Mktg management Fonte: Le nuove frontiere del mktg nel turismo, a cura di G. Dall’Ara, ed. Franco Angeli ECONOMIA E MARKETING DEL TURISMO (SECS-P/08) (LTPGT) a.a. 2009/2010 Stefan Marchioro LA SEGMENTAZIONE La segmentazione • Attività strategica per eccellenza • Individua submercati con caratteristiche diverse per consentire alle imprese maggiori margini di profitto • Studi di Chamberlin sulla concorrenza monopolistica Politiche di discriminazione L’esistenza di differenze tra i consumatori, quali: Una diversa sensibilità alle variazioni dei prezzi Differenti livelli di informazioni Diversità di gusti e aspettative riguardo al prodotto È all’origine della possibilità di fare politiche di discriminazione che, limitando il grado di concorrenza, tornano a beneficio dei produttori Diversità tra le preferenze dei consumatori diversa sensibilità agli stimoli del mercato diverso atteggiamento nei confronti del prodotto Premessa logica alla segmentazione Esistenza di un mercato composto da consumatori diversi tra loro Bisogni Percezioni Comportamenti di acquisto ma raggruppabili in insiemi eterogenei, “ciascuno dei quali richiede per soddisfare le proprie esigenze, differenti mktg mix” (Collesei, 1999) segmentazione suddivisione del mercato in gruppi distinti di consumatori, omogenei al loro interno in quanto a motivazioni e comportamenti. strumento indispensabile per l’individuazione del target-group Uno o più segmenti di mercato – uno o più sottoinsiemi di consumatori individuati grazie alla segmentazione – Possono essere assunti come “mercato bersaglio” delle attività di mktg Vantaggi della segmentazione • Analisi delle tendenze che emergono nei vari mercati • Prodotti che rispondono alle esigenze della domanda • Attività di comunicazione coerenti con i pubblicibersaglio • Scelta dei media con criteri più adeguati • Investimenti in attività promozionali e di mktg mirati ed efficaci (Yankelovich, 1964) Requisiti di un segmeto • Omogeneità • Accessibilità, di alcune caratteristiche di comportamento dei consumatori che compongono il segmento misura in cui si può raggiungere il segmento con gli strumenti che il mktg mette a disposizione di quella determinata impresa • Misurabilità si intende sia la dimensione che il grado di conoscenza delle caratteristiche del consumatore, tale da permettere di impostare le strategie di mktg • Stabilità • Attrattività/rilevanza dei comportamenti, per un certo intervallo di tempo di dimensioni tali da assicurare ritorni soddisfacenti all’investimento dell’azienda, con un potenziale di espansione, non superaffollato di concorrenti e che presenta bisogni insoddisfatti che possono creare un’opportunità per l’azienda • Praticabilità prescelti (Kotler, 2001) possibilità per l’impresa di impostare programmi di mktg efficaci per ottenere e servire i segmenti La scelta delle variabili attraverso le quali segmentare il mercato deve essere, al tempo stesso, coerente con gli obiettivi che ci si propone di raggiungere, e pur sempre una scelta soggettiva, intuitiva e creativa Cozzi e Ferrero, 2000 La segmentazione geografica Chi comunica l’esistenza di un nuovo prodotto sa che è più vantaggioso e preferibile comunicare con chi realisticamente può acquistare quel determinato prodotto Ad es. affiggere manifesti pubblicitari In città anziché in campagna Nei quartieri centrali anziché quelli periferici Il mercato è diviso in Stati Regioni Città (a loro volta divise in base al numero degli abitanti) Molti piani di mktg turistico si basano esclusivamente su tali criteri di segmentazione anche se si tratta di criteri che riescono a dire ben poco dei consumatori Le variabili socio-demografiche • • • • • • Età Sesso Reddito Occupazione Dimensione della famiglia Grado di istruzione Limiti dei criteri demografici Si basano sulla premessa che i singoli gruppi demografici siano entità relativamente omogenee, “così si sente parlare della donna lavoratrice come se tutte le donne lavoratrici fossero somiglianti”, oppure dell’anziano, del teeneger, del ricco. È il c.d. mito dell’omogeneità (Ziff, 1977) Si basano su una serie di medie statistiche, per le quali il consumatore di un dato prodotto ha tra i 30 ed i 40 anni, vive in una piccola città, in periferia, possiede 1,2 automobili, è sposato con due figli, ha 1,5 tv.. Info che risultano di poco significato Forniscono poche info utili a chi si occupa di comunicazione, di pianificazione e ricerca di nuovi prodotti I prodotti da lanciare? I bisogni insoddisfatti? I criteri di Yankelovich, 1964 Il valore, che permette ad esempio di individuare persone che comprano sulla base dell’aspetto economico, persone interessate ad un aumento di prestigio, persone interessate al miglior rapporto “value for money” Gli aspetti estetici, che permettono di segmentare in base alle preferenze relative allo stile, all’aspetto costoso o all’opposto “pulito”, dei prodotti “Una volta scoperti i modi più vantaggiosi per segmentare il mercato, si sono già poste le fondamenta di una solida strategia di mktg” La sensibilità al cambiamento che distingue i consumatori fedeli da quelli infedeli Lo scopo ricercati e i vantaggi Questi aspetti possono non avere dei correlativi demografici, ma possono risultare utili per segmentare il mercato La segmentazione per Stili di Vita Essa tende a creare gruppi la cui omogeneità si fonda a partire dalla somiglianza delle personalità dei soggetti che ne fanno parte, il che significa la condivisione di valori, attività, interessi, opinioni, atteggiamenti (Di Nallo, 1997) L’adesione da parte di un individuo ad uno stile di vita, il più delle volte avviene in modo inconsapevole e non razionalizzato Creativi e copywriter possono, grazie a queste ricerche, trovare più facilmente materiale ed argomenti vicini agli interessi del pubblico bersaglio, e il “tono” delle campagne può anch’esso essere deciso con un miglior orientamento alla domanda Lo Stile di Vita (Fabris, 1995) “diviene un importante ordinatore e semplificatore della nostra esistenza perché rende disponibili criteri sufficientemente chiari, anche se non prescrittivi, per districarsi nel labirinto delle scelte” “è la più rilevante fonte di influenza nella determinazione delle scelte di consumo” “l’adozione di uno stile di vita forgia ben al di là di quanto potrebbe essere ipotizzabile: nel senso che si estende anche alle scelte che non hanno un rilievo sociale” Critiche agli Stili di Vita Si contesta che gli stili di vita rimangano stabili passando da un prodotto ad un altro. I risultati delle ricerche non permettono di generalizzare. Si contesta che gli stili di vita siano espressione degli obiettivi di vita di una persona e “sembra altamente improbabile che la scelta di un deodorante spray sia fortemente collegata a un dato obiettivo di vita” Si contesta il collegamento tra valori e comportamento dei consumatori e la stessa stabilità dei gruppi di riferimento che in tal modo emergono (Gerken, 1995) Si contesta che i gruppi esistano nella realtà come entità oggettivamente riconoscibili poiché si tratta di “ipotesi di lavoro” (Calvi, 1995) Il concetto di stile di vita è problematico da un punto di vista scientifico Obiezioni sia con riguardo alla metodologia che al ragionamento tautologico che li genera: “il ricercatore chiede per es. se gli piace il sole, la spiaggia ed il mare, poi li classifica come tipi da spiaggia e mare” Gli stili di consumo “Sono aree differenziate tra loro per criteri diversi, non riconducibili ad un denominatore comune, la distinzione l’una dell’altra non è demarcata una volta per tutte, è bensì mobile e mutevole. I consumatori entrano in una bolla (o in uno stile), vi sostano per un certo periodo e ne escono per entrare in un’altra” (Di Nallo, 1997) Gli stili di consumo restano esterni al consumatore il quale, per così dire, li può indossare e cambiare rapidamente Gli stili di vacanza Nel turismo gli stili di consumo rimandano agli stili di vacanza, analizzando i quali si può facilmente constatare come una stessa persona, anche a breve distanza temporale, possa effettuare vacanze completamente diverse, passando dallo stile di vacanza classico “sole e mare” a stili che prevedono esperienze estreme La segmentazione per comportamenti I consumatori sono classificati sulla base di ciò che i consumatori fanno, o meglio “ della conoscenza che mostrano di un dato prodotto, del loro atteggiamento nei suoi confronti e dell’uso che ne fanno” (Kotler, 2001) Raggruppare le persone in base a quante volte vanno in vacanza in un anno, in quali periodi, in base al grado di fedeltà ad una destinazione, o in altre parole in base all’intensità di acquisto di un prodotto, alle occasioni di acquisto, alla fedeltà ad una marca, ma anche alle modalità di consumo, ai vantaggi ricercati, sono tutti criteri che rientrano nella segmentazione per comportamenti Distinzione di Cozzi e Ferrero, 2000 • Modalità e frequenza d’uso, ad es.: disponibilità all’acquisto (consapevole, non consapevole, interessato, intenzionato a comprare, primo acquisto, acquisto regolare..) • Fedeltà alle marche, ad es.: fedeli o infedeli • Percezione dei benefici associati all’uso del prodotto Limiti della segmentazione per comportamenti “La segmentazione per comportamenti suddivide il mercato in base a ciò che i consumatori fanno, poco preoccupandosi delle motivazioni e degli obiettivi che sottostanno a tali comportamenti” (Di Nallo, 1997) Così si rischia di considerare come appartenenti agli stessi segmenti anche consumatori che hanno bisogni e desideri completamenti diversi Segmentazione individualizzata L’esigenza di individuare segmentazioni sempre più ridotte, di nicchia, fino a considerare segmenti composti da un solo consumatore È questo anche l’approccio del mktg relazionale che considera ogni cliente, o almeno ognuno dei principali clienti, come mercato a sè IL POSIZIONAMENTO Posizionare Significa definire lo spazio che un prodotto o una marca occupano, di norma, nella mente di un gruppo di consumatori, rispetto a prodotti o marche concorrenti. “Occorre valutare la posizione che il prodotto o la marca occupano nell’insieme evocato, ossia tra le alternative di scelta percepite dal consumatore, tra le quali lo stesso consumatore, spesso inconsapevolmente, effettua valutazioni comparate, preferendo quella che più si avvicina, per l’insieme dei benefici che il consumatore le attribuisce, a ciò che sta cercando” Cozzi e Ferrero, 2000 Gerken, 1994 • La più importante tecnica di pianificazione del mktg tradizionale Mc Kenna • Al centro di ogni buona strategia di mktg Il posizionamento Ries e Trout, Advertising Age, 1972 Il consumatore organizza nella sua mente i prodotti per categorie, “scale mentali”, all’interno delle quali vi è posto per poche informazioni relative a pochi prodotti (< 7) Il posizionamento riguarda quello che si fa verso la mente del target Per il posizionamento, le modifiche di prodotto sono sostanzialmente modifiche di cosmesi, cioè attività di comunicazione, di immagine, interventi sul prezzo o sulla confezione • Le informazioni accolte dalla mente dei consumatori sono classificate su vari scalini della “scala mentale”: un prodotto o una marca su ogni scalino. • Occorre essere selettivi nella comunicazione ed ipersemplificare i messaggi, ma il modo più efficace per ottenere un buon posizionamento è quello di essere i primi in qualche cosa e riuscire coerentemente a comunicare per primi questa posizione Strategia • Individuare la posizione da occupare • Comprendere appieno il processo della percezione • Costruire la mappa mentale dei consumatori rispetto ad una certa tipologia di prodotti • Abbinare, ad un prodotto o ad una marca, o far scattare, alcune associazioni mentali Il nome del prodotto o del servizio il nome rappresenta il gancio a cui si appende la marca sulla scala del prodotto, nella mente del potenziale cliente Un nome ha la capacità di far scattare delle associazioni mentali e pertanto di contribuire decisamente al posizionamento del prodotto Nomi sbagliati hanno contribuito a far uscire prodotti dal mercato Consigli per la scelta di un nome • Facile da pronunciare • In grado di creare associazioni mentali immediate ed efficaci • In grado di dare una personalità distintiva al prodotto Sono decine di migliaia i nomi ed i marchi registrati Mappa di posizionamento dell’azienda • Posizionarsi sulla base di attributi o caratteristiche , visti nell’ottica dei consumatori e comunicati di conseguenza • Posizionarsi sulla base di vantaggi proposti si parte dall’analisi di un mercato e dalla capacità che l’offerta ha di soddisfare determinati bisogni, offrendo plus e vantaggi che il consumatore si attende di ricevere dal prodotto. Questo posizionamento si basa sulla convinzione che il consumatore ricerca benefici e non attributi anche perché spesso non può conoscere quale attributo possa produrre il beneficio che richiede • Posizionarsi in base alle occasioni d’uso o agli utilizzatori si pensi ad es. all’albergo preferito dagli enoturisti o alle vacanze per la terza età o al ristorante per matrimoni • Posizionamento competitivo si sostiene che il posizionamento sia sempre competitivo quando le persone pensano ad una meta sono portate a vederla in confronto ad altre concorrenti nel prezzo, nei servizi, nell’accessibilità, nel rapporto prezzo/qualità. Ma anche nelle attività di comunicazione: andare controcorrente o fare più rumore della concorrenza sono due consigli di Ries e Trout • Posizionamento sulla base della specializzazione se viveste in una piccola cittadina amenricana persa in un remoto angolo dell’ovest ci sarebbe un unico negozio con la scritta general store. Davanti ci sarebbe il distributore e all’interno venderebbero di tutto.se invece viveste a New York e apriste un general store come quello andreste rapidamente in fallimento. In altre parole più è vasto il mercato e più bisogna essere specializzati • Posizionamento in base alla tradizione secondo Ries la tradizione può riuscire a superare l’ingorgo delle comunicazioni visto che buona parte dei consumatori ricorda le vecchie campagne o le vecchie icone. Dunque il vecchio può essere ancora nuovo e contribuire ad un buon posizionamento • Posizionamento in base alle radici nel settore turistico un contributo strategico è quello del posizionamento basato sul locale, la tipicità, gli aspetti di rarità del territorio e dell’ambiente o della storia Vantaggi per l’azienda • Valutare la posizione occupata dai prodotti concorrenti • Identificare altre opportunità, in altre aree scoperte della mappa • Valutare eventuali azioni o strategie di riposizionamento • Il posizionamento di un prodotto o di un’azienda non è un’operazione da farsi una tantum • È un processo continuo che richiede continui interventi Errori comuni nell’applicazione operativa del posizionamento • La scelta di una posizione confusa, indistinta, di tutto un po’; in un mercato ricco di concorrenti non si può essere troppo diversificati e sfuocati, piuttosto occorre avere una missione precisa e riuscire a comunicarla • La scelta di una posizione poco credibile Estensione di linea • Ampliare una linea di prodotti pone ai consumatori dei problemi di messa a fuoco • Chi è leader in un settore estendendo la propria linea rischia di non farsi percepire come tale in altri settori e finisce con avviare una comunicazione che perde progressivamente di significato Applicazione del concetto di posizionamento alle destinazioni e ai territori Secondo Caroli, la scelta del posizionamento di un’area geografica deve essere basata su quattro elementi: 1. Vocazione, cioè l’insieme delle condizioni storiche, sociali, culturali, economiche che caratterizzano un territorio 2. Ambiente, cioè le componenti fisiche dell’area 3. Capacità che consentano di mantenere le promesse 4. Coerenza tra le diverse componenti del sistema territoriale MARKETING MIX Mktg mix Un insieme di variabili Alla base del concetto di mktg mix vi è la convinzione che ogni azienda possa: controllabili che l’azienda miscela allo - decidere le caratteristiche del prodotto servizio che intende collocare nel scopo di produrre le mercato, il prezzo e le modalità di risposte necessarie al distribuzione e promozione mercato obiettivo. - decidere come bilanciare la combinazione di tutti questi fattori, (Kotler, 1983) nella propria strategia operativa Il concetto di mktg mix è stato il risultato di un’analisi delle esperienze maturate direttamente sul campo delle aziende Mktg mix 4P Neil Borden, fine anni ‘40 Jerome Mc Carthy Le 4 leve del mix Prodotto Distribuzione Promozione Prezzo Ognuna delle leve del mktg mix è composta da elementi che possono essere a loro volta mixati Le 4P_Fonte: adattamento da P. Kotler, “Il megamarketing: l’arte di gestire l’ambiente”, in Il Millimetro, n. 100, 1988 Product Price Place Promotion Caratteristiche Prezzo di listino Canali Pubblicità Servizi Sconti e commissioni Copertura Promozione vendite Opzioni Commissioni Punti vendita Mktg diretto Qualità Agevolazioni Opportunità di mercato Relazioni pubbliche Stile Condizioni e termini Tempi di di pagamento distribuzione Agevolazioni Prezzo psicologico Luogo e accessibilità Marca Garanzie Le 4P hanno lo stesso grado di importanza agli occhi dell’analista di mktg e sono collocate sullo stesso piano gerarchico Intervenire sul mktg mix con una manovra significa modificare la sua configurazione, coordinandola, bilanciandola, rispetto agli obiettivi: ogni leva è in relazione con le altre ed ogni modifica finisce per influenzare gli altri elementi che lo compongono PRODOTTO Prodotto Ciò che può essere proposto ad un mercato allo scopo di soddisfare bisogni o desideri Bene che ha caratteristiche fisiche, tangibili Serie di servizi immateriali Distinzione suggerita da Levitt, 1981 Prodotto generico è la cosa fondamentale e sostanziale senza la quale non vi è possibilità di partecipare al gioco del mercato. È il volo aereo proposto dall’agenzia di viaggio, il vitto offerto dal ristoratore e l’alloggio dell’albergatore, sono gli appartamenti da affittare di una residenza turistica.. Ma il cliente si aspetta di più Prodotto atteso incarna le aspettative minimali del cliente, le attese spontanee come l’assistenza in una escursione, i tempi di pagamento.. Se l’ufficio di un’agenzia di viaggio è malandato e cadente si può dire che ciò compromette l’acquisizione di una nuova clientela Prodotto integrato permette al produttore di ampliare le attese dei clienti offrendo loro più di quanto non siano abituati a ricevere Prodotto potenziale cioè tutto ciò che è fattibile per attrarre e conservare la clientela. Mentre il prodotto integrato si riferisce a ciò che è stato o ancora si sta facendo, quello potenziale incarna ciò che resta da fare, vale a dire ciò che è ancora possibile fare I livelli di prodotto di Kotler, 2001 Il livello base è dato dal prodotto “essenziale”, che è costituito dai vantaggi essenziali che il prodotto dovrà offrire al consumatore. Quando un consumatore acquista una vacanza, cosa acquista davvero? Il prodotto “effettivo”, che è dato dalle sue caratteristiche, dalla marca, dalla qualità Il prodotto ampliato che si ottiene aggiungendo ulteriori vantaggi e servizi per il consumatore. Il prodotto ampliato Kotler sottolinea che oggi la competizione avviene in genere a livello di prodotto ampliato Questo punto di vista trova diverse conferme nei comportamenti dei consumatori che, abituati da tempo a convivere con un ampia scelta di prodotti sembrano chiedere alle aziende qualcosa di più di quello che è stato definito l’”egoismo di prodotto” Non a caso molti prodotti hanno il fascino o sono di successo per il loro plusvalore etico o per il rispetto dell’ambiente Il prodotto è la componente dell’immagine Il prodotto in sé è già un messaggio. Per il servizio che offre, per le forme che ha, per il nome che porta, per la veste che indossa, ogni prodotto prima ancora di qualsiasi campagna pubblicitaria si presenta sulla scena attrezzato (Frontori, 1986) Nelle società moderne il mondo dei prodotti vede dissolvere la propria fisicità per trasformarsi in produzione di simboli, di significati, di simulacri, insomma la produzione si dematerializza (Fabris, 2008) Il prodotto nel turismo Prodotto Offerta OFFERTA un patrimonio naturale o generale, con potenzialità inespresse o solo in parte espresse e di norma non utilizzabili a fini turistici. Nello specifico del turismo un’offerta non è necessariamente un prodotto turistico; non tutte le risorse naturali hanno visitatori o sono immediatamente proponibili al “mercato” senza interventi ad esempio in termini di: -Logistica e/o accessibilità,che sono le precondizioni perché si possa parlare di prodotto; -Sistema di valori sul quale il prodotto si fonda; -Valore per un mercato: l’offerta come “oggetto di desiderio”; -Volontà (condivisa) e risorse: un progetto realistico e fattibile; -Commercializzazione e comunicazione adeguata, affinché la domanda possa reperire il prodotto. Il prodotto non è prodotto se non è venduto. PREZZO Il Prezzo Sta ad indicare quanto un Senza la cultura del mktg mix le aziende sarebbero facilmente consumatore deve schiave della variabile prezzo, spendere per ottenere considerata a lungo come la un prodotto. decisione più importante, se non È l’unica leva del mktg mix l’unica, in grado di in grado di produrre attirare/stimolare la domanda. ricavi. Legame tra decisioni sul prezzo e obiettivi Si sostiene che le decisioni sul prezzo sono particolarmente ardue nella fase di introduzione di un prodotto nel mercato e quando le circostanze esterne, ad esempio la concorrenza, impongono di doverlo variare. Laicizzazione del prezzo Fabris (2003) sostiene che il consumatore sia sempre meno disponibile a fare rinunce sul fronte della qualità. Struttura dei mercati La Piramide L’altezza della piramide indicava il livello dei prezzi, la base il livello venduto. A mano a mano che ci si approssimava al vertice aumentavano i prezzi e diminuivano i volumi. Ieri Il Salvadanaio, con una base ridotta ed un rigonfiamento al centro Circoscritto era il settore caratterizzato da prezzi alti. La Clessidra È nella fascia dei prezzi medi che si registra una maggiore sofferenza e contrazione delle vendite Oggi Il prezzo Risultato Fattore Il prezzo è il risultato (spesso provvisorio) di valutazioni che si svolgono in condizioni di incertezza e di rischio, assumendo obiettivi di redditività ritenuta soddisfacente almeno nel medio-lungo periodo, anziché obiettivi di massimizzazione del profitto a breve termine (ossia a strutture date) (Cozzi e Ferrero, 2000) Il prezzo è anche uno dei fattori chiave per differenziare una proposta, per posizionarla o per segmentare una linea di servizi, pratiche queste molto diffuse anche nel settore del turismo e dell’ospitalità DISTRIBUZIONE Place Tutte le attività che l’azienda mette in essere allo scopo di rendere facilmente reperibile un prodotto in un mercato. Le scelte dei canali distributivi, la location dei servizi e la sua accessibilità sia fisica che psicologica, sono ritenute n fattore decisivo anche nel mktg dei servizi e del turismo come anche nel mktg dei prodotti DISTRIBUIRE: permettere al potenziale cliente di entrare in contatto con il produttore e rendere il prodotto facilmente reperibile al potenziale acquirente, raggiungere questi obiettivi richiede l’utilizzo di forme e strumenti, la scelta dei quali ha delle evidenti conseguenze sul piano della competitività Canali di distribu -zione Luoghi Tempi di distribuzione • diretti • indiretti • I mercati nei quali essere presenti • Le opportunità alle quali può essere opportuno prendere parte • Quando avviare la strategia di distribuzione scelta Scelta del mktg mix Fase di ricerca Fase di adattamento commerciale L’utilizzo di strumenti di distribuzione (come in parte può essere considerato Internet), di luoghi di distribuzione (come un mercato lontano), di opportunità di distribuzione (come una Fiera), e di canali di distribuzione (come un T.O.), possono comportare una revisione dei prodotti, dei prezzi, dell’immagine, dei tempi di pagamento.. Fattori di influenza: • Le caratteristiche dei consumatori, il grado di utilizzo del sistema intermediario; • Le caratteristiche del sistema intermediario quali la capillarità, la copertura del mercato, la professionalità, l’efficienza, l’immagine, la gamma dei servizi offerti, la rapidità del servizio, i vantaggi offerti; • Il costo e quindi la convenienza economica; • Le caratteristiche delle destinazioni e dei prodotti offerti, quali la distanza, il grado di semplicità logistica ed organizzativa, l’assortimento, l’assistenza. Strategie distributive Strategie di distribuzione intensiva, che consiste nel raggiungere un’elevata copertura del mercato, distribuendo i servizi a tutti gli operatori intermediari disponibili; Strategie di distribuzione esclusiva, che consiste nell’individuare un numero ristretto di distributori vincolati a vendere solo i servizi di uno o più operatori, ad esclusione di altri, concorrenti; Strategie di distribuzione selettiva, che si ha allorquando si individuano in base ad alcuni criteri un numero ristretto di distributori. COMUNICAZIONE Comunicazione È data dall’insieme dei messaggi che una impresa indirizza al pubblico qualunque sia il tipo di supporto. (Eiglier, Langeard, 1993) Con tale termine il mktg intende descrivere i vari metodi attraverso i quali un’azienda comunica con il mercato COMUNICAZIONE DI MKTG L’insieme dei segnali emessi dall’impresa verso i diversi pubblici a cui si rivolge, i segnali cioè indirizzati ai clienti, distributori, fornitori, azionisti, istituzioni pubbliche, nonché quelli trasmessi dall’azienda al proprio personale (Lambin, 1994) Il mix di Comunicazione Pubblicità Relazioni Pubbliche Direct Marketing Promozione alle vendite Consiste nella gestione ottimale degli strumenti di comunicazione, definendone la “miscela” o il “dosaggio” Aspetti di carattere generale: l’immagine • Ogni persona, azienda, prodotto ha un’immagine e l’immagine comunica aspettative • L’immagine può essere considerata come la rappresentazione di “credenze” o “valori” che diversi soggetti possono costruirsi circa una particolare azienda o prodotto (Desinano, 1997) • Gli aspetti di comunicazione concordano nel ritenere che se l’immagine è positiva essa costituisca un vantaggio. Se l’immagine è poco nota o è negativa o non corretta, c’è un problema di comunicazione. Il problema è come gestire l’immagine Aspetti di carattere generale: il codice • • • Un messaggio per poter essere comunicato deve essere codificato, assuma cioè una forma “Codificare e dare forma per l’azienda significa conoscere le caratteristiche del pubblico al quale si rivolge, in modo da poter usare dei linguaggi che siano interpellabili (intellegibili e conoscibili) da parte del destinatario (…). Dopo il processo di codifica dei messaggi, essi possono essere trasmessi operativamente dai vari mezzi o canali di comunicazione che costituiscono gli imprescindibili intermediari tra l’impresa e il pubblico (Barrese, 1982) Il codice può essere considerato come un presupposto ed una condizione per l’esistenza di un messaggio ed il suo successo è legato alla capacità del destinatario di decodificarlo, cioè di percepirlo e di farlo proprio I 5 componenti del processo di comunicazione 1. La sorgente che emette uno o più messaggi rivolti ad un destinatario; 2. Un trasmettitore che trasforma il messaggio in una forma adatta alla trasmissione sul canale di comunicazione; 3. Un canale di comunicazione che rappresenta il mezzo impiegato per trasmettere ilsegnale dal trasmettitore al ricevitore 4. Il ricevitore che compie la trasformazione inversa rispetto a quella del trasmettitore, ricostruendo il messaggio a partire dal segnale ricevuto; 5. Il destinatario che rappresenta il soggetto cui è diretto il messaggio originato dalla sorgente (Desenano, 1997) Perché il messaggio sia efficace occorre che il processo di decodifica sia in armonia con quello di codifica dell’emittente COMUNICAZIONE EFFICACE: scelta del pubblico bersaglio, individuazione obiettivi della comunicazione, Studio del messaggio da emettere, individuazione canali più opportuni, misurazione dei risultati ottenuti FEED BACK “quella sezione di processo di comunicazione che fa sì che le comunicazioni apportate nel destinatario dal messaggio vengano rinviate all’emettitore che ha così modo di correggere le proprie successive comunicazioni”. Barrese, 1982 Disturbi che possono pregiudicare l’esito della comunicazione • I rumori, cioè le distorsioni subite dai messaggi a causa ad esempio delle attività di comunicazione dei concorrenti o della debolezza stessa dell’attività di comunicazione avviata • Le dispersioni, di qualità cioè le possibili riduzioni o abbassamenti Canali di comunicazione • Canali di comunicazione personali, inquesto caso due o più persone comunicano tra di loro direttamente, face to face o telefonicamente o in altro modo ancora (Internet, mailing); • Canali di comunicazione non personali, come i giornali, la TV, i mezzi espositivi, gli eventi. La scelta del canale influenza la risonanza del messaggio Il funzionamento dei mezzi di comunicazione Non si tratta di un semplice processo a due stadi, dai mass media al pubblico. L’efficacia del processo di comunicazione è basata su di una rete complessa di influenze capillari, personali e sociali e si presenta come un flusso di comunicazione a stadi multipli. Tra il “mezzo” ed il pubblico esistono in particolare i c.d. leader molecolari, quelli più vicini all’ambito dei consumatori ed in quanto tali considerati da quest’ultimi come fonti attendibili (Lazarsfeldt, Katz, 1968) Principi chiave di una strategia di comunicazione La strategia deve essere concepita in modo tale da riuscire ad adattarsi a tutte le variabili del mix di comunicazione (pubblicità, promozione, relazioni pubbliche) Una strategia di comunicazione deve essere scritta e deve diventare un valore accettato dalle persone coinvolte Principio di esistenza Principio di declinazione Principio di continuità Una strategia di comunicazione deve essere considerata un investimento nel tempo, deve essere concepita per durare fino al punto di contribuire a dare personalità ad un’impresa o ad un prodotto Principio di realismo e di coerenza Principio di differenziazione È anche grazie alla comunicazione che un prodotto o un’azienda vengono viste con la loro identità diverse dalle concorrenti Il principio in questione è relativo sia agli obiettivi che devono essere realistici, che ai mezzi per raggiungerli, che non devono essere sproporzionati Principio di chiarezza Le idee semplici sono sempre quelle che contribuiscono di più a creare una comunicazione forte e chiara Analisi della comunicazione turistica -In considerazione dell’immaterialità del “prodotto” L’attenzione della comunicazione è sempre stata marcata ed ha finito con il produrre uno sbilanciamento del mktg verso la comunicazione e del mix di comunicazione verso la pubblicità Una attenzione all’immagine sbilanciata sugli aspetti della pubblicità, della grafica e della cosmesi, ha portato a lungo a sottovalutare la componente più importante dell’immagine sia la realtà. “Dato che l’immagine è realtà, se la comunicazione al mercato non corrisponde alla realtà, la realtà normalmente vince” e le attività di comunicazione che non si basano sulla realtà finiscono per creare soltanto delle aspettative (Gronros, 1994). La pubblicità La pubblicità è oggi lo strumento più utilizzato per creare consapevolezza (awareness) dell’esistenza di determinati prodotti Una forma di comunicazione invadente, il cui destino è quello di imporsi senza essere desiderata (Vecchia, 1995); Una forma di comunicazione a pagamento che si avvale di mezzi impersonali per presentare i prodotti e/o servizi di un’impresa o l’impresa stessa, evidenziandone alcune caratteristiche distintive, con lo scopo di suscitare o conservare, in un definito target group, la loro conoscenza, un atteggiamento favorevole nei loro confronti e comportamenti di acquisto (Cozzi, Ferrero, 2000); Un’attività di comunicazione da parte di un soggetto identificabile, effettuata a pagamento, attraverso mezzi di comunicazione di massa. Come funziona la pubblicità? La pubblicità si basa sul modello input output, cioè sul principio che sia impossibile influire direttamente su un potenziale consumatore attraverso segni e significati. La catena comunicativa fonte-messaggiocanale-destinazione molto difficilmente si applica ai sistemi sociali contemporanei, “caratterizzati da violente fluttuazioni e con dinamiche autonome aperte”. La comunicazione ha conseguenze enormi e altre volte nessuna. La comunicazione è in fondo una interazione con se stessi, “ le deformazioni più intense vengono ammesse dal consumatore là dove vi è la massima fiducia, la massima credibilità, la massima vicinanza e il massimo consenso”. Gerken, 1994 Approccio del mktg verso la pubblicità La pubblicità è in grado di orientare più che di persuadere i consumatori sui criteri, le prestazioni e gli attributi, attraverso i quali è opportuno effettuare le scelte d’acquisto. Non dunque cambiare i bisogni o gli atteggiamenti, ma comunicare quali parametri vanno tenuti in considerazione per giudicare un prodotto e grazie a questo la pubblicità esercita un “potere di orientamento nei confronti dei consumatori”. Un’azienda che “eccella in un particolare aspetto del bene prodotto, tramite lo strumento pubblicitario può ergerlo a parametro di scelta, creando aspettative che essa sola è in grado di soddisfare” (Varaldo, Guido, 1997), ed in tal modo aumenta il valore sia del prodotto che dell’azienda stessa. La pubblicità nel settore del turismo • Visione fideistica del potere della pubblicità • Con la pubblicità si può estorcere o modificare un determinato comportamento 8 regole per la gestione della pubblicità (Gronroos, 1994) 1. Impegno di comunicazione diretta con il personale, che rappresenta una audience preliminare per la campagna; 2. Capitalizzare il passaparola, che può essere considerato il più efficace veicolo per la comunicazione; 3. Fornire indicazioni tangibili, per rendere meno astratti i messaggi; 4. Fare in modo che il servizio sia capito, ad esempio descrivendone con chiarezza i vantaggi; 5. Garantire continuità alla comunicazione; 6. Promettere ciò che è possibile, per non creare divari tra aspettative ed esperienze; 7. Osservare gli effetti a lungo termine della comunicazione al mercato, perché una visione a lungo termine della comunicazione è più veritiera; 8. Essere consapevoli che l’assenza di comunicazione ha anch’essa un effetto comunicativo La crescente insofferenza verso la pubblicità Telespettatori italiani nauseati verso l’invadenza degli spot e che si difendono con lo zapping 64% (Micro & Macro, Gavino Sanna, 1995) 3.500 messaggi pubblicitari bombardano ogni giorno un americano medio, più del doppio rispetto a trent’anni prima (Rifkin) Opinioni avverse alla pubblicità • La gente “sommersa dalla pubblicità” ne diffida • “la pubblicità dovrebbe essere uno degli ultimi elementi della strategia non il primo” (McKenna) • “l’impresa non dovrebbe fare troppo affidamento sulla strategia pubblicitaria. L’immagine aziendale viene costruita più efficacemente dalle sue performance che da qualsiasi altro elemento. Eccellenti performance d’impresa, unitamente a buone P.R., sono molto più proficue della pubblicità” (Kotler) Sostenitori della pubblicità • Lo strumento pubblicitario è efficace ed importante per Fabris • “I luoghi comuni della suggestione, della persuasione occulta vengono sostituiti con i termini più realistici, di influenza e di agenda setting” • Il fenomeno della dematerializzazione dei beni rilancia la funzione della pubblicità in quanto principale strumento in grado di trasformare le merci in significati e di fare degli oggetti dei vettori di comunicazione Utilità della pubblicità • Utile per differenziare prodotti che sono sempre più simili tra loro; • Indispensabile per “fornire un sorriso alle merci”; • Indispensabile nel fornire un significato e personalità ai prodotti. Fabris, 2008 Pubblicità omologatrice delle proposte e delle offerte: Si pensi ad esempio dépliant delle destinazioni balneari o delle mete montane A volte sono difficili da distinguere tra loro, visto che i materiali pubblicitari che finiscono per mostrare le offerte territoriali diverse nella stessa ottica Nello specifico del turismo i risultati delle ricerche ridimensionano notevolmente il ruolo di influenza delle azioni pubblicitarie nella scelta delle fonti di informazione dei turisti La teoria del mktg con riguardo la pubblicità Per aggiornare il concetto di mktg e per rendere i suoi strumenti sempre più idonei, occorre fornire un numero sufficiente di informazioni ai clienti ed occorre in qualche modo educarli. Come vorrebbe la pubblicità un consumatore critico? Più informativa sull’uso del prodotto, anche se non noiosa Meno ossessiva Più utile Più rispettosa per la persona e la sua dignità Più semplice e limpida Più personalizzata Bonferroni, 1996 Direct marketing Mutuato dall’esperienza delle Vendite per Corrispondenza, sviluppate negli USA nei primi anni ’90 L’ottica era quella di stabilire un contatto diretto con i potenziali utenti e di vendere senza il ricorso ad intermediari, lettere cataloghi inserzioni pubblicitarie Le Vendite per Corrispondenza hanno trovato applicazione e successo nel turismo fin dagli anni ‘60, soprattutto in Germania Direct marketing Il marketing ha contribuito a modificare l’iniziale approccio di “vendita” e ha permesso di individuare un ampio complesso di tecniche e di strumenti Telefono Mailing Pubblicità diretta Vendita diretta Utilizzati per entrare in contatto e per stimolare i consumatori, soprattutto in alcune occasioni Nuovi listini prezzi Auguri per le festività Iniziative speciali “una semplice comunicazione individuale non è direct mktg se non implica uno scambio di informazioni che porta a personalizzare un qualche aspetto della proposta di mktg” Valdani e Busacca, 1995 Marketing diretto “Sistema di “comunicazioni dirette” rivolte ai singoli clienti accuratamente selezionati, realizzate spesso in modo interattivo e finalizzate al conseguimento di una risposta immediata” Kotler, 2001 Contributi al sistema di comunicazioni dirette: • Il boom dell’utilizzo dei coupon e dei numeri verdi, spia del desiderio che i consumatori hanno di essere ascoltati e di stabilire un rapporto personalizzato con le aziende • Lo sviluppo informatico che consente di “processare” un numero elevatissimo di dati in tempi ridotti • Lo sviluppo tecnologico e di internet che ha reso possibile a costi contenuti la comunicazione diretta e personale • L’elevato costo degli strumenti tradizionali e della televisione Comunicazioni personalizzate La possibilità di creare delle attività di comunicazione personalizzate ha dato nuovi argomenti alle aziende per Rivisitare Migliorare Rilanciare il patrimonio di esperienze accumulato dalle organizzazioni di vendita per corrispondenza o su catalogo o dalle organizzazioni esperte in telemarketing e in pubblicità diretta Il data base • Strumento chiave del mktg diretto • “Una miniera di informazioni dalla quale estrarre l’oro” • Non è un semplice indirizzario • Deve contenere quante più informazioni di base possibile • Deve essere orgnanizzato in modo tale da potere utilizzare le info facilmente • Deve essere sempre aggiornato ed ampliato Il direct mktg è da molti considerato come una interpretazione riduttiva del mktg relazionale, dunque più che uno strumento di vendita è un sistema interattivo di comunicazione che utilizza tecniche finalizzate a provocare reazioni che possono essere misurate valutando il comportamento del target individuato a priori Bagdadli, 1997 Promozione alle vendite Vita breve Situazioni specifiche La promozione legata al prezzo si ritiene abbia effetti controproducenti Si sottolineano le difficoltà ed i pericoli che promozioni continuate nel tempo possono generare nei confronti dell’immagine del prodotto o della marca Promozione Le azioni promozionali in senso stretto possono essere definite come “un’attività di mktg intesa a creare una reazione immediata per mezzo di incentivi speciali rivolti al consumatore, al rivenditore e alla forza di vendita” Corigliano, 1989 Promozione Per l’AMA promozione è una “ attività di mktg, con esclusione della vendita diretta, della pubblicità e delle pubbliche relazioni, che stimola gli acquisti del consumatore e l’efficienza del dettagliante, come allestimento di vetrine, esposizioni, dimostrazioni e ogni altro tipo di sforzo di vendita che esula dalla normale routine” Promozione alle vendite È il “complesso delle attività di sostegno delle vendite che completano, coordinano ed integrano fra loro, da un lato l’azione della pubblicità e dall’altro quella svolta dai venditori. Essa include la predisposizione di campioni, di mostre, di manifestazioni, di dimostrazioni e di ogni altro sforzo a carattere non continuativo teso a sviluppare l’attività di vendita” Peroni, 1989 Compiti delle Aziende di Promozione Turistica • PROMOZIONE PROIETTIVA, che avviene proiettandosi sui mercati di origine dei flussi, di seguito chiamati “di stimolo” • PROMOZIONE D’ACCOGLIENZA, “tutta quella vasta ed eterogenea gamma di attività, di iniziative, e manifestazioni che vengono assunte in sede comprensoriale o locale per migliorare il gradimento delle vacanze offerte agli ospiti, per fornire loro un’adeguata assistenza, per favorire il loro inserimento nell’ambiente ospitante ed il loro stretto contatto con la popolazione residente, ed infine per tutelare le attrattive esistenti, favorendo la commercializzazione e incrementare la valorizzazione e la fruibilità turistica dei servizi offerti”. Tali funzioni “vengono palesemente ad assorbire parte della politica locale del prodotto turistico, in quanto inevitabilmente l’accoglienza si concretizza anche nella rimozione degli ostacoli e dei disservizi incidenti negativamente sullo sviluppo turistico dell’area, nella tutela delle esigenze e dei diritti del turista (attraverso adeguati controlli ed interventi correttivi), nell’integrazione del richiamo dei fattori ambientali con iniziative di animazione ecc.. La promozione nel settore del turismo L’attività promozionale è tradizionalmente considerata come elemento di base delle attività di comunicazione o Le attività promozionali possono essere adottate anche in assenza di grandi budget o Nel mercato turistico esistono diverse opportunità, quali le Fiere e le Borse, che invitano a predisporre strumenti promozionali o Gli strumenti promozionali sono spesso molto elastici e possono essere adottati rapidamente Altri fattori che hanno spinto all’uso della promozione: • Gli strumenti promozionali possono essere di supporto di campagne pubblicitarie e di mktg • I risultati della promozione possono essere ottenuti anche in tempi ravvicinati • Molti utenti sono sensibili alle promozioni e si fanno volentieri coinvolgere da iniziative promozionali Luoghi della promozione nel turismo • L’albergo, il ristorante ed in generale l’azienda che fornisce servizi di ospitalità • L’agenzia di viaggio ed in genere il punto vendita • L’ufficio informazioni turistiche, il centro visitatori • La Fiera • Il domicilio del potenziale consumatore Relazioni pubbliche Storicamente “press agentry” con l’obiettivo dichiarato • di occupare spazio sui mass media, • di attirare l’attenzione del pubblico, • di creare un ambiente esterno disponibile nei confronti di prodotti, aziende o persone Oggi sono diventate una attività di comunicazione che ha l’obiettivo di • coordinare e • gestire l’immagine, di persone, destinazioni, prodotti, idee e aziende e che utilizza –oltre ai tradizionali strumenti di comunicazioneanche strumenti distintivi Versanti di attività: 1. Interno all’azienda, sovrintendendo ad esempio alla circolazione delle informazioni 2. Esterno all’azienda ed ha l’obiettivo di coordinare le attività di immagine dell’azienda stessa Relazioni esterne Richiedono un esame dell’ambiente teso ad individuare i pubblici di riferimento, verso i quali si instaura l’attività di comunicazione. Se il pubblico di riferimento è dato da “decisori pubblici” si possono attivare anche attività di informazione e di pressione Relazioni pubbliche Pubblicità Le relazioni pubbliche: - si muovono sullo stesso piano del consumatore - Utilizzano degli strumenti che stimolano la partecipazione attiva delle persone alle quali si rivolgono, dall’evento alla conferenza stampa Strumenti • Notizie, e in generale dalle novità (Comunicati stampa, conferenze stampa, Bilanci e consuntivi,materiali di documentazione e di supporto alla veicolazione delle notizie, compreso il pubblic speaking) • Documentari e newsletter (poiché più di altri sono in grado di recepire l’impostazione, non smaccatamente di parte che è tipica invece della pubblicità, ed unlinguaggio divulgativo, in grado di assumere il punto di vista dei lettori) Le relazioni pubbliche contribuiscono all’efficacia di una organizzazione se e quando aiutano a conciliarne le finalità con le aspettative (anche se latenti) dei suoi pubblici influenti, costruendo con questi ultimi sistemi di relazione di qualità e a lungo termine. Fiducia e credibilità da parte dei pubblici influenti sono le caratteristiche chiave che permettono a una organizzazione di esistere Muzi Falconi, 2001 Esempi di strumenti di comunicazione Pubblicità Promozione Relazioni pubbliche Mktg diretto Spot Sconti Eventi speciali Mailing, postale o elettronico Annunci ed inserzioni Commissioni Comunicati stampa Telemarketing Manifesti Concorsi Conferenze stampa Pubblicità diretta Dépliant Coupon Rassegne stampa Comunicazione commerciale Cataloghi Premi Documentari Confezioni Partecipazione a fiere Newsletter e House organ Eventi Bacheche Incentivi Lobby Mktg mix 7P Product Price Place Promotion Fattore umano (People) Supporto fisico (Physical Evidence) Gestione del processo di erogazione (Process Management) Booms e Bitner, 1981 Cowell, 1983: utilizzare con cautela visto che si tratta di una proposta basata in gran parte sull’intuizione piuttosto che sull’esperienza Fonte: adattamento da D. Cowell, The mktg of Services, Heinemann, Londra 1983 People Personale Formazione Aggiornamento Clienti Grado di coinvolgimento Residenti Sensibilizzazione Process Procedure Discrezione del personale Coinvolgimento del cliente Phisical Evidence Essential Evidence Peripheral Evidence Incentivi RISORSA UMANA Le persone • Il fattore umano è storicamente considerato l’elemento caratterizzante del mktg mix dei servizi • Le politiche relative al personale sono unanimante ritenute un fattore strategico essenziale Temi • La selezione del personale • L’organizzazione • La formazione (le competenze professionalità) • La cultura del servizio • La comunicazione interna e la Obiettivi • Coinvolgere i collaboratori nelle decisioni e nelle strategie adottate • Migliorare il clima interno o la cultura dell’ospitalità • Modificare atteggiamenti ed orientamenti • Migliorare o mantenere lo standard di qualità nella prestazione dei servizi • Migliorare la professionalità, formare, aggiornare il personale • Stimolare le vendite o la fedeltà mediante la motivazione È quasi impossibile sviluppare, e ancor più mantenere, un particolare tipo di relazione fra il personale di prima linea e i clienti, se lo stesso clima e gli stessi valori di base non prevalgono anche nel rapporto tra il personale di prima linea e i diretti superiori (Normann, 1985), e se il personale di linea non può contare sulla collaborazione e la disponibilità dei colleghi che si occupano delle altre funzioni aziendali (Gronroos, 1994) Gli autori di mktg dei servizi ritengono che tutto il personale debba essere coinvolto nelle scelte di mktg La scuola nordica dei servizi giunge a considerare il personale come part-time marketer Necessità del mktg • Sviluppare un approccio coerente per il mktg dei servizi, distintivo rispetto al mktg dei prodotti • Permeare l’intera azienda, senza restare una funzione separata • Ideare la stessa erogazione dei servizi (e nel turismo, in particolare i servizi di accoglienza) come momento promozionale Marketing interno Consiste nell’informare e coinvolgere tutto il personale nelle decisioni di mktg Gronroos ritiene che sia una strategia di management, simile più ad un processo di evoluzione che ad una attività singola, il cui accento è posto su come sviluppare nei dipendenti l’attenzione al cliente Il mktg interno è una filosofia di gestione del personale, un processo continuo che ha come strumenti: • La gestione degli atteggiamenti, allo scopo ad esempio di creare una cultura del servizio nell’azienda o un orientamento al servizio da parte del personale oppure ottenere da parte del personale più attenzione al cliente e/o più proattivo • La gestione della comunicazione, perché il personale ha bisogno di informazioni per poter svolgere le proprie mansioni. Si pensi ad esempio all’introduzione di nuovi prodotti o al lancio di nuove campagne, che è opportuno “venderle” al personale prima di lanciarle nel mercato esterno Mktg interno • L’obiettivo principale è quello di gestire il personale e mettere in opera programmi di azione interne, di modo che i dipendenti si sentano motivati ad un comportamento da part-time marketer (Gronroos, 1994) • Perché il mktg interno possa funzionare occorre che l’impiego e l’ambiente di lavoro siano gradevoli e stimolino il personale, che il clima interno sia aperto e disponibile, e che il management accolga gli stimoli provenienti dai collaboratori Il mktg interno nel settore dell’ospitalità Nel settore dell’ospitalità chi accoglie sono le persone, non gli alberghi o i ristoranti Il mix della risorsa comprende anche turisti e residenti: I residenti, in quanto sono coloro che contribuiscono a creare lo scenario dell’ospitalità locale, e che si trovano a contatto con i turisti in diverse situazioni. Ciò significa ad esempio che il mktg interno diventa una attività di sensibilizzazione rispetto agli obiettivi strategici che può coinvolgere l’intera comunità ospitante I consumatori per la parte che il mktg riconosce loro nella produzione del servizio, per il grado di interazione e di relazioni che intervengono tra i consumatori stessi ed infine per il grado di influenza che essi sono in grado di esercitare ad esempio nei confronti di altri consumi, rispetto all’immagine e alla percezione della qualità (Cowell, 1984) Punti di vista antitetici 1. Chi ritiene che i consumatori sono poco “evoluti” nei bisogni e nei desideri. Questo assunto induce a costruire mansioni estremamente semplici e parcellizzate, con grosse strutture di controllo e coordinamento per ricomporre l’unità del sistema. Ciò ha significato procedure rigide e inflessibili, decise al vertice ed eseguite mal volentieri alla base, da persone considerate poco più che portaordini. Questo atteggiamento nel turismo ha portato alla definizione di modelli gestionali rigidi, basate su procedure standard inflessibili che tendono a produrre servizi omologati quando i turisti chiedono personalizzazione e flessibilità. Punti di vista antitetici 2. Chi ritiene che i consumatori desiderano essere riconosciuti come persone e che desiderano andare oltre la forma e l’immagine superficiale e desiderano ricevere servizi di qualità e personalizzati, così che il personale che si trova in prima linea deve essere dotato di ampia autonomia e debba essere responsabilizzato così da poter prendere decisioni tempestive. Ciò significa che gli individui devono avere mansioni vaste, non parcellizzate e ripetitive. Il personale deve essere concentrato anziché sul compito, anziché sulla propria attività isolata, sul risultato finale, in un ambiente sempre più strutturato sul cliente, guidato dal cliente; e ciò significa per il personale maggiore preparazione, maggiore cultura e flessibilità Hammer, 1997 Supporto fisico Il supporto fisico include elementi come l’arredo e la disposizione dei tavoli in un ristorante, la posizione del banco in un agenzia e i segni tangibili (dai ticket agli involucri, dalle etichette ai documenti di viaggio), che possono influenzare positivamente i giudizi degli acquirenti, facilitando l’erogazione del servizio e al tempo stesso valorizzandone la qualità. Supporto fisico nel turismo Periheral Evidence Chi entra in una camera d’albergo può trovare piantine, guide, dépliant, kit per scrivere.. Un set di oggetti complementari rispetto al servizio offerto Essential Evidence Altri elementi quali l’immagine dell’albergo, i colori, l’illuminazione, il suo layout.. • Anche l’ambiente esterno può essere valorizzato con interventi di design e segnaletica o aggiungendo servizi volti a migliorare l’atmosfera. Vi sono ristoranti che sono conosciuti e scelti per la loro atmosfera, forse più che per i piatti che propongono. Il supporto fisico nei servizi Grazie al supporto fisico i servizi possono essere resi • tangibili, • comunicabili, • comprensibili. Molte organizzazioni che si basano su procedure gestionali standardizzate puntano su questi aspetti per riuscire a personalizzare, almeno in parte, i servizi proposti e per differenziarsi dai concorrenti, aggiungendo ulteriori elementi al cuore del servizio proposto. Processo The how of service delivery: Modalità di erogazione dei servizi Procedure adottate Grado di standardizzazione e di automatismi previsti Grado di discrezionalità che il personale può gestire direttamente Gestione delle informazioni Aspetti importanti sia nella percezione dei servizi da parte dei clienti che per la soddisfazione dei bisogni degli stessi. Vantaggi del processo Un sistema di servizi in grado di funzionare in modo eccellente può offrire al mktg degli ottimi vantaggi. Si pensi ad esempio cosa può significare in termini di vantaggi di mktg poter contare su un sistema di prenotazioni semplice, su un servizio al ristorante rapido, su modalità e riti di accoglienza personali o originali, sulla facilità di reperire informazioni, sulla possibilità di trovare comprensione e risposta alle lamentele e ai disguidi, su un servizio che non sottoponga a estenuanti procedure burocratiche. Il modello di mktg mix con 7 leve Il mktg mix è considerato una combinazione ed un dosaggio di vari fattori, una modalità di organizzazione delle variabili che l’azienda è in grado di gestire allo scopo di influenzare le transazioni che avvengono nel mercato. Per far ciò occorre individuare gli ingredienti specifici del mktg mix. Si procede separando l’offerta nelle sue componenti di base; l’operazione si ripete poi per ogni leva così individuata. La definizione del mktg mix è legata a due decisioni: 1. Una relativa al budget che l’azienda dovrà supportare per supportare le scelte effettuate; 2. L’altra direttamente correlata alla scelta di posizionamento che l’azienda ha deciso. Devono sussistere interazioni molto strette tra le varie componenti del mix ed ogni modifica su di un elemento ha conseguenti impatti sulle altre componenti Il megamarketing, Kotler_1986 Alla base del megamarketing vi è la necessità di ampliare l’idea di ciò che influisce sul cliente e sugli altri interlocutori, introducendo due nuovi elementi: • Potere • Pubbliche relazioni Ciò comporta la necessità di conoscere e anticipare i cambiamenti che avvengono nell’ambiente, nei media, a livello legislativo, a livello sociale, attraverso una costante azione di monitoraggio, esattamente come si è abituati a fare con il mercato. L’ambiente diventa un’entità con la quale si interagisce e che proprio per questo è possibile influenzare. Via via che crescano e maturano i mercati partoriscono un proprio gruppo di fornitori, concorrenti, distributori e clienti stabili. Questi a loro volta hanno un interesse ben preciso a conservare un sistema chiuso e impermeabile e cercano di proteggersi da intrusioni esterne, spesso ricorrendo al sostegno di autorità competenti, dei sindacati, delle banche e di altre istituzioni. L’azienda per aprire le porte deve individuare i guardiani e convertirli alla propria causa esercitando in ogni modo l’influenza e il potere di cui è in grado di disporre Kotler, 1986 Definizione di megamarketing “l’applicazione strategicamente coordinata delle capacità economiche, psicologiche, politiche e di pubbliche relazioni di un’azienda al fine di ottenere collaborazione da parte di una serie di entità e di organismi la cui collaborazione è indispensabile per inserirsi e/o operare in un determinato mercato” Kotler Potere Il megamktg ha bisogno di capacità politiche e di una strategia politica per riuscire a raggiungere i propri obiettivi. Chi si occupa di megamktg deve disegnare una mappa della struttura di potere per cercare di influenzarla. Il Potere o Relazioni Istituzionali è una strategia di pressioni Pubbliche relazioni Per Kotler rappresentano una strategia di attrazione con lo scopo di coltivare un orientamento favorevole. Le aziende non devono usare il potere ma capire che esistono relazioni politiche e di potere e le aziende devono conoscere a fondo questi strumenti e sapersi destreggiare (ruolo strategico) Le 4C, Kotler Quattro P Quattro C Prodotto Valore per il cliente, cioè l’offerta dei beni e dei servizi Prezzo Costo per il cliente, cioè come e dove il consumatore può trovare il prodotto Punto vendita Convenienza, ciò che il consumatore è disposto a pagare per acquistare il prodotto Promozione Comunicazione, come il consumatore viene informato Quanti si occupano di turismo non contestano il concetto del mktg mix e non pensano che sia un modello da superare, forti forse del fatto che Kotler continua a ritenere che il mktg mix sia uno dei concetti dominanti del mktg moderno.