cover_IN VIAGGIO CON WAGNER_sistemazione_finale_percorsi wagneriani 13/07/12 14:17 Pagina 1
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Solo i viaggiatori finiscono.
E anche loro possono prolungarsi
in memoria, in ricordo, in narrazione.»
Miriam Cipriani, nata a Rieti, vive e lavora
a Roma. Economista e specialista
in statistica sanitaria è autrice
di numerose pubblicazioni nel settore.
Coniuga il lavoro di manager
della Pubblica Amministrazione
con la famiglia ed il vivo coinvolgimento
intellettuale verso l’arte e la musica,
consolidato nel corso di numerosi viaggi
in Europa negli anni.
Le doti analitiche e creative sviluppate
grazie alla professione si fondono
insieme con l’amore per la cultura
artistica europea, ricreando un viaggio
affascinante sulle orme di Wagner
e della sua più importante opera:
il Parsifal.
José Saramago
MIRIAM CIPRIANI
In viaggio
con
Wagner
sulle orme del Parsifal
IN VIAGGIO CON WAGNER
L’ Associazione Culturale Allegorein
opera, dai primi anni ’80, in modo
militante nel campo della letteratura
e delle arti: contemporaneamente
sul versante della teoria, della critica
e della mobilitazione sociale e civile.
Conta al suo attivo molteplici iniziative
di rilevanza internazionale nell’ambito
della poesia e del suo rapporto con
gli altri linguaggi, oltre a un “antipremio”
(Feronia) e a un festival (Mediterranea)
poetico letterario e pluridisciplinare,
ormai in corso dal 2004.
MIRIAM CIPRIANI
«Il viaggio non finisce mai.
saggia.mente
€ 12,00
UN SAGGIO. UNA GUIDA.
Per ripercorrere i luoghi
che hanno ispirato i capolavori
del genio umano
saggia.
mente
Richard Wagner è il compositore che più
di tutti ha lasciato un’impronta indelebile
nel panorama musicale: le sue opere
hanno conosciuto fama e gloria e i contorni
della sua figura si sfumano nel tempo infinito
dell’immortalità. Tuttavia Wagner era
un uomo materiale, inserito in un mondo
fisico. Quindi, quale luogo o circostanza
avrebbe mai potuto condurre alla creazione
di uno spettacolo sensoriale come
il leggendario Parsifal wagneriano?
Soffermandosi sui luoghi e gli scorci
che ne hanno ispirato la scenografia
e la sua stesura, l’autrice ci accompagna
in un’esplorazione curiosa, inaspettata
e accessibile a chiunque, nello spazio
e nel tempo di Wagner. Da Marienbad
a Bayreuth, da Palermo a Venezia, questo libro
offre una doppia visione di un’Europa brillante
ed affascinante: da una parte i percorsi, le città
e finanche i più piccoli paesi che hanno favorito
l’estro del compositore, dall’altra una guida
pratica ma al contempo approfondita
del contesto geografico e culturale,
un insieme utile a ripercorrere gli stessi
passi di Wagner, mentre l’occhio del lettore
s’innalza dal particolare quotidiano
di un uomo alla vastità delle regioni europee.
La ricca aggiunta di materiale illustrativo
e la segnalazione dei più prestigiosi alberghi,
punti ristorativi e culturali vi aiuterà
ad organizzare un viaggio unico sulle orme
del Parsifal. Molto più che un manuale
turistico: un vero ritratto di una vita geniale
d’altri tempi, contestualizzata in un panorama
che sa incantare ed ispirare ancora oggi.
Un libro che fa viaggiare.
Jacopo Maria Conti
Absolutely Free Editore per Allegorein
Progetto editoriale:
Absolutely Free sas
Grafica:
Nicoletta Azzolini
In copertina:
Viandante sul mare di nebbia
(Der Wanderer über dem Nebelmeer) di Caspar David Friedrich
© Copyright, 2012
Editrice Absolutely Free - via Roccaporena, 44 - 00191 Roma
E-mail: [email protected]
È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata,
compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico, non autorizzata.
ISBN 978.88.97057.51.2
1
saggia.mente
MIRIAM CIPRIANI
In viaggio
con
Wagner
sulle orme
del Parsifal
Absolutely Free Editore per Allegorein
A Jacopo Maria
cavaliere vero
del XXI secolo
in apertura...
L
a presenza dell’ “Allegorein” in questa pubblicazione è implicata in primo luogo da due motivi che si richiamano a vicenda.
Il primo, di ordine generale, è la sensibilità e l’abitudine pluridecennale di questa
associazione alla promozione dell’attività editoriale come canale di testimonianza duratura e di divulgazione diretta, e anche contingente, delle proprie iniziative e proposte. Ma pure di reale e consistente interesse librario: si pensi solo
alla pubblicazione di Scrittori nelle scuole e di Poeti contro la mafia (che hanno
superato nel genere veri e propri record di tiratura).
Il secondo motivo, di ordine particolare, sta nel topos del viaggio, ossia nell’accezione più estesa e polivalente in cui si estende e si dispiega il senso dell’attraversamento dinamico. Viaggio come traiettoria del tempo, dalle origini a oggi – e
tutta la miriade di segmenti e microsegmenti che vi sono coinvolti.
Viaggio come spostamento nello spazio, da una parte all’altra del mondo, ieri come oggi: ieri, ovviamente, con maggiori limiti, ma anche con maggiore senso della scoperta e del possesso. Viaggio della mente, dell’immaginazione, del desiderio, del sogno e, contemporaneamente, viaggio della realtà vissuta: del piacere e
della migrazione, della libertà e del bisogno, dell’evasione e del contatto. In questa seconda, complementare e irrinunciabile, accezione è da leggere il senso di
questo libro, che siamo felici di patrocinare.
Filippo Bettini
7
Parsifal: appunti per un viaggio
P
di Nicola Sani
ensare a un’opera lirica come a una possibile proposta di viaggio è un
fatto estremamente originale. Può capitare di voler affrontare un viaggio per andare ad assistere a una certa rappresentazione in un determinato
teatro, oppure programmare una vacanza estiva in una località dove si
svolge un Festival importante, unendo l’utile al dilettevole. Quelle delle
“vacanze intelligenti” sono formule oggi particolarmente apprezzate da un
turismo alla ricerca di nuove motivazioni, anche se non sempre pienamente consapevole. Ma viaggiare dentro un’opera e seguirla come un timone
per un percorso che non è soltanto geografico, ma anche profondamente
personale e spirituale è “cosa rara”. Questo libro, frutto di una ricerca estremamente accurata ed interessante, ce ne offre la possibilità.
Parsifal di Richard Wagner è un viaggio in tutti i sensi. Lo è spiritualmente,
in quanto racconta della trasformazione dell’individuo da essere inconsapevole a persona cosciente e padrona di sé e del proprio destino; lo è simbolicamente, poiché il protagonista nel corso dello sviluppo drammaturgico compie il proprio percorso spirituale viaggiando nel tempo e nello spazio; lo è nella sua genesi, in quanto Wagner lo scrive nel corso di un lungo
arco temporale nel quale compie numerosi viaggi e spostamenti, molti dei
quali influenzano direttamente lo sviluppo narrativo e rappresentativo
della vicenda. Dunque, pensare a Parsifal come al prototipo di un dramma
musicale all’interno del quale concepire un tour culturale è un’idea estremamente originale e perfettamente coerente. È la dimostrazione di come
l’opera lirica possa rappresentare una fonte inesauribile di idee e di suggerimenti, che arricchiscono la nostra vita e non – come molti possono pensare – un linguaggio ormai superato non in sintonia con l’arte dei nostri
giorni. Al contrario, proprio questa originalissima guida realizzata con
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grande dedizione da Miriam Cipriani, ci permette di riscoprire un’opera
sulla quale sono stati scritti fiumi di inchiostro e di pixel, da un’angolazione
completamente diversa.
I piani di lettura di questo libro scorrono paralleli, con regolari appuntamenti e punti di incontro, ricchi di indicazioni pratiche. Sappiamo che
Wagner è stato un grandissimo viaggiatore (volente e spesso nolente) del
proprio tempo. Schubert lo avrebbe definito un “Wanderer”, un errante,
sempre all’inquieta ricerca di ispirazione e denaro per portare avanti un’esistenza diventata, nel tempo, sempre più esigente. Nella sua erranza,
Wagner arricchiva continuamente la propria creatività con ciò che incontrava e di cui veniva a conoscenza. Ciò che i suoi occhi e la sua mente raccoglievano veniva immediatamente trasferito in quello che oggi si definirebbe lo “story board” dell’opera. Così, il giardino di Villa Rufolo a Ravello
diventa nella visione wagneriana l’ambientazione ideale per il giardino
incantato di Klingsor, il Duomo di Siena il modello ideale per il tempio del
Graal, ecc.
Il primo piano di lettura, dunque, è quello di seguire materialmente e cronologicamente il viaggio di Richard Wagner; il nostro “Parsifool” (neologismo con il quale indichiamo il turista che intenda mettersi in viaggio lungo
gli itinerari wagneriani legati alla composizione del tardo capolavoro
wagneriano) con questa guida sotto il braccio può seguire, dal nord al sud
dell’Europa, tutti gli spostamenti del Maestro e di chi lo ha accompagnato
nel corso della parte più importante della sua esistenza dal momento in cui
ha inizio il suo interesse per la vicenda di Parsifal, fino al suo completamento, che coincide con l’ultimo periodo della sua vita. Dalla Repubblica Ceca
a Palermo, si apre ai nostri occhi un viaggio straordinario, ricco di luoghi
meravigliosi, in cui le memorie wagneriane e le suggestioni legate alla stesura del Parsifal si uniscono a ricordi e avventure generazionali, patrimonio
della nostra cultura recente. La guida non manca di sottolineare in ogni
luogo significati del passato e del presente, aneddoti, circostanze, personaggi e accadimenti che appartengono a una memoria collettiva e che mai
avremmo pensato di collegare al capolavoro wagneriano. E come ogni
guida che si rispetti, non manca di precise indicazioni su alberghi e ristoranti, musei, gallerie, pinacoteche, biblioteche e luoghi di spettacolo. E se
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nelle prossimità dei luoghi wagneriani ve ne sono altri di una certa rilevanza, paesaggistica o culturale, entrano anch’essi a far parte dei percorsi consigliati. Così Parsifal diventa protagonista e sfondo dei nostri spostamenti,
accompagnandoci nei diversi itinerari come un macro leit-motiv wagneriano, luce e guida del nostro viaggiare. Come in un film ideale il nostro percorso tocca le leggendarie località termali di Marienbad (di cinematografica memoria), Karlovy Vary (piene di ricordi del romanticismo musicale e di
poeti viaggiatori), Lazne Kynzvart e i meravigliosi castelli della Moravia, circondati da pittoresche cittadine; quindi la Germania di Dresda, dei leggendari castelli in Baviera, del Ludwig cinematografico di Visconti, di Bayreuth
naturalmente, la Svizzera di Triebschen e Lucerna e infine l’immersione
mediterranea in Italia, la Bologna wagneriana, Siena, Napoli, Amalfi e la
Costiera Amalfitana, Vietri, la Sicilia di Acireale e Palermo e moltissime
altre località impossibili da citare tutte per esteso, fino agli ultimi giorni
nell’amatissima Venezia.
Un secondo piano di lettura è quello del viaggio all’interno della leggenda
del “Parsifal” e del suo transitare dal Perceval di Chrétien de Troyes e dal
Parzival di Wolfram von Eschenbach attraverso le leggende legate al Santo
Graal (tornato di recente di gran moda) nella vicenda narrata nel dramma
di Wagner. È un viaggio forse più letterario, esoterico, ma non meno avvincente. Un percorso che si interseca con quello geografico, in quanto ai luoghi simbolici per il significato delle vicende narrate si fa ampio riferimento
nella guida.
Infine vi è un piano storico, legato agli accadimenti che scorrevano in quel
periodo di continui spostamenti di Richard Wagner e famiglia in Europa,
parallelamente alla genesi del Parsifal e che ne costituirono la cassa di risonanza. È particolarmente interessante seguire gli incontri di Wagner con i
vari personaggi del suo tempo, musicisti, letterati, filosofi, artisti, politici.
Tra questi troviamo il curioso episodio dell’incontro tra il Maestro e
Giuseppe Garibaldi, avvenuto fortuitamente alla stazione ferroviaria di
Acireale.
Sono quindi molti i motivi che rendono l’idea di avere realizzato quest’opera un’esperienza estremamente interessante, uno straordinario arricchi11
mento culturale, proprio in occasione di un anniversario molto significativo, come la ricorrenza dei duecento anni dalla nascita di Richard Wagner.
Ma ciò che la rende un evento davvero unico nella letteratura musicale e di
viaggio è l’idea di trasportare un grande dramma lirico dal palcoscenico del
teatro a quello di un vasto orizzonte geografico, nel quale scoprire personalmente le fonti di tutte le suggestioni e le visioni letterarie e sonore di
uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi.
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Introduzione
U
na letteratura immensa è stata prodotta negli ultimi nove secoli sul tema
del Graal, un oggetto misterioso che ha attraversato la cultura europea a
partire dalla metà dell’XII secolo e sul quale, ancora oggi, non è stata raggiunta
alcuna certezza intorno a persone, eventi, luoghi e oggetti.
Reliquia misteriosa, potente, preziosa, catalizzatrice di élites politico-culturali, enigmatica e ammaliatrice, che ha pervaso la storia, la letteratura, l’arte, la
spiritualità, l’immaginazione, tanto nei Paesi europei quanto in quelli del vicino oriente, costituendone un ideale ricorrente quanto irraggiungibile.
Nell’ultimo decennio, poi, il fenomeno Graal è approdato anche nelle sale cinematografiche, ha occupato spazi televisivi, con il tentativo di soddisfare un
pubblico appassionato di enigmi storici, argomenti esoterici e misteriosi,
spesso sprovvisto di una seppur minima conoscenza del fenomeno.
“Che cos’è il Graal?”. Non è stato facile resistere alla seduzione di un’incontrollabile esegesi e quindi scrivere l’ennesimo libro sul Graal.
È invece iniziata un’avventura straordinaria della mente e del cuore, un
iniziale viaggio nella storia alla ricerca del “termine Graal”, durante il quale ho conosciuto e apprezzato, anche se non sempre condiviso, il mondo e
gli ideali cavallereschi medievali, ho sfiorato il confine tra fantasia e fede,
tra magico e sacro.
Ho conosciuto uomini e donne straordinari: poeti, letterati, musicisti che hanno consentito la costruzione di un “ponte” lungo nove secoli, attraverso il quale ho incontrato “Parsifal”, il cavaliere perfetto, l’eroe della ricerca interiore
che grazie alla purezza del suo cuore riesce a conquistare il Graal.
Miriam Cipriani
13
Capitolo 1
L
Dal Graal al Parsifal di Richard Wagner
e prime tracce del termine Graal si rinvengono in un manoscritto medievale del XII secolo di Chrétien de Troyes intitolato “Perceval ou le Conte du
Graal”.
Non si conosce molto di tale autore senonché si spostava tra le varie corti del
nord-est della Francia e delle Fiandre, che era un uomo colto per aver tradotto
Ovidio e perché sembra conoscesse alcuni poeti classici.
La sua fama è strettamente legata all’attività di cantore dell’allora classe
emergente, la cavalleria, delle sue gesta eroiche in un tempo di pace, di tornei
e non di guerre, dell’amore in tutte le sue forme espressive.
Chrétien de Troyes è considerato il maggior poeta medievale prima di Dante
Alighieri e può considerarsi l’inventore dell’”enigma Graal”.
È, infatti, con il Perceval, capolavoro della letteratura cortese peraltro rimasto incompiuto, che compare per la prima volta il Graal; oggetto intorno al
quale ruotano le vicende descritte nel romanzo che nessuno ha mai spiegato
a cosa servisse né che cosa fosse esattamente. Sono pervenuta al convincimento che non può trattarsi di una “semplice” reliquia testimone dell’esistenza di Cristo, per quanto rara o preziosa, almeno nel significato che tradizionalmente ad essa viene associato.
Ciò è del tutto evidente a chi ha avuto modo di visitare la Basilica di S. Croce in Gerusalemme in Roma,
all’interno della quale sono conservate numerose
reliquie che testimoniano la passione di Cristo(1) re14
(1)
- www.romaspqr.it/ROMA/Basiliche/S-Croce_in_gerusalemme
- www.basilicasantacroce.com
cuperate dalla madre dell’imperatore Costantino, Elena e ivi trasferite.
Nel “cubiculum Sanctae Helenae”, secondo la leggenda la stanza privata
dell’imperatrice Elena, sono state custodite le Reliquie della Passione per più
di un millennio. A essa si attribuisce il ritrovamento della Croce di Cristo della
quale fece tre parti: una la lasciò a Gerusalemme, un’altra la mandò al figlio a
Costantinopoli e portò la terza parte a Roma, insieme al Titolo (la tavoletta di
legno che riportava l’imputazione formulata da Pilato nei confronti di Gesù in
tre lingue - ebraico, greco e latino), un chiodo e una grande quantità di terra
del Calvario, la stessa di cui ancora oggi è cosparsa la Cappella a lei dedicata.
Il fascino che normalmente circonda un capolavoro incompiuto ha favorito,
almeno nei cinquanta anni successivi, numerosi tentativi di conclusione al
racconto del Perceval.
(2)
Per una visione d’insieme si veda: “Graal” di R. Barber, Edizioni PIEMME 2004.
(3)
“Parzival” di Wolfram von
Eschenbach, a cura dai Laura
Mancinelli, traduzione e note
di Cristina Gamba. Einaudi
editore.
Districarsi nelle varie continuazioni è tutt’altro che
agevole e di difficile lettura(2), pertanto nel prosieguo del testo i riferimenti saranno limitati, oltre al
già citato Perceval, principalmente al Parzival, la rielaborazione della
leggenda a cura di
Wolfram
von
Eschenbach(3).
Non si hanno precise notizie storiche su quest’autore se non quanto lui stesso
scrive di sé nelle sue opere. Si descrive come
cavaliere-poeta, nato a Eschenbach in Franconia intorno al 1170. Soggiornò a lungo alla corte del langravio Hermann di Turingia
ed è noto non tanto per le sue imprese cavalleresche ma per aver scritto appunto il
Parzival, il poema epico tedesco per antonomasia costituito da ben 28.240 versi.
Wolfram von Eschenbach
Codice di Manesse(4)
15
(4)
Il codice di Manesse, Codice
miniato Palatinus Germanicus 848, oggi conservato nella Biblioteca universitaria di
Heidelberg, ci tramanda il
meglio della poesia cortese
tedesca
insieme
alle immagini dei Minnesänger (poeti d’amor cortese in
lingua
tedesca)
che
la composero, in riquadri vivacemente e accuratamente
miniati. Il manoscritto trae il
nome dal Consigliere zurighese Rüdiger Manesse che
verso la fine del XIII sec. decise di avviare una vasta raccolta di poesie liriche cortesi.
Si compone di 426 fogli di
pergamena sui quali sono riportati i testi in gotico tutti
risalenti tra il XII e il XIII secolo e ben 137 miniature
che raffigurano in maniera
idealizzata i singoli poeti
intenti in attività cavalleresche e cortesi.
Sul piano tematico predomina la poesia di amore cortese, cui si affiancano però anche testi a contenuto didattico, morale, spirituale e politico.
A dispetto della sua complessa produzione, il Codice
di Manesse è connotato
da un preciso ordinamento
generale. I poeti sono
classificati in ordine gerarchico, in base alla loro estrazione sociale, a cominciare
dall’imperatore Enrico VI di
Hohenstaufen, seguito dal
nipote Corrado IV e da altri
re, duchi, conti e baroni, per
giungere infine ai cantori di
origini non nobili, che costituiscono la maggioranza. I
numerosi fogli bianchi presenti all’interno della raccolta indicano il completamento progressivo della stessa.
16
L’Opera trae origine dalle leggende appartenenti
al ciclo bretone sul Graal, in un contesto storico,
letterario e teologico-morale che da un lato, vede
la nascita di una nuova religiosità legata alle crociate, agli ordini monastico-cavallereschi(5), alla
tradizione di re Artù e della Tavola Rotonda e
dall’altro indaga il rapporto tra colpa umana e
grazia divina.
Il Parzival si può
considerare un vero e proprio “romanzo di formazione” (cd “Bildungsroman”) caratteristico della
letteratura cortese del Duecento
tedesco, che ha
l’ambizione di favorire la graduale
Un frammento del “ Parzifal”
costruzione della
di W. von Eschenbach
personalità di gioconservato alla Bayerische
vani “aspiranti”
Staatsbibliothek
cavalieri. In tale
di Monaco di Baviera (6) .
contesto Parzival,
il protagonista, altro non è che la rappresentazione
allegorica di un processo di elevazione morale; il cavaliere che, superati ostacoli e tentazioni, conqui- (5)
sta la dignità di supremo Comunemente noti come Temcustode del Graal, secon- plari.
do uno schema di elabo- (6)
Da “La ricerca del santo Graal”
razione della materia tipi- di G. Phillips - ed. Sperling &
Kupfer Editori.
co degli scrittori mistici.
Tra i grandi romanzi composti in lingua letteraria della Germania meridionale, tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII, il Parzival fu quello che ebbe
il maggior successo, come dimostrano gli oltre ottanta manoscritti giunti
fino a noi.
La diffusione della materia arturiana, in generale, e del Parzival in particolare, è chiaramente favorita dall’esistenza delle corti principesche e feudali
all’interno delle quali le trame avventurose, gli intrecci amorosi, il mondo
fiabesco ed esotico trovavano il loro uditorio ideale.
Destinatarie dei romanzi in versi
erano soprattutto le dame alle
quali il poeta leggeva o meglio recitava o cantava i versi stessi accompagnato da semplici melodie
al suono di una viella (fiedel).
La musica come veicolo di cultura.
Si può ben dire che non esisteva,
nel periodo esaminato, romanzo
senza musica.
Ebbene, nel Parzival la grande assente è proprio la musica, quella
stessa musica che sottolineava il
cambiare delle stagioni, che accompagnava il pranzo dei Signori, che giullari e menestrelli diffondevano nelle piazze ai ceti poViella a corte
polari, che completava la liturgia
con funzione catartica o accompagnava funzioni religiose popolari fuori
dai riti sacri.
Non un minimo accenno alla musica, neanche nel momento dell’incontro
con la schiera dei pellegrini, che “sulle nudi carni avevano delle vesti rozze
17
e bigie, come chi fa penitenza”(7), nella giornata
del Venerdì Santo, né durante le scene liturgiche
descritte nel regno del Graal. Bisognerà attendere più di settecento anni perché la musica accompagni la storia dell’eroe.
Infatti la musica la aggiungerà Wilhelm Richard
Wagner(8) dopo la riscrittura della storia del Parsifal
nel suo libretto e dopo quasi quarant’anni dal primo incontro con il Parzival di Wolfram, creando un
opera straordinaria ancora oggi tanto apprezzata
quanto controversa.
(7)
“Parzifal” op. cit.
(8)
Wilhelm Richard Wagner, il più
giovane di nove figli del giurista
e attore dilettante Carl Friedrich Wagner e di Johanna Rosine, nasce a Lipsia il 22 Maggio 1813.
È stato musicista, compositore, scrittore, pensatore, librettista ed impresario teatrale di
se stesso oltre che poeta e critico di grande levatura intellettuale.
Durante tale periodo, Wagner visse una vita avventurosa e travagliata connotata da uno straordinario intreccio di vicissitudini personali, politiche e artistiche che certamente hanno influenzato le sue opere e in particolare il Parsifal, da tutti considerato come l’opera della maturità, non tanto perché è
l’ultima fatica del compositore, ma in quanto “opera summatica”, sintesi
straordinaria di elementi simbolici, filosofici, letterari e religiosi, permeata
da elementi sensuali e da una certa attrazione fatale per il misticismo e
l’ascesi.
Wagner poeta, musicista, ma anche “viaggiatore errante in Europa” ancorché per necessità, sempre in fuga da creditori non soddisfatti, alla ricerca
continua di finanziamenti e finanziatori per le proprie rappresentazioni teatrali ovvero per eludere le condanne legate alla sua attività politica.
Durante i suoi viaggi conosce e consolida amicizie con filosofi, politici e artisti subendone il fascino o i condizionamenti, assiste a rappresentazioni teatrali dalle quali prende spunto per i suoi componimenti, trae suggestioni dai
luoghi che visita e che lo ospitano.
Il tentativo ambizioso di ricostruzione degli eventi e individuazione dei
luoghi che, negli anni, hanno favorito ed influenzato progressivamente
l’Opera del Parsifal fino al suo completamento, ha dato origine a questa
18
modesta fatica letteraria. Ciò è stato possibile, da un lato, grazie a un attento
lavoro di ricerca e selezione del copioso materiale bibliografico esistente su
Wagner e sulle sue Opere e dall’altro, grazie ad un’ancor più impegnativa ricerca nel web a completamento e a verifica della ricostruzione documentale
soprattutto per quanto attiene gli itinerari geografici che vengono proposti.
In particolare, accanto ai luoghi “propri” del Parsifal che interessano la Repubblica Ceca, la Germania, la Svizzera e l’Italia, ne vengono segnalati altri,
normalmente fuori dai percorsi del turismo di massa, ma ricchi di interesse
storico, culturale o semplici curiosità.
19
Capitolo 2
S
Parsifal - Genesi e composizione
tando a quanto Wagner stesso racconta nella sua autobiografia “La mia
Vita”(1), il primo avvicinamento alle leggende del Graal avvenne nell’estate del 1845.
All’epoca Wagner si trovava alle terme di
Marienbad (Mariànske Làzne), nell’attuale
Repubblica Ceca, per un periodo di riposo
impostogli dal proprio medico di fiducia, a
seguito della sfinimento fisico e nervoso causato dalla
(1)
“La mia vita” di R. Wagner – Tracomposizione e
duzione italiana a cura di Massimo Mila. E. D. T./Musica, Torino
dall’allestimento
1982
del Tannhäuser (2)
(2)
a Dresda.
Opera in tre atti ispirata a due
leggende dell’epica tedesca: il
Tannhäuser e le gare poetiche
de I Maestri Cantori di Wartbug.
(3)
Si fa riferimento alle edizioni e
traduzioni del Parzival eseguite
da Karl Simrock e Albert Schulz
(più noto come “San Marte”)
copie delle quali sono conservate alla biblioteca di Dresda.
(4)
“La mia vita” di R. Wagner, op.
cit.
20
Durante questa
Tannhäuser
pausa distensiva, (miniatura dal Codice di
Manesse)
Wagner si accostò
alle leggende del Graal e lesse per la prima volta il
Parzival di Wolfram von Eschenbach, non nella versione originale ma nei rimaneggiamenti in tedesco
moderno(3), nonché l’anonimo poema epico di Lohengrin nella versione curata dal Görres, restando
affascinato dal “mito del cigno” che appare in molti
racconti mitologici e che “esercitava un fascino
straordinario”(4) sulla sua fantasia, come lui stesso ebbe a scrivere in ricordo
di quell’estate.
Lesse con avidità varie rielaborazioni, antiche leggende francesi, opere di
pensiero, di costume, di religione e di civiltà in generale, senza lasciarsi sfuggire alcun contributo, per quanto modesto fosse, tutto teso alla realizzazione di quello che sarà definito il suo testamento spirituale.
Sebbene Wagner si trovasse a Marienbad per sottoporsi a cure mediche, durante la sua permanenza la “prescritta astensione da ogni lavoro eccitante”
generò in lui, al contrario, un’angosciosa agitazione e uno straordinario desiderio creativo per combattere il quale individuò un “rimedio eroico”, quello di distrarsi con la lettura de I Maestri Cantori di Norimberga, di Hans Sachs e
di poeti suoi contemporanei oltreché con la “scrittura di soggetti meno eccitanti”, come lui stesso ebbe a dire.
In ricordo del soggiorno termale Wagner scrive:
“Mi sentivo come se avessi le ali” e ancora “...improvvisamente,
verso mezzogiorno, appena entrato nel bagno, fui preso da un
tale desiderio di scrivere che, incapace di aspettare per tutta
l’ora che avrebbe dovuto durare il bagno, dopo pochi minuti
saltai fuori con impazienza, il tempo di indossare qualche
vestito e corsi via come un pazzo verso casa a buttar sulla
carta quello che incalzava nel mio petto."
Trascorsero soltanto pochi giorni e Wagner aveva completato il particolareggiato piano scenico del Lohengrin.
Il medico lo considerò un caso disperato. Wagner era così eccitato che alcune notti invece di dormire passeggiava per i corridoi. Ciononostante, al
rientro a Dresda, gli amici si rallegrarono per la particolare serenità e vitalità che mostrava.
21
La composizione del Lohengrin(5), ultima “opera lirica” in senso proprio, fu conclusa da Wagner nel 1850 e rappresenta il primo risultato
dell’interessamento ai poemi cavallereschi
medioevali. In essa sono presenti materiali
musicali e poetici che confluiranno e si svilupperanno nel Parsifal, al punto che il Lohengrin,
il cavaliere del cigno, figlio dell’eroe del Graal,
del «puro folle», si può considerare l’antefatto
del Parsifal.
Infatti, alla fine dell’opera, Lohengrin rivela a
tutti il suo nome e la sua stirpe indicando in
Parsifal suo padre, il custode del Graal. “Dal
Graal fui io dunque presso di voi mandato: Parsifal mio padre ne porta la corona, e suo cavaliere io sono chiamato Lohengrin”.
(5)
Opera romantica in tre atti con libretto di R. Wagner, concepito fin
dal 1841 e portato a termine nel
1845. Nella stesura del libretto Wagner utilizza diverse fonti della saga
di Lohengrin (dal francese antico ‘li
loheren Garin’: Garin il loreno), mescolandole sapientemente con situazioni e personaggi di sua invenzione. Si tratta del poema di Wolfram von Eschenbach Parzival (lo
stesso da cui Wagner attingerà per il
Parsifal), del poema epico tedesco
anonimo del XIII secolo Lohengrin e
del poema medievale anonimo Le
Chevalier au cygne. La composizione
musicale avvenne nel triennio 18461848 con una particolarità: egli iniziò
dal terzo atto e lo terminò a ritroso,
con la stesura del celebre preludio al
primo atto.
I Itinerario - Le stazioni termali della Repubblica Ceca
La Repubblica Ceca, nata nel 1993 dalla separazione della Cecoslovacchia
nella Repubblica Ceca e nella Repubblica Slovacca, ha per capitale la splendida Praga e comprende le regioni della Boemia e della Moravia. A causa
della sua posizione geografica risente molto dell’influenza dei Paesi confinanti di lingua tedesca.
A Sud est di Praga si estende la Regione della Moravia con cittadine e piccoli paesi che mantengono intatto l’aspetto del passato, praticamente
incontaminate dal turismo di massa. Vecchie abitazioni graziosamente
dipinte con colori luminosi tra le quali è possibile ammirare qualche persona, tra le più anziane, che ancora indossa gli abiti tradizionali.
22
A Sud Ovest di Praga si estende invece la Regione della Boemia, nel mezzo
della quale si ergono due piccole cime isolate che svolgono una grande
parte nelle leggende ceche: il Řip, dove fece sosta Čhech il capo delle prime
genti Boeme e il Blaník dove, secondo la leggenda, San Venceslao e i suoi
cavalieri vigilano assicurando la salvezza del popolo ceco.
Nella regione, attraversata da copiosi corsi d’acqua, si concentrano le così dette spa Town,
nome derivato dalla città belga
Spa(1), più note nell’Europa occidentale come le
ville d’eau, le città dell’acqua o più comunemente le stazioni termali, con derivazione, secondo
alcuni, dal latino salus per aquam.
Sin dai tempi più antichi, terme e cultura andavano di pari passo, nel senso più mondano dell’accostamento.
Erano luoghi frequentati prevalentemente dalla
nobiltà, da artisti e letterati e prima ancora da re
ed imperatori.
Tra tutte le stazioni termali presenti nel territorio, le più celebri sono quelle di Marienbad
(in ceco Mariànske Làzne) e di Karlovy Vary
(Carlsbad - in ceco, Západočeský).
(1)
Cittadina belga situata a 40 chilometri da Liegi ed a soli otto chilometri da Francorchamp dove si
disputa il gran premio automobilistico del Belgio. È curioso che il
nome proprio di una città sia divenuto nome comune in un’altra
lingua per indicare un luogo termale. Probabilmente tutto origina da un medico veneziano, tale
Augustino, vissuto nel 1600, tra
l’altro medico del re d’Inghilterra
Enrico VIII che scoprì ed utilizzò
per la prima volta a fini salutari le
acque minerali di Spa. È anche
probabile sia l’acronimo di “Salus
per aquam”, ad indicare proprio
gli effetti benefici dell’idroterapia.
Entrambe non smentiscono questa fama anzi, la manifestano con orgoglio, citando tra gli ospiti illustri i nomi di Goethe, Schiller, Chopin,
Beethoven, Marx, che qui scrisse buona parte del Capitale e Wagner che
qui delineò alcune tra le sue opere più famose come il Lohengrin, i Maestri
cantori di Norimberga e lo stesso Parsifal.
Le terme di Marienbad
Marienbad si trova a poco più di 600 metri dal confine con la Germania e a
circa 170 chilometri da Praga.
Centro turistico e stazione termale di fama internazionale è la più giovane
tra le Spa della Boemia Occidentale. Collocata a circa 630 metri di altitudine, in una vallata aperta a sud ma circondata da colline ricoperte di foreste,
vanta bellezze naturali uniche. L’aria incontaminata e il silenzio dei boschi
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