Sulla strada – Rassegna stampa 6 ottobre 2010 NOTIZIE DALLA STRADA Voli dai cavalcavia Inchiesta Asaps Vi raccontiamo le storie di un decennio di tragedie assurde e delle reti che ancora qualcuno non vuole mettere... Morti dal cavalcavia. E' purtroppo un fenomeno che pare non accennare a diminuire visto le ultime drammatiche cronache che ci arrivano da ogni parte della Penisola. L'ultima in ordine cronologico è quella di uno sventurato 36enne che alle 3 del mattino di domenica scorsa si ferma con l'auto per un bisogno fisiologico e precipita nel vuoto. Come sempre l'Asaps - Amici e Sostenitori Polizia Stradale, - ci fornisce i dettagli di ciò che accade. "... alle 3 del mattino di domenica - scrive Lorenzo Borselli - lungo il tracciato dell'autostrada A28, nei pressi di Cavolano di Sacile (Pordenone), un giovane di 36 anni, Ermes Colautto di Udine, ha accostato la propria auto per un improvviso bisogno fisiologico. Era in compagnia della propria fidanzata, che ha dato l'allarme quando l'ha visto sparire dal buio, inghiottito. Era caduto giù, nel vuoto, sfracellandosi dopo un volo di 9 metri. È scattato l'allarme al 113 e al 118, ma quando i soccorritori l'hanno raggiunto, i flebili lamenti che la compagna aveva sentito provenire dall'oscurità si erano ormai spenti. Mentre la Polizia Stradale di Palmanova (Udine) porterà avanti le indagini, tentiamo di fare il punto della situazione. L'Asaps ha sposato fin dal 2002 la causa di Sergio Cianti, un padre di Campi Bisenzio (Firenze), che nella notte del 26 settembre 1998 ricevette una telefonata che gli avrebbe cambiato la vita: il comandante della Polizia Stradale di Pian Del Voglio (Bologna), lo informava che il figlio Diego, 24 anni, partito da un'ora circa per andare all'Oktoberfest, era caduto dal viadotto Quercia Setta, che sovrasta Marzabotto dal tracciato della A1. Diego morì perché non c'era nulla, oltre il guardrail, che potesse impedire a uno sventurato di cadere nel vuoto. Non c'erano protezioni laterali né quelle tra un viadotto e l'altro. Il 22 ottobre 2007, al termine di una battaglia appassionata per la vita, la Corte d'Appello di Bologna riconosce precise responsabilità ai vertici della società concessionaria, assolti invece in primo grado dal giudice monocratico di Porretta Terme. L'incidente occorso all'auto su cui viaggiavano Diego e i suoi amici aveva avuto conseguenze lievissime, ma la paura di finire investito dai veicoli che sopraggiungevano lo indussero a cercare riparo oltre quel guardrail: nell'oscurità, non si era accorto di essere su un ponte alto 17 metri. La morte di Diego, a cui è stata intitolata una scuola dell'infanzia a Campi Bisenzio, e la battaglia appassionata di suo padre Sergio, condivisa dall'ASAPS fin dal 2001, condussero nel 2002 alla messa in sicurezza di tutti i tratti dell'allora Società Autostrade, oggi Autostrade per l'Italia, ma i morti censiti proprio dalla nostra associazione erano tanti, ovunque, su ogni tipo di strada. Nel 2002, quando pubblicammo una corposa inchiesta, i casi accreditati dalle ricerche effettuate grazie alla rete di referenti e alla consultazione delle emeroteche, consentì di acquisire notizie certe su 19 eventi a partire dal 1991: eventi non classificabili, da un punto di vista tecnico, come incidenti stradali sic et simpliciter, ma come eventi infortunistici accidentali. Insomma, incidenti e basta. Oggi abbiamo in archivio 32 cadute, con 27 morti e 5 feriti. Da questa ricerca abbiamo escluso gli atti cosiddetti anticonservativi (i suicidi), e le cadute dopo sbandamento, ma anche su questa fattispecie di letalità sarebbe il caso che gli enti proprietari della strada, ANAS in testa, cominciassero a chiedersi come mai, nel 2010, ai lati delle carreggiate vi siano ancora barriere così inadatte a contenere un urto (e la fuoriuscita), magari buone soltanto ad affettare gambe, braccia e testa di sventurati motociclisti, magari scivolati su una buca o su un asfalto steso una decina d'anni prima. Molte altre, infatti, sono le fattispecie di incidenti nei quali veicoli impattanti contro i guardrail laterali, precipitano nel vuoto degli imponenti viadotti che consentono alle nostre autostrade di superare le barriere frastagliate della nostra orografia: i veterani e le veterane della Polizia Stradale di Pian Del Voglio e di Firenze Nord, ricordano con orrore gli anni '70, '80 e '90, quando non passava settimana che qualche autotreno non finisse in qualche burrone. Nel 1981, e ancora prima, si moriva nello stesso identico modo, nonostante le cinture non fossero obbligatorie (molti veicoli nemmeno le montavano), e nonostante perfino l'ABS fosse ancora un sistema sconosciuto. Il 5 febbraio di quell'anno, per esempio, un uomo di 36 anni - strana coincidenza - morì cadendo in un burrone sulla Salerno Reggio Calabria: era uscito incolume dopo che l'autovettura su cui viaggiava era finita contro il guardrail di un viadotto. Sceso dalla macchina, è precipitato. Pochi mesi dopo, il 6 agosto, una coppia di coniugi torinesi precipitò da un viadotto della A22, dopo essere rimasti coinvolti in un sinistro nel quale non avevano riportato lesioni. Ma torniamo ai pedoni che muoiono cadendo. La legge prevede che le carreggiate siano protette da reti di 150 cm: detta altezza a noi non sembra del tutto sufficiente a impedire che un pedone la possa scavalcare per finire, suo malgrado, nel vuoto, ma è un dato di fatto che questo tipo di morte sia praticamente scomparsa sulle strade dove la norma è stata rispettata. Tuttavia, bisogna tener conto che successivamente a un sinistro stradale in condizioni ambientali di ostilità per un pedone, come può esserlo una carreggiata autostradale, una persona che sia uscita indenne fisicamente dallo scontro potrebbe avere riportato conseguenze di carattere psicologico. Una lesione che non si vede, una ferita che si chiama "terrore" e un sanguinamento che potremmo definire "temporanea incapacità di razionalizzare". Più semplicemente panico. Quello che manca, a oggi, è la volontà di voler spostare il concetto di prevenzione che abbiamo adottato per esempio obbligando esercizi commerciali a dotarsi di uscite di sicurezza, alla grande viabilità, dove la strada sembra pensata solo a far spostare enormi quantità di veicoli (non sempre con successo, in Italia), e dove un poveraccio che magari è in preda al panico non può contare su un cartellino con una figura stilizzata che gli indica quale sia la strada giusta. Lui non può sapere di essere su un viadotto, perché in auto la strada è tutta uguale. Arriva a scendere dopo lo schianto, succede qualcosa che lo terrorizza, che minaccia la sua sopravvivenza, e come è naturale che sia cerca la salvezza scappando da quello scampolo di asfalto, magari per mettersi al riparo dietro un guardrail. Peccato che ci sia il vuoto. In moltissimi casi, poi, abbiamo rilevato morti samaritane, che hanno falcidiato medici, infermieri, vigili del fuoco e agenti di polizia: avendo assistito a incidenti gravi sulla carreggiata opposta, si sono fermati ed hanno scavalcato il securvia centrale, cadendo nel vuoto. In Valle D'Aosta, per esempio, una giovane infermiera precipitò negli anni '90 dal viadotto delle Capre, in A5, nei pressi di Saint Vincent. Aveva parcheggiato la propria auto in corsia di emergenza sud e cercò di raggiungere la carreggiata nord, dove c'era stato un grave incidente stradale. Solo alcuni giorni dopo venne ritrovato il suo cadavere, quando nessuno si era presentato in depositeria per reclamare quell'auto fatta rimuovere dalla Stradale. Gli inquirenti ricostruirono la vicenda. Il 25 novembre 2008, invece, Giuseppe Maggiore, 43enne autista di una ditta di Frosinone, stava percorrendo l'autostrada A32 tra Torino e Bardonecchia, nel comune di Exilles: era sceso per assicurarsi che altri veicoli non venissero coinvolti quando è caduto da un viadotto morendo sul colpo. Per lui l'ASAPS chiese un riconoscimento al valor civile, che però non è mai arrivato. Poi ci sono le barriere che non riescono a contenere gli urti: a Voltri, nel 2005, quattro ragazzi di Aosta caddero da un viadotto, il cui new jersey era stato divelto da un precedente impatto. La loro auto è volata giù. Non si può sempre contare sulla fortuna, come accaduto nella tarda serata del 24 settembre 2005 a Brugnato: un giovane straniero, dopo aver perso il controllo della sua auto ed essersi schiantato, scese e scavalcò il guardrail tra le due carreggiate, per andare a chiedere aiuto, senza essersi accorto di trovarsi su un ponte. 15 metri più in basso finì su alcuni alberi, uscendo praticamente illeso. Dove sono stati installati i new jersey, le cadute interventi. Eppure le regole ci sono. Il problema è che nessuno le rispetta, al punto che una barriera o una rete apposte secondo la regola scritta o secondo buonsenso, prudenza e diligenza, è un caso più unico che raro. Non come certe morti, inutili per l'incapacità che dimostriamo, come società civile, nell'utilizzarle per impedirne altre assurde. Come scendere dall'auto per un bisogno e morire perché nessuno ha pensato che al buio, il buio non si vede". Fonte della notizia: repubblica.it Settembre 2010: i dati ASAPS sulla pirateria stradale 5 ottobre 2010 - Secondo i dati forniti dall'osservatorio "Il Centauro" dell'ASAPS, il mese di settembre 2010 mostra un aumento dei casi di pirateria stradale rispetto al mese precedente, che già aveva raggiunto livelli record. Nel nono mese dell'anno sono stati 9 i morti (il 14,8% della casistica) e 76 feriti (85,2%), su un totale di eventi registrati pari a 61. In 47 casi, i responsabili sono stati identificati (77% con 20 arresti e 27 denunce a piede libero, rispettivamente 42,6 e 57,4% sul totale dei noti), mentre sono ancora 14 i bollettini di ricerca in sospeso (23%). Sulle cause, diminuisce la percentuale dei pirati della strada trovati in stato di ebbrezza (25,5% rispetto al dato sui nove mesi, che è fermo a 28,2%), ma sui numeri incide il fatto che buona parte dei responsabili degli incidenti viene identificata a distanza. Rispetto alla nazionalità, dei 47 pirati della strada catturati, 13 sono risultati essere cittadini stranieri (27,7%), non necessariamente extracomunitari. Sul piano delle vittime, risultano molto colpite le utenze deboli. Sul totale degli 85 casi (9 morti e 76 feriti), sono stati coinvolti: 11 minori (12,9%), 7 anziani (8,2%), 17 pedoni (con 1 morto e 19 feriti), 11 ciclisti (1 decesso e 10 ospedalizzazioni). Nei primi 9 mesi del 2010, i delitti di fuga sono 420 (nel 2009, il bilancio ha raggiunto quota 482, con 91 morti e 592 feriti) e si sono verificate 67 uccisioni e 546 ricoveri ospedalieri. I pirati identificati dalle Forze dell'Ordine sono in tutto 326 (77,6%), dunque in linea con il dato parziale di settembre. Inoltre, in 141 casi i responsabili sono stati arrestati (43,2%), mentre sono 185 (56,8%) i pirati denunciati a piede libero. Sempre dall'inizio dell'anno, sono 149 i pedoni colpiti (31 morti e 139 feriti), 50 i ciclisti (10 decessi e 50 ospedalizzazioni), e 25 i minori di 14 anni (3 vittime e 29 ricoveri). Fonte della notizia: casellario.inail.it SCRIVONO DI NOI Sei persone arrestate a Mondovì nell'operazione "Taglia & incolla" Sono tre marocchini, due italiani ed un macedone. Le accuse: riciclaggio, furto, tentato furto, estorsione, induzione alla prostituzione, danneggiamento aggravato e detenzione abusiva di armi e munizioni. MONDOVI’ 06.10.2010 - “Taglia & incolla”, questo il nome dell’operazione che da Aprile 2010 ha impegnato la sottosezione di Mondovì in un’ indagine coordinata dalla Procura della Repubblica nel Tribunale di Mondovì. Questa mattina in conferenza stampa è stata presentata dal Sovrintendente Responsabile delle Unità di Polizia Giudiziaria, Milano, il Sostituto Commissario, Comandante della Sottosezione della Polizia Stradale di Mondovì, Angelo Di Palma e il Vicequestore aggiunto, Comandante della Sezione di Polizia Stradale di Cuneo, Franco Fabbri. Il nome “Taglia & Incolla” deriva dal modus operandi tipico del riciclaggio di veicoli a motore: si sostituisce il cosiddetto “numero di telaio” del veicolo rubato con quello di uno sinistrato o privo di valore di mercato significativo. L’attività di indagine è iniziata ad Aprile del 2010 in seguito al sequestro di un motociclo rubato rinvenuto nel parcheggio del centro commerciale Mondovicino. Da questo punto, con una serie di intercettazioni ambientali e telefoniche; e con una serie di appostamenti si è arrivati alla cattura dei sei elementi interessati, tutti uomini e tutti residenti nella Provincia Granda, G.L.F., italiano di 24 anni e residente a Novello, E.R.L., marocchino di 27 anni e residente a Clavesana, E.O.B., marocchino di 22 anni e residente a Mondovì, B.Z., macedone di 20 anni e residente a Monastero di Vasco, B.A., marocchino di 22 anni residente a Barbaresco e F.M., italiano di 28 anni residente a Mondovì. Per i primi quattro è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per gli altri due gli arresti domiciliai. Le ipotesi di reato, considerato che si è ancora in corso d’indagine, sono di riciclaggio, furto, tentato furto, estorsione, induzione alla prostituzione, danneggiamento aggravato di auto in sosta sulla pubblica via e la detenzione abusiva di armi e munizioni. I furti, una decina di casi tra consumati e tentati, si riferiscono soprattutto al periodo tra maggio e luglio, nella zona circoscritta tra Pianfei, Vicoforte, Mondovì e Monastero di Vasco. Gli stessi consistevano nel rubare carburante, dalle auto parcheggiate oppure dai mezzi in sosta nei cantieri di lavoro, e generi alimentari. Inoltre sono state rinvenute riproduzioni fedeli di armi da fuoco con funzionamento ad aria compressa, di un coltello a scatto, di tre proiettili appartenenti ad una Calibro 9 e due 556 a salve, appartenenti ad un fucile d’assalto Beretta 7090 “tutte a disposizione della stessa persona”, secondo il Comandante Di Palma. Il Comandante Fabbri ha parlato inoltre di “un caso di induzione alla prostituzione nei confronti di un uomo, per la quale si stanno facendo ulteriori accertamenti e verifiche, ma resta comunque l’ipotesi di reato”. Durante le perquisizioni sono state rinvenute inoltre numerose parti di veicoli a motore e una ventina di taniche per il reperimento del gasolio. Alcuni degli imputati erano già macchiati da precedenti penali e nonostante la diretta conoscenza nessuno di loro è imparentato. In attesa di ulteriori sviluppi gli organi competenti stanno ancora lavorando per raccogliere elementi utili alle indagini. Fonte della notizia: targatocn.it Coltiva droga, tradito dalla velocità IL CASO. Un controllo della polizia stradale di Montichiari finisce con l'arresto di un muratore residente a Travagliato Fermato per un'infrazione mostra agli agenti il libretto con dentro una foglia di marijuana: a casa aveva un'ottantina di piante di Wilma Petenzi BRESCIA 06.10.2010 - Deve prendersela solo con se stesso il muratore di Travagliato, O.G. di 51 anni, finito in manette l'altro giorno con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze: non ha rispettato il codice della strada e il conseguente controllo nella sua abitazione ha fatto scoprire una piantagione di marijuana, pronta per il raccolto. Il 51enne, alla guida di una Lancia Y e in compagnia di un giovane bosniaco, suo collaboratore in edilizia, l'altro pomeriggio è stato fermato dagli agenti della polizia di Montichiari. Il muratore era fermo per fare attraversare delle persone, poi è partito a tutta velocità, strombazzando. Gli agenti hanno deciso di fare un controllo. «Patente e libretto» hanno chiesto gli agenti. Il 51enne, con i documenti in regola, ha mostrato il libretto senza alcuna preoccupazione, ma tra le pagine c'era una piantina di marijuana parzialmente seccata. Il 51enne ha spiegato che la marijuana era per uso personale ed era già pronto il modulo per la segnalazione in prefettura quando gli accertamenti hanno evidenziato un arresto nel 2006 per produzione di sostanze stupefacenti. Gli agenti della stradale hanno deciso di fare un sopralluogo nell'abitazione in via Nenni. L'intuizione è stata premiata: in casa sono state trovate ottanta piante di marijuana. Alcuni arbusti erano nel cortile dell'abitazione, il terrazzo era pieno zeppo, così come il seminterrato, attrezzato anche con lampade per creare l'effetto calore. Alcune piante erano anche in camera da letto, in una serra con lampada e deumidificatore. Tutte le piante erano raggiunte da un sistema di irrigazione. Appeso al muro gli agenti hanno trovato anche una sorta di vademecum per il coltivatore di cannabis, con tutte le indicazioni sulle ore di luce e di sole per ottenere un raccolto.... da sballo. Fonte della notizia: bresciaoggi.it Avevano in macchina 7 chili di hashish Fermati in autostrada Si tratta di due nordafricani di 26 e 55 anni. I due sono stati arrestati dalla polizia stradale Modena Nord MODENa, 6 ottobre 2010. Due marocchini di 26 e 55 anni sono stati beccati mentre trasportavano sei chili e 800 grammi di hashish lungo la corsia Sud dell’Autostrada del Sole. La polizia stradale Modena Nord ha fermato la Peugeot 307 su cui viaggiavano i due verso le 23 della notte scorsa all'altezza del comune di Reggio Emilia nel parcheggio "Crostolo". I poliziotti hanno perquisito la vettura trovando i quattordici panetti di hashish nascosti in un pannello di una portiera. Un quantitativo che avrebbe fruttato sul mercato circa 70 mila euro. I due nordafricani, residenti in provincia dell'Aquila, sono stati arrestati. Fonte della notizia: ilrestodelcarlino.it SALVATAGGI Pordenone. Bloccato in furgone a metà del guado: i pompieri lo salvano dal fiume L'uomo ha cercato di passare nonostante la sbarra abbassata Il veicolo è stato travolto dall'acqua. Multa dai carabinieri PORDENONE (6 ottobre) - Un uomo, che viaggiava a bordo di un furgoncino ed è rimasto bloccato nel guado del Cellina-Meduna a Zoppola (Pordenone), è stato salvato la notte scorsa dai Vigili del fuoco di Pordenone. Attorno alle 3.30, l'uomo, nonostante le violente precipitazioni di ieri, i fiumi in piena e la sbarra abbassata, ha cercato ugualmente di guadare il corso d'acqua, per raggiungere la sponda di Cordenons (Pordenone). Giunto a metà strada, il mezzo è stato sommerso dall'acqua e l'uomo si è salvato solo grazie all'arrivo tempestivo dei pompieri, che lo hanno messo in salvo, ma che non hanno potuto recuperare il veicolo. Sul posto anche i carabinieri della compagnia di Spilimbergo (Pordenone), che hanno elevato una salata contravvenzione all'autista del furgoncino. I Vigili del fuoco lanciano un appello affinché gli automobilisti rispettino il divieto di accesso ai guadi, quando le sbarre sono abbassate. Fonte della notizia: ilgazzettino.it CONTROMANO Trafficante in fuga con trenta chili di hashish San Giuliano, è stato bloccato dopo un rocambolesco inseguimento. Il trafficante ha forzato un posto di blocco e imboccato la Valtidone contromano di Patrizia Tossi SAN GIULIANO, 5 ottobre 2010 - Ha portato al sequestro di 30 chili di hashish il rocambolesco inseguimento di un trafficante di droga che, ricercato dalle forze dell’ordine, ha forzato un posto di blocco a San Giuliano con un’auto da 200 cavalli e ha imboccato la Valtidone contromano. E’ stata una fuga al cardiopalma, scandita da momenti di vero terrore con un incidente sulla Binasca, l’arrivo delle pattuglie di rinforzo dalle caserme di San Giuliano e Pavia, oltre ad una colluttazione a Pieve Emanuele. Alla fine, però, la giustizia ha avuto la meglio e il trafficante è finito in manette. L’uomo aveva nascosto in auto 120mila euro di droga: 30 chili di hascisc divisi in 300 panetti, nascosti all’interno di due borsoni da viaggio. Tutto è iniziato sabato sera a San Giuliano, quando una pattuglia del Nucleo Radiomobile di San Donato ha intimato l’alt ad una Passat Sw con a bordo due uomini. L’auto, che si è poi rivelata una vettura elaborata con un motore potentissimo da 200 cavalli, ha iniziato una fuga a tutta velocità verso la Binasca. Diramato l’allarme alle caserme di Siziano e Pieve, i carabinieri hanno seguito i fuggiaschi che, pur di staccare le guardie, si sono lanciati in pericolosissime manovre, mettendo a repentaglio la sicurezza degli altri automobilisti di passaggio. Addirittura, a una rotonda l’Alfa dei carabinieri è rimasta coinvolta in un incidente. La Passat ha imboccato contromano la Valtidone, ma una volta arrivata lungo la Binasca si è ritrovata alle spalle un’altra pattuglia delle forze dell’ordine e tutte le vie di uscita bloccate dai posti di blocco organizzati dalle caserme della zona. Giunta nel territorio di Pieve, la macchina degli spacciatori ha tentato il tutto per tutto e ha sfondato una sbarra di ferro per imboccare un viottolo di campagna. La strada, però, era a fondo cieco e così i due malviventi hanno abbandonato la Passat per proseguire la fuga a piedi. Mentre il passeggero ha fatto perdere le proprie tracce scappando tra i campi, l’autista è stato bloccato in una roggia: ci sono voluti quattro militari per riuscire a bloccarlo dopo una sfiancante colluttazione. Una volta portato in caserma, i carabinieri hanno scoperto che l’uomo arrestato era un marocchino ricercato da oltre un anno per una condanna a 4 anni e 9 mesi per traffico di droga. Si tratta del 33enne T.L.E, pluripregiudicato. Nonostante il brillante successo dell’operazione, i carabinieri si sono ritrovati con 10 giorni di prognosi per le ferite riportate nell’incidente e durante la colluttazione con l’arrestato. Ora T.L.E si trova a San Vittore con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L’azione antidroga prosegue con controlli e posti di blocco in tutto il Sud Milano. Fonte della notizia. ilgiorno.it INCIDENTI STRADALI Palermo, tir travolge un chiosco in piazza: morta una donna, feriti 2 bimbi e 2 adulti ROMA (6 ottobre) - Una donna di 59 anni è stata travolta e uccisa da un tir in piazza Valdesi a Mondello, la località balneare di Palermo. Il conducente, un 36enne dipendente di una ditta di Sabaudia, ha perso il controllo del mezzo, che è finito contro il bar "Mida", locale molto frequentato, investendo la vittima e altre quattro persone che sono rimaste ferite: sono due adulti e i due nipotini della vittima, di 1 e 3 anni, che al momento dell'impatto si trovavano nell'area giochi. I medici hanno riscontrato loro escoriazioni e un trauma cranico. Dopo aver travolto il locale, che ha una veranda davanti al mare, il tir ha concluso la sua corsa sulla spiaggia, che in quel momento era affollata di bagnanti. Tra le prime ipotesi un guasto ai freni del pesante automezzo che potrebbero aver funzionato male alla fine della lunga discesa prima del luogo in cui si trova il chiosco. Fonte della notizia: ilmattino.it Pozzuoli, drammatico incidente stradale due morti in uno scontro tra auto e moto POZZUOLI (6 ottobre) - Non aveva il casco uno dei due centauri che stamattina è morto a Pozzuoli. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, in via Campana, poco prima delle sette, G.I., 40 anni, residente a Giugliano e alla guida di un Kawasaki z750, e il suo passeggero un ghanese di 30 anni domiciliato a Castel Volturno, sono deceduti sul colpo a causa del forte impatto avuto contro la parte posteriore di una Opel Astra condotta da un 49enne del luogo. Il conducente dell'auto è stato medicato dai sanitari del locale ospedale che gli hanno riscontrato un trauma cranico e contusioni varie al corpo guaribili in sei giorni. Dalle prime indagini seguite dai carabinieri, sembrerebbe che solo il passeggero non indossasse il casco protettivo. La dinamica dello scontro è ancora tutta in fase di ricostruzione da parte dei carabinieri della locale stazione. Fonte della notizia: ilmattino.it Pianta cade su auto: conducente sotto choc LA SPEZIA 06.10.2010 - Sfiorata la tragedia ieri mattina in via Trina, la strada che arriva in piazza Garibaldi nel centro storico di Arcola. Erano circa le otto del mattino quando un grosso albero si è sradicato dalla costa che fiancheggia la strada ed è precipitato proprio nel momento in cui stava transitando una vettura. L’impatto con il tetto e il cofano dell’auto è stato violento, terrorizzata la donna che al momento era alla guida. Fortunatamente è rimasta illesa ma in via precauzionale è stata accompagnata all’ospedale per accertamenti. Sicuramente il maltempo della notte ha messo a dura prova la stabilità delle piante, questa non ha retto alla furia del vento e passato il temporale è caduta in strada. Fonte della notizia: ilsecoloxix.it SBIRRI PIKKIATI Extracomunitario va a “farsi giustizia” dai carabinieri di Scicli. Arrestato SCICLI 06.10.2010 - I carabinieri lo avevano fermato appena un paio d’ore prima e nell’occasione aveva mostrato segni di nervosismo. Nessuno pensava, però, che prendesse la decisione di presentarsi nella sede della Tenenza e di chiedere conto e ragione di ciò che era accaduto prima. Così le minacce e la resistenza a pubblico ufficiale lo hanno portato di filato in carcere. Il fatto è accaduto nel tardo pomeriggio di domenica scorsa a Scicli. Il protagonista è Ben Salah Lassad, 40 anni, che si trova ora rinchiuso nelle carceri di contrada Pendente a Ragusa, a disposizione dei magistrati della Procura della Repubblica di Modica. Su di lui pendono due reati: quello di minacce e quello di resistenza a pubblico ufficiale. Tutto è cominciato nel pomeriggio di domenica quando nel corso di un normale servizio di controllo sul territorio (la pattuglia dei carabinieri, da quando è stata elevata a Tenenza la vecchia Stazione dei carabinieri, è costantemente presente in città con grande apprezzamento da parte della gente) una pattuglia di militari dell’arma ferma, in pieno centro cittadino, un cittadino di nazionalità tunisina che viaggiava a bordo di un’autovettura. L’uomo si accompagnava con una donna di Scicli. Al controllo ed alla perquisizione eseguita dei militari, l’extracomunitario mostrava segni di forte insofferenza. Al momento del controllo si è fermato solo a questa manifestazione fuori luogo, non è andato oltre. Tutto sembrava dovesse finire lì quandoperò dopo un paio d’ore, Ben Salah Lassad si presentava nella sede di via Ignazio Emmolo della Tenenza dei carabinieri, chiedendo conto e ragione di quanto era successo poco prima. Addirittura è andato in escandescenza oltraggiando i militari in servizio con frasi minacciose. Sono stati momenti convulsi tant’è che un carabinieri è stato costretto a ricorrere alle cure dei sanitari di turno del pronto soccorso dell’ospedale Busacca di Scicli. Ben Salah Lassad, invece ha preso la via di Ragusa, naturalmente dopo le formalità di rito, per le minacce e la resistenza di cui si è reso protagonista. Continua con sempre più rigore l’attività dei carabinieri della Tenenza in un territorio dove c’è tanta necessità di dettare buone regole del vivere civile. E gli uomini del comandante della Compagnia di Modica, capitano Alessandro Loddo, a Scicli ci stanno riuscendo, facendo, quindi, sentire la presenza costante ed attenta dei militari dell’arma in città e nel suo territorio. Fonte della notizia: radiortm.it Pinerolo: discute con i vigili e questi lo ammanettano di Mirko Maggia PINEROLO 06.10.2010 - L'accusa è pesante: resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. La dinamica la chiarirà il processo; il giudice delle indagini preliminari Alberto Giannone ha infatti convalidato l'arresto, pur disponendo la scarcerazione senza ulteriori misure cautelari, del 59enne pinerolese Pier Paolo Sobrero, ammanettato dai Vigili urbani venerdì 1º ottobre in piazza Barbieri, di fronte all'omonimo bar. Ha acceso la miccia una normale operazione di Polizia municipale: attorno alle 18,30 gli agenti Nicola Ruocco e Cataldo Riggi stavano sanzionando le auto in divieto di sosta tra il via-vai degli avventori che, avvertiti dal gestore, si affrettavano a spostarle. Qualcuno ce l'ha fatta, altri si sono rassegnati a pagare. A quel punto Sobrero, che da salvare non aveva proprio nulla (sul posto era arrivato a piedi), si è messo di mezzo difendendo con toni decisamente accesi gli amici multati. Qualche parola di troppo indubbiamente l'ha detta innescando la reazione anch'essa, stando a più di un testimone, sopra le righe di Ruocco che l'avrebbe invitato, traduciamo in modo eufemistico, a «farsi i fatti suoi». Ne è seguito un concitato siparietto, tra spintonamenti vari e richiesta, non soddisfatta, di esibire i documenti. Sobrero sarebbe anche finito a terra battendo il capo contro una serranda ma le mani, ha giurato a chi glielo ha chiesto, non le avrebbe mai alzate. Sia come sia, i due Vigili hanno sollecitato l'intervento di una seconda pattuglia che l'ha ammanettato senza troppi complimenti. «Confermo, sono andati decisamente per le spicce - sostiene Manuele Sanmartino, che non si trincera dietro all'anonimato -. Nessun problema a ripeterlo in Tribunale; lui non ha reagito. Sono un ex-carabiniere, c'è modo e modo di far rispettare la legge. I passanti che hanno assistito la pensavano come me: qualcuno ha persino urlato "vergognatevi!"». Resta una brutta vicenda difficile da raccontare e decifrare che avrebbe potuto ridimensionarsi in uno scambio d'opinioni a muso duro ed invece, lascia intendere chi ha visto, sarebbe sfuggita di mano prendendo una ben diversa piega. Premesso che non tocca a noi sposare tesi né scrivere la sentenza, va aggiunto che Ruocco e Riggi avrebbero riportato lesioni. Quanti giorni di prognosi? La dirigente della Polizia urbana Ermenegilda Aloi preferisce tacere: «Mi chiede informazioni che non posso divulgare; i referti del Pronto soccorso ci sono, punto e basta». Gli "effetti" della baruffa, dunque, smentirebbero i numerosi testimoni. In qualsiasi modo sia andata, Pier Paolo Sobrero l'ha già pagata cara la sua sfuriata. Persino troppo, verrebbe da supporre: è rimasto con le manette ai polsi (eccesso di zelo?) sino alle 23 del 1º ottobre quando è sceso dal Ducato-cellulare dei Vigili che l'ha tradotto nel carcere di Saluzzo. Dopo di che ha soggiornato in cella d'isolamento sino alle 15,50 di lunedì 4, quando è stato rilasciato su istanza del gip che l'aveva interrogato a Pinerolo in mattinata. Ora è libero in attesa del processo. L'avv. Simona Bertrand, che ne ha assunto la difesa d'ufficio, non azzarda previsioni: «L'indagine è in corso ed ancora non ho visto gli atti. In questo momento rilasciare dichiarazioni sarebbe prematuro e controproducente». Fonte della notizia: ecodelchisone.it Lavavetri al semaforo: 4 giovani Rom denunciati a Bari BARI 06.10.2010 - Quattro giovani Rom, sorpresi da una pattuglia della polizia municipale di Bari, mentre infastidivano automobilisti all'incrocio di via Caldarola con via Magna Grecia, sono stati denunciati con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale. Gli stranieri, residenti nel campo nomadi cittadino di via Giovine, tutti già noti alle forze dell'ordine, alzavano i tergicristalli delle vetture ferme al semaforo, e pretendevano soldi dai malcapitati automobilisti per il lavaggio, non richiesto, del parabrezza. Alla vista dei vigili, i Rom hanno lanciato contro gli agenti le bottiglie e le spatole e sono fuggiti, ma poco dopo sono stati bloccati grazie all'intervento di altre pattuglie. Fonte della notizia: ilpaesenuovo.it Scappa al controllo dell'arma: arrestato 24enne del frusinate MONDRAGONE O6.10.2010 - Verso le ore 19.30 di ieri i carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno tratto in arresto un uomo, P.L. Classe '86, residente a Frosinone, perché resosi responsabile del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Il predetto, poco prima, non si era fermato all'alt intimato da una pattuglia dei carabinieri di Grazzanise che stava effettuando dei controlli nel comune di Mondragone. Il soggetto si dava quindi alla fuga a bordo della sua auto e dopo un breve inseguimento veniva bloccato nel comune di Sparanise dai militari operanti coadiuvati da quelli della locale stazione cc. Predetto, dichiarato in arresto, sara' giudicato nella mattinata di oggi con il rito direttissimo. Fonte della notizia: casertanews.it Schiaffeggia utente del Guzzardi, arrestato L’uomo dovrà rispondere di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale RAGUSA 06.10.2010 - In preda ai fumi dell’alcol, picchia l’utente di un ospedale in preda ai fumi dell’alcol e tenta di schiaffeggiare anche i carabinieri. Giovanni Carvana, vittoriese di 21 anni, coniugato e già noto per reati specifici, è stato arrestato dai militari. L’uomo era stato condotto al "Guzzardi" perché ubriaco. Carovana non ha gradito, cominciando ad insultare il personale sanitario e assestando uno schiaffo anche ad un inconsapevole utente del pronto soccorso. L’uomo dovrà rispondere di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Fonte della notizia: corrierediragusa.it Parcheggiatore abusivo oltraggia i poliziotti: denunciato un leccese LECCE (Salento) 05.10.2010 – Durante il consueto servizio di controllo del territorio le volanti della questura di Lecce hanno fermato e denunciato C. L., parcheggiatore abusivo leccese di 54 anni, per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. La denuncia è scattata dopo che lo scorso primo ottobre gli agenti hanno fermato l'uomo che si trovava a bordo di un'auto parcheggiata in via Marinosci. Le volanti, insospettite dalla presenza di questo mezzo che era posteggiato con lo sportello del lato passeggero aperto, hanno proceduto al controllo dell’uomo che vi era a bordo, già noto proprio perché parcheggiatore abusivo. Alla consueta richiesta degli agenti di fornire le proprie generalità e di esibire un valido documento d’identità, la persona è andata subito in escandescenza, rifiutando qualsiasi richiesta. Non solo: il parcheggiatore leccese ha continuato a inveire contro i poliziotti, proferendo frasi oltraggiose nei loro confronti. Nessuna parola è servita a tranquillizzare l'uomo che ha proseguito la sua aggressione verbale contro gli agenti intervenuti sul posto, che lo hanno quindi accompagnato negli uffici della questura per procedere all’identificazione. Dopo lo 'scontro' l'uomo ha anche simulato di aver ricevuto uno schiaffo dagli stessi operatori di polizia. Ovviamente il referto rilasciato dal personale impiegato nell’ambulanza giunta immediatamente in questura, ha evidenziato che “il paziente non presentava nessuna lesione traumatica sul viso e sul resto del corpo”. L’uomo è stato quindi denunciato in stato di libertà per i reati di rifiuto di fornire le proprie generalità, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Fonte della notizia: ilpaesenuovo.it Scaglia a terra il figlioletto per sfuggire all'arresto Di fronte ai poliziotti, un 27enne napoletano non ha esitato a scaraventare via il bambino di tre mesi. In manette anche il padre dell'arrestato, che se l'è presa con gli agenti della Questura MACERATA, 5 ottobre 2010 - Di fronte ai poliziotti che volevano arrestarlo non ha esitato a scaraventare a terra il figlio di tre mesi, per poi darsi alla fuga. E' accaduto nel pomeriggio di ieri quando gli uomini della Questura di Macerata si sono presentati in casa di M.G. (napoletano di anni 27 responsabile dei reati di rapina, detenzione di armi, furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale) per eseguire un'ordine d'arresto emesso dalla Procura maceratese. Di fronte ai poliziotti, il giovane ha scagliato violentemente a terra il figlio di appena tre mesi, dandosi alla fuga a piedi. Mentre uno degli agenti prestava soccorso al neonato avvisando nel contempo il 118, gli altri poliziotti hanno inseguito e catturato il fuggiasco. Poco dopo è arrivato sul posto anche il padre dell’arrestato che, nel tentativo di liberare il figlio dalla presa dei poliziotti, è caduto a terra andando a sbattere la testa sul parafango dell'auto della polizia. Per tale ragione, dopo essere stato dichiarato in arresto, l'uomo è stato trasportato al pronto soccorso per essere medicato. Quanto al piccolo, è tuttora in osservazione nel reparto di pediatria dell'ospedale di Macerata. Il 27enne è poi stato portato nel carcere di Camerino, mentre il padre è agli arresti a Montacuto. Sul giovane pesa ora anche l'accusa di maltrattamento di minori. Fonte della notizia: ilrestodelcarlino.it Bari: sperona auto dei carabinieri per non far trovare droga, arrestato BARI, 5 ott. - (Adnkronos) - Un 29enne di Altamura (Bari), Francesco Pinto, noto alle forze dell'ordine, e' stato arrestato dai carabinieri per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e per danneggiamento. Denunciata la moglie che era con lui in auto. Stando all'accusa, Pinto era in possesso di cocaina e per evitare l'arresto durante la fuga non ha esitato a speronare un'auto dei carabinieri. L'arresto e' avvenuto sulla strada statale 96, alle porte di Altamura. Una pattuglia ha notato l'auto condotta dal 29enne ed ha deciso di procedere ad un controllo. Stando alla ricostruzione, l'uomo ha cercato di allontanarsi velocemente e quando e' stato raggiunto ha speronato il veicolo militare ma con scarso successo. I militari sono scesi subito e lo hanno bloccato. I carabinieri hanno inoltre recuperato un involucro contenente 60 grammi di cocaina che aveva gettato dal finestrino. Nelle sue tasche, invece, sono stati trovati 270 euro in contanti. Fonte della notizia: libero-news.it NON CI POSSO CREDERE!!! Udine. Pensionata sorpresa a rubare cibo nel market: per fuggire investe un uomo La 79enne aveva trafugato generi alimentari per 500 euro Bloccata dalla polizia è stata messa agli arresti domiciliari UDINE (5 ottobre) - Sorpresa a rubare generi alimentari in un supermercato, una pensionata di 75 anni, di Udine, si è data alla fuga in auto, investendo un uomo che si era parato davanti alla sua vettura. L'episodio si è verificato nella tarda mattinata di oggi. Dopo il furto - del valore di circa 500 euro - la donna, ha travolto un cliente, Aldo Gremese, 68 anni. L'auto è stata bloccata poco dopo da una pattuglia della Polizia, e la donna è stata messa agli arresti domiciliari su disposizione della Procura della repubblica. Gremese, trasportato all'ospedale, è stato medicato per contusioni e ferite giudicate guaribili in sette giorni. Fonte della notizia: il gazzettino.it