Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/2/04) art. 1, comma 1 EURO 20,00 3 Anno II Settembre 2010 delle piccole e medie imprese L’ALBA Editoriale L’ASI garantisce l’accesso delle PMI alle subforniture O Enrico Saggese Presidente dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ggi più che mai, in una situazione complessivamente problematica per l’intera filiera industriale nazionale, è necessario razionalizzare e semplificare il rapporto con la piccola e media industria del comparto spaziale. Il mantenimento e lo sviluppo di competitività delle PMI è strettamente legato non solo alle azioni che l’Agenzia Spaziale Italiana può mettere in campo, ma anche al corretto posizionamento nei rapporti con la grande impresa e con la ricerca universitaria. E’ necessario che le PMI si focalizzino su prodotti allo stato dell’arte ed immediatamente esportabii anche sui mercati internazionali, tramite, da un lato, il trascinamento da parte dei grandi programmi realizzati dalla grande industria, e, dall’altro, un contatto approfondito con la ricerca di base ed applicata in ambito universitario. Non è sufficiente una collaborazione con la grande industria basata su una mera fornitura di servizi e personale specializzato, poichè spesso non è in grado di creare un’eredità duratura e proficua in termini di mercato. Viceversa, le PMI sono sovente ricche di risorse con grande creatività tecnica, che possono essere gestite con una flessibilità inimmaginabile all’interno della grande industria. E’ quindi compito dell’Agenzia Spaziale Italiana vigilare sull’impostazione dei grandi programmi di sviluppo, garantendo l’accesso delle PMI alle subforniture con modalità aperte e competitive, per lo sviluppo di apparati o applicazioni innovativi ed efficaci. Il supporto diretto dell’Agenzia si manifesterà con finanziamenti totali o parziali dei costi di ricerca e sviluppo che le PMI hanno in carico per la realizzazione del prodotto, una volta appunto che sia stata determinata la focalizzazione dello stesso ad un mercato definito e solido. Si richiede certamente la creazione di canali preferenziali, che consentano di snellire gli inevitabili iter burocratici legati alla gestione dell’intero ciclo di vita dei Bandi: richiesta e valutazione delle offerte, assegnazione dei fondi pianificati, collaudi delle forniture. Le PMI hanno un problema economico principalmente relativo al cash flow, che deve essere costante e correlato agli impegni. Il costo del denaro per la PMI è ancora relativamente elevato, e il carico fiscale può essere pesante in caso di pagamenti ritardati. E’ importante che i contratti con le PMI siano ben commisurati, e con un flusso di attività e relativi pagamenti costante. L’Agenzia è altresì attenta alle problematiche di start-up di PMI. Ad esempio già esistono, all’interno dell’Agenzia Spaziale Europea ESA, degli “incubatori”, cioè delle strutture in grado di supportare ricercatori o privati che manifestano idee innovative e brillanti, e che sarebbero in grado di trovare idonee applicazioni di mercato. Ancorchè l’Agenzia non partecipi direttamente a questo processo, non avendo per legge mandato ad effettuare azioni in tal senso, può comunque essere presente in tutte le fasi di valutazione delle idee, che costituiscono il presupposto per la conseguente organizzazione logistica ed il reperimento delle necessarie fonti di finanziamento, nonchè inquadrarle nel contesto della pianificazione strategica dell’Agenzia. 1 Enrico Saggese 2010 Numero 3 SPACEMAG N° 3 • Anno II Settembre 2010 Trimestrale iscritto al tribunale di Roma n° 340/2009 in data 10/06/2009 Summary Direttore responsabile Marcello D’Angelo L’ASI garantisce l’accesso delle PMI alle subforniture......................................... 1 Direttore editoriale Mariano bizzarri Le PMI come strategia di rilancio del paese.......... 8 Coordinamento di redazione Andrea Drudi claudio camerino Editoriale Trasporti Srl Presidente PAOLO Silvestri Amministratore delegato Laura Di Perna 2 Sommario Sede legale 16129 GENOVA Viale Brigata Bisagno, 14/4 Direzione e Redazione 00187 ROMA Piazza San Silvestro, 13 Tel. +39 06 99330133 Fax +39 06 99330134 Centro stampa Galeati industrie grafiche Srl 40026 Imola (BO) Via Selice, 187/189 Distribuzione Poste italiane Spa Abbonamento annuale Italia € 50,00 Estero € 80,00 Bonifico bancario: In hard times as thesesmall is very very beautiful.............. 10 Istituzioni garanti dello sviluppo compatibile............................................................... 12 Technology downstream: a difficult, not impossible task......................................................... 14 La filiera dell’industria spaziale............................... 16 Building a space supply chain........................................ 18 Le ricadute sull’Uomo dell’esplorazione spaziale....................................... 26 Consequences of space exploration for mankind................................................. 30 COSMO-SkyMed: sistema completo...................... 32 COSMO-SkyMed, full steam ahead................................. 33 Leonardo torna nello spazio................................... 34 Leonardo is back in space............................................. 35 Editoriale Trasporti Srl Banca Monte dei Paschi di Siena IBAN: IT 40 T 01030 25701 000000266521 www.spacemag.it [email protected] SPACEMAG Numero 3 2010 Sorprese Spaziali....................................................... 36 Space, a neverending surprise. ...................................... 38 Comitato scientifico Presidente Mariano Bizzarri Telecomunicazioni: lo spazio al servizio della società............................................ 40 TLC technology, space is the answer . ............................ 43 La corsa allo Spazio ai tempi della guerra fredda . ............................................... 47 Space exploration in the Cold War era. .......................... 49 C’era una volta LaiKa che volò nello spazio........ 52 Now, who remembers that mongrel bitch?. .................... 54 La discarica tra le stelle........................................... 55 The dangers of a space bin............................................ 56 Il segreto dell’origine dell’universo........................ 57 A not so Grand Design, too much complicated............... 58 Le domande di “Moon”........................................... 59 Componenti Roberto Battiston Piero Benvenuti Antonello Biagini Mario Cosmo Fulvio Drigani Franco giannini Margherita Hack Sergio Marchi Silvano Moffa Viviana Panaccia ettore petraroli Giuseppe Reibaldi Roberto Vittori 3 In prima: This spectacular image of sunset was taken by astronauts aboard the International Space Station. The image presents an edge-on, or limb view, of the Earth’s atmosphere as seen from orbit Special thanks to: NASA, ASI, ESA, for images and illustrations “Moon”, the movie, a few questions............................... 60 Lo spazio in streaming............................................. 61 Glossario.................................................................... 62 In collaborazione con: Indice dei nomi. ....................................................... 64 2010 Numero 3 SPACEMAG News IAA 50th Anniversary Heads of Space Agencies Summit On Wednesday, November 17, 2010 on the occasion of the International Academy of Astronautics 50th Anniversary, will take place the Head of Space Agencies Summit. This meeting will deliberate on topics of international concern: climate change, disaster management, planetary lunar exploration and human spaceflight. The attempt is Ronald Reagan Building to reach a broad consensus on international cooperaand International Trade tion and coordination at the highest level in those four Center in Washington Dc areas and eventually consider new concrete initiatives of cooperation. The Academy, an independent organization, was founded in 1960 by famous space pioneers such as Von Karman, Oberth, Von Braun, Halley, Van Allen, Keldish, Sänger, Draper, Mueller, Gagarin, Armstrong, Aldrin, Sedov, Broglio, Curien, etc. On the occasion of its 50th anniversary, a Heads of Space Agencies Summit will be held on Nov. 17, 2010 at the Ronald Reagan Building and International Trade Center in Washington DC with the primary support of Lockheed Martin Corporation and supporting sponsorship from EADS Astrium, Space News, and ANA Airline. International Academy of Astronautics 4 China Launches New Satellite International partners discuss ISS extension and use China successfully launched a remote-sensing satellite “Yaogan XI” from the Jiuquan Satellite Launch Center in the northwestern Gansu Province. The satellite was sent into space aboard a Long March 2-D carrier rocket, according to the center. The satellite will be used to conduct scientific experiment, carry out surveys on land resources, estimate crops yield and help with natural disasterreduction and prevention endeavor. The International Space Station partner agencies met on Tuesday, Sept. 21, by videoconference to discuss continuation of space station operations into the next decade and its use as a research laboratory. The Multilateral Coordination Board (MCB) meeting included senior representatives from NASA, CSA, ESA, Roscosmos and JAXA. The MCB was pleased to learn that the government of Japan has approved continuing ISS operations beyond 2016. Coupled with the approval of the government of the Russian Federation for continuation to 2020, this progress is indicative of the strength of the station partnership and the successful use of station. ESA and CSA are working with their respective governments to reach consensus about the continuation of the station. NASA also is continuing to work with the U.S. Congress to complete the necessary procedures to extend station operations consistent with the presidential budget request. The MCB also noted the benefits to future exploration beyond low-Earth orbit through enhanced station research, technology development and other opportunities. China National Space Administration Roscosmos riprenderà il turismo spaziale dopo il 2013 Roscosmos ha intenzione di inviare sull’ISS una Soyuz con a bordo due turisti spaziali dopo il 2013. Il responsabile del Manned Flights Department della ROSCOSMOS, Alexei Krasnov, ha dichiarato che questa intenzione è in corso di valutazione fra l’agenzia spaziale russa e la società americana Space Adventures che ha organizzato i voli dei precedenti turisti spaziali. Ci sono già delle offerte dettagliate che verranno prese in considerazione in un meeting fra le agenzie spaziali che si terrà a Washington. In sostanza, i seggiolini della Soyuz verranno occupati da due turisti e da un cosmonauta professionista che sarà il Comandante dell’equipaggio. Ad ogni modo il volo non avverrà prima del 2013. La Russia ha cessato l’invio di turisti nello spazio lo scorso anno, per via dell’incremento dei membri dell’equipaggio dell’ISS, che è passato da tre a sei. L’azienda russa RSC Energia recentemente ha dichiarato di essere in grado di costruire cinque veicoli Soyuz all’anno, invece degli attuali quattro, e quindi, in futuro, almeno una Soyuz sarà disponibile per il turismo spaziale. European Space Agency Russian Federal Space Agency A contract for Mars exploration technologies The Canadian Space Agency has awarded a contract valued at $6 million (CAD) to MDA to develop a terrestrial prototype of a science rover for Mars exploration. The investment is part of the Government of Canada’s 2009 Economic Action Plan and aims to accelerate the development of technologies for space exploration. MDA will design, build and test a semi-autonomous rover prototype that can be commanded from a remote location. The rover will be equipped with vision systems and detectors for navigation and will provide the interfaces for hosting a small robotic arm and upcoming sciences and payloads. It will be ready for field testing in 2012. China National Space Administration Yaogan-11 Launch SPACEMAG Numero 3 2010 News Don’t forget Deimos Next year, Russia plans to launch a mission to Phobos, the largest moon of Mars. This spacecraft, called PhobosGrunt, will be the first spacecraft to land on this moon, and also the first mission to return samples of Phobos to Earth. Phobos is an interesting object, and it’s been studied a lot by orbiting spacecraft. The moon is in a fairly low orbit around Mars, which makes it easy to see from spacecraft placed in orbit around Mars. Earlier this year, the Mars Express orbiter got close enough to feel its gravitational tug, allowing us to explore the mass and density of this world without even landing. This upcoming mission to Phobos is the culmination of decades of close study of this strange, irregular moon, which could be a captured asteroid or an aggregation of rock that formed in Martian orbit. Russian Federal Space Agency Solar System older than thought The Solar System could be nearly two million years older than thought, according to a study published by the journal Nature Geoscience. The Solar System could be nearly two million years older than thought, according to a study published on Sunday by the journal Nature Geoscience. The evidence comes from a 1.49-kilo meteorite, found in the Moroccan desert in 2004, that contains a “relict” mineral, which is one of the oldest solid materials formed after the birth of the Sun. Analysis of lead isotopes suggest the mineral was formed 4.45682 billion years ago, making the meteorite the oldest object ever found. As a result, the Solar System is likely to be between 300,000 and 1.9 million years older than previous estimates. National Aeronautics and Space Administration The sun photographed by NASA’s SOHO spacecraft Il primo contratto di Vega Il Gruppo Avio, tramite la sua controllata Elv, ha firmato ieri con Arianespace un contratto quadro per cinque lanciatori satellitari Vega e l’ordine per la messa in produzione del primo esemplare. Contestualmente l’ESA e Arianespace hanno firmato l’ordine per la produzione del primo lanciatore Vega, nell’ambito del contratto quadro firmato nel dicembre 2009 finalizzato a dimostrare la flessibilità del lanciatore. Vega è il nuovo lanciatore europeo sviluppato per trasferire in orbita fino a 700 km satelliti da 1,5 tonnellate, un rendering tipicamente a uso sciendel lanciatore Vega tifico, osservazione della Terra, monitoraggio dell’ambiente. La fase di sviluppo di Vega si concluderà con il lancio di qualificazione previsto nel 2011 dal Centro Spaziale Europeo in Guyana Francese. I cinque lanci previsti dai contratti appena firmati faranno parte del programma Verta. La produzione del lanciatore è effettuata per il 65% in Italia presso gli stabilimenti del Gruppo Avio a Colleferro (Roma). L’aiuto alle giovani imprese Grazie al programma di trasferimento tecnologico dell’ESA sulle nuove tecnologie di navigazione satellitare ed al programma ESA BIC Italy, la società italiana Blue Thread, sta per lanciare due nuovi prodotti per il diporto nautico. Blue Thread è un’impresa che ha da poco iniziato un percorso di “pre-incubazione” presso l’ITech di BIC Lazio e contemporaneamente, grazie al programma ESA BIC Italy, sta beneficiando del trasferimento tecnologico dell’ESA sulle nuove tecnologie di navigazione satellitare. European Space Agency Ariane Space L’accordo per la gestione delle emergenze Continua la collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana ed il Dipartimento della Protezione Civile grazie alll’Accordo di Collaborazione per l’utilizzo delle tecnologie ITech, l’Incubatore BIC Lazio satellitari al fine di potenziare le capacità nazionali nella a Roma gestione delle emergenze. Il progetto si inserisce nel più ampio quadro di collaborazioni che il Dipartimento della Protezione Civile intrattiene con tutti i soggetti competenti in questo settore. Oggetto dell’accordo è il coinvolgimento operativo del Dipartimento della Protezione Civile in EmerSAT, progetto ASI che intende realizzare nuove applicazioni delle tecnologie spaziali a vantaggio delle Istituzioni e dei cittadini. Obiettivo primario di EmerSAT è la realizzazione e la sperimentazione di un sistema pre-operativo di supporto alla comunicazione ed all’informazione destinato ad essere utilizzato per le operazioni delle diverse fasi di una situazione di crisi o emergenziale. L’innovazione strategica del progetto consiste nel realizzare e fornire Servizi Integrati di Comunicazioni Satellitari e Terrestri, progettati sulle esigenze specifiche del Sistema Nazionale di Protezione Civile. Agenzia Spaziale Italiana 2010 Numero 3 SPACEMAG 5 News Scontro tra asteroidi, mistero spaziale The next generation train Lo scontro fra due asteroidi scoperto nei mesi scorsi si è trasformato in un enigma per gli astronomi. Il mistero sta nella coda che si presenta con una strana forma a X mentre si prevedeva una coda normale. Il perché è ancora senza risposta, ma nel frattempo gli scienziati cercano di costruire le tappe dell’evento e studiando il soggetto cosmico battezzato “P/2010 A2”. Così si è scoperto che quando il telescopio spaziale Hubble ha fotografato nel gennaio scorso quello che sembrava uno scontro appena avvenuto in realtà ciò doveva essere accaduto circa una decina di mesi prima, come spiega David Jewitt dell’Università di California. Lo scontro tra un piccolo asteroide di 3-4 metri di diametro con uno più grande alla probabile velocità di 18 mila chilometri orari, ha prodotto un’energia pari allo scoppio di una piccola bomba atomica. Proprio da questo violento impatto si è generata una coda che, secondo le previsioni avrebbe dovuto dissolversi rapidamente. Ma in realtà continua a resistere ed ha pure assunto una strana forma a X per adesso inspiegabile. Forse proprio questa struttura potrebbe essere all’origine della sua resistenza a svanire. Ora anche la sonda Rosetta ha puntato i suoi occhi elettronici per aiutare a trovare una spiegazione. Which technologies do high-speed trains of the future need? This is the question being examined at the German Aerospace Center as part of the “Next Generation Train” project. A key aspect of the project is to save energy by reducing the weight of trains. This can be implemented, with a special, lighter nose on multiple units. The solution introduced by DLR is a glass-fibre reinforced leading car nose that is an impact absorber itself and ensures that the vehicle structure behind it remains undamaged. So DLR researchers will find solutions for the trains of the future. German Aerospace Center European Space Agency 6 Desert RATS 2010 Si è conclusa lo scorso 15 settembre la 13° missione di field testing del programma NASA “Research And Tecnology Studies” che era iniziata il 31 agosto nel deserto dell’Arizona, dove ingegneri, scienziati ed astronauti hanno avuto la possibilità di condurre delle simulazioni con tutto l’hardware fin’ora sviluppato per le future esplorazioni planetarie umane. Nel dettaglio sono stati utilizzati 2 “Space Exploration Vehicles”, dei rovers abitativi in cui i 4 astronauti hanno vissuto per 1 settimana a turno dimostrandone la versatilità negli spostamenti nel deserto e superando le molteplici avversità del terreno. Sono state provate inoltre le manovre di docking con l’habitat, oltre che tutti i sistemi di comunicazione con il ground support team. National Aeronautics and Space Administration SPACEMAG Numero 3 2010 Alla scoperta dei segreti di Giove Nell’Agosto 2011 la NASA lancerà da Cape Canaveral la sonda interplanetaria Juno, che per osservare a distanza ravvicinata Giove per capire la sua formazione, evoluzione e struttura. L’ASI contribuirà alla osservazione dell’atmosfera gioviana con lo strumento JIRAM, che permetterà di migliorare la comprensione della dinamica e della composizione chimica delle zone “aurorali” di Giove e, in generale, fornirà informazioni utili allo studio della composizione della sua atmosfera. Lo strumento JIRAM, realizzato da SELEX Galileo (una Società di Finmeccanica), è in grado di fornire contemporaneamente l’immagine della scena osservata ed il suo spettro operando un rendering della sonda Juno nell’Infrarosso medio (da 3 a 5 micron). Lo strumento è dotato di uno specchio di de-spinning in grado di compensare la rotazione dello spacecraft. Lo sviluppo di JIRAM, con la collaborazione scientifica della Prof.sa Angioletta Cordini, Direttore dell’Istituto INAF-IFSI, segna un ulteriore successo nazionale alle missioni di esplorazione del sistema solare. Agenzia Spaziale Italiana High-res camera snaps water ice on Mars A NASA spacecraft with a high-resolution camera has photographed a young Mars crater and found frozen water in it. A recent image from NASA’s Mars Reconnaissance Orbiter HiRISE camera shows water ice at the bottom of a 20-foot-wide crater on the planet’s surface. Researchers suspect the crater in the northern hemisphere formed recently, no earlier than April 2004, Nathan Bridges, a HiRISE science team member at the University of Arizona, said. “It’s showing we’re getting ice pretty far south,” Bridges said. “As we continue to look at these things it’s a good way to determine where shallow ice is on Mars”.”The ice patch covers an area of up to 20 square feet. It “is probably at the same depth and has a similar origin to that excavated by the Phoenix lander back in 2008,” he said. During the next Martian summer “the HiRISE team will likely take additional pictures to check up on the crater,” Bridges said. National Aeronautics and Space Administration Ice form on Mars captured from Hirise News Virgin to launch space tourism in 18 months: Branson Virgin Galactic is on track to offer commercial space travel within 18 months, and space hotels are next on the drawing board. “We just finished building SpaceShipTwo. We are 18 months away from taking people into space”, Richard Branson told, adding that the fare will start at 200,000 dollars. Branson also has visions of establishing hotels in space, which well-heeled tourists can use as a base for shuttle flights over the Moon. “We are looking at hotels in space” the tycoon said, adding that he was also interested in launching “small satellites into space” for the benefit of schools and universities. Virgin Galactic The Spaceship Two Herschel finds water in cosmic desert The Herschel infrared space observatory has discovered that ultraviolet starlight is the key ingredient for making water in space. It is the only explanation for why a dying star is surrounded by a gigantic cloud of hot water vapor. When astronomers discovered an unexpected cloud of water vapor around the old star IRC+10216 using NASA’s Submillimeter Wave Astronomy Satellite in 2001, they immediately began searching for the source. Stars like IRC+10216 are known as carbon stars and are thought not to make Herschel observatory much water. Initially they suspected the star’s heat must be evaporating comets or even dwarf planets to produce the water. Now, Herschel has revealed that the secret ingredient is ultraviolet light, because the water is too hot to have come from the destruction of icy celestial bodies. European Space Agency KaT pronto a svelare segreti di Giove Dopo l’installazione dello strumento Jiram avvenuta ad inizio agosto scorso la collaborazione ASI-NASA per la sonda JUNO ha portato all’installazione del Ka translator (KaT) sulla piattaforma che volerà verso Giove per svelare i segreti del gigante del sistema solare. Lo strumento è stato sviluppato nell’ambito della Direzione Tecnica dell’ASI e realizzato da Thales Alenia Space Italia con il supporto del team scientifico della Università di Roma. Dopo il lancio, fissato per agosto 2011, JUNO viaggerà per 5 anni verso Giove. Uno degli obiettivi principali della missione è la determinazione della struttura interna del pianeta attraverso la misura del suo campo di gravità, ovvero delle varie componenti armoniche. Il complesso esperimento di radioscenza della sonda ha lo scopo di soddisfare questo obiettivo. Le misure richieste sfruttano come grandezza osservabile lo spostamento Doppler del segnale radio inviato da terra verso la sonda e da questa ritrasmesso coerentemente verso terra. Agenzia Spaziale Italiana Kamil: un cratere lunare sulla Terra Si è tenuta a Roma lo scorso 23 settembre, nell´ambito dell´European Planetary Science Congress 2010, la Conferenza “Kamil: un cratere lunare sulla Terra”, promossa dalla Space Academy Foundation. Le testimonianze di Mario Di Martino, l´astronomo dell´INAF, e dei rappresentanti di ESA, Telespazio ed e-GEOS, hanno aiutato a comprendere come le osservazioni al suolo e quelle satellitari sono state fondamentali per identificare e studiare “il primo cratere lunare sulla Terra”. Il cratere Kamil ha attirato anche l´attenzione dell´Esa, che ha lanciato il programma “Space Situational Awareness”, con lo scopo di proteggerci sia dai danni derivanti dalle attività umane nello spazio sia dai più rari ma ben più pericolosi rischi di collisione con piccoli asteroidi. Agenzia Spaziale Italiana U.K. predicts “spaceplane” in 10 years A British company, Reaction Engines Ltd., is developing a spaceplane it says will travel five times the speed of sound and carry up to 24 passengers and up to 12 tons of cargo into space. The unpiloted craft would take off from an airport runway and use its two hydrogen/oxygen engines to propel it more than 18 miles into space. Each mission of the $1 billion spaceplane would cost about $10 million. Officials of the U.K. Space Agency, which is supporting Reaction Engine’s research, say it could replace NASA’s Space Shuttle to transport supplies and astronauts to the International Space Station. “Access to space is extraordinarily expensive, yet there’s no law of physics that says it has to be that way,” said Richard Varvill, technical director and one of the founders of Reaction Engines. un frammento del meteorite nel Sahara British National Space Center 2010 Numero 3 SPACEMAG 7 Storia di copertina Le PMI come strategia di rilancio del paese Meno del 10% delle piccole e medie imprese operano nei settori ad alta tecnologia di Osvaldo Piperno* 8 I l sistema produttivo italiano è costituito per più dell’80% da Piccole e Medie Imprese (PMI, vedi box a fine articolo) che genera occupazione per una percentuale ancora più elevata. Questo dato potrebbe essere rappresentativo di forte dinamicità e di grande potenzialità. E’ necessario, tuttavia, precisare che in questa classificazione ricadono le imprese della più varia tipologia di attività e che, soprattutto, meno del 10% di queste opera nei settori ad alta tecnologia. Questa constatazione rende meno accattivante il dato di rappresentatività delle PMI nel mercato attuale, tanto più se inserito nei processi in corso di globalizzazione sempre più spinta. Le dinamiche dei mercati moderni pretendono continua innovazione che può essere soddisfatta sia con una capacità di SPACEMAG Numero 3 2010 Una mano artificiale realizzata in un laboratorio di ricerca robotica offrire prodotti nuovi sia trovando nuove maniere di fare meglio, ed a costi inferiori. Il drammatico crollo del “ciclo di vita del prodotto” del secolo scorso ha portato con se la necessità di ridurre il time to market cioè l’intervallo di tem- Storia di copertina po intercorrente tra la disponibilità di un nuovo prodotto/ processo, al termine di un’attività di sviluppo, ed il momento della sua adozione sul mercato. Ma l’attività di sviluppo è a sua volta derivazione, non sempre immediata e diretta, dell’attività di ricerca inclusa la ricerca di base. È qui diventa evidente l’impossibilità che le PMI di essere autosufficienti e la necessità che esse siano inserite in un contesto che le veda come uno degli attori dell’innovazione accanto alle Università, ai Centri di Ricerca Pubblici ed alla Grande Impresa. Un trinomio che costituisce un imprescindibile asset per un paese di economia moderna. Ma non è solo l’esistenza in vita di questi tre attori a garantire le buone performances del contesto produttivo, è la loro interazione secondo dinamiche evolutive e cooperative dove la competizione trae alimento dalla pluralità degli sbocchi di mercato e dalla loro profittabilità I problemi dimensionali e di capitalizzazione delle PMI, la loro scarsa contribuzione all’attività di ricerca, provoca l’accollarsi da parte della grande impresa il maggior onere degli investimenti. Solo la presenza di forti player a proiezione internazionale può consentire all’economia domestica di affacciarsi e competere sugli scenari globali. È necessario che la PMI trovi un sicuro elemento di confronto e razionalizzazione che aiuti le imprese nella loro crescita e nella possibilità di un corretto utilizzo di infrastrutture pubbliche di ricerca senza violare le normative comunitarie molto sensibili e spesso refrattarie agli “aiuti di stato”. È quindi necessario che un disegno strategico di politica industriale nei settori high-tech abbia un ampio respiro e fondi parte delle sua operatività nel rafforzamento della capacità delle PMI di accedere alla ricerca ed al credito. Da qui si può avviare un percorso che miri all’allargamento della base industriale in settori ad alta tecnologia. Il ruolo che la mano pubblica può giocare su questo versante diventa essenziale. In questo senso un aspetto non secondario delle politiche pubbliche verso le PMI si può anche rinvenire nel sostegno all’acquisizione di una loro capacità di competere in ambito internazionale al di là dei più tranquilli mercati domestici. Le diseconomie di scala che hanno talvolta accompagnato parte dei settori produttivi nazionali sono destinate ad un breve futuro. Il passo della globalizzazione è tale che il concetto di “glocal”, nella versione di agire locale e pensare globale, avrà sempre più peso. Stante questi sommari presupposti di contesto risulta interessante un approfondimento sulle attività dell’Agenzia Spaziale Italiana in riferimento alle PMI, attività high-tec per eccellenza. Le dinamiche del settore spaziale possono infatti rappresentare un punto di riferimento per l’interazione fra il settore pubblico e l’industria ad alta tecnologia. L’industria spaziale italiana genera ricavi per circa 1,5 mld di euro all’anno. Più del 65% è riconducibile alla Grande Impresa ed il restante 35% alla PMI. Circa i due terzi del complesso delle attività spaziali è riferito alle attività di manifattura/produzione ed integrazione che fa capo alle Grandi Imprese per più del 55%. Il ruolo delle PMI è riconducibile al Segmento Spaziale, per attività fortemente connesse alla R&D (circa il 12%), nel Ground Segment, dove lo sviluppo software gioca un ruolo decisivo, e nel cosiddetto Downstre- am, relativo alla realizzazione di applicazioni, allo sfruttamento dei dati satellitari etc. Le PMI italiane che operano in maniera diretta con il settore spaziale sono circa un centinaio. Molte di queste hanno maturato una presenza autonoma nel settore spaziale. La crescita delle PMI nazionali del settore nel corso dell’ultimo decennio ha consentito loro di affacciarsi con successo sullo scenario europeo sia in ambito ESA che nel VII Programma Quadro dell’Unione Europea. Permane tuttavia una sotto-utilizzazione dei fondi europei da parte delle PMI italiane del settore e questo è un segno negativo della proiezione non domestica di queste imprese. In più la norma europea che, a differenza di quella dell’ESA, non prevede un meccanismo del c.d. “ritorno geografico” spinge necessariamente le nostre imprese verso una effettiva capacità di competere e fare rete con altre industrie/Centri di Ricerca europei. I meccanismi di “fair competition” sono quelli destinati a guidare il grosso dei flussi finanziari destinati alle PMI nel prossimo futuro ed in questo senso anche l’ASI sta promuovendo iniziative tese a favorire una significativa partecipazione alle iniziative europee. In ambito nazionale la strategia dell’Agenzia è quella di sostenere le PMI mediante iniziative pluriennali, tipicamente Bandi pubblici, su tematiche tipiche del loro operare in settori high-tec connessi con l’ambito spaziale. La finalità di tali Bandi è duplice: da una parte sollecitare le PMI per proposte progettuali che contemperino anche attività di R&D e che portino sui mercati degli end user o della filera prodotti innovativi che consentano alla PMI di incrementare i loro fatturati high-tec; dall’altra spingere verso la competizione su tematiche innovative così da preparare la PMI nazionale a “rischiare” nei mercati transnazionali. Affinché tale strategia abbia credibilità risulta essenziale la garanzia che l’Agenzia persegua questa politica nel tempo. E nasce da qui l’annuncio fatto dal Presidente dell’ ASI di quattro bandi riservati alle PMI che avranno una periodicità semestrale. Le tematiche individuate sono state: 1) Materiali, componenti, sensori 2) Osservazione della Terra 3) TLC 4) Navigazione ed applicazioni integrate. Il primo bando è stato già chiuso e sono state selezionate 11 proposte, il secondo si è chiuso lo scorso 29 ottobre. La risposta delle PMI al 1° ha coinvolto oltre 80 imprese. Per questi quattro bandi l’ASI ha stanziato 20 milioni di euro che costituiscono un cofinanziamento al 50%. Ciò significa che, complessivamente, tale iniziativa mobiliterà circa 40 milioni di euro in attività high-tech. Accanto a tali attività, l’ASI intende garantire anche la partecipazione delle PMI ai grandi programmi nazionali ed internazionali finanziati con fondi pubblici. In ASI si sta inoltre cercando di consolidare anche uno strumento conoscitivo, un Osservatorio, che consenta di monitorare le attività finanziate per le PMI per poter correggere gli interventi previsti nel caso in cui si constati una non adeguatezza nel raggiungimento degli obiettivi prefissati che, in ultima analisi, coincidono con le crescite di fatturato delle PMI del settore. Si ritiene che solo una valutazione ex ante sposata ad una indifferibile valutazione ex post possa fornire all’ASI gli La strategia dell’ASI è quella di sostenere le PMI mediante iniziative pluriennali 2010 Numero 3 SPACEMAG 9 Cover story strumenti per guidare efficacemente i propri finanziamenti alle PMI nazionali. Un ulteriore strumento per un intervento verso le PMI è costituito dalla Convenzione sottoscritta da ASI con le tre Associazioni delle PMI del settore spaziale (AIAD, AIPAS, ASAS) e finalizzata ad una capillare capacità di raccolta di informazioni sulle singole PMI e sull’approntamento di misure condivise di sostegno per la loro crescita sia tecnologica che organizzativa. Tra le iniziative previste rientra anche una riflessione sugli strumenti contrattuali attualmente in vigore finalizzata all’adozione di modalità il più possibile snelle e temporalmente contenute nell’avvio e gestione dei contratti all’interno delle norme vigenti, comprese quelle europee, che spesso si propongono come migliorative. Tra le attività previste nella Convenzione gioca un forte ruolo l’internazionalizzazione, intesa come l’avvio di una strategia per dare possibilità ad imprese nazionali di affacciarsi in mercati nuovi mediante accordi di cooperazione. In sintesi, l’Agenzia Spaziale Italiana ritiene che le attività delle PMI costituiscono un patrimonio essenziale per il Paese e che la loro presenza e rafforzamento consentano un rafforzamento complessivo dell’industria italiana nel settore spaziale. Le PMI svolgono infatti un ruolo cruciale nello sviluppo di nuove tecnologie proprio per la loro prossimità alle frontiere tecnologiche e per la loro capacità di “osare” in ambiti tecnologici sconosciuti facendo della loro specificità un punto di forza. Per quanto riguarda l’ASI tale rafforzamento per essere strutturale ed evolutivo passa dall’instaurarsi di modalità cooperative delle PMI con Università i Centri di Ricerca e la Grande 10 In hard times as these small is very very beautiful New dynamic, small players should join the game The Italian industrial system is largely formed (roughly 80%) by Small and Medium Business (the Italian acronym to be used here will be PMI). The collapse of last century’s concept of a rigid PLC reduced drastically the time-to-market of any new product/process. Problem is, developing new products/processes asks for intense research, lower pricing. PMI is not equipped to do this and should become partner in a network pooling Universities, Public Research Institutions and Big Business, i.e. the winning asset of any modern economic system. PMI small dimension and limited capital, as well as little or no research capability force today Big Business to bear the bulk of R&D costs. But Big Business needs PMI as an all too useful partner. A strategic industrial policy in the high-tech sector – a critical one in Italy - implies ample funding to PMI to help its access to research and technologies and to financing. Until now this sector has been lagging behind, seriously hampered by slow dynamics and innovation barriers. Geographic areas with specific industrial tradi- SPACEMAG Numero 3 2010 tion will survive only by assuring excellence and avoiding duplications. The ASI action towards PMI is an interesting example of a fruitful cooperation between a public sector Agency and high-tech industry. Italian Space industry’s production value ranks in the 1,5 billion Euros per year, 65% to be referred to Big Business, PMI doing the rest. PMI is fairly active in the Space segment as far as R&D is concerned, in the Ground segment where software elaboration is vital, and in the so-called Downstream segment in applications, satellite data processing and the like. In the Space sector, PMI numbers a hundred-odd firms, most of them with full autonomy. Big Business ushered PMI into major national programs and into the supplychain of Defence contractors, promoting minor firms at European level both in the ESA programs and within the 7th Framework Program. European financing is still underrated by Italian PMI. What is more, unlike its agency ESA, European policy at large does not envisage the so- Cover story Impresa, ma anche attraverso una trasparente competizione che, accompagnata da una chiarezza di interventi da parte dell’Agenzia, produca best practices da poter esportare in altri settori produttivi nazionali □ * Agenzia Spaziale Italiana La definizione di appartenenza alla PMI aggiornata al 1° Gennaio del 2005 prevede : 1) il numero di dipendenti (requisiti di struttura); 2) il fatturato o il valore attivo patrimoniale (requisiti economici e finanziari); 3) il requisito dell’indipendenza economica (requisiti di capitale) I tre requisiti vanno valutati in modo “cumulativo”, nel senso che almeno due devono rientrare nelle soglie stabilite. Tipologia Dipendenti Fatturato (ml €) Bilancio (ml €) Media Impresa < 250 e < 50 < 43 Piccola Impresa < 50 e < 10 < 10 Micro Impresa < 10 e <2 <2 La definizione di PMI distingue tre tipi di imprese (impresa autonoma, impresa partner, impresa collegata) a seconda del tipo di relazione in cui si trovano rispetto ad altre imprese in termini di partecipazione al capitale, diritti di voto o di esercitare un influsso dominante. 11 called geographic return, prompting Italian firms to enter international Industry/Research Centers nets. PMI funding in the next future will be inspired by fair competion philosophy, and ASI is promoting a substantial participation of Italian firms to European programs at all levels. On the Italian national level, ASI strategy is to support PMI by long term public programs in space-related hightech fields, to stimulate advanced innovative programs requiring R&D action and to prepare PMI to face the risks of fierce international competition. PMI valid firms doing this are still too few and a long-term action is needed. Within this framework ASI earmarked for PMI participation 20 million Euros to be divided in four sixmonths projects related to: a- materials, components, sensors, b- Earth Observation, c- TLC, d- Navigation and integrated applications. The first project attracted more than 80 firms and eleven proposals have been selected. ASI will finance 50% of the technologic programs each with a value within one million Euros and at the same time will sponsor PMI participation to major national and international public-funded programs. The inherent risk for Big Business in this ventures asks for a high level of quality and reliable time and cost control procedures by the PMI firms involved. An Observatory will be instituted to monitor the ventures’ progress and optimize financing. Information on the PMI involved will be collected through a Convention signed by ASI and the three space sector PMI associations (AIAD, AIPAS, ASAS) fostering international cooperation agreements and supplying commercial information and legal assistance. To strengthen PMI role in new technologies is essential particularly on the international scene. Once again it must be stressed that such an action not only requires a close cooperation with Big Business, Universities and Research centers but also a trasparent, best-practices building competition approach to be exported to other production sectors. This will be the theme of a next article □ 2010 Numero 3 SPACEMAG Storia di copertina Istituzioni garanti dello sviluppo compatibile Unica guida priva di finalità ed interessi commerciali di Claudio Mastracci* 12 T rasferire tecnologie innovative alle piccole e medie imprese (PMI) nel settore industriale si sta rivelando sempre più quale metodo vincente per lo sviluppo economico del nostro paese, quando appena fino a qualche anno fa la grande industria gestiva la propria galassia di PMI con contratti ripetitivi spesso sulla base delle proprie tecnologie proprietarie al più basso livello di rischio. Le ragioni di questa rivoluzione silenziosa sono note: la competizione crescente e l’evoluzione verso aggregazioni internazionali della grande industria potevano compromettere il futuro delle micro/PMI e esigevano una nuova presa di coscienza del reale tessuto industriale per sostenerne il ruolo nell’economia nazionale, se si considera che, dei circa 3,8 milioni di imprese attive in Italia nel 2009 con circa 15 milioni di addetti (fonte: Commissione Europea SBA Fact Sheets 2009), le micro/PMI costituiscono più del 99% del totale con circa 9,2 milioni di addetti. Fin dall’inizio del 2000 alcune istituzioni pubbliche, ed in particolare quelle orientate al sostegno delle nuove imprese, compresero la necessità di creare nuovi strumenti finanziari e di un nuovo rapporto con la grande impresa attraverso una maggiore capacità tecnologica autonoma, poiché le nuove idee nate dagli start up universitari e nei Centri di Ricerca possono avere successo solo con i nuovi strumenti di gestio ne e con l’accesso alle tecnologie più avanzate. Oggi molte importanti iniziative nazionali ed europee si prefiggono di sostenere la crescita delle PMI, coinvolgendo i quattro attori indispensabili in un rapporto oggi ancora critico: • le istituzioni pubbliche • le università e i centri di ricerca • la grande industria • gli istituti di credito Le istituzioni pubbliche debbono fornire la nuova cultura SPACEMAG Numero 3 2010 manageriale attraverso la formazione delle risorse per garantire sopravvivenza e sviluppo alle PMI: l’informazione, il tutoring per un’impostazione industriale dei nuovi prodotti tecnologici, la creazione di “reti” (concetto ancora stico alle PMI). L’acquisizione di tecnologie avanzate per prodotti innovativi comporta il problema di gestione del rischio insito nell’innovazione: vecchi e nuovi imprenditori devono essere assistiti dalle istituzioni, unica guida priva di finalità ed interessi commerciali, come dimostra l’esempio del programma Hitech di BIC Lazio nel quadro europeo dei Business Innovation Centers (BIC) . Da un’idea condivisa nel 2004 tra l’Ente Spaziale Europeo (ESA) e BIC della Regione Lazio nacque un Accordo per il trasferimento delle tecnologie spaziali - solitamente costose ed avanzate sviluppate con fondi ESA - alle PMI e alle nascenti imprese incubate da BIC Lazio orientate ad applicazioni non spaziali. Finora sono state esaminate più di sessanta proposte ed è nato un più ampio accordo per il supporto gestionale, da parte di BIC Lazio, ai progetti di incubazione gestiti dall’ESA presso la sua sede ESRIN di Frascati, aprendo così una ‘finestra’ europea alle nascenti iniziative locali. La convergenza su BIC Lazio di proposte innovative ( dallo sviluppo di complessi prodotti software per applicazioni commerciali, ad applicazioni nei settori meccanici, dell’audio-visivo, delle fonti rinnovabili dell’energia, fino tecniche avanzate di certificazione dei processi produttivi ) ha portato al recente coinvolgimento dell’ASI a fianco di BIC Lazio per attuare una strategia congiunta nella selezione delle proposte e un eventuale supporto allo sviluppo, per le proposte rispondenti a priorità nazionali. Il problema dell’accesso al credito è affrontato grazie alla partecipazione di una banca al Comitato di valutazione. L’ASI, che gestisce il piano di sviluppo del settore spaziale nazionale, anche a sostegno dello sviluppo dell’industria del settore applicativo, è chiamata a svolgere un ruolo fonda- Storia di copertina A sinistra ed in basso: Il centro ESRIN di Frascati, situato a 20 km da Roma, dove l’ESA controlla l’attività di diverse missioni spaziali A destra: lavori di manuntezione sulla ISS 13 mentale nel sostegno alle PMI e alle nuove iniziative, sia coordinando il loro rapporto con la grande industria, sia sostenendole economicamente. Per le istituzioni pubbliche è un impegno finanziario rilevante riversato in un tale numero di iniziative a carico di Comuni/Province/Regioni/Ministeri/ Università-Centri di ricerca/CE da far temere che l’interesse politico si limiti alla loro attivazione più che al loro sviluppo. Le sovrapposizioni nelle linee strategiche quali digitalizzazione, audio-visivo, energia, turismo, ambiente postulano una seria razionalizzazione e una visione integrata. Le università e i Centri di Ricerca detengono il sapere e l’innovazione vitali soprattutto per le PMI. L’accordo BIC Lazio - ESA si è tradotto essenzialmente in trasferimento “gratuito” di metodologie di gestione progettuale e design reviews con tecnologie ad alto rischio di innovazione. Il trasferimento di tecnologie avanzate dovrebbe provenire soprattutto dai laboratori nazionali, notoriamente ricchi di innovazione, trasferimento oggi possibile, ma i progetti di incubazione, la start-up o la PMI non devono sostenerne il costo alla stregua della grande industria che sovvenziona la ricerca con ragguardevoli finanziamenti pubblici e privati. Questo è un aspetto cruciale: il trasferimento di tecnologie dovrebbe essere finanziato nella fase iniziale pre-competitiva di prototipizzazione e di test di mercato, prima del ricorso al credito per l’industrializzazione del prodotto e deve modularsi in “rete” mettendo in comune conoscenze ed opportunità di mercato oltre che negli ambiti locali. Senza entrare nella complessa realtà dei Distretti Tecnologici e delle iniziative ministeriali a supporto delle PMI, voglio qui ricordare due esempi significativi: 2010 Numero 3 SPACEMAG Cover story - l’iniziativa dell’Università la Sapienza che raggruppa nel Consorzio “Sapienza & Innovazione” la capacità di ricerca dei suoi laboratori (joint labs) , la competenza finanziaria di UniCredit Group, i servizi di accompagnamento per la creazione d’impresa di BICLazio e la capacità di sostegno ai processi di sviluppo di FILAS. - la “Fondazione Ricerca e Imprenditorialità” recentemente creata dal Politecnico di Milano, l’Istituto Italiano di Tecnologia, la Scuola Superiore S.Anna, Enel, Finmeccanica, Telecom Italia e Intesa Sanpaolo, per sviluppare una nuova competitività a livello nazionale con la valorizzazione dei centri di eccellenza tecnologici ed industriali per promuovere la nascita di piccole imprese guidate dalla ricerca . La grande industria da tempo ha mutato atteggiamento verso le PMI, per la crescente complessità delle nuove tecnologie, per la necessità di contrarre i tempi di produzione, per i maggiori costi di trasferimento delle procedure produttive e di controllo della qualità. E’ economicamente più utile alla grande industria trasferire alle PMI quote di attività più importanti e relative tecnologie per disporre in prospettiva di fornitori di più alto livello, a patto che i costi di trasferimento non siano interamente a suo carico. Gli istituti di credito, specie in crisi come l’attuale, sono l’elemento focale per attuare il cambiamento ma l’accesso al credito resta il punto dolente: le PMI, e ancor più le nuove iniziative imprenditoriali, dispongono raramente di capitali o beni di garanzia e la loro possibilità di credito risiede solo nel potenziale valore economico dei loro progetti innovativi. Valutarlo è essenziale per decidere sul finanziamento richiesto. Non tutte le banche ne sono capaci, Basilea 2 e 3 non agevolano il ricorso al credito da parte delle PMI e, nonostante le buone intenzioni dichiarate da molti istituti di credito, i finanziamenti restano difficili, lenti, inadeguati, come riconoscono anche recenti studi del settore bancario, e i pochi risultati concreti non sono ancora adeguati rispetto Technology downstream: a difficult, not impossible task 14 Small Business is to cooperate, in a new way with BB T he technological devolution to Small and Medium Enterprises (SME’s) is essential to a sound economic development in Italy. Up to a few years ago, the big business would handle its own SME’s galaxy downstream by sharing its own technology at the lowest possible risk level. But today’s growing competition and international concentrations of big business require a high-handed approach in order not to jeopardize progress of SME’s. SME’s share of the Italian economy is rather impressive: according to the 2009 EC SBA Fact Sheet, that year in Italy there were 3,8 million firms employing around 15 million people, and SME’s accounted for over 99% of the total, employing roughly 9,2 million people. Since 2000 a few public agencies devoted to start-up assistance have been promoting a whole new culture in the relationship between big and small business, asking for new financial tools and for a greater autonomous technological capacity. New ideas born in the University research centers can be implemented only by new management methods and by free access to the most advanced technologies. Today SME’s growth is fostered by a number of Italian and European programs requiring the full commitment of four main partners in a still problematic relationship: Public sector, Universities and R&D Centers, Big Business and – last but not least – Banks. The Public Sector is supposed to improve management SPACEMAG Numero 3 2010 culture by supplying SME’s with all the resources needed not only to survive, but to grow as well: information, tutoring, nets creation (this last facing historical hostility by SME’s). Innovation is always risky and such is the case when SME’s acquire new technologies for new products: both established and emerging managers ought to be helped by ‘neutral’ public institutions with no commercial interests. Such is the case of the BIC Lazio Hitech Program within the framework of the European Business Innovation Centers (BIC). The program originated in 2004 from an idea shared by the European Space Agency (ESA) and the Lazio regional agency BIC: to transfer new, costly, ESA-funded aerospace technology to SME’s in theRegion, to new BIC incubated firms as well as to other no space related business. Until now more than sixty proposals have been vetted and BIC Lazio agreed to support services in the ESA pilot projects at its ESRIN branch in Frascati, near Rome. The proposals range from the development of commercial sophisticated software to new ventures in mechanics, audiovisuals, renewable power down to product certification advanced techniques. This prompted the Italian Space Agency (ASI) to enter the program alongside BIC Lazio in order to select proposals in terms of national priorities. Access to financing should come from the participation of Banks in the Evaluation Committee. By being responsible for the Italian Space Activity Program, ASI will play a major role in helping the SME’s sector and sorting out the best initiatives. A strong Cover story ai ragguardevoli stanziamenti pubblicizzati. E’ significativo comunque che taluni istituti di credito si sentano ora dalla stessa parte, e sin dall’inizio del processo decisionale, dei proponenti l’innovazione e delle strutture pubbliche di sostegno. L’impostazione del business plan di un nuovo prodotto con tecnologia avanzata ha ora la stessa attenzione prioritaria dell’analisi di fattibilità tecnica dell’innovazione stessa nel giudizio globale di validità. Molte ombre gravano ancora sul processo di innovazione tecnologica che interessa tutta l’industria nazionale, ma i frequenti richiami alla inderogabile necessità di razionalizzazione degli interventi in ragione di una rigorosa valutazione di efficacia ed efficienza degli stessi, fanno ben sperare in una possibile evoluzione positiva, del resto indispensabile, per reggere la competizione globale e salvare l’industria nazionale □ * Consulente, Ex Direttore dei Programmi Applicativi dell’ESA rationalisation as well as an integrated strategy are badly needed: without a proper follow-up the high number of proposals by the Public Sector (i.e. Municipalities, Local Government, Ministries, Universities, R&D Centers) would result being mere political propaganda. Universities and Research Centers hold the key to SME’s knowhow and innovation. The BIC Lazio – ESA joint venture resulted in a free trasfer of project management and design review techniques based on brandnew technologies. Technology should in fact come from high-level State Labs research and SME’s should not be asked to pay the price because it cannot afford it while Big Business can. Moreover, technologies should be transferred in the very first phase, before prototype developing, market tests and financing and they should be pooled in a sort of ‘net’ expanding knowhow and commercial opportunities well beyond the local range. Without entering the complex reality of Technological Districts and the Government action in supporting SME’s, two important cases should be mentioned. The first is the Consorzio “Sapienza & Innovazione” led by the Rome University ‘La Sapienza’: the Consorzio pools the University Joint Labs, the UniCredit Group financial services, the start-up consulting by BIC Lazio and the financial support by the regional Agency FILAS. The second is the Fondazione Ricerca e Imprenditorialità, recently created jointly by the Milan Politecnico, the Italian Technology Institute, the Scuola Superiore Sant’Anna (Pisa University), ENEL, Finmeccanica, TELECOM Italia and the banking group Intesa SanPaolo. Its aim is to develop a nation-wide competition in new researchoriented and research-led enterprises. Big Business has already changed its approach to, SME’s due to the growing complexity of technology, the need of cutting production times, the problem of quality control. Big Business is economically interested in transfering technology to SME’s so as to outsource produc- 15 La sede dell’incubatore BIC Lazio a Roma che lavora a sostegno delle PMI tion at higher levels but is not ready to support the whole cost of it. Banks, especially in hard times such as these, are the last but most necessary partner in this somewhat revolutionary change of policies. But access to financing is still the weak spot: SME’s and even more new entrepreneurs cannot offer guarantees but the potential value of their innovative projects. Such projetcs need to be evaluated in order to lend money but not all banks are equipped to do it, procedures are time-consuming, Basel 2 and 3 do not help, and the few positive solutions cannot compare with the huge ear-marked funds. But the mood is changing and some Banks do really feel being on the “same side” of the borrower and start judging business plans for technology-loaded products on the same level of the feasibility study on the product itself. Perspectives are still somewhat cloudy but the sheer force of technological innovation will push transfer to SME’s through, as this is the only possible way to face global competition and preserve Italian industry, large and small □ 2010 Numero 3 SPACEMAG Storia di copertina La filiera dell’industria spaziale La grande impresa e il suo ruolo di traino nello sviluppo delle PMI spaziali di Massimo Claudio Comparini* I l tema dello centralità della piccola media e impresa nel tessuto economico del paese è declinato in molte occasioni di dibattito e, correttamente, rappresenta un cardine della politica industriale italiana. Il nostro tessuto economico si caratterizza infatti in modo chiaro per una forte presenza di PMI e l’allargamento dei mercati, la dimensione globale della competizione, l’emergere di nuove economie impone necessariamente una riflessione su come sostenere e consentire al comparto il richiesto livello di competitività. In tale contesto l’industria spaziale ha le sue peculiarità. Nelle ultime due decadi il processo di consolidamento mondiale del settore è stato imponente determinando in Europa la concentrazione in due grandi raggruppamenti transnazionali, Astrium (EADS) e Thales Alenia Space (JV, Finmeccanica e Thales), e con la tedesca OHB in un cammino di crescita che la porta ad essere comunque un player, più piccolo, ma di primo livello nella filiera (first tier). Il settore è caratterizzato da una alta intensità di innovazione e di Ricerca e Sviluppo e ciò certamente rappresenta una barriera di ingresso per le piccola media impresa tendenzialmente con una minore capacità di investimento, elemento particolarmente critico nella realtà italiana. Assieme al processo di consolidamento dell’impresa spaziale si è osservata una dinamica di crescente esternalizzazione. Se infatti fino all’inizio degli anni ‘90 si osservava una forte verticalizzazione dell’impresa spaziale oggi la vastità delle applicazioni, dalla telecomunicazioni commerciali alla esplorazione planetaria, dalla navigazione alla osservazione della terra, impone ai grandi gruppi delle scelte di focalizzazione nell’identificare le proprie competenze, tecnologie e prodotti chiave (core competences, enabling technologies) identificando 16 Foto 1: il Centro di assemblaggio di Thales Alenia Space a Torino Foto 2: Fase di realizzazione dello specchio primario del telescopio Herschel presso il Thales Alenia space di Torino Foto 3: Test di realizzazione del telescopio Herschel presso il Thales Alenia space di Torino SPACEMAG Numero 3 2010 Storia di copertina al contempo quella rete di collaborazioni e partnership necessarie per il mantenimento del momento innovativo. Tale processo, che determina dei riposizionamenti degli attori della filiera nella catena del valore dei sistemi spaziali, ha come obiettivo, visto dall’angolo della grande impresa (LSI, Large Scale Integrator) la concentrazione degli investimenti interni e il presidio dello spettro di tecnologie e prodotti necessari al concepimento e alla costruzione di sistemi spaziali competitivi. Il collegamento della piccola e media impresa con tale rete cooperativa risulta d’altronde l’unico modello che consenta, soprattutto alla PMI spaziale Italiana, di poter beneficiare di canali di accesso abilitanti a una crescita strutturale e nel medio lungo termine l’accumulo di competenze, tecnologie e prodotti in grado di sostenere una presenza redditiva e un ruolo significativo nell’industriale spaziale. Tale visione impone una governance tecnologica complessiva di medio-lungo termine che coinvolge tutti gli attori della filiera sia industriali (LSI, PMI, Associazioni industriali) sia istituzionali (Agenzia Spaziale Italiana, MIUR, Difesa, MSE, …) e in genere tutti gli stakeholders della tecnologia spaziale. Dal punto di vista della grande impresa gli obiettivi primari risultano oggi, indipendentemente dalla tipologia di programmi, commerciali o istituzionale, i seguenti : • Certezza dei tempi di sviluppo e realizzazione dei programmi • sviluppo del portafoglio prodotti attraverso il giusto bilanciamento di miglioramenti incrementali e di breaktrough tecnologici • gestione e minimizzazione dei rischi industriali • razionalizzazione e riduzione della base dei costi Tali obiettivi hanno impatto sulla componente internalizzata nonchè sulla filiera dell’impresa e al fine di coglierli complessivamente determinano le seguenti linee guida rispetto al coinvolgimento della filiera stessa e della PMI : • coinvolgimento in base alla competenze specifiche sin dalle fasi iniziali di sviluppo anche cogliendo opportunità dedicate allo sviluppo della PMI • una condivisione dei temi di ricerca e sviluppo della PMI che traguardi un possibile utilizzo in filiera con la grande impresa • nei modelli più evoluti di partnership strategica un reale Risk and Opportunity sharing Nel caso di JV transnazionali, quali Thales Alenia Space, è altresì auspicabile una visione completamente transnazionale avente lo scopo di utilizzare al meglio nei programmi di ricerca europea delle diverse Agenzie (ESA; EDA, EC,…) il proprio footprint geografico e consentendo alla propria filie- 17 Il Satellite Astrium per la misurazione dei venti terrestri 2010 Numero 3 SPACEMAG Cover story ra la costruzione di partnership e collaborazioni incrociate che partendo da interessanti occasioni a livello locale (distretti industriali, pole de competitivite) possano comunque sostenere un respiro realmente internazionale delle PMI sufficientemente attrezzate. Se la rete cooperativa, network value chain, è quindi elemento di competitività di un modello di business adeguato alla arena competitiva attuale il principio di extended enterprise assume oggi connotati più vicini alla realtà di business che al semplice modello accademico. Opportunamente innestate nelle strategie della grande impresa, pool di PMI specializzate e complementari possono contribuire ad arricchire e rafforzare competenze chiave della grande in modo solido e robusto, e quindi più redditizio nel medio-lungo termine. La condivisione degli obiettivi del first tier comporta infatti necessariamente una accrescimento del know how all’interno della filiera e quindi un notevole potenzialità nella capitalizzazione della stessa. Ciò assume una particolare importanza nel momento in cui economie emergenti, almeno nel settore dell’alta tecnologia e delle applicazioni spaziali quali Cina, Brasile, India, Corea del Sud e per certi versi anche la Russia (tradizionalmente un grande player spaziale ma con una minore intensità tecnologica) nei prossimi anni avvicineranno molto, se non insidieranno, le posizioni acquisite oggi dalla industria Europea. Naturalmente in questa visione di modello in crescita vi sono responsabilità incrociate, condivisione delle road map evolutive e elementi di strategia da una parte, focalizzazione e presa d’atto che accanto a opportunità crescenti le PMI più attrezzate devono intraprendere un cammino di risk sharing. Ciò non è possibile per tutte ma è l’unico processo virtuoso che consentirà un effettiva crescita del comparto in un settore industriale complesso, knowledge e investment intensive come quello spaziale. Un processo da sviluppare a livello sistemico nel quale ogni attore, grande impresa, piccola e media impresa, attori istituzionali e stakeholders in genere contribuiscano insieme alla capacità del sistema paese Italia di mantenere ed ulteriormente sviluppare un ruolo da protagonista nello spazio Europeo e mondiale □ * Thales Alenia Space, VP Ricerca e Sviluppo, Tecnologia e Politica di Prodotto Building a space supply chain 18 Big Business and its driving role in developing SB S mall and Medium Business is vital to Italian industry, not only because of its high numbers: a new strategy is badly needed today to develop it sector on the changing scene of new markets, global competition and emerging countries. In this framework space industry can play a major role. In the last two decades European space industry has been concentrating around two main transnational groups: Astrium (EADS) and Thales Alenia Space (a joint venture between Finmeccanica and Thales). A third minor group, a first tier supplier, is the German OHB. Problem is: the innovation and R&D high intensity levels bar SB from entering the field due to a lack of financing too. Vertical concentration – the rule until the ‘90s - has been leaving way to an evergrowing outsourcing. The sheer amount of applications, from commercial TLC to planetary exploration, from navigation tools to Earth observation, forces Big Business to focus on its own core competences and enabling technologies, building a network of cooperation and partnership agreements on the side to fuel innovation. To Large Scale Integrators (LSI), the main task today is to concentrate on in-house investments keeping up their own stock of technologies and products to offer competitive space systems. This link between BS and its SB network is the only way to guarantee a structural growth to the Space Small and Medium Business concerned, storing in the meantime technology, technics and knowhow to play a significant role in space industry. SPACEMAG Numero 3 2010 Such a vision implies a mid- and long-term technological governance involving all the players in the supply chain, both industry (LSI, SB, Industrial Associations) and public actors (Italian Space Agency, University, Defense, Economy Ministries) as well as all space technologic stakeholders at large. To Big Business primary targets are: Programs time and scheduling control, a balanced products portfolio between technological updating and breakthrough, industrial risks management and cost rationalization and control. In order to reach these targets the folllowing guidelines must be adopted: BS participation from the very start, BS R&D strategies sharing and in the most advanced cases of partnership a real Risk and Opportunity sharing. Transnational Joint Ventures such as Thales Alenia Space should implement the Space Agencies R&D Programs with their own geographic footprint promoting partnership and crossfertilization within their BS network. If the network value chain is to be the model, SB complementary pools linked to Big Business strategies can contribute consistently to the latter’s overall capacity, particularly today when emerging economies such as China, Brazil, India, South Korea and Russia too are challenging the leading role played until now by European countries. By assuming a risk sharing capacity the more advanced SB can grow and develop in a knowledge- and investment-intensive industry such as this, defending the outstanding positions of the Italian Space industry □ Storia di copertina L’AIAD, Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza, accoglie nel proprio ambito la quasi totalità delle imprese nazionali, ad alta tecnologia, che esercitano attività di progettazione, produzione e ricerca nei comparti: aerospaziale civile e militare, militare navale e terrestre e dei sistemi elettronici a questi assimilabili; al fine di promuoverne e rappresentarne gli interessi e/o garantirne altresì una reciprocità di trattamento nei riguardi dei concorrenti esteri mantiene stretti e costanti rapporti con quegli organi ed istituzioni che in campo nazionale e internazionale svolgono attività di potenziale riflesso sull’industria che essa rappresenta. E’ membro, in rappresentanza dell’industria italiana, dell’equivalente Associazione Europea (ASD) e, nell’esercizio delle proprie attività, interfaccia di riferimento di tutte le Istituzioni nazionali ed estere per il coordinamento di ogni iniziativa che necessiti dell’espressione collettiva degli interessi nazionali del comparto. Redige e presenta rapporti e posizioni industriali ai vari dicasteri governativi e ad ogni altra organizzazione istituzionale estera. Fornisce un fattivo e significativo contributo allo sviluppo di piani di settore da elaborarsi a cura degli organi della Difesa e/o di altre Amministrazioni dello Stato in materia di: Ricerca e Innovazione; Normative procedurali, tecniche e contrattuali. Coordina numerosi gruppi di lavoro in ambito nazionale ed internazionale, promuove l’organizzazione di eventi seminariali e congressuali, raccoglie i resoconti statistici sull’andamento dei maggiori indicatori economici ed è interprete di una intensa attività promozionale all’estero, sia per coordinare in maniera aggregata la partecipazione italiana alle più importanti manifestazioni internazionali che per organizzare e coordinare la missione all’estero delle nostre imprese o la visita in Italia di delegazioni estere. Le Imprese Federate occupano oltre 50.000 addetti e producono un fatturato annuo (dati 2009) di 13 miliardi di €. Sono membri della Federazione Finmeccanica e tutte le Società del Gruppo che svolgono attività inerenti gli ambiti di competenza della Federazione; il 75% dei quadri associativi sono costituiti da Piccole e Medie Imprese □ AIAD (Italian industries Federation for Aerospace, Defence and Security) associates almost all the Italian hightech companies active in research, design and manufacturing of: Civil and military aerospace, Military ground and naval Departments, Electronic Systems. Its associates feature an overall manpower of 50,000 persons, with a global turnover of 13 billion Euro. Finmeccanica group is in AIAD, 75% of AIAD associates are Small and Medium Business. The Federation’s aim is to promote its associates in Federazione Aziende Italiane Aerospazio, Difesa e Sicurezza Segretario Generale Carlo FESTUCCI Contatti e informazioni: Maurizio Madiai AIAD-Coordinatore Settore Aerospaziale Via Nazionale, 54 - 00184 Roma Tel. +39 06 4880247 Fax +39 06 4827476 www.aiad.it [email protected] 19 International tenders and their relationship with Public Authorities. AIAD is member of its European equivalent ASD and is a consulting body to Italian Government bodies working closely with the Italian Defence Ministry in R&D and tecnical legislation. AIAD coordinates working goups at International level, organizes events and conventions, stores and supplies relevant statistic data. Particular attention is devoted by AIAD to help its associates in missions abroad and in hosting foreign delegations □ 2010 Numero 3 SPACEMAG Storia di copertina Associazione delle Imprese per le Attività Spaziali Presidente Giovanni Sylos Labini Contatti e informazioni: Silvia Ciccarelli Via del Tempio, 1 - 00186 Roma. Tel/fax +39 06 6869222 www.aipas.it [email protected] 20 AIPAS is a non-profit Association of 24 Small and Medium Companies and Consortia and Small and Medium Business in the Aerospace field representing indirectly other four companies. Its aim is to foster, promote and develop the role of SB helping its associates in their relations with Agencies, Governmental bodies and institutions at national and international level. AIPAS is an observation center monitoring the whole sector being its associates located in the Italian main Aerospace Districts. AIPAS Promotes cooperation agreements and strategic joint ventures with foreign firms. At the national SPACEMAG Numero 3 2010 L’AIPAS è l’Associazione che rappresenta le PMI del settore spaziale in Italia. E’ stata fondata nel 1998 e non ha fini di lucro. L’obiettivo principale dell’Associazione è quello di rappresentare nelle varie sedi nazionali ed internazionali gli interessi generali delle PMI associate, collaborare con le Agenzie, Autorità di Vigilanza, altri Enti, Associazioni, Istituzioni ed Organismi in genere, pubblici e privati, esteri, nazionali e regionali, nell’interesse delle proprie associate, elaborando in proposito anche un’attività di monitoraggio ed osservatorio del settore. L’AIPAS oggi ha 24 associati tra Imprese e Consorzi, e rappresenta indirettamente circa 30 aziende localizzate su tutto il territorio nazionale. Attraverso i suoi associati con sedi nei principali Distretti Aerospaziali Italiani l’AIPAS è quindi un eccellente punto di contatto con questi soggetti aggregati a livello regionale, che sviluppano iniziative anche internazionali di cooperazione nella ricerca spaziale con propri fondi. L’AIPAS promuove attività di cooperazione tra le imprese allo scopo di mettere a valore le doti delle imprese italiane, quali creatività, efficienza e design, in collaborazioni strategiche con aziende straniere. Collaborazioni fondate sulla condivisione di obiettivi strategici di lungo periodo. Tra le più recenti attività dell’AIPAS su scala nazionale si evidenzia la firma, assieme alle altre due Associazioni di settore, AIAD e ASAS, di una convenzione triennale con l’ASI per il supporto alla politica industriale ai fini dello sviluppo e della crescita delle PMI spaziali nazionali. Tra i primi risultati raggiunti dalla collaborazione con l’ASI si segnala la predisposizione di quattro bandi, due dei quali già pubblicati, dedicati alle PMI. L’AIPAS, consapevole che le attività spaziali sono fondate sopratutto sulla cooperazione internazionale, è impegnata attivamente nella creazione di opportunità di collaborazioni industriali internazionali. A tale scopo ha fondato SME4SPACE (www.sme4space.org), è un panel europeo delle associazioni di piccole e medie imprese operanti nel settore spaziale. Si tratta di un eccellente punto di contatto con oltre 200 imprese Europee che aderiscono a questa alleanza internazionale di PMI. L’obiettivo di SME4SPACE consiste nel rappresentare il punto di vista delle PMI spaziali europee, nel facilitare il loro accesso alle attività spaziali in generale e ai programmi ESA □ level AIPAS, together with two other Associations, AIAD and ASAS, signed a three year agreement with ASI to support industrial policy with particular regard to the development of SMEs. Cooperation with ASI produced already four announcements reserved exclusively to SB. AIPAS promotes cooperation opportunities with Aerospace leading foreign firms and founded SME4SPACE as an European panel of Aerospace SB Associations (grouping more than 200 companies) in order to represent their interests in acceding to space activities at large and ESA programs particularly □ Storia di copertina ASAS - Associazione per i Servizi, le Applicazioni e le Tecnologie ICT per lo Spazio, nasce nel 2004 su iniziativa di alcune tra le più significative imprese del settore con l’intento primario di contribuire alla definizione di una nuova politica industriale per lo Spazio. La strategia di ASAS, infatti, pone l’accento sulle Applicazioni e i Servizi basati sulle tecnologie spaziali, consapevole della capacità, che queste hanno, di portare “dallo Spazio alla Terra” il contributo di questo settore. Come indicato anche nel programma Europa 2020, le tecnologie e i programmi spaziali rappresentano uno strumento formidabile per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo della conoscenza e dell’innovazione, di promozione del benessere e della qualità della vita, oltre che di contrasto delle calamità e criticità naturali. E’ sufficiente richiamare l’importanza delle infrastrutture e delle applicazioni spaziali per la sicurezza dei cittadini, la tutela dell’ambiente, i trasporti, le telecomunicazioni, la salute, l’energia, l’agricoltura, il controllo e la gestione del territorio e molti altri settori: tutti elementi determinanti per creare innovazione e competitività e che, in ultima analisi, favoriscono lo sviluppo e il benessere in una visione di Società ed Economia della Conoscenza. In tale ambito un ruolo chiave è quello delle società di servizi, sia perché portano al “mercato” il contributo del settore, sia perchè essendo contigue nella catena del valore al segmento degli utenti finali possono fungere, in modo efficace, da “cinghia di trasmissione all’indietro” delle reali esigenze degli utenti verso quanti progettano e realizzano delle infrastrutture. Forte di tali ragioni, la nostra Associazione è diventata il promotore di iniziative di grande impatto per il Settore: dalla collaborazione con l’Agenzia Spaziale che è culminata nell’attuale Coordinamento permanente tra Agenzia e associazioni imprenditoriali, alla promozione del Tavolo Industriale (nato in Confindustria, su iniziativa congiunta con Aiad e tempestivamente supportata anche da Aipas) che si pone l’ambizioso obiettivo di diventare il fulcro di un vero e proprio Sistema Spazio Italia aperto a Istituzioni, Territori, mondo della Ricerca e Università. ASAS aderisce a Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici. Il Presidente in carica è l’ing. Luigialberto Ciavoli Cortelli □ ASAS (Association of Space ICT Technologies, Services and Applications) represents since 2004 leading companies with the aim of contributing to a new Space industrial policy, with particular emphasis to the applications and services sector. As outlined in the Europe 2020 Program, space technologies and projects are essential to innovation and knowledge and extremely helpful in attaining a better life quality and emergencies monitoring. Space applications are extensively used in security, transports, TLC, health, power, agriculture and Earth Observation programs, promoting competition and devel- Associazione per i Servizi, le Applicazioni e le Tecnologie ICT per lo Spazio Presidente Luigialberto Ciavoli Cortelli Contatti e informazioni: Via Barberini 11 - 00187 Roma Tel. +39 06 421401 www.asaspazio.it [email protected] 21 opment. Service companies’ role is to transfer technologies ad their application to market feeding back at the same time consumers’ requests and requirements to the upstream industry. Within this framework ASAS is leader in promoting a full range of ventures: cooperation with ASI helped to create a Permanent Coordination Committee where ASI and Industrial Associations meet and ASAS endorsed the constitution of a Industrial Forum by the Italian Industry Association Confindustria and AIAD and Aipas. Forum i to grow into a fully operational Italia Space System, open to all Space related partners □ 2010 Numero 3 SPACEMAG Le Società PMI Storia di copertina 22 G&A Engineering Vitrociset G&A Engineering è una azienda leader nella microelettronica per impiego spaziale. La struttura aziendale comprende due dipartimenti: uno di ricerca e l’altro industriale. Il dipartimento ricerca è un centro hitech certificato ed iscritto all’anagrafe nazionale dei centri di ricerca; opera esclusivamente nel settore spaziale. Questo dipartimento studia le tecnologie microelettroniche e la messa a punto dei processi tecnologici, garantisce il supporto scientifico necessario al dipartimento industriale. Il dipartimento industriale di elettronica e microelettronica è strutturato per la progettazzione, ingegnerizzazione ed industrializzazione di prodotti elettronici e microelettronici. Le risorse tecnologiche e scientifiche rese disponibili dal centro di ricerca sono utilizzate nelle attività industriali; avanzatissime facilities di stabilimento consentono l’applicazione a basso costo dei complessi processi tecnologici. Il quartier generale dell’azienda è situato in Italia nel nucleo industriale di Oricola in provincia dell’Aquila. L’abitat è di tipo montano, lo stabilimento è situato nell’altopiano del Cavaliere, in prossimita’ del lago del Turano. Lo stabilimento realizzato nel 1999 rappresenta una ottima applicazione tecnologica integrata in una particolare costruzione edile in grado di raggiungere gli obiettivi tecnici e logistici e nel contempo di ben integrarsi, per l’aspetto architettonico, nel contesto ambientale nel quale è inserito. Vitrociset progetta, sviluppa e gestisce sistemi e servizi attraverso soluzioni che garantiscono qualità e sicurezza ai più alti standard di innovazione, affidabilità ed eccellenza dei risultati. Le attività della società sono focalizzate su servizi tecnici specialistici per sistemi ad altissimi livelli di prestazioni operative, progettazione, sviluppo hardware e software, integrazione e conduzione. Con 9 sedi sparse sul territorio nazionale ed altre sedi stabili in Germania, Olanda, Belgio, Guinea Francese e Arabia Saudita, le aree di intervento spaziano dai sistemi per la Difesa a quelli per il controllo del Traffico Aereo, dalle Tecnologie Satellitari alle Telecomunicazioni, dai Trasporti all’Infomobilità, dai Sistemi per l’Information Technology a quelli per l’Ambiente. Negli ultimi anni, grazie ad una attenta strategia di diversificazione dell’offerta e di posizionamento su nuovi mercati, Vitrociset ha fortemente rafforzato la sua presenza e le sue competenze nel settore della Pubblica Amministrazione con una proposizione altamente qualificata e competitiva nell’ambito dell’Information, Communication & Multimedia Technology. Vitrociset progetta, realizza, integra e gestisce sistemi elettronici e informatici in ambito civile e militare per imprese, amministrazioni pubbliche, agenzie governative e organizzazioni internazionali. Le aree di intervento spaziano dai sistemi per la Difesa a quelli per il Controllo del Traffico Aereo, dalle Tecnologie Satellitari alle Telecomunicazioni, dai Trasporti all’Infomobilità, dai sistemi per l’Information Technology a quelli per l’Ambiente. Vitrociset, inoltre, assicura servizi ad alto valore aggiunto 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. La G&A Engineering è coinvolta nell’esperimento AMS-2 per la costruzione dei ladder al silicio del tracker. G&A Engineering is a company leader in space microelectronics, operating in two directions: technological research and industrial production. The research dpt. is a high-tech certified center working only in the space sector, fueling the industrial dpt. which plans, engineers and manufactures electronic and microelectronic components. State-of-the-art facilities transfer technology into production at competitive costs. G&A Engineering headquarters are located in Italy in the Oricola Industrial Park (L’Aquila), on the scenic Cavaliere plateau, near the Turano lake. The headquarters were built in 1999 and their modern structures blend harmoniously into the sorrounding landscape. SPACEMAG Numero 3 2010 Vitrociset si occupa della definizione ed esecuzione delle attività di in-orbit testing e commissioning per satelliti di telecomunicazione commerciali e pubblici. Vitrociset is a company planning, developing and managing systems and services in order to provide qualified and safe solutions at the highest level of excellency in specialistic technical services such as planning and implementing hard- and software, systems integrating and managing. Vitrociset acts through nine plants in Italy and other centers in Germany, The Netherlands, Belgium, French Guinea and Saudi Arabia supplying Defence and Air traffic control systems, satellite technology, TLC, Transports monitoring, Information technology and Environment Protection systems. Lately Vitrociset diversified its business starting to serve Public Agencies on Information, Communication & Multimedia Technology Storia di copertina Alta Spa Alta Spa è un’azienda guida nel settore della propulsione aerospaziale. Nata nel 1999 come emanazione dell’Università di Pisa per sfruttare 30 anni di ricerche nel campo della propulsione elettrica, Alta è ora un’azienda privata ma ancora in contatto con il mondo universitario della ricerca. Alta offre una varietà di sistemi di propulsione elettrica o al plasma per veicoli spaziali, e servizi di sperimentazione e qualificazione di tecnologie spaziali grazie alle sue strutture di ricerca, compresa la vacuum chamber più grande d’Europa. I sistemi di propulsione elettrica più innovativi sono la Field Emission Electric Propulsion (FEEP) e la famiglia dei micro-propulsori a effetto Hall. FEEP sarà impiegato a bordo della navicela spaziale LISA Pathfinder dell’ESA per trovare conferma sperimentale alle onde gravitazionali previste nella teoria generale della relatività di Albert Einstein. I micro-propulsori compenseranno gli effetti della luce solare sulla superficie della mavicella rilevando le minime perturbazioni gravitazionali. Le future applicazioni di FEEP riguardano compiti non spaziali, come l’estensione della vita operativa dei minisatelliti commerciali. La grande competenza ed esperienza di Alta nella tecnologia del plasma e nella sperimentazione sotto vuoto ha dato vita ad una serie di contratti per l’utilizzazione di tecnologie spaziali in ambito terrestre, come l’incenerimento di rifiuti urbani, il trattamento a plasma di materiali e la cogenerazione energetica. Con più di 60 ingegneri e ricercatori a tempo pieno, tre stabilimenti in Italia e la compartecipazione in una società appena creata in Gran Bretagna, Alta può affrontare con fiducia le sfide tecnologiche del suo secondo decennio. AERO SEKUR Fin dalla propria fondazione nel 1968, la AERO SEKUR S.p.A., ha intrapreso attività, sia in Italia che all’estero, nella Ricerca, Sviluppo, Design, Qualifica, Produzione e Fornitura di un’ampia gamma di prodotti e servizi nel campo Aerospaziale, della Difesa e della Protezione Civile. Grazie ad un’azione di consolidamento della propria posizione sul mercato, negli anni l’Azienda ha differenziato il proprio campo di attività, anche tramite l’acquisizione di altre Società, lavorando costantemente a contatto diretto con i propri Clienti e gli utilizzatori finali. Oggi, la AERO SEKUR è stabilmente una delle Aziende leader del settore in Italia e nel mondo e continua a rappresentare un punto di riferimento e lo standard per innovazione, qualità ed affidabilità. La missione della AERO SEKUR è quella di fornire prodotti e servizi dedicati ad assicurare la sopravvivenza delle forze di difesa e di sicurezza, come pure a sostenere l’operatività di mezzi aerei e di terra, basati sulle migliori e consolidate tecnologie meccaniche, software, tessili e su materiali innovativi, in una prospettiva Nazionale e Internazionale. Al fine di mantenere la propria leadership tecnologica la AERO SEKUR porta avanti un continuo lavoro di ricerca e sviluppo in aree chiave come la tecnologia dei materiali, la gestione computerizzata della produzione, dei flussi e dei processi produttivi. La Ricerca e lo sviluppo sono in continua evoluzione per incontrare le sfide di nuove applicazioni, garantendo la necessaria innovazione nei contenuti tecnici e di performance. Il sito Aziendale si trova strategicamente ad Aprilia (Latina), a soli 40 Km a sud da Roma, ed include un’area di 50.000 mq (dei quali solo 18.000 mq sono attualmente coperti, garantendo così future possibilità di espansione). HT-100, un propulsore progettato per veicoli spaziali di piccole dimensioni. Alta SpA is a leading European SME in the Aerospace Propulsion Sector, set up in 1999 as a spin-off of the University of Pisa to commercialize a heritage of over 30 years of activities in the field of Electric Propulsion. The most relevant products and services consist of a variety of electric or plasma propulsion systems for space vehicles and testing and qualification of space technologies, based on an impressive array of facilities. Alta has also been active since 2005 in the development of small chemical thrusters for orbit control based on green propellants. As a collateral line of activity, Alta has originated a number of contracts for terrestrial use of space technology. With over 60 full-time staff, Alta is preparing for its second decade of high-tech challenges. Spa Un paracadute di decelerazione realizzato dalla AERO SEKUR Ever since its 1968 incorporation AERO SEKUR S.p.A. known then as Irvin Manifatture Industriali has been operating in Italy and abroad in the fields of Research, Development, Design, Qualification and Production of a whole range of services in Aerospace, Military and Civil Defence, acquiring soon a leading position in terms of innovation and reliability. Its mission is to guarantee the full and complete safety of military and Civil Defence forces and to support airborne and ground operations. The key to its success is a constant work in R&D, production processes and performance. AERO SEKUR is located at Aprilia, Latina, 40 km South of Rome and its plants spread over 50,000 sq.mt with ample provision for further expansion. 2010 Numero 3 SPACEMAG 23 Storia di copertina Space Engineering 24 Spa Space Engineering Spa, fondata nel 1989 da quattro ingegneri con una lunga esperienza in tecnolgie spaziali, si è sviluppata come engineering partnership nei settori di Sistemi di Antenna, Analisi di Missione, Studi Spaziali e facilities per sperimentazione. Annovera fra i suoi clienti l’ESA e l’ASI, delle società internazionali come Thales Alenia Space, Astrium, Telespazio, CSELT, RAI e settori della Pubblica Amministrazione (Ministeri della Difesa e della Sanità, Ferrovie dello Stato, Protezione Civile, ISPESL e la Fondazione Ugo Bordoni). Space Engineering si è ampliata nel corso degli anni, aumentando gradualmente i sui campi di interesse (apparecchiature digitali, strumenti per le telecomunicazioni ed integrazione di componenti spaziali). Anche le parte strutturale della società, di pari passo con l’ampliamento dei settori di produzione, ha avuto un notevole sviluppo creando la divisione marketing ed il reparto Qualità, per affrontare tutte le esigenze in modo adeguato. Questa espansione ha comportato una crescente specializzazione attraverso la creazione di nuove controllate, come la TeS-Teleinformatica e Sistemi (1998) per prototipi di apparati di telecomunicazione, con stabilimento a Tito Scalo, Potenza, dotato di tutte le strutture per un ciclo di vita completo dei prodotti del Gruppo. Alla TeS-Teleinformatica e Sistemi è seguita nel 2004 la Collaborative Engineering che offre consulenze a livello Europeo sul piano organizzativo. Fa parte del Gruppo anche la MEADS LLC che offre servizi di Difesa e Sicurezza negli U.S.A., ed infine la società ORTES, nata come una joint-venture fra TeS e Orbit per produrre e commercializzare il Sistema di Antenna per i Treni ad Alta Velocità. Un antenna realizzata per l’ASI che consente la trasmissione di dati con un satellite Space Engineering (S.E.) was founded in 1989 by four engineers having a long experience in the Space field. The Company grew as an engineering partnership, characterised by highly technical contents and mainly dealing with space products and services.Throughout the years S.E. gained important international Customers. S.E. grew steadily during the years, gradually increasing its fields of interests. Also the structural parts of the Company developed in the same direction to support any needs in a suitable way. This growth process led to an increase of the activity specialisation and consequently to the establishment of new Companies controlled by Space Engineering like: TeS-Teleinformatica e Sistemi, MEADS LLC and the ORTES company has been founded, a TeS/Orbit joint venture. SPACEMAG Numero 3 2010 A.C.S. La Advanced Computer Systems S.p.A. è una software house italiana, nata nel 1979, che realizza sistemi ad alto contenuto tecnologico. Nel corso degli anni, ACS ha saputo conquistare una posizione di primato nel settore dei Ground Segment, installando i propri sistemi presso oltre 25 stazioni nel mondo ed essendo in grado di gestire le più importanti missioni satellitari italiane ed europee dell’ultimo decennio. L’esperienza che la società vanta nel campo dell’image analysis le permette di sviluppare tecnologie complesse come l’information mining, la visualizzazione immersiva dei dati da satellite e, soprattutto, di poter applicare tali conoscenze a nuovi settori di mercato. Le potenzialità offerte dall’informatizzazione nel mondo delle strutture ospedaliere hanno spinto infatti ACS a mettere in atto progetti di trasferimento tecnologico dal mondo del telerilevamento al settore Bio-Medicale. Ne è un esempio il progetto FIDE, nel corso del quale ACS ha trasferito, verso il settore della diagnostica per immagini, tecnologie per la catalogazione ed il data mining applicandole ad immagini di lesioni della pelle. Nel settore della System Biology, ACS sarà invece impegnata nel progetto ASTRALAB finanziato dall’ASI che svilupperà un dispositivo per il monitoraggio automatico di colture cellulari, attraverso la creazione di una serie temporale di immagini a livello di microscopia ottica e lo sviluppo di metodologie di analisi quantitativa per la valutazione dei dati ottenuti. In questo modo si potrà monitorare l’evoluzione di linee cellulari, a fronte di specifici trattamenti farmacologici e biologici. Sia FIDE che ASTRALAB appartengono ad una linea di sviluppo che ha già favorito la creazione di nuovi servizi, moderni ed affidabili, per la salute del cittadino. Un immagine 3D del golfo di Napoli processata con i sistemi di ACS Advanced Computer Systems S.p.A., ACS, is an Italian leading software house founded in 1979 producing hightech Ground Segment systems employed in more than 25 stations all over the world to operate important satellite missions. Its high experience in Image Analysis can be expanded to other new markets as health structures. ACS transferred successfully remote sensing processes to the Bio-medical sector, as in the case of the FIDE project. In System Biology, ACS is involved in the ASI financed ASTRALAB program for the automatic monitoring of cell cultures to be used in specific pharmacologic and biologic treatments and the Ortes Company, a TeS/Orbit joint venture, to develop High Speed Trains Aerials. Volo umano Le ricadute sull’Uomo dell’esplorazione spaziale Occorre costruire un tavolo di concertazione per pianificare la ricerca di Mariano Bizzarri* 26 S fogliando uno dei (rari) manuali pertinenti la ricerca biomedica nello Spazio, si è colpiti dalla vastità ed eterogeneità degli studi condotti da almeno cinquant’anni a questa parte. Il lettore attento saprà ritrovare dettagliate descrizioni di numerose tematiche - dalla psicopatologia del confinamento alla biologia molecolare dell’osteoporosi - che hanno costituito e costituiscono oggetto di assidua investigazione. Tuttavia, per quanto diligente possa essere, il lettore difficilmente riuscirà a trovare esposti in chiaro i motivi di fondo che giustificano e legittimano gli sforzi – umani e finanziari – profusi dalla comunità scientifica nello studio delle condizioni che rendono possibile la “vita nello spazio”. Probabilmente questo è dovuto ad una serie di ambiguità che - irrisolte e incomprese - creano confusione e finiscono con il giustificare ritardi e reticenze. La definizione della Vita La prima è intrinseca alla difficoltà di giungere ad una definizione di “Vita” che non si risolva in tautologie o in affermazioni circolari. Lovelock ricorda in proposito come, proprio nell’ambito del progetto di ricerca della vita su Marte avviato dalla NASA, egli si aspettasse di “scoprire da qualche parte, nella letteratura scientifica, un’esauriente definizione della vita come processo fisico, sul quale poter basare un programma di esperimenti per la ricerca della vita” ma fu “sorpreso di scoprire quanto poco fosse stato scritto sulla natura della vita stessa” (J.E. Lovelock, Gaia: nuove idee sull’ecologia, Boringhieri, Torino, 1981, p. 15). Nel cercare di dare una risposta alla domanda - che quasi in filigrana scorre al di sotto del lavoro di ogni scienziato e di ogni filosofo - è difficile sottrarsi alla tentazione di tranciare il nodo gordiano accontentandosi di categorie provvisorie e di definizioni scontate. Probabilmente, come per la Morte, non sapremmo realmente definire cos’è la Vita, se non ricorrendo ad un ragionamento circolare per cui la vita è ciò che differenzia una condizione dal suo contrario e viceversa. Non sappiamo come prende inizio e - nei SPACEMAG Numero 3 2010 L’astronauta italiana Samantha Cristoforetti durante l’addestramento presso il “Neutral Buoyancy Facility” a Cologne in Germania Volo umano casi di decesso “naturale” - non sappiamo come abbia fine. Molti ritengono sia difficile affrancarsi da questa polarizzazione che, con toni ed accenti diversi, ha da sempre segnato la riflessione filosofica sul tema e che, invero, lascia poco spazio all’analisi scientifica, ammesso e non concesso che una “definizione della vita” rientri legittimamente nell’ambito degli scopi che si prefigge la Scienza. In effetti, se la vita viene considerata in quanto intervallo temporale - delimitato dagli estremi della nascita e del decesso - la definizione che ne risulta emerge dal rapporto antinomico vita-morte e non può non essere che una definizione data in negativo: è vita ciò che non è morte. Se invece per “vita” si considera ciò che di assolutamente essenziale caratterizza il “vivente”, ci si condanna ad una lunga elencazione di qualità - tutte necessarie, ma forse nessuna realmente sufficiente - tali da differenziarlo rispetto a ciò che è “morto”. Ancora una volta non si sfugge al tranello delle definizioni circolari e soprattutto alla necessità di caratterizzare uno status in rapporto ad un altro. Lo studio della vita nello spazio non ha fatto che ampliare il peraltro già lungo elenco di condizioni cui i processi vitali devono sottostare, dovendosi ormai includere nel novero dei requisiti fattori prima insospettati, come la forza di gravità, il campo magnetico e le radiazioni cosmiche. tecnologica e della formazione professionale. Contemporaneamente, la ricognizione delle esigenze del mercato - unitamente ad una esaustiva divulgazione dei risultati - consentirà di tradurre l’innovazione in un prodotto. Da questo punto di visto l’investigazione biomedica e la sperimentazione biotecnologia nello spazio promettono di diventare vere e proprie miniere, da cui estrarre benefici ancora largamente insospettati. Il cammino percorso Le conoscenze finora ottenute sono il frutto di circa mezzo secolo di studi effettuati su cellule, animali e uomini orbitanti intorno alla Terra all’interno di veicoli spaziali di vario tipo, fino a quello più evoluto rappresentato dalla Stazione Spaziale Internazionale. In questa condizione gli organismi viventi sono sottoposti fondamentalmente a tre condizioni “anomale”: microgravità, radiazioni cosmiche, isolamento/ confinamento. Il rientro sulla Terra dalla ISS è tuttavia possibile in tempi brevi e l’esposizione a radiazioni cosmiche, in assenza di solar flares, desta preoccupazioni relative in rapporto alla durata delle missioni attuali. Gli studi di biomedicina spaziale hanno consentito di individuare la specificità delle problematiche fisiopatologiche inerenti alle mutate condizioni ambientali, senza tuttavia che venisse sviluppato un piano efficace di contromisure, se non quelle necessariamente previste in un’ottica di sopravvivenza per periodi relativamente brevi. Allo stato dell’arte, osservando una serie di cautele e mettendo in atto contromisure di tipo fisico e farmacologico, siamo oggi in grado di assicurare la sopravvivenza in orbita terrestre per alcuni mesi, e le conseguenze negative sugli organismi sono sostanzialmente recuperate in tempi brevi dal rientro. Abbiamo imparato molto, ma facendolo ci siamo limitati a sollevare un velo. Permangono numerose incognite fondamentali, legate soprattutto alle scarse conoscenze delle basi fisio-patologiche e molecolari, dei disturbi osservati in astronauti e sulla reversibilità delle alterazioni in caso di un protrarsi della permanenza nello spazio interplanetario. La microgravità si è rivelata essere una condizione di straordinaria rilevanza - a dispetto dell’esiguità delle forze in gioco - ed ha mostrato di poter stravolgere la biochimica e l’espressione genica della cellula. E’ dubbio che la vita - così come si è costituita sulla Terra - possa svilupparsi in condizioni di microgravità persistente, se non condannando gli eventuali esseri viventi ad una rapida senescenza e ad una altrettanto rapida dipartita. Per non parlare della radiazione cosmica che, in assenza di schermo, distruggerebbe qualunque forma di esistenza. Questi limiti rappresentano il vero vincolo negativo alla reale percorribilità della prospettiva strategica dell’esplorazione umana dello spazio. Le principali modificazioni che l’ambiente microgravitazionale determina negli astronauti a livello fisiologico sono a carico del tessuto osseo (osteoporosi), del tessuto muscolare (atrofia), dell’apparato cardiovascolare (decondizionamento) e dell’integrazione sensori-motoria (disturbi del coordinamento motorio). Queste alterazioni si L’investigazione biomedica e la sperimentazione biotecnologica nello spazio promettono di diventare vere e proprie miniere Il trasferimento tecnologico Un secondo ordine di complicazioni emerge quando si constata come, dietro la pur straordinaria messe di ricerche scientifiche condotte, sia mancata - almeno fino ad un decennio fa - una chiara strategia di programma, capace di articolare progetti ed obiettivi scaglionati nel tempo. Ne è risultata una generale carenza di sistematicità che, a sua volta, ha ingenerato confusione ed incapacità ad assicurare un più efficace trasferimento tecnologico. Per molto tempo - e specialmente in Europa - la cultura del brevetto è risultata estranea al mondo accademico, che privilegia la pubblicazione alla “patente” ed allo spin-off. Questo elemento, unitamente allo scarso coordinamento della ricerca, ha contribuito a mantenere distanze e steccati nei confronti del mondo industriale. In questi anni abbiamo nondimeno assistito ad un cambiamento radicale nella gestione degli enti di ricerca, principalmente perché la contrazione dei fondi pubblici destinati alla ricerca pubblica impone agli enti di cercare altre fonti di finanziamento, tra cui, in primo luogo, quelle provenienti dall’industria. In qualche modo le istituzioni accademiche devono mettersi “sul mercato”, per quanto la maggior parte dei ricercatori trovi odioso il termine. Se alle Università difetta una “cultura d’impresa”, le Aziende, per altro verso, hanno per lungo tempo commesso l’errore di affrontare le tematiche della ricerca scientifica con impostazioni e strumenti concettuali inadeguati, spesso limitandosi a sovrapporre schemi e procedure operative consolidate in altri ambiti, ma del tutto insufficienti quando si è trattato di relazionarsi con la comunità accademica. È ormai evidente che occorre oggi costruire un tavolo di concertazione che riunisca Enti di ricerca, Aziende ed Amministrazioni pubbliche da cui far emergere un’attenta pianificazione della ricerca, affiancandola al parallelo sviluppo della innovazione 2010 Numero 3 SPACEMAG 27 Volo umano instaurano rapidamente durante la permanenza nello spazio, fino a determinare patologie molto simili a quelle analoghe che si manifestano, nel corso di decenni, nella senescenza. È però possibile studiare i meccanismi che determinano questi fenomeni e valutare i relativi interventi preventivi o terapeutici in una condizione particolarmente favorevole per due ordini di considerazioni. Una è rappresentata dall’insorgenza della patologia in soggetti giovani e sani, il che consente di rimuovere le altre possibili concause legate alla senescenza e alle correlate patologie. L’altra è costituita dal vantaggio di poter studiare l’instaurarsi di questi processi in condizioni controllate ed in tempi molto brevi rispetto al fenomeno naturale della senescenza. 28 Le opportunità Le caratteristiche del contesto, così delineato, restituiscono alla ricerca Biomedica Spaziale una portata che invero ingenerosamente viene ad essere appiattita dalle definizioni canoniche che la concepiscono come un’attività scientifica rivolta solo ad assicurare le condizioni di vita migliori possibili per gli astronauti. Certo questo è uno degli obiettivi. Tanto il viaggio quanto la permanenza nello spazio sono gravati da pericoli ed incognite che, a tutt’oggi, rendono problematiche o addirittura proibitive, missioni di lunga durata o l’esplorazione di pianeti come Marte. L’organismo vivente si trova a doversi confrontare con un ambiente assolutamente ostile, caratterizzato dalla presenza di radiazioni cosmiche, dalla microgravità, da condizioni di sconfinamento estreme e di alterato campo magnetico. Si sa come tutto questo incida in modo drammatico sulla fisiologia e sulla biochimica degli esseri viventi. Ciò nondimeno, la biomedicina spaziale più che rispondere ad una necessità - sia pure indiscutibile Il cosmonauta Alexander Y. Kaleri ingegnere di volo sulla Soyuz subito dopo l’atterraggio nelle campagne del Kazakistan il 30 April 2004. SPACEMAG Numero 3 2010 - deve oggi essere considerata come una straordinaria opportunità che si offre alla ricerca, tenendo bene a mente tre ordini di questioni. 1) La ricerca biomedica spaziale ha prodotto e produce benefici tecnologici, e facilità di sviluppo per nuove prospettive metodologiche in ambiti – dalla radiobiologia alle applicazioni strumentali – che interessano in primo luogo l’avanzamento delle conoscenze mediche. La ricerca medica per lo Spazio ha prodotto il fissatore osseo, le leghe per le carrozzelle destinate ai disabili, le apparecchiature per la riabilitazione neuromotoria dei cerebrolesi, le siringhe monouso e innumerevoli altri strumenti ed utilities. E’ lecito domandarsi se queste conquiste sarebbero comunque state conseguite e quali tempi ciò avrebbe richiesto. Di certo costituiscono un esempio preclaro della validità dell’adagio della NASA: research on space for benfits on earth. 2) La biomedicina spaziale si confronta con le problematiche poste da un ambiente estremo, capace di interferire sulla biologia e sulla fisiologia del vivente per il tramite di meccanismi tutt’altro che chiari. Emblematico è al riguardo il caso della gravità, una forza da sempre ritenuta troppo debole per poter efficacemente interagire con la materia vivente ma che nondimeno esplica effetti rilevantissimi e in tempi precoci. Numerose sono le teorie proposte nel tentativo di spiegare tale interazione, anche se nessuna prova conclusiva è finora stata ottenuta a conferma dell’una o dell’altra. Si tratta di una vera e propria sfida che ripropone ancora una volta l’esigenza di un “sapere integrato”, capace di colmare il gap che da sempre sussiste tra scienze biologiche e scienze fisiche. Volo umano Una sfida che richiede non solo approcci multidiciplinari, ma altresì modelli - come quello offerto per l’appunto dallo spazio - capaci di coinvolgere l’interesse dei ricercatori e tali da consentire sperimentazioni assolutamente inedite e potenzialmente aperte alle più diverse prospettive. 3) Infine, tornando a quanto prima ricordato, non possiamo esimerci dal sottolineare come dietro queste sfide tornino comunque a riaffacciarsi problematiche di squisito sapore filosofico - cos’è la vita? Quali condizioni la rendono possibile? E’ un fenomeno che riguarda esclusivamente la Terra o è presumibile che possa essere comparsa anche altrove?. Nonostante la speculazione moderna abbia cercato di marginalizzarle - se non addirittura di rimuoverle - domande del tipo “cos’è la vita” e “quale è il nostro posto nell’universo”, conservano per questo appieno la loro pregnanza e la loro attualità, ed è alquanto singolare che tutto ciò ci venga ricordato proprio da discipline che si collocano all’avanguardia della ricerca scientifica. Uno sguardo al prossimo futuro Al momento la ricerca biomedica nello spazio ha sollevato più questioni e problemi che risposte. Opportunità di sperimentazione e nuovi orizzonti di ricerca si sono meravigliosamente dischiusi di fronte a noi. E questo è da solo sufficiente a sottolineare la fecondità e la potenzialità che riveste tale settore agli occhi dell’uomo di scienza. Ragionevoli premesse lasciano sperare che lo sforzo congiunto a livello internazionale potrà concorrere a dare soluzione ai tanti quesiti che l’esplorazione dello spazio pone oggi come imprescindibili se si vuole davvero conseguire gli obiettivi prefissati. Un ruolo strategico è rivestito dagli esperimenti condotti a bordo della ISS nel corso dei prossimi 5-7 anni: occorrerà approfittare degli ultimi anni di vita della stazione (anche se il pensionamento di questa viene puntualmente procrastinato!) per dispiegare il massimo dell’impegno, volto a coniugare lo studio a livello molecolare con quello condotto sull’uomo, sempre riconducendo la sperimentazione in vitro alla attenta riflessione clinica, cercando così di superare le limitazioni intrinseche al riduzionismo più oltranzista. Molto ci si attende dalla produzione di nuovi composti e molecole ottenuti in condizioni di microgravità: è probabile che la ISS, sotto questo profilo, sia destinata a diventare un laboratorio biotecnologico in miniatura dove sperimentare reazioni e sintesi di nuovi prodotti impensabili o estremamente costosi da realizzare sulla Terra. È tuttavia evidente che occorre dispiegare uno sforzo maggiore, sia nell’ambito dei processi educativi - prevedendo magari in ambito universitario specifici percorsi formativi - sia promuovendo la multidisciplinarietà dell’approccio scientifico, la razionalizzazione e l’ampliamento delle risorse. Bisogna pertanto saper apprezzare e poter valorizzare l’entusiasmo e la disponibilità manifestata dai giovani ricercatori - sangue e linfa di questa nuova impresa - e dalle piccole ma dinamiche realtà che, soprattutto in alcune realtà “minori”, danno prova di grande inventiva e vitalità. Forse non è ancora proprio chiaro - né alla comunità scientifica stessa né al mondo politico ed industriale - quali e quanti benefici ed opportunità si schiudano a valle delle imprese spaziali. La sinergia finora realizzata tra Università e piccole e medie imprese (PMI) costituisce un esempio preclaro di cooperazione e la qualità e rilevanza degli obiettivi congiuntamente conseguiti è per tutti un esempio su cui riflettere attentamente. Ci si L’astronauta russo Maksim Viktorovič Suraev che è rimasto sulla ISS per sei mesi 2010 Numero 3 SPACEMAG 29 Human flight augura di poter presto dire altrettanto per quanto concerne il rapporto, non sempre agevole, con le realtà industriali più grandi e con gli stessi enti pubblici, come le Regioni, chiamate ad un ruolo ben più attivo e propositivo di quanto non si sia finora verificato. Qualche tempo fa, in occasione dei cinquant’anni trascorsi dal lancio del primo Sputnik (4 ottobre 1957), è stato ricordato come fosse “probabile che sia già nato il primo bambino (o bambina) che camminerà su Marte”. Non sappiamo se questo sia proprio così, dato che oggi si tende a collocare molto più avanti nel tempo quella data, prevedendo di giungere sul pianeta rosso non prima del 2080. È tuttavia certo che già da oggi, molte persone - uomini, donne, bambini - camminano sulla Terra e godono di migliori condizioni di salute proprio grazie a quella ricerca spaziale che resta, speriamo per poco, ancora sconosciuta ai più □ * Dipartimento di Medicina Sperimentale Università di Roma “La Sapienza”; Componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’ASI Consequences of space exploration for mankind Just a few questions, but for now too few answers I 30 n the (rare) works published in half a century of biomedic research in space, one is amazed in finding such a great amount of speculation on the possibilities of life in space but not a hint on the actual reasons for such a grand effort. Definition of “life” What does one really mean for “life”? In the NASA projects looking for life on Mars, the British chemist James Lovelock underlines the lack of an exhaustive definition of life as a physical process, the first step in order to define the experiments required. As likely as not one ends up with a ‘negative’ argument, i.e. Life, like its opposite, Death, can be defined just as its opposite’s contrary. Life is still mysterious from its beginning to its very end. Studying life in space revealed many previously unknown dangers like the gravity pull (or its absence), the magnetic field, the cosmic radiations. Technologic fallout The lack of a clear strategic program hampers the technological transfer to other fields of science. For many years, in Europe particularly, the academic world has been deaf to the mere idea of patenting, being still too closely dependent on publications and spin-off and being generally wary of the industrial ambiance. Nevertheless the last years changed radically this vision because the substantial cuts in public funding forced academic institutions to look for other financers, first of all industry. Scientists had to put themselves on the ‘market’, however they resent this to them hateful term. If the scientific world is lacking in industrial culture, industry itself dealt with scientific research in an inappropriate way, recurring only too often to operational modes imported from other sectors. It is high time to get seated around a table all the players (Research Agencies, Private Firms, Public Institutions) to plan activities, coordinate innovation and SPACEMAG Numero 3 2010 training, and transfer the findings to the market. From this viewpoint biomedical research and experiments in space are very promising. Where are we now Our knowledge today is the outcome of a half a century long research on cell, animals and humans orbiting the Earth on different vectors and capsules up to the state-of-the-art ISS. In such an environment, living beings experience three unearthly situations: microgravity, cosmic radiations and extreme confinement. Re-entrying from the ISS is quick enough to avoid cosmic radiation and their consequences (as long as solar flares do not occur in the meantime). Space biomedical studies highlighted the physiopathologic problems connected with space travel but up to now countermeasures have been restricted to short exposures. Survival in orbit is assured for a few months only and negative effects are canceled in a very short time once back on Earth. But many aspects are still to be studied on astronauts’ health problems and their chances of recovering fully, from a long permanence in interplanetary space. Data are still scanty. Microgravity turned out being very important in upsetting biochemistry and the cells’ normal ‘life’. Life as we know on Earth is impossible in permanent microgravity conditions and unscreened cosmic radiations would kill any known form of existence. On astronauts’ bodies, at physiologic level, microgravity causes loss of muscle mass (atrophy), reduced cardiovascular function (deconditioning), reductions in bone density (osteoporosis), sensori-motor transformations (lack of coordination). Alterations occur very soon in space and are a scaled-down version of the natural, much longer senescence process. Remedies can be studied in a privileged condition: these pathologies occur in young, healthy bodies avoiding any possible confusion with a natural senescence process and Human flight L’astronauta americano Christer Fuglesang durante la terza EVA della missione STS-128 31 they are observed in controlled conditions and relatively short periods of time. Research opportunities Biomedic space research primary goal is to assure better life conditions to astronauts, but it is not the only aim. Long interplanetary travels such as a Mars expedition can be harmful in many still unknown forbidding ways. But biomedical researchmust meet this challenge for at least three motives: a) the fallout on medicine at large: biomedical space research produced bone fixators, special alloys for wheelchairs, motor rehabilitation of brain-damaged persons, disposable syringes and many other utilities. As runs a NASA motto, “research on space for benefits on earth”. b) space biomedicine deals with extreme conditions. Gravity pull, deemed too weak to interfere on living matter, has turned out being very strong and quickly. This asks for a biology-physics ‘integrated knowlegde’. c) finally the philosophical question pops up again: what is life? Which conditions make it possible? Does it exist only on Earth or presumably elsewhere too? Modern science struggled to remove, or put aside, this kind of questions (‘what is our place in Universe?’), but they are topical and paradoxically often raised by scientists themselves involved in advanced research. A look into the crystal bowl Biomedical research in space has been raising until now more questions than giving answers but it opened up many horizons and opportunities. A joint international effort is needed to get the right solution to space exploration problems. A strategic role is to be played by the many experiments to take place on board of ISS in the next 5/7 years, a great expectation is laid on molecular studies in orbit and the related experiments. But a still greater effort is necessary: universities must adopt specific training procedures, scientific approach must be dealt with on a multi-disciplinary basis, resources must be incremented, and two important human factors should not be overlooked, i.e. the enthusiasm of young researchers and the contribution of small, dynamic entrepreneurs. Maybe the impact of the space technologies fallout is not yet fully appreciated both by the scientific and the industrial community. The existing sinergy in Italy between Universities and Small and Medium Business is a good example of fruitful cooperation in terms of goals and achievements. Next, not easy step should be to involve even farther Big Business and Italian Public Institutions such as the up to now inert Regional Governments. Celebrating fitfty years since that fateful Sputnik launch on Oct. 4Th, 1957, somebody stated that “very likely the first human being to walk on Mars is already born”. Maybe not, a landing on Mars has been postponed now to 2080. But for sure many human beings walk on this Earth, living much better than before thanks to that space research so little known to the public opinion, let us hope not for long □ 2010 Numero 3 SPACEMAG Osservazione della terra COSMO-SkyMed: sistema completo Si completa, dopo appena tre anni, la prima costellazione duale di Osservazione della Terra di Fabrizio Zucchini* I 32 l più importante programma italiano di Osservazione della Terra si completa ad appena tre anni dal lancio del primo segmento, nel giugno 2007 dalla base militare di Vandenberg in California: dal 25 ottobre 2010, con l’arrivo di COSMO-SkyMed 4, la Costellazione, concepita per funzionare in modo duale (per usi sia civili che militari), potrà sfruttare pienamente le proprie potenzialità nella protezione dell’ambiente, la prevenzione di catastrofi naturali e la gestione della sicurezza del territorio in generale. La “case history” dei primi anni di attività del sistema ancora incompleto registra numerosi successi. Fin dal 2008 l’ONU ed altre organizzazioni umanitarie dispongono di immagini radar dettagliate di ogni evento “critico” sul pianeta, dal ciclone Nargis in Birmania agli uragani Hannah e Ike su Haiti, dal sisma in Cina a quello ad Haiti, fino alle recenti immagini elaborate dai tecnici di e-Geos (società Telespazio/ ASI), del gigantesco iceberg staccatosi dalla Groenlandia ai primi di agosto. COSMO-SkyMed si articola in un Segmento spaziale e uno di Terra. Il primo è costituito da una costellazione di quattro satelliti identici, dotati di radar ad apertura sintetica (SAR) che lavorano in banda X e vedono vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare). Il Segmento di Terra è suddiviso fra i Centri Spaziali del Fucino e di Matera. Il primo gestisce le fasi di acquisizione dei satelliti dopo il lancio e la messa in orbita, e le attività di comando. Il secondo è responsabile dell’acquisizione, processing e distribuzione dei dati rilevati. COSMO-SkyMed consente la copertura globale del nostro pianeta fornendo immagini geolocate ad elevata risoluzione in tempi molto rapidi ed informazioni vitali per lo studio ed il controllo dell’ambiente. Le caratteristiche peculiari del sistema, la elevata qualità dei prodotti e la loro integrabilità con altri dati consentono numerose applicazioni, in particolare per la prevenzione, il monitoraggio e la gestione dei rischi naturali ed antropici. Ma il vero punto di forza di COSMO-SkyMed è la straordinaria flessibilità di utilizzo: concepito come un sistema multi-missione può integrarsi con SPACEMAG Numero 3 2010 altri sistemi satellitari, proprio per soddisfare le esigenze di una vasta comunità di utenze. L’occhio del radar può operare in modalità spotlight (concentrandosi su un’area di pochi km quadrati con risoluzione fino al singolo metro), stripmap (osservando una striscia continua di superficie terrestre) o scanSAR (coprendo una regione di 200 km di lato). I tempi di risposta per configurare la costellazione su un’area desiderata vanno da 72 ore in Earth observation condizioni di routine a meno di 18 ore in emergenza. Ultimo punto di forza è infine il breve tempo di “rivista”: l’intervallo tra due passaggi sullo stesso punto è inferiore alle 12 ore, il che consente di monitorare costantemente l’evoluzione della situazione in qualunque area. Al momento nessun sistema satellitare di Osservazione della Terra può vantare caratteristiche così avanzate □ * URP ASI COSMO-SkyMed, full steam ahead The constellation is complete, now to work T Un rendering dei satelliti in orbita della costellazione COSMO-SkyMed he most important Italian program for Earth Observation has been completed just three years after the launching of its first element from the Vandenberg, Ca., Military Base. COSMO-SkyMed 4, the fourth and last satellite joined the Constellation operating for both military and civil users, its main scope being environment protection, natural disasters prevention and security at large. In the past years, although incomplete the COSMOSkyMed Constellation registered a quite successful case history. Since 2008 it has been supplying UN and other relief organizations with detailed radar pictures of critical events, such as the Burma Nargis cyclone, the Haiti Hannah and Ike hurricanes, the China and Haiti earthquakes, up to the recent images (processed by the e-Geos, Telespasio/ASI group, technicians) of the huge iceberg floating free from Greenland last August. COSMO-SkyMed is based on a network of satellites and ground stations. Its Constellation displays four identical Synthetic Aperture Radar (SAR) satellites operating on X-band in all weather conditions on 24h. The ground control stations are located in the Fucino and Matera space centers, respectively in Middle and South Italy. Fucino handles and controls the satellites courses after launch, Matera captures, processes and delivers the satellitegathered data. COSMO-SkyMed covers the whole world relaying geographically located, high-definition pictures in a very short time. Its peculiarities, the high quality of its products and their compatibility are vital in environment monitoring. The Constellation multimission conception is highly flexible and its systems can be integrated with other networks in order to cover catastrophes and emergencies on a world-basis. The system’s SARs can be employed in many different modes, each tailored to Users’ different exigencies and requests: in a spotlight mode their eyes can be concentrated on a few square miles area with a 1mt resolution, in a stripmap mode they can monitor long stretches of Earth’s surface, in the scanSAR mode they can widen their vision to a 40,000 sq. kms area. The last but not least advantage of the COSMO-SkyMed Constellation is the very short time of revisiting the same area: passages over the same spot are within 12 hours and this affords a constant check on evolving situations like in an emergency. At the moment no other Earth Observation system can compete with it □ 2010 Numero 3 SPACEMAG 33 La stazione spaziale Leonardo torna nello spazio Il modulo logistico, frutto dell’industria italiana, diviene parte integrante della ISS di Fabrizio Zucchini* N 34 Lo Shuttle Endeavour pronto per il lancio con il modulo Leonardo nella sua stiva durante la missione STS-111 SPACEMAG Numero 3 2010 uova vita per il “vecchio” modulo logistico Leonardo, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana per la Stazione Spaziale Internazionale e protagonista, tra il marzo 2001 e l’aprile 2010, di diversi voli di rifornimento verso la ISS. a dicembre, il modulo diventa parte integrante della Stazione, nella veste di modulo permanente. L’unità ribattezzata PMM - Permanent Multipurpose Module, ospiterà in modo permanente esperimenti, attrezzature e materiali di supporto alla presenza degli astronauti a bordo ed alle operazioni. L’iniziativa si colloca ancora nell’ambito della collaborazione tra ASI e NASA oggetto del Memorandum of Understanding (MoU) for the design, development, operation and utilisation of three Mini Pressurised Logistics Modules (MPLM) for the International Space Station del 9 ottobre 1997, che ha dato luogo allo sviluppo, da parte dell’ASI, dei tre moduli logistici Leonardo, Raffaello e Donatello. Per garantire la compatibilità con la permanenza in orbita e con il prolungamento della vita operativa sono Space station stati necessari alcuni interventi sul modulo Leonardo, in particolare il rinforzo delle protezioni meteoritiche, alcune modifiche nell’allestimento interno, la rimozione di alcune parti non richieste nello scenario operativo di PMM e l’estensione della qualifica per ulteriori 10 anni. Thales Alenia Space Italia, che aveva sviluppato i tre moduli MPLM, ha svolto a Torino le attività di ingegneria e progettazione e la fabbricazione di nuove parti da installare ed ha poi inviato al Kennedy Space Center un team che tra aprile (subito dopo il rientro di Leonardo dalla missione 19A) e luglio ha completato tutte le modifiche sull’hardware. Il team TAS-I ha lavorato in stretta collaborazione con il team NASA che doveva contemporaneamente svolgere altre attività sul modulo. Grazie all’ottima pianificazione delle attività e alla flessibilità dei due team, i tempi assai ristretti non hanno impedito di arrivare con successo alle scadenze dettate dalle esigenze della preparazione del lancio. “L’attività di modifica ad MPLM FM1 Leoonardo per la realizzazione del PMM, si inserisce nella lunga tradizione di collaborazione bilaterale tra ASI e NASA per lo sviluppo di moduli della Stazione Spaziale, collaborazione iniziata proprio con gli MPLM e transitata per il programma Nodi”, questo il commento di Salvatore Pignataro, responsabile di progetto PMM, secondo cui “la consuetudine di collaborazione e l’impiego, da parte di ASI, NASA e TAS-I di team e personale già utilizzati sui programmi MPLM e Nodi, è L’astronauta Yuri Gidzenko all’interno del modulo Leonardo agganciato alla ISS stato uno dei principali fattori di successo del programma. A cui si sono uniti il grosso lavoro di coordinamento svolto dal management ASI e NASA del progetto, la competenza e l’impegno del team TAS-I, la volontà di ben figurare in quello che oggi rappresenta l’ultimo progetto pianificato di sviluppo di moduli abitati della stazione. Auspico che il successo del PMM ponga le basi per future collaborazioni.” Per quanto riguarda gli altri due moduli MPLM, Donatello sarà dedicato a fornire parti di ricambio per la manutenzione in orbita di PMM, mentre il modulo Raffaello continua ad essere mantenuto pronto al volo in vista di una probabile conferma da parte NASA di un volo Shuttle aggiuntivo a giugno 2011 con a bordo il modulo, che ancora una volta si occuperà dei rifornimenti alla stazione e del rientro a terra di materiali, esperimenti, attrezzature □ * URP ASI Leonardo is back in space New lab space for the International Space Station B y December next, the ‘old’ ASI-built logistic module Leonardo employed for almost ten years in ferrying supplies to the ISS will become part of the Station as a permanent module. Renamed PMM (Permanent Multipurpose Module), it will house permanently experiments, equipment and supporting systems to astronauts and their operations. PMM is part of a cooperation agreement between ASI and NASA according to the Oct. 9, 1997 Memorandum of Understanding (MoU) for the design, development, operation and utilisation of three Mini Pressurised Logistics Modules (MPLM) for the ISS. As a result of that Memorandum ASI developed the three logistic modules Leonardo, Raffaello and Donatello. In order to guarantee the PMM’s operative life extension for the next ten years, some revamping was needed particularly on meteorites protection systems. Thales Alenia Space Italia, (TAS), responsible for the development of the three original MPLM, designed and built the new fittings in its Turin facilities. A TAS team then upgraded all the hardware at the Kennedy Space Center, working closely with the NASA team in order to comply with the launch scheduling. “The successful conversion of MPLM Leonardo into the renovated PMM is an example of the long-standing bilateral cooperation between ASI and NASA on ISS modules”, stated the PMM program manager, Salvatore Pignataro, “and it should pave the way to new joint enterprises”. Of the two remaining MPLM, Donatello will supply spare parts to PMM, while Raffaello will standby operatively should NASA confirm another supplementary Shuttle flight in june 2011 □ 2010 Numero 3 SPACEMAG 35 Esplorazione dell’universo Sorprese Spaziali Continuano le incredibili scoperte delle missioni che utilizzano strumenti italiani di Andrea Drudi 36 L e missioni Rosetta, Hershel, Cassini, Fermi, Keplero, Agile e Dawn negli ultimi mesi hanno permesso agli scienziati di fare passi importanti nella conoscenza dell’universo. Era il gennaio del 1610 quando Galileo Galilei rivolse al cielo per la prima volta il telescopio e riuscì in breve tempo a scoprire le montagne della Luna, le stelle che formano la Via Lattea, nuove stelle fisse e quattro satelliti di Giove. Da allora l’astronomia ha ovviamente compiuto passi da gigante, ma lo spirito e la voglia di esplorare e conoscere sono rimasti invariati. Negli ultimi mesi una serie di missioni di esplorazione spaziale hanno permesso a scienziati e ricercatori di scoprire parti dell’universo fin’ora sconosciute, basti pensare ai satelliti Hershel, Rosetta, Fermi, Keplero, Dawn ed Agile che dalla loro messa in orbita si solo rivelati strumenti potentissimi per la ricerca in questo settore. Rosetta incontra Lutetia Lo scorso 11 luglio ad una distanza di circa 454 milioni di chilometri dalla Terra, la sonda spaziale Rosetta ha sorvolato l’asteroide 21 Lutetia, scattando fotografie e raccogliendo dati sul corpo celeste osservato per la prima volta nel novembre del 1852 e da tempo un vero enigma per gli astrofisici. Le prime immagini inviate mostrano un asteroide dalla superficie irregolare intervallata da numerosi crateri che sembrano confermare le ipotesi che Lutetia sia uno dei più antichi sopravvissuti alla violenta formazione del sistema solare. Le strumentazioni di Rosetta hanno raccolto i dati mentre la sonda sorpassava Lutetia a circa 3162 chilometri di distanza a una velocità di 15 chilometri al secondo. Le prime immagini dimostrano che nel corso dei suoi 4,5 miliardi di anni di vita, Lutetia ha subito l’impatto di numerosi corpi celesti. Uno di questi ha causato la formazione SPACEMAG Numero 3 2010 Esplorazione dell’universo di un enorme avvallamento su un lato dell’asteroide. Nel punto di massima estensione, Lutetia raggiunge una lunghezza complessiva pari a 130 chilometri. Raccogliere informazioni su Lutetia era una delle missioni secondarie della sonda europea. Lanciata nel 2004, Rosetta è in viaggio verso la cometa Churyumov-Gerasimenko per studiarne le proprietà e offrire agli astrofisici nuovi dati per comprendere meglio le caratteristiche delle comete. L’incontro avverrà nel 2014 e durerà diversi mesi sfiorando l’orbita di Saturno e il progressivo avvicinarsi della cometa al Sole. Herschel scopre l’acqua calda Il satellite Herschel grazie alla sua capacità di rivelare oggetti e processi a temperature basse che avvengono nell’infrarosso, ha osservato una quantità di culle stellari dove nascono nuove stelle: i piccoli embrioni stellari formano dei fili luminescenti lunghi anche decine di anni luce che avviluppano la Galassia in una sorta di rete. Ma Herschel si è spinto oltre, ha infatti misurato l’emissione infrarossa di centinaia di galassie distribuite su miliardi di anni luce che ha permesso agli astronomi di calcolare il tasso di formazione stellare anche a queste incredibili distanze. Si sta capendo che l’evoluzione galattica procede ad un tasso molto superiore a quanto precedentemente immaginato. Di recente Hershel ha ripreso un enorme nube di vapore acqueo intorno ad una stella. Sono state anche riconosciute delle molecole di acqua: si tratta però di una forma che non esiste naturalmente sulla Terra, possiede carica elettrica, e non è né liquida né vapore né ghiaccio. Si forma quando la radiazione ultravioletta, che è molto energetica, riesce a scalzare un elettrone dalla molecola di acqua, la quale dopo l’irraggiamento risulta carica positivamente (mancandole un elettrone che è negativo). Le incredibili foto di Cassini La missione Cassini è attualmente una delle missioni più ricche di scoperte e immagini sensazionali della storia dell’esplorazione spaziale, e negli ultimi due mesi non ha di certo smesso di sorprendere. Infatti ha immortalato Saturno a colori in una particolare illuminazione che crea un ombra degli anelli sul pianeta stesso visibile come una linea scura lungo l’equatore sopra le nuvole. Questa immagine è stata possibile per via dell’equinozio di Saturno, che abbassa l’angolo di illuminazione del Sole, rendendo gli anelli significativamente più scuri. Ma le sorprese non finiscono qui, infatti Cassini è riuscito a catturare un’immagine ravvicinata in alta risoluzione della piccola luna Elena durante un sorvolo il 3 marzo 2010. Elena è una luna grande 33 km in diametro. Il Nord su Elena è nella direzione in alto nell’immagine e ruota 44° verso destra. L’immagine è stata ottenuta da una distanza di circa 19.000 km da Elena. Fermi LAT a caccia di raggi gamma Il telescopio Fermi LAT ha scoperto un’emissione gamma da una “nova”, ovvero l’apparire di una nuova stella a seguito di un improvviso aumento di luminosità che è dovuto ad un breve flash termonucleare sulla superficie di una nana bianca in un sistema binario. Uno dei fenomeni celesti che più ha colpito gli astronomi fin dall’antichità torna così a stupire, dimostrando di essere capace di produrre anche fotoni gamma di alta energia. Fermi è un satellite per lo studio 2010 Numero 3 SPACEMAG 37 Universe exploration delle alte energie dell’Universo della NASA a cui l’Italia partecipa in maniera rilevante con l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Keplero scopre due nuovi pianeti Il satellite della NASA Keplero ha scoperto due “nuovi” pianeti che transitano davanti alla stella Keplero 9. I due “nuovi” pianeti, battezzati rispettivamente Keplero 9b e Keplero 9c, sono grandi all’incirca quanto Saturno, non sono abitabili ed hanno orbite diverse tra loro. Scoprire i due pianeti non è stato agevole: per individuarli sono serviti 7 mesi di continue osservazioni. Gli studiosi, in ogni caso, credono che le scoperte non siano ancora finite, tra i due pianeti, infatti, c’è una certa interazione delle rispettive forze gravitazionali. È possibile, quindi, che ci sia anche un terzo pianeta che sarebbe più vicino alla stella madre. La consistenza del pianeta nascosto è differente da quella degli altri due: secondo i ricercatori, quindi, potrebbe trattarsi di una specie di super-Terra con una massa pari a circa una volta e mezza quella del nostro pianeta. AGILE “prende” il Granchio La Nebulosa del Granchio (Crab Nebula) è senza dubbio uno degli oggetti celesti più famosi che si conoscano. Si tratta di una stella esplosa nel 1054 che è ora un Resto di Supernova con al centro una delle pulsar più potenti. La “Crab” come viene chiamata tra gli addetti ai lavori, è stata per decenni considerata la sorgente X e gamma stabile per eccellenza, ed è infatti usata come un’unità di misura di flusso in astrofisica. Grande stupore ha destato quindi l’ultima scoperta messa a segno dal satellite AGILE, la missione dell’Agenzia Spaziale Italiana condotta in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Tra il 19 e il 22 settembre scorsi, AGILE ha infatti rilevato una forte emissione transiente registrata nella direzione della Crab. Molti telescopi (Swift, INTEGRAL, Hubble, Chandra) hanno poi puntato o stanno puntando la Crab in seguito a questa scoperta. Dawn, countdown verso Vesta La sonda spaziale Dawn entrerà in orbita attorno a Vesta nel tardo luglio del 2011, un asteroide del sistema solare di circa 563 km in diametro, che da solo compone circa il 10% della massa dell’intera Cintura di Asteroidi. Fu scoperto dall’astronomo tedesco Heinrich Wilhelm Olbers il 29 marzo 1807, dall’osservatorio privato situato al piano superiore della sua casa a Brema (Germania), mentre transitava nella costellazione della Balena. Le temperature sulla sua superficie oscillano in un intervallo compreso fra circa -20 °C con il Sole allo zenit, e circa -190 °C al polo invernale. Tipiche temperature diurne e notturne sono rispettivamente -60 °C e -130 °C. Questa stima era valida per il 6 maggio 1996, in un punto molto vicino al perielio, mentre i dati possono variare di molto con le stagioni. La missione Dawn, che durerà 1 anno intero, potrà raccogliere molto meglio i dati sulle temperature, e gli scienziati riusciranno cosi a dedurre delle medie più precise □ 38 Space, a neverending surprise Rosetta, Hershel, Cassini, Fermi, Keplero, Agile and Dawn: seven keys to the unknown F our hundred years have elapsed since that fateful night when the Italian scientist Galileo Galilei, playing with his brand new telescope, discovered the Moon mountains, the Milky Way, and four Jove satellites. The same excitement is being raised today by a series of space missions on the dark side of the Universe. Rosetta meets Lutetia Last july, 454 millions km from Earth, the space probe Rosetta passed by the 21 Lutetia Asteroid taking hundreds of pictures of it from a distance of 3,000 km. Although known since 1852, Lutetia appears as a 130km long irregular body, 4,5 billions years old, deeply scarred by colliding meteorites, one of the celestial bodies still surviving from the birth of our Solar System. Lutetia was a secondary target for Rosetta on its way to explore the Churyumov-Gerasimenko comet, to be SPACEMAG Numero 3 2010 reached eventually in 2014. Herschel hits water- well, kind of Equipped to reveal low temperature processes and objects, the Herschel satellite has been observing many stellar cradles, where embryos grow into luminescent strings envelopping our Galaxy in a sort of net. By measuring the infrared emissions in thousand of galaxies scattered over billions of light-years, it gathered evidence that the galactic evolution is much-faster than originally estimated. Just recently Hershel photographed an immense cloud around a star and detected water molecules in it only in as yet unknown formula: electrically charged, not in a liquid nor steam nor ice state, born when a strong UV radiation releases an electron from its molecule. Cassini steals the show Universe exploration Foto 1: Un rendering del flyby tra la sonda spaziale Rosetta e l’asteroide 21 Lutezia Foto 2: Un immagine scattata da Herschel che mostra la stella ricca dic arbonio in cui è stata trovata l’acqua Foto 3: Gli anelli di Saturno “immortalati” a colori dalla sonda Cassini 1 Foto 4: Un rendering del telescopio Fermi LAT 2 Foto 5: I due “nuovi” pianeti Keplero 9b e Keplero 9c Foto 6: La Nebulosa del Granchio, registrata il 4 luglio 1054 è ciò che rimane a seguito di un esplosione di una supernova Foto 7: Un immagine presa dal telescopio spaziale Hubble dell’asteroide Vesta 3 4 7 39 5 6 The Cassini probe mission is one of the most spectacular ones in space exploration. In the last two months it took fantastic colour pictures of Saturn under special lighting conditions that projected a dark, linear shade on the planet’s surface over the clouds. Cassini took out standing high resolution pictures of the small Elena moon, which is just 33km large. Fermi LAT tracking down gamma rays The Fermi LAT telescope uncovered recently a gamma ray emission out of a Nova, a new star being born following a brief thermonuclear flash on a white dwarf star in a binary system. In the process high energy gamma photons are released. Fermi is a NASA satellite due to investigate the Universe high energies, with a relevant contribution by ASI and the Italian National Institutes of Astrophysics and Nuclear Physics. Keplero unmasks two- maybe three- satellites After a seven months watch, the NASA Keplero satellite discovered two new planets orbiting at different heights in front of the Saturn-sized Keplero 9 star. A particolar interaction of their respective gravitational pull could possibly hide a third planet nearer to its mother-star. According to the latest estimates the third planet should be large almost twice as the Earth. AGILE grabs a Crab The Crab Nebula is one of the most famous celestial bodies, the remains of a Supernova that esploded one thousand years ago leaving an extremely powerful pulsar. It has been deemed always the most stable Xand Gamma-rays source, until september 2010, when the AGILE Satellite, on a joint mission operated by ASI and the Italian National Institutes of Astrophysics and Nuclear Physics, detected a strong transient emission from its direction, prompting further investigation by other telescopes such as Swift, INTEGRAL, Hubble and, Chandra. Dawn, countdown to Vesta Next july the Dawn space probe will enter an orbit circling Vesta, a 563 km large asteroid in our Solar System, first spotted in 1807 by the German Astronom Heinrich Wilhelm Olbers from his home observatory in Bremen. Dawn mission is to collect more accurate data on its surface temperatures ranging from -20° when the Sun reaches its zenith to -190° on its winter pole □ 2010 Numero 3 SPACEMAG Telecomunicazioni Telecomunicazioni: lo spazio al servizio della società I colossi americani Globalstar e Iridium scelgono (ancora una volta) la tecnologia dell’industria italiano di Roberto Somma* Massimo Claudio Comparini** 40 Un antenna della costellazione satellitare Iridium. la più grande costellazione di satelliti per la comunicazione in grado di coprire l’intera superficie terrestre. SPACEMAG Numero 3 2010 Telecomunicazioni G lobalstar Inc e Iridium Communications Inc., i due colossi americani della comunicazione mobile satellitare scelgono ancora una volta la tecnologia e i prodotti di Thales Alenia Space per creare nuovi servizi e potenziare quelli di “voice & data” già esistenti. L’era delle costellazioni satellitari a copertura globale è iniziata una ventina di anni fa con i sistemi di prima generazione che, pur rappresentando una discontinuità tecnologica industriale e produttiva per l’impresa spaziale dal punto di vista del modello di business, hanno avuto una vita non semplice. D’altronde non era facile far decollare un servizio commerciale con prezzi elevati dei terminali, e costi altrettanto significativi del servizio per pochi minuti di conversazione. Ma la tecnologia avanza, gli scenari si modificano e strumenti sempre più sofisticati divengono disponibili a un numero esponenzialmente crescente di persone. Il nostro vivere quotidiano è sempre più scandito dai ritmi della velocità e il bisogno di comunicare in modo veloce ed immediato, in qualsiasi momento e ovunque, cresce inesorabile. In tale evoluzione frenetica non ci accorgiamo che nello spazio vicino per le costellazione, o in quello più lontano nel caso dei satelliti geostazionari, l’ingegno dell’uomo dà voce all’informazione e ne garantisce i contenuti. Sono i satelliti di telecomunicazione che lavorano incessantemente lungo le loro orbite o nel loro punto di stazionamento per garantire il presente delle nostre attività e disegnare il futuro. Oggi, infatti, le comunicazioni satellitari offrono terminali e servizi a costi accessibili, voce, dati e trasmissioni a banda larga con hardware dalle dimensioni e dal peso ridottissimo, basti pensare ai reporter che trasmettono in diretta da aree di guerra o agli alpinisti che inviano immagini in tempo reale dalla cima dell’Everest, servizi e messaggi dal mondo, così lontani… eppure così vicini. “Un satellite artificiale collocato alla giusta distanza dalla Terra compirebbe una rivoluzione ogni 24 ore”. Era semplicemente il 1945 quando lo scienziato Arthur Clarke, il cui nome sarebbe diventato popolare per i romanzi e per il film “ 2001: Odissea nello Spazio”, ipotizzava una rete di tre satelliti, sistemati a 36.000 chilometri dalla Terra su un’orbita attorno all’Equatore e distanti 120 gradi l’uno dall’altro. In questo modo ognuno può “vedere” con le sue antenne un terzo del pianeta e un segnale radio può rimbalzare da un satellite all’altro raggiungendo qualsiasi punto del globo. L’idea, corretta scientificamente e che qualche decade dopo si è realizzata nel sistema di Tracking Data Relay System, a supporto tra le altre cose delle comunicazioni continue con Terra della stazione spaziale, è in quel momento fantascientifica ma oggi possiamo ben dire può essere riletta come l’inizio della storia dei satelliti artificiali che hanno rivoluzionato, in maniera radicale, il mondo delle telecomunicazioni. Dopo la pubblicazione dell’avveniristico articolo di Clarke, bisogna attendere l’ Aprile del 1965, esattamente 20 anni dopo, per assistere al lancio del primo satellite geostazionario per telecomunicazioni, Early Bird, per conto di INTELSAT (International Telecommunications Satellite Organization). Da quella data ad oggi sono stati messi in orbita centinaia di satelliti geostazionari che forniscono copertura a tutti i continenti del mondo e che sono in grado di offrire a popolazioni dalle culture e lingue più differenti, servizi di telecomunicazioni di base e a valo- La mappa della coperturapotenziale mondiale di Globalstar, la costellazione di satelliti per le comunicazioni telefoniche ed il trasferimento di dati. Globalstar è una diretta concorrente di altri sistemi satellitari come la Iridium satellite constellation e la Orbcomm satellite systems. 2010 Numero 3 SPACEMAG 41 Telecomunicazioni re aggiunto. In questo quadro di espansione infrastrutturale, il satellite ha rappresentato, e continua a rappresentare, un elemento fondamentale di sviluppo economico e culturale. L’innovazione tecnologica dei dispositivi elettronici, delle tecniche per l’elaborazione dei segnali, degli strumenti ed antenne di ricezione e trasmissione ha visto certamente l’impulso iniziale da alcuni grandi programmi militari di difesa strategica nonché dalla corsa allo spazio come strumento politico di affermazione di potere delle due superpotenza degli anni ’60. Successivamente, però, l’evoluzione del mercato dapprima del broadcasting televisivo e del trunking telefonico e dati consentono lo sviluppo delle telecomunicazioni commerciali basate su satelliti in orbita geostazionaria. In anni più vicini a noi la crescita della mobilità favorisce, già negli anni ‘90, la nascita delle costellazioni satellitari sistemate su orbite medio-basse, utilizzate prima di tutto per la telefonia mobile. Con il termine LEO ( Low Earth Orbit) si intendono i satelliti con orbita ellittica o circolare, posizionati tra i 500 e i 2000 chilometri dalla Terra e dal punto di vista tecnico tali sistemi sono sicuramente i più affascinanti: una costellazione di satelliti che orbitano intorno alla Terra formando una fitta rete di comunicazioni. La trasmissione tra un terminale satellitare e un altro avviene direttamente nell’etere, senza necessità di passare per una gateway di Terra, ottimizzando la comunicazione sia in termini di qualità sia in termini di costi. E’ il caso di Iridium Communications Inc. e Globalstrar Inc., due colossi nel campo della comunicazione mobile satellitare per voce e dati. Dal 1987 la società americana Motorola studia il programma Iridium, la cui costellazione è composta da 66 satelliti distribuiti su sei piani orbitali a un’altezza di 780 chilometri. L’invio in orbita inizia nel 1997 e il sistema appare davvero rivoluzionario, poiché permette di telefonare direttamente con un piccolo apparecchio da qualsiasi punto del globo, collegandosi ai satelliti e utilizzando due bande di frequenze (Ka e L). Iridium NEXT sarà la nuova costellazione satellitare che andrà a sostituire quella attualmente in orbita che consentirà ad Iridium di offrire ai suoi clienti, già nel 2015, nuovi servizi di telecomunicazioni mobili e di potenziare quelli esistenti di “voice & data”. A Thales Alenia Space, azienda spaziale di Thales e Finmeccanica, il compito di tradurre la richiesta del committente statunitense in una filiera industriale che, in appena cinque anni, arrivi alla produzione di 66 satelliti operativi, 6 satelliti di riserva in orbita e 9 satelliti di riserva a terra. In tutto 81 satelliti la cui concezione deve consentire di produrre nei tempi e nei costi previsti e naturalmente di soddisfare i complessi requisiti tecnici. Un’opera importante di ingegneria alla quale concorrono tutte le discipline dell’industria spaziale. Se, infatti, il lavoro delle aziende spaziali si concentra di solito in sforzi industriali e tecnologici “one shot” (un singolo satellite) o comunque ridotti a pochi esemplari per programma, al contrario la realizzazione d’intere costellazioni prevede una dimensione industriale ed una filosofia produttiva totalmente diversa. “La posizione di prestigio ricoperta da Thales Alenia Space nel campo delle telecomunicazioni satellitari afferma Luigi Pasquali, Presidente e Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia, è frutto di un lungo percorso e quindi, di una lunga e comprovata esperienza che ci consente di avere la meglio anche in situazioni in cui, come nel La posizione di prestigio ricoperta da Thales Alenia Space è frutto di un lungo percorso 42 La mappa della copertura del segnale Voice e Dial-Up di Globalstar, la costellazione di satelliti per le comunicazioni telefoniche ed il trasferimento di dati. Globalstar è una diretta concorrente di altri sistemi satellitari come la Iridium satellite constellation e la Orbcomm satellite systems. SPACEMAG Numero 3 2010 Telecommunications caso del Contratto Iridium, ci troviamo di fronte a lunghe e complesse competizioni internazionali”. Una seconda iniziativa viene avviata, quasi contemporaneamente, nel 1989, dal consorzio Globalstar, creato da varie società americane europee e sudcoreane. Il programma omonimo prevede una costellazione di 48 satelliti in orbita a 1400 Km d’altezza, che garantiscono anche in questo caso, la copertura della quasi totalità delle aree abitate del globo utilizzando un telefono. Globalstar rappresenta l’evoluzione nel campo dei satelliti per telecomunicazione, abbinata all’avvento di nuove tecnologie, le più significative delle quali sono l’accesso multiplo CDMA (code division multiple access) e l’ uso di un terminale intelligente (Rake) che ottimizza la ricezione del segnale satellitare in presenza di riflessioni e ostacoli di varia natura. Thales Alenia Space ha partecipato al progetto dell’intero sistema di prima generazione ed è stata responsabile della fornitura dei payloads dei satelliti, della struttura, della propulsione, dei sottosistemi termici, di alcune unità elettroniche oltre che della totale integrazione della costellazione, comprensiva anche degli otto satelliti aggiuntivi messi in orbita nella seconda metà del 2007. Fortemente innovativa la componente produttiva che ha consentito a Thales Alenia Space in Italia, già per la prima costellazione di Globalstar, di integrare e testare tutti i satelliti in “isole di montaggio”, attraverso un processo produttivo altamente qualificato e con velocità produttive inimmaginabili prima dell’epoca. Thales Alenia Space è uno dei pochi attori spaziali, a livello mondiale, capace di affrontare sfide produttive così complesse ed è per questo che oggi è responsabile anche della realizzazione dei satelliti di seconda generazione con il ruolo globale di contraente principale. “ Le capacità richieste per essere sempre all’avanguardia in questo settore - secondo Luigi Pasquali - sono molte, a cominciare dall’esperienza comprovata nell’ architettura di sistemi, dall’abilità nell’organizzare consorzi industriali al massimo livello, ma ovviamente poi anche l’attitudine a sostenere i clienti nella realizzazione di accordi finanziari soddisfacenti”. “Sono queste indubbiamente sfide a livello tecnologico e commerciale al contempo, che proiettano Thales Alenia Space in una posizione di vertice all’interno del mercato satellitare mondiale”. La nuova costellazione, i cui primi 6 satelliti sono stati recentemente messi in orbita, assicurerà la continuazione del servizio di Globalstar Inc. fino alla fine del 2025, garantendo inoltre la fornitura di servizi più innovativi. Se questo rappresenta il presente delle telecomunicazioni satellitari, Il futuro guarda ormai alla terza generazione. Rendendo disponibile l’accesso mobile a Internet ad alta velocità a e basso costo queste tecnologie aprono uno scenario in cui gli utenti possono comunicare, leggere, ascoltare, guardare e lavorare a proprio agio, ovunque si trovino, con l’ausilio di servizi mobili personalizzati a seconda delle proprie esigenze. In un mondo, dunque, dove scambiare e ricevere dati rappresenta il connettivo primario del nostro vivere quotidiano, sia professionale che personale, è essenziale dotatasi di sistemi che garantiscono la continuità delle comunicazioni. Le telecomunicazioni satellitari si profilano sempre di più come la risposta a questa emergenza □ * Advisor del Presidente a Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia **Thales Alenia Space, VP Ricerca e Sviluppo, Tecnologia e Politica di Prodotto TLC technology, space is the answer TLC giants choose Thales Alenia Space as main contractor for their new Constellations W hen the satellite constellations era started twenty years ago it was hampered by high costs, but quite soon technology developments widened the market to a fast growing community of users. Today hundreds of TLC satellites orbiting the Earth or hovering in geostationary position supply modern society with an expanding range of low-cost services in broadband voice and data trasmissions by employing sophisticated miniaturized hardware. Sciencefiction sometimes can lead the way. In 1945, scientist Arthur Clarke, eventually to be known worldwide for “2001: A space Odyssey”, the movie based on his ‘The Sentinel’ SF novel, wrote that ‘an artificial satellite at the right distance from the Earth would revolve around it in 24 hours’. He then imagined a network composed by three satellites orbiting at a 36,000 km altitude, spaced at 120°, each one covering one third of our Planet and relaying one another radio signals reaching every place on its surface. Twenty years afterward, his idea was embodied into the Tracking Data Relay System as the INTELSAT Early Bird, the first geostationary TLC satellite, was launched. Since then hundreds of satellites joined it in geostationary orbits aorund the Earth to cover our planet with a complex network of communication systems serving the World’s population. Satellite technological innovations were fueled originally in the ‘60s by military spending on Strategic Defense programs and by the Space Race in the Cold World era, when space conquests were used as propaganda 2010 Numero 3 SPACEMAG 43 Telecommunications 44 Un rendering della costellazione Iridium, composta da 66 satelliti. Nel 2015 inizieranno i primi lanci di “Iridium NEXT”, un network di comunicazione di seconda generazione. SPACEMAG Numero 3 2010 Telecommunications weapons in the USA-USSR confrontation. But soon a new technology was evolved for commercial uses in television broadcasting and phone trunking. The cellphone greatest impulse in the ‘90s originated from Satellite Constellations operating on circular or elliptic Low Earth Orbits, between 500 to 2,000 km from Earth. Direct data relaying between satellites without passing through terrestrial gateways reduced costs and improved quality. This is the success story of Iridium Communications Inc. and Globalstar Inc., world leaders in satellite TLC. In 1987 the US Motorola started the Iridium program, a Constellation sporting 66 satellites on six different orbital plans at a 780 km altitude. Launching started in 1997 and allowed the first direct calls from any place on Earth by using a portable phone, still rather bulky. Calls were forwarded to satellites on Ka and L frequencies. Iridium NEXT Constellation is to replace the old one by 2015, updating its voice & data services and implementing mobile phone networks. The Italian Thales Alenia Space, owned by Thales and Finmeccanica, has been awarded the task of creating within five years the whole product supply chain to manufacture 81 satellites: 66 of them operative, six to stand-by in orbit plus nine to stand-by on Earth. It is a demanding effort involving all sectors in space industry, if one considers that usually space industry firms concentrate activity on one shot jobs, i.e. building just one satellite or few more. In order to build a whole Constellation a new industrial dimension is required and a new production strategy as well. “Thales Alenia Space’s frontline role in Satellite TLC – according to the Thales Alenia Space Italia President and CEO, Luigi Pasquali – comes from a long way, drawing from a consolidated experience. And this helps very much in long, complex international tenders such as the Iridium case”. In 1989 US, European and South Korean companies created the Globalstar Consortium with the aim of putting on a 1,400 km distant orbit a full 48 satellites Constellation to cover phone traffic in all inhabited areas, thanks to outstanding new technologies such as Code Division Multiple Access (CDMA) and an intelligent terminal (Rake) which optimizes signals against reflections and other obstacles. Thales Alenia Space supplied the Globalstar first generation system with payloads, structures, propulsion systems, thermic subsystems and the Constellation overall integration. Satellites were assembled and tested in special highly qualified productive units with very tight scheduling. “In order to be always ahead in this sector, in order to be a main contractor, - states CEO Luigi Pasquali – one must qualify under many aspects: a proved experience in systems architecture, the capacity of forming top level industrial consortia, the expertise in helping clients on the financing side too. Those are the technological challenges that Thales Alenia Space faces successfully today and this makes it a leader on the satellite world market”. Such is TLC today’s scenario but a third generation of satellites is nearing. Through mobile access to high speed, low cost Internet, users will communicate, read, listen, watch and work in realtime wherever they are, enjoying highly customized services. In a world where communication is life, satellite TLC systems are the final answer □ Fasi di realizzazione dei satelliti della costellazione Gobalstar di seconda generazione. La società Globalstar ha stipulato un contratto con Thales Alenia Space per la progettazione e la costruzione di una costellazione di 48 satelliti di seconda generazione, che verranno collocati in Low Earth Orbit. Questa nuova costellazione di satelliti assicurerà la continuazione della copertura della rete Globalstar fino ad oltre il 2025, offrendo inoltre una piattaforma per l’espansione dei servizi e per le soluzioni innovative 45 2010 Numero 3 SPACEMAG Politica internazionale 46 Lo Sputnik 1 fu il primo satellite artificiale in orbita nella storia. Venne lanciato il 4 ottobre 1957 dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, grazie al vettore R-7 SPACEMAG Numero 3 2010 Politica internazionale La corsa allo Spazio ai tempi della guerra fredda La rivalità tra USA ed URSS alla base delle prime missioni di volo umano di Daniel Pommier Vincelli* Antonello Biagini** P rofessor Biagini, quando e in che modo il tema delle esplorazioni spaziali entra negli equilibri politici del sistema bipolare? Cosa ha significato, per la guerra fredda, l’inizio dell’avventura spaziale? Il 4 ottobre 1957 l’Unione Sovietica invia nell’orbita terrestre il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1. Viene lanciato da un missile ICBM, cioè da un vettore capace di percorrere migliaia di miglia in pochi minuti. Il satellite compie una rivoluzione dell’orbita planetaria in circa 90 minuti. L’impressione nell’opinione pubblica mondiale è enorme. Sembra che gli stessi sovietici, all’inizio, non si siano resi conto dell’impatto propagandistico del lancio dello Sputnik. Il 5 ottobre pubblicano la notizia in secondo piano, sulla Pravda. Poi, di fronte all’eco che l’evento ha sui media inglesi e statunitensi, fanno dello Sputnik uno dei punti di forza dei “successi sovietici”. Il programma spaziale sovietico riceve un notevole impulso da Chruščëv, esattamente come quello missilistico al quale è strettamente legato. Il primo ICBM sovietico compie con successo il test di prova già dall’agosto del 1957. E’ una svolta nella politica militare, con importanti conseguenze sulla politica estera dell’Urss. Il leader sovietico da un lato persegue una politica estera che ponga le basi di una “coesistenza pacifica” con gli Usa e il sistema capitalistico, dall’altro è convinto che la superiorità nucleare, espressa nello sviluppo dei missili intercontinentali, possa allargare lo spazio d’azione del “campo socialista” e dei movimenti rivoluzionari nel terzo mondo, ispirati da Mosca. Il successore di Stalin considera centrale la “diplomazia nucleare” nel confronto con l’Occidente. Già nel 1956, con un vero e proprio bluff, aveva minacciato l’uso delle armi nucleari contro Francia e Inghilterra se non avessero posto fine all’invasione dell’Egitto. Poi vi sarà naturalmente il tentato dispiegamento di missili nucleari sovietici sul territorio cubano, nel corso del 1962, che darà origine alla crisi dei tredici giorni. Per Chruščëv, che possiede uno stile politico caratterizzato allo stesso tempo da irruenza e capacità di mediazione, è una strategia fondamentale dotare l’Urss di un deterrente nucleare da utilizzare per fini politici. Lo sviluppo delle armi nucleari e il programma spaziale pertanto si intrecciano. Il secondo nasce come appendice del primo, salvo poi assumere una forza autonoma. Lo Sputnik, al di là degli usi reali scientifici e militari, è un’enorme arma propagandistica; per un periodo getta gli Stati Uniti e l’Occidente in uno stato d’ansia. Il lancio sovietica 2010 Numero 3 SPACEMAG 47 Politica Internazionale Jurij Alekseevič Gagarin fu il primo uomo a volare nello spazio portando con successo a termine la sua missione il 12 aprile 1961 48 provoca nell’opinione pubblica americana uno shock pari a quello dell’agosto del 1949, quando i sovietici sperimentano la prima bomba atomica. Se l’Urss è capace di spedire dal territorio sovietico un missile nello spazio, argomentano preoccupati gli americani, allora può minacciare anche il territorio americano. L’ICBM che ha portato lo Sputnik in orbita potrebbe recare delle testate nucleari. Si fa strada la teoria del missile gap, cioè della presunta inferiorità americana nel campo missilistico. Sarà uno dei punti di forza della campagna elettorale di John Kennedy nel 1960. In realtà, alla fine degli anni Cinquanta, l’industria missilistica sovietica è ancora agli albori. Lontana dal poter realmente minacciare il territorio degli Stati Uniti. Ciò non toglie lo straordinario risultato dello Sputnik. Il lancio sarà poi replicato il mese successivo, 3 novembre 1957, con lo Sputnik 2. Il satellite porterà questa volta, a bordo, il primo essere vivente: la cagnetta Laika. L’animale non sopravvivrà al lancio e morirà dopo poche ore. Anche in questo caso l’impatto psicologico del “sacrificio” di Laika è enorme: i sovietici dimostrano di essere vicini a poter mandare un essere umano nello spazio. Occorrerà in realtà ancora qualche anno. Chruščëv utilizza il lancio orbitale come prova della superiorità tecnica e scientifica (oltre che politica e sociale) del sistema sovietico. E’ questa una delle principali caratteristiche del rapporto tra guerra fredda e corsa allo Spazio. Vi è una costante, nei due campi, nel legare i risultati delle esplorazioni spaziali alla validità del proprio sistema economico e sociale. Per questo, nel corso degli anni Sessanta, si scatena una vera e propria “corsa allo Spazio” o “conquista dello Spazio” che vede le due superpotenze massicciamente impegnate, con notevoli risorse scientifiche e finanziarie, nell’obiettivo di portare l’uomo nello Spazio e su altri pianeti. Importanti leader della competizione bipolare come Chruščëv, Brežnev, Kennedy, Nixon fanno della corsa allo spazio un punto importante e qualificante della loro iniziativa politica. C’è quindi una stretta relazione tra competizione bipolare e corsa allo Spazio. Come si evolverà la corsa allo Spazio anche in relazione alla competizione tra le due superpotenze nel corso degli anni Sessanta? Decisamente a favore degli americani direi. Ma prima torniamo al campo sovietico. Nella prima metà degli anni Sessanta l’Unione Sovietica raggiunge ancora dei primati nello spazio, che vengono massicciamente utilizzati dalla sua propaganda. Vorrei ancora sottolineare perché la corsa allo spazio sia così importante nello scontro tra le due superpotenze. Il messaggio più importante legato alle esplorazioni Il presidente americano Kennedy e quello russo Khrushchev durante un incontro a Vienna nel 1961 SPACEMAG Numero 3 2010 spaziali è che vi sia una stretta relazione tra successi scientifici e performance complessiva del sistema ideologico di riferimento. In un’epoca di profonde trasformazioni scientifiche e tecnologiche (basti pensare a come cambia la vita quotidiana dopo la fine della seconda guerra mondiale sia a Ovest che a Est) padroneggiare la “nuova frontiera” degli spazi diventa un imperativo. Conquistare lo spazio significa vincere il confronto tra sistemi, sempre più basato sulla competizione tecnica. Dimostrare di essere primi nello spazio è una straordinaria arma per catturare consenso, sia interno che esterno. Con il dominio spaziale si è proiettati nel futuro. Poi c’è un aspetto pratico: attraverso la corsa allo spazio si “testano” le nuove tecnologie sia per applicazioni militari che civili: la missilistica, la nascente informatica, i satelliti, le comunicazioni, la meteorologia, la medicina. Il più grande dei successi dell’Urss, nella prima metà degli anni Sessanta, è naturalmente il lancio del primo astronauta. Anzi, come sarà definito dalla stampa sovietica, del primo “cosmonauta”. In occidente gli esploratori spaziali saranno chiamati astronauti, mentre il termine cosmonauta continuerà ad applicarsi ai sovietici e agli astronauti del Patto di Varsavia. Anche in queste differenze linguistiche si gioca la competizione tra sistemi. Persino lo “stile” di gestione delle missioni spaziali marca la differenza tra i due sistemi. I sovietici tendono a tenere nascoste le missioni e a rivelarne l’esito una volta concluse, e solo in caso di successo. Il 12 aprile 1961 l’ufficiale dell’aviazione sovietica Jurij Gagarin, a bordo della Vostok 1, compie un’orbita attorno alla Terra. Anche in questo caso il mondo è fortemente colpito dall’esito dell’avventura sovietica. Quando Gagarin torna a Mosca centinaia di migliaia di persone celebrano il suo trionfo, sulla Piazza Rossa. E’ una delle manifestazioni pubbliche più significative dell’era di Chruščëv. L’impresa di Gagarin viene comunque letta in maniera più serena, fuori dall’Urss, rispetto al lancio dello Sputnik. Essa rappresenta un incredibile traguardo raggiunto dall’umanità, non dalla sola Unione Sovietica. Gagarin diverrà una sorta di eroe mondiale. Insieme allo statunitense Armstrong sarà sempre ricordato, più degli altri astronauti, come simbolo umano e concreto delle esplorazioni spaziali. Un altro record sovietico, spesso dimenticato, è quello di Luna 2, nel settembre 1959. Il satellite sovietico si infrange sulla superficie lunare. E’ il primo oggetto costruito dall’umanità a raggiungere il satellite del nostro pianeta. Il mese successivo Luna 3 fotograferà il lato nascosto della Luna. Ma l’avventura spaziale sovietica subirà un rallentamento nell’ultimo periodo della leadership di nel 1963. Di fronte ai cattivi risultati economici in campo agricolo e industriale il leader sovietico realizza che l’avventura spaziale è decisamente impegnativa per le risorse sovietiche, e va ridimensionata. In un’intervista al celebre giornalista britannico Roy Thomson dichiara persino di non vedere vi- International politics cino (e auspicabile) che l’Urss impegni importanti risorse per inviare uomini sulla Luna. In ogni caso nel marzo del 1963, di fronte al Presidium del partito, annuncia la prosecuzione del programma spaziale Vostok. Nella decisione conta anche la competizione, oramai aperta, con la Cina di Mao. Attraverso il programma spaziale l’Urss intende dimostrare la propria egemonia soprattutto sul mondo comunista. Quando Chruščëv viene rovesciato da un complotto capeggiato da Brežnev, nell’ottobre del 1964, ancora una volta è deciso a puntare massicciamente sul programma spaziale come strumento di consenso. Si trova, insieme a Mikoyan, in Kazakhstan per assistere al lancio della Voshkod 1, la prima navicella spaziale con un equipaggio di tre uomini. Nelle stesse ore Brežnev a Mosca prepara la sua defenestrazione, che si compirà inesorabilmente nei giorni successivi. Una delle più importanti eredità della gestione di Chruščëv è la missione della prima astronauta. Il leader sovietico insiste molto perché una missione spaziale veda protagonista una donna. Il 16 giugno 1963 si compie la missione della Vostok 6, con a bordo Valentina Tereškova. E’ un record che la Tereškova deterrà a lungo. Diventerà una sorta di Gagarin femminile, simbolo della nuova donna sovietica. La seconda donna astronauta sarà sempre una sovietica, in una missione del 1975; mentre la prima americana nello spazio, Sally Ride, volerà a bordo dello Space Shuttle solo nel 1983. Con Brežnev al potere il programma spaziale sovietico torna a ricevere forti risorse. Il nuovo leader condivide, col precedente, la passione per le esplorazioni spaziali. Nei lunghi 18 anni della cosiddetta era brezneviana saranno tantissime le missioni spaziali sovietiche. Si allargheranno molto ai paesi alleati del Patto di Varsavia e del mondo comunista. Gli anni Settanta vedranno missioni sovietiche con astronauti tedesco-orientali, bulgari, romeni, vietnamiti, mongoli □ * Docente di storia delle relazioni internazionali e di storia dell’Europa orientale presso le università Sapienza di Roma e Macerata **Professore ordinario di storia dell’Europa orientale e prorettore alla cooperazione e relazioni internazionali della Sapienza università di Roma Valentina Vladimirovna Tereškova, la prima donna ad andare nello spazio, il 16 giugno 1963 49 Space exploration in the Cold War era From Star Wars to cooperation, a positive feedback Professor Biagini, how and how far does space exploration affect the political balance between the Superpowers? What did the Space Race mean in the Cold War era? One must recall that Oct. 4, 1957, when the first articial satellite, Sputnik 1, was put in orbit by an ICBM (tested just a few months before for the first time) covering thousands of miles in a handful of minutes. The impact on the world public opinion is enormous, surpassing even Soviet expectations: the news appeared originally, somewhat understatedly, on Pravda second page. The Soviet space program and its closely related missile program get a powerful support by Khrushchev playing successfully on two tables: on one, he pursues a foreign policy of pacific coexistence with the US, on the other he exploits the USSR nuclear and missilistic superiority to foster the socialist camp action and the Moscowignited revolutionary movements in Third World countries. Just one year before the Sputnik launch, the USSR had already waved its nuclear stick to France and the UK to force them out of Egypt in the Suez Canal international crisis. Then came in 1962 the Soviet attempt to deploy its nuclear-armed missiles in Cuba (the so-called ‘thirteen-days crisis’). This carrot-and-stick strategy backfires when the US react to its archrival’s space success, a shock compared to that provoked by the first Soviet nuclear test in 1949 breaking the US nuclear monopoly. If the USSR can send a satellite into space – write US columnists – the same launchers could pose a nuclear threat to the American soil. The ‘missile gap’ is JFK battlehorse in the 1960 presidential election, even if the Soviet technology is quite too far behind to pose a direct threat to the US. But the Space Race has just started: one month after Sputnik 1, there comes Sputnik 2 carrying the first living being in orbit, a mongrel bitch named Laika, doomed to die in the experiment. A new alarm rings on the White House desk, the Soviets are getting ready to send human beings in space. The 2010 Numero 3 SPACEMAG International politics implications of this Space Race on the Cold War are evident: space successes are boasted in both camps as indicators of the different political systems superiority. Khrushchev, Brežnev, Kennedy, Nixon are all involved in this not-so-peaceful confrontation and invest massively their countries’ resources to put a man in space and eventually on the Moon. 50 Who is going to win the space competition in the ‘60s? Surely the US did. But let us go back to the Soviet temporary upper hand exploiting its space achievements as powerful propaganda weapons. It ought to be always recalled that the most immediate political value of space success is the close relationship between scientific conquests and the global performance of the underlying ideological platform. To win the space race grants an immediate, undisputable leadership on the world scene. In the rapidly changing scenario of everyday’s life in the decades after the end of WWII, winning the space race means to win the future itself. Then one must not forget the overall importance of space exploration as a testing ground for military and civil fallout: missiles technology, the budding computer science, satellites, TLC, meteorology, medicine. The biggest hit of the whole, just at the beginning of the ‘60s, is the first Soviet ‘cosmonaut’ (the American ones are called ‘astronauts) completing a full orbit around the Earth on board of the Vostok 1 capsule. Yuri Gagarin becomes a world hero, greeted and cheered by hundred thousand Soviet citizen in a epoch-making Red Square parade. He soons embodies the whole mankind’s dream of space flights, not linked to a particular country. Alongside with US Astronaut Neil Armstrong, Gagarin will be remember worldwide as a universally praised hero in the Space Age. After the Gagarin exploit USSR slows down its involvement in the Space Race, even if it can boast two other less emphasized but all/important achievements such as the first satellite, Luna 2, to hit the Moon, indeed to crash on its surface, on Sept. 2, 1959, and the first satellite, Luna 3, to show the Moon’s hidden face. The reason for this slowdown must be searched in the bad, almost desperate performance of Soviet economy at large. Khrushchev has other more pressing problems to solve, including the military confrontation with China along the Ussuri river and the ideaological rift with Mao Tse Dong, if he confesses to the British journalist Roy Thomson, in a celebrated interview, that he will not push to send a man on the Moon because of the astronomic costs of the whole operation. Notwithstanding this policy change, at the end of his politica career Khrushchev will witness the launching of Voshkod 2, the first spaceship to carry a crew of three, and he will be remember as the Soviet leader who succeded in sending the first woman cosmonaut in space: Valentina Tereshkova will be the new symbol of the modern Soviet woman, riding the Vostok 6 capsule in 1963. The first American woman to step into a Shuttle, Sally Ride, will follow Tereshkova far behind, twenty-odd years after. Breznev will pour fresh financing into the Space Race and during his 18-years leadership the Soviet space program will be opened to other Warsaw Pact countries, and Soviet cosmonauts will be flying alongside East Germans, Bulgarians, Roumenians, Vietnamese and even Mongolian crews □ SPACEMAG Numero 3 2010 International politics 51 La navicella spaziale Vostok-1 situata presso il Museo dell’Aria e dello Spazio di Parigi, Le Bourget 2010 Numero 3 SPACEMAG Cultura 52 C’era una volta LaiKa che volò nello spazio Condannata fin dall’inizio al non rientro la cagnetta fu scelta tra altri randagi per la sua docilità e resistenza di Marcello D’Angelo N ella sua immaginazione, forse, si era fatta strada l’idea di aver trovato dei nuovi padroni, una famiglia, in fondo anche se un po’ strani, quegli uomini vestiti di bianco le davano da mangiare e da bere, la accudivano e le avevano procurato un tetto sopra la testa…. Ogni tanto, poi, ci scappava anche una carezza. Certo, per la gran parte del tempo, quegli uomini strani, si divertivano a sottoporla a strane forme di affetto, la palpavano, le facevano delle iniezioni, la chiudevano con strane cinghie tenendola per giorni in spazi angusti e dentro macchinari curiosi….. Va bene, avrà pensato, un tetto e del cibo sicuro val pure qualche sacrificio….. Niente più corse affannose nelle strade alla ricerca SPACEMAG Numero 3 2010 di cibo nei bidoni dei rifiuti (“per niente abbondanti di cose mangiabili”), niente più fughe, basta con gli inseguimenti di cani più agguerriti e niente più freddo, neve e pioggia…… Eppure c’era qualcosa di strano, qualcosa non funzionava per il verso giusto. Più che capirlo, lo intuiva dagli sguardi di qualche camice bianco, occhiate lanciate di sfuggita, quasi a voler chiedere scusa, occhi colpevoli, colpevoli…. ma di cosa, per cosa? Forse questa breve, fantastica (?) ricostruzione è solo frutto dell’immaginazione, conseguenza della credenza che gli animali siano in condizione di provare paura, affetto e riconoscenza, avvertire il pericolo e provare qualche forma di senti- Cultura mento…. Di certo Laika, la bastardina rubata sua cremazione, il 14 aprile 1958, quando lo alle strade di Mosca, il terrore, la paura, la soliSputnik 2 perse velocità e rientrò consumantudine e l’abbandono li ha provati. Perché a lei dosi nell’impatto con l’atmosfera. Dal lancio tra gli altri randagi sottoposti alle stesse streserano trascorsi 5 mesi e 2.570 orbite intorno santi prove di volo toccò di essere scelta, per alla Terra. la sua pazienza, le dimensioni contenute e la Sull’utilità della missione e sul sacrificio di sua resistenza all’accelerazione, anche se il suo Laika molto si è discusso, inutile dire che, cuore era quello che impiegava più tempo di all’epoca, l’opinione pubblica si divise in due tutti per recuperare un battito normale dopo fazioni, ma per tutti valgono le parole di Oleg aver verificato la sua resistenza all’accelerazioGazenko uno degli scienziati della missione, ne della centrifuga. E le prove del suo calvario responsabile dell’addestramento di Laika: sono ancora lì, nero su bianco, nei tracciati che Laika era un cane randagio “Più tempo passa e più mi rammarico per la il suo cuore ha scolpito su fogli bianchi im- trovato a Mosca, di circa tre nostra scelta. Non era proprio necessaria. Da macolati, mentre volava in orbita attorno alla anni, per metà Husky e per quella missione non abbiamo imparato nulterra. Un cuore impazzito che arrivò a battere metà Terrier la tanto da giustificare la tragica fine di quel ben 250 colpi in un solo lunghissimo minuto, cane”. Di certo, però, l’impatto mediatico moltiplicato per tanti eterni minuti. nella corsa allo spazio in atto tra Stati Uniti ed Unione SovieCosa passa nella mente di una cagnetta randagia condannata tica fu enorme e segnò un altro punto a favore dell’URSS. a morte, ma che quasi certamente non è in grado di avere Oggi di Laika ci restano le foto, mentre fiduciosa viene riprecognizione di quello che le accadrà…. Sola nel buio cosmico, sa nell’abitacolo dello Sputnik 2, i francobolli commemoratisottoposta a rumori assordanti, sollecitazioni sconosciute e vi, le statue, il suo nome assieme a quello dei cosmonauti, un assenza di gravità che le fanno correre il cuore dai 100 ai 250 piccolo fazzoletto di suolo marziano a lei dedicato, una marbattiti al minuto…. Paura, terrore, angoscia…, forse ricorca di sigarette, confezioni di cioccolato, delle canzoni….. di (?), immagini delle strade di Mosca quanLaika non è certo l’unico cane o l’unico anido libera e randagia andava a caccia di cibo e male ad avere fatto da cavia prima che tocinseguiva i gatti e forse, magari, riceveva una casse all’uomo tentare il volo spaziale, ci sono carezza o una parola amica da parte di un pasanimali di tutti i generi, ma soprattutto scimsante anonimo, ma i cani, si dice, non hanno mie, utilizzate dagli Stati Uniti e cani, prefememoria, così nella mente di Laika non poteriti dai sovietici. Chaika e Lisichka neanche vano esserci i ricordi dei momenti felici, ma riuscirono a partire, dopo 29 secondi il missisolo l’angoscia e la paura dell’attimo presente. le esplose, poco dopo toccò a Belka e Strelka, La sorte di Laika era segnata fin dall’inizio, il ancora due bastardine, ma i primi animali a rientro della capsula, infatti, non era previsto. rientrare sani e salvi dopo 25 ore e 17 orbite. Laika era una bastardina di circa tre anni, un Poi ancora Pehyolka e Mushka, vittime anche incrocio tra un husky siberiano e un terrier. loro della scienza, quindi Shutka e Kometa, Solo negli anni recenti è stato squarciato il velo recuperate sane e salve da una missione fallita, sulla verità, sulle bugie che la macchina della Il 28 maggio 1959, Able e dopo 4 giorni trascorsi nel gelo della taiga e propaganda sovietica aveva tenuto nascoste per Baker divennero le prime ancora tra i sopravvissuti, nel marzo del 1961, viventi a fare quasi cinquant’anni: ci avevano raccontato che creature ultime cagnette prima del volo umano, Cherritorno dallo spazio dopo cinque ore dall’ingresso in orbita, da terra nushka e Zvezdochka, La prima scimmia ad venne dato il via alla “dolce morte” rendendo essere sacrificata fu Albert, raggiunse un’altezdisponibile per la cagnetta una porzione di cibo avvelenata. za di 150 chilometri, morì durante il rientro. Le prime due Una versione smentita solo nel 2002 da uno degli scienziati scimmie sopravvissute agli esperimenti Usa furono Able e sovietici che avevano preso parte alla missione. Dimitri MaBaker nel 1959, raggiunsero un’altezza di 500 chilometri e lascenkov rivelò, infatti, che non c’era stata nessuna “dolce tornarono sane e salve a terra… morte”. Dopo la quinta orbita in quel loculo dove Laika fu L’elenco sarebbe ancora lungo e ricco di tante specie animali, costretta a stare immobile, quando la temperatura, invece di pieno di vittime e sopravvissuti, ma ci fermiamo qui, ricormantenersi sui 16 gradi come previsto, inizio a dando che dopo il suo rientro Strelka rimasaltare tra un caldo a 41 gradi e il gelo perché se incinta e diede alla luce sei cuccioli, uno qualcosa nell’impianto di termoventilazione dei quali (Pushinka) venne donato da Nikita non funzionò come doveva. In quel momento, Kruscev a Caroline Kennedy, figlia del Presidopo accelerazioni incredibili, il tracciato del dente americano. cuore di Laika iniziò a fibrillare, poi, improvQuindi toccò all’uomo, a Yuri Gagarin. Al visamente l’assenza di peso rallentò le pulsasuo rientrò sano e salvo scherzò più volte in zioni e il cardiogramma divenne pietosamenoccasione di cerimonie pubbliche: “Prima di te piatto. Laika morì di crepacuore, di paura partire non ero sicuro se sarei stato il primo e solitudine. Secondo altre fonti russe però uomo nello spazio o l’ultimo cane”. Oggi il l’agonia della bastardina reclutata tra i randagi nome di Laika è scolpito assieme a quello dei della capitale, durò molto più a lungo, quatcosmonauti e l’Istituto di Medicina Militare tro infiniti giorni. A disposizione aveva cibo in gli ha dedicato una statua: “Il primo essere gel da leccare per 10 giorni. Così di Laika non vivente nello spazio”. Il lancio del razzo con conosciamo né la data di nascita né quella cer- a bordo Laika del 3 Per la cronaca, Gagarin morì il 27 marzo ta della morte. L’unica certezza è quella della novembre 1957 alle 2:30 dal 1968, sette anni dopo la sua grande impresua partenza, il 3 novembre 1957 e quella della Cosmodromo di Baikonur sa, a bordo di un piccolo caccia MiG-15UTI, 2010 Numero 3 SPACEMAG 53 Culture schiantatosi al suolo nelle vicinanze della città di Kiržač. Sposato e padre di due bambine, al momento della morte Gagarin era in procinto di partire per una nuova missione nello spazio; lo storico volo del 1961 sarebbe invece rimasto il suo unico viaggio in orbita. Le sue ceneri riposano al Cremlino, quelle di Laika restano a vagare nel cielo sopra di noi □ Belka e Strelka, lanciate in orbita tre anni dopo Laika, fecero ritorno sulla Terra il 20 agosto del 1960 Now, who remembers that mongrel bitch? Laika, the first living being sacrificed to space research N 54 obody knows whether dogs have an imagination. Should it be so, maybe she guessed she had found a good, somewhat strange “family”, whiteclad men feeding her, nursing her, giving her a home. Well, most of the time they would feel her, inspect her, shoot injections, seclude her held fast with belts in small cubicles. Anyway, much better than roaming through Moscow streets . Funny though how they looked her compassionately. She did not know then she would be experiencing soon danger, fright, loneliness. Laika was a three-year old mongrel bitch, rescued from the street, she was picked out of all other competitors because she was small, patient, acceleration resistant. Only problem, she would be very slow in resuming a normal heartbeat after the acceleration tests. When in orbit, her pulse climbed to 250 beats per minute for many, too many minutes. She was doomed from the beginning, the capsule was not to be recovered. What can be the feelings of a little mongrel bitch sentenced to death, living her few hours in the darkness of space, deafened by strange sounds, in a no-gravity condition. Dogs are said to have no memory in a human sense, so she would not remember her Moscow days but feel only the anguish of her predicament. Only recently the truth became known, after fifty years of Soviet propaganda lies. At the time scientists said that five hours after entering the orbit, from the space station poisoned food was forced on Laika to guarantee her a ‘soft death’. But in 2002 one of the Laika mission scientists, Dimitri Malascenkov, revealed that after the fifth orbit something went wrong in the capsule’s thermoregulatory system and Laika experienced brutal switches from 41° down to zero. Her heart went into fibrillation, soon after death occurred in the absence of gravity . Laika died actually of stress, fright and loneliness. But according other sources her end could have been even worse, four days laterout, she had enough food for ten days. So we do not know for certain neither her birth date nor the moment of her death. The only known dates are her departure for space on Nov. 3, 1957, and her cremation on April 14, 1958, when Sputnik 2 burned in its re-entry in the atmosphere. SPACEMAG Numero 3 2010 The real necessity of Laika’s sacrifice has been questioned for years, one of her trainers, Oleg Gazenko stated that the experiment was utterly useless: “We did not learn anything worth of her tragic death”. But Soviet propaganda made the most of it, it was another record in the space race, outdistancing the US. What is Laika’s legacy then? Pictures inside the capsule, postage stamps celebrating her feat, statues all around what was then the Soviet Union, a piece of Martian soil dedicated to her, a cigarette brand, confectionery, songs. Laika’s example was to be followed soon by a number of other animals, the USSR using dogs, the US employing monkeys.Soviet Chaika and Lisichka did not even take off, their missile blew up 29 seconds after lift-off. Belka e Strelka were luckier to become the first animals re-entrying alive from space after 25 hours and 17 orbits: back on Earth Strelka celebrated by becoming pregnant, one of her six puppies, Pushinka, was given as a present by Nikita Kruscev to JFK’s daughter Caroline. After two other space victims (Pehyolka and Mushka), Shutka and Kometa were rescued alive from an aborted mission after four days spent on the frozen taiga. In the US the first monkey to give his life for the advancement of learning was Albert, dead on re-entry after having reached a 150 km apogee. The first survivors were Able and Baker in 1959 that attained an altitude of 500 km The first human to fly in space, Yuri Gagarin, used to joke about his non-human predecessors: “When I took off – he would repeat on official occasions – I was not sure if I was going to become the first man in space, or the last of the dogs”. Nowadays Laika’s name joins the cosmonauts roster and the Russian Military Medicine Institute erected her a statue as ‘the first living being in space’. As a matter of record, Yuri Gagarin died on March 27, 1968, crashing on his MiG-15UTI fighter near the town of Kiržač. Married with two daughters, he was to leave soon for a new mission in space, his 1961 historical flight was his only space experience. He is buried along the Kremlin wall, Laika’s ashes are dispersed in the sky above us □ Cultura La discarica tra le stelle Gli oggetti in orbita nello spazio hanno raggiunto le 10.000 unità di Andrea Drudi I l problema dei rifiuti non è una realtà con cui devono confrontarsi solo le metropoli urbane, anche l’orbita terrestre dopo quasi 60 anni di missioni spaziali inizia ad essere inquinata da una miriade di detriti spaziali. Si tratta per lo più di ferraglia anche se alcuni sono veri e propri reperti storici che di sicuro andrebbero a ruba su ebay. Tra i più illustri si annoverano un guanto perduto durante la missione Gemini 4 da Edward White durante la prima attività extraveicolare americana, la macchina fotografica che Michael Collins si lasciò sfuggire di mano nella missione Gemini 10, i sacchi d’immondizia espulsi dai cosmonauti della Mir, una chiave inglese ed una cassetta degli attrezzi persa da Heidemarie M. Stefanyshyn-Piper nella la missione STS-126. L’orbita terrestre sta diventando sempre più affollata con oltre 19mila oggetti, di cui appena 900 satelliti ancora integri (solo 380 funzionanti). Pur non essendo la zona più ricca di spazzatura, l’orbita geostazionaria è quella più “frequentata”, contando ogni anno 200 nuovi arrivi. La maggioranza della spazzatura si trova però nelle orbite più basse, in cui sono presenti anche numerosi satelliti scientifici di osservazione e la Stazione Spaziale Internazionale. Negli ultimi anni i detriti sono aumentati vertiginosamente, tanto che i veicoli spaziali, e la Stazione Spaziale Internazionale, sono stati equipaggiati con particolari protezioni per arginare il rischio e le conseguenze di collisioni. Rimangono invece pericolosamente esposte le attività extra-veicolari degli astronauti. La prima e più grande formazione di detriti spaziali dovuta ad una collisione è avvenuta il 10 febbraio 2009 quando il satellite inattivo Cosmos 2251 ed il satellite operativo Iridium 33 si sono scontrati a 789 chilometri di altezza sopra la Siberia settentrionale proiettando nello spazio 1.500 detriti, schizzati alla velocità di 4,8 miglia al secondo. 55 All’inizio di quest’anno l’ultimo censimento degli oggetti identificabili nello spazio ha raggiunto le 10.000 unità, inclusi satelliti morti, pezzi di razzi lanciati e detriti lasciati da esplosioni e test spaziali. Nei prossimi anni le cose tenderanno a peggiorare, secondo gli ultimi dati della Nasa sono pari a 5500 tonnellate i detriti di dimensioni superiori ai 10 centimetri e per assurdo anche bloccando i lanci spaziali oggi il numero continuerebbe ad aumentare a causa delle collisioni fra quelli già esistenti. Il 27 marzo 2007 un detrito proveniente da un satellite spia russo ha sfiorato pericolosamente un Airbus A340 della LAN Airlines, con a bordo 270 passeggeri, in volo tra Santiago del Cile ed Aucklan. La stessa ISS lo scorso 13 marzo 2009, è stata messa in stato di allerta, con l’equipaggio pronto a evacuare per il rischio di collisione con un frammento di detrito orbitale. Il Comando Strategico degli Stati Uniti è in possesso di un catalogo contenente circa 13.000 oggetti, e l’osservazione dei dati raccolti è tenuta aggiornata attraverso una serie di radar e telescopi terrestri nonché attraverso telescopi spaziali. Tuttavia, la maggior parte dei detriti rimangono inosservati. Ci sono più di 600.000 oggetti di dimensioni superiori a 1 cm in orbita in base ai dati dell’ESA Meteoroid and Space Debris Terrestrial Environment Reference. Altre fonti di conoscenza sull’entità dei rifiuti spaziali provengono dall’ESA Space Debris Telescope, dal radar Haystack, dal radar Cobra Dane e dall’Orbital Debris Observatory della NASA. I dati raccolti vengono utilizzati per validare i modelli dell’ambiente dei detriti, come l’ESA-MASTER. Un altro metodo per una conoscenza maggiore del problema risiede nel recupero di detriti spaziali in modo da ottenere preziose informazioni sui frammenti sub millimetrici. Ad esempio il satellite LDEF 2010 Numero 3 SPACEMAG Cultura rilasciato dallo Space Shuttle Challenger, missione STS-41-C e recuperato dallo Space Shuttle Columbia, missione STS32 dopo 68 mesi in orbita ha consentito, attraverso l’attento esame delle sue superfici, di analizzare la distribuzione e la composizione del flusso di detriti. Anche il pannello solare del Telescopio Spaziale Hubble, recuperato durante la missione STS-61 dallo Space Shuttle Endeavour, è un’altra fonte importante di informazione sui detriti spaziali. A livello internazionale si è pensato a possibili strategie di riduzione, ipotizzando due possibili soluzioni. La prima riguarda il recupero dei rifiuti, coadiuvato da una quanto più esatta localizzazione dei frammenti vaganti, limitando così il rischio di eventuali collisioni. La seconda soluzione invece consiste nell’individuazione e nella comunicazione da parte dei Paesi membri dell’esatto posizionamento dei propri satelliti, anche militari, o di eventuali rifiuti, in modo da evitare gran parte della dispersione dei frammenti. Per limitare il problema delle collisioni accidentali con i rifiuti spaziali è necessario dunque un sistema globale integrato per non ridurre ad una vera e propria discarica l’orbita terrestre □ L’Orbital Debris Observatory della NASA situato in New Messico, USA The dangers of a space bin 56 Spacerubbish, too many, too small, still growing W aste disposal is a major problem for urban areas on Earth but it is a growing concern to space activities. In sixty years of space exploration Earth is surrounded by discarded items, only 10,000 of them identified. Most of it is small scale metal junk, though some historical relics would fetch good prizes on Amazon.com: a glove lost by Astronaut Edward White in the first extra-vehicular activity (Gemini 4), the camera slipped from the hands of Astronaut Michael Collins (Gemini 10), thrash bins ejected by Mir’s Soviet Cosmonauts, tools left in orbit by Astronaut Heidemarie M. Stefanyshyn-Piper (STS-126 Mission). Orbits surrounding our planet are crowded by more than 19,000 objects. Only 900 of them are satellites (more than one third still ‘alive’). Geostationary orbits are the most used ones with 200 new entries yearly. Most of thrash though is on the lower orbits. To avoid collisions new space vehicles are equipped with special protection techniques but Astronauts’ extravehicular activity is difficult to safeguard. Things will grow worse in the next years according to Nasa just because of collisions: on one occasion 1500 fragments were shot in space at a speed of 4,8 M/s by the collisionof a ‘dead’ Cosmos 2251 with a ‘live’ Iridium 33 on Feb. 2009. On March 27, 2007 the debris of a Russian Spy Satellite just missed an Airbus A340 fyingover the Pacific Ocean, and n March 13, 2009 an ISS Collision alert forced the ISS crew to a possible emergency evacuation. Even if USA Strategic Command keeps track of flying debris it is impossible to control a mass of 600,000 SPACEMAG Numero 3 2010 larger than 1cm items orbiting the Earth. By observing spaceships surfaces a lot of infornation can be gathered on the impact of millimetric debris. But the answer is twofold: first, thrash collecting and larger objects exact localization, second, all countries should make available full information on their satellites and respective debris. Space is too important to be turned into a gigantic bin □ Cultura Il segreto dell’origine dell’universo L’ultimo libro del fisico inglese Stephen Hawking brilla solo per l’operazione pubblicitaria con cui è stato lanciato di Piero Benvenuti* L ’uscita del nuovo libro divulgativo scritto dal fisico inglese Stephen Hawking in collaborazione con Leonard Mlodinow “The Grand Design”, è stata preceduta da un’operazione pubblicitaria in grande stile, che ha fatto leva su alcune affermazioni ad effetto degli autori: “Non è necessario invocare l’intervento di Dio per spiegare l’origine dell’Universo”. In verità tale incursione di un fisico nella teologia non è per nulla una novità, ricalca quasi pedissequamente la famosa risposta data da Laplace a Napoleone e dal punto di vista teologico non è oggi per nulla interessante, tanto da poterla tranquillamente ignorare. Ma dal punto di vista mediatico gli editori hanno fatto centro, scatenando una ridda di commenti apparsi su quasi tutti i principali quotidiani internazionali che hanno gratuitamente prodotto un’enorme aspettativa per il nuovo libro. Tralasciando, per i motivi esposti, le diatribe teologiche, avremmo sperato che almeno dal punto di vista scientificodivulgativo il libro fosse utile al lettore interessato a comprendere i recenti sviluppi della cosmologia. Purtroppo chi avesse questa speranza, se ne andrà completamente deluso e possibilmente irritato dopo aver letto questo libretto di 181 pagine. Appare subito evidente che lo scopo del libro è quello di convincere il lettore che gli autori hanno finalmente individuato la Teoria del Tutto, cioè un modello teorico in grado di spiegare, senza riferimenti esterni, tutta la realtà. Gli autori ci informano sin dall’inizio che questa teoria ha un nome, Teoria M (M-Theory), e, anche se ammettono che non è chiaro perché si sia scelta la lettera M piuttosto che H, Z o Q, ci promettono di spiegare poi di cosa si tratti e perché essa possa essere considerata da tanto ricercata “Theory of Everything”. Peccato che dopo aver letto e riletto il libro da capo fondo non sia possibile trovare in alcun passaggio tale spiegazione e soprattutto su che base fisica-sperimentale o semplicemente logico-filosofica, il lettore possa dar fede a tale affermazione. Anzi, per sgombrare subito il campo da possibili fastidiose interferenze, gli autori dichiarano già all’inizio del primo capitolo che “la filosofia è morta” (pag. 5) e che oggi sono gli scienziati ad aver raccolto la fiaccola che illuminerà la conoscenza umana. Per cercare di offrire qualche giustificazione a questo loro sorprendente epitaffio, si avventurano in una improbabile storia della filosofia antica, basata su sporadici episodi più folcloristici che storici. Sotterrata in questo modo la filosofia classica, gli autori possono tranquillamente affermare (pag. 42):” …non esiste un concetto di “realtà” indipendente dalla teoria o dal modello che la descrive. Noi invece adottiamo ciò che chiameremo realismo modello-dipendente”. Secondo gli autori quindi, la realtà non esiste in forma oggettiva, ma si compenetra consustanzialmente con il modello o la teoria che la descrive, modificandosi con la loro evoluzione e “congelandosi” solo quando si sarà trovato, come dichiara il titolo, il “Disegno Grandioso”. Sembra che una nuova filosofia sia rinata dalle ceneri dell’antica… Dimenticando, con molta buona volontà, questi equilibrismi filosofici, siamo andati alla ricerca delle informazioni sulla nuova cosmologia proposta da Hawking e Mlodinow, ma, pur trovando una descrizione degli elementi costitutivi della fisica moderna (Relatività, Fisica quantistica), abbiamo più volte perso il filo logico che dovrebbe condurci alla comprensione, sia pur a livello divulgativo, della famosa Teoria-M. Troppe sono le apparenti contraddizioni e i salti logici che costellano il libro e che rimandano ad una successiva spiegazione o chiarimento che però non arriva mai. Anzi l’acme lo si raggiunge alla fine del libro, dove negli ultimi due paragrafi ogni frase contraddice la precedente e la seguente. Sembra di vivere una caricatura del principio di autorità: lo affermo io, quindi è vero. Un’ulteriore caratteristica negativa di questo libro è che sembra non aver stabilito all’inizio a quale popolazione di lettori volesse rivolgersi. Per esempio la descrizione 2010 Numero 3 SPACEMAG 57 Culture dei diagrammi di Feynman nel capitolo 5 e il concetto di somme infinite sui processi virtuali subatomici, presume, per poter essere compresa, una discreta base di conoscenze di fisica moderna. Nel capitolo 7 invece, il lettore viene informato che le ellissi sono dei “cerchi schiacciati” (squashed circles). Il lettore completamente digiuno di fisica e matematica si perderà nei meandri delle somme infinite senza capirci nulla, mentre quello più “educato” si irriterà. In questo modo il libro non è utile a nessuno. Parlando di ulteriori motivi di irritazione, dobbiamo infine rilevare che il libro è letteralmente costellato di freddure che, nelle intenzioni degli autori, dovrebbero rendere la lettura più lieve, ma in realtà la appesantiscono senza far ridere nessuno. Un esempio? “…nella visone biblica, Dio non solo ha creato le leggi [di natura], ma può anche essere richiesto da chi lo prega di fare delle eccezioni – guarire un malato terminale, por fine ad un periodo di siccità, o reintrodurre il “croquet” tra i giochi olimpici”. Non pensiamo che Stephen Hawking sia il principale responsabile di un prodotto così scadente e spiace vederlo coinvolto, probabilmente a sua insaputa, in una cinica operazione commerciale, ma il consiglio per il lettore seriamen- Stephen Hawking durante la simulazione di assenza di gravità presso la Zero Gravity Corporation te interessato alla moderna cosmologia è quello di investire le proprie risorse in altri libri divulgativi più seri e meno arroganti che, fortunatamente, non mancano □ * Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova e componente del CdA dell’ASI A not so Grand Design, too much complicated 58 Steven Hawking this time misses the mark “ It is not necessary to invoke God to light the blue touch paper and set the universe going”. This passage has been used extensively in advertising the latest popular book on space written by the British Astrophysic Stephen Hawking in cooperation with Leonard Mlodinow, the quotation being actually a paraphrase of a Laplace famous answer to an enquiring Napoleon about the absence of God in the French astronomer’s works. Because of its effectiveness, the quotation helped building up a worldwide ‘attente’ on Hawking’s work. Leaving theology aside, we thought that this 181 pages booklet would help readers on the slippery path of the latest cosmological discovers. Alas, such is not the case. Deluded readers will have much cause for irritation. Apparently the authors’ aim is to promote their final discover, i.e. the Theory of Everything, named by them M-Theory for undisclosed reasons. M-Theory should explain everything in our Cosmos from the inside. But no scientific explanation is offered, nor a logical or philosophical one. As a matter of fact, to clear the field and avoid misunderstandings, the authors state right in the first chapter that philosopy is dead and the torch of knowledge has been passed over to scientists and only them. After having cursorily disposed of the whole Classical Philoso- SPACEMAG Numero 3 2010 phy heritage, they go on affirming that no reality exists outside the theory or the model used to describe it; it will become full reality only when the Grand Design will be unveiled. They will therefore adopt temporarily what they define ‘a model-dependent realism’. Even with a certain semantic difficulty we looked for information on the authors’ new cosmology and found the usual elements of modern physics such as Relativity and Quantum Theory. But we must confess that we kept losing the thread and did not succeed in understanding the mechanism of the M-Theory. In the last pages indeed we found many contradictions. A last remark: it is unclear what kind of readers are targeted. For instance the Feynman diagrams description in chapter 5 and the concept of infinite sums on the subatomic virtual processes suppose a quite deep knowledge of modern physics. In chapter 7, viceversa, ellipses are defined as ‘squashed circles’. Both educated and uncultured readers are likely to be offended. We found particularly unnerving many presumedly funny passages intended to lighten the topic but quite missing the mark. It is quite sad to see the revered Hawking’s name on it, but in our judgement, frankly writing, we think that this book is utterly useless. Readers interested in modern cosmology luckily enough have other, more enjoyable reference works on their bookstore shelf □ Cultura Le domande di “Moon” Nonostante la tecnologia ci sono sempre dei limiti etici di Mariano Bizzarri È destino che i film importanti subiscano una sorta di rapida eclissi per essere poi prontamente rimossi dal circuito cinematografico. Qualcosa del genere è accaduto a Moon, uscito nelle sale italiane nel 2009 ed immesso nell’home video circuitry solo da pochi mesi. Diretto da Duncan Jones (il figlio di David Bowie), Moon torna ad avvolgerci nelle indimenticabili atmosfere di 2001 Odissea nello Spazio, lasciandoci in bocca il sapore agrodolce di epopee indimenticate, quali quelle di Spazio 1999 e di Solaris. La trama è presto detta: Sam Bell è un astronauta che da tre anni lavora sulla Luna dove, per conto di una onnipotente multinazionale, viene raccolta l’energia pulita da cui dipende la Terra. Il pianeta ha recuperato un proprio equilibrio ecologico proprio grazie all’energia (solare? Ottenuta dall’Elio-3?) che é raccolta sul lato oscuro della Luna. Le operazioni sul satellite del pianeta sono pressoché completamente automatizzate e gestite da un solerte ed affettuoso sistema robotizzato che risponde al nome di Gerty, una sorta di versione “umanizzata” di Hal, il computer di Odissea nello Spazio. Di questo scenario (apparentemente) idilliaco, non fa tuttavia parte Sam Bell. Come avrà modo di scoprire grazie ad un incidente fortuito, egli è in realtà un clone dell’originale destinato ad essere comunque sostituito e rimpiazzato da uno dei tanti replicanti che attendono - ibernati - nel sottosuolo della base. Uno di questi viene per errore risvegliato proprio perché Gerty dà per scontata la morte del precedente operatore che viene invece recuperato e salvato - ironia della sorte! - dal suo stesso avatar. La relazione tra le due “copie” si snoderà lungo il percorso di un rapporto inizialmente conflittuale per evolvere quindi in muta complicità, una volta che ciascuno si sarà riappropriato di una “nuova” identità. Insieme i due progetteranno un 2010 Numero 3 SPACEMAG 59 Culture “Moon”, the movie, a few questions Sci-Fi leads the way again foreseeing the future S 60 ome really good movies are strangely doomed: even if they are significant, they just fade quickly into the background and get lost. “Moon” directed by David Bowie’s son, Duncan Jones - was distributed in Italy in 2009 and entered the home video circuit a few months ago. But it was very good, reenacting the incredible atmospheres of cult movies like “2001: A Space Odyssey”, “Space 1999” and the immortal “Solaris”. The story is only apparently complicated: Sam Bell works as an astronaut on a Moon base shipping back to Earth the energy captured on the Dark Side. He works solo for a big multinational Company, assisted only by a friendly (Remember HAL?) computer, maybe too much friendly after all. When an accident occurs outside the base, Bell discovers by mere chance that he is not the ‘real’ Bell (who is happily gone back to Earth) but his clone, about to be replaced by another clone since he is considered dead in a crash. Enless Bell’s clones are stored underground and are replaced every three years. The two Bell clones develop a close relationship and work together to unmask the evil Company operating the system: only one of them will go back eventually. The story, the characters, the play, the dialogue highlight a full range of themes and topics closely related to Space human exploration and to technological upper hand in the process. Confinement and isolation being the conditions of long space voyages, “Moon” leading character (better to say the two of them) follows the path of hallucination, estrangement and confusion traced originally by “Solaris”, up to the discover of being a clone: here alienation reaches its utmost but still in a way clones can never be completely identical. This is a sort of revanche of the living matter however on genetics’ rigid determinism: it is not a totally unfounded argument and biologists are tackling it in a way. The movie does not offer solutions, just sows doubts provoking a deeper reflection on technology and its hidden potential dangers. The old theme of a possible conflict between Man and the Machine cannot be overlooked just for progress’ sake and the manned race to space cannot be pursued within a merely utilitaristic logic, just as is is unconceivable to produce robotic clones of human beings (for movielovers and SF fans the problem was raised in the movie “The 6th day”). One can affirm that there are no limits to the technologically possible, but nevertheless there are some ethic boundaries not to be trespassed. The core question in “Moon” is just this: are we sure that what are we planning today for tomorrow will be right when tomorrow arrives? □ SPACEMAG Numero 3 2010 piano di fuga per far sì che almeno uno possa tornare sulla Terra ed informare il Mondo di quanto avvenga sulla stazione lunare. Lo svolgimento dell’azione costituisce lo sfondo per accennare, per suggerire - più che sviluppare - una serie di tematiche e preoccupazioni intimamente legate alla esplorazione umana dello spazio e all’uso della tecnologia. In controtendenza rispetto alle questioni affrontate dalla cinematografia di Science Fiction degli ultimi anni, Moon torna a parlare delle ambiguità e delle insidie inerenti il sconfinamento e l’isolamento che inevitabilmente accompagna i soggiorni prolungati nello spazio. È il tema di Solaris, che qui è ripreso ed amplificato, mostrando come l’identità personale possa facilmente frastagliarsi quando si è sottoposti a mansioni operative impersonali e ripetitive in un contesto di protratta solitudine. Scoprire di essere un clone di se stesso porta l’alienazione alle estreme conseguenze, anche se paradossalmente innesca un processo di ricostruzione identitario che consente alle due copie di vedersi come comunque diverse l’uno rispetto all’altro. Per quanto cloni, i due Sam Bell non sono infatti propriamente identici: emergono differenze sottili nella emotività, nel carattere, nella disposizione mentale, quasi a voler sottolineare la rivincita dei processi stocastici che presiedono Un fotogramma del film diretto da Dunkan Jones ed interpretato da Sam Rockwell all’auto-organizzazione della materia vivente sul rigido (ed in realtà aleatorio) determinismo della “programmazione” genica. L’argomento è di vaglia e sta attualmente agitando il dibattito in seno alla Biologia; ma ancora una volta, la pellicola si limita a suggerire e ad accennare, lasciando allo spettatore il compito di portare a maturazione i semi del dubbio che vengono disseminati con sapienza e circospezione. L’invito è alla meditazione su tendenze latenti in alcuni percorsi di sviluppo tecnologici oggi non sufficientemente avvertiti, ma che probabilmente rischiano di entrare in rotta di collisione con esigenze e caratteri di ciò che chiamiamo “Umanità” e che in nessun caso potrebbero essere coartati all’interno di una logica meramente utilitaristica del cosiddetto progresso. Non può esistere un manned race to space “comunque” conseguibile, così come non è concepibile che si possano realizzare - “costi quel che costi” - copie robotizzate di se stessi (un tema peraltro sviluppato nel film Il Sesto giorno). Infatti, pur ammettendo che non esistano limiti a ciò che è tecnologicamente possibile, ciò nondimeno permangono limiti etici a ciò che è realizzabile. L’interrogativo che Moon lascia sospeso è proprio questo: siamo certi che tutto ciò che stiamo predisponendo oggi, vada domani nella giusta direzione? □ Cultura Lo spazio in streaming L’Agenzia spaziale italiana accende i riflettori nello spazio: nasce AsiTV.it 61 di Manuela Proietti* P erché si va nello spazio? Cos’è la materia oscura? Qual è il ruolo dell’Italia nell’avventura spaziale? Sono solo alcune delle domande a cui si può trovare risposta digitando www.asitv, la Tv on line dell’Agenzia Spaziale Italiana. Notizie, divulgazione e curiosità direttamente dai protagonisti delle missioni spaziali, da chi in orbita ci è stato e da chi da dietro le quinte lavora per rendere il sogno della conquista dello spazio una realtà. AsiTV è la prima WebTV italiana interamente dedicata allo spazio e l’ultima iniziativa dell’ASI nel settore della comunicazione che va affiancarsi al sito dell’Agenzia (www.asi.it) con l’obiettivo di restituire un’informazione il più possibile completa e accurata sui programmi spaziali che vedono l’Italia avere sempre di più un ruolo da protagonista. Ma non solo. AsiTv è anche una fonte sempre aggiornata di notizie che arrivano dal mondo dello spazio, una finestra sulla attività svolte dalle varie agenzie a livello internazionale. AsiTV.it non parla agli addetti ai lavori ma agli appassionati e ai curiosi che desiderano sapere di più sull’affascinante mondo che inizia oltre l’atmosfera terrestre e lo fa utilizzando il linguaggio tipico della televisione di oggi, quello dei formatTV veloce, immediato e riconoscibile. La redazione in collaborazione con un gruppo di scienziati realizza veri e propri programmi TV a tema, come Pulsar, il primo videomagazine italiano ad occuparsi esclusivamente di spazio, on line ogni lunedì per raccontare le notizie della settimana. O come “Le parole dell’Universo” il format di- vulgativo che spiega ad ogni puntata un “pezzo” di spazio: dal Big Bang ai buchi neri passando per la Luna e la radiazione elettromagnetica. Ogni video tratta una parola “spaziale” che sommandosi trasformano il canale in una sorta di video-enciclopedia on demand dello spazio a disposizione dell’utente 24h su 24. Per sapere cosa significa vivere in assenza di gravità o essere “lanciati” nello spazio ci si può sintonizzare sul canale “Zero Gravity, vita da astroanauta” il format che passa il microfono a chi ha indossato la tuta spaziale per scoprire direttamente dalle voci dei protagonisti il racconto di un’esperienza unica quale è quella di “fare un giro” sullo Shuttle o di un soggiorno sulla Stazione Spaziale Internazionale, in un viaggio alla scoperta dei retroscena di uno tra i mestieri più affascinanti del mondo. Il trasferimento tecnologico è invece il tema di “Space Reloaded”, perché forse non tutti sanno che molte delle tecnologie che utilizziamo quotidianamente come i navigatori satellitari o i sensori CCD delle moderne reflex digitali traggono origine da applicazioni pensate per lo spazio e poi “trasferite” a terra. In “Satellite con vista” la Terra viene “spiegata” attraverso le immagini della costellazione COSMO-SkyMed, il sistema satellitare tutto italiano che grazie alla tecnologia radar riesce a “vedere” dove l’occhio dei telescopi ottici non arrivano. www.asitv.it lo spazio a portata di click □ * URP ASI 2010 Numero 3 SPACEMAG Glossario AGILE: satellite dell’ASI per localizzare sorgenti gamma EADS Astrium: una compagnia aerospaziale del AIAD: Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza Enel: l’azienda principale in Italia e la seconda in Europa con risoluzione eccellente e di analizzare i dati in modo rapido, così da fornire i risultati per una diffusione veloce alla comunità scientifica. AIPAS: Associazione delle Imprese per le Attività Spaziali Ariane 5: E’ un lanciatore sviluppato e costruito sotto autorizzazione dell’Agenzia Spaziale Europea dalla EADS SPACE Transportation, il contrattista principale nonché capofila di molti sub appaltatori. Le operazioni di lancio e di marketing sono gestite dalla Arianespace, una sussidiaria dell’ESA che utilizza come base di lancio il Centre Spatial Guyanais a Kourou nella Guiana Francese. ASAS: costituita da alcune tra le più significative imprese del settore, intende valorizzare le applicazioni e i servizi basati sulle tecnologie spaziali e la capacità, che queste hanno, di portare dallo Spazio alla Terra le potenzialità di questo settore e di contribuire all’innovazione tecnologica del Paese. ASI: Agenzia Spaziale Italiana BIC Lazio: società regionale istituita con la legge 35/90, che sostiene lo sviluppo del territorio regionale attraverso dei servizi per la creazione di nuove imprese e il potenziamento di quelle esistenti. 62 Cassini-Huygens: missione realizzata in collaborazione tra NASA, ESA ed ASI, ha come scopo lo studio di Saturno e del suo sistema di satelliti ed anelli con particolare riguardo al satellite Titano. La missione è partita nell’Ottobre 1997, e, dopo un viaggio di sette anni, l’orbiter Cassini e la sonda Huygens hanno raggiunto il sistema di Saturno nel luglio 2004 e la sonda Huygens è f atterrata sulla superficie di Titano il 14 gennaio 2005. La missione ha completato il suo primo ciclo di osservazione di Saturno e del suo sistema di satelliti nel giugno 2008, ma è già stata estesa fino al 2012. CNES: Centre National D’Etudes Spatiales CNSA: Cina National Space Administration Cosmo-SkyMed: è il primo sistema duale - civile e militare - di satelliti radar di osservazione terrestre; il sistema è promosso dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Ministero della Difesa. Cosmos: è la denominazione utilizzata in passato dall’Unione Sovietica, e oggi dalla Russia, per indicare la missione per la messa in orbita di un generico satellite. Il regime sovietico era solito indicare, con una denominazione ufficiale, esclusivamente missioni concluse con successo. Le missioni che comportarono insuccessi vennero di norma nascoste all’opinione pubblica, e le missioni di collaudo camuffate sotto l’unica denominazione di Cosmos. CSA: Canadian Space Agency Dawn: una missione basata su una sonda senza equi- paggio sviluppata dalla NASA per raggiungere ed esaminare gli asteroidi Cerere e Vesta. Dawn è stata lanciata il 27 settembre 2007 e sarà la prima sonda che orbiterà intorno a due diversi corpi celesti. DLR: German Aerospace Centre SPACEMAG Numero 3 2010 gruppo EADS dedicata ai sistemi e servizi spaziali in ambito civile e militare. Nel 2008 Astrium ha fatturato 4,3 miliardi di euro. I suoi 15000 dipendenti sono distribuiti in Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Paesi Bassi. tra quelle fornitrici di energia elettrica. ESA: European Space Agency ESA Space Debris Telescope: telescopio dell’Agenzia Spaziale Europea dedicato alla catalogazione dei detriti spaziali. ESRIN: centro dell’Agenzia Spaziale Europea per l’Osservazione della Terra, è uno dei 5 centri ESA specializzati che si trovano in Europa. Il centro è situato a Frascati, una cittadina situata 20 km a sud di Roma, conta uno staff internazionale di circa 500 addetti e fu fondato nel 1966. Le prime acquisizioni di dati da satelliti ambientali iniziarono negli anni settanta e, grazie agli aspetti unici delle sue attività, l’ESRIN rappresenta oggi la “finestra ESA” sugli utenti. Fermi-Glast: missione che fa parte del program- ma della NASA sullo studio della Struttura ed Evoluzione dell’Universo e del programma di ricerca di fisica fondamentale senza acceleratori del DOE (USA). La missione è inoltre supportata da programmi di fisica ed astrofisica in numerosi paesi partner come Francia, Germania, Italia, Giappone e Svezia. Finmeccanica: è un gruppo italiano attivo prevalentemente nella difesa e nell’aerospazio; negli ultimi decenni ha progressivamente assorbito quasi tutte le aziende italiane attive in questi settori, espandendosi in modo significativo anche all’estero. Gemini 4: fu una missione nello spazio con equipaggio nel corso del programma Gemini degli Stati Uniti d’America. Una programma, condotto durante il periodo 1963-1966, che è stato il terzo di volo umano nello spazio intrapreso dagli USA. Pur essendo stato il terzo programma in ordine cronologico ad essere iniziato, venne concluso prima del lancio della prima missione del programma Apollo. Gemini 10: fu una missione nello spazio con equipaggio nel corso del programma Gemini degli Stati Uniti d’America. Una programma, condotto durante il periodo 1963-1966, che è stato il terzo di volo umano nello spazio intrapreso dagli USA. Pur essendo stato il terzo programma in ordine cronologico ad essere iniziato, venne concluso prima del lancio della prima missione del programma Apollo. INFN: Istituto Nazionale di Fisica Nucleare JAXA: Japan Aerospace Exploration Agency Kepler: satellite artificiale dalla NASA costituito da un fotometro e messo in un’orbita eliocentrica parzialmente sovrapposta a quella terrestre. Sarà il primo strumento capace di cercare pianeti della dimensione della Terra e anche più piccoli al di fuori dei confini del sistema solare. Esso infatti sarà in grado di osservare la luminosità di oltre 100.000 stelle per più di quattro anni. Osservando tale luminosità si potranno identificare eventuali pianeti grazie al metodo del transito. ICBM: missile per il trasporto a lungo raggio di ordigni nucleari che, utilizzando una traiettoria balistica, raggiunge altezze significative, inclusa una parte di volo sub-orbitale e traiettorie parzialmente orbitali. Un ICBM si distingue da altri missili balistici come gli IRBM o gli SRBM per la gittata sensibilmente maggiore, che è spesso limitata da accordi politici e di controllo delle armi. INFN: Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Intesa Sanpaolo: è un istituto bancario italiano at- tivo dal 2 gennaio 2007, nato dalla fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI. Ha sede legale a Torino e sede secondaria a Milano. Haystack: radar della Nasa situato a Boston. Si tratta di uno dei più potenti al mondo: può rivelare un oggetto di 1 cm a 1000 km di altezza. IIT: Istituto Italiano di Tecnologia Iridium 33: satellite per le telecomunicazioni americano. Il 10 febbraio 2009 è entrato in collisione con il satellite spia russo Cosmos 2251. È stata la prima collisione spaziale tra satelliti in orbita. ISRO: Indian Space Research Organization ISS: International Space Station, rappresenta un avamposto permanente della presenza umana nello spazio, è abitata continuativamente dal 2 novembre 2000 da almeno 2 astronauti.La ISS è un progetto congiunto di 5 agenzie spaziali: CSA, ESA, ASI, JAXA, RKA e NASA. La stazione spaziale si trova in una orbita attorno alla Terra ad un’altitudine di circa 350 km, in quella che viene normalmente definita Leo (low Earth orbit). L’altezza dell’orbita può variare di qualche chilometro a seconda della resistenza atmosferica. L’orbita ha un periodo di circa 92 min LDEF: Un satellite della NASA chiamato Long Duration Exposure Facility (LDEF) lanciato in orbita per studiare gli effetti a lungo termine della collisione con detriti spaziali. Il satellite LDEF è stato poi riportato da terra da uno shuttle per l’analisi dei risultati. Mir: Fu una stazione spaziale del tipo modulare, cioè composta da diversi moduli lanciati separatamente e successivamente assemblati nello spazio, prima sovietica, e poi russa. L’assemblaggio infatti iniziò il 20 febbraio 1986, però il suo completamento impegnò oltre un decennio. La Mir venne considerata, dopo il lancio del primo satellite artificiale e del primo volo umano nello spazio di Jurij Gagarin come ulteriore successo di prestigio del programma spaziale sovietico. La stazione fece il suo rientro programmato in atmosfera il 23 marzo 2001. NASA: National Aeronautics and Space Administration OHB-System: azienda tedesca con sede a Bremen, nel nord della Germania che opera nel settore aero-spaziale. Orbital Debris Observatory: osservatorio della Nasa che si occupa di tracciare e mappare i detriti in orbita. PMM: Permanent Multipurpose Module, componente del- la Stazione spaziale Internazionale ottenuto modificando uno dei tre Moduli logistici pressurizzati (Mplm), Leonardo, in modo che possa essere agganciato in modo permanente alla stazione orbitale. Patto di Varsavia: fu un’alleanza militare tra i paesi del Blocco Sovietico intesa a organizzarsi contro l’avversaria Alleanza Atlantica NATO, fondata nel 1949. Il trattato fu elaborato da Nikita Khruščëv nel 1955 e sottoscritto a Varsavia il 14 maggio dello stesso anno. I membri dell’alle- anza promettevano di difendersi l’un l’altro in caso di aggressione. Il patto giunse a termine il 31 marzo 1991 e fu ufficialmente sciolto durante un incontro tenutosi a Praga il 1º luglio successivo. PMI: piccole e medie imprese, aziende le cui dimensioni rientrano entro certi limiti occupazionali e finanziari prefissati. Per questa ragione, ed anche per le oggettive difficoltà di attrarre capitali, Stati e Regioni di solito mettono in atto politiche di sostegno verso la PMI. RKA: Agenzia Spaziale Russa Rosetta: una missione sviluppata dall’Agenzia Spazia- le Europea e lanciata nel 2004 con l’obiettivo di studiare la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La missione è formata di due elementi: la sonda vera e propria e il lander Philae. Scuola Superiore Sant’Anna: una scuola superiore universitaria italiana con sede a Pisa. Opera nel campo delle scienze applicate (Scienze economiche, Scienze giuridiche e Scienze politiche per la Classe di Scienze sociali e Scienze agrarie, Scienze mediche, Ingegneria industriale e dell’informazione per la Classe di Scienze sperimentali). Space Shuttle: Space Transportation System (Sts), è l’unico modello di veicolo spaziale degli Stati Uniti attualmente in attività e la sua particolarità è la parziale riutilizzabilità. Infatti è stato progettato per effettuare in sicurezza circa un centinaio di voli spaziali sostituendo solo alcune parti ausiliarie. Sputnik 1: fu il primo satellite artificiale in orbita nella storia. Venne lanciato il 4 ottobre 1957 dal cosmodromo di Baikonur, nell’odierno Kazakistan, grazie al vettore R-7 (Semyorka). In russo la parola Sputnik significa compagno di viaggio, inteso come satellite in astronomia. Sputnik 2: fu il secondo satellite artificiale entrato in orbita della storia. Venne lanciato il 3 novembre 1957, a un mese di distanza dal primo satellite della storia, lo Sputnik 1. Telecom Italia: è la principale azienda italiana di telecomunicazioni che offre in Italia e all’estero servizi di telefonia fissa, telefonia cellulare, telefonia pubblica, telefonia IP, Internet e televisione via cavo (in tecnologia IPTV). Telescopio Spaziale Hubble: è un telescopio posto negli strati esterni dell’atmosfera terrestre, a circa 600 chilometri di altezza, in orbita attorno alla Terra. È stato lanciato il 24 aprile 1990 con lo Space Shuttle Discovery come progetto comune della NASA e dell’ESA. Il telescopio può arrivare ad una risoluzione angolare migliore di 0,1 secondi d’arco. L’HST è così chiamato in onore di Edwin Hubble, astronomo statunitense. È prevista una sinergia con il prossimo Telescopio Spaziale James Webb (JWSP) nel 2014. Thales Alenia Space: società nata da Alcatel Alenia Space dopo che il gruppo Thales ha acquistato l’intera partecipazione del gruppo francese Alcatel nelle due joint-venture con Finmeccanica (Alcatel Alenia Space e Telespazio). È controllata da Thales con il 67% e da Finmeccanica con il 33%. Vostok 1: fu la prima missione con equipaggio umano svoltasi nel corso del programma sovietico di esplorazione spaziale Vostok nonché il primo volo umano nello spazio in assoluto. Il 12 aprile 1961 il cosmonauta Jurij Alekseevič Gagarin divenne il primo essere umano ad orbitare intorno alla Terra. 2010 Numero 3 SPACEMAG 63 Indice dei nomi Arthur Clarke: autore di fantascienza e inventore britannico. Caroline Kennedy: avvocato statunitense, figlia dell’ex Presidente John F. Kennedy David Bowie: cantante, polistrumentista e attore britannico Dimitri Malaschenkov: scienziato russo Duncan Jones: regista britannico Heinrich Wilhelm Olbers: medico e astronomo tedesco J.E. Lovelock: scienziato ed ambientalista indipendente John Kennedy: 35º presidente degli Stati Uniti Jurij Gagarin: cosmonauta e aviatore sovietico Leonard Mlodinow: fisico e scrittore statunitense Leonid Il’ič Brežnev: presidente del Praesidium del Soviet supremo dell’URSS Luigi Pasquali: Presidente e Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia Neil Armstrong: astronauta e pilota aeronautico statunitense Nikita Sergeevič Chruščëv: premier dell’Unione Sovietic Oleg Gazenko: scienziato russo Richard Milhous Nixon: 37° presidente degli Stati Uniti Sally Ride: astronauta americana Salvatore Pignataro: professore universitario Stephen Hawking: matematico e astrofisico britannico Valentina Vladimirovna Tereškova: cosmonauta e politica sovietica 64 SPACEMAG Numero 3 2010 spacemag.it