IL TUO AIUTO Guida per i familiari dei pazienti assistiti dalle Unità di Cure Palliative Domiciliari 1 Questa pubblicazione è dedicata ai familiari dei malati terminali assistiti dalle Unità di Cure Palliative Domiciliari (UCPD) e in particolare alla persona che seguirà il malato con maggiore assiduità, giorno per giorno. una guida che ti sarà doppiamente utile: per risolvere i problemi pratici che dovrai affrontare e per capire i problemi psicologici che sorgono in una famiglia quando l’ammalato viene riportato a casa. E’ Nella nostra società la morte è vissuta come un fenomeno lontano, che non ci appartiene. Ma questo modo di pensare sta cambiando, perché il numero dei malati gravi che vengono dimessi dalle strutture pubbliche e riportati nell’ambito familiare è in continuo aumento. Le UCPD si battono perché i malati terminali possano vivere la fine della loro vita con serenità, circondati dall’affetto dei loro cari. Il loro e il tuo compito è tanto importante quanto difficile. Le pagine che seguono ti aiuteranno a renderlo più facile. A cura di Giorgio Di Mola ed Elena Zucchetti. Centro Ricerche e Documentazione Fondazione Floriani, Milano. Ristampa febbraio 2002 3 Un aiuto per chi dà aiuto Il È importante capire che, pur essendo la malattia in sé solo del paziente, anche la famiglia ne è totalmente coinvolta. Curare un ammalato a casa è fisicamente ed emotivamente impegnativo per tutti: per te, per i tuoi familiari e per ogni membro del gruppo dell’UCPD. Durante la malattia, il paziente può manifestare insofferenza verso chi lo aiuta. Nella maggior parte dei casi, questo comportamento esprime un senso di frustrazione profonda: il paziente continua a chiedersi “ma perché tutto questo è capitato proprio a me?” e non trova risposta. La sua collera è indirizzata verso quella o quelle persone che continueranno ad occuparsi di lui malgrado il suo cattivo umore, e spesso il malato non si rende conto di comportarsi in un modo così inusuale ed aggressivo. Bisogna comprendere il suo stato d’animo e cercare di parlarne con lui. gruppo dell’UCPD sarà sempre a disposizione per aiutarti e sostenerti in un momento così difficile. Assistere un malato è davvero faticoso. Per questo è fondamentale essere sempre in buona forma e avere a disposizione del tempo per recuperare le energie. Concediti almeno sei ore di sonno per notte. E durante il giorno, quando l’ammalato riposa, riposa anche tu. Non rinunciare ai momenti di relax e di svago, continua a frequentare gli amici, cerca di cambiare spesso ambiente e soprattutto, se ti senti esaurito, parlane subito col responsabile dell’UCPD. Ricordati: sei un essere umano, vulnerabile come tutti gli esseri umani. Se ne hai bisogno, chiedi aiuto: non solo per il malato, anche per te! 4 In famiglia Fatti aiutare dagli altri componenti della famiglia per le normali incombenze quotidiane, come fare le pulizie di casa o la spesa. Tutti devono essere responsabilizzati: ogni membro della famiglia deve essere considerato come un’entità che si occupa del malato e delle sue necessità, a prescindere dalle mansioni più o meno impegnative che gli vengono affidate. Affrontare la malattia e la morte di un proprio caro è un problema complesso che va superato con l’aiuto di ogni familiare e, se necessario, di terze persone come l’assistente sociale, un assistente spirituale, lo psicologo. Probabilmente in questo periodo tenderai a chiuderti in te stesso, evita di cadere in questa trappola, parla con tutti e cerca di mantenere aperto il dialogo all’interno e all’esterno della famiglia. Se ci sono dei bambini bisogna tenere in considerazione la loro età e prepararli con serenità alla scomparsa della persona cara. Dì loro la verità, sempre e in modo tale che possano comprenderla. Puoi concedere ai bambini di stare con il malato e portare il loro aiuto: queste esperienze serviranno a superare tante paure. In questo periodo i più piccoli avranno bisogno di molto affetto e infinite attenzioni: solo così potrai compensarli dello sconvolgimento della loro vita abituale. Un aiuto spirituale Per molte persone è importante il conforto di un’assistenza spirituale, per altre è necessario un diverso tipo 5 di supporto. Nessun approccio può essere considerato migliore degli altri, ciascun individuo ha i propri bisogni e diverse convinzioni religiose. Ogni necessità e ogni fede saranno ugualmente rispettate dall’équipe dell’UCPD. I volontari In tutte le équipe delle UCPD ci sono dei volontari appositamente preparati per aiutare il malato, i suoi familiari e, soprattutto, chi come te ha la responsabilità maggiore nella famiglia. I volontari ti danno la possibilità di uscire di casa senza lasciare il malato da solo. Ti offrono amicizia e compagnia, sono sempre pronti ad ascoltare e capire le tue frustrazioni e le tue paure. L’assistente sociale Il programma di Cure Palliative prevede la presenza di un assistente sociale, che aiuterà te e i tuoi cari ad affrontare la nuova situazione familiare e i cambiamenti di ruolo che ne derivano. Gli amici Anche gli amici possono rendersi utili. Non tutti saranno in grado di affrontare la situazione e alcuni scompariranno dalla scena. Quelli invece che vogliono e possono dare una mano, avranno bisogno della tua guida. 6 Quando ti offriranno un aiuto chiedi qualcosa di poco complicato, come fare una commissione o preparare un pasto. Anche il semplice tenere compagnia al malato e parlare del passato con serenità può fare molto bene a tutti. 7 L’IGIENE QUOTIDIANA Il bagno L’ideale per il benessere del paziente sarebbe riuscire a fargli un bagno al giorno. Meglio al mattino perché l’ammalato ha maggiori energie e può collaborare, ma qualsiasi altro momento della giornata può essere buono: dipende dai desideri dell’assistito. Che cosa occorre sapone e asciugamano un catino con acqua tiepida una coperta leggera lozione alla lanolina 1 2 3 4 Cosa e come fare Per non far prendere freddo al paziente, inizia a lavare e asciugare man mano piccole parti del corpo, partendo dal viso fino ai piedi. Ricordati di lavare la schiena e applicare la lozione su tutto il corpo. La pulizia quotidiana delle parti intime è la più importante. Usa sempre acqua pulita, lava la parte dal davanti verso il dietro, sciacqua ed asciuga con 8 cura. Una protezione con crema specifica è raccomandata soprattutto se ci sono problemi di incontinenza. Dopo aver completato la pulizia delle parti genitali, fai girare il paziente sul fianco in modo da poter cambiare il telo d’incerata. Questa operazione va fatta ogni giorno (o più volte al giorno, se necessario) ed è bene essere in due. Le lenzuola con gli angoli sono le più indicate perché è più facile fare il letto. Cose da ricordare nella pulizia del corpo • Se il movimento procura dolore, bisogna somministrare al paziente un antidolorifico un’ora circa prima del bagno. • Chiedi al malato se la tua mano è abbastanza leggera: ogni persona ha una sensibilità diversa. • Crea un po’ di privacy intorno al paziente chiudendo la porta della stanza o la tenda del letto. • Se il letto è del tipo da ospedale, alzane il livello per fare meno fatica. • Tieni il paziente coperto con un lenzuolo o con una coperta leggera per evitare che prenda freddo. • Se il paziente non è in grado di fare un bagno completo, cerca di lavargli tutti i giorni almeno il viso, le mani, le ascelle e le parti intime. • Usa il borotalco solo sotto le ascelle. • È molto importante pettinare il malato e fargli la barba: il sentirsi in ordine procura benessere. 9 Annotazioni • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 10 ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. Esercizi Se i movimenti non causano dolore, puoi aiutare l’ammalato a fare un po’ di ginnastica durante o dopo il bagno. La figura ti mostra alcuni semplici esercizi, ma è bene discutere col medico o con l’infermiera i movimenti più appropriati. 11 La cura della pelle Bisogna cercare di mantenere la pelle del malato nelle migliori condizioni possibili. Purtroppo questo è uno dei problemi più difficili da risolvere, perché il malato è costretto a letto e rimane per molto tempo nella stessa posizione. Spesso si formano delle lesioni, soprattutto nei punti in cui le prominenze ossee sono più evidenti (piaghe da decubito) vd. figura. 12 Per attenuare la formazione di piaghe da decubito, puoi adottare questi accorgimenti: • Spiega al paziente che è bene cambiare spesso posizione, almeno ogni 4 ore. • Usa i cuscini per mantenere il paziente su un fianco. • Mantieni pulita e asciutta la pelle del paziente. • Tieni le lenzuola asciutte e senza pieghe. • Fai dei leggeri massaggi intorno e sulle parti arrossate. Durante il bagno controlla se ci sono delle zone particolarmente infiammate. In tal caso avverti l’infermiera, che le esaminerà nella prossima visita. Esistono anche altri mezzi per dare sollievo al paziente come i materassi ad aria o ad acqua, i velli antidecubito, le protezioni ai gomiti e ai talloni che riducono lo sfregamento sulle lenzuola. Anche usando le massime cure, è molto difficile evitare problemi di screpolature della pelle ed è sempre utile chiedere l’intervento del medico o dell’infermiera. Annotazioni • • • • • • • • ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. 13 Annotazioni • • • • • • ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. La cura della bocca Mantenere ben pulita la bocca dell’ammalato aiuta a prevenire le infiammazioni e a stimolare sia l’appetito sia la voglia di mangiare. Che cosa occorre uno spazzolino morbito dentifricio acqua fresca un piccolo catino disinfettante un asciugamano vaselina o crema emolliente 14 1 2 3 4 5 6 7 Cosa e come fare Se il paziente è in grado di lavarsi i denti da solo, assecondalo per dargli la sicurezza di essere ancora indipendente. Se ha bisogno di assistenza, portalo in posizione semi-eretta per evitare che i liquidi impediscano la respirazione. Poi mettigli un asciugamano intorno al collo e fagli bere un po’ d’acqua per ammorbidire la bocca. Usando il dentifricio, spazzola i denti e le gengive con delicatezza e cerca di eliminare tutte le particelle di cibo. Il paziente può sciacquare ulteriormente la bocca con un disinfettante (colluttorio). È bene provvedere alla pulizia dei denti almeno due volte al giorno. I malati con protesi dentarie devono continuare la cura della protesi anche durante la malattia. Perciò, dopo mangiato togli e pulisci la protesi. Pulisci la bocca del paziente con uno spazzolino morbido o con un piccolo pezzo di tela morbida. Fai sciacquare la bocca con acqua fresca e poi con un disinfettante. Se il paziente perde gradualmente peso, può accadere che la forma della mandibola si modifichi e la protesi non si adatti più perfettamente. Ciò può creare infiammazioni e piccole ulcere. Se non è possibile un riadattamento da parte del dentista, è meglio eliminare la protesi continuando a curare la pulizia della bocca due volte al giorno. Per evitare le screpolature dopo aver completato la pulizia, applica un emolliente come la vaselina sulle labbra e agli angoli della bocca. Ripeti l’operazione più volte al giorno, secondo le necessità. 15 Cose da ricordare nella pulizia della bocca • Non spingere lo spazzolino troppo in fondo alla bocca, perché il malato può avere difficoltà di respiro. • Se il paziente deve restare coricato o non può deglutire o non riesce a sputare, non effettuare la pulizia della bocca nel modo descritto: chiedi istruzioni all’infermiera. • Se si formano delle infiammazioni, fatti suggerire dall’infermiera il rimedio adatto. Annotazioni • • • • • • • • • • • • • 16 ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. L’ALIMENTAZIONE Il problema dell’appetito Purtroppo, e per varie cause, spesso l’appetito diminuisce con il progredire della malattia. Tu puoi aiutarlo a combattere la sua inappetenza. Alcuni rimedi • Non forzare il malato a mangiare e non rinfacciargli la sua mancanza di appetito: un approccio gentile ed incoraggiante dà i risultati migliori, ma ricorda che solo il paziente può decidere se mangiare o no. • Servi il pasto in un ambiente tranquillo e, se puoi, mangia con il paziente. • Rinfrescagli la bocca prima di ciascun pasto. Approfitta della prima colazione: l’appetito tende a diminuire nel corso della giornata. • Se ti è stato indicato, somministra degli antidolorifici mezz’ora prima dei pasti, per ridurre il disagio causato da eventuali dolori. Dopo i pasti, fai riposare • il malato tenendogli il capo in posizione elevata per facilitare la digestione. • Se il malato non può più usare la protesi dentaria, sarà necessario modificare la dieta: in questi casi sono consigliati cibi molli o bocconi molto piccoli e ammorbiditi con sugo. • Se la nausea è un problema, l’infermiera potrà chiedere al medico di prescrivere un farmaco da somministrare prima dei pasti. 17 • Aggiungi dei pezzetti di carne alla minestra per aumentarne il valore nutritivo. • Prova nuove spezie ed aromi: durante la malattia i gusti possono cambiare. • Se il cibo è troppo asciutto, aggiungi un po’ di sugo o di brodo. • Fai in modo che il paziente mangi poco e più volte al giorno. In ogni caso, lascia sempre sul comodino una bevanda ad alto valore energetico. I liquidi Anche i liquidi sono molto importanti: servono a mantenere morbide la pelle e le mucose, aiutano ad eliminare le tossine attraverso le urine e facilitano l’evacuazione delle feci. Alcuni suggerimenti • Non forzare il malato a bere così come non lo forzare a mangiare: sta a lui scegliere. • Incoraggialo ad assumere in gran quantità i liquidi che gli sono più utili. Bevande ad alto contenuto calorico e proteico danno molto nutrimento. Il succo di prugna e i succhi di frutta o le spremute in genere, apportano calorie e regolano le funzioni intestinali. • Il paziente non deve bere troppo durante i pasti, perché i liquidi possono creare un senso di sazietà. 18 • Puoi ottenere un’ottima bevanda energetica mescolando del latte in polvere al latte fresco. • Se il paziente è debole o impossibilitato a tenere in mano una tazza, utilizza una cannuccia per farlo bere. • Somministra i liquidi anche in altre forme, come gelati, creme, gelatine. Nausea e vomito Avere la nausea e non riuscire a vomitare, oppure continuare a vomitare, può essere molto debilitante. Inoltre, qualsiasi farmaco preso per bocca non avrà il tempo di essere assimilato. La nausea può essere prevenuta mangiando spesso e in piccole quantità bevendo tra un pasto e l’altro stando seduti dopo mangiato cucinando lontano dal paziente 1 2 3 4 19 Quando il malato vomita lasciagli una bacinella a portata di mano prepara un panno inumidito per pulirgli il viso tienigli la fronte 1 2 3 Aiuta il malato a sciacquarsi la bocca ed a soffiarsi il naso. Altri suggerimenti utili Incoraggia il paziente a bere: • sorsi d’acqua fresca con una fetta di limone; • soluzioni reidratanti; • acqua minerale; • piccole quantità di brodo salato. Assicurati che la bocca sia pulita. Controlla il dolore. Fagli riposare lo stomaco per due giorni e dagli da bere unicamente acqua o le bevande di cui sopra (non latte). Se il vomito continua, chiama il medico o l’infermiera: alcuni medicinali possono interromperlo. Nutrizione artificiale Se il paziente non riesce più ad alimentarsi, gli si può proporre di essere nutrito con un tubicino (sondino) che dal naso va allo stomaco, o che passa direttamen20 te nello stomaco attraverso la pelle dell’addome. L’infermiera insegnerà come praticare l’alimentazione artificiale. Utilizza la tabella qui sotto per annotare i dati. Nome della soluzione alimentare • ............................................. Quantità somministrata ogni volta • ............................................. Quante volte al giorno • ............................................. Istruzioni particolari • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. 21 Cose da ricordare sull’alimentazione artificiale • Somministra la soluzione alimentare a temperatura ambiente. • Sciacqua il sondino con acqua prima e dopo l’uso. • Tutti i giorni, cambia i cerotti e pulisci la pelle a contatto col sondino. • Se la soluzione fa fatica a scendere, prova a sciacquare il sondino con dell’acqua. • Se non riesci a compiere questa operazione, chiama l’infermiera. • Prima di ogni alimentazione controlla che la posizione del sondino sia corretta. • Durante l’alimentazione e per un’ora dopo, il paziente deve stare in posizione seduta. • Se il sondino dovesse uscire, non farti prendere dal panico. Chiama l’infermiera che lo risistemerà. • Continua la cura della bocca anche se il paziente è in alimentazione parenterale. Man mano che le sue condizioni peggioreranno, il malato tenderà a mangiare e bere sempre meno. Cercare di forzarlo non serve e può creare solo dei conflitti. Occorre considerare che di solito questa situazione è fonte di preoccupazioni e di disagio più per i familiari che per il paziente: spesso il rifiuto di mangiare e bere dà alla famiglia la consapevolezza dell’aggravamento della malattia. È importante parlare di queste sensazioni con l’équipe dell’UCPD, affinché tutti i familiari possano continuare ad essere di supporto alle scelte del malato senza sentirsi frustrati o delusi. 22 Annotazioni • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. 23 LA RESPIRAZIONE Mancanza di respiro Per un malato molto grave, riuscire a respirare correttamente può essere molto faticoso. Le difficoltà respiratorie note come “fiato corto” o “fame d’aria” possono diminuire il livello d’ossigeno nel corpo. Anche l’irrequietezza, la sensazione d’ansia o una respirazione più affrettata possono essere sintomi di mancanza d’ossigeno. In questi casi puoi fare qualcosa per aiutare il paziente a respirare meglio. Che cosa fare • Sii calmo e rassicurante. • Metti dei cuscini dietro la schiena e dietro la testa del paziente. • Fai sedere il paziente in avanti: questa posizione aiuterà i polmoni a riempirsi d’aria senza sforzo. La terapia con l’ossigeno Se il malato soffre di problemi di respirazione, informane l’infermiera: controllerà la respirazione del malato durante la sua visita e deciderà se è il caso di ricorrere all’ossigeno. Sarà poi il medico a stabilire in quale misura. L’infermiera ti darà tutte le indicazioni per procurarti l’attrezzatura necessaria e ti spiegherà come usarla. 24 Sono due i modi per dare ossigeno al malato: con la maschera o attraverso una cannula. Entrambi i sistemi facilitano la respirazione aumentando la quantità di ossigeno disponibile. Cose da ricordare nella terapia con l’ossigeno • Togli e pulisci la maschera quando è necessario. • Non fumare e non accendere fiammiferi nella stanza dove è in funzione la bombola d’ossigeno. • Non usare l’ossigeno nelle vicinanze di una stufa a gas. • Metti del cotone fra la cannula e la pelle per evitare irritazioni. • Controlla che la maschera aderisca bene al viso del paziente. • Controlla che i terminali della cannula siano infilati bene nel naso del paziente. • Tieni sotto controllo la scorta di ossigeno in modo da non rimanere senza, soprattutto durante il fine settimana. • Segui attentamente le istruzioni per assicurare un buon funzionamento. La terapia con i farmaci sedativi Spesso la difficoltà di respiro non si risolve con la terapia con l’ossigeno, mentre la somministrazione di farmaci analgesici e/o sedativi può risolvere una crisi 25 di fame d’aria. Quando questo sintomo si aggrava o è troppo frequente, chiedi l’intervento del medico o dell’infermiera, che metteranno in atto la terapia più efficace. Tipo di ossigeno • ............................................. Quantità • ............................................. ■ Cannula • ■ Mascherina ............................................. In caso di necessità, chiamare • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. Al numero di telefono • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. 26 Aspirazione Quando il malato diventa più debole, può succedere che non riesca a tossire e quindi a espettorare. Le secrezioni si fermano nella gola e sarà necessario aspirarle dalle vie aeree del paziente. L’infermiera ti insegnerà come fare. Che cosa occorre apparecchio per aspirare cateteri per aspirare un piccolo contenitore di acqua distillata 1 2 3 Annotazioni • • • • • • • • • • ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. 27 Cose da ricordare nell’aspirazione • Metti il paziente in posizione seduta. • Non spaventarti se il paziente tossisce durante l’aspirazione. È normale. • Butta via i cateteri dopo averli usati, a meno che l’infermiera non ti abbia insegnato come pulirli e riutilizzarli. • Sarà l’infermiera a dirti se è meglio effettuare l’aspirazione attraverso la bocca o il naso. • Se ce n’è bisogno, puoi ripetere l’operazione. Attendi il tempo necessario perché il malato possa riprendere fiato. Come aspirare • Lavati le mani prima di cominciare. • Prepara l’occorrente vicino al letto. • Spiega al malato che cosa stai per fare. • Metti il malato in posizione seduta. • Collega l’estremità del catetere al tubo della macchina per aspirare. • Inserisci il catetere per circa 15-20 cm nel naso o nella bocca del malato. Il paziente tossirà e sentirai resistenza quando il catetere giungerà in gola. • Controlla che il catetere non si sia arrotolato in bocca. • Invita il paziente a tossire durante l’aspirazione. • Estrai il catetere con movimento rotatorio. • Sciacqua il catetere con l’acqua per eliminare le secrezioni. 28 Annotazioni • • • • • • • • • • • • • • • • ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. 29 CONTROLLO DEL DOLORE Le paure Nella maggior parte dei casi, la paura e la realtà del dolore rappresentano i problemi più forti che un malato terminale deve affrontare. Gli esperti in terapia del dolore suggeriscono di fidarsi del paziente: sarà lui che potrà dire al medico o all’infermiera quali misure terapeutiche si siano rivelate più efficaci nel controllo del dolore. L’infermiera raccoglierà le informazioni che tu e il malato sarete in grado di fornire e con il medico metterà a punto la terapia adatta. In una delle prime visite, l’infermiera farà al malato delle domande sul dolore, su quanto male prova e per quanto tempo. È importante incoraggiare il malato ad essere sincero nelle risposte. Spesso accade che il malato dichiari di sentire meno dolore di quanto in realtà ne provi. Ma perché? Le ragioni possono essere molteplici. E’ facile pensare che un aumento del dolore significhi che la malattia sta peggiorando, oppure che dolore e malattia siano un tutt’uno da accettare in blocco. Alcune credenze religiose sostengono che la sofferenza è un mezzo per espiare colpe passate o per guadagnare la salvezza nell’aldilà, e ci sono culture che inducono le persone a soffrire in silenzio. Infine, la paura di assuefarsi alle medicine, e l’idea che le medicine usate troppo presto cesseranno di essere efficaci quando il dolore diventerà più intenso, sono altri 30 motivi che possono spingere il malato a non dire la verità. Queste argomentazioni vanno discusse apertamente col malato, per evitare falsi problemi. Bisogna tener presente che chi soffre di dolori cronici di solito non dà gli stessi segnali che siamo abituati a scorgere in chi sperimenta un dolore nuovo. Per esempio, può accadere che non parli e non si lamenti del male, o che non dia segni di intolleranza. Ma il fatto che un paziente non si comporti come se avesse male, non significa che non soffra. Per questo è fondamentale parlare molto apertamente e di frequente con il malato, il medico e l’infermiera: solo così ti sarà possibile aiutare il paziente a controllare il dolore. I farmaci antidolorifici Ci sono due tipi di farmaci contro il dolore: quelli non narcotici (come l’Aspirina®) e quelli narcotici (come la Morfina). Per certi dolori i malati devono usare farmaci narcotici per controllare il dolore. I narcotici possono essere usati da soli o in combinazione con i non narcotici, sono di diversi tipi e si trovano in commercio sotto forma di compresse, liquidi, supposte e iniezioni. Il medico, dopo aver parlato col paziente e con l’infermiera, deciderà quale tipo di narcotico somministrare e in quali dosi. Il paziente dovrà poi riferire al medico se ne ha tratto sollievo o meno. 31 L’infermiera ti consegnerà una scheda per la valutazione del dolore, da compilare fra una visita e l’altra. Questa scheda sarà utile per riaggiustare i dosaggi e aggiornare la terapia. Ci sono anche altri mezzi per coadiuvare i farmaci nella lotta al dolore: distrarre il malato, praticargli dei massaggi, fargli fare degli esercizi di rilassamento, applicare del caldo o del freddo sulla parte dolorante. Cose da ricordare sui farmaci narcotici • I narcotici non sono sempre disponibili in tutte le preparazioni. • Da qualche tempo la morfina è disponibile in compresse a lento assorbimento, che hanno un effetto prolungato e non devono essere prese tanto spesso. • Se il dolore aumenta sarà necessario aumentare le dosi o diminuire l’intervallo fra una dose e l’altra: questo è un fatto normale, che non deve preoccupare. 32 • Non aver paura che le medicine creino assuefazione. Il malato le prende per combattere il dolore, non per motivi psicologici o emozionali. Questo significa che non va considerato come un drogato. • Il miglior controllo del dolore si ottiene somministrando le dosi ad intervalli regolari: in questo modo il malato non deve aspettare che il dolore aumenti per prendere il farmaco. • Se è necessario somministrare frequentemente le dosi, per evitare disagi al paziente può essere prescritta l’iniezione sottocute, da effettuare con una siringa montata su una pompa meccanica. Il meccanismo è semplice e non richiede una particolare manutenzione. Inoltre è facilmente trasportabile e lascia il paziente libero nei movimenti. Le pompe per infusione continua dei farmaci vanno comunque controllate spesso e qualsiasi dubbio sul loro funzionamento va prontamente riferito all’infermiera. Annotazioni • • • • • • • • ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. 33 Annotazioni ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. • ............................................. L’infermiera segnerà su questa figura i punti dove praticare le iniezioni. • 34 EVACUAZIONE DELLE URINE E DELLE FECI L’evacuazione delle urine e delle feci serve ad espellere dal corpo i prodotti di scarto. Problemi di evacuazione possono creare nel malato preoccupazione, ansia e un grave senso di sconforto. Evacuazione delle urine L’urina è un liquido composto principalmente dai prodotti di scarto del corpo disciolti in acqua. È quindi molto importante che il malato beva ogni giorno una certa quantità di liquidi per diluire le sostanze dannose da eliminare. Per raccogliere le urine occorrerà una padella (per la donna) o un pappagallo (per l’uomo). Alcuni pazienti perdono la capacità di controllare l’emissione di urina, in altri il passaggio è bloccato. In questi casi l’infermiera dovrà inserire un catetere nella vescica urinaria del paziente per consentire l’evacuazione. L’infermiera ti insegnerà come funziona il catetere e che cosa devi fare per mantenerlo. Sarà comunque il medico, dopo aver informato il malato, a decidere se il catetere è necessario. In altri casi si possono usare i cosiddetti pannoloni, o un raccoglitore esterno (solo per l’uomo). Di solito questi sistemi non funzionano a lungo. È bene parlarne col malato e con l’infermiera, per decidere quale sia l’alternativa da preferire. 35 Cose da ricordare sul sistema di raccolta delle urine • Lavati sempre le mani prima e dopo aver maneggiato il catetere o il sacchetto di raccolta. • Controlla che il tubo di drenaggio non sia attorcigliato e che il sacchetto di raccolta sia posto a un’altezza inferiore a quella in cui si trova il paziente: solo così può funzionare il drenaggio per gravità. • Assicurati che non ci siano perdite nella zona in cui è inserito il catetere: se ci sono, dillo all’infermiera. • Svuota il sacchetto di raccolta una o più volte al giorno. tubo di drenaggio catetere sacchetto di raccolta Pulizia È necessario pulire ogni giorno la zona circostante il punto in cui viene inserito il catetere, per proteggere la pelle ed evitare le infezioni. 36 Che cosa occorre un catino con acqua calda sapone e asciugamano una soluzione disinfettante batuffoli di cotone 1 2 3 4 Come pulire il catetere Per prima cosa lava la parte del corpo attorno al punto d’entrata del catetere, con delicatezza ma a fondo. Sciacqua la zona con acqua calda e asciuga tamponando con l’asciugamano. Infine, con un batuffolo imbevuto di soluzione antisettica, disinfetta il punto d’entrata e il catetere stesso. 37 Annotazioni • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 38 ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. Evacuazione delle feci Le funzioni intestinali variano da individuo a individuo. Alcune persone vanno di corpo una volta al giorno, altre solo due o tre volte alla settimana. Un malato grave può soffrire di stitichezza, per varie cause. Per trattare la stitichezza, il metodo migliore è quello di allestire un piano di prevenzione. Ecco che cosa puoi fare: • alimenta il paziente in modo equilibrato; • fissa un momento - lo stesso tutti i giorni (ad esempio, dopo la prima colazione) - in cui il paziente viene messo sulla comoda o sul water o sulla padella; • somministra al paziente un certo quantitativo di liquidi tutti i giorni, secondo le istruzioni del medico e dell’infermiera; • cerca di far bere al paziente molte spremute e succhi di frutta; • se il piano di prevenzione non funziona e il malato non è andato di corpo per due o tre giorni, parlane con l’infermiera. Lei ti chiederà se in passato ci sono stati altri casi di stitichezza, come sono stati risolti e ti suggerirà dei lassativi. Diarrea La diarrea è caratterizzata da frequenti scariche liquide e spesso è accompagnata da dolori allo stomaco o all’intestino. Se il paziente ha la diarrea, è bene tenere il conto della frequenza delle scariche. L’infermiera cercherà di scoprire le cause del disturbo e concorderà con il medico il modo di curarlo. 39 Cose da ricordare quando il paziente ha la diarrea • Se il paziente è troppo debole e non può raggiungere il bagno, occorrerà una padella oppure una comoda (una sedia con un vaso inserito al centro). • Tieni la padella (o la comoda) sempre vicina al letto del paziente. • Metti un telo impermeabile sopra le lenzuola. • Dopo ogni scarica pulisci il paziente con acqua e sapone neutro e applica una soluzione protettiva sulla pelle. • Incoraggia il paziente a bere molto, soprattutto spremute, succhi e bevande zuccherate che diano energia. Cose da ricordare quando si usano padelle e comode • Se la padella è di metallo, scaldala sotto l’acqua calda prima di utilizzarla. • Metti un asciugamano sulla parte posteriore della padella. • Spruzza del borotalco sulla parte superiore della padella, per evitare che la pelle si attacchi. • Se il paziente usa la padella a letto, cerca di metterlo in posizione seduta. • Se il paziente usa la comoda, aiutalo ad alzarsi dal letto e a sedersi. • Lavati le mani prima e dopo ogni operazione. • Lascia il paziente da solo mentre va di corpo. 40 IL SONNO Tutti hanno bisogno di dormire. I malati possono desiderare di dormire anche durante il giorno, ma un buon sonno durante la notte è molto importante. Che cosa fare • Somministra gli analgesici con regolarità, possibilmente prima di dormire. • Parla con il paziente delle sue preoccupazioni. • Offrigli qualcosa da bere. • Assicurati che la sua stanza non sia disturbata. • Assicurati che il paziente abbia urinato prima di andare a dormire. • Lavagli la faccia, la bocca, le mani. • Aiuta il paziente a rilassarsi suggerendogli di respirare profondamente. Problemi particolari Se l’effetto dell’analgesico non dura a sufficienza: • chiedi al medico. Se il malato è disturbato dalla tosse: • fallo sedere sul letto; • dagli da bere qualcosa che calmi la tosse (es. limonata calda con miele); • dagli uno sciroppo lenitivo. Se il paziente è troppo agitato per dormire: 41 • chiedigli se ha qualche preoccupazione particolare; • cambiagli la posizione nel letto; • cerca di calmarlo attraverso la respirazione profonda e il rilassamento; • chiedi al medico di verificare se i medicinali assunti dal paziente possono provocare insonnia. 42 CONFUSIONE MENTALE Gli stati confusionali sono molto comuni tra i pazienti, specialmente se in età avanzata. Che cosa fare • Tratta il paziente con gentilezza e rispetto. • Siediti e parlagli in modo calmo e rilassato. • Spiegagli sempre quello che stai facendo. • Non separare il malato dal resto della famiglia e permetti ai bambini di vederlo e di giocare nelle vicinanze se questo è ciò a cui il paziente è abituato. • La notte non lasciare il malato al buio completo, ma lasciagli una luce accesa. Alcuni medicinali potranno aiutarti a mitigare lo stato confusionale: parlane col medico. Ricorda che gli stati confusionali cambiano, a volte peggiorano e a volte migliorano. Ci potranno quindi essere dei momenti in cui il malato sarà lucido e presente. Annotazioni • • • • • • ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. 43 QUANDO ARRIVA IL MOMENTO Prepararsi La vita di ogni persona è unica, così lo è la morte. Perciò è difficile descrivere come sarà la morte della persona cara. È invece possibile fare alcune considerazioni al riguardo e suggerire degli approcci a questo difficile momento. È un momento che va preparato, con il malato e con la famiglia. Parlarne con serenità non sarà facile. L’infermiera e l’assistente sociale potranno aiutarti, consigliarti e confortarti. Anche se può sembrare antipatico parlarne, bisogna ricordare che il malato deve provvedere ai suoi cari ed evitare problemi legali alla famiglia, ad esempio con un testamento ben fatto. L’assistente sociale potrà consigliarti su chi contattare per redigere il testamento o modificarne uno già esistente. I segni fisici Molti si domandano quali cambiamenti avvengano nel malato prima della morte, come ci si debba comportare, quali interventi siano giusti e quali no. Il malato può passare dalla vita alla morte nello stesso modo in cui ogni notte passa dalla veglia al sonno. Non è raro però che la morte possa sopravvenire per una causa precisa, della quale potrete essere preavvisati dal medico o dall’infermiera. Si possono notare dei segni comuni nei malati morenti: il respiro dimi44 nuisce, può arrestarsi e essere rumoroso a causa delle secrezioni (saliva, catarro) che il malato non ha più la forza di espettorare. Sarà molto penoso osservare il declino del malato, ma ricorda che lui, molto probabilmente, non si renderà conto del suo stato. Nei giorni che precedono la morte, l’infermiera farà un maggior numero di visite e gli altri componenti dell’équipe saranno disponibili con tutto il loro supporto. Di solito, con il peggiorare delle sue condizioni, il malato morente inizia un processo emotivo e fisico di ritiro da questo mondo, un processo del tutto naturale e sempre più evidente man mano che il malato si sente meno coinvolto in ciò che lo circonda. I familiari soffrono perché si sentono impotenti, ma possono fare ancora qualcosa. A questo punto molti degli interventi menzionati in questo opuscolo non saranno più appropriati. Potrà però essere utile dare conforto al malato, bagnare le sue labbra con dell’acqua fresca, fare delle spugnature sul corpo e soprattutto tenergli la mano, continuare a parlargli e offrirgli rassicurazione. Il dire semplicemente “sono qui, starò con te” potrà essere di grande aiuto. Ricordati di raccomandare ai parenti e agli amici in visita di non parlare davanti al malato come se non si trovassero lì. Anche se il malato sembra dormire, non bisogna dire nulla che possa creargli angoscia se dovesse ascoltare la conversazione. Quando senti che la fine si avvicina, raccogli intorno al morente i familiari perché possano dimostrare il loro affetto e condividere gli ultimi momenti. 45 E dopo? L’obiettivo ultimo delle UCPD è aiutare la famiglia a riprendere una vita piena e serena dopo la scomparsa della persona cara. Questo significa che l’équipe continuerà a tenersi in contatto con te e con gli altri familiari. Non esitare a chiedere consigli all’infermiera. Spesso il periodo immediatamente successivo alla morte del malato è un momento di incontro nella famiglia. Forse tu e i tuoi familiari proverete un senso di sollievo del quale non dovrete sentirvi in colpa. In seguito vi sentirete più tristi e addolorati, ma l’équipe vi sarà sempre vicina e vi aiuterà a superare questa difficile esperienza.* * Consulta il libretto “Capire il lutto” a cura della Fondazione Floriani. 46 Numeri telefonici importanti Medico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................... Infermiera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................... Farmacia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................... Assistente sociale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................... Volontario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................... Ospedale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................... Ambulanza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................... Presidio medico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................... Assistente spirituale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................... 47 Si ringraziano: Dr. Franco De Conno della Divisione di Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano, Sig.ra Luisa Guanella del Servizio Terapia Antalgica e Assistenza Domiciliare Continuativa dell’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano, Sig.ra Maria Antonietta Valaderio dell’Unità di Cure Palliative e Terapia del Dolore dell’Ospedale di Desio, che insieme hanno svolto la supervisione dei testi. Progetto grafico e impaginazione: Studio Doppiouni - Milano Coordinamento: Giulio Ceppi Stampa: Tipolitografia Trabella srl Finito di stampare nel mese di febbraio 2002 in 1000 copie Fondazione Floriani Piazza Castello, 4 - 20121 Milano Tel. 02.7222221 - 02.86460404 - fax 02.72022493 e-mail: [email protected] - sito internet: www.fondazionefloriani.org