NOTIZIARIO DELLA P.A. CROCE VERDE RECCO NUMERO UNO agosto 2004 R ECCO 6 5 4 Ottant’anni di solidarietà C ome in ogni famiglia, un anniversario costituisce sempre una occasione per riunirsi, per fare festa e per rinsaldare quegli affetti che altrimenti il tempo tenderebbe a sopire. La nostra Croce Verde compie 80 anni e quindi ripropone a tutti, così come è stato per il passato, un’occasione di incontro e di gioia per confermare il legame che la unisce alla popolazione e che nel tempo non è mai venuto meno. Coloro che ci hanno preceduto, superate sempre le difficoltà incontrate, hanno saputo porre solide basi sulle quali è stato realizzato una Pubblica Assistenza efficiente ed organizzata che ha potuto proseguire poi il suo cammino di servizio adeguandosi e perfezionandosi secondo le nuove e più raffinate tecniche del soccorso. Il senso dell’amore e della solidarietà verso il prossimo, perennemente coltivato nel nostro Sodalizio, è anche rappresentato da un premio: il “premio della bontà” costituito da una medaglia, il “De Barbieri d’Argento” che, sulla base delle segnalazioni pervenute, sarà conferito alle persone che in questi ultimi due anni hanno particolarmente meritato per la loro attività di aiuto agli altri. Nel corso della cerimonia, i militi della Croce Verde otterranno il ringraziamento dei cittadini, attraverso l’Amministrazione Comunale, con il simbolico gesto di consegna delle medaglie per l’attività svolta nel biennio. Attività di aiuto costante, spesso silenziosa, a volte anche in condizioni di rischio personale, sempre con amorevole solerzia e professionalità. La solidarietà verso gli altri è espressa in tante forme che le varie associazioni di volontariato raccolgono e promuovono; al nostro interno vi è la sezione dei Donatori di La nuova ambulanza di tipo “B“ che verrà inaugurata venerdì 3 settembre Giovanni Rainero Sangue, che oggi conta un centinaio di persone, le quali saranno ringraziate con la consegna di una medaglia d’oro per chi ha raggiunto le trenta donazioni. Rivolgo a tutti l’invito a partecipare alla nostra attività. I servizi sono tanti, molti dei quali di tipo semplice, come l’accompagnamento dei dializzati, il ritiro di referti, eccetera, che richiedono singolarmente pochissimo impegno di tempo che può essere programmato secondo le necessità del volontario. La vita ci insegna che l’indifferenza e l’indisponibilità verso gli altri non sono i migliori sentimenti che l’uomo deve coltivare. Non aspettiamo di avere noi stessi bisogno di aiuto per capire quanto è importante la solidarietà disinteressata! Un grazie sincero a tutti coloro che interverranno, per aiutarci o per condividere con noi i tre giorni di festa. Un ringraziamento solenne, anche a nome di tutto il Consiglio, ai Volontari: donne e uomini, giovani e anziani. Grazie. GIOVANNI RAINERO Presidente Croce Verde Recco EDIZIONE SPECIALE PER L’80° ANNIVERSARIO 2 I messaggi di auguri per gli 80 anni Molto spesso le Pubbliche Assistenze hanno radici profonde nei paesi e nei quartieri delle grandi città, dove la partecipazione alla vita delle stesse sviluppa un forte senso di appartenenza alla Comunità della quale fanno parte. Si tratta di una considerazione che trova conferma con riguardo alla Croce Verde, la cui storia prestigiosa non può essere disgiunta da quella non meno straordinaria e ricca di originalità che fa capo alla città di Recco. Di questo ne è testimonianza l’intensità con la quale i soci ed i militi della Croce Verde partecipano agli eventi ed alle manifestazioni che animano la vita della nostra collettività. A ciascuno di noi, inoltre, appartiene la consapevolezza del ruolo tanto delicato quanto insostituibile svolto dai militi della Croce Verde nel settore del volontariato sociale, a favore di coloro che si trovano a subire gli effetti degli infortuni o delle malattie. È forte il sentimento di autentica riconoscenza che la città esprime nei confronti della “sua” Croce Verde; sentimento del quale mi faccio interprete convinto in occasione di questa significativa ricorrenza. Gianluca Buccilli Sindaco di Recco Una manifestazione della Croce Verde negli anni ’70 Al Presidente Ai Volontari Ai Soci della P.A. Croce Verde Recco Settembre 1974. Mons. Giovanni Ferrari benedice una nuova autoambulanza. Alla sua sinistra il sindaco Antonio Ferro Caro Presidente, Un caro saluto a te e tanta ammirazione a tutti quelli che operano nella Croce Verde di Recco. Il Vostro Sodalizio rappresenta per me una delle tante “cose belle” che ho trovato a Recco, anello prezioso ed insostituibile nel processo di assistenza al malato. Nel Vostro ottantesimo compleanno, colgo l’occasione per esprimere la mia ammirazione per la qualità raggiunta dal Vostro Servizio, per le tante iniziative promosse e per lo spirito di gruppo che vi anima. Ancora grazie a te e a chi, lavorando bene, salva ogni giorno “di nascosto” vite umane. Cordialmente dott. Edoardo Chiari Direttore Sanitario Presidio Ospedaliero Levante Carissimi amici, In occasione dei festeggiamenti per l’ottantesimo di fondazione della vostra Pubblica Assistenza, contemporaneamente prestigioso traguardo e prezioso punto di partenza, voglio rivolgere a tutti voi le mie congratulazioni per il lavoro fin qui svolto ed un particolare augurio per il futuro. Il mio pensiero di Presidente Regionale non può che andare, innanzi tutto, ai militi, veri protagonisti del soccorso, e ad ognuno di loro voglio giunga la mia stima ed il mio più grande ringraziamento per la loro volontà, il loro coraggio e la loro disponibilità. Il Comitato Regionale è profondamente vicino e a tutti voi che, ogni giorno, costruite l’Anpas rendendola sempre più forte, unita e grande; personalmente, voglio sappiate quanto sono fiero ed onorato di rappresentare il cuore,il coraggio e lo spirito dei volontari liguri. Al Presidente, al Consiglio di Amministrazione, ai soci ed a tutti coloro che ogni giorno contribuiscono alla grandezza della storica e gloriosa Croce Verde di Recco, giunga il mio fraterno saluto ed il mio affetto ai quali si associano la Direzione, il Consiglio e tutto il Comitato Regionale. Dino Ardoino Presidente Regionale Anpas Ass. Nazionale Pubbliche Assistenze 3 OTTANT’ANNI DI STORIA ATTRAVERSO I RICORDI DI CHI LI HA VISSUTI Buon compleanno Compiere gli anni è come ripercorrere il tempo della memoria, operazione ben più difficile per la Croce Verde, sia per l’attività incessante e costruttiva di aiuto e di sostegno agli altri, sia per individuare e rivalutare quei valori che l’hanno animata nel corso del tempo. È per questo che, ad ottant'anni dalla sua nascita, abbiamo cercato di riscoprire, con rinnovato entusiasmo e coerenza storica, quegli aspetti della vita sociale che hanno caratterizzato lo stile di vita e le scelte della popolazione nel passato. Per fare ciò, ci si è avvalsi del contributo di alcune persone che hanno vissuto quegli anni e che costituiscono la testimonianza e la continuità dell’opera umana di solidarietà attraverso il tempo. Le interviste che seguono ne rappresentano un vivo esempio. PAOLA VOLPI I RICORDI DI DIONISIA GERBO Ecco dov’era la prima sede! iguardando la fotografia che raffigura i componenti del “Club dei Matti” seduti ad una tavola imbandita, mi sono chiesta dove sarebbe stato il loro punto di ritrovo. Difficile riconoscere il posto, nello stretto spazio ad intonaco bianco con volta ad arco e qualche quadro alle pareti. Una mattina, in un incontro casuale con la signora Dionisia e la signora Gina, parliamo dei festeggiamenti per l’ottantesimo anniversario della fondazione della Croce Verde di Recco. Provo a chiedere se ricordano dove si radunavano i “Matti”. Candidamente la signora Dionisia risponde decisa: «Nell’osteria di mio padre.» Finalmente sciolto l’enigma. Di colpo rivedo nella mente la fotografia nel libro del comandante Massone “La mia Recco”, dove la famiglia Gerbo posa davanti all’ingresso della trattoria: ecco dove si radunavano! Questa si trovava collo- R Dionisia Gerbo cata all’angolo tra il Carr ōgio Saporito e il Carr ōgio delle Casette. In quel tratto del centro i carr ōgi erano posti nelle vicinanze della spiaggia; alla fondazione dell’Associazione, nel 1924, la sede trovò spazio nel locale del Carr ōgio Olivari, che era nelle vicinanze della trattoria. Ecco la testimonianza dellal signora Dionisia Gerbo. MARINA FERRARI IL MITICO “CARLITTO” TASSARA «Mio zio Tino, il primo autista della Croce» icordo che mio zio, spesso, veniva chiamato dalla sede di Vicolo Priaro, per andare a prendere qualche malato: qualunque cosa stesse facendo in officina, mollava tutto e partiva con il berretto nero e lo stemma della Croce Verde su sfondo argentato, sotto al braccio...» Così inizia il racconto di Tino Tassara, insuperabile meccanico e profondo conoscitore dei segreti di ogni tipo di bicicletta, come ormai non ce ne sono più in giro. Di colpo, mentre parla di suo zio, mi fa tornare indietro di settant’anni, agli anni Trenta: il “mitico” Carlitto Tassara, uno dei soci fondatori della nostra Pubblica Assistenza. «Presso la sede di Vicolo Priaro, che era a fianco della chiesa parrocchiale, si poteva giocare anche a bocce o a carte. Durante tutto il giorno comunque c’era sempre almeno una persona, di modo che, quando succedeva qualcosa o c’era bisogno d’aiuto, ci fosse sempre qualcuno a disposizione. Spesso c’era il signor Motta, che ricopriva quest’incarico, molto amico di mio zio.» È per questo motivo che chiamava sempre Carlitto? «Non solo per questo motivo; mio zio era anche il primo e solo autista delle due Fiat che, allora, si utilizzavano. Una era sempre pronta ad uscire presso il Municipio, di fronte alla chiesa parrocchiale, ed era dotata di due barelle.» Erano frequenti le chiamate? «Abbastanza. Mio zio era sempre in giro, a volte per tutto il giorno. Lo chiamavano anche da Sori o Rapallo, per non parlare dei trasporti che a volte si facevano fino a Milano, sulla vecchia strada camionale (praticamente l’odierna “Serravalle”, tutta curve, che si fa per tornare da Milano).» Parliamo di un epoca in cui di auto ce n’erano ben poche... «Sì, a Recco solo poche famiglie l’avevano, una di queste erano gli Ansaldo.» «R FABIO ALABASTRO 4 GIUSEPPE “LULLE” FERRARI Quando la sede era invasa dal mare “Lulle” Ferrari iuseppe Ferrari, detto “Lulle”, è uno di quei personaggi che allora come oggi vivono la vita sociale recchese in maniera intensa e partecipe. Presente in diverse attività, quelle sportive che lo videro protagonista nella squadra della Pro Recco, sia di pallanuoto che di calcio degli anni ’30, quelle sociali, come nel caso specifico della Croce Verde. Oggi dedica ancora buona parte del suo tempo all’attività sportiva e lo fa con la stessa voglia e tenacia di allora. Ci buttiamo subito nei ricordi ed entriamo in quel “carr¯ogio grande”, Via Olivari, che sempre percorreva. Qui suo padre Alfredo aveva negozio (come cita il comandante Massone nel suo libro La mia Recco), poco più avanti si trovava la prima sede della Croce Verde. Il Carr¯ogio Olivari faceva allora G Indicati dalla freccia i locali della prima sede del Sodalizio parte di quei vicoli del centro che, perpendicolari alla lunga spiaggia centrale, portavano dritti al mare. L’unico ambiente della sede era posto al piano terreno di un edificio, piuttosto ampio con due finestre lato mare; era sede direttiva, ricreativa, deposito lettighe, che erano sistemate in prossimità della porta pronte per le uscite di emergenza. Il ricordo va alle mareggiate; le più violente spesso invadevano i vicoli riempiendoli di sassi e di tutto ciò che l’acqua trascinava. In una di queste occasioni il mare penetrò a tal punto che suo padre fu costretto ad utilizzare la barca per accedere al vicolo e poter mettere in salvo le cose rimaste nel negozio; così accadde pure negli altri fondi e anche alla Croce Verde. Altro ricordo: l’impegno prestato nelle adunate della Croce Verde con le altre Pubbliche Assistenze. Era abitudine, come ancora oggi, parte- Panificatori in Recco cipare alle manifestazioni con i propri mezzi e militi per fare festa, e “Lulle” Ferrari era sempre tra i volontari atletici disposti a percorrere i lunghi tratti a piedi con lettighe e bandiere per raggiungere le diverse località. Ricorda la folla festosa che li accoglieva; nella piazza dove avveniva la premiazione la giornata si concludeva con qualche bella bicchierata e le volontarie giravano tra i partecipanti ornandoli con i nastrini colorati forniti di spillo. Sfogliamo insieme l’album delle vecchie fotografie della Croce Verde: gruppi di persone si alternano nelle varie manifestazioni degli anni ’20 e ’30. Giuseppe Ferrari si sofferma e con il dito segna alcuni personaggi chiamandoli per nome e soprannome: «quello o l’è o Cillo Port... questo chi o l’è o Gigetto…» Capisco che possiamo arricchire ulteriormente la storia della Croce M.F. Verde! 5 I RICORDI DI GINA MASSONE: SALITA PRIARO E LA SCIMMIA PER MASCOTTE I militi coi pantaloni alla zuava e il berretto n un breve incontro con Gina Massone avevo intuito che la quantità di cose che mi avrebbe raccontato non si sarebbero potute esaurire in una sola conversazione; non avrei potuto però immaginare nel nostro secondo incontro che mi sarei trovata di fronte ad un fiume di ricordi, di fatti e di eventi della Recco di ieri. Dalla sua casa ogni giorno scendeva verso il centro del paese e, quasi in fondo alla Salita Priaro, prima di accedere alla Piazza della chiesa, Piazza Vittorio Emanuele, sulla sua sinistra, ancora prima della sede dei Carabinieri, passava davanti alla sede della Pubblica Assistenza Croce Verde. Allora era una bambina, ma il ricordo della sede è ben impressa per diversi motivi. L’edificio era di proprietà della famiglia di Gerolamo Figari; in un primo tempo questo locale era adibito a osteria (come ricorda il comandante Massone nel suo libro La mia Recco), successivamente vi trovò spazio la sede dell’Associazione. Lungo la via si trovava la grande porta a vetri dalla quale si accedeva in un ampio locale dalla pavimentazione in graniglia, dove i soci si radunavano; sul lato sinistro di questo I 23 settembre 1932. A destra nella foto la sede all’inizio di Salita Priaro era collocata una saletta adibita ad infermeria, «dove si veniva medicati quando ci si spellava le ginocchia», racconta Gina Massone. Sul retro si apriva uno spazio verde di pertinenza della sede, con tavolini dove ritrovarsi per giocare a carte ed un campo da bocce confinante con gli “orti di Giostra”, di proprietà della vicina chiesa parrocchiale. L’allora gestore della sede era Cirillo Port; i bimbi lo guardavano con un certo timore, forse per via della sua “mascotte”, una scimmietta che tanto li attira- va all’interno del locale. Un altro aspetto che incuteva timore al passaggio davanti alla sede erano le due “veloci”, lettighe che sostavano nelle vicinanze dell’ingresso pronte per le uscite. Erano dotate di ruote e ricoperte da una calottina di tela bianca per la riservatezza e la protezione dell’infortunato. Vicino a queste era in bella mostra un imponente manichino di legno sul quale troneggiava una grossa camicia di forza con cinghie. A questo ricordo Gina Massone si anima e ripen- sa a quella volta quando loro bambini, attratti da urli e rumori, si trovarono ad assistere alla messa in opera di quel marchingegno: «Era un pezzo d’uomo, grosso, tutto rosso che smaniava; in cinque lo avevano trascinato davanti alla sede e lo avevano legato con corde ad una seggiola, in un secondo tempo gli fu fatta indossare con non poca difficoltà la “camicia”. Noi bimbi rimanemmo lì, con gli occhi sgranati, ad osservare la scena fino a che Cirillo Port con fare energico ci fece allontanare: lo spettacolo non era certo dei migliori.» Oltre alle due lettighe la Croce Verde era dotata di una vettura. Port e Tassara avevano adattato questa vettura a macchina per i servizi, con un lettino a bordo; l’esterno era di colore marrone con dipinta una croce verde. La divisa dei militi consisteva nel berretto con visiera e stemma, un paio di calzoni alla “zuava”, dal ginocchio alle caviglie le gambe erano avvolte da una specie di fascia di materiale impermeabile. Al braccio sinistro i militi portavano una fascia ricamata a mano dalle donne che volontarie si offrivano nei servizi di cucito e laM.F. vanderia. RECCO - VIA SAN GIOVANNI BATTISTA, 9 Tel. 0185 75746 GENOVA - VIA GALATA, 23 Tel. 010 561615 www.zampalonionline.it 6 VITTORIO CAPURRO: UNO DEI PROMOTORI DELLA RIFONDAZIONE NEGLI ANNI ’50 Una nuova sede dopo la guerra ittorio Capurro fu uno dei promotori della rifondazione della Pubblica Assistenza Croce Verde recchese nel dopoguerra. Alpino, premiato con l’onorificenza di “commendatore”, milite per 18 anni, mi consegna con orgoglio la sua tessera di socio datata 1954 N° 105. «Erano le prime tessere», racconta e ricorda quando insieme all’amico Paolo Faraone staccarono una delle prime ricevute di 500 lire per il tesseramento. Come avviene ancora oggi, allora, i militi si spostavano per le vie cercando aderenti per l’associazione e di lì a poco si ricostituì un nutrito gruppo di soci. La sede, essendo andata distrutta quella di Salita Priaro durante i bombardamenti, trovò sistemazione, subito dopo gli eventi bellici, in un edificio allora semi diroccato in Via Assereto, nelle vicinanze del viadotto che collega la stazione ferroviaria al centro, dove oggi si trova il ristorante “Ru- V sticone”, di proprietà dei Benardin. Presto però le nuove esigenze dell’Associazione richiedevano uno spazio più adeguato e mezzi di trasporto. Con l’aiuto dell’allora sindaco Beraldo venne trovata una sede più comoda al piano terreno del Palazzo Fissore e fu pagata con oblazioni dei cittadini. I pezzi vennero assemblati nell’officina di “Gello” Molfino e la vettura fu dotata di un lettino del peso di 30 chilogrammi. Vittorio Capurro ricorda bene i lunghi tragitti a piedi. Quando non si poteva procedere con il mez- Vittorio Capurro La tessera numero 105 di Vittorio Capurro. A destra, la Fiat 1400 esposta in piazza Nicoloso Comunale; per il mezzo di trasporto fu contattato l’amministratore della Fiat ingegner Valletta, il quale fornì gratuitamente un telaio e un motore Fiat 1400. La carrozzeria fu acquistata a Torino dalla Ditta zo, i volontari si caricavano sulle spalle lettino ed ammalato. Allora molte strade collinari per Testana, Vescina ed altre località non erano neppure tracciate e si doveva procedere in soccorso come era possibile. La sede di Piazza Nicoloso aveva abbastanza spazio, anche per il rimessaggio dell’autoambulanza. Qui i soci si radunavano e qui il dottor De Barbieri impartiva ai militi le lezioni per il primo genere di M.F. soccorso. Dai anche tu un piccolo aiuto alla Croce Verde Un servizio “ti costerà” solo un’ora la settimana... Questo è il tempo occorrente per accompagnare un tuo concittadino a fare la dialisi. PER INFORMAZIONI: 0185.721037 7 I RICORDI E LE CONQUISTE DI UN “VECCHIO” PRESIDENTE Marchesi: le mie decisioni più importanti ricordi del presidente Giovanni Marchesi spaziano attraverso il tempo e le attività umane e storiche che hanno contribuito al determinarsi della consapevolezza dell’importanza del ruolo del volontariato sul territorio. Essi rappresentano anche una testimonianza, puntuale e precisa, di piccole e grandi vicende legate alla quotidianità, ma determinanti ai fini della conoscenza di fatti e fenomeni. Determinanti sono le sue conoscenze sulla storia e sull’evoluzione della pubblica assistenza recchese, come i due aneddoti che seguono. «Ricordo due piccoli avvenimenti che testimoniano il passaggio della Croce Verde da una posizione strettamente locale ed isolata, poco più che comunale, ad una che ci ha consentito di assumere un ruolo più incisivo ed una dimensione comprensoriale importante, perché ci ha legato strettamente alla rete della altre associazioni ed istituzioni che, a vario livello, si occupano della salute dei cittadini» spiega Marchesi. «Il primo, non ricordo se in ordine di tempo, ma certo in ordine di importanza, fu l’associarsi all’Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, passo propedeutico I Giovanni Marchesi, al centro, durante una premiazione. A destra Giorgio Santinelli, oggi responsabile del gruppo donatori sangue ed indispensabile al convenzionamento con la Asl, che ci ha poi consentito di essere la pubblica assistenza di riferimento dell’ospedale della nostra città e di essere inseriti nella rete del servizio di Liguria Emergenza, del 118, della Guardia Medica. Ricordo le resistenze che incontrammo, anche e soprattutto al nostro interno, ma alla fine era evidente che non si poteva mantenere una posizione anacronistica perché non collegata alla realtà presente, sbagliata perché avulsa dal contesto sociale nel quale venivamo ad operare, e cieca perché non vedeva le inevitabili e necessarie proiezioni nel futuro. Il Dna della Croce alla fine prevalse, come era prevedibile, e sono orgoglioso di aver contribuito a quel passo decisivo.» «Un altro piccolo passo verso l’allargamento degli orizzonti della Croce – riprende Marchesi – avvenne nel 1984, quando, presidente Emilio Razeto, ero responsabile del gruppo donatori sangue. Una domenica mattina venni a sapere che nella piazza della chiesa par- rocchiale era in corso una raccolta di sangue con l’emoteca mobile. Mi recai sul posto per protestare poiché ritenevo che questa loro attività fosse un evento sporadico, non organizzato, e quindi interferisse con il nostro progetto di creare un gruppo donatori sangue autonomo ed autosufficiente per Recco, in particolare l’ospedale, ed il comprensorio. Incontrai il dottor Russo, parlammo un quarto d’ora, ed il gruppo donatori sangue della Croce Verde si affiliò alla Fidas. Non era solo un vantaggio per i donatori: di fatto avevamo raggiunto il nostro obiettivo senza disperdere risorse ma coordinandoci con un’istituzione di livello nazionale.» PAOLA VOLPI Un nuovo collaboratore Da questo numero RECCO654 si arrichisce della collaborazione dell’illustratore Roberto Ferreccio, classe 1982, ma già esperto disegnatore e maturo vignettista. Suo è il logo dell’80°, l’ambulanza con il rimorchio carico di storia ed esperienze. Ferreccio è milite presso la nostra Croce Verde, dove nel 2002 aveva svolto con piacere il servizio civile. Benvenuto quindi da parte di tutta la redazione. SERRAMENTI IN ALLUMINIO, IN PVC E IN LEGNO PERSIANE - TAPPARELLE - PORTE INTERNE PORTE BLINDATE (esposizione interna) NUOVA ERRE EFFE s.n.c. Via S. Rocco, 87 B2 - RECCO (GE) Tel. 0185.722681 - E-mail: [email protected] 8 HA GLI ANNI DELLA “CROCE” ED È SEMPRE IN SERVIZIO l decano dei militi recchesi, Prospero Tixi, per tutti “Popi”, ad onta della non più verde età continua ad offrire il suo apporto alla causa del pronto soccorso volontario. «Sono nato il 29 luglio del 1925, ho 79 anni – racconta Popi; – sono entrato in Croce Verde il 29 gennaio del 1980». Mi mostra con orgoglio la sua prima tessera di milite che, a conti fatti, risale a quasi un quarto di secolo fa. Poi mi racconta dei 26 anni passati in officina, della campagna «che è il mio hobby», dei 43 anni spesi, tra un impegno e l’altro, come operatore cinematografico, «perché io se mi fermo mi sento male». Accertata l’età e i trascorsi di Popi, approdiamo ai suoi ricordi prima ancora di diventare milite, a quella «prima ambulanza del dopo guerra, negli anni ’60: una macchina verde, una Fiat 1400 grossa... il cui telaio era stato ottenuto a condizioni di favore dalla Fiat grazie all’interessamento dell’allora sindaco Beraldo; l’assemblaggio era poi avvenuto presso l’officina di Angelo Gelo Molfino». Già, perché il nostro Popi, come ci tiene a puntualizzare, è da 24 anni colui I Ho colto al volo l’occasione offerta dal presidente Rainero che, illustrando il compleanno del sodalizio, ringraziava anticipatamente tutti coloro che avessero offerto la loro collaborazione. Eccomi allora qui. Sono una recchelina, ormai fuori dalla mia Recco da tanti anni, ma con il cuore sempre vicino al mio paese, al mare, alla focaccia, alla piazza del Comune dove sono nata e anche alla Croce Verde, o meglio, per noi in famiglia, alla “Croce”. Leggo costantemente il notiziario e le notizie riportate mi fanno sentire un po’ a casa, Popi, il decano dei militi recchesi “Popi” Tixi che guida «le macchinette», che porta «i malati, i dializzati: mediamente 150, 200 chilometri al giorno». Poi, sottovoce, mi confida: «Poche volte l’ho schivata, la dialisi». E, con la consueta umiltà, rivela fieramente che questa è la quarta volta che viene eletto «responsabile della sede: prima con Marchesi, poi con Santinelli, Mammi, ora con Rainero. Do un’occhiata agli infissi, riparo un tapuletto». Ma poi si fa più serio: «Trasporto la gente fino a Voltri, Arenzano: dialisi, fisioterapia, esami...» e aggiunge: «ho preso tre medaglie d’oro e due d’argento. E in più ho fatto 1185 punti nel 2001, 1122 nel 2002; quest’anno sono già a 639...». Continuando, mi rivela: «Se sono libero, do anima e corpo alla Croce, se c’è da partire, parto, anche se – conclude sorridendo – ogni tanto mia moglie mi dice: “non ci sei mai, ti cambio di residenza!”». Inevitabile è poi un confronto con la Croce Verde dei primi tempi, quando «per raddrizzare una costola, la si spingeva un po’ Grazie papà, grazie a tutti conosco e apprezzo tutto ciò che tutti i volontari quotidianamente offrono; la loro disponibilità, il loro esserci, le loro parole aiutano chi in certi momenti ha bisogno di sentirsi protetto, aiutato, capito e, perché no, rallegrato. Pertanto un abbraccio affettuoso a tutti voi che giorno dopo giorno, turno dopo turno, rispondete con la vostra presenza alle chiamate, il mio grazie anche da fuori Recco giunga a tutti, al Presidente, al Consiglio, alle signore della lavanderia, ai centralinisti, ai dottori, ai militi. Buon compleanno! Ma permettetemi, un grazie particolare ad una persona a me cara, un vostro milite da sempre, potrei dire, un “milite da medaglia d’oro”. Da anni uscendo di casa dice: «Ciao, vado in Croce!... Oggi devo mangiare presto, ho un servizio!... Domani mattina sveglia presto, la macchinetta mi aspetta!... Stasera c’è consiglio, devo andare!... Non posso venire a trovarti, i miei ammalati mi aspettano!» Spesso macina chilometri su qua e un po’ là... Oggi, certo, ci sono meno militi, ma sono più preparati. Il malato non è più sbattuto su una barella. Gli si presta subito soccorso... sono stati spesi molti soldi per l’acquisto di materiale e apparecchiature e sono stati fatti molti corsi formativi...» Ma poi, approdiamo alla spinosa questione della crisi del volontariato. Popi inveisce: «Ma se tutta quella gente che passa il tempo a criticare ci desse un po’ una mano... ora sono arrivati due o tre nuovi militi, ma, aggiunge, non sono assolutamente sufficienti, capisci, e a volte non riusciamo a coprire il turno di notte. Ci vuole gente nuova, personale...». Popi conclude tuttavia, come suo solito, con un sorriso: «Però, quello che faccio, lo faccio proprio volentieri.» E aggiunge: «Ci siamo anche messi a norma di legge; sai, la “626” ci ha obbligati ad aggiungere finestre, docce, spogliatoi separati...». Infine, chiedo a Poppi un pensiero sugli 80 anni della Croce Verde; lui, lapidario ma visibilmente emozionato: «Speriamo che venga una bella festa!». GIORGIO SILVESTRI chilometri, effettuando anche più di un servizio al giorno, mai stanco. Se telefono cercandolo la risposta di mia mamma è: «Papà è in Croce!». Ammiro questo vostro milite, per quello che fa quotidianamente per gli altri, per come lo fa, sempre con il sorriso sulle labbra e una buona parola, e tutto ciò nonostante l’età. Tranquilli, non si offende se gli dico che non è più un giovanotto, siamo in confidenza, posso permettermelo, sono sua figlia. Grazie papà per come sei, per ciò che fai. Ti voglio bene. “GIUSE”, LA FIGLIA DI POPI 9 UNA FELICE INTUIZIONE: L’ACQUISTO DI UN FURGONE VOLKSWAGEN AMBULANZA Mammi, la Croce Verde in vetta a 6000 metri Mario Mammi in versione alpinista A quota 6.000 metri d’altitudine, in Perù, sulla cima del monte Alpamajo, insieme a quella italiana, dal 1994, sventola una bandierina della Croce Verde di Recco… Chi può averla portata sino lassù, in mezzo al ghiaccio, se non il “mitico Mammi”? Una passione, quella dell’alpinismo, che l’affascina da sempre e che ha condiviso con l’impegno ammirevole di aiutare il prossimo in Croce Verde. Per lui, il nesso non è certo casuale, infatti, sia dalla vetta di una montagna che dalla nostra Associazione si può vedere la vita da altre angolazioni e se è logico viverla intensamente, altrettanto bisognerebbe fare in favore di chi non può. Tutto questo, Mario lo insegna, da anni, a moltissimi militi e soci. Il suo carattere particolarmente riservato, estraneo da presenzialismi di circostanza, austero per alcuni, ma sempre leale, organizzatore dal carisma infallibile, lo ha portato, costantemente, ad essere un punto di riferimento, tanto da far valere, in molte decisioni sociali, ciò che pensa e dice. Mi racconta, tessera da milite alla mano, datata 1958: «Quanta gente che ho cammalou... come quella volta che portai in spalla, dalle piane di Caravaggio, in mezzo ai boschi, sino alla strada carrozza- L’episodio di Uscio visto da Roberto Ferreccio bile, una persona che si era fratturata un piede; una scarpinata davvero indimenticabile». «Quando era in costruzione la sede attuale, inaugurata nel 1961, mi ricordo che di sera, con altri militi, andavo a San Rocco di Recco, con un camion, per caricare le pietre del fiume che servivano a preparare il “vespaio”, una tecnica utlizzata allora per fissare le fondamenta. Poi, mi chiesero di fare il direttore dei servizi; sovente i militi mancavano e allora passavo, per le urgenze, dai garzoni dei panifici per chieder loro una mano... Altre volte, via la cappa da coloritore in negozio e di corsa a guidare l’ambulanza per soccorrere qualcuno in difficoltà.» Problemi, comunque, già ne esistevano; Mario sorride, ma io gli ricordo, intorno agli anni ’80, quando si incontrava con l’allora presidente Emilio Razeto, suo amico e collega commerciante, davanti ai rispettivi negozi per commentare pratiche della Croce. Molte volte le idee erano opposte, sullo stile di Don Camillo e Peppone, ma entrambi trovavano sempre una soluzione ottimale per il bene dell’Associazione. «E poi quella volta – aggiunge Mario – che intervenni, era una mattina di Pasqua, a dare manforte all’equipaggio dell’ambulanza che insieme ai Carabinieri di Uscio cercava di fermare una persona; armato di coltello, quell’individuo ci tenne in apprensione per molto tempo e quando riuscimmo ad im- mobilizzarlo, in quei concitati attimi, ci accorgemmo che, legandolo alla barella con la cintura di forza e con un’altra cinghia, un milite era rimasto aggrovigliato anche lui. Per un attimo, dovemmo allentare la presa, pena ricoverare entrambi al manicomio.» «Più o meno – continua Mammi – ho fatto il direttore dei servizi circa 25 anni, ultimamente anche il Presidente, posso dire, quindi, che molti cambiamenti radicali li ho vissuti in prima persona, come, per esempio, il servizio notturno. All’inizio, era riferito ad un numero telefonico di militi reperibili a casa che come me si alzavano, ne chiamavano altri e si recavano sul luogo della chiamata… Il notturno vero e proprio, in sede, in una piccola cameretta con un solo letto a castello, decollò verso il 1966. Il bar sociale fu una delle prime intuizioni che diede la svolta alla maggiore frequentazione della sede, che a poco a poco s’ingrandì anche di nuovi locali ed autoveicoli. «Ricordo quando comprammo il primo furgone, un Volkswagen ambulanza; era in controtendenza con l’esperienza di quei tempi di prestare soccorso: per andare più veloce sembravano utili solo le auto, invece non ci sbagliammo ed oggi con l’organizzazione del 118 ne abbiamo la conferma.» «Ma in Croce ci divertivamo anche con serate conviviali, organizzando il tradizionale Carossezzo Recchese, dove non mancavano le tradizioni goliardiche, come la presa in giro sulla rivoluzionaria viabilità cittadina di quei tempi, le mitiche presenze delle “Sorelle Bandiera” e poi la festa campestre alle piane di Caravaggio, le Cacce al tesoro, le gite sulla neve, le feste danzanti. Il presente ed il futuro della nostra Associazione lo sento, invece, molto cambiato, come è logico che sia, ho solo timore che l’enorme carico di impegno che è prospettato ai volontari di oggi possa, per qualcuno, far venire meno la voglia di fare, anche se aiutare il prossimo ripaga sempre da ogni fatica.» MASSIMO MANTELLI 10 TRENTOTTO ANNI IN “CROCE”, DALLA CARICA DI CASSIERE A QUELLA DI PRESIDENTE Razeto: «Quando ci ribellammo al pretore» a Croce Verde, vede, non è come le altre associazioni, tutte meritorie, per carità, ma è... al di sopra, perché vive la carità più immediata e disinteressata: il soccorso al ferito o ammalato, ricco o povero, bianco o nero, delinquente od onesto che sia; non chiede nulla ed è sempre disponibile 24 ore su 24: viene chiamata e va.» Emilio Razeto, ex presidente della Croce Verde, inisignito del massimo riconoscimento del sodalizio, il “De Barbieri d’oro”, risponde con sollecitudine alle mie domande. Quanto tempo è stato in Croce Verde? «Ci sono stato ben 38 anni! Nel 1986 ho comunque lasciato la Croce Verde anche per altri impegni.» In tanti anni così, avrà vissuto qualche fatto particolare o simpatico che può raccontarmi? Razeto rimane pensoso. «Mah, veramente sono successe tante cose, come si fa a dire...» Poi: «Beh, sì, in senso negativo ce n’è una: quando il pretore ci ordinò di andare a prendere il cadavere di una persona che era morta da tre giorni. Un ordine che aveva sconvolto tutto l’ambiente della Croce. Mi sono ribellato, allora ero presidente, mi sono proprio ribellato!» «L Anni ’80: nel garage della Croce sta nascendo un carro allegorico L’ex presidente Emilio Razeto Ma, insinuo, mi risulta che altre Croci accettino di andare a prelevare i cadaveri... «Sì, ma loro sono attrezzati! Hanno le bare! Noi, no. Non possiamo caricare un cadavere in decomposizione dove poi mettiamo gli ammalati!» Mi sento onestamente di dargli ragione. E di positivo, indago, ha qualche ricordo? «Non saprei… posso dirle che abbiamo sempre partecipato al Carossezzo!» Come Croce Verde? «Sì, e abbiamo fatto anche le foto mentre costruiamo i carri. Ci si impiegava anche 2/3 mesi, sa? Erano alti anche 7–8 metri.» Sa quali sono state, oltre a quella attuale, le altre sedi della Croce Verde? «Sì, prima della guerra era in Salita Priaro, dopo ha avuto varie sedi: dapprima un rudere in via As- dente ci venivano donate. Ne abbiamo ricevute due dalla Carige e una dalla famiglia Bonino»; infine conclude il resoconto di questo suo periodo vantando le pubblicazioni volute dalla Croce Verde: Storia di una vallata, di Sandro Pellegrini e Recco in tasca, un libriccino che trovo simpatico e completo per un turista: un compendio della storia della Croce Verde e della città di Recco, l’arte, il commercio, la gastronomia e tante notizie utili che vanno dagli orari dei vari ambulatori dell’ospedale agli indirizzi di pubblica utilità fino ai percorsi delle passeggiate nei dintorni di Recco. Cosa significa per lei essere ora Assessore ai Servizi Sociali? «È gratificante, veramente gratificante! – mi dice – Lo faccio più che volentieri. Vede, ho iniziato a dedicarmi agli altri già quando avevo 7-8 anni. Mia nonna mi mandava su e giù per vico Saporito, dove abitavo, ad aiutare ora un’anziana di qui, che non poteva muoversi, ora a fare la spesa a un’altra di là che aveva dei problemi e così, grazie a lei, piano piano questo desiderio di aiutare gli altri è cresciuto dentro di me e con me. Sì, è gratificante, davvero gratificante!» sereto dove ora c’è una tipografia, poi nei fondi del ricostruito Palazzo Comunale, quindi in Via Trieste dove ora si trova il magazzino del Comune e, finalmente, nel 1961 si è insediata, con una bella inaugurazione, nell’attuale sede di Via Milite Ignoto.» La costruzione avvenne grazie a donazioni di terreno fatte dal Comune e dalle famiglie Molfino e Pietrafraccia e ad un mutuo della Cassa di Risparmio di cinque milioni di lire, garantito dall’allora sindaco Matteo Beraldo e dal presidente della Croce Verde dottor Emilio Diena. «Senza le loro garanzie – dice Razeto – la Croce Verde non sarebbe dov’è!». Razeto continua, mi racconta del suo primo incarico come “cassiere” nel 1954: «Avevo trovato in cassa 350 mila lire ed ero contento – mi dice –, ma poi, uno ad uno, si sono presentati in tanti a vantare crediti che alla fine mi sono ritrovato con un debito di oltre due milioni di lire. È stata dura, ma ce l’ho fatta.» Li ha restituiti tutti? «Sì, beh, alcuni ce li hanno condonati, altri si sono accontentati di importi inferiori ed altri li ho pagati. C’è voluto del tempo, ma è andato tutto a posto», mi dice con soddisfazione. Poi parla delle ambulanze: «Al tempo in cui ero presi- SILVIA TOSI 11 CURIOSITÀ E APPUNTI DALL’ARCHIVIO DELL’EX PRESIDENTE AROLDO MOTTA Vietate le bestemmie e le carte da gioco pulciando tra gli appunti dell’ex presidente Aroldo Motta, abbiamo trovato molte curiosità. Nata, come sappiamo, il 3 settembre 1924 da un gruppo di amici molto “mattacchioni”, ma altrettanto sensibili, la “Croce Verde Recchese”, così come era stata inizialmente denominata, ha avuto come primi dirigenti il presidente Antonio Fasce e il direttore sanitario dottor Giuseppe De Barbieri; sede, un piano terra di via Olivari, con le finestre a sud, il quale, ogni volta che il mare era in burrasca, si allagava costringendo i militi a dormire S sui tavoli e a stare all’erta, notte e giorno, per evitare eventuali danni alle attrezzature. Il vessillo. Venne inaugurato l’anno successivo, il 1925. Finemente ricamato a mano, constava di una grande croce verde centrale sormontata dallo stemma della Città di Recco, dal quale si dipartivano tre nastri, su uno dei quali era inscritto il motto, pensato dal padre del direttore sanitario, dottor Ignazio De Barbieri, “Diligite Alterutrum”, ovvero “Amatevi e soccorretevi scambievolmente”. Esiste, sulla bandiera, un aneddoto curioso, un fatto La premiazione dei militi, il 15 maggio 1927 CARTOLERIA ARTICOLI DA REGALO FORNITURE PER UFFICIO FOTOCOPISTERIA di Mario Furioli Piazza San Giovanni Bono, 22 RECCO - Tel-Fax 0185.720063 Sconto 15% a tutti i Militi e Soci della Croce Verde Recco che esasperava tutti e che si ripeteva molto spesso: la bandiera, che sventolava all’esterno, veniva puntualmente rubata di notte. I soci, però, con altrettanta puntuale caparbietà, la sostituivano e questo durò fino a quando, alla fine, i dispetti cessarono. Le primissime attrezzature furono: • due barelle a mano con ruote, chiamate “frecce”; • otto barelle pieghevoli; • 30 metri di scala a corda (buscaglina); • 2 picozze e 4 lanterne a carburo; • un lettino ed un armadio con medicinali e ferri chirurgici in una stanza (sala di medicazione); • un armadio con biancheria e due cassette di pronto soccorso nell’altra stanza. La prima premiazione dei militi avvenne nel maggio 1927, periodo in cui si ebbero le prime avvisaglie di malumori all’interno e nella comunità. L’oratore, l’avvocato Fabio Danè, durante il discorso per questa occasione, ebbe a dire: «...i morti non sono solo al cimitero, ma passeggiano per le vie del paese». Apriti cielo! Alcuni fra i soci ed i cittadini si sentirono personalmente offesi ed accusarono il consiglio direttivo di essere l’ideatore della frase. Quella stessa sera avendo avuto luogo, in un ristorante all’aperto, il pranzo sociale (per il quale ognuno pagava la propria parte), alcune malelingue sparlarono dei militi accusandoli di divertirsi a spese del sodalizio. L’oratore, che era stato invitato, fece una vibrante filippica contro i delatori presenti i quali piano piano se ne andarono alla chetichella. È da questo momento, però, che incominciarono le prime defezioni sia fra i 12 re nella cassetta delle oblazioni) e giocare a carte. Era concesso invece giocare a tombola e il gioco dell’oca. Libretto postale al portatore del 1943, nel periodo in cui la nostra P.A. era sottocomitato Croce Rossa soci che i fondatori. Da ottocento si ridussero alla metà. Era un periodo abbastanza difficile: se uscivano per servizio senza i bracciali, che li contraddistinguevano come militi della Croce Verde, venivano additati come dei “Signori-nessuno” che non volevano farsi riconoscere; se si mettevano i bracciali era l’esatto contrario: che volevano distinguersi dagli altri, come fossero appartenenti ad un clan mafioso. Proibizioni e multe: in Croce Verde era rigorosamente proibito parlare di politica, bestemmiare (ogni bestemmia veniva multata con 10 centesimi da mette- Prestazioni e servizi. In Recco e nei paesi limitrofi, privi di strade carrozzabili, i servizi venivano svolti con le barelle a mano, mentre per Genova si utilizzavano le auto pubbliche. Rientravano nelle prestazioni dei militi anche l’assistenza ai malati presso le loro abitazioni, anche di notte, la veglia dei morti e il loro trasporto. Dato che i servizi erano abbastanza faticosi, su e giù per i monti con le barelle sulle spalle, fu fatta venire dalla Svizzera una barella a zaino (Weleda) e si provvide anche all’acquisto di una camicia di forza con relative cinghie. Le cose cambiano La prima autoambulanza. Nel 1928 venne acquistata una Fiat 507 F, che venne riadattata ad autoambulanza ed attrezzata con due barelle dalla Ditta E. Molfino. Era bella, ma poco veloce. L’inaugurazione fu fatta dalla madrina, Donna T. Marana Pittaluga, moglie del primo podestà di Recco. Il trasferimento della sede. L’anno successivo, 1929, sotto la presidenza del dottor De Barbieri (che era stato preceduto nella carica da Luigi Olivari e Fortunato Pedersini), la sede venne trasferi- Via Marinai d’Italia 16036 RECCO Tel. 0185.720658 ta in salita Priaro. Più comoda e lontana dai pericoli del mare, aveva la sala di medicazione, costruita nel giardino dagli stessi militi, ed era dotata di due campi per il gioco delle bocce e di un apparecchio radio che era diventato il richiamo della gioventù per l’ascolto di vari eventi sportivi e del Giro d’Italia. Gioventù che poi confluì, in parte, nella Croce Verde e fu trasformata in bravi militi. Il periodo C.R.I. Nel 1932 un decreto ministeriale obbligò tutti gli enti morali di mutuo soccorso a confluire nella Croce Rossa o a sciogliersi. Nel trambusto che ne seguì, molti si dimisero, ma il consiglio direttivo e altri soci decisero per la carità anche sotto una Croce di colore diverso. La bandiera dovette essere cambiata e sul nastro vi fu scritto “C.R.I. - Sottocomitato di Recco - Pronto Soccorso”. In questo periodo la ex Croce Verde di Recco ebbe molti elogi da parte del Comitato Provinciale di Genova C.R.I. per l’abnegazione dei suoi militi, per l’ambulanza e la disponibilità dimostrata nel prestare il proprio servizio anche ai vari circuiti automobilistici e motociclistici in Corso Italia a Genova e a due manovre antiaeree, ricevendo il plauso pure delle autorità. Nel 1941 l’ambulanza era ormai sfiancata, non ne poteva più: i pneumatici, distrutti, non potevano es- sere cambiati perchè quelli disponibili dovevano restare riservati alle auto del parco militare e quelli dati erano di differenti misure. Tirò avanti ancora sei mesi e poi abbandonò. Purtroppo anche i militi, a causa della guerra, vennero a mancare vuoi perché richiamati, fatti prigionieri o perché periti sotto i bombardamenti. Nel 1943 il colpo di grazia: i bombardamenti su Recco travolsero tutto, sede, materiali e uomini. Sotto il primo bombardamento due soli militi fecero continuamente la spola, notte compresa, tra macerie ed ospedale coadiuvati da alcuni volonterosi, portando anche dei morti al cimitero (per ordine del Podestà), ma i continui allarmi ed il secondo bombardamento sfiancarono proprio tutti mettendo la parola fine anche alla C.R.I. Rinascita. Solo nel 1953 un gruppo di Soci e due fondatori, appoggiati dall’ingegner Matteo Beraldo, sindaco di Recco, rivollero fortemente la Croce Verde recchese e la rimisero in piedi. Nominarono Presidente nuovamente il dottor Giuseppe De Barbieri; ricostruirono una nuova autoambulanza e dopo vari traslochi in “sedi prestate”, finalmente la Croce Verde di Recco arrivò al suo approdo finale: Via Milite Ignoto. SILVIA TOSI 13 LO SCORSO ANNO PERCORSI 335.000 CHILOMETRI PER COMPLESSIVI 9.360 SERVIZI Tutti i numeri del biennio 2002-2003 PARCO AUTOMEZZI Fiat Ducato 2,5 TDI Fiat Ducato 2,8 TDI Fiat Ducato 2,8 JTD Fiat Ducato 2,0 Volkswagen 2,5 Syncro Volkswagen 2,5 TDI Volkswagen 2,5 TDI Nissan Almera Tino Fiat Punto 1,9 JTD Fiat Punto 1,3 Multijet Fiat Punto 1,9 TDI Fiat Punto 1,9 TDI Ford Fiesta 1,2 Unità Mobile di Rianimazione Unità Mobile di Rianimazione Unità Mobile di Soccorso Unità Mobile di Soccorso Unità Mobile di Soccorso Ambulanza da trasporto Ambulanza da trasporto Automedica “Golf 6” Mezzo di Soccorso Avanzato Mezzo di Soccorso Avanzato Vettura Vettura Vettura Guardia Medica SERVIZI Tipologia i numeri 2002 2003 servizi 8.871 9.360 320.026 335.368 11.156 14.741 chilometri ore di servizio Anno 2002 numero servizi chilometri percorsi Anno 2003 ore di servizio numero servizi chilometri percorsi ore di servizio Trasferimenti 561 21.503 606 449 17.033 474 Trasporto medicinali - sangue 769 41.133 1.053 699 37.116 941 2.062 75.414 2.138 2.299 86.210 2.425 739 6.539 586 783 6.850 755 1.149 22.117 919 1.299 26.383 1.274 440 8.440 441 439 7.560 387 1.738 70.516 2.222 1.526 61.131 2.038 18 157 12 28 205 19 Emodialisi Guardia Medica Urgenze Ricoveri - Dimissioni Visite - Tac - Diagnostica Guardia medica pediatrica domiciliare Disabili Anffas 181 7.628 384 121 6.265 276 Terapie Varie 612 24.435 761 892 35.450 1.189 Fisioterapie 333 11.057 285 501 17.027 535 42 1.565 180 30 1.560 166 Assistenza gare e manifestazioni Trasporti fuori provincia 7 1.756 35 7 1.356 57 Trasporti fuori regione 31 12.826 199 20 7.515 122 Turni di automedica Servizi diversi Totali 73 9.702 1.062 130 18.480 1.813 116 5.238 273 137 5.227 270 8.871 320.026 11.156 9.360 335.368 12.741 Sanpaolo IMI S.p.A. Agenzia di Recco Via Marconi 23 - 16036 Recco Tel. 0185 76617 Telefax 0185 723333 il gusto vincente di casa 14 BIENNIO 2002-2003: I VOLONTARI IMPEGNATI NEI MILLE SERVIZI DELLA “CROCE” L’altruismo premiato con una medaglia Medaglia d’oro 1° grado Medaglia d’oro 2° grado Alabastro Fabio Bagnasco Davide Bagnasco Matteo Brinzo Mario Cafferata Claudia Clary Fabio Di Pietro Maurizio Ferreccio Pietro Grassi Stefano Grasso Francesca Actite Francesco Altieri Filippo Azzaro Michele Badalini Giuseppe Blondi Renato Bonora Alessandro Bozzo Basilio Carbone Alessandro Danei Giovanni Fassone Stefano Fassone Valentina Ferreccio Carlo Garbarino Matteo Guglieri Maria Moretti Marco Polimo Michele Pugno Marco Ratti Antonio Santinelli Giorgio Scorsi Renato Stasi Davide Tixi Prospero Valdenassi Giulio MEDAGLIA D’ARGENTO 1° GRADO Aste Graziana Azzaro Ugo Bacigalupo Luigi Bacigalupo Massimo Belfiore Romina Bertagnon Marco Bisso Francesco Brizio Federico Capogreco Domenico Capurro Carla Capurro Stefano Casareto Mariano Chiardo Luciano Ciarapica Alessandro Conca Giovanni Copelli Ettore MEDAGLIA D’ARGENTO 2° GRADO Ageno Giovanni Altamura Simona Angeli Raffaele Benvenuto Miriam Beretta Bruno Angelo Bersani Emanuele Biffi Anna Maria Bisso Davide Carbone Stefania Carbone Teresina Carminati Diego Cau Sonia Congiu Maila Copelli Liliana Dabrigi Alfredo De Guz Rinaldo Dellacasagrande Marisa Descalzo Carlo Di Marco Giuseppa Di Pietro Angelo MEDAGLIA D’ARGENTO 3° GRADO Astier Jocelyne Bagnasco Fabio Bagnasco Rinaldo Benvenuto Riccardo Bixio Mattia Bozzo Roberta Bruni Umberto Cafferata Maurizio Caorsi Luciano Capurro Fabrizio Carbone Patrizia Carbone Fabrizio Castagnola Michele Castagnola Margherita Castellani Francesco Cavaglieri Roberto Cervilio Luigi Congiu Michael Dairolo Carlo De Bellis Francesco De Bellis Veronica Del Torchio Luca D’Emilio Cristiano Devoto Davide Gussoni Luciano Lio Massimiliano Massone Debora Mazzacurati Angelo Minardi Giovanni Moretti Enrico Picasso Roberto Rapezzi Davide Rapezzi Paolo Ratto Massimo Senofonte Diego Storchi Antonio Verardi Adelmo De Santis Alessio Figari Pierangelo Furioli Mario Giadrini Davide Giannattasio Eleonora Grassi Sara Lena Marco Mammi Mario Maraschi Andrea Massone Massimo Molfino Luca Musante Gianluca Ortori Fausto Piaggio Ferruccio Picasso Giorgio Pietrangeli Andrea Riccioni Monica Rinaldi Gabriele Rossi Germana Spagnulo Antonella Squarzati M.Teresa Storchi Valentina Tassino Antonio Traverso Gerolamo Trebino Michela Vallone Francesca Ferreccio Ezio Ferreccio Maria Ferreccio Prospera Ferreccio Roberto Ferroni Matilde Gardella Alessio Giulianotti Albina Iaquinta Rosanna Ibba Andrea Mantelli Massimo Maracci Paolo Marchesi Antonietta Maroccia Gennaro Meloni Mariassunta Mercogliano Antonio Montelatici Rosa Negri Maria Ognio Andrea Orselli Loredana Pagano Davide Paglierini Angelo Perucca Alessandro Pinna Maria Luciana Provino Fabio Quatela Nicoletta Repetto Carlo Rinaldi Tarcisio Roccatagliata Elisa Roccatagliata Irene Romano M.Cristina Schenone Gian Carlo Schenone Teresa Tassara Marina Valdenassi Mario Valentini Gianluca Valentini Marco Zanzi Maria Chiara Durio Elsa Ferreccio Luca Ferrera Fulvio Fresolone Mario Giannangeli Serena Grazzi Stefania Gurreri Emanuele Lagomarsino Roberto Lerici Roberto Moggia Davide Monte Giulio Monte Massimo Nocerino Luigi Olcese Adriano Palini Diego Parisi Matteo Parodi Francesco Pedemonte Chiara Perucca Marco Pezzali Simona Piacentini Simone Piantato Manlio Picasso Elisa Picasso Enzo Piras Alessandro Pozzo Claudio Pozzo Thomas Razeto Andrea Revello G.Luigi Roccatagliata Enrico Romano Eros Saia Alessio Schenone Marco Schenone Cristina Scopesi Denise Senarega Giovanni Squeri Alessio Steneri Enrico Ticchi Carlo Valdenassi Francesca Vannucci Vannuccio Weisskoff Etienne 15 I RICONOSCIMENTI AI MERITEVOLI DONATORI DI SANGUE. BIENNIO 2002-2003 Quante vite salvate grazie al loro impegno Medaglia d’oro Lagomarsino Roberto Migone Anna Porcù Michele Prampolini Enrico Arcadu Narcisa Bersani Gavino Ferreccio Ezio Ferreccio Maria Revello Gianluigi Tedeschi Maurizio Tedone Raffaella Medaglia d’argento Ageno Giovanni Amandolesi Paola Andreani Chiara Aste Graziana Avanzini Stefano Bacigalupo Andrea Bacigalupo Giovanna Bacigalupo Luigi Badaracco Alberto Badaracco Mauro Bagnasco Claudia Ballestrero Marco Balletto Stefania Barbieri Ugo Bartolani Palmira Benetti Salima Benvenuto Bruno Benvenuto Gaetano Bernardin M.Grazia Bertagnon Marco Beschi Sabina Bignozzi Fabio Bini Ferdinando Bisso Giuseppe Blondi Renato Blondi Sandra Bocchino Barbara Boni Renzo Alberto Borgatta Umberta Bozzo M.Rosa Bruno Marina Bulgarelli Manuela Caffarena Giovanni Camassa Luigi Campanella Giorgio Campolo Rosalba Campomenosi Pietro Canella Brunaldo Caorsi A.Maria Capurro Andreina Capurro Franco Capurro Luigi Carpaneto Amedeo Castagnola Gabriella Castagnola Michele Catzeddu Cinzia Cavaglieri Roberto Cavallo Giuseppe Civinini Attilio Croci Raffaella Crovetto Elda Crovetto Vittorio Cuneo Natale Damico Simona Dapelo Mario De Marchi Lino De Vita Claudio Del Guasta Marcella Dellacasa Andrea Demarzo M.Stella Di Filippo Salvino Di Salvo Carlo Durio Elsa Durio Flavia Esposito Raffaele Fassone Stefano Ferrari Sergio Ferreccio Marino Ferreccio Massimo Ferreccio Pietro Ferrera Andrea Florio Roberto Gallina Angela Gambel Nereo Gammino M.Teresa Gandolfo Renzo Garaventa Umberto Garofalo Pasquale Gemignani Cristina Giacometti Antonio Giannattasio Eleonora Giuffra Bruno Giuffra Michele Grigatti Paolo Grigatti Valeriano Guglieri Carlo La Firenza Vito Licata Paola Loiacono Pasquale Lopedote Antonietta Lupino Mauro Maggi Giovanni Maggiolo Alberto Malchiodi Roberta Manni Bruna Marchesi Augusto Mascherpa Luca Massa Marino Massone Massimo Mastrocola Piergiorgio Mattioli Ennia Merlo Caterina Merlo Fabio Mezzanotte Omero Moltedo Giobatta Moltedo Ida Moltedo Luisa Monte Emilio Monte Martina Montefiori Alessandro Morello Samuela Morino Roberto Nadelle Mirko Napolitano Mauro Nichino Adriano Noris Daniele Occhiuto M.Antonietta Olcese Francesca Olcese Paola Olcese Sergio Oliva Luisa Olivari Paola Orsingher Renato Ortori Fausto Parnasso Massimiliano Parodi Francesco Parodi Guido Pavanelli Cecilia Pezzali Luca Picasso Franco Picasso Gianfranco Picasso Giorgio Polimo Michele Ponte Mario Pugno Marco Rapezzi Mario Ravera Fausto Raviola Palmiro Razeto Alma Razeto Elena Razeto Laura Repetto Prospero Ricci Federico Riotti Mara Romano Vittoria Rosaguta Giancarlo Rosasco Elio Rotunno Giuseppe Rovegno Lino Runcini Mario Sacchi Andrea Enrico Santinelli Armando Santinelli Ornella Scalambra Luca Schenone Lucio Schiappacasse Cecilia Senarega Giovanni Spartani Maurizio Strada Mauro Tanfani Giancarlo Tantillo Giuseppe Tedone Giacomo Terrile Adriana Terrile Davide Terrile Ivana Tixi Sergio Tomasone Michele Torre Stefano Torre Tiziana Unia Roberto Valente Pasquale Valente Santo Vannati Giovanni Vari Stella Vasoli Angelo Vener Renata Villa Andrea Zagari Carmelo Zerega Achille 16 TRE GIORNI DI FESTA IN OCCASIONE DELL’80° COMPLEANNO DELLA NOSTRA P.A. Questo il programma delle manifestazioni Mercoledì 1° settembre Lungomare Bettolo, ore 18,30 Gara podistica 1° Trofeo Diego Senofonte. Percorso non competitivo, aperto a tutti, di circa 7 km. Premiazione ore 20.30. Lungomare Bettolo, ore 19,30 Apertura stand gastronomico. Piscina Comunale “Antonio Ferro”, ore 21 Partita di pallanuoto fra vecchie glorie della Pro Recco; negli intermezzi esibizione di nuoto sincronizzato (ingresso libero). Lungomare Bettolo, ore 21,30 Concerto della Cover Band. Giovedì 2 settembre Lungomare Bettolo, ore 11-19 Caccia al Tesoro a coppie. Lungomare Bettolo, dalle ore 15 Esposizione di mezzi di soccorso d’epoca; mostra fotografica; stand espositivo di tecniche e materiali di pronto soccorso. Lungomare Bettolo, dalle ore 19,30 Apertura stand gastronomico. Lungomare Bettolo, ore 21 Prova conclusiva della Caccia al Tesoro e premiazione. 1° premio crociera di 8 giorni per due persone offerta da Costa Crociere. Venerdì 3 settembre Lungomare Bettolo, dalle ore 16 Ricevimento Pubbliche Assistenze consorelle. Piscina Comunale “Antonio Ferro”, ore 17-19 Giochi d’acqua a squadre di 6 giocatori (iscrizione gratuita). Lungomare Bettolo, dalle ore 19,30 Apertura stand gastronomico. Lungomare Bettolo, ore 21 Benedizione nuova autoambulanza; 21 colpi di saluto dei Quartieri; Premiazione delle PP.AA. Consorelle; Conferimento Premio della bontà “De Barbieri d’argento”; Premiazione Militi e Donatori di sangue. Ore 22,30 circa Spettacolo di fuochi pirotecnici. Iscrizioni Caccia al tesoro e Giochi d’acqua. Per informazioni: Chicca 333.2788012 Luca 0185.75721 Notiziario della P.A. Croce Verde Recco Via Milite Ignoto, 17 16036 RECCO (GE) tel. 0185.721037 [email protected] www.croceverderecco.it Aut. 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