Il commento:
Ipab, la fine
dell’era Meridio
pag
11
www.vicenzapiu.com
n° 173
28 novembre 2009
euro 1,00
Settimanale di fatti, personaggi e vita vicentina
Direttore responsabile Luca Matteazzi
In edicola il sabato
Vicenza
Rock City
Per Rolling Stone la rockstar nazionale è Berlusconi
E qui, nell’ex sacrestia d’Italia, chi e cos’è “rock”?
Scopritelo a pagina 6
flickr.com/Patrick Denker
VICENZAPIU.COM: Online il settimanale diventa quotidiano con i commenti ai fatti del giorno - www.vicenzapiu.com
Legge sull’acqua, Pat, terza puntata:
Corò contro
tutti gli accordi
la giunta pubblico-privato
pag
pag
3
4
Ciàcole
L
No limits
a cattiva notizia è che la
discarica di Grumolo,
dove Vicenza e buona parte
dei comuni del circondario
depositano i propri rifiuti,
è ormai stracolma. E così le
scoasse vicentine dovranno
essere portate altrove, ovviamente a pagamento. La
cosa si sapeva da anni, ma
nessuno è riuscito ad impedirla per tempo.
La buona notizia è che, un
po’ a sorpresa, il Comune di
Vicenza ha fatto un bel balzo in avanti nella classifica
dei comuni “ricicloni” di Legambiente. Dopo anni in cui
veleggiava stabilmente in
posizioni anonime, nel 2008
Palazzo Trissino è salito al
4° posto in Italia tra i comuni con più di 100mila abitanti, e al 12° se si considerano
tutti i capoluoghi di provincia. Lo ha fatto, soprattutto,
grazie ad una percentuale
di raccolta differenziata salita al 47,3 per cento ( e nel
2009 si è arrivati al 52,2),
Se però si guarda al bilancio
complessivo della gestione
dei rifiuti, in cui si valutano
anche quantità prodotte, sicurezza dello smaltimento e
efficacia del servizio, Vicen-
za scivola al 21° posto. Per
una volta, però, scegliamo
il bicchiere mezzo pieno. I
margini per migliorare ancora ci sono tutti, e se ci si
lavora con convinzione i risultati arrivano.
L’assessore Dalla Pozza e Legambiente sottolineano che
l’obiettivo è arrivare entro il
2012 al 65 per cento di differenziata previsto dalla legge.
Visto che molti comuni della
provincia sono già adesso oltre quella soglia, e considerati i problemi della discarica
di Grumolo, perché accontentarsi del 65 per cento?
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il fatto
173 del28 novembre 2009
numero
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Acqua privatizzata,
flickr.com/Ariful Bhuiyan
i problemi
di una legge bipartisan
Il decreto che spalanca la porta ai privati
era stato varato dal centrosinistra
Le conseguenze si faranno sentire su tariffe e manutenzione
Corò contro la giunta
Mettetevi d’accordo
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i mettano d’accordo: o si è a
favore della liberalizzazione
del servizio idrico secondo il decreto Ronchi (centrosinistra, do
you remember le liberalizzazioni prodiane?) convertito in legge
la settimana scorsa dal governo
Berlusconi, o si è contro. Invece
qui a Vicenza da una parte c’è una
giunta targata Pd che giovedì 19
novembre ha detto senza mezzi
termini di non volerne sapere di
soci privati nella comunale Acque
Vicentine, e dall’altra questa stessa società che è di avviso opposto.
E che non manca di farlo sapere
sulla prima pagina del maggior
quotidiano locale appena tre giorni dopo.
Basta mettere a confronto le rispettive prese di posizione, per
rendersi conto di come l’indirizzo
politico dell’esecutivo Variati sia
platealmente smentito dal presidente di Acque Vicentine, l’economista Giancarlo Corò, che è
stato messo lì proprio da Variati.
«L’amministrazione comunale è
contraria alla gestione privatizzata dell’acqua», ha chiarito l’assessore all’ambiente Antonio Dalla
Pozza. Che spiega come meglio
non si potrebbe il pericolo insito
nella legge privatizzatrice: «Noi
abbiamo scelto la gestione in house perchè è importante che sia la
proprietà che la gestione dell’acqua stiano in mani pubbliche.
Laddove la gestione è già privata i problemi sono notevolissimi
e sono relativi o alla tariffa o al
servizio. Rispetto al pubblico, del
resto, il privato ha l’obiettivo di
massimizzare i profitti, per cui le
strade per lui sono due: o riduce
gli investimenti o aumenta le tariffe. In ogni caso non è un buon
affare per i cittadini». Domenica
22 novembre gli ribatte Corò sul
Giornale di Vicenza sostenendo la
bontà dell’ingresso dei privati nel
settore dell’acqua: «il piano d'ambito per il bacino del Bacchiglione - voluto dai Comuni dell'area
- prevede oltre un miliardo di investimenti entro il 2026. Chi è in
grado di mettere in campo risorse
finanziarie di tale portata? Le società che gestiscono nel vicentino
il servizio idrico attraverso affidamenti diretti possono contare, in realtà, su un'unica fonte di
finanziamento: le tariffe pagate
dai cittadini per il servizio, che
oggi sono le più basse d'Europa. Una famiglia vicentina paga
per acquedotto e fognatura circa
20 euro al mese, corrispondenti alla metà di quanto paga, per
lo stesso servizio, un cittadino
francese, addirittura un quarto
di un tedesco. (…) la riforma offre
anche una possibilità interessante: quella di rafforzare le attuali
aziende di gestione del servizio
idrico con la partecipazione di capitale e competenze tecniche provenienti dal mondo dell'industria
e della finanza (banche e fondazione bancarie). (…) I timori di
una "privatizzazione dell'acqua"
dovrebbero essere scongiurati attraverso la fissazione di obiettivi
di interesse generale - come la tutela delle falde e dei fiumi, nonché
chiari limiti nei rincari tariffari
- e regole di massima trasparenza gestionale. Perché in un'area
come il vicentino non si dovrebbe
accettare questa sfida?».
Alla domanda di Corò ha già risposto egregiamente Dalla Pozza. Belle parole? Probabile, visto
che - ormai lo abbiamo imparato - quando si arriva al dunque
la politica è raramente capace
di concretizzarle in atti contrari
agli interessi dei privati. Resta il
nodo della coerenza: il sindaco
non ha niente da dire riguardo al
presidente di una società controllata che sconfessa apertamente
la linea, ufficialmente così netta
e senza equivoci, presa dalla sua
giunta su un tema così delicato
come l’acqua, risorsa primaria e
vitale?
Alessio Mannino
Il pezzo di questa pagina
è pubblicato e commentabile
su www.vicenzapiu.com
di Alessio Mannino
L
’acqua non può essere gratis.
Benchè sia un bene pubblico
(demaniale, e perciò “fuori commercio, inalienabile e infruttifero”, insomma niente a che fare col
profitto privato), essa ha dei costi
di gestione: dev’essere prelevata,
analizzata, controllata, in alcuni
casi opportunamente trattata per
renderla bevibile; poi va trasportata con acquedotti che devono
essere mantenuti, sistemi di pompaggio e distribuzione che consumano energia e che a loro volta costano; ci vogliono i contatori, una
struttura per la fatturazione dei
consumi e un sistema di riscossione; infine, una volta utilizzata,
l’acqua deve essere se possibile
recuperata, di nuovo trattata e poi
ancora distribuita alle industrie.
I costi vengono pagati dal cittadino-utente, che paga una bolletta
a società pubbliche, generalmente di proprietà dei Comuni (come
la nostra Acque Vicentine), che
devono scaricare le spese in una
tariffa che mediamente in Italia è
fra le più basse del continente europeo (in media 1,29 euro al metro cubo ovvero 19,7 euro al mese
a famiglia), dovendo provvedere
nel contempo alle necessità di manutenzione e investimento.
Privatizzazione de facto
Secondo uno studio del centro
di ricerca Utilitatis di Federutility e di Anea, l’associazione
che raggruppa i gestori degli Ato
(Ambiti territoriali ottimali, i
raggruppamenti di Comuni per
i servizi idrici), nei prossimi 30
anni occorreranno 80 miliardi di
euro per ammodernare la rete di
distribuzione. Una montagna di
soldi che ovviamente gli enti locali non hanno. E qui entrano in
gioco i privati, che invece i quattrini li hanno. O meglio, hanno
quelli prestati dalle banche, vere
dominatrici del “libero mercato”.
Il decreto a suo tempo preparato
dal centrosinistra e convertito
in legge dalla maggioranza par-
lamentare di centrodestra apre,
anzi spalanca le porte ai privati.
Attenzione: la privatizzazione
avverrà di fatto, tramite un ingresso graduale di soci privati
nel capitale delle società pubbliche. Non di diritto, perché l’acqua continuerà ad essere definita
come bene collettivo, cioè di tutti, e la rete fisica di distribuzione resterà pubblica. Tuttavia, le
nuove norme parlano chiaro: entro il 31 dicembre 2011 le gestioni
in house (cioè delle multiutility
pubbliche) perderanno la concessione, che verrà messa a gara.
Le società partecipate dai privati potranno mantenere contratti
stipulati senza gara formale fino
alla scadenza, nel caso in cui le
amministrazioni cedano loro almeno il 40% del capitale. Diverso
il discorso per quanto riguarda
le società quotate che hanno tre
anni in più per adeguarsi, a patto che abbiano almeno il 40% di
quota di partecipazione pubblica al 30 giugno 2013, quota che
scende al 30% al 2015.
Tariffe e manutenzione
Due gli effetti concreti già sperimentati. Uno è il prevedibile
rincaro delle tariffe. La legge
non prevede un’autorità terza,
un’agenzia di controllo, che vigili
sul loro aumento, com’è avvenuto
per impedire o limitare gli abusi
in altri settori liberalizzati come il
gas, l’elettricità o le telecomunicazioni. L’acqua è un monopolio naturale, nel senso che la concorren-
za può avvenire solo al momento
iniziale della concessione. Poi,
via libera alla sete di profitto che
legittimamente i privati (costruttori di acquedotti, multinazionali
francesi come Suez e Veolia, le “10
sorelle” inglesi dell’acqua) cercano di strappare dalle tasche degli
utenti, il cui status sarà nel frattempo diventato quello di clienti.
La seconda conseguenza fa sempre capo alla logica del profitto,
che si ottiene anche attraverso
il risparmio sugli investimenti.
Siccome la rete idrica e fognaria
italiana ha uno stato di conservazione simile agli acquedotti
romani - ovvero è piena di falle
e necessita una continua manutenzione quantificabile in circa 2
miliardi euro l’anno - è ben dura
immaginare un privato che si svena per migliorare una struttura
che, come abbiamo detto, la legge
mantiene pubblica al 100%. Che
senso avrebbe per loro stornare
una parte di utili su qualcosa che
non è né sarà di loro proprietà?
Un’ultima considerazione. Poiché nessuno discute che il valore
di un bene come l’acqua rimandi
alla fonte stessa della vita, non è
giusto sottometterla alle esigenze di puro guadagno del mercato
spacciando quest’ultimo come
unica soluzione possibile (qui sì
che il pubblico deve restare, costi
quel che costi). Di questo passo,
come ha detto lo scrittore Antonio
Scurati sulla Stampa, di pubblico,
cioè di tutti noi, non ci resterà che
l’aria.
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Direttore Responsabile
LUCA MATTEAZZI
[email protected]
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via Btg.Monte Berico, 34
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Collaborano:
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primo piano
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Il Pat e la bacchetta
magica del Pp6
| Da sinistra, l’area attorno al teatro, l’Astichello nei pressi di via Monte Asolone,
le Montagnole e due scorci dell’ex Zambon
Dopo Bertesina e il nuovo stadio, fari puntati
sugli altri accordi tra pubblico e privato
Molte situazioni spinose trovano uno sbocco vicino al teatro
Novità anche per Monte Asolone, ex Zambon e San Felice
di Luca Matteazzi
D
opo la nuova piazza con residence di charme nel cuore di
Bertesina, e dopo il nuovo stadio
con contorno di uffici e negozi a
Cà Balbi, questa settimana puntiamo l’attenzione sugli altri accordi tra pubblico e privato inseriti nelle intese preliminari per il
Pat. Sette documenti, per un totale di una settantina di pagine e relative cartografie, in cui si trovano
situazioni molto variegate e in cui
rispuntano nomi e casi finiti spesso al centro del dibattito urbanistico degli ultimi anni. Si va dalla
soluzione di controversie storiche
come quella dell’area delle Montagnole, alla creazione di nuovi parchi fluviali come quelle dell’Astichello, all’archiviazione, almeno
a livello potenziale, di molti contenziosi ancora aperti davanti al
Tar, come quelli per la mancata
approvazione dei Piruea (piani di
riqualificazione urbanistica) di
via Monte Asolene e del Federale. Con un elemento ricorrente: la
concessione di nuove edificazioni
nella zona del nuovo teatro per
salvare gli ultimi angoli di verde
rimasti nei quartieri. Il quartiere
tra via Cattaneo e via Battaglione
Framarin, insomma, è destinato a
cambiare volto.
Come sempre, riuscire a valutare
con precisione l’equilibrio di questi accordi, quanto convenga al
pubblico e quanto al privato, è affare complesso. Ecco, comunque,
cosa dicono le intese allegate alla
delibera sul Pat che sta facendo
la spola tra giunta e commissioni
e che dovrebbe arrivare in consiglio comunale nelle prossime
settimane.
Monte Asolone e Parco Astichello
Una nuova grande area verde,
destinata a rientrare nel futuro
parco fluviale dell’Astichello, e
una nuova lottizzazione in una
delle aree più densamente costruite degli ultimi anni. Oltre
alla chiusura di un contenzioso
legale dagli esiti molto incerti. È
questo, in estrema sintesi, il succo dell’accordo tra il Comune e la
società Marte srl, proprietaria di
circa 25 mila metri di terreno tra
via Monte Asolone e l’Astichello “lasciati oggi in stato di totale abbandono”, come si legge nel
documento. Siamo nel quadrante
nord della città, tra l’ospedale e
viale Cricoli, e la zona è da tempo
al centro di nuovi progetti urbanistici. Lo stesso pezzo di terreno era infatti finito al centro di
uno dei Piruea varati dalla giunta
Hullweck nel 2005 e poi rimasti
lettera morta. Adesso tutto viene
ripreso in mano e ridefinito.
In base all’accordo, la Marte srl
si impegna a cedere al Comune 18.500 metri quadri di parco
chiavi in mano, cioè già sistemati
con “pulizia, livellamento, creazione di percorsi, sottoservizi
e piantumazioni”, e di mettere a
posto anche i vicini 13.700 metri
quadrati già di proprietà pubblica (o un’altra porzione di terreno
pubblico interessato dal progetto
del parco fluviale, anche se non si
vede perché si dovrebbe andare a
cercare un lotto distante quando
si ha la possibilità di creare in
partenza un insieme omogeneo).
In pratica ne vengono fuori oltre
32mila metri quadrati di parco pronto all’uso, con l’aggiunta
di altri 2.200 metri quadrati di
opere pubbliche, cioè parcheggi
e area pedonale attrezzata per
facilitare l’accesso. In cambio, la
società potrà dare il via all’edificazione di nuove abitazione,
secondo i parametri previsti
dal vecchio Piruea: quindi circa
3600 metri quadrati, per un totale di 11.500 metri cubi.
Nuovi condomini in arrivo, dunque, per un quartiere già densamente edificato. Ma al tempo
stesso un importante polmone
verde, strategico per la città (e
infatti è proprio il parco la ragione di interesse pubblico messa a
fondamento dell’intesa) e ancor
di più per un’area come quella tra
via Monte Asolone e via Bedeschi,
in cui spazi verdi e parcheggi sono
praticamente assenti.
Nell’accordo sono inseriti anche
390 metri quadrati di edilizia
residenziale pubblica e 150 metri quadrati destinati a residenza per disabili. Tutti e due, però,
sono in forse, perché una clausola
consente alla Marte di evitarne
la realizzazione finanziando altre
opere pubbliche nel quartiere e,
con 300mila euro, la demolizione delle strutture dell’ex Centrale
del Latte. In altre aprole, senza
alloggi Erp e senza residenza per
disabili gli immobili aumentano
di valore, e in cambio di questa
plusvalenza si chiede alla società
un qualcosa in più. Al loro posto,
però, grazie ad un successivo accordo, potrebbe prender vita una
struttura di riabilitazione per persone che hanno subito gravi traumi spinali.
Grazie a questo accordo (che
come per lo stadio dovrà essere
inserito nel Piano degli Interventi, ma potrà poi essere attuato
con intervento edilizio diretto),
infine, la Marte si impegna a ritirare il ricorso al Tar e la relativa
richiesta di danni presentati per
la mancata approvazione del vecchio Piruea.
Un parco all’ex Zambon.
Forse
Altra zona da tempo al centro di
contenziosi è l’area ex Zambon,
tra via Monte Zovetto e via Cappuccini. Lì il Comune è proprietario di 28.500 metri quadri di
terreno, mentre il privato (cioè
la Zambon) ne ha circa 3.800,
ma il problema è costituto dalla
bonifica degli ex stabilimenti industriali della ditta farmaceutica
e soprattutto del sottosuolo, pesantemente inquinato. Comune
e Zambon stanno litigando da
anni, anche davanti ai giudici,
per decidere a chi spetta l’onere.
Adesso l’accordo potrebbe mettere la parola fine al contenzioso: stabilendo intanto il futuro
dell’area, che avrà una zona residenziale e un parco urbano con
struttura polivalente, ciclabili e
percorsi pedonali (oltre a tutto
il necessario corredo di strade,
parcheggi e sottoservizi). E assegnando alla Zambon il compito
della bonifica e della realizzazione delle opere: “Provvederà a
propria cura e spese a completare
le opere di bonifica già avviate”,
si legge nell’intesa, e alla progettazione e attuazione degli interventi elencati nelle premesse. In
realtà la partita è ancora aperta.
Perché per rendere effettiva l’intesa servirà un accordo successivo, e sarà lì che si dovranno
definire nel dettaglio i costi delle
bonifica, quelli della realizzazione della struttura polivalente, e
di conseguenza le destinazioni
d’uso e le volumetrie della zona
edificabile. Cioè, l’aspetto più
problematico di tutta l’operazione: cosa e quanto concedere al
privato in cambio della riqualificazione dell’area. Senza accordo,
anche l’intesa già firmata perderà
efficacia (punto F).
Montagnole verdi
Si vola dall’altro lato della città, tra
il quartiere di Sant’Andrea e quello dell’Araceli, per trovare un altro
parco e un’altra questione annosa.
Parliamo delle Montagnole, l’area
verde tra via Riello qualificata dal
vecchio Prg come Area Speciale 3.
23mila metri quadrati di terreno
(21 mila privati, e 2 mila pubblici)
che il piano regolatore prevedeva
edificabili, e che sono rimasti uno
dei pochi spazi verdi della zona.
Da qui nascono gli attriti tra i
proprietari, che vorrebbero sfruttare le potenzialità edificatorie
concesse loro dalla normativa, e
i comitati di quartiere, che si battono invece per la creazione di un
parco. In sintesi, la soluzione proposta prevede la creazione di una
parco nell’area delle Montagnole
(con l’eccezione di due piccoli lotti), e il trasferimento dell’edificabilità nell’ex Pp6, in via Battaglione Framarin. L’accordo, però, è
più complesso.
In pratica, l’area 3 viene divisa in
due comparti. Nel primo, che ha
un’estensione di 22mila metri quadrati ed è a sua volta suddiviso in
due subcomparti, dovrebbe essere
creato il parco, che sarà realizzato
dai privati. I 16.600 metri quadri
privati verranno però ceduti al
pubblico al prezzo di circa 4,5 milioni di euro. O meglio, grazie alle
possibilità concesse dalla legge regionale varata nel 2004, verranno
permutati con un’area del pp6, in
particolare con la zona che si trova subito ad ovest dell’attuale parcheggio del teatro (area la cui bonifica sarà a carico del Comune). Lì
i proprietari potranno realizzare
edifici con una superficie utile superiore del 30 per cento rispetto
a quanto avrebbero potuto fare a
Sant’Andrea (“Alla luce del valore
di mercato inferiore a quello delle
aree collocate nell’ambito dell’Area
3”, si legge nell’accordo). Non è finita qui. Al di fuori del parco rimane una fetta di terreno di 3.300
metri quadri, in cui viene concesso
ai privati di edificare. E rimane anche un lotto di mille metri quadri
già edificato, a cui sarà concesso
un ampliamento massimo del 30
per cento del volume. Una girandola di passaggi e concessioni in
cui non è affatto semplice capire
l’equilibrio tra benefici pubblici e
vantaggi privati, ma che avrebbe
almeno il merito di porre la parola
fine ad una questione che si trascina da anni. Salvando, per di più, il
verde attorno a via Riello.
Federale,
passaggio di campo
Procedura simile per un’altra area
finita al centro di polemiche accesissime negli anni scorsi: il campo
da calcio Federale di via Goldoni,
anche questo, come i terreni di via
Monte Asolone, al centro di uno
dei controversi Piruea approvati
in giunta nel 2005 e mai arrivati
in consiglio. Il progetto di allora
prevedeva di realizzare, in uno
dei campi comunali presenti lì attorno, una palazzina residenziale
di 5.500 metri quadrati, e di compensare l’operazione con la sistemazione del federale in erba sintetica, con tanto di tribune, servizi
e parcheggi. Idea che aveva fatto
scattare proteste e raccolte firme
in zona. Adesso invece il Comune
propone alla Aton, la società milanese proprietarie dell’area, un
accordo simile a quello siglato con
i proprietari delle Montagnole: in
pratica il campo di via Goldoni e il
vicino parcheggio, dopo esser stati sistemati, torneranno ad essere
comunali e, con gli altri impianti
della zona, andranno a costituire
un “importante complesso spor-
tivo a disposizione della città”.
Come contropartita, la Aton potrà
costruire nella zona del Pp6 che
corrisponde all’attuale parcheggio del teatro. Quanto e cosa potrà
costruire, però non è ancora definito. L’intesa parla di “potenzialità
edificatoria dovuta” e individua,
come destinazioni d’uso possibili,
il residenziale-direzionale, i pubblici esercizi, il commercio al dettaglio, l’artigianato di servizio e le
attività alberghiere. Il tutto però,
da definire nei dettagli con un accordo da stipulare dopo il Pat. Se
tutto va come previsto, comunque, anche la Atron si impegna a
rinunciare al ricorso pendente davanti al Tar.
Corte Pellizzari
Nelle intese preliminari al Pat,
infine, c’è spazio anche per l’ex
corte Pellizzari, quasi 8mila metri
quadrati di vecchi fabbricati industriali in Corso San Felice, oggi
di proprietà della Ivem (gruppo
Beltrame). Lì ci sono già 38 mila
metri cubi di edificato, e la Ivem
provvederà a riqualificarli e trasformarli, con destinazioni d’uso
che potranno variare dal residenziale al direzionale, al commerciale, all’artigianato di servizio.
In un’area oggi fatiscente e usata
come ricovero da sbandati, dunque, sono in arrivo appartamenti, negozi e uffici. Per dare il via
ai cantieri, la società dovrà però
procedere alla bonifica dell’area, e
dare in cambio al Comune dei collegamenti pedonali o ciclabili sui
fronti est e sud (quelli che guardano verso l’area ex Ftv) e una quantità di parcheggi pubblici superiore del 20 per cento rispetto alla
norma di legge. Un po’ pochino, a
detta di alcuni osservatori, almeno ad un primo sguardo. Ma l’ultima parola spetterà al consiglio.
Banca Popolare e Comune
come nascono le nuove sedi
Q
uello previsto per l’area ex
Domenichelli è uno degli
accordi che hanno ricevuto fin
da subito maggior attenzione. Il
quadro generale è noto- il Comune punta a trasferire i propri
uffici in una fetta del terreno di
via Torino - i dettagli, forse, un
po’ meno. L’area, di circa 7.700
metri quadrati, è di proprietà
dell’Immobiliare Maddalena, che
si impegna a sostenere i costi di
un’eventuale bonifica, a cedere
al Comune i 2.500 metri quadrati posti del quadrante sud, dove
Palazzo Trissino potrà realizzare
nuovi uffici e altre strutture pubbliche (si parla del centro culturale), e a mantenere ad uso pubblico anche l’area scoperta che
rimarrà di proprietà privata, in
modo da permettere la creazione
di una vera e propria piazza. Nella parte privata si potrà invece
edificare per un volume di oltre
19mila metri cubi, con un indice
di edificabilità di 2,5 metri cubi
per metro quadrato (calcolato
sull’intera superficie dell’area).
Il che vuol dire, inevitabilmente,
che spunteranno palazzi di una
certa altezza. Di fianco, va detto,
c’è l’Everest, l’unico grattacielo
della città: quindi la skyline della zona non dovrebbe risentirne
più di tanto. Gli edifici privati potranno avere destinazione
commerciale per un massimo di
2mila metri quadrati (e tra questi potrà esserci anche un supermercato di mille metri quadri di
superficie), il resto dovrà essere
distribuito tra direzionale, residenziale e artigianato di servizio.
I parcheggi, infine, troveranno
posto nel piano seminterrato.
Anche in questo caso, per ridurre
“ogni possibile interferenza tra
i piani del Comune e quelli della Società” (pag. 4 dell’intesa), il
progetto potrà prendere il via direttamente dopo l’approvazione
del piano degli Interventi, senza
ulteriori passaggi in consiglio comunale.
Non si tratta di nuova sede, ma
di semplice ampliamento, invece,
per la Banca Popolare di Vicenza.
Il fulcro dell’intesa è in questo
caso il Parking Europa, un vecchio
parcheggio inutilizzato da tempo
che si trova proprio a fianco della
sede direzionale della Banca, tra
via Europa e via Monte Cengio, e
che la Banca stessa ha acquistato
tramite l’Immobiliare Stampa. In
cambio della variazione della destinazione d’uso dello stabile da
parcheggio a direzionale, cosa che
permetterà alla Popolare di ampliare i propri uffici in zona, l’istituto di credito si impegna a dare
un contributo di 100mila euro per
la riqualificazione dell’incrocio
tra via Monte Cengio e via Battaglione Framarin, con un occhio di
riguardo per i percorsi pedonali,
per quelli ciclabili e per la sosta a
rotazione. Ma soprattutto si impegna a demolire un altro edificio di proprietà situato a qualche
centinaia di metri di distanza: si
tratta della palazzina collocata
all’angolo tra via Bonollo e viale Mazzini, proprio di fronte alle
mura scaligere della città. Con
l’abbattimento dell’edificio, e la
sistemazione dell’area a prato, il
Comune potrebbe così recuperare un’altra fetta dell’antica piarda
che circondava la cinta muraria,
con un risultato simile a quello
che si vede già oggi qualche metro
più a nord, lungo viale Mazzini.
L.M.
| L’area ex Domenichelli e, a destra, l’ex parking Europa (foto di Michele Biscaro)
6
Questa città è come un rock
Anzi no
173 del28 novembre 2009
focus
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Berlusconi rockstar?
Ma non rocker
nostro paese il modello americano
del successo, dei soldi per i soldi,
della politica come continuazione
degli affari con altri mezzi, sull’archetipo dei serial come Dallas e
di Alessio Mannino
Dynasty, veri racconti omerici
a rivista Rolling Stone ha
del consumismo di massa. Come
ragione: Berlusconi è una
ha scritto il giornalista Stefano
rockstar, una “icona pop”, come
Pistolini per spiegare la scelta di
sostiene da tempo Giuliano Ferradedicargli la copertina come rockra, uno dei suoi Mogol di fiducia.
star dell’anno, l’egocentrico pur
Narciso, ossessionaaeternus di Arcore
to dal voler piacere
ha la capacità di far
a tutti («Faccio tutto
parlar di sé in ogni
per essere amato») e
caso, bene o male
strappare l’applauso,
non importa purchè
le prime pagine dei Narciso,
si parli di lui, secondo
giornali, la simpatia strabordante,
la regola ferrea della
dell’italiano
medio
società dello spetta(la bandana, le cor- eccessivo
colo. Regola messa a
na, le barzellette), e trasformista:
frutto dal direttore
tipicamente moder- Berlusconi
del mensile, Carlo
no nell’inseguire la
Antonelli,
riuscito
giovinezza eterna (i è una rockstar
grazie a Lui ad enlifting, le cure ringiotrare nel grande divanenti), a 73 anni
battito pubblico evasuonati “utilizzatore
dendo per una volta
finale” di donnine che si concedodalla nicchia dei lettori rockettari.
no per soldi, candidature o apUn bel colpo, non c’è che dire.
palti, strabordante, eccessivo, inMa un colpo mortale alla percecontenibile, pacchiano, arrogante,
zione che l’Italia di Berlusconi (e
trasformista (il presidente operadi Apicella) ha del “rock”. Ora,
io, canzoniere, corruttore, separavisto che qualcosa in merito ci cato dall’ex attrice Veronica Lario,
piamo per aver dedicato gli ulticowboy con Bush e affarista col
mi anni, come musicisti e appascolbacco da Putin), bugiardo che
sionati, ad un personale culto del
crede alle proprie bugie (definiziogenere nato negli anni ’50 negli
ne di Montanelli), con due famiglie
Usa, ci permettiamo di chiarire
da mantenere e fra cui spartire
la questione ai profani. Prima di
l’eredità miliardaria, abile stretutto allo stesso Antonelli, la cui
gone di luoghi comuni e viveur
prosa è condita di parolacce e coltutto festini e aragoste nelle sue
loquialismi perché “fa giovane”,
principesche ville in Sardegna. E’
ma che del mondo che vorrebbe
lui, prima come “Sua Emittenza”
rappresentare si è dimenticato
presidente delle televisioni coml’essenza: lo spirito di ribellione.
merciali Fininvest negli anni ’80,
Fisica, esistenziale, immediata,
poi come capo di un partito vindionisiaca. Il rock’n’roll è una
citore a sorpresa nel 1994 a suon
musica che vuole semplicemente
di spot e jingle musicali (“…e Fordare forma, col suono e con l’imza Italia, e siamo tantissimi….”), è
magine, ai bollenti istinti di chi ha
Silvio che rende senso comune nel
meno di 30 anni. La stessa parola
flickr.com/patrick Denker
L
Cos’è rock e cosa non lo è nella
Vicenza ex sacrestia d’Italia?
Ecco come la vediamo noi
cenza est, se oltre al calcio
ospiterà concerti di tutti i generi
musicali. Non è rock il progetto preliminare che pare fatto
di Alessio Mannino
apposta per riempire la pancia di
certi potentati economici locali
(Maltauro, Unicomm, Caoduro,
ssodato che Berlusconi è una
ecc) a discapito dell’interesse pubrockstar ma non un rocker
blico.
perché di ribellione, libertà e muE’ rock il nuovo Campo Marsica viscerale lui non ha niente e
zo studiato dal designer Aldo
non sa niente, c’è venuto il dubCibic e politicamente firmato
bio su cosa sia rock e cosa non lo
da Matteo Quero, coi concerti
sia nella Vicenza eternamente Dc
d’estate. Non sono rock le ronde
(l’attuale sindaco è un figlioccio di
che la Lega ha organizzato per
Mariano Rumor, uno che era un
controllarlo dai soliti pusher e
po’ la Democrazia Cristiana fatta
malintenzionati, già
persona, e quello
ben monitorati dalche lo ha precedula polizia. Ronde che
to, Hullweck, bennon servono a nulla
ché con un passato
se non ad alimentare
missino, aveva doti Sono rock
la paura (e che per alnaturali di curialila piazza dei
tro stanno conoscendo
tà e ipocrisia politiun flop clamoroso).
ca che ce lo hanno concerti gratis,
A proposito: Quero
sempre fatto rite- il nuovo
è rock sotto Ponte
nere “democristia- campo Marzo
fermato dalno dentro”). E dune la festa islamica Alto
la volante, non è
que, via col gioco.
tanto rock quando
E’ rock Palladio.
si accanisce sulla
O meglio, lo era.
Donazzan e sui ragazzi di StraPer il suo tempo era un visionario,
de d’Europa: va bene, hanno fate difatti ha fatto scuola, è divento la figuraccia, ma occupiamoci
tato un “classico”. Non è rock la
di cose più serie del colore e del
celebrazione perenne di Palfolclore.
ladio: dopo cinque secoli sarebbe
E’ rock la Piazza dei Signoora di rinnovare l’immaginario
ri degli eventi gratuiti, e non
e i simboli della città. Proposta:
parliamo solo di concerti come
sostituiamo l’icona palladiana
sono stati quelli, accolto da grancon quella, più tangibile e attuale,
de successo di pubblico, della Pfm
dell’Oro. Poi però facciamo un bel
e del Buena Vista Social Club. E’
falò di schei (falsi, mica siamo scerock la Giornata della Musimi) in Piazza dei Signori.
ca a giugno e lo è, naturalmenPerché è rock usare i soldi per
te, un certo risveglio dei bar in
godersi la vita più che si può.
centro storico. Ma non è rock
Non è rock fare degli schei la
il fatto che, nonostante la causa
prima preoccupazione, come
principale sia il barricarsi in casa
purtroppo succede a tanti vicencon internet, in centro città e nei
tini.
quartieri non ci siano più le
E’ rock il nuovo stadio a Vi-
A
compagnie di strada. Anche
per la scomparsa, il controllo poliziesco spinto all’estremo o la chiusura forzata (dovuta all’ossessione
della sicurezza) di spazi riparati e
coperti che ospitavano gli amabili
giovinastri delle bande metallare,
punk, ecc.
E’ rock il brulicare di gruppi
musicali di ogni risma. Non è
rock che si sia spazio sempre
agli stessi, come non è rock che
ci siano così pochi locali notturni dove tirar tardi (fino alle 4 del
mattino almeno). Sono rock,
ognuno a modo loro, il Sabotage
e il Totem (e lasciatemi fare un
po’ di pubblicità, se la meritano!),
non sono rock i Lost - che non
fanno rock, ma una melassa commerciale - al Capodanno ufficiale
del Comune.
E’ rock un leghista come
Alessio Sandoli che aveva proposto trasporti notturni per giovani avvinazzati (forza, riparliamone, invece di continuare con
la solfa delle ronde). Non sono
rock i giovani del Pd che battono la grancassa della legge contro
l’omofobia con un convegno col
parlamentare Grillini: niente contro i gay e abbasso l’intolleranza
sessuale, ma prevedere uno status particolare, anche in funzione
anti-discriminatoria, è sempre
sbagliato per principio se si vuole
restare fedeli a quello dell’uguaglianza.
E’ rock il presidente di Confindustria berica, Roberto
Zuccato, quando fa repulisti nel
cda del Giornale di Vicenza da
certi padroni (costruttori, acciaieri) troppo invadenti e si appresta a
portare una ventata di libertà nel
quotidiano più venduto della città.
Non è rock il presidente della
Camera di Commercio, Vit-
lin, contro la posizione ufficiale
torio Mincato, quando teorizza
(favorevole) del suo partito. Non
la selezione darwiniana delle imè rock che siccome le coop ex
prese come beneficio della crisi
rosse si pappano l’appaltone deleconomica: e alla vita della gente
la nuova base, il Pd nazionale,
licenziata, cassintegrata, precache qui governa con Variati, si sia
rizzata, spolpata viva dalla rata
lavato le mani della questione.
del mutuo e dalle bollette non ci
Anzi se le sia sfregate, vero Berpensa nessuno?
sani?
Sono rock le nuove gallerie
E’ rock il no dell’assessore
d’arte che stanno spuntando
Toni Dalla Pozza all’acqua pricome funghi (Monotono, Ab23,
vatizzata. Non è rock che abbia
Officina grafica). Non sono afmantenuto le ordinanze confatto rock i musei cittadini, al
tro accattoni, alcolici per strada,
cui interno si possono vedere cose
clienti prostitute e bivacco nei
interessanti ma che hanno un alparchi.
lestimento che fa passare la voglia
Erano rock i codi metterci piede.
mitati di cittadiE’ rock chi va in bini spontaneamente
cicletta, in autobus, al
sorti in città, chi fa
limite in moto o moto- Non sono rock
politica dal basso,
rino. Non è rock chi le ordinanze
partendo dai temi
se ne va in giro in
contro
concreti. Non sono
Suv, chi ha il mito delrock i partiti, che
la macchina, chi, come accattoni,
soffocano la vita
il presidente dell’Aci, alcolici,
civile nelle loro
Pigato, non prende mai prostitute
logiche elettorali,
i servizi pubblici.
e bivacchi
correntizie, clienE’ rock la festa islatelari.
mica nel centro cultuE’ rock chi si acrale di via Vecchia Fercontenta di un lavoro che gli
riera, perché tutti devono poter
permetta di vivere, e dedica
professare la proprie religione e
tempo all’amore, agli affetti, alle
organizzare i propri eventi purché
proprie passioni. Non è rock chi
non rechino disturbo a nessuno.
si affanna a lavorare, lavoraNon è rock il solito Sorrentire, lavorare. E non è rock che
no (Pdl) che appena sente la paroa causa di un’economia fondata
la Islam scatta come una molla e
sulla speculazione di quei bastarchiede di vietare, vietare, vietare.
di delle banche e sul mito suiciVietare è il contrario del rock.
da della flessibilità un’intera
E’ rock mettere la parola fine
generazione di ragazzi non
al decennio feudale di Gerarpossano farsi un progetto di
do Meridio all’Ipab (ente assivita, e molti loro padri siano stati
stenziale per gli anziani). Non
licenziati dall’oggi al domani per
sarebbe rock sostituirlo con
la crisi. E’ rock chi parla di deun Meridio di sinistra.
crescita, di abbandonare i conE’ rock il presidente leghista
sumi inutili, di uno stile di vita più
della Provincia, Titti Schsemplice. E’ rock questo giornale.
neck, che in privato è contrario
Gli altri, a Vicenza, no.
alla base americana al Dal Mo-
non ha altro che significato che
quello riassuntivo di ogni voglia
giovanile: scopare (“roccia che
dondola”, il su-e-giù dell’atto sessuale). E la sua tradizione, cominciata, per non citare i soliti Elvis,
Jimi Hendrix o Mick Jagger, con
un Little Richard nero, omosessuale e senza freni sul palco - ci
voleva un bel coraggio a essere
tutte queste cose messe assieme,
nella razzista e bigotta Georgia
del dopoguerra - non ha fatto che
altro che superare sé stessa nel
regalare talenti travagliati, borderline, iconoclasti, generosi nella distruttività e nell’autodistruttività, dediti all’alcol, alle droghe
e all’erotomania per genuini
dolori interiori, fuga dalla normalità o conclamata stupidità.
Ma sempre autentici anche nella
maschera da eroi del microfono e
della chitarra. Perché animati da
un oscuro, spesso inconsapevole,
bisogno di libertà assoluta, vissuta nel godimento estemporaneo,
come se la vita fosse un party
senza fine. Il rock’n’roll, per come
la vedo io, è la ricerca dell’adrenalina per colmare il vuoto tragi-
media. E’ la stella famosa che se la
co di un’esistenza che altrimenti
tira, che ama i fan ma sotto sotto li
sarebbe scandita dai ritmi soffodisprezza, quei fan grazie ai quali
canti dell’ufficio, della fabbrica
lui è lì a sfondarsi di vizi, che fa lo
e dei piaceri programmati (tv,
stronzo dandosi arie da immorcinemino, amplesso familiare,
tale e da intoccabile. E’ quello che
vacanze-esodo - e l’immancabile,
non sa vivere se non attorniato da
maledetto shopping).
folle osannanti, che caccia i giorIl rocker, quello vero, è un disagianalisti che gli rivolgono domande
to, un disadattato benché abbia un
scomode, che fa scenate perché si
lavoro ed una casa come tutti, uno
sente incompreso o equivocato.
che si sente costretto nella banaliE’ una primadonna, spasmodità del bene, uno che non sopporta
camente alla ricerl’ordinario e il conca del primo piano,
forme, un anarchico
felice della claque
senza utopie rivolucome un bambino,
zionarie, un umorista
assetato di ricchezperché sensibile alla
za, di lussi, di vertisofferenza, un segua- Ma non c’entra
gini sempre più alte.
ce di Charles Bukow- con il rock
Ha venduto l’anima a
sky anche se magari
tutto ciò contro cui il
non ne ha mai letto che è ribellione
rock è nato: al sisteuna riga, un irregola- fisica,
ma psicologicamente
re che ha regole tutte
esistenziale
devastante e repressue, uno che sente in
sivo fondato sul decorpo il bisogno ani- e dionisiaca
naro unico dio e sul
male di avere sempre
potere fine a se stesun sottofondo muso. Berlusconi è una
sicale, per rendergli
perfetta rockstar. Ma del rocker
meno pesante la noia di vivere.
non ha niente. Neanche un capello
La rockstar è la degenerazione di
trapiantato.
tutto questo a uso e consumo dei
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173 del28 novembre 2009
focus
numero
8
Una casa chiavi in mano
E a misura di disabile
Tra Thiene e Schio sta partendo un progetto innovativo
per la residenza di persone disabili
Entro il 2012 sono in arrivo 70 nuovi posti in strutture e appartamenti
con assistenza calibrata in base al grado di autosufficienza
173 del28 novembre 2009
focus
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numero
9
pag
Un cane per amico
Due vicentini hanno dato vita ad una associazione
che addestra cani per l’assistenza a persone disabili:
non vedenti, audiolesi, persone costrette alla sedia a rotelle
“Il cane ha a sua volta molte esigenze: l’aiuto è reciproco”
| Qui sopra e sotto, alcuni momenti dell’inaugurazione della “Casa di Piero”. A fianco una delle camere della residenza
di Andrea Alba
U
n appartamento per persone disabili, però autonome.
Sembra una contraddizione, invece è un “esperimento” avviato
nell’Alto Vicentino dalla “Fondazione di Comunità Vicentina per
la Qualità della Vita”. Il progetto
vuole provare a dare una risposta
a quella domanda che ogni genitore con un figlio non autosufficiente si pone: cosa farà quando
io sarò troppo anziano per badare
a lui, oppure non ci sarò più? Il
progetto “Le chiavi di casa - residenzialità per le persone disabili” è partito a Villaverla con un
appartamento abitato da quattro
disabili a ottobre 2009, grazie al
sostegno dell’Ulss 4 e ancor più
della fondazione Cariverona che
ha “sganciato” le prime risorse.
Ma l’idea è assai ampia, e prevede
bilità economica dei sistemi di assistenza fin qui sperimentati e la
poca differenziazione e flessibilità
attuale dei servizi. Inoltre, a creare ulteriori problemi “ci si è messa” anche l’attuale crisi economica: le persone non autosufficienti
faticano sempre più a trovare lavoro, e in qualche caso imprenditori poco corretti quando “tagliano” il personale buttano fuori per
primi tutti i disabili, assunti in
virtù della legge 68 (casi di questo
di realizzare tanti altri appartatipo vengono segnalati dai sinmenti e “microcomunità” sparse
dacati in altre province venete).
nell’ “hinterland” di Schio e ThieDalle cronache dei giorni scorsi
ne.
si apprende che anche nell’Alto
Vicentino la crisi ha colpito duraI dati, i servizi, il lavoro
mente l’occupazione dei disabili.
I principali indicatori dell’ufficio
Nel 2008 c’erano state 71 assunepidemiologico dell’Ulss 4 stizioni (11 in cooperative sociali;
mano per i prossimi 15 anni un
50 in industria; 3 artigianato; 2
aumento del 40 per cento del bicommercio; 5 servisogno di assistenza
zi), quest’anno sono
di persone non autostate meno di metà
sufficienti o disabili.
(fonte: Il Giornale di
Con l’invecchiamento
Vicenza). L’azienda
dei genitori infatti Nei prossimi
anche nell’Alto Vicen- 15 anni si stima sanitaria altovicentina cerca di limitare
tino si va delineando
le difficoltà attraverun bisogno crescente un aumento
di residenzialità per del 40 per cento so il Silas (servizio
integrazione
lavopersone adulte con del bisogno
rativa area svantagdisabilità gravi, indi assistenza
gio). Attraverso la
capaci di provvedere
collaborazione con
autonomamente a se
il Centro per l’Impiestesse e le cui famigo provinciale, nel 2008, il Silas
glie sono sempre più in difficoltà.
è riuscito a organizzare ben 528
A questo vanno aggiunti, da qui a
progetti personalizzati per persopochi anni, i problemi di sosteni-
ne svantaggiate: nella difficoltà,
comunque un buon risultato.
vizi residenziali per persone con
disabilità grave, 20 nuovi posti in
gruppi appartamento per persone
con disabilità lieve, 30 nuovi posti in servizi di sostegno all’autonomia abitativa per persone con
disabilità lieve. Quello di 700
mila euro concesso dalla Fondazione Cariverona è solo un primo
segmento del valore complessivo
dell’iniziativa, che ammonta a circa quattro milioni di euro per il
periodo 2009-2012. Ad oggi è stato aperto il primo appartamento,
a Villaverla: è “La Casa di Piero”,
una struttura che accoglie quattro
persone con disabilità lieve ed è
gestita dalla cooperativa sociale
Verlata. A breve verrà aperta una
struttura protetta anche a Santorso, dove gruppi di quattro persone
con disabilità lieve vivranno assieme con interventi
domiciliari di una
équipe di operatori.
Il progetto
All’altro grande punto interrogativo, “cosa farà il ragazzo quando
i genitori non ci saranno più”, prova a dare una risposta proprio “Le
chiavi di casa”. Il progetto della
Fondazione di Comunità (partecipata da Ulss 4, Ulss 3, Conferenza
dei Sindaci, Provincia e Camera di
Commercio) vuole dare una risposta a queste esigenze, creando delle piccole comunità differenziate
a seconda dei gradi di disabilità,
case alloggio e appartamenti protetti con percorsi un po’ più personalizzati e accoglienti in base
alla situazione. Appartamenti nei
quali i disabili possano condurre
la propria vita e andare a lavorare, seguiti “ma non
troppo”, cioè non 24
ore su 24, da personale specializzato,
La scommessa
in momenti precisi In arrivo anche
La scommessa de
della giornata (va- un “trust”
“Le Chiavi di Casa”
riabili in base al graè anche nella fiducia
do di non autosuffi- per le famiglie
che vogliono
della comunità altovicienza).
centina. La speranza
Nel concreto, si vor- assicurare
progetto infatti è
rebbe passare in
un futuro ai figli del
di “fare breccia” nel
quattro anni dagli
cuore della gente e
attuali 118 posti di
delle istituzioni: coresidenzialità
per
muni, istituzioni pubbliche, tespersone disabili (in sei diverse
suto economico, parrocchie e terstrutture) che ci sono nell’Ulss,
zo settore. Il fine ultimo, nel lungo
a 188: con 20 nuovi posti in sertermine, è infatti la costituzione
di un “Fondo vincolato per la residenzialità abitativa delle persone
con disabilità nell’Alto Vicentino”.
Così, ad esempio, un privato cittadino, un’azienda, una parrocchia,
un familiare, potranno mettere a
disposizione del progetto un patrimonio immobiliare, allo scopo
di farne un appartamento protetto
o una casa alloggio. Gli strumenti
di raccolta fondi individuati dal
progetto sono infatti donazioni e
liberalità, raccolta del risparmio
e “trust”, un nuovo istituto giuridico che favorisce la gestione di
beni a favore di una persona con
disabilità.
di Andrea Ragazzi
“
Plasmare” un cane sulle esigenze di una persona disabile.
Non è fantascienza, ma l’attività quotidiana di U-Dog, neonata
associazione con ragione sociale a Campodoro, in provincia di
Padova, ma fondata dai vicentini
Igor Facco e Massimo Ricatti. La
U-Dog forma ogni tipo di cane da
lavoro: per non vedenti, da assistenza per audiolesi, per ricerca di
sostanze stupefacenti o esplosivi.
Ma il progetto più ambizioso riguarda l’assistenza a persone con
patologie particolari.
I curriculum
Facco è un 32enne camisanese
che sfugge ad ogni catalogazione
(un passato da consulente informatico, web designer, magazziniere, toelettatore, protagonista
di spettacoli d’arte circense con
la corda verticale, addestratore di
animali, ecc. ecc.), un’ansia di ricerca che lo divora e tanta voglia
di mettersi al servizio degli altri.
Ricatti è invece un 46enne libero
professionista di Monte di Malo,
organizzatore di attività assistite
presso comunità e carceri. Tecnico cinofilo della Fedics (Federazione Italiana Cani da Soccorso), è
un esperto delle più diverse tematiche nell’utilizzo del cane sociale,
terapeutico e di utilità pratica ed
ha in comune con il giovane Igor
l’amore smisurato per gli animali.
Completano l’organico il veterinario Salvatore Segreto, che segue
lo stato di salute degli animali
durante l’addestramento e il pedagogista Fabio Corsi, da sempre
impegnato in attività con i disabili
e parte attiva nel progetto durante
la consegna dei cani.
Mente e braccio
Ricatti e Facco si conoscono da
anni e si possono definire complementari: Massimo è “la mente”,
sempre pronto a teorizzare nuove
strategie di addestramento; Igor,
“il braccio”, che da il meglio di sé
nella preparazione dei più disparati animali: pappagalli, furetti,
gatti, corvi imperiali, oche, capre
e, naturalmente, cani. Il successo
tecnico ottenuto con la loro azione
combinata li ha spinti a buttarsi
nell’ambizioso progetto di preparare degli animali “ad hoc” per
persone con handicap. “Quando
si parla di animali da assistenza spiega Ricatti - il preordinato non
esiste, è necessario istruirli secondo le necessità del disabile. UDog nasce con questa missione”.
Dafne
L’ultima “realizzazione” della
coppia è Dafne, uno schnauzer
nano formato per Alessia, una ragazza costretta in sedia a rotelle
dall’osteogenesi imperfetta. Dafne si muove con perizia in casa
di Alessia ed è in grado di recuperare e consegnare oggetti alla
padrona, evitandole il rischio di
pericolose cadute. A uno sguardo
esterno potrebbe sembrare una
limitazione dell’autonomia e indipendenza di Alessia. “Non è così,
- replicano in coro Igor e Massimo
-: in realtà il cane ha a sua volta
molte esigenze (cibo, bisogni fisiologici, la passeggiata quotidiana),
che impegnano il disabile nei suoi
confronti. L’aiuto diventa reciproco e stimolante per entrambi”. Lavorando nel soccorso di persone
disperse, Ricatti ha poi scoperto
che la qualità del lavoro con i cani
è spesso più elevata anche rispetto all’utilizzo di sonar o radar. La
concentrazione richiesta dal quattro zampe all’uomo è superiore a
quella pretesa da una macchina.
“Molte persone disabili hanno un
pc per compagno, strumento utilissimo, ma che rappresenta comunque lo sviluppo dei ragionamenti di una testa sola. Col cane
le teste diventano due e questo
aiuta ad essere più precisi”. L’animale, inoltre, semplifica e stimola
la socializzazione. “Alessia mi ha
confidato - racconta Igor - che
spesso, in luoghi pubblici, le capita di essere oggetto di attenzione,
soprattutto da parte di bambini
poco abituati a vedere un’adulta in
carrozzina. La presenza di Dafne
distrae e crea un nuovo elemento
di interesse e conversazione”.
Non solo ciechi
Attualmente in Italia le scuole
esistenti preparano solo cani per
ciechi, mentre il duo Ricatti-Facco
può modulare l’apprendimento su
disabilità diverse. Nulla è standardizzato, ogni cane viene addestrato (senza coercizioni e nel
rispetto assoluto dei suoi livelli
di stress), con cura minuziosa, a
svolgere compiti personalizzati
sulle esigenze dell’utente. Nel bagaglio di esperienza della coppia,
ad esempio, la preparazione di un
cane per persone non udenti. “Il
brevetto per l’istruzione è inglese
- spiega Massimo -: noi l’abbiamo
semplicemente importato. L’utilità? Basti il banale esempio di una
coppia di audiolesi (ce ne sono più
di quante si pensi) con un figlio
neonato: abitualmente, per assistere il piccolo, è costretta ad un
faticoso turnover del sonno. Un
cane appositamente educato è in
grado di svegliare i genitori quando il bimbo piange”. Perché una
così bella idea non si è diffusa in
fretta? Ricatti e Facco non lo dicono esplicitamente, ma emerge
il sospetto che taluni enti preferiscano vincolare i propri associati, non favorendone a sufficienza
l’autonomia, posponendo, per
interesse, il benessere della persona.
L’appello
Per questo associazioni come UDog sono molto importanti. Facco e Ricatti rivolgono un appello
alle istituzioni vicentine: “Innanzitutto, non potendo, né volendo caricare sul disabile i costi
dell’animale (l’etica professionale
lo vieta) è evidente la necessità
di ricevere l’aiuto della pubblica
amministrazione, stiamo cercando un contatto con il Comune e
speriamo di trovare disponibilità.
In secondo luogo, per alcune fasi
dell’addestramento dei cani (tutti
regolarmente vaccinati, assicurati
e non aggressivi) è fondamentale
farli muovere in spazi cittadini, in
condizione di “semi-libertà”, vale
a dire con pettorine di riconoscimento e istruttore al fianco, ma
talvolta simulando la perdita del
guinzaglio, per testarli in condizioni “estreme”. È un problema
non da poco, perché spesso i regolamenti comunali lo impediscono”. Per aiutarli a trovare aree
pubbliche idonee e compatibili
con il loro lavoro e per chiunque
fosse interessato a ricevere qualche informazione in più sull’attività di U-Dog, si può navigare sul
sito www.u-dog.it, ancora in allestimento, o rivolgersi direttamente a Facco (339/5754872) o Ricatti
(335/7606201).
173 del28 novembre 2009
focus
numero
10
Le Strade d’Europa non sono infinite
E piegano a destra
Ritratto dell’associazione
che ha realizzato il discusso libretto sul Muro di Berlino
Dichiarazioni di principio apolitiche
ma, dalla difesa dell’Identità al rock alternativo,
progetti e iniziative sono decisamente orientati
di Giulio Todescan
S
ono finiti per una settimana
su tutti i giornali per essere gli
autori del libretto sulla caduta del
Muro di Berlino accusato di “copia
e incolla” e diffuso nelle scuole a
spese della Regione Veneto. Andrea Guglielmi, l’autore del volumetto, fa parte insieme a Michele Bonanno (che ne è presidente)
dell’associazione “Strade d’Europa”. Un nome stampato su tutte le
diecimila copie di «Europa: unita,
libera, forte. 1989/2009. 20 anni
dalla caduta del muro di Berlino».
Un’associazione che, hanno ripetuto in più occasioni, vuole essere
assolutamente apolitica. «Sono un
militante del Pdl, e orgoglioso di
esserlo, e anche il presidente Michele Bonanno lo è - dice Andrea
Guglielmi, ventidue anni, studente di Scienze politiche -. Ma la
politica è una cosa, l’associazione
un’altra. La politica rimane fuori
dalle iniziative dell’associazione,
che sono di carattere culturale. E
rispecchiano diversi punti di vista
politici, tanto che uno dei nostri
iscritti vota addirittura il Pd» assicura Guglielmi.
Origini ed idee
L’associazione Strade d’Europa
nasce nel 2005, e oggi la sua pagina su Facebook conta sessanta
“amici”. Fra i quali figurano l’ex
assessore alle politiche giovani-
Migranti ni, Turchia no
Sui punti critici su cui l’Europa
politica si trova ad un bivio, come
sulle politiche migratorie (vedi
i respingimenti dei migranti in
mare, su
cui
la
C o m missione
Europea ha
chiesto
più
volte chiarimenti
all’Italia), Guglielmi non
si sbilancia. Quali sono le idee
di Strade d’Europa sui migranti: più Fini o più Calderoli? «Non
prendiamo posizione su questo
discorso che è politico. Nella nostra associazione ci sono diverse
sensibilità» risponde diplomatico. Su un altro tema invece le idee
sono chiarissime: «Siamo contrari all’ingresso in Europa della Turchia, diventerebbero il secondo
paese per numero di seggi, dopo
la Germania, rompendo gli equilibri del vecchio continente. E poi
la gente non capirebbe più nulla
sull’identità europea, noi e la Turchia siamo troppo diversi». Quando si parla di Identità, i paletti
rimangono ben piantati a terra.
«In una casa ci possono stare tot
persone. Gli ospiti, se sono troppi,
creano confusione».
I progetti
Dal 2005 l’associazione ha organizzato cinque progetti. Il primo, «Europa, terra d’amare», nel
2006, è poco più di una bicchierata: «Nella prima occasione si
è tenuta una discussione-degustazione di alcuni vini veneti alla
presenza di due produttori della
provincia di Vicenza. La seconda
serata è stata dedicata alla storia
numero
11
pag
Meridio e l’Ipab,
fine di un’era
Con il commissariamento si chiude la lunga gestione targata Meridio
Ma dalle vicende dell’ente di San Pietro parte una riflessione più generale
sull’importanza di controlli e trasparenza nella pubblica amministrazione
| L’autore del libro Andrea Guglielmi (primo da sinistra) e il presidente
Michele Bonanno (secondo da sinistra) con l’assessore provinciale Pellizzari
e l’assessore regionale Donazzan
li del Comune di Vicenza Arrigo
Abalti, e un altro aennista, Chicco Costini, già candidato Pdl alle
recenti provinciali della provincia di Rieti. «L’associazione promuove, attraverso la sua attività,
la conoscenza delle tradizioni,
della storia e della cultura in tutte le sue forme, sia dell’Italia che
dell’Europa. Sostiene la proficua
collaborazione dei ragazzi provenienti dai diversi paesi europei in
uno spirito di tolleranza e rispetto
delle altrui idee cogliendo i frutti
della cooperazione» si legge nella presentazione del sito. Le idee
dell’associazione sembrano rispecchiare quell’“identitarismo”
a cui si rifà spesso e volentieri
l’assessore Donazzan. «Ogni popolo deve avere le proprie radici,
e portare la propria identità all’interno dell’Unione Europea - dice
Andrea Guglielmi -. Ad esempio
l’Italia deve portare in Europa i
suoi punti forti: il made in Italy,
che va tutelato di più proprio in
sede europea, la buona alimentazione, lo stile, l’arte. E poi ci vorrebbe più attenzione all’Europa
sui media, sui giornali ma anche a
scuola. Siamo la generazione Erasmus, io sono nato nel 1987, avevo
due anni quando il Muro è caduto.
Noi giovani siamo la prima generazione veramente europea».
173 del28 novembre 2009
opinioni
pag
e alle differenti qualità delle birre prodotte
in alcuni paesi europei, alla presenza di un
esperto mastro-birraio»
si legge nel sintetico curriculum associativo. Nel 2007 un
ciclo di «cinema vicentino» con
pellicole girate nella città berica, evento poi ripetuto in Argentina. Altre iniziative riguardano lo sport e la musica. Proprio
quest’ultima è una grande passione di chi frequenta gli eventi
di Strade d’Europa: il giro è quello dei gruppi «non conformi», le
band di estrema destra immortalate nel documentario «Nazirock»
di Claudio Lazzaro. La stampa
del libretto sull’89 - detto per inciso - non è la prima iniziativa di
Strade d’Europa finanziata con
denaro pubblico. Spulciando in
rete si trova, fra le misure finanziate dal “Progetto junior” della Regione nel 2006, il progetto
“Canzoni per l’Europa”: iniziativa
volta a «promuovere la creatività, la produzione, la conoscenza
della musica». In pratica, un cd
compilation con canzoni scelte fra
i gruppi che hanno spedito il loro
cd all’associazione. Per questa iniziativa Strade d’Europa riceve un
finanziamento regionale di 4.949
euro. E nel cd compilation pagato dai contribuenti finiscono, fra
le altre, due canzoni del gruppo
“Decima Balder”, che suonano
“rock identitario”. Sul loro profilo
di Facebook, fra citazioni mussoliniane, troviamo i due brani com-
parsi nella compilation: «Santa
giovinezza legionaria» e «Ribelle
per fede».
Neocrociati?
L’associazione,
nel
dicembre
2008, ha organizzato anche un
concerto del gruppo “La compagnia dell’anello”, al teatro comunale Spazio Bixio di Vicenza.
Un evento che vede come oratore
l’assessore Donazzan, e fra i “partecipanti” iscritti on line Alex Cioni (Azione Sociale), il consigliere
comunale Pdl Valerio Sorrentino,
il deputato Pdl Sergio Berlato. La
“Compagnia” è uno storico gruppo di destra. Nel loro ultimo disco
“In rotta per Bisanzio”, la canzone che dà il titolo all’album suona
come un’apologia neanche tanto
nascosta delle Crociate: «Terra di
Bisanzio / terra d’ambra e d’oro /
trema sotto il passo / di eserciti
latini. / E brillano le spade / dei
principi templari / la danza delle
ombre / ancora si ripete. / Tibi
pax Marce evangelista meus».
Un’idea di Europa e di rapporto con i vicini turchi che sembra
piuttosto lontana dalle parole illuminate usate da Guglielmi parlando dello spirito dell’associazione
Strade d’Europa.
Certo, una cosa non si discute:
ognuno ha il pieno diritto di cantare e di ascoltare la musica, e i
testi, che più gli piacciono. Basta,
però, non ammantare di “apertura” e “a-politicità” iniziative - realizzate anche con soldi pubblici
- tagliate su misura per un solo
pubblico.
di Francesca Di Bartolo
C
L’Ipab di Pretto
Data la pubblicità negativa, conseguente al processo, nonostante l’assoluzione, Meridio, con
discrezione, stando dietro le
quinte, si diede un gran da fare
nel 1995 per far eleggere Marino
Quaresimin sindaco. Quest’ultimo, conquistato palazzo Trissino,
ricompensò, tra gli altri, i Verdi
indicando nell’arch. Fernando
Pretto il presidente dell’Ipab.
Ma non si dimenticò dell’operoso
Meridio che ricevette la nomina
a consigliere all’Ipab. Fernando
Pretto ereditò una gestione deficitaria, ma nel giro di un anno la
sua opera risanatrice diede buoni frutti riportando l’ente a un
forte attivo. Pretto era uno che
non guardava in faccia nessuno
e così ebbe a scontrarsi con i dirigenti dell’Ipab che
poco avevano fatto
per impedire il deficit
dell’ente.
on il commissariamento deciso dalla Regione si chiude, per
l’Ipab, l’era Meridio. In pochi, forse, ricordano però com’è cominciata. La carriera politica di Gerardo
Meridio registrò il primo importante successo nel 1985 quando,
dopo le elezioni amministrative, fu
nominato vice sindaco e assessore
all’urbanistica del Comune di Dueville. Ma la sua ascesa venne bloccata dai carabinieri che il 9 marzo
del 1993 lo prelevarono dal suo
ufficio per arrestarlo con l’accusa
di concussione. Si ha questo reato
quando un soggetto si fa consegnare denaro abusando della propria posizione. La
sentenza del processo accerterà che, più
che la concussione,
il reato configurabi- Meridio
Il ribaltone
le era quello diverso
arrivò all’Ipab
Nel 1998 Quaresimin
di illecito finanziamento dei partiti. con Quaresimin venne mandato a casa
e alla fine di quell’anMeridio dichiarò al Poi diventò
no gli subentrò Engiudice che i soldi presidente
rico Hullweck. Camerano serviti per la
biato il borgomastro,
campagna elettora- con un blitz
Meridio abbandonò
le. Così il giovane e
le frequentazioni del
brillante assessore
centrosinistra per approdare nei
se la cavò con l’assoluzione gralidi di Forza Italia. Poco dopo
zie alla legge n. 5151 del 1993 che
l’elezione di Hullweck mise a sedettava nuove norme in materia
gno un formidabile colpo: con
elettorale. In pratica la nuova diun abile blitz riuscì a convincere
sciplina depenalizzava gli illeciti
i consiglieri dell’Ipab a votare la
finanziamenti attraverso somme
sfiducia a Pretto e a farsi eleggemodeste. Il giudice, accertata che
re presidente. Il golpe venne bela somma incamerata era stata,
nedetto dal neo sindaco e nuovo
appunto, modesta (tre milioni e
anfitrione di Meridio.
mezzo di lire) assolse l’imputato
L’anno dopo il neo presidente
“perché il fatto non è più previsto
dell’Ipab riuscì a farsi approvadalla legge come reato”.
re dal Consiglio di Amministrazione uno sconcertante Regolamento per l’alienazione dei beni
del patrimonio immobiliare.
La delibera del Consiglio n. 229
del 25/10/2000 venne pure approvata dal Co.Re.Co. in data
3/11/2000. Nessuno, né Comune né Regione ebbe a osservare
alcunché. Infatti, la cosa strana
è l’enorme potere attribuito al
Consiglio, ma di fatto al suo presidente, nella vendita dei beni
dell’Ente.
Il regolamento
Cosa dice il Regolamento? L’art.1
dispone che i beni dell’Ipab dovranno essere venduti esclusivamente in base alle norme del
Regolamento. Il successivo art.2
dispone che la stima dei beni è
fatta da tecnici dell’Ipab. Benché
l’art.4 preveda che “i beni sono
di regola alienati all’asta pubblica sulla base del prezzo a base
d’asta” determinato dall’Ente
stesso; e benché il regolamento
preveda, come è ovvio, che l’ aggiudicazione del bene sarà fatta
al miglior offerente; subito dopo
vengono previsti i casi in cui è
il Consiglio di Amministrazione
che può vendere direttamente i
beni dell’Ente a trattativa privata. In particolare il Consiglio di
Amministrazione può procedere
a trattativa privata nel caso di
esperimento d’asta risultato deserto. A questo proposito va rilevato che spesso il prezzo a base
d’asta scoraggia i partecipanti
con la conseguenza che l’asta va
deserta. Raggiunto lo scopo di
vanificare l’asta pubblica ecco
allora che si apre il nebuloso spazio in cui il Consiglio può trattare
direttamente con i privati. E nel
qualche amministratore, interpellare gli organi di informazione. Invece, niente. Silenzio. Va
bene così. All’estero dicono che
l’Italia è uno dei Paesi più corrotti al mondo (“stivale putrido” ha
scritto un giornale tedesco).
Cosa hanno detto i magistrati?
‘’Siamo tra i peggiori Paesi al
mondo per corruzione’’. Hanno
dichiarato che per contrastare
questo fenomeno bisogna puntare soprattutto sui “controlli”.
Ma “il moltiplicarsi di notizie di
reati concernenti l’Amministrazione dà conferma che i controlli,
interni ed esterni, sull’Amministrazione non sono pienamente
adeguati e vi è un’attuale situaUn problema di trasparenza
zione di scarsa loro efficacia, di
Ma a questo punto il problepochezza di effetti concreti”. Così
ma diventa più generale. Anil presidente della Corte dei Conti
che quest’anno, in occasione
Tullio Lazzaro. Indel l’inaug ura z ione
somma, ognuno fa
dell’anno giudiziario,
quel che vuole.
la Corte dei Conti ha
Cosa fare, allora? “Il
fatto le sue consuete
primo effetto di ogni
relazioni: sia il Presi- Il regolamento
attività di controllo
dente che il Procuraper la vendita
della Corte -rimartore generale hanno
ca il presidente- è e
detto cose agghiac- di immobili
deve essere l’assicucianti. I giornali per lascia troppo
rare trasparenza e
un giorno hanno spazio alla
chiarezza dell’azioriportato le denunne della Pubblica
ce dei magistrati e, discrezionalità
A mministrazione.
dopo, tutto è finito
Laddove manca la
nel
dimenticatoio
trasparenza -sottolinea Lazzarodella soporifera e indifferente
si genera il cono d’ombra entro
quotidianità.
cui possono trovare spazio quei
Perché agghiaccianti? Perché
fatti di corruzione o di concussiosono stati dati numeri terribili
ne che rendono poi indispensabisullo stato della corruzione nel
le l’intervento del giudice penale”.
nostro Belpaese. E corruzione
Queste parole sono rimaste sulla
vuol dire sperpero di denaro di
carta. Nulla è stato fatto fino ad
tutti, di noi cittadini. In un Paoggi. Il prossimo mese di gennaese serio, di fronte a una crisi
io ascolteremo l’ennesimo lameneconomica di vaste proporzioni,
to del Presidente della Corte dei
le parole dei magistrati contabili
Conti.
dovrebbero far pensare, tremare
caso in cui i privati dovessero essere più di uno, il Regolamento
prevede la cessione dei beni “mediante trattativa privata preceduta da gara informale”.
Va da sé che un consiglio di amministrazione che asseconda i
desideri del suo presidente, di
fatto consegna al Presidente stesso il potere enorme di vendere i
beni senza che vi sia un reale e
autentico controllo sia sulla qualità dell’operazione, sia sulla economicità e convenienza dell’operazione medesima, sia con riferimento alla trasparenza di tutta la
procedura.
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173 del28 novembre 2009
12
ViPiù
Stella di Natale,
una sconosciuta
nelle nostre case
Italia al terzultimo posto
Il confronto tra i Pil pro-capite dei paesi dell’Unione Europea
pone l’Italia in un impietoso tredicesimo posto
Se non si considera l’allargamento ad est,
solo Grecia e Portogallo stanno peggio
a scorsa settimana avevamo
terminato il nostro articolo
pubblicando la tabella (che per comodità riproponiamo oggi), elaborata da Eurostat, che raggruppa
i valori del Pil pro-capite espresso in PPS e relativa ai 27 Paesi
membri dell’Unione europea. Ricordiamo che il PPS (Purchasing
Power Standard) è uno standard
di potere di acquisto che permette
di raffrontare i dati dei vari Paesi
annullando le differenze tra i diversi livelli di prezzo.
Spiacevole sorpresa
Facendo scorrere i risultati, la
prima spiacevole sorpresa è di ritrovare il nostro Paese molto più
indietro rispetto alla classifica del
Pil complessivo, e precisamente al
tredicesimo posto.
Davanti all’Italia tanti Paesi come
Lussemburgo, Olanda, Austria
Svezia o Danimarca che, avendo
una popolazione molto inferiore
alla nostra, non possono essere
considerati “grandi potenze”; ma
i loro cittadini sono decisamente
più benestanti rispetto a noi.
Pile e benessere
E’ bene a questo punto precisare
che la statistica da noi riportata
confronta la ricchezza prodotta
e ponderata per abitante nei vari
Paesi, non è quindi strettamente
un indicatore di benessere. Considerare maggiormente benestante
una persona che produce una ricchezza maggiore è una forzatura
che abbiamo voluto fare, al fine di
semplificare il concetto di fondo.
In effetti il Pil è certamente un
indicatore importante, ma non
esaustivo, non tutto ciò che si
produce, infatti, rientra nel suo
calcolo, e non solo per motivi illeciti. Gli economisti amano spesso
citare, come esempio di produzione lecita non rientrante nel Pil, lo
yogurt “fai da te”.
Banalmente, se consumassimo
sempre lo yogurt acquistando i
barattolini al supermercato con-
Terzultimi
Torniamo quindi alla nostra tabella, riteniamo che possa essere
fatta una considerazione di carattere generale assolutamente condivisibile: non possiamo essere
soddisfatti del tredicesimo posto.
Apparentemente potrebbe essere
letto come un risultato onorevole, senza infamia e senza lode, ma
ciò è dovuto principalmente al
recente allargamento dell’Unione
europea a molti Paesi dell’ex blocco Sovietico. Limitando infatti la
nostra attenzione ai soli Stati “occidentali” dobbiamo evidenziare
che peggio di noi fanno solo Grecia e Portogallo. Letto in questo
modo il dato è impietoso: terzultimi nell’Europa che conta.
Ed infine non troviamo neppure
conforto se allarghiamo l’orizzonte verso quei Paesi del Vecchio
Continente che, al momento, non
fanno parte dell’Unione europea:
ci sopravanza persino l’Islanda,
mentre Svizzera e soprattutto
Norvegia sono a distanze siderali.
Una brevissima considerazione
per quanto riguarda lo stratosferico dato del Lussemburgo, come
tutti sanno il Granducato gode
di una legislazione fiscale, soprattutto per quanto riguarda il
campo finanziario, che lo rende
praticamente unico nel panorama
europeo. La quasi totalità delle
Società d’Investimento, proprio
per i vantaggi fiscali, hanno sede
amministrativa in Lussemburgo
e ciò contribuisce in maniera determinante ad un Pil pro-capite
decisamente superiore alla media.
Prima e dopo la crisi
I dati riportanti nella tabella, ancorché gli ultimi disponibili, si
riferiscono al 2008, sono così antecedenti alla fase più acuta della
crisi che sta tuttora imperversando; siamo quindi curiosi di vedere
quali sconvolgimenti subirà l’attuale classifica dopo gli sconquassi economici/finanziari che hanno caratterizzato l’anno in corso.
Possiamo ipotizzare un fortissimo
ridimensionamento per l’Irlanda,
il cui Prodotto Interno Lordo, per
l’anno in corso, è stimato in contrazione del 7,5%; per non parlare
dell’Islanda che è stata ad un passo (forse meno) da un clamoroso
default stile Argentina.
Ma l’aspetto che ci pare più interessante è valutare come sia variato negli ultimi anni il nostro Pil
pro-capite espresso in PPS. Sarà
aumentato o, come molti sostengono, avrà subito una contrazione,
soprattutto dopo l’entrata in vigore dell’euro?
Proprio di questo aspetto tratteremo nell’articolo che verrà pubblicato la prossima settimana.
flickr.com/MPDO1605
L
Lussemburgo
271,4
Malta
75,5
Irlanda
136,6
Portogallo
75,5
Olanda
135,0
Slovacchia
71,9
Austria
123,1
Estonia
68,2
Svezia
121,5
Ungheria
68,2
Danimarca
118,7
Lituania
61,1
Regno Unito
117,2
Polonia
57,6
Germania
116,1
Lettonia
55,8
Finlandia
115,1
Romania
45,8
Belgio
113,9
Bulgaria
40,2
Francia
107,4
Stati Uniti
154,4
Spagna
103,4
Norvegia
190,2
ITALIA
100,5
Svizzera
141,6
Europa 27
100,0
Islanda
119,8
Cipro
96,4
Giappone
111,0
Grecia
93,9
Croazia
63,1
Slovenia
90,7
Turchia
45,5
Rep. Ceca
80,1
Macedonia
32,6
Didascalia
Il P.I.L. Pro-capite in PPS relativo al 2008 dei 27 paesi dell’Unione Europea e di alcune nazioni extra Ue.
Le parole dell’economia
SICAV
Acronimo di Società di Investimento a Capitale Variabile. E’ una
società per azioni che ha per oggetto l’investimento del patrimonio raccolto mediante l’offerta al
pubblico delle proprie azioni.
Di fatto quindi si comporta come
un Fondo Comune di Investimento; il sottoscrittore, però, non acquisisce quote, bensì diventa direttamente azionista della società.
La caratteristica peculiare delle
Sicav è la variabilità del capitale
dovuta essenzialmente a due motivi: la variabilità del valore delle
attività e il continuo modificarsi
del numero di azioni in circolazione. Ogni sottoscrizione e rimborso, infatti, fa variare il numero delle azioni in circolazione. Ne
consegue che, in ogni momento, il
capitale sociale coincide con il patrimonio netto.
E’ fatto divieto alle SICAV di detenere in portafoglio azioni proprie
dunque i rimborsi agli azionisti
vengono effettuati con il contestuale annullamento delle azioni
rimborsate.
Sia i Fondi di Investimento che le
13
pag
ViPiù
Ricchezza nell’Europa che conta
di Giancarlo Marcotti
173 del28 novembre 2009
numero
Hobby
economia&mercati
tribuiremmo ogni volta a far aumentare il Pil con le nostre spese.
Qualora, però, comprassimo una
yogurtiera, dopo aver sostenuto
il costo iniziale, diventeremmo
contemporaneamente produttori
e consumatori e, di conseguenza,
non contribuiremmo all’aumento
del Pil, pur continuando a mangiare ottimo yogurt.
Tralasciamo poi di addentrarci in
quella parte di produzione di beni
e servizi che illecitamente non rientra nel calcolo del Prodotto Interno Lordo. Ci limitiamo solo ad
auspicare che quella fascia grigia
(anzi nera) vada sempre più riducendosi, pensiamo che tutti gli
italiani preferiscano vivere in un
Paese in cui la legalità sia un valore.
hobby
pag
Sicav sono Organismi di investimento collettivo del risparmio,
quindi soggetti alla medesima imposizione fiscale. Il Fondo comune, però, in quanto “patrimonio
autonomo” suddiviso in quote, è
tenuto ad assolvere giornalmente agli obblighi fiscali mentre per
quanto riguarda le Sicav, il sottoscrittore, in quanto azionista, dovrà versare l’imposta dovuta come
capital gain solo al momento in cui
questo si manifesta e quindi all’atto del rimborso.
In Messico cresce spontanea fino a 3 metri d’altezza
Da noi è diventata un classico delle feste natalizie
Tutti i segreti della Poinsettia
I
n Messico cresce spontanea
nel sottobosco, raggiungendo i
2-3 metri di altezza e viene quasi
considerata una pianta infestante.
Da noi invece non sarebbe Natale
senza una Poinsettia (questo il suo
vero nome) a decorare la casa o le
tavole con le sue splendide foglie
colorate e grandi. Eppure, la pianta più nota divenuta ormai simbolo
delle festività natalizie è una vera e
propria sconosciuta per la maggior
parte delle famiglie che si accalcano nei garden e nelle fiorerie ad acquistarne di ogni misura. Non tutti ad esempio sanno che i veri fiori
della Stella di Natale (Euphorbia
pulcherrima = E. Poinsettia) sono
rotondi, minuscoli e giallastri, al
centro della corona di foglie che
ormai grazie alle moderne tecniche di coltivazione spaziano dal
classico rosso al rosa, dal bianco
al bronzo-ramato. Sono normalissime foglie verdi che modificano
il loro colore per segnalare agli insetti impollinatori la presenza dei
fiori. In natura esistono solo foglie
(bràttee) di color rosso fuoco, ma
i floricoltori hanno selezionato ormai varietà di ogni colore e aspetto, compreso l’arancio, il rosa, il
crema, il variegato, per non parlare
della foglia arricciata o doppia. Attenti però, sono tutte molto più delicate rispetto alla normale varietà
rosso classico.
Per coltivarla con successo ed
evitare il dispiacere di vederla appassire in fretta nei nostri salotti,
spesso così in fretta da non arrivare al pranzo di Natale, bastano
piccoli accorgimenti.
Posizione
Tenete la vostra Stella di Natale in
un luogo luminoso, ma non esposta ai raggi solari diretti. Ricordate che detesta le correnti d’aria
fredda (viene dal Messico!) che la
possono fare afflosciare in poche
ore. Allo stesso modo il calore di
un radiatore troppo vicino alla
vostra pianta non ricrea certo un
clima naturale adatto alla sopravvivenza. Datele un terriccio a base
di torba, o uno di quei miscugli
universali che si trovano ormai
ovunque in commercio.
Temperatura
Resiste fino a 12°C e soffre oltre
i 20°C sia d’inverno che d’estate (viene dal Messico, è vero, ma
cresce spontanea solo nel sottobosco!).
Acqua
Va bagnata in abbondanza appena
il terriccio in superficie si è asciugato. Non lasciatela appassire:
perderà in fretta le foglie colorate.
E non vaporizzatela: non ama l’acqua sul fogliame.
Concimazione
Va concimata con un prodotto
per piante fiorite ogni 7-15 giorni
durante la fioritura. Dopo la sfioritura, da aprile a settembre ogni
20-30 giorni con un prodotto per
piante verdi.
Pro e contro
Quando porta le brattee colorate è innegabilmente molto bella, ma anche dopo la sfioritura
può trasformarsi in una grande
piante verde, ricca di foglie color
dell’erba. L’importante è trovare la giusta collocazione, fresca,
ventilata d’estate (anche all’esterno, a mezz’ombra), luminosa. Può
resistere per alcuni anni. Attenti
però a quando potate i rami dopo
la fioritura, il suo lattice bianco è
velenoso e se viene a contatto con
la vostra pelle lavatevi subito con
il sapone. Fate molta attenzione
quindi se in casa avete bambini o
animali.
Può rifiorire?
La Stella di Natale è una pianta
fotoperiodica. Significa che viene
indotta a fiorire solo quando si accorciano le giornate. Per ricreare
nel periodo natalizio questo effet-
to naturale dovuto alle stagioni,
in settembre dovete metterla in
un luogo buio, o incappucciarla
con un doppio sacco in plastica
nera per 14 ore al giorno in modo
che non riceva un solo spiraglio di
luce. Nelle restanti 10 ore esponetela bene alla luce naturale. Bagnatela con regolarità e aggiungete ogni settimana un concime ad
alto contenuto di potassio e fosforo. Se sarete costanti, per Natale
non vi mancherà una splendida
Stella in casa.
Potatura
Quando la pianta perde le brattee
colorate, tagliate i fusti a un’altezza di 10-30 centimetri dalla base
(dipende dalla grandezza della
pianta, ovviamente), bagnate un
po’ meno il terreno e solo dopo
una decina di giorni dalla potatura cominciate a somministrare
concime per piante verdi.
Malattie, parassiti e rimedi
possibili
Come tutte le piante, anche la
Stella di Natale è soggetta a diversi tipi di malattie e attacchi parassitari. Ma ciò che più spesso vi
troverete ad osservare è che sulle
foglie della vostra splendida pianta sono comparse macchie grigie e
la foglia ancora umida si arriccia
per poi cadere. Avete semplicemente dato troppo acqua e l’unico
rimedio è sospendere in tempo le
annaffiature, anche per una settimana. Se le macchie diventano
subito nere e se alla base del fusto notate la comparsa di un’altra
macchia nera, significa che l’eccesso di acqua ha già favorito lo
sviluppo di un fungo che attacca
le radici o i vasi linfatici. Bisogna
eliminare la pianta.
Se le foglie appassiscono senza altri sintomi e alcune ingialliscono e
cadono, la pianta ha sete: aumentate la quantità o la frequenza dell’irrigazione, senza rischiare però di
causare il problema opposto.
flickr.com/caccamo
numero
Se volete un albero vero,
mettetelo al posto giusto
I
n dicembre è popolarissimo in
tutte le case, in gennaio in tutte le discariche o nei cassonetti.
Qualcuno mette a tacere i sensi
di colpa portandolo indietro dove
l’ha comperato, visto che ultimamente molti centri promettono
che almeno il suo legno verrà riciclato. Qualcun altro pensa di far
meglio piantandolo nel giardino
sotto casa, magari troppo vicino
al muro di confine o sotto la chioma di altri alberi, dove non troverà mai spazio per sviluppare la
sua natura.
La verità è che l’Abete rosso o
peccio (Picea Excelsa) non è fatto
per stare all’interno di una casa, e
a dire il vero non si trova poi così
bene nemmeno all’aperto se è in
una città di pianura. Viene da altri climi ed è abituato a respirare
aria sana.
Se potete acquistate l’albero un
mese prima del Natale da un vivaista serio, controllando che si
tratti di una pianta in buona salute, con radici ben sviluppate nella
zolla di terra. Piante prive di radici o con radici mozzate hanno un
solo scopo: il mercato dell’usa e
getta. Quando arrivate a casa
ponetelo in un vaso di misura
adeguata, con terriccio torboso
così come lo avrebbe nei boschi
in montagna, e bagnatelo bene.
Lasciatelo riposare all’aperto per
i primi giorni, mantenendo umido il terriccio senza inzupparlo.
Una settimana prima del Natale
l’albero andrebbe trasferito in un
locale non riscaldato, come il pianerottolo o una veranda chiusa
e ben illuminata, per prepararlo
gradatamente al clima che troverà poi in casa. Il giorno della
Vigilia lo si sposata in casa, scegliendo una posizione lontana da
fonti di calore e con molta luce. In
casa la pianta avrà maggior bisogno d’acqua.
Passata l’Epifania ripercorrete
il processo all’inverso, passando
dalla casa alla veranda chiusa,
al giardino. Solo in febbraio o ai
primi di marzo potete trapiantarlo, ma scegliete una posizione che
si addica ad un albero destinato
a vivere a lungo, diventare molto alto e con una chioma che per
quanto conica tenderà comunque
ad espandersi.
Marco Riatti
costruire il verde
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economia&mercati
cultura
cultura
173 del28 novembre 2009 pag14
numero
ViPiù
cultura
Piccoli detective
a caccia di fantasmi
Librerie in libertà
Un libro ambientato nella scuola elementare Zanella ai tempi della seconda guerra mondiale,
racconta di cunicoli polverosi, tesori nascosti e bambini scomparsi
Un’avventura bella come i libri di una volta
Un Manifesto per chi legge
F
Mercato asfittico
Il punto di partenza è il mercato del libro in Italia. Un mercato
“estremamente ridotto”, visto
che secondo le statistiche circa
il 40 per cento della popolazione
con più di 6 anni di età non legge
nemmeno un libro in un anno. Del
restante 60 per cento, la maggior
parte si limita ad un libro ogni
uno-due mesi, mentre il numero di acquirenti e lettori abituali,
cioè di chi legge almeno un libro
al mese, è decisamente più basso.
“Con tutto il beneficio di inventario che possiamo concedere alle
statistiche, il mercato è asfittico”,
commenta Galla. E in questa situazione le librerie indipendenti,
cioè quelle che non sono legate né
a grandi gruppi editoriali (come
la Mondadori o la Giunti, per fare
un paio di esempi) né alle catene
della grande distribuzione organizzata, hanno progressivamente
perso terreno. Hanno visto ridursi costantemente la loro quota di
mercato, scendendo per la prima
volta sotto il 50 per cento del totale, e spesso sono state costrette
a decisioni drastiche. “A volte la
libreria indipendente sopravvive
a stento - si legge nel manifesto -,
sempre più spesso abbassa definitivamente la serranda. Gli esempi
sono numerosissimi in tutta Italia. Si sta assistendo ad una vera e
propria desertificazione culturale, con larghe zone della provincia
italiana totalmente prive di librerie, laddove storicamente avevano
svolto un ruolo fondamentale di
servizio alle famiglie”.
Le cause
I motivi sono facilmente intuibili. Le librerie dei grandi gruppi o
della grande distribuzione hanno
un potere di acquisto che nessun
libraio può avere (la Mondadori
ha circa trecento punti vendita in
Italia, la Giunti duecento, Feltrinelli un centinaio), e questo consente margini di guadagno molto
più ampi. Se a questo si aggiunge
la sostanziale deregulation del
prezzo di vendita, che si traduce
in una guerra all’ultimo sconto, il
quadro è ancora più chiaro. Tanto più che il libro è forse l’unica
“merce” in cui il prezzo di vendita
è fissato dal produttore, con gruppi industriali che sono al tempo
stesso editori, distributori e venditori. “Le catene editoriali e la
grande distribuzione - continua
il documento - possono oggi permettersi di contaminare il sempre
più aggressivo mercato del libro
con i loro meccanismi di sconto
seducenti, causando irresolubili
problemi di sopravvivenza per le
piccole e medie librerie. Ciò è dovuto ad un clamoroso vuoto legislativo”.
La legge
Per uscire da questa situazione
l’Associazione librai punta proprio sulla legge. Rispolverando
una proposta già depositata nel
corso della passata legislatura, e
prendendo spunto da altre nazioni europee, ad esempio la Francia
che ha da tempo imboccato con
successo questa strada. In sostanza la richiesta è di fissare, per legge, appunto, un tetto massimo del
15 per cento per gli sconti sul prezzo di copertina. “Quello che deve
essere chiaro - riprende Galla - è
che non si tratta di una legge protezionistica a favore di una specie
in via di estinzione. Il risultato
della situazione attuale è l’impoverimento culturale. Con un meccanismo di questo tipo, invece, ci
potrebbero essere vantaggi per
tutti: per la grande distribuzione,
che acquistando a prezzi inferiori
avrebbe margini di guadagno più
alti, ma anche per le piccole librerie, che avrebbero la possibilità di
sopravvivere”. E non solo. Giustamente, il Manifesto ricorda che il
ruolo delle librerie indipendenti
- fatto di esperienza, competenza,
servizio al cliente e vasta possibilità di scelta - va a vantaggio dei
lettori, degli autori (“Per assurdo,
potremmo dire a chi pubblica per i
grandi gruppi, come potrebbe essere un Bruno Vespa, che non vendiamo più il suo libro: non ci guadagnerebbe certo”, osserva Galla)
e degli stessi editori. “Piccoli,
medi, grandi: senza una vostra
catena di librerie quanto andrete
lontani? - si chiede il Manifesto
-. Quando il mercato sarà tutto o
quasi in mano a due o tre soggetti,
che forza contrattuale avrete per
dare visibilità ai vostri titoli e per
non subire condizioni commerciali penalizzanti?”.
I prezzi
Oltretutto, un’iniziativa di questo genere potrebbe avere anche
la conseguenza di porre un freno
all’impennata dei prezzi che c’è
stata negli ultimi anni, alimentata
proprio dalla politica dello sconto
flickr.com/Ranoush
e siete tra quelli che in una
libreria potrebbero passarci
ore, a curiosare tra le novità, a
sfogliare libri di cui non immaginavate nemmeno l’esistenza o a
scambiare opinioni con il libraio
di fiducia, bene: presto potreste
essere chiamati a dire la vostra.
Se siete di quelli che in libreria
invece ci mettono piede solo per
i regali di Natale o quando avete
bisogno di un manuale, lo stesso. Perché tra circa un mese, o al
massimo dopo le festività natalizie, dovrebbe partire anche nella
nostra città la raccolta firme a
sostegno dell’iniziativa lanciata
dall’Associazione dei librai italiani, che qualche settimana fa ha
presentato il Manifesto “Una legge per chi legge”. Obiettivo: sollecitare il Parlamento ad approvare
una legge a tutela del mercato del
libro e in particolare, grazie ad
una limitazione degli sconti selvaggi sul prezzo di copertina, a
tutela delle librerie indipendenti.
Nel direttivo nazionale dell’associazione sono presenti due vicentini. Il vicepresidente vicario Alberto Galla, della storica libreria
di piazza Castello, e Giuseppe Traverso, della libreria Traverso. Ed
è proprio Galla a spiegare i contenuti dell’iniziativa. “È una storia
lunga - racconta - sarà 15 anni che
ci stiamo lavorando”.
sfrenato (semplificando, il meccanismo funziona così: si gonfia il
prezzo di copertina, per poi proporre il libro con degli sconti super). . E che i librai hanno in gran
parte subito. “Va ricordato sempre
che non siamo noi a determinare il
prezzo - spiega Galla -. Effettivamente prima dell’euro un tascabile costava 8 o 9 mila lire, adesso è
difficile trovarlo a meno di 10 euro.
Le novità sono tra i 18 e i 19 euro,
quando prima costavano sulle 25
mila lire. I prezzi, a volte, sono alti;
in alcuni casi vergognosamente
alti”. In Francia, invece, dove lo
sconto massimo consentito per
legge è del 5 per cento, non è andata così, e non c’è stata quella corsa
al rialzo che si è vista dalle nostre
parti. “Studi approfonditi e ben
documentati - conclude il documento - evidenziano con chiarezza
che la regolamentazione dell’offerta di sconto sul prezzo di copertina contribuisce a mantenere stabile il prezzo dei libri. In Francia,
grazie alla legge sul prezzo fisso,
le librerie indipendenti sono cresciute di oltre il 30 per cento, con
conseguente aumento dei lettori”.
E adesso la parola passa proprio ai
lettori. E al Parlamento.
L.M.
antasmi si aggirano per i sotterranei della Scuola Elementare “G. Zanella”, le ombre dolenti
e ingiustamente dimenticate di
quanti, adulti ma anche bambini,
vi si rifugiarono durante gli anni
della guerra e le ore dei bombardamenti, ascoltando di fuori il
fischio e il rombo delle bombe,
chiedendosi se, quando fossero
usciti, avrebbero ritrovato la loro
casa, e magari anche i loro parenti, sperando comunque che una di
quelle non colpisse mai proprio la
scuola, per non dover verificare
di persona se davvero quei cunicoli erano così resistenti come
gli avevano detto. Ed anche nelle
aule c’è una ‘presenza’: quella di
un vecchio - tanto vecchio - ex allievo, un signore mite, elegante e
gentile, che a novantacinque anni,
alcuni mesi fa - solo pochi giorni
prima di morire - ha voluto rivedere i corridoi della sua infanzia
e la vecchia casa, confinante con
la scuola, in cui aveva abitato, per
portar via con sé un ultimo ricordo, ma anche per lasciare qualcosa di sé e della sua lunga esistenza
ai bambini ed alla scuola che l’aveva visto crescere.
A tutti costoro ha voluto ridar vita
e parola Massimiliano Giugni,
padre di due bambine entrambe
allieve di questa scuola e scrittore vicentino già noto alle cronache (giudiziarie …) per tre libri
gialli pubblicati negli anni scorsi,
più un libro per ragazzi. Oltre a
quella di scrittore, Giugni ha anche un’identità segreta, quella di
Consulente Aziendale, grazie alla
quale ha già causato la rovina di
numerose aziende del vicentino
e non solo (credevate che la Crisi avesse avuto origine dai mutui
delle case negli Stati Uniti? Tutto sbagliato: cominciò tutto in
quell’ufficetto vicentino …).
Forse per farsi perdonare, con
questo suo nuovo libro, “Le piccole indagini della Seconda A”, Giugni ha voluto regalarci una storia
bellissima, fitta di cunicoli polverosi, di scatole del tesoro, di bambini perduti e ritrovati, di misteri
da svelare, che non fa rimpiangere le storie ‘di avventure’ che
leggevamo da ragazzi. C’è tutto il
nostro passato, in questa storia:
la guerra, gli sfollati, i bombardamenti, i ricordi. Anche quelli,
appunto, del vecchio Antonio Zanella, che prima di andarsene ha
voluto tornare a cercare se stesso
nei luoghi e addirittura nelle stanze che lo avevano visto bambino.
C’è anche, e vorrei dire principalmente, un’affettuosa ricerca di
‘radici’, offerta non solo e non tanto a noi adulti quanto soprattutto
ai nostri bambini, a volte spinti
troppo affannosamente verso un
futuro mirabolante ma indefinito,
e che giusto per questo rischiano
troppo spesso di rimanere senza
un passato con cui confrontarsi,
e nel quale individuare le proprie
origini. Tanto più bella la storia
di Giugni in quanto evita come
la peste quella melensaggine che
pare spesso inevitabile quando
si scrive di e per bambini (ma
è possibile scrivere ‘per’ i bambini? Io, personalmente, non lo
credo affatto. Lo scrittore è ‘solo’
scrittore), regalandoci invece una
prosa colta ed elegante, ma piena
di ironia e - dote rarissima - di
Sculture e disegni metafisici
la spiritualità di Zanotto e Nara
L
flickr.com/Guillermo Tomoyose
flickr.com/the bbp
L’Associazione librai italiani lancia il progetto “Una legge per chi legge”
Un’iniziativa a tutela del mercato del libro e delle librerie indipendenti
Per porre un freno alla concorrenza sfrenata di grandi catene e supermercati
S
1723 del28 novembre 2009 pag15
numero
a mostra ARIA, di Toyomi
Nara e Dania Zanotto che
verrà inaugurata con la presenza
delle due artiste sabato 28 novembre alle 18.30 presso la galleria
Yvonneartecontemporane, apre
una nuova linea della galleria che
esplorerà una fascia di giovani
artisti nazionali e internazionali
che hanno almeno un decennio di
attività documentata alle spalle e
che operano coniugando ricerca
estetica e concettuale. Le due artiste rientrano appieno in quest'ottica e la rappresentano, sia per
una componente visiva leggera
e accattivante sia per l'articolata
riflessione attorno alla macrotematica della spiritualità.
La giapponese Toyomi Nara, laureata all’Accademia di Belle Arti
presso l'Università Junshin di
Tokyo, crea delle composizioni
narrative con pigmenti vegetali
su carta di riso intelaiata e dipinte
con un'antica e riflessiva tecnica
utilizzata in Giappone tra il XIV e
il XIX secolo. I soggetti sono spesso dei bambini stilizzati, volutamente infantili, e che attraverso il
loro essere candidi, privi di filtri e
retaggi culturali, entrano direttamente in contatto con una dimensione divina e metafisica. Questa
non può essere rappresentata, ma
si intravede negli sfondi impalpabili e resi iridescenti dalla polvere di madreperla in cui le figure
sembrano galleggiare senza punti
di appoggio.
La scultrice Dania Zanotto, che
nel corso degli ultimi anni è stata selezionata in alcuni dei più
importanti premi nazionali, crea
complesse installazioni site specific in cui vengono ricostruiti abiti
in dimensioni ingigantite attinenti alle religioni. I vestiti, vuoti e
appesi, che ricordano le vesti che
alcune tribù siberiane lasciavano
sugli alberi, sono irrigiditi nella
resina che li lascia in una forma
piena come se contenessero un
corpo invisibile. In questo modo
diventano simboli e scrigni di
anime, involucri di spiritualità.
Allo stesso tempo, però, sono una
testimonianza di riflessione su
quelle società dove l'organigramma sociale e quello del culto si
confondono in un unico sistema e
dove l'uniforme religiosa assume
un suo potere a prescindere dalla
componente umana e da quella
divina.
|Toyomi Nara,
“La testa su, le gambe giù e la pancia libera”
autoironia (se le mie lodi vi sembrano eccessive, abbiate pazienza,
ma ho concordato con Giugni, in
cambio, un sostanzioso bonifico
sul mio conto alle Cayman, e devo
pur guadagnarmelo). Il libro - disponibile in tutte le librerie della
catena Galla - verrà presentato
giovedì 3 dicembre, presso l’Aula
Magna dell’Istituto Rossi, alle ore
18.00. Ci saranno i bambini, ispiratori della storia ed attori delle
avventure, ci saremo noi maestri,
benevolmente tirati dentro all’impresa, ci sarà la figlia di Antonio
Zanella, a portare ancora una volta la voce del padre. E ci saranno
tutti quelli di voi che vorranno
condividere con noi questo piacere. Una sola avvertenza. Troverete
tutto questo, nelle “Piccole indagini della Seconda A”, tutto meno i
sorrisi, le voci e la gioia di vivere
dei nostri meravigliosi bambini.
Privilegio, questo, dei loro genitori, che se li godono ogni giorno,
e anche nostro, cui il destino ha
regalato quello che è - ne sono assolutamente convinto - il più bel
mestiere del mondo (a volte penso
che sia così bello che non dovrebbero nemmeno pagarci per farlo,
ma non lo dico mai, perché se mi
sente Brunetta potrebbe anche
prendermi sul serio). Detto ciò, vi
aspettiamo numerosi!
Giuliano Corà
Insegnante
della Scuola “G. Zanella”
Soggiu e La Vaccara
una vetrina in Basilica
Il piemontese Mauro Soggiu e il siciliano Filippo La Vaccara saranno
i protagonisti della quarta e ultima
esposizione di "Osservatorio", il
progetto che, in attesa della riapertura della Basilica Palladiana,
intende dare un segnale di "lavori
in corso" direttamente dall'interno
dell'edificio. Da sabato 28 novembre, quindi, nel loggiato della Basilica, saranno allestite una decina
di vetrine come se fossero le bacheche di un piccolo museo sotto vetro: si tratta di una sorta di mostra
en petit che prevede una sezione
dedicata alla pittura con i dipinti
di Soggiu ("Osservatorio#1") e una
dedicata alla scultura e all'installazione con le opere di La Vaccara
("Osservatorio#2").
"Osservatorio#1" presenta alcuni
dipinti realizzati durante i soggiorni newyorkesi di Soggiu, che da alcuni anni vive regolarmente negli
Stati Uniti, humus culturale che
l’ha portato a riflettere sulla società d’oltreoceano e sullo sfrenato
consumismo che la caratterizza,
di cui mette a nudo
le nevrosi (le pillole o
gli alimenti che ricorrono spesso nei quadri alludono all’ossessione alimentare
e all’abuso di farmaci
da parte degli americani). Ogni immagine
vive nata da se stessa,
per consistenza, per stratificazione. Tutt’intorno degli arcobaleni
concentrici, un “colore ovale” dalle tinte vivaci e nitide che
sembra voler ipnotizzare lo spettatore,
risucchiandolo all’interno del quadro.
"Osser vator io#2"
propone la personale
“Magic Windows”. Magico,
immaginifico, fantastico, fiabesco
sono aggettivi che ben si attagliano
a descrivere la poetica di Filippo
La Vaccara, le cui opere sono vere
e proprie apparizioni che prendono forma di animali o di persone,
in un’atmosfera ovattata e assurda.
In mostra alcune recenti sculture
in cartapesta che sono metafora
della condizione umana; sculture
leggere, quasi inconsistenti, che
mettono in evidenza il proprio
aspetto artigianale, quel “fatto a
mano” che esprime una naïveté
sempre,
profondamente, intellettualizzata. L'esposizione
sarà visibile al pubblico fino al 17 gennaio.
| A sinistra
“Digestibile”, di Mauro Soggiu.
Sopra un’opera di La Vaccara
movida
173 del28 novembre 2009 pag16
ViPiù
movida
Lo storico locale di corso San Felice
propone 20 concerti in 30 giorni
Musica di tutti i generi, rigorosamente gratis
“Per chiudere in bellezza un 2009
particolarmente fortunato”
3
0 giorni, 20 serate di musica
dal vivo. Un locale dove, per
un mese intero, si ha una probabilità del 66,66%, ogni sera, di
imbattersi in una energetica schitarrata rock, un allegro riff folk o
un ossessivo house beat. Rigorosamente gratis e senza obbligo di
consumazione. È quanto promette il cartellone dicembrino del Bar
Sartea, a mo’ di regalo natalizio
anticipato per clienti affezionati e non. «Vogliamo chiudere in
bellezza un 2009 particolarmente
fortunato, durante il quale abbiamo riaffermato il ruolo centrale
del locale a suon di musica live»
spiega Nicola Peserico, giovane
socio che da quest’anno affianca
il più “esperto” Luca Campana (in
forze al Sartea dal 2003).
Un primato cittadino stabilito
negli anni dalle precedenti gestioni (Julien prima e Ruggero
poi), di cui Luca e Nicola hanno
felicemente raccolto il testimone. Rilanciando con generosità
ed entusiasmo. «Anche grazie a
numerose collaborazioni per la
direzione artistica». Dax, resident
dj al locale di corso S. felice, per
la parte elettronica e i djset; la
Occasional Disaster Booking di
Albe ed Enri per i live punk rock
con ospiti esteri; gli stessi Luca e
Nicola, grandi divoratori di musica, per le band nostrane, assieme
ai ragazzi della Black Nutria, label
vicentina appena salita a bordo
dello staff Sartea. Con due regole
fondamentali: scegliere proposte
musicali di qualità e mai buttare date a caso. «Organizzare una
programmazione live che sia sostenibile economicamente non è
semplice - confessa Nicola - ma un
fattore vincente è dare al pubblico
continuità di genere in giorni fissi». Ed infatti ci hanno fidelizzati
e conquistati con i djset del martedì, i concerti rockettari del giovedì, i live “a sorpresa” di sabati e
domeniche. Facendo centro (quasi) ogni volta. Perché il Sartea ha
un nome conclamato, una clientela cittadina abituale, di tutte le
età, e molti avventori occasionali,
anche da fuori città. Che accoglie
con proposte musicali a 360 gradi
in un’atmosfera unica - arredi in
legno, luci soffuse e vetri piombati
in stile liberty - senza mai imporre il pagamento di un ticket all’ingresso. «Piuttosto mi sveno e faccio una data in perdita» sentenzia
Nicola.
Insomma, una nostrana isola felice per gli amanti - anche squattrinati - della musica live, dove i
musicisti della zona fanno a gara
Ragazzi soli
Bambini e adulti cercano
una salvezza tanto vicina quanto impossibile
Un capolavoro intimo sulla solitudine
Boy A (2007) non è arrivato nelle sale,
ma merita il noleggio
di Giuliano Corà
Gli appuntamenti
per suonare, come a ricevere una
sorta di consacrazione (anche perché l’impianto audio, rinnovato lo
scorso anno, funziona a dovere).
E chi gira a concerti sa quanto sia
importante l’umore di chi sta sopra al palco per la buona riuscita
della serata. Ben venga quindi il
piede sull’acceleratore che i due
gestori pigeranno nel prossimo
mese. Con un cartellone fitto e vario, di due concerti ogni tre sere,
appunto. Tra i quali si segnalano
il tuffo negli anni ’50 con Morris & The Magicals domenica 6,
il sound hard core degli Strange
Corner sabato 12, il rock alternativo dei Polar for the Masses giovedì 17, la serata dedicata alle icone
del rock, da Lennon a Morrison,
organizzata dallo staff di Sound
& Vision per sabato 19, il concerto
pop-bossanova di Kicca e Intrigo
lunedì 21, l’immancabile appuntamento con la Family House la
sera della Vigilia (quando le danze proseguiranno fino alle 3 del
mattino, visto che a Natale anche
i vigili sono più buoni…), un 25
dicembre insolitamente folk con
l’Osteria Popolare Berica, lo stoner rock dei Forty Moostachy lunedì 28 e un martedì 29 all’insegna del dubstep, con dj set di Lady
Gisa, Franky Suleman e Lish Mc.
Per annotare diligentemente tutte
e 20 le date, www.sartea.it - www.
myspace.com/barsartea.
| Alcune serate al Sartea. In alto a sinistra, un concerto di Chicca Andriollo con la sua band
173 del28 novembre 2009 pag17
numero
Popcorn
Un dicembre a tutto Sartea
di Francesca Danda
movida
numero
sabato 28
KOBAYASHI
Nuovo Bar Astra - contrà Barche
14, ore 19
Concerto aperitivo - musica
indie rock da Carrara - a seguire
dj set di Memorylostproject
Free entry
sabato 28
SILVERADIO
Osteria Miles Davis - strada di
Polegge 114, ore 22
Concerto scatenato tra glam,
garage e rock’n’roll
Free entry
sabato 28
PAOLO BENVEGNU’ + YOUR
SHINE
CSC Centro Stabile di Cultura - via Val Leogra (San Vito di
Leguzzano), ore 22.30
Concerto di presentazione del
nuovo Ep “500”del cantautore +
set acustico
Riservato soci CSC
sabato 28
KANI + THE SADE
Totem Club - via Vecchia Ferriera
135, ore 23
Concerto fast&furious rock’n’roll
+ concerto fetish speed rock - a
seguire djset
Ticket (5 euro prima delle 23)
domenica 29
METROSCHIFTER + DEVOTION
Bar Sartea - corso Ss. Felice e
Fortunato 362, ore 21
Disaster Week Festival - evento
speciale: concerto punk rock
dello storico gruppo americano
+ concerto punk metal
Free entry
domenica 29
SMAKO AKUSTIKO + MARONI
E VIN NOVO
Sabotage Bar - viale dell’Industria 12, ore 22
Concerto prog rock acustico
minimale - si comincia già
alle 18.30 con vino e maroni a
volontà
Free entry
mercoledì 2
ELIOT ZIGMUND QUARTET
Panic Jazz Club - piazza degli
Scacchi (Marostica), ore 22
Concerto di musica jazz con Eliot
Zigmund (drums), Chris Cheek
(sax), Lorenzo Conte (bass),
Frank Lo Crasto (piano)
Free entry
giovedì 3
LEADERS OFF + BAD BLACK
SHEEP
Bar Sartea - corso Ss. Felice e
Fortunato 362, ore 21
Disaster Week Festival -concerto
guitar rock dalla Svezia + concerto alternative rock
Free entry
giovedì 3
VALIENT THORR + POSTAL
MARKET BABIES
Sabotage Bar - viale dell’Industria 12, ore 22
Concerto death-punk-metal-roll
dagli Usa + concerto hard core
Ticket (5 euro)
venerdì 4
VODOO TONGUE
Nelson Pub - strada di Saviabona
4, ore 22
Concerto tributo ai Rolling
Stones
Free entry
J
ames ha dieci anni, ed è solo.
Solo di fronte al dolore autoreferenziale di una madre che sta
morendo di cancro, e che ha cacciato il mondo intero fuori dalla
porta della sua stanza. Solo di
fronte ad un padre che consuma
le sue giornate in poltrona davanti alla TV, a nutrire il suo rancore
contro il destino. Solo a scuola,
dove la sua personale solitudine
si erge a muro nei confronti degli
altri e diventa alienazione, isolamento, quasi follia. Così, una
mattina, James decide che quel
mondo non gli interessa, e marina la scuola. Suo compagno di
vagabondaggio è Philip, un coetaneo solo come lui, devastato da
un dolore interiore che poco per
volta si svelerà, e che gli ha ucci-
Suo Virgilio in un mondo che gli
è sconosciuto è Terry, assistente
sociale, ma anche padre, fratello
maggiore, famiglia. Poco per volta, Terry aiuta Jack a ‘rinascere’,
a trovare un lavoro, degli amici,
perfino un amore. Ma Terry non
è perfetto. Salva le vite degli altri,
ma non ha saputo tenere insieme
la propria, e suo figlio, della stessa età dei ragazzi che lui aiuta, gli
rimprovera con astio il fallimento
del suo matrimonio, e implicitamente della sua esistenza. Per
quel peccato di Terry, suo figlio
gli imporrà un’atroce penitenza, e
la vittima sacrificale e sacrificata
sarà Jack, che improvvisamente
si troverà nudo di fronte al mondo, dove tutti ora lo riconoscono
e gridano alta la sua colpa. Una
pena, questa volta, impossibile da
sopportare, che lo porterà all’autodistruzione. Boy ‘A’ è un capolavoro, un lungo, intimo e dispe-
rato poema sulla solitudine, sul
peccato e sull’impossibilità della
redenzione. Crowley racconta con
straziante semplicità la storia di
uomini e ragazzi tutti alla ricerca
di una salvezza che appare tanto
vicina quanto impossibile ed irraggiungibile. Limpidi sono lo stile e la fotografia, che tanto ricordano quella di un’altra magnifica
storia di solitudini, Bubble (S. Soderberg, USA, 2005), essenziale,
quasi inesistente la colonna sonora, fatta di pochi accordi taglienti
che segnano i gradini della breve
vita di jack. Mai arrivato nelle
sale, un bellissimo film che può
essere ora scoperto a noleggio.
Boy A, J. Crowley, GB, 2007
La Grande Guerra
sul fronte isontino
Sul comodino
La vita e la morte di molti soldati italiani tra il 1915 e il 1919
viste dallo studioso inglese Mark Thompson
venerdì 4
BLAKE
Birreria Timonchio - via Roma 43
(Villaverla), ore 22
Concerto tributo ai Pearl Jam
Free entry
venerdì 4
DENTE FULL BAND + MASSIMO DANIELI SOULSHIFT
CSC Centro Stabile di Cultura - via Val Leogra (San Vito di
Leguzzano), ore 22.30
Concerto pop stralunato del cantautore + concerto indie rock
Riservato soci CSC
so l’anima. Insieme trascorrono
una lunga giornata vagabondando
nella periferia di Manchester, tra
piccoli atti di teppismo e stupide
ed inutili crudeltà, ma anche tra
confessioni e paure. È un mondo
freddo e senza amore, quello che
i due bambini incontrano, e certo
non è fatto per dar loro il calore e l’aiuto di cui hanno bisogno.
Così, un banale incidente, una
piccola rabbia, si trasformano
in uno stupido e inutile assassinio. I due vengono condannati a
essere rinchiusi “per quanto la
legge potrà rinchiuderli”, perché
“sono malvagi”, e Philip pagherà
con la vita, ammazzato in riformatorio da altri disperati come
lui. James, invece, passa in quel
carcere quattordici anni. Quando
lo rivediamo ha cambiato nome, è
diventato Jack. Ha cambiato anche vita, e storia: ora fa parte di
un programma di recupero totale.
di Giovanni Magalotti
M
ark Thompson è uno studioso che vive e lavora a Oxford. Era noto da noi finora per le
sue traduzioni in inglese dell’opera dei triestini Umberto Saba e
Claudio Magris e per le corrispondenze di guerra dal Kosovo, oltre
che per la collaborazione con la
missione ONU in quell’area. Conosce bene l’Italia nella sua storia
e nel suo patrimonio culturale,
con spiccata attenzione verso il
Veneto orientale e le sue contiguità balcaniche.
Il suo volume storico “La guerra
bianca. Vita e morte sul fronte
italiano 1915-19” uscito in questi giorni per i tipi del Saggiatore, riflette stilisticamente questo profilo. L’attenzione è rivolta
proporzionalmente più alla parte
isontina del fronte della prima
guerra mondiale, con le cosiddette undici “battaglie dell’Isonzo”,
che agli altri teatri di guerra certamente non meno cruenti, quali
l’Altopiano di Asiago, il Pasubio, il
Grappa, il Montello. Delle vicende
descritte Thompson conosce però
a menadito lo scenario ambienta-
le, le caratteristiche fisiche, i profili orografici, le durezze calcaree,
la realtà greve delle trincee, di cui
riesce a comunicare talora, attraverso la scrittura, una percezione
sensitiva. Per il resto “La guerra
bianca” è un libro che rovescia le
retoriche della guerra in generale,
e in particolare il “mito” di questa
guerra, che fu gloriosa solo nei
resoconti dei giornali del tempo
(come quelli di Luigi Barzini sul
“Corriere della Sera”) e nella propaganda ideologica. In realtà il
fronte italiano, più di tutti gli altri, fu statisticamente cruento, anche a causa degli errori strategici
e delle miopie delle gerarchie mi-
litari. L’Italia da sola ha avuto
quasi settecentomila caduti e
oltre un milione di feriti.
Un capitolo a parte è quello delle rappresaglie e delle
decimazioni interne, a cui
l’autore dedica un intero capitolo che è tra i più penosi
e ripugnanti, in modo speciale
per il lettore di oggi istruito nella
cultura dei diritti umani. “Dopo
la guerra, il procuratore generale militare italiano, responsabile
della condotta dei tribunali militari, decretò - riferisce Thompson - che la maggior parte delle
direttive di Cadorna in materia di
giustizia militare era illegittima”.
Senza potere ormai, ovviamente,
restituire vita e giustizia a coloro
cui era stata tolta.
Mark Thompson,
La guerra bianca.
Vita e morte sul fronte
italiano,
Il Saggiatore, pp. 502, € 22
salute
173 del28 novembre 2009
numero
18
tecnologia
pag
ViPiù
ViPiù
Si scrive Voip,
Non solo dieta
Guida alla corretta nutrizione
flickr.com/dags 1974
flickr.com/floodkoff
flickr.com/Ed Yourdon
i sono molti modi per perdere
qualche chilo di peso, e non
tutti sono ugualmente indicati.
Ecco perché bisogna tenere presenti alcune distinzioni di base,
come quella tra massa magra e
massa grassa. La Massa Magra
o LBM (dall'inglese Lean Body
Mass) rappresenta tutto ciò che
resta dell'organismo dopo averlo privato del grasso di deposito
(tessuto adiposo). Per massa magra si intende la parte di massa
(peso) di un organismo costituita da sostanze non lipidiche (ac-
qua, proteine, minerali, glucidi)
del peso corporeo. Si esprime
in percentuale quando è intesa come riferimento rispetto al
peso complessivo dell'organismo,
escludendo la massa grassa. La
Massa Grassa o FM (dall'inglese
Fat Mass) rappresenta la quantità totale di lipidi estraibili dal
corpo umano (grasso primario
+ grasso di deposito). Per massa
grassa si intende la parte di massa
(peso) di un organismo costituita
dall'organo adiposo, ovvero dal
grasso corporeo.
di Marco Milioni
T
elefonare attraverso la rete è
una pratica ormai diffusa, comoda e che permette di abbassare
parecchio i costi. Soprattutto se i
nostri interlocutori sono all’estero. Gli specialisti definiscono
questa modalità con la sigla VOIP,
acronimo inglese che sta per “voce
mediante
internet-protocollo”.
Per l’utente medio però VOIP è sinonimo di Skype.
Il colosso
Su che cosa siano Skype, il VOIP,
con tutti gli annessi e i connessi
rimando alla solita pagina di Wikipedia. Cito solo qualche dato.
Skype conta in giro per il mondo
ben 300 milioni di utenti. Di più,
il colosso fondato dal finlandese
Niki Zennström (classe 1966) e
dall’enfant prodige danese Janus
Friis (classe 1976) è stato recentemente venduto alla multinazionale Ebay per 2,6 miliardi dollari.
Quest’ultima a sua volta ha ceduto il 65% delle quote al fondo
speculativo californiano Silver
Lake Partners entrando così (si
vocifera nel web), nell’orbita della Goldman Sachs, la più grande
e più chiacchierata banca d’affari al mondo. Il che ha attirato le
antipatie dei pionieri Skype della
prima ora, refrattari quasi per definizione alla grande finanza.
Utente tipo
Ad ogni buon conto all’utente
tipo interessa sapere che Skype
è un software proprietario scaricabile e fruibile. Oltre alle telefonate via web, il programma
consente di inviare messaggi ed
allegati. Consente anche tra utente ed utente una comunicazione
via chat. Di base per fruire del
servizio fornito da Skype è necessario avere un indirizzo e-mail,
un computer dotato di una buona
connessione alla rete, di scheda
e casse audio e di un microfono.
Per la comunicazione vocale in
alternativa è possibile usare una
cuffietta specifica dotata di microfono (costo dai tre euro in su)
da inserire nell’ingresso audio
dedicato sul pc. Alternativa ulteriore (la più comoda dal mio punto di vista) è l’acquisto di un telefonino Skype collegabile al PC
via USB. L’apparecchio lo si trova
a 15-20 euro come prezzo di partenza e ha il vantaggio di ridurre
di molto l’eco fastidiosa generata
dalle casse del PC o dalle cuffie
(assai meno in questo caso per
vero).
Telefonare
La classica telefonata Skype è
quella che avviene tra due utenti già iscritti. Questa telefonata è
assolutamente gratuita. Ovviamente quando si usa Skype ogni
utente è contrassegnato da un
identificativo personale che è già
nella lista dei contatti o che può
essere cercato nel database che
Skype mette a disposizione degli
utenti. Molto più convenzionalmente, se si è a conoscenza che
un nostro amico ha un account
Skype basta farselo dire e il gioco
è fatto.
Installazione
L’installazione di Skype non è
particolarmente complessa. Dopo
avere scaricato il programma dal
sito e completato l’installazione medesima, Skype esegue una
chiamata di prova per testare il
sistema. Molte altre informazioni
sono reperibili sul sito di Skype
(www.skype.com). Quest’ultimo
è chiaro nella veste grafica, ma
molto confuso nella strutturazione logica dei contenuti. Quindi
preparatevi a qualche improperio
di troppo se vi perdete tra offerte,
tariffe, negozi e offerte avanzate.
Attenzione
Una volta installato Skype però
bisogna fare attenzione perché
il programma è architettato per
aprire, alla bisogna, la porta principale del vostro sistema, proprio relativamente alla ricezione
e all’invio dei dati via internet.
Quindi, dalla stessa porta possono entrare trojan e virus. Buona
cosa quindi è dotarsi di un antivirus efficace. I pericoli possono
essere alti se il sistema operativo
è della famiglia Microsoft. Calano
di molto se il sistema operativo è
della famiglia Mac o ancor di più
se ci si affida a “Linux et similia”.
Possibilità
Skype ovviamente non è appannaggio dei soli utenti privati. Anzi
le piccole aziende, nonché artigiani e liberi professionisti, come
pure i condomìni possono essere
ben agevolati passando al VOIP.
In linea di massima l’affidarsi ad
uno specialista può risultare assai
utile per evitare complicazioni;
flickr.com/re-ality
ma va fatta una corretta analisi
tra costi e benefici. Il caso tipico è
quello dello studio associato o del
laboratorio diviso tra più attività.
Si può acquistare un accesso adsl
di tipo flat, magari senza utenza
telefonica. La connessione può
essere tranquillamente ripartita tra più PC. Per la fonìa si può
acquistare un altro accesso adsl,
esclusivamente dedicato alla sola
connessione dati. Con l’aiuto di un
pc, magari portatile, si può configurare la connessione collegandola stabilmente ad un normalissimo router wireless (dotato di almeno una porta usb) al quale poi
si collegheranno via wi-fi o con
normalissimi cavi usb i telefoni
predisposti per Skype. Tra questi
anche i cellulari dotati di scheda
wi-fi interna sui quali sia possibile
installare programmini di “voipcalling” come Fring. Ogni singolo
utente poi (e gli utenti possono essere tranquillamente una dozzina
se non di più), a seconda delle sue
esigenze, potrà sottoscrivere con
Skype il suo account, scegliendo
le tariffe ricaricabili, gli abbonamenti o addirittura un numero
fisso con il quale essere contattati
da un normale cellulare o fisso.
Risultato: niente bollette Telecom
e costi sotto controllo (si paga
quanto si telefona: unica eccezione il pagamento delle sole spese
fisse del contratto di connessione:
da ripartire ovviamente tra gli
utilizzatori, con risparmi facilmente calcolabili).
I rischi
Va spiegato che la necessità di avere una linea dati esclusivamente
flickr.com/mujitra
flickr.com/anasartelli
Telefonare attraverso la rete può consentire notevoli risparmi
Ecco le possibilità, i programmi e i rischi
di un’alternativa a disposizione di privati e aziende
Massa magra e massa grassa
L’importante è cosa si perde
C
flickr.com/re-ality
flickr.com/teammarche
scolare, metabolismo basale, andi conseguenza di quella muscogolo di fase e indice di benessere.
lare.
Grazie all’analisi qualitativa e
La perdita della massa magra diquantitativa della massa corporea
minuisce ulteriormente il metaboognuno può ritrovare il peso idelismo basale, ossia la capacità del
ale attraverso una dieta bilancianostro corpo di produrre energia
ta, ma soprattutto monitorare nel
consumando i grassi con il risultempo se la perdita
tato di un aumento
di peso risulta essere
della massa grassa.
una perdita di grasso
Un vero e proprio ciranziché solo acqua
colo vizioso dove alla
o massa magra. La
fine si rischia pure di
terapia nutrizionale
avere qualche chilo in Una terapia
adeguata
tiene conto delle esipiù.
genze e risulta utile
può aiutare
anche nei soggetti
Terapia su misura
anche per
con frequenti disturLa terapia nutrizionale corretta, invece, disturbi digestivi bi digestivi, colon irritabile, stitichezza,
attraverso uno stu- e intolleranze
allergie e\o intolledio personalizzato
ranze alimentari.
delle caratteristiche
di ogni paziente,
crea una dieta “su misura” per
Dott. Marco Temporin
ogni persona grazie ad alcune
Medico Chirurgo
metodiche diagnostiche quali ad
Specialista in Igiene
esempio la bioimpedenziometria.
e medicina preventiva
Il bioimpedenziometro è una
Master internazionale
strumentazione elettromedicale
in Nutrizione e Dietetica
in grado di misurare la resistenza
SANIMEDICA
elettrica espressa da tessuti bioAltavilla Vicentina
logici. La bioimpedenziometria è
FISIOMED -Vicenza
utile per stabilire la composizione di un organismo e permette di
Pagina realizzata in collaborazione
individuare i dati indispensabili
con C.M.S.R. Veneto Medica
per un corretto inquadramento
nutrizionale: acqua totale (intracellulare ed extracellulare), massa
magra, massa grassa, massa mu-
flickr.com/renatomitra
ma si chiama (gratis) Skype
Diete troppo rapide o non calibrate sulle esigenze della persona
possono essere inefficaci e addirittura controproducenti
Per questo oggi si parla di terapia nutrizionale
Che grazie alle moderne tecnologie riesce a creare percorsi su misura
considerati “essenziali”. Allo stesa nutrizione è l’insieme dei
so tempo si deve evitare l’eccesso
processi grazie ai quali l’ordi nutrienti, anche se l’organismo,
ganismo riceve e trasforma i nuentro certi limiti, reagisce meglio
trienti contenuti negli alimenti.
all’eccesso che al difetto. Infine,
Diverso dal concetto di alimenda un punto di vista delle necessitazione che esprime la forma e le
tà energetiche, si devono sommimodalità con cui vengono forniti
nistrare quantità di
all’organismo umano
nutrienti energetici
i nutrienti.
tali che permettano
La nutrizione ha tre
di mantenere un peso
obiettivi fondamenottimale. Contribuitali:
Se la dieta
sce a questo aspetto
- soddisfare le neuno stile di vita atcessità energetiche è considerata
tivo senza il quale è
dell’organismo per una punizione
difficile mantenere
poter compiere i pro- basta poco
un buon stato nutricessi vitali (tutti riper recuperare zionale e, meglio anchiedono energia);
cora, un buon stato
- soddisfare le ne- i chili persi
di salute.
cessità di accrescimento e permettere
Niente punizioni
il
mantenimento
Sempre più spesso si parla di diedelle strutture già esistenti;
ta come necessità per migliorare
- ottimizzare i processi che richiela propria salute, per sentirsi medono energia o formazione e manglio con se stessi, per migliorare
tenimento delle strutture organile proprie performances sportive.
che del corpo umano.
Molto spesso purtroppo la dieta si
affronta come una punizione con
Le premesse
difficoltà a raggiungere un peso
Per raggiungere gli obiettivi nu“ideale” dopodiché in poche settitrizionali, nel modo migliore posmane si recuperano i chili persi e
sibile, l’apporto di nutrienti deve
si ritorna al peso di partenza.
essere tale che siano rispettate
Una perdita di peso troppo rapialcune premesse. Per prima cosa i
da, oltre a essere rischiosa per la
nutrienti devono essere somminisalute, è anche controproducente,
strati in quantità adeguate, senza
in quanto si favorisce la perdita
che vi sia una carenza di nessun
soprattutto della massa magra e
nutriente soprattutto di quelli
19
pag
Tecnologia
salute
L
173 del28 novembre 2009
numero
dedicata alla fonia risponde ad
una esigenza di sicurezza. In teoria comprimere i costi accorpando
la linea con cui si viaggia sul web a
quella con cui si telefona è possibile. Ma poiché via Skype viaggiano
non pochi virus, evitare il contato
tra i dati aziendali e le minacce è
buona cosa. Un virus presente in
un router può addirittura essere
inerte o estirpabile in un baleno.
Un virus o un trojan che si annidino nel sistema aziendale è cosa
ben più rognosa.
Le alternative
Le alternative a Skype sono parecchie (Gizmo, Google Talk, Voip
Buster tra i tantissimi). Tutte meritano una attenta valutazione.
I programmi che codificano la
voce degli utenti sono diversi e
possono essere di dominio pubblico o proprietari. Ci sono operatori locali che forniscono addirittura pacchetti chiavi in mano,
apparecchi telefonici inclusi unitamente ad una assistenza di alto
livello, ma in questo caso i costi
lievitano. Ma se in azienda o in
casa c’è qualcuno che ha un po’
di dimestichezza tecnica, allora
si può prendere l’idea di spiccare
il volo in modo sicuro, efficace e a
prezzi bassi.
sport
173 del28 novembre 2009
numero
20
ViPiù
sport
Quando l’handicap
non è un ostacolo
flickr.com/WhyOhGee
| Qui sopra: Diego Guzzetta, pivot della formazione College Delfini 2001 (Serie B)
A destra: Sir Ludwig Guttmann, il “De Coubertin” delle Paralimpiadi
Sotto: Valeria Zorzetto e Andrea Borgato (H81 - tennis tavolo)
di Andrea Ragazzi
L
o sport ha un rapporto relativamente recente con l’handicap. Il primo centro di riabilitazione motoria che avviò dei
paraplegici all’attività sportiva fu
quello del lungimirante dr. Ludwig Guttmann (buon uomo di
nome e di fatto) in Inghilterra, a
partire dal 1944. ll neurochirurgo
di origine tedesca capì in anticipo
l’importanza della collaborazione
attiva dei malati, per lo più feriti
di guerra, nella prevenzione delle
patologie secondarie dell’handicap (piaghe da decubito, affezioni
respiratorie, depressione, etc.).
Guttmann fu anche inventore del
primo “format” di Paralimpiadi,
quei giochi di Stoke Mandeville che dal ’52 in avanti portarono alla ribalta internazionale
lo sport disabile. I sessant’anni
passati da allora hanno cambiato
molto. Oggi il diritto delle persone disabili allo sport è acquisito;
semmai le valutazioni riguardano
il dubbio - Pistorius docet - se le
divisioni tra atleti normodotati e
disabili abbiano ancora ragione di
esistere.
Ovunque esistono associazioni che promuovono discipline di
Vittorio Lana e del suo vice, Romano Mendo. La ventina di tesserati, disabili fisici o psichici, praticano tutti l’atletica leggera, sotto
la guida dell’istruttrice Francesca
Nardello, laureata in scienze motorie con specializzazione in disabilità. Giusto la scorsa domenica
l’associazione ha organizzato, con
grande successo, a Piovene, la prima “passeggiata del disabile”. Ma
gli atleti sono abituati a viaggiare,
accompagnati spesso con entusiasmo a meeting fuori provincia,
o agli eventi Special Olimpics.
I contatti mail, in questo caso,
sono: [email protected] o
[email protected].
Di tennis si occupa, ovviamente,
la Società Tennis Bassano,
quest’anno in final four scudetto
fra i normodotati. Ma il settantacinquenne sodalizio della città del
Grappa, guidato dalla presidentessa Loretta Andreatta, è attivissimo anche nel tennis in carrozzina, di cui a maggio ha ospitato
ancora il campionato italiano. Il
sito è www.tennisbassano.com,
l’indirizzo mail [email protected].
Associazione dai numeri davvero
rilevanti è l’A.S. Prometeo Onlus di Bassano, che si occupa di
persone con disabilità intellettiva
e relazionale. Il presidente Enzo
Spoladori, ha di che vantarsi, grazie al numero record di 140 atleti
21
pag
La Minetti ritrova il sorriso
ma perde il d.s. Bianchi
Dopo due vittorie in quattro giorni, domenica arriva Volta Mantovana
Intanto però il dirigente piemontese se ne è andato, non senza polemiche
La replica di Novello: “Sono deluso:
la crisi c’è per tutti, ma stiamo facendo il possibile”
I
l campionato di serie A2 femminile di volley ha virato la boa della metà del girone d’andata. Dopo
otto partite la Minetti BPVi è al
sesto posto solitario in classifica
(13 i punti), in virtù di un ruolino
di marcia fatto di quattro vittorie
e altrettante sconfitte. Bilancio in
chiaroscuro, per le biancorosse,
che hanno sicuramente lasciato
qualche punto per strada (il rammarico maggiore è per la trasferta
di Ancona, incontro perso al tiebreak, pur con il vantaggio di due
set a uno e di 15-21 nel quarto parziale), ma che stanno crescendo
per qualità di prestazioni e risultati. L’ultima settimana, iniziata
bene con la convincente vittoria
casalinga di domenica contro il
forte Pontecagnano, è proseguita
meglio, nel turno infrasettimanale di mercoledì, con il blitz esterno a Forlì. Per rinsaldare la validità del motto “non c’è due senza
tre”, ma soprattutto per trovare
la continuità di risultati invocata
da coach Marasciulo, il match di
domenica 29 contro Volta Mantovana rappresenta un altro esame
di maturità. Le virgiliane sono
quintultime in classifica con nove
punti, frutto di due vittorie piene,
con Ancona e il “materasso” Club
Italia, una sconfitta al quinto a
Roma e una vittoria al tie-break
contro la Liu-Jo Carpi, squadra
che avrebbe dovuto ammazzare il
campionato, ma che da un paio di
giornate, dopo aver perso le star
Esko e Parenti, sta annaspando
per racimolare punti.
Tornando a Vicenza, appena ritrovata la tranquillità,
dopo una parentesi di tre
sconfitte consecutive (a
San Vito dei Normanni, in
casa con Parma e ad Ancona), la
Minetti ha rischiato di perderla
nuovamente, per vicende estranee
al taraflex. L’abbandono della società da parte del diesse Claudio
Bianchi è stato infatti clamoroso
quanto polemico. Pesanti alcune
sue esternazioni sull’attuale gestione societaria, tacciata di non
aver saputo mantenere gli impegni presi all’atto dell’ingresso in
via Goldoni. Bianchi ha parlato
anche di “difficoltà nel ricevere i
pagamenti”, dichiarazione che ha
mandato su tutte le furie il vicepresidente biancorosso Novello,
Pallavolo / B2
| Momento felice per Assirelli e Popovic dopo i successi con Pontecagnano e Forlì
(Foto Filippo Rubin / LVF)
che nella dura replica si è detto
davvero deluso dell’atteggiamento del dirigente piemontese. “Sarei tentato di rendere pubblico ciò
che l’ex ds ha percepito da luglio
a oggi. A ottobre c’è stato effettivamente un ritardo, che non motiva però le dichiarazioni rilasciate
alla stampa e l’addio”. Novello ha
adombrato l’ipotesi che l’uscita di
Bianchi sia stata un pretesto per
svincolarsi da Vicenza e accasarsi
altrove. “È evidente che la crisi c’è
per tutti - prosegue Novello - e noi
soci stiamo facendo il possibile
per uscirne. Dopo l’entrata della
Banca Popolare di Vicenza come
sponsor mi aspettavo una risposta importante dall’imprenditoria
berica, che deve ancora arrivare.
Ma i contatti per nuovi sponsor
ci sono, a breve potremmo concretizzarli”. Novello ha escluso
categoricamente il rischio di chiusura anticipata della stagione (timore emerso dopo la fuoriuscita
di Bianchi) e ha sottolineato la
correttezza della società, che ha
sempre avvisato coach, atlete, dipendenti e genitori delle ragazze
del vivaio di ritardi e difficoltà.
A.R.
Pallavolo / Fipav
La Verde Bio Ipag guida il plotone Partita anche la seconda
Conosciamo le otto società della provincia di Vicenza
che si occupano di agonismo per le persone con disabilità
praticati dall’H81. Poi dall’ente vicentino si staccò una costola, oggi
denominata Delfini 2001, che
si occupa esclusivamente di pallacanestro in carrozzina (anche
se è in fase sperimentale il badminton). Quarantotto tesserati,
una formazione, la Sanitaria Beni,
capolista in serie A2, una in B
(College), l’attivissimo minibasket
e la vocazione a promuovere attività di informazione e formazione
sull’handicap sono il biglietto da
visita dell’ente, guidato dal presidente Carlo Maiello e dalla sua
vice, Bruna Pomari. I delfini sono
online sul sito www.delfini2001.
com, si può inviare una mail a:
[email protected].
Di sportivi non vedenti si occupa il GSNV Vicenza, che grazie
all’opera dell’inossidabile Silvana
Valente e dell’infaticabile Claudio Dal Santo propone ai tesserati una varietà di discipline da
far impallidire una polisportiva:
ciclismo (in tandem, per evidenti
motivi), judo, sci alpino e nordico
(con guida a segnalazione acustica), calcio a 5 per ipovedenti, trekking e canoa. Chi fosse desideroso
di sperimentare questi sport può
chiamare il numero 0444/565688
o inviare una mail a [email protected].
È unica, invece, l’attività di Sport
Insieme di Piovene Rocchette
dell’ottantaseienne
presidente
173 del28 novembre 2009
numero
Pallavolo / A2
Disabili e Sport
ogni genere per persone con handicap. Il Cip, Comitato Italiano
Paralimpico, coordina le società
che fanno sport agonistico con
disabili. Al distaccamento vicentino, presieduto da Enrico Agosti,
ne sono affiliate otto, anche se
ne esistono molte altre che si occupano di disabilità nello sport e
in ogni contesto sociale. Questa
breve carrellata vuole essere un
piccolo approfondimento su queste “magnifiche otto”, per scoprire
che cosa fanno e come contattarle.
Si parte dalla storica H81 Insieme Vicenza (www.h81.org), 30
anni di attività, oltre 80 titoli nazionali e numerose convocazioni
di propri tesserati in rappresentative nazionali per le Olimpiadi,
Mondiali ed Europei. Da qualche
mese il presidente è Cristiano Sarracco (345/4196237), coadiuvato
dalla preziosa Annamaria Vittiglio. A fianco del tennistavolo,
disciplina storica, i tesserati praticano tennis (presso gli impianti
DI.VI. di Altavilla), tiro a segno,
vela e, a titolo sperimentale, sotto
la guida dell’esperto Stefano Fusilli, sport motoristici (kart e rally).
Da due anni poi, al Centro Sport
Palladio, viene portato avanti un
corso di danceability che coinvolge Sarracco e la ballerina Chiara
Corradin, fondatori del gruppo
Chiamaladanza. Fino al 2001
anche il basket era tra gli sport
sport
pag
tesserati. Tre i settori promossi,
calcio, atletica e basket, nelle due
sedi di Bassano e Vicenza, nel palazzetto dello sport di Laghetto.
Un secondo posto nel campionato
italiano e una coppa Uefa vinta,
entrambi con la sezione calcistica, gli ultimi due successi finiti
nel palmarès. Per saperne di più,
l’indirizzo mail è as_prometeo@
infinito.it.
Uno sport estivo (il nuoto) e uno
invernale (lo sci), nella programmazione della Rari Nantes
Marostica, società che opera
sia con normodotati che con disabili, sotto la denominazione di
Acqua Amica. Organizza corsi
di nuoto per una cinquantina di
persone con ogni genere di disabilità. C’è poi un’élite di circa
trenta atleti che svolge attività
agonistica, spesso nel contesto di
eventi Special Olimpics. Il presidente, Alessandro Tagini, è molto
attento alla comunicazione e nel
sito
www.rarinantesmarostica.
com è in preparazione una sezione specifica. Nel frattempo si
possono comunque raccogliere
informazioni nel sito, inviando
una mail a [email protected] o chiamando il numero 0424/780542. Attività di
nuoto con disabili vengono portate avanti anche dalle Piscine di
Vicenza (0444/929397 o mail a:
[email protected]).
Le cinque vicentine in campo nel weekend con obiettivi differenti
Noventa vuole riprendersi la vetta, Altavilla cerca il primo successo
Dopo dieci giornate (a un terzo del
campionato) iniziano a delinearsi
le posizioni e le ambizioni delle squadre vicentine inserite nel
girone C della serie B2. Curioso
notare come le cinque formazioni
beriche stiano lottando tutte per
obiettivi diversi. Partendo dall'altissima classifica, la Verde Bio
Ipag Noventa Vicentina (25 punti)
sembra essere l'unica antagonista
delle friulane del Porcia (26). Vero
che le pordenonesi si sono imposte nello scontro diretto al palazzetto Alfredo Veronese, ma lo
scarto rimane comunque minimo.
Domenica alle 18 le noventane del
patron Salvatore Fabio sono chiamate a misurarsi fuori casa nel
difficile test con le goriziane del
Cormons.
Il Sorelle Ramonda Montecchio
(19) tiene a tiro la zona play off,
obiettivo minimo della squadra
castellana, rinforzatasi in estate
dopo aver chiuso al terzo posto
l'ultimo campionato. Vietato sbagliare domenica (ore 18, PalaCollodi) contro il pericolante Stra.
Intanto a San Vito di Leguzzano
si godono la tranquilla posizione
di metà classifica (16). Non bisogna rilassarsi perché scendono
le ultime cinque, ma l'organico a
| L’organico della società bassovicentina
disposizione di Mirco Dalla Fina
dovrebbe garantire un torneo
tranquillo. Stasera alle 20.30 al
palasport ci sono le padovane
dell'Eurologistica Vispa (18).
Scendendo nella parte bassa della graduatoria la baby Novello
Fidas Vicenza (8) è stata finora
bersagliata dalla sfortuna, sia
propria che della prima squadra
biancorossa. Il prossimo turno è
sulla carta proibitivo, in casa della Micromeccanica Padova (20);
dato che l'A2 gioca in casa e di
domenica, Marchiaro dovrebbe
rinunciare "solo" (si fa per dire...)
a Levorin e Zecchin, entrambe indisponibili.
Di certo non stanno meglio ad
Altavilla (0 punti). Tra infortuni
e cambio dell'allenatore in corsa,
anche alla società del presidente
Festival la fortuna finora ha voltato la spalle. Chissà che lo scontro
esterno in programma oggi (ore
18.30) sul campo delle rivali più
vicine in classifica, Monfalcone,
possa regalare la prima gioia e far
sbloccare anche psicologicamente
le ragazze di Golfrè.
P.M.
divisione maschile
Continuano i campionati di divisione, con la terza giornata che è
andata in archivio per il massimo campionato provinciale e per
la categoria inferiore femminile,
mentre si sono giocate le prime
partite della seconda divisione
maschile. Nel girone A ha riposato
il Volley San Marco ed il Castello è
l'unica formazione ad aver iniziato conquistando i tre punti (contro
il Povolaro), mentre gli altri due
match sono terminati al tie-break.
Nel girone B, invece, sono scese
in campo solamente il Rosà ed il
Cesuna Caseificio Pennar, con la
vittoria andata ai padroni di casa
per 3-1 in un incontro però molto
combattuto, con tre set finiti con
il minimo scarto. Giovedì si sono
giocate anche le prime due partite
della terza divisione femminile:
PVO Montebello - US Castello e
Polisportiva Santa Croce - Schio
Volley.
Prima divisione femminile
Scontro al vertice nel girone A nel
turno infrasettimanale per le ragazze del Riva Volley One, che si
sono recate a Valdagno ospiti dello Sporting Alto Vicentino. Tutto
è andato come pronostico, ovvero
con la partita finita solamente al
quinto set; ad avere la meglio sono
state le padrone di casa, che avevano vinto i primi due set in modo
abbastanza netto, ma avevano poi
subito la rimonta del Povolaro
guidato da Dotto, che però non è
riuscito a ripetersi nel combattuto
set decisivo. Lo Sporting continua
così a comandare la classifica insieme al Cartigliano. La società
guidata dal neo Presidente Luca
Bresolin è ambiziosa e punta alla
serie D; per questo il Cartigliano
si è avvalso della collaborazione
di un nuovo supervisore tecnico,
Ezio Boeche, che in collaborazione con l’allenatrice Stefania Urbanet sta accompagnando la squadra
verso questo ambizioso risultato.
Da registrare i primi punti del Castelgomberto, che contro il Rosà
ha giocato con una marcia in più
rispetto quanto fatto nelle prime
due giornate.
Non è cambiato niente per quanto
riguarda la testa della classifica
del girone B, dove Sottoriva, Angarano Azzurra e Sartorello Argine sono ancora a punteggio pieno.
distribuzione
Diventa quotidiano
www.vicenzapiu.com
VicenzaPiù
è in edicola il sabato,
consultabile sul sito:
www.vicenzapiu.com
la domenica, e
successivamente in
distribuzione nei seguenti
punti:
CENTRO STORICO
STAZIONE DI SERVIZIO
AGIP
Viale Milano, 104
STAZIONE FTV
Viale Milano, 138
STAZIONE FERROVIARIA
LIBRERIA MONDADORI
presso Stazione Ferroviaria
LIBRERIA MONDADORI
Piazza delle Erbe, 9/A
PASTICCERIA “ALBERTONI”
Via Paolo Lioy, 32
BAR “CAFFÈ COMMERCIO”
Piazza Biade, 22
BAR “MON PLEN”
Contrà Santa Barbara, 21
173 del28 novembre 2009
numero
ViPiù
“BAR ITALIA”
Galleria Pozzo Rosso, 19
BAR “VICENZA”
Corso Palladio
BAR “BORSA”
Piazza dei Signori
COMUNE- PALAZZO
TRISSINO
Corso Palladio, 98
BAR “GARIBALDI”
Contrà Cavour, 7
RISTORANTE “DAI
NODARI”
Contrà Do Rode, 20
BAR/PASTICCERIA
“SORARÙ”
Piazzetta Palladio, 17
BAR “ILLY”
Contrà Muscherie
BAR “CAFFÈ ROMA”
Corso Fogazzaro
BAR/RISTORANTE “IRIS”
Corso Fogazzaro, 33
BAR “SAN LORENZO”
Corso Fogazzaro, 62
PASTICCERIA “RUDATIS”
Contrà Santa Barbara, 29
PROVINCIA - PALAZZO
NIEVO
Contrà Gazzolle, 1
BAR “TAZZA D’ORO”
Corso Palladio, 153
BAR “PEGASUS”
Piazza Matteotti, 8
BAR “NAZIONALE”
Galleria Porti, 7
BAR “BARASTRA”
Contrà Barche, 14
BAR “MAGAZZINO DEL
CAFFÈ”
Contrà Manin
UNIVERSITÀ
Contrà Barche, 57
BAR “ALLE 2 COLONNE”
Piazza dei Signori
RISTORANTE “MALVASIA”
Contrà delle Morette, 9
LIBRERIA GALLA LIBRARSI
Contrà delle Morette
PASTICCERIA “ALIANI”
Corso Fogazzaro, 163
TRIBUNALE
Contrà Santa Corona
BAR “MINERVA”
Contrà Santa Corona, 11
PASTICCERIA “VENEZIA”
Contrà Pescheria, 4
CENTRO COMMERCIALE
PALLADIO
Strada Padana verso Padova
Pertile
ZONA EST E NORD
ZONA OVEST
nome e cognome
Alberto Pertile
titolo di studio
Liceo Scientifico
RISTORANTE “2 FOGHER”
Strada Pasubio, 2
età
34
professione
Giornalista, titolare di un “ufficio stampa”
BAR “CAPRICE”
Galleria ParcoCittà
FONTANA
Strada Pasubio, 17
luogo di nascita
Vicenza
segni particolari
Due
BAR “TORRIONE”
Porta Castello, 3
STAZIONE DI SERVIZIO
AGIP
Viale Trieste
“PASTICCERIA SOLE”
BAR “CASTELLO”
Piazza Castello
BAR “PALAZZETTO”
Via Anconetta, 46
SEDE CISL
Contrà Cabianca, 20
PASTICCERIA “ARTIGIANA”
Via Medici, 69
BAR “PIGAFETTA”
Contrà Pescaria
MACELLERIA
“ZANELLATO”
via Medici, 50
LIBRERIA GALLA
Corso Palladio 11
PASTICCERIA “BOLZANI”
Corso Padova, 146
PASTICCERIA
“GAMBARATO”
Contrà Porta Padova, 105
STAZIONE DI SERVIZIO Q8
via Medici
PALESTRA INJOY
Strada Marosticana, 24
BAR “IV NOVEMBRE”
Via IV Novembre, 79
EQUOBAR
Strada Marosticana, 350
BAR “BAR DEGLI ANGELI”
Via IV Novembre
STAZIONE DI SERVIZIO
TOTAL
Viale della pace
ZONA SUD
BAR “BAR CLASSICO”
Via Giaretta, 21
BAR “MERCATO”
Contrà Pescherie Vecchie, 25
NEGOZIO “FORMAGGI
TIPICI”
Riviera Berica
BAR/RISTORANTE
“BOCCALETTO”
Via Trieste, 81
PASTICCERIA “LA
VICENTINA”
Corso San Felice e Fortunato
SOCIETA’ GENERALE
MUTUO SOCCORSO
Corso Palladio, 186
LIBRERIA TRAVERSO
Corso Palladio, 172
Tel: 0444 - 923362; mail: [email protected]
BAR “SUSANNA”
Via Calvi, 18
numero
Alberto
Editoria, comunicazione
uffici stampa e marketing
PASTICCERIA “GALLA”
Riviera Berica, 84
173 del28 novembre 2009
botta&risposta
“BOUTIQUE DEL PANE!
Corso Fogazzaro, 142
BAR “LOSS BAR”
Via Prandina, 1
PASTICCERIA “SAN
FRANCESCO”
LIBRERIA GIUNTI
Corso Palladio, 186
SEDE AIM
Contrà Pedemuro San Biagio
BAR/PASTICCERIA
“FOGAZZARO”
Corso Fogazzaro
BAR “CHIERICATI”
Corso Palladio
BAR “OVO SODO”
Contrà Pescherie Vecchie, 16
BAR “SCRIGNI”
Piazzale De Gasperi, 8
distribuzione
22
pag
FIDAS
Via Baracca, 204
PASTICCERIA “VACCARI”
Via Vaccari, 85
SEDE CGIL
Via Vaccari, 128
STAZIONE DI SERVIZIO API
Via Fusinato
BAR/GELATERIA MONTE
BERICO
Via X Giugno, 84
PASTICCERIA “VIALE
DELLA PACE”
Viale della Pace, 106
BAR “DOLCE VITA”
Strada Cà Balbi, 236
PASTICCERIA “TOMMINI”
Strada Cà Balbi, 313
BAR “AVVENIRE”
via Nicolò Vicentino, 60
BAR “BABILONIA”
Via Pecori Giraldi, 30
PASTICCERIA “VERONA”
Via Legione Antonini
CINEMA PRIMAVERA
Via Ozanam, 11
BAR “CILLYLOUNGECAFFÈ”
Via Btg. Val Leogra, 80
CENTRO SPORT PALLADIO
Via Cavalieri di Vittorio
Veneto, 29
UIL
Via Quasimodo, 47
BAR “CIRKUS”
Via Enrico Fermi, 347
“RISTORANTINO GRAN
CAFFÈ”
Via Enrico Fermi
STAZIONE DI SERVIZIO
AGIP
Viale San Lazzaro, 106
Il tratto principale del mio
carattere
Curiosità e ostinazione
I miei pittori preferiti
Bruno Munari, Ugo Nespolo, Marina Bolmini, Antonio Riello
La qualità che preferisco in
un uomo
La lealtà
I miei film preferiti
The Blues Brothers, Il quinto elemento, Gran Torino
La qualità che preferisco in
una donna
L’intelligenza
Quel che detesto più di tutto
Le scorie nucleari e l’ipocrisia
Quel che apprezzo di più nei
miei amici
La sincerità, la disponibilità, la
capacità di comprendere e di perdonare
Il mio principale difetto
La golosità
La mia occupazione preferita
Cucinare
Il mio sogno di felicità
Non avere bisogno di niente
Quale sarebbe, per me, la più
grande disgrazia
Finire nelle mani di terapeuti accaniti
Quel che vorrei essere
Un nuotatore professionista
BAR “MONTECARLO”
Via Verona, 78
Il paese dove vorrei vivere
Il Canada
BAR “SARTEA”
Corso San Felice,
Il piatto a cui non so rinunciare
Le melanzane alla parmigiana
CENTRO COMMERCIALE
AUCHAN
LA BOTTEGA ARTIGIANA
DEL PANE
Via Zugliano, 49
PASTICCERIA “LA ROCCA”
Corso San Felice, 255
BAR “MERY’S BAR”
Galleria Tiziano, 22
SCUOLA ARTE E MESTIERI
Via Rossini, 60
CENTRO ANZIANI “LA
RONDINE”
Via Calvi,
CSMR
Via Vicenza, 204 - Altavilla
I miei libri della vita
Comici Spaventati Guerrieri (S.
Benni), Pao Pao (P. Tondelli), Il
padrone dei padroni (G. Galli),
Il metallo del disonore: che cos’è
l’uranio impoverito, I magnasoete
(V. Scapin)
I miei poeti preferiti
Giacomo Leopardi, Sandro Bondi
I musicisti che mi piacciono
di più
Johann Strauss jr., Lasse Gjertsen
Il personaggio storico più
ammirato
Galileo Galilei
Laboratorio di assistenza tecnica
Server e sistemi di rete
Pc assemblati e delle migliori marche
e quello più disprezzato
Fiorenzo Bava Beccaris
Il dono di natura che vorrei
avere
Una vista a dieci decimi
Come vorrei morire
Contento
Offriamo connettività internet professionale
in collaborazione con MC-Link ( www.mclink.it ),
con molteplici servizi tra i quali: ADSL, ADSL2+,
SHDSL, telefonia VOIP, Gestione VPN,
noleggio apparecchi Hardware CISCO System ecc.
Stato attuale del mio animo
Senza sofferenze. Ah no: questa
risposta doveva andare sopra…
Il mio prossimo impegno
nella vita
Guardare l’orario dei treni
Il mio credo politico o ideale
A volte penso che la democrazia
sia tutto, altre che quella rappresentativa sia un ossimoro
Cosa mi piace e cosa non mi
piace di Vicenza
Mi piace la “Basilica” palladiana,
non mi piace il centro d’imbottigliamento di acqua minerale in
costruzione all’aeroporto
Cosa mi piace e cosa non mi
piace dei vicentini
Mi piacciono la semplicità e la
schiettezza, detesto affarismi e
clientele
Le colpe che mi ispirano
maggiore indulgenza
Tutte quelle di lesa maestà
Il mio motto
Rustica progenies semper villana
fuit
Vendita e creazione siti WEB e domini internet
autogestibili dal cliente per mezzo di un software
potente e di facile utilizzo ( www.magic-cms.eu ),
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la propria pagina WEB senza l’intervento
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e qualità, senza l’obbligo di grandi attese
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36100 Vicenza
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Settimanale di fatti, personaggi e vita vicentina