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• n. 2
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• Martedì, 7 febbraio 2
Sipario
UN CAFFÈ CON...
Ingrassia e Massironi
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RECENSIONI
Il padre
Harry ti presento Sally
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FILODRAMMATICHE
Comunità di Fiume
Pagine 4-5
IL PERSONAGGIO
Piera Degli Esposti
Pagina 6
TEATRALIA
Commedie di Carnevale
Pagina 7
NOTES
Febbraio nelle CI
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CARNET PALCOSCENICO
Il cartellone del mese
Pagina 8
2 palcoscenico
Martedì, 7 febbraio 2006
UN CAFFÈ CON ... GIAMPIERO INGRASSIA E MARINA MASSIRONI
Giampiero ti presento Marina
di Emilia Marino
Questa tanto dibattuta e contestata “amicizia disinteressata” fra uomo e donna, voi, Marina e Giampiero, l’avete vissuta?
MARINA: Ho sempre avuto e continuo ad intrattenere rapporti di amicizia stabili con l’altro sesso. M’è
accaduto - un paio di volte - che in uno dei due abbia
fatto capolino un altro tipo di interesse e così…
GIAMPIERO:… è finita l’amicizia!
MARINA Beh, sì!(risata).Ad ogni modo non penso debba essere automatica l’attrazione fra un uomo
e una donna…Non mi sento attratta da cari amici di
lunga data né, penso, che per loro sia diverso …almeno non ho mai avuto dimostrazioni contrarie, avvisaglie particolari….Ho vissuto, invece, l’interesse per
un amico ma poi, per salvare l’amicizia, senza grosse
difficoltà, ho risolto la questione con razionalità. Forse il problema è legato più ad una certa età, all’adolescenza, alla turbolenza dei 20 anni.
GIAMPIERO: A me, invece, è capitato quasi sempre di rimanere affascinato dalle mie amiche…Ho, ad
esempio, due amiche storiche che mi son sempre piaciute …entrambe bellissime ragazze …siamo stati serenamente (più loro che io, in verità) amici per dieci
anni e poi ..beh, siamo finiti a letto! La cosa singolare
è che ciò sia accaduto quando l’amicizia era giunta al
culmine, sicché ci conoscevamo talmente che in fondo
poi dopo non è cambiato nulla, il rapporto è rima-
Ma il testo, splendido, smuove un divertente altalenarsi di ruoli e suggestioni, cosi che tocca poi agli uomini rimanere timidamente straniti davanti alla
strepitosa scena della simulazione di
orgasmo di Sally: su quella scena ridono decisamente molto più le donne – quasi una piccola vendetta rispetto ai loro mariti o accompagnatori!
Sally e Marina cosa condividono?
MARINA: Beh, in alcune
cose Sally mi appartiene …
nella goffaggine sentimentale, innanzitutto. Ma poi
anche l’apparente controllo di se stessa, dei
valori e dei principi cui
ispirarsi, l’essere determinata, l’imporsi severamente degli obiettivi, giudicare drasticamente il giusto ed il
suo contrario (per poi
comunque infilarsi in
un rapporto sbagliatissimo con Joe) sono
atteggiamenti in cui
un po’ mi riconosco.
Sally è anche un po’
lenta a capire chi è
lei veramente, cosa prova, ha
- come me - tante difese e resistenze.
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del teatro, anintervistarli,
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che è più gran
Che difficoltà hai avuto ad interpretare Harry,
simpaticissimo esemplare del sesso maschile così irresistibilmente cinico?
GIAMPIERO: Nessuna, in verità. Per quanto io
non sia un cinico – né lo è così incontenibilmente come
Billy Crystal il mio Harry, che ho molto italianizzato - né abbia mai fatto cose del tipo scappare dal letto dove s’è appena consumato un incontro passionale
adducendo la scusa di un meeting fissato alle sei del
mattino, mi sono molto divertito a impersonar e
un personaggio così simpatico, una vera
canaglia, come Harry. È un personaggio folle ed estremista pur affermando cose che condivido: è impossibile che ci possa essere amicizia fra
uomo e donna se c’è dell’attrazione fisica ...E’ vero! Anche il pubblico –sento dalla sala- non può resistergli, salvo per le donne storcere
un po’ il naso quando spiega che
dopo 30 secondi già non vede
l’ora di andarsene.
Rimane comunque disarmante con il suo
modo secco ed imperturbabile
d’esprimere la
sua cinica teoria delle relazioni
uomodonna…le
donne in teatro iniziano a
dire “guarda
sto’ s…”!
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In scena si respira un certo affiatamento
MARINA: E’ stato molto piacevole lavorare insieme e penso che questo il pubblico lo avverta.
GIAMPIERO: Pur non conoscendoci, se non alla
lontana, abbiamo avuto modo di farlo in questi due
anni di tournée e penso di parlare a nome di entrambi…ti devo dei soldi? No (ride)….c’è un grande feeling fra noi …Proprio l’altra sera ci pensavo: avverti quanto sia bello lavorare con un’attrice con la A maiuscola quando t’accorgi che non
ha imparato il copione né resta in attesa della tua
battuta per dire la sua, ma t’ascolta e, al lieve cambiare dei toni nelle corde del tuo personaggio, si adatta e vi adegua il suo registro …è molto appagante …te
lo volevo dire, Marina…
MARINA: Anch’io l’ho pensato, sai?
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sto assolutamente tale e
continua ad essere bellissimo. Confesso, però, che
a me loro piacevano molto, non c’era disinteresse,
mentre loro vivevano esclusivamente l’amicizia (mentre io rosicavo), finche, dopo dieci anni, è successo,
con entrambe, pensa…
MARINA: Contemporaneamente?
GIAMPIERO: Mmm…no, a distanza di qualche
anno.
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Affascinante…
MARINA: Mm, sì, ma è anche un lavoro che destabilizza, il nostro. Pur consentendoti di esprimere
quanto di inespresso o difficilmente esprimibile c’è in
te, non dà stabilità, ti impone di trovare un equilibrio:
quando lavori hai l’adrenalina, quando non lavori sei
preoccupata, quando inizi un nuovo progetto pensi a
come andrà e subito dopo un debutto già ti chiedi che
spettacolo potresti fare a seguire.
GIAMPIERO: Concordo. Un regista del Laboratorio di Proietti che ho frequentato diede di me una
definizione, “inquieto”, disse. E io sono così. Anche
quando tutto viaggia a gonfie vele, ho sempre dentro
una certa irrequietezza, pur senza essere ombroso…
anche nelle situazioni più difficili, cerco sempre di
apparire una persona tranquilla …sono uno scorpione…..Credo che l’equilibrio nella vita sia il segreto di
tutto…non è facile trovarlo, né poi mantenerlo ..ma
non devi adagiarti mai! Noi attori, poi, non abbiamo
le certezze di un impiegato.
Il nostro è un mestiere che ti fa stare sempre in allerta per quel che verrà, con tutti i colleghi che stanno
a spasso, per non dire poi dei tagli
al teatro in Italia.
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Al di là dell’intesa professionale, sembrate anche
amichevolmente complici?
MARINA: Lo spettacolo è stato l’occasione per
conoscerci, ora spero che l’amicizia possa continuare
indipendentemente dallo spettacolo…la tournée, sai,
è un mondo strano, non è vita vera, vivi una situazione di quasi costrizione.
GIAMPIERO: Sei costretto a vivere per otto mesi
gomito a gomito con persone che non conosci, sei
costretto a conoscerle in brevissimo tempo (nella vita ci vorrebbero degli anni) perché vivi con
loro quotidianamente sotto lo stesso tetto, nella
stessa macchina, negli stessi camerini, condividi
le emozioni, lotti per un risultato che poi apparterrà ad entrambi: sei davvero costretto a conoscerti. Fra l’altro, quando fai una conoscenza piacevole, come in questo caso, riferito anche a tutta la
compagnia che è adorabile, si lavora davvero
bene e si vede!
MARINA: Il teatro energicamente ti consuma e allo stesso
tempo ti dà due ore intense al
giorno; il resto della giornata, tutta tesa alla sera,
allo spettacolo, deve trascorrere serenamente, per
consentirti di raccogliere
le forze per la nuova messa in scena. Il lavoro sul
set di una fiction televisiva o di un film incontra moltissimi momenti
di pausa, è più dispersivo, ma ti consente di condurre una vita più regolare:
lavori 5 giorni a settimana, hai degli orari, e
poi la sera sei a casa
tua, puoi vedere i
tuoi amici. Il teatro
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ti porta a vivere come un nomade.
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sceneggiatura arguta e
sapientemente famosissima
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Massironi si ma le battute
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di spirito e le he segnano
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i lunghi undicmore e odio
rapporto di a ally
fra Harry e S
C’è una massima (di cui non ricordo l’autore) che mi piace ripetere per avere la giusta proiezione delle cose:
“La maggior parte delle persone vive male perché si
ricorda del passato più di quello che è stato, vive il
presente più brutto di quello che è e pensa al futuro
più roseo di quel che sarà”.
palcoscenico 3
Martedì, 7 febbraio 2006
LA RECENSIONE Il padre
Quando il fragile equilibrio
di un marito si spezza
di A. Ivan Sergovic
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na tragedia in tre atti (come recitava il titolo) fa tornare il drammaturgo danese sulla scena del Politeama per la seconda volta in questa stagione dopo “il Temporale”, che l’ha aperta.
Un dramma familiare dai toni accesissimi
– come sono, poi, tutti i drammi familiari
– che Strindberg scrisse anche sulla scorta
dei tormenti della sua vita matrimoniale di
quegli anni e che volle improntare su toni
veristici. Adolf, capitano di cavalleria in
guarnigione, vuole mandare la figlia Berta
a studiare in città. Tale volontà è fortemente contrastata dalla moglie Laura, che non
tollera separarsi dall’unica figlia, e che vor-
rebbe incoraggiarne le ambizioni artistiche.
Si genera un contrasto sempre più forte fra
i coniugi, finché Laura gli insinua il dubbio
che non sia lui il vero padre della ragazzina. Lo fa, consapevole di toccare un nervo
scoperto del marito, il quale nella progenie
ha sempre visto uno spiraglio dell’eternità
del singolo, e nella famiglia la solida base
della società in cui vive. Il tormento dell’uomo si fa sempre più grande, alimentato
dall’impossibilità di fugare o appurare con
certezza il terribile sospetto, che scaverà
debilitanti gallerie nella sua mente.
un’altra prospettiva
Negli anni in cui Ibsen, con “Casa di
bambola”, portava in scena la visione di un
nuovo femminismo, con una protagonista
che, lasciando il marito, si liberava della sua
oppressione, Strindberg scriveva un’opera
che ne era il contro-altare. Tra le più grandi
ambizioni a cui un autore “impegnato” possa aspirare credo si possa annoverare quella
di insinuare il dubbio fra le consolidate certezze o i nuovi venti rinnovatori, fornendo
un’altra prospettiva attraverso cui guardare
la vita. Se la donna era – e in parte è tuttora
– tarpata nelle sue possibilità e libertà dalla figura maschile, Strindberg ci aiuta ad allontanare facili maschere: l’uomo, a livello
intellettivo ed emotivo, non è di per sé stesso una figura strutturalmente solida e senza
crepe, dominante sull’altro sesso quando si
travalica la fisicità.
lo spettacolo in scena
“Il padre”, il capitano di cavalleria
Adolf, è interpretato da Orsini. Un attore del
suo carisma e con un tale bagaglio (il debutto sulle scene è del 1957) difficilmente presterebbe il fianco a critiche; in questa messa
in scena lo dimostra ancora una volta. Ben-
ché non scritto, probabilmente il personaggio vorrebbe un’età più giovane, ma in nessun momento questo salta agli occhi: Orsini
in tutto lo spettacolo appare vigoroso, carismatico, duro e inflessibile come dovrebbe
essere il capitano, ed è altrettanto credibile
nello sconforto, nell’abbandono, nei cedimenti dell’essere umano.
Qualche perplessità scaturisce dalla
scelta interpretativa di Emanuela Mandracchia, ovvero la moglie Laura. Donna giovane ed elegante, calca la scena con sicurezza e brio. Dipinge una Laura forte, ma
dal fascino mondano, che usa con grazia
il suo appeale per raggiungere i suoi scopi, come immaginiamo saprebbe fare una
donna intelligente dell’alta società di un
tempo, alle prese con un marito potente
e cedevole. Ma analizzando il testo, non
pare essere questa la Laura immaginata da
Strindberg, donna di provincia, che vive in
campagna e ad essa ancorata anche nelle
scelte educative che dovrà ricevere la figlia. Se si guarda al suo comportamento,
alle sue azioni e parole, emerge con forza
un animo meschino, pronto a raggiungere
i suoi scopi con ogni mezzo, seducendo il
dottore, chiamando a sé ed usando le altre
donne della casa che hanno un forte ascendente sul marito: la balia di quest’ultimo, e
Berta. Non si fa scrupolo a lacerare nel profondo la mente del marito con una sottile,
prolungata suggestione che gioca crudelmente sull’impossibilità del marito ad appurare se la sua unica figlia sia adulterina.
Per giunta nel secondo atto si scopre che
la sua è una fredda macchinazione iniziata
molti anni prima, tesa a fare terra bruciata
nelle amicizie e nel lavoro del capitano attraverso insinuanti missive.
Non è facile capire se sia una scelta (o
non scelta) imputabile all’attrice o al regista,
il bravo Massimo Castri che, nell’insieme,
ha firmato uno spettacolo composito e rifinito, accurato e abbastanza credibile nelle
scelte fuori testo – come lo sparo al termine
del secondo atto – meglio di quanto fatto lo
scorso anno con “Spettri” di Ibsen.
[email protected]
LA RECENSIONE Harry ti presento Sally
Un Amore per Amico (o un Amico per Amore?)
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arry, ti presento Sally” …. - e questa volta lo faccio a teatro (La Contrada di Trieste), nella scarsa intimità di una
sala piena zeppa ed esitante nel trattenere
la sua enorme curiosità ed aspettativa verso un remake di un film hollywoodiano di
successo. Potrebbe essere questa una chiave di lettura per permettere a chi scrive di
togliersi in un sol colpo l’affanno di dover fare il punto della situazione di questa commedia brillante, interpretata questa
volta alla prima triestina lo scorso gennaio
da Giampiero Ingrassia e Marina Massironi, per la regia di Daniele Falleri.
La vicenda narra, come in molti sapranno grazie alla celebre sceneggiatura
di Nora Ephron interpretata da Meg Ryan
e Billy Cristal, dell’annoso problema dell’amicizia tra un uomo e una donna. Potrà mai esserci? Sarà mai sincera? “Si” per
le donne e “No” per gli uomini? (..in questo caso: 1-0?). Quindi: quando si segue la
trama si deve implicitamente riflettere sull’eventuale risoluzione della questione attraverso l’intreccio di situazioni esilaranti
che si avvicendano sul palco. Il fatto che
praticamente la vita stessa si prenda gioco
delle razionalizzazioni maschili e dei sentimentalismi femminili, offre una magra
consolazione nella quotidianità mentre qui,
invece, tutto si risolve con il Trionfo dell’Amore, che consente di tirare un sospiro
di sollievo e di avere contemporaneamente il fiatone. Perché l’Amore è quello vero,
hollywoodiano, consumato tra partenze addolorate in aeroporto, clamorosi e affascinanti cinismi, cibi pessimi e isterismi metropolitani tesi al raggiungimento del massimo, in tutto. L’Amore Vero prevede e
raggiunge così le sue vette attraverso i leit
motiv di sempre: figure imbarazzanti, stordimenti continui, incomprensioni, costruzioni di palinsesti concettuali privi di alcun
fondamento, enorme attrazione e bisogno
d’affetto finalmente soddisfatto.
L’illogicità fa particolarmente da padrona tra Harry e Sally, visto che dopo
12 anni i due ancora si inseguono senza
molto successo. Ma anche la parità è un
grande valore in questa vicenda, perché
entrambi si auto-impongono enormi difficoltà completamente gratuite. Hanno,
in poche parole, più seri problemi di altri a capirsi ed incontrarsi. La Massironi
e Ingrassia hanno forse risentito in tutto
questo di un compito un po’ ingrato. Misurarsi con queste tematiche vuol dire far
vibrare all’unisono un pubblico che conosce magari a memoria le battute e si aspetta emozioni vicine a ciò che impone una
tematica universale, per di più affrontata
da due personaggi fortemente caratterizzati. Aiuta sicuramente lo stile newyorke-
se della recitazione, che risolve tout court
ogni situazione sdrammatizzando e divertendo. Il dubbio che alla fine viene è se
forse le più libere interpreti siano risultate
la migliore amica di Sally e l’incredibile
e folleggiante cameriera presente in ogni
situazione, rispettivamente le applauditissime Joanne Marie Kassimatis e Paola Maccario. Le due non protagoniste in
poche scene forse risolvono involontariamente la questione posta all’inizio senza
rendersene conto. Con la spontaneità e
con l’abbandono di un ruolo preconfezionato è possibile ottenere il meglio, e non
sempre è fondamentale spiegare cosa sia.
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palcoscenico
Martedì, 7 febbraio 2006
Martedì, 7 febbraio 2006
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FILODRAMMATICA Comunità degli Italiani di Fiume
Sette anni, ma... niente crisi. Anzi!
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di Sabrina Ružić
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ianna Mazzieri-Sanković è attivista della Comunità degli Italiani di Fiume. Professoressa di lingua e letteratura italiana, insegna la materia alla
Scuola Media Superiore Italiana di Fiume che l’ha avuta tra i banchi.
Signora Mazzieri-Sanković da che cosa nasce l’idea di riattivare
nella Comunità degli Italiani di Fiume la sezione filodrammatica?
La filodrammatica nasce, in effetti, con lo spegnersi del Coro giovanile,
che è stato uno dei pochi cori legati proprio a questa fascia d’età di giovani
liceali in Istria e a Fiume. Un coro, che ha avuto anche i suoi successi, nato
nel 1986 e durato per ben 15 anni, attraverso cui sono passati praticamente
In scena Fiume e il mondo: ci
sono i personaggi tipici cittadini,
Franzelin e Carleto, Tonza e
Loisa, ma anche George Bush,
Bin Laden, Saddam Hussein...i
Telegiornali... l’occhio critico sulla
quotidianità (debito ai pensionati,
teledipendenza da soap). Si recita
in lingua standard e in dialetto:
un modo per mantenere le
tradizioni condite da modernità ed
essere moderni con un pizzico di
tradizione
circa 400 giovani, attualmente madri e padri che portano i propri bimbi alla
sezione dei minicantanti. Per motivi di salute non potevo proseguire più con
il canto ma ho voluto comunque continuare un’attività al sodalizio. A quel
punto, considerando che esistevano senz’altro delle sezioni, diciamo, di re-
citazione in seno alla Scuola Media ma non in seno alla Comunità e vedendo che, effettivamente, tra i ragazzi c’era un forte bisogno di aggregazione,
di trovarsi in spazi che non siano quelli della scuola e nei quali sentirsi più
liberi, ecco che è nata la filodrammatica. Questa sezione è sorta 7 anni fa,
dunque all’inizio le è appartenuta la generazione che attualmente è iscritta
al VI anno dell’Università. Trattandosi di una fascia di giovani dal 14 a 18
anni, è chiaro che, in un certo senso, di volta in volta si nota un ricambio
generazionale. La prima è stata anche la generazione che ha avuto modo di
conoscere i due presidenti, Ciampi e Mesić, che ha fatto loro il discorso ed
è quella, appunto, che ha fondato l’attuale Filodrammatica. Quella generazione ha portato avanti per tre anni delle scenette di argomento vario. Poi,
la seconda generazione è quella che attualmente è iscritta al primo anno
d’Università ed è quella, per intenderci, di Alba Nacinovich, Teo Mrnjavac,
Silvija Pavlović, Maria Peršić, Moreno Vrancich, Roberto Grdaković, Stefani Lerotić, Oleg Perić. Più o meno una ventina di partecipanti. Chi come
comparse o ballerini, altri addetti alla musica. Insomma, si crea un vero e
proprio cast, tra registi, tra addetti alla tecnica, tra protagonisti ed interpreti secondari e così via. E infine c’è la generazione attuale, la terza, che crea
anche quest’anno un ricambio generazionale, per cui, con una certa esperienza in campo, c’è solamente Maja Đurđulov; gli altri sono tutti ragazzi
prevalementemente delle prime classi con associati anche un paio della terza scientifico-matematico.
soprattutto incontro
Quale è stato, all’inizio, il vostro programma?
C’è stata, innanzitutto, la volontà di avvicinare il giovane alla Comunità. Nella maggior parte dei casi si tratta di nostri giovani connazionali
che hanno proprio bisogno di incontrarsi per poter parlare nel proprio vernacolo, per poter anche recitare nel dialetto fiumano. Dunque, il bisogno
di coltivare questa nostra tradizione. Diciamo anche che nella precedente
generazione il più grande successo l’ha riscosso il “Telegiornale fiumano”. Una scenetta che metteva in atto elementi di satira politica con elementi di satira sociale e con elementi tipici di rapporto tra uomini e donne; quindi le classiche scenette. Naturalmente ci si è voluti anche rendere
partecipi del testo scritto e tutto il lavoro di conseguenza è nato come un
puzzle di proposte fatte da loro stessi. Ad esempio, c’è stato chi, della precedente generazione, ha inventato l’intervista con George Bush... quello
Ragazzi in cerca di personaggi
igganosrep id acrec ni izzagaR
Maja Đurđulov è, in un certo senso, la “veterana” del gruppo recitativo della Comunità. Frequenta la IV classe (Indirizzo matematico) della
Scuola Media Superiore Italiana di Fiume. Recita da ben 4 anni.
“Anche prima di entrare nella filodrammatica, recitavo alle elementari in vari spettacoli scolastici. – racconta Maja - Da quando sono entrata a
far parte di questa sezione della Comunità ho recitato in diversi spettacoli,
sia in Croazia (Pola e Fasana) sia in Slovenia (Isola). Ho partecipato anche all’ultimo spettacolo messo in scena prima delle feste natalizie “Nadal
2005” recitando sia in italiano che in vernacolo. Sono entusiasta di questo
mio, per adesso, hobby perché mi permette di interpretare diversi ruoli e
perché durante lo studio della parte assumi un altro comportamento, insomma, un altro atteggiamento.”
Della compagnia, assieme a Maja, fanno parte ragazzi che sono entrati per la prima volta in questo magico mondo. Tutti frequentano la prima
classe (Indirizzo matematico) della stessa scuola.
Antonella Paladin è entrata a far parte della compagnia all’inizio dell’anno scolastico. “Anch’io, come Maja, ho recitato prima alle elementari.
Entrando in Liceo ho saputo, grazie alla professoressa Mazzieri-Sanković,
dell’esistenza di questa sezione. Per adesso, anche perché sono appena
agli inizi, ho recitato soltanto qui a Fiume nello spettacolo dedicato al nostro scrittore Osvaldo Ramous e ho preso parte all’ultimo recital con il
quale si è concluso il 2005. Impegni scolastici permettendo, desidererei
continuare questa interessante attività.”
Roberta Bučić è stringata: “Assieme ad alcuni miei compagni di classe sono entrata a far parte della filodrammatica fiumana. Mi piace farne
parte perché siamo tutti insieme e ci divertiamo molto ad inventare ruoli e
personaggi. È un lavoro molto dinamico ed eccitante.”
Adriana Bucich, altra “giovane attrice” spiega: “Quando siamo qui,
tutti uniti, recitiamo meglio e molte delle volte, durante questi nostri incontri, ci vengono alcune idee che, assieme alla nostra professoressa, tentiamo di mettere in pratica. Inventiamo scenette e scketch sia in italiano
che in dialetto fiumano.”
Sarah Fabijanić si associa al discorso e spiega: “Anche se le prove
le abbiamo soltanto il venerdì, quando si avvicina la data dello spettacolo
molte delle volte restiamo a scuola per ripetere e ripassare tutti i testi che
portiamo sul palcoscenico.”
che ha proposto l’intervista con Bin Laden... un altro l’intervista con Saddam Hussein. Anche come creazione è stato un mixage. Poi si è tentato
con il “Telegiornale numero 2” che avrebbe dovuto concentrare tutto il
suo interesse sul restauro del Liceo. Ma quella generazione si è iscritta al
primo anno d’Università, prevalentemente negli atenei triestini, udinesi e
Nata sette anni fa, la
Filodrammatica è alla terza
generazione e ogni volta è un inizio.
È un gruppo affiatato che sa fare di
tutto: scrive i testi, li dirige, li mette
in scena... prima crea i tasselli e poi
compone il puzzle
padovani e quindi oggi è molto difficile contare sulla loro presenza. Conclusione, si inizia, nuovamente, da capo. Con questa generazione, però, si
torna a proporre “Franzelin e Carleto”, “Tonza e Loisa”, i classici di una
letteratura fiumana. Naturalmente con temi nuovi, diversi. Ad esempio,
nell’ultima scenetta che è stata proposta, “Nadal 2005”, sono stati toccati
alcuni temi classici: gli arretrati delle pensioni. Invece dall’altra parte del
palco ci sono la Tonza e la Loisa che si raccontano le telenovele. Il tutto condito dalla nipotina che torna a casa e che ha fame mentre la nonna,
invece, è tutta incentrata e tesa a seguire le vicende della soap opera. Poi
abbiamo i quattro ragazzi che giocano a briscola e il tutto viene inserito in
un contesto che li vede protagonisti, senza saperlo, del “Grande Fratello”.
Direi che c’è una forte volontà di mantere vecchie tradizioni condite con
un pizzico di modernità.
de scrittore fiumano. Poi si spera di poter mettere in scena anche un pezzo
meno difficile di Pirandello, tempo e scuola permettendo, perché i ragazzi
hanno tanti impegni. E spero anche di concludere e mettere in scena il “Telegiornale fiumano numero 2” di modo che questa recita diventi col tempo
un po’ una tradizione, un resoconto di cronaca fiumana e nello stesso tempo, di satira politica, sociale e civile.
Ci sono in piano visite, con questi vostri spettacoli, anche alle altre
Comunità Italiane?
Ecco, si spera, grazie al Forum dei Giovani dell’Unione Italiana, di
poter operare scambi tra le varie filodrammatiche, soprattutto quella di
telegiornale, anzi, “telenoi”
Buie che è una filodrammatica che ha una tradizione molto forte e quinQual è vostro programma per il 2006?
di tra le filodrammatiche giovanili. Questo è un modo per far conoscere
Innanzitutto si continuerà a proporre il repertorio di Ramous anche i giovani tra loro e nello stesso tempo renderli partecipi della propria atperché un recital non può essere sufficiente per rendere omaggio al gran- tività letteraria ed artistica. Tra questi giovani ci sono quelli che si sono
formati proprio all’interno della Comunità. Non tutti sono per la prima
volta in questo sodalizio. La maggior parte di questi giovani facevano
parte, un tempo, dei minicantanti. Maja Đurđulov, per esempio, ha fatto
di tutto, ha fatto parte dei minicantanti, della sezione ritmica, dei maxicantanti, ha presentato numerosi spettacoli. Lei faceva parte della filodrammatica già da prima ed è la più “anziana” di questo gruppo. E’ quella che ha più esperienza di tutti. In lei c’è, inoltre, un (semi)desiderio
di intraprendere, un giorno la carriera di attrice. Naturalmente, questa è
una decisione da ponderare bene e da vedere, perché tra tre mesi, effettivamente, dovrà scegliere quale Università iscrivere. Diciamo che questo, per loro, potrebbe essere anche un momento di apprezzamento di
quella che è l’arte drammatica che a Fiume ha avuto sempre una grande tradizione. Pensiamo a Giulio Marini, a Bruno Nacinovich, anche a
Galliano Pahor che avevano iniziato sin da piccoli nella filodrammatica fiumana.
Quanto tempo era inattiva la filodrammatica prima del vostro arrivo?
Per quanto mi riguarda era da venticinque anni che la Comunità non
aveva una simile sezione. Quest’anno c’è anche una proposta, da parte della filodrammatica Grandi, di tentare di mettere in scena un pezzo comune in
modo da preparare meglio le giovani generazioni.
Da dove attingete i fondi per attuare le trasferte?
Come ho già detto, attraverso il Forum Giovani, che ha i suoi fondi, si
cercherà di finanziare questa nuova sezione giovanile anche per dare un po’
di spazio e sottolineare un po’ l’importanza di questa nuova attività.
Anche questa generazione della filodrammatica partecipa attivamente a tutta la produzione?
Sì, tutto lo spettacolo viene impostato sulla capacità di tutti i ragazzi a
collaborare e contribuire di modo che sia uno spettacolo, in un certo senso,
di regia comune, collettiva. Sono tutti a dare delle idee: dalla scenografia, al
testo, alla scelta delle musiche. Insomma ben vengano tutti i suggerimenti e
tutte le proposte. Per loro questo è anche un momento per scherzare, di sorriso. In questo modo si sentono più adulti e più responsabili, si trovano tra
loro e, soprattutto, hanno un contatto, anche fisico, con la Comunità che, in
un certo senso, è anche casa loro. Un’eredità, questa consapevolezza di appartenere anche fisicamente a questi spazi, da portare avanti.
Allora i giovani ritornano in questa sede?
Stefano Segnan, uno degli otto ragazzi della sezione racconta: “In
Certo, tornano; si avvicinano alla Comunità, e gli stessi giovani della fitutto siamo in quindici tra ragazzi e ragazze. Siamo tutti quasi della stessa classe ma ci sono anche ragazzi e ragazze di altre classi e, perfino, di
lodrammatica hanno espresso il desiderio che le prove si facciano il veneraltre scuole. Questi, una volta terminata la scuola elementare italiana si
dì, perché il giorno dopo non vanno a scuola, dunque non ci sono interrogasono iscritti nelle scuole della maggioranza ma continuano a frequentare
zioni né compiti di controllo. Inoltre, hanno chiesto al professore di musica
la compagnia.”
di organizzare un minicoro e allora speriamo di poter riprendere il discorso
Sandro Razum interviene: “Tutti noi studiamo diverse parti. Qualche
di un futuro, rinnovato Coro dei Giovani.
volta anche la parte di un nostro compagno in modo che, se ce ne fosse biPotrebbe questo “futuro” coro venire incorporato all’interno della
sogno, possiamo sostituirlo. Questa per me è un’esperienza del tutto nuofilodrammatica?
va e penso che continuerò a frequentare questa sezione perché mi trovo
Certo, perché mentre parte della sezione recita l’altra può fare il sottomolto bene.”
fondo o intonare anche all’interno di qualche scenetta una bella canzone.
Robert Grujić, prende la parola e continua: “Anche se siamo molNon tutti i ragazzi che fanno parte della sezione fanno parte della
to impegnati con lo studio, ogni venerdì ci troviamo puntuali alle prove.
Comunità Nazionale Italiana. Anche loro recitano in dialetto o solaSono felice di avere l’opportunità di frequentare la filodrammatica. Per
mente in lingua italiana?
adesso ho recitato solo in alcuni spettacoli ma per quest’anno abbiamo in
No, quelli che non sono della minoranza, per ovvi motivi, recitano in
piano cose deliziose cose e spero che questo programma verrà realizzato
lingua standard mentre il resto recita in dialetto. Quando la scenetta viene
in modo da poter presentare sia a Fiume che in altre città quello per cui ci
recitata interamente in dialetto loro vengono inclusi e fanno da comparse.
diamo tanto da fare.”
Però si cerca di dare spazio a tutti quanti.
Dunque si ritorna a parlare e a conoscere il dialetto fiumano?
Certo, anche se nella maggior parte dei casi è difficile trovare un ragazzo che abbia ambedue i genitori fiumani. Ed è importante che i ragazzi che
hanno solo un genitore fiumano capiscano che possono parlare con altri ragazzi in vernacolo. Nella scuola, questo ragazzo si trova in una situazione
dove deve usare o la lingua italiana o il croato, mentre qui si trova, soprattutto, tra quelli che parlano il fiumano e non prova vergogna ne tanto meno
si sente emarginato se parla la propria lingua. Questa, in teoria, è la nostra
realtà quotidiana.
ma’, vado in Comunità
Signora Mazzieri-Sankovic, quante sono le soddisfazioni?
Tante, perché lavorare con loro è sempre una sorpresa. Sono molto sinceri, molto aperti, ma anche molto divertenti. Certe volte, per fare solo venti
minuti di prove mi serve anche il doppio di tempo perché le loro battute e le
loro risate sono un toccasana per tutti noi. Tutto questo, però, significa essere giovani. Vengono qui, ridono e, anche se sono stati assieme tutto il giorno
a scuola, hanno ancora molto da raccontarsi. Anche se le prove sono terminate, desiderano rimanere ancora insieme, solamente per potersi divertire.
Queste sono anche le loro prime esperienze di apertura con la Città stessa.
Dicono loro stessi ai genitori: “Vado in Comunità!” e questi sono, sinceramente, più sicuri perché almeno sanno dove si incontrano i ragazzi. Nella
nostra filodrammatica ci sono molti ragazzi della prima ma anche quelli della terza e quarta classe e i più giovani ascoltano i più grandi, ma non c’è una
grande differenza di opinioni tra di loro perché, ripeto, sono tutti molto legati. Insomma, si cerca di includere tutti quelli che hanno un desiderio, anche
solo di tentare, di entrare nella filodrammatica.
L’augurio più sincero che si può fare a questi giovani “attori” è che non
dimentichino mai queste esperienze di vita. Perché un giorno, chissà, potrebbero intraprendere seriamente la carriera artistica.
6 palcoscenico
Martedì, 7 febbraio 2006
IL PERSONAGGIO Piera Degli Esposti
Io, innamorata delle sfide
ataromanni ,oI
di Rossana Poletti
P
iera Degli Esposti abita a Trieste da
un po’ di tempo, ovviamente per motivi professionali. Nella sala Bartoli
del Politeama Rossetti è la protagonista di
uno spettacolo dedicato ad Achille Campanile dal titolo “Un’indimenticabile serata”.
Fino a pochi giorni fa invece era impegnata
nelle riprese di un film con Tornatore.
Quale ruolo ha interpretato in questa
nuova pellicola?
Mi sono calata nei panni di una donna
un po’ all’antica. Questa donna è governante in una famiglia dove era già stata a
servizio la madre. E’ una donna molto tra-
dizionale, fedele. Io sinceramente mi sono
ispirata alle donne triestine, che tradiscono tanta simpatia, dolcezza e candore, anche se di primo acchito possono sembrare
fredde. All’inizio questa protagonista è appunto riservata. Conosce un’altra donna
che viene dall’Est e con molta fatica diventano amiche. Faranno tante cose, assieme
trascorreranno il loro tempo libero. Ad un
certo punto però il mio personaggio verrà
tradito da questa donna, che le è diventata
amica allo scopo di occupare il suo posto.
Ho sempre amato le donne triestine, solari, che hanno il gusto della vita, anche nel
Nel mio futuro c’è la televisione anche se ho fatto tanto teatro e cinema impegnato, con Pasolini, Taviani, Torrini, penso di privilegiare ora TV e cinema, mezzi
toreri...Io sono innamorata delle sfide, l’Italia di oggi è fatta di veline. Io voglio invece mostrare la mia faccia, quella che ho; voglio usarla così com’è, senza rifacimenti
quotidiano, senza la maniacalità di possedere ma con il solido principio di godersi
quello che sono.
Finite le riprese è tornata al teatro.
Non sono finite le riprese: dopo Campanile devo andare a Roma per ultimare
il film. Tornatore è molto contento di come
stanno andando le cose ed io mi divido tra
Roma e Trieste per questi miei impegni.
Trieste però rappresenta per Lei il palcoscenico con Calenda.
Ho conosciuto Tonino Calenda ai miei
inizi. Eravamo assieme a Gigi Proietti, che
quella volta strimpellava la chitarra nelle
osterie romane, poi Gazzolo e tanti altri.
Calenda affittò una specie di garage e lì
cominciammo la nostra esperienza teatrale giovanile. Tonino ha la capacità di intuire i talenti, per me è l’uomo del destino.
Quando andò a dirigere il Teatro Stabile
dell’Aquila lo seguii e tuttora lavoriamo
assieme. Quattro drammi greci soltanto
in questi ultimi anni, i “Persiani”, “Le
Eumenidi”, “Agamennone” e “Le Coefore”. Devo molto anche a Maurizio Scaparro che mi fece esordire ne “Le serve”
di Genet, da lui diretto. Con Calenda però
ho avuto la continuità. E poi ho fatto film
con la Wertmuller e con Taviani. Con Tonino ci riprendemmo facendo “Madre co-
raggio” di Brecht. Questa fu indubbiamente un’esperienza molto importante come lo
fu “La Rappresentazione della Passione”,
grazie alla quale ebbi la buona sorte di incontrare il cardinale Martini. E poi Calenda mi ha iniziato al genere comico. Mi
disse “Tu hai una verve comica, bisogna
esaltarla”, io avevo molta paura. Mi convinse e facemmo questo Campanile, che ho
portato a Parigi, in Germania e in Austria
sempre con un grande successo. Campanile ha una comicità raffinata, che io riesco
a interpretare. Dopo Campanile anche la
Maraini mi suggerì di proseguire su questa strada e semmai di cercare un pubblico più vasto. Infatti Campanile è andato in
televisione e probabilmente verrà di nuovo
trasmesso.
Lei è però un’artista a tutto campo non
solo cinema, teatro e TV...
Con Dacia Maraini scrissi “Storia di
Piera”, un libro a quattro mani, e Marco Ferreri ne trasse un film nel quale la
Schigulla faceva mia madre. Questo libro
è ancora in libreria nonostante i 26 anni
trascorsi. E’ uscito da poco “Piera e gli
assassini”, la mia ultima fatica letteraria, nella quale due donne si incontrano 20
anni dopo. Parla di Piera che è diventata
attrice attraversando dolori, lutti, successi.
E’ una lettura comunque allegra.
Lei è entrata a pieno titolo nel mondo
delle fiction con il personaggio dell’avv.
Malatesta, in Diritto di Difesa, recentemente trasmesso sul piccolo schermo.
Io ho la mania per i gialli e quindi ho
accettato questo ruolo perché mi piaceva l’idea di avere casi da risolvere. Ho
pensato anche che questo fosse un modo
per uscire dal ruolo di attrice di elite, per
farmi conoscere da un pubblico più ampio ed usare un mezzo, quello televisivo,
con cui dobbiamo fare i conti. Sono ansiosa di vedere appunto come andrà a finire con altri tre ruoli che ho interpretato: una suora che viene allontanata da un
convento e va ad aprire un cinema a luci
rosse, la madre di un calciatore e una
Lady inglese. Nel mio futuro c’è la televisione anche se ho fatto tanto teatro e
cinema impegnato, con Pasolini, Taviani,
Torrini, penso di privilegiare ora TV e cinema, mezzi toreri.
Che cosa la spinge a questa scelta?
Io sono innamorata delle sfide, l’Italia
di oggi è fatta di veline. Io voglio invece
mostrare la mia faccia, quella che ho; voglio usarla così com’è, senza rifacimenti.
Ho conosciuto Tonino Calenda ai miei inizi. Eravamo assieme a Gigi Proietti,
che quella volta strimpellava la chitarra nelle osterie romane, poi Gazzolo e tanti altri. Calenda affittò una specie di garage e lì cominciammo la nostra esperienza teatrale giovanile. Tonino ha la capacità di intuire i talenti, per me è l’uomo del
destino. Quando andò a dirigere il Teatro Stabile dell’Aquila lo seguii e tuttora lavoriamo assieme. Quattro drammi greci soltanto in questi ultimi anni, i “Persiani”,
“Le Eumenidi”, “Agamennone” e “Le Coefore”. Devo molto anche a Maurizio
Scaparro che mi fece esordire ne “Le serve” di Genet, da lui diretto. Con Calenda però ho avuto la continuità. E poi ho fatto film con la Wertmuller e con Taviani.
Con Tonino ci riprendemmo facendo “Madre coraggio” di Brecht. Questa fu indubbiamente un’esperienza molto importante come lo fu “La Rappresentazione della
Passione”, grazie alla quale ebbi la buona sorte di incontrare il cardinale Martini.
E poi Calenda mi ha iniziato al genere comico. Mi disse “Tu hai una verve comica,
bisogna esaltarla”, io avevo molta paura. Mi convinse e facemmo questo Campanile, che ho portato a Parigi, in Germania e in Austria sempre con un grande successo. Campanile ha una comicità raffinata, che io riesco a interpretare. Dopo Campanile anche la Maraini mi suggerì di proseguire su questa strada e semmai di cercare
un pubblico più vasto
palcoscenico 7
Martedì, 7 febbraio 2006
TEATRALIA
Tanto per ridere
A Carnevale ogni commedia vale
ingo elavenraC A
NOTES
E
ssere qualcun altro, vestire un’altra pelle. Così, per
scherzo, per vedere l’ef-
16 febbraio
ore 22 (HKD
Sušak) –
Ljubomir
Kerekeš, “Lo
spazzacamino”,
Teatro
Nazionale
Croato di
Varaždin
fetto che fa. Per concedersi qualche piccola innocua, innocente
pazzia con l’alibi dell’anonimato che ti regala la maschera o un
vestito … altro.
sotto il vestito ... io
No sta far comedie. Ce l’hanno detto un’infinità di volte
ma delle parole della musica della
poesia... Hai visto mai una "tragedia di carnevale"? Un controsenso che più di cos' non si può.
E allora, il Carnevale fiumano fa
commedie. In tutti i sensi. Intanto
le comedie per le strade ed il Corso con il tradizionale corteo variopinto e le “Commedie”, quelle
vere, sul palcoscenico della Casa
croata di cultura di Sušak. Commedie … griffate. Ecco qua: “Felicemente divorziati” di Nick Hall
con il teatro “Grabancijaš” di Zagabria, “Assemblea” di Ljubomir
Kerekeš con il Teatro di Varaždin,
“Lo spazzacamino” - ancora Ljubomir Kerekeš e ancora Teatro
Nazionale Croato di Varaždin e di
Miro Gavran “Erzegovesi al volante” con la Compagnia “Histrion” di
Zagabria. Gli appuntamenti sono
fissati al giovedì alle 20.
ridere con ...
“Felicemente divorziati” di
Nick Hall, al di là del divorzio,
parla d’amore, di matrimonio, di
divorzio, corteggiamento, sesso,
adulterio… rapporti tra uomo e
donna, insomma, nelle sue mil-
14 febbraio ore 21 (Pub “El
Rio”) – V. Mlikota & S. Ružić “Le
parole dell’amore”
quando forse, con sparate, gesti
e comportamenti eravamo andati oltre, un passo nell’eccessivo. Carnevale è per eccellenza
il periodo del far comedie, degli
scherzi, di quel pizzico di pazzia in più che poi è il condimento della vita, la valvola
di sicurezza. E' il periodo dei travestimenti. O forse il
peridodo dell' "io"
reale, quello che
se ne sta zitto e buono
sotto l'abito
da lavoro,
del convivere civile e che
mostra il suo
v o l t o
sotto la maschera. Paradossalmente.
Può essere la maschera della
tradizione, degli scampanatori,
per dire, per con il rumore dei
campanacci scacciano dolori e
malasorte. Può essere l'abito venuto fuori da una fiaba o un racconto. Può essere l'abito rubato
ad un cartone animato. Può essere un travestimento - messaggio. L'occasione di dire, a voce,
cose che altrimenti fanno fatica
a venire fuori e che la sana tollerata pazzia fa incassare. Un
modo, se vogliamo, di scherzare con una spruzzata di limone
dei piccoli grandi mali cittadini
e mondiali. Interpretiamo una
parte su quello che è il palcoscenico della tradizione passibile di mille e più variazioni e
aggiunte.
Un attore è mille personaggi,
tutti quelli di cui porta emozioni,
parole e gesti. Veste l'abito della tragedia come quello del dram-
le e mille (ironiche) sfumature. E’ la storia di un amore
che finisce in matrimonio, buttato sottosopra da
una bionda travolgente,
complicato ulteriormente da
un avvocato divorzista e, per
buon peso,
da un corteggiatore “Jaguar” munito
che ben si
presterebbe a dare
una
mano
alla
moglie tradita a
creare un equilibrio di
corna. Che dire? E’ la
v i t a . Firma la regia Željko
D u - vnjak; interpreti Antonija Stanišić, Franjo Kuhar,
Ivica Pucar, Siniša Popović,
Željko Duvnjak. La compagnia è
quella del teatro “Grabancijaš”,
in scena il 9 febbraio.
“Le parole dell’amore”. Appuntamento aggiunto, non teatro nel senso di
“Commedia”
che è il denominatore della manifestazione, bensì
poesie
d’amor e .
Giusto, vis t o
che siamo a San
Valentino.
Recitano
Siniša Ružić, Vedran Mlikota.
Al pub “El Rio”, martedì 14
febbraio alle 21.
16 febbraio ore 20 (HKD Sušak)
– Ljubomir Kerekeš “L’Assemblea”,
Teatro Nazionale Croato di
Varaždin
Si torna a teatro (HKD
– Sušak) giovedì 16 con un
doppio appuntamento, alle 20
e alle 22. Alle 20 va in scena l’”Assemblea” di Ljubomir
Kerekeš. L’assemblea è quella di un paese intero, Červo,
alle prese con problemi infrastrutturali dei quali gli abitanti discutono in assemblea, appunto. Incontro non semplice
e per niente indolore (per i diretti interessati; esilarante fino
alle lacrime per chi ne segue
le vicissitudini) nel quale ha la
parte più importante un rappresentante della minoranza rom.
Ljubomir Kerekeš firma anche
la regia. Interpreti Draško Zidar, Mijo Pavelko, Ljubomir
Kerekeš, Marija Krpan, Dragutin Novaković-Šarli
Spenti i riflettori sull’”Assemblea”, il sipario si alza
sullo “Spazzacamino” (Ljubomir Kerekeš), alle 22. Un monodramma fuori dagli schemi,
pubblico e palco un tutt’uno.
Il sipario cala quando vuole il
pubblico… o quando l’attore
pensa che può bastare. Per dire
della diversità, la versione più
breve ha tenuto su il sipario per
due minuti (chissà che pubblico
musone?!), la più lunga, un’ora
e trentacinque minuti.
Chiusura il 23 febbraio con
“Erzegovesi al volante, ovvero automobilisti per sempre” di
Miro Gavran per la regia di Zoran Mužić con la Compagnia zagabrese “Histrion”. Satira politi-
23 febbraio
ore 20 (HKD
Sušak) –
M. Gavran
“Erzegovesi
al volante”,
Teatro
“Histrion”
Zagabria
ca: lo si intuisce dal titolo. Una
radiografia spietata quanto esilarante ed ironica di
casa nostra, della ruberia degli Anni Novanta.
Chiamalo ridere!
Precedentement e ,
nei suoi
quaranta e
passa giorni
di follia, la
Manifestazione ha messo
in scena
a Sušak
anche “E
adesso?” di
Branko
Đurić,
p e r
la regia di Aida
Buković: in un
teatro
di provincia, dopo
lo spet- tacolo, casualmente
restano chiusi dentro un attore
affermato, una fan sfegatata…
Ancora “Una famiglia a lutto”
liberamente tratto da Branislav Nušić per la regia di Boris Šegota. E “Affaire” di Fadil Hadžič per la regia di Robert
Raponja. (cierre)
A cura di Daniela Rotta Stoiljković
Febbraio nelle CI
CI BERTOCCHI
24 febbraio ore 17, Casa di cultura di Bertocchi, Carnevale
dei piccoli
CI CAPODISTRIA
26 febbraio ore 19, serata sociale per Carnevale
CI FIUME
3 febbraio ore 18, festa di maturità della SMSI
4 febbraio ore 20, ballo mascherato per adulti
8 febbraio ore 18, Concerto del Premio pianistico “Stefano
Marizza”
11 febbraio ore 20, ballo mascherato per adulti
12 febbraio ore 16, ballo mascherato per bambini
14 febbraio ore 20, serata in ricorrenza di San Valentino
18 febbraio ore 20, ballo mascherato per adulti
19 febbraio ore 20, ballo mascherato per bambini
25 febbraio ore 20, ballo mascherato con la partecipazione
della città gemellata di Este
CI ISOLA
7 febbraio ore 18, Palazzo Manzioli – GRAZIE DARIO –
Commemorazione in occasione del 1° anniversario della
scomparsa di Dario Scher. Organizzatore: CI “Dante Alighieri”
11 febbraio ore 20 Teatro di Isola – “Porte Chiuse” commedia presentata dal gruppo “Teatro Incontro” di Trieste.
Regia di Spiro dalla Porta Xidias. Organizzatore: CI “Pasquale Besenghi degli Ughi”
13 febbraio ore 19, Palazzo Manzioli - Concerto dell’Orchestra da camera del Friuli Venezia Giulia. Direttore Romolo Gessi, al pianoforte Nazareno Carusi. Musiche di W.A.
Mozart
17 febbraio ore 20, Palazzo Manzoli - Ethnoinsula 2006,
concerto del gruppo BONIFICA EMILIANA VENETA.
26 febbraio ore 15,30, Palazzo Manzioli – Ballo in maschera per i bambini. Organizzatore: CI “Pasquale Besenghi
degli Ughi”
CI PIRANO
2 febbraio ore 17, Biblioteca di Casa Tartini, l’ora della fiaba con Gloria Frlič “L’omino di marzapane” di Richard
Scanny
6 febbraio ore 20, Teatro Tartini, Il Rossetti – Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia presenta “La mostra” di Claudio Magris
11 febbraio, il gruppo mandolinistico “Serenate” si esibisce a
Fara, all’incontro regionale dei gruppi mandolinistici della Slovenia
17 febbraio ore 18,30, nella Sala delle Vedute di Casa Tartini, proiezione del documentario “Un piranese a Bruxelles,
Cesare Dell’Acqua” di Franco Viezzoli, preceduta da una
nota introduttiva di Franco Firmiani
13 febbraio ore 18, Sala delle Vedute di Casa Tartini, concerto al pianoforte di Matteo Andri
23 febbraio ore 18, Sala delle Vedute di Casa Tartini, saggio
degli allievi del corso di chitarra guidato da Vanja Pegan
25 febbraio ore 20, Teatro Tartini, Gran Ballo di Carnevale,
con la Witz Orchestra, tanti ospiti, giochi e premiazione
delle maschere
28 febbraio ore 17, Casa Tartini “Carneval no sta andà via”,
laboratori vari per bambini, musica e giochi in maschera,
guidati da Fulvia Žudić
CI POLA
10 febbraio, il Coro misto della CI diretto da Linda Milani e
Orietta Šverko si esibirà in concerto a Verona, nella ricorrenza della Giornata della Memoria
CI ROVIGNO
19 febbraio ore 18, Teatro “Antonio Gandusio”, nell’ambito delle giornate dedicate al Carnevale, la Filodrammatica
della CI presenta “Cenerentola”. Farà seguito il tradizionale gioco della tombola
22 febbraio (ora da stabilire), Teatro “Antonio Gandusio”,
serata di Carnevale in musica
25 febbraio, nel pomeriggio, la CI partecipa alla sfilata di
Carnevale cittadina, con un carro allegorico e la cerimonia del Processo a la Viecia (momento della tradizione rovignese)
CI UMAGO
11 febbraio ore 18, serata sociale con il gioco della tombola
14 febbraio ore 18, serata sociale in occasione di San Valentino
N.B. Il programma può subire modifiche
8 palcoscenico
Martedì, 7 febbraio 2006
CARNET PALCOSCENICO rubriche a cura di Daniela Rotta Stoiljković
INVITO A TEATRO - Il cartellone del mese
IN CROAZIA
IN ITALIA
Teatro Nazionale Ivan de Zajc
1.mo febbraio ore 19,30
Galeb / Il gabbiano di A. Cehov.
Regia di Jagoš Marković. Interpreti Neva Rošić, Alen Liverić,
Zdenko Botić, Leonora Surian
STAGIONE LIRICA E DI BALLETTO
17, 21, 22, 23 e 24 febbraio ore 20,30; 18 febbraio ore 17; 19 febbraio ore 16
Don Quichotte Comédie héroique in cinque atti
su libretto di Henri Cain dalla commedia omonima di Jacques le Lorrain, da Cervantes. Musica
di Jules Massenet. Solisti Laura Polverelli, Annie Vavrille, Giacomo Prestia, Arutjun Kotchinian, Alessandro Corbelli, Paolo Rumetz
Maestro concertatore e direttore Dwight Bennett
Regia Federico Tiezzi
6 e 7 febbraio ore 20
Bludi/ Zozos commedia noire di
Manfridi
11, 13, 15 e 20 febbraio ore 19,30;
17 e 18 febbraio ore 19
La Gioconda musica Amilcare
Ponchielli. Dirige Nada Matošević
14, 15 e 16 febbraio ore 20 ZAJC OFF
Delitto all’isola delle capre
dramma di Ugo Betti. Regia
Damir Zlatar Frey. Interpreti
Andreja Blagojević, Elena Brumini, Rosanna Bubola, Mirko
Soldano
22 e 23 febbraio ore 20 - ZAJC
OFF
Teatro lirico G. Verdi - Trieste
Il gabbiano
Maratona di New York di Edoardo Erba. Regia Neva Rošić. Interpreti Bruno Nacinovich, Mirko
Soldano
22, 23 e 27 febbraio ore 19,30;
24, 25 e 28 febbraio ore 19
L’asino di Feydeau. Regia Laszlo
Keszeg. Interpreti Žarko Radić,
Davor Jureško, Alex Đaković,
Nina Violić
Teatro cittadino - Pola
Politeama Rossetti - Trieste
Ciclo: Altri percorsi
1 e 2 febbraio ore 20,30 - POLITEAMA ROSSETTI
Il sergente di Mario Rigoni Stern. Interpreti Marco
Paolini, Marco Austeri
3 e 4 febbraio ore 20,30 -SALA BARTOLI
Se questo è un uomo di Primo Levi. Regia Franco
Però. Interpreti Nello Mascia
11 febbraio ore 20
Commedia triste di I.A.
Gončarov. Regia Egon Savin. Interpreti Jugoslav Krajinov, Rade
Kojadinović, Nada Šargin, Gordana Đurđević Dimić, Etel Koči
16 febbraio ore 20
La spiaggia autori vari. Regia
Sunny Suninsky. Interpreti Linda
Begonja, Sven Medvešek, Damir
Klemenić, Daria Knez
22 e 23 febbraio ore 20
L’albero felice spettacolo per
bambini. Regia Rene Medvešek
25 febbraio ore 20
Decorator di Donald Churchill.
Regia Stojan Matavulj. Inter-
Il sergente
Ciclo: Danza e dintorni
11 febbraio ore 20,30; 12 febbraio ore 16
Giselle Musiche di Adolphe Adam. Regia e Coreografia di Jean Coralli e Jules Perrot. Interpreti Ballet de Camaguey
preti Stojan Matavulj, Sandra
Tankosić, Ines Bojanić
28 febbraio ore 20
Delitto all’isola delle capre di
Ugo Betti. Regia Senka Bulić.
Interpreti Ana Karić, Lucija
Šerbedžija, Ivana Jozić / Senka
Bulić, Fedja Štukan
IN SLOVENIA
4 febbraio ore 20
Il Burlone, cabaret di Boris Kobal e Sergej Verč. Interpreti Boris Kobal e Sergej Verč
Il Burlone
di Marija e Eka Vogelnik. Regia
Eka Vogelnik. Interpreti Brina
Saje Vogelnik, Elvir Jušič Piber
18 febbraio ore 20
La storia del lupo buono spettacolo per ragazzi di Peter Nickl
e Božo Vovk. Regia e interprete
Božo Vovk
25 febbraio ore 11
Lučka e il regalo più bello spettacolo per ragazzi di Vanja Pegan
Come abbiamo amato
il compagno Tito
8, 9, 10, 11, 14, 15, 16, 17 e 18 febbraio ore 21; 12
e 19 febbraio ore 17 - POLITEAMA ROSSETTI
Muratori di Edorardo Erba. Regia Massimo Venturiello. Interpreti Nicola Pistoia, Paolo Triestino,
Eleonora Vanni
Ciclo: Musical e grandi eventi
15, 16, 17 e 18 febbraio ore 20,30; 18 e 19 febbraio ore 16
Tutti insieme appassionatamente di Howard Lindsay e Russel Crouse ispirato a “La storia dei cantori della famiglia Trapp”. Regia Saverio Marconi.
Interpreti: Alberta Izzo, Davide Calabrese, Floriana Monici, Giovanni Boni, Cristina Fassio, Livio
Salvi
8, 10, 15, 18 febbraio ore 20;
15 e 23 febbraio ore 15; 21 febbraio ore 18
La caduta di Klement dramma di Drago Jančar. Regia Jaka
Ivanc. Interpreti Rok Vihar,
Boris Cavazza, Vesna Maher,
Dunja Klemenc
11 febbraio ore 11
Della topina che si è lacerata il
pancino spettacolo per ragazzi
Muratori
21 febbraio ore 20,30 - SALA BARTOLI
Paolo Borsellino. Essendo stato di Ruggero Cappuccio. Regia Ruggero Cappuccio. Interpreti Massimo de Francovich, Francesco Carotozzolo, Connie Bismuto, Paolo Greco, Silvia Santagata, Ada
Totaro
Teatro cittadino - Capodistria
9 febbraio ore 20
Concerto in onore della Festa
culturale slovena con Mef e Narodnoosvobodilni bend
25 febbraio ore 20,30; 26 febbraio ore 16
Bolle e friends con Roberto Bolle e con étoiles e
primi ballerini delle principali compagnie di balletto internazionali
La spiaggia
27 febbraio ore 20
Come abbiamo amato il compagno Tito commedia di Radoslav Zlatan Dorić. Regia Marjan
Bevk. Trad. Darko Komac. Interpreti Gojmir Lešnjak - Gojc,
Teja Glažar, Miha Nemec,
Branko Ličen
La Contrada - Trieste
Tutti insieme appassionatamente
Ciclo: Fuori abbonamento
1, 2, 3 e 4 febbraio ore 21; 5 febbraio ore 17
La mostra di Claudio Magris. Regia Antonio Calenda. Interpreti Roberto Herlitzka e Mario Maranzana
9 febbraio ore 21
Luci a San Siro ... di questa sera Roberto Vecchioni in concerto
Agatha, la signora degli enigmi
1, 2, 3, e 4 febbraio ore 20,30; 5 febbraio ore
16,30
La locandiera commedia di Carlo Goldoni. Regia Giancarlo Cobelli. Interpreti Mascia Musy,
Francesco Biscione, Paolo Musio e Massimo Cimaglia
17, 18, 22, 23, 24 e 25 febbraio ore 20,30; 19, 21
e 26 febbraio ore 16,30
Agatha, la signora degli enigmi di Enrico Groppali. Regia Ugo Gregoretti. Interpreti Adriana Innocenti e Piero Nuti
Anno II / n. 2 7 febbraio 2006
“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina
IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina
Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat
edizione: PALCOSCENICO
Redattore esecutivo: Carla Rotta / Impaginazione: Saša Dubravčić
Collaboratori: Emilia Marino, Emanuela Masseria, Rossana Poletti, Daniela Rotta
Stoiljković, Sabrina Ružić, A. Ivan Sergovic / Foto: Graziella Tatalović
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7. 2.2006 - EDIT Edizioni italiane