Carmen Paterniti Martello
“ANALISI
DI UN ROMANZO EPISTOLARE IN SIMBIOSI CON IL ROMANZO
SENTIMENTALE, REALISTA E PRE-PSICOLOGICO”
Ciò che mi ha spinto nell’affrontare e nel realizzare il presente studio è stata l’esigenza
di riuscire a capire se il romanzo epistolare “Pamela, or Virtue Rewarded” dell’autore
settecentesco Samuel Richardson possa essere considerato un vero esempio di romanzo
sentimentale. Alla luce delle varie letture di testi critici, ma soprattutto dopo una rilettura di
questa grandiosa e, direi prolissa, opera letteraria inglese, mi sono anche chiesta se l’autore
abbia fatto un’ottima scelta riguardo alla tecnica narrativa utilizzata, cioè il metodo epistolare.
Può veramente una lettera dare l’idea di verosimiglianza? Quelli appena menzionati sono alcuni
punti interrogativi che mi sono posta ed ai quali ho cercato di dare più risposte, alcune ottenute
dalla lettura di vari libri, altre da riflessioni personali.
Di conseguenza ho deciso di strutturare il mio lavoro in due parti, cioè una riguardante
l’analisi stilistica e l’altra quella ideologica.
L’analisi che ho effettuato verterà principalmente su alcuni punti:
-
la tecnica narrativa utilizzata, cioè il genere epistolare, di cui Richardson è un maestro
indiscusso, e la forma del diario;
-
il rapporto simbiotico tra romanzo sotto forma di lettere, novel of sensibility, romanzo
realista e romanzo pre-psicologico;
-
l’ideologia dell’autore in “Pamela”, con le relative critiche di autori contemporanei e non;
-
le mie conclusioni.
Richardson elaborò in modo originale la forma narrativa epistolare dando vita ad un capolavoro
letterario1, cioè il romanzo “Pamela or Virtue Rewarded”, ( “Pamela, o la virtù
ricompensata”)che apparve in due volumi nel novembre del 1740 ed immediatamente divenne
quello che noi oggi chiamiamo un vero “best-seller”. Esso è costituito da una collezione di
lettere più un diario, dei quali Richardson si presenta come curatore, che raccontano le vicende
di una graziosa e giovane servetta, Pamela Andrews, insidiata dal giovane padrone, Mr.B. e,
1
A proposito di romanzi epistolari: dall’apparizione di Pamela fino al 1800, in Inghilterra appaiono circa 1936 romanzi,
dei quali 361 epistolari. (Singer, “The epistolary novel, its origin, development, decline and residuare influence.”
Philadelphia 1933)
1
Carmen Paterniti Martello
infine premiata per la sua virtuosa resistenza. Lo scopo principale del romanzo è mostrare che
alla
fine
la
VIRTU'
viene
premiata..
Lo scrittore pone se stesso nella posizione di un editore che pubblica, senza commenti, una serie
di trentadue lettere seguita da un lungo diario che scrive Pamela stessa: questo diario include
lettere sia di Pamela sia di altri personaggi. Nel break tra le lettere e il diario, Richardson dà il
suo personale conto dell'esperienze dell'eroina. La trama è molto semplice, e forse è la prima
volta che una storia non è basata su una lunga successione di eventi, ma è costruita attorno alla
interrelazione tra i due personaggi principali, alla loro appartenenza a due classi sociali
differenti e alla difficoltà di bilanciare gli istinti sessuali e il codice morale.
La cosa più evidente nella storia è l'estremo Puritanesimo, interpretato dal fatto che
Pamela resiste alle avances di Mr.B. perché, per la virtù c'era sempre una ricompensa, così come
per i peccati c'era sempre una punizione!
Senza ombra di dubbio “Pamela” è lo specchio di una società fortemente basata su un
moralismo puritano, di cui Richardson ne fa parte. Ricordiamo pertanto che l’autore scrisse
questo romanzo in un’epoca di grandi mutamenti sociali ed economici della moderna civiltà
inglese, caratterizzata appunto dal puritanesimo. Chi ha letto Pamela può subito notare
l’importanza che la protagonista, nonché l’autore, riserva alla concezione del matrimonio e delle
relazioni sessuali prima di esso. E Richardson ebbe un ruolo fondamentale nella formazione di
questo nuovo codice dell’amore. Egli propugnò l’abrogazione della moralità tradizionale per cui
il comportamento sessuale si basava su due diversi codici etici, uno maschile ed uno, più rigido,
femminile, proponendo che gli uomini e le donne seguissero uno stesso codice. Le donne
dovevano comportarsi come gli uomini, in un modo costruttivo per la società. Egli scrisse
l’opera in un momento in cui le donne ottenevano maggiori libertà in Inghilterra e il matrimonio
assumeva via via la logica di un contratto a tutti gli effetti, che dava vita alla cosiddetta famiglia
coniugale.
Con “Pamela”, scrive Nensel Amstrong, “la logica borghese del contratto sociale si
riproduce ad un micro-livello, quello della famiglia borghese o nucleare.” Il contratto sociale,
cioè quella sorta di accordo tra potere statale ed individuo, venne ridimensionato nella famiglia.
Ma all’autorità paterna veniva affiancata la capacità della figlia di scegliersi un marito della
stessa classe sociale o più alta.
Nel Settecento, secondo la tradizione puritana, la conquista del marito doveva avvenire
più sulla base della mente e dell’animo, che per le doti fisiche. Ma considerando il matrimonio
come un affare commerciale, Pamela fu un eccezione alla regola. Ella rappresentò la spinta al
2
Carmen Paterniti Martello
miglioramento e all’ascesa sociale ed economica tramite la virtù e la prudenza (nonostante che
per la maggior parte delle donne povere, come per le domestiche, risultava difficile contrarre il
matrimonio).
Possiamo quindi dire che, senza dubbio, “Pamela” rappresentò uno spiraglio di speranza
per tutte le donne che si trovavano in situazioni difficili, tanto che il romanzo divenne
l’archetipo della storia di Cenerentola e, secondo Lady Mary Wortley Montagu, “la gioia
delle cameriere di tutte le nazioni”.
Probabilmente nessun altro romanzo ebbe un così alto numero di lettori nel Settecento:
la protagonista venne considerata come una vera eroina, una figura mitica da imitare. E non ci
sono dubbi che la straordinaria popolarità di questo romanzo è dovuta alla qualità dell’opera
stessa, anche perché la trama dell’opera richardsoniana a cui facciamo riferimento, è presentata
con un realismo psicologico ed una serietà morale nuovi nella letteratura romanzesca inglese.
Richardson spiegò che aveva scritto “Pamela” nella speranza di “poter dare inizio ad un
nuovo modo di scrivere”, ed in effetti ci riuscì. A differenza dei romanzi di Defoe, dove
l’attenzione è maggiormente concentrata sugli aspetti esteriori dell’esistenza, con il romanzo
epistolare di Richardson si intende trasmettere al lettore, attraverso i momenti introspettivi
costituiti dalle lettere e dal diario, il complesso mondo interiore dei personaggi, fatto non solo
di pensieri, ma soprattutto di sentimenti. L’autore, innovatore consapevole, cerca quindi di
descrivere “momento per momento”(“writing to the moment”-scrivere al minuto) ciò che
accade, permettendo ai lettori di seguire gli avvenimenti, le reazioni soggettive, i processi
mentali dei personaggi come di fronte a dei personaggi viventi, dando vita ad una nuova
partecipazione emotiva.
Secondo la critica Roberta Ferrari( e sono assolutamente d’accordo), etichettare però
Samuel Richardson come un romanziere esclusivamente sentimentale è errato, in quanto il suo
sentimentalismo viene inteso come sinonimo di realismo psicologico. Il lui non è presente la
tendenza a descrivere stati d’animo spinti all’eccesso, cosa che caratterizzò molto la narrativa
del secondo Settecento2 e dell’Ottocento. Però penso che è anche vero che Pamela, la virtuosa
servetta, pur resistendo agli assalti del libertino padrone Mr.B, finisce per innamorarsene,
conquistarlo e sposarlo. Proprio per questo credo che “Pamela, or Virtue Rewarded” può essere
2
Roberta Ferrari- “La nascita di un genere: il novel del primo settecento: Defoe, Richardson, Fielding”
3
Carmen Paterniti Martello
considerato come un romanzo in cui l’amore trova le parole per esprimersi, le ripete in continue
variazioni e su queste costruisce soggettività passionali uniche. In riferimento a ciò, sono
convinta che una delle più grandi novità di Richardson sta nell’aver introdotto “una forma di
sentimentalismo nel quotidiano”, nella vita comune di personaggi semplici ed umili. Avidi di
comunicare le proprie emozioni, i protagonisti dei romanzi sentimentali leggono e scrivono
continuamente. Infatti in moltissimi casi si tratta di lettere o di diari intimi, redatti da un
personaggio principale. E Pamela Andrews ne è l’esempio più eclatante.
È necessario sapere che in Pamela sono presenti due forme di scrittura molto intima: la
“lettera” ed il “journal”, cioè il diario. La lettera acquistò, nel corso del Seicento e del
Settecento, una popolarità senza precedenti, e da semplice mezzo di comunicazione personale, si
trasformò in un vero genere letterario. Non va dimenticata la proliferazione di manuali per la
compilazione di lettere, dei quali Richardson rappresentò il maggiore scrittore. Egli infatti
diventò romanziere per caso: stava completando un volume di lettere, una sorta di manuale
inteso a fornire modelli di lettere per le occasioni più svariate, quando una di queste, la n.138
(indirizzata da un padre alla figlia che si trovava a servizio presso un padrone che stava
attentando alla sua virtù), gli fornì lo spunto per sviluppare una storia vera e propria. Fu quindi
quella lettera il germe del romanzo “Pamela”.
Ma è bene sottolineare che esiste una differenza sostanziale tra le semplici lettere a se
stanti e il genere epistolare vero e proprio con riferimento al romanzo che sto analizzando.
Mentre le lettere non fanno mai riferimento all’intero quadro d’esperienza in cui si inseriscono,
al mondo da cui provengono, al contrario le lettere di Pamela informano non solo sui fatti,
relativi al contesto in cui si sviluppano, ma anche sui sentimenti personali. Con il romanzo di
Richardson si impone la tecnica epistolare: la narrazione è costituita da una serie di lettere che si
scambiano i personaggi principali dell’opera, senza l’intervento di voci esterne.
(Lett.I)
LETTER I
“My dear Father and Mother,
I have terrible news to tell you. My mistress has died and we are all very sad. I don’t want to
leave because I don’t have a lady to serve any more. I don’t want to return to you, my poor
parents. You have enough to do looking after yourselves without me to look after as well.
But there’s some good news. Only an hour before she died, my lady remembered to ask her son,
young Mr B, to look after the servants. Some of her last words were, “Remember my poor
Pamela!” Oh, I’ve cried so much for her!
Mr B is such a good man; he’s given all the servants some money, including me, and I’m
sending it to you with this letter. John the footman is passing by your village and he’ll bring it to
you. I was so scared just now. I was folding this letter in my lady’s room when Mr B came in.
he asked me what the letter was about and wanted to read it. I thought he was angry but he
4
Carmen Paterniti Martello
wasn’t. He said I was a good girl to be kind to my parents, but he also said,”You must be
careful what stories you write and send out the family”.
I once heard that he was a wild young man, but now I think he’s a real gentleman. I’ll finish
now. Pray for your Pamela, who will always be
Your loving daughter”
È da sottolineare che proprio la simultaneità della registrazione epistolare, in cui tempo
narrato e momento della narrazione sono separati da un intervallo molto breve, la rende
particolarmente adatta a trasmettere le emozioni, i sentimenti e le passioni dei personaggi, che
possono descriverle e parlarne nel momento in cui li percepiscono.
Esiste inoltre un’affinità con la forma autobiografica, poiché anche in questo caso chi
legge deve avere l’impressione di aver di fronte documenti autentici di fatti reali. Ma, ancora
una volta, mentre nella forma della relazione autobiografica il personaggio narratore rievoca “a
distanza di tempo” eventi del passato, nella forma epistolare
adottata da Richardson il
documento è scritto quasi in contemporanea al fatto narrato, “a caldo”. In secondo luogo, mentre
la memoria è selettiva, nel senso che trattiene solo gli eventi più importanti, nella lettera il
personaggio si abbandona alla confessione, descrivendo in modo preciso fatti esterni e reazioni
interiori, consentendo al lettore di accedere alla parte più intima della coscienza. Leggendo il
romanzo si deduce facilmente che la narrazione in prima persona serve non solo a dare
l’impressione di un’esperienza realmente vissuta , ma è funzionale all’analisi della dimensione
soggettiva.
La straordinaria tecnica delle lettere utilizzata efficacemente da Richardson tramite
“instantaneous Descriptions, and Reflections” e con l’attenzione per i dettagli, ha favorito a
rendere il romanzo “Pamela” un’opera molto realistica. Di fatto le lettere contribuiscono alla
verosimiglianza del testo: si conoscono i sentimenti dei personaggi non grazie ad un narratore
onnisciente, ma in quanto essi stessi dicono quel che succede loro. Le lettere producono quindi
l’illusione dell’autenticità e anche un nuovo tipo di soggettività, basata sui movimenti interni
della coscienza. Ad esempio possiamo notare come Pamela nella lettera X (indirizzata alla
madre) renda esplicito il proprio stato d’animo, comunicando la realtà delle cattive intenzioni
del suo padrone:
DEAR MOTHER,
You and my good father may wonder you have not had a letter from me in so many weeks; but a
sad, sad scene, has been the occasion of it. For to be sure, now it is too plain, that all your cautions
were well grounded. O my dear mother! I am miserable, truly miserable!--But yet, don't be
frightened, I am honest!--God, of his goodness, keep me so!... .-But, oh! my heart's broke almost;
5
Carmen Paterniti Martello
for what am I likely to have for my reward, but shame and disgrace, or else ill words, and hard
treatment! I'll tell you all soon, and hope I shall find my long letter.
Your most afflicted DAUGHTER.
“Mia cara Madre,
Voi e il mio buon padre potrete domandarvi perché non ricevete una mia lettera da tante
settimane: ma la ragione è stata una scena triste, molto triste. Poiché, poco ma sicuro, ora è
troppo chiaro che tutti i vostri ammonimenti erano fondati. O mia cara madre, sono
infelice!infelice davvero! D’altro canto, però, non temete, sono onesta! E spero che Dio, con la
sua bontà, così mi conservi! […]Ma, oh! Il mio cuore è quasi spezzato; poiché che cosa sto per
ricevere come ricompensa, se non vergogna e disonore, o come minimo parole cattive, e un
duro trattamento!...”
La lettera nel romanzo “Pamela” non fa parte di una comunicazione privata, i cui
contenuti dovrebbero essere tenuti segreti… Anzi è un’espressione di morale e sentimenti, dei
quali la virtù e la castità ne autorizzano la pubblicazione.
Pertanto ne risulta che Pamela è un personaggio complesso, protagonista di quello che
può considerarsi una sorta di “romanzo psicologico”, nel quale il teatro dell’azione non è né un
bosco incantato, né un’isola deserta, bensì l’animo umano. Infatti, molti dei romanzi
richardsoniani anticipano quello che sarà poi il romanzo psicologico, inteso ad analizzare le
zone più segrete e profonde della coscienza umana. Di fatto la complessità di Pamela riflette
quella di Richardson stesso. Ian Watt scrive nel suo libro “Le origini del romanzo borghese”
che le opere richardsoniane esprimono la profonda sfiducia personale e persino la paura per
l’ambiente urbano da parte dell’autore. Samuel Richardson, a differenza di Defoe che riesce ad
integrarsi bene nella nuova società, non sopportava la folla, considerava i piaceri mondani come
la strada verso la dannazione. Egli inoltre aveva un forte interesse per la vita sessuale e soffriva
di una malattia molto diffusa in Inghilterra del Settecento, cioè la nevrosi ansiosa. I conflitti
interiori dell’autore sono significativi non solo perché provocano l’impeto per la scrittura e
generano un sentimento complesso, ma anche perché sono simbolo di una forma personale e
drammatica dei problemi presenti nella società del Settecento inglese. La colpevolezza e tutte le
paure di Richardson sono quelle della sua epoca.
Diderot capì subito la bravura del nostro romanziere, affermando che quest’ultimo
“c’est lui qui porte le flambeau au fond de la caverne”, cioè Richardson era colui che era
riuscito a portare la torcia in fondo alla caverna, intesa come la coscienza, l’io. Proprio per
questa ragione il metodo dell’epistolario di Richardson è il mezzo più appropriato per uno
scrittore che si dedica alla registrazione di ogni momento emozionale nel mezzo di una lotta
morale. Esso è molto simile alla tecnica del flusso di coscienza nel romanzo moderno, ma non
6
Carmen Paterniti Martello
uguale, in quanto anche la lettera è capace di trasportare immediatamente il lettore all’interno
della coscienza del personaggio.
Secondo il critico David Daiches3 , facendo però riferimento a Virginia Woolf, esiste
una differenza sostanziale tra le due tecniche anzidette: il metodo del flusso di coscienza
enfatizza la segretezza, l’unicità dell’esperienza individuale, ed è quindi appropriato per i
romanzi nei quali è accentuata la semplice solitudine ed il principale problema è la possibilità di
un’adeguata comunicazione tra individui. Il metodo epistolare pone invece l’accento sulla
qualità sociale dell’esperienza privata, cioè, secondo le parole di Daiches, lo pubblicizza.
Come già accennato, è come se le lettere fossero per Richardson un modo efficace di rendere
pubblica un’esperienza privata. In effetti è ben risaputo che gran parte dei romanzi del
Settecento ed Ottocentesco privilegiano i grandi temi sociali, concentrandosi sulla capacità
dell’individuo di relazionarsi con ciò che lo circonda, mentre il romanzo del Novecento ripiega
sulla coscienza come manifestazione privata.
Dobbiamo inoltre tenere presente che, poiché la lettera si pone come mezzo per la
registrazione immediata dei momenti del cuore e dell’anima, il romanzo epistolare appare la
forma più adatta per esprimere il sentimentalismo. La forma epistolare permette anche, che una
umile ragazza, Pamela, scriva come una narratrice esperta nella rappresentazione dei propri
sentimenti e di ciò che le accade ogni giorno. La presentazione di una situazione in una forma
epistolare dà l’idea di cambiamento nella narrativa ed infatti così succede con Pamela. In essa
Richardson si propone come semplice curatore della raccolta, senza intervenire con commenti
personali, ma soprattutto segue un piano semplice: il narratore invia le lettere e le parti di un
diario, ma non riceve regolarmente risposte alle lettere. Scrive a proposito Alan D. Mckillop
che “la scrittura del romanzo fa parte dell’azione del romanzo stesso”, e secondo questo critico,
Richardson fu un abile artigiano consapevole del suo lavoro, del suo modo di pensare e di fare.
Ritornando alla tecnica narrativa, come già detto, l’opera è costituita da trentadue
lettere, seguite da un diario, che Pamela inizia a scrivere dopo essere stata separata dagli amici
di B. Hall nel Bedfordshire e condotta con l’inganno nel Lincolnshire. Con il suo
Journal(diario) l’illusione di intimità è estrema: esso si attiene infatti all’ordine degli eventi,
tenendo i lettori in una continua suspense. Il diario di Pamela,(molto simile alle lettere, con
l’eccezione dell’inserimento del giorno o dell’ora in cui viene scritto) raggiunge una grande
efficacia narrativa con l’interruzione della scrittura, la paura di venire sorpresa mentre la
protagonista confessa le sue disgrazie ad un foglio di carta, e la continua necessità di doversi
3
David Daiches – “Interpretations/Samuel Richardson” in “Twentieth century interpretation of Pamela: A collection of
critical Essays” Edited by Rosemary Cowler-Prentice Hall Inc/ Englewood Cliff, 1969
7
Carmen Paterniti Martello
nascondere per scrivere (e di dover, poi, nascondere anche tutto quello che scrive). Il lettore è in
un continuo stato ansioso in quanto il personaggio stesso scrive nell’angoscia di un assedio
amoroso che può costarle l’onore e l’espulsione da ogni società: persino quella umile a cui
appartiene.
È da sottolineare che il passaggio dalla forma epistolare a quella diaristica non comporta
cambiamenti dal punto di vista della tecnica narrativa: Pamela capisce nella lettera XXXII che
sarà impossibilitata ad inviare posta dal Lincolnshire, ma nonostante tutto continua a scrivere.
Con il diario il lettore sa cosa succede quotidianamente alla protagonista.
La prospettiva privata delle lettere mostra i sentimenti dalla loro genesi al loro
consolidarsi, sino al trionfo o al sacrificio, in quella che si potrebbe chiamare una “coazione
all’introspezione”: “Ho una tale voglia di scrivere che, quando sono da sola, non riesco a
starmene seduta se non tengo in mano una penna”, scrive Pamela. E in effetti la sua grafomania
dà impulso a gran parte della trama, al punto che il suo seduttore lotta per il possesso delle sue
lettere quasi quanto per quello del suo corpo.
Alla luce di quanto detto si può affermare che il modo di scrivere di Samuel Richardson
sia costituito principalmente dal reperimento e dalla elaborazione empirica di dettagli: la storia
del romanzo “Pamela” non può quindi comporsi secondo un disegno già esistente, ma è costretta
ad accettare il mutamento e la mobilità. In tal modo penso che la lettera come mezzo di
espressione implica un’apertura ai sentimenti che tende a prevalere sulla cronologia e sulla
consequenzialità dei fatti. Ne consegue che ogni lettera ha una sua unità di tempo che l’autore
definisce “instantaneous” ed all’interno di questi istanti si può ricostruire un dialogo di tipo
drammatico. Ciò che si verifica è che la narrazione è esterna alle lettere, costruita sul succedersi
di esse.
Nel romanzo possiamo distinguere due tipologie di lettere:
1.
quelle in cui la protagonista riporta dettagliatamente le conversazioni avute con
altri personaggi;
2.
altre in cui dominano la riflessione e l’auto-analisi della protagonista.
8
Carmen Paterniti Martello
Nelle lettere in cui il dialogo sta alla base, le battute dei personaggi s’intercalano alla
descrizione dei loro gesti e movimenti. Invece, il secondo tipo di lettere, quelle più introspettive,
corrispondono alla forma drammatica del monologo, una specie di dramma interiore,
caratterizzato da molti colpi di scena, molto presenti nelle rappresentazioni teatrali. Ad esempio
nella lettera XXV, secondo me, Richardson è stato un abile costruttore di un dramma vero e
proprio, caratterizzato da un coup de scene, con lo scopo di sorprendere sia la protagonista che
il lettore. Si tratta della scena di Pamela, che si è appena spogliata nella stanza, quando ad un
tratto sente un rumore provenire dal “closet”:
Letter XXV
Oh my dear parents,
I’ve never been so badly treated! Wicked man! Listen to what he did last night! He asked Mrs
Jervis to try and make me stay. But I said to her, “How can I stay, when he’s made it clear what
he wants from me? If I stay, it’ll only encourage him more. Of course, it makes me sad to leave
when I love everyone in this house so much, and they love me”.
Mrs Jervis said she told him he must leave me alone, and he says that he will. She says he cares
for me a great deal and that he can’t help it. We were talking about these things in our bedroom.
There’s also a small private room, a closet, which has a door into our bedroom.
“Hush! I said while Mrs Jervis was talking. “Can you hear something moving in the closet?”
“No”, she said. “Perhaps it’s the cat, but I can’t hear anything.”
I didn’t hear any more noises and so we got undressed and ready for bed. Then again, I heard
rustling in the closet.
“I must look in the closet before I come to bed, Mrs Jervis.” And so I was about to open the
door, when – Oh horrible memory! – my master rushed out! I screamed and ran to the bed. Mrs
Jervis screamed too, and my master said, “I won’t hurt you if you stop making this noise! Mrs
Jervis, stop anyone from coming in. I won’t do any harm to this girl.”
“Oh, Mrs Jervis, don’t leave me!! I cried.
“No, I won’t leave you. I’m surprised at you sir! You will not hurt this innocent girl, or I’ll die
in her defence!”
He was very angry and threatened to throw Mrs Jervis out of the window, and to make her leave
the house in the morning.
“You won’t have to”, she replied, ”Because I won’t stay here. Pamela and I will leave together!”
“Let me talk to you for a moment Pamela”, said Mr B and he came towards me. I fainted again.
Mr B left the room, telling Mrs Jervis not to say a word about what had happened. If she does as
he says, he’ll forgive her and she can stay in the house.
And this is what’s happening to me. He says I can leave in the morning, but he won’t see me,
because he is too angry. The coachman, Lincolnshire Robin, will drive to your house. None of
the other servants are allowed to wave goodbye to me. Well, no more. I must prepare for my
journey and say my goodbyes this evening. Tomorrow I’ll be with you, my good, honest
parents.
Your loving daughter, Pamela
[…]I must look into this Closet. And so I was going to it slip shod, when, O dreadful! Out rush’d
my Master, in a rich silk…I scream’d, and run to the Bed…
9
Carmen Paterniti Martello
(“Ma io devo guardare in questo stanzino, prima di venire a letto”. E così stavo andando in
pantofole, quando, orrore! Ne è sbucato di corsa il mio padrone, in una lussuosa vestaglia di
seta.”)4
Leggendo l’opera si può benissimo notare la presenza di lunghi momenti di riflessione
di Pamela nati dagli eventi e dalle situazioni che vive. Un esempio significativo di entrambi i
tipi di scrittura è rappresentato dalla lettera XXX, la cui struttura è divisa in due: da una parte i
colloqui tra Pamela e il padrone,Mr.B., durante i quali quest’ultimo le chiede di trattenersi
ancora presso di lui per un paio di settimane perché la ama, mentre segue la parte caratterizzata
da una specie di auto-analisi della protagonista. Pamela dopo l’uscita di Mr.B. appare “tortur’d
with twenty different Thoughts in a Minute”:” sometimes I thought, that to stay a week or
Fortnight longer in this House to obey him, while Mrs Jervis was with me, could do no great
Harm: But then, thinks I, how do I know what I may be able to do? I have withstood his Anger;
but may I not relent at his Kindness?-How shall I stand that!-…What can he do for me, poor
Girl as I am!...” (traduz. “Lui è uscito, lasciandomi torturata da venti diversi dubbi in un
minuto: a volte pensavo che restare ancora una settimana o due in casa sua per obbedirlo, finchè
avevo vicina la signora Jervis, non avrebbe potuto comportare brutte conseguenze. D’altro canto
però, pensavo, come potevo sapere che cosa sarei stata in grado di fare? Ho resistito alla sua ira;
ma non potrei cedere alla sua benevolenza? Come farò a sostenere quella?... Che cosa può fare
lui per me, povera ragazza che sono!”)
In tutto il romanzo Richardson lascia spazio alla spontaneità dei pensieri. La lingua e lo
stile, talvolta frammentario e ripetitivo, esprimono uno stato mentale confuso, mentre in altre
scene il ritmo della narrazione viene rallentato da descrizioni minuziose che le rendono molto
vicine all’esperienza reale.
Attraverso le lettere, Pamela parla quasi in presa diretta e racconta gli avvenimenti e le
emozioni subito dopo averli vissuti. Si ha l’impressione della contemporaneità dei fatti
narrati, per esempio le lacrime sul foglio. Proprio per quest’ultima caratteristica, Pamela viene
considerato come il prototipo del romanzo sentimentale, il cui asse è formato dall’amore e
dalla virtù in rapporto alla famiglia ed alle gerarchie sociali. Le lacrime sul foglio ed il pianto
sono una prova della qualità dinamica dell’amore: esse sono una specie di consolazione
riparatrice e non solo un segno di tristezza o disperazione.
Quando la lingua raggiunge il limite, allora entrano in gioco le lacrime, che sono la chimica del
sentimento. Per esempio quando Mr B dice a Pamela: “Ti avranno detto, immagino, che sei
bellissima fra le lacrime…” Oppure come nella lettera I dove Pamela comunicando ai genitori
4
Lettera XXV da “Samuel Richardson. Pamela. Traduzione di Masolino D’Amico” Edizione Frassinelli.
10
Carmen Paterniti Martello
la morte della sua buona signora, scrive: “O how my eyes overflow! Don’t wonder to see the
paper so bottled!”. Secondo la critica Beatriz Sarlo le lacrime, le crisi e gli svenimenti della
giovane protagonista, sono caratteristici del romanzo sentimentale e rappresentano pertanto
segnali di un corpo che non può essere governato completamente dalla ragione, e che può
confidare solo su ambiti diversi da quest’ultima: la virtù, la prudenza, l’amore…5
Richardson è consapevole del rapporto corrispondente/lettore6 che la contemporaneità di
avvenimento e narrazione istituiscono, e distingue tra una narrazione al tempo passato, che
denota il racconto, gli eventi già avvenuti e quindi risolti, ed una narrazione al tempo presente e
passato prossimo da un punto di vista interno all’azione, dove il fatto è appena accaduto e il
personaggio che scrive si trova ancora preso dal momento, ma soprattutto è ancora in attesa di
uno sviluppo non ancora verificatosi. Proprio per questo motivo penso che la bravura di
Richardson sta appunto nel riuscire a parlare di un personaggio di fronte all’incertezza di ciò che
potrà accadere in seguito.
Leggendo il romanzo si può ascoltare solamente la voce dei personaggi, mentre quella
dell’autore è presente, sotto forma di curatore, solo per mettere in risalto la funzione morale
della narrativa. Infatti, quando le trasformazioni storiche danno luogo a rilevanti mutazioni
culturali e sociali che si ripercuotono in letteratura nella nascita di nuovi generi, quale il
romanzo realistico del Settecento inglese, la Preface, come strumento per avviare il lettore alla
fruizione adeguata dell’opera, rivela appieno la sua funzionalità. Infatti nella Prefazione a
“Pamela, or Virtue Rewarded” si nota che l’intento di Richardson è: ”Divert and Entertain, and
at the same time to Instruct, and Improve the Minds of Youth of both Sexes”.7
Sono sempre più convinta che “Pamela” può quindi essere considerato un romanzo
sentimentale poichè è un’opera che dialoga intensamente con il lettore, lo emoziona, lo
consiglia, propone uno specchio idealizzato che dà, tuttavia, l’impressione di parlare della vita
reale. A questo punto non potrei non dire che si tratta anche di un vero romanzo realista,
poichè la verosimiglianza è lo scopo che vuole raggiungere l’opera. Di conseguenza,
l’identificazione del lettore nella vicenda narrata è il mezzo per raggiungerlo, attraverso un
legame di empatia tra lettore-personaggio basato sulla descrizione delle emozioni e dei drammi
della vita privata.
Inoltre tra la parte relativa alle trentadue lettere e quella diaristica è inserito il primo
intervento del curatore. Lo scopo è quello di chiarire al lettore quello che sta accadendo a
5
Sarlo Beatriz – “I segni della passione. Il romanzo sentimentale” Einaudi, 2002
Patrizia Nerozzi Bellmann, Alle origini della letteratura moderna, Bruno Mondatori, Milano 1992
7
Dalla Prefazione del curatore, Samuel Richardson, in “Pamela, or Virtue Rewarded”
6
11
Carmen Paterniti Martello
Pamela, cioè l’inganno da parte di Mr.B. che, invece di farla accompagnare dai suoi genitori,
come Pamela pensa, la rapisce conducendola nel Lincolnshire. A questo proposito il curatore
rivela che la persona alla quale Pamela consegna le lettere non è altro che un servitore fedele del
padrone. Pertanto ne deriva che Mr. B. non è stranizzato da cosa Pamela scriva, e questa sua
conoscenza gli permetterà di prevenire le mosse della giovane fanciulla. È attraverso le lettere,
che parlano della personalità e del mondo di Pamela stessa, che Mr. B. imparerà pian
piano ad apprezzarla e ad amarla. Pertanto, è logico pensare che nel romanzo di Richardson
la lettera non assolve solo ad una funzione comunicativa, ma diviene strumento indispensabile
all’intreccio stesso( attraverso le intercettazioni o i mancati recapiti).
Accanto alla preoccupazione etica, Richardson non dimentica di sottolineare la novità
della naturalezza del linguaggio che, messa a confronto con gli inutili abbellimenti e figure
retoriche, privilegia i valori della semplicità. Su questa via nasce l’esigenza di presentare le
parole di Pamela “così come lei le ha scritte”, che porta appunto all’idea moderna di autenticità.
Sebbene però autenticità e semplicità si colleghino in Richardson all’intento morale, e
l’immediatezza dei sentimenti anticipi gli sbocchi verso una compassione etica per l’umanità
innocente e idealizzata tipica del sentimentalismo, appare preminente il rigoroso impegno dello
scrittore per imporre la poetica del realismo. Tanto è vero che “Richardson diede a tutti i suoi
personaggi principali sia un nome che un cognome”.8
È alla voce narrante di Pamela che è affidata la maggior parte del racconto in cui
vengono descritti: la sua situazione di fanciulla umile e povera, senza protezione dopo la
scomparsa della padrona; i numerosi tentativi di seduzione di Mr. B., verso il quale, sin dalle
prime lettere, ammette di provare un misto di attrazione e di ripudio a causa della sua condotta
immorale e delle sue continue molestie; la prigionia nella casa del Lincolnshire, dove è stata
mandata e rinchiusa con inganno e dove subisce un tentativo di violenza, ed infine il
cambiamento totale di Mr. B., che innamoratosi, le offre il matrimonio come ricompensa di una
virtù tanto tenacemente difesa.
Il problema della virtù è il nocciolo della storia di Pamela, una serva che resiste
tenacemente alle insidie del padrone, preservando la propria integrità fisica e morale e
dimostrandosi meritevole della ricompensa finale.
8
Da “Il realismo e la forma del romanzo”in “Le origini del romanzo borghese” di Ian Watt.
12
Carmen Paterniti Martello
C’è un dato su cui riflettere riguardo a questo romanzo: esso, se da un lato si propone
come un anti-romance in virtù del realismo, dall’altro lato vuole invece soddisfare un’esigenza
tipica della nuova borghesia- rispettosa delle gerarchie - e cioè quella del moralismo. In poche
parole Richardson vuole far capire al lettore come dovrebbe essere la vita. E Pamela sembra
essere il romanzo più adatto a veicolare la morale puritana dell’epoca. Pamela alla fine della
storia sposerà il padrone grazie alla sua virtù e senza che ci sia bisogno della nobiltà del suo
sangue.
Prima della scrittura del romanzo Pamela, ed in particolare al momento della stesura dei
cosiddetti conductbooks, cioè delle raccolte di lettere che potessero essere d’aiuto alla gente
comune, l’intento di Richardson era quello che i suoi epistolari dovevano inculcare i principi
della virtù e della benevolenza e descrivere i doveri sociali e familiari. Pertanto l’intento
didattico di Richardson appare chiaro sin dall’inizio: egli identificando eroina e virtù (le
avventure di Pamela sono le avventure della virtù premiata), evidenzia come nel suo romanzo la
dimensione individuale è sempre il veicolo di una dimensione esemplare sociale.
“Pamela” è il primo romanzo di gusto moderno poiché ritrae la vita ed i costumi delle
classi borghesi e popolari. In esso si ha una ben organizzata elaborazione dei valori istituzionali
della borghesia: la posizione sociale, i buoni sentimenti, il matrimonio. Quest’ultimo, tipico
esempio di lieto fine, è l’atto riparatore di tutti i torti subiti dalla fanciulla, e rappresenta quindi
il momento di massima affermazione dei valori borghesi. Richardson, attraverso la lettera, diede
voce ad un’eroina la “cui anima è di uguale importanza con quella di una principessa, con la
quale le lettrici potevano identificarsi”.
Per il critico Daiches le idee che Richardson utilizza e manipola in questo romanzo
sono: prudenza e virtù, gentilezza e moralità, reputazione e carattere. La relazione tra questi
elementi è spesso molto complessa e basata su contrasti, come in effetti lo è la conoscenza.
Infatti, “gentility” è opposto alla “morality”; la “reputazione” è di solito la ricompensa di un
buon carattere, ma non sempre una garanzia di esso. Invece “prudenza” e “virtù” vanno sempre
insieme. Per Richardson virtù e prudenza devono coincidere: nella sua ottica borghese e
puritana, la virtù che l’individuo coltiva nel proprio intimo deve trovare corrispondenza nella
prudenza, tenendo conto delle norme imposte dalla società. La virtù è costantemente relazionata
alla prudenza da un lato ad alla reputazione dall’altro. Se ne deduce bene che il luogo di
battaglia a cui si riferisce Richardson è la stratificata società dell’Inghilterra del Settecento. Agli
occhi dello scrittore l’aristocrazia è ancora una classe da invidiare ed alla quale ispirarsi. Per
13
Carmen Paterniti Martello
Pamela l’integrità fisica, ovvero la castità, è l’unico bene che possiede e deve cercare di
preservarlo nel migliore dei modi.
Secondo Ian Watt “vale la pena essere virtuosi non tanto per il valore in sé, quanto per
i benefici economici e sociali che si possono trarre”. L’aspirazione all’ascesa sociale sembra
inscritta nello stesso codice genetico di Pamela. Watt fa una critica forte a Richardson asserendo
che anche i genitori di Pamela tradiscono indirettamente le proprie ambizioni, tramite la scelta
del nome di battesimo della figlia, quel Pamela inesistente nella Bibbia, nel calendario dei santi
e bensì ispirato all’eroina di un “romance”, l’Arcadia di Sidney.9
In effetti la virtù sembra lasciare al lettore una sensazione di concetto utilitaristico e
fisico: nelle prime lettere essa è sinonimo con “verginità”, tanto che il padre di Pamela parla di
“Loss of our Child’s Virtue”, in riferimento al fatto che la figliuola possa cedere alle lusinghe
del padrone. Ma Pamela è stata capace di combinare la prudenza con la virtù. Sempre secondo il
critico Daiches “è come se la prudenza, per Richardson, garantisse la felicità eterna, mentre la
virtù quella divina.”
Inoltre è molto difficile essere virtuosi con la bellezza, in quanto quest’ultima provoca
desideri immorali nell’uomo. Anche la bellezza e la povertà sono opposte l’una all’altra: la
prima è come una promessa di felicità ed è l’arma per conquistarla, invece la seconda è il suo
ostacolo. Ne consegue che la “bella povera” rende dinamiche tutte le peripezie narrative del
sentimentalismo. Quindi, se la giovane povera Pamela non fosse stata bella, l’aristocratico Mr.
B. non si sarebbe innamorato di lei e non ci sarebbe stato il romanzo, invece se la protagonista
fosse stata solo bella, ma non povera, l’aristocratico si sarebbe innamorato ugualmente di lei, ma
non sarebbero sorti gli ostacoli sociali e nuovamente non ci sarebbe stato il racconto.
Denis de Rougemont scriveva in un libro intitolato “L’amore e l’occidente”:”Amore
senza traversie non fa nascere romanzo…” Effettivamente senza ostacolo non c’è romanzo: e se
Pamela non avesse difeso la propria virtù non ci sarebbe stata questa lunga e straordinaria opera
letteraria.
Ritornando al valore della virtù, ricordiamo che per Richardson essa non è una
questione tra se stessi e Dio, ma deve essere pubblicamente conosciuta ed ammirata. E la
tecnica epistolare, come più volte ho menzionato nel corso di questo studio, è il miglior
strumento per rendere pubblica la vita morale. Daiches afferma, infatti, che il palcoscenico
di Richardson è tutto pubblico, e ciò è determinato dalla forma stessa scelta per la narrazione,
9
Ian Watt, “The naming of characters in Defoe, Richardson and Fielding”
14
Carmen Paterniti Martello
quella epistolare, che in effetti rappresenta una forma di comunicazione sociale.10 Alla luce di
quanto ho letto mi sono convinta che il romanzo di Richardson non pecca per il rifiuto di una
relazione sessuale prima del matrimonio da parte di Pamela, ma bensì per l’amore della giovane
donna, che non può essere “disassociato” facilmente dalla sua ammirazione per la posizione
sociale! Ma allo stesso tempo non sono d’accordo con Fielding nel paragonare la nostra Pamela
in una spudorata sgualdrina che vuole solo elevarsi socialmente!
Mr. B. sposa alla fine Pamela per il semplice fatto che lei ha difeso bene la sua castità e
la lettura delle lettere e del suo diario risvegliano in lui l’ammirazione per la morale della donna
amata, tanto da far trasformare il desiderio sessuale in un’approvazione morale.
Le critiche e gli elogi al romanzo “Pamela” furono diversi e numerosi. Per esempio
Diderot lodò la conoscenza di Richardson degli sbalzi dell’azione umana, Johnson ne ammirò
la brillantezza analitica e persino Fielding (nonostante la parodia “Shamela”) trovò l’opera
irresistibile. Morris Golden11 indicò Richardson come il vero tecnico per lo sviluppo del
romanzo epistolare e lo considerò come il precursore di Dostoevsky per la percezione delle zone
nascoste del personaggio. William Hazlitt lo menzionò per aver dato un grande contributo alla
forma epistolare e a proposito scrisse che le opere di Richardson combinano il romanzo
inventato, ma verosimile con “literal minuteness of a common diary”.
Penso
che
Richardson
nel
romanzo
“Pamela” abbia voluto fare una sorta di critica alla funzione della donna concepita nei romances
quale premio al Cavaliere vittorioso, premio che passa dalla custodia-prigionia del padre al
marito cavaliere dotato di sole qualità eroiche e non virtù domestiche.
Per capire meglio questa trasformazione effettuata dall’autore, dovremmo tenere in
considerazione l’epoca in cui venne scritto il romanzo epistolare “Pamela, or Virtue rewarded”.
Essa è caratterizzato da enormi mutamenti sociali ed economici, come ad esempio: lo sviluppo
dell’individualismo, l’ascesa della classe borghese, l’interesse per la lettura, la nascita della
famiglia coniugale, l’importanza del matrimonio e molto altro ancora. In particolare possiamo
10
“Richardson is very much aware of the social context; he is, one might say, obsessed with it…”D.Daiches,”Samuel
Richardson”, in R.Cowler
11
Morris Golden, “Richardson and the bold young men” in “Twentieth century interpretations of Pamela “edited by
Rosemary Cowler, 1969
15
Carmen Paterniti Martello
notare, come l’autore provi un certo interesse nel risolvere i problemi delle donne e delle classi
più deboli. Ancora una volta Ian Watt asserisce in un suo libro, “Le origini del romanzo
borghese”, che “il matrimonio di Pamela con un uomo così al di sopra di lei socialmente ed
economicamente è una vittoria senza precedenti per il suo sesso…” Il matrimonio,
regolarmente contratto, conduce ad una elevazione della condizione sociale e economica della
sposa, non dello sposo. È per questo motivo che il romanzo attrasse particolarmente il pubblico
femminile!12
Per quanto riguarda la differenza tra le classi sociali, Pamela tiene sempre bene in mente
il divario cha la separa da Mr. B.. Quest’ultimo rappresenta il tipico personaggio di nobile
famiglia, abituato ad avere tutto e subito: ma dalla resistenza di Pamela egli ne uscirà più maturo
e virtuoso. Inoltre Watt osserva che avere attribuito al padrone soltanto una lettera, invece del
nome intero, rimanda alla sua mancanza di “a full and complex personality”; d’altra parte
“Richardson’s interest was focused upon the eroine…”.13
Leggendo il romanzo si ha l’impressione, sin da subito, che Pamela non odiasse il
padrone; infatti nelle prime lettere lo elogia con espressioni tipo “very affable”,”very kind”,”the
best of gentleman”…Invece quando da angelo, come le appare nella VI lettera, dopo averle
donato degli abiti,(“I thought he look’d like an Angel”), egli si trasforma in un diavolo, chi
legge non avverte la sensazione di odio reale da parte della protagonista. Ella lo ammira sin
dalle prime lettere e pure nei momenti più brutti prova un sentimento forte di costernazione, che
cela l’amore che prova per lui.
Per ciò che concerne la consapevolezza della differenza di classe sociale nella
protagonista, la si deduce anche dal diverso registro linguistico utilizzato: più raffinato e
adeguato alla classe sociale cosiddetta superiore quando si rivolge a Mr.B., molto più semplice
laddove scrive alla famiglia.
In ultima battuta non va dimenticata la famosa parodia “Shamela” al romanzo “Pamela”
da parte di Henry Fielding. Le cinquanta pagine di Shamela sono diventate inseparabili dalle
seicentocinquanta di Pamela; infatti, come scrive Guido Fink nella sua ampia ed acuta
introduzione, le due opere sono “sorelle siamesi”. I due romanzi sono il rovescio l’uno
12
Ian Watt, “Le origini del romanzo borghese- Studi su Defoe, Richardson e Fielding” dal “L’amore e il romanzo”pag
129.
13
Ian Watt, “The naming of Characters”.
16
Carmen Paterniti Martello
dell’altro: non c’è pagina di Shamela che non derivi da Pamela: stessa tecnica narrativa, stessi
personaggi, stesse situazioni e scene, ma tutto è capovolto. Secondo Ian Watt, Shamela, già il
nome della protagonista, una geniale fusione di sham che rimanda alla falsità e shame
(svergognata), oltre all’assonanza con Pamela, rivela l’intento parodico di Fielding, che
smantella quelle che ritiene le degenerazioni del romanzo sentimentale e ridicolizza la forma
epistolare di Richardson, o piuttosto le pretese di rendere l’immediatezza dei pensieri e delle
emozioni. Fielding inoltre considera Pamela come un’ipocrita e falsa, non una fanciulla che
resiste alle insidie di Mr B per virtù, ma una “spudorata sgualdrinella che cerca di farsi sposare
seducendo un uomo ricco”. Pertanto Fielding ce l’aveva tanto col romanzo richardsoniano per
tre motivi:
1. non condivideva la comparazione “virtù femminile” = “verginità”;
2. non era d’accordo nel considerare la virtù come fondamento di legittimazione
sociale ed unica vera forma di “grandezza”
3. ed infine ridicolizzava fortemente l’impossibilità di una scrittura immediata,
nonché del romanzo epistolare.
Fielding credeva che la scrittura di Richardson creasse una realtà fittizia, una vita falsa
che alla fine veniva scambiata per quella vera. Attraverso Shamela Fielfing voleva mettere alla
luce del sole l’artificio della narrazione per evitare che i lettori scambiassero la letteratura con la
realtà della vita.
17
Carmen Paterniti Martello
Sono del parere che il romanzo “Pamela, or Virtue rewarded” sia un mix di diversi
generi di romanzo, cioè innanzitutto epistolare per la tecnica utilizzata, sentimentale per certi
versi, realista per lo scopo della verosimiglianza raggiunta, prepsicologico per la capacità
dell’autore di entrare nell’io dei personaggi.
Innanzitutto non sono assolutamente d’accordo con Fielding, in quanto penso che
Pamela non è la servetta ipocrita che vuole ad ogni costo salire ad un livello sociale più alto!
Pamela è una ragazza che sta crescendo e che sta incominciando a scoprire sentimenti che prima
della conoscenza di Mr B non aveva mai provato. Io vedo il romanzo “Pamela” con un occhio
diverso, più legato ai sentimenti provocati dalle lettere sia nella protagonista, sia nel lettore.
Infatti leggendolo e rileggendolo mi è sembrato di essere partecipe di una storia vera, soprattuto
grazie all’abilità dell’autore nell’averci trasmesso delle sensazioni e delle emozioni uniche.
Forse bisognerebbe leggerlo con gli occhi dell’amore e non considerare la protagonista come
un’arrampicatrice sociale!
“Pamela, o la virtù premiata” è senza dubbio uno dei più bei libri che abbia mai letto sotto forma
di romanzo epistolare, in quanto sin dall’inizio ho avuto l’impressione di leggere lettere
rappresententanti delle prove materiali più dirette della vita interiore della protagonista. Ho
notato che, mentre nella letteratura dei nostri giorni, il genere epistolare appare una delle tante
possibilità formali ed un semplice ricorso narrativo adatto a soddisfare la sempre maggiore
curiosità di leggere sotto forma di lettere ciò che accade agli altri; invece Pamela,
impossessandosi delle parole e trasformandosi da vittima in artista vera e propria, si impone
come nuovo soggetto del discorso amoroso, facendo della scrittura un mezzo di
autoaffermazione. Forse Richardson ha scelto la lettera come forma d’espressione linguistica in
quanto l’esercizio della scrittura vale ed ha un senso solo se si percepisce come un vero e
proprio ponte comunicativo verso l’altro, verso un lettore che, pur essendo assente, deve
partecipare al testo, deve comprenderlo e trarne piacere. Attraverso le lettere Pamela riesce a
comunicare con l’altro e, penso che così facendo riesca anche ad evitare la condanna
all’incomprensione ed all’isolamento che potrebbe portare un romanzo non epistolare. Quello
che mi ha colpito di questa grandiosa opera letteraria è che la lettera nel caso analizzato si trova
a metà strada tra letteratura e vita, tra assenza e presenza.
Inoltre considero questo romanzo come “romanzo pre-sentimentale” per il semplice fatto che,
sebbene secondo molti critici abbiano criticato Richardson per aver dato l’immagine di una
18
Carmen Paterniti Martello
donna ipocrita, in esso l’amore diventa il fuoco della tensione narrativa (a prescindere
dall’ascesa alla classe più alta!) La modalità con cui i protagonisti esibiscono il loro mondo di
affetti fa del genere sentimentale qualcosa di nuovo. Pertanto credo che il romanzo “Pamela, o la
virtù premiata” possa essere considerato tale, in quanto: ha un fine prettamente didascalico;
tramite esso si deduce un’insistenza sulla virtù e sulle implicazioni morali della sensibilità; al
suo interno sono presenti gli ideali di benevolenza ed armonia ed infine l’amore è presente sotto
varie sfumature. Il romanzo sentimentale insegna ciò che bisogna sapere sulle relazioni legittime
e illegittime tra uomini e donne, mostra i pericoli che minacciano i protagonisti, ma nello stesso
tempo risveglia anche pregiudizi di ogni genere. Poiché Richardson stesso ci mostra la vita dei
personaggi nella loro intimità, possiamo senza dubbio dire che si tratta di un’opera dove l’amore
riesce a venir fuori attraverso un processo abbastanza lungo e strano. Inoltre, come abbiamo
visto, il lettore può seguire facilmente i sentimenti e le emozioni del personaggio. E con questo
tipo di romanzo si passa facilmente dall’orientamento oggettivo a quello soggettivo,
individualistico e privato della letteratura. È proprio vero che con Pamela si gettano le
fondamenta del romanzo sentimentale, cioè del cosiddetto novel of sensibility, di cui il dottor
Johnson dirà che “rappresenta la vita nella sua realtà, determinata dagli incidenti che si
verificano nelle vicende di ogni giorno e dalle passioni e qualità umane…Mirando a tener viva
la curiosità senza l’aiuto del meraviglioso, questa narrativa si vieta di ricorrere agli espedienti
del romanzo epico…”. Johnson considera Richardson come l’artefice del personaggio e della
coscienza umana. Non è un caso che Richardson, con Pamela, sia capace di penetrare
profondamente nel cuore umano.
Infine, consiglierei vivamente a tutti quanti di leggere quest’opera per riflettere sulla
bravura e sulla abilità che ha avuto Richardson nella stesura del romanzo sotto forma di lettere,
ed anche per risvegliare quelle sensazioni che la letteratura odierna sembra trasmetterci sempre
meno.
19
Scarica

Pamela (Carmen Paterniti)