anno 12 - OTTOBRE 2010 - n. 36 MINICOOKER Periodico di ristorazione e gastronomia - Periodical of catering and gastronomy L’INDUZIONE PERFEZIONA LA CUCINA INDUCTION COOKING FOR PERFECT RESULTS Miglior controllo della temperatura Tempi di cottura dimezzati Cooking times halved Minicooker un indispensabile aiuto in cucina STUDIOVERDE Minicooker: an indispensable kitchen aid www.sirman.com In caso di mancato recapito restituire a: UFFICIO DI PADOVA CMP - Il mittente si impegna a corrispondere la prevista tariffa - con I.P. More accurate temperature control [la zucca] [pumpkin] STAR BENE – Cenni botanici e aspetti nutrizionali GASTROSOFIA – La zucca globetrotter I CONSIGLI DELLO CHEF – Un ingrediente magico BIRRE DI QUALITA’ – Bionde e ambrate ALL’INTERNO TUTTE LE NEWS A.I.B.E.S. 90.000 copie In vetrina In the shop window STUDIOVERDE SQUADRA VINCENTE Winning Team TCQ 22 TCQ 22 TC 22 - 32 NEVADA - tritacarne TC 22 - 32 NEVADA - meat grinders •Corpo macchina totalmente in acciaio inox AISI 304. •Potenti motori IP 55 autoventilati per uso continuo. •Riduttore a bagno d’olio con ingranaggi rettificati. •Riduttore con doppio sistema di protezione dai liquidi. •Pratico fissaggio bocca con leva interbloccata (CE). •Gruppo macinazione ad alta produzione completamente in acciao inox. •Collo introduzione quadro per prestazioni superbe in seconda passata. •Tramoggia rimovibile interbloccata (CE) con collo fino a zona macinazione. •Comandi 24 Volt IP 54 con inversione (CE). •Opzioni: Sistema di protezione interbloccato per uso piastre con foro > 8 mm. 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Lei ovviamente si riferiva al modo in cui si deve affrontare un’espressione algebrica, ma sarebbe stata felice nel sentire i politici qualche anno fa riempirsi tutti la bocca dell’espressione “meno burocrazia”, salvo poi rimanerne delusa oggi constatando che la burocrazia in tutti i settori è quasi ovunque aumentata. In particolare, nel nostro settore, con la direttiva macchine CE 89/91 (oggi 2006/42) si era riusciti a semplificare molto. Mentre prima noi produttori eravamo succubi dei vari direttori ASL, che con i poteri che si ritrovavano ci costringevano a produrre una macchina per l’ ASL di La Spezia, una per l’ ASL di Cesena e così via. Sembrava l’ apoteosi dell’ Impero Romano, sgretolatosi per aver cercato di mantenere il potere e la potenza dei burocrati. Le macchine risultavano più sicure? Certamente no. L’unica conclusione era un moltiplicarsi di documenti, certificazioni, personalizzazioni e dichiarazioni che nulla avevano a che fare con la sicurezza dell’ operatore. Ora anche i leasing contribuiscono a moltiplicare le pratiche chiedendo il certificato di conformità firmato in originale, anche se non previsto dalla legge. Pensate che mole di firme per una ditta che produce diverse centinaia di macchine al giorno. Dopo un po’ non si riesce più a tenere la penna in mano e la firma somiglia a un geroglifico. Cosa succederebbe se il responsabile si ammalasse o prendesse qualche giorno di ferie? Al suo ritorno dovrebbe fare le migliaia di firme che si sono accumulate. Ricordo quando aprimmo la filiale commerciale di Chicago, fui sorpreso dalla semplicità amministrativa cui dovevano assoggettarsi le imprese. Il commercialista mi disse: “caro Marzaro, quando lei compera qualcosa mette la ricevuta in un cassetto, quando vende qualcosa mette la fattura nell’altro cassetto; a fine anno viene qui con i due cassetti, li svuotiamo sopra la scrivania e contiamo, e su quel che ha guadagnato paghiamo le tasse. Mi sembrava una presa in giro, ma così feci e così faccio ancora dopo undici anni di attività dell’impresa (semplicità e stabilità, un binomio vincente). Quando chiesi se vi fossero stampati numerati e/o vidimati per Ddt e fatture (all’epoca in Italia dovevano avere un numero progressivo), mi disse: “quando il cliente le fa un ordine, lei faccia già la fattura e la mandi in magazzino. Se un addetto al magazzino carica la merce nel camion, raccoglie la firma del camionista e le rimanda la fattura in ufficio affinché lei la metta nel cassetto la cosa ha un senso, altrimenti la fattura si può buttare. Se invece il cliente viene a caricare con mezzo proprio, probabilmente porterà già con sé la fattura firmata che lei gli avrà inviato prima per posta. Quella che voi chiamate offerta, o fattura pro forma, o conferma d’ordine, o..., scusi, manco dall’Italia da diverso tempo, avete inventato qualche altro documento che, come questi, sia sempre una copia della fattura?”. “Arrivederci a fine anno Sig. Marzaro” disse con accento di uno che l’italiano non lo parlava più da diversi anni. Da quanto ero attonito, lui dovette prendere la mia mano e stringerla alla sua per salutarmi, e poi mi accompagnò alla porta. “Scusi”, replicai ancora con un piede nell’uscio, alzando un po’ la voce per timore che non mi sentisse, “e per l’IVA, ogni quanto si deve fare la liquidazione?”. “L’Iva qui in America esiste solo nell’ultimo passaggio, quando uno vende ad un consumatore che non può scaricarla.” Me ne andai pensando a quanto denaro, ma soprattutto tempo e pazienza, perdiamo in Italia tra una scartoffia e l’ altra. Questo non è lo sfogo di un lunedì mattina, ma lo sfogo di una persona sommersa di documenti, certificati e formalità di ogni genere che non ha più tempo di fare il proprio lavoro. Less bureaucracy, more efficiency di Nereo Marzaro I still remember when my maths teacher said: "in life you must absolutely do two things, die and simplify". She was obviously referring to the way to tackle an algebra equation, but she would have been happy a few years ago to hear politicians get everyone talking about "less bureaucracy", only to remain disappointed to note that in all sectors bureaucracy has increased almost everywhere today. In particular, in our sector, the EC Machinery Directive EC 89/91 (now 2006/42) simplified a great deal. Previously, we manufacturers were slaves of the various local health unit managers who used their powers to oblige us to make one machine for the La Spezia unit, another for the Cesena unit and so on. It resembled the apotheosis of the Roman Empire which crumbled because it tried to maintain the power and authority of the bureaucrats. Were the machines safer? Certainly not. The only result was a proliferation of documents, certificates, customisations and declarations which had nothing to do with operator safety. Now leasing also contributes to the proliferation of documentation by requiring a signed original certification of conformity, although not required by law. Just imagine the mountain of signatures for a company producing several hundreds of machines a day. After a while, the pen gets difficult to hold and the signature starts resembling a hieroglyph. What would happen if the person responsible for signing fell ill or went on holiday for a few days? When he got back, he would be faced with an accumulation of thousands of signatures. I remember that when we opened a sales branch in Chicago, I was surprised by the simplicity of the administrative procedures for companies. The accountant said: "Dear Mr Marzaro, when you buy something, put the receipt in one drawer, when you sell something put the invoice in another drawer. At the end of the year, come here with the two drawers, we'll empty them on the desk and count them and we'll pay tax on what you have earned." I thought he was pulling my leg, but did what he said and am still doing so after eleven years in business – simplicity and stability, a winning combination. When I asked if there were numbered and/or authenticated forms for delivery notes and invoices (at the time in Italy they had to have a progressive number), he said: "When the customer makes an order, issue the invoice straight away and send it to the warehouse. If a warehouseman loads the goods on a lorry, have the lorry driver sign the invoice and return the invoice to the office so you can put it in the drawer, this makes sense, otherwise you can throw the invoice away. If on the other hand the customer comes to pick up the goods with his own vehicle, he will probably bring with him the signed invoice you will have sent him previously by post. What you call an offer, or pro forma invoice, or order confirmation, or... sorry, I've been away from Italy for some time, have you invented other documents which like these are basically just copies of the invoice?" "Goodbye Mr Marzaro, until the end of the year", he said with the accent of someone who had not talked Italian for some time. I was so astonished, that he had to take my hand and shake it to say goodbye, then accompany me to the door. "Sorry", I said with one foot already in the doorway and raising my voice a little for fear he would not hear me, "and what about the VAT for every settlement?" "Here in America, VAT exists for the final passage only, when you sell to a consumer who cannot claim it back." I left thinking about how much money, but above all time and patience, we waste in Italy between one lot of paperwork and the next. This is not someone letting off steam because it's Monday morning, but someone letting off steam because so submerged in documents, certificates and formalities of every sort that there's not enough time left to do his own work. 1 Indice 20 Arte dolciaria Confectionery art di Andrea Voltolina 1 Parola di... In the opinion of... Millefoglie di “bisquit” alla zucca gialla e crema di lamponi Mille feuille with yellow pumpkin bisquit and creamed raspberries 21 di Mariagrazia Dammicco Un inno alla dolcezza An ode to sweetness di Marisa Saggiotto Massignan Salsa dolce di zucca al profumo di fiori d’arancio Sweet pumpkin sauce scented with orange blossom Cucina moderna The modern kitchen 35 5 Morbida e croccante al microonde Both soft and crispy in the microwave Un piatto da favola! di Carlo Mocci 22 A tutta birra! Make mine a beer! di Giovanni Di Stanislao Aperitivo insolito An unusual aperitif di Nereo Marzaro Meno burocrazia più efficienza Less bureaucracy, more efficiency L’osservatorio The Observatory di Paolo Rossetti La zucca, ortaggio per tutti Squash, a vegetable for all Bevuti per voi Tasted for you 6 Ovidio, l’arte di amare Ovidio and the art of love Star Bene Keeping Healthy di Mirella Giuberti 23 Curiosità gastronomiche di Valerio Parin 36 di Michele Gilebbi e Alberto Assi 39 40 Bididi Bodidi Bu Bibbidi-Bobbidi-Boo di Alfredo Pelle di Sergio G. Grasso La zucca globetrotter The globetrotting gourd di Marco Sabatini 25 14 News di Luigi Biasetto Ma le Guide guidano? But do the Guides guide? Pasticceria Patisserie Mon Amour Mon Amour 15 Formazione Training di Marco Valletta Ma abbiamo la testa di zucca? But are we all numskulls? 16 I segreti del barman The barman’s secrets di Angelo Borrillo Al bar, con un pizzico di fantasia A touch of imagination at the bar di Carlo Mocci 26 I consigli dello chef The chef recommends di Giuseppe Daddio di Luigi Ferraro di Alberto Fol di Paolo Antinori di Sergio Moronato di Terry Giacomello di Stefano Baiocco di Giorgio Nardelli Di Gregori Nalon 33 di Matteo Ciarimboli Tradizioni gastronomiche Gastronomic traditions Il ritorno della zucca di Renato Ganèo Pensieri che mi ronzano in…zucca Pumpkin thoughts 41 Premiazioni Medaglia d’argento al “Team Veneto Chef” 42 Un fine settimana a Salisburgo Weekend at Salzburg, June 2010 Wochenende in Salzburg, Juni 2010 Thaifex Bangkok 54 Piemonte in tavola di Piera Genta Magico frutto dei nostri orti La parola alle aziende The companies speak La ricerca della perfezione The quest for perfection 58 Eventi Events di Ferruccio Ruzzante Cous Cous Fest 2010 Cous Cous Fest 2010 “Stars & Wines”: la gastronomia alle stelle! di Giulia Coronaro Regina in terra di Mantova di Carlo Mocci “Caseus Veneti”, formaggio protagonista Crema di zucca con capesante e cannolo salato con zucca e ricotta Creamed pumpkin with scallops and savoury Cannolo pastries filled with pumpkin and ricotta Al “Premio Montegrande” primeggiano Venezia e Treviso a cura di Giulia Coronaro di Marco Fattorel di Hamiza Abdessadeq Tanto di cappello! 45 Angeletti, nuova star nella cucina indiana News di Bruno Mambelli Non sono mica bruscolini! More than just pumpkin seeds Non solo zucche! The pumpkin’s cousin 18 34 46 di Marco Valletta di Ottaviano Pellini Al cuore della zucca At the heart of the pumpkin di Lorenzo Destro Campese Cultura gastronomica Gastronomic culture Sperimentazioni Experimentations Vent’anni di successi con WHSF Twenty years of success with WHSF Mit WHSF 20 Jahre Erfolge Ristoranti e menù Restaurants & menus di Stefano Renzetti A.I.B.E.S. di Nereo Marzaro di Luca Laurenti Ristorazione collettiva Catering Gastrosofia Gastrosophy Eventi Sirman Sirman events Semifreddo al croccante di semi di zucca con il suo gelato Pumpkin seed brittle semifreddo and pumpkin ice cream 10 24 51 56 News “Il cuore dove arte e cucina si fondono” Club dei migliori La pagina del pacojet The pacojet page Zucca e Zucchine: Cenni botanici ed aspetti nutrizionali Squash, pumpkin, marrow and courgettes: Botanical notes and nutritional aspects di Giorgio Nardelli 47 di Andrea Angeletti Banketing Banketing Regina del banchetto Queen of the banquet I 150 anni della Segnana 62 Nuove tecnologie New technologies Risotto Acquerello con zucca e porcini servito con boccone d’agnello al rosso dei colli di Conegliano Risotto with Acquerello rice, pumpkin and porcini served with morsels of lamb in Rosso dei Colli di Conegliano red wine 63 Associazioni e consorzi Consortiums and new initiatives a cura di Giulia Coronaro RISTORANTI DEL BUON RICORDO A cura di Emanuele Scarello e Antonia Saltarini Modotti GIOVANI RISTORATORI EUROPEI di Stefano Pepe di Fabio Momolo di Marco Squizzato TEAM VENETO CHEF di Sonia Re ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE CUOCHI ITALIANI di Luigi Sartini EUROTOQUES a cura di Marco Valletta Diario di bordo della N.I.C. FEDERAZIONE ITALIANA CUOCHI di Efrem Tassinato WIGWAM CORNER di Albino Zoccarato ARTE IN TAVOLA Friuli Venezia Giulia LA VIA DEI SAPORI 85 Birre di qualità Quality beers di Alberto Assi Bionde e ambrate…come la zucca! Gold and amber – just like the pumpkin! L’expo 2010 e il made in italy Expo 2010 and made in Italy Hanno così compiuto ancora un po’ di cammino, quando si trovan davanti una mole che per grandezza superava l’Olimpo. Cos’era questa macchina? Era una cucurbita; diciamola pure una zucca, secca e vuota di dentro, con la quale, allorché fu tenerina e manducabile, si sarebbe potuto far la minestra per tutto il mondo… 88 (Teofilo Folengo – Baldus) 86 In fiera At the fair di Maurizio Forte Nel mondo In the world di Simona Ceresani Fra simbolismo e medicina tradizionale cinese Symbolism and traditional Chinese medicine 89 Economia di Maurizio Favaro È in arrivo un carico di zucche 90 74 Diritto alimentare di Luigi Tonellato L’etichettatura dei prodotti ortofrutticoli Sicurezza alimentare Food safety 91 76 di Flavio Bisson di Guido Ongaro Curiosità Il cibo racconta Sistemi di cottura intelligenti Intelligent cooking systems Un piatto sulla tavola I fantastici quattro The fantastic four di Angela Ruzzante 78 92 di Renzo Ceccacci I migliori monovarietali della Sicilia The finest single variety olive oils from Sicily La Zucca nel cinema italiano In libreria In the bookshop 94 In breve Nascono le Biblioteche del Vino “Esco dal Desco” per raccontare e degustare le specialità lucchesi 80 DolceMilano, quando la metropoli si fa dolce di Cristina Mocci To be Lambrusco Essere Lambrusco 84 WINETT: il mercato del vino cambia faccia Tecnologia e design Technology and design La cucina come laboratorio The kitchen as laboratory Pizza e panificazine Pizza and breadmaking di Alex Negrini Un “rustico” di grande effetto An impressive ‘rustico’ flatbread (Teofilo Folengo – Baldus) di Annalisa Case Cercasi bacchetta magica! Wanted: magic wand! La rubrica dell’olio extravergine d’oliva The extra virgin olive oil page And so, they had gone a little further when they found themselves standing before a great pile higher than Mount Olympus. What was this machine? It was a cucurbit — in plain language, a pumpkin, dried out and hollow inside, which when it had been soft and edible would have made soup enough for the whole world to eat... 96 L’agenda Diary 97 In vetrina In the shop window In copertina: foto Studioverde Cover photo: photo by Studioverde www.afinox.com Tradition Grande Stile Infinito Successo studioverde “Accuratezza e profondità contrassegnano tutte le persone di successo. Il genio è l’arte di prendersi infinita cura delle cose. Tutte le grandi conquiste sono state caratterizzate da estrema attenzione, infinita diligenza, anche verso il minimo dettaglio.” (Elbert Hubbard) Via Venezia, 4 35010 Marsango di C.S.M. (PD) ITALY Tel. +39 049 9638311 Fax +39 049 9638361 E-mail: [email protected] L’osservatorio The Observatory La zucca, ortaggio per tutti Z studioverde ucca, peggio zuccone. Un insulto. Ma c’è anche lo zucchetto dei cardinali (scherzare coi fanti…). Invece la zucca, nelle sue molte varietà regionali, è soprattutto un diffuso prodotto orticolo parte di una semplice cucina popolare. Tra le zucche più comuni (un tempo condivisa con i maiali) quella che i veneti chiamano “suca baruca”, per la sua scorza grigio-verdastra appunto bitorzoluta. E allora eccola al forno (dolce della merenda dei bambini veneziani, scrive Massimo Alberini), lessata in acqua appena salata, fritta a pezzi con una pastella e perfino i semi, più un passatempo che un cibo, sono buoni se tostati al forno. Nei ricettari regionali ci sono almeno un centinaio di ricette note e catalogate, altre appartengono alle tradizioni locali o a quelle familiari ( e pensare che l’aveva del tutto trascurata Pellegrino Artusi). Ecco la nostra zucca nei risotti, in saor, in tegame, trasformata in crema, e ancora in gnocchi, pappe, minestre, paste e lasagne, torte, mostarde e marmellate. E ancora i fiori fritti a ecc, la zucca in padella (cavucin) alla friulana o alla greca in umido, alla siciliana in agrodolce con aceto bianco e menta, alla parmigiana con formaggio parmigiano ovviamente e noce moscata. In Lombardia, dal Pavese al Mantovano, la zucca è la regina dei vegetali, in particolare nel Cremonese si contano una trentina di piatti a base di zucca, torte, tortini, sformati, lasagne, contorni per carni e perfino semifreddi e gelati (conferma l’Accademia italiana della cucina ne “L’Italia dell’orto”,). E’ negli struffoli napoletani e in mille variazioni dei primi, dei secondi piatti e perfino dei dolci. Le frittelle della notte di Halloween (un’altra cultura, la stessa protagonista) sono un’intrusione nell’immaginario collettivo creata dalla comunicazione invadente che ha scavalcato tradizioni secolari per imporne altre. Ma in cucina l’hanno scoperta anche i grandi chef che l’hanno esaltata in tante fantastiche creazioni… La zucca comunque è sempre la stessa, con in buchi come occhi, le bellissime incisioni vere e proprie sculture, o semplicemente così a fette larghe, calda, dolce. Di sapore familiare. Squash, a vegetable for all di Carlo Mocci The Italian word for squash “zucca” (or worse still “zuccone”) is slang for “stupid”. The name given to a cardinal’s skullcap (“zucchetto”) also derives from “zucca”, but let’s leave religion out of it. But with all its numerous regional variations, the squash is above all a common vegetable with an important role to play in simple home cooking. One of the most common types (once shared with the pigs) is the knobbly greenish-grey variety known in the Veneto as the “suca baruca”. This is eaten baked (a sweet snack for Venetian children as Massimo Alberini writes), boiled in lightly salted water or cut into pieces, coated in batter and fried. The seeds too are eaten, more a pastime than a food, excellent toasted in the oven. Regional cooking boasts at least a hundred known and catalogued recipes; others belong to local or family traditions (and to think that Pellegrino Artusi ignored it completely). So the squash turns up in risottos, “in saor” (marinated), casseroled, creamed, in gnocchi, purées, soups, pasta and lasagne, pies, quiches, pickles and jams. The flowers are eaten fried, while the squash itself can be sautéed Friuli style (cavucin), Greek style or sweet-and-sour Sicilian style with white vinegar and mint, or cooked “alla parmigiana” with parmesan cheese and nutmeg. In Lombardy, from Pavia to Mantua the squash is the queen of vegetables. The Cremona area in particular boasts some thirty or so squash based dishes including pies, quiches, timbales and lasagne. It can also be served as a side-dish with meat and even in cold desserts and ice-creams (as confirmed by the Accademia Italiana della Cucina’s “L’Italia dell’Orto”). It is an ingredient in Neapolitan “struffoli” (fried dough balls) and in a thousand variations of first and second courses and even desserts, cakes and pastries. Fritters at Halloween (another culture, same protagonist) are an intrusion into the collective imagination created by invasive media communications which have ousted centuries’ old traditions to impose others. But in cooking, the squash has even been discovered by the great chefs who bring out its best in numerous imaginative creations... It is, however, always the same squash, with holes for eyes, carved into genuine sculptures, or simply in big, hot, sweet, slices. A homely taste. 5 Star Bene Keeping Healthy di Mirella Giuberti Nutrizionista professoressa presso l’Istituto Alberghiero di Stato “Orio Vergani” di Ferrara Nutritionist Teacher by State Hotel Institute “Orio Vergani” in Ferrara Zucca e zucchine: Cenni botanici ed aspetti nutrizionali Il termine zucca indica genericamente varie specie di piante erbacee annuali coltivate, appartenenti al genere Cucurbita, cui afferiscono varie specie: Squash, pumpkin, marrow and courgettes: Botanical notes and nutritional aspects Squash, pumpkin, marrow and courgette are all terms used to describe various species of cultivated annual herbaceous plants belonging to the Cucurbita genus, divided into various species: Cucurbita pepo: il frutto viene consumato allo stato erbaceo / Cucurbita pepo: the fruit is eaten while still unripe Varietà botanica Botanical varieties melopepo con forma arrotondata o discoidale e colore bianco, giallo, arancione, verde rounded or disk shaped, white, yellow, orange or green Denominazione/diffusione Name/distribution Utilizzazioni Uses zucca a berretta, pattypan, ufo squash, patisson frutti giovani lessati o al forno, con sapore deciso, che ricorda il carciofo young fruit eaten boiled or baked, decisive flavour reminiscent of artichokes patisson squash, pattypan squash, scallop squash, custard marrow, custard squash, etc. citrullina frutti giovani consumati crudi o cotti young fruit eaten raw or cooked giromontia frutti giovani crudi o cotti; la buccia presenta un elevato contenuto in carotenoidi, soprattutto luteina young fruit eaten raw or cooked; the skin has a high carotenoid content, lutein in particular ovifera zucca ad uovo; anche ornamentale ornamental summer squash frutti giovani crudi o cotti; ornamentale young fruit eaten raw or cooked; ornamental pyriformis zucca a peretta pear-shaped gourd frutti giovani crudi o cotti young fruit eaten raw or cooked clypeata zucchina courgette frutti giovani crudi o cotti young fruit eaten raw or cooked verrucosa medullosa nella buccia è presente mavicianina, proteina contenente rame, che conferisce colorazione blu the skin contains mavicyanin, a protein containing copper giving it a blue colour frutti giovani crudi o cotti young fruit eaten raw or cooked zucchetta marrow, pumpkin, summer squash, etc. frutti giovani crudi o cotti young fruit eaten raw or cooked Cucurbita moschata: il frutto viene consumato sia prima della maturazione che a maturazione completa / Cucurbita moschata: the fruit is eaten both unripe and ripe Cultivar Cultivar Denominazione/diffusione Name/distribution Utilizzazioni Uses Butternut; Butternut rugosa; Dolce del Berry; Gialla grossa di Parigi; Piena di Napoli; Piena di Chioggia; ecc. Butternut; Butternut Rugosa; Dolce del Berry; Jaune de Paris; Piena di Napoli; Piena di Chioggia; etc. zucca torta; zucca pepona la polpa ha un caratteristico sapore di nocciola fresca; è molto adatta per cotture al forno the flesh has a characteristic fresh hazelnut flavour and is ideal for baking musky squash, melon squash, butternut squash, field pumpkin, etc. Cucurbita maxima: il frutto viene consumato allo stato di maturità / Cucurbita maxima: the fruit is eaten ripe Varietà botanica Botanical varieties Denominazione/diffusione Name/distribution Utilizzazioni Uses ecoronata piuttosto diffusa in Est-Europa quite common in Eastern Europe diffusa in Cina e Giappone; common in China and Japan; anche ornamentale also ornamental a completa maturazione la buccia non è commestibile; la polpa può essere cotta al forno; è adatta alla preparazione di zuppe, puree, pasticci, torte salate, ripieni per paste, dolci turbaniformis semiturbana In Italia le principali cultivar sono Marina di Chioggia, Gialla Mammouth, Grigia di Bologna, ecc. In Italy, the main cultivars are Marina di Chioggia, Gialla Mammouth, Grigia di Bologna, etc. when completely ripe, the skin is not edible. The flesh can be baked. It can be used to make soups, purées, timbales, quiches, pies, fillings for pasta, desserts, cakes and pastries Cucurbita ficifolia: il frutto viene consumato sia prima della maturazione che a maturazione completa / Cucurbita ficifolia: the fruit is eaten both unripe and ripe Varietà/cultivar Variety/cultivar Denominazione/diffusione Name/distribution Utilizzazioni Uses Caratteristici i semi di colore nero; presenta incompatibilità produttiva con altre specie del genere; non vi sono cultivar zucca a foglia di fico; del Siam o siamese; di Malabar; dai sette anni; melonina; ecc.; è diffusa soprattutto in SudAmerica ed Asia Orientale fig leaf squash, Siam pumpkin, Malabar gourd, blackseeded squash, Thai marrow, pie melon, etc. Common mainly in South America and Eastern Asia la polpa bianca, dopo cottura, diviene filamentosa; viene anche candita ed utilizzata per confetture; se ne estrae un succo con cui preparare bevande white flesh, stringy after cooking. It can also be candied and used in confectionery. A juice is extracted and used to make drinks The black seeds are a characteristic feature. It does not hybridise easily with other species. There are no cultivars Cucurbita mixta: presenta caratteristiche intermedie tra C. maxima e C. moschata / Cucurbita mixta: Intermediate characteristics between C. maxima and C. moschata 6 È assai probabile che il tipo primitivo di zucca sia stato C. moschata e che C. pepo (largamente diffusa in Messico e nella parte sud-occidentale degli attuali Stati Uniti già in epoca precolombiana) sia stata la prima zucca introdotta in Europa, dove la sua prima descrizione risale al 1542, mentre C. moschata viene menzionata nel 1591. Le porzioni commestibili della pianta sono i fiori ed i frutti. I fiori sono grandi, appariscenti, di colore giallo vivo o aranciato; quelli maschili, più numerosi, sono portati da un lungo peduncolo ed hanno una corolla campanulata e pentalobata; i fiori femminili sono invece sorretti da peduncoli corti. Il frutto è una bacca indeiscente (peponide) con un epicarpo più o meno consistente, talvolta legnoso o spinoso, di colore variabile dal bianco al giallo chiaro, dal verde tenue al verde intenso, al bruno; la buccia può presentare una colorazione uniforme, o picchiettata o striata, e può essere liscia o verrucosa. La forma può essere allungata, arrotondata, lobata, ecc. e le dimensioni assai variabili. La polpa può essere fine, compatta, fibrosa, ecc. Le zucche da zucchine vengono coltivate anche in serra e sono disponibili sul mercato tutto l’anno; le zucche da inverno vengono raccolte quando la pianta è in fase di morte o comunque quando il picciolo del frutto è essiccato. Zucca e zucchine (o zucchini) presentano un elevato apporto idrico ed un modestissimo contenuto in nutrienti energetici; come si evince dalla Tab. 1, il valore calorico è infatti assai ridotto. Di un certo rilievo è il contenuto in niacina, vitamina che entra nella composizione di enzimi trasportatori di idrogeno (NAD, NADP) necessari per effettuare glicolisi, ciclo di Krebs, sintesi e demolizione di aminoacidi e acidi grassi, sintesi del colesterolo, ecc. e la cui carenza dietetica origina la pellagra. La polpa di colore giallo-aranciato è ricca di carotenoidi; tra di essi prevale il β-carotene, precursore della vitamina A, importante per la differenziazione cellulare e la struttura dei tessuti epiteliali (cute, cornea, mucosa dell’apparato respiratorio, digestivo, genito-urinario), per il meccanismo della visione, la riproduzione e l’integrità del sistema immunitario. I carotenoidi vengono ritenuti composti antiossidanti, in quanto, in sinergia con altre molecole, prevengono la perossidazione lipidica delle membrane cellulari; essi svolgono anche un’attività chemopreventiva, derivante dalla capacità di indurre l’espressione di enzimi detossificanti di fase II (agendo sulle sequenze ARE). Le zucchine presentano un buon contenuto in potassio, che predomina nell’interno delle cellule (con funzioni connesse all’equilibrio acido-base, la pressione osmotica e la ritenzione idrica), ma compone anche i liquidi extracellulari, ove influenza l’attività muscolare e la contrattilità del miocardio. Di interesse risulta anche il contenuto in zinco (Tab. 3), che attiva molti enzimi ed interviene nel metabolismo di RNA e DNA, delle proteine e dei mucopolisaccaridi. Non è trascurabile nemmeno la quota di rame, necessario per i processi di ematopoiesi, pigmentazione, cheratinizzazione, formazione dell’osso, riproduzione, mielinizzazione, funzione cardiaca, formazione del tessuto connettivo. Il rame entra nella composizione di molti enzimi e viene trasportato nel plasma con la ceruloplasmina, ritenuta importante nei meccanismi di difesa antiossidante. Non vi sono riscontri scientifici che avvalorino una presupposta ricchezza in vitamina C ed acido folico: mentre i folati sono presenti in modeste quantità, la vitamina C è decisamente scarsa. E zucca e zucchine ne vengono ulteriormente impoveriti sia per effetto della conservazione che della cottura, essendo le due vitamine sensibili a luce ed ossigeno, idrosolubili e termolabili. In Asia, Africa e Sud-America la zucca siamese è ritenuta tradizionale rimedio nei confronti del diabete, sia per il suo basso indice glicemico, che per l’efficace attività di riduzione dei livelli ematici di trigliceridi e colesterolo. Zucca, zucchine e fiori di zucca sono caratterizzati da un’ottima digeribilità, che potrebbe comunque essere inficiata dalla preparazione culinaria prescelta. Le zucchine, quando piccole e tenere, It is highly probable that the original squash was C. moschata and that C. pepo (common in Mexico and the south-eastern part of what is now the United States before the time of Colombo) was the first squash introduced into Europe where it is first described in 1542. C. moschata on the other hand is mentioned in 1591. Both the flowers and fruit are eaten. The bright yellow or orange flowers are large and showy. The more numerous male flowers have a long peduncle and five-lobed bell-shaped corolla. The female flowers have short peduncles. The fruit is an indehiscent berry (pepo) with a sometimes woody or spiny epicarp varying in thickness and with colours ranging from white to light yellow, light green, bright green and brown. The skin may be evenly coloured, speckled or striped, smooth or warty. Very variable in size, it may be elongated, rounded, lobed etc. The flesh may be fine, compact, fibrous etc. Summer squash, courgettes and marrows are cultivated outside or under glass and are available on the market all year round. Winter squash and pumpkins on the other hand are harvested when the plant is already dead or at least when the stalk has dried. Squash, pumpkins, marrows and courgettes all have a high water content and a modest amount of energy giving nutrients as shown in Table 1. The calorie content is in fact very low. They contain an interesting amount of niacin, a vitamin forming part of the hydrogen transporting enzymes (NAD, NADP) required by the glycolysis process, the Krebs cycle, synthesis and degradation of amino acids and fatty acids, synthesis of cholesterol etc. Niacin deficiency causes pellagra. The yellow-orangey flesh is rich in carotenoids, mainly �-carotene, precursor of vitamin A, important for cell differentiation and the structure of the epithelial tissue (skin, cornea and respiratory, digestive and genitourinary mucosa), the sight mechanism, reproduction and the integrity of the immune system. The carotenoids are considered antioxidant as, in synergy with other molecules, they prevent lipid peroxidation of the cell membranes. They also have a chemopreventive action deriving from their ability to induce the production of phase II detoxifying enzymes (acting on the ARE sequences). Summer squash, marrows and courgettes are high in potassium, predominant inside cells (with functions associated with the acid-base balance, osmotic pressure and water retention), but also found in the extracellular fluids where it influences muscle activity and myocardial contractility. They also contain an interesting amount of zinc (Table 3) which activates numerous enzymes and takes part in RNA and DNA metabolism of proteins and mucopolysaccharides and a far from negligible quantity of copper, required for haematopoiesis, pigmentation, keratinisation, bone formation, reproduction, myelinization, heart function and the formation of connective tissue. Copper forms part of numerous enzymes and is transported in the plasma with ceruloplasmin, considered important in antioxidant defence mechanisms. There is no scientific confirmation of their supposed high vitamin C and folic acid content. While they contain modest quantities of folates, vitamin C levels are decidedly low and the levels are further impoverished by both cooking and storage as the two vitamins are sensitive to light and oxygen, water soluble and thermolabile. In Asia, Africa and South-America, the Siam pumpkin is considered a traditional remedy for diabetes, both for its low glycemic index and for its efficacy in reducing blood levels of triglycerides and cholesterol. Squash, pumpkins, marrows and courgettes and their flowers are all easily digestible, although this is influenced by how they are prepared. When small and tender, courgettes are eaten raw or included in 7 vengono consumate crude; possono poi essere ingredienti per minestroni e zuppe; vengono lessate; trifolate; grigliate; stufate. Intere e in parte svuotate dalla polpa, divengono contenitori per deliziose preparazioni cotte in umido o al forno. Sono inoltre ingredienti per paste e risotti, ma anche per fritture, analogamente ai fiori, che trovano frequente utilizzazione anche in torte salate e frittate. La polpa delle zucche può comporre torte salate, zuppe e minestroni; quando gialla e dolce, è ingrediente di paste salate ripiene (come i “cappellacci di zucca” ferraresi o mantovani), trasformata in confettura, componente di mostarde, ma anche semplicemente cotta al forno ed assaporata come fine pasto. Alimento Food minestrone and soups. They can be boiled, cooked in oil with parsley and garlic, grilled or casseroled. Whole and with part of the flesh removed, they become containers for delicious mixtures for casseroling or baking. They are common ingredients in pasta and risottos, but can also be fried (like the flowers) for use in pies, quiches and omelettes. Squash and pumpkin flesh can be used in pies, quiches, soups and minestrone. When yellow and sweet, it is used as a filling for pasta (Ferrara or Mantua style "cappellacci di zucca"), made into a conserve, included in pickles, or simply baked and eaten at the end of the meal. Acqua (g) Water (g) Proteine (g) Proteins (g) Lipidi (g) Fats (g) Glucidi Disponibili (g) Available carbohydrates (g) Energia (Kcal) Energy (Kcal) zucca gialla yellow squash 94.6 1.1 0.1 3.5 18 zucchine crude raw courgettes 93.6 1.3 0.1 1.4 11 84.2 3.2 0.2 3.4 27 zucchine cotte cooked courgettes in acqua distillata, senza aggiunta di sale in distilled water without added salt Tabella 1 Composizione chimica e valore energetico per 100 g di parte edibile (Fonte: INRAN) Table 1 Chemical composition and energy value per 100 g of edible part (Source: INRAN) Alimento Food Sodio (mg Sodium (mg) Potassio (mg) Ferro (mg) Potassium (mg) Iron (mg) Calcio (mg) Calcium (mg) Fosforo (mg) Tiamina (mg) Phosphorous (mg) Thiamine (mg) Riboflavina (mg) Riboflavin (mg) Niacina (mg) Niacin (mg) Vitamina A (µg) Vitamina C (mg) Vitamin A Ret.eq. (μg) Vitamin C (mg) zucca gialla yellow squash 0 0 0.9 20 40 0,03 0,02 0,50 599 9 zucchine courgettes 22 264 0.5 21 65 0,08 0,12 0,70 6 11 Tabella 2 Composizione chimica e valore energetico per 100 g di parte edibile (Fonte: INRAN) Table 2 Chemical composition and energy value per 100 g of edible part (Source: INRAN) Alimento Food Magnesio (mg) Magnesium (mg) Zinco (mg) Zinc (mg) Rame (mg) Copper (mg) Selenio (µg) Selenium (μg) zucchine chiare, crude raw light coloured courgettes 17 1.14 0.14 1,0 zucchine scure, crude raw dark coloured courgettes 25 0,90 0.14 1.0 Tabella 3 Contenuto minerale per 100 g di parte edibile (Fonte: INRAN) Table 3 Mineral content per 100 g of edible part (Source: INRAN) 8 Gastrosofia Gastrosophy di Sergio G. Grasso Gastrosofo La zucca globetrotter ome succede spesso in botanica, il nome scientifico di una pianta rivela molti dei suoi requisiti peculiari. Angiosperme significa in C greco “piante dal seme protetto”, definizione che chiarisce perché queste piante siano riuscite a diffondersi a tutte le latitudini. Tra queste le “cucurbitacee” rappresentano una numerosa famiglia composta da più di 800 specie. Anche in questo caso l’etimologia ci rimanda a forma e funzione, poiché la parola “corb” in sanscrito indica qualcosa di strisciante, attorcigliato o rampicante, esattamente come le zucche, i meloni e le angurie. Molti botanici ritengono che proprio una di queste piante - la Cucurbita lagenaria - potrebbe essere stata la prima pianta selvatica domesticata dall’uomo, circa dodicimila anni prima della nostra era, precedendo di qualche migliaio di anni la domesticazione dei frumenti. La convinzione degli scienziati pare assecondare un antico mito di Papua Nuova Guinea secondo il quale dall’interno della “zucca primigenia” sono uscite tutte le varietà di riso, tutte le varietà di frutta, tutti gli scritti sacri e tutte le razze umane. Tornando all’etimologia, lagenaria deriva dalla parola greca lagenos=fiasco, bottiglia panciuta. Fu certamente la fisionomia del frutto a incoraggiare la domesticazione della pianta in un’epoca in cui la ceramica era di la da venire: la zucca fu il primo contenitore per acqua grazie al quale l’uomo del neolitico riuscì a trasportare e a conservare l’acqua. Da millenni la zucca-a-bottiglia è considerata un eccellente materiale per costruire ciotole, cucchiai, lampade ma anche strumenti musicali, come le Maracas sudamericane, il Sitar indiano, la Kora africana e il Balafon del golfo di Guinea. Per inciso anche il “mate” - l’infuso di erba Ilex paraguariensis che è bevanda nazionale in Paraguay, Uruguay, Brasile e Argentina - prende il nome dalla vocabolo quechua con cui Indios Guaranì del XVI secolo chiamavano le zucche che usavano come scodella. Nella sua forma selvatica la Cucurbita lagenaria dovrebbe essere originaria dello Zimbabwe dove in un’area isolata ne è stata rinvenuta una forma arcaica e 10 The globetrotting gourd As often happens in botany, a plant’s Latin name reveals many of its particular characteristics. “Angiosperm” in Greek means “plant with a protected seed”, a definition which explains why these plants have managed to spread to all latitudes. Among these, the Cucurbitaceae or cucurbits are a numerous family consisting of more than 800 species. Once again, the etymology is related to shape and function, as “corb” in Sanskrit means something creeping, twisted or climbing, just like squash, gourds and melons. Many botanists believe that one of these plants – Cucurbita lagenaria – may have been the first wild plant cultivated by man about two thousand years ago, preceding the cultivation of wheat by several thousand years. The scientists’ conviction seems to support an ancient myth from Papua New Guinea according to which all varieties of rice, all varieties of fruit, all sacred texts and all human races are said to have emerged from the “primordial gourd”. Going back to the etymology, lagenaria comes from the Greek word lagenos=flask, a round-bodied bottle. It was without doubt the fruit’s shape which first encouraged its cultivation at a time when ceramics were still unknown. The gourd was the first container, used by Neolithic man to transport and store water. For thousands of years, the bottle gourd or calabash was considered an excellent material for making bowls, spoons, lamps and even musical instruments such as the South American maracas, the Indian sitar, the African kora and the balafon from the Gulf of Guinea. Even “mate” (an infusion of the yerba mate plant, Ilex paraguariensis, the national drink of Paraguay, Uruguay, Brazil and Argentina) takes its name from the Quechua word used by the native American Guaraní people in the 16th century to describe gourds used as bowls. The wild form of Cucurbita lagenaria is thought to have originated in Zimbabwe where a primary wild form was discovered in an isolated area. Where its cultivation began is not known, but it is possible to guess at the plant’s history down the millennia. Transferred from the place where it grew wild to more “cultivated” areas, the plant adapted to the new environment where there was less competition from other plants and more protection from animals. With an easier life, you could say, the primordial gourd stopped being perennial (formerly necessary to hold its own among numerous rivals), relaxed and became annual, while the fruit, originally bitter to discourage predators, evolved into a pleasant edible flesh. From that first edible gourd came all “modern” gourds and squashes which about 12000 years ago began their migration from Africa to the most remote corners of the globe. The majority of angiosperm seeds travel intact in the stomach of birds before being expelled in flight with the excrement during migration. Obviously the gourd is an impracticable source of food for small birds which prefer eating smaller fruit with a more tender peel. So how then did a seed cross the oceans intact and alive to germinate tens of thousands of kilometres away from where the fruit spontanea. Non si sa dove iniziò la sua domesticazione ma si può intuire cosa avvenne alla pianta nel corso di qualche millennio. Trasferita dal luogo di crescita spontanea a zone più “curate”, la pianta si adattò al nuovo ambiente meno affollato di competitori vegetali e più protetto da minacce animali. Messa per così dire a suo agio, la zucca primordiale perse la sua caratteristica di perennità (che le serviva a mantenere la posizione tra tante altre antagoniste), si rilassò e divenne annuale, mentre il frutto originariamente amarissimo per scoraggiare i predatori, assunse una polpa piacevolmente commestibile. Da quella prima zuccaalimento derivano tutte le zucche “moderne” che più o meno 12000 anni fa hanno iniziato le loro migrazioni dall’Africa fino ai più remoti angoli del globo. Gran parte dei semi delle angiosperme viaggiano intatti nello stomaco degli uccelli prima di essere espulsi in volo con i loro escrementi durante le migrazioni. Ovviamente la zucca è poco pratica come cibo per i piccoli volatili, che preferiscono cibarsi di frutti più minuti e dalla buccia più tenera. Ma allora come può un seme attraversare intatto e vitale gli oceani per rigermogliare a decine di migliaia di chilometri di distanza da dove è nato il frutto? Semplice: via mare. La nostra zucca globetrotter è un vero e proprio vascello, anzi una corazzata: ha uno scafo rigido e coriaceo e galleggia splendidamente. Tutto questo sarebbe ben poco però se i suoi semi non avessero polpa amidacea di cui cibarsi per almeno 8 o 10 mesi. Ecco quindi che un giorno d’autunno di 120 secoli fa (scusate l’imprecisione sull’anno…) una bella lagenaria matura cade in mare sulla costa orientale dell’Africa. Subisce qualche ammaccatura sugli scogli ma non si rompe e galleggiando si fa trasportare dalla corrente atlantica di Benguela in direzione nord fino a confluire in quella Equatoriale. L’esperimento è stato replicato più volte dagli scienziati e si è visto che una buona percentuale di zucche lasciate sulla costa della Namibia tocca terra a sud del Golfo del Messico in circa 8 mesi. Ed è li che sono state trovati i più antichi esemplari di zucca-a-fiasco del Nuovo Mondo, esattamente nell’area archeologica di Guilà Naquitz, in una grotta deposito datata col radiocarbonio. Le varietà americane (partite dal Messico e emigrate in Perù, Bolivia, Equador, Brasile e Argentina) si sono adattate a climi e terreni diversi da quelli africani, evolvendo in forme diverse, che a loro volta hanno preso la strada dell’Europa dopo la scoperta dell’America. Così mentre iniziava il Rinascimento, nei porti italiani cominciarono ad arrivare bastimenti di mais, fagioli, tabacco, peperoni … e zucche. Zucche nuove, mai viste prima, che colpirono la fantasia e il palato e da cui sono derivate le specie oggi più diffuse e consumate soprattutto in Pianura Padana, dove l’ortaggio si è meglio acclimatato e dove il suo consumo è abituale tutto l’anno: la C. moschata (che comprende la varietà ”Lunga di Napoli”, la “Zucca a serpente di Sicilia” e la “Trombetta di Albenga), la Cucurbita pepo (a cui appartiene la zucchina) e la C. maxima degnamente rappresentata dalla dolce “Marina di Chioggia” e dalla deliziosa “Piacentina”. Prima di Colombo nel Mediterraneo e in Europa, esisteva solo la “vecchia” Lagenaria com’è testimoniato da numerosi contenitori per liquidi o granaglie ritrovati un po’ dappertutto. Non è un caso che a questa varietà di Lagenaria sia stato attribuito il nome di L. siceraria, da cicer=cece. In Italia la traccia più antica è stata rinvenuta in una canaletta romana del I sec. a.C. a Mutina (Modena). C’era anche una particolare varietà di Lagenaria (L. longissima), coltivata per scopi alimentari già in epoca biblica, com’è dimostrato dal nome dell’antichissima città di Dilean, dall’Ebraico delaat , cioè “campo di zucche”. Questo nonostante il Talmud - il libro sacro ebraico - consideri la zucca indigesta, o meglio “come un sasso nel corpo”. Maggior fortuna gastronomica ebbe questo ortaggio originated? Simple - by sea. Our globetrotting gourd is a genuine vessel... armoured at that. It has a tough rigid hull and floats magnificently. All this however would count for little without a starchy pulp able to nourish the seeds for up to eight or ten months. So one autumn day some 120 centuries ago (sorry I can’t be more precise about the year...) a fine ripe Lagenaria fell into the sea off the east coast of Africa. It got a few dents on the rocks, but didn’t break and, floating, let itself be carried in the Atlantic Benguela current until it joined the Equatorial current. The experiment has been replicated a number of times by scientists and it was found that a good percentage of gourds left off the Namibia coast reached land south of the Gulf of Mexico about eight months later. And this is where the oldest examples of bottle gourd in the New World were found, to be precise, in the archaeological area of Guilà Naquitz in a carbon dated cave store. The American varieties (starting out from Mexico and emigrating to Peru, Bolivia, Ecuador, Brazil and Argentina) adapted to climates and soils different from those in Africa, evolving different shapes and heading for Europe after the discovery of America. So at the beginning of the Renaissance, shiploads of maize, beans, tobacco and peppers began to arrive in Italian ports... together with squashes. New hitherto unknown forms inspired the imagination and palate, becoming the forefathers of the commonest species found today, eaten above all on the Po Plain where the vegetable is best acclimatised and habitually eaten all year round – Cucurbita moschata (including the varieties “Lunga di Napoli”, “Zucca a Serpente di Sicilia” and “Trombetta di Albenga”), Cucurbita pepo (including the courgette) and Cucurbita maxima worthily represented by the sweet “Marina di Chioggia” and delicious “Piacentina” varieties. Before Columbus, in the Mediterranean and Europe there was only the “old” Lagenaria, as witnessed by the numerous containers for liquids or grain found almost everywhere. It is no coincidence that this variety of Lagenaria was given the name L. siceraria, from cicer=chickpea. In Italy the oldest traces were found in a Roman conduit from the 1st century B.C. at Mutina (Modena). A particular variety of Lagenaria (L. longissima) was also cultivated for food as early as biblical times as shown by the name of the ancient city of Dilean, from the Hebrew “delaat” meaning “field of gourds”. This despite the fact that the Talmud, the Jewish holy book, considers gourds to be indigestible, or “like a stone in the body”. The vegetable had greater gastronomic fortune among the ancient Egyptians as suggested by the remains of gourds frequently found in royal burial sites. For the Greeks, it later became a metaphor for immortality, but it was with the Romans that the gourd became a common ingredient in cooking, to the point where Pliny the Elder defined it as a “cure-all in the life of man and a balm for all troubles”, suggesting that only the longest thinnest ones should be chosen. This is echoed by Apicius’ recipe book in which L. longissima is used in numerous recipes, thanks to its insipid flavour which leaves cooks free to personalise the taste. Excessive use of the gourd in cooking must, however, already have been common given that a century before Apicius, the poet Martial (40-104 BC) complained about a host who, after inviting him to dinner, heaped gourd on him disguised in every sort of food: “Caecilius cuts the gourds into a thousand pieces. You eat them as a starter, he serves them in the first course, he serves them in the second course, he serves them again as 11 presso gli antichi egizi com’è intuibile dai frequenti ritrovamenti di suoi residui in sepolture reali. Per i Greci rappresentò più tardi la metafora dell’immortalità ma è con i romani che la zucca diventa ingrediente comune in cucina, al punto che lo stesso Plinio il Vecchio la definisce “refrigerio della vita umana e balsamo dei guai”, suggerendo di scegliere solo le più lunghe e sottili. Gli fa eco il ricettario di Apicio nel quale la L. longissima viene impiegata in molte ricette grazie al suo sapore scipito che lasciava liberi i cuochi di personalizzarne il gusto. L’abuso della zucca in cucina era però già storia vecchia se un secolo prima di Apicio il poeta Marziale (40 –104 d.C.) si lamentava di un suo anfitrione che lo invita a cena ammannendogli zucche camuffate in ogni sorta di vivanda: “….le zucche Cecilio / taglia in mille pezzettini./ Le mangi all’antipasto / te le da nella minestra / te le serve per pietanza / le mette nel contorno”. Dopo una storia biologica fatta di viaggi avventurosi, adattamenti a nuovi mondi e lotta per la sopravvivenza, negli ultimi duemila anni di storia gastronomica la zucca-globetrotter ha attraversato alterne vicende. Di tempo in tempo è stata giudicata infernale e divina, perniciosa e salutare, veleno e antidoto. È passata dalle tavole dei nobili a quelle dei popolani, dal porcile alle farmacie, dalle bettole ai ristoranti stellati. Ed è sopravvissuta alle pestilenze, al colera, alla malaria delle paludi. Dovunque ha trovato un lembo risparmiato dall’acqua ha prolificato. Libera e vagabonda, energica, coraggiosa e passionale per natura, si aggrappa, si inerpica, si solleva per arrivare sulle nostre tavole in mille forme: infornata, cotta nell’acqua e nel latte, candita, fritta, passata per farne purea. È ottima nel risotto e nel minestrone, si sposa ai fagioli, ama le minestre e le zuppe, si nasconde nei tortelli, si trasforma in dolci e frittelle. Come queste che faccio da una decina d’anni per Ognissanti, alla faccia di chi le zucche le usa solo per ricavarne quelle stupide lanterne di Halloween che nulla hanno a che vedere né con la nostra cultura né con la dignità alimentare della zucca. Frittelle dolci dei Santi Mi procuro: 600 g di zucca cremonese, 3 uova, 180 g di zucchero, 250 g di farina, sale, pepe bianco, burro chiarificato per friggere, la buccia grattugiata di 2 arance, 30 gr. di zucchero a velo. Faccio così: Pulisco la zucca, la taglio a tocchi grossolani e la inforno a 180° fino ad ammorbidimento della polpa che, ancora calda, passo al setaccio. Batto le uova con lo zucchero, una presa di sale e un pizzico di pepe bianco. Aggiungo la farina, la buccia d’arancia grattugiata, la polpa della zucca e impasto fino ad ottenere un amalgama omogeneo e leggermente umido. Con le mani bagnate do forma a frittelle grandi quanto una prugna che appiattisco leggermente e che metto a friggere in burro chiarificato fino a doratura. Le asciugo su carta assorbente e le dispongo calde su un vassoio spolverizzandole con lo zucchero a velo. 12 a side-dish”. After a biological history of adventurous travel, adaptations to new worlds and a fight for survival, in the last two thousand years of gastronomic history, globetrotting gourds and squashes have had a chequered history. Depending on the moment, they have been considered, hellish and divine, pernicious and healthy, poisonous and an antidote. They have gone from the tables of noblemen to those of the poor folk, from the pigsty to the pharmacy, from the greasy spoon to starred restaurants. And they have survived pestilence, cholera and malaria in the marshes. Wherever they have found a pocket handkerchief of dry land, they have proliferated. Free and vagrant, full of energy, brave and passionate by nature, they cling, climb and lift themselves up to reach our tables in thousands of forms – baked, boiled in water or milk, candied, fried and puréed. They are excellent in risottos and minestrone, go wonderfully with beans, are perfect in soups, hide away as a filling for pasta and are transformed into desserts and fritters. Like these I have been cooking for All Saints for the last ten years or so, one up on those who use squash just to make those stupid Halloween lanterns which have nothing to do either with Italian culture or the dignity of the squash as a food. All Saints sweet fritters I get: 600 g Cremona squash, 3 eggs, 180 g sugar, 250 g flour, salt, white pepper, clarified butter for frying, the grated peel of 2 oranges, 30 g icing sugar. Then I clean the squash, cut it into large chunks and place it in the oven at 180°C until the pulp is soft, then when still hot I pass it through a sieve. I beat the eggs with the sugar, a pinch of salt and a pinch of white pepper. I add the flour, grated orange peel and squash pulp and blend into a smooth slightly moist mixture. With wet hands, I form fritters the size of a plum, flatten them slightly, then fry them in clarified butter until they are golden brown. I then dry them with absorbent paper, place them hot on a tray and sprinkle with icing sugar. Pasticceria Patisserie Quali elementi contribuiscono al successo di un piatto? di Luigi Biasetto Chef Pasticcere e titolare della Pasticceria Biasetto di Padova La vista Indubbiamente una presentazione d’effetto, un’estetica esclusiva, colori eleganti e un nuovo design accattivante: questi elementi catturano già l’attenzione di noi degustatori e fanno scattare la voglia di assaggiare il cibo che abbiamo davanti. L’olfatto Subito dopo siamo attirati dal profumo che questo piatto emana, sensibilizzando la nostra memoria olfattiva e facendo “immaginare” il gusto del piatto. Condizionamento I due fattori sopracitati sono condizionati da altri importanti elementi che esulano dall’aspetto sensoriale, ma che condizionano fortemente il nostro giudizio complessivo di un piatto. Essi sono la tradizione, la cultura etico-religiosa, l’innovazione e la fama dell’autore. Statistiche Possiamo affermare che il successo di un piatto sia dato da un 60% circa dalla vista e dall’olfatto e solo il 40% dall’effettivo gusto del piatto. Gusto Il gusto, va ricordato, ha segnato il successo mondiale di molti piatti della tradizione italiana. E’ sicuramente un argomento che, per complessità e importanza, merita un maggiore approfondimento e uno spazio più ampio. Per tale motivo, vi diamo appuntamento al prossimo numero e vi lasciamo al dolce Mon Amour, frutto di una ricerca di equilibrio tra tutti cinque i sensi. Mon Amour 1. Collocare al centro del piatto una pallina di gelato vaniglia. 2. Decorare con un macaron, frutta secca e zucchero di canna. 3. Caramellare lo zucchero. 4. Cospargere granella di pistacchio. 1 Mou: zucchero 57 g, glucosio 37 g, burro 8 g, vaniglia 1 g, panna 95 g. Arachidi tostate e salate per interno 30 g Caramellizzare a secco,nel forno a microonde, lo zucchero. Versare lentamente la panna, precedentemente bollita, aggiungere la pasta nocciola e infine la gelatina reidratata nell’acqua. Colare all’interno di uno stampo alto 2 cm, precedentemente foderato con un disco di pan di spagna e cosparso di arachidi spezzettate. Quindi mettere a raffreddare con abbattimento positivo. 3 Nel frattempo: Mousse: panna montata 452 g, tuorlo 90 g, sciroppo 60° 114 g, mou 191 g, copertura al latte gusto caramello 129 g, gelatina 8 g, acqua 47 g. 4 1. Place a ball of vanilla ice cream at the centre of the plate. 2. Decorate with a macaroon, nuts and cane sugar. 3. Caramelise the sugar. 4. Sprinkle with crushed pistachios. 14 Pâte à bombe: Portare a bollore lo sciroppo, versarlo sopra i tuorli d’uovo ed omogeneizzarlo con minipimer (Sirman) quindi cuocerlo nel forno a microonde fino a raggiungere la temperatura di 84°C. Quindi, passarlo allo chinois, aggiungere la gelatina reidratata e montare con una planetaria fino a completo raffreddamento. Mousse: Nel frattempo, montare la panna con il caramello mou freddo e sciogliere la copertura di cioccolato al latte nel microonde a 50°C. Quindi versarla nella pâte à bombe quasi fredda e amalgamare delicatamente tutto insieme. La vista Indubbiamente una presentazione d’effetto, un’estetica esclusiva, colori eleganti e un nuovo design accattivante: questi elementi catturano già l’attenzione di noi degustatori e fanno scattare la voglia di assaggiare il cibo che abbiamo davanti. L’olfatto Subito dopo siamo attirati dal profumo che questo piatto emana, sensibilizzando la nostra memoria olfattiva e facendo “immaginare” il gusto del piatto. Condizionamento I due fattori sopracitati sono condizionati da altri importanti elementi che esulano dall’aspetto sensoriale, ma che condizionano fortemente il nostro giudizio complessivo di un piatto. Essi sono la tradizione, la cultura etico-religiosa, l’innovazione e la fama dell’autore. Statistiche Possiamo affermare che il successo di un piatto sia dato da un 60% circa dalla vista e dall’olfatto e solo il 40% dall’effettivo gusto del piatto Gusto Il gusto, va ricordato, ha segnato il successo mondiale di molto piatti della tradizione italiana. E’ sicuramente un argomento che, per complessità e importanza, merita un maggiore approfondimento e uno spazio più ampio. Per tale motivo, vi diamo appuntamento al prossimo numero e vi lasciamo al dolce Mon Amour, frutto di una ricerca di equilibrio tra tutti cinque i sensi. Mon Amour Cremoso al caramello, mou, mousse al caramello, panna al caffè 1, biscuit. 2 Quali elementi contribuiscono al successo di un piatto? Caramel crème, toffee, caramel mousse, coffee cream, biscuit. Toffee: sugar 57 g, glucose 37g, butter 8 g, vanilla 1g, cream 95 g. Toasted, salted peanuts (not salted on outside) 30 g Caramelise the sugar in the microwave without water. Slowly add the cream, brought to the boil, add the hazelnut paste and, lastly, the gelatine softened in water. Pour into 2 cm high moulds, with a disc of sponge cake at the bottom, sprinkled with crushed peanuts. Chill to above freezing. In the meantime: Mousse: whipped cream 452 g, egg yolk 90 g, 60% syrup 114 g, toffee 191 g, caramel flavoured milk chocolate 129 g, gelatine 8 g, water 47 g Pâte à bombe: Bring the syrup to the boil, pour over the egg yolks and blend with a Sirman hand blender, then cook in the oven to a temperature of 84°C. Sieve through a chinoise, add gelatine, softened in water, and beat in a planetary mixer until completely cool. Mousse: In the meantime, whip the cream with the cold caramel toffee, and melt the milk chocolate in the microwave to a temperature of 50°C. Pour into the almost cold pâte à bombe and gently mix everything together. Panna cotta: zucchero 64 g, panna 194 g, caffè ristretto 20 g Panna cotta: Mescolare gli ingredienti e montare a ¾, quindi versarla con l’aiuto di una poche all’interno dei cerchi per completare la preparazione della farcia interna. Montaggio del dolce: Preparare 18 anelli alti 4cm e di Ø 4cm in una teglia con foglio di acetato o di silicone antiaderente. Quindi rivestirli con la fascetta in acetato e procedere versando fino a metà dello stampo la mousse al cioccolato al latte. Disporre la farcia precedentemente congelata e completare la farcitura con un pan di Spagna. P.S.: questa farcitura è fatta al contrario per velocizzare la produzione e ottenere un dolce perfettamente diritto. Procedere con l’abbattimento di temperatura, sfornare e nebulizzare con del cioccolato al latte. Quindi impiattare come da proposta. Rendimento: 18 tortine Panna cotta: sugar 64 g, cream 194 g, espresso coffee 20 g Panna cotta: Mix the ingredients and whip to ¾ stiffness, pipe into the ring moulds to complete the filling. Assembly: Arrange 18 ring moulds measuring 4 cm in height and 4cm across on a tray on top of a sheet of acetate or a non stick silicone mat. Line with the moulds with a strip of acetate and fill half way with the milk chocolate mousse. Add the filling, frozen previously, and top with a layer of sponge. N.B. The procedure for the filling has been reversed to make the dish quicker to make and to create a perfectly straight dessert. Chill, turn out and dust with milk chocolate, then dish up as shown. Yield: 18 desserts Ma abbiamo la testa di zucca? i viene spontaneo citare questo modo di dire, legato alla zucca, per fare una M riflessione sull’importanza e la cultura del servizio di sala. Dovrei calcare la mano affermando che questa cultura del servizio della tavola è sempre meno evidente nelle ristorazioni attuali, potrei dire che la si riconosce pochissimo in giro e forse solo in alcuni alti livelli. Una cultura del servizio che non è adeguatamente organizzata e non è riconoscibile, sono convinto che è sempre più difficile identificare oggi un “ruolo”di professionalità legato al servizio, ma si evince che la non cultura del servizio è diventata una vera e pura funzione di “servire”. Aggiungo che è un’attività affidata sempre più a personale improvvisato, poco qualificato, che sempre meno capisce dell’importanza del ruolo del servizio e del valore che è in esso implicito, cioè quello di relazionarsi con persone. Ma la colpa di chi è? Di noi cuochi che abbiamo travalicato il confine del pass della cucina per essere sempre più protagonisti nelle sale da pranzo a discapito del ruolo del cameriere. Del ristoratore che si consola di avere una cucina che funziona, indipendentemente dal cameriere, e magari pagare qualche improvvisato per il medesimo servizio. Dei clienti che vanno a pranzo o a cena e non sanno più né vivere né apprezzare la cultura del bon ton della tavola. Dei media in generale che valorizzano l’arte delle berrette bianche, oppure perché esaltano le stravaganze culinarie di mammasantissima della cucina. Forse i media non sanno né trovare qualcosa di interessante né tantomeno qualcosa da dire sul sistema del servizio in tavola, per cui fa più scena parlare di prodotti e di cucina, che di professione di sala e di servizio. Dei docenti delle scuole predisposte alla formazione professionale di sala che si ostinano ad insegnare i “diversi tipi di servizio” senza puntare sulla crescita umana, culturale e di stile dell’allievo, quale mediatore indispensabile di qualsivoglia fatto culinario e gastronomico, e per qualsiasi formula ristorativa. Del sistema sociale ed educativo in genere che non fa capire ai giovani che questa professione non è marginale, non va intesa come “portare in tavola dei piatti”, non è un lavoro occasionale dei fine settimana, ma è un’occasione di lavoro per promuovere uno stile che ti permette di relazionarti con persone di tutto il mondo, non con oggetti o cose, come in una routine di catena di montaggio. Una riflessione questa che è nata dopo una serie di notizie comparse sulla stampa, che hanno legittimato la seguente informazione: “la mancanza di una professionalità di sala ha creato problemi di salute all’avventore, ha messo in cattiva luce un’azienda”. Come potremmo correre ai ripari? Formazione Training But are we all numskulls? Given the theme of pumpkins and squash, to an Italian the term “testa di zucca” or numskull comes naturally when reflecting on the importance and culture of waiting in restaurants. I will not mince words, but say that the culture of waiting at table is ever less evident in today’s restaurants, rarely noticeable and perhaps only at the highest of levels. A culture of service not suitably organised and unrecognisable. I am convinced that it is ever more difficult today to identify a “role” of professionalism associated with waiting service, but it can be inferred that the non-culture of service is becoming a genuine function of “serving”. Furthermore, the activity is ever more entrusted to improvised, poorly qualified staff who are ever less aware of the importance of service and its implicit value, in other words, that of interacting with people. But who is to blame? We chefs who have crossed over the boundary of the kitchen to become ever more protagonists in the dining room, to the detriment of the role of the waiter. The restaurant owner who consoles himself with a kitchen which functions, irrespective of the waiter, and perhaps pays someone improvised to perform the same service. The customers who go out to lunch or dinner and no longer know how to live or appreciate the culture of bon ton at table. The media in general who emphasise the art of the toque, or glorify the culinary extravagances of the big boss in the kitchen. Perhaps journalists do not know about, do not find interesting and cannot think of anything to say about waiting at table, therefore they cut a better figure talking of products and cooking rather than about the profession of waiting and service. Teaching staff at colleges providing vocational training for waiters who insist on teaching the “various types of service” without focussing on human and cultural development and the style of the student as an indispensable intermediary for any culinary and gastronomic fact and any catering formula. The social and educational system in general which fails to make young people understand that this profession is not marginal. It must not be understand as “bringing plates to the table” and is not an occasional weekend job, but rather an opportunity to work to promote a style which enables you to interact with people from all over the world, not with objects, or things, like a production chain routine. This reflection originated after a series of news items appeared in the press legitimising the following information: “the lack of professionalism among waiting staff has created health problems for the customer and put the company in a bad light”. How can we defend ourselves? di Marco Valletta Chef, segretario NIC, docente 15 I segreti del barman The barman’s secrets di Angelo Borrillo Vice Presidente Nazionale AIBES Al bar, con un pizzico di fantasia zucca è comunemente usata nella cucina di diverse culture: oltre alla di zucca, se ne mangiano i fiori, e anche i semi, opportunamente Lsalatiapolpa chiamati anche brustolini,da sgranocchiare al cinema,davanti al televisore e anche al bar in compagnia di amici all’aperitivo, si presta a mille ricette, si consuma cucinata al forno, al vapore, nel risotto o nelle minestre, fritta nella pastella. Inoltre potremmo utilizzarla anche cruda, magari con un filo d’olio d’oliva e qualche goccia di limone; come primo piatto, sotto forma di zuppa ma anche in abbinamento agli gnocchi o alla pasta fresca; come secondo piatto, con il pollo, il tacchino o in insalata o spiedino, mista ad altri ingredienti; come dolce, dai biscotti alla zucca alla torta alla zucca. Le ricette non mancano, basta usare la fantasia e l’accortezza di abbinarla a sapori non troppo decisi che ne coprano il gusto delicato. Va da sé che anche le molteplici fantasiose ricette dei nostri barman dovranno essere a loro volta drink con gusti non molto aromatici. Alcuni drink da noi consigliati: Aperol Frozen Versare nella campana dell’Orione 5 cl di Aperol. Strizzare una spirale di arancio. Inserire circa 10 cubetti di ghiaccio. Frullare e servire in coppa sombrero con cannuccia. Guarnire con uno spicchio di arancio. Per i più attenti al fisico e alla salute, potremmo consigliare un buon frullato: Wellness Orione, Sirman A touch of imagination at the bar Pumpkin is widely used in the cooking traditions of many different cultures. As well as the flesh, its flowers and seeds are also eaten – the latter toasted and salted and enjoyed as a crunchy snack at the cinema, in front of the TV or at the bar with friends at aperitif time. The pumpkin is an excellent ingredient in countless recipes and may be roasted, added to risottos and soups or battered and fried. It can be served raw, dressed with a little olive oil and a few drops of lemon juice, as a first course, in a soup or with gnocchi or fresh pasta, as a main course, accompanying chicken or turkey and, together with other ingredients, in salads and on kebabs. It can even be used in sweets and desserts, such as pumpkin biscuits and pumpkin pie. There is no shortage of recipes for this vegetable – all you need is a little imagination and the foresight not to accompany it with ingredients with too decisive a taste, which could overpower its delicate flavour. By the same token, when creating a drink to go with pumpkin, there is almost endless scope for the imagination provided that we avoid using excessively aromatic ingredients. Here’s a couple of drinks that I’d recommend: Aperol Frozen Pour 50 ml Aperol in the beaker of the Orione blender. Squeeze a spiral of orange into the Aperol. Add about 10 ice cubes. Blend and serve in a margarita coupette glass with a straw. Decorate with an orange segment.For the more health-conscious, you could offer this delicious smoothie: Wellness Versare nell’Orione 30 ml di succo di limone, 110 g di polpa zucca, 60 g costola di sedano, 50 g di ghiaccio e 30 ml di acqua minerale. Massima velocità per 45 secondi. Decorare con zucca e sedano. Put 30 ml lemon juice, 110 g pumpkin flesh, 60 g celery stalks, 50 g ice and 30 ml mineral water in the beaker of the Orione blender. Blend at the highest speed setting for 45 seconds. Decorate with pumpkin and celery. BIEROL Info: www.bierol.com A new class of ‘lifestyle’ drink has arrived Bierol Nasce una nuova categoria di bevanda ‘Life-Style’ Bierol è un mix che unisce il prestigio della birra tirolese Gerstl (prodotta nel birrificio privato tirolese Stöffl) ad un molto conosciuto bitter cocktail italiano della famiglia Negroni, creando una straordinaria complicità tra l’arte dei mastri birrai tirolesi e lo stile di vita prettamente italiano. A base completamente naturale, con il 5,3% di contenuto alcolico e disponibile attualmente in bottiglie di vetro da 33 ml con l’innovativo tappo twist, Bierol si rivela perfetta sia come aperitivo dissetante d’estate che come tonico dopo sci d’inverno. Una bontà senza compromessi e un sapore assoluto schiudono l’animo a nuove sensazioni. L’amore va e viene, ma Bierol non ti lascia mai! Stöfflbräu E’ un piccolo, ma raffinato birrificio a Schwoich. Nato nel 2004 per mano di Peter Bichler è stato il primo birrificio privato nel comprensorio del Kufstein e da allora è diventato una delle attrazioni gastronomiche del Tirolo. Si producono con maestria ed amore le 2 ottime Weizen Gerstl: chiara e scura ed una molto gustosa birra stagionale. Una mescita scrupolosa unita a purissima acqua di sorgente. Negroni Storica Distilleria di Mareno di Piave, ancora oggi a conduzione familiare. Nel contesto del ringiovanimento degli aperitivi storici ha scoperto che negli anni '70 esisteva un prodotto denominato “Sixteen”, il cui nome derivava appunto dal contenuto alcolico. L’aroma è quello della buccia d'arancia amara ed il gusto ha sentori di rabarbaro e china, con un retrogusto leggermente amaro. 16 Bierol is a blended drink that combines prestigious Gerstl beer from the Tyrol (produced in the Stöffl micro-brewery) with a famous Italian bitter cocktail produced by the Negroni family. The result is an extraordinary mix, characterised by Tyrolese master-brewers’ craft and a decidedly Italian life style. Bierol is made entirely from natural ingredients and has an alcohol content of 5.3% by volume. It comes in 33 ml glass bottles with innovative twist caps. Bierol is perfect as a thirst-quenching summer aperitif or as an after-ski winter tonic. Uncompromising goodness and unique flavour! Enjoy a new sensation! Love comes and goes, but Bierol never leaves you! Stöfflbräu Stöfflbräu is a small, high class brewery in Schwoich. It was established in 2004 by Peter Bichler and was the first privately owned micro-brewery to appear in the Kufstein area. Since then it has become one of the Tyrol’s top gastronomic attractions. The brewery puts all its love and skill into the production of two superb Weizen Gerstl beers (a light wheat beer and a dark wheat beer) as well as a full bodied seasonal beer. Only scrupulously selected ingredients are added to the purest spring water. Negroni The historical Negroni distillery in Mareno di Piave is still a family business. When they were in the process of giving their older aperitifs a more modern appeal, Negroni discovered that a product called “Sixteen” –named after its alcohol content– already existed in the 1970s. Negroni has now re-introduced Sixteen, which has a bitter orange peel aroma and a flavour characterised by hints of rhubarb and cinchona, and leaves a slightly bitter after-taste. BIEROL Das völlig neue ‘Lifestyle-Getränk’ Bierol ist eine gelungene Synthese aus dem hellen Gerstl der Tiroler Privatbrauerei Stöffl und einem bekannten italienischen Kräuterlikör auf dem Hause Negroni. Es vereint stolze Tiroler Braukunst mit typisch italienischem Lifestyle. Das auf rein natürlicher Basis hergestellte Bierol hat 5,3% Alkoholgehalt und ist derzeit in einer 0,33 Liter Einwegflasche mit innovativem Twist-Verschluss erhältlich. Perfekt für einen erfrischenden Aperitif im Sommer. Belebend als Stimmungsmacher für Apres Ski im Winter. Kompromisslos gut und unglaublich genussvoll eröffnet Bierol ein vollkommen neues Lebensgefühl. So love Bierol! Denn Liebe kommt und Liebe geht, aber Bierol wird Dich immer lieben! Stöfflbräu Kleine, aber exklusive Brauerei in Schwoich. Die 2004 von Peter Bichler jun. gegründete erste private Hausbrauerei des Bezirks Kufstein ist seitdem die gastronomische Attraktion im Tiroler Unterland. Es werden 3 naturtrübe Biersorten hergestellt: Ein helles Gerstl, ein dunkles Weißbier und ein Saisonbier, der Jahreszeit angepasst. Gewissenhaft gebraut mit eigenem Quellwasser und nach dem Reinheitsgebot. Negroni Traditionsreiche Brennerei in Mareno di Piave, noch heute im Familienbesitz. Im Zuge der Neuentdeckung klassischer Aperitifs ist der in den 70ger Jahren nach seinem Alkoholgehalt benannte Likör „Sixteen“ neu aufgelegt worden. Sein Aroma erinnert an Bitterorangeschalen, sein Geschmack an Rhabarber und China-Rinde mit angenehm herbem Abgang. Non sono mica bruscolini! F ra i molteplici utilizzi della zucca non bisogna dimenticare quello che viene fatto la notte del 31 ottobre ad Halloween, festa tipicamente anglosassone, oggi celebrata anche in Italia. Il simbolo più conosciuto di Halloween è sicuramente la Jack-o'-lantern, cioè la zucca scavata e intagliata con espressioni mostruose. La notte di Halloween è tradizione mettere le zucche illuminate da una candela sui davanzali o i terrazzi delle case. Tale usanza scaturisce da una leggenda irlandese che racconta di un tale, Stingy Jack, burlone, giocatore, ubriacone, che riuscì con un trucco a farsi promettere dal diavolo di non pretendere la sua anima. Quando morì in paradiso non fu accettato e tanto meno all’inferno ed è per questo che Jack, da quel giorno, la notte di Ognissanti vaga sulla terra con una zucca illuminata. Il rito è scaramantico e demonizzante verso la morte ed è diventato presto un gioco da bambini che, con la frase “dolcetto o scherzetto” a ricordo della furbizia di Jack, gironzolano per il quartiere a caccia di dolcetti. Origine del nome: è consuetudine cattolica dedicare a gran parte dei Santi un giorno del calendario cattolico, ma il 1°novembre è il giorno di ogni santi (in inglese All Saints’Day), in celtico All Hallows’Day. Le antiche popolazioni celebravano "Ogni Santi" la sera precedente al 1° Novembre e pertanto era chiamata "All Hallows’ Eve" (Eve significa vigilia), ma anche "All Hallows’Even" (Even significa sera) che venne abbreviato in Hallows’Even, poi in Hallow-e’en ed infine in Halloween. L’uso della zucca è stato ed è indispensabile per remoti villaggi come contenitore, opportunamente essiccato e adoperato per il trasporto dei liquidi ed in prevalenza acqua. Della zucca possiamo impiegare anche i semi, ottimo dry snack da accompagnare ad un drink nella piacevole sosta al bar. Piacevoli con una birra o con un buon gin and tonic sono uno speciale completamento, dimenticato dai più perchè ormai ossessionati dal blasonati pistacchi, anacardi o noci brasiliane. Oggi poco utilizzati anche se ottimi a causa della sporcizia che creano sui tavoli dei locali. Semi, bruscolini al sud o becche al nord erano presenti tradizionalmente come cibo, ma anche come rimedio popolare per alcuni disturbi, quali l'infiammazione della prostata e contro i parassiti intestinali. Per cucinare i semi in casa: scavare una zucca e estrarre i semi lavateli del vegetale che li circonda e adagiateli su una teglia ricoperta da carta da forno, salateli e fateli tostare in forno a 180° C fino a quando sono belli croccanti. È un ottimo snack ricco di minerali da offrire ai vostri ospiti. Chiusi in una scatola di latta si conservano per qualche settimana. Ed ecco un cocktail per accompagnare questo stuzzicante snack: Sibilla’s Ingredienti: 3cl di amaro Sibilla Varnelli; 6cl di ginger Ale Preparare direttamente in un bicchiere capiente con tanto ghiaccio, frutta fresca a pezzi, buccia di cetriolo fetta di arancia e limone ciliegina al maraschino. Bere, con dry snack di semi di zucca tostati e salati. More than just pumpkin seeds di Stefano Renzetti www.bar.it Pumpkins are employed in numerous ways, not least their use on the night of 31 October during Halloween, a celebration typical of the English speaking countries and today also celebrated in Italy. The best known symbol of Halloween is without doubt the Jacko’-Lantern, a pumpkin hollowed out and carved with monstrous expressions. On the night of Halloween, these pumpkins lit by a candle are traditionally placed on windowsills or balconies. The custom originates from an Irish legend according to which a certain Stingy Jack, practical joker, gambler and drunkard, came up with a trick to make the devil promise not to claim his soul. When he died, he was turned away from both heaven and hell and from that day on, Jack wanders the Earth on the night of All Saints’ with a lit pumpkin. Warding off bad luck and demonising death, the ritual soon became a game for children who wander through the streets with the phrase “trick or treat” to commemorate Jack’s cunning, hoping to be given sweets. Where does the name come from? It is a Catholic custom to dedicate a day in the Catholic calendar to the majority of saints, but 1 November is All Saints’ Day and the Celtic All Hallows’ Day. In ancient times, people celebrated “All Saints” on the evening before 1 November, so it was known as “All Hallows’ Eve”, or “All Hallows’ Even”, abbreviated to Hallows’ Even, then Hallow-e’en and finally Halloween. Use of the pumpkin suitably dried was (and still is) indispensable for remote villages to transport liquids, mainly water. The pumpkin also provides seeds, an excellent dry snack to accompany a pleasant drink at the bar. Good with beer or a gin and tonic, pumpkin seeds are a special accompaniment, now forgotten by most people, obsessed with the more aristocratic pistachios, cashews or Brazil nuts. Although excellent, they are rarely served today as they dirty the tables in the bars. The seeds, known in Italy as bruscolini in the south and becche in the north, were traditionally used as food, but also as a folk remedy for certain illnesses such as inflammation of the prostrate and against intestinal parasites. To make the seeds at home: hollow out a pumpkin and remove the seeds. Wash them to remove the surrounding vegetable pulp and lay them on a tray covered with greaseproof paper. Salt and toast in the oven at 180°C until crunchy. They become an excellent mineral rich snack to offer guests and can be kept in a closed tin for a few weeks. And here is a cocktail to accompany this tempting snack: Sibilla’s Ingredients: 30 ml Sibilla Varnelli Amaro; 60 ml ginger Ale Prepare directly in a large glass with abundant ice, pieces of fresh fruit, cucumber peel, a slice of orange and lemon and a maraschino cherry. Drink with a dry snack of salted toasted pumpkin seeds. 17 Le nostre coordinate in sede Nazionale Milano: e-mail: [email protected] www.aibes.it tel. 02 29401685 PAGINE AIBES AIBES news MAN R A B l e d o r o v la Il In collaborazione con Angelo Borrillo Ufficio Stampa A.I.B.E.S. L’importanza delle associazioni alian e Drink olog ist, Cockt vere la figura ix M L’I.B.A. (International Bartender Association) organizza annualmente tre Training , er nd te Barman, Bar no i termini usati per descri tanti casi, Centre nel mondo, uno a Singapore (Asia), uno a San Paolo (Brasile) e uno in Italia con so in ti e ol ch M a Designer. o bar, figur a nc ba un le sede itinerante. Un nuovo corso sarà introdotto in Nord America e avrà come sede un al ro sp et le di chi lavora di ciò che si può pensare, ha al orso rc la capitale mondiale del divertimento, Las Vegas (Nevada). Alla fine del corso pe Il a e. te ic en pl m am contrari ’altro che se tt di tu e se al viene rilasciato un attestato con valenza internazionale e tutti i partecipanti do on si a es on formazione prof richiede alla base una bu ’arte diventano automaticamente iscritti al John White club, associazione il cui un e an er rm nd ba re l da intrap o quella de nd se es scopo è quello di mantenere vivi i contatti tra i giovani Bartender di tutto il mondo, , za en umiltà e pazi perienza nel tempo. mente tramite scambi di idee, esperienze, novità e tendenze del settore, sempre in linea al rm es ll’ no da ra ta du alimenta empio, che es te ad en g in con la filosofia e la grande tradizione dell’I.B.A. Il John White Club organizza inoltre am ic nd ag te m Un corso di Bar n consente di diventare utili. annualmente un’importante Cocktail Competition che vede partecipanti provenienti da se co no di , e ni ri or se gi cinque gnando una la se uo in r sc tutto il mondo (per info: www.johnwhyteclub.com). In Italia, l’A.I.B.E.S. (Associazione Italiana pu a ti, un is dei profession bbe partire frequentando e basi, Barman e Sostenitori) da più di 50 anni ha contribuito con i suoi corsi a formare migliaia di m ti re ot sa ce te is nt an Import te gara barman italiani e non solo, in quanto, come associazione facente parte dell’I.B.A., ha organizzato e generalmen professionale ideale. Per alberghiera, ch so or rc pe un barman negli anni diversi Training Centre rivolti ai giovani barman di tutto il mondo che vogliano re da ui o eg rs os co pr on i per po i età, un bu va or si fu es ai cc ampliare la loro conoscenza sia nella Mixology che nella gestione aziendale. Avendo come m su or e La . chi invece foss e un’infarinatura generale re in ni obiettivo la crescita professionale dei giovani bartender, il corso non è a scopo di lucro e tutti i ve er av av be ad eb be vr aiutereb l lavoro do re de ga ie do docenti A.I.B.E.S. prestano la loro attività gratuitamente. La full immersion di 10 giorni include sp on di m l po proiezione ne in cui il titolare abbia il tem condo se lezioni su gestione aziendale, storia del cocktail, liquori e distillati, nonché visite alle distillerie. un e, ol In cc . pi re e tie struttur ù chi del mes pi uc e tr ur e Un occhio di riguardo viene riservato al marketing, elemento ormai essenziale nella moderna tt ro ru vo st la pirare a tecniche di consigliabile as e dopo un paio d’anni, gestione di un’attività. Il tutto quindi tende a creare nel corsista una visione completa di ciò e bb re sa to momen 4 o 5 stelle, za a en el ri ot pe che ruota attorno alla professione del barman. Quest’anno l’I.B.A. Training Centre si è svolto H ’es e m un co voro, fare prestigiose, dronanza del la Svizzera sono paesi a Mestre (VE) e ha visto la partecipazione di studenti provenienti da Russia, Gran Bretagna, pa a rt ce a un avendo , Francia e e, iv na tt ag ce et ri Grecia, Spagna, Germania, Italia, Singapore, Polonia, Finlandia. Il corso prevedeva diversi Br e n ur ra tt se stru all’estero. G mpre prestigio hiera riconosciuta in se test durante il suo svolgimento, nonché una prova finale per decretare il miglior studente, da o an nt che va la izione alberg ad te tr en de il quale ha ricevuto il prestigioso Eagle Award, premio riservato a chi ottiene il punteggio am an vi gr ov a richiede frutto di un st’ultima tappa e. più alto. Ancora una volta il riconoscimento è andato ad un italiano, Domenico Neroni, a ue Q . do on m il tutto paio di lingu un o en testimoniare ulteriormente la professionalità raggiunta dal Bartending nel nostro paese. Il m al di conoscenza presidente dell’ I.B.A. Derrick Lee, giunto da Singapore per portare il suo saluto ai partecipanti, si è dichiarato molto soddisfatto sia dell’organizzazione che dell’alto livello del Training Centre, complimentandosi caldamente con il presidente dell’A.I.B.E.S., Giorgio Fadda, responsabile dell’evento, e manifestando l’intenzione di assegnare all’Italia la sede europea permanente del Training Centre stesso. Info: www.iba-world.com Dom Costa Trofeo Nino Cedrini 2010 L’attuale apertura nazionale del Trofeo “Nino Cedrini” fa sì che questo premio superi i consueti confini regionali, permettendo di mantenere vivo il ricordo del grande barman del passato, che il “Gruppo Nino”e la famiglia Cedrini intendono conservare negli anni. Martedi 26 Ottobre, l’A.I.B.E.S. e la “ Sezione Lombardia” saranno liete di accogliere presso il REGINA PALACE HOTEL di Stresa (VB) i partecipanti e gli accompagnatori al Trofeo in due categorie: • Categoria Emergenti. Ogni sezione A.I.B.E.S. italiana, potrà essere rappresentata da concorrenti Emergenti che hanno frequentato i corsi A.I.B.E.S. L’edizione 2010 prevede inoltre una nuova formula: 1° fase - esecuzione cocktails IBA, ad estrazione (con esito positivo si accede alla fase successiva); 2° fase esecuzione Fancy Sparkling, con ricetta personale. La categoria degli emergenti Lombardia, aventi partecipato ai corsi A.I.B.E.S., vedrà qualificarsi direttamente al concorso regionale 2011 i primi 2 qualificati di ogni zona Lombarda, da cui uscirà il prossimo anno il finalista nazionale per la Lombardia categoria Emergenti. • Categoria Soci A.I.B.E.S. Sono passati 19 anni da quella prima timida edizione in cui solo i barman emergenti della Sezione Lombardia gareggiavano. Oggi, ampliata notevolmente la parte organizzativa, il “Cedrini” è divenuto un appuntamento importante con un premio aperto a tutti i barman A.I.B.E.S. d’Italia, quest’anno con formula “Fancy Pestato”. Un premio a parte verrà conferito al miglior allievo della scuola alberghiera “E. Maggia” di Stresa appartenente al corso di sala bar del 2010, segnalato dai professori Filippini e Rotoli. La manifestazione gode del patrocinio della Provincia del VCO e del comune di Stresa. 18 COLORS & EMOTIONS Il concorso di cocktail Colors & Emotions, svoltosi a Venezia il 15 settembre, ha visto i concorrenti confrontarsi sul palco del Caffè Lavena in Piazza San Marco, in una collaborazione fra Aibes, le Istituzioni locali e alcune realtà scolastiche del territorio. Ogni team, composto da uno studente delle scuole alberghiere, ha preparato un cocktail a bassa gradazione alcolica, mentre un allievo del liceo artistico illustrava il drink e un tutor Aibes faceva da supporto nella fase di preparazione. È risultato vincitore il team composto da Chiara Barison dell’IPSSAR Alberini di Treviso, Jessica Tarabotti del Liceo Artistico e Gianni Rebecca, barman Aibes, vice fiduciario di Padova, con il cocktail Kiri, composto di grappa al cioccolato, Galliano, sciroppo di zucchero e panna aromatizzata alla cannella, un raffinato mix di sapori italiani e profumi esotici. THE DISARONNO MIXING STAR Un esaltante ed innovativo concorso professionale, ideato da ILLVA SARONNO, si presenta sulla scena del Bartending Contest italiano e internazionale. Stiamo parlando di THE DISARONNO MIXING STARS, evento dal format e dalle aspettative uniche nel panorama internazionale. Per l’occasione, ILLVA SARONNO e AIBES uniranno le loro migliori risorse umane e materiali per garantire il successo di un Bartending Contest con un ricchissimo montepremi finale. THE DISARONNO MIXING STAR si propone di individuare la Mixologist Star del Bartending italiano, non necessariamente iscritta all’A.I.B.E.S. La fase logistica operativa è stata affidata ad AIBES PROMOTION che, per mezzo di un team organizzato da Fabio Bacchi, si è occupata del corretto svolgimento operativo delle quattro tappe dei casting di selezione italiana, svoltesi lo scorso settembre a Milano, Viareggio, Napoli e Venezia. I 27 concorrenti selezionati per ogni casting si sono cimentati nella preparazione di un DISARONNO SIGNATURE DRINK di loro ideazione e di un DISARONNO SOUR davanti a una giuria qualificata che ha decretato i tre migliori finalisti. I dodici finalisti nazionali (tre per ciascuno dei quattro casting) si confronteranno tra loro il 3 novembre nella finale italiana di Roma, dove una selezionata giuria, presieduta dal socio Dom Costa, designerà colui o colei che diventerà la DISARONNO MIXING STAR ITALIANA. Le Mixing Star saranno una italiana e una europea. Il vincitore italiano non parteciperà alla finale europea che si terrà a Londra , ma vedrà competere tra loro i colleghi bartenders provenienti dalle altre 6 nazioni partecipanti. Il concorrente più meritevole verrà premiato con un fantastico viaggio che lo farà volare a Los Angeles dove visiterà i più grandi e celebri studios cinematografici del mondo e avrà l’opportunità di partecipare come Star Bartender in un film di produzione hollywoodiana. Dopo la valida e proficua collaborazione del 2009, durante la quale PARTESA ha scelto A.I.B.E.S. come partner preferenziale per lo sviluppo di alcune sue attività, il binomio si è ricostituito anche quest’anno. Fabio Bacchi per A.I.B.E.S. Promotion, e la Dottoressa Francesca Corti, responsabile della formazione delle risorse umane di Partesa, hanno organizzato un educational A.I.B.E.S. rivolto ai collaboratori neo inseriti di Partesa e svoltosi il 2 luglio a Milano. Il master ha ricalcato quelli precedentemente presentati a Roma, Milano e Bologna ed è stato brillantemente condotto nella fase esecutiva dal Consigliere Fiorenzo Colombo. Nello specifico si è focalizzato sulla strategicità degli spirits distribuiti dall’azienda nelle loro differenziazioni di utilizzo. Merceologia e mixability, insieme alla presentazione di alcune gamme di prodotti delle quali Partesa è esclusivista, come la linea Odessa e Cortalta, hanno costituito le linee guida dell’educational A.I.B.E.S.-PARTESA. Per l’occasione Fiorenzo Colombo ha introdotto la birra come elemento con alto grado di mixability, trattandosi di uno dei prodotti chiave distribuiti da PARTESA. L’interesse suscitato dal prodotto nella miscelazione costituirà un futuro sviluppo della collaborazione tra A.I.B.E.S. e PARTESA. ILLVA SARONNO è un’azienda italiana, presente oggi in 160 mercati esteri, con una storia centenaria alle spalle, che ha saputo coniugare tradizione italiana e innovazione, mantenendo lo spirito originario e diventando ambasciatrice dello stile e dell’eleganza del bere italiano nel mondo. DISARONNO è il liquore italiano più famoso nel mondo, ma tra i brand ILLVA SARONNO non si può non citare ARTIC, la prima linea di vodka alla frutta che ha saputo lanciare una nuova tendenza nel bere miscelato. MANDARINETTO ISOLABELLA e RABARBARO ZUCCA sono prodotti immancabili nei bar italiani, per non tralasciare I SICILIANI, liquori al limone e al mandarino. ILLVA SARONNO è anche importatrice e distributrice di grandi brand internazionali come BARCELO RUM e HERRADURA TEQUILA, primo marchio a collaborare e ad avvalersi, grazie all’amico Dario Fiori, dei servizi di AIBES PROMOTION, con un educational tour nazionale. La mixability della linea di prodotti ILLVA DISARONNO fa sì che tra i drink più trendy e nelle cocktail list mondiali di tendenza figurino nomi di ricette note a tutti i bartender come DISARONNO OJ, ALABAMA SLAMMER, TOASTED ALMOND, DISARONNO SOUR e GODFATHER. La versatilità di gusto dei prodotti ILLVA DISARONNO ha inoltre permesso variazioni sul tema dei grandi classici con la diffusione dell’ITALIAN MARGARITA e del DI SARONNO COSMO . VALTIDONE WINE FESTIVAL 2010 Si è svolta il 5 settembre a Borgonovo (VT) la manifestazione di apertura del VALTIDONE WINE FESTIVAL 2010, dedicato all'Ortrugo, nota D.O.C. piacentina di bacca bianca, vinificata in piacevolissimi esiti enologici sia fermi che frizzanti, nonché spumanti. Il notevolissimo afflusso di pubblico ha determinato il successo della giornata, iniziata con la tradizionale Festa della Chisola, focaccia propria della tradizione borgonovese, realizzata a base di ciccioli, da accompagnare ad un vino appositamente scelto per l’occasione. Il gran numero di espositori presenti ha consentito al degustatore di apprezzare le differenti note espressive della migliore produzione delle colline piacentine. Nel contesto della degustazione è stato anche organizzato un evento che ha proposto l'Ortrugo come ingrediente di cocktail. Qui l’abilità degli operatori si è applicata nel riuscire a non coprirne i delicati aromi con abbinamenti invasivi. Gli operatori stessi sono stati poi sottoposti ad una valutazione da parte di giurati presi fra il pubblico assaggiatore. Il premio finale al drink più richiesto è andato ai nuovi corsisti e barman emergenti, Paolo Rancati (1° classificato ai Regionali) e Marta Vitali, cui è stata conferita una targa, così come i barman partecipanti hanno ricevuto un secchiello commemorativo con logo e data dell’evento. In margine alla manifestazione si è anche tenuta una vendita di vini, donati dagli stessi produttori, il cui ricavato è stato interamente devoluto per la realizzazione del locale Hospice ospedaliero. 338.9676936 - www.acquaviteitalia.it [email protected] A.I.B.E.S. PROMOTION & PARTESA ILLVA SARONNO: fra località e internazionalità PREMIO ACQUAVITE ITALIA A Durante la quarta edizione di “Acquavite Italia” Mostra Mercato Nazionale del Distillato (Perugia), si svolgerà il Campionato Italiano Barman – Categoria Under 21, competizione organizzata dalla “Eventi DOP sas” di Perugina, rivolta agli studenti delle Scuole Alberghiere d’Italia che frequentano le classi monoennio sala bar, IV e V ristorazione, e indirizzata a valorizzare la Grappa nella composizione di cocktail. Dieci coppie, formate dai candidati e dai rispettivi tutor dell’Istituto, saranno invitate a Perugia per partecipare alla competizione, in programma dal 26 al 27 gennaio 2011. Al termine della semifinale del 26 gennaio verranno comunicati i nomi dei cinque finalisti che si affronteranno giovedì 27 gennaio 2011. Il primo classificato riceverà un trofeo e accederà alla finale del Campionato Nazionale Barman Professionisti, che si svolgerà a Perugia nel mese di settembre 2011, nonché all’inaugurazione della 4a edizione di “Acquavite Italia” che si svolgerà venerdì 28 gennaio 2011. 19 Arte dolciaria Confectionery art Millefoglie di “bisquit” alla zucca gialla e crema di lamponi Per il Biscuit: gr 225 farina di zucca, gr 225 zucchero a velo, g. 60 farina, g. 300 uova intere, g. 200 albume, g. 115 zucchero, g. 100 zucca lessa e ridotta a crema. Procedimento: Montare in planetaria (mod. MARTE LT 5 -Sirman) le uova con lo zucchero al velo e la farina di zucca . Ancora e a parte, montare “a neve” l’albume con lo zucchero, unire delicatamente a mano i due composti, e incorporare ulteriormente la farina setacciata e la crema di zucca. Stendere uniformemente il composto con uno spessore di 2 mm in una placca con carta da forno e cuocere in a 180°C con valvola aperta per alcuni minuti. All’ uscita e una volta cotto spolverizzare con dello zucchero a velo e passare al cannello (l’apparecchio per caramellare) facendovi una sottile crosticina. Per la crema di lamponi al naturale: gr 500 polpa di lamponi, gr 100 zucchero, gr 40 amido di mais. Procedimento: Versare nel “Minicooker – Sirman” la polpa di lamponi, quando questa è tiepida unirvi l’ amido con lo zucchero preventivamente mescolati. Portare delicatamente al bollere per pochissimo e mettete il composto in placca lasciandolo raffreddare coperto con la pellicola Per lo zucchero cristallo: gr 625 zucchero a semolato, gr 250 acqua. Procedinento: Unire i due prodotti e portare il composto a 108° (oppure a 76 brix).Una volta che lo sciroppo è freddo mettete 3 gocce di olio essenziale all’ anice e 3 gocce di colorante naturale azzurro, immergere delle sfoglie quadrate e spesse alcuni millimetri di zucca scottata nel “Microonde Panasonic – Sirman” e coprite il tutto con della carta da forno. Lasciare a riposare per tre giorni poi togliere e lasciare sgocciolare e asciugare. Montaggio del dessert: Formare un “millefoglie” alternando il “bisquit” alla zucca e la crema di lamponi, (come da foto), collocare sopra un cilindretto di cioccolato bianco e colorato a spray (sablonato), da un lato posizionare la zucca cristallizzata, guarnire con piccoli frutti di bosco, e per finire con dello jogurt greco al naturale con polvere di pistacchio verde. Bisquit: 225 g pumpkin flour, 225 g icing sugar, 60 g flour, 300 g whole eggs, 200 g egg white, 115 g sugar, 100 g boiled, pureed pumpkin. Procedure: Beat the eggs with the icing sugar and the pumpkin flour in the planetary mixer (Sirman MARTE LT 5). Separately, beat the egg whites together with the sugar to form stiff, white peaks, then fold delicately by hand together with the mixture made previously, and mix in the sifted flour and the pureed pumpkin. Roll the mixture out evenly to a thickness of 2 mm on a baking tray lined with oven paper and cook in the steam oven at 180°C for a few minutes with the valve open. Remove from the oven when done, dust with icing sugar and caramelise the surface with a blow torch to create a crispy crust. Natural raspberry cream: 500 g raspberry pulp, 100 g sugar, 40 g corn starch. Procedure: Tip the raspberry pulp into the Sirman Minicooker. When lukewarm, add the starch and sugar, mixed previously. Gently bring to the boil and cook very briefly, then pour the mixture onto a baking tray, leaving to cool covered with film. Crystallised sugar: 625 g, 250 ml water. Procedure: Mix the two ingredients and heat to 108°C (or 76 brix). Once the syrup has cooled, add 3 drops of essential aniseed oil and 3 drops of natural blue food colouring, then dip squares of pumpkin a few millimetres thick and blanched in the Sirman Panasonic microwave in the syrup and cover with oven paper. Leave to rest for three days, then remove the paper, drain and dry. Assembly: Assemble mille feuilles with alternating layers of pumpkin bisquit and creamed raspberry (as shown in the photo). Place a cylinder of white chocolate, coloured with spray food colouring, on top, arrange the crystallised pumpkin on one side, garnish with small berries, and finish with a puddle of plain Greek yoghurt sprinkled with green pistachio powder. Fresh idea for brands highlighting Oscartielle realizza banchi frigoriferi espressamente studiati per l’industria alimentare con differenti gradi di personalizzazione. In quest’ambito Oscartielle collabora attivamente con le stesse aziende alimentari nello studio preliminare delle singole esigenze di immagine, esposizione e marketing, giungendo a progettare e realizzare ex-novo banchi “unici” in grado di valorizzare il prodotto esposto, aprendo così nuovi orizzonti al concetto di personalizzazione. Oscartielle S.p.A. Via Boffalora, 1/A - 24048 Treviolo (Bergamo) - Italy - Tel. +39 035 377911 - Fax +39 035 693200 - www.oscartielle.it - [email protected] Certification ISO 9001:2000 STUDIOVERDE di Andrea Voltolina Ex pasticcere della Nazionale Italiana Cuochi e detentore della Coppa del Mondo di pasticceria all’ EXPO GAST ‘06 Culinary World Cup” Mille feuille with yellow pumpkin bisquit and creamed raspberries Cucina moderna The modern kitchen Morbida e croccante al microonde L’ utilizzo del microonde dopo anni di preclusione da parte di molti addetti ai lavori, sta confermandosi strumento utile ed indispensabile in tutti i laboratori di cucina e non solo, a tal punto che diventa tema di confronto su diversi utilizzi. Nell’argomento di questo numero andremo ad utilizzare il forno a microonde sulla zucca, ed in particolare quella gialla. Durante un giro nella zona di produzione dei pecorini di fossa nei paesi del Rubicone in Romagna e precisamente a Savignano ci sono stati serviti dei cubetti di zucca cotta con scaglie di pecorino, ma la consistenza della zucca non si accostava bene con il pecorino. Avendo notato nel negozio un microonde professionale ho lanciato la sfida di poter fare questi stuzzichini utilizzando quel forno. Dalla zucca ho ricavato delle losanghe che ho cotto in microonde per 2 minuti a potenza massima (senza coprire) con poco olio e pepe, poi ho messo sopra delle scaglie di pecorino di fossa non troppo stagionato e ripassato in forno per 30 secondi senza coprire. Con stupore dei presenti per ciò che si può ottenere da uno strumento che non produce calore radiante come di solito si è abituati ad usare, abbiamo assaggiato una cosa eccellente, la zucca croccante ma morbida con il suo sapore agrodolce che ben riceve una colata di pecorino di fossa esaltandone le nobili caratteristiche. La zucca per il tipo di struttura e colore si presta sia per le composizioni di vellutate e creme, sia come base per altre preparazioni, sia come piatto finito. Mettete in contenitore alto per microonde del porro con del burro, appena imbiondito dopo 2 minuti a potenza massima aggiungete pezzi grossolani di zucca, 3 patate per ogni kg di polpa e 2 carote e coprite con acqua. Fate cuocere senza coprire per almeno 20 minuti aggiustando di sale. Con l’aiuto del frullatore ad immersione rendete il tutto cremoso aggiungendo durante la lavorazione del buon olio di oliva extravergine: gusterete una consistenza ed un sapore rimasto legato alla zucca difficilmente ottenibile con le classiche ebollizioni a contatto con fonte radiante ad alta temperatura. La grande differenza di risultato che si ottiene utilizzando il microonde nella cottura della zucca è nella preparazione di farce e ripieni. Infatti cuocendo con microonde in breve tempo la zucca, tagliata a pezzi, in contenitore con coperchio appoggiato lasciando uno spiraglio per permettere al vapore prodotto di fuoriuscire, se ne conservano colore e sapore ma anche struttura. La zucca così cotta, addizionata ad altri ingredienti, dà consistenza senza dover utilizzare leganti a volte poi percepibili al gusto. Immaginate questo composto in paste ripiene, come elemento di farcitura e come componente in preparazioni di elaborati a base di carne anche nei pronti a cuocere. Non poteva mancare un abbinamento ormai classico: la zucca che si sposa sempre volentieri con l’amaretto. Vediamo la realizzazione di una cialda che utilizzeremo per contenere altri dolci dove la componente principale è la zucca. Mettete in un cutter con variatore di velocità pezzi di zucca, zucchero a velo, amido di mais, farina di mais bramata, realizzate, al massimo di giri, una massa abbastanza consistente, poi abbassando il numero di giri aggiungere pezzi di burro per rendere più lucida e fragrante la cialda a cottura ultimata e granella di amaretti sbriciolati. Spalmate il prodotto su tappeti di silicone e passare in cottura a microonde a potenza massima fino ad ottenere delle sfumature di colore brunito e prima che raffreddi date la forma desiderata. Per i tempi rimando sempre all’esperienza di ognuno, ma soprattutto al tipo di microonde di cui si dispone, che per un utilizzo medio è bene non scendere sotto i 1800 watt resi, trovando il massimo dell’espressione nel 3200 Watt gastronorm 1/1 attualmente il più potente in commercio nella ristorazione e pasticceria. A Svignano il pecorino di fossa s’abbina alla zucca Lo scorso settembre lo chef Paolo Rossetti si è trovato a Svignano, sul fiume Rubicone, dove ha potuto visitare le fosse in cui viene stagionato il pecorino di Fossa. Sul luogo ha degustato il famoso formaggio, servito su cubetti di zucca gialla. Il tutto in compagnia di Massimo Bigiali, ristoratore in San Lorenzo in Campo (PU) e Madonna di Campiglio (Tn), Brandinelli, il famoso casaro di Fossa, e Stefano Sacchini, pilota istruttore di moto (Adventure School). Both soft and crispy in the microwave After being spurned for years by many professionals, the microwave is now gaining recognition as a useful and indeed indispensable tool in the kitchen, and is now often even used as a yardstick in comparisons between different methods. In this issue we will be using the microwave with the pumpkin – specifically, the yellow variety. During a trip to Savignano, in the Rubicone area of the Romagna region, an area specialised in the production of stone-matured pecorino cheese, we were served diced pumpkin cooked with flakes of pecorino – and it must be said, however, that the consistency of the pumpkin did not go particularly well with the cheese. I saw that there was a professional microwave in the kitchen, so I made a bet that I could make this hors d’oeuvre better using the appliance. I cut lozenge shapes from the pumpkin, which I cooked uncovered for 2 minutes at full power, with a little oil and pepper, and then topped with flakes of a mildly aged stonematured pecorino and cooked (uncovered) for another 30 seconds in the microwave. Everyone present was amazed by what could be done with a tool which – unlike the methods generally used – does not produce radiant heat, and we all enthused over the excellent results, with the distinctive sweet and sour flavour of the crisp yet soft pumpkin perfectly complemented by and emphasising the noble qualities of the oozing cheese. Due to its texture and colour, pumpkin is perfect for smooth creams, for use either as bases for other recipes or as dishes in their own right. Gently brown leek in butter in a tall microwave container at full power for 2 minutes, then add coarsely cut chunks of pumpkin, 3 potatoes for each Kg of pumpkin flesh and 2 carrots, and cover with water. Cook uncovered for at least 20 minutes, seasoning to taste with salt. Blend to a creamy consistency with an immersion blender, adding a good extra virgin olive oil: the result will retain the distinct consistency and unadulterated flavour of pumpkin, which would be practically impossible to achieve using the traditional method of boiling in a pan, whose surfaces are in contact with high temperature radiant heat sources. But this significant difference obtained by cooking pumpkin in the microwave is most noticeable in the preparation of fillings and stuffings. If cut into chunks and cooked briefly in a container with the lid simply rested on top to let the steam escape, pumpkin will retain its colour, flavour and even its texture. If cooked like this, pumpkin adds consistency to other ingredients without having to add thickeners, which often leave a perceptible taste. Imagine using pumpkin prepared this way for filled pasta dishes, as a stuffing and as a component in meat based preparations – including ready-to-cook offerings. And how could I forget the classic and ever popular combination of pumpkin and macaroons. The following is a recipe for a wafer, which may be used as a casing for other desserts, and in which pumpkin is the main ingredient. Put pieces of pumpkin, icing sugar, cornstarch and ‘Bramata’ polenta flour in a variable speed cutter. Blend at full speed to obtain a thick mixture, then lower the speed and add pieces of butter (which will make the wafer glossier and more fragrant once cooked) and crushed macaroons. Spread the mixture on silicone mats and cook in the microwave at full power until it starts to turn golden brown. Remove and mould into the desired shape before the wafer cools. As always, cooking times should be based on your own individual experience and – most importantly – depend on the type of microwave used. For the average kitchen, I do not recommend anything less powerful than 1800 Watts, while the best possible results will be obtained with a 3200 Watt gastronorm 1/1 microwave, which is currently the most powerful appliance available for catering and patisserie applications. di Paolo Rossetti Chef e docente all’Istituto A. Panzini di Senigallia Da sinistra: Massimo Biagiali ristoratore in San Lorenzo in Campo (PU) e Madonna di Campiglio (Tn), poi il Sig. Brandinelli famoso casaro di Fossa, Stefano Sacchini pilota istruttore di moto (Adventure School) e Paolo Rossetti. 21 Bevuti per voi Tasted for you di Giovanni Di Stanislao Maitre al ristorante La Grotta di Tufo Via Stacciola, 22 61039 San Costanzo (PU) tel. 0721 930074 Ovidio, l’arte di amare n località Arola in provincia di Parma, nonno Orlando nel 1930 impiantò una vigna di piccole dimensioni per il consumo familiare “I in un posto denominato Groppone, così chiamato per la pendenza del suo terreno. Il nonno fece innestare da suo cognato, Oreste Cavalli, tante varietà d’uva, le più disparate, dalle più famose come Barbera , Bonarda, Sangiovese, Lambrusco e Grasparossa, Malvasia aromatica, Sauvignon, Moscato Giallo, a quelle ormai oggi scomparse come l’uva rara, la terra promessa ed altre ancora. Allora la vigna, nell’economia familiare, rappresentava una piccola parte che permetteva di bere vino tutti i giorni perché questo era fondamentale nell’apporto di calorie nella dieta di quei tempi. Il vino oggi è considerato da molti solo un piacere, io invece lo considero anche un alimento. Mio papà Antonio, unico figlio maschio di Orlando, intraprese un’altra strada: dopo aver completato gli studi in collegio all’Osservanza di Bologna, entra come impiegato al centro contabile della Banca Commerciale Italiana di Parma ma, nonostante la sua professione, ha sempre coltivato la vigna del “Groppone” insieme al nonno Orlando fino al 1964, anno in cui morì quest’ultimo, per poi proseguire in seguito da solo. Mio padre era innamorato della natura, ed in particolar modo della vite. Devo dire che mi ha saputo trasmettere questo amore in modo totale. Da lui ho imparato a rivolgermi alla vite come ad un essere vivente, con il quale dialogare,ognuna con la sua propria individualità. Se la cura della vite l’ho imparata da mio padre, l’arte del cantiniere l’ho imparata da Ovidio (classe 1923), amico di mio padre ed ora grande amico mio, visto che mio padre era più portato per stare nella vigna all’aria aperta che in cantina. Ovidio mi ha insegnato a muovere i primi passi nel vinificare, trasmettendomi il suo enorme bagaglio tecnico e le sue perle di saggezza, frutto di una lunghissima esperienza e di un intelligenza acuta. Oggi con molta umiltà cerco a piccoli passi di trasferire tanta sapienza nei miei vini, augurandomi che se ne possa cogliere l’essenza. E se tutto ciò è possibile lo devo alla provvidenza ed alla mia famiglia che mi ha sempre appoggiato, incoraggiato, sopportato ed aiutato anche proprio fisicamente, pur facendo tutti altri lavori, sacrificandosi amorevolmente e gratuitamente!”- Camillo Donati I vini di Camillo Donati nascono in modo del tutto naturale, vinificano in rosso tutte le uve, nessun controllo di fermentazione, nessuna forzatura termica, nessun ausilio della chimica, nessuna chiarifica, nessun uso di lieviti selezionati o altro. In cantina si limitano a non distruggere ciò che la natura gli dona. La frizzantatura avviene con la rifermentazione naturale in bottiglia, metodo che, a differenza dello charmant, invecchiando migliora. Tutto questo per loro non è un semplice lavoro, bensì un modus vivendi che permette di vivere in simbiosi con la natura, condividendo il meraviglioso ciclo annuale della vite, assaporando l’alternarsi delle stagioni. Camillo Donati vinifica singolarmente ogni vitigno, non realizzando alcuna cuveè o assemblaggio, fermamente convinto che ogni varietà ha una sua storia da raccontare nel bicchiere e soprattutto una sua autenticità e personalità. Amerei parlare dei suoi vini forse tutta la vita, abbiate pazienza, ma le circostanze non me lo permettono. Mi soffermo quest’oggi su Ovidio, vino rosso frizzante, che nasce da un intuizione maturata fin 22 Ovidio and the art of love “In 1930, my grandfather Orlando planted a small vineyard to produce wine for family use in Arola, near Parma – in a place known as ‘Groppone’ (the crest) because of the steepness of its slopes. My grandfather had his brother-in-law Oreste Cavalli graft the most disparate selection of grape varieties onto these vines, from well known examples such as Barbera, Bonarda, Sangiovese, Lambrusco, Grasparossa, Malvasia Aromatica, Sauvignon and Moscato Giallo, to varieties that are no longer more than a memory, such as Uva Rara and Terra Promessa, to name but a few. In those days, a vineyard was an important possession for a family, as it allowed wine – a significant form of sustenance at the time – to be consumed every day. While many today consider wine to be purely a pleasure, I still see it as a fundamental part of one’s diet. My father Antonio, Orlando’s only son, decided to follow a different path in life: after completing his studies at the Osservanza boarding school in Bologna, he starting working in the accounting centre of the Parma branch of the Banca Commerciale Italiana. However, in spite of his career, he continued to make wine with the vines of the “Groppone” together with my grandfather Orlando until the latter passed away in 1964 – after which he continued on his own. My father was passionate about nature and about the vine in particular, and he succeeded in transferring this passion wholly to me. Another thing I learnt from him was how to treat the vine as a living thing, listening to what each vine – with its own unique personality – has to say. And while I learnt how to tend to the vine from my father, it was Ovidio (born 1923!), a friend of my father and a great friend of mine today, who taught me the art of the cellar master, as my father himself always preferred the open air of the vineyard to the cellar. Ovidio led me through my first steps in winemaking, sharing with me his immense practical expertise, built on a combination of decades of experience and his particularly sharp intellect, and revealing secrets of the art through his pearls of wisdom. And today, humbly and one small step at a time, I am striving to instil all of this knowledge and wisdom into my wines, in the hope that they express its essence. And if this is possible, I owe it all to luck and to my family, who have always supported and encouraged me, helping me not just morally by physically – giving me their time willingly and asking nothing in return, even though they all have jobs of their own!” - Camillo Donati The wines of Camillo Donati are made entirely as nature intended. The red grapes are vinified entirely as red wines, with no controlled fermentation, no temperature-accelerated processes, no added chemicals, no clarification and no ‘specially selected’ yeasts or other such meddling. All they do in the cellar is try not to destroy what was nature has already given. Carbonation is achieved by natural bottle refermentation – a method which, unlike the charmant method, only improves with age. This is much more than just a job for these people, it is a way of life that allows them to live in symbiosis with nature, experiencing the magical annual cycle of life and savouring the succession of the seasons. Camillo Donati produces only single variety wines and never makes cuvees or blends as he staunchly believes that each variety has its own history to tell in the glass and – above all – a genuine personality of its own. I could easily talk about his wines for a lifetime but, obviously, I am limited by the space available within these pages. So for the time being I will simply talk about Ovidio – a sparkling red wine borne of an idea that Camillo has been nurturing since he started this incredible journey. “The grape used is Croatina, which we normally use to make sweet Bonarda. Over the years, I began to wonder what this grape would be like if it were dai primi anni in cui venne intrapresa questa meravigliosa avventura. “Il vitigno è Croatina, vitigno che noi usiamo solitamente per produrre il Bonarda dolce. Ed è appunto vinificando ques’uva che, durante gli anni, è maturata la voglia di vinificarla in secco, intravedendo in essa enormi potenzialità. Parlando poi con il mio grande amico Ovidio di questa idea gli chiesi nel mio dialetto: Ovidio secondo voi, la bonarda (croatina) secca come sarà? Mi ricordo i secondi di silenzio da parte sua prima di rispondere, da persona tranquilla, riflessiva, acuta e mite qual è. E finalmente la tanto attesa risposta: a sris un gran ven! (sarebbe un grande vino!). Mi ricordo bene anche la sua espressione quando mi rispose: nonostante la malattia ormai avanzata, gli occhi si illuminarono, da tutto il suo viso trasparì il suo solito entusiasmo verso la natura, la vite, la cantina…la vita! Finalmente nel 2005 riusciamo a vendemmiare ed il risultato è commovente, forse oltre le nostre già fiduciose aspettative. E, come disse già Ovidio anni prima, un gran ven! Lui purtroppo non lo ha potuto assaggiare, ma sono sicuro che ne abbia colto l’essenza. Naturalmente il nome di questo vino non poteva essere altro che Ovidio, come mio piccolo umile ringraziamento. Non mi sento di aggiungere poesia alla poesia, ho voluto riportarvi le esatte parole di Camillo Donati, la sua autenticità, la sua storia, il suo”amarcord”. Questo è un grande vino da cibo e non ha limiti nell’abbinamento, chiaramente si sposa alla perfezione con ricette del territorio in cui la zucca è sempre protagonista. vinified as a dry wine, as I could see enormous potential in the variety. So I told my good friend Ovidio about my idea, asking him, in dialect: “Ovidio, what do you think a dry Bonarda (Croatina) would be like?” Ovidio is a calm, deep, astute and gentle man, and I still remember the lengthy silence before he answered: “a sris un gran ven!” (it would be a great wine!). I also remember the look on his face when he answered: even though he was terminally ill, his eyes lit up, and his whole face expressed his characteristic enthusiasm for nature, the cellar and, indeed, for life itself. We finally succeeded in producing this wine in 2005, and the results were spectacular – exceeding even our own optimistic expectations. And, as Ovidio had said, it was un gran ven! Sadly, Ovidio never had the chance to taste this wine for himself, but I’m certain that he had already understood its essence. Of course, there was no better name for this wine than Ovidio – my own small and humble token of thanks to my friend.”This touching story speaks so clearly for itself that I have decided to reproduce Camillo Donati’s exact words in this article, to give you a glimpse of his authenticity, his history and his deep fondness for his friend.This is a great wine to be enjoyed with meals and there are no limitations to the pairings possible. Naturally, however, it is particularly well matched with the cuisine of its territory, in which the pumpkin has always played a significant role. “Il cuore, dove arte e cucina si fondono” Si è svolto anche quest’anno il marchigiano “Grandi Maestri della Cucina Italiana”, evento che aspettavano in molti, sia i clienti che il personale del Fortino Napoleonico. La scritta all’interno della cucina del ristorante, “Il cuore dove arte e cucina si fondono”, ben rappresentava lo spirito della serata, cui hanno partecipato anche personaggi importanti quali il commissario Amleto Roscioni e l’imprenditore Nereo Marzaro. Più sostanziosa che in altre occasioni, la compagnia includeva Paolo Antinori, chef del Fortino Napoleonico, ed il suo team, nonché il grande maestro pasticcere Andrea Voltolina, Campione del Mondo dell’arte pasticcera a Lussemburgo 2006-2010, per non parlare di Charming Pistoli, capo partita presso uno dei ristoranti più qualificati in Italia. La serata di domenica 8 agosto si è inaugurata alle 19.30, momento in cui è iniziato un lungo happy hour, durante il quale il barman Luca Peroncini e il suo staff hanno servito un Pinot Grigio Rosè con aperitivo e ostriche. Il tutto si è accompagnato a finger food e tapas, realizzati dalla brigata di cucina con la collaborazione degli chef Adino ed Enrico, che hanno contribuito al consolidarsi del nome del Fortino stesso. Piccoli ta tar di tonno con capperi ed olive, crostini di mais e merluzzo mantecato, praline di polipo, con pecorino ed erbette sono solo alcuni dei tanti piccoli piaceri che hanno solleticato il palato dei presenti. Il passaggio successivo di questo affascinante viaggio nei sapori della cucina italiana è stato un primo piatto, servito in una meravigliosa terrazza a mare del Fortino. Qui i maitre Lorenzo e Luciano, insieme al Sommelier Alberto e al team, hanno servito dei deliziosi talleri ripieni di ricotta primo fiore e spinacini, profumati al limone e basilico, con ragout di porcini e pecorino. Subito dopo si è aperto il buffet, presentato ad isole, ciascuna delle quali offriva una serie di pietanze basate sulla tradizione regionale italiana, sapientemente abbinata ai prodotti offerti dal mare e dalla montagna. Antipasti freddi crudi di pesce spada, branzino e palamite, alici all’aglio, prezzemolo e peperoncino, roastbeef di tonno al finocchietto e curcuma e altre delizie hanno fatto da premessa ad una lunga lista di primi piatti, capitanati da panciotti con caviale di melanzane e ricciola, lattughina di mare, concassea di pomodoro e aglio dolce, ma tutti squisitamente degni di nota. L’isola del Conero ha esibito pietanze basate sui prodotti dell’orto del Conero, come i medaglioni di melanzane con pomodoro, pecorino e basilico. L’isola della Pastorizia prevedeva invece un tagliere di formaggi locali, tra cui caprini e pecorini, con pane speziato, frutta mostardata, mele e miele della riviera del Conero. A confermare lo status di arte della cucina è giunto il dessert del maestro Andrea Voltolina, in collaborazione col pasticcere di casa. Sarebbe riduttivo cercare di descrivere il gusto di una bavarese al pistacchio di Bronte con salsa alla gianduia o di una crema cotta gratinata al pino mugo, per chi non fosse stato presente. La serata culinaria si è conclusa con dovizia di complimenti agli chef da parte di tutti i presenti, entusiasti di aver partecipato e ansiosi di ripetere questa straordinaria esperienza. News di Giorgio Nardelli foto Roscioni 23 Ristorazione collettiva Catering di Marco Sabatini Chef di cucina, esperto di ristorazione collettiva Bididi Bodidi Bu Metamorfosi di una zucca Il titolo, che immediatamente riconduce il lettore alla formula magica pronunciata dalla fatina di Cenerentola per trasformare una zucca in carrozza, è una riflessione ironica sul mio percorso professionale. La zucca, nella cultura occidentale durante particolari festività assume caratteristiche antropomorfe: subisce una metamorfosi. Il mio diletto come decoratore di frutta, ortaggi e fiori, è iniziato, successivamente a quello di cuoco, proprio con una zucca, nello specifico, con la riproduzione del famoso Autunno di Giuseppe Arcimboldo, in cui il pittore combina frutta, verdura ed oggetti per ottenere il ritratto della stagione. La metamorfosi, in senso più ampio, diventa per il sottoscritto la consapevolezza che un percorso lavorativo, non si può definire tale se nel corso del tempo non si rinnova e cambia. La ristorazione collettiva, più di ogni altra, nel corso del tempo subisce dei cambiamenti legati all’innovazione tecnologica del settore e alle nuove tipologie del consumatore. Il piatto che andrò a proporre, anch’esso subisce una metamorfosi. La ricetta, infatti, inizialmente non nasce per la ristorazione collettiva, ma opportune modifiche di alcuni degli ingredienti (la sostituzione di scampi con gamberi) la renderanno adatta. Risotto di zucca e scampi Ingredienti per 4 persone: 250 g di riso-12 scampi; 200gr di zucca; 1 cucchiaino di concentrato di pomodori; 1 bicchierino di brandy; 1 cipolla; sedano; aglio; olio extravergine d’oliva; sale e pepe. Preparare gli ingredienti, sgusciare gli scampi e mettere le teste a rosolare in una casseruola con olio d’oliva, aglio, cipolla tagliata a fette e sedano. Aggiungere il concentrato di pomodoro e bagnare con il brandy. Versare 1 litro di acqua nella casseruola e lasciare sul fuoco per una decina di minuti (la ricetta non necessita di un brodo particolarmente corposo) a parte. In una casseruola, tostare il riso e continuare la cottura bagnandolo man mano con il brodo ottenuto dalle teste degli scampi. Nel frattempo tagliare la zucca a cubetti, prendere gli scampi e rosolarne metà in padella (serviranno per decorare il piatto). Quando saranno passati 10 minuti dall’inizio della cottura del riso, versare la zucca a cubetti e aggiungere gli scampi rimanenti. Quando il riso sarà cotto a ancora al dente, aggiustare di sale, pepare e mantecare con olio d’oliva. Disporre su ogni piatto una porzione di riso dando una forma circolare usando un coppapasta. Un vino che abbinerei a questo piatto è un Sauvignon I.G.T. Marche dell’azienda Montecappone di Jesi, ‘La Breccia’. 24 Foto e ricetta tratta da: “A tavola in 20 minuti”, autore Marco Sabatini, Mondadori Bibbidi-Bobbidi-Boo The transformation of the pumpkin The title of this article, which you will surely recognise as the magic formula uttered by Cinderella’s fairy godmother in the Disney film to turn a pumpkin into a carriage, is a tongue in cheek reference to my own career. In Western culture, the pumpkin is given anthropomorphic attributes during certain festivities and undergoes a metamorphosis of its own. After starting my career as a chef, I also decided to try my hand at creating compositions with fruit, vegetables and flowers, and my first experience in this discipline was with the pumpkin, when I reproduced the famous painting Autunno by Giuseppe Arcimboldo, in which the artist combines fruit, vegetables and other objects to paint a portrait of the season. For me personally, metamorphosis – in its broadest sense – has meant an understanding that a career can only be defined as such if it involves renewal and change over time. Of all the facets of restauranteering, catering has been the most significantly influenced by technological progress and the advent of new types of consumer. To symbolise this, the recipe I have chosen for this issue also undergoes a metamorphosis. This recipe was not initially conceived for catering, but by modifying a few ingredients (replacing scampi with prawns), it is now suitable for large scale production. Pumpkin and scampi risotto Ingredients (serves 4): 250 g rice; 12 scampi; 200 g pumpkin; 1 teaspoon tomato paste; 1 glass brandy; 1 onion; celery; garlic; extra virgin olive oil; salt and pepper. Prepare the ingredients, shell the scampi and sauté the heads in a saucepan with olive oil, garlic, onion, sliced onion and celery. Add the tomato paste and sprinkle with the brandy. Pour 1 litre water into the saucepan and continue cooking for about ten minutes (this recipe does not call for a particularly strong stock). In a separate saucepan, toast the rice in the oil, then cook, gradually adding the stock made with the scampi heads. In the meanwhile, cut the pumpkin into dice, and sauté half the scampi in a frying pan (these will be used as decoration). When the rice has been cooking for 10 minutes, add the cubed pumpkin and the remaining raw half of the scampi. When the rice is cooked but still ‘al dente’ (the grains are still slightly crunchy in the centre), season with salt and pepper and stir to a creamy consistency with olive oil. Use a pastry cutter ring to form circular portions of rice on each plate. The wine I recommend with this dish as a ‘La Breccia’ Sauvignon I.G.T. Marche by the Montecappone winery in Jesi. Descrizione Prodotto Product Unità Misura Grammi Porzione Quantity per portion Prezzo Price Valore Porzione Cost per portion Riso Parboiled Parboiled rice Gr 80 1,2 0,09600 Gamberi Prawns Gr 40 8,2 0,32800 Zucca gialla Yellow pumpkin Gr 50 1,63 0,08150 Odori Onion/celery/garlic Gr 8 2,2 0,01760 Vino Bianco secco Dry white wine Gr 0,006 4,7 0,02820 Olio extravergine Extra virgin olive oil Gr 6 6,5 0,04000 Concentrato Tomato paste Gr 10 1,5 0,01500 Brodo qb Stock as required SR-42 GHXN cuociriso, Sirman Sale qb Salt to taste Totale Porzione Total per portion € 0,61 Tabella: analisi dei costi per una porzione risotto di zucca e gamberi Cost analysis per portion pumpkin and prawn risotto News Ma le Guide guidano? La considerano (la consideravano?) una specie di Vangelo come se la Michelin fosse stata composta prima del millenario verbo di san Paolo e soci!. E invece le Guide enogastronomiche sono preziose per i loro suggerimenti, le proposte, le indicazione geografiche, l’esaltazione delle cucine del territorio e magari anche dei prodotti e poi per tutto un utilissimo compendio di informazioni. Ma non sono Vangeli! Lo sanno molto bene coloro che le utilizzano, ma un po’ meno i ristoratori felicissimi quando arriva l’agognata “stella” convinti di essersela assolutamente meritata, disperati quando viene loro tolta quasi sempre senza nessuna giustificazione. E allora peste e corna sulle guide e amen. La prima delle tante più nota, è nata per offrire precise indicazioni ai camionisti o comunque ai viaggiatori a largo raggio. Poi sono arrivate le altre. Tante. Credibili? Affidabili? Utili? Certamente sì, con i loro pregi e i loro difetti. Non dimentichiamo infatti che sono comunque iniziative editoriali che devono rispondere ai precisi canoni di una serie di “pretese” della ristorazione tutta, dall’osteria con cucina, ai grandi anfitrioni dai prezzi proibitivi, dalle trattorie di campagna alle baite di montagna, alle capanne di paglia (finte ormai) lungo i litorali, ai titolati locali ultracentenari. Con l’impegno di sottolinearne in poche righe le caratteristiche più attraenti: territorio, stagionalità, gastronomie particolari, tradizionali o creative, interesse culturale, validità strutturali, (facile accessibilità, parcheggi ecc.). Strumenti tascabili insomma che offrono tutti gli elementi utili, anche quelli che sembrano minori (spazi, ambiente, servizi ecc.), per una pausa-ristorazione. Un libretto in fondo di formato quasi sempre ridotto, dai caratteri piccolissimi e senza illustrazioni. Da tenere in auto come parte dell’indispensabile indispensabile corredo di chi viaggia poco o tanto. E di Guide il mercato editoriale ne offre di tutti i tipi, anche se alcune (prestigiose) sono uscite ultimamente di scena e altre vacillano nella loro diffusione, da quelle che si rivolgono a una élite di gastronomi, altre ancora chi si accontentano di suggerire osterie con cucina o ormai introvabili trattorie con pochi piatti e poche pretese. Un universo in flash che accomuna, con le relative ovvie diversità, ogni forma di offerta a tavola da quelle per chi ha premura e disponibilità fissate con parsimonia a quelle per i gourmet del sabato sera. Ognuna con tutte le valutazioni possibili, frutto di esperienze diverse (spesso discutibilissime), di scelte, di culture gastronomiche, di palati. Tutte utili, magari con qualche piccola bugia (sui prezzi per esempio), ma nessuna da prendere come Vangelo (e poi c’è Internet e allora basta cliccare e il pc si fa suggeritore…). But do the Guides guide? di C. M. It is (or was?) considered a sort of Gospel, as if the Michelin had been written before the millennial word of St Paul and company! And yet food and wine guides are indeed precious for their suggestions, proposals, geographical indications, eulogy of local cuisine (and maybe also products) and all the other useful information they provide. But they are not Gospels! Those who use them are well aware of this, but not so the delighted restaurant owners when the long-awaited “star” arrives, convinced it is absolutely deserved and desperate when it is taken away, almost always without any justification. And then every sort of curse and plague on the guides... amen. The first among the numerous best known was originally compiled to provide accurate information for lorry drivers and other long distance travellers. Then came the others. A great many. Credible? Reliable? Useful? Without a doubt, with their strong and weak points. It must never be forgotten that they are nonetheless publishing initiatives required to respond to the precise canons of a series of “demands” covering all types of catering, from the pub offering bar food to the famous names with the prohibitive prices, from country inns to mountain chalets and from straw (now artificial) huts at the seaside to aristocratic centuries-old restaurants. With the task of highlighting the most attractive characteristics in a few lines - local area, calendar, particular, traditional or creative cuisine, cultural interests, structural validity (easy access, car parking, etc). In short, a pocket tool offering all the useful elements, even those apparently less important (spaces, atmosphere, services, etc), for eating out. A book almost always small, with fine printing and no illustrations. To keep in the car as an indispensable part of the kit of someone who travels a little or a lot. And the publishing market offers guides of all kinds - although some (prestigious) have recently left the scene and others suffer from a fluctuating circulation - from those aimed at an elite of connoisseurs, to others which make do with suggesting pubs offering bar food or unfindable country inns with few dishes and few ostentations. A universe in flashes, bringing together (with their obvious diversity) all kinds of possibilities for eating out, from a frugal meal for someone in a rush, to something for the gourmets of Saturday night. Each with every evaluation possible, fruit of different (and often debatable) experiences, choices, gastronomic cultures and palates. All useful, perhaps with a white lie here and there (on the prices for example), but none to take as Gospel (and then there’s always Internet and with a simple click, the computer will provide you with suggestions...). 25 I consigli dello chef The chef recommends di Giuseppe Daddio Executive chef del ristorante Locanda delle Trame, via Maria Sofia di Baviera, 1 Vaccheria di San Leucio (CE) Tel. 0823.304055 Mezzelune di gnocchi di patate alle ortiche con guance di vitellone e zucca fondente Potato and nestle half-moon gnocchi parcels stuffed with young beef cheek and served with fondant pumpkin Ingredienti per 6 persone: Per le mezzelune di gnocchi di patate alle ortiche: 500 g patate vecchie cotte e passate; 75 g purea di ortiche sgocciolata; 300 g farina ‘00’; 65 g fecola di patate; sale q.b.; pepe bianco q.b.; 50 g Parmigiano grattugiato; noce moscata q.b.; 1 tuorlo d’uovo. Per le guance di vitellone sottovuoto: 350 g guance di vitellone bianco Marchigiano; 50 g sedano bianco pelato; 50 g carota pelata; 30 g cipolla rossa; 50 g patate pelate; 50 g pomodori pelati; n.1 rosmarino in rametto; n.1 salvia in rametto; n.1 timo in rametto; 50 g fondo di vitello ridotto; 50 g Parmigiano grattugiato; 40 g olio extravergine di oliva Per la zucca fondente: 500 g zucca pasta arancio; 50 g 50 g cipolla d’oro; 50 g burro; 100 g brodo vegetale; sale e pepe q.b.; 50 g Parmigiano grattugiato; salvia in foglie q.b. Per l’assemblaggio: n.18 mezzelune di gnocchi ripieni; 300 g crema di zucca fondente; 50 g burro; salvia q.b. Ingredients (serves 6): Passare allo schiacciapatate le patate lesse e pelate. Stendere le patate su un tavolo e unirvi la farina, la fecola, la purea di ortiche ben sgocciolata, il sale, il pepe bianco, il parmigiano e tutti gli aromi. Infine unire il tuorlo sbattuto. Lavorare la massa fino a formare una struttura liscia e compatta. Stendere la pasta degli gnocchi con un mattarello su una spianatoia spolverizzata di farina e stampare dei cerchi del diametro di circa 10 cm. Quindi farcire con ripieno di guance di bue, chiudere la pasta, sigillando bene il lembo esterno in modo tale che non fuoriesca la farcitura. Infine cuocere in acqua in leggero bollore. Snervare le guance, tagliarle a piccoli pezzettini come uno spezzatino. Far rosolare in una padella antiaderente molto calda con dell’olio extra vergine d’oliva. Fatti rosolare, mettere i pezzettini di guancia in uno sgocciolatoio. A parte rosolare le verdurine pelate e tagliate a piccoli cubetti. Fate rosolare in padella con l’olio, le erbe in ramoscelli e le verdure. Aggiungere i cubetti di patate pelate. Unire lo spezzatino, i pomodori pelati, salare e pepare, cuocere per circa 10 minuti. Togliere dal fuoco e mettere tutto in sacchetti sottovuoto termici (adatti alle cotture). Cuocere il tutto in sottovuoto per 12 ore a 85°C. Trascorso il tempo, togliere dal sacchetto lo spezzatino, riunirlo in una ciotola, amalgamare il tutto con una spatola. Aggiungere il parmigiano, il fondo di vitello ridotto e verificare il gusto. Lasciar raffreddare il ripieno e poi utilizzarlo. Pelare la zucca e tagliarla a piccoli cubetti. Tritare la cipolla oro e rosolarla con il burro. Aggiungere la zucca e il brodo vegetale. Cuocere a pentola coperchiata fino a quando la zucca risulta fondente. Quindi salare e pepare. Aromatizzare con qualche foglia di salvia. Frullare una parte di zucca e tenerla separata. Cuocere le mezzelune in acqua, saltarle in padella con il burro e la crema di zucca fondente. Guarnire con foglie di salvia. Vino consigliato: Piedirosso Mustilli For the potato and nestle half-moon gnocchi: 500 g old potatoes, boiled and riced; 75 g strained puréed nestles; 300 g type ‘00’ flour; 65 g potato starch; salt and white pepper to taste; 50 g grated Parmesan; nutmeg to taste; 1 egg yolk. For the vacuum-cooked young beef cheek: 350 g cheek of ‘Vitellone Bianco Marchigiano’ young beef; 50 g peeled white celery; 50 g peeled carrot; 30 g red onion; 50 g peeled potatoes; 50 g peeled tomatoes; 1 sprig rosemary; sprig sage; 1 sprig thyme; 50 ml reduced veal stock; 50 g grated Parmesan; 40 g extra virgin olive oil For the fondant pumpkin: 500 g orange-fleshed pumpkin; 50 g brown onion; 50 g butter; 100 g vegetable stock; salt and pepper to taste; 50 g grated Parmesan; whole sage leaves to taste. Assembly: 18 stuffed half-moon gnocchi; 300 g creamed fondant pumpkin; 50 g butter; sage to taste Peel and boil the potatoes then pass through a potato ricer. Tip the riced potato onto a table and mix in the flour, potato starch, nestle purée (strained thoroughly), salt, white pepper, Parmesan and nutmeg. Beat the yolk and add to the mixture, then knead to a smooth, firm consistency. Roll out the gnocchi mixture with a rolling pin on a table dusted with flour and cut out discs approximately 10 cm across. Fill the centre of the discs with the young beef cheek stuffing and fold in half to close, sealing the round edge thoroughly to prevent the filling from falling out. Cook in gently boiling water. Trim the cheeks to remove all the connective tissue and cut into small dice, then sauté in extra virgin olive oil in a very hot non-stick pan. Once browned, place the pieces of meat in a colander to drain. Separately, sauté the sprigs of herbs together with the peeled vegetables, cut into small dice, in a pan with oil. Add the diced, peeled potatoes, add the meat cubes then the peeled tomatoes, season with salt and pepper and cook for approximately 10 minutes. Remove from the heat and tip into a vacuum bag for cooking. Cook for 12 hours at 85°C then open the bag, pour the contents into a bowl and mash with a spatula. Add the Parmesan, the reduced veal stock and season to taste. Leave the filling to cool before use. Peel the pumpkin and cut into small cubes. Finely chop the brown onion and sauté in butter, then add the pumpkin and the vegetable stock. Cook in a covered saucepan until the pumpkin assumes a fondant consistency, then season with salt and pepper. Aromatise with a few sage leaves, then blend a portion of the pumpkin and set aside. Cook the half-moon gnocchi in boiling water, then toss in a pan with butter and the creamed fondant pumpkin. Garnish with a sage leaves. Recommended wine: Piedirosso Mustilli I corsi di Dolce&Salato – scuola di Cucina e Pasticceria 25-26-27 Ottobre 2010 L’intaglio di vegetali, tecnica e sviluppo delle decorazioni per buffet. 26-27-28 Ottobre 2010 Le torte da banco alla panna, alla crema, semifreddi e decorazioni. 8-9-10 Novembre 2010 Decorazioni di Panettoni e Torte Natalizie. 8-9-10 Novembre 2010 Corso di sala e servizi. 15-16-17 Novembre 2010 Corso di cioccolateria artigianale basato sulle tecniche di lavorazione del cioccolato 22-23-24 Novembre 2010 La cucina d’autore ed i menù natalizi. 22-23-24-25 Novembre 2010 Corso teorico di ingredientistica, comportamento del cibo nei laboratori 26 29-30 Novembre 2010 corso di decorazione Torta da favola per bambini. 29-30-01 Dicembre 2010 corso di gelateria Artigianale. 10-11-12 Gennaio 2011 Le basi della pasta caramello, lo zucchero tirato, soffiato e colato. 17-18-19-20 Gennaio 2011 La cucina gourmet e le stelle, piatti da ristorazione a - la carte e la cucina d’albergo. Info: www.dolcesalatoscuola.com / [email protected] [email protected] / tel. & fax: 0823- 436022 La zucca di Sibari Comunemente usata nella cucina di diverse culture, nelle nostre tradizioni calabrese oltre alla polpa di zucca si mangiano i fiori, e anche i semi, opportunamente salati. E’ un ortaggio che si presta a mille ricette: si consuma cucinata al forno, al vapore, nel risotto o nelle minestre, fritta nella pastella, alla scapece e in tantissimi altri modi; si accosta magnificamente ai formaggi locali, alla salsiccia di suino nero di Calabria, ai funghi e ai tartufi del monte Pollino, dai semi invece si ottiene un olio rossiccio usato in cosmesi e nella cucina tradizionale. Si semina direttamente nell’orto in aprile: “poni la zucca in aprile, ti verrà grossa come un barile”... famoso proverbio contadino ancora del tutto valido. In Calabria una buona produzione è concentrata nella pianura di Sibari. La coltivazione è favorita a temperature tra i 18 e i 24 gradi e, pur adattandosi a qualsiasi tipo di terreno, se ne consiglia uno di medio impasto, fresco, soffice e senza ristagni d’acqua. La sfoglia croccante alla zucca, polpa di melanzana, pesce spada e menta, crema di zucca al rosmarino e pistacchi Ingredienti per 4 persone: Per la pasta all’uovo : 500 g. farina di semolino; 500 g. farina “0”; 200 g. polpa di zucca; 8 uova; q.b. olio d’oliva. Impastare il tutto e poi far riposare per 30 minuti sottovuoto, poi stendere al matterello. Fare dei dischi con l’aiuto del coppa pasta e cuocerli in acqua bollente salata per poi finire la cottura in microonde. Per il ripieno : melanzane n. 2; pesche spada 150 g.; olio all’aglio q.b.; menta fresca 5 g.; parmigiano grattugiato 10 g.; sale e pepe q.b. Cuocere le melanzane in forno a 150°C., dopo cotte eliminare la buccia e far sgocciolare la polpa per 12 ore. Tagliare il pesce spada a pezzetti e cuocere in forno a 180°C. Far raffreddare e poi condire con menta, poco parmigiano, olio all’aglio, polpa di melanzana, sale e pepe. Per la composizione: Fare uno strato di sfoglia e con l’aiuto di una sacca da pasticceria aggiungere il ripieno creando tre strati. Per la crema: olio extravergine q.b.; aglio n. 1 spicchio; scalogno 50 g.; sedano 30 g.; rosmarino 5 g.; pistacchi 50 g.; zucca 500 g.; brodo vegetale q.b. Far imbiondire fondo di olio d’oliva, scalogno, aglio, sedano e rosmarino e poi aggiungere la zucca tagliata a pezzetti e i pistacchi. Far rosolare e sfumare con porto bianco, far evaporare e coprire con brodo vegetale e lasciar cuocere lentamente, regolare di sale e pepe, mixare e passare al cinese. Guarnizione: Buccia di melanzana, chips di zucca e granella di pistacchi. Per la composizione del piatto: Versare alla base di un piatto fondo la crema di zucca e adagiare sopra la sfoglia croccante. The Sibari pumpkin In addition to the flesh of the pumpkin, which is widely used in many different cultures, in Calabria the flowers and the seeds (salted as if they were nuts) are also eaten. There are countless different recipes for this vegetable: it may be eaten roasted in the oven, steamed, in soups, fried in batter, marinated in vinegar or prepared in many other different ways. It is superb with local cheeses, with Calabrian ‘suino nero’ pork sausages and with the mushrooms and truffles of Monte Pollino, while the seeds are pressed to make a reddish oil used in cosmetics and traditional cooking. Its seeds may be sown directly in the soil in April, and the old Italian proverb “poni la zucca in aprile, ti verrà grossa come un barile” (plant your pumpkins in April and they’ll grow as big as barrels) is as true today as it ever was. A large proportion of the pumpkins grown in Calabria come from the Sibari plain. Pumpkins grow best at temperatures ranging from 18 and 24°C and, while this is a hardy plant that can adapt to practically any soil type, it prefers a fresh, soft, medium consistency soil with good drainage. di Luigi Ferraro Chef alla Tenuta dei Frati Loc. Vigne Castrovillari (CS) tel. 098121895 Crispy pasta slice filled with pumpkin, aubergine, swordfish and mint, with a cream of pumpkin, rosemary and pistachios Ingredients (serves 4): For the egg pasta:500 g durum wheat semolina; 500 g type “0” flour; 200 g pumpkin flesh; 8 eggs; olive oil as required Mix and knead the ingredients, leave to rest for 30 minutes in a vacuum bag then roll out with a rolling pin. Cut discs with a pastry cutter, partially cook in salted boiling water and complete cooking in the microwave. For the filling: 2 aubergines; 150 g swordfish; garlic oil as required; 5 g fresh mint; 10 g grated Parmesan; salt and pepper to taste. Roast the aubergines at 150°C, then remove the skin and allow the flesh to drain for 12 hours. Cut the swordfish into chunks and cook in the oven at 180°C. Allow to cool then add the mint, a little Parmesan, garlic oil, the aubergine flesh and salt and pepper. Assembly: With a piping bag, place a layer of filling on a sheet of pasta, then top with another sheet of pasta. For the cream of pumpkin: extra virgin olive oil as required; 1 clove garlic; 50 g shallots; 30 g celery.; 5 g rosemary; 50 g pistachios; 500 g pumpkin; vegetable stock as required. Lightly brown the shallot, garlic and celery in olive oil with the rosemary, then add the pumpkin, cut into small pieces, and the pistachios. Sauté then deglaze with white Port, evaporate off the liquid then cover with vegetable stock, cook slowly, season to taste with salt and pepper and pass through the chinoise. Garnish: Aubergine skin, pumpkin chips and crushed pistachios. Presentation: Pour a puddle of creamed pumpkin in the bottom of a bowl, then place the crispy pasta slice on top. Panasonic NE 2156, Sottovuoto W8 30, Sirman 27 di Alberto Fol Chef del ristorante La Cusina al The Westin Europa & Regina a Venezia Risotto selezione Principato di Lucedio affumicato al ginepro con sorbetto alla zucca e gruè di cacao Ingredienti per 4 persone: Riso Carnaroli Principato di Lucedio g 240; zucca per guarnizione g 50; brodo vegetale q.b; scalogno n 1; Parmigiano Reggiano g 60; burro g 10; gruè di cacao g 30; olio extra vergine d’oliva q.b e qualche germoglio di crescione. Per l’affumicatura: Ginepro qualche bacca; truccioli e segatura di rovere di Slavonia e un affumicatore portatile. Per il sorbetto alla zucca: polpa di zucca g 1000; base per sorbetto g 1,200 e acqua g 600. Per prima cosa occorre affumicare il riso con il ginepro. Per fare ciò abbiamo bisogno di un affumicatore portatile, dove andremo ad inserire, all’interno del bracere, dei truccioli e segatura di rovere di Slavonia addizionati a delle bacche di ginepro. Una volta acceso l’innesco, faremo transitare il fumo in un pentolino contenente il riso e copriremo con un coperchio per almeno 20 minuti. Per il sorbetto alla zucca, unire la polpa di zucca ottenuta in precedenza, aggiungere una base neutra per sorbetto e l’acqua, mantecare in sorbettiera o con pacojet. Per la guarnizione della zucca occorre tagliarla a piccoli dadini e passarla in forno per 10 minuti a 160 ° C coperta con l’aggiunta di qualche aroma. Tritare lo scalogno, tostare il riso e procedere la cottura come per un normale risotto con del brodo vegetale, mantecare fuori dal fuoco con il formaggio, il burro e dell’olio extra vergine d’ oliva. Composizione del piatto: Disporre del gruè di cacao al centro del piatto, adagiarvi sopra il risotto al ginepro, creare una quenelle di sorbetto alla zucca e riporla sopra al risotto. Guarnire con olio extra vergine d’oliva, la zucca infornata e qualche germoglio. Servire subito. Vino in abbinamento: Vintage Tunina 2007. Risotto of juniper-smoked Principato di Lucedio rice with pumpkin sorbet and cocoa nibs Ingredients (serves 4): 240 g ‘Principato di Lucedio’ Carnaroli rice; 50 g pumpkin for garnishing; vegetable stock as required; 1 shallot; 60 g Parmesan; 10 g butter; 30 g cocoa nibs; extra virgin olive oil as required; a few cress sprouts. For smoking the rice: A few juniper berries, Slavonian oak chips and sawdust, and a portable smoker. For the pumpkin sorbet: 1 Kg puréed pumpkin; 1.2 Kg sorbet base and 600 ml water. First of all, smoke the rice. Put the Slavonian oak chips and sawdust and juniper berries at the bottom of the smoker and light. Once the wood and juniper mixture is lit, put a small saucepan of the rice in the smoker and cover with the smoker lid for at least 20 minutes. To make the pumpkin sorbet, mix the pumpkin purée made previously with a neutral sorbet base and water and churn in a sorbetiere or with the Pacojet. To prepare the pumpkin garnish, cut the pumpkin into small dice and roast at 160 °C in a covered oven dish together with a few herbs at for 10 minutes. Chop the shallot finely, toast the rice and cook as you would for a normal risotto with the vegetable stock. Once cooked, take off the heat and stir the rice to a creamy consistency together with the Parmesan, butter and extra virgin olive oil. Assembly: Arrange cocoa nibs in the centre of the plate, place the juniper-smoked risotto on top and add a quenelle of the pumpkin sorbet on top of the risotto. Decorate with a drizzle of extra virgin olive oil and a garnish of roast pumpkin and a few cress sprouts. Serve immediately. Recommended wine: Vintage Tunina 2007 Pacojet, Sirman La millefoglie di ricciola d’altura profumata al finocchio con verdurine brasate su passata di zucca gialla infornata di Paolo Antinori Chef Hotel Fortino Napoleonico www.hotelfortino.it 28 Ingredienti per 4 persone: g 280 di ricciola tagliata a fette sottili;g 250 di polpa di zucca gialla; g 50 zucchine filangè; g 50 carote filangè; g 50 finocchi filangè; n.1 pomodoro maturo tagliato in quattro; g 60 olio extravergine di oliva; semi di finocchio in polvere. Tagliare la polpa di zucca gialla a dadini. Cuocere al vapore per 6 minuti e farla asciugare in forno ventilato a 100° per 20 minuti, poi frullare ad immersione con un po’ di olio d’oliva ed aggiustare di sapore. Condire le verdure filangè separate e cuocere in microonde lasciandole croccanti. Condire le falde di pomodoro e farle asciugare in forno a 100° con la zucca, stendere le fette di ricciola in una teglia oleata in 4 file ed insaporire con la polvere di finocchio. Mettere le verdure divise per gusti sopra le fette di ricciola, cuocere in forno a 200° per pochi minuti. Stendere la passata di zucca al centro del piatto e mettere poi le fette di ricciola intervallate. Decorare con la falda di pomodoro, gocce di balsamico e foglie di maggiorana. Vortex 43 Vari tronic, Sirman Millefeuille of deep sea amberjack aromatised with fennel and braised vegetables on a bed of puréed roast yellow pumpkin Ingredients (serves 4): 280 g amberjack cut into thin slices; 250 yellow pumpkin flesh; 50 g courgettes in julienne strips; 50 g carrot in julienne strips; 50 fennel in julienne strips; 1 ripe tomato cut into quarters; 60 g extra virgin olive oil; powdered fennel seeds. Dice the pumpkin flesh. Steam for 6 minutes then dry in a fan-assisted oven at 100 °C for 20 minutes, then purée with a hand blender, adding a little olive oil and seasoning to taste. Season the julienne vegetables separately and cook gently in the microwave, leaving them crunchy. Season the tomato quarters and dry in the oven at 100 °C together with the pumpkin. Lay the amberjack slices on an oiled baking tray in four rows and season with powdered fennel seeds. Arrange the vegetables individually on the fish slices and cook in the oven for a few minutes at 200 °C. Pour a puddle of puréed pumpkin at the centre of the plate, then arrange alternating layers of amberjack and vegetables on top. Garnish with a tomato wedge, drops of balsamic vinegar and marjoram leaves. Panino alla zucca con filetto di vitello avvolto al guanciale affumicato di Sauris, chips e confit di zucca Pane alla zucca: g 100 biga; g 200 farina 300W; g 80 acqua; g 90 purè di zucca cotta; g 20 tuorli d’uovo; g 20 lievito di birra; g 5 malto in polvere; g 5 sale; g 20 zucchero semolato. Impastare assieme tutti gli ingredienti, formare dei piccoli panini (5060 grammi), lasciare lievitare e cucinare in forno a 180 °C per 20 minuti. Ingredienti per 6 persone: g 900 filetto di vitello; g 100 guanciale affumicato di Sauris: g 300 fettine di zucca mantovana. Prendere la metà delle fettine di zucca e coprirle di sciroppo composto da 500 gr di zucchero semolato e 200 gr di acqua. Cucinare per minimo 4 ore a 90 °C. Si otterrà così la zucca confit. Prendere l’altra metà della zucca e metterla ad essiccare in un disidratatore (o nel forno ventilato) per 12 ore a 60 °C. Si otterrà così delle chips di zucca. Tagliare il filetto in 6 pezzi e avvolgerlo nel guanciale. Cucinare in padella con burro, aggiungendo sale e pepe quanto basta. Farcire il panino con il filetto, le chips e il confit di zucca. Pastiglie di sale ‘a velo’ con salsa di zucca e purea di prugna fermentata Ingredienti: g 30 Maltodextrina; g. 10 olio d’oliva; g. 7 sale fino; g. 40 zucca cotta sottovuoto; n. 4 prugne secche; g. 3 aceto di shiso; q.b. sale di shiso; 400 g sale grosso Usando un macinino da caffè, frullare il sale fino ad ottenere una polvere fina come quella di uno zucchero a velo. Mescolare il sale con la maltodextrina e l’olio fino ad ottenere una massa abbastanza consistente. Mettere in uno stampo di silicone apposito e infornare a 60° C per 15 minuti finchè diventa croccante, ma friabile. Utilizzando il ‘mod. Saturno’, frullare la polpa di zucca (cotta in sottovuoto) così da ottenere una salsa fina e liscia. Poi mescolare il sale grosso, il sale di shiso, l’aceto di shiso e metterci a marinare le prugne per 10 ore. Trascorso questo periodo di tempo, lavare le prugne e frullarle in modo da ottenere una purea. Servire le pastiglie tiepide accompagnate con le due salse e germogli di amaranto. N.B. L’aceto e il sale di shiso si possono trovare in negozi specializzati, entrambi i prodotti hanno un retrogusto di mandorla amara. In caso di non reperibilità può essere sostituito con l’aceto di riso. Semi di zucca fritti Ingredienti: 10 semi di zucca bio; olio di semi per frittura q.b.; sale; olio di semi di zucca q.b. Friggere i semi di zucca in olio fino a farli gonfiare e colorare. Poi con l’aiuto di una siringa con ago riempirli uno ad uno. Passarli poi in abbattitore (modello Cervino Lampo) in positivo per 10 minuti in modo che l’olio diventi solido. Salare e servire a piacere. Sandwich of veal fillet wrapped in Sauris smoked pork cheek, pumpkin chips and pumpkin confit in a pumpkin bread roll Pumpkin bread: 100 g sourdough; 200 g 300W flour; 80 ml water; 90 g cooked and puréed pumpkin; 20 g egg yolks; 20 g brewer’s yeast; 5 g powdered malt; 5 g salt; 20 g granulated sugar Mix and knead the ingredients together, form small rolls (50-60 grams each), leave to rise and bake at 180 °C for 20 minutes. di Sergio Moronato Executive Chef all’Hotel Ermitage Bel Air di Abano Terme Ingredients (serves 6): 900 g veal fillet; 100 g Sauris smoked pork cheek: 300 g sliced Mantua pumpkin Cover half of the pumpkin slices in a syrup made with 500 g granulated sugar and 200 ml water. Cook at 90 °C for at least 4 hours to make the pumpkin confit. Dry the remaining half of the pumpkin slices in a dehydrator (or in a fan assisted oven) for 12 hours at 60°C to make the pumpkin chips. Cut the fillet into 6 pieces and wrap each piece in a slice of pork cheek. Sauté in a pan with butter, seasoning to taste with salt and pepper. Slice the rolls and fill with each with a slice of fillet, the chips and the pumpkin confit. Piastra Induzione 2,5 Sirman, con pentola Agnelli. Pastilles of powdered salt with pumpkin sauce and pureed fermented prunes Ingredients: 30 g maltodextrin; 10 g olive oil; 7 g fine salt; 40 g vacuum-cooked pumpkin; 4 prunes; 3 ml shiso vinegar; shiso salt; 400 g coarse salt Grind the salt into a fine icing sugar like powder with a coffee grinder. Mix the salt with the maltodextrin and the oil to a reasonably substantial consistency. Place in a suitable silicone mould and bake at 60 °C for 15 minutes until crispy but still crumbly. Use the Saturno blender to blend the vacuum-cooked pumpkin flesh into a fine, smooth sauce. Mix the coarse salt, the shiso salt and the shiso vinegar and use to marinate the prunes for 10 hours. After marinating, rinse the prunes and blend into a puree. Serve the salt pastilles lukewarm accompanied by the two sauces and amaranth shoots. Note: Shiso salt and vinegar both have an aftertaste of bitter almond and can be found in specialised shops. If you cannot find these products, use rice vinegar instead. di Terry Giacomello Sous-Chef di Ferràn Adriá al “Ristorante El Bulli” di Barcellona Fried pumpkin seeds Ingredients: 10 organic pumpkin seeds; seed oil for frying as required; salt; pumpkin seed oil as required. Fry the pumpkin seeds in oil until they swell and turn golden brown. Use a syringe with a needle to fill each seed individually with pumpkin oil. Chill for 10 minutes at above freezing in the Cervino Lampo blast chiller to solidify the oil. Salt and serve as preferred. Abbattitore Lampo, frullatore Saturno, Sirman 29 Il cioccolato tagliato in sottili lamine, tortino di zucca, crema alla mela verde e salsa al basilico. Thinly sliced chocolate leaves with a pumpkin tartlet, a cream of green apple and a basil sauce. Ingredienti e mise en place: Ingredients and preparation: Tortino di zucca (polpa di zucca 375 g, farina di mandorle 65 g, fecola di patate 12,5 g, farina 200 W 12,5 g, tuorli 38 g, albumi 42,5 g, zucchero semolato 60 g); Copertura Araguani 72%; Salsa basilico (200 g basilico, 400 g acqua, 30 sciroppo di zucchero, 0,5 g xantana); Crema alla mela verde (polpa e buccia di mela verde 200 g, 300 g acqua, 60 g zucchero, 2,5 g vitamina C, xantana 25 g). Pumpkin tartlet (375 g pumpkin flesh, 65 g almond flour, 12.5 g potato starch, 12.5 g 200 W flour, 38 g egg yolks, 42.5 g egg whites, 60 g granulated sugar); ‘Araguani’ 72% cocoa chocolate; Basil sauce (200 g basil, 400 ml water, 30 g sugar syrup, 0.5 g Xanthan gum); Cream of green apple (200g apple flesh and peel, 300 ml water, 60 g sugar, 2.5 g vitamin C, 25 g Xanthan gum). Procedimento e dressaggio: Tagliare la zucca in 4 parti, privarla dei semi e cuocerla in forno sotto vuoto con miele 1000 fiori, lemongrass, zenzero e vaniglia, per circa 2 H a 80 °C a vapore. Prendere la polpa e frullarla. Recuperare il liquido di cottura e lasciarlo ridurre lentamente sul fuoco sino a che non prenda una consistenza sciropposa, ci servirà poi per dressare il piatto. Far montare lo zucchero con gli albumi, unire i tuorli , le farine e la polpa di zucca frullata; inserire negli stampi e cuocere in forno a 175 °C per 25 minuti circa. Sciogliere la copertura di cioccolato ad una temperatura di 45 °C e farlo cristallizzare a 30,6°C; tirare il cioccolato su di un foglio di acetato, farlo cristallizzare e tagliare in lamine 3,5 X 8 cm. Sbianchire i 200 gr di basilico in acqua e raffreddarlo immediatamente in acqua ghiacciata , inserirlo in un bicchiere paco-jet con l’acqua ed abbattere; pacossare e filtrare il tutto,si otterrà un’acqua di basilico che addolciremo con lo sciroppo di zucchero e legheremo con la xantana. Per la crema di mela verde: mettere tutti gli ingredienti in un bicchiere paco-jet ed abbattere. Alternare il tortino di zucca con le lamine di cioccolato e guarnire con delle scaglie di cioccolato, dressare al centro di un piatto e terminare con la crema di mela verde, la salsa al basilico e lo jus ridotto di zucca. Procedure and presentation: Cut the pumpkin into four parts, remove the seeds, vacuum seal and cook in a steam oven together with thousand-flower honey, lemon grass, ginger and vanilla at 80 °C for approximately 2 hours. Once cooked, blend the pumpkin flesh. Drain off the cooking liquid and reduce slowly until it turns syrupy. This will be used later to dress the dish. Whisk the sugar and egg whites together, then add the yolks, the flour, almond flour and potato starch and the blended pumpkin. Pour the mixture into moulds and bake in the oven at 175 °C for approximately 25 minutes. Melt the chocolate at 45 °C and allow to crystallise at 30.6°C, then spread on an acetate sheet, leave to crystallise and cut into 3.5 x 8 cm rectangles. Blanche the 200 g of basil in water and chill immediately in iced water. Place in the Pacojet with the water and blast chill. Blend the chilled mixture, then add the sugar syrup to sweeten and the Xanthan gum to thicken. For the cream of green apple: put all the ingredients in a Pacojet beaker and blast chill. Arrange a stack of alternated pumpkin tartlets and leaves of chocolate at the centre of the plate then complete with the cream of green apple, the basil sauce and the reduced jus of pumpkin. di Stefano Baiocco Executive chef di Villa Feltrinelli a Gargnano (BS) Abbattitore Cervino 5T, Pacojet, Sirman Vino consigliato: Royal oporto vintage porto 1997 30 Recommended wine: Royal oporto vintage porto 1997 La vellutina di zucca con crostino alle erbe aromatiche Gambero dorato con panur al basilico Cream of pumpkin with a herbed bread crouton Prawns in a basil breadcrumb crust Ingredienti per 12 persone: For the cream of pumpkin: 100 g olive oil; 10 g garlic; 150 g white onion; 500 g pumpkin; 100 g potato; 3 litres vegetable stock; salt and freshly milled pepper; whole pennyroyal or tarragon leaves; 100 ml extra virgin olive oil Per la vellutina di zucca: g.100 olio di oliva; g.10 aglio; g.150 cipolla bianca; g. 500 zucca; g.100 patate; g. 3000 brodo di verdure; sale e pepe di macinino; foglioline di mentuccia o dragoncello per emulsionare; dl. 1 olio extravergine di oliva. Per i gamberoni: g. 30 olio di oliva; n.12 gamberoni o mazzancolle; sale e pepe; g. 100 panur al basilico Procedimento per la vellutina: Soffriggere in olio di oliva l’aglio e la cipolla bianca. Aggiungere la zucca tagliata a rondelle, le patate a fette aromatizzando con sale pepe e mentuccia o dragoncello. Cuocere il tutto per 25 minuti. Passare al frullatore finemente emulsionando con l’olio di oliva e servire in piatto fondo con piccolo crostino di pane alle erbette. Sormontare con i gamberoni arrostiti con panur al basilico. Presentazione: Decorare con timo al limone in fiore. Ingredients (serves 12): di Giorgio Nardelli Chef e consulente per la ristorazione For the king prawns: 30 g olive oil; 12 king prawns; salt and pepper; 100 breadcrumbs with basil Making the cream of pumpkin: Sauté the garlic and white onion in olive oil. Add the pumpkin, cut into chunks, and the sliced potatoes, and season with salt, pepper and pennyroyal or tarragon. Cook for 25 minutes. Blend to a very smooth consistency, adding olive oil to emulsify, then serve in a bowl with a small herbed bread crouton. Top with roasted prawns in basil breadcrumbs. Presentation: Garnish with flowering lemon thyme. 31 Di Gregori Nalon Consulente chef per la ristorazione www.gregorichef.it Sformatino di zucca, porcini fritti, salsa al gorgonzola e radicchio in agrodolce Pumpkin tartlet with sautéed porcini, gorgonzola sauce and sweet and sour Radicchio Rosso Ingredienti per 6 porzioni : Zucca 140 g; burro 60 g; tuorli d'uova 40 g; albume 70 g; Parmigiano reggiano 20 g; farina di riso 10 g; farina di castagne 10 g; farina di semola 10 g; olio di semi arachide 200 g; farina 00 230 g; fecola di patate 20 g; latte 70 g; lievito chimico 6 g; sale pepe mix 2 g; radicchio trevigiano 60 g; aceto bianco 20 g; zucchero 16 g; olio extra vergine d'oliva 10 g; ; besciamella 200 g; gorgonzola 40 g Ingredients for 6 full size portions (net quantities): 140 g pumpkin; 60 g butter; 40 g egg yolks; 70 g egg whites; 20 g Parmesan; 10 g rice flour; 10 g chestnut flour; 10 g durum wheat semolina; 200 g peanut oil; 230 g type 00 flour; 20 g potato starch; 70 ml milk; 6 g baking powder; 1 g mixed salt and pepper; 60 g Radicchio Trevigiano; 20 ml white wine vinegar; 16 g sugar; 10 g extra virgin olive oil; 200 g béchamel; 40 g gorgonzola cheese For the tartlet: Wash the pumpkin, peel and remove the seeds then cut into chunks. Steam the flesh and pass through a vegetable mill. Beat the butter together with the pureed pumpkin, the egg yolks, salt and pepper and the Parmesan. Mix the baking powder and potato starch, sifted together, into the flour, mix with 150 ml cold milk, then mix in the partially beaten egg whites. Mix the two preparations together and pour the mixture into round moulds and bake at 165 °C for 30 minutes with a dry heat and with a low fan setting. For the Radicchio: Wash and trim the Radicchio, chop the leaves finely and dress with salt, pepper, sugar, olive oil and vinegar. Vacuum seal and steam cook at 75 °C for approximately 15 minutes. Blast chill and keep for later. For the sauce: Mix gorgonzola into a normal béchamel made with slightly less flour than usual. Blend with the mixer and keep warm. For the porcini: Cut the porcini into thin slices, dip in milk (200 ml) and then the egg whites (50 g). Coat with a mixture of type 00 flour (150 g), rice flour, chestnut flour and potato starch. Fry in peanut oil for a few minutes. Drain and dry well. Assembly: Arrange the tartlet on the plate with the sauce in front, the porcini behind and with Radicchio leaves scattered near the mushrooms. Per il tortino: Lavare, pulire e tagliare a tocchetti la zucca. Cuocere a vapore, passare al passa verdure, montare il burro, unire la zucca in purea, i tuorli d'uovo, il sale, il pepe ( 1 g. ), il parmigiano. Unire la farina con il lievito e la fecola setacciati, diluire con il latte freddo (150 g) ed infine amalgamare l'albume semimontato. Sistemare su stampini rotondi e cuocere in forno a calore secco per 30 minuti a 165°C con ventilazione bassa. Per il radicchio: Mondare, lavare, tagliuzzare le foglie di radicchio, condirle con il sale pepe ( 1 g. ), lo zucchero, l'olio e l'aceto. Mettere in sottovuoto e cuocere in forno a vapore a 75°C per circa 15 minuti. Abbattere e conservare. Per la salsa: Unire ad una semplice besciamella (con meno farina del solito) il gorgonzola. Frullare con mixer e tenere in caldo . Per i porcini: Tagliare i porcini a lamelle, passarli nel latte con l'albume (50 g). Infarinarli sul mix di farina 00 (150 g), riso, farina di castagne, farina di semola, fecola. Friggere in olio di arachidi per qualche minuto. Scolare ed asciugare bene. (200 g), farina di Composizione del piatto: Sistemare il tortino nel piatto, mettervi i porcini dietro, davanti la salsina e le foglie di radicchio sparse vicino ai funghi. Cutter C4 W, W8 30 sottovuoto, Sirman E per fare la besciamella: I ngredienti: latte intero fresco 165,3 g; noce moscata 0,3 g; burro 16,5 g; farina tipo 00 16,5 g; sale 1,7 g Fare un roux con burro e farina. Portare ad ebollizione il latte e unirlo alla roux insaporendo con noce moscata e sale. Riportare tutto il composto ad ebollizione cuocendo per 3 minuti. For the béchamel: Ingredients: 165.3 ml fresh full cream milk; 0.3 g nutmeg; 16.5 g butter; 16.5 g type 00 flour; 1.7 g salt Make a roux with butter and flour. Bring the milk to the boil and add to the roux, seasoning with nutmeg and salt. Bring the mixture back to the boil and cook for 3 minutes. FACECOOK, il primo social network che parla di cucina! Da un gruppo di appassionati e professionisti nasce Facecook, il primo social network che parla di cucina, per tutti gli chef di cucina, appassionati, casalinghe, tecnici della cucina, semplici cuochi o curiosi di sapere cosa succede nel mondo culinario. Il progetto di Facecook è quello di diventare il vostro punto di riferimento per essere sempre aggiornati ed informati su tutto quello che riguarda il mondo culinario. Facecook è un blog, un forum, una chat ed è gratis: puoi iscriverti, avere amicizie di chef, ristoratori appassionati, puoi crearti il tuo gruppo, far parte della cucina regionale di tua appartenenza, inserire le tue ricette, vedere quelle degli altri, scaricarle. Con facecook puoi inserire contenuti, foto, video, avere l’accesso direttamente con username e password di facebook, cercare lavoro, offrire lavoro, puoi collaborare con noi. E, inoltre, più sei attivo e più carichi i punti di presenza che serviranno all’estrazione finale di moltissimi premi. 32 U e La gio tec de pro ch ris FACECOOK, the first social network about cooking! A group of enthusiasts and professionals have come together to create Facecook – the first social network about cooking dedicated to chefs, enthusiasts, homemakers, culinary technicians, cooks and anyone else who’s interested in finding out more about what’s happening in the world of cooking. The goal of Facecook is to become the source that you turn to first to find up to date information about everything concerning the culinary universe. Facecook is a blog, a forum and a chat site, and is completely free. Signing up gives you the chance to make new friends and meet chefs and passionate restaurant owners, create your own groups, become an active part in supporting your own regional cuisine, post your recipes and view and download recipes by other users. You can access Facecook directly with your existing Facebook username and password and upload your own content, photos and videos. With Facecook, you can even find or offer jobs and work with us. The more active you are on Facecook, the more points you’ll collect, and the bigger your chance of winning in our final draw with lots of exciting prizes. Pe pr co Cultura gastronomica Gastronomic culture Non solo zucche! La zucchina è una varietà della zucca di forma allungata, dalla buccia brillante, ricca di acqua e poco calorica. Le zucchine si raccolgono a più riprese, quando sono ancora poco sviluppate, di solito si consumano cotte a vapore, in padella oppure fritte. Si prestano ad essere riempite con una farcia che spesso comprende anche carne di maiale e di vitellone. The pumpkin’s cousin Zucchine alla moda del macellaio Courgettes done the butcher’s way Tagliate le zucchine in due, nel senso della lunghezza, poi scavate le mezze zucchine e riempitele con una farcia che comprenda: carne macinata di vitellone, un pochino di mortadella, pane grattugiato, Parmigiano Reggiano, noce moscata, sale e pepe. Disponete le zucchine ripiene in una pirofila imburrata, coprite il tutto con un paio di uova sbattute e cospargetevi sopra del pane grattugiato, quindi passate alla cottura. Fantasia di zucchine ripiene, guarnite con il mais bollito Preparate il ripieno utilizzando il cutter, un misto di carni di suino e bovino con l’aggiunta di mortadella, Parmigiano, pane grattugiato e aromi naturali. Riempite gli zucchini e decorateli con mais, cubetti di formaggio Montasio e carotine tagliate julienne. di Bruno Mambelli The courgette is an elongated member of the marrow family, with a glossy skin and a flesh that is rich in water and low in calories. Courgettes are harvested at different times during the year, when they are still small, and are usually steamed, sautéed or fried. They are also ideal in fillings together with pork and veal. Cut the courgettes in half lengthwise, then scoop out the halves and fill with a stuffing made from minced veal, a little Mortadella, breadcrumbs, Parmesan, nutmeg, salt and pepper. Place the stuffed courgette halves in a buttered oven dish, brush with a couple of beaten eggs, sprinkle with breadcrumbs and cook in the oven. Stuffed courgettes decorated with boiled sweetcorn Make a filling with mixed pork and beef, Mortadella, Parmesan, breadcrumbs and natural herbs and spices in the cutter. Stuff the courgettes and decorate with sweetcorn, diced Montasio cheese and baby carrots in julienne strips. Uno STUDIO, un PROGETTO e un’ASSISTENZA su misura... per te FUTURAGRANDIMPIANTI è sinonimo di qualità a prezzi competitivi, grande potenza tecnologica e forza innovativa, soluzioni all’avanguardia e massima professionalità del servizio, resa e durata delle attrezzature nel tempo nettamente superiore alla media. STUDIOVERDE La FUTURAGRANDIMPIANTI srl è un’azienda giovane e dinamica composta da un team tecnico che risponde alle specifiche esigenza dei professionisti della ristorazione offrendo progetti d’arredo su misura e creando cucine chiavi in mano studiate nel dettaglio per pizzerie, ristoranti, trattorie, bar. Per questo Fururagrandimpianti gode della fiducia dei migliori professionisti della ristorazione e ricambia la loro fedeltà continuando a crescere insieme a loro. Via Palmiro Togliatti, 20 33365 Fieno Romani Fiano Romano Tel. 0765. 480531- 339/1079427 [email protected] Centro distribuzione: Capannone 20 Via asciano, 9 Roma www.futuragrandimpianti.it Sperimentazioni Experimentations di Marco Valletta Al cuore della zucca na zucca non è mai uguale all’altra e la sua struttura, intesa come qualità della polpa, cambia sia di colore che di consistenza in base alla U quantità d’acqua in essa contenuta, ed è proprio l’acqua che può far variare la resa della polpa di zucca. In questo articolo vorremmo porre l’accento su come la polpa di zucca debba essere ottenuta per avere una resa ottimale senza che la stessa venga depauperata per troppa disidratazione in cottura o per troppe sostanze legante aggiunte in impasto. Esistono molti criteri, certo è che la polpa darà il meglio di sé tanto più acqua perde in cottura. Allo stesso tempo bisogna evitare che la polpa “caramellizzi”, cioè prenda colore e di conseguenza ci sia un’alta concentrazione zuccherina. E’ quindi da evitare che la polpa della zucca incontri acqua aggiunta. E’ indispensabile, invece, che mantenga anche un suo profumo caratteristico che spesso è trasmesso alla polpa mediante la corteccia esterna. Sappiamo poi che la zucca è particolarmente dura e perciò è difficile e pericoloso iniziare dei tagli regolari a crudo, allora cucinandola prima, in due metà, tutto sarà facilitato. Indipendentemente dalla tecnologia impiegata per la cottura della “zucca tagliata a metà”, è d’obbligo lavarla bene eliminando residui di terra trattenuti dalla corteccia, poi è preferibile tagliarla a metà, come indica la foto, pulirla perfettamente dalla peluria interna e dai suoi semi. Solo allora la zucca è pronta per la cottura. Se si usa un forno a convenzione, statico, è meglio coprire la parte della polpa con della carta adeguata (FATA, alluminio, cartaforno) ed evitare che la polpa prenda colore. Suggeriamo di considerare una temperatura non superiore ai 190°C. Trascorso un tempo di circa 30-50 minuti, con la classica prova della forchetta, si potrà evincere se la polpa è cotta e se si può togliere dal forno la zucca. Ma la cosa importante è che per poter togliere la polpa dalla scorza, operazione che si può fare con un cucchiaio, occorre che la zucca sia completamente raffreddata. In primo luogo l’acqua sarà andata via evaporando e la struttura della polpa risulterà più asciutta, tanto che la si potrà setacciare con facilità e si presenterà asciugata e soffice. Solo se trattiamo la polpa di zucca in questo modo, essa darà il meglio di sé e non richiederà troppe sostanze amidacee per essere assemblata. Allora, provate per credere. 34 Aliseo, Sirman At the heart of the pumpkin No two pumpkins are ever alike, and the flesh of each pumpkin varies in terms of colour and consistency depending on the amount of water it contains, which in turn varies the yield of usable flesh. This article examines how pumpkin flesh should be prepared to ensure the maximum yield possible without resulting in a product that is too dry or needs excessive quantities of thickening ingredients to bind satisfactorily. While there are many criteria involved, generally speaking, the more water lost during cooking, the more enhanced the pumpkin’s flavour will be. However, the flesh must not be allowed to caramelise or turn golden brown, as this significantly increases the sugar content. On the other hand, water must never be added to the pumpkin during the cooking process. The distinctive aroma of the pumpkin must also be preserved, which is often transferred to the flesh by the outer rind. We all know how hard a pumpkin can be, which makes trying to make regular cut in the raw vegetable difficult or even downright dangerous. Cooking the pumpkin beforehand, however, makes things much easier. When cooking pumpkin halves, whatever the cooking method used, always wash the rind thoroughly to remove any soil residue first before cutting, then completely remove the inner filaments and seeds as shown in the photo. Only then is the pumpkin ready to be cooked properly. If you are using a static convection oven, preferably cover the flesh with suitable paper or foil (FATA, aluminium or oven paper) to prevent it from browning. Using temperatures above 190°C is not recommended. After 30-50 minutes, test the flesh by prodding with a fork to see if it is ready. Always remember, however, that the pumpkin must be allowed to cool completely before attempting to scoop the flesh out from the rind with a spoon. The flesh itself will now be much dryer, as much of the water has evaporated off, and can even be passed through a sieve easily to obtain a soft, dry pulp. This is the only certain way to bring out the best in the pumpkin and produce a pulp that will not need large amounts of starch to bind correctly. Try it and see for yourself. Un inno alla dolcezza Confettura di zucca con pinoli e uvette alla grappa di Mariagrazia Dammicco e Marisa Saggiotto Massignan An ode to sweetness Ha un colore luminoso che ricorda il sole dell’estate lasciata alle spalle, è gradevolmente morbida al palato, ricorda il sapore e il profumo di dolci fatti in casa. Un suggerimento: proponetela come dessert accanto a della cremosa ricotta di bufala e a qualche baicolo della tradizione. Ingredienti: Kg. 1 di zucca già pulita; 300 g di zucchero semolato; 200 g di uvetta sotto grappa; 100 g di pinoli; scorza di due limoni; 10 g di pectina Lessare in pochissima acqua o cuocere a vapore la zucca (meglio se della varietà “noce di burro”), che precedentemente avrete affettato finemente. Quando la polpa è quasi sfatta, unire la scorza di limone, lo zucchero, la pectina, i pinoli e l’uvetta sotto grappa (in alternativa unite l’uvetta dopo averla lavata e lasciata ammorbidire nella grappa per una mezz’ora). Far bollire per una decina di minuti. Riempire con la confettura calda dei barattoli precedentemente sterilizzati. Ricetta e foto di zucca: Mariagrazia Dammicco Salsa dolce di zucca al profumo di fiori d’arancio Pumpkin preserve with pine seeds and Grappa-soaked raisins This recipe has a vivid colour evocative of the longdeparted summer sun, is pleasantly smooth on the palate, and is reminiscent of the flavours and aromas of home-made desserts. I recommend serving it as a dessert together with a richly creamy buffalo mozzarella and a few traditional ‘Baicoli’ biscuits. Ingredients: 1 Kg peeled and cleaned pumpkin; 300 g granulated sugar; 200 g raisins in Grappa; 100 g pine seeds; the zest of two lemons; 10 g pectin Slice the pumpkin finely (preferably butternut pumpkin) and boil in very little water or steam. When the flesh has almost turned to a mushy consistency, add the lemon zest, the sugar, the pectin, the pine seeds and the raisins in Grappa (alternatively, add plain raisins after softening in Grappa for half an hour). Boil for about ten minutes. Fill sterilised preserve jars with the hot mixture. Mariagrazia Dammicco Sweet pumpkin sauce scented with orange blossom Una proposta insolita per accompagnare la gallina bollita soprattutto per chi predilige i sapori dolci. Ingredienti: Kg. 1 di zucchero; Kg. 1 di zucca; 1/2 bicchiere di acqua di fiori d’arancio; Grammi 50 di pezzetti di zenzero candito. Sbucciare la zucca, affettare la polpa a pezzetti, versare in una pentola l’acqua di fiori d’rancio, lo zucchero e lo zenzero candito. Mescolare bene, accendere il fuoco e far bollire. Abbassare il fuoco e cuocere lentamente per 3 ore mescolando continuamente fino ad avere una salsa densa come il miele. Invasare, far raffreddare, chiudere ermeticamente e sterilizzare a bagnomaria x 20 minuti. Marisa Massignan Saggiotto An unusual accompaniment for boiled chicken that is ideal for anyone with a sweet tooth. Ingredients: 1 Kg sugar; 1 Kg pumpkin; ½ glass orange blossom water; 50 g candied ginger pieces Peel the pumpkin, cut the flesh into chunks and tip into a saucepan with the orange blossom water, the sugar and the candied ginger. Stir well, turn on the heat and bring to the boil. Turn down the heat and simmer for 3 hours, stirring continuously, until the sauce is as thick as honey. Pour into jars, allow to cool, seal the lids and sterilise in a bain-marie for 20 minutes. Marisa Massignan Saggiotto Palladio 300 TOP, Sirman Curiosità gastronomiche Un piatto da favola! Alla Spaghetteria Cozzeria Maya di Castelfranco Veneto c’è un esuberante e fantasioso chef che ogni settimana, dal martedì al venerdì, propone abbinamenti audaci per palati curiosi e aperti alle novità. Questo chef si chiama Valerio Parin, fratello di Ines, titolare del locale, e ha deciso di svelare a Zafferano la ricetta delle pappardelle Cenerentola, un piatto da favola! Pappardelle Cenerentola Ingredienti per 4 persone: Pappardelle emiliane g. 400 Per la mousse di Zucca: g. 500 zucca; una cipolla; g. 100 Morlacco; sale pepe q.b. Rosolare la cipolla tritata, aggiungere la zucca tagliata a cubetti (sbucciata e privata dai semi), coprire d’acqua e far cuocere. A fine cottura aggiungere il Morlacco, sale pepe q. b. e passare al mix (Sirman). Per il sugo di pesce: g.400 code di gambero sgusciate; g.800 cozze lavate; due spicchi d’aglio; quattro fette di guanciale di maiale; glassa di aceto balsamico; mandorle grattugiate; prezzemolo; vino bianco; sale pepe q.b.; olio di oliva extra vergine. Rosolare l’aglio e poi toglierlo, mettere le code di gambero le cozze precedentemente aperte, del vino bianco sale pepe prezzemolo. Cuocere in abbondante acqua salata le pappardelle, scolarle e padellarle con il sugo di pesce e un filo d’olio d’oliva extra vergine. Rimpiattare con un abbondante mestolo di mousse di zucca, mettere le pappardelle, le fette di guanciale croccante, una spruzzata di mandorle grattugiate e guarnire il piatto con la glassa di aceto balsamico. di Valerio Parin chef Spaghetteria Cozzeria Maya Spaghetteria Cozzeria Maya, piazza Europa unita, 62 Castelfranco Veneto tel. 0423 498905 35 A tutta birra! Make mine a beer! di Michele Gilebbi e Alberto Assi Aperitivo insolito cco un piatto studiato per aperitivo ed occasioni particolari. Anche se complesso, risulta essere un classico per abbinamento ma viene servito E caldo ed è una crema molto densa tanto da poter essere spalmata come un paté su qualsiasi accompagnamento. I sentori principali son di zucca ed amaretto da una parte e lumache (polpa), burro ed aglio dall’altra, tutti molto dolci ma non zuccherini con in più la forza dell’aglio. Servita con crema di prezzemolo, resta comunque una crema complessa ma leggera. Se l’occasione è l’aperitivo, ecco allora una gamma di tre prodotti sorprendenti trattandosi di birre brut prodotte in Belgio: i cuvée della Malheur. Tutti e tre sorprendono per l’originalità e, come aperitivi, trattandosi di birre spumanti, aggiungono la novità di poter usufruire anche di un prodotto scuro come il cuvée “Dark Brut”. Tutti di grado alcolico superiore a 10 °vol. ed in bottiglia da 75 cl. confezionate singolarmente in cartone, vanno servite fredde come uno spumante. Meglio se viene utilizzato il secchiello con ghiaccio. An unusual aperitif For this issue, we have selected a recipe especially created for aperitif time or for special occasions. While it is a little complicated, this classic combination of flavours, when served warm, assumes a thick creamy consistency and can be spread like a pâté on any base. The main flavours are pumpkin and Amaretto on the one hand, and snails (shelled), butter and garlic on the other – all of which very sweet but not sugary, and with the strength of garlic adding an extra dimension. Served together with creamed parsley, it retains its complexity as a spread but gains an added freshness. If serving at aperitif time, any of the three Belgian brut beers of the exceptional ‘Cuvée della Malheur’ range is the perfect choice as an accompaniment. All three add a surprising and novel twist to the idea of an aperitif and, being brut beers, they also add the possibility of serving a dark product – namely the “Dark Brut” cuvee. All have an alcohol content of above 10% by vol., come in 750 ml bottles packaged in individual cartons and should be served chilled, like a sparkling wine. Better still, serve in an ice bucket. Piastra Induzione 2,5, Sirman con pentola Agnelli “Omogeneizzato” di zucca e prezzemolo con lumache flambate all’Amaretto Cuocere una zucca intera di piccole dimensioni direttamente in forno e ricavarne solo la polpa con un cucchiaio. Preparare un soffritto di burro e scalogno, aggiungere la polpa di zucca e lasciar cuocere per circa dieci minuti con l’aiuto di un brodo vegetale. Frullare il tutto ed addensare con l’aggiunta di poco agar-agar (deve risultare denso ma non troppo solido). Saltare in padella la polpa delle lumache di terra precedentemente cucinate con un fiocco di burro, flambare con l’Amaretto di Saronno ed ultimare con un po’ di fondo di carne. Impiattare a piacere aggiungendo clorofilla di prezzemolo emulsionata con dell’olio di nocciole. Servirle con delle bruschette all’aglio. 36 Pumpkin and parsley puree with snails flambéed in Amaretto Roast a small pumpkin whole, then scoop out the flesh with a spoon. Sauté shallot in butter, add the pumpkin and cook for about ten minutes, adding vegetable stock. Blend and thicken with a little agar-agar (it should be thick but not solidified). Toss shelled, pre-cooked snails in a pan with a knob of butter, flambé with Amaretto di Saronno and finish off with a little meat stock Present as preferred, adding a vivid green emulsion of parsley and walnut oil. Serve with toasted bread bruschette rubbed with garlic. SALONE INTERNAZIONALE DELL’OSPITALITÀ PROFESSIONALE 2011 www.host.fieramilano.it 21-25 ottobre High profile . Dove l’ospitalità incontra il business. Ristorazione Professionale • Pane/Pizza/Pasta • Gelateria/Pasticceria • Caffè • Bar/Macchine caffè • Hotel&Spa Emotion “La perfezione è fatta di dettagli” Michelangelo Buonarroti Griglie a carbone professionali PEVA snc - S.S. 151 Contrada Case Bruciate - 65010 Collecorvino (PE) Tel. 085 8208284 - Fax 085 8208044 - www.peva.it La pagina del pacojet The pacojet page Semifreddo al croccante di semi di zucca con il suo gelato Per il croccante di semi di zucca: Prendere 250 grammi di semi di zucca puliti e sbucciati, realizzare con circa 200 grammi di caramello un croccante, stenderlo su un foglio di silpat steso su un piano di marmo e portarlo ad uno strato di circa mezzo centimetro. Coppare 2 dischi del diametro di circa 8 centimetri. Tritare il restante. Per il semifreddo di semi di zucca: Fare una base semifreddo con 400 grammi di meringa all’italiana, 800 grammi panna semimontata e il restante croccante di semi di zucca tritati. Mettere in uno stampo in silicone a forma di cerchio diametro 8 cm e alto 2 cm e riporre a -18° C. Per il gelato di zucca: Mettere 400 grammi di latte con 400 grammi di zucca gialla tagliata a cubetti piccoli, 130 grammi di zucchero e mezza bacca di vaniglia in un Mycook , impostare 120° per 1 minuto e 5 minuti a 90°, sempre velocità 3 . Dopo di che aggiungere n. 5 amaretti di Saronno ed sminuzzare il tutto. Versare in un bicchiere paco-jet ed abbattere a – 18°. Pacossare al momento. Composizione piatto: Fare con il croccante un semi sandwich con il croccante ed il semifreddo, disporlo in verticale, aggiungere il gelato appena pacossato e guarnire con della crema inglese e della salsa mou. Pumpkin seed brittle semifreddo and pumpkin ice cream For the pumpkin seed brittle: Mix 250 g cleaned, shelled pumpkin seeds with approximately 200 g caramel, pour the mixture onto a Silpat sheet laid out on a marble surface and level out to a thickness of approximately half a centimetre. Cut out 2 discs approximately 8 cm across and crush the remaining hardened brittle with a blender. For the pumpkin seed semifreddo: Make a semifreddo base with 400 g Italian meringue, 800 g partially whipped cream and the crushed pumpkin seed brittle. Place in circular silicone mould 8 cm across and 2 cm high and freeze to –18°C. For the pumpkin ice cream: Place 400 ml milk, 400 g yellow pumpkin, cut into small cubes, 130 g sugar and half a vanilla pod in a My Cook, and set speed setting number 3 for 1 minute at 120°C followed by 5 minutes at 90°C. Add 5 Saronno Amaretti macaroons and blend. Pour into a Pacojet beaker and blast chill to –18°C. Blend with the Pacojet just before serving. Assembly: Make a half sandwich with the brittle and the semifreddo and stand upright, add the freshly blended ice cream and garnish with custard and toffee sauce. Pacojet, Sirman di Matteo Ciarimboli Chef, consulente di tecnologie alimentari Mycook, Sirman 39 Tradizioni gastronomiche Gastronomic traditions di Alfredo Pelle Il ritorno della zucca hissà che tipo di zucca sarà andata a prendere nell’orto Cenerentola, che aveva ricevuto l’ordine dalla fata Smemorina, per trasformarla C in carrozza che l’avrebbe portata al ballo! Ma, fin da allora, la zucca deve aver avuto dimensioni enormi, se è vero che in Canada, nel 1996, ne è stata raccolta una, della varietà Mammouth, che aveva il peso di 446 chilogrammi! Il problema nasce dal fatto che la zucca ha una verità botanica complessa perché entrano nel gioco paesi, climi, ibridazioni, incroci che hanno, da sempre, reso difficile un chiaro criterio di orientamento su questo vegetale. E così la nostra zucca, Cucurbita in latino, può essere gialla, bianca, verde, marrone, liscia rugosa, grossa, enorme, media, piccola sferica, piatta, schiacciata ai poli, bislunga, diritta., ricurva e quant’altro e non si è detto ancora tutto. Ci sono infatti diverse specie, la Maxima, la Moschata, la Lagenaria leuchantera, che originano una infinita serie di varietà, alcune delle quali si mangiano a completa maturazione ed altre invece si consumano quando ancora sono “verdi”! Insomma un affare veramente complicato anche perché vi sono, solo per citarne alcune, quelle d’Olanda, della Val di Chiana, di Spagna, di Valparaiso, della Virginia, di Messina, di Napoli, di Genova, di Albenga, e la nostra marina di Chioggia.. Con quale certezza posso affermare che le più buone sono quelle verde scuro, bernoccolute o schiacciate ai poli, se poi anche quelle a pasta bianca sono valide? E dobbiamo anche ricordare che gli zucchini non sono altro che tipi di zucca che si mangiano ancora non maturi e sono ancora erbacei e contengono una elevata quantità di acqua. E anche la zucchina ha infinite forme e diversi colori: rotonda, cilindrica, clavata, costoluta oppure tonda o a trottola… Insomma, con i suoi novanta generi e le sue novecento specie, per la varietà del volume, della struttura e del peso, delle forme e dei colori è il simbolo dell’intemperanza e del capriccio della Natura! Ne avevamo anche prima della scoperta dell’America e la cucina di Roma la utilizzava nelle mense semplici. Apicio ne fornisce diverse ricette: una volta bollita riceve spezie e condimenti, si accompagna ad una salsa oppure la si frigge. Ma la varietà maxima è arrivata dalle Americhe ed è entrata nell’alimentazione dei poveri e vi è rimasta per secoli. La classe nobile se non la avversava non la considerava neppure importante. Poichè può crescere intieramente in sei, otto giorni, designò, nel mondo antico, insieme la rapidità e la pesantezza, l’inerzia e la forza. “Appena comincia la zucca a scorrer con le sue braccia la terra, che alla cucina servesi” Della velocità di crescita ne scrive il Tanara nel ‘600 : Nel sormontar la Zucca ogni altra pianta È più veloce ch’Edera tenace Poi ch’ella in un sol mese il tutto ammanta Che l’altra in spazio d’un età non face Ma resta, all’ammutir del rosignolo, la temeraria Zucca estinta al suolo. E se è vero che ne parlano i grandi scrittori di cucina del Medioevo e del Rinascimento,dal Messisbugo allo Scappi, poco alla volta la zucca sparisce dalla cucina e viene relegata ad un ruolo di componente modesto: ne parla poco il Vialardi, cuoco di Vittorio Emanuele II, l’Artusi cita solo di una minestra e di una torta e Escoffier la ignora completamente. Anche il Carnacina la guarda con sospetto e la zucca sparisce dalla tavola “alta” per entrare in quella “rurale” Viene, di fatto soppiantata dallo zucchino, sostituita nella cucina dalla patata, nuovo, grande, amore delle massaie e degli chef. Così di zucca ne basta un pezzettino nella minestra… Ora, però, è ritornata in grande auge con l’accrescere delle richiesta dei tortelli di zucca, che, da sempre, sono patrimonio gastronomico di gran parte della pianura padana ( chi non conosce Nizzoli di Viadana?). Ed è nata, così, aristocratica e sorprendente, la zucca al giorno d’oggi, simbolo di inesauribile maestria e prodigio di memoria “rustica”. La zucca è divenuta una diva della gastronomia, associandola al trionfo dei tortelli, oltre che del risotto. Ed anche i semi entrano nella grande alimentazione di tutto l’anno: len40 ticolari, scivolosi, bianchi ed ovali vengono lavati, asciugati, messi a seccare sotto il sole d’estate o vicino al forno d’inverno e si mangiano con un rito antico, che prevede l’uso dei denti e la “sputacchiatura” finale delle bucce… Anche se non è più la suca baruca del tempo andato questa risorsa vegetale fa parte della storia umana, mescolando ora l’antico, il vecchio ed il moderno in piatti di bella costruzione e di valori elevati. Se ne son fatte di cotte e di crude, un tempo, per capire se la zucca era buona o meno: la si prendeva per il manico e la si soppesava,più pesante era meglio era, si riteneva anche che il manico dovesse essere grosso perché così la zucca assorbiva più linfa ed era migliore, si piantava l’unghia del pollice nella buccia e se ne saggiava la tensione: maggiore era la resistenza migliore era la qualità, oppure si usava un ferro da calza e si infilzava la zucca: tanto più era “dura” la fatica per perforare meglio era la bontà…Si arrivava a prendere un “brandello” di carne e lo immetteva in un contenitore pieno d’acqua fredda. Doveva andare a fondo all’istante per provare che era buona…Fu utilizzata, oltre che in cucina, anche per innumerevoli usi: da quelle piccole con funzione di bottiglia che troviamo anche raffigurate legate al bastone di san Rocco, a quelle più grandi che, una volta seccate, servivano da contenitori di semi ai contadini e anche del sale ( il famoso sale in zucca). E non solo fungevano da bottiglie: servivano anche, legate alla vita, come salvagente ai marinai.. E l’Arcimboldo ritrasse in un quadro Rodolfo II utilizzando solo zucche, mentre, in letteratura, il Teofilo Folengo mise dentro ad una enorme zucca tutti i personaggi delle sue Maccheronee concludendo il poema con l’affermazione: “Zucca mihi patri est”, la zucca è la mia patria. E’ sinonimo di riti celtici nella notte di Hallowen quando, in tutti gli USA, viene illuminata dall’interno con candele ed è ancora sinonimo di stupidità nel parlare comune. E’ nutriente la zucca? Secondo questo proverbio no: “Rave, succa e succhin no fan niente pe’ o belin” (se non sapete cosa è o belin chiedetelo ad un ligure: ve lo dirà con certezza…) Pensieri che mi ronzano in…zucca L e “Baruffe chioggiotte”, capolavoro di Carlo Goldoni, sono cominciate proprio a causa di una zucca, precisamente un pezzo di “sùca barùca”, donata da Toffolo a Lucietta, che scatenò poi le ire dell’aspirante sposo Titta Nane, con ciò che ne seguì. Ma alla fine tutto è finito bene. “Trick or treat?” dicono i bambini americani, da noi trasformato in “Dolcetto o scherzetto?”, mentre i nostri vicini francesi preferiscono “Un bonbon ou un coup de bâton?”, ma poco importa, basta che faccia rima. Non può invece mancare la Jack-ò-lantern, la zucca intagliata, con una fiammella dentro, per scacciare streghe e fantasmi. Sennò che Halloween sarebbe? “Penso che per prima cosa tu abbia bisogno di una zucca, disse la fata Smemorina. Cenerentola non capì, ma obbedì e raccolse una grossa zucca. La fata agitò la bacchetta magica e cantò: Salagadùla, mèncica bùla, bibbidi-bobbidi-bu……La zucca si alzò lentamente sul fusto, mentre i viticci arrotolandosi si trasformarono in ruote; in un attimo diventò una stupenda carrozza. Ora, disse la fata, abbiamo bisogno di alcuni topi”. Charles Perrault scrisse quella favola più di 300 anni fa e ancora adesso la nostra fantasia fugge a mezzanotte, assieme a Cenerentola, su quella zucca, elevata al rango di carrozza principesca. “Per cominciare le suggerisco una vellutata di zucca, signore – mi propose il cameriere - no grazie - risposi, meglio ravioli di zucca al burro versato”. Quella vellutata non riesco proprio a farmela piacere. Ma dopotutto non c’è solo lei; sono altre per me le cose buone della zucca, legate anche a dolci ricordi: i fiori di zucca fritti di mia madre per esempio, o i semi di zucca tostati, con nomi diversi in ogni regione, (samènse, armèe, mègoe solo in alcune zone del Veneto). Un tempo erano irrinunciabili alle sagre paesane, alle partite di calcio, al cinema. Le tracce inequivocabili delle bucce segnavano il percorso, come nella favola di Pollicino. Riecco Charles Perrault. Pumpkin thoughts di Renato Ganèo Carlo Goldoni’s masterpiece “The Chioggia Scuffles” begins with a pumpkin, or more precisely, a piece of “sùca barùca” given by Toffolo to Lucietta, rousing the ire of her would-be husband, Titta Nane, with all the consequences this entails. But in the end, everything works out for the best. For American children, it’s “trick or treat?”, for the Italians “dolcetto o scherzetto?”, while the French prefer “un bonbon o un coup de baton?”. But it doesn’t really matter as long as it rhymes. Essential on the other hand is the jack-o’-lantern, a carved pumpkin with a light inside to drive away witches and ghosts. Otherwise Halloween wouldn’t be Halloween! “Go into the garden and bring me a pumpkin”, says the Fairy Godmother. Cinderella didn’t understand, but did what she was told and gathered a large pumpkin. The Fairy Godmother waived her magic wand and... bibbidi-bobbidi-boo! The pumpkin raised itself up on its stem and the tendrils rolled up to become wheels. In a flash, it had turned into a magnificent carriage. “Now”, said the Fairy Godmother, “we need some mice!”. Charles Perrault wrote this fairy story more than 300 years ago and our imagination still runs away to midnight with Cinderella in that pumpkin, raised to the rank of princely carriage. “To start with Sir, I recommend pumpkin velouté”, proposed the waiter. “No thank you”, I answered. “I prefer pumpkin ravioli with melted butter”. I just can’t get to like this velouté. But at the end of the day, there are plenty of alternatives. For me, the pumpkin means something else and is also linked to happy memories... my mother’s fried pumpkin flowers for example, or toasted pumpkin seeds known by different names in the various regions of Italy (samènse, armèe and mègoe in some parts of the Veneto alone). Once essential at local fêtes, football games, the cinema. The unmistakable trails left by the husks marked the way, as in the fairytale of Little Thumbling. And we’re back with Charles Perrault. Premiazioni Medaglia d’argento al “Team Veneto Chef” Il 15 Settembre il “Team Veneto Chef” (dell’ Unione Cuochi del Veneto), unica squadra ufficiale FIC a rappresentare l’ Italia al “ZAGG EUROPEAN CULINARY CHALLENGE 2010” di Lucerna (Svizzera), si è aggiudicata la “Medaglia d’ Argento” per la categoria “Cucina calda a squadre”. La gara prevedeva la preparazione, in un tempo stabilito, di un menu completo per 100 persone (compresa la giuria), che includeva una entrée, una seconda portata e un dessert. Le numerose squadre presenti, molte delle quali provenienti da Svizzera e Germania, oltre che per il gusto delle pietanze, sono state giudicate dalla giuria internazionale per la “mise en place”, la pulizia (nel rispetto delle norme H.A.C.C.P.), il coordinamento fra i membri del team, la tempistica nello servire i piatti, la preparazione professionale di ogni elemento di squadra, la disposizione, presentazione e innovazione delle portate. La delegazione della squadra presente era composta da sei elementi: il team manager Alessandro Silvestri, il team chef Michele Nobile, gli chef Massimiliano De Candido, Francesco Benetton, Damiano Molin e lo chef pasticcere Gino Margani, con il supporto della new entry Moreno Ruggeri. La partecipazione è stata possibile anche grazie agli sponsor, in particolare Lainox, Sirman, Casinò di Venezia, Carpenè Malvolti, H.DUE.O,Vinicola Serena , Gran Chef Service, Cattel Catering. Il gruppo di titolari di gara presenti a Lucerna si confronterà a novembre per la Coppa del Mondo di Lussemburgo 2010, concorso riconosciuto dalla WACS e dalla Federazione Svizzera Cuochi, che si svolge con cadenza biennale in concomitanza con la fiera elvetica “ZAGG” per la ristorazione e la gastronomia. 41 Ristoranti e menù Restaurants & menus di Hamiza Abdessadeq Chef ristorante All’Angelo di Venezia Booking direct ph.+39 041 2743672 - 673 [email protected] Crema di zucca con capesante e cannolo salato con zucca e ricotta Creamed pumpkin with scallops and savoury Cannolo pastries filled with pumpkin and ricotta Ingredienti per 4 persone: Ingredients (serves 4): 4 capesante; 1 kg di zucca (500g per la crema + 500 gr per il ripieno dei cannoli); 1 cipolla; 1 scorza di arancia non trattata gratuggiata; panna da cucina 100g; 1 bicchiere brodo vegetale; 50 g burro; 2 cucchiai da cucina di olio di oliva; noce moscata 1 pizzico farina OO qb; pane grattato 2 cucchiai da cucina; sale e pepe qb; salsa all’Amarone 4 cucchiai da cucina (1 litro di amarone 4 cucchiai di zucchero fatto bollire a fuoco lento e ridotto sino a diventare salsa) 4 scallops; 1 Kg pumpkin (500 g for the creamed pumpkin + 500 g for the Cannolo filling); 1 onion; grated zest of one untreated orange; 100 g cooking cream; 1 cup vegetable stock; 50 g butter; 2 tablespoons olive oil; 1 pinch nutmeg; type 00 flour as required; 2 tablespoons breadcrumbs; salt and pepper to taste; 4 tablespoons Amarone wine sauce (1 litre Amarone wine and 4 tablespoons of sugar reduced on a low heat to obtain a sauce) Cannolo pastries: 220 g type 00 flour; 80 g butter; 2 egg whites; 1 pinch bitter cocoa; salt to taste Cannolo pastry filling: 50 g macaroons; 50 ml milk; ¼ onion; 200 g ricotta; salt to taste Wash the pumpkin and remove the rind. Cut 500 g of the pumpkin flesh into small dice and cook in the vegetable stock together with the finely chopped onion. Pass through a sieve, add the butter and cream, a pinch of nutmeg, the grated orange zest and salt and pepper. Cook for another 10 minutes then leave to cool. Remove the scallops from their shells, rinse quickly under running water and dry delicately. Dust the scallops in type 00 flour, coat with breadcrumbs and sauté in a pan with 2 tablespoons oil, adding a tablespoon of Amarone sauce. Fill 4 individual ramekins with the creamed pumpkin, place a single scallop on each then drizzle with a little more Amarone sauce and garnish with julienne strips of pumpkin. Cannoli: 220 g farina 00; 80 g di burro; 2 albumi; 1 pizzico di cacao amaro; sale qb. Ripieno dei cannoli: 50 g di amaretti; 50 g latte; ¼ di cipolla; 200 g di ricotta; sale qb. Lavare la zucca e togliere la scorza, tagliare a dadini 500 grammi di zucca, tagliare fine la cipolla e cuocere nel brodo vegetale. Passare tutto al setaccio, aggiungere il burro, la panna, un pizzico di noce moscata, la scorza di arancia gratuggiata, sale e pepe. Cucinare ancora per 10 minuti, lasciare raffreddare. Sgusciare e lavare velocemente, sotto acqua corrente, le capesante. asciugare delicatamente. Passare le capesante su farina 00 e poi sul pane grattato farle saltare su un tegame con 2 cucchiai di olio e 1 cucchiaio di salsa all’Amarone. Preparare 4 cocottine individuali con la crema di zucca, mettere su ognuna 1 capasanta e versare a filo ancora un poca di salsa all’Amarone, decorare con zucca tagliata a julienne. Cannolo: Fondere 80 grammi di burro a bagnomaria, aggiungere i 2 albumi, incorporare la farina 00 passata al setaccio, il cacao amaro, salare e lavorare la pasta per qualche minuto, stenderla non troppo fine, tagliare a quadretti e arrotolare sugli appositi stampi per cannoli. Infornare per 10 minuti a 180°. Ripieno: 500 grammi di zucca cotta in forno, ¼ di cipolla soffritta, passare zucca e cipolla al setaccio, aggiungere gli amaretti sbriciolati molto finemente, i 50 grammi di latte, la ricotta, sale e pepe qb, amalgamare il tutto. Quando saranno raffreddati, riempire i cannoli con il composto. Presentazione: mettere le cocottine ognuna su un piatto piano e posizionare vicino 1 o 2 cannoli salati. Servire a temperatura ambiente. 42 Cannolo pastries: Melt 80 g butter in a bain-marie, add 2 egg whites, stir in the sieved type 00 flour and the bitter cocoa, add salt and continue mixing for a few minutes, then roll out the resulting pastry dough (not too thinly), cut into small squares and roll around Cannolo moulds. Bake for 10 minutes at 180 °C. Filling: Roast 500 g of pumpkin and sauté a quarter of an onion, then pass together through a sieve. Add the macaroons, crushed very finely, 50 ml of milk, the ricotta, and salt and pepper to taste, then mix thoroughly. When the Cannolo casings are cool, fill with the mixture. Presentation: place a single ramekin on a flat plat and arrange 1 or 2 savoury Cannolo pastries alongside. Serve at room temperature. Orione in alluminio, Sirman Filetti di pagello su salsa di rucola con tortino di zucca Ingredienti per 4 persone: 400 g di Zucca; 8 filetti di Pagello; 100 g panna da cucina; 30 g Formaggio Parmigiano gratuggiato; 2 uova intere; noce moscata 1 pizzico; 50 g di rucola; 2 spicchi di aglio; 3 cucchiai da cucina di olio di oliva; ½ cipolla; sale e pepe q.b. Tortino di Zucca: Lavare la zucca, togliere la scorza e cucinare al forno per circa 15 minuti. Passare al setaccio aggiungere 100 grammi di panna da cucina, il formaggio parmigiano, la noce moscata, 2 uova intere; sale e pepe qb. Amalgamare bene il tutto e versare su stampini individuali. Cuocere a bagnomaria per 20 minuti. Lavare e asciugare i filetti di pagello, su una padella con olio di oliva far soffriggere la cipolla, aggiungere 1 spicchio di aglio e far rosolare i filetti 5 minuti per parte. Scottare la rucola in acqua bollente e farla raffreddare subito in acqua e ghiaccio. Frullare la rucola con olio di oliva, sale pepe e 1 spicchio di aglio. Sea bream fillets on rocket sauce, served with a pumpkin tartlet Ingredients (serves 4): 400 g pumpkin; 8 sea bream fillets; 100 g cooking cream; 30 g grated Parmesan; 2 whole eggs; 1 pinch nutmeg; 50 g rocket; 2 cloves garlic; 3 tablespoons olive oil; ½ onion; salt and pepper to taste. Pumpkin tartlet: Wash the pumpkin, remove the rind and roast for approximately 15 minutes. Pass the flesh through a sieve, then add 100 g cooking cream, the Parmesan, the nutmeg, 2 whole eggs and salt and pepper to taste. Mix thoroughly and pour into individual moulds. Cook in a bain-marie for 20 minutes. Rinse and dry the sea bream fillets. Sauté the onion in a pan with olive oil, add 1 clove of garlic then add the fillets, sautéing for 5 minutes on each side. Blanche the rocket in boiling water, then chill immediately in iced water. Blend the rocket with olive oil, salt, pepper and 1 clove of garlic. Presentazione: Su ogni piatto posizionare 2 filetti di pagello sulla salsa di Rucola e 1 tortino di Zucca, decorare con zucca tagliata a Julienne. Presentation: Arrange two sea bream fillets on a puddle of rocket sauce and one pumpkin tartlet on each plate, and garnish with julienne strips of pumpkin. STUDIOVERDE [nei migliori ristoranti] Dall’Esperienza e lo studio di vari progetti precedenti questa nuova cella è il frutto di una “evoluzione” costante dovuto alle richieste di un mercato sempre più esigente. Ecco perché essa si presta a soddisfare tutto ciò che richiede • QUALITÀ, raggruppando in se: • ESTETICA nuova nelle finiture e nei particolari, • FACILITÀ di Igiene e Pulizia, • RIDUZIONE dei componenti, • VELOCITÀ e facilità di montaggio, Ottenendo così un rapporto finale di QualitàPrezzo decisamente interessanti. INCOLD Spa Via Grandi, 1- 45100 ROVIGO Tel +39 0425 39 66 66 - Fax +39 0425 39 66 00 http://www.incold.it - e-mail:[email protected] 43 43 a cura di Giulia Coronaro Tanto di cappello! “Il Friuli è la terra in cui sono nato, Ne conosco i luoghi e gli scorci che la natura ha voluto fossero incantevoli: le Alpi, le colline, i vigneti e il mare. Ne conosco la gente: passionale e ospitale. Ne conosco la storia, la bellezza artistica, i vini e le specialità gastronomiche che la fanno apprezzare nel mondo…è con questo intento che è nata Castello di Spessa Resorts: regalare un soggiorno in una terra da sogno…”. Castello di Spessa Resorts Via Spessa, 1 Apriva del Friuli (Gorizia) Tel. 0481.808124 www.paliwines.com 44 Parole sante quelle di Loretto Pali, titolare del Gruppo Pali Wines, marchio di prestigio dell’ospitalità. Frasi suggestive per descrivere efficacemente quel paradiso in terra che si rivela essere l’affascinante complesso alberghiero-ristorativo-ricreativo friulano fin dal primo sguardo. Adagiato sui dolci rilievi collinari dell’area doc del Collio, il Castello di Spessa domina trenta ettari di vigneti dalla nobile tradizione e dei cui vini si ha positiva menzione fin dal XVI secolo. Un parco secolare – con un magico percorso di golf a 18 buche - lo avvolge quasi a voler proteggere una storia che risale al 1200 con un susseguirsi di nobili signori e personaggi illustri, come Giacomo Casanova che nei suoi scritti non mancò di lodare i magnifici vini di questa terra. Atmosfere eleganti d’altri tempi arricchiscono di fascino e di un pizzico di mistero le stanze del castello e, in modo particolare, le straordinarie cantine ricavate da un ex bunker militare realizzato alla fine degli anni ’30 e utilizzato nel secondo conflitto mondiale. Qui, in questi sotterranei così ricchi di storia e passione, hanno luogo i processi di vinificazione e invecchiamento di vini bianchi e rossi friulani di grande raffinatezza, frutto di una magica combinazione di natura e brillante intuito umano. Al ristorante ‘Tavernetta al Castello’, ai piedi del castello stesso, si possono invece degustare le straordinarie specialità dell’esuberante chef Antonino Venica che sorprende i suoi ospiti con piatti realizzati con i prodotti tipici di questa terra, riservando una rigorosa attenzione alla stagionalità degli ingredienti. Una straordinaria miscela di tradizione e innovazione che si sposa armoniosamente con i prestigiosi vini friulani Pali Wine proposti dal maitre sommelier Maurizio Dall’Osto. Un’esperienza unica, come quella che segue: Cappellacci di zucca con sfoglia di castagne alla salvia e pane Per la pasta: 300 g farina di castagne; 100 g farina di grano duro rimacinata; 600 g farina 00; 12 rossi d’uovo; 1 uovo intero. Unire acqua alle uova fino a raggiungere il peso di 450-500 grammi; 1 cucchiaino raso di cacao amaro in polvere. Tirare la pasta al 2,2 (graduazione impastatrice). Zucca gialla marina; cipolla; filetto d’acciuga; noce moscata. Ricotta fresca 1/3 del peso della zucca. Burro q.b. Mettete in una impastatrice tutte le farine ed il cacao e mescolare. A parte battete le uova con l’acqua e un pizzico di sale. Inserite il composto nell’impastatrice e fatela lavorare fino ad ottenere una massa unica. Togliere la pasta e farla riposare coperta. Nel frattempo preparate la farcia. In una padella fate rosolare la cipolla con un po’ di burro ed olio ex. di oliva. Aggiungere l’acciuga, la zucca tagliata a cubetti, la noce moscata , il sale, e coprite la pentola. A fine cottura la purea deve risultare abbastanza densa e non liquida. Togliere dal fuoco e aggiungere la ricotta setacciata. Stendere la pasta in una sfoglia sottile e formare i cappellacci. Per il condimento: fate rosolare del pane grattugiato nel burro (meglio se è chiarificato). Cuocere lentamente e quando il pane ha raggiunto un bel colore dorato aggiungere la salvia sminuzzata. Mettere a bollore l’acqua salata e lessate i cappellacci. Scolateli bene e cospargeteli con un po’ di parmigiano irrorandoli poi con la salsa. Plutone 10, Sirman News Angeletti, nuova star nella cucina indiana I l festival gastronomico di Hyatt Regency, And-Heri, in associazione con Riona Wines, presso il suo ristorante Stax di Mumbai, ha visto lo chef Andrea Angeletti, stella Michelin, cimentarsi in una serie di piatti marchigiano-indiani lo scorso 30 agosto. Nel tentativo di sfatare un luogo comune, che immagina una cucina italiana fatta esclusivamente di pasta, pizza e risotti, Angeletti ha deciso di portare in India gusti e profumi delle sue Marche, adattandoli con maestria al gusto della cucina di Mumbai. A conferma del suo talento nella preparazione di piatti ai frutti di mare, specialità del suo ristorante Le Busche, ha proposto una coda di rospo grigliata accompagnata da una crema di fagioli borlotti e in seguito delle patate a mezzaluna accompagnate da una salsa di calamari. E’ riuscito inoltre a sorprendere i presenti con portate dagli accostamenti singolari e apparentemente stridenti fra loro. Esempi lampanti di questa tendenza sono una pasta ai ceci ricoperta di broccoli in agrodolce e una mousse al caffè con una punta di Varnelli come dessert. Lo chef ha affermato che l’esperienza nell’arte culinaria non coinvolge solamente i gusti che vengono creati, ma si sviluppa anche osservando la reazione del cliente nei confronti dei gusti stessi. SIBA S.r.l. AFFIDABILITA’ > INNOVAZIONE > TECNOLOGIA Nata nel 1984, da oltre 25 anni la nostra impresa, segue clienti nella piccola, grande distribuzione e nell’Industria. Fornitori di bilance, affettatrici, tritacarne , segaossa, registratori di cassa, in continua evoluzione alla ricerca costante di innovazione e tecnologia. Organizzati per soddisfare tutte le richieste ed esigenze garantendo un efficiente servizio di vendita e post-vendita. Specializzati nel settore dei sistemi Gestionali e Software per la ristorazione. Distributori di marchi prestigiosi, tra i quali SIRMAN, leader nel settore delle attrezzature per la ristorazione e la trasformazione / lavorazione carni. Al fianco dei commercianti per un miglior servizio ai consumatori. SIBA Srl: Corso Langhe, 29 - 12051 Alba Tel. 0173.441608 - Fax 0173.290554 Email: [email protected] - www.sibasrl.it di Andrea Angeletti Ristorante le Busche Via Busche, 2 Montecarotto (AN) tel. 0731 89172 Banketing Banketing di Ottaviano Pellini Executive chef del ristorante catering Pontino a Porto Potenza Picena (MC) Regina del banchetto etti un po’ di sale in zucca, sei proprio uno zuccone, sei una zucca vuota... M ma che questa zucca sia veramente la cosa più insipida e senza pregi che sia mai esistita? Serviva forse una festa di importazione come Hallowen per renderla importante? Eppure intere generazioni sono cresciute con le zucche. E’ vero che in cucina non è utilizzata come il pomodoro, ma è pur sempre un ortaggio di buon utilizzo, ottima per fare gnocchi o farcire i tortelli, buona alla griglia o brasata, per non parlare delle marmellate o della zucca candita. Insomma, un prodotto versatile ed economico, anche se per lavorarla necessita di un po’ di attenzioni e di tempo. Io ne uso tantissime durante tutta la stagione della banchettistica ma, debbo dire la verità, non per farla mangiare quanto piuttosto per arricchire i buffet perché, data la sua consistenza e le sue svariate forme e colori, si presta benissimo ad essere intagliata e si riesce ad ottenerne effetti veramente speciali. Debbo aggiungere che nella regione dove lavoro non c’è una grande tradizione per questo ortaggio, come magari al nord d’Italia, e quindi è abbastanza difficile far incontrare il gusto piuttosto dolciastro della zucca con la cucina tradizionale. Allora proviamo ad inserirla in punta di piedi… Zucca allo zenzero Ingredienti: 500 g di zucca a polpa gialla tagliata a dadini; 30 gr olio extra vergine d’oliva; 50 g di zenzero fresco grattugiato; 4 piccoli scalogni; 2 g di semi di cumino; 1 cucchiaio di miele; sale e pepe. Scaldate l’olio d’oliva e fate rosolare la zucca con lo zenzero. Quando diventa croccante aggiungete il cumino il miele, sale e pepe. Cuocere per un minuto e aggiungere lo scalogno tritato grossolanamente. Servire con carni rosse, selvaggina, o anche pesce affumicato. E’ consigliato abbinarlo ad un buon Traminer. 46 Queen of the banquet The Italian word for pumpkin, “zucca”, is sometimes used in a humorous or pejorative way to refer to the head, as in “zuccone” (“big pumpkin”) to indicate a dimwit. But is the pumpkin really the most insipid and worthless thing ever to exist? Could it be that it takes an imported festival like Halloween to give it importance? Yet entire generations were raised with pumpkins. While it may not be as common in the kitchen as the tomato, it is nevertheless a useful vegetable, excellent to make gnocchi or fill tortelli and good grilled or braised, not to mention pumpkin jam or candied pumpkin. In short, it is a versatile inexpensive product, although preparing it requires a little time and attention. I use pumpkins and squash a great deal during the banquet season, but to be honest, not so much for eating as to enhance the buffet as, given their size and the various shapes and colours available, they are perfect for carving and to obtain truly special effects. I should add that there is no great tradition of this vegetable in the region where I work, as perhaps is the case in northern Italy, and it is not therefore easy to combine the sweetish taste of the pumpkin with traditional cooking. Here then is a tentative attempt to introduce it... foto di Alberto Tomasi Pumpkin with ginger Ingredients: 500 g diced pumpkin, 30 g extra virgin olive oil, 50 g grated fresh ginger, 4 small shallots, 2 g cumin seeds, 1 dessertspoon honey, salt and pepper. Heat the olive oil and lightly fry the pumpkin with the ginger. When crunchy, add the cumin, honey, salt and pepper. Cook for a minute and add the coarsely chopped shallot. Serve with red meat, game or smoked fish. Excellent with a good Traminer. Club dei MIGLIORI Chi sono I MIGLIORI? I rivenditori di attrezzature per la ristorazione che primeggiano per la qualità dei prodotti, per la gamma di servizi e per la capacità di reperire sul mercato le soluzioni tecnologicamente più avanzate. Tutti i VANTAGGI di aderire al CLUB • Il prestigio di appartenere ad un club d’eccezione certificato dal marchio del club, dall’attestato di socio e dalla vetrofania. • Un anno di presenza sulla rivista Zafferano in una sezione dedicata esclusivamente agli appartenenti al CLUB DEI MIGLIORI. • Uno spazio web costantemente aggiornato all’interno del sito www.zafferano.org. • Un pacchetto offerta di 100 copie di Zafferano inviate gratuitamente ai clienti segnalati da ogni rivenditore. • Agevolazioni all’acquisto e soluzioni convenienti dalle migliori aziende nel settore della produzione delle attrezzature per la ristorazione. Come farne parte? Per entrare in contatto con il CLUB DEI MIGLIORI collegati a www.clubimigliori.it (rif. Alberto Marzaro) E se ti iscrivi al Club, potrai partecipare alla premiazione del miglior rivenditore dell’anno: ‘Il Migliore dei Migliori’! Club dei Migliori Valle D’Aosta Coffee Service sas Via Aosta, 81- 10016 Montalto Dora (TO) Tel. 0125 650906 - Fax 0125 650967 - www.coffeservice.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Coffee Service é un azienda con una consolidata immagine di affidabilità e qualità nel settore delle apparecchiature per la ristorazione collettiva ed arredamento. Fondata nel 1992, da Paolo Raviglione, ha raggiunto in pochi anni il successo grazie all’innovazione tecnologica e al dinamismo commerciale. Per rispondere ancor meglio alle specifiche esigenze del cliente, Coffee Service s.a.s. offre un servizio completo di progettazione con tecnologia CAD e servizio “chiavi in mano” per ogni linea prodotto e per le apparecchiature complementari. Coffee Service opera sul mercato italiano ed europeo, soddisfacendo sia le richieste del comparto turistico alberghiero, che quelle della grande ristorazione collettiva. VALCAF snc C.so Lancieri di Aosta, 15H - 11100 Aosta - tel. 0165 43703 Piemonte ASTEC F.lli Vercellone & C srl Via XI Settembre, 13 - 12011 - Borgo San Dalmazzo (CN) Tel 0171 265229 - 0171 269911 Fax 0171 262124 E-mail [email protected] Sito internet www.astecimpianti.it Astec F.lli Vercellone, da trent’anni specializzata nella vendita di attrezzature da cucina per la ristorazione professionale ha una sede di 1800 mq con esposizione. Agenzia di vendita per i marchi Zanussi Professional ed Electrolux, l’Astec mette a disposizione una cucina dimostrativa, per effettuare prove pratiche di cottura e corsi di formazione con presenza di chef. Offre un importante servizio prevendita, si occupa dell’installazione e dell’assistenza tecnica con uno staff qualificato, reperibile anche sabato, domenica e festivi. Dispone di un ampio assortimento di detersivi, prodotti per la pulizia industriale, di materiali professionali per la cucina, hotelleria ed utensili vari, oltre ad arredamento bar IFI. Dispone di attrezzature professionali per la ristorazione a noleggio. DUTTO ARREDAM. C.so Monviso, 9 - 12100 Cuneo - tel. 0171 603190 LIBRA srl C.so Canale, 80 - 12051 Alba (CN) - tel. 0173 366303 MINETTO E LANTERO & C. snc Via G. Di Vittorio, 39 Zona Co.In.Ova - 15076 Ovada, AL - tel. 0143 81918 M.R. GRANDI IMPIANTI snc Via Vercelli, 35/A - 13030 Caresanablot, VC - tel. 0161 235286 SIBA srl Corso Langhe, 29 - 12051 Alba, CN - tel. 0173 441608 - mail [email protected] STOPPA ARREDAMENTI snc Via Cuneo, 59 - 1220 Rovereto di Cherasco (CN) - tel. 0172 495219 Tuttobar s.a.s. di Pavone Francesco & C. Via Mollieres, 7 - 10141 TORINO Tel. 011/773.20.16 - Fax 011/750.42.24 E-mail: [email protected] - www.tuttobarsnc.com La Tuttobar s.n.c., fondata dal sig. Francesco Pavone, opera fin dal 1982 nel settore della ristorazione, offrendo una vasta gamma di attrezzature di alta qualità. La clientela può, inoltre, contare sulla competenza dello staff dell’azienda per ciò che concerne la consulenza, progettazione e personalizzazione dei locali, nonché vendita e assistenza tecnica. La Tuttobar è in grado di offrire, all’interno della propria esposizione, qualsiasi attrezzatura professionale per l’allestimento completo di cucine, bar, pizzerie e ristoranti, completando il tutto con la possibilità di scegliere tra pentole, piatti, bicchieri e tovagliati. V.F.N. Arreda di Vota A. & C. snc Corso Re Arduino, 55 - 10086 Rivarolo C.se/TO - Tel. 0124 424852 Lombardia ARIMAR sas di Bonelli Mario & C. - Via Cisa, 1/c - 46030 Cerese di Virgilio (MN) - tel. 0376-281065 B.M. srl Via Vanoni 61 - 23012 Castione Andevenno, SO - tel. 0342 358179 F.A.R.H.O Srl Via Statale, 1642 - 23852 – Garlate (LC) Tel. 0341 682809 - Fax 0341 682937 E-mail: [email protected] - www.farho.it La F.A.R.HO. srl è un'azienda specializzata nelle forniture alberghiere con più di trent'anni di presenza nel settore B.A.R. (Bar, Alberghi, Ristoranti). Progettazione, vendita, assistenza tecnica post-vendita fanno in modo che ci sia una risposta immediata per soddisfare al meglio le richieste del settore. Forniture alberghiere complete, porcellane, posaterie, cristallerie, pentolame e accessori per sale, cucine e bar. Vendita ed assistenza di attrezzature per il bar e per la cucina e arredamenti completi su misura e di serie. G.V.M. Service srl Via A. Da Brescia, 2 - 21013 Gallarate (VA) Tel. 0331 775209 - Fax 0331 775409 E-mail: [email protected] - www.gvmservice.it G.V.M. Service Srl opera ormai da più di 10 anni nel settore vendita e assistenza misuratori fiscali, bilance elettroniche e meccaniche, affettatrici, segaossi, tritacarne. Nel corso degli anni, G.V.M. Service Srl, si è ampliata e innovata seguendo le esigenze dei propri clienti offrendo un servizio sempre più vasto per la gestione del punto vendita e della ristorazione. 48 Info: CONSORZIO EXPORT ZAFFERANO Via Caduti di Russia, 9 - 35010 Pieve di Curtarolo (Pd) tel. +39 049 9620565 - fax +39 049 9620567 www.clubimigliori.it SCAM sas Via Piave, 4 20056 Trezzo Sull’Adda, (MI) tel. 02 90961757-90962513 Da molti anni ci occupiamo di vendita e assistenza di cucine per la ristorazione. Ma ciò che facciamo con più passione è seguire il settore dei forni a microonde Panasonic, Pacojet e piastre ad induzione, a proposito dei quali proponiamo dimostrazioni e periodi di prova di una settimana. SCHENETTI srl P.zza F. Martelli, 3/5 - 20100 Milano - tel. 02 6441191 TEDESCHI ANTONIO snc Via Calchera,17 – 25089 Villanuova Sul Clisi, (BS) Tel. 0365 31286 – Fax. 0365 371461 [email protected] - www.tedeschionline.it L’azienda è specializzata nella progettazione e produzione di attrezzature specifiche ed arredamenti per le diverse tipologie di ristorazione. Il suo punto di forza è nella produzione interna, che si impegna a soddisfare le più svariate esigenze, oltre a fornire un centro di assistenza tecnica sempre attivo e capace di intervenire tempestivamente e professionalmente. Trentino Alto Adige KABU snc Via Macello, 29 - 39100 Bolzano - tel. 0471 977318 Tecnohotel Sas Via Trento 3/C - 38017 Mezzolombardo, (TN) Tel. 0461 600361 - Fax 0461 607865 www.tecnohotel.net Forti dell'esperienza acquisita in vent'anni di attività nel settore alberghiero e della ristorazione professionale, progettiamo e realizziamo secondo le normative vigenti e al sistema H.A.C.C.P. impianti di Grandi Cucine e Lavanderie per alberghi, ristoranti e comunità. (Progettazione, vendita, assistenza, impianti grandi cucine - lavanderie industriali, attrezzature per bar ristoranti pizzerie e comunità. Depuratori d'aria, impianti d'aspirazione, celle e armadi frigoriferi. Abbattitori di temperatura, lavabicchieri, lavastoviglie industriali, impianti self-service e mobili in acciao inox su misura) Veneto ARREDO E INSERIMENTI srl Via dei Mille, 82D - 45100 Rovigo - tel. 0425 404407 ASS.TEC snc Via Alpago Novello, 17 - 32100 Belluno - tel. 0437 31169 BOLZONELLA GRANDI IMPIANTI srl Via SS. Fabiano e Sebastiano 32 - 35143 Brusegana - PD - Tel 049 620225 - Fax 049 620225 BONALDO & C. GRANDI IMPIANTI srl Via Zermanese, 109 - 31100 Treviso - tel. 0422 402987 CARLINI snc Via Triestina, 48-26 cen La Piazza - 30030 Favaro Veneto, VE - tel. 041 634522 DONÀ ALESSANDRO Borgo S. Giovanni, 764C - 30015 Chioggia VE - tel. 041 5548455 ERREPI GRANDIMPIANTI Via Brescia, 10 - 35030 Rubano, PD - tel. 049 632191 GARBATO RICCARDO C.F.TA del Rimedio 4422A - 30122 Venezia - tel. 041 5228696 F.LLI GUZZON SNC Via Monache, 11 - 35042 Este - tel. 0429 2448 IDEA GRANDI IMPIANTI sas Via Garofoli, 313 - 37057 S.Giovanni Lupatoto, VR - tel. 045 9251333 Miatello srl Forniture Alberghiere Via Nonis, 16 - 36063 Marostica (VI) Tel. 0424 470350 - Fax 0424 75929 e-mail: [email protected] - www.miatello.it La Giorgio Miatello opera da più di 30 anni nello specifico campo delle forniture ad alberghi, ristoranti, bar, comunità. La gamma delle proposte spazia dagli arredamenti per grandi cucine, con progettazione ed assistenza tecnica, alle forniture complete per la tavola con primarie marche nazionali ed estere di porcellane alberghiere, posaterie, bicchieri. Due sale campionarie a disposizione per visionare migliaia di apparecchiature ed articoli specifici per la ristorazione ed un interessante “angolo dimostrazione” per sperimentare gli ultimi sistemi di preparazione e cottura. R.C.S. snc Vicolo Raffaele Sanzio, 12 - 35020 Albignasego PD - tel. 049 8807995 Rizzotto Services Via Della Vittoria, 28/b 32030 Fener di Alano di Piave (BL) Tel. 0439 789449 - Fax 0439 778542 E-mail: [email protected] Da oltre 15 anni Rizzotto Services è il partner ideale per la ristorazione collettiva. La Nostra gamma di servizi comprende la progettazione e la messa in opera di cucine,impianti frigoriferi, d’aspirazione etc.,coprendo tutte le esigenze, dal piccolo ristorante al grande centro di produzione pasti.Curato ed attento anche il servizio post-vendita con relativa assistenza tecnica.Ampio show room con cucina sperimentale dove periodicamente verrano proposti, da degli specialisti del settore, corsi sulle nuove tecnologie applicate al mondo della ristorazione. SAFAC sas Viale dell’Industria - 36041 Alte Ceccato, VI - tel. 0444 696846 Sifa Gross - Società Italiana Forniture Alberghiere Via Copernico, 3 - 35028 Piove di sacco (PD) Tel. 049 5843822 - Fax 049 9702942 E-mail: [email protected] - www.sifagross.com Specializzata in forniture alberghiere, Sifa Gross propone un’ampia e diversificata gamma di prodotti delle migliori marche per soddisfare le più diverse e specifiche esigenze di un mercato in continua evoluzione. Dai complementi per la tavola al pentolame e alle attrezzature per la cottura, fino agli strumenti per la conservazione degli alimenti e per il lavaggio, Sifa Gross offre ai professionisti del settore tutto ciò che è indispensabile per garantire un servizio impeccabile e una ristorazione professionale d’alta qualità. Friuli Venezia Giulia ATIS DI SPAGNOL p.i. ERMES - S.S. Pontebbana 13 km. 98 - 33098 VALVASONE (PN) Tel. 0434-85360 CDS di Mulargia G. & C. S.a.s. via Marangoni, 7 - 33100 Udine tel. 0432.505230 - fax 0432.503260 e-mail: [email protected] - www.cdsudine.it Presente nel mercato dal 1981, l’azienda di Giuseppino Mulargia si distingue per l’elevata preparazione tecnica e commerciale che garantisce la distribuzione di prodotti innovativi di qualità e, al contempo, un servizio di assistenza veloce ed efficiente. Grazie a primari fornitori come Sirman, Colged e Sfera, la C.D.S. ha una clientela varia che spazia dal piccolo bar alle grosse comunità, comprese caserme, Comuni, ospedali. FRIGOMEC srl Via degli Artigiani Ovest, 5 33054 Lignano Sabbiadoro (UD) Tel.0431-70018 Fax 0431-720926 e-mail: [email protected] - www.frigomec.it L’azienda opera da oltre 35 anni nel settore dei grandi impianti ed attrezzature alberghiere. Punti di forza dell’azienda sono la vastissima gamma di prodotti trattati dei marchi più prestigiosi, l’elevatissima competenza del nutrito staff tecnico, l’organizzazione moderna ed efficiente della vendita e post-vendita, soluzioni progettuali personalizzate e sviluppate da un team competente e creativo, il servizio di assistenza tecnica dà garanzia di intervento tutti i giorni e il vastissimo parco autovetture-officina mobili che garantisce interventi tecnici in tempo reale, un ampio magazzino di ricambi per soddisfare ogni esigenza del cliente DE MARCHI BRUNO Via III^ Armata, 14 - 34070 Redipuglia, GO - tel. 0481 489566 Emilia Romagna CLIPPER srl Via Sali, 15 - 48018 Faenza, RA - tel. 0546 621346 G.A.B.TAMAGNINI Via Disraelli, 17 Zona Pieve M. - 42100 Reggio Emilia - tel. 0522 383222 G.S. sas DI SCOZZOLI GERMANO& C. Via Del Lavoro, 30 - 48015 Montaletto Di Cervia - tel. 0544 965234 L.G. IMPIANTI srl via I° Maggio, 13 - 40057 Quarto Inferiore, Granarolo dell’Emilia (BO) - tel. 051 703070 PIRO'S sas Via S. Allende, 21 - 47841 - Cattolica (RN) - tel. 0541 951667 SPADONI FABIO Via Zappaterra 16 - 44100 Ferrara - tel/fax. 0532.92856 SURF srl Via I° Maggio 34 - 40026 Imola,BO - tel. 0542 643914 Liguria ASEL snc Via Fontevivo, 21/B - 19125 La Spezia (SP) - tel. 0187-504371 CATERTECH snc di Peter Ediioh - Via Po, 3 - 17052 Borghetto Santo Spirito (SV) - tel. 0182-940098 DM.DI sas Via Ratti 26/R - 16126 Genova (GE) - tel. 010-261045 Toscana Antartide Frigo s.n.c. Via Trento, 50 - 56020 La Scala (PI) Tel. 0571419586 - Fax 0571403656 E-mail: [email protected] www.antartidefrigo.it L’azienda ha sede a La Scala - S. Miniato (PI) ed è nata nel 1986 come realtà locale per la produzione e la trasformazione di impianti frigoriferi. Nel corso degli anni poi si è sempre più indirizzata nella realizzazione di arredamenti e nella commercializzazione di attrezzature per locali, bar, pasticcerie, panetteria, ristoranti, gelaterie. L’azienda vanta una serie di collaboratori che permettono di poter realizzare un lavoro che va dalla progettazione, alla costruzione, all’installazione e all’assistenza post-vendita di qualsiasi tipo di arredamento ed attrezzatura. DAVID ALBERGHIERA srl viale L. Ariosto, 2/R - 50124 Firenze - tel. 055 221788 INTERARREDO srl Via della Fontina, 2/8 - 53043 Chiusi Scalo (SI) - tel. 0578 23211 - 20913 MAZZONE FRANCESCO srl Via Legnano, 34/A - 59100 Prato - tel. 0574 662920 NEW CHEF SERVICE srl Via Dell’artigianato 10 - 57010 Cecina, LI - tel. 0586 660520 INDAL 2000 S.r.l. Loc. Pratini 57028 Suvereto (LI) Tel. 0565-829894 - Fax 0565 829911 E-mail: [email protected] - www.indal2000.it L’azienda fornisce alimentari e attrezzature in alberghi, ristoranti e pizzerie, panifici e pasticcerie. La Indal è una realtà in continuo sviluppo che offre prodotti sia freschi che secchi, bevande, semilavorati, macchinari, attrezzature, prodotti per l'igiene e l'abbigliamento. Opera in Toscana principalmente nelle province di Livorno, Pisa e Grosseto, comprese le isole dell’arcipelago toscano. Indal2000 è proprietaria del marchio “Meta degli Etruschi”, attraverso il quale distribuisce in tutto il mondo i prodotti tipici della Val di Cornia. Pieruccini & C. Sas Via del Commercio, 8/F - 55040 Capezzano P.LU Tel. 0584 969406 - Fax 0584 969412 E-mail: [email protected] www.pierucciniattrezzature.com Nella sede di Capezzano Pianore in provincia di Lucca, il sig. Mario Pieruccini insieme con il suo staff, offre alla propria clientela ed a tutti gli operatori della ristorazione, una zona mostra di oltre 300 mq dove espone molti dei prodotti che la Pieruccini Attrezzature Alberghiere tratta. L'azienda, in molti anni di attività, ha potuto affermarsi sul mercato grazie all'esperienza personale del Sig. Pieruccini e anche all'alta qualità dei prodotti che l'azienda ha selezionato per gli operatori. Presso l'esposizione non mancano mai le lavastoviglie e lavabicchieri Colged, le cucine, i frigoriferi Silko, le macchine per pasta La Monferrina, forni misti ed abbattitori di temperatura Lainox, accessori complementari per la cucina e il bar Sirman, oltre a tanti altri macchinari complementari per l'allestimento completo di un impianto di cucina, come per esempio gli impianti di aspirazione. Marche Stacchiotti & Ricciardi Sambucheto 62019 - Recanati (MC) Tel. 071 7575849 – Fax 071 7579015 E-mail: [email protected] - www. stacchiottiericciardi.com L’Azienda Stacchiotti & Ricciardi s.n.c. nasce nel 1990 iniziando ad operare da subito e con gran successo nel settore della refrigerazione. Dopo accurate ricerche di mercato, la Direzione ha stabilito di ampliare il proprio raggio d’azione verso tutto ciò che riguarda la progettazione e l’arredamento di grandi impianti come pizzerie, ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, panetterie, mense, eccetera. Grazie alla collaborazione di qualificati tecnici che curano l’assistenza in modo tempestivo e scrupoloso, all’affiancamento e al supporto di grandi aziende, Stacchiotti & Ricciardi snc ha aperto una nuova sede a Sambuchetto. Con questo ulteriore passo l’azienda ha potuto conquistare la fiducia e la stima di una clientela fidelixzzata e sempre più numerosa. BIESSE MAINT SNC Via Villa Mattei, 65 - 62010 Montecassiano - tel. 0733 599044 FORMAT SRL Via E. Mattei, 24/F - 61032 Fano - tel. 0721 830139 SBRISCIA LUCIO Via G.Leopardi 207- 60019 Senigallia, AN - tel 071 7921889 - Fax 071 7921889 TECNOBAR snc Viale della Repubblica, 7 - 62029 Tolentino, MC - tel. 0733 968550 TIRIBOCO ROBERTO Via Rovereto, 1A - 60019 Senigallia, AN - tel. 071 7930484 Umbria L.R. FORNITURE srl Via A. Ponchielli, 40 - 06074 Ellera Umbra, PG - tel. 075 5171947 PIELLE SERVICE srl S.S. Flaminia, Km. 131.600 - 06049 Spoleto (PG) - Tel. e fax 0743-277037 Abruzzo CENTRO BILANCE snc Via Togliatti, 1- 65016 Montesilvano (PE) - Tel. 085/4683870 e fax 085/4680014 CIESSETA srl Via Nazionale Loc. Crognaleto - 65010 Villanova di Cepagatti, PE - tel. 085 9774140 F.LLI BETTI snc Via Amendola, 13 - 66046 Tornareccio CH - tel. 0872 868335 Peva Snc Contrada Case Bruciate 65010 Collecorvino (PE) Tel. 085 8208284 - www. peva.it La “Peva” da oltre 30 anni realizza forni a legna e griglie a carbone con una vasta gamma di modelli anche su misura che identificano e risolvono le esigenze dei clienti. Questa produzione nasce come “arte del cucinare” sano e genuino rispettando i sapori semplici della terra… i sapori di un tempo, utilizzando combustibili naturali. La collaborazione con cuochi qualificati ed esperti nel settore delle cotture, l’impiego di materiali di prima scelta, la cura dei dettagli, conferiscono ai prodotti PEVA la garanzia di qualità e di durata nel tempo. QUARTIGLIA srl C.da S. Lucia, 6 - 64026 Roseto Degli Abruzzi, TE - tel. 085 809821 49 Club dei Migliori Lazio Ar.eS. 2000 Viale dei Minatori 2/c - 00143 Cecchignola (Roma) Tel. 06 5004666 – Fax 06 5004609 E-mail: [email protected] - www.ares-2000.it Presente da vent’anni nel settore della ristorazione professionale, Ares offre soluzioni innovative per la cottura, la preparazione, la refrigerazione e la distribuzione. L’azienda combina esperienza nell’arredamento e conoscenza delle tecnologie più avanzate, offrendo al cliente realizzazioni modulari o su misura, e garantendo sempre la messa in opera e la piena assistenza tecnica. ARREDO SERVICE srl Via Monti Lepini Km 5,100 - 03100 Frosinone - tel. 0775 201646 FUTURA GRANDI IMPIANTI Via Palmiro Togliatti, 20 - 00065 Fiano Romano - tel. 0765 480531 FRIGO CIMINA Contrada Madonna Di Loreto 101/A - 01038 Soriano nel Cimino - tel. 0761 745737 OMEGA BILANCE LAZIO SRL via pontina km. 47, 450 - 04011 Aprilia - tel. 06 92062074 Area System srl Zona Industriale III Fase – 97100 Ragusa Tel. 0932 668508 - Fax 0932 668247 E-mail: [email protected] [email protected] - www.areasystem.net L’azienda si costituisce nel 1980 col nome dei due soci fondatori Vitale e Lattuca e si specializza nella fornitura di servizi per la riparazione e assistenza nel campo della refrigerazione industriale e commerciale. Nel corso degli anni cresce e si specializza nella erogazione di servizi consulenziali per la realizzazione di Celle in Muratura, impianti per refrigerazione, fino ad arrivare alla fornitura di celle in pannelli prefabbricati. Dal 1989 diversifica l’attività inaugurando l’area relativa alla commercializzazione di banconi refrigerati, accessori per supermercati, salumerie, macellerie ecc… Dal 1993 l’azienda diversifica i servizi per soddisfare anche le esigenze del settore No Food (negozi, Tabacchi, Edicole). SAGIC snc Via Baldo degli Ubaldi, 240 - 00167 Roma - tel. 06 35420012 BARBERA GIUSEPPE & C. sas Via Luigi Capuana, 21 - 91100 Trapani - tel. 0923 538640 SAT Commerciale srl Via del Fosso di Tor Treteste, 91 - Via dell’omo - 00155 Roma - Tel. 06 22759191 FO.M.AL. sas Via Nazionale, 485 - 98040 Giammoro, ME - tel. 090 9384256 Molise MULONE ANGELO Via Paolo VI - 92100 Canicattì, AG - tel. 0922 853187 GRANITTO ARREDI Via Arti e Mestieri, 35 - 86039 Termoli, CB - tel. 0875 751081 RIGGI ARREDAMENTI srl Via G.A. Valenti, 73 - 93100 Caltanissetta - tel. 0934 565714 LA FRIGOELETTROMECCANICA C.da Pesco Farese - 86100 Ripalimosani - tel. 0874 39824 TECNOARREDI srl Via Erice, 3 - 98030 Giardini Naxos, ME - tel. 0942 51034 Campania MARINO ALESSANDRO NICOLA C.da Torrepalazzo ZI - 82030 Torrecuso, BN - tel. /fax 0824 876581 NUOVA ABF srl via Rivozzo, 5 - 81050 Pietravairano, CE - tel. 0823 984588 Sannino Brothers s.a.s. Via Bari, 6 interno 1 - Arzano - (NA) Tel. 081 5732219 - Fax 081 5736905 E-mail: [email protected] www.sanninobrothers.it Importante punto di riferimento nel mercato della distribuzione, rivendita, assistenza tecnica e manutenzione di attrezzature destinate a negozi alimentari, supermercati e comunità. SCHETTINO & C. sas via Medina, 5 - 80133 Napoli - tel. 081 5524466 Puglia IM.B.A.R. di SCARANGELLI G. & FIGLI snc 70100 Bari (BA) - str. st. 98, km. 80,600 tel 080 5323261-080 5352919 Matarrese Grandi Impianti srl c.da Popoleto, n.c. - 70011 Alberobello (Ba) Tel. 080 4323431 - Fax 080 4322662 E-mail: [email protected] - www.matarrese.it Matarrese opera da oltre 20 anni con competenza ed affidabilità, proponendo soluzioni in grado di cogliere il giusto equilibrio fra design, funzionalità, qualità ed investimento: ingredienti che si fondono e che danno vita alle realizzazioni MATARRESE. Matarrese è partner professionale di coloro che desiderano ottimizzare il proprio SPAZIO di lavoro. L’azienda annovera le seguenti attività integrate: progettazione degli spazi di lavoro delle aree professionali; produzione di arredi su misura; installazione e forniture di arredi e complementi, attrezzature, hotellerie; impianti di climatizzazione, trattamento aria, refrigerazione industriale, assistenza tecnica SESAM INFORMATICA Via Vittorio Veneto 153 - 70043 Monopoli - tel. 080 802444 Basilicata MARRAUDINO REFRIGERAZIONE snc Via del Commercio Lotto 12 Z. Paip - 75100 Matera - tel. 0835 268810 OMNIA ARREDI via Complanare S.S. 106 - Zona Artigianale D/1 - 75025 Policoro (MT) tel. 0835 980446 - 973175 Calabria ARREDITALIA SRL Via G. Gentile, Sn - 87067 Rossano - tel. 0983 514377 MAZZA SRL Localita’ Poggio Pudano Ss. 106 - 88900 Crotone - tel. 0962 946162 MALLAMACI GRANDI IMPIANTI Via Sbarre Inferiori, 305 -89131 Reggio Calabria Tel/Fax: 0965 625963 - 339 7353230 MONIACI MARIO SRL Via Lombardi - 88100 Catanzaro - tel. 0961 773926 NEW DESIGN CONTRACT SRL Via Fedele Calvosa 6 - 87012 Castrovillari - tel. 0981 44041 VADALA’ DUE srl Str. Statale 111, 68 - 89015 Gioia Tauro, RC - tel. 0966 51914 50 Sicilia PROGETTO FUTURO srl - via Nicolò Derelitto, 101 - 90011 Bagheria (Pa) - tel./fax 091 933805 Sardegna Centro Arredo Negozi di Madeddu Efisio & C. Snc Via Giovanni XXIII, 77 - 09096 SANTA GIUSTA (OR) Tel. 0783 358618 - Fax 0783 377022 L’azienda opera nel settore dell’arredo commerciale da circa 20 anni, curando la realizzazione dell’arredo, dalla fase di progettazione, sino alla messa in opera con collaudo e all’assistenza tecnica. La nostra attività è prevalentemente orientata e specializzata nel settore food dei ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, panetterie, market, macellerie, pescherie e pizzerie. Si realizzano lavori, sia con mobili ad elementi componibili, sia su misura, a seconda delle esigenze del cliente, cercando di sfruttare al meglio e in modo funzionale gli spazi a disposizione. Oltre all’arredo l’azienda è fornitrice di tutte le macchine e attrezzature complementari per ogni attività, garantendo su ognuna l’assistenza tecnica e le parti di ricambio. Commercial Tecnica s.r.l. V.le Italia, km. 2 - 08045 Lanusei (NU) Tel. 0782 42805-42898 Fax 0782 480387-8 - E-mail: [email protected] Fondata nel 1978 esercitando nel settore dell’ assistenza Tecnica e Arredi Ambienti Pubblici, cucine, negozi in genere. Nel 1990 nasce la prima fabbrica in Sardegna per la costruzione di celle frigorifere, realizzate con moduli di pannelli coibentati in sandwich di lamiera plastificata, acciaio inox e vetroresina, accatastabili con chiavi a serraggio rapido, di infinite dimensioni, impiegate per la conservazione, surgelazione, lavorazione dei prodotti con temperature da +20°c a -40°c. La costruzione di celle per banchi bar, tavoli freddi di svariate dimensioni. FLORIS & C. s.n.c. Via Oristano, 2 - 09039 Villacidro (CA) - Tel. /Fax 070 9314358 Grimaldi Srl LOC. BASA (Zona Iperstanda) 07026 OLBIA - SS Tel. 0789 51017 - Fax 0789 50473 e-mail: [email protected] - www.paginegialle.it/grimaldisrl-ss Forniture alberghiere, arredamenti, refrigerazione grandi impianti. Cucine professionali per comunità, macchine per la preparazione. Impianti con sistemi di aspirazione, depurazione e climatizzazione dell’aria. Preventivi, sopralluoghi, progettazione e direzione dei lavori. Strumenti di controllo, accessori, ricambi per tecnici della refrigerazione. Articoli accessori per macellerie, mattatoi e pescherie. Elementi di servizio e per la preparazione, arredi di complemento per interni e spazi aperti all’esterno. Vasta gamma di articoli per il catering. Pronta consegna porcellane, cristallerie, posaterie, tovagliati. Detergenti, articoli cortesia e consumo. Abbigliamento professionale per sala, cucine e laboratori. TRASPARENZE via della Resistenza sn - 08100 NUORO - tel. 0784 203303 Eventi Sirman Sirman events Vent’anni di successi con WHSF n bel traguardo! No, è solo la prima tappa e non può che segnare un lusinghiero percorso sempre con la Sirman, spero, come compagna U di viaggio. Permettetemi, cari amici Ingrid, Willy e carissimi dello staff WHSF, di ricordare piacevolmente i successi dei fatturati sempre in crescita, la qualificata presenza in Austria del nostro marchio che voi avete sicuramente contribuito a creare e anche di bellissimi e piacevoli incontri extra lavoro: le partite di calcio, la pesca in alto mare, la superlativa gara di sci a Kitzbuhel, le gite a Padova, a Salisburgo, a San Marino e a Chioggia. Willy è la persona e WHSF è la ditta ideale che ogni azienda vorrebbe avere come partner in ogni paese: serietà commerciale, attaccamento al marchio, fedeltà ineccepibile al fornitore. Willy, persona sempre disponibile, onestamente pragmatica ma, nello stesso tempo, capace di creare un team di persone efficienti e professionali grazie al quale oggi l’immagine Sirman in Austria è ottima. Ed è quindi con grande riconoscimento che rivolgo un grazie particolare a Ingrid, a Willy e a tutto lo staff WHSF per il lavoro fin qui svolto. Rinnovo, inoltre, l’impegno da parte mia, della mia famiglia e di tutti i miei collaboratori a continuare su questa strada considerandovi non solo ottimi clienti, non solo seri partner, ma anche grandi amici. di Nereo Marzaro Mit WHSF 20 Jahre Erfolge Ein stolzes Ziel! Oder vielmehr eine erste Zwischenbilanz der einträglichen Partnerschaft, die Sie mit Sirman eingegangen sind und die Sie, wie ich hoffe, auch in Zukunft weiterzuführen gedenken. Mit meinen lieben Freunden Ingrid und Willy und allen Mitarbeitern des WHSF Teams möchte ich auf die wachsenden Umsatzerfolge, die qualifizierte Präsenz unserer Marke in Österreich, wozu Sie in entscheidendem Maße beigetragen haben, sowie auf die großartigen Momente zurückblicken, die wir nach der Arbeit gemeinsam erlebt haben: die Fußballspiele, das Hochseefischen, das packende Skirennen in Kitzbühel und die Ausflüge nach Padua, Salzburg, San Marino und Chioggia. Willy ist genau der Mann und WHSF genau die Firma, die sich jedes Unternehmen überall in der Welt als Partner wünschen: dafür sprechen geschäftliche Seriosität, Markentreue und konsequente Lieferantenbindung. Willy, der stets hilfsbereite und Twenty years of success with WHSF A great achievement! No, just the first stage in what is certain to be a satisfying journey with, I hope, Sirman as the ever-present travelling companion. Allow me, my dear friends Ingrid, Willy and all the WHSF staff, to remember with pleasure the successes of ever growing sales and the top quality presence of our brand in Austria which you have without doubt helped to create, not to mention the delightful and enjoyable social encounters – football games, deep sea fishing, the extraordinary ski competition at Kitzbühel, trips to Padua, Salzburg, San Marino and Chioggia. Willy is the person, and WHSF the firm, which every company would want as its ideal partner in each country – commercial reliability, dedication to the brand and irreproachable loyalty to the supplier. Willy, always helpful and willing, honestly pragmatic, but at the same time capable of creating a team of efficient professional people thanks to whom Sirman’s image in Austria today is excellent. And it is thus with great gratitude that I say a special thank you to Ingrid, Willy and all the WHSF staff for their work to date. I would also like to renew the commitment of myself, my family and all my collaborators to continue down this road, considering you not just as excellent customers, not just as reliable partners, but also as great friends. pragmatische Firmeninhaber, hat mit seinem effizienten und professionellen Team das ausgezeichnete Image möglich gemacht, das Sirman in Österreich genießt. Daher geht mein besonderer Dank an Ingrid, Willy und an das ganze WHSF Team für die bisher geleistete Arbeit. Meinerseits, wie auch im Namen meiner Familie und Mitarbeiter bekräftige ich das Engagement, weiterhin diesen erfolgreichen Weg zu beschreiten, denn für uns sind Sie nicht nur gute Kunden und zuverlässige Partner, sondern in erster Linie große Freunde. 51 di Lorenzo Destro 52 Un fine settimana a Salisburgo T ra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, il calendario ha proposto due eventi abbastanza importanti. Vale a dire i 25 anni di storia della W.h.s.f. e i 20 anni di collaborazione tra quest’ultima e la Sirman, due circostanze troppo importanti per non essere festeggiate in modo adeguato. Questa volta però niente sfide sportive, calcistiche, sciistiche o di pesca, delle quali tutti conserviamo bellissimi ricordi legati a occasioni precedenti, in città quali Padova, Venezia, Kitzbuhel, Salisburgo, San Marino e Chioggia. Niente sport dunque, ma tre giorni alla scoperta delle bellezze naturalistiche del salisburghese, in compagnia di eccellenti guide: Willi Hofmann, la moglie Ingrid ed il Team WHSF al completo. La partenza dalla Sirman il 18 Giugno è avvenuta all’alba, Weekend at Salzburg, June 2010 consentendoci di non perdere neanche un minuto del programma intenso preparatoci dagli amici austriaci, sicuri che anche i dubbi sulle condizioni meteo (che in effetti ci hanno concesso di vedere poche volte il sole ) non avrebbero smontato il nostro entusiasmo. La prima tappa ha toccato la storica fabbrica della birra Stiegl, dove abbiamo potuto, non solo assistere all’intero processo di produzione, ma anche beneficiare di una degustazione di particolari tipi di birre, in occasione del pranzo. In serata poi, dopo un paio d’ore di relax trascorse in hotel, abbiamo cenato presso l’esclusivo Ristorante del Golfclub Altentann. La giornata di sabato invece è stata dedicata alla visita di St Wolfgang, un borgo montano sulle rive del Wolfgangsee, nel distretto di Gmunden, compreso nella regione naturalistica del Salzkammergut. L’atmosfera era quella tipica delle cittadine di montagna: tetti spioventi e balconi fioriti, facciate affrescate, negozi traboccanti di souvenir e chiesa parrocchiale con caratteristico campanile di vedetta. Peccato che la gran quantità di nuvole ci abbia poi disturbato durante l’escursione in altitudine con il trenino a cremagliera, lo “ Schafberg “, che conducendoci lungo i pendii montani avrebbe dovuto permetterci di godere di una vista ineguagliabile sul Mondsee e sulle catene montuose circostanti. Bella la serata passata a Strasswalchen, durante la quale lo Chef Norbert Ottinger del Ristorante Kirchenwirt ha deliziato i nostri palati. Al termine della cena, un simpatico scambio di presenti ha ricordato la lunga collaborazione tra le due aziende, creando un rapporto di amicizia unico e alimentando l’alta reputazione del marchio Sirman in Austria. Il tutto ovviamente grazie ad un partner commerciale dall’elevata professionalità, fedele al marchio e attentissimo alla fase di post-vendita. Il dono di una delle affettatrici, appartenente all’esclusiva serie dedicata ai 40 anni di Sirman, ha suggellato l’incontro. Molto gradita la chicca riservataci da Willi per la domenica: una visita all’Eisriesenwelt, le più vaste grotte di ghiaccio visitabili del mondo. Scoperte nel 1879, le grotte furono esplorate per la prima volta da Alexander Mork, che riuscì a visitarne circa 47 km. Dopo la morte, all’età di 27 anni, un’urna con le sue ceneri fu depositata nella grotta “cattedrale”, secondo i suoi desideri. L’interno era privo di illuminazione, per cui all’ingresso siamo stati forniti di lampade, simili a quelle usate in miniera, grazie alle quali è stato possibile ammirare elaborate formazioni di ghiaccio e cascate gelate. Infine ci siamo avviati verso casa, serbando il ricordo di un’ospitalità veramente particolare e immaginando le tappe che segneranno i prossimi 20 anni di lavoro assieme, consapevoli ancor di più di avere nel salisburghese, non solo ottimi clienti e seri partner, ma anche grandi amici. company with excellent guides, Willi Hofmann, his wife Ingrid and the whole WHSF team. We set off from Sirman at dawn on 18 June to make the most of every minute of the intense programme drawn up for us by our Austrian friends, convinced that not even the dubious weather (which in fact granted us only rare glimpses of the sun) would have dampened our enthusiasm. The first visit was to the historic Stiegl beer factory where we not only saw the entire production process, but also enjoyed a tasting of various types of beer during lunch. Then in the evening, after a couple of hours relaxing in the hotel, we dined at the exclusive Altentann Golfclub Restaurant. Saturday was dedicated to a visit to St. Wolfgang, a mountain village on the banks of the Wolfgangsee in the Gmunden district, part of the natural region of the Salzkammergut. There we found the typical atmosphere of a small mountain town with sloping roofs and flower-filled balconies, frescoed façades, shops overflowing with souvenirs and a parish church with a characteristic bell tower with panoramic view. A pity that the great quantity of clouds proved a problem during the high altitude trip on the Schafberg rack railway where we would otherwise have enjoyed breathtaking views of the Mondsee and surrounding mountain chains as we wound along the slopes. Delightful the evening spent at Strasswalchen with chef Norbert Ottinger of the Kirchenwirt Restaurant to spoil our palates. At the end of dinner, an enjoyable exchange of gifts reminded us of the long collaboration between the two companies, creating a unique friendship and enhancing the already high reputation of the Sirman brand in Austria. All this obviously thanks to a commercial partner with great professionalism, loyal to the brand and attentive to after-sales service. The gift of a slicing machine from the exclusive series dedicated to Sirman’s 40th anniversary put the seal on the encounter. Greatly appreciated, the treat organised for us by Willi on Sunday - a visit to the Eisriesenwelt, the world’s largest visitable ice caves. Discovered in 1879, the caves were explored for the first time by Alexander Mork who managed to visit about 47 km of them. After his death at the age of 27, an urn with his ashes was left in the “cathedral” cave, in accordance with his wishes. There is no lighting in the caves, so at the entrance we were given lanterns similar to those used in mines, enabling us to admire the elaborate formations of ice and frozen waterfalls. Finally we headed home, treasuring the memory of truly remarkable hospitality and imagining the milestones we would achieve in the next 20 years together, ever more aware that our Salzburg collaborators represent not just excellent customers and serious partners, but also great friends. Between the end of 2009 and beginning of 2010, the calendar offered us two important events – the 25th anniversary of WHSF and 20 years of collaboration between WHSF and Sirman, two circumstances too important not to be adequately celebrated. This time, however, no sports, football, skiing or fishing challenges, all of which have left us with fond memories of previous occasions in cities such as Padua, Venice, Kitzbuhel, Salzburg, San Marino and Chioggia. So no sport, but three days discovering the natural delights of the Salzburg area in Wochenende in Salzburg, Juni 2010 Zwischen das Ende von 2009 und der Beginn von 2010 der Kalender stellte zwei besonderen Anlässe, nämlich die 25 Jahre der Gründung von Firma W.H.F.S. und die 20 Jahre der Zusammenarbeit SIRMAN – W.H.S.F. Zwei wichtige Termine, die besonderes gefeiert werden sollten. Diesmal keine sportliche Herausforderungen, Fußball, Ski oder Fischen, sie bleiben unvergessliche Erinnerungen für uns alle. Padua, Venedig, Kitzbuhel, Salzburg, San Marino und Chioggia sind noch auf unserem Gedächtnis sehr gut eingedrückt.. Nein kein Sport diesmal aber 3 Tage auf der Suche der Natursehenswürdigkeiten von Salzburgsgebiet, mit herrlichen Reiseführer: Willi Hofmann, seine Frau Ingrid und das ganze Team W.H.S.F. Abafahrt dann von Sirman bei Tagesanbruch vom 18. Juni, um keinen einzigen Minuten des intensiven Programme von unseren Osterreichischen Freunden vorbereitet zu verlieren , sicher dass die unvorhersehbare Angelegenheit des Wetters (es hat tatsächlich uns die Sonne wenig sehen gelassen) hätte uns geholfen. Erste Station auf der historischen Brauerei Stiegl, wo wir nicht nur die ganze Herstellungsentwicklung kennengelernt haben, sondern wir auch eine Verkostung von besonderen Biersorten während des Mittagsessen genießen könnten. Am Abend, nach 2 Stunden Entspannung im Hotel, war das Abendessen in dem exklusiven Restaurant vom Altentann Golfclub. Den ganzen Tag von Samstag war den Besuch St Wolfgang, eine Bergortschaft am Wolfgangsee in dem Bezirk Gmunden, den in dem naturalistischen Gelände Salzkammergut liegt, gewidmet. Die Stimmung war die typische von den Bergstädtchen: abfallende Dächer und Balkone mit Blumen gewachsen, Vorderseite mit Fresken bemalt, Geschäfte von Souvenir übervoll und die Pfarrkirche mit dem typische Turm emporragend von alles. Schade, dass die zahlreiche Wolken die Höhenwanderung mit dem Bergzug Schafberg, von dem wir eine sehr gute Aussicht der Mondsee und die umliegenden Berge haben sollten, gestört haben. Sehr schön war auch der Abend in Strasswalchen. Der Chef Norbert Ottinger vom Restaurant Kirchenwirt hat unserem Gaumen echt geschmeichelt. Am Ende des Abendessens ein Geschenktstausch hat uns erinnert die dauernde Zusammenarbeit der zwei Firmen, die eine wichtige Freundschaft und einen hohen Ruf von dem Zeichen Sirman im Österreich geschaffen hat. Und das alles dank einem hochwertigen Handelspartner: der das Zeichen treu bleibt, sorgfältig mit dem Nachverkaufdienst und mit einer hohen Professionalität ist. Das Geschenk von einer der exclusiven Aufschnittmaschine “limited edition” Anniversario, die nach 40 Jahre von Sirman benannt ist, hat das Treffen versigelt. Willi hat dann uns eine Perle am Sonntag reserviert: der Besuch von Eisriesenwelt, der größten Eishöhle unseres Planeten Erde. Diese Höhle wurdet in Jahr 1879 entdeckt. Der erste Forscher wurdet Herr Alexander Mork, der etwa 47 Km erforschen könnte. Dieser Forscher starb mit 27 Jahre: einen von seiner grossten Wünsche war das um in der Höhle begraben zu sein. Wann er starb, wurden seinen Aschen in einem Grab in der HöhleKathedrale gelegt. Die Höhle hat keine Beleuchtung: bei der Eingang haben wir die Magnesium-Leuchten bekommen, die normalerweiser man in der Mine benutz. Wir haben dann das Gluck gehabt, riesigen Höhle mit verwickelten Vereisungen und vereiste Wasserfälle bewundern zu können. Und dann ist die Rückfahrt nach Hause angefangen. Wir bewaren die Erinnerung von einer wirklich besonderen Gastfreundschaft und stellen die Ziele die den nächsten 20 Jahren von Mitarbeiten vermerken, vor: und das mit vollem Bewusstsein dass wir in dem Salzburger Land nicht nur ausgezeichneten Kunde und zuverlässigen Partner, sonder auch sehr gute Freunde haben. Thaifex Bangkok P er l’industria delle attrezzature alberghiere, Thaifex è la fiera più importante in Thailandia, un Paese che negli ultimi 20 anni ha vissuto un periodo di forte espansione in questo settore grazie alla costante crescita dell’economia legata al turismo. Interessante anche la storia. Questo Paese del Sud-Est asiatico è l’unico a poter vantare un invidiabile primato: nei suoi ottocento anni di storia non è mai stato colonizzato. E l’orgoglio storico verso questa esclusiva condizione di libertà è profondamente scritto in quella specie di codice genetico che è il nome di una Nazione. Thailandia significa infatti “la terra degli uomini liberi”. Il calendario ha sempre posizionato questo evento in Maggio, periodo dell’anno nel quale l’affluenza turistica è leggermente in calo e concede ad albergatori e ristoratori il tempo di dedicarsi alla ricerca di nuove attrezzature. Quest’anno però i noti eventi socio-politici, che hanno creato nelle piazze centrali di Bangkok scontri tra manifestanti e forze dell’ordine per parecchie settimane, hanno portato gli organizzatori alla decisione di spostare la Fiera all’inizio di Luglio, dopo che le acque si erano calmate. Ovviamente una data così insolita aveva fatto sorgere non poche perplessità in merito al buon esito della manifestazione, che invece ha avuto fortunatamente l’usuale ottima affluenza. Anche quest’anno Sirman era presente in modo più che ottimale grazie alla Sevenfive, azienda che da oramai 10 anni rappresenta il nostro marchio nel mercato tailandese.Grazie alle dimensioni dello spazio espositivo, lo Stand della Sevenfive è stato come sempre un punto di riferimento per tutti i visitatori, desiderosi di approfittare delle vantaggiose proposte della Sevenfive per la Fiera. Quella con Virat Tangkamolsuk, titolare appunto della Sevenfive, è un’ottima collaborazione, nata nel 2000, poco dopo la crisi economica che aveva coinvolto i principali Paesi del Sudest asiatico. La costante ricerca da parte di Virat di nuove tecnologie per la ristorazione pone la Sevenfive sempre all’avanguardia, rendendola nota dalla gran parte della clientela come l’azienda Leader in questo settore. Sevenfive è inoltre una delle poche aziende nella Regione aventi uno stock sempre fornito di tutti gli articoli a catalogo e un servizio di assistenza a disposizione della clientela 7 giorni su 7. Negli ultimi anni, Virat e la moglie sono stati affiancati dai figli Nick, Arunee e Pok che, assieme ad un Team fedelissimo di collaboratori, stanno contribuendo in maniera eccellente alla costante crescita dell’azienda. Ottime prospettive anche per gli anni a venire quindi, in un Paese fortemente dedito a migliorare ancora di più la qualità dell’industria del turismo, con albergatori e ristoratori sempre più sensibili alla qualità offerta dalle attrezzatura italiane. 53 Piemonte in tavola di Piera Genta Magico frutto dei nostri orti arà il suo colore, saranno le diverse forme ma la zucca mette allegria. Rimane protagonista di numerose sagre in Italia: Piozzo nel Cuneese, S Brandizzo vicino a Torino, Sciolze piccolo borgo sulle colline torinesi, Isola Sant’Antonio ad Alessandria, Omegna a due passi dal lago Maggiore, Piea in provincia di Asti, Dorno (Pavia) nella Lomellina orientale, Murta nell’entroterra genovese, sempre in Liguria nel borgo di Valle Crosia dove si gustano i ravioli di zucca, detti in dialetto locale “barbagiuai”, Sale Marasino vicino a Brescia, in molti paesi del Mantovano, Venzone (Udine), Melara (Rovigo), Ostellato (Ferrara), Pastrengo (Verona), Villa Sant’Angelo (Aq), Amantea (Cs) e poi all’estero: Preding, in Austria vicino a Graz e Wolfsberg vicino Klagenfurt, Lehnin, in Germania vicino a Berlino. La festa più famosa rimane quella di Halloween, la vigilia di Ognissanti, un antico rito propiziatorio per tenere a bada gli spiriti maligni. In Piemonte l’unica varietà inserita nei prodotti tipici regionali è la zucca di Castellazzo Bormida, si raccoglie tra settembre e novembre, nell’omonimo comune ed in generale nella pianura del fiume Bormida in provincia di Alessandria. È di forma tondeggiante e di pezzatura mediogrossa con buccia spessa e bitorzoluta di colore verde, mentre la polpa, dolce e croccante, è di colore giallo-aranciato, dal sapore dolce. È quella più simile alla carrozza dorata di Cenerentola nelle fiaba di Charles Perrault. A Piozzo, mille abitanti, tredici chiese e un castello, in provincia di Cuneo, ogni primo weekend di ottobre si svolge la sagra della zucca. Giunta alla 17^ edizione, le diverse varietà di zucche rigorosamente coltivate sul territorio con semi che provengono da tutto il mondo sono in esposizione su antichi carri agricoli, una mostra tecnico-scientifica fa conoscere le 400 varietà e le modalità di utilizzo in cucina. I semi per la coltivare le zucche della sagra di Ottobre vengono distribuiti gratuitamente dalla Proloco di Piozzo ogni anno nel mese di aprile. Guido Gobino, uno dei più conosciuti maestri cioccolatieri torinesi, produce un cioccolatino alla zucca; si tratta di un cubotto di zucca “violina” candita ricoperta di cioccolato gianduia, una produzione limitata realizzata solo per questa manifestazione e proprio per questo motivo crea tanta aspettativa tra i golosi. La zucca di varietà “violina” conosciuta ed apprezzata nel Nord Italia, dall’insolita forma di custodia di violino, ha polpa particolarmente dolce con una intensa nota di nocciola, è adatta in pasticceria e sublime con il cioccolato. Tra le curiosità piemontesi, l’azienda Ilsa, marchio conosciuto nel settore dei casalinghi, ha realizzato Miss Zucca, una casseruola in ghisa smaltata vetrificata adatta alla cottura dell’ortaggio, ma anche a stufati ed arrosti. Miss Zucca fa parte della linea Dietella Fantasia in cucina. In letteratura si trova poco sulla zucca perchè considerata cibo umile adatto ai popolani: nelle Satire di Seneca, Marziale in un divertente epigramma si lamentava di trovarsele in ogni portata, Dante ne parla nel diciottesimo canto della Divina Commedia, un accenno nell’Ariosto, Teofilo Folengo conclude le Maccheronee infilando tutti i suoi personaggi in una grossa zucca, nelle Ricette immorali di Manuel Vàsquez Montalbàn, ma dobbiamo a Gina Lagorio, scrittrice nata a Bra in provincia di Cuneo, 54 il racconto Elogio alla zucca dove l’ortaggio diventa personaggio con una vita propria fatta di colori e di contrasti. Amata dai pittori, la ricordiamo nel Ritratto di Rodolfo II come Vertumno di Giuseppe Arcimboldi, ma trova il suo spazio nelle favole da quella di Leonardo da Vinci, a La Fontaine per finire alla più conosciuta Cenerentola. Poco menzionata anche nei ricettari: veniva usata da Apicio, Bartolomeo Scappi, cuoco segreto di Pio V le dedica diverse preparazioni, Giovan Battista Rossetti, cuoco presso la corte del duca Alfonso II d’Este parla dei “tortelli di zucca con il butirro”; di recente è stata rivalutata da molti cuochi che la utilizzano in gustose ricette. A Torino, due giovani artisti del gusto Igor Macchia, chef de La Credenza di San Maurizio Canavese (To) e Alberto Marchetti, maestro gelatiere dell’omonima gelateria, hanno dato vita a una vera e propria creazione d’autore: cannelloni, gelato alla zucca, olio di oliva, sale maldon e basilico, mentre Beppe Sardi chef del Grappolo di Alessandria consiglia Tortino di zucca e formaggetta con marmellata di peperoni di Carmagnola. Cannelloni, gelato alla zucca, olio extravergine di oliva, sale maldon e basilico Un grande classico della cucina italiana rivisti in una versione leggermente dolce. Ingredienti per il gelato alla zucca: 244 g polpa di zucca cotta al forno ed asciugata; 268 g sciroppo di zuccheri al 70%; 317 g acqua; 122 g latte fresco; 50 g panna; 24 g base frutta. Procedimento per il gelato alla zucca: Con l’aiuto di un frullatore ad immersione, frullare tutti gli ingredienti aggiungendo per ultima la base frutta. Passare in mantecatore, quindi colare in stampini cilindrici in plexiglass (lunghezza 10 cm diametro 2,5 cm) e passare in abbattitore. Ingredienti per la preparazione dei cannelloni: sfoglia di pasta fresca all’uovo; cilindri di gelato alla zucca. Procedimento per la preparazione dei cannelloni: cuocere la pasta all’uovo in acqua bollente salata, per 8 minuti, scolarla e raffreddarla in abbattitore. Tagliare la pasta in rettangoli (10x8 cm), ed utilizzarla per formare i cannelloni che andranno farciti con il gelato alla zucca. Congelare e conservare fino al momento della preparazione del piatto. Ingredienti per la composizione del piatto: zucca fresca; piselli; sciroppo zucchero 1\1; zucchero di canna; olio extravergine di oliva; sale maldon; basilico; cannelloni ripieni di gelato alla zucca. Procedimento per la composizione del piatto: Tagliare la zucca allo spessore di 2mm, sbollentarla in acqua salata e raffreddare. Bollire i piselli, quindi raffreddarli tuffandoli nello sciroppo di zucchero freddo. Per la preparazione del piatto, stendere la zucca in un piatto, spennellarla con l’olio extravergine di oliva ed aggiungere il cannellone caramellato con lo zucchero di canna che con la sua nota amara andrà a contrastare la dolcezza della zucca e dei piselli. Spolverare con il sale maldon, aggiungere i piselli semicanditi e le foglie di basilico che andranno mangiate insieme ai cannelloni per bilanciare con la loro nota speziata la zucca. Tortino di zucca e formaggetta con marmellata di peperoni di Carmagnola Ingredienti per la marmellata di peperoni: 1 kg. di peperoni rossi e gialli; 600 g zucchero; succo di un limone; una stecca di cannella. Lavare i peperoni, privarli dai semi interni e dai filamenti bianchi, tagliarli a listarelle, aggiungere il succo del limone, lo zucchero, la stecca di cannella e lasciare riposare per qualche ora in ambiente fresco. Cuocere adagio mescolando spesso finché si raggiunge la consistenza di marmellata. Lasciare raffreddare. Igor Macchia è lo chef del Ristorante La Credenza, nel centro storico di San Maurizio Canavese, alle porte di Torino. Patron del locale, premiato con una stella dalla guida Michelin 2007, è Giovanni Grasso. Igor Macchia, torinese, nasce pasticcere, partecipa a stages di aggiornamento in qualificati ristoranti stranieri (da ‘Le Gavroche’ di Londra a ‘L’Ecole du grand chocolat de Valrhona’, e molti altri importanti templi del gusto). In collaborazione con Alberto Marchetti sta cercando di avvicinare due mondi che possono sembrare agli antipodi, ma in realtà sono vicini: l’alta gelateria e l’alta ristorazione. Ristorante La Credenza, via Cavour 22 – San Maurizio Canavese (TO) tel. 0119278014 Alberto Marchetti, Maestro gelatiere cresciuto professionalmente nel bar cremeria di papà a Nichelino (TO), inaugura nel 2007 la gelateria che porta il suo nome e diventa punto di riferimento per i golosi torinesi. Per Alberto il gelato, come l’alta cucina, è una creazione d’autore. Una creazione, la sua, che attinge ad un’antica e prestigiosa tradizione sabauda di gelatieri. Gelateria Alberto Marchetti, Corso Vittorio Emanuele II 24 bis Torino. Tel. 011.8390879 Ingredienti per il tortino di zucca: Mezza zucca; 2 formaggette tipo Robiola di Roccaverano dop; olio d’oliva; sale e pepe. Sbucciare la zucca e tagliare la polpa a fette, cuocerle in una teglia bassa con olio d’oliva extravergine oppure in forno a 180° per 7/8 minuti finché diventano morbide. Lasciare raffreddare, imburrare ed infarinare degli stampini monoporzione. Ricoprire il fondo con una fetta di zucca, mettere un pezzetto di formaggetta, ricoprire con un’altra fetta di zucca, poi nuovamente il formaggio fino a riempire lo stampo avendo l’avvertenza di terminare con la fetta di zucca. Infornare in forno caldo a 180° per 10 minuti. Servire il tortino con la marmellata di peperoni. Beppe Sardi, chef del Ristorante Il Grappolo di Alessandria, estroso artista del riso, insegnante di cucina e cuoco alla ricerca di sempre nuovi stimoli. Con il riso Beppe gira il mondo e ha insegnato a cucinarlo a migliaia di appassionati presso la Scuola di Cucina La Corte Chiusa – Tenuta Marchesi Incisa della Rocchetta a Rocchetta Tanaro (Asti). Ristorante Il Grappolo, via Casale 28, Alessandria (AL) Tel. 0131.260046 www.ristoranteilgrappolo.it Vortex 75, Abbattitore Cervino 5T, Sirman 55 La parola alle aziende The companies speak 56 Fichte scriveva che la perfezione non è essere perfetti, ma tendere continuamente ad essa. E’ ciò che in Berto’s S.p.A. cerchiamo di Jfareohann ogni giorno: ci domandiamo come possiamo migliorare la produzione esistente interpretando i nuovi bisogni degli operatori professionali, coniugando anche temi di maggiore attualità come il risparmio energetico, il rispetto per l’ambiente, la maggior tutela dell’operatore e, più in generale, la qualità della “vita” in cucina. Tutti sappiamo che il lavoro dello Chef, sia esso in una mensa o in un ristorante stellato, è un lavoro duro, anzi durissimo, specie se si pretende la massima efficienza e il sorriso sulle labbra. Le evoluzioni culturali, inoltre, impongono la necessità di coniugare design ed innovazione tecnologica, esaltando i parametri di affidabilità, durata nel tempo e prestazioni. E’ una sfida che si può vincere solo ricercando la perfezione in un flusso continuo, che va dalla progettazione fino al servizio post-vendita, passando attraverso le fasi dell’ingegnerizzazione di prodotto e della vendita, quest’ultima intesa come la creazione di rapporti stabili che generino valore aggiunto e quindi soddisfazione per entrambi gli attori dello scambio. La perfezione l’abbiamo intesa come eliminazione dei difetti secondo un semplice postulato: tanti più difetti riesco ad eliminare, quanto più mi avvicino alla perfezione. Per fare ciò dobbiamo partire dall’identificazione di quello che il cliente percepisce come valore e per il quale è disposto a pagare il “giusto” prezzo; ciò significa avere il coraggio di mettersi in discussione ogni giorno. Per attuare scientificamente la ricerca della perfezione abbiamo iniziato ad applicare le tecniche di lean production e di lean management, che rappresentano per noi un cambiamento della nostra cultura aziendale, unitamente ad un coinvolgimento personale che implica tutti i livelli dell’azienda: si tratta di sviluppare rapporti orizzontali che stimolino un approccio bottom-up, che permetta di far conoscere a tutti il proprio lavoro a cominciare da chi lo esegue: in due parole, la “Lean Enterprise”. L’azienda che desidera essere vincente deve imparare a padroneggiare la tecnica in modo del tutto naturale, identificandola come l’unico strumento per raggiungere la propria perfezione, ciò che fa sentire realizzata una mission o semplicemente aver fatto qualcosa per il proprio bene. In questi 14 anni in Berto’s S.p.A. ho vissuto la crescita della società, oggi una delle maggiori per la produzione di grandi cucine e di impianti per la ristorazione professionale. Questa trasformazione è avvenuta con umiltà, ma senza inutili timidezze: ci ha guidato la consapevolezza che stavamo continuamente imparando, e questo ci permetteva di identificare ed eliminare difetti e di padroneggiare sempre più la tecnica. In senso lato potremmo identificare il concetto di perfezione con la felicità, come l’artista che padroneggiando la tecnica raggiunge la perfezione e ottiene il successo che dà luce alla sua arte. The quest for perfection Johann Fichte wrote that perfection is not a matter of being perfect, but of striving continuously to achieve perfection. That is what we try to do every day at Berto’s S.p.A.. We are always asking ourselves how we can improve our latest products, how we can make them a better match for the needs of catering professionals, and how we can satisfy today’s requirements for energy saving, respect for the environment, operator safety and quality of “life” in the kitchen in general. We all know that the work of a chef, in a company canteen or a four-star restaurant, is tough – very tough, in fact, especially when maximum efficiency has to be delivered with a smile. Changes in customer culture have also created a demand for style and design to be added to technical innovation, and for improvements in reliability, durability and performance. The only way to win this challenge is to seek perfection in everything you do, from product design to after-sales service, from product engineering to sales. Sales in particular must be seen as the process of creating stable customer relationships, generating added value and satisfying both parties in the exchange. At Berto’s S.p.A. we understood perfection as the elimination of defects according to a very simple formula: the more defects we eliminated, the closer we got to perfection. To do this, however, we first needed to identify exactly what our customers saw as value, and what they were prepared to pay the “right” price for. This meant asking ourselves awkward questions every day. To seek perfection more scientifically, we began by applying lean production and lean management techniques. This meant radical changes to our company culture, changes that involved all levels of personnel. We had to develop new horizontal relations to stimulate a bottom-up approach and allow everybody to understand their jobs, especially the people actually doing those jobs. In other words, we had to create a “Lean Enterprise”. Any company eager to succeed needs to master this technique in completely naturally. They need to see it as the only possible way to achieve perfection, something that makes you feel satisfied that you have completed a mission or simply satisfied that you have done something for your own good. Over 14 years at Berto’s S.p.A., I have seen our company grow to be one of today’s biggest producers of large cooking ranges kitchens and professional catering systems. This transformation was achieved by humility, though without fear. We were guided by the knowledge that we were learning continuously, and would therefore find and eliminate more and more defects as we mastered our work. To use a simile, perfection is very much like the happiness of an artist as he slowly masters a technique that wins him acclaim and brings his work to light. studioverde di Luca Laurenti Direttore Commerciale Estero Export Manager La ricerca della perfezione M a d e i n I t a l y studioverde Cooking for the next generation inox AISI 304 PERFECTION EXISTS NOW L’ECCELLENZA È REALTÀ A cantilever modular cooker to create a cooking area with two supporting components only: to combine hygiene and a comfortable use with a modern and clean design. Una cucina modulare a sbalzo con cui è possibile realizzare un blocco cottura con solo due punti di appoggio: per coniugare igiene e comodità d’uso ad un’immagine moderna e pulita. www.bertos.com Visit our website and watch the video of LX900 TOP Visita il nostro sito e guarda il video dedicato alla cucina LX900 TOP BERTO’S SPA - Viale Spagna 12 - 35020 Tribano (Padova) Italy Tel. +39 049 9588700 - Fax +39 049 9588799 - www.bertos.com - [email protected] Eventi Events di Ferruccio Ruzzante Cous Cous Fest 2010 Cous Cous Fest 2010 Despite the inclement weather and downpour which soaked the Mediterranean’s most beautiful bay, the 13th edition of Cous Cous Fest, the international festival of cultural integration, took place against the magnificent backdrop of San Vito Lo Capo. The event is based on simple but unique “ingredients” – integration, peace, friendship and food which create a special atmosphere at San Vito Lo Capo. The town was invaded by thousands of visitors who, until Sunday evening, crowded Piazza Santuario and stormed bars and restaurants which were all full. Tunisia was the winner in the cookery contest. Among the recipes presented by the nine competing countries –Algeria, Ivory Coast, France, Israel, Italy, Morocco, Senegal and Tunisia– the technical panel of judges consisting of ten journalists, chefs and international cookery experts headed by Edoardo Raspelli awarded the most votes to the recipe for lamb couscous prepared by chefs Hajer Arouie and Msoughi Alì. According to the panel of judges, the recipe with lamb and chick peas, sultanas, raisins, peppers, potatoes, courgettes, tomato, chilli pepper and turmeric was “a rich and harmonious dish with a number of pleasing innovations making an excellent cocktail of colours and flavours”. The public’s vote on the other hand went patriotically to the Italian team, while France won the prize for the most attractive presentation. Courtesy, willingness and a festive, cultural atmosphere were the key elements in an excellently organised event, ella cornice meravigliosa di San Vito Lo Capo, nonostante l’inclemenza del tempo e una pioggia N torrenziale che ha bagnato la più bella baia del mediterraneo, si è svolta la 13^ edizione del Cous Cous Fest, il festival internazionale dell’integrazione culturale. La manifestazione si basa su “ingredienti” semplici ma unici: integrazione, pace, amicizia e gastronomia che creano a San Vito Lo Capo un’atmosfera speciale. La cittadina è stata invasa da migliaia di visitatori che, fino alla domenica sera, hanno popolato piazza Santuario e preso d’assalto bar e ristoranti che hanno registrato il tutto esaurito. La Tunisia è il paese vincitore della gara gastronomica. La ricetta di cous cous di agnello, preparata dagli chef Hajer Arouie e Msoughi Alì, è stata infatti la più votata tra quelle presentate dai nove paesi in gara, Algeria, Costa d’Avorio, Francia, Israele, Italia, Marocco, Senegal e Tunisia, secondo il giudizio tecnico della giuria, formata da dieci giornalisti, chef ed esperti di cucina internazionali e guidata da Edoardo Raspelli. La ricetta, con agnello e ceci, uva sultanina, uva passa, peperoni, patate, zucchine e pomodoro, ma anche peperoncino e curcuma è, secondo la motivazione della giuria tecnica, “un piatto armonioso e opulento con qualche garbato elemento innovativo a formare un eccellente cocktail di colori e sapori”. La giuria popolare ha invece campanilisticamente decretato la vittoria della squadra italiana, mentre la Francia si è assicurata il premio per la miglior estetica nella presentazione del piatto. Cortesia, disponibilità e un’aria di festa e cultura sono stati gli elementi portanti di una manifestazione veramente bene organizzata, con ospiti portatori di valori e tipicità, fantasia e creatività, assolutamente di medio/alto livello. Una nota finale; peccato per lo scarso spazio messo a disposizione che ha impedito anche a noi di assistere, come avremmo desiderato, alle performance professionali. 58 with guests contributing values, distinctiveness, imagination and creativity at absolutely medium to high level. A final note – a pity that the lack of available space prevented us from witnessing the professional performances as we would have liked. “Stars & Wines”: la gastronomia alle stelle! Sabato 4 e domenica 5 settembre 2010 si è svolta al Lido di Venezia la 2^ edizione della Manifestazione enogastronomica d’eccellenza “Stars & Wines”. L’elegante evento, ospitato dal prestigioso Grand Hotel Excelsior, è stato un successo di pubblico e di critica. Cinque chef di importanti ristoranti di Venezia (Antica Adelaide, Da Poggi, Al Mascaron, L’Oasi e l’Excelsior stesso) si sono cimentati nella creazione di piatti tradizionali del luogo, rivisitati in chiave contemporanea. Il piatto vincente è risultato quello proposto dallo chef dell’Excelsior, Christian Corona, premiato da una giuria di esperti, con una prestigiosa macchina offerta da Sirman, un miscelatore “Cutter C4“. Hanno inoltre aderito 20 importanti aziende vitivinicole, una di birra artigianale e due di food. F. R. Cutter C4, Sirman Regina in terra di Mantova A giudicare dalla ricchezza di manifestazioni che in tutta Italia onorano il suo straordinario gusto, si può dire con certezza che la povera zucca si è definitivamente tramutata in regina. Basta pensare all’evento per eccellenza a lei dedicato nel Bel Paese - Di zucca in zucca: la zucca tra coltura e cultura – che da quattordici anni, tra settembre e dicembre, anima con grande esuberanza d’appuntamenti il territorio mantovano. Un territorio fatto di contrasti di sapori, di grandi tesori storico-artistici, di combinazione d’acqua e terra unica nel suo genere e, soprattutto patria di una tradizione gastronomica che vede nella tondeggiante e colorata zucca il suo ingrediente principale. Iniziata un po’ in sordina, oggi la manifestazione in questione richiama un pubblico sempre più numeroso proponendosi come un’occasione straordinaria per riscoprire la zucca in tutta la sua bontà e bellezza. Nelle 16 corti contadine che aderiscono all’iniziativa, dall’8 settembre all’8 dicembre non solo si può gustare la zucca in mille modi diversi, ma è possibile scoprire mostre con i tanti colori delle zucche e partecipare a numerose attività come corsi di cucina, lezioni di intaglio vegetale, corsi di ceramica, gare culinarie, feste popolari, mercati contadini. Un’esperienza davvero unica, e a 360°, che culminerà il 31 ottobre ne La festa delle lumere quando il suggestivo centro storico di Mantova si animerà con la fioca luce arancione delle lumere, lanterne di zucca intagliate dai bambini che, insieme all’affascinante cucurbitacea, saranno i protagonisti di questa giornata. G. C. Ingredienti per 4 persone: Per la sfoglia: 3 uova; 300 g farina. Per il ripieno: 1 e ½ Kg zucca mantovana; 150 g amaretti; 70 g mostarda mantovana di mele; noce moscata; scorza di mezzo limone grattugiata; 1 hg formaggio grana grattugiato. Per il condimento: formaggio grana grattugiato a piacere; burro; salvia. Cuocere la zucca al forno o al vapore, dopo averla tagliata a pezzi e privata dei semi. Una volta cotta, eliminare la buccia e schiacciare bene la polpa. Unire alla zucca gli amaretti pestati, la mostarda tritata fine, la noce moscata, la scorza di limone e il formaggio, la cui dose aumenterà nel caso l’impasto non fosse sufficientemente consistente. L’impasto ben amalgamato andrà poi fatto riposare per un giorno in frigorifero. Preparare la sfoglia con uova e farina e posizionare piccoli mucchietti di pesto a distanza regolare, e con l’apposita rotellina tagliare i tortelli della forma desiderata premendo bene sui bordi per evitare la fuoriuscita del ripieno durante la cottura. Cuocere i tortelli così ottenuti in acqua salata e, una volta scolati, distribuirli in una pirofila a strati alterni con il condimento di burro fuso, salvia e formaggio grana grattugiato. Lasciar riposare qualche minuto e servire. Info: www.agriturismomantova.it La vera ricetta dei tortelli di zucca 59 “Caseus Veneti”, formaggio protagonista A Santa Maria di Sala (Venezia) ricette a concorso Nell’ambito della sesta edizione di “Caseus Veneti” (ottobre, Villa Farsetti, Santa Maria di Sala, Venezia) si è svolto il primo concorso di cucina aperto a professionisti e allievi degli Istituti Alberghieri di tutto il Veneto. La manifestazione, organizzata da A.Pro.La.V. (Ass. Produttori Latte del Veneto), con il coordinamento degli otto consorzi di tutela dei formaggi DOP regionali che hanno aperto una “vetrina” sulla produzione caseari veneta, ha riempito di eventi due intere giornate aggiungendovi quest’anno la sfida per la migliore ricetta a base di formaggi locali. La giuria del concorso (in ordine alfabetico,Graziano Manzatto maitre e Campese (Bassano del Grappa) Un libro ristampato e una rassegna di cucina rinascimentale Il Chaos in convento Le “Arche Orticole”, è una piccola comunità di orticoltori dilettanti che si dedicano alla salvaguardia e al recupero di varietà di una dozzina di ortaggi ormai dismessi, salvando così, oltre al Gusto, anche un patrimonio biologico non trascurabile. 60 Professionisti: 1. Marco Salin, di Treviso, del Team Veneto Chef (tortelli di farina di mais farciti di Morlacco e crispy di pancetta su crema di fagioli borlotti , levada alla santoreggia e porro croccante); 2. Tiziano Canesso, Trattoria Bel sit, Fara Vicentino (crema di Asiago d’allevo stagionato con zucca, patè di olive nere e vela di Montasio stagionato); 3. Carlo Inama, di Verona, del Team Veneto Chef (cheese cake variegato) Allievi degli IPPSSAR: 1. Pietro Flamenco, IPPSSAR di Castelfranco Veneto (flan di Montasio su crema di zucca, porcini, miele e sensazioni d’uva), 2. Matteo Migliaccio, Istituto Musatti, Dolo (muffin ai formaggi con scaglie di cioccolato); 3. Michele Mozzo, IPPSSAR di Castelfranco Veneto (gnocchi di zucca al sapore caprino). Nella foto: I tortellini farciti di morlacco dello chef Marco Salin NOTA: eventuale materiale fotografico disponibile a [email protected] oppure in www.teofilofolengo.org o in Facebook gruppo Amici di Merlin Cocai. organizzatore del concorso, Carlo Mocci giornalista direttore di Zafferano, Ferruccio Ruzzante giornalista, editore di Zafferano e Marco Valletta chef, docente) esaminate le trentotto ricette proposte da altrettanti professionisti della ristorazione e le cinque di allievi di Istituti alberghieri ha così deciso. Il Chaos in cucina è il titolo inquietante della XX rassegna A tavola con Merlin Cocai, che da vent’anni si propone di ricordare il poeta macaronico Teofilo Folengo, intellettuale benedettino che fu tra i protagonisti del Rinascimento europeo. La fonte d’ispirazione per i menù della rassegna (11 succulente serate, ambientate in altrettanti ristoranti dell’alto Veneto che hanno il loro epicentro a Campese di Bassano del Grappa, “ove è sepulto” il poeta) proviene da una sua opera -pochissimo conosciuta- Il Chaos del Triperuno, stampata a Venezia nel 1527 e riprodotta recentemente in edizione anastatica dagli Amici di Merlin Cocai. I menù sono realizzati con alimenti difficilmente reperibili sul mercato e costituiscono una speciale “Dispensa” del Macaronicorum Ristoratorum Baxanensium Collegium, l’associazione di ristoratori che realizza l’impresa e che per far ciò ha creato le “Arche Orticole”, cioè una piccola comunità di orticoltori dilettanti che si dedicano alla salvaguardia e al recupero di varietà di una dozzina di ortaggi ormai dismessi, salvando così, oltre al Gusto, anche un patrimonio biologico non trascurabile. La rassegna prosegue poi, con ritmo trisettimanale, fino al 2 aprile. ( www.teofilofolengo.org) Gli appuntamenti con Merlin Cocai Dopo la presentazione all’inizio di settembre nel Chiostro della Santa Croce, Campese (VI) e dell’avvio il 29 settembre, a Villa Razzolini Loredan, Asolo, la rassegna prosegue il 22 ottobre, ore 20.15, Teatro dei Sapori, Castelfranco Veneto (TV), 049.5940086 - 348.3160324; Domenica 14 novembre,ore 12.00, Ristorante al Pioppeto, S. Cuore di Romano d’Ezzelino (VI), 0424.570502; Venerdì 26 novembre, ore 20.15, Villa Damiani Trevisani, Campese di Bassano del Grappa (VI) 0424.522201; Mercoledì 8 dicembre, ore 12.00 Ristorante da Gerry, Monfumo (TV) - 0423.545082; Sabato 15 gennaio 2011, ore 12.00, Pulierin Enotavola presso Rifugio Barricata, Località Marcesina – Grigno, 334.6729380 - 0424.566785; Venerdì 4 febbraio, ore 20.15, Castello Superiore Marostica (VI) - 0424.73315; Venerdì 25 febbraio, ore 20.15, Ristorante da Remo, Vicenza - 0444.911007; Mercoledì 16 marzo ore 20.15, Ristorante Villa Palma, Mussolente (VI) - 0424.577407; Sabato 2 aprile, ore 12.00 Ristorante da Riccardo al Maddarello, Asiago (VI) - 0424.462154. Prestigioso anniversario nel mondo della distillazione I 150 anni della Segnana “Bevi, con meditata intelligenza, meno e meglio.” Gino Veronelli Un secolo e mezzo è tanto anche per una grappa. Una lunga storia quella della Segnana, un marchio antico che la famiglia Lunelli (Cantine Ferrari) ha raccolto nel suo Trentino nel 1982 e “raccontato” aggiungendovi esperienza, innovazione, immagine. Un blasone di prestigio nel mondo della distillazione degno di accompagnare le bollicine della Casa trentina. Segnana si è affermata quale sinonimo di grappa d’eccellenza, alternativa di alto livello ai distillati di importazione ed espressione all’estero di un’italianità raffinata.. Questo raro distillato, “Segnana Anniversario” (nel ricordo della data di nascita della distilleria originaria, le eleganti bottiglie ognuna numerata, sono 1860) è maturato per ben 12 anni in botti dei migliori legni europei. Nasce dalle vinacce di Chardonnay le cui uve, le stesse che danno un fuoriclasse delle bollicine come il Giulio Ferrari, provengono dal vigneto di Maso Pianizza. Un secolo e mezzo di una storia così gloriosa ha meritato un vero evento nel mondo della distillazione di classe. La famiglia Lunelli ha infatti presentato ai moltissimi ospiti la “Segnana Anniversario” nei suoi gioielli dell’ospitalità, Villa Margon, e poi, per la cena di gala (chef Alfio Grezzi), la vicina Locanda Margon degno benvenuto alla nuova regina delle grappe di prestigio. C. M. SEGNANA Via Ponte di Ravina 13 38123 TRENTO tel (+39) 0461 972311 fax (+39) 0461 913008 [email protected] www.segnana.it Al “Premio Montegrande” primeggiano Venezia e Treviso E’ giunto alla sua settima edizione il “Premio Montegrande”, ideato da Silvano Cristofanon e realizzato in collaborazione con l’APPE (Associazione Provinciale Pubblici Esercizi) e la Camera di Commercio di Padova. La serata di lunedì 2 agosto, condotta da Marco Valletta, grande chef e docente all’Istituto alberghiero di Castelfranco (TV), si è svolta con un’affollata cena di gala al ristorante Montegrande di Rovolon (PD). L’evento ha messo in primo piano i 14 giovani concorrenti, sfidandoli a confrontarsi sulla “pasta ripiena con i formaggi DOP del Veneto”, tema di questa edizione del concorso. Il vincitore De Marchi Tommaso di Venezia, diplomato all’alberghiero di Castelfranco Veneto, si è cimentato in un “Tortello al Provolone della Val Padana con melanzane, coulis di datterino e anguilla del Sile”, che ha conquistato la giuria all’unanimità. Il trevigiano Bavaresco Andrea, chef all’Osteria Terraglio di Bassano (VI) si è conquistato il secondo posto con delle “Mezzelune ripiene di Asiago stravecchio su purea di mela, spuma di Casatella DOP e cialda di Grana croccante”, piatto per cui ha vinto anche il premio speciale dedicato all’estetica. Il terzo posto infine è andato al veneziano Boldrin Alessio, chef presso il ristorante Il gusto di Fossò (VE), con i “Ravioli ripieni all’Asiago in due fasi: nero fondente e al rosso d’uovo su salsa ai piselli, con croccantino farcito allo scampo, pomodoro e menta in crudità”. Premio “Memorial a Franco Valentini” per il padovano Dinato Nicola, chef alla locanda la Candola di Soligo (TV), distintosi per professionalità, passione e abilità ai fornelli. L’edizione del 2011 si svolgerà in autunno, per consentire la partecipazione anche ai giovani che durante l’estate sono impegnati a lavorare in località turistiche. R. F. 61 Nuove tecnologie New technologies di Marco Fattorel Chef, consulente di tecnologie alimentari W8 sottovuoto, Softcooker con vasca, Sirman Risotto Acquerello con zucca e porcini servito con boccone d’agnello al rosso dei colli di Conegliano Risotto with Acquerello rice, pumpkin and porcini served with morsels of lamb in Rosso dei Colli di Conegliano red wine Ingredienti per 4 persone: Riso acquerello g 200, zucca g 150, porcini g 150, guanciale g 40, parmigiano g 30, burro g 30, vino bianco secco g 30. Per il brodo vegetale: Cipolla di Tropea g 50, Polpa di zucca g 100, Sedano bianco g 50, Carota g 50. Boccone d’agnello: Controfiletto d’agnello g 250, zucca g 250, scalogno g 50, Rosso dei colli di Conegliano g 500, burro g 50, pepe nero in grani g 3. Ingredients (serves 4): Acquerello rice 200 g, pumpkin 150 g, porcini mushrooms 150 g, pork cheek 40 g, parmesan 30 g, butter 30 g, dry white wine 30 ml. For the vegetable stock: Red tropea onions 50 g, pumpkin flesh 100 g, white celery 50 g, carrots 50 g. Lamb morsels: Loin of lamb 250 g, pumpkin 250 g, shallots 50 g, Rosso dei colli di Conegliano red wine 500 ml, butter 50 g, black peppercorns 3 g. Risotto Porcini: mondarli e pulirli con uno straccio umido, tagliarli a fette di circa 5 mm e distenderli su carta da forno, aggiungere un po’ d’olio d’oliva extravergine e cuocere in forno a 300° per 4 minuti. Abbattere a +3° e conservare in frigo. Congelare direttamente a -18°. Conservare in contenitori con coperchio o confezionare in sacchetti senza fare il vuoto. Al momento del servizio finire di saltare in padella a piacere. Zucca: Tagliare brunoix grossa, confezionare sottovuoto e cuocere a vapore 92° per 3 minuti. Abbattere a +3°. Saltare in padella con fetta di guanciale . Risotto: tostare il riso e bagnare con vino bianco e procedere come normale risotto. Nel piatto guarnire con della zucca fritta e fetta di porcino intera. Boccone d’agnello Zucca: Tagliare la zucca spicchi e cuocerla avvolta in carta stagnola in forno a 180° per circa 30minuti. Quando cotta ricavare la polpa cercando di tenerla il più intera possibile. Abbattere a +3°. Al servizio passarla leggermente in padella con del burro e aggiustare di sapore. Salsa al Rosso dei Colli: Fondo di scalogno tritato e pepe nero schiacciato con il burro, far rosolare ed aggiungere il vino. Far ridurre a ¼ e poi aggiungere del fondo di carne e far ridurre. Legare e aggiustare di sapore. Abbattere a+3°. Mettere in stampi in silicone e congelare in abbattitore a -18°. Confezionare sottovuoto e stoccare. Controfiletto d’agnello: Disossare il carré d’agnello e ricavarne 4 pezzi da circa 80 gr. 1° Cuocere in padella 2° Cuocere in forno a bassa temperatura a 48° cuore, e abbattere di temperatura a +3°. Al momento del servizio finire di rosolare il controfiletto e così lo portiamo a temperatura di servizio. 3° Rosolare leggermente in padella o in forno ed abbattere a +3°. Confezionare sottovuoto e cuocere sottovuoto a 62° temperatura al cuore 48°. A fine cottura abbattere a +3°. 62 Risotto - Porcini mushrooms: Trim and wipe clean with a damp cloth, cut into slices approx. 5 mm thick and lay on a sheet of baking paper. Add a little extra virgin olive oil and cook in the oven at 300 °C for 4 minutes. Blast chill to +3 °C and keep in the refrigerator. Freeze directly at -18 °C. Keep in a covered container or sealed in vacuum bags without extracting the air.Finish off by sautéing in the pan as preferred just before serving. Pumpkin: Cut into largish dice, vacuum seal and steam cook at 92 °C for 3 minutes. Blast-chill to +3°. Sauté in a pan with a slice of pork cheek. Risotto: Toast the rice, add white wine and cook as you would for a normal risotto. Garnish the dish with a little fried pumpkin and a whole slice of porcino mushroom. Lamb morsels - Pumpkin: Cut the pumpkin into wedges, wrap in foil and roast at 180 °C for approximately 30 minutes. When cooked, scoop out the flesh, trying to break it up as little as possible. Blast-chill to +3°. Just before serving, toss gently in a pan with butter and season to taste. Rosso dei Colli red wine sauce: Sauté the finely chopped shallots and crushed peppercorns in butter, then add the wine. Reduce to ¼, add the meat roasting juices then reduce again. Thicken and season to taste. Blast chill to + 3°C. Place in silicone moulds and freeze at -18 °C. Vacuum-seal and store. Loin of lamb: Bone a rack of lamb and cut the loin into 4 pieces of approximately 80 g each. 1. Cook in the pan 2. Roast at a low temperature in the oven to a core temperature of 48 °C, then blast chill to +3 °C. Just before serving, brown the loin in a pan, which will also warm the meat up to serving temperature. 3. Gently brown in the pan or oven and blast chill to +3 °C. Vacuum seal and vacuum cook at 62 °C to a core temperature of 48 °C. Once cooked, blast chill to +3C°. RISTORANTI DEL BUON RICORDO Associazioni e consorzi Consortiums and new initiatives Tortelli di zucca del Casalasco rendete un compasso e puntatelo su Villastrada: l’equidistanza da PMantova, Parma e Modena è referenza gastronomica non da poco. Il ristorante ha una storia secolare, buona parte della quale sotto il segno della famiglia Nizzoli; una sorta di museo, con le pareti ricoperte da murales, fotografie e cimeli di visitatori illustri. Ogni stagione ha la sua specialità: il maiale, nei primi mesi dell’anno; le lumache in primavera e il melone in estate; rane e uva in autunno. Uno dei suoi cavalli di battaglia è la zucca che viene utilizzata nella creazione di piatti gustosi che vanno da quelli più tradizionali del territorio a quelli più creativi. Tortelli di zucca del Casalasco Ingredienti per 6 persone: Per la pasta: 500 g di farina 00; 4 uova. Per il ripieno: 1 kg di zucca viadanese; 400 g di mostarda di mele mantovana; 200 g di amaretti; pangrattato; scorza di limone grattugiata; noce moscata; salvia; Grana Padano grattugiato; olio extravergine di oliva. Casalmaggiore è l’antica cittadina che dà nome al Casalasco, triangolo di territorio disegnato dal fiume Po e dal suo affluente Oglio. La ricetta è molto specifica per origine d’ingredienti e volendola riprodurla a regola d’arte si dovrà per forza fare spesa localmente. Innanzitutto, la zucca di Vidiana, anzi per l’esattezza di Bellaguarda, nome che è tutto un programma: la raccomandazione, in particolare, è per la varietà Piacentina, a frutto grande, piuttosto schiacciato, con costolature profonde e scorza bugnata di colore verde piombo, e polpa giallo spento, piuttosto asciutta, proprio per questo ideale per gli gnocchi. Quanto alla mostarda, deve essere quella mantovana di mele, anche in questo caso con riferimento ancor più specifico per la varietà Campanina, dai minuscoli frutti rossi, che venivano raccolti in ottobre e si conservavano in fruttaio fino a primavera; naturalmente ricca di pectina, era ideale per la trasformazione in mostarda; in anni recenti l’industria alimentare ha provato ad utilizzare mele più inclini alla produzione di massa, ma per gli esperti non c’è confronto, ragion per cui anche in questo caso patron Nizzoli è categorico. Quanto ai tortelli di zucca, è noto che la ricetta è al centro di secolari dispute di campanile; Villastrada, tuttavia, ricade nel Mantovano e dunque rientra nel territorio d’impiego di mostarda e amaretti, oltre agli aromi che sono retaggio della cucina rinascimentale. Per il ripieno amalgamate con cura la polpa di zucca lessata, sgocciolata e ridotta in poltiglia, la mostarda tritata finemente e gli amaretti sbriciolati; aggiungete la scorza di limone grattugiata, la noce moscata e pangrattato in quantità sufficiente ad avere un composto di adeguata consistenza, quindi lasciate riposare un paio d’ore. A parte preparate la pasta e tirate la sfoglia ricavando delle liste che richiuderete a caramella attorno al ripieno. Cuocete i tortelli così ottenuti in abbondante acqua salata, scolateli delicatamente e passateli nelle fondine ben calde. Come condimento, olio extravergine di oliva, possibilmente ligure, e un’abbondante spolverata di grana grattugiato. Vino consigliato: Lambrusco Mantovano doc a cura di Giulia Coronaro Tortelli filled with Casalasco pumpkin Take a map and place the point of a compass on Villastrada: situated at almost exactly the same distance from Mantua, Parma and Modena, the town is at the epicentre of an area of culinary excellence. This restaurant has a history that dates back centuries – much of it under the stewardship of the Nizzoli family – and is now almost a museum in its own right, with its walls covered with murals, photographs and mementos left by illustrious diners. Each season has its own speciality: pork during the early months of the year, snails in spring, melon in summer and frogs and grapes in autumn. One of the restaurant’s fortes is pumpkin, which is used in delicious dishes ranging from the most traditional and local to the most innovative and creative. Tortelli filled with Casalasco pumpkin Ingredients (serves 6): For the pasta: 500 g type 00 flour; 4 eggs For the filling: 1 Kg Viadana pumpkin; 400 g Mantuan apple Mostarda (apple preserve with mustard oil); 200 g macaroons; bread crumbs; grated lemon zest; nutmeg; sage; grated Grana Padano cheese; extra virgin olive oil The Casalasco – a triangle of land demarcated by the river Po and its affluent the Oglio – takes its name from the ancient town of Casalmaggiore. This recipe is very specific about the ingredients used, so to do it justice, the products really ought to be bought locally. Once could write a whole book on the subject of the Viadana pumpkin – or, to be precise, pumpkins grown in Bellaguarda. These pumpkins (namely the Piacentina variety) are large and flattish in shape with deep clefts and a pocked, lead-green rind, while the flesh is dull yellow in colour and rather dry, which also makes this variety ideal for making gnocchi. The Mostarda used must be apple Mostarda from Mantua. The recipe even specifies the variety of apple used, namely the Campanina, whose small red fruit are harvested in October and stored in the fruit loft until spring. Naturally rich in pectin, this variety is ideal for producing Mostarda. In more recent years, however, industrial manufacturers have tried using apples that are better suited to mass production, but a true connoisseur will tell you that the result is nothing like the real thing – an opinion staunchly supported by restaurant owner Mr. Nizzoli. How pumpkin tortelli should be made properly is the subject of a centuries’ old dispute between different towns and villages throughout Italy. Villastrada, however, is in the province of Mantua – a territory in which Mostarda, macaroons and other flavours dating back to the renaissance are traditionally used. To make the filling, carefully mix the pumpkin flesh – boiled, drained and mashed previously – with the finely minced Mostarda and the crushed macaroons. Add the grated lemon zest, nutmeg and a sufficient quantity of breadcrumbs to give the mixture a satisfactory consistency, then leave to rest for a couple of hours. Separately, prepare the pasta and roll out thinly. Cut the pasta into small strips, add a dollop of filling to each strip, then fold the pasta around the filling so that each tortello looks like a sweet in a wrapper. Cook the tortelli in plenty of boiling salted water, drain delicately then place in piping hot serving bowls. Season with extra virgin olive – preferably from Liguria – and a generous sprinkling of grated Grana cheese. Recommended wine: Lambrusco Mantovano DOC Ristorante Nizzoli Via Garibaldi 10 46030 Villastrada di Dosolo (Mantova) Tel. 0375 838066 www.ristorantenizzoli.com [email protected] Chiuso il mercoledì e dal 23 al 29 dicembre. 63 GIOVANI RISTORATORI EUROPEI A cura di Emanuele Scarello Presidente ‘Jeunes Restaurateures d’Europe’ ITALIA e Antonia Saltarini Modotti Segretaria Nazionale ‘Jeunes Restaurateures d’Europe’ ITALIA Matrimonio tra eccellenze per i Jeunes Restaurateurs d’Europe e Ferrari Andranno a braccetto per tre anni gli astri nascenti della grande cucina europea (JRE) e le bollicine metodo classico più prestigiose d’Italia (Ferrari). La collaborazione si tradurrà nella presenza sempre maggiore di Ferrari sia nella carta dei vini dei locali associati sia come flute d’entrèe. E si brinderà con Ferrari anche nei tanti eventi realizzati ogni anno dai giovani ristoratori. Crediamo molto in questa partnership, ha commentato Matteo Lunelli, alla guida insieme ai cugini, dell’azienda di famiglia perché l’alta cucina è da sempre ambasciatrice delle nostre bollicine. Conferma Ramon Dios, presidente dei JRE: In Ferrari riconosciamo un marchio storico d’eccellenza con il quale condividiamo valori come il talento e la passione. Guancia di manzo con purea di zucca e cicoria fritta Ristorante L’Angolo d’Abruzzo, piazza Aldo Moro, 8/9 – Carsoli (L’Aquila) Chef Valerio Centofanti tel. 0863.997429 Ricetta per 4 persone Ingredienti: Guancia di manzo 600gr, carota n.3, sedano coste n.3, aglio rosso di sulmona n. 1, cipolla n. 1/2, bacche di ginepro 5 gr, pepe nero tostato 5 gr, alloro foglie n.2, prezzemolo ramoscello n.2, timo ramoscello n.1, caffè tazzine n.2, Montepulciano d’Abruzzo, sale, acqua fredda, cicoria ramoscelli, olio di arachidi, sale in scaglie Maldon, zucca n. 1/4, olio extra vergine, peperoncino, zenzero 5 gr, sale, aglio rosso di Sulmona n.1. Procedimento: 1. Rosolare la guancia in forno a 220 C° per 20 min. con un filo d’olio extra vergine. 2. In un tegame con olio ex. e fuoco basso far rosolare tutti gli odori tranne il timo e il prezzemolo, incorporare la guancia ben rosolata, sale, sfumare con il Montepulciano, far evaporare l’alcool, versare il caffè, il timo e il prezzemolo, far insaporire. Coprire con abbondante acqua fredda, portare a bollore, abbassare la fiamma al minimo e cuore per 4 ore. 3. A cottura ultimata togliere la guancia e far ridurre la salsa, Filtrare. 4. Per la zucca, lavare e togliere i semi, tagliarla grossolanamente, mettere in forno a 160C° per 40 min con aglio in camicia peperoncino e un filo d’olio. A cottura ultimata emulsionare con un mixer con lo zenzero e olio a filo. 5. Friggere la cicoria in abbondante olio fino a renderla croccante. 6. Impiattare e finire con sale in scagli maldotn. 64 Antonio Santini, Nicola Dante Basile, Gino Lunelli Beef cheek with puréed pumpkin and fried endive Chef Valerio Centofanti Ingredients (serves 4) Ingredients: Beef cheek 600 g, carrot 3, celery 3 stalks, Red Sulmona garlic 1 head, onion ½, juniper berries 5 g, toasted black pepper 5 g, bay leaf 2 leaves, parsley 2 sprigs, thyme 1 sprig, coffee 2 cups, Montepulciano d’Abruzzo wine, salt, cold water, endive 4 heads, peanut oil, Maldon salt flakes, pumpkin ¼, extra virgin olive oil, cayenne pepper, ginger 5 g Procedure: 1. Brown the cheek in the oven at 220 °C for 20 minutes with a drizzle of extra virgin olive oil. 2. In a pan, sauté all the herbs and vegetables except for the thyme and parsley with extra virgin olive oil on a low heat. Add the well-browned cheek, season with salt, deglaze with the Montepulciano wine, evaporate off the alcohol and add the coffee, thyme and parsley and allow the flavours to develop. Cover with plenty of cold water, bring to the boil then lower the flame and simmer for 4 hours. 3. When cooked, remove the cheek then reduce and filter the cooking liquid. 4. Wash the pumpkin and remove the seeds, cut into large chunks, then roast at 160 °C for 40 minutes with garlic (left in its paper jacket), cayenne pepper and a drizzle of olive oil. When cooked, emulsify in a mixer together with the ginger, adding oil in a slow drizzle. 5. Fry the endive until crispy in plenty of oil. 6. Plate up, garnishing with Maldon salt flakes Gelato alla liquirizia su crema di zucca gialla napoletana alla vaniglia e croccante di mandorle Chef Francesco Sposito Ingredienti: 770 g acqua; 400 g zucchero semolato; 3 kg. zucca; 3 baccelli di vaniglia; 175 g latte; 175 g panna fresca 34 %; 30 g liquirizia in polvere; 50 g zucchero; 45 g glucosio; 80 g burro; 30 g farina di mandorle; 90 g farina 00. Per la salsa di zucca. Priva la buccia dalla zucca , tagliala a cubetti, disponili in un pentola capiente con 650 gr. di acqua, 250 gr. di zucchero e la vaniglia . Porta a bollore e poi lascia sobbollire a fiamma lenta per 9. Infine frulla, setaccia e fai raffreddare il composto. Per il gelato. In un pentolino versa il latte, la panna e 50 gr. di zucchero, porta il composto a 83 °, controlla che la temperatura sia costante per un minuto , aggiungi la liquirizia e frulla. Infine metti il composto nel mantecatore. Per le tegole di mandorle. Porta a bollore 120 gr. di acqua, il glucosio e 100 gr. di zucchero, lascia raffreddare fino ad arrivare a 40 ° e aggiungi il burro, la farina di mandorle e la farina 00. Ottenuto il composto, cuocilo a 150 ° per circa sei minuti. Idea per la presentazione del piatto. In una piccola fondina, disponi sul fondo due cucchiai di zucca, metti al centro il gelato e termina con il croccante di mandorle. Vellutata di zucca con caviale Sevruga e sentori di salvia Chef Ernesto Iaccarino Ingredienti per 4 persone: 500 g di zucca già pulita; 40 g di caviale Sevruga; 1 spicchio d’aglio; 6 foglie di salvia; 2 g di sale grosso; sale fine Tagliare 4 fette di zucca sottilissime (con l’affettatrice), metterle in una teglia foderata con carta da forno e farle disidratare in forno caldo a 80°C. Tagliare la zucca rimasta a dadini e metterne a cuocere metà in forno con sale grosso. Soffriggere l’aglio con 2-3 cucchiai di olio, poi eliminarlo ed aggiungere la restante zucca. Fare insaporire qualche minuto mescolando, mettere il coperchio e lasciare stufare finché inizierà ad essere tenera. Riunire insieme la zucca cotta nel forno e quella stufata, coprite d’acqua e cuocere adagio per circa 45 minuti. Durante gli ultimi 10 minuti di cottura aggiungere 2 foglie di salvia. Frullare tutto dopo aver tolto la salvia e passare allo chinois. Versare in 4 tazze di brodo, guarnire ognuna con una fetta di zucca disidratata ed una foglia di salvia, aggiungere il caviale e servire. Liquorice ice cream on a bed of creamed Neapolitan yellow pumpkin with vanilla served with almond crisps Ingredients: 770 ml water; 400 g granulated sugar; 3 Kg pumpkin; 3 vanilla pods; 175 ml milk; 175 ml 34 % fat fresh cream; 30 g powdered liquorice; 50 g sugar; 45 g glucose; 80 g butter; 30 g almond flour; 90 g type 00 flour Taverna Estia Via G.De Ruggiero, 108 – 80031 Brusciano (Napoli) Tel. 081.5199633 For the pumpkin sauce: Peel the pumpkin, cut into dice and place in a large saucepan with 650 ml water, 250 g sugar and the vanilla. Bring to the boil then simmer for 9 minutes. Blend and sieve the mixture and allow to cool. For the ice cream: Pour the milk, the cream and 50 g of sugar into a small saucepan. Heat to 83°C and keep at this temperature for one minute, add the liquorice and blend. Pour the resulting mixture into the ice cream churner. For the almond crips: Bring 120 ml water to the boil together with the glucose and 100 g of sugar, leave to cool to 40°C then add the butter, almond flour and the type 00 flour. Cook the resulting mixture at 150°C for approximately six minutes. Suggested presentation: Place two tablespoons of the pumpkin at the bottom of a small bowl, arrange the ice cream in the centre and top with the almond crisp. Galileo 370 Top, Sirman Creamed pumpkin aromatised with sage and served with Sevruga caviar Ingredients (serves 4): 500 g pumpkin, peeled and with seeds removed; 40 g Sevruga caviar; 1 clove garlic; 6 sage leaves; 2 g coarse salt; fine salt Cut 4 paper thin slices of pumpkin with a meat slicer, place on a baking tray lined with oven paper and desiccate in the oven preheated to 80°C. Cut the remaining pumpkin in small cubes and half cook in the oven with coarse salt. Sauté the garlic in 2-3 tablespoons oil, remove the garlic then add the remaining pumpkin. Stir and cook for a few minutes to allow the flavour to develop, then cover and let the pumpkin cook in its own liquid until it is soft. Add the pumpkin cooked in the oven, cover with water and simmer for approximately 45 minutes. Ristorante Don Alfonso Ten minutes before the end, add 2 sage leaves. Once cooked, 1890 – Corso S.Agata remove the sage, blend and pass through a chinoise. Pour 11/13 – 80064 S.Agata into 4 soup tureens, garnish each with a slice of desiccated Sui Due Golfi (Napoli) pumpkin and a sage leaf, add the caviar and serve. tel. 081.8780026 65 TEAM VENETO CHEF di Stefano Pepe Segretario Team Veneto Chef Una ghiotta trilogia di sapori e zucche si dividono per tipologia in “estive”, quando raccolte Lquindi precocemente e quando presentano una polpa e dei semi teneri, più deperibili; e quelle “invernali”, quando queste sono raccolte a piena maturazione ed hanno una fibra più legnosa e molto zuccherina. Scegliere le zucche estive sode e intatte, con buccia brillante e prive di macchie (sofferenza dal freddo), scartandone gli esemplari opachi, poiché non freschi. Le zucche troppo grosse sono fibrose e amare, mentre quelle piccole poco saporite. Nelle zucche invernali, invece, scegliere quelle con scorza opaca, segno che è stata raccolta a maturazione completa, e con il pezzo di stelo che la univa alla pianta, così si conserva meglio rallentandone la distrazione. Anche in questo caso scartare quelle con segni di crepe e macchie scure disseminate sulla scorza o di aree molli.Trattare le zucche estive con delicatezza perché si danneggiano facilmente, si conservano in frigorifero e si mantengono per 1 settimana o poco più. Lavarle solo al momento dell’uso. Quelle invernali invece si possono conservare dopo il raccolto anche sino a 6 mesi, a seconda della varietà, al riparo dal freddo eccessivo, dalla luce e dal calore che trasforma l’ amido contenuto nella sua fibra. Ideale è conservare il prodotto con una temperatura costante tra i 10 e 15 gradi, un tasso di umidità del 60% e una efficace areazione del vano o locale di stoccaggio e conservazione. Le zucche estive si mangiano sia crude che cotte; nel primo caso al naturale in pinzimonio, in insalata, grattugiate o marinate. Cotte sono ottime cucinate con aglio, cipolla e pomodoro. Si può usare la sua polpa per farcire o fritta o grigliata. Le zucche invernali si aggiungono a zuppe, stufati, cous cous e curry. Eccellenti nel risotto, mentre in purè, sono ottime mescolate alle patate negli gnocchi o nei potage. Si possono fare eccellenti dessert (crostate, budini, muffin, biscotti, pudding, soufflé, creme) Le zucche invernali sono più caloriche di quelle estive. Prediligere per la sua cottura: “al vapore”, “in forno” o “in microonde”. A decadent trio of flavours There are actually two types of pumpkin – “summer” pumpkins, which are harvested early when the flesh and seeds are still soft, making them more perishable, and “winter” pumpkins, which are harvested only when fully ripened, with a woodier consistency and a very high sugar content. Summer pumpkins should be whole and have a shiny, unblemished rind (blemishes are a sign cold weather damage). Discard any that are dull, as this is a sign that they are no longer fresh. Excessively large pumpkins are fibrous and bitter, while any that are too small have very little flavour. When choosing winter pumpkins, select examples with a dull rind, which indicates that they were fully ripened when harvested, and with a piece of stalk still attached at the top, as this will slow down the perishing process. With winter pumpkins too, discard any examples with cracks, dark blemishes dotted over the rind or soft spots.Handle summer pumpkins with care as they are easily damaged. If kept in the refrigerator, they can last up to a week or a little more. Wash only just before use. Depending on the variety, winter pumpkins can be kept for as long as 6 months, provided that they are protected from excess cold, light and heat, which breaks down the starch in the fibres. Preferably keep at a constant temperature of 10 to 15 °C, with a humidity of 60%, in a well ventilated storage cupboard or room.Summer pumpkins may be eaten either raw – as crudités, in a salad, grated or marinated – or cooked, in which case they are excellent prepared with garlic, onion and tomato. When used as a filling, the flesh may be either fried or grilled. Winter pumpkins are ideal in soups and stews or with couscous or curry. They are excellent in a risotto, and are delicious pureed and mixed with potatoes in gnocchi or a potage. They can even be used to make superb desserts and sweets such as tarts, puddings, muffins, biscuits, soufflés and crèmes, while it is interesting to note that winter pumpkins are higher in calories than summer varieties. Pumpkins are particularly well suited to steaming, baking and microwaving. Trio of yellow Marina di Chioggia pumpkin Trilogia di zucca marina gialla di Chioggia Cannoncino di zucca farcito alla mousse di formaggio di pecora di Montegalda ed erba cipollina Ingredienti: 1 pezzo di polpa (larga)di zucca soda; formaggio di pecora di Montegalda; poca erba cipollina. Mettere per pochi secondi in Microonde Pro Panasonic un pezzo regolare di polpa di zucca, affinché questo possa essere affettato in sfoglie sottili, ma compatte. Ricavarne con l’ ausilio di un coltello dei rettangoli regolari. Riporre ancora per pochi secondi in microonde su di un foglio di carta forno per far perdere la “legnosità” della fibra. Con un sacchetto a bocchetta liscia stendere con il formaggio ammorbidito ed amalgamato con l’erba cipollina, a modo di cannellone. Arrotolare, con l’ aiuto di una pellicola, e riporre per ½ ora in frigo o abbattitore (mod. Cervino Lampo) in positivo a compattarsi. Servirli tagliandoli della misura voluta. Panasonic NE 2156/2, Pacojet, Sirman 66 “Flan” di zucca e patate di Rotzo Ingredienti per 4 persone: 250 g di polpa di zucca cotta (in microonde Panasonic Professional); 150 g di polpa di zucca cruda grattugiata (a mano); 200 g patate di Rotzo; 100 g di ricotta fresca; 2 foglie di salvia; 2 uova; 1 cucchiaio di Grana Padano grattugiato; sale e pepe q.b. Cuocere Pumpkin roll stuffed with a mousse of Montegalda sheep’s cheese and chives Ingredients: 1 large piece of firm pumpkin flesh; Montegalda sheep’s cheese; a few chives Heat a regularly shaped piece of pumpkin flesh in the Pro Panasonic microwave for a few seconds so that it can be cut into thin but firm slices. Cut the slices into regular rectangles. Heat in the microwave again for a few seconds on a sheet of oven paper to eliminate the ‘woodiness’ of the fibres. Use a piping bag with a smooth nozzle, pipe the cheese, softened and mixed with chives, onto the slices, then use film to roll the stuffed pumpkin slices like cannelloni. Place the cylinders in the refrigerator for half an hour or chill in the Cervino Lampo blast chiller to above freezing until firm. Cut to the desired size and serve. Flan with pumpkin and Rotzo potatoes Ingredients (serves 4): 250 g pumpkin flesh cooked in the Panasonic Professional microwave; 150 g hand-grated raw pumpkin; 200 g Rotzo potatoes; 100 g fresh ricotta; 2 sage leaves; 2 eggs; 1 tablespoon grated Grana Padano; salt and pepper to taste. Boil the potatoes in their skins, peel and then pass through a sieve. Once the potatoes have cooled, add to the pumpkin flesh, the ricotta, the egg yolk and the finely chopped sage le patate con la buccia in acqua e dopo pelate passarle alla setaccio. Una volta fredde unirle le polpa di zucca, la ricotta, il tuorlo d’ uovo (separato preventivamente dall’ albume), il grana grattugiato, le foglioline di salvia tritate finemente, amalgamare bene il tutto aggiustando di sale e pepe fino. Montare l’ albume “a neve” in planetaria (mod. Marte) ed incorporare all’ impasto. Mettere del staccante in delle piccole formine da forno e versarvi il composto preparato. Cuocere a forno per 15/20 minuti a circa a 170°-180°.. Sorbetto di zucca al balsamico tradizionale Ingredienti per 4 persone: 200 g di polpa di zucca; 3 cucchiai di zucchero; 1 noce di burro; 200 ml d’acqua; 1 spruzzata di grappa; 4 gocce di aceto tradizionale Tagliare la polpa di zucca a dadini eliminando semi o buccia verde. Fare sciogliere il burro in casseruola e unire la zucca facendola rosolare dolcemente per 3 minuti. Aggiungere lo zucchero e far caramellare pian piano, sfumare con il liquore e bagnare con l’acqua. Lasciare cuocere con coperchio per 10 minuti ancora, fino a quando la zucca sarà ben morbida; lasciare poi raffreddare e riporre, (all’ interno di un contenitore per PacoJet), in abbattitore (mod. Cervino Lampo)o freezer. Una volta congelato passarlo nel PACOJET e servire con una goccia di aceto tradizionale. Budinetto tiepido di zucca su fonduta di casatella, stufatina di funghi di stagione e taccole Ingredienti: 200 g di zucca marina pulita ,curata e tagliata a cubetti; 100 gr. di panna fresca; 30 g di scalogno a julienne; 80 g di formaggio Casatella; 80 g di latte; 10 g di vino Madera; 50 g di funghi di stagione trifolati e tagliati sottili; 50 g di taccole tagliate a piccoli cubetti; 6 tuorli d’ uovo. Brasare lo scalogno in poco olio d’oliva. Aggiungete la zucca e brasatela per qualche minuto. Aggiungere la panna e cuocete fino a quando il composto sarà asciutto, quindi frullatelo Aggiungere i tuorli d’uovo e versare nei contenitori di alluminio imburrati precedentemente. Coprite con pellicola e cuocete in forno per 35 minuti a 130 °. Fate bollire il latte, aggiungete la Casatella e il Porto. Togliete dal fuoco e lasciate a bagnomaria fino a che divenga composto liscio. Padellate in poco olio d’oliva i funghi e le taccole. Adagiate su un piatto il budinetto, aggiungete la fonduta e lo stufatino di taccole e funghi. Tortino alla zucca e nocciole Ingredienti: 600 g zucca; 150 g zucchero; 50 g mandorle; 100 gr granella nocciole; n° 1 bicchierino di grappa; n°1 limone; 80 gr farina “00”; n° 1bustina di lievito; n°2 uova; burro, sale Tagliare la zucca a cubetti piccoli e cuocerla con una piccola noce di burro. Quando si sarà sfatta aggiungere lo zucchero, le mandorle tostate e pestate, granella di nocciole. Mescolare il tutto e aggiungere la farina ed il lievito. Amalgamare i tuorli e successivamente gli albumi montati a neve ben ferma. Versare l’impasto in una tortiera imburrata e cuocere in forno a 180°C x 1h circa. leaves, mix well and season to taste with salt and finely milled pepper. Beat the egg white to a stiff consistency in the Marte planetary mixture and fold into the mixture. Line small baking moulds with a separating agent and fill with the mixture. Bake for 15–20 minutes at 170–180 °C. Pumpkin sorbet with traditional balsamic vinegar Ingredients (serves 4): 200 g pumpkin flesh; 3 tablespoons sugar; 1 knob butter; 200 ml water; 1 sprinkle grappa; 4 drops traditional balsamic vinegar Cut the pumpkin into small cubes, removing any seeds and discarding any green parts from near the rind. Melt the butter in a saucepan, add the pumpkin and sweat gently for 3 minutes. Add the sugar and caramelise very slowly, deglaze with the grappa and add the water. Cook covered for another 10 minutes until the pumpkin has completely softened, then leave to cool, then pour into a PacoJet container and chill in the Cervino Lampo blast chiller or the freezer. Once frozen, blend in the PACOJET and serve with a drop of traditional balsamic vinegar. Cervino 5T, Sirman Lukewarm terrine of pumpkin on a Casatella cheese fondue served with braised seasonal mushrooms and Italian flat beans Ingredients: 200 g ‘Marina di Chioggia’ pumpkin, scraped clean and cut into small cubes; 100 g fresh cream; 30 g shallot in Julienne strips; 80 g Casatella cheese; 80 ml milk; 10 ml Madeira wine; 50 g seasonal mushrooms, sliced thinly and sautéed with garlic and parsley; 50 g Italian flat beans, diced finely; 6 egg yolks Braise the shallot in a little olive oil. Add the pumpkin and braise for a few minutes. Add the cream and cook until dry, then blend. Add the yolks and pour into buttered aluminium moulds. Cover with film and cook in the oven at 130°C for 35 minutes. Bring the milk to the boil then add the Casatella cheese and the Port. Remove from the heat and leave in the bain-marie until the mixture is smooth. Sauté the mushrooms and the beans in a little olive oil. Place the terrine on the plate, add the fondue and the braised Italian flat beans and mushrooms. Luca Bertolini secondo chef hotel Ancora di Cortina d’Ampezzo Pumpkin and hazelnut tartlet Ingredients: 600 g pumpkin; 150 g sugar; 50 g almonds; 100 g crushed hazelnuts; 1 liqueur glass of grappa; 1 lemon; 80 g type “00” flour; 1 sachet baking powder; 2 eggs; butter, salt Cut the pumpkin into small cubes and cook with a small knob of butter. Once the pumpkin has assumed a mushy consistency, add the sugar, the toasted and crushed almonds and the crushed hazelnuts. Mix and add the flour and baking powder. Mix in the yolks and then fold in the egg whites, beaten to a very stiff consistency. Pour the mixture into a buttered cake mould and bake for approximately 1 hour at 180°C. Roberto Leonardi chef patron del ristorante Marco Polo di Mestre (VE) Planetaria Plutone, Minneapolis, frullatore Orione, Sirman 67 di Fabio Momolo Executive Chef Hotel Metropole GB Hotels Abano Terme PD Timballo di riso Carnaroli con zucca, formaggio Asiago e zafferano, caponatina di zucca trifolata con dolcezza di capasanta Ingredienti per il timballo: riso Carnaroli g. 320; frullato di zucca cotta g. 200; zafferano g.2; trito di cipolla Rossa di Tropea g.30; zucchina grigliata a fette n°8; brodo vegetale; olio extra vergine d’oliva dei Colli Euganei g.40; grana Padano grattugiato g.60; cubetti di formaggio Asiago fresco g.40. Ingredienti per capasanta e caponatina: Cubettata di zucca cotta al vapore g.240; olio extra vergine d’oliva dei Colli Euganei g.50; trito di cipolla bianca di Chioggia g. 20; erbette aromatiche tritate (timo,maggiorana, prezzemolo); g.20 polpa di capasanta n° 8; brandy italiano. Minicooker, Sirman Dopo aver rosolato la cipolla di Tropea con olio d’oliva, aggiungere il frullato di zucca e il riso e cuocere delicatamente come sempre il risotto. Mantecare con l’olio d’oliva il grana e per ultimo l’Asiago. Foderare uno stampo con la zucchina, riempire con il risotto, sistemare il tutto nel piatto e guarnire con la zucca a cubetti. Preparare la caponatina scottando la zucca in padella e aggiungendo il trito aromatico e la cipolla. Dorare la capasanta, profumare con il brandy e guarnire con erbette in partenza. Composizione di quaglia e piselli in bacello con zucca in saor Ingredienti per 4 persone: 8 petti di quaglia;1 rametto di salvia e 1 di rosmarino; 12 bacelli di piselli lessati interi; 200 g di zucca; 2 cipolle rosse; 1 cucchiaino di pepe nero in grani; 5/6 foglie di alloro; 2 cucchiai di aceto bianco; olio extravergine; sale e pepe. di Marco Squizzato Chef della “Trattoria al corso” di Campodarsego PD Private la zucca della buccia. Tagliatela a fettine dello spessore di 6/7 mm e scottatele in una padellina antiaderente, dopo averle leggermente salate, a fuoco lento fino a che saranno appassite. Lasciatele raffreddare su un piatto. Tagliate, ora, le cipolle in sottilissime fettine e fatele appassire anch’esse in padella con un po’ d’olio, il pepe in grani, le foglie di alloro, il sale e l’aceto bianco. Quando si sarà raffreddata pure la cipolla, in un recipiente formate degli strati alternando quest’ultima alla zucca e lasciate riposare un paio d’ore. Fate rosolare i petti di quaglia conditi con il sale e pepe ed infornateli per non più di 10 minuti con la salvia ed il rosmarino. Quando saranno cotti lasciateli intiepidire, tagliateli a listerelle e componete il vostro piatto aggiungendo i bacelli e la zucca in saor. Questo piatto si accompagna generosamente con un buon Serprino dei Colli Euganei dell’Azienda agricola “Impianzio”. TM tagliaverdure, con disco Julienne, Sirman 68 Timbale of Carnaroli rice with pumpkin, Asiago cheese and saffron with a sautéed pumpkin Caponata and seared scallop with brandy Ingredients for the timbale: 320 g Carnaroli rice; 200 g puréed cooked pumpkin; 2 g saffron; 30 g finely chopped Tropea red onions; 8 slices grilled courgette; vegetable stock; 40 g Colli Euganei extra virgin olive oil; 60 g grated Parmesan; 40 g young Asiago cheese in cubes Ingredients for the scallop and pumpkin Caponata: 240 g steamed diced pumpkin; 50 g Colli Euganei extra virgin olive oil; 20 g finely chopped Chioggia white onions; 20 g finely chopped herbs (thyme, marjoram and parsley); 8 shelled scallops (20 g); Italian brandy Sauté the Tropea red onion in olive oil, add the puréed pumpkin and the rice and cook gently as you would with a normal risotto. Stir to a creamy consistency with olive oil and Grana cheese, adding the Asiago at the end. Line a mould with the courgette slices, fill with the risotto, turn out on the plate and garnish with the diced pumpkin. To make the pumpkin Caponata, sauté the pumpkin in the pan, adding the chopped herbs and the onion. Sear the scallop, flame with brandy and garnish with herbs immediately before serving. Composition of quail and peas in the pod with marinated pumpkin ‘in saor’ Ingredients (serves 4): 8 quail breasts; 1 sprig sage and 1 sprig rosemary; 12 whole pea pods, boiled; 200 g pumpkin; 2 red onions; 1 tablespoon whole black peppercorns; 5-6 bay leaves; 2 tablespoons white vinegar; extra virgin olive oil; salt and pepper. Peel the pumpkin. Cut into slices 6-7 mm thick, salt lightly and cook on a low heat in non stick pan, without adding oil, until they have softened. Leave to cool on a plate. Slice the onions thinly and soften in the pan with a little oil, the peppercorns, the bay leaves, the salt and the white vinegar. Once the onion has cooled, arrange alternating layers of onion and pumpkin in a suitable recipient, and set aside to marinate for a couple of hours. Season the quail breasts, brown in a pan and then roast for no more than 10 minutes with the sage and rosemary. When cooked, leave to cool until lukewarm, cut into strips and assemble the dish adding the pea pods and the marinated pumpkin in saor. This dish goes excellently with a good Serprino dei Colli Euganei by Impianzio. ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE CUOCHI ITALIANI Da Cenerentola dell’orto a regina del buffet La zucca in Italia è senz’altro uno degli ingredienti maggiormente utilizzati per le più svariate preparazioni grazie al suo sapore dolce e al gusto versatile. In quest’occasione vorrei ricordare un diverso utilizzo della Regina di Halloween che regala piacere non solo alle papille gustative, ma soprattutto alla vista. La zucca è una delle migliori basi per sculture artistiche di pregio, opere d’arte che grazie alle abili mani di grandi professionisti permettono ad un prodotto da “Cenerentola” dell’orto di diventare il Re di buffet e tavole. Gino Brescia, uno dei migliori Maestri intagliatori dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani, ci regala grandi emozioni con i suoi intagli perfetti, merletti d’eccezione che esaltano ancora una volta la protagonista indiscussa del momento: la zucca. di Sonia Re Direttore marketing e comunicazione A.P.C.I. From the Cinderella of the vegetable garden to the king of the buffet In Italy, squash and pumpkin are among the ingredients most commonly used in a diverse range of dishes, thanks to their sweet flavour and versatile taste. Here however I would like to talk about a different use for the Queen of Halloween, a delight not just for the taste buds, but also the eyes. The pumpkin represents an ideal basis for fine artistic sculptures, works of art created by the skilful hands of great professionals, transforming the “Cinderella” of the vegetable garden into the King of buffets and tables. Gino Brescia, one of the Italian Chefs’ Association’s top carvers, transmits strong emotions with his perfect carvings, exceptional lacework which once again brings out the best in the undisputed star of the moment – the pumpkin. EUROTOQUES Un piatto semplice di buon gusto La zucca, elemento ‘povero’ del nostro patrimonio agro alimentare ha un grande interesse dal punto di vista gastronomico. Più conosciuto dalle giovani generazioni come elemento decorativo della festa di Ognissanti, è stato fonte di sostentamento per intere generazioni nel passato. Piadina con insalatina di zucca agrodolce e sardoncini croccanti Ingredienti per 6 persone: Per la piadina 500 g di farina 0; 150 g di strutto di maiale; 150 g d’acqua; 50 g di latte; 10 g di sale. Impastare tutto insieme fino ad ottenere un impasto liscio. Metterlo a riposare per almeno 2 ore. Per la zucca preparare una marinata mettendo a bollire 50 g di zucchero e 50 g di miele d’acacia con 100 g di aceto rosso invecchiato. Farlo bollire piano per 10 minuti, spegnere e far raffreddare. A parte prendere 500 g di zucca, pulirla e tagliarla a fette sottili, cuocerla velocemente da ambo i lati in padella antiaderente o su di una piastra salandola. Mettere la zucca con la riduzione agro dolce precedentemente preparata e lasciarla marinare per un giorno almeno. 150 g di insalatina di campo pulita e lavata. 40 sardoni puliti e spinati passati nel pan grattato con sale e olio d’oliva e cuocerli velocemente da ambo le parti in padella antiaderente. Tirare e cuocere la piadina sull’apposita piastra. Disporre al centro del piatto l’insalata di campo, sistemarvi sopra la zucca scolata dalla sua marinata, adagiarvi attorno i sardoncini croccanti e servire con la piadina calda. A simple yet elegant dish While the pumpkin has always been associated with Italy’s poorer culinary and rural traditions, it is nonetheless an ingredient if significant gastronomic merit. This vegetable, which is better known by today’s youngsters as a Halloween decoration, provided sustenance for whole generations in the past. Piadina flatbread served with a leaf salad with sweet and sour pumpkin and crispy sardines Ingredients (serves 6): For the Piadina: 500 g type 0 flour; 150 g pork lard; 150 ml water; 50 ml milk; 10 g salt. Mix and knead the ingredients together to make a smooth dough. Set aside to rest for at least 2 hours. For the pumpkin: Prepare a marinade, mixing 50 g of sugar and 50 g acacia honey in 100 ml aged red wine vinegar. Bring the mixture to the boil, simmer for 10 minutes then turn off the heat and leave to cool. Separately, peel and deseed 500 g pumpkin, slice thinly, salt, then sear very quickly on both sides in a non-stick pan or on a griddle. Add the pumpkin to the sweet and sour reduction made previously and leave to marinate for at least a whole day. Wash and trim 150 g of mixed baby leaf salad. Gut and bone 40 sardines, dip in breadcrumbs with salt and olive oil and cook quickly on both sides in a non-stick pan. Roll out the Piadina and cook on the special hotplate. Arrange the baby leaf salad in the centre of the plate, place the pumpkin on top (drained of the marinade), arrange the crispy sardines around the salad and serve with the hot Piadina. di Luigi Sartini Chef ristorante Taverna Righi a San Marino Plutone 10, Crepiera per cottura della piadina, Sirman 69 Diario di bordo della N.I.C. a cura di Marco Valletta Tutti gli appuntamenti con la NIC li chef azzurri si sono allenati lo scorso giugno presso la prestigiosa sede del Nova Yardinia Resort, Località Principessa – Castellaneta G Marina - TA – Puglia, dove lavora come chef Vito Antonio Semeraro membro NIC da molti anni. La Nazionale Italiana Cuochi ha dato gli ultimissimi ritocchi al menu di gara che sarà presentato ai prossimi Mondiali di Cucina in Lussemburgo dal 20 al 24 novembre 2010, durante l’Expo Gast, uno degli appuntamenti più importanti nel panorama gastronomico internazionale. Veri e propri mondiali della gastronomia, mecca di chef e pasticceri di ogni nazionalità, un evento culinario e gastronomico di cucina che impegnerà oltre 35 squadre nazionali da tutto il mondo. Ricordiamo che la NIC affronterà tutte le prove delle nazionali per entrambe le categoria Senior e Junior, ai quali va sempre il nostro sostegno. Gli chef della N.I.C. hanno voluto esordire con il “first testing” proprio Nova Yardinia Resort, facendo valutare le proposte alimentare agli ospiti intervenuti, utilizzando una serie di schede di valutazione che hanno permesso di fare delle correzioni utili al miglioramento di ogni singolo piatto del menu proposto. Grande La NIC presenterà forza è stata data nella costruzione delle ricette di questo menu NIC per il menù ufficiale valorizzare i sapori della dieta mediterranea, con prodotti IGP e DOP della competizione di dei territori d’Italia. Scopo primario di testare il menu NIC, prima della Lussemburgo dell’Expo competizione, è cercare di capire se gli chef NIC hanno ben interpretato Gast – composto dallo gli aspetti culinari del Made in Italy e se la proposta è stata gradita dai starter di pesce, dal commensali. Ma lo scopo di costruire menu di “ampio respiro italiano” è main course di carne e dal dessert articolato – quello di portare nelle vetrine internazionali le “diverse cucine nostre” quelle delle province, delle regioni, per far capire alla platea mondiale il 25 e 26 ottobre 2010 quanto è ricco il nostro patrimonio italiano oltre la pizza, le lasagne e gli ad Abano presso il spaghetti. In ogni menu proposto dagli chef della NIC vengono inseriti Grand Hotel della GB Hotels di Abano Terme. sempre alcuni aspetti di alta ristorazione, sperimentazioni legate alla nuove tendenze gastronomiche, a nuove tecnologie applicate, a sistemi di cottura di nuova concezione e soprattutto alla ricerca di una codifica sistematica per una cucina di qualità in senso ampio. Per il programma della cucina fredda la NIC si e’ ispirata all’alta moda italiana, il filo conduttore dell’ispirazione saranno i grandi marchi che hanno dato lustro all’Italia. in ogni programma del tavolo si potrà osservare un piatto rappresentativo degli oggetti degli atelier più rinomati nel settore dell’alta moda. 70 Ancora un’altra attività di formazione e promozione culturale della NIC. La NIC insieme alla GB Hotel di Abano Terme del gruppo Borile ha promosso e valorizzato presso le strutture prestigiose del gruppo: Buongiorno, Buongusto, Benessere: Tutti i colori del mattino. Dopo oltre sei mesi di studio e di ricerca alimentare, fatti a quattro mani con gli chef della NIC e gli chef GB Hotels Claudio Casarin, Lorenzo Crisci, Silvano Lain, Fabio Momolo e Gian Antonio Quintario, sono state presentate lo scorso giugno le ricette e i percorsi enogastronomici che guardano innanzitutto la salute dell’ospite. Accostamenti di piatti, di colori e di ingredienti sani, creativi e leggeri, che rispondono perfettamente alla voglia di benessere che si potrà soddisfare nelle strutture ricettive GB hotels di Abano terme (www. gbhotelsabano.it.). Si tratta di uno studio attento per costruire un sistema di qualità culinario e gastronomico per ogni momento alimentare che potrà essere vissuto dal cliente d’albergo senza tanti distrattori. La prima colazione del benessere si articola in un percorso dei sensi che ha l’obiettivo di educare ad un’alimentazione consapevole, sana ed equilibrata senza rinunciare al gusto. FEDERAZIONE ITALIANA CUOCHI Omaggio ad un collega dell’arte dell’intaglio n riconoscimento culturale all’ortaggio tanto amato dai cuochi non poteva mancare, per questo desidero riportare integralmente il testo U che ho scritto per l’introduzione al libro “Sucche” del Maestro Alberto Tomasi, (Ed. Terra Ferma, novembre 2002), riconoscendogli un gran merito: “tra le sue mani, le innumerevoli zucche diventano opere d’arte, e diventano espressione del bello effimero della bellezza”. In terra veneta l’ortaggio zucca ha sempre avuto un ruolo fondamentale in cucina e non solo e vi svelo il perché. Giuseppe Boerio nel suo Dizionario del Dialetto Veneziano nel 1856, che raggruppa anche l’aggiunta dell’indice Italiano Veneto, trascrive alcune indicazioni su come leggere il nome dell’ortaggio. Dice: “Con la “Z” aspra si legge in alcuni territori del Veneto o con la “S” dolce in altri, anche la differenza tra singolare e plurale la “C” è dolce nel primo caso, aspra nel secondo”. Ma entriamo nel merito dell’agro alimentare e vediamo all’epoca di Boerio quante zucche c’erano e se oggi le riconosciamo ancora. Zùca, ve ne sono lunghe, di tonde, di schiacciate, di grandissime, di mediocri e di piccole; alcune si mangiano, altre solo come decorazione. Tutte le zucche tonde hanno la forma di popone. Zùca barùca: o zùca de scorzo duro o da inverno, Zucca sussi o gialla o Zucca popone, frutto notissimo, del genere delle Cucurbite detta da Sistematici Cucurbita melopepo carne crocea, dicesi anche Zucca frataia. Zùca Turca: zucca o berlingozzo; zucca a pasticcino, Zucca a Corona, Berrette Turco, Turbante. Zùca da vin, Zucca dei pellegrini o zucca fiasco, altre sorte di zucca, che quando è secca si vuota e serve all’uso di riporvi acqua e vino, conosciuta come pianta Zùca da bever. Zùca da parancale, o zuca longa, zucca da pescare, essa è di forma di falce, di scorza dura quando è secca. I pescatori vi legano le corde degli ami, abbandonandole al mare, le quali stanno sopr’acqua, essi ritornano a raccogliere gli ami colla preda, a cui servono di segnale. Zùca melòn: zuca a cedrato, piccola zucca rotonda, di colore giallastro, sparsa di verruche, che ha la fibra come cedro o pomoncino, e non serve fra noi ad alcun uso. Zùca Selvadega: Brionia o Vite bianca, non sempre facile da trovare, ma bella da vedere. Zùca Santa: zucca del collo torto, zucca violino, zucca che si coltiva ed alligna in gran copia nelle ortaglie del nostro Estuario, e specialmente a Chioggia, ed è buonissima da mangiare. M. V. I o il X X VI ale della FIC t a ll u e il ‘XXVII n n A ion z ai lettori ch Cuochi), a re N a ic o n s u s m e Congr cente di co ederazione Italiana zato dai zine è spia iz maga a FIC’ (F nd e organ Zafferano ionale dell bre presso Gardala noscenza dei reali z a N o ss -28 otto Congre -a do a co i giorni 24 rogramma . Non essen previsto per i, è stato annullato provviso cambio di p ariati mesi et sv im Cuochi Ven anno portato a tale onte un impegno di comunicato el h m n e a o ch n ss i i espre motiv to e co dagli organ i dall’even mo quanto pochi giorn parazione - riportia decisione è stata presa anizzativa e pre o cui tale atura org per la sua FIC second sorti problemi di n la el d le ia i in uffic ‘a causa d competenti l’evento’. del gestionale 71 WIGWAM CORNER di Efrem Tassinato Presidente del Circuito Wigwam Info: Club di Progetto Wigwam “Via Salaria turistica” [email protected] 72 Giri di zucca intorno ai wigwam nche la zucca fa turismo, saporito, dai colori caldi e in un mese, che A non fa più troppo caldo ma non è già troppo freddo. Un’occasione, da essere degno pretesto per una scampagnata della durata di una giornata, ma varrebbe la pena di un weekend. Ecco tre proposte selezionate dal Circuito Wigwam. In Lombardia, “LA ZUCCA NEL PIATTO” - a Sermide (Mn) – Sabato 25 e Domenica 26 Settembre 2010. Una due giorni dedicata alla cucina mantovana “di frontiera”, nel senso che Sermide sta in Lombardia ma incuneata tra la provincia di Rovigo in Veneto e quella di Ferrara in Emilia Romagna. Se non bastasse è pure rivierasca al Po, che come si sa ha storicamente rappresentato la principale via acquea del nostro Paese, porta di mille contaminazioni che hanno arricchito un bel po’ anche le cucine locali con ingredienti (come il pepe, la noce moscata e i chiodi di garofano) provenienti anche da molto lontano. Ecco il menu del weekend dedicato alla zucca proposto dal Wigwam Circolo di Campagna “Corte Schiavi” presso il proprio ristorante. Negli antipasti, un cestino di parmigiano con crema di zucca alla mantovana e salamella croccante, poi una rosa di zucca violina marinata all’aceto balsamico di Modena con prosciutto crudo di Parma. Come primi piatti una vellutata di zucca con cape sante alla francese e gnocchetti di zucca con semi di papavero e ricotta affumicata. Di secondo piatto, filetto di maiale in sfoglia con zucca in saòr. Dessert, crema di zucca brulé con amaretti e salsa la cioccolato. Info: tel. 0386 62263 Cel 338 725377 [email protected] In Friuli Venezia Giulia, ”SALTO NEL MEDIOEVO PER LA XX° FESTA DELLA ZUCCA” - a Venzone (Ud) da sabato 23 Ottobre 2010 alle 15.00, a domenica 24 Ottobre 2010 alle 20.00. Il quarto finesettimana di ottobre di ogni anno, nel centro storico della cittadina medievale di Venzone ecco sbucare come per incanto – come usciti da una fiaba o, se si preferisce, da un libro di storia – musici e giocolieri, mangiafuoco, nobildonne e cavalieri, personaggi come l’Arciduca della Zucca ed i membri della Sacra Arci Confraternita della Zucca, i terribili armigeri, il ciarlatano ed il mendicante, il rustico con i pennuti e tanti altri. Ma al centro di tutto c’è sua maestà la zucca. Zucche dappertutto: in piazza, nelle vetrine, nelle locande e taverne, sulle bancarelle, zucche condite in ogni salsa, in grado di soddisfare anche il palato più curioso ed esigente, zucche di ogni forma e dimensione, poi addirittura misurate con quell’estemporaneo marchingegno che è lo zuccometro. Non basta: c’è anche la mostra concorso dei preziosi (e spesso dimenticati) ortaggi: zucche intagliate o decorate in mille maniere, tanto da diventare delle piccole opere d’arte. Un premio particolare va alla più pesante: si sono avute zucche anche di 391 kg! E questo fino all’imbrunire di una giornata medievale senza pari: l’arrivo delle tenebre non fa altro che dare un ulteriore tocco di antico fascino alle manifestazioni, rischiarate dalle fiaccole e torce che ci riportano indietro nei secoli, ai tempi del Patriarca Bertrando, dello splendido Medioevo venzonese e di tanti personaggi sepolti sotto pagine di storia che questa manifestazione ha contribuito a far riscoprire ed apprezzare. Il tutto grazie all’opera preziosa di circa 350 volontari. Nell’ambito della festa uno spazio particolare è riservato al Progetto “Una Zucca per Venzone”, avente lo scopo di promuovere la coltivazione della zucca nel territorio comunale: sarà quindi possibile acquistare presso l’apposito stand la Zucca di Venzone. Info: [email protected] Il pernottamento in zona consente di sperimentare una forma di soggiorno altrettanto bella e insolita. A Sutrio, con davvero poca spesa, si può prenotare all’Albergo diffuso Borgo Soandri che dispone di stanze ed appartamenti sparsi nel centro e nei dintorni. Mangiare Cialsons e Frico all’Osteria da Alvise, fare colazione a all’Enoteca e Prosciutteria “Il Marangon”, acquistare prodotti tipici locali, in specie formaggi e latticini di straordinaria bontà al Caseificio “Alto But”, visitare il Presepio di “Teno” grandissimo e intermante in legno intagliato con figure che riproducono con movimento i lavori tradizionali della Carnia e, nella vicina Timau di Paluzza il bel museo storico “La Zona Carnia nella Grande Guerra” magari avendo la fortuna di conoscere Lindo Unfer che ne è l’appassionato direttore. Info: Anita e Germana Tel. 0433 778921 [email protected] In Veneto “19^ SUCA BARUCA COL MOCOLO IMPISSA’” – a Piove di Sacco (Pd) centro storico – Domenica 17 Ottobre 2010. Mostra mercato di zucche e affini, la piazza diventa una grande fattoria d’altri tempi. Le attività di ristorazione, i panificatori e i macellai del territorio offrono degustazioni incentrate sulla gustosa cucurbitacea e sui prodotti tipici e le preparazioni della tradizione gastronomica locale. Mostra degli antichi mestieri e gara di intaglio aperta a tutti. Info: Pro Loco Tel. 049 5840705 Cel 338 1302278. In località Arzerello si può far visita alla sede nazionale del Circuito Wigwam ed eventualmente, presso il Circolo di Campagna (per prenotare: Tel. 049 9703015 [email protected]) degustare piatti a base di zucca tra i quali la zucca in saòr (vedi ricetta). Per pernottare in zona: a Ponte San Nicolò al Wigwam B&B “Il Vecchio Ponte” Tel. 049 717981 [email protected] oppure nella vecchia abbazia benedettina di Correzzola – Hotel La Corte (accreditato Wigwam) Tel. 049 5807277 [email protected] Un facile antipasto per l’autunno Zucca in saor In autunno sarebbe un peccato lasciar andare la zucche solo per far da carrozza a Cenerentola o sacrificarle a mo’ di lucerne per la moda importata di festeggiare Halloween. Invece, meglio mangiarsele ed ecco una semplice quanto antica ricetta recuperata, da proporre come antipasto (su crostino) ma anche a mo di contorno o, volendo, di vero e proprio secondo piatto Vegan. Ingredienti: Per 4 persone: 400 g di zucca Violina; 2 cipolle bianche di Chioggia; bacche di ginepro; 2 cucchiai di aceto di vino; olio extravergine d’oliva. Sbucciate e affettate la zucca a fette di circa 1/2 cm di spessore e fatela soffriggere nell'olio d'oliva, e questa è la maniera classica. Io però preferisco, una volta fatta a fette, cuocerla al forno perché rimane più leggera e se ne concentra il sapore. Pulite e affettate finemente la cipolla, e mettetela a soffriggere a fuoco bassissimo (non deve dorare) con due cucchiai di acqua e l’aceto, l'olio ed un paio di bacche di ginepro in un'altra padella. Disponete la zucca a strati con la salsa di cipolla, dalla quale avrete tolto le bacche di ginepro, in una terrina e lasciatela riposare almeno per qualche ora. Il giorno dopo è ancora più buona. Vini di accompagno: Pecorino Offida DOC “Rugaro” – Cantina dei Colli Ripani. Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut “Borgoluce”. Si racconta … Che nel territorio della Saccisica, al tempo in cui i pescivendoli di Chioggia giravano per le campagne con massicce biciclette a vender sarde, sardoni, gransi e folpi e quant’altro avevan portato a riva i pescatori della notte, si capissero le possibilità economiche delle famiglie dagli ingredienti per il saòr: i benestanti lo facevano col pesce pregiato; i contadini con le sarde, magari barattate con uova e galline; i lavoratori a giornata, che non avevano mai soldi e niente da scambiare, lo facevano con la zucca, che tanto si poteva coltivare anche lungo i fossi. Palladio 300 TOP, Sirman ARTE IN TAVOLA La zucca bitorzoluta Q uesto ortaggio è riemerso con la ristorazione moderna grazie alle ricette regionali che i nostri chef di cucina hanno saputo riscoprire e rielaborare. In passato era tenuta più in considerazione: si pensi a tutte le utilizzazioni che venivano fatte in casa con la zucca, oltre alle paste alimentari farcite e i risotti. A Marina di Chioggia viene coltivata la famosa zucca ‘barruca’ (bitorzoluta) che ancora oggi viene cotta e venduta a fette per le calli di Venezia. I fiori di zucca fritti assieme a foglie di salvia, menta, melissa e petali di rosa accompagnano, nei grandi alberghi, gli antipasti caldi che vengono servitiin piedi nelle hall con gli aperitivi e cocktail più svariati. Al ristorante la zucca è ben visibile nei mesi autunnali. Fino a qualche anno fa i ristoratori gareggiavano per avere la più grossa in esposizione. Il personale di sala si sbizzarrisce nel creare angoli dove la zucca, assieme ad altri frutti di stagione, favorisce un’atmosfera suggestiva, calda e accogliente. Come non ricordare i focolari di campagna di una volta dove la zucca veniva cotta sotto la cenere. Anche l’assoziazione Arte in Tavola propone spunti di decorazioni particolari, nelle varie stagioni, agli allievi delle scuole alberghiere, si tiene in contatto con gli insegnanti tecnico-pratici per poter così dare nuovi stimoli a coloro che domani dovranno assumersi la responsabilità dei reparti di cucina e sala bar. Notiamo, in questi ultimi anni, nelle varie dimostrazioni enogastronomiche, l’interesse degli albergatori per la qualificazione e la formazione delle nuove leve; per noi del settore questo è di grande aiuto e ci conforta non poco. Per chi lavora con passione e creatività, come la nostra associazione, le occasioni di proporsi per cambiare sempre in meglio il look del ristorante non mancano mai. GF Denver, Sirman Zuppa di zucca gialla una ricetta di Pellegrino Artusi La cucina è una bricconcella; spesso e volentieri fa disperare, ma dà anche piacere perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria. Zucca gialla, sbucciata e tagliata a fette sottili, un chilogrammo. Mettetela a cuocere con due ramaiuoli di brodo e poi passatela al setaccio. Fate al fuoco un intriso con grammi 60 di burro e due cucchiaiate rase di farina, e quando avrà preso il colore biondo fermatelo col brodo; aggiungete la zucca passata e il resto del brodo che basti per sei persone. Poi versatelo bollente sopra a dadini di pane fritto e mandate la zuppa in tavola con parmigiano grattato a parte. Se fate questa zuppa a dovere e con brodo buono, potrà comparire su qualche tavola ed avrà anche il merito di essere rinfrescante. Marina di Chioggia squash Squash has made a comeback in modern catering thanks to regional recipes rediscovered and reinterpreted by Italian chefs. It was held in higher consideration in the past, as confirmed by the many uses made of the vegetable in the home, apart from filled pasta and risottos. At Marina di Chioggia, they cultivate the famous “zucca barruca” a knobbly skinned squash still today cooked and sold in slices in the alleyways of Venice. In grand hotels, squash flowers fried with sage, mint and lemon balm leaves and rose petals accompany hot hors d’oeuvres served standing with the most diverse aperitifs and cocktails. In restaurants, the squash has a high profile during the autumn. Until a few years ago, restaurateurs tried to outdo their rivals for the largest pumpkin on display. Waiting staff gave free rein to their imagination, creating corners where pumpkins and seasonal fruit created an evocative, warm and welcoming atmosphere. How to forget the countryside hearths of olden days where pumpkins were cooked under the ash. For catering college students, the Arte in Tavola association also proposes particular ideas for decoration during the various seasons, keeping in contact with the technical-practical teaching staff in order to provide new stimuli to those who will be holding positions of responsibility in kitchens and bars in the future. In the various wine and food demonstrations in recent years, we have noticed the hoteliers’ interest in improving the standards and training of the upcoming generations. For us in the sector, this is a great help and reassurance. For those who work with passion and creativity, such as our association, there is no shortage of opportunities to propose new ideas to keep changing the look of the restaurant for the better. di Albino Zoccarato Ufficio stampa e formazione Arte in tavola Arte in Tavola Press and Training Office Pumpkin soup a recipe by Pellegrino Artusi “Cooking is a rascal. It often drives you to desperation, but can also be a delight, because when you succeed, or overcome a difficulty, you feel satisfied and victorious”. Take 1 kilogram of pumpkin, peel and cut into thin slices. Cook with 2 ladles of broth then pass through a sieve. Over the heat, blend 60 g of butter with two level dessertspoons of flour, then when lightly browned, add the broth. Add the pumpkin purée and the rest of the broth (serves six). Bring to the boil and pour over cubes of fried bread and serve with grated parmesan cheese separately. Prepared correctly and with good broth, it is worthy of any table and is also refreshing. Friuli Venezia Giulia LA VIA DEI SAPORI Le eccellenze del Friuli Venezia Giulia conquistano il Veneto Grande successo per la Via dei Sapori. I 51 big del Friuli Venezia conquistano il Veneto: 20 ristoratori, 20 vignaioli e 11 eccellenze dell’agroalimentare hanno imbastito a Villa Zoppolato di Mogliano Veneto una cena spettacolare fatta di cibi raffinati e grandi vini. L’evento ormai annuale è stato occasione per il Friuli di esibire di fronte a più di 500 ospiti le sue elevate qualità nell’ambito della ristorazione, dell’enologia e dell’offerta turistica. Nel gran finale, ciascuno dei 20 chef ha dato la propria interpretazione del dolce estivo con frutta, mousse, zuppe e gelati in gran quantità. Friuli Via dei Sapori, www.friuliviadeisapori.it. Tel. 0432 538752 [email protected]. 73 Sicurezza alimentare Food safety di Luigi Tonellato First Quality Management srl Cercasi bacchetta magica! uante volte abbiamo ripetuto che per poter utilizzare in cucina la tecnica del sottovuoto, o tecniche affini di modificazione dell’atmosfera, Q è assolutamente indispensabile operare nel più rigoroso rispetto delle norme igieniche? Nel numero 31 di Zafferano, abbiamo confrontato due laboratori di gastronomia che producono lo stesso prodotto e lo confezionano esattamente nello stesso modo in atmosfera protettiva. Si rilevava come in un caso, quello più virtuoso, la shef-life (la “vita di scaffale” ovvero la durata utile del prodotto) era addirittura doppia rispetto a quella dell’altro prodotto. Ciò si spiegava anche con la disponibilità di un laboratorio di costruzione più recente e dunque più razionale e facile da gestire e pulire. La progettazione di un laboratorio di preparazioni alimentari (comprese le cucine) è un compito estremamente complesso per le molteplici implicazioni. Pensiamo alle scelte impiantistiche, che, ovviamente, devono avvenire nel rispetto delle normative vigenti, normative non sempre chiare, non sempre interpretate nello stesso modo nei diversi angoli del Paese; talvolta si devono fare i conti con norme di settori diversi che richiederebbero soluzioni non sempre univoche. Prendiamo come esempio l’aria: sappiamo che, in presenza di attrezzature di cottura è indispensabile un impianto in grado di allontanare fumi e vapori al fine di evitare la formazione di condense che favoriscono poi la comparsa di muffe (così recita il D.P.R. 327/1980). Il D.Lgs. 626/94 prima ed il D.Lgs. 81/2008 poi impongono che le condizioni microclimatiche nell’ambiente di lavoro siano tali da non comportare condizioni di stress agli operatori. Se prima si poteva accontentarsi di un semplice imbuto (cappa) collegato ad un aspiratore, ora si deve ragionare in termini di impianto di trattamento dell’aria che consenta di allontanare l’aria viziata, provvedendo contemporaneamente a reintegrare nell’ambiente aria trattata (filtrata, riscaldata, raffreddata,…). Non dimentichiamo poi il Reg CE 852/2004: “Si deve assicurare una corretta aerazione meccanica o naturale, evitando il flusso meccanico di aria da una zona contaminata verso una zona pulita…” Il progettista non può pertanto calcolare semplicemente il numero di ricambi/ora, ma deve essere a tutti gli effetti un esperto di aeraulica, quella parte della scienza della 74 Wanted: magic wand! How many times have we said it? If vacuum-packing or other related modified atmosphere techniques are to be used in the kitchen, it is absolutely indispensable to ensure the strictest compliance with hygiene standards. In issue 31 of Zafferano, we compared two food preparation establishments that produce the same product and package it in a protective atmosphere by exactly the same method. It was found that the product packaged by one of these businesses — the more virtuous — had a shelf life no less than twice as long as that packaged by the other. This is explained not least by the fact that the premises was built more recently, and therefore of more rational design, more easy to run and to keep clean. Designing a food preparation establishment (including the kitchens) is a highly complex undertaking, given the many issues involved. A case in point is that of systems and equipment, which obviously must be installed in accordance with current regulations — regulations that are not always clear, and not always interpreted in the same way in all parts of the country; it can also happen that regulations for different sectors may call for solutions that are not always clear-cut. Take air, for example: we know that where cooking equipment is in operation, it is essential to have a meccanica che considera le leggi generali degli aeriformi e principalmente il moto dell’aria, ed insegna i metodi per canalizzarla, diffonderla negli ambienti ed effettuarne i trattamenti di filtrazione, termici ed acustici. Chi produce pasti in una cucina in funzione di un servizio comunque ravvicinato nel tempo non se ne accorge più di tanto; nel caso delle gastronomie in cui le shelf-life sono anche di varie settimane, c’è chi si chiede da dove provengono muffe o lieviti… Siamo fortemente interessati al ritrovamento della bacchetta magica, quella che consentì di trasformare una zucca in calesse! system capable of extracting fumes and steam in order to prevent condensation, which would favour the growth of moulds (Presidential Decree 327/1980). Legislative Decrees n° 626/1994 and n° 81/2008 require that the microclimate of the workplace should be controlled in such a way that employees are not exposed to stressful conditions. In the past, in was sufficient to install a simple hood connected to an extractor fan, but now, health and safety standards dictate the use of an air handling system that will remove stale air and simultaneously refresh the climate in the work environment with treated air (filtered, heated, cooled…). Then there is EC Regulation 852/2004, which states that: “There is to be suitable and sufficient means of natural or mechanical ventilation. Mechanical airflow from a contaminated area to a clean area is to be avoided.” Accordingly, the designer cannot simply calculate the number of air changes per hour, but must be an expert to all intents and purposes in aeraulics, the branch of science that deals with the natural laws of aeriform elements — principally the motion of air — and teaches the methods by which it can be ducted, distributed into spaces, and subjected to filtration, thermal and acoustic treatments. In the foodservice sector, where meals are cooked and eaten relatively quickly, air quality is less of a concern, whereas in food preparation and packaging, where products may have a shelf life of up to several weeks, one wonders where these moulds or yeasts come from... What we really need to rediscover is that magic wand — the one that used to turn pumpkins into carriages! Sistemi di cottura intelligenti Intelligent cooking systems di Guido Ongaro Chef, consulente di tecnologie alimentari I fantastici quattro i sicuro non sono i mitici eroi della Marvel, che avevano come missione la salvezza del mondo dai cattivi, quelli a cui faccio riferimento D quando scrivo dei fantastici quattro, bensì altri fantastici quattro. Quattro fantastici macchinari che in cucina sono molto importanti e che ci possono salvare, o meglio aiutare, in molteplici situazioni nell’organizzazione lavorativa, che sia un semplice servizio alla carte oppure il più complesso dei banchetti nuziali. Sto parlando del forno trivalente, della macchina sottovuoto, del mantenitore di temperatura a umidità controllata e dell’abbattitore di temperatura. Queste quattro attrezzature sono già da sole dei validi aiuti in cucina, sia nella trasformazione dei cibi da crudi a cotti, sia nel loro mantenimento caldo o freddo. Combinandoli insieme, invece, avremo un sistema operativo che veramente può cambiare in meglio il nostro lavoro. Allora conosciamoli meglio e combiniamoli insieme: Il forno trivalente già si sa che ci può aiutare molto con le sue molteplici funzioni, oggi ancor più facile da utilizzare con le cotture automatizzate e le svariate funzioni che ha. Già operando da solo può garantire un servizio espresso eccezionale, che poi sarebbe anche la miglior maniera di lavorare. Quello che produciamo lo serviamo subito, ma ben sappiamo che non è sempre così, infatti molte volte abbiamo la necessità di cucinare le pietanze in anticipo per poter essere meglio organizzati e di mantenerle calde, pronte per essere servite a tavola. Allora ci si adopera con i più svariati metodi per mantenerle in caldo: ad esempio, nella bocca del forno, ma qui la maggior parte delle volte si secca, allora le si devono bagnare con dei liquidi o coprirle con della carta o altro; oppure a bagnomaria, ma anche qui il prodotto non rende al meglio. Potrei andare avanti ad elencare un’infinità di sistemi non corretti, o meglio, che non garantiscono la temperatura giusta o l’umidità adeguata al cibo. La soluzione a queste problematiche si chiama mantenitore di temperatura ad umidità controllata. Questa macchina ci permette di mantenere al caldo il cibo con la giusta percentuale di umidità, qualsiasi sia la pietanza, permettendoci così di avvantaggiarsi con le cotture, mantenerle calde per il giusto tempo e adeguandosi alla tipologia di servizio che si deve fare. Il mantenitore avendo una temperatura controllabile e una regolazione dell’umidità ci consente anche di fare delle cotture a bassa temperatura, liberando così il forno da quelle interminabili cotture che lo terrebbero impegnato per molte ore limitandogli l’operato che normalmente farebbe. Quindi il mantenitore abbinato al forno già ci da’ la prima possibilità di modificare il nostro sistema di lavoro liberandoci dall’incombenza delle cotture espresse . Combinando, invece, il forno all’abbattitore di temperatura iniziamo ad allungare ancor di più i tempi di durata dei prodotti che cuciniamo, infatti un repentino abbassamento della temperatura del cibo appena cotto permette una riduzione considerevole della proliferazione batterica allungando così del doppio dei giorni la durata del cibo. Ecco che, in questo modo, potremmo preparaci alcuni prodotti giorni prima del loro utilizzo avendo la garanzia della loro durata. Così facendo potremmo facilmente organizzare al meglio il lavoro in cucina occupando i tempi morti diluendo il lavoro durate tutta la settimana lavorativa e non concentrandolo solo 76 The fantastic four I’m not talking about Marvel comic book heroes here, whose job it was to rid the world of evil. No, the fantastic four I’m talking about are completely different: they are four fantastic machines that play an essential role in the modern catering kitchen. These machines can help us in our daily work in many ways, and even save our skins on times, whether we are cooking a simple recipe from the menu or preparing a sumptuous wedding banquet. The fantastic four are: the three mode combi-oven, the vacuum packer, the humidity control oven and the blast chiller. These four items of equipment are great kitchen aids in their own right, in cooking food, in keeping it hot and preserving it frozen. Used together, however, they form a cooking system that can change our working lives for the better. So let’s have a closer look at them and how they can be used together. Thanks to its many functions, the combi-oven, has proved a great aid, as we already know. Today’s combiovens are even easier to use thanks to automatic cooking cycles and a wide range of control functions. Used alone, the combi-oven can deliver a great express service, and fast service is always the best. Of course, we may be able to serve what we cook immediately, but things do not always work out that way. On many occasions we need to prepare dishes beforehand in order to be properly organised when the time comes, and this means keeping them hot and ready to serve. As a result we end up using a wide variety of ways to keep food hot. We put dishes on the edge of open ovens, for example. This, however, dries them out, so that we then we need to add liquids to moisten them or cover them in paper or other materials. Or we place them on a bain-marie, even though this is far from the ideal way of keeping food hot. I could list an almost infinite number of bad ways to keep food hot, or at least ways that fail to keep it at the right temperature and humidity. The answer to these problems comes in the form of the humidity control oven. This item of kitchen equipment can keep any dish hot at exactly the right level of humidity. It therefore allows us to cook food in advance, and keep it hot for whatever time we need to provide the service required of us. Because temperature and humidity can be adjusted as needed, the humidity control oven can also be used for low temperature cooking, freeing up the main oven by taking over those long jobs that would otherwise keep it occupied for hours on end, preventing us from cooking other dishes in the meantime. Used in conjunction with the combi-oven, the humidity control oven provides a great opportunity to re-organise our work and avoid having to cook in a hurry. If, on the other hand we add a blast chiller to our combi-oven, we can extend the shelf life of our cooked foods even further. Rapid chilling of just-cooked food significantly reduces bacterial proliferation and doubles the number of days for which food can be kept. We can therefore prepare certain dishes even a few days before they are likely to be required, confident that they will keep. This allows us to further re-organise our work in the kitchen, making better use of slack periods and spreading our work load over the entire week so that it is not all packed into a few peak days. If we add a vacuum packer to our combi-oven and blast chiller, food preservation times start to look even more interesting. We are all well aware of the impressive shelf in determinati giorni. Abbinando al forno e all’abbattitore la macchina sottovuoto, le tempistiche di durata iniziano a diventare ancor più interessanti. Ben conosciamo la durate di alcune carni che troviamo in commercio conservate in sottovuoto. Quindi, che il cibo sia cotto e abbattuto o crudo, se viene conservato usando la tecnica del sottovuoto avremo durate considerevoli, avendo così la possibilità di acquistare al miglior prezzo i prodotti con la garanzia di conservarli al meglio e per lungo tempo. Oltre alla conservazione, la tecnica del sottovuoto abbinata alle temperature controllate in modalità vapore del forno ci permette di attuare delle cotture con dei risultati eccellenti sia in qualità che in calo peso, anche qui con delle durate dei prodotti cotti che vanno dall’ordine di alcune settimane fino al mese. Ultima, ma non di minore importanza, rispetto alle altre tecniche è la surgelazione rapida fatta con l’abbattitore di temperatura: ecco che qui veramente i tempi di durata si misurano in mesi con un’infinità di combinazioni interessanti che riguardano la surgelazione di prodotti semi lavorati fatti da noi. Ad esempio, potremmo surgelare delle basi risotto fatte con la zucca, saltando quindi la stagionalità di questo prodotto, fino alla surgelazione di carni pesce o verdure o meglio di pasticceria. Mancherebbe la rimessa in temperatura del cibo per completare il tutto ma anche questa e’ un’altra storia…. lives of certain vacuum-packed cooked meats. Whether food is cooked and blast-chilled or fresh and uncooked, vacuum packing significantly extends its preservation times. Vacuum packing therefore gives us the chance to buy food at lower prices and be confident that we can keep it safely for a long time. Apart from the benefits of preservation, vacuum packing combined with controlled temperature cooking in steam oven mode also gives superb results in terms of quality and weight loss, with the added benefit that cooked foods can be kept from anything from a couple of weeks up to one month. Last but not least, unlike other freezing techniques, the rapid freezing achieved by a blast chiller really does give preservation times that run into months, and also offers the useful flexibility of freezing semicooked foods. For example, we could freeze risotto bases made with pumpkin, solving the problem of seasonal availability, or freeze meats, fish, vegetables or – better still – patisserie. All that remains is to re-heat the food before serving. But that, of course, is another story. Sottovuoto W8/40, Sirman Abbattitore Lampo, Sirman lainox cooking system lainox cooking system 77 La rubrica dell’olio extravergine d’oliva The extra virgin olive oil page di Renzo Ceccacci Membro del Panel Regionale Marche perla degustazione dell’olio extravergine d’oliva Agropan s.r.l. Via Volturno, 1 91026 Mazara del Vallo (TP) Tel: 0923 908055 Fax: 0923 941607 [email protected] www.agropan.it Alberto Galluffo Via Enrico Rinaldi, 56 91100 Trapani (TP) Tel. e Fax: 0923 842419 [email protected] www.frantoiotorredimezzo.com www.albertogalluffo.com Az. Agr. ANTÀPH∑ Piazza Municipio, 53 95032 Belpasso (CT) Tel: 095 7911335 [email protected] www.aziantares.com 78 I migliori monovarietali della Sicilia erza per quantità di olio prodotto dopo la Puglia e la Calabria, questa Regione primeggia nella continua ricerca della qualità e spesso nel T rapporto qualità-prezzo, favorita anche dall’abbondanza di pregevoli cultivar autoctone eredi della plurimillenaria presenza dell’olivo su questa terra. Tra queste spiccano Biancolilla, Cerasuola, Nocellara del Belice, Nocellara Etnea e Tonda Iblea, ben rappresentate dai prodotti delle 6 Aziende che descrivo. Agropan s.r.l. Il Dott. Antonio Pipitone, Agronomo che già da bambino assorbiva la passione per la terra e gli insegnamenti pratici del nonno, nel 2004 ha posto la prima pietra dell’Azienda ove due anni dopo ha iniziato, con un frantoio dotato di tecnologia continua a tre fasi, a lavorare le olive raccolte a mano dalle 3.000 piante di Biancolilla e Nocellara del Belice coltivate nei 10 ettari di oliveto di proprietà. Il monocultivar di Nocellara del Belice denominato LOLIO, quasi limpido per decantazione naturale, ha colore giallo con riflessi verdini e fruttato medio-intenso con evidenza del pomodoro accompagnato da profumi di carciofo, mandorla verde ed erbe aromatiche. Fluido e dolce, è vivacizzato dal piccante lievemente prevalente sull’amaro: tipologia 7. Alberto Galluffo Vent’anni di esperienza quale assaggiatore professionista di olio e Capopanel sono il fondamento della competenza con cui Alberto assiste tutta la filiera produttiva delle Aziende che conferiscono le olive al Frantoio Torre di Mezzo, poi tutto il processo di frangitura e separazione, per finire con l’imbottigliamento dei 3 monocultivar assaggiati. OLIVVS Nocellara (del Belice) è giallo dorato, quasi limpido per decantazione naturale. Di fruttato verde intenso, con il pomodoro che prevale sui profumi di cardo, erba, mandorla ed erbe aromatiche, è molto fluido ed inizialmente dolce. Poi arriva gagliardo il piccante, sempre prevalente sull’amaro di media intensità: tipologia 7. OLIVVS Cerasuola è giallo brillante, limpido, con fruttato verde di media intensità. I profumi di mela, pomodoro, erba, mandorla verde e lieve cardo sono enfatizzati in bocca dalla buona fluidità e dal piccante in lieve prevalenza sull’amaro: tipologia 4. OLIVVS Biancolilla è giallo dorato, quasi limpido. Il fruttato medio è giocato su profumi di erba, carciofo, mandorla, pomodoro e mela. In bocca è quasi equilibrato, con solo lieve prevalenza del piccante: tipologia 4. Az. Agr. ANTÀPH∑ Medico lui, Avvocato lei, circa 10 anni fa Domenico Mazzaglia e sua moglie Angela Santoro hanno deciso di puntare sull’agricoltura di qualità, iniziando a produrre agrumi (arancia rossa IGP e Tarocco Gallo) ed espandendo l’oliveto fino agli attuali 9 ettari, coltivati con 3.000 piante quasi tutte di Nocellara Etnea, da cui vengono ottenute anche olive da mensa. ANTÀPH∑, monocultivar di Nocellara Etnea ottenuto con tecnologia continua a due fasi presso il Frantoio SOAL di Licodia, è limpido e giallo dorato con riflessi verdini. Il fruttato medio di oliva verde comprende The finest single variety olive oils from Sicily Italy’s third largest oil producer in terms of volume after Puglia and Calabria, this region is unrivalled in its unwavering pursuit of quality and – in many cases – in the value for money its products offer. A major factor in this is an abundance of prized native cultivars, which are a testimony of the millennia-old culture of olive growing in this territory. The most interesting of these are the Biancolilla, Cerasuola, Nocellara del Belice, Nocellara Etnea and Tonda Iblea varieties, whose characteristics are perfectly represented in the products of the six oil producers chosen for this issue. Agropan s.r.l. - Dr. Antonio Pipitone, an agronomist who, as a child, had already developed a passion for the land, learning from the practical teachings of grandfather, laid the first stone of this farm in 2004. Two years later, using a three stage continuous flow press, the farm first began to process the olives harvested by hand from the 3000 Biancolilla and Nocellara del Belice trees planted in the farm’s 10 hectares of groves. ‘LOLIO’ Nocellara del Belice single variety oil, which is almost completely clear as a result of the natural decanting process, is yellow in colour with greenish hints, and has a medium to intense green fruitiness with predominant tomato notes accompanied by aromas of artichoke, green almond and aromatic herbs. Fluid in consistency and sweet, this oil owes its vivacious character to a slight spiciness prevailing over the bitterness. Type 7. Alberto Galluffo - With an expertise built on twenty years’ experience as a professional taster and tasting panel director, Alberto supervises the entire production chain of the farms delivering their olives to the Torre di Mezzo press, the pressing and separation process and, lastly, the final bottling of the 3 single variety oils described here. OLIVVS Nocellara (del Belice) is golden yellow in colour and almost completely clear as a result of the natural decanting process. This oil has an intense green fruitiness, with tomato predominating over notes of thistle, grass, almond and aromatic herbs. On the palate it is very fluid, and the initial sweetness is followed by a boisterous spiciness, which prevails over a medium intensity bitterness. Type 7. OLIVVS Cerasuola is a clear vivid yellow, with a medium intensity green fruitiness. The notes of apple, tomato, grass and green almond, with a subtle hint of thistle, are emphasised on the palate by a pleasant fluidity and a spiciness that marginally prevails over the bitter element. Type 4. OLIVVS Biancolilla is golden yellow and almost completely clear. It has a medium intensity fruitiness with notes of grass, artichoke, almond, tomato and apple. On the palate it has an almost perfect balance, offset only by a slight predominance of the bitter element. Type 4. Az. Agr. ANTÀPH∑ - About ten years ago, Domenico Mazzaglia – a doctor by profession – and his lawyer wife Angela Santoro decided to try their hand at boutique farming, starting off by producing citrus (IGP red oranges and Tarocco Gallo oranges) and eventually extending the original olive grove to its current size of 9 hectares. The grove profumi di mandorla verde, erba, cardo, lieve pomodoro e mela gialla. In bocca è fluido, con sensazione dolce sempre percettibile ed apprezzabile piccante appena prevalente sull’amaro: tipologia 6. Az. Agr. Fontanasalsa Ereditata dalla titolare nel 1950, questa Azienda dispone di 60 ettari di oliveto coltivato con 10.000 piante in prevalenza di Cerasuola, in minor misura Nocellara del Belice e poca Biancolilla, e di un frantoio con tecnologia continua. La conservazione e l’imbottigliamento dell’olio, sottoposto a decantazione naturale, sono in atmosfera di azoto. Il monocultivar NOCELLARA FONTANASALSA è giallo dorato e quasi limpido. Nel fruttato mediointenso il profumo di pomodoro prevale su carciofo, erbe aromatiche e mandorla verde. In bocca è molto fluido, con piccante sempre in evidenza e gradevole amaro finale: tipologia 7. Il monocultivar CERASUOLA FONTANASALSA è giallo brillante e di fruttato quasi intenso, prevalentemente erbaceo con profumi di carciofo, erba tagliata e mandorla verde accompagnati dal pomodoro. In bocca è fluido, con piccante di media intensità un po’ prevalente sull’amaro: tipologia 4. Az. Agr. Biol. Terre Iblee Roberto Ventura conduce con metodo biologico certificato i 4 ettari di oliveto coltivati con 240 piante di Tonda Iblea, appartenenti alla sua famiglia da oltre 60 anni. Le olive raccolte manualmente sono state lavorate con tecnologia continua presso il Frantoio Gulino di Chiaromonte Gulfi. Il Monocultivar di Tonda Iblea SECULARIS, quasi limpido per decantazione naturale, è giallo con riflessi verdini. Il fruttato quasi intenso gode di una prevalenza del profumo di pomodoro appena maturo sul carciofo, la cicoria, l’erba tagliata e la mandorla verde. All’assaggio è fluido, con piccante ed amaro di media intensità molto equilibrati che trasmettono in bocca una netta sensazione di freschezza: tipologia 7. Viragi S.a.s. Azienda giovane, ma con oliveto vecchio! Delle 10.000 piante di Tonda Iblea presenti sui 10 ettari di oliveto aziendale ubicati nelle Località Fegotto, Biviere e Mazzaronello di Chiaromonte Gulfi molte hanno più di 400 anni, ma condotte sapientemente sono ben capaci di fornire alta qualità. Dopo raccolta manuale la lavorazione è avvenuta sempre in giornata con tecnologia continua. Il monocultivar di Tonda Iblea POLIFEMO DOP Monti Iblei è limpido per decantazione naturale e di colore giallo dorato con riflessi verdini. Con fruttato verde intenso, ed il profumo di pomodoro quasi maturo sempre evidente sui profumi di carciofo, cicoria e mandorla verde, è dotato di buona fluidità ed apprezzabile equilibrio del piccante e dell’amaro, espressi a media intensità: tipologia 7. itself is planted with 3000 olive trees, the majority of which of the Nocellara Etnea variety, which is also used as table olives. ANTÀPH∑ Nocellara Etnea single variety olive oil, produced in a two-stage continuous flow process at the SOAL press in Licodia, is a clear golden yellow with greenish hints. It has a medium intensity green olive fruitiness, with notes of green almond, thistle and subtle hints of tomato and golden delicious apple. It is fluid on the palate, with a persistent sweetness and a substantial spiciness prevailing over the bitter element. Type 6. Az. Agr. Fontanasalsa Inherited by the current owner in 1950, this farm has 60 hectares of olive groves planted with 10,000 olive trees (mainly Cerasuola, but also with smaller numbers of Nocellara del Belice and a few Biancolilla), and its own continuous flow press. The oil, which is decanted naturally, is stored and bottled in a protective nitrogen atmosphere. NOCELLARA FONTANASALSA single variety olive oil is golden yellow and almost completely clear. It has a medium to intense fruitiness with tomato predominating over notes of artichoke, aromatic herbs and green almond. On the palate it is very fluid, with a persistent and marked spiciness and a pleasant bitter finish. Type 7. CERASUOLA FONTANASALSA single variety olive oil is vivid yellow in colour and has an almost intense fruitiness, with grass notes predominating over aromas of artichoke, freshly cut grass and green almond accompanied by tomato. It is fluid on the palate, with a medium intensity spiciness prevailing slightly over the bitter element. Type 4. Az. Agr. Fontanasalsa Via Cusenza, 78 91020 Fontanasalsa, Trapani (TP) Tel: 0923 591120 Fax 0923 591116 [email protected] www.fontanasalsa.it Az. Agr. Biol. Terre Iblee - Roberto Ventura uses certified organic methods to cultivate the 4 hectares of olive groves planted with 240 Tonda Iblea trees that have belonged to his family for over 60 years. The olives are harvested by hand and pressed with a continuous flow process at the Gulino press in Chiaromonte Gulfi. SECULARIS single variety Tonda Iblea olive oil is almost completely clear as a result of the natural decanting process and is yellow in colour with greenish hints. It has an almost intense fruitiness with notes of barely ripe tomato predominating over artichoke, endive, freshly cut grass and green almond. On the palate it is fluid, with very well balanced medium intensity spiciness and bitterness creating a distinct sensation of freshness. Type 7. Az. Agr. Biol. Terre Iblee C.da Cicimia, 119 97012 Chiaromonte Gulfi (RG) Tel: 338 8078040 [email protected] www.terreiblee.com Viragi S.a.s. - This producer may be a newcomer, but its olive groves are ancient! While many of the 10,000 Tonda Iblea trees planted in ten hectares of groves around the villages of Fegotto, Biviere and Mazzaronello di Chiaromonte Gulfi are over 400 years old, they are tended with such skill than they are still perfectly capable of producing outstanding quality oil. After harvesting by hand, the olives are always pressed the same day with a continuous flow process. POLIFEMO DOP Monti Iblei Tonda Iblea single variety olive oil is clear as a result of the natural decanting process and yellow in colour with greenish hints. It has an intense green fruitiness, with marked notes of almost ripe tomato predominating over artichoke, endive and green almond. On the palate it has a pleasant fluidity and a good balance between medium intensity spiciness and bitterness. Type 7. Viragi S.a.s. Via Gulfi, 213 97012 Chiaromonte Gulfi (RG) Tel: 0932 925246 [email protected] www.viragi.it 79 Tecnologia e design Technology and design 2) Dalle pentole al pacojet - Viaggio in un’altra storia di Cristina Mocci Architetto e giornalista La cucina come laboratorio “Non ci sediamo a tavola per mangiare ma per mangiare assieme” (Plutarco) La cucina dei nobili (Joseph Heinz il giovane) Museo Davia Bargellini, Bologna. A nobleman’s kitchen (Joseph Heinz the younger) Davia Bargellini Museum, Bologna 80 Il mito resta: da dove vengono quel tipo di pasta, quel frutto particolare, quella straordinaria ricetta, quel dolce raffinato, quel utensile indispensabile in cucina, quel modo di cucinare e via raccontando. Storie soprattutto, vecchie di secoli (ma stiamo a quelle più recenti), di personaggi blasonati (quelli che potevano mangiare in un certo modo) che esibivano immensi menu come simbolo del loro retaggio, di grandi cuochi, di grandi cucine (come ambiente e qualità) di grandi appetiti. Il banchetto come simbolo insomma, da esibire, come i vestiti fastosi, i gioielli, le opere d’arte, i castelli, le tenute senza confini. La potenza a tavola (dove si riconosce una gerarchia). Alle spalle secoli di civiltà di cui proprio quella particolare alimentazione è un simbolo. E se ne sono raccontate di storie con attribuzioni le più incredibili. Paternità consacrate e spesso usurpate. Senza contare l’intreccio tra gastronomia, dietetica e terapeutica. Ma dietro le quinte di un piatto, di una ricetta, di una tentazione golosa c’è l’immancabile evoluzione dovuta al modificarsi di attrezzi e utensili. Il vasellame, il forno, lo spiedo, le griglie, i mestoli, i mortai, i coltelli, le macine… Ma torniamo all’alimentazione stando vicini a quel secolo che ha portato alla scoperta dell’America e quindi all’importazione di tutta una serie di prodotti, vegetali e animali che avrebbero rivoluzionato il modo di mangiare. Quasi contemporaneamente, la cucina ha in Leonardo da Vinci, diciottenne cuoco ai fornelli, con molte intemperanze e qualche arroganza: “Sono uno che non ha pari nel preparare dolci e piatti prelibati”un precursore, come al solito, dei tempi. Cucina creativa a “Le tre lumache” di Firenze e quindi “Alle tre ranocchie di Sandro e Leonardo” (Sandro, è Alessandro Botticelli). Prima di smettere di fare il mestiere di cuoco per accontentarsi di diventare genio universale (pittore, scultore, teorico dell’arte, musico, scrittore, ingegnere meccanico, architetto, scenografo, maestro fonditore, esperto d’artiglieria, scienziato…). inventa l’affetta-uovo, il trita-aglio, il girarrosto con le ventole per aspirare il fumo, la “scatola nera per fare gli spaghi mangiabili”, il macina pepe e perfino il cavatappi per mancini. Ma non è comunque suo il merito di aver trasformato la cucina in uno spazio più elaborato e tecnologico di un laboratorio alchemico, col quale, soprattutto fra Medioevo e Rinascenza c’erano molte affinità, dimensionali, di affollamento e confusione. Solitamente quando si riferisce di una cucina di castelli o di palazzi rinascimentali si utilizza il sostantivo al plurale: ciò indica la presenza di più stanze: quella principale, abbastanza ampia, in cui sono collocati i caratteristici arredi fissi quali un camino, di dimensioni considerevoli da consentire ad un cuoco di girare lo spiedo stando comodamente in piedi ad affumicarsi! Poco distante una caldaia e un piano per la cottura, costruito con mattoni, per isolare dal calore, e un acquaio con acqua corrente, nei 2) From the saucepan to the pacojet Journey through another history The kitchen as laboratory “We do not sit at table to eat but to eat together” (Plutarch) The myth remains: what is the origin of that type of pasta, that particular fruit, that extraordinary recipe, that refined dessert, that indispensable kitchen utensil, that way of cooking and so on. Above all, centuries old stories (but these are some of the more recent) of aristocratic names (those who could afford to eat in a certain way) who flaunted immense menus as a symbol of their inheritance, of great chefs and great kitchens, great cooking and great appetites. In short, the banquet as a symbol, to exhibit on a par with sumptuous clothes, jewels, works of art, castles and boundless estates. Power at the table (where a hierarchy is acknowledged). With behind them centuries of civilisation symbolised by that particular food. And you hear stories with the most incredible attributions. Paternities consecrated and often usurped. Not to mention the complicated relationships between cuisine, diet and medicine. But behind the scenes of a dish, a recipe or a delicious temptation, there is an inevitable evolution brought about by changes in equipment and utensils. Pots and pans, ovens, spits, grills, wooden spoons, mortars, knives, grinders... But back to food in about the century that brought the discovery of America and thus the importation of a whole series of vegetable and animal products which would revolutionise the way of eating. At about the same time, in Leonardo da Vinci, eighteen year old cook at the stove with numerous excesses and a few arrogances (“I have no equal in preparing desserts and delicious dishes”), cooking found, as always, a precursor of the times. Creative cooking at “Le tre lumache” (“The Three Snails”) in Florence, then, “Alle tre ranocchie di Sandro e Leonardo” (“The Three Frogs” and “Sandro” was Alessandro Botticelli). Before giving up the profession of chef to settle for becoming an all-round genius (painter, sculptor, art and music theorist, writer, engineermechanic, architect, stage designer, master smelter, artillery expert, scientist...), he invented the egg slicer and garlic crusher, spit roast with fume extraction, “black box to make edible threads”, pepper mill and even the left-handed corkscrew. But he cannot however take the merit for having transformed the kitchen into a space more elaborate and high-tech than an alchemist’s laboratory with which, particularly between the Middle Ages and Renaissance, it had much in common for size, crowding and confusion. Usually when referring to a kitchen in Renaissance castles or mansions, you use the plural as in fact a number of rooms were involved - a large main room with all the characteristic fixed features such as a large hearth to enable the cook to stand comfortably and turn the spit while getting well and truly smoked! Not far away, there would be a cauldron, a cooking surface made from bricks to insulate the heat and a sink with, at best, running water, or a well. There would also inevitably be a cupboard for crockery and a madia to make bread, while the first sideboards with plate racks made their appearance. Simple practical elements, joined by an extraordinary series of utensils suspended STUDIOVERDE casi migliori, oppure un pozzo. Mobili sempre presenti sono un armadio contenente stoviglie, una madia utilizzata per impastare il pane, e compaiono le prime credenze con piattiere. Elementi semplici e pratici ai quali si aggiunge una strepitosa serie di utensili, appesi a ganci metallici, mestoli e schiumarole, cucchiai e pinze, pentole agganciate ai muri e lunghe mensole sulle quali sono appoggiate contenitori, recipienti, piatti di portata. In casi più frequenti una stanza a parte, solitamente buia e fresca, viene riservata a dispensa, alla conservazione di salumi, conserve, frutta, formaggi. Talvolta è tutt’uno con la cantina. Nelle grandi occasioni, sontuose feste al palazzo ducale, o chiassose celebrazioni di vittorie nel castello, le cucine si affollano non solo di cuochi e sguatteri ma anche di numerosi personaggi, il trinciante e lo scalpo, l’impastatore, il pasticcere, fino al modesto lavapiatti. La spaziosa cucina (quella dei ricchi si intende) si riempie di tavoli, tavolini, piani di lavoro provvisori, panche e sgabelli e piccoli fuochi su treppiedi portatili. La cucina, da laboratorio diviene catena di montaggio in cui ogni figura, si può anche osare, “professionale”, si dedica al proprio compito in una posizione specifica dell’ambiente, anche se in uno spazio per quanto igienicamente promiscuo, e non separato. Le attrezzature, vere e proprie macchine che hanno accompagnato nei secoli a venire l’evoluzione del nostro modo di mangiare sono ormai considerate arredo indispensabile: come spiedi, di differenti dimensioni, talvolta provvisti di girarrosti e azionati da dispositivi a molla, argani con corde per sollevare i secchi con l’acqua, carrelli per spostare i voluminosi animali prima della cottura, piccoli e grandi mortai, anche metallici. Ma se i tempi modificano il modo di mangiare l’evoluzione delle attrezzature e degli ambienti che le ospitano sarà altrettanto veloce. Vedremo… Stylish Winners Prodotti per la ristorazione, progettati e realizzati in piena conformità alle direttive CE in fatto di sicurezza alimentare. Cucina del XVII secolo con focolare di matton 17th century kitchen with brick hearth from metal hooks, wooden spoons and skimmers, spoons and tongs, saucepans hanging on the wall and long shelves for containers, recipients and serving dishes. Frequently there was a separate room, generally dark and cool, used as a larder to keep cold meats, conserves, fruit and cheeses. Sometimes there was also a cellar. On the great occasions, sumptuous feasts at the duke’s palace or rowdy victory celebrations at the castle, the kitchens were crowded not just with cooks and skivvies, but also numerous other figures such as the carver, the skinner, the kneader and the confectioner down to the humble washer-up. The spacious kitchen (of the wealthy of course) was filled with large and small tables, temporary work surfaces, benches, stools and small stoves on portable trivets. From workroom, the kitchen was transformed into an assembly line where every, you could say, “professional” figure concentrated on his or her task in a specific position, although in a hygienically promiscuous undivided space. The equipment, genuine machines which have accompanied the evolution of our way of eating down the centuries, became indispensable features, with different sizes of spit, some with roasting-jacks operated by spring devices, pulleys with ropes to raise buckets of water, trolleys to move voluminous animals before cooking and small and large mortars, sometimes made of metal. But while the passage of time modifies the way of eating, the evolution of equipment and the rooms accommodating will be equally rapid. We’ll see. ITAL ITALSERVICE srl service Via Vanoni 14 - 35010 - Curtarolo (PD) - Italy Tel. +39 049-9630654 - Fax +39 049-9639021 [email protected] - www.ital-service.it GRILLVAPOR ® Griglie professionali per la ristorazione | Electric and gas grills for catering sector GRILLVAPOR ® Arris Catering Equipment srl, propone la più ampia gamma di griglie a gas ed elettriche ed accessori per la realizzazione delle più svariate tipologie di cottura alla griglia per i professionisti della ristorazione. Carni bianche, carni rosse, fiorentina, agnello, pesce in genere, pesce azzurro, crostacei, verdure, legumi e dessert sono solo alcune delle pietanze che si possono cuocere con Grillvapor e gli accessori più appropriati. • Grillvapor linea snack indicata per piccola ristorazione in genere, servizi di catering, bar e chioschi, è ideale per grigliare carni, pesce e verdure. • Grillvapor elettrico, indicato per ristorazione in genere, servizi di catering, mense e comunità, ristorazione tradizionale e veloce, ideale per grigliare carni, pesce e verdure utilizzando lo stesso piano cottura. Prevede la possibilità di utilizzare la piastra liscia o brasiera in acciaio inox. • Grillvapor gas, per la ristorazione in genere, ideale per grigliare carne, pesce e verdure. Prevede la possibilità di utilizzare la piastra liscia o brasiera in acciaio inox. • Grillvapor gas linea C, indicata per la cottura specifica di carni di grosso spessore: fiorentina, filetto, ecc. Di serie vien fornita con il dispositivo di regolazione in altezza del grigliato di cottura per una più rapida regolazione di temperatura. Anche questa linea prevede la possibilità di utilizzare la piastra liscia o brasiera in acciaio inox. ARRIS CATERING EQUIPMENT srl Via G. B. Tiepolo, 3/B Z.I. - 35010 Cadoneghe (PADOVA) ITALY UN SISTEMA TIPI DI COTTURE Arris Catering Equipment offers a wide range of gas and electric grills and their accessories for catering sector and for the cooking of various food. White meat, red meat, fat meat, lamb, T-bones steaks, fish in general, sardines, shellfish, legumes, vegetables and desserts are only some examples of what Grillvapor can cook with the most appropriate accessories. • Grillvapor Snack Line is useful just for bars, inns, pubs. It is recommended for grilling meat, fish and vegetables. • Electric Grillvapor is useful for catering services in general, canteens, traditional and fast way of cooking. It is ideal to grill meat, fish and vegetables, because the same work surface can be used and it gives the possibility to add the fry-top and brat-pan in stainless steel. • Gas Grillvapor is useful for catering services in general. It provides the possibility to use the fry-top and brat-pan in stainless steel. • Gas Grillvapor C-Line is heartily recommended for cooking thick and fat meat such as T-bone steaks, ribs and steaks. It is supplied with a device for height adjustment of the grills, in order to regulate the temperature during the cooking phase. These models of Grillvapor offer the possibility to use the fry-top and the brat-pan in stainless steel, too. Tel. +39.049.8874557 - Fax +39.049.8874567 - e-mail: [email protected] - www.grillvapor.com Pizza e panificazine Pizza and breadmaking di Alex Negrini Esperto di panificazione, consulente aziendale Forno Vesuvio, Sirman Un “rustico” di grande effetto La zucca! A chi non viene in mente la festività di Halloween? La simpatica forma di questo ortaggio, soprattutto il suo gusto dolce leggermente insipido, che può essere accostato ad ogni piatto o ricetta. La ricerca è stata breve, questa volta è un rustico che voglio realizzare, semplice e di grande effetto. Ci sono rustici e rustici, quasi tutti con pasta sfoglia, ma per rendere più proponibile e di facile esecuzione questa ricetta, ho realizzato due impasti focaccia semi neutri per sapidità con un goloso ripieno. In poco tempo un dolce/salato per onorare la simpatica zucca. An impressive ‘rustico’ flatbread Ingredienti: kg 1,0 farina di frumento “00” W 200; lt 0,450 acqua - 27° C; g 25 lievito fresco; g 10 sale fino marino iodato; g 20 Sale fino al gusto di limone; g 30 olio extra vergine; g 400 polpa di zucca; g 200 ricotta di bufala; g100 castagne sciroppate; g100 zucchero semolato; g 10 cannella in polvere. Ingredients: 1.0 Kg type”00” W 200 wheat flour; 450 ml water at 27°C; 25 g fresh yeast; 10 g fine iodated sea salt; 20 g fine lemon salt; 30 g extra virgin olive oil; 400 g pumpkin puree; 200 g buffalo ricotta; 100 g syruped chestnuts; 100 g granulated sugar; 10 g powdered cinnamon. Dough mixtures: Pour 600 g flour into a planetary mixer fitted with a dough hook, add 300 ml water and 16 g fresh yeast, dissolved previously. Mix for 3 minutes at low speed, add 20 g lemon salt, mix for another 3 minutes, add 20 g extra virgin olive oil and mix for another 4 minutes. Remove the dough from the mixer bowl, place in a normal bowl and allow to prove for 15 minutes. Now make the second dough mixture. Put 400 g flour, 150 ml water, 200 g pumpkin puree (add bright orange food colouring if you want a more intense colour) and 9 g yeast in the planetary mixer, and mix at low speed for 4 minutes. Add 10 g fine iodated salt and 5 g powdered cinnamon and mix for 3 minutes, then add 10 g extra virgin olive oil and mix for 4 minutes. Remove the dough from the mixer bowl, place in a kitchen bowl and allow to prove for 15 minutes. Impasto: Versare in una planetaria con gancio impasto, 600 grammi di farina, unire 300 grammi di acqua con 16 grammi di lievito fresco precedentemente sciolto. Impastare per 3 minuti a velocità bassa, aggiungere 20 grammi di sale al limone, impastare per altri 3 minuti, unire in fine 20 grammi di olio extra vergine ed impastare per altri 4 minuti. Togliere dalla vasca l’impasto e farlo uniformare, coperto in una ciotola alimentare, per 15 minuti. Realizzare il secondo impasto, versare 400 grammi di farina, 150 grammi di acqua e 200 di polpa di zucca ( per ottenere un colore più deciso, aggiungere del colorante arancio vivo), 9 grammi di lievito e impastare per 4 minuti a velocità bassa, aggiungere 10 grammi di sale fino iodato, 5 grammi di cannella in polvere, impastare per 3 minuti, unire 10 grammi di olio extra vergine e impastare per 4 minuti.Togliere dalla vasca l’impasto e farlo uniformare, coperto in una ciotola alimentare, per 15 minuti. Lavorazione: Prendere un tegame inox o antiaderente 30 x 20 cm con bordo alto 6 cm e ungerlo con staccante alimentare. Stendere con il mattarello uno strato di impasto bianco spesso 1 cm e adagiarlo coprendo la base del tegame. Creare 2 budelli di circa un metro spessi 2 cm, con pasta bianca e pasta con la zucca, realizzare un cordone. Sistemare il cordone nel perimetro interno del tegame. Frullare leggermente le castagne sciroppate ed unirle alla ricotta, la restante polpa di zucca, cannella e zucchero. Amalgamare il tutto fino ad ottenere una crema, con un cucchiaio stendere all’ interno del tegame e del cordone uno strato di crema di 3 cm. Coprire con impasto bianco steso sottile, all’interno del cordone. Ungere con un pennello e olio, l’ intera superficie, far lievitare a 30°C per 2 ore, il rustico deve arrivare una volta lievitato, a bordo di tegame. Con la restante pasta di zucca, realizzare con apposito stampino, delle faccine in stile Halloween e farle lievitare in una teglia antiaderente come per il rustico. Cuocere a 260°C per circa 20 minuti, sfornare e spennellare con sciroppo di zucchero. Le faccine usatele come decorazione. 84 Who can hear the word ‘pumpkin’ without thinking of Halloween? Ah, the pumpkin – with its familiar shape and its sweet, slightly bland flavour, which goes so well in practically any dish or recipe. It didn’t take me long to find a good recipe for this issue – a simple but very impressive ‘rustico’ focaccia. There are so many different kinds of rustico focaccia – almost all of which made with puff pastry – but to make this recipe easier, I decided to make two moderately salted focaccia doughs with a delicious filling. In next to no time you’ll have made a focaccia with a delicious combination of sweet and savoury flavours celebrating the ever-popular pumpkin. Making the bread: Grease a stainless steel tray measuring 30 x 20 cm and 6 cm deep with food grade detaching agent. Roll out a 1 cm thick layer of white dough and use to line the bottom of the tray. Roll out two sausages a metre long and 2 cm in diameter with the white dough and the pumpkin dough, and twist together into a rope. Lay the rope around the inner perimeter of the baking tray. Partially blend the syruped chestnuts and mix with the ricotta, the remaining pumpkin puree, the cinnamon and the sugar. Mix to a smooth cream, then spread a 3 cm thick layer of the cream line inside the dough rope perimeter with a spoon. Cover the filling with a thinly rolled layer of white dough, but without covering the dough rope. Brush the entire surface with oil and leave to rise at 30 °C for two hours. When risen, the rustico should just reach the top edge of the baking tray. Cut Halloween pumpkin faces out of the remaining pumpkin dough with the special cutter, and leave to rise for the same period as the rustico on a non-stick baking tray. Bake at 260 °C for approximately 20 minutes, turn out and brush with sugar syrup. Use the pumpkin faces as decoration. Impastatrice Hercules, Sirman Birre di qualità Quality beers Bionde e ambrate…come la zucca! C on questo numero ha inizio una rubrica dedicata alle birre di qualità. Qualità tradotta non solo nella soddisfazione del cliente, ma che copra tutto ciò che coinvolge il prodotto, a partire dalla scelta delle materie prime, attraverso un processo produttivo controllato e ripetitivo, uno stoccaggio e trasporto consapevole fino ad una presentazione ed un servizio accurati. Il binomio tra ristorazione e prodotto di qualità ha sempre più l’esigenza di essere inscindibile, motivato dalla richiesta, ad un livello sempre crescente, di una clientela sempre allo studio ed alla valutazione di quel che la ristorazione stessa è in grado di proporre. La birra di qualità esce dalla nicchia per occupare oggi uno spazio più importante in ogni occasione sia al pasto che al di fuori, accompagnata ad un piatto, utilizzata come ingrediente nel piatto o degustata in mille occasioni: dall’aperitivo alla meditazione. Negli ultimi anni la birra ha sviluppato una maggior ampiezza del proprio “ventaglio organolettico” così da trovare prodotti che possono inserirsi in tutte le occasioni. O quasi. Ci permettiamo di proporre ottimi prodotti presenti nel mercato nazionale ed internazionale cercando dove la qualità e l’opinione si fondono, ma anche dove la conoscenza gustativa supera l’aspettativa proponendo l’estro dei Mastri Birrai. Le birre verranno proposte singolarmente o legate ad argomenti e/o situazioni particolari. XX Bitter - Birra Belga rifermentata in bottiglia prodotta dal birrificio “De Ranke”. Di colore biondo leggermente ambrato, ha una schiuma ricca, persistente e ben aderente. Olfattivamente è molto intensa con profumi floreali e speziati. Gustativamente sorprende per l’aromaticità dovuta al suo particolare luppolo il quale sposta l’equilibrio dolce/amaro sull’amaro anche se la parte preponderante di questo luppolo è aromatica, fresca, quasi balsamica. Il corpo è modesto e giusto per il suo grado alcolico di 5,0° vol. Considerata la forza aromatica del luppolo può essere servita in bicchieri di diversa geometria, dal mass al tulipano fino al calice, mantenendo una temperatura di servizio prossima ai 5/6°C. E’ prodotta in bottiglia nei formati 33 cl. e 75 cl. (avvolta in carta). Quando non prossime al consumo possono essere conservate a temperatura cantina al riparo dal calore, dalla luce e dalle correnti d’aria. Questa birra ha un termine minimo di conservazione di 2 anni dalla data di produzione. Birra sicuramente rinfrescante per tante occasioni, anche da aperitivo. Bloemenbier - Birra Belga rifermentata in bottiglia prodotta dal birrificio “De Prouff”. Di colore ambrato ha una buona schiuma ricca e persistente. Olfattivamente prevalgono profumi di cereali maltati con una leggera speziatura. Al gusto sorprende per la sua corposità e dolcezza sommando agli aromi dei cereali quelli di sciroppo, caramello e zucchero di canna. La leggera speziatura scompare in un insieme di aromi dolci. Solo una leggera nota floreale del luppolo è percepibile. Questa birra molto particolare ha un tenore alcolico di 7,0° vol. e va servita in bicchiere a tulipano o calice. La temperatura di servizio andrebbe mantenuta intorno ai 6/7°C. E’ prodotta nei formati 33 cl., 75 cl. ed in fusto. Le bottiglie sono avvolte in carta. Quando non prossime al consumo possono essere conservate a temperatura cantina al riparo dalla luce, dalle fonti di calore e dalle correnti d’aria. Questa birra ha un termine minimo di conservazione di 2 anni dalla data di produzione. Birra speciale apprezzata soprattutto dal pubblico femminile ed utilizzata anche come ingrediente per piatti particolari. Gold and amber – just like the pumpkin! di Alberto Assi This issue sees the addition of a new section dedicated to quality beers. By quality, I don’t just mean customer satisfaction, but quality expressed in every single aspect of the product including the selection of the raw materials, a controlled, perfectly repeatable production process, the conscientious storage and transportation of the product, and final presentation and serving. Serving a quality product is becoming an increasingly irrefutable prerequisite of any form of foodservice, as consumers are becoming more and more informed and discerning in their choice. Quality beer is no longer a niche product and now occupies an important place both at the dinner table and elsewhere. It is used to accompany fine food and as an ingredient in its own right, and is enjoyed in every possible occasion, whether as an aperitif or as an opportunity for meditation. In recent years beer has become ever more complex and diverse, and one can now find the perfect product for practically any occasion. In this section, I will be humbly presenting excellent beers on sale both in Italy and internationally, and seeking out products recognised for their supreme quality, and in which the talents of the master brewer exceed our greatest expectations. These beers will be presented singly or in correlation with specific topics and/or situations. XX Bitter Bottle re-fermented Belgian beer by the “De Ranke” brewery. Golden yellow in colour with slight amber hints, it has a creamy, persistent and thick head. The bouquet is very intense with floral and spiced notes. On the palate it is surprising aromatic, with the hops shifting the sweet/bitter balance towards the bitter side, even though the prevailing character of the hops used is aromatic, fresh and almost balsamic. A medium bodied beer with a well balanced alcohol content of 5.0% by vol. In consideration of the strongly aromatic character of the hops, it may be served in a wide variety of glass shapes, from a tulip to a goblet, but always at a temperature of around 5 - 6°C. Available in 33 and 75 cl bottles wrapped in paper. May be stored at cellar temperature, kept away from heat, light and draughts. This beer has a bottle life of at least 2 years from the date of production. A delightfully refreshing beer for all occasions, which may even be enjoyed as an aperitif. Bloemenbier Bottle re-fermented Belgian beer by the “De Prouff” brewery. Amber in colour with a creamy, persistent head. The bouquet is predominated by aromas of malted cereals with a slight spiciness. On the palate it is surprisingly full bodied and sweet, with the cereal aromas complemented by notes of syrup, caramel and cane sugar. The subtle spiciness fades away into this symphony of sweet notes, with only a gentle floral note from the hop still perceptible. This unique beer has an alcohol content of 7.0% by vol. and should be served in a tulip shaped glass or goblet. Serve at around 6 - 7°C. Available in 33 and 75 cl paper-wrapped bottled and in kegs. May be stored at cellar temperature, kept away from heat, light and draughts. This beer has a bottle life of at least 2 years from the date of production. A truly special beer that will appeal in particular to female consumers and which may even be used as an ingredient in cooking. 85 In fiera At the fair di Maurizio Forte L’expo 2010 e il made in italy Qualche domanda al Prof. Beniamino Quintieri, Commissario Generale del Governo Italiano per l’Esposizione Universale di Shanghai 2010. • L’Expo sta per concludersi con il grande successo della partecipazione italiana: qual è il suo bilancio? Fino a 4 ore di attesa per l’ingresso al Padiglione Italiano, decine di incontri e accordi tra delegazioni italiane, amministrazioni e imprese cinesi, occasioni di visibilità per l’offerta turistica, enogastronomica e culturale del territorio italiano, per il Made in Italy e, in particolare, per le tante eccellenze che il nostro Paese custodisce e spesso non riesce a valorizzare. Tutto questo rappresenta al meglio il bilancio della presenza italiana alla straordinaria Esposizione Universale di Shanghai – dell’Expo dei record, come sarà ricordata – che ha ormai superato il giro di boa. Una presenza che si è tradotta in un importante ritorno di immagine per il “sistema Italia”, in termine di credibilità e attrattività sul mercato cinese e sul palcoscenico internazionale. A questo scopo, abbiamo lavorato per evitare gli stereotipi e vigilato perché la presenza delle realtà regionali fosse dedicata soprattutto a mettere in mostra le capacità industriali e la propensione alla ricerca e all’innovazione dei singoli territori. Direi che ci siamo riusciti. A confermarlo è il giudizio complessivo che la nostra presenza ha ottenuto, le considerazioni riportate dai media, le dichiarazioni delle persone che sono venute a trovarci. • Ci sono momenti, personaggi o eventi di questi sei mesi che l’hanno colpita particolarmente? È certamente difficile individuare un personaggio in particolare, tra i tanti che hanno lasciato il segno. Un parterre composito e sempre di alto profilo ha, infatti, sfilato in questi mesi attraverso le sale del Padiglione, animando eventi, dibattiti, incontri di business o momenti di spettacolo. Tra gli altri, hanno espresso ammirazione per l’allestimento e i contenuti del nostro padiglione personalità quali Re Carlo XVI Gustavo, sovrano di Svezia, Catherine Ashton, Alto Rappresentante per la politica estera UE e Liu Yongqing, moglie del presidente cinese Hu Jintao. Hanno accettato di farsi fotografare come estemporanei e spontanei “testimonial” dell’Italia personaggi come Liv Tyler, Mariagrazia Cucinotta, Robert De Niro, Renzo Arbore e Adrian Brody. Hanno testimoniato la vitalità del tessuto economico italiano imprenditori come Emma Marcegaglia, Roberto Colaninno, John Elkann, Diego Della Valle, Ermenegildo e Paolo Zegna. Tra le iniziative più spettacolari, i festeggiamenti per il 2 Giugno. Una Festa della Repubblica partecipata e condivisa con tutti i visitatori dell’Expo, che hanno potuto ammirare le evoluzioni degli sbandieratori 86 Expo 2010 and made in Italy Some questions for Prof. Beniamino Quintieri, Italian Government Commissioner General for Expo 2010 in Shanghai • The Expo is drawing to an end and the Italian participation has been a great success, what is the balance? A wait of four hours to enter the Italian Pavilion, dozens of meetings and agreements between Italian delegations and Chinese administrations and companies, a high profile for Italy’s tourism, wine, food and culture, for Made in Italy and, in particular, for the numerous points of excellence our country possesses but often fails to exploit to the full. These are all the perfect demonstration of the balance of Italy’s presence at the extraordinary Shanghai universal exhibition - a record breaking Expo - now in the home straight. A presence which has greatly raised the profile of the “Italy system” in terms of its credibility and attraction on the Chinese market and international stage. To achieve this, we worked hard to avoid stereotypes and make sure that the presence of regional realities was dedicated above all to highlighting the industrial capabilities and propensity for research and innovation of the individual areas. I believe we succeeded. This was confirmed by the general opinion of our presence, the observations made by the media and the remarks of the visitors who came to see us. • Are there any moments, people or events during these six months which made a particular impression on you? It is hard to identify one person in particular among the many who have left their mark. Over the months, a wide range of top level visitors have passed through the rooms of the pavilion, animating events, debates, business meetings or moments of entertainment. Those expressing admiration for the design and contents of our pavilion include personalities such as King Carl XVI Gustaf, King of Sweden, Catherine Ashton, High Representative for Foreign Affairs of the European Union and Liu Yongqing, wife of the Chinese president, Hu Jintao. Liv Tyler, Mariagrazia Cucinotta, Robert De Niro, Renzo Arbore and Adrien Brody were among the personalities who agreed to be photographed as extemporary spontaneous “testimonials” of Italy. Businessmen and women such as Emma Marcegaglia, Roberto Colaninno, John Elkann, Diego Della Valle, Ermenegildo and Paolo Zegna provided evidence of the vitality of Italy’s business fabric. The most spectacular initiatives included the celebrations for 2 June, a deeplyfelt Republic Day shared with all Expo visitors who were able to admire the flag throwing demonstration by “sbandieratori” from the Marche and attend a concert of the Band of the Carabinieri and a sublime performance marchigiani, assistere al concerto della Fanfara dei Carabinieri e alla sublime esibizione del maestro Ennio Morricone, alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Roma e di 90 coristi cinesi. • Cosa ha significato e cosa significherà l’Expo per le imprese italiane e per il Made in Italy in Cina? Credo che l’Expo di Shanghai stia rappresentando per le aziende italiane l’occasione di presentarsi al mondo come sistema produttivo organico, valorizzando i punti di forza e la varietà della propria offerta produttiva, culturale, turistica. E la risposta del mercato cinese – la cui apertura al mondo rappresenta il più importante evento per l’economia globale – e internazionale non si è fatta attendere: dalle opportunità di networking e sinergie con altre aziende alla chiusura di contratti e concrete opportunità di business, le imprese italiane torneranno a casa con un importante bagaglio di accordi e solide relazioni, su cui sarà necessario capitalizzare. L’Expo di Shanghai indica alle imprese italiane il cammino dell’internazionalizzazione. Una strada da imboccare per uscire dalla crisi, continuando a puntare sulla nostra capacità creativa, sulla qualità dei prodotti, la forza dei marchi e sul binomio vincente tradizioneinnovazione. Non a caso, proprio all’innovazione abbiamo dedicato – con la collaborazione del Ministro Brunetta – la mostra “L’Italia degli Innovatori”: esposti all’interno del Padiglione Italiano, 265 progetti altamente innovativi hanno stupito i visitatori dell’Expo, rappresentando la capacità italiana di anticipare le esigenze e trovare soluzioni. Una capacità che il mondo ci riconosce e che dovremmo imparare a sostenere e valorizzare, sempre. • Quale sarà il futuro del Padiglione Italiano? Il nostro edificio è stato progettato per poter essere smontato ed eventualmente rimontato in un secondo momento. Tuttavia, è ancora presto per poter dichiarare con certezza cosa succederà al Padiglione Italiano una volta terminata l’Expo. Come da accordi con il BIE, tutti i Padiglioni dovranno essere smontati al termine della manifestazione. La municipalità di Shanghai si riserva però il diritto di mantenere quei Padiglioni che possano risultare interessanti per la città e destinarli a nuove funzioni. Mentre la municipalità di Shanghai non si è ancora espressa rispetto a quali costruzioni saranno mantenute in loco, sono numerose le città cinesi che hanno già richiesto di poter avere il Padiglione italiano una volta terminata l’Expo. by Ennio Morricone conducting the Rome Symphony Orchestra and 90 Chinese choir members. • What is the significance of the Expo for Italian businesses and Made in Italy in China now and in the future? I believe that for Italian companies, the Shanghai Expo represents an opportunity to present themselves to the world as an organic production system, valorising the strong points and variety of their manufacturing, cultural and tourist offer. And the response from both the Chinese market (whose opening up to the world is the most important event for the global economy) and the international market hasn’t keep us waiting long. From opportunities for networking and synergies with other companies to the signing of contracts and concrete business opportunities, Italian companies will be coming home with an important collection of agreements and solid relationships on which they must capitalise. Shanghai Expo shows Italian companies the road to internationalisation. A road to go down to come out of the crisis, continuing to focus on our creative abilities, the quality of our products, the strength of our brands and the winning combination of tradition and innovation. It is no coincidence that, with the collaboration of Minister Brunetta, we dedicated “The Italy of Innovators” exhibition to innovation. On show in the Italian Pavilion to the amazement of visitors, 265 highly innovative projects representing Italy’s ability to anticipate needs and find solutions. An ability acknowledged the world over and which we must learn to support and valorise. Always. • What is the future of the Italian pavilion? Our building is designed to be dismantled and reassembled later if needed. However, it is still too early to say with certainty what will happen to the Italian Pavilion once the Expo is over. As agreed with the BIE, all pavilions will be dismantled at the end of the event. The Shanghai local authority has however reserved the right to keep pavilions which might be interesting for the city and use them for other functions. As yet they have not said which buildings they will be retaining on site, but numerous Chinese cities have already expressed an interest in having the Italian pavilion once the Expo is over. L’Italia in pole position nell’esportazione del food processing in Cina Il 2009, nonostante la crisi economica internazionale, è stato un anno positivo per le esportazioni italiane in Cina di macchine e apparecchi per il food processing: le vendite italiane hanno infatti registrato una crescita del 29,7% sul 2008, in controtendenza rispetto al -21,3% a livello mondiale, confermando l’Italia al 6º posto nella classifica dei fornitori. L’Italia ha esportato nel 2009 un totale di 89,94 milioni di USD di macchine e apparecchi per il food processing. Il nostro Paese è stato il 1 º fornitore di tagliaverdure, cutter e pelapatate per un totale di 10 milioni di USD (quota dell’11,1% delle esportazioni italiane in Cina del settore), seguito da Spagna e Stati Uniti. L’Italia è inoltre il 2º fornitore di macchinari per il sottovuoto (quota del 19% del totale delle esportazioni italiane in Cina del settore), preceduta da Germania e seguita da Taiwan, e di spremiagrumi (quota del 2%), inserendosi fra il Brasile e gli Stati Uniti. Il nostro Paese si colloca invece al 4º posto nelle vendite di forni da pizza (primo prodotto italiano per volume di esportazioni del settore in Cina nel 2009 con una quota del 38,9%), dopo Germania, Giappone e Stati Uniti, di piastre, salamandre e tostiere, dopo Svezia, Germania e Singapore e di parti di macchine per alimenti e pale da pizza, dopo Germania, Giappone e Stati Uniti. Nei primi sette mesi del 2010, l’Italia, pur rimanendo 6º tra i paesi fornitori del settore, ha registrato un calo di quasi il 40% delle esportazioni sullo stesso periodo del 2009 (per un totale di 39,21 milioni di USD), rispetto al +65,5% registrato a livello mondiale. Tale calo è dovuto alle variazioni negative delle esportazioni in Cina di macchinari per il sottovuoto (-14,7%), tagliaverdure, cutter e pelapatate (-20,6%) e forni da pizza (-85,7%) ed è in larga parte attribuibile all’utilizzo nei primi mesi di quest’anno delle giacenze precedentemente accumulate. Si tratta in ogni caso di un dato non preoccupante poichè la ripresa è in atto e sarà molto probabilmente visibile nella seconda metà del 2010. Tale ipotesi è confermata dalla percezione degli operatori del settore, dal clima positivo che si respira negli eventi fieristici specializzati e dall’esplosione dei consumi che si regista nei settori (alberghi, bar, ristoranti, supermercati e catering) in cui operano gli utilizzatori finali. Anche nel 2010, l’Italia si conferma 1º nelle esportazioni in Cina di tagliaverdure, cutter e pelapatate, seguita da Corea del Sud e Stati Uniti, e ha raggiunto il primato anche nelle vendite di spremiagrumi, seguita da Germania e Spagna. Per le parti di macchina e le pale da pizza viene raggiungiamo il 2º posto, tra Germania e Giappone, mentre per le macchine per il sottovuoto scendiamo al 3º posto, dopo Germania e Taiwan. 87 Nel mondo In the world di Simona Ceresani Fra simbolismo e medicina tradizionale cinese Symbolism and traditional Chinese medicine e cucurbitacee in genere, ed in particolare l’anguria, Lla zucca, il melone ed il cetriolo, sono particolarmente apprezzate dal popolo cinese e disponibili nei mercati in ogni periodo dell’anno, grazie all’estensione geografica ed alle varie zone climatiche della Cina. La zucca, pur non essendo di origine cinese, è qui conosciuta fin dall’antichità’ ed è coltivata in varie province del paese, dove viene chiamata con nomi differenti e dove assume caratteristiche e le forme diverse. L’utilizzo nella cucina cinese della zucca è molto vario, si va dal porridge alla zuppa, ma tipiche sono anche le preparazioni con carni, pesci o con altre verdure. Essendo ricca fra l’altro di vitamine, amido, carotene e proteine, la zucca rappresenta un’importante fonte di sostentamento per le popolazioni delle campagne cinesi che, essendo costrette ad una dieta povera, trovano in questo ortaggio un’importante fonte di sostentamento. La zucca in Cina racchiude in sé un forte simbolismo ed il suo consumo è legato alla medicina tradionale. I grandi saggi taoisti, nei testi antichi o nelle pitture, vengono spesso rappresentanti con una zucca che conteneva preparati miracolosi. In passato anche i medici itineranti o i venditori ambulanti erano soliti portare una zucca legata alla cintura o appesa ad un bastone dove erano riposti i vari medicamenti, erbe ed unguenti che servivano alla cura di vari mali. La zucca veniva inoltre appesa fuori dalla porta dai dottori per indicare la loro professione, oppure fuori da una bottega dove si vendevano medicine tradizionali. Questa abitudine sembra che derivi da una storia contenuta in un testo del V secolo, dove si parla di un vecchio venditore di medicine che un giorno allesti’ il suo banco in un mercato ed appese una zucca davanti alla sua mercanzia. Alla fine della giornata saltò nella zucca e scomparve. E’ curioso notare come da questo racconto deriva un modo di dire (他的葫芦里到底卖的是什么药?) ancora oggi molto usato nella lingua cinese, che letteralmente vuol dire “Quali medicine racchiude nella zucca?” e che corrisponde al nostro “Quale asso nascondi nella manica?”. Oltre che simbolico l’utilizzo della zucca, e dei suoi semi, nella medicina tradizionale cinese è anche pratico, visto che ancora oggi viene suggerita per facilitare la digestione, curare il diabete, aiutare la crescita e lo sviluppo, rafforzare la vista, tenere sotto controllo il colesterolo ed evitare i calcoli e le malattie della prostata. Insomma sicuramente un ortaggio a cui ricorrere per migliorare la nostra salute! 88 Cucurbits in general and the water melon, squash, gourd, melon and cucumber in particular, are particularly appreciated by the Chinese and available in markets throughout the year, thanks to the geographical size and various climatic zones of China. Squash and gourds, although not of Chinese origin, have been known here since ancient times and are cultivated in various provinces in the country where they go by different names and have different characteristics and shapes. They are used in many ways in Chinese cooking, from porridge to soup, but dishes with meat, fish or other vegetables are also typical. Rich in vitamins, starch, carotene and protein, they are also a food resource for people in the Chinese countryside who, obliged to eat a poor diet, find this vegetable an important source of nourishment. In China, the gourd has a strong symbolism and its consumption is associated with traditional medicine. In ancient writings or pictures, the great Taoist sages were often depicted with a gourd containing miraculous preparations. In the past, itinerant physicians and wandering peddlers used to carry a gourd tied to the belt or hanging from a stick and containing numerous medicines, herbs and ointments used to treat various illnesses. The gourd was also hung outside the door by doctors to indicate their profession, or outside a shop selling traditional medicines. This custom apparently derives from a story in a book from the 5th century telling of an old medicine seller who one day set up his stall in a market and hung a gourd in front of his wares. At the end of the day, he jumped into the gourd and disappeared. Curiously, this story is the origin of an expression still widely used in Chinese today (他的葫芦 里到底卖的是什么药?). This literally means "Which medicines does he have in his gourd?", corresponding to the English "What tricks do you have up your sleeve?". As well as its symbolism, the gourd and its seeds also have a practical use in traditional Chinese medicine and are still today proposed to facilitate digestion, treat diabetes, help growth and development, reinforce eyesight, control cholesterol and avoid calculi and prostate disease. In short, a vegetable to help us stay in good health! Shou Xing ( ) Dio della Longevita’. Legata al bastone una zucca Economia È in arrivo un carico di zucche D. Siamo produttori intensivi di prodotti orticoli del genere cucurbitacee (cocomeri, angurie, meloni, zucche, ecc.) che vendiamo direttamente alla GD (grande distribuzione) o, tramite meditatori, sia in mercati di prossimità che in Paesi vicini, soprattutto Austria e Germania. Le spedizioni, alla rinfusa, sono a camion completo e in occasione di una vendita di zucche della varietà cucurbita maxima a un cliente tedesco, il camion, con circa quattrocento quintali di prodotto, subiva un incidente stradale poco oltre Arnoldstein con sversamento e quindi distruzione di gran parte del carico che così veniva completamente (compreso cioè quello salvato) rifiutato dall’importatore bavarese. Questi, nonostante la resa Franco Nostro Deposito, non intende minimamente accollarsi il danno dal presupposto che i proprietari della merce, e quindi responsabili della stessa, siamo ancora noi dato che il pagamento è posticipato (90 giorni data spedizione). E’ giusto? R. No. Non lo è. E questo per una serie di motivi, non ultimo il fatto che il pagamento non ha alcuna rilevanza sul passaggio di proprietà se gli accordi contrattuali non ne fanno espressa menzione. Non basta. Perché per la nostra legge, e per quella tedesca, così come previsto anche dalla Convenzione di Vienna, il trasporto diventa funzione decisiva nel passaggio di proprietà quando i beni appartengono alla categoria merceologica di cose determinate solo nel suo genere. Come le zucche trasportate alla rinfusa, appunto. Andando per gradi, allora, va detto che il pagamento non è condizione essenziale di passaggio di proprietà a meno che le parti, in piena autonomia contrattuale, non decidano che sia proprio così, inserendo in contratto una riserva di proprietà (1523 c.c.). (Su questa affermazione è opportuno fare qualche riflessione perché troppo spesso le vendite di cose determinate non riportano alcuna tutela del venditore che, una volta confermato l’ordine, ha già trasferito la proprietà sul compratore). Il passaggio di proprietà allora, avviene in due modi diversi a seconda che il bene appartenga a una cosa determinata oppure, come nel caso delle zucche vendute e trasportate alla rinfusa, a una cosa determinata solo nel suo genere. Nella prima opzione, la proprietà passa per semplice consenso. Nella seconda opzione, che riguarda il caso in esame, cioè il trasferimento di proprietà di cose di genere (cereali, olio, vino, prodotti agricoli e tutte le rinfuse), la proprietà si trasmette con l’individuazione, ossia con la scelta di quella parte della cosa di genere oggetto di vendita e il suo distacco dal tutto (un silos, una cisterna, ecc.). Ma se poi la cosa, così individuata, deve essere trasferita (le zucche da inviare in Germania), l’individuazione, e quindi il passaggio di proprietà, “(…)” avviene anche mediante la consegna al vettore o allo spedizioniere”. Lo dice il Codice all’articolo 1378 e la stessa Convenzione di Vienna all’articolo 30 e segg. Pertanto, il compratore bavarese, stando alla ricostruzione dei fatti, era già proprietario della fornitura di zucche per il solo fatto che le stesse erano state consegnate al vettore per essere trasferite in Germania. A meno che, le parti non avessero inserito in contratto la più volte citata riserva di proprietà, cosa che nel caso in esame non sembra sia stata inserita. A questo proposito va aggiunto, per completezza di informazione, che nella pratica operativa, il patto di riservato dominio (riserva di proprietà) è generalmente adottato solo nelle vendite rateali, trascurando quelle con pagamento unico (posticipato o differito). Questo comportamento dei fornitori di cose determinate è sbagliato e rappresenta una leggerezza contrattuale. Per le forniture di cose di genere, invece, occorre fare un’ulteriore precisazione. Quando il prodotto appartiene alle cose consumabili e non necessariamente deperibili in senso stretto, la possibilità di vendita rateale con riserva di proprietà viene meno e al suo posto si inserisce in di Maurizio Favaro Consigliere Invexport, export manager contratto una “vendita con riserva di gradimento”. Anche per la mancanza di tale stipulazione, il compratore tedesco non può esimersi dal fare proprio il rischio di perdita e danni alle merci (consumabili) in viaggio. Nemmeno lo aiuta il contratto di trasporto che, essendo Franco deposito del venditore (cioè l’EXW degli Incoterms), pone sul compratore tutti i rischi e la responsabilità del trasferimento. 89 Diritto alimentare di Annalisa Case [email protected] Consulenza legale in diritto alimentare Legal advisor on nutritional law L’etichettatura dei prodotti ortofrutticoli obbligo di etichettatura riguarda sia i prodotti venduti sfusi sia quelli confezionati (anche se per effetto del DM 393/95 restano esonerati gli L’ agricoltori che vendono direttamente i loro prodotti al consumatore), con indicazioni chiare e leggibili ed informazioni su identificazione, natura, origine del prodotto e sue caratteristiche commerciali. Dal 15 febbraio 2003 è in vigore il decreto legislativo n. 306/2002 recante “Disposizioni sanzionatorie in attuazione del Regolamento CE n. 1148/2001 relativo ai controlli di conformità alle norme di commercializzazione applicabili nel settore degli ortofrutticoli freschi, a norma dell’art. 3 della legge 1 marzo 2002 n. 39”. Tale decreto ha fissato sanzioni che variano da 260 a 50.000 euro per le infrazioni alle norme concernenti la qualità e la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli freschi contenute nei numerosi Regolamenti comunitari, comminate a chi esercita l’attività commerciale senza essere in possesso della relativa autorizzazione, a chi si sottrae ai controlli o ne ostacola lo svolgimento, a chi non espone le etichette relative ai prodotti in vendita, ecc.. L’obbligo della etichettatura consiste nell’esporre su tutti i prodotti dell’ortofrutta un’etichetta riportante la denominazione del prodotto (es. pera, mela, radicchio), la varietà (es. pere kaiser, mele golden, stark o annurca, uva italia, ecc…), la categoria di qualità (extra, I qualità, II qualità), l’origine (nazionalità o zona di produzione come regione o comune di provenienza). Relativamente a quest’ultima indicazione, infatti, perché sia soddisfatto tale requisito, è possibile segnalare o il paese di origine (Italia, Spagna, ecc..) o più esattamente la zona di produzione più piccola (regione, provincia o comune) in modo da fornire all’acquirente un’informazione più precisa (es. arance siciliane, radicchio di Chioggia, mele della Val di Non, ecc…), anche se, tuttavia, non può non considerarsi come in taluni mercati i prodotti provenienti da altri paesi riportano come indicazione di origine il termine “importazione”, termine che in realtà non identifica alcun paese e dunque non è un’indicazione corretta. Per quanto concerne invece il riferimento alla qualità, la categoria extra si riferisce ad un prodotto di qualità superiore, privo di difetti; la prima categoria ad un prodotto di buona qualità, con tolleranza di lievi difetti di forma, di colorazione, dell’epidermide, con lesioni cicatrizzate; invece la seconda categoria equivale ad una qualità mercantile, con tolleranza di difetti di forma, difetti di colorazione, rugosità della buccia, alterazioni superficiali. Un’altra indicazione richiesta riguarda l’identificazione, ossia il responsabile commerciale (imballatore e/o speditore o codice di identificazione): requisito assolto con la menzione del nome e indirizzo o simbolo di identificazione rilasciato o riconosciuto da un servizio ufficiale, tenendo tuttavia presente che, qualora si utilizzi un codice (simbolo di identificazione), la dicitura “imballatore e/ speditore (o un’abbreviazione equivalente) dovrà comparire in prossimità di tale codice (simbolo di identificazione). E’ bene precisare comunque che, accanto alle indicazioni previste come obbligatorie dalla legge, nulla vieta agli operatori del settore, al fine di garantire una più dettagliata informazione ai consumatori, di aggiungere ulteriori facoltative informazioni come il numero dei frutti, il tenore minimo di zucchero, ecc… Un’ulteriore considerazione merita l’obbligo di indicazione del termine minimo di conservazione (si parla di data di scadenza solo nel caso di prodotti molto deperibili dal punto di vista microbiologico), obbligo di cui gli ortofrutticoli freschi, sia venduti sfusi sia preconfezionati, sono esonerati, salvo il caso che si tratti di prodotti sbucciati (come le patate) o tagliati (quali gli ortaggi) o sottoposti a trattamenti analoghi. Infine, si ricorda che tutte le indicazioni dovranno essere riportate in caratteri leggibili e ben visibili su uno dei lati dell’imballaggio utilizzato, mediante stampa diretta indelebile o mediante etichetta integrata nel collo o fissata al collo stesso. Nel caso, invece, di prodotti posti in vendita allo stato sfuso, il venditore al dettaglio dovrà apporre sui prodotti un apposito cartello sul quale dovranno figurare chiaramente e in modo leggibile tutte le indicazioni obbligatorie prescritte. 90 Il cibo racconta Un piatto sulla tavola - Dovevo capirlo! – sospirò Manuel Duarte de Aguiar, battendosi la fronte con la spazzola con cui stava lustrando gli ultimi stivali della giornata. - Che cosa dovevi capire? – gli chiese il Francisco, seduto accanto a lui, nel bugigattolo che fungeva da calzoleria della caserma. Manuel non rispose e riprese a spazzolare il cuoio. - Vedi – continuò, - la figlia di Benton era fatta così. Lo sapevo anche quando l’ho sposata che sarebbe stato impossibile domarla. Aveva quattordici anni – fece, voltandosi verso il compagno – ed era bella, fiera, con due occhi neri che ti bucavano il cuore. Con due poppe così. – e posizionò le mani, per indicarne la misura. – Andava a cavallo meglio di un uomo e non sapeva cucinare. - E perché te la sei presa? - Beh, Ana Maria mi aveva stregato e, te lo giuro, per quattro anni sono stato in paradiso. Facevamo l’amore dappertutto e a tutte le ore… ah, su questo, ti giuro, non ho mai più conosciuto una donna come lei. Fuori stava venendo buio. Si affacciò alla porta l’ufficiale di guardia della guarnigione brasiliana di Laguna: - Allora, questi stivali? Manuel Duarte ci si mise di lena ed il tenente pensò bene di ripassare più tardi. - Però, per quattro anni hai mangiato male – commentò Francisco. - Sapeva cucinare una cosa sola: delle pallottoline dolci, fatte con la zucca. Erano buone; non so cosa ci mettesse dentro ma erano veramente buone. Le stava preparando anche quella sera in cui feci entrare in casa mia quell’italiano, per fargli bere del caffè. Era un soldato. Vidi la mia Ana Maria sbiancare in volto; i due si fissarono in silenzio come animali selvatici pronti alla lotta. Cercai di parlare con l’uomo ma loro non si degnarono nemmeno di guardarmi. Dopo un’eternità, il biondo militare le di Flavio Bisson mormorò qualche parola e se ne andò. - Senza bere niente? - Niente ed era lì che dovevo capire. Uscii di casa, cercando il tipo, per dirgliene quattro ma era sparito. Lo cercai nella taverna, dove un paio di amici mi offersero da bere. Ero talmente infuriato che mi sfogai con loro. Seguirono altri bicchieri ed ogni volta raccontavo di nuovo ai presenti l’affronto subito. Tornai a casa tardi. Trovai sul tavolo un piatto di palline di zucca, ormai fredde. Ne assaggiai una: non erano come al solito. Cercai Ana per lamentarmi ma la casa era vuota. E, da allora, non l’ho più vista. - Sai che fine ha fatto? - Ha seguito per il mondo quel militare biondo… si chiamava Garibaldi, Giuseppe Garibaldi. Quel figlio di … si è portato via la mia Anita. Curiosità La zucca nel cinema italiano Il cinema italiano da sempre è sensibile ai cibi e ai sapori tipici del nostro paese e non mancano le pellicole in cui questa o quella specialità è il soggetto preferito dal regista. Cene magnifiche e ricche di fascino sono rappresentate come vere e proprie opere d’arte, le ricette, particolari, gustose, succulente, sono tratte dalla migliore tradizione locale e spesso ci danno l’idea di essere così buone che vorremmo essere anche noi a tavola a gustarle. Proponiamo due film molto importanti degli anni ’70 in cui la zucca e i suoi sapori fanno da protagonisti alle vicende narrate. “Il corpo della ragassa”, film ambientato negli anni trenta in cui Teresa, figlia di remaioli del Po, passa da essere una cameriera a padrona di una serie di negozi. (Regia: Pasquale Festa Campanile (1979) con Lilli Carati, Enrico Maria Salerno, Renzo Montagnani. Commedia) La ricetta che ci presenta la protagonista è la seguente: Risotto con la zucca Ingredienti: 350 g riso; 500 g zucca; cipolla abbondante; olio d’oliva; sale e pepe; 100 g burro; 1 dado vegetale; 100 g parmigiano grattugiato Lessare la polpa della zucca in acqua appena salata, lasciarla raffreddare e passarla al tritatutto con cipolla abbondante. Rosolare polpa e cipolla in un fondo di olio e burro. Aggiungere il riso e farlo tostare fino a insaporirlo. Bagnare quindi con il brodo, a poco a poco, fino a coprire il risotto. Far cuocere prima a fuoco vivo. Poi più lentamente fino a ultimare la cottura. Togliere dal fuoco e mantecare con qualche fiocchetto di burro. Servire con il parmigiano grattugiato a parte. di Angela Ruzzante “Novecento”, cinquant’anni di Storia italiana attraverso le vicende di due famiglie, una di proprietari terrieri e l’altra di contadini. Un film che è il trionfo della buona tavola, del cibo e delle tradizioni genuine, come i tortelli di zucca che qui presentiamo. (Regia: Bernando Bertolucci (1976) con Gerard Depardieu, Robert De Niro, Stefania Sandrelli. Drammatico) Tortelli di zucca Ingredienti: 1 kg zucca; 100 g amaretti sbriciolati; 100 g mostarda di frutta finemente tritata; 100 g parmigiano grattugiato; 50 g pangrattato; 1 cucchiaino di zucchero; noce moscata; sale e pepe Per la pasta: 500 gr di farina; 4 uova Preparare la pasta, stenderla e tagliare tanti dischi di pasta che andranno riempiti per realizzare i tortelli. Tagliare la zucca a pezzi e cuocerla sulla lastra del forno, appoggiandola sulla buccia. Passarla al setaccio e unirla in una terrina con gli altri ingredienti, compresa la mostarda di frutta tritata sottile. Riempire i tortelli e lasciarli asciugare su un telo. Cuocerli in acqua salata e scolarli al dente. Vanno conditi con burro fuso e parmigiano grattugiato. Fonti: Il gusto del cinema italiano, Laura Delli Colli, Cooper edizioni TCG 12 Denver, Sirman 91 In libreria In the bookshop Tutto sulla cottura a bassa temperatura All you ever wanted to know about low temperature cooking Un volume prezioso che nasce dall’esperienza professionale di un cuoco irrequieto e curioso quale è Marco Pirrotta, con la preziosa collaborazione di Allan Bay, ideatore della collana ‘I Tecnici’. L’idea scaturisce delle quotidiane sperimentazioni dello chef e della ricerca di prodotti migliori, nuovi abbinamenti, nuove consistenze, migliori risultati nelle cotture. In particolare, tutto nasce da una domanda: perché i sapori, i colori e le consistenze di certi alimenti che ci colpiscono tanto da crudi siamo costretti a perderli nella cottura? Se nella prima parte del volume, Pirrotta risponde al quesito proponendo il metodo della cottura a bassa temperatura delle carni di manzo e vitello spiegandolo nel dettaglio indicando tutte le attrezzature e illustrando con l’aiuto di un efficace apparato fotografico le preparazioni e i passaggi per cuocere CBT (cottura a bassa temperatura) - nella seconda parte offre un ampio ventaglio di ricette per mettere in pratica la teoria e usare questo nuovo metodo per portare in tavola vere e proprie prelibatezze culinarie, diminuendo i tempi di cottura e di realizzazione del piatto. A precious book born from the professional experience of such a restless curious chef as Marco Pirrotta with the invaluable collaboration of Allan Bay, editor of the “I Tecnici” collection. The idea is inspired by the chef’s daily experiments and his quest for top products, new combinations, new textures and the best cooking results. The starting point is a question: why do we have to lose through cooking the flavours, colours and textures of certain foods which make such an impression on us when raw? In the first part of the book, Pirrotta answers the question by proposing low temperature cooking techniques for cooking beef and veal, explaining them in detail, describing all the equipment and illustrating the processes and phases of low temperature cooking with the help of photographs. In the second part he provides a range of recipes to put theory into practice, utilising this new method to bring genuine culinary delights to the table, with shorter cooking and preparation times. Cottura a bassa temperatura, by Marco Pirotta - I Tecnici collection by Allan Bay - Reed Gourmet - €56.00 Cottura a bassa temperatura di Marco Pirotta I Tecnici collana a cura di Allan Bay edita da Reed Gourmet - 56.00 € Di zucca in zucca Ventotto variazioni sul tema per svelare le mille più una vita della zucca in cucina. Protagoniste di questa magia, capace di trasformare una semplice cucurbitacea in un ingrediente culinario di primo piano, sono le mani creative di Igles Corelli, chef eclettico e appassionato. Con vera maestria e profonda conoscenza dei segreti di questo particolarissimo prodotto della natura, Corelli ci incanta trasformando la zucca in chutney, crema, crocchetta, fagottino, kugelhopf, minestra, risotto, sandwich, pasticcio, polpetta, torta salata e altro ancora. Con uguale destrezza ci offre la zucca in abito da sera per le serate di gala o come insolito ingrediente di un panino per un pic nic fuori porta. Modulando sapientemente la sua dolcezza, suscita straordinarie e particolarissime armonie tra sapori decisi come zucca e miele, zucca e liquirizia, zucca e cioccolato. Una vera festa per il palato, solleticato dall’arte magica di un fuoriclasse della cucina, curioso delle infinite trasformazioni della materia alimentare. Di zucca in zucca, di Igles Corelli – Bibliotheca Culinaria € 13.90 La verità su ciò che mangiamo Aggiornamento di una precedente edizione, il volume di Renzo Pellati – specialista in Scienza dell’Alimentazione e autore di numerose pubblicazioni - si propone come strumento indispensabile per conoscere meglio tutti i cibi che costituiscono la nostra dieta quotidiana. Scritto in forma di dizionario e corredato con le tabelle dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), analizza tutti gli alimenti e le bevande, facendo luce su tutti quei termini che compaiono sulle etichette dei cibi confezionati e che spesso non riusciamo a comprendere fino 92 On the theme of pumpkins and squash Twenty eight variations on the theme to reveal the thousand and one uses of pumpkins and squash in cooking. Stars of this magic, capable of turning a simple cucurbit into an important culinary ingredient, are the creative hands of an eclectic and enthusiastic chef, Igles Corelli. With great skill and an in-depth knowledge of the secrets of this very special product of nature, Corelli enthrals us, transforming squash and pumpkin into chutney, purée, croquette, dumpling, kugelhopf, soup, risotto, sandwich, pie, rissole, quiche and more besides. With equal dexterity, he gives us squash and pumpkin in evening dress for a gala dinner, or as an unusual ingredient for a roll during a country picnic. Skilfully modulating its sweetness, he creates extraordinary and highly distinctive harmonies among decisive flavours such as pumpkin and honey, pumpkin and liquorice and pumpkin and chocolate. A genuine feast for the palate, stimulated by the magical art of a champion of the kitchen, curious about the infinite transformations of food. Di zucca in zucca, by Igles Corelli Bibliotheca Culinaria - €13.90 The truth about what we eat An update of the previous edition, the book by Renzo Pellati (specialist in Food Sciences and author of numerous publications) is an indispensable tool for those wanting to find out more about the food we eat in our daily diet. Written in the form of a dictionary and accompanied by tables from INRAN (the Italian National Food and Nutrition Research Institute), it analysis all types of food and drink, highlighting the terms which appear on food packaging labels and which in fondo. La nuova edizione estende la sua analisi anche ai cibi biologici, quelli geneticamente modificati e gli integratori alimentari, oltre che dare conto al lettore dei nuovi indirizzi e delle nuove scoperte della scienza dell’alimentazione. Un importante aiuto per orientarci nel vasto panorama dell’offerta alimentare contemporanea, dei fabbisogni nutritivi dell’organismo umano e delle diete più adatte a ciascuno di noi per affrontare al meglio le attività quotidiane. Tutti i cibi dalla A alla Z di Renzo Pellati Oscar Guide Mondadori € 14.00 Il cinema interpreta il cibo Il cinema è un mondo traboccante di cibo: fotogrammi, sequenze, intere pellicole raccontano di un legame forte e radicato, a volte più labile, dove il collegamento con la sfera della gastronomia può costituire solo lo spunto, lo sfondo, una comparsa… Schermo piatto, il nuovo libro di Antonio Attorre, collaboratore di Slow Food e docente all’Università Politecnica delle Marche, si sviluppa in due tempi, come un vero e proprio film. Nel primo tempo traccia degli itinerari cinegastronomici declinati nei più disparati temi gastronomici quali la paura della fame e il desiderio di mangiare, i processi identitari legati al cibo, la dimensione sacrale-eucaristica fino al grottesco iperbolico dello stare a tavola. Nel secondo tempo dal saggio si passa al racconto: undici autori si cimentano in racconti che portano il cinema in cucina o il piatto sullo schermo, lasciando loro la massima libertà d’ispirazione. Il risultato è un percorso che presenta notevoli diversità di registri e sviluppi che stimola idealmente il lettore a continuare il gioco dei rimandi e delle citazioni con una serie di assaggi cinematografico - letterari che nutrono saporitamente la sua immaginazione. Schermo piatto di Antonio Attorre Slow Food Editore € 14.50 Ricette futuriste per nutrire l’intelletto E’ fresco di stampa il libro “Ricette futuriste”-un saggio tra arte, storia e cucina di Sara Monti, edito da Montag. Il libro è un excursus storicoartistico di un movimento che coinvolge tutte le attività umane, dunque anche la cucina. Per i futuristi il pasto non serve a riempire la pancia, in allegre abbuffate conviviali, ma è pura arte. Il cibo ha il potere di modificare i pensieri dell’individuo e innescare il cambiamento. Mangiare diventa così più un atto intellettuale che istintivo che permette di provare sensazioni molteplici. Attraverso stimolazioni indotte, che coinvolgono tutti i sensi, si permette all’uomo di sviluppare l’immaginazione e l’intelletto. Marinetti e i suoi, rifiutano la tradizione in nome dell’innovazione e dichiarano dunque guerra alla pastasciutta, che simboleggia uno stile di vita ormai vecchio e superato. Ordinabile sul sito della casa editrice: http://www.edizionimontag.com/shop/ e in tutte le librerie fisiche e online. Il distributore è ediQ : http://www.ediq.eu/. are often difficult to fully understand. The new edition also covers organic food, genetically modified food and dietary supplements as well as informing the reader about the new directions and discoveries of food science. An important tool to help find your way around the vast panorama of food products today, the nutritional needs of the human body and the most appropriate diets for each one of us to tackle the day’s activities as efficiently as possible. Tutti i cibi dalla A alla Z, by Renzo Pellati Oscar Guide Mondadori - €14.00 Food and films The world of films is flowing over with food - shots, sequences and entire films tell of a strong, deeply-rooted and sometimes ephemeral bond, where the connection with food may be just the starting point, the background, a bit player... Schermo piatto, the new book by Antonio Attorre, a collaborator with Slow Food and lecturer at the Polytechnic College of the Marche, is written in two parts, like a real film. The first part traces foodfilm itineraries on the most diverse of food-related themes, including the fear of hunger and the desire to eat, identification with food, the sacred-Eucharistic dimension and the hyperbolic absurdity of sitting around a table. In the second part, the fact passes to fiction. Eleven writers try their hand at stories which bring films to the kitchen, or the dish to the screen, interpreted with maximum freedom of inspiration. The resulting diversity of tones and treatments stimulates the reader to continue the game of references and quotes with a series of “tasters” on the theme of film and literature, providing a mouthwatering way to nourish the imagination. Schermo piatto, by Antonio Attorre Slow Food Editore - €14.50 Futuristic recipes to nourish the intellect Just out, the book Ricette futuriste, a treatise between art, history and cooking by Sara Monti, published by Montag. The book is a historical-artistic excursus about a movement which includes all human activities, including cooking. For futurists, the purpose of a meal is not to fill the stomach during merry convivial tuck-ins. It is pure art. Food has the power to modify an individual’s thought and change his behaviour. Eating thus becomes an intellectual act which instinctively gives us numerous sensations. Through induced stimulation of all the senses, it enables man to develop the imagination and the intellect. Marinetti and his fellow futurists refuse tradition in the name of innovation and therefore declare war on pasta which symbolises an archaic and no longer relevant way of life. The book can be ordered from the publisher’s site: http:// www.edizionimontag.com/ shop/ and from all physical and on-line bookshops. Distributed by ediQ (http:// www.ediq.eu/). 93 In breve Nascono le Biblioteche del Vino In vino veritas…e anche ‘in libro’! L’Associazione degli Alberghi del Libro d’Oro crea un sfizioso abbinamento tra il mondo del vino e quello della letteratura d’autore. Ecco allora che un selezionato gruppo di eno-produttori entra a far parte di Golden Book Wines, una nuova sezione speciale dell’Associazione. Si organizzano veri e propri eventi, reading, intrattenimenti colti, che si tengono nelle cantine e sono accompagnati da degustazioni mirate. Le aziende vinicole adottano per l’occasione un libro d’autore, con uno o più racconti da offrire agli ospiti, proprio come fanno da anni gli hotel che entrano a far parte del circuito dei Golden Book Hotels. Il vino stesso dell’azienda, la cantina ospite, il suo territorio vengono resi ‘su misura’ protagonisti di questi racconti, come è stato già sperimentato con successo nel caso dei ‘racconti d’hotel’. E le cantine diventano Golden Book Wines, un’ideale costola dei bon vivant che alloggiano nei Golden Book Hotels. E’ nato un nuovo modo di assaporare e sperimentare un evento letterario! Info: www.goldenbookhotels.it “Esco dal Desco” per raccontare e degustare le specialità lucchesi Da novembre a dicembre 2010 Lucca omaggia le sue tradizioni con quattro weekend dedicati a ‘mostre personali’ dei prodotti tipici dell’enogastronomia e del turismo culturale: 20 e 21 novembre in onore al fagiolo, 27-28 novembre il farro, 4-5 dicembre sigari e cioccolata, 11-12 dicembre l’olio e il pane, con la premiazione dei migliori oli della costa. Quest’anno il Desco, giunto alla sua sesta edizione, ha dato il via anche a ‘EscodalDesco’ che, oltre alla mostra mercato dei prodotti tipici nell’ex Real Collegio, coinvolgerà l’intera città con degustazioni, menù a tema, laboratori del gusto, esperienze multisensoriali con il vino ed eventi curiosi come ‘Mangiarsi le parole’ dove grandi giornalisti dell’enogastronomia racconteranno come si scrive e si parla di cibo. Info: www.luccaturismo.it DolceMilano, quando la metropoli si fa dolce A Milano dal 10 al 13 dicembre avrà luogo la mostra mercato più importante del settore dolciario italiano e di tutte le associazioni che ne fanno parte. DolceMilano renderà la zona che gravita intorno a via Tortona una sorta di grande torta da degustare. In quest’occasione, infatti, chi produce o commercializza dolci potrà presentare, far conoscere e vendere prodotti nella caratteristica atmosfera ambrosiana che precede il Natale. A DolceMilano si sfideranno, in una tenzone dove il vincitore sarà il gusto e il piacere del palato, la grande pasticceria settentrionale e la scuola meridionale, entrambe agguerrite, preparate e colme di tradizione. Oltre ai dolci, anche i vini che meglio si sposano con torte, pasticcini e altre preparazioni: dagli spumanti brut a quelli dolci, dai grandi vini di meditazione ai distillati. Infine, un settore della mostra mercato sarà dedicata a tutto ciò che rende una tavola bella e invitante, anche oltre le feste. Info: www.dolcemilano.it To be Lambrusco – Essere Lambrusco Per tutti coloro che credono che il Lambrusco non sia una scelta di serie B, ma To Be. Organizzata dal Simposio dei Lambruschi, To be Lambrusco si terrà il 17 e 18 ottobre nello splendido castello di Levizzano Rangone (IX secolo) nel comune di Castelvetro di Modena. La manifestazione vedrà un momento per ogni target, dal consumatore finale ai professionisti del settore. A questi sarà dedicato l’appuntamento più originale, il concorso ‘Il Lambrusco cerca moglie’, che vedrà i sommelier lasciare il taste vin per scendere ai fornelli inventando una ricetta ideale in abbinamento al Lambrusco. [email protected] WINETT: il mercato del vino cambia faccia L’innovativo workshop Business to Business, organizzato da MGS srl dell’imprenditore veneziano Marco Giol, presenta una ricetta semplice e funzionale: buyers, che si impegnano a comprare “italiano” e aziende vinicole, di tutta la Penisola, interessate all’internazionalizzazione. Il rigore degli incontri è uno degli aspetti caratterizzanti la formula: di norma a Venezia, nelle splendide sale del Westin Europa & Regina, ogni 25 minuti “suona la campana” e arriva un’azienda che in questo tempo limitato deve presentare la propria realtà. La prossima edizione di Winett in programma dal 2 al 4 novembre 2010, si arricchisce di un nuovo ed importante elemento: la partnership con Gourmet’s International di Helmuth Köcher, organizzatore del Merano International WineFestival 94 & Culinaria (MIWF), la vetrina più prestigiosa del vino italiano in programma dal 5 all’8 di novembre, che al termine del Winett ospiterà alcuni dei buyers presenti a Venezia. Tutte le aziende partecipanti ai workshops B2B avranno diritto ad essere invitate alle selezioni delle prossime edizioni del Merano International WineFestival. Le aziende vinicole già partecipanti al MIWF, invece, possono godere di condizioni economiche agevolate per prendere parte al B2B. Info: [email protected] www.winett.it VIA Protagonisti in Tavola Spezie e Erbe Aromatiche La Bontà è una Scelta. Lio Linea è il nome nuovo dell’Alta Gastronomia di Viander. Spezie e erbe aromatiche liofilizzate, facili da usare in cucina, sempre pronte, sempre fresche, sempre fragranti. Il processo di liofilizzazione, infatti, mantiene intatte le proprietà nutritive degli alimenti e lascia inalterati, oltre a vitamine, sali minerali e contenuto proteico, anche profumi e sapori. Questo grazie al processo di estrazione dell'acqua per sublimazione, che garantisce anche igiene e perfetta conservazione nel tempo. Lio Linea, tanti sapori con leggerezza. Il Mangiarbene VIANDER SpA - Loc. Bufaloro, 20 - 06089 Torgiano (PG) - Tel. 075 985169 - Fax 075 985236 - www.viander.it - [email protected] L’agenda Diary Italia 2010 * * * * SAPORI ITALIANI AGRO.GE.PA.CIOK. PABOGEL SALONE INTERNAZIONALE DEL GUSTO SETTIMANA DELLA VITACOLLETTIVA AB TECH EXPO HOTEL 2010 AUTOCHTONA 2010 TRIESTESPRESSO EXPO IL BONTÀ EXPOSUDHOTEL SIA GUEST MIG Longarone Galatina / LE Roma Torino Roma Milano Bolzano Bolzano Trieste Cremona Napoli Rimini Longarone 02 - 04/10/2010 09 - 12/10/2010 16 - 19/10/2010 21 - 25/10/2010 28 - 30/10/2010 23 - 27/10/2010 25 - 28/10/2010 25 - 28/10/2010 28 - 30/10/2010 12 - 15/11/2010 14 - 18/11/2010 20 - 23/11/2010 28/11 - 01/12/2010 SIGEP BALNEARIA EXPO RIVA HOTEL IDENTITA' GOLOSE SARAL EXPO TECNOCOM MIA PIANETA BIRRA-BEVERAGE & CO RISTOEXPO TIRRENO CT SARAL FOOD VINITALY HOST Rimini Marina di Carrara / MS Riva Del Garda / TN Milano Silvi Marina / TE Bastia Umbria Rimini Rimini Erba Marina di Carrara / MS Silvi Marina / TE Verona Milano 22 - 26/01/2011 28 - 31/01/2011 30/01 - 02/02/2011 30/01 - 01/02/2011 05 - 09/02/2011 06 - 10/02/2011 19 - 22/02/2011 19 - 22/02/2011 20 - 23/02/2011 06 - 10/03/2011 19 - 23/03/2011 07 - 11/04/2011 21 - 25/10/2011 PIR HOVENTA SUEDBACK HOSTELCO EQUIP'HOTEL EXPOGAST INTERN HOTEL EQUIPMENT Mosca Budapest Stoccarda Barcellona Parigi Lussemburgo Macao 26 - 29/09/2010 19 - 22/10/2010 16 - 19/10/2010 05 - 09/11/2010 14 - 18/11/2010 20 - 24/11/2010 24 - 26/11/2010 Amsterdam Bratislava Lyon Oslo Orlando Duesseldorf Dubai Copenaghen Johannesbourg Hamburg Varsavia Lisbona Shanghai Jakarta Chicago Novosibirsk Seoul Hong Kong Chicago Sri Lanka Kuala Lumpur 10 - 13/01/2011 20 - 23/01/2011 22 - 26/01/2011 01 - 11/02/2011 10 - 12/02/2011 26/02 - 02/03/2011 27/02 - 02/03/2011 27/02 - 02/03/2011 13 - 16/03/2011 18 - 23/03/2011 23 - 25/03/2011 27/03 - 30/03/2011 29/03 - 01/04/2011 06 - 09 /04/2011 13 - 16/04/2011 19 - 21/04/2011 26 - 29/04/2011 11 - 14/05/2011 21 - 24/05/2011 23 - 25/06/2011 20 - 23/09/2011 2011 * * * * * * Nel prossimo numero... Next issue featuring ... * Estero 2010 * * * www.suedback.de 2011 Le erbe aromatiche Herbs * * * * * * Sirman è presente a questa manifestazione Sirman will attend to this event * HORECAVA DANUBIUS GASTRO SIRHA www.sirha.com SMAK NAFEM EUROSHOP GULFOOD TEMA HOSTEX INTERNORGA EUROGASTRO ALIM HOREXPO HOTELEX FOOD & HOTEL INDONESIA AMI REST AND HOT SEOUL FOOD & HOTE HOFEX NRA HOTEL SUPPLY www.cpexhibition.com/lkhotel FHM 2011 Direzione esecutiva: Ferruccio Ruzzante Direttore responsabile: Carlo Mocci Direzione editoriale: Nereo Marzaro Redazione: Studioverde Collaboratori: • Hamiza Abdessadeq • Andrea Angeletti • Paolo Antinori • Alberto Assi • Stefano Baiocco • Luigi Biasetto • Flavio Bisson • Massimo Bomprezzi • Angelo Borrillo • Peter Brunel • Annalisa Case • Renzo Ceccacci • Simona Ceresani • Matteo Ciarimboli • Giulia Coronaro • Giuseppe Daddio • Gianluca Dal Corso • Lorenzo Destro • Giovanni Di Stanislao • Mariagrazia Dammicco • Marco Fattorel • Maurizio Favaro • Luigi Ferraro • Alberto Fol • Maurizio Forte • Enrico Fratin • Renato Ganeo • Piera Genta • Terry Giacomello • Michele Gilebbi • Mirella Giuberti • Sergio Grasso • Bruno Mambelli • Leopoldo Meneghetti • Cristina Mocci • Fabio Momolo • Sergio Moronato • Gregori Nalon • Giorgio Nardelli • Alessandro Negrini • Guido Ongaro • Valerio Parin • Alfredo Pelle • Ottaviano Pellini • Stefano Pepe • Sonia Re • Stefano Renzetti • Paolo Rossetti • Angela Ruzzante • Marco Sabatini • Marisa Saggiotto Massignan • Antonia Saltarini Modotti • Fabrizio Sangiorgi • Luigi Sartini • Gianluca Scalabrin • Alessandro Silvestri • Marco Squizzato • Efrem Tassinato • Alberto Tomasi • Luigi Tonellato • Marco Valletta • Andrea Voltolina • Piero Zanettin • Albino Zoccarato Graphic Design: Studioverde Stampa: Mediagraf S.p.A. - Noventa Padovana - PD Pubblicità: Studioverde srl - Via Caduti di Russia, 9 35010 Pieve di Curtarolo - Padova Tel. +39 049 9620565 r.a. - Fax +39 049 9620567 e-mail: [email protected] Testi, foto o altro materiale redazionale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Editore: CONSORZIO EXPORT ZAFFERANO Via Caduti di Russia, 9 - 35010 Pieve di Curtarolo - PD Tel. +39 (0)49 9620565 - Fax +39 (0)49 9620567 e-mail:[email protected] - www.zafferano.org Ai sensi dell’art. 10 della L.675/1996, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico, o di altri dello stesso Consorzio Export Zafferano, consistono nell’assicurare una informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. Il Consorzio Export Zafferano, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interessati i diritti di cui all’art. 13 della suddetta legge. Registrazione Tribunale di Padova n.1643 del 21 aprile 1999. In vetrina In the shop window STUDIOVERDE SQUADRA VINCENTE Winning Team TCQ 22 TCQ 22 TC 22 - 32 NEVADA - tritacarne TC 22 - 32 NEVADA - meat grinders •Corpo macchina totalmente in acciaio inox AISI 304. •Potenti motori IP 55 autoventilati per uso continuo. •Riduttore a bagno d’olio con ingranaggi rettificati. •Riduttore con doppio sistema di protezione dai liquidi. •Pratico fissaggio bocca con leva interbloccata (CE). •Gruppo macinazione ad alta produzione completamente in acciao inox. •Collo introduzione quadro per prestazioni superbe in seconda passata. •Tramoggia rimovibile interbloccata (CE) con collo fino a zona macinazione. •Comandi 24 Volt IP 54 con inversione (CE). •Opzioni: Sistema di protezione interbloccato per uso piastre con foro > 8 mm. Bocche Unger parziale o totale. 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Einaudi, 47 - 35016 Piazzola Sul Brenta - PD - Italy - tel. +39 049 9601602 r.a. - fax +39 049 9601606 e-mail: [email protected] - www.felsinea.com IH 35 - piastra induzione IH 35 - induction hob •Facilmente installabili in qualsiasi ambiente cucina e nelle sale da pranzo come dimostrazione, o la preparazione di piatti particolari di fronte ai clienti, grazie alla sicurezza e praticità. •Comandi digitali con controllo termostatico o di potenza. •Pratico display di visualizzazione a led. •Estremamente facili da utilizzare e da pulire. •Massima sicurezza grazie alla superfice di cottura che non si scalda. •Grande efficienza energetica per l’immediata resa e la mancanza di preriscaldamento. •Autospegnimento appena vine rimossa la pentola o padella usata. •Easy to carry and install for culinary demonstrations, hands-on kitchen sessions, workshops. •Digital controls. •Adjustable thermostat control gives you variable control of the power. •Led temperature and power setting display for precise user feedback. •Hygienic, easy to clean. •Highly energy efficient and safe, no preheating needed. •Auto shut off, only using electricity when a pan is on the hob. PB 1/1 inox - piastra buffet PB 1/1 inox - buffet plate •Pratica piastra riscaldante da buffet. •Robusta struttura in acciaio inox satinato. •Pratiche maniglie inox per una facile movimentazione anche quando calda. •Regolatore di temperatura da 0 a 90 °C. •Vetro di appoggio temperato. •Dimensioni vetro compatibili con GN1/1. •Hot Plate conveniently designed for buffet and table service. •Sturdy polished stainless steel frame. •Convenient handles to easily carry it. •Dial temperature control up to 90 °C (194 °F). •Gastronorm 1/1 tempered glass. NN - GF 668 M - forno microonde Panasonic NN - GF 668 M - microwave oven Panasonic •Cavità forno in acciaio inox. •Vassoio Panacrunch per rosolare e rendere croccante l’alimento. •Ripiano griglia. •Tecnologia ad Inverter. •Ideale per bar, snack bar, piccole trattorie. •Piccolo-grande forno combinato 1000 W M.O. + 1650 W GRILL •Minimo ingombro, grande capacità interno camera. •Stainless steel chamber. •Featuring the Panacrunch pan for browning and crisping of foods. •Inverter technology. •Ideal for bars and small restaurants. •Convenient combination oven, 1000W microwave, 1650W grill. •Great chamber capacity in a reduced footprint. 97 anno 12 - OTTOBRE 2010 - n. 36 MINICOOKER Periodico di ristorazione e gastronomia - Periodical of catering and gastronomy L’INDUZIONE PERFEZIONA LA CUCINA INDUCTION COOKING FOR PERFECT RESULTS Miglior controllo della temperatura Tempi di cottura dimezzati Cooking times halved Minicooker un indispensabile aiuto in cucina STUDIOVERDE Minicooker: an indispensable kitchen aid www.sirman.com In caso di mancato recapito restituire a: UFFICIO DI PADOVA CMP - Il mittente si impegna a corrispondere la prevista tariffa - con I.P. More accurate temperature control [la zucca] [pumpkin] STAR BENE – Cenni botanici e aspetti nutrizionali GASTROSOFIA – La zucca globetrotter I CONSIGLI DELLO CHEF – Un ingrediente magico BIRRE DI QUALITA’ – Bionde e ambrate ALL’INTERNO TUTTE LE NEWS A.I.B.E.S. 90.000 copie