NUVOLA, PERIODICO GIOVANILE GRATUITO DELLAMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SAN DONATO MILANESE, NUMERO 9, APRILE 2002 s o m m a r i o Nuvola Periodico Gratuito Periodico dellAmministrazione Comunale di San Donato Milanese edito dallAzienda Comunale di Servizi Registrato al Tribunale di Milano il 12/5/1999 N.368/99 Direttore Amministrativo: Irene Cristini 4 Un altro punto di vista sul tema della globalizzazione. Uno studente universitario ci racconta la sua tesi di laurea. di Andrea Loro Direttore Responsabile Simone Castagnini 6 Vicedirettore: Andrea Titone Caporedattore: Matteo Marzoli Redazione: Sergio Bianco Sara Battini, Monica Favara, Massimiliano Gatti, Giuditta Gelati, Piero Grilli, Marco Guizzi, Andrea Loro, Chiara Marinoni, Stefano Tommasi Marco Masini e la sua polemica sul fenomeno del mobbing sono il punto di partenza per questo excursus nelle regole del music business. di Piero Grilli 8 Progetto Grafico: Silvia Alfei Arianna Delfitto Art Director: Max Gatto Gatti Photo Editor: Sergio Bianco Collaboratori: Andrea Battocchio, Mauro Gallo, Ilaria Grazia, Pietro Morelli, Claudio Rizzo, Barbara Scatena, Stefano Valentini Una recensione, un libro speciale su una grande esperienza di vita. A pag. 12, tentiamo di fare un po di chiarezza sulla medicina alternativa di Matteo Marzoli di Sara Battini 10 Stampa: P.M.S. colours s.r.l., via E. Ponti-53/11 Milano Fotolito: News, via N. Bixio 4, Milano Pubblicità: Azienda Comunale di Servizi, S. Donato, via Unica Bolgiano 18, 02.527.11.07 Chiuso in redazione il 28/04/2002 Tiratura 5.000 copie La difficile arte del doppiaggio nel mondo cinematografico: vantaggi, difetti, aneddoti da un appassionato cinefilo di Marco Guizzi 13 La capoeira, danza, lotta ed esibizione brasiliana, e la danza classica: due balli lontani ma non così estranei fra loro di Massimiliano Gatti di Giuditta Gelati 14 Musica e gruppi emergenti: una panoramica su questo scenario, attraverso lesperienza dei Venere. di Andrea Titone Pag. 9 Pag. 13 Pag. 17 17 Un viaggio in una terra magica, non antica ma ancora semplice. Baja California da Tijuana a Cabo San Lucas di Chiara Marinoni Presto ci saranno le elezioni, cambierà il Sindaco e lAmministrazione Comunale di San Donato. Nuvola è sempre stato un giornale apolitico. È sempre stato un mezzo a disposizione dei giovani per esprimersi e confrontarsi. E non si è mai allineato a sostegno di alcuno schieramento. Ma, nonostante ciò, in alcune occasioni è stato strumentalizzato dalla politica. Decontestualizzato, e utilizzato in modo improprio. Non è questo il momento di rivangare episodi passati, ormai conclusi, né problemi ormai risolti. Volente o nolente, la redazione di Nuvola ha a che fare con la politica, perché il nostro editore è il Comune. Ed è a questo proposito che mi sembra giusto fare alcune considerazioni. Innanzi tutto credo sia giusto ringraziare lAmministrazione che ha creduto in noi fin dall'inizio, fin da quando Nuvola non era nientaltro che unidea nella testa di alcuni ragazzi. Perché mi rendo conto che non è sempre facile dare fiducia a una persona giovane, per chi ha qualche hanno M A G G I O tempo di 2 0 0 2 cambiamenti in più e oggettivamente più esperienza. E poi abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto con il nostro editore, sempre disposto al dialogo e aperto ad accogliere le nostre richieste e a soddisfare le esigenze tecniche di chi, con ogni sforzo, si impegna per la realizzazione di questo giornalino. Così semplice, ma così importante per la crescita collettiva e individuale di chi in questi anni ha partecipato sia come attore, o come semplice spettatore. Ci siamo trovati bene, e credo di poter dire che abbiamo anche fatto bene. Numerose persone hanno contribuito a portare avanti Nuvola, qualcuno fin dallinizio, qualcuno ha appena iniziato e qualcun altro anche solo per poco tempo. E speriamo di poter continuare così. Anche con la nuova amministrazione e con il nuovo sindaco, qualsiasi essi siano. Perché questa è unesperienza importante e unopportunità che pochi comuni offrono ai loro giovani cittadini, e perché anche per i meno giovani può essere interessante avere uno panoramica su un punto di vista che spesso non conoscono troppo bene. Per tutto questo noi siamo pronti ad affrontare questo momento di mutamenti nel migliore dei modi possibili. E per dimostrarlo stiamo lavorando a una nuova veste grafica che speriamo di poter utilizzare già nel prossimo numero Andrea Titone Per la Pubblicità su Nuvola contattate Azienda Comunale di Servizi via Unica Bolgiano n. 18 Tel. 025271107 Fax 0255601862 mercato GLOBALE Ci si sarà accorti di come, da un po’ di tempo a questa parte, questo termine sia entrato nel linguaggio comune: se ne parla in televisione, sui giornali, tra la gente. TECNOLOGIA, PROGRESSO, GLOBALIZZAZIONE: IL MONDO NELLE MANI DI TUTTI. ORA NON CI RESTA CHE CAPIRE COSA FARNE... MA CHE COSÈ LA GLOBALIZZAZIONE? Inquadrare un fenomeno così complesso risulta molto difficile, anche perché loggetto in questione è multiforme: se ne può parlare a livello economico, sociologico, politico ma quello che accomuna tutti questi ambiti è leffetto che la globalizzazione porta con sé: il mutamento. La svolta potrebbe definirsi epocale, dal momento che molti studiosi individuano nellepoca che stiamo vivendo un importante momento di passaggio: dalla INTERNAZIONALIZZAZIONE alla GLOBALIZZAZIONE. Circoscrivendo lanalisi alla vecchia Europa, sarà facile osservare come, nellultimo secolo, si sia passati da unottica fortemente nazionalista (epoca delle due Guerre Mondiali), a una diametralmente opposta, orientata verso una cooperazione e una coalizione politico-economica, la quale ha posto le basi per la creazione dellUnione Europea. Oggi che la spinta europeista sembra ormai destinata a proseguire verso una integrazione sempre più marcata (ora anche monetaria), lo sguardo tende fisiologicamente ad allargarsi: dopo lEuropa, il Mondo! LA PRIMA COSA CHE SI GLOBALIZZA È IL MERCATO: le nuove tecnologie consentono trasmissione di dati in tempo reale in ogni parte del mondo (Internet), labbattimento dei costi di trasporto rende possibile aggredire mercati fino a poco tempo fa irraggiungibili, la produzione si sposta verso Paesi in cui è possibile produrre di più a costi contenuti. Questa allettante visione nasconde però, come tutte le cose umane, dei lati negativi. opinioniesplicite opinioniesplicite bassi, a fronte dellimpegno di rifornirsi da tutti. Lo scenario descritto è divenuto realtà non solo per meriti della nuova tecnologia e per il pelo sullo stomaco dei dominatori del mercato, non bisogna dimenticare infatti il ruolo degli Stati e delle organizzazioni internazionali (il cosiddetto nonruolo). Va sottolineato come tutti siano rimasti inerti di fronte al mercato che andava globalizzandosi, confidando un po troppo nei suoi poteri endogeni di autoregolamentazione. Il dilagare del cosiddetto neoliberismo economico ha una forte responsabilità per quel che sta accadendo: crisi finanziarie sempre più frequenti, divario sempre maggiore tra nord e sud del mondo Tutto ciò perché manca unorganizzazione o un movimento deputato dalla comunità internazionale al governo della globalizzazione, che possa indirizzare le varie politiche statali in modo tale da renderle più stabili e più impermeabili allo strapotere degli agenti privati che popolano il mercato. DA PIÙ PARTI SI AUSPICA UNA RIFORMA DELLE istituzioni economiche sovranazionali già esistenti (per esempio il Fondo Monetario Internazionale, o lo stesso WTO), o addirittura la creazione di nuove realtà, dal momento che si sta prendendo coscienza della precarietà della situazione attuale. Questo potrebbe essere il primo passo verso un miglioramento della situazione mondiale ops globale. Andrea Loro, disegni di Gatto 5 4 Il primo fra tutti risulta essere il divario sempre più marcato tra Paesi ricchi e Paesi poveri: in questi ultimi si insediano le centrali di produzione delle grandi multinazionali, sfruttando il più basso costo del lavoro e la praticamente assente politica sociale. Molto spesso le grosse industrie occidentali prendono direttamente accordi con i governi locali (che non brillano certo per trasparenza e democrazia), garantendo ingenti afflussi di capitali a patto che tutto rimanga comè, e ciò frena la possibile rivoluzione sociale che fisiologicamente segue a quella industriale. Da quanto affermato emerge un importante elemento di riflessione: le multinazionali fanno politica; o meglio, da ruolo di interlocutore privilegiato dei singoli governi per ogni manovra economica, passano ora a quello di arbitri delleconomia mondiale (recte, globale). Queste da sempre sono abituate a muoversi in un mare infestato da squali, quale è il libero mercato, dove la lotta per la sopravvivenza è senza quartiere; di conseguenza le grandi imprese private non sono (e non potrebbe essere altrimenti) animate da velleità umanitarie, bensì dallunico istinto che le ha rese tali: la spregiudicatezza, lopportunismo e tutto ciò che può guidarle verso utili maggiori e spese più contenute. Tutto ciò, inutile dirlo, riceve dal mercato occidentale ultraconsumistico, quindi anche da noi, la più benevola delle benedizioni, in quanto i beni e i servizi disponibili sono sempre di più e costano sempre di meno. Inutile nascondersi dietro un dito, anche noi siamo responsabili di questa situazione. Perché, per esempio, continuiamo a comprare il caffè di marca al supermercato, invece che negli spazi del Commercio Equo e Solidale? Semplice, perché costa meno. E questo contenimento dei prezzi è attuabile soltanto da realtà commerciali che operano su vasta scala in tutto il mondo: possono accordarsi con le istituzioni economiche di un Paese esportatore del bene in questione, capaci di controllare i singoli piccoli produttori, e concordare prezzi dacquisto relativamente MARCO MASINI, IL MOBBING E LO SHOW BUSINESS... Una storia italiana Cause ed effetti del mobbing sul mondo dello spettacolo: le controindicazioni dellindustrializzazione della musica. MARCO MASINI M OLTI DI M ASINI SI VOI RICORDERANNO CHE LANNO SCORSO MARCO È RESO PROTAGONISTA DI UN CLAMOROSO SFOGO TELEVISIVO ANDATO IN ONDA NELL EDIZIONE SERALE DEL TG1, al quale poi sono seguiti un paio di inviti da Celentano e Costanzo: non ho potuto ascoltarlo di persona ma una mia amica ha avuto la premura di descrivermi i contenuti dell'accorato appello. Ebbene, sembrerebbe che nel mondo discografico sia ormai una pratica diffusa il bollare alcuni cantanti come porta-sfiga ; per di più all'unzione seguirebbe inesorabilmente il progressivo allontanamento dai cosiddetti giri che contano, cosa che in tempi brevi può portare ad una paralisi creativoproduttiva dellartista coinvolto. MOBBING: in Italia se ne e parlato ancora relativamente poco anche se, secondo gli esperti, esiste da tempo. Si tratta di un atteggiamento che vede, all'interno dell'ambiente di lavoro, piu persone coalizzarsi contro una sola, escludendola dai momenti professionali piu appaganti, facendola sentire inutile e portandola ad abbandonare il campo. È facile quindi per questultimo entrare in una spirale negativa che può condurlo allabbandono della propria attività, con tutta una serie di conseguenze depressive. A questo proposito il buon Marco ha citato la tragica fine di Mia Martini, e in effetti se ben ricordo anche Loredana Bertè in quel caso aveva sollevato la questione. Di fronte a epiloghi di questo genere loggetto della discussione perde i tratti quasi comici che poteva avere allinizio e anzi mi spinge ad alcune riflessioni. In realtà definire bene questo fenomeno non è semplice perché va a confondersi con un gran numero di comportamenti classici riscontrabili nel mondo del lavoro che sono dettati dallopportunismo e dallinteresse di circostanza delle parti in gioco. In altre parole, se una donna trova un ambiente di lavoro ostile, ma poi si scopre che ha già avuto sette figli da quando è stata assunta, difficilmente si dirà che è vittima del MOBBING. Di solito si ricorre a tale termine proprio quando la segregazione non ha apparentemente nessuna ragione d'esistere. Tornando al caso di Marco Masini, la sua denuncia sembra proprio rientrare in quest'ultima categoria: infatti, anche se non ci occuperemo qui del valore del suo operato da un punto di vista artistico, credo che abbia un suo pubblico più o meno numeroso, il che in termini aziendalistici significa che è capace di svolgere il suo compito. Per quale ragione allora dovrebbe subire discriminazioni da parte degli addetti del settore discografico? LEQUIVOCO A MIO AVVISO STA opinioniesplicite QUANDO IL LAVORO È FATTO BENE O NO, E SU QUALI CRITERI? Chi o cosa fa emergere un artista al giorno doggi? E che ruolo giocano le sue capacità nel percorso che lo porta al successo? Tutti sappiamo quanto segue: da tempo ormai lapproccio delle case discografiche verso il mercato è lo stesso di chi vende detersivi o saponette. Ci sono regole di marketing da rispettare, regole di immagine e di comunicazione tuttaltro che banali che governano e influenzano il processo creativo, produttivo e di vendita. La canzone di massa (pop nellaccezione inglese del termine) oggi è un prodotto di massa, e se ti piace cantare le cose tristi, puoi farlo allinizio, magari perché secondo gli esperti di mercato puoi vendere per leffetto novità, ma poi ti accomodi da qualche altra parte perché le tabelle con i sondaggi dicono che al mattino la gente che va a lavoro e si trova nel traffico della tangenziale non regge le tue canzoni alla radio! Marco Masini deve accettare levidenza che lo vede essere una creatura di questo meccanismo: se qualcuno lo tratta come lui riferisce è perché in fondo può permetterselo! Non sto dicendo che sia giusto, anzi, ma è assolutamente ingenuo non essere consapevoli degli ingranaggi che stanno dietro a queste cose. Se hai una grande canzone scrivila, poi vediamo se i discografici ti mobbizzano! Figuriamoci, in un ambiente (quello imprenditoriale) governato dal profitto, a tutti i costi fiuterebbero laffare, gli rifarebbero il look e nel giro di una settimana avrebbe il suo video su MTV. E non sono convinto neanche che sia esclusivamente una questione di contenuti: come mai nessuno può permettersi di fare del mobbing ai Radiohead, anche se Kid A è sperimentale, psichedelico e tuttaltro che commerciale? Un artista affermato, soprattutto ai nostri giorni, dovrebbe sempre chiedersi: quanto del mio successo viene da me, e quanto invece viene dal battage promozionale, dai video, da Buona Domenica, Il Costanzo Show, ecc.? I miei fans comprano i miei dischi consapevolmente o sotto ipnosi collettive generate ad hoc da chi mi pubblica i lavori? Tutto il meccanismo di cui si è parlato prima, infatti, porta inevitabilmente a distorcere la sensibilità di noi che ascoltiamo la musica, anche di chi pensa di essere sgamato abbastanza da non abboccare al richiamo dell...ultimo grande capolavoro di...! E quindi il punto potrebbe essere un altro: chi non si riconosce più nel contesto attuale della musica commercializzata, che possibilità ha di farsi ascoltare? Pochissime. La sua voce sarà sempre più bassa rispetto alle urla dei colossi della produzione, non si può competere ad armi pari con chi è reclamizzato ovunque, sui giornali, in radio e in Tv: questo, semmai, è il dramma da denunciare. Un raggio di luce sembrava venire da Internet (con Napster e Co.), ma il discorso è lungo e magari se ne parlerà nel prossimo numero. La conclusione è che le discriminazioni nel mondo dello spettacolo ci sono, come però ci sono in ogni ambiente lavorativo, e anche se possono sembrare insensate hanno sempre alla base delle ragioni, che magari in molti non condividiamo: la cosa grave è che in questi casi non lasciano alternative. È sicuramente triste per chi è abituato alla ribalta doversi piegare a questa logica, ma la giostra funziona così ed è meglio capire le regole del gioco finché si è in tempo prima di prendersi certe scottature. Mi auguro che Masini esca da questa situazione, magari ricominciando a esibirsi - come ha fatto lo scorso inverno - in teatri o comunque ambienti più raccolti, per riallacciare il rapporto con il suo pubblico vero e non virtuale. È sicuramente la dimensione live quella che rende sempre giustizia ad un musicista. Piero Grilli Appena i Radiohead sono venuti a sapere che Kid A aveva conquistato la vetta della classifica dei dischi piu venduti in USA, sono stati i primi a restarne increduli. Interrogato su come la band abbia festeggiato il traguardo raggiunto, Thom Yorke ha spiegato: Siamo usciti a abbiamo comprato una bottiglia di champagne (. . .) il fatto e che da un lato e una cosa davvero incredibile, roba da raccontare ai nipoti, e cerco di viverla in modo positivo, ma se penso a perché tutto questo sta succedendo, se penso al mercato discografico che ha portato a questo risultato perdo il sonno. Tratto dal numero 415 del 24-30/10/2000 di Il Mucchio Selvaggio 7 6 TRATTA VERAMENTE DI MOBBING? PROPRIO IN QUESTO: NEL CASO DI UN CANTANTE CHI PUÒ DECIDERE opinioniesplicite SI THOM YORKE, CANTANTE DEI RADIOHEAD Medicine Alternative Non ti senti tanto bene? Mal di testa? Stai per prendere unaspirina? Fermati e prova le medicine alternative... ALLOPATIA, OMEOPATIA, FITOTERAPIA Per esperienza personale posso dire che lutilizzo equilibrato di tutti e tre i tipi di terapia, a seconda dei casi, contribuisce a mantere un buono stato di salute, non esagerando mai con i farmaci di sintesi (antiinfiammatori, antidolorifici, antibiotici), soprattutto quando ce li si autoprescrive! Quando si ha un raffreddore è inutile oltre che controproducente prendere antibiotici, perché lorganismo è perfettamente in grado di combatterlo, mentre è utile assumere prodotti erboristici e omeopatici in quanto aiutano lorganismo a reagire più velocemente alla malattia. Daltra parte, per un attacco di appendicite non si prende una tisana, ma si corre allospedale! In sintesi, bisogna valutare ogni situazione, magari chiedendo a un erborista che conosca il suo lavoro oppure a un dottore che accetti il fatto che esistono altri metodi di terapia oltre alla medicina normale. vanno prese sottogamba. La fitoterapia è medicina convenzionale e si differenzia nettamente dallomeopatia, la quale, pur utilizzando in numerosi casi piante medicinali, si basa su un approccio sostanzialmente diverso. OMEOPATIA Lomeopatia si fonda sul principio dei simili, similia similibus curentur, dal momento che le stesse sostanze che danno vita al sorgere di una malattia in persone sane, a dosi basse, sono in grado di guarire. La medicina tradizionale, o allopatia, utilizza farmaci che producono un effetto contrario ai sintomi della malattia. Lomeopatia è una medicina che stimola le capacità di reazione dellorganismo alle malattie, sia fisiche che psicologiche. Questo risultato è raggiunto somministrando allorganismo dosi estremamente diluite di farmaci (detti farmaci omeopatici). Essi hanno questo effetto sullorganismo in quanto hanno prodotto, FITOTERAPIA Molte erbe nelle sperimentazioni, sintosono ritenute idonee nel mi simili alla malattia che si trattamento di disturbi di intende curare (da cui il lieve entità o cronici, e cosnome, derivato dal greco tituiscono unalternativa o omeo, uguale e pathos, un supporto alla terapia malattia). La somminisconvenzionale. Le fitomeditrazione delle dosi curative cine, intese come erbe o è accompagnata dal principio loro preparati, bene si delle diluizioni infinitesimali, IN QUESTA FOTO, LARNICA, PIANTA OFFICINALE prestano alla cura (da sole o e dal principio della dinamizUTILIZZATA SIA IN OMEOPATIA, SIA IN ERBORISTERIA CONTRO LE IRRITAZIONI DELLA PELLE. di supporto a farmaci di sinzazione: più la sostanza tesi) di disturbi lievi e/o viene diluita, maggiore cronici del sistema digerente, urinario, cardio-vascolare, diventa il suo potere terapeutico. È stato ripetutamente nervoso, respiratorio e muscolo-scheletrico. Limpiego osservato a livello clinico che al malato viene somminisdelle erbe è una buona fonte di terapia in tutti trata una sostanza che agisce nello stesso senso reattivo quei piccoli disturbi quotidiani che non rappreglobale dellorganismo trattato, sviluppandone le autodisentano uno stato di malattia; le fitomedicine, fese immunitarie presenti e portando alla guarigione. inoltre, per la loro natura blanda possono essere assunte normalmente per lunghi periodi e, quindi, ALLOPATIA Lallopatia è un tipo di medicina che identifica sono utili per il mantenimento delle difese, svolla malattia nei sintomi della malattia stessa. Di congendo così un ruolo preventivo e riabilitativo. seguenza, somministra allorganismo dei farmaci, detti Molti dei medicinali moderni contengono (o ricreano con sintomatici, che cercano di eliminare i sintomi dallorun processo di sintesi così da garantire la produzione su ganismo (da qui il nome, dal greco allos, diverso e larga scala) proprio i principi attivi delle erbe medicinali, pathos, malattia). La somministrazione di questi farmaci sostanze da cui dipende lazione terapeutica. È imporporta alleliminazione dei sintomi. Però i sintomi stessi tante che in caso di disturbo grave si faccia sempre riferrappresentano il tentativo da parte dellorganismo di reaimento al medico prima di assumere qualsiasi tipo di gire alla malattia, quindi leliminazione dei sintomi non prodotto, anche di tipo naturale. La concezione che le elimina la malattia in quanto tale: spesso non si ottiene fitomedicine non possono recare danni è infatti una reale guarigione. La medicina convenzionale senzaltro errata. Anche le piante presentano tutta oggi più diffusa in occidente è di tipo allopatico. una serie di avvertenze e controindicazioni che non Sara Battini L IBERA È UNA RAGAZZA L UNIVERSITÀ E CHE HA DI S AN G IULIANO CHE FREQUENTA DECISO DI FARE , PER UNA VOLTA , UNA VACANZA DIVERSA DAL SOLITO . Ha sempre avuto, sin da piccola, la passione per l'Africa, ed è cresciuta in una famiglia nella quale la solidarietà e il volontariato sono sempre stati considerati valori solidi, così, quando nellestate del 1999 il padre ebbe occasione di partecipare ad un campo di lavoro in Kenia, lei chiese e ottenne (non senza frantumare la pazienza dei genitori), di seguirlo. LIBRO È UN VERO E PROPRIO DIARIO DI VIAGGIO, M E N TA L E (senza voler fare della retorica: tutti i veri viaggi lo sono, e in un contesto così particolare ancora di più ): Libera parte dallItalia con la stessa nostra prospettiva nei confronti della vita e del quotidiano, e per la prima volta nella sua vita si relaziona con persone che hanno problemi del tutto diversi, magari più semplici e immediati, ma anche più drammatici. Come tanti ragazzi della IL PROGETTO DI VOLONTARIATO L IBERA PRENDE B ROWNSEA e riguarda la costruzione di unarena che funga da luogo di ritrovo e per gli spettacoli. In realtà questo progetto si inserisce in un contesto più ampio, ossia il progetto Arambé, per mezzo del quale vengono costruiti pozzi e acquedotti e si insegna alle popolazioni locali migliori tecniche di agricoltura, di allevamento e di medicina di base. Importantissima la filosofia che sta dietro a queste attività: non si vuole fare della carità, ma si vuole fare dono di conoscenza, si vuole aiutare delle persone a costruirsi un futuro di autosufficienza. Le attività si basano quasi totalmente sul volontariato, e comportano anche un certo grado di rischio personale. AL QUALE PARTE SI CHIAMA nel mondo Musungu, di Libera Pota, è edito da Manitese, unassociazione che si occupa della fame nel mondo e dello sviluppo dei popoli. L'intero ricavato della vendita contribuirà a finanziare un progetto per la costruzione di una scuola in Burkina Faso. Lo si può trovare presso la libreria Libropoli di San Giuliano Milanese, presso le botteghe per il commercio equo e solidale e presso la stessa sede di Manitese (Strada per Viboldone 1 c/o stazione ferroviaria, San Giuliano Milanese). Costa 6,20 Euro. Matteo Marzoli UN BAMBINO DELLA FORESTA DEI GWASI 9 8 IL E, OVVIAMENTE, È ANCHE CRONACA DI UN PERCORSO nostra età ha poca pazienza con i bambini, e quando si trova a doverne accudire parecchi, per di più appartenenti ad una cultura totalmente diversa, e con i problemi di comunicazione che tutti possono immaginare, s c o p r e l a t i d i s e insospettabili: impara il linguaggio del corpo, e impara a conquistarsi la fiducia dei piccoli nel mondo MUSUNGU Il viaggio di Libera nel cuore del Kenia IL DOPPIAGGIO: La via traversa al CINEMA <È necessario che il pubblico impari a conoscere i film per quello che sono: è impensabile vedere gli iraniani che parlano come gli italiani> _Bernardo Bertolucci_ Vi è mai venuto in mente di ascoltare le grandi canzoni dei Beatles in apposite versioni, reinterpretate da cantanti italiani? Avete mai preteso che i vecchi colori, sbiaditi o crepati, di un affresco venissero sostituiti ex novo da unattualizzante mano di vernice? Avete mai udito qualcuno proporre di rimpiazzare i cantanti nellopera con attori recitanti, in maniera tale da rendere più comprensibile al primo ascolto il testo di un libretto? Certamente no, e probabilmente non vi è mai neppure passato per la testa. EPPURE CI SEMBRA COSA NORMALISSIMA ASSISTERE alla visione di film stranieri dove le voci degli attori siano state preventivamente sostituite da altre che si esprimano nel nostro idioma. Io credo che chiunque sia convinto del fatto che un film possa essere un mezzo per esprimere le capacità, le idee e i sentimenti umani, dovrebbe provare a riflettere sul ruolo che ha nella nostra pratica comune il doppiaggio. Bisognerebbe immaginare quali sarebbero i privilegi guadagnati da un suo mancato utilizzo e, soprattutto, quali gli svantaggi, i danni e le perdite che questa consolidata prassi attua nei confronti del cinema. Un film doppiato sarà sempre un film mutilato, nel quale la logica di un produttore o di un distributore qualsiasi, priverà lo spettatore di una parte certamente non accessoria ma considerevole se non imprescindibile. Esistono innanzitutto delle mancanze e dei difetti tecnici per i quali bisognerebbe rivalutare il doppiaggio come forma scorretta. A partire dalla mancanza di sincronia tra i dialoghi doppiati e i movimenti delle labbra degli attori (si perde così aderenza alloriginale, e il film ne risente in verosimiglianza). Poi, benché alcune tecniche di largo uso per lo meno nellodierno cinema statunitense - tendano a registrare ogni suono di origine diversa su singole tracce diversificate, nei film di una certa data, così come in alcune pellicole dei nostri giorni (lesempio più famoso è quello del Dogma 95 e di Von Trier), la parte sonora viene unicamente divisa in due: quella autonoma che diffonde il commento musicale e quella che unisce voci e rumori presi direttamente sul set (o aggiunti in seguito, comunque slegati dalla musica). Gli elementi estranei alla colonna sonora si trovavano quindi a essere strettamente legati, insostituibilmente e in continuità, in un unico corpo sonoro: la soppressione, la sostituzione o la variazione di uno di essi - cosa che, di fatto, avviene col doppiaggio - necessariamente elimina anche laltro. Ecco dunque che in molti classici i rumori di fondo spariscono, o improvvisamente aumentano o si abbassano di volume, in base alle voci. Ma un aspetto, ben più evidente, è presente comunque in tutti i film: la presa diretta di un dialogo o di un monologo, soprattutto se caratterizzata in maniera particolare, non potrà mai assomigliare alla registrazione delle stesse parole fatte da un doppiatore di fronte al proprio microfono, venendo inevitabilmente a mancare le caratteristiche ambientali originarie. Ecco dunque che lurlo di un soldato unito al rumore della granata che lha colpito, il lamento di un uomo appeso per i piedi o il fragore di una folla di manifestanti verranno sostituiti, unicamente simulati, perdendo, di conseguenza, la propria forma reale. MA FORSE IL DOPPIAGGIO SI RENDE ANCOR PIÙ colpevole se si pensa che dietro allinterpretazione di un attore esistono scelte personali e registiche che necessariamente riguardano anche aspetti come lintonazione, il timbro, la pronuncia, il ritmo dato alle parole. Insomma, la voce che un interprete ha o deve assumere per caratterizzare un determinato personaggio è unica, strettamente legata al soggetto e alle capacità dellattore stesso. Nel momento in cui questa voce viene mutata in fase di montaggio, parte del lavoro di attore, regista e sceneggiatore viene automaticamente vanificato, trasfigurato e trasformato in qualcosa daltro. Qualcosa di doppiamente mendace, avendo pure la pretesa di voler apparire fedele. Ecco quindi che, ad esempio, in ogni scena di Rain Man non vedremo e sentiremo realmente arte in disparte arte in disparte recitare Dustin Hoffman, ma il suo lavoro (in questo caso, anche prezioso e faticoso) sarà univocamente sostituito da quello di una controfigura sonora. Questa pratica (e, in questo senso, la scelta di Hoffman non vi sembri casuale) può inoltre portare a forme di degenerazione divistiche, con protagonisti i doppiatori, le cui voci, diventando famose di pari passo con le facce alle quali continuamente vengono associate, tendono a NELLE FOTO, IN ALTO A SX, AL PACINO; IN BASSO, caratterizzarsi in una forma univoca, e a riproporsi di DUSTIN HOFFMAN. IN ALTO A DX, SYLVESTER conseguenza con lo stesso stile in ogni possibile tipo di STALLONE; IN BASSO, ROBERT DE NIRO E THOMAS film. Per non parlare di altre ridicole consuetudini, come MILIAN; AL CENTRO, FERRUCCIO AMENDOLA, IL il doppiaggio di attori non professionisti (le cui voci venMAGGIORE DOPPIATORE ITALIANO, RECENTEMENTE gono restituite secondo i cliché del caso, annullando il SCOMPARSO E PADRE DELLE VOCI DI TUTTI GLI ATTORI SOPRACITATI, CON EFFETTI A VOLTE potere della propria non-professionalità), la riduzione PARADOSSALI. dellinfinita varietà di interpreti diversi in monotona prassi (il numero di doppiatori è limitato rispetto a quello degli attori originali), o quellassurda pratica, che vuole IL FIGLIOL PRODIGO BLADE RUNNER DI R. SCOTT (IL REPLICANTE ROY determinate voci APPROCCIA IL PROPRIO DEMIURGO TYRELL DICENDOGLI I WANT legate a determinati MORE LIFE, FUCKER! E NON VOGLIO VIVERE ANCORA, PADRE) stereotipi caratteriali. IL GANGSTER IDIOTA BROTHER DI T. KITANO (MOLTE GAG GIOCATE SULLE DIVERSE Esistono, insomma, LINGUE DEI PERSONAGGI SPARISCONO: È IL PROBLEMA DI TUTTI I FILM POLIGLOTTI) doppiatori-caratterUN GENERALE CALO DI ZUCCHERI IL DIAVOLO PROBABILMENTE DI R. BRESSON (RECITATO VOLUTAMENTE CON UN FRANCESE INDIFFERENTE E SENZA isti, cosicché una INTONAZIONE; IN ITALIANO GLI ATTORI PARLANO COME ZOMBI) data voce verrà tenOGNI LOTTATORE PUÒ ESSERE UN SIMPATICONE FIGHT CLUB DI denzialmente utilizD. FINCHER (MOLTA DELLIRONIA, ESPRESSA TRAMITE GIOCHI DI zata sempre per la PAROLE DELLA PRIMA PARTE, NON PUÒ ESSERE RESA IN ITALIANO) stessa figura, per lo UNA SVISTA FATALE IL PADRINO - PARTE II DI F. F. COPPOLA (NEL BAR, FANUCCI stesso tipo, tanto RISPONDE AL GIOVANE CORLEONE: YOUVE GOT BALLS, YOUNG MAN! [...] ILL FIND YOU che, in certi film, SOME WORK FOR GOOD MONEY E NON HAI DIMOSTRATO DI AVERE CORAGGIO, potremmo facilmente PERÒ I SOLDI LI VOGLIO ENTRO MEZZOGIORNO SENNÒ TI TAGLIO LA FACCIA) indovinare se un perAMBIGUITÀ SESSUALI UN PESCE DI NOME WANDA DI C. CRICHTON sonaggio, allinterno (IL PERSONAGGIO DELLA CURTIS FA ECCITARE QUELLO DI CLEESE della vicenda narraNON PARLANDO IN SPAGNOLO, COME NELLA VERSIONE DOPPIATA, BENSÌ RECITANDO PAROLE - COME PIZZA, MAFIA, SAN PIETRO ta, si rivelerà o meno CHE INCARNANO LO STEREOTIPO DELLITALIANO PER GLI STRANIERI) un impostore, unicaOGNI ITALIANO È UN SICILIANO (LUSO DELLACCENTO SICILIANO PER DOPPIARE mente in base al proPERSONAGGI DI ORIGINE ITALIANA, SPESSO MAFIOSI, NEI FILM STATUNITENSI È prio doppiatore. PRESSOCHÉ UNO STEREOTIPO, UNA SCORCIATOIA PER TRADURRE LA DIVERSA PRO- NUNCIA INGLESE DI UN IMMIGRATO, CHE PERÒ IN ORIGINALE È QUASI SEMPRE MENO IL DOPPIAGGIO ANDREBBE EVIDENTE E CARATTERIZZATA DI QUANTO CI FACCIA CREDERE IL DOPPIAGGIO). considerato né più né meno di un abuso nei confronti dellarte, paragonabile a un taglio della pellicola richiesto dalla censura, e non solo perché abitualmente il dialogo di un film viene mutato, accorciato o sostituito per adattare le parole italiane ai movimenti delle labbra originali. Anche fingendo di ignorare casi limite come Il Disprezzo (film di Godard, volutamente e coerentemente poliglotta, pressoché sfasciato nella versione nostrana), il doppiaggio si rivela, a unanalisi non superficiale e di parte, come un sintomo di quella non cultura che sottovaluta il cinema, considerandolo una mera forma di commercio, una semplice forma di intrattenimento, preferibilmente slegata da una concezione artistica. 11 10 Marco Guizzi CAPOEIRA Dal lontano Brasile larte di trasformare la lotta in danza. Iniziamo a dire che la capoeira è un ballo acrobatico inventato dagli schiavi sudamericani per tenersi in allenamento e non perdere il contatto con le proprie origini, o almeno questa è la prima cosa che ti viene raccontato quando ti iscrivi. In questo ballo ci sono entrate, proiezioni, combinazioni di mosse e calci come negli sport da combattimento, e a volte questi calci vanno a segno e fanno veramente male, ma ricordiamoci che la capoeira è un ballo acrobatico che simula un combattimento e non il contrario, quindi normalmente non c'è contatto fra i due giocatori. Per capirci meglio, è vero che facendo capoeira si impara a tirare calci stando in verticale ma è altrettanto vero che se, in strada, qualcuno cerca di picchiarti lultima cosa che ti viene in mente è di fare la verticale, anche se sei un ottimo capuerista! Io non so cosa esattamente abbia causato la nascita di questa divertente danza e cosa spinga i brasiliani a praticarla, e forse non lo saprò mai, ma mi interrogo sul cosa spinga i ragazzi italiani, me compreso, a vestirsi da gelatai (i pantaloni e la maglietta bianchi sono la divisa classica del vero capuerista) e seguire uno di questi corsi, che, tra laltro, non sono certo a buon mercato! Forse abbiamo guardato troppe telenovelas a base di fazende? In alcuni casi questo può essere vero, perché la cultura che viene trasmessa tramite la capoeira parla di amicizia, religiosità e altri elementi che potrete trovare in una qualsiasi puntata di Febbre damore. Piuttosto non sarà mica che vi siete già rotti di frequentare quei locali tanto alla moda , dove si va perché fa figo andarci e dove oltre che a spendere una barca di quattrini non si fa altro che alcolizzarsi? E magari vi irrita quellatteggiamento americaneggiate e perbenistico che, oltre a portare vostro padre a fare joggin tutte le mattine (che va bene perché infondo non gli fa certo male), porta la gente ad andare in giro tutti altezzosi e impalati, con unespressione schifata, come se al posto dei baffi avessero due I N QUESTA PAGINA, BALLERINI BRASILIANI CHE PRATICANO LA CAPOEIRA pezzi di merda di capra attaccati ancora freschi? Questa è una teoria valida, anche se non credo che questo basti per decidere di andare in palestra due volte alla settimana a cercare di schivare i calci dei propri compagni di corso. Anzi di solito questo tipo si sensazioni ti portano a frequentare centri sociali, vestirti in un certo modo e fatri un sacco di canne! Allora se nessuna di queste motivazioni è del tutto valida per convincerci pienamente a fare i capueristi, cos'è che ci muove? Io ancora non lo so per certo, ma mi sembra dintuire che se una cosa è divertente non ci sia bisogno di un motivo per farla... come il sesso per esempio! Testo di Gatto, Foto di Nicolò Lanfranchi ...ma «...non di night » risponde spesso lei, allo sguardo incuriosito di qualcuno che già se lera immaginata avvinghiata al palo della lap-dance. Per dirla tutta è prima ballerina al Teatro alla Scala dove ha frequentato otto anni di scuola. A me piace ancora ascoltare quando ricorda quegli anni, così faticosi e difficili, di quellinsegnante che per imitare Nurejev tirava la seggiola a chi sbagliava i passi. Si dice che lo odi ancora. Caratteristiche: ossuta uno stecco direi. Mi ricordo bene la sua pagella; mi sembrava così strano che tra le varie materie ci fosse fisico, invece che fisica, una materia molto complicata per una ragazzina che sta crescendo e che diventava sempre più alta avrebbe anche potuto superare di qualche centimetro il partner, se poi aggiungi le scarpine da punta una gran preoccupazione per le insegnanti. E adesso che è grande potrebbe essere la Geri Halliwell della danza classica (quando lo legge mi uccide!) Cosa ne pensano mamma e papà: forse avrebbero preferito qualcosa di un po' più normale per lei, così debolina; temevano che il suo desiderio, a soli 11 anni, fosse il capriccio più classico di tutte la bambine che sognano di volteggiare tra le braccia di Ken. Cosa ne pensava il fratello: Non pensava la andava a prendere; non so se fosse solo generosità visto che aveva sempre amici al seguito innamorati a turno di una di queste affascinanti silfidi. di Giuditta Gelati I N QUESTA PAGINA GILDA GELATI, PRIMA BALLERINA AL TEATRO ALLA SCALA Cosa ne pensava la sorella (cioè io): «Mi va bene tutto basta che la smetta di farmi fare la sbarra attaccata al comò». Sfatiamo i luoghi comuni: mia sorella non va in televisione mia sorella non si veste solo di bianco mia sorella sa fare la spaccata mia sorella non mangia solo pane e acqua, è capace di farsi fuori il primo piano della confezione media dei Ferrero-Rocher, gradisce cotechino, bollito e mostarda. Le capitò anche di entrare in scena con un Big Mac e patatine medie nella panza, ma per carità, fu solo un caso. Eventi da ricordare per la sua carriera: durante una danzetta le volò lo zoccolo, rigorosamente olandese, nella buca dellorchestra. Leit-motiv: la passione ovviamente, anche se lei sorridendo mi dice «Ballare è l'unica cosa che so fare». Ma insomma! Per una volta non potrebbe rispondermi, tipo Flashdance o tipo Carla Fracci: «La danza è la mia vita». Niente. Ma non importa perché io lo so e quando balla non la riconosco, la testa ordina, i muscoli fanno, e io che rimango lì a guardarla vedo solo una splendida Giulietta. 13 12 Nome: Gelati Gilda Segni particolari: è mia sorella! Professione: tersicorea dice la Carta dIdentità, ossia ballerina... ballando TERSICOREA ballando PROFESSIONE v e n e r e la bellezza della musica Viaggio allinterno dellintricato mondo della musica dei gruppi emergenti, attraverso lesperienza dei Venere, una rock-band di provincia, possibile stella del prossimo panorama musicale italiano. UNA VOLTA QUALCUNO MI HA DETTO CHE OGNI EPOCA È DOMINATA DA UNA PARTI- COLARE FORMA DARTE, E CHE LARTE DI QUELLA CHE STIAMO VIVENDO È LA MUSICA. Ci ho pensato un po, e forse è vero; ma essere larte di unepoca non è solo una cosa positiva, soprattutto se lepoca in questione è figlia della tecnologia. Infatti al giorno doggi con poche rudimentali nozioni di teoria musicale, un personal computer di fascia media e, se possibile, un po di buon gusto tutti possono autoprodurre il proprio cd. Così se da un lato abbiamo una diffusione globale della musica, dallaltro lato esiste il problema della sovrapproduzione. Troppa musica? Sì. Ma il vero problema è capire che la I VENERE NELLA LORO FORMAZIONE ATTUALE, DA SX: DANIELE ZINGRILLO, EMANUELE SARRI, MARCO IACOMELLI musica buona non è troppa, e che è difficile trovarla in mezzo a tutta la musica, in cui ce nè tanta che non va Il vero problema è anche che lindustria discografica, che fa da intermediario tra produzione e fruizione di musica, troppo spesso ascolta solo il tintinnare di monete e il frusciare di banconote: soldi, soldi, soldi... Ma anche se è noto a tutti che larte non ha prezzo, purtroppo la musica è un bene che si può scambiare e quindi, come ogni buon economista sa, è possibile attribuirle un valore monetario, cosa che ha come conseguenza la perdita di interesse nei suoni e nelle melodie, e la focalizzazione sulla legge fondamentale del mondo economico: abbattere i costi e massimizzare i profitti, (che poi, forse e purtroppo, è ciò che fa girare il mondo di questepoca). Quindi con lavvento del compact disc (un pezzetto di plastica attorno a una sfoglia di materiale riflettente) sono stati finalmente abbattuti i costi di produzione, poi è bastato trovare una formula magica per massimizzare le vendite: un/una cantante di bella presenza (avete mai fatto caso che gli strumentisti non hanno quasi mai lo stesso successo del cantante, lunico vero indiscusso leader del gruppo ), una canzone semplice, che si ricorda subito e che dopo pochi mesi ti ha stufato (così devi cercarne unaltra!), e infine tanta, tanta pubblicità, e il gioco è fatto. Solo che gli ascoltatori un po più attenti ci rimettono. E i giovani emergenti compositori ci rimettono ancora di più. Perché se fanno la loro musica, anche se fanno buona musica, è molto difficile che, senza conoscenze o compromessi, riescano a concludere qualcosa. Non è impossibile, però ci vuole molta passione, tanta costanza, il banale, scontato, ma inevitabile pizzico di fortuna, e soprattutto non bisogna stare con le mani in mano, ma darsi da fare. E D È A QUESTO PROPOSITO, IN MEZZO A QUESTO INTRECCIO DI ASPETTI E DI INTERESSI DI SOGGETTI DIVERSI , CHE VOGLIO PARLARVI DEI V ENERE , una giovane rock band italiana della provincia di Novara. Perché sono miei amici. Perché suonano buona musica e perché si stanno dando da fare. E anche se vi posso sembrare di parte, vi chiedo di darmi fiducia, perché sarò obiettivo al massimo concesso dalla soggettività dei gusti personali. La loro storia ha inizio nel settembre del 2000, quando Marco Iacomelli (voce) fa sentire a Emanuele Sarri (chitarra) un po di Marco NE PENSANO I F RITTO M ISTO ? Chiara:«A me piace molto luso che Marco fa della parola: trovo che le immagini che riesce a ricreare siano molto originali...» Massi:«La musica dei Venere appartiene a un genere ricercato e intrigante, ricco di sonorità ora psichedelche, ora graffianti!» Ste:«Sicuramente positiva lesperienza a Lodi, e anche se suoniamo generi musicali diversi, spero di poter collaborare ancora con loro...» Ema:«A me piacciono di più dal vivo: riescono a comunicare molto di più, e dividere una serata insieme è stato divertente!» Se volete saperne di più sui Frittomisto, e volete ascoltare la loro musica connettetevi a: http://www.frittomisto.net Nella foto qui sopra: Fafiño Gomez, inesauribile percussionista dei Frittomisto 15 Andrea Titone C OSA I Frittomisto sono un gruppo delle nostre parti (sudMilano), che hanno molto in comune coi Venere. Anche loro infatti si sono sempre dati molto da fare e oltre a essersi autoprodotti un cd (menuturistico diecimila), tra le altre cose, hanno vinto l'edizione milanese di "Pagella Rock '97", "Scorribande", hanno suonato con Morgan dei Bluvertigo, Elio e le Storie Tese, i Subsonica e con i Raggae National Tickets. Ma hanno anche suonato con i Venere (al Festival Dell'Unità di Lodi 2001)! Perciò sentiamo un po' cosa ne pensano loro dei Venere... 14 pezzi che aveva scritto a partire dalleclisse di sole dellestate del 1998. A Emanuele quei pezzi piacciono, e così, proprio come in ogni storia che si rispetti, un po per scherzo e un po per gioco, nascono i Venere. Ma entrambi sapevano che a quel gioco cera poco da scherzare. Si aggiungono i fratelli Zingrillo: Daniele al basso, e Andrea alla batteria (che verrà poi sostituito per un certo periodo da Luca De Martino), e in men che non si dica i pezzi sono pronti ad affrontare il palcoscenico. Qualche serata qua e là e poi il primo grande passo: la registrazione dellEP, omonimo, un compact disc in confezione da singolo, molto curato sia nella grafica che nei suoni. Cinque pezzi per venti minuti di rock italiano, sincero e introverso, soprattutto nei testi, che lasciano completa libertà interpretativa allascoltatore e non lo costringono a fronteggiare le troppo frequenti banalità sugli amori del pop italiano. Ovviamente, se si hanno intenzioni serie e non si vogliono correre rischi, tutto questo richiede la registrazione della proprietà intellettuale delle proprie composizioni presso la signora SIAE, cosa che, pur non essendo un ostacolo insormontabile non rende certo le cose semplici, ma questa è unaltra storia... Il passo successivo consiste nel fare ascoltare il proprio cd a qualcuno che conta, o partecipando a concorsi o contattando direttamente i produttori discografici. Inutile dire che tanto vale lasciare perdere le major (le etichette più importanti che hanno già programmato tutto da qui alleternità), e che il cd dei Venere ha bussato a tante porte ed è passato tra le mani di tanti giurati. E così dopo poco più di un anno e mezzo arrivano i primi risultati: le finali interregionali (Piemonte e Liguria) di "Rock Targato Italia". Alcune recensioni su giornali locali e su Internet. L'interessamento di Radio Popolare di Torino che mette in programmazione Delusione Cosmica (una canzone dellEP), e gli offre la possibilità, nel Novembre 2001, di registrare dal vivo al Puzzle Studio di Torino 4 brani inediti: Lacqua scorre lenta, Neve, Lenta e Sommessa, Mirarespira. E infine è da poco uscita la compilation Soniche Avventure VII della Fridge Records, un disco che raccoglie un campionario dei gruppi emergenti italiani e che nelledizione di questanno comprende anche Trasparente (un altro pezzo dellEP dei Venere). E questo è quanto: una storia, forse come tante altre, ma che almeno una volta vale la pena di essere ascoltata, e se vi ho incuriosito anche solo un pochino, andate a trovarli su http://www.veneremusic.com, avrete la possibilità di scaricare e ascoltare completamente e gratuitamente tutte le loro canzoni. Venere: lEP autoprodotto suoniemergenti Daniele suoniemergenti Emanuele STRADA o ROTAIA? PA R T E S E C O N D A Ricordate lo scorso articolo sui viaggi, che parlava di viaggi per l’Europa in macchina e in treno? Ecco cosa ne pensano due dei nostri lettori... Ciao Matteo, nellarticolo Viandante, se giungi nello scorso numero di Nuvola hai proposto alcune considerazioni sulla strada e sulla rotaia come soluzioni di viaggio in Europa. Visto che, dopo capodanno e carnevale, già si pensa a progettare le vacanze estive, vorrei raccontarti anche la mia piccola esperienza di viaggiatore. Per tre estati consecutive ho trascorso le vacanze in treno, la prima ancora allepoca in cui non esistevano le zone ed il biglietto interrail valeva indistintamente per tutti gli stati dEuropa compresi Marocco e Turchia. Avrei sperato, nelle estati successive, di avventurarmi nelle repubbliche dellex Unione Sovietica ma, nonostante si vociferasse il loro prossimo coinvolgimento nelle zone disponibili, rimasi deluso. Che fare? Acquistare una tessera interrail over 26 con una spesa doppia, oppure scegliere unalternativa al treno? In treno puoi percorrere migliaia di chilometri in assoluta tranquillità, ammirando dal finestrino i paesaggi offerti dalle regioni attraversate. Ti puoi rilassare tra i sedili cullato dal suo incedere ritmico e conciliante, e nello stesso tempo puoi percepire il senso di potenza che provoca il suo maestoso passaggio. Quando però la vacanza nasce dal desiderio di vedere nuovi luoghi, ecco allora come diventi complicato raggiungere posti privi di stazione. Le mete usuali durante i viaggi in treno sono quasi sempre città. Città che in Europa, nonostante le differenti caratteristiche di tipo climatico, architettonico o di chi le abita (vedi le belle pulzelle di Copenaghen), sono quasi tutte accompagnate da una diffusa omogeneità, dal ripetersi di alcuni standard tipici: il traffico, le grandi catene di negozi, i giganteschi e luminescenti cartelloni pubblicitari, il senso di disinteresse che ti comunica la gente presa dalla frenesia quotidiana. Per questo motivo, spostandosi su rotaia, non si possono apprezzare le differenze culturali esistenti tra i vari paesi e, per le stesse ragioni, è difficile immergersi a fondo nella realtà e nel modo di vivere locali. Lautomobile diventa, quindi, non solo indispensabile per raggiungere posti sperduti, o semplicemente isolati dalla rete ferroviaria, ma anche il mezzo migliore per interagire con quei paesaggi che in treno scorrono come un film attraverso il finestrino. Non intendo chiaramente solo le bellezze della natura, ma soprattutto la gente che si incontra per strada o nei bar di provincia, le feste e le usanze che ancora si tramandano lontane dalla metropoli ed inoltre, per quanto tipici possano essere i ristorantini di città, mai lo saranno come losteria a qualche chilometro dalla circonvallazione. Per contro in automobile è abbastanza scomodo dormire (soprattutto in 4) ma è altrettanto vero che, avendo la possibilità di muoversi, è più facile trovare sistemazioni economiche lontane dai centri turistici, camere affittate da privati oppure un semplice campeggio. Un altro limite dellautomobile è il numero di passeggeri, generalmente non più di 4, unottima alternativa è il furgone, ha tutti i vantaggi della automobile ma con 9 posti disponibili. Le spese per il carburante, la manutenzione, i possibili incidenti potrebbero ancora aggiungersi, se però il viaggio vuol essere interpretato non come il mero tragitto tra una partenza e un arrivo ma come il fine stesso ricercato dal viandante, allora difficilmente un qualsiasi altro mezzo di trasporto, diverso dallautomobile, permetterà in ogni momento di andare, di fermarsi, di ripartire, di cambiare rotta e di vivere la strada percorsa metro per metro tanto densamente. Andrea Battocchio e Claudio Rizzo BA CHE CA il muro dei graffiti Terzo appuntamento con la bacheca di Nuvola, raccolti pensieri, frasi e riflessioni dei lettori. Dove sono finiti i miei sorrisi? Quale forza oscura cresce nella mia mente? E come unombra che eclissa la luce della felicità, che alberga sicuramente da qualche parte nel mio cervello... Ma quanti pensieri sconnessi posso produrre nei momenti tristi! Se proprio dobbiamo prenderci per il culo, almeno indossiamo le mutande con i ganci I pensieri sono come un virus letale: si cibano di te, ti uccidono piano piano, sfinendoti poco alla volta. il problema peggiore Ł che non esiste una cura... Beautiful YOUNG people are accidents of nature, BEAUTIFUL old people are pieces of art W A K E U P, IT s SleepinG TIME no MORE ...forse è meglio che vado a studiare... Faxe Se anche tu vuoi lasciare un segno sul muro di Nuvola puoi farlo utilizzando lurna che cè in Biblioteca Centrale o venendo direttamente in Redazione, tutte le domeniche dalle 21:30 in poi, di fianco al cinema Troisi... inviaggio inviaggio Su e giù per Baja California Anche se non sai andare sul surf, un viaggio nella California, quella vera, ti restituisce il concetto di essenzialità NELLE FOTO: IN QUESTA PAGINA, LA CARRETERA TRANSPENINSULAR E UN VILLAGGIO DI PASSAGGIO CON 10 CASE, MA CON UNA SCUOLA. NELLA PAGINA SEGUENTE, DALLALTO, MISSIONE DI LORETO, MISSIONE DI SAN BORJA CON I FIGLI DEL CUSTODE, SPIAGGIA A MULEGÉ, APERITIVO A BASE DI TEQUILA E BIRRA A TIJUANA. IN ULTIMA PAGINA, TRAMONTO DALLE MONTAGNE NEI PRESSI DI LA PAZ. 17 16 Un paio danni fa in una tiepida serata di marzo alcuni amici ebbero un'idea perché non fare una vacanza un po fuori dagli schemi, in un posto che non fosse la solita meta turistica di massa ma che potesse fare qualcosa anche ai nostri spiriti impoveriti dalla stressante vita cittadina? E così, ispirati dalla ricerca dellonda perfetta (Point Break), quattro mesi dopo siamo partiti alla volta di Baja California comodamente ripartiti in tre coppie e con lunica certezza che al nostro arrivo avremmo avuto a disposizione un furgone da otto posti, aria condizionata e autoradio per affrontare ancora più spavaldi tremila km (a/r) a quaranta gradi all'ombra È bastato un giorno per capire che ci sarebbe stata unaltra immancabile costante nel nostro lungo viaggio la birra! In effetti, sulla Carretera Transpeninsular ci sono molti più distributori di Tecate (la birra messicana più diffusa) che di benzina e a ognuno di questi un simpatico messicano senza collo, stupito dal nostro passaggio (ma senza neanche scomporsi troppo), ci riforniva del necessario. La prima tappa messicana, dopo qualche giorno a Los Angeles, è Tijuana, la meno allineata con il resto del viaggio, e anche la più stressante. Larrivo dopo il tramonto senza casa senza mangiare, il bidone tiratoci dall'autonoleggio e le pressanti raccomandazioni da parte dei pavidi che cerano già stati e si erano preoccupati per la nostra incolumità, non ci hanno assolutamente impedito di soddisfare la nostra curiosità sulla fondatezza del famoso verso di Manu Chao Welcome to Tijuana: tequila, sexo e marijuana cappuccino con il termometro!) si parte con la frizzante prospettiva di restare chiusi nel furgone per parecchi kilometri perché il primo luogo abitato, Catavina, si trova giusto alla fine del deserto dei sassi, chiamato così perché ci sono solo enormi massi, la strada con la riga gialla e i cactus. Ci troviamo così avvolti da unatmosfera quasi surreale in cui il cielo ha dei colori che pensavo esistessero solo nelle cartoline (ritoccate) della Grecia; ogni sasso sembra raccontare una storia diversa di ragazzi e ragazze, di amicizia, di voglia di lasciare il segno, d'immortalità (ok ok, sto diventando pesante, la smetto). Catavina è decisamente una città di passaggio con qualche baracca, un ristorante e due alberghi: uno bellissimo, quattro stelle, con patio e piscina, piuttosto caro; l'altro, ehm, essenziale un letto, un ventilatore, un lavandino e un buco (immagino Tutto vero, soprattutto nel fine settimana, quando gli adolescenti di San Diego, che in patria non possono ordinare alcolici, si riversano qui per pazziare... Seconda tappa Ensenada, cittadina completamente diversa, lontana dal contagio americano. Si comincia finalmente a respirare aria di genuinità, di semplicità e vai con i tacos de pescado e i tacos de carne asada (praticamente non esiste altra forma di cibo, cambiano solo le dimensioni ma la sostanza è sempre la stessa: tortillas sottili e calde, ripieno di carne o pesce fritto arricchito da vari contorni tra cui pomodorini e fagioli stufati e ovviamente una varietà di salsine piccanti e non, da inserire a proprio piacimento). Dopo un bel sonno ristoratore, sveglia alle 7.30 (neanche quando andavo a scuola mi svegliavo così presto) ed eccezionale colazione allitaliana (fanno il per i bisogni corporali ma non mi sono soffermata), quasi gratuito. Quale avremo mai scelto noi, impavidi avventurieri squattrinati? No comment dico solo che qualcuno ha preferito dormire in macchina, probabilmente ancor prima di scoprire che alle 11 di sera il generatore di corrente viene staccato e che l'unico punto a favore dellalbergo, il ventilatore, diventa un oggetto completamente inutile. Le uniche, ma importanti, consolazioni sono state la cena notturna alla trattoria allaperto dei camionisti e soprattutto trovarsi in un posto totalmente privo di illuminazione ad ammirare il cielo stellato. In definitiva... consigliata! inviaggio inviaggio poi La Paz (farlocca), arriviamo! La nostra libera interpretazione della vida loca inizia con una bella mangiata di pesce e continua in uno dei tanti locali, sorseggiando margaritas e sculettando a ritmo di musica latinoamericana. Avrete notato che fino ad ora è andato tutto alla perfezione, come in un film, ma in ogni film che si rispetti ci deve essere il contrattempo che mette alla prova leroe! Ecco, infatti, che spunta un Poncharello messicano imbolsito, palesemente alla ricerca di un arrotondamento dello stipendio, che minaccia di portarci al Comando per non so quale infrazione. Leroe in questione, capello lungo al vento, panzetta del benessere (diventato da tempo opulenza), pareo arancione, scende dalla macchina e, parlando l'esperanto (perché non osi dirmi che si trattava di spagnolo ), riesce incredibilmente a convincerlo a lasciarci andare per pochi pesos e anche questa è andata! Prossima e ultima tappa, Cabo San Lucas, ancora più colonizzata, colorata, caotica e costosa, ma la soddisfazione di un bell'hamburger all'Hard Rock Café è impagabile, soprattutto dopo chili e chili di tacos Un paio di giorni ancora sulla punta, una visita allHotel California, proprio quello della canzone, a Todos Santos, colonia di artisti americani stufi delle highways e poi 180° verso nord, si torna a ritroso, lungo questunica strada che attraversa la penisola, una striscia di cemento spalmata fra la terra e il cielo, larga a malapena come la Vecchia Paullese, con dei bordi così alti che mettere una ruota fuori strada vuol dire capottare. Cosa mi è rimasto, a parte le scottature e le confezioni di dissenten non usate? Beh i colori, la disponibilità delle persone, la bellezza dell'oceano e ovviamente la voglia di tacos! 18 Chiara Marinoni Foto di Ilaria Grazia, Barbara Scatena, Mauro Gallo e Pietro Morelli 19 La mattina dopo arriviamo quasi a metà del viaggio, cambia il fuso e approdiamo a Guerrero Negro, cittadina senza infamia e senza lode, almeno ad agosto (nel periodo giusto in questa baia riparata e piena di saline vengono le balene a partorire). La strada ci porta dall'altra parte della penisola, il sole continua a splendere insistente sulle nostre teste e, alla disperata ricerca di un po' di refrigerio, ci buttiamo in un mare verde Caraibi, con tanto di spiaggetta bianca e deserta, capanne di paglia e squaletti bianchi. Sembra di stare in una scena di Laguna Blu! Mulegé è veramente incantevole, gli autoctoni gentilissimi e l'aragosta spettacolare (ed economica). Ma purtroppo il tempo è tiranno e dobbiamo proseguire verso la punta, colonia dei ricchi tamarri americani con la decappottabile. Prima di buttarci a capofitto nel mondo della notte, ci concediamo un altro assaggio di spiritualità: Bahia de Los Angeles, celebre come rifugio di galeotti americani latitanti e altra varia umanità che non vuole farsi più trovare dalla civiltà, e a seguire la Missione di San Borja, attraverso un sentiero carrabile solo di nome! Il tempo sembra immobile, il contatto con la cosiddetta civiltà inesistente; ci accoglie una famigliola la cui emozione per leccezionalità della visita si manifesta in particolar modo nei pantaloni della bambina che compare nella foto (si è solo fatta la pipì addosso)... sono i custodi della missione, che se oggi conserva più che altro un valore storico, in passato è stata, come tutte le altre numerosissime missioni della penisola, il primo luogo di aggregazione di questo popolo, e con questo anche la prima scuola, la prima mensa ecc. Scende la sera, il cielo diventa un quadro di Monet e noi non abbiamo ancora recuperato la strada maestra panico! Qualche ora di battiti accelerati nel nero della notte del deserto, scongiurando la tremenda ipotesi di bucare una gomma, un rientro da brivido sulla carretera con un camion che ci sfreccia davanti e