passaggi dobbiamo aggiungere
la questione Fiat (Pomigliano e Mirafiori) un virus che, come si poteva prevedere,
si sta rapidamente estendendo ad altri stabilimenti. La Fiom entro giugno dovrà
elaborare una piattaforma che spera di poter condividere e quindi discutere, con
le altre organizzazioni sindacali, con l’obiettivo che si arrivi a una firma unitaria.
Gesto più che apprezzabile da parte della Fiom e indubbiamente un messaggio
forte a favore della ripresa del dialogo tra le Organizzazioni Sindacali affinché,
insieme, si possa difendere il contratto nazionale di lavoro. Sono quindi previste in
questo periodo assemblee nei luoghi di lavoro, fasi di confronto che si ultimeranno
durante i lavori dell’Assemblea Nazionale che avrà il compito di varare la proposta
definitiva da sottoporre alla consultazione e al voto referendario delle lavoratrici e
lavoratori metalmeccanici.
Territorio
11
Approvato il bilancio di previsione
Territorio
Forum
Sarre: tagli senza intaccare i servizi
P
areggia sulla cifra di
oltre 11 milioni e mezzo di euro il bilancio di
previsione 2011 del comune
di Sarre. Il documento previsionale, tenuto conto del quadro generale della situazione
economica, si pone diversi
obiettivi. Tra questi, mantenere i servizi offerti ai cittadini;
utilizzare in maniera oculata le
risorse disponibili, effettuando un analisi dei singoli centri
di spesa, individuando i costi
gestionali non strettamente
funzionali e operando i tagli di spesa;
dare attuazione ai principi in materia
di esercizio associato delle funzioni
completando, nell’ambito della comunità montana, il passaggio alla gestione
associata dei servizi all’infanzia (asilo
nido e garderie), che potrà consentire
una razionalizzazione delle risorse ed
una piena fruibilità delle loro potenzialità; adottare una politica tariffaria che,
da un lato, mantenga le necessarie percentuali di copertura dei costi dei servizi con i proventi da tariffa e, dall’altro, consenta di prestare la dovuta
attenzione alle famiglie, specialmente
più giovani, numerose e meno abbienti; contenere il livello di indebitamento del comune, al fine di raggiungere
l’obiettivo posto dal patto di stabilità;
Oltre 23 mila mq di coperture
non ancora bonificate
Issogne: conferenza
sul problema amianto
Fulvio Borettaz
S
i è tenuta lunedì 7 febbraio
presso l’auditorio di Issogne
una conferenza dibattito sul
tema dell’amianto. L’incontro è stato voluto dal sindaco Battistino Delchoz, dopo che il problema è stato
discusso in Consiglio Comunale. A
richiedere una conferenza con la popolazione è stata la minoranza, per
esporre ai cittadini che, da un rilevamento effettuato dai responsabili
dell’Agenzia Regionale per la Protezione all’Ambiente, a Issogne la popolazione respira l’amianto.
A dare delle spiegazioni sono stati
chiamati quattro tecnici dell’ARPA
regionale. Gli edifici più colpiti sono
industrie, capannoni e pollai. Dal sondaggio fatto risulta che nel paese ci
siano 52 tetti coperti di amianto, di
cui 37 di piccole dimensioni, per una
superficie di 23 mila metri quadrati.
In Valle d’Aosta esiste una discarica
dove si possono depositare i residui
di amianto: è a Pontey, in località Volleille. Al momento, la discarica, non è
in funzione e responsabili regionali si
stanno attivando, affinché la si possa
utilizzare il più presto possibile.
stilare un programma di investimenti
che, pur nella riduzione delle risorse disponibili, possa rispondere alle esigenze dei cittadini (lavori di completamento dell’acquedotto comunale, lavori di
riqualificazione della frazione Rovine,
lavori di adeguamento, messa in sicurezza e opere di completamento degli
impianti del plesso scolastico “Venance Bernin” per citare alcuni esempi);
promuovere uno sviluppo della collettività attento alle tematiche ambientali,
al rispetto del territorio e delle risorse
naturali.
Le spese correnti ammontano a 4 milioni 900 mila euro (con una riduzione
del 6% rispetto alle previsioni definitive del 2010) destinate al finanziamento dei costi della struttura amministra-
tiva e all’erogazione dei
servizi alla popolazione. Da segnalare l’incremento della spesa
prevista per il servizio
di refezione scolastica,
l’assegnazione di risorse che garantiscono il
funzionamento delle
strutture scolastiche
ed il sostegno alle iniziative condivise con
le istituzioni scolastiche, la conferma del
programma di corsi
sportivi e di attività culturali, la pubblicazione del bollettino “Saro” e l’organizzazione di nuovi servizi proposti
dalla biblioteca nella nuova sede, la
previsione di investimenti in iniziative che consentano una riduzione dei
consumi energetici, la realizzazione
di alcuni progetti rivolti ai ragazzi e
destinati a promuovere iniziative di
incontro, aggregazione e di conoscenza del territorio, la conferma delle
iniziative già proposte a favore dei
nuovi nati, il sostegno alle associazioni operanti sul territorio, la riduzione
degli importi delle indennità e gettoni
di presenza degli amministratori, elemento quest’ultimo che genera un risparmio di spesa, che verrà destinato
ad investimenti.
Progetto di Charvensod, Gressan, Pollein e Jovençan
Pannolini ecologici per i bimbi
L
e Amministrazioni comunali di
Charvensod, Gressan, Pollein
e Jovencan hanno dato avvio
al progetto “Pannolini ecologici per i
bambini del futuro”, rivolto ai bambini nati dal 1° gennaio al 31 dicembre
2011. Ad ogni famiglia, residente in uno
dei quattro comuni, verrà infatti consegnato, per ogni nuovo nato, un buono
d’ordine, con il quale potrà ritirare, con
un contributo di 10 € , presso la farmacia dell’Envers di Pont-Suaz un kit di
pannolini ecologici dal valore di 96 €.
I pannolini ecologici hanno 3 finalità:
• Più salute per il bambino: il materiale di cui sono composti contribuisce
ad alleviare le possibili irritazioni
dovute ai materiali sintetici
dei pannolini usa e getta e,
non contenendo gel chimici
superassorbenti, educano il
bambino all’apprendimento
dell’utilizzo del vasino;
• Più rispetto per l’ambiente: il materiale con
cui sono realizzati è
naturale e di conseguenza
ad impatto ambientale fortemente ridotto. I pannolini
usa e getta non sono invece biodegradabili e impiegano circa 500 anni per essere
smaltiti;
• Più risparmio: i pannolini ecologici
contribuiscono ad una riduzione di
spesa pari a circa 1000 nell’arco dei tre
anni di utilizzo dei pannolini da parte
del bambino. “Le Amministrazioni comunali ritengono quindi, attraverso
questa iniziativa, - sottolinea l’Assessore ai servizi sociali e famiglia del
Comune di Gressan Michelina Greco
- di contribuire a favorire la salute dei
bambini, di sensibilizzare la popolazione alla riduzione dell’inquinamento
ambientale e, in tempi non facili, anche di permettere un risparmio economico alle famiglie”.
leTravail il lavoro
Culture
Attivato il ‘servizio cortesia’
della Polizia locale
Gressan: trasporto
gratuito per Moline
È attivo dal 1° marzo scorso, nei giorni
di martedì e venerdì, il nuovo servizio
di trasporto gratuito per le persone
anziane organizzato dall’Amministrazione Comunale di Gressan e svolto
dai vigili comunali denominato “Servizio Cortesia” . “Come avevamo promesso in occasione dell’approvazione
del bilancio comunale - puntualizza
il Sindaco Michel Martinet - ci siamo
attivati affiché le persone anziane e
prive di patente di guida della zona di
Moline potessero avere un servizio di
trasporto che permettesse loro di raggiungere il piazzale antistante il municipio così da potersi recare ad Aosta
con l’autobus oppure poter raggiungere comodamente le attività commerciali di Gressan. Anche in questa occasione - prosegue il Sindaco - abbiamo
dimostrato di lavorare con impegno
e di essere vicini alle esigenze reali
della nostra cittadinanza senza costi
aggiuntivi per il comune”. Il servizio
consiste nel trasporto, attraverso l’utilizzo di una delle autovetture di servizio disponibili delle persone anziane
interessate, secondo questi orari: il
martedì, partenza da Moline alle 8.50
e arrivo al piazzale delle scuole del capoluogo alle 8.55; ritorno con partenza dal piazzale delle scuole alle 11 e
arrivo a Moline alle 11.10. Il venerdì,
partenza da Moline alle 8.50 e arrivo
al piazzale delle scuole del capoluogo alle 8.55; ritorno con partenza dal
piazzale delle scuole alle 10 e arrivo a
Moline alle 10.10.
Riorganizzazione
del raccordo tra la statale
e la regionale dell’Envers
Saint-Christophe: avviati
i lavori nell’area Sogno
Ha preso il via nelle scorse settimane
la realizzazione dei lavori relativi alla
riorganizzazione del raccordo tra la
Strada Statale 26 e la Strada Regionale 34 in località Sogno, nel comune di
Saint-Christophe. L’intervento prevede
anche la riqualificazione ambientale
e urbanistica delle aree, per un costo
complessivo di circa 2,3 milioni di euro.
L’obiettivo prefissato è di rendere pienamente operativa l’opera entro la primavera del 2012, cercando di limitare
al massimo i disagi alla circolazione,
attraverso anche l’esecuzione di alcuni
lavori in fase notturna. I lavori appena
iniziati costituiscono il proseguimento
delle opere per la riorganizzazione e la
riqualificazione della viabilità in corrispondenza della testata Ovest dell’aeroporto. Oltre all’inserimento della rotatoria, che potrà migliorare il grado di
sicurezza della circolazione, particolare
attenzione è stata anche posta alle sistemazioni a verde delle aree limitrofe
agli spazi viari.
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Aosta
13
Dossier
Lavoro, impresa,
scuola,
sindacato di Aosta
Presentato il Piano Generale del Traffico
Urbano
Aosta
Traffico in città: soluzioni cercasi
Davide Avati
[email protected]
Q
Territorio
ualità degli spazi pubblici; messa
in sicurezza degli spostamenti
interni all’area urbana; riqualificazione dei nodi del trasporto pubblico
e privato; innovazione. Sono queste le
linee direttrici lungo quali si sviluppa
il Piano Generale del Traffico Urbano
(PGTU) della città di Aosta, elaborato
nel corso di quasi due anni di lavoro
dal Consorzio Metis e dalla società ‘Trt
trasporti e territorio’ di Milano e presentato nei giorni scorsi in Consiglio comunale. Il progetto per uno studio generale
sul traffico da e verso la città di Aosta
era stato ideato dalla precedente Giunta
di centrosinistra e in particolare dal vice
sindaco Marino Guglielminotti Gaiet,
con l’obiettivo di individuare soluzioni
razionali per snellire la circolazione in
città e per meglio affrontare l’impatto
delle migliaia di veicoli che quotidianamente prendono d’assalto il capoluogo
regionale.
Il Piano, propone una serie di progetti,
alcuni dei quali già in attuazione, altri
programmati e molti altri ancora solo a
livello di idee: tra questi, l’area megalitica, il progetto di City-Porto, la nuova
scuola-polmone in corso Lancieri, il futuro polo universitario presso la caserma Testa Fochi, il nuovo ospedale regionale, la riqualificazione della statale
26, la nuova sede dell’Institut Agricole,
il polo scolastico presso l’ex Maternità,
la metropolitana (o People mover), il
parcheggio autostradale. Sul fronte della sosta, il Piano del traffico individua
come priorità la “rimodulazione delle ta-
riffe” per i parcheggi a pagamento, Forum
con
l’obiettivo di
incentivare
modalità
di
spostamento alternativi
all’auto, “disincentivare
l’accesso prolungato
con
l’auto privata
alle aree centrali” e “favorire l’utilizzo
delle aree di sosta in struttura, esterne
agli spazi stradali”.
A tal proposito il piano prevede: estensione del periodo di pagamento della
sosta dalle 8 alle 18, eliminando l’attuale
fascia di esenzione dalle 12 alle 14; l’ampliamento della zona a tariffa più elevata
(1,50 Euro/ora) a tutta l’area compresa
nel perimetro delle mura romane; l’ampliamento della zona a tariffa intermedia
(1 Euro/ora) ai settori urbani immediatamente esterni alle mura; conversione
di tutti i posti a disco orario (circa 175)
in posti a pagamento, per aumentare la
rotazione della sosta di breve durata.
Sul fronte della viabilità, lo studio del
consorzio milanese propone alcune soluzioni, tra le quali un nuovo schema di
circolazione in zona Arco d’Augusto, la
pedonalizzazione del tratto di congiunzione con la via Sant’Anselmo e inserimento di una rotatoria all’intersezione
tra corso Ivrea e via Monte Emilius; la
revisione della circolazione veicolare in
via Festaz; l’istituzione di zone a traffico limitato nelle vie Piave, Losanna e
Gramsci, in piazza San Francesco e lun-
Bonus energia, esenzione tassa sui rifiuti e tassa sull’acqua
Misure ‘anti-crisi’: domande entro maggio
I
residenti ad Aosta hanno tempo sino a lunedì 16 maggio per presentare, presso gli uffici dello Sportello Unico degli Enti Locali, in piazza Chanoux (accanto
all’ingresso principale del Municipio), le domande per usufruire delle “misure
anti-crisi” 2011, introdotte dalla legge finanziaria regionale. In particolare, gli aiuti
individuati per l’anno in corso consistono nel “bonus energia”, nell’esenzione dal
pagamento della tassa comunale sui rifiuti (TARSU) e della tariffa per il servizio
idrico integrato. I moduli e la documentazione informativa necessari per depositare la domanda possono essere scaricati dall’apposita sezione del sito Internet del
Comune, www.comune.aosta.it. Gli stessi moduli sono disponibili presso l’ufficio
comunale deputato al ritiro delle istanze, all’URP della Regione Autonoma Valle
d’Aosta (in piazza Deffeyes n. 1), nei Centri di Assistenza Fiscale (CAF), nonché
sui siti Internet www.regione.vda.it e www.celva.it.
Oltre alle informazioni contenute nella documentazione informativa, si sottolinea
che quanti abbiano beneficiato del “bonus energia”, e/o delle esenzioni tributarie
e tariffarie, per il 2009 e/o per il 2010, e per i quali la dichiarazione sostitutiva
ISEE presentata sia ancora in corso di validità, non dovranno allegare alla domanda una nuova dichiarazione. In caso, invece, di prima richiesta, di dichiarazione
ISEE scaduta, o di variazioni nella composizione del nucleo familiare cui la stessa
fa riferimento, occorrerà corredare la modulistica con la certificazione attestante l’ISEE del richiedente. Le misure “anti-crisi” per il 2011 sono subordinate al
possesso di alcuni requisiti, relativi anche alla situazione reddituale del nucleo
richiedente. Sull’apposita pagina del sito Internet comunale è presente anche una
tabella esemplificativa delle principali categorie di reddito, per una prima autovalutazione del soddisfacimento dei requisiti previsti. Lo Sportello Unico degli Enti
Locali resterà aperto, per il periodo di ritiro delle richieste, dal lunedì al sabato,
dalle ore 8.30 alle 12.
go via Xavier
de Maistre, in
Culture
piazza
della
Repubblica
e in via Monte
Solarolo;
l’inversione
del senso di
marcia in via
Monte Vodice,
il
prolungamento di via
Elter verso via
Saint-Martin. Gli interventi a favore del
trasporto pubblico invece comprendono
la proposta di riqualificazione dell’attuale autostazione di via Carrel come tassello essenziale per il più ampio rifacimento dell’area della stazione e della
telecabina per Pila. In piazza Manzetti,
il Pgtu prevede tra l’altro la riqualificazione delle strade d’accesso, la razionalizzazione delle fermate di transito del
trasporto collettivo, la realizzazione di
adeguati spazi per la sosta dei taxi. Lo
studio propone infine varie soluzioni
per l’incremento dell’utilizzo delle biciclette, con la creazione di una ‘velostazione’, e soluzioni per la sistemazione
dell’accesso est della città.
Nuova università: una
bella scatola (vuota)
Una bella scatola, ancora tutta da riempire. È questa la sensazione prevalente
tra i consiglieri comunali di Aosta, in
particolare della minoranza di centrosinistra, all’indomani della presentazione
in Consiglio comunale del progetto per
il nuovo Polo universitario regionale
all’interno dell’attuale caserma Testafochi di Aosta. La spesa preventivata per
il progetto supera i 134 milioni di euro
e prevede la costruzione di un nuovo
campus universitario per 2000-2500
studenti: il doppio degli attuali 1250
iscritti all’Università valdostana. Secondo le intenzioni della società ‘Nuv’,
controllata dalla Regione e incaricata di
portare avanti l’operazione, ci vorranno
sei anni di lavori per realizzare l’opera,
“se ci saranno tutti i fondi necessari”. E
proprio il reperimento delle ingenti risorse rappresenta il primo problema da
affrontare e risolvere, ma non è il maggiore. Sottolinea Giuliana Ferrero, consigliere comunale PD: “L’impressione,
fondata, è che manchi all’appello tutta
la parte relativa all’offerta formativa:
quali corsi saranno attivati? Con quali
strategie attireremo studenti da fuori
Valle e dall’estero? Insomma, come vogliamo riempire quella che ad oggi altro
non è che una bella scatola vuota?”. Sarebbe il caso di iniziare a pensarci.
news dal Comune
a cura di FABIO PLATANIA vice presidente del Consiglio comunale
Una settimana senza tv
Buone notizie dal Consiglio Comunale di Aosta, dove nella seduta di febbraio il gruppo comunale del PD-PS ha visto una
sua mozione approvata all’unanimità. Nello specifico la nostra proposta ricalca l’esperienza che da tre anni si tiene in
Francia ad Offemont, un piccolo Comune della regione della
France-Compte, dove il Comune invita i suoi cittadini, per una
settimana all’anno, a tener spenta la televisione ed a recarsi nei
centri polivalenti dove la stessa amministrazione ha organizzato le più disparate
attività: tornei di ping-pong, corsi di cucina, serate danzanti ecc..
Obiettivo di questa iniziativa è quello di stimolare le coscienze, far capire che esiste
un altro mondo, alternativo a quello della televisione per passare le serate. Oltre a
questo c’è l’intento di rinsaldare, favorire e consolidare i legami sociali all’interno
della comunità. Infatti chiudersi in casa davanti alla tv isola, ed a volte anche nei
piccoli paesi non si conosce il proprio vicino proprio perché schiavi di un’abitudine
consolidata, quella di piazzarsi davanti ai teleschermi. Abbiamo pensato che importare un’analoga iniziativa ad Aosta potesse essere un interessante esperimento,
viste le dimensioni ridotte della città e la presenza di spazi adeguati a disposizione
dell’amministrazione. La presenza ricca e variegata di associazioni ludiche, sportive, culturali e di volontariato potrebbero essere coinvolte e dare un contributo
essenziale alla riuscita dell’iniziativa.
A convincere a votare sì alla nostra proposta, al di là dell’originalità, ha contribuito
anche il capitolo costi: abbiamo già gli spazi e le risorse umane, dobbiamo solo pubblicizzare l’evento, del tutto realizzabile senza spendere una follia.
E così l’iniziativa della “settimana senza televisione” è stata inserita nel prossimo
calendario di eventi per l’anno in corso. La commissione competente vaglierà le
proposte per le attività da svolgere giornata per giornata, mettendo in moto un
concorso di idee, aperto a tutti, senza contare che Aosta sarebbe la prima città d’Italia a mettere in piedi un’iniziativa del genere, che ben si adatta ad essere adottata
in molti altri comuni della Regione. Le cose da proporre sono un infinito, lancio
quindi un appello dalle pagine di questo giornale a tutti coloro che avessero delle
idee in merito a come passare insieme questa settimana di svago lontani dalla routine televisiva. I Consiglieri del PD-PS sono a disposizione per portare sul tavolo
della Commissione competente ogni contributo. Siamo contenti di aver raggiunto
questo pur piccolo risultato, a dimostrazione che si può lavorare per la Città anche
facendo parte della minoranza. Un partito di governo fa opposizione ma è capace
anche di proporre.
Aosta
leTravail il lavoro
14
Aosta
Michele Monteleone, capogruppo PD di Aosta, parla anche di traffico e della settimana senza tv
Università con nuovi corsi e radicata nella città
Davide Avati
Culture
[email protected]
U
niversità, piano del traffico cittadino e organizzazione della
‘settimana senza tv’: questi i
temi principali sui quali il Consiglio comunale di Aosta è stato coinvolto nelle
ultime settimane. Ne parliamo con il
capogruppo del PD-PSI Michele Monteleone.
Iniziamo dal progetto per la nuova
Università della Valle d’Aosta: qual è la
valutazione complessiva del gruppo PD
di Aosta e quali i problemi ancora da
affrontare?
“Avevamo scritto nel programma, e
lo confermiamo, che siamo d’accordo
sulla scelta del riutilizzo della caserma
Testafochi come futura cittadella universitaria. Visti i tempi medio-lunghi
di realizzazione dell’opera (si parla di
8-10 anni, ammesso che si trovino i
fondi), chiediamo che si parta subito
con una valutazione seria sul tipo di
facoltà universitarie da portare all’interno della struttura. Non ci soddisfa
la risposta del rettore, secondo il quale
i corsi attuali dell’Univda vanno bene,
e per il futuro si possono al limite solo
prevedere altre lauree magistrali oltre
psicologia. Per noi e anche per altre
forze politiche la richiesta è un’altra:
cogliere l’occasione per immaginare
quale università vogliamo nel futuro
della città di Aosta. Occorre mettere in piedi un serio progetto didattico, accanto a quello architettonico,
e collegarlo con il rilancio della città:
insomma, per fare di Aosta una città
universitaria occorre presentare facoltà nuove e aggiuntive rispetto alle cinque attuali. Pensiamo a nuovi corsi di
studio legati al territorio, all’ambiente,
alla ricerca scientifica e che siano attrattivi anche fuori Valle. Da qui il nostro giudizio: il progetto architettonico
presentato in Consiglio comunale, pur
essendo dal punto di vista estetico
interessante, non ci convince per la
carenza assoluta di innovazione sul
contenuto. Non ci piace l’idea di immaginare un contenitore senza il contenuto o che si pensi di riempirlo con
l’attuale offerta formativa dell’UniVdA.
Inoltre, già oggi, dopo dieci anni di vita
dell’Ateneo valdostano, esiste un problema serio di collegamento dell’Università attuale con la città: non esiste
una libreria per gli studenti, una mensa
universitaria, un luogo di svago e ritrovo per studenti. Mancano connessioni
con il territorio. Noi invece pensiamo
e vogliamo un’Università fortemente
integrata con il tessuto cittadino, capace anche di far vivere attività commerciali e ricettive. Un’ultima battuta.
Del progetto illustrato non ci convince
neanche la questione dei posti letto
nel futuro campus: ne sono stati previsti appena 100 per una popolazione
preventivata di 2000-2500 studenti.
Occorre aumentare i posti letto in Testafochi ben oltre questo 5%”.
Parliamo ora del Piano urbano del traffico. Le proposte contenute nello studio vi
convincono?
“Intanto, c’è da dire che abbiamo apprezzato il metodo di coinvolgimento
delle Commissioni proposto dall’assessore Borrello, per consentire che fossero recepite osservazioni e miglioramenti a un documento tecnico. La cosa che
ci convince di più è la continuità con il
lavoro iniziato su questo argomento da
Marino Guglielminotti Gaiet, con l’obiettivo di rendere Aosta una città vivibile
prevedendo, passo dopo passo, l’assoluta chiusura al traffico
privato dell’area entro
le mura romane. Restano ancora aspetti
tecnici da approfondire, ma sui quali è
possibile fare proposte di miglioramento.
Ricordo solo che nel Piano si riparla di
chiusura al traffico e pedonalizzazione
dell’Arco d’Augusto: è una proposta
frutto di politiche di due legislature di
centrosinistra, che condividiamo. Siamo consapevoli che ci saranno categorie non contente di queste scelte, ma
l’amministratore deve guardare all’interesse generale immaginando il futuro
della città, che vogliamo più sostenibile
e pulita”.
Infine, una battuta sulla proposta del
PD di istituire una ‘settimana senza tv’:
con quali obiettivi?
“È una proposta che ha un forte valore
politico. Vorremmo che l’iniziativa stimolasse la gente ad uscire di casa per
partecipare a iniziative ludiche, sportive e culturali proposte dal basso, dalle diverse associazioni che operano in
città. L’obiettivo è ambizioso: imparare
a riappropriarci del troppo tempo che
passiamo davanti alla tv, spesso abbruttendoci, offrendo al suo posto momenti
di crescita, gioco e soprattutto
di socializzazione contro l’isolamento delle persone dal
tessuto urbano in cui vivono.
Sarà una settimana per riappropriarci del rapporto con
la città e con gli altri cittadini. Le parole d’ordine
saranno: socializzazione,
divertimento e partecipazione attiva”.
le esperienze di governo del centrosinistra fanno scuola
Nasce l’Assistente di villaggio
I
l Pd Valle d’Aosta apprende con
piacere che la Regione Autonoma
Valle d’Aosta ha dato il via al servizio dell’Assistente di villaggio, l’Assistant de Hameau, che ricalca nello
spirito e negli obiettivi il Servizio di
Assistenza Domiciliare di Quartiere
(conosciuto come l’Adq), già esistente
da parecchi anni nella città di Aosta,
ai quartieri Cogne, Dora e Viale Europa. Si tratta di un servizio, quello
del Comune di Aosta, cresciuto nelle
Giunte di Centro Sinistra, frutto di una
felice intuizione della Cooperativa sociale Indaco e poi del Consorzio Trait
d’Union, che nell’anno 2002 lanciò al
Comune l’idea di una prima sperimentazione. Da allora ad oggi il Comune
di Aosta ha voluto ampliare il servizio
ai tre quartieri e nell’ottobre 2008 vi
è stato anche un riconoscimento nazionale molto importante, con la men-
zione al Convegno Internazionale sulla
Qualità del Welfare di Riva del Garda,
dove il Comune di Aosta è stato premiato insieme ad altri soli due comuni
(tre su un centinaio di progetti).
“Ci preme ricordare tutto questo spiegano i consiglieri comunali del Pd
Giuliana Ferrero, Michele Monteleone
e Fabio Platania - perché riteniamo
giusto restituire alla Città di Aosta il
merito di aver sperimentato, in autonomia e investendo soldi propri,
servizi innovativi, che poi sono stati
adottati a livello Regionale. Come in
questo caso. Ci sembra anche giusto
ricordare che furono proprio le giunte
di centro sinistra che ebbero la forza di credere in un progetto al quale
all’inizio credevano davvero in pochi.
Riteniamo infine che questo genere di
servizi, vicini ai cittadini, rappresentano non solo un modo per dare risposte
concrete ai bisogni delle famiglie, non
solo un modo intelligente per conoscere meglio il proprio territorio, ma
anche un vero investimento nella sicurezza. Noi crediamo da sempre infatti
che l’investimento nel sociale sia un
investimento anche nella sicurezza,
nel rendere più sicuri i nostri cittadini,
soprattutto quelli più anziani e soli”.
Amianto: snellire
le procedure
Per il censimento dei tetti in amianto
ad Aosta occorre mobilitare tecnici
professionisti. È quanto ha chiesto in
una mozione il gruppo consiliare del
PD-PSI, intervenendo sull’ordinanza
del sindaco di fine dicembre 2010 con
la quale si fa obbligo ai proprietari di
edifici con tetti in eternit di presentare,
entro aprile, in Comune un certificato
dello stato di conservazione di tali coperture. “La modulistica predisposta
dall’Amministrazione e disponibile sul
sito internet del comune è composta
di diverse sezioni - sottolineano i consiglieri PD Michele Monteleone, Giuliana
Ferrero e Fabio Platania -. La valutazione dello stato di consistenza delle
lastre di copertura non è di semplice
esecuzione da parte di persone non
esperte e la stessa, se non è eseguita
da tecnici, può condurre a valutazioni estremamente disomogenee”. Per
questi motivi, il gruppo democratico
ha chiesto alla Giunta di “semplificare la modulistica per la certificazione
obbligatoria dei tetti in amianto”, di
prevedere “l'obbligo di redazione della
scheda di rilevazione a cura di un tecnico qualificato” e infine di “provvedere
alla stipula di una convenzione con gli
ordini o albi professionali che impegni
i professionisti chiamati a redigere le
schede al rispetto di tariffe concordate
con l'amministrazione comunale”.
Piscina coperta, la
ristrutturazione non parte
Ritardi su ritardi, e la piscina coperta di
Aosta attende ancora un deciso intervento di restauro. A due anni e mezzo
(era il settembre del 2008) dall’annuncio da parte dell’Assessore regionale
allo Sport dell’avvio delle procedure
per l’ampliamento e la riqualificazione
dell’impianto, nulla si è ancora mosso e
la situazione è sempre la stessa: quella
di un impianto ormai obsoleto. A incalzare nuovamente la Giunta sull’urgenza
di avviare le procedure per il rinnovo
dell’impianto di regione Tzambarlet
è stato il consigliere regionale del PD
Gianni Rigo: “risale all’ottobre del 2009
- ha ricordato - l’ipotesi di intervento,
suddivisa in tre fasi, dei lavori di ristrutturazione e manutenzione straordinaria dell’impianto, formulata sempre dall’Assessore allo Sport. Sempre
in quell’occasione, lo stesso Assessore
riteneva che entro la fine dell’anno
(2009), un mese o due, i competenti
uffici sarebbero stato in grado di formulare una relazione preliminare al progetto. In realtà, l’impegno assunto di
coinvolgere la Commissione consiliare
non è stato ancora rispettato”. Per questi motivi, il PD ha chiesto alla Giunta
di definire al più presto un programma
operativo dei lavori di ristrutturazione
e di ampliamento della piscina coperta
di Aosta e di coinvolgere il mondo sportivo natatorio regionale.
Forum
15
Territorio
il senso
delle parole
di GIOVANNA ZANCHI
Come l’acqua
Lorenzo Jovanotti
Q
uando nostra figlia è arrivata
all’età della scuola io e mia moglie ne abbiamo parlato e abbiamo deciso: scuola pubblica. Potevamo
permetterci di scegliere e abbiamo
scelto. Abbiamo pensato che fosse giusto così, per lei. È nostra figlia ed è la
persona a cui teniamo di più al mondo
ma è anche una bimba italiana e l’Italia ha una Scuola Pubblica. Sapevamo
di inserirla in una realtà problematica
ma era proprio quello il motivo della
scelta. Un luogo pubblico, che fosse di sua proprietà in quanto giovane
cittadina, che non fosse
gestito come un’azienda
e che non basasse i suoi
principi su una dottrina
religiosa per quanto ogni
religione venisse accolta.
Un luogo pubblico, di tutti e per tutti, scenario di
conquiste e di errori, di
piccole miserie e di grandi orizzonti, teatro di di-
versi saperi e di diverse ignoranze. C’è
da imparare anche dalle ignoranze,non
solo dai saperi selezionati. La scuola è
per tutti, deve essere per tutti, è bello che sia così,è una grande conquista
avere una scuola pubblica, specialmente quella dell’obbligo. Io li ho visti i paesi dove la scuola pubblica è solo una
parola, si sta peggio anche se una minoranza esigua sta col sedere al calduccio
e impara tre lingue. A che serve sapere
tre lingue se non sai come parlare con
uno diverso da te?
Il nostro presidente del consiglio dicendo quello che ha detto offende
milioni di famiglie e migliaia di persone che all’insegnamento dedicano
il loro tempo migliore, con cura, con
affetto vero per quei ragazzi. Tra le
persone che conosco e tra i miei parenti ci sono stati e ci sono professori
di scuola, maestre, ho una cugina che
è insegnante di sostegno in una scuola di provincia. Li sento parlare e non
Una violetta per VIOLA
Venerdì 18 febbraio
Chatillon - Bar Les Amis
Colosimo Marcello - Consol Marco
Domenica 20 febbraio
Pontey - Locanda Castagneti
Menabreaz Marilena - Masini Lorio
Martedì 22 febbraio
Aosta - Bocciofila CCS Cogne
Chabod Arturo - Scarfò Domenico
Venerdì 25 febbraio
Charvensod - Bar Girasole
Menabreaz Marilena - Rigo Mauro
Domenica 27 febbraio
Brissogne - Bar Golf Les Iles
Gallo Antonio - Pegoraro Roberto
Martedì 1° marzo
Charvensod - Bar Fuorigioco
Borettaz Giliola - Pietrosanti Giuseppe
Culture
sono dei cinici, fanno il loro lavoro
con passione civile tra mille difficoltà
e per la maggior parte degli insegnanti della scuola pubblica è così. Perché
offenderli? Perché demotivarli? Perché usare un termine come “inculcare”? È una parola brutta che parla di
un mondo che non deve esistere più.
La scuola pubblica non è in competizione con le scuole private, non è
la lotta tra Rai e Mediaset o tra due
supermercati per conquistarsi uno
spettatore o un cliente in più, non
mettiamola su questo piano… La
scuola di Stato è quella che si finanzia con le tasse dei cittadini, anche di
quelli che non hanno figli e anche di
quelli che mandano i figli alla scuola
privata, è questo il punto. È una conquista, è come l’acqua che ti arriva al
rubinetto: poi ognuno può comprarsi
l’acqua minerale che preferisce ma
guai a chi avvelena l’acqua del rubinetto per vendere più acque minerali.
È una conquista della civiltà che diventa un diritto
nel momento in cui viene
sancito. Ma era un diritto
di tutti i bambini già prima,
solo che andava conquistato, andava affermato.
La scuola pubblica va difesa, curata, migliorata. In
quanto idea, e poi proprio
in quanto scuola: coi banchi gli insegnanti i ragazzi
le lavagne. Bisogna amarla,
ed esserne fieri.
NOTIZIE DAL VOLONTARIATO
Riparte la web radio del CSV
Dal 2008 il Coordinamento Solidarietà
della Valle d’Aosta ha messo in piedi,
grazie al coinvolgimento attivo di alcuni giovani, una web radio (“Csv on
air”) pensata come luogo di espressione e di impegno rivolto, in particolare,
alle giovani generazioni. Dopo alcuni
mesi di silenzio, ora il CSV sta rilanciando il progetto “Radio web” per
aprirlo a nuovi protagonisti amanti
della musica, del personal computer
del mondo del web. “L’idea di fondo è
quella di mettere insieme un nuovo
gruppo di ragazzi che abbia voglia di
realizzare, attraverso CSV on air, una
rubrica radiofonica di approfondimento e di dialogo sui temi sociali” spiega
Simone Charbonnier, referente del
progetto per il CSV.
Centro di documentazione
È allestito presso la sede del CSV (in
Via Xavier de Maistre 19) un centro
di documentazione che raccoglie materiali legislativi, libri, periodici monografici, fumetti, video e documenti
vari dedicati alle diverse tematiche sul
sociale. Il centro, aperto il martedì con
orario 14-17.30 e il giovedì 9-12.30,
ha progressivamente ampliato i suoi
volumi: oggi conta 1.168 libri disponibili al prestito ed alla consultazione a
cui si aggiunge un’emeroteca con 279
periodici, una piccola videoteca con
139 tra dvd e video su tematiche di
disagio/impegno sociale e 66 fumetti.
Oltre ai servizi tradizionali, il centro
di documentazione propone anche un
supporto nella ricerca bibliografica,
bibliografie a tema, consulenze specifiche per tesine, percorsi di lettura
a tema rivolti alle scuole. L’accesso al
centro documentazione è gratuito ed
aperto a tutti, volontari e cittadini.
Percorso Destinato alle forze dell’ordine e alle associazioni
L’associazione VIOLA (Viviamo insieme offrendo lavoro ed
amore), che opera a sostegno della vita dopo il cancro al
seno, è tornata in piazza lo scorso week-end per distribuire, dietro offerta, le consuete violette in occasione
della festa della donna con l’obiettivo di raccogliere fondi
per finanziare le attività che l’Associazione svolge in Valle d’Aosta. Le volontarie dell’associazione hanno raccolto
fondi e distribuito violette ad Aosta, Saint-Vincent e Brusson.
Vincitori
Forum
Classifica
individuale finale
Gallo Antonio
Navarretta Sebastiano
Chabod Arturo
Furfaro Giorgio
Menabreaz Marilena
Zamperlin Alberto
Dalla Zanna Renato
Cheney Renzo
Diano Pino
Mannoni Francesco
Licordari Joseph
Borettaz Giliola
Grossi Gino
Pegoraro Roberto
Albaney Roberto
Lexert Valentino
Daudry Corrado
Bianquin Nestore
Verduccio Antonino
Voyat Sergio
214
201
198
192
179
179
177
176
164
158
155
152
150
140
138
137
126
116
115
115
Prevenzione della violenza di genere
A
nche a livello locale emergono
dati relativi alla violenza contro le donne non certamente
trascurabili. Maltrattamenti, stupri,
molestie, stalking, violenza psicologica
subita sia in contesti familiari che extradomestici, rappresentano manifestazioni di un fenomeno sociale che va
affrontato adottando misure di prevenzione e contrasto integrate, condivise
dai soggetti che già svolgono attività
di segnalazione e presa in carico delle donne vittime di violenza. È stata
pertanto ravvisata la necessità di potenziare le competenze degli operatori
(forze dell’ordine, personale sanitario e
sociale,volontarie, ecc.) sotto due profili: la “riconoscibilità” dei casi riconducibili ad episodi di violenza di genere
(anche a fronte del silenzio delle vittime); il miglioramento delle procedure
integrate di presa in carico delle donne
maltrattate e lo sviluppo di azioni coordinate di intervento, non repressivo,
rivolte ai soggetti maltrattanti.
Il progetto “Orizzonti” si pone l’obiettivo
di rispondere a queste
necessità attraverso una
serie di iniziative, tra le
quali la realizzazione di
tre percorsi formativi
rivolti ai diversi soggetti
che in Valle d’Aosta operano per la prevenzione
e il contrasto della violenza di genere
(Forze dell’Ordine - Agenzie Segnalanti
- Gruppo Interistituzionale), l’elaborazione e la successiva sperimentazione
di linee guida per il miglioramento di un
modello di intervento integrato in materia
di violenza di genere e la realizzazione di
azioni di sensibilizzazione rivolte anche
alla popolazione (campagne di comunicazione/informazione). L’azione formativa è finalizzata all’implementazione
delle conoscenze teorico-pratiche degli
operatori che, a vario titolo, si trovano ad
affrontare problematiche connesse con
il fenomeno della violenza di genere. In
modo particolare, si tratta di potenziare
le competenze tecnico-specialistiche e le
capacità di analisi e di approccio al contesto socio-culturale in cui si colloca il fenomeno. Questi i temi che verranno trattati
da numerosi esperti: la violenza di genere, l’ascolto, le conseguenze psicologiche
della violenza di genere, le esperienze del
territorio (servizi, risorse e opportunità),
gli aspetti legislativi. Il progetto, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e partito il
2 marzo scorso, è stato
progettato e organizzato
dall’Azienda USL, attraverso l’Ufficio Progetti
Innovativi e Pari opportunità (referente Anna
Castiglion) della struttura di Comunicazione.
Culture
leTravail il lavoro
16
Culture
un vecchio partigiano scuote la francia
Gianni Torrione ha presentato A GIGNOD il suo ultimo libro
Indignez-vous!
"Tàppa lo ba-buttalo giù".
è
il titolo di un libretto, uscito per
i tipi dell’Indigene édition (€
3, pagg. 32), che è diventato, in
quattro mesi, un vero e proprio caso editoriale e politico. Scritto da un grande
di Francia, Stéphane Hessel, a 94 anni,
questo resistente e diplomatico francese
di origine ebraica tedesca, è riuscito a
scuotere le coscienze dei francesi...
Il suo grido d’indignazione muove dai
valori profondi della “France combattante”, la Resistenza francese, da quel
programma del 1944 che desiderava
una autentica “democrazia economica
e sociale” nella piena realizzazione dei
diritti universali dell’uomo (Stephane
Hessel fu co-redattore del testo della
“Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo” del 1948).
Per il partigiano, discepolo di Sartre e
Merleau-Ponty “le ragioni per indignarsi possono sembrare meno evidenti, il
mondo è diventato più complesso (…)
ma in questo mondo ci sono cose insopportabili. Per accorgersene bisogna
cercare, cercare bene” e l’atteggiamento peggiore è l’indifferenza, quel cieco
individualismo che ci fa chiudere gli
occhi di fronte alle ingiustizie grandi e
sottili. Così il
trattamento
ostile
nei
confronti
degli immigrati, dei rom, degli extracomunitari
deve spingere all’indignazione. Per questo Hessel dice ai giovani “prendete il
testimone e indignatevi!”.
Il testimone è quello dei valori della Resistenza. “Auguro a tutti voi di trovare
il vostro motivo per indignarvi. È prezioso. Quando qualcosa è fonte di indignazione, come è successo a me con il
nazismo, allora si diventa militanti, forti
e impegnati”! Ed ecco per Hessel che
la frontiera del cambiamento passa attraverso una “insurrezione pacifica”:
importante è la via della non-violenza,
attraverso cui cambiare il sistema economico, che metta fine al conflitto israelo-palestinese (Hessel ha polemizzato
fortemente con il governo israeliano
sulle vicende di Gaza), e che metta un
freno al declino della nostra società.
Quella di Hessel quindi è una visione
politica aperta alla speranza: ”Créer,
c’est Resister. Resister, c’est créer”!
Da RAINews24 Blog
L’ira del Quirinale
Giorgio Bruscia
I
l 12 di febbraio “il Giornale” scriveva:
“È puntualmente accaduto. Il primo
grosso attrito sulla festività del 17
marzo si è registrato a Bolzano. Il presidente della Provincia, Luis Durnwalder,
ha infatti annunciato che la sua giunta
non festeggerà i 150 anni dell’Unità d’Italia. La cosa non è piaciuta a nessuno,
dall’Adige in giù. Tantomeno a Giorgio
Napolitano. Il Quirinale ha, infatti, diffuso
una nota molto critica nei confronti del
governatore»
Credo che Durnwalder abbia tutte le
ragioni del mondo per non festeggiare.
E credo che si ponga da parte nostra la
necessità di affrontare la vera questione,
che non è tanto la partecipazione alla
giornata del 17 marzo, ma della “pretesa
minoranza austriaca” che è presunta solo
nella mente di chi non conosce veramente il Sud Tirolo e la sua gente. L’Austria
è un Paese amico, la bandiera UE ci accomuna: perché non facciamo tornare a
casa questo pezzo di Austria conquistata
a cannonate ormai un secolo fa? In verità,
questa gente, per accordi sottoscritti e
non rinegoziabili perché garantiti da Costituzione ed organi sovranazionali, ci costa qualcosa come oltre 2.000 euro procapite oltre al 100% delle imposte che
già trattengono. Francamente è un lusso
che nemmeno una potenza ex coloniale
che non siamo, si potrebbe permettere.
Luis Durnwalder, il NON italiano, si becca
26.700 euro di stipendio mensile dall’Italia. In più, se non bastasse, ci prendiamo
anche gli sputi in faccia.
Siccome l’autodeterminazione dei popo-
li non è una barzelletta, si faccia questo
referendum e che la minoranza di lingua
italiana sia tutelata secondo le regole che
la UE impone a tutti. Ma finiamola con
questa farsa. Qualcuno potrebbe chiedere a questi sedicenti indipendentisti allo
speck e alla polenta perché non si decidono a chiederlo questo referendum?
Oppure comincino ad essere gandhiani
rifiutando i soldi di Roma coloniale e ladrona, ci facciano vedere cosa sanno fare
da soli. Così la finiamo di avere spaccati i
“cabasisi” da questi pagliacci che fanno i
razzisti con l’Italia che li mantiene, ma si
beccano i bei soldini che così voluttuosamente si intascano. E sia chiaro che è per
il bene di tutti. Bolzano città è già oggi
una enclave italiana in terra straniera.
Apartheid nelle scuole, nel lavoro pubblico, nei servizi pubblici ... mettiamo fine
allo scempio o aspettiamo il 2018 per il
centenario della Vittoria per accorgerci
che per i pronipoti dei Tiroler Kaiserjaeger siamo sempre occupanti? È sempre
più deprimente questo Paese, un luogo
assurdo dove non si riesce a mettersi
d’accordo nemmeno per una ricorrenza
importante come questa. I leghisti lavorano (penoso Maroni l’altra settimana da
Fazio, con quel ghigno da furbetto), la
Marcegaglia ha paura di perdere quattro
soldi, gli altoatesini non si sentono italiani, ma i soldi li prendono, ci si è messo
perfino qualche preside. In un anno nel
quale per combinazione non ci saranno
né festività né ponti, sarebbe il caso di
fare meno storie, visto che la prossima
volta capiterà fra altri 50 anni. Chissà che
per bicentenario non saremo un Paese
leggermente più maturo.
1946, Valle d'Aosta tra Autonomia e Annessionismo
Paolo Gianfranceschi
Gianni Torrione, assieme al giornalista
Romano Dell'Aquila e al segretario del
SAVT Guido Corniolo, hanno dato il
vita alla serata, il 23 febbraio scorso,
alla serata di presentazione dell’ultimo libro di Gianni Torrione ("Tàppa lo
ba-buttalo giù". 1946, Valle d'Aosta tra
Autonomia e Annessionismo) con la
presentazione di due brevi filmati inediti, eseguiti da cineoperatori francesi,
proiettando così i numerosi Gignolen
presenti nel clima molto teso di quel
1946. Usando, poi una tecnica narrativa di taglio giornalistico hanno messo
in luce aspetti poco conosciuti, se non
addirittura dimenticati ad arte per opportunità politiche.
Gianni Torrione ha voluto evidenziare
che il libro è una cronaca giornalistica,
e non è un libro storico, che vuole far
riflettere su come è andata la vicenda
dell'autonomia e dell'annessionismo,
quali sono stati i protagonisti, da una
parte e dall'altra, e quali risultati ha
prodotto questo sistema di autogoverno. Noi oggi godiamo di un certo
benessere perché, obiettivamente,
l'autonomia non è stata un privilegio,
come ha detto qualcuno, ma un modo
per sentirci maggiormente valdostani
dandoci la possibilità di autoamministrarci.
"Tàppa lo ba" è un espressione in patois, che significa "Buttalo giù" e che
fa riferimento alla tentata "defenestrazione" dell'allora presidente del consiglio valle Federico Chabod quando il
26 marzo 1946, con una manifestazione venne chiesta la "garanzia internazionale dei diritti del popolo valdostano" che portò le dimissioni dello stesso
Chabod.
buon compleanno Italia
a cura di MAURIZIO PITTI
Corriamo con Chiamparino, ma in Valle…
Dopo il nostro segretario Donzel anche il Sindaco di Torino Chiamparino e l’Ass.
della Regione Piemonte Coppola (seppur della Lega alle volte il buon senso prevale) non hanno saputo resistere al fascino di correre indossando una delle nostre magliette tricolori. Una bella soddisfazione per una piccola manifestazione
che ci fa vedere come sia forte la voglia di sentirsi italiani e di riappropriarsi
di quel senso di appartenenza, che forse non è altro che senso civico, che negli
ultimi tempi sembra un po’ essersi sbiadito. È così che prosegue l’iniziativa “150
mezze maratone dell’Unità” che ci vede impiegati (io, Franco oltre ai numerosi
amici che sempre ci seguono) a correre la distanza di 21 km sino al 2 giugno.
Devo dire che sin qui la manifestazione al di là delle aspettative iniziali ha avuto un buon eco mediatico. Infatti non passa settimana che uno o più giornali,
televisioni o radio non ne parlino o non prendano spunto per una discussione.
Ebbene, cosa significa tanta attenzione? Ho provato a darmi delle risposte. Innanzi tutto sono convinto che l’idea sia effettivamente bella, curiosa e originale:
abbinare un tentativo di record sportivo con qualcosa di più profondo e intenso
che risveglia il sentimento di appartenenza alla società (altamente simbolico in
tal senso è l’indossare la maglietta tricolore). Vi sono poi tutti quegli eventi collegati all’iniziativa che essendo anch’essi originali sono un richiamo per i media
locali. Penso alle scuole che ormai settimanalmente escono esponendo i loro
lavori sulla storia locale oppure penso anche soltanto al fatto che in poco più di
due mesi il nostro tracciato sia stato percorso da circa 1000 persone.
Queste sono in sintesi le prime risposte che mi sono dato alla domanda sul
perché di tanta attenzione, risposte che però mi portano immediatamente su un
altro fronte. Devo infatti constatare una certa indifferenza da parte delle istituzioni a noi più vicine. Una indifferenza di cui però stento a comprenderne le
motivazioni. Si è detto che in Valle i 150 anni di unità sono una ricorrenza poco
sentita e di come sia invece più avvertita la ricorrenza dello Statuto. Benissimo, si festeggi lo Statuto (noi personalmente sabato 26 febbraio scorso abbiamo
corso con la coccarda rosso nera appuntata sulla maglietta tricolore), ma non
restiamo indifferenti o peggio ancora non avversiamo una ricorrenza storica
che fa parte della nostra storia e della biografie individuali di ciascuno di noi:
valdostani, piemontesi, toscani o siciliani.
Decine di persone colorate di verde, bianco e
rosso che corrono per la valle non devono far
paura o provocare indifferenza, il nostro intento non è di contrapporci, è semplicemente
quello di fare una festa per tutti, chi ama la
corsa e chi no, chiedendo semplicemente di
non dimenticare di essere parte di un mondo
più grande che va ben oltre i confini della nostra bella Valle d’Aosta.
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numero 04 2011 - PD Valle d`Aosta