NOTIZIARIO DELLA P.A. CROCE VERDE RECCO
NUMERO UNO
agosto 2004
R ECCO 6 5 4
Ottant’anni di solidarietà
C
ome in ogni famiglia, un anniversario costituisce sempre una
occasione per riunirsi, per fare
festa e per rinsaldare quegli affetti
che altrimenti il tempo tenderebbe a
sopire.
La nostra Croce Verde compie 80
anni e quindi ripropone a tutti, così
come è stato per il passato, un’occasione di incontro e di gioia per confermare il legame che la unisce alla
popolazione e che nel tempo non è
mai venuto meno.
Coloro che ci hanno preceduto, superate sempre le difficoltà incontrate, hanno saputo porre solide basi
sulle quali è stato realizzato una
Pubblica Assistenza efficiente ed organizzata che ha potuto proseguire
poi il suo cammino di servizio adeguandosi e perfezionandosi secondo
le nuove e più raffinate tecniche del
soccorso.
Il senso dell’amore e della solidarietà verso il prossimo, perennemente
coltivato nel nostro Sodalizio, è anche rappresentato da un premio: il
“premio della bontà” costituito da
una medaglia, il “De Barbieri d’Argento” che, sulla base delle segnalazioni pervenute, sarà conferito alle
persone che in questi ultimi due anni hanno particolarmente meritato
per la loro attività di aiuto agli altri.
Nel corso della cerimonia, i militi
della Croce Verde otterranno il ringraziamento dei cittadini, attraverso l’Amministrazione Comunale,
con il simbolico gesto di consegna
delle medaglie per l’attività svolta
nel biennio. Attività di aiuto costante, spesso silenziosa, a volte anche
in condizioni di rischio personale,
sempre con amorevole solerzia e
professionalità.
La solidarietà verso gli altri è
espressa in tante forme che le varie
associazioni di volontariato raccolgono e promuovono; al nostro interno vi è la sezione dei Donatori di
La nuova ambulanza di tipo “B“ che verrà inaugurata venerdì 3 settembre
Giovanni Rainero
Sangue, che oggi conta un centinaio
di persone, le quali saranno ringraziate con la consegna di una medaglia d’oro per chi ha raggiunto le
trenta donazioni.
Rivolgo a tutti l’invito a partecipare
alla nostra attività. I servizi sono
tanti, molti dei quali di tipo semplice, come l’accompagnamento dei
dializzati, il ritiro di referti, eccetera, che richiedono singolarmente
pochissimo impegno di tempo che
può essere programmato secondo le
necessità del volontario.
La vita ci insegna che l’indifferenza
e l’indisponibilità verso gli altri non
sono i migliori sentimenti che l’uomo deve coltivare. Non aspettiamo
di avere noi stessi bisogno di aiuto
per capire quanto è importante la
solidarietà disinteressata!
Un grazie sincero a tutti coloro che
interverranno, per aiutarci o per
condividere con noi i tre giorni di festa.
Un ringraziamento solenne, anche a
nome di tutto il Consiglio, ai Volontari: donne e uomini, giovani e anziani. Grazie.
GIOVANNI RAINERO
Presidente Croce Verde Recco
EDIZIONE SPECIALE PER L’80° ANNIVERSARIO
2
I messaggi di auguri
per gli 80 anni
Molto spesso le Pubbliche Assistenze hanno radici profonde nei paesi e nei quartieri delle grandi città, dove la
partecipazione alla vita delle stesse sviluppa un forte
senso di appartenenza alla Comunità della quale fanno
parte.
Si tratta di una considerazione che trova conferma con
riguardo alla Croce Verde, la cui storia prestigiosa non
può essere disgiunta da quella non meno straordinaria e
ricca di originalità che fa capo alla città di Recco.
Di questo ne è testimonianza l’intensità con la quale i soci ed i militi della Croce Verde partecipano agli eventi ed
alle manifestazioni che animano la vita della nostra collettività.
A ciascuno di noi, inoltre, appartiene la consapevolezza
del ruolo tanto delicato quanto insostituibile svolto dai
militi della Croce Verde nel settore del volontariato sociale, a favore di coloro che si trovano a subire gli effetti
degli infortuni o delle malattie.
È forte il sentimento di autentica riconoscenza che la città esprime nei confronti della “sua” Croce Verde; sentimento del quale mi faccio interprete convinto in occasione di questa significativa ricorrenza.
Gianluca Buccilli
Sindaco di Recco
Una manifestazione della Croce Verde negli anni ’70
Al Presidente
Ai Volontari
Ai Soci
della P.A. Croce Verde Recco
Settembre 1974. Mons. Giovanni Ferrari benedice una nuova
autoambulanza. Alla sua sinistra il sindaco Antonio Ferro
Caro Presidente,
Un caro saluto a te e tanta ammirazione a tutti quelli che
operano nella Croce Verde di Recco.
Il Vostro Sodalizio rappresenta per me una delle tante
“cose belle” che ho trovato a Recco, anello prezioso ed insostituibile nel processo di assistenza al malato.
Nel Vostro ottantesimo compleanno, colgo l’occasione per
esprimere la mia ammirazione per la qualità raggiunta
dal Vostro Servizio, per le tante iniziative promosse e per
lo spirito di gruppo che vi anima.
Ancora grazie a te e a chi, lavorando bene, salva ogni
giorno “di nascosto” vite umane.
Cordialmente
dott. Edoardo Chiari
Direttore Sanitario
Presidio Ospedaliero Levante
Carissimi amici,
In occasione dei festeggiamenti per l’ottantesimo
di fondazione della vostra Pubblica Assistenza,
contemporaneamente prestigioso traguardo e
prezioso punto di partenza, voglio rivolgere a tutti voi le mie congratulazioni per il lavoro fin qui
svolto ed un particolare augurio per il futuro.
Il mio pensiero di Presidente Regionale non può
che andare, innanzi tutto, ai militi, veri protagonisti del soccorso, e ad ognuno di loro voglio giunga
la mia stima ed il mio più grande ringraziamento
per la loro volontà, il loro coraggio e la loro disponibilità.
Il Comitato Regionale è profondamente vicino e a
tutti voi che, ogni giorno, costruite l’Anpas rendendola sempre più forte, unita e grande; personalmente, voglio sappiate quanto sono fiero ed
onorato di rappresentare il cuore,il coraggio e lo
spirito dei volontari liguri.
Al Presidente, al Consiglio di Amministrazione, ai
soci ed a tutti coloro che ogni giorno contribuiscono alla grandezza della storica e gloriosa Croce
Verde di Recco, giunga il mio fraterno saluto ed il
mio affetto ai quali si associano la Direzione, il
Consiglio e tutto il Comitato Regionale.
Dino Ardoino
Presidente Regionale Anpas
Ass. Nazionale Pubbliche Assistenze
3
OTTANT’ANNI DI STORIA ATTRAVERSO I RICORDI DI CHI LI HA VISSUTI
Buon compleanno
Compiere gli anni è come ripercorrere il tempo della memoria, operazione ben più difficile per la Croce Verde, sia
per l’attività incessante e costruttiva di aiuto e di sostegno agli altri, sia per individuare e rivalutare quei valori
che l’hanno animata nel corso del tempo. È per questo
che, ad ottant'anni dalla sua nascita, abbiamo cercato di
riscoprire, con rinnovato entusiasmo e coerenza storica,
quegli aspetti della vita sociale che hanno caratterizzato
lo stile di vita e le scelte della popolazione nel passato.
Per fare ciò, ci si è avvalsi del contributo di alcune persone che hanno vissuto quegli anni e che costituiscono la
testimonianza e la continuità dell’opera umana di solidarietà attraverso il tempo.
Le interviste che seguono ne rappresentano un vivo
esempio.
PAOLA VOLPI
I RICORDI DI DIONISIA GERBO
Ecco dov’era
la prima sede!
iguardando la fotografia
che raffigura i componenti del “Club dei Matti”
seduti ad una tavola imbandita, mi sono chiesta dove sarebbe stato il loro punto di ritrovo. Difficile riconoscere il
posto, nello stretto spazio ad
intonaco bianco con volta ad
arco e qualche quadro alle
pareti.
Una mattina, in un incontro
casuale con la signora Dionisia e la signora Gina, parliamo dei festeggiamenti per
l’ottantesimo anniversario
della fondazione della Croce
Verde di Recco.
Provo a chiedere se ricordano
dove si radunavano i “Matti”.
Candidamente la signora Dionisia risponde decisa:
«Nell’osteria di mio padre.»
Finalmente sciolto l’enigma.
Di colpo rivedo nella mente la
fotografia nel libro del comandante Massone “La mia Recco”, dove la famiglia Gerbo posa davanti all’ingresso della
trattoria: ecco dove si radunavano! Questa si trovava collo-
R
Dionisia Gerbo
cata all’angolo tra il Carr ōgio
Saporito e il Carr ōgio delle
Casette. In quel tratto del centro i carr ōgi erano posti nelle
vicinanze della spiaggia; alla
fondazione dell’Associazione,
nel 1924, la sede trovò spazio
nel locale del Carr ōgio Olivari,
che era nelle vicinanze della
trattoria.
Ecco la testimonianza dellal
signora Dionisia Gerbo.
MARINA FERRARI
IL MITICO “CARLITTO” TASSARA
«Mio zio Tino,
il primo autista
della Croce»
icordo che mio zio, spesso, veniva chiamato dalla sede di Vicolo
Priaro, per andare a prendere
qualche malato: qualunque cosa stesse
facendo in officina, mollava tutto e partiva con il berretto nero e lo stemma
della Croce Verde su sfondo argentato,
sotto al braccio...»
Così inizia il racconto di Tino Tassara,
insuperabile meccanico e profondo conoscitore dei segreti di ogni tipo di bicicletta, come ormai non ce ne sono più in
giro.
Di colpo, mentre parla di suo zio, mi fa
tornare indietro di settant’anni, agli anni Trenta: il “mitico” Carlitto Tassara,
uno dei soci fondatori della nostra Pubblica Assistenza.
«Presso la sede di Vicolo Priaro, che era
a fianco della chiesa parrocchiale, si poteva giocare anche a bocce o a carte.
Durante tutto il giorno comunque c’era
sempre almeno una persona, di modo
che, quando succedeva qualcosa o c’era
bisogno d’aiuto, ci fosse sempre qualcuno a disposizione. Spesso c’era il signor
Motta, che ricopriva quest’incarico,
molto amico di mio zio.»
È per questo motivo che chiamava
sempre Carlitto?
«Non solo per questo motivo; mio zio
era anche il primo e solo autista delle
due Fiat che, allora, si utilizzavano. Una
era sempre pronta ad uscire presso il
Municipio, di fronte alla chiesa parrocchiale, ed era dotata di due barelle.»
Erano frequenti le chiamate?
«Abbastanza. Mio zio era sempre in giro, a volte per tutto il giorno. Lo chiamavano anche da Sori o Rapallo, per
non parlare dei trasporti che a volte si
facevano fino a Milano, sulla vecchia
strada camionale (praticamente l’odierna “Serravalle”, tutta curve, che si fa
per tornare da Milano).»
Parliamo di un epoca in cui di auto ce
n’erano ben poche...
«Sì, a Recco solo poche famiglie l’avevano, una di queste erano gli Ansaldo.»
«R
FABIO ALABASTRO
4
GIUSEPPE “LULLE” FERRARI
Quando
la sede
era invasa
dal mare
“Lulle” Ferrari
iuseppe Ferrari, detto “Lulle”,
è uno di quei personaggi che
allora come oggi vivono la vita
sociale recchese in maniera intensa
e partecipe.
Presente in diverse attività, quelle
sportive che lo videro protagonista
nella squadra della Pro Recco, sia
di pallanuoto che di calcio degli anni ’30, quelle sociali, come nel caso
specifico della Croce Verde. Oggi
dedica ancora buona parte del suo
tempo all’attività sportiva e lo fa
con la stessa voglia e tenacia di allora.
Ci buttiamo subito nei ricordi ed
entriamo in quel “carr¯ogio grande”, Via Olivari, che sempre percorreva.
Qui suo padre Alfredo aveva negozio (come cita il comandante Massone nel suo libro La mia Recco),
poco più avanti si trovava la prima
sede della Croce Verde.
Il Carr¯ogio Olivari faceva allora
G
Indicati dalla freccia i locali della prima sede del Sodalizio
parte di quei vicoli del centro che,
perpendicolari alla lunga spiaggia
centrale, portavano dritti al mare.
L’unico ambiente della sede era posto al piano terreno di un edificio,
piuttosto ampio con due finestre lato mare; era sede direttiva, ricreativa, deposito lettighe, che erano sistemate in prossimità della porta
pronte per le uscite di emergenza.
Il ricordo va alle mareggiate; le più
violente spesso invadevano i vicoli
riempiendoli di sassi e di tutto ciò
che l’acqua trascinava.
In una di queste occasioni il mare
penetrò a tal punto che suo padre
fu costretto ad utilizzare la barca
per accedere al vicolo e poter mettere in salvo le cose rimaste nel negozio; così accadde pure negli altri
fondi e anche alla Croce Verde.
Altro ricordo: l’impegno prestato
nelle adunate della Croce Verde con
le altre Pubbliche Assistenze. Era
abitudine, come ancora oggi, parte-
Panificatori in Recco
cipare alle manifestazioni con i propri mezzi e militi per fare festa, e
“Lulle” Ferrari era sempre tra i volontari atletici disposti a percorrere
i lunghi tratti a piedi con lettighe e
bandiere per raggiungere le diverse
località. Ricorda la folla festosa che
li accoglieva; nella piazza dove avveniva la premiazione la giornata si
concludeva con qualche bella bicchierata e le volontarie giravano tra
i partecipanti ornandoli con i nastrini colorati forniti di spillo.
Sfogliamo insieme l’album delle
vecchie fotografie della Croce Verde: gruppi di persone si alternano
nelle varie manifestazioni degli anni ’20 e ’30. Giuseppe Ferrari si sofferma e con il dito segna alcuni personaggi chiamandoli per nome e soprannome: «quello o l’è o Cillo
Port... questo chi o l’è o Gigetto…»
Capisco che possiamo arricchire ulteriormente la storia della Croce
M.F.
Verde!
5
I RICORDI DI GINA MASSONE: SALITA PRIARO E LA SCIMMIA PER MASCOTTE
I militi coi pantaloni alla zuava e il berretto
n un breve incontro con
Gina Massone avevo intuito che la quantità di
cose che mi avrebbe raccontato non si sarebbero
potute esaurire in una sola conversazione; non
avrei potuto però immaginare nel nostro secondo
incontro che mi sarei trovata di fronte ad un fiume
di ricordi, di fatti e di
eventi della Recco di ieri.
Dalla sua casa ogni giorno
scendeva verso il centro
del paese e, quasi in fondo
alla Salita Priaro, prima di
accedere alla Piazza della
chiesa, Piazza Vittorio
Emanuele, sulla sua sinistra, ancora prima della
sede dei Carabinieri, passava davanti alla sede della Pubblica Assistenza
Croce Verde. Allora era
una bambina, ma il ricordo della sede è ben impressa per diversi motivi.
L’edificio era di proprietà
della famiglia di Gerolamo
Figari; in un primo tempo
questo locale era adibito a
osteria (come ricorda il
comandante Massone nel
suo libro La mia Recco),
successivamente vi trovò
spazio la sede dell’Associazione.
Lungo la via si trovava la
grande porta a vetri dalla
quale si accedeva in un
ampio locale dalla pavimentazione in graniglia,
dove i soci si radunavano;
sul lato sinistro di questo
I
23 settembre 1932. A destra nella foto la sede all’inizio di Salita Priaro
era collocata una saletta
adibita ad infermeria,
«dove si veniva medicati
quando ci si spellava le ginocchia», racconta Gina
Massone.
Sul retro si apriva uno
spazio verde di pertinenza
della sede, con tavolini
dove ritrovarsi per giocare a carte ed un campo da
bocce confinante con gli
“orti di Giostra”, di proprietà della vicina chiesa
parrocchiale.
L’allora gestore della sede
era Cirillo Port; i bimbi lo
guardavano con un certo
timore, forse per via della
sua “mascotte”, una scimmietta che tanto li attira-
va all’interno del locale.
Un altro aspetto che incuteva timore al passaggio
davanti alla sede erano le
due “veloci”, lettighe che
sostavano nelle vicinanze
dell’ingresso pronte per le
uscite. Erano dotate di
ruote e ricoperte da una
calottina di tela bianca
per la riservatezza e la
protezione dell’infortunato.
Vicino a queste era in bella mostra un imponente
manichino di legno sul
quale troneggiava una
grossa camicia di forza
con cinghie.
A questo ricordo Gina
Massone si anima e ripen-
sa a quella volta quando
loro bambini, attratti da
urli e rumori, si trovarono
ad assistere alla messa in
opera di quel marchingegno: «Era un pezzo d’uomo, grosso, tutto rosso
che smaniava; in cinque lo
avevano trascinato davanti alla sede e lo avevano
legato con corde ad una
seggiola, in un secondo
tempo gli fu fatta indossare con non poca difficoltà
la “camicia”. Noi bimbi rimanemmo lì, con gli occhi
sgranati, ad osservare la
scena fino a che Cirillo
Port con fare energico ci
fece allontanare: lo spettacolo non era certo dei
migliori.»
Oltre alle due lettighe la
Croce Verde era dotata di
una vettura. Port e Tassara avevano adattato questa vettura a macchina
per i servizi, con un lettino a bordo; l’esterno era
di colore marrone con dipinta una croce verde.
La divisa dei militi consisteva nel berretto con visiera e stemma, un paio di
calzoni alla “zuava”, dal
ginocchio alle caviglie le
gambe erano avvolte da
una specie di fascia di materiale impermeabile.
Al braccio sinistro i militi
portavano una fascia ricamata a mano dalle donne
che volontarie si offrivano
nei servizi di cucito e laM.F.
vanderia.
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6
VITTORIO CAPURRO: UNO DEI PROMOTORI DELLA RIFONDAZIONE NEGLI ANNI ’50
Una nuova sede dopo la guerra
ittorio Capurro fu uno
dei promotori della rifondazione della Pubblica Assistenza Croce Verde recchese nel dopoguerra. Alpino, premiato con
l’onorificenza di “commendatore”, milite per 18
anni, mi consegna con orgoglio la sua tessera di socio datata 1954 N° 105.
«Erano le prime tessere»,
racconta e ricorda quando insieme all’amico Paolo Faraone staccarono
una delle prime ricevute
di 500 lire per il tesseramento. Come avviene ancora oggi, allora, i militi si
spostavano per le vie cercando aderenti per l’associazione e di lì a poco si ricostituì un nutrito gruppo
di soci.
La sede, essendo andata
distrutta quella di Salita
Priaro durante i bombardamenti, trovò sistemazione, subito dopo gli
eventi bellici, in un edificio allora semi diroccato
in Via Assereto, nelle vicinanze del viadotto che
collega la stazione ferroviaria al centro, dove oggi
si trova il ristorante “Ru-
V
sticone”, di proprietà dei
Benardin.
Presto però le nuove esigenze dell’Associazione
richiedevano uno spazio
più adeguato e mezzi di
trasporto.
Con l’aiuto dell’allora sindaco Beraldo venne trovata una sede più comoda al
piano terreno del Palazzo
Fissore e fu pagata con
oblazioni dei cittadini.
I pezzi vennero assemblati nell’officina di “Gello”
Molfino e la vettura fu dotata di un lettino del peso
di 30 chilogrammi.
Vittorio Capurro ricorda
bene i lunghi tragitti a
piedi. Quando non si poteva procedere con il mez-
Vittorio Capurro
La tessera numero 105 di Vittorio Capurro.
A destra, la Fiat 1400 esposta in piazza Nicoloso
Comunale; per il mezzo di
trasporto fu contattato
l’amministratore della Fiat
ingegner Valletta, il quale
fornì gratuitamente un telaio e un motore Fiat
1400.
La carrozzeria fu acquistata a Torino dalla Ditta
zo, i volontari si caricavano sulle spalle lettino ed
ammalato.
Allora molte strade collinari per Testana, Vescina
ed altre località non erano
neppure tracciate e si doveva procedere in soccorso come era possibile.
La sede di Piazza Nicoloso
aveva abbastanza spazio,
anche per il rimessaggio
dell’autoambulanza.
Qui i soci si radunavano e
qui il dottor De Barbieri
impartiva ai militi le lezioni per il primo genere di
M.F.
soccorso.
Dai anche tu
un piccolo aiuto
alla Croce Verde
Un servizio “ti costerà”
solo un’ora la settimana...
Questo è il tempo occorrente
per accompagnare
un tuo concittadino
a fare la dialisi.
PER INFORMAZIONI: 0185.721037
7
I RICORDI E LE CONQUISTE DI UN “VECCHIO” PRESIDENTE
Marchesi: le mie decisioni più importanti
ricordi del presidente
Giovanni Marchesi spaziano attraverso il tempo e le attività umane e
storiche che hanno contribuito al determinarsi della
consapevolezza dell’importanza del ruolo del volontariato sul territorio.
Essi rappresentano anche
una testimonianza, puntuale e precisa, di piccole
e grandi vicende legate alla quotidianità, ma determinanti ai fini della conoscenza di fatti e fenomeni.
Determinanti sono le sue
conoscenze sulla storia e
sull’evoluzione della pubblica assistenza recchese,
come i due aneddoti che
seguono.
«Ricordo due piccoli avvenimenti che testimoniano
il passaggio della Croce
Verde da una posizione
strettamente locale ed isolata, poco più che comunale, ad una che ci ha consentito di assumere un
ruolo più incisivo ed una
dimensione comprensoriale importante, perché ci
ha legato strettamente alla rete della altre associazioni ed istituzioni che, a
vario livello, si occupano
della salute dei cittadini»
spiega Marchesi.
«Il primo, non ricordo se
in ordine di tempo, ma
certo in ordine di importanza, fu l’associarsi all’Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, passo propedeutico
I
Giovanni Marchesi, al centro, durante una premiazione. A destra
Giorgio Santinelli, oggi responsabile del gruppo donatori sangue
ed indispensabile al convenzionamento con la Asl,
che ci ha poi consentito di
essere la pubblica assistenza di riferimento dell’ospedale della nostra città e di essere inseriti nella
rete del servizio di Liguria
Emergenza, del 118, della
Guardia Medica.
Ricordo le resistenze che
incontrammo, anche e soprattutto al nostro interno,
ma alla fine era evidente
che non si poteva mantenere una posizione anacronistica perché non collegata alla realtà presente, sbagliata perché avulsa
dal contesto sociale nel
quale venivamo ad operare, e cieca perché non vedeva le inevitabili e necessarie proiezioni nel futuro.
Il Dna della Croce alla fine
prevalse, come era prevedibile, e sono orgoglioso di
aver contribuito a quel
passo decisivo.»
«Un altro piccolo passo
verso l’allargamento degli
orizzonti della Croce – riprende Marchesi – avvenne nel 1984, quando, presidente Emilio Razeto, ero
responsabile del gruppo
donatori sangue.
Una domenica mattina
venni a sapere che nella
piazza della chiesa par-
rocchiale era in corso una
raccolta di sangue con l’emoteca mobile. Mi recai
sul posto per protestare
poiché ritenevo che questa
loro attività fosse un evento sporadico, non organizzato, e quindi interferisse
con il nostro progetto di
creare un gruppo donatori
sangue autonomo ed autosufficiente per Recco, in
particolare l’ospedale, ed
il comprensorio.
Incontrai il dottor Russo,
parlammo un quarto d’ora, ed il gruppo donatori
sangue della Croce Verde
si affiliò alla Fidas.
Non era solo un vantaggio
per i donatori: di fatto avevamo raggiunto il nostro
obiettivo senza disperdere
risorse ma coordinandoci
con un’istituzione di livello
nazionale.»
PAOLA VOLPI
Un nuovo
collaboratore
Da questo numero RECCO654
si arrichisce della collaborazione dell’illustratore Roberto
Ferreccio, classe 1982, ma già
esperto disegnatore e maturo
vignettista. Suo è il logo
dell’80°, l’ambulanza con
il rimorchio carico di storia ed
esperienze.
Ferreccio è milite presso la
nostra Croce Verde, dove nel
2002 aveva svolto con piacere
il servizio civile.
Benvenuto quindi da parte di
tutta la redazione.
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8
HA GLI ANNI DELLA “CROCE” ED È SEMPRE IN SERVIZIO
l decano dei militi recchesi, Prospero Tixi, per
tutti “Popi”, ad onta della non più verde età continua ad offrire il suo apporto alla causa del pronto soccorso volontario.
«Sono nato il 29 luglio del
1925, ho 79 anni – racconta Popi; – sono entrato in
Croce Verde il 29 gennaio
del 1980». Mi mostra con
orgoglio la sua prima tessera di milite che, a conti
fatti, risale a quasi un
quarto di secolo fa. Poi mi
racconta dei 26 anni passati in officina, della campagna «che è il mio
hobby», dei 43 anni spesi,
tra un impegno e l’altro,
come operatore cinematografico, «perché io se mi
fermo mi sento male».
Accertata l’età e i trascorsi di Popi, approdiamo ai
suoi ricordi prima ancora
di diventare milite, a quella «prima ambulanza del
dopo guerra, negli anni
’60: una macchina verde,
una Fiat 1400 grossa... il
cui telaio era stato ottenuto a condizioni di favore
dalla Fiat grazie all’interessamento dell’allora sindaco Beraldo; l’assemblaggio era poi avvenuto
presso l’officina di Angelo
Gelo Molfino».
Già, perché il nostro Popi,
come ci tiene a puntualizzare, è da 24 anni colui
I
Ho colto al volo l’occasione offerta dal presidente Rainero
che, illustrando il compleanno
del sodalizio, ringraziava anticipatamente tutti coloro che
avessero offerto la loro collaborazione.
Eccomi allora qui. Sono una
recchelina, ormai fuori dalla
mia Recco da tanti anni, ma
con il cuore sempre vicino al
mio paese, al mare, alla focaccia, alla piazza del Comune
dove sono nata e anche alla
Croce Verde, o meglio, per noi
in famiglia, alla “Croce”.
Leggo costantemente il notiziario e le notizie riportate mi
fanno sentire un po’ a casa,
Popi, il decano
dei militi recchesi
“Popi” Tixi
che guida «le macchinette», che porta «i malati, i
dializzati:
mediamente
150, 200 chilometri al
giorno».
Poi, sottovoce, mi confida:
«Poche volte l’ho schivata,
la dialisi». E, con la consueta umiltà, rivela fieramente che questa è la
quarta volta che viene
eletto «responsabile della
sede: prima con Marchesi,
poi con Santinelli, Mammi,
ora con Rainero. Do un’occhiata agli infissi, riparo
un tapuletto».
Ma poi si fa più serio:
«Trasporto la gente fino a
Voltri, Arenzano: dialisi,
fisioterapia, esami...» e
aggiunge: «ho preso tre
medaglie d’oro e due d’argento. E in più ho fatto
1185 punti nel 2001, 1122
nel 2002; quest’anno sono
già a 639...».
Continuando, mi rivela:
«Se sono libero, do anima
e corpo alla Croce, se c’è
da partire, parto, anche
se – conclude sorridendo –
ogni tanto mia moglie mi
dice: “non ci sei mai, ti
cambio di residenza!”».
Inevitabile è poi un confronto con la Croce Verde
dei primi tempi, quando
«per raddrizzare una costola, la si spingeva un po’
Grazie papà, grazie a tutti
conosco e apprezzo tutto ciò
che tutti i volontari quotidianamente offrono; la loro disponibilità, il loro esserci, le loro parole aiutano chi in certi momenti ha bisogno di sentirsi
protetto, aiutato, capito e, perché no, rallegrato.
Pertanto un abbraccio affettuoso a tutti voi che giorno dopo giorno, turno dopo turno, rispondete con la vostra presenza alle chiamate, il mio
grazie anche da fuori Recco
giunga a tutti, al Presidente, al
Consiglio, alle signore della lavanderia, ai centralinisti, ai
dottori, ai militi. Buon compleanno!
Ma permettetemi, un grazie
particolare ad una persona a
me cara, un vostro milite da
sempre, potrei dire, un “milite
da medaglia d’oro”.
Da anni uscendo di casa dice:
«Ciao, vado in Croce!... Oggi
devo mangiare presto, ho un
servizio!... Domani mattina
sveglia presto, la macchinetta
mi aspetta!... Stasera c’è consiglio, devo andare!... Non
posso venire a trovarti, i miei
ammalati mi aspettano!»
Spesso macina chilometri su
qua e un po’ là... Oggi,
certo, ci sono meno militi,
ma sono più preparati. Il
malato non è più sbattuto
su una barella. Gli si presta subito soccorso... sono
stati spesi molti soldi per
l’acquisto di materiale e
apparecchiature e sono
stati fatti molti corsi formativi...»
Ma poi, approdiamo alla
spinosa questione della
crisi del volontariato. Popi
inveisce: «Ma se tutta
quella gente che passa il
tempo a criticare ci desse
un po’ una mano... ora sono arrivati due o tre nuovi
militi, ma, aggiunge, non
sono assolutamente sufficienti, capisci, e a volte
non riusciamo a coprire il
turno di notte. Ci vuole
gente nuova, personale...».
Popi conclude tuttavia, come suo solito, con un sorriso: «Però, quello che
faccio, lo faccio proprio
volentieri.» E aggiunge:
«Ci siamo anche messi a
norma di legge; sai, la
“626” ci ha obbligati ad
aggiungere finestre, docce, spogliatoi separati...».
Infine, chiedo a Poppi un
pensiero sugli 80 anni
della Croce Verde; lui, lapidario ma visibilmente
emozionato: «Speriamo
che venga una bella festa!».
GIORGIO SILVESTRI
chilometri, effettuando anche
più di un servizio al giorno, mai
stanco. Se telefono cercandolo la risposta di mia mamma è:
«Papà è in Croce!».
Ammiro questo vostro milite,
per quello che fa quotidianamente per gli altri, per come lo
fa, sempre con il sorriso sulle
labbra e una buona parola, e
tutto ciò nonostante l’età.
Tranquilli, non si offende se gli
dico che non è più un giovanotto, siamo in confidenza,
posso permettermelo, sono
sua figlia.
Grazie papà per come sei, per
ciò che fai. Ti voglio bene.
“GIUSE”, LA FIGLIA DI POPI
9
UNA FELICE INTUIZIONE: L’ACQUISTO DI UN FURGONE VOLKSWAGEN AMBULANZA
Mammi, la Croce Verde
in vetta a 6000 metri
Mario Mammi in versione alpinista
A
quota 6.000 metri d’altitudine,
in Perù, sulla cima del monte
Alpamajo, insieme a quella italiana, dal 1994, sventola una bandierina della Croce Verde di Recco…
Chi può averla portata sino lassù, in
mezzo al ghiaccio, se non il “mitico
Mammi”?
Una passione, quella dell’alpinismo,
che l’affascina da sempre e che ha
condiviso con l’impegno ammirevole
di aiutare il prossimo in Croce Verde.
Per lui, il nesso non è certo casuale,
infatti, sia dalla vetta di una montagna che dalla nostra Associazione si
può vedere la vita da altre angolazioni e se è logico viverla intensamente, altrettanto bisognerebbe fare
in favore di chi non può. Tutto questo, Mario lo insegna, da anni, a
moltissimi militi e soci.
Il suo carattere particolarmente riservato, estraneo da presenzialismi
di circostanza, austero per alcuni,
ma sempre leale, organizzatore dal
carisma infallibile, lo ha portato,
costantemente, ad essere un punto
di riferimento, tanto da far valere,
in molte decisioni sociali, ciò che
pensa e dice.
Mi racconta, tessera da milite alla
mano, datata 1958: «Quanta gente che ho cammalou... come quella volta che portai in spalla, dalle
piane di Caravaggio, in mezzo ai
boschi, sino alla strada carrozza-
L’episodio di Uscio visto
da Roberto Ferreccio
bile, una persona che si era fratturata un piede; una scarpinata davvero
indimenticabile».
«Quando era in costruzione la sede
attuale, inaugurata nel 1961, mi ricordo che di sera, con altri militi, andavo a San Rocco di Recco, con un
camion, per caricare le pietre del
fiume che servivano a preparare il
“vespaio”, una tecnica utlizzata allora per fissare le fondamenta. Poi, mi
chiesero di fare il direttore dei servizi; sovente i militi mancavano e allora passavo, per le urgenze, dai garzoni dei panifici per chieder loro una
mano... Altre volte, via la cappa da
coloritore in negozio e di corsa a guidare l’ambulanza per soccorrere
qualcuno in difficoltà.»
Problemi, comunque, già ne esistevano; Mario sorride, ma io gli ricordo, intorno agli anni ’80, quando si
incontrava con l’allora presidente
Emilio Razeto, suo amico e collega
commerciante, davanti ai rispettivi
negozi per commentare pratiche
della Croce. Molte volte le idee erano
opposte, sullo stile di Don Camillo e
Peppone, ma entrambi trovavano
sempre una soluzione ottimale per il
bene dell’Associazione.
«E poi quella volta – aggiunge Mario
– che intervenni, era una mattina di
Pasqua, a dare manforte all’equipaggio dell’ambulanza che insieme
ai Carabinieri di Uscio cercava di
fermare una persona; armato di coltello, quell’individuo ci tenne in apprensione per molto
tempo e quando riuscimmo ad im-
mobilizzarlo, in quei concitati attimi,
ci accorgemmo che, legandolo alla
barella con la cintura di forza e con
un’altra cinghia, un milite era rimasto aggrovigliato anche lui. Per un
attimo, dovemmo allentare la presa,
pena ricoverare entrambi al manicomio.»
«Più o meno – continua Mammi – ho
fatto il direttore dei servizi circa 25
anni, ultimamente anche il Presidente, posso dire, quindi, che molti cambiamenti radicali li ho vissuti in prima persona, come, per esempio, il
servizio notturno. All’inizio, era riferito ad un numero telefonico di militi reperibili a casa che come me si alzavano, ne chiamavano altri e si recavano sul luogo della chiamata… Il
notturno vero e proprio, in sede, in
una piccola cameretta con un solo
letto a castello, decollò verso il 1966.
Il bar sociale fu una delle prime intuizioni che diede la svolta alla maggiore frequentazione della sede, che
a poco a poco s’ingrandì anche di
nuovi locali ed autoveicoli.
«Ricordo quando comprammo il primo furgone, un Volkswagen ambulanza; era in controtendenza con l’esperienza di quei tempi di prestare
soccorso: per andare più veloce sembravano utili solo le auto, invece non
ci sbagliammo ed oggi con l’organizzazione del 118 ne abbiamo la conferma.»
«Ma in Croce ci divertivamo anche
con serate conviviali, organizzando
il tradizionale Carossezzo Recchese,
dove non mancavano le tradizioni
goliardiche, come la presa in giro
sulla rivoluzionaria viabilità cittadina di quei tempi, le mitiche presenze
delle “Sorelle Bandiera” e poi la festa campestre alle piane di Caravaggio, le Cacce al tesoro, le gite
sulla neve, le feste danzanti.
Il presente ed il futuro della
nostra Associazione lo
sento, invece, molto
cambiato, come è logico
che sia, ho solo timore
che l’enorme carico di
impegno che è prospettato ai volontari di oggi
possa, per qualcuno, far venire meno la voglia di fare,
anche se aiutare il prossimo ripaga sempre da ogni fatica.»
MASSIMO MANTELLI
10
TRENTOTTO ANNI IN “CROCE”, DALLA CARICA DI CASSIERE A QUELLA DI PRESIDENTE
Razeto: «Quando ci ribellammo al pretore»
a Croce Verde, vede, non è come le
altre associazioni,
tutte meritorie, per carità,
ma è... al di sopra, perché
vive la carità più immediata e disinteressata: il soccorso al ferito o ammalato,
ricco o povero, bianco o
nero, delinquente od onesto che sia; non chiede
nulla ed è sempre disponibile 24 ore su 24: viene
chiamata e va.»
Emilio Razeto, ex presidente della Croce Verde,
inisignito del massimo riconoscimento del sodalizio, il “De Barbieri d’oro”,
risponde con sollecitudine
alle mie domande.
Quanto tempo è stato in
Croce Verde?
«Ci sono stato ben 38 anni! Nel 1986 ho comunque
lasciato la Croce Verde anche per altri impegni.»
In tanti anni così, avrà
vissuto qualche fatto particolare o simpatico che
può raccontarmi?
Razeto rimane pensoso.
«Mah, veramente sono
successe tante cose, come
si fa a dire...» Poi: «Beh,
sì, in senso negativo ce n’è
una: quando il pretore ci
ordinò di andare a prendere il cadavere di una
persona che era morta da
tre giorni. Un ordine che
aveva sconvolto tutto
l’ambiente della Croce. Mi
sono ribellato, allora ero
presidente, mi sono proprio ribellato!»
«L
Anni ’80: nel garage della Croce sta nascendo un carro allegorico
L’ex presidente Emilio Razeto
Ma, insinuo, mi risulta
che altre Croci accettino
di andare a prelevare i
cadaveri...
«Sì, ma loro sono attrezzati! Hanno le bare! Noi, no.
Non possiamo caricare un
cadavere in decomposizione dove poi mettiamo gli
ammalati!»
Mi sento onestamente di
dargli ragione. E di positivo, indago, ha qualche
ricordo?
«Non saprei… posso dirle
che abbiamo sempre partecipato al Carossezzo!»
Come Croce Verde?
«Sì, e abbiamo fatto anche
le foto mentre costruiamo
i carri. Ci si impiegava anche 2/3 mesi, sa? Erano
alti anche 7–8 metri.»
Sa quali sono state, oltre
a quella attuale, le altre
sedi della Croce Verde?
«Sì, prima della guerra
era in Salita Priaro, dopo
ha avuto varie sedi: dapprima un rudere in via As-
dente ci venivano donate.
Ne abbiamo ricevute due
dalla Carige e una dalla
famiglia Bonino»; infine
conclude il resoconto di
questo suo periodo vantando le pubblicazioni volute dalla Croce Verde:
Storia di una vallata, di
Sandro Pellegrini e Recco
in tasca, un libriccino che
trovo simpatico e completo per un turista: un compendio della storia della
Croce Verde e della città di
Recco, l’arte, il commercio, la gastronomia e tante notizie utili che vanno
dagli orari dei vari ambulatori dell’ospedale agli indirizzi di pubblica utilità
fino ai percorsi delle passeggiate nei dintorni di
Recco.
Cosa significa per lei essere ora Assessore ai Servizi Sociali?
«È gratificante, veramente
gratificante! – mi dice – Lo
faccio più che volentieri.
Vede, ho iniziato a dedicarmi agli altri già quando
avevo 7-8 anni. Mia nonna
mi mandava su e giù per
vico Saporito, dove abitavo, ad aiutare ora un’anziana di qui, che non poteva muoversi, ora a fare la
spesa a un’altra di là che
aveva dei problemi e così,
grazie a lei, piano piano
questo desiderio di aiutare
gli altri è cresciuto dentro
di me e con me. Sì, è gratificante, davvero gratificante!»
sereto dove ora c’è una tipografia, poi nei fondi del
ricostruito Palazzo Comunale, quindi in Via Trieste
dove ora si trova il magazzino del Comune e, finalmente, nel 1961 si è insediata, con una bella inaugurazione, nell’attuale sede di Via Milite Ignoto.»
La costruzione avvenne
grazie a donazioni di terreno fatte dal Comune e
dalle famiglie Molfino e
Pietrafraccia e ad un mutuo della Cassa di Risparmio di cinque milioni di lire, garantito dall’allora
sindaco Matteo Beraldo e
dal presidente della Croce
Verde dottor Emilio Diena.
«Senza le loro garanzie –
dice Razeto – la Croce Verde non sarebbe dov’è!».
Razeto continua, mi racconta del suo primo incarico come “cassiere” nel
1954: «Avevo trovato in
cassa 350 mila lire ed ero
contento – mi dice –, ma
poi, uno ad uno, si sono
presentati in tanti a vantare crediti che alla fine
mi sono ritrovato con un
debito di oltre due milioni
di lire. È stata dura, ma ce
l’ho fatta.»
Li ha restituiti tutti?
«Sì, beh, alcuni ce li hanno
condonati, altri si sono accontentati di importi inferiori ed altri li ho pagati.
C’è voluto del tempo, ma è
andato tutto a posto», mi
dice con soddisfazione.
Poi parla delle ambulanze:
«Al tempo in cui ero presi-
SILVIA TOSI
11
CURIOSITÀ E APPUNTI DALL’ARCHIVIO DELL’EX PRESIDENTE AROLDO MOTTA
Vietate le bestemmie
e le carte da gioco
pulciando tra gli appunti dell’ex presidente Aroldo Motta, abbiamo trovato molte curiosità.
Nata, come sappiamo, il 3
settembre 1924 da un
gruppo di amici molto
“mattacchioni”, ma altrettanto sensibili, la “Croce
Verde Recchese”, così come era stata inizialmente
denominata, ha avuto come primi dirigenti il presidente Antonio Fasce e il
direttore sanitario dottor
Giuseppe De Barbieri; sede, un piano terra di via
Olivari, con le finestre a
sud, il quale, ogni volta
che il mare era in burrasca, si allagava costringendo i militi a dormire
S
sui tavoli e a stare all’erta, notte e giorno, per evitare eventuali danni alle
attrezzature.
Il vessillo. Venne inaugurato l’anno successivo, il
1925. Finemente ricamato a mano, constava di
una grande croce verde
centrale sormontata dallo
stemma della Città di Recco, dal quale si dipartivano tre nastri, su uno dei
quali era inscritto il motto, pensato dal padre del
direttore sanitario, dottor
Ignazio De Barbieri, “Diligite Alterutrum”, ovvero
“Amatevi e soccorretevi
scambievolmente”.
Esiste, sulla bandiera, un
aneddoto curioso, un fatto
La premiazione dei militi, il 15 maggio 1927
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della Croce Verde Recco
che esasperava tutti e che
si ripeteva molto spesso:
la bandiera, che sventolava all’esterno, veniva puntualmente rubata di notte.
I soci, però, con altrettanta puntuale caparbietà, la
sostituivano e questo durò
fino a quando, alla fine, i
dispetti cessarono.
Le primissime attrezzature furono:
• due barelle a mano con
ruote, chiamate “frecce”;
• otto barelle pieghevoli;
• 30 metri di scala a corda (buscaglina);
• 2 picozze e 4 lanterne a
carburo;
• un lettino ed un armadio con medicinali e ferri chirurgici in una stanza (sala di medicazione);
• un armadio con biancheria e due cassette di
pronto soccorso nell’altra stanza.
La prima premiazione dei
militi avvenne nel maggio
1927, periodo in cui si ebbero le prime avvisaglie di
malumori all’interno e
nella comunità. L’oratore,
l’avvocato Fabio Danè,
durante il discorso per
questa occasione, ebbe a
dire: «...i morti non sono
solo al cimitero, ma passeggiano per le vie del
paese».
Apriti cielo! Alcuni fra i
soci ed i cittadini si sentirono personalmente offesi
ed accusarono il consiglio
direttivo di essere l’ideatore della frase. Quella
stessa sera avendo avuto
luogo, in un ristorante all’aperto, il pranzo sociale
(per il quale ognuno pagava la propria parte), alcune malelingue sparlarono
dei militi accusandoli di
divertirsi a spese del sodalizio. L’oratore, che era
stato invitato, fece una vibrante filippica contro i
delatori presenti i quali
piano piano se ne andarono alla chetichella.
È da questo momento, però, che incominciarono le
prime defezioni sia fra i
12
re nella cassetta delle
oblazioni) e giocare a carte. Era concesso invece
giocare a tombola e il gioco dell’oca.
Libretto postale al portatore del
1943, nel periodo in cui la nostra
P.A. era sottocomitato Croce Rossa
soci che i fondatori. Da ottocento si ridussero alla
metà.
Era un periodo abbastanza
difficile: se uscivano per
servizio senza i bracciali,
che li contraddistinguevano come militi della Croce
Verde, venivano additati
come dei “Signori-nessuno” che non volevano farsi
riconoscere; se si mettevano i bracciali era l’esatto
contrario: che volevano distinguersi dagli altri, come
fossero appartenenti ad un
clan mafioso.
Proibizioni e multe: in
Croce Verde era rigorosamente proibito parlare di
politica, bestemmiare (ogni
bestemmia veniva multata
con 10 centesimi da mette-
Prestazioni e servizi. In
Recco e nei paesi limitrofi, privi di strade carrozzabili, i servizi venivano
svolti con le barelle a mano, mentre per Genova si
utilizzavano le auto pubbliche. Rientravano nelle
prestazioni dei militi anche l’assistenza ai malati
presso le loro abitazioni,
anche di notte, la veglia
dei morti e il loro trasporto.
Dato che i servizi erano
abbastanza faticosi, su e
giù per i monti con le barelle sulle spalle, fu fatta
venire dalla Svizzera una
barella a zaino (Weleda) e
si provvide anche all’acquisto di una camicia di
forza con relative cinghie.
Le cose cambiano
La prima autoambulanza. Nel 1928 venne acquistata una Fiat 507 F, che
venne riadattata ad autoambulanza ed attrezzata con due barelle dalla
Ditta E. Molfino. Era bella,
ma poco veloce. L’inaugurazione fu fatta dalla madrina, Donna T. Marana
Pittaluga, moglie del primo podestà di Recco.
Il trasferimento della sede. L’anno successivo,
1929, sotto la presidenza
del dottor De Barbieri
(che era stato preceduto
nella carica da Luigi Olivari e Fortunato Pedersini), la sede venne trasferi-
Via Marinai d’Italia
16036 RECCO
Tel. 0185.720658
ta in salita Priaro. Più comoda e lontana dai pericoli del mare, aveva la sala di medicazione, costruita nel giardino dagli stessi
militi, ed era dotata di due
campi per il gioco delle
bocce e di un apparecchio
radio che era diventato il
richiamo della gioventù
per l’ascolto di vari eventi
sportivi e del Giro d’Italia.
Gioventù che poi confluì,
in parte, nella Croce Verde e fu trasformata in
bravi militi.
Il periodo C.R.I. Nel 1932
un decreto ministeriale
obbligò tutti gli enti morali di mutuo soccorso a
confluire nella Croce Rossa o a sciogliersi. Nel
trambusto che ne seguì,
molti si dimisero, ma il
consiglio direttivo e altri
soci decisero per la carità
anche sotto una Croce di
colore diverso. La bandiera dovette essere cambiata e sul nastro vi fu scritto
“C.R.I. - Sottocomitato di
Recco - Pronto Soccorso”.
In questo periodo la ex
Croce Verde di Recco ebbe
molti elogi da parte del
Comitato Provinciale di
Genova C.R.I. per l’abnegazione dei suoi militi, per
l’ambulanza e la disponibilità dimostrata nel prestare il proprio servizio
anche ai vari circuiti automobilistici e motociclistici
in Corso Italia a Genova e
a due manovre antiaeree,
ricevendo il plauso pure
delle autorità.
Nel 1941 l’ambulanza era
ormai sfiancata, non ne
poteva più: i pneumatici,
distrutti, non potevano es-
sere cambiati perchè
quelli disponibili dovevano restare riservati alle
auto del parco militare e
quelli dati erano di differenti misure. Tirò avanti
ancora sei mesi e poi abbandonò. Purtroppo anche i militi, a causa della
guerra, vennero a mancare vuoi perché richiamati,
fatti prigionieri o perché
periti sotto i bombardamenti.
Nel 1943 il colpo di grazia: i bombardamenti su
Recco travolsero tutto, sede, materiali e uomini.
Sotto il primo bombardamento due soli militi fecero continuamente la spola, notte compresa, tra
macerie ed ospedale coadiuvati da alcuni volonterosi, portando anche dei
morti al cimitero (per ordine del Podestà), ma i
continui allarmi ed il secondo bombardamento
sfiancarono proprio tutti
mettendo la parola fine
anche alla C.R.I.
Rinascita. Solo nel 1953
un gruppo di Soci e due
fondatori, appoggiati dall’ingegner Matteo Beraldo, sindaco di Recco, rivollero fortemente la Croce Verde recchese e la rimisero in piedi. Nominarono Presidente nuovamente il dottor Giuseppe
De Barbieri; ricostruirono
una nuova autoambulanza e dopo vari traslochi in
“sedi prestate”, finalmente la Croce Verde di Recco
arrivò al suo approdo finale: Via Milite Ignoto.
SILVIA TOSI
13
LO SCORSO ANNO PERCORSI 335.000 CHILOMETRI PER COMPLESSIVI 9.360 SERVIZI
Tutti i numeri del biennio 2002-2003
PARCO AUTOMEZZI
Fiat Ducato 2,5 TDI
Fiat Ducato 2,8 TDI
Fiat Ducato 2,8 JTD
Fiat Ducato 2,0
Volkswagen 2,5 Syncro
Volkswagen 2,5 TDI
Volkswagen 2,5 TDI
Nissan Almera Tino
Fiat Punto 1,9 JTD
Fiat Punto 1,3 Multijet
Fiat Punto 1,9 TDI
Fiat Punto 1,9 TDI
Ford Fiesta 1,2
Unità Mobile di Rianimazione
Unità Mobile di Rianimazione
Unità Mobile di Soccorso
Unità Mobile di Soccorso
Unità Mobile di Soccorso
Ambulanza da trasporto
Ambulanza da trasporto
Automedica “Golf 6”
Mezzo di Soccorso Avanzato
Mezzo di Soccorso Avanzato
Vettura
Vettura
Vettura Guardia Medica
SERVIZI
Tipologia
i numeri
2002
2003
servizi
8.871
9.360
320.026
335.368
11.156
14.741
chilometri
ore di servizio
Anno 2002
numero
servizi
chilometri
percorsi
Anno 2003
ore
di servizio
numero
servizi
chilometri
percorsi
ore
di servizio
Trasferimenti
561
21.503
606
449
17.033
474
Trasporto medicinali - sangue
769
41.133
1.053
699
37.116
941
2.062
75.414
2.138
2.299
86.210
2.425
739
6.539
586
783
6.850
755
1.149
22.117
919
1.299
26.383
1.274
440
8.440
441
439
7.560
387
1.738
70.516
2.222
1.526
61.131
2.038
18
157
12
28
205
19
Emodialisi
Guardia Medica
Urgenze
Ricoveri - Dimissioni
Visite - Tac - Diagnostica
Guardia medica pediatrica domiciliare
Disabili Anffas
181
7.628
384
121
6.265
276
Terapie Varie
612
24.435
761
892
35.450
1.189
Fisioterapie
333
11.057
285
501
17.027
535
42
1.565
180
30
1.560
166
Assistenza gare e manifestazioni
Trasporti fuori provincia
7
1.756
35
7
1.356
57
Trasporti fuori regione
31
12.826
199
20
7.515
122
Turni di automedica
Servizi diversi
Totali
73
9.702
1.062
130
18.480
1.813
116
5.238
273
137
5.227
270
8.871
320.026
11.156
9.360
335.368
12.741
Sanpaolo IMI S.p.A.
Agenzia di Recco
Via Marconi 23 - 16036 Recco
Tel. 0185 76617
Telefax 0185 723333
il gusto vincente di casa
14
BIENNIO 2002-2003: I VOLONTARI IMPEGNATI NEI MILLE SERVIZI DELLA “CROCE”
L’altruismo premiato con una medaglia
Medaglia d’oro 1° grado
Medaglia d’oro 2° grado
Alabastro Fabio
Bagnasco Davide
Bagnasco Matteo
Brinzo Mario
Cafferata Claudia
Clary Fabio
Di Pietro Maurizio
Ferreccio Pietro
Grassi Stefano
Grasso Francesca
Actite Francesco
Altieri Filippo
Azzaro Michele
Badalini Giuseppe
Blondi Renato
Bonora Alessandro
Bozzo Basilio
Carbone Alessandro
Danei Giovanni
Fassone Stefano
Fassone Valentina
Ferreccio Carlo
Garbarino Matteo
Guglieri Maria
Moretti Marco
Polimo Michele
Pugno Marco
Ratti Antonio
Santinelli Giorgio
Scorsi Renato
Stasi Davide
Tixi Prospero
Valdenassi Giulio
MEDAGLIA D’ARGENTO 1° GRADO
Aste Graziana
Azzaro Ugo
Bacigalupo Luigi
Bacigalupo Massimo
Belfiore Romina
Bertagnon Marco
Bisso Francesco
Brizio Federico
Capogreco Domenico
Capurro Carla
Capurro Stefano
Casareto Mariano
Chiardo Luciano
Ciarapica Alessandro
Conca Giovanni
Copelli Ettore
MEDAGLIA D’ARGENTO 2° GRADO
Ageno Giovanni
Altamura Simona
Angeli Raffaele
Benvenuto Miriam
Beretta Bruno Angelo
Bersani Emanuele
Biffi Anna Maria
Bisso Davide
Carbone Stefania
Carbone Teresina
Carminati Diego
Cau Sonia
Congiu Maila
Copelli Liliana
Dabrigi Alfredo
De Guz Rinaldo
Dellacasagrande Marisa
Descalzo Carlo
Di Marco Giuseppa
Di Pietro Angelo
MEDAGLIA D’ARGENTO 3° GRADO
Astier Jocelyne
Bagnasco Fabio
Bagnasco Rinaldo
Benvenuto Riccardo
Bixio Mattia
Bozzo Roberta
Bruni Umberto
Cafferata Maurizio
Caorsi Luciano
Capurro Fabrizio
Carbone Patrizia
Carbone Fabrizio
Castagnola Michele
Castagnola Margherita
Castellani Francesco
Cavaglieri Roberto
Cervilio Luigi
Congiu Michael
Dairolo Carlo
De Bellis Francesco
De Bellis Veronica
Del Torchio Luca
D’Emilio Cristiano
Devoto Davide
Gussoni Luciano
Lio Massimiliano
Massone Debora
Mazzacurati Angelo
Minardi Giovanni
Moretti Enrico
Picasso Roberto
Rapezzi Davide
Rapezzi Paolo
Ratto Massimo
Senofonte Diego
Storchi Antonio
Verardi Adelmo
De Santis Alessio
Figari Pierangelo
Furioli Mario
Giadrini Davide
Giannattasio Eleonora
Grassi Sara
Lena Marco
Mammi Mario
Maraschi Andrea
Massone Massimo
Molfino Luca
Musante Gianluca
Ortori Fausto
Piaggio Ferruccio
Picasso Giorgio
Pietrangeli Andrea
Riccioni Monica
Rinaldi Gabriele
Rossi Germana
Spagnulo Antonella
Squarzati M.Teresa
Storchi Valentina
Tassino Antonio
Traverso Gerolamo
Trebino Michela
Vallone Francesca
Ferreccio Ezio
Ferreccio Maria
Ferreccio Prospera
Ferreccio Roberto
Ferroni Matilde
Gardella Alessio
Giulianotti Albina
Iaquinta Rosanna
Ibba Andrea
Mantelli Massimo
Maracci Paolo
Marchesi Antonietta
Maroccia Gennaro
Meloni Mariassunta
Mercogliano Antonio
Montelatici Rosa
Negri Maria
Ognio Andrea
Orselli Loredana
Pagano Davide
Paglierini Angelo
Perucca Alessandro
Pinna Maria Luciana
Provino Fabio
Quatela Nicoletta
Repetto Carlo
Rinaldi Tarcisio
Roccatagliata Elisa
Roccatagliata Irene
Romano M.Cristina
Schenone Gian Carlo
Schenone Teresa
Tassara Marina
Valdenassi Mario
Valentini Gianluca
Valentini Marco
Zanzi Maria Chiara
Durio Elsa
Ferreccio Luca
Ferrera Fulvio
Fresolone Mario
Giannangeli Serena
Grazzi Stefania
Gurreri Emanuele
Lagomarsino Roberto
Lerici Roberto
Moggia Davide
Monte Giulio
Monte Massimo
Nocerino Luigi
Olcese Adriano
Palini Diego
Parisi Matteo
Parodi Francesco
Pedemonte Chiara
Perucca Marco
Pezzali Simona
Piacentini Simone
Piantato Manlio
Picasso Elisa
Picasso Enzo
Piras Alessandro
Pozzo Claudio
Pozzo Thomas
Razeto Andrea
Revello G.Luigi
Roccatagliata Enrico
Romano Eros
Saia Alessio
Schenone Marco
Schenone Cristina
Scopesi Denise
Senarega Giovanni
Squeri Alessio
Steneri Enrico
Ticchi Carlo
Valdenassi Francesca
Vannucci Vannuccio
Weisskoff Etienne
15
I RICONOSCIMENTI AI MERITEVOLI DONATORI DI SANGUE. BIENNIO 2002-2003
Quante vite salvate grazie al loro impegno
Medaglia d’oro
Lagomarsino Roberto
Migone Anna
Porcù Michele
Prampolini Enrico
Arcadu Narcisa
Bersani Gavino
Ferreccio Ezio
Ferreccio Maria
Revello Gianluigi
Tedeschi Maurizio
Tedone Raffaella
Medaglia d’argento
Ageno Giovanni
Amandolesi Paola
Andreani Chiara
Aste Graziana
Avanzini Stefano
Bacigalupo Andrea
Bacigalupo Giovanna
Bacigalupo Luigi
Badaracco Alberto
Badaracco Mauro
Bagnasco Claudia
Ballestrero Marco
Balletto Stefania
Barbieri Ugo
Bartolani Palmira
Benetti Salima
Benvenuto Bruno
Benvenuto Gaetano
Bernardin M.Grazia
Bertagnon Marco
Beschi Sabina
Bignozzi Fabio
Bini Ferdinando
Bisso Giuseppe
Blondi Renato
Blondi Sandra
Bocchino Barbara
Boni Renzo Alberto
Borgatta Umberta
Bozzo M.Rosa
Bruno Marina
Bulgarelli Manuela
Caffarena Giovanni
Camassa Luigi
Campanella Giorgio
Campolo Rosalba
Campomenosi Pietro
Canella Brunaldo
Caorsi A.Maria
Capurro Andreina
Capurro Franco
Capurro Luigi
Carpaneto Amedeo
Castagnola Gabriella
Castagnola Michele
Catzeddu Cinzia
Cavaglieri Roberto
Cavallo Giuseppe
Civinini Attilio
Croci Raffaella
Crovetto Elda
Crovetto Vittorio
Cuneo Natale
Damico Simona
Dapelo Mario
De Marchi Lino
De Vita Claudio
Del Guasta Marcella
Dellacasa Andrea
Demarzo M.Stella
Di Filippo Salvino
Di Salvo Carlo
Durio Elsa
Durio Flavia
Esposito Raffaele
Fassone Stefano
Ferrari Sergio
Ferreccio Marino
Ferreccio Massimo
Ferreccio Pietro
Ferrera Andrea
Florio Roberto
Gallina Angela
Gambel Nereo
Gammino M.Teresa
Gandolfo Renzo
Garaventa Umberto
Garofalo Pasquale
Gemignani Cristina
Giacometti Antonio
Giannattasio Eleonora
Giuffra Bruno
Giuffra Michele
Grigatti Paolo
Grigatti Valeriano
Guglieri Carlo
La Firenza Vito
Licata Paola
Loiacono Pasquale
Lopedote Antonietta
Lupino Mauro
Maggi Giovanni
Maggiolo Alberto
Malchiodi Roberta
Manni Bruna
Marchesi Augusto
Mascherpa Luca
Massa Marino
Massone Massimo
Mastrocola Piergiorgio
Mattioli Ennia
Merlo Caterina
Merlo Fabio
Mezzanotte Omero
Moltedo Giobatta
Moltedo Ida
Moltedo Luisa
Monte Emilio
Monte Martina
Montefiori Alessandro
Morello Samuela
Morino Roberto
Nadelle Mirko
Napolitano Mauro
Nichino Adriano
Noris Daniele
Occhiuto M.Antonietta
Olcese Francesca
Olcese Paola
Olcese Sergio
Oliva Luisa
Olivari Paola
Orsingher Renato
Ortori Fausto
Parnasso Massimiliano
Parodi Francesco
Parodi Guido
Pavanelli Cecilia
Pezzali Luca
Picasso Franco
Picasso Gianfranco
Picasso Giorgio
Polimo Michele
Ponte Mario
Pugno Marco
Rapezzi Mario
Ravera Fausto
Raviola Palmiro
Razeto Alma
Razeto Elena
Razeto Laura
Repetto Prospero
Ricci Federico
Riotti Mara
Romano Vittoria
Rosaguta Giancarlo
Rosasco Elio
Rotunno Giuseppe
Rovegno Lino
Runcini Mario
Sacchi Andrea Enrico
Santinelli Armando
Santinelli Ornella
Scalambra Luca
Schenone Lucio
Schiappacasse Cecilia
Senarega Giovanni
Spartani Maurizio
Strada Mauro
Tanfani Giancarlo
Tantillo Giuseppe
Tedone Giacomo
Terrile Adriana
Terrile Davide
Terrile Ivana
Tixi Sergio
Tomasone Michele
Torre Stefano
Torre Tiziana
Unia Roberto
Valente Pasquale
Valente Santo
Vannati Giovanni
Vari Stella
Vasoli Angelo
Vener Renata
Villa Andrea
Zagari Carmelo
Zerega Achille
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TRE GIORNI DI FESTA IN OCCASIONE DELL’80° COMPLEANNO DELLA NOSTRA P.A.
Questo il programma delle manifestazioni
Mercoledì 1° settembre
Lungomare Bettolo, ore 18,30
Gara podistica 1° Trofeo Diego Senofonte. Percorso non competitivo,
aperto a tutti, di circa 7 km. Premiazione ore 20.30.
Lungomare Bettolo, ore 19,30
Apertura stand gastronomico.
Piscina Comunale “Antonio Ferro”, ore 21
Partita di pallanuoto fra vecchie glorie della Pro Recco;
negli intermezzi esibizione di nuoto sincronizzato (ingresso libero).
Lungomare Bettolo, ore 21,30
Concerto della Cover Band.
Giovedì 2 settembre
Lungomare Bettolo, ore 11-19
Caccia al Tesoro a coppie.
Lungomare Bettolo, dalle ore 15
Esposizione di mezzi di soccorso d’epoca; mostra fotografica;
stand espositivo di tecniche e materiali di pronto soccorso.
Lungomare Bettolo, dalle ore 19,30
Apertura stand gastronomico.
Lungomare Bettolo, ore 21
Prova conclusiva della Caccia al Tesoro e premiazione.
1° premio crociera di 8 giorni per due persone offerta da Costa Crociere.
Venerdì 3 settembre
Lungomare Bettolo, dalle ore 16
Ricevimento Pubbliche Assistenze consorelle.
Piscina Comunale “Antonio Ferro”, ore 17-19
Giochi d’acqua a squadre di 6 giocatori (iscrizione gratuita).
Lungomare Bettolo, dalle ore 19,30
Apertura stand gastronomico.
Lungomare Bettolo, ore 21
Benedizione nuova autoambulanza;
21 colpi di saluto dei Quartieri;
Premiazione delle PP.AA. Consorelle;
Conferimento Premio della bontà “De Barbieri d’argento”;
Premiazione Militi e Donatori di sangue.
Ore 22,30 circa
Spettacolo di fuochi pirotecnici.
Iscrizioni Caccia
al tesoro
e Giochi d’acqua.
Per informazioni:
Chicca 333.2788012
Luca 0185.75721
Notiziario della
P.A. Croce Verde Recco
Via Milite Ignoto, 17
16036 RECCO (GE)
tel. 0185.721037
[email protected]
www.croceverderecco.it
Aut. Tribunale di Genova
n.17 del 16.07.2004
Direttore editoriale:
Giovanni Rainero
Direttore responsabile:
Maria Iacovazzi
Hanno collaborato
a questo numero:
Fabio Alabastro
Marina Ferrari
Roberto Ferreccio
Massimo Mantelli
Giorgio Silvestri
Silvia Tosi
Paola Volpi
Foto:
Massimo Andreani
Archivio Croce Verde
Archivio Ferrari
Archivio Razeto
Grafica Studio Helix Recco
Stampa Microart’s Recco
Abbiamo un interesse in comune:
la buona gestione del tuo Condominio.
Commerciale
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