leTravail il lavoro SPECIALE A PAGINA 16 1,50 E anno 63 | numero 4 prima quindicina marzo 2011 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma DCB Aosta Q U I N D I C I N A L E D I At tualit à , p olit ica e cultu ra f o ndat o nel 1 9 4 8 da g iulio d o lchi Cara Italia, perché giusto o sbagliato che sia questo è il mio paese con le sue grandi qualità e i suoi grandi difetti. POLITICA È così difficile dire no a Berlusconi in Valle ? Il vento dell’alternativa torna a soffiare Enzo Biagi REGIONE AOSTA Liste d’attesa e carenza di medici i guai della sanità valdostana a pag. 6 Università, piano del traffico e settimana senza TV i temi a pag. 14 Tre mesi di attesa per una visita al cuore a pag. 4 www.letravail.it Intervista al capogruppo PD Michele Monteleone Gente d’Italia GIOVANNA ZANCHI L e rivolte nel nord Africa e la cruenta repressione in Libia hanno scatenato in Italia profonde reazioni che mettono in crisi i nostri rapporti con gli altri: fra chi professa l’accoglienza e la solidarietà a tutti i costi e chi, invece, si preoccupa di essere invaso da una marea di disperati destinati ad acuire il già infelice equilibrio socio-economico del nostro paese; fra le regioni meridionali che quotidianamente devono salvare ed accogliere i barconi della speranza e quelle settentrionali che, inevitabilmente, sono viste come il serbatoio di un lavoro possibile; fra l’Italia - pontile d’Europa nel Mediterraneo - e altri paesi comunitari che sarebbero disposti, magari, ad offrirci il loro supporto finanziario, non altrettanto a condividere equamente con noi il numero dei profughi. C’è chi si preoccupa del fatto che ogni immigrato ci costa almeno cento euro al giorno, che non si sa più dove metterli, che i continui sbarchi rischiano di danneggiare pesantemente la nostra industria turistica e che la rottura dei rapporti diplomatici con la Libia potrebbe mettere a rischio le nostre forniture di gas. Al tempo stesso c’è chi non dimentica che il Ciad, un paese poverissimo, ospita più di un milione di profughi dal Darfur e sa che gli italiani non possono ignorare il massacro di una popolazione civile a settanta chilometri dalle nostre coste. Una popolazione che sta lottando per la libertà e la democrazia. Questa è l’Italia che si prepara a celebrare il suo secolo e mezzo di unità fra mille dubbi, non ultimo se sia corretto ed economicamente sostenibile istituire una festività ufficiale una volta ogni DOSSIER: il 17 marzo la Festa per i 150 anni dell’Unità Viva l’Italia! Un secolo e mezzo di storia (non sempre facile) per il Belpaese. L’entusiasmo del Risorgimento, poi tante difficoltà: l’emigrazione, due guerre mondiali, la questione meridionale, il fascismo, gli anni di piombo, il berlusconismo. Ma anche la Resistenza, la Costituzione repubblicana, le Autonomie, il boom del secondo dopoguerra, la scuola e la sanità pubblica, le speranze per il futuro. Ecco perché festeggiare l’Italia significa festeggiare la vita e la storia di ognuno di noi. ALLE PAGINE 8 E 9 cinquant’anni. Ci sono regioni che il 17 marzo 1861 in Italia non c’erano ancora, altri che sono stati costretti ad italianizzarsi contro la loro volontà. E poi, ricordano gli industriali, un giorno in più di fermo-produzione aumenterà pericolosamente di mezzo punto il costo del lavoro, contribuendo a dare un’ulteriore spallata alla nostra precaria economia. Questa è l’Italia, complessa, contraddittoria, confusa ma anche straordinariamente ricca di umanità e di cultura. Sarà forse perché alcuni dei miei migliori amici valdostani vengono da Verona, Milano, Modena, Frosinone, Brindisi, Tariffa A Kilom€tro La tecnologia Unibox ti garantisce l’innovativa tariffa A Kilom€tro, il sistema semplice e trasparente per risparmiare. Meno usi il tuo veicolo e meno paghi, grazie allo sconto immediato il primo anno e allo sconto certo collegato alla percorrenza, negli anni successivi. In più, una pagina web riservata ti permette di avere sempre sotto controllo la rilevazione dei tuoi dati. Potenza, Palermo e Messina (anche da Sarajevo, Tirana e Casablanca), ma io ho un’idea ribaltata della celebre frase del marchese d’Azeglio: l’unità dello Stato Italia non è stata ancora completata - per lo meno non ha ancora passato il collaudo - ma gli italiani sono da tempo un unico popolo. Commenti e opinioni leTravail il lavoro Commenti e opinioni Politica 2 Regione Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale a cura di Art. 1: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro Tadzio a cura di Dossier Lavoro, impresa, scuola, sindacato Aosta Territorio Forum Culture L’Italia al Bar Sport L’obbedienza è ancora una virtù? D ecine di foto, video e testimonianze - raccolte in questi giorni - si susseguono su internet, creando una banca dati del dolore e delle speranze di intere popolazioni. Anche il web sostiene la ribellione che si è diffusa in pochi mesi tra il nord Africa, il Medio Oriente e ora anche nella Penisola Arabica. Assisto, dal mio computer, ad un flusso informativo che sta progressivamente costruendo la memoria collettiva di un cambiamento sociale e culturale che coinvolge uomini e donne. Quello che mi colpisce è che sono persone - completamente diverse tra loro per ceto, educazione ed orientamento politico - che protestano fianco a fianco, condividendo il senso di appartenenza ad uno stesso movimento. D’altra parte la ribellione aggrega perché ha in sé la forza inarrestabile della diffusione della conoscenza e del sapere. Anche le donne partecipano, a pieno titolo, alle proteste, unificando le loro visioni, le loro energie e le loro sofferenze. Negli eventi di questi giorni ho infatti colto uno sforzo collettivo che, se da una parte persegue un orizzonte ideologico di libertà - fatto di dignità e rispetto dei diritti politici, sociali e religiosi - dall’altra pretende responsabilità e capacità di autodeterminazione. Nel libro “La manomissione delle parole”, Carofiglio spiega che la parola ribellione è fortemente ancorata ai valori della giustizia sociale. In effetti riforme politiche, posti di lavoro e migliore retribuzione sono i veri obiettivi di questa rivolta, dove squilibri nella distribuzione delle ricchezze e politiche repressive hanno ostacolato la nascita della democrazia. Ribellarsi diventa allora un’esperienza di autonomia, una forma sana di autodifesa che scaturisce quando gli indici di sviluppo di una comunità vengono fortemente repressi da uno stato di potere. Personalmente spero che l’Italia non pretenda di nascondere il proprio timore dietro l’allarme umanitario. Spero che il nostro governo non rivendichi un ruolo guida nel definire gli assetti del potere politico che subentrerà ai regimi rovesciati dalla ribellione. Nel suo profondo percorso, sta risvegliando la presa di coscienza di giovani generazioni sempre più numerose e istruite che, sia per effetto dei flussi migratori sia attraverso l’uso del web, sono fortemente globalizzate. Sono proprio i giovani ad aver reagito, tra i primi, alle aspettative frustrate da crescenti mancanze di sbocchi lavorativi e di mobilità sociale. Penso alle iniziative degli ultimi mesi, a quelle piazze italiane che si sono riempite per ospitare uomini, donne e bambini che hanno pacificamente manifestato per se stessi e contro una politica che non rispetta più le regole. La mia impressione è che noi cittadini di quest’Italia unita stiamo solo ora maturando la capacità di reagire secondo una legittima difesa repubblicana per esercitare il nostro ripudio verso l’iniquità. Mi auguro che l’Italia impari a non confondere le manifestazioni di piazza con i disordini di piazza e che comprenda che la ribellione non è un atto di violenza, ma citando Don Milani - un rimedio contro la perdita della dignità. Jean-Pierre Guichardaz “Robespierre” N ei Bar Sport di tutto il mondo (intesi non tanto come insegna ma piuttosto come contenitori di quella natura umana che ha trovato il suo apice nell’omonimo ed esilarante libro di Stefano Benni), si assiste a uno strisciante mutamento linguistico-culturale: i grandi temi di discussione, che tradizionalmente riempiono le giornate degli avventori più affezionati, si stanno spostando progressivamente dalle ultime di campionato al caso Ruby Rubacuori, alla casetta di Montecarlo, al bunga bunga. Un’evoluzione, si potrebbe dire, rispetto al “piove governo ladro” di gramsciana memoria, espressione spesso abusata sulle soglie dei Bar Sport (da sempre luoghi di osservazione privilegiati per tastare l’umore del popolo), oramai svuotata del suo significato più politico, utilizzata più per criticare il buon Dio quando non splende il sole (senza chiamarlo direttamente in causa) che per accusare il governo di non aver provveduto ad eliminare quelle “nuvole nere all’orizzonte” (l’immagine mi richiama alla mente la bellissima e tormentata poesia del Pascoli “Temporale”, quella del “bubbolìo lontano” e dell’orizzonte “nero di pece”, un po’ la rappresentazione dei nostri tempi). Per lavoro mi capita spesso di soffermarmi nei vari Bar Sport e di osservare l’umanità che staziona nei pressi dei banconi di mescita. L’altro giorno ho assistito a una colorita contesa tra quattro individui. I tizi non parlavano, urlavano. I quattro chiacchieroni si sovrapponevano senza ascoltarsi, per nulla interessati alla cacofonia che ne veniva fuori. Per quel poco che sono riuscito a capire uno era un acceso sostenitore del nostro presidente del consiglio e del suo stile di vita (Silvio? A casa sua potrà pur fare quel che gli pare! E quel traditore che ha svenduto la casa al cognato? E quel bel tomo che c’ha la barca e le scarpe di coccodrillo!), l’altro lo detestava astiosamente (Culo flaccido! Sfruttatore di minorenni! Se ne vada ad Antigua a fare bunga bunga!), il terzo era il classico qualunquista/un po’ confuso (Tanto son tutti uguali! Tutti ladri! Ni droite ni gauche!) e l’ultimo era il tipico nichilista (ricordati che quando pensi di essere arrivato al fondo, c’è sempre una botola. Non c’è mai limite al peggio!). Semplificando un po’ si può dire che i quattro “tipi” rappresentano in qualche modo i paradigmi del pensiero dominante nel nostro Paese: Peppone e Don Camillo da una parte e nel mezzo, a seconda, il cerchiobottista, il terzista o l’anarchico. Nel centocinquantesimo dell’unità d’Italia si potrebbe prendere il Bar Sport a modello del Bel Paese. Diciamolo pure: in nessun luogo riescono a convivere in una tale disarmonica armonia le anime più rappresentative della nostra società: i berluscones, gli antiberluscones, i qualunquisti e i pessimisti cosmici. leTravail il lavoro Quindicinale di attualità, politica e cultura fondato nel 1948 da Giulio Dolchi Organo di informazione del Partito Democratico Valle d’Aosta Direttore responsabile: Giovanna Zanchi - [email protected] Coordinatore della redazione: Davide Avati - [email protected] Redazione: Fabio Protasoni - [email protected], Orfeo Cout - [email protected], Maurizio Pitti - [email protected] www.partitodemocratico-vda.it Collaboratori: Giuliana Ferrero, Nicolò Maria Fracasso, Bruno Albertinelli, Fabio Platania, Giorgio Bruscia avviso ai lettori Redazione e amministrazione: Corso Battaglione Aosta 13/A - 11100 - Aosta - Tel 0165.262514 - Fax 0165.234245 e-mail [email protected] - [email protected] questo numero è stato chiuso in tipografia il 9 marzo 2011 Iscrizione: 1/48 del 9/4/1948 del Registro di Stampa del Tribunale di Aosta Editore: Il Lavoro / Le Travail coop. a.r.l. Abbonamenti: Versamento su CCP n° 11664117 Italia annuo: 25 euro - Sostenitore: 50 euro Stampa: Tipografia Duc s.r.l. a socio unico Loc. Grand Chemin 16 11020 Saint-Christophe (Ao) Tel 0165.236888 Concessionaria esclusiva per la pubblicità: PUBBLIS VdA s.n.c. Fraz. Bovet 12 11020 Gressan (Ao) Tel 0165.251510 leTravail il lavoro 3 DISEGUALI a cura di Art. 21: TUTTI HANNO IL DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO Giuliana Ferrero In questo numero, lo spazio con il quale il Travail intende coinvolgere in un dibattito il mondo dell’informazione della Valle d’Aosta è firmato da Nathalie Grange, della testata online aostasera.it. NOTA: gli interventi pubblicati in questa sezione non implicano alcun rapporto professionale fra la testata e il giornalista che firma l’articolo. A chi interessa il metano? di Nathalie Grange A Equality Italia V e ne siete accorti anche voi, vero? In questo Paese tutte le volte che si tenta un confronto sui diritti civili e le libertà individuali (testamento biologico, coppie di fatto, violenza, diritti di cittadinanza ecc…) lo scontro assume la forma ideologica delle guerre di religione. Il male contro il bene. E in mezzo nessuno spazio di confronto. Anzi, un immobilismo, politico ed economico, e primariamente culturale. Eppure far incontrare anche le posizioni più distanti non è così assurdo. Negli altri Paesi ci sono riusciti. Per questo è nata Equality Italia, una associazione che è un’avventura e una sfida ambiziosa, perché si adopera per il superamento di ogni discriminazione e disparità in ragione del sesso, dell’età, della condizione sociale, dell’ appartenenza etnica, della disabilità, della convinzione religiosa e filosofica, dell’orientamento sessuale e identità di genere. E questa improbabile impresa di costruire una nuova cultura sociale trasversale, ha convinto numerose personalità del mondo politico, culturale e sociale italiano (da Lella Costa e Maria Grazia Cucinotta, da Fabio Granata e Flavia Perina a Barbara Pollastrini e Mercedes Presso, da Ottavia Piccolo a Piero Sansonetti, giusto per citarne alcuni) che hanno dato il proprio sostegno a Equality Italia (www. equalityitalia.it). Spiega il presidente della neonata associazione, Aurelio Mancuso: “riteniamo che sia giunto il momento di attivare una politica concreta d’impegno, che metta al centro dei progetti di riforma le persone e le loro aspirazioni, superando la logica del nemico e costruendo dei percorsi di formazione trasversale del consenso”. Equality vuole dunque aprire il confronto su questioni importanti nella consapevolezza che i diritti individuali, civili, di libertà non possono esser promossi solamente da una parte politica, ma devono esser patrimonio, come accade in tutto l’occidente, di tutti i partiti e i movimenti democratici. Dalle cittadinanze negate delle persone migranti, lgbt, disabili alle risposte necessarie rispetto alle nuove forme di organizzazione sociale delle famiglie e degli affetti, per attraversare temi come la violenza, la solitudine, la mortificazione sociale e intellettuale delle donne e delle nuove generazioni, fino alle questioni del diritto a una vita serena, alla scelta delle cure e dell’accesso alle nuove scoperte in campo scientifico, al fine vita. Diversi sì. Diseguali no. La finestra sul mondo a cura di Davide Avati Imparare dalla Libia Ospito in questo numero un commento di Fabio Protasoni sulla rivolta in Libia, ‘postato’ sul blog del Travail (www.letravail.it) F orse è presto per tirare le somme di un dramma umano come quello che sta devastando la Libia. Però, per poter agire una qualche riflessione e un qualche mea culpa andrebbero fatti immediatamente. È evidente che il rapporto che abbiamo tenuto, come nazione e come istituzioni, con il regime di Gheddafi è stato indegno. È evidente che non ha senso immaginare le relazioni internazionali di un paese solo con i paesi democratici come il nostro. Sarebbe un danno per noi ma anche un danno per quei popoli che, oltre alla limitazione della libertà si troverebbero anche nella condizione di essere isolati in un pianeta sempre più interdipendente. Con Gheddafi, veva aperto, a novembre del 2009, con tanto di inaugurazione e buffet finale alla presenza dell’Assessore alle Attività Produttive, di diversi consiglieri regionali, sindaci ed altre autorità. Anche la Valle d’Aosta poteva contare su un distributore di gas metano. Realizzato dalla Svap all’interno della stazione degli autobus cittadini, anch’essi alimentati a metano, avrebbe rifornito le auto di residenti e turisti. Con la concreta speranza che la fine dei “buoni benzina” avrebbe indotto molti valdostani a convertirsi al gas metano, più ecologico e più economico della benzina o del gasolio. Il condizionale è d’obbligo perché in questi giorni, poco più di 13 mesi dopo la solenne apertura, la Svap ne minaccia la chiusura. Troppo alti i costi del personale che, per legge, deve presidiare le pompe soprattutto rispetto al numero di clienti, 200 circa, che si riforniscono con il metano. Sarebbe questo un piccolo episodio, del tutto insignificante, se non fosse che quel distributore è l’unico in tutta la regione e che, i seppur pochi clienti valdostani, dovranno andare a Montalto Dora a rifornirsi, vanificando in questo modo il risparmio economico. Sarebbe un episodio insignificante se la Regione non avesse incentivato, con soldi pubblici, l’acquisto di nuove auto ibride a metano o la conversione di auto già circolanti nell’ottica di diminuire del 20% le emissioni di anidride carbonica come richiesto dall’Europa. Sarebbe solo un distributore che chiude, a fronte di tanti altri che aprono, se a dicembre dello scorso anno, non fosse andato deserto il bando, rivolto alle piccole e medie imprese, che prevedeva appositi finanziamenti su impianti di distribuzione gpl e metano già esistenti o di nuova installazione. È un banale episodio, a cui probabilmente si stanno già trovando diverse soluzioni tra cui la futura ristrutturazione dell’impianto a Gpl di Saint-Christophe. Lo trovo emblematico, però, perché, nella sua semplicità, mette in evidenza la difficoltà della Valle ad immaginarsi una strategia complessiva sulla mobilità, soprattutto in relazione all’ambiente, al risparmio economico e alla riduzione dei consumi. La sensazione diffusa è che la nostra regione, complici i buoni benzina, sia rimasta assopita per anni, senza interrogarsi sul futuro ed agire su questioni che hanno direttamente a che fare anche con la qualità della vita di una comunità e la salute pubblica. Il Trentino, invocato da molti come regione di riferimento, dimostra di essere più di un decennio avanti: nel 1993 ha aperto il primo distributore a metano (ora ne conta più di 24) e, nel 2000, ha legiferato per consentire il rifornimento self service anche nelle pompe a metano. Insomma, si sono posti prima il problema di ridurre l’inquinamento e, ora, sono meglio attrezzati per far fronte al progressivo rincaro di benzina e gasolio. Se la politica risulta assopita, anche noi cittadini valdostani, è giusto ammetterlo, siamo alle prese con un risveglio piuttosto difficoltoso. Viaggiamo in media uno per auto, usiamo la macchina anche per piccoli spostamenti, cerchiamo un parcheggio a pochi metri dall’ufficio, utilizziamo poco i mezzi pubblici per poi lamentarci del traffico e dell’inquinamento. Non siamo ancora riusciti, di fatto, a modificare comportamenti e abitudini e a dare così il nostro contributo per migliorare la mobilità e la qualità dell’aria che respiriamo. Forse anche da qui, da una riflessione su di noi, sarebbe utile ripartire. però, si è passato ogni il limite della decenza con le lodi, le celebrazioni e le concessioni che Berlusconi (e quindi l’Italia) gli hanno tributato. Penso che la politica estera di un paese come il nostro debba tenere conto degli propri interessi economici e politici ma farlo tenendo fede ai propri valori e alla propria storia di libertà e di democrazia. Oggi i milioni di giovani egiziani, tunisini e libici che stanno manifestando e morendo per le strade delle loro città non lanciano un accusa solo ai loro governanti ma anche ai nostri. E, cosa più importante, lo fanno in nome dei valori occidentali di giustizia e di libertà. Cè molto da imparare. Fabio Protasoni Politica leTravail il lavoro Politica 4 Regione Il vento dell’alternativa torna a soffiare È così difficile dire No a Berlusconi in Valle d’Aosta? Raimondo Donzel [email protected] I Lavoro, impresa, n sindacato Valle d’Aosta scuola, Aosta scarsa attenzione è stata data alle parole di Mons. Giuseppe Anfossi, vescovo di Aosta e presidente della Commissione episcopale per la Famiglia e la vita, apparse sul quotidiano la Repubblica relative ad una ferma condanna dei comportamenti di Berlusconi. Il Vescovo non ha Culture esitato Forum ad invitare Berlusconi a «fare un passo indietro, a dimettersi e fare chiarezza nelle sedi opportune. Non vedo cos’altro potrebbe fare di fronte ad accuse tanto gravi e a una vicenda così sconcertante, causa di tanto discredito per le istituzioni, per le donne, per i giovani e per l’intero Paese». Perché in Valle d’Aosta si evita la questione? L’ideologia di molte forze autonomiste prevede di trattare con qualunque governo al fine di trarre benefici per la nostra Autonomia. Per una forza di centrosinistra come il PD, che si sente pienamente autonomista e federalista, invece i rapporti dovuti con i governi nazionali (siano essi di destra o di sinistra) non possono mercanteggiare sui valori e sui principi fondamentali. È corretto fare in modo che il Federalismo fiscale non penalizzi la nostra regione di montagna, e cercare di ottenere vantaggi per i valdostani. Ma questo non significa tollerare il degrado morale o l’indifferenza verso un popolo come quello libico che lotta per la libertà, allo stesso modo con cui i valdostani si sono battuti contro i nazifascisti per conquistare l’Autonomia. Come il governo Berlusconi si è compromesso con Gheddafi, così il governo regionale ha stabilito un rapporto con il governo Berlusconi che è andato ben al di là di normali rapporti istituzionali, fino a diventare quasi di totale sintonia. Ora diventa difficile , anche se è urgente e necessario, prendere le distanze da Berlusconi visto che ai comportamenti discutibili, ai fallimenti economici, aggiunge attacchi senza precedenti alla scuola pubblica, rettificato poi in un attacco agli insegnanti della scuola pubblica, (attacco ancor più grave perché o tratta tutti come ignoranti servi dell’ideologia o li vorrebbe tutti al suo servizio come tante escort), e ancora la totale mancanza di rispetto per chi ha un orientamento sessuale diverso. Diventa dunque indispensabile continuare lo sforzo per portare fuori la Valle d’Aosta dalla sfera d’influenza della berlusconismo. Serve, come abbiamo più volte scritto, un ampio fronte di forze politiche e associazioni e cittadini che sentano l’esi- Dichiarazione di mons. Anfossi a ‘Repubblica’ del 20 febbraio Il vescovo: “Berlusconi si dimetta” I l vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, invita apertamente Berlusconi a “fare un passo indietro”. È quanto si legge in una dichiarazione rilasciata dal vescovo della nostra diocesi al quotidiano ‘La Repubblica’ il 20 febbraio scorso. Anfossi, in qualità di presidente della Commissione episcopale per la Famiglia e la Vita della CEI, ha sottolineato come il premier “deve dimettersi e fare chiarezza nelle sedi opportune. Non vedo cos’altro potrebbe fare di fronte ad accuse tanto gravi e a una vicenda così sconcertante, causa di tanto discredito per le istituzioni, per le donne, per i giovani e per l’intero paese”. I riferimenti di mons. Anfossi, come specificato al giornalista di ‘Repubblica’, sono pieni di “sofferenza e delusione” a causa del caso Ruby e delle vicende personali di Berlusconi. Conclude il vescovo di Aosta: “purtroppo non posso nascondere che questa volta sono veramente in grande difficoltà. E non penso di essere il solo”. genza di promuovere un nuovo orientamento anche in Valle d’Aosta. I gravi problemi che il governo regionale non ha saputo fronteggiare: a partire dalla questione del lavoro duramente colpito dalla crisi e dai tagli del governo, per continuare con la burocrazia che rallenta o frena le imprese, con il caos nei trasporti, con l’incapacità di realizzare opere indispensabili come l’ospedale (che non è solo questione dei parcheggi), o trovare risorse per l’Università; rendono ancora più urgente questa riflessione e devono essere il punto di riferimento per ragionare su un modo diverso di fare politica e amministrare la Valle d’Aosta. Il Partito democratico è pronto ad affrontare questa sfida, grazie al sostegno dei tanti cittadini che stanno firmando la petizione BERLUSCONI DIMETTITI e la richiesta di ridurre i pedaggi autostradali per TUTTI i valdostani. La risalita nei sondaggi nazionali del Partito e del Segretario Bersani e lo straordinario successo delle primarie di Torino, con l’affermazione di Piero Fassino, fautore di un programma serio e riformatore per il governo della città, confermano che il vento dell’alternativa torna a soffiare. notizie dal PD Assemblea tra Statuto e circoli L’Assemblea regionale del PD Valle d’Aosta si è riunita sabato scorso 5 marzo ad Aosta per affrontare una serie di argomenti all’ordine del giorno. La seduta si è aperta con la relazione del segretario regionale Raimondo Donzel, che ha sottolineato l’immobilismo del governo regionale e le sue ‘relazioni pericolose’ con la peggiore destra italiana degli ultimi anni. “Il governo Rollandin in questi tre anni non ha realizzato nulla, e così sarà anche per i prossimi due: l’ospedale è fermo, la cittadella universitaria è solo un progetto sulla carta, i trasporti versano nella situazione disastrata che tutti conosciamo. Gli unici risultati concreti riguardano l’arretramento della nostra autonomia finanziaria per colpa dell’accordo con Calderoli sul federalismo fiscale che ci indebita per svariati milioni di euro fino al 2017. Che cosa ha portato l’avvicinamento dell’Union al governo Berlusconi? Niente, non un soldo in più, non un risultato concreto se non maggiori debiti che i cittadini valdostani pagheranno nei prossimi anni. È questa l’eredità della Giunta Rollandin”. Sul fronte degli adempimenti statutari, l’Assemblea ha eletto una Commissione (presieduta da Giuliana Ferrero e formata da Michele Monteleone, Roberto Greco e Fabio Platania) che si occuperà nel prossimo mese di fare sintesi tra le diverse proposte presentate per stendere una proposta di Statuto regionale da presentare e approvare in Assemblea entro i primi giorni di aprile. È stato invece approvato all’unanimità il regolamento per il rilancio e il rinnovo dei Circoli territoriali; sarà ora compito della Direzione regionale stabilire le date entro quali le singole realtà territoriali dovranno convocare i propri congressi ed eleggere i nuovi organismi dirigenti. Berlusconi dimettiti: 1500 firme (sinora) in Valle Chiediamo le dimissioni di Berlusconi perché la situazione è arrivata al limite. Per questo abbiamo raccolto dieci milioni di firme e le abbiamo recapitate a Palazzo Chigi. In Valle d’Aosta abbiamo raccolto sinora oltre 1.500 firme di cittadini; 1.500 uomini donne e giovani che hanno voluto compiere questo gesto concreto per dire basta al premier, ai suoi metodi, alla sua incapacità di governare. Grazie a tutti coloro che hanno firmato. Insieme possiamo voltare pagina transatlantico transatlantico a cura di ROBERTO NICCO [email protected] Federalismo: un processo monco ‘’Senza affrontare il nodo centrale, politico, della questione, ovvero l’istituzione di una Camera delle Regioni, il processo è irrimediabilmente monco, acefalo. E su questo terreno nessun passo è stato compiuto in questi ormai quasi tre anni di legislatura. Nessuno’’. Lo ha dichiarato, intervenendo alla Camera nel dibattito sul decreto del federalismo municipale, il deputato valdostano Roberto Nicco. ‘’Camera delle Regioni - spiega - cui spetterà in primis ridefinire le competenze tra i differenti livelli di Governo per porre fine alla assurda conflittualità attuale con reciproci ricorsi alla Corte Costituzionale e, conseguentemente, proprio sulla base delle competenze, rimettere poi mano alla parte fiscale, passando dalla finanza derivata alla finanza autonoma ed alla responsabilizzazione degli amministratori. Questo è il vero ‘passaggio epocale’’’. ‘’Per noi, Regioni a Statuto Speciale e Province autonome’’ aggiunge Nicco, è fondamentale ‘’l’intesa Stato-Regione per la modificazione degli Statuti: se federalismo è foedus, patto, gli Statuti devono essere modificabili solo in accordo con i Consigli, non con il semplice parere oggi previsto’’. ‘’Ma anche su questo - conclude - nessun passo è stato compiuto in questi tre anni e le nostre iniziative legislative giacciono nei cassetti della prima Commissione’’. leTravail il lavoro 5 Riflessioni a margine del congresso di Alpe (e dell’assemblea PD) Alternativa, tra slanci e questioni aperte Fabio Protasoni Presidente dell’Assemblea PD VdA I l congresso fondativo di Alpe, che si è tenuto sabato 5 Marzo a Pollein è una buona notizia. Per quel che ho visto da esterno dopo un anno di rodaggio e di fusione “calda, fredda, calda” tra le forze politiche che hanno dato vita a questa esperienza l’impressione è che il percorso sia, con le fatiche che sono necessarie, su una buona strada. Tra l’assemblea di un anno fa e quella di sabato erano evidenti le differenze. Una crescita dello spessore programmatico sia sul versante del contenuto che della caratterizzazione culturale, una discussione e una ricerca sugli strumenti di democrazia interna e sulle primarie, un atteggiamento diverso nei confronti del Pd sul quale, mi sembra, sono state accantonate o isolate quelle posizioni più conflittuali e polemiche. Anzi, va evidenziato che l’accoglienza e l’amicizia che ci è stata riservata, anche con quegli aspetti simbolici che fanno capo, ad esempio, alla collocazione degli interventi di saluto ed ad altri piccoli particolari, è stato un segno apprezzato e che promette ulteriori sviluppi nel dialogo tra le due più grandi forze di opposizione. Per certi versi il percorso di Alpe con la discussione sulla propria identità politica, sulle primarie e sul ruolo delle donne richiama l’esperienza che dal 2007 ha fatto il PD con la confluenza di DS e Margherita e Alé Vallee, la discussione che portò a scegliere le Primarie per eleggere il nostro segretario sia a livello nazionale che regionale oppure la scelta fatta dal PD di darsi organi in cui la presenza femminile sia, per statuto, del 50%. Ciò che più importa è però la sostanziale sintonia di analisi e di lettura della situazione politica valdostana che si può facilmente riscontrare confrontando la relazione di Carlo Perrin con la discussione che nel pomeriggio abbiamo affrontato nell’Assemblea Regionale del PD. La svolta a destra dell’UV, il sostanziale immobilismo della Valle, la preoccupazione per il lavoro e per le pratiche ambigue che il sistema di potere dell’Uv utilizza nelle assunzioni nelle aziende partecipate e simili, l’allergia e l’indignazione per un certo modo di fare politica. Ciò detto e nel rispetto di quel sentimento di amicizia che cresce con la critica e non con il silenzio mi sembra giusto rilevare che alcune questioni “problematiche” sono ancora in campo. C’è da avviare con serietà e con un metodo più serrato il confronto programmatico con il Pd e con tutto il centrosinistra in grado di rendere evidente e credibile un progetto di alternativa. C’è l’esigenza, di tutti i soggetti politici valdostani (ma per un partito nuovo come Alpe è di maggiore importanza), di sostenere questo ipotetico progetto con un rinnovamento visibile della classe dirigente. C’è poi, a mio parere, la questione della lettura che Alpe mette in campo sulla società valdostana e sua sua identità. Mi è parso, ma posso sbagliare, che sia ancora forte l’idea di una autonomia troppo vicina ad un indipen- dentismo vecchia maniera, ad una logica della difesa e della separazione piuttosto che a quella dell’apertura e della estroversità che ci chiede la “globalizzazione” e la “glocalizzazione” in atto. Il compiacimento del segretario della Lega Nord non era del tutto infondato. Il rischio, a mio parere, è quello di fare politica con la testa in un’altra epoca. La vicinanza ad alcuni partiti indipendentisti europei come i fiamminghi o i corsi penso che sia un punto di arretratezza di Alpe perché relega la riflessione a modelli discutibili sia sul piano della giustizia sociale che su quelli della capacità di dare una prospettiva di pace e di sviluppo alle nostre società. Da questa scelta deriva anche il tipo di messaggio che Alpe vuole dare in termini complessivi e a quale elettorato si vuole rivolgere. E di conseguenza come vuole competere con l’Union. Le elezioni ammnistrative hanno dimostrato, purtroppo, una tenuta di quel blocco sociale di consenso indipendentemente dalle scelte programmatiche e di schieramento di UV più sul versante delle paure che su quello delle convinzioni. Questo dovrebbe farci riflettere. Non è sufficiente la denuncia delle contraddizioni e dei comportamenti della maggioranza. È necessaria anche una visione positiva e rassicurante che sia Alpe che il PD non sono, ancora, riusciti a dare. Il Pd sta cercando di fare uno sforzo in questa direzione. E Alpe? Una rappresentanza VALDOSTANA alla Prima Conferenza Nazionale delle donne democratiche Verso la Conferenza delle donne del PD Coordinamento donne PD VdA S e non ora quando? Quando ritrovare la voglia di esserci, di partecipare, di avere voce, non solo nelle associazioni, ma anche all’interno dei partiti?. In Italia, secondo una ricerca istat del 2006, le donne che militano nei partiti e nei sindacati sono solo l’1,8% del totale, contro il 6,7% delle donne dell’area del volontariato e dell’associazionismo culturale, un dato che rappresenta bene la scarsa capacità di aggregazione del mondo femminile, da parte dei partiti e dei sindacati. Nonostante l’obbligo statutario della presenza del 50% delle donne nelle assemblee e negli organi dirigenti ed esecutivi, il ruolo delle donne anche all’interno del PD, è divenuto sempre più marginale. È proprio quest’analisi, che ha fatto nascere l’esigenza di istituire uno spazio politico peculiare, finalizzato a ridare respiro alla politica, anche locale, attraverso il riequilibrio della rappresentanza di genere. La Conferenza Permanente è quello spazio, pensato dalle donne del PD, che può diventare punto di riferimento per elettrici, elette, associazioni, dove si possono elaborare strategie e proposte di soluzioni a problemi concreti, individuati attraverso un profondo radicamento sul territorio dell’azione politica. In Valle d’Aosta il percorso che ci porterà alla creazione della nostra Conferenza regionale è ancora in embrione, e per trovare la carica necessaria per avviarlo, abbiamo deciso di partecipare alla Prima Conferenza Nazionale delle Donne Democratiche il 18 e il 19 febbraio scorso, al Teatro Capranica a Roma. Sono state due giornate impegnative, di grande stimolo, di grande passione, che abbiamo passato ascoltando Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Marina Sereni, Roberta Agostini che è stata eletta portavoce nazionale della Conferenza e tante altre, ognuna portatrice di esperienze, di spunti di riflessione. La Conferenza ha iniziato i suoi lavori con l’inno d’Italia cantato da tutte le partecipanti, ma è Rosy Bindi con il suo intervento che ha trasmesso la certezza che davvero un’altra politica è possibile! “Non siamo riemerse dal nulla e non torneremo in una situazione di invisibilità Le donne non sono sbucate dal nulla!”. Ha posto con grande forza una questione fondamentale, ovvero la necessità di una leadership femminile nei ruoli apicali. La senatrice Anna Finocchiaro ha lanciato una proposta alle donne sulla Festa Nazionale del 17 marzo: che ogni donna esponga una bandiera tricolore da una finestra. E l’Italia avrà la conferma che le donne ci sono. Ha chiuso i lavori il Segretario Bersani. Nel suo intervento, ha riassunto in tre punti le priorità enunciate nel dibattito e che verranno assunte come tali dal PD in un’ottica di continuo interscambio tra Conferenza Donne e Partito: le donne devono stare nei luoghi di decisione, nella vita pubblica e nell’economia; eguaglianza dei diritti e della funzione sociale della donna e dell’uomo; aumento dei servizi a favore delle donne e delle famiglie anche per favorire la conciliazione vita lavoro Il 28,9% dei giovani italiani è disoccupato I giovani italiani disoccupati sono il 28,9%, record negativo che non si registrava dal gennaio del 2004. Si tratta di numeri preoccupanti a prescindere da qualunque parte politica li voglia analizzare. È difficile deformare la realtà quando in Italia ci sono 2 milioni e 175mila persone in cerca di occupazione. Per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, “il livello della disoccupazione giovanile è drammatico: larga parte delle generazioni più giovani transitano dalla precarietà all’esclusione senza speranza dal lavoro. Il Pd con Bersani chiede alle forze politiche di confrontarsi perché è sempre più urgente avviare una stagione di riforme per la crescita e il lavoro, sostenere la domanda interna attraverso una seria riforma fiscale. Siamo in una fase straordinaria e solo un patto di natura costituente può realizzare le condizioni per riuscire a ripartire”. Regione leTravail il lavoro 6 Regione Liste d’attesa, carenza di medici, protesi a rischio: i guai della sanità valdostana Tre mesi di attesa per una visita al cuore Davide Avati [email protected] L Aosta iste d’attesa di tre mesi per un esame cardiologico, carenze di medici ospedalieri, rischio protesi difettose per alcuni pazienti. Cosa sta succedendo alla sanità valdostana? L’elenco dei problemi è solo parziale, ma rende l’idea di una fase di difficoltà dell’azienda sanitaria reCulture gionale, sulla quale il gruppo regionale del Partito Democratico ha puntato i riflettori nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Valle. Il primo fronte è quello delle liste d’attesa che, come ha denunciato il consigliere Gianni Rigo (PD), “sono aumentate in modo considerevole, specie per alcuni esami”. Sul banco degli imputati sono finite in modo particolare le visite cardiologiche. Come ha ammesso lo stesso assessore regionale alla Sanità, “per le ecocardiografie all’ospedale di Aosta, nel periodo ottobre 2010-febbraio 2011 si è passati da 45 a 94 giorni d’attesa, mentre per gli elettrocardiogrammi da sforzo da 32 a 46 giorni”. Se ciò non bastasse, sono raddoppiate (da 27 a 53 giorni) le liste d’attesa per le prime visite negli ambulatori di alta, media e bassa Valle. Le motivazioni di Svolta nell’azienda sanitaria locale: Concorsi per i precari questi ritardi? Colpa, secondo l’assessore, “della riorganizzazione aziendaUna buona notizia per gli oltre 400 lavoratori precari della sanità le resasi necessaria per l’applicaziovaldostana. L’azienda USL ha ‘ceduto’ al pressing dei sindacati ed ha ne della manovra economica 2011”: annunciato, nelle scorse settimane, un piano pluriennale di assunzioni. tradotto, ecco i primi effetti nefasti L’obiettivo è quello di sostituire il ricorso al lavoro interinale, assumendei tagli agli enti locali del governo do direttamente personale con concorsi per posti inizialmente a tempo Berlusconi. Il PD, con il consigliere determinato. A partire dalla fine di quest’anno, l’azienda sanitaria locale Rigo, accusa: “l’impennata delle liste aprirà una serie di concorsi per infermieri, Oss, personale sociosanitario d’attesa è dovuta ad una diminuzioe amministrativo. ne di medici cardiologi. Si potevano prendere provvedimenti rire ortopedici e ane- Salva-precari, i paletti del PD prima, conoscendo i DI’ LA TUA ! stesisti, mentre la tagli della Finanziaapprofondisci Giunta regionale ria. Intanto a rimetLe selezioni valorizzino la notizia e commentala ha individuato terci sono i pazienti l’esperienza maturata sul nostro blog un fabbisogno di valdostani”. un chirurgo ge- No a concorsi ‘aperti’; sì a selezioni Ed è proprio la cawww.letravail.it nerale, un geriatra, che valorizzino l'esperienza maturata renza di medici uno un neurologo e un all'interno dell'Amministrazione. Così dei maggiori probleotorinolaringoiatra”. Il PD il segretario regionale del PD Raimonmi che la sanità italiana dovrà affrontare nell’immediato chiede interventi urgenti per evitare do Donzel ha posto i paletti sulle mofuturo. Studi recenti evidenziano la la crisi: “estendere anche alle Facoltà dalità di assunzione dei lavoratori da carenza di medici che si verificherà tra di medicina le convenzioni regionali, parte della futura Società ‘salva-precadieci anni, quando il 38% dei profes- al fine di riservare un significativo nu- ri’ della Regione. In particolare, Donzel sionisti oggi in attività andrà in pensio- mero di posti agli studenti valdostani; ha evidenziato che "i lavoratori a temne. Sottolinea la capogruppo del PD attuare, in accordo con l’Azienda sani- po determinato coinvolti dalla riduzioCarmela Fontana: “una tale percen- taria regionale, un approfondito studio ne del personale assunto direttamente tuale riferita alla nostra Regione equi- delle necessità di medici ospedalieri e presso la Regione attendono con ansia vale a circa 100 medici, di cui 80 ospe- territoriali nei prossimi quindici anni di conoscere quale sarà la loro sorte. dalieri e specialisti; già oggi l’Azienda al fine di predisporre interventi ade- Le cose procedono e non proprio nelle sanitaria regionale ha difficoltà a repe- guati atti a prevenire i disagi di even- aspettative delle persone interessate. tuali carenze”. Noi auspichiamo che non si tratti di L’ultimo tassello di questo inizio un nuovo sistema concorsuale in cui la d’anno ‘nero’ per l’azienda Usl val- parte riferita ai titoli incida in misura dostana riguarda l’allarme relativo minima. Siamo favorevoli se la selezioalle protesi all’anca difettose, ritirate ne del personale rimane nell'ambito dal mercato dalla stessa azienda pro- di un'applicazione dovuta per legge, duttrice De Puy. Dalle indagini con- diverso sarebbe se la procedura fosse dotte dall’azienda sanitaria risultano completamente aperta e questo non ci acquistate 240 protesi all’anca dalla troverebbe d'accordo”. ditta in questione. Del lotto di cui la stessa azienda ha comunicato il malfunzionamento sono stati interessati tre pazienti valdostani, per i quali al momento non si ravvisa nulla di anomalo. Chiude la capogruppo Fontana: “speriamo che i pazienti continuino a stare bene. Occorre la massima attenzione perché casi analoghi non debbano più accadere”. notizie dal Consiglio Valle a cura di DAVIDE AVATI Politiche energetiche in Valle In queste settimane, molti cittadini hanno nuovamente segnalato e denunciato disagi, anomalie nella lettura dei contatori, ritardi nelle fatturazioni e che non si sa se i problemi siano imputabili a Deval s.p.a. o a Vellenergie. Sottolinea il consigliere del PD Gianni Rigo: “fra pochi mesi, nelle bollette dell’energia elettrica saranno applicati nuovi “prezzi biorari”, differenziati a seconda delle diverse ore della giornata e dei giorni della settimana, come previsto dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Anche per questo, è opportuno aprire in Commissione consiliare un confronto sulle linee guida e sulle strategie su cui condurre la nostra azione nel settore della distribuzione e vendita di energia elettrica in Valle d’Aosta anche con l’audizione dei rappresentati delle società interessate”. Ferrovia Aosta-Torino Il tema dei disagi degli utenti della tratta ferroviaria Aosta-Torino è stato affrontato dal Consigliere del Partito Democratico, Raimondo Donzel, che ha voluto sapere “se, nell’immediato, a parte i progetti per il lungo periodo, si intendono trovare soluzioni che limitino i disagi derivanti dalla rottura di carico e se si sia in grado di definire per quanto tempo, ossia per quanti anni, i pendolari dovranno sopportare questi disagi”. Ha quindi aggiunto che “la rottura di carico aggiunge, alla questione dei ritardi, la problematica del disagio del cambio del treno per i passeggeri, in particolare per gli anziani, le famiglie con bimbi piccoli e coloro che hanno molti bagagli e il rischio gravissimo di perdere la coincidenza. Ci sono aspetti che vanno approfonditi e non è sufficiente dire che non si può fare molto perché a decidere è Trenitalia”. Ha aggiunto Donzel: “rispetto a questa interpellanza non è stata fornita alcuna data in merito alla rottura di carico e neppure rispetto ai singoli e più piccoli problemi. Ribadisco che sono importanti i ruoli: l’Assessore rappresenta il Governo e quindi ha il dovere di riferire il lavoro fatto dall’Esecutivo, mentre noi come opposizione ci affidiamo all’attività ispettiva. In merito a tutte le questioni sollevate negli anni bisognava prospettare delle soluzioni in grado di anticipare i tempi. Invece, ancora oggi, non sappiamo quali sono le controproposte dell’Assessorato rispetto alle idee di Trenitalia” leTravail il lavoro 7 Il “via libera” al progetto fermo in Regione da settembre, ma anche per RFI è prioritario L’elettrificazione è l’unica soluzione Fabio Protasoni Comitato Pendolari Stanchi VdA M ercoledì 2 marzo scorso come PendolariStanchi abbiamo partecipato, tra il pubblico, all’assemblea organizzata dall’Assessorato con Trenitalia e RFI per presentare le modifiche all’orario che comprenderanno la rottura di carico mista ad Ivrea e a Chivasso. Da parte nostra abbiamo ribadito il disagio per la soluzione trovata che comporterà un aggravio di tempi di percorrenza e l’obbligo di cambiare treno ad Ivrea o a Chivasso e la grave situazione di un blocco di lavoratori della bassa valle che dovranno necessariamente trovare delle alternative non avendo più un treno utile per recarsi al lavoro. Ci rendiamo conto dei vincoli e della situazione di emergenza nella quale Trenitalia si è trovata ma occorrerà fare ancora degli sforzi nella revisione di giugno e del cambio orario di dicembre per rendere meno disagevole il trasporto pubblico ferroviario nella nostra regione. Abbiamo anche ricordato all’amministrazione e agli intervenuti che l’unica soluzione vera è l’elettrificazione. Lo sblocco del ministero che da il via libera al progetto di Italferr è un buonissima notizia. Si può sopportare un disservizio, un sacrificio di tempi e di fatica, un aggravio di costi e finanche rinunciare a prendere il treno per un certo periodo se, e solo se, alla fine c’è la garanzia che si arriverà ad una soluzione. E indubbiamente, oggi, questa soluzione è più vicina. L’ingegner Jacono, direttore commerciale di RFI per il nord Italia ha comunicato che il progetto di elettrificazione è la loro priorità; che, se nelle prossime settimane verrà approvato definitivamente dalla regione Valle d’Aosta e dal Piemonte potrà essere realizzato in 43 mesi; che costa, come avevamo anticipato 85 milioni e che si aspettano da parte delle istituzioni pubbliche l’aiuto necessario. Ormai è una decisione politica e nient’altro! Tramite alcuni Consiglieri Regionali che hanno avviato una procedura di accesso agli atti abbiamo appreso che la regione Valle d’Aosta, tramite i suoi uffici competenti, ha dato un sostanziale “via libera” al progetto di elettri- ficazione inviando al Ministero una lettera in cui si rende noto la valutazione sul progetto di detti uffici. In sostanza i tecnici della regione non hanno ravvisato nel progetto nessuna problematica ambientale tale da richiedere l’apertura di una procedura di valutazione (che come sapete è la principale azione amministrativa di autorizzazione) dichiarando, anzi, che il progetto si inserisce bene nelle opere di ammodernamento della linea già realizzate. Ci ha lasciato un po’ perplessi che tale deliberazione sia datata 8 settembre 2010. Per quale motivo sono passati quattro mesi senza ulteriori azioni? È evidente che la questione rimanente sia quella legata alle risorse. Se le cose stanno così la nostra petizione diviene ancora più importante e può davvero risultare la chiave di volta in grado di sbloccare il progetto. Congresso ANPI Valle d’Aosta: antifascisti sempre! Giovani e donne nel nuovo Comitato regionale I l Comitato valdostano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha celebrato la propria Assemblea congressuale il 20 febbraio scorso ad Aosta, alla presenza della senatrice Carla Nespolo. L’assemblea congressuale, ampia e numerosa, ha approvato all’unanimità il documento nazionale, il documento regionale elaborato dalla Commissione politica (vedi altro articolo) e la relazione del Presidente del Comitato ANPI VdA, Marino Guglielminotti Gaiet. L’assemblea ha inoltre nominato i due delegati che parteciperanno al congresso nazionale ANPI di Torino, in programma dal 24 al 27 marzo: si tratta di Marino Guglielminotti Gaiet e di Celeste Rolland. Infine, il congresso regionale dell’ANPI ha individuato i componenti del Comitato regionale, in un’ottica di profondo rinnovamento e di apertura ai giovani e alle donne, ma anche di continuità, con una folta presenza di partigiani. Ecco i nomi: Bee Orlando, Berruto Silvia, Bionaz Piero, Borettaz Lorena, Carrara Raffaele, Cisero Dati Anna, Clérin Martine, Desandré Ida, Dublanc Aldo, Guglielminotti Gaiet Marino, Herera Mariella, Joly Cristina, Lamberti Andrea, Molino Monica, Vinzio Nedo, Page Clemente, Péaquin Sergio, Pramotton Julien, Rolland Celeste, Rosset Donato e Timpano Sara. Il nuovo Presidente dell’ANPI sarà nominato nei prossimi giorni dal Comitato regionale, all’interno dei componenti eletti. Sintesi del Documento politico approvato all’unanimità dal Congresso ANPI Nella nuova stagione dell’ANPI il Congresso ritiene necessario che accanto all’apporto autorevole ed esperto di partigiani e staffette, i nuovi iscritti, in particolare i giovani trovino, all’interno dell’Associazione, oltre ai riferimenti valoriali, spazio negli organismi dirigenti nello spirito di pluralità che deve continuare a caratterizzare l’ANPI. A queste generazioni veniva e viene affidata l’eredità morale e politica di quegli anni. Si esprime inoltre il forte convincimento che negli organismi dirigenti debba essere particolarmente valorizzato il ruolo della componente femminile dal momento che le donne hanno svolto un ruolo di rilievo nella lotta di Resistenza, hanno affrontato tante battaglie per la democrazia e l’emancipazione e oggi sono una risorsa determinante per la difesa dei temi della dignità e dei diritti. L’attiva presenza di giovani e donne non può che essere uno degli obiettivi della nuova stagione dell’ANPI. Il Congresso esprime una particolare attenzione alla tematica del lavoro. L’ANPI della Valle d’Aosta, in un momento di forte crisi economica e valoriale non può che scendere in campo per la difesa più ampia della centralità e della dignità del lavoro. Il Congresso sottolinea ancora la necessità della trasmissione della memoria storica attraverso la presenza dell’ANPI nelle scuole di ogni ordine e grado e chiede ai prossimi organismi dirigenti di sviluppare ulteriormente il proficuo lavoro sin qui svolto, operando anche per la formazione di chi, già oggi e sempre di più nel futuro, sarà chiamato a sostituire la voce ed il racconto dei testimoni. Il Congresso chiede che si colga l’occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia affinché l’ANPI, attraverso una presenza attiva, si adoperi per favorire la massima adesione dei cittadini alle manifestazioni, per rafforzare l’identità nazionale che attraverso il Risorgimento e la Resistenza giunge alla Costituzione. Petizione promossa dal PD Fermata dell’autobus davanti all’UniVdA La consigliera capogruppo del PD Carmela Fontana si è fatta promotrice di una petizione popolare per richiedere l’attivazione di una fermata dell’autobus lungo la statale 26, davanti alla succursale dell’Università della Valle d’Aosta in comune di Saint-Christophe. Ecco il testo della petizione. I sottoscritti cittadini: Premesso che una significativa parte delle attività dell’Università della Valle d’Aosta si svolgono nella succursale di Saint-Christophe, posta lungo la statale 26, all’altezza dell’aeroporto Corrado Gex; Considerato che numerosi residenti nei paesi della valle centrale tra Saint-Christophe e Pont-Saint-Martin utilizzano le autolinee per recarsi a frequentare le lezioni in tale succursale e sono obbligati ad arrivare sino ad Aosta e poi tornare indietro, spesso a piedi, per mancanza di coincidenze di autobus; Accertato che la statale 26 tra il capoluogo regionale e l’aeroporto è per lunghi tratti priva di marciapiedi e con rilevante traffico, e ciò rende la sua percorrenza da parte dei pedoni particolarmente rischiosa; Chiedono al Consiglio regionale: di impegnare la Giunta regionale e tutte le istituzioni competenti ad avviare con urgenza azioni volte a attivare una fermata d’autobus all’altezza della succursale dell’Università, in comune di Saint-Christophe; di impegnare la Giunta regionale e tutte le istituzioni competenti ad avviare con urgenza azioni volte a realizzare in tempi rapidi adeguati marciapiedi in tutto il tratto della statale 26 compreso tra il cavalcavia di corso Ivrea, nella città di Aosta, e la località Amérique, in comune di Quart. i contatti del gruppo regionale PD VdA Via Piave 1 - 11100 Aosta Tel: 0165 526201 Carmela FONTANA Capogruppo regionale PD VdA Componente IV Commissione ‘Sviluppo economico’ [email protected] Raimondo DONZEL Segretario regionale PD VdA · Vice capogruppo Componente I Commissione ‘Istituzioni e Autonomia’ [email protected] Gianni RIGO Componente V Commissione ‘Servizi sociali’ [email protected] leTravail il lavoro 8 Viva l’Italia! Un secolo e mezzo di storia (non sempre facile) per il Belpaese. L’entusiasmo del Risorgimento, poi tante difficoltà: l’emigrazione, due guerre mondiali, la questione meridionale, il fascismo, gli anni di piombo, il berlusconismo. Ma anche la Resistenza, la Costituzione repubblicana, le Autonomie, il boom del secondo dopoguerra, la scuola e la sanità pubblica, le speranze per il futuro. Ecco perché festeggiare l’Italia significa festeggiare la vita e la storia di ognuno di noi. Solidarietà, convivenza civile, educazione alla legalità, memoria Incontri sul Risorgimento Dossier La scuola e il 150° dell’Unità d’Italia Mariella Herera Insegnante I l 17 marzo sarà festa. Il 17 marzo non c’è proprio niente da festeggiare. Se potessimo starcene per i fatti nostri sarebbe molto meglio. Tutta colpa di Garibaldi. Festeggeremo l’Italia solo quando sarà federalista. Si potrebbe continuare per alcune pagine a riportare i commenti che, non nei vari Bar Sport del paese ma in dichiarazioni ufficiali di notissimi esponenti politici, stanno invadendo la stampa e la televisione in questi mesi. Il tema è quello noto, lo si sarà capito, dei festeggiamenti in corso per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Parto quanto mai travagliato: finanziamenti promessi e non deliberati, presidenti del Comitato Promotore che si sono dimessi per dichiarata impossibilità a svolgere il loro ruolo. Questo è lo spettacolo deprimente che si presenta ai nostri occhi e che fa del nostro paese un’anomalia unica negli stati democratici moderni. 150 anni ci separano dalla fondazione dell’Italia unita; ecco, quello che ci era sempre sembrato un dato di fatto, una condizione da cui partire per andare avanti, verso nuovi traguardi, ora non è più così. Le parole etnia, autodeterminazione, secessione, popolo, padania, hanno prodotto in questi anni una miscela pericolosa continuamente agitata da parte di individui che definire l’odierna classe dirigente risulta quanto mai ardito. Il federalismo risolverà tutto: ecco la frase magica di un paese che sembra avere perso il senso della Politica vera, quella fatta di studio, di impegno, di voglia di analizzare i fenomeni e di risolvere i problemi che gli stessi pongono. Se noi alziamo lo sguardo dal nostro ombelico e lo rivolgiamo a paesi come la Francia e gli Stati Uniti non possiamo non vedere le differenze evidenti legate ai festeggiamenti riferiti alle date fondanti di queste nazioni:nel 1989 e nel 1976 si festeggiarono i bicentenari delle rivoluzioni che hanno fondato questi due moderni paesi, uno profondamente centralista, l’altro convintamente di natura federale. In entrambe le situazioni non ci sono state i distinguo, le polemiche, le coltellate che vediamo quotidianamente ancora oggi riferite al nostro 17 marzo. La stessa Germania nel 1991 Territorio ha iniziato un percorso di unificazione tra due realtà politiche ed economiche profondamente diverse che a distanza di 20 anni lascia tutti stupiti. Esistono in tutti questi casi opinioni e pensieri diversi sui vari aspetti dei percorsi storici che però sono affidati alle ricerche e agli studi degli storici, le uniche persone che per ruolo e formazione sono abilitate ad esprimersi su questioni specifiche. In Italia no, da noi troviamo ministri della Repubblica che in sedi ufficiali hanno votato contro la proclamazione del 17 marzo come festa civile o che riconosceranno l’Unità della Repubblica solo dopo la proclamazione del decreto sul federalismo. Non solo, ma a livello sindacale la festa sta assumendo il profilo del classico pasticcio né carne né pesce: sarà festa, ma bisognerà prendere ferie. Questo il contributo che alcune amministrazioni pubbliche stanno offrendo al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.Tutto negativo allora? No. La scuola semina, cerca di seminare grani di solidarietà, di convivenza civile, di educazione alla legalità, alla memoria. Sono le materie più difficili da insegnare, ma forse le più importanti; se oltre 100 anni fa nelle scuole italiane il libro “Cuore” contribuiva a creare il ricordo, il mito perché no, del nuovo stato unitario, ora basterebbe non lasciare sola questa istituzione che troppo sovente si cerca di demolire. Se tutti, governo, rappresentanti istituzionali, assemblee e comunità locali fossero a fianco della scuola, ci sarebbe modo di rendere questo nostro paese un po’ più civile e solidale. Salutando Garibaldi e Cavour, 150 anni dopo. Incontro dibattito organizzato dal PD per il 150° dell’Unità Il federalismo non si fa ‘contro’ Davide Avati [email protected] “Festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia è un dovere morale, politico e culturale. Lo è ancora di più domandarsi il significato dei 150 anni d’Unità oggi”. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha voluto spiegare il significato delle 150 iniziative del Pd “Viva l’Italia - Tutta intera” per il grande anniversario della nostra nazione. Anche la Valle d’Aosta ha contribuito al progetto, organizzando nel salone di Palazzo regionale un convegno, in collaborazione con la Fondazione Giulio Dolchi, dal titolo: “Federalismo e/o disgregazione?”, con ospiti il presidente del Consiglio Valle, Alberto Cerise, e Davide Zoggia, responsabile Enti Locali per la segreteria nazionale del Partito Democratico. In apertura di serata, i giovani demo- cratici Sara Timpano e Andrea Lamberti hanno letto alcuni articoli della Costituzione italiana. Per il Presidente del Consiglio Valle, Alberto Cerise, il nodo irrisolto del federalismo è “l’assenza di un quadro ‘costituzionale’ e istituzionale di riferimento, che stabilisse i principi e gli obiettivi condivisi della riforma federalista e fosse precedente alle disquisizioni su trasferimenti finanziari, competenze, tasse locali e quant’altro”. Il dibattito è proseguito con l’inter- Dal 2008 il Coordinamento SolidaIn occasione del 150° dell’Unità d’Italia, la fondazione ‘Federico Chabod’ organizza tre incontri sul Risorgimento italiano. Giovedì 24 marzo alle ore 17, presso la sala conferenze del CSV di Aosta, Giulio Cappa intervista Marco Cuaz sul tema: “Risorgimento: fine della favola? Le celebrazioni del 150° tra revisionismi storiografici e usi politici della storia”. Giovedì 14 aprile alle ore 17, presso la sala conferenze del CSV di Aosta, Giulio Cappa intervista Gianna Bonis sul tema: “Il Risorgimento italiano nei giornali valdostani dell’Ottocento”. Giovedì 12 maggio alle ore 17, presso la sala conferenze del CSV di Aosta, Marco Cuaz intervista Andrea Desandré e Tullio Omezzoli sul tema: “Liberali e cattolici valdostani di fronte al Risorgimento italiano”. Lavoro, imp scuola, sind Forum vento di Davide Zoggia. “La riforma in senso federalista dello Stato è un passaggio delicato - ha esordito Zoggia -. Di per sé, la scelta di responsabilizzare gli enti locali è positiva, ma non si può fare un federalismo contro le autonomie locali, contro le regioni a Statuto speciale, contro il sud. Sul tappeto restano nodi irrisolti. Il primo è quello delle competenze: non è ancora chiaro chi dovrà fare che cosa, e con quali fondi. Il secondo nodo è quello delle tasse locali: nella riforma è prevista l’introduzione di una nuova tassa comunale, ma senza flessibilità. Il terzo nodo da affrontare deve essere quello dello snellimento della macchina statale: via il bicameralismo, riduzione dei parlamentari a 400, istituzione di un Senato delle autonomie locali e, in prospettiva, abolizione delle Province e loro sostituzione con le Città metropolitane”. leTravail il lavoro 9 Elenco delle iniziative per la ricorrenza del 150° La Valle d’Aosta per l’Unità d’Italia Nell’ambito delle numerose iniziative dedicate quest’anno ai fatti e ai personaggi che hanno segnato il Risorgimento Italiano, s’inserisce il programma degli eventi che la Valle d’Aosta dedica al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, promosso dalla Regione, dal Consiglio regionale e dal Consorzio Enti locali. Un programma fatto di musica, arte, momenti didattici e approfondimenti tematici. Mercoledì 16 marzo Il Consiglio regionale presenta un approfondimento culturale dedicato all’inno di Mameli e rivolto agli alunni dell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado, curato dal professor Michele D’Andrea, storico e funzionario della Presidenza della Repubblica, che ripercorrerà il Risorgimento attraverso la spiegazione, gli aneddoti e le curiosità legate al “Canto degli Italiani”. Mercoledì 16 e giovedì 17 marzo Entrata gratuita ai castelli, ai siti archeologici e alle sedi espositive regionali (queste ultime il 16 marzo resteranno aperte fino alle ore 22). È prevista l’apertura straordinaria dei siti archeologici Area fuori Porta Decumana (ex Mont-Blanc) e Villa romana della Consolata, dalle ore 14 alle ore 18. Giovedì 17 marzo L’auditorium di Pont-Saint-Martin ospita il concerto dell’Atelier d’Archi dell’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d’Aosta. In programma musiche di Vivaldi, Mascagni, Verdi e Puccini. Giovedì 24 marzo Nell’Espace Porta Decumana della Biblioteca regionale viene inaugurata la mostra Valle d’Aosta 1848 - 1870, che rimarrà aperta sino al 2 luglio. L’esposizione presenta, attraverso approfondimenti testuali e la ricerca di oggetti, “testimoni’’ dei periodi presi in considerazione, una panoramica di carattere storico della Valle d’Aosta. Tra i temi trattati: il dibattito tra i liberali e i democratici nel 1848, Cerlogne e la prima guerra d’Indipendenza, la polemica tra Bérard e Vegezzi-Ruscalla, la nascita del turismo e le cacce reali. Sabato 26 marzo Giovedì 2 giugno A Roma, nelle sedi del Palazzo di Giustizia e al Museo del Vittoriano, s’inaugura l’esposizione Regioni e Testimonianze d’Italia. L’iniziativa, a cui prende parte anche la Valle d’Aosta, nasce con l’intento di “mettere in vetrina” le varietà e le peculiarità delle singole Regioni e di raccontare l’evoluzione del loro territorio in questi 150 anni, anche attraverso l’esposizione delle loro eccellenze. Nella sezione arte, la Valle d’Aosta ospita le opere di Italo Mus, Francesco Nex, Giovanni Thoux, Franco Balan e Roberto Priod, mentre in un video la fondista Arianna Follis, testimonial d’eccezione, racconta la sua regione. Nel Salone delle manifestazioni di Palazzo regionale ad Aosta si svolge la cerimonia di celebrazione dell’Anniversario della Proclamazione della Repubblica Italiana, con la consegna delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Maggio Il Consiglio permanente degli Enti locali della Valle d’Aosta, sempre in collaborazione con la Fondazione Istituto Musicale, organizza nell’auditorium di Morgex l’esibizione dell’Orchestra SFOM (Scuola Formazione Orientamento Musicale), con musiche dell’Italia del Novecento. Niente da celebrare? S e "festeggiare" significa soltanto esaltarsi per i successi, siamo d'accordo: in Italia, il periodo non è proprio dei migliori per celebrare. Ma se "niente da celebrare" significa rinnegare un secolo e mezzo di storia del nostro paese rivendicando, per contrasto, l'unicità e, in qualche modo, la superiorità di una cultura valdostana che si vuole proteggere dalla minaccia dell'italianità... allora c'è molto da discutere. E' vero che questa festa sta stretta a molti: a chi 150 anni fa in Italia ancora non c'era, a chi, senza mezzi termini, proprio non ci vorrebbe essere perché sente di non appartenere a questo "paese-rompicapo". D'accordo. Ma tutti gli altri? Quelli che ci hanno sempre creduto e continuano a crederci, quelli che lavorano perché questo paese diventi migliore, che non si vergognano di essere italiani nonostante tutto, avranno pure il diritto di dire "Viva l'Italia" in modo ufficiale, in un giorno speciale, almeno una volta ogni 50 anni? Un mugnaio (originario di Rovereto ma residente in Valle) tra i 1089 sbarcati a Marsala Giacomo Costa: un aostano tra i Mille C’era anche un mugnaio di Aosta tra i 1.089 garibaldini che il 5 maggio 1860 partirono dallo scoglio di Quarto (Genova) alla volta di Marsala per intraprendere quella che nei libri di storia sarebbe stata ricordata come la Spedizione dei Mille. I documenti ufficiali, conservati nel Museo dei Mille e che riportano l’elenco dei volontari partiti agli ordini di Giuseppe Garibaldi, parlano di un certo Giacomo Costa, nato a Rovereto (oggi in provincia di Trento) il 23 luglio 1834, residente ad Aosta, di professione mugnaio. All’epoca, Rovereto era parte dell’impero austro-ungarico, quindi a livello di ‘passaporto’ il mugnaio Costa era austriaco. Molto altro non si sa del garibaldino aostano d’adozione, tranne la data di morte avvenuta ad Aosta il 2 giugno del 1881. Al di là delle sue origini, resta intatta una punta d’orgoglio: anche la Valle d’Aosta può dire di aver contribuito a fare l’Italia. Ottobre Si ripete l’esperienza della Scuola per la Democrazia, il corso di alta formazione politica riservato a giovani amministratori comunali provenienti da tutte le regioni d’Italia. Quest’anno l’iniziativa è dedicata all’anniversario dell’Unità d’Italia. È prevista la presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Lingua, economia, trasporti ed emigrazione i problemi aperti La Valle d’Aosta a cavallo del 1861 Simon Goyet Storico - Autore del libro ‘Emile Chanoux - L’uomo dietro al mito’ L a Valle d’Aosta è stata dalla fine del 1200 sino alla trasformazione dell’Italia in una Repubblica sotto la famiglia nobile dei Savoia. Nell‘800 si afferma l’idea di creare sotto un’unica corona un’Italia unita. I valdostani,come gli altri abitanti delle terre su cui regnavano i Savoia, furono inviati a combattere e a morire in guerra. Alcuni valdostani ricevettero anche delle medaglie per il comportamento in battaglia. A Unità d’Italia avvenuta la Valle d’Aosta era ancora una zona depressa, non esistevano quasi strade, esistevano grossi problemi di igiene, l’economia era debole e il peso politico diventò ancora più inesistente. La politica valdostana dell’epoca era contrapposta in due schieramenti, che si unirono però per protestare contro la legge Rattazzi che aboliva la Provincia di Aosta e per chiedere la soppressione del divieto di insegnamento del francese. Nel 1861 un deputato di Lucca, Veggezzi-Ruscalla diffuse un pamphlet intitolato: “Sulla necessità di abrogare il francese come lingua ufficiale in alcune valli della provincia di Torino. Il problema della lingua francese non si risolse in questi anni, ma si trascinò per oltre mezzo secolo fino al fascismo. Dieci anni dopo l’unità d’Italia, c’erano ancora evidenti problemi di collegamento stradali, infatti Ivrea era collegata ad Aosta solo con una diligenza che impiegava più di dieci ore per completare la tratta, e la ferrovia non fu completata che nel 1886, ma questa comportò l’arrivo ad Aosta di prodotti dal costo molto minore che non quelli valdostani, creando quindi una profonda crisi economica, aggravata dalla maggiore pressione fiscale, imposta dal Governo per cercare di risanare i bilanci. Per queste ragioni parecchie famiglie valdostane decisero di emigrare definitivamente. Lavoro, scuola, sindacato leTravail il lavoro 10 Aosta Lavoro, impresa, scuola, sindacato Berlusconi e la Gelmini offendono i docenti e il loro lavoro Addio alla tassazione al 10% La scuola è di tutti Forum Mauro De Luca Katya Foletto Flc-Cgil Valle d’Aosta Straordinari: oltre al danno, la beffa Culture L e recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro la scuola pubblica costituiscano una vera e propria offesa ai docenti e alle scuole italiane e al loro lavoro. Le scuole pubbliche sono infatti luoghi in cui, nel rispetto di leggi e ordinamenti, si afferma il valore del pensiero critico e libero e non l’interesse di una parte politica o sociale. Quanto detto dal Presidente del Consiglio costituisce un attacco ai principi e ai valori della nostra Costituzione e alla democrazia, di cui la scuola pubblica è da tempo garante e presidio. Le famiglie chiedono, prima di tutto, un’educazione che consenta di acquisire competenze e conoscenze, una scuola di qualità, che poco ha a che fare con le politiche dei tagli messe in atto dal Ministro Gelmini. Aprire la strada ad una privatizzazione senza regole dell’istruzione e della formazione, togliere risorse all’Università e alla ricerca è un’idea sbagliata e antistorica. Berlusconi e la Gelmini dovrebbero avere rispetto della dignità degli insegnanti che ogni giorno fanno il proprio dovere, mentre il Governo finora ha soltanto imposto tagli di risorse umane ed economiche, licenziamenti di massa di precari, blocco dei salari e dei contratti, e ora ripetute e pesanti offese e mortificazioni della professio- nalità. Le dichiarazioni di Berlusconi e del Ministro Gelmini aggiungono ulteriori buoni motivi alle altre ragioni di protesta che il sindacato sta mettendo in atto ormai da mesi, non ultimo lo sciopero di tutti i settori pubblici, della scuola, della ricerca e della conoscenza, indetto dalla Flc e Funzione Pubblica CGIL per il prossimo 25 marzo. Anche a livello locale, sebbene si debba riconoscere che gli investimenti nel settore pubblico dell’istruzione sono considerevoli e c’è più attenzione in generale al settore della formazione e della conoscenza, è bene ribadire il ruolo fondamentale della scuola pubblica come luogo primario dell’educazione e della formazione delle nuove generazioni, anche per evitare pericolose derive verso il finanziamento ad iniziative di privati che non andrebbe- ro a vantaggio dell’intera comunità. Lanciamo pertanto il nostro appello alle istituzioni della Valle d’Aosta affinché non sposino la logica di finanziare Enti o soggetti privati per iniziative di istruzione e formazione, magari togliendo per questo risorse alla parte pubblica. Conoscenza, cultura, servizi pubblici, sono il bersaglio di questo Governo. Tagliare risorse, centralizzare le decisioni, elevare la precarietà a sistema, sopprimere la democrazia nei luoghi di lavoro, sono gli strumenti che il Governo e i suoi Ministri stanno usano per normalizzare e piegare chi dissente. Partecipare alle iniziative di lotta e di mobilitazione è l’occasione che può unire tutti coloro che vogliono difendere il diritto delle persone alla libertà, al sapere e al lavoro. I lavoratori che, nel corso del 2011, effettueranno lavoro notturno, turni, prestazioni straordinarie e lavoro festivo in base a quanto stabilito dai contratti nazionali non avranno più la tassazione agevolata al 10% su queste particolari prestazioni lavorative. “Oltre al danno, anche la beffa - commenta Enrico Monti, segretario della FIOM-Cgil Valle d’Aosta -. La tassazione agevolata rimane esclusivamente per i premi di risultato aziendali, le ore di straordinario e di notturno e le maggiorazioni per lavoro a turni previste da accordi territoriali e aziendali, e non più quelle stabilite dal Contratto nazionale”. Per queste prestazioni, concordate quindi da accordi nel solo livello territoriale o aziendale, rimane la tassazione del 10% con un tetto di 6 mila euro e un livello di reddito inferiore a 40 mila euro. Accusa Monti: “questi criteri, se non corretti, sono destinati a creare una condizione di disparità inaccettabile tra lavoratori e lavoratori, tra imprese e imprese. È un nuovo grave attacco alla contrattazione nazionale e ai diritti dei lavoratori. Per questo motivo, Fiom e Cgil ne chiedono il ritiro e la sostituzione con disposizioni che confermino la tassazione agevolata al 10% anche per le maggiorazioni previste dal contratto nazionale, che per noi rimane la fonte primaria di diritto per i lavoratori”. ad uso e consumo in fabbrica a cura di bruno albertinelli federconsumatori Valle d’Aosta a cura di ORFEO COUT delegato sindacale Ricetta medica per Fastum gel e Lasonil Creme, gel e schiume contenenti il principio attivo Ketoprofene dovranno essere dispensati solo dietro presentazione di ricetta medica ripetibile. Significa che non ci sarà più la libera vendita per medicinali topici quali Fastum gel, Lasoni gel, Orudis gel, Artrosilene schiuma e tanti altri a base dello stesso antinfiammatorio. Si potranno acquistare solo in farmacia e solo dietro presentazione di ricetta medica. La decisione è stata presa lo scorso anno dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) e dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ed è entrata ufficialmente in vigore il 18 gennaio 2011. Classificati come farmaci di automedicazione, la revisione del profilo di sicurezza di tali medicinali è scaturita all’inizio del 2010, quando la Francia ha sollevato la questione della loro sicurezza, poiché aveva raccolto dati di casi che mettevano in luce gli effetti collaterali del Ketoprofene sulla pelle, quali insorgenza di eczemi, bolle, fino a rendere necessario in alcuni casi il ricovero ospedaliero. Questi effetti erano potenziati se i pazienti, dopo l’applicazione del gel o della crema, si esponevano al sole. Va ricordato però, che ci sarà un periodo di transizione fino al 17 maggio, periodo nel quale il consumatore potrebbe ancora trovare scritto sulla scatola e sul foglietto illustrativo (bugiardino) di questi gel, creme o schiume a base di ketoprofene. “farmaco di automedicazione“. In seguito però le aziende farmaceutiche dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni che riguarderanno tutti i seguenti farmaci: Artrosilene gel e schiuma; Fastum gel; Fexen gel; Ibifen gel e soluzione cutanea; Ketofarm gel; Ketoprofene Almus gel; Ketoprofene EG gel; Ketoprofene Ratiopharm gel; Ketoprofene Teva gel; Lasoarto crema; Lasonil gel; Liotondol gel; Orudis gel e crema. Difendere il contratto nazionale di lavoro Venerdì 25 febbraio si è tenuto a Montjovet il direttivo regionale della Fiom Cgil Valle d’Aosta. Durante i lavori i delegati si sono inoltre soffermati ad analizzare l’andamento del settore metalmeccanico nella nostra Regione esprimendo forte preoccupazione per la rilevante perdita di posti di lavoro causati dalla crisi. Il Direttivo Regionale Fiom Cgil ritiene e si auspica che le Autorità Regionali non sottovalutino le difficoltà occupazionali dell’industria in Valle d’Aosta e operino per una significativa inversione di tendenza. Torniamo ora a parlare di contratto nazionale di categoria, provando a fare un piccolo riepilogo di quanto è successo dal 2008 a oggi, affinché si possa capire quanto sia contorta e difficile la battaglia che la Fiom sta portando avanti per difendere e “riconquistare” il contratto nazionale di lavoro. Durante questo triennio, perché il contratto come scrivevo poc’anzi è ancora valido fino alla fine dell’anno, FIM e UILM hanno, nell’ottobre 2009, siglato un accordo separato che disdiceva il contratto citato determinando, di fatto, una vera e propria anomalia. Un anno dopo, sempre senza la Fiom firmano il principio di derogabilità cioè la possibilità di modificare in peggio le parti normative e salariali da applicare nelle aziende in crisi o a quelle in fase d’investimento, quindi, …praticamente in tutte. A questi passaggi dobbiamo aggiungere la questione Fiat (Pomigliano e Mirafiori) un virus che, come si poteva prevedere, si sta rapidamente estendendo ad altri stabilimenti. La Fiom entro giugno dovrà elaborare una piattaforma che spera di poter condividere e quindi discutere, con le altre organizzazioni sindacali, con l’obiettivo che si arrivi a una firma unitaria. Gesto più che apprezzabile da parte della Fiom e indubbiamente un messaggio forte a favore della ripresa del dialogo tra le Organizzazioni Sindacali affinché, insieme, si possa difendere il contratto nazionale di lavoro. Sono quindi previste in questo periodo assemblee nei luoghi di lavoro, fasi di confronto che si ultimeranno durante i lavori dell’Assemblea Nazionale che avrà il compito di varare la proposta definitiva da sottoporre alla consultazione e al voto referendario delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici. Territorio 11 Approvato il bilancio di previsione Territorio Forum Sarre: tagli senza intaccare i servizi P areggia sulla cifra di oltre 11 milioni e mezzo di euro il bilancio di previsione 2011 del comune di Sarre. Il documento previsionale, tenuto conto del quadro generale della situazione economica, si pone diversi obiettivi. Tra questi, mantenere i servizi offerti ai cittadini; utilizzare in maniera oculata le risorse disponibili, effettuando un analisi dei singoli centri di spesa, individuando i costi gestionali non strettamente funzionali e operando i tagli di spesa; dare attuazione ai principi in materia di esercizio associato delle funzioni completando, nell’ambito della comunità montana, il passaggio alla gestione associata dei servizi all’infanzia (asilo nido e garderie), che potrà consentire una razionalizzazione delle risorse ed una piena fruibilità delle loro potenzialità; adottare una politica tariffaria che, da un lato, mantenga le necessarie percentuali di copertura dei costi dei servizi con i proventi da tariffa e, dall’altro, consenta di prestare la dovuta attenzione alle famiglie, specialmente più giovani, numerose e meno abbienti; contenere il livello di indebitamento del comune, al fine di raggiungere l’obiettivo posto dal patto di stabilità; Oltre 23 mila mq di coperture non ancora bonificate Issogne: conferenza sul problema amianto Fulvio Borettaz S i è tenuta lunedì 7 febbraio presso l’auditorio di Issogne una conferenza dibattito sul tema dell’amianto. L’incontro è stato voluto dal sindaco Battistino Delchoz, dopo che il problema è stato discusso in Consiglio Comunale. A richiedere una conferenza con la popolazione è stata la minoranza, per esporre ai cittadini che, da un rilevamento effettuato dai responsabili dell’Agenzia Regionale per la Protezione all’Ambiente, a Issogne la popolazione respira l’amianto. A dare delle spiegazioni sono stati chiamati quattro tecnici dell’ARPA regionale. Gli edifici più colpiti sono industrie, capannoni e pollai. Dal sondaggio fatto risulta che nel paese ci siano 52 tetti coperti di amianto, di cui 37 di piccole dimensioni, per una superficie di 23 mila metri quadrati. In Valle d’Aosta esiste una discarica dove si possono depositare i residui di amianto: è a Pontey, in località Volleille. Al momento, la discarica, non è in funzione e responsabili regionali si stanno attivando, affinché la si possa utilizzare il più presto possibile. stilare un programma di investimenti che, pur nella riduzione delle risorse disponibili, possa rispondere alle esigenze dei cittadini (lavori di completamento dell’acquedotto comunale, lavori di riqualificazione della frazione Rovine, lavori di adeguamento, messa in sicurezza e opere di completamento degli impianti del plesso scolastico “Venance Bernin” per citare alcuni esempi); promuovere uno sviluppo della collettività attento alle tematiche ambientali, al rispetto del territorio e delle risorse naturali. Le spese correnti ammontano a 4 milioni 900 mila euro (con una riduzione del 6% rispetto alle previsioni definitive del 2010) destinate al finanziamento dei costi della struttura amministra- tiva e all’erogazione dei servizi alla popolazione. Da segnalare l’incremento della spesa prevista per il servizio di refezione scolastica, l’assegnazione di risorse che garantiscono il funzionamento delle strutture scolastiche ed il sostegno alle iniziative condivise con le istituzioni scolastiche, la conferma del programma di corsi sportivi e di attività culturali, la pubblicazione del bollettino “Saro” e l’organizzazione di nuovi servizi proposti dalla biblioteca nella nuova sede, la previsione di investimenti in iniziative che consentano una riduzione dei consumi energetici, la realizzazione di alcuni progetti rivolti ai ragazzi e destinati a promuovere iniziative di incontro, aggregazione e di conoscenza del territorio, la conferma delle iniziative già proposte a favore dei nuovi nati, il sostegno alle associazioni operanti sul territorio, la riduzione degli importi delle indennità e gettoni di presenza degli amministratori, elemento quest’ultimo che genera un risparmio di spesa, che verrà destinato ad investimenti. Progetto di Charvensod, Gressan, Pollein e Jovençan Pannolini ecologici per i bimbi L e Amministrazioni comunali di Charvensod, Gressan, Pollein e Jovencan hanno dato avvio al progetto “Pannolini ecologici per i bambini del futuro”, rivolto ai bambini nati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2011. Ad ogni famiglia, residente in uno dei quattro comuni, verrà infatti consegnato, per ogni nuovo nato, un buono d’ordine, con il quale potrà ritirare, con un contributo di 10 € , presso la farmacia dell’Envers di Pont-Suaz un kit di pannolini ecologici dal valore di 96 €. I pannolini ecologici hanno 3 finalità: • Più salute per il bambino: il materiale di cui sono composti contribuisce ad alleviare le possibili irritazioni dovute ai materiali sintetici dei pannolini usa e getta e, non contenendo gel chimici superassorbenti, educano il bambino all’apprendimento dell’utilizzo del vasino; • Più rispetto per l’ambiente: il materiale con cui sono realizzati è naturale e di conseguenza ad impatto ambientale fortemente ridotto. I pannolini usa e getta non sono invece biodegradabili e impiegano circa 500 anni per essere smaltiti; • Più risparmio: i pannolini ecologici contribuiscono ad una riduzione di spesa pari a circa 1000 nell’arco dei tre anni di utilizzo dei pannolini da parte del bambino. “Le Amministrazioni comunali ritengono quindi, attraverso questa iniziativa, - sottolinea l’Assessore ai servizi sociali e famiglia del Comune di Gressan Michelina Greco - di contribuire a favorire la salute dei bambini, di sensibilizzare la popolazione alla riduzione dell’inquinamento ambientale e, in tempi non facili, anche di permettere un risparmio economico alle famiglie”. leTravail il lavoro Culture Attivato il ‘servizio cortesia’ della Polizia locale Gressan: trasporto gratuito per Moline È attivo dal 1° marzo scorso, nei giorni di martedì e venerdì, il nuovo servizio di trasporto gratuito per le persone anziane organizzato dall’Amministrazione Comunale di Gressan e svolto dai vigili comunali denominato “Servizio Cortesia” . “Come avevamo promesso in occasione dell’approvazione del bilancio comunale - puntualizza il Sindaco Michel Martinet - ci siamo attivati affiché le persone anziane e prive di patente di guida della zona di Moline potessero avere un servizio di trasporto che permettesse loro di raggiungere il piazzale antistante il municipio così da potersi recare ad Aosta con l’autobus oppure poter raggiungere comodamente le attività commerciali di Gressan. Anche in questa occasione - prosegue il Sindaco - abbiamo dimostrato di lavorare con impegno e di essere vicini alle esigenze reali della nostra cittadinanza senza costi aggiuntivi per il comune”. Il servizio consiste nel trasporto, attraverso l’utilizzo di una delle autovetture di servizio disponibili delle persone anziane interessate, secondo questi orari: il martedì, partenza da Moline alle 8.50 e arrivo al piazzale delle scuole del capoluogo alle 8.55; ritorno con partenza dal piazzale delle scuole alle 11 e arrivo a Moline alle 11.10. Il venerdì, partenza da Moline alle 8.50 e arrivo al piazzale delle scuole del capoluogo alle 8.55; ritorno con partenza dal piazzale delle scuole alle 10 e arrivo a Moline alle 10.10. Riorganizzazione del raccordo tra la statale e la regionale dell’Envers Saint-Christophe: avviati i lavori nell’area Sogno Ha preso il via nelle scorse settimane la realizzazione dei lavori relativi alla riorganizzazione del raccordo tra la Strada Statale 26 e la Strada Regionale 34 in località Sogno, nel comune di Saint-Christophe. L’intervento prevede anche la riqualificazione ambientale e urbanistica delle aree, per un costo complessivo di circa 2,3 milioni di euro. L’obiettivo prefissato è di rendere pienamente operativa l’opera entro la primavera del 2012, cercando di limitare al massimo i disagi alla circolazione, attraverso anche l’esecuzione di alcuni lavori in fase notturna. I lavori appena iniziati costituiscono il proseguimento delle opere per la riorganizzazione e la riqualificazione della viabilità in corrispondenza della testata Ovest dell’aeroporto. Oltre all’inserimento della rotatoria, che potrà migliorare il grado di sicurezza della circolazione, particolare attenzione è stata anche posta alle sistemazioni a verde delle aree limitrofe agli spazi viari. 10. COSÌ PICCOLA, COSÌ GRANDE. /1 al 31 o n e fi 2 i10 0i* 9 6 . 5p re n s i v o dn a l e da 7 io *com uto reg lla u ib s r t 7 n co e .300 di 1 amazion rott GARANZIA KM ILLIMITATI ASSISTENZA STRADALE GARANZIA KM ILLIMITATI ASSISTENZA STRADALE 5 porte e 5 posti veri in 3,5 metri. i10 1.1 da 6.990 euro. 5 anni di garanzia, assistenza stradale e controlli gratuiti. i10 è tua con soli 129 euro mensili per 5 anni e assicurazione inclusa. Gamma i10: consumo urbano/extraurbano/combinato (l/100 km) max: 9,2/6,3/7,3. Emissioni CO max: 139 (g/km). 2 Prezzo promozionale � 6.990 riferito a i10 1.1 Like abbinato a rottamazione. Grazie al contributo delle Concessionarie aderenti. Finanziabile a tasso promozionale in 60 mesi. TAN 3,90%, TAEG variabile, max 7,10%. 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Finanziabile a tasso promozionale in 60 mesi. TAN 3,90%, TAEG variabile, max 7,10%. Anticipo � 1.630, residuo prezzo da finanziare � 8.631,43, spese di istruttoria � 300,00, 60 rate mensili da � 159 comprensive di coperture assicurative (comunque facoltative, perciò non incluse nel Taeg) Creditor Protection Insurance e Furto/Incendio Vamos Classic (esempio prov. di Varese), Tan 4,01%, Taeg 6,19 %. Decorrenza indicativa della prima rata: 30 giorni dall’erogazione del finanziamento. Imposta sostitutiva pari allo 0,25% dell’importo finanziato. Spese di incasso rata � 2,50 per pagamento con RID ed � 2,00 con bollettino postale. Per le condizioni contrattuali del finanziamento e delle polizze assicurative riferirsi, rispettivamente, ai fogli informativi “Prestiti finalizzati” e alle Note Informative disponibili presso le Concessionarie aderenti all’iniziativa. Offerta valida fino al 31/07/2010. Salvo approvazione di Santander Consumer Bank. Versione fotografata con allestimenti speciali. 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Il progetto per uno studio generale sul traffico da e verso la città di Aosta era stato ideato dalla precedente Giunta di centrosinistra e in particolare dal vice sindaco Marino Guglielminotti Gaiet, con l’obiettivo di individuare soluzioni razionali per snellire la circolazione in città e per meglio affrontare l’impatto delle migliaia di veicoli che quotidianamente prendono d’assalto il capoluogo regionale. Il Piano, propone una serie di progetti, alcuni dei quali già in attuazione, altri programmati e molti altri ancora solo a livello di idee: tra questi, l’area megalitica, il progetto di City-Porto, la nuova scuola-polmone in corso Lancieri, il futuro polo universitario presso la caserma Testa Fochi, il nuovo ospedale regionale, la riqualificazione della statale 26, la nuova sede dell’Institut Agricole, il polo scolastico presso l’ex Maternità, la metropolitana (o People mover), il parcheggio autostradale. Sul fronte della sosta, il Piano del traffico individua come priorità la “rimodulazione delle ta- riffe” per i parcheggi a pagamento, Forum con l’obiettivo di incentivare modalità di spostamento alternativi all’auto, “disincentivare l’accesso prolungato con l’auto privata alle aree centrali” e “favorire l’utilizzo delle aree di sosta in struttura, esterne agli spazi stradali”. A tal proposito il piano prevede: estensione del periodo di pagamento della sosta dalle 8 alle 18, eliminando l’attuale fascia di esenzione dalle 12 alle 14; l’ampliamento della zona a tariffa più elevata (1,50 Euro/ora) a tutta l’area compresa nel perimetro delle mura romane; l’ampliamento della zona a tariffa intermedia (1 Euro/ora) ai settori urbani immediatamente esterni alle mura; conversione di tutti i posti a disco orario (circa 175) in posti a pagamento, per aumentare la rotazione della sosta di breve durata. Sul fronte della viabilità, lo studio del consorzio milanese propone alcune soluzioni, tra le quali un nuovo schema di circolazione in zona Arco d’Augusto, la pedonalizzazione del tratto di congiunzione con la via Sant’Anselmo e inserimento di una rotatoria all’intersezione tra corso Ivrea e via Monte Emilius; la revisione della circolazione veicolare in via Festaz; l’istituzione di zone a traffico limitato nelle vie Piave, Losanna e Gramsci, in piazza San Francesco e lun- Bonus energia, esenzione tassa sui rifiuti e tassa sull’acqua Misure ‘anti-crisi’: domande entro maggio I residenti ad Aosta hanno tempo sino a lunedì 16 maggio per presentare, presso gli uffici dello Sportello Unico degli Enti Locali, in piazza Chanoux (accanto all’ingresso principale del Municipio), le domande per usufruire delle “misure anti-crisi” 2011, introdotte dalla legge finanziaria regionale. In particolare, gli aiuti individuati per l’anno in corso consistono nel “bonus energia”, nell’esenzione dal pagamento della tassa comunale sui rifiuti (TARSU) e della tariffa per il servizio idrico integrato. I moduli e la documentazione informativa necessari per depositare la domanda possono essere scaricati dall’apposita sezione del sito Internet del Comune, www.comune.aosta.it. Gli stessi moduli sono disponibili presso l’ufficio comunale deputato al ritiro delle istanze, all’URP della Regione Autonoma Valle d’Aosta (in piazza Deffeyes n. 1), nei Centri di Assistenza Fiscale (CAF), nonché sui siti Internet www.regione.vda.it e www.celva.it. Oltre alle informazioni contenute nella documentazione informativa, si sottolinea che quanti abbiano beneficiato del “bonus energia”, e/o delle esenzioni tributarie e tariffarie, per il 2009 e/o per il 2010, e per i quali la dichiarazione sostitutiva ISEE presentata sia ancora in corso di validità, non dovranno allegare alla domanda una nuova dichiarazione. In caso, invece, di prima richiesta, di dichiarazione ISEE scaduta, o di variazioni nella composizione del nucleo familiare cui la stessa fa riferimento, occorrerà corredare la modulistica con la certificazione attestante l’ISEE del richiedente. Le misure “anti-crisi” per il 2011 sono subordinate al possesso di alcuni requisiti, relativi anche alla situazione reddituale del nucleo richiedente. Sull’apposita pagina del sito Internet comunale è presente anche una tabella esemplificativa delle principali categorie di reddito, per una prima autovalutazione del soddisfacimento dei requisiti previsti. Lo Sportello Unico degli Enti Locali resterà aperto, per il periodo di ritiro delle richieste, dal lunedì al sabato, dalle ore 8.30 alle 12. go via Xavier de Maistre, in Culture piazza della Repubblica e in via Monte Solarolo; l’inversione del senso di marcia in via Monte Vodice, il prolungamento di via Elter verso via Saint-Martin. Gli interventi a favore del trasporto pubblico invece comprendono la proposta di riqualificazione dell’attuale autostazione di via Carrel come tassello essenziale per il più ampio rifacimento dell’area della stazione e della telecabina per Pila. In piazza Manzetti, il Pgtu prevede tra l’altro la riqualificazione delle strade d’accesso, la razionalizzazione delle fermate di transito del trasporto collettivo, la realizzazione di adeguati spazi per la sosta dei taxi. Lo studio propone infine varie soluzioni per l’incremento dell’utilizzo delle biciclette, con la creazione di una ‘velostazione’, e soluzioni per la sistemazione dell’accesso est della città. Nuova università: una bella scatola (vuota) Una bella scatola, ancora tutta da riempire. È questa la sensazione prevalente tra i consiglieri comunali di Aosta, in particolare della minoranza di centrosinistra, all’indomani della presentazione in Consiglio comunale del progetto per il nuovo Polo universitario regionale all’interno dell’attuale caserma Testafochi di Aosta. La spesa preventivata per il progetto supera i 134 milioni di euro e prevede la costruzione di un nuovo campus universitario per 2000-2500 studenti: il doppio degli attuali 1250 iscritti all’Università valdostana. Secondo le intenzioni della società ‘Nuv’, controllata dalla Regione e incaricata di portare avanti l’operazione, ci vorranno sei anni di lavori per realizzare l’opera, “se ci saranno tutti i fondi necessari”. E proprio il reperimento delle ingenti risorse rappresenta il primo problema da affrontare e risolvere, ma non è il maggiore. Sottolinea Giuliana Ferrero, consigliere comunale PD: “L’impressione, fondata, è che manchi all’appello tutta la parte relativa all’offerta formativa: quali corsi saranno attivati? Con quali strategie attireremo studenti da fuori Valle e dall’estero? Insomma, come vogliamo riempire quella che ad oggi altro non è che una bella scatola vuota?”. Sarebbe il caso di iniziare a pensarci. news dal Comune a cura di FABIO PLATANIA vice presidente del Consiglio comunale Una settimana senza tv Buone notizie dal Consiglio Comunale di Aosta, dove nella seduta di febbraio il gruppo comunale del PD-PS ha visto una sua mozione approvata all’unanimità. Nello specifico la nostra proposta ricalca l’esperienza che da tre anni si tiene in Francia ad Offemont, un piccolo Comune della regione della France-Compte, dove il Comune invita i suoi cittadini, per una settimana all’anno, a tener spenta la televisione ed a recarsi nei centri polivalenti dove la stessa amministrazione ha organizzato le più disparate attività: tornei di ping-pong, corsi di cucina, serate danzanti ecc.. Obiettivo di questa iniziativa è quello di stimolare le coscienze, far capire che esiste un altro mondo, alternativo a quello della televisione per passare le serate. Oltre a questo c’è l’intento di rinsaldare, favorire e consolidare i legami sociali all’interno della comunità. Infatti chiudersi in casa davanti alla tv isola, ed a volte anche nei piccoli paesi non si conosce il proprio vicino proprio perché schiavi di un’abitudine consolidata, quella di piazzarsi davanti ai teleschermi. Abbiamo pensato che importare un’analoga iniziativa ad Aosta potesse essere un interessante esperimento, viste le dimensioni ridotte della città e la presenza di spazi adeguati a disposizione dell’amministrazione. La presenza ricca e variegata di associazioni ludiche, sportive, culturali e di volontariato potrebbero essere coinvolte e dare un contributo essenziale alla riuscita dell’iniziativa. A convincere a votare sì alla nostra proposta, al di là dell’originalità, ha contribuito anche il capitolo costi: abbiamo già gli spazi e le risorse umane, dobbiamo solo pubblicizzare l’evento, del tutto realizzabile senza spendere una follia. E così l’iniziativa della “settimana senza televisione” è stata inserita nel prossimo calendario di eventi per l’anno in corso. La commissione competente vaglierà le proposte per le attività da svolgere giornata per giornata, mettendo in moto un concorso di idee, aperto a tutti, senza contare che Aosta sarebbe la prima città d’Italia a mettere in piedi un’iniziativa del genere, che ben si adatta ad essere adottata in molti altri comuni della Regione. Le cose da proporre sono un infinito, lancio quindi un appello dalle pagine di questo giornale a tutti coloro che avessero delle idee in merito a come passare insieme questa settimana di svago lontani dalla routine televisiva. I Consiglieri del PD-PS sono a disposizione per portare sul tavolo della Commissione competente ogni contributo. Siamo contenti di aver raggiunto questo pur piccolo risultato, a dimostrazione che si può lavorare per la Città anche facendo parte della minoranza. Un partito di governo fa opposizione ma è capace anche di proporre. Aosta leTravail il lavoro 14 Aosta Michele Monteleone, capogruppo PD di Aosta, parla anche di traffico e della settimana senza tv Università con nuovi corsi e radicata nella città Davide Avati Culture [email protected] U niversità, piano del traffico cittadino e organizzazione della ‘settimana senza tv’: questi i temi principali sui quali il Consiglio comunale di Aosta è stato coinvolto nelle ultime settimane. Ne parliamo con il capogruppo del PD-PSI Michele Monteleone. Iniziamo dal progetto per la nuova Università della Valle d’Aosta: qual è la valutazione complessiva del gruppo PD di Aosta e quali i problemi ancora da affrontare? “Avevamo scritto nel programma, e lo confermiamo, che siamo d’accordo sulla scelta del riutilizzo della caserma Testafochi come futura cittadella universitaria. Visti i tempi medio-lunghi di realizzazione dell’opera (si parla di 8-10 anni, ammesso che si trovino i fondi), chiediamo che si parta subito con una valutazione seria sul tipo di facoltà universitarie da portare all’interno della struttura. Non ci soddisfa la risposta del rettore, secondo il quale i corsi attuali dell’Univda vanno bene, e per il futuro si possono al limite solo prevedere altre lauree magistrali oltre psicologia. Per noi e anche per altre forze politiche la richiesta è un’altra: cogliere l’occasione per immaginare quale università vogliamo nel futuro della città di Aosta. Occorre mettere in piedi un serio progetto didattico, accanto a quello architettonico, e collegarlo con il rilancio della città: insomma, per fare di Aosta una città universitaria occorre presentare facoltà nuove e aggiuntive rispetto alle cinque attuali. Pensiamo a nuovi corsi di studio legati al territorio, all’ambiente, alla ricerca scientifica e che siano attrattivi anche fuori Valle. Da qui il nostro giudizio: il progetto architettonico presentato in Consiglio comunale, pur essendo dal punto di vista estetico interessante, non ci convince per la carenza assoluta di innovazione sul contenuto. Non ci piace l’idea di immaginare un contenitore senza il contenuto o che si pensi di riempirlo con l’attuale offerta formativa dell’UniVdA. Inoltre, già oggi, dopo dieci anni di vita dell’Ateneo valdostano, esiste un problema serio di collegamento dell’Università attuale con la città: non esiste una libreria per gli studenti, una mensa universitaria, un luogo di svago e ritrovo per studenti. Mancano connessioni con il territorio. Noi invece pensiamo e vogliamo un’Università fortemente integrata con il tessuto cittadino, capace anche di far vivere attività commerciali e ricettive. Un’ultima battuta. Del progetto illustrato non ci convince neanche la questione dei posti letto nel futuro campus: ne sono stati previsti appena 100 per una popolazione preventivata di 2000-2500 studenti. Occorre aumentare i posti letto in Testafochi ben oltre questo 5%”. Parliamo ora del Piano urbano del traffico. Le proposte contenute nello studio vi convincono? “Intanto, c’è da dire che abbiamo apprezzato il metodo di coinvolgimento delle Commissioni proposto dall’assessore Borrello, per consentire che fossero recepite osservazioni e miglioramenti a un documento tecnico. La cosa che ci convince di più è la continuità con il lavoro iniziato su questo argomento da Marino Guglielminotti Gaiet, con l’obiettivo di rendere Aosta una città vivibile prevedendo, passo dopo passo, l’assoluta chiusura al traffico privato dell’area entro le mura romane. Restano ancora aspetti tecnici da approfondire, ma sui quali è possibile fare proposte di miglioramento. Ricordo solo che nel Piano si riparla di chiusura al traffico e pedonalizzazione dell’Arco d’Augusto: è una proposta frutto di politiche di due legislature di centrosinistra, che condividiamo. Siamo consapevoli che ci saranno categorie non contente di queste scelte, ma l’amministratore deve guardare all’interesse generale immaginando il futuro della città, che vogliamo più sostenibile e pulita”. Infine, una battuta sulla proposta del PD di istituire una ‘settimana senza tv’: con quali obiettivi? “È una proposta che ha un forte valore politico. Vorremmo che l’iniziativa stimolasse la gente ad uscire di casa per partecipare a iniziative ludiche, sportive e culturali proposte dal basso, dalle diverse associazioni che operano in città. L’obiettivo è ambizioso: imparare a riappropriarci del troppo tempo che passiamo davanti alla tv, spesso abbruttendoci, offrendo al suo posto momenti di crescita, gioco e soprattutto di socializzazione contro l’isolamento delle persone dal tessuto urbano in cui vivono. Sarà una settimana per riappropriarci del rapporto con la città e con gli altri cittadini. Le parole d’ordine saranno: socializzazione, divertimento e partecipazione attiva”. le esperienze di governo del centrosinistra fanno scuola Nasce l’Assistente di villaggio I l Pd Valle d’Aosta apprende con piacere che la Regione Autonoma Valle d’Aosta ha dato il via al servizio dell’Assistente di villaggio, l’Assistant de Hameau, che ricalca nello spirito e negli obiettivi il Servizio di Assistenza Domiciliare di Quartiere (conosciuto come l’Adq), già esistente da parecchi anni nella città di Aosta, ai quartieri Cogne, Dora e Viale Europa. Si tratta di un servizio, quello del Comune di Aosta, cresciuto nelle Giunte di Centro Sinistra, frutto di una felice intuizione della Cooperativa sociale Indaco e poi del Consorzio Trait d’Union, che nell’anno 2002 lanciò al Comune l’idea di una prima sperimentazione. Da allora ad oggi il Comune di Aosta ha voluto ampliare il servizio ai tre quartieri e nell’ottobre 2008 vi è stato anche un riconoscimento nazionale molto importante, con la men- zione al Convegno Internazionale sulla Qualità del Welfare di Riva del Garda, dove il Comune di Aosta è stato premiato insieme ad altri soli due comuni (tre su un centinaio di progetti). “Ci preme ricordare tutto questo spiegano i consiglieri comunali del Pd Giuliana Ferrero, Michele Monteleone e Fabio Platania - perché riteniamo giusto restituire alla Città di Aosta il merito di aver sperimentato, in autonomia e investendo soldi propri, servizi innovativi, che poi sono stati adottati a livello Regionale. Come in questo caso. Ci sembra anche giusto ricordare che furono proprio le giunte di centro sinistra che ebbero la forza di credere in un progetto al quale all’inizio credevano davvero in pochi. Riteniamo infine che questo genere di servizi, vicini ai cittadini, rappresentano non solo un modo per dare risposte concrete ai bisogni delle famiglie, non solo un modo intelligente per conoscere meglio il proprio territorio, ma anche un vero investimento nella sicurezza. Noi crediamo da sempre infatti che l’investimento nel sociale sia un investimento anche nella sicurezza, nel rendere più sicuri i nostri cittadini, soprattutto quelli più anziani e soli”. Amianto: snellire le procedure Per il censimento dei tetti in amianto ad Aosta occorre mobilitare tecnici professionisti. È quanto ha chiesto in una mozione il gruppo consiliare del PD-PSI, intervenendo sull’ordinanza del sindaco di fine dicembre 2010 con la quale si fa obbligo ai proprietari di edifici con tetti in eternit di presentare, entro aprile, in Comune un certificato dello stato di conservazione di tali coperture. “La modulistica predisposta dall’Amministrazione e disponibile sul sito internet del comune è composta di diverse sezioni - sottolineano i consiglieri PD Michele Monteleone, Giuliana Ferrero e Fabio Platania -. La valutazione dello stato di consistenza delle lastre di copertura non è di semplice esecuzione da parte di persone non esperte e la stessa, se non è eseguita da tecnici, può condurre a valutazioni estremamente disomogenee”. Per questi motivi, il gruppo democratico ha chiesto alla Giunta di “semplificare la modulistica per la certificazione obbligatoria dei tetti in amianto”, di prevedere “l'obbligo di redazione della scheda di rilevazione a cura di un tecnico qualificato” e infine di “provvedere alla stipula di una convenzione con gli ordini o albi professionali che impegni i professionisti chiamati a redigere le schede al rispetto di tariffe concordate con l'amministrazione comunale”. Piscina coperta, la ristrutturazione non parte Ritardi su ritardi, e la piscina coperta di Aosta attende ancora un deciso intervento di restauro. A due anni e mezzo (era il settembre del 2008) dall’annuncio da parte dell’Assessore regionale allo Sport dell’avvio delle procedure per l’ampliamento e la riqualificazione dell’impianto, nulla si è ancora mosso e la situazione è sempre la stessa: quella di un impianto ormai obsoleto. A incalzare nuovamente la Giunta sull’urgenza di avviare le procedure per il rinnovo dell’impianto di regione Tzambarlet è stato il consigliere regionale del PD Gianni Rigo: “risale all’ottobre del 2009 - ha ricordato - l’ipotesi di intervento, suddivisa in tre fasi, dei lavori di ristrutturazione e manutenzione straordinaria dell’impianto, formulata sempre dall’Assessore allo Sport. Sempre in quell’occasione, lo stesso Assessore riteneva che entro la fine dell’anno (2009), un mese o due, i competenti uffici sarebbero stato in grado di formulare una relazione preliminare al progetto. In realtà, l’impegno assunto di coinvolgere la Commissione consiliare non è stato ancora rispettato”. Per questi motivi, il PD ha chiesto alla Giunta di definire al più presto un programma operativo dei lavori di ristrutturazione e di ampliamento della piscina coperta di Aosta e di coinvolgere il mondo sportivo natatorio regionale. Forum 15 Territorio il senso delle parole di GIOVANNA ZANCHI Come l’acqua Lorenzo Jovanotti Q uando nostra figlia è arrivata all’età della scuola io e mia moglie ne abbiamo parlato e abbiamo deciso: scuola pubblica. Potevamo permetterci di scegliere e abbiamo scelto. Abbiamo pensato che fosse giusto così, per lei. È nostra figlia ed è la persona a cui teniamo di più al mondo ma è anche una bimba italiana e l’Italia ha una Scuola Pubblica. Sapevamo di inserirla in una realtà problematica ma era proprio quello il motivo della scelta. Un luogo pubblico, che fosse di sua proprietà in quanto giovane cittadina, che non fosse gestito come un’azienda e che non basasse i suoi principi su una dottrina religiosa per quanto ogni religione venisse accolta. Un luogo pubblico, di tutti e per tutti, scenario di conquiste e di errori, di piccole miserie e di grandi orizzonti, teatro di di- versi saperi e di diverse ignoranze. C’è da imparare anche dalle ignoranze,non solo dai saperi selezionati. La scuola è per tutti, deve essere per tutti, è bello che sia così,è una grande conquista avere una scuola pubblica, specialmente quella dell’obbligo. Io li ho visti i paesi dove la scuola pubblica è solo una parola, si sta peggio anche se una minoranza esigua sta col sedere al calduccio e impara tre lingue. A che serve sapere tre lingue se non sai come parlare con uno diverso da te? Il nostro presidente del consiglio dicendo quello che ha detto offende milioni di famiglie e migliaia di persone che all’insegnamento dedicano il loro tempo migliore, con cura, con affetto vero per quei ragazzi. Tra le persone che conosco e tra i miei parenti ci sono stati e ci sono professori di scuola, maestre, ho una cugina che è insegnante di sostegno in una scuola di provincia. Li sento parlare e non Una violetta per VIOLA Venerdì 18 febbraio Chatillon - Bar Les Amis Colosimo Marcello - Consol Marco Domenica 20 febbraio Pontey - Locanda Castagneti Menabreaz Marilena - Masini Lorio Martedì 22 febbraio Aosta - Bocciofila CCS Cogne Chabod Arturo - Scarfò Domenico Venerdì 25 febbraio Charvensod - Bar Girasole Menabreaz Marilena - Rigo Mauro Domenica 27 febbraio Brissogne - Bar Golf Les Iles Gallo Antonio - Pegoraro Roberto Martedì 1° marzo Charvensod - Bar Fuorigioco Borettaz Giliola - Pietrosanti Giuseppe Culture sono dei cinici, fanno il loro lavoro con passione civile tra mille difficoltà e per la maggior parte degli insegnanti della scuola pubblica è così. Perché offenderli? Perché demotivarli? Perché usare un termine come “inculcare”? È una parola brutta che parla di un mondo che non deve esistere più. La scuola pubblica non è in competizione con le scuole private, non è la lotta tra Rai e Mediaset o tra due supermercati per conquistarsi uno spettatore o un cliente in più, non mettiamola su questo piano… La scuola di Stato è quella che si finanzia con le tasse dei cittadini, anche di quelli che non hanno figli e anche di quelli che mandano i figli alla scuola privata, è questo il punto. È una conquista, è come l’acqua che ti arriva al rubinetto: poi ognuno può comprarsi l’acqua minerale che preferisce ma guai a chi avvelena l’acqua del rubinetto per vendere più acque minerali. È una conquista della civiltà che diventa un diritto nel momento in cui viene sancito. Ma era un diritto di tutti i bambini già prima, solo che andava conquistato, andava affermato. La scuola pubblica va difesa, curata, migliorata. In quanto idea, e poi proprio in quanto scuola: coi banchi gli insegnanti i ragazzi le lavagne. Bisogna amarla, ed esserne fieri. NOTIZIE DAL VOLONTARIATO Riparte la web radio del CSV Dal 2008 il Coordinamento Solidarietà della Valle d’Aosta ha messo in piedi, grazie al coinvolgimento attivo di alcuni giovani, una web radio (“Csv on air”) pensata come luogo di espressione e di impegno rivolto, in particolare, alle giovani generazioni. Dopo alcuni mesi di silenzio, ora il CSV sta rilanciando il progetto “Radio web” per aprirlo a nuovi protagonisti amanti della musica, del personal computer del mondo del web. “L’idea di fondo è quella di mettere insieme un nuovo gruppo di ragazzi che abbia voglia di realizzare, attraverso CSV on air, una rubrica radiofonica di approfondimento e di dialogo sui temi sociali” spiega Simone Charbonnier, referente del progetto per il CSV. Centro di documentazione È allestito presso la sede del CSV (in Via Xavier de Maistre 19) un centro di documentazione che raccoglie materiali legislativi, libri, periodici monografici, fumetti, video e documenti vari dedicati alle diverse tematiche sul sociale. Il centro, aperto il martedì con orario 14-17.30 e il giovedì 9-12.30, ha progressivamente ampliato i suoi volumi: oggi conta 1.168 libri disponibili al prestito ed alla consultazione a cui si aggiunge un’emeroteca con 279 periodici, una piccola videoteca con 139 tra dvd e video su tematiche di disagio/impegno sociale e 66 fumetti. Oltre ai servizi tradizionali, il centro di documentazione propone anche un supporto nella ricerca bibliografica, bibliografie a tema, consulenze specifiche per tesine, percorsi di lettura a tema rivolti alle scuole. L’accesso al centro documentazione è gratuito ed aperto a tutti, volontari e cittadini. Percorso Destinato alle forze dell’ordine e alle associazioni L’associazione VIOLA (Viviamo insieme offrendo lavoro ed amore), che opera a sostegno della vita dopo il cancro al seno, è tornata in piazza lo scorso week-end per distribuire, dietro offerta, le consuete violette in occasione della festa della donna con l’obiettivo di raccogliere fondi per finanziare le attività che l’Associazione svolge in Valle d’Aosta. Le volontarie dell’associazione hanno raccolto fondi e distribuito violette ad Aosta, Saint-Vincent e Brusson. Vincitori Forum Classifica individuale finale Gallo Antonio Navarretta Sebastiano Chabod Arturo Furfaro Giorgio Menabreaz Marilena Zamperlin Alberto Dalla Zanna Renato Cheney Renzo Diano Pino Mannoni Francesco Licordari Joseph Borettaz Giliola Grossi Gino Pegoraro Roberto Albaney Roberto Lexert Valentino Daudry Corrado Bianquin Nestore Verduccio Antonino Voyat Sergio 214 201 198 192 179 179 177 176 164 158 155 152 150 140 138 137 126 116 115 115 Prevenzione della violenza di genere A nche a livello locale emergono dati relativi alla violenza contro le donne non certamente trascurabili. Maltrattamenti, stupri, molestie, stalking, violenza psicologica subita sia in contesti familiari che extradomestici, rappresentano manifestazioni di un fenomeno sociale che va affrontato adottando misure di prevenzione e contrasto integrate, condivise dai soggetti che già svolgono attività di segnalazione e presa in carico delle donne vittime di violenza. È stata pertanto ravvisata la necessità di potenziare le competenze degli operatori (forze dell’ordine, personale sanitario e sociale,volontarie, ecc.) sotto due profili: la “riconoscibilità” dei casi riconducibili ad episodi di violenza di genere (anche a fronte del silenzio delle vittime); il miglioramento delle procedure integrate di presa in carico delle donne maltrattate e lo sviluppo di azioni coordinate di intervento, non repressivo, rivolte ai soggetti maltrattanti. Il progetto “Orizzonti” si pone l’obiettivo di rispondere a queste necessità attraverso una serie di iniziative, tra le quali la realizzazione di tre percorsi formativi rivolti ai diversi soggetti che in Valle d’Aosta operano per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere (Forze dell’Ordine - Agenzie Segnalanti - Gruppo Interistituzionale), l’elaborazione e la successiva sperimentazione di linee guida per il miglioramento di un modello di intervento integrato in materia di violenza di genere e la realizzazione di azioni di sensibilizzazione rivolte anche alla popolazione (campagne di comunicazione/informazione). L’azione formativa è finalizzata all’implementazione delle conoscenze teorico-pratiche degli operatori che, a vario titolo, si trovano ad affrontare problematiche connesse con il fenomeno della violenza di genere. In modo particolare, si tratta di potenziare le competenze tecnico-specialistiche e le capacità di analisi e di approccio al contesto socio-culturale in cui si colloca il fenomeno. Questi i temi che verranno trattati da numerosi esperti: la violenza di genere, l’ascolto, le conseguenze psicologiche della violenza di genere, le esperienze del territorio (servizi, risorse e opportunità), gli aspetti legislativi. Il progetto, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e partito il 2 marzo scorso, è stato progettato e organizzato dall’Azienda USL, attraverso l’Ufficio Progetti Innovativi e Pari opportunità (referente Anna Castiglion) della struttura di Comunicazione. Culture leTravail il lavoro 16 Culture un vecchio partigiano scuote la francia Gianni Torrione ha presentato A GIGNOD il suo ultimo libro Indignez-vous! "Tàppa lo ba-buttalo giù". è il titolo di un libretto, uscito per i tipi dell’Indigene édition (€ 3, pagg. 32), che è diventato, in quattro mesi, un vero e proprio caso editoriale e politico. Scritto da un grande di Francia, Stéphane Hessel, a 94 anni, questo resistente e diplomatico francese di origine ebraica tedesca, è riuscito a scuotere le coscienze dei francesi... Il suo grido d’indignazione muove dai valori profondi della “France combattante”, la Resistenza francese, da quel programma del 1944 che desiderava una autentica “democrazia economica e sociale” nella piena realizzazione dei diritti universali dell’uomo (Stephane Hessel fu co-redattore del testo della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” del 1948). Per il partigiano, discepolo di Sartre e Merleau-Ponty “le ragioni per indignarsi possono sembrare meno evidenti, il mondo è diventato più complesso (…) ma in questo mondo ci sono cose insopportabili. Per accorgersene bisogna cercare, cercare bene” e l’atteggiamento peggiore è l’indifferenza, quel cieco individualismo che ci fa chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie grandi e sottili. Così il trattamento ostile nei confronti degli immigrati, dei rom, degli extracomunitari deve spingere all’indignazione. Per questo Hessel dice ai giovani “prendete il testimone e indignatevi!”. Il testimone è quello dei valori della Resistenza. “Auguro a tutti voi di trovare il vostro motivo per indignarvi. È prezioso. Quando qualcosa è fonte di indignazione, come è successo a me con il nazismo, allora si diventa militanti, forti e impegnati”! Ed ecco per Hessel che la frontiera del cambiamento passa attraverso una “insurrezione pacifica”: importante è la via della non-violenza, attraverso cui cambiare il sistema economico, che metta fine al conflitto israelo-palestinese (Hessel ha polemizzato fortemente con il governo israeliano sulle vicende di Gaza), e che metta un freno al declino della nostra società. Quella di Hessel quindi è una visione politica aperta alla speranza: ”Créer, c’est Resister. Resister, c’est créer”! Da RAINews24 Blog L’ira del Quirinale Giorgio Bruscia I l 12 di febbraio “il Giornale” scriveva: “È puntualmente accaduto. Il primo grosso attrito sulla festività del 17 marzo si è registrato a Bolzano. Il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, ha infatti annunciato che la sua giunta non festeggerà i 150 anni dell’Unità d’Italia. La cosa non è piaciuta a nessuno, dall’Adige in giù. Tantomeno a Giorgio Napolitano. Il Quirinale ha, infatti, diffuso una nota molto critica nei confronti del governatore» Credo che Durnwalder abbia tutte le ragioni del mondo per non festeggiare. E credo che si ponga da parte nostra la necessità di affrontare la vera questione, che non è tanto la partecipazione alla giornata del 17 marzo, ma della “pretesa minoranza austriaca” che è presunta solo nella mente di chi non conosce veramente il Sud Tirolo e la sua gente. L’Austria è un Paese amico, la bandiera UE ci accomuna: perché non facciamo tornare a casa questo pezzo di Austria conquistata a cannonate ormai un secolo fa? In verità, questa gente, per accordi sottoscritti e non rinegoziabili perché garantiti da Costituzione ed organi sovranazionali, ci costa qualcosa come oltre 2.000 euro procapite oltre al 100% delle imposte che già trattengono. Francamente è un lusso che nemmeno una potenza ex coloniale che non siamo, si potrebbe permettere. Luis Durnwalder, il NON italiano, si becca 26.700 euro di stipendio mensile dall’Italia. In più, se non bastasse, ci prendiamo anche gli sputi in faccia. Siccome l’autodeterminazione dei popo- li non è una barzelletta, si faccia questo referendum e che la minoranza di lingua italiana sia tutelata secondo le regole che la UE impone a tutti. Ma finiamola con questa farsa. Qualcuno potrebbe chiedere a questi sedicenti indipendentisti allo speck e alla polenta perché non si decidono a chiederlo questo referendum? Oppure comincino ad essere gandhiani rifiutando i soldi di Roma coloniale e ladrona, ci facciano vedere cosa sanno fare da soli. Così la finiamo di avere spaccati i “cabasisi” da questi pagliacci che fanno i razzisti con l’Italia che li mantiene, ma si beccano i bei soldini che così voluttuosamente si intascano. E sia chiaro che è per il bene di tutti. Bolzano città è già oggi una enclave italiana in terra straniera. Apartheid nelle scuole, nel lavoro pubblico, nei servizi pubblici ... mettiamo fine allo scempio o aspettiamo il 2018 per il centenario della Vittoria per accorgerci che per i pronipoti dei Tiroler Kaiserjaeger siamo sempre occupanti? È sempre più deprimente questo Paese, un luogo assurdo dove non si riesce a mettersi d’accordo nemmeno per una ricorrenza importante come questa. I leghisti lavorano (penoso Maroni l’altra settimana da Fazio, con quel ghigno da furbetto), la Marcegaglia ha paura di perdere quattro soldi, gli altoatesini non si sentono italiani, ma i soldi li prendono, ci si è messo perfino qualche preside. In un anno nel quale per combinazione non ci saranno né festività né ponti, sarebbe il caso di fare meno storie, visto che la prossima volta capiterà fra altri 50 anni. Chissà che per bicentenario non saremo un Paese leggermente più maturo. 1946, Valle d'Aosta tra Autonomia e Annessionismo Paolo Gianfranceschi Gianni Torrione, assieme al giornalista Romano Dell'Aquila e al segretario del SAVT Guido Corniolo, hanno dato il vita alla serata, il 23 febbraio scorso, alla serata di presentazione dell’ultimo libro di Gianni Torrione ("Tàppa lo ba-buttalo giù". 1946, Valle d'Aosta tra Autonomia e Annessionismo) con la presentazione di due brevi filmati inediti, eseguiti da cineoperatori francesi, proiettando così i numerosi Gignolen presenti nel clima molto teso di quel 1946. Usando, poi una tecnica narrativa di taglio giornalistico hanno messo in luce aspetti poco conosciuti, se non addirittura dimenticati ad arte per opportunità politiche. Gianni Torrione ha voluto evidenziare che il libro è una cronaca giornalistica, e non è un libro storico, che vuole far riflettere su come è andata la vicenda dell'autonomia e dell'annessionismo, quali sono stati i protagonisti, da una parte e dall'altra, e quali risultati ha prodotto questo sistema di autogoverno. Noi oggi godiamo di un certo benessere perché, obiettivamente, l'autonomia non è stata un privilegio, come ha detto qualcuno, ma un modo per sentirci maggiormente valdostani dandoci la possibilità di autoamministrarci. "Tàppa lo ba" è un espressione in patois, che significa "Buttalo giù" e che fa riferimento alla tentata "defenestrazione" dell'allora presidente del consiglio valle Federico Chabod quando il 26 marzo 1946, con una manifestazione venne chiesta la "garanzia internazionale dei diritti del popolo valdostano" che portò le dimissioni dello stesso Chabod. buon compleanno Italia a cura di MAURIZIO PITTI Corriamo con Chiamparino, ma in Valle… Dopo il nostro segretario Donzel anche il Sindaco di Torino Chiamparino e l’Ass. della Regione Piemonte Coppola (seppur della Lega alle volte il buon senso prevale) non hanno saputo resistere al fascino di correre indossando una delle nostre magliette tricolori. Una bella soddisfazione per una piccola manifestazione che ci fa vedere come sia forte la voglia di sentirsi italiani e di riappropriarsi di quel senso di appartenenza, che forse non è altro che senso civico, che negli ultimi tempi sembra un po’ essersi sbiadito. È così che prosegue l’iniziativa “150 mezze maratone dell’Unità” che ci vede impiegati (io, Franco oltre ai numerosi amici che sempre ci seguono) a correre la distanza di 21 km sino al 2 giugno. Devo dire che sin qui la manifestazione al di là delle aspettative iniziali ha avuto un buon eco mediatico. Infatti non passa settimana che uno o più giornali, televisioni o radio non ne parlino o non prendano spunto per una discussione. Ebbene, cosa significa tanta attenzione? Ho provato a darmi delle risposte. Innanzi tutto sono convinto che l’idea sia effettivamente bella, curiosa e originale: abbinare un tentativo di record sportivo con qualcosa di più profondo e intenso che risveglia il sentimento di appartenenza alla società (altamente simbolico in tal senso è l’indossare la maglietta tricolore). Vi sono poi tutti quegli eventi collegati all’iniziativa che essendo anch’essi originali sono un richiamo per i media locali. Penso alle scuole che ormai settimanalmente escono esponendo i loro lavori sulla storia locale oppure penso anche soltanto al fatto che in poco più di due mesi il nostro tracciato sia stato percorso da circa 1000 persone. Queste sono in sintesi le prime risposte che mi sono dato alla domanda sul perché di tanta attenzione, risposte che però mi portano immediatamente su un altro fronte. Devo infatti constatare una certa indifferenza da parte delle istituzioni a noi più vicine. Una indifferenza di cui però stento a comprenderne le motivazioni. Si è detto che in Valle i 150 anni di unità sono una ricorrenza poco sentita e di come sia invece più avvertita la ricorrenza dello Statuto. Benissimo, si festeggi lo Statuto (noi personalmente sabato 26 febbraio scorso abbiamo corso con la coccarda rosso nera appuntata sulla maglietta tricolore), ma non restiamo indifferenti o peggio ancora non avversiamo una ricorrenza storica che fa parte della nostra storia e della biografie individuali di ciascuno di noi: valdostani, piemontesi, toscani o siciliani. Decine di persone colorate di verde, bianco e rosso che corrono per la valle non devono far paura o provocare indifferenza, il nostro intento non è di contrapporci, è semplicemente quello di fare una festa per tutti, chi ama la corsa e chi no, chiedendo semplicemente di non dimenticare di essere parte di un mondo più grande che va ben oltre i confini della nostra bella Valle d’Aosta.