1 06/04/11 10.12 III Trimestre 2011 anno XXIV C M Y CM MY CY CMY K Poste Italiane S.p.a. - Sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1 - DCB MILANO - Contiene I.P. carta riciclata 100% n°95 Direttore Rino Pavanello *ISSN 1825-5396 Salute Sicurezza Lavoro MANUTENZIONE VERIFICHE PERIODICHE Aggiornato al D.Lgs. 81/2008 Testo Unico Salute e Sicurezza sul Lavoro a cura di: Alessandro Mazzeranghi Federica Coucourde, Alberto Gandini, Anna Guardavilla, Rino Pavanello, Rossano Rossetti nell’ambito della Campagna UE in collaborazione con Viale Marelli 497 20099 Sesto San Giovanni (MI) tel. 02 26223120 - 02 26223130 - www.amblav.it Trimestrale della Associazione Ambiente e Lavoro - Copia € 30,00 - arretrato € 45,00 - carta riciclata 100% COPERTINA DOSSIER_95.pdf Sommario - Dossier Ambiente n. 95 SOMMARIO PREMESSA: UN DOSSIER SULLA MANUTENZIONE .......................................................................... 3 MANUTENZIONE: OBBLIGHI E RESPONSABILITA’ ........................................................................... 8 LA GESTIONE DELLE MODIFICHE A MACCHINE E IMPIANTI (CHANGE MANAGEMENT)................... 15 PIANI DI MANUTENZIONE........................................................................................................... 17 CAPITOLATI PER ATTIVITÀ DI MANUTENZIONE AFFIDATE ALL’ESTERNO ....................................... 37 LA SICUREZZA DURANTE I LAVORI DI MANUTENZIONE ................................................................ 44 PROBLEM SOLVING: VALUTAZIONI MULTI-FATTORE.................................................................... 63 LE VERIFICHE PERIODICHE (DI SICUREZZA) SU MACCHINE E IMPIANTI .......................................... 81 TERMINOLOGIA: CONFRONTO TRA LE NORME ...........................................................................103 APPENDICE LEGISLATIVA (Titoli I, III e XI e Allegati I e LI del D.L.gs. n. 81/2008)............................117 ALCUNE SENTENZE SULLA MANUTENZIONE EMANATE DALLA CASSAZIONE NEL 2010-2011 .........193 Dossier Ambiente n. 95 - 1 Colophon Dossier Ambiente – Trimestrale Registrazione n° 646 del 13 giugno 1988 Editore e proprietà: Associazione Ambiente e Lavoro del Tribunale di Monza (Mi) Direzione e Redazione: V.le Marelli, 497 Stampa AG Bellavite srl - Missaglia (LC) Iscrizione al R.O.C. n. 5443 del 30 novembre 2001 20099 Sesto San Giovanni (Mi) tel: 0226223120 - Fax: 0226223130 Dal n° 01 al n° 29 esauriti altri numeri vedi sotto Mail: [email protected] Sito web: www.amblav.it “SPECIALE” n° 95 - 3° trimestre 2011 Euro 30,00 (Arretrato Euro 45,00) Direttore Responsabile: Rino Pavanello I numeri non espressamente indicati sono esauriti Dossier n° 30/1995 - I Videoterminali Dossier n° 32/1995 - P.M.I.: Rischi e Prevenzione Dossier n° 40/1997 - “Le emergenze” Dossier n° 62/2003 - Manuale Primo Soccorso in azienda (agg. 2009) Supplem. n° 64S/2003 - Movimentazione manuale dei Pazienti Supplem. n° 66S/2004 - Responsabilità e Certificazione Sociale delle Imprese Dossier n° 68/2004 - Divieto di fumo: norme, rischi, prevenzione Dossier n° 79/2007 - “D.P.I.: Dispositivi di Protezione Individuale” Dossier n° 83/2008 - “TestoUnico – Art. 30”” Dossier n° 84/2008 - “Dirigenti e Preposti” Dossier n° 85/2009 - “Rischi Stress Lavoro-correlati” Dossier n° 86/2009 - “Testo Unico: Titolo I, XII e XIII – obblighi, diritti, sanzioni” Dossier n° 87/2009 - “Testo Unico: Rischi Fonti Misure – Guida tecnico applicativa” Dossier n° 88/2009 - “Testo Unico: Titoli da II a XI – Medicina del Lavoro” Dossier n° 89/2010 - “Movimentazione Manuale dei Carichi” Dossier n° 90/2010 - “Cantieri: Prevenzione e Sicurezza” Dossier n° 91/2010 - “Testo Unico: Dirigenti e Preposti, D.Lgs. n. 231/2001” Dossier n° 92/2010 - “Testo Unico: Rischi Fonti Misure – Guida tecnico applicativa” Dossier n° 93/2011 - “Rischi Stress lavoro-correlati” Dossier n° 94/2011 - “Agenti Chimici: CLP, SDS, REACH” Dossier n° 95/2011 - “Manutenzione: Verifiche periodiche” Mini Manuale “VDT e Salute - Conoscere e prevenire i disturbi legati all'uso di VDT” Mini Manuale “Movimentazione dei carichi e prevenzione del mal di schiena” Mini Manuale “Quello che tutti devono sapere sulla Sicurezza sul Lavoro” Mini Manuale “Agenti Chimici: lavorare in sicurezza” Mini Manuale “I D.P.I.: istruzioni per l'uso” Mini Manuale “Incendi: prevenzione e protezione gestione delle emergenze” Mini Manuale “Edificio Più Sicuro” Mini Manuale “Cavalcando lo Stress” COPYRIGHT: Dossier Ambiente è coperto da copyright per tutti i Paesi. E’vietata la riproduzione o la memorizzazione di Dossier Ambiente anche parziale e su qualsiasi supporto, senza l’autorizzazione, scritta del direttore. Dossier Ambiente e l’Associazione Ambiente e Lavoro declinano ogni responsabilità per i possibili errori od omissioni, nonché per eventuali danni risultanti dall’uso delle informazioni contenute nella rivista. Dossier Ambiente n. 95 - 2 riviste della prevenzione rinnovo 2011 t r e exp n°94 K carta riciclata 100% C M Y CMY K Poste Italiane S.p.a. - Sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1 - DCB MILANO - Contiene I.P. C CY Y MANUTENZIONE CM MY CY con il contributo di AGENTI CHIMICI CMY K Aggiornato al D.Lgs. 81/2008 Testo Unico Salute e Sicurezza sul Lavoro CLP - SDS - REACH a cura di: Alessandro Mazzeranghi Federica Coucourde, Alberto Gandini, Anna Guardavilla, Rino Pavanello, Rossano Rossetti Aggiornato al Titolo IX D.Lgs. 81/2008 e ai Regolamenti UE 453/2010, CE 1272/2008 e CE 1907/2006 nell’ambito della Campagna UE a cura di: Caterina Cintoi, Graziano Frigeri, Edoardo Galatola, Virginio Galimberti, Anna Guardavilla, Ilaria Malerba, Marzio Marziani, Rino Pavanello, Alessandra Pellegrini, Chiara Pozzi, Franco Rossi, Rita Tazzioli nell’ambito del progetto in collaborazione con Viale Marelli 497 20099 Sesto San Giovanni (MI) tel. 02 26223120 - 02 26223130 - www.amblav.it in collaborazione con ve Viale Marelli 497 20099 Sesto San Giovanni (MI) tel. 02 26223120 - 02 26223130 - www.amblav.it i a cura di: Carlo Bisio e Rino Pavanello Contributi di: Ian Barratt, Elisa Bertana, Carlo Bisio, Renata Borgato, Marco Bottazzi, Paolo Campanini, Maurizio Catino, Graziano Frigeri, Livia Fussi, Anna Guardavilla, Domenico Marcucci, Alessandra Meneghini, Marco Muratore, Antonio Nocera, Sara Pasetto, Valeria Perrucci, Anna Piazza, Paola Riva, Claudio Tosoncin *ISSN 1825-5396 Trimestrale della Associazione Ambiente e Lavoro - Copia € 30,00 - arretrato € 45,00 - carta riciclata 100% Direttore Rino Pavanello M MY Conoscere, valutare, prevenire il rischio Ergonomia, comunicazione, leadership *ISSN 1825-5396 VERIFICHE PERIODICHE Salute Sicurezza Lavoro carta riciclata 100% CM I.P. o del progetto nell’ambit nell’ambito della Campagna UE in collaborazione con (MI) Giovanni it Sesto San 497 2009926223130 - www.amblav. - 02 Viale Marelli tel. 02 26223120 nell’ mbito nell’a nell’ambit o della Campagn Campa a Viale Marelli 497 20099 tel. 02 26223120 Sesto - 02 26223130San Giovanni (MI) - www.amblav. it Viale Marelli 497 20099 Sesto San Giovanni (MI) tel. 02 26223120 - 02 26223130 - www.amblav.it / 1%' .BS[P nell’ambito della Campagna /VNFSP1%'BOOP %*3&5503& 3*/01"7"/&--0 Viale Marelli 497 20099 Sesto San Giovanni (MI) tel. 02 26223120 - 02 26223130 - www.amblav.it 3HULRGLFR7HFQLFRJLXULGLFRGL,Q SHU56335/6*LXULVWL2SHUDWR IRUPD]LRQHH'RFXPHQWD]LRQH UL7HFQLFLH0HGLFLGHOOD3UHYHQ] LRQH $PNNFOUJ %BJ%13EFHMJBOO JkBM %-(4 1 o $0/53*#650% *#&/*".*/0%& 100% riciclata - carta € 45,00 - arretrato Dossier Ambiente 4 numeri zione Ambient e e Lavoro Abbonamento a ale della Associa ip Trimestr (conv. in a.p. D.L. 353/2003 ale della Trimestr S.p.a. (conv. K io di: la, Virgin a cura ello, a cura Carlo Bisio Pavan do Galato di: ni, Rino i, Edoar li di: a cura e Rino Marzia no Friger Rita Tazzio Pava a, Marzio avan Gra Grazia Rossi, nello ello Malerb Cintoi, FrancoAlessandro Mazzeranghi lla, Ilaria Caterina Pozzi, avilla, Ian Barrat ardavi Chiara Anna Guard Pellegrini, Paolo t, Elisa Contri Campanini, Bertan ndra buti di: Federica Coucourde, Alberto a, Carlo Alessa DomenicoGandini, Mauriz Bisio, io Catino Marcu Rossetti Renat Anna Guardavilla, Rino Pavanello, Rossano enata , Grazia cci, Alessa a Borga Sara Pasett raziano to, Marco Frigeri, ndra Meneg no o, Valeria ione con Livia Fussi, Bottaz Perruc in collaboraz zi, i, Marco ci, Anna hini, Anna Murato a Piazza re, Anton Guardavilla, , Paola con il contributo io Nocer Riva, Claud a, di io Toson cin € 30,00 € 45,00 1 - DCB MILANO - arretrato - Copia € 30,00 04 n. 46) art.1, comma in L. 27/02/20 Costr Italiane in L. 27/02/20 CY CMY CMY K - Sped. Y - Copia - Contiene - carta Pavane llo uire la Cu 8 ltura de gs. 81/200 lla Sicure Conosc lo IX D.L /2010, zza ato al Tito UE 453 006 Ergono ere, valutare , pre mia, com 7/2 Aggiorn Regolamenti Aggiornato al D.Lgs. 81/2008 unicaziovenire il risc e CE 190 e ai hio ne, lead 2/2008 Testo Unico SaluteGalim e Sicurezza sul Lavoro ersh berti, CE 127 M MY D.L. 353/2003 in a.p. K C M Y CM MY CY e e Lavoro zione Ambient Associa MILANO 1 - DCB art.1, comma 04 n. 46) C CM - Sped. CMY re Rino N T II RISCHI S A GIEM ICCH LAVORO-CORTRESS MANUTENZIONE H- SDVERIFICHE RELATI C S - REA PERIODICHE LP C S.p.a. CY n°93 Diretto Trimestrale della Associazione Ambiente e Lavoro - Copia € 30,00 - arretrato € 45,00 - carta riciclata 100% n°95 Costruire la Cultura della Sicurezza Direttore Rino Pavanello Salute Sicurezza Lavoro n°94 Poste Italiane S.p.a. - Sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1 - DCB MILANO - Contiene I.P. II Trimestre 2011 anno XXIV LAVORO-CORRELATI MY n°95 a 100% Direttore Rino Pavanello Poste Italiane S.p.a. - Sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1 - DCB MILANO - Contiene I.P. CY CM carta riciclata 100% 5LYLVWD$PELHQWHH/DYR UR MY Y I Trimes tre 201 2011 an XXIV anno carta riciclat 0DU]R I.P. - Contiene CM CMY M Italiane III Trimestre 2011 anno XXIV RISCHI STRESS C Poste Y Trimestrale della Associazione Ambiente e Lavoro - Copia € 30,00 - arretrato € 45,00 - carta riciclata 100% M Trimestrale della Associazione Ambiente e Lavoro - Copia € 30,00 - arretrato € 45,00 - carta riciclata 100% Poste Italiane S.p.a. - Sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1 - DCB MILANO - Contiene I.P. C *ISSN 1825-5396 Direttore Rino Pavanello Salute Sicurezza Lavoro Lavoro 1825-5396 *ISSN Salu*ISSN 1825-5396 zza te Sicu Sicure rezza Salute Lavoro Salute Sicurezza Lavoro a 100% carta riciclat carta riciclata 100% Pavane 1825-5396 100% re Rino Diretto *ISSN riciclata n°93 III Trimestre 2011 anno XXIV llo Poste I Trimestre 2011 anno XXIV LiveLLo o3 dal 1° febbraio tre 2011 II Trimes anno XXIV Rivista Ambiente e Lavoro anno 2011 inviata in pdf *%%" %-(45S BTQPSUP.FSDJQF 5&450&"1130'0 $0/53*#650% *&%0"3%0("- %PDVNFOUB[JPOF BDVSBEJ"OOB(VBSEBWJMMB $JSDPMBSFO4PTQFOTJ SJDPMPTF /%*.&/50 "50-" POFBUUJWJU·JNQSFOEJUPSJBMF 4FOUFO[F BDVSBEJ"OOB( VBSEBWJMMB JOGPSUVOJPOFMMlBNCJUPEJMBWPS 3FTQPOTBCJMJU·EFMTVCBQQBMUBJJOBQQBMUP UPSF 4USVNFOUJ"QQMJDBUJWJ (JTB1SPKFDU $IFGSFO$45 + Codice Sicurezza Lavoro LL edizione 2011 L Dossier Ambiente 2 1 VOLUME 1 CODICE CODICE VOLUME 2 Abbonamento a “Dossier Ambiente” (4 Numeri) DELLA DELLA SALUTE E DELLA SALU TESI ECURE SUL LA DELLA SICU VOARO ZZA REZZ SUL LAVORO + 3 CD Rom Codice Sicurezza Lavoro # - Viale Marelli 497 20099 Sesto San Giovanni (MI) tel. 02 2700 7164 - 02 2622 3120 fax 02 2570 6238 - 02 2622 3130 www.amblav.it e-mail: [email protected] - [email protected] 9 #- a cura di Anna Gua rdav -9 E' vietata la riproduzione anche parziale. #9 illa e Rino a cura di Anna Guardavilla e Rino Pavan Pavanello e 65,00 #-9 Pavane llo + # - #/$)#% $%,,!3!,54%% $%,,!3)#52%::! 35,,!6/2/ # - Viale Marelli 497 20099 Sesto San Giovanni (MI) tel. 02 2700 7164 - 02 2622 3120 fax 02 2570 6238 - 02 2622 3130 www.amblav.it e-mail: [email protected] - [email protected] 9 #- -9 E' vietata la riproduzione anche parziale. #9 #-9 Viale Marelli 497 20099 Sesto San Giovanni (MI) tel. 02 2700 7164 - 02 2622 3120 fax 02 2570 6238 - 02 2622 3130 www.amblav.it e-mail: [email protected] - [email protected] + #/$)#% 9 #- -9 $%,,!3!,54%% $%,,!3)#52%::! 35,,!6/2/ E' vietata la riproduzione anche parziale. #9 #-9 + ed. 2011 Rischi Fonti e Misure III Trim estr ann o XXI e 201 1 V - Cont iene I.P. a ricic Dire ttor te S ic e Rin n°95 o Pav ane llo ourde ghi o Pa , Albert van ello o Gand , Ro ssa ini, no Ro UE in collab lata ricic - carta € 45,00 rato - arret 30,00 a€ Copi orazi one con Dossier Ambiente + Rivista Ambiente e Lavoro Live iveLL LLo o2 Viale tel. 02Marelli 497 262231 20099 20 Sesto 02 262231 San 30 - Giovan www.a ni (MI) mblav.i t Abbonamento a “Dossier Ambiente” (4 Numeri) + “Rivista Ambiente e Lavoro” anno 2011 - inviata in pdf e 104,00 e 164,00 ro ciazi tti Trim agna E Rin sse Camp oro 5-5396 Asso D.L. . in a.p. . - Sped ne S.p.a Italia Poste lla, della 182 one 353/2 A o Uniggiorn co Sa ato al lute D.Lgs e Sicu . 81 rezz /2008 Ales a su sanda cura di: l Lav Anna Fede ro Ma oro Guard rica zzer avi Couc an Test *ISSN Lav e Lavo zza $%,,!3!,54%% $%,,!3)#52%::! 35,,!6/2/ Amb iente ure le della (conv . in L. 27/02 003 Salu nell’a mbito % estra n. 46) /2004 CM MY CY CMY K 100 MA VERIFNUTEN ICHE ZIO PERIO NE DICH NO MILA a1 - DCB , comm art.1 C M Y lata 100% cart #/$)#% Versamenti da effettuare sul c.c.p. n. 10013209 intestato a: Associazione Ambiente e Lavoro Viale Marelli 497 - Sesto S. Giovanni (MI) Specificare causale “Abbonamento 2011 a...”, indicare generalità e recapito Per informazioni vedere sito: www.amblav.it Tel. 02.27007164 - 02.26223120 Fax 02.25706238 - 02.26223130 Mail: [email protected] Premessa: un dossier sulla manutenzione PREMESSA: UN DOSSIER SULLA MANUTENZIONE Alessandro Mazzeranghi, MECQ S.r.l. La manutenzione è il tema di questo biennio proposto dalla Unione Europea per la “settimana della sicurezza”. È la prima volta che un tema così trasversale viene messo sotto i riflettori della sicurezza e salute sul lavoro; e chi scrive è profondamente convinto della importanza di questo argomento. Ma se parliamo di manutenzione non possiamo concentrarci solo sulla sicurezza: è una attività troppo complessa che unifica una serie di competenze e specializzazioni, che non possono essere separate ma anzi, devono assolutamente coesistere per consentire una gestione organica dell’intero “processo di manutenzione”. Quindi diciamo subito che pur dando centralità al tema della sicurezza, dovremo necessariamente parlare di altri fattori determinanti per la progettazione ed esecuzione degli interventi di manutenzione, quali ad esempio: • Continuità di esercizio (per esempio di un impianto industriale) • Tutela dei beni • Qualità del prodotto • Tutela dell’ambiente circostante (per esempio delle persone, delle cose e dell’ambiente propriamente detto all’esterno di un sito industriale) • Rapporti interni col personale • … È un elenco volontariamente multiforme e disomogeneo che cerca di dare idea della estrema articolazione dell’argomento. Più avanti in questo dossier entreremo meglio nelle varie tematiche. Altra questione che dobbiamo evidenziare subito: la manutenzione è una attività con delle “parti” significative che sono non ripetitive. Ovvero, a fianco della manutenzione programmata, esiste tutto il mondo della manutenzione “su chiamata” (manutenzione su guasto, su condizione ecc.) e della manutenzione straordinaria1 che richiede una fase di Problem Solving, e più in generale di decisione, su questioni non prevedibili a priori. Quindi, sebbene la manutenzione sia una attività volta al mantenimento o al ripristino di una condizione nota, spesso richiede una fase “inventiva” importante, che può essere svolta con tempi e modi adeguati ma anche in condizioni di urgenza. Nella manutenzione, abbiamo detto, rientrano le azioni di mantenimento delle condizioni di un bene; quindi fanno parte della manutenzione anche quelle che, nel settore della sicurezza, si definiscono verifiche periodiche (D.Lgs. 81/2008, articolo 71, commi 8 e 9). Più in generale è parte integrante della manutenzione l’insieme di tutte le azioni necessarie per 1 Qui usiamo il termine nella accezione di manutenzione che ripristina una condizione tramite soluzioni (p. es. componenti) non esattamente uguali a quelle originali. Dossier Ambiente n. 95 - 3 Premessa: un dossier sulla manutenzione mantenere la conformità dei luoghi di lavoro, degli impianti, delle macchine ecc. Per mantenere il presupposto è fondamentale conoscere, ovvero avere tutta la documentazione necessaria per eseguire un ripristino effettivo di una condizione preesistente che si è deteriorata; quindi disegni, schemi, foto, liste di ricambi ecc. Ovviamente aggiornati. Evidenziamo cosa non è la manutenzione: le modifiche a macchine, impianti, luoghi di lavoro non sono parte della manutenzione. Si tratta di cambiamenti che, come tali, devono essere gestiti sia dal punto di vista della progettazione che da quello della valutazione dei rischi che da quello, ancora più generale, della valutazione dell’investimento. Purtroppo i due mondi, manutenzione e cambiamento (miglioramento), sono molto vicini e nella realtà organizzativa delle aziende spesso si sovrappongono perché le funzioni preposte coincidono; questo evidentemente crea confusione, che a sua volta comporta che talvolta i cambiamenti non siano adeguatamente studiati (anche dal punto di vista della sicurezza e salute sul lavoro). Anche le norme tecniche contribuiscono a questa confusione: infatti la norma UNI 10147 definisce, fra le altre cose, la così detta manutenzione migliorativa come l’insieme delle azioni di miglioramento o piccola modifica che non incrementano il valore patrimoniale del bene. Le piccole modifiche, invece, sono a tutti gli effetti delle variazioni che, fra l’altro, comportano necessariamente una revisione della valutazione dei rischi ex D.Lgs. 81/2008, indipendentemente dall’impatto economico che le medesime possono avere. Ricapitolando brevemente gli elementi che determinano l’elevato livello di complessità della manutenzione, e che quindi giustificano (rendono necessario) un approccio fortemente organico e integrato: • Spesso chi effettua la manutenzione si trova ad affrontare situazioni estremamente varie e talvolta imprevedibili, anche dal punto di vista della sicurezza. • Talvolta, vista la non prevedibilità delle situazioni, un team di manutentori si trova ad approcciare questioni per cui le risorse possono non essere adeguate (per competenze o capacità) o sufficienti. • Ogni intervento di manutenzione è pericoloso di per sé ma può introdurre anche rischi per altre persone presenti presso la zona di esecuzione del lavoro. • Gli interventi di manutenzione possono rendersi necessari in condizioni di urgenza o addirittura di emergenza. • Durante gli interventi di manutenzione, anche quelli non routinari e/o da eseguire in condizioni di urgenza, chi interviene si trova a dover prendere decisioni autonome su diverse tipologie di questioni. • Talvolta per risolvere i problemi che innescano un intervento in condizioni di urgenza si rende necessario scegliere una soluzione temporanea non ottimale (ovvero che non rappresenta un ripristino completo e/o completamente conforme all’originale). • In ogni caso chi effettua un intervento è, di fatto, il garante del completo ripristino di quanto oggetto dell’intervento stesso, al momento della riconsegna della macchina o dell’impianto. • Ancora in caso di interventi di urgenza, accade che i manutentori coinvolti vadano ben oltre gli orari di lavoro consueti operando quindi in condizioni di minore lucidità che incrementano le condizioni di rischio. Dossier Ambiente n. 95 - 4 Premessa: un dossier sulla manutenzione • Infine, se si considera parte della manutenzione anche la così detta manutenzione migliorativa, è evidente che qualcuno deve valutare le migliorie affinché siano idonee anche dal punto di vista della sicurezza, Di seguito proviamo ad elencare alcune delle funzioni e i processi aziendali che sono coinvolti nella “buona gestione” della manutenzione: • Gestione del personale, costituzione delle squadre, definizione della gerarchia della funzione manutenzione e delle relative responsabilità (e limiti) e organizzazione della turnazione e degli orari di lavoro. • Selezione, formazione, informazione e verifica della idoneità del personale rispetto alle attività assegnate. • Budget di manutenzione e gestione del magazzino. • Acquisizione e gestione della documentazione tecnica. • Gestione degli appalti di manutenzione. • Acquisti di macchine, impianti, ecc. • Progettazione di plant (progettazione delle modifiche a macchine e impianti esistenti e/o progettazione per l’inserimento di nuove macchine o impianti). Astraendo dalla settimana europea della sicurezza, che è certo un bel segnale per l’approfondimento del tema della manutenzione in relazione alla sicurezza, c’è comunque davvero un buon insieme di ragioni che rendono utile un approfondimento del tema tenendo un occhio di riguardo alla sicurezza. In questo Dossier descriveremo un approccio alla manutenzione che tenga conto della sicurezza non come elemento a parte ma come fattore integrante di tutte le decisioni e di tutte le attività, a partire dagli aspetti di base (buone prassi di manutenzione) per arrivare alla organizzazione del processo di manutenzione. Non vogliamo esprimere una nuova filosofia di gestione della manutenzione volta a migliorare le prestazioni aziendali, ma piuttosto delineare un percorso logico relativamente semplice che consenta di integrare al meglio la sicurezza in qualunque filosofia manutentiva. Per fare questo parleremo sia del processo di manutenzione, nelle sue varie parti, sia degli strumenti che possono rendersi utili per operare al meglio. Una parte importante sarà dedicata al Problem Solving che riteniamo essere la attività (o strumento) più importante e sottovalutata nell’ambito della manutenzione. Un’altra al Change Management che, pur non rientrando in senso stretto nella manutenzione, è comunque un tema nel quale molto spesso si trovano coinvolti anche i manutentori. In conclusione vediamo il processo di manutenzione diviso in due tematiche principali: • Manutenzione per la sicurezza; • Sicurezza nelle attività di manutenzione. Dossier Ambiente n. 95 - 5 Premessa: un dossier sulla manutenzione Di seguito si rappresenta in maniera estremamente schematica quello che è il processo di manutenzione con le diverse tematiche che verranno illustrate all’interno di questo Dossier. Processo di manutenzione Change Management Responsabilità legali nel processo di manutenzione Manutenzione per la sicurezza Sicurezza nella manutenzione Definizione dei piani di manutenzione Interventi di riparazione su guasto Verifiche periodiche per la sicurezza Problem Solving Verifiche periodiche di legge Manutenzione su condizione Capitolati di manutenzione Permessi di Lavoro Gestione contratti di appalto di manutenzione Grandi interventi di manutenzione La figura seguente mostra invece il flusso logico del processo di manutenzione, con indicazione anche delle fasi delle attività più importanti e trattate all’interno del presente Dossier. Dossier Ambiente n. 95 - 6 Premessa: un dossier sulla manutenzione Dossier Ambiente n. 95 - 7 Manutenzione: Obblighi e responsabilità MANUTENZIONE: OBBLIGHI E RESPONSABILITA’ Avv. Alberto Gandini Premessa Nel presente capitolo verranno trattate, sinteticamente, le responsabilità che gravano sul datore di lavoro e su altre figure aziendali (dirigenti e preposti addetti alla manutenzione) in caso di violazioni delle norme del D.Lgs. 81/2008 connesse agli obblighi di manutenzione delle attrezzature di lavoro. Le responsabilità personali: datore di lavoro e dirigente a) La responsabilità generale connessa all’obbligo di sottoporre le attrezzature a regolare manutenzione La regolare manutenzione di ambienti, attrezzature e impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza, in conformità alle disposizioni dei fabbricanti costituisce una delle misure generali di tutela elencate dall’art. 15 del D.Lgs. 81/2008 (specificatamente alla lettera “z”). Nel dettaglio il datore di lavoro, come stabilito dall’art. 71, comma 4, lettera a) n. 2 del D.Lgs 81/2008 è tenuto a prendere le necessarie misure affinché le attrezzature di lavoro siano: - oggetto di idonea manutenzione al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza di cui all’art. 70, - corredate, ove necessario, di apposite istruzioni d’uso e libretto di manutenzione. Di conseguenza, nell’ipotesi in cui - senza che si sia necessariamente verificato un infortunio - venga riscontrato dall’organo che svolge l’attività di vigilanza (Asl, DPL, ecc.) che l’attrezzatura non è stata sottoposta ad idonea manutenzione (ai fini della sicurezza) o che la medesima è priva di istruzioni d’uso e libretto di manutenzione, nei casi in cui tali documenti sono necessari, il datore di lavoro (ed il dirigente) saranno chiamati a rispondere ai sensi dell’art. 87 comma 2 lettera c), norma contravvenzionale che prevede la sanzione dell’arresto da tre a sei mesi o, in alternativa, dell’ammenda da 2.500 a 6.400 euro. Ciò indipendentemente dal verificarsi o meno di un infortunio. Nel caso in cui la mancata o inidonea manutenzione dell’attrezzatura, oppure l’assenza di istruzioni delle istruzioni d’uso o del libretto di manutenzione, siano state cause (o concause) di un infortunio, alla summenzionata responsabilità contravvenzionale si aggiungerà la responsabilità per il delitto di omicidio colposo o di lesioni personali colpose ai sensi, rispettivamente degli articoli 589 e 590 del codice penale. b) Le responsabilità riguardanti le c.d. ”verifiche iniziali”, “verifiche straordinarie” e “verifiche periodiche”. L’ottavo comma dell‘art. 71 del D.Lgs. 81/2008 stabilisce, in aggiunta a quanto detto al precedente paragrafo, l’obbligo del datore di lavoro di provvedere affinché: Dossier Ambiente n. 95 - 8 La gestione delle modifiche a macchine e impianti (change management) LA GESTIONE DELLE MODIFICHE A MACCHINE E IMPIANTI (CHANGE MANAGEMENT) Alessandro Mazzeranghi, MECQ S.r.l. Questo tema non rientrerebbe in senso stretto nella manutenzione, però reputiamo opportuno dedicargli un breve cenno per non lasciare spazio ad equivoci e per porre l’accento su alcuni aspetti delicati. Perché non rientra nella manutenzione? Perché ogni modifica non mira al semplice ripristino di una situazione preesistente ma invece vuole apportare delle variazioni migliorative di qualche tipo. Possono essere miglioramenti sotto il profilo della sicurezza, sotto quello della funzionalità, delle prestazioni ecc. Responsabilità del progettista e dell’azienda In ogni caso vige un principio di responsabilità piuttosto chiaro: chi progetta una modifica se ne assume anche la responsabilità sotto il profilo della sicurezza. Sostanzialmente a chi progetta (decide come fare) una modifica a un qualcosa che è parte dell’ambiente di lavoro si applica quanto previsto dall’articolo 22 del D.Lgs. 81/2008 (esattamente uguale al comma 1 dell’articolo 6 del D.Lgs. 626/94): “1. I progettisti dei luoghi e dei posti di lavoro e degli impianti rispettano i principi generali di prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro al momento delle scelte progettuali e tecniche e scelgono attrezzature, componenti e dispositivi di protezione rispondenti alle disposizioni legislative e regolamentari in materia.” In pratica si richiede di progettare in conformità alla legislazione e normativa tecnica applicabili, e di rispettare i principi generali di tutela il cui strumento applicativo è la valutazione dei rischi. E ovviamente, come per ogni elemento che costituisce un progetto, le evidenze della conformità e le risultanze della valutazione dei rischi devono essere documentate. Quindi perché eseguire una modifica? Evidentemente ci deve essere un buon motivo, e si devono avere le necessarie competenze per tenere conto di tutti gli aspetti di sicurezza. Aggiungiamo un altro elemento che travalica la responsabilità personale del progettista: se una azienda consente indiscriminatamente a tutti coloro che lo ritengono opportuno di eseguire modifiche in autonomia, sicuramente evidenzia un grave vizio a livello organizzativo; in caso di infortunio direttamente riconducibile alla modifica, ciò evidenzierebbe facilmente una responsabilità amministrativa della azienda ai sensi del D.Lgs. 231/2001 e dell’articolo 30 del D. Lgs. 81/2008. Esiste un altro snodo delicato: dove si ferma l’effetto, per così dire, della modifica? In alcuni casi è chiaro (modifico una protezione, un portapezzo, l’azionamento di un motore), in altri molto meno (modifica di un software). Tutto questo se la modifica non innesca altri meccanismi. Dossier Ambiente n. 95 - 15 Piani di manutenzione PIANI DI MANUTENZIONE Rossano Rossetti, MECQ S.r.l. I piani di manutenzione di attrezzature di lavoro così come definite al c. 1 lett. a)3 art. 69 del D.Lgs. 81/08, hanno l’obiettivo di mantenere nel tempo la conformità di dette attrezzature come garanzia dei requisiti di sicurezza per i lavoratori. L’ottica nella quale in questo capitolo affrontiamo il tema vuole essere più di ampio respiro con il fine di ottenere altri benefici come: continuità di esercizio, tutela ambientale, mantenimento delle autorizzazioni. Gli approcci ovviamente sono completamente diversi, perché mentre per la parte di piano di manutenzione rivolto a garantire il requisiti di cui ai commi 4 e 8 dell’articolo 71 D.Lgs. 81/08 è lo stesso legislatore che impone una metodologia, per gli altri non si hanno vincoli particolari se non della disponibilità di dati. Ma andiamo per ordine, abbiamo detto che il piano di manutenzione deve essere volto a garantire il mantenimento di: - conformità e tutela della salute e sicurezza dei lavoratori; - continuità di esercizio; - tutela dell’ambiente; - autorizzazioni (che per certi aspetti è lo stesso della tutela ambientale, si pensi ad esempio all’autorizzazione alle emissioni in atmosfera). Mantenimento della conformità e tutela della salute e sicurezza dei Lavoratori Tutela dell’ambiente Continuità di esercizio Piano di manutenzione Razionalizzazione risorse (magazzino e manodopera) Mantenimento autorizzazioni 3 Attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro. Dossier Ambiente n. 95 - 17 Capitolati per attività di manutenzione affidate all’esterno CAPITOLATI PER ATTIVITÀ DI MANUTENZIONE AFFIDATE ALL’ESTERNO Federica Coucourde, MECQ S.r.l. Abbiamo già visto cosa intende il D.Lgs.81/08 con il termine manutenzione: quell’insieme di attività volte alla permanenza nel tempo dei requisiti di sicurezza di un bene. In questo capitolo ci chiediamo quindi: quali sono i passi che il datore di lavoro deve compiere relativamente alle attività di manutenzione e verifica periodica affidate all’esterno, al fine di fornire ai propri lavoratori attrezzature idonee e conformi? È già stato affrontato il problema della definizione delle operazioni di manutenzione e della periodicità relativa in accordo a quanto contenuto nel D.Lgs.81/08. Affinché il processo di manutenzione e verifiche periodiche affidate a ditte esterne sia tenuto sotto controllo, il datore di lavoro è tenuto a: • qualificare le ditte esterne a cui si affidano le attività di manutenzione e verifica periodica; • definire chiaramente all’interno del contratto di appalto il capitolato di manutenzione, le responsabilità, le modalità di esecuzione del contratto, le verifiche che il committente intende esercitare sull’operato dell’appaltatore, gli aspetti legati alla sicurezza, il tariffario con esplicitati i costi della sicurezza e altri termini contrattualistici necessari alla stipula del contratto; • allegare al contratto di appalto il Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenza e le istruzioni da seguire in caso di emergenza; • definire istruzioni operative affinché le attività di verifica periodica e manutenzione siano svolte in sicurezza non solo per chi le esegue, ma per gli operatori nelle vicinanze e per chi userà da quel momento in poi l’attrezzatura; • definire le registrazioni necessarie e le modalità di controllo al fine di tenere sotto controllo l’operato dei fornitori; • definire il processo di riqualificazione periodica. Proviamo a definire le fasi dell’intero processo di gestione dei contratti di appalto. Il processo parte dalla richiesta, da parte di un soggetto aziendale, di affidare a terzi una attività sia che questa sia di supporto alla produzione piuttosto che di ausilio alla gestione degli ambienti, fabbricati e impianti ausiliari ai fabbricati. La necessità di affidare una attività (appalto) ad una ditta esterna deve essere segnalata al Servizio di Prevenzione e Protezione, per gli aspetti di coordinamento con le attività di qualifica della ditta stessa. Il secondo step consiste quindi nell’effettuare la qualificazione della potenziale ditta appaltatrice che avviene attraverso la analisi di una serie di documenti da chiedere al fornitore, al fine di evitare di dover rispondere in solido per i lavoratori delle ditte in appalto e/o per gestire correttamente l'appalto, come trattato nel capitolo relativo alla gestione degli appalti. Qualificata la ditta, il RSPP secondo le procedure aziendali - riferisce all’ufficio competente l’esito della verifica dei documenti ricevuti dal fornitore per la qualifica. Successivamente sarà stipulato il contratto quadro che potrà essere composto dalle seguenti parti: corpo del contratto, capitolato appalto, DUVRI. Dossier Ambiente n. 95 - 37 La sicurezza durante i lavori di manutenzione LA SICUREZZA DURANTE I LAVORI DI MANUTENZIONE Alessandro Mazzeranghi e Rossano Rossetti, MECQ S.r.l. Premessa Se oggi consideriamo gli infortuni che accadono in ambito industriale, molti di essi sono da ricondursi ad attività di costruzione (non solo edile!) o di manutenzione. Se poi consideriamo la manutenzione secondo la definizione più consolidata, ovvero come insieme volto a mantenere un bene in una condizione predefinita (di sicurezza, efficienza, integrità ecc.) ci dobbiamo rendere conto che la manutenzione può essere normalmente effettuata (nelle normali realtà aziendali) da personale assegnato specificamente a tale attività (i manutentori) o da altro personale che è sufficientemente qualificato per eseguire piccoli interventi manutentivi, pur non essendo assegnato alla manutenzione propriamente detta. Questa ultima è la funzione di auto manutenzione che rappresenta uno dei “pilastri” del TPM4 e del WCM5. 4 In Italia TPM, Total Productive Maintenance, è denominato Manutenzione produttiva, ma è più noto nell'acronimo inglese. Il TPM, riguarda specificatamente la manutenzione ed è parte del più ampio Total Quality Control, che riguarda invece l'impresa nel suo complesso. Entrambi sono parte delle cosiddette tecniche produttive giapponesi, maturate nel ventennio '60-'80 presso la Toyota Motors e poi sviluppatesi in tutte le principali aziende giapponesi. Il TPM è una tecnica di management che prende in esame l'insieme delle problematiche tecniche e organizzative della manutenzione, finalizzandole al progetto della manutenzione e al miglioramento continuo della sua gestione. Il "padre" riconosciuto del TPM è Sejiki Nakajima, fino alla fine degli anni ottanta, Direttore Tecnico della TOYOTA. Nakajima venne in Italia nel 1984, a Venezia, in occasione del 1º Congresso Mondiale della Manutenzione, organizzato da AIMAN, Associazione Italiana di Manutenzione. Durante il congresso illustrò la sua TPM fra lo stupore dei presenti. Le prime esperienze di TPM in Italia furono fatte dalla FIAT Auto a partire dal 1985 con la Japan Management Association Consultants (oggi JMAC Europe). Nel 1998 uscì la prima versione in Inglese del suo libro "Introduzione al TPM" (la vers. orig. in giapponese è del 1984) e, successivamente, nel 1992 uscì la prima edizione italiana per i tipi della ISEDI (oggi edito da FrancoAngeli con la collaborazione di Jipm-japan Institute of plant maintenance). In Italia il modello produttivo Toyota (il cosiddetto Toyota System) e dei principi della qualità totale sono stati diffusi specialmente dai corsi di una società privata di formazione professionale 5 W.C.M è l'acronimo di World Class Manufacturing che qualifica molti tra i più importanti costruttori di beni e servizi mondiali. La metodologia TPM (Total Productive Maintenance), la logiche Lean Manufacturing (Produzione snella) ed il Total Quality Management, sono stati integrati, e sono la base del W.C.M (World Class Manufacturing) che, pur basandosi su moltissimi concetti del TPM / TQM si differenzia da questi in quanto alla base della scelta delle strategie e degli impianti "critici" (in gergo detti " da aggredire") vi è il cosiddetto Cost Deployment. Ciò significa che il gruppo di lavoro affronta le problematiche, siano esse manutentive, logistiche, qualitative, di sicurezza, organizzative, di organizzazione del posto di lavoro, sulle base della loro incidenza economica. Le attività di tutti i team sono orientate alla realizzazione di progetti (KAIZEN) i cui obiettivi sono: zero difetti, zero guasti, zero sprechi e zero magazzino, finalizzate ad una generale riduzione dei costi dello stabilimento. Questa nuove metodologia si sta diffondendo laddove si vuole controllare e ridurre i costi produttivi in maniera sistemica e con metodi riferibili ed oggettivabili. La strategia del W.C.M è stata sviluppata negli Stati Uniti negli anni 90, in Italia arriva attorno al 2005 nel gruppo FIAT del quale si sta rivelando una delle ragioni della recente svolta positiva. Alla base del W.C.M. ci sono 10 Pillar (pilastri) tecnici : SA Safety - Sicurezza del Posto di lavoro CD Cost Deployment FI Focus Improvement - Miglioramento Focalizzato di uno specifico problema AM + WO Autonomus Maintenance - Workplace Organization Dossier Ambiente n. 95 - 44 Problem solving: valutazioni multi-fattore PROBLEM SOLVING: VALUTAZIONI MULTI-FATTORE Federica Coucourde, MECQ S.r.l. Premesso quanto già ricordato sulle responsabilità legali (pag. 8), l’esigenza di introdurre il Problem Solving all’interno del dossier nasce dalla consapevolezza che spesso chi si occupa di manutenzione si trova costretto a prendere decisioni “molto importanti” (e vedremo perché) in condizioni “molto difficili” dettate spesso da: - imprevedibilità della situazione - mancanza di esperienza pregressa (guasto mai avvenuto prima) - urgenza nel riprendere/ripristinare la produzione - indisponibilità di tempo sufficiente per una analisi dettagliata e per il confronto con i responsabili (ad esempio in caso di rischi con conseguenze ancora più gravi in caso di ritardato intervento o di pericolo grave ed immediato). Il manutentore si trova così a dover operare in autonomia e all’interno di una situazione difficile da gestire; spesso una situazione di trade-off tra le richieste della produzione (tempestività dell’intervento) e l’esigenza di risolvere il problema garantendo la sicurezza degli operatori. Il manutentore dovrà quindi prendere una decisione, ossia decidere come intervenire a fronte di un guasto, tenendo in considerazione quanto contenuto nel DVR e diversi fattori: - efficacia ed efficienza della soluzione in termini di integrità dell’impianto, ripresa della produzione, continuità di esercizio; - salute e sicurezza dei manutentori e di altre persone presenti presso la zona di esecuzione dell’attività manutentiva; - salute e sicurezza degli operatori, dei manutentori e di chiunque si interfaccerà con l’impianto da quel momento in poi. Per risolvere problemi, soprattutto se non strutturati e inusuali come in questo caso, occorre conoscere il DVR e saper sfruttare le conoscenze acquisite, l’esperienza accumulata e possedere una certa abilità, ma tutto questo sovente non è sufficiente a garantire il raggiungimento dello scopo. E’ necessario disporre di un approccio sistematico che permetta di sfruttare al meglio le capacità di un risolutore e di individuare di volta in volta i nodi di difficoltà. Appare così evidente la necessità di una metodologia che aiuti il singolo manutentore nella decisione, un processo logico multi-fattore che sappia supportarlo e guidarlo verso la scelta migliore rispetto ad una serie di obiettivi tra cui la sicurezza sua e degli altri deve occupare il primo posto e che lo aiuti a prevedere le conseguenze del suo operato. Si tratta di una vera e propria analisi e valutazione dei rischi (tutti i rischi, non solo quelli riferiti alla sicurezza) che deve essere condotta spesso in condizioni di urgenza o, peggio ancora, di emergenza. È nostra intenzione quindi cercare di fornire strumenti adatti allo scopo, procedimenti mentali, ovvero tecniche di pensiero ben definite, trasmissibili e destinate a produrre determinati risultati. Dossier Ambiente n. 95 - 63 Le verifiche periodiche (di sicurezza) su macchine e impianti LE VERIFICHE PERIODICHE (DI SICUREZZA) SU MACCHINE E IMPIANTI Alessandro Mazzeranghi, MECQ S.r.l. Il concetto di verifica periodica è ampiamente noto sin dal principio del secolo scorso, quale strumento per il mantenimento delle condizioni di sicurezza di macchine, impianti, attrezzature ecc. Il concetto è il seguente: quando un requisito tecnico di sicurezza è davvero rilevante e può decadere nel tempo, è necessario che ad opportuni intervalli di tempo si verifichi il permanere di tale requisito. Esistono poi altri requisiti che non sono esplicitamente di sicurezza, ma che a loro volta contribuiscono in modo determinate alla sicurezza e salute dei lavoratori. Per esempio una macchina che ha un cilindro di grande diametro che ruota ad elevata velocità (una macchina continua di cartiera, per esempio), diventa estremamente pericolosa se il cilindro in questione, per una rottura, si stacca dai suoi supporti e per effetto della energia cinetica immagazzinata viene proiettato in modo incontrollato e incontrollabile all’interno dell’ambiente di lavoro. Quindi esistono sicuramente altri elementi importanti che non sono stati implementati sulla macchina o sull’impianto per motivi di sicurezza, ma che sono rilevanti a tal fine e necessitano di una opportuna verifica contro deterioramenti e rotture. Il legislatore, nel tempo, ha distinto due tipologie di verifiche periodiche: • Quelle elencate in forma specifica in un documento legislativo, che devono essere svolte direttamente da organi deputati dallo stato o dal medesimo autorizzati; da ora in poi, per semplicità e uso comune, queste verifiche le indicheremo come “verifiche di legge”, anche se tutte le verifiche periodiche derivanti da una disposizione legislativa (quindi anche quelle che indichiamo subito sotto), possono essere definite di legge. • Quelle che, invece, devono essere stabilite dal datore di lavoro, evidentemente sulla base di una valutazione tecnica, e dal medesimo fatte eseguire. Potremmo poi aggiungere, come sotto insieme delle precedenti, quelle che il datore di lavoro chiede direttamente ai lavoratori addetti, per esempio, all’uso di una macchina. Questa articolazione possiamo considerarla piuttosto consolidata, nella sua logica generale, e ripetuta sostanzialmente uguale per varie tipologie/settori della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Esiste poi un’altra distinzione che si ritrova spessissimo: quella fra collaudo iniziale e verifiche periodiche. Il collaudo iniziale ha, evidentemente, la finalità di controllare che una macchina o un impianto sia conforme/sicuro al momento della messa in esercizio, mentre la verifica periodica si orienta al mantenimento nel tempo dei requisiti di sicurezza. Per il tema in oggetto i principali riferimenti legislativi li troviamo nel D.Lgs. 81/2008 e alcuni testi legislativi specifici relativi alle verifiche di legge. Del D.Lgs. 81/2008 consigliamo di prendere in considerazione principalmente: • Il titolo III capo I relativo alla sicurezza delle attrezzature di lavoro Dossier Ambiente n. 95 - 81 Terminologia: confronto tra le norme TERMINOLOGIA: CONFRONTO TRA LE NORME Vengono di seguito riportate le definizioni dei termini più importanti del panorama manutentivo, così come sono contenute nelle seguenti norme tecniche: • UNI EN 13306: 2010 Manutenzione - Terminologia di manutenzione • UNI 11063: 2003 - Manutenzione - Definizioni di manutenzione ordinaria e straordinaria • UNI 9910:1991 Terminologia sulla fidatezza e sulla qualità del servizio • UNI 10147: 2003 Manutenzione - Termini aggiuntivi alla UNI EN 13306 e definizioni • MIL - STD-721 Definitions Of Terms For Reliability And Maintainability • MIL - STD-280 Definitions Of Item Levels, Item Exchangeability, Models and Related Terms: MIL-STD-280A, dated 7 July 1969, is hereby canceled. Future acquisitions should refer to MILHDBK- 505, “HANDBOOK FOR DEFINITIONS OF ITEM LEVELS, ITEM EXCHANGEABILITY, MODELS, AND RELATED TERMS” • Norme CEI 0-10 Guida alla manutenzione degli impianti elettrici • D.Lgs. 81/08 Testo unico sulla salute e sicurezza del Lavoratori nei luoghi di lavoro TERMINI RELATIVI ALL’ENTITA’ Componente – Elemento - bene UNI 13306: Ogni parte, componente, dispositivo, sottosistema, unità funzionale, apparecchiatura o sistema che possa essere considerato individualmente. UNI 10147: Parte sostituibile e classificabile di un bene, oggetto di manutenzione. MIL – STD 280: (part)- Una parte, due o più parti assemblate, che normalmente non vengono divise senza perdere la loro funzionalità progettuale. Parte di ricambio UNI 13306: Entità destinata a sostituirne una corrispondente al fine di ripristinare la funzione originaria richiesta dell’entità. UNI 10147: Parte elementare nuova o ripristinata, che può sostituire una corrispondente usurata o guasta e che permette di riportare l’entità nelle condizioni stabilite. PROPRIETA’ DELL’ENTITA’ Manutenibilità UNI 13306: Attitudine di un’entità, in certe condizioni d’uso, di essere mantenuta o ripristinata in uno stato in cui essa possa eseguire la funzione richiesta, quando la manutenzione è effettuata in date condizioni e vengono adottate le procedure e le risorse prescritte. Dossier Ambiente n. 95 - 103 Appendice legislativa APPENDICE LEGISLATIVA D.L.gs. 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (Pubblicato sulla G.U. 101 del 30 aprile 2008, S.O. n. 108/L) ♦ Titolo I – (Principi comuni) ............................................................................................................................ 122 ♦ Titolo III – (Uso delle atrrezzature e dei D.P.I.) ............................................................................................. 128 ♦ Titolo XI – (Protezione da atmosfere esplosive)............................................................................................ 135 ♦ Allegati I-LI.................................................................................................................................................... 139 N.B.. ISPESL ed IPSEMA sono stati soppressi dall’art. 7 della legge 30 luglio 2010, n. 122, che ha trasferito le competenze di tali enti all’INAIL. Pertanto, a seguito del 31 luglio 2010, i riferimenti all’ISPESL contenuti nel D.Lgs. 81/08 si intendono riferiti all’INAIL. Dossier Ambiente n. 95 - 117 Alcune sentenze sulla manutenzione emanate dalla cassazione nel 2010-2011 ALCUNE SENTENZE SULLA MANUTENZIONE EMANATE DALLA CASSAZIONE NEL 2010-2011 Anna Guardavilla, Giurista Sentenza Cassazione Penale, Sez. IV, 16 marzo 2011, n. 10652 Pulizia e manutenzione di un banco oscillante dell’impianto di colata continua Fatto Diritto 1- Con sentenza del Tribunale di Brescia, del 20 settembre 2007, S.D., in qualità di direttore del servizio manutenzione meccanica acciaieria e servizi generali della "A.A. s.p.a.", delegato per gli aspetti della sicurezza ed igiene del lavoro, è stato riconosciuto colpevole del delitto di omicidio colposo commesso, con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, in pregiudizio di B.F., nonchè della violazione di varie norme antinfortunistiche e lo ha condannato, riconosciute le circostanze attenuanti generiche con giudizio di equivalenza sull'aggravante contestata e ritenuta la continuazione tra i reati, alla pena di un anno e cinque mesi di reclusione, concedendo i doppi benefici. Dell'incidente sono stati chiamati a rispondere, separatamente, anche B.G., direttore generale tecnico della società, e G.M., collega della vittima. L'incidente, secondo quanto è stato ricostruito dal giudice del merito, si è verificato mentre il B., capomacchina presso lo stabilimento di (OMISSIS) della “A.A.”, era impegnato, con il collega G.M., nei lavori di pulizia e manutenzione di un “banco oscillante” dell’impianto di colata continua, del peso di circa 3.850 kg e delle dimensioni di m. 3 x cm. 90 x cm. 90. Il banco, che aveva la forma di un parallelepipedo, era stato appoggiato sulle forche di un carrello elevatore manovrato dal G. e trasportato all'interno di un'apposita area per essere sottoposto a lavaggio, al quale doveva provvedere il B. con una lancia a getto d'acqua pressurizzata. L'infortunio si era verificato proprio mentre la vittima era intenta alle operazioni di lavaggio, nel corso delle quali, sollevato il banco, su richiesta dell'operatore, ad un'altezza di circa un metro per consentire la pulizia della parte inferiore del manufatto, questo era scivolato via dalle forche ed era piombato addosso al B. che ne era rimasto schiacciato. Il tribunale è pervenuto all'affermazione di responsabilità dell'imputato, rilevando, anzitutto, che costui aveva tollerato che le operazioni di lavaggio si svolgessero all'interno di un'area angusta, di pochi metri quadri, che non consentiva possibilità di fuga in caso d'incidente, e prima che fosse stata preventivamente assicurata la stabilizzazione del banco oscillante, di notevoli dimensioni e peso, appoggiandolo ad elementi fissi, piuttosto che lasciarlo pericolosamente sospeso per aria, in condizioni di instabilità. Dette operazioni, quindi, non si erano svolte, come sarebbe stato necessario e doveroso, in condizioni di sicurezza, bensì di evidente pericolo per l'operatore, costretto a portarsi nei pressi dell'ingombrante manufatto, precariamente sostenuto. Ulteriori profili di colpa, pur addebitabili al datore di lavoro, sono stati individuati nella mancata specifica valutazione dei rischi connessi con le operazioni di lavaggio, nella mancanza di specifiche informazioni sulla più corretta procedura da seguire e nello stesso posizionamento delle forche che, proprio per evitare il rischio di caduta del carico, avrebbero dovuto essere totalmente brandeggiate all'indietro. In punto di nesso causale, il giudicante ha rilevato come l'evento fosse stato determinato dalla violazione, da parte dell'imputato, delle norme cautelari e di quelle generali di diligenza e prudenza; in particolare, ha sostenuto il primo giudice, se fosse stata adeguatamente curata l'organizzazione delle operazioni di lavaggio, prevedendo che esse si svolgessero in luogo e con mezzi più adatti, se il banco fosse stato ancorato a terra, evitandone le pericolose oscillazioni, se fosse stata impedita la presenza del lavoratore nei pressi di un instabile e pesante carico, l'incidente non si sarebbe verificato; ciò anche nel caso in cui vi fossero stati errori di comportamento o imprudenze da parte dei due lavoratori coinvolti nell'operazione. Quanto alla riconducibilità delle condotte contestate, e dunque, dell'evento, all'imputato, è stato segnalato che costui non solo era il direttore del servizio manutenzione meccanica e servizi generali, responsabile del reparto colata continua, ma era in azienda il tecnico di riferimento, costantemente presente. Posizione e presenza che Dossier Ambiente n. 95 - 193