COPERTINA 1 BIS:COPERTINA 7/07
27-02-2013
16:20
Pagina 1
REF
RIG SPEC
ERA IALE
NTI
PAT
ENT
INI
N° 365
ORGANO UFFICIALE
CENTRO STUDI GALILEO
per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione
INCONTRI/PROGETTI FINANZIATI DA NAZIONI UNITE
MAP OF CONFERENCES ORGANISED WITH THE UNITED NATIONS (UNEP) IN MARCH 2013
INTRODUCTION TO THE XV EUROPEAN CONFERENCE, MILAN 7th-8th JUNE 2013
UNITED NATIONS (UNEP) – EUROPEAN ENERGY CENTRE (UK) – CENTRO STUDI GALILEO
LE SEDI ESAMI CSG IN ITALIA
CERTIFICAZIONE FRIGORISTI - PIF
Iscrizioni al Registro entro il 12 aprile 2013
Conseguimento Certificazione entro il 10 ottobre 2013
Anno XXXVII - N. 1 - 2013 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato
SE VUOI UN RISCALDAMENTO CHE PENSI A TUTTO,
PENSA A ROTEX.
Soluzioni avanzate di riscaldamento e produzione di
acqua calda sanitaria: pompe di calore aria-acqua,
impianti solari, sistemi radianti a pavimento,
caldaie a condensazione.
Rotex è un’azienda tedesca nata nel 1973, specializzata
nella produzione di sistemi di riscaldamento completi.
È presente in 21 paesi e da più di trent’anni investe nella
ricerca e nello sviluppo di tecnologie uniche sul mercato,
innovative e altamente efficienti. I sistemi Rotex, che
si distinguono per facilità d’installazione e d’uso,
sfruttano fonti di energia rinnovabile.
Rotex è il marchio della Divisione Riscaldamento di
GENERATORI DI GAS OSSIDRICI
per brasare
Rame, Ottone, Alluminio, Acciaio
ECOLOGICI
Non inquinano,
perchè il prodotto
della combustione
è vapore acqueo.
SICURI
Eliminati i rischi
legati all’utilizzo di
bombole contenenti
gas ad alta
pressione.
ECONOMICI
Contattaci per una dimostrazione
www.oweld.com - [email protected]
Oxyweld snc via Mezzomonte 20, 33077 Sacile (PN) Italy
+39 0434 737001, fax +39 0434 737002
Il costo di utilizzo
è ridotto al solo
consumo di energia
elettrica e acqua
distillata.
Tecnici di 3 generazioni in più di 36 anni di corsi con una media di oltre 3000 allievi all’anno si sono specializzati ai corsi CSG
Tecnici specializzati
negli ultimi corsi e patentini
del Centro Studi Galileo
GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONO
ALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL
DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ
L’elenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici
specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può
trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”)
Nella foto la fase di realizzazione di una tubazione a
tenuta (gruppo 10 delle competenze minime richieste
da Reg. Europea CE303/08). Il tecnico una volta ottenuta la
qualifica professionale legata alla persona (Patentino Italiano
Frigorista) può compilare il registro di apparecchiatura e
svolgere le visite periodiche degli impianti.
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL
PATENTINO ITALIANO
FRIGORISTI - PIF
A MILANO
Castellini Cristian
INDUSTRIAL FRIGO srl
Calcinato
Sigurtà Nicola
INDUSTRIAL FRIGO srl
Calcinato
Arici Michele
INDUSTRIAL FRIGO srl
Calcinato
DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI
SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE
Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo”
Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo
Kheye Tarik
INDUSTRIAL FRIGO srl
Calcinato
Balducci Simone
LMP srl
Buccinasco
Faes David
INDUSTRIAL FRIGO srl
Calcinato
Masiello Paolo
MANUTENCOOP F.M.
Zola Predosa
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL
PATENTINO ITALIANO
FRIGORISTI - PIF
A ROMA
Paghera Filippo
INDUSTRIAL FRIGO srl
Calcinato
Markulin Ivan
MSP srl
Cesano Boscone
Chiacchierini Paolo
Cupra Marittima
Manzino Ildo
LMP srl
Buccinasco
Castrogiovanni Antonino
NELSA srl
Garbagnate
Morellato David
ECOFRIGORIFERI DI LA PERNA
Civitavecchia
Bonzi Luciano
LMP srl
Buccinasco
Colombo Franco
TTF srl
Bussero
Severin Andrea
GESERIND srl
Borgo San Michele
Conclusione del corso base di tecniche frigorifere con il docente Giuseppe Bisagno al centro. Il corso è di preparazione al Patentino Italiano
Frigoristi – PIF. Il Centro Studi Galileo primo ente nazionale ed internazionale per la formazione e la certificazione con 40 anni di esperienza
nel settore svolge tali corsi e patentini anche per le Nazioni Unite e per le associazioni ad esse collegate in Europa e in Asia.
13
Vollero Gianluca
CISAP srl
Pomigliano d’Arco
Laurato Daniele
ELLEMME IMPIANTI srl
Acerra
Prisco Francesco
ELLEMME IMPIANTI srl
Acerra
Marino Raffaele
ELLEMME IMPIANTI srl
Acerra
Romano Gaetano
FINTECNO srl
Napoli
Grieco Pasquale
GRIECO PASQUALE
Napoli
Il docente dei corsi di Napoli, Bari, Roma e Agliana Donato Caricasole mentre su impianto didattico
spiega le fasi più importanti del circuito frigorifero. Tutti i tecnici del freddo fino al 12 Aprile avranno la
possibilità di iscriversi al Registro telematico obbligatorio per poter svolgere l’attività di frigorista.
Galbiati Damiano
H2O srl
Roma
Lazzaro Orazio
SIRAM spa
Milano
Allievi Sandro
INSTALLAZIONI IMPIANTI spa
Roma
Morrone Maurizio
SIRAM spa
Milano
Castelli Alberto
INSTALLAZIONI IMPIANTI spa
Roma
Pignatelli Ignazio Antonio
SIRAM spa
Milano
Merra Sergio
MM IMPIANTI srl
Roma
Fiore Angelo
SIRAM spa
Milano
Pontoriero Agostino
Ricadi
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL
PATENTINO ITALIANO
FRIGORISTI - PIF
A NAPOLI
Santaniello Salvatore
GRIECO PASQUALE
Napoli
Vizzaccaro Domenico
HOBBY TRADE srl
Roccasecca
Lupiano Alessandro
Battipaglia
Bellofatto Michele
M2M ENGINEERING sas
Grazzanise
Buccino Pasquale
ARTEMA srl
Nocera Inferiore
Montone Antonio
MANUTENCOOP F.M.
Pozzuoli
Pirozzi Giovanni
CISAP srl
Pomigliano d’Arco
D’Alessio Catello
MANUTENCOOP F.M.
Pozzuoli
Di Clemente Osvaldo
REA
DI CLEMENTE OSVALDO
Teramo
Biancini Stefano
SB SERVICE
DI STEFANO BIANCINI
Roma
Mensurati Roberto
SIRAM spa
Milano
Baldassarre Simone
SIRAM spa
Milano
Campagna Paolo
SIRAM spa
Milano
Colabufo Michele
SIRAM spa
Milano
14
Fase di collegamento delle tubazioni, questa fase è molto delicata in quanto le emissioni di refrigerante
devono essere tenute al minimo e ciò viene garantito sia dai rubinetti posti sulla frusta che da una
ottima competenza del tecnico del freddo. Il gas refrigerante è infatti un potente gas ad effetto serra.
Brienza Antonio
MANUTENCOOP F.M.
Pozzuoli
Quintavalle Gennaro
MANUTENCOOP F.M.
Pozzuoli
De Masi Ciro
MANUTENCOOP F.M.
Pozzuoli
Savastano Francesco
MEGARIDE
ELETTROCLIMA srl
Napoli
Voccia Claudio Michele
NUOVA FRIGO
TECNICA VOCCIA
Scafati
Vitale Rocco
ROVI srl
Grottaminarda
Rubino Michele
RUBINO sas
Montesano sulla Marcellana
Molto importante è pure il controllo e il recupero del refrigerante negli impianti di condizionamento
auto che, come pure indicato sul manuale, a causa delle vibrazioni negli anni perdono la carica. Unità
apposite di Ricarica del refrigerante vengono utilizzate durante il corso obbligatorio realizzato
dal Centro Studi Galileo per le autofficine in tutta Italia secondo la regolamentazione europea 307/08.
Patentino Condizionamento Auto PAC.
Corradini Salvatore
SA&RO sas
Marcianise
Schioppa Ciro
SIRAM spa
Milano
Di Napoli Gaetano
SIRAM spa
Milano
Allegretti Gennaro
SIRAM spa
Milano
Petretto Pasquale
SIRAM spa
Milano
Memoli Massimiliano
SIRAM spa
Milano
Cerillo Michele
SIRAM spa
Milano
Amico Giuseppe
SIRAM spa
Milano
Lecca Piergiorgio
SIRAM spa
Milano
Magliuolo Nicola
SIRAM spa
Milano
Borzelli Antonio
SIRAM spa
Milano
Sgobbo Maurizio
SIRAM spa
Milano
Scognamiglio Marcello
SIRAM spa
Milano
Nocerino Salvatore
SIRAM spa
Milano
Di Stazio Nicola
SIRAM spa
Milano
Smiraglia Vincenzo
SIRAM spa
Milano
Corso a Bologna presso la New Cold System sede corsi del Centro Studi Galileo, in questa sede si sono già qualificati oltre 100 tecnici
del Freddo negli ultimi 4 mesi. Con schema di certificazione italiano sono oltre 800 i Tecnici che hanno svolto tale certificazione con il CSG
Organismo di Valutazione del Bureau Veritas.
15
Spartaco Raffaele
Ariano Irpino
Spezzaferro Elio
SPEZZAFERRO
IMP. TECNOLOGICA
Pozzuoli
Angri Sabato
TERMEDIL srl
Napoli
Beneduce Donato
TERMEDIL srl
Napoli
Tito Ugo
TERMEDIL srl
Napoli
Mancino Mirco
ZUNNO ARREDAMENTI
Capaccio
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL
PATENTINO ITALIANO
FRIGORISTI - PIF
A CASALE MONF.TO
Arcuri Marco
Vercelli
Montagnani Cristian
BEVERAGE DISPENSING
DI MONTAGNANI
Crevoladossola
Bianchi Simone
BF DI BIANCHI SIMONE
Cambiago
Madi Sakande della New Cold System, assistente del Centro Studi Galileo, presenzia alla fase di
brasatura di un esperto tecnico del Freddo che si cimenta all’ottenimento del Patentino del Frigorista
PIF. Il Tecnico passerà poi brillantemente tutte le fasi ottenendo così la qualifica necessaria ad ogni
tecnico del freddo per installare e fare manutenzione agli impianti contenenti gas refrigeranti fluorurati
a prescindere dalla quantità di refrigerante in essi contenuta.
Attanasio Antonio
BIO OPTICA MILANO spa
Milano
Antonellini Edoardo
BIO OPTICA MILANO spa
Milano
Collini Alessandro
CIAM srl
San Giuliano M.se
Lotta Jagadish
RONCHINI RV
GRANDI IMPIANTI
Faloppio
Sassi Gianluca
Neviano Arduini
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL
PATENTINO EUROPEO
FRIGORISTI - PEF
A CASALE MONF.TO
Castaldo Ferdinando
AERKLIMA SERVICE srl
Aprilia
Sala Dario
AGGREKO ITALIA srl
Trezzano sul Naviglio
Bertolini Andrea
Mori
Grassi Norberto
ENNEGI ELETTROTECNICA
Cantù
Biello Giovanni
GESTA spa
Cavriago
Grego Gabriele
GREGO TERMOIDRAULICA
Milano
Malvicino Alessandro
KLIMAGAS SERVICES srl
Giussano
Di Cristino Massimo
KRYOS sas
Rho
Sede dei corsi di Agliana presso Morelli in cui si trovano tutte le attrezzature tarate e certificate necessarie per svolgere il Patentino
Italiano Frigoristi PIF. Tale sede è stata una delle prime ad essere qualificata per gli esami ancora a Settembre 2012.
Da allora in tutta Italia sono stati svolti oltre 40 esami con schema PIF e altrettanti dal 2012 con schema PEF.
16
Chiesa Andrea
KRYOS sas
Rho
Ricci Alex
QUALITY SERVICE srl
Sambuceto
Turazza Stefano
QUALITY SERVICE srl
Sambuceto
Sudetti Riccardo
TECNA COMPRESS
Montanaro
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO
L’ATTESTATO ATQ
A CASALE MONF.TO
Arcuri Marco
Vercelli
Avallone Gerardo
Corbetta
Parte pratica del corso presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Le fasi più importanti per il tecnico
del freddo sono: quelle di carica, vuoto e recupero del refrigerante con minime emissioni di refrigerante in
atmosfera, il controllo delle perdite con metodo diretto con la tenuta di una tubazione in pressione, il
controllo delle perdite con metodo indiretto verificando i parametri di funzionamento dell’apparecchiatura.
Di Persio Stefano
BAGHINO E DI PERSIO srl
Genova
Montagnani Cristian
BEVERAGE DISPENSING
DI MONTAGNANI
Crevoladossola
Baghino Carla
BAGHINO E DI PERSIO srl
Genova
Bianchi Simone
BF DI BIANCHI SIMONE
Cambiago
Ferri Giuseppe
BAULI spa
Castel D’Azzano
Leone Alberto Vincenzo
BIANCHI ANTONINO
IMPIANTISTICA
Giussano
Attanasio Antonio
BIO OPTICA MILANO spa
Milano
Vallati Facchini Gian Antonio
CAVALLI LORENZO
Offanengo
Antonellini Edoardo
BIO OPTICA MILANO spa
Milano
Collini Alessandro
CIAM Srl
San Giuliano M.se
Bulgarelli Davide
Taggia
Montefiori Riccardo
CMCT srl
Genova
Cagnoni Enrico
CAGNONI ENRICO srl
Gallarate
Rosa Giuseppe
CNR AREA RICERCA
MILANO 1
Milano
Di Paolo Jacopo
Cerveteri
Di Prizio Filippo
Galatina
Tufariello Marco
ESPRESSO SERVICE srl
Nova M.Se
Cuttaia Riccardo
EUROFOOD snc
Vercelli
Governali Riccardo
EUROIMPIANTI DI GOVERNALI
Alessandria
Foderà Roberto
Cassolnovo
Presso una azienda del polo del Freddo di Casale Monferrato, promotrice del Centro di Ricerca del
Freddo, vengono svolte prove pratiche su impianti a idrocarburi durante il corso del Centro Studi
Galileo sull’argomento. La nuova regolamentazione europea imporrà l’uso sempre maggiore di questi
gas refrigeranti amici dell’ambiente, ma ad alta infiammabilità.
Giammarino Giorgio
GIESSEDUE srl
Cavaria
Fanton Luca
GIESSEDUE srl
Cavaria
17
Niglio Antonino
Castellana Grotte
Macchi Massimo
PRIMA VERA srl
Milano
Giannattasio Nicola
PUNTO LUCE srl
Milano
Lotta Jagadish
RONCHINI RV
GRANDI IMPIANTI
Faloppio
Sassi Gianluca
Neviano Arduini
Scotto Davide
SCOTTO IMPIANTI
Cherasco
Tantucci Gianluca
TANTUCCI
DI TANTUCCI STEFANO
Moie di Maiolati
Fattori Edoardo
TANTUCCI
DI TANTUCCI STEFANO
Moie di Maiolati
Il docente CSG Fabio Braidotti, ad un corso presso il CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche di Padova, svolge il corso di
preparazione di 5 giorni per allievi non esperti per l’ottenimento del
Patentino Italiano Frigoristi – PIF.
Polimante Andrea
GP srl
Tolentino
Moneta Paolo
MPBAR DI MONETA
Lecco
Sudetti Riccardo
TECNA COMPRESS
Montanaro
Terruli Silvio
Torino
Tocchini Paolo
Capannori
CORSI A PORDENONE
CLYMA SYSTEM
DI FELTRIN AGOSTINO
Feltrin Agostino
Sacile
DUINO ALIMENTARI
Parpinel Sergio
Duino Aurisina
GDRINK DI GALLO
Gallo Giovanni
Sarmede
GRABER CHRISTOF ANTON
Brunico
LUNARDELLI LORIS
Jesolo
MEG INDUSTRY srl
Capizzi Antonio
Monfalcone
TELEBIT srl
Corda Warren
Villotta
TEXA spa
Moreschetti Massimo
Monastier di Treviso
ZORZETTO MARIO srl
Cester Nicola
Pin Gianni
Signorini Luca
Zorzetto Mauro
Gaiarine
Granzotto Patrick
La Spezia
Iacono Francesco
Pescara
Duò Daniele
ITALCREAM snc
Genova
Bianchi Vincenzo
KLIMAGAS
SERVICES srl
Giussano
Almasio Andrea
LUVE spa
Uboldo
Vanelli Roberto
LUVE spa
Uboldo
Marci Giovanni
Genova
Pavesio Giovanni
MGT MECC. GRAFICA
TORINESE
Poirino
18
Presso la sede CSG di Bologna le fasi di controllo indiretto delle perdite di refrigerante: si nota che
se il refrigerante non è in quantità ottimali da progetto, la temperatura di evaporazione avrà una
diminuzione così come il surriscaldamento; il Tecnico esperto notando questo riuscirà a porre rimedio
per la soddisfazione del cliente e dell’ambiente.
IMPORTANTI INCONTRI/PROGETTI A NUMERO CHIUSO
FINANZIATI DALLE NAZIONI UNITE
ORGANIZZATI DA UNITED NATIONS ENVIRONMENT PROGRAMME,
EUROPEAN ENERGY CENTRE-UK E DAL CENTRO STUDI GALILEO
PRESSO IL POLITECNICO DI MILANO, IL PARLAMENTO SCOZZESE, GLI UFFICI DELL’UNEP A PARIGI
E PRESSO L’UNIVERSITÀ DI FRANCOFORTE E L’ANTICO MUNICIPIO DI LONDRA
Finanziati dalle Nazioni Unite e svolti nelle principali Sedi Europee fra cui il Politecnico di Milano
su importanti progetti energetici ambientali riguardanti le nuove tecnologie.
Pure di premessa al XV CONVEGNO EUROPEO con particolare riguardo anche
alle certificazioni argomento chiave in questo momento in Italia.
Gli incontri/progetti si svolgeranno in 5 delle sedi europee più prestigiose (a livello sia tecnico che finanziario)
su progetti energetici-ambientali per paesi in via di sviluppo particolarmente ricercati in questo momento. Tali
incontri sono anche di premessa al XV CONVEGNO
EUROPEO al quale consigliamo di iscriversi subito in
quanto la segreteria CSG offre a chi si iscrive entro febbraio una quota pari alla metà della quota ufficiale: scheda, informazioni e programma su www.centrogalileo.it
Questi incontri, ai quali sono invitati i maggiori esperti
progettisti a livello energetico, industrie sulle energie rinnovabili e possibili finanziatori, sono promossi dal settore energetico dell’United Nations Environment Programme, il cui responsabile è Dean Cooper, per decidere
quali progetti scegliere e finanziare per Paesi in via di sviluppo che in questo momento di crisi globale potrebbero
invece essere un mezzo trainante per l’economia italiana e mondiale.
Gli incontri / progetti sono appunto organizzate dal
Centro Studi Galileo, dalle Nazioni Unite / UNEP e
dall’European Energy Centre - EEC UK e si svolgeranno
a Edimburgo presso il Parlamento scozzese l’11 marzo,
a Londra presso Guildhall il 15 marzo, a Francoforte nell’università collegata con l’UNEP il 20 marzo, a Milano
presso la prestigiosa Aula Magna del Politecnico il 22
marzo, e concludendo a Parigi presso gli uffici dell’UNEP
il 26 marzo.
L’iscrizione e la partecipazione è libera ma i posti sono
molto limitati e si prega di inviare un email a [email protected] o telefonare urgentemente al Centro
Studi Galileo tel 00390142452403 o all’European
Energy Centre 00441314469479.
19
Sommario
Direttore responsabile
Enrico Buoni
Responsabile di Redazione
M.C. Guaschino
Comitato scientifico
Marco Buoni, Enrico Girola,
PierFrancesco Fantoni, Luigi Nano,
Alfredo Sacchi
Redazione e Amministrazione
Centro Studi Galileo srl
via Alessandria, 26
15033 Casale Monferrato
tel. 0142/452403
fax 0142/525200
Pubblicità
tel. 0142/453684
Grafica e impaginazione
A.Vi. Casale M.
Tecnici specializzati negli ultimi corsi del Centro Studi Galileo
13
Importanti incontri/progetti
19
Editoriale
21
E’ uscito ed è operativo il Registro Telematico Nazionale
– Decreto sanzioni per i proprietari degli impianti e per i tecnici del freddo
– Nuovo format per il libretto d’impianto/registro delle apparecchiature
– Registro per iscrizione all’albo
M. Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration European
Association – AREA e Segretario Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATF
24
Il clima e la refrigerazione
Intervista a D. Coulomb – Direttore International Institute of Refrigeration IIR
28
Guida ai Refrigeranti Infiammabili
Parte prima
C. Sloan – Federation of Environmental Trade Associations – FETA
British Refrigeration Association – BRA
Introduzione – Regolamentazioni, standard e codice deontologico –
Trasporto dei gas infiammabili nelle bombole e dispositivi.
Fotocomposizione e stampa
A. Valterza - Casale Monferrato
E-mail: [email protected]
I refrigeranti idrocarburi
D. Colbourne – GIZ-Proklima: “Guideline for the safe use hydrocarbon refrigerants”
www.centrogalileo.it
continuamente aggiornato
Rilevatore fisso del refrigerante – Integrazione dei concetti di sicurezza
del sistema – Sistemi di rilevamento – Azioni.
www.EUenergycentre.org
per l’attività in U.K. e India
Principi di base del condizionamento dell’aria
www.associazioneATF.org
per l’attività dell’Associazione dei
Tecnici del Freddo (ATF)
Corrispondente in Argentina:
La Tecnica del Frio
Corrispondente in Francia:
CVC
La rivista viene inviata a:
1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di:
A) impianti frigoriferi industriali,
commerciali e domestici;
B) impianti di condizionamento e
pompe di calore.
2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione.
3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.
37
Il problema del congelamento dello scambiatore freddo nelle pompe
di calore geotermiche
P.F. Fantoni – 140ª lezione
Introduzione – Aria vs acqua nelle pompe di calore – Conseguenze del
congelamento dell’acqua all’interno dello scambiatore – Necessità dell’uso dell’antigelo – Antigelo a base di alcoli.
39
I problemi del frigorista: la parola all’esperto
G. Cattabriga
C’è un limite agli avviamenti del compressore frigorifero? – Riscaldamento
del motore elettrico – Lubrificazione del compressore - Conclusione.
41
Fughe di refrigerante da un circuito frigorifero:
quando piccolo è più costoso del grande
P.F. Fantoni – 160ª lezione
Introduzione – Ci sono fughe e fughe – Fughe di grande entità – Fughe di
piccola entità – Alcuni accorgimenti.
44
Consigli pratici per l’installatore frigorista:
regolatori di pressione e valvole per acqua
M. Della Ragione - Danfoss
Impiego – Identificazione – Installazione – Brasatura – Svuotamento –
Pressione di prova – Taratura – Valvole per acqua – Identificazione –
Installazione – Taratura – Manutenzione. – Individuazione dei guasti
Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento
N. 365 - Periodico mensile - Autorizzazione
del Tribunale di Casale M. n. 123 del
13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo
(10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp
10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.
52
33
50
(Parte centoventiquattresima) – A cura di P. Fantoni
Aggiungi agli amici
“Centro Studi Galileo”
su Facebook
Diventa follower di
“Centro Studi Galileo”
su Twitter
Cerca i video di
“Centro Studi Galileo”
su YouTube
Editoriale: il Patentino Frigoristi CSG è diventato un modello mondiale
E’ uscito ed è operativo
il Registro Telematico Nazionale
Uscito il Registro telematico:
60 giorni per iscriversi, 180
per prendere il patentino a partire
dal 12 febbraio
MARCO BUONI
Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA
Segretario Generale Associazione deiTecnici italiani del Freddo - ATFCoordinatore
pratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo
– Decreto sanzioni per i proprietari degli impianti e per i Tecnici del Freddo
– Nuovo format per il libretto
d’impianto/registro delle apparecchiature
– Registro per iscrizione all’albo
Grande notizia per il mondo del freddo
e del condizionamento: il giorno 12
febbraio è uscito il tanto atteso
Registro Telematico Nazionale nel
quale dovranno iscriversi persone ed
aziende che operano nella refrigerazione e condizionamento. Il Registro è
stato creato per censire i tecnici che
effettuano operazioni di installazione,
manutenzione, recupero e ricerca perdite su impianti che contengono refrigeranti fluorurati, indipendentemente
dalla quantità in essi contenuta.
Centro Studi Galileo, leader nella formazione nei settori della refrigerazione
e del condizionamento, opera da 40
anni per la qualificazione dei tecnici e
della professione del frigorista. Oggi, in
qualità di Organismo di Valutazione
accreditato presso Accredia, è erogatore degli esami per il conseguimento
della Certificazione dei tecnici del freddo, secondo la Regolamentazione
Europea 842/06 e i regolamenti della
Commissione Europea di esecuzione
della stessa, per gli operatori che
maneggiano e comprano i gas refrigeranti fluorurati. Sono stati centinaia i
tecnici Certificati in questi mesi di attesa dell’uscita del registro.
Ora che è stato emanato il Registro,
tutti coloro che hanno già superato
con esito positivo l’esame potranno
iscriversi immediatamente. L’iscrizione
viene effettuata telematicamente sul
sito www.fgas.it.
Coloro i quali devono ancora provvedere avranno a disposizione due mesi
di tempo per iscriversi e certificarsi,
prorogabili di altri 6 mesi, richiedendo
il certificato provvisorio. Dopo tale
periodo non potranno più operare nel
rispetto delle norme.
Il Centro Studi Galileo ha promosso
l’“Offerta Lancio Registro”, per agevolare tutti i tecnici che devono ancora certificarsi al fine di ottemperare all’obbligo
di legge in così breve tempo.
Tale pacchetto è costituito da due
giornate di preparazione all’esame
in cui vengono spiegati tutti gli argomenti oggetto di esame e svolte le
operazioni pratiche ed una terza
giornata dedicata all’esame stesso, i
costi sono i seguenti:
– euro 880 + IVA per gli ex allievi, i
soci ATF (Associazione Tecnici
del Freddo) e per gruppi di tecnici
superiori a quattro
– euro 980 + IVA per tutti
Per i tecnici che intendono accedere
direttamente all’esame i costi sono i
seguenti:
– euro 650 + IVA per gli ex allievi, i
soci ATF (Associazione Tecnici
del Freddo) e per gruppi di tecnici
superiori a quattro
– euro 720 + IVA per tutti
Altra importante novità riguarda l’emanazione del Decreto Sanzioni, approvato dal Consiglio dei Ministri, che
prevede sanzioni per gli operatori/proprietari degli apparecchi di refrigerazione, condizionamento aria,
sistemi antincendio e pompe di calore
per il mancato controllo periodico
delle macchine e per la mancata
tenuta del registro delle apparecchiature. Inoltre sanzioni sono previste per
l’utilizzo di personale non qualificato,
cioè che non è in possesso del relativo patentino frigoristi. Tutti i dettagli su
www.centrogalileo.it/patentini.htm
Il registro delle apparecchiature (da
molti pure paragonato al libretto d’impianto delle caldaie) è stato ora pure
uniformato con un format rilasciato dal
Ministero dell’Ambiente che è scaricabile dal sito del Ministero stesso.
Il Centro Studi Galileo, n. 1 in Italia e
all’estero nell’ambito delle certificazioni, al quale da decenni le Nazioni
Unite si rivolgono per collaborazioni a
livello mondiale e che, ultimamente,
hanno preso come modello per le
Associazioni Europee e Asiatiche,
informa pure che, proprio con particolare riferimento alle certificazioni oltre
che in generale sulle nuove tecnologie del freddo e del condizionamento,
si svolgerà il 7 e 8 giugno 2013 presso il Politecnico di Milano il XV
Convegno Europeo.
Per informazioni e chiarimenti scrivere
a [email protected] o visitare il
portale www.centrogalileo.it).
Decreto Sanzioni:
Di seguito schema di Decreto
Legislativo recante le sanzioni per la
violazione delle disposizioni derivanti
dal regolamento (CE) 842/06 su taluni
Gas Fluorurati ad effetto serra
Il Decreto (di cui si trova la tabella
21
sotto), approvato dal Consiglio dei
Ministri, regola le modalità attuative
del Regolamento CE n. 842/2006
sui gas fluorurati ad effetto serra,
indicando il riferimento alle autorità
competenti e alle procedure da applicare per le sanzioni amministrative e
penali nel caso si vìolino le norme di
Regolamento. Il decreto mette quindi
in evidenza gli obblighi del proprietario degli impianti che dovrà chiamare
il tecnico del freddo qualificato e certificato tramite il patentino frigoristi
ottenibile da esame presso il Centro
Studi Galileo per sia le visite periodiche annuali per impianti che contengono tra 3 e 30 kg, sia la corretta
compilazione del libretto di impianto/registro delle apparecchiature.
Il decreto sanzioni segue dunque il
DPR 43 del 27 gennaio 2012, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 aprile 2012 ed entrato in vigore il 5 maggio successivo, che ha ufficializzato
l’entrata in vigore del Patentino del
Frigorista.
VIOLAZIONI DEGLI OBBLIGHI DERIVANTI DALL’ARTICOLO 3
DEL REGOLAMENTO IN MATERIA DI CONTENIMENTO DELLE PERDITE
DI GAS FLUORURATI
LA SANZIONE VERRÀ COMMINATA SALVO IL FATTO NON COSTITUISCA REATO
OGGETTO DEL CONTROLLO
EVENTUALE SANZIONE
PER I POSSESSORI
DEGLI IMPIANTI
Annuale applicazioni con 3 kg. o più di gas
Semestrale per applicazioni contenenti 30 o più kg. di gas
Trimestrale per applicazioni con 300 o più kg. di gas
Annuale per sistemi rilevamento perdite su impianti contenenti 300 kg
da € 7.000
a € 100.000
Utilizzo di persone non certificate per controllo perdite
di impianti di cui ai punti 1, 2, 3
da € 7.000
a € 100.000
Mancata tenuta del registro dell’apparecchiatura o del
sistema
da € 7.000
a € 100.000
VIOLAZIONI DEGLI OBBLIGHI DERIVANTI DALL’ARTICOLO 4
DEL REGOLAMENTO IN MATERIA DI RECUPERO DI GAS FLUORURATI
LA SANZIONE VERRÀ COMMINATA SALVO IL FATTO NON COSTITUISCA REATO
OGGETTO DEL CONTROLLO
EVENTUALE SANZIONE
PER I POSSESSORI
DEGLI IMPIANTI
Utilizzo di personale non certificato nel recupero di gas da
apparecchiature di refrigerazione, condizionamento,
pompe di calore in fase di manutenzione e riparazione
da € 10.000
a € 100.000
Mancato recupero del gas assicurandone contestualmente il corretto smaltimento o il riciclaggio
da € 10.000
a € 100.000
VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI DERIVANTI DALL’ARTICOLO 5
DEL REGOLAMENTO A CARICO DELLE IMPRESE
LA SANZIONE VERRÀ COMMINATA SALVO IL FATTO NON COSTITUISCA REATO
OGGETTO DEL CONTROLLO
EVENTUALE SANZIONE
PER I TECNICI
DEL FREDDO
Utilizzo di personale non certificato per attività di recupero e contenimento perdite
da € 10.000
a € 100.000
Utilizzo di personale non certificato per attività di installazione, manutenzione e riparazione di impianti di condizionamento, refrigerazione, pompe di calore ed antincendio
contenenti gas fluorurati
da € 10.000
a € 100.000
Mancata iscrizione al Registro Telematico istituito presso
le Camere di Commercio
da € 1.000
a € 10.000
22
“E’ uscito il nuovo registro
telematico dei gas fluorurati
ad effetto serra”
Corso/Incontro presso la
Camera di Commercio di Torino
21 gennaio 2013
La notizia è dell’ultim’ora, due importanti
novità hanno investito il settore:
l’uscita del “Registro Telematico dei gas fluorurati ad effetto Serra” e la pubblicazione a
carico del Ministero dell’Ambiente del format
del registro delle apparecchiature degli
impianti di refrigerazione e condizionamento
oggetto di controlli periodici
Per meglio comprendere la fase attuale è
opportuno un passo indietro tornando con la
memoria alla fine di gennaio, data nella quale,
in occasione della prima fase di erogazione dei
certificati per i tecnici autorizzati all’uso dei
gas fluorurati ad effetto serra, la Camera di
Commercio di Torino, confermando l’attenzione dei vertici camerali sull’argomento, ha proposto un significativo momento di riflessione,
avvalendosi della collaborazione di
EcoCerved, società deputata alla creazione e
gestione del Registro Telematico per tecnici e
imprese.
Il 21 gennaio quindi la Sala Giolitti del Centro
Congressi della CCIAA del capoluogo subalpino ha ospitato il convegno “Il nuovo registro
telematico dei gas fluorurati ad effetto serra”,
con relatrice la Dr.ssa Manuela Masotti di
Ecocerved.
Centro Studi Galileo, fedele alla sua linea di
avanguardia nella formazione e informazione,
era presente in sala.
Dall’incontro sono emersi dati significativi che
condizioneranno e indirizzeranno in modo
sostanzioso il settore e la professione stessa
del tecnico del freddo. La concretizzazione del
registro detta infatti un cambiamento di linea
epocale per la professione.
La prima domanda che CSG rivolse alla relatrice era la più ovvia e la più inflazionata in quel
momento, nel quale tutti gli operatori del settore, erano oggettivamente costretti a stare
alla finestra in un momento cruciale per la
professione:
“Quando uscirà e quando sarà operativo il
registro?”
La domanda, che oggi chiaramente è da considerarsi superata, merita tuttavia oggi come
allora un approfondimento.
Nella risposta è contenuta la chiave di lettura
delle motivazioni che hanno portato a questo
ritardo e costituiranno certamente in futuro
occasione di dibattito e di approfondimento.
Il motivo principale del ritardo nell’apertura
dei registri pare sia stato la trattativa tra
Unioncamere Nazionale e il Ministero competente in merito a alcune questioni principali:
l’Attestazione nel campo automotive e il pagamento (o eventuale restituzione?) della tassa
di Iscrizione al Registro, nel caso in cui il candidato non passi l’esame, rilevando che si tratta dell’unico esempio di tassa similare che si
paga anticipatamente a fronte di un esame da
superare.
Nei primi due casi Unioncamere, su spinta in
tal senso dalle Associazioni di Categoria, tendeva a far accettare al Ministero una linea per
la quale tali operatori non si sarebbero dovuti
iscrivere al registro.
In molti paesi comunitari infatti non esiste il
registro che in Italia può essere visto da molti
operatori come l’ennesimo lacciuolo burocratico caro al Bel Paese, quando invece potrebbe essere motivo di vanto e qualificazione per
i tecnici.
Le motivazioni addotte dalle associazioni di
categorie e successivamente da UnionCamere,
relativamente all’affaire automotive erano la
scarsa quantità di gas utilizzato e l’oggettività
dell’assenza del recupero, trattandosi nei casi
di ricarica del climatizzatore esclusivamente di
immissione.
Non bisogna, tuttavia abbassare la guardia
sull’importanza della formazione e della preparazione sulle effettive conseguenze della
dispersione degli F-Gas per l’ambiente, poiché, se è vero che la quantità di refrigerante
immesso nelle ricariche dei climatizzatori auto
è minima, è altresì acclarato che in Italia circolino 25 milioni di autoveicoli dotati di climatizzatore; ergo, una piccola quantità di refrigerante moltiplicata per un grande numero di
auto può causare dispersioni significative.
Parafrasando la posizione di CSG potrebbe
essere definita: meno burocrazia, più competenza e professionalità a favore dell’ambiente.
Le discussioni di cui sopra, certamente hanno
rivestito la loro importanza nel dibattito relativo al cambiamento in atto, tuttavia hanno portato di settimana in settimana a forti ritardi
rispetto alla pubblicazione, avvenuta in queste
ore, della data nella quale la Gazzetta Ufficiale
ha pubblicato l’apertura del registro (11 febbraio), che precisazione d’obbligo, non è mai
stata in discussione per tutti gli altri attori interessati.
Ecocerved, come accennato società speciale
delle Camere di Commercio alla quale è affidata la programmazione e la gestione del
Registro da parte del Ministero dell’Ambiente,
era in ogni caso da settimane pronta all’immediata attivazione del registro.
Altra novità rispetto alla data del convegno,
che pure pareva avvolta da un velo di nebulo-
sità, è il Decreto Sanzioni con relativo regolamento. Pubblichiamo a margine un estratto
del Decreto Sanzioni recentemente emanato,
in comoda tabella riassuntiva.
Tale estratto è utile per visionare le problematiche relative alla mancata adesione a criteri
lavorativi e formativi europei, non a danno dei
tecnici come potrebbe apparire, ma soprattutto nei confronti dei grandi gruppi (es. supermarket, impianti di trasformazione) che
dovranno avvalersi della collaborazione di tecnici qualificati per rispettare le normative,
creando contestualmente nuove opportunità a
favore dei Tecnici del Freddo.
Oggi il Decreto Sanzioni è realtà, tuttavia chi vi
scrive si associa alla velata preoccupazione
presente in sala il giorno del Convegno (da
entrambe le parti del tavolo!!!) sul fatto che i
controlli possano essere blandi.
Confermata l’indicazione secondo la quale non
tutte le Camere di Commercio avranno competenza nel registro, promuovendo a tal compito e alla risoluzione delle controversie esclusivamente la Camera di Commercio del
Capoluogo di Regione di residenza del Tecnico
anche se operante in azienda avente sede legale in regione differente.
Anche questo aspetto tiene a ribadire la concezione personalistica del Patentino che è un
bene del lavoratore e non dell’azienda. A
nostro giudizio, pur essendo questa una soluzione che evidentemente crea aggravi (segnatamente alle piccole imprese artigiane), è l’unica attuabile poiché è l’operatore che deve
direttamente acquisire le competenze.
Anzi questa è per molti tecnici una ottima possibilità di dimostrare la propria qualifica e la
propria professionalità riconosciuta da tutto il
settore.
Come certo ricorderete Centro Studi Galileo,
non volendo attendere i tempi e ritardi della
nostra burocrazia nazionale avviò già dal 2010
la Certificazione dei frigoristi tramite Ente
Certificatore Inglese creando il “marchio”
Patentino Europeo Frigoristi. Anche in quel
caso, comme d’abitude i detrattori tesero a
minimizzare la portata innovatrice propria del
PEF asserendo sarebbero sorte delle problematiche al momento dell’iscrizione ai registri
nazionali. Ecocerved, come da noi ribadito in
più occasioni, ha tranquillizzato tutti affermando chiaramente che non vi sono problemi nell’iscrizione dei tecnici qualificati con Ente di
Certificazione comunitario. Anzi! Ecocerved ha
creato un’apposita sezione nella scrivania telematica persone ed imprese per l’inserimento
dei tecnici in oggetto; la sezione permette di
caricare la scansione del loro certificato e quello dalla traduzione giurata, pagando la medesima quota dei colleghi qualificati con Ente di
Certificazione Italiano. Inoltre Ecocerved ha
comunicato che questi tecnici ora si trovano in
vantaggio rispetto la concorrenza in quanto
già rispettano la legge prima dei concorrenti.
L’inserimento delle pratiche nella scrivania
telematica del registro è molto semplice, pochi
passaggi con inserimento di dati e caricamento di documenti per un totale di una decina di
minuti scarsi a pratica che consta di tre documenti (dichiarazione sostitutiva, atto notorio e
copia del documento d’identità), oltre chiaramente ai dati personali del richiedente, ai dati
del titolare della firma digitale, l’attività richiesta e la richiesta di certificato provvisorio.
Il costo è di 168,00 euro di tassa di concessione governativa (ancora non confermata alla
data di uscita di questo articolo) , 13,00 euro
di Diritti di Segreteria e 14,62 euro di bolli.
L’Ente certificatore può vedere nell’interfaccia i
nominativi di coloro i quali hanno richiesto il
certificato provvisorio.
Gli Enti di Attestazione e gli Enti di
Valutazione accedono al portale tramite il sito
www.fgas.it/areariservata dopo aver richiesto
al sito www.fgas.it le chiavi d’accesso.
Il titolare di impresa individuale dovrà effettuare per se stesso e poi per l’azienda due pratiche di inserimento e due pagamenti distinti.
Possono essere richieste deroghe per apprendisti o coadiuvanti (sotto la supervisione di
tecnico qualificato) per massimo 1 anno relativamente alla 304/2008 e di 2 anni per la
303/2008.
Ora che è avvenuta la tanto attesa uscita definitiva del registro invitiamo gli organi preposti
a disporre un adeguato servizio di controllo
sull’argomento patentini. Il Patentino Frigoristi
non deve essere visto come un obbligo che lo
Stato e la Comunità Europea impongono,
affinché tutti i tecnici possano avere la qualificazione che meritano. Non esistono, a differenza di altre professioni, in Italia istituti professionali che preparino alla professione di
Tecnico del Freddo, mestiere che, viste soprattutto le innovazioni tecnologiche, non può
essere appreso solo per tradizione (dal latino
tradere, consegnare).
Una cosa è certa: tutelare i frigoristi italiani nei
confronti dei colleghi di altri stati, decisamente a più buon mercato, in assenza di qualifica
sarà una missione impossibile. Non basta
essere i migliori, bisogna poterlo dimostrare.
E’ necessario quindi per i nuovi tecnici del
freddo accostare all’esperienza degli anziani
frigoristi e alla propria una qualifica scritta e
riconosciuta che in Italia solo il Patentino
Italiano Frigoristi può dare.
Centro Studi Galileo, leader nazionale della formazione nel settore freddo, è per questa ed
altre esigenze, a vostra disposizione.
23
Speciale intervista sul futuro dei refrigeranti
Il clima
e la refrigerazione
Intervista a DIDIER COULOMB
Marco Buoni e Didier Coulomb all’ultimo
Congresso IIR a Praga.
INSTITUT INTERNATIONAL DU FROID
177, Bd Malesherbes - 75017 Paris
Tel. 0033/1/42273235 - www.iifiir.org
Durante gli ultimi mesi lei ha partecipato al Convegno sul Clima di
Doha, che ha avuto luogo a dicembre e a quello di Ginevra a novembre
sulla Conferenza del Protocollo di
Montreal sul buco dellʼozono. Quali
saranno gli emendamenti futuri e
quali decisioni sono state prese in
queste occasioni?
Ho partecipato in qualità di direttore
dellʼIstituto Internazionale del Freddo,
che è unʼorganizzazione intergovernativa, al Convegno di Ginevra sul
Protocollo di Montreal, che è la riunione periodica che si svolge alla fine di
ogni anno e che permette di fare il
bilancio sulle misure relative alle
sostanze dannose per lo strato di
ozono e di prendere eventualmente
nuove decisioni. Ho poi preso parte al
Convegno di Doha che è una riunione
annuale che permette di prendere
eventualmente delle decisioni relative
ai gas ad effetto serra, nel quadro del
protocollo di Kyoto e della Convenzione di Rio.
Il Convegno di Ginevra si è svolto
come i precedenti: è stato fatto un
bilancio sulla situazione dei clorofluorocarburi (CFC) e degli idroclorofluorocarburi (HCFC) e di altre sostanze
chimiche, e sono stati presentati degli
24
Direttore International Institute of Refrigeration - IIR
emendamenti proposti dal Messico,
dagli Stati Uniti, dal Canada e dalle
isole come la Micronesia, simili a quelli presentati dal 2009, tesi a ridurre la
produzione e il consumo di idrofluorocarburi (HFC). Eʼ cambiata solo la
base di riferimento. I paesi europei
hanno sostenuto, come prima, questi
emendamenti ma sono stati bocciati,
come sempre.
La differenza rispetto agli anni precedenti risiede nel fatto che il numero di
paesi fortemente opposti a questi
emendamenti sta diminuendo. LʼIndia
vi si oppone ma si trova sempre più
isolata anche se ci sono paesi come la
Cina e il Brasile che la sostengono.
Poco a poco vi è un consenso generale teso a ribadire che è necessario
occuparsi degli HFC. Non è possibile
continuare nello stesso modo, ossia
voler abolire completamente i CFC e
gli HCFC senza preoccuparsi della
loro sostituzione con gli HFC. Allora
come fare?
Unʼidea si è fatta strada, quella del
fatto che non è possibile ignorare la
critica generale ribadita dai paesi in
via di sviluppo, che questo tipo di problematica deve essere analizzata nel
quadro delle negoziazioni sul cambiamento climatico. Non è possibile limitare lʼincremento della produzione e
del consumo degli HFC nel quadro del
Protocollo di Montreal senza un accordo generale sul clima. A questo proposito a Doha vi è stato, credo, qualche
passo in avanti.
Un altro punto importante emerso
durante il Convegno di Ginevra è che
si è parlato delle alternative agli HCFC
e delle diverse tecnologie che permettono, indipendentemente da ogni
accordo, di diminuire lʼimpatto del settore del freddo e del condizionamento
dellʼaria sul clima. In particolare abbiamo preparato in collaborazione con il
Centro Studi Galileo, il Programma
delle Nazioni Unite sul Clima (UNEP)
e il Ministero Italiano per lʼAmbiente
un documento che è stato presentato
a Ginevra: illustra sia la problematica
generale dellʼeffetto serra nel quadro
del freddo e del condizionamento dellʼaria e un certo numero di articoli sulle
tecnologie sviluppate in Europa, in
America, in Asia e in Africa.
Degli esperti dellʼIstituto Internazionale
del Freddo hanno presentato la situazione di questi paesi con una visione,
a mio avviso, ampia e ricca di possibilità tecniche. Si tratta di un passo
necessario, perché è opportuno ribadire sempre il fatto che ci sono tecnologie
che permettono di diminuire lʼimpatto
sullʼambiente sia dal punto di vista
energetico che utilizzando tecnologie
diverse rispetto a quelle utilizzate con
gli HFC in numerose applicazioni.
Aggiungerei, inoltre, che cʼè stato un
seminario sul web organizzato
dallʼUNEP dove sono state presentate
le tecnologie esposte in questo documento. Le informazioni sulle tecnologie di sostituzione di quelle esistenti
continuano e devono continuare. Per
quanto riguarda Doha, non sono state
prese molte decisioni.
Lʼaccordo ottenuto sul prolungamento
del protocollo di Kyoto è un accordo
con un numero di paesi così esiguo
che lʼimportanza, a mio avviso, è rela-
tiva. Questi paesi sono lʼUnione
Europea, qualche paese limitrofo
come la Norvegia, sempre pronti a
prendere misure a favore dellʼambiente e lʼAustralia che persegue da 2 anni
una politica a favore dellʼambiente.
Questi paesi, tuttavia, rappresentano
solo il 15% delle emissioni di gas ad
effetto serra a livello mondiale e questa percentuale continua a diminuire.
Questi impegni sono essenzialmente
degli impegni negoziati precedentemente. Vi è però il risultato di diversi
anni di dibattiti nel quadro del
Protocollo di Montreal.
Al livello più alto del Convegno, che
riunisce i Ministri dellʼAmbiente dei
diversi paesi e i responsabili di organizzazioni intergovernative e non
governative, diversi Ministri hanno
pronunciato discorsi in cui gli HFC
erano considerati come qualcosa di
cui occuparsi. Fino ad ora lʼIstituto
Internazionale del Freddo era il solo
organismo a prendere in considerazione gli HFC in occasione dei discorsi ufficiali che i ministri e i responsabili intergovernativi pronunciano in
occasione dei convegni sul cambiamento climatico. Dunque, per la prima
volta non sono stato il solo a fare questo tipo di affermazione e credo che
questo fatto rappresenti un passo in
avanti nellʼaccettazione di un futuro
accordo sugli HFC.
Questo accordo, se verrà raggiunto,
dovrebbe essere siglato nel quadro
del Protocollo di Kyoto e della
Convenzione di Rio sul cambiamento
climatico e il contenuto di questo
accordo potrebbe essere di affidare al
segretariato del Protocollo di Montreal
di mettere a punto un calendario di
riduzione progressiva del consumo e
della produzione di HFC in tutti i paesi
industrializzati e in via di sviluppo.
Ciò vuol dire che se si giungerà a
regolare gli HFC , ciò dovrà avvenire
nel quadro di un accordo generale da
sancire prima del 2015, data cardine
per un accordo sul clima. Vorrei
aggiungere una cosa molto importante che potrebbe anche servire da
introduzione ai punti relativi allʼUnione
Europea.
La Commissione Europea ha adottato un progetto di regolamentazione
degli HFC poco prima del Convegno
di Ginevra. Lʼha presentato ufficialmente a Ginevra ed ora la
Commissione Europea è al massimo
del suo impegno sia nel quadro del
protocollo di Montreal che in quello di
Kyoto al fine di ottenere un accordo
generale sugli HFC.
Per quanto riguarda la questione
ambientale lʼEuropa vuole essere in
prima fila. Ora è in corso una revisione della regolamentazione sui
gas refrigeranti fluorurati, che diventerà più severa. Alcune proposte
sono già state presentate. Cosa
pensa di questa regolamentazione e
del futuro degli HFC in Europa?
Credo che ora vi sia la volontà da
parte dellʼEuropa di organizzare la
riduzione del consumo e della produzione degli HFC. Questo passo fa
parte delle misure che permetteranno
allʼEuropa di tener fede ai suoi impegni per il 2020 di ridurre del 20% le
emissioni di gas ad effetto serra: ciò fa
parte dello sforzo che deve fare
lʼUnione Europea. Vi è anche un
accordo generale sul fatto che gli HFC
sono potenti gas ad effetto serra e che
vi sono tecnologie alternative già presenti sul mercato o almeno, su segmenti importanti del mercato del freddo e del condizionamento dellʼaria
anche se a volte si tratta di una realtà
marginale, ma queste tecnologie sono
promettenti per il futuro.
Quando si vedono, per esempio, le
posizioni prese dagli industriali come
quelli dellʼassociazione EPEE, è ben
visibile che esiste un accordo generale a favore di unʼazione sugli HFC, a
condizione che si tenga conto dellʼefficienza energetica degli impianti. Il problema riguarda soprattutto lʼampiezza
della riduzione programmata.
A questo riguardo, la commissione
europea propone una riduzione del
79% delle emissioni entro il 2030: lʼobiettivo è ambizioso dal punto di vista
degli investimenti che questo piano
comporterebbe e dei problemi inerenti alla sicurezza, alla formazione e alla
regolamentazione. Inoltre, cʼè un certo
numero di misure complementari che
riguardano, per esempio, il divieto
relativo ad alcuni refrigeranti a forte
effetto serra per alcune applicazioni o
lʼestensione dei controlli al settore del
trasporto refrigerato.
Si tratta di una serie di misure secondarie che hanno lʼobiettivo di assicurare una riduzione sostanziale delle
emissioni. Il problema ora è quello di
conoscere le reazioni degli stati
membri dellʼUnione Europea e del
Parlamento Europeo. Alcuni paesi ed
alcune organizzazioni sono a favore
di una proposta più esigente; altri
sarebbero a favore di un atteggiamento più morbido, almeno fino al
2030. A mio avviso, penso che sia
necessario considerare la proposta
senza mai perdere di vista la situazione internazionale.
Come ho appena detto, nel 2015 si
dovrebbe siglare un accordo sugli HFC
che farebbe parte dellʼaccordo generale sul clima. Il 2015 è lʼanno limite per
la soluzione al problema climatico.
Lʼaccordo sul clima dovrebbe precedere la riduzione dei gas ad effetto serra
a partire dal 2020; è auspicabile tuttavia che lʼaccordo sugli HFC allʼinterno
dellʼaccordo sul clima, prenda il via
prima del 2020. Ciononostante non
25
dovrebbe partire prima del 2015.
Sarebbe, probabilmente, una data
intermedia tra il 2015 e il 2020.
Se ci sarà un accordo prima del 2015
dovrà essere preceduto da negoziazioni. Dato che i paesi emergenti si
oppongono a qualsiasi accordo sugli
HFC, cercheranno di negoziare le
disposizioni previste negli emendamenti attuali. Tra i paesi industrializzati gli Stati Uniti e il Giappone, in questa
fase, non hanno preso alcun impegno
interno sugli HFC. Dunque ci sono
delle incognite sullʼaccordo finale. Ci
potrebbero essere delle varianti agli
emendamenti del Protocollo di
Montreal che siglerebbero una diminuzione dellʼ85% della produzione e
del consumo degli HFC nel 2033 per i
paesi industrializzati e nel 2043 per i
paesi in via di sviluppo.
Eʼ poco probabile che questi obiettivi
vengano raggiunti e, dunque, la questione è quella di sapere per quanti
anni si parlerà allʼinterno dellʼUnione
Europea al fine di proteggere il clima,
di tener conto delle limitazioni economiche e di creare nuove imprese. Un
altro punto da determinare è quello di
sapere se gli emendamenti secondari
siano misure che permettono di accelerare lʼabolizione progressiva degli
HFC a forte effetto serra o se sarà
necessario prendere misure più morbide. Vi saranno, dunque, dei dibattiti
a livello del Consiglio Europeo e del
parlamento che permetteranno di
determinare se, per esempio, ha un
senso abolire molto velocemente gli
HFC che hanno un effetto serra superiore a 2500. Vi saranno dibattiti a proposito delle misure previste per gli
impianti pre-caricati come gli split e dei
divieti relativi agli HFC con un potenziale di effetto serra superiore a 150.
Per quanto riguarda gli impianti di piccole dimensioni vi sono delle alternative grazie ai refrigeranti naturali.
Invece, per gli impianti di dimensioni
maggiori si possono verificare problemi di sicurezza, che ci sono però,
anche se in minor grado, per i nuovi
HFC a debole effetto serra (HFO).
Se non si procederà alla revisione dei
sistemi di autorizzazione e di controllo, penso che vi saranno problemi seri.
Un punto molto importante è quello
della formazione dei tecnici e lʼ Italia lo
sa bene. I diversi attori devono avere
una buona formazione perché molti di
26
loro non conoscono sufficientemente i
diversi refrigeranti. Si dovrà anche
procedere ad una revisione delle
regolamentazioni sulla sicurezza relative alle diverse tecnologie che
andranno in sostituzione.
Bisogna essere chiari, le diverse tecnologie di sostituzione esistono già
nella maggior parte delle applicazioni
ma non offrono le stesse garanzie di
sicurezza. Vi sono, per esempio, refrigeranti infiammabili, come gli idrocarburi, ma lo stesso principio vale anche
per altri refrigeranti.
Non si potranno utilizzare al meglio i
refrigeranti di sostituzione senza rive-
dere paese per paese, al livello di
Unione Europea e a livello internazionale, le regolamentazioni e le norme,
per esempio, sui refrigeranti infiammabili. Sono in corso dei dibattiti ai quali gli
esperti dellʼIstituto Internazionale del
Freddo partecipano come nellʼISO nel
quadro delle norme CEN ed ogni
paese dovrà porsi il problema di sapere se le norme e le regolamentazioni
attuali sulla sicurezza siano adatte ai
cambiamenti.
Vi sono stati dei progressi nella tecnologia, soprattutto negli ultimi 10 anni,
ed abbiamo impianti più ermetici, più
affidabili.
ULTIME NOTIZIE
■ Nuovo schema di Libretto/Registro delle apparecchiature approvato dal Ministero
dell’Ambiente (vedi sito Ministero Ambiente) - A seguito dell’annuncio in Gazzetta Ufficiale
n. 35 dell’11 febbraio 2013, sono disponibili i formati dei seguenti registri che devono tenere gli operatori delle applicazioni fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di
calore e sistemi fissi di protezione antincendio, contenenti 3 kg o più di gas fluorurati ad effetto serra:
– Registro dell’Apparecchiatura di cui all’articolo 2 del Regolamento (CE) n. 1516/2007
(pdf, 33 KB).
Inoltre, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Direzione Generale
per lo Sviluppo Sostenibile, il Clima e l’Energia, secondo quanto previsto all’articolo 15,
comma 4, del D.P.R. n. 43/2012, può richiedere copia dei suddetti registri.
INFORMAZIONI DALL’EUROPA
■ Più pressione sui costruttori tedeschi di automobili per usare l’ HFO 1234yf - L’Unione
Europea nega l’ultima richiesta delle autorità tedesche di proroga per altri sei mesi della direttiva MAC per continuare l’uso di refrigerante R134a; il gruppo di ricerca delle auto di SAE sottolinea inoltre la fiducia nel 1234yf HFO.
La Commissione europea ha scritto al ministero tedesco dei Trasporti per dire che non si
può avere l’estensione richiesta per l’utilizzo di R134a, aumentando allo stesso tempo la
pressione sulle case automobilistiche tedesche ad allinearsi.
Il Head della Commissione Europea Imprese e Industria Philippe Jean ha ribadito al
Ministero dei Trasporti tedesco che la motivazione richiesta per le estensioni non è più rilevante, poiché si riferisce a problemi con HFO 1234yf superati.
“Dal momento che il problema è stato risolto, come previsto nell’ultimo trimestre del 2012,
l’estensione non è possibile. Quindi non vediamo alcun motivo per rilanciare tale processo
decisionale”. Al tempo stesso è arrivata notizia dal gruppo di ricerca di auto SAE International
che ha annunciato di aver dato nuovamente fiducia nel 1234yf HFO, nonostante si siano
dimesse sia BMW che AUDI dallo stesso gruppo (oltre che in principio Daimler-Benz)
http://www.racplus.com/news/more-pressure-on-german-carmakers-over-hfo1234yf/8642635.article?blocktitle=Latest-News&contentID=2331
■ Ispezioni dei climatizzatori - Le macchine frigorifere e le pompe di calore per le quali
sono stati rilevati valori dell’efficienza energetica inferiori del 15% rispetto a quelli misurati
in fase di collaudo o primo avviamento, devono essere riportate alla situazione iniziale, con
una tolleranza del 5%. Durante gli interventi di controllo e manutenzione degli impianti termici di climatizzazione invernale di potenza termica utile nominale maggiore di 10 kW e sugli
impianti di climatizzazione estiva di potenza termica utile nominale maggiore di 12 kW, si
effettua un controllo di efficienza energetica riguardante il sottosistema di generazione, la
presenza e la funzionalità dei sistemi di regolazione della temperatura centrale e locale nei
locali climatizzati e la presenza e la funzionalità dei sistemi di trattamento dell’acqua.I controlli sull’efficienza energetica vanno inoltre effettuati al momento della prima messa in esercizio dell’impianto, in caso di sostituzione degli apparecchi del sottosistema di generazione
o in occasione di interventi che non rientrano tra quelli periodici.
VENTIQUATTRESIMA RIUNIONE DELLE PARTI
DEL PROTOCOLLO DI MONTREAL (MOP-24)
Ginevra-Svizzera,12-16 novembre 2012
Comunicato presentato dal Dottor DIDIER COULOMB
Direttore dell’Istituto Internazionale del Freddo
L’Istituto Internazionale del Freddo è un’organizzazione indipendente e intergovernativa fondata sulla scienza e la tecnologia. Diffonde
su scala mondiale le conoscenze relative alle tecnologie del freddo
e a quelle collegate con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita
in modo durevole sul piano ambientale, ivi compresi:
– La qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari dal produttore al
consumatore;
– il benessere negli immobili ad uso residenziale e commerciale;
– i prodotti e i servizi nel settore della sanità.
La tecnologia della temperatura molto bassa e la tecnologia della
liquefazione dei gas.
L’efficacia energetica.
L’utilizzo di refrigeranti che non impoveriscano lo strato dell’ozono
e abbiano un impatto debole sul riscaldamento della terra.
Il freddo (ivi compreso il condizionamento dell’aria) è indispensabile alla vita. Conserva i prodotti alimentari ed è fondamentale per la
salute dell’uomo. Il fabbisogno di freddo continuerà ad aumentare
regolarmente , soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Le ricerche
condotte unitamente alle diverse agenzie delle Nazioni Unite lo
dimostrano.
La produzione del freddo contribuisce a due minacce principali per
l’ambiente: l’impoverimento dello strato dell’ozono e il cambiamento climatico. Le prime azioni tese a limitare questi problemi hanno
portato al protocollo di Montreal e al Protocollo di Kyoto.
L’impatto del settore del freddo ha due origini:
– Il freddo utilizza fluidi refrigeranti che, almeno alcuni di essi, se
emessi nell’atmosfera per mancanza di tenuta stagna degli impianti o a causa di un recupero difettoso dei refrigeranti a fine vita,
hanno un impatto negativo sull’ambiente:
– i CFC e, in minor misura, gli HCFC contribuiscono all’impoverimento dell’ozono stratosferico;
– i CFC, gli HCFC e gli HFC sono potenti gas ad effetto serra e favoriscono il riscaldamento del pianeta;
– Il freddo utilizza energia e contribuisce così indirettamente all’emissione di considerevoli quantità di CO2 . Rappresenta in media il
15% del consumo mondiale di elettricità ( ancor più nei paesi industrializzati). Per questa ragione, per ragioni di natura economica e
di disponibilità in futuro, la sostituzione di un impianto non può
essere accettata a meno che non abbia un rendimento energetico
almeno equivalente a quello precedente.
L’IIF formula le seguenti raccomandazioni:
– E’ indispensabile un migliore coordinamento con la convenzione
sul cambiamento climatico: i CFC e gli HCFC, progressivamente vietati dal Protocollo di Montreal, sono spesso sostituti dagli HFC.
– La durata di vita dei dispositivi supera spesso i 20 anni e la loro
progettazione è spesso influenzata dal refrigerante utilizzato, fatto
che rende la sostituzione difficile e costosa. I refrigeranti attuali a
forte potenziale di effetto serra potrebbero essere ancora necessari
in un prossimo futuro. Il confinamento dei refrigeranti deve, dunque, essere migliorato grazie all’ottimizzazione della progettazione e
della manutenzione degli impianti e grazie alla formazione e alla certificazione dei tecnici sia per ragioni di salvaguardia dell’ambiente
che di sicurezza. Il recupero dei refrigeranti deve, dunque, essere
potenziato.
– E’ possibile e raccomandabile favorire l’utilizzo di refrigeranti a
debole effetto serra, come i refrigeranti naturali (ammoniaca, idrocarburi, acqua,..) per i dispositivi nuovi. Esistono già o stanno per
essere messe a punto soluzioni efficaci per numerose applicazioni
in climi diversi, ivi compresi i paesi caldi e/ o in via di sviluppo. E’
necessario privilegiare queste soluzioni soprattutto nel quadro dei
finanziamenti pubblici. Il costo di investimento è, in genere, superiore ma quello relativo al funzionamento è inferiore. E’ necessario
mettere a punto una politica a breve, medio e lungo termine in ogni
paese e in ogni impresa.
E’ fondamentale avere a disposizione un’informazione obiettiva ed
esaustiva su questi aspetti in modo da essere in grado di prendere
decisioni efficaci a livello politico sia nei paesi in via di sviluppo che
in quelli industrializzati. L’istituto Internazionale del Freddo, con i
suoi 60 paesi membri e 600 esperti, è un’autorità mondiale, senza
scopo di lucro, riconosciuta per le sue conoscenze e la sua diffusione ed è a vostra disposizione per offrirvi aiuto a favore di uno sviluppo sostenibile.
***
DICIOTTESIMO CONVEGNO DELLA
CONVENZIONE-QUADRO DELLE NAZIONI UNITE
SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI (COP 18-MOP 8)
Doha (Qatar), 26 novembre - 7 dicembre 2012
Comunicato presentato dal Dottor DIDIER COULOMB
Direttore dell’Istituto Internazionale del Freddo
Il freddo (compreso il condizionamento dell’aria) è indispensabile
alla vita. Il fabbisogno di freddo continuerà ad aumentare regolarmente, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, la produzione del freddo rappresenta in media il 15% del consumo mondiale di elettricità ed alcuni refrigeranti ( i CFC, gli HCFC e gli HFC) sono
potenti gas ad effetto serra quando sono emessi nell’atmosfera.
L’Istituto Internazionale del Freddo formula le seguenti raccomandazioni:
– Un coordinamento con il Protocollo di Montreal: i CFC e gli HCFC,
progressivamente vietati dal Protocollo, sono spesso sostituti con
gli HFC, che sono potenti gas ad effetto serra.
– E’ necessario portare avanti la ricerca e lo sviluppo di nuovi dispositivi efficaci dal punto di vista energetico. Tuttavia, si raccomanda
anche di favorire l’utilizzo di refrigeranti a debole effetto serra,
soprattutto quello dei refrigeranti naturali. Esistono già o stanno per
essere sviluppate soluzioni efficaci per numerose applicazioni nelle
diverse condizioni climatiche.
– Il confinamento dei refrigeranti deve essere ottimizzato e il recupero del refrigerante rappresenta un punto fondamentale. La durata di vita dei dispositivi supera spesso i 20 anni e, per questa ragione, i refrigeranti attuali a forte potenziale di effetto serra possono
essere ancora necessari in un futuro prossimo.
– Una politica a lungo termine deve essere applicata in ogni nazione e in ogni impresa. Perché le decisioni relative alla politica da
seguire siano efficaci, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via
di sviluppo, è fondamentale disporre di informazioni obiettive ed
esaustive.
E’ missione dell’Istituto Internazione del Freddo (IIF) fornire queste
informazioni.
27
Speciale refrigeranti alternativi
Guida ai
Refrigeranti Infiammabili
PRIMA PARTE
CEDRIC SLOAN
Federation of Environmental Trade Associations - FETA
British Refrigeration Association – BRA
Questa guida è stata preparata dal
Cool Concerns Ltd su richiesta del
Council of the British Refrigeration
Association (BRA) per via
dell’aumento nelle applicazioni di
refrigeranti infiammabili come gli
idrocarburi, gli HFO e gli
infiammabili HFC.
Fornisce delle informazioni neutrali
sui problemi dell’infiammabilità
associati a questi refrigeranti e
dirette agli utenti, ai progettisti, ai
proprietari di aziende, ai costruttori
e agli imprenditori.
È un’introduzione ai refrigeranti
infiammabili e una guida da cui si
possono trarre informazioni più
dettagliate se necessario.
Argomenti di questa guida:
● Idrocarburi (HC)
● Idrofluoro-olefine (HFO)
● Idrofluorocarburi infiammabili (HFC)
L’ammoniaca (R717) non è inclusa in
questa Guida. La sezione 10 mostra
dove si possono reperire informazioni
più dettagliate sull’R717.
Questa guida si rivolge all’uso dei refrigeranti infiammabili in modo particolare
nei nuovi sistemi progettati. I sistemi
esistenti che usano refrigeranti non
infiammabili devono essere messi a
punto per i refrigeranti infiammabili.
Al momento della pubblicazione molti
degli standard trattati in questo documento sono in revisione e in particolare: l’EN378, l’ISO 5149 e l’ISO 817. Il
testo indica quali versioni sono citate
in questo documento. Si può far riferimento al British Standards Institute
per i dettagli delle revisioni.
28
Per maggiori informazioni…
Questa Guida è un’introduzione ai
refrigeranti infiammabili. In molti
esempi sarebbe essenziale ricevere
informazioni più dettagliate.
Ci si raccomanda che l’applicazione
e l’installazione dei sistemi che
usano refrigeranti infiammabili siano
controllati, per esempio da un esperto indipendente. Questo dovrebbe
comprovare che:
● Il sistema è stato prodotto secondo
i requisiti e le relative regolamentazioni e gli standard;
● La carica del sistema non supera i
limiti opportuni per la sua collocazione;
● Le sorgenti di ignizione non sono
collocate in una zona potenzialmente infiammabile nelle vicinanze
del sistema caricato con un refrigerante infiammabile;
● Sull’impianto lavorino ingegneri
propriamente formati e qualificati
Si dovrebbe rendere l’utente finale
consapevole che i sistemi sono caricati con refrigeranti infiammabili.
Dove previsto, dovrebbero essere
fornite le informazioni sulle dimensioni minime dei locali in cui l’impianto
può essere collocato e l’estensione
della zona potenzialmente infiammabile intorno all’impianto.
INTRODUZIONE
La tendenza verso l’uso dei refrigeranti infiammabili è aumentata nell’arco dell’ultimo decennio. Gli idrocarburi ora si usano in larga misura sia nei
piccoli sistemi compatti sia nei sistemi più grandi.
L’HFO così come l’R1234ze hanno
un’infiammabilità più bassa e si stanno testando in diverse applicazioni. Si
stanno iniziando ad utilizzare anche
gli HFC infiammabili come l’R32.
Definizioni utili
HC = idrocarburi- sostanze che si trovano in maniera naturale e che contengono solamente idrogeno e carbonio;
HFC = idrofluorocarburi - l’idrocarburo alogenato contiene solamente
idrogeno, fluoro e carbonio;
HFO = idrofluoro olefine- idrocarburo
alogenato che contiene solamente
idrogeno, fluoro e carbonio insaturo.
I refrigeranti sono classificati negli
standards internazionali secondo la
loro infiammabilità e la loro tossicità.
La classificazione “A” indica bassa
tossicità (“B” alta tossicità).
I numeri 1,2 o 3 che seguono le lettere A o B indicano il grado di infiammabilità.
Note: si è proposto di includere la
classificazione di sicurezza A2L nelle
revisioni dell’EN 378 e dell’ISO 817.
E’ già usato negli standard ASHRAE
(American Society of Heating, Refrigeration e Air Conditioning Engineers) ed è nell’uso di fatto, e di conseguenza si è incluso in questo documento.
Per evidenziare che non è ancora
negli standard citati, apparirà come
A2L (proposto) nel testo di questo
documento.
REGOLAMENTAZIONI, STANDARD
E CODICE DEONTOLOGICO
Le classificazioni di sicurezza sono definite nell’ISO817:20091 e sono anche
usate nell’EN378-1:2008 A2:20122.
Ci sono normative e standard che interessano l’uso dei refrigeranti infiammabili. Questi, per esempio, si riferiscono
alla progettazione dei sistemi e dei
componenti, specificano le dimensioni
massime di carica del refrigerante, specificano come le bombole e i sistemi
caricati dovrebbero essere trasportati
e descrivono a grandi linee le competenze richieste degli ingegneri.
ATEX è il nome dato comunemente ai
requisiti legali per controllare le atmosfere esplosive e l’adeguatezza del
dispositivo e dei sistemi di protezione
usati in questi.
● ATEX 95 (94/9/EC) interessa la progettazione dei dispositivi e i sistemi di
protezione destinati all’uso nelle
atmosfere potenzialmente esplosive.
● ATEX 137 (99/92/EC) riguarda i
requisiti minimi per migliorare la
sicurezza, la protezione sanitaria
dei lavoratori potenzialmente a
rischio alle atmosfere esplosive. Si
rivolge, per esempio, agli ingegneri
che offrono assistenza e che lavorano su sistemi HC. DSEAR (Dangerous Substances and Explosive
Atmosphere Regulations, Sostanze
pericolose e Regolamentazioni
dell’Atmosfera Esplosiva) è l’attuazione del Regno Unito dell’ATEX
137. Interessa anche la brasatura
ossiacetilenica sul luogo di lavoro.
L’EN378 (vd. sotto) non è armonizzato
con la direttiva ATEX e non specifica
che applica ATEX, ma fa riferimento
agli standard armonizzati ATEX come
l’EN60079.
Classificazione
di sicurezza
A1
A2, infiammabilità
più bassa
A2L, infiammabilità
più bassa, proposta
una sotto
classificazione
A3, infiammabilità
più alta
Limite inferiore di
infiammabilità, %
in volume nell’aria
Calore
di combustione,
J/kg
Propagazione
della fiamma
Nessun fiamma di propagazione con test a 60 °C e 101.3 kPa
(pressione ambiente)
>3.5
>3.5
≤ 3.5
<19.000
Mostra fiamme
di propagazione
con test a 60 °C e
101.3 kPa
<19.000
Mostra fiamme
di propagazione con
test a 60 °C
e 101.3 kPa e una
velocità massima
di combustione
≤10 cm/s con test a
23 °C e 101.3 kPa
≥19.000
Mostra fiamme
di propagazione
con test
a 60°C e 101.3 Pa
1. ISO817:2009 Refrigeranti – Definizione e classificazione di sicurezza. Nota che la classificazione A2L non è ancora stata adottata è nella revisione attuale proposta di ISO817.
2. EN378-1:2008+A2:2012, sistemi di refrigerazioni e pompe di calore – requisiti di sicurezza e
requisiti ambientali, Part 1 – Requisiti basilari, definizioni, classificazione e criteri di selezione.
I programmatori di sistemi e i costruttori dovrebbero seguire i principi di
ATEX per valutare se può generarsi il
rischio di un’atmosfera esplosiva. Nel
caso dei refrigeranti HC sono fornite
più informazioni dettagliate nel BRA
Codice deontologico - Progettazione
e Costruzione dei cabinet refrigerati
che funzionato con refrigeranti idrocarburi. Sebbene questo Codice interessi i piccoli sistemi, molte delle
informazioni sono applicabili ad una
gamma più ampia.
TRASPORTO DEI GAS
INFIAMMABILI NELLE BOMBOLE
E DISPOSITIVI
Questa sezione interessa sia il trasporto dei gas infiammabili nelle bombole, per esempio durante l’assistenza da parte dell’installatore sia il trasporto dei sistemi di refrigerazione e
di condizionatori d’aria che sono caricati con refrigerante infiammabile per
esempio da parte del costruttore dell’impianto. I requisiti più comuni per le
aziende di installazione e i produttori
di impianti sono trattati sotto.
Trasporto di bombole su strada
La normativa ADR 20073 è un accordo europeo che uniforma le regolamentazioni del trasporto in tutta
Europa. L’ADR si rivolge a coloro che
trasportano gas per lavoro in un veicolo. Alle bombole viene assegnato un
numero di unità di trasporto che dipende dalla capacità o dal peso massimo
del prodotto. Se la carica totale è al di
sotto della soglia ADR si applicano le
regolamentazioni di sicurezza legali di
3. Accordo Europeo inerente al Trasporto internazionale di sostanze pericolose su strada,
International Carriage of Dangerous Goods by
Road.
29
La tabella qui sotto elenca i refrigeranti infiammabili più comuni. Ci sono
molti altri HFC infiammabili elencati nei diversi standard, ma non essendo in
uso nel Regno Unito, non appaiono in questa lista.
Refrigerante
BP1
HC R600a
H
R290
HC
R1270
HC
Care 307
HC
Care 507
HFO
R1234yf
HFO
R1234ze7
HFC
R32
HFC
R143a
HFC
R152a
-12
Gruppo2
di
sicurezza
A3
-42
LFL
kg/m3 3
LFL % 4
Temp. di
autoignizione
°C
PL
kg/m3 5
GWP 6
0,038
1,8
460
0,011
3
A3
0,038
2,1
470
0,008
3
-48
A3
0,047
2,7
455
0,008
3
-23 / -32
A3
0,041
2,0
460
3
-43 / -49
A3
0,038
2,0
460
3
A2 - A2L
0,299
6,5
405
5,88
288 a 293
0,307
14,4
648
0,061
550
-29,4
-19
-51,7
(proposto)
A2L
(proposto)
A2 - A2L
(proposto)
0,06
4
6
-47
A2
0,282
8,2
750
0,056
4300
-25
A2
0,13
4,8
455
0,027
120
risce al trasporto dei sistemi carichi con
refrigerante infiammabile.
I gas infiammabili liquefatti saranno
contenuti all’interno dei componenti di
una macchina frigorifica. I componenti
verranno progettati e testati per tre
volte la pressione standard della macchina. Le macchine frigorifere saranno
progettate e costruite per contenere il
gas liquefatto e precludere il rischio di
esplosione o di rottura della pressione
che contiene i componenti durante le
normali condizioni di trasporto. Le
macchine frigorifere e i componenti
delle macchine frigorifere non sono
soggette ai requisiti dell’ADR se contengono meno di 12 Kg di gas. Il
numero massimo di materiale in qualsiasi veicolo o container non dovrebbe
superare 1000.
Il materiale che fa eccezione dovrebbe essere contrassegnato con l’etichetta, qui sotto riportata (dimensione
minima 100mm x 100mm).
1. BP è il punto di ebollizione alla pressione atmosferica. Per le miscele zeotropiche è il liquido
saturo (bolla)/temperature del gas saturo (dew point).
2. Il gruppo di sicurezza è come elencato nell’EN378-1.
3. LFL (Kg/m3) è il limite di infiammabilità inferiore come elencato nell’EN378-1.
4. LFL (%) è il limite di infiammabilità inferiore come elencato nell’ISO817:2009.
5. PL è il Limite Pratico come elencato nell’EN378-1.
6. GWP è il Potenziale di Riscaldamento Globale come elencato nell’ EN378-1.
7. Questi refrigeranti non sono elencati nelle versioni attuali dell’EN378 o dell’ISO817. Le informazioni vengono dai fornitori dei refrigeranti.
8. L’HFO1234ze non mostra fiamme secondo le condizioni standard di test, ma queste avvengono invece a temperature superiori ai 30°C. L’LFL è determinato a 60 °C.
base, al di sopra della soglia si applica
appieno la legislazione ADR.
La soglia dipende dai prodotti che si
stanno trasportando, ma la maggior
parte delle società di servizi non eccede la soglia. I requisiti legali di base
per la sicurezza per un carico al di
sotto della soglia ADR (esenti i piccoli
carichi) trasportati in un veicolo chiuso
sono le seguenti:
● I conducenti dovrebbero essere consapevoli dei pericoli dei prodotti,
come maneggiarli in modo sicuro, le
procedure di emergenza e l’uso di
dispositivi anti-incendio
● I veicoli dovrebbero essere ben ventilati;
● Dovrebbe essere presente un estintore di 2kg;
● Le valvole delle bombole dovrebbero essere chiuse e gli adattatori
scollegati;
● Le bombole dovrebbero essere sicure e etichettate in modo chiaro.
30
Si raccomanda che i veicoli vengano
contrassegnati con l’apposito segnale
di attenzione a rombo (il rombo di
colore rosso dei gas infiammabili per i
refrigeranti infiammabili) e che vi siano
le informazioni sul carico che si trasporta, per esempio la scheda
TREMcard (Transport Emergency
Card- disponibile presso i fornitori di
refrigerante).
Trasporto di impianti caricati
di refrigerante
Molte di queste informazioni sono
state fornite dal Business Link4.
Trasporto di impianti caricati
di refrigerante su strada
La Parte 3 (elenco delle sostanze pericolose, clausole speciali ed esenzioni
riferite alle quantità limitate e che fanno
eccezione) della Normativa ADR si rife4 Business Link è una risorsa governativa on line
per il commercio.
* Il numero dell’etichetta.
** Il nome del mittente o del destinatario verrà mostrato in questo punto se
non sarà mostrato in qualsiasi altro
punto del collo.
Consigli tecnici devono essere evidenziati per quanto riguarda il dettaglio
dell’ADR e i requisiti per la documentazione.
Trasporto di impianti caricati
via mare
Il codice dell’International Maritime
Dangerous Goods (IMDG) fornisce
una guida sul trasporto di materiali
pericolosi via mare. Informazioni sul
codice IMDH sono disponibili sul sito
(vd. sezione 10) dell’International
Maritime Organization (IMO).
Il codice IMDG è usato dagli operatori
che si occupano del trasporto delle
sostanze pericolose in viaggi che
I seguenti documenti includono una guida sui sistemi che usano i refrigeranti infiammabili.
Documento
Titolo
Guida (riguardante i refrigeranti infiammabili)
ISO817:2005
Refrigeranti
Sistema di designazione
Un sistema chiaro per un totale di refrigeranti
Include le classificazioni di sicurezza (A1, A2, A3).
Impianti di refrigerazione e pompe di calore – Requisiti
di sicurezza ed ambientali – Parte 1: Requisiti di base,
definizioni, classificazione e criteri di selezione
Impianti di refrigerazione e pompe di calore – Requisiti
di sicurezza ed ambientali – Parte 2: Progettazione,
costruzione, prove, marcatura e documentazione
Impianti di refrigerazione e pompe di calore – Requisiti
di sicurezza ed ambientali – Parte 3: Installazione in
sito e protezione delle persone
Impianti di refrigerazione e pompe di calore – Requisiti
di sicurezza ed ambientali – Parte 4: Esercizio,
manutenzione, riparazione e riutilizzo
Riparazioni ai sistemi di refrigerante infiammabile.
Competenza della persona che lavora con i sistemi
refrigeranti infiammabili
EN60079-0:2009
Atmosfere esplosive – Dispositivo
Requisiti generali
Categorizzazione dei gas infiammabili
Classificazione dei dispositivi – Zone
EN60079-10-1:2009
Atmosfere esplosive – Classificazione delle zone
Atmosfere dei gas esplosivi
Zone e classificazione dei dispositivi
Mancanza di test di simulazione
Requisiti del flusso d’aria
EN60079-14:2008
Atmosfere esplosive – Progettazione installazioni
elettriche, selezione e costruzione
Ubicazione delle sorgenti di ignizione
Circuito elettrico
EN60079-15:2010
Atmosfere esplosive – Dispositivo di protezione
dal tipo di protezione “n”
Dispositivi elettrici e spazi chiusi per l’uso nelle zone
potenzialmente infiammabili
Etichettatura del dispositivo elettrico
EN60335-2-24:2010
Dispositivi domestici ed elettrici – Sicurezza
Part 2-24: requisiti particolari per le applicazioni di
refrigerazione, apparecchi macchine del gelato e di
produzione di gelato
Sistemi con meno di 150 g di carica con
refrigerante infiammabile
EN378-1:2008
A2:2012
EN378-2:2008
A2:2012
EN378-3:2008
EN378-4:2008
A2:2012
EN60335-2-40:2003
Limite pratico
Dimensioni massime di carica
Alta pressione di protezione
Spazi chiusi ventilati
Sale dei macchinari
Rilevatori refrigerante
Dispositivi domestici ed elettrici – Requisiti particolari
Progettazione, applicazione e assistenza dei sistemi
per le pompe di calore elettriche – I condizionatori
AC che usano refrigeranti infiammabili
d’aria e i deumidificatori
EN60335-2-89:2010
Dispositivi domestici ed elettrici – Sicurezza
Parte 2-89: requisiti particolari per le applicazioni di
refrigerazione commerciale con un’incorporata o
remota unità di condensazione o un compressore
Sistemi con meno di 150 g di carica di refrigerante
infiammabile, simulazione di perdita di refrigerante
per l’area di classificazione
ADR
Accordo europeo inerente il trasporto di sostanze
pericolose sulla strada
Trasporto di gas infiammabili nei sistemi o dispositivi
attraverso la strada
RID
Regolamentazioni inerenti il trasporto di sostanze
pericolose sulla strada e sulla rete ferroviaria
Trasporto di gas infiammabili nei sistemi o dispositivi
attraverso la rete ferroviaria
IoR A2 and
A3 Code
BRA HC
Cabinet Code
Istituto di Sicurezza di Refrigerazione
Codice deontologico per la refrigerazione
Sistemi che utilizzano refrigeranti A2 e A3
Associazione Britannica di Refrigerazione
Progettazione e costruzione di Cabinet refrigerate
funzionanti con refrigeranti idrocarburi
includono l’attraversata marittima.
Questo interessa i servizi dei traghetti. Nel Regno Unito sono applicate le
regolamentazioni del 1997 della
Marina mercantile (sostante pericolose e inquinante marino) e anche le
regolamentazioni delle sostanze pericolose nelle zone di porto.
Trasporto di sistemi caricati
utilizzando la rete ferroviaria
Il trasporto di sostanze pericolose
Guida Generale
Informazioni per i progettisti sulla sicurezza
dell’applicazione dei refrigeranti HC nei cabinet
refrigerati come le vetrine frigo
attraverso la rete ferroviaria è regolato dall’Appendice C della convenzione Covering International Carriage
by Rail. International Carriage of
Dangerous Goods by Rail (Trasporto
internazionale di sostanze pericolose
attraverso la rete ferroviaria).
In Gran Bretagna si applicano le normative 2009 (e le correzioni) sul
Trasporto di sostanze pericolose e
l’uso dei dispositivi di pressione trasportabili.
Trasporto di sistemi caricati
per via aerea
Le istruzioni Tecniche dell’International Civil Aviation Organization (ICAO)
sono un accordo internazionale di
clausole che governano i requisiti per
il trasporto delle sostanze pericolose
per via aerea. L’International Air
Transport Association (IATA) pubblica
le Normative delle Sostanze Pericolose secondo le istruzioni tecniche
dell’ICAO.
31
Le pubblicazioni e maggiori informazioni sul trasporto di sostanze pericolose per via aerea sono disponibili sul
sito della Civil Aviation Authority .
Alcune compagnie aeree e alcuni
paesi hanno le loro proprie deroghe,
conosciute come State and Operator
Variations (Variazioni di Stato e
dell’Operatore). Le Normative delle
sostanze pericolose IATA forniscono
più informazioni.
L’accettazione del trasporto aereo
dipende dai singoli corrieri e si
dovrebbero fornire consigli specifici
prima di considerare il trasporto
aereo di impianti contenenti refrigeranti infiammabili. Si può trovare la
guida sul sito IATA.
Appendice 1, esempio di etichetta
per un sistema con refrigerante
infiammabile
Refrigerante R290 (Propano)
Questa unità deve essere collocata
in un locale o in un’area con un
volume inferiore a 30 m3.
Nota: soltanto i tecnici che sono
stati formati nel sicuro maneggio e
uso dei refrigeranti idrocarburi (HC)
dovrebbero lavorare con questo
tipo di sistema.
● Lavorare con questo sistema in
un’area ben ventilata o esterna.
● Usare un rilevatore di perdite adatto
per verificare se c’è idrocarburo nell’aria circostante il sistema prima e
durante il lavoro sul sistema (posizionarlo a un livello basso - gli HC
sono più pesanti dell’aria).
● Assicurarsi che non ci siano sorgenti di ignizione (fiamme o componenti elettrici che potrebbero provocare
scintille) nei 3 m attorno alla zona di
lavoro.
● Se i componenti si sostituiscono,
usare sostituzioni equivalenti.
● Fare attenzione al momento della
brasatura e assicurarsi che tutto
l’HC sia stato rimosso dal sistema.
Usare il refrigerante propano (R290).
32
ULTIME NOTIZIE
■ E-LEARNING PER PREPARARSI AL PATENTINO
Formazione a distanza in e-learning SPECIFICO per la preparazione teorica del tecnico frigorista per l’ottenimento del patentino frigoristi.
Il corso e-learning viene svolto in lingua italiana - L’e-learning è una tipologia di formazione a
distanza che funziona tramite internet e la cui caratteristica principale è la possibilità di scegliere il proprio ritmo di crescita professionale e pianificare in modo flessibile, nel tempo e nello
spazio, il proprio percorso formativo(formazione da farsi comodamente sul proprio computer).
DETTAGLI: FG01 - Regolamento Gas Fluorurati - Corso Teorico di preparazione per la
Certificazione per quanto riguarda impianti fissi di refrigerazione, condizionamento d’aria e
pompe di calore per categoria I.
Argomenti del presente modulo: - Sistema Internazionale di unità di misura - Ciclo di compressione di vapore - Caratteristiche generali di miscele zeotropiche - Protocolli e regolamenti Componenti e accessori - Tenere e compilare un registro di impianto - Rischi di movimentazione refrigerante - Test finale di verifica (4 diversi banchi di domande).
Scopo del modulo: Preparare alla Categoria I della Certificazione sui gas fluorurati.
Obiettivi: Alla fine di questo modulo i tecnici saranno in grado di:
- Descrivere il Sistema Internazionale di unità di misura (SI) applicabili al settore della refrigerazione e condizionamento.
- Spiegare le differenze di temperatura di esercizio per condensatori ed evaporatori.
- Indicare le quattro fasi del ciclo di base a compressione di vapore, e descrivere la loro struttura e funzione.
- Spiegare la relazione tra pressione e temperatura, e il suo effetto sulle proprietà di trasferimento di calore di un refrigerante.
- Spiegare in che modo il calore viene trasferito durante le fasi di evaporazione e condensazione del ciclo a compressione di vapore.
- Definire i termini di calore sensibile, calore latente, sottoraffreddamento e il surriscaldamento.
- Spiegare in che modo il cambiamento di fase dei fluidi zeotropici diverso da quello standard
di sola sostanza o miscela azeotropiche refrigeranti.
- Descrivere le caratteristiche dei refrigeranti zeotropici.
- Spiegare come i principali protocolli internazionali e regolamenti influiscono direttamente il
settore della refrigerazione e del condizionamento.
- Descrivere le funzionalità, i vantaggi e gli svantaggi di componenti utilizzati negli impianti di
refrigerazione e/o di condizionamento.
- Elencare i contenuti richiesti in impianti / sistemi di registrazione.
- Descrivere i rischi associati alla manipolazione dei gas refrigeranti fluorurati.
- Spiegare le precauzioni da adottare durante la manipolazione di gas refrigeranti fluorurati differenti.
Durata standard (a seconda di quanto si desiderano approfondire gli argomenti): 10 ore
Costo del corso in e-learning: Euro 200,00 + IVA
IMMAGINI DEL CICLO A COMPRESSIONE DI VAPORE:
Speciale nuove tecnologie nei refrigeranti
I refrigeranti idrocarburi
DANIEL COLBOURNE
Corso del Centro Studi Galileo sugli idrocarburi per le Nazioni Unite UNDP - delegazione
del Ghana: sulla sinistra il docente ing.
Claudio Zilio dell’Università di Padova.
GIZ-Proklima: “Guideline for the safe use hydrocarbon refrigerants”
More information: www.gtz.de/proklima
RILEVATORE FISSO
DEL REFRIGERANTE
titamente danneggiati, e la manutenzione dovrebbe risultare facile.
● I rilevatori potrebbero essere usati
per avviare l’isolamento del dispositivo
elettrico che non risponde ai requisiti
relativi prima che il refrigerante raggiunga il Limite Pratico.
● I rilevatori devono funzionare ad un
livello non superiore al 20% del LFL, e
poi automaticamente attivare un allarme, iniziare la ventilazione meccanica
e fermare il sistema di refrigerazione
quando si innescano.
● I rilevatori devono continuare a funzionare a concentrazioni più alte, e
potrebbero essere usati per attivare
ulteriori allarmi e aumentare la portata
del ventilatore di scarico al momento
in cui rilevano concentrazioni più alte.
● Il rilevatore dei punti di campionatura dovrebbe essere collocato in modo
da fornire segnalazioni veloci appena
si verificano perdite, in modo tale che
l’effetto del movimento dell’aria non
inibisca la loro efficacia; quando il
refrigerante è più pesante dell’aria
(come nel caso della maggior parte
dei refrigeranti HC), i punti di campionatura possono essere collocati al
livello del pavimento.
● I rilevatori devono essere calibrati
per i refrigeranti specifici che intendono rilevare; bisogna essere consapevoli del fatto che certi tipi di rilevatori
(come ad esempio la scarica a corona)
potrebbero non essere necessariamente adatti per i gas infiammabili se il
sensore non è stato progettato correttamente, quindi bisogna assicurarsi
che sia scelta la tipologia corretta.
Si dovrebbero usare, quando possibi-
Di solito, nelle sale in cui sono situati
i macchinari deve essere installato un
appropriato sistema di sicurezza che
comprenda rilevazione del gas,
dispositivi di ventilazione e allarmi.
Oltre alle sale macchine, ci potrebbero essere ulteriori situazioni nelle
quali essere impiegati rilevatori permanenti di refrigerante. In generale, i
rilevatori dovrebbero soddisfare i
seguenti punti:
● Essere installati permanentemente,
e preferibilmente con sistema multi
punto, per soddisfare i requisiti di
sicurezza e allertare l’utente o l’operatore della presenza di perdita di
refrigerante.
● Il rilevatore dovrebbe essere affidabile (meno del 5% di problemi all’anno) e preciso (entro ±3% del LFL limite di infiammabilità inferiore) e non
dovrebbero venire a contatto con altre
sostanze presenti nella sala macchine
o in qualsiasi altro posto.
● Dovrebbero avere un tempo di risposta rapido, per esempio, < 5 s quando
la concentrazione è il 25% del LFL
● Mentre alcuni rilevatori elettronici
possono essere “tarati” da poter reagire solamente ad una determinata
sostanza, altri non riescono a distinguere tra refrigeranti e composti volatili, come i fluidi di pulizia o i solventi;
alcuni rilevatori elettronici possono fornire false letture se sono contaminati
da alcune sostanze chimiche
● Dovrebbero essere installati in punti
strategici così da non essere inavver-
le, rilevatori con tempi di risposta
molto veloci. Ciò nonostante, si
potrebbe notare un certo ritardo di
molti secondi o persino minuti per
un’alta concentrazione di refrigerante
che venga rilevata da un rilevatore di
gas. Quindi, non si può essere certi
che un rilevatore di gas riesca ad
avviare istantaneamente la ventilazione di emergenza. Questo aspetto
deve essere preso in considerazione
nel momento della progettazione dei
meccanismi di reazione di sicurezza.
Dove è in uso un sistema di rilevazione gas, si deve mettere in atto una
robusta manutenzione e schemi di
calibrazione. Si sa che tutti i tipi di rilevazione di gas si danneggiano e possono diventare nel tempo contaminati
e inefficaci dopo brevi periodi di
tempo. L’efficacia di un sistema di rilevazione ed emergenza dipende dal
regime di manutenzione.
Oltre ai metodi convenzionali di rilevazione di gas, altri strumenti dovrebbero essere impiegati per l’identificazione di una perdita. Si potrebbe considerare ciò che segue:
● L’indicazione del livello di carica, che
è uno strumento di rilevazione che
indica che il sistema è correttamente
caricato con il refrigerante
● I sistemi caricati in fabbrica che
hanno alcuni giunti fragili potrebbero
non richiedere indicatori visivi, qualsiasi sistema che può aver bisogno di
un servizio di accesso occasionale ai
componenti del circuito dovrebbe
essere equipaggiato con una spia di
livello sulla linea del liquido.
● Per sistemi più grandi che potrebbe-
33
Tabella 1.
Esempi di sistemi di rilevamento, azioni preventive e livelli di efficacia.
AZIONE
Rilevamento
gas
Attivazione ventola di estrazione
Attivazione/continuazione unità per il flusso d’aria
Ri - direzionare regolatore di flusso (sistema canalizzato)
Interruzione alimentazione elettrica
Chiudere valvole solenoidi di interruzione
Attivazione valvola bypass
Interruzione del compressore
ro usare indicatori di livello, si dovrebbero preferire indicatori senza guarnizione che usano sensori magnetici o
induttivi o capacitivi.
INTEGRAZIONE DEI CONCETTI
DI SICUREZZA DEL SISTEMA
In linea di massima, l’approccio iniziale per migliorare il livello di sicurezza
dell’impianto dovrebbe essere quello
di ottimizzare il progetto anche per
minimizzare la concentrazione nel
caso di un rilascio catastrofico. Questo
può essere raggiunto attraverso un
numero di differenti considerazioni
progettuali, riducendo, ad esempio, il
più possibile la quantità di carica refrigerante, posizionando le parti che
contengono refrigerante ad un alto
livello, e aggiustando il progetto in
modo da aumentare la velocità dell’aria per favorire la dispersione del rilascio. Appropriate correlazioni possono
34
SISTEMI DI RILEVAMENTO
Commutatore
Algoritmo
di pressione
parametro
✔✔✔
✔✔
✔✔
✔
✔✔✔
✔✔
✔✔
essere utilizzate per identificare i parametri che possono essere usati per
ridurre le concentrazioni per una particolare costruzione.
Dipendendo dal tipo di sistema e dall’ambiente in cui esso è installato,
potrebbe essere possibile incorporare
idee addizionali di sicurezza per ridurre la quantità di refrigerante rilasciata
o per disperdere il refrigerante ed
assicurare una concentrazione più
bassa. Ci sono normalmente due
aspetti di questo approccio: il primo è
un metodo di rilevamento per identificare un potenziale problema e il
secondo è un’azione per cercare di
mitigare il problema. In termini pratici
questi corrispondono a strumenti di
riconoscimento di rilascio di refrigerante e poi a un’azione per ridurre la
quantità di refrigerante che potrebbe
essere uscita, oppure prevenire l’accumulo di una nuvola infiammabile. La
tabella 1 include un numero di esempi
di combinazioni.
✔
✔
✔
✔
✔
✔
✔
Sensore livello
liquido
✔✔
✔✔
✔✔
✔
✔✔✔
✔✔
✔✔
✔
✔
✔
✔
✔
✔
✔
SISTEMI DI RILEVAMENTO
I principali sistemi di rilevamento sono
descritti qui di seguito:
● Rilevamento gas: un rilevatore di gas
è impiegato per individuare la fuoriuscita di refrigerante. Tuttavia, questo
tipo di approccio deve essere utilizzato con attenzione, dato che, particolarmente in certe applicazioni, il rilevatore potrebbe danneggiarsi se non protetto accuratamente o potrebbe essere soggetto a segnali di disturbo provenienti da altre fonti presenti nella
zona. Similarmente, è importante che
il sensore sia posizionato nel punto
migliore per poter avere la maggior
probabilità di rilevamento di concentrazione nel minor tempo possibile.
Oltretutto, la maggior parte dei rilevatori di gas nel tempo richiedono una
calibrazione che potrebbe risultare
poco pratica in alcune situazioni.
● Commutatore di pressione: un commutatore può essere impiegato per fornire un’indicazione di una possibile
perdita di refrigerante. Tuttavia la sua
efficacia dipende dal tipo di sistema ed
è oltremodo sensibile ad altre condizioni come la temperatura esterna, o il
livello interno, cadute di pressione nel
sistema e così via. Normalmente questo non è un sistema particolarmente
affidabile, quindi è necessario testare
il meccanismo negli anticipati livelli di
esercizio e condizioni ambientali.
● Algoritmo dei parametri del sistema:
è possibile caratterizzare la performance del sistema – attraverso parametri quali pressioni e temperature di
saturazione e corrente di compressione – per identificare un deficit di carica, rispetto alle condizioni di esercizio
Figura 1.
Effetto della riduzione della carica di refrigerante su selezionati parametri di sistema, per un sistema
con valvola di espansione termostatica (sinistra) e un sistema a capillare (destra) basato su una temperatura
esterna di 35° C.
e ambientali (ad esempio, il cambiamento nella pressione di condensazione e nella corrente di compressione per una determinata temperatura
esterna). Questo può essere abbastanza affidabile, purché siano presi in
considerazione gli effetti dell’invecchiamento sulle performance del
sistema e che il tempo di risposta sia
rapido rispetto al tempo di una catastrofica fuga di refrigerante. La figura 1
mostra come selezionati parametri di
sistema variano con una carica ridotta, per un sistema che usa una valvola a espansione termostatica e per un
sistema che usa un capillare.
● Sensore livello liquido: per sistemi
con ricevitori, non ci saranno variazioni nella maggior parte dei parametri di
performance del sistema, come il refrigerante fino a che sufficiente refrigerante è fuoriuscito fino a svuotare il
ricevitore; a seconda della capacità
del ricevitore e del livello di carica iniziale, questo potrebbe significare una
gran parte della carica. Per questi tipi
di sistema, l’utilizzo di strumenti come
sensori di livello liquido all’interno di
un ricevitore possono essere impiegati per identificare una riduzione nella
quantità di refrigerante, sebbene il
cambiamento di livello nel ricevitore
potrebbe anche variare in condizioni
di esercizio che devono essere prese
in considerazione.
In aggiunta, ci sono altri mezzi per l’indicazione di perdita refrigerante come
dispositivi a misurazione di flusso utilizzati per identificare la presenza di
bolle nel flusso liquido.*
Il sistema di rilevazione dovrebbe
essere utilizzato per produrre un’azione che aiuti a minimizzare la quantità
di refrigerante rilasciata, o a ridurre la
AZIENDA MULTINAZIONALE CERCA
PERITI ELETTROTECNICI/ TERMOTECNICI
max 35 anni
I candidati saranno coinvolti nell’installazione e manutenzione di impianti ad alto
contenuto tecnologico (termodinamica/vuoto/elettronica) forniti a Clienti Europei.
Questi impianti vengono installati per poi essere utilizzati dalle più affermate aziende
Farmaceutiche Internazionali.
Non è richiesta specifica esperienza nel settore ma si richiede una grande disponibilità
ad imparare.
In preparazione a questo ruolo, il candidato riceverà per alcuni mesi training nei nostri
siti produttivi (Stati Uniti, Cina, Olanda).
Attitudine al lavoro in team, massima disponibilità a viaggi e trasferte all’Estero ed in
Italia e discreta conoscenza dell’inglese completano il profilo.
Possesso della patente di guida.
L’azienda è situata a Trezzano sul Naviglio.
Inviare dettagliato C.V. al fax 02 36562226
esprimendo il consenso al trattamento dei dati personali (L. 675/96)
concentrazione del refrigerante rilasciato o entrambi.
La figura 2 dimostra gli effetti di certe
combinazioni. Nel primo caso, se capita una perdita senza nessuna reazione, un’alta concentrazione di refrigerante può svilupparsi nella stanza per
la durata della fuga.
Con l’uso di una serie di misure, la
concentrazione può essere limitata
attraverso l’utilizzo di uno switch/commutatore di pressione per
pompare il refrigerante all’interno dell’unità esterna, prevenendo così qualsiasi accumulo di refrigerante. In un
altro caso, l’algoritmo parametrico di
sistema può essere usato per effettuare l’aerazione dell’unità all’interno
della stanza in modo tale che il refrigerante venga disperso rapidamente
e l’accumulo sia minore. Nell’ultimo
caso, il rilevatore di gas all’interno
della stanza è utilizzato per attivare la
ventilazione d’estrazione che riduce
quindi il refrigerante dal locale.
AZIONI
Ci sono una serie di azioni che devono essere considerate, nonostante la
loro adattabilità dipenda dal tipo di
* Negli ultimi anni, ci sono stati sviluppi nella tecnologia dei sensori da applicare alle linee del liquido degli impianti che sono utilizzati direttamente
per indicare l’assenza di refrigerante nel sistema
(es. attraverso l’uso di gas-flash). Non è noto se
questi siano stati commercializzati ma tale applicazione rappresenterebbe uno strumento di rilevazione molto interessante per il controllo della sicurezza del sistema.
35
Figura 2.
Cambiamento nella concentrazione al livello pavimento della stanza con attivazione e disattivazione
del flusso d’aria (da notare che questa illustrazione non indica la maggior efficacia di un’opzione rispetto
a un’altra; le differenze sono solo a scopo esplicativo del diagramma).
sistema utilizzato e dalle implicazioni
di costo, come discusse:
● Attivazione ventola di estrazione:
questo è essenzialmente ciò che
dovrebbe essere usato per stanze da
macchinario
● Attivazione e utilizzo unità per il flusso aria: il flusso d’aria da un generatore di aria interno o unità di condensazione può essere molto efficace nella
riduzione della concentrazione di refrigerante disperso, specialmente se la
velocità di emissione dell’aria è alta
● Regolatori di flusso: per un sistema
canalizzato, regolatori nel flusso d’aria
che potrebbero trasportare il refrigerante disperso dall’evaporatore,
essendo direzionati per ventilare ogni
refrigerante all’esterno
● Interrruzione alimentazione elettrica: è molto utilizzato nelle stanze delle
attrezzature, ma può anche essere
utilizzato in altre situazioni, dove
potrebbe crearsi un alta concentrazione di refrigerante vicino a diversi componenti elettrici (anche se protetti);
ovviamente preoccupandosi che gli
interruttori stessi non causino un sorgente di ignizione
● Chiusura valvole solenoidi di interruzione: se parte del sistema fosse
all’esterno, un ciclo di pump-down
potrebbe essere attivato attraverso
l’uso di una valvola solenoide nel circuito del liquido, la quale preverrebbe
il passaggio all’interno del liquido
36
Figura 3.
Utilizzo di una valvola solenoide normalmente chiusa in un sistema
di tipo split o remoto.
refrigerante (vedi figura 3); è necessario l’utilizzo di una valvola solenoide normalmente chiusa in caso di
mancanza di alimentazione elettrica
(in alcuni casi la valvola potrebbe
anche essere posizionata nella linea
di aspirazione ma questo è probabilmente non necessario dato che il
compressore normalmente trafila una
piccola quantità di refrigerante,
soprattutto se questo può incoraggiare la perdita).
● Attivazione valvola by-pass: simile
alla funzione della valvola di interruzione, ma il refrigerante è bypassato
via dai componenti interni
Interruzione del compressore: l’operatività del compressore è terminata
per prevenire che il refrigerante sia
pompato all’interno dello spazio, e nel
caso in cui le parti ad alta compressione siano all’interno, la riduzione di
pressione può aiutare a ridurre la percentuale di perdita.
L’efficacia di questi metodi dipende dal
tipo di sistema e dalla progettazione
della strategia di controllo, quindi è
importante assicurarsi che qualsiasi
approccio sia usato, sia ben testato e
ben verificato in diverse condizioni di
perdita.
●
●
Speciale corso di climatizzazione per i soci ATF
Principi di base
del condizionamento dell’aria
140ª lezione
Il problema del congelamento dello scambiatore freddo
nelle pompe di calore geotermiche
(Continua dal numero precedente)
PIERFRANCESCO FANTONI
CENTOQUARANTESIMA
LEZIONE DI BASE SUL
CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA
Continuiamo con questo numero il
ciclo di lezioni di base semplificate
per gli associati sul
condizionamento dell’aria, così come
da 15 anni sulla nostra stessa rivista
il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni
tiene le lezioni di base sulle tecniche
frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it.
Il prof. Ing. Fantoni è inoltre
coordinatore didattico e docente del
Centro Studi Galileo presso le sedi
dei corsi CSG in cui periodicamente
vengono svolte decine di incontri su
condizionamento, refrigerazione e
energie alternative.
In particolare sia nelle lezioni in aula
sia nelle lezioni sulla rivista vengono
spiegati in modo semplice e
completo gli aspetti teorico-pratici
degli impianti e dei loro componenti.
È ORA DISPONIBILE
LA RACCOLTA COMPLETA
DEGLI ARTICOLI
DEL PROF. FANTONI
Per informazioni 0142.452403
È vietata la riproduzione dei disegni su
qualsiasi tipo di supporto.
INTRODUZIONE
Può capitare anche alle pompe di
calore geotermiche di dover lavorare
con basse temperature della sorgente
fredda. Questo comporta il problema
della formazione di ghiaccio internamente alla batteria fredda, con il conseguente sorgere di alcune problematiche di funzionamento della pompa di
calore stessa.
Per tale ragione appare inevitabile
ricorrere all’impiego di sostanze da
aggiungere all’acqua del circuito di
captazione per abbassare il punto di
congelamento della stessa. La tecnologia offre la possibilità di impiegare
diversi tipi di additivi, la cui scelta risulta essere importante dato che tali
sostanze sono in grado di incidere
anche sulle caratteristiche progettuali della pompa di calore geotermica.
ARIA VS ACQUA NELLE POMPE
DI CALORE
Le pompe di calore con scambiatore
freddo ad acqua si caratterizzano per
una maggiore stabilità della temperatura di evaporazione rispetto a quella che
si verifica in uno scambiatore ad aria.
Infatti una delle particolarità del funzionamento delle pompe di calore ad aria
è quella di avere temperature di evaporazione molto variabili in dipendenza
del valore della temperatura dell’aria
esterna da cui si attinge il calore. In una
tipica giornata autunnale del nordItalia, con temperatura esterna di
+8/+10 °C possiamo pensare ad una
temperatura di evaporazione attorno a
0 °C o leggermente inferiore. Lo stesso impianto, in una giornata invernale
con temperatura esterna, ad esempio,
di -2/-3 °C avrà temperature di evaporazione che si attesteranno anche al di
sotto dei -10 °C.
Quindi una delle caratteristiche di funzionamento che rendono le pompe di
calore con scambiatore freddo ad
acqua preferibili rispetto ad altre tipologie è proprio quella di avere una certa
costanza delle temperature di lavoro e
quindi, di conseguenza, di permettere
di ottenere delle rese termiche meno
variabili durante il funzionamento. Nelle
pompe di calore geotermiche tale stabilità della temperatura di evaporazione
può essere messa in discussione dai
fattori che abbiamo spiegato nel precedente articolo. Questo non comporterebbe grossi problemi di funzionamento dell’impianto in sè, se non per il fatto
che potrebbe accadere che lo scambiatore freddo del tipo a piastre sia interessato dal fenomeno di congelamento
al suo interno dell’acqua del circuito di
captazione.
CONSEGUENZE
DEL CONGELAMENTO
DELL’ACQUA ALL’INTERNO
DELLO SCAMBIATORE
La solidificazione dell’acqua all’interno
dello scambiatore a piastre può avere
diverse conseguenze, a seconda dell’entità dell’abbassamento della temperatura che si verifica. Quando la
temperatura dell’acqua che entra nello
scambiatore è di pochi gradi sopra lo
zero, a causa della sottrazione di calo-
37
Figura 1.
Spaccato di uno scambiatore a piastre con evidenziati i flussi
dei due fluidi che scambiano calore. Le piastre e gli spazi che essi
delimitano hanno spessori di qualche millimetro..
alcuni di essi. Ovviamente l’utilizzo di
una sostanza piuttosto che un’altra
comporta delle conseguenze sulle
caratteristiche e sulle proprietà della
soluzione che a loro volta vanno ad incidere sulle caratteristiche dei vari componenti utilizzati nella pompe di calore.
Oltre ad influire sulle caratteristiche di
scambio termico della soluzione, infatti, le sostanze antigelo, grazie alle loro
proprietà, comportano la scelta di particolari pompe per la circolazione della
soluzione stessa e vanno anche ad
influire sulla lunghezza del circuito di
captazione del calore.
ANTIGELO A BASE DI ALCOLI
re operata dal refrigerante per evaporare essa può scendere a valori negativi.
Inizialmente all’interno dei canali dello
scambiatore comincia a formarsi un
sottilissimo strato di ghiaccio, che non
compromette lo scorrimento dell’acqua
al loro interno ma che peggiora notevolmente lo scambio di calore e quindi
la resa complessiva dell’impianto.
Mano a mano che lo spessore del
ghiaccio aumenta il flusso dell’acqua
diventa sempre più difficoltoso. Le perdite di carico lato acqua aumentano e
la pompa di circolazione tende a lavorare sempre più sotto sforzo. I consumi di energia elettrica aumentano e
con il lungo andare è anche possibile
che si verifichino degli inconvenienti
nel suo funzionamento. Di pari passo,
lato refrigerante, vedremo una diminuzione della pressione di evaporazione,
provocata dal ridotto scambo termico,
ed una diminuzione della potenza termica erogata.
Come ulteriore conseguenza dell’aumento dello spessore del ghiaccio
all’interno dei canali dello scambiatore
è anche possibile che aumenti la pressione dell’acqua all’interno dello
scambiatore. Nelle condizioni peggiori
e più estreme si può giungere anche
ad una consistente formazione di
ghiaccio all’interno dello scambiatore
con l’insorgere di problemi di tenuta
meccanica dello scambiatore stesso:
ricordiamo, infatti, che durante il suo
processo di solidificazione l’acqua
aumenta il proprio volume.
38
Negli scambiatori di calore a piastre
(vedi figura 1) la distanza tra una piastra e la successiva è mediamente di
pochi millimetri per cui i volumi interni
risultano essere abbastanza ridotti.
Quando il ghiaccio che si forma non
trova spazio da occupare tenderà a
spingere sulle pareti dello scambiatore portando alla deformazione delle
piastre o addirittura al loro disaccoppiamento.
NECESSITÀ DELL’USO
DELL’ANTIGELO
Da tutto quanto detto finora appare
chiaro che per salvaguardare il buon
funzionamento della pompa di calore
e di alcuni suoi componenti è necessario risolvere in maniera definitiva il
problema del possibile congelamento
dell’acqua all’interno dello scambiatore che permette di trasferire il calore
dal circuito di captazione al circuito frigorifero. Per ottenere tale risultato si
deve ricorrere all’impiego di sostanze
antigelo da aggiungere all’acqua in
modo da abbassarne la sua temperatura di solidificazione.
Storicamente varie sono le tipologie di
sostanze utilizzate allo scopo. Esse
sostanzialmente possono essere classificate in tre grandi famiglie: gli alcoli
(metanolo, etanolo, ecc.), i glicoli (glicole etilenico o glicole propilenico) ed
i sali (cloruro di sodio, cloruro di calcio
ed acetato di potassio). Le odierne
tecnologie prevedono l’utilizzo solo di
Tra le più diffuse sostanze antigelo troviamo, assieme al glicole propilenico,
il metanolo, appartenente alla famiglia
degli alcoli. Anche l’etanolo trova
impiego come additivo antigelo. Le
soluzioni che impiegano come antigelo metanolo od etanolo possiedono
come caratteristiche principali la
bassa viscosità e l’elevata capacità di
scambio del calore. I ridotti valori di
viscosità permettono una buona circolazione della soluzione all’interno del
circuito e comportano, come conseguenza, la necessità di utilizzare
pompe di circolazione di minore
potenza e quindi di abbattere i consumi elettrici. L’elevata capacità di scambio del calore, invece, permette di utilizzare circuiti di captazione di minore
lunghezza, abbattendo così i costi iniziali dell’impianto nel suo complesso.
Per contro, questa categoria di
sostanze risulta essere infiammabile,
tossica ed altamente volatile. Tuttavia,
una volta opportunamente dosata e
miscelata con l’acqua, la soluzione
risultante non presenta problemi di
infiammabilità.
L’etanolo puro di per sè non risulta
essere una sostanza tossica. Tuttavia
per gli usi necessari nelle pompe di
calore deve essere denaturato. Le
sostanze denaturanti rendono l’etanolo tossico ed addirittura corrosivo nei
confronti delle tubazioni in polietilene
che formano il circuito sotterraneo
per la captazione del calore. Il metanolo non presenta tali problemi di
corrosività ma la sua tossicità risulta
essere maggiore rispetto a quella
dell’etanolo.
●
Visita CSG su www.centrogalileo.it
I PROBLEMI
DEI FRIGORISTI:
LA PAROLA
ALL’ESPERTO
GIANFRANCO CATTABRIGA
Continua con questo numero lo spazio “parola all’esperto”
per un confronto interattivo con i nostri lettori sui problemi che questi
hanno e la loro soluzione. Chiunque desideri sottoporci un quesito o
desideri avere chiarimenti su un problema specifico può inviarci una email
a [email protected], risponderemo direttamente sulla rivista
in maniera che tutti i frigoristi possano trarne beneficio.
Inoltre per un confronto continuo tra i tecnici della refrigerazione sulle
problematiche che si trovano ad affrontare, i tecnici possono iscriversi al
forum ufficiale dei tecnici del freddo su google: “frigoristi gruppi”.
Consultando le pubblicazioni tecniche di vari costruttori di compressori, ho notato che il numero massimo di cicli consigliati varia da
costruttore a costruttore e anche
da modello a modello.
C’è un limite agli avviamenti del
compressore frigorifero?
L’argomento è estremamente importante così come è estremamente
misconosciuto alla maggior parte
degli operatori frigoristi.
È vero! Ogni compressore frigorifero
ha un numero massimo di cicli avviamento-arresto che deve essere rispettato al fine di evitare danni irreversibili
allo stesso e questi limiti sono riportati nelle pubblicazioni tecniche edite dal
costruttore completati con informazioni accessorie per la corretta gestione
del prodotto.
Ora focalizziamoci sull’argomento
“numero massimo di cicli” sfrondandolo dalle informazioni non veritiere e
valutando i risvolti più interessanti.
Il numero di cicli avviamento-arresto di
un compressore da cose viene determinato?
Il progettista provvede a calcolare il
fabbisogno termico (o carico termico)
della struttura da raffreddare (cella frigorifera o area da condizionare); è
bene ricordare che il risultato finale del
calcolo è riferito al fabbisogno termico
nelle 24 ore.
Arrivato a questo punto, il tecnico deve
determinare per quante ore l’impianto frigorifero (e quindi il compressore)
deve funzionare e per quante ore
deve stare fermo; di norma si prevedono 18 ore complessive di funzionamento e 6 ore complessive di arresto,
quindi fabbisogno termico nelle 24
ore diviso 18 ore.
Il risultato di tale calcolo è una potenza frigorifera erogata dal compressore
che è esuberante rispetto al fabbisogno orario della struttura da raffreddare; questo “squilibrio” è già una delle
cause di un ciclaggio più o meno frequente.
Nel valutare le conseguenze di una
rapida successione di cicli, possiamo
tranquillamente scartare un cedimento strutturale del compressore; la sua
progettazione viene condotta prendendo in considerazione criteri di resistenza agli stress meccanici talmente
severi da superare ampliamente quelli derivanti dagli avviamenti; in parole
molto pratiche, il compressore è in
grado si sopportare migliaia di avviamenti in breve tempo senza subirne
alcun danno.
I danni derivanti da frequenti cicli sono
solo di carattere elettrico e di lubrificazione, vediamoli nel dettaglio.
Riscaldamento del motore elettrico
Lo statore del motore elettrico che
equipaggia il compressore è essenzialmente una resistenza elettrica e
che, come tale, attraversato da corrente elettrica, sottostà alla legge di
Joule.
In fisica, l’effetto Joule, anche detto
effetto termico o legge di Joule, è un
fenomeno per cui un conduttore attraversato da una corrente elettrica
disperde energia sotto forma di calore
in funzione dell’intensità della corrente
elettrica che lo attraversa.
Ne consegue che, tanto più grande è
la quantità di corrente assorbita dal
motore tanto più grande è il riscaldamento dell’avvolgimento; al momento
dell’avviamento del compressore, è
necessaria una grande quantità di corrente per vincere l’inerzia delle parti in
movimento, con conseguente innalzamento della temperatura della massa
dello statore.
Una volta raggiunta la velocità di regime (1450 giri/minuto per i motori a 4
poli a 50 Hz e 2900 giri/minuto per i
motori a 2 poli sempre a 50 Hz) la corrente assorbita crolla repentinamente
al valore che compete alle condizioni
di normale funzionamento.
Il calore accumulato nello statore
viene invece smaltito in vari modi:
1) il calore viene rimosso dal flusso di
refrigerante che lo attraversa durante
il funzionamento del compressore.
2) il calore viene smaltito grazie allo
scambio termico tra corpo compressore caldo e l’ambiente circostante
che si trova a temperatura più bassa.
Nel primo caso, il refrigerante che dall’evaporatore arriva all’aspirazione del
compressore, attraversa il suo motore
elettrico e così facendo provvede al
suo raffreddamento.
La temperatura del motore troverà un
suo equilibrio quando il calore prodotto dalla corrente assorbita sarà
pari al calore rimosso dal flusso di
refrigerante.
Questa temperatura di equilibrio si
raggiungerà solo se la fase di funzionamento avrà una durata sufficiente.
Durante il funzionamento, ma specialmente durante la fase di arresto, il
39
corpo compressore ha una temperatura più alta dell’ambiente che lo circonda ne consegue che:
– maggiore è la differenza di temperatura, maggiore è il calore dissipato
– più grande è la massa del compressore, maggiore è il calore accumulato
– maggiore è il calore accumulato, più
lungo è il tempo necessario per il raffreddamento
Consultando le pubblicazioni tecniche
potremo verificare che per compressori di grossa mole il costruttore suggerisce (anzi raccomanda) un numero
di cicli/ora molto minore di quelli suggeriti per compressori di piccole
dimensioni.
Riepilogando, una volta che all’avviamento il motore si è surriscaldato, la
successiva fase di funzionamento
deve essere abbastanza lunga da permettere la rimozione del calore in
eccesso e raggiungere la temperatura
di regime che compete alle condizioni
operative.
Se il successivo avviamento avviene
con il motore non sufficientemente raffreddato, il conseguente aumento di
temperatura andrà a sommarsi alla
temperatura alta del motore; una tale
situazione ripetuta nel tempo è sicuramente la premessa alla bruciatura del
motore.
Lubrificazione del compressore
Durante la fase di arresto del compressore, il lubrificante sgocciola dalle
parti meccaniche più lontane verso il
carter dello stesso.
Più lungo è stato il periodo di arresto,
maggiormente le parti meccaniche
saranno “asciutte” pur mantenendo tra
loro un velo di lubrificante.
AI momento dell’avviamento, questo
velo di lubrificante provvederà a lubrificare le parti in movimento per un
periodo sufficiente a permettere al
sistema di lubrificazione (pompa, disco
centrifugatore, sbattimento) di prelevare il lubrificante dal carter e mandarlo il
circolo.
Se la fase di funzionamento che segue
l’avviamento si protrae per un tempo
insufficiente, le parti in movimento più
lontane non verranno lubrificate, localmente si verificheranno usure anomale che porteranno in breve tempo al
grippaggio.
40
“La gestione della catena del freddo e le innovazioni
della refrigerazione nel settore alimentare”
Workshop industriale del progetto europeo FRISBEE
Roma, 6 Marzo 2013
Il progetto FRISBEE
FRISBEE è il progetto comunitario dedicato all’innovazione della refrigerazione nella catena alimentare del freddo. Il progetto di durata quadriennale
(2010-2014), è finanziato dal Settimo Programma Quadro (FP7) della
Commissione europea.
La sicurezza alimentare e la qualità, il consumo energetico e l’impatto
ambientale sono di grande importanza quando si tratta di catena alimentare
freddo. Il consorzio FRISBEE (www.frisbee-project.eu) vuole mettere a disposizione delle imprese alimentari e delle imprese fornitrici di tecnologie legate
alla catena del freddo nuovi strumenti, concetti e soluzioni per migliorare le
tecnologie di refrigerazione attualmente esistenti e per sviluppare tecnologie
innovative.
Siete pertanto invitati a partecipare al workshop industriale che si terrà il 6
Marzo 2013 a Roma promosso da Feralimentare (partner del progetto). Fra
gli argomenti di carattere industriale che saranno trattati possiamo annoverare i seguenti:
– tecnologie di refrigerazione e le innovazioni
– nuovi strumenti per ottimizzare il consumo di energia
– nuovi strumenti per misurare la qualità e la sicurezza degli alimenti
Per maggiori dettagli potete prendere visione dell’agenda allegata. La partecipazione all’evento è gratuita e, dato il numero esiguo di posti disponibili, è
richiesta una gentile conferma di partecipazione al seguente indirizzo email:
[email protected] oppure potete contattare il dr. Maurizio
Notarfonso allo 065903347.
Sede dell’evento è Federalimentare (Federazione Italiana dell’Industria
Alimentare) sita in viale Pasteur, 10 – 00144 Roma (5^ piano)
(http://maps.google.it/maps?hl=it&tab=wl)
La raccomandazione che viene dai
costruttori di compressori è quella di
fare in modo che il compressore lavori per minimo 5 minuti prima di arrestarsi.
Durante questi 5 minuti, il sistema di
lubrificazione ha modo di inviare olio
anche nei punti più lontani che riscaldandosi raggiunge una soddisfacente viscosità residua (circa 10 cSt)
garantendo una lubrificazione ottimale.
Conclusione
Il rispetto del massimo numero di cicli
raccomandato non è una procedura
impossibile; è sufficiente che sussista
un giusto equilibrio carico termicopotenza erogata, soddisfatta questa
condizione, è necessario che il termostato abbia un differenziale tale da
soddisfare un ragionevole ciclaggio e
nel contempo evitare eccessive fluttuazioni della temperatura da controllare.
Applicando la filosofia che enuncia “i
dispositivi di protezione e sicurezza
non sono mai troppi”, dobbiamo fare
in modo che tutte queste esigenze
vengano soddisfatte; è vero che questa abbondanza di dispositivi grava
immediatamente sul portafoglio se
viene considerata un costo, ma è da
vedere come un investimento che
garantisce una lunga e soddisfacente
vita operativa.
●
Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF
Fughe di refrigerante
da un circuito frigorifero:
quando piccolo è più costoso
del grande
160ª lezione di base
PIERFRANCESCO FANTONI
ARTICOLO DI
PREPARAZIONE AL
PATENTINO FRIGORISTI
CENTOSESSANTESIMA
LEZIONE SUI CONCETTI
DI BASE SULLE TECNICHE
FRIGORIFERE
Continuiamo con questo numero il
ciclo di lezioni semplificate per i
soci ATF del corso teorico-pratico
di tecniche frigorifere curato dal
prof. ing. Pierfrancesco Fantoni.
In particolare con questo ciclo di
lezioni di base abbiamo voluto, in
questi 15 anni, presentare la
didattica del prof. ing. Fantoni, che
ha tenuto, su questa stessa linea,
lezioni sulle tecniche della
refrigerazione ed in particolare di
specializzazione sulla
termodinamica del circuito
frigorifero.
Visionare su www.centrogalileo.it
ulteriori informazioni tecniche
alle voci “articoli”
e “organizzazione corsi”
1) calendario corsi 2013,
2) programmi,
3) elenco tecnici specializzati negli
ultimi anni nei corsi del Centro
Studi Galileo divisi per provincia,
4) esempi video-corsi,
5) foto attività didattica.
È ORA DISPONIBILE
LA RACCOLTA COMPLETA
DEGLI ARTICOLI
DEL PROF. FANTONI
Per informazioni 0142.452403
Introduzione
Non sempre un evento di grandi proporzioni è più dannoso di uno piccolo.
Le microperdite di refrigerante da un
circuito frigorifero sono di difficile individuazione e portano nel tempo ad
uno scadimento della resa dell’impianto frigorifero. Per evitare il più possibile il loro impatto si possono seguire alcuni accorgimenti.
Ci sono fughe e fughe
Il rischio di una fuga dal circuito frigorifero è sempre in agguato. Perdite di
refrigerante si possono verificare sia
quando l’impianto è fermo sia quando
è in funzione. Contrariamente a quanto si potrebbe normalmente pensare
le perdite più costose dal punto di
vista economico sono quelle di piccola entità, che avvengono in maniera
prolungata nel tempo.
Fughe di grande entità
Una grossa perdita, infatti, che di solito avviene in un tempo piuttosto
breve, porta ad un rapido decadimento della resa dell’impianto e può
essere abbastanza agevolmente
individuata, ad esempio grazie all’improvvisa diminuzione delle pressioni
di lavoro, al repentino aumento del
surriscaldamento, alla presenza di
tracce di olio piuttosto evidenti nel
punto dove si è registrata la perdita,
all’improvvisa diminuzione della
potenza frigorifera erogata e quindi
alla conseguente risalità della tempe-
ratura nella cella frigorifera, all’intervento delle sicurezze o del sistema di
allarme o in base a molti altri fattori.
In casi come questi dal momento in
cui si verifica la perdita al momento in
cui viene eseguita la riparazione il
tempo che trascorre è limitato.
Fughe di piccola entità
Nel caso di piccole perdite, invece, è
più difficile intervenire. Anche in questo caso, infatti, le pressioni di lavoro
possono variare, così come il surriscaldamento e la potenza frigorifera
erogata. Tuttavia le loro variazioni
sono di lieve entità e per questo è difficile addebitarle con sicurezza alla
presenza di una fuga.
Una perdita di piccola entità può far
variare le pressioni di lavoro di qualche decimo di bar, o forse meno, in un
arco temporale anche piuttosto lungo:
quando il frigorista rileva una diminuzione così piccola della pressione
come può con certezza attribuirla alla
presenza di una fuga?
Le cause che possono far variare le
pressioni di lavoro sono molteplici e
quindi è difficile stabilire una relazione
di causa-effetto tra una lettura del
manometro diversa dal consueto e la
presenza di un difetto di tenuta. Lo
stesso ragionamento può essere fatto
per la misura del surriscaldamento.
Una piccola fuga non sempre comporta una fuoriuscita di olio, e quindi nemmeno tale indicatore può aiutare nella
sua individuazione. L’impianto frigorifero perde di potenza con molta gradualità, lentamente: è vero che il com-
41
pressore gira più a lungo ma è difficile
stabilire se i tempi di funzionamento
aumentano. Di solito è un parametro
che non si tiene in considerazione.
Poichè la perdita di refrigerante è
molto piccola i pressostati di sicurezza
non intervengono (ammesso che essi
siano presenti) e nemmeno gli allarmi
entrano in funzione.
Così, dato che la fuga non è associata ad alcuna variazione evidente delle
condizioni di funzionamento dell’impianto, quest’ultimo continua a lavorare senza che nessuno si accorga di
ciò che si è verificato.
Il tempo passa e, piano piano, la perdita di efficienza che letta in un istante
sembra insignificante porta, in un arco
temporale di settimane o di mesi, ad
un aumento dei consumi non irrilevante, senza che nessuno si sia accorto
dell’accaduto. E anche quando il dubbio sorge, perchè inevitabilmente
dopo un po’ di tempo si nota che c’è
qualcosa che non funziona, rimane
comunque difficoltoso andare a rilevare con esattezza il punto in cui tale
fuga si è verificata.
Una piccola fuga comporta una minima perdita di refrigerante che, una
volta fuoriuscito dal circuito può essere rapidamente diluito dalla presenza
di correnti d’aria (ad esempio provocate dalle ventole del condensatore o
dell’evaporatore) e quindi difficilmente
individuabile o comunque non individuabile mediante l’utilizzo di alcuni
metodi di rilevazione.
Nei casi più sfortunati la perdita può
anche avvenire in punti del circuito che
si trovano all’interno della schiuma di
isolamento o in punti in cui le tubazioni
frigorifere sono isolate. In questi casi
l’individuazione delle piccole fughe
diventa quasi una lotteria. Nel frattempo l’impianto continua a funzionare ma
il suo funzionamento diventa ogni giorno sempre più costoso.
Alcuni accorgimenti
Per limitare i costi delle piccole fughe
di refrigerante non bisogna aspettare
che si manifestino in maniera grossolana difetti di funzionamento dell’impianto. Quando questo succede vuol
dire che l’impianto ha lavorato per
lungo tempo in condizioni non buone e
durante tutto questo tempo non solo il
proprietario ha senz’altro dovuto
42
Figura 1.
Fuga di refrigerante da un giunto flangiato di un grosso impianto
frigorifero individuata attraverso l’utilizzo di una lampada UV.
sostenere costi di funzionamento
maggiori, ma alcuni componenti dell’impianto (ad esempio il compressore) hanno lavorato in condizioni non
ideali e quindi sono stati oggetto di
maggiore usura. Quindi è importante
la verifica periodica e programmata
dell’assenza di fughe, anche al di là di
quanto impongono le normative. Tutti
gli impianti vanno monitorati, anche
quelli con carica inferiore a 3 chilogrammi che le norme esonerano dal
controllo.
Negli impianti un po’ più grandi sono
senz’altro d’aiuto i rilevatori fissi delle
perdite. Se installati a regola d’arte e
nei punti strategici permettono di avvisare con tempestività nel caso ci sia
una fuga. Se il luogo di installazione
dell’impianto non è soggetto a correnti d’aria, il ristagno di refrigerante può
permettere al rilevatore di avvisare
anche nel caso si verifichino fughe di
piccola entità.
Le piccole perdite si possono verificare non solo in corrispondenza dei
giunti (i punti più vulnerabili sotto questo punto di vista), ma anche quando
si verificano microfessurazioni nelle
tubazioni. In commercio esistono
tubazioni di rame di basso costo ma
anche di non buona qualità che talvolta portano al verificarsi di inconvenienti di questo tipo.
Una verga di rame di qualità scadente
può essere impiegata per assemblare
anche decine di impianti: quando il
materiale cede significa vanificare ore
e ore di lavoro (anche eseguito a regola d’arte) ma anche correre il rischio
che il buon nome dell’azienda venga
messo a repentaglio. Le vibrazioni
sono uno dei peggiori nemici per la
tenuta del circuito frigorifero: esse agiscono nel tempo e piano a piano indeboliscono i giunti ed i materiali. È un
lavoro ai fianchi che si accumula progressivamente, tanto più pericoloso
quanto più porta ad un lento decadimento delle proprietà meccaniche e di
tenuta. L’uso di giunti antivibranti può
dare una mano a risolvere parecchi
problemi in tal senso.
Ogni volta che ci si collega al circuito
frigorifero si può essere inconsapevolmente responsabili dell’origine di una
fuga. Le valvole Schräder non sempre
sono a perfetta tenuta. La guarnizione
di tenuta può deteriorarsi nel tempo o
essere soggetta a fenomeni di corrosione da parte del refrigerante o di
altre sostanze. L’elemento di tenuta
della valvola è il tappo, che va accuratamente avvitato fino in fondo per evitare che ci possano essere delle perdite. Lo spillo della valvola può deformarsi a seguito di continue collegamenti/scollegamenti delle tubazioni
flessibili necessarie per eseguire la
misura delle pressioni con il gruppo
manometrico. D’altra parte è impensabile non poter eseguire tali misure
durante le operazioni di controllo del
funzionamento o di diagnosi di mal-
funzionamenti. Negli impianti non
troppo piccoli si potrebbe prevedere
l’installazione di manometri fissi sul
circuito, per avere la possibilità di controllare le pressioni con continuità
senza doversi collegare con frequenza al circuito frigorifero.
I punti più probabili per una perdita
sono i giunti. Ogni giunto evitato è un
rischio in meno. Soprattutto per quanto riguarda i giunti meccanici a flangia
e a cartella (vedi figura 1). Nelle operazioni di retrofit può accadere che un
giunto che originariamente non perdeva presenti un difetto di tenuta.
Alcuni dei nuovi refrigeranti impiegati
hanno molecole molto piccole, in
grado di “sfuggire” anche da punti da
cui i vecchi refrigeranti non riuscivano
a passare.
Prestare attenzione a tutti quei componenti che funzionano grazie a dei
soffietti che, in base alla pressione
presente al loro interno, producono
una certa azione. È il caso, ad esempio, dei pressostati o delle valvole
pressostatiche per l’acqua, che installati sul lato di alta pressione del circuito possono con il tempo vedere deteriorarsi i propri componenti e dare origine a fughe di gas anche di piccole
dimensioni.
●
CALENDARIO CORSI 2013
ed esami certificazione Frigoristi
Per programmi, informazioni e dettagli: Tel. 0142 452403 - Fax 0142 341009
www.centrogalileo.it (alla voce “corsi”)
È vietata la riproduzione dei disegni su
qualsiasi tipo di supporto.
RIVISTA DIGITALE
Tutte le riviste possono essere pure
sfogliate online in formato digitale.
Al seguente link:
http://bit.ly/rivista10-2012
può prendere visione delle ultime
notizie dal mondo della refrigerazione
e del condizionamento
43
Assistenza tecnica agli abbonati - soci ATF
Consigli pratici
per l’installatore frigorista:
regolatori di pressione
e valvole per acqua
PRIMA PARTE
MARIARITA DELLA RAGIONE
Danfoss
IMPIEGO
I regolatori di pressione vengono usati sia sulla bassa
che sull’alta pressione per assicurare una pressione
costante.
Il regolatore di pressione può essere usato sull’evaporazione.
compressore comune, nei
quali si desidera ottenere la
stessa pressione di evaporazione, il regolatore di evaporazione va installato sulla
tubazione di aspirazione
comune.
A = regolatore di pressione sull’evaporazione.
H = termostatica.
Il regolatore di pressione può essere usato sulla condensazione.
Il regolatore di pressione può essere usato come regolatore di avviamento.
Il regolatore di pressione può essere usato come regolatore della capacità.
Il regolatore di pressione può essere usato come regolatore della pressione del ricevitore.
Esiste anche il regolatore con valvola a pressione differenziale.
Regolatore di evaporazione
Il regolatore viene usato sulla aspirazione per regolare la
pressione di evaporazione
in impianti frigoriferi dotati di
uno o più evaporatori. In
questo tipo di impianti frigoriferi, che lavorano con differenti pressioni di evaporazione, il regolatore di evaporazione viene installato a
valle dell’evaporatore a
pressione più elevata.
Per evitare la condensazio- A = regolatore di pressione sull’evaporazione.
ne del refrigerante durante G = valvola di ritegno.
l’arresto del compressore,
installare una valvola di ritegno (di non ritorno) a valle dell’evaporatore a pressione più bassa.
In impianti frigoriferi con evaporatori in parallelo e con
44
Il regolatore della pressione
di evaporazione dispone di
un attacco per il manometro
che può essere usato per la
taratura della pressione di
evaporazione. Il regolatore
mantiene una pressione
costante nell’evaporatore.
Apre all’aumentare della
pressione di entrata (pressione di evaporazione).
Regolatore di condensazione
Il regolatore di condensazione viene normalmente installato tra il condensatore raffreddato ad aria e il ricevitore. Il regolatore di condensazione mantiene una pressione costante nei condensatori raffreddati ad aria e
apre quando aumenta la
pressione di condensazione.
Insieme con un regolatore di
pressione del ricevitore o
una valvola a pressione dif- F = valvola a pressione differenziale.
= regolatore di pressione sulla conferenziale, il regolatore di Bdensazione.
condensazione
assicura
che il ricevitore abbia una pressione di liquido sufficiente-
mente alta in condizioni di funzionamento variabili. Il regolatore dispone di un attacco per il manometro che viene
usato per la taratura della pressione di condensazione.
Nei casi in cui il condensatore raffreddato ad aria ed il
ricevitore siano entrambi
collocati all’aria aperta o in
un ambiente molto freddo,
può essere difficile avviare
l’impianto frigorifero dopo
un lungo periodo di arresto.
In tal caso, il regolatore di
condensazione va installato
a monte del condensatore
B = regolatore di pressione sulla conraffreddato ad aria con una densazione.
a pressione differenziale.
valvola a pressione diffe- FG == valvola
valvola di ritegno.
renziale, sistemato su una
tubazione bypass del condensatore.
Il regolatore di condensazione viene usato anche
per il recupero del calore. In
tal caso il regolatore viene
installato tra il recuperatore
di calore e il condensatore.
E’ necessario installare una
valvola di ritegno tra il condensatore e il ricevitore per
evitare la ricondensazione
del liquido nel condensatore.
ll regolatore di condensazione può essere usato
come valvola equilibratrice
in impianti frigoriferi a sbrinamento automatico. In tal
caso il regolatore va installato tra il ricevitore e la
tubazione di uscita dell’evaporatore.
Attenzione! Il regolatore di
condensazione non deve
mai essere usato come valvola di sicurezza.
Regolatori di avviamento
Il regolatore di avviamento
evita il funzionamento e l’avviamento del compressore
a pressioni di aspirazione
troppo alte. Il regolatore di
avviamento va installato
sulla tubazione di aspirazione dell’impianto frigorifero
immediatamente a monte
del compressore. Il regolatore viene spesso usato in
impianti frigoriferi con com-
B = regolatore di pressione sulla condensazione.
F = valvola a pressione differenziale.
G = valvola di ritegno.
B = regolatore di pressione sulla condensazione.
H = termostatica.
C = regolatore di pressione come regolatore di avviamento.
pressori ermetici o semiermetici, adatti per campi di bassa
temperatura di evaporazione. Il regolatore di avviamento
apre al diminuire della pressione di uscita (pressione di
aspirazione).
Regolatori di capacità
Il regolatore di capacità
viene usato per regolare la
capacità in impianti frigoriferi, in cui si possono verificare fasi di carico ridotto e
dove necessario evitare una
aspirazione troppo bassa e
un ciclaggio dei compressori. Un’aspirazione troppo
bassa provoca il vuoto nell’impianto. In impianti con D = regolatore di pressione come regolatore di capacità.
compressori aperti ciò comporta il rischio di penetrazione dell’umidità. Il regolatore di
capacità viene normalmente installato su un bypass tra la
mandata del compressore e l’aspirazione. Il regolatore di
capacità apre al diminuire della pressione di aspirazione.
Se si considera una regolazione più precisa di una
bassa pressione di aspirazione, in alternativa si può
usare un regolatore di capacità.
H = termostatica.
Il regolatore di capacità può
essere installato anche su
una tubazione bypass dalla
tubazione di mandata del
compressore e con l’uscita
della valvola collegata in un
punto situato tra la valvola di
H = termostatica.
espansione e l’evaporatore. D = regolatore di pressione come regoQuesta soluzione può esse- latore di capacità.
re adottata su un raffreddatore di liquido con più compressori in parallelo e nel caso in cui non si usi un distributore di liquido.
Regolatore della pressione del ricevitore
Il regolatore della pressione
del ricevitore viene usato
per mantenere una pressione nel ricevitore sufficientemente alta in impianti frigoriferi con o senza recupero di
calore. Il regolatore della
pressione del ricevitore
viene usato insieme con un
regolatore della pressione di
condensazione. Il regolatore E = regolatore di pressione come regodella pressione del ricevitore.
della pressione del ricevito- latore
B = regolatore di pressione sulla conre ha un attacco per il mano- densazione.
45
metro che può essere usato per la taratura della pressione del ricevitore. Il regolatore della pressione del ricevitore apre al diminuire della pressione in uscita (pressione
del ricevitore).
IDENTIFICAZIONE
Tutti i regolatori sono forniti con una etichetta che indica tipo
e funzione della valvola, per es. CRANKCASE PRESS.
REGULATOR tipo il regolatore di avviamento. L’etichetta
indica anche il campo di lavoro della valvola e la pressione
max. di lavoro ammessa
(PB/MWP). Sul bordo inferiore c’è una doppia freccia con
le indicazioni + e -. La direzione + (più) significa pressione più alta e - (meno)
pressione più bassa. I regolatori possono essere usati con tutti i refrigeranti esistenti,
salvo l’ammoniaca (NH2), a condizione che vengano rispettati i campi di pressione con cui possono funzionare.
Sul corpo della valvola sono
impresse le sue dimensioni,
per es. 15, e una freccia che
indica la direzione del flusso
nella valvola.
INSTALLAZIONE
Assicurarsi che le tubazioni
intorno alle valvole siano
pulite e ben fissate in modo
da proteggere le valvole
dalle vibrazioni. Tutti i regolatori di pressione devono
essere installati in modo
che il flusso sia nella direzione della freccia. I regolatori di pressione possono
essere installati in qualsiasi posizione, ma in modo che
non si formino trappole d’olio o di liquido.
BRASATURA
Durante la brasatura è importante avvolgere un panno
bagnato intorno alla valvola. Dirigere la fiamma del gas in
modo che la valvola non sia esposta direttamente al calore. Assicurarsi inoltre che al termine della brasatura non vi
46
siano delle scorie nella valvola, poiché queste danneggerebbero il funzionamento
della valvola stessa. Prima
di procedere alla brasatura
assicurarsi che un eventuale
inserto per attacco manometrico sia stato rimosso.
Usare sempre gli occhiali
protettivi durante la brasatura delle valvole.
Attenzione! Le leghe dei materiali di brasatura e gli
antiossidanti emettono del fumo che può essere nocivo.
Leggere pertanto attentamente le istruzioni del produttore
e attenersi alle norme di sicurezza. Tenere la testa lontano dal fumo durante la brasatura. Provvedere a una forte
ventilazione fiamma per evitare l’inalazione di fumo o gas.
Usare occhiali protettivi. Non procedere alla brasatura se
c’è refrigerante nell’impianto, danneggiare il soffietto delle
valvole o altre parti dell’impianto frigorifero.
SVUOTAMENTO
Durante lo svuotamento dell’impianto frigorifero bisogna
assicurarsi che tutte le valvole siano aperte. Le valvole
vengono fornite con la taratura di fabbrica e nelle seguenti posizioni:
il regolatore di evaporazione: chiusa
il regolatore di condensazione: chiusa
il regolatore di avviamento:
aperta
il regolatore di capacità:
aperta
il regolatore della pressione
del ricevitore: aperta
E’ quindi necessario che l’asta di taratura del regolatore
di evaporazione e del regolatore di condensazione sia
girata al massimo a sinistra
durante lo svuotamento dell’impianto frigorifero. In alcuni
casi può essere necessario
procedere allo svuotamento
sia dal lato di mandata che
dal lato di bassa pressione
dell’impianto frigorifero. Si
= regolatore di pressione sull’evaporaconsiglia di effettuare gli Azione.
attacchi per manometro del H = termostatica.
G = valvola di ritegno.
regolatore di evaporazione, il D = regolatore di pressione come regodi capacità.
regolatore di condensazione latore
E = regolatore di pressione come regolatore
della pressione del ricevitore.
e il regolatore della pressione C = regolatore
di pressione come regodel ricevitore, in quanto que- latore di avviamento.
F = valvola a pressione differenziale.
sti connettori hanno un’aper- B = regolatore di pressione sulla condensazione.
tura molto piccola.
PRESSIONE DI PROVA
I regolatori di pressione possono essere sottoposti a controllo della pressione dopo
l’installazione sull’impianto frigorifero, se la pressione di
controllo non supera i valori
massimi a cui le valvole possono essere esposte. I massimi valori della pressione di
prova per le valvole sono illustrati nello schema.
Pressione di
prova bar
Tipo
A 12 - 15 - 22
A 28 - 35
C 12 - 15 - 22
C 28 - 35
B 12 - 15 - 22
B 28 - 35
E 12 - 15
D 12 - 15 - 22
28
25
28
25
31
31
31
31
A = regolatore di pressione sull’evaporazione. C = regolatore di pressione come
regolatore di avviamento. B = regolatore di
pressione sulla condensazione. E = regolatore di pressione come regolatore della
pressione del ricevitore. D = regolatore di
pressione come regolatore di capacità.
TARATURA
Per la taratura dei regolatori
di pressione negli impianti
frigoriferi è opportuno assumere come base la taratura
di fabbrica. La taratura di
fabbrica per i singoli regolatori di pressione può essere
rilevata misurando la distanza tra la testa della valvola e
la vite di taratura. La tabella
allegata mostra la taratura di
fabbrica, la distanza x e la
variazione di pressione per
ogni giro della vite di taratura
in tutti i tipi di regolatore.
Tipo
A 12-15-22
A 28-35
C 12-15-22
C 28-35
B 12-15-22
B 28-35
E 12-15
D 12-15-22
Taratuta di Distanza
fabbrica
x
2 bar
2 bar
2 bar
2 bar
10 bar
10 bar
10 bar
2 bar
13
19
22
32
13
15
21
13
bar/
giri
0,45
0,30
0,45
0,30
2,50
1,50
2,50
0,45
A = regolatore di pressione sull’evaporazione. C = regolatore di pressione come
regolatore di avviamento. B = regolatore di
pressione sulla condensazione. E = regolatore di pressione come regolatore della
pressione del ricevitore. D = regolatore di
pressione come regolatore di capacità.
I regolatori di evaporazione vengono sempre forniti con
taratura di fabbrica pari a 2 bar. Girando in senso orario si
ottiene una pressione più alta, girando in senso antiorario
si ottiene una pressione più
bassa. Dopo un certo periodo a funzionamento normale bisogna procedere ad
una taratura più fine. Per
questa operazione usare
sempre un manometro. Se il
regolatore di evaporazione
viene usato come anti-gelo,
la rettifica della taratura
deve essere effettuata con
un carico minimo. A taratura ultimata, rimettere sempre il
cappellotto protettivo.
I regolatori di avviamento vengono sempre forniti con
una taratura di fabbrica di 2 bar. Girando in senso orario si
ottiene una pressione più alta, girando in senso antiorario
si ottiene una pressione più bassa. La taratura di fabbrica
è il punto in cui il regolatore di avviamento comincia ad
aprire o chiudere. Poiché si
tratta di proteggere il compressore, il regolatore di
avviamento deve essere
tarato alla pressione di aspirazione max. ammessa del
compressore. La taratura
viene effettuata usando il
manometro di aspirazione
del compressore.
Regolatore di condensazione + valvola a pressione
differenziale
Negli impianti frigoriferi con un sistema il regolatore di
condensazione+ valvola a pressione differenziale occorre
tarare il regolatore di condensazione in modo da ottenere
una pressione adeguata del
ricevitore. Bisogna poter
accettare che la pressione
del condensatore sia sempre superiore di 1,4-3,0 bar
(caduta di pressione attraverso valvola a pressione
differenziale) a quella del
ricevitore. Qualora ciò non
sia accettabile, usare una
soluzione basata sul regola- F = valvola a pressione differenziale.
= regolatore di pressione sulla contore di condensazione + il Bdensazione.
regolatore della pressione
del ricevitore. Il momento migliore per effettuare questa
taratura è durante il funzionamento nel periodo invernale.
Regolatore della pressione di condensazione + il
regolatore della pressione del ricevitore
Negli impianti frigoriferi con il regolatore di condensazione
+ il regolatore della pressione del ricevitore tarare prima la
pressione di condensazione
con il regolatore di condensazione, mentre il regolatore
della pressione del ricevitore è chiuso (la vite di taratura è svitata completamente
in senso antiorario). Tarare
quindi il regolatore della
pressione del ricevitore a
una pressione del ricevitore
inferiore, per es. di circa 1
= regolatore di pressione come regobar rispetto alla pressione di Elatore
della pressione del ricevitore.
condensazione.
Questa B = regolatore di pressione sulla condensazione.
taratura deve essere effettuata col manometro. Il momento migliore per effettuarla è
durante il funzionamento nel periodo invernale. Se la taratura della pressione di condensazione viene effettuata
durante il funzionamento nel periodo estivo, è possibile
adottare una delle due seguenti procedure:
1) In un impianto frigorifero di nuova installazione e partendo da una taratura ex fabbrica del regolatore di pressione e del regolatore della pressione del ricevitore a 10
bar, la taratura del sistema può essere effettuata contando il numero di giri sulla vite di taratura.
47
2) In un impianto frigorifero già in esercizio, in cui non si
conosce la taratura del regolatore di condensazione e del
regolatore della pressione del ricevitore, occorre anzitutto
stabilire il punto di partenza per la taratura e contare quindi i giri della vite.
VALVOLE PER ACQUA
Impiego
Le valvole barostatiche per
acqua vengono usate negli
impianti frigoriferi con condensatori raffreddati ad
acqua
per
mantenere
costante la pressione di
condensazione sotto carichi
variabili. Le valvole per
acqua possono essere
usate con tutti i refrigeranti I = valvola per acqua.
normali, salvo R717 (ammoniaca), a condizione che venga rispettato il campo di
lavoro delle valvole.
IDENTIFICAZIONE
La valvola per acqua può
essere costituita da un
corpo valvola e da un soffietto. Sull’esterno del soffietto si trova una etichetta
con l’indicazione del tipo di
valvola e del campo di lavoro nonché della max. pressione di esercizio ammessa.
L’etichetta indica inoltre la
pressione di esercizio max.
ammessa sul lato acqua: fornita come PN10 a norma di
IEC534-4. Sul fondo della valvola viene indicata la direzione in cui bisogna girare l’asta di taratura per aumentare o
diminuire la quantità d’acqua.
Oppure la valvola per acqua
può essere costituita da un
corpo valvola con unità di
taratura ed un soffietto.
Sull’esterno del soffietto
una etichetta indica il tipo di
valvola, il campo di lavoro e
la max. pressione di esercizio ammessa. Tutte le indicazioni di pressione si riferiscono al lato condensatore.
Su un lato del corpo valvola sono impressi i seguenti dati:
PN16 (pressione nominale) e per es. DN15 (diametro
nominale) e kvs 1.9 (capacità della valvola in m3/h a una
caduta di pressione di bar.
48
Sul lato opposto del corpo
valvola sono impresse le
sigle RA e DA. RA sta per
“reverse action” (funzione
inversa) e DA significa “direct
action” (funzione diretta).
Quando la valvola per acqua
viene usata come valvola
della pressione di condensazione, il soffietto deve essere
installato vicino alla sigla DA.
INSTALLAZIONE
Le valvole per acqua vengono normalmente installate
sulla tubazione di acqua a
monte del condensatore e
con flusso nella direzione
indicata dalla freccia. Si consiglia di installare sempre un
filtro meccanico a monte
della valvola per acqua per L = Filtro meccanico.
evitare impurità nelle parti I = valvola per acqua.
mobili della valvola. Il soffietto va raccordato mediante un
tubo capillare a tubazione di mandata in un punto a valle
del separatore d’olio. Per evitare ritorni di olio o eventualmente impurità, il tubo capillare deve essere collegato
sulla superficie superiore della tubazione di mandata.
TARATURA
Le valvole per acqua vengono tarate in modo da ottenere la pressione di condensazione desiderata. Girando
l’asta a destra si ottiene una
pressione più bassa, mentre
girandola a sinistra si ottiene
una pressione più alta. Per
la taratura approssimativa si
possono usare i valori della scala graduata 1 - 5. Il valore
1 corrisponde a circa 2 bar e il valore 5 a circa 17 bar. NB.
I valori del campo di taratura indicano il momento di apertura. Per avere una valvola completamente aperta la pressione del condensatore deve essere superiore di 3 bar.
MANUTENZIONE
Si consiglia di sottoporre le valvole per acqua ad una manutenzione preventiva, in quanto, col tempo, intorno alle parti
mobili delle valvole si accumulano delle impurità (depositi).
La manutenzione può includere il lavaggio delle valvole per
acqua, che non solo elimina le impurità, ma consente di
“sentire” se la reazione delle valvole è diventata più lenta.
Il lavaggio della valvola per
acqua può effettuarsi in
modo più agevole se 2 cacciavite vengono inseriti sotto
la vite di taratura. La vite
viene quindi sollevata consentendo l’aumento del flusso dell’acqua.
Anche il lavaggio della valvola per acqua con unità di
taratura e un soffietto può
essere effettuato con due
cacciavite che vanno introdotti in una scanalatura ai
due lati dell’unità di taratura
(alloggiamento della molla)
e sotto la coppa della molla.
Spingendo i cacciavite,
come indicato in figura, si ottiene un aumento del flusso
d’acqua.
Se si sono constatate irregolarità nelle valvole per
acqua o mancanza di tenuta
attraverso la sede della valvola, smontare e pulire la
valvola. Prima di smontare
la valvola, è necessario
togliere la pressione dal soffietto, cioè interrompere il
collegamento col condensatore dell’impianto frigorifero.
Prima dello smontaggio,
svitare la molla di taratura
completamente nel senso indicato dalla freccia nel disegno, fino alla posizione più bassa di pressione di taratura. Dopo lo smontaggio sostituire sempre gli O-ring e le
altre guarnizioni.
49
GLOSSARIO
DEI TERMINI
DELLA
REFRIGERAZIONE
E DEL
CONDIZIONAMENTO
(Parte centoventiquattresima)
A cura dell’ing.
PIERFRANCESCO FANTONI
Liquidi bassobollenti: Particolari tipi
di liquidi caratterizzati dall’avere, alla
normale pressione atmosferica, una
temperatura di saturazione bassa o
molto bassa. Appartengono a tale
categoria di fluidi la maggior parte dei
refrigeranti utilizzati come fluidi
frigoriferi negli impianti di
refrigerazione e condizionamento.
Essi alla pressione di 1013 millibar e
alla temperatura ambiente si
presentano sempre in forma gassosa,
possedendo alla pressione
atmosferica una temperatura di
evaporazione inferiore a 0 °C. Alcune
tipologie di liquidi bassobollenti hanno
temperature di saturazione, a
pressione atmosferica, anche inferiori
a -40/-50 °C, per cui sono molto adatti
ad essere utilizzati in impianti
frigoriferi a bassissime temperature
senza che questi siano obbligati a
lavorare in vuoto.
Processo isotermo: Trasformazione
subita da un fluido (liquido o gassoso)
che si svolge a temperatura costante.
In un ciclo frigorifero sia
l’evaporazione del refrigerante liquido
sia la condensazione del gas
avvengono ad una temperatura
costante, se la pressione rimane
costante. Tale affermazione ha validità
per i fluidi puri (refrigeranti monocomponenti) mentre nel caso delle
miscele non sempre trova riscontro. In
particolare nelle miscele zeotrope i
cambiamenti di stato non sono
processi isotermi in quanto durante il
loro svolgimento si verificano degli
scorrimenti di temperatura (glide)
50
Ricircolo, impianto di
condizionamento a: Tipologia di
impianti di condizionamento in cui
l’aria, che viene estratta dal locale
condizionato per garantire il dovuto
ricambio, viene parzialmente o
totalmente ricircolata previo un
trattamento che consente di riportarla
alle condizioni temo-igrometriche e di
purezza desiderate. In questo modo
tale aria può essere reimmessa nel
locale direttamente o può essere
miscelata con aria prelevata
dall’esterno: in entrambi i casi si
ottengono risparmi dal punto di vista
energetico nella gestione della
climatizzazione del locale.
Surgelazione: Metodo di
conservazione degli alimenti che ne
permette il consumo anche in periodi
non ravvicinati rispetto alla data di
produzione o di raccolto. La
surgelazione avviene abbattendo
rapidamente la temperatura di un
alimento al di sotto di -18 °C in tutti i
punti dell’alimento stesso (anche
quelli più interni) e provvedendo che
rimanga al di sotto di tale valore, dopo
che il processo di cristallizzazione è
terminato, dal momento della
produzione fino al momento della
vendita al consumatore del prodotto
surgelato. Affinché il prodotto non
venga danneggiato durante il
processo, la surgelazione deve
avvenire in tempi molto brevi, in modo
da evitare che l’acqua contenuta nel
prodotto stesso formi dei
macrocristalli di ghiaccio che
farebbero perdere consistenza al
prodotto nel momento dello
scongelamento. La surgelazione deve
limitare il più possibile cambiamenti di
tipo chimico, biochimico e
microbiologico degli alimenti. Uno dei
metodi più rapidi per la surgelazione
dei prodotti è quello che utilizza
l’azoto liquido, anche se i metodi
maggiormente diffusi sono quelli che
ricorrono all’impiego di aria fredda.
Tenso-corrosione: Fenomeno fisicochimico che può interessare alcuni
componenti degli impianti frigoriferi ad
ammoniaca come, ad esempio, i
recipienti. La tenso-corrosione può
portare a spaccature improvvise e
violente di tali componenti quando
soggetti ad una pressione interna
oppure alla formazione di crepe e
fessurazioni che causano la
fuoriuscita del gas dal circuito
frigorifero. Per evitare il verificarsi di
tale fenomeno il limite elastico
superiore del materiale che viene
impiegato per la fabbricazione del
componente deve essere inferiore a
360 N/mm2.
Vuotatura: Prassi che si esegue su
qualunque impianto frigorifero prima
della fase di carica con refrigerante e
subito dopo la fase di pressatura. La
vuotatura consiste nell’estrarre nella
maniera più completa possibile tutti i
gas presenti all’interno del circuito
frigorifero, la cui permanenza
sarebbe fonte di malfunzionamenti e
scarso effetto frigorifero durante il
funzionamento dell’impianto. Tra le
sostanze indesiderate, che con
maggior frequenza si trovano
all’interno dell’impianto, citiamo l’aria,
gas tecnici utilizzati per le lavorazioni
o la pressatura (ad esempio azoto) e
l’umidità. L’operazione di vuotatura
deve essere condotta per un tempo
tale da consentire l’estrazione dei
gas presenti da tutti i punti e i
componenti del circuito: in linea di
massima è possibile affermare che
maggiore è lo sviluppo geometrico
dell’impianto, più lungo deve essere
tale tempo. Per ottenere migliori
risultati di vuoto è consigliabile
eseguire tale operazioni collegandosi
a più punti del circuito (ad esempio
ad un attacco sul lato di bassa e uno
sul lato di alta pressione). Parimenti,
per ottenere un livello di vuoto
migliore, è consigliabile utilizzare
pompe per il vuoto a doppio stadio. I
migliori livelli di vuoto e di
essiccazione del circuito si ottengono
mediante la triplice vuotatura.
Contemporaneamente alla vuotatura
del circuito, l’abbassamento della
pressione all’interno di esso permette
anche l’essiccazione dello stesso,
ossia l’estrazione di tutte le particelle
di umidità presenti, la cui presenza
sarebbe fonte di probabili
inconvenienti durante il
funzionamento dell’impianto
frigorifero.
●
E’ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.
Scarica

Iscrizioni al Registro entro il 12 aprile 2013 Conseguimento