Il commento: Ipab, la fine dell’era Meridio pag 11 www.vicenzapiu.com n° 173 28 novembre 2009 euro 1,00 Settimanale di fatti, personaggi e vita vicentina Direttore responsabile Luca Matteazzi In edicola il sabato Vicenza Rock City Per Rolling Stone la rockstar nazionale è Berlusconi E qui, nell’ex sacrestia d’Italia, chi e cos’è “rock”? Scopritelo a pagina 6 flickr.com/Patrick Denker VICENZAPIU.COM: Online il settimanale diventa quotidiano con i commenti ai fatti del giorno - www.vicenzapiu.com Legge sull’acqua, Pat, terza puntata: Corò contro tutti gli accordi la giunta pubblico-privato pag pag 3 4 Ciàcole L No limits a cattiva notizia è che la discarica di Grumolo, dove Vicenza e buona parte dei comuni del circondario depositano i propri rifiuti, è ormai stracolma. E così le scoasse vicentine dovranno essere portate altrove, ovviamente a pagamento. La cosa si sapeva da anni, ma nessuno è riuscito ad impedirla per tempo. La buona notizia è che, un po’ a sorpresa, il Comune di Vicenza ha fatto un bel balzo in avanti nella classifica dei comuni “ricicloni” di Legambiente. Dopo anni in cui veleggiava stabilmente in posizioni anonime, nel 2008 Palazzo Trissino è salito al 4° posto in Italia tra i comuni con più di 100mila abitanti, e al 12° se si considerano tutti i capoluoghi di provincia. Lo ha fatto, soprattutto, grazie ad una percentuale di raccolta differenziata salita al 47,3 per cento ( e nel 2009 si è arrivati al 52,2), Se però si guarda al bilancio complessivo della gestione dei rifiuti, in cui si valutano anche quantità prodotte, sicurezza dello smaltimento e efficacia del servizio, Vicen- za scivola al 21° posto. Per una volta, però, scegliamo il bicchiere mezzo pieno. I margini per migliorare ancora ci sono tutti, e se ci si lavora con convinzione i risultati arrivano. L’assessore Dalla Pozza e Legambiente sottolineano che l’obiettivo è arrivare entro il 2012 al 65 per cento di differenziata previsto dalla legge. Visto che molti comuni della provincia sono già adesso oltre quella soglia, e considerati i problemi della discarica di Grumolo, perché accontentarsi del 65 per cento? Galleria Milan Tappeti Orientali dal 1958 Strada Ca’ Balbi, 210 Vicenza Tel 0444 911 961 Orari: 10,00-12,30 16,00-19,30 il fatto 173 del28 novembre 2009 numero 3 pag Acqua privatizzata, flickr.com/Ariful Bhuiyan i problemi di una legge bipartisan Il decreto che spalanca la porta ai privati era stato varato dal centrosinistra Le conseguenze si faranno sentire su tariffe e manutenzione Corò contro la giunta Mettetevi d’accordo S Direttamente dalla fabbrica spaccio maglieria uomo-Donna in questo periodo disponibili cappottini e vestitini in maglia Trendy 2010 sede spaccio: Via leonardo da Vinci, 16 - tel. 0444/482306 - Tezze di arzignano Orari: dal Lunedì al Venerdì dalle 14.30 alle 19.00, Sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00 i mettano d’accordo: o si è a favore della liberalizzazione del servizio idrico secondo il decreto Ronchi (centrosinistra, do you remember le liberalizzazioni prodiane?) convertito in legge la settimana scorsa dal governo Berlusconi, o si è contro. Invece qui a Vicenza da una parte c’è una giunta targata Pd che giovedì 19 novembre ha detto senza mezzi termini di non volerne sapere di soci privati nella comunale Acque Vicentine, e dall’altra questa stessa società che è di avviso opposto. E che non manca di farlo sapere sulla prima pagina del maggior quotidiano locale appena tre giorni dopo. Basta mettere a confronto le rispettive prese di posizione, per rendersi conto di come l’indirizzo politico dell’esecutivo Variati sia platealmente smentito dal presidente di Acque Vicentine, l’economista Giancarlo Corò, che è stato messo lì proprio da Variati. «L’amministrazione comunale è contraria alla gestione privatizzata dell’acqua», ha chiarito l’assessore all’ambiente Antonio Dalla Pozza. Che spiega come meglio non si potrebbe il pericolo insito nella legge privatizzatrice: «Noi abbiamo scelto la gestione in house perchè è importante che sia la proprietà che la gestione dell’acqua stiano in mani pubbliche. Laddove la gestione è già privata i problemi sono notevolissimi e sono relativi o alla tariffa o al servizio. Rispetto al pubblico, del resto, il privato ha l’obiettivo di massimizzare i profitti, per cui le strade per lui sono due: o riduce gli investimenti o aumenta le tariffe. In ogni caso non è un buon affare per i cittadini». Domenica 22 novembre gli ribatte Corò sul Giornale di Vicenza sostenendo la bontà dell’ingresso dei privati nel settore dell’acqua: «il piano d'ambito per il bacino del Bacchiglione - voluto dai Comuni dell'area - prevede oltre un miliardo di investimenti entro il 2026. Chi è in grado di mettere in campo risorse finanziarie di tale portata? Le società che gestiscono nel vicentino il servizio idrico attraverso affidamenti diretti possono contare, in realtà, su un'unica fonte di finanziamento: le tariffe pagate dai cittadini per il servizio, che oggi sono le più basse d'Europa. Una famiglia vicentina paga per acquedotto e fognatura circa 20 euro al mese, corrispondenti alla metà di quanto paga, per lo stesso servizio, un cittadino francese, addirittura un quarto di un tedesco. (…) la riforma offre anche una possibilità interessante: quella di rafforzare le attuali aziende di gestione del servizio idrico con la partecipazione di capitale e competenze tecniche provenienti dal mondo dell'industria e della finanza (banche e fondazione bancarie). (…) I timori di una "privatizzazione dell'acqua" dovrebbero essere scongiurati attraverso la fissazione di obiettivi di interesse generale - come la tutela delle falde e dei fiumi, nonché chiari limiti nei rincari tariffari - e regole di massima trasparenza gestionale. Perché in un'area come il vicentino non si dovrebbe accettare questa sfida?». Alla domanda di Corò ha già risposto egregiamente Dalla Pozza. Belle parole? Probabile, visto che - ormai lo abbiamo imparato - quando si arriva al dunque la politica è raramente capace di concretizzarle in atti contrari agli interessi dei privati. Resta il nodo della coerenza: il sindaco non ha niente da dire riguardo al presidente di una società controllata che sconfessa apertamente la linea, ufficialmente così netta e senza equivoci, presa dalla sua giunta su un tema così delicato come l’acqua, risorsa primaria e vitale? Alessio Mannino Il pezzo di questa pagina è pubblicato e commentabile su www.vicenzapiu.com di Alessio Mannino L ’acqua non può essere gratis. Benchè sia un bene pubblico (demaniale, e perciò “fuori commercio, inalienabile e infruttifero”, insomma niente a che fare col profitto privato), essa ha dei costi di gestione: dev’essere prelevata, analizzata, controllata, in alcuni casi opportunamente trattata per renderla bevibile; poi va trasportata con acquedotti che devono essere mantenuti, sistemi di pompaggio e distribuzione che consumano energia e che a loro volta costano; ci vogliono i contatori, una struttura per la fatturazione dei consumi e un sistema di riscossione; infine, una volta utilizzata, l’acqua deve essere se possibile recuperata, di nuovo trattata e poi ancora distribuita alle industrie. I costi vengono pagati dal cittadino-utente, che paga una bolletta a società pubbliche, generalmente di proprietà dei Comuni (come la nostra Acque Vicentine), che devono scaricare le spese in una tariffa che mediamente in Italia è fra le più basse del continente europeo (in media 1,29 euro al metro cubo ovvero 19,7 euro al mese a famiglia), dovendo provvedere nel contempo alle necessità di manutenzione e investimento. Privatizzazione de facto Secondo uno studio del centro di ricerca Utilitatis di Federutility e di Anea, l’associazione che raggruppa i gestori degli Ato (Ambiti territoriali ottimali, i raggruppamenti di Comuni per i servizi idrici), nei prossimi 30 anni occorreranno 80 miliardi di euro per ammodernare la rete di distribuzione. Una montagna di soldi che ovviamente gli enti locali non hanno. E qui entrano in gioco i privati, che invece i quattrini li hanno. O meglio, hanno quelli prestati dalle banche, vere dominatrici del “libero mercato”. Il decreto a suo tempo preparato dal centrosinistra e convertito in legge dalla maggioranza par- lamentare di centrodestra apre, anzi spalanca le porte ai privati. Attenzione: la privatizzazione avverrà di fatto, tramite un ingresso graduale di soci privati nel capitale delle società pubbliche. Non di diritto, perché l’acqua continuerà ad essere definita come bene collettivo, cioè di tutti, e la rete fisica di distribuzione resterà pubblica. Tuttavia, le nuove norme parlano chiaro: entro il 31 dicembre 2011 le gestioni in house (cioè delle multiutility pubbliche) perderanno la concessione, che verrà messa a gara. Le società partecipate dai privati potranno mantenere contratti stipulati senza gara formale fino alla scadenza, nel caso in cui le amministrazioni cedano loro almeno il 40% del capitale. Diverso il discorso per quanto riguarda le società quotate che hanno tre anni in più per adeguarsi, a patto che abbiano almeno il 40% di quota di partecipazione pubblica al 30 giugno 2013, quota che scende al 30% al 2015. Tariffe e manutenzione Due gli effetti concreti già sperimentati. Uno è il prevedibile rincaro delle tariffe. La legge non prevede un’autorità terza, un’agenzia di controllo, che vigili sul loro aumento, com’è avvenuto per impedire o limitare gli abusi in altri settori liberalizzati come il gas, l’elettricità o le telecomunicazioni. L’acqua è un monopolio naturale, nel senso che la concorren- za può avvenire solo al momento iniziale della concessione. Poi, via libera alla sete di profitto che legittimamente i privati (costruttori di acquedotti, multinazionali francesi come Suez e Veolia, le “10 sorelle” inglesi dell’acqua) cercano di strappare dalle tasche degli utenti, il cui status sarà nel frattempo diventato quello di clienti. La seconda conseguenza fa sempre capo alla logica del profitto, che si ottiene anche attraverso il risparmio sugli investimenti. Siccome la rete idrica e fognaria italiana ha uno stato di conservazione simile agli acquedotti romani - ovvero è piena di falle e necessita una continua manutenzione quantificabile in circa 2 miliardi euro l’anno - è ben dura immaginare un privato che si svena per migliorare una struttura che, come abbiamo detto, la legge mantiene pubblica al 100%. Che senso avrebbe per loro stornare una parte di utili su qualcosa che non è né sarà di loro proprietà? Un’ultima considerazione. Poiché nessuno discute che il valore di un bene come l’acqua rimandi alla fonte stessa della vita, non è giusto sottometterla alle esigenze di puro guadagno del mercato spacciando quest’ultimo come unica soluzione possibile (qui sì che il pubblico deve restare, costi quel che costi). Di questo passo, come ha detto lo scrittore Antonio Scurati sulla Stampa, di pubblico, cioè di tutti noi, non ci resterà che l’aria. www.vicenzapiu.com Direttore Responsabile LUCA MATTEAZZI [email protected] Editore MANY MEDIA SRL via Btg.Monte Berico, 34 Vicenza tel. 0444 923362 fax 0444 926780 Redazione corso Btg. Monte Berico, 34 (VI) tel. 0444 923362 fax 0444 926780 [email protected] Collaborano: ANDREA ALBA ALBERTO BELLONI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ FRANCESCA DANDA FRANCESCO DI BARTOLO ANDREA FASULO GIULIA GALVAN GIOVANNI MAGALOTTI Giancarlo Marcotti Marco Milioni Roberta Pileggi MATTEO RINALDI GIULIO TODESCAN ALESSIO MANNINO [email protected] Impaginazione e grafica Mosè Foto Design [email protected] PAOLO MUTTERLE [email protected] Giornale chiuso in redazione alle ore 12,00 di giovedì 26 novembre 2009. 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Per maggiori informazioni: www.creativecommons.it primo piano 173 del28 novembre 2009 numero 4 pag primo piano 173 del28 novembre 2009 numero 5 pag Il Pat e la bacchetta magica del Pp6 | Da sinistra, l’area attorno al teatro, l’Astichello nei pressi di via Monte Asolone, le Montagnole e due scorci dell’ex Zambon Dopo Bertesina e il nuovo stadio, fari puntati sugli altri accordi tra pubblico e privato Molte situazioni spinose trovano uno sbocco vicino al teatro Novità anche per Monte Asolone, ex Zambon e San Felice di Luca Matteazzi D opo la nuova piazza con residence di charme nel cuore di Bertesina, e dopo il nuovo stadio con contorno di uffici e negozi a Cà Balbi, questa settimana puntiamo l’attenzione sugli altri accordi tra pubblico e privato inseriti nelle intese preliminari per il Pat. Sette documenti, per un totale di una settantina di pagine e relative cartografie, in cui si trovano situazioni molto variegate e in cui rispuntano nomi e casi finiti spesso al centro del dibattito urbanistico degli ultimi anni. Si va dalla soluzione di controversie storiche come quella dell’area delle Montagnole, alla creazione di nuovi parchi fluviali come quelle dell’Astichello, all’archiviazione, almeno a livello potenziale, di molti contenziosi ancora aperti davanti al Tar, come quelli per la mancata approvazione dei Piruea (piani di riqualificazione urbanistica) di via Monte Asolene e del Federale. Con un elemento ricorrente: la concessione di nuove edificazioni nella zona del nuovo teatro per salvare gli ultimi angoli di verde rimasti nei quartieri. Il quartiere tra via Cattaneo e via Battaglione Framarin, insomma, è destinato a cambiare volto. Come sempre, riuscire a valutare con precisione l’equilibrio di questi accordi, quanto convenga al pubblico e quanto al privato, è affare complesso. Ecco, comunque, cosa dicono le intese allegate alla delibera sul Pat che sta facendo la spola tra giunta e commissioni e che dovrebbe arrivare in consiglio comunale nelle prossime settimane. Monte Asolone e Parco Astichello Una nuova grande area verde, destinata a rientrare nel futuro parco fluviale dell’Astichello, e una nuova lottizzazione in una delle aree più densamente costruite degli ultimi anni. Oltre alla chiusura di un contenzioso legale dagli esiti molto incerti. È questo, in estrema sintesi, il succo dell’accordo tra il Comune e la società Marte srl, proprietaria di circa 25 mila metri di terreno tra via Monte Asolone e l’Astichello “lasciati oggi in stato di totale abbandono”, come si legge nel documento. Siamo nel quadrante nord della città, tra l’ospedale e viale Cricoli, e la zona è da tempo al centro di nuovi progetti urbanistici. Lo stesso pezzo di terreno era infatti finito al centro di uno dei Piruea varati dalla giunta Hullweck nel 2005 e poi rimasti lettera morta. Adesso tutto viene ripreso in mano e ridefinito. In base all’accordo, la Marte srl si impegna a cedere al Comune 18.500 metri quadri di parco chiavi in mano, cioè già sistemati con “pulizia, livellamento, creazione di percorsi, sottoservizi e piantumazioni”, e di mettere a posto anche i vicini 13.700 metri quadrati già di proprietà pubblica (o un’altra porzione di terreno pubblico interessato dal progetto del parco fluviale, anche se non si vede perché si dovrebbe andare a cercare un lotto distante quando si ha la possibilità di creare in partenza un insieme omogeneo). In pratica ne vengono fuori oltre 32mila metri quadrati di parco pronto all’uso, con l’aggiunta di altri 2.200 metri quadrati di opere pubbliche, cioè parcheggi e area pedonale attrezzata per facilitare l’accesso. In cambio, la società potrà dare il via all’edificazione di nuove abitazione, secondo i parametri previsti dal vecchio Piruea: quindi circa 3600 metri quadrati, per un totale di 11.500 metri cubi. Nuovi condomini in arrivo, dunque, per un quartiere già densamente edificato. Ma al tempo stesso un importante polmone verde, strategico per la città (e infatti è proprio il parco la ragione di interesse pubblico messa a fondamento dell’intesa) e ancor di più per un’area come quella tra via Monte Asolone e via Bedeschi, in cui spazi verdi e parcheggi sono praticamente assenti. Nell’accordo sono inseriti anche 390 metri quadrati di edilizia residenziale pubblica e 150 metri quadrati destinati a residenza per disabili. Tutti e due, però, sono in forse, perché una clausola consente alla Marte di evitarne la realizzazione finanziando altre opere pubbliche nel quartiere e, con 300mila euro, la demolizione delle strutture dell’ex Centrale del Latte. In altre aprole, senza alloggi Erp e senza residenza per disabili gli immobili aumentano di valore, e in cambio di questa plusvalenza si chiede alla società un qualcosa in più. Al loro posto, però, grazie ad un successivo accordo, potrebbe prender vita una struttura di riabilitazione per persone che hanno subito gravi traumi spinali. Grazie a questo accordo (che come per lo stadio dovrà essere inserito nel Piano degli Interventi, ma potrà poi essere attuato con intervento edilizio diretto), infine, la Marte si impegna a ritirare il ricorso al Tar e la relativa richiesta di danni presentati per la mancata approvazione del vecchio Piruea. Un parco all’ex Zambon. Forse Altra zona da tempo al centro di contenziosi è l’area ex Zambon, tra via Monte Zovetto e via Cappuccini. Lì il Comune è proprietario di 28.500 metri quadri di terreno, mentre il privato (cioè la Zambon) ne ha circa 3.800, ma il problema è costituto dalla bonifica degli ex stabilimenti industriali della ditta farmaceutica e soprattutto del sottosuolo, pesantemente inquinato. Comune e Zambon stanno litigando da anni, anche davanti ai giudici, per decidere a chi spetta l’onere. Adesso l’accordo potrebbe mettere la parola fine al contenzioso: stabilendo intanto il futuro dell’area, che avrà una zona residenziale e un parco urbano con struttura polivalente, ciclabili e percorsi pedonali (oltre a tutto il necessario corredo di strade, parcheggi e sottoservizi). E assegnando alla Zambon il compito della bonifica e della realizzazione delle opere: “Provvederà a propria cura e spese a completare le opere di bonifica già avviate”, si legge nell’intesa, e alla progettazione e attuazione degli interventi elencati nelle premesse. In realtà la partita è ancora aperta. Perché per rendere effettiva l’intesa servirà un accordo successivo, e sarà lì che si dovranno definire nel dettaglio i costi delle bonifica, quelli della realizzazione della struttura polivalente, e di conseguenza le destinazioni d’uso e le volumetrie della zona edificabile. Cioè, l’aspetto più problematico di tutta l’operazione: cosa e quanto concedere al privato in cambio della riqualificazione dell’area. Senza accordo, anche l’intesa già firmata perderà efficacia (punto F). Montagnole verdi Si vola dall’altro lato della città, tra il quartiere di Sant’Andrea e quello dell’Araceli, per trovare un altro parco e un’altra questione annosa. Parliamo delle Montagnole, l’area verde tra via Riello qualificata dal vecchio Prg come Area Speciale 3. 23mila metri quadrati di terreno (21 mila privati, e 2 mila pubblici) che il piano regolatore prevedeva edificabili, e che sono rimasti uno dei pochi spazi verdi della zona. Da qui nascono gli attriti tra i proprietari, che vorrebbero sfruttare le potenzialità edificatorie concesse loro dalla normativa, e i comitati di quartiere, che si battono invece per la creazione di un parco. In sintesi, la soluzione proposta prevede la creazione di una parco nell’area delle Montagnole (con l’eccezione di due piccoli lotti), e il trasferimento dell’edificabilità nell’ex Pp6, in via Battaglione Framarin. L’accordo, però, è più complesso. In pratica, l’area 3 viene divisa in due comparti. Nel primo, che ha un’estensione di 22mila metri quadrati ed è a sua volta suddiviso in due subcomparti, dovrebbe essere creato il parco, che sarà realizzato dai privati. I 16.600 metri quadri privati verranno però ceduti al pubblico al prezzo di circa 4,5 milioni di euro. O meglio, grazie alle possibilità concesse dalla legge regionale varata nel 2004, verranno permutati con un’area del pp6, in particolare con la zona che si trova subito ad ovest dell’attuale parcheggio del teatro (area la cui bonifica sarà a carico del Comune). Lì i proprietari potranno realizzare edifici con una superficie utile superiore del 30 per cento rispetto a quanto avrebbero potuto fare a Sant’Andrea (“Alla luce del valore di mercato inferiore a quello delle aree collocate nell’ambito dell’Area 3”, si legge nell’accordo). Non è finita qui. Al di fuori del parco rimane una fetta di terreno di 3.300 metri quadri, in cui viene concesso ai privati di edificare. E rimane anche un lotto di mille metri quadri già edificato, a cui sarà concesso un ampliamento massimo del 30 per cento del volume. Una girandola di passaggi e concessioni in cui non è affatto semplice capire l’equilibrio tra benefici pubblici e vantaggi privati, ma che avrebbe almeno il merito di porre la parola fine ad una questione che si trascina da anni. Salvando, per di più, il verde attorno a via Riello. Federale, passaggio di campo Procedura simile per un’altra area finita al centro di polemiche accesissime negli anni scorsi: il campo da calcio Federale di via Goldoni, anche questo, come i terreni di via Monte Asolone, al centro di uno dei controversi Piruea approvati in giunta nel 2005 e mai arrivati in consiglio. Il progetto di allora prevedeva di realizzare, in uno dei campi comunali presenti lì attorno, una palazzina residenziale di 5.500 metri quadrati, e di compensare l’operazione con la sistemazione del federale in erba sintetica, con tanto di tribune, servizi e parcheggi. Idea che aveva fatto scattare proteste e raccolte firme in zona. Adesso invece il Comune propone alla Aton, la società milanese proprietarie dell’area, un accordo simile a quello siglato con i proprietari delle Montagnole: in pratica il campo di via Goldoni e il vicino parcheggio, dopo esser stati sistemati, torneranno ad essere comunali e, con gli altri impianti della zona, andranno a costituire un “importante complesso spor- tivo a disposizione della città”. Come contropartita, la Aton potrà costruire nella zona del Pp6 che corrisponde all’attuale parcheggio del teatro. Quanto e cosa potrà costruire, però non è ancora definito. L’intesa parla di “potenzialità edificatoria dovuta” e individua, come destinazioni d’uso possibili, il residenziale-direzionale, i pubblici esercizi, il commercio al dettaglio, l’artigianato di servizio e le attività alberghiere. Il tutto però, da definire nei dettagli con un accordo da stipulare dopo il Pat. Se tutto va come previsto, comunque, anche la Atron si impegna a rinunciare al ricorso pendente davanti al Tar. Corte Pellizzari Nelle intese preliminari al Pat, infine, c’è spazio anche per l’ex corte Pellizzari, quasi 8mila metri quadrati di vecchi fabbricati industriali in Corso San Felice, oggi di proprietà della Ivem (gruppo Beltrame). Lì ci sono già 38 mila metri cubi di edificato, e la Ivem provvederà a riqualificarli e trasformarli, con destinazioni d’uso che potranno variare dal residenziale al direzionale, al commerciale, all’artigianato di servizio. In un’area oggi fatiscente e usata come ricovero da sbandati, dunque, sono in arrivo appartamenti, negozi e uffici. Per dare il via ai cantieri, la società dovrà però procedere alla bonifica dell’area, e dare in cambio al Comune dei collegamenti pedonali o ciclabili sui fronti est e sud (quelli che guardano verso l’area ex Ftv) e una quantità di parcheggi pubblici superiore del 20 per cento rispetto alla norma di legge. Un po’ pochino, a detta di alcuni osservatori, almeno ad un primo sguardo. Ma l’ultima parola spetterà al consiglio. Banca Popolare e Comune come nascono le nuove sedi Q uello previsto per l’area ex Domenichelli è uno degli accordi che hanno ricevuto fin da subito maggior attenzione. Il quadro generale è noto- il Comune punta a trasferire i propri uffici in una fetta del terreno di via Torino - i dettagli, forse, un po’ meno. L’area, di circa 7.700 metri quadrati, è di proprietà dell’Immobiliare Maddalena, che si impegna a sostenere i costi di un’eventuale bonifica, a cedere al Comune i 2.500 metri quadrati posti del quadrante sud, dove Palazzo Trissino potrà realizzare nuovi uffici e altre strutture pubbliche (si parla del centro culturale), e a mantenere ad uso pubblico anche l’area scoperta che rimarrà di proprietà privata, in modo da permettere la creazione di una vera e propria piazza. Nella parte privata si potrà invece edificare per un volume di oltre 19mila metri cubi, con un indice di edificabilità di 2,5 metri cubi per metro quadrato (calcolato sull’intera superficie dell’area). Il che vuol dire, inevitabilmente, che spunteranno palazzi di una certa altezza. Di fianco, va detto, c’è l’Everest, l’unico grattacielo della città: quindi la skyline della zona non dovrebbe risentirne più di tanto. Gli edifici privati potranno avere destinazione commerciale per un massimo di 2mila metri quadrati (e tra questi potrà esserci anche un supermercato di mille metri quadri di superficie), il resto dovrà essere distribuito tra direzionale, residenziale e artigianato di servizio. I parcheggi, infine, troveranno posto nel piano seminterrato. Anche in questo caso, per ridurre “ogni possibile interferenza tra i piani del Comune e quelli della Società” (pag. 4 dell’intesa), il progetto potrà prendere il via direttamente dopo l’approvazione del piano degli Interventi, senza ulteriori passaggi in consiglio comunale. Non si tratta di nuova sede, ma di semplice ampliamento, invece, per la Banca Popolare di Vicenza. Il fulcro dell’intesa è in questo caso il Parking Europa, un vecchio parcheggio inutilizzato da tempo che si trova proprio a fianco della sede direzionale della Banca, tra via Europa e via Monte Cengio, e che la Banca stessa ha acquistato tramite l’Immobiliare Stampa. In cambio della variazione della destinazione d’uso dello stabile da parcheggio a direzionale, cosa che permetterà alla Popolare di ampliare i propri uffici in zona, l’istituto di credito si impegna a dare un contributo di 100mila euro per la riqualificazione dell’incrocio tra via Monte Cengio e via Battaglione Framarin, con un occhio di riguardo per i percorsi pedonali, per quelli ciclabili e per la sosta a rotazione. Ma soprattutto si impegna a demolire un altro edificio di proprietà situato a qualche centinaia di metri di distanza: si tratta della palazzina collocata all’angolo tra via Bonollo e viale Mazzini, proprio di fronte alle mura scaligere della città. Con l’abbattimento dell’edificio, e la sistemazione dell’area a prato, il Comune potrebbe così recuperare un’altra fetta dell’antica piarda che circondava la cinta muraria, con un risultato simile a quello che si vede già oggi qualche metro più a nord, lungo viale Mazzini. L.M. | L’area ex Domenichelli e, a destra, l’ex parking Europa (foto di Michele Biscaro) 6 Questa città è come un rock Anzi no 173 del28 novembre 2009 focus pag numero flickr.com/zypresse Berlusconi rockstar? Ma non rocker nostro paese il modello americano del successo, dei soldi per i soldi, della politica come continuazione degli affari con altri mezzi, sull’archetipo dei serial come Dallas e di Alessio Mannino Dynasty, veri racconti omerici a rivista Rolling Stone ha del consumismo di massa. Come ragione: Berlusconi è una ha scritto il giornalista Stefano rockstar, una “icona pop”, come Pistolini per spiegare la scelta di sostiene da tempo Giuliano Ferradedicargli la copertina come rockra, uno dei suoi Mogol di fiducia. star dell’anno, l’egocentrico pur Narciso, ossessionaaeternus di Arcore to dal voler piacere ha la capacità di far a tutti («Faccio tutto parlar di sé in ogni per essere amato») e caso, bene o male strappare l’applauso, non importa purchè le prime pagine dei Narciso, si parli di lui, secondo giornali, la simpatia strabordante, la regola ferrea della dell’italiano medio società dello spetta(la bandana, le cor- eccessivo colo. Regola messa a na, le barzellette), e trasformista: frutto dal direttore tipicamente moder- Berlusconi del mensile, Carlo no nell’inseguire la Antonelli, riuscito giovinezza eterna (i è una rockstar grazie a Lui ad enlifting, le cure ringiotrare nel grande divanenti), a 73 anni battito pubblico evasuonati “utilizzatore dendo per una volta finale” di donnine che si concedodalla nicchia dei lettori rockettari. no per soldi, candidature o apUn bel colpo, non c’è che dire. palti, strabordante, eccessivo, inMa un colpo mortale alla percecontenibile, pacchiano, arrogante, zione che l’Italia di Berlusconi (e trasformista (il presidente operadi Apicella) ha del “rock”. Ora, io, canzoniere, corruttore, separavisto che qualcosa in merito ci cato dall’ex attrice Veronica Lario, piamo per aver dedicato gli ulticowboy con Bush e affarista col mi anni, come musicisti e appascolbacco da Putin), bugiardo che sionati, ad un personale culto del crede alle proprie bugie (definiziogenere nato negli anni ’50 negli ne di Montanelli), con due famiglie Usa, ci permettiamo di chiarire da mantenere e fra cui spartire la questione ai profani. Prima di l’eredità miliardaria, abile stretutto allo stesso Antonelli, la cui gone di luoghi comuni e viveur prosa è condita di parolacce e coltutto festini e aragoste nelle sue loquialismi perché “fa giovane”, principesche ville in Sardegna. E’ ma che del mondo che vorrebbe lui, prima come “Sua Emittenza” rappresentare si è dimenticato presidente delle televisioni coml’essenza: lo spirito di ribellione. merciali Fininvest negli anni ’80, Fisica, esistenziale, immediata, poi come capo di un partito vindionisiaca. Il rock’n’roll è una citore a sorpresa nel 1994 a suon musica che vuole semplicemente di spot e jingle musicali (“…e Fordare forma, col suono e con l’imza Italia, e siamo tantissimi….”), è magine, ai bollenti istinti di chi ha Silvio che rende senso comune nel meno di 30 anni. La stessa parola flickr.com/patrick Denker L Cos’è rock e cosa non lo è nella Vicenza ex sacrestia d’Italia? Ecco come la vediamo noi cenza est, se oltre al calcio ospiterà concerti di tutti i generi musicali. Non è rock il progetto preliminare che pare fatto di Alessio Mannino apposta per riempire la pancia di certi potentati economici locali (Maltauro, Unicomm, Caoduro, ssodato che Berlusconi è una ecc) a discapito dell’interesse pubrockstar ma non un rocker blico. perché di ribellione, libertà e muE’ rock il nuovo Campo Marsica viscerale lui non ha niente e zo studiato dal designer Aldo non sa niente, c’è venuto il dubCibic e politicamente firmato bio su cosa sia rock e cosa non lo da Matteo Quero, coi concerti sia nella Vicenza eternamente Dc d’estate. Non sono rock le ronde (l’attuale sindaco è un figlioccio di che la Lega ha organizzato per Mariano Rumor, uno che era un controllarlo dai soliti pusher e po’ la Democrazia Cristiana fatta malintenzionati, già persona, e quello ben monitorati dalche lo ha precedula polizia. Ronde che to, Hullweck, bennon servono a nulla ché con un passato se non ad alimentare missino, aveva doti Sono rock la paura (e che per alnaturali di curialila piazza dei tro stanno conoscendo tà e ipocrisia politiun flop clamoroso). ca che ce lo hanno concerti gratis, A proposito: Quero sempre fatto rite- il nuovo è rock sotto Ponte nere “democristia- campo Marzo fermato dalno dentro”). E dune la festa islamica Alto la volante, non è que, via col gioco. tanto rock quando E’ rock Palladio. si accanisce sulla O meglio, lo era. Donazzan e sui ragazzi di StraPer il suo tempo era un visionario, de d’Europa: va bene, hanno fate difatti ha fatto scuola, è divento la figuraccia, ma occupiamoci tato un “classico”. Non è rock la di cose più serie del colore e del celebrazione perenne di Palfolclore. ladio: dopo cinque secoli sarebbe E’ rock la Piazza dei Signoora di rinnovare l’immaginario ri degli eventi gratuiti, e non e i simboli della città. Proposta: parliamo solo di concerti come sostituiamo l’icona palladiana sono stati quelli, accolto da grancon quella, più tangibile e attuale, de successo di pubblico, della Pfm dell’Oro. Poi però facciamo un bel e del Buena Vista Social Club. E’ falò di schei (falsi, mica siamo scerock la Giornata della Musimi) in Piazza dei Signori. ca a giugno e lo è, naturalmenPerché è rock usare i soldi per te, un certo risveglio dei bar in godersi la vita più che si può. centro storico. Ma non è rock Non è rock fare degli schei la il fatto che, nonostante la causa prima preoccupazione, come principale sia il barricarsi in casa purtroppo succede a tanti vicencon internet, in centro città e nei tini. quartieri non ci siano più le E’ rock il nuovo stadio a Vi- A compagnie di strada. Anche per la scomparsa, il controllo poliziesco spinto all’estremo o la chiusura forzata (dovuta all’ossessione della sicurezza) di spazi riparati e coperti che ospitavano gli amabili giovinastri delle bande metallare, punk, ecc. E’ rock il brulicare di gruppi musicali di ogni risma. Non è rock che si sia spazio sempre agli stessi, come non è rock che ci siano così pochi locali notturni dove tirar tardi (fino alle 4 del mattino almeno). Sono rock, ognuno a modo loro, il Sabotage e il Totem (e lasciatemi fare un po’ di pubblicità, se la meritano!), non sono rock i Lost - che non fanno rock, ma una melassa commerciale - al Capodanno ufficiale del Comune. E’ rock un leghista come Alessio Sandoli che aveva proposto trasporti notturni per giovani avvinazzati (forza, riparliamone, invece di continuare con la solfa delle ronde). Non sono rock i giovani del Pd che battono la grancassa della legge contro l’omofobia con un convegno col parlamentare Grillini: niente contro i gay e abbasso l’intolleranza sessuale, ma prevedere uno status particolare, anche in funzione anti-discriminatoria, è sempre sbagliato per principio se si vuole restare fedeli a quello dell’uguaglianza. E’ rock il presidente di Confindustria berica, Roberto Zuccato, quando fa repulisti nel cda del Giornale di Vicenza da certi padroni (costruttori, acciaieri) troppo invadenti e si appresta a portare una ventata di libertà nel quotidiano più venduto della città. Non è rock il presidente della Camera di Commercio, Vit- lin, contro la posizione ufficiale torio Mincato, quando teorizza (favorevole) del suo partito. Non la selezione darwiniana delle imè rock che siccome le coop ex prese come beneficio della crisi rosse si pappano l’appaltone deleconomica: e alla vita della gente la nuova base, il Pd nazionale, licenziata, cassintegrata, precache qui governa con Variati, si sia rizzata, spolpata viva dalla rata lavato le mani della questione. del mutuo e dalle bollette non ci Anzi se le sia sfregate, vero Berpensa nessuno? sani? Sono rock le nuove gallerie E’ rock il no dell’assessore d’arte che stanno spuntando Toni Dalla Pozza all’acqua pricome funghi (Monotono, Ab23, vatizzata. Non è rock che abbia Officina grafica). Non sono afmantenuto le ordinanze confatto rock i musei cittadini, al tro accattoni, alcolici per strada, cui interno si possono vedere cose clienti prostitute e bivacco nei interessanti ma che hanno un alparchi. lestimento che fa passare la voglia Erano rock i codi metterci piede. mitati di cittadiE’ rock chi va in bini spontaneamente cicletta, in autobus, al sorti in città, chi fa limite in moto o moto- Non sono rock politica dal basso, rino. Non è rock chi le ordinanze partendo dai temi se ne va in giro in contro concreti. Non sono Suv, chi ha il mito delrock i partiti, che la macchina, chi, come accattoni, soffocano la vita il presidente dell’Aci, alcolici, civile nelle loro Pigato, non prende mai prostitute logiche elettorali, i servizi pubblici. e bivacchi correntizie, clienE’ rock la festa islatelari. mica nel centro cultuE’ rock chi si acrale di via Vecchia Fercontenta di un lavoro che gli riera, perché tutti devono poter permetta di vivere, e dedica professare la proprie religione e tempo all’amore, agli affetti, alle organizzare i propri eventi purché proprie passioni. Non è rock chi non rechino disturbo a nessuno. si affanna a lavorare, lavoraNon è rock il solito Sorrentire, lavorare. E non è rock che no (Pdl) che appena sente la paroa causa di un’economia fondata la Islam scatta come una molla e sulla speculazione di quei bastarchiede di vietare, vietare, vietare. di delle banche e sul mito suiciVietare è il contrario del rock. da della flessibilità un’intera E’ rock mettere la parola fine generazione di ragazzi non al decennio feudale di Gerarpossano farsi un progetto di do Meridio all’Ipab (ente assivita, e molti loro padri siano stati stenziale per gli anziani). Non licenziati dall’oggi al domani per sarebbe rock sostituirlo con la crisi. E’ rock chi parla di deun Meridio di sinistra. crescita, di abbandonare i conE’ rock il presidente leghista sumi inutili, di uno stile di vita più della Provincia, Titti Schsemplice. E’ rock questo giornale. neck, che in privato è contrario Gli altri, a Vicenza, no. alla base americana al Dal Mo- non ha altro che significato che quello riassuntivo di ogni voglia giovanile: scopare (“roccia che dondola”, il su-e-giù dell’atto sessuale). E la sua tradizione, cominciata, per non citare i soliti Elvis, Jimi Hendrix o Mick Jagger, con un Little Richard nero, omosessuale e senza freni sul palco - ci voleva un bel coraggio a essere tutte queste cose messe assieme, nella razzista e bigotta Georgia del dopoguerra - non ha fatto che altro che superare sé stessa nel regalare talenti travagliati, borderline, iconoclasti, generosi nella distruttività e nell’autodistruttività, dediti all’alcol, alle droghe e all’erotomania per genuini dolori interiori, fuga dalla normalità o conclamata stupidità. Ma sempre autentici anche nella maschera da eroi del microfono e della chitarra. Perché animati da un oscuro, spesso inconsapevole, bisogno di libertà assoluta, vissuta nel godimento estemporaneo, come se la vita fosse un party senza fine. Il rock’n’roll, per come la vedo io, è la ricerca dell’adrenalina per colmare il vuoto tragi- media. E’ la stella famosa che se la co di un’esistenza che altrimenti tira, che ama i fan ma sotto sotto li sarebbe scandita dai ritmi soffodisprezza, quei fan grazie ai quali canti dell’ufficio, della fabbrica lui è lì a sfondarsi di vizi, che fa lo e dei piaceri programmati (tv, stronzo dandosi arie da immorcinemino, amplesso familiare, tale e da intoccabile. E’ quello che vacanze-esodo - e l’immancabile, non sa vivere se non attorniato da maledetto shopping). folle osannanti, che caccia i giorIl rocker, quello vero, è un disagianalisti che gli rivolgono domande to, un disadattato benché abbia un scomode, che fa scenate perché si lavoro ed una casa come tutti, uno sente incompreso o equivocato. che si sente costretto nella banaliE’ una primadonna, spasmodità del bene, uno che non sopporta camente alla ricerl’ordinario e il conca del primo piano, forme, un anarchico felice della claque senza utopie rivolucome un bambino, zionarie, un umorista assetato di ricchezperché sensibile alla za, di lussi, di vertisofferenza, un segua- Ma non c’entra gini sempre più alte. ce di Charles Bukow- con il rock Ha venduto l’anima a sky anche se magari tutto ciò contro cui il non ne ha mai letto che è ribellione rock è nato: al sisteuna riga, un irregola- fisica, ma psicologicamente re che ha regole tutte esistenziale devastante e repressue, uno che sente in sivo fondato sul decorpo il bisogno ani- e dionisiaca naro unico dio e sul male di avere sempre potere fine a se stesun sottofondo muso. Berlusconi è una sicale, per rendergli perfetta rockstar. Ma del rocker meno pesante la noia di vivere. non ha niente. Neanche un capello La rockstar è la degenerazione di trapiantato. tutto questo a uso e consumo dei VIDEO PRODUZIONI e AGENZIA PUBBLICITARIA con 20 anni di esperienza • Riprese e montaggi video • Video tecnici su macchine ed impianti di produzione • Video istituzionali per aziende • Spot pubblicitari, programmi TV e Video Clip • Riversamenti su DVD da qualsiasi supporto 7 pag flickr.com/alessio 85 numero flickr.com/torre.elena 173 del28 novembre 2009 focus • Studio dell’immagine aziendale • Siti internet • Posizionamento su motori di ricerca • Realizzazione cataloghi e depliant • Fotografia industriale Linkvideo - Via Padova, 1 36070 Trissino (Vi) www.linkvideo.it Agenzia Commerciale - 36100 Vicenza - Via Btg. Monte Berico, 32/34 - Tel. 0444-938826 - [email protected] • Stampa digitale e tipografica • CD - DVD multimediali • Duplicazioni • Progettazione 3D • Sala posa interna 173 del28 novembre 2009 focus numero 8 Una casa chiavi in mano E a misura di disabile Tra Thiene e Schio sta partendo un progetto innovativo per la residenza di persone disabili Entro il 2012 sono in arrivo 70 nuovi posti in strutture e appartamenti con assistenza calibrata in base al grado di autosufficienza 173 del28 novembre 2009 focus pag numero 9 pag Un cane per amico Due vicentini hanno dato vita ad una associazione che addestra cani per l’assistenza a persone disabili: non vedenti, audiolesi, persone costrette alla sedia a rotelle “Il cane ha a sua volta molte esigenze: l’aiuto è reciproco” | Qui sopra e sotto, alcuni momenti dell’inaugurazione della “Casa di Piero”. A fianco una delle camere della residenza di Andrea Alba U n appartamento per persone disabili, però autonome. Sembra una contraddizione, invece è un “esperimento” avviato nell’Alto Vicentino dalla “Fondazione di Comunità Vicentina per la Qualità della Vita”. Il progetto vuole provare a dare una risposta a quella domanda che ogni genitore con un figlio non autosufficiente si pone: cosa farà quando io sarò troppo anziano per badare a lui, oppure non ci sarò più? Il progetto “Le chiavi di casa - residenzialità per le persone disabili” è partito a Villaverla con un appartamento abitato da quattro disabili a ottobre 2009, grazie al sostegno dell’Ulss 4 e ancor più della fondazione Cariverona che ha “sganciato” le prime risorse. Ma l’idea è assai ampia, e prevede bilità economica dei sistemi di assistenza fin qui sperimentati e la poca differenziazione e flessibilità attuale dei servizi. Inoltre, a creare ulteriori problemi “ci si è messa” anche l’attuale crisi economica: le persone non autosufficienti faticano sempre più a trovare lavoro, e in qualche caso imprenditori poco corretti quando “tagliano” il personale buttano fuori per primi tutti i disabili, assunti in virtù della legge 68 (casi di questo di realizzare tanti altri appartatipo vengono segnalati dai sinmenti e “microcomunità” sparse dacati in altre province venete). nell’ “hinterland” di Schio e ThieDalle cronache dei giorni scorsi ne. si apprende che anche nell’Alto Vicentino la crisi ha colpito duraI dati, i servizi, il lavoro mente l’occupazione dei disabili. I principali indicatori dell’ufficio Nel 2008 c’erano state 71 assunepidemiologico dell’Ulss 4 stizioni (11 in cooperative sociali; mano per i prossimi 15 anni un 50 in industria; 3 artigianato; 2 aumento del 40 per cento del bicommercio; 5 servisogno di assistenza zi), quest’anno sono di persone non autostate meno di metà sufficienti o disabili. (fonte: Il Giornale di Con l’invecchiamento Vicenza). L’azienda dei genitori infatti Nei prossimi anche nell’Alto Vicen- 15 anni si stima sanitaria altovicentina cerca di limitare tino si va delineando le difficoltà attraverun bisogno crescente un aumento di residenzialità per del 40 per cento so il Silas (servizio integrazione lavopersone adulte con del bisogno rativa area svantagdisabilità gravi, indi assistenza gio). Attraverso la capaci di provvedere collaborazione con autonomamente a se il Centro per l’Impiestesse e le cui famigo provinciale, nel 2008, il Silas glie sono sempre più in difficoltà. è riuscito a organizzare ben 528 A questo vanno aggiunti, da qui a progetti personalizzati per persopochi anni, i problemi di sosteni- ne svantaggiate: nella difficoltà, comunque un buon risultato. vizi residenziali per persone con disabilità grave, 20 nuovi posti in gruppi appartamento per persone con disabilità lieve, 30 nuovi posti in servizi di sostegno all’autonomia abitativa per persone con disabilità lieve. Quello di 700 mila euro concesso dalla Fondazione Cariverona è solo un primo segmento del valore complessivo dell’iniziativa, che ammonta a circa quattro milioni di euro per il periodo 2009-2012. Ad oggi è stato aperto il primo appartamento, a Villaverla: è “La Casa di Piero”, una struttura che accoglie quattro persone con disabilità lieve ed è gestita dalla cooperativa sociale Verlata. A breve verrà aperta una struttura protetta anche a Santorso, dove gruppi di quattro persone con disabilità lieve vivranno assieme con interventi domiciliari di una équipe di operatori. Il progetto All’altro grande punto interrogativo, “cosa farà il ragazzo quando i genitori non ci saranno più”, prova a dare una risposta proprio “Le chiavi di casa”. Il progetto della Fondazione di Comunità (partecipata da Ulss 4, Ulss 3, Conferenza dei Sindaci, Provincia e Camera di Commercio) vuole dare una risposta a queste esigenze, creando delle piccole comunità differenziate a seconda dei gradi di disabilità, case alloggio e appartamenti protetti con percorsi un po’ più personalizzati e accoglienti in base alla situazione. Appartamenti nei quali i disabili possano condurre la propria vita e andare a lavorare, seguiti “ma non troppo”, cioè non 24 ore su 24, da personale specializzato, La scommessa in momenti precisi In arrivo anche La scommessa de della giornata (va- un “trust” “Le Chiavi di Casa” riabili in base al graè anche nella fiducia do di non autosuffi- per le famiglie che vogliono della comunità altovicienza). centina. La speranza Nel concreto, si vor- assicurare progetto infatti è rebbe passare in un futuro ai figli del di “fare breccia” nel quattro anni dagli cuore della gente e attuali 118 posti di delle istituzioni: coresidenzialità per muni, istituzioni pubbliche, tespersone disabili (in sei diverse suto economico, parrocchie e terstrutture) che ci sono nell’Ulss, zo settore. Il fine ultimo, nel lungo a 188: con 20 nuovi posti in sertermine, è infatti la costituzione di un “Fondo vincolato per la residenzialità abitativa delle persone con disabilità nell’Alto Vicentino”. Così, ad esempio, un privato cittadino, un’azienda, una parrocchia, un familiare, potranno mettere a disposizione del progetto un patrimonio immobiliare, allo scopo di farne un appartamento protetto o una casa alloggio. Gli strumenti di raccolta fondi individuati dal progetto sono infatti donazioni e liberalità, raccolta del risparmio e “trust”, un nuovo istituto giuridico che favorisce la gestione di beni a favore di una persona con disabilità. di Andrea Ragazzi “ Plasmare” un cane sulle esigenze di una persona disabile. Non è fantascienza, ma l’attività quotidiana di U-Dog, neonata associazione con ragione sociale a Campodoro, in provincia di Padova, ma fondata dai vicentini Igor Facco e Massimo Ricatti. La U-Dog forma ogni tipo di cane da lavoro: per non vedenti, da assistenza per audiolesi, per ricerca di sostanze stupefacenti o esplosivi. Ma il progetto più ambizioso riguarda l’assistenza a persone con patologie particolari. I curriculum Facco è un 32enne camisanese che sfugge ad ogni catalogazione (un passato da consulente informatico, web designer, magazziniere, toelettatore, protagonista di spettacoli d’arte circense con la corda verticale, addestratore di animali, ecc. ecc.), un’ansia di ricerca che lo divora e tanta voglia di mettersi al servizio degli altri. Ricatti è invece un 46enne libero professionista di Monte di Malo, organizzatore di attività assistite presso comunità e carceri. Tecnico cinofilo della Fedics (Federazione Italiana Cani da Soccorso), è un esperto delle più diverse tematiche nell’utilizzo del cane sociale, terapeutico e di utilità pratica ed ha in comune con il giovane Igor l’amore smisurato per gli animali. Completano l’organico il veterinario Salvatore Segreto, che segue lo stato di salute degli animali durante l’addestramento e il pedagogista Fabio Corsi, da sempre impegnato in attività con i disabili e parte attiva nel progetto durante la consegna dei cani. Mente e braccio Ricatti e Facco si conoscono da anni e si possono definire complementari: Massimo è “la mente”, sempre pronto a teorizzare nuove strategie di addestramento; Igor, “il braccio”, che da il meglio di sé nella preparazione dei più disparati animali: pappagalli, furetti, gatti, corvi imperiali, oche, capre e, naturalmente, cani. Il successo tecnico ottenuto con la loro azione combinata li ha spinti a buttarsi nell’ambizioso progetto di preparare degli animali “ad hoc” per persone con handicap. “Quando si parla di animali da assistenza spiega Ricatti - il preordinato non esiste, è necessario istruirli secondo le necessità del disabile. UDog nasce con questa missione”. Dafne L’ultima “realizzazione” della coppia è Dafne, uno schnauzer nano formato per Alessia, una ragazza costretta in sedia a rotelle dall’osteogenesi imperfetta. Dafne si muove con perizia in casa di Alessia ed è in grado di recuperare e consegnare oggetti alla padrona, evitandole il rischio di pericolose cadute. A uno sguardo esterno potrebbe sembrare una limitazione dell’autonomia e indipendenza di Alessia. “Non è così, - replicano in coro Igor e Massimo -: in realtà il cane ha a sua volta molte esigenze (cibo, bisogni fisiologici, la passeggiata quotidiana), che impegnano il disabile nei suoi confronti. L’aiuto diventa reciproco e stimolante per entrambi”. Lavorando nel soccorso di persone disperse, Ricatti ha poi scoperto che la qualità del lavoro con i cani è spesso più elevata anche rispetto all’utilizzo di sonar o radar. La concentrazione richiesta dal quattro zampe all’uomo è superiore a quella pretesa da una macchina. “Molte persone disabili hanno un pc per compagno, strumento utilissimo, ma che rappresenta comunque lo sviluppo dei ragionamenti di una testa sola. Col cane le teste diventano due e questo aiuta ad essere più precisi”. L’animale, inoltre, semplifica e stimola la socializzazione. “Alessia mi ha confidato - racconta Igor - che spesso, in luoghi pubblici, le capita di essere oggetto di attenzione, soprattutto da parte di bambini poco abituati a vedere un’adulta in carrozzina. La presenza di Dafne distrae e crea un nuovo elemento di interesse e conversazione”. Non solo ciechi Attualmente in Italia le scuole esistenti preparano solo cani per ciechi, mentre il duo Ricatti-Facco può modulare l’apprendimento su disabilità diverse. Nulla è standardizzato, ogni cane viene addestrato (senza coercizioni e nel rispetto assoluto dei suoi livelli di stress), con cura minuziosa, a svolgere compiti personalizzati sulle esigenze dell’utente. Nel bagaglio di esperienza della coppia, ad esempio, la preparazione di un cane per persone non udenti. “Il brevetto per l’istruzione è inglese - spiega Massimo -: noi l’abbiamo semplicemente importato. L’utilità? Basti il banale esempio di una coppia di audiolesi (ce ne sono più di quante si pensi) con un figlio neonato: abitualmente, per assistere il piccolo, è costretta ad un faticoso turnover del sonno. Un cane appositamente educato è in grado di svegliare i genitori quando il bimbo piange”. Perché una così bella idea non si è diffusa in fretta? Ricatti e Facco non lo dicono esplicitamente, ma emerge il sospetto che taluni enti preferiscano vincolare i propri associati, non favorendone a sufficienza l’autonomia, posponendo, per interesse, il benessere della persona. L’appello Per questo associazioni come UDog sono molto importanti. Facco e Ricatti rivolgono un appello alle istituzioni vicentine: “Innanzitutto, non potendo, né volendo caricare sul disabile i costi dell’animale (l’etica professionale lo vieta) è evidente la necessità di ricevere l’aiuto della pubblica amministrazione, stiamo cercando un contatto con il Comune e speriamo di trovare disponibilità. In secondo luogo, per alcune fasi dell’addestramento dei cani (tutti regolarmente vaccinati, assicurati e non aggressivi) è fondamentale farli muovere in spazi cittadini, in condizione di “semi-libertà”, vale a dire con pettorine di riconoscimento e istruttore al fianco, ma talvolta simulando la perdita del guinzaglio, per testarli in condizioni “estreme”. È un problema non da poco, perché spesso i regolamenti comunali lo impediscono”. Per aiutarli a trovare aree pubbliche idonee e compatibili con il loro lavoro e per chiunque fosse interessato a ricevere qualche informazione in più sull’attività di U-Dog, si può navigare sul sito www.u-dog.it, ancora in allestimento, o rivolgersi direttamente a Facco (339/5754872) o Ricatti (335/7606201). 173 del28 novembre 2009 focus numero 10 Le Strade d’Europa non sono infinite E piegano a destra Ritratto dell’associazione che ha realizzato il discusso libretto sul Muro di Berlino Dichiarazioni di principio apolitiche ma, dalla difesa dell’Identità al rock alternativo, progetti e iniziative sono decisamente orientati di Giulio Todescan S ono finiti per una settimana su tutti i giornali per essere gli autori del libretto sulla caduta del Muro di Berlino accusato di “copia e incolla” e diffuso nelle scuole a spese della Regione Veneto. Andrea Guglielmi, l’autore del volumetto, fa parte insieme a Michele Bonanno (che ne è presidente) dell’associazione “Strade d’Europa”. Un nome stampato su tutte le diecimila copie di «Europa: unita, libera, forte. 1989/2009. 20 anni dalla caduta del muro di Berlino». Un’associazione che, hanno ripetuto in più occasioni, vuole essere assolutamente apolitica. «Sono un militante del Pdl, e orgoglioso di esserlo, e anche il presidente Michele Bonanno lo è - dice Andrea Guglielmi, ventidue anni, studente di Scienze politiche -. Ma la politica è una cosa, l’associazione un’altra. La politica rimane fuori dalle iniziative dell’associazione, che sono di carattere culturale. E rispecchiano diversi punti di vista politici, tanto che uno dei nostri iscritti vota addirittura il Pd» assicura Guglielmi. Origini ed idee L’associazione Strade d’Europa nasce nel 2005, e oggi la sua pagina su Facebook conta sessanta “amici”. Fra i quali figurano l’ex assessore alle politiche giovani- Migranti ni, Turchia no Sui punti critici su cui l’Europa politica si trova ad un bivio, come sulle politiche migratorie (vedi i respingimenti dei migranti in mare, su cui la C o m missione Europea ha chiesto più volte chiarimenti all’Italia), Guglielmi non si sbilancia. Quali sono le idee di Strade d’Europa sui migranti: più Fini o più Calderoli? «Non prendiamo posizione su questo discorso che è politico. Nella nostra associazione ci sono diverse sensibilità» risponde diplomatico. Su un altro tema invece le idee sono chiarissime: «Siamo contrari all’ingresso in Europa della Turchia, diventerebbero il secondo paese per numero di seggi, dopo la Germania, rompendo gli equilibri del vecchio continente. E poi la gente non capirebbe più nulla sull’identità europea, noi e la Turchia siamo troppo diversi». Quando si parla di Identità, i paletti rimangono ben piantati a terra. «In una casa ci possono stare tot persone. Gli ospiti, se sono troppi, creano confusione». I progetti Dal 2005 l’associazione ha organizzato cinque progetti. Il primo, «Europa, terra d’amare», nel 2006, è poco più di una bicchierata: «Nella prima occasione si è tenuta una discussione-degustazione di alcuni vini veneti alla presenza di due produttori della provincia di Vicenza. La seconda serata è stata dedicata alla storia numero 11 pag Meridio e l’Ipab, fine di un’era Con il commissariamento si chiude la lunga gestione targata Meridio Ma dalle vicende dell’ente di San Pietro parte una riflessione più generale sull’importanza di controlli e trasparenza nella pubblica amministrazione | L’autore del libro Andrea Guglielmi (primo da sinistra) e il presidente Michele Bonanno (secondo da sinistra) con l’assessore provinciale Pellizzari e l’assessore regionale Donazzan li del Comune di Vicenza Arrigo Abalti, e un altro aennista, Chicco Costini, già candidato Pdl alle recenti provinciali della provincia di Rieti. «L’associazione promuove, attraverso la sua attività, la conoscenza delle tradizioni, della storia e della cultura in tutte le sue forme, sia dell’Italia che dell’Europa. Sostiene la proficua collaborazione dei ragazzi provenienti dai diversi paesi europei in uno spirito di tolleranza e rispetto delle altrui idee cogliendo i frutti della cooperazione» si legge nella presentazione del sito. Le idee dell’associazione sembrano rispecchiare quell’“identitarismo” a cui si rifà spesso e volentieri l’assessore Donazzan. «Ogni popolo deve avere le proprie radici, e portare la propria identità all’interno dell’Unione Europea - dice Andrea Guglielmi -. Ad esempio l’Italia deve portare in Europa i suoi punti forti: il made in Italy, che va tutelato di più proprio in sede europea, la buona alimentazione, lo stile, l’arte. E poi ci vorrebbe più attenzione all’Europa sui media, sui giornali ma anche a scuola. Siamo la generazione Erasmus, io sono nato nel 1987, avevo due anni quando il Muro è caduto. Noi giovani siamo la prima generazione veramente europea». 173 del28 novembre 2009 opinioni pag e alle differenti qualità delle birre prodotte in alcuni paesi europei, alla presenza di un esperto mastro-birraio» si legge nel sintetico curriculum associativo. Nel 2007 un ciclo di «cinema vicentino» con pellicole girate nella città berica, evento poi ripetuto in Argentina. Altre iniziative riguardano lo sport e la musica. Proprio quest’ultima è una grande passione di chi frequenta gli eventi di Strade d’Europa: il giro è quello dei gruppi «non conformi», le band di estrema destra immortalate nel documentario «Nazirock» di Claudio Lazzaro. La stampa del libretto sull’89 - detto per inciso - non è la prima iniziativa di Strade d’Europa finanziata con denaro pubblico. Spulciando in rete si trova, fra le misure finanziate dal “Progetto junior” della Regione nel 2006, il progetto “Canzoni per l’Europa”: iniziativa volta a «promuovere la creatività, la produzione, la conoscenza della musica». In pratica, un cd compilation con canzoni scelte fra i gruppi che hanno spedito il loro cd all’associazione. Per questa iniziativa Strade d’Europa riceve un finanziamento regionale di 4.949 euro. E nel cd compilation pagato dai contribuenti finiscono, fra le altre, due canzoni del gruppo “Decima Balder”, che suonano “rock identitario”. Sul loro profilo di Facebook, fra citazioni mussoliniane, troviamo i due brani com- parsi nella compilation: «Santa giovinezza legionaria» e «Ribelle per fede». Neocrociati? L’associazione, nel dicembre 2008, ha organizzato anche un concerto del gruppo “La compagnia dell’anello”, al teatro comunale Spazio Bixio di Vicenza. Un evento che vede come oratore l’assessore Donazzan, e fra i “partecipanti” iscritti on line Alex Cioni (Azione Sociale), il consigliere comunale Pdl Valerio Sorrentino, il deputato Pdl Sergio Berlato. La “Compagnia” è uno storico gruppo di destra. Nel loro ultimo disco “In rotta per Bisanzio”, la canzone che dà il titolo all’album suona come un’apologia neanche tanto nascosta delle Crociate: «Terra di Bisanzio / terra d’ambra e d’oro / trema sotto il passo / di eserciti latini. / E brillano le spade / dei principi templari / la danza delle ombre / ancora si ripete. / Tibi pax Marce evangelista meus». Un’idea di Europa e di rapporto con i vicini turchi che sembra piuttosto lontana dalle parole illuminate usate da Guglielmi parlando dello spirito dell’associazione Strade d’Europa. Certo, una cosa non si discute: ognuno ha il pieno diritto di cantare e di ascoltare la musica, e i testi, che più gli piacciono. Basta, però, non ammantare di “apertura” e “a-politicità” iniziative - realizzate anche con soldi pubblici - tagliate su misura per un solo pubblico. di Francesca Di Bartolo C L’Ipab di Pretto Data la pubblicità negativa, conseguente al processo, nonostante l’assoluzione, Meridio, con discrezione, stando dietro le quinte, si diede un gran da fare nel 1995 per far eleggere Marino Quaresimin sindaco. Quest’ultimo, conquistato palazzo Trissino, ricompensò, tra gli altri, i Verdi indicando nell’arch. Fernando Pretto il presidente dell’Ipab. Ma non si dimenticò dell’operoso Meridio che ricevette la nomina a consigliere all’Ipab. Fernando Pretto ereditò una gestione deficitaria, ma nel giro di un anno la sua opera risanatrice diede buoni frutti riportando l’ente a un forte attivo. Pretto era uno che non guardava in faccia nessuno e così ebbe a scontrarsi con i dirigenti dell’Ipab che poco avevano fatto per impedire il deficit dell’ente. on il commissariamento deciso dalla Regione si chiude, per l’Ipab, l’era Meridio. In pochi, forse, ricordano però com’è cominciata. La carriera politica di Gerardo Meridio registrò il primo importante successo nel 1985 quando, dopo le elezioni amministrative, fu nominato vice sindaco e assessore all’urbanistica del Comune di Dueville. Ma la sua ascesa venne bloccata dai carabinieri che il 9 marzo del 1993 lo prelevarono dal suo ufficio per arrestarlo con l’accusa di concussione. Si ha questo reato quando un soggetto si fa consegnare denaro abusando della propria posizione. La sentenza del processo accerterà che, più che la concussione, il reato configurabi- Meridio Il ribaltone le era quello diverso arrivò all’Ipab Nel 1998 Quaresimin di illecito finanziamento dei partiti. con Quaresimin venne mandato a casa e alla fine di quell’anMeridio dichiarò al Poi diventò no gli subentrò Engiudice che i soldi presidente rico Hullweck. Camerano serviti per la biato il borgomastro, campagna elettora- con un blitz Meridio abbandonò le. Così il giovane e le frequentazioni del brillante assessore centrosinistra per approdare nei se la cavò con l’assoluzione gralidi di Forza Italia. Poco dopo zie alla legge n. 5151 del 1993 che l’elezione di Hullweck mise a sedettava nuove norme in materia gno un formidabile colpo: con elettorale. In pratica la nuova diun abile blitz riuscì a convincere sciplina depenalizzava gli illeciti i consiglieri dell’Ipab a votare la finanziamenti attraverso somme sfiducia a Pretto e a farsi eleggemodeste. Il giudice, accertata che re presidente. Il golpe venne bela somma incamerata era stata, nedetto dal neo sindaco e nuovo appunto, modesta (tre milioni e anfitrione di Meridio. mezzo di lire) assolse l’imputato L’anno dopo il neo presidente “perché il fatto non è più previsto dell’Ipab riuscì a farsi approvadalla legge come reato”. re dal Consiglio di Amministrazione uno sconcertante Regolamento per l’alienazione dei beni del patrimonio immobiliare. La delibera del Consiglio n. 229 del 25/10/2000 venne pure approvata dal Co.Re.Co. in data 3/11/2000. Nessuno, né Comune né Regione ebbe a osservare alcunché. Infatti, la cosa strana è l’enorme potere attribuito al Consiglio, ma di fatto al suo presidente, nella vendita dei beni dell’Ente. Il regolamento Cosa dice il Regolamento? L’art.1 dispone che i beni dell’Ipab dovranno essere venduti esclusivamente in base alle norme del Regolamento. Il successivo art.2 dispone che la stima dei beni è fatta da tecnici dell’Ipab. Benché l’art.4 preveda che “i beni sono di regola alienati all’asta pubblica sulla base del prezzo a base d’asta” determinato dall’Ente stesso; e benché il regolamento preveda, come è ovvio, che l’ aggiudicazione del bene sarà fatta al miglior offerente; subito dopo vengono previsti i casi in cui è il Consiglio di Amministrazione che può vendere direttamente i beni dell’Ente a trattativa privata. In particolare il Consiglio di Amministrazione può procedere a trattativa privata nel caso di esperimento d’asta risultato deserto. A questo proposito va rilevato che spesso il prezzo a base d’asta scoraggia i partecipanti con la conseguenza che l’asta va deserta. Raggiunto lo scopo di vanificare l’asta pubblica ecco allora che si apre il nebuloso spazio in cui il Consiglio può trattare direttamente con i privati. E nel qualche amministratore, interpellare gli organi di informazione. Invece, niente. Silenzio. Va bene così. All’estero dicono che l’Italia è uno dei Paesi più corrotti al mondo (“stivale putrido” ha scritto un giornale tedesco). Cosa hanno detto i magistrati? ‘’Siamo tra i peggiori Paesi al mondo per corruzione’’. Hanno dichiarato che per contrastare questo fenomeno bisogna puntare soprattutto sui “controlli”. Ma “il moltiplicarsi di notizie di reati concernenti l’Amministrazione dà conferma che i controlli, interni ed esterni, sull’Amministrazione non sono pienamente adeguati e vi è un’attuale situaUn problema di trasparenza zione di scarsa loro efficacia, di Ma a questo punto il problepochezza di effetti concreti”. Così ma diventa più generale. Anil presidente della Corte dei Conti che quest’anno, in occasione Tullio Lazzaro. Indel l’inaug ura z ione somma, ognuno fa dell’anno giudiziario, quel che vuole. la Corte dei Conti ha Cosa fare, allora? “Il fatto le sue consuete primo effetto di ogni relazioni: sia il Presi- Il regolamento attività di controllo dente che il Procuraper la vendita della Corte -rimartore generale hanno ca il presidente- è e detto cose agghiac- di immobili deve essere l’assicucianti. I giornali per lascia troppo rare trasparenza e un giorno hanno spazio alla chiarezza dell’azioriportato le denunne della Pubblica ce dei magistrati e, discrezionalità A mministrazione. dopo, tutto è finito Laddove manca la nel dimenticatoio trasparenza -sottolinea Lazzarodella soporifera e indifferente si genera il cono d’ombra entro quotidianità. cui possono trovare spazio quei Perché agghiaccianti? Perché fatti di corruzione o di concussiosono stati dati numeri terribili ne che rendono poi indispensabisullo stato della corruzione nel le l’intervento del giudice penale”. nostro Belpaese. E corruzione Queste parole sono rimaste sulla vuol dire sperpero di denaro di carta. Nulla è stato fatto fino ad tutti, di noi cittadini. In un Paoggi. Il prossimo mese di gennaese serio, di fronte a una crisi io ascolteremo l’ennesimo lameneconomica di vaste proporzioni, to del Presidente della Corte dei le parole dei magistrati contabili Conti. dovrebbero far pensare, tremare caso in cui i privati dovessero essere più di uno, il Regolamento prevede la cessione dei beni “mediante trattativa privata preceduta da gara informale”. Va da sé che un consiglio di amministrazione che asseconda i desideri del suo presidente, di fatto consegna al Presidente stesso il potere enorme di vendere i beni senza che vi sia un reale e autentico controllo sia sulla qualità dell’operazione, sia sulla economicità e convenienza dell’operazione medesima, sia con riferimento alla trasparenza di tutta la procedura. AI RISTORANTE PIZZERIA Specialità pesce e carne - Sale per banchetti e cene aziendali 36100 VICENZA - S.S. Pasubio, 2 Tel. 0444 564 790 - Chiuso il Martedì 430 posti a sedere interni e 180 esterni venerdì aperto fino alle 3,00 • sabato aperto fino alle 4.30 - domenica, martedì, mercoledì e giovedì aperto fino alle 2 lunedì chiuso Viale Italia, 191 • 36051 Creazzo (Vi) • tel. 0444522215 173 del28 novembre 2009 12 ViPiù Stella di Natale, una sconosciuta nelle nostre case Italia al terzultimo posto Il confronto tra i Pil pro-capite dei paesi dell’Unione Europea pone l’Italia in un impietoso tredicesimo posto Se non si considera l’allargamento ad est, solo Grecia e Portogallo stanno peggio a scorsa settimana avevamo terminato il nostro articolo pubblicando la tabella (che per comodità riproponiamo oggi), elaborata da Eurostat, che raggruppa i valori del Pil pro-capite espresso in PPS e relativa ai 27 Paesi membri dell’Unione europea. Ricordiamo che il PPS (Purchasing Power Standard) è uno standard di potere di acquisto che permette di raffrontare i dati dei vari Paesi annullando le differenze tra i diversi livelli di prezzo. Spiacevole sorpresa Facendo scorrere i risultati, la prima spiacevole sorpresa è di ritrovare il nostro Paese molto più indietro rispetto alla classifica del Pil complessivo, e precisamente al tredicesimo posto. Davanti all’Italia tanti Paesi come Lussemburgo, Olanda, Austria Svezia o Danimarca che, avendo una popolazione molto inferiore alla nostra, non possono essere considerati “grandi potenze”; ma i loro cittadini sono decisamente più benestanti rispetto a noi. Pile e benessere E’ bene a questo punto precisare che la statistica da noi riportata confronta la ricchezza prodotta e ponderata per abitante nei vari Paesi, non è quindi strettamente un indicatore di benessere. Considerare maggiormente benestante una persona che produce una ricchezza maggiore è una forzatura che abbiamo voluto fare, al fine di semplificare il concetto di fondo. In effetti il Pil è certamente un indicatore importante, ma non esaustivo, non tutto ciò che si produce, infatti, rientra nel suo calcolo, e non solo per motivi illeciti. Gli economisti amano spesso citare, come esempio di produzione lecita non rientrante nel Pil, lo yogurt “fai da te”. Banalmente, se consumassimo sempre lo yogurt acquistando i barattolini al supermercato con- Terzultimi Torniamo quindi alla nostra tabella, riteniamo che possa essere fatta una considerazione di carattere generale assolutamente condivisibile: non possiamo essere soddisfatti del tredicesimo posto. Apparentemente potrebbe essere letto come un risultato onorevole, senza infamia e senza lode, ma ciò è dovuto principalmente al recente allargamento dell’Unione europea a molti Paesi dell’ex blocco Sovietico. Limitando infatti la nostra attenzione ai soli Stati “occidentali” dobbiamo evidenziare che peggio di noi fanno solo Grecia e Portogallo. Letto in questo modo il dato è impietoso: terzultimi nell’Europa che conta. Ed infine non troviamo neppure conforto se allarghiamo l’orizzonte verso quei Paesi del Vecchio Continente che, al momento, non fanno parte dell’Unione europea: ci sopravanza persino l’Islanda, mentre Svizzera e soprattutto Norvegia sono a distanze siderali. Una brevissima considerazione per quanto riguarda lo stratosferico dato del Lussemburgo, come tutti sanno il Granducato gode di una legislazione fiscale, soprattutto per quanto riguarda il campo finanziario, che lo rende praticamente unico nel panorama europeo. La quasi totalità delle Società d’Investimento, proprio per i vantaggi fiscali, hanno sede amministrativa in Lussemburgo e ciò contribuisce in maniera determinante ad un Pil pro-capite decisamente superiore alla media. Prima e dopo la crisi I dati riportanti nella tabella, ancorché gli ultimi disponibili, si riferiscono al 2008, sono così antecedenti alla fase più acuta della crisi che sta tuttora imperversando; siamo quindi curiosi di vedere quali sconvolgimenti subirà l’attuale classifica dopo gli sconquassi economici/finanziari che hanno caratterizzato l’anno in corso. Possiamo ipotizzare un fortissimo ridimensionamento per l’Irlanda, il cui Prodotto Interno Lordo, per l’anno in corso, è stimato in contrazione del 7,5%; per non parlare dell’Islanda che è stata ad un passo (forse meno) da un clamoroso default stile Argentina. Ma l’aspetto che ci pare più interessante è valutare come sia variato negli ultimi anni il nostro Pil pro-capite espresso in PPS. Sarà aumentato o, come molti sostengono, avrà subito una contrazione, soprattutto dopo l’entrata in vigore dell’euro? Proprio di questo aspetto tratteremo nell’articolo che verrà pubblicato la prossima settimana. flickr.com/MPDO1605 L Lussemburgo 271,4 Malta 75,5 Irlanda 136,6 Portogallo 75,5 Olanda 135,0 Slovacchia 71,9 Austria 123,1 Estonia 68,2 Svezia 121,5 Ungheria 68,2 Danimarca 118,7 Lituania 61,1 Regno Unito 117,2 Polonia 57,6 Germania 116,1 Lettonia 55,8 Finlandia 115,1 Romania 45,8 Belgio 113,9 Bulgaria 40,2 Francia 107,4 Stati Uniti 154,4 Spagna 103,4 Norvegia 190,2 ITALIA 100,5 Svizzera 141,6 Europa 27 100,0 Islanda 119,8 Cipro 96,4 Giappone 111,0 Grecia 93,9 Croazia 63,1 Slovenia 90,7 Turchia 45,5 Rep. Ceca 80,1 Macedonia 32,6 Didascalia Il P.I.L. Pro-capite in PPS relativo al 2008 dei 27 paesi dell’Unione Europea e di alcune nazioni extra Ue. Le parole dell’economia SICAV Acronimo di Società di Investimento a Capitale Variabile. E’ una società per azioni che ha per oggetto l’investimento del patrimonio raccolto mediante l’offerta al pubblico delle proprie azioni. Di fatto quindi si comporta come un Fondo Comune di Investimento; il sottoscrittore, però, non acquisisce quote, bensì diventa direttamente azionista della società. La caratteristica peculiare delle Sicav è la variabilità del capitale dovuta essenzialmente a due motivi: la variabilità del valore delle attività e il continuo modificarsi del numero di azioni in circolazione. Ogni sottoscrizione e rimborso, infatti, fa variare il numero delle azioni in circolazione. Ne consegue che, in ogni momento, il capitale sociale coincide con il patrimonio netto. E’ fatto divieto alle SICAV di detenere in portafoglio azioni proprie dunque i rimborsi agli azionisti vengono effettuati con il contestuale annullamento delle azioni rimborsate. Sia i Fondi di Investimento che le 13 pag ViPiù Ricchezza nell’Europa che conta di Giancarlo Marcotti 173 del28 novembre 2009 numero Hobby economia&mercati tribuiremmo ogni volta a far aumentare il Pil con le nostre spese. Qualora, però, comprassimo una yogurtiera, dopo aver sostenuto il costo iniziale, diventeremmo contemporaneamente produttori e consumatori e, di conseguenza, non contribuiremmo all’aumento del Pil, pur continuando a mangiare ottimo yogurt. Tralasciamo poi di addentrarci in quella parte di produzione di beni e servizi che illecitamente non rientra nel calcolo del Prodotto Interno Lordo. Ci limitiamo solo ad auspicare che quella fascia grigia (anzi nera) vada sempre più riducendosi, pensiamo che tutti gli italiani preferiscano vivere in un Paese in cui la legalità sia un valore. hobby pag Sicav sono Organismi di investimento collettivo del risparmio, quindi soggetti alla medesima imposizione fiscale. Il Fondo comune, però, in quanto “patrimonio autonomo” suddiviso in quote, è tenuto ad assolvere giornalmente agli obblighi fiscali mentre per quanto riguarda le Sicav, il sottoscrittore, in quanto azionista, dovrà versare l’imposta dovuta come capital gain solo al momento in cui questo si manifesta e quindi all’atto del rimborso. In Messico cresce spontanea fino a 3 metri d’altezza Da noi è diventata un classico delle feste natalizie Tutti i segreti della Poinsettia I n Messico cresce spontanea nel sottobosco, raggiungendo i 2-3 metri di altezza e viene quasi considerata una pianta infestante. Da noi invece non sarebbe Natale senza una Poinsettia (questo il suo vero nome) a decorare la casa o le tavole con le sue splendide foglie colorate e grandi. Eppure, la pianta più nota divenuta ormai simbolo delle festività natalizie è una vera e propria sconosciuta per la maggior parte delle famiglie che si accalcano nei garden e nelle fiorerie ad acquistarne di ogni misura. Non tutti ad esempio sanno che i veri fiori della Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima = E. Poinsettia) sono rotondi, minuscoli e giallastri, al centro della corona di foglie che ormai grazie alle moderne tecniche di coltivazione spaziano dal classico rosso al rosa, dal bianco al bronzo-ramato. Sono normalissime foglie verdi che modificano il loro colore per segnalare agli insetti impollinatori la presenza dei fiori. In natura esistono solo foglie (bràttee) di color rosso fuoco, ma i floricoltori hanno selezionato ormai varietà di ogni colore e aspetto, compreso l’arancio, il rosa, il crema, il variegato, per non parlare della foglia arricciata o doppia. Attenti però, sono tutte molto più delicate rispetto alla normale varietà rosso classico. Per coltivarla con successo ed evitare il dispiacere di vederla appassire in fretta nei nostri salotti, spesso così in fretta da non arrivare al pranzo di Natale, bastano piccoli accorgimenti. Posizione Tenete la vostra Stella di Natale in un luogo luminoso, ma non esposta ai raggi solari diretti. Ricordate che detesta le correnti d’aria fredda (viene dal Messico!) che la possono fare afflosciare in poche ore. Allo stesso modo il calore di un radiatore troppo vicino alla vostra pianta non ricrea certo un clima naturale adatto alla sopravvivenza. Datele un terriccio a base di torba, o uno di quei miscugli universali che si trovano ormai ovunque in commercio. Temperatura Resiste fino a 12°C e soffre oltre i 20°C sia d’inverno che d’estate (viene dal Messico, è vero, ma cresce spontanea solo nel sottobosco!). Acqua Va bagnata in abbondanza appena il terriccio in superficie si è asciugato. Non lasciatela appassire: perderà in fretta le foglie colorate. E non vaporizzatela: non ama l’acqua sul fogliame. Concimazione Va concimata con un prodotto per piante fiorite ogni 7-15 giorni durante la fioritura. Dopo la sfioritura, da aprile a settembre ogni 20-30 giorni con un prodotto per piante verdi. Pro e contro Quando porta le brattee colorate è innegabilmente molto bella, ma anche dopo la sfioritura può trasformarsi in una grande piante verde, ricca di foglie color dell’erba. L’importante è trovare la giusta collocazione, fresca, ventilata d’estate (anche all’esterno, a mezz’ombra), luminosa. Può resistere per alcuni anni. Attenti però a quando potate i rami dopo la fioritura, il suo lattice bianco è velenoso e se viene a contatto con la vostra pelle lavatevi subito con il sapone. Fate molta attenzione quindi se in casa avete bambini o animali. Può rifiorire? La Stella di Natale è una pianta fotoperiodica. Significa che viene indotta a fiorire solo quando si accorciano le giornate. Per ricreare nel periodo natalizio questo effet- to naturale dovuto alle stagioni, in settembre dovete metterla in un luogo buio, o incappucciarla con un doppio sacco in plastica nera per 14 ore al giorno in modo che non riceva un solo spiraglio di luce. Nelle restanti 10 ore esponetela bene alla luce naturale. Bagnatela con regolarità e aggiungete ogni settimana un concime ad alto contenuto di potassio e fosforo. Se sarete costanti, per Natale non vi mancherà una splendida Stella in casa. Potatura Quando la pianta perde le brattee colorate, tagliate i fusti a un’altezza di 10-30 centimetri dalla base (dipende dalla grandezza della pianta, ovviamente), bagnate un po’ meno il terreno e solo dopo una decina di giorni dalla potatura cominciate a somministrare concime per piante verdi. Malattie, parassiti e rimedi possibili Come tutte le piante, anche la Stella di Natale è soggetta a diversi tipi di malattie e attacchi parassitari. Ma ciò che più spesso vi troverete ad osservare è che sulle foglie della vostra splendida pianta sono comparse macchie grigie e la foglia ancora umida si arriccia per poi cadere. Avete semplicemente dato troppo acqua e l’unico rimedio è sospendere in tempo le annaffiature, anche per una settimana. Se le macchie diventano subito nere e se alla base del fusto notate la comparsa di un’altra macchia nera, significa che l’eccesso di acqua ha già favorito lo sviluppo di un fungo che attacca le radici o i vasi linfatici. Bisogna eliminare la pianta. Se le foglie appassiscono senza altri sintomi e alcune ingialliscono e cadono, la pianta ha sete: aumentate la quantità o la frequenza dell’irrigazione, senza rischiare però di causare il problema opposto. flickr.com/caccamo numero Se volete un albero vero, mettetelo al posto giusto I n dicembre è popolarissimo in tutte le case, in gennaio in tutte le discariche o nei cassonetti. Qualcuno mette a tacere i sensi di colpa portandolo indietro dove l’ha comperato, visto che ultimamente molti centri promettono che almeno il suo legno verrà riciclato. Qualcun altro pensa di far meglio piantandolo nel giardino sotto casa, magari troppo vicino al muro di confine o sotto la chioma di altri alberi, dove non troverà mai spazio per sviluppare la sua natura. La verità è che l’Abete rosso o peccio (Picea Excelsa) non è fatto per stare all’interno di una casa, e a dire il vero non si trova poi così bene nemmeno all’aperto se è in una città di pianura. Viene da altri climi ed è abituato a respirare aria sana. Se potete acquistate l’albero un mese prima del Natale da un vivaista serio, controllando che si tratti di una pianta in buona salute, con radici ben sviluppate nella zolla di terra. Piante prive di radici o con radici mozzate hanno un solo scopo: il mercato dell’usa e getta. Quando arrivate a casa ponetelo in un vaso di misura adeguata, con terriccio torboso così come lo avrebbe nei boschi in montagna, e bagnatelo bene. Lasciatelo riposare all’aperto per i primi giorni, mantenendo umido il terriccio senza inzupparlo. Una settimana prima del Natale l’albero andrebbe trasferito in un locale non riscaldato, come il pianerottolo o una veranda chiusa e ben illuminata, per prepararlo gradatamente al clima che troverà poi in casa. Il giorno della Vigilia lo si sposata in casa, scegliendo una posizione lontana da fonti di calore e con molta luce. In casa la pianta avrà maggior bisogno d’acqua. Passata l’Epifania ripercorrete il processo all’inverso, passando dalla casa alla veranda chiusa, al giardino. Solo in febbraio o ai primi di marzo potete trapiantarlo, ma scegliete una posizione che si addica ad un albero destinato a vivere a lungo, diventare molto alto e con una chioma che per quanto conica tenderà comunque ad espandersi. Marco Riatti costruire il verde www.riatti.net [email protected] flickr.com/UK in Italy economia&mercati cultura cultura 173 del28 novembre 2009 pag14 numero ViPiù cultura Piccoli detective a caccia di fantasmi Librerie in libertà Un libro ambientato nella scuola elementare Zanella ai tempi della seconda guerra mondiale, racconta di cunicoli polverosi, tesori nascosti e bambini scomparsi Un’avventura bella come i libri di una volta Un Manifesto per chi legge F Mercato asfittico Il punto di partenza è il mercato del libro in Italia. Un mercato “estremamente ridotto”, visto che secondo le statistiche circa il 40 per cento della popolazione con più di 6 anni di età non legge nemmeno un libro in un anno. Del restante 60 per cento, la maggior parte si limita ad un libro ogni uno-due mesi, mentre il numero di acquirenti e lettori abituali, cioè di chi legge almeno un libro al mese, è decisamente più basso. “Con tutto il beneficio di inventario che possiamo concedere alle statistiche, il mercato è asfittico”, commenta Galla. E in questa situazione le librerie indipendenti, cioè quelle che non sono legate né a grandi gruppi editoriali (come la Mondadori o la Giunti, per fare un paio di esempi) né alle catene della grande distribuzione organizzata, hanno progressivamente perso terreno. Hanno visto ridursi costantemente la loro quota di mercato, scendendo per la prima volta sotto il 50 per cento del totale, e spesso sono state costrette a decisioni drastiche. “A volte la libreria indipendente sopravvive a stento - si legge nel manifesto -, sempre più spesso abbassa definitivamente la serranda. Gli esempi sono numerosissimi in tutta Italia. Si sta assistendo ad una vera e propria desertificazione culturale, con larghe zone della provincia italiana totalmente prive di librerie, laddove storicamente avevano svolto un ruolo fondamentale di servizio alle famiglie”. Le cause I motivi sono facilmente intuibili. Le librerie dei grandi gruppi o della grande distribuzione hanno un potere di acquisto che nessun libraio può avere (la Mondadori ha circa trecento punti vendita in Italia, la Giunti duecento, Feltrinelli un centinaio), e questo consente margini di guadagno molto più ampi. Se a questo si aggiunge la sostanziale deregulation del prezzo di vendita, che si traduce in una guerra all’ultimo sconto, il quadro è ancora più chiaro. Tanto più che il libro è forse l’unica “merce” in cui il prezzo di vendita è fissato dal produttore, con gruppi industriali che sono al tempo stesso editori, distributori e venditori. “Le catene editoriali e la grande distribuzione - continua il documento - possono oggi permettersi di contaminare il sempre più aggressivo mercato del libro con i loro meccanismi di sconto seducenti, causando irresolubili problemi di sopravvivenza per le piccole e medie librerie. Ciò è dovuto ad un clamoroso vuoto legislativo”. La legge Per uscire da questa situazione l’Associazione librai punta proprio sulla legge. Rispolverando una proposta già depositata nel corso della passata legislatura, e prendendo spunto da altre nazioni europee, ad esempio la Francia che ha da tempo imboccato con successo questa strada. In sostanza la richiesta è di fissare, per legge, appunto, un tetto massimo del 15 per cento per gli sconti sul prezzo di copertina. “Quello che deve essere chiaro - riprende Galla - è che non si tratta di una legge protezionistica a favore di una specie in via di estinzione. Il risultato della situazione attuale è l’impoverimento culturale. Con un meccanismo di questo tipo, invece, ci potrebbero essere vantaggi per tutti: per la grande distribuzione, che acquistando a prezzi inferiori avrebbe margini di guadagno più alti, ma anche per le piccole librerie, che avrebbero la possibilità di sopravvivere”. E non solo. Giustamente, il Manifesto ricorda che il ruolo delle librerie indipendenti - fatto di esperienza, competenza, servizio al cliente e vasta possibilità di scelta - va a vantaggio dei lettori, degli autori (“Per assurdo, potremmo dire a chi pubblica per i grandi gruppi, come potrebbe essere un Bruno Vespa, che non vendiamo più il suo libro: non ci guadagnerebbe certo”, osserva Galla) e degli stessi editori. “Piccoli, medi, grandi: senza una vostra catena di librerie quanto andrete lontani? - si chiede il Manifesto -. Quando il mercato sarà tutto o quasi in mano a due o tre soggetti, che forza contrattuale avrete per dare visibilità ai vostri titoli e per non subire condizioni commerciali penalizzanti?”. I prezzi Oltretutto, un’iniziativa di questo genere potrebbe avere anche la conseguenza di porre un freno all’impennata dei prezzi che c’è stata negli ultimi anni, alimentata proprio dalla politica dello sconto flickr.com/Ranoush e siete tra quelli che in una libreria potrebbero passarci ore, a curiosare tra le novità, a sfogliare libri di cui non immaginavate nemmeno l’esistenza o a scambiare opinioni con il libraio di fiducia, bene: presto potreste essere chiamati a dire la vostra. Se siete di quelli che in libreria invece ci mettono piede solo per i regali di Natale o quando avete bisogno di un manuale, lo stesso. Perché tra circa un mese, o al massimo dopo le festività natalizie, dovrebbe partire anche nella nostra città la raccolta firme a sostegno dell’iniziativa lanciata dall’Associazione dei librai italiani, che qualche settimana fa ha presentato il Manifesto “Una legge per chi legge”. Obiettivo: sollecitare il Parlamento ad approvare una legge a tutela del mercato del libro e in particolare, grazie ad una limitazione degli sconti selvaggi sul prezzo di copertina, a tutela delle librerie indipendenti. Nel direttivo nazionale dell’associazione sono presenti due vicentini. Il vicepresidente vicario Alberto Galla, della storica libreria di piazza Castello, e Giuseppe Traverso, della libreria Traverso. Ed è proprio Galla a spiegare i contenuti dell’iniziativa. “È una storia lunga - racconta - sarà 15 anni che ci stiamo lavorando”. sfrenato (semplificando, il meccanismo funziona così: si gonfia il prezzo di copertina, per poi proporre il libro con degli sconti super). . E che i librai hanno in gran parte subito. “Va ricordato sempre che non siamo noi a determinare il prezzo - spiega Galla -. Effettivamente prima dell’euro un tascabile costava 8 o 9 mila lire, adesso è difficile trovarlo a meno di 10 euro. Le novità sono tra i 18 e i 19 euro, quando prima costavano sulle 25 mila lire. I prezzi, a volte, sono alti; in alcuni casi vergognosamente alti”. In Francia, invece, dove lo sconto massimo consentito per legge è del 5 per cento, non è andata così, e non c’è stata quella corsa al rialzo che si è vista dalle nostre parti. “Studi approfonditi e ben documentati - conclude il documento - evidenziano con chiarezza che la regolamentazione dell’offerta di sconto sul prezzo di copertina contribuisce a mantenere stabile il prezzo dei libri. In Francia, grazie alla legge sul prezzo fisso, le librerie indipendenti sono cresciute di oltre il 30 per cento, con conseguente aumento dei lettori”. E adesso la parola passa proprio ai lettori. E al Parlamento. L.M. antasmi si aggirano per i sotterranei della Scuola Elementare “G. Zanella”, le ombre dolenti e ingiustamente dimenticate di quanti, adulti ma anche bambini, vi si rifugiarono durante gli anni della guerra e le ore dei bombardamenti, ascoltando di fuori il fischio e il rombo delle bombe, chiedendosi se, quando fossero usciti, avrebbero ritrovato la loro casa, e magari anche i loro parenti, sperando comunque che una di quelle non colpisse mai proprio la scuola, per non dover verificare di persona se davvero quei cunicoli erano così resistenti come gli avevano detto. Ed anche nelle aule c’è una ‘presenza’: quella di un vecchio - tanto vecchio - ex allievo, un signore mite, elegante e gentile, che a novantacinque anni, alcuni mesi fa - solo pochi giorni prima di morire - ha voluto rivedere i corridoi della sua infanzia e la vecchia casa, confinante con la scuola, in cui aveva abitato, per portar via con sé un ultimo ricordo, ma anche per lasciare qualcosa di sé e della sua lunga esistenza ai bambini ed alla scuola che l’aveva visto crescere. A tutti costoro ha voluto ridar vita e parola Massimiliano Giugni, padre di due bambine entrambe allieve di questa scuola e scrittore vicentino già noto alle cronache (giudiziarie …) per tre libri gialli pubblicati negli anni scorsi, più un libro per ragazzi. Oltre a quella di scrittore, Giugni ha anche un’identità segreta, quella di Consulente Aziendale, grazie alla quale ha già causato la rovina di numerose aziende del vicentino e non solo (credevate che la Crisi avesse avuto origine dai mutui delle case negli Stati Uniti? Tutto sbagliato: cominciò tutto in quell’ufficetto vicentino …). Forse per farsi perdonare, con questo suo nuovo libro, “Le piccole indagini della Seconda A”, Giugni ha voluto regalarci una storia bellissima, fitta di cunicoli polverosi, di scatole del tesoro, di bambini perduti e ritrovati, di misteri da svelare, che non fa rimpiangere le storie ‘di avventure’ che leggevamo da ragazzi. C’è tutto il nostro passato, in questa storia: la guerra, gli sfollati, i bombardamenti, i ricordi. Anche quelli, appunto, del vecchio Antonio Zanella, che prima di andarsene ha voluto tornare a cercare se stesso nei luoghi e addirittura nelle stanze che lo avevano visto bambino. C’è anche, e vorrei dire principalmente, un’affettuosa ricerca di ‘radici’, offerta non solo e non tanto a noi adulti quanto soprattutto ai nostri bambini, a volte spinti troppo affannosamente verso un futuro mirabolante ma indefinito, e che giusto per questo rischiano troppo spesso di rimanere senza un passato con cui confrontarsi, e nel quale individuare le proprie origini. Tanto più bella la storia di Giugni in quanto evita come la peste quella melensaggine che pare spesso inevitabile quando si scrive di e per bambini (ma è possibile scrivere ‘per’ i bambini? Io, personalmente, non lo credo affatto. Lo scrittore è ‘solo’ scrittore), regalandoci invece una prosa colta ed elegante, ma piena di ironia e - dote rarissima - di Sculture e disegni metafisici la spiritualità di Zanotto e Nara L flickr.com/Guillermo Tomoyose flickr.com/the bbp L’Associazione librai italiani lancia il progetto “Una legge per chi legge” Un’iniziativa a tutela del mercato del libro e delle librerie indipendenti Per porre un freno alla concorrenza sfrenata di grandi catene e supermercati S 1723 del28 novembre 2009 pag15 numero a mostra ARIA, di Toyomi Nara e Dania Zanotto che verrà inaugurata con la presenza delle due artiste sabato 28 novembre alle 18.30 presso la galleria Yvonneartecontemporane, apre una nuova linea della galleria che esplorerà una fascia di giovani artisti nazionali e internazionali che hanno almeno un decennio di attività documentata alle spalle e che operano coniugando ricerca estetica e concettuale. Le due artiste rientrano appieno in quest'ottica e la rappresentano, sia per una componente visiva leggera e accattivante sia per l'articolata riflessione attorno alla macrotematica della spiritualità. La giapponese Toyomi Nara, laureata all’Accademia di Belle Arti presso l'Università Junshin di Tokyo, crea delle composizioni narrative con pigmenti vegetali su carta di riso intelaiata e dipinte con un'antica e riflessiva tecnica utilizzata in Giappone tra il XIV e il XIX secolo. I soggetti sono spesso dei bambini stilizzati, volutamente infantili, e che attraverso il loro essere candidi, privi di filtri e retaggi culturali, entrano direttamente in contatto con una dimensione divina e metafisica. Questa non può essere rappresentata, ma si intravede negli sfondi impalpabili e resi iridescenti dalla polvere di madreperla in cui le figure sembrano galleggiare senza punti di appoggio. La scultrice Dania Zanotto, che nel corso degli ultimi anni è stata selezionata in alcuni dei più importanti premi nazionali, crea complesse installazioni site specific in cui vengono ricostruiti abiti in dimensioni ingigantite attinenti alle religioni. I vestiti, vuoti e appesi, che ricordano le vesti che alcune tribù siberiane lasciavano sugli alberi, sono irrigiditi nella resina che li lascia in una forma piena come se contenessero un corpo invisibile. In questo modo diventano simboli e scrigni di anime, involucri di spiritualità. Allo stesso tempo, però, sono una testimonianza di riflessione su quelle società dove l'organigramma sociale e quello del culto si confondono in un unico sistema e dove l'uniforme religiosa assume un suo potere a prescindere dalla componente umana e da quella divina. |Toyomi Nara, “La testa su, le gambe giù e la pancia libera” autoironia (se le mie lodi vi sembrano eccessive, abbiate pazienza, ma ho concordato con Giugni, in cambio, un sostanzioso bonifico sul mio conto alle Cayman, e devo pur guadagnarmelo). Il libro - disponibile in tutte le librerie della catena Galla - verrà presentato giovedì 3 dicembre, presso l’Aula Magna dell’Istituto Rossi, alle ore 18.00. Ci saranno i bambini, ispiratori della storia ed attori delle avventure, ci saremo noi maestri, benevolmente tirati dentro all’impresa, ci sarà la figlia di Antonio Zanella, a portare ancora una volta la voce del padre. E ci saranno tutti quelli di voi che vorranno condividere con noi questo piacere. Una sola avvertenza. Troverete tutto questo, nelle “Piccole indagini della Seconda A”, tutto meno i sorrisi, le voci e la gioia di vivere dei nostri meravigliosi bambini. Privilegio, questo, dei loro genitori, che se li godono ogni giorno, e anche nostro, cui il destino ha regalato quello che è - ne sono assolutamente convinto - il più bel mestiere del mondo (a volte penso che sia così bello che non dovrebbero nemmeno pagarci per farlo, ma non lo dico mai, perché se mi sente Brunetta potrebbe anche prendermi sul serio). Detto ciò, vi aspettiamo numerosi! Giuliano Corà Insegnante della Scuola “G. Zanella” Soggiu e La Vaccara una vetrina in Basilica Il piemontese Mauro Soggiu e il siciliano Filippo La Vaccara saranno i protagonisti della quarta e ultima esposizione di "Osservatorio", il progetto che, in attesa della riapertura della Basilica Palladiana, intende dare un segnale di "lavori in corso" direttamente dall'interno dell'edificio. Da sabato 28 novembre, quindi, nel loggiato della Basilica, saranno allestite una decina di vetrine come se fossero le bacheche di un piccolo museo sotto vetro: si tratta di una sorta di mostra en petit che prevede una sezione dedicata alla pittura con i dipinti di Soggiu ("Osservatorio#1") e una dedicata alla scultura e all'installazione con le opere di La Vaccara ("Osservatorio#2"). "Osservatorio#1" presenta alcuni dipinti realizzati durante i soggiorni newyorkesi di Soggiu, che da alcuni anni vive regolarmente negli Stati Uniti, humus culturale che l’ha portato a riflettere sulla società d’oltreoceano e sullo sfrenato consumismo che la caratterizza, di cui mette a nudo le nevrosi (le pillole o gli alimenti che ricorrono spesso nei quadri alludono all’ossessione alimentare e all’abuso di farmaci da parte degli americani). Ogni immagine vive nata da se stessa, per consistenza, per stratificazione. Tutt’intorno degli arcobaleni concentrici, un “colore ovale” dalle tinte vivaci e nitide che sembra voler ipnotizzare lo spettatore, risucchiandolo all’interno del quadro. "Osser vator io#2" propone la personale “Magic Windows”. Magico, immaginifico, fantastico, fiabesco sono aggettivi che ben si attagliano a descrivere la poetica di Filippo La Vaccara, le cui opere sono vere e proprie apparizioni che prendono forma di animali o di persone, in un’atmosfera ovattata e assurda. In mostra alcune recenti sculture in cartapesta che sono metafora della condizione umana; sculture leggere, quasi inconsistenti, che mettono in evidenza il proprio aspetto artigianale, quel “fatto a mano” che esprime una naïveté sempre, profondamente, intellettualizzata. L'esposizione sarà visibile al pubblico fino al 17 gennaio. | A sinistra “Digestibile”, di Mauro Soggiu. Sopra un’opera di La Vaccara movida 173 del28 novembre 2009 pag16 ViPiù movida Lo storico locale di corso San Felice propone 20 concerti in 30 giorni Musica di tutti i generi, rigorosamente gratis “Per chiudere in bellezza un 2009 particolarmente fortunato” 3 0 giorni, 20 serate di musica dal vivo. Un locale dove, per un mese intero, si ha una probabilità del 66,66%, ogni sera, di imbattersi in una energetica schitarrata rock, un allegro riff folk o un ossessivo house beat. Rigorosamente gratis e senza obbligo di consumazione. È quanto promette il cartellone dicembrino del Bar Sartea, a mo’ di regalo natalizio anticipato per clienti affezionati e non. «Vogliamo chiudere in bellezza un 2009 particolarmente fortunato, durante il quale abbiamo riaffermato il ruolo centrale del locale a suon di musica live» spiega Nicola Peserico, giovane socio che da quest’anno affianca il più “esperto” Luca Campana (in forze al Sartea dal 2003). Un primato cittadino stabilito negli anni dalle precedenti gestioni (Julien prima e Ruggero poi), di cui Luca e Nicola hanno felicemente raccolto il testimone. Rilanciando con generosità ed entusiasmo. «Anche grazie a numerose collaborazioni per la direzione artistica». Dax, resident dj al locale di corso S. felice, per la parte elettronica e i djset; la Occasional Disaster Booking di Albe ed Enri per i live punk rock con ospiti esteri; gli stessi Luca e Nicola, grandi divoratori di musica, per le band nostrane, assieme ai ragazzi della Black Nutria, label vicentina appena salita a bordo dello staff Sartea. Con due regole fondamentali: scegliere proposte musicali di qualità e mai buttare date a caso. «Organizzare una programmazione live che sia sostenibile economicamente non è semplice - confessa Nicola - ma un fattore vincente è dare al pubblico continuità di genere in giorni fissi». Ed infatti ci hanno fidelizzati e conquistati con i djset del martedì, i concerti rockettari del giovedì, i live “a sorpresa” di sabati e domeniche. Facendo centro (quasi) ogni volta. Perché il Sartea ha un nome conclamato, una clientela cittadina abituale, di tutte le età, e molti avventori occasionali, anche da fuori città. Che accoglie con proposte musicali a 360 gradi in un’atmosfera unica - arredi in legno, luci soffuse e vetri piombati in stile liberty - senza mai imporre il pagamento di un ticket all’ingresso. «Piuttosto mi sveno e faccio una data in perdita» sentenzia Nicola. Insomma, una nostrana isola felice per gli amanti - anche squattrinati - della musica live, dove i musicisti della zona fanno a gara Ragazzi soli Bambini e adulti cercano una salvezza tanto vicina quanto impossibile Un capolavoro intimo sulla solitudine Boy A (2007) non è arrivato nelle sale, ma merita il noleggio di Giuliano Corà Gli appuntamenti per suonare, come a ricevere una sorta di consacrazione (anche perché l’impianto audio, rinnovato lo scorso anno, funziona a dovere). E chi gira a concerti sa quanto sia importante l’umore di chi sta sopra al palco per la buona riuscita della serata. Ben venga quindi il piede sull’acceleratore che i due gestori pigeranno nel prossimo mese. Con un cartellone fitto e vario, di due concerti ogni tre sere, appunto. Tra i quali si segnalano il tuffo negli anni ’50 con Morris & The Magicals domenica 6, il sound hard core degli Strange Corner sabato 12, il rock alternativo dei Polar for the Masses giovedì 17, la serata dedicata alle icone del rock, da Lennon a Morrison, organizzata dallo staff di Sound & Vision per sabato 19, il concerto pop-bossanova di Kicca e Intrigo lunedì 21, l’immancabile appuntamento con la Family House la sera della Vigilia (quando le danze proseguiranno fino alle 3 del mattino, visto che a Natale anche i vigili sono più buoni…), un 25 dicembre insolitamente folk con l’Osteria Popolare Berica, lo stoner rock dei Forty Moostachy lunedì 28 e un martedì 29 all’insegna del dubstep, con dj set di Lady Gisa, Franky Suleman e Lish Mc. Per annotare diligentemente tutte e 20 le date, www.sartea.it - www. myspace.com/barsartea. | Alcune serate al Sartea. In alto a sinistra, un concerto di Chicca Andriollo con la sua band 173 del28 novembre 2009 pag17 numero Popcorn Un dicembre a tutto Sartea di Francesca Danda movida numero sabato 28 KOBAYASHI Nuovo Bar Astra - contrà Barche 14, ore 19 Concerto aperitivo - musica indie rock da Carrara - a seguire dj set di Memorylostproject Free entry sabato 28 SILVERADIO Osteria Miles Davis - strada di Polegge 114, ore 22 Concerto scatenato tra glam, garage e rock’n’roll Free entry sabato 28 PAOLO BENVEGNU’ + YOUR SHINE CSC Centro Stabile di Cultura - via Val Leogra (San Vito di Leguzzano), ore 22.30 Concerto di presentazione del nuovo Ep “500”del cantautore + set acustico Riservato soci CSC sabato 28 KANI + THE SADE Totem Club - via Vecchia Ferriera 135, ore 23 Concerto fast&furious rock’n’roll + concerto fetish speed rock - a seguire djset Ticket (5 euro prima delle 23) domenica 29 METROSCHIFTER + DEVOTION Bar Sartea - corso Ss. Felice e Fortunato 362, ore 21 Disaster Week Festival - evento speciale: concerto punk rock dello storico gruppo americano + concerto punk metal Free entry domenica 29 SMAKO AKUSTIKO + MARONI E VIN NOVO Sabotage Bar - viale dell’Industria 12, ore 22 Concerto prog rock acustico minimale - si comincia già alle 18.30 con vino e maroni a volontà Free entry mercoledì 2 ELIOT ZIGMUND QUARTET Panic Jazz Club - piazza degli Scacchi (Marostica), ore 22 Concerto di musica jazz con Eliot Zigmund (drums), Chris Cheek (sax), Lorenzo Conte (bass), Frank Lo Crasto (piano) Free entry giovedì 3 LEADERS OFF + BAD BLACK SHEEP Bar Sartea - corso Ss. Felice e Fortunato 362, ore 21 Disaster Week Festival -concerto guitar rock dalla Svezia + concerto alternative rock Free entry giovedì 3 VALIENT THORR + POSTAL MARKET BABIES Sabotage Bar - viale dell’Industria 12, ore 22 Concerto death-punk-metal-roll dagli Usa + concerto hard core Ticket (5 euro) venerdì 4 VODOO TONGUE Nelson Pub - strada di Saviabona 4, ore 22 Concerto tributo ai Rolling Stones Free entry J ames ha dieci anni, ed è solo. Solo di fronte al dolore autoreferenziale di una madre che sta morendo di cancro, e che ha cacciato il mondo intero fuori dalla porta della sua stanza. Solo di fronte ad un padre che consuma le sue giornate in poltrona davanti alla TV, a nutrire il suo rancore contro il destino. Solo a scuola, dove la sua personale solitudine si erge a muro nei confronti degli altri e diventa alienazione, isolamento, quasi follia. Così, una mattina, James decide che quel mondo non gli interessa, e marina la scuola. Suo compagno di vagabondaggio è Philip, un coetaneo solo come lui, devastato da un dolore interiore che poco per volta si svelerà, e che gli ha ucci- Suo Virgilio in un mondo che gli è sconosciuto è Terry, assistente sociale, ma anche padre, fratello maggiore, famiglia. Poco per volta, Terry aiuta Jack a ‘rinascere’, a trovare un lavoro, degli amici, perfino un amore. Ma Terry non è perfetto. Salva le vite degli altri, ma non ha saputo tenere insieme la propria, e suo figlio, della stessa età dei ragazzi che lui aiuta, gli rimprovera con astio il fallimento del suo matrimonio, e implicitamente della sua esistenza. Per quel peccato di Terry, suo figlio gli imporrà un’atroce penitenza, e la vittima sacrificale e sacrificata sarà Jack, che improvvisamente si troverà nudo di fronte al mondo, dove tutti ora lo riconoscono e gridano alta la sua colpa. Una pena, questa volta, impossibile da sopportare, che lo porterà all’autodistruzione. Boy ‘A’ è un capolavoro, un lungo, intimo e dispe- rato poema sulla solitudine, sul peccato e sull’impossibilità della redenzione. Crowley racconta con straziante semplicità la storia di uomini e ragazzi tutti alla ricerca di una salvezza che appare tanto vicina quanto impossibile ed irraggiungibile. Limpidi sono lo stile e la fotografia, che tanto ricordano quella di un’altra magnifica storia di solitudini, Bubble (S. Soderberg, USA, 2005), essenziale, quasi inesistente la colonna sonora, fatta di pochi accordi taglienti che segnano i gradini della breve vita di jack. Mai arrivato nelle sale, un bellissimo film che può essere ora scoperto a noleggio. Boy A, J. Crowley, GB, 2007 La Grande Guerra sul fronte isontino Sul comodino La vita e la morte di molti soldati italiani tra il 1915 e il 1919 viste dallo studioso inglese Mark Thompson venerdì 4 BLAKE Birreria Timonchio - via Roma 43 (Villaverla), ore 22 Concerto tributo ai Pearl Jam Free entry venerdì 4 DENTE FULL BAND + MASSIMO DANIELI SOULSHIFT CSC Centro Stabile di Cultura - via Val Leogra (San Vito di Leguzzano), ore 22.30 Concerto pop stralunato del cantautore + concerto indie rock Riservato soci CSC so l’anima. Insieme trascorrono una lunga giornata vagabondando nella periferia di Manchester, tra piccoli atti di teppismo e stupide ed inutili crudeltà, ma anche tra confessioni e paure. È un mondo freddo e senza amore, quello che i due bambini incontrano, e certo non è fatto per dar loro il calore e l’aiuto di cui hanno bisogno. Così, un banale incidente, una piccola rabbia, si trasformano in uno stupido e inutile assassinio. I due vengono condannati a essere rinchiusi “per quanto la legge potrà rinchiuderli”, perché “sono malvagi”, e Philip pagherà con la vita, ammazzato in riformatorio da altri disperati come lui. James, invece, passa in quel carcere quattordici anni. Quando lo rivediamo ha cambiato nome, è diventato Jack. Ha cambiato anche vita, e storia: ora fa parte di un programma di recupero totale. di Giovanni Magalotti M ark Thompson è uno studioso che vive e lavora a Oxford. Era noto da noi finora per le sue traduzioni in inglese dell’opera dei triestini Umberto Saba e Claudio Magris e per le corrispondenze di guerra dal Kosovo, oltre che per la collaborazione con la missione ONU in quell’area. Conosce bene l’Italia nella sua storia e nel suo patrimonio culturale, con spiccata attenzione verso il Veneto orientale e le sue contiguità balcaniche. Il suo volume storico “La guerra bianca. Vita e morte sul fronte italiano 1915-19” uscito in questi giorni per i tipi del Saggiatore, riflette stilisticamente questo profilo. L’attenzione è rivolta proporzionalmente più alla parte isontina del fronte della prima guerra mondiale, con le cosiddette undici “battaglie dell’Isonzo”, che agli altri teatri di guerra certamente non meno cruenti, quali l’Altopiano di Asiago, il Pasubio, il Grappa, il Montello. Delle vicende descritte Thompson conosce però a menadito lo scenario ambienta- le, le caratteristiche fisiche, i profili orografici, le durezze calcaree, la realtà greve delle trincee, di cui riesce a comunicare talora, attraverso la scrittura, una percezione sensitiva. Per il resto “La guerra bianca” è un libro che rovescia le retoriche della guerra in generale, e in particolare il “mito” di questa guerra, che fu gloriosa solo nei resoconti dei giornali del tempo (come quelli di Luigi Barzini sul “Corriere della Sera”) e nella propaganda ideologica. In realtà il fronte italiano, più di tutti gli altri, fu statisticamente cruento, anche a causa degli errori strategici e delle miopie delle gerarchie mi- litari. L’Italia da sola ha avuto quasi settecentomila caduti e oltre un milione di feriti. Un capitolo a parte è quello delle rappresaglie e delle decimazioni interne, a cui l’autore dedica un intero capitolo che è tra i più penosi e ripugnanti, in modo speciale per il lettore di oggi istruito nella cultura dei diritti umani. “Dopo la guerra, il procuratore generale militare italiano, responsabile della condotta dei tribunali militari, decretò - riferisce Thompson - che la maggior parte delle direttive di Cadorna in materia di giustizia militare era illegittima”. Senza potere ormai, ovviamente, restituire vita e giustizia a coloro cui era stata tolta. Mark Thompson, La guerra bianca. Vita e morte sul fronte italiano, Il Saggiatore, pp. 502, € 22 salute 173 del28 novembre 2009 numero 18 tecnologia pag ViPiù ViPiù Si scrive Voip, Non solo dieta Guida alla corretta nutrizione flickr.com/dags 1974 flickr.com/floodkoff flickr.com/Ed Yourdon i sono molti modi per perdere qualche chilo di peso, e non tutti sono ugualmente indicati. Ecco perché bisogna tenere presenti alcune distinzioni di base, come quella tra massa magra e massa grassa. La Massa Magra o LBM (dall'inglese Lean Body Mass) rappresenta tutto ciò che resta dell'organismo dopo averlo privato del grasso di deposito (tessuto adiposo). Per massa magra si intende la parte di massa (peso) di un organismo costituita da sostanze non lipidiche (ac- qua, proteine, minerali, glucidi) del peso corporeo. Si esprime in percentuale quando è intesa come riferimento rispetto al peso complessivo dell'organismo, escludendo la massa grassa. La Massa Grassa o FM (dall'inglese Fat Mass) rappresenta la quantità totale di lipidi estraibili dal corpo umano (grasso primario + grasso di deposito). Per massa grassa si intende la parte di massa (peso) di un organismo costituita dall'organo adiposo, ovvero dal grasso corporeo. di Marco Milioni T elefonare attraverso la rete è una pratica ormai diffusa, comoda e che permette di abbassare parecchio i costi. Soprattutto se i nostri interlocutori sono all’estero. Gli specialisti definiscono questa modalità con la sigla VOIP, acronimo inglese che sta per “voce mediante internet-protocollo”. Per l’utente medio però VOIP è sinonimo di Skype. Il colosso Su che cosa siano Skype, il VOIP, con tutti gli annessi e i connessi rimando alla solita pagina di Wikipedia. Cito solo qualche dato. Skype conta in giro per il mondo ben 300 milioni di utenti. Di più, il colosso fondato dal finlandese Niki Zennström (classe 1966) e dall’enfant prodige danese Janus Friis (classe 1976) è stato recentemente venduto alla multinazionale Ebay per 2,6 miliardi dollari. Quest’ultima a sua volta ha ceduto il 65% delle quote al fondo speculativo californiano Silver Lake Partners entrando così (si vocifera nel web), nell’orbita della Goldman Sachs, la più grande e più chiacchierata banca d’affari al mondo. Il che ha attirato le antipatie dei pionieri Skype della prima ora, refrattari quasi per definizione alla grande finanza. Utente tipo Ad ogni buon conto all’utente tipo interessa sapere che Skype è un software proprietario scaricabile e fruibile. Oltre alle telefonate via web, il programma consente di inviare messaggi ed allegati. Consente anche tra utente ed utente una comunicazione via chat. Di base per fruire del servizio fornito da Skype è necessario avere un indirizzo e-mail, un computer dotato di una buona connessione alla rete, di scheda e casse audio e di un microfono. Per la comunicazione vocale in alternativa è possibile usare una cuffietta specifica dotata di microfono (costo dai tre euro in su) da inserire nell’ingresso audio dedicato sul pc. Alternativa ulteriore (la più comoda dal mio punto di vista) è l’acquisto di un telefonino Skype collegabile al PC via USB. L’apparecchio lo si trova a 15-20 euro come prezzo di partenza e ha il vantaggio di ridurre di molto l’eco fastidiosa generata dalle casse del PC o dalle cuffie (assai meno in questo caso per vero). Telefonare La classica telefonata Skype è quella che avviene tra due utenti già iscritti. Questa telefonata è assolutamente gratuita. Ovviamente quando si usa Skype ogni utente è contrassegnato da un identificativo personale che è già nella lista dei contatti o che può essere cercato nel database che Skype mette a disposizione degli utenti. Molto più convenzionalmente, se si è a conoscenza che un nostro amico ha un account Skype basta farselo dire e il gioco è fatto. Installazione L’installazione di Skype non è particolarmente complessa. Dopo avere scaricato il programma dal sito e completato l’installazione medesima, Skype esegue una chiamata di prova per testare il sistema. Molte altre informazioni sono reperibili sul sito di Skype (www.skype.com). Quest’ultimo è chiaro nella veste grafica, ma molto confuso nella strutturazione logica dei contenuti. Quindi preparatevi a qualche improperio di troppo se vi perdete tra offerte, tariffe, negozi e offerte avanzate. Attenzione Una volta installato Skype però bisogna fare attenzione perché il programma è architettato per aprire, alla bisogna, la porta principale del vostro sistema, proprio relativamente alla ricezione e all’invio dei dati via internet. Quindi, dalla stessa porta possono entrare trojan e virus. Buona cosa quindi è dotarsi di un antivirus efficace. I pericoli possono essere alti se il sistema operativo è della famiglia Microsoft. Calano di molto se il sistema operativo è della famiglia Mac o ancor di più se ci si affida a “Linux et similia”. Possibilità Skype ovviamente non è appannaggio dei soli utenti privati. Anzi le piccole aziende, nonché artigiani e liberi professionisti, come pure i condomìni possono essere ben agevolati passando al VOIP. In linea di massima l’affidarsi ad uno specialista può risultare assai utile per evitare complicazioni; flickr.com/re-ality ma va fatta una corretta analisi tra costi e benefici. Il caso tipico è quello dello studio associato o del laboratorio diviso tra più attività. Si può acquistare un accesso adsl di tipo flat, magari senza utenza telefonica. La connessione può essere tranquillamente ripartita tra più PC. Per la fonìa si può acquistare un altro accesso adsl, esclusivamente dedicato alla sola connessione dati. Con l’aiuto di un pc, magari portatile, si può configurare la connessione collegandola stabilmente ad un normalissimo router wireless (dotato di almeno una porta usb) al quale poi si collegheranno via wi-fi o con normalissimi cavi usb i telefoni predisposti per Skype. Tra questi anche i cellulari dotati di scheda wi-fi interna sui quali sia possibile installare programmini di “voipcalling” come Fring. Ogni singolo utente poi (e gli utenti possono essere tranquillamente una dozzina se non di più), a seconda delle sue esigenze, potrà sottoscrivere con Skype il suo account, scegliendo le tariffe ricaricabili, gli abbonamenti o addirittura un numero fisso con il quale essere contattati da un normale cellulare o fisso. Risultato: niente bollette Telecom e costi sotto controllo (si paga quanto si telefona: unica eccezione il pagamento delle sole spese fisse del contratto di connessione: da ripartire ovviamente tra gli utilizzatori, con risparmi facilmente calcolabili). I rischi Va spiegato che la necessità di avere una linea dati esclusivamente flickr.com/mujitra flickr.com/anasartelli Telefonare attraverso la rete può consentire notevoli risparmi Ecco le possibilità, i programmi e i rischi di un’alternativa a disposizione di privati e aziende Massa magra e massa grassa L’importante è cosa si perde C flickr.com/re-ality flickr.com/teammarche scolare, metabolismo basale, andi conseguenza di quella muscogolo di fase e indice di benessere. lare. Grazie all’analisi qualitativa e La perdita della massa magra diquantitativa della massa corporea minuisce ulteriormente il metaboognuno può ritrovare il peso idelismo basale, ossia la capacità del ale attraverso una dieta bilancianostro corpo di produrre energia ta, ma soprattutto monitorare nel consumando i grassi con il risultempo se la perdita tato di un aumento di peso risulta essere della massa grassa. una perdita di grasso Un vero e proprio ciranziché solo acqua colo vizioso dove alla o massa magra. La fine si rischia pure di terapia nutrizionale avere qualche chilo in Una terapia adeguata tiene conto delle esipiù. genze e risulta utile può aiutare anche nei soggetti Terapia su misura anche per con frequenti disturLa terapia nutrizionale corretta, invece, disturbi digestivi bi digestivi, colon irritabile, stitichezza, attraverso uno stu- e intolleranze allergie e\o intolledio personalizzato ranze alimentari. delle caratteristiche di ogni paziente, crea una dieta “su misura” per Dott. Marco Temporin ogni persona grazie ad alcune Medico Chirurgo metodiche diagnostiche quali ad Specialista in Igiene esempio la bioimpedenziometria. e medicina preventiva Il bioimpedenziometro è una Master internazionale strumentazione elettromedicale in Nutrizione e Dietetica in grado di misurare la resistenza SANIMEDICA elettrica espressa da tessuti bioAltavilla Vicentina logici. La bioimpedenziometria è FISIOMED -Vicenza utile per stabilire la composizione di un organismo e permette di Pagina realizzata in collaborazione individuare i dati indispensabili con C.M.S.R. Veneto Medica per un corretto inquadramento nutrizionale: acqua totale (intracellulare ed extracellulare), massa magra, massa grassa, massa mu- flickr.com/renatomitra ma si chiama (gratis) Skype Diete troppo rapide o non calibrate sulle esigenze della persona possono essere inefficaci e addirittura controproducenti Per questo oggi si parla di terapia nutrizionale Che grazie alle moderne tecnologie riesce a creare percorsi su misura considerati “essenziali”. Allo stesa nutrizione è l’insieme dei so tempo si deve evitare l’eccesso processi grazie ai quali l’ordi nutrienti, anche se l’organismo, ganismo riceve e trasforma i nuentro certi limiti, reagisce meglio trienti contenuti negli alimenti. all’eccesso che al difetto. Infine, Diverso dal concetto di alimenda un punto di vista delle necessitazione che esprime la forma e le tà energetiche, si devono sommimodalità con cui vengono forniti nistrare quantità di all’organismo umano nutrienti energetici i nutrienti. tali che permettano La nutrizione ha tre di mantenere un peso obiettivi fondamenottimale. Contribuitali: Se la dieta sce a questo aspetto - soddisfare le neuno stile di vita atcessità energetiche è considerata tivo senza il quale è dell’organismo per una punizione difficile mantenere poter compiere i pro- basta poco un buon stato nutricessi vitali (tutti riper recuperare zionale e, meglio anchiedono energia); cora, un buon stato - soddisfare le ne- i chili persi di salute. cessità di accrescimento e permettere Niente punizioni il mantenimento Sempre più spesso si parla di diedelle strutture già esistenti; ta come necessità per migliorare - ottimizzare i processi che richiela propria salute, per sentirsi medono energia o formazione e manglio con se stessi, per migliorare tenimento delle strutture organile proprie performances sportive. che del corpo umano. Molto spesso purtroppo la dieta si affronta come una punizione con Le premesse difficoltà a raggiungere un peso Per raggiungere gli obiettivi nu“ideale” dopodiché in poche settitrizionali, nel modo migliore posmane si recuperano i chili persi e sibile, l’apporto di nutrienti deve si ritorna al peso di partenza. essere tale che siano rispettate Una perdita di peso troppo rapialcune premesse. Per prima cosa i da, oltre a essere rischiosa per la nutrienti devono essere somminisalute, è anche controproducente, strati in quantità adeguate, senza in quanto si favorisce la perdita che vi sia una carenza di nessun soprattutto della massa magra e nutriente soprattutto di quelli 19 pag Tecnologia salute L 173 del28 novembre 2009 numero dedicata alla fonia risponde ad una esigenza di sicurezza. In teoria comprimere i costi accorpando la linea con cui si viaggia sul web a quella con cui si telefona è possibile. Ma poiché via Skype viaggiano non pochi virus, evitare il contato tra i dati aziendali e le minacce è buona cosa. Un virus presente in un router può addirittura essere inerte o estirpabile in un baleno. Un virus o un trojan che si annidino nel sistema aziendale è cosa ben più rognosa. Le alternative Le alternative a Skype sono parecchie (Gizmo, Google Talk, Voip Buster tra i tantissimi). Tutte meritano una attenta valutazione. I programmi che codificano la voce degli utenti sono diversi e possono essere di dominio pubblico o proprietari. Ci sono operatori locali che forniscono addirittura pacchetti chiavi in mano, apparecchi telefonici inclusi unitamente ad una assistenza di alto livello, ma in questo caso i costi lievitano. Ma se in azienda o in casa c’è qualcuno che ha un po’ di dimestichezza tecnica, allora si può prendere l’idea di spiccare il volo in modo sicuro, efficace e a prezzi bassi. sport 173 del28 novembre 2009 numero 20 ViPiù sport Quando l’handicap non è un ostacolo flickr.com/WhyOhGee | Qui sopra: Diego Guzzetta, pivot della formazione College Delfini 2001 (Serie B) A destra: Sir Ludwig Guttmann, il “De Coubertin” delle Paralimpiadi Sotto: Valeria Zorzetto e Andrea Borgato (H81 - tennis tavolo) di Andrea Ragazzi L o sport ha un rapporto relativamente recente con l’handicap. Il primo centro di riabilitazione motoria che avviò dei paraplegici all’attività sportiva fu quello del lungimirante dr. Ludwig Guttmann (buon uomo di nome e di fatto) in Inghilterra, a partire dal 1944. ll neurochirurgo di origine tedesca capì in anticipo l’importanza della collaborazione attiva dei malati, per lo più feriti di guerra, nella prevenzione delle patologie secondarie dell’handicap (piaghe da decubito, affezioni respiratorie, depressione, etc.). Guttmann fu anche inventore del primo “format” di Paralimpiadi, quei giochi di Stoke Mandeville che dal ’52 in avanti portarono alla ribalta internazionale lo sport disabile. I sessant’anni passati da allora hanno cambiato molto. Oggi il diritto delle persone disabili allo sport è acquisito; semmai le valutazioni riguardano il dubbio - Pistorius docet - se le divisioni tra atleti normodotati e disabili abbiano ancora ragione di esistere. Ovunque esistono associazioni che promuovono discipline di Vittorio Lana e del suo vice, Romano Mendo. La ventina di tesserati, disabili fisici o psichici, praticano tutti l’atletica leggera, sotto la guida dell’istruttrice Francesca Nardello, laureata in scienze motorie con specializzazione in disabilità. Giusto la scorsa domenica l’associazione ha organizzato, con grande successo, a Piovene, la prima “passeggiata del disabile”. Ma gli atleti sono abituati a viaggiare, accompagnati spesso con entusiasmo a meeting fuori provincia, o agli eventi Special Olimpics. I contatti mail, in questo caso, sono: [email protected] o [email protected]. Di tennis si occupa, ovviamente, la Società Tennis Bassano, quest’anno in final four scudetto fra i normodotati. Ma il settantacinquenne sodalizio della città del Grappa, guidato dalla presidentessa Loretta Andreatta, è attivissimo anche nel tennis in carrozzina, di cui a maggio ha ospitato ancora il campionato italiano. Il sito è www.tennisbassano.com, l’indirizzo mail [email protected]. Associazione dai numeri davvero rilevanti è l’A.S. Prometeo Onlus di Bassano, che si occupa di persone con disabilità intellettiva e relazionale. Il presidente Enzo Spoladori, ha di che vantarsi, grazie al numero record di 140 atleti 21 pag La Minetti ritrova il sorriso ma perde il d.s. Bianchi Dopo due vittorie in quattro giorni, domenica arriva Volta Mantovana Intanto però il dirigente piemontese se ne è andato, non senza polemiche La replica di Novello: “Sono deluso: la crisi c’è per tutti, ma stiamo facendo il possibile” I l campionato di serie A2 femminile di volley ha virato la boa della metà del girone d’andata. Dopo otto partite la Minetti BPVi è al sesto posto solitario in classifica (13 i punti), in virtù di un ruolino di marcia fatto di quattro vittorie e altrettante sconfitte. Bilancio in chiaroscuro, per le biancorosse, che hanno sicuramente lasciato qualche punto per strada (il rammarico maggiore è per la trasferta di Ancona, incontro perso al tiebreak, pur con il vantaggio di due set a uno e di 15-21 nel quarto parziale), ma che stanno crescendo per qualità di prestazioni e risultati. L’ultima settimana, iniziata bene con la convincente vittoria casalinga di domenica contro il forte Pontecagnano, è proseguita meglio, nel turno infrasettimanale di mercoledì, con il blitz esterno a Forlì. Per rinsaldare la validità del motto “non c’è due senza tre”, ma soprattutto per trovare la continuità di risultati invocata da coach Marasciulo, il match di domenica 29 contro Volta Mantovana rappresenta un altro esame di maturità. Le virgiliane sono quintultime in classifica con nove punti, frutto di due vittorie piene, con Ancona e il “materasso” Club Italia, una sconfitta al quinto a Roma e una vittoria al tie-break contro la Liu-Jo Carpi, squadra che avrebbe dovuto ammazzare il campionato, ma che da un paio di giornate, dopo aver perso le star Esko e Parenti, sta annaspando per racimolare punti. Tornando a Vicenza, appena ritrovata la tranquillità, dopo una parentesi di tre sconfitte consecutive (a San Vito dei Normanni, in casa con Parma e ad Ancona), la Minetti ha rischiato di perderla nuovamente, per vicende estranee al taraflex. L’abbandono della società da parte del diesse Claudio Bianchi è stato infatti clamoroso quanto polemico. Pesanti alcune sue esternazioni sull’attuale gestione societaria, tacciata di non aver saputo mantenere gli impegni presi all’atto dell’ingresso in via Goldoni. Bianchi ha parlato anche di “difficoltà nel ricevere i pagamenti”, dichiarazione che ha mandato su tutte le furie il vicepresidente biancorosso Novello, Pallavolo / B2 | Momento felice per Assirelli e Popovic dopo i successi con Pontecagnano e Forlì (Foto Filippo Rubin / LVF) che nella dura replica si è detto davvero deluso dell’atteggiamento del dirigente piemontese. “Sarei tentato di rendere pubblico ciò che l’ex ds ha percepito da luglio a oggi. A ottobre c’è stato effettivamente un ritardo, che non motiva però le dichiarazioni rilasciate alla stampa e l’addio”. Novello ha adombrato l’ipotesi che l’uscita di Bianchi sia stata un pretesto per svincolarsi da Vicenza e accasarsi altrove. “È evidente che la crisi c’è per tutti - prosegue Novello - e noi soci stiamo facendo il possibile per uscirne. Dopo l’entrata della Banca Popolare di Vicenza come sponsor mi aspettavo una risposta importante dall’imprenditoria berica, che deve ancora arrivare. Ma i contatti per nuovi sponsor ci sono, a breve potremmo concretizzarli”. Novello ha escluso categoricamente il rischio di chiusura anticipata della stagione (timore emerso dopo la fuoriuscita di Bianchi) e ha sottolineato la correttezza della società, che ha sempre avvisato coach, atlete, dipendenti e genitori delle ragazze del vivaio di ritardi e difficoltà. A.R. Pallavolo / Fipav La Verde Bio Ipag guida il plotone Partita anche la seconda Conosciamo le otto società della provincia di Vicenza che si occupano di agonismo per le persone con disabilità praticati dall’H81. Poi dall’ente vicentino si staccò una costola, oggi denominata Delfini 2001, che si occupa esclusivamente di pallacanestro in carrozzina (anche se è in fase sperimentale il badminton). Quarantotto tesserati, una formazione, la Sanitaria Beni, capolista in serie A2, una in B (College), l’attivissimo minibasket e la vocazione a promuovere attività di informazione e formazione sull’handicap sono il biglietto da visita dell’ente, guidato dal presidente Carlo Maiello e dalla sua vice, Bruna Pomari. I delfini sono online sul sito www.delfini2001. com, si può inviare una mail a: [email protected]. Di sportivi non vedenti si occupa il GSNV Vicenza, che grazie all’opera dell’inossidabile Silvana Valente e dell’infaticabile Claudio Dal Santo propone ai tesserati una varietà di discipline da far impallidire una polisportiva: ciclismo (in tandem, per evidenti motivi), judo, sci alpino e nordico (con guida a segnalazione acustica), calcio a 5 per ipovedenti, trekking e canoa. Chi fosse desideroso di sperimentare questi sport può chiamare il numero 0444/565688 o inviare una mail a [email protected]. È unica, invece, l’attività di Sport Insieme di Piovene Rocchette dell’ottantaseienne presidente 173 del28 novembre 2009 numero Pallavolo / A2 Disabili e Sport ogni genere per persone con handicap. Il Cip, Comitato Italiano Paralimpico, coordina le società che fanno sport agonistico con disabili. Al distaccamento vicentino, presieduto da Enrico Agosti, ne sono affiliate otto, anche se ne esistono molte altre che si occupano di disabilità nello sport e in ogni contesto sociale. Questa breve carrellata vuole essere un piccolo approfondimento su queste “magnifiche otto”, per scoprire che cosa fanno e come contattarle. Si parte dalla storica H81 Insieme Vicenza (www.h81.org), 30 anni di attività, oltre 80 titoli nazionali e numerose convocazioni di propri tesserati in rappresentative nazionali per le Olimpiadi, Mondiali ed Europei. Da qualche mese il presidente è Cristiano Sarracco (345/4196237), coadiuvato dalla preziosa Annamaria Vittiglio. A fianco del tennistavolo, disciplina storica, i tesserati praticano tennis (presso gli impianti DI.VI. di Altavilla), tiro a segno, vela e, a titolo sperimentale, sotto la guida dell’esperto Stefano Fusilli, sport motoristici (kart e rally). Da due anni poi, al Centro Sport Palladio, viene portato avanti un corso di danceability che coinvolge Sarracco e la ballerina Chiara Corradin, fondatori del gruppo Chiamaladanza. Fino al 2001 anche il basket era tra gli sport sport pag tesserati. Tre i settori promossi, calcio, atletica e basket, nelle due sedi di Bassano e Vicenza, nel palazzetto dello sport di Laghetto. Un secondo posto nel campionato italiano e una coppa Uefa vinta, entrambi con la sezione calcistica, gli ultimi due successi finiti nel palmarès. Per saperne di più, l’indirizzo mail è as_prometeo@ infinito.it. Uno sport estivo (il nuoto) e uno invernale (lo sci), nella programmazione della Rari Nantes Marostica, società che opera sia con normodotati che con disabili, sotto la denominazione di Acqua Amica. Organizza corsi di nuoto per una cinquantina di persone con ogni genere di disabilità. C’è poi un’élite di circa trenta atleti che svolge attività agonistica, spesso nel contesto di eventi Special Olimpics. Il presidente, Alessandro Tagini, è molto attento alla comunicazione e nel sito www.rarinantesmarostica. com è in preparazione una sezione specifica. Nel frattempo si possono comunque raccogliere informazioni nel sito, inviando una mail a [email protected] o chiamando il numero 0424/780542. Attività di nuoto con disabili vengono portate avanti anche dalle Piscine di Vicenza (0444/929397 o mail a: [email protected]). Le cinque vicentine in campo nel weekend con obiettivi differenti Noventa vuole riprendersi la vetta, Altavilla cerca il primo successo Dopo dieci giornate (a un terzo del campionato) iniziano a delinearsi le posizioni e le ambizioni delle squadre vicentine inserite nel girone C della serie B2. Curioso notare come le cinque formazioni beriche stiano lottando tutte per obiettivi diversi. Partendo dall'altissima classifica, la Verde Bio Ipag Noventa Vicentina (25 punti) sembra essere l'unica antagonista delle friulane del Porcia (26). Vero che le pordenonesi si sono imposte nello scontro diretto al palazzetto Alfredo Veronese, ma lo scarto rimane comunque minimo. Domenica alle 18 le noventane del patron Salvatore Fabio sono chiamate a misurarsi fuori casa nel difficile test con le goriziane del Cormons. Il Sorelle Ramonda Montecchio (19) tiene a tiro la zona play off, obiettivo minimo della squadra castellana, rinforzatasi in estate dopo aver chiuso al terzo posto l'ultimo campionato. Vietato sbagliare domenica (ore 18, PalaCollodi) contro il pericolante Stra. Intanto a San Vito di Leguzzano si godono la tranquilla posizione di metà classifica (16). Non bisogna rilassarsi perché scendono le ultime cinque, ma l'organico a | L’organico della società bassovicentina disposizione di Mirco Dalla Fina dovrebbe garantire un torneo tranquillo. Stasera alle 20.30 al palasport ci sono le padovane dell'Eurologistica Vispa (18). Scendendo nella parte bassa della graduatoria la baby Novello Fidas Vicenza (8) è stata finora bersagliata dalla sfortuna, sia propria che della prima squadra biancorossa. Il prossimo turno è sulla carta proibitivo, in casa della Micromeccanica Padova (20); dato che l'A2 gioca in casa e di domenica, Marchiaro dovrebbe rinunciare "solo" (si fa per dire...) a Levorin e Zecchin, entrambe indisponibili. Di certo non stanno meglio ad Altavilla (0 punti). Tra infortuni e cambio dell'allenatore in corsa, anche alla società del presidente Festival la fortuna finora ha voltato la spalle. Chissà che lo scontro esterno in programma oggi (ore 18.30) sul campo delle rivali più vicine in classifica, Monfalcone, possa regalare la prima gioia e far sbloccare anche psicologicamente le ragazze di Golfrè. P.M. divisione maschile Continuano i campionati di divisione, con la terza giornata che è andata in archivio per il massimo campionato provinciale e per la categoria inferiore femminile, mentre si sono giocate le prime partite della seconda divisione maschile. Nel girone A ha riposato il Volley San Marco ed il Castello è l'unica formazione ad aver iniziato conquistando i tre punti (contro il Povolaro), mentre gli altri due match sono terminati al tie-break. Nel girone B, invece, sono scese in campo solamente il Rosà ed il Cesuna Caseificio Pennar, con la vittoria andata ai padroni di casa per 3-1 in un incontro però molto combattuto, con tre set finiti con il minimo scarto. Giovedì si sono giocate anche le prime due partite della terza divisione femminile: PVO Montebello - US Castello e Polisportiva Santa Croce - Schio Volley. Prima divisione femminile Scontro al vertice nel girone A nel turno infrasettimanale per le ragazze del Riva Volley One, che si sono recate a Valdagno ospiti dello Sporting Alto Vicentino. Tutto è andato come pronostico, ovvero con la partita finita solamente al quinto set; ad avere la meglio sono state le padrone di casa, che avevano vinto i primi due set in modo abbastanza netto, ma avevano poi subito la rimonta del Povolaro guidato da Dotto, che però non è riuscito a ripetersi nel combattuto set decisivo. Lo Sporting continua così a comandare la classifica insieme al Cartigliano. La società guidata dal neo Presidente Luca Bresolin è ambiziosa e punta alla serie D; per questo il Cartigliano si è avvalso della collaborazione di un nuovo supervisore tecnico, Ezio Boeche, che in collaborazione con l’allenatrice Stefania Urbanet sta accompagnando la squadra verso questo ambizioso risultato. Da registrare i primi punti del Castelgomberto, che contro il Rosà ha giocato con una marcia in più rispetto quanto fatto nelle prime due giornate. Non è cambiato niente per quanto riguarda la testa della classifica del girone B, dove Sottoriva, Angarano Azzurra e Sartorello Argine sono ancora a punteggio pieno. distribuzione Diventa quotidiano www.vicenzapiu.com VicenzaPiù è in edicola il sabato, consultabile sul sito: www.vicenzapiu.com la domenica, e successivamente in distribuzione nei seguenti punti: CENTRO STORICO STAZIONE DI SERVIZIO AGIP Viale Milano, 104 STAZIONE FTV Viale Milano, 138 STAZIONE FERROVIARIA LIBRERIA MONDADORI presso Stazione Ferroviaria LIBRERIA MONDADORI Piazza delle Erbe, 9/A PASTICCERIA “ALBERTONI” Via Paolo Lioy, 32 BAR “CAFFÈ COMMERCIO” Piazza Biade, 22 BAR “MON PLEN” Contrà Santa Barbara, 21 173 del28 novembre 2009 numero ViPiù “BAR ITALIA” Galleria Pozzo Rosso, 19 BAR “VICENZA” Corso Palladio BAR “BORSA” Piazza dei Signori COMUNE- PALAZZO TRISSINO Corso Palladio, 98 BAR “GARIBALDI” Contrà Cavour, 7 RISTORANTE “DAI NODARI” Contrà Do Rode, 20 BAR/PASTICCERIA “SORARÙ” Piazzetta Palladio, 17 BAR “ILLY” Contrà Muscherie BAR “CAFFÈ ROMA” Corso Fogazzaro BAR/RISTORANTE “IRIS” Corso Fogazzaro, 33 BAR “SAN LORENZO” Corso Fogazzaro, 62 PASTICCERIA “RUDATIS” Contrà Santa Barbara, 29 PROVINCIA - PALAZZO NIEVO Contrà Gazzolle, 1 BAR “TAZZA D’ORO” Corso Palladio, 153 BAR “PEGASUS” Piazza Matteotti, 8 BAR “NAZIONALE” Galleria Porti, 7 BAR “BARASTRA” Contrà Barche, 14 BAR “MAGAZZINO DEL CAFFÈ” Contrà Manin UNIVERSITÀ Contrà Barche, 57 BAR “ALLE 2 COLONNE” Piazza dei Signori RISTORANTE “MALVASIA” Contrà delle Morette, 9 LIBRERIA GALLA LIBRARSI Contrà delle Morette PASTICCERIA “ALIANI” Corso Fogazzaro, 163 TRIBUNALE Contrà Santa Corona BAR “MINERVA” Contrà Santa Corona, 11 PASTICCERIA “VENEZIA” Contrà Pescheria, 4 CENTRO COMMERCIALE PALLADIO Strada Padana verso Padova Pertile ZONA EST E NORD ZONA OVEST nome e cognome Alberto Pertile titolo di studio Liceo Scientifico RISTORANTE “2 FOGHER” Strada Pasubio, 2 età 34 professione Giornalista, titolare di un “ufficio stampa” BAR “CAPRICE” Galleria ParcoCittà FONTANA Strada Pasubio, 17 luogo di nascita Vicenza segni particolari Due BAR “TORRIONE” Porta Castello, 3 STAZIONE DI SERVIZIO AGIP Viale Trieste “PASTICCERIA SOLE” BAR “CASTELLO” Piazza Castello BAR “PALAZZETTO” Via Anconetta, 46 SEDE CISL Contrà Cabianca, 20 PASTICCERIA “ARTIGIANA” Via Medici, 69 BAR “PIGAFETTA” Contrà Pescaria MACELLERIA “ZANELLATO” via Medici, 50 LIBRERIA GALLA Corso Palladio 11 PASTICCERIA “BOLZANI” Corso Padova, 146 PASTICCERIA “GAMBARATO” Contrà Porta Padova, 105 STAZIONE DI SERVIZIO Q8 via Medici PALESTRA INJOY Strada Marosticana, 24 BAR “IV NOVEMBRE” Via IV Novembre, 79 EQUOBAR Strada Marosticana, 350 BAR “BAR DEGLI ANGELI” Via IV Novembre STAZIONE DI SERVIZIO TOTAL Viale della pace ZONA SUD BAR “BAR CLASSICO” Via Giaretta, 21 BAR “MERCATO” Contrà Pescherie Vecchie, 25 NEGOZIO “FORMAGGI TIPICI” Riviera Berica BAR/RISTORANTE “BOCCALETTO” Via Trieste, 81 PASTICCERIA “LA VICENTINA” Corso San Felice e Fortunato SOCIETA’ GENERALE MUTUO SOCCORSO Corso Palladio, 186 LIBRERIA TRAVERSO Corso Palladio, 172 Tel: 0444 - 923362; mail: [email protected] BAR “SUSANNA” Via Calvi, 18 numero Alberto Editoria, comunicazione uffici stampa e marketing PASTICCERIA “GALLA” Riviera Berica, 84 173 del28 novembre 2009 botta&risposta “BOUTIQUE DEL PANE! Corso Fogazzaro, 142 BAR “LOSS BAR” Via Prandina, 1 PASTICCERIA “SAN FRANCESCO” LIBRERIA GIUNTI Corso Palladio, 186 SEDE AIM Contrà Pedemuro San Biagio BAR/PASTICCERIA “FOGAZZARO” Corso Fogazzaro BAR “CHIERICATI” Corso Palladio BAR “OVO SODO” Contrà Pescherie Vecchie, 16 BAR “SCRIGNI” Piazzale De Gasperi, 8 distribuzione 22 pag FIDAS Via Baracca, 204 PASTICCERIA “VACCARI” Via Vaccari, 85 SEDE CGIL Via Vaccari, 128 STAZIONE DI SERVIZIO API Via Fusinato BAR/GELATERIA MONTE BERICO Via X Giugno, 84 PASTICCERIA “VIALE DELLA PACE” Viale della Pace, 106 BAR “DOLCE VITA” Strada Cà Balbi, 236 PASTICCERIA “TOMMINI” Strada Cà Balbi, 313 BAR “AVVENIRE” via Nicolò Vicentino, 60 BAR “BABILONIA” Via Pecori Giraldi, 30 PASTICCERIA “VERONA” Via Legione Antonini CINEMA PRIMAVERA Via Ozanam, 11 BAR “CILLYLOUNGECAFFÈ” Via Btg. Val Leogra, 80 CENTRO SPORT PALLADIO Via Cavalieri di Vittorio Veneto, 29 UIL Via Quasimodo, 47 BAR “CIRKUS” Via Enrico Fermi, 347 “RISTORANTINO GRAN CAFFÈ” Via Enrico Fermi STAZIONE DI SERVIZIO AGIP Viale San Lazzaro, 106 Il tratto principale del mio carattere Curiosità e ostinazione I miei pittori preferiti Bruno Munari, Ugo Nespolo, Marina Bolmini, Antonio Riello La qualità che preferisco in un uomo La lealtà I miei film preferiti The Blues Brothers, Il quinto elemento, Gran Torino La qualità che preferisco in una donna L’intelligenza Quel che detesto più di tutto Le scorie nucleari e l’ipocrisia Quel che apprezzo di più nei miei amici La sincerità, la disponibilità, la capacità di comprendere e di perdonare Il mio principale difetto La golosità La mia occupazione preferita Cucinare Il mio sogno di felicità Non avere bisogno di niente Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia Finire nelle mani di terapeuti accaniti Quel che vorrei essere Un nuotatore professionista BAR “MONTECARLO” Via Verona, 78 Il paese dove vorrei vivere Il Canada BAR “SARTEA” Corso San Felice, Il piatto a cui non so rinunciare Le melanzane alla parmigiana CENTRO COMMERCIALE AUCHAN LA BOTTEGA ARTIGIANA DEL PANE Via Zugliano, 49 PASTICCERIA “LA ROCCA” Corso San Felice, 255 BAR “MERY’S BAR” Galleria Tiziano, 22 SCUOLA ARTE E MESTIERI Via Rossini, 60 CENTRO ANZIANI “LA RONDINE” Via Calvi, CSMR Via Vicenza, 204 - Altavilla I miei libri della vita Comici Spaventati Guerrieri (S. Benni), Pao Pao (P. Tondelli), Il padrone dei padroni (G. Galli), Il metallo del disonore: che cos’è l’uranio impoverito, I magnasoete (V. Scapin) I miei poeti preferiti Giacomo Leopardi, Sandro Bondi I musicisti che mi piacciono di più Johann Strauss jr., Lasse Gjertsen Il personaggio storico più ammirato Galileo Galilei Laboratorio di assistenza tecnica Server e sistemi di rete Pc assemblati e delle migliori marche e quello più disprezzato Fiorenzo Bava Beccaris Il dono di natura che vorrei avere Una vista a dieci decimi Come vorrei morire Contento Offriamo connettività internet professionale in collaborazione con MC-Link ( www.mclink.it ), con molteplici servizi tra i quali: ADSL, ADSL2+, SHDSL, telefonia VOIP, Gestione VPN, noleggio apparecchi Hardware CISCO System ecc. Stato attuale del mio animo Senza sofferenze. Ah no: questa risposta doveva andare sopra… Il mio prossimo impegno nella vita Guardare l’orario dei treni Il mio credo politico o ideale A volte penso che la democrazia sia tutto, altre che quella rappresentativa sia un ossimoro Cosa mi piace e cosa non mi piace di Vicenza Mi piace la “Basilica” palladiana, non mi piace il centro d’imbottigliamento di acqua minerale in costruzione all’aeroporto Cosa mi piace e cosa non mi piace dei vicentini Mi piacciono la semplicità e la schiettezza, detesto affarismi e clientele Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza Tutte quelle di lesa maestà Il mio motto Rustica progenies semper villana fuit Vendita e creazione siti WEB e domini internet autogestibili dal cliente per mezzo di un software potente e di facile utilizzo ( www.magic-cms.eu ), per aggiornare e modificare in tempo reale la propria pagina WEB senza l’intervento del WEBMASTER e con pochi e semplici click. 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