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Editore: Centro Culturale San Lorenzo 46040 Guidizzolo (MN) - Direttore responsabile Andrea Dal Prato - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - Brescia - Euro 0,50
BIMESTRALE DI ATTUALITÀ, CRONACA, CULTURA E POLITICA - GUIDIZZOLO MN
Fiera in
musica 2011
Sergio Desiderati
è il nuovo sindaco
ANNO XVII N. 96 - GIUGNO 2011
Col cuore
in Egitto
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sommario
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Editoriale
Numeri utili
Fiera in musica 2011
Sergio Desiderati è nuovo sindaco
Si ampliano i servizi alla Fondazione Rizzini
Col cuore in Egitto
Cronaca
Expo Shanghai 2010
Che cos’è l’osteopatia
Istituto Superiore d’Arte
Anima e cuore
La ricetta
Arte & dintorni
Angelo e Cesare Brazzabeni
La morte di Pizia
Ritratti & Non
San Arcangelo Tadini
Uno spazio per la vita
Le poesie di Isabella Berni
Noi e la legge
Noi e il fisco
Astri e civiltà
A tutta penna
Quattro bagole
Taca Banda
Abu Simbel, lo spettacolo
“Suoni e luci”
La “Camminata della salute”
del 1° maggio, organizzata dalla
Pro Loco
foto andrea dal prato
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2
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editoriale
Andrea Dal Prato
Il Medio Oriente è una polveriera, basta un nonnulla ed è pronta ad esplodere. In questi ultimi mesi
abbiamo assistito a “tentativi” di rovesciamenti di governi (tutti regimi dittatoriali) alcuni riusciti
ed altri (al momento in cui scrivo) con una guerra civile ancora in atto, vedi l’Egitto e la Libia. Il
Paese più importante, vuoi per la sua posizione geografica e politica che per la sua storia è l’Egitto. Dalla televisione le notizie si succedono: “Da ore il cuore del Cairo è un campo di battaglia in
cui si scontrano i sostenitori del rais e i manifestanti che da giorni sono scesi in strada contro il
regime”. “Che Dio ci aiuti o moriremo qui!”, grida al microfono una donna anziana… Migliaia di
sostenitori del regime (in particolare quelli che volevano difendere il loro lavoro rivolto soprattutto
ai turisti) hanno fatto irruzione nella piazza “caricando” i manifestanti anti regime. Sono arrivati
con i cammelli e a cavallo, usando i frustini contro la folla.
Il Paese, dopo alcuni mesi, resta ancora bloccato e sono tanti i commercianti che vorrebbero
ricominciare a lavorare normalmente, il turismo, principale fonte di reddito è praticamente fermo.
Anche il museo del Cairo è stato “assaltato”. Per fortuna non ci sono gravi danni, il bilancio,
spiega il direttore del museo egizio del Cairo, poteva essere tragico, un gruppo di persone è entrato nell’edificio, calandosi dal tetto, e ha saccheggiato il negozio di souvenir, spaccato vetrine
e asportato preziosi reperti, danneggiato due mummie, una statuetta di Tutankhamon. “Abbiamo
difeso il museo con i nostri corpi -racconta- l’esercito è arrivato solo dopo un’ora. Non voglio pensare che la matrice di questi attacchi sia di stampo religioso. Atti di iconoclastia fondamentalista,
tesi a cancellare testimonianze pre islamiche, come quelli accaduti ai Buddah dell’Afganistan,
sarebbero un delitto intollerabile”.
Il Museo del Cairo è un’istituzione veneranda che risale al 1859, realizzata da Auguste Ferdinand
Mariette mitico fondatore del Servizio delle Antichità dell’Egitto, ed è praticamente lo scrigno
della memoria dell’Egitto. Contiene il tesoro di Tutankhamon, una quantità di sarcofagi dipinti, mummie di sovrani famosi
come Ramses II, preziosi testi su papiro,
oggetti e scene miniaturistiche, gioielli,
armi, opere d’arte di straordinaria bellezza. Insomma le testimonianze di tutta una
civiltà.
Margaret
Maitland,
un’egittologa
dell’Università di Oxford, ha identificato
alcuni degli oggetti danneggiati. Per alcuni giorni ha sfogliato alcune foto da Al Jazeera e da Flickr
[en] e le ha confrontate con quelle che ritraevano i pezzi originali intatti. “Tragico” e “devastante”
sono solo alcuni degli aggettivi che usa per descrivere ciò che è andato perduto. “Ho riconosciuto la barca di legno distrutta che appartiene alla tomba di Meseti, a Asyut (Cairo 4918). È uno dei
modelli di barca più grande esistente, misura più di 15 metri e risale approssimativamente al 2000
a. C., ha più di 4000 anni”. Davvero triste. “Ci sono notizie preoccupanti riguardo ai siti archeologici e musei del Paese che sono stati presi di mira, ma ancora nessuna informazione concreta al
riguardo. Tuttavia, sono sbalordita e ammiro gli sforzi dei cittadini locali che proteggono l’eredità
di cui vanno tanto fieri. Qualunque sia il danno provocato, potrebbe essere stato addirittura più
grave senza il loro intervento”.
È interessante e ci porta un po’ di ottimismo considerare che i Paesi arabi laici come l’Irak, la
Tunisia e lo stesso Egitto hanno sempre valorizzato grandemente la storia pre islamica dei loro
popoli. Mubarak ha sempre sostenuto l’immagine faraonica dell’Egitto e la Tunisia organizzò addirittura il rimpatrio delle presunte (quanto improbabili) ceneri di Annibale.
Sarebbe un disastro se queste memorie tanto prestigiose fossero trascinate nella rovina. D’altra
parte l’emergere dei fratelli musulmani di matrice indubbiamente fondamentalista non aiuterebbe:
per loro gli egiziani faraonici erano dei pagani e le loro immagini offendono Dio.
È augurabile che chiunque vinca si renda conto che ogni danno inferto ai tesori dell’antichità è
un danno grave per l’Egitto di oggi ma anche per l’eredità culturale e storica dell’intera umanità.
Lo dimostra il grande impegno del mondo intero per salvare i Templi della Nubbia che stavano per
essere “sepolti” dalle acque del Nilo con la costruzione della diga Nasser.
Difendiamo i tesori
della storia egizia dai
fondamentalisti
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NUMERI
ENTI
DIRETTORE
RESPONSABILE
Andrea Dal Prato
CAPO REDATTORE
Graziano Pelizzaro
REDAZIONE
Giulia Avanzi
Sergio Desiderati
Laura Leorati
Francesca Lugoboni
Elodio Perani
Sandra Tosi
Paolo Zani
COLLABORATORI
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Michele Galli
Marta Leali
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Franco Mondadori
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Giulia Stuani
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PROGETTO GRAFICO
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46040 Guidizzolo (MN)
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COSTO MODULI
1 modulo verticale:
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2 moduli orizzontali:
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4 moduli orizzontali:
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1/2 pagina:
mm 124 x 170 E. 180,00
Pagina intera:
mm 277 x 170 E. 300,00
ENTI
AMBULATORI MEDICI
Carabinieri - tel. 0376 819006 - 112
Municipio - tel. 0376 819201
Vigili Urbani - tel. 0376 840241
Biblioteca comunale - tel. 0376 840435
Teatro e manifestazioni - tel. 0376 1620428
Oratorio San Lorenzo - tel. 335 1211999
Protezione Civile - tel. 0376 847388
Prenotazione ambulanza - tel. 349 8608653
Istituto Comprensivo - 0376 819049 - 819059
Istituto Statale d’Arte - tel. 0376 819023
Corpo Bandistico - tel. 0376 840090
Fondazione “Rizzini” onlus - tel. 0376 819120
SISAM (acquedotto) - 800 859370 - 0376 771869
GAS (metano) - Pronto intervento tel. 800 905 440
Cooperativa “Orizzonti” - tel. 0376 847326
CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253
Parrocchia Birbesi - tel. 0376 819602
Parrocchia Guidizzolo - tel. 0376 819052
Poste e telegrafi - tel. 0376 840091
UFFICI COMUNALI
ORARIO DI APERTURA
Da lunedì a venerdì: dalle 10.00 alle 13.00
Sabato: dalle 10.00 alle 12.00
Ufficio Tecnico:
lunedì e mercoledì dalle 10.00 alle 12.30
sabato dalle 10.00 alle 12.00
Assistente sociale:
lunedì e mercoledì dalle 10.00 alle 12.30
Polizia Municipale:
mercoledì e sabato dalle 9.00 alle 11.00
Su appuntamento tel. 0376 840241
• Dr.ssa Emi Ghisolfi - Cell. 333 8356733
Prenotazione visite: 0376 840433 (8.30-12.30)
Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento)
Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13 (su appuntamento)
• Dr. Orfeo Valerio Galvani
Ambulatorio 0376 819794 - Abitazione 0376 819096
Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30
Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento)
• Dr. Giuliano Ponti
Ambulatorio 0376 819475 - Abitazione 0376 819177
Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12.30
Giovedì: dalle 16.30 alle 19
Ambulatori medici presso sede AVIS
piazzale Alessandro Dal Prato
• Dr.ssa Doriana Bertazzo
Riceve su appuntamento tel.0376 83040 - 838500
Martedì dalle 17 alle 18,30
Giovedì dalle 8,30 alle 9,30
• Dr.ssa Angela Gatti - tel. 338 2619350
Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17.30 alle 18.30
Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109
• Dr.ssa Vincenza Di Marco
Riceve su appuntamento tel. 335 1736606
Lunedì - Martedì - Venerdì: dalle 10.00 alle 11.00
Mercoledì: dalle 16.00 alle 17.00
Giovedì: dalle 10.30 alle 11.30
• Dr.ssa Stella Schena - Pediatra di base
Per appuntamento tel. 0376847098 - 3482976673
Lun. Mart. Giov.: dalle 9.30 alle 12.30
Merc.: dalle 16 alle 19 - Ven.: dalle 14.00 alle 17.00
NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO
tel. 800-228521 (Guidizzolo 0376 819005)
Segreteria e protocollo:
Da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 12.30
Posta elettronica certificata
[email protected]
BIBLIOTECA
APERTURA
invernale
lun. 9-12 / 14.30-18.30
giov. 14.30-18.30
mar. mer. ven.
9-12
sab. 9-12
estivo
9-12 / 15-19
15-19
9-12
ASSOCIAZIONI
Pro Loco - tel. 0376 1620426
AVIS - AIDO - tel. 0376 840177
Raphaël - Ambulatorio Castel Goffredo 0376 771292
GVG-Gruppo Volontari - tel. 0376 818240
Calcio Guidizzolo - tel. 0376 819172
Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189
Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382
Amici di Rebecco - tel. 0376 819678
Gruppo Alpini Guidizzolo - tel. 0376 819516
Associazione Commercianti - tel. 0376 818715
Centro Sociale “La Mimosa” - tel. 0376818419
CIMITERO
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UTILI
Tutti i giorni dalle 8.00 alle 19.00
ASL
Ambulatorio igiene pubblica - tel. 0376 846713
Servizio di medicina veterinaria - tel. 0376 846724
Servizio igiene degli alimenti - tel. 0376 846737
Igiene dell’edilizia ed igiene pubblica - tel. 0376 846738
Amb. vaccinazioni pediatriche tel. 0376 846705
PIAZZOLA RIFIUTI
ORARIO DI APERTURA
Lunedì Mercoledì e Venerdì dalle 14.30 alle 17.30
Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30
ORATORIO S. LORENZO
ORARIO DI APERTURA 1ª e 3ª DOMENICA
Maggio - Settembre dalle 17.00 alle 19.00
Ottobre - Aprile
su prenotazione 335 422406
SANTE MESSE
GUIDIZZOLO
Festivi:
Prefestivi:
Feriali:
invernale
estivo
8 - 10.30 - 18
17
19 18
7.30 - 18
17
BIRBESI
Festivi:
Feriali: mart. ven.
9.30
8.30
REBECCO Prefestivi 18 17
Fiera in musica 2011
MERCOLEDÌ 13 LUGLIO
Ore 19,30 presso il centro sportivo
- Quadrangolare di tamburello
giovani e vecchie glorie Guidizzolesi
ORE 21,30
- Festival parade show-band
- Corpo bandistico Guidizzolo
- Mosson Marching Band-di Vicenza
- Bazzano Castle Pipe Band-Banda di cornamuse
e rullanti scozzesi di Bologna
Ore 19,30 cortile del Comune
- Pizza in piazza “anche da asporto”
- Pizza e musica
Ore 21,30
serata canora
- “Una voce che si nota”
Promossa da Avis Provinciale di Mantova
DOMENICA 17 LUGLIO
Ore 9,00 presso la sala consiliare del Comune
- Costruisci? Ristrutturi? Fai manutenzione alla tua
casa? Ecco cosa devi fare per essere in regola con le
norme di sicurezza.
A cura del “Collegio dei Geometri” della Provincia di
Mantova
Ore 10,00 via V. Veneto porticato ex Comune
- Esposizione didattica delle specie fungine
A cura del Gruppo Micologico Naturalistico “Colli Morenici”
ore 11,00 via Vittorio Veneto
- Aperitivo in musica
Con il duo “Francesco Palmas e Paolo De Giuli”
GIOVEDÌ 14 LUGLIO
Ore 19.30 via Fabio Filzi
- Gara ciclistica in notturna 19° Trofeo Pro Loco
Organizzata dal ciclo club 77
ritrovo presso la Trattoria la Torre
VENERDÌ 15 LUGLIO
Ore 19,30 cortile del Comune
- Pizza in piazza “anche da asporto”
Ore 20,30 cortile del Comune
- Castelli in musica
spettacolo di musica celtica
proposto dalle colline moreniche
SABATO 16 LUGLIO
Ore 10,00 sala civica
- Mostra Fotografica
Curata dal gruppo “Incontri Fotografici”
Dalle Ore 19,00 al”Bar Gobbi”
- Serata con dj TIMMY e Cocktail FROZER
Daiquiri E MOJTO
ore 16,00 via Vittorio Veneto
-Musica itinerante
- Intrattenimento musicale con PIER e il cantastorie
milanese
- mercatino delle occasioni
- Arti e mestieri di una volta con il club delle tre età
- Trucca bimbi con le coccinelle
Ore 18,30 presso Teo Bar
- music by mclovin dj
Sprizt happy hour e mojto
ore 19,30 cortile del Comune
- Pizza e musica “anche da asporto”
Ore 21,30 cortile del Comune
- Serata dedicata a Vasco Rossi
con il gruppo “Fronte del Palco”
LUNEDÌ 18 LUGLIO
Ore 19,30 cortile del Comune
- Pizza in piazza “anche da asporto”
Ore 21,30
- Concerto del Corpo Bandistico di Guidizzolo
Ore 23,15 viale Martiri della Liberta
Spettacolo Pirotecnico
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tel. e fax 0376 819455 cell. 339 2444823
sede via Vittorio Veneto
ufficio in Municipio - sabato dalle 10,00 alle 11,30 al 2° piano
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Sergio Desiderati
è il nuovo Sindaco
Lunedì 16 maggio, al termine di un pomeriggio altalenante con un attesa che si è protratta ben
oltre le aspettative, Sergio Desiderati ha potuto brindare.
Con lui esponenti e candidati della “Lista per Guidizzolo” che resta alla guida del paese.
Voto equilibrato, con le tre forze in campo assestate attorno al 30%. La differenza, alla fine, la
fanno novantanove voti. Secondo è arrivato Stefano Meneghelli, candidato leghista, terzo Cesare
Trentanni con uno schieramento trasversale messo in piedi per interrompere la serie amministrativa del centro-destra.
Attorno alle 18.30 di lunedì 16 maggio nell’ufficio elettorale del municipio è arrivato il primo
plico di schede votate, quello della sezione di
Birbesi che ha fatto esultare i leghisti con un
esiguo vantaggio sulla civica. Ma già il tam tam
di sms e telefonate tra chi seguiva lo scrutinio
nei seggi del capoluogo dava per certo un testa
a testa tra i due candidati. Così è stato, nell’attesa delle sezioni 1 e 4, quelle che già avevano
fatto tardare i risultati delle provinciali e i cui
problemi di conteggio sì sono riproposti anche
per le comunali.
Alla fine il risultato ha premiato Sergio Desiderati, con 1194 voti (35,92%), davanti a Meneghelli ( voti 1095, pari al 32,94) ed a Trentanni
(1035 voti pari al 31,13%).
“Sono soddisfatto del risultato. È stata molto
dura, ma alla fine gli sforzi e l’impegno sono
stati ricompensati” ha dichiarato a caldo il nuovo Sindaco.
Come ci si sente a rappresentare solo un terzo
del paese? “Siamo coscienti che i numeri sono
quelli, ma per me possono rappresentare uno
stimolo in più: ora devo conquistare la fiducia
dell’altra parte del paese e lo farò dimostrando
con i fatti la capacità amministrativa”.
Quali le priorità? “Secondo la nostra visione, al
centro dell’azione amministrativa c’è la persona, senza distinzione di nazionalità”.
Il programma si pone quindi nel solco della
continuità amministrativa con la giunta precedente, sia come obiettivi che per le scelte programmatiche.
Diversi i commenti dei candidati sconfitti:
Meneghelli: “Noi abbiamo vinto comunque. La
soddisfazione è doppia perché abbiamo tolto
tanti voti a Maccari a casa sua. Il risultato delle urne, che ha sostanzialmente fotografato un
comune spaccato in tre, rappresenta il vero e
proprio colpaccio per la Lega Nord di Guidizzolo.” Per quanto riguarda le scelte che il gruppo
consiliare della Lega Nord terrà in consiglio comunale bisognerà attendere.
Trentanni: “È ovvio che si corre per vincere, ma
il nostro risultato è ottimo. Ora spero di poter
proseguire il progetto, tentando di svecchiare la classe dirigente di Guidizzolo”. Seppur
intervistato a caldo, Cesare Trentanni è molto
equilibrato. “Tutti ci davano per sconfitti in partenza - continua Trentanni -, in realtà abbiamo il
terzo dei voti dei cittadini. È stata un’esperienza
molto pregnante, soprattutto dal punto di vista
umano.”
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Questi i consiglieri eletti:
MAGGIORANZA
Giacomino Milani
Pietro Gialdini
Marco Bombana
Fabio Cagioni
Gianfranco Gobbi
Emanuela Costa
Renato Pasini
Simone Zampolli
MINORANZA
Stefano Meneghelli
Chiara Cobelli
Cesare Trentanni
Elena Zaccagni
Emanuela Costa, mentre per la vicepresidenza
il posto è stato offerto alle minoranze consiliari.
Nelle intenzioni del gruppo di maggioranza “Lista per Guidizzolo” gli assessori dovrebbero poi
dimettersi da consigliere e consentire il recupero di altri candidati, così da ampliare il novero degli amministratori, per affrontare l’impegno amministrativo con una squadra più ampia
e completa ed allo stesso tempo coinvolgere di
più la componente sia femminile che dei giovani, ai quali specialmente è affidato il compito di
rinnovare un gruppo che amministra Guidizzolo
da sedici anni ed al quale i guidizzolesi hanno
rinnovato la fiducia.
Questa la nuova Giunta, che con le nuove norme prevede solo 4 assessori:
Sergio Desiderati - Sindaco
Pietro Gialdini - Vicesindaco con delega ad
Opere Pubbliche, Territorio, Urbanistica, Attività Produttive
Giacomino Milani - Assessore, con delega ad
Edilizia Scolastica, Manutenzione Strade, Verde Pubblico
Simone Zampolli - Assessore con delega a Politiche Scolastiche e della Famiglia
Lino Valbusa - Assessore con delega a Affari
Generali, Personale, Sicurezza, Ambiente ed
Ecologia
I settori mancanti dovrebbero essere oggetto di
apposita delega ai rimanenti consiglieri di maggioranza, che pertanto verranno tutti responsabilizzati.
Anche le minoranze consiliari verranno coinvolte nel momento della composizione delle
commissioni.
Nel primo consiglio Comunale, convocato per
il 3 giugno 2011, è prevista la nomina del Presidente e del Vicepresidente del Consiglio Comunale.
Al momento di andare in stampa per la nomina
del presidente si trova in pole-position la sig.ra
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Si ampliano i servizi alla
Fondazione Rizzini
La Fondazione Rizzini è tra le realtà socio-assistenziali che si stanno sempre più aprendo
al territorio. Ne abbiamo parlato con il presidente Claudio Delmenico.
Casa di Riposo?
Come ho già detto in altre occasioni, “di riposo”
c’è solo il nome. Infatti mentre gli ospiti sono impegnati nelle svariate attività quotidiane, come
avrà letto nei numerosi articoli apparsi sui giornali, le strutture in genere sono costantemente
alla ricerca di nuove soluzioni per adeguarsi
alle normative in continua evoluzione e per realizzare percorsi di assistenza più specifica e
personalizzata richiesta per ospiti sempre più
gravi, avendo adottato come criterio di ammissione, la gravità delle patologie e le necessità
di tipo sanitario.
L’artista prof. Severino
Spazzini consegna tre
incisioni originali alla
Fondazione Rizzini
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Come vi muovete?
Al di là delle pure spese di manutenzione (anche se la struttura non li dimostra ha pur sempre i suoi 11/13 anni) che comunque hanno un
peso non indifferente sul nostro bilancio, come
da tradizione ormai, ci siamo soprattutto concentrati sui servizi alle persone. Così abbiamo
proceduto all’assunzione di due animatrici in
modo da offrire un qualificato servizio, specifico e fondamentale per gli ospiti. Contemporaneamente è stato potenziato il servizio di fisioterapia costruendo un gruppo ben affiatato di 4
fisioterapisti di
cui 1 è anche
osteopata;
servizio che,
vorrei ricordare, è aperto anche ad
utenti esterni
in orari diversificati nella
giornata per
non influire sul
servizio agli
ospiti.
Interventi a breve?
Nel giro di pochi mesi completeremo il processo
di internalizzazione di tutto il personale “core”
così come deliberato dal Consiglio di Amministrazione nel 2007. Il ritardo nell’esecuzione è
dovuto unicamente all’”epidemia” di maternità
che ha “colpito” nel 2008 ben 9 dipendenti e che
ci ha costretto ad attendere il rientro di queste
persone per avere una situazione più consolidata, prima di passare alle nuove assunzioni.
L’operazione è delicata e sappiamo per certo
che ci saranno degli scontenti perché il criterio
di selezione sarà necessariamente selettivo.
Qui non siamo in una fabbrica dove basta avere
un tot di unità che producano stampini uguali;
qui si producono servizi per persone fragili e
proprio per l’esperienza maturata, soprattutto
negli ultimi due anni, posso dire quanto sia importante la competenza e la professionalità, la
capacità di inserimento e di interrelazione con i
colleghi e con tutte le altre figure professionali oltre alla corretta esecuzione dei protocolli.
Il lavoro di gruppo, seguendo binari tracciati, prevede necessariamente l’apporto di tutti
senza ricadute su altri operatori; solo in questo
modo il servizio agli ospiti ne trarrà benefici”.
Programmi futuri?
Contrariamente a quanto avviene nel panorama
nazionale, le Case di Riposo, essendo in continua evoluzione, sono tra le poche realtà che, in
controtendenza, creano posti di lavoro. Infatti,
siamo in fase avanzata di progettazione e di ottenimento dei vari permessi per un ampliamento strutturale di 10 nuovi posti di “sollievo” che
al termine (i tempi ahimè dipenderanno dalle
pratiche burocratiche) ci porterà all’assunzione di ulteriori dipendenti.
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Col cuore in Egitto
Ancor oggi, dopo migliaia di anni, il fascino dell’immensa cultura dell’antico Egitto, dei suoi munumenti - le piramidi, gli obelischi, le sfingi, i palazzi, le tombe - della sua religione e dei culti misteriosi,
continua ad attirarci. La carica di magia e di mistero che la circonda, ha “catturato” molti maestri
dell’archeologia moderna che in continuazione ci svelano misteri rimasti “sepolti” per secoli.
L’antico impero Egizio prosperò dal 3.200 a.C.
fino all’alba del cristianesimo e rappresenta una
delle più importanti civiltà dal mondo.
Il turista che arriva in Egitto spesso ha idee preconcette, ma subito ne subisce il fascino, prima
dalla cordialità della sua gente, poi da questa
antica civiltà così ricca di misteri.
Quando visitiamo i siti archeologici e ci si confronta con la loro realtà, siamo impreparati ad
osservare monumenti di tali dimensioni e dalla
loro bellezza.
Le colossali statue sono travolgenti, la delicata
grazia dei dipinti delle tombe ci attrae, i bassorilievi, che raccontano la vita antica, sono presenti ovunque a testimoniare la storia dei tremila
anni della civiltà egiziana, medicina, matematica, architettura, astrologia, fisica…
Il Nilo, fiume della vita. È il più lungo fiume del
mondo, oltre 6.000 km, attraversa il deserto e
con la sua acqua abbondante irriga una stretta
“lingua” di terreno (pochi km a monte e a valle),
durante le piene (due volte all’anno) deposita
il limo, sostanza ricca di virtù fertilizzanti che
fa produrre con abbondanza ogni tipo di frutta,
verdura e fiori da cui vengono estratti preziosi
profumi. Dall’aereo si vede benissimo questo
“serpente” verde che sembra infinito. Attorno
al fiume troviamo le testimonianze più importanti
del passato.
Per molti anni l’Egitto fu diviso tra due regni: l’Alto Egitto nel sud, e il Basso Egitto nel nord. Nel
3170 a.C. Re Narmea, dell’Alto Egitto, conquistò
il Basso Egitto. I due regni furono uniti nel 3100 a.
C., sotto il faraone Menes che nella sua corona
rappresenta il simbolo di entrambi i regni.
Grande fu lo sviluppo delle scienze e dell’architettura ne abbiamo un esempio a Gitza nelle piramidi di Cheope (2526 a.C.) e nella grande sfinge (2550 a.C.). Nel 2134 a.C. a Luxor viene iniziato
il tempio di Karnak, decretando la supremazia
della città, affidandosi, per il culto e la protezione, al dio Amon Ra.
Nel nuovo regno 1540-1100 a.C. i faraoni imposero importanti riforme: riorganizzare l’esercito e consolidare il potere della famiglia reale a
spese dei capi feudali e/o religiosi. La valle dei
Re, lontano dalla città e nel cuore di alte montagne rocciose, fu scelta come nuovo campo di
sepoltura per i faraoni e degli alti dignitari, oggi
ne sono state scoperte: 63, di cui 26 di faraoni
Luxor:
Obelisco davanti all’
ingresso del Tempio
di Amon-Ra.
Particolare dell’affresco
(raffigurante gli apostoli)
del III secolo. Dipinto
sulla parete di un locale
del tempio per secoli
usato dai cristiani.
Il viale delle sfingi
9
Tempio di Deir Al Bahari
Dea Hator, particolare
di un bassorilievo
e il monumentale
ingresso
Il tempio di Philade
visto dalla motonave in
navigazione sul Nilo.
Alcuni cammelli
trasportano i visitatori.
e 37 di alti dignitari. Gli scavi continuano ed altre ne verranno ritrovate, manca ancora quella
del faraone Rames VIII, morto nel 1100 a. C. Con
l’evocazione della Valle dei re e delle sepolture
regali, i tesori di re Tanis, eredi dei re del nuovo
Impero, si ha la testimonianza dell’importanza
che aveva l’aldilà per il popolo egizio.
Come appare da un’iscrizione:
“L’universo poggia sul Faraone, insediato sulla
Terra dal dio creatore per respingere il male e il
caos… “Ra” ha posto il re sulla terra dei vivi, per
sempre ed eternamente, per giudicare gli uomini
e soddisfare gli dei.”
Tra il 1356-1359 a.C. il faraone Amenhotet IV, impose il culto monoteistico del dio Aten, questo
cambiamento improvviso e radicale provocò il
caos e dopo pochi anni, il figlio Tutankhamon,
restituì il potere ai sacerdoti con il culto di Amon
Ra e delle divinità di Tebe.
La storia millenaria dell’Egitto riemerge attraverso i volti dei suoi monarchi: manie, onnipotenze,
solitudini, la venerazione in vita, riti, rispetto, devozioni, sacralità e speranze dopo la morte. Gli
emblemi della regalità faraonica, raccontate attraverso imponenti opere, lo mostrano nelle varie vesti come un dio tra le divinità. Intermediario fra gli uomini e gli dei, i suoi caratteri divini si
esprimono attraverso le immagini della regalità,
grande importanza assume il valore simbolico
del faraone dio tra le divinità. Il faraone è sempre rappresentato come un guerriero vittorioso,
le forze divine che reggono il cosmo sono sempre presenti nelle raffigurazioni e nel palazzo
ufficiale si tengono le riunioni con i ministri e si
diramano al mondo i suoi ordini.
Andrea Dal Prato
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Particolare di una tomba nella Valle dei Re
Sarcofago di una regina
Museo di Rahina, particolare della statua del faraone
Tempio di Philade, particolare di una colonna
Il Cairo, Moschea di Al-Nasir
La barca, per traghettare il defunto nel regno dei
morti, tipico oggetto presente nell’iconografia egizia
Gizah, la sfinge e le piramidi di Cheope e Micerino
11
cronaca
Riaperta la strada Squadri
Lo scorso 14 maggio con una breve cerimonia
sono stati inaugurati i lavori di riqualificazione
di “Strada Squadri”, la comunale che collega
la frazione di Rebecco con la statale “Goitese”.
Quest’opera è stata realizzata da due privati,
con la partecipazione del Comune sostanzial-
mente per la parte relativa agli espropri là dove
c’era la necessità di procedere all’allargamento della sede stradale.
Nel suo intervento il sindaco uscente Graziano Pelizzaro ha ringraziato le due aziende che
hanno realizzato l’opera, i tecnici progettisti e
l’impresa costruttrice. “Si è trattato di un lavoro importante, ha rimarcato Pelizzaro, frutto
di quanti hanno prestato la loro opera, dagli
assessori, all’Ufficio Tecnico alla Polizia Locale: grazie alle sinergie prodotte siamo riusciti a
riaprire questo importante collegamento prima
dei tempi previsti”
Nella foto: il sindaco con i titolari della ditta Ferrari, gli amministratori e il pubblico al momentodel taglio del nastro.
Il vescovo in visita pastorale
Durante la visita pastorale di Mons. Roberto
Busti alla parrocchia di Guidizzolo un’intera
giornata è stata dedicata, potremmo dire, ai
‘luoghi della solidarietà’.
Al mattino il vescovo è stato accolto al Cen-
12
tro Diurno Disabili dell’Alto Mantovano che ha
sede nella frazione di Rebecco e al pomeriggio,
prima di incontrare in parrocchia gli operatori
pastorali, alla Fondazione Rizzini. Ad accogliere
Busti al mattino la presidente dell’Anffas, che
gestisce il CDD, Gabriella Goi, la coordinatrice
Valentina Salandini, il sindaco di Guidizzolo,
sindaci e assessori dei comuni del Distretto,
l’assessore regionale Carlo Maccari.
Nell’occasione il CDD ha inaugurato importanti lavori di sistemazione del Centro, in funzione
da circa trent’anni, e durante un momento di
grande commozione l’intitolazione dello stesso
alla beata Chiara Luce Badano, la giovane focolarina scomparsa a 19 anni per un osteosarcoma. Il male, prima della vita, le aveva tolto la
possibilità di camminare ma non la freschezza
e la voglia di usare quelle ‘ali’ con cui si stava
avvicinando sempre più a Dio e nonostante non
potesse più correre voleva, come alle Olimpiadi, passare ai giovani la fiaccola della vita da
spendere sempre bene. I lavori di sistemazione vedono gli utenti sempre più al centro e nel
cuore delle attività di stimolazione multisensoriale, dai colori pieni di luce delle pareti, ai laboratori, agli spazi esterni. Lavori resi possibile
grazie anche agli aiuti delle Fondazioni Bam e
Comunità Mantovana che la presidente Goi ha
pubblicamente ringraziato.
Nel pomeriggio alla Fondazione Rizzini il benvenuto al vescovo, accompagnato dal parroco
don Libero Zilia e da don Adriano Avanzi, è stato portato dal presidente Claudio Delmenico e
dalla direttrice Andreina Piccardi presenti gli
amministratori della struttura oltre che del comune. Busti rispondendo ai saluti ha parlato in
entrambe le strutture dell’importanza della vita
in ogni suo momento ed in ogni sua manifestazione. ‘Ogni persona è irripetibile agli occhi di
Dio, ha detto il vescovo’ il quale ha ricordato
Cristo, la Sua vita da bambino, ragazzo e uomo
di Israele, vissuta in ascolto e dedizione come
tanti altri ragazzi prima di iniziare il Suo prodigioso annuncio del Regno di Dio. Ha quindi ringraziato quanti prestano la loro opera in
queste strutture dove la solidarietà e l’amore
per l’uomo, per ogni uomo, sono di casa. Non
sono mancati intensi momenti di preghiera che
mons Busti ha guidato e condiviso con i molti
presenti.
cronaca
Giovanni Paolo II Beato
Giovanni Paolo II da domenica 1° maggio, dal
momento in cui stato sollevato il drappo che
copriva l’immagine è ufficialmente un nuovo
Beato della Chiesa cattolica.
Proclamato dal suo successore Benedetto XVI
davanti ad una moltitudine di pellegrini, commossi, giunti da ogni parte del mondo, per assistere alla celebrazione di Beatificazione. (Gli
addetti della Prefettura hanno calcolato che ci
fossero più di un milione e mezzo di fedeli.)
Tanti giovani esausti per aver trascorso la lunga notte in preghiera nella Piazza San Pietro,
al termine della Santa Messa si sono rimessi in
fila per venerare la bara esposta sotto l’altare
della Confessione in Basilica.
Anche Mantova ha ricordato questo magnifico
Papa con una mostra, in via di svolgimento al
Museo Diocesano “Francesco Gonzaga”.
Il 30 aprile scorso è stata inaugurata la mostra
di medaglie, monete e francobolli del suo pontificato. E’ curata da tre collezionisti mantovani, aderenti al circolo filatelico numismatico
mantovano, Dott. Carlo Negri (presidente del
circolo), Avv. Giorgio Martinelli e Amedeo Imperatori.
Alle 16,00 con una nutrita partecipazione di pubblico, ha preso la parola il direttore del Museo
Mons. Roberto Brunelli. Ha presentato la mostra, esprimendo la propria gioia per ospitare
una raccolta di medaglie, monete e filatelia che
propone una narrazione dei momenti salienti
della vita di un Papa che ha sconvolto la storia.
Ha preso quindi la parola il Dott. Negri, che
ha illustrato le emissioni dei francobolli e gli
annulli emessi lungo tutto il suo pontificato.
Infine l’Avv. Martinelli ha spiegato brevemente
la storia delle emissioni di monete e medaglie
annuali.
L’avvenimento è stato ricordato con una artistica cartolina ricordo, con annullo e francobollo
di Giovanni Paolo II. La cerimonia si è conclusa
con un gradito rinfresco.
Amedeo Imperatori
Almost B
Giovani e talentuosi: un mix perfetto per creare
una band! Gli Almost B sono una cover band
che suona rock’ n’ roll, ma utilizza anche pezzi
propri. Hanno scelto questo nome scherzando: sulla maglietta di un ex componente vi era
scritto “almost” e loro hanno aggiunto una “B”
perché si ispirano principalmente ai Beatless.
La loro influenza non è solo questa, ma adorano anche i Rolling Stones, Johnny Cash, T.Rex
etc…
Fanno le loro prove due volte alla settimana nella sala che offre l’oratorio di Guidizzolo e con un
po’ di duro lavoro sono riusciti a partecipare a
diverse selezioni, le quali sono state tutte vinte;
l’ultima è stata per l’ HIGHT SCHOOL PARTY.
Si esibiranno verso metà Giugno (data ancora
da definirsi) alle piscine “Marsiletti” e al campo sportivo di Guidizzolo il 17 Giugno.
Questo gruppo nasce nel Novembre 2009, in
una giornata noiosa due di loro hanno avuto
questa idea che man mano si è realizzata. Si
definiscono una band “democratica”, ovvero
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13
cronaca
prendono decisioni tutti insieme, si consultano
e non hanno un leader.
Il gruppo è composto da: Nicola Montagnoli
alla batteria, Alessandro Rossi al basso, Riccardo Pastorelli voce, Chiara Menozzi al sax
tenore. Questi ragazzi sognano di riuscire, un
giorno, ad incidere un album e per questo si
impegnano costantemente. Non ci resta che
augurargli un grande “in bocca al lupo”! Chi
volesse saperne di più può contattarli su Facebook sul gruppo Almostb.
Pulcini 2000 il futuro del calcio
Il calcio guidizzolese, molto seguito e praticato,
continua a darci grandi soddisfazioni. Questa
volta ottimi risultati sono stati raggiunti dalla
categoria “Pulcini 2000” che nel periodo delle
festività pasquali ha partecipato al 9° torneo
dell’Adriatico svoltosi a Cesenatico. I ragazzi
hanno vinto il proprio girone qualificandosi primi, in un torneo dall’alto livello tecnico, per entrare nella rosa delle prime quattro squadre ed
ottenere in fine un ottimo quarto posto. E’ stata per tutti un’esperienza indimenticabile utile
alla crescita degli atleti e di grande importanza
nel rafforzare lo spirito di squadra, intenti che
il mister Matteo Premoli intendeva perseguire
al momento della iscrizione al torneo e che con
soddisfazione ha visto concretizzarsi. Infatti,
grazie anche al supporto dei genitori, il gruppo di atleti ha raggiunto non solo ottimi risultati
sportivi ma è cresciuto maturando valori quali
l’amicizia e lo spirito di gruppo. I cinque giorni
trascorsi con i ragazzi sono stati un’esperienza molto importante anche per il mister, il suo
ruolo di educatore sportivo e di preparatore
tecnico e tattico si è tradotto nell’insegnamento di piccole lezioni di vita, fondamentali nella
crescita dei ragazzi.
Il mister Matteo Premoli ringrazia di cuore tutti
i genitori che si sono adoperati e che lo hanno sostenuto e soprattutto i ragazzi con cui ha
vissuto questa esperienza indimenticabile. Un
ringraziamento speciale a Marco Bombana per
il suo encomiabile aiuto e supporto.
Ora non ci resta che augurare a tutti loro di
continuare ad impegnarsi a diventare il futuro
del calcio guidizzolese.
14
Corso di micologia 2011
Anche quest’anno sono un centinaio i partecipanti al corso di micologia promosso dal Gruppo Micologico-Naturalistico “Colli Morenici”
che si è chiuso il 23 maggio. Ogni lunedi dal 28
marzo scorso il corso si tiene nella sala consiliare del Comune, in Via Filzi, alle 20,30, con i
lavori coordinati dagli esperti Giorgio Arienti e
Marinella Gobbi i quali seguono il testo “Introduzione allo studio dei funghi” edito dal Circolo
Micologico “Carini” di Brescia; un testo scientifico in cui vengono riprodotte a colori e commentate immagini di specie fungine e ripresa la
normativa di riferimento.
Camminare in “salute”
La 38ª “Camminata della Salute” non competitiva a passo libero, organizzata da Comune e
Pro Loco col patrocinio di Provincia, Regione,
collaborazioni varie, il prezioso supporto del
mondo produttivo-associazionistico locale e
di Fiasp rappresentata dal suo presidente provinciale nonché tesoriere nazionale Angelo
Regattieri, si è confermato un appuntamento
di grande attrattiva. Cuore della manifestazione l’attrezzatissimo Centro Sportivo Comunale;
venti i gruppi aderenti con oltre 300 podisti e
altri 400 in corsa solitaria provenienti da tutto
il mantovano e dalle province limitrofe. Diversificati gli itinerari: riservati agli adulti Km. 6,500
e 13,500 immersi nel verde pedecollinare; per
bambini ed utenti dei Centri Anffas di Rebecco
e Sacca di Goito percorsi dedicati di max 800 mt
da coprire nella nuova pista d’atletica.
In chiusura la consegna di ricchi riconoscimenti; al gruppo più numeroso, “Atletica Gui-
cronaca
dizzolese” di 54 iscritti, la pancetta steccata di
2 mt, mentre a quelli con un minimo di 10 aderenti pancette da un Kg; a tutti gli altri coppe e
gadget.
Nei ringraziamenti finali rivolti agli sponsor,
forze dell’ordine, Gruppo Alpini, gli infaticabili
Lino Bicelli e Gianluigi Grandelli, la disinvolta
speaker Franca Maffazioli al sindaco Graziano
Pelizzaro, all’assessore allo sport Cesare Maccari, al presidente Pro Loco Silvio Tarchini, alla
psicologa Cristina Butti.
Sottolineata a più voci la valenza di un evento
- quest’anno con la presenza più massiccia dei
residenti riuscitissima festa paesana - capace
di cementare le varie forze in campo sull’obiettivo prioritario di favorire un momento sportivo
e aggregativo per giovani e famiglie, allargandolo ai diversamente abili per garantirgli pari
dignità sociale.
Celebrato il XXV Aprile
Le note dell’Inno Nazionale seguite dalla canzone del Piave e dal Silenzio intonati dal Corpo
Bandistico; il discorso del sindaco Graziano
Pelizzaro e poi alcune pagine tratte dal “Diario” di Anna Frank o da Primo Levi ed il suo “Se
questo è un uomo” hanno caratterizzato la celebrazione del 25 aprile davanti ai monumenti ai
caduti del Capoluogo e delle frazioni di Birbesi
e Rebecco. Pelizzaro nel proprio intervento ha
ricordato i molti caduti per la libertà ed ha inteso poi guardare avanti, alle nuove generazioni
le quali devono trarre dalla storia un monito per
costruire un futuro di pace. Invito raccolto da
alcuni alunni dell’Istituto Comprensivo di Guidizzolo i quali hanno risposto all’invito dell’Amministrazione ed interpretato questi sentimenti
attraverso la lettura, come anticipato, di pagine
struggenti della letteratura, ma soprattutto della vita di importanti testimoni della barbarie provocata dall’odio e dall’egoismo di chi ha voluto
porre la follia davanti alle ragioni dell’uomo. «È
un gran miracolo che io non abbia rinunciato
a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora,
nonostante tutto, perché continuo a credere
nell’intima bontà dell’uomo.» Così dice tra l’altro Anna Frank nel proprio Diario; parole che in-
sieme, a quelle lette davanti al monumento guidizzolese che ricorda i caduti di tutte le guerre,
hanno portato grande commozione nei presenti
alla cerimonia. Perché anche in questi giorni
nel mondo si stanno consumando tragedie dettate unicamente dalla volontà di sopraffazione e dalla smania di potere; l’esatto contrario
di quel ‘servizio alla persona’ che chiunque è
chiamato a governare i popoli dovrebbe porre
nella propria attività quotidiana.
Assemblea provinciale Aido
Affollata e commossa assemblea provinciale
Aido lo scorso 10 aprile nella sala consiliare del
Comune di Guidizzolo. Ad introdurre i lavori la
presidente provinciale Antonella Marradi che
ha portato i saluto ai presenti in questo seguita
dal sindaco Graziano Pelizzaro, dall’assessore
regionale Carlo Maccari e dal presidente della
sezione guidizzolese Giovanni Milani. Da tutti
un ringraziamento agli oltre 16.000 mantovani
che hanno aderito all’associazione ed un forte richiamo al valore della donazione. In questo coinvolte anche le associazioni consorelle
Admo, Abeo e Avis. Per quest’ultima è intervenuto il consigliere provinciale Paolo Bassignani
ricordando come ciò di cui noi oggi disponiamo
deriva da chi c’è stato prima di noi e ciò che
avranno i nostri figli dipenderà da quello che
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15
cronaca
noi daremo loro. I momenti più coinvolgenti
sono giunti quando il dr. Giuseppe Sciuto è intervenuto, commosso fino alle lacrime, reduce
da un espianto di cornee, poche ore prima, da
una ragazzina diciassettenne, e dalla presenza
di due trapiantati di cornea di martedi scorso
i quali hanno portato la loro testimonianza. La
presidenza dell’assemblea è stata assunta da
Franco Guernieri della sezione di Felonica il
quale ha lasciato la parola all’ampia e dettagliata relazione della presidente Marradi la quale
ha emozionato la platea. Ha ricordato il lavoro
di Aido, la generosità di tantissimi persone, il
servizio di moltissimi associati; ha ringraziato
tutti lasciando un forte pensiero conclusivo:
“C’è ancora una certezza magnifica che accompagna l’amore, la convinzione che ogni gesto viva di un incantesimo antico, antico come
il segreto dell’uomo”. In sala altri trapiantati e
congiunti di donatori. Prima del dibattito Franco
Guernieri ha ricordato come l’Italia vent’anni fa
fosse ultima in Europa nell’abito della donazione; oggi è 2ª per i prelievi multiorgani e 1ª per il
trapianto di cornee. Strada ne è stata fatta.
Nuova gestione al bar Tre Corone
Lo storico bar “Tre Corone”, per molti anni anche albergo e “locanda” con diverse camere
per dormire utilizzate soprattutto dai rappresentanti di passaggio, ha cambiato recente-
16
mente gestione.
Sofia è la nuova titolare, in Italia da oltre 4 anni,
con un italiano ancora un po’ incerto, riesce
con un sorriso sereno ad accontentare i clienti
nelle loro richieste di ogni tipo di bevanda.
Al mattino, dopo le 11, un servizio molto apprezzato due specialità della sua terra: patatine e
pesciolini fritti, preparati al momento, caldi e
croccanti da essere un delicato accoppiamento all’ottimo presecco o all’aperitivo prescelto.
La grande sala viene messa a disposizione per i
gruppi che vogliono incontrarsi per festeggiare
o semplicemente per programmare gite della
“classe” o semplicemente una merenda tra
amici con un buon salame, una fetta di polenta
e naturalmente del buon vino, il tutto accompagnato da una simpatica atmosfera di semplicità
e amicizia. Il locale dispone anche di una attrezzata sala giochi con un reparto attrezzatoper i fumatori.
Il comune e la sicurezza stradale
Come ormai ogni anno, nella ricorrenza del 12
maggio, il Comune di Guidizzolo ha commemorato il tragico evento del 1957, ovvero l’incidente delle Mille Miglia.
Ricordare un evento tragico come quello può
avere senso solo se l’obiettivo è quello di favorire il diffondersi di una cultura volta alla tutela della vita e della sicurezza degli utenti della
strada.
Ora, si sa che l’incidente avvenne in territorio
del Comune di Cavriana, ma è vero anche che
ovunque quel tragico evento è da sempre associato al nome di Guidizzolo, così nel mondo
dell’informazione, come negli ambienti sportivi.
Con queste premesse negli anni scorsi è nata
una proficua collaborazione tra la nostra Amministrazione Comunale, l’Università di Siena,
il Centro Studi Indipendente per la Sicurezza
Stradale e l’European Group On Vehicle Air Indoor Quality, per la realizzazione di interventi
mirati allo studio ed alla divulgazione di iniziative in materia di sicurezza stradale.
Ricordiamo peraltro che sia per il 2009 che per
il 2010 il Comune di Guidizzolo è stato premiato
con la Targa Blu.
Quest’anno il programma della manifestazione,
cronaca
che si è tenuta lo scorso 21 maggio, era particolarmente nutrito, come ricca e qualificata
era la presenza degli ospiti, come sottolineato
nel suo saluto dal sindaco Sergio Desiderati,
affiancato, in una sorta di passaggio del testimone, da Graziano Pelizzaro.
Tra gli intervenuti, sicuramente il nome più
conosciuto dal grande pubblico è quello del
giornalista Ezio Zermiani, storico commentatore televisivo della Formula 1, ma altrettanto di
rilievo la presenza del prof. Antonio Dal Monte,
già direttore dell’Istituto di Scienza dello Sport
del Coni. Entrambi hanno portato alla platea le
loro testimonianze di vita vissuta nel mondo dei
motori.
Appassionato come al solito, poi, l’intervento
del prof. Aldo Ferrara, intervenuto sia in rappresentanza dell’Università di Siena, sia dell’EGOVAI-Q, ma soprattutto come co-autore del volume “Tra polvere e bulloni: la Targa Florio”, oltre
che come amico del nostro Comune.
Che c’entra la Targa Florio con noi? E’ lui stesso
a spiegarcelo: “E’ un magnifico filo ideale quello che lega Mille Miglia alla Targa Florio, un filo
di asfalto, ancorché polveroso, che unisce l’Italia prima ancora dell’autostrada del sole. Un filo
di sogni, speranze, emozioni, palpiti, sussulti,
delusioni, talora anche sangue.”
Infine la prof. Denise Annovazzi ha portato la
voce della Associazione Europea Familiari delle
Vittime della Strada, richiamando l’attenzione
soprattutto dei ragazzi presenti sulla necessità
di salvaguardare la propria e l’altrui vita nella
guida e nell’uso della strada.
Prima dell’intervento conclusivo di Paolo Pettinari, segretario del CE.S.I.S.S., che ha illustrato
in maniera esaustiva le più recenti normative
sulla sicurezza stradale e le proposte di iniziative del Centro stesso, a disposizione dei Comuni, si è avuta la premiazione del concorso riservato alle scuole medie superiori.
Quest’anno, infatti, è stato indetto un concorso
per sensibilizzare i giovani sull’importanza di
una guida sicura ed offrire loro, attraverso la
realizzazione di una serie di elaborati, un’ulteriore opportunità di riflessione sulle problematiche inerenti la sicurezza stradale e sulle misure
da adottare per scongiurare i pericoli, legati
alla guida in ogni condizione possibile.
Il concorso comprendeva tre sezioni: 1) un segnale stradale che non esiste, da proporre per
l’inserimento nel codice della strada; 2) un manifesto atto alla diffusione sintetica dei concetti
virtuosi in tema di sicurezza attiva; 3) un videoclip diffusibile nelle scuole e nelle scuole guida.
A nome della giuria, il prof. Edoardo Bassoli
ha illustrato le motivazioni delle opere risultate vincitrici. Per la sezione “segnale stradale”
è stata premiata Valentina Caldera, dell’Istituto Marco Polo di Desenzano del Garda, mentre per la sezione “manifesto” la vincitrice è
risultata Giulia Santinato del Liceo Artistico
“Alessandro Dal Prato”
di Guidizzolo. Infine, per
la sezione “videoclip”
si è avuto un ex-aequo:
a pari merito sono stati premiati Ronca Viola,
sempre del “Dal Prato”
di Guidizzolo e la classe
5^ B dell’Istituto Primo
Levi di Quartu Sant’Elena
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Che cos’è l’osteopatia
L’Osteopatia è una medicina complementare
manipolativa rivolta alla globalità dell’individuo.
È una filosofia metodologica manipolativa, diagnostica e terapeutica, il cui principio lega la
salute ed il suo mantenimento al movimento del
corpo umano ed alla sua capacità di mantenersi
da solo in uno stato di salute ottimale.
Il trattamento manipolativo osteopatico ha dunque come obiettivo il ripristino della mobilità fisiologica dei vari sistemi corporei, in particolare del sistema muscolo-scheletrico, strumento
della vita di relazione ed espressione dello stato
di salute.
Cerca di capire come tutti i sistemi corporei (sistema osteomuscolare, cranico, viscerale, masticatorio, visivo, posturale etc.) interagiscono
tra di loro e, in caso di cattiva autoregolazione,
possono far nascere un sintomo.
L’Osteopatia ricerca le restrizioni di mobilità
presenti nel sistema corporeo attraverso tecniche specifiche e mira al ripristino della mobilità
normale o, in caso di patologie invalidanti, della mobilità residua, utilizzando esclusivamente
tecniche manuali. Il trattamento manipolativo
osteopatico tende ad un sostanziale riequilibrio
funzionale, non mirato alla semplice soppressione del sintomo, dimostrandosi efficace sia
nell’ambito preventivo che di mantenimento
dello stato di salute, oltre ad essere un valido
contributo e supporto nella cura di molte affezioni patologiche. L’Osteopatia condivide con
la medicina convenzionale gran parte delle conoscenze medico-biologiche, ma l’analisi funzionale osteopatica, il conseguente percorso
metodologico deduttivo e l’affermazione di un
strategia finale di trattamento, differiscono totalmente dalla diagnostica medica, avvalendosi
di metodiche valutative, linguaggio ed interpretazione proprie.
In Italia l’Osteopatia è esercitata da professionisti che hanno frequentato una Scuola di Osteopatia della durata di 6 anni, riconosciuta dal
Registro degli Osteopati d’Italia (R.O.I.).
Riesce ad offrire una risposta adeguata a molte
patologie di origine funzionale nelle varie specialità:
- Pediatria: per migliorare lo sviluppo del neonato e del bambino in casi di torcicollo miogeno, traumi da parto, otiti recidivanti, cefalee,
reflussi, coliti, sinusiti, scoliosi infantili, disturbi
dell’appoggio del piede (cavo, piatto, etc), disturbi della bocca e del palato (malocclusioni,
deglutizioni atipiche, dislalie, etc).
- Ortopedia: disturbi dell’apparato muscoloscheletrico, lombalgie, sciatalgie, discopatie ed
ernie discali, cervicalgia, torcicollo, colpo della
strega, etc.
- Odontoiatria: disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare, malocclusioni e loro influenza
sulla postura.
- Neurologia: trattamento delle cefalee, trattamento delle neuropatie da intrappolamento (nevralgie cervico-brachiali, tunnel carpale, etc).
- Otorinolaringoiatria: trattamento delle vertigini
cervicogeniche, sinusiti.
- Ginecologia: trattamento delle dismenorree e
delle amenorree, delle cicatrici post-interventi
(cesarei, isterectomie, etc), trattamento della
lombalgia in gravidanza.
- Gastroenterologia: disturbi dell’esofago, dello
stomaco e dell’intestino, senza cause organiche.
Attualmente “l’osteopatia” è praticata agli ospiti della Casa di Riposo Rizzini e può essere usufruita anche da utenti esterni al lunedì.
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A cura del dirigente scolastico Prof.ssa Franca Damico
XIII SETTIMANA NAZIONALE DELLA CULTURA
L’unica scuola della provincia di Mantova ad aderire alla
Settimana della Cultura promossa dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali fin dalla sua prima edizione è il
nostro Liceo Artistico. D’allora, con una dedizione che va
ben oltre i propri doveri, Docenti, Studenti, Collaboratori
scolastici e personale A.T.A, ogni anno si impegnano per
non mancare all’appuntamento con l’evento culturale
più famoso e atteso dell’anno. Impegno puntualmente
ripagato dalla soddisfazione di vedere Guidizzolo e il suo
Istituto far bella mostra nella più grande e visitata vetrina italiana dedicate all’arte. In quest’ultima edizione, abbiamo proposto la
“Kermesse dell’arte”, ovvero attività
artistiche autogestite dai 250 studenti, dalla Iª alla
Vª svoltasi nell’ampio cortile della
scuola che per un
giorno si è trasformato in un grande atelier a cielo
aperto, e corsi gratuiti pomeridiani di
tecniche artistiche
con apertura al
pubblico dei laboratori e della sede scolastica anche
domenica 17 aprile. Un programma pensato per coinvolgere maggiormente la cittadinanza nella vita e nelle attività di questa istituzione considerata fiore all’occhiello
della comunità, ma che in realtà pochi conoscono veramente. All’evento, realizzato grazie al sostegno e alla
collaborazione del Comune, della Biblioteca, della Pro
Loco di Guidizzolo e dell’ Associazione di ex studenti
I.S.A “Excursus”, hanno generosamente dato il loro contributo di creatività ed esperienza gli artisti: Riccardo e
Raffaele Darra, Franco Bassignani, Giuseppe Billoni ed
Edoardo Bassoli. A loro, al sindaco Graziano Pelizzaro,
all’assessore Renato Azzini, a Paola
Pasquali, Silvio Tarchini, Giovanni Magnani ed ai docenti
Castagna, Trombani,
Flisi, Salamone, Poletti, Brotto, Banni,
Fischetti, Buccelleni
e alla coordinatrice
del progetto prof.
ssa Monacelli , il
mio personale ringraziamento.
- “Architettura Mangiata”
Buffet di dolci e frutta a
forma di palazzo e giardino all’italiana realizzato
dagli studenti
- L’artista Riccardo Darra
dimostra la tecnica del
Mosaico di vetro.
- Il maestro incisore
Franco Bassignani e la
prof.ssa Sira Castagna
spiegano la tecnica
dell’Acquaforte.
- Laboratorio di Ebanisteria.
Il prof. Amedeo Buccelleni
illustra la tecnica
della Tarsia
- Installazione in legno
realizzata dagli studenti
omaggio all’Architetto e
Designer Enzo Mari.
- Alunni intenti ad eseguire
un Murales
E’ un piacere indossarlo
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Mantova per l’Europa
Concorso dal titolo: “Il Risorgimento Italiano e il coinvolgimento degli stati europei nella prospettiva
dell’unità Europea” promosso dalla Fondazione Comunità Mantovana Onlus
In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia,
molte ed autorevoli sono state le commemorazioni ufficiali in tutta la penisola ed i cittadini, in varia misura,
hanno partecipato numerosi e per la prima volta uniti
attorno ad un valore grande quale appunto la consapevolezza di aver raggiunto un obiettivo che forse fino ad
ora non era mai stato recepito in maniera consapevole
e condivisa.
La valenza simbolica delle molte celebrazioni ha voluto anche essere la rappresentazione dell’identità e
dell’unità nazionale.
Tanto più valore hanno dunque avuto le presenze di
nuovi volti che si sono affacciati per la prima volta in
modo ufficiale ad esprimere una loro opinione su questo
tema, in una congiuntura storica così importante, quale l’anniversario dell’Unità d’Italia ed hanno contribuito
con la loro voce ad affermare il valore dell’ideale che è
alla base della nostra Res Publica.
In terra mantovana la “Fondazione Comunità Mantovana Onlus”, che festeggia quest’anno il suo decimo anno
di buone pratiche, avvalendosi di un fondo patrimoniale
intitolato a Dacirio Ghidorzi Ghizzi, appassionato sostenitore della causa federalista ed europea, recentemente scomparso, ha partecipato alla causa ed ha indetto
un concorso dal titolo: “Il Risorgimento Italiano e il coinvolgimento degli stati europei nella prospettiva dell’unità Europea”, rivolto agli studenti ed alle studentesse
degli ultimi due anni degli Istituti Superiori di Mantova
e provincia.
I ragazzi si sono messi all’ opera ed hanno
contribuito con la produzione di molti elaborati che i vari istituti
hanno provveduto a
spedire ad una commissione giudicatrice
che a sua volta ha
selezionato i componimenti più meritevoli,
assegnando un premio
a 26 allievi ed allieve .
Guidizzolo ha celebrato questa premiazione
con tre studentesse: Elena Mutti (Istituto F. Gonzaga Castiglione d/St), Miriana Resconi e Giulia Sossai (Istituto Statale d’Arte Alessandro Dal Prato - Guidizzolo).
Nella giornata di Sabato 15 Maggio 2011, nella sala convegno dell’Associazione Industriali della città di Mantova, le ragazze hanno festeggiato la loro premiazione,
ricevendo dalle mani del presidente della fondazione
Stanislao Cavandoli un assegno di 500 E, alla presenza
delle famiglie, degli insegnanti e delle rappresentanze
dell’Ufficio Scolastico Provinciale e della Provincia.
E, citando la conclusione di un elaborato..”Il Risorgimento, che ha visto nelle sanguinose guerre d’Indipendenza la storia di un popolo da sempre oppresso
e diviso in tanti piccoli staterelli, ha tracciato un solco
profondo verso l’Italia unita e ha rappresentato un momento storico, che ha posto l’ideale comune al di sopra
di qualsiasi egoismo materiale, inoltre grazie allo sforzo
congiunto di martiri, eroi, statisti e gente comune, ha
portato al conseguimento di un bene unico, voluto e
condiviso, che ha trovato e trova realtà nelle cosa pubblica: la Repubblica Italiana.” (Elena Mutti), la citazione
di Carlo Cattaneo trova maggior forza e grande respiro
in quello che è la realtà dell’ oggi: ”Avremo pace vera,
quando avremo gli Stati Uniti d’Europa”!
f.t.
Da sinistra: Elena Mutti, Miriana Resconi, Giulia Sossai
Foto di gruppo con parenti, insegnanti, e studentesse premiate
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Anima e cuore
A cura di Sandra Tosi
Il tempo
Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi
piedi e un pezzo di cartone con scritto:
«Sono cieco, aiutatemi per favore».
Un pubblicitario che passava di lì si fermò e
notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza
chiedere il permesso al cieco, prese il cartone,
lo girò e vi scrisse sopra un’altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco
e notò che il suo cappello era pieno di monete
e di banconote. Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo e gli domandò se era stato lui che
aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.
Il pubblicitario rispose:
“Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto
la tua frase in un altro modo” .
Sorrise e se ne andò.
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo
di cartone vi era scritto:
”Oggi è primavera e io non posso vederla”.
Morale: cambia la tua strategia quando le cose
non vanno molto bene e vedrai che poi andrà
meglio.
Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo
lavoro non è stato fatto con professionalità, ri-
spondi che l’Arca di Noè è stata costruita da
dilettanti e il Titanic da professionisti ...
Per scoprire il valore di un anno, chiedilo ad uno
studente che è stato bocciato all’esame finale.
Per scoprire il valore di un mese, chiedilo ad
una madre che ha messo al mondo un bambino
troppo presto.
Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo
all’editore di una rivista settimanale.
Per scoprire il valore di un’ora, chiedilo agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.
Per scoprire il valore di un minuto, chiedilo a
qualcuno che ha appena perso il treno, il bus
o l’aereo.
Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo a
qualcuno che è sopravvissuto a un incidente.
Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedilo ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la
medaglia d’argento.
Il tempo non aspetta nessuno.
Raccogli ogni momento che ti rimane, perché
ha un grande valore. Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.
Anonimo
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Psicologia
a cura della Dott.ssa Giulia Stuani
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Facebook
Parliamo stavolta di Facebook. Il social network
ormai più diffuso al mondo, insieme a Twitter.
Giusto per dare due informazioni ai meno avvezzi, Facebook è un “programma” dei computer che permette, sfruttando internet, di poter
comunicare con altri computer e quindi con
altre persone; ma è stato concepito appositamente per mantenersi in contatto a livello personale: in Facebook si scrive come ci si sente,
cosa si sta pensando, si condividono le proprie
emozioni, i viaggi, le foto, le esperienze…tutto
in modo virtuale, tutto scrivendo su una tastiera, restando soli nella propria stanza.
Chiaramente i più devoti all’uso di Facebook
sono gli adolescenti, espertissimi nella navigazione, ma forse un po’ meno esperti rispetto ai
pericoli che internet può celare, a partire dalla
facilità con cui si possa presentarsi, dando una
falsa identità… ma non voglio in questa sede
essere polemica: credo nelle persone e nella
loro possibilità di usare il cervello!
Ciò su cui mi sto interrogando, invece, è il motivo per cui Facebook ha una tale dilagante diffusione, al di là della comodità e dell’economicità
dello strumento. Oggi come oggi, se non hai
Facebook, quasi non sei nessuno; se dici di non
avere un “profilo”, cioè il modo con cui accedere al servizio, vieni guardato come un alieno!
Perché?
Faccio fatica a darmi altre risposte se non che
comunicare è sempre più difficile. Instaurare relazioni umane, con un contatto vis-à-vis,
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essendo presente nella relazione anche nella
componente di carne ed ossa sta diventando
sempre più spaventoso o difficilmente assumibile. Chiudersi in una stanza con un computer, e
comunicare con altre persone per mezzo di una
macchina rende le cose un pò più semplici : ci
si può esporre fino ad un certo punto, si può far
vedere una foto di sè che possa dare la migliore
delle immagini, si possono scrivere solo le cose
che potrebbero piacere maggiormente alle
altre persone e via discorrendo. A conti fatti,
quindi, è l’ennesimo inganno; l’ennesima burla
che ci costringe in qualche modo a soggiogarci al giudizio: invece che metterci a fare i conti
con noi stessi, accettandoci per quelli che siamo, andando anche fieri della nostra umanità, e
quindi anche dei nostri difetti, ci mettiamo in un
gioco che ci trascina a far vedere un « meglio »
che magari nemmeno ci appartiene.
La domanda quindi è « quanto vera può essere
l’interazione su Facebook » ? Quanto ci possiamo fidare anche di noi stessi, se il senso critico
viene spento prima di entrare in internet ?
Il mio intento non è, sia ben chiaro, criticare
Facebook, lo reputo una buona opportunità di
scambio, ma, come sempre, credo sia molto
più utile utilizzarla con senso critico, ponendosi
ad essa con la consapevolezza che la vita è altro, che le relazioni sono altre e che la bellezza
dell’incontro con l’altro non può essere banalmente racchiuso in una scatola con i tasti.
Giulia Stuani
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Zuppa di pesce
napoletana
a cura di Donatella Lusenti
Ingredienti
1 Kg di pesce per zuppa,
500 gr di scorfano,
500 gr di vongole,
500 gr di cozze,
500 gr di calamari e gamberi,
500 gr. di polipetti,
1 Kg di pelati,
500 gr di pomodorini freschi,
1 bicchiere di vino bianco secco,
peperoncino, prezzemolo,
3 spicchi d’aglio, olio, sale, pepe, crostini di pane
Preparazione
Pulite tutto il pesce, fate aprire cozze e vongole
in un recipiente coperto, dopodiché filtrate la loro
acqua e mettetela da parte. Dopo aver fatto soffriggere l’aglio con il peperoncino aggiungere i
pomodorini, vino bianco, sale e pepe.
Dopo dieci minuti aggiungete l’acqua dei frutti di
mare e continuare a cuocere, quindi aggiungete i
calamari a rondelle, i gamberi sgusciati, i polipetti
a pezzetti e tutto il resto del pesce, cospargete di
prezzemolo tritato, coprite e fate cuocere.
Quando il pesce sarà cotto bisogna aggiungere i
frutti di mare con il loro guscio, mettete altro prezzemolo e spegnete: servite la zuppa su crostini.
Vino cosigliato
Falanghina di Benevento,
La ricetta che proponiamo in questo numero farà contenti gli amanti del pesce e soprattutto quando ci si ritrova numerosi attorno al tavolo nelle occasioni ormai sempre più rare dei grandi raduni di famiglia. I titolari del
Ristorante Pizzeria La Conchiglia Annalisa e Ciro, da oltre sei anni, propongono oltre alla tradizionale pizza,
la cucina mediterranea curata dal cuoco Aniello di Dato, questo con competenza e passione sa trasformare
materie prime in scquisite specialità.
LA CONCHIGLIA
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La riproduzione e il sesso
Pensieri in libertà, di Elodio Perani
All’origine della storia evolutiva degli organismi, la riproduzione era un’attività essenzialmente solitaria: ogni individuo si riproduceva
da solo.
Il meccanismo consisteva nella scissione binaria cioè nella semplice divisione di una cellula
e del suo patrimonio genetico.
Eccezionalmente, per contiguità di due cellule,
avveniva uno scambio di materiale genetico
realizzando una riproduzione per coniugazione.
Successivamente comparvero i gameti ovvero
cellule identiche per forma e funzione, specializzate nel veicolare l’informazione genetica e
fonderla con quella di un’altra cellula.
Gli individui che partecipavano a queste modalità però non avevano né differenze sessuali né
percezione di sesso.
I generi sessuali nacquero quando i gameti
iniziarono a differenziarsi, alcuni crescendo in
dimensione e formando una cellula uovo, altri riducendosi sempre più dando origine agli
spermatozoi.
Nella specie umana la determinazione del sesso è genetica ma le attitudini proprie di ciascun
sesso sono influenzate da una modalità di sviluppo.
Qui entrerebbe in campo l’intricato problema
delle mutazioni transessuali che tralascierò per
addentrarmici se ci sarà un’eventuale occasione.
Nel regno animale, per i coccodrilli e le tartarughe, la determinazione del sesso dipende dalla
temperatura di incubazione delle uova mentre in alcuni pesci dipende dalle dimensioni e
dall’età per cui segue l’evoluzione di crescita
e di vita.
In specie di invertebrati acquatici esistono
femmine che possono riprodurre, però esclusivamente femmine, in assenza di maschi; questa
modalità è chiamata partenogenesi.
Negli afidi coesistono due strategie riprodutti-
ve, sessuata e asessuata: a seguito dell’accoppiamento col maschio la femmina depone uova
resistenti che superano l’inverno; durante la
bella stagione invece vengono partoriti i piccoli
senza accoppiamento.
Nel nostro mondo umano l’ipotalamo anteriore
del cervello presenta un’area che partecipa
alla regolazione del comportamento sessuale
le cui dimensioni risultano più del doppio nel
maschio rispetto alla femmina e al maschio
omosessuale.
In virtù di questa diversità, recenti studi hanno
messo in luce una sorprendente caratteristica
sessuale, innata nelle donne, che avrebbe la
capacità di scegliere il partner geneticamente
migliore, utilizzando solo il senso dell’olfatto.
Ad alcuni ragazzi sono state fatte indossare,
per due notti consecutive, le stesse magliette e
ad un gruppo di ragazze è stato chiesto di esprimere una preferenza secondo il loro odore senza sapere da chi erano state indossate.
Gli stessi ricercatori hanno scoperto che ognuna preferiva quella di quel ragazzo che aveva i
geni sessuali maggiormente diversi dai propri.
Siccome i geni sono legati alla risposta immunitaria, la scelta essenzialmente istintiva del partner appare coerente con la pur inconsapevole
futura finalità di fornire alla eventuale prole la
maggior risposta immunitaria anche per molte
malattie.
Dopo questa dissertazione scientifica mi sia
concessa una conclusione ilare: noi ragazzi del
secolo scorso non abbiamo proprio capito nulla perché, quando avvicinavamo una ragazza,
cercavamo di non portare l’odore del nostro
sudore lavandoci bene con la saponetta più
profumata!!!
Elodio Perani
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GLI SHERPA
O.N.L.U.S.
Associazione di volontariato per l’assistenza domiciliare
ai malati oncologici in fase critica e cure palliative. L’Associazione di volontariato “Gli Sherpa”
o.n.l.u.s., nata a Curtatone nel 2002 dall’idea
di 9 soci fondatori, offre gratuitamente l’assistenza domiciliare completa e cure palliative al malato oncologico in fase critica e
fornisce il supporto diretto alle famiglie, per
consentire al paziente di vivere l’ultimo tratto
della vita vicino ai propri affetti e nel proprio
ambiente domestico.
I valori cui si ispira sono quelli di salvaguardare il senso e la dignità della vita anche nel
periodo finale dell’esistenza, nell’ottica di
una medicina più umana, capace di accompagnare il malato e la sua famiglia in quel
tratto finale in cui non si persegue la guarigione, ma la qualità della vita, integrando
le competenze tecniche, specifiche per il
malato oncologico in fase critica, con quelle
relazionali.
zato ai bisogni del paziente e del suo nucleo
familiare: intervenire sui sintomi, alleviare il
dolore del malato, ascoltarne e condividerne
il percorso di sofferenza, affiancare la famiglia e darle sostegno.
Gli Sherpa operano sulla base di un piano
terapeutico concordato con il Medico di Medicina Generale, unico referente e gestore
dell’assistenza sanitaria del cittadino: è lui
che attiva l’équipe Sherpa e si avvale della
sua collaborazione.
PRENDERSI CURA DEGLI ALTRI OGGI
Come attivare l’intervento
- L’attivazione avviene tramite primo contatto
telefonico ai n. 0376 478116 - 3339173200.
- Gli interventi socio-sanitari dei vari operatori sono programmati secondo le necessità.
Il medico e l’infermiere intervengono all’ocAttualmente conta 55 volontari. Il Presidente correnza a domicilio anche di notte e nei
giorni prefestivi e festivi.
è Giannino Pirondini.
Dal 2003 al 2010 ha assistito 361 pazienti, nel - La reperibilità telefonica, del medico e
dell’infermiere, è garantita 24 ore su 24, comprimo trimestre 2011 già 25 pazienti.
prese le notti e i giorni prefestivi e festivi.
Si impegna a rispondere in modo personaliz-
L’Associazione ha sede legale e operativa a S. Silvestro di Curtatone (Mantova)
via Martiri di Belfiore, 1 Tel. e Fax 0376 478116 - 3339173200
e-mail: [email protected] - sito: www.glisherpa.org
- sede operativa di Bozzolo: via Matteotti, 7 - tel. 0376 91109
- sede operativa di Castiglione delle Stiviere: via Ordanino, 11 - tel. 0376 639859
DONA IL 5 PER MILLE AGLI SHERPA o.n.l.u.s. - C. F. 93040040201
Grafica: RObERTO bALDASSARI — Stampa: TIPOGRAFIA COMMERCIALE
26
Via Guido Rossa, 2 - 46040 Guidizzolo (MN) Tel. 0376 840932 Fax: 0376 847238 www.petrolpolimeri.it - e-mail: [email protected]
Angelo e Cesare Brazzabeni
arte &
dintorni
Nella livida petraia del
Carso, tra gli orridi massi infranti dalla pioggia di
ferro e di fuoco, dove, o
Angelo, sublimasti la giovane esistenza? Impavido
conducevi all’assalto il tuo
plotone, quando fosti colpito in pieno da una granata. Poco tempo mancava
alla festa di Pentecoste, ti
rapì certo lo Spirito Santo
consolatore.
Alla tua casa, non ancora
risollevata dal lutto per la
Mamma, morta il 5 gennaio I9I6, eri nunzio tu di perfetta letizia.
Avresti colmato il vuoto
con la tua fidanzata Nella Madella, al padre fatto
dono di novella stirpe, prolungata l’esistenza.
Eri bello, e compiuti gli
studi di legge, promettente avvenire ti si schiudeva
innanzi, candidato notaio e
archivista .
Nello stesso 1917 crudele destino avrebbe infierito sulla casa del dottor
Giuseppe Brazzabeni con
la morte dell’altro figlio.
Cesare appassionato allo
studio delle lingue, studiò a Padova alla Scuola
internazionale Solitro e
giovanissimo intraprese
la carriera commerciale e
viaggiò per l’Europa.
A Guidizzolo il 27 aprile
1912 Coffani Martina saldava a Cesare lire 55 per
l’acquisto di dodici coltelli
da dessert con manico in
argento. La ditta venditrice era la Mayer e Fuchs,
bigiotteria e argenteria,
di Francoforte sul Meno.
Ma la brillante carriera si sarebbe interrotta.
All’inizio della guerra Cesare partì volontario, caporale d’Artiglieria alle
batterie d’assedio sulla
fronte Giulia. Il 24 ottobre
1917, a cinque mesi dalla
morte di Angelo, cadeva
anch’egli vittima dello
scoppio di una granata.
Pure Cesare era fidanzato, con Speranza Madella, sorella di Nella. Due
fratelli, due sorelle.
Resi gli estremi tributi
alla memoria del fratello,
lenito il dolore atroce al
padre, partivi, o Cesare, stoicamente sereno
per il fronte là dove ti
chiamava il dovere. Ma
l’olocausto doveva essare completo e ricongiungerti al fratello.
Ed ora, simili ai Dioscuri
della leggenda, vivete,
fratelli, nell’immortalità
della gloria, della memoria, se non nella pace
della tomba.
Franco Mondadori
la nostra storia
Caduti sul fronte di guerra nel 1817
Franco Mondadori
(ha collaborato
il dr. Valerio Galvani)
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La morte della Pizia
In meno di settanta pagine Friedrich Durrenmatt
dissacra e riadatta nel nostro tempo in modo
graffiante una delle storie greche più conosciute: Edipo. Tradizionalmente, figlio destinato a
uccidere il proprio padre Laio, re di Tebe, ed a
sposare, o meglio giacere, con la propria madre
Giocasta, Edipo viene esposto, trovato da un contadino di Corinto e portato ai sovrani della città.
Cresciuto come futuro re di Corinto, per un brutto scherzo del destino, gli viene detto che coloro
che l’hanno allevato non sono i suoi genitori, ma
interrogati essi confermano la loro autorità. Non
completamente soddisfatto dalle risposte parte
per Delfi augurandosi che la famosa Pizia possa
sciogliere i suoi dubbi.
Il libretto parte proprio da qui. La Pizia Pannychis
XI stava per concludere il proprio orario di lavoro
quando Edipo le si presentò. Invece di chiudere
il tempio, come progettava di fare, decise di profetare qualcosa di assolutamente assurdo: il ragazzo avrebbe ucciso il proprio padre e giaciuto
con la propria madre. Sentendo questo oracolo,
Edipo decise di non tornare a Corinto. Prese la
strada che l’avrebbe portato a Tebe. Durante il
tragitto uccise Laio e il suo accompagnatore e,
risolto l’indovinello della Sfinge, sposò Giocasta.
Dopo qualche tempo il vate Tiresia chiese, pagando ovviamente, un oracolo per un suo cliente: Creonte, fratello di Giocasta. Il responso,
scritto dallo stesso Tiresia, chiedeva di vendicare la morte di Laio, altrimenti la peste avrebbe
continuato a imperversare a Tebe.
Pannychis XI, leggendo i precedenti responsi,
comprese come vi fosse una macchinazione
tutt’altro che felice.
In quei giorni la forza di Pannychis XI venne
meno e la Pizia, sul suo trono circondato di vapori, sapeva d’essere in punto di morte. Ormai in
fin di vita, le si presentarono numerose ombre e
tutte con un tassello della storia di Edipo. Tante
verità, tutte vere e tutte false, nessuna che risolvesse davvero l’enigma che avvolgeva l’intera
faccenda. Tiresia, finto cieco, arrogante regista
di una trama sfuggitagli dalle mani, neppure lui
era soddisfatto della piega presa dagli eventi ed
in fondo, alla fine della storia, appare quasi un
vecchio simpatico pur essendo stato un burattinaio bugiardo senza scrupoli.
La Sfinge, vista non come una leonessa con la testa di donna, ma come una bellissima donna con
una passione per gli enigmi e l’addestramento di
feroci leonesse, ci racconta una storia diversa.
Lei, sacerdotessa votata al dio Hermes (Ermete)
e per questo con l’obbligo di votarsi alla castità,
violentata per volontà paterna (vi lascio scoprire
da soli chi sia il padre nel libro), mette al mondo un bambino che chiama Edipo. Nello stesso
periodo anche Giocasta partorisce un bambino
chiamato Edipo, che viene portato da Laio alla
Sfinge perché se ne liberi dandolo in pasto alle
fiere insieme al figlio stesso della Sfinge. Ma
solo un bambino viene dato in pasto alle belve.
L’altro, il figlio della Sfinge, viene portato a Corinto da un fidato pastore e allevato dai regnanti
della città. Una volta cresciuto, Edipo, in viaggio
verso Tebe, uccide il padre, l’accompagnatore di
Laio, il violentatore della bella Sfinge, e giunge
presso di lei. Dopo aver risolto l’enigma giacciono insieme. E così si compie il destino di Edipo.
Ma in realtà quale bambino è Edipo? Il figlio di
Giocasta dato in pasto alle leonesse? Quello della bella Sfinge? Oppure potrebbe essere il figlio
del pastore che voleva un destino e un benessere per il proprio bambino che lui non avrebbe
potuto offrirgli? O ancora, si trattava davvero del
figlio del re e della regina di Corinto?
Ecco come gli interessi di pochi vanno a influire su moltissime persone. L’avidità per il denaro
guida le azioni di Tiresia e del Tempio di Delfi e
rovina la vita di famiglie intere.
Una graffiante satira sempre attuale che provoca in parte sdegno per tali comportamenti umani
ed in parte risa, perché il modo di presentare l’intera faccenda è talmente assurdo e intricato che
non si può far a meno di scuotere la testa divertiti. Chi possiede passione per l’antica Grecia sicuramente apprezzerà questo originale libretto.
Auguro a tutti una buona lettura e…buon enigma!
Marta Leali
P.S.: la traduzione così esilarante è di Renata Colorni.
12 7 ore
Un giorno di primavera mi trovavo al castello
di Juval, sopra l’abitato di Naturno, in compagnia di amici. Il castello, di proprietà dell’alpinista Reinhold Messner, è oggi adibito a museo:
numerose sono le opere d’arte provenienti dai
suoi viaggi in giro per il mondo e soprattutto dal
Tibet. Castel Juval è arroccato su un’altura, a
circa 900 metri di altitudine, tra la val Venosta e
l’imbocco della Val Senales. Me ne stavo seduto su una roccia, circondato dal verde acceso
degli alpeggi e dalla quiete più assoluta, e riflettevo su una frase di Messner che avevo letto da
qualche parte, lungo il percorso di visita:
“Ho sempre voluto sapere quanto di freddo e
di caldo, di speranza e di paura, di debolezza e
di forza, di altezze e di profondità l’uomo possa
sopportare. Volevo sperimentare la frontiera, il
limite dello sfinimento; almeno intuire l’essere
consumato, svuotato, sbriciolato”.
E riflettendo, la mia mente è subito corsa ad un
film che avevo visto di recente al cinema: “127
Ore”.
La vicenda narrata è realmente accaduta. Il
protagonista, Aron Ralston, un giovane americano amante dello sport e della libertà, decide
di avventurarsi da solo nel Blue John canyon
dello Utah. E così un giorno parte da casa, senza però avvertire nessuno e, per di più, senza
portare con sè il cellulare. Davanti a lui si apre il
maestoso paesaggio del canyon fatto di rocce,
talora frastagliate, talora levigate, di fessure
infinite, di torrenti tumultuosi che scorrono sotterranei e all’improvviso riemergono in superficie e soprattutto di infiniti spazi assolati. L’inizio
del film è molto frenetico e mostra le evoluzioni
del giovane Aron che rotola, si arrampica, scivola e corre. E’ un atleta preparato ma talvolta
non basta prevedere ciò che può accadere.
Aron mette male un piede e precipita in un
crepaccio. E, come se non bastasse, si ritrova
con un braccio bloccato sotto un enorme masso. La mano con il passare delle ore inizia ad
andare in cancrena. Il giovane prova con ogni
mezzo a liberarsi ma non ci riesce. Dall’azione
si passa all’impossibilità di movimento. Ma il re-
gista, Danny Boyle, è abilissimo nel tenere alta
la tensione, utilizzando artifizi cinematografici
geniali. Lo spettatore, nel frattempo, si stringe
attorno a questo ragazzo, costretto a sopravvivere per 5 giorni (127 ore) in condizioni fisiche e psicologiche estreme. E’ lo stesso Aron
a dare una spiegazione chiara e lucida di come
destino e casualità siano,
in realtà, due facce della
stessa medaglia.
“Adesso ho tutto chiaro:
sono io, l’ho scelto io.
Questa roccia è stata qui
ad aspettarmi per tutta la
vita, per tutta la sua esistenza. Da quando era
solo un meteorite, un milione, un miliardo di anni
fà, lassù nello spazio, ha
apettato di venire qui,
proprio qui. Per tutta la
vita sono andato verso di
lei. Da quando sono nato,
ogni mio respiro, ogni mia
azione mi ha guidato fin
dentro questa crepa, sulla superficie della terra”.
Quando penso alla devastazione provocata da
una frana, da una valanga, da una alluvione, da
un terremoto o da uno
tsunami mi rendo conto di
quanto, noi esseri umani,
siamo deboli e precari.
Alcuni uomini pensano
stupidamente di detenere il potere e non si rendono conto che possono venir spazzati via in un
attimo. Nemmeno l’uomo più potente della terra
può veramente dominare la natura. E questo mi
fa star bene.
Sedetevi su una roccia, sopra la Val Senales, e
guardate giù a valle: sicuramente sarete diversi, migliori.
Luca Piazza
cinema
arte &
dintorni
Luca Piazza
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29
ar te
arte &
dintorni
Ritratti & Non
Si è appena conclusa a Castiglione delle Stiviere, nella “sala don Rinaldo Dalboni”
in piazza S.Luigi la mostra figurativa “RITRATTI & NON” dedicata alle opere di Donatella Lusenti e Alida Fertonani, ex allieve del nostro Istituto d’Arte.
Più che una collettiva, due personali in una,
dedicate a due artiste dell’Alto Mantovano,
amiche dai tempi della scuola. Due vite dai percorsi diversi, artistici e lavorativi, che ora si rincontrano attraverso le opere prodotte, raccontandosi reciprocamente gli eventi, i sogni e le
riflessioni di un trentennio che hanno mosso le
loro mani nel tracciare i segni e nello scegliere
i soggetti delle loro opere.
quali ognuno può aggiungere o ipotizzare i colori propri o altrui.
Più varia e non meno interessante la produzione
proposta dalla castiglionese Lusenti, caratterizzata dalla molteplicità di tecniche e soggetti,
dove il ritratto si alterna alla natura morta e al
paesaggio, tra segni di china, tempera, pastello e acquerello, fino ad arrivare all’iconografia
sacra, recente passione dell’artista.
Ora fotografando la realtà, ora immaginandola,
le decine di figure sulle superfici confinate dei
quadri, fissano momenti vissuti in luoghi e tempi dissimili, dove le quotidiane serenità e fantasmi si intrecciano senza un preciso ordine,
come capita nell’esistenza di ognuno.
La mostra “RITRATTI & NON” costituisce per
gli “addetti ai lavori” l’occasione di seguire
il percorso evolutivo di artiste note e per gli
“spettatori” il piacere di osservare e ricordare
momenti vissuti, fissati nel tempo da occhi diversi, scoprendone le affinità e la comunanza
quotidiane.
Ligabo
Molto differenti anche
gli stili. La Fertonani gioca soprattutto sul tratto
rapido ed essenziale di
forme appena accennate e racchiuse da un segno graffiato che rompe
il velo del carbone steso
sul foglio bianco e riesuma il primigenio candore, in una nemesi del
passato che si celebra
nel ricordo o si modifica
in esso. Immagini di ombre al negativo, lasciate
da umani bestiari, nelle
Riccardo,
matita bianca su cartoncino nero
cm 30x40 di Alida Fertonani
Cristo pantocratore
tempera su tavola cm 30x40
di Donatella Lusenti
30
San Arcangelo Tadini
Arcangelo Tadini nacque a Verolanuova (BS)
il 12 ottobre 1846, ultimo di undici fratelli. Suo
padre all’epoca delle guerre per l’indipendenza aveva aderito alle nuove idee patriottiche; la
madre nel ‘48 era divenuta infermiera dei feriti,
ospitati nella chiesa di Verolanuova. Un contesto familiare che lo pose subito in relazione con
le questioni d’attualità e con i loro strascichi
a livello sociale. Non è un caso, allora, se don
Tadini diverrà il “prete sociale”, promotore di
opere socio-assistenziali notevoli, come la società di mutuo soccorso, la filanda e la congregazione delle Suore Operaie.
Nel 1864 entrò nel seminario di Brescia e nel
1870 venne ordinato sacerdote. Giusto per
avere il polso della situazione, ricordiamo che,
nello stesso anno, l’artiglieria dell’esercito italiano, guidata dal generale Cadorna, entrava a
Roma, aprendo una breccia nelle mura della
città, accanto a Porta Pia.
Nel 1885 don Tadini iniziò il suo servizio a Botticino Sera (BS) e due anni dopo fu nominato
parroco. Rimarrà a Botticino fino al 1912, anno
della sua morte. Subito si distinse per la sua
predicazione ferma, severa, ma anche capace
di commuovere e affascinare gli ascoltatori.
Ristrutturò la chiesa, restaurò l’organo, diede
inizio alla Schola Cantorum, alla banda musicale, a varie Confraternite e al Terz’Ordine
Francescano. Inaugurò la tradizione delle feste
parrocchiali in varie occasioni durante l’anno.
L’obiettivo di queste iniziative era quello di portare novità e fermento all’interno della comunità, perché i parrocchiani potessero restarvi
con piacere e non emigrare.
Tadini si dedicò anche ad opere assistenziali.
La sua attenzione era rivolta alla povertà del
difficile periodo della prima industrializzazione: egli avvertiva che la Chiesa, ancora troppo
latitante, era chiamata in causa da chi soffriva
nelle fabbriche, nelle filande, nelle campagne.
Con questa sua sensibilità dimostrò di essere
perfettamente dentro il suo tempo. Sono gli anni
della Rerum Novarum (1891), la risposta che la
Chiesa seppe dare, per mano di Leone XIII, a una
situazione sociale ed economica che in tutto il
mondo occidentale aveva assunto aspetti nuovi e drammatici. L’enciclica fu come un’esortazione che Tadini già attendeva per dedicarsi al suo “apostolato sociale”. Per i lavoratori
diede vita all’Associazione Operaia di Mutuo
Soccorso e, per impedire che le giovani uscissero dal paese in cerca di lavoro, costruì una
nuova filanda. Nel 1900 don Arcangelo fondò
la Congregazione delle Suore Operaie della
S. Casa di Nazareth:
donne consacrate, ma
“operaie con le operaie” che educavano le
giovani lavoratrici non
salendo in cattedra,
ma lavorando gomito
a gomito con loro; non
tenendo grandi discorsi, ma dando l’esempio
di guadagnarsi il pane
con dignità e con il
sudore della propria
fronte. Uno scandalo
per quel tempo in cui
si pensava alle fabbriche come luoghi pericolosi e immorali. Per
questa sua intraprendenza Tadini ottenne,
inutile dirlo, calunnie
e incomprensioni. Egli
in realtà aveva intuito che questa era la
strada per accostarsi
al mondo del lavoro, visto come un mondo da
incontrare più che da
contrastare.
Don Arcangelo morì
nel 1912, a 66 anni, dopo una vita di gravi sofferenze fisiche. I parrocchiani di Botticino intuirono la santità del loro parroco: ben presto si
parlò di lui come di un prete santo, eccezionale
e, nello stesso tempo, “uno di noi”. Proclamato
beato nel 1999, Arcangelo Tadini venne poi canonizzato il 26 aprile 2009.
La grande eredità di Tadini è oggi anche nel
nostro territorio di Guidizzolo, arricchito proprio
dalla presenza delle Suore Operaie.
Il santo sacerdote lasciò inoltre una traccia a
Medole, dove si recò, in data imprecisata, per
commemorare il medico medolese Bonaventura Francesco Zanucchi (1686-1758). Questo
“benefattore dell’umanità” – citando dal discorso del Tadini pronunciato in quell’occasione – “[aveva] lega[to] il frutto di 40.000 lire da
erogarsi per la metà di un secolo a beneficio
dei poveri”.
Il bene affascinato dal bene.
Francesca Pesci
arte &
dintorni
Roma Aprile 2009
La foto di S. Tadini
esposta a San Pietro
nel giorno della
solenne elevazione
agli altari
Francesca Pesci
31
arte &
dintorni
Uno spazio per la vita
L’arte del passato, fattore di arricchimento e di crescita: le strutture complementari e le multiformi iniziative del Museo diocesano Francesco Gonzaga
É diffusa (e talora non senza fondamento) l’opinione che i musei altro non siano se non inerti
rassegne di un passato ormai sepolto, spazi per
pochi specialisti o per occasionali perditempo.
Nella convinzione che non debba essere così,
il Museo diocesano di Mantova si è dotato di
strutture complementari e mette in atto molteplici iniziative, finalizzate a una conoscenza
più profonda dell’arte, e non solo di quella che
espone. Mantova si va definendo sempre meglio come una città a vocazione turistica, con le
implicanze culturali ed economiche che il fatto
comporta: e questo museo può contribuire non
poco a dargli corpo. Inoltre la conoscenza del
passato - in particolare, delle sue realizzazioni
migliori - consente di non smarrirsi nella pluralità del presente e di costruire un futuro consapevolmente orientato. La bellezza salverà il
mondo, è stato detto; ma perché ciò avvenga
occorre conoscerla, anche nelle forme che ha
assunto con l’arte.
Le mostre temporanee
Accanto a quelle che accolgono l’esposizione
permanente delle sue opere, il Museo ha predisposto una sala dove si succedono di conti-
Sala delle mostre
temporanee in occasione
del prestito dal Museo
del Louvre del dipinto
“Cena in Emmaus” di
Tiziano
di Caldognetto Angela
orario continuato 8.00 - 18.00
è gradito l’appuntamento cell. 347 4125083
32
via Vittorio Veneto, 50 - 46040 Guidizzolo MN
nuo esposizioni temporanee, attraverso le quali
si spazia nel vasto campo dell’arte del passato
e del presente. Quanto al presente, sono esposizioni di affermati artisti viventi, mantovani e
non, ma anche di giovani promettenti, come i
migliori di un concorso di successo, bandito
tra gli studenti degli Istituti d’Arte mantovani
(quello di città e quello di Guidizzolo). Quanto
al passato, sono rassegne di opere del Museo
abitualmente non esposte (è il caso dei libri antichi, documenti rari dell’arte tipografica) o provenienti da altri musei, italiani e stranieri, e da
collezioni private: per esemplificare tra le più
recenti, quella di due dipinti prestati dal Louvre
(la prestigiosa Cena in Emmaus di Tiziano e la
Risurrezione di Giovanni Baglione) e quella sorprendente - la prima in Italia - sull’arte sacra
del Futurismo.
Il Museo diocesano inoltre collabora con altri
musei e istituzioni culturali, sia prestando loro
proprie opere, sia promuovendo iniziative comuni. Di recente, ad esempio, ha collaborato
con l’Assessorato alla cultura della Provincia,
promotore di una mostra su Matilde di Canossa, allestendo nelle proprie sale la sezione
dedicata a Sant’Anselmo, che della “Grancon-
Una sala per i ciechi
Particolare attenzione il Museo dedica ai visitatori che altrove trovano difficoltà di accesso
e di fruizione delle opere. Allo scopo ha provveduto a rendere la propria sede accessibile ai
disabili fisici, ed è orgoglioso di avere allestito,
unico tra i musei italiani, una sala apposita per
non vedenti e ipovedenti. Qui essi trovano sia
opere di scultura, sia riproduzioni a rilievo di
opere pittoriche esposte nelle altre sale, ciascuna accompagnata da un testo illustrativo
scritto in caratteri braille e da una audioguida.
La sala, denominata “delle riproduzioni tattili”,
è aperta a tutti i visitatori, perché consente a
chi vede di recepire l’arte in modo nuovo e più
profondo, valorizzando anche il tatto e l’udito.
arte &
dintorni
Per approfondire
Diverse strutture e varie iniziative sono poi destinate a quei visitatori che desiderano approfondire le loro conoscenze dell’arte, e non solo
quella accolta nel Museo.
Per gli alunni delle scuole primarie e secondarie è disponibile un laboratorio didattico, dove
essi possono elaborare temi specifici proposti
dagli operatori del Museo o dai loro insegnanti.
Gli studiosi trovano, nella biblioteca specialistica e nell’archivio, a richiesta accessibili entrambi, copiose fonti per le loro ricerche. Oltre
che della ricca e bella biblioteca, il Museo si
è dotato di una sala, attrezzata anche per videotrasmissioni, dove si tengono conferenze
e convegni. Benché le singole opere e le varie sale siano corredate di testi didascalici,
chi desidera chiarimenti e ulteriori spiegazioni
sull’ordinamento generale e sulle singole opere esposte può richiedere di essere accompagnato nella visita da operatori qualificati, e altri
sussidi trova nei libri e nelle immagini in vendita
all’ingresso.
Da segnalare inoltre le visite guidate che il
Museo organizza periodicamente su temi particolari. Ne è esempio la serie intitolata “Le
parole dipinte”, in cui delle opere prese in considerazione si danno approfondimenti storici
ed estetici, accompagnati dalle suggestioni di
pagine letterarie in vario modo ad esse accostabili. Altro esempio, la serie intitolata “Il museo diffuso”; da una o due opere del Museo si
parte per vederne, in città o in provincia, altre
collegate: sono itinerari che, oltre ad offrire ai
partecipanti autentiche scoperte, dimostrano
come il Museo non sia avulso dal vasto ambito
dell’arte mantovana, ma anzi ne costituisca uno
specchio e una sintesi.
Roberto Brunelli
letteratura
tessa” fu consigliere, mentre in accordo con il
Centro di Palazzo Te ha costituito una delle tre
sedi della mostra sugli arazzi gonzagheschi.
Particolare di una
riproduzione esposta
nella SALA PER NON
VEDENTI.
Copia da Guido Reni,
Martirio di Santa
Apollonia, 1620.
Il Museo diocesano Francesco Gonzaga ha sede in piazza Virgiliana 55, ed è aperto tutti i
giorni dal mercoledì alla domenica, ore 9.30-12 e 15-17.30; per gruppi prenotati la visita è
possibile anche in altri giorni e altri orari. Dispone di un sito internet (www.museodiocesanomantova.it) ed è raggiungibile tramite posta elettronica, all’indirizzo museofgonzaga@
alice.it, o per telefono e fax, al numero 0376 320602.
. Adempimenti legislativi per la Sicurezza Aziendale
D.Lgs. 81/2008
. Redazione del Documento di Valutazione del Rischio
. Valutazione rischio rumore e vibrazioni
. Pratiche antincendio e Piani di Emergenza
. Corsi di informazione e formazione
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33
recensione
arte &
dintorni
Le poesie di Isabella Berni
È con piacere che pubblichiamo questa “sentita” poesia di Isabella Berni che da molti anni ci legge ed è legata al nostro paese attraverso il ricordo del Prof. Alessandro Dal Prato e del nostro Istituto d’Arte che frequentava per corsi di aggiornamento.
Quando lavori per tanto tempo in una scuola, giorno dopo
giorno a contatto con la materia umana varia e molteplice,
non puoi che uscirne arricchito di ogni migliore sentimento. È quello che deve essere successo anche a Isabella
Berni, insegnante elementare in pensione che ha raccolto in un libro le sue riflessioni, le sue considerazioni, i
suoi ricordi di un’intera vita. Leggendolo si possono infatti
cogliere le tante sfaccettature di una persona dall’animo
nobile e sensibile che ha saputo dare voce a tutte le emozioni, anche a quelle più difficili da descrivere.
n.v.
Malessere
Sensazione strana
fatica, affanno,
palpitazioni:
cosa sarà?
Mi siedo
riposo:
passerà?
Non sono più io!
Mi affido a Dio!
Montaggio
assistenza e
vendita cicli
34
Sono in ospedale.
Dalla finestra
vedo solamente
un albero verde
e il cielo azzurro:
ciò che è terreno
e quel che mi fa
pensare al divino.
Antitesi:
sotto-sopra
materia-spirito.
Signore, lasciami qui!
Amo tanto la vita.
È vero, io sono spirito,
ma in questo momento
mi sento più che mai
materia!
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Games area
a cura di Davide Truzzi
I lettori possono suggerire argomenti che siano di interesse generale
Arkham Horror
Per questo numero ho deciso di sfruttare in modo diverso la rubrica Games Area proponendovi una recensione diversa dal solito. Ho deciso infatti di proporvi la
recensione di un entusiasmante gioco da tavolo.
Tutto è iniziato un plumbeo giovedì pomeriggio, la nostra missione era quella di recuperare un preziosissimo e mitico oggetto, una sorta di remoto e millenario
gioco in scatola. Le nuvole grigie in cielo sembravano
delineare qualche ancestrale e inquietante segnale
e il vento era freddo e tagliente come la lama di un
rasoio.
Avvicinandomi alla nostra amatissima fumetteria cominciai a sentire un antico richiamo, un richiamo a cui
nemmeno uno scrittore come H.P Lovecraft, ideatore
del mitico ciclo di Chtulu, avrebbe potuto resistere.
Entrato con un caro amico di viaggio a guardarmi le
spalle, trovai 2 loschi e misteriosi figuri, erano i padroni del maniero.. ehm volevo dire della fumetteria, che
tutto ad un tratto…
Bene, dopo questo prologo straordinariamente avvincente passiamo a parlare di un grandissimo e coinvolgente gioco in scatola: Arkham Horror, edito dalla
casa di produzione Fantasy Flight che da sempre si
contraddistingue per la qualità dei materiali e per l’attenzione smodata per ogni singolo dettaglio.
Il gioco, contenuto in una tanto voluminosa quanto
pesante scatola, una volta aperta si presenta a noi in
tutta la sua magnificenza: un grande tabellone raffigurante la città di Arkham ed i mondi esterni ed alieni ad essa collegati, segnalini, dadi, pedine, carte di
svariato tipo funzionali allo svolgimento del gioco e
tanto altro ancora. Per sapere il contenuto in dettaglio
di Arkham Horror vi rimando alla fine di questa breve
recensione, dove ho stilato un piccolo box con tutte le
informazioni del caso.
Ma un gioco di qualità deve sempre essere sorretto
da una solida e divertente struttura di gioco. In questo
Arkham Horror non perde un colpo, grazie ad un coriaceo svolgimento diviso in 4 turni nei quali i giocatori
(da 1 a 8) dovranno cooperare investigando e sfrut-
tando le loro doti e la loro sanita fisica e mentale, affrontando le temibili creature che portali dimensionali
aperti in tutta la città (principali minacce del gioco)
scaglieranno contro di loro.
Lo scopo del gioco è semplice: sopravvivere ad ondate di temibili creature per poi chiudere e sigillare ogni
portale aperto e impedire così il risveglio di uno fra
i Grandi Antichi che il gioco ci mette a disposizione,
e cioè una fra le grandi e terribili creature partorite
dallo scrittore H.P Lovecraft, dalle cui opere Arkham
Horror prende ampiamente spunto.
In conclusione, Arkham Horror è un gioco da tavolo
eccezionale, maniacalmente curato e rifinito, perfetto
da giocare in qualche serata piovosa in compagnia
degli amici. Unico aspetto negativo è rappresentato
forse dalla durata di una singola partita, variabile tra
le 2 e le 4 ore.
Contenuto: manuale di 24 pagine, tabellone di taglia
grande rappresentante la città di Arkham e le locazioni oltre le porte spazio-temporali, 1 segnalino “primo
giocatore”, 5 dadi da 6, 16 schede Investigatore (per
altrettanti personaggi), 16 segnalini Investigatore, 16
sostegni in plastica per i segnalini Investigatore, 196
segnalini di stato per gli investigatori, 56 segnalini
“dollari”, 34 segnalini Sanity (10 da tre e 24 da uno), 34
segnalini Stamina (10 da tre e 24 da uno), 48 segnalini
Indizio (Clue), 24 segnalini Abilità (skill), 189 carte Investigatore di taglia normale, 44 carte Oggetti Comuni
di taglia ridotta, 39 carte Oggetti Unici di taglia ridotta,
40 carte Magia di taglia ridotta, 20 carte Abilità di taglia ridotta, 11 carte Alleati di taglia ridotta, 35 carte
Speciali di taglia ridotta, in dettaglio: 8 carte Retainers
8 carte Silver Lodge Memberships 8 carte Bank Loans 8 carte Blessing/Curse 3 carte Deputy 8 schede
Ancient Ones (per altrettanti mostri “ancestrali”), 20
segnalini Doom, 179 carte Ancient Ones di taglia normale, 63 carte Locazione di taglia normale, 67 carte
Mythos di taglia normale, 49 carte Gate (porta) di taglia normale, 60 segnalini Mostro, 16 segnalini Porta,
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Pensioni e dintorni...
A cura di Paolo Zani, Consulente previdenziale
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Rispondo a due lettere di lettori ringraziandoli
per lo “spunto” che mi hanno dato a trattare
questi due argomenti di interesse e attualità.
Risposta
La legge n° 243 del 23 agosto 2004 ha previsto
che le donne lavoratrici a partire dal 1.1.2008 e
fino al 31.12.2015, possono perfezionare il diritto e richiedere la pensione di anzianità con 35
anni di contributi e 57 anni di età, se lavoratrici
dipendenti, ovvero 58 anni di età, se lavoratrici autonome, ma l’importo della pensione sarà
determinato interamente con il sistema di calcolo contributivo vale a dire calcolato sull’intero ammontare della contribuzione versata e
accreditata in tutta la vita lavorativa anziché
sulla media delle ultime retribuzioni (10 anni)
percepite.
una perdita del 30% e chi di una perdita inferiore.
In assoluto non è possibile affermare nulla;
tant’è vero che in alcuni casi particolari il sistema di calcolo contributivo risulta più vantaggioso rispetto a quello retributivo.
Non a caso, mentre fino al 2001 la possibilità di
opzione per questo sistema di calcolo era aperta a tutti, dal 2001 in poi questa possibilità è stata ristretta a chi alla data del 31/12/1995 aveva
accreditati meno di 18 anni di contributi.
Ma veniamo al caso concreto di sua moglie che
intenderebbe avvalersi della facoltà prevista
dall’art. 1, comma 9, della legge 243/2004.
La cosa migliore da fare, per valutare la convenienza o meno dell’operazione, è quella di
chiedere all’INPS di effettuare i due calcoli di
pensione uno con il sistema retributivo e l’altro
con quello contributivo: solo così potrete valutare esattamente cosa vi convenga fare.
Questa possibilità, già prevista nella legge
335/1995 (quella che ha istituito tra le altre
cose, appunto, il sistema di calcolo contributivo e la relativa opzione), ha trovato attuazione
con l’art. 69 comma 6 della legge 388/2000 che
qui di seguito riporto per sua comodità:
Legge 388/2000 Art. 69 comma 66.
“Ai fini dell’esercizio del diritto di opzione
di cui all’articolo 1, comma 23, della legge 8
agosto 1995, n. 335, l’ente previdenziale erogatore rilascia a richiesta due schemi di calcolo
della liquidazione del trattamento pensionistico rispettivamente con il sistema contributivo e
con il sistema retributivo”.
Effettivamente, quando si parla di calcolo contributivo e quanto questo sia penalizzante rispetto a quello retributivo, le opinioni si sprecano.
Un calcolo esatto a priori e valido per tutte le
situazioni non è possibile farlo: c’è chi parla di
A mio avviso, per estensione, questa norma dovrebbe valere anche nel caso in questione.
Per cui il consiglio che le dò è quello di richiedere all’INPS il doppio calcolo e poi valutare
alla luce dei risultati la cosa migliore da fare.
Tenga conto che con l’opzione anticipa, come
Vorrei un chiarimento per quanto riguarda la
pensione di mia moglie.
Lei nel maggio del 2011 compie 57 anni ed ha
un’anzianità contributiva di 35 anni; sono andato alla sede INPS di Mantova e mi hanno detto che può andare in pensione con il sistema
contributivo ma questo comporta una perdita
del 30% dell’importo della pensione rispetto a
quello calcolato con il sistema retributivo. Altri,
un Patronato, mi ha riferito che la perdita sarebbe attorno al 20%, 25%. E’ vero? Di cosa si
tratta esattamente? Non vorremmo scegliere
una strada troppo penalizzante.
Mario
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minimo di tre anni, la decorrenza della pensione con tutte le conseguenze del caso.
Quindi il requisito per la concessione dell’indennità di accompagnamento è esclusivamente di natura medico-legale.
Salve, mi chiamo Luigi, vorrei porre una domanda all’esperto di previdenza: mia madre ha
82 anni, è dializzata, è seminferma (nel senso
che non esce di casa se non accompagnata),
ed è affetta da altre numerose patologie, e non
è titolare di nessun tipo di pensione, sociale o
invalidità civile, ecc.
Desidererei sapere gentilmente, essendo mio
padre titolare di una pensione di ca. 1500 E
mensili , se a lei spetta qualche tipo di previdenza o di aiuto come accompagnamento,ecc.
Risposta
L’unica possibilità per sua madre di vedersi riconoscere una pensione/indennità è quella di
inoltrare domanda di riconoscimento di “accompagnamento”.
Quali sono i requisiti richiesti?
Come fare per richiedere l’indennità di accompagnamento?
Inoltrare domanda, esclusivamente per via telematica, all’INPS competente per territorio
(quello in cui si risiede) allegando un certificato
medico redatto dal medico curante o anche da
altro medico/specialista anche questo certificato dovrà essere “telematico”.
Un consiglio: se non si è più che esperti in “trasmissioni telematiche” Vi conviene rivolgerVi
ad un Ente di Patronato sindacale o di categoria che vi darà tutta l’assistenza necessaria
sia nella fase istruttoria che eventualmente in
caso di ricorso qualora l’istanza di primo grado
venisse respinta.
L’assistenza dei Patronati è, per legge, totalmente gratuita con l’esclusione della sola assistenza medico-legale (se farete redigere il
certificato al medico del Patronato) o legale (in
caso di ricorso).
Risposta
• Essere riconosciuti dalla Commissione per
l’accertamento delle invalidità civili costituita
presso l’ASL di appartenenza:
• persona incapace di deambulare (camminare)
senza l’aiuto permanente si qualcuno
oppure
• persona incapace di svolgere autonomamente gli atti quotidiani della vita (lavarsi, farsi da
mangiare, farsi il letto, uscire da soli...) propri
dell’età.
Non esistono limiti di reddito personali e/o cumulati con quelli del coniuge.
COMBUSTIBILI
Se la domanda verrà accolta sarà erogato un
assegno mensile di 487,39 E mensili, importo valido per l’anno 2011, per dodici mensilità;
come già detto non si tiene conto dei redditi
posseduti né dal richiedente né dal coniuge.
Paolo Zani
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Noi e la legge
A cura di Laura Leorati, avvocato
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
La riforma dell’apprendistato
“L’Italia che non punta sui giovani”: questa la
morale del recente intervento dell’economista
Tito Boeri fondato sulla considerazione che
“lo Stato investe soltanto il 13% del bilancio in
formazione”. Tale punto di vista appare obiettivamente condivisibile anche osservando l’attuale panorama normativo in materia di lavoro.
A parere di chi scrive, infatti, malgrado l’apprezzabile tentativo attuato dal compianto Prof.
Biagi di ripensare la geometria degli interessi
sottostante al diritto del lavoro mediante la creazione di figure “flessibili” alternative al contratto subordinato a tempo indeterminato, resta
ancora molto da fare per dare utili e concreti
strumenti ai giovani (e non) per l’inserimento ed
il reinserimento nel mondo del lavoro. Un dato
statistico proveniente da un’agenzia di stampa
parla di 1,5 milioni di italiani che non si rendono
parte attiva nella ricerca di un lavoro in quanto
scoraggiati dall’idea di non riuscire, comunque,
a trovarlo. D’altro canto è giusto sottolineare
che la crisi occupazionale non deve fornire
l’alibi per non fare, “non osare” e soprattutto
non adeguarsi alla realtà.
Al di là delle comuni generalizzazioni che, in
quanto tali, sono per natura meramente tendenziali e non sempre veritiere, certo è che sono
necessari nuovi impulsi, stimoli per non arrendersi puntando su impegno, volontà, spirito di
adattamento, determinazione, e...nuove idee.
Gli spunti riorganizzativi della materia dovrebbero certo provenire dal legislatore per colmare vuoti normativi che consentano di conferire
dignità giuridica anche a formule atipiche che
non rientrano nelle usuali categorie del lavoro
autonomo/subordinato o parasubordinato (es. il
contratto di agenzia o il contratto a progetto). Si
pensi, ad esempio, all’inquadramento normativo di un’iniziativa promossa da alcuni neolau-
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reati in lingue e letteratura straniere di elaborare, realizzare e disciplinare un “Progetto”, in
collaborazione con l’Università di provenienza,
per la prestazione di servizi di traduzione di testi, per cui non siano applicabili la disciplina
dell’associazione o quella delle società ma a
cui si voglia comunque garantire idonee forme di protezione e tutela. Oppure, pensiamo
alla realtà del praticantato, necessario per accedere all’esame di stato per l’abilitazione ad
alcune professioni, che realizza talvolta una
forma di “sfruttamento delle risorse umane” e
che in taluni casi non determina neppure una
reale formazione idonea all’apprendimento
della professione. A tale riguardo, invero, una
recente pronuncia della Cassazione conferma
che, in assenza del rilascio del certificato di accettazione della pratica nonché in forza di altri
elementi emersi nel corso dell’istruttoria, “non
si poteva fare altro che qualificare il rapporto
come lavoro subordinato”.
Tali esempi sono indicativi della carenza normativa di tipologie contrattuali che, fermo restando il rispetto dei diritti fondamentali degli
individui, integrino la tradizionale classificazione dei rapporti assecondando esigenze di
flessibilità e di sicurezza. Prendendo atto che il
5 maggio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma sull’apprendistato che mira
a realizzare, per chi ha un’età compresa tra i
15 ed i 29 anni, ‘’un contratto più semplice e più
efficacemente dedicato alle competenze dei
giovani”, concludiamo auspicando una riforma
strutturale e trasversale applicabile alla generalità della forza lavoro per nobilitarne dignità,
volontà e capacità.
Laura Leorati
Avvocato
Noi e il fisco
A cura della dott.ssa Giulia Avanzi, commercialista
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Nuova tassazione per gli affitti percepiti
Dallo scorso aprile, mese in cui è stata pubblicata la modulistica necessaria, è divenuta
pienamente operativa la norma che prevede la
possibilità di poter scegliere di assoggettare i
canoni di affitto percepiti, ad una tassazione diversa da quella ordinaria.
Questo nuovo regime potrà essere adottato
solo dai privati che percepiscono redditi da locazione di immobili ad uso abitativo, comprese
le pertinenze. Restano esclusi, invece, i contratti di locazione aventi ad oggetto fabbricato
ad uso non abitativo (ad esempio, ufficio negozi) ed i terreni.
La tassazione ordinaria prevede che i canoni
percepiti nell’anno, abbattuti forfettariamente
del 15% o del 30%, a seconda del tipo di contratto di locazione sottoscritto, vengano sommati agli altri redditi percepiti ed assoggettati
alle aliquote Irpef ed addizionali previste. Poiché, come abbiamo già avuto modo di illustrare
in passato, le aliquote Irpef si applicano in basi
agli scaglioni di reddito con percentuali che
vanno dal 23% al 43%, è evidente che in alcuni
casi è possibile subire un prelievo fiscale di una
certa entità.
La nuova norma prevede che sull’intero canone
annuo di affitto percepito venga applicata una
imposta sostitutiva, chiamata anche “cedolare
secca” con aliquote del 19% (per i contratti a
canone concordato stipulati in Comuni ad alta
densità abitativa) o del 21% ( per contratti di locazione a canone libero).
La cedolare secca, oltre a sostituire l’Irpef e
le addizionali regionali e comunali, sostituisce
anche l’imposta di bollo dovuta in caso di registrazione, di proroga o di revoca e l’imposta di
registro (applicata nella misura del 2% del canone pattuito) e si versa entro i termini previsti
per il pagamento delle imposte risultanti dalle
dichiarazione dei redditi.
Appare evidente quindi, che in molti casi tale
regime appare più conveniente per il contribuente.
Coloro che decidono di adottare questo nuovo regime, che è facoltativo, devono esercitare
un’apposita opzione, da effettuarsi con modalità diverse a seconda della situazione in cui ci
si trova:
-
per i contatti già in essere, l’opzione
dovrà essere esercitata nel 2012, in occasione
della presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno 2011.
-
Per i nuovi contratti, l’opzione va esercitata in sede di registrazione del contratto,
utilizzando l’apposito modello telematico o,
qualora ne sussistano le condizioni, il modello
cartaceo.
-
In caso di proroga l’opzione andrà
esercitata, mediante apposito modello, entro 30
giorni.
Condizione fondamentale perché l’opzione sia
efficace è che il locatore ne abbia data preventiva comunicazione, mediante lettera raccomandata, all’inquilino. In tale raccomandata
deve essere specificato che il locatore, per
tutto il periodo di durata dell’opzione, rinuncerà alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del
canone anche se prevista dal contratto, a qualsiasi titolo, incluso l’aggiornamento in base alla
variazione Istat accertata.
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Astri e civiltà
I lettori possono suggerire nuovi argomenti o approfondimenti sui temi trattati
a cura di Mariavittoria Spina
Polaris dell’Orsa Minore
Il movimento apparente delle stelle da est a ovest è
dovuto alla rotazione terrestre da ovest a est, ciò vale
anche per il Sole, talmente “vicino”, dista in media 150
milioni di chilometri, da sembrarci un disco anziché un
puntino luminoso. Tuttavia, nella volta stellata si possono osservare punti apparentemente fissi: è il caso
delle stelle polari (dal verbo greco polos, “giro, mi volgo”), che trovandosi allineate con l’asse di rotazione
del pianeta ne indicano, con buona approssimazione,
uno dei poli celesti. Così, se osservassimo il cielo per
un’intera notte, vedremmo le stelle spostarsi da levante a ponente, fatta eccezione per Polaris, Alpha Ursae
Minoris, per antonomasia nota come la Stella Polare.
In realtà, esistono molte stelle polari, potenzialmente
una per ciascun polo di ogni pianeta, ad es. la coppia
Sadr-Deneb, le stelle più luminose della costellazione
del Cigno, segnano il polo nord celeste di Marte. Inoltre, le stelle polari variano con il passare dei millenni
per effetto della precessione dell’asse terrestre, cioè
del suo moto circolare sulla verticale; nel periodo dal
3942 a.C. al 1793 a.C. la stella polare boreale era Thuban (dall’arabo “il basilisco”) del Dragone, l’affascinante costellazione che si snoda nello spazio tra l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore, non a caso quest’ultima
nell’antichità era detta Ala del Dragone.
Quando tutte le stelle principali dell’Orsa Minore sono
visibili, dall’arancione Kochab (forse dall’ebraico/
arabo “la stella”, succedette a Thuban come stella
polare fino al 500 a.C.) alla pallida Anwar (dall’arabo
“brillante”), il cielo presenta le condizioni ideali per
l’osservazione.
Polaris è una variabile Cefeide, una stella pulsante la
cui brillantezza varia del 16% nell’arco di circa quattro
giorni, per individuarla si ricorre spesso ad uno stratagemma che coinvolge l’Orsa Maggiore. Quest’ultima, infatti, in tutte le stagioni spicca nel firmamento
grazie all’asterismo formato dalle sue sette stelle più
brillanti, detto il Grande Carro, che sembra proprio un
ingrandimento dell’asterismo dell’Orsa Minore noto
come il Piccolo Carro. Prolungando la linea che congiunge Merak (dall’arabo “lombi”) e Dubhe (dall’arabo “orso”), le stelle puntatori al limitare del Grande
Carro, per una distanza pari a circa cinque volte quella che le separa si giungerà ad un’unica stella brillante: Polaris, situata a circa 1° dal polo nord celeste,
(cfr. l’immagine di testata).
L’affidabilità della posizione della stella polare ha ispirato innumerevoli leggende, che ancora riecheggiano nei nomi attribuiti a questo particolarissimo astro.
Nella tradizione indiana la stella polare è detta Dhruva, dal nome del giovane principe che Vishnu assunse
in cielo come centro di gravità permanente, esempio
di perseveranza e devozione. Gli antichi greci chiamavano Polaris “stella fenicia”, a memoria del grande
popolo che per primo nel Mediterraneo ne sfruttò la
costanza per la navigazione notturna, o anche Cynosura “coda di cane”. Infine, ricordiamo gli epiteti latini
Phoenice (“la risorgente”), Tramontana (“al di là del
monte”, per estensione “parte a nord”) e Navigatoria,
il germanico Lodestar (“stella guida”), l’arabo Alruccabah (“il cavaliere”) ed il turco Yilduz (“stella”), che
è una variante di Yildun, nome attribuito a Delta Ursae
Minoris, a riprova del continuo avvicendarsi di osservazioni legate alla stella polare ed alle sue vicine, di
cui parleremo nel prossimo numero.
ALMANACCO ASTRONOMICO DI GIUGNO: il Sole sorge alle h 5.36 (h 5.33 dal 15/06) e tramonta alle h 20.37
(h 20.46 dal 15/06). Marte e Giove sorgono circa 2 ore
prima del Sole. Venere è visibile al mattino, Mercurio al tramonto (dal 15/06), Saturno per tutta la notte
(dal 13/06). Luna Nuova il primo giorno del mese; il 15
eclissi di Luna in Ofiuco, durata 1h e 40 minuti, con inizio alle h 21.22 e centralità alle h 22.12 quando l’ombra
terrestre le conferirà un colore bruno rossastro; Luna
calante dal 16/06.
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- Ciao, allora sei contento?
- Di cosa?
- Di come sono andate le elezioni, no?
- Certo, anche se il paese sembrerebbe spaccato in tre…
- Sai, sono le regole, è la legge… chi prende
più voti ha il diritto e il dovere di amministrare…
- Va bene, però…
- Però cosa? Non è mica la prima volta che succede… guarda a Medole per esempio. Non è
successa la stessa cosa due anni fa? Eppure il
Sindaco amministra che è una bellezza…
- In effetti… è vero.
- E poi scusa… Chi vince il Giro d’Italia, con
qualche secondo o qualche minuto di vantaggio, dopo tremila chilometri di fatica, deve dividere la vittoria con chi ha perso?
- No certo, è neanche se vinci lo scudetto per
un punto all’ultima giornata…
- E allora? Starà al sindaco saper interpretare
cosa vuole il paese…
- Già, ma non credo sia facile… come si fa?
- Bisogna saper distinguere tra l’interesse comune, i diritti delle minoranze, delle rappresentanze...
- Hai visto piuttosto che è stata aperta via Po?
Adesso puoi arrivare dalla zona industriale a
via Tomasina senza attraversare il paese…
- Già, è un bel tratto lungo… anche troppo! E
anche troppo dritto… adesso ci sarà chi ci farà
le corse…
- Si potrebbero mettere dei rallentatori…
- O magari quelle cabine colorate, quella specie di autovelox che ci sono ormai in tanti paesi
ai lati della strada…
- Non sarebbe una brutta idea…
- Ma c’è dentro l’autovelox, che tu sappia?
- Non credo sia fisso, ma mi sembra che possa
esserci messo quello mobile…
- Allora è meglio comunque rallentare, no?
- Bravo! E’ proprio questo che si voleva: siccome tu non sai se c’è dentro o no la macchinetta,
è meglio che tu rallenti…
- Tu dove li metteresti a Guidizzolo?
- Guarda, ce ne sono già tanti di esperti in giro
che lascio decidere a loro…
- Come per i piccioni?
- Già, ognuno ha la sua soluzione..
- Chi vorrebbe sparargli e chi invece vuole solo
allontanarli…
- Già, rispettiamoli, basta che non vengano a
casa nostra…
- Non sarà facile... d’altronde ci sono in tutti i
paesi…
- Beh, ma ce ne saranno tanti altri di problemi
che si troverà la nuova amministrazione…
- Per esempio?
- Sai, ci sono tanti mussulmani ormai a Guidizzolo…
- Vuoi dire che potrebbero chiedere una moschea?
- Magari una moschea no, ma un centro culturale islamico…
- E la Chiesa?
- Beh, la parrocchia di Guidizzolo qualche mese
fa aveva organizzato un incontro sulla tolleranza religiosa, quindi non dovrebbero esserci
problemi, no?
- Mah, vedremo…
- Ma tu sai che esiste una squadra di cricket
che si chiama BanglaGuidizzolo e che è composta tutta da indiani e bengalesi?
- No, è dove gioca?
- Nel campionato italiano di serie C…
- Ma come si gioca il cricket?
- Questo te lo spiego la prossima volta…!
- Te salude…!
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A tutta penna
Lettere al direttore
Excursus sui giovani universitari italiani
Pensando alla situazione odierna e proiettandomi
con la mente nel futuro vedo un gran buio per la
mia generazione. Parlando con i miei compagni
d’università sono due le parole che ricorrono più
spesso: la prima è disagio, la seconda è malessere. Ma forse sarebbe più corretto presentare
insieme queste due importanti parole: disagio &
malessere.
Vi parlo della realtà in cui vivo ogni giorno e
dell’aria che vi si respira. Noi siamo una forte
spia della situazione della nostra società e il nostro disagio & malessere estenderà a tutto il futuro tali caratteristiche, perché il futuro siamo noi.
Noi universitari siamo in una zona-limbo: abbiamo già raggiunto un’età ‘produttiva’, ma siamo
ancora in fase d’apprendimento, perciò per ora
non produciamo nulla di concreto, ma vediamo e
ascoltiamo e siamo molto attenti.
Da quando è comparsa la “Riforma Gelmini”
abbiamo protestato e l’abbiamo fatto a lungo.
Purtroppo nessuno ci ha ascoltato. Qualcuno di
voi ha sentito parlare degli scioperi di Padova?
Di Milano? Di Pisa? Oppure avete solo sentito
dei disordini a Roma? Gli organi d’informazione nazionale sono stati veramente sublimi nello
scansare gli scioperi esterni alla capitale, grazie
ai quali hanno potuto fare di tutti noi universitari degli incapaci violenti, una generazione senza
ragione e priva di sentimento (sia nazionale che
non…).
L’università aveva bisogno di una riforma? Sicuramente certe situazioni all’interno di tale istituzione andavano modificate. Ma i tagli? Come si
possono fare tagli sul futuro di un paese? E’ come
tagliare gambe sane a un essere umano e poi dirgli ‘prendi queste stampelle e inizia a correre’!
Perché, si sa, non possiamo essere inferiori al
resto dell’Europa, soprattutto se vogliamo continuare a farne parte.
Ma qualcuno ha dato ascolto a chi nell’università
ci vive? E’ stato chiesto a professori-ricercatoristudenti un parere? No! E non solo non l’hanno
fatto, ma nel momento in cui vi sono state le proteste e gli scioperi non ci hanno neppure ascoltato!
Non si possono approvare riforme astratte che una
volta calate nella realtà rovinano tutto un paese!
Noi siamo cittadini italiani. Votanti. E non siamo
stati ascoltati. Questo è vergognoso.
Un altro punto: la ricerca del lavoro.
Facciamo qualche conto. Parliamo di carriera
scolastica: cinque anni di elementari, tre di medie, altri cinque di superiori e un numero variabile –a seconda della facoltà scelta- di anni universitari che possono andare da cinque (triennio
più specializzazione) a dieci ed a cui si possono
aggiungere altri variabili anni tra dottorati, approfondimenti ulteriori e master. Poniamo una cifra
tonda e per difetto: vent’anni passati a studiare, di
cui almeno l’ultimo quinquennio a dedicarci anima e corpo a una materia specifica.
Si dice che chi ha bisogno di lavoro accetta qualunque cosa. Va bene, consideriamo questo, ormai, modo di dire. Dopo aver dedicato anni allo
studio di una materia ti auguri sempre di poter
lavorare in un campo che ti permetta di mettere
a frutto i tuoi anni di studio ‘matto e disperatissimo’. E’ ovvio che non accetti lavori che ti precludano la possibilità di partecipare a concorsi che
ti potrebbero permettere di fare qualcosa che ami
o che non ti lasciano in alcun modo la soddisfazione di dire ‘ho studiato tanto ed ora ne vedo i
risultati!’.
Qualche volta si sente dire che vi sono troppi laureati in Lettere e Filosofia e che i ricercatori di
tali materie appaiono inutili. Se consideriamo che
vi sono dei giornalisti italiani (persone laureate e
iscritte a un Albo) che per descrivere situazioni di
degrado e d’arretratezza utilizzano la parola ‘medievale’, da studentessa di suddetta facoltà posso
solo dire ‘vi ricordo che è dalla società medievale
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che proveniamo e dalla spinta istintiva dei popoli “barbari” –preferisco il termine ‘germanici’ a
riguardo, ma per motivi di chiarezza sfrutto ‘barbari’- si è arrivati alla sete per la verità ed alla
conservazione ed evoluzione di testi antichi e della scrittura (come esempio ricordiamo i carolingi,
VI-VII secolo e oltre, d.C.)’.
Potrà farvi ridere il caso-giornalisti, ma è un’allarmante spia della necessità della presenza di letterati seri nella nostra nazione. Siamo fortunati,
possediamo una lingua splendida e ricca, che i
professionisti imparino a sfruttarla come si deve.
Nelle università italiane la ricerca è diminuita in
modo allarmante, riducendo al minimo la possibilità di scoperte e di evoluzione del nostro paese.
Ma tutto questo pare non importare a nessuno se
non quando le persone si stupiscono perché i riconoscimenti per il lavoro e le scoperte, che vanno
dal campo letterario a quello scientifico, vengono
portati a casa da persone con cognome italiano…
che vivono dall’altra parte del mondo!
Dopo aver parlato di tagli parliamo di costi. Le
rette universitarie sono aumentate, i costi degli
appartamenti e dei collegi sono aumentati, il costo della vita è aumentato. Lo stipendio è sempre
lo stesso. Chi può, e potrà, permettere di sostenere tali spese? Domanda retorica.
Uno degli scopi della “Riforma Gelmini” è quello
di abbattere i baronati, ovvero un sistema di controllo dei posti di ricerca, dottorato e quant’altro i
cui posti vengono dati ad amici/parenti e altri vari
privilegiati e conoscenti. Eliminare questa situazione è giusto e doveroso, siamo d’accordo. Ma
aumentare i costi universitari non farà altro che
privilegiare questo sistema. E le borse di studio?
Sulla carta sono ottime, nella pratica inizieranno
(non si sa bene neppure quando…) a utilizzare il
sistema americano per cui tali agevolazioni vengono trattate come prestiti. Ovvero le famiglie si
indebiteranno ancora di più.
Ora, aggiungiamo tutto questo breve e sicuramente superficiale excursus a tutti gli altri problemi del nostro Paese: economia in rovina, forte
immigrazione, mancanza d’integrazione, aumento spropositato della criminalità, classe dirigente
che va d’accordo solo quando si parla di autoaumentarsi lo stipendio o privilegi privati, guerra.
Voi vedete un bel quadro?
Marta Leali
Risponde la redazione augurandosi che l’argomento possa stimolare un dibattito.
Che i giovani possano trovarsi a disagio di fronte
ad un futuro incerto è più che comprensibile. Una
situazione economica che langue, un mercato del
lavoro che non tira.
Ciò che non deve mancare, però, è la speranza,
l’impegno, la determinazione.
Non basta lamentarsi, denunciare ciò che non va.
In fondo, quelli che oggi reggono le sorti del Paese non sono gli stessi che magari venti, trenta,
quarant’anni fa scendevano in piazza per protestare contro le ingiustizie del tempo, compresa la
riforma scolastica dell’epoca?
Perché è da parecchio che si avverte la necessità
che l’istituzione scolastica possa e debba rispondere alle legittime aspettative dei giovani, ma anche della società, dell’economia, del mondo del
lavoro.
E in tanti ci hanno provato a riformarla, incontrando sempre e comunque la resistenza di qualche gruppo, di qualche categoria. E’ scontato che
la riforma perfetta dovrebbe essere quella condivisa, che trova il consenso di tutti.
Ma la perfezione non è di questo mondo.
La riforma Gelmini non sarà né l’ultima né la
definitiva, ma ha il merito di puntare a livelli di
qualità tali da poter competere con gli altri paesi
europei.
Certo, ci vorrà tempo, magari qualche aggiustamento strada facendo.
Ma l’obiettivo credo sia indiscutibile. Evitare
sprechi, come i corsi universitari con un solo
iscritto, i baronati, o inutili dispendi di risorse.
Gli studenti hanno il sacrosanto diritto di far
sentire la loro voce, di protestare, di chiedere il
meglio, di avere un futuro. Ma hanno anche un
dovere, quello stesso che da che mondo è mondo
si ripete: studiare. Cioè, cercare di affermarsi attraverso l’impegno ed il merito, magari scegliendo un indirizzo impegnativo, che però offre più
probabilità di lavoro.
Determinare il proprio futuro in buona parte dipende anche dai giovani stessi e dalla loro capacità di uscire dalla protesta per approdare alla
proposta.
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GRUPPO MICOLOGICO NATURALISTICO
“COLLI MORENICI”
Notiziario del Gruppo Micologico Naturalistico “Colli Morenici” - a cura di Giorgio Arienti
L’utilizzo alimentare
dei funghi
parte prima
Innanzi tutto il concetto di commestibilità dei funghi
deve essere quasi sempre riferito alle condizioni di
cottura degli stessi, poiché elementi tossici risiedono
in molti funghi allo stato crudo. L’abitudine di consumare funghi crudi deve essere limitata ad una cerchia
ristretta di specie e deve essere molto cauta, poiché
problemi di allergia o ipersensibilità alimentare sono
sempre più diffusi al giorno d’oggi. Va comunque precisato ulteriormente che i funghi sono alimenti difficili da digerire e le persone che presentano problemi
di gastrite, ulcera, come pure i bambini e le persone
anziane, possono incorrere in disturbi gastroenterici
perchè l’apparato intestinale è più delicato e maggiormente sensibile alle sostanze irritanti contenute
nei funghi, come per esempio la cellulosa. Di fronte
a funghi di sicura commestibilità non si può parlare
di principi tossici nel vero senso della parola, si può
invece parlare di sostanze che vengono bene assunte
dall’organismo di una persona in normale stato di salute ma che sono in genere assimilate con influenze
negative dal soggetto che sta attraversando particolari stati fisiologici della vita, come ad esempio l’infanzia o la senescenza, ed in ogni caso è sempre bene
non esagerare con le quantità perchè digerire composti come la lignite, la cellulosa o ancora la chetina,
che è una sostanza che ritroviamo negli zoccoli degli
animali, è piuttosto impegnativo. Per un’associazione
psicologica diffusa, l’insorgere di banali disturbi digestivi dopo che si sono consumati funghi, può essere
emotivamente interpretato come una intossicazione o
un avvelenamento, con ricorso ingiustificato alle cure
del Pronto Soccorso, con tutti i disagi e traumi che
ne possono derivare. Ne consegue allora che i funghi
vanno mangiati in quantità moderate, evitati da chi ha
disturbi di fegato, stomaco o intestino e per queste ragioni cucinati nel modo più semplice possibile, senza
condimenti abbondanti che non aiutano certo la digeribilità e molto spesso coprono o alterano il reale
sapore fungino. Molti piatti infatti alla fin fine sanno di
aglio, prezzemolo o di altro ingrediente aromatizzante
impiegato e se a quel preparato fossero aggiunti altri
alimenti anziché i funghi, esso non cambierebbe sicuramente di sapore.
LA PREPARAZIONE
Per rendere più digeribile un fungo commestibile, ci
sono degli accorgimenti che possono essere di aiuto
nella preparazione alimentare.
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•
Innanzi tutto è bene scartare le parti più coriaceee e stoppose, come il gambo dell’Armillaria mellea
(Chiodino) per esempio o quello di molti Leccini; vanno
eliminate le parti verminose e tutto il fungo se ammuffito o con un odoraccio diverso da quello solito.
•
I funghi sono alimenti molto deperibili, possono essere conservati nelle proprie abitazioni uno o
due giorni al massimo e pertanto andranno cucinati
rapidamente.
•
Un’altra tecnica particolarmente efficace per
migliorare la digeribilità dei funghi in genere (solo
quelli commestibili ovviamente!) come ad esempio il
Suillus granulatus, è di pelarli, cioè di asportare la cuticola del cappello.
•
Alcuni funghi eduli oltre ad una cottura prolungata, richiedono la prebollitura, come l’Armillaria
mellea, ed in genere le specie di sapore non mite.
•
La prebollitura consiste nel portare ad ebollizione un’abbondante pentola di acqua potabile, versarvi i funghi quando l’acqua bolle e lasciarveli per
8-10 minuti circa, a seconda della consistenza della
specie.L’acqua di bollitura deve essere sempre gettata. A volte è necessario schiumare l’acqua, cioè levare la schiuma che si produce in superficie mentre
i funghi bollono. Successivamente, una volta scolati,
i funghi possono essere preparati secondo le proprie
preferenze gastronomiche: trifolati, in intingolo, ecc.
•
Diversi funghi possono essere cotti direttamente nella casseruola o in padella, ma necessitano
sempre di un tempo adeguato di cottura. Gli stessi
porcini durante la trifolatura, devono cuocere almeno
20 minuti e se durante la cottura asciugano troppo è
meglio evitare aggiunte di grassi animali o vegetali, è
sufficiente aggiungere un po’ di acqua. I funghi a carne più compatta o stopposa, necessitano ovviamente
di più tempo.
•
La cottura alla griglia, alla piastra o alla brace
è pericolosa, in quanto generalmente è insufficiente
a cuocere il cuore di un bel cappello carnoso come
quello della Macrolepiota procera.
•
Il porcino secco non deve essere mangiato
crudo, ma solo dopo una buona cottura e deve essere
fatto rinvenire in acqua tiepida per il tempo necessario
a reidratarlo. La dose normale da usarsi come condimento sulla vivande si aggira intorno ai sette grammi
per persona. A mangiarne troppo si rischiano problemi
intestinali.
continua sul prossimo numero
Suillus grevillei (laricino)
Leccium vulpinum (porcinello)
Microlepiota procera (mazza di tamburo)
AUTOFFICINA
FERRI MAURIZIO
Via Quagliara, 28 - Guidizzolo
Tel. 0376 818052
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Notiziario del Corpo Bandistico di Guidizzolo - a cura di Sergio Desiderati
Concerto chiude celebrazioni 150°
Tra le manifestazioni promosse dall’Amministrazione comunale di Guidizzolo per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia vi è
l’incisione, a cura di Corpo Bandistico e Coro
polifonico dei Colli Morenici di Guidizzolo, di un
cd con musiche risorgimentali e brani d’opera.
Gli stessi sono stati presentati in un concerto
presso il teatro comunale lo scorso 19 marzo.
Una serata emozionante per le oltre 200 persone che affollavano il teatro, presenti il sindaco
Graziano Pelizzaro e l’assessore regionale Carlo Maccari i quali sono intervenuti per ricordare l’importanza dell’evento celebrato. Maccari
ha anche ripercorso brevemente le tappe di un
percorso che poteva sembrare impossibile ma
che ha portato a quell’unità nazionale che già il
grande poeta Virgilio preconizzava. Dal punto di
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vista musicale il concerto, ed il cd che in questi
giorni è reperibile gratuitamente per quanti lo
desiderano presso la biblioteca o gli uffici comunali, ha proposto una decina di brani: vocali
e strumentali i primi, solo strumentali i secondi.
Dopo l’Inno gli altri brani cantati sono tutti tratti
da musiche di Giuseppe Verdi: “O Signore dal
tetto natio”, “La Vergine degli angeli”, “Coro
degli tzigani” dal Trovatore, “Va pensiero”; a
seguire la sola musica per la Sinfonia dal Nabucco e le colonne sonore dei film “Romeo e
Giulietta”, “La vita è bella”, “La leggenda del
santo bevitore”. Canto e musica, coro e banda
diretti rispettivamente da Edmondo Savio e Nicola Ferraresi, hanno entusiasmato i presenti
che alla fine, in piedi in sala, hanno tutti intonato l’Inno nazionale.
Gentile cliente,
É arrivato il terzo catalogo
della campagna Raccolta
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si ritirano buoni pasto
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