Complesso di rilievi situato nella Giordania meridionale. La superficie del masso è ricoperta da una fitta rete di coppelle, collegate da una complicata rete di canalini. Gli studiosi fanno risalire le incisioni al periodo neolitico e, da confronti con le carte topografiche, avvalorano l'ipotesi che si tratti di una mappa, eseguita da persone competenti, che ben conoscevano il territorio rappresentato. Le coppelle raffigurano i luoghi abitati e i canalini i percorsi. Tavoletta di argilla raffigurante Nippur, antico centro culturale dei Sumeri. Dagli esempi cartografici proposti, si può notare come il territorio in cui si svolgeva la vita sia stato rappresentato allo scopo di esprimere il possesso o di indicare ad altri un itinerario. Queste finalità pratiche vengono superate a partire dal VII-VI sec. a.C., periodo in cui la rappresentazione della Terra risponde solo a esigenze culturali e non pratiche. La celebre mappa del mondo di origine babilonese (500 ca. a.C.), conservata al British Museum di Londra, rappresenta il globo terrestre come un disco piatto circondato dalle acque. Questa concezione del mondo era diffusa presso le antiche civiltà della Mesopotamia e della Grecia, dovuta anche al fatto che esse non avevano esperienza di navigazione nell'oceano. A un fine culturale risponde anche la Carta di Anassimandro di Mileto, considerato come colui che volle realizzare la prima carta del mondo abitato (ecuméne). Mileto (Asia Minore) era un porto rinomato e frequentato, dove affluivano notizie utili per la stesura di produzioni cartografiche. Carta di Tolomeo (150 d.C.). Tolomeo, astronomo, geografo e matematico di Alessandria d’Egitto, stabilì il fondamento della geografia moderna, introducendo, nelle sue carte geografiche, i valori della latitudine e della longitudine che le altre carte non possedevano. Dall’eredità geografica e cartografia greca, i Romani accolsero quegli elementi che meglio rispondevano ai loro interessi pratici, costruendo le cosiddette “itineraria scripta” o “itineraria picta”. L’esempio più importante è costituito dalla Tabula Peutingeriana (IV sec. d.C.) che rappresenta su di una striscia, lunga 6.80 m. e larga 34 cm. e suddivisa in segmenti, le terre dell’Impero Romano, dalla Penisola Iberica al Mar Caspio. La Tabula illustra i più importanti aspetti fisici del mondo allora conosciuto: segna le grandi strade, le stazioni di tappa e le distanze in miglia fra una località e l’altra. Caratteristici dell’epoca medioevale furono i cosiddetti “mappamondi a T o a ruota” "... Un T dentro a un O mostra il disegno come in tre parti fu diviso il mondo e la superiore è il maggior regno che quasi piglia la metà del tondo, Asia chiamata. Il gambo ritto è il segno che parte ‘l terzo nome del secondo : Africa dico da Europa. Il Mar Mediterraneo tra esse in mezzo appare.." da La Sfera di Goro Dati ( sec.XV) Nella rappresentazione di Simon Marmion, risalente alla metà del XV sec., le tre parti del mondo conosciuto vengono associate ai tre figli di Noè: Sem all’Asia, Jafet all’Europa e Cam all’Africa. Evidenti sono i richiami biblici e cristiani, come l’arca di Noè arenata sul monte Ararat e le tre porzioni della Terra che simboleggiano la Trinità. La persistenza della visione medioevale del mondo con la tripartizione delle terre emerse conosciute e la centralità della Terra Santa, è visualizzata dalla rappresentazione di Buenting del 1581, elaborata molti decenni dopo la scoperta dell’America. Le nuove terre americane compaiono nell’angolo sud-occidentale. Carta nautica o Carta portolanica del bacino del Mediterraneo, 1673 VISIONI DEL MONDO … Visione del mondo dal punto di vista australiano