NOTIZIARIO DELLA Marina Anno LIX - n. 1-2 gen/feb 2012 Costa Concordia: il contributo della Marina gennaio - febbraio 2012 Anno LIX - n° 1 - 2 NOTIZIARIO DELLA MARINA Periodico on line della Marina Militare registrato al Tribunale di Roma n. 264/2011 il 20.09.2011 Direttore Editoriale Leonardo MERLINI Direttore Responsabile Antonio COSENTINO Redazione Carmela BOMMINO Oberdan SGARAMELLA (segreteria) Marcello GINESTRA Direzione e Redazione MARINA MILITARE Ufficio per la Comunicazione Redazione del “Notiziario della Marina” Piazzale della Marina, 4 - 00196 Roma Tel. 06/36805556 - Fax 06/36806318 [email protected] NORME PER LA COLLABORAZIONE Il Notiziario è un periodico on line di informazione e la collaborazione è aperta a tutti. Gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, investono la diretta responsabilità dell’autore, rispecchiandone le idee personali. 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Indice Cinquan’anni fa 1 Attività Operativa 2 Formazione del personale 20 Avvenimenti 23 Notizie per il personale 41 La Marina per il sociale 44 Sport 46 Flash 48 Vignetta Chiuso in Redazione il 29 febbraio 2012 Cinquant’anni fa... gennaio/febbraio 1962 attività operativa Costa Concordia: il contributo della Marina ANSA 22:36 13-01-2012 ++NAVE COSTA CROCIERE IN AVARIA VICINO ISOLA DEL GIGLIO++ (ANSA) – Roma, 13 GEN – La nave da crociera costa Concordia, partita alle 19 da Civitavecchia per un Giro del Mediterraneo e diretta a Savona, è ferma nei pressi dell’Isola del Giglio da quanto si è appreso per un problema elettrico. Ai passeggeri sono stati fatti indossare i giubbotti salvagente ma, secondo quanto riferito dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto, non ci sono criticità particolari. (ANSA). SV – CNT O re 21.30 di venerdì 13 gennaio: mare calmo, cielo stellato, la nave passeggeri Costa Concordia, in navigazione da Civitavecchia a Savona, urta lo scoglio affiorante delle “Scole” a poche decine di metri dalla costa orientale dell’Isola del Giglio. La nave, dopo l’impatto a più di 15 nodi di velocità con lo scoglio al di sotto della linea di galleggiamento, con il solo abbrivo si è andata ad incagliare, ANSA 23:32 13-01-2012 ++NAVE IN AVARIA: SINDACO GIGLIO, E’ EMERGENZA.++ SI PREPARA AD ACCOGLIERE I 4.000 PASSEGGERI (ANSA) – ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO), 13 GEN – “Siamo in piena emergenza”: a dirlo è il sindaco dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli, che si sta preparando ad accogliere i circa 4.000 passeggeri della Costa Concordia che stanno lasciando la nave in avaria nelle acque dell’Isola del Giglio. (ANSA) YAB-FBB prima adagiandosi con 80° di sbandamento sul fianco destro; dopo su un fondale compreso tra i 18 metri (poppa) fino ai 40 (prua), davanti a Punta Gabbianara a qualche centinaio di metri a nord del piccolo porticciolo del Giglio. La Costa Concordia, costruita nei cantieri di Sestri Ponente (Ge) dalla Fincantieri e varata il 2 settembre del 2005 è un gigante del mare di 290 metri di lunghezza e 35 di larghezza e 2 quella tragica sera aveva a bordo, tra passeggeri e personale dell’equipaggio, un totale di 4.229 persone. Tutti a bordo al segnale di abbandonare la nave, sette squilli brevi e uno lungo, hanno cercato di mettersi in salvo raggiungendo a nuoto o con le scialuppe di salvataggio la costa del Giglio distante dal relitto della nave solo qualche decina di metri. Gli abitanti del Giglio sono i primi che si rendono conto che quello che più volte è stato un innocuo passaggio della nave vicino alla costa in omaggio ad un tradizionale saluto marinaro, questa volta si è trasformato in una tragedia. Dopo un innaturale evoluzione il “gigante del mare” ferma il suo abbrivo; nel suo ventre nascosto dal mare c’è una ferita mortale: uno squarcio lungo più di settanta metri! Il Costa Concordia comincia a sbandare adagiato sul fondale di granito davanti agli occhi increduli dei gigliesi accorsi al porto. Altrettanto veloci sono stati i primi soccorsi da parte di una motovedetta della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera che dalla centrale operativa di Livorno coordina le prime operazioni di ricerca e soccorso. Passano poche ore e quella che era la nave vanto della cantieristica navale italiana ora giace per metà sul fondale marino: immobile, quasi surreale… sembra parte di un set cinematografico di un grande film holliwoodiano! Ma il disastro è lì, tutto è vero. I passeggeri e l’equipaggio tentano di mettersi in salvo, ognuno come può, tra lo shock generale. Alcuni scendono dalla nave con le biscalgine; altri, dall’interno delle scialuppe di salvataggio, altri ancora recuperati dai primi elicotteri che intervengono nei soccorsi e nella ricerca dei naufraghi. L’obiettivo di chi era a bordo è 3 uno solo: raggiungere la terraferma che grazie al destino, questa volta benevolo, è lì a pochi minuti dal relitto della nave. Momenti, minuti, ore interminabili dove il desiderio di una vacanza da sogno, magari aspettata da una vita intera, di colpo si è trasformato in incubo dal quale ora è importante mettersi in salvo. Da terra, gli abitanti del Giglio (pochissimi, d’inverno l’Isola conta poche centinaia di abitanti) hanno assistito impotenti al naufragio; tutti conoscono cosa significa “andar per mare” e quest’aspetto li rende increduli. Gli isolani si sa, hanno peculiarità tutte loro ma da sempre il mare e la vita del mare fa parte del loro “dna”. Consapevoli della non scritta non c’è quotidiano o emittente televisiva che sui propri telegiornali non apra con il naufragio della Costa Concordia. Sono molte le nazioni in apprensione per i propri connazionali imbarcati. legge del mare, dove chi è in difficoltà si aiuta come fosse un fratello, hanno offerto d’istinto il loro aiuto. Gesti spontanei che hanno materializzato in coperte, vestiti, medicinali e qualsiasi altra cosa potesse occorrere ai naufraghi sotto shock. I primi naufraghi sono ospitati nella chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano che il parroco ha messo a disposizione. La Regione Toscana ha subito attivato un piano di soccorsi. Gli ex passeggeri della Concordia sa- ranno trasportati per mezzo di traghetti a Porto S. Stefano. All’arrivo in quello che è il capoluogo del Monte Argentario i naufraghi, ancora visibilmente sotto shock per l’accaduto, vengono aiutati da tanti volontari che insieme alle autorità istituzionali continuano l’opera di soccorso. Da Porto S. Stefano i naufraghi raggiungono le strutture ospedaliere di Orbetello e Grosseto e per i più fortunati direttamente le proprio case. La notizia fa il giro del mondo: 4 L’intervento della Marina Militare Ma se per i tanti passeggeri che si sono messi in salvo questa vicenda è solo una storia da dimenticare, chi dirige i soccorsi si rende conto che molte persone risultano disperse, forse rimaste intrappolate ancora all’interno del relitto. Alla “macchina dei soccorsi” messasi in moto subito si aggiunge l’intervento del personale e dei mezzi della Marina Militare. Il comando della Guardia Costiera di Livorno ha richiesto la partecipazione di assetti ad ala rotante della Marina e dell’Aeronautica Militare. Sono quindi intervenuti sul luogo, oltre a 3 elicotteri AB 412 della Guardia Costiera, 2 EH 101 di Maristaeli Luni e 1 HH3F del 15° Stormo che hanno svolto operazioni di recupero con verricello. È notte fonda, prime ore di sabato 14 gennaio. Sono trascorse poche ore dall’incidente e i nostri piloti, raggiunta la nave, vedono sotto di sé i passeggeri che abbandonavano la nave. Posizionamento e varchi provocati dal brillamento delle cariche esplosive. I nostri mezzi inseriti nel dispositivo S.A.R. (Search and Rescue – Ricerca e Soccorso ) porteranno in salvo due naufraghi “vericellandoli” a bordo, uno dei quali con una gamba rotta. Saranno trasportati al vicino ospedale di Grosseto. Gli elicotteri della Marina continueranno sino alla tarda mattina di sabato a perlustrare la zona di mare interessato dal naufragio. Si vuol scongiurare il fatto che alcuni naufraghi siano stati trasportati via dalla corrente marina. Gli elicotteri portano a termine la loro missione, intervenuti grazie all’elevato stato di prontezza operativa, e fanno rientro alla base aerea di Luni nel tardo pomeriggio di sabato 14 gennaio. Intanto alla S.S.O. (Sala Situazione Operativa) dello Stato Maggiore Marina, come in una C.O.C. (Centrale Operativa di Combattimento) delle nostre navi, giungono tutti gli aggiornamenti di situazione e di conseguenza vengono allertati tutti i Comandi /Enti che potrebbero mettere a disposizione la loro esperienza, professionalità e mezzi per fronteggiare l’e- mergenza S.A.R.. Obiettivo: la ricerca dei dispersi. 12.30 di sabato mattina: giunge la richiesta da parte della Guardia Costiera allo Stato Maggiore Marina dell’intervento dei palombari del G.O.S. (Gruppo operativo Subacquei) di COMSUBIN (Comando Subacquei ed Incursori). I nostri palombari sono, di fatto, i massimi conoscitori della tecnica subacquea in campo nazionale ed internazionale. Le ricerche dei naufraghi che si suppone siano rimasti intrappolati iniziano sia nella parte immersa che in quella emersa. Sabato, i palombari del GOS, 5 sempre reperibili su chiamata, sono richiamati al Comando e in due ore sono pronti con tutte le attrezzature di cui necessitano. Alle ore 14.30 un elicottero EH101 proveniente da Maristaeli Luni atterra presso il Varignano nel comprensorio di COMSUBIN intitolato al palombaro Teseo Tesei. Alle 17.00, sono passate solo poche ore dall’allerta e un team del G.O.S. è al Giglio, pronto per portare a termine la missione assegnata. L’ordine di raggiungere il Giglio arriva anche per nave Alcide Pedretti al comando del Tenente di Vascello Luca Caliani. Il Pedretti è la nave appoggio Il Presidente del Senato Renato Schifani, si congratula con gli uomini della Marina Militare . dei palombari che tra le varie dotazioni imbarca una camera iperbarica mobile carrata per l’esecuzione di trattamenti medicali in caso di barotraumi, un piccolo ROV (Remote Operating Vehicle) per l’esecuzione di investigazioni, due scafandri completi da palombaro leggero per l’esecuzione di immersioni prolungate con collegamento con la superficie mediante cavo ombelicale per le comunicazioni e per il rifornimento di aria respirabile. L’emergenza SAR è coordinata dal prefetto di Grosseto che in loco si avvale del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco. A terra, a Giglio Porto, viene allestita un’area per fronteggiare l’emergenza al cui interno vi si posizionano gli uomini e i mezzi intervenuti per i soccorsi. Continui sono i briefing operativi a cui partecipano i responsabili di ogni gruppo di soccorso intervenuto tra cui il Capitano di Vascello Vincenzo Benemerito (sostituito poi dal parigrado Roberto Monzani), responsabile dei mezzi e degli uomini pre- 6 senti al Giglio e del Capitano di Fregata palombaro Bruno Rocca (sostituito poi dal Tenente di Vascello Piero Privitera), coordinatore dell’attività dei palombari. Si lotta contro il tempo; obietti- vo: estrarre dall’interno il personale che non è riuscito ad evacuare la nave. I palombari iniziano ad immergersi insieme ai sommozzatori della Guardia Costiera e dei Vigili del Fuoco. Alcuni di loro sono volti noti poiché sono proprio i palombari istruttori del Gruppo Scuola Sub di COMSUBIN che brevettano i colleghi sommozzatori della Guardia Costiera. Lo scafo sommerso della Concordia è stato diviso in zone: ogni gruppo ha operato nella sua, mentre altre squadre di soccorritori (VV. FF.) hanno il compito di ricercare i dispersi nella parte emersa della nave. Lo scenario che si presenta ai soccorritori, in particolar modo ai subacquei, non è dei più facili per le condizioni di sicurezza in cui si deve operare. All’interno della nave i ponti orizzontali sono diventati dei piani fortemente inclinati e le grandi quantità di masserizie, arredi e in generale strutture e oggetti non solidali con la nave sono scivolate verso il basso ostruendo e bloccando accessi e vie di fuga. Il rischio che i dispersi siano rimasti intrappolati all’interno in luoghi dove i soccorri- tori non possono giungere è alto. Intanto “l’onda mediatica” raggiunge l’Isola, la pressione è alta, non solo tra i media nazionali ma anche tra quelli internazionali. Da un lato i dispersi: tra di loro non solo cittadini italiani, ma anche stranieri; dall’altro le dinamiche del sinistro marittimo e di come l’emergenza sia stata affrontata dal Comandante della Costa Concordia. Le dinamiche dell’incidente e delle modalità con cui è stato dato il via ad abbandonare la nave monopolizzeranno tutti i media del mondo. Intanto l’U.Com (Ufficio per la Comunicazione) della Marina Militare decide di inviare al Giglio, in supporto al proprio personale e ad integrazione dell’Unità di crisi nazionale costituitasi, il Tenente di Vascello Alessandro Busonero (Ufficiale P.I.) e il 2° Capo (cineoperatore) Maurizio La Pera con l’obiettivo istituzionale di informare i media, e quindi i cittadini, sull’intervento della Marina Militare. L’attività di ricerca dei dispersi nella parte immersa si fa più intensa: c’è l’urgente necessità di entrare all’interno in quei luoghi rimasti non accessibili e 7 dove, verificando i piani della nave, si desume siano rimasti intrappolati i passeggeri. Con ogni probabilità quegli stessi corridoi conducevano i passeggeri alle vie di uscita che permettevano di raggiungere le scialuppe di salvataggio. Nel frattempo ai soccorritori che operano nella parte emersa si offre la gioia di trovare, provati ma vivi, alcuni dispersi. Dai frequenti briefing operativi emerge la necessità di creare nuove vie d’accesso e allo stesso tempo di fuga per tutti i subacquei che intervengono nella parte immersa della nave. I palombari della Marina mettono a disposizione la loro alta professionalità con l’impiego delle cariche esplosive che opportunamente preparate, con chirurgica precisione, raggiungeranno l’obiettivo: la creazione di nuovi varchi d’ingresso attraverso i quali poter accedere all’interno della nave. In attesa, dopo otto giorni, che il Governo dichiarasse lo stato d’emergenza nazionale sotto il Comando e Controllo del Dott. Gabrielli della Protezione Civile Nazionale di quella che tristemente è diventata “l’emergen- za Concordia”, l’Unità di Crisi Nazionale creatasi al Giglio ha lavorato incessantemente nell’attività di S.A.R. con l’obiettivo di recuperare i dispersi. Grazie al lavoro dei palombari, che hanno fornito la capacità E.O.D. NAVY (Explosive Ordnance Disposal), le ricerche hanno portato al ritrovamento della maggior parte dei dispersi, anche se purtroppo privi di vita. Durante l’intera attività S.A.R. i palombari hanno realizzato 12 varchi naturali e 15 varchi artificiali provocati dalle cariche esplosive distribuiti nei ponti 1, 3, 4, 5, 6, 8 e 11 della nave. L’assetto E.O.D. NAVY del G.O.S. ha fornito inoltre, la camera iperbarica con personale sanitario specializzato, disponibile 24 ore su 24 per le attività d’immersione di tutti i sommozzatori presenti al Giglio: Guardia Costiera, Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. In quei giorni la Marina Militare ha messo a disposizione ulteriori assetti all’Unità di Crisi Nazionale prima e alla Protezione Civile dopo: il pattugliatore d’altura Orione al comando del Capitano di Fregata Luca Licciardi, la nave idrografica Galatea al comando del Tenente di Vascello Nicola Pizzeghello e tre 3 ufficiali del Genio Navale dello Studio Programmazione Materiali e Mezzi dello Stato Maggiore Marina (S.P.M.M.), i Capitani di fregata: Alessandro Cesareo, Domenico Guadalupi, Gabriele Catapano, i quali hanno fornito un contributo di pensiero e supporto tecnicospecialistico per le valutazioni ingegneristiche di stabilità e resistenza strutturale residua del relitto, necessarie ad assicurare lo svolgimento in sicurezza delle attività di search&rescue, di defueling del combustibile stoccato nei depositi di bordo e quelle di recupero del relitto. Entrambe le navi, come del resto anche la componente elicotteristica e il G.O.S. hanno confermato la capacità di essere impiegati sia in campo militare che civile, ovvero con compiti “dual use”. L’Orione, oltre ad essere in grado di svolgere missioni di sorveglianza marittima, vigilanza pesca, e controllo del traffico mercantile ha anche la capacità di intervenire contro l’inquinamento marino. Dotata di 250 metri di barriere antinquinamento (galleggianti e gonfiabili) può, all’occorrenza, circoscrivere le sostanze inquinanti in superficie consentendone la rimozione meccanica. Tale rischio era rappresentato dall’eventuale fuoriuscita dal Concordia di liquidi inquinanti, fortunatamente ad oggi non verificatosi. Nave Galatea ha fatto parte di un piano di ricerca S.A.R. coordinato a cui hanno preso parte i mezzi navali della Guardia Costiera e dei Vigili del Fuo- co. Il piano prevedeva l’investigazione del fondale di una zona di mare prospiciente la costa del Giglio, la quale è stata individuata sulla base delle condizioni meteo marine presenti la sera del sinistro marittimo. L’intervento dei mezzi e del personale della Marina in questa sciagurata tragedia del mare dove hanno perso la vita 25 persone e 7 risultano ancora essere disperse ha dimostrato come l’addestramento, l’elevata prontezza operativa, nonché il rapido dispiego di mezzi e uomini e la fondamentale esperienza umana ottenuta da 8 generazioni di “marinai” ci possano proiettare in esigenze e a volte emergenze nazionali ed internazionali al servizio immediato della popolazione. I media spesso hanno descritto i fatti rappresentando come eroici gli interventi degli uomini con le stellette o senza che intervengono nelle emergenze, come è stato fatto per quella del Concordia. Non è retorico dire che non si tratta di atti eroici, ma solo del compimento delle missioni assegnate, a volte senza ottenere i risultati desiderati: professionisti che hanno fatto una scelta di vita, quasi sempre lontano dalla ribalta dei media, anzi schivi all’invadenza, a volte delle telecamere o dei giornalisti che pur compiono il loro lavoro. Il Sottosegretario di Stato alla Difesa dott. Filippo Milone incontra il personale del GOS. Nei ricordi, nei cuori di tutti coloro che hanno vissuto da varie prospettive quei giorni rimarrà la vicinanza umana in un momento in cui la priorità del singolo è stata quella di mettersi a disposizione del prossimo. Piccoli e grandi gesti compiuti da tutti: dai passeggeri della nave, dall’equipaggio del Concordia, dalla popolazione del Giglio, dal personale militare e civile intervenuto nell’emergenze, dai giornalisti alle troupes. Questa tragedia ha lasciato in tutti, in particolar modo a chi in quei giorni era al Giglio, un profondo dolore per le 9 vite spezzate di quelle persone che, ignare del loro destino, hanno perso la vita in un mare calmo, sotto una serata stellata d’inverno in uno dei luoghi più belli che il mare possa regalarci. Alessandro Busonero ■ (foto Lapera UCOM Sezione Cinefoto) Conclusa l’esercitazione aeronavale attività operativa Proud Manta I l 23 febbraio si è conclusa l’esercitazione NATO “Proud Manta 2012” (POMA ’12”). Sviluppatasi nelle acque del Mar Ionio antistanti la Sicilia, la POMA ’12 ha coinvolto assetti aerei e navali di undici Paesi dell’Alleanza Atlantica, tra i quali le Unità Navali facenti parte la Standing Nato Maritime Group 1 (SNMG1). La Marina Militare Italiana ha partecipato con tre Unità Navali di superficie(Nave Mimbelli, Nave Espero e Nave Levanzo), il sommergibile Todaro ed una componente aerea costituita da velivoli ad ala fissa in ruolo MPA ed elicotteri EH-101 ed AB-212 in ruolo ASW. La Proud Manta si pone come obiettivo l’incremento del livello addestrativo dell’Alleanza nel settore della lotta subacquea a largo spettro, sia dalla prospettiva delle unità di superficie ed aeree, sia (e soprattutto) dalla prospettiva dei battelli. Gli assetti coinvolti nella PO- MA hanno operato nell’ambito di uno scenario simulato di crisi escalatoria. La situazione geopolitica in cui l’esercitazione si è sviluppata è stata riprodotta aderendo quanto più possibile agli scenari reali in cui la Nato viene chiamata ad operare sempre più spesso, nell’ambito di una task force integrata, multidimensionale e multinazionale. Proprio in tale ottica, lo svolgimento di un’esercitazione che 10 coinvolga assetti aerei, navali e sottomarini, consente di affinare ulteriormente le già cospicue capacità di interoperabilità dello strumento di Difesa Marittima delle Marine dei Paesi appartenenti alla Nato, sempre più spesso chiamata a svolgere un ruolo di primo piano nel mantenimento della Pace in scenari di crisi internazionali. Marco Maraglino ■ TARANTO A l termine di un’intensa attività operativa in Mar Mediterraneo il sommergibile tedesco FGS U34 ha sostato nella città di Taranto dal 28 al 31 ottobre per rimettersi “in sesto” in vista dell’attività operativa che lo ha interessato prima del rientro in Patria a dicembre. Figlio del medesimo progetto che ha dato alla luce i due nuovi sommergibili italiani classe U212, Todaro e Scirè (due ulteriori Unità sono in costruzione per la prevista consegna nel 2015-2016), l’U34 non è il primo dei quattro esemplari costruiti oltralpe ad eleggere il sorgitore tarantino quale luogo ideale per ripristinare la propria efficienza. Motivo di tale predilezione è da ricercare nella spiccata collaborazione che vede legate a doppio filo la nostra componente subacquea con quella germanica, in particolare per quanto riguarda l’efficiente organizzazione logistica comune. Un’infrastruttura in grado di consentire, oltre ad un costante scambio di materiali, anche un continuo scambio di esperienze maturate dai rispettivi equipaggi e gruppi di supporto tecnico. Nel corso della sosta, il più che collaudato Reparto Tecnico Logistico di Comforsub ha per messo all’Unità tedesca di ripristinare la propria efficienza fornendo un supporto di qualità, frutto della profonda conoscenza maturata dalla componente subacquea italiana. L’equipaggio tedesco di soli 31 uomini è stato accolto dapprima presso le banchine sommergibili dell’Arsenale e successivamente presso la S.N.M.G. (Stazione Navale Mar Grande) da un caloroso benvenuto tra sommergibilisti quale piacevole preludio al consueto scambio di opinioni che ha coinvolto il Comandante delle Forze Subacquee C.V. Cosimo Russo e il suo staff. Con i Comandanti dei battelli classe 212, è stata affinata la collaborazione che porterà nel prossimo futuro un più intenso scambio di idee ed esperienze 11 tra equipaggi di unità praticamente “gemelle”. Di rilievo la visita del Coman- dante del Submarine Squadron tedesco CDR Sacha Rackwitz con il quale dal 26 al 29 ottobre è stata pienamente condivisa l’intenzione di favorire una sempre maggiore cooperazione tra le due componenti, finalizzata a una comune crescita professionale. Al termine della sosta il Comandante dell’U34, ancora piacevolmente affascinato dalla calorosa accoglienza e dalla maturità tecnica raggiunta dalla nostra componente subacquea ha salutato la città di Taranto e ripreso la rotta verso casa accompagnato per l’uscita del nostro battello Scirè anch’esso impegnato in attività operativa nel Mare Nostrum a partire dal 31 ottobre. Un ulteriore tassello nella gestione dei nuovi sommergibili classe U212 è stato così messo. Leonardo Pietro D’Alessandro ■ attività operativa Due Marine un solo “battello” attività operativa 100.000 ORE DI VOLO alle pendici dell’Etna Il 1 maggio 1968 la Marina Militare Italiana, acquisito l’elicottero Sikorsky SH3D, costituiva presso la base di Maristaeli Catania il 3° Gruppo Elicotteri. Quel giorno segnava l’inizio di una lunga storia di imprese, missioni e successi, che alla fine di quest’anno è stata marcata da un ennesimo prestigioso traguardo: il raggiungimento delle 100.000 ore volate dai suoi equipaggi ed elicotteri. CATANIA I l volo rappresenta il culmine di un’intensa attività di programmazione, pianificazione e manutenzione che impegna uomini e mezzi ben più a lungo di quanto poi non venga registrato sul “libretto di volo”. Alla luce di ciò, meglio si comprende quale sia l’intimo significato di queste 100.000 ore di volo, di quanti uomini e di quanto impegno siano stati profusi per la loro realizzazione. Il 15 dicembre scorso il Gruppo ha voluto festeggiare l’importante risultato con una sobria cerimonia. La Bandiera di Combattimento del 3° Gruppo Elicotteri, fregiata della Medaglia d’Argento al Valor Civile e della Medaglia d’Oro al Merito di Marina, i petti degli uomini del Gruppo decorati con 16 Medaglie al Valore e 5 al Merito di Marina, i volti fieri di chi ieri e oggi ha operato sotto l’egida del Tridente, simbolo di questo glorioso Reparto, hanno testimoniato in pochi istanti i 43 intensi anni di storia del Gruppo. La presenza di numerose autorità civili e militari del presidio siciliano, ha messo in evidenza l’importante legame che il 3° Gruppo è riuscito a tessere con la comunità locale, e le quasi 2000 missioni di soccorso effettuate possono renderne l’idea. Il Comandante delle Forze Aeree della Marina, Contrammiraglio Paolo Treu, non è voluto mancare a questo evento, condividendo l’orgoglio per il successo conseguito. Silenziosi protagonisti sono stati inoltre gli elicotteri in forza, l’Agusta Westland EH 101, attuale mezzo del Reparto, e il “Re del Mare” l’SH3D. Quelle che possono sembrare sterili macchine rappresentano per gli addetti ai lavori fedeli colleghi, con cui condividere le sorti ed il successo della missione; le storie degli uomini, dei mezzi e del Gruppo si intrecciano quindi indissolubil- mente. Il “Sea King”, è entrato in servizio con il compito primario della lotta antisommergibile ed antinave, decollando per il primo volo da Maristaeli Catania l’11 dicembre 1968. Nel corso di oltre 40 anni di servizio, l’SH3D si è fatto apprezzare tanto in patria, quanto in aree lontane, nel corso di anni che hanno visto mutare gli scenari internazionali, dalla Guerra Fredda ai più recenti conflitti mediorientali. Numerose le operazioni di Peace Keeping in cui è stato impiegato: UNIFIL in Libano negli anni ’80, Somalia, Timor Est, Kosovo, Afghanistan, Iraq e nuovamente Libano-Leonte nel 2006. All’attività istituzionale si è poi affiancato un importante impegno nelle attività a favore della popolazione, dal terremoto di Ancona nel 1972 a quello del Friuli nel 1976, il disastro aereo di Ustica, il terremoto dell’Irpinia nel 1980 e le alluvioni di Versilia e Piemonte nel 1995 e 2000. Difficile tenere il conto dei soccorsi a favore di imbarcazioni in transito nel Canale di Sicilia e degli interventi in occasione delle eruzioni vulcaniche dell’Etna e di Stromboli. Tutto ciò è valso al Terzo Gruppo numerosi riconoscimenti come lo Scudo di San Martino, il Premio Icaro e quello dei Capitani Coraggiosi. Le ore totali di volo compiute dal 3° Gruppo su SH-3D sono state 94948.2, e l’ultimo volo è stato compiuto il 13 Marzo del 2009 con il “Gancio 6-36”. L’impegnativa eredità dell’SH3D è stata raccolta, a partire dal 2008, dal moderno elicottero Agusta Westland EH-101. Le superiori prestazioni hanno permesso da subito all’EH-101 di essere protagonista nell’operazione “Active Endeavour”, per la ricerca di mercantili sospetti di traffici illeciti e attività di antiterrorismo, ed in ambito “Constant Vigilance” per il controllo dei flussi migratori. Non è mancato poi l’impegno nell’operazione “Atalanta” a supporto delle forze dell’Unione Europea per il contrasto ai fenomeni di pirateria nelle acque del Corno d’Africa, nonché nell’operazione “Ocean Shield” per le medesime finalità sotto bandiera NATO. Nell’Aprile 2009, in seguito al devastante terremoto che ha distrutto l’Aquila, il 3° Gruppo ha fornito equipaggi ed elicotteri a supporto della Protezione Civile per assistere le popolazioni colpite dal sisma nella operazione Gran Sasso. Ultimo in ordine cronologico, il deciso contributo fornito dagli EH-101 ASW-ASuW imbarcati sulla Portaeromobili Garibaldi nel corso dell’operazione “Unified Protector”, a supporto del contingente multinazionale schierato a seguito della crisi libica, impiegando gli assetti in ruolo Combat SAR e ISR (Intelligence Surveillance and Reconnaissance), e sfruttando al meglio le capacità di C2 ed ESM del mezzo. Tali impegni operativi non hanno impedito di portare avanti un’intensa attività addestrativa, quale, in particolare, la partecipazione ad esercitazioni sia a carattere nazionale (Mare Aperto e Amphex) che NATO (Proud Manta). Equipaggi del Gruppo hanno partecipato inoltre, nel 2010 in Germania e nel 2011 in Spagna, al Combined Joint Personnel Recovery Standardization Course (CJPRSC), organizzato dall’European Air Group, per acquisire le conoscenze necessarie per garantire il compito di Airborne Mission Coordinator durante le attività di Personnell Recovery/Combat SAR. Difficile eguagliare per l’EH101 in poco più di 5000 ore di volo le imprese del suo predecessore SH3D, ma le potenzialità della macchina uniti alla tenacia ed alla professionalità degli equipaggi e dei tecnici del 3° Gruppo, sono una garanzia per poter superare “con il cuore oltre l’ostacolo” altrettanti futuri e prestigiosi traguardi. Gabriele Di Vico ■ attività operativa Il 41º Stormo celebra le 250.000 ore di volo del Breguet 1150 Atlantic SIGONELLA I l 41° Stormo Antisom di Sigonella, ha celebrato il considerevole traguardo delle 250.000 ore di volo della Linea del velivolo in dotazione, Breguet 1150 Atlantic. La Cerimonia, presieduta dal Generale di Divisione Aerea, Giuliano De Carlo, Ispettore dell’Aviazione per la Marina, si è svolta alla presenza del Sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, il quale, ricevuto dal Comandante del 41° Stormo Col. Pil. Dario Missaglia, ha voluto con la sua presenza, onorare lo Stormo, per il prestigioso traguardo. Nel corso della cerimonia è stata consegnata la “Patch” dedicata al raggiungimento delle 250.000 ore di volo del velivolo che, come affermato dal Col. Missaglia, nel corso del suo intervento: “da quasi 40 anni, sin dal 1972, incarna quotidianamente una parte significativa, particolare e peculiare della storia del 41° Stormo e dell’Aeronautica Militare tutta: dalla lotta antisommergibile in piena “Guerra Fredda” al pattu- gliamento marittimo dei tempi più recenti. L’Atlantic rimane con orgoglio, oggi - ha concluso il Col. Missaglia - l’unico e primo velivolo espressamente progettato per operare sul mare”. La giornata celebrativa è stata, inoltre, caratterizzata, da altri momenti particolarmente suggestivi come la consegna del premio “Carlo Sala” al personale della base che si è particolarmente distinto in servizio. Tra i premiati: Il Captain William Scott Butler, Comandante della Naval Air Station della Marina degli Stati Uniti d’America di stanza a Sigonella, premiato “per la particolare azione di comando, intrisa di forte spirito collaborativo, volta verso tutti i rapporti e le attività che interessano la Base Aerea di Sigonella al fine di contribuire a creare un perfetto esempio di grande integrazione interforze ed internazionale tra Italia ed USA”; il 1° M.llo Luogotenente Gaetano Giuffrida premiato “quale Addetto alla 166ª Squadriglia dell’88° Gruppo Volo e in qualità di Operatore al tavolo situazioni sul velivolo BR1150 Atlantic, per il grande temperamento e l’elevata competenza tecnico-professionale che gli hanno permesso di raggiungere l’invidiabile traguardo delle 10.000 ore di volo”. La cerimonia si è conclusa con la foto ricordo del personale del 41° Stormo, sotto il velivolo Atlantic. CENNI STORICI L’arrivo degli Atlantic a Sigonella segue di poco la ricostituzione del 41° Stormo avvenuta il 1° Ottobre 1965, su disposizione dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, quando nello Stormo confluirono l'87° Gruppo e l'88° 14 Gruppo Antisom. Nel novembre 1971, infatti, al fine di disporre di maggiore spazio e di infrastrutture più adeguate proprio in previsione, peraltro, dell'arrivo dei nuovi velivoli Atlantic, l'88° Gruppo lasciò Catania Fontanarossa per Sigonella. L'era degli "Atlantic" inizia quindi ufficialmente il 27 Giugno 1972 con il primo velivolo atterrato a Sigonella. L'87° Gruppo Antisom venne posto in posizione quadro il 31 Agosto 1978 e, nello stesso anno, il Comando di Stormo venne trasferito a Sigonella. Nel 1983 l'aeroporto fu battezzato ed intitolato al Capitano Pilota M.o.v.m. Cosimo Di Palma. Lo Stormo ha mantenuto sostanzialmente inalterata la sua struttura sino al 1 Agosto 2002, quando, a seguito allo scioglimento del 30° Stormo di Cagliari Elmas, la caci fra quelli disponibili all’epoca. Attualmente, i Breguet 1150 Atlantic garantiscono, ottemperando alla propria missione primaria, il contrasto della minaccia subacquea e navale e forniscono il servizio di ricerca e soccorso in mare a lungo raggio. A queste attività si aggiunge anche il controllo del traffico mercantile nel Mediterraneo, nell’ambito delle operazioni “post 11 settembre” contro il terrorismo internazionale. Gli Atlantic sono infatti in grado di condurre autonomamente ricerche sistematiche su tutta l'area del Mediterraneo, arrivando anche ad un’autonomia di 18 ore consecutive di volo. A ciò va aggiunta l'attività di controllo dello spazio aereo della "Control Zone" di Catania, all’interno della quale si trova, oltre all’aeroporto militare di Sigonella, l’aeroporto civi- un Reparto atipico e specialista, sia per la peculiarità del velivolo in dotazione, sia per i suoi equipaggi, composti, in egual misura, da personale dell’Aeronautica e della Marina Militare, sia per le operazioni di controllo e pattugliamento marittimo. La Base siciliana rappresenta la più grande installazione militare del sud Europa ed è sede, peraltro, di una stazione aeronavale della Marina Statunitense. Lo Stormo si distingue inoltre per le particolari dipendenze e per l’articolata organizzazione interna. Dipende, infatti: dall'Ufficio dell’Ispettore per la Marina (UIAV), collocato nell’ambito dello Stato Maggiore Marina e retto da un Ufficiale Generale dell’A.M., Responsabile dell’addestramento tecnico-professionale del perso- componente Antisom è stata accorpata nell'ambito del 41° Stormo, con la conseguente ristrutturazione, anche ordinativa, e la creazione dell’86° Gruppo C.A.E. per l’addestramento degli equipaggi. Il velivolo Breguet 1150 “Atlantic” venne scelto dopo un’attenta e prolungata selezione di diversi aeromobili della stessa specialità, in virtù della sua larga dotazione di strumenti di navigazione, di scoperta e localizzazione di sommergibili naviganti in immersione e di un armamento tra i più effi- le di Catania Fontanarossa che, durante la stagione estiva, supera i 200 movimenti al giorno. La missione tipica prevede un briefing per l'equipaggio nel quale si analizzano le azioni da compiere e si pianificano le rotte da percorrere, la quantità di combustibile da imbarcare e le tattiche da utilizzare. Dopo i controlli pre-volo, l’aeroplano decolla e si reca in zona operazioni dove rimane fino al termine della missione. Concluso il volo si effettua il de-briefing e si compilano i rapporti di missione. Il 41° Stormo è nale di volo; dal Comando in Capo Squadra Navale (CINCNAV) per il controllo operativo e l’addestramento all’impiego; dal Comando Squadra Aerea per il settore tecnico logistico, dal Comando delle Forze per la Mobilità ed il Supporto (CFMS) per le funzioni tecniche, amministrative e per la manutenzione degli impianti e delle attrezzature aeroportuali; dal Comando Scuole/3^ Regione Aerea per i compiti circoscrizionali. 15 Aniello Grasso ■ attività operativa Gli allievi della prima classe addestrati dal San Marco MASSAFRA (TA) <<L’onor che l’Italia a Noi/ volle affidar/custodirem /sacro tesor>> così recita un verso dell’Inno del San Marco particolarmente significativo per noi giovani Allievi della Prima Classe dell’Accademia Navale. Dal 29 gennaio al 5 febbraio abbiamo avuto, infatti, l’enorme privilegio di svolgere il modulo “Arte del Comando”sotto la direzione degli istruttori della Forza da Sbarco della Marina Militare e del Battaglione Scuole “Caorle” presso il campo addestrativo di Massafra. È stata una settimana dura, intensa, faticosa ma anche ricca di re a turno, mentre il resto del plotone in ginocchio faceva la guardia disposto “a riccio” con il fucile d’assalto AR70 in punteria. Del resto non bisogna dimenticare che proprio in questo periodo il San Marco è impegnato quotidianamente anche in Afghanistan e gli istruttori hanno voluto farci assaggiare ogni aspetto della vita operativa. Ogni mattina cominciava quindi presto di buona lena e per le sei ogni pattuglia formata da circa dodici allievi era già pronta per l’attività fisica fatta di esercizi come piegamenti sulle braccia e sulle gambe e di lunghe corse allineati e coperti con il Sottufficiale istruttore in testa.Successi- soddisfazioni. Da subito l’impatto con la vita da campo ha presentato non poche difficoltà come l’“accasermamento” in grandi tende da 10 persone oppure la quotidiana fila davanti alla mensa per la prima colazione la mattina e per il pranzo la sera. In mezzo l’indimenticabile razione K per la seconda colazione da consuma- vamente, si alternavano lezioni teoriche come l’addestramento individuale al combattimento, topografia, difesa CBRN, dottrina anfibia e montaggio e smontaggio armi. Dopo le interessanti lezioni teoriche abbiamo inoltre effettuato attività di fuoco al poligono di S. Vito (TA) sparando con il fucile d’assalto AR70/90 e con la pistola P92 FS 16 pulendo poi con perizia le armi come ci è stato insegnato. Tutte le nozioni apprese a lezione inoltre venivano poi messe in pratica con delle marce topografiche, con l’addestramento sul terreno, nonché con la pianificazione e la conduzione di missioni di attacco e di difesa di un obiettivo contro un’altra pattuglia di Allievi. Le ultime due notti del campo, infatti, le abbiamo trascorse nei dintorni della base all’aperto in mimetica e passamontagna armati di tutto punto con fucile d’assalto AR70, radio e visori notturni NVG. In attacco abbiamo ricoperto circa quattro chilometri in avvicinamento tattico sfruttando le bussole e le carte topografiche del luogo ed in particolare la notte tra venerdì e sabato le condizioni meteo avverse con abbondanti piogge, grandine e temporali hanno contribuito a rendere il tutto ancora più realistico e impegnativo. Quella vissuta al San Marco è stata un’esperienza straordinaria per ognuno di noi Allievi e ci ha permesso di approfondire la nostra reciproca conoscenza in un contesto diverso da quello accademico, nonché di ampliare i nostri orizzonti professionali venendo a conoscenza con una realtà operativa così particolare ed unica nella nostra Forza Armata come quella del Reggimento San Marco. Entusiasta di questa esperienza, come tanti altri colleghi, mi auguro che i saluti di domenica mattina non siano un addio, ma, piuttosto, un arrivederci. Christian N’Dounda ■ TARANTO D urante l’intensa attività di supporto alla missione “Unifield Protector”, che ha visto impegnato il Sommergibile Gazzana per un periodo compreso tra il 29 Agosto ed il 22 Ottobre, con una settimana di sosta nel porto di Taranto per complessivi quarantotto giorni di mare, l’Equipaggio del battello è stato interessato ad una sperimentazione scientifica proposta dal prof. Lucio Ricciardi, consulente di COMSUBIN per la Fisiologia. In particolare, la sperimentazione svolta, che si aggiunge alle precedenti svolte su altri sommergibili, continua il programma di ricerca avviato da tempo per il monitoraggio delle condizioni di vita a bordo dei battelli, caratterizzati da limitati spazi e condizioni ambientali diverse da quelle in cui siamo abituati a vivere, al fine di valutare l’impatto che una modesta e costante attività fisica di tipo prevalentemente ae- robico potesse avere sul benessere del personale. Dalle precedenti sperimentazioni, effettuate su lunghe navigazioni, era emerso che il personale, a causa delle limitate possibilità di movimento, dovute agli spazi ridotti, andava incontro a una riduzione del consumo energetico, e quindi calorico, e ad un decondizionamento fisico. Per questa sperimentazione sono stati reclutati, su base volontaria, dodici soggetti, equamente divisi fra soggetti test e di controllo, che sono stati sottoposti ad una serie di rilievi non invasivi di parametri anatomo-fisiologici alla partenza ed in prossimità del rientro nel porto di Taranto. Dei due gruppi di sei persone, il primo ha effettuato un allenamento giornaliero al cicloergometro per 30’ a una frequenza compresa tra 70% e 80% della frequenza massima teorica, mentre l’altro ha condotto la “normale” vita di bordo. Il confronto delle variazioni riscontrate nei parametri rilevati tramite test da sforzo effettuato dai due gruppi all’inizio e alla fine di entrambe le navigazioni, ha consentito di giungere alle conclusioni che, tra l’altro, sono state presentate al convegno SAMAP 2011, tenutosi ad Ottobre nella città di Taranto, in cui è intervenuto il prof. Ricciardi. La sperimentazione svolta, oltre ad aver permesso un miglioramento della condizione fisica di chi ha svolto l’allenamento giornaliero (+ 15 %), rispetto a chi non l’ha svolta (- 3.5 %), ha avuto anche l’effetto di promuovere l’attività fisica a Bordo tanto da portare alcuni membri dell’Equipaggio a “frequentare” il locale Motore Elettrico Principale (dov’era posizionato il cicloergometro) e ad usare alcuni manubri di pesi presenti per mantenere o migliorare la propria condizione fisica, cosa che rende la difficile vita di Bordo più “vicina” a quella di Casa. Cosimo Rinaldi ■ attività operativa Lo “sprint” della gazza(na) Operazione Strade Sicure/Strade Pulite Operazione di sorveglianza a siti sensibili sul territorio nazionale in concorso alle Forze di Polizia Personale Reggimento San Marco KFOR - Joint Enterprise SNMCMG2 Gruppo Navale di Contromisure Mine della NATO Operazione NATO di presenza e deterrenza per il mantenimento della sicurezza in Kossovo Istruttori Navali Nave Numana Vi.Pe. - Controllo dei Flussi Migratori Operazioni Nazionali di difesa e Sicurezza Marittima presenza e sorveglianza Navi Comandante Borsini, Cassiopea, Sfinge, Urania Personale RSM, MPA BR-1150 Atlantic, SH-3D, AB 212, EH-101 ACTIVE ENDEAVOUR Operazione marittima NATO contro il terrorismo internazionale Smg Longobardo Le Operazioni ISAF Afghanistan Assistenza militare alle Forze Armate afghane e stabilizzazione dell’Afghanistan Task Force Leone, Personale RSM, GOI NATO Training Mission Iraq Assistenza militare alle Forze Armate irachene Istruttori navali M.F.O. SINAI Controllo e verifica della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran GRUPNAVCOST 10 Navi Sentinella, Staffetta, Vedetta Personale RSM SNMG1-Ocean Shield Gruppo Navale permanente della NATO Operazione NATO di contrasto alla pirateria in acque somale Nave Grecale formazione del personale Conclusa la 254ª Sessione della Scuola di Comando Navale AUGUSTA T erminata la 254^ Sessione di Scuola Comando Navale (S.S.C.N.), si avvicina sempre più l’atteso momento del primo Comando di una Unità Navale. Ufficiali provenienti da varie specializzazioni intraprese dal termine dell’Accademia, si troveranno ad avere come matrice comune la gestione di un mezzo e, soprattutto, del suo equipaggio, elemento che da sempre rappresenta il cuore e l’anima delle Unità della Marina Militare. La Scuola Comando Navale è un’ istituzione di elevata valenza formativa, unica tra le Marine di rango della Nato, e vanta una tradizione ottuagenaria. La sua lunga storia, iniziata nel 1926 ed interrottasi solo nel corso dei conflitti bellici, è stata caratterizzata da una costante opera di travaso verso innumerevoli generazioni di giovani Ufficiali non solo in termini di conoscenze nautiche, marinaresche e professionali, ma anche di tradizioni, passione e valori morali che sono alla base della figura dell’Ufficiale della Marina Militare. La 254^ Sessione è iniziata per i Tenenti di Vascello frequentatori presso il Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera (COMFORPAT), da cui la Scuola Comando dipende, con tre settimane di programma ad- 20 destrativo basato su un Tirocinio di Manovra (Tir.Ma.) all’interno della rada di Augusta, abbinato a lezioni di carattere etico, amministrativo e marinaresco. A bordo di Nave Tirso e Nave Favignana i futuri Comandanti hanno avuto la possibilità di affinare le tecniche di conduzione di un’Unità Navale, di addestrarsi all’esecuzione di manovre di ormeggio, disormeggio, presa di boa e fonda, sotto la supervisione attenta del Capitano di Vascello Gianfranco D’Artibale (Direttore della Scuola Comando e Comandante della Squadriglia Corvette), del Capitano di Fregata Alberto Sodomaco (valutatore e Comandante della Seconda Squadriglia Pattugliatori) e del Capitano di Fregata Pasquale Perrotta (relatore e Comandante della Prima Squadriglia Pattugliatori). La fase successiva ha visto i frequentatori impegnati, per ulteriori tre settimane, in un Tirocinio di Manovra ed impiego Tattico (Tir.M.I.T.) svoltosi in mare aperto a bordo di un gruppo navale costituito da Nave Minerva, Sfinge e Urania. Le tre Unità, sono partite da Augusta il 30 Gennaio 2012 , toccando il Porto di Messina e successivamente Porto Empedocle (Ag), per fare ritorno ad Augusta il 14 Febbraio. L’intero periodo è stato caratterizzato da un’intensa attività addestrativa, in diverse condizioni meteorologiche; le condizioni meteomarine, spesso proibitive in linea con il periodo invernale, hanno consentito “momenti didattici” estremamente utili per i frequentatori. Nel porto di Messina si sono tenute diverse attività di rappresentanza, tra cui la visita al Centro VTS (Vessel Traffic Service), alla Scuola Operatori VTS, recentemente inaugurata nella sua nuova sede, ed a bordo delle Unità Classe Diciotti del Corpo della Guardia Costiera. La sosta a Porto Empedocle ha visto, già dai giorni precedenti all’arrivo delle navi, un consistente interessamento mediatico e una sentita partecipazione delle Autorità locali. Malgrado il maltempo le Unità sono state oggetto di numerose visite da parte della popolazione locale; ha avuto inoltre luogo l’incontro con il Presidente della Provincia di Agrigento e con la locale delegazione ANMI. L’attività di rappresentanza e le visite protocollari e di cortesia alle autorità civili e militari svolte dalla Scuola Comando nell’ambito delle soste hanno messo in evidenza e rafforzato il profondo legame e la tradizione marinara che avvicina le città visitate alla Marina Militare. L’accoglienza ed il calore trasmesso alle Unità Navali ed ai loro equipaggi dimostra, ancora una volta, il senso di stima ed affetto nei confronti delle Navi della Marina Militare che costantemente concorrono a portare sicurezza nelle acque nazionali ed internazionali. La 254^ SSCN si è conclusa con la cerimonia di consegna dei diplomi ai Tenenti di Vascello frequentatori da parte del Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Squadra Luigi Binelli Mantelli. Agli ormai “ex-frequentatori” non resta che attendere la designazione al Comando, momento in cui le diverse esperienze e specializzazioni verranno temporaneamente messe da parte in favore di un percorso comune di comando, che li vedrà gestori di un mezzo, ma soprattutto dei suoi uomini. Francesco Rima ■ 21 formazione del personale Marcia topografica Gli Allievi della 1^ classe dell’Accademia Navale di Livorno hanno partecipato a una esercitazione elementare di navigazione campale. LIVORNO N ei giorni di sabato 10 e domenica 11 dicembre gli Allievi della prima classe dell’Accademia Navale di Livorno sono stati impegnati in una marcia topografica presso le colline livornesi. Si è trattato di una esercitazione elementare di navigazione campale, in cui ciascuno degli Allievi, suddivisi in squadre, ha dimostrato il proprio adattamento e la propria capacità di gestione del gruppo in un ambiente impervio, avendo come unico strumento la carta topografica e la propria capacità di orientamento. L’attività in questione è ormai ampiamente consolidata, tanto da rientrare a pieno titolo tra gli appuntamenti fissi che ogni anno vedono impegnati gli Allievi della prima classe. Le difficoltà del percorso, unite al clima invernale che in questi giorni imperversa sul territorio livornese, hanno reso più difficoltosa l’intera attività. Sin dal primo mattino, gli Allievi si sono schierati sul piazzale, pronti ad imbarcare sui pullman che li hanno condotti sul versante collinare prescelto per questa importante attività didattica. Un controllo rapido agli indumenti e all’attrezzatura: bussola, cartine topografiche, borraccia, zaino in spalla e via, si parte. Giunti sul luogo prefissato, sono state fornite le ultime informazioni: posizionamento dei capisaldi, differenze altimetriche del territorio e infine un saggio suggerimento: “Ragazzi, non segnate mai con una penna il percorso sulla cartina, nè il posizionamento dei capisaldi perché un potenziale nemico, nel caso venisse in possesso della cartina stessa, saprebbe subito come organizzare un’imboscata”. Il suggerimento viene prontamente accolto ed acquisito. Il Servizio Sanitario, come sempre al seguito in queste occasioni, si è organizzato disponendo uomini e mezzi nei punti salienti del percorso. Un giovane ed aitante sottufficiale infermiere, vestito di tutto punto con mimetica ed anfibi, ha posizionato l’ambulanza lungo il tragitto e via radio ha seguito lo spostamento delle tre squa- 22 dre: alfa, bravo e charlie. Nome in codice: “virus”. La presenza del Luogotenente Gaetano Zirpoli, in veste di istruttore, ha permesso agli Allievi l’acquisizione delle tecniche utili alla buona riuscita della marcia topografica ed ha rafforzato lo stretto legame che da sempre anima i rapporti tra la centenaria Università del Mare e la prestigiosa struttura di Comsubin, fucina degli “Arditi Incursori” della nostra Marina. L’attenzione per i particolari, le indiscusse capacità della catena di comando, hanno reso questa giornata un’avvincente esperienza, perché, per noi, uomini e donne dell’Accademia Navale, non esistono problemi ma solo soluzioni! Antonio Ferrara ■ avvenimenti Le aquile della Marina tornano a volare sui cieli degli Stati Uniti D’America G iovedì 2 febbraio – ore 9:00AM – Marine Corps Air Station MCAS Cherry Point, N.C. (USA) – Ci troviamo davanti all’hangar della linea volo del Marine Attack Squadron 231 insieme ad un gruppo di famiglie americane, tutti con lo sguardo rivolto verso il cielo. Giusto il tempo di scorgere all’orizzonte sei “puntini” allineati in formazione, che si è percossi dall’impareggiabile rombo dei propulsori RollsRoyce F402-RR408 “Pegasus” da oltre 10.000 Kg di spinta di sei monopostoAV-8B “Harrier” che avanzano rapidamente a bassa quota. Per un attimo riaffiora alla mente l’immagine dell’ingresso della base, dove campeggia l’epiteto: “Pardon our noise. It’s the sound of freedom”. Esplode la gioia delle famiglie presenti, fanno festa ai loro Marines: oggi torna a casa il 22nd Marine Expeditionary Unit dopo oltre dieci mesi di mare, al termine del più lungo deployment americano dai tempi della Seconda Guerra Mon- 23 diale! Ma il nostro sguardo rimane fisso sulla formazione in cerca di un dettaglio, un particolare... infatti uno dei sei aerei è l’AV8B “Harrier” II PLUSN.F. 107 del Gruppo Aerei Imbarcati (GRUPAER) di Grottaglie. Sono trascorsi quasi diciotto anni da quando l’allora Capitano di Fregata Paolo Treu, il 20 aprile 1994, trasferì il primo AV-8B PLUS destinato alla Marina Italiana dagli stabilimenti della McDonnell Douglas di St. Louis proprio al MCAS di Cherry Point. Da quel momento cominciò la transizione dei piloti italiani abilitati al pilotaggio dell’AV-8B Day Attack e Night Attack sul nuovo velivolo radarizzato, nel- l’ambito di una Sezione Aerei istituita presso tale base dei Marines e costituita da personale di GRUPAER, Gruppo di Volo nato solo tre anni prima. Nei mesi successivi venivano consegnati ulteriori due aerei ed il 21 novembre 1994 i tre AV-8B PLUS con l’ancora della Marina imbarcarono a bordo dell’incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi, comandato dall’allora Capitano di Vascello Bruno Branciforte, per raggiungere l’Italia. Nacque così la componente aerotattica della Marina del dopoguerra che iniziò la sua gloriosa storia partendo subito per l’Operazione Somalia 3, nel gennaio 1995, sempre a bordo del Garibaldi, ormai diventato Portaerei. Una storia che ha radici non tanto distanti da questi luoghi, dove un secolo fa tutto ebbe inizio nella storia del volo. E’ poco distante dal MCAS di Cherry Point, infatti, che nel 1903 nella piccola località di KittyHawk in North Carolina, due fratelli americani, Orville e Wilbur Wright, abili ed intraprendenti venditori di biciclette, furono capaci di compiere il primo volo motorizzato nella storia dell’umanità, tenendo in volo un rudimentale aereo da loro costruito (il “Flyer”) per appena 12 secondi. Lo stesso Wilbur Wright che qualche anno dopo addestrò colui che divenne nel maggio 1910, il primo pilota militare di aereo (brevetto n° 1), Sottotenente di Vascello della Regia Marina Mario Calderara. Erano gli albori dell’Aviazione della Marina Militare Italiana. Ancora un passaggio radente, qualche affascinante evoluzione e dopo aver rotto la formazione in un marziale e quanto mai straordinario sincronismo i sei aerei rallentano, quasi a sembrare immobili nell’aria come solo loro sanno fare, atterrando poi sulla pista principale della base per raggiungere gli spot assegnati. Il velivolo 1-07 è giunto negli Stati Uniti a bordo della nave anfibia d’assalto USS Bataan (LHD-5) in rientro dal Mediterraneo. Con esso quattro specialisti di GRUPAER (1M.llo Avantaggiato, C1^cl. Nigro, C1^cl. Vadrucci e C2^cl. Massaro) e il Capt. Chris Kennedy, pilota americano di scambio presso GRUPAER, che ha trasferito l’aereo dall’USS Bataan al MCAS Cherry Point a termine della traversata atlantica, iniziata lo scorso metà gennaio, dopo l’appontaggio del monoposto a bordo dell’unità americana al largo delle coste 24 siciliane. Dopo qualche foto per immortalare l’evento, il velivolo 1-07 è stato trasferito presso gli stabilimenti del Fleet Readiness Center East (FRC-E) di Cherry Point, al comando del Col. Mitchell Bauman, dove, in accordo ai requisiti di manutenzione preventiva definiti dallo “Integrated Maintenance Program” sarà sottoposto ad un’accurata revisione secondo il “Planned Maintenance Interval-1 (PMI-1)”. Le lavorazioni, che avranno una durata complessiva di circa sei mesi, comprenderanno, tra l’altro, l’introduzione d’importanti mo- difiche e l’aggiornamento di alcuni sistemi di missione che consentiranno l’acquisizione di nuove rilevanti capacità operative in linea con la configurazione americana. L'evoluzione tecnologica adottata nei processi di lavorazione, oltre agli elevati standard professionali delle maestranze impiegate presso l’FRC-E, sino ad ora ad esclusivo appannaggio degli squadroni USMC, hanno reso questo Centro un partner di assoluta eccellenza, e consentiranno alla Marina Militare di centrare importanti obiettivi di adeguamento e miglioramento della funzionalità e delle prestazioni degli equipaggiamenti/sistemi installati sui velivoli AV-8B. Proprio in tale ottica, il 6° Reparto Aeromobili dello Stato Maggiore della Marina ha diretto le attività per la finalizzazione di tale importante progetto, quale ulteriore esempio di piena sinergia con il partner americano nell’ambito della partecipazione al programma internazionale multinazionale (Italia, USA, Spagna e UK) regolato dall’Harrier Framework Memorandum of Understanding (MoU), siglato nel 2004 dalle Nazioni cooperanti; efficace strumento di supporto comune nella fase di post-produzione del AV-8B. Il programma è diretto e amministrato in rappresentanza delle Nazioni partecipanti da un Executive Steering Commitee (ESC) presieduto per l’Italia dal Comandante delle Forze Aeree della Marina Militare e Capo del 6° Reparto Aeromobili dello Stato Maggiore della Marina Contrammiraglio Paolo Treu, coadiuvato nel ruolo di Program Manager dal C.F. (AN) Francesco Pascali e, oltreoceano, dall’Ufficio di Rappresentanza della Marina Militare presso il PMA-257 AV-8B Joint Program Office di Patuxent River, MD (USA), diretto dal C.F. (Pil) Enrico Esposto. L’ufficio si articola nelle funzioni di Supporto Logistico, Engineering e Business Financial Management. L’organico dell’ufficio è costituito dal C.C. 25 (GN) Sergio D’Agostini (Deputy Assistant Program Manager for Logistics), coadiuvato dal 1M.llo Andrea Parisi, dal C.C. (AN) Enrico Pieroni (Deputy Assistant Program Manager for Engineering) e dal 1M.llo Cosimo Gioscia (Business Financial Management), tutti in possesso di specializzazione di tecnico di aeromobile, oltre a contractors e personale governativo americano. Questa impresa rappresenta per la Marina Militare una priorità per il supporto della sua componente aerotattica imbarcata, strumento cardine delle capacità di proiezione di potenza sul mare e dal mare, in attesa dell’entrata in servizio del nuovo caccia con caratteristiche STOVL F-35B JSF (Joint Strike Fighter), attualmente in fase di sviluppo e produzione negli Stati Uniti, che sostituirà l’AV-8B Plus nel prossimo decennio. Sergio D’Agostini ■ Consegna cimeli sulla portaerei Cavour avvenimenti CIVITAVECCHIA N ell’anno delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il 14 dicembre 2011 presso il porto di Civitavecchia si è svolta la cerimonia di consegna dei cimeli storici appartenuti al conte Camillo di Cavour all’omonima nave che dell’illustre statista porta il nome. I cimeli, donati dal Cavaliere del Lavoro Nesi, presidente dalla Fondazione Camillo Cavour, al Comandante della portaerei, costituiscono un’importante eredità e testimonianza storica del passato risorgimentale nazionale. Il primo cimelio è il Collare dell’Annunziata, la più ambita onorificenza di Casa Savoia, fu consegnata al Cavour a seguito della partecipazione del Ministro al congresso di Parigi che riunì le principali potenze del continente europeo per ridefinire i termini della questione d’Oriente al termine della guerra di Crimea. Il successo diplomatico ottenuto dall’illustre statista, che seppe portare all’at- tenzione delle grandi potenze europee la questione italiana, venne riconosciuto e celebrato dalla Casa Savoia che, il 29 aprile del 1856, decorò il Conte del collare dell’Ordine. Il secondo cimelio consegnato a Nave Cavour è il bozzetto originale del medaglione che ornava il cofano per la bandiera della Regia Nave “Conte di Cavour”, antesignana dell’attuale ammiraglia. Il terzo cimelio, indiscutibilmente il principale per valore storico, è il decreto reale di nomina del Conte Camillo di Cavour a Ministro di Marina Agricoltura e Commercio, datato 11 ottobre 1850, firmato da Vittorio Emanuele e controfirmato dal Ministro D’Azeglio. Al termine della cerimonia, che ha visto la partecipazione del Capo di Stato Maggiore del Comando in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Divisione Donato Marzano, l’Onorevole Nesi, a nome della famiglia Neri-Presbitero, ha donato a Nave Cavour un quarto cimelio: una lettera autografa di Cavour all’armatore Rubattino. Al termine della cerimonia si è svolta una visita guidata a 26 bordo dell’Unità a favore degli ospiti intervenuti per illustrarne le capacità e le modalità d’impiego, focalizzandosi in particolare sulle capacità dual use della Nave e sul suo ruolo quale Unità di Bandiera della Squadra Navale. L’evento, di indiscutibile valore storico e culturale, vedrà la Portaerei Cavour diventare custode ed espositore di questo patrimonio fino a ieri custodito nel Castello di Santena e che da oggi può essere ammirato in tutto il suo splendore a bordo della nuova ammiraglia della Marina Militare. Luca Di Giovanni ■ LA SPEZIA D al settembre 2011 nel panorama della darsena dell’Arsenale Militare Marittimo della Spezia, alle storiche e familiari alberature delle navi scuola a vela della marina Militare (Nave Vespucci, Nave Palinuro, Nave Italia, Nave Orsa Maggiore, Nave Corsaro II, Nave Stella Polare e Nave Capricia) si sono affiancate quelle più inconsuete ed ultramoderne dello Yacht a Vela privato Maltese Falcon. Con il ricorso all’istituto della permuta, infatti, il Cantiere Picchiotti ha eseguito, presso i bacini in muratura dell’Arsenale, un’estesa attività manutentiva sugli impianti e strutture del Maltese Falcon, che si è conclusa il 9 Febbraio 2012. Le lavorazioni hanno avuto inizio il 12 Settembre, con l’ingresso del “Falcone” nel bacino numero 3, uno degli otto bacini (sei in muratura e due galleggianti) di cui dispone l’Arsenale Marina della Spezia, ma ben prima sono iniziate le attività dell’Arsenale, che ha progettato e realizzato il piano di posa e di puntellamento dello yacht. Questa attività ha richiesto particolare attenzione, certamente dovuta all’eccezionalità dell’imbarcazione, ma soprattutto per motivi tecnici. La configurazione dell’alberatura con i pennoni disposti per chiglia, sottopone, infatti, l’imbarcazione ad ingenti forze indotte dai venti; la peculiarità dei trattamenti superficiali e della forma dell’opera morta hanno imposto vincoli al posizionamento dei puntelli. Come in tutte le operazioni d’ingresso ed uscita dal bacino preziosa si è rivelata l’abilità e l’esperienza dei due palombari dell’Arsenale, che operano nel solco di una tradizione più che secolare; i primi palombari della Marina, infatti, sono nati proprio nell’ambito degli Arsenali. Tutte le problematiche sono state risolte con la collaborazione tra il Cantiere Picchiotti, la Sezione Studi e il Reparto Bacini dell’Arsenale, rendendo possibile una sicura messa a secco dell’imbarcazione. Il piano di posa e di puntellamento realizzato si è poi dimostrato in grado di resistere ai forti venti ed agli accumuli di neve dell’insolito rigido inverno spezzino, che hanno variato la distribuzione dei pesi in maniera non irrilevante, e non ultimo a due terremoti seppur di lieve entità. Decisamente madre natura ha voluto collaudare nel modo più adeguato le sistemazioni realizzate. La possibilità di immettere lo yacht in un bacino in muratura, ricoprendolo adeguatamente con apposite protezioni, ha permesso al Cantiere di eseguire piccoli interventi di modifica alle già raffinate forme dello yacht, attività di manutenzione su motori ed impianti, ma soprattutto i delicati trattamenti superficiali dell’opera morta. Per l’esecuzione di quest’ultimi, l’unica alternativa ad un bacino in muratura, sarebbe stata la messa a secco e il ricovero in un capannone, con la necessità di ese- 27 guire la lunga, complicata e costosa attività di disalberamento in uno dei pochi cantieri all’estero attrezzati per le dimensioni dell’imbarcazione. La sinergia tra la Marina Militare e uno dei migliori esempi di quelle eccellenze che caratterizzano l’industria privata italiana nel settore navale e nautico ha invece pienamente raggiunto l’obiettivo, portando a termine, in tempi contenuti e con la totale soddisfazione dell’armatore, tutti gli interventi manutentivi programmati e quelli che si sono resi necessari in corso d’opera. Le sobrie ed eleganti linee dello yacht a vela più tecnologico al mondo lasciano oggi la darsena dell’Arsenale. Guardando il Falcone serigrafato sullo specchio di poppa allontanarsi e farsi sempre più piccolo, non ci resta che augurargli “fair winds and following seas”. Emilio Niggi ■ avvenimenti Un’insolita nave a vela “Ambasciatori a bordo” avvenimenti La portaerei Cavour ha ospitato nelle acque antistanti Civitavecchia, un’attività istituzionale organizzata congiuntamente dai Ministeri della Difesa e degli Affari Esteri che ha visto ancora una volta la Marina in prima linea. L ’attività istituzionale “Ambasciatori a Bordo” tenutasi il 25 gennaio sulla portaerei Cavour, “co-presieduta” dal Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri, Staffan De Mistura, e dal Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Squadra Luigi Binelli Mantelli, hanno preso parte trentaquattro delegazioni dei Paesi membri dell’Unione Europea e partner dell’Alleanza Atlantica coinvolti in diverse forme di cooperazione promosse in ambito NATO, quali ad esempio la Mediterranean Dialogue (MD) e la Istanbul Cooperation Initiative (ICI). Ol- L’iniziativa volta a riunire per la prima volta a bordo di una nave della Marina un numero così importante di ambasciatori accreditati presso il nostro Paese, nasce con l’intendimento di testimoniare a livello internazionale la storica collaborazione tra gli Esteri e la Difesa italiana, che proprio grazie all’esperienza maturata in decenni di missioni all’estero si è sviluppata secondo quel “comprehensive approach” che rappresenta la chiave di successo per un efficace impegno civile- militare nei moder ni e complessi scenari di crisi; proprio quell’approccio omnicomprensivo tre alle delegazioni, partecipanti a livello Ambasciatori, sono intervenuti rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri, tra cui l’Ambasciatore Stefano Ronca, Capo del Cerimoniale della Repubblica, che ha promosso l’evento partecipandovi in qualità di moderatore. Sono intervenute, inoltre, autorità militari ed un significativo numero di giornalisti e cine-operatori di organi di stampa e media nazionali ed internazionali. che è alla base degli articolati processi di “confidence & institution building”. Dopo un indirizzo di benvenuto da parte del Comandante in Capo della Squadra Navale, le delegazioni ed i giornalisti hanno raggiunto il ponte di volo tramite una suggestiva corsa con l’elevatore aeromobili di poppa mentre la nave era in uscita dal porto di Civitavecchia. Lasciate le ostruzioni in naviga- 28 zione tra la costa laziale e l’Isola del Giglio, si è svolta sul ponte della nostra portaerei la cerimonia del lancio in mare di una corona di fiori, in memoria delle vittime del naufragio della nave da crociera Concordia. La mattinata è proseguita con i lavori del workshop in Hangar, centrato sul ruolo dell’Italia nella gestione delle crisi internazionali. A tal proposito, il Sottosegretario agli Esteri, nel suo intervento, ha voluto mettere in risalto la grande tradizione marinara dell’Italia, capace da un lato di costruire grandi navi e dall’altro di dotarsi di una Marina Militare moderna e bilanciata in tutte le sue componenti, in grado di supportare con continuità ed efficacia un Paese, sempre in prima linea nelle missioni internazionali, impegnato nel consolidare la propria leadership in diverse realtà regionali ove risiedono gli interessi strategici nazionali. Partendo dal significativo numero di missioni ed uomini attualmente impegnati in operazioni all’estero – 33 operazioni multinazionali con 7000 militari italiani coinvolti – Il Comandante in Capo ha evidenziato come gli attuali scenari impongano ai vari attori, civili e militari coinvolti, un approccio dinamico ed integrato nella risoluzione delle crisi. Nell’ambito dell’ampio spettro di missioni svolte ed in corso, la partecipazione dell’Italia e della Marina Militare all’operazione “East Timor” del 1999 e il recente intervento ad Haiti nel 2010 - entrambi a carattere umanitario con unità tutto ponte dalle elevate capacità logistiche (San Giusto prima e proprio la portaerei Cavour nella seconda) - rappresentano un chiaro esempio di come lo strumento militare nazionale sia capace di operare in una dimensione multinazionale e globale grazie alla Marina; in particolare grazie allo sviluppo della capacità expeditionary sostenuta dal concetto seabasing, peculiarità intrinseca delle forze marittime che permettono di portare a termine missioni in aree lontane laddove necessario anche al di là dell’orizzonte di quel Mediterraneo Allargato che individua da tempo l’insieme delle aree d’interesse strategico nazionale. Il binomio Politica estera e di Difesa, trova peraltro proprio nella Marina Militare una delle sue più valide espressioni. A partire dallo storico ruolo della Naval Diplomacy, la Marina ha da sempre supportato le iniziative diplomatiche operando in termini di controllo delle crisi anche con funzioni di dissuasione e deterrenza. Il Comandante in Capo della Squadra Navale ha posto inoltre particolare accento alle nuove unità che, come il Cavour, conferiscono ulteriore versatilità tattica e flessibilità d’impiego all’intero strumento militare nazionale. La piena disponibilità operativa della Portae- rei Cavour, rappresenta, in un momento di crisi e di tagli al comparto della Difesa, un perfetto esempio di costo-efficacia e di ottimizzazione delle risorse. Il Cavour è in grado infatti di esprimere molteplici capacità nell’ambito di un ampio spettro di missioni civili-militari in cui può essere impiegata, racchiudendo in se quattro navi in una: la Portaerei, l’unità sede di Comando e Controllo, la nave ospedale e l’unità di supporto logistico. Al termine dei lavori, le delegazioni hanno potuto assistere ad una dimostrazione aeronavale che ha visto operare congiuntamente il Cavour, il cacciatorpediniere Duilio, i rispettivi assetti aerei imbarcati e team del Reggimento San Marco. Una breve ma intensa attività dimostrativa: iniziata con il decollo di due AV8B plus, il loro sorvolo a bassa quota sulle unità navali e la dimostrazione delle peculiari capacità di Short Take-Off di Vertical Take-Off and Landing, le successive attività di fast-rope, effettuate sul ponte di volo del Duilio che hanno visto impegnati un EH101 in versione eliassalto con un team del Reggimento San Marco e un SH-90 in ruolo sniper con tiratori scelti a bordo. L’attività si è poi conclusa, al rientro dell’EH-101, con la simulazione di una CASEVAC volta ad evidenziare le notevoli capacità di assistenza medico-sanitaria che la nave è in grado 29 di offrire. L’attività dimostrativa aeronavale e la successiva visita guidata dell’Unità, nonché il briefing sulle caratteristiche tecniche ed operative della portaerei tenuto dal Comandante dell’Unità, CV Stefano Barbieri, hanno sottolineato le capacità operative, la flessibilità di impiego del Cavour e le sue peculiarità dual use. Il Cavour è, infatti, una nave capace di operare non solo in scenari tipicamente militari come portaerei, unità sede di comando e controllo per operazioni aeronavali ed anfibie, ma anche eccellente piattaforma in grado di fornire assistenza in contesti di emergenza umanitaria, uno strumento quindi in grado di proiettare, in modalità duale, capacità civili e militari laddove necessario anche per prolungati periodi. Gli “Ambasciatori a bordo” del Cavour ha quindi rappresentato un importante evento internazionale che oltre a testimoniare l’importanza del binomio “Esteri-Difesa”, ha contribuito in maniera efficace alla promozione dell’immagine del Paese all’estero, sia per quanto attiene l’impegno nazionale in missioni fuori area, sia in termini di industria nazionale con particolare riferimento alla cantieristica e all’integrazione di apparati e sistemi di Comando e Controllo. Sergio Savastano ■ La Marina alla mostra “...le vie del mare” avvenimenti SIRACUSA D al 9 al 10 Gennaio si è svolta la mostra convegno intitolata “Le vie del mare” promossa dall'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana e organizzata dalla Galleria Interdisciplinare Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa, a cui la Marina Militare ha partecipato con l’intervento dei propri Ufficiali. La due giorni è stata organizzata presso la sala Conferenze della Galleria interdisciplinare regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa, e si è articolata in incontri, conferenze ed esposizioni dedicate a: Le Vie del Mare. L'obiettivo dell'iniziativa è stato quello di valorizzare il mare come patrimonio storico-artistico, come elemento chiave nelle politiche di conservazione della propria identità e di sviluppo del turismo culturale. Dopo l'incontro letterario della prima giornata dedicato all'o- pera poetica del Garante delle Comunicazioni Corrado Calabrò, si è svolta l’inaugurazione alla presenza delle Autorità militari e civili della provincia. Il convegno è proseguito il giorno dopo con un dibattito più serrato sul mare parlando di arte marinara, di bellezze sommerse, ma anche di soluzioni e prospettive in grado di permettere a Siracusa di seguire quegli esempi virtuosi che hanno fatto del mare la propria for- tun. A prendere la parola sono stati esperti provenienti dal mondo accademico, dalle varie Soprintendenze, da Marina Militare e Capitaneria di Porto. Per la Marina Militare è stato dapprima il Capitano di Fregata Giovanni Ferraro, Capo Ufficio Operazioni di Marisicilia, a parlare del tema di grande rilevanza culturale e storica “la musealizzazione quale contributo al mantenimento delle tradizioni della Marina Militare”. Successivamente il Capitano di Fregata Giampiero Ranieri, Capo Ufficio Infrastrutture di Maridipart Taranto, sommergibilista, ha sviluppato il tema tanto caro a lui ma soprattutto al pubblico presente che ha destato grande interesse “I sommergibili italiani, tra storia e tecnologia”. Non meno interessante in quanto di estrema attualità, è stato il tema “La tutela del mare e della costa nel rispetto della natura” affrontato dal Comandante della Capitaneria di Porto di Siracusa Capitano di Vascello Luca Sancilio. Nicola Lombardo ■ 30 avvenimenti Un marinaio in Kosovo BJELO POLJE (Kosovo) Q ui tra i monti eter namente imbiancati che circondano Pec, NordOvest del Kosovo, in località Bjelo Polje, è situato il Villaggio Italia, 100 km. dalla capitale Pristina, compound che i soldati italiani dividono con svariate centinaia di sloveni, austriaci, svizzeri ed ungheresi. Ogni mattina, tutto il Battlegroup West, a guida italiana, presenzia all’alza bandiera, ce- rimonia molto significativa e toccante durante la quale gli inni italiano, e a turno delle altre nazioni, vengono cantati da tutti i componenti il Battaglione. Tra questi, il 1° M.llo Lgt. Giancarlo Marras di Nave Caio Duilio, unico marinaio qui destinato per un periodo di sei mesi, fa parte del Joint Multimodal Operational Unit, con l’incarico di Capo Ufficio Comando. Non è la prima volta nei Balcani per il Luogotenente, essendo stato destinato, tra l’altro, presso il disciolto 28° Gruppo Nava- le in Valona e Saseno, in Albania. La J.M.O.U. é una piccola Unità interforze di cui fanno parte anche un Sottufficiale ed un Graduato di Truppa dell’Aeronautica, un Ufficiale ed un Sottufficiale dell’Esercito ed un Sottufficiale della Guardia di Finanza. Questa Unità, con capacità multimodale, è dipendente operativamente dal Comando Operativo di Vertice Interforze ed è inquadrata, in Teatro Operativo, all’interno del Gruppo Supporto di Aderenza del 10° Reggimento Trasporti dell’Esercito di Bari. La J.M.O.U. opera su direttive del COI Difesa per tutto quanto afferisce ai trasporti, sia passeggeri che cargo che si svolgono presso l’aeroporto dell’Aeronautica in Dakovica e negli altri aeroporti del Kosovo e presso lo scalo marittimo di Durazzo in Albania. Il Kosovo, dopo anni di guerra civile sta faticosamente organizzandosi e si sta dando una propria identità nazionale. Giancarlo Marras ■ 31 Quarto raduno equipaggi di Nave Ardito avvenimenti LIVORNO edeli al motto della loro Unità, “Nihil Obest” ancora una volta gli Amici di Nave Ardito hanno dimostrato che nulla può ostacolarli e farli desistere dalla ferma volontà di ritrovarsi, anno dopo anno, tutti insieme per quell’entusiasmante “tuffo” nel mare dell’amicizia, dei sentimenti e dei ricordi che è il Raduno nazionale. Livorno, sede del 4° Raduno degli Amici di Nave Ardito, si è confermata una scelta felice. D’altra parte, la prestigiosa e ospitale cornice dell’Accademia Navale non poteva che rivelarsi un elemento di grande visibilità per la manifestazione del gruppo. Prima giornata Sabato 10 settembre, a partire dalle 15.30, il Piazzale Allievi dell’Accademia Navale è andato affollandosi in attesa dell’apertura ufficiale del 4° Raduno con l’arrivo dell’Ammiraglio Pierluigi Rosati, comandante dell’Accademia. E’ seguito il taglio del nastro in corridoio e l’ingresso dei partecipanti nello studio 5. L’intervento di benvenuto dell’Ammiraglio, che ha ricordato l’imbarco su Nave Ardito tra le sue prime esperienze dopo la formazione in Accademia, è stato salutato con vivo compiacimento da parte di tutti. Particolare gratitudine gli nio Zingali. Allestite nello studio 4, le mostre sono state inaugurate dall’Ammiraglio Umberto Guarnieri, ex Capo di Stato Maggiore della Marina dal 1998 al 2001. A Guarnieri e agli altri ammiragli ed alti ufficiali presenti, gli organizzatori hanno è stata espressa dal Primo Maresciallo Luogotenente Alfonso Zampaglione a nome del Comitato Amici di Nave Ardito, organizzatore della manifestazione. Lo scambio di crest e l’esposizione del programma delle due giornate del Raduno ha preceduto il brindisi augurale e l’apertura del cocktail offerto ai partecipanti. Anche questa edizione ha dedicato ampio spazio alla memoria attraverso l’allestimento di due mostre fotografiche, cronologicamente riferite alla partenza del Giro del Mondo (18 luglio 1979) e al rientro della Missione in Libano (26 febbraio 1984), e non è mancata, dopo il successo di La Spezia, la replica della mostra dei crest delle Unità della Marina Militare curata da Anto- offerto un “tour” guidato attraverso immagini suggestive e ricordi rinverditi e, nel caso dei crest, attraverso quel mix di storia, mitologia e tradizioni che ruota attorno ad ogni nave ed al suo motto. Giro del Mondo e Missione in Libano sono stati il filo conduttore delle allocuzioni che hanno visto alternarsi gli ammiragli Enrico Rossi (6° Comandante nel Giro del Mondo), Gianfranco Ginesi (10° Comandante, Missione di pace in Libano 1982-83) e Umberto Guarnieri (11° Comandante, Missione di pace in Libano 1983-84). Ognuno di loro ha ricordato con parole commosse il servizio prestato su Nave Ardito e ha fatto rivivere alcuni dei momenti più significativi e toccanti, e a volte anche dram- 32 matici, della loro esperienza all’estero. Dagli interventi di Alfonso Zampaglione, Pasquale Amoruso, Domenico Meduri e Matteo D’Angelo è emerso come, malgrado il passare del tempo e il vuoto lasciato da coloro che scompaiono, il Comitato Amici di Nave Ardito riesca a mantenere viva la memoria dell’Unità e dei suoi equipaggi ed a perpetuarla negli anni con immutata volontà e lo stesso trasporto d’animo. Nella giornata inaugurale di sabato sono poi intervenuti a portare i loro saluti: Michele Esposito, presidente del Circolo Sottufficiali di Livorno, il C.V. Roberto Cervino, ex ufficiale dell’Ardito, Graziano Favilli e il Dott. Paolo Pierantozzi. Quest’ultimo ha presentato il suo libro “Nave Ardito”, una pubblicazione illustrata, dedicata all’Ammiraglio Giovanni Moro, primo comandante dell’Unità, ed a tutti gli Amici di Nave Ardito. E’ anche intervenuta la “delegazione crotonese”, rappresentata da Antonio Zingali, sottufficiale in congedo e autore della mostra dei crest, dal Dott. Giulio Grilletta, medico e giornalista-storico, e da Biagio Greco, collaboratore per l’allestimento della mostra. Tanto Zingali che Grilletta hanno ringraziato il Comitato Amici di Nave Ardito per aver ancora una volta ospitato un evento espositivo che dona lustro alla storia e alle tradizioni della Marina Militare ma che rappresenta anche un motivo d’orgoglio per la città di Crotone e per il locale Gruppo “Cap. GN Eugenio C. Amatruda” dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, al quale sono iscritti e che ha offerto un contributo per l’allestimento della mostra dei crest. Inframmezzata dal simpatico omaggio floreale alla gentile consorte di Domenico Meduri, la prima giornata del Raduno si è avviata alla fine con la proiezione un video dell’allora discorso alla nazione per la par- tecipazione alla Missione in Libano del Presidente della Repubblica Sandro Pertini e seguiti dalle proiezioni sul Giro del Mondo e le inedite immagini fornite da Giuseppe Mandolini, video dedicato a tutti gli Amici che ci hanno lasciato, della Missione in Libano ed infine la consegna di gadget e del libro “Nave Ardito”. Copie di quest’ultimo, insieme ad una medaglia ricordo, erano state in precedenza offerte dal Comitato agli Ammiragli Rossi, Ginesi e Guarnieri. Seconda giornata Domenica 11 settembre, l’Accademia è tornata ad essere la prestigiosa sede di aggregazione degli Amici di Nave Ardito del 4° Raduno. Alle 9.45 la SS. Messa, officiata nella cappella, ha offerto momenti di raccoglimento e, con la posa di una corona in memoria dei defunti, ha accomunato i partecipanti nel ricordo di quanti, in guerra o in pace, sono salpati per il viaggio finale. La foto ricordo davanti all’ingresso del Palazzo studi ha immortalato tutti gli Amici di Nave Ardito convenuti da ogni angolo d’Italia. E’ seguito il tour guidato in Accademia, arricchito d’informazioni storiche nonché sui programmi didattici, le regole di comportamento e le prospettive di carriera degli allievi che la frequentano. Dopo il pranzo e altri scambi di gad- 33 get, i saluti e l’augurio di ritrovarsi al 5° Raduno hanno concluso due giorni vissuti intensamente e con grande cordialità. Livorno e Nave Ardito sono destinate a rimanere indissolubilmente legate, e non solo per la piena riuscita del 4° Raduno. La città toscana, infatti, ha condiviso con l’Unità due date importanti della sua vita: il 18 luglio 1979 è stata il porto di partenza del famoso Giro del Mondo, che ha portato Nave Ardito, scortata da Nave Lupo, fin nel lontano Oceano Pacifico, e il 26 febbraio 1984 il porto d’arrivo alla fine della missione “Libano 2”, con a bordo il personale del battaglione San Marco. All’epoca l’Unità e il suo equipaggio furono accolti da una folla festante e dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.Momenti unici che alcune foto in mostra hanno ben documentato, restituendo con efficacia profumi e sapori, se così si può dire, di anni indimenticabili che il Comitato Amici di Nave Ardito vuole gelosamente custodire e tramandare a futura memoria. Sul sito di Nave Ardito (www.naveardito.it) è possibile rivivere attraverso le foto, il 4° Raduno Equipaggi di Nave Ardito. …a voi tutti “Nihil Obest“ Alfonso Zampaglione ■ Raduno dei “Marconiani” TARANTO avvenimenti S ono trascorsi circa 8 anni dal disarmo del Sommergibile Marconi, uno dei sommergibili che tanto ha contribuito, nel dopoguerra, alla rinascita e al rilancio della Componente Subacquea della Marina. Il Marconi è in disarmo, ma non per i sommergibilisti che hanno avuto la fortuna di essere imbarcati su di esso. Infatti, per loro continua a navigare, se mai in acque più calme e tranquille, ma sempre vivo protagonista dei loro ricordi. Per questa ragione il 2 dicembre, si è svolto il Primo Raduno degli Equipaggi del Smg Marconi, organizzato da alcuni “marconiani” che così hanno voluto onorare e festeggiare il trentennale dalla consegna alla Marina Mili- tare. Come ha detto l’Ammiraglio Guastadisegni, sommergibilista, anche lui “marconiano”, parlando dello spirito del sommergibilista, durante una Conferenza a Mariscuola, essere stati insieme imbarcati a bordo di un sommergibile equivale ad essere come fratelli. Il raduno, presenziato dal Comandante delle Forze Subacquee, il C.V. Cosimo Russo, in qualità di ex. Comandante del Marconi, ha visto la partecipazione di circa novanta persone; Uffi- ciali e Sottufficiali, che hanno ricoperto a bordo del Marconi vari incarichi, da Comandante a Radarista, da Direttore di Macchina a Contabile, da Capo Silurista a cuoco di bordo e così via. Persone che non si incontravano da molti anni e che si sono abbracciati affettuosamente, ricordando momenti belli e meno belli della loro unica ed irripetibile esperienza di bordo. Antonio Tasca ■ Raduno della fregata Margottini MESSINA P er undas ad hostem, questo era il motto della famosa Fregata Antisommergibile F595 Carlo Margottini, costruita nel Cantiere navale di Castellammare di Stabia; l’impostazione avvenne il 26 maggio 1957, il varo il 12 giugno 1960 ed il completamento il 5 maggio 1962; è stata in servizio nella Marina Militare Italiana sino al 1988, quando venne posta in disarmo. Faceva parte della Classe Bergamini, cui appartenevano anche le Unità Rizzo e Fasan. La nave portava il nome del Capitano di Vascello Carlo Margottini, pluri- decorato, morto il 12 ottobre 1940 in azione nel canale di Sicilia al largo di Capo Passero al comando del cacciatorpe- diniere Artigliere nel corso di uno scontro notturno. La nave ebbe diverse destinazioni tra le principali basi della Marina Mi- 34 litare, tra le quali La Spezia, Taranto ed Augusta dove rimase fino a quando venne posta in disarmo. Tra tutti i membri di equipaggio che si sono avvicendati dal 1962 al 1988 sull’Unità, un gruppo di questi, circa 190, si è ritrovato sul Social Network Facebook alla pagina Reduci di Nave Margottini, fondato da Antonio Grassi. Da qui l’idea di organizzare un Raduno per far rincontrare le persone che erano state imbarcate sul Margottini. Un primo raduno era stato organizzato e tenuto nel 1985, nelle vicinanze di Palermo, a Bagheria , ma la difficoltà nel ricercare la gente, limitò il numero dei partecipanti a circa 15 persone. E’ stato lo stesso organizzatore del 1° raduno, Alessandro Aruta, Palermo, classe 1963, ex Sergente Radarista di Leva, imbarcato dal febbraio 1983 al maggio 1984, oggi di professione pilota di linea, spinto dalle continue pressioni del Maresciallo Luogotenente Elettromeccanico Servizio Armi Salvatore Quatrosi, Palermo, classe 1956, imbarcato dal 1981 al 1987, oggi in pensione, ad organizzare il secondo raduno. Con i social network ed i mezzi di comunicazione attuali è stato possibile reperire molta più gente, e tante sono state le adesioni. In circa 50 si sono ritrovati a Messina, presso il locale La Macina, sul laghetto di Ganzirri. L’incontro ha avuto inizio con la cerimonia dell’alzabandiera sul piazzale antistante il locale, e molto toccante è stato l’incontro, dopo trent’anni, dei Comandanti Sergio Santi e Giuseppe Lo Giacco, che nel periodo 1982-1984 erano stati rispettivamente Comandante e Comandante in seconda dell’Unità. Presenti anche i Comandanti Pierluigi Barletta, Capo Servizio Elettrico 1982/1984 e Stefano Leuzzi, ultimo Comandante del Margottini. Inutile aggiungere, la commozione generale di tutti i presenti, che si sono ritrovati come si se fossero lasciati il giorno prima, specialmente dopo la proiezione di un movie fotografico, preparato da Alessandro Aruta “Margottini Photo Memories”, che ha fatto una carrellata di ricordi lunghi nel tempo di 30 anni. Il convivio è proseguito con la distribuzione di gadget ricordo, il rievocare tanti eventi storici, simpatici, ma anche critici e, infine, la unanime promessa di ritrovarsi puntualmente ogni anno, sempre più numerosi, ma soprattutto al varo della nuova Unità che porterà lo stesso nome.! Alessandro Aruta ■ Primo raduno per l’equipaggio di Nave Maestrale S i è svolto a La Spezia presso l’Arsenale della Marina il raduno del “primo equipaggio di Nave Maestrale”, quegli uomini, che ricevettero per primi l’incarico dallo Stato Maggiore Marina di gestire al meglio l’Unità, varata nei cantieri di Riva Trigoso il 2 febbraio 1981 e consegnata alla Marina Militare il 7 marzo 1982, conducendola attraverso i primi di una lunga serie di numerosi successi di cui si compone la sua storia. Il comitato organizzatore formato dal C.F. Giuliano Ivancich con numerosi ex Marinai, Sottufficiali, Comandanti ed Ammiragli, accompagnati dai loro familiari, e tra loro il primo Comandante, A.S. Pier Maria Lillo, visibilmente emozionato di calcare ancora una volta, dopo trent’anni quel ponte di volo, accompagnato dall’ A.S. Gian Maria Faggioni, A.S. Mario Rino Me e dai Contrammiragli Nicola de Natale, Ludovico fe d'Ostiani, Massimo Mantovani, Sergio Muscari, sono stati accolti a bordo dall’attuale Comandante della Nave, C.F. Andrea Silenzi. Dopo la celebrazione della Santa Messa, concelebrata dal Cappellano Capo del Dipartimento, Mons. Giovanni Bartolini e dal Cappellano di Squadriglia Don Daniele Benecchi, ha avuto luogo il momento delle allo- 35 cuzioni, durante il quale oltre a sottolineare l’importanza dell’evento, come esternazione di sentimenti fondamentali, quale lo spirito di appartenenza alla Marina, è stata manifestata la spontanea gioia e il piacere di rivedersi dopo un trentennio. Subito dopo, per suggellare quella solare mattinata, si è proceduto allo scambio di oggetti ricordo, tra il Comando di bordo e i partecipanti alla manifestazione. Una rappresentativa dell’Associazione Radioamatori Marinai Italiani rappresentata dal C°2^cl. TLC Lucio Figliolia, inoltre ha consegnato ai Comandanti un diploma in pergamena realizzato all’occorrenza per le attività radiantistiche in onore del raduno del primo equipaggio di Nave Maestrale. Dopo le foto di rito, il gruppo si è trasferito presso il Circolo Ufficiali dove è stata data occasione di ristorarsi e lasciarsi trasportare dai ricordi. Nel pomeriggio i Comandanti e gli ospiti hanno fatto visita alla stazione radio amatoriale allestita all’occasione presso la sala multimediale del Circolo, dove i più addentrati d’estrazione “TLC”, hanno potuto fare dono delle loro esperienze sulle radiocomunicazioni navali e terrestri, raccontando interessanti aneddoti. Alberto Mattei ■ avvenimenti Un sogno che si realizza Il Personale militare e civile di Maristaer Grottaglie e Diremuni Taranto partecipa all’Udienza Papale del 1°febbraio in sala Nervi ROMA L o si riteneva ancora un sogno difficilmente realizzabile, allorquando il Cappellano Militare Don Claudio Mancusi, raccolte nel tempo le richieste del personale militare e civile dei Comandi di Maristaer Grottaglie e della Direzione di Munizionamento della Marina di Taranto, annunciava di aver ricevuto dalla Prefettura della Casa Pontificia il beneplacito a partecipare all’Udienza Generale del 1 febbraio 2012 al cospetto di Sua Santità Benedetto XVI. Dopo giorni trascorsi tra la trepidante attesa dell’evento e la frenetica organizzazione, arri- vava così il momento della partenza: alle 23:00 circa del 31 gennaio, “imbarcati” su di un autobus Marina Militare, messo a disposizione da Maristaer Grottaglie, partiva il pellegrinaggio a Roma. Tra non poche difficoltà legate alla ben nota criticità meteorologica di quei giorni, caratterizzati da eccezionale freddo e neve, nelle prime ore del mattino la delegazione giungeva direttamente in Piazza San Pietro, ove era attesa da Don Claudio Mancusi, dai Comandanti dei due Enti, CV Dionigi e CV Lombardi, da altro personale Ufficiale e Sottufficiale dell’area centrale invitato per l’occasione a prendere parte all’evento in ragione dei posti riservati ed 36 ancora disponibili. Successivamente, iniziavano le formalità per l’ingresso e con esse scompariva ogni sintomo di stanchezza e di freddo generato dal viaggio notturno e dall’attesa all’esterno. Finalmente, si era all’interno della sala Nervi, imponente e sobria ma al tempo stesso eccezionalmente accogliente. Dietro al nostro settore, il n.1 e più vicino al palco, con una cadenza e un ordine dettati dalla per fezione del personale di servizio, la sala si riempiva per oltre la metà della capienza (12.000 posti al completo). Alle 10:30, come previsto, iniziava l’Udienza. Il personale da subito si immergeva nel clima spirituale del luogo e fin dalle prime parole del Santo Padre, si percepiva chiaramente il trasporto collettivo, generato dai suoi messaggi e da quel clima di unione, coesione tra gente proveniente da ogni parte del mondo e animata dal comune afflato ad accogliere il messaggio apostolico per viverlo nell’amore e nella bontà. Il Santo Padre approfondiva il contenuto della “preghiera di Gesù nel Getsemani” e si soffermava sulla preghiera del Padre Nostro nel punto in cui il credente si rivolge al Signore con le parole: «sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra» (Mt 6,10). <<[...] Riconosciamo, cioè, che c'è una volontà di Dio con noi e per noi, una volontà di Dio sulla nostra vita, che deve diventare ogni giorno di più il riferimento del nostro volere e del nostro essere; riconosciamo poi che è nel “cielo” dove si fa la volontà di Dio e che la “terra” diventa “cielo”, luogo della presenza dell’amore, della bontà, della verità, della bellezza divina, solo se in essa viene fatta la volontà di Dio. [...]>>. Nel consueto rituale dei saluti a tutti gli intervenuti, il Santo Padre si rivolgeva poi alla delegazione della Marina: “Saluto con affetto i rappresentanti della Marina Militare ...., cari amici, vi ringrazio per la vostra presenza e vi esorto a vivere con fedeltà il vostro lavoro e ad arricchirlo con la vostra personale testimonianza cristiana.” Al termine dell’udienza i Comandanti Dionigi e Lombardi hanno avuto l’opportunità del “baciamano” ed il privilegio di salutare il Papa in rappresentanza dei due Enti. Nell’occasione venivano consegnati al Santo Padre i tradizionali crest identificativi dei due Comandi ed una coppia di manufatti rappresentanti, rispettivamente, una sezione del ponte di vo- 37 lo di nave Cavour con modellino di Harrier AV 8 B Plus in fase di decollo, posto in teca di vetro, e un gong in ottone ricavato da bossoli di vario calibro e contenuto in una teca di legno, anch’essa prodotta artigianalmente dalle maestranze interne. Al termine dell’udienza si coglieva l’occasione per una visita alla Basilica di San Pietro ed alla tomba del Beato Giovanni Paolo II. Successivamente, in considerazione anche del repentino abbassamento delle temperature e del netto peggioramento delle condimeteo, la delegazione ripartiva alla volta di Taranto, concludendo così l’intensa esperienza di fede in tarda serata. Sicuramente provati nel fisico, ma assolutamente grati e radiosi nello spirito! Giuseppe Giacovazzo ■ avvenimenti I Van de Velde a Palazzo Pitti Guardandomi attorno, come sempre, alla ricerca di dipinti di marina, mi sono imbattuto in un certo numero di classici presso la Galleria Palatina, a Palazzo Pitti, a Firenze. In particolare, una sorpresa inattesa quanto gradita è stata la scoperta fra essi di due Van de Velde. L’emozione della scoperta è stata tale da spingermi subito a voler condividere questo ritrovamento con coloro i quali, fra i lettori, hanno la stessa mia passione per l’arte di marina. FIRENZE L a produzione artistica di una grande Nazione non può essere considerata uno di quegli eventi fortuiti dei quali non si possono né distinguere le cause né prevedere gli effetti. Essa è la risultante degli effetti combinati delle attitudini di un popolo e del suo carattere. Essa è il riflesso delle circostanze nelle quali è stata chiamata a svilupparsi, e la conseguenza del grado di perfezione al quale è pervenuta la civiltà che le ha dato i natali. In essa paiono concentrarsi tutte le forze più vive di un popolo, così che le grandi stagioni dell’Arte coincidono quasi sempre con quelle in cui la prosperità pubblica raggiunge le sue vette più elevate. Per meglio dire, le fortune private e le ricchezze pubbliche, giunte al loro apogeo, rendono possibili tutte le imprese legittimando ogni audacia, così come la forza che si contrappone all’eleganza, l’energia alla grazia, imprimono alle arti il loro sigillo definitivo. Sino a poco prima che si potesse cominciare a parlare di arte olandese, la produzione di una certa area geografica mancava di quella speciale caratteristica che ne sanciva l’originalità; non era stato ancora individuato quel certo non so che particolare del genio nazionale. All’improvvisa fioritura, ovviamente, seguirà una stagione matura, più o meno prolunga- ta, seguita naturalmente da un declino ed una fine. E’ la storia comune di tutte le vicende umane ad ogni latitudine. Ciò nonostante, il carattere di un popolo, le sue specifiche attitudini, la sua energia, il suo genio e le sue inclinazioni, faranno sì che quello sviluppo assuma una forma particolare, diversa da ogni precedente, così che l’Arte di una certa epoca caratterizza il popolo che ad essa ha dato luogo. Questa legge è particolarmente vera se vista in funzione della lezione duratura a noi trasmessa dalla Scuola Olandese di pittura. I cieli olandesi sanno essere fra i più luminosi; carichi come sono di vapori, essi riescono a riflettere la luce con un’intensità sorpren- 38 dente. Le nuvole che solcano quei cieli, proiettano al suolo la loro ombra netta, marcata ma allo stesso tempo trasparente, permettendo di trovare negli spazi infiniti, di volta in volta, l’alternanza di ombre e di chiari; e i colori si valorizzano per il contrasto con quelli vicini e quindi la quantità di luce o di ombra, di bianco o di nero, che entra nella loro composizione è determinante. Le bande scure raddoppiano, per contrasto, la luminosità dei colori delle parti chiare e come conseguenza, i piani che si stendono a perdita d’occhio, in terra come in mare, divengono, proprio per la successione di parti luminose e di parti scure, i più colorati d’Europa. Il contesto socio economico Molto importante è per il pittore il contesto sociale in cui si svilupperà la sua pittura. Esso avrà influsso sia sulla scelta dei soggetti che sul modo in cui essi saranno trattati. Il Paese non è più cattolico e il rigore protestante chiude le commesse una volta orientate verso l’addobbo delle chiese; non più Madonne né Santi dunque e inoltre, quella stessa austerità non lascia spazio nemmeno ai voli pindarici della mitologia. Il regime repubblicano, poi, comporta il fatto che non esista più il “principe” e quindi nemmeno tutta l’attività artistica volta a celebrarne i fasti e la grandezza. Un cambiamento a cui assistiamo è quello che segue il gusto per la concretezza. Non più immagini idealizzate, preparate spesso senza nemmeno consultare il modello; adesso il risultato deve essere reale, molto rispondente al vero, improntato al naturalismo. Le commissioni, ora, non sono più prevalentemente pubbliche. I privati entrano a far parte delle schiere dei committenti e portano nelle loro ordinazioni la richiesta di soggetti gai che sottolineano il piacere del vivere. Il primo pittore olandese ad occuparsi di marine fu Hendrick Vroom. Il fascino della novità, che per mea le sue composizioni, ne determina un immediato successo. La gloria marittima olandese, in quegli anni al suo nascere, spingeva i suoi compatrioti a ricercare le sue composizioni con avidità. Le gesta di Willem Barentsz, dell’Ammiraglio Heemskerck, di Piet Hein, erano sulle bocche di tutti e di conseguenza, molti gradivano avere sotto i propri occhi la rappresentazione dei loro exploit. È solo in seguito, però, che la pittura olandese, e quindi anche quella di marina, assurge alle massime vette dell’Arte. L’ambiente in cui ciò avviene è particolarmente stimolante. La Repubblica si è opposta con successo alle soldataglie spagnole e una borghesia istruita e potente si è fatta avanti. Il mare, che circonda e direi assedia i Paesi Bassi, minacciandone perpetuamente l’esistenza, è divenuto un nuovo elemento di prosperità. Gli armatori lo ricoprono di navigli e una legione di marinai si lancia in tutte le direzioni alla scoperta di spiagge lontane, alla conquista di continenti sconosciuti e rischiando il tutto e per tutto, questi ardimentosi attaccano le flotte di Spagna ovunque se ne presenti l’occasione; ne depredano i galeoni e i bastimenti per il commercio. L’oro comincia a riversarsi in un paese ancora povero e insieme alla ricchezza si sviluppa la ricerca delle cose belle, il gusto per il lusso e l’amore per l’arte. Per quanto riguarda la rappresentazione del mare, esso diventa a pieno titolo un soggetto nuovo della pittura di paesaggio quando vengono introdotte le tonalità coloristiche della pittura, così da rendere le sfumature in gradazioni diverse dello stesso colore che sono presenti realmente in natura. In particolare la distinzione diviene molto sottile fra i pittori di paesaggio, 39 più in generale, e quelli che più specificamente si occupavano di marine. Lo sconfinamento fra un genere e l’altro è frequente. Se dovessimo estendere a questi la categoria dei pittori di marina olandesi, essa ne vanterebbe un numero grandissimo; se invece volessimo limitarci a considerare solo coloro i quali si sono dedicati a tale disciplina in maniera esclusiva, ecco che il numero si riduce sostanzialmente. I van de Velde, pittori di marina Il primo nome che viene in mente, parlando di marine in senso stretto, è quello di Van de Velde. In verità si tratta di tutta una famiglia di pittori ma i cui legami di parentela non sono sempre chiari. Quello che è certo è che Willem, il vecchio, nasce a Leida nel 1610 e viene subito indirizzato dai suoi alla vita sul mare. Giovanissimo egli si imbarca e viene a contatto con le navi, la loro costruzione, il loro armamento, la loro manovra e il modo in cui esse interagiscono con gli elementi. Queste sue conoscenze, questa pratica giovanile, salteranno poi agli occhi nei suoi disegni. Molto presto, il modo magistrale in cui egli riesce a ritrarre col pennello navi e imbarcazioni di tutti i tipi e dimensioni, l’eleganza della sua tavolozza unita all’estrema precisione richiameranno l’attenzione della Compagnia delle Indie e dell’Ammiragliato di Amsterdam che gli affiderà l’incarico di ritrarre tutte le navi che escono dai propri cantieri. La sua fama e alcuni suoi disegni non fanno fatica ad attraversare la Manica e a raggiungere l’Inghilterra e lì, presso questa potenza emergente destinata a rimpiazzare sui mari quelle che l’avevano preceduta, Olanda compresa, egli si trasferirà, a Londra per l’esattezza, ove morirà nel 1693, ricco per i molti doni derivatigli dalle commesse dei re Carlo II e Giacomo II. Willem ebbe due figli: Willem il giovane, nato ad Amsterdam nel 1633 e Adriaen, nato nel 1636. Il padre si preoccupa di istruire personalmente Willem nel disegno e gli trasmette tutto quello che sa sull’anatomia delle navi. Il giovane si appassiona talmente a quelle splendide costruzioni ed al mare su cui si complessiva viene intensificata sfruttando effetti particolari, quali quello del fumo di una cannonata appena sparata. Rispettato, onorato, ben pagato, il pittore si fermerà in Inghilterra sino alla morte, avvenuta nella sua casa di Greenwich, nel 1707. Willem il giovane è considerato non solo uno dei Le immagini che presentiamo riguardano entrambe dipinti di Willem padre, detto il vecchio. Si tratta di quadri di circa un metro per due rappresentanti uno la flotta inglese in navigazione e l’altro una battaglia navale. Entrambi sono stati realizzati con la tecnica nella quale i van de Velde erano maestri, muovono che a questi soggetti dedicherà il resto della vita. Quando il vecchio si trasferisce a Londra, il ragazzo, rimasto in Olanda, si dedica con passione al suo mestiere e grazie anche alle innate doti naturali, diviene un pittore completo. Ma il titolo di pittore ufficiale del re insieme ad un adeguato appannaggio che gli vengono offerti in Inghilterra hanno la meglio sul patriottismo e Willem segue le orme del padre trasferendosi oltre Manica nel 1677 e dedicandosi a ritrarre le vittorie navali degli Inglesi sui suoi compatrioti. Più versato del padre negli aspetti pittorici del dipinto riesce a trarre maggiori effetti drammatici dall’atmosfera. Le “sue” navi vengono inserite nelle composizioni con maggiore consapevolezza, i contrasti sono accentuati e l’efficacia più grandi marinisti olandesi ma uno dei più grandi al mondo. La sua ammirevole conoscenza dei bastimenti, la magnifica trasparenza che egli sa donare ai cieli ed ai mari, l’alternarsi di ombre e di luci con la quale realizza una serie di piani successivi, la dolcezza e l’armonia che regna nelle sue composizioni, quasi tutte eseguite in toni grigi e delicati, la portentosa precisione nei dettagli, la finezza che mai trascende in secchezza, fanno della maggior parte delle sue opere dei veri e propri piccoli capolavori. Una stranezza merita di essere ricordata: questo pittore così familiare con i mari agitati di casa propria, solo raramente ci mostra nelle sue opere il mare grosso; nella maggior parte dei casi i suoi mari sono calmi e paciosi. quella della grisaglia. Dal francese grisaille, da gris ("grigio"), questa tecnica, definita anche monocromo, indica varie tecniche pittoriche ed è inteso come metodo per rendere le sfumature di grigio. Quando impiegata nelle vetrate si eseguiva sul lato interno, per raggiungere alcuni effetti pittorici, altrimenti impossibili a causa dell'uniformità cromatica dei vetri. Dopo aver steso la grisaille, il pittore procedeva con graffi ed asportazioni per regolarne l'effetto, fissando in seguito la pittura. Questi due dipinti, come abbiamo detto, costituiscono un superbo esempio dell’uso di questa tecnica. Siete tutti invitati ad andare a constatare come ci si trovi di fronte a due capolavori. 40 Paolo Bembo ■ L’onorificenza dell’Ordine militare d’Italia, non costituisce un “unicum” nel panorama europeo della ricompensa di benemerenza militare. Esistono ben sette decorazioni analoghe considerate tra le più alte in campo militare. L 'Ordine militare d'Italia è un'onorificenza della Repubblica Italiana destinata a ricompensare “le azioni distinte compiute in guerra da unità delle Forze Armate nazionali di terra, di mare e dell’aria o da singoli militari ad esse appartenenti, che abbiano dato sicure prove di perizia, di senso di responsabilità e di valore”. Le decorazioni dell’Ordine militare d’Italia possono essere conferite anche alla memoria per operazioni di carattere militare compiute in tempo di pace, quando siano connesse alle finalità per le quali le Forze militari dello Stato sono costi- tuite. L’Ordine deriva direttamente dall'antico Ordine militare di Savoia, istituito il 14 agosto 1815 dal Regno di Sardegna e riordinato nel 1956 con la Legge 9 gennaio 1956, e ne custodisce tutta la documentazione. L'intento iniziale del re Vittorio Emanuele I fu di creare una onorificenza che potesse sostituire quelle francesi, come la “Legion d'onore”, di cui furono insigniti numerosi soldati italiani che ebbero militato nelle armate di Napoleone. Infatti in questo periodo molti sovrani restaurati dal Congresso di Vienna preferirono creare onorificenze sostitutive piuttosto che abolire quelle già concesse, è il caso anche della “Croce di ferro prussiana”. Passata la tempesta napoleonica l'Ordine militare di Savoia fu abbandonato a favore del tra- Cavaliere di Gran Croce Decorazione di 1^ Classe La Gran Croce è esclusivamente destinata a premiare i servizi eminenti resi in funzioni di effettivo comando in azioni belliche o, comunque, in operazioni di carattere militare. Tale decorazione può essere concessa al Generale di armata dell'Esercito e Ufficiale di grado corrispondente della Marina e dell'Aeronautica che in guerra o, comunque, in operazioni di carattere militare, abbia esercitato il co- 41 dizionale “Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro”. Con decreto del 28 settembre 1855 fu ricostituito l'ordine per volere del re Vittorio Emanuele II e riformato dal Generale Giacomo Durando che introdusse l'attuale scala gerarchica e la concessione dell'onorificenza sia a cittadini italiani sia stranieri. La prima occasione per distribuire le medaglie del nuovo ordine riformato fu la guerra di Crimea. Furono decorati il comandante piemontese della spedizione Alfonso Ferrero della Marmora, il Maresciallo di Francia Jean Jacques Pèlissier e il Generale Giacomo Simpson. Nel 1877 fu decorato il deputato Francesco Crispi, unico civile decorato. Capo dell'Ordine militare d’Italia è il Presidente della Repubblica; Cancelliere e Teso- mando ottenendo risultati tali da farlo considerare benemerito della Nazione. notizie per il personale L’Ordine Militare d’Italia riere è il Ministro della Difesa. L’Ordine ha un Consiglio composto da un presidente e da undici membri di cui otto effettivi e tre supplenti. Il presidente e i membri sono nominati tra gli Ufficiali in servizio per manente o in congedo decorati dell’Ordine, con una eguale rappresentanza delle Forze armate. E’ segretario dell’Ordine militare d’Italia un Generale di Brigata o un Colonnello dell’Esercito, della Marina o dell’Aeronautica, in servizio permanente o in congedo appartenente ad una delle classi dell’Ordine. L'Ordine comprende cinque classi di merito: Cavaliere di Gran Croce; Grande Ufficiale; Commendatore; Ufficiale; Cavaliere. L’art. 6 della Statuto dell’Ordine, D.P.R. 12 febbraio 1960, fissa le condizioni per il conferimento delle singole classi di decorazioni e stabilisce il modello delle insegne e dei nastrini corrispondenti a ciascuna classe. Le decorazioni dell’Ordine sono conferite con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro della Difesa, sentito il Consiglio del- Grande Ufficiale - Decorazione di 2^ Classe La Croce di Grande Ufficiale può essere conferita all'Ufficiale generale o ammiraglio che per capacità, valore e ardire nella concezione dell'impresa e per la responsabilità assunta con l'impartire l'ordine di esecuzione abbia validamente contribuito al felice risultato di un'azione bellica o, comunque, di un'operazione di carattere militare di singolare importanza e di notevole utilità. Commendatore - Decorazione di 3^ Classe La Croce di Commendatore può essere conferita all'Ufficiale generale o ammiraglio che per capacità, valore e ardire nella concezione dell'impresa e per la responsabilità assunta con l'impartire l'ordine di esecuzione abbia validamente contribuito al felice risultato di un'azione bellica o, comunque, di un'operazione di carattere militare di singolare importanza e di notevole utilità. l'Ordine, salvo per quelle conferite a, militari stranieri benemeriti dello Stato Italiano per servizi resi in guerra. Nel caso di azioni di guerra particolarmente distinte e gloriose compiute da unità delle Forze armate di terra, di mare e dell’aria può essere conferita alla “Bandiera” la croce di Cavaliere dell’Ordina militare d’Italia ma non di classi superiori. Le croci dell'Ordine militare d'Italia sono conferite ai militari delle Forze armate nazionali in seguito a proposta formulata dal superiore immediato del militare o da altro superiore più elevato. La pro- Ufficiale – Decorazione di 4^ Classe Le Croci di Ufficiale e di Cavaliere possono essere conferite all'Ufficiale il quale, esercitando il comando o assolvendo l'incarico devoluto al grado rivestito o a quello superiore, abbia, con intelligenza, lodevole iniziativa, perizia, senso di responsabilità e coraggio, contribuito alla riuscita di una operazione bellica o comunque di una operazione di carattere militare di notevole utilità. 42 posta deve essere formulata entro sei mesi e pervenire alla cancelleria dell'Ordine entro un anno dalla data del fatto d'arme o dalla fine dell'operazione di carattere militare cui la proposta si riferisce, salvo per la Gran Croce che, di massima, non viene concessa se non a guerra conclusa o ad operazione di carattere militare ultimata. I decorati delle varie classi dell’Ordine militare d’Italia, con la Grande Uniforme, portano: se Cavalieri o Cavalieri Ufficiali, la Croce di Cavaliere o quella di Ufficiale sul petto a sinistra; se Commendatori, la Commenda pendente dal collo tenuta dal nastro; se Grandi Ufficiali, la Croce pendente dal collo ed una stella d’argento sul petto a sinistra; se Cavalieri di Gran Croce, la Gran Croce pendente dalla fascia posta ad ar macollo dalla spalla destra al fianco sinistro e la stella dell’Ordine sul petto a sinistra. Con l’uniforme ordinaria i decorati portano i nastrini corrispondenti alle insegne. Il decorato che dopo aver conseguito una Croce dell’Ordine venga insignito di altre di classe superiore porta tutte le insegne e i nastrini relativi ad esse. Le bandiere si fregiano di tutte le Croci di Cavaliere ad esse concesse. L’Ufficiale di qualunque grado già fregiato della decorazione di una classe dell’Ordine può ottenere il conferimento di quella classe superiore ove acquisita. L’anzianità di appartenenza a ciascuna classe dell’Ordine militare d’Italia è determinata dalla data del fatto d’arme o dalla data in cui ha avuto termine l’operazione di carattere militare che ha dato luogo alla concessione della decorazione. Indipendentemente dal grado militare di cui è rivestito il Cavaliere - Decorazione di 5^ Classe La Croce di Cavaliere può essere altresì conferita al militare di qualunque grado il quale durante un'azione di guerra assumendo in comando superiore a quello proprio del suo grado e dimostrando spiccata perizia e singolare valore militare, abbia validamente concorso a risolvere favorevolmente un'importante azione bellica alla presenza del nemico. decorato dell’Ordine militare d’Italia che porti visibilmente le insegne dell’Ordine ha diritto agli onori militari previsti per: gli Ufficiali inferiori, se Cavaliere o Cavaliere Ufficiale; gli Ufficiali Superiori, se Commendatore; gli Ufficiali Generali, se Grande Ufficiale o Gran Croce. La consegna di decorazioni dell’Ordine militare d’Italia si effettua in forma solenne e possibilmente da parte della più alta Autorità militare competente per territorio. Le concessioni di decorazioni dell’Ordine militare d’Italia sono pubblicate nei bollettini della Forza armata alla quale appartiene il militare, l’unità o la bandiera premiata. Alle decorazioni dell’Ordine militare d’Italia è legata un’esigua pensione annua nella misura stabilita dalla Legge 27 marzo 1953, n. 259. Tale pensione è cumulabile con gli assegni annessi alle medaglie al Valor militare. Ai militari stranieri benemeriti dello Stato italiano decorati di una medaglia dell’Ordine militare d’Italia, non è corrisposta la pensione annua. Al militare decorato dell’Ordine al quale sia stata con- 43 cessa una decorazione dello stesso Ordine di classe più elevata percepisce la sola pensione relativa a questa ultima. Le pensioni ai decorati dell'Ordine militare d'Italia non possono eccedere, per le singole classi, i limiti stabiliti dall’Ordine. Nei limiti stabiliti sono comprese le pensioni di reversibilità e sono escluse le pensioni annesse alle decorazioni concesse alle bandiere delle armi, corpi e reparti militari. Verificandosi delle vacanze nelle classi superiori dell’Ordine, potranno essere concesse pensioni in soprannumero nei gradi inferiori, nel limite numerico delle vacanze stesse. Il militare appartenente all’Ordine militare d’Italia cessa di far parte dell’Ordine nel caso in cui sia privato del suo grado. La normativa di cui sopra è stata recepita dal CAPO V Sezione I del Dlgs. n. 66/2010 e dal Capo III Sezione I del D.P.R. n. 90/2010. Salvatore Calvaruso ■ la Marina per il sociale Operazione Sorriso Una giornata da sommergibilista per i ragazzi della comunità educativa “Cenzino Mondelli” di Massafra. TARANTO e Istituzioni vicino ai cittadini, è una locuzione che spesso si sente nei programmi televisivi o si vede scritta sui gior nali, ma che sembra più un luogo comune che altro. Questa volta è invece realtà, i sommergibilisti hanno voluto dedicare una loro giornata ai ragazzi meno fortunati di una comunità locale, la Comunità Educativa Cenzino Mondelli di Massafra (Ta), dan- do concretezza a questo concetto ed in effetti confermando ancora una volta l’impegno che la Marina riversa abitualmente verso il sociale. L’iniziativa è partita da alcuni sommergibilisti, con una sensibilità per i temi del sociale più spiccata di altri. E’ così che Fabrizio, Gianluca e Nicola, chiacchierando tra di loro, hanno convenuto che un bel modo di festeggiare il Natale 44 sarebbe stato quello di viverlo con dei ragazzi meno fortunati di altri. Ai progetti sono seguiti i fatti e una volta illustrata l’iniziativa al Comando delle Forze Subacquee (COMFORSUB), che l’ha subito accolta e supportata, si è passati ad organizzare l’evento, battezzando l’iniziativa “Operazione Sorriso”. Così è partita la raccolta di fondi finalizzata all’acquisto di alcuni regali da fare ai ragazzi. E’ stato un successo, a dimostrazione di come tutta la Componente abbia perfettamente compreso e pienamente sposato gli obbiettivi prefissati dai promotori della manifestazione; si è stilato il programma e finalmente il giorno tanto atteso è arrivato. La mattina del 13 Dicembre, l’autobus, arriva e parcheggia vicino alla Scuola Sommergibili, a bordo diciassette ragazzi tra i quali uno di nazionalità afgana, accompagnati dal presidente, il Sig. Adamo Andrea, dalla direttrice, la Dott.ssa Ro- manazzi Grazia, dagli educatori e da Capo De Carlo nelle funzioni insolite di “cicerone”. Qui ad aspettarli il C.F. Carlucci, Capo di Stato Maggiore (CSM) di COMFORSUB, il Capo Gruppo Sommergibili, il C.F. Marilli, il Capo Raparto Scuola Sommergibili, il C.F. Russo e gli altri Ufficiali e Sottufficiali sommergibilisti. Dopo il discorso di benvenuto del CSM, il Comandante del Smg Prini, il C.F. Camilletti spiega, in parole semplici ma chiare ed esaustive, cos’è un sommergibile, come naviga in immersione, qual è la sua differenza rispetto ad un sottomarino, ecc. La giornata continua con i ragazzi che suddivisi in gruppetti visitano la Scuola Sommergibili e i suoi moderni simulatori e i Sommergibili Scirè e Todaro, ormeggiati in porto. Sul simulatore classe Sauro, la direttrice dà l’esempio ai più giovani e si siede al posto di timoniere; “quota 80 metri”, urla l’improvvisato “Ufficiale in Comando di Guardia”, e subito il provetto timoniere muove la cloche, sotto l’attenta supervisione dell’istruttore Capo Moscati, la lancetta del manometro indica 20, 40, 60 e poi quota 80 metri. Il Direttore, il T.V. Petruzzi, se- gnala che a causa di un’avaria dobbiamo emergere, “aria di emergenza alle casse”, il battello va su “a palla”, un po’ appoppato, i giovani meravigliati si tengono, tra lo stupore e l’incredulità, sembra di essere veramente a bordo di un sommergibile in navigazione. Il tour continua con la visita alle altre strutture, al simulatore Steering Stand Simulator (SSS) Todaro, al Submarine Combat Team Trainer (SCTT), quest’ultima una fedele riproduzione della Camera Manovra di un sommergibile classe Todaro, dove i visitatori si divertono a 45 guardare al periscopio i bersagli incrociati al largo e ad ascoltare una idrofonica di un mercantile prestando attenzione a Capo D’Andria, l’istruttore che fornisce alcune spiegazioni basilari. Ed infine il tour alla Scuola Sommergibili si conclude con la visita alla Garitta di fuoriuscita e al simulatore Falla e Fumo e Rush Escape dove Capo Pistoia spiega ai giovani, i sistemi per la fuoriuscita da sommergibile sinistrato e per l’emergenza. Antonio Tasca ■ Campionati Italiani di “Indoor Rowing” LIVORNO sport Q uest’anno l’Accademia Navale di Livorno, sulla scorta del successo ottenuto lo scorso anno con l’organizzazione dei campionati regionali, ha fatto da affascinante scenario per lo svolgimento dei Campionati Italiani di “Indoor Rowing”. La collaborazione tra il nostro Istituto e la Federazione Italiana Canottaggio (FIC) ha consentito infatti lo svolgimento domenica 29 gennaio della 12° edizione dei Campionati Italiani di Rowing Indoor e della 6° edizione dei Campionati Italiani Adaptive Rowing Indoor cui hanno partecipato 394 atleti, appartenenti a 52 diverse società sportive provenienti dall’intera penisola. Il campionato Italiano è stato preceduto sabato 28 dalle competizioni dello “Special Olympics” alle quali hanno partecipato atleti iscritti a nove società differenti provenienti dal nord Italia. Lo “Special Olympics” è un programma internazionale di allenamenti e competizioni atletiche per persone con disabilità intellettiva. Il sup- porto dato dall’Accademia Navale, di concerto con la FIC, ha sottolineato come la pratica del Rowing e delle attività sportive in generale permetta di migliorare la qualità della vita e di vivere sensazioni uniche ed indimenticabili. Le competizioni si sono svolte in un clima sereno e pieno di entusiasmo e l’impegno dell’Accademia ha contribuito a generare i sorrisi e il trasporto degli atleti e dei volontari accorsi per l’evento. In generale si è trattato di un weekend all’insegna dello sport sano che ha coinvolto anche noi allievi dell’Accade- 46 mia Navale, in qualità di atleti e di responsabili dell’organizzazione. Il nostro impegno è stato finalizzato a supportare il regolare svolgimento della manifestazione, agendo in qualità di padroni di casa e rappresentando con la nostra divisa l’Accademia Navale e la Marina Militare tutta. In particolare le competizioni di domenica hanno registrato la partecipazione di circa 3000 spettatori, un pubblico caloroso che ha contribuito all’ottima riuscita dell’evento. Ma quello che è stato evidente, è stata soprattutto la sana competizione che ha contraddistinto tutte le gare. Ammirare la determinazione negli occhi anche dei più piccoli (tra i 10 e gli 11 anni) ed il grande orgoglio dei genitori e degli allenatori che li acclamavano dagli spalti ha contribuito a rendere la giornata unica ed indimenticabile. E’ stato bello vedere l’animo e lo spirito di abnegazione con cui gli atleti hanno affrontato tutte le competizioni. Il sacrificio, il desiderio di migliorarsi sono solo alcuni degli elementi peculiari che accomunano il canottaggio ai principi che si imparano nell’ambito del nostro Istituto. Gli Allievi Marco Bozzo ed Angela Bernardi ne sono una viva testimonianza; attraverso la loro partecipazione a questo campionato hanno dimostrato, infatti, tutta la loro determinazione e, nonostante non abbiano conquistato il podio, è stato bello vederli sorridere e leggere nei loro occhi la soddisfazione di aver preso parte ad un evento di tale spessore. Consapevoli di non poter competere con atleti di quel livello hanno profuso comunque il massimo ed è stato per loro un vero onore poter gareggiare con i migliori canottieri d’Italia. Per l’Accademia tutta è stato un grande motivo d’orgoglio vedere i colori del nostro Istituto rappresentati in un evento così importante. Concludendo, la manifestazione è stata un vero e proprio successo; siamo entusiasti che il nostro operato abbia potuto contribuire alla realizzazione di tutto ciò. Alla fine della competizione è venuta un po’ a tutti la voglia di iniziare a vogare! Giusy Pascariello ■ Canoista dell'anno: gli utenti di facebook votano Marlene Ricciardi E ’ Marlene Ricciardi atleta della Squadra di Canoa Kayak della Marina Militare di Luni - Sarzana, con 414 voti, la canoista dell’anno eletta dagli utenti di Facebook attraverso il sondaggio aperto da oltre un mese sul social network. Un primo esperimento che, come dimostra il numero di voti complessivi, ha riscosso il successo atteso. L’intenzione è quella di riproporre sondaggi di questo tipo, in futuro anche attraverso il sito F.I.C.K. (Federazione Italiana Canoa Kayak), con una scadenza mensile. Nel frattempo però conosciamo meglio Marlene Ricciardi, discesista, che grazie anche ai suoi numerosi fan sul social network, con i suoi 414 voti ha battuto nell’ordine Luca Galimberti (296), Maximilian Benassi (223), Nicola Zamuner (133), Josefa Idem (112), Mirco Garbo (107), Anna Alberti (92), Daniele Molmenti (88) e i tanti altri canoisti votati nel sondaggio. “Ho 20 anni e sono diplomata in Grafica Pubblicitaria. Pratico canoa da quando avevo sei anni, grazie a mio padre Nello Ricciardi. Ho iniziato l'attività agonistica con la Sezione Giovanile della Marina Militare di Sarzana, prima con i 4,20 della velocità, per due anni, poi sono passata all'acqua mossa. Ho praticato anche lo slalom fino a 16 anni, poi mi sono dedicata alla sola discesa fluviale. Due anni fa, con l'apertura alle donne nel settore femminile, grazie al mio allenatore Marco Salogni ho iniziato questa nuova avventura in canadese. Praticamente posso dire di essere stata la prima in Italia a pa- 47 gaiare in ginocchio in una competizione Nazionale. Sono detentrice dei titoli italiani in C1 senior 2010 e 2011 ed anche U21 e U23 2011. Sono stata anche la prima donna in Italia a partecipare alla Maratona internazionale dell'Adige, portando a termine la gara in C1. Mi piacerebbe nel futuro poter continuare a livello professionale, magari nella Marina Militare, questa attività e da quest'anno punterò alle qualificazioni di gare internazionali.” Idee chiare dunque per Marlene Ricciardi, coraggiosa nello scegliere una specialità, la canadese monoposto fluviale, agli inizi ma che sta crescendo a livello femminile. Buone gare anche a lei. Gaetano Castello ■ La Commissione Ambiente del Senato visita l’Arsenale di Venezia avvenimenti flash l 16 gennaio ha fatto visita all’Arsenale di VeI nezia una delegazione della Commissione Ambiente e Territorio del Senato che si trovava in città per la proposta di legge intesa a rivedere e integrare la Legge speciale per Venezia. La delegazione, composta dal Presidente della Commissione Sen. D’Alì e dai Senatori Casson, Della Seta, Gallone, Molinari e Vallardi, accompagnata dal Sindaco di Venezia Giorgio Orsoni è stata accolta dal Comandante dell’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia Contrammiraglio Maurizio Ertreo. Dopo una breve pausa caffè presso l’area Comando di Maristudi, la Commissione si è diretta verso l’area in uso alla Biennale (Corderie, le Sale d’Armi, Artiglieria, Tese delle Gaggiandre), sostando brevemente presso il Piazzale della Campanella. Lì il Sindaco ha sommariamente illustrato le dinamiche in atto sull’Arsenale e il probabile assetto della Darsena Grande durante le regate della Coppa America (maggio 2012). Bruno Marconi ■ 70° anniversario della storica impresa di Alessandria l 19 dicembre presso il Museo Storico Navale di Venezia, è stato ricordato il 70° anniversaI rio della storica impresa di Alessandria. La cerimonia si è svolta all’interno della sala dove è situato il Siluro a Lenta Corsa (comune- mente conosciuto come “maiale”). Erano presenti, oltre a Ufficiali e Sottufficiali in servizio presso l’Istituto di Studi Militari Marittimi, alcuni Ammiragli in quiescenza residenti a Venezia, tra cui la MOVM Ammiraglio Roberto Frassetto (classe 1917); all’evento a rappresentare gli incursori di oggi erano anche presenti, il S.T.V. Antonio Montilla e il 2° Capo Zaccaria Alessandro, in servizio presso il G.O.I. del Comsubin. Nella breve allocuzione il Comandante dell'Istituto, Contrammiraglio Maurizio Ertreo, dopo aver ricordato i “sei eroi” che compirono l’impresa: Tenente di Vascello Luigi Durand de La Penne, Capitano del Genio Navale Antonio Marceglia, Capitano delle Armi Navali Vincenzo Martellotta, Capo Palombaro Emilio Bianchi, Capo Palombaro Mario Marino e Sottocapo Spartaco Schergat, ha ringraziato la Medaglia d’Oro Ammiraglio Frassetto il quale, con la sua presenza, ha reso vivo il ricordo dei nostri impavidi Marinai. Toccante è stato il momento in cui l’Ammiraglio Frassetto ha brindato con i sei calici posizionati in prossimità delle foto degli uomini che resero eroica l’azione di Alessandria, dando lustro alla nostra Marina. Bruno Marconi ■ 48 N el mese di dicembre, presso l’officina del Reparto Meccanica dell’Arsenale della Marina della Spezia, si è svolto un incontro festoso con i “veci congegnatoi”, il personale a riposo del reparto, che una volta era noto con il nome di Officina Congegnatori. Questa iniziativa, organizzata dai colleghi ancora in servizio, con il patrocinio della Direzione Arsenale, è stata accolta con grande entusiasmo da circa ottanta ex dipendenti, alcuni dei quali, in pensione da oltre 30 anni, ed ha avuto lo scopo di far riabbracciare e rincontrare i vecchi congegnatori. E’ stata una bellissima festa ricca di sentimenti e di ricordi, definita da molti partecipanti come il più bel giorno della loro vita. Un momen- to di sincera e forte commozione si è avuto, quando i “Maestri” hanno riabbracciato gli “Allievi”, e rivisto come negli anni si sono trasformati i luoghi di lavoro un tempo a loro famigliari. La Direzione Arsenale ha ringraziato i partecipanti, sottolineando come, nonostante gli organici ridotti, il reparto ancora oggi riesca ad eseguire importanti lavorazioni nel settore della meccanica navale, lavorazioni unanimemente considerate come nicchie d’eccellenza, per merito degli insegnamenti profusi in anni d’attività, svolta con passione e professionalità. Sandro Simonelli ■ Cerimonia Commemorativa “Domenico Millelire” ella mattinata del 23 febN braio si è svolta, presso i Giardini Pubblici a La Mad- dalena, una cerimonia commemorativa in ricordo dei fatti d’arme del 23 febbraio 1793, che portarono al fallimento della spedizione della Repubblica Francese per l’occupazione dell’Isola di La Maddalena e che, determinarono il conferimento della Medaglia d’oro, prima assoluta della Marina Militare, al Nocchiere delle mezze galere della Marina Sarda Domenico Millelire, cittadino maddalenino. Presso il Monumento eretto in suo onore, alla presenza delle Autorità Militari, Civili e Religiose della sede e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, sono state deposte le corone da parte del Comandante del Presidio M.M. e Comandante della Scuola Sottufficiali M.M. “M.O.V.M. D. Bastianini” C.V. Franco Felicioni, dal Sindaco della Città di La Maddalena Sig. Angelo Comiti e dal Presidente del Lions Club La Maddalena Amm. Reginaldo Dessì, promotore della manifestazione Francesco Cherchi ■ 49 avvenimenti flash Festa dei “Veci Congegnatoi” La Marina al “JOB 2011” avvenimenti flash al 14 al 16 Dicembre, la Marina è stata presente a Catania, D presso il centro fieristico “ Le Ciminiere”, al “ Job 2011 - Salone di orientamento all’istruzione alla formazione e al lavoro” con uno stand espositivo. La Marina, con il coordinamento dell’Ufficio Stampa di Marisicilia, grazie all’apporto di mezzi e uomini di Comforpat, Direzione Catania, Base Aereomobili Guardia Costiera di Catania, Maristaeli Catania, ha partecipato al salone, offrendo all’interno dello stand agli studenti e a i visitatori la possibilità di informarsi sulle opportunità di carriera che la Marina offre e aggiornarsi sulla realtà odierna della Forza Armata. Cambio al vertice per Comforpat i 16 gennaio, alle 11:00, ad Augusta, sulla I banchina Tullio Marcon si è svolta la cerimonia di avvicendamento del Comando Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera (Comforpat) tra il Contrammiraglio Edoardo Compiani (cedente) e il Contrammiraglio Domenico Di Capua (accettante). Alla cerimonia hanno presenziato il Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Squadra Luigi Binelli Mantelli, accompagnato dal Comandante Militare Marittimo Autonomo in Sicilia (Marisicilia), Ammiraglio di Divisione Raffaele Caruso, autorità civili e militari, rappresentanze delle Forze Armate della provincia e delle Associazioni combattentistiche e d’arma. Il Contrammiraglio Edoardo Compiani lascia il Comando di Comforpat dopo un anno e mezzo di intesa attività per assumere il Comando del Centro C4 Difesa dello Stato Maggiore Dife- sa, a Roma. Il Contrammiraglio Domenico Di Capua proviene dalla Presidenza delle Repubblica di Roma dove ha ricoperto l’incarico di Assistente Militare e Aiutante di Campo del Presidente della Repubblica per la Marina Militare. Giuseppe Mantello ■ Vitulano festeggia Santa Barbara l 4 dicembre, con larga partecipazione della popolazione locale, si è celebrata a Vitulano (BN) I la festa di Santa Barbara. La cerimonia è iniziata con il saluto di benvenuto da parte del Sindaco Dott. Mario Scarinzi, al gruppo A.N.M.I. di Benevento, G.M. Carlo Mastrocinque capitanato dal Presidente C.V. Anacleto Iassiello. La cerimonia è proseguita con la celebrazione della Santa Messa e con la recita della Preghiera del Marinaio. Al termine è stata posata una corona di alloro presso il monumento ai Caduti di tutte le Guerre. A completamento della bellissima cerimonia, tutti in un noto ristorante locale a degustare i prodotti della valle Vitulanese. Cosimo Matarazzo ■ 50