N. 9762/2011 R.G.N.R. Mod. 21 D.D.A.
Procura della Repubblica
presso il Tribunale Ordinario di Reggio Calabria
~ Direzione Distrettuale Antimafia ~
FERMO DI INDIZIATO DI DELITTO
- artt. 384 e segg. c.p.p. -
Il Pubblico Ministero,
visti gli atti del procedimento penale indicato in epigrafe nei confronti di:
1. PESCE Giuseppe inteso “testuni” nato a Cinquefrondi il 07.12.1980, già latitante per
altra causa.
2. MARAFIOTI Saverio nato a Rosarno il 09/04/1965, ivi residente in via Cartesio n. 30;
3. MESSINA Rocco nato a Cinquefrondi il 18.05.1984, residente a Rosarno in via S. Lucia
n. 2;
4. ALVIANO Giuseppe inteso “u rospu” nato a Taurianova il 07.10.1975, residente a
Rosarno alla Via Erodoto n. 24;
5. MUZZUPAPPA Francescantonio nato a Cinquefrondi il 26.06.1982, residente a
Rosarno alla via Ercolano nr. 7.
6. TOCCO Francesco Antonio nato a Rosarno il 16.03.1968 ed ivi residente in via
Fogazzaro n. 6.
7. D’AMICO Danilo nato a Taurianova il 19.07.1977, residente in San Ferdinando alla via
Chiesa Madre nr. 3.
8. DELMIRO Biagio inteso “u barberi” nato a Rosarno il 03.02.1968 ed ivi residente in
via Principe Amedeo n. 37;
9. FORTUGNO Domenico inteso “ferruzzeddu” nato a Cinquefrondi il 20.07.1981,
residente a Rosarno in via Fogazzaro n. 6.
10. BERRICA Giovanni Luca nato a Taurianova il 10.04.1978, residente a Rosarno in via
Eschilo n. 2.
11. RAO Giuseppe, nato a Vibo Valentia il 18.12.1983, residente a Rosarno in Via Po n. 12.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
INDAGATI
TUTTI, in concorso con ARENA Domenico, BASSOLAMENTO Marco, CAPRIA Carmelina,
CONSIGLIO Salvatore, D’AGOSTINO Francesco, DI MARTE Francesco, DI MARTE
Giuseppe, FERRARO Angela, FERRARO Giuseppe, FERRARO Mario, FILARDO Giuseppe,
FORTUGNO Andrea, FORTUGNO Domenico, GIOVINAZZO Francesco, GIOVINAZZO
Rocco, LEOTTA Domenico, LUCIA Claudio, MATALONE Roberto, MESSINA Maria Grazia,
MUBARAKSHINA Elvira, ODIERNA Yuri, PALAIA Rocco, PESCE Antonino cl. 1953,
PESCE Francesco cl. 1978, PESCE Francesco cl. 1979, PESCE Francesco cl. 1984, PESCE
Francesco cl. 1987, PESCE Giuseppe cl. 1980, PESCE Giuseppina, PESCE Marcello, PESCE
Maria Grazia, PESCE Marina, PESCE Rocco cl. 1957, PESCE Rocco cl. 1984, PESCE
Salvatore, PESCE Vincenzo cl. 1959, PESCE Vincenzo cl. 1986, PETULLÀ Alberto, RAO
Franco, RAO Rocco, SIBIO Domenico, STANGANELLI Maria, TIRINTINO Antonino e
VARRÀ Domenico (per i quali si è proceduto separatamente)
del reato p. e p. dall’art. 416 bis – commi I, II, III, IV, V e VI – c.p., per aver preso parte, con
il ruolo e le funzioni di seguito specificati, alla associazione di tipo mafioso denominata
'ndrangheta, nell’ambito della cosca detta “ndrina Pesce”, operante, all’interno del cd.
Mandamento tirrenico, nel territorio di Rosarno, zone limitrofe e altre località del territorio
nazionale, contribuendo alla realizzazione degli scopi del sodalizio, attraverso la forza di
intimidazione promanante dal vincolo associativo e le conseguenti condizioni di
assoggettamento ed omertà che ne derivavano nei territori su cui è insediata la consorteria
criminale, con la commissione di delitti contro il patrimonio e grazie anche alla ampia
disponibilità di armi; scopi, in particolare, diretti:
- al controllo delle attività economiche, anche attraverso la gestione di interi settori
imprenditoriali e commerciali finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, o il profitto
di delitti;
- al conseguimento, infine, per sé e per gli altri affiliati di ulteriori profitti e vantaggi ingiusti,
attraverso attività delittuose, quali omicidi, estorsioni, rapine, sistematicamente esercitate ai
danni di imprenditori privati.
1) PESCE Giuseppe cl. 80, perché, già partecipe al sodalizio criminoso, dopo l’arresto del
fratello PESCE Francesco cl. 78, avvenuto in data 9 agosto 2011, vi assumeva funzioni di
organizzatore, capo e promotore, con compiti di decisione, pianificazione e di
individuazione delle azioni da compiere, degli obiettivi da perseguire, delle attività
economiche da avviare e attraverso cui riciclare il denaro e le altre utilità provento delle
dette azioni delittuose, in riferimento all’intera organizzazione criminale;
2) MARAFIOTI Saverio per avere partecipato al sodalizio criminale quale punto di
riferimento per le comunicazioni tra il detenuto PESCE Francesco cl. 78 ed i sodali ancora
in regime di libertà, con funzioni esecutive delle direttive inerenti la ripartizione dei
proventi illeciti della cosca e la redistribuzione della cariche all’interno della stessa, nonché
per avere svolto funzioni di ausilio qualificato nel supporto logistico ai capi organizzatori
del gruppo che si sono sottratti ai provvedimenti coercitivi.
3) MESSINA Rocco per avere partecipato al sodalizio criminale, con funzioni direttamente
esecutive delle direttive di PESCE Francesco cl. 78 e, dopo il suo arresto, del fratello
latitante PESCE Giuseppe cl. 80, nonché per avere svolto funzioni di ausilio qualificato nel
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supporto logistico ai capi organizzatori del gruppo che si sono sottratti ai provvedimenti
coercitivi.
4) RAO Giuseppe per avere partecipato al sodalizio criminale, con funzioni direttamente
esecutive delle direttive di PESCE Francesco cl. 78 e, dopo il suo arresto, del fratello
latitante PESCE Giuseppe cl. 80, in particolare, per avere collaborato direttamente e
personalmente al finanziamento dell’organizzazione, attraverso il delitto di riciclaggio, in
quanto, stabilmente dedito alla ricezione di assegni bancari provento delle attività illecite
del gruppo, restituendo denaro contante o altri assegni bancari, in modo da ostacolare
l’identificazione della loro provenienza delittuosa.
5) ALVIANO Giuseppe per avere partecipato al sodalizio criminale, con funzioni
direttamente esecutive delle direttive di PESCE Francesco cl. 78 e, dopo il suo arresto, del
fratello latitante PESCE Giuseppe cl. 80, nonché per svolto funzioni di intestatario fittizio
di beni riconducibili al gruppo criminale.
6) MUZZUPAPPA Francescantonio per avere partecipato al sodalizio criminale, con
funzioni direttamente esecutive delle direttive di PESCE Francesco cl. 78 e, dopo il suo
arresto, del fratello latitante PESCE Giuseppe cl. 80, nonché per svolto funzioni di
intestatario fittizio di beni riconducibili al gruppo criminale.
7) D’AMICO Danilo per avere partecipato al sodalizio criminale, con funzioni
direttamente esecutive delle direttive di PESCE Francesco cl. 78 e, dopo il suo arresto, del
fratello latitante PESCE Giuseppe cl. 80, nonché per avere svolto funzioni di ausilio
qualificato nel supporto logistico ai capi organizzatori del gruppo che si sono sottratti ai
provvedimenti coercitivi.
8) DELMIRO Biagio per avere partecipato al sodalizio criminale, con funzioni
direttamente esecutive delle direttive di PESCE Francesco cl. 78 e, dopo il suo arresto, del
fratello latitante PESCE Giuseppe cl. 80, nonché per avere svolto funzioni esecutive in
materia di armi e di ausilio qualificato nel supporto logistico ai capi organizzatori del
gruppo che si sono sottratti ai provvedimenti coercitivi.
9) TOCCO Francesco Antonio per avere partecipato al sodalizio criminale, con funzioni
direttamente esecutive delle direttive di PESCE Francesco cl. 78 e, dopo il suo arresto, del
fratello latitante PESCE Giuseppe cl. 80.
10) FORTUGNO Domenico per avere partecipato al sodalizio criminale, con funzioni
direttamente esecutive delle direttive di PESCE Francesco cl. 78 e, dopo il suo arresto, del
fratello latitante PESCE Giuseppe cl. 80, nonché per avere collaborato direttamente e
personalmente al finanziamento dell’organizzazione, attraverso il delitto di riciclaggio, in
quanto, stabilmente dedito alla ricezione di assegni bancari provento delle attività illecite
del gruppo, restituendo denaro contante o altri assegni bancari, in modo da ostacolare
l’identificazione della loro provenienza delittuosa, nonché per svolto funzioni di intestatario
fittizio di attività commerciali riconducibili al gruppo criminale.
11) BERRICA Luca per avere partecipato al sodalizio criminale, con funzioni direttamente
esecutive delle direttive di PESCE Francesco cl. 78 e, dopo il suo arresto, del fratello
latitante PESCE Giuseppe cl. 80.
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Con l’aggravante dell’essere l’associazione armata.
Con l’aggravante che le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o
mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, il
profitto di delitti.
In Rosarno ed altri luoghi con condotta accertata il 12 agosto 2011 e tuttora permanente;
per PESCE Giuseppe e FORTUGNO Domenico, a far data dal 12 agosto 2011 (data del
sequestro nei confronti di PESCE Francesco cl. 78, del biglietto manoscritto di cui appresso
in motivazione).
PREMESSA
In data 26 aprile 2010 la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria emetteva un
provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 40 indagati (qui da intendersi
integralmente riportato), per il reato associativo sopra indicato ed altri reati fine, nell’ambito del
procedimento 4302/06 RGNR DDA (cd. ALL INSIDE), che consentiva, attraverso un’articolata
e complessa attività di indagine interforze, la disarticolazione di una delle più potenti ed egemoni
cosche operanti nell’ambito dell’associazione di tipo mafioso denominata 'ndrangheta: la cosca
PESCE di Rosarno.
L’attività di indagine “All Inside” riusciva a dimostrare che PESCE Francesco cl. 78 – a causa
della lunga detenzione protrattasi sin dal 1993 del padre Antonino, storico leader del gruppo
criminale,– aveva di fatto assunto la guida della potente cosca mafiosa, che dominava con
lucidità ed efferatezza, con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni
da compiere, degli obiettivi da perseguire, delle attività economiche da avviare e attraverso cui
riciclare il denaro e le altre utilità provento delle dette azioni delittuose, in riferimento all’intera
organizzazione criminale.
PESCE Francesco cl. 78 era riuscito - insieme ai suoi più stretti collaboratori, tra cui il fratello
PESCE Giuseppe cl. 80, tuttora latitanti - a sottrarsi alla esecuzione del provvedimento
coercitivo in data 28.4.2010.
Il provvedimento di fermo del 26.4.2010 veniva confermato sia dal Gip presso il Tribunale di
Palmi, che dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria ex art. 27 cpp, ad eccezione di alcune
marginali posizioni.
Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria confermava tutti i provvedimenti coercitivi.
In data 24 novembre 2010, venivano, altresì, contemporaneamente eseguiti un’ordinanza di
custodia cautelare in carcere nei confronti di 15 indagati e un provvedimento di fermo di
indiziato di delitto per altri nove soggetti (atti qui da intendersi integralmente richiamati).
Anche questi provvedimenti coercitivi venivano confermati dal Gip di Palmi (competente per il
fermo di indiziato di delitto) e successivamente dal Gip di Reggio Calabria ex art. 27 c.p.p., ad
eccezione delle posizioni di SIBIO Domenico ed ARENA Domenico.
Il Tribunale della Libertà confermava anche questi provvedimenti coercitivi.
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In data 23 marzo 2011, veniva depositata richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli imputati ed, in
data 23 aprile 2011, all’esito della celebrazione dell’udienza preliminare, il Gup presso il
Tribunale di Reggio Calabria emetteva decreto che dispone il giudizio nei confronti di tutti gli
imputati che non chiedevano di essere giudicati con il rito abbreviato, innanzi al Tribunale di
Palmi, ove il dibattimento è attualmente in corso.
In data 9 agosto 2011, i Carabinieri del Nucleo Investigativo Reparto Operativo e del ROS di
Reggio Calabria, all’esito di complessa attività di indagine, procedevano alla cattura del latitante
PESCE Francesco cl. 78, rifugiatosi all’interno di un bunker dotato di ogni confort e di un
sofisticato sistema di videosorveglianza, con ben 16 telecamere a raggi infrarossi.
Il bunker era sito in Rosarno, all’interno di un’area adibita a deposito giudiziale, di pertinenza di
PRONESTI’ Antonio (tratto in arresto con l’accusa di favoreggiamento aggravato dall’art. 7
D.L. n. 152/91), a dimostrazione che la potente forza di intimidazione, il controllo del territorio,
la capacità di penetrazione nei vari livelli della società civile della cosca PESCE avevano
consentito al giovane boss di trascorrere il lungo periodo di latitanza senza allontanarsi dal
territorio di Rosarno, così come del resto già accaduto in passato per gli altri latitanti del gruppo.
Nei confronti di PRONESTI’ Antonio veniva emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere.
In data 20 settembre 2011, infine, sulla base dell’eccezionale compendio investigativo raccolto
nell’indagine “All Inside” ed a conferma della solidità del quadro accusatorio, il Gup di Reggio
Calabria pronunciava sentenza di condanna nei confronti di tutti gli imputati (ad eccezione di
una posizione marginale).
PESCE Vincenzo cl. 59 e PESCE Francesco cl. 78, con la diminuente del rito abbreviato,
venivano condannati alla pena di anni 20 di reclusione ciascuno, per il reato di appartenenza
all’associazione mafiosa (di cui sono stati ritenuti esponenti di vertice) e numerosi reati fine (v.
dispositivo in atti).
Per quanto attiene l’esistenza della cosca mafiosa PESCE, pertanto, si fa espresso rinvio ai
provvedimenti coercitivi ed alla sentenza in sede di rito abbreviato (qui da intendersi
integralmente riportata e condivisa) del Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, in data 20
settembre 2011, emessi nell’ambito del procedimento 4302/06 RGNR DDA (cd. All Inside).
LE FONTI DI PROVA
Il presente provvedimento di fermo si fonda su molteplici ed eterogenei elementi di prova, che
convergono in modo univoco e concludente per la partecipazione di tutti gli indagati alla cosca di
ndrangheta PESCE:
1. dichiarazioni rese dalla testimone di giustizia CACCIOLA Maria Concetta;
2. dichiarazioni rese dalla collaboratrice di giustizia PESCE Giuseppina;
3. dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia FACCHINETTI Salvatore;
4. intercettazioni tra presenti all’interno dell’autovettura VW Golf targata DJ874ZM
in uso a MARAFIOTI Saverio;
5. sequestro, in data 11/08/2011, di un “pizzino” nella disponibilità di PESCE
Francesco cl. 78;
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L’ATTIVITA’ DI INTERCETTAZIONE
Il materiale probatorio che analizzeremo si fonda anche sulle conversazioni tra presenti registrate
all’interno dell’autovettura autovettura VW Golf targata DJ874ZM, in uso al MARAFIOTI e su
intercettazioni telefoniche.
Va subito rilevato che, con riferimento alle intercettazioni eseguite all’interno della predetta
autovettura, l’identificazione dei singoli interlocutori si rivelava assai agevole, in quanto, gli
stessi conversanti facevano ripetuti riferimenti personali che consentivano agli investigatori di
risalire agevolmente alla identità dei colloquianti.
Anche l’identificazione dei dialoganti nelle telefonate intercettate non poneva particolari
problemi, trattandosi di soggetti che utilizzavano utenze intestate a se stessi o a familiari.
L’esattezza dell’identificazione veniva assicurata anche dalle notizie fornite dai medesimi
conversanti, dati conoscitivi opportunamente sviluppati, ad esempio, quali l’uso di nomi o dei
diminutivi corrispondenti ai nomi di battesimo ovvero di soprannomi perfettamente conosciuti
dalla PG operante sul territorio e, comunque, poi facilmente conoscibili attraverso la ripetuta
lettura delle conversazioni intercettate ed il confronto fra esse.
La combinazione di tali elementi, o anche solo di alcuni di essi, consente di conferire adeguato
valore di affidabilità anche al riconoscimento vocale soggettivo esperito dagli operanti, che adusi alla voce - sono in grado di procedere alla identificazione, per familiarità, dell’interlocutore
e con una soglia elevata di affidabilità.
La valenza delle conversazioni intercettate
Con particolare riferimento alle conversazioni tra presenti registrate all’interno dell’autovettura
in uso a MARAFIOTI Saverio, evidente è la spontaneità delle stesse, circostanza che si desume
chiaramente dallo stesso contenuto degli argomenti affrontati nel corso dei dialoghi, come a
breve si evidenzierà.
Il tenore insolitamente esplicito di alcuni dialoghi captati é certamente da attribuire al fatto che i
conversanti ritenevano di parlare in un luogo assolutamente sicuro e proprio per tale ragione
abbandonavano ogni prudenza ed affrontavano con assoluta chiarezza questioni di eccezionale
interesse investigativo.
Il criterio interpretativo delle conversazioni intercettate
Prima di analizzare il materiale probatorio è opportuno precisare che, nel corso dei colloqui
registrati all’interno dell’autovettura sopra indicata sono state captate dichiarazioni sia
autoaccusatorie sia eteroaccusatorie.
Per cui appare preliminarmente necessario chiarire quale sia stato il criterio utilizzato da questo
Ufficio nell’interpretazione delle conversazioni intercettate.
In proposito occorre innanzitutto rilevare che é indiscutibile l’affidabilità generale dei soggetti
intercettati, desumibile dal loro stabile inserimento nell’associazione a delinquere denominata
‘ndrangheta, che si desume sia dal rapporto di estrema fiducia che lega MARAFIOTI Saverio al
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boss PESCE Francesco cl. 78, che dall’esame complessivo del contenuto di tutte le
conversazioni captate.
Nulla quaestio con riferimento alle c.d. dichiarazioni autoaccusatorie intercettate -rivelatesi
intrinsecamente attendibili e logicamente credibili- che non necessiterebbero di alcun elemento
di riscontro o di conferma, che pure spesso in concreto è stato acquisito.
Per quanto attiene MARAFIOTI, le dichiarazioni registrate costituiscano nella quasi totalità dei
casi una piena ammissione di responsabilità quale associato mafioso.
Non é emersa ragione alcuna, del resto, per ritenere che le dichiarazioni autoccusatorie registrate
fossero oggetto di invenzione o fantasia, tenuto anche conto dell’assoluta delicatezza e
importanza delle questioni oggetto dei dialoghi.
Quanto alle dichiarazioni eteroaccusatorie, é evidente che queste abbiano una maggiore e più
pregnante valenza probatoria soprattutto quando la fonte conoscitiva del soggetto conversante sia
diretta.
Andranno distinti, ovviamente, i casi in cui la dichiarazione eteroaccusatoria si sia risolta in una
scarna e isolata affermazione da quelli in cui sia stato possibile valutare compiutamente tutto un
complesso di dichiarazioni -o di elementi di conferma- che si integrano, si raccordano e si
riscontrano tra loro, disvelando un compiuto quadro probatorio.
Il giudizio, pertanto, è di massima affidabilità e di massima valenza indiziaria non emergendo,
ripetesi, ragioni di calunnia o millanteria, di cui non vi è traccia in atti. Si tratta, perciò, di
acquisizioni probatorie particolarmente credibili, indicative e concludenti, generalmente
suscettive di fornire una ricostruzione degli eventi in maniera la più aderente ai reali
accadimenti.
La necessità di valutare con la dovuta attenzione le dichiarazioni etero-accusatorie non deve,
tuttavia, far ritenere indispensabile l’acquisizione di riscontri estrinseci ed intrinseci richiesti dal
legislatore nell’ipotesi di chiamata in correità, prevista dall’art. 192, terzo comma, cpp, come del
resto ha pacificamente chiarito e ribadito anche la più recente giurisprudenza di legittimità: “il
contenuto di una intercettazione, anche quando si risolva in una precisa accusa in danno di
terza persona, indicata come concorrente in un reato alla cui consumazione anche uno degli
interlocutori dichiara di aver partecipato, non è in alcun modo equiparabile alla chiamata in
correità e pertanto, se va anch'esso attentamente interpretato sul piano logico e valutato su
quello probatorio, non è però soggetto, nella predetta valutazione, ai canoni di cui all'art. 192,
comma terzo, cod. proc. pen.” (Sez. 4, sent. n. 35860 del 28.09.06, DELLA VENTURA; negli
stessi termini Cass., Sez. V, sent. nr. 603 del 14.10.03, GRANDE ARACRI).
Particolarmente interessante risulta la parte della motivazione della sentenza nr. 603 del
14.10.03, sopra citata, in cui la Corte spiega in maniera chiarissima le ragioni per le quali una
dichiarazione etero-accusatoria intercettata non è in alcun modo equiparabile alla chiamata in
correità: “Non è fondata la tesi - secondo motivo di impugnazione - secondo la quale le parole
dei conversanti debbano essere suffragate da altri elementi ai sensi dell'articolo 192 comma 3^
c.p.p.. La parificazione tra conversanti e chiamanti in correità è, infatti, improponibile.Il
chiamante in correità è persona che interrogata da un giudice o da un ufficiale di polizia
giudiziaria accusa altre persone di avere commesso reati.
Si tratta di una situazione di indubbia delicatezza, perché molte possono essere le motivazioni
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che spingano una persona ad indicare altri come autori di un reato e non si può, quindi,
escludere che ciò venga fatto a scopo di calunnia.
La situazione si è resa ancora più delicata da quando le norme tese a favorire il c.d. fenomeno
del pentitismo hanno previsto misure premiali anche consistenti per chi, pur autore di gravi
delitti, decida di collaborare con gli organi di giustizia.
Queste sono senz'altro indicazioni assai preziose che più volte hanno consentito di individuare
gli autori di gravissimi delitti rimasti impuniti per molti anni.
È evidente, però, specialmente quando i collaboranti provengano da ambienti di criminalità
organizzata, la necessità di una valutazione attenta e prudente di tali prove.
Ed è per tale ragione che il legislatore, pur non mettendo in dubbio il principio del libero
convincimento del giudice e pur non volendo introdurre nel processo penale forme di prova
legale, ha ritenuto di dettare precisi criteri di valutazione di prove siffatte che sono quelli
indicati dall'articolo 192 comma 3^ c.p.p..
La giurisprudenza di legittimità, sensibile alla complessa problematica, ha poi, in applicazione
della norma citata, ulteriormente precisato detti criteri, che impongono ai giudici una prudente
valutazione di tali prove.
Il discorso fatto non vale ovviamente per i c.d. conversanti. In questo caso, infatti, si tratta di
persone che non scelgono deliberatamente di accusare qualcuno all'Autorità Giudiziaria, ma
di persone, che, non sapendo che le loro conversazioni sono intercettate, parlano liberamente
di vari argomenti, spesso anche irrilevanti ai fini del processo per il quale è stata disposta la
intercettazione.Tra le tante questioni discusse capita, quando vengano intercettate conversazioni
di persone appartenenti ad organizzazioni criminali, che i soggetti intercettati discutano di
problemi di lavoro, come del resto capita di fare a molte donne c.d. uomini, ovvero di imprese
criminali già realizzate o da porre in essere e dei soggetti che hanno compiuto reati e con i quali
loro siano in contatto. La differenza tra le due categorie di persone - collaboratori di giustizia e
conversanti - appare del tutto evidente, perché nel caso dei conversanti non vi è alcuna
consapevolezza di accusare qualcuno e l'intento di chi parla non è quello di accusare, ma
essenzialmente quello di scambiare libere opinioni con un sodale. È allora evidente che tutte le
riserve e tutte le prudenze necessarie per valutare la genuinità delle dichiarazioni del
collaboranti non sussistono quando si tratta di conversazioni intercettate, perché in siffatte
situazioni la spontaneità e la genuinità sono più semplici da accertare.Una volta accertato che
i conversanti non sanno di essere intercettati, infatti, i criteri da utilizzare per la valutazione
della prova sono quelli ordinari e non può farsi riferimento ai criteri indicati dall'articolo 192
comma 3^ c.p.p.
Del resto la Suprema Corte ha già chiarito che il contenuto di una
intercettazione, anche quando si risolva in una precisa accusa in danno di una terza persona,
indicata come concorrente in un reato alla cui consumazione anche uno degli interlocutori
dichiara di avere partecipato, non è in alcun modo equiparabile alla chiamata in correità e
pertanto, se va anche esso attentamente interpretato sul piano logico e valutato su quello
probatorio, non va però soggetto, nella predetta valutazione, ai canoni di cui all'articolo 192
comma 3^ c.p.p. (così Cass. Pen. 19 gennaio 1991, Primerano, CED 218392;Cass. Pen. 2
aprile 1992, Filice, in Cass. Pen. 93, 2590; Cass. Pen. 3 maggio 2001, Corso, in CED 220227,
che ha sostenuto che le dichiarazioni, captate nel corso di attività di intercettazione
regolarmente autorizzata, con le quali un soggetto si accusa della commissione di reati, hanno
integrale valenza probatoria)”.
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LA COLLABORAZIONE CON L’A.G. DI CACCIOLA MARIA
CONCETTA
In data 11 maggio 2011, CACCIOLA Maria Concetta si presentava spontaneamente alla
Tenenza Carabinieri di Rosarno, rendendo dichiarazioni inerenti la famiglia mafiosa di
appartenenza e la propria situazione personale.
CACCIOLA Maria Concetta era figlia di CACCIOLA Michele, fratello di CACCIOLA Teresa,
moglie di BELLOCCO Gregorio, noto boss dell’omonima famiglia mafiosa.
La famiglia CACCIOLA, per come accertato giudizialmente, da tempo si muove nell’orbita della
cosca BELLOCCO, una delle più potenti cosche in atto operanti nella piana di Gioia Tauro.
Innanzi ai Carabinieri di Rosarno, CACCIOLA Maria Concetta esplicitava i fortissimi timori per
la propria incolumità personale.
La donna riferiva di essere da tempo coniugata con FIGLIUZZI Salvatore, detenuto da otto anni,
in quanto, condannato nell’ambito dei processi “Passo Passo” e “Bosco Selvaggio” (instaurati
innanzi alla A.G. di Reggio Calabria) per il delitto di associazione a delinquere di stampo
mafioso. Dal matrimonio con il FIGLIUZZI nascevano tre figli, che attualmente hanno sedici,
dodici e sette anni. La donna aggiungeva di intrattenere, da circa due anni, una relazione
extraconiugale, di cui la famiglia d’origine sospettava.
CACCIOLA dichiarava che, proprio a cagione di ciò, temeva per la propria incolumità
personale, in quanto, erano pervenute in famiglia lettere anonime aventi ad oggetto tale
argomento, così che il fratello Giuseppe l’aveva minacciata di morte. La donna riferiva del clima
di terrore in cui da quel momento era stata costretta a vivere: dei continui pedinamenti da parte
del fratello e dei cugini, delle percosse del padre e del fratello Giuseppe sfociate persino in
fratture ossee curate da un medico compiacente, nonché del tentativo (infruttuoso) di separazione
dal marito, da cui aveva subito minacce anche mediante l’uso di una pistola.
CACCIOLA Maria Concetta dichiarava che il padre era stato intransigente sul punto: “questo è il
tuo matrimonio e te lo tieni per tutta la vita” (v. dichiarazioni CACCIOLA rese ai CC in data 11
maggio 2011 e compendiate nella annotazione di servizio CC Tenenza Rosarno del 19 maggio
2011).
La donna precisava, altresì, di poter riferire su diversi fatti di sangue riconducibili alle cosche
CACCIOLA e BELLOCCO e sul relativo contesto.
CACCIOLA Maria Concetta precisava che proprio la posizione privilegiata all’interno delle due
famiglie di ‘ndrangheta le aveva consentito di apprendere una serie di circostanze relative ad
attività criminali imputabili ai componenti dei due gruppi.
CACCIOLA Maria Concetta dichiarava di essere a conoscenza delle vicende criminali delle
quali intendeva riferire alla A.G., per averle apprese esclusivamente nell’ambito familiare, senza
essere coinvolta in alcune di essi; veniva, pertanto, sentita in qualità di persona informata sui
fatti.
9
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Sin da subito, CACCIOLA Maria Concetta appariva lucida e determinata anche se assolutamente
consapevole delle possibili conseguenze a cui andava incontro: “Se la mia famiglia viene a
sapere che oggi sono qua a raccontare queste cose mi ammazza” (v. annotazione di servizio CC
Tenenza Rosarno del 19 maggio 2011).
In data 23 maggio 2011, la donna veniva sentita dai Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro
e reiterava dichiarazioni dal medesimo contenuto, fornendo circostanze utili alla ricostruzione di
gravi fatti di sangue ed all’individuazione di bunkers utilizzati dai familiari per sottrarsi ad
eventuali provvedimenti coercitivi da parte della A.G.
In data 25 maggio 2011, CACCIOLA Maria Concetta veniva escussa a sommarie informazioni
testimoniali da magistrati appartenenti alla DDA di Reggio Calabria.
La donna reiterava le dichiarazioni già rese ai militari, confermando la posizione della famiglia
di appartenenza nel contesto mafioso rosarnese.
In quella sede CACCIOLA Maria Concetta chiedeva di essere sottoposta a misure di protezione,
in quanto, le dichiarazioni rese la esponevano a serio pericolo di vita.
La stessa precisava di non ritenere esposti a pericolo i propri figli, di cui non chiedeva il
trasferimento in località protetta ma l’affidamento ai propri genitori.
In esito al primo verbale di sommarie informazioni testimoniali sottoscritto dalla CACCIOLA e
valutata l’attendibilità delle dichiarazioni rese, nonché l’effettivo pericolo di vita per la
testimone, questo Ufficio, in data 26 maggio 2011, chiedeva ed otteneva l’applicazione delle
misure urgenti di protezione da parte della Prefettura di Reggio Calabria e del piano provvisorio
di protezione nei confronti della donna.
Anche successivamente, in sede di sommarie informazioni testimoniali, CACCIOLA Maria
Concetta riferiva di ritenersi in pericolo di vita a causa delle problematiche personali sopra
accennate e delle dichiarazioni che si accingeva a rendere.
La donna confermava più volte l’estrema pericolosità della famiglia mafiosa di appartenenza (in
particolare, del padre CACCIOLA Michele e del fratello maggiore Giuseppe).
Nelle date del 16 e 28 giugno 2011, CACCIOLA rendeva ai magistrati ulteriori e rilevanti
dichiarazioni inerenti gravi fatti di sangue consumatisi nel territorio di Rosarno.
Nel corso delle sommarie informazioni testimoniali rese al PM in data 28.6.2011, CACCIOLA
Maria Concetta ribadiva la volontà che i figli minori restassero con i di lei genitori, con i quali,
peraltro, avevano sempre vissuto, insieme alla madre.
Confermava, altresì, che i minori non erano esposti a pericolo di vita e non chiedeva che le
misure di protezione venissero a loro estese.
La donna precisava che era sua intenzione chiedere che i figli fossero portati da lei solo in un
secondo momento.
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
ATTIVITÀ D’INDAGINE IN ESITO ALLE DICHIARAZIONI CACCIOLA
All’esito delle dichiarazioni accusatorie rese da CACCIOLA Maria Concetta veniva prontamente
avviata un’attività di indagine finalizzata all’individuazione di precisi riscontri alle circostanze
riferite dalla donna.
In questo contesto venivano dapprima eseguite una serie di perquisizioni volte al rinvenimento
dei bunkers di cui la testimone aveva dato specifiche indicazioni.
RINVENIMENTO BUNKERS
CACCIOLA Maria Concetta, nel corso delle dichiarazioni rese al PM in data 25 maggio e 16
giugno 2011 aveva riferito di alcuni bunkers nella disponibilità del padre e del fratello Giuseppe.
In particolare, la donna aveva riferito di aver sentito parlare i familiari di un bunker in via Pola
nella disponibilità del fratello Giuseppe e di un altro bunker sito all’interno dell’area della
CONAGROS.
La CACCIOLA dichiarava, altresì:
“Sempre per sentito dire da mio nonno Giuseppe CACCIOLA, mia nonna e mia zia
CACCIOLA Teresa moglie di BELLOCCO Gregorio, posso dirvi che c’è un bunker nelle
campagne di mio nonno, nei pressi della CONAGROS. Il bunker di cui vi sto parlando ha
ospitato per circa quattro anni anche mio zio BELLOCCO Gregorio e si trova all’interno di
una casetta costruita sul terreno di mio nonno. Riconosco i luoghi di cui vi parlo alla foto n. 6
del fascicolo che mi state sottoponendo in visione.””
L’attività di riscontro in oggetto dava esito positivo.
All’esito delle perquisizioni eseguite in data 20/06/2011 dai Carabinieri della Compagnia di
Gioia Tauro, coadiuvati da personale del ROS e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di
Calabria, infatti, venivano rinvenuti e sottoposti a sequestro 2 bunkers:
- il primo, all’interno di un fabbricato di proprietà della famiglia BELLOCCO-CACCIOLA, sito
in Rosarno, via Agrigento: nel garage dello stabile veniva rinvenuto, sotto il piano di calpestio,
occultato da una scaffalatura in legno e coperto da una botola con meccanismo di apertura
idraulico, un vano locale delle dimensioni di 150 cm x 200 cm x 170 cm;
- il secondo, all’interno di un manufatto rurale di proprietà della famiglia BELLOCCOCACCIOLA, sito in agro del Comune di Candidoni, occultato sotto una botola in cemento posta
all’interno di un camino, delle dimensioni di 210 cm x 190 cm x 160 (v. informativa Compagnia
CC Gioia Tauro n. 6/4 del 21 giugno 2011).
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
ATTIVITÀ D’INTERCETTAZIONE
All’esito positivo delle perquisizioni, veniva avviata un’attività d’indagine tecnica nei confronti
dei più stretti familiari della testimone di giustizia, nonché della stessa CACCIOLA.
In particolare:
-
In data 11/07/2011 veniva avviato servizio di intercettazione ambientale veicolare a bordo
dell’autovettura Mercedes cl. “B” tg. EA276RV in uso a CACCIOLA Michele cl. 1958
(padre di Maria Concetta);
-
In data 03/08/2011 veniva avviato servizio di intercettazione telefonica sull’utenza nr.
342/3630970 in uso a CACCIOLA Maria Concetta;
-
In data 11/08/2011 veniva avviato servizio di intercettazione telefonica sull’utenza nr.
347/4028347 in uso a LAZZARO Anna Rosalba Cl. 1964 (madre di CACCIOLA Maria
Concetta).
Le attività captative in disamina, che di seguito verranno analizzate, si rivelavano estremamente
fruttuose, non solo quale conferma alle dichiarazioni rese all’A.G. da CACCIOLA Maria
Concetta, ma anche in relazione alle pressioni poste in essere dai familiari della testimone di
giustizia per indurla a ritrattare.
1.
IL VIAGGIO DA LARINO (CB) A ROSARNO DEL 11/07/2011
In data 11.07.2011 i coniugi CACCIOLA Michele e LAZZARO Anna Rosalba si recavano
presso il Carcere di Larino (CB) al fine di effettuare colloquio con il genero FIGLIUZZI
Salvatore Cl. 1973, marito di CACCIOLA Maria Concetta.
Lungo la via del ritorno, presso il Comune di Lagonegro (PZ), la P.G. procedente effettuava
l’installazione della microspia all’interno della predetta autovettura.
Nel tratto autostradale da Lagonegro a Rosarno venivano quindi captate le seguenti
conversazioni di interesse operativo:
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata
EA*276*RV;
- Nr. progressivo: 18
- Data e ora: 11.07.2011, ore 20:15,16
- Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964.
Commento:
CACCIOLA Michele e LAZZARO Anna Rosalba si rammaricano per la scelta della figlia di
collaborare con la Giustizia. I due inveiscono contro una persona nominata “La Marescialla”,
riferendosi al Mar. CURRÒ Francesca Amalia, militare effettivo alla Tenenza di Rosarno, alla
quale la CACCIOLA Maria Teresa esternò la sua scelta.
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
LEGENDA
CACCIOLA:
LAZZARO:
…///… :
…INC…:
CACCIOLA Michele
LAZZARO Anna Rosalba
Discorso interrotto e/o Breve pausa
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada A 3 direzione Reggio Calabria
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
…INC……INC… legge di merda! …INC… …///… così facevano …INC… a Reggio
Calabria, pagavano …INC…, poi glieli tagliavano
(ci zippavanu)
…INC… le cosche! Nel culo, devono pagare, …INC… gli eroi, poi li fanno
eroi, gli eroi! Sanno quanto male hanno fatto? …INC… poi li chiamano eroi!
Quando gli sparano quelle bombe sotto lo sterzo a lei e quel …INC… …///…
…INC……INC… cosa sa? Cosa sa? …///… Cazzi! Ha vent’anni che lavoro per lei,
vent’anni …INC… per lei …INC…Ci hanno rovinato.…///…
…INC…, è possibile che …INC… ho …INC… e va la marescialla
…INC……INC…
…INC…
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata
EA*276*RV;
- Nr. progressivo: 19
- Data e ora: 11.07.2011, ore 20:18,57
- Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964.
Commento:
CACCIOLA Michele e LAZZARO Anna Rosalba si rammaricano ancora per la scelta della
figlia di collaborare con la Giustizia. I due inveiscono ulteriormente contro “La Marescialla” e
contro l’amministrazione della Giustizia in genere. Si evince come CACCIOLA Michele sia
particolarmente preoccupato, temendo che la figlia possa fare dichiarazioni contro di lui.
È all’uopo emblematica la seguente frase:
“Se sepeva qualcosa mi avevano arrestato no! …INC… lei se sapeva qualcosa, ma cosa deve
sapere lei di me? Che …INC…?”
LEGENDA
CACCIOLA:
LAZZARO:
…///… :
CACCIOLA Michele
LAZZARO Anna Rosalba
Discorso interrotto e/o Breve pausa
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada A 3 direzione Reggio Calabria
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
…INC…, i Marescialli devono diventare Capitani… la,…///… grazie alla
puttana… fuggi, fuggi, scappa e poi va con il maresciallo …INC…, ma è
sempre una troia
…INC…
…///…
…INC… c’è gente con lei, …INC… sai, …INC… ma vieni a casa! …INC…
la stessa cosa stanno facendo …///… e lei perché …INC… altrimenti
…INC… di mandarli tutti a vaffanculo e di venirsene, la gli mandiamo il
miglior avvocato …INC……INC… invece?…INC… ha paura, chissà cosa pensa che gli faccio.Ah?…INC… questa è lei che ha paura, …INC… tu questo non ce l’avevi,
…INC… si è reso conto di quello che ha fatto …INC… ma una minchiata
hai fatto, vienitene a casa e vaffanculo, mandali tutti a vaffanculo …INC…
un’ambasciata che vuole tornare a casa e …INC…, reato, ma lei che reato
ha fatto nella vita? Ne lei ne ...INC…, lei ha abbandonato …INC… tre figli,
vattene a casa! …INC… parlare …INC… a Rosarno, …INC…, tra altri due
giorni gli esce il marito… …///… niente …INC… della sua vita, a tredici anni
se l’è scappata (si ni fuiu) ed ha …INC… la vita di …INC…, ecco perché
questa qua …INC… in quel modo …INC… vita …INC… “a me hai
accusato?” Sulla …INC… mi hai accusato? Su tutto il bene che gli ho fatto?
Di questo doveva accusarmi? Te lo dico io perché che gli spiego la sua vita,
di questa ragazza, io penso che qualsiasi Giudice dice: “ma qua cosa stiamo
facendo? Ma cosa ha fatto questo indegno di merda …INC…?”…INC…
approfittare di una povera crista che non ha mai visto niente della sua vita
…INC… chissà cosa pensano di aver preso, il cielo con le mani questi
quattro cornuti li, il cielo con le mani gli sembra che hanno preso …INC…
facciamo questo, facciamo quello.…INC…Ma loro non lo sanno che …INC… i figli …INC… non facciamo come loro.Eh.…INC… piede …INC… per fare cosa? …INC… da qua, da qua sotto, poi
…INC… la Marescialla.…INC……INC… la Marescialla, quando si sente …INC…, magari lei stessa dice che
vuole ritornare a casa che voglio ritornare a casa da mia madre, io questo
dico …INC… persone, lasciate …INC… che non ha fatto niente, …INC……INC……INC… non ha fatto niente, lui si è fermato “ce la vediamo noi” si è
fermato …INC… che poi ce la vediamo noi, che faccio mi faccio
arrestare?…INC… mi faccio arrestare?…INC…Che vengano ad arrestarmi, voglio vedere di cosa mi accusa, voglio vedere di
cosa mi accusa, che vengano, basta che …INC…, mi possono mettere
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
…INC… questi quattro cornuti di merda …///… …INC… indegno di merda,
mi divertivo…INC… con i nipoti …INC…, ma dov’è questa legge? La
legge? Chi ammazza meno prende la morchia, ma chi ammazza a me…,
…INC… se sepeva qualcosa mi avevano arrestato no! …INC… lei se sapeva
qualcosa, ma cosa deve sapere lei di me? Che …INC…?TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 20:27,02 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
In data 20 luglio 2011 veniva concesso il programma provvisorio di protezione alla donna.
Il 22 luglio 2011 la CACCIOLA veniva trasferita in località protetta.
In data 02.08.2011, CACCIOLA Maria Concetta contattava telefonicamente i genitori, i quali,
insieme ai di lei fratelli, la prelevavano dalla località protetta e la conducevano nei pressi di
Modena. Giunta in quella città, la donna richiedeva l’intervento del Nucleo Servizio Protezione
Collaboratori e si faceva ricondurre in località protetta.
L’attività di intercettazione in corso consentiva l’esatta ricostruzione degli accadimenti.
2.
IL VIAGGIO DA ROSARNO A GENOVA DEL 02.08.2011
In data 02.08.2011, venivano registrati contatti telefonici tra CACCIOLA Maria Concetta e la
madre LAZZARO Anna Rosalba.
All’esito di ciò, i coniugi CACCIOLA partivano alla volta di Milano al fine di prelevare la figlia.
Sulla scorta di quanto sopra, il Servizio Centrale di Protezione provvedeva ad accompagnare
CACCIOLA Maria Concetta in altra località protetta, sita nella città di Genova. Tale operazione
era tuttavia inutile atteso che i coniugi CACCIOLA, avvisati telefonicamente dalla figlia dello
spostamento, la raggiungevano in serata nel capoluogo ligure.
Queste le concitate conversazioni registrate durante tale viaggio:
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata EA*276*RV;
Nr. progressivo: 228
Data e ora: 02.08.2011, ore 12:55,53
Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964.
Commento:
CACCIOLA Michele e la moglie si stanno recando a Genova per prelevare la figlia.
Nella prima parte della conversazione LAZZARO Anna Rosalba parla al telefono con
CACCIOLA Maria Concetta e la redarguisce dicendogli di riferire all’A.G. che quanto da lei
riferito in precedenza non è vero.
In seguito LAZZARO Anna Rosalba racconta al marito che, secondo quanto riferitole
telefonicamente dalla figlia, l’indomani, la Dott.ssa CERRETI sarebbe salita a Milano per
interrogarla di nuovo.
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
LEGENDA
CACCIOLA:
LAZZARO:
…///… :
…INC…:
CACCIOLA Michele
LAZZARO Anna Rosalba
Discorso interrotto e/o Breve pausa
Tratto incomprensibile
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 12.55.43 ALLE ORE 12.56.43
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada del sole direzione Nord Italia
(Lazzaro Anna Rosalba, riceve una telefonata, l’interlocutrice e sua figlia Maria Concetta
Cacciola di cui non si sente la voce).
Pronto? …///… ah… che cosa c’è? …///… eh, che cosa ti hanno
LAZZARO:
detto?….///… fino a? …fino a giovedì? …///… come non ti puoi muovere da
li, …///… eh…, ma sono due giorni …INC…;
…INC… (voci sovrapposte) che c’entra che…;--//
CACCIOLA:
Sai cosa devi fare? Chiama l’avvocato …///… chiama l’avvocato
LAZZARO:
…///……INC… …///… no a loro glielo devi dire …///… eh… …///… aspetta
che ti passo il papà;--//
Cetta, …///… si ma…, tu, perché non vai …///… ma digli che non è vero
CACCIOLA:
niente!…///… che c’entra questo fatto? Tu sei libera puoi andare dove vuoi
…///… ma perché non chiami l’avvocato? Scusa …///… telefona all’Avvocato
e devi dirgli che ti stanno tenendo sequestrata …///… brava, …fino a giovedì?
Chi ti ha detto fino a giovedì?…///… ma che “cazzo” c’entra lei (si riferisce
al P.M. Dott.ssa CERRETI A.) io non …;--// ;--//
(rivolgendosi al marito)Fermati che cade la linea;--//
LAZZARO:
Io non ho capito che c’entra lei lei (si riferisce al P.M. Dott.ssa CERRETI A.)
CACCIOLA:
…///… ah?…///… telefonare …INC… chi? (si chiude la conversazione
telefonica)--//
Che dice? …non la fanno uscire?;--//
LAZZARO:
Dice, dice che domani sale li quella “buttana” (si riferisce al P.M. Dott.ssa
CACCIOLA:
CERRETI A.) eh, vuole provare a convincerla di nuovo.--//
Non la fa fanno uscire, …///… dopo domani;--//
LAZZARO:
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:59,31 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata
EA*276*RV;
- Nr. progressivo: 244
- Data e ora: 02.08.2011, ore 16:31,01
- Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964.
Commento:
CACCIOLA Maria Concetta contatta telefonicamente la madre comunicandole che il Servizio di
Protezione la sta spostando da Milano a Genova.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
LEGENDA
CACCIOLA:
LAZZARO:
…///… :
…INC…:
CACCIOLA Michele
LAZZARO Anna Rosalba
Discorso interrotto e/o Breve pausa
Tratto incomprensibile
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 16.31.01 ALLE ORE 16.31.16
TRASCRIZIONE
(Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada del sole direzione Nord Italia)
LAZZARO:
Questa è una passeggiata? eh… …INC… da quando siamo partiti, no… ce
l’hanno combinata li, ce l’hanno combinata, questa bastarda, puttana, fino a
che non mi vengono su i nervi e \scendo li sotto e la prendo per i capelli.--//
CACCIOLA:
...INC… io lo dissi ...INC… ;--//
LAZZARO:
Me lo disse lei però, l’altro ieri me lo ha detto,…ma non è facile;--//
CACCIOLA:
oh… …INC… lo disse l’Avvocato;--//
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 16.32.00 ALLE ORE 16.38.29
(Lazzaro Anna Rosalba, riceve una telefonata, l’interlocutrice e sua nipote Tania di cui non si
sente la voce).
LAZZARO:
Tania, …///… ma ha chiamato?…///… no …INC… …///… maledetta la
“imprecazione” e che cosa ne so, avrà chiamato a questa (il magistrato)
…///… …INC… eh…., lei (sua figlia Maria Concetta) avrà chiamato quella (il
magistrato) …INC… eh…, …///… si poteva morire questa “bastarda”
…INC…, ”zoccola”, …INC…”buttana”…///.. e adesso io sto aspettando a
lei che mi deve chiamare (sua figlia Maria Concetta)…///… lei mi disse che
loro gli dissero di si, invece poi gli ha telefonato a questa, e gli ha detto di no
…///… e per questo è cretina, eh… disse che lei …///… …INC…;--//
CACCIOLA:
…INC…;--///
LAZZARO:
Lascia che vediamo dai, ci sentiamo;--//
CACCIOLA:
Dove…INC…;--///
LAZZARO:
Mandagli un altro messaggio …///… Tania devi dirgli che io sono arrivata,
mandagli un messaggio …///… e mandagliene un altro, mandalo e capace che
lo vede con ritardo, devi dirgli che la mamma e già arrivata …///… e… ciao;-//
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 16.39.54 ALLE ORE 16.59.20
(Lazzaro Anna Rosalba, riceve una telefonata, l’interlocutrice e sua figlia Maria Concetta di cui
non si sente la voce).
LAZZARO:
Pronto? …///…a Cetta, dimmi …///… ti ha mandato il messaggio …///… io, si
quasi, si …///… ah?…///… a Genova? …///… si…, è, …///… va bene, …///…
va bene, …///… com’è? tutto a posto? …///… ah?…///.. uhm… ma perché non
ha chiamato dopo, …///… dove hai detto che sei ha detto il papà?…///… a va
bene dai …///… …INC… papà è in macchina, …///… va bene …///…
ah?…///…--//.
CACCIOLA:
…INC…;--//
LAZZARO:
..INC… ah…,va bene dai, chiama più tardi Cetta;--//
CACCIOLA:
…INC…;--//
LAZZARO:
…///… Si che ti passo il papà, …tieni;--//
17
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
CACCIOLA:
Che hai?…///… si
…INC…;
…///… eh… …INC…
vicino
l’autostrada,…///… va bene;--//
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 17:01,26 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
3.
IL VIAGGIO DA GENOVA A CERREDOLO (RE) DEL 02.08.2011
Nella serata del 02.08.2011 dunque, CACCIOLA Maria Concetta veniva prelevata a Genova dai
genitori. I tre ripartivano quindi alla volta del comune di Cerredolo (RE) dove, in ragione
dell’ora tarda, trascorrevano la notte presso un albergo.
Queste le conversazioni di interesse captate durante il tragitto tra Genova e Cerredolo:
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata
EA*276*RV;
- Nr. progressivo: 264
- Data e ora: 02.08.2011, ore 20:52,58
- Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964;
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.03.1980.
Commento:
I coniugi CACCIOLA raggiungono la figlia a Genova e la prelevano. Sebbene non si riesca a
sentire la voce di CACCIOLA Maria Concetta (la stessa è seduta sul sedile posteriore ed i
finestrini dell’auto sono aperti), si evince, da quanto dicono i genitori, che lei inizia a
raccontargli il contenuto delle dichiarazioni rese all’A.G.
In particolare, non appena la CACCIOLA Maria Concetta riferisce le dichiarazioni in relazione
ad un omicidio, la madre esclama disperata la seguente frase:
“Hai fatto… omicidio? …///… Ah disgrazia… mu …INC…” (termine strettamente Calabrese
usato per maledire qualcuno).
LEGENDA
CACCIOLA:
LAZZARO:
CETTA.
…///… :
…INC…:
CACCIOLA Michele
LAZZARO Anna Rosalba
CACCIOLA Maria Concetta
Discorso interrotto e/o Breve pausa
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada del Sole direzione sud
CACCIOLA:
LAZZARO:
CETTA:
CACCIOLA:
LAZZARO:
Quante volte gli ho detto ritirati a casa…ritirati a casa.Stai attenta a tua mamma.…INC…Ed io gli parlavo …INC……INC… quando tu mi hai chiamato la prima volta …INC…,
morendo.-
io stavo
18
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
CACCIOLA:
CETTA:
CACCIOLA:
CETTA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
CETTA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
CACCIOLA:
LAZZARO:
…INC…Va bene, ma io glielo facevo capire a lui, poi la seconda volta …INC… …INC…Ritirati a casa.….INC……INC… e la minaccio.…INC… no, lei non è mai venuta .E’ venuta una volta, per prendere la valigia.No, quella è un’altra, quella è un appuntato.…INC……INC… TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 20:54,46 A ORE 12
…INC…Con i figli? Ah… puttana!…INC…Bastarde, puttane.…INC… mamma …INC……INC… figli.…INC…Eh, brava!Cetta, …INC… e non ti preoccupare, che io per te sacrifici ne ho fatti e se ne
debbo fare ancora li faccio, non ti preoccupare di niente, …INC… …INC……INC…Io avevo il pensiero che …INC…, ma tu puoi sapere davvero le cose come
stanno? Ah, …INC……INC…TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 20:58,00 A ORE 21:01,06
…INC…Hai fatto… omicidio? …///… Ah disgrazia… mu …INC… (termine
strettamente Calabrese usato per maledire qualcuno).…INC…TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 21:01,18 A ORE 21:12,01
…INC……INC… per qualsiasi cosa.Sono pensieri nostri.Tu non devi preoccuparti di niente completamente .…INC… che se vuole muori, Cetta, ti giuro a papà che nel giro di dieci
giorni a Rosarno non si parerà più di noi, stai sicura e tranquilla, …INC……INC…A noi può darci il torto, non a te, a noi …INC…, tu hai una vita davanti, stai
con la tua famiglia .…INC……INC…Cetta, hai capito?…INC……INC… cosa è successo …INC…19
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
CACCIOLA:
…INC… non ti preoccupare, poi vedrai quando viene a casa che …INC…
io me la prendevo con te? Me la prendevo con te …INC… per il fatto dello
sgarro, perché lo sgarro non me lo meritavo …INC…, io sono sicuro al cento
per cento, lo sa tuo fratello, lo sanno tutti, lo sa tutto Rosarno, loro le cose me
le fanno di altre cose, io voglio che mia figlia ritorni a casa, non la voglio
…INC…, ricordati che gente siamo, ricordatelo, ricordati che non c’è
nessuno …INC… e se io debbo fare sacrifici per …INC… io vado…INC…
hai capito? Perché tu sei sangue mio, e se io debbo passare problemi, e li
passo e non mi interessa, …INC… infame …INC... la vita tua, tu devi farti la
tua vita …INC…, lo sai tu che …INC… ha vent’anni che …INC… e non
avevano bisogno di te per venirmi ad arrestare, hai capito? Stai sicura e
tranquilla, …INC… io mi so difendere, non sono …INC… in tutti i modi
(gridando) …INC… hai capito? LAZZARO:
…INC…CACCIOLA:
Cetta non sto gridando, però quello che ho passato lo so solo io, però non mi
interessa niente, io lo so di essere stato disonorato, …INC… ammazzare
…INC… ammazzare, quello che …INC… gli eroi?LAZZARO:
…INC…CACCIOLA:
Se tu non mi facevi niente di altre cose io ho toccato il cielo con le mani, ed
altre cose …INC…, e non …INC… di altre cose, che a me non mi interesse
niente, noi …INC… sulla testa, cioè suoi piedi, basta, lo sa tutto Rosarno che
non hai detto niente, stai sicura, non quello che dice lei o quello che dice
…INC…, lo sa tutto Rosarno.LAZZARO:
…INC…CACCIOLA:
Stai tranquilla, le persone sanno tutta la verità, sanno il vendere e il
comprare, sanno tutte cose, tutto sanno,s e …INC… a casa mia.LAZZARO:
Ah?CACCIOLA:
…INC… casa mia …INC… Caserma.LAZZARO:
In Caserma .TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 21:16,29 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata
EA*276*RV;
- Nr. progressivo: 267
- Data e ora: 02.08.2011, ore 21:30,11
- Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964;
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.03.1980.
Commento:
I genitori esortano CACCIOLA Maria Concetta a ritrattare ed a riferire al Giudice che tutto ciò
che ha precedentemente dichiarato non è vero.
LEGENDA
CACCIOLA:
LAZZARO:
CETTA.
CACCIOLA Michele
LAZZARO Anna Rosalba
CACCIOLA Maria Concetta
20
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Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
…///… :
…INC…:
Discorso interrotto e/o Breve pausa
Tratto incomprensibile
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 21:30,11 A ORE 21:42;54
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada del Sole direzione sud
CETTA:
CACCIOLA:
CETTA:
CACCIOLA:
CETTA:
CACCIOLA:
CETTA:
CACCIOLA:
…INC……INC… processo …INC… tu non sai niente.…INC……INC… che tutto quello che hai detto non è vero.…INC…E …INC…?…INC…Se c’ero io ti facevo …INC…TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 21:43,24 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
Eloquenti, pertanto, le conversazioni tra CACCIOLA Maria Concetta ed i genitori che la
esortavano a ritrattare le dichiarazioni rese innanzi alla A.G., con la precisa direttiva di precisare
agli inquirenti che:
“che tutto quello che hai detto non è vero”.
4.
IL VIAGGIO DA CERREDOLO (RE) A ROSARNO DEL 03.08.2011
Durante la notte, tuttavia, su richiesta della stessa CACCIOLA Maria Concetta, gli uomini del
Servizio di Protezione raggiungevano la donna e la riconducevano nella città di Genova in
località protetta.
I coniugi CACCIOLA si vedevano dunque costretti a tornare a Rosarno senza la figlia.
Di seguito le conversazioni di interesse intercettate.
La prima veniva captata durante il viaggio di rientro a Rosarno dei coniugi CACCIOLA Michele
e LAZZARO Anna Rosalba, dopo essere stati costretti a lasciare la figlia CACCIOLA Maria
Concetta a Cerredolo (RE).
La coppia stava percorrendo l’autostrada del Sole in direzione Sud quando, giunti all’altezza di
Calenzano (FI), CACCIOLA Michele riceveva una telefonata.
L’interlocutore era probabilmente il figlio CACCIOLA Giuseppe.
Dal tenore della conversazione si comprende che il telefono cellulare utilizzato dal CACCIOLA
era un apparecchio da lui ritenuto “sicuro” (a prova di intercettazione).
Non si trattava, infatti, del telefono cellulare di LAZZARO Anna Rosalba, in quanto, dall’ascolto
della conversazione si poteva constatare che i due apparecchi avevano una diversa suoneria.
Oggetto della conversazione era l’incontro avvenuto tra i coniugi CACCIOLA e la figlia Maria
Concetta.
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
CACCIOLA Michele raccomandava a Giuseppe di stare tranquillo e, nella circostanza, gli
intimava di prendere appuntamento con tale “Gregorio”, per la stesura di un “atto”.
Di indubbia rilevanza appariva, sin nell’immediatezza, la frase pronunciata da CACCIOLA
Michele:
“prima la scriviamo …///… tanto lei non capisce niente…///……INC… stai calmo”.
Emergeva, pertanto, in maniera evidente, la volontà di CACCIOLA Michele di far redigere un
documento – con la collaborazione di tale “Gregorio” - che dovrà essere poi firmato dalla figlia,
senza che lei ne abbia piena cognizione:
“prima la scriviamo …///… tanto lei non capisce niente…///……INC… stai calmo”.
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata EA*276*RV;
Nr. progressivo: 280
Data e ora: 03.08.2011, ore 10:11,00 durata 00:40:01
Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
GIUSEPPE: UOMO non meglio identificato.
LEGENDA
CACCIOLA:
CACCIOLA Michele
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 10:11:00 ALLE ORE 10.48.19
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada del sole direzione Nord Italia, località
Calenzano (FI)
(SQUILLA UN TELEFONO CELLULARE AL QUALE RISPONDE CACCIOLA MICHELE.
RICEVE UNA TELEFONATA, VEROSIMILMENTE DAL FIGLIO CACCIOLA GIUSEPPE
DI CUI NON SI SENTE LA VOCE).
CACCIOLA: Che c’è? …///…si ...///… no…o a Firenze …///… si va bene si …///… sai che fai
…///… a Firenze, a Firenze …///… sai che fai Giuseppe …///… vedi se rintracci
a Gregorio (probabilmente Avv. CACCIOLA Gregorio) e gli dai appuntamento
per quando torno io …///… pero non la dove …INC… di venire la al
“Purgatorio” (presumibilmente vico Purgatorio - centro abitato di
Rosarno)…///… prima la scriviamo …///… tanto lei non capisce
niente…///……INC… stai calmo …///… …INC… loro dissero …INC… deve
parlare con il magistrato …///… …INC… che lei non vuole più, …INC… non
vuole niente a che fare …INC… …///… i Carabinieri parlarono con me, i
Carabinieri quando se la portarono …///… vennero a casa …INC… …///…
si… …INC… statti tranquillo, che a lei la teniamo noi …INC… al magistrato
deve andare lei e gli deve dire che non vuole essere più protetta …///… --//
TRATTO DI CONVERSAZIONE INCOMPRENSIBILE
OMISSIS DA ORE 10:50,15 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe
“B”
targata
22
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
EA*276*RV;
Nr. progressivo: 299
Data e ora: 03.08.2011, ore 14:23,51
Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964.
Commento:
CACCIOLA Michele si rammarica per le dichiarazioni rese dalla figlia. Si preoccupa che, per
colpa del Giudice che l’ha esortata a rendere tali dichiarazioni, verrà “ammazzata” lei, o
qualcuno della loro famiglia.
LEGENDA
CACCIOLA:
CACCIOLA Michele
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 14:23,51 A ORE 14:31,16
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada del Sole direzione sud
CACCIOLA:
E’ facile, è facile fare il collaboratore, …INC… non gli basta, loro
veramente prove non ne hanno …INC… prove, è facile, dici che te lo ha
detto tuo fratello, dice che te lo ha detto tuo fratello dice che te lo ha detto u
sticchiu di tua mamma, è facile così …INC…, in questo modo è facile,
…INC… LAZZARO:
…INC…CACCIOLA:
Ad una come lei …INC… euro per una cosa, però li avete trovati …INC…
lui, …INC… cuore di tua figlia, altrimenti dove andiamo a finire? …INC…
hai capito o non hai capito? Gli assassini sono loro perché adesso così ti
ammazzano, …INC… ammazzano, adesso ci ammazzano, loro, loro ...INC…
macchina …INC…, e poi siamo noi che facciamo le male parti, hai capito?
…INC… hanno ammazzato la mamma di una collaboratrice, l’hanno fatta
loro collaboratrice ad una ragazza che non sa… che non sa nemmeno…
…INC… (bestemmia) figlia …INC…LAZZARO:
…INC…CACCIOLA:
(Bestemmia) Nemmeno se campo altri …INC… e chi gli ammazza la figlia
pure …INC… chi gliel’ha portata l’ambasciata? La zia Grazia e Rosetta, chi
gliela porta l’ambasciata?…INC… ammazzano …INC… ammazzano e poi
sequestrano i bambini, …INC… vita mia
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 14:34,58 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
-
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe
EA*276*RV;
Nr. progressivo: 300
Data e ora: 03.08.2011, ore 14:39,57
Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964.
“B”
targata
23
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Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Commento:
CACCIOLA Michele parla di un omicidio e di un killer di nome Ernesto. In seguito aggiunge
che, a suo dire, la figlia non sa nulla dell’omicidio.
LEGENDA
CACCIOLA:
CACCIOLA Michele
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRATTO DI CONVERSAIZONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 14:39,57 A ORE 14:41,56
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada del Sole direzione sud
CACCIOLA:
…INC… è zoppo che è zoppo, però a Palmi …INC… Ernesto ha fatto tante
cose, …INC… questo spara, spara …///… spara, …INC…LAZZARO:
…INC…CACCIOLA:
…INC… a Gioia, li sopra nella super strada …INC… sparato marito e
figlio, lei dell’omicidio cosa sa? Dell’omicidio, niente …INC… questa
coppola di cazzo …INC… troia lurida …INC… fa la bella vita, ne …INC…
omicidio, ma noi qua abbiamo la collaboratrice! Ormai l’hanno fatta
collaboratrice, l’hanno fatta collaboratrice …INC… fratello .TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 14:44,38 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata
AE*276*RV;
- Nr. progressivo: 301
- Data e ora: 03.08.2011, ore 14:59,38
- Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964.
Commento:
LAZZARO Anna Rosalba si sente al telefono con la figlia e la esorta ancora a “lasciar stare tutte
cose” ed a tornare da loro in Calabria.
LEGENDA
CACCIOLA:
CACCIOLA Michele
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 14:59,38 A ORE 15:37,37
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada del Sole direzione sud
CACCIOLA:
LAZZARO:
Conversazione telefonica
Pronto! …INC…
…INC… e tu perché dice così …INC…? …///… ma per …INC… o per te?
…///… Pensavo che …INC… …///…Cetta vedi che me ne vengo anch’io con
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
CACCIOLA:
LAZZARO:
te …///… me ne vengo anch’io con te …///… ha detto papà che ci intestiamo
una casa e me ne vengo anch’io con te …///…lui la che non …INC……///…
eh, ma tu però vieni con me …///… tu vieni con me …///… eh, Cetta lasciala
stare …///… lascia stare tutte cose …///… ah …///… eh.…INC… verità …INC…O Cetta, ascoltami, tu devi dire la verità Cetta …///… che tu non sapevi niente
…///… come non esiste.-
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B”
AE*276*RV;
- Nr. progressivo: 302
- Data e ora: 03.08.2011, ore 15:39,39
- Interlocutori:
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964.
Commento:
LAZZARO Anna Rosalba si sente ancora al telefono con la figlia.
Sia lei che CACCIOLA Michele ribadiscono alla figlia di “chiudere tutte cose”.
LEGENDA
CACCIOLA:
CACCIOLA Michele
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada del Sole direzione sud
targata
Conversazione telefonica
Allora parli con lei? …///… Eh …///… …INC… papà vieni? ...///… la da
noi? …///…
CACCIOLA:
…INC… digli di chiudere tutte cose!
LAZZARO:
…INC… …///… va bene, …INC… Cetta …///… ah …///… …INC……///… ah
…///… …INC… …///…
CACCIOLA:
…INC… Cetta, …///… Cetta …///… ma non solo per …INC… dobbiamo
chiudere tutte cose …///… lascia stare quello che dice lei …///…lo dici tu che
non puoi fare niente Cetta, lo dici tu che non puoi fare niente, tu cosa vuoi
fare? Cosa vuoi fare …Inc.. la …INC… …///… ma devi dirle che …INC…
…///… si ma se c’è lei tu non glielo dici davanti? LAZZARO:
…INC…TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 15:41,53 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
LAZZARO:
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe
EA*276*RV;
Nr. progressivo: 306
Data e ora: 03.08.2011, ore 15:51,32
Interlocutori:
“B”
targata
25
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
CACCIOLA Michele nato a Rosarno il 16.12.1958;
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964.
Commento:
LAZZARO Anna Rosalba esorta ancora la figlia al telefono a ritrattare.
LEGENDA
CACCIOLA:
CACCIOLA Michele
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre l’autostrada del Sole direzione sud
Conversazione telefonica
LAZZARO:
Pronto! …///… Ehi, dimmi …///……INC… lui? …///… eh, e ora
…INC…?…///… E si nomina domani …///… …INC… perché? …///…
…INC…CACCIOLA:
L’avvocato …INC…LAZZZARO:
L’avvocato si chiama …INC…CACCIOLA:
…INC…LAZZARO:
Eh …///… va bene dai.CACCIOLA:
…INC… avvocato.LAZZARO:
Ma tu l’avvocato ce l’hai?…///.. …INC… l’avvocato …///… di Roma? …///…
la nomina la fai tu?
CACCIOLA:
No, digli di non mettere nessuno, dammi qua.LAZZARO:
Aspetta.CACCIOLA:
Non prendere nessuno …///… io questa sera parlo con …INC… e domandi
…INC… Procura …///..lo mando in Procura io, tu …///… tu sentiti con
l’avvocato che hai …///… ma se tu …INC… …///…Cetta anche con quelli che
vengono di mattina puoi fare la nomina …///… …INC… LAZZARO:
…INC… questa mattina, il maresciallo.CACCIOLA:
Cetta tornatene, tornatene indietro che questi qua vogliono il male nostro,
loro lo sanno che tu non sai niente e tu devi dirgli che non sai niente …///.. va
bene? Cetta, ha chiuso la chiamata.…///…
LAZZARO:
(Squilla nuovamente il cellulare) Eh, si lo so, ho capito …///… hanno
staccato il telefono? …///… ah, va bene, va bene …///… hai
mangiato?…///…Perché non hai mangiato? …///… ah …///… e basta?…///…
ah, va bene mi raccomando …INC… i suoi15.55.10
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 15:55,10 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
5.
LE CONVERSAZIONI TELEFONICHE CON LA MADRE LAZZARO ANNA
ROSALBA
Estremamente significative appaiono le conversazioni telefoniche di CACCIOLA Maria
Concetta con la madre, autrice di forti pressioni sulla figlia, al fine di convincerla a rientrare a
Rosarno e ritrattare le dichiarazioni rese alla A.G.
26
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 6
- Data e ora: 03/08/2011, ore 22:23.08, durata 00:01,25
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970)
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964 (tel. 347/4028347)
Commento:
CACCIOLA Maria Concetta contatta la madre. Quest’ultima esorta ancora la figlia a “lasciare
tutte cose”.
LEGENDA
CETTA:
CACCIOLA Maria Concetta
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
LAZZARO:
Pronto!CETTA:
Mamma!LAZZARO:
Ah.CETTA:
Siete arrivati?LAZZARO:
Ah.CETTA:
Siete arrivate?LAZZARO:
Si, sono arrivata.CETTA:
Ah, ho chiamato apposta per domandare se eravate arrivati .LAZZARO:
Ah.CETTA:
Ho chiamato per vedere se eravate arrivati.LAZZARO:
Sai cosa fai?CETTA:
Adesso mi sono svegliata.LAZZARO:
Sai cosa fai? Domattina.CETTA:
Eh.LAZZARO:
Chiami l’avvocato, i soldi glieli diamo noi.CETTA:
Eh.LAZZARO:
E viene a prenderti e ti porta dove vuoi tu, dalla zia Giovanna o dalla zia
Angela, che ti mando i figli pure.CETTA:
Eh!LAZZARO:
Che ti mando pure i figli Cetta.CETTA:
Mamma, queste cose le ho capite, lo so, “però non mi fa” (come a voler dire
che adesso non gli fa) adesso, hai capito?LAZZARO:
Tu devi lasciare tutte cose Cetta.CETTA:
Eh… ma io…LAZZARO:
Per l’anima dei morti… CETTA:
Lo so, lo so, lo so cosa devo fare, non preoccuparti di niente.LAZZARO:
Cetta, aspetta un attimo, Cetta, tu allora…-
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 7
27
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
- Data e ora: 03/08/2011, ore 22:26.01, durata 00:23,14
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970)
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964 (tel. 347/4028347)
Commento:
CACCIOLA Maria Concetta chiama ancora la madre. Quest’ultima, sprona ancora la figlia a
ritrattare, al che questa riferisce alla madre di non parlare troppo per non essere arrestata. La
madre, tuttavia, le intima con tono perentorio la seguente frase che non necessita commenti:
“Me ne frego di loro che mi chiudono, o con noi o con loro devi stare.”LEGENDA
CETTA:
CACCIOLA Maria Concetta
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
LAZZARO:
Pronto!CETTA:
Mamma!LAZZARO:
Ah.CETTA:
Ho dovuto chiudere.LAZZARO:
Ascolta… CETTA:
Mamma, aspetta, fammi parlare prima a me e poi parli tu, aspetta, so già,
basta, l’ho capito, so già come fare, basta .LAZZARO:
No Cetta …INC…, questa sera quando siamo arrivati… cazzo, mi fai
parlare?CETTA:
Non puoi parlare, hai capito che non puoi parlare che ti chiudono
(ti
arrestano) , hai capito?LAZZARO:
Me ne frego di loro che mi chiudono, o con noi o con loro devi stare.CETTA:
Lo so .LAZZARO:
No, tu devi fare così,io domani… ho parlato questa sera con l’avvocato,
domani …///… Cetta.CETTA:
Si ti sento, ti sento.LAZZARO:
Domani…CETTA:
Eh.LAZZARO:
Telefona l’avvocato.CETTA:
Eh, va bene.LAZZARO:
Hai capito? Viene l’avvocato stesso che già gli abbiamo dato i soldi.CETTA:
Eh, va bene dai.LAZZARO:
Viene l’avvocato li,ah? CETTA:
Si…INC…LAZZARO:
Eh, Vittorio Pisano.CETTA:
Va bene, va bene .LAZZARO:
Cetta, giura che domattina lo fai .CETTA:
Si lo chiamo, domattina lo chiamo.LAZZARO:
No, se tu non lo chiami domani mattina puoi dimenticarti di me, perché io
Cetta sono distrutta, io sto morendo .CETTA:
Guarda, guarda, ti sto dicendo di si basta, mi lasci in pace mamma?LAZZARO:
Ma giuralo, giuralo che domattina…CETTA:
Se non lo avevo fatto…LAZZARO:
Tu non lo capisci Cetta, loro ti stanno usando, ha detto che solo l’avvocato,
io ho parlato con l’avvocato questa sera e mi ha detto che …INC…28
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
CETTA:
E va bene, basta ma.In sottofondo durante la conversazione telefonica tra LAZZARO Anna Rosalba e la figlia
CACCIOLA Maria Concetta si sente il CACCIOLA Michele, padre di Concetta suggerire alla
moglie LAZZARO le domande da fare alla figlia
LAZZARO:
Hai capito? Puoi anche chiamare a quest’ora per dirglielo.CETTA:
E va bene dai.LAZZARP:
Chiamalo a quest’ora, Cetta siamo andati dall’avvocato e ha detto che tu…
se la vede pe tutte cose l’avvocato, come ce l’hai fissato a noi e ti porta dove
vuoi tu, i figli vengono li con te, non vuoi venire qua? Vai dalla zia Angela,
dalla zia Santina, dove vuoi, stai zitto.CETTA:
…INC…LAZZARO:
Non sei spronata Cetta, ti stanno spronando loro non sei spronata, tu devi
scegliere: O NOI O LORO!TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSI DA ORE 22:28,23 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
6.
LE CONVERSAZIONI TELEFONICHE CON IMPROTA PASQUALE
Dopo gli accadimenti del 03.08.2011, veniva avviata attività di intercettazione telefonica
sull’utenza 342/3630970, in uso a CACCIOLA Maria Concetta ed intestata a tale IMPROTA
Pasquale.
Nel corso di tale servizio si appurava che IMPROTA intratteneva una relazione sentimentale con
CACCIOLA Maria Concetta.
Le intercettazioni telefoniche risultavano di estremo interesse investigativo.
Di seguito verranno compendiate le conversazioni telefoniche intercorse tra i due predetti.
Nei capitoli successivi verranno invece analizzate ulteriori conversazioni di interesse
investigativo intercorse tra CACCIOLA Maria Concetta e, rispettivamente, l’amica GENTILE
Emanuela, personale del ROS – Sezione Anticrimine di RC, la madre LAZZARO Anna Rosalba.
Giova sin d’ora evidenziare che, comunicando telefonicamente con IMPROTA, CACCIOLA
Maria Concetta esternava più volte timore per la sua incolumità a causa della sua collaborazione
con la A.G.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 42
- Data e ora: 05.08.2011 , ore 00:34.41, durata 00.00.00
- Interlocutori:
IMPROTA Pasquale nato a Somma
Vesuviana (NA) il 02.07.1966
(tel.348/6943723)
TESTO MESSAGGIO SMS
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE IMPROTA PASQUALE
1/2
SO CHE SE TORNO A CASA TI O PERSO. I MIEI NN PERDONANO L ONORE E LA
DIGNITA E IO GLI O TOCATTO TUTTE 2DI QUESTE. PAA FINCHE O LULTIMO MIO
RESPIRO IO TI…..
29
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 43
- Data e ora: 05.08.2011 , ore 00:34.46, durata 00.00.00
- Interlocutori:
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel.348/6943723)
TESTO MESSAGGIO SMS
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
2/2
E@00(*@ AMERO ..BUONA NOTTE AMOR MIO TI AMO
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 63
- Data e ora: 05/08/2011, ore 12:00.47, durata 00:26,54
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970)
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA) il 02.07.1966 (tel.348/6943723)
LEGENDA
CETTA:
CACCIOLA Maria Concetta
PASQUALE:
IMPROTA Pasquale
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRATTO DI CONVERSAIZONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:00,47 A ORE 12:10,31
TRASCRIZIONE
PASQUALE:
Hai parlato con Tania?CETTA:
No, oggi non ho parlato nemmeno con mia mamma perché è
meglio
…PASQUALE:
Adesso ti stanno addosso, giusto?CETTA:
Ah?PASQUALE:
Adesso ti stanno addosso.CETTA:
Eh.TRATTO DI CONVERSAIZONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:10,43 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
La conversazione telefonica che segue intercorreva tra CACCIOLA Maria Concetta ed
IMPROTA Pasquale in data 06.08.2011, mentre la giovane donna si trovava nella città di
Genova, in località protetta.
La stessa risulta di estrema rilevanza, per le seguenti circostanze:
-
CACCIOLA Maria Concetta raccontava ad IMPROTA dei maltrattamenti subiti in famiglia
prima che lei decidesse di lasciare l’abitazione dei suoi genitori, con ciò riscontrando le
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dichiarazioni rese ai Carabinieri ed alla A.G.. In particolare la donna racconta all’uomo
dell’episodio della frattura di una costola all’esito di percosse ricevute dal padre;
-
CACCIOLA riferiva, altresì, delle incessanti pressioni ricevute dai genitori per tornare sui
suoi passi e ritrattare quanto dichiarato ai magistrati. Nella circostanza la donna precisava
che quanto riferito agli inquirenti non era frutto di rancore nei confronti della sua famiglia
ma corrispondeva al vero [Eh…, ma hanno capito che non dico palle (bugie)];
-
CACCIOLA riferiva, altresì, dei forti timori nei confronti del padre e del fratello Giuseppe i
quali, a suo dire, sarebbero stati capaci di farle del male. In particolare, la donna raccontava
ad IMPROTA di aver appreso dalla figlia Tania (FIGLIUZZI Gaetana) che il padre ed il
fratello confabulavano spesso tra di loro, tenendo la madre estranea ai loro discorsi. Tale
circostanza, concludeva la donna, era significativa dei propositi criminosi dei due uomini nei
suoi confronti;
-
CACCIOLA, infine, verso la fine del colloquio pronunciava la seguente significativa frase:
“Si va bene però, quando ti portano a casa, ti fanno ritrattare, ti fanno firmare, ti fanno fare
tante cose che…, quella mi può dire “ma vai a fare in culo” no…”.
Ancora una volta, pertanto, emergeva il riferimento ad un documento da “firmare” da parte di
CACCIOLA Maria Concetta, attraverso il quale i familiari intendevano farle ritrattare le
dichiarazioni rese alla A.G.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 156
- Data e ora: 06/08/2011, ore 19:17.15, durata 00:40,01
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970);
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA) il 02.07.1966, ivi residente,
(tel.348/6943723).
LEGENDA
MARIA:
CACCIOLA MARIA CONCETTA
PASQUALE:
IMPROTA PASQUALE (detto Paolo)
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 19.17.15 ALLE ORE 19.20.01
TRASCRIZIONE
PASQUALE:
Fisicamente, come sta tua madre?--//
MARIA:
Male!…///… se la vedi e combinata male;--//
PASQUALE:
Uhm…, sicuro?--//
MARIA:
Eh?--//
PASQUALE:
L’hai vista male?--//
MARIA:
Fisicamente sta male, se la vedi si, pero qua io ho paura di tornare indietro,
è! no, no non diciamo una cazzata, non posso dire…;--//
PASQUALE:
Ho capito Maria;--//
MARIA:
Mica posso dire, è passato tutto, per i miei e difficile che passano queste
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
MARIA:
PASQUALE:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
cose, no?;--//
Uhm…, ho capito;--//
Eh?--//
Ho capito, comprendo;--//
Eh…;--//
Tu hai parlato, mica l’hai sentita oggi? No;--//
Chi? Mia madre?--//
Si;--//
Lo sentita prima, si;--//
Tu non ce la fai--//
Eh?--//
Tu non ci riesci;--//
Non ci riesco, vero? dici?;--//
Tu Maria, posso dirti una cosa?--//
Si;--//
Tu sei troppo brava;--//
Sono troppo?--//
Sei troppo brava;--//
Troppo cretina;--//
No, no cretina no, non lo dire;--//
Sono cretina guarda;--//
Sei troppo brava, perché…--//
Con quello che mi hanno fatto, non dovrei…;--//
Perché…,--//
Ne ho passate Pa…;--//
Perché tutto quello che mi hai detto tu, l’ultima volta, il fatto della costola;-//
Uhm, uhm…;--//
Ricordi? E vero il fatto che mi hai detto tu? Quello la?--//
Si;--//
Oh mi senti?--//
Si, ti sento;--//
Il fatto che, che ti hanno mandato all’Ospedale, che ti stavano mandando in
Ospedale, il fatto che alzano le mani, che tu sei grande e ti alzano le mani
addosso, tu ti stai prendendo come si dice, da noi si dice “te li prendi per
l’amor di Dio”da voi non so come si dice;--//
Come si dice?--//
Te lo dico in napoletano dai:--//
Si;--//
Si dice:”te le prendi per l’amore verso Dio senza dire niente”ai capito come
si dice? tu subisci tutte queste cose, pero non parli e te li tieni dentro;-/
Le tengo dentro, vero--//
Si;--//
Uhm…;--//
Perché davvero ne stai passando, nei hai passate con loro eh..;--//
Eh…eh…;--//
Perché se erano, se era un'altra al posto tuo, davvero poi non avrebbe mai
più…, come si dice, non li avrebbe neppure più chiamati, …non avrebbe più
proprio, li avrebbe mandati via e basta, avrebbe fatto soffrire come stanno
facendo soffrire te --//
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
Ma io pero;--//
Non tua mamma però, non tua mamma però, perché da quello che ho capito,
…tua mamma è un'altra pazza, diciamo;--//
Ah?--//
Tua mamma è una vittima come te;--//
Si e vero;--/
Da quello che ho capito, ora può essere pure che sto dicendo “stronzate”
però…, ai capito?;--//
E vero e vero;--//
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 19.22.55 ALLE ORE 19.30.22
Non riesco a capire perché…, non ce la faccio a tornare indietro;-/
Non riesci a capire?--//
Non Riesco a tornare indietro, non è facile tornare indietro;--//
Lo so;--//
Basta;--//
Eh…tua mamma mica a iniziato a dire un'altra volta, torna a casa, queste
cose qua?;--//
Si …i …///… e mi confonde, mi confonde le idee, sento lei in quel modo,
quando la sento sembra che tocco il cielo, va bene e giusto così perché sono
sua figlia, a lei manco, però mi confonde le idee;
Perché Maria ti confonde le idee, perché dice cose che tu non vorresti o cose
che non sai;--//
Non è che mi dice cose che…però…--//
Però?--//
però non ce la faccio a tornare punto e a capo, perché so già come andrà a
finire;--//
Ho capito,…///… e dici tu, dicono, dicono una cosa poi ne fanno un'altra;-/
Lei no, lei non credo, ma… gli altri si;--//
Gli altri sarebbero tuo padre ;--//
Un po’…o;--//
Tuo fratello?;--//
E si un po’… perché mi ha detto quella mia amica, che con mio fratello si
vedono, Tania mia ha detto che l’altra sera che parlavano, quando mio
padre parla con lui, parlano da soli, non parlano davanti a mia madre, e
quando non parlano davanti a mia madre io capisco perché lo fanno;--//
Uhm…;--//
Capito?;--//
Si;--//
Quindi…, e quindi ci devo pensare;--//
Però non è detto che parlano del fatto tuo;--//
E.. va bene, adesso come adesso mica hanno un'altra cosa, qualche altra
cosa, adesso questo gli prude;--//
Uhm;--//
E si dai, questa e la cosa che gli da più…;--//
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 19.32.50 ALLE ORE 19.37.04
Maria tu cosa pensi?--//
…///… Eh…, eh…, a me mi fa paura, te lo dico chiaro;--//
Uhm….;--//
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MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
…///… A me, fa paura tornare a casa e….;--//
Non ci tornare Maria;--//
Eh…?--//
Non ci tornare, se hai paura;--//
A me fa paura tornare a casa;--//
Che obbedisci ai tuoi, no;--//
Eh?--//
Non esiste;--//
Cosa?--//
Ah?--//
Cosa?--//
Non esiste che tu torni a casa e…, è paghi le pene, Maria;--//
Eh?--//
Paghi le pene;--//
E questo è sicuro;--//
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 19.37.50 ALLE ORE 19.38.32
Tu avevi paura che ti mandassero via, prima, ricordi?--//
Eh…?-//
Quando dicevi, ma se questi mi mandano via;--//
No, non mi vogliono mandare via ormai;--//
Tu questo mi dicevi, se questi domani mi mandano via? Ti ricordi;
Eh…, ma hanno capito che non dico palle (bugie);--//
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 19.38.50 ALLE ORE 19.39.00
Io la paura, c’è l’ho, sempre;--//
Tu hai sempre paura che ti mandino via?--//
No…o, quello no, il fatto che sei io torno a casa no…, poi che succede?--//
Maria il fatto che se tu torni a vedere a Tania no…;--//
Io torno?--//
Vai a vedere Tania, torni a casa, diciamo no;--//
Eh….,--//
Puoi sempre,si può fare il fatto che ti dissi io;--//
E’ …difficile;--//
Sei Sicura?--//
Uhm;--//
Sei sicura;--//
Si;--//
Uhm;--//
Molto difficile;--//
Pero tu mi dicesti che ieri, ti dicevano in un altro modo?;--//
Eh?--//
Ti hanno detto in un modo diverso, ieri, loro;--//
Si… pero, cioè mi deve rivedere lei, devo essere ricredibile, tante cose;--//
Comunque tu sei credibile, non è che non sei credibile;--//
Si va bene però, quando ti portano a casa, ti fanno ritrattare, ti fanno
firmare, ti fanno fare tante cose che…, quella mi può dire “ma vai a fare in
culo” no…;--//
E vero Maria;--//
Quella potrebbe, quella può dire:“tu li hai fatti venire fin la, a prenderti,
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
PASQUALE:
MARIA:
perché nessuno sapeva dove tu fossi, tu l’hai detto, se non lo dicevi, …colpa
loro non ne hanno”;--//
E chi la detto, tu puoi sempre dire che ti ha visto…, qualcuno, …///.. o mi
senti;--//
E ma non lo so com’è?--//
Come il fatto che…, quando stavi giù, c’era quella persona che conosceva
tuo padre;--//
Si;--//
Quindi può capitare?, no? Un fatto di questo;--//
Solo che non;--//
Ti ricordi?--//
Si;--//
E scusa, non poteva capitare che veniva qualcuno la, e ti veniva a
prendere?;--//
Eh…?--//
Pensa se veniva li qualcuno a prenderti;--//
Madonna mia (pronunciato con voce tremante), è stata una fortuna che
l’hanno saputo quando io ero già andata via;--//
Eh…, se ti stavi un'altra settimana proprio…, che “cazzo” succedeva;--//
Eh…, morivo la dentro, eh., eh…;--//
Tu me lo hai detto dopo questo fatto qua, ma io dal primo momento non ho
mai, quando tu mi dicesti, va bene è distante questo qua, il fatto puzza;--//
Sono stata un po’ disgraziata, dai;--//
Si perché te ne accorgi Maria, quando…, scusa me cosa me ne frega che tu
hai avuto un passato così, mica mi metto fuori , così così;--//
Va bene, forse lo ha fatto per vantarsi lui, no;--//
Per?--//
Per vanto, come si dice, no? Per vantarsi, sai chi c’era, c’è tizia qua, hai
capito?;--//
Appunto, e ti stava , perché se era un altro, si doveva stare zitto;--//
Quello lo ha fatto solo per vantarsi, capito?;--//
Si per mettere nei guai te;--//
E mi inguaiava, certo che mi inguaiava;--//
Eh…appunto magari lui era…, giustamente tu mi hai detto che tuo padre lo
ha saputo, e può darsi che già si stavano organizzando per venirti a
prendere, che ne sai ;--//
Ai voglia (certamente);--//
Perché è nomale no, perché se tu sai dove sta tua figlia, non te la vai a
prendere;--//
Certo;--//
Però…, chissà come venivano a prenderti;--//
Eh…, eh…, puoi immaginare no;--//
Uhm…;--//
E stato tutto all’inizio, è stata tutta la cosa all’inizio, quindi quando
venivano non è che venivano, come si dice, “…in segno di pace”;-/
Eh…;--//
Eh…, eh…;--//
TRATTO NON DI INTERESSE
OMISSIS DALLE ORE 19.42.51 ALLE ORE 19.43.02
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7.
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
LA CONVERSAZIONE TELEFONICA CON GENTILE EMANUELA
In data 06.08.2011, quando ancora si trovava presso la città di Genova, CACCIOLA Maria
Concetta contattava telefonicamente GENTILE Emanuela1, l’amica fidata di cui aveva già
riferito ai PM nel corso delle dichiarazioni rese in data 25 maggio 2011.
Il colloquio di seguito riportato appare “illuminante”: CACCIOLA Maria Concetta esprimeva
all’amica forti timori per la propria incolumità personale; la donna temeva, in particolare, il
fratello Giuseppe, che avrebbe potuto farle del male a causa della relazione extraconiugale e
della successiva collaborazione con la A.G..
Appare, altresì, estremamente significativo il tratto in cui la CACCIOLA confidava all’amica il
vero motivo per il quale i suoi familiari l’avevano fatta rientrare a Rosarno: ritrattare le
dichiarazioni rese all’A.G..
CACCIOLA Maria Concetta di ciò era assolutamente consapevole.
Chiari ed univoci, infine, i riferimenti alla cultura mafiosa della famiglia di appartenenza, nonché
la drammatica consapevolezza delle due donne che certe “colpe” non possano essere perdonate.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 130
- Data e ora: 06/08/2011, ore 12:10.10, durata 00:36,00
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970)
ROSETTA, non meglio identificata (tel.366/3555636)
GENTILE Emanuela, nata a Rosarno il 20.05.1977 (tel.366/3555636)
LEGENDA
CETTA:
CACCIOLA Maria Concetta
ROSETTA:
Rosetta, non meglio identificata
MANUELA:
GENTILE Emanuela
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
ROSETTA:
Dimmi!CETTA:
Rosetta!ROSETTA:
Chi è?CETTA:
Non mi conosci più?ROSETTA:
Ouh! Ma chi?…INC…, no, chi sei?CETTA:
Chi sono, Cetta sono chi sono?ROSETTA:
Focu meo… Manuela!CETTA:
Vattene in un'altra posto.TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:10,51 A ORE 12:11,39
CETTA:
Cosa mi racconti? Cosa debbo raccontarti? Vattene in un latro posto che non
sento niente.1 GENTILE Emanuela, nata Rosarno il 20.05.1977, ivi residente.
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
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Cosa vuoi che ti racconti, dimmi.Per adesso cose brutte?No, no cosa deve esserci, qua niente di brutto.Hanno finito? Hanno finito?Si, si per quello che so io si. Guarda io ho saputo che c’è tuo padre che
“mancu i cani” (probabilmente vuole dire che il padre è molto arrabbiato) e
lo so al cento per cento.Sai che ho parlato con mia mamma e con mio padre?Si? Giuramelo.Oh! Non dire niente a nessuno.No, e tu non lo sai?Nemmeno a mia mamma.…INC…Li ho chiamati, li ho chiamati.Eh, e cosa ti hanno detto?Mi hanno detto che mi perdonano, basta che torno a casa sono perdonata,
che loro lo sanno che non sono con nessuno e che sono qua.Eh…eh…Mi hanno detto di ritornamene a casa che “ti giuro che non ti tocca nessuno”
questo mio padre.Eh?E adesso vediamo perché qua le cose sono un pò delicate. Io non posso fare
quello che voglio, io ho provato ad andare via e poi non appena …INC…
sono arrivati per prendermi, le cose non sono come voglio io. Però Manuela
io devo dirti una cosa come se stessi parlando con una sorella, io devo dirti la
verità… io ho un po’ di paura.Eh… a chi glielo dici?Io a tornare indietro ho paura Manuela, perché adesso...E a chi glielo dici? Onestamente guarda.Tu lo sai che le cose non …INC…Tu sai quello che hai fatto, sai quello che fai e sai che se torni indietro
…INC…Tutti me lo dicono, renditi conto di quello che ti aspetta, perché ormai lo hai
fatto, il passo lo hai fatto, una cosa e un’altra ti dicono che ti perdonano però
che so nel cuore …. Te lo dicono in questo momento e poi tra un po’ di tempo
ti fanno….E che so, ma tuo padre cosa ti ha detto?Ah.Tuo padre cosa ti ha detto?Chi mia mamma e mio padre?Tuo padre, tuo padre.Che…Comunque, io so che tuo padre non vuole toccarti minimamente. So che è
sulle furie anche con tuo fratello e di aver detto che doveva prendere le tue
parole allora .Chi glielo ha detto lui?No,no, no dice che tuo padre a tuo fratello “mancu i cani”! Dice che ha un
odio per lui che è una cosa pazzesca, questo è quello che so io ah… e che
tutto questo casino è successo per lui .Eh, loro lo sanno, io gliel’ho detto al telefono, io ho pianto, mio padre si è
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messo a piangere pure …INC… mi ha detto: “Io ti perdono”.Comunque io so che tuo padre soffre tanto per te .Ah.Per dire tuo madre… se vedi tua madre com’è combinata… L’ho vista, l’ho vista.Come l’hai vista!L’ho vista, loro non mi hanno visto, ma io li ho visti .Si? Va bene, non voglio sapere. Tuo padre posso dirti che l’altra sera è
andato mio figlio per …INC… devo essere sincera da quando tu non ci sei a
tua madre gli voglio bene e la rispetto… …INC…A tua madre la rispetto e tutte cose però il legame eri tu, tu lo sai ho mandato
mia figlia a portare il regalo per la figlia.Me lo ha detto mia mamma.…INC… scuola e ha detto mia figlia che tuo padre non puoi immaginare
com’è e mi ha detto che guai se si apre il tuo discorso e guai se toccano la
figlia grande.E’ distrutto, è distrutto.Si, è distrutto perché…Manuela, Manuela io ho parlato con loro. Io lo so che lui mi perdona e tutte
cose però io ho paura Manuela, io un po’ ho paura, io un po’ ho paura…Tu hai paura di tuo fratello.Ho paura di tornare indietro perché le cose sono delicate, le cose sono tante
e…Può anche darsi Cetta, che tuo padre ha capito tante cose, che tuo padre ha
capito tante cose tanti sbagli che tu davvero non hai fatto perché tuo fratello
era davvero accanito. Lui era un malato mentale …INC… in questo modo,
che tuo padre sta soffrendo per te stai tranquilla che tuo padre a tuo fratello
non lo farà avvicinare a te nemmeno con un dito .Manuela ma io mi vergogno pure.Di cosa devi vergognarti? Di cosa devi vergognarti?Dice mia madre di fregarmene della gente.Di chi devi vergognarti? Che cazzo hai fatto per vergognarti? Ah, cosa hai
fatto?E va bene .Sei stata con qualcuno?E Manuela ma sono qua che è ancora peggio, ti rendi conto?Si, ma cosa hai fatto? Che cazzo hai fatto per vergognarti, non hai fatto
niente, anzi devi fare finta che tu …INC… con nessuno.No, ma loro lo sanno, loro lo sanno.A te ti hanno sballato, a te ti hanno sballato davvero bella mia.No, ma loro lo sanno.Un po’ tuo fratello, un po’ …INC… fratello ti hanno sballato la testa.E che so, io un po’ ho paura Manuela, ti giuro .…INC… comunque tua madre è disposta a tutto e sono tutti per te …INC…La sento, la sento, ogni tanto la chiamo.Lo vedi? Lei piange ed io gli dico: mamma …INC…, ouh, non dire che ti ho
chiamata.No!Stai tranquilla al cento per cento.- 12.16.42
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TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:16,42 A ORE 12:1928
Ehi, bella mia tu devi saperlo, però secondo me, secondo il mio parere non ti
fa niente, perché poi lo deve mettere in conto anche lui.
Per mio fratello dici tu?
Eh…eh…eh…, e poi se dovesse succederti qualcosa, chi paga?
Eh…eh… si
Eh, hai capito?
Si, questo si, però ho troppa paura, io adesso in settimana …
Tu sai perché hai paura? La cosa tua è la vergogna, non devi vergognarti,
vedi che ci sono state cose peggio, peggio… Cetta, di famiglie che nemmeno
ce lo aspettavamo eppure… piano piano passa tutto stai tranquilla. Tanto
…INC.. ci sono io, vicino a te ci sono io, lo sai no?
Mia madre mi ha detto che l’ho chiamata e gli ho detto: “Cosa dice
Manuela? E lei: “Quella ragazza ...INC… testa sul …INC… per te”
E certo …INC.. per te io …INC… la verità ed io gli ho detto: “La colpa è di
vostro figlio!”.
Glielo hai detto?
Gliel’ho detto che tutti questi problemi sono a causa del figlio che è un
malato mentale, gliel’ho detto in faccia…
E lei cosa ti ha detto?
Tuo padre non mi ha risposto, non mi ha risposto, a me chiami per sapere
come e quando, …INC… gli ho detto io …INC… se ce li ha.
E cosa ti hanno detto?
Gli ho detto io: “L’hanno distrutta, l’hanno portata a condizioni che
rischiava di ammazzarsi in qualche posto, come ti sto dicendo a te …INC…
paga, ma non una volta, cento volte, la verità!
E mio padre cosa ha detto?
Cetta, non mi ha risposto, non mi ha risposto e poi gli ho detto io mettetevi in
testa che chi cazzo si avvicinava a voi,? Gliel’ho detto come te lo sto dicendo
a te.
E non rispondeva?
Chi cazzo si avvicinava a voi sapendo chi è figlia e chi non è figlia, chi si
sarebbe mai permesso?12.21.13
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:21,13 A ORE 12:21,53
Manuela, sai perché ho paura?…INC… rivincita …INC… mani mie.Sai perché ho un po’ di paura? Ti dico la verità, che se torno loro sanno
perché devo tornare! Loro mi fanno tornare apposta così loro dicono: “mi
cacci sti cose che c’erunu” (ritratti quello che hai detto) hai capito?.
Uhm.Eh, tu torna, questo è quello che mi fa paura Manuela, le sappiamo queste
cose come vanno nelle nostre famiglie no?! Almeno nella famiglia mia...Cetta, io penso che una volta che finisce così …INC…Manuela che so io se non è una cosa fatta apposta, perché quella sera… va
bene, adesso ti dico la verità, quel giorno che ho chiamato mia madre lei mi
ha detto: “Cetta…” Manuela però questa cosa non dirla a nessuno.Tu puoi stare tranquilla.Mia madre mi ha detto che ci sono i tabulati con quella persona.39
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Eh.Ed io gli ho detto …INC… ma poi a mia madre gli ho detto la verità.Eh.Non sono riuscita a dirle di no, e lei mi ha detto: “vedi che loro sanno tutto”,
quando ti dicono vedi che loro sanno tutto tu cosa fai?Certo.Ho preso e mi sono ritirata e gli ho detto a mia madre che non vengo, poi
scendo li sotto dopo che mi dici che è tuttoapposto e che non succede niente,
hai paura tu un po’, dimmi la verità?
Si, si questo tu devi saperlo bella mia, questo tu lo sai.Dentro di me un po’ ho paura, anche se lei mi dice di ritornare per lei sono
figlia, lo so, però gli uomini sappiamo come sono fatti, specialmente gli
uomini li da me no! Dicono: “Scendi, scendi, così ritratti tutto quello che hai
detto e che non hai detto”. Hai capito?Così li discolpi.Dicono: “Tu te la vedi con l’avvocato, mettiamo l’avvocato di togli tutte
queste cose …INC… qua sotto”.…INC… la mia vita dov’è?Eh, e la vita mia poi dov’è? Io lo so Manuela, anche se loro mi dicono così,
mia madre quel giorno mi ha detto: “O figlia vedi che hanno tutti i tabulati,
vedi che hanno i tabulati di quando tu parlavi con una persona”. Ed io quindi
a mia mamma in quel momento gli ho detto la verità.Uhm?Gli ho detto io… gli ho raccontato le cose come stanno, quando gli ho detto
in quel modo si è messa a piangere e mi ha detto: “Figlia tu devi sapere, io ti
aiuto, ti aiuto in tutti i modi”.Uhm…uhm…Mi ha detto: “Anche se tu te ne vieni io ti aiuto in un altro modo”. Però mi ha
detto di ritornare, ed io nella mia mente ho pensato: “Allora fate tutto questo
così io caccio tutto” (ritratto tutto) .Uhm, tu devi regolarti bella mia, tu devi regolarti .E ma io in queste cose Manuela non sai cosa fare perché ti senti confusa, mi
sento imbarazzata, non so come devo fare, credimi, non so proprio come devo
fare .Nemmeno io, ma tu ce l’hai l’avvocato?No.Niente?L’avvocato che ho messo… che voglio mettere è quello che ha messo mia
mamma, mettendo questo già si sanno come vanno le cose no?! Eh.Io non so Manuela, io non ho l’idea, io vorrei tornare a casa mia per i miei
figli, perché i figli non me li mandano, non vedi che non me li hanno
mandati?Ah non te li hanno mandati i figli?Non me li hanno mandati i figli e non me li mandano, perché loro hanno
capito che se mi mandano i figli è finita, non torno più.Ah quindi tu …INC… e figli non te li hanno mandati.No, no non me li hanno mandati io li ho cercati e non me li hanno dati, hai
capito?Mamma mia.40
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Per questo io un po’ mi faccio, io qua tempo passa o in un modo o in un altro
quello se ne frega se non parla più con mia madre e con mio padre… hai
capito?…///… Me ne frego che non mi parli, almeno io non faccio che ho una
sorella così.Può anche darsi che pensi che adesso mia figlia è così e pago io …INC…
gliela pago io, hai capito? Che so, è una situazione troppo brutta, troppo
delicata.Guarda mia madre poverina le cose le fa facili.E’ distrutta, tua madre è distrutta.E’ distrutta ma da quando mi sente le fa facili …INC… chiamami non
ti…però Manuela io mi sento… tu lo sai io ho paura Manuela, io ho paura .Mi metto nei tuoi panni se fossi stata io ero la stessa cosa.Io faccio…. Se c’è mio padre, però che so loro come sono fatti? Li so come
sono fatti.Tu pensi che adesso sono con me e poi chissà come gli gira la bandiera .Come si dice, la famiglia queste cose non le perdona!E che so io .L’onore non lo perdonano, questa cosa poi gli è caduta più del fuoco della
fiamma.Eh.Hai capito?Minchia! E tu bella mia devi regolarti (devi valutare bene) , io non ti dico ne
resta ne torna, tu li conosci meglio di me, tu sai a quello che vai incontro e tu
sai tutte cose.Come mi dicono tutti, mi dicono: “vedi che tu sai a cosa vai incontro” …///…
io so davvero a cosa vado incontro e un po’ ho paura di tornare, mia madre
mi dice: “Stai tranquilla che non ti tocca nessuno, non ti tocca nessuno”. Tu
che sei mia madre, tu che sei mio padre …///… hai capito?Uhm.Però… hai capito cosa voglio dirti?Magari te …INC… tua mamma e tuo padre campano una vita.…INC… si, è poi? Tu lo sai, dopo un paio di mesi che parla quello poi dopo
un po’ a mio padre gli passa tutto come sempre no! …///… Lui me lo ha
giurato “Ti giuro, ti giuro devo prima morire io prima che tocchino a te”
però Manuela … Ma che so io, non so cosa dirti.TRATTO DI CONVERSAIZONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:27,41 A ORE 12:28,49
Senti un po’, ma i tuoi ne hanno parlato con il grande?Con il grande?Hanno parlato qualcosa con il grande?Lui sa tutto .Ah si?E’ disperato mi ha detto mia madre. Lui è disperato, ti fa pena. Ha la
barba… è disperato, è andato a casa al mare.Ah… per questo non ho visto a Giusi.NO, si sono presi la casa al mare.TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:29,09 A ORE 12:34,49
Quella sera che non abbiamo avuto notizie di te, che non hai nemmeno
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telefonato onestamente pensavamo che non c’eri più sulla faccia della terra,
onestamente noi pensavamo questo.E non vi chiamavo?No, pensavamo che non c’eri più sulla faccia della terra, noi questo
pensavamo.La verità, la verità …INC… le mani loro Manuela.Eh...eh… sei andata via dalla sera alla mattina…Manuela, se eri tu cosa facevi? Ti facevi ammazzare?Si, ma …INC… sapevamo i tuoi problemi, …INC… della famiglia, che non
andavi d’accordo che litigavi sempre ma alla fine il succo …INC… tu una
volta mi hai detto che ci sono cose che si possono dire e cose che non si
possono dire, ti ricordi?Eh.Poi ti ho vista più, tua madre si è vestita di nero.Eh.Chiunque andava da tua madre gli diceva di rassegnarsi, sai la tizia così, la
tizia così, minchia un giorno mi sono innervosita, guarda fattelo raccontare
da tua madre, un giorno c’è stata una …INC… qua la …INC…, mi sono
intromessa io quando ho sentito questa e gli ho detto: “Senti un po’, tua
madre si è rassegnata perché il figlio ce l’ha morto e la figlia ce l’ha morta.
Ma tu che la figlia è morta chi cazzo te lo ha detto?” Fattelo raccontare da
tua mamma.E si perché mia mamma …INC…Gli ho detto a tua mamma fammi il favore di buttare tutti fuori a calci in culo
…INC… ride …INC... un momento di debolezza …INC…
Invece di consolarla la buttavano giù.No, invece di consolarla gli dicevano di rassegnarsi, questa era la parola di
tutti .Melo ha detto mia mamma che tutti gli dicevano di rassegnarsi che non è ne
la prima ne l’ultima, gli sembrava che me ne fossi andata con qualcuno .No, o che sei andata con qualcuno o che sei morta.Che sono morta.Ti giuro, perché facevano esempi di certe persone che da trent’anni da
quarant’anni non c’erano più nemmeno nella faccia della terra, hai capito?
Pensavo io, pensavo io e gli dicevo a tua mamma: “Ma tu ti rendi conto di
quello che ti stanno dicendo?”. Non possono paragonarti a te con queste
persone .TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:36,55 A ORE 12:3716
Guarda Manuela io l’unico sbaglio che ho fatto e te lo dice e te lo ripeto che
l’ho chiamata, che ho chiamato, perché se io non l’avessi chiamata io avrei
continuato la cosa mia.Uhm? Poi quando l’hai chiamata ti sei indebolita.
Io l’ho chiamata e mi sono indebolita, perché altrimenti io Manuela io
tornando indietro so… so come sono fatti.E che so mannaggia, cosa so.A me certe volte anche loro mi dicono di pensarci, non fare le cose in fretta
che non sai quello che ti succede: “Se tu sei qua e già stai con il pensiero,
pensa quando andrai via cosa potrà succederti, non stai mai in pace”.Questo è pure vero.42
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Perché chi te lo dice che… non si può mai stare in pace, ormai c’è la
vergogna ci sono i tuoi che bene o male …INC… che ti passa però alla fine
cosa sai nel cuore il cuore di un altro cosa dice?Questo è pure vero .Eh… eh……INC… bella mia non so, non so cosa risponderti a questo punto, tu
giustamente sai perché lo ha fatto questo passo e giustamente sai se non torni
perché non torni.Eh… io un po’ ho paura Manuela, io non so cosa fare, io ci sto pensando
seriamente, seriamente, seriamente guarda.E pensaci ma non poco, pensaci tanto.Mia madre mi sta aspettando, oggi quando l’ho chiamata mi ha detto che mi
sta pulendo casa, io non mi sento Manuela.Tua madre non vede l’ora che arrivi .Si, mia mamma si, mia mamma mi vuole la, però Manuela io non mi sento
facile.Si, perché tu giustamente conoscendo loro, sai come sono.Io posso capire che in questo momento lo dicono… che vuoi gli manco,
adesso gli manco, però faccio io… tempo ci vuole però…Tu dice che …INC… cambiano atteggiamento.Eh.., so poi cosa succede? Già mi hanno detto in partenza che io da casa non
mi muovo tranne quando esco con mia mamma.- 12.39.09
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:39,09 A ORE 12:40:06
Io… io gliel’ho detto ieri a mia mamma e gliel’ho detto oggi:
”Mamma tu sai perché sono andata via?”. È come la faccio, però lei ha
paura perché… lei vuole riportarmi a casa perché sa che non la vedrò più,
hai capito? Perché lei lo sa che se faccio questa strada…
Uhm…uhm…
I miei non la porteranno mai a vedermi, anche se io faccio domande che
voglio vedere mia madre non me la porta…
Si, si, si
Hai capito? Sei pazza?
Eh, pensaci si dice che la notte porti consiglio.
Ha tre mesi che penso però la cosa mi tira sempre in un posto Manuela.
Hai figli, lo so.
Sia ai figli e poi penso chi cazzo me lo fa fare a tornare che so se poi campo
(vivo) un anno se campo (vivo) un altro anno e mezzo.
Eh, e questo tu ormai devi regolarti.
Loro queste cose non le perdonano e lo sappiamo tutti.
Cetta, se tu sei sicura che queste cose non le perdonano è inutile … è inutile
che ti domandi e che pensi…pensi… pensi…
Perché so che le telefonate ce le hanno e mio padre non me ne parla, solo mia
mamma…
E non…
Hanno le telefonate e mio padre non me ne parla e me ne parla solo mia
madre, è giusto?
Si perché per il fatto delle telefonate ha domandato anche a me, …INC…
IANNI …INC… tuo padre ed io: “Non sapevo niente di questo cazzo di
IANNI, e poi gli ho detto: “Ma scusate di questo IANNI non poteva dirlo a
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qualche amica sua? Perché io pure …INC… IANNI ce l’ho con mia sorella”.
Loro invece hanno visto che il numero non è di quella persona, hai capito?
E si dice che questa stessa persona ti faceva la ricarica.
Ah?
Ti ricaricava il telefono questa certa persona.Questo ricarica il mio telefono?A te .Eh, si e mi ….E’ uscito fuori pure che chissà quanti euro di ricarica, cioè per quello che ho
sentito dire io. Ed io gli ho detto: “A me …INC… anche io e mia sorella
…INC… IANNI …INC… quando esce con noi …INC… un motivo”
…INC… cose che si possono dire e cose che non si possono dire Manuela” .Glielo hai detto che io dicevo queste parole? Io glielo detto, …INC…, le cose che magari faceva tuo fratello, cioè che gli
dava fastidio che uscivi, queste cose qua, …INC… ma tu mi stai dicendo che
hai i tabulati, a parte che …INC…Manuela ascolta .Però non ci credevo.Ascolta, loro in merito ai tabulati hanno il nome completo di quello.Uhm?E sono arrivati fino alle orecchie di quella persona.Sono andati a casa di questa persona?Si, hanno …INC… tabulati….Non so chi è e non mi interessa saperlo di chi si tratta, ma sono andati fino a
dentro? Sono andati fino a casa si.Di questa persona?Hanno i tabulati, hanno tutte cose di questa persona, non se ne parlano,
dicono: “Basta che non gli hai fatto le corna (non hai tradito) loro ti
perdonano”. Sanno che tu gliele hai fatte tu che cazzo facevi? Giustamente a
mia mamma la tengono pulita pulita .Si.Cerca di riportarsi la figlia, mio papà invece ha due cuori, la figlia o
l’onore?Si.In questo momento dice che vuole la figlia, però dentro di lui c’è anche
quell’altro fatto.Si.E tu te la saresti sentita Manuela?Infatti se tu li ti regoli i fatti tuoi magari quello che hai fatto che loro hanno i
tabulati …INC… bella mia ma dove devi andare?Mia mamma mi dice che fino a quanto vive lei nessuno la tocca.Se tu la vedi è combinata quattro ossa.L’ho vista, l’ho vista.…INC… terapia .No, dice che adesso deve andare il venti, mi diceva, ma va perché… perché io
la sto tenendo un pò… gli dico… la tengo un po’ così che aspetto che devo
fare domandine qua e là, però se io volevo, so come va a finire perché queste
cose so come vanno a finire, però Manuela ti giuro io ancora non me la
sento.44
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MANUELA:
E ripensaci, pensaci, pensaci ma non una volta cento e una volta .Mi sento proprio come si dice la cosa sulle spalle.Pensaci e non una volta mille e una volta, prendi le mie parole perché tu sai
quanto ti voglio bene e sai quanto ti stimo e sappi che se hai bisogno di me
scappo pure in America per te e nessuno sa niente, tra me e te. Però pensaci,
perché visto che tu mi hai detto che sono arrivati al punto di andare a casa di
questo qua e che hanno i tabulati Cetta mia...CETTA:
Guarda quella sera quando me lo ha detto mia mamma mi ha detto…MANUELA:
Io quel giorno l’ho saputo e sono rimasta di merda, io quel giorno quando ho
visto il fatto del tabulato che tuo padre mi ha detto guarda qua …INC… io
sono rimasta di merda.CETTA:
Guardate gli ho detto che …INC…MANUELA:
No dice qua c’è pure il nome, però il nome non lo ha detto la verità …INC…
da te, gli hanno fatto pure la ricarica qua e là.CETTA:
Ti ha detto dei cento euro di ricarica che avevo.MANUELA:
Eh, si.CETTA :
Me lo ha detto mia mamma, me lo ha detto, mi ha detto: “Figlia hanno i tuoi
tabulati”. Quando ti dice: “Cetta hanno i tuoi tabulati…”
MANUELA:
Va bene ci sentiamo dopo.TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:45,46 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
8. IL RIENTRO A ROSARNO IN DATA 9 AGOSTO 2011
Di seguito, l’ennesima significativa conversazione tra CACCIOLA Maria Concetta e la madre,
che poneva in essere forti pressioni per convincere la giovane donna a fare rientro a Rosarno.
Di fronte alla titubanza della figlia, LAZZARO passava il telefono ad un interlocutore maschile,
che con tono estremamente perentorio e ricorrendo al pianto della bambina (figlia di Maria
Concetta) per fare breccia sulla giovane donna e superare le sue titubanze, otteneva il consenso
tanto agognato.
CACCIOLA Maria Concetta, come già emerso nel corso delle conversazioni precedenti, era
estremamente combattuta: la donna era assolutamente consapevole che il rientro a Rosarno la
avrebbe esposta al rischio di essere uccisa ma, di fronte al pianto della figlia, non resisteva,
cedeva.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 326
- Data e ora: 08/08/2011, ore 15:33.44, durata 00:01,09
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970)
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964 (tel. 347/4028347)
UOMO non meglio identificato
Commento:
45
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
LAZZARO Anna Rosalba è salita a Genova insieme ad un uomo, forse uno dei fratelli della
CACCIOLA. Dal tenore della conversazione si evince come lo scopo della donna sia quello di
riportare a Rosarno la figlia. Davanti alla titubanza di CACCIOLA Maria Concetta, tuttavia,
l’uomo prende il telefono ed intima a CACCIOLA Maria Concetta di tornare con loro a Rosarno.
Effettivamente, in quel giorno, CACCIOLA Maria Concetta si lascerà convincere, incontrerà la
madre ed il predetto uomo e tornerà con loro a Rosarno.
LEGENDA
CETTA:
CACCIOLA Maria Concetta
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
UOMO:
Uomo, non meglio identificato
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
LAZZARO:
Pronto!CETTA:
Mamma .LAZZARO:
Dove sei?CETTA:
Scendetevene.LAZZARO:
Perché, dove sei?CETTA:
Perché già mi hanno spostato.LAZZARO:
Non è vero Cetta .CETTA:
Si, si ma.LAZZARO:
Non è vero aspetta che chiamo l’avvocato.CETTA:
Si.LAZZARO:
Ancora, non parlare di essere scortata Cetta.UOMO:
Passamela a me .LAZZARO:
Cetta, dove sei?UOMO:
(Gridando) Me la passi a me?CETTA:
Qua sotto.UOMO:
Cetta!CETTA:
Ah che ha detto?UOMO:
Vedi che abbiamo parlato con l’avvocato e dice di aver parlato con
Prestipino e ha detto che tu sei libera .CETTA:
Eh! Ma lo hanno detto loro?UOMO:
Si.LAZZARO:
(In sottofondo) Digli dov’è.UOMO:
Lo ha detto Prestipino a GregorioCETTA:
E va bene, allora spettate che mi faccio un paio d’ore e vi richiamo.UOMO:
Perché un paio d’ore Cetta.CETTA:
Perché li debbo chiamare, chiudi che…UOMO:
(Innervosito) Cetta a chi devi chiamare? Perché devi fare così Ma la senti
tua figlia cosa sta facendo? (si sente una bambina piangere e gridare) .CETTA:
Digli di stare tranquilla.UOMO:
Che sta tranquilla Cetta che questa qua sta morendo.CETTA:
Ve bene dai, aspetta che ora glielo dico, chiudi chiudi che adesso li
chiamo.UOMO:
Vieni dall’altro lato, vediamoci dall’altro lato, ascoltami.CETTA:
Vai dov’eravate, andate la.UOMO:
Eh vai la nella gelateria, ciao.-
46
9.
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GLI SMS CON IMPROTA PASQUALE DEL 12 AGOSTO 2011
I successivi SMS sono parte di un’unica conversazione tra CACCIOLA Maria Concetta ed
IMPROTA Pasquale avvenuta in data 12.08.2011, quando la donna si trovava a Rosarno, presso
l’abitazione dei genitori.
Il rientro a Rosarno, evidentemente, non era stato come CACCIOLA Maria Concetta aveva
sperato e, nonostante il ricongiungimento con i figli minori, in lei aumentavano le
preoccupazioni per la sua incolumità.
Dal contenuto degli sms si evinceva che la donna veniva accompagnata dai familiari presso studi
legali al fine di organizzare la ritrattazione e che, a questo punto, anche la madre iniziava a
nutrire timori per l’incolumità della figlia.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (entrante), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 571
- Data: 12.08.2011 - ore 11:11.05, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970)
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723)
TESTO MESSAGGIO SMS
INVIA: IMPROTA PASQUALE
RICEVE: CACCIOLA MARIA CONCETTA
Hai ancora dubbi? io senza te sto male, mi ha detto altre cose ke poi ti dico a voce.Tu come stai
come ti stanno trattando i tuoi
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 572
- Data: 12.08.2011 - ore 11:17.38, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970)
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723)
TESTO MESSAGGIO SMS
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
1/2
e@0P) @Mia madre bene ma mio fratello alnizio mi a detto tutto e di piu ora nn mi rivolgono
la parola.mi portano avvocati avvocat xfarmi ritrattare dirgli che
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
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- Nr. progressivo: 573
- Data: 12.08.2011 - ore 11:17.45, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970)
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723)
TESTO MESSAGGIO SMS
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
2/2
e@OP)*@uso pscofarmaci e che lo fatto xrabbia…ora mia madre mi fa la loro freddezza
verso di te mi fa paura…ma io so xche lo fanno anche le mogli
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (entrante), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 574
- Data: 12.08.2011 - ore 11:22.54, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970)
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723)
TESTO MESSAGGIO SMS
INVIA: IMPROTA PASQUALE
RICEVE: CACCIOLA MARIA CONCETTA
Sta attenta se vedi ke le cose vanno male kiama loro.tuo padre ke fa,nn accettare la cosa dei
farmaci.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 575
- Data: 12.08.2011 - ore 11:22.54, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova il 30.03.1980 (tel. 342/3630970)
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA) il 02.07.1966 (tel. 348/6943723)
TESTO MESSAGGIO SMS
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
Che chiamo amo nn ti anno cercata piu quindi glia avvocati stanno facendo le sue cose …mio
padre cn indifferenza….sto male sai troppo…
Nel successivo SMS, ancora una volta, la donna esternava ad IMPROTA la paura di restare a
Rosarno e la volontà di fuggire.
Nei successivi 2 SMS (che sono uno il seguito dell’altro) CACCIOLA Maria Concetta chiedeva
esplicitamente ad IMPROTA di mettersi in contato con “Gennaro” (il Maresciallo Capo
ESPOSITO Salvatore, effettivo al ROS – Sez. Anticrimine di Reggio Calabria) e di informarlo che
i suoi familiari la stavano portando da diversi avvocati al fine di farle ritrattare le accuse.
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CACCIOLA Maria Concetta aggiungeva che alle 17:00 si sarebbe recata dall’Avvocato.
Giova all’uopo precisare che i coniugi CACCIOLA, all’esito del decesso della figlia, in data
23.8.2011, depositavano c/o la Procura di Palmi, un esposto denuncia con allegata una
registrazione audio contenente dichiarazioni di CACCIOLA Maria Concetta, datata proprio
12.08.2011. (v. pag. 5 nota n. 6/11 “R”, in data 4.9.2011, del Nucleo Operativo e Radiomobile
Compagnia CC di Gioia Tauro).
Tale circostanza conferma la corretta interpretazione delle conversazioni intercettate (in realtà ben
esplicite):
CACCIOLA Maria Concetta, in data 12 agosto 2011, veniva accompagnata dai familiari presso
uno studio legale per effettuare la registrazione della tanto agognata “ritrattazione”.
Poco prima di recarsi dall’avvocato, la donna esternava i forti timori per la propria vita ad Improta.
La registrazione effettuata quel giorno di agosto sarà quella successivamente utilizzata dai genitori
quale allegato all’esposto denuncia, nel quale si fa riferimento a presunte pressioni esercitate dagli
inquirenti sulla figlia al fine di indurla a collaborare.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 580
- Data: 12.08.2011 - ore 11:42.54, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980
(tel.342/3630970);
il 02.07.1966
• IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA)
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58083 LAUREANA DI BORRELLO Masseria
Marzano 89023 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58083 LAUREANA DI BORRELLO Masseria Marzano
89023 RC Italia
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
TESTO MESSAGGIO
SA CHE VADO VIA SE VEDO MALE...MA DI BUONO QUI NN VEDO NULLA E LEI
A CAPITO PA SISTEMATI LE COSE NN VOGLIO STARE QUI
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 603
- Data: 12.08.2011 - ore 15:04.18, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980
(tel.342/3630970);
il 02.07.1966
• IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA)
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- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
TESTO MESSAGGIO 1/2
e@08% @O provato a chiamarti ma tu nn ci 6 parliamo dopo...parla cn gennaro digli che i
miei mi portano in tutti avvocati che x colpa della mia leggerezza sn qui
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 604
- Data: 12.08.2011 - ore 15:04.24, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980
(tel.342/3630970);
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
TESTO MESSAGGIO 2/2
e@08%* @ cosa posso fare? Alle 5 vado dal avvocato xle 4 ti chiamo
Come dimostrato dalla registrazione audio, datata 12 agosto 2011 ed allegata dai genitori di
CACCIOLA Maria Concetta alla denunzia presentata alla Procura presso il Tribunale di Palmi, la
donna, quel giorno, dopo aver comunicato via sms con IMPROTA, cedeva alle pressioni dei
familiari ed effettuava la registrazione contenente la ritrattazione delle dichiarazioni rese alla A.G.
10. SMS CON IMPROTA PASQUALE del 13 E 14 AGOSTO 2011
Negli SMS di seguito riportati CACCIOLA Maria Concetta raccontava ad IMPROTA che i
genitori premevano su di lei per indurla ad andare a colloquio con il marito FIGLIUZZI
Salvatore, detenuto presso il carcere di Larino (CB).
La donna comunicava ad Improta di non volersi recare a colloquio ma di essere indotta dalla
madre a fare ciò.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
- Nr. progressivo: 665
- Data: 13.08.2011 - ore 19:47.55, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980 (tel.342/3630970);
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
TESTO MESSAGGIO
Dove 6...martedi mio padre dice che devo andare da lui mamma xko nn capisce niente...mi sento
in gabbia adesso come posso fare?
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 668
- Data: 13.08.2011 - ore 19:53.19, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980
(tel.342/3630970);
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: IMPROTA PASQUALE
RICEVE: CACCIOLA MARIA CONCETTA
TESTO MESSAGGIO
Devi andare da lui? Sta attenta digli dove devi andare.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 669
- Data: 13.08.2011 - ore 19:58.40, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980 (tel.342/3630970);
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
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- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
TESTO MESSAGGIO
Come devo andare nn o capito...
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 671
- Data: 13.08.2011 - ore 20:00.37, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
Interlocutori:
•
CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980
(tel.342/3630970);
•
IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: IMPROTA PASQUALE
RICEVE: CACCIOLA MARIA CONCETTA
TESTO MESSAGGIO
Digli a tua madre ke nn vuoi andarci.Quando tempo devi stare la.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 672
- Data: 13.08.2011 - ore 20:03.42, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980 (tel.342/3630970);
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
TESTO MESSAGGIO
Mia madre lo sa mi dice di andare e evitare x adesso ..sai al di fuori mia madre i miei figli e le
mie amiche le mie cognate nn mi danno retta....
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CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 706
- Data: 13.08.2011 - ore 23:54.59, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980
(tel.342/3630970);
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
TESTO MESSAGGIO
Ascolta cm posso uscire da sta cosa? mi vergogno delle cose che o detto
Negli SMS del 13 agosto 2011, emergeva chiaramente che nella giovane donna il timore di
essere uccisa aumentava; chiedeva, pertanto, ad IMPROTA di mettersi in contatto con
“Gennaro”, alias il Maresciallo Capo ESPOSITO Salvatore del ROS, per “rientrare” nel
programma di protezione.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 759
- Data: 14.08.2011 - ore 20:21.53, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
Interlocutori:
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(tel.342/3630970);
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: CACCIOLA MARIA CONCETTA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
TESTO MESSAGGIO
Pa prova a chiamare gennaro spiegagli come e andata e gli dici che voglio rientrare
-
R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
Nr. progressivo: 767
Data: 14.08.2011 - ore 21:17.55, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980
(tel.342/3630970);
53
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: IMPROTA PASQUALE
RICEVE: CACCIOLA MARIA CONCETTA
TESTO MESSAGGIO 1/2
e@08* @Amore mio io accetto tutte le tue decisioni,basta ke noi due nn ci perdiamo.se vuoi
rientrare hai capito ke stai in pericolo.vita mia ti amo so ke e diff
-
R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
Nr. progressivo: 768
Data: 14.08.2011 - ore 21:18.00, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980
(tel.342/3630970);
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: IMPROTA PASQUALE
RICEVE: CACCIOLA MARIA CONCETTA
TESTO MESSAGGIO 2/2
e@08** @icile ma cerca di stare calma ke sistemiamo tutto.chiedi a tua mamma che vuoi
andare a vivere in un altra casa.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 739
- Data: 14.08.2011 - ore 12:34.58, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980 (tel.342/3630970);
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: IMPROTA PASQUALE
RICEVE: CACCIOLA MARIA CONCETTA
TESTO MESSAGGIO 1/2
e@08* @Capisco ke hai detto a loro tante cose,ma nn devi vergognarti x uscirne ci vuole tempo
mi hai detto ke tua mamma disse ke devi andare da tuo marito quest
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 740
- Data: 14.08.2011 - ore 12:35.00, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
Interlocutori:
• CACCIOLA Maria Concetta, nata a Taurianova (RC) il 30.03.1980 (tel.342/3630970);
• IMPROTA Pasquale, nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
Cella inizio: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto
I 89025 RC Italia
Cella fine: Codice: 22210 4****58161 ROSARNO Via Margherita, 27 - angolo via Umberto I
89025 RC Italia.
INVIA: IMPROTA PASQUALE
RICEVE: CACCIOLA MARIA CONCETTA
TESTO MESSAGGIO 2/2
e@08* * @a e una cosa tua,ma devi solo fare visita o rimanere con lui.
11.
LA REGISTRAZIONE AUDIO DEL COLLOQUIO TELEFONICO DI FIGLIUZZI
SALVATORE DEL 13 AGOSTO 2011
Di seguito, si riporta la trascrizione della telefonata intercorsa in data 13.08.2011 tra FIGLIUZZI
Salvatore Antonio (marito di CACCIOLA Maria Concetta), detenuto presso il carcere di Larino
(CB) e la figlia minore, FIGLIUZZI Gaetana, detta Tania.
Si precisa che la stessa era sottoposta a registrazione e ad ascolto differito del personale della
Polizia Penitenziaria, così come previsto per il regime detentivo a cui è sottoposto FIGLIUZZI.
All’esito di segnalazione della rilevanza investigativa della conversazione da parte della Polizia
Penitenziaria, la stessa veniva acquisita agli atti del procedimento attraverso un decreto di
acquisizione e sequestro (in atti).
Dalla conversazione, nonostante l’accortezza comunicativa del detenuto che suggeriva alla figlia
di rinviare la conversazione al successivo colloquio in carcere, emergevano le seguenti
significative circostanze:
55
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
1.
FIGLIUZZI Gaetana (detta Tania) riferiva al padre che la madre CACCIOLA Maria
Concetta si era recata dall’Avv. PISANO per “REGISTRARE”…
La ragazza faceva evidentemente riferimento alla registrazione audio del 12 agosto, con la
quale CACCIOLA Maria Concetta avrebbe ritrattato le dichiarazioni rese alla A.G.
2.
FIGLIUZZI Gaetana riferiva al padre che il giorno 20.08.2011 (giorno della morte di
CACCIOLA Maria Concetta), la famiglia aspettava una comunicazione dalla Procura che
avrebbe dovuto “LIBERARE” la donna.
La giovane intendeva probabilmente far riferimento alla documentazione che la CACCIOLA
Maria Concetta avrebbe eventualmente dovuto sottoscrivere per rinunciare al programma di
protezione.
Trascrizione della registrazione audio relativa al colloquio telefonico, avvenuto in data
13.08.2011, tra FIGLIUZZI Salvatore Antonio nato a Palmi il 10.12.1973, in atto detenuto
presso la Casa Circondariale di Larino (CB), la sorella FIGLIUZZI Giorgia nata a Palmi il
08.02.1971 e la figlia FIGLIUZZI Gaetana nata a Cinquefrondi il 04.10.1998, che sono stati
contattati da personale in servizio presso la Casa Circondariale di Larino (CB).
Colloquio intercettato a mezzo apparecchiature di ascolto e registrazione installate presso la Casa
Circondariale di Larino:
-
Tipologia: Intercettazione audio
Procedimento Penale nr 4597/2011 R.G.N.R. - D.D.A
Data e ora: 13.08.2011 ore 13:20, durata 10:43
Interlocutori:
FIGLIUZZI Salvatore Antonio nato a Palmi il 10.12.1973;
FIGLIUZZI Giorgia nato a Palmi il 08.02.1971;
FIGLIUZZI Gaetana nata a Cinquefrondi il 04.10.1998.
LEGENDA
FIGLIUZZI:
FIGLIUZZI Salvatore Antonio
GIORGIA:
FIGLIUZZI Giorgia
TANIA:
FIGLIUZZI Gaetana
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRATTO CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA GIRI 00:00 A GIRI 00:02,32
TRASCRIZIONE
GIORGIA:
Ti passo Tani che ha delle novità, va bene?FIGLIUZZI:
Va bene! Ciao, ciao, ciao.GIORGIA:
Ciao bello mio.TANIA:
Papà!FIGLIUZZI
Amore!TANIA:
Rianimati che ti dico una cosa.FIGLIUZZI
La…TANIA:
Rianimati!FIGLIUZZI
Non ho capito.TANIA
Rianimati.FIGLIUZZI:
Le…TANIA:
E’ tornata mamma!FIGLIUZZI
Come è tornata mamma?56
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
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Eh!Va bene, poi parliamo a casa… quando ci vediamo qua.uhm…uhm…Hai capito?Si, si, cosa fai?Ah?Cosa fai?Come che faccio?Uhm… che fai?Che vuol dire che faccio?Ti sto dicendo no!Io? No! Stavo pensando a quello che mi hai detto .Che non ci credi?No, poi parliamo qua.Veramente!Va bene, poi parliamo qua, quando vieni qua, chi è che viene qua?Eh… boh!Eh… vieni tu zia Carmen e zio Saverio.Uhm.Ok? Altre persone… a posto!Come a posto non ho capito.Eh…vieni… chi è che doveva venire.Boh!Eh.Va bene!E dov’è?A casa.Ah! E nonno Michele dov’è?A casa.Ah!Tutti a casa sono?Si,si.E la piccolina?E’ a mare .A mare?.Si.Ah, ho capito, amore mio ma tu non mi hai scritto?E no perché…Vedi che io ti ho scritto la letterina hai capito?Si, si.Ma ti è arrivata?Si, quella la…Dove ti avevo scritto che c’erano le buste di …INC…No, quella la ancora no .Eh, quella ti deve arrivare, quella di mercoledì.Eh… allora non …INC...Amore mio, mi manchi tanto .Anche tu.Hai capito?Si, si .Eh.57
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
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Non ti ho scritto perché siamo partiti per andare là .Eh.A prenderla .Eh.O papà se la vedi è …INC…Eh!Gli davano medicine, cose … poverina ha i piedi gonfi, tutta …INC… Ho capito …///… per il resto tutto a posto amore mio?Si, si.Uhm! Ti voglio troppo bene .Uhm…uhm…Hai capito amore?Uhm…uhm…Uhm? Mi manchi tanto.Anche tu .Non vedo l’ora di vederti amore mio bella …///… gioia mia!…INC…Cosa c’è?…INC…Amore, cosa volevi dirmi?No, poi parliamo.Parliamo poi qua amore mio? Non vedo l’ora di vederti.Ma tu la cosa dei …INC… l’hai mandata con la cartolina?No amore mio, sai quante te ne ho trovate? Tantissime.Come?Di tutte… tantissime .Ma tu hai capito quali sto dicendo?Si!Quelle ...INC…Eh, e te ne ho trovate tantissime, hai capito?Non le ho potute mandare
tramite posta…Uhm.… perché erano troppe.…INC…Hai capito? E’ un bel bustone grosso che ti ho trovato, hai capito?Uhm.Di tanti… di tanti tipi .Zia Giorgia mi ha comprato le scarpe .Zia Giorgia? Sono contenta .…INC…Eh… amore mio bella …///… lo sai che sono un po’ con le lacrime agli
occhi?Perché?
Per quello che mi hai detto .Io appena l’ho vista mi sono scoppiata a piangere .eh… amore mio! …///… E adesso come sta?Eh… adesso.. ieri è andata dall’avvocato.E sono…E’ andata dall’avvocato .Lei?58
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
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Si.Da chi, da Gregorio?No, da Pisano.Da Pisano? Perché?Per registrare.Per…Per registrare .Ah… ho capito.Lo sai cosa gli avevano detto?Eh , va bene, poi parliamo qua quando sei qua.Uhm.Hai capito amore mio?Uhm…uhm…E dov’era lontano?Prima l’avevano mandata… appena è andata l’avevano mandata ai confini,
…INC…Uhm…uhm…E poi lei ha detto di voler andare dove parlano l’italiano e l’hanno portata a
Genova.Dove?Dove parlano l’italiano, o papà siamo saliti io e nonna Rosalba per …INC…
le valige…Uhm.…dovevi vedere com’era brutto.Ma dove?Li dove siamo andati a prenderla.Eh? E dov’era?Era… in una porta… era tutto blindato.Uhm.Allora, era in una specie di casa.Uhm.Eh, e di fronte c’erano i Carabinieri.Ho capito.Lei suonava e i Carabinieri gli aprivano dall’altro lato.Ho capito.Noi siamo …INC…Uhm…uhm…Poi …INC… la stanza, tutto blindato.Ho capito …///… senti ma… va bene, diceva zia Carmen che viene lei,
altrimenti io volevo il nonno Michele.Eh… ha detto nonno che poi viene con lei .Che viene con lei?Uhm, penso!Ho capito, amore mio, me li saluti a tutti, hai capito? Ti voglio bene.Uhm.E allora ci vediamo mercoledì?Si,si.Uhm?Uhm…uhm…Gioia mia bella …///… ouh!59
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
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Eh.Non vedo l’ora di vederti.Uhm?Hai capito amore?Si,si .Senti ma a ferragosto dove vai?A casa.A casa stai?E secondo te dove vado? Penso che se nonno Michele mi lascia uscire vado
sull’lungo mare.Dove?Ah… no! Se vado a casa… di pomeriggio vado da zia Giusi.Uhm.Che là, al villaggio per la festa di ferragosto.Si.E’ la festa dell’acqua.Eh, ouh, amore io, mi raccomando, fai attenzione.Ci bagniamo tutti quanti con …INC…E senti ma la piccolina con chi è andata al mare?Con zia Giusi, ieri sere se l’è portata.Eh.Poi questa mattina l’ha riportata per il …INC… Ho capito.E poi e venuta a riprenderla …INC… ouh, Gregorio …INC… Eh.E’ passato da qua, vedi che c’è …INC… dove la panetteria?La….La panetteria.Eh.Eh, e ha visto una a Martina.una marocchina?A Martina a Martina.Ah, a Martina!Eh, e dovevi vedere come faceva casino che voleva venire qua a vederla.Eh… bella mia!…INC… Martina o Fabrizia? “Tutti e due”.Ma senti, è dimagrita o è ingrassata?Chi, mamma?Eh.No, non è ne grassa ne magra, è gonfia.Per i farmaci .Eh, e… e mentre non…non…Ma quando è arrivata?Eh… l’altro ieri.E perché non mi avete mandato un telegramma, niente?Eh… perché l’avvocato ha detto che si doveva aspettare prima che la
venivano a prendere, hai capito?Ho capito.Fino a quando non si andava dall’avvocato …Uhm, ma chi si è impegnato?60
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
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FIGLIUZZI
TANIA:
Eh?Chi si è impegnato?Come, in che senso? Di avvocati?Eh.Eh… Gregorio e Pisano, però più Pisano perché ha tutte le cose registrate .Ho capito.Eh… niente sono andati dal magistrato, da Pignatone.Uhm…uhm…Eh… Pignatone gli ha detto che lei è una donna libera.Certo!che lei non ha fatto niente e…Perché è normale.Solo che c’è l’altro magistrato.Uhm.Che l’ha riempita di cose.Si, si.Cose brutte no!Ho capito.Eh… questa qua la deve liberare.Ho capito.E fino a quando non la libera… fino al venti no, che il venti forse manda la
carta, non lo so.FIGLIUZZI.
Uhm…uhm…, ho capito.TANIA:
Adesso lunedì vanno li, dal Magistrato.FIGLIUZZI.
Lunedì? Lunedì prossimo, perché lunedì è festa.TANIA:
…INC…FIGLIUZZI:
Non lunedì sedici, lunedì venti, l’altro lunedì.TANIA:
Eh… quell’altro.FIGLIUZZI.
Comunque, con te ci vediamo mercoledì, così mi racconti meglio le cose .TANIA:
Uhm…uhm…FIGLIUZZI:
Bella mia.-!
TANIA:
…INC…FIGLIUZZI.
E senti, la piccolina.TANIA.
Non appena l’ha vista si è messa a piangere.FIGLIUZZI
Eh, e lei?TANIA:
Lei …INC… non appena l’ha vista, poi davanti casa nostra.FIGLIUZZI:
Eh.TANIA.
C’è Carmela, te la ricordi?FIGLIUZZI.
Eh.TRATTO DI' COPNVERSAZIONE NON DI' INTERESSE
OMISSIS DA GIRI 00.10.38 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
12. I CONTATTI TELEFONICI CON IL ROS – SEZIONE ANTICRIMINE DI RC
Come già anticipato, in data 09.08.2011, CACCIOLA Maria Concetta comunicava ai genitori la
sua esatta localizzazione e gli stessi la prelevavano presso la località protetta. Con loro, quindi,
faceva definitivamente rientro a Rosarno.
61
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
In data 17 agosto 2011, CACCIOLA Maria Concetta contattava telefonicamente i Carabinieri del
Distaccamento ROS di Gioia Tauro chiedendo di tornare sotto protezione.
La donna però manifestava ai militari l’impossibilità di lasciare spontaneamente la casa familiare
e chiedeva di attendere ulteriore telefonata, con la quale avrebbe comunicato giorno ed ora in cui
poteva essere prelevata.
Seguivano ulteriori contatti telefonici, di cui l’ultimo in data 18 agosto ore 16.13, nel corso del
quale la donna confermava la volontà di tornare sotto protezione ma chiedeva di differire di
qualche giorno il trasferimento in località protetta, a causa di asseriti problemi di salute della
figlia minore (Relazione di servizio ROS CC di RC – Distaccamento di Gioia Tauro del
19.8.2011).
Le tre conversazioni che seguono, infatti, dimostrano che, nonostante i ripetuti tentativi, la donna
si mostrava indecisa sul da farsi, prendendo di volta in volta del tempo per poter riflettere.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (uscente), in uso a CACCIOLA
Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 950
- Data e ora: 17.08.2011, ore 22:49.59, durata 00:03.38
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.03.1980, tel.342/3630970;
Sezione Anticrimine di Gioia Tauro, nella persona del Maresciallo Capo ESPOSITO
Salvatore, nome in codice “Gennaro” - tel.0966501039
LEGENDA
MARIA CONCETTA: CACCIOLA Maria Concetta
GENNARO:
Maresciallo Capo ESPOSITO Salvatore
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
GENNARO:
Pronto!--//
MARIA CONCETTA: Pronto, io sono la signora;--//
GENNARO:
Si;--//
MARIA CONCETTA: …INC…--//
GENNARO:
Possiamo parlare?--//
MARIA CONCETTA: Si, però c’è la bambina la dentro, quindi apposta, aprivo e chiudevo,
aprivo il telefono e chiudevo;--//
GENNARO:
Signora allora, non c’è problema, allora la cosa importante è che mi
ribadite la vostra piena volontà di proseguire nel programma di
protezione;--//
MARIA CONCETTA: Ah ah..--//
GENNARO::
E insomma di essere portata in una località, voglio dire poi,
sceglieranno il Nucleo, come prima insomma;--//
MARIA CONCETTA: Ah ah…--//
GENNARO:
Voi me la ribadite la volontà giusto?--//
MARIA CONCETTA: Si, si;--//
GENNARO:
Si, perfetto, allora voi in che modo potreste allontanarvi
dall’abitazione, anche più tardi?..//
MARIA CONCETTA: Oggi?--//
GENNARO:
Orario;--//
MARIA CONCETTA: Ora? Ed ora come faccio ad uscire?--//
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
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MARIA CONCETTA:
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MARIA CONCETTA:
GENNARO:--//
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
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GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
Anche più tardi signora;--//
Mamma mia;--//
Stanotte;--//
Impossibile;--//
Basta che uscite fuori dal cancello di casa e magari, insomma ci starà
qualcuno ad attendervi;--//
Eh… non possiamo fare qua?che mandate qualcuno voi, tipo come
abbiamo parlato, tipo come se uno mi arresta, tipo una cosa così,
almeno facciamo un imbroglio;--//
E’ preferibile signora che diciamo magari troviamo prima una strada
del genere, anche se voi uscite fuori dal cancello, in un qualunque
orario, magari anche più tardi, durante l’arco notturno, non c’è
problema, l’importante è che magari voi uscite dall’abitazione come
vi trovate;--//
Ah ah…;--//
Insomma,ci sarà una macchina ad attendervi, magari ci fate uno
squillo;--//
Allora, un paio, appena mi regolo io, vi faccio uno squillo
direttamente io;--//
Allora ci fate uno squillo;--//
Va bene;--//
Però noi dobbiamo avere il tempo poi di partire da qua;--//
Va bene dai, vediamo come posso fare qua, perché qua è difficile, c’è
mio padre e mio fratello qui vicino;--//
E, quindi ….///…;--//
…INC…;--//
Fateci uno squillo, il tempo che noi partiamo da qua ci sarà un quarto
d’ora, ma poi è l’abitazione di vostro padre, giusto!
Si, ma no, adesso no, c’è la bambina ancora sveglia, vi faccio uno
squillo io in caso;--//
Si, ci fate lo squillo, l’abitazione qual è quella di vostro padre?
Quella, si, si quella;--//
Via?--//
Via Don Gregorio Varrà;--//
Via Varrà;--//
Si;--//
E’ quella la salendo per via Maria Zita giusto?--//
Si, si quella, la villa;--//
Dove abbiamo fatto la perquisizione insomma;--//
Proprio così, si perfetto;--//
Giusto!--//
Mamma mia, si;--//
Perfetto signora, allora aspettiamo un vostro squillo;--//
Ce la facciamo per domani mattina forse che è meglio?--//
Signora guardate facciamo in questo modo;--//
Per me forse è meglio la mattina, perché il fatto che esco un attimo,
almeno così …INC… a quest’ora come faccio?--//
Sempre ad uscire di casa per domani mattina?
Si, facciamo così;--//
Guardate, restiamo in questo modo, se per voi non ci sono problemi,
63
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
se avete durante l’arco notturno, noi stiamo qua;--//
Va bene;--//
Ci fate uno squillo e noi tempo un quarto d’ora, arriviamo presso
l’abitazione, troverete una macchina, poi magari vi diciamo un
attimino che modello è e cose e ci mettiamo d’accordo ok!--//
In caso non ce la faccio, facciamo domani mattina, la chiamo domani
mattina;--//
Si, ci aggiorniamo domani mattina, va bene!
Va bene;--//
L’importante è, vi ripeto, comunque al di sopra di tutto è la vostra
piena volontà di aderire al programma e quindi di allontanarvi,
quindi vi raccomando, me lo confermate signora?--//
Si, si tranquillo;--//
Va bene;--//
Sennò non l’avrei richiamata;--//
Perfetto, allora noi aspettiamo un vostro squillo ok!--//
Va bene ok;--//
Qualunque orario;--//
Va bene;--//
E’ preferibile, voi l’importante è che uscite dall’abitazione, ci sarà
una macchina ad attendervi;--//
Va bene;--//
Poi per qualunque comunicazione, fate riferimento a questo numero
qua, noi stiamo qua, va bene signora!--//
Ah, va bene ok, va bene;--//
Ok, attendiamo delle vostre notizie, buona sera;--//
Va bene, buonasera.--//
-
R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (uscente), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 997
- Data e ora: 18.08.2011, ore 12:33.38, durata 00:02.01
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.03.1980, tel.342/3630970
Sezione Anticrimine di Gioia Tauro, nella persona del Maresciallo Capo ESPOSITO
Salvatore, nome in codice “Gennaro” - tel.0966501039
LEGENDA
MARIA CONCETTA: CACCIOLA Maria Concetta
GENNARO:
Maresciallo Capo ESPOSITO Salvatore
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
GENNARO:
Si pronto!--//
MARIA CONCETTA: E, la signora CACCIOLA sono;--//
GENNARO:
Signora, ditemi;--//
MARIA CONCETTA: E, non ho potuto aprire il telefono, lo apro e lo spengo;--//
GENNARO:
Si;--//
MARIA CONCETTA: Senta, io in un altro modo come faccio?—//
64
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO::
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
GENNARO:
MARIA CONCETTA:
Non ho capito;--//
Non è facile, il modo di uscire da qua, non è facile, perché poi mio
padre se la prende, perché mi lascia con mia madre, e quello se la
prenderà con lei, dice com’è la vedi!--//
Per cui, vi allontanate anche in compagnia di vostra madre e vi
recate, che vi debbo dire, alla Compagnia, qualcosa, in qualche
modo!--//
Voi non potete fare come ho detto io?--//
Oppure girando per la strada, per i negozi, e trovate un attimino un
momento per, voglio dire ci indicate la zona;--//
Non è facile;--//
Trovate una macchina nei pressi e insomma, salite a bordo della
macchina e;--//
Sapete che facciamo;--//
Si, ditemi;--//
Stasera sul tardi verso l’una, l’una e mezza;--//
Stanotte?--//
Eh e facciamo che io esco da casa, perché l’unica soluzione è questa,
perché se io esco con lei, lui se la prende con lei, dice tu la vedevi,
capito!--//
Quindi stanotte, l’unica soluzione è stanotte verso l’una, l’una e
mezza?--//
E si quella è;--//
E allora guardate, aspettate un attimo, rendetevi reperibile un attimo,
quindi che facciamo, in pratica aspetta una macchina fuori, riuscite
ad uscire fuori e insomma salite a bordo della macchina giusto!--//
Esatto si;--//
Va bene dai, allora ci mettiamo d’accordo più tardi, va bene! Io
insomma, notizio un attimino di questa situazione, vediamo come ci
possiamo organizzare, vi rendete reperibile ok!--//
Verso le tre io apro il telefono;--//
Alle tre? Ma se vi chiamo subito, tempo cinque minuti;--//
Si, sono qua ancora;--//
Allora, ci sentiamo, ci sentiamo alle tre ok!--//
Va bene, ok si;--//
Mi chiamate voi?--//
Vi chiamo io direttamente;--//
E’ meglio, è preferibile;--//
Va bene;--//
Va bene!--//
Ci sentiamo più tardi ok;--//
Ok signora, ok, a dopo grazie;--//
…INC…---//
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (uscente), in uso a CACCIOLA
Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 1001
- Data e ora: 18.08.2011, ore 16:13.00, durata 00:01.37
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
- Interlocutori:
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.03.1980, tel.342/3630970;
Sezione Anticrimine di Gioia Tauro, nella persona del Maresciallo Capo ESPOSITO
Salvatore, nome in codice “Gennaro” - tel.0966501039.
LEGENDA
MARIA CONCETTA: CACCIOLA Maria Concetta
GENNARO:
Maresciallo Capo ESPOSITO Salvatore
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
GENNARO:
Pronto!--//
MARIA CONCETTA: Pronto …INC… la signora CACCIOLA sono;--//
GENNARO:
Eh, signora;--//
MARIA CONCETTA: E, sentitemi, no siccome prima non ho potuto chiamare infatti;--//
GENNARO:
Si, no, no, signora sentite allora, vi potete organizzare per spostarvi?-//
MARIA CONCETTA: E, però aspettate, adesso sto, vi volevo fare una domanda, siccome
voglio aspettare, voglio vedere un attimino le cose, perché c’è mia
figlia che sta male, la seconda, so che non è una cosa facile (Maria
Concetta sospira preoccupata);--//
GENNARO:
Signora, vi ripeto voi ci dovete dire voi;--//
MARIA CONCETTA: No, voglio vedere come va, perché sto facendo dei controlli ed ho
paura, non si sente tanto bene, aspetto due o tre giorni e vi richiamo-//
GENNARO::
E quindi non vi volete spostare?--//
MARIA CONCETTA: …INC…--//
GENNARO:
Non ho capito signora;--//
MARIA CONCETTA: Adesso come adesso non subito;--//
GENNARO:
Ma voglio dire però, voi problemi non ne avete di pericoli, di queste
cose così giusto?--//
MARIA CONCETTA: Se c’è qualcosa la chiamo subito io, chiamo… richiamo;--//
GENNARO:
Quindi ci contattate voi?--//
MARIA CONCETTA: Si, si tranquillamente;--//
GENNARO:
Va bene signora ok;--//
MARIA CONCETTA: Va bene!--//
GENNARO:
Io vi… però voglio dire, siccome che debbo notiziare, magari
contattatemi che vi debbo dire, fra una decina di minuti, va bene! --//
MARIA CONCETTA: No, non lo spengo;--//
GENNARO:
Se c’è qualcosa che ho magari l’esigenza di comunicarvi qualcosa;--//
MARIA CONCETTA: Va bene, vi richiamo io dai, più tardi;--//
GENNARO:
Va bene fra una decina di minuti ok?--//
MARIA CONCETTA: Va bene, caso mai ancora non lo chiudo il telefono …INC…;--//
GENNARO:
Ah allora vi richiamo, vi possiamo richiamare noi?;--//
MARIA CONCETTA: Si, si va bene;--//
GENNARO:
Va bene, ok, ok a dopo signora, a dopo;--//
MARIA CONCETTA: Ok, la ringrazio, ciao, grazie.--//
66
13.
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
LE INTERCETTAZIONI AMBIENTALI VEICOLARI DI CACCIOLA MARIA
CONCETTA E LAZZARO ANNA ROSALBA.
Di seguito si riportano alcune conversazioni tra presenti registrate a bordo dell’Autovettura
Mercedes Classe B in uso alla famiglia CACCIOLA, intercorse tra CACCIOLA Maria Concetta
e la madre LAZZARO Anna Rosalba.
Le stesse sono riferibili a due passeggiate effettuate dalle citate donne nei giorni 17.08.2011
(progressivi nr. 414, 415, 416, 417) e 19.08.2011 (Nr. 431 e 433) lungo le vie di Rosarno.
CONVERSAZIONI DEL 17.08.2011
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata EA*276*RV;
Nr. progressivo: 414
Data e ora: 17.08.2011, ore 19:32,03
Interlocutori:
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964;
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.05.1980;
FIGLIUZZI Gaetana nata a Cinquefrondi il 04.10.1998.
Commento:
In auto ci sono CACCIOLA Maria Concetta, LAZZARO Anna Rosalba e FIGLIUZI Gaetana
detta Tania. Si evince come Tania detenga un telefono cellulare segreto. Forse è quello che la
mamma usa per contattare IMPROTA Pasquale ed il Servizio di Protezione.
Del fatto è a conoscenza LAZZARO Anna Rosalba che si trova in auto con loro e che, così come
la CACCIOLA Maria Concetta, da anche lei indicazioni alla nipote su come nascondere il
telefono.
LEGENDA
LAZZARO:
CETTA:
TANIA:
…///… :
…INC…:
LAZZARO Anna Rosalba
CACCIOLA Maria Concetta
FIGLIUZZI Gaetana
Discorso interrotto e/o Breve pausa
Tratto incomprensibile
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 19:32,03 A ORE 19:32,49
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo si trova in sosta alla via Pola del comune di Rosarno
(abitazione CACCIOLA)
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
TANIA:
CETTA:
LAZZARO:
O Tania, …INC… a mamma.Perché.Mi da fastidio vederti con il telefono in mano, altrimenti dice: “che cazzo,
ogni momento compra sempre telefonini?”…INC…No Tania, non voglio che lo veda nessuno, posa questo telefono .Mettilo nella busta .67
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
TANIA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
TANIA:
LAZZARO:
…INC……INC……INC… gli compriamo …INC……INC.., ne aveva un altro, c’era pure quello nero buono.Ma questo ce l’ho tim, …INC…Questo invece è un omnitel .Quale? Il mio no, l’altro.Mettila per bene .Nasconditi quel coso (probabilmente telefono cellulare)…INC…, hai capito?Si, ce l’ho nella borsa, qua dai …INC…, me lo devi dire tu!Questo cos’è?TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 19:33,47 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata EA*276*RV;
Nr. progressivo: 415
Data e ora: 18.08.2011, ore 10:34,34
Interlocutori:
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964;
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.05.1980.
Commento:
Segue dalla Nr. 414…
Così come compendiato nell’Informativa Nr. 6/9 “R” del 22.08.2011,cui la presente fa seguito,
alle ore 22:49 del 17.08.2011 CACCIOLA Maria Concetta contattava telefonicamente il Mar.
ESPOSITO Salvatore del ROS – Sezione Anticrimine di RC, per concordare la ripresa del
programma di protezione.
Nella circostanza il militare le proponeva di uscire da casa sua, in orario notturno, per essere
prelevata e portata via.
Tale proposta, tuttavia, non incontrava il favore della donna la quale proponeva di essere
prelevata da casa sua, magari con una scusa.
La presente conversazione si incastona tra la telefonata sopra citata ed un successivo contatto
telefonico che la donna avrà il giorno successivo con il Mar. ESPOSITO (anch’esso
compendiato nell’Informativa cui la presente fa seguito).
Sembra, in effetti, che la CACCIOLA Maria Concetta stia raccontando alla madre il contenuto
delle telefonata avuta con il Mar. ESPOSITO. All’uopo sembrano significative le seguenti parole
della CACCIOLA:
- “Lo sai tu cosa faccio? Mi ha detto (riferito probabilmente al Mar. ESPOSITO): “E non
possiamo fare…” “No!”-;
- “Di uscire fuori.” Riferito probabilmente al fatto di uscire fuori di casa per essere prelevata
dal Servizio di Protezione.
La risposta della madre a tali affermazioni è ovviamente allarmata. La stessa urla infatti alla
figlia, con tono alterato e preoccupato la seguente frase:
“No Cetta, no, assolutamente!!”
In seguito la LAZZARO chiede alla figlia se questa abbia il numero telefonico diretto del
Servizio di Protezione, ricevendo dalla figlia risposta negativa.
In fine la madre riferisce alla figlia che, contrariamente a quanto accaduto nella prima fuga,
stavolta lei non si rassegnerà a perderla, spronandola dunque a restare con lei a Rosarno.
LEGENDA
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
CETTA:
…///… :
…INC…:
CACCIOLA Maria Concetta
Discorso interrotto e/o Breve pausa
Tratto incomprensibile
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 19:32,03 A ORE 19:32,49
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo si trova in sosta alla via Pola del comune di Rosarno
(abitazione CACCIOLA)
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
Se la devi fare devi farla quando finisci le faccende domestiche, …INC… un
minuto.Me ne vado in bagno, io non ce la faccio più …///… …INC… che fai?Ah?Lo sai tu cosa faccio? Mi ha detto: “E non possiamo fare…” “No!”Ah?…INC… “e come facciamo?”Te ne vai tu?…///…Uhm?Di uscire fuori.No Cetta, no, assolutamente!!.(Il tono di voce è alterato e preoccupato)…INC…Stai davanti a questa strada invece.…INC…Ma tu il numero diretto ce l’hai?No!…INC……INC……INC… colloquio …INC…TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE10:36,12 A ORE 10:50,02
Sembro ubriaca.…INC… e me lo avevi detto… e me lo avevi detto, allora era diverso;
eh!…INC...…INC… ero rassegnata.Ah!Ormai ero rassegnata .E allora, lo vedi?Di com’ero ormai io non mi rassegno più.E allora perché ( rumori ).-Ormai non mi rassegno più, non accetto rassegnazione, …///… no! Ormai …INC……INC…Ma tu i documenti glieli hai lasciati a lei?Io a lei glieli ho lasciato.E non potevi lasciarli la?Cammina, scendi un minuto.…INC…Cammina .Fucu meo.69
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 10:51,46 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata EA*276*RV;
Nr. progressivo: 416
Data e ora: 18.08.2011, ore 11:17,25
Interlocutori:
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964;
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.05.1980.
Commento:
Segue dalla Nr. 415…
Madre e figlia parlano inizialmente della “Marescialla” ovvero del Mar. CURRÒ Francesca
Amalia. In particolare CACCIOLA Maria Concetta racconta di come il giovane sottufficiale si
sia comportato correttamente con lei.
In seguito, con la seguente frase, la donna sembra dolersi della sua scelta di essere tornata a
Rosarno:
“…INC…, non lo dovevo fare per niente… e basta. Ero la e basta ormai,…///…ho firmato”.
Con l’affermazione “ho firmato”, CACCIOLA Maria Concetta si riferisce forse alla
sottoscrizione di un documento sottopostole dalla sua famiglia e con il quale ha probabilmente
ritrattato le dichiarazioni rese a carico dei suoi familiari.
LEGENDA
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
CETTA:
CACCIOLA Maria Concetta
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo percorre diverse vie del Comune di Rosarno
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
Mannaggia alla miseria, mannaggia! …INC…Però …INC… libretto
…INC… libretto.Non lo so.Però questa con me si è comportata bene, possono dire quello che vogliono,
ha detto che…A me sai cosa mi è rimasto impresso? …///… la parola di…. cosa…Chi?La Marescialla .…INC… No!E allora cosa te ne frega di lei se è andata via da Rosarno?…INC…Ma sono cazzi suoi devi dirgli, che cazzo so io?…INC…E se mi domanda?…INC…, non lo dovevo fare per niente… e basta. Ero la e basta
ormai,…///…ho firmato.…INC…Si, e che cosa ti devo dire tutto in una volta?Prima di andartene.E non era la stessa cosa di ora?70
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
LAZZARO:
CETTA:
No.Mi ha detto …INC… mi ha detto:“minchia, si può dire che sei una
femmina con le palle di sotto” …INC…TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 11:19,32 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata EA*276*RV;
Nr. progressivo: 417
Data e ora: 18.08.2011, ore 11:59,39
Interlocutori:
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964;
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.05.1980.
Commento:
Segue dalla Nr. 416…
Nella presente conversazione si evince come LAZZARO Anna Rosalba stia esercitando
pressione sulla figlia per convincerla a restare a Rosarno tanto da indurre quest’ultima ad
esclamare la seguente frase:
“Mamma, però devi finirla!-“
In seguito la CACCIOLA si lamenta con la madre di come, durante il loro giro per Rosarno, una
donna (n.m.i.) l’abbia guardata con biasimo.
Nonostante la madre inviti la figlia ad avere pazienza, quest’ultima le risponde con le seguenti
parole che certificano la sua volontà di abbandonare Rosarno:
“Me ne vado io mamma…”
LEGENDA
LAZZARO Anna Rosalba
CACCIOLA Maria Concetta
Discorso interrotto e/o Breve pausa
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo si trova in movimento lungo le vie del Comune di Rosarno
CETTA:
Mamma, però devi finirla!LAZZARO:
…INC…CETTA:
Madonna mia!LAZZARO:
Non posso dire Madonna mia, non posso dire niente…CETTA:
Tu di più mi stai facendo morire.LAZZARO:
…INC…CETTA:
Ma tu devi vedere a quella come mi ha guardata brutta …INC…?LAZZARO:
…INC…CETTA:
Eh …///… perché cazzo mi ha guardato in quel modo, dove ce l’abbiamo
questa confidenza io e lei?LAZZARO:
Purtroppo … purtroppo per il momento …INC…CETTA:
Ah, con calma.LAZZARO:
Noooo…..! Così noooo…..CETTA:
…INC…?LAZZARO:
No,…INC… va bene, che centra? …INC…ah?CETTA:
Me ne vado io mamma…TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 12:00,59 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
LAZZARO:
CETTA:
…///… :
…INC…:
71
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
CONVERSAZIONI DEL 19.08.2011
-
R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata EA*276*RV;
Nr. progressivo: 431
Data e ora: 19.08.2011, ore 18:37,54
Interlocutori:
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964;
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.05.1980.
Commento:
CACCIOLA Maria Concetta discute con la madre di una sua nuova eventuale fuga da Rosarno.
La madre, per convincere la figlia a desistere dai suoi propositi, fa leva sul suo attaccamento ai
figli. CACCIOLA Maria Concetta riferisce quindi come, in caso di un suo nuovo
allontanamento, per lei sarà più difficile abbandonare i suoi figli.
La madre conclude quindi esortando ancora la figlia a stare a Rosarno con lei.
LEGENDA
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
CETTA:
CACCIOLA Maria Concetta
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo si trova in movimento lungo le vie del Comune di Rosarno
LAZZARO:
…INC…CETTA:
Luana!LAZZARO:
Perché li pensi.CETTA:
Ma mi sento …INC… per …INC… non era così …INC…LAZZARO:
Ah?CETTA:
Ma adesso proprio…LAZZARO:
Perché pensi… i figli, le cose?CETTA:
Perché li ho visti, poi sarà peggio sai, più dura di una volta
(di
prima) .LAZZARO:
…INC…CETTA:
…INC… dispetti …INC… e… ma tu quando esci? (Parla in terza persona,
come se riferisse le parole di qualcun’altro) “Non vai in nessun posto, ti rendi
conto, la potevi tenere per sopra, che cazzo te la sei portata a fare qua!”LAZZARO:
Non ti avevano scoperto a te.CETTA:
…INC…nemmeno il fantasma …INC… che fa.LAZZARO:
Si.CETTA:
Erano tutti puliti mamma (probabilmente riferita al periodo trascorso in
località protetta), non c’è nessuno che…LAZZARO:
E cosa devono farti? Hai fatto qualche cazzo a qualcuno?CETTA:
No dico… vedi…LAZZARO:
E allora? …///… Ci passiamo il tempo qua dentro, cammina.TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 10:39,49 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
- R.I.T.: Nr. 1203/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione ambientale autoveicolo Mercedes classe “B” targata EA*276*RV;
- Nr. progressivo: 433
72
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
- Data e ora: 19.08.2011, ore 19:18,28
- Interlocutori:
LAZZARO Anna Rosalba nata a Taurianova il 10.07.1964;
CACCIOLA Maria Concetta nata a Taurianova il 30.05.1980.
Commento:
Segue dalla Nr. 431…
Nella presente conversazione CACCIOLA Maria Concetta riferisce alla madre la seguente frase:
“Io ancora non so nemmeno come vado”.
La donna si riferisce forse al fatto di sconoscere le modalità secondo le quali lascerà nuovamente
Rosarno.
LEGENDA
LAZZARO:
LAZZARO Anna Rosalba
CETTA:
CACCIOLA Maria Concetta
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 19:18,28 A ORE 19:19,28
TRASCRIZIONE
Da riscontro GPS il veicolo si trova in movimento lungo le vie del
Comune di Rosarno
CETTA:
Mi ha detto a me che invece che… che a me invece che mi ha fatto… che ne
ho prese due, che ne ho prese tre che ne ho prese…LAZZARO:
Ma dove stai andando?CETTA:
Là.LAZZARO:
E qua giri?CETTA:
E perché…LAZZARO:
Se ci vedono quelli dicono: “ma dove siete andati?”.CETTA:
Perché non puoi girare?LAZZARO:
Bastardi.CETTA:
…INC…LAZZARO:
Si, quà puoi girare.CETTA:
Si, qua …INC… per me quelle quattro …INC…, io ancora non so nemmeno
come vado! Eh… lo so …INC…LAZZARO:
E se Tania non …INC…?CETTA:
Niente, le sa le cose …///… …INC… mi guardano come gli stonati, a quella
le ho detto: vedi che ti cade il muso (modo di dire).LAZZARO:
Chi?CETTA:
Ad una, là dentro, era con i capelli lunghi?LAZZARO:
No, è entrata adesso.CETTA:
Ah… la sorella di coso quella è.LAZZARO:
Di chi?CETTA:
Di…. della moglie di NinìLAZZARO:
Quella …INC…?CETTA:
Si …INC…LAZARO:
Grazia non se ne va mai?CETTA:
C’è domani.LAZZARO:
…INC……///…
CETTA:
E’ venuta sua mamma ieri?LAZZARO:
…INC…, sua mamma veniva mai?73
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
CETTA:
LAZZARO:
CETTA:
LAZZARO:
Eh, sto dicendo, io …INC… …///… Tania …///……INC…che hanno visto ah!E perché c’è quella cosa?E come arrivo?C’è Rosalba …INC…TRATTO DI CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 19:22,07 FINO AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE
14. LA MORTE DI CACCIOLA MARIA CONCETTA
In data 20 agosto 2011, CACCIOLA Maria Concetta veniva trovata agonizzante dai genitori, per
avere ingerito acido muriatico e decedeva poco dopo presso l’ospedale di Polistena.
La donna, secondo una prima ricostruzione tutt’ora al vaglio della Procura della Repubblica di
Palmi, competente per territorio, veniva trovata dalla madre, all’interno del garage della loro
abitazione, riversa a terra e probabilmente già priva di vita.
I primi accertamenti esperiti consentivano di ricondurre la morte all’ingestione di acido
muriatico.
Si riportano le conversazioni telefoniche nel corso delle quali FIGLIUZZI Tania, figlia di
CACCIOLA Maria Teresa, informava IMPROTA Pasquale di quanto accaduto.
Nel corso della conversazione IMPROTA chiedeva alla ragazza se qualcuno potesse “aver dato”
qualcosa alla donna e la ragazza, piangendo, rispondeva di non saperlo.
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 1122
- Data e ora: 20/08/2011, ore 19:05.11, durata 00:00,46
- Interlocutori:
FIGLIUZZI Tania, (figlia minore della CACCIOLA Maria Concetta - tel.342/3630970);
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA) il 02.07.1966, ivi residente,
(tel.348/6943723):
LEGENDA
TANIA:
FIGLIUZZI Tania
PASQUALE:
IMPROTA Pasquale (detto Paolo)
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
TANIA:
Paolo?--//
PASQUALE:
Maria;--//
TANIA:
Paolo,(piangendo) io Tania sono;--//
PASQUALE:
Maria?--//
TANIA:
Io Tania sono;--//
PASQUALE:
Oh…, ciao Tania;--//
TANIA:
E’ all’ospedale;--//
PASQUALE:
Mamma dov’è?--//
TANIA:
In Ospedale (piange e si dispera);--//
PASQUALE:
Che cosa hai detto?--//
74
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
E’in Ospedale;--//
Si trova in Ospedale?--//
Si, l’hanno trovata a terra (piange) ;--//
Quando Maria? quando Tania?;--//
Non lo so, l’hanno portata in Ospedale, perché si è bevuta una cosa non so
che cosa;--//
È stata trovata a terra dentro casa?--//
Cosa?--//
Ti chiamo tra tre minuti;--//
È stata trovata a terra;--//
Ti chiamo tra tre minuti, aspetta, aspetta;--//
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 1127
- Data: 20.08.2011 - ore 19:04.56, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
FIGLIUZZI Tania (figlia minore di CACCIOLA Maria Concetta tel.342/3630970);
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
TESTO MESSAGGIO
INVIA: FIGLIUZZI TANIA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
Paolo mamma e in ospedale nn si sa se e viva o morta kiama ti prego aiuto
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in uscita), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 1130
- Data: 20.08.2011 - ore 19:08.27, - durata 00:00:00 - Tipo: SMS
- Interlocutori:
FIGLIUZZI Tania (figlia minore di CACCIOLA Maria Concetta tel.342/3630970);
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA)
il 02.07.1966
(tel. 348/6943723).
TESTO MESSAGGIO
INVIA: FIGLIUZZI TANIA
RICEVE: IMPROTA PASQUALE
Ti prego aiuto
- R.I.T.: Nr. 1596/11 emesso dal G.I.P. Tribunale di Reggio Calabria D.D.A.
- Tipologia: Intercettazione telefonica utenza Nr. 342/3630970 (in entrata), in uso a
CACCIOLA Maria Concetta.
- Nr. progressivo: 1158
- Data e ora: 20/08/2011, ore 19:38.51, durata 00:02,22
- Interlocutori:
FIGLIUZZI Tania, (figlia minore della CACCIOLA Maria Concetta - tel.342/3630970);
IMPROTA Pasquale nato a Somma Vesuviana (NA) il 02.07.1966, ivi residente,
(tel.348/6943723).
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
TANIA:
PASQUALE:
…///… :
…INC…:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
LEGENDA
FIGLIUZZI Tania
IMPROTA Pasquale (detto Paolo)
Discorso interrotto e/o Breve pausa
Tratto incomprensibile
TRASCRIZIONE
Paolo?--//
Tania dimmi che cosa è successo?;--//
La mamma l’hanno portata in Ospedale (piange);--//
Non piangere stai calma, da quanto tempo si trova in Ospedale?, non
piangere, da quanto tempo si trova in Ospedale Maria?;--//
Era a terra, era tutta piena d’acqua (piange);--//
Ma…, da questa mattina che è stata portata?;--//
No, no è stata portata prima circa una mezz’oretta fa;--//
Ma si è sentita male?--//
No, non so, era, ha detto che va a dormire, invece sopra non c’era, siamo
andati a vedere sotto, ed era sotto pieno d’acqua, ed era a terra lei;--//
Sotto pieno d’acqua?--//
Si;--//
Sotto dove? Scusa?--//
Nel garage era;--//
E stava pieno d’acqua?;--//
No, no era a terra, però non respirava e non sanno cosa ha preso lei e adesso
l’hanno portata in Ospedale per vedere cosa gli è successo;--//
Tania, Tania ascolta, non è che gli hanno dato qualcosa? qualcuno?--//
No, non lo so;--//
Ma sei sicura?;--//
Non lo so (piange);--//
Stai, stai calma Tania, stai calma Tania mannaggia, a quale Ospedale si
trova? Lo sai?--//
Cosa?--//
A quale Ospedale si trova?--//
A Polistena;--//
A Polistena, eh…, è vicino da voi?--//
Si;--//
Ma chi l’ha portata all’Ospedale tuo padre.., il nonno?--//
Si;--//
Eh, adesso tu non sai niente, il nonno e poi chi altro sta con lei?pure la
nonna?--//
Si è le mie zie;--//
Ah;--//
(piange e si dispera)--//
Stai calma, Tania, Taniuccia non piangere, dai non succede niente, Maria
non avrebbe fatto una cosa del genere, lo sai, non ti preoccupare;--//
(piange e si dispera) O paura;--//
Pure io ho paura, pure io ho paura, Tania pure io, sei sola adesso?--//
Eh?--//
Stai sola?--//
No c’è mia zia sotto;--//
Uffa…, non hai provato a chiamare a tua mamma a tua nonna, per vedere
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
PASQUALE:
TANIA:
come sta?--//
No hanno lasciato qui il telefono;--//
L’hanno lasciato qui il telefono, la nonna lo ha lasciato qui il telefono?--//
Si sai che faccio--//
Si;--//
Scendo sotto e vedo, se ho notizie…;--//
Si;--//
E ti mando il messaggio con questo telefono, il telefono di mamma;-/
Si quando sai, fammi uno squillo che io ti richiamo, fammi sapere subito
però,lo sai, perché io vengo da te fra poco, dai;--//
Si, ok, (piange) …grazie;--//
Ok ciao, ciao;--//
Ciao;--//
15. LE S.I. DI IMPROTA PASQUALE
In data 21.08.2011, veniva escusso a sommarie informazioni testimoniali IMPROTA Pasquale.
Di seguito, testualmente, le dichiarazioni rese dall’uomo agli investigatori.
Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
Conosce CACCIOLA Maria Concetta da Rosarno?
Si, conoscevo la Signora CACCIOLA Maria Concetta da Rosarno, è per quanto
ho appreso questa mattina parlando al telefono con la figlia della stessa a nome
Tania, la CACCIOLA si è suicidata ieri sera presso la sua abitazione di Rosarno,
anche se la ragazza non mi ha saputo indicare i particolari del modo in cui la
madre si sia suicidata, se non che a trovarla è stata la sua nonna materna,
ovvero la madre della CACCIOLA Maria, riversa a terra nei pressi della doccia
con una bottiglietta rossa fra le mani. Tania mi ha anche detto che al momento
del rinvenimento della CACCIOLA Maria da parte della madre la doccia era
azionata e la casa era quasi tutta allagata d’acqua.
Qual’era la natura dei suoi rapporti con la CACCIOLA e come vi siete
conosciuti?
Io e CACCIOLA Maria Concetta ci siamo conosciuti in via telematica nel mese
di Aprile 2011, ovvero presso una chat di nome NIRVAN dove entrambi eravamo
iscritti, io con il Nikname “Principe 484”, e lei con il Nik “Nemi”. All’inizio
abbiamo cominciato a chattare a scopo amicizia, ma con il tempo ci siamo
affezionati l’uno a l’altro, e dall’amicizia è nato un forte sentimento affettivo che
poi con la nostra conoscenza fisica, che è avvenuta nel mese di Giugno di
quest’anno, si è tramutato in una vera e propria relazione amorosa. Dopo i primi
tempi in cui chattavamo soltanto, ci siamo scambiati i nostri rispettivi numeri di
telefono, ed abbiamo cominciato a sentirci quotidianamente. La CACCIOLA
Maria Concetta, all’inizio del nostro rapporto mi aveva detto di essere separata,
non raccontandomi tra l’altro nessun tipo di suo problema di natura familiare.
Con l’approfondirsi del nostro rapporto, Maria CACCIOLA ha però cominciato
a confidarsi con me, raccontandomi che in realtà era sposata, aveva tre figli, e
suo marito era da lungo tempo in carcere, aggiungendo inoltre che lei proveniva
da una potente famiglia di ‘ndrangheta, dove lei viveva da reclusa, non la
facevano uscire, e dove era costretta a sentire dei discorsi di malavita che a lei
non piacevano, ed inoltre aveva un brutto rapporto con la famiglia del padre,
77
Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
tanto che lei avrebbe voluto scappare in Germania, a Duisburg, dove risiedeva
un uomo di nome Nino con il quale lei aveva avuto una relazione extraconiugale.
Come è proseguito il suo rapporto personale con la CACCIOLA Maria?
Dopo questo iniziale momento di conoscenza solo virtuale, il nostro rapporto è
andato sempre più approfondendosi, ed anche se di fatto non ci eravamo mai
visti siamo arrivati alla conclusione di amarci. Io, sentendo le sue continue
lamentele circa il fatto che in famiglia era trattata male, e che non gli piaceva
quell’ambiente criminale, le ho consigliato di confidarsi con voi Forze
dell’ordine per i maltrattamenti che subiva al fine di essere allontanata dalla sua
abitazione paterna e potersi rifare una vita. Un’occasione in questo senso gli è
capitata alcuni mesi fa, allorquando a suo figlio è stato da voi Carabinieri
sequestrato lo scooter e lei, per quanto mi raccontò al telefono, si dovette recare
presso una caserma dei Carabinieri. In tale circostanza mi raccontò di avere
conosciuto una donna che prestava servizio nei Carabinieri alla quale aveva
raccontato i suoi problemi e che aveva deciso di aiutarla.
La CACCIOLA vi aveva confidato di voler diventare una collaboratrice di
giustizia?
No, all’inizio non mi aveva detto che voleva fare la collaboratrice di giustizia, mi
aveva soltanto riferito che aveva esposto alla donna carabiniere i suoi problemi
familiari e che avrebbero cercato di allontanarla dalla sua casa paterna. Io
onestamente ero contento di questo fatto e la incoraggiavo a proseguire nel suo
intento di andare via di casa, anche perché, per come avevo spiegato a lei, era
l’unico modo per approfondire il nostro rapporto visto che io ero anche disposto
a lasciare mia moglie per stare con lei, ma non volevo avere niente a che vedere
con la sua famiglia, dal momento che erano persone cattive.
Dopo questo primo approccio con voi dell’Arma, sempre sentendoci
telefonicamente, Maria mi ha detto che sarebbe stata portata via dalla sua casa
in una località protetta, senza accennare mai al fatto che sarebbe dovuta
divenire una collaboratrice di giustizia. Lei era molto contenta di andare via
dalla sua casa.
Quando e dove vi siete conosciuti fisicamente?
Quando Maria è stata portata via da Rosarno dalle Forze dell’Ordine per una
località segreta, io e lei ci siamo sempre continuati a sentire per telefono, sino a
quando 11 o il 12 Giugno del 2011 abbiamo deciso di incontrarci presso il
villaggio turistico degli Ulivi di Cassano alla Jonio (Cs), dove lei era stata
nascosta alla sua famiglia in attesa di un'altra destinazione. Io sono quindi
partito da Napoli e sono andato a Cassano alla Jonio, ovvero presso il villaggio
turistico dove si trovava Maria, e li ci siamo incontrati di nascosto dagli uomini
delle Forze dell’Ordine che la sorvegliavano. Io sono rimasto a Cassano per due
giorni, e lì ci siamo visti due volte, avendo anche dei rapporti sessuali completi
nella stanza che io avevo affittato nello stesso villaggio dove lei già si trovava, in
due diverse circostanze. Quando ci siamo visti a Cassano allo Jonio, Maria per
la prima volta mi ha raccontato che sarebbe diventata una collaboratrice di
giustizia, e che era contenta del passo che stava facendo anche se le mancavano i
suoi tre figli.
La CACCIOLA vi ha mai parlato nel dettaglio di quello che stava raccontando
alle Forze dell’ordine?
No, ne tanto meno i l’ho voluto mai sapere, anche perché intuivo la pericolosità
della situazione e non volevo saperne più di quanto mi bastava. Ricordo però che
Maria mi disse che la sua famiglia era vicina alla famiglia di ‘ndrangheta Pesce
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Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
Domanda:
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
di Rosarno, ed io leggendo qualcosa su internet ho poi compreso quanto fosse
pericolosa la sua e la mia situazione, ma ormai mi ero innamorato e non ero più
min grado di tornare sui miei passi.
Vi siete visti altre volte con la CACCIOLA?
Si, dopo essere stata portata via da Cassano da parte di voi Forze dell’ordine, è
stata trasferita a Bolzano, dove è rimasta sino a quando non ha incontrato
casualmente alcuni suoi conoscenti di Rosarno, amici di suo padre, e quindi per
timore che suo padre potesse rintracciarla voi Forze dell’Ordine l’avete subito
trasferita. Tutti questi dettagli mi sono sempre stati raccontati da Mari al
telefono.
Da Bolzano è stata quindi portata a Genova, dove lei ha fatto la leggerezza di
contattare la sua famiglia dicendo alla madre dove si trovava precisamente.
Maria mi raccontò che subito dopo avere detto alla madre dove si trovava, sua
madre l’aveva raggiunta a Genova e di lì l’aveva convinta a seguirla presso
l’abitazione di una sua zia a Modena per convincerla a tornare a casa a
Rosarno. A Modena però era riuscita ad inviare un sms ai vostri colleghi che
l’avevano in custodia che erano quindi andati subito a prelevarla, riportandola a
Genova.
Dopo essere tornata a Genova io l’ho raggiunta e lì ci siamo incontrati, siamo
andati assieme a pranzo ed anche al mare. Io sono stato a Genova solo un
giorno e poi sono tornato a casa. Durante tutti i nostri incontri, ma anche
durante le numerosissime telefonata, Maria non mi ha mai detto di temere per la
sua vita, ma di temere solo che il padre dopo questo gesto l’avrebbe di nuovo
rinchiusa in casa. Maria non aveva paura per la sua vita anche perché sua
madre le aveva promesso per farla tornare a casa che sin quando lei sarebbe
stata viva nessuno le avrebbe fatto del male. Ora che ricordo Maria mi disse che
quando la madre l’aveva condotta a Genova le aveva chiesto cosa avesse detto
della loro famiglia ai Carabinieri ed ai giudici, e lei aveva negato qualsiasi
collaborazione, dicendo che ancora non aveva detto niente.
Maria mi faceva queste confidenze anche con la scheda telefonica che io le avevo
regalato quando ci eravamo visti a Cassano, 342/3630970, in queste circostanze
io la contattavo con l’utenza nr.348/6943723.
Maria CACCIOLA le ha mai confidato di temere per la sua vita?
Come vi ho detto credo che Maria non temesse per la sua vita, altrimenti non
sarebbe mai tornata a Rosarno. Comunque io ho cercavo in tutti i modi di
convincerla a rimanere nel programma di protezione e non tornare a Rosarno
perché io, come le ho detto più volte, a differenza sua temevo che la sua famiglia
potesse farle del male.
Dopo il vostro incontro a Genova cosa è successo?
Dopo il nostro incontro a Genova Maria mi ha chiamato un giorno dicendomi
che aveva di nuovo detto ai suoi parenti dove si trovava e che la stavano venendo
a prendere, giustificandosi del fatto con la lontananza dei suoi figli che la faceva
soffrire. Io l’ho pregata di non tornare a casa, anche perché temevo di perderla
anche come mia futura e possibile compagna, ma lei dopo alcuni giorni mi ha
inviato un sms dicendomi che era Rosarno a casa del padre. Da qui in poi i
nostri contatti telefonici si sono fatti più sporadici perché lei mi telefonava di
nascosto dalla sua famiglia. Maria mi ha raccontato durante le nostre telefonate
che al ritorno a Rosarno i suoi parenti le avevano preso e bruciato tutti i
documenti che il servizio di protezione le aveva procurato, riuscendo a salvare
nella circostanza solo il cellulare che usava per chiamarmi ed un numero di
79
Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
telefono di un certo Gennaro appartenente alle Forze dell’Ordine. Dopo alcuni
giorni che Maria era Rosarno, mi ha palesato l’idea di volere tonare sotto tutela,
e pertanto ha chiamato il suddetto Gennaro, il quale faceva da intermediario con
il magistrato donna che si occupava della vicenda di Maria. Gennaro invero
aveva già organizzato il modo per portare via Maria ma all’ultimo lei si è tirata
indietro dicendo che voleva aspettare ancora.
Oltre a Maria CACCIOLA, aveva rapporti anche con i suoi figli?
Si, in questi mesi avevo approcciato una sorta di rapporto con la figlia maggiore
a nome Tania, che era al corrente del rapporto che vi era fra me e la madre, ma
nulla di approfondito, di fatto l’unica volta che ci siamo sentiti è stato per
apprendere della morte della madre. Io credo che Tania non abbia mai tradito la
madre raccontando del nostro rapporto ai nonni, anche perché credo che fra
madre e figlia vi fosse confidenza.
Come era la situazione di Maria al suo ritorno a Rosarno?
Maria mi ha raccontato che di fatto lei non veniva mai lasciata sola in casa, e la
madre la controllava costantemente. Maria mi ha raccontato che veniva trattata
bene dalla madre che la portava anche a fare spese. Maria mi ha anche
raccontato che suo padre e suo fratello minore le si dimostravano indifferenti,
non calcolandola, mentre il suo fratello maggiore non era a Rosarno in questo
periodo. Lei però non mi ha mai detto di temere imminentemente per la sua vita,
anche se non era convinta che potessero mai perdonare i suoi gesti. Mi ha anche
raccontato che mentre tutti i componenti della famiglia di sua madre erano
andati a trovarla al suo rientro a casa, i componenti della famiglia del padre
l’avevano evitata, non recandosi in visita da lei.
Crede che Maria fosse depressa o che avrebbe mai potuto suicidarsi?
No, assolutamente Maria non era depressa, anzi era per quanto possibile serena,
parlavamo sempre del fatto che quando Maria sarebbe tornata in una località
protetta io sarei andato a vivere con lei lasciando la mia famiglia e mia moglie, e
lei si mostrava entusiasta del futuro assieme che progettavamo da qui a breve.
Maria era una ragazza piena di vita e non si sarebbe mai uccisa, mai.
E’ a conoscenza di eventuali psicofarmaci che la CACCIOLA assumeva?
No, Maria non mi ha mai detto di assumere alcun psicofarmaco, era solo fissata
per la dieta, ma null’altro. Voglio aggiungere che Maria mi ha detto che qualora
fosse riuscita a tornare nel programma di protezione, avrebbe fatto delle
dichiarazioni molto importanti, riferendomi testualmente che avrebbe fatto
succedere un terremoto, senza aggiungere altro e senza che io gli chiedessi altri
particolari.
Come ha saputo del suicidio di Maria CACCIOLA?
Vi ripeto che l’ho saputo da sua figlia Tania, la quale ieri sera mi ha chiamato
con l’utenza in uso alla madre dicendomi che sua madre era stata ricoverata
all’ospedale perché sua nonna l’aveva trovata in casa riversa a terra con la
doccia aperta e con un flaconcino rosso in mano. Dopo di ciò Tamia mi ha
richiamato questa mattina per sapere come stava Maria, e Tania mi ha detto che
la madre era morta e che si era suicidata, aggiungendo che ieri pomeriggio,
verso le quattro, Maria era salita nel loro appartamento dicendo che si andava a
riposare, mentre lei era uscita lasciando la madre sola in casa. Onestamente non
ho chiesto altri particolari anche la ragazzina era molto scossa e piangeva in
continuazione.
La CACCIOLA le ha mai detto che i suoi parenti le stavano addosso?
Credo di si, anche se non ricordo con esattezza, ma credo lei intendesse nel
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Domanda:
Risposta:
PROCURA DELLA REPUBBLICA
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senso che la madre la sorvegliava continuamente per evitare che potesse
scappare.
Che idea si è fatto del suicidio della CACCIOLA?
Credo che mai e poi mai Maria si sarebbe suicidata, anche perché eravamo
innamorati e sognavamo un futuro assieme, cosa di cui abbiamo parlato al
telefono sino alla notte prima della disgrazia, Infatti io ho sentito Maria l’ultima
volta la notte prima del tragico fatto. Non avrebbe mia fatto un gesto del genere
senza neppure salutarmi.
16. LE S.I. DI GENTILE EMANUELA
In data 21.08.2011, veniva escussa a sommarie informazioni testimoniali GENTILE Emanuela,
amica di CACCIOLA Maria Teresa ed interlocutrice nella conversazione telefonica del
06.08.2011, sopra riportata.
Queste le dichiarazioni rese dalla donna:
Domanda:
Risposta:
Lei conosceva la Sig.ra CACCIOLA Maria Concetta?
SI. La conoscevo in quanto eravamo amiche sin dall’infanzia. Ho saputo ieri
che la stessa si è suicidata presso l’abitazione dei suoi genitori.
Quando è stata l’ultima volta che ha visto, oppure sentito telefonicamente
Domanda:
CACCIOLA Maria Concetta?
Risposta:
È passato moltissimo tempo da quando ho visto per l’ultima volta CACCIOLA
Maria Concetta, direi qualche mese.
Domanda:
Da quando ha visto l’ultima volta di persona CACCIOLA Maria Concetta,
ovvero, a suo dire, qualche mese fà, ha avuto contatti telefonici con lei?
Risposta:
NO, assolutamente NO.
Domanda:
È a conoscenza del fatto che, nel mese di Maggio U.S. CACCIOLA Maria
Concetta ha abbandonato la città di Rosarno?
Risposta:
SI. So questo perché si dice in paese, ma non so il motivo del suo
allontanamento.
Domanda:
Signora. È sicura di quello che mi sta dicendo?
Risposta:
Assolutamente SI!
A QUESTO PUNTO I VERBALIZZANTI CONTESTANO ALLA SIG.RA GENTILE EMANUELA
IL CONTENUTO DELL’INTERCETAZIONE TELEFONICA NR. 130, EFFETTUATA ALLE
ORE 12:10,10 DEL 06.08.2011, INTERCORSA TRA LEI (UTENZA NR. 366/3555636) E
CACCIOLA MARIA CONCETTA (UTENZA NR. 342/3630970).
Domanda:
Sulla scorta di quanto contestatole cosa può riferire in merito al suo rapporto
ed ai suoi contatti con CACCIOLA Maria Concetta prima che questa morisse?
Risposta:
SI, quel numero di telefono è in uso a me ed effettivamente confermo di aver
ricevuto la telefonata in disamina dalla mia amica CACCIOLA Maria Concetta
e di essermi anche incontrata con lei dopo il suo ritorno a Rosarno, in data 11
o 12 Agosto.
Domanda:
Quale è stato il contenuto della telefonata in disamina?
Risposta:
Premetto che fui molto sorpresa di ricevere tale telefonata in quanto temevo
che la mia amica CACCIOLA Maria Concetta, una volta allontanatasi da
Rosarno, non si sarebbe più rimessa in contatto con noi.
Ero a conoscenza che lei si era allontanata da Rosarno in quanto aveva
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Domanda:
Risposta:
Domanda:
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Domanda:
Risposta:
Domanda:
Risposta:
Domanda:
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Domanda:
Risposta:
Domanda:
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Domanda:
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Domanda:
Risposta:
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intrapreso un rapporto di collaborazione con la Giustizia. So questo perché mi
fu riferito da alcuni parenti dopo che i Carabinieri si erano recati a casa sua
per prendere alcuni suoi effetti personali.
Quindi, nel corso della telefonata, Maria Concetta mi esternò il suo stato
d’animo combattuto. Infatti, se da un lato avrebbe voluto tornare a casa per
riabbracciare i suoi tre figli, dall’altro temeva che i suoi familiari, a causa
delle sue dichiarazioni, avrebbero potuto farle del male.
In particolare Maria Concetta aveva paura di suo fratello CACCIOLA
Giuseppe il quale, a suo dire, era un violento.
Inoltre la stessa mi riferì circa le pressioni che la sua famiglia gli stava
facendo per convincerla a tornare a casa e del suo timore che, dietro tali
pressioni, vi fosse la volontà di riaverla con loro per poterle far ritrattare tutte
le dichiarazioni rese all’Autorità Giudiziaria.
Sempre nell’intercettazione in disamina si fa riferimento ad un uomo, che da lei
viene nominato come “il grande”, che sarebbe stato rammaricato per la
scomparsa della sua amica? A chi si riferiva?
Mi riferivo a CACCIOLA Giuseppe, fratello più grande di CACCIOLA Maria
Concetta. Questi ha una moglie di nome Giusy.
Sa perché CACCIOLA Maria Concetta decise di intraprendere il suo rapporto
di collaborazione con la Giustizia?
No. Non lo so in quanto lei non me ne ha mai parlato.
Sa se CACCIOLA Maria Concetta avesse un rapporto extraconiugale?
No, non ne sono a conoscenza. All’uopo posso riferire che una volta tale
domanda mi fu fatta anche da suo padre ed io risposi allo stesso modo.
Durante l’incontro avuto con CACCIOLA Maria Concetta in data 11 o 12
Agosto, quindi dopo il suo ritorno a Rosarno, di cosa avete parlato?
Tale incontro è avvenuto presso la sua abitazione in compagnia di altre
persone, tra cui sua madre, le nostre figlie, le sue cognate, mia sorella ed
un’altra nostra amica, quindi non abbiamo avuto modo di parlare di nessun
argomento riservato. Posso solo dire che eravamo tutti molto felici per il suo
ritorno a casa e che abbiamo parlato di cose frivole.
Perché, all’inizio del nostro colloquio, a specifica domanda, lei mi ha risposto,
mentendo, di non aver visto e sentito CACCIOLA Maria Concetta da mesi?
Perché ho paura.
Di cosa ha paura?
Ho paura che, a causa delle mie dichiarazioni, qualcuno possa farmi del male.
Ho un marito e tre figli, vivo a Rosarno e tutti sanno come funzionano le cose
li, quindi preferivo farmi i fatti miei.
Quindi lei non riferì ai genitori di CACCIOLA Maria Concetta di aver ricevuto
la telefonata sopra indicata?
NO.
Quando CACCIOLA Maria Concetta le esternò la sua paura di tornare a
Rosarno dicendole la frase: “…le sappiamo queste cose come vanno nelle
nostre famiglie no?”, a cosa si riferiva?
Si riferiva al fatto che, a causa delle dichiarazioni rese al Giudice, qualcuno
della sua famiglia avrebbe potuto fargli del male.
Secondo lei, in virtù della vostra profonda amicizia e di come l’aveva vista
l’ultima volta che vi siete incontrate, CACCIOLA Maria Concetta sarebbe
potuta arrivare a compiere il gesto estremo del suicidio?
Non so rispondere a questa domanda. Prima che lei abbandonasse Rosarno vi
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Domanda:
Risposta:
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avrei risposto sicuramente di NO. Tuttavia, quando poi l’ho rivista dopo il suo
ritorno a casa, mi è sembrata estremamente depressa e turbata, quasi
“assente”. Questa cosa attirò subito la mia attenzione in quanto, come vi ho
detto, prima di allora l’avevo conosciuta come una ragazza solare.
Ricordo che in quella circostanza le regalai una collana marca Guess, con una
dedica che la esortava a “girare pagina” rispetto a tutto quanto le era
accaduto.
Ha qualcosa da aggiungere?
NO.
17. COLLOQUIO IN CARCERE DI FIGLIUZZI SALVATORE IN DATA 19 OTTOBRE
2011
Di seguito, il colloquio in carcere avvenuto in data 19.10.2011 presso la Casa Circondariale di
Larino, tra FIGLIUZZI Salvatore Antonio nato a Palmi il 10.12.1973 in atto detenuto, il figlio
FIGLIUZZI Alfonso nato a Cinquefrondi il 17.05.1995, la sorella FIGLIUZZI Carmela nata a
Taurianova il 22.02.1969, e il cognato RUSSO Saverio nato a Vibo Valentia il 23.03.1974 che si
sono recati a fargli visita.
I colloquianti commentavano la lettera di CACCIOLA Maria Concetta pubblicata dai giornali
locali, con i riferimenti alla relazione extraconiugale della donna, di cui il marito chiedeva
spiegazioni.
Nel corso del colloquio emergeva che la lettera era stata consegnata ai giornali dalla madre di
CACCIOLA Maria Concetta.
Gli interlocutori facevano, altresì, riferimento a delle “lettere” anonime, che avrebbero
determinato l’origine dei maltrattamenti subiti dalla donna dai propri familiari, in particolare, dal
padre.
Tale circostanza riscontra le dichiarazioni rese sul punto dalla testimone di giustizia ai
Carabinieri e alla A.G.
Nel corso del colloquio emergeva, altresì, la preoccupazione del detenuto circa il contenuto delle
dichiarazioni rese alla A.G. dalla moglie: egli dimostrava di essere a conoscenza della loro
utilizzazione nell’ambito del procedimento cd. CRMINE (circostanza resa nota dai quotidiani
locali).
FIGLIUZZI, infine, si rammaricava perchè la moglie da lui non era mai stata messa al corrente
di nulla, mentre i “fatti degli altri” glieli avevano raccontati “loro”, riferendosi alla famiglia
CACCIOLA.
Tale circostanza conferma la veridicità delle dichiarazioni rese alla A.G. da CACCIOLA Maria
Concetta, che aveva dichiarato di avere appreso i fatti narrati dai propri familiari.
-
R.I.T.: Nr. 1202/2011 emesso dal Tribunale di Reggio Calabria D.D.A..
Tipologia: Intercettazione ambientale audio - video
Data e ora: 19.10.2011, ore 09:35,04
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Interlocutori:
FIGLIUZZI Salvatore Antonio nato a Palmi il 10.12.1973;
FIGLIUZZI Alfonso nato a Cinquefrondi il 17.05.1995;
FIGLIUZZI Carmela nata a Taurianova il 22.02.1969;
RUSSO Saverio nato a Vibo Valentia il 23.03.1974.
LEGENDA
FIGLIUZZI:
FIGLIUZZI Salvatore Antonio
ALFONSO:
FIGLIUZZI Alfonso
CARMELA:
FIGLIUZZI Carmela
SAVERIO:
RUSSO Saverio
…///… :
Discorso interrotto e/o Breve pausa
…INC…:
Tratto incomprensibile
TRATTO CONVERSAZIONE NON DI INTERESSE
OMISSIS DA ORE 09:35,04 A ORE 09:59,54
TRASCRIZIONE
FIGLIUZZI:
CARMELA
FIGLIUZZI:
CARMELA:
FIGLIUZZI:
CARMELA:
FIGLIUZZI:
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CARMELA:
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CARMELA:
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CARMELA:
Sto aspettando che mi chiami Don Michele… per darmi la carta per la cosa…
la casa accoglienza… perché voglio presentare un permesso per necessità
(saluta un detenuto) un permesso di necessità per la casa accoglienza, per i
figli e per i suoceri.Eh.Se me lo accettano! …///… E’ difficile… sempre come permesso di
necessità… tipo per il problema che c’è stato che …INC… …///… è difficile.Ma scusa… ma tu… è difficile si, ma tu solo per i figli…Ma sai come me lo hanno motivato il rigetto? Ma una cosa proprio… anche il
Commissario ha detto: “ FIGLIUZZI, mi dispiace”.Ah… la per li sotto, per scendere .Come me lo hanno motivato… i Carabini… la Polizia di Gioia Tauro.…INC…Ma… a te ti portano pure articolo sette?…INC…Poi io avevo detto a Giorgia di quell’articolo che era uscito sul giornale per
il fatto di Cetta, …INC… relazione extraconiugale e… …INC…Eh.Cosa vuol dire? Cioè che lei era stata accusata di una cosa che non ha fatto o
che ha fatto.Ma è uno di quei fogli che …INC……INC…, è stata accusata di una relazione extraconiugale …INC……INC… che è veritiera… che era vero.Come che era vero!Cioè quello che hanno dichiarato …INC… cioè attestano …INC…
relazione, hai capito? …///… Hai capito?No, ancora non riesco a capire.Non è vero niente, quello che dicono…Ma tu devi dirmi…quella cavolo di lettera l’hai letta?La lettera?Eh.Quale lettera?Quella che è stata pubblicata.La lettera quale, quella pubblicata da mia suocera?(Annuisce con il capo).84
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CARMELA:
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Per il fatto dei figli, che a me non mi voleva che non…Esatto, si , e che aveva avuto problemi per …INC… e che lei aveva avuto
delle storie …INC… prima.Delle storie perché… perché gli arrivavano delle lettere a casa dicendo che
lei ha rapporti con lui (indicando il figlio), questo …INC…, hai capito?Con me?Sto facendo un esempio, hai capito? Lei ha avuto quei problemi la che la
picchiavano, che non la facevano uscire perché …INC…, ma non era vero,
perché queste lettere …INC…, però la parola …INC… cosa vuol dire?
…INC… io ho guardato sul vocabolario, come una cosa che non è vera, non
è veritiera, cioè una cosa.Devi parlare con Giorgia, perché Giorgia l’ha letta.Si, ma la parola che hanno detto è che lei era stata accusata… era stata di
una relazione …INC… Che non è vero.…INC… cosa vuol dire?Che non è vero.…INC… dicevano che lei aveva una relazione extraconiugale, …INC…ho
guardato sul vocabolario …INC… una cosa che …INC… cioè una cosa che
non è vera.Che non è vera.…INC… vuol dire una cosa contraria, contraria di quello che …INC…, cioè
se dicevano che questa cosa è qua, non è vero, hai capito? …INC… relazione
extraconiugale …INC…, se tu …INC… la parola …INC… può diventare
…INC… discorso, io ho guardato sul vocabolario …INC… una cosa
contraria di quello che è, …INC… di quello che è.Ho capito.…INC……INC… giornale.…INC… qualcuno che ha fatto la fotocopia, però …INC…Il giornale del quotidiano, quello che tu mi hai mandato e mi hai detto: “ hai
visto questo e questa’altro.Eh… certo.…INC…TRATTO DI' CONVERSAZIONE NON DI' INTERESSE
OMISSIS DA ORE 10:04,11 A ORE 10:07,24
E adesso presenta l’istanza?…INC…Voglio la copia dell’istanza.Io questa mattina, prima di entrare qua mi ha detto: “ digli a Salvatore che
quella cosa in settimana la presento” .Ha dallo scorso anno che…Che la presenta…Ti giuro che io a volte…io sono tranquillo, sono… però al momento… al
momento che io finirò la pena e lo incontro, sai come lo faccio? Lo scasso, lo
spacco.All’avvocato …INC…Lo spacco.Ieri sera …INC… CALABRESE non è che ci fa lo scherzo… come ha fatto lo
scorso anno … a settembre non l’ha presentata… ,…INC… dopo non l’ha
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presentata e dopo è venuto Natale, Pasqua, Agosto… e non l’ha presentata
…INC… lui mi ha detto: “ no, no sicuramente questa settimana la
presento”ed io ho detto: mah!TRATTO DI' CONVERSAZIONE NON DI' INTERESSE
OMISSI DA ORE 10:08,10 A ORE 10:09,48
Delle lettre tu lo sapevi?Cosa?Le lettere che arrivavano a casa tu lo sapevi?Ma quali lettere che non è vero niente.…INC… me lo ha detto anche Gregorio che arrivavano lettere a casa .Gregorio dice che arrivavano lettere a casa? Ma lui le ha viste?(Annuisce con il capo).E che lettere erano?Lettere, scrivevano cazzate.I Carabinieri.No!E chi?Qualcuno che si divertiva a mettere discordia alle personeNo! Non è vero niente, io non so niente di questa cosa.Comunque, ormai!Mah! A me non mi hanno detto mai niente, comunque.TRATTO DI' CONVERSAZIONE NON DI' INTERESSE
OMISSIS DA ORE 10:10,35 A ORE A ORE 10:19,49
…INC… nel giornale di sabato scorso dice che hanno depositato
dichiarazioni relative al processo “Crimine”?…INC…Sabato scorso sul giornale di sabato scorso è uscito che in relazione al
processo “Crimine” vogliono portare certe dichiarazioni di Cetta (
CACCIOLA Maria Concetta), relative a BELLOCCO Domenico figlio di
Michele.Si,si,si l’ho letto …///… eh… no, che sono stati chiamati dal PM, quei due
…INC… in merito a dei verbali sequestrati…Ma noi non possiamo sapere che verbali aveva fatto?Nemmeno Giorgia,
non si può sapere niente?Questi sono top segret , …INC…Ma non avete mai parlato? Quando è tornata Cetta, non avete mai parlato
quei quattro, cinque giorni che.Giorgia!E tu con lei non hai mai parlato.Io non l’ho vista per niente.Ah, tu con lei non ti sei vista per niente?Io non l’ho vista proprio, perché poi cinque giorni è stata, che è successo
quello che è successo.Ma guarda che vi siete visti…All’obitorio!Ah!Io …INC… perché mi sentivo in colpa …INC… casa, però …INC… è
andata, Giorgia è andata …INC…(Si rivolge al figlio) …INC…La mamma mi diceva: “ non dire niente a nessuno che …INC…”.86
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…INC… gli ha detto alla mamma…INC…Ma tu con lei non hai mai parlato? Con la mamma non hai mai parlato? Per
spronarla, per vedere cosa dice e cosa non dice.Si, gli ho detto: perché sei andata via?E lei cosa ti ha detto quando avete parlato …INC…E lei ha detto: “ eh… non hai visto come mi trattavano?”.E come la trattavano? Cioè, io ancora non so che cazzo…Allora, praticamente non la facevano uscire.Eh, ma da quanto tempo non la facevano uscire?Non so, negli ultimi due tre mesi.Eh, da quando arrivavano le lettere.Da quando arrivavano le lettere? Ma che lettere erano? A me non mi hanno
detto niente di queste lettere.…INC… tu ora fai finta di non sapere niente, ma la picchiavano? Chi la
picchiava?Il nonno, ma per spavalderia che è un pagliaccio di merda, vedi il Signore
come lo ha castigato?A chi ha castigato?Al nonno Michele.E perché ha castigato lui?Ha fatto… per la prepotenza che ha…Eh, e ha castigato lui?Si, a lui.A lui ha castigato? Ha castigato noi il Signore, non a lui.Va bene, per colpa sua ha castigato a tutti, capisci? E’ sbagliato il
ragionamento che ho fatto io?E’ sbagliato.Certo!…INC… perché?Il Signore se gli faceva capitare qualcosa a lui lo castigava, però il Signore
non ha castigato lui.Ha castigato tutti.No, ha castigato noi, a lui perché lo ha castigato?Non ha perso una figlia pure lui?Ah, ha perso una figlia.Alfonso, lui ha perso una figlia.Lui ha perso una moglie ed io ho perso una madre, lui prima non faceva tutto
il geloso,il prepotente, io… guarda qua, arriva fino al limite della gelosia per
non farla uscire con la macchina, se doveva comprare qualcosa …///… per
noi, ah, che cosa erano queste… ah! E poi… e poi guarda qua, guarda quà…
che poi i Carabinieri hanno fatto la loro parte, però la base principale è stato
lui, io sono rimasto quando ho detto alla mamma: o mamma, perché sei
andata via? E lei: “ non hai visto come mi trattavano?Io queste cose qua …INC…Ah, non lo sapevi?Non abbiamo mai parlato di niente …INC……INC…Il fatto delle lettere che ha scritto, io non penso …INC… mai amato… in un
momento di rabbia uno può scrivere quello che vuole , però il fatto…Ma non solo questo.87
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Non mi passa neanche per l’anticamera, …INC…Sa…Sa……INC… stiamo insieme, lo so io se ci amiamo.Sa… se tu leggi …INC… la lettera che l’abbiamo letta con Giorgia più di
una volta, ci sono vocaboli che Cetta non sapeva nemmeno il significato, ……
hai capito?(Si esprime in gesti come a confermare quello che in criptico la sorella
Carmela vuole dirgli) Appunto!Eh…!Eh…!Ah, quindi tu il fatto che non la facevano uscire… non sapevi niente …///…
praticamente la trattavano male.(Rivolgendosi alla sorella) Quello è …INC…gio, ma è normale perché è una
cosa giusta, sembra che …INC… italia uno …INC… doppione …INC…(Annuisce con il capo).Era aiutata da …INC…Ma con questo problema è normale che …INC… per vedere …INC… fare.Certo!Perché lì …INC… problemi, …INC…Cosa stavo dicendo… lo vedi quando ti dicevo …INC… il nonno …INC…Alfonso, orma…ormai quello che è successo è successo, …INC… oggi
domani che esco mi devono dare spiegazioni.Loro?E’ normale, è normale.Comunque, guarda che.Sembra che io dico… sai…ormai la vita mia è questa… ormai la vita mia è
questa …Adesso ti dico una cosa, adesso ti dico una cosa; perché la trattavano male ed
è voluta andare via, gliel’ha fatta pagare al nonno così.Ce l’ha fatta pagare a tutti.E perché…per come ragiono io è sbagliato come faceva lui, poi dopo che è
tornata si è sentita in colpa.Gliela poteva far pagare a tutti quanti quando lei andava via e non tornava
più, no che è andata via, è tornata…e si è ammazzata.Si ma lei… lei… la mamma mi ha detto di essere tornata… di essere tornata
per me, per Tania, per Rosalba e per te, solo che però poi ha visto che tu eri
incazzato e non…Che io ero incazzato?Si, allora, quando hai voluto parlare con me.Quando!Quando tu hai voluto parlare con me, quando io sono sceso li sotto al
magazzino, che abbiamo parlato alle cinque del pomeriggio, ti ricordi?
…///… Ti ricordi che… mi ha chiamato la zia Giorgia, non mi ricordo se
c’era lei (indica la zia Carmela FUIGLIUZZI) che tu volevi parlare con me e
ti sei incazzato al telefono, quella volta quando è venuta la mamma .Eh.Mi hai detto di non permettermi più di nasconderti le cose… ti ricordi no!Eh.Poi la mamma ha voluto sapere quello che ha detto papà… ed io gli ho detto
così ero nervoso e gli ho detto: eh… scusate, prima combinate le cose per non
dire niente a nessuno e poi i rimproveri me li devo prendere tutti quanti io, e
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poi… niente…
…///… dopo tre giorni ha fatto quello che ha fatto, si è
sentita in colpa perché era andata via, capisci? Se non era per tutta questa
gelosia del cazzo non succedeva niente …///… io va bene, al nonno cosa
posso dirgli? “Questo qua”mi sta mantenendo… non è che posso fare
qualcosa?Eh… cosa gli …Quindi, capisci?Ormai quello che è success è successo.Quello che è successo è successo, il gesto lo ha voluto fare lei comunque, di
aver deciso di ammazzarsi lo ha voluto fare lei, quindi,… quindi, sembra
che… siamo stati noi? Lei ha voluto fare questo gesto, basta, chiudiamo,
continuiamo la vita nostra, andiamo avanti così …///… e basta, non e che si
può tornare indietro con il tempo.Si, ma lei quando è tornata non l’ha calcolata quasi nessuno, giusto?Ah?Non l’ha calcolata nessuno quando è ritornata a casaQuando lei è tornata a casa…Dico, quando lei è tornata…Non la calcolava nessuno? No, la trattavano bene invece.Non la ca…La trattavano bene invece!Dopo che è tornata!(Rivolgendosi al padre) Ah, perché loro non ti hanno detto niente, ti tenevano
tutto nascosto no…..?(Annuisce con il capo).Ed io è giusto che te lo dico, come mi hai detto tu, dato che tu mi hai detto che
io devo dirti tutto e tutto ti dico, ….ma a te ti dico tutto.(Parla a bassa voce).Cetta?(Parla a bassa voce) …INC… abbandonate …INC…Si, mi ha scritto che… gli ha raccontato tutta la, che Giorgia mi ha scritto…
si deve vedere se è vero, e poi è uscito tutto sul giornale, …INC… Giorgia è
uscito tutto sul giornale poi,.. la verità che da Cosenza è andata a Bolzano.Si.Tutti i passaggi, presumo sia vero, perché Giorgia gli ha detto pure.(Gesticola con le mani come a far intendere al fratello che qualcuno parla
troppo).Si, ha parlato pure per me, …INC…, se Cetta non sa neppure perché mi
hanno arrestato, può sapere i cazzi degli altri? I fatti degli altri glieli
dicevano loro, poi le cose non possono essere nemmeno veritiere, perché non
aveva nemmeno l’avvocato; un testimone di Giustizia, un pentito, quando fa
un problema di questo (quando collabora) deve avere l’avvocato, altrimenti
non sono cose… hai capito? A me sai cosa mi dispiace, che le cose che mi
non mi diceva Tania, ad esempio che contattava sua madre, e non mi ha detto
mai niente, quando lei ha saputo che … che poi si è pentita …Eh! …///… …INC… il fatto è che già più da …INC… giorni si contattavanoIl fatto che già una volta, che già una volta… …INC… Che venti giorni, allora praticamente.…INC…Allora, Tania e la mamma telefono e telefono?89
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
FIGLIUZZI:
ALFONSO:
FIGLIUZZI:
ALFONSO:
FIGLIUZZI:
ALFONSO:
FIGLIUZZI:
ALFONSO:
FIGLIUZZI:
CARMELA:
FIGLIUZZI:
CARMELA:
FIGLIUZZI:
ALFONSO:
FIGLIUZZI:
ALFONSO:
FIGLIUZZI:
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FIGLIUZZI.
CARMELA:
FIGLIUZZI:
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FIGLIUZZI:
ALFONSO:
Si.La prima volta che ha chiamato la mamma, io tutte cose mi ricordo, è stato il
trenta di Luglio, il trenta di Luglio .Eh, eh.Guarda qua, il sei di luglio, fino al sei di lugli,o ogni giorno, eh… il sei luglio
gli dice la mamma di andare a prenderla a casa della zia Angela, e poi sono
ritornati perché sono andati di nuovo i Carabinieri, poi sono partiti
nuovamente e il dieci di luglio l’hanno riportata.. capito..?.Lo so.…INC… non venti giorni.Eh, …INC… sono passati venti giorni.Guarda qua, quando ho saputo che la mamma aveva chiamato perché io mi
sono ritirato dal mare, mi ha detto… che la mamma… la mamma voleva
parlare con me ed io gli ho detto: ah, vorrebbe parlare con me, no, no io non
voglio parlare con lei, poi la nonna mi ha raggiunto sopra e me lo ha detto: “
Alfonso vedi che non è vero niente di quello che è successo…” perché tutti
quanti noi pensavamo al male, che se n’era andata con un altro, invece non
era vero niente, allora io gli ho detto: allora perché la mamma se n’è andata?
Risponde la nonna “ eh… è una cosa abbastanza delicata, poi quando sei più
grande lo capirai, e poi me lo ha detto la mamma, poi io gli ho detto alla
mamma che io ero incazzato con lei perché pensavo che se ne fosse andata
con qualcun altro e la mamma mi ha detto: “ secondo te io facevo queste
cose? Che ti sembra che sono puttana?” ed io gli ho detto: no, non pensavo
questo però diciamo che quando uno se ne va senza dare più notizie si può
pensare qualsiasi cosa, o che se n’è andata via, o che si è ammazzata che… Io subito l’ho immaginato.Cosa?Me lo sono immaginato subito il problema che ha fatto, quando sono venuti
qua che c’era lui e Gregorio ci siamo messi a parlare ed io gliel’ho detto tua
mamma si è pentita, subito, perché mi ricordo pure il colloquio che abbiamo
fatto la, parlavamo di quella cazzo di Giusi.Eh… si… ha nominato pure Giusi.E ha detto: “ adesso mi pentirò pure io”.Questa qua è stata una battuta del cazzo, comunque.La battuta perché?Ma nei giornali esce che lei ha detto qualcosa?Allora non hai saputo che sabato scorso nel processo “Crimine”vogliono
portare le cose di tua mamma! Quando parlano di Michele…Ma mettono tutto quello che vogliono.Ho capito.Ma se non …INC…, prima non portava le cose che diceva? Che dicevano “
portandosi nella sua tomba i suoi segreti”.Eh, perché i Giudici…., ci sono due puttane di Giudici che hanno documenti
della mamma, hai capito?... Lascia stare che non sono vere.…INC…Loro hanno le registrazioni.Ah, le registrazioni! ..Non che lei è andata a cantarsela in Caserma! Come si
dice… che ha fatto la pentita.(Annuisce con il capo).E’ andata in Caserma per parlare?...///… No!90
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CARMELA:
ALFONSO:
CARMELA:
ALFONSO:
CARMELA:
FIGLIUZZI:
Alfonso, registrazione significa che io parlo io parlo con te.Eh, questo qua.…INC… invece di scriverle c’è uno che scrive… nello stesso tempo loro
registrano…INC…, hai capito?Ah! ...///… Quindi diciamo che… questa gelosia del cazzo che lui aveva,
capisci?…INC… te lo hanno detto che si era fatto il piercing.L’ho saputo nella lettera.TRATTO DI' CONVERSAZIONE NON DI' INTERESSE
OMISSIS DA ORE 10:32,44 A ORE 10:35,28
DICHIARAZIONI CACCIOLA MARIA CONCETTA SU MARAFIOTI
SAVERIO
Il primo elementi indiziario a carico di MARAFIOTI Saverio è rappresentato proprio dalle
dichiarazioni rese innanzi al PM da CACCIOLA Maria Concetta in data 16 giugno 2011.
In quella sede, la donna riferiva di bunkers nella disponibilità del padre e del fratello Giuseppe.
Della disponibilità di bunkers da parte delle famiglie mafiose BELLOCCO – CACCIOLA, la
donna aveva già riferito nel corso delle sommarie informazioni testimoniali al PM in data 25
maggio 2011.
Il 16 giugno 2011, in particolare, la donna riferiva di un nascondiglio a casa del fratello
CACCIOLA Giuseppe2, realizzato da un “muratore di fiducia” della famiglia, indicato in
MARAFIOTI Saverio:
“…Per quanto attiene il bunker di via Pola, preciso di averne sentito parlare da mio padre e
mio fratello. In particolare, ho sentito che il bunker era in costruzione nello stabile in cui mio
fratello stava edificando in via Pola. Il bunker oggi sarà ormai finito e credo che sia al piano
terra. Comunque, il bunker sono sicura che sia stato realizzato da mio fratello o in via Pola o a
casa sua in via Sicilia, dove abitano anche i PISANO, detti “i diavoli” e dove già abitava un
ASCONE; quella casa è un vero labirinto.
Mio fratello si aspettava di essere arrestato, tanto che non dorme sempre a casa, quindi, si era
preoccupato di costruire questo bunker per potersi rifugiare in caso di necessità.
Io ho sentito parlare di questo bunker da mio padre e mio fratello, durante l’estate del 2010,
credo fosse agosto o settembre; mio fratello aveva rassicurato mio padre, dicendogli che per la
realizzazione del bunker aveva già interessato un muratore di sua fiducia, tale MARAFIOTI
Saverio…”.
CACCIOLA Maria Concetta forniva, quindi, una serie di elementi identificativi del
MARAFIOTI, tutti compiutamente riscontrati dall’attività di indagine successiva posta in essere
dal Reparto Operativo Nucleo Investigativo e Reparto Operativo Speciale
Carabinieri di Reggio Calabria (v. nota nr. 63/47 del 15 novembre 2011):
”… posso dire che abita vicino all’ospedale, è un uomo di mezz’età, bassino, sposato con due
figli maschi di cui uno maggiorenne ed uno diciassettenne, ha una VW Golf ed è sposato con una
2
CACCIOLA Giuseppe nato a Cinquefrondi il 12.03.1981.
91
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donna di nome Maria Concetta, che di cognome dovrebbe fare LIGATO, ma non ne sono
sicura…”.
La puntuale attività d’indagine compendiata nella nota sopra indicata ha consentito di verificare
che:
- presso l’anagrafe del Comune di Rosarno risulta censito un solo MARAFIOTI Saverio;
- il suddetto è residente in Via Cartesio n. 30, nei pressi dell’immobile destinato ad ospedale
civico di Rosarno (“abita vicino all’ospedale”);
- ha 46 anni (“è un uomo di mezz’età”);
- è alto m. 1,65 (“bassino”);
- è padre di due figli, Giuseppe3 di anni 21 e Diego4, che a breve compirà 17 anni (“sposato con
due figli maschi di cui uno maggiorenne ed uno diciassettenne”);
- ha in uso una VW Golf targata DJ874ZM (“ha una VW Golf”);
- è coniugato con CARONTE Concetta5 (“è sposato con una donna di nome Maria Concetta”).
Sempre nel corso delle dichiarazioni del 16 giugno scorso, CACCIOLA Maria Concetta riferiva
di un rapporto di estrema fiducia tra MARAFIOTI ed il fratello CACCIOLA Giuseppe:
“…Il MARAFIOTI è un uomo molto vicino a mio fratello Giuseppe e i due stanno spesso
assieme…”.
Anche questa circostanza risulta riscontrata dall’attività di indagine successiva:
-
l’autovettura FIAT Panda targata DP360ED6, oggi di proprietà di MAMMOLITI
Giuseppina7 (moglie di CACCIOLA Giuseppe), fino a qualche mese addietro era nella
piena disponibilità di MARAFIOTI8;
-
il dispositivo GPS installato sulla VW Golf di colore nero, targata DJ874ZM, in uso a
MARAFIOTI Saverio segnalava numerose soste corrispondenti alle abitazioni di
CACCIOLA Michele e CACCIOLA Giuseppe, rispettivamente, padre e fratello della
collaboratrice.
Le dichiarazioni rese dalla donna il 16 giugno 2011 permettevano di localizzare, nella mattinata
del 20.06.2011, come già visto, due bunkers9 realizzati all’interno dell’abitazione dello zio
BELLOCCO Gregorio e di una casa rurale riconducibile alla zia CACCIOLA Teresa10 (moglie
del suddetto BELLOCCO Gregorio) (v. nota nr. 61/15-1 di prot. “R” del Nucleo Investigativo
Reparto Operativo di Gioia Tauro del 25 Ottobre 2011).
3
MARAFIOTI Giuseppe, nato a Gioia Tauro il 06.09.1990.
4
MARAFIOTI Diego, nato a Cinquefrondi il 26.11.1994.
5
CARONTE Concetta nata a Rosarno il 20.04.1969.
6
L’autovettura risulta di proprietà della MAMMOLITI a far data dal 04.05.2001.
7
MAMMOLITI Giuseppina nata a Cinquefrondi il 19.11.1980.
8
Dato riscontrato in BB.DD.FF.PP.: alle ore 00:33 del 24.03.2011, il MARAFIOTI Saverio veniva controllato dalla Polizia Stradale sulla A3 SA/RC – Km 389,
direzione Sud, mentre era alla guida della suddetta FIAT Panda.
9
Il bunker localizzato in via Agrigento n. 1 di Rosarno era stato ricavato sotto il piano di calpestio in cemento
all’interno di un garage/magazzino, con botola d’accesso occultata sotto una scaffalatura di legno.
Il bunker localizzato in Contrada Draga del Comune di Candidoni era stato ricavato sotto un camino sito al
piano terra di una casa rurale riconducibile a CACCIOLA Teresa.
10
CACCIOLA Teresa, nata a Rosarno il 18.01.1960, ivi residente in Via Agrigento n.1.
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In data 13.09.201111, veniva eseguita una ulteriore perquisizione domiciliare, presso l’abitazione
di CACCIOLA Giuseppe (fratello della testimone); all’arrivo dei militari, il predetto si dava
precipitosamente alla fuga per i tetti degli immobili attigui, facendo perdere le proprie tracce12.
Nel corso del controllo, veniva scoperta la presenza di un’intercapedine di apprezzabili
dimensioni: larghezza circa 60 cm, lunghezza circa 5 metri, altezza circa 11 metri, ritenuta
idonea per l’occultamento di armi ovvero per nascondere una persona.
Nella circostanza, il suocero del CACCIOLA, MAMMOLITI Giuseppe13, presenziava alle
operazioni di perquisizione rilasciando delle dichiarazioni tendenti a giustificare l’anomala
conformazione della parete:
“Questa casa l’ho costruita io ed è il frutto di una vita di duro lavoro. L’ho fatta venti anni fa e
ogni tanto, quando ho messo da parte un po’ di soldi, li investo in lavori di rifinitura; infatti,
pensate che è da circa venti giorni che abbiamo completato i lavori di questa scala, dove voi
state martellando. Tutti i lavori edili in questa casa li ho fatti in economia, tramite la ditta di
MARAFIOTI, che e’ un mio compaesano. L’intercapedine che avete trovato e’ stata realizzata
per evitare di costruire un muro aggiuntivo ed era necessaria per ridurre la larghezza dei
gradini della scala14...”.
L’intercapedine in oggetto era emersa a seguito del carotaggio del muro perimetrale del piano
superiore dell’immobile perquisito; per quanto assimilabile alla categoria delle “intercapedini
murarie verticali chiuse”, la stessa appariva atipica sia dal punto di vista tecnico che strutturale:
la sua larghezza, fino a circa 60 cm, era talmente eccessiva da non poter garantire né la
coibentazione termoacustica, né le funzioni di giunto tecnico strutturale con l’edificio adiacente.
L’assenza di una botola d’accesso, inoltre, trovava giustificazione nelle stesse parole del
MAMMOLITI:
“…pensate che è da circa venti giorni che abbiamo completato i lavori di questa scala…”.
L’uomo, pertanto, nell’evidente tentativo di giustificare quell’escamotage architettonico,
ammetteva che vi era stata una recente modifica dello stato dei luoghi.
Le illogiche circostanze riferite da MAMMOLITI Giuseppe circa la realizzazione di
un’intercapedine per “evitare di costruire un muro aggiuntivo… per ridurre la larghezza dei
gradini della scala” costituivano un ulteriore riscontro alle dichiarazioni rese da CACCIOLA
Maria Concetta in data 16 giugno 2011, sia in merito alla presenza di un nascondiglio presso
l’abitazione del fratello, che alla sua realizzazione dei lavori da parte di MARAFIOTI Saverio
(“la ditta di MARAFIOTI”).
Come ampiamente dimostrato dall’esperienza investigativa maturata nell’ambito della ricerca dei
latitanti di ndrangheta, le dimensioni dell’intercapedine in oggetto potevano essere finalizzate a
nascondiglio temporaneo di un uomo, al fine di eludere momentaneamente le ricerche della
A.G..
11 Verbale di perquisizione domiciliare ai sensi dell’art.41 del T.U.L.P.S. e successive modificazioni, eseguita presso l’abitazione, nelle pertinenze e nelle proprietà, di
MAMMOLITI Giuseppina, nata a Cinquefrondi (RC) il 19.11.1980 e del marito CACCIOLA Giuseppe, nato a Cinquefrondi (RC) il 12.03.1981, entrambi residenti a Rosarno
(RC) via Sicilia civico 7, trasmesso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Palmi con missiva nr.26/63 di prot.llo datata 13.09.2011 redatta dalla Tenenza
CC di Rosarno (RC). (Vds all. nr. 1)
12
Vds. Annotazione di P.G., in All. n. 18.
13
MAMMOLITI Giuseppe, nato a Rosarno il 03.01.1948, ivi residente in Via Provinciale n. 164.
14
Vds. Verbale di sommarie informazioni, in All. n. 19.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Le dichiarazioni di CACCIOLA Maria Concetta su MARAFIOTI Saverio e sul suo ruolo di
muratore “di fiducia” per l’edificazione di bunkers da parte delle famiglie mafiose BELLOCCOCACCIOLA risultano, pertanto, ampiamente riscontrate dall’attività investigativa che ne è
seguita.
L’attività di indagine ha, però, consentito di acquisire ulteriori preziosi elementi indiziari a carico
di MARAFIOTI Saverio, che consentono di ritenere cristallizzato il quadro indiziario a carico
dello stesso, ben oltre la soglia della gravità indiziaria necessaria per l’emissione del
provvedimento coercitivo.
CHIAMATA IN CORREITA’
Criteri di valutazione
Tra gli elementi di prova sui quali si fonda il presente provvedimento di fermo, vi è la chiamata
in correità dei collaboratori di giustizia PESCE Giuseppina e FACCHINETTI Salvatore.
Va, pertanto, necessariamente premesso che costituisce ormai dato giurisprudenziale acquisito,
che la stessa abbia natura di prova e, precisamente, di prova rappresentativa, seppure
abbisognevole di elementi estrinseci di conferma e, non già di mero indizio (Cfr., tra le tante:
Sez. II, 19.2 – 26.4.1993, Fedele ed altri).
La qualificazione giuridica della chiamata in correità - quale elemento di prova, come è dato
desumere dall’espressione “altri elementi di prova”- contenuta nel terzo comma dell’art. 192
c.p.p., pur con l’intrinseca limitazione contenutistica che attiene soprattutto alla credibilità
concettualmente dubitativa, della necessità di riscontro e di rinforzo con ulteriori elementi di
prova, ha restituito dignità alla stessa rispetto alle acquisizioni giurisprudenziali anteriori,
consentendo l’eliminazione di ogni dubbio sulla sua utilizzabilità e ne ha ridotto la distanza
rispetto alla testimonianza, al cui livello di efficacia probatoria è in grado di porsi con l’ausilio
del riscontro convalidante, che può ben essere omologo e, cioè, elemento di prova della stessa
specie. (Cass., Sez. I, 30.1.1992, Abate ed altri; Cass., Sez. VI, Sent. n.2775 del 12.1-16.3.1995).
La Corte, infatti, ha più volte affermato che il valore da attribuire alle dichiarazioni del
collaborante sia di piena prova (v. Cass. Sez. 4, Sentenza n.5821 del 10/12/2004; Cass.
1.10.1996, Pagano), rimanendo condizionata la loro utilizzabilità al reperimento di riscontri tali
da confortare l’attendibilità del dichiarante, non in senso generale, ma con riferimento particolare
al singolo fatto oggetto della dichiarazione, riscontri sulla cui natura poi il giudice rimane libero
di valutare. La funzione del riscontro, pertanto, sarebbe semplicemente quella di fornire il
supporto ad un ragionevole convincimento che il dichiarante non abbia mentito (Cass. Pen., n.
3255 del 10/12/2009; Cass. 23.4.1992).
I riscontri, pertanto, non devono essere forniti di autonoma valenza indiziante, ma possono
consistere in apporti di qualsiasi natura, atti a confortare un giudizio di attendibilità specifica
delle dichiarazioni del collaborante (Cass. Pen., n. 3255 del 10/12/2009; Cass. 1.7.1994, n.
3263).
Ragionando diversamente, infatti, si sarebbe giunti ad una assoluta superfluità della chiamata di
correo come autonomo elemento di prova (Cass., Sez. I, 21.9-9.11.1990, n. 14669, Fidenzia;
Cass., Sez. II, 7.12.1993-17.1.1994, n. 4947, Alessandrino; Cass., Sez. IV, n. 9509, 11.520.10.1993, Ameglio) né, del resto, tale interpretazione sarebbe stata consentita dal secondo
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comma dell’art. 192 c.p.p. che, in tema di valenza probatoria indiziaria, ha ritenuto necessario
esplicitare rigidi requisiti, volutamente tralasciati, invece, per le dichiarazioni dei collaboranti.
Tali riscontri, in caso di unica chiamata in correità, devono essere individualizzanti, come
affermato dalla Suprema Corte, secondo cui: “In caso di unica chiamata di correità, le
dichiarazioni rese a carico dell'imputato debbono trovare riscontri probatori individualizzanti;
questi, tuttavia, possono essere dedotti dagli elementi di causa e la valutazione del giudice
può basarsi anche su rilievi logici che in modo coerente e fondato riconducano all'imputato
riscontri singolarmente non univoci rispetto alla sua persona.” (Cass. Pen., n. 3255 del
10/12/2009; Cass pen. Sez. 1, Sentenza n.1263 del 20/10/2006; SEZ. 2 - SENT. 21621 DEL
28/05/2001).
Sempre sul tema dei riscontri si richiamano i principi affermati dalla S.C., secondo cui: “La
chiamata in reita' fondata su dichiarazioni "de relato", per poter assurgere al rango di prova
pienamente valida a carico del chiamato ed essere posta a fondamento di una pronuncia di
condanna, necessita del positivo apprezzamento in ordine alla intrinseca attendibilita' non solo
del chiamante, ma anche delle persone che hanno fornito le notizie, oltre che dei riscontri
esterni alla chiamata stessa, i quali devono avere carattere individualizzante, cioe' riferirsi
ad ulteriori, specifiche circostanze, strettamente e concretamente ricolleganti in modo diretto il
chiamato al fatto di cui deve rispondere, essendo necessario, per la natura indiretta dell'accusa,
un piu' rigoroso e approfondito controllo del contenuto narrativo della stessa e della sua
efficacia dimostrativa.”
(Cass. SS.UU. SENT. 45276 del24/11/2003 -UD. 30/10/2003 - RV. 226090).
Per quanto attiene alle caratteristiche che la chiamata in correità deve presentare affinché il
giudice possa ritenerla intrinsecamente attendibile, la giurisprudenza le ha individuate nella:
genuinità – non alterazione del suo contenuto da interventi di terzi - , spontaneità – non
coartazione da parte di terzi -, disinteresse – assenza di motivi di astio tra il chiamante ed il
chiamato in correità, tali da far ritenere che il primo abbia in tutto o in parte distorto i fatti riferiti
a danno del secondo -, costanza – cioè reiterazione conforme ed in più sedi delle dichiarazioni
accusatorie ed assenza di ritrattazioni attendibili -, logica interna del racconto – assenza di
interne contraddizioni o di dichiarazioni di per se stesse scarsamente attendibili -, precisione,
completezza e diffusione descrittiva.
Altro oggetto di valutazione è poi costituito dal grado di partecipazione del dichiarante agli
eventi narrati, partecipazione che può essere più o meno diretta, totale o parziale, sino a
giungere alla chiamata in correità cosiddetta “de relato”(v. Cass., Sez. VI, 2.6 – 24.8.1993, n.
7997, Geido ed altri; Cass., Sez. Un., 21.10.1992 – 22.2.1993, Marino).
Con la sentenza delle Sezioni Unite del 1992, anzi, la Suprema Corte ha ampliato l’area di
giudizio in ordine all’attendibilità intrinseca della chiamata in correità, alla “credibilità” della
persona del dichiarante in relazione, fra l’altro, alla sua personalità, alle sue condizioni socio
economiche e familiari, al suo passato, ai rapporti con i chiamati in correità ed alla genesi remota
e prossima della sua risoluzione alla confessione e dell’accusa dei coautori e complici.
Quanto al rapporto tra attendibilità intrinseca da un lato e riscontri esterni dall’altro e, per altro
verso, a quello degli effetti probatori della valutazione della chiamata stessa, è costante
l’insegnamento secondo il quale la valutazione della medesima – dopo che se ne sono esaminati
tutti i profili particolari – deve essere globale ed unitaria e che, qualora tale valutazione sfoci in
un giudizio positivo di attendibilità sufficientemente riscontrata, le dichiarazioni del chiamante
in correità possano fungere da prova piena del fatto.
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Da tale valutazione globale derivano conseguenze in ordine al menzionato rapporto attendibilità
intrinseca/riscontri esterni: “La norma è perciò tutta bilanciata sull’obbligo della considerazione
unitaria degli elementi emersi, con la conseguenza che lo stesso pacifico criterio che distingue
l’approfondimento accertativo, riguardante l’attendibilità estrinseca, non può sottrarsi al
criterio della congiunta analisi, sicché sarebbe inesatto attribuire al primo esame, se di esito
incerto e contraddittorio, valenza esclusiva, a priori, del confronto con ulteriori elementi,
proprio perché dal coevo apprezzamento dell’attendibilità estrinseca potrebbero derivare
elementi di conferma in grado di bilanciare le risultanze del primo approccio. In tale senso
spinge, del resto, anche il rilievo che l’articolazione del terzo comma in esame mostra di
indirizzarsi nella direzione di una limitazione della rilevanza dell’esame di credibilità
intrinseca, mettendo in evidenza la sola necessità della valutazione unitaria degli elementi di
prova, ai fini dell’accertamento di attendibilità” (Cass., sez. I, Abate, cit.).
Ovviamente l’art. 192 c.p.p. pone limiti ineludibili di esistenza di entrambi i requisiti: anche
posta la massima credibilità del chiamante in correità, non per questo il requisito della
concorrenza di convergenti elementi di prova potrà essere annullato e, viceversa, un fatto non
potrà dirsi provato, quali che siano i riscontri acquisiti, qualora il chiamante in correità sia privo
di qualsiasi attendibilità. E’ stato, infatti, affermato che: “L’esistenza di eventuali imprecisioni
della chiamata in correità non è di per sé sufficiente ad escludere l’attendibilità del collaborante
allorché, alla luce di altri obiettivi riscontri, il giudice di merito valuti globalmente, con
prudente apprezzamento, il materiale indiziario e ritenga, con congrua motivazione, la
prevalenza degli elementi che sostengono la credibilità dell’accusa” (Cass. Sez. 1,
Sentenza n.46954 del 04/11/2004; Cass., Sez. I, 17.1-11.3.1994, n. 242, Pistillo).
Del resto, il complessivo effetto probatorio derivante da una chiamata in correità che sia
valutabile positivamente sotto il profilo intrinseco, potrebbe essere inficiato qualora siano
acquisiti elementi probatori estrinseci, anche di natura logica, che contrastino con le
dichiarazioni rese dal collaborante.
Contemporaneamente è stato affermato che l’eventuale smentita che il dichiarante riceva per una
parte delle sue dichiarazioni non comporti automaticamente l’inattendibilità delle dichiarazioni
nel loro complesso: “E’ perfettamente legittima la valutazione frazionata delle dichiarazioni
accusatorie provenienti da taluno dei soggetti indicati ai commi terzo e quarto dell’art. 192
c.p.p., con attribuzione, quindi, di piena attendibilità e valenza probatoria a tutte e solo quelle
parti di esse che risultino suffragate da idonei elementi di riscontro” (Cass., Sez. I, Sent. n.
6992 del 30.1-16.6.1992, Altadonna); ed ancora: “L’attendibilità di un chiamante in reità,
ancorché denegata per una parte delle sue dichiarazioni, non coinvolge necessariamente anche
le altre parti, essendo compito del giudice verificare e motivare in ordine alle diversità delle
valutazioni eseguite a proposito delle plurime parti di dichiarazioni rese da uno stesso soggetto”
(Cass., sez. I, Sent. n. 1429 del 1.4-12.5.92, Genovese ed altri).
Tali principi giurisprudenziali sono stati ribaditi dalla Suprema Corte Sezione VI con la sentenza
10.3.1995 n. 4162 e, più recentemente da Cassazione Sez. 6, Sentenza n .6425 del 18/12/2009
Sezione I, secondo cui: “In tema di chiamata di correo, è legittima la valutazione frazionata
delle dichiarazioni accusatorie relative ad una parte del racconto, soprattutto quando i fatti
narrati siano per lo più lontani nel tempo e si riferiscano ad una serie di episodi talora appresi
non direttamente, ma solo in conseguenza delle rivelazioni degli autori materiali dei singoli
reati”; ed ancora Cass. Pen. SENT. 02884 DEL 09/03/2000 (UD.20/01/2000) - RV. 215505,
secondo cui: “In virtù del principio della cosiddetta "frazionabilità" delle dichiarazioni rese da
chiamanti in correità, l'attendibilità della dichiarazione accusatoria, anche se negata per una
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parte del racconto, non ne coinvolge necessariamente quelle che reggano alla verifica del
riscontro.”
In tema di valutazione della chiamata in correità proveniente da soggetti che abbiano reso
dichiarazioni complesse, oggetto della valutazione, inoltre, è la dichiarazione complessiva del
chiamante, relativamente ad un determinato episodio criminoso nelle sue componenti oggettive e
soggettive, e non ciascuno dei punti riferiti dal chiamante, sicché, per stabilire l’attendibilità di
una dichiarazione complessa di un coimputato, concernente più chiamate strettamente collegate,
si può tenere conto anche solo di alcuni aspetti significativi di esse, in guisa che, una volta
effettuata l’operazione con esito positivo, legittimamente il giudice di merito può, previa
adeguata valutazione, riconoscere valore probatorio a tutta la dichiarazione e non solo a quella
specificamente riscontrata. Inoltre “i riscontri richiesti dalla legge non debbono riguardare ogni
aspetto oggettivo e soggettivo della vicenda, ma piuttosto apparire idonei a sorreggere la
ragionevole convinzione che il chiamante non abbia mentito” (Cass. Sez. VI Sent. N. 7845 del
8.8.1997).
In merito alla natura dei riscontri esterni, ancora, la S.C. ha precisato che – qualora il dichiarante
abbia percepito direttamente i fatti riferiti e non abbia solo riferito circostanze “de relato” – è
sufficiente che tali riscontri rendano verosimile il contenuto delle dichiarazioni del correo:
“La dichiarazione accusatoria "de relato", resa da un collaboratore di Giustizia, puo'
integrare la prova della colpevolezza solo se e' sorretta da adeguati riscontri estrinseci che - a
differenza di quanto e' richiesto per la chiamata in correità - devono riguardare
specificatamente il fatto che forma oggetto dell'accusa e la persona dell'incolpato, in quanto il
minore tasso di affidabilita' di una dichiarazione resa su accadimenti non direttamente
percepiti dal dichiarante rende necessaria l'individualizzazione del riscontro.”
(Cass. 10.5.2002 n. 17804 – RV. 221695).
Va, infine, precisato che non può desumersi l’inaffidabilità delle complessive affermazioni del
dichiarante nell’ipotesi in cui queste, pur trovando positive conferme nei confronti di taluni
soggetti, non abbiano trovato riscontri oggettivi e individualizzati su altri, non potendosi ritenere
che la impossibilità di utilizzare in termini di prova, ai sensi dell’art. 192 c.p.p., tali
dichiarazioni, si traduca automaticamente nella non veridicità delle stesse.
LA COLLABORAZIONE CON LA A.G. DI PESCE GIUSEPPINA
In data 14.10.2010, l’allora indagata PESCE Giuseppina, detenuta presso la Casa Circondariale
di Milano – San Vittore, veniva sentita, su sua richiesta, dal PM e nella circostanza manifestava
l’intenzione di collaborare con l’Autorità Giudiziaria, iniziando a rendere dichiarazioni
concernenti il contesto mafioso di appartenenza.
PESCE Giuseppina motivava la sua scelta con la volontà di assicurare ai figli minori (di 4, 9 e 15
anni) un futuro diverso da quello a loro riservato dall’appartenenza alla famiglia PESCE.
PESCE Giuseppina, figlia di PESCE Salvatore cl. 64, nell’ambito del procedimento 4302/06
RGNR DDA (cd. ALL INSIDE), è accusata di avere svolto, in qualità di partecipe, un delicato
ruolo di collegamento e trasferimento di comunicazioni ed ordini tra il padre detenuto e gli altri
associati; in particolare, per avere svolto il ruolo di intermediaria circa le specifiche disposizioni
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date da PESCE Salvatore ed il fratello Francesco cl. 84 sui destinatari e le modalità delle attività
estorsive poste in essere dalla cosca, nonché per avere partecipato all’attività di intestazione
fittizia di beni e reimpiego dei capitali illeciti del gruppo criminale.
Sin dal primo interrogatorio, PESCE Giuseppina riconosceva le proprie responsabilità,
ammettendo di aver svolto il ruolo di intermediaria tra il padre detenuto e gli altri sodali, circa
disposizioni e direttive relative alle attività criminali della cosca, oltre ad essersi prestata a
intestare fittiziamente attività commerciali, per eludere provvedimenti ablativi della A.G.
Più in particolare, PESCE Giuseppina:
-
ammetteva l’esistenza della potente cosca di ndrangheta, operante sul territorio della città di
Rosarno e con ramificazioni nel nord del paese;
-
dalla posizione privilegiata di figlia di PESCE Salvatore (fratello di PESCE Antonino cl. 53,
storico capo dell’omonima consorteria criminale), sorella di PESCE Francesco cl. 84, dedito
alle attività estorsive gestite dalla famiglia; cugina di PESCE Francesco cl. 78, attualmente
latitante, figlio di Antonino cl. 53 e temibile successore al vertice della cosca, ricostruiva
l’intero organigramma della potente famiglia mafiosa, descrivendo il ruolo di ciascun
componente, compresi i suoi stretti congiunti;
-
riferiva circa le vicende relative alla successione al vertice della cosca, a causa della
detenzione dello zio PESCE Antonino cl. 53, precedente capo indiscusso del gruppo;
-
descriveva l’ascesa al potere del pericoloso cugino PESCE Francesco cl. 78, sottrattosi al
provvedimento coercitivo del 28.4.2010 e tuttora latitante;
-
indicava dettagliatamente attività economiche riconducibili alla cosca mafiosa, così
contribuendo al sequestro – in sede di misure di prevenzione – dell’ingente patrimonio
riconducibile direttamente o indirettamente alla cosca mafiosa, per un valore complessivo di
224 milioni di euro.
Il ruolo svolto da PESCE Giuseppina all’interno della potente famiglia mafiosa e lo stretto
legame di sangue che la lega ai sodali rendono il contributo da lei fornito eccezionalmente
significativo, nell’ambito di una realtà criminale difficilmente penetrabile e poco permeabile a
fenomeni collaborativi.
Le dichiarazioni rese dalla PESCE sono apparse analitiche e dettagliate, logicamente compatibili
con le pregresse acquisizioni investigative e riguardano sia fatti nei quali la medesima è stata
personalmente coinvolta, per avervi direttamente preso parte od assistito, sia fatti conosciuti in
via indiretta, esplicitando sempre le proprie fonti di conoscenza e mettendo, quindi, in
condizione questo Ufficio di poter avviare ogni utile verifica al riguardo.
Quanto riferito da PESCE Giuseppina, del resto, trovava importantissime conferme negli esiti di
attività di investigazione autonomamente svolte dalla polizia giudiziaria e nell’attività di
riscontro prontamente avviata, che consentiva tra l’altro il rinvenimento di ben 3 bunker, di cui
uno all’interno dell’abitazione del latitante PESCE Francesco cl. 78, nella esatta allocazione
indicata dalla PESCE, gli altri due rinvenuti all’interno delle abitazioni del latitante LEOTTA
Domenico e del suocero di questi.
Sempre su indicazione della PESCE, veniva rinvenuta e posta sotto sequestro, all’interno della
casa coniugale della donna, una pubblicazione su gradi e gerarchie della ndrangheta.
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Sotto tale profilo - e tenuto conto del già delineato contesto di acquisizioni investigative nel
quale trovava origine e sviluppo l’avviato rapporto di collaborazione - può senz’altro
sottolinearsi la rilevanza, la novità e l’attendibilità di tale collaborazione.
La collaboratrice, a conferma della genuinità della scelta collaborativa, effettuava precise e
circostanziate chiamate di correo anche nei confronti dei suoi più stretti congiunti (il padre
PESCE Salvatore, la madre FERRARO Angela, i fratelli Francesco cl. 84 e Marina),
confermando il pesante quadro indiziario nei loro confronti.
Giova ribadire che, dalla posizione privilegiata di figlia di PESCE Salvatore (fratello di PESCE
Antonino cl. 53, storico capo dell’omonima consorteria criminale), sorella di PESCE Francesco
cl. 84, dedito alle attività estorsive gestite dalla famiglia; cugina di PESCE Francesco cl. 78,
attualmente latitante, figlio di Antonino cl. 53 e temibile successore al vertice della cosca,
PESCE Giuseppina risulta essere a conoscenza dell’organigramma della potente famiglia
di ndrangheta, di cui individuava componenti e ruoli.
PESCE Giuseppina riferiva, altresì, di avere appreso dal fratello e dal marito che, all’interno
della ndrangheta esistono gerarchie e gradi, che si acquisiscono attraverso la commissione di
reati. Chi dimostra maggiore capacità criminale acquisisce il grado superiore.
La collaboratrice dichiarava che il fratello le aveva confidato di avere la “santa”.
PESCE Giuseppina riferiva, altresì, che il marito ed il fratello partecipavano ad incontri che si
tenevano a casa di Domenico Oppedisano, detto “zio Mico”. La donna precisava di avere chiesto
spiegazioni al marito sulla natura di questi incontri, il quale l’aveva però liquidata parlando di
semplici cene tra amici. PESCE Giuseppina precisava di avere compreso la reale natura di quegli
incontri, nel momento in cui Oppedisano veniva arrestato nell’ambito dell’operazione CRIMINE.
PESCE Giuseppina, infine, consentiva il rinvenimento, presso la sua abitazione (indicandone
l’esatta ubicazione), di una pubblicazione appartenuta al marito PALAIA Rocco, che tratta delle
gerarchie della ndrangheta.
Al fine di sottolineare l’eccezionale apporto conoscitivo reso da PESCE Giuseppina e la
dirompente portata dei fatti da lei narrati, appare emblematico un passo dell’interrogatorio reso
dalla donna in data 8.2.2011:
Pesce Giuseppina: “E’ uno… cioè uno… i Cacciola fanno parte, cioè, della famiglia vicino ai
Bellocco, una famiglia vicino ai Bellocco…”
Procuratore Aggiunto: “Eh, e come lo sa?”
Pesce Giuseppina: “Lo so perché, come le ripeto, le dicevo ci sono le squadre, no?, e quindi loro
sono i tifosi, ci sono le persone vicine alla famiglia Pesce, cioè ha le su famiglie, e la famiglia
Bellocco ha le famiglie di cui parlavo prima, gli Ascone, i Cacciola, adesso mi sfugge… Olivieri, e i
Cacciola sono… lui, la sua famiglia insomma, fanno parte di quelle famiglie vicine ai Bellocco,
insomma…”
Pubblico Ministero: “Questo lei come lo ha appreso?”
Pesce Giuseppina: “Sempre (incomprensibile – basso tono di voce) le squadre rivali, cioè nel senso,
si capisce no?, chi è… la persona che sta vicino ai Pesce e la persona che sta vicina ai Bellocco, è
una cosa…”
Pubblico Ministero: “Da cosa si capisce?”
Pesce Giuseppina: “Eh, cioè… è difficile spiegarlo!, non è che è una cosa… certo sicuramente lo
deve dire qualcuno, la parola si deve sentire, però si percepisce, cioè si sa che questa persona fa
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parte della famiglia vicina ai Bellocco e che non sono amici dei Pesce, è normale, cioè è una cosa…
per noi è normale, per noi è una cosa… cioè io la so ma non ho, tipo, una spiegazione da darle, cioè è
una cosa che so…”
Procuratore Aggiunto: “Cioè una cosa che lei sa in quanto cosa?”
Pesce Giuseppina: “In quanto, cioè, essendo dentro la famiglia Pesce, facendo parte della famiglia
dei Pesce, cioè sentendo discorsi magari, facendo, sentendo fare delle annotazioni: «Ah, loro hanno
questo…», cioè da questo, però sapere una cosa precisa e dire: «ah, hanno detto che…» no, però
stando dentro, stando dentro una famiglia che di questi discorsi ne senti, dove vai, anche… cioè
anche non facendone parte, non prendendo parte ai discorsi però li senti, è così!”
Procuratore Aggiunto: “Sì, sì”
Pesce Giuseppina: “Foto numero quaranta…”
Procuratore Aggiunto: “(incomprensibile – basso tono di voce)”
Pesce Giuseppina: “Eh, bisogna viverci! Non vuol dire però che si condividono, eh, questo volevo
puntualizzare…”
Procuratore Aggiunto: “No!”
Pesce Giuseppina: “…le so però non vuol dire che sono cose che… cioè, magari, fa anche male
saperli e anche male sentirli e anche respirarle”
La ‘ndrangheta raccontata da PESCE Giuseppina, pertanto, è una ‘ndrangheta “respirata”.
“Respirata” tra le mura di casa.
Tale circostanza consente di comprendere la reale portata delle dichiarazioni auto ed etero
accusatorie rese da PESCE Giuseppina, nonché la natura delle sue conoscenze.
Quanto fin qui riferito dalla PESCE rappresenta granitico riscontro e naturale completamento del
compendio investigativo raccolto nel provvedimento di fermo del 26.4.2010, in larga parte
confermato dalle ordinanze di custodia cautelare emesse dai Gip competenti e consacrate dalle
varie pronunce del Tribunale della Libertà di Reggio Calabria che ne sono seguite.
L’attività di riscontro successiva alla collaborazione è compendiata nelle note del R.O.N.I. CC di
Rc del 2 e 5 aprile 2011, in atti.
Giova qui sottolineare che l’attendibilità di PESCE Giuseppina veniva consacrata da tutti i
Giudici della fase cautelare che sono stati chiamati a valutare le sue dichiarazioni:
-
Gip presso il Tribunale di Palmi competente per le convalide dei fermi eseguiti il 23
novembre 2010 ed emessi proprio sulla base delle dichiarazioni accusatorie rese dalla
PESCE (occ del 26 novembre 2010);
Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria adito ex art. 27 c.p.p. (occ del 13 dicembre 2010);
Tribunale della Libertà di Reggio Calabria adito ex art. 309 c.p.p. dalle difese dei vari
indagati.
Ma veniamo agli ultimi recenti sviluppi: dopo 6 mesi di proficua collaborazione, PESCE
Giuseppina, improvvisamente, nel corso dell’interrogatorio in data 11 aprile 2011, interrompeva
la collaborazione con la A.G., rifiutandosi di firmare il verbale illustrativo e avvalendosi della
facoltà di non rispondere.
PESCE Giuseppina, come già visto, ha collaborato proficuamente con la A.G. per 6 mesi e le sue
dichiarazioni sono state riscontrate e ritenute attendibili da tutti i Giudici chiamati a valutarle.
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Cosa è improvvisamente accaduto:
- con missiva datata 2 aprile 2011 (prodotta in atti) indirizzata al Gup presso il Tribunale RC e
trasmessa all’Ufficio di Procura (soltanto) il 12 aprile 2011, PESCE Giuseppina manifestava la
volontà di interrompere la collaborazione con la A.G, dichiarando di essere stata indotta a
rendere dichiarazioni false dagli organi inquirenti;
- in data 4 aprile 2011 veniva sottoposta ad interrogatorio del PM (che non era ancora a
conoscenza dell’esistenza della missiva) e rispondeva regolarmente alle domande, proseguendo
il suo proficuo apporto collaborativo;
- nel corso dell’interrogatorio del 11 aprile 2011, PESCE Giuseppina dichiarava di voler
interrompere la collaborazione con la A.G. ed alla domanda del PM se quanto dichiarato nei
precedenti interrogatori corrispondesse o meno alla verità, si avvaleva della facoltà di non
rispondere.
Contrariamente a quanto sostenuto nella missiva del 2 aprile 2011, pertanto, la donna non
sosteneva di aver precedentemente reso dichiarazioni false ma, a specifica domanda del Pm sul
punto, si avvaleva della facoltà di non rispondere.
Per quanto attiene, infine, le motivazioni sottostanti tale decisione, la stessa PESCE, in sede di
interrogatorio del 11 aprile 2011, ammetteva di avere intrattenuto, nel corso della collaborazione,
continui contatti telefonici con la madre FERRARO Angela, la sorella PESCE Marina ed i
familiari del marito PALAIA Rocco (tutti coimputati nel procedimento ALL INSIDE, nei cui
confronti la PESCE aveva reso dichiarazioni accusatorie) e che i familiari del marito le avevano
offerto sostegno economico per le spese legali e per tutto ciò di cui – rinunciando alla protezione
dello Stato – avrebbe necessitato per sé ed i figli minori.
I continui contatti tra Giuseppina PESCE ed i familiari venivano, altresì, confermati dalla sorella
PESCE Marina, nel corso dell’interrogatorio di garanzia innanzi al Gup di Reggio Calabria, in
data 17 aprile 2011.
Il 10 giugno 2011, PESCE Giuseppina veniva tratta in arresto dai Carabinieri di Aprilia per
evasione dagli arresti domiciliari.
Successivamente, PESCE Giuseppina chiedeva di essere sentita dal PM.
Nel corso degli interrogatori innanzi ai PM del 7 luglio e 2 agosto 2011, PESCE Giuseppina
spiegava le motivazioni che l’avevano indotta a interrompere l’attività di collaborazione con la
A.G. ed esprimeva la volontà di riprendere il percorso collaborativo intrapreso.
La donna dichiarava di essere stata indotta a retrocedere dalla collaborazione, in quanto, la scelta
collaborativa non era stata condivisa dai figli, in particolare, dalla figlia maggiore, Angela.
La ragazza aveva così ripreso i contatti con la famiglia di origine del padre PALAIA Rocco, i cui
componenti l’avevano indotta ad influire sulla decisione della madre.
Contemporaneamente, i PALAIA ed, in particolare, PALAIA Gaetano e PALAIA Gianluca,
rispettivamente suocero e cognato di PESCE Giuseppina, avevano offerto alla donna sostegno
(anche) economico, nel caso in cui avesse deciso di interrompere la collaborazione con la A.G.
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La donna, dietro le pressioni dei figli, aveva quindi accettato.
I PALAIA le avevano così nominato un nuovo difensore di fiducia (dagli stessi retribuito),
insieme al quale veniva concertata l’interruzione della collaborazione con la A.G. (attraverso la
missiva del 2 aprile 2011), nonché la campagna stampa su un quotidiano locale.
Dal 7 luglio 2011, PESCE Giuseppina riprendeva la collaborazione con la A.G.
Da quella data, la donna veniva sottoposta ad una serie di interrogatori, nel corso dei quali
confermava tutte le dichiarazioni rese in precedenza.
Nel corso dell’interrogatorio del 13 dicembre 2011, PESCE Giuseppina specificava, altresì, che
tra i motivi che l’avevano indotta ad interrompere la collaborazione con la A.G. vi erano stati
anche i seri timori per l’incolumità dei suoi tre figli minori.
La collaboratrice raccontava, infatti, che, alla data del 11 aprile 2011, i cognati l’avevano
raggiunta presso il domicilio protetto e, mentre lei rendeva interrogatorio innanzi al P.M., questi
erano rimasti in compagnia dei tre minori ad attendere il suo rientro.
PESCE Giuseppina precisava di non essere stata minacciata espressamente dai familiari del
marito, ma di essere assolutamente consapevole che se quel giorno avesse regolarmente risposto
alle domande del PM, non avrebbe più rivisto i figli.
La collaboratrice riferiva che le precise disposizioni che aveva ricevuto dai cognati e dal loro
legale di fiducia erano:
- chiedere al Pm l’interruzione dell’interrogatorio e l’immediato intervento del legale di fiducia
dei PALAIA;
- rifiutare la firma del verbale illustrativo;
- dichiarare di avere precedentemente raccontato circostanze non rispondenti alla realtà.
PESCE Giuseppina, in quella occasione, osservava solo in parte alle disposizioni ricevute: non
richiedeva, infatti, l’intervento del legale dei PALAIA ed alla domanda se quanto dichiarato
corrispondesse o meno alla verità, come già visto, si avvaleva della facoltà di non rispondere.
Tale atteggiamento, però, si rivelava sufficiente a garantirle il ricongiungimento con i tre figli
minori.
In data 21 dicembre 2011, infine, PESCE Giuseppina sottoscriveva il verbale illustrativo della
collaborazione ex art. 16 quater d.l. 8/1991 convertito con modificazione nella l. 82/1991,
modificata con la l. 45/2001.
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LE DICHIARAZIONI DI PESCE GIUSEPPINA SU SAVERIO
MARAFIOTI
Nel corso dell’interrogatorio del 12 ottobre 2011, PESCE Giuseppina15 rendeva rilevanti
dichiarazioni sul conto di MARAFIOTI Saverio, definendolo uomo fidato della cosca
PESCE:
“una persona di fiducia, insomma… è una persona di cui si fidano”.
La donna precisava che MARAFIOTI (di cui effettuava il riconoscimento fotografico) era stato il
“muratore” che aveva effettuato le opere di manutenzione del bunker in cui – nel novembre del
2005 – era stato arrestato dai Carabinieri il padre, PESCE Salvatore16:
“io ricordo che lavorava dove poi è stato trovato il bunker”.
Si riporta, di seguito, il testo integrale dell’interrogatorio sul punto:
(…)
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
padre”
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
“Foto numero dodici”
“Sì”
“Lo conosco...”
“E’ di Rosarno quindi?”
“Sì, se non sbaglio lavora da muratore”
“Sì”
“L' ho visto più volte...”
“Dove? In quale contesto?”
“L' ho visto più volte vicino... sì, se non sbaglio da mia nonna”
“Da sua nonna, la Bonarrigo?”
“Sì, ha fatto qualche lavoro lì”
“Nella casa della nonna?”
“Sì”
“E questi lavori, che lei ricorda, a quanto tempo fa risalgono?”
“2005/2006”
“2005/2006. Ricorda che tipo di lavori fece?”
“Allora, io ricordo che lavorava dove poi è stato trovato il bunker”
“Sì. A quale bunker si sta riferendo lei, perché ne abbiamo trovati
più di uno, per essere precisi per la registrazione”
“No, quello che hanno trovato quando hanno arrestato mio
“Ah, ecco. Quindi quando arrestarono suo padre...”
“Mio padre”
“...Pesce Salvatore trovarono... rinvenirono un bunker...”
“Sì”
“...e lei ricorda che...”
“Un po’ di tempo prima...”
15
PESCE Giuseppina nata a Gioia Tauro il 24.09.1979.
16
PESCE Salvatore inteso “u babbu” nato a Rosarno il 16.07.1961, in atto detenuto.
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Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
“Sì”
“...io l’avevo visto lì”
“E scusi, il bunker che venne rinvenuto quando...”
“Quando hanno arrestato mio padre”
“...venne arrestato suo padre, visto...”
“Nel duemila... nel novembre del... mio padre è stato... è stato
novembre del 2005”
“E dov’era ubicato?”
“Eh... praticamente mia nonna aveva due... aveva una casa
all’inizio, no?, tipo, è sempre stata in quella casa...”
“Sì”
“...però poi negli anni ha fatto una casa di fronte a quella...”
“Sì, sì”
“...quindi è nella parte vecchia della casa di...”
“Della parte abitata per primo...”
“...dove abitava mia nonna”
“...era stato trovato questo bunker”
“Sì”
“E questo signore lavorava a questi lavori del bunker?”
“Io... Sì, io l' ho visto... sì, prima de... prima dell’arresto, insomma
è stato”
“Di suo padre. Lavorare lì dove poi è stato trovato il bunker”
“Sì, sì, perché io me lo ricordo sempre che stava... sempre vestito
da lavoro, insomma, non so chi è, non so come si chiama”
“Non si ricorda come si chiama”
“No, no”
“Però se... lo riconduce con certezza ai lavori fatti in quella casa al
rinvenimento del bunker”
“Sì, sì”
“Quindi lui potrebbe aver lavorato al bunker, è questo che intende
dire? Bunker già rinvenuto poi dalle forze dell’ordine in
occasione...”
“Sì, fu trovato... sì”
“Era il bunker dove si rifugiava suo padre?”
“Sì”
“Quindi siamo... ha detto, dicembre 2005”
“2005. Che hanno trovato mio padre, l' hanno trovato a novembre
del 2005”
“E che lei invece vide lavorare a quello che poi scoprirà...”
“E’ stato prima”
“...essere un bunker?”
“E’ stato tra agosto... luglio/agosto”
“Di quello stesso anno”
“Sì”
“Ma quando lei lo vide lavorare sapeva cosa stava realizzando...”
“No, sapevo che stava lì dentro, però infatti... cioè, chiedevo, dato
che la casa era vecchia, cosa doveva fare, insomma, però era un
lavoro non... infatti, tipo, stava nascosto, tipo... lasciava sempre la
porta chiusa quando ci stavano i lavori...”
“Sì, dice, gli operai stavano con la porta...”
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Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Voce Maschile:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
“No, no, era solo lui”
“Solo lui, lavorava da solo. Ma avevate parlato in famiglia di quali
lavori si stessero facendo in quel periodo...”
“No”
“...era un argomento che avevate...”
“No, no, no”
“...appreso o l' ha concluso lei, insomma, che lei...”
“Sì, sì, ho concluso perché, insomma, visto il movimento, essendo
che io lavoravo lì eh... al supermercato e quindi...”
“Quindi ricordiamo, la parte vecchia di... di... della casa di sua
nonna quanto dista dal supermercato dove lavorava?”
“Dieci, quindici metri”
“Quindi lei, diciamo, quotidianamente...”
“Sì, la finestra... la porta affacciava verso la casa”
“Quindi lei l' ha visto più volte...”
“Sì, sì, sì”
“...questo signore lavorare...”
“(incomprensibile per sovrapposizioni di voci)”
“(incomprensibile per sovrapposizioni di voci)”
“Sì, sì”
“Quanto tempo saranno durati questi lavori?”
“Un quindici giorni, quindici, venti giorni, così”
“Qualche mese prima della fine dell’anno e poi a novembre
trovano suo padre, ma suo padre stava dentro quel bunker?”
“Sì”
“Quindi è stato trovato...”
“Sì, sì, sì”
“...dentro quel bunker”
“Una mattina, sì, era sempre là”
“Oltre questo episodio lo ricorda, lo collega ad altri episodi?”
“L' ho visto anche in altri posti, ma adesso non... cioè proprio...
tipo, è una persona di fiducia, insomma, è una persona di cui si
fidano”
“Sempre dica il soggetto, chi è che si fida, cioè lei dice: «Una
persona di fiducia», chi”
“La famiglia, la famiglia in generale, quando si fa...”
“La famiglia Pesce intende?”
“Sì, sì, sì”
“Quindi una persona vicina...”
“Sì”
“...persona di fiducia”
“Sì”
“Perché certo per costruire un bunker bisogna chiamare una
persona di fiducia”
“Certo, e sì! ma io lo ricordo proprio lì, di averlo visto lì”
“(incomprensibile – basso tono di voce)”
“Non si ricorda il nome però è certa di questa...”
“No”
“...circostanza”
“Non mi viene il nome”
105
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
(…)
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
bunker...”
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
insomma...”
Pubblico Ministero:
dove...”
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
“E lei ha mai saputo della costruzione di altri bunker, oltre quello a
casa di sua nonna che serviva a suo padre?”
“No”
“Se ricorda, se ha saputo che stessero costruendo altri bunker oltre
quello di cui ci ha parlato, che lei ricollega a questo personaggio
della foto numero dodici, ha saputo di altri bunker, piuttosto che di
altri lavori fatti da questo personaggio in casa dei Pesce?”
“No”
“Però questo lo ricollega con certezza al bunker...”
“Sì”
“...rinvenuto, all’interno del quale fu rinvenuto suo padre. E’ di
Rosarno questo signore...”
“Sì”
“Lui quando l'ho visto nel bunker era da solo lì, (incomprensibile
per sovrapposizioni di voci) quando ha fatto i lavori, adesso io non
l' ho visto... ero lì, l' ho visto in quella casa, presumo che sia...”
“Perché l' ha visto poco tempo prima del rinvenimento del
“Sì, sì”
“...per questo lei...”
“Ecco, ecco, lo collego a quello, sì”
“...l' ha collegato...”
“però io, cioè, fisicamente non l' ho visto lì, insomma, giù alla...
proprio al bunker”
“Certo, però l' ha visto lavorare lì”
“Sì, sì, sì, l' ho visto lì, ho visto che stava facendo un lavoro in una
casa vecchia...”
“Ecco, vestito da lavoro...”
“Sì, sì”
“...lo vedeva con la calce...”
“Sì, sì, sì, sempre macchiato, sì, con la calce...”
“Sì, stava lavorando, stava facendo lavori di muratura...”
“Sì, sì, con quelle tute blu, queste, proprio, tute da lavoro,
“Stava facendo lavori in muratura in quel posto, esattamente
“Sì”
“...qualche mese dopo è stato trovato il bunker...”
“Sì, sì, sì”
All’esito della lettura della leggenda di cui all’album sottopostole in visione, PESCE Giuseppina
riusciva a ricordare il nome del soggetto effigiato alla foto n. 12:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
“Sì, Marafioti, Saverio, sì, il nome più che altro”
“Il nome di battesimo”
“Il nome”
“E lo ricollega alla persona...”
“Sì, sì”
“...che ha riconosciuto come colui che...”
106
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Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
(…)
“Sì”
“...faceva i lavori edili presso casa di sua nonna?”
“Sì”
PESCE Giuseppina, pertanto, era sicura del fatto che MARAFIOTI Saverio avesse
lavorato all’interno del bunker occultato in una vecchia abitazione della nonna
BONARRIGO Giuseppa17:
“… io ricordo che lavorava dove poi è stato trovato il bunker…quello che hanno trovato quando
hanno arrestato mio padre”.
Le dichiarazioni di PESCE Giuseppina confermano il ruolo di fiducia ricoperto da MARAFIOTI
all’interno degli ambienti mafiosi di Rosarno:
“…è una persona di fiducia, insomma, è una persona di cui si fidano…”).
PESCE Giuseppina, in tal modo, offriva pertanto un’eccezionale conferma alle dichiarazioni rese
da CACCIOLA Maria Concetta sul punto.
La collaboratrice di giustizia, nel prosieguo, commentava l’episodio relativo all’arresto del
padre, precisando che il bunker in cui era stato catturato PESCE Salvatore
“stava lì da trent’anni”
e che, quindi, MARAFIOTI Saverio si era limitato a fare dei lavori di manutenzione
“evidentemente avrà fatto delle… lavori di ritocco”:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
“Ma non solo io, cioè c’è... c’era mia nonna anche che diceva:
«Questo bunker è da trent’anni che sta qua e non l' ha mai trovato
nessuno, adesso lui ha visto il movimento e sono arrivati...»”
“Quindi sua nonna...”
“Mia nonna lo accusava proprio”
“...aveva il bunker che stava lì da trent’anni...”
“Sì, sì, sì, da trent’anni, sì”
“E questo come si concilia col fatto che lei ha visto Saverio Marafioti
lavorare...”
“Evidentemente avrà fatto delle... lavori di ritocco”
“Ah, l’avrà rimodernato, insomma, aggiustato”
“Uh”
“In questo senso”
“Eh, non si può fare un bunker in quindici giorni, penso”
“Non lo so, mi dica lei, in quanto si fa un bunker”
“Eh, non penso che si fa in quindici giorni, con i confort che ci
mettono, aria condizionata, cose”
(…)
17
BONARRIGO Giuseppa nata a Rosarno il 04.11.1926.
107
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RISCONTRI ALLE DICHIARAZIONI RESE DA PESCE GIUSEPPINA
Come già detto, PESCE Giuseppina è già stata dichiarata attendibile da tutti i Giudici della
cautela che si sono occupati delle sue dichiarazioni.
Sulle dichiarazioni rese in data 12 ottobre 2011, gli investigatori hanno raccolto i seguenti
specifici riscontri (v. annotazione Reparto Operativo – Nucleo Investigativo e ROS CC di
Reggio Calabria depositata in data 15 novembre 2011):
PESCE Salvatore, detto “u babbu”, veniva localizzato ed arrestato dai Carabinieri del Comando
Provinciale di Reggio Calabria nel mese di novembre 2005, nascosto all’interno di un bunker
realizzato in un caseggiato sito alla via Empoli n. 1 di Rosarno, di proprietà della madre
BONARRIGO Giuseppa.
PESCE Giuseppina aveva dichiarato che, pochi mesi prima (“luglio/agosto”) dell’arresto del
padre, aveva notato che MARAFIOTI “lavorava dove poi è stato trovato il bunker”; i sospetti
della donna in merito alla presenza del muratore a casa della nonna erano dettati oltre che
dall’atteggiamento tenuto da quest’ultimo “stava nascosto, tipo... lasciava sempre la porta
chiusa quando ci stavano i lavori...” anche dal fatto che l’immobile in cui il MARAFIOTI stava
lavorando era una “casa… vecchia”.
La collaboratrice forniva, inoltre, alcune precisazioni sullo stato dei luoghi, sostenendo che il
bunker in cui era stato catturato il padre “stava lì da trent’anni” e che, quindi, il MARAFIOTI
Saverio doveva avere effettuato lavori di manutenzione (“evidentemente avrà fatto delle… lavori
di ritocco”).
Il contenuto del verbale di sopralluogo redatto il giorno dell’arresto del latitante riscontra
pienamente le dichiarazioni della collaboratrice.
La donna ha riferito di una “casa… vecchia”; i militari verbalizzanti definivano l’abitazione
all’interno della quale era occultato il nascondiglio sotterraneo “strutturalmente fatiscente18”.
Le numerose fotografie19 riproducenti lo stato dei luoghi ed alcune apparecchiature lì installate
dimostrano, inoltre, che quel bunker trentennale (“stava lì da trent’anni”) era stato recentemente
ristrutturato ed accessoriato con “…un piccolo frigorifero funzionate… un condizionatore
d’aria… un aeratore elettrico munito di ventola… un lettore DVD, un decoder digitale ed uno
schermo LCD… un calorifero elettrico… una piccola radio a muro di colore bianca…”20.
Il bunker, pertanto, era stato recentemente ristrutturato, come riferito la collaboratrice PESCE
Giuseppina in data 12 ottobre 2011.
18
Dal verbale di sopralluogo, in All. n. 21: “…Varcata, dunque, la soglia del cancello di ingresso provenienti da via Empoli, sulla nostra destra rileviamo un immobile ad
un piano f.t., strutturalmente fatiscente a forma rettangolare con i lati piccoli paralleli alla summenzionata Via, realizzato con mattoni forati ed avente come copertura
un tetto realizzato da blocchi di lamiera. Proseguendo in avanti, verso l’interno, l’immobile presenta una porta di acceso formata da due larghe ante in ferro di colore
rosso con sfumature chiare, che aprono verso l’interno. Varcato la soglia del predetto ingresso…sulla porzione terminale Dx della parete sinistra da un terzo ingresso,
che immette in un vano adibito a stanza da letto in disuso. Su quest’ultimo vano precisamente sul quadrante anteriore Sx del pavimento, veniva rinvenuto una botola
mimetizzata all’ambiente, ad apertura idraulica elettrica scorrevole verso sinistra su due binari, che immette attraverso una scala in ferro in un vano sotterraneo
adibito a bunker…”.
19
Vds. immagini del verbale di sopralluogo datato 11.11.2005, in All. n. 22.
20
Tratto dal verbale di sopralluogo, già in All. n. 21.
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IL SEQUESTRO DEL “PIZZINO” SCRITTO DA PESCE FRANCESCO
Come già accennato, le complesse indagini condotte attraverso un’ampia piattaforma tecnica
coniugata a numerosi servizi di O.C.P. permettevano, nella serata del 9 agosto 2011, di giungere
alla cattura di PESCE Francesco inteso “testuni”.
Il giovane boss – già inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi – aveva trovato rifugio
all’interno di un bunker abilmente occultato sotto un piazzale di cemento armato, protetto da una
botola telecomandata e costruito all’interno della “DEMOLSUD di Pronestì Antonio & C.
s.a.s.”.
Il nascondiglio in argomento era un vero e proprio appartamento dotato di tutti i conforts
(impianto di climatizzazione ed hi-fi, televisore, frigorifero, vini, giornali e riviste…) ed era
tutelato da una cornice di sicurezza composta da ben sedici telecamere a circuito chiuso.
Nella circostanza, veniva tratto in arresto anche PRONESTÌ Antonio21, proprietario della ditta
in argomento e possessore di un telecomando per l’apertura della botola del bunker, per il reato
di favoreggiamento personale aggravato dall’art. 7 della Legge nr. 203/1991.
Sia PESCE Francesco che PRONESTÌ Antonio, dopo gli adempimenti di rito, venivano tradotti
presso la Casa Circondariale di Palmi.
La sera del 11.08.2011, presso la Casa Circondariale di Palmi, si realizzava un eccezionale
risultato investigativo: la Polizia Penitenziaria procedeva al sequestro di un biglietto
manoscritto, che PESCE Francesco, in partenza per altro penitenziario, aveva tentato di
consegnare ad un altro detenuto rosarnese, tale GIOVINAZZO Salvatore22.
Il contenuto delle relazioni di servizio redatte dalla Polizia Penitenziaria chiariva sin
dall’immediatezza i contorni della vicenda.
In particolare, l’agente che aveva materialmente assistito al passaggio di mano del “pizzino”
testualmente riferiva:
““… alle ore 19.45 venivo chiamato… per fare preparare il detenuto Pesce Francesco, in
quanto lo stesso doveva essere accompagnato presso la sala perquisizioni per il controllo degli
indumenti e varie, in quanto, partente. Alle ore 20.10… nel fare uscire il detenuto Pesce
Francesco, dalla propria cella, mi accorgevo che lo stesso, in modo molto discreto, consegnava
un biglietto nella mano del detenuto Giovinazzo Salvatore… Dopo quanto accaduto provvedevo
immediatamente a rinchiudere il detenuto Pesce Francesco nella propria cella e a farmi
consegnare il biglietto del detenuto Giovinazzo Salvatore.
In seguito, il detenuto Pesce Francesco mi supplicava di dargli il biglietto, dicendomi testuali
parole: “DATEMI STU BIGLIETTO C’A GIÀ SUGNU ROVINATO, vi giuru c’a u sciancu
davanti a vui”…“” 23.
21
PRONESTÌ Antonio nato Villefranche S.S. (Francia) il 27.03.1967.
22
GIOVINAZZO Salvatore nato a Rosarno il 11.10.1975.
23
Vds. relazione, in All. n. 1.
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Successivamente, alla luce della caratura criminale del detenuto e della “delicata situazione” che
si era venuta a creare, veniva informato il Comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria che
giungeva subito dopo in Istituto e dava “disposizione di perquisire il detenuto PESCE
Francesco…”.
Il giovane PESCE non demordeva e “…durante il tragitto… chiedeva continuamente di
strappare il bigliettino in quanto era rovinato di suo e con il suddetto biglietto si aggravava di
molto la sua posizione giudiziaria...”.
Il personale operante scriveva che durante le operazioni di perquisizione “il detenuto era
nervoso e tanto preoccupato, solo ed esclusivamente per il rinvenimento del bigliettino”, tanto
che “il Comandante… disponeva l’immediato allocamento del detenuto presso il reparto
infermeria” 24.
La vicenda sopra ricostruita poneva in luce, sin dall’immediatezza, sia la natura criminale delle
disposizioni impartite da PESCE Francesco nel “pizzino”, che la caratura dei destinatari delle
stesse: il giovane boss – consapevole dell’imminente trasferimento in struttura penitenziaria
lontana dal territorio d’origine e della possibile applicazione del regime detentivo di cui all’art.
41bis Ord. Pen. (effettivamente verificatasi in data 13.8.2011), con conseguente captazione dei
colloqui in carcere – si era premurato di impartire gli ordini essenziali per il mantenimento
dell’operatività dell’associazione criminale da lui comandata, spiazzata dal suo recente arresto.
Tale ipotesi investigativa prendeva ulteriore corpo già qualche giorno dopo il sequestro del
pizzino, quando, in data 25 agosto 2011, l’agente che aveva proceduto al sequestro del biglietto
subiva l’incendio della propria autovettura privata “con modalità tali… da lasciar presagire con
ragionevolezza l’intervento doloso di terzi”25.
Il giorno successivo, inoltre, il detenuto GIOVINAZZO Salvatore – evidentemente colpevole di
aver consegnato il manoscritto alla guardia – veniva “accerchiato da una decina di altri
detenuti”26 e solo l’intervento della Polizia Penitenziaria interrompeva un vero e proprio
“linciaggio”.
La nota informativa27, del 27.08.2011 del comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria di
Palmi evidenziava che i due eventi delittuosi di cui sopra erano correlati e costituivano la
ripercussione di quanto accaduto la sera del 11.08.2011: l’incendio della macchina e
l’aggressione al detenuto erano la logica conseguenza di “un avvenimento che evidentemente ha
avuto estremo risalto negli ambienti ‘ndranghetistici della Cosca Pesce” 28.
L’aggressione perpetrata ai danni di GIOVINAZZO Salvatore nel cortile passeggi, la mattina del
25.08.2011, non era stato un episodio casuale, bensì la manifestazione concreta della “dura
condanna nei confronti del GIOVINAZZO per aver ceduto il pizzino al Poliziotto
Penitenziario che gli ordinava di consegnarglielo. Evidentemente, per i sodali di Pesce
Francesco, il GIOVINAZZO mai avrebbe dovuto obbedire all’ordine ricevuto, ma distruggere
piuttosto il pizzino…”29.
24
Vds. relazione, in All. n. 2.
25
Vds. nota informativa, in All. n. 4.
26
Vds. relazione di servizio, in All. n. 5.
27
Vds. nota informativa, già in All. n. 4.
28
Ibidem.
29
Ibidem.
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Evidentemente, l’ordine di scuderia impartito ai detenuti era che il giovane rosarnese dovesse
pagare l’affronto patito da PESCE Francesco e “solo la presenza solerte e la celerità della
Polizia Penitenziaria ha evitato che l’infausto episodio producesse danni ben più gravi delle –
già di per sé non trascurabili – percosse patite dal detenuto” 30.
Le valutazioni degli agenti di vigilanza presenti sul posto al momento dell’aggressione, infatti,
convergevano nel descrivere l’episodio come un tentativo di “linciaggio”, ad opera di un vero e
proprio commando (“una decina di detenuti”).
GIOVINAZZO, pur riportando “escoriazioni al dorso e narici del naso, discromie rossastre…
escoriazioni al gomito sx superficiale”31 negava decisamente di essere stato aggredito e
sosteneva essersi trattato di una caduta accidentale: “benché questi abbia recisamente negato
responsabilità di terzi… le relazioni del Personale in servizio lasciano ben pochi margini di
elucubrazione, relegando le di lui dichiarazioni a quel classico stile omertoso di negare gli
eventi che gli appartenenti alla ‘ndrangheta tanto pervicacemente perseguono”32.
Il sequestro del pizzino aveva, pertanto, scatenato una reazione a catena che andava ben oltre la
posizione processuale del singolo detenuto PESCE Francesco, investendo gli equilibri criminali
dell’intera famiglia mafiosa.
Il clima di tensione creato all’interno del carcere era talmente palpabile per gli operatori
penitenziari che veniva avanzata richiesta di trasferimento per tutti i sodali della cosca PESCE:
“le drammatiche dinamiche che ormai si sono create tra gli appartenenti alla cosca Pesce e
questa struttura Penitenziaria e questo Reparto in particolare” fanno ritenere “che sia
impossibile, se non a rischio di gravissime ripercussioni, che gli stessi continuino ad essere quivi
ristretti ovvero quivi appoggiati per processo” 33.
Lo stesso giorno, il Direttore dell’Istituto richiedeva al Provveditorato Regionale dell’A.P.
“l’urgente trasferimento del detenuto” GIOVINAZZO Salvatore “per motivi di incolumità
personale”34.
La conferma della corretta interpretazione degli accadimenti da parte della Polizia Penitenziaria
di Palmi giungeva qualche giorno dopo, nel corso del colloquio in carcere del 19 agosto 2011 del
detenuto CONSIGLIO Giuseppe, nato a Rosarno (RC) il 01.01.1952 (v. annotazione di servizio
n. 32/N del 24.8.2011 del Reparto Polizia Penitenziaria di Palmi).
CONSIGLIO Giuseppe
GIOVINAZZO Antonina
CONSIGLIO Annunziata
CONSIGLIO Francesco
[…]
= Giuseppe
= Antonina
= Antonina
= Francesco
= Frasi irrilevanti
Inizio intercettazione ambientale ore 09.12’.41”
Dalle ore 09.12’.41” alle ore 09.21’.04” irrilevante + incomprensibile
30
Ibidem.
31
Vds. certificazione sanitaria, in All. n. 6.
32
Vds. nota informativa, già in All. n. 4.
33
Ibidem.
34
Vds. lettera, in All. n. 7.
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Dalle ore 09:21:05” alle ore 09:22:07”
Giuseppe:
Francesco:
Giuseppe:
Antonina:
Francesco:
Giuseppe:
Antonina:
Giuseppe:
Francesco:
Giuseppe:
Antonina:
Giuseppe:
Antonina:
Giuseppe:
Antonina:
Giuseppe:
(Rivolgendosi al figlio Francesco) Lo sai che ha combinato?
Chi?
(Abbassando sensibilmente il tono di voce) (Incomprensibile) Pepparedu
(fonetico) Pisci (fonetico)?
Mh.
(Rivolgendosi alla madre) Zitta.
(Rivolgendosi al figlio Francesco e abbassando sensibilmente il tono di voce)
(Incomprensibile) Pepparedu (fonetico) Pisci (fonetico). Ha dato un biglietto a
Turi. Lo pizzica la guardia.
E adesso a quello lo hanno cacciato?
(Rivolgendosi alla moglie e facendole cenno di tacere) Lo hanno mandato… non
so. (Rivolgendosi nuovamente al figlio Francesco) Lo hanno pizzicato e gli
hanno fatto rapporto. Ha mandato un’ambasciata Ciccio, di non parlarlo
nessuno nell’aria (riferimento al cortile passeggi, luogo in cui i detenuti
usufruiscono dell’ora d’aria). Queste non sono cose.
Di non?
Di non parlare nessuno con Salvatore, all’aria (riferimento al cortile passeggi,
luogo in cui i detenuti usufruiscono dell’ora d’aria). Ha mandato l’ambasciata a
Pepparedu. Non sono cose.
(Rivolgendosi al marito) Apposta… apposta che…
(Rivolgendosi al figlio Francesco) ma (incomprensibile) la metà… più della metà
gli parla.
(Rivolgendosi al marito) Sì, ma questo sai perché? Apposta… apposta che a
quello lo hanno cacciato.
(Rivolgendosi al figlio Francesco) Non solo che ha preso… non solo che ha
preso… coso… rapporto. Ancora, ha mandato l’ambasciata: all’aria
(riferimento al cortile passeggi, luogo in cui i detenuti usufruiscono dell’ora
d’aria) di non parlarlo. È sbagliato. Meno male che non sono andato per là,
sennò lo avrebbe dato a me e avrebbero pizzicato me. Però più della metà gli
parla, gli pare male pure per me stesso.
(Rivolgendosi al marito) Ma questo… il più sai perché? Perché questo qua
dice: “Per te mi hanno cacciato”.
(Rivolgendosi al figlio Francesco) Questi cristiani qua… li vedi questi cristiani
qua? (Abbassando sensibilmente il tono di voce) Alla larga.
Gli interlocutori, pertanto, nel commentare il rinvenimento del biglietto, citavano le direttive
impartite da PESCE Francesco cl. 78 finalizzate ad “isolare“ il detenuto GIOVINAZZO
Salvatore, colpevole di avere consegnato il “pizzino” all’agente di custodia.
Emblematiche le parole pronunciate dal detenuto CONSIGLIO, a conferma del potere esercitato
da PESCE Francesco, le cui direttive non avrebbero potuto essere disattese, né messe in
discussione:
“Meno male che non sono andato per là, sennò lo avrebbe dato a me e avrebbero pizzicato
me”.
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ANALISI DEL PIZZINO SCRITTO DA PESCE FRANCESCO
Si passa ora a compiutamente analizzare il contenuto del biglietto consegnato da PESCE
Francesco cl. 78 al detenuto GIOVINAZZO, all’evidente fine di trasmettere all’esterno del
carcere le sue volontà.
L’eccezionale rinvenimento ha rappresentato, al contempo, granitica conferma della associazione
di MARAFIOTI Saverio alla cosca PESCE, nonché prova della partecipazione degli altri
indagati sopra indicati alla potente cosca di ndrangheta.
Sin dall’immediatezza, sul contenuto del “pizzino” si sono concentrati gli sforzi investigativi,
nella assoluta consapevolezza dell’importanza del biglietto e dei messaggi ivi contenuti.
Il testo del “pizzino” contiene, infatti, una serie di nominativi e precise direttive impartite dal
giovane boss ai sodali in libertà, che hanno consentito lo svelarsi delle logiche interne alla cosca
e la successione al vertice della stessa.
La reazione di PESCE Francesco al rinvenimento del biglietto da parte della Polizia
Penitenziaria, nonché il successivo pestaggio subito dal detenuto GIOVINAZZO – reo di non
averne impedito il sequestro - confermano tale interpretazione.
Il testo del “pizzino” può essere ripartito in quattro sezioni corrispondenti ad altrettante precise
direttive:
1) la prima parte riportava i nomi di sei soggetti - “ROCCO MESSINA, PINO ROSPO,
MUZZUPAPPA NINAREDO, FRANCO TOCCO, DANILO, PAOLO DANILO - e si conclude
con una precisa indicazione riguardante il latitante PESCE Giuseppe cl. 80, fratello di
PESCE Francesco cl. 78: “FIORE PER MIO FRATELLO”
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2) nella seconda parte del pizzino PESCE Francesco disponeva che “BIASE” consegnasse ad
una donna straniera (“POLACCA”) del denaro; la mancata determinazione della somma,
indicata genericamente con il termine “SOLDI”, dimostra che si trattava di un
riconoscimento economico prestabilito e caratterizzato dalla continuità nel tempo, il cui
importo doveva essere stornato da alcuni assegni (“ASS. FORTUG.”)
3) la terza indicazione riguardava l’affiliazione (“SANTINO”) di un nuovo soggetto tra gli
uomini d’onore della cosca. L’aspirante veniva indicato genericamente come “GEOMETRA
LUCA”:
4) nella parte conclusiva del biglietto veniva indicato il nome di colui che avrebbe dovuto
trasmettere fuori dal carcere il biglietto, nonché l’esecutore delle volontà del giovane boss
(“SAVERIO TUO COGNATO”). L’ordine impartito dal PESCE era chiaro: una cospicua
somma di denaro (“I 7”), normalmente introitata nella cassa della cosca tramite “PEPPE
RAO”, da quel momento, doveva essere destinata al suo nucleo familiare (“LI DA A ME”)
I SOGGETTI MENZIONATI NEL “PIZZINO”
Nel corpo del manoscritto si faceva riferimento complessivamente a ben 14 soggetti indicati in
modo più o meno esplicito mediante l’associazione nome/cognome, oppure per nome,
pseudonimo ovvero pronome personale.
Già da una prima lettura, il pizzino risultava di chiara interpretazione: PESCE Francesco,
intuendo un imminente trasferimento dalla Casa Circondariale di Palmi e temendo che eventuali
suoi colloqui in carcere potessero essere sottoposti a monitoraggio da parte della A.G., si
premurava di impartire gli ordini essenziali per il mantenimento dell’operatività della cosca –
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spiazzata dal suo recente arresto – e le disposizioni necessarie a garantire sostegno economico a
persone (polacca) a lui evidentemente vicine.
Come già visto, il “pizzino” conteneva, innanzitutto, sei nomi di persona: “ROCCO MESSINA,
PINO ROSPO, MUZZUPAPPA NINAREDO, FRANCO TOCCO, DANILO, PAOLO DANILO”
e, subito dopo, l’espressione: “FIORE PER MIO FRATELLO”.
E’ apparso, pertanto, sin da subito che quell’elenco di nomi non potesse che rappresentare una
formale investitura disposta dal boss detenuto ai sodali in regime di libertà sui quali,
evidentemente, PESCE riponeva particolare fiducia.
PESCE Francesco, evidentemente, consapevole del lungo periodo detentivo a cui andava
incontro, attraverso il “pizzino”, aveva attuato tutte le cautele necessarie per consentire al fratello
minore Giuseppe (latitante) di guidare il gruppo criminale durante la sua detenzione, attraverso
uomini di estrema fiducia.
Tale interpretazione è confermata dalla successiva frase “FIORE PER MIO FRATELLO” che,
non a caso, segue l’elencazione dei precedenti sei nominativi.
PESCE GIUSEPPE CL. 80 - “FIORE PER MIO FRATELLO”
Proprio la frase: “FIORE PER MIO FRATELLO”, infatti, ha sin da subito svelato
l’eccezionalità del risultato investigativo, per le motivazioni efficacemente sintetizzate nella nota
del ROS CC Reggio Calabria, depositata in data 15 novembre 2011, qui sul punto integralmente
riportata:
“L’incipit del manoscritto trattava una questione che stava in cima ai pensieri di PESCE
Francesco: ormai in carcere, il giovane boss doveva legittimare criminalmente l’unico
maschio35 libero della sua famiglia – il fratello Giuseppe, latitante – e, quindi, provvedeva a
promuoverlo (“FIORE PER MIO FRATELLO”) al grado di capobastone.
Il rispetto della regola secondo cui la successione al comando di una famiglia ‘ndranghetista
fosse strettamente legata all’anzianità anagrafica e coinvolgesse solo i soggetti di sesso
maschile di una casata mafiosa era stato già ampiamente verificato nel corso delle indagini a
carico della stessa “cosca PESCE”, nell’ambito del proc. pen. 4302/06 RGNR DDA di Codesta
D.D.A. (“operazione ALL INSIDE”), poichè lo stesso PESCE Francesco cl. 78 era stato
investito della leadership direttamente dal padre Antonino36 detto “testuni”. Ennesima riprova
dell’unitarietà della ‘ndrangheta, nel corso delle indagini di cui al proc. pen. 1095/10 RGNR
DDA di Codesta Procura della Repubblica (“operazione REALE”), la stessa prassi veniva
riscontrata anche nel mandamento jonico: PELLE Giuseppe37, intercettato nella propria
abitazione, spiegava chiaramente ai suoi interlocutori di essere diventato il reggente della
“cosca PELLE gambazza”, successivamente alla morte del padre Antonio cl. 32 ed all’arresto
del fratello, primogenito, Salvatore (“se io compare avevo a mio fratello Salvatore qua al
35
PESCE Antonino cl. 53 inteso “testuni” (detenuto dal 07.02.1993), infatti aveva avuto quattro figli: Francesco cl. 78 (detenuto dal 9 agosto 2011), Giuseppe cl. 80,
Maria Grazia cl. 82 e Danila cl. 90. PESCE Giuseppe, quindi, sebbene latitante, è l’unico maschio della famiglia dei PESCE “testuni” temporaneamente scampato alle
maglie della Giustizia.
36
PESCE Antonino nato a Rosarno il 16.03.1953, in atto detenuto.
37
PELLE Giuseppe nato a San Luca il 20.08.1960.
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tavolo, o c’era mio padre, io non parlavo, e voi l’avete visto, io per tanti anni sono stato zitto,
voi l’avete visto, perché c’è uno più anziano di me, più responsabile, e parla lui. Quando ci sono
i responsabili, i piccoli devono stare zitti, come quando parlo io i miei fratelli devono stare zitti,
e stanno zitti perché stanno zitti, se ho torto se ho sbagliato…”38).
A conferma di quanto sostenuto da questa Polizia Giudiziaria, si riferisce che il termine
“FIORE”, nella simbologia mafiosa, è normalmente collegato ai gradi della gerarchia e viene
usato in luogo del termine “dote”, quando un affiliato ne acquista una superiore; infatti, si usa
dire che l’appartenente alla ‘ndrangheta che propone l’attribuzione di una dote superiore per un
altro affiliato è proprio colui che offre un “fiore”.
Quanto detto trovava pieno riscontro nelle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia,
nonché in varie inchieste condotte dall’Arma dei Carabinieri – tra cui l’operazione
convenzionalmente denominata “IL CRIMINE”39 – dalle quali emergeva inconfutabilmente che
“FIORE” nelle usanze mafiose era inteso quale simbolo dell’autorità e del prestigio di un
affiliato chiamato a rivestire un grado di vertice e che solo il “capo locale o il capo società può
concedere l’assenso affinché uno ‘ndranghetista sia elevato al grado superiore”:
nel 1993, MARCENO’ Calogero40 forniva dichiarazioni in merito alle articolazioni della
‘ndrangheta, alle “cariche” ed alle “doti” dei suoi affiliati41: “”…All'interno di ciascun
"locale" esistono due strutture separate, la "società maggiore" e la "società minore",
quest'ultima è strumentale rispetto alla prima, nel senso che si occupa della commissione di
reati, prevalentemente di non particolare rilevanza, in esecuzione di ordini provenienti dalla
prima… Gli affiliati all'organizzazione, all'interno delle due "società", possono essere chiamati
a ricoprire cariche funzionali, come appresso specificherò; ciascun affiliato, inoltre, può salire
di grado, ottenendo "doti" o "fiori".”” (…) “”…Quando un affiliato passa da una "dote" a
un'altra, riferendosi alla nuova "dote" che deve ricevere si usa dire che gli si vuole dare un
"fiore"…””.
Sempre nel 1993, un altro collaboratore di giustizia – PICCOLO Luciano42 – descriveva
il suo ingresso nell’organizzazione “’ndrangheta” ed il conferimento del “fiore”43: “”… Nel
periodo in cui mi trovavo in carcere a Locri - parlo di tanti anni fa, ben prima che mi trasferissi
a Trento, non mi ricordo le date - ero detenuto con IURATO Giuseppe (originario di Portigliola
ed abitante a S. Ilario Marina). Lo stesso mi "ha preso in grazia" perché mi considerava un
ragazzo sveglio e simpatico. Ad un certo punto mi accennò: "dato che sei un bravo ragazzo del
mio paese, avrei piacere di darti “un fiore”… Io in quel periodo non capivo bene cosa
significasse tale discorso ed in particolare cosa fosse "il fiore". (…) Dopo avermi bene
indottrinato con la cultura della "'ndrangheta" per diversi giorni, IURATO Giuseppe, il quale a
quell'epoca era " una persona di rispetto " ben nota a S. Ilario e dintorni, mi comunicò che
aveva deciso di "battezzarmi". Siccome mi disse che mi aveva preso a cuore, continuò
dicendomi che mi avrebbe dato "un fiore", però date le circostanze, visto che doveva fare un
passo, aveva deciso di farlo bene e completo e quindi mi nominò direttamente "sgarrista"
(saltando i livelli più bassi ossia "picciotto" e "camorrista"). In virtù di tale imposizione io
potevo, secondo le regole della "'ndrangheta", avere una certa autonomia che mi permetteva
anche di battezzare altre persone ed assumermi le relative responsabilità; inoltre uno
38
Rif. proc. pen. 1095/10 RGNR-DDA, conversazione autorizzata con decreto RIT n. 1626/09, linea 1971, progr. 5769.
39
Procedimento penale nr. 1389/2008 RGNR-DDA.
40
MARCENO’ Calogero nato a San Cataldo il 12.11.1952.
41
Rif. O.C.C. in carcere n. 8317/92 RGNR-DDA e n. 2155/93 RGGIP del Tribunale di Milano (“operazione FIORI DELLA NOTTE DI SAN VITO”).
42
PICCOLO Luciano nato a Sant’Ilario dello Ionio il 02.05.1959.
43
Rif. O.C.C. in carcere n. 112/96 RGNR-DDA e n. 155/97 RGGIP del Tribunale di Reggio Calabria (“operazione PRIMA”).
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"sgarrista" può fare il "capo società", cioè fondare a sua volta una società con altri uomini di
onore, cioè una "'ndrina" (…)””.
Il richiamo al “fiore” inteso come “dote” e, quindi, come avanzamento di grado
all’interno dell’organizzazione criminale calabrese veniva fatto anche da un altro collaboratore
di giustizia, TRIPODORO Pasquale44, nel 199445: “”…Voglio spiegarvi quando e come mi è
stata concesso la SANTA. Ciò è avvenuto sicuramente tra il 1980-1982 (…). Fu MOSCATELLI
Cosimo di Crotone, appartenente ai VRENNA, che mi venne a trovare a Rossano e mi comunicò
che CIRILLO aveva deciso di regalarmi un altro “fiore” e che mi era stata conferita la SANTA
…””.
Nel 1998, nell’informativa di reato nei confronti di Alvaro+8346, redatta dal R.O.N.O.
del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, si riportava: “”… Con riferimento
all’esistenza di gradi indipendenti dalle cariche ricoperte, risulta fondamentale il CONCETTO
DI “FIORE” INTESO QUALE SIMBOLO DELL’AUTORITÀ, DEL PRESTIGIO DI UN
‘NDRANGHETISTA CHE RIVESTE APPUNTO UN GRADO SUPERIORE. A questo
proposito si può ricordare che in una lettera sequestrata al detenuto BARBARO Domenico
cl.1937, lo scrivente, PAPALIA Domenico cl.1945 (ergastolano), così si esprimeva: “... sono
contento per il “fiore” che ti hanno dato, vedi che ci sono pochi ad averlo in Platì e devono
saperlo solo coloro che ce l’hanno, cioè io, “cicciu ù Spiritu” (BARBARO Francesco cl.1927 u Castanu), “Rosi” (BARBARO Rosario cl.1940), “peppe” (GRILLO Giuseppe cl.1920), “U
nigru” (BARBARO Antonio cl.1920) e pochi altri…”. OVVIAMENTE, IL “FIORE
“RAPPRESENTA IL SIMBOLO DI APPARTENENZA ALLA “CUPOLA” MAFIOSA DI
PLATÌ, IN QUALITÀ, AL PARI DEI RESTANTI, DI “CAPO” DELLA PROPRIA
COSCA…””.
L’attualità dell’utilizzo del termine “fiore” nell’accezione sopra argomentata emergeva
anche nel provvedimento di fermo emesso nell’ambito del procedimento penale nr. 1389/2008
RGNR DDA (“operazione IL CRIMINE”): “”…In data 11.07.2008, si assiste ad una viaggio
effettuato da GATTUSO Nicola e BOSCHETTO Saverio. Gli stessi, a bordo dell’autovettura
MERCEDES targata DH*050*AD in uso al GATTUSO, (RIT 1205/07 DDA) si recheranno nelle
zone di Siderno e Roccella Jonica; in tale sede ci si limiterà unicamente a dei cenni sulle
conversazioni più rilevanti intercorse, durante il tragitto, tra Nicola ed il cognato. (…) La
conversazione prosegue al progressivo 2210 delle ore 19.57 (RIT 1205/07 DDA) (…) Nicola
manifesta delle perplessità sulla LOCALE del cognato in relazione alle parole di Pino (Sai che
va dicendo Pino - apposta per queste cose fate ridere pure…-"non gli abbiamo dato quel
"FIORE" che ci eravamo aggiustati in quella maniera, ma che dici, apposta dico non ha, non
ha testa, non capo nè coda. Ma che gli dici, hanno dato il "FIORE" il "FIORE" te l'ha dato
...inc..)(…) Il 5.10.2008 (…)si assiste ad una telefonata47 tra OPPEDISANO e NESCI Bruno,
nella quale si evidenzia ancora la terminologia usata per indicare il conferimento di un grado.
Il personaggio cui fa riferimento NESCI viene ancora indicato con il termine “pianta” e il
conferimento del grado col termine “fiore”. Ovviamente le parole di NESCI sono
inequivocabilmente riferite a ‘ndranghetisti (pianta) cui è stato conferito un grado (fiore).
Decriptato il linguaggio dei conversanti la frase che segue non trova altra logica
interpretazione: “a uno che ... come devo dire…. na...na... na pianta che è qua con noi... la
44 TRIPODORO Pasquale nato a Rossano il 09.04.1939.
45 Rif. Verbale di interrogatorio del 27.09.1994, nell’ambito del proc. pen. 925/93 RGNR-DDA.
46 Rif. O.C.C. in carcere n. 112/96 RGNR-DDA e n. 155/97 RGGIP del Tribunale di Reggio Calabria (“operazione PRIMA”).
47 Telefonata nr. 2629 del 05.10.2008 sull’utenza 0966712293 di Oppedisano Domenico RIT 2377/07.
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sotto.…. gli hanno dato .…. cose senza chiedere ordini a nessuno…….. perchè se se una cosa
…... .se uno si merita un fiore, devo saperlo io (inc.)... se è qua, no che glielo diano loro senza
(inc.)...per me quello non se ne meritava”. Ancora è possibile evidenziare come i due stiano
parlando di gradi di ‘ndrangheta conferiti a una persona (…)”. È fin troppo chiaro che
l’oggetto del dialogo sia un personaggio al quale, senza l’assenso di NESCI, è stato conferito
un grado superiore. In sostanza, solo il capo locale o il capo società può concedere l’assenso
affinché uno ‘ndranghetista sia elevato al grado superiore. In definitiva NESCI avrebbe
dovuto sapere preventivamente e, quindi, fornire consenso affinché questo personaggio,
ricevesse l’elevazione del grado ovvero, ricevesse un “fiore”. (…). È quindi norma che prima di
elevare il grado ad uno ndranghetista è obbligatorio chiedere il parere al capo società o al
capolocale cui questi appartiene (…)””.
Del resto, sempre nell’ambito del procedimento cd. CRIMINE, era emerso l’utilizzo del termine
“pianta” come sinonimo di nuova affiliazione anche per i componenti la cosca PESCE, tra cui
proprio PESCE Francesco cl. 78.
In data 17 dicembre 2009, infatti, veniva intercettata una importante conversazione tra presenti
(conversazione ambientale linea 1203 al progressivo nr.67 delle ore 16:37:33, allegato 40
volume 2 all’informativa “Patriarca”), tra OPPEDISANO Domenico e PRIMERANO Giuseppe,
da cui emergeva in maniera inequivocabile il conferimento della “dote” a PESCE Francesco cl.
78 ed ai suoi cugini, figli di PESCE Vincenzo cl. 59, definiti degli interlocutori “nuove piante”.
Si riporta il passaggio d’interesse della conversazione ambientale nr. 67 (periferica
convenzionalmente denominata “stufa”) captata in Rosarno il 17.12.2009, nel terreno di
Oppedisano Domenico RIT 2459/08
Omississ
[16:50:17]
OPPEDISANO Domenico: (inc)....ora là sono quattro gatti, per parte, noi a Rosarno siamo
più di 250, ci sono settimane che non ne facciamo, l'altra sera ne
abbiamo fatto sette...."di nuove piante" .... sette "nuove piante"
"pisciareddu" (inc).... PESCE
PRIMERANO Giuseppe:
(inc).... carcerati
OPPEDISANO Domenico: (inc)....
PRIMERANO Giuseppe:
Nino... Nino....mi pare
OPPEDISANO Domenico: il figlio di Nino...
PRIMERANO Giuseppe:
(inc)....
OPPEDISANO Domenico: i figli di Cenzo....tutti e tre
PRIMERANO Giuseppe:
Vincenzo con me...(inc)...amici che era ....(inc)... Ciccio PESCE
OPPEDISANO Domenico: sì....sì...sì era là sì...sì!
PRIMERANO Giuseppe:
(inc)......pure con Nino quando ....(inc)....in galera con
Cenzo.....era con Rocco
OPPEDISANO Domenico: sì...sì....sì!
Ai fini della identificazione dei personaggi nominati “nuove piante” sono fondamentali le
esternazioni di PRIMERANO, il quale riferisce [16:50:56] di essere amico di Vincenzo, come
pure di Nino e di Rocco. Tali informazioni, lette in relazione al contesto criminale di
OPPEDISANO, consentono di ritenere, al di là di ogni ragionevole dubbio, che i colloquianti
facevano riferimento alla famiglia PESCE.
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Il tenore della conversazione è chiarissimo: ogni qual volta ci si riferisca a Vincenzo o a Cenzo, i
colloquianti si riferivano a PESCE Vincenzo.
Gli elementi che consentono di concludere in tal senso sono molteplici:
- l’utilizzo esplicito del cognome PESCE riferito alle “nuove piante”;
- l’elencazione dei nomi dei fratelli di PESCE Vincenzo, Nino e Rocco:
“il figlio di Nino..” “Ciccio” è da identificarsi in PESCE Francesco cl. 78, figlio di PESCE
Antonino cl. 53;
“i figli di Cenzo tutti e tre”.
PESCE Vincenzo, infatti, ha tre figli di sesso maschile:
PESCE Francesco
PESCE Savino
PESCE Antonino
nato a Cinquefrondi il 02.06.1987;
nato a Cinquefrondi il 27.07.1989;
nato a Cinquefrondi il 14.04.1992.
La conversazione dimostra, pertanto, che in quell’occasione le “nuove piante” cioè le “nuove
affiliazioni” avevano riguardato i tre figli maschi di PESCE Vincenzo cl. 59 e PESCE Francesco
cl. 78, il “figlio di Nino”.
Nella frase “FIORE PER MIO FRATELLO” inserita nel “pizzino” si celava, pertanto,
l’ordine di avanzamento di grado gerarchico (ndranghetista) di PESCE Giuseppe cl. 80,
necessario per il passaggio di consegne dal giovane boss detenuto PESCE Francesco cl. 78 al
fratello ancora latitante.
PESCE Francesco, quindi, una volta ristretto presso la Casa Circondariale di Palmi, consapevole
che lo stato detentivo rischiava di fargli perdere o, comunque, indebolire la leadership, intimava
ai sodali in stato di libertà di conferire il grado gerarchico più elevato al fratello Giuseppe,
ancora latitante.
Cosi facendo, in omaggio alle logiche di successione tipiche dell’associazione mafiosa
ndrangheta, PESCE Francesco trasmetteva all’esterno il chiaro messaggio che le redini della
cosca devono rimanere in mano ad un “testuni”, Giuseppe cl. 80, l’unico maschio della famiglia
ancora in libertà.
Come un autorevole capo che si appresta – seppur momentaneamente – ad uscire di scena,
PESCE Francesco si preoccupava di garantire la sopravvivenza della cosca e di individuare il
suo successore nel fratello minore.
PESCE Giuseppe cl. 80 è stato attinto da provvedimento restrittivo nell’ambito del procedimento
4302/06 RGNRDDA ed è latitante dal 28 aprile 2010.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere (allegata) è stata confermata dal Tribunale della
Libertà di Reggio Calabria. Su di essa, pertanto, si è formata il cd. “giudicato cautelare”.
Nell’ambito di quel procedimento – per il quale pende il dibattimento innanzi al Tribunale di
Palmi – PESCE Giuseppe è accusato di aver preso parte alla cosca mafiosa, in qualità di
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partecipe, per avere collaborato direttamente e personalmente al finanziamento
dell’organizzazione, attraverso il delitto di riciclaggio, grazie a condotte finalizzate ad occultare
la illecita provenienza del denaro, attraverso l’investimento in attività commerciali ed
imprenditoriali.
Nell’ambito del procedimento 4302/06 RGNR DDA, la contestazione per il reato associativo è
stata temporalmente definita al 23 aprile 2011, data del rinvio a giudizio di tutti gli
imputati.
L’attività di indagine successiva, compendiata nella informativa del ROS CC del 10 gennaio
2012, ha consentito di svelare la successione al potere della cosca e l’assunzione del ruolo di
reggente da parte di PESCE Giuseppe cl. 80, per diretta investitura del fratello.
IDENTIFICAZIONE ALTRI SODALI ATTRAVERSO L’ANALISI
DEL “PIZZINO”
Come già visto, il testo del “pizzino” - nella parte relativa a: “ROCCO MESSINA, PINO ROSPO,
MUZZUPAPPA NINAREDO, FRANCO TOCCO, DANILO, PAOLO DANILO, FIORE PER MIO
FRATELLO” - consentiva di avere contezza del ruolo apicale assunto dal latitante PESCE
Giuseppe cl.80, su investitura del fratello Francesco.
Il “pizzino” consentiva, altresì, di individuare gli altri componenti del gruppo criminale
riconducibile ai “Testuni”, secondo le volontà del boss detenuto.
Si passano ora ad analizzare gli elementi investigativi che consentono di identificare
compiutamente gli altri soggetti citati nel “pizzino” di PESCE Francesco.
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“ROCCO MESSINA” – MESSINA ROCCO
“ROCCO MESSINA” veniva identificato in MESSINA Rocco48 nato a Cinquefrondi il
18.05.1984, nipote49 di PESCE Vincenzo50 detto “u pacciu”.
PESCE Vincenzo, nell’ambito del procedimento 4302/06 RGNR DDA (cd. ALL INSIDE) è già
stato condannato, in data 20 settembre 2011, dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, alla
pena di anni 20 di reclusione (v. sentenza allegata) per la partecipazione alla cosca mafiosa, con
il ruolo di “promotore ed organizzatore del gruppo, con compiti di decisione, pianificazione e di
individuazione delle azioni estorsive ed omicidiarie da compiere nell’interesse dell’intera
organizzazione criminale”.
Nell’ambito del procedimento ALL INSIDE, era già emersa la figura di MESSINA Rocco.
Nel corso di due colloqui in carcere51, infatti, MESSINA era stato indicato dagli interlocutori, in
quanto, coinvolto in due agguati ai danni degli esponenti della famiglia mafiosa degli ASCONE,
in data 9 e del 14 agosto del 2007:
- nel corso del colloquio52 tenutosi presso la Casa Circondariale di Catania Bicocca, il 14
dicembre 2007, tra il detenuto ASCONE Vincenzo53, la madre FIUMARA Carmela54 ed il
cognato SCARCELLA Rocco55, gli interlocutori parlavano esplicitamente delle responsabilità
legate ai due agguati in argomento. SCARCELLA individuava tra i responsabili del delitto
proprio MESSINA, il quale, secondo l’interlocutore, aveva confermato i suoi sospetti,
togliendogli il saluto (“…te lo fanno capire quei quattro merda dei Rosarnesi, quel MESSINA
bastardo … te lo fa capire non ti saluta non mi saluta, prima mi salutava…”). Subito dopo, a
conferma dell’esatta identificazione del MESSINA, FIUMARA Carmela ne scandiva anche il
nome: “…Rocco…”;
- il giorno dopo, il 15 dicembre del 2007, durante il colloquio56 tenutosi all’interno della Casa
Circondariale di Palmi, MARFEA Francesca57 confidava al nipote ASCONE Vincenzo che i
componenti del commando omicida erano PESCE Francesco figlio di Salvatore inteso “’u
babbu” (““…Sai chi sono stati? Il “babbo”… il figlio del “babbo””), CONSIGLIO Salvatore58
(“Consiglio”) e MESSINA Rocco (“Messina”).
48
MESSINA Rocco nato a Cinquefrondi il 18.05.1984 e residente a Rosarno in Via S. Lucia n. 2.
49
La madre di MESSINA Rocco, ARENA Giuseppa nata a Rosarno il 15.03.1956, è sorella di ARENA Francesca nata a Rosarno il 22.05.1968, moglie del suddetto
50
PESCE Vincenzo nato a Rosarno il 27.05.1959, inteso detto “’u pacciu”, in atto detenuto presso la casa circondariale di Viterbo in esecuzione dell’O.C.C. in carcere
51
Rif. al colloquio del 14 dicembre 2007 presso la Casa Circondariale di Catania Bicocca ed al colloquio del 15 dicembre 2007 presso la Casa Circondariale di Palmi
52
Proc. pen. 4302/06; RIT n. 1628/07 DDA.
53
ASCONE Vincenzo nato a Gioia Tauro il 10.08.1980.
54
FIUMARA Carmela nata a Rosarno il 21.02.1960.
55
SCARCELLA Rocco nato a Rosarno il 07.05.1975.
56
Proc. pen. 4302/06; RIT n. 1628/07 DDA.
57
MARFEA Francesca nata a Rosarno il 07.11.1966.
58
CONSIGLIO Salvatore nato a Taurianova il 25.06.1980.
PESCE Vincenzo.
emessa nell’ambito dell’”operazione ALL INSIDE”.
(Proc. pen. 4302/06; RIT n. 1628/07 DDA).
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Nei confronti di MESSINA Rocco, la collaboratrice PESCE Giuseppina59, nel corso degli
interrogatori del 27.10.2010 e 12.10.2011, effettuava il riconoscimento fotografico.
Già durante l’interrogatorio del 27 ottobre 2010, la collaboratrice aveva reso dichiarazioni che ne
evidenziavano la “vicinanza alla famiglia” mafiosa dei PESCE:
(…)
Pesce Giuseppina: “Foto numero ventisei, Messina... Messina Rocco”
Pubblico Ministero: “Chi è?”
Pesce Giuseppina: “E’ il nipote di mio zio Vincenzo”
Pubblico Ministero: “Che fa?”
Pesce Giuseppina: “Lui è una figura che... che vedo vicino a mio cugino Savino,
eh... non so quello che fa, non lo so, sinceramente, non... non...
però è un ragazzo...”
Pubblico Ministero: “Lo sa coinvolto a qualche attività criminale?”
Pesce Giuseppina: “Precisamente no però, sempre per quella sensazione di vicinanza
alla famiglia...”
Pubblico Ministero: “Lo ritiene uno vicino?”
Pesce Giuseppina: “...lo ritengo uno vicino, sì, alle cose...”
Pubblico Ministero: “Ma lo dice perché questo?”
Pesce Giuseppina: “E perché lo vedevo anche molto vicino a mio fratello nel... cioè
nel contesto delle amicizie, insomma, dei ragazzi che... che
frequentavano quel solito garage”
Pubblico Ministero: “Ah, quindi lui è uno di quelli che frequentava il garage? Può
essere coinvolto nei traffici di droga...?”
Pesce Giuseppina: “Di droga, si”
Pubblico Ministero: “...con suo fratello?”
Pesce Giuseppina: “Sì”
Pubblico Ministero: “Lo vedeva spesso al garage?”
Pesce Giuseppina: “Uh, abbastanza”
(…)
La collaboratrice conosceva Rocco MESSINA poiché entrambi erano nipoti di PESCE Vincenzo
cl. 59 inteso “u pacciu” e lo collocava al fianco del cugino PESCE Savino60 (“Lui è una figura
che... che vedo vicino a mio cugino Savino”), arrestato in data 08.03.2011 nell’ambito del proc.
pen. 1389/08 RGNR-DDA (operazione “IL CRIMINE 2”).
La donna dava per scontato che MESSINA fosse inserito criminalmente all’interno della cosca
rosarnese (“lo ritengo uno vicino, si, alle cose…”): PESCE Giuseppina sapeva che la natura dei
rapporti tra MESSINA Rocco, il cugino PESCE Savino e suo fratello PESCE Francesco 61 (“lo
vedevo anche molto vicino a mio fratello… nel contesto delle amicizie”) era giustificabile solo per
via della loro comune appartenenza alla ‘ndrangheta.
Le intercettazioni disposte nell’ambito del proc. pen. 2140/11 RGNR-DDA confermavano
l’esatta identificazione di MESSINA Rocco, nonché attualità del ruolo da lui rivestito
59
PESCE Giuseppina nata a Gioia Tauro il 24.09.1979.
60
PESCE Savino nato a Cinquefrondi il 27.07.1989 è cugino della collaboratrice di giustizia, in quanto figlio di PESCE Vincenzo cl. 59 inteso “u pacciu”, zio paterno
61
Dalla verifiche anagrafiche presso il Comune di Rosarno, si accertava che PESCE Giuseppina aveva un solo fratello, identificato in PESCE Francesco nato a
della donna.
Cinquefrondi il 14.08.1984, in atto detenuto.
122
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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all’interno della “cosca PESCE”, in particolare, quale uomo di fiducia del latitante PESCE
Giuseppe62.
La mattina del 20.10.2011, infatti, la microspia occultata all’interno dell’autovettura VW Golf
targata DJ874ZM, in uso a MARAFIOTI Saverio63 registrava, infatti, un illuminante dialogo64
proprio tra MARAFIOTI e MESSINA Rocco:
MESSINA R:
MARAFIOTI S.:
MESSINA R:
MARAFIOTI S.:
MESSINA R:
MARAFIOTI S.:
MESSINA R:
MARAFIOTI S.:
MESSINA R:
MARAFIOTI S.:
MESSINA R:
Che c’è?
Domani mattina…
Domani mattina?
Con chi vengo?
Perché?
Peppe sta arrivando nel bunker!
Nel bunker?
…incompr…
E ora?
Io…incompr… faccio il bunker!
Eh… ti immagini…
Al momento del colloquio in esame, il dispositivo GPS65 installato sulla VW Golf documentava
che MARAFIOTI era in sosta alle coordinate Lat. 38.29,457 e Long. 015.58,358, corrispondenti
all’abitazione di MESSINA Rocco sita a Rosarno ad angolo tra la via Roma e la via Santa Lucia
n. 2.
Nonostante il breve scambio di battute, la vicenda risultava fin troppo chiara: MARAFIOTI
quella mattina aveva necessità di avvisare MESSINA che il giorno dopo (“domani mattina”) il
latitante PESCE Giuseppe si sarebbe spostato in un bunker di cui, evidentemente, entrambi
conoscevano l’esatta ubicazione (“Peppe sta arrivando nel bunker”).
Di certo, i due avrebbero giocato un ruolo fondamentale nel trasferimento clandestino del boss
dal vecchio al nuovo rifugio (“con chi vengo?”).
L’argomento trattato era delicato e non ammetteva errori di sorta, tanto che il MARAFIOTI, alle
successive ore 12:2366, tornava a casa del MESSINA.
La conferma della corretta identificazione di MESSINA Rocco quale interlocutore del
dialogo in argomento la si ottiene la mattina del 18.11.2011, quando MARAFIOTI Saverio
tornava nella stessa località67, faceva salire in macchina un uomo che accompagnava
all’aeroporto di Lamezia Terme e lo salutava dicendo “Ohi Rocco”.
Le successive verifiche presso gli uffici delle compagnie aeree dimostravano che MESSINA
Rocco aveva viaggiato sul volo Alitalia n. XM5171 delle ore 10:40, tratta Lamezia
Terme/Milano Linate68.
62
PESCE Giuseppe nato a Cinquefrondi il 07.12.1980.
63
MARAFIOTI Saverio nato a Rosarno il 09.04.1965, ivi residente in via Cartesio n. 30.
64
Decreto d’intercettazione nr. 2140/11 RGNR DDA e nr. 1666/11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura Della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria in data 16.08.2011. Conversazione
registrata al prog. 377 del 20.10.2011, delle ore 11:38:33, della durata di 00.00.26. Vds. All. n. 9.
65
Attività di intercettazione disposta con il decreto n. 1666/11 del 16.08.2011.
66
La seconda sosta avveniva alle coordinate Lat. 38.29,470 e Long. 015.58,357 e durava dalle ore 12:23 alle ore 12:40. Vds. Annotazione di servizio in All. n. 10.
67
La VW Golf , alle ore 08:50, si fermava in Via Santa Lucia/Angolo Via Roma di Rosarno, alle coordinate Lat. N 38.29,468 e Long. E 015.58,363 corrispondenti
68
Vds. Annotazione di P.G., in All. n. 11.
all’abitazione di MESSINA Rocco nato a Cinquefrondi il 18.05.1984.
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Nessun dubbio, pertanto, sulla corretta identificazione del MESSINA.
Del resto, dagli accertamenti effettuati dalla PG procedente (v. nota depositata in data 7.2.2012)
presso gli uffici anagrafici dei comuni di Rosarno, Gioia Tauro, San Ferdinando, Polistena,
Rizziconi e Palmi, emergeva che con quel nome e cognome vi erano solo 9 individui:
NOME
D. NASC.
CONIUGE
MADRE
PADRE
MESSINA Rocco
MESSINA Rocco
MESSINA Rocco
MESSINA Rocco
MESSINA Rocco
MESSINA Rocco
MESSINA Rocco
MESSINA Rocco
MESSINA Rocco Biagio
05/12/1965
06/06/1982
03/08/1970
15/04/1978
03/12/1951
18/05/1984
16/09/1943
07/11/1995
26/09/1964
MAZZEO Maria
MASSO Antonia
GALATI Maria Rosalia
MERCURI Mariavittoria
D'AGOSTINO Angelina
FAZZARI Rosaria
SCARMATO Rosina
CACCIOLA Domenica
LONGO Giuseppa
DE BARTOLO Annunziata
DE PASCALI Anna M.D.
ZUNGRI Spasimina
ARENA Giuseppa
SCARCELLA Maria Vincenza
FIUMARA Carmela
DE LUCA Maria O.
Francesco
Giovanni
Domenico G.
Giuseppe
Salvatore
Gaetano
Damiano
Giuseppe
Salvatore
Dall’interrogazione della banca dati FF.PP. sui nominativi sopra riportati (oltre che dall’analisi
dei precedenti di polizia e delle frequentazioni registrati su ognuno di essi) il campo di indagine
poteva però essere ridotto a soli due individui: MESSINA Rocco nato a Cinquefrondi il
03.08.1970 e MESSINA Rocco nato a Cinquefrondi il 18.05.1984.
MESSINA Rocco nato a Cinquefrondi il 03.08.1970 risultava avere precedenti di polizia per
ricettazione truffa, omicidio volontario tentato, violazione delle leggi sulle armi e munizioni e
reati in materia fiscale.
Sul suo conto non risultavano, però, frequentazioni, né parentele dirette con soggetti
contigui/affiliati alla cosca PESCE.
MESSINA Rocco nato a Cinquefrondi il 18.05.1984, risultava avere precedenti di polizia per
giuda in stato di ebrezza, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, possesso ingiustificato
di chiavi alterate o grimaldelli.
Sul suo conto risultavano, però, numerose frequentazioni proprio con soggetti
contigui/affiliati alla cosca PESCE, oltre che con altri soggetti inseriti nel pizzino di cui in
oggetto: GRASSO Michele (Gioia Tauro 07.07.1981, sul quale risultano frequentazioni con
soggetti associati ai PESCE e, nel 2000, in un atto della Questura di Reggio Calabria, veniva
definito “nuova manovalanza della famiglia PESCE”); MUZZUPAPPA Francescantonio
(Cinquefrondi 26.06.1982, soggetto inserito all’interno del pizzino); MAZZITELLI Marco
(Cinquefrondi 11.03.1983, sul quale risultano frequentazioni con soggetti della “famiglia”
PESCE, nonchè genero del latitante LEOTTA Domenico); ARENA Biagio (Cinquefrondi
31.05.1982, figlio del latitante ARENA Domenico cl.54); FORTUGNO Domenico (Cinquefrondi
20.07.1981, soggetto indicato all’interno del pizzino); ARENA Rosario (Polistena 22.12.1979,
figlio del latitante ARENA Domenico cl.54); SIBIO Domenico (Taurianova 14.05.1978, soggetto
già in passato destinatario di provvedimenti restrittivi, poiché considerato affiliato alla “cosca
PESCE”, attualmente imputato nell’ambito del procedimento cd. All Inside); D’AGOSTINO
Claudio (Cinquefrondi 28.09.1985, pregiudicato, con frequentazioni con soggetti di spicco della
famiglia PESCE); PEPE’ Salvatore (Cinquefrondi 18.11.1985, tratto in arresto nell’ambito
dell’operazione “IL CRIMINE 2”); PALADINO Salvatore (Taurianova 08.08.1978, con
frequentazioni con soggetti appartenenti alla cosca PESCE tra cui PESCE Giuseppe cl 1974
figlio di Vincenzo cl 1952 detto “sciorta”, SABATINO Domenico cl 1972, assassinato,
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GIOVINAZZO Francesco cl 1980, assassinato); CONSIGLIO Francesco (Cinquefrondi
09.06.1983, sul suo conto risultano diversi controlli con PESCE Rocco cl. 1984, figlio di Savino
cl 1963); SCORDINO Pasquale (Rosarno 25.11.1980, pregiudicato controllato diverse volte in
compagnia di DI MARTE Giuseppe cl 88, figlio del latitante Francesco cl.1963).
La verifica delle parentele, inoltre, consentiva di accertare che MESSINA Rocco, nato a
Cinquefrondi il 18.05.1984 è nipote di PESCE Vincenzo nato a Rosarno il 27.05.1959 (detto
“’u pacciu” o “mbriacuni”), in quanto, la madre di MESSINA Rocco (ARENA Giuseppa, nata a
Rosarno il 15.03.1956) è sorella di ARENA Francesca, nata a Rosarno il 22.05.1968) moglie del
predetto PESCE Vincenzo.
Si ritengono, pertanto, sussistenti a carico di MESSINA Rocco, gravi indizi di colpevolezza per
l’appartenenza alla cosca mafiosa PESCE.
Già prima del rinvenimento del “pizzino” scritto da PESCE Francesco cl. 78 – nel quale il
nominativo di MESSINA Rocco era inserito – l’indagato emergeva come personaggio “vicino”
alla famiglia mafiosa.
L’attribuzione di un ruolo negli attentati posti in essere contro componenti della famiglia
ASCONE (v. sul punto fermo del 26.4.2010) a seguito dell’omicidio di SABATINO Domenico –
personaggio ritenuto contiguo alla cosca PESCE – nel corso dei colloqui in carcere sopra
riportati, seppur non possa costituire, isolatamente considerato, elemento indiziario univoco a
carico del MESSINA per i due gravi fatti di sangue, rappresenta indubbiamente un indizio di
appartenenza alla cosca mafiosa PESCE.
La valenza indiziaria in tal senso indicata è desumibile dalla circostanza che gli interlocutori
danno per scontata l’appartenenza del MESSINA alla cosca mafiosa PESCE (circostanza,
evidentemente, nota nel circuito criminale rosarnese), paventando la possibilità che lo stesso
abbia partecipato al gruppo di fuoco accanto a PESCE Francesco cl. 84 (il figlio di “u babbu”) e
CONSIGLIO Salvatore (già condannato a 10 anni di reclusione dal Gip di Reggio Calabria, in
data 20.9.2011, in sede di rito abbreviato, per il reato di cui all’art. 416 bis c.p.).
PESCE Giuseppina, del resto, ha confermato la “vicinanza” del MESSINA alla famiglia mafiosa
ed, in particolare, al cugino Savino ma, dato ancor più significativo, al fratello Francesco cl. 84.
Lo stesso Francesco con il quale – a dire degli interlocutori dei colloqui in carcere di cui sopra –
avrebbe portato a compimento i due agguati contro gli ASCONE.
La solida conferma della partecipazione di MESSINA Rocco alla cosca mafiosa PESCE giunge
con la captazione della conversazione telefonica tra quest’ultimo e MARAFIOTI Saverio: come
già visto, i due interlocutori, in quella circostanza, fanno espresso riferimento a “Peppe” che
deve tornare nel “bunker”.
L’oggetto del dialogo, infatti, non lascia adito a dubbi circa il rapporto di eccezionale fiducia che
lega MESSINA Rocco ai componenti della cosca mafiosa, tra cui proprio l’attuale reggente
latitante PESCE Giuseppe cl. 80, di cui MESSINA e MARAFIOTI dimostrano di conoscere gli
spostamenti e l’ubicazione dei luoghi (“bunker”) in cui questo trascorre la latitanza.
Trattasi, infatti, di elementi di conoscenza che, come è intuibile, possono essere a disposizione
solo di appartenenti alla cosca che godono di particolare fiducia tra gli associati, soprattutto
quando, come nel caso di specie, trattasi di latitanza di esponenti di vertice della cosca,
attraverso il cui operato si garantisce la sopravvivenza della stessa.
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L’inserimento, da parte del boss PESCE Francesco cl. 78, del nome di MESSINA Rocco nella
lista di cui al “pizzino” destinato ai sodali in stato di libertà, pertanto, conferma la ricostruzione
sopra esposta e cristallizza la gravità del quadro indiziario a carico dell’indagato per
l’appartenenza alla cosca mafiosa.
“PINO ROSPO” - ALVIANO Giuseppe
“PINO ROSPO” veniva identificato in ALVIANO Giuseppe, nato a Taurianova il 07.10.1975
e residente a Rosarno alla Via Euripide n. 8.
ALVIANO Giuseppe è fratello di Francesco69 ed Antonio Vincenzo Salvatore70, il quale era
coniugato con PESCE Marina71, cugina di PESCE Francesco “testuni”, nonchè sorella della
collaboratrice di giustizia PESCE Giuseppina72.
La circostanza che ALVIANO Giuseppe, a Rosarno, fosse soprannominato “PINO ROSPO” è
dimostrata - oltre che dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia di cui si dirà dall’analisi del cellulare che PRONESTI’ Antonio aveva con sé al momento del suo arresto: tra i
vari contatti memorizzati all’interno della rubrica, vi era il nominativo “Pino Rospo” associato
all’utenza n. 3387362777 (TELECOM)73.
Gli accertamenti effettuati presso il gestore telefonico dimostravano che il numero n.
3387362777 era intestato al suddetto ALVIANO Giuseppe nato a Taurianova il 07.10.197574.
Nessun dubbio, pertanto, sulla corretta identificazione di “Pino Rospo”, confermata dalle
dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che da qui a poco si andranno ad analizzare.
Sui rapporti tra i fratelli ALVIANO e la “cosca PESCE”, si sono, infatti, espressi sia
FACCHINETTI Salvatore75, che PESCE Giuseppina.
- FACCHINETTI Salvatore, in data 26.06.200776, dopo aver dichiarato che l’omicidio di
ARCURI Francesco era da addebitarsi ad ALVIANO Francesco (“Ad Arcuri Francesco lo ha
ucciso Alviano Francesco… perché era l’amante di sua madre…”), precisava che quest’ultimo e
TUTINO Angelo, nipote prediletto dello storico boss PESCE Giuseppe cl. 1923, erano fraterni
amici (“Tutino Angelo, che sarebbero proprio come fratelli con questo ragazzo qua, con
Alviano”) e che tutti e tre i fratelli dopo la morte del padre erano stati accuditi dal vecchio
boss di Rosarno (“il padre di Alviano è morto nella casa di Giuseppe Pesce, quando la stavano
costruendo allora, ha avuto un incidente sul lavoro questo qua, e lo ha sempre accudito Peppe
Pesce, perché sono tre fratelli questi Alviano”).
A conferma di quanto i fratelli ALVIANO fossero benvoluti dalla famiglia PESCE (“Si, li ha
cresciuti la famiglia Pesce questi ragazzi qua, questi tre Alviano”), FACCHINETTI sottolineava
che i familiari di Francesco ARCURI, a seguito dell’omicidio, avevano richiesto l’autorizzazione
69
ALVIANO Francesco nato a Genova 18.09.1973, residente a Rosarno, in via Erodoto nr. 24.
70
ALVIANO Antonio Vincenzo Salvatore nato a Taurianova il 09.08.1978, residente a Rosarno Via Fogazzaro 14.
71
PESCE Marina nata a Cinquefrondi il 13.10.1982, figlia di PESCE Salvatore nato a Rosarno il 16.07.1961, inteso “u babbu”, il quale è zio di PESCE Francesco
72
PESCE Giuseppina nata a Gioia Tauro il 24.09.1979.
73
Vds. Annotazione in All. n. 12.
74
Vds. All. n. 13.
75
FACCHINETTI Salvatore nato a Rosarno il 28.04.1969.
76
Le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia sono già confluite nel proc. pen. 4302/06 RGNR-DDA di Codesta Procura della Repubblica.
“testuni”.
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di uccidere un ALVIANO, “ma non hanno ricevuto il benestare dei Pesce dato lo strettissimo
rapporto esistente tra questa famiglia e gli Alviano”.
Successivamente, il 12.02.2008, lo stesso collaboratore chiariva che gli ALVIANO
rappresentavano i PESCE anche nel lucroso settore della raccolta delle arance: “…sono tutti e tre
i fratelli che sono... che gestiscono sul ruolo delle arance pure. Uno fa i veci di Turi u babbu, il
genero, gli altri due fratelli sono, per dire, uno CU TESTUNI, i ‘sti Alvianu, e uno cu Angelo
Tutino che gestiscono ‘sti cooperative….”.
Ognuno dei tre fratelli ALVIANO era schierato con un preciso ramo della “cosca PESCE”:
ALVIANO Antonio Vincenzo Salvatore operava per conto del suocero PESCE Salvatore
(“Uno fa i veci di Turi u babbu, il genero“); Francesco faceva gli interessi di “Angelo Tutino”,
suo fraterno amico (“Tutino Angelo, che sarebbero proprio come fratelli con questo ragazzo
qua”); ALVIANO Giuseppe era collegato a PESCE Francesco cl .78 (“CU TESTUNI”).
- PESCE Giuseppina, durante l’interrogatorio del 12.10.2011, riconosceva ALVIANO
Giuseppe, in quanto “…fratello dell’ex marito della sorella Marina …”, per precisare subito dopo
che “…è un amico molto vicino a mio cugino Ciccio testuni…”:
(…)
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
“Ex cognato di mia sorella, insomma”
“L’ex marito, Alviano Vincenzo, della sorella Pesce
Marina. E diceva che è molto amico di Ciccio
testuni?”
Pesce Giuseppina:
“Sì”
Pubblico Ministero:
“Lei sa riferire di attività illecite riconducibili a
questo signore? Che lei sappia”
Pesce Giuseppina:
“Di preciso no, so che era vicino a Ciccio, so che
lui si fidava molto di lui, so che lo usava nel
discorso del benzinaio, che le avevo spiegato già”
Pubblico Ministero:
“Cioè? Me lo ricordi”
Pesce Giuseppina:
“Quello sulla... su San Ferdinando, su porto...”
Pubblico Ministero:
“Sì”
Pesce Giuseppina:
“L’aveva dato in gestione a lui e al fratello”
Pubblico Ministero:
“Sì”
Pesce Giuseppina:
“So che si fidava tanto di lui, insomma, che faceva
qualcosa per lui sì, ne sono sicura”
Pubblico Ministero:
“Sì, ma il benzinaio a cui lei si riferisce, di cui
abbiamo già parlato, secondo lei era in realtà
riconducibile a Ciccio e gestito da loro, dai fratelli
Alviano per conto di Ciccio?”
Pesce Giuseppina:
“Allora, il discorso del distributore è di Ciccio,
proprio... cioè è una cosa... non lo dico così, è una
certezza, insomma”
Pubblico Ministero: “Come fa ad essere così sicura”
Pesce Giuseppina: “Perché io avevo raccontato già il fatto che l’aveva in
gestione la famiglia Ferraro...”
Pubblico Ministero: “Sì”
Pesce Giuseppina: “...che sarebbero i parenti di mia madre, e dalla lite poi che
c’è stata, che queste persone non l' hanno gestita bene, allora dopo c’è stato
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questo scontro di Ciccio direttamente con questo cugino di mia madre, dove poi è
subentrato mio fratello per prendere le difese di... del cugino di mia madre...”
Pubblico Ministero: “Sì”
Pesce Giuseppina: “Cioè da lì si sapeva, cioè si diceva che...”
Pubblico Ministero: “Cioè, quindi lei è stata partecipe di questo scontro”
Pesce Giuseppina: “Sì, che...”
Pubblico Ministero: “...ecco, una testimone di questo scontro”
Pesce Giuseppina: “Sì, e poi, dopo che ha cacciato, insomma, queste persone ha
messo loro a gestirlo, lui, il fratello e...”
Pubblico Ministero: “Quindi ha imposto la sostituzione, in pratica...”
Pesce Giuseppina: “Sì, sì”
Pubblico Ministero: “...dei Ferraro con gli Alviano”
Pesce Giuseppina: “Con gli Alviano, sì”
(…)
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
(…)
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
“Comunque lui anche col Di Marte Francesco...”
“Sì”
“...e con Leotta...”
“Sì”
“...Domenico, lui ha un legame, cioè il legame...
praticamente sono... si accomuna, insomma,
l’amicizia, il fatto che si fidano uno dell’altro,
no?”
“...perché non hanno i genitori, è una storia un
po’... quindi hanno... hanno un legame un po’
particolare”
“E diceva che è anche legato a Leotta Domenico?”
“Sì, a Leotta anche perché...”
“Come fa a dirlo?”
“...no, c’è anche un legame, non so adesso di
parentela come... com’è, sinceramente non saprei
spiegarglielo, però c’è un legame che hanno anche
di... di...”
“E come fa a dire che fossero persone di fiducia,
dice: erano legati ed erano persone di fiducia di
Cicco”
“Sì”
“Come fa a dirlo questo?”
“Tutti e tre. Vabbè, a parte il fatto che stavano
sempre insieme, insomma...”
“Quindi voi pensavate che questi...”
“(incomprensibile per sovrapposizioni di voci) ma
poi anche dovuto al fatto della... della separazione
che c’è stata poi di mia sorella, gli scontri che ci
sono stati all’interno tra mio fratello e gli Alviano,
insomma, perché...”
“Sì?”
“...quindi subentravano sempre Leotta, tipo, a
mettere la pace, insomma, a parlare di queste cose,
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Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
no?”
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
(…)
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
(…)
erano come se fossero una famiglia degli Alviano
loro”
“Ho capito. Quindi lei ha dedotto, diciamo, il
legame...”
“Sì”
“...perché Leotta interveniva in questa diatriba...”
“Sì”
“...successiva. Ho capito”
“Anche dal fatto, quando si son fidanzati, insomma,
quando abbiamo fatto il fidanzamento, tipo, loro
venivano con queste persone, tipo, erano loro che
figuravano come genitori, insomma”
“Ah”
“Quando mia sorella ha fatto la compromessa,
“Sì”
“Tipo, Leotta veniva con...”
“Cos’è la «Compromessa», scusi”
“La compromessa quando fanno... un paio di
giorni prima del matrimonio si sposano al
comune...”
“Ah, okay”
“...e poi si fa, ecco, la festa a casa e quindi in
quella occasione lì loro figuravano come i genitori
di questi ragazzi, quindi erano lì, insomma”
“Giuseppe, chiedo scusa. Ha dei soprannomi, che lei
sappia?”
“Sì”
“Quale?”
“In dialetto u rospu”
“Okay”
“Tradotto il rospo, insomma”
PESCE Marina77, sorella di Giuseppina, era stata sposata con ALVIANO Vincenzo; questo
pregresso legame parentale permetteva alla collaboratrice di confermare che Giuseppe
ALVIANO era soprannominato “u rospu”.
La collaboratrice poneva l’accento sul rapporto privilegiato che “PINO ROSPO” aveva con il
cugino PESCE Francesco (“so che era molto vicino a Ciccio, so che lui si fidava molto di lui”) e
si diceva certa del fatto che il loro non fosse un semplice rapporto di amicizia (“so che si fidava
tanto di lui”), bensì una sorta di dipendenza gerarchica, perché ALVIANO Giuseppe “faceva
qualcosa per lui sì, ne sono sicura”.
L’intraneità di ALVIANO Giuseppe alla cosca capeggiata da PESCE Francesco, oltre che dai
legami con il boss, era deducibile dallo stretto rapporto con gli altri componenti della cosca
mafiosa: era legato “anche col Di Marte Francesco… e con Leotta… Domenico”.
77 PESCE Marina nata a Cinquefrondi il 13.10.1982.
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PESCE Giuseppina sottolineava che l’ALVIANO ed i due latitanti erano intimamente legati ed
accomunati da un’amicizia che trascendeva la normalità (“ha un legame, cioè il legame…
praticamente sono…si accomuna, insomma, l’amicizia, il fatto che si fidano uno dell’altro…
hanno un legame un po’ particolare… Tutti e tre… stavano sempre insieme…”).
I fratelli ALVIANO stavano molto a cuore a PESCE Francesco, DI MARTE e LEOTTA
“...erano come se fossero una famiglia degli Alviano loro…”: in occasione del fidanzamento tra
ALVIANO Vincenzo e PESCE Marina, LEOTTA e DI MARTE si erano presentati a casa in
luogo dei genitori (“quando si son fidanzati … tipo, erano loro che figuravano come genitori…”) e lo
stesso avevano fatto per i festeggiamenti della loro promessa di matrimonio (“un paio di giorni prima
del matrimonio si sposano al comune... e poi si fa, ecco, la festa a casa e quindi in quella occasione lì
loro figuravano come i genitori di questi ragazzi…”); allo stesso modo, quando i suddetti Vincenzo e
Marina si stavano separando, il fratello della collaboratrice, PESCE Francesco, aveva litigato con
gli ALVIANO (“…separazione che c’è stata poi di mia sorella, gli scontri che ci sono stati
all’interno tra mio fratello e gli Alviano”) e subito era intervenuto – come rappresentante della
cosca (“subentravano”) – LEOTTA Domenico (“subentravano sempre Leotta, tipo, a mettere la
pace…”).
La collaboratrice di giustizia aveva già parlato di ALVIANO Giuseppe (di cui aveva effettuato il
riconoscimento fotografico), il 14.10.2010, precisando che era una delle pochissime persone di
cui suo cugino “Ciccio” (che all’epoca dell’interrogatorio era latitante) si fidava ciecamente:
(…)
Pubblico Ministero:
(…)
Pesce Giuseppina:
Voce Maschile:
Pesce Giuseppina:
(…)
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
(…)
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
“E chi sono gli altri di cui si fida secondo lei Ciccio?”
“Poi c’è una persona che è un suo amico che... però non so il
cognome...”
“Il nome pure”
“Danilo”
“E questo Danilo che ruolo ha accanto a Ciccio?”
“E’ un suo grande amico”
“Si fida di lui, so che si fida di lui, insomma...”
“Se lo porta dietro a fare i fatti suoi?”
“Forse tramite lui nasconde le cose sue”
“Tramite lui nasconde... Che vuol dire?”
“Magari lo usa in qualche modo per coprire i suoi...”
“E come lo può usare? Che fa questo Danilo che può essere
usato?, ha un’attività economica?”
“Perché so che è rispettato da tutti...”
“Danilo? Ma perché che fa, lavora, ha qualcosa, che fa nella
vita?”
“No, io non lo conosco, però so...”
“Lei dice: «so che è rispettato da tutti», ma a che titolo, in
quanto amico di Ciccio o perché ha una vita...”
“Ma perché lui stesso... cioè perché è l’amico di Ciccio!”
“Il fatto di essere l’amico di Ciccio”
“ ...è l’amico di Ciccio, sì. Come anche il cognato, ex di mia
sorella...”
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
“Che sarebbe?”
“Un attimo, eh!, non mi viene adesso... Giuseppe Alviano”
“Giuseppe Alviano. È un’altra persona di cui si fida Ciccio?”
“Sì”
“Che fa nella vita questo signore, fa qualcosa?”
“Penso di no, adesso si è sposato, ha una bambina, un
bambino, ma lui era molto legato a Francesco, a Ciccio, so
che era legato perché quando mia sorella era sposata con...”
“Sì”
“...con il fratello, quando qualcuno voleva parlare con Ciccio
doveva... bastava dirlo a Pino e lui ci faceva... almeno...”
“Alviano?”
“Sì”
PESCE Giuseppina aveva fatto il nome di Giuseppe ALVIANO “cognato, ex di mia sorella...”,
“PINO ROSPO” era “molto legato a Francesco, a Ciccio” ed in paese tutti sapevano che era una
sorta di segretario personale del giovane boss, “quando qualcuno voleva parlare con Ciccio doveva...
bastava dirlo a Pino e lui ci faceva...”.
In data 8 settembre 2011, PESCE Giuseppina confermava le dichiarazioni rese sul conto di
ALVIANO Giuseppe in data 14 ottobre 2010.
Nel corso dell’interrogatorio del 27 settembre 2011, PESCE Giuseppina reiterava dichiarazioni
che confermano la vicinanza degli ALVIANO ai PESCE:
«L’ex marito di sua sorella...» «Si chiama Alviano Vincenzo, praticamente ricordo di una lite,
che c’è stata una lite dove loro si sono permessi di dire alcune cose di mia sorella e mio fratello
furibondo disse «che gli sembra che forse che è appoggiato da mio cugino non gli posso fare
niente?»,
Nel corso dell’interrogatorio del 27 ottobre 2011, infine, PESCE Giuseppina forniva l’ennesimo
fondamentale elemento che confermava la riconducibilità degli ALVIANO alla cosca mafiosa
PESCE: PESCE Francesco cl. 78 contribuiva al pagamento delle spese legali ed al
mantenimento dei familiari in carcere degli ALVIANO:
Pubblico Ministero «Alviano Giuseppe, lei ha detto che è un intraneo alla cosca,
come fa a dirlo?» «lo ricollego al fatto di quando mia sorella era sposata col
fratello, Alviano Vincenzo era il marito, l’ex marito di mia sorella, lui già
molto vicino a mio cugino, Testuni. Quando mia sorella c’aveva questo
marito in carcere Ciccio si è preoccupato di pagare un avvocato per mio
cognato Alviano Vincenzo, tramite sempre il fratello, Giuseppe, addirittura
quando mia sorella, quando mio cognato era in carcere lui mandava a mia
sorella dei soldi, mandava 500 euro al mese, perché aveva il marito in
carcere gli mandava questi soldi». Quindi Ciccio mandava 500 euro a sua
sorella quando Alviano Vincenzo era in carcere...”
Pesce Giuseppina: “Sì”
Pubblico Ministero (Cerreti): “...e gli pagava pure l’avvocato”
Pesce Giuseppina: “Ma questo non per il legame con noi, cioè come Pesce, per il
legame con gli Alviano”
131
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Pubblico Ministero (Cerreti): “Per gli Alviano, sì, è chiaro, per questo lei dice
(incomprensibile) Alviano fa parte della cosca Pesce”
Pesce Giuseppina: “Sì, perché anch’io ho avuto il marito in carcere e a me i soldi
non me li ha mai mandati, cioè...”
Pubblico Ministero (Cerreti): “Sì”
Pesce Giuseppina: “...e perché lì aveva il rapporto con gli Alviano”
Pubblico Ministero (Cerreti): “Con gli Alviano, diretto con gli Alviano. Dice: «Ha
stima di questi ragazzi, dopo che mia sorella si lascia col marito da lì è
scoppiata...» sappiamo tutta la questione, eccetera, sua sorella è stata
allontanata...
Pubblico Ministero (Cerreti): «Per cosa è stato arrestato Alviano Vincenzo?»
Pesce Giuseppina: «associazione con mio padre, per droga»
Il circuito relazionale di ALVIANO Giuseppe, del resto, conferma la sua vicinanza agli
elementi di vertice della “cosca PESCE”: varie conversazioni telefoniche intercettate78
nell’ambito del proc. pen. 4302/06 RGNR-DDA lo vedevano interlocutore assiduo di DI
MARTE Giuseppe79 (figlio del latitante Francesco80).
ALVIANO Vincenzo, infine, in numerose occasioni, veniva controllato dalle FF.PP. mentre si
trovava in compagnia proprio di PESCE Francesco “testuni ”, degli attuali latitanti PESCE
Giuseppe e PESCE Marcello inteso “u ballerinu”, del predetto DI MARTE Giuseppe e di
altri personaggi di interesse investigativo collegati alla nota cosca rosarnese81.
Alla luce di tutti gli elementi sopra esposti, si ritengono sussistenti a carico di ALVIANO
Giuseppe gravi indizi di colpevolezza per il reato di partecipazione alla cosca mafiosa PESCE.
78
Rif. alle conversazioni tra il predetto ALVIANO Giuseppe (intestatario ed utilizzatore del n. 3387362777) e DI MARTE Giuseppe nato a Cinquefrondi il 25.10.88
(figlio del latitante Francesco) intestatario ed utilizzatore dell’utenza n. 3480377235; intercettazioni telefoniche autorizzate con decreto RIT n. 2389/10 emesso da
Codesta Procura della Repubblica, ai progressivi nn. 56, 63, 108, 124, 132, 710, 1099, 1107, 1744, 1746, 1747, 2001, 2005, 2035.
79
DI MARTE Giuseppe nato a Cinquefrondi il 25.10.1988.
80
DI MARTE Francesco nato a Rosarno il 07.11.1963.
81
In data 21.11.1996, veniva controllato con PAPALIA Agostino nato a Taurianova il 16.05.1976 (ex
rappresentante dell’A.C. Rosarnese e cognato di PESCE Giuseppe cl 1979) e PESCE Giuseppe nato a Gioia
Tauro il 18.04.1979 (figlio di PESCE Antonino cl. 1950, detto “pisellino”). In data 25.11.1996, veniva
controllato con il predetto PESCE Giuseppe. In data 25.11.1996, veniva controllato con il predetto PAPALIA
Agostino. In data 02.01.1997, veniva controllato ancora una volta con il predetto PESCE Giuseppe. In data
26.01.1997, veniva controllato con TUTINO Giuseppe nato a Rosarno il 31.03.1976 (figlio di PESCE
Carmela cl 1947, nipote del defunto boss PESCE Giuseppe cl 1923 e cugino in primo grado di PESCE
Francesco cl. 1978 “testuni”) e con il predetto PESCE Giuseppe. In data 16.09.1999, veniva controllato con
PESCE Marcello detto “ballerino”; PESCE Francesco“testuni” ed il suddetto TUTINO Giuseppe. In data
08.07.2000, veniva controllato con PAGANO Cristian nato a Taurianova il 18.06.1980 (controllato diverse
volte in compagnia di PESCE Francesco cl 1978 detto “testuni”). I giorni 14.09.2000, 18.11.2011,
17.07.2002, veniva controllato con BONFIGLIO Salvatore nato a Taurianova il 04.12.1975
(pluripregiudicato, controllato più volte con soggetti appartenenti alla cosca Pesce, quali PESCE Francesco
cl 1978 detto “testuni” e PESCE Giuseppe cl.1974, figlio di PESCE Vincenzo cl.1952 detto “sciorta”). I
giorni 03.05.2002 e 10.02.2003, veniva controllato con VAZZANA Giovanbattista nato a Gioia Tauro il
09.03.1980 (controllato nel 1998 con l’attuale latitante MATALONE Roberto cl.1977; amico di PESCE
Giuseppe cl.1974, figlio di PESCE Vincenzo cl.1952 detto “sciorta”). In data 24.09.2003, veniva controllato
con PESCE Francesco “testuni” e suo fratello PESCE Giuseppe, in atto latitante. In data 01.01.2005, veniva
controllato con il predetto PESCE Giuseppe. In data 26.10.2005, a Rosarno, veniva controllato con
SCORDINO Pasquale nato a Rosarno il 25.11.1980 (pregiudicato, controllato diverse volte in compagnia di
DI MARTE Giuseppe cl 88, figlio del latitante Francesco cl.1963). In data 19.06.2006, veniva controllato con
DI MARTE Giuseppe nato a Cinquefrondi il 25.10.1988 (figlio di Francesco cl.1963 allo stato attuale
latitante). In data 31.10.2008, veniva controllato in compagnia di PESCE Marcello “ballerinu”, attualmente
latitante.
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Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, sul punto, sono del tutto convergenti.
FACCHINETTI e PESCE Giuseppina – seppur in epoche diverse – collocano i fratelli
ALVIANO nell’ambito della cosca mafiosa e ricollegano la contiguità alla famiglia alle stesse
circostanze di fatto (la morte del padre ALVIANO e la vicinanza al vecchio boss Giuseppe cl.
23).
FACCHINETTI, in particolare, sottolinea il legame di ALVIANO Giuseppe con PESCE
Francesco cl. 78.
Anche PESCE Giuseppina indica in ALVIANO Giuseppe una persona di estrema fiducia del
cugino PESCE Francesco cl. 78, tanto che per riuscire ad incontrare il giovane boss bisognava
prendere appuntamento proprio con ALVIANO Giuseppe, detto u rospu.
La circostanza, infine, che PESCE Francesco cl. 78 contribuisse al sostentamento di PESCE
Marina durante il periodo di detenzione del marito ALVIANO Vincenzo conferma l’inserimento
degli ALVIANO nella compagine mafiosa.
I collaboratori indicavano nel “u rospu” il soprannome di ALVIANO Giuseppe.
Come già anticipato, la conferma dell’esatta identificazione di “Pino rospo” nell’odierno
indagato è fornita dal rinvenimento – all’interno della rubrica telefonica di PRONESTI’ Antonio
- della registrazione dell’utenza n. 3387362777, poi risultata intestata ad ALVIANO Giuseppe,
sotto la dicitura “Pino rospo”.
“Pino rospo”, pertanto, è il soprannome utilizzato da PESCE Francesco nel “pizzino” per
indicare ALVIANO Giuseppe.
L’inserimento, da parte del boss PESCE Francesco cl. 78, del nome di ALVIANO Giuseppe
nella lista di cui al “pizzino”, infine, conferma la ricostruzione sopra esposta e cristallizza la
gravità del quadro indiziario a carico dell’indagato per l’appartenenza alla cosca mafiosa.
MUZZUPAPPA NINAREDU” - MUZZUPAPPA Francescantonio
“MUZZUPAPPA NINAREDU” veniva identificato in MUZZUPAPPA Francescantonio nato a
Cinquefrondi il 26.06.1982 e residente in Rosarno alla via Ercolano nr. 7, nipote82 di PESCE
Vincenzo83 inteso “sciorta”, cugino di PESCE Francesco inteso “testuni”, nonchè nipote del
latitante DI MARTE Giuseppe84 detto “tetenna”.
Le verifiche effettuate dagli investigatori presso gli uffici anagrafici dei comuni di Rosarno,
Gioia Tauro, San Ferdinando, Polistena, Rizziconi e Palmi, consentivano di rilevare che vi erano
solo 3 uomini rispondenti a quel nome e cognome:
NOME
MUZZUPAPPA Francescantonio
D. NASC. CONIUGE
12/11/1929 LEMMA Angela
MADRE
PADRE
MUZZUPAPPA Isabella *
82
Il MUZZUPAPPA è figlio della sorella di PESCE Vincenzo “sciorta”, PESCE Carmela nata a Rosarno il 18.09.1956.
83
PESCE Vincenzo nato a Rosarno il 02.12.1952.
84
DI MARTE Giuseppe nato a Filandari (VV) il 10.12.1956.
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MUZZUPAPPA Francescantonio
MUZZUPAPPA Antonio
26/06/1982 SPECIALE Valentina PESCE Carmela
SCARFO' Gisella
01/09/1991
Pasquale
Salvatore
I tre omonimi sono parenti, poiché Francescantonio cl. 29 è nonno paterno di entrambi.
Dall’interrogazione della banca dati FF.PP. sui nominativi sopra riportati emergeva che:
MUZZUPAPPA Francescantonio cl. 29 era esente da pregiudizi penali e mai stato sottoposto a
controlli del territorio; MUZZUPAPPA Antonio cl .91 era stato denunciato a piede libero per
ricettazione, ma non era mai stato controllato in compagnia di soggetti gravitanti nell’area della
cosca PESCE.
Il campo di indagine poteva, pertanto, essere ridotto esclusivamente in capo a
MUZZUPAPPA Francescantonio nato a Cinquefrondi il 26.06.1982, in quanto unico
soggetto con precedenti di polizia e frequentazioni con i vertici della cosca PESCE, oltre
che con altri contigui/affiliati alla predetta cosca: PAPALIA Agostino (Taurianova
16.05.1976, ex rappresentante dell’A.C. Rosarnese e cognato di PESCE Giuseppe cl 1979);
PESCE Giuseppe (Gioia Tauro 18.04.1979, figlio di PESCE Antonino cl. 1950, detto
“pisellino”); TUTINO Giuseppe (Rosarno 31.03.1976, figlio di PESCE Carmela cl 1947, nipote
del defunto boss PESCE Giuseppe cl 1923 e cugino in primo grado di PESCE Francesco cl.
1978 “testuni”); PESCE Marcello detto “ballerino”, in atto latitante; PESCE Francesco cl.
78 “testuni”; PAGANO Cristian (Taurianova 18.06.1980, controllato diverse volte in
compagnia di PESCE Francesco cl 1978 detto “testuni”); BONFIGLIO Salvatore (Taurianova
04.12.1975, pluripregiudicato, controllato più volte con soggetti appartenenti alla cosca Pesce,
quali PESCE Francesco cl 1978 detto “testuni” e PESCE Giuseppe cl.1974, figlio di PESCE
Vincenzo cl.1952 detto “sciorta”); VAZZANA Giovanbattista (Gioia Tauro 09.03.1980,
controllato nel 1998 con l’attuale latitante MATALONE Roberto cl.1977; amico di PESCE
Giuseppe cl.1974, figlio di PESCE Vincenzo cl.1952 detto “sciorta”); SCORDINO Pasquale
(Rosarno 25.11.1980, pregiudicato, controllato diverse volte in compagnia di DI MARTE
Giuseppe cl 88, figlio del latitante Francesco cl.1963); DI MARTE Giuseppe (Cinquefrondi
25.10.1988, figlio di Francesco cl.1963 allo stato attuale latitante); MESSINA Rocco nato a
Cinquefrondi il 18.05.1984 (soggetto inserito all’interno del pizzino)”.
In merito alla contiguità dei MUZZUPAPPA con elementi di vertice della “cosca PESCE”, il
06.11.2007, si era già espresso il collaboratore di giustizia FACCHINETTI Salvatore, il quale,
chiarendo i meccanismi dell’infiltrazione delle cosche PESCE e BELLOCCO negli appalti
pubblici, spiegava che le imprese che si aggiudicavano i lavori sulla autostrada A3 dovevano
pagare una tangente pari al 3% dell’importo totale dei lavori, oltre a garantire l’ingaggio di ditte
segnalate dai boss rosarnesi:
(…)
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
“«...si discuteva dei problemi dell’autostrada.
Quando dico problemi intendo riferirmi alla
divisione degli appalti “
“Sì, prendono un tre per cento, si parlava che
vogliono...”
“«...alle varie ditte di loro fiducia che dovevano
lavorare ed ad una tangente pari al tre per cento, per
come si diceva, che dovevano prendere sui lavori».
Andiamo avanti. Lei sa di qualche ditta,
precisamente, che lavorava e che faceva capo a
queste persone?”
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
(…)
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero 1:
(…)
“Non ho capito la domanda”
“Le ripeto. Allora, noi abbiamo detto che questi
parlavano del tre per cento ma parlavano anche di
alcune ditte, lei ha fatto, per esempio, prima
riferimento ad una ditta che è capo direttamente a
Pesce ma che non è intestata a Pesce...”
“Sì, Gino Meduri”
“...ma... di Gino Maduri...”
“Maduri o Meduri, non mi ricordo”
“Perfetto, io le faccio una domanda e le dico: lei sa di
qualche ditta di Rosarno o se non è di Rosarno di
altri posti, che ha lavorato sull’autostrada che fa
capo direttamente a qualcuno dei soggetti di cui lei
ha parlato?”
“Ne conosco però può darsi che sbaglio il nome...”
“Non si preoccupi”
“...il nome da ditta non me lo ricordo...”
“Tranquillo”
“C’è sempre ‘na ditta che è di Muzzipappa pure,
Pasquale Muzzipappa...”
“Sì”
“...sia sull’autostrada e quello prende tutti gli appalti
nell’area portuale pure, che fa i pavimenti...”
“Sì”
“...quelli industriali che sarebbe... ‘stu Muzzupappa
sarebbe cognato di Pesce Vincenzo sciorta”
“Preciso, va bene. Allora: «Non sono in grado... non
sono in grado di indicare precisamente i nomi delle
ditte di riferimento anche se sono a conoscenza, per
esempio, che la ditta Muzzupappa fa capo a
Vincenzo Pesce, essendo il Muzzupappa...»”
“Cognato”
“...suo cognato “
“La stessa cosa pure De Marte Giuseppe, è pure
cognato di... tutti e due là, sia di Pesce Vincenzo che
di Muzzupappa”
“Sì. «Peraltro, il Muzzupappa è anche cognato di De
Marte»”
“Sì, du Tetenna”
“«De Marte, inteso Tetenna “
FACCHINETTI dichiarava che la “ditta MUZZUPAPPA” – successivamente individuata come la
”Impresa individuale MUZZUPAPPA Francescantonio”85, formalmente a nome del figlio del suddetto
“Pasquale Muzzipappa” – riusciva a lavorare indisturbata, accaparrandosi i lavori della A3 e del porto di
Gioia Tauro (“C’è sempre ‘na ditta che è di Muzzipappa pure, Pasquale Muzzipappa ... sia
sull’autostrada e quello prende TUTTI gli appalti nell’area portuale pure...”) e si diceva certo del fatto
85
P.I. 02070340803, con sede legale a Rosarno in via Ercolano n. 7.
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che tale dinamismo imprenditoriale era da ricondursi al fatto che l’impresa in parola era di proprietà di un
esponente della potente cosca rosarnese, poichè “la ditta Muzzupappa fa capo a Vincenzo Pesce”.
PESCE Giuseppina, il 12.10.2011, confermava la presenza dei MUZZUPAPPA nel proficuo
settore dell’edilizia, ponendo l’accento sulla parentela con i PESCE:
(…)
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
“Foto numero sette. Muzzupappa Antonio”
“E chi è questo signore? Cosa sa di lui?”
“Lo conosco, sempre legato al legame familiare,
insomma è un... una figura familiare, insomma, cugini,
un cugino di mio padre, la mamma di questo ragazzo
è una Pesce”
“La mamma di questo Muzzupappa è una Pesce,
quindi c’è un legame familiare”
“Sì, sì”
“E che fa questo nella vita?”
“Questo? So che lavora col padre con... movimenti
terra, ruspe, ‘ste cose qua”
(…)
La collaboratrice, descrivendo il grado di parentela di MUZZUPAPPA con la sua famiglia (“… un
cugino di mio padre, la mamma di questo ragazzo è una Pesce”) dichiarava di considerarlo “una
figura familiare”: la madre di MUZZUPAPPA Francescantonio (“un cugino di mio padre),
effettivamente, veniva identificata in PESCE Carmela86 (“la mamma di questo ragazzo è una
Pesce”), consanguinea di PESCE Salvatore87 inteso “’ babbu”, padre di Giuseppina.
La donna, inoltre, forniva un’ulteriore conferma dell’esatta identificazione di MUZZUPAPPA
Francescantonio nel soggetto indicato nel pizzino col nome di “MUZZUPAPPA NINAREDO”:
Francescantonio è il risultato della contrazione di due nomi e la PESCE, riconoscendo la
fotografia di “Muzzupappa Antonio”, di fatto, confermava che in ambito familiare il predetto
era chiamato semplicemente Antonio, il cui diminutivo è, per l’appunto, “NINAREDO”.
L’analisi dei dati presenti nella piattaforma intercettiva del proc. pen. 4302/06 RGNR-DDA
permetteva di riscontrare un collegamento tra il MUZZUPAPPA Francescantonio e la
famiglia di RAO Rocco88: SPECIALE Valentina89 (moglie di MUZZUPAPPA
Francescantonio) risultava molto legata a GIOFFRÈ Maria Anna90 (moglie di RAO Rocco),
per come evidenziato dai numerosi ed affettuosi sms che le due donne si scambiavano con
cadenza quasi giornaliera.
Inoltre, le telefonate intercettate attualizzavano quanto sostenuto dal FACCHINETTI, a
conferma del fatto che nulla era cambiato negli assetti della “ditta MUZZUPAPPA” dal 2007
ad oggi: il collaboratore di giustizia aveva posto l’accento sull’esistenza di “…‘na ditta che è
di Muzzipappa pure, Pasquale Muzzipappa... cognato di Pesce Vincenzo sciorta”; nel corso
delle indagini, emergeva che D’AMICO Danilo91 (soggetto della cui posizione si tratterà a
86
PESCE Carmela nata a Rosarno il 18.09.1956.
87
PESCE Salvatore inteso “u babbu” nato a Rosarno il 16.07.1961, in atto detenuto.
88
RAO Rocco nato a Rosarno il 16.01.1961, detenuto dall’aprile 2010 (“operazione ALL INSIDE”).
89
SPECIALE Valentina nata a Gioia Tauro il 07.07.1983.
90
GIOFFRE’ Maria Anna nata a Rosarno il 31.07.1965.
91
D’AMICO Danilo, nato a Taurianova il 19.07.1977.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
breve), si avvaleva di quell’impresa per effettuare i lavori edili sui suoi immobili92 e per
concordare tutte le questioni di dettaglio si interfacciava con MUZZUPAPPA Pasquale93.
Le frequentazioni94 accertate a carico del MUZZUPAPPA Francescantonio confermano
la sua partecipazione alla cosca mafiosa: l’indagato è stato controllato in compagnia di
MESSINA Rocco, ARENA Biagio (figlio dell’attuale latitante ARENA Domenico, nonché
nipote di PESCE Vincenzo “u pacciu”), PESCE Francesco (figlio di PESCE Vincenzo
“sciorta”), PESCE Francesco cl. 84 (figlio di PESCE Salvatore “u babbu”), PALAIA Mario
(cugino acquisito di PESCE Francesco “testuni”) e PESCE Fabio (figlio di PESCE Giuseppe
cl. 1948).
Si ritengono, pertanto, sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico di MUZZUPAPPA
FRANCESCOANTONIO per il reato di partecipazione alla cosca mafiosa PESCE.
La cointeressenza tra i MUZZUPAPPA e la famiglia PESCE era già emersa dalle
dichiarazioni del collaboratore di giustizia FACCHINETTI Salvatore.
PESCE Giuseppina spiegava il rapporto di parentela tra i MUZZUPAPPA e la famiglia
PESCE, confermando che lo stesso lavora nel campo del movimento terra (stesso settore
indicato da FACCHINETTI Salvatore).
PESCE Giuseppina, inoltre, consentiva la riconducibilità del sostantivo “Ninaredu” proprio a
MUZZUPAPPA FRANCESCANTONIO, da lei riconosciuto fotograficamente come
MUZZUPAPPA Antonio.
Come dimostrato dai puntuali accertamenti effettuati dagli investigatori, del resto,
MUZZUPAPPA Francescoantonio è l’unico individuo con queste generalità di cui sono stati
documentati i rapporti e le frequentazioni con la famiglia PESCE.
PESCE Giuseppina, infine, ne ha effettuato il riconoscimento fotografico, così confermando
l’esatta identificazione dell’indagato.
L’inserimento, da parte di PESCE Francesco cl. 78, del nome di MUZZUPAPPA
NINAREDU nella lista del “pizzino” destinato ai sodali in stato di libertà, pertanto, conferma
92
L’affermazione trovava conferma nelle conversazioni telefoniche intercettate in esecuzione del RIT n. 1757/10 di Codesta Procura della Repubblica, con specifico
riferimento ai progressivi nn. 47, 568, 934, 2432, 3409, 3616, 3649, 3770, 4026, 4783, 4862, 4938, 5314, 5344, 6344, 6348, 6358, 7042, 7065, 7587, 7824, 7858, 8112,
8217, 8224, 8418, 8642, 9034, 9571, 9659, 10042, 10450, 10826, 11352, 11637, 12811, 13100, 13111, 13398, 13400, 13655, 13901, 14276, 14280, 22940, 30315,
30316 dell’utenza n. 3476532905 intestata ed in suo a D’AMICO Danilo.
93
MUZZUPAPPA Pasquale nato a Rosarno il 12.12.1955.
94
In data 19.12.1998 e 10.10.1999, veniva controllato con GRASSO Michele nato a Gioia Tauro il 07.07.1981 (sul suo conto risultano frequentazioni con soggetti
appartenenti alla cosca PESCE; in una nota della Questura di Reggio Calabria, del 2000, lo stesso viene indicato come “nuova manovalanza della famiglia PESCE”).
Il 15.05.1999, veniva controllato con MESSINA Rocco nato a Cinquefrondi il 06.06.1982 (soggetto citato nel pizzino in esame); MAZZITELLI Marco nato a
Cinquefrondi il 11.03.1983 (sul suo conto risultano frequentazioni con esponenti famiglia PESCE); il predetto GRASSO Michele; ARENA Biagio nato a Cinquefrondi
il 31.05.1982 (figlio di ARENA Domenico cl. 1954 allo stato attuale latitante). In data 13.09.1999, veniva controllato con MAZZITELLI Francesco nato a Gioia Tauro il
03.04.1979 (sul suo conto risultano frequentazioni con esponenti famiglia PESCE); PESCE Francesco nato a Cinquefrondi il 11.09.1981 (figlio di PESCE Vincenzo cl.
1952). In data 04.12.1999, veniva controllato con FIDA Cesare Antonio nato a Gioia Tauro il 14.06.1979 (fratello di Massimo cl 1973 tratto in arresto per associazione
a delinquere di tipo mafioso nell’ambito del procedimento penale 1389/08 RGNR DDA); SCARMATO Riccardo nato a Cinquefrondi il 19.01.1984 ( sul suo conto
risultano frequentazioni con appartenente alla cosca PESCE); PESCE Francesco nato a Cinquefrondi il 14.08.1984 (figlio di PESCE Salvatore cl. 1961). In data
10.12.2000, veniva controllato con il predetto PESCE Francesco. In data 31.05.2002, Rosarno, veniva controllato con PESCE Fabio nato a Cinquefrondi il 04.02.1983
(figlio di PESCE Giuseppe cl. 1948). In data 23.01.2004, veniva controllato con PALAIA Mario nato a Cinquefrondi 17.07.1982 (genero di SPATARO Giuseppe cl.
1957 e cugino acquisito di PESCE Francesco cl 1978 detto “testuni”).
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la ricostruzione sopra esposta e cristallizza la gravità del quadro indiziario a carico
dell’indagato per l’appartenenza alla cosca mafiosa.
“FRANCO TOCCO” - TOCCO Francesco Antonio
“FRANCO TOCCO” veniva identificato in TOCCO Francesco Antonio nato a Rosarno il
16.03.1968 ed ivi residente in via Fogazzaro n. 6, cognato95 del latitante PESCE Marcello96 “u
ballerinu”, nonchè cugino97 acquisito in secondo grado di MARAFIOTI SAVERIO98.
PESCE Giuseppina, il 12.10.2011, illustrava i rapporti tra la sua famiglia e la quella dei TOCCO,
considerati soggetti a disposizione “su cui si può tener conto”:
(…)
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
“In generale perché, vabbè, i Tocco sono una
famiglia...”
“E no, mi dica perché non abbiamo, credo, mai
affrontato la famiglia Tocco”
“Sì. Sì, sono una famiglia, insomma, vicino ai Pesce,
cioè stanno...”
“Intende una famiglia mafiosa?”
“No, non è mafiosa, ma è una famiglia a cui... su cui
si può tener conto, insomma”
“I famosi supporti di cui lei aveva parlato durante
l’interrogatorio, aveva detto...”
“Si...”
“...«ci sono i giocatori e i tifosi»”
“Ecco, sì”
“Mi ricordo che lei ha usato questa espressione”
“Quando hai bisogno loro ci sono, insomma”
“Quindi di supporto alla famiglia...”
“Sì, sì”
“...Pesce”
“Alla famiglia, sì”
“Ma... e questo lei come fa a dirlo? Come lo sa?”
“Eh, ma perché la vivi, cioè insomma, sai che quelle
persone sono... c’è il rispetto...”
“C’erano state delle occasioni in cui lei ha saputo...”
“Sì, sì...”
“...«Sì, i Tocco sono dalla nostra parte...»”
“Ma c’è il rapporto, proprio, cioè, perché poi subentra
un rapporto di familiarità, insomma, no?”
95
TOCCO Francesco Antonio è il fratello di TOCCO Giuseppina nata a Rosarno il 03.05.1966, coniugata con il latitante PESCE Marcello inteso “ballerinu”.
96
PESCE Marcello “u ballerinu” nato a Rosarno il 12.03.1964, latitante.
97
TOCCO Francesco è coniugato con MARAFIOTI Maria Teresa nata a Rosarno il 06.08.1974, quest’ultima è figlia di MARAFIOTI Michelangelo (pt. Domencio mt.
CIURLEO Spasimina, nato a Rosarno il 25.06.1932) e nipote (zio acquisito) di MARAFIOTI Diego (pt. Diego mt. MELANA Maria, nata a Rosarno il 11.04.1932).
MARAFIOTI Diego è fratello di MARAFIOTI Giuseppe (pt. Diego mt. MELANA Maria, nato a Rosarno il 16.07.1935) quest’ultimo padre di MARAFIOTI Saverio e
dunque suocero di PRONESTÌ Antonio.
98
MARAFIOTI Saverio nato a Rosarno il 09.04.1965.
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Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
(…)
“Di frequentazione?”
“Di frequentazione, di familiarità, di... di appoggio,
insomma, poi magari, tipo, lui... voglio dire, tipo
anche la situazione... lui, la moglie di mio cugino,
Marcello Pesce...”
“Sì”
“...è una Tocco”
“Sì”
“E mi sembra, adesso non ricordo, mi sembra che è
sua sorella”
“Sì, dovrebbe essere la sorella sua”
“Sua, sì, sì”
“Okay”
“Se non è sua...”
“Si ricorda come si chiama la moglie di Marcello
Pesce?”
“La moglie...”
“L’attuale moglie stiamo parlando”
“Sì, sì, l’attuale, certo. No, adesso no, mi sfugge”
“Comunque è una Tocco”
“Sì, sì, sì”
“E dovrebbe essere la sorella di questo signore...”
“Sì, sì”
“...di cui lei non ricorda il nome di battesimo”
“No, no, no perché sono tanti, lui ha altri due fratelli,
tre, c’è Gianni, c’è Rocco, c’è Mimmo”
“E i Tocco era una famiglia vicina, insomma, alla
vostra”
“Sì, ai Pesce”
“Questo signore in particolare con chi aveva, se lo sa,
rapporti, frequentazioni, contatti frequenti, con chi? Se
lo sa”
“No, non lo so”
“Non lo conosce”
“In generale... sì, in generale con tutti”
“Quindi c’erano buoni rapporti...”
“Sì”
I fatti narrati dalla collaboratrice di giustizia derivavano da considerazioni genuine che la donna
faceva per esperienza vissuta o discorsi che si erano tenuti all’interno della sua famiglia (“perché
la vivi”): PESCE Giuseppina affermava che sui TOCCO “si può tener conto”, perché “c’è il
rispetto” e quando i PESCE sono in difficoltà “loro ci sono, insomma”.
La disponibilità da parte dei TOCCO nei confronti della cosca PESCE era giustificata dal
“rapporto di familiarità” che, nel corso del tempo, si era instaurato (“c’è il rapporto, proprio,
cioè, perché poi subentra un rapporto di familiarità”). La dichiarante parlava chiaramente di
“…frequentazione, di familiarità, di... di appoggio”; le parole usate non erano casuali, perché
descrivevano un clima che, partendo dalla semplice “frequentazione” tra due famiglie, giungeva
fino alla possibilità di offrire “appoggio”.
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Tra l’altro, PESCE Marcello – cugino di PESCE Francesco cl. 78 e tuttora latitante nell’ambito
del procedimento cd. All Inside – aveva sposato TOCCO Giuseppina99 (“…voglio dire, tipo anche
la situazione... lui, la moglie di mio cugino, Marcello Pesce...”), sorella dell’indagato (“mi sembra
che è sua sorella… sua, sì sì”).
“FRANCO TOCCO”, negli ambienti criminali di Rosarno, non era solo il cognato di PESCE
Marcello “u ballerinu”, ma poteva vantare un proprio canale di interlocuzione con il reggente
della cosca PESCE, “Cicciu u testuni”.
Nel corso di una perquisizione effettuata, nell’anno 2007, presso l’abitazione di PESCE
Francesco, infatti, è stato rinvenuto un consistente carteggio, in cui il giovane boss aveva annotato
questioni relative l’attività estorsiva, quella di riciclaggio, ovvero, gli appuntamenti che fissava
con i suoi uomini di fiducia, tra cui figurava spesso anche TOCCO Francesco Antonio:
“GIOVEDI/VENERDI … FRANCO TOC.”, “LUNEDI FRANCO TOC.”, “FRANCO TOC.
LUNEDI”, “FRANCO TOC. DOMANI 5:00” (vds. par. relativo).
Si ritengono, pertanto, sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico di TOCCO Francesco
Antonio per il reato di partecipazione alla cosca mafiosa PESCE.
La contiguità della famiglia TOCCO rispetto alla cosca PESCE è stata descritta dalla
collaboratrice di giustizia, in termini di “appoggio” alla cosca mafiosa, di persone, cioè, su cui
poter contare in caso di bisogno.
La documentazione rinvenuta presso il domicilio di PESCE Francesco cl. 78 dimostra la
cointeressenza tra quest’ultimo e TOCCO Franco sin dall’anno 2007.
L’inserimento del suo nominativo nel “pizzino” da parte di PESCE Francesco – tra coloro che
dovranno garantire la prosecuzione del gruppo criminale sotto la nuova leadership - conferma il
rapporto di fiducia che lega il giovane boss all’indagato e cristallizza la gravità indiziaria per
l’appartenenza alla cosca mafiosa.
“DANILO” - D’AMICO Danilo
“DANILO” veniva identificato in D’AMICO Danilo nato a Taurianova il 19.07.1977,
residente in San Ferdinando alla via Chiesa Madre nr. 3.
La certezza in merito all’identificazione del soggetto, indicato nel pizzino senza il cognome o un
soprannome, si mutuava dalle numerosissime risultanze delle indagini condotte nei confronti
della cosca PESCE nel corso del tempo: nell’ambito di ben tre100 procedimenti penali,
emergeva D’AMICO Danilo quale persona vicina alla famiglia PESCE, in virtù del suo
legame PESCE Francesco “testuni”.
Le argomentazioni che seguono consentiranno di affermare con certezza l’identificazione del
“Danilo” di cui al pizzino in D’AMICO Danilo.
99
TOCCO Giuseppina nata a Rosarno il 03.05.1966.
100
Rif. ai procedimenti penali n. 502/09 RGNR-DDA (“Acquario”), n. 4302/06 RGNR-DDA (“All Inside”) e n. 2140/11 RGNR-DDA (“Califfo”).
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Sul ruolo rivestito da “DANILO” all’interno della cosca retta da PESCE Francesco “testuni” si
sono pronunciati i collaboratori FACCHINETTI Salvatore e PESCE Giuseppina.
FACCHINETTI dichiarava che D’AMICO Danilo è un soggetto molto vicino a PESCE
Francesco “testuni” (“Danilo… quello è proprio… uno attaccato pure a lui… è legatu a
TESTUNI”)
(…)
Facchinetti Salvatore:
“... c’è un ragazzo pure, che l' ho parlato l’altra
volta che si chiama... mi sono dimenticato a ‘sto
minuto. C’esti quello che abbiamo parlato prima,
Domenico Lucà, affianca pure a lui… è pure con
lui, un altro, Danilo, si chiama Danilo che è di San
Ferdinando, e quello è proprio... uno proprio
attaccato pure con lui. Quello che tiene i contatti
fuori, nell’ambiente è Mimmo Varrà [?] e il figlio
di ‘stu Mimmo Varra, non mi ricordo il nome di ‘sto
ragazzo, sono tutti personaggi che girano pure
intorno al pallone, loro gestiscono pure a squadra,
a Rosarnesi”
(…)
Pubblico Ministero:
D’Amico Danilo lo conosce?”
Facchinetti Salvatore:
“E questo è quello di San Ferdinando, quello che
dicevo prima che non mi ricordavo il nome”
Pubblico Ministero:
“E che cosa fa?”
Facchinetti Salvatore:
“Questo è puru ‘nu... ‘nu bracciu destru i Testuni,
è unu chi c' ha puru n‘hotel o nord italia questo
qua”
Pubblico Ministero:
“Ma lavora anche nel campo agrumicolo?”
Facchinetti Salvatore:
“Sì, ha preso in affitto, l’anno scorso, il magazzino
del fratello di Rizzo, quello che c'ha l’aria di
servizio sull’ESSO”
Pubblico Ministero:
“E come fa a sapere che...”
Facchinetti Salvatore:
“Perché era...”
Pubblico Ministero:
“...(incomprensibile sovrapposizioni di voci), cioè è
legato a Testuni, diciamo”
Facchinetti Salvatore:
“Perché è venuto duecentomila volte o magazzinu,
ha avuto a che fare pure direttamente con noi,
pure a livello di clementini, a livello di soldi e di
tutto”
Pubblico Ministero:
“E in questo contesto era lui stesso che faceva
riferimento a Testuni? Cioè come è emerso questo
legame...”
Facchinetti Salvatore:
“Loro funziona... a squatra di questi è fatta così:
Testuni, Mimmu Lucà e ‘stu Danilu”
Pubblico Ministero:
“D’Amico Danilo”
Facchinetti Salvatore:
“Danilo...”
Pubblico Ministero:
“Per le loca... adesso che gliel' ho detto io...”
Facchinetti Salvatore:
“Sì, Danilo...”
Pubblico Ministero:
“...ho capito”
Facchinetti Salvatore:
“O centu per centu lui”
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Pubblico Ministero:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero:
Facchinetti Salvatore:
Pubblico Ministero:
Facchinetti Salvatore:
(…)
“Sì, sì”
“Sì”
“E che significa «La squadra», quando dice «la
squadra»”
“Testuni c'ha squatri differenti, con... con questi si
occupa i ‘na cosa, per dire…(…) eh, lui ‘nd’avi
formati ‘nu saccu i squatri, ‘stu Testuni in giru, cu
diversi cosi”
“E quindi questo Danilo, D’Amico Danilo è nella...
è con i Lucà?”
“Sì, come infatti ‘stu... ‘stu Danilu si è compratu
puru i terri du sardignolu, l'ha pagati contanti,
non sacciu... non mi ricordu si erunu trecentumila
euru, ducentucinquantamila euru, eppuru terra di
Tutini, Tutino Angelo”
“E c' ha alberghi al nord ha detto?”
“Sì, però dove e come si chiamano non lo so, cose
che abbiamo parlato al magazzino, che...”
“Quindi non sa nemmeno se sono intestati
direttamente a lui o se sono intestate ad altre
persone...”
“Al padre, se non sbaglio, sono intestate”
“Gli alberghi”
“Sì”
FACCHINETTI si è detto sicuro “o centu per centu” delle affermazioni che stava facendo sul
conto di D’AMICO Danilo, in quanto lo conosceva bene per via di pregressi rapporti
commerciali (“…Perché è venuto duecentomila volte o magazzinu, ha avuto a che fare pure
direttamente con noi, pure a livello di clementini, a livello di soldi e di tutto…”) e lo definiva
“bracciu destru i Testuni”.
Quanto dichiarato dal collaboratore forniva un quadro preciso del personaggio in argomento,
rivelandone il ruolo strategico nelle attività criminali del giovane capobastone rosarnese.
Di seguito i riscontri alle dichiarazioni di FACCHINETTI sul conto di D’AMICO Danilo:
proprio come nel pizzino, il collaboratore parlava di D’AMICO usando semplicemente il nome;
non era un caso che, per ben sei volte, FACCHINETTI lo indicasse semplicemente come
“Danilo”, “Danilo che è di San Ferdinando” o “stu Danilu”.
Dagli accertamenti anagrafici presso i Comuni di Rosarno e San Ferdinando emergeva che vi
erano solo n. 12 soggetti maggiorenni, censiti con quel nome proprio e l’unico “DANILO”
criminalmente accreditato (“legato a Testuni”) era il suddetto D’AMICO Danilo, residente a
San Ferdinando (“Danilo che è di San Ferdinando”).
FACCHINETTI collegava Danilo alla squadra di calcio di Rosarno (“sono tutti personaggi che
girano pure intorno al pallone, loro gestiscono pure a squadra, a Rosarnesi”) ed effettivamente
il D’AMICO risultava tra i membri del consiglio direttivo101 della squadra calcistica “A.S.
101
Vds. Comunicazione della F.I.G.C. – Lega Nazionale Dilettanti – Comitato Interregionale sede di Roma, relativa alla società “AS Rosarno”, in All. n. 14.
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Rosarno”, sequestrata nell’ambito dell’operazione “ALL CLEAN” poiché riconducibile alla
“cosca PESCE”102.
Ulteriore riscontro alle dichiarazioni di FACCHINETTI derivava dall’attività lavorativa
dell’indagato (“lavora anche nel campo agrumicolo… avuto a che fare pure direttamente con
noi, pure a livello di clementini”): D’AMICO Danilo risultava effettivamente essere
imprenditore agricolo dal 2004 e titolare dell’omonima impresa individuale con sede a San
Ferdinando in via G. Bruno n. 14, operante nel settore agrumicolo103.
Presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari di Reggio Calabria, a ulteriore riscontro delle
dichiarazioni rese da FACCHINETTI (“stu Danilu si è compratu puru i terri du sardignolu, l'ha
pagati contanti, non sacciu... non mi ricordu si erunu trecentumila euru, ducentucinquantamila
euru”), si accertava l’esistenza di un acquisto da parte del D’AMICO Danilo di sei
appezzamenti di terreno e di una “abitazione di tipo economico”104, vendutigli da
CHINDAMO Giuseppe105, suocero di PESCE Carmine106 inteso “u sardignolu”.
Il collaboratore, infine, dichiarava che D’AMICO era titolare di un’attività commerciale al nord
Italia (“è unu chi c' ha puru n‘hotel o nord italia questo qua”).
Gli accertamenti effettuati permettevano di chiarire che il predetto, fino all’estate del 2010, era
stato socio per quote di un ristorante in provincia di Verona, la “TRATTORIA D’AMICO DI
D’AMICO DANILO & C. S.A.S.”107.
In data 21.07.2010, la suddetta società aveva cambiato ragione sociale in “RISTORANTE
PIZZERIA DI D’AMICO SERENA & C. S.A.S.”, contemplando come variazione l’uscita dai
propri assets di D’AMICO Danilo, un tempo “socio accomandatario gerente con responsabilità
illimitata”108.
A distanza di neanche tre mesi dai 40 arresti di “ALL INSIDE”, l’indagato si era certamente
estromesso motu proprio dalla società familiare che aveva portato il suo nome per dodici anni,
col chiaro fine di cautelarsi, poiché già allora temeva di poter essere destinatario di misure
restrittive o patrimoniali.
Infine, anche la partecipazione di D’AMICO Danilo ad un gruppo operativo con PESCE
Francesco e LUCA’ Domenico109 (“Loro funziona... a squatra di questi è fatta così: Testuni,
Mimmu Lucà e ‘stu Danilu…”) trovava conferme nei controlli del territorio a carico dei
predetti110: in data 19.12.2005, D’AMICO veniva notato, a Rosarno, in compagnia di LUCA’
102
La collaboratrice di giustizia PESCE Giuseppina dichiarava che la squadra di calcio di Rosarno, inizialmente, era appartenuta a suo padre PESCE Salvatore; dopo il suo
arresto, era passata nelle mani del cugino PESCE Marcello per circa 4 anni al quale, infine, era subentrato il cugino PESCE Francesco cl. 78. Quest’ultimo, oltre che a
sostenerla economicamente (come riscontrato da numerose intercettazioni), vi prendeva parte anche nel ruolo di giocatore. Il presidente ed allenatore della “A.S.
Rosarnese”, VARRA’ Domenico, veniva arrestato nell’aprile 2010, nell’ambito dell’operazione “ALL INSIDE”.
103
Vds. visura storica dell’impresa, in All. n. 15.
104
Nota di trascrizione datata 07.08.2009 del Registro Generale n. 13982, Registro Particolare n. 9871, presentazione n. 51. Immobili siti nel Comune di San Ferdinando al
105
CHINDAMO Giuseppe nato a Laureana di Borrello il 21.03.1948, padre di CHINDAMO Luciana nata a Rosarno il 05.02.1970, coniugata con PESCE Carmine.
106
PESCE Carmine “sardignolu” nato a Rosarno il 16.12.1965.
107
“TRATTORIA D’AMICO DI D’AMICO DANILO & C. S.A.S.”, sito a Cerea (VR) alla via Calcara n. 151. Trattasi di società in accomandita semplice costituita il
foglio di mappa 17, particelle 318, 339, 361, 363, 364, 675, 676. Vds. All. n. 16.
10.07.1998 dal predetto D’AMICO Danilo, D’AMICO Antonio nato a San Ferdinando il 13.08.1946, CAMPISI Antonina nata a San Ferdinando il 14.02.1955,
D’AMICO Nicoletta nata a Taurianova il 12.10.1986, D’AMICO Graziella nata a Taurianova il 11.05.1978 e D’AMICO Serena nata a Taurianova il 04.11.1979.
108
D’AMICO Danilo cedeva l’intera propria quota di partecipazione alla madre, PUNTORIERO Maria Anna, per un corrispettivo fissato in euro 8.000, pagato mediante
109
LUCA’ Domenico nato a Rosarno il 16.02.1972.
110
I giorni 19.12.2005, 12.05.2006, 04.12.2006 e 31.12.2008, D’AMICO Danilo veniva notato in compagnia di
LUCA’ Domenico.
assegno. Vds. Visura societaria, in All. n. 17.
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Domenico, PESCE Francesco inteso “testuni” e DELMIRO Biagio (soggetto di cui tratta il par.
4.2).
Quasi un anno prima che PESCE Francesco scrivesse il suo pizzino, il 14.10.2010, la
collaboratrice di giustizia PESCE Giuseppina rendeva dichiarazioni al PM su un uomo di nome
“DANILO”, “grande amico” di suo cugino “Ciccio”:
(…)
Pubblico Ministero:
(…)
Pesce Giuseppina:
Voce Maschile:
Pesce Giuseppina:
(…)
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
(…)
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
(…)
Pesce Giuseppina:
Pubblico Ministero:
Pesce Giuseppina:
(…)
“E chi sono gli altri di cui si fida secondo lei Ciccio?”
“Poi c’è una persona che è un suo amico che... però non so
il cognome...”
“Il nome pure”
“Danilo”
“E questo Danilo che ruolo ha accanto a Ciccio?”
“E’ un suo grande amico”
“Si fida di lui, so che si fida di lui, insomma...”
“Se lo porta dietro a fare i fatti suoi?”
“Forse tramite lui nasconde le cose sue”
“Tramite lui nasconde... Che vuol dire?”
“Magari lo usa in qualche modo per coprire i suoi...”
“E come lo può usare? Che fa questo Danilo che può essere
usato?, ha un’attività economica?”
“Perché so che è rispettato da tutti...”
“Danilo? Ma perché che fa, lavora, ha qualcosa, che fa nella
vita?”
“No, io non lo conosco, però so...”
“Lei dice: «so che è rispettato da tutti», ma a che titolo, in
quanto amico di Ciccio o perché ha una vita...”
“Ma perché lui stesso... cioè perché è l’amico di Ciccio!”
“Il fatto di essere l’amico di Ciccio”
“ ...è l’amico di Ciccio, sì.
“Altri posti no, ma le persone che io... che ho indicato prima
Danilo...”
“Sì”
“...può essere una persona riferente a lui”
Nell’ottobre 2010, PESCE Francesco era latitante e la cugina precisava che “Ciccio” non si
fidava di nessuno, eccezion fatta per “una persona che è un suo amico… Danilo”; la donna
sapeva che il ricercato avrebbe potuto mantenere i contatti con l’uomo, perché “si fida di lui, so che si
fida di lui”.
“Danilo” era una persona molto rispettata negli ambienti rosarnesi, proprio in virtù del suo stretto
legame con “Ciccio testuni” (“so che è rispettato da tutti... perché è l’amico di Ciccio!”).
A carico del D’AMICO risultano, infine, numerose frequentazioni con personaggi di
elevata caratura criminale operanti tra Rosarno e San Ferdinando.
144
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
I soggetti in compagnia dei quali era stato controllato dalle FF.PP. nel corso del tempo
confermano la sua collocazione nel contesto delineato dall’analisi del pizzino: PESCE
Francesco “testuni”, il latitante PESCE Marcello inteso “ballerinu”, i fratelli ALVIANO,
DELMIRO Biagio (soggetto di cui si tratterà in seguito), nonché MATALONE Salvatore
(fratello del latitante Roberto).
Si ritengono, pertanto, sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico di D’AMICO Danilo per
il reato di partecipazione alla cosca mafiosa PESCE.
Già nell’anno 2007, il collaboratore di giustizia FACCHINETTI Salvatore aveva collocato
D’AMICO Danilo nella compagine associativa, quale persona di estrema fiducia di PESCE
Francesco cl. 78, fornendo particolari utilissimi per l’esatta identificazione dell’indagato.
PESCE Giuseppina confermava lo stretto legame tra il cugino Francesco cl. 78 e D’AMICO, che
annoverava tra le persone più vicine al giovane boss.
Le frequentazioni accertate nel corso degli anni dalle Forze dell’Ordine dimostrano che
l’indagato era da tempo inserito nei circuiti criminali rosarnesi riconducibili alla cosca PESCE.
L’inserimento del nome “Danilo” tra quelli del “pizzino” da parte di PESCE Francesco conferma
la ricostruzione sopra esposta e cristallizza la gravità del quadro indiziario a carico dell’indagato
per l’appartenenza alla cosca mafiosa.
Nessun dubbio, infatti, sulla corretta identificazione del “DANILO” in D’AMICO Danilo, per le
motivazioni sopra esposte.
Dagli accertamenti anagrafici presso i Comuni di Rosarno e San Ferdinando emergeva, come già
visto, che vi erano solo n. 12 soggetti maggiorenni, censiti con quel nome proprio e l’unico
“DANILO” riconducibile alla cosca PESCE (“legato a Testuni”) era il suddetto D’AMICO
Danilo, residente a San Ferdinando (“Danilo che è di San Ferdinando”).
DISPOSIZIONI PATRIMINIALI CONTENUTE NEL PIZZINO
Come già accennato, dimostrando di avere a cuore anche gli interessi patrimoniali della cosca,
PESCE Francesco impartiva ai sodali in libertà specifiche direttive anche sul punto.
Attraverso il “pizzino”, PESCE Francesco si assicurava che tale “BIASE” consegnasse ad una
donna straniera (“POLACCA”) del denaro.
Come già evidenziato, la mancata determinazione della somma, indicata genericamente con il
termine “SOLDI”, stava a significare che si trattava di un riconoscimento economico
caratterizzato dalla continuità nel tempo, il cui importo, da quel momento, doveva essere
stornato da alcuni assegni (“ASS. FORTUG.”).
“BIASE SOLDI POLACCA ASS. FORTUG.”.
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All’interno della frase, volutamente scritta con linguaggio convenzionale e criptico, venivano
identificati tre soggetti:
DELMIRO Biagio nato a Rosarno il 03.02.1968 ivi residente in via Principe Amedeo n. 37;
COSTIN Camelia nata a Satumare (Romania) il 25.07.1979, già residente a Rosarno in via Po
n. 12;
FORTUGNO Domenico nato a Cinquefrondi il 20.07.1981, residente a Rosarno in via
Fogazzaro n. 6.
“BIASE” - DELMIRO BIAGIO
“BIASE” è stato identificato in DELMIRO Biagio.
Sul conto di DELMIRO Biagio, il 04.10.2007, aveva già reso dichiarazioni il collaboratore di
giustizia FACCHINETTI Salvatore, classificandolo come un uomo di fiducia di RAO Rocco e
PESCE Francesco “testuni”, con l’incarico di armiere della “cosca PESCE”:
(…)
Facchinetti S.:
Mar. Stella:
P.A.:
Facchinetti S.:
Mar. Stella:
P.A.:
Mar. Stella:
P.A.:
Facchinetti S.:
(…)
P.A.:
e fanno?”
Facchinetti S.: “
P.A.:
Facchinetti S.:
P.A.:
Facchinetti S.:
P.A.:
“DELMIRO Biagio, il fratello di Micu u ncintu, il
barbiere”
“Arturo Giuseppe”
“Artuso Giuseppe”
“ARTUSO”
“RAO Rocco e PESCE Francesco”
“Rao Rocco”
“E PESCE Francesco”
“E Pesce Francesco”
“C’è un altro pure che fa sempre parte di questo gruppo
qua, GENTILE va di cognome, che sono tutti e due soci
barbieri con DELMIRO, però non mi ricordo adesso il
cognome di… u schiuzzu lo chiamano”
“Questi ch
Sono loro quelli che gli accudiscono le cose a Rocco RAO
e a PESCE Francesco, parliamo di PESCE Francesco
testuni”
“Si”
“E un particolare che me lo sono ricordato adesso è
quando allora hanno fatto quella scoperta là sotto dove
c’era Peppe PESCE, tutti, quella… ne abbiamo parlato
l’altra volta, latitanti”
“Si, che erano tutti raccolti, riuniti, lì”
“Si. Siccome allora poi hanno lasciato tutte le armi là loro
quando sono scappati quella notte, posizionate sugli
alberi…”
“Si”
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Facchinetti S.:
(…)
Mar. Frisina:
Facchinetti S.:
Mar. Frisina:
Facchinetti S.:
Mar. Stella:
Facchinetti S.:
Mar. Stella:
P.A.:
Mar. Stella:
Facchinetti S.:
Mar. Stella:
Facchinetti S.:
P.A.:
Facchinetti S:
P.A.:
Facchinetti S.:
Mar. Stella:
Facchinetti S.:
Mar. Stella:
Facchinetti S.:
(…)
P.A.:
Facchinetti S.:
P.A.:
Facchinetti S.:
P.A.:
Facchinetti S.:
P.A.:
Facchinetti S.:
P.A.:
111
“E allora sono arrivate queste persone qua, RAO Rocco,
DELMIRO, sono arrivati a prenderle con le macchine e
hanno caricato tutte queste armi e c’ero pure io là allora”
“Quella notte, quando siete andati a recuperare le armi è
stata quella nottata?”
“No, il giorno dopo, subito, in giornata”
“Quindi il giorno successivo”
“Di giorno, si, il giorno successivo”
“E dove le avete portate?”
“No, le hanno prelevate Rocco RAO in macchina, noi
abbiamo fatto la scorta con la macchina, perché io ho
comperato le arance quell’anno là, dovevo andare… il
giorno prima non sono andato perché era successo questo
problema qua di quell’assalto che hanno fatto quella notte”
“Quindi lei ha fatto la scorta alle macchine che…”
“Si, eravamo tre-quattro macchine”
“(Inc) fino a Rosarno”
“Fino a Rosarno”
“E poi?”
“Dopo loro dove le hanno portate non lo so”
“Ma è un fatto vecchio questo, un fatto di oltre venti anni
fa”
“Si, però pure oggi quando gli serve un fucile a PESCE
Francesco o a Rocco RAO subito chiamano a queste
persone qua perché sono loro quelli che li custodiscono,
ma dove non lo so”
“Si. Delmiro?”
“DELMIRO e ARTUSO”
“Delmiro Biagio”
“Si”
“E Artuso Giuseppe”
“E GENTILE”
“Ma questo Delmiro, il barbiere, è fratello di quello
ucciso111?”
“Si, di quello che hanno ucciso”
“Ho capito”
“Si”
“Quindi questi gli tengono le armi praticamente”
“Si”
“Fanno la custodia delle armi per conto di Pesce”
“Come infatti allora per convincere questo DELMIRO
qua, Biagio, che non c’entravamo niente noi con
l’omicidio di suo fratello, perché loro all’inizio pensavano
che eravamo stati noi…”
“Si, si”
L’omicidio di DELMIRO Domenico inteso “u ncintu”, fratello di Biagio, è avvenuto a Rosarno il 14.05.1993.
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Facchinetti S.:
P.A.:
Facchinetti S.:
(…)
Facchinetti S.:
P.A.:
Facchinetti S.:
(…)
Facchinetti S.:
“Si è messo nel mezzo questo Rocco RAO perché allora
PESCE Francesco era un ragazzino…”
“Si, si, si”
“Tredici anni, dodici anni, e Rocco RAO ha fatto lui come
tramite per convincerlo che non siamo stati noi”
“Ma adesso Artuso è più vicino con un’altra squadra”
“Di armi sempre?”
“Si, sempre insieme a Francesco CIMATO, RAO
Francesco”
“Sono con Pesce Vincenzo ora questo gruppo qua, con
SCIORTA diciamo”
(…)
Le parole di FACCHINETTI permettevano, in due distinti passi, di inquadrare DELMIRO
Biagio, detto “il barbiere”, come ‘ndranghetista afferente al gruppo di “Cicciu ‘u testuni”,
con l’incarico di armiere della cosca: innanzitutto, il collaboratore raccontava un episodio di
alcuni anni addietro, vissuto in prima persona, durante il quale DELMIRO Biagio e RAO Rocco
avevano coordinato il recupero di varie armi che erano state nascoste sugli alberi a causa di
un blitz delle forze dell’ordine (“…hanno lasciato tutte le armi là loro quando sono scappati
quella notte, posizionate sugli alberi… E allora sono arrivate queste persone qua, RAO Rocco,
DELMIRO, sono arrivati a prenderle con le macchine e hanno caricato tutte queste armi e c’ero
pure io là allora…”); subito dopo, precisava che, ancora nel 2007, DELMIRO manteneva in
seno alla cosca PESCE lo stesso delicato ruolo: “… pure oggi quando gli serve un fucile a
PESCE Francesco o a Rocco RAO subito chiamano a queste persone qua perché sono loro
quelli che li custodiscono, ma dove non lo so… DELMIRO e ARTUSO…”.
In secondo luogo, il collaboratore, nel raccontare una vicenda legata all’omicidio di DELMIRO
Domenico112 inteso “micu ‘u ‘ncintu”, fratello di Biagio, forniva la conferma che quest’ultimo,
era affiliato allo schieramento dei PESCE: FACCHINETTI, successivamente all’omicidio,
aveva voluto incontrare DELMIRO Biagio per discolparsi, poiché lo considerava come un atto
dovuto al gruppo criminale del quale faceva parte DELMIRO.
Il collaboratore, in merito all’episodio omicidiario, non a caso usava il plurale pur riferendosi al
singolo DELMIRO: “loro all’inizio pensavano che eravamo stati noi”. FACCHINETTI dava per
scontato che dietro il DELMIRO ci fosse la cosca PESCE: “… per convincere questo DELMIRO
qua, Biagio, che non c’entravamo niente noi con l’omicidio di suo fratello, perché loro all’inizio
pensavano che eravamo stati noi…”. Infine, a dimostrazione del fatto che il DELMIRO fosse
persona tenuta in considerazione a Rosarno, per il definitivo chiarimento della vicenda, era
dovuto intervenire RAO Rocco, poiché PESCE Francesco, nel 1993, era ancora un “ragazzino”:
“… Si è messo nel mezzo questo Rocco RAO perché allora PESCE Francesco era un
ragazzino… Tredici anni, dodici anni, e Rocco RAO ha fatto lui come tramite per convincerlo
che non siamo stati noi…”.
Gli accertamenti effettuati presso l’Arma territoriale di Rosarno riscontravano le dichiarazioni
del collaboratore circa l’effettiva disponibilità di armi in capo a DELMIRO Biagio, il quale,
in data 17.12.1999, veniva tratto in arresto dal Commissariato di P.S. di Gioia Tauro per
detenzione illegale di arma clandestina.
112
DELMIRO Domenico nato a Rosarno il 10.04.1960, ucciso in agguato mafioso nel maggio 1993.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
A seguito di una perquisizione domiciliare, il “barbiere” era stato trovato in possesso di una
pistola BERETTA cal. 7,65 con matricola abrasa e predisposta per l’innesto di un
silenziatore113: le modifiche apportate a quell’arma – sia in termini di non tracciabilità che di
incremento del potenziale offensivo – bastavano a chiarirne la provenienza mafiosa e la
destinazione d’uso.
Il primo elemento che consente la riconducibilità del nome “BIASE” a DELMIRO Biagio è
fornita dallo stesso PESCE Francesco cl. 78, nel corso di un colloquio in carcere del 2 gennaio
2009:
(…)
Pesce Francesco abbassa ulteriormente il tono della voce e si rivolge al fratello
Giuseppe…
Francesco:
Biase (Biagio), il barbiere te li ha dati?
Giuseppe:
No
Francesco:
Ah? Questo ti deve dare…ogni mese, ogni fine mese, scriviteli
tutti da una parte …inc… Biase (Biagio) ogni mese, ogni fine
mese ti deve dare un paio di centinaia di euro…ogni fine mese,
hai capito, ora penso che te le deve dare.
(…)
All’epoca, PESCE Francesco si trovava ristretto presso la Casa Circondariale di Palmi e – come
già documentato nell’ambito del procedimento 4302/06 RGNR DDA – da quel carcere impartiva
al fratello Giuseppe precise indicazioni per la riscossione delle estorsioni a Rosarno.
Nello stralcio di colloquio sopra riportato, Francesco ribadiva che, allo scadere di ogni mese
(“ogni fine mese”), “BIASE” gli riconosceva una somma di denaro (“un paio di centinaia di
euro”).
La certezza dell’identificazione di “BIASE IL BARBIERE” in DELMIRO Biagio deriva dalle
seguenti circostanze (v. nota ROS del 27.1.2012):
-
-
-
presso gli archivi della Tenenza CC di Rosarno, venivano rinvenuti due controlli del
territorio su DELMIRO Biagio, datati 20.12.1993 e 18.02.2003; in entrambi i casi, i
militari operanti scrivevano che il DELMIRO svolgeva la professione di “barbiere”114;
dall’analisi del cellulare che PRONESTI’ Antonio115 aveva con sé al momento della cattura
di PESCE Francesco cl. 78 si ricavava che, tra i vari contatti memorizzati all’interno della
rubrica, vi era il nominativo “BARBIERE” associato all’utenza n. 3476271342116,
effettivamente intestata ed in uso al predetto DELMIRO Biagio, nonché sottoposta ad
intercettazione;
come accertato presso la banca dati dell’Agenzia delle Entrate, DELMIRO Biagio – dal
06.04.1992 fino al 31.05.2006 – risultava titolare dell’omonima ditta individuale avente
P.I. 01230360800 con sede a Rosarno alla via Principe Amedeo n. 40, con domicilio fiscale
presso l’attuale residenza dell’indagato (in via Principe Amedeo n. 37) ed avente come
oggetto dell’attività: “Servizi dei saloni di barbiere” 117. In piena concordanza con il dato di
113
Vds. All. n. 18.
114
Vds. All. n. 1.
115
PRONESTÌ Antonio nato Villefranche S.S. (Francia) il 27.03.1967.
116
Vds. All. n. 2.
117
Vds. All. n. 3.
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cui sopra, dall’ottobre del 2006 a tutt’oggi, DELMIRO risulta essere dipendente della
“UNIVERSAL SERVICE SRL”, società operante nel porto di Gioia Tauro.
Quanto sopra fornisce ulteriore riscontro alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia
FACCHINETI Salvatore, che, soffermandosi sul rulo di DELMIRO nel contesto criminale
rosarnese, sottolineava che il predetto aveva una barbieria in società con tale GENTILE: “C’è un
altro pure che fa sempre parte di questo gruppo qua, GENTILE va di cognome, che sono tutti e
due soci barbieri con DELMIRO…”. Effettivamente, dalla visura catastale, l’immobile sito in via
Principe Amedeo n. 40118 (posto quasi dirimpetto all’abitazione di DELMIRO) risultava
intestato a GENTILE Michele nato a Rosarno il 07.01.1959. Pur non dichiarando alcun reddito
derivante da attività imprenditoriale/artigianale ovvero lavoro dipendente119, GENTILE Michele
gestisce il salone da barbiere in argomento120.
Tale circostanza è confermata dall’attività di videoripresa sulla via Principe Amedeo di Rosarno:
alle ore 18:00 del 09.07.2011, infatti, veniva ripresa121 una riunione riservata tra DELMIRO,
MATALONE Salvatore (fratello del latitante Roberto) ed altri uomini in corso di identificazione,
i quali entravano nel salone in argomento e si chiudevano dentro, sbarrando porte e finestre122.
Che nell’ambito del colloquio in carcere del 2 gennaio 2009, DELMIRO fosse parte attiva e non
vittima di estorsione, si ricava già da due ordini di argomentazioni:
1) la terminologia utilizzata (“Biase…ogni fine mese ti deve dare un paio di centinaia di euro…
ora penso che te le deve dare”) veicolavano un’inusuale elasticità del boss, sia con riferimento
alla somma di denaro (“un paio di centinaia di euro”), che alla tempistica del pagamento (“ora
penso che te le deve dare”).
PESCE Francesco - come documentato ampiamente nel corso del procedimento 4302/06 RGNR
DDA nell’ambito del quale è stato condannato ad anni 20 di reclusione - quando si trattava di
incassare il denaro delle estorsioni, era molto duro e risoluto: nel colloquio del 13.02.2009, ad
esempio, si raccomandava di minacciare un debitore moroso, intimandogli di portare subito il
denaro (“tu prendi i soldi e glieli porti subito… così gli devi dire, che non siete nessuno, proprio
così”) ed avvertendolo che, se non avesse pagato, non avrebbe potuto trovare riparo dalla sua ira
(“gli dici, proprio così gli devi dire, che non andasse dietro a nessuno, gli devi dire, perché
nessuno, nessuno mi può dire a me, quello che devo fare, proprio cosi gli devi dire”)123;
2) dall’ottobre del 2006, DELMIRO presta attività lavorativa presso il porto di Gioia Tauro per
conto della “UNIVERSAL SERVICE SRL”124 con mansioni da operaio-turnista125, quindi, non
poteva essere un imprenditore sotto estorsione.
118
Foglio di mappa 21 del Comune di Rosarno, particella 708, subalterno 1.
119
Vds. accertamenti, in All. n. 4.
120
Vds. Verbale di identificazione, in All. n. 5.
121
Decreto emesso da Codesta Procura della Repubblica n. 2140/11 del 30.05.2011.
122
Vds. Annotazione, in All. n. 20.
123
Stralcio del colloquio in carcere presso la Casa Circondariale di Palmi, avvenuto il 13.02.2009 ed inserito da Codesta A.G. nel provvedimento di fermo di indiziato di
delitto del 26.04.2010 (operazione ALL INSIDE), tra PESCE Francesco e FORTUGNO Domenico (soggetto inserito nel pizzino de quo, la cui posizione viene
argomentata al paragrafo 4.2.4 della presente nota informativa).
124
Vds. All. n. 19.
125
Da accertamenti presso la Banca Dati INPS, nel 2009, DELMIRO ha avuto un retribuzione annua di euro 24.893 al lordo delle imposte (pari ad un stipendio mensile, al
netto, di circa euro 1.400).
150
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DELMIRO, pertanto, lungi dall’essere vittima di estorsione dei PESCE, è un partecipe della
cosca che, periodicamente, è evidentemente tenuto a versare nella cassa comune il denaro frutto
delle attività estorsive nella sua zona di influenza.
Il salone da barbiere viene utilizzato da DELMIRO come base logistica per incontri con soggetti
gravitanti intorno alla cosca PESCE, come confermato dall’attività di video riprese del 9 luglio
2011.
La definitiva certezza dell’identificazione di “BIASE” - che secondo i dictat di cui al
“pizzino” di PESCE Francesco doveva relazionarsi con “polacca” per “SOLDI” – in DELMIRO
Biagio, la si raggiunge monitorando i suoi rapporti con COSTIN Camelia.
La “POLACCA” è stata, infatti, identificata in COSTIN CAMELIA.
La COSTIN è stata vicina a PESCE Francesco sia prima che durante la sua latitanza: la ragazza,
pur se di nazionalità rumena, veniva chiamata la “POLACCA”, per via di un modus dicendi
mutuato dalla locale cultura dialettale, in base alla quale tutte le ragazze provenienti dai Paesi
dell’ex Blocco Sovietico sono state genericamente classificate come “polacche”.
Tale assunto veniva confermato dalle intercettazioni telefoniche, nel corso delle quali gli indagati
facevano riferimento al bar della TAMOIL gestito dalla COSTIN come il “bar della polacca”126.
Gli accertamenti effettuati a carico della predetta e l’analisi delle acquisizioni derivanti dalle
intercettazioni effettuate nell’ambito dei proc. pen. 4302/06 RGNR-DDA e n. 2140/11 RGNRDDA consentivano di accertare che COSTIN Camelia, in virtù della relazione sentimentale che
intratteneva con PESCE Francesco cl. 78, veniva mantenuta a spese della cosca PESCE, per il
tramite del noto RAO Franco inteso “puffo”.
A tale conclusione si giungeva sulla base delle seguenti circostanze:
-
dall’aprile 2007, la COSTIN risultava risiedere in un appartamento127 sito in via Po n. 12 di
Rosarno, coincidente con l’indirizzo dell’abitazione del suddetto RAO;
-
acquistava – presso la “AUTOSUD DI FILARDO NICOLA” riconducibile a PESCE
Francesco128 – un SUV129 del valore di 30.000 euro, il cui contratto di assicurazione veniva
intestato a Franco RAO e pagato da quest’ultimo;
-
alla COSTIN veniva affidata la piena autonomia gestionale del bar130 posto all’interno
dell’”Area Servizio TAMOIL”, di proprietà del RAO;
-
successivamente, la donna si trasferiva in un appartamento sulla SS18, sempre di proprietà
di RAO131;
126
Decreto nr.4302/2006 RGNR-DDA e nr. 2101/2010 RIT-DDA – emesso dalla Procura della RepubblicaDDA di Reggio Calabria. Conversazione telefonica registrata in data 15.04.2011, alle ore 15.53.19, in uscita
dall’utenza 3939901515 in uso a BAGALÀ Rocco nato a Taurianova il 12.03.1978, sulla linea 344 al
progressivo n. 17968. Vds. All. n. 21.
127
In BB.DD.FF.PP, riscontro della denuncia di cessione fabbricato datata 17.04.2007.
128
Rif. la concessionaria “AUTOSUD DI FILARDO NICOLA” veniva sequestrata nell’ambito dell’operazione “ALL CLEAN”.
129
Suzuki Gran Vitara targata DH821AK, immatricolata il 03.08.2007.
130
Da accertamenti presso la banca dati INPS, COSTIN Camelia risultava aver lavorato, dal mese di giugno 2009 al mese di marzo 2010, presso il Bar e Caffè di RAO
Franco. Le intercettazioni del proc. pen. 2140/11 RGNR DDA chiarivano che la ragazza, durante l’inverno scorso e fino al sequestro dell’attività nell’aprile 2011,
gestiva di fatto l’attività commerciale in parola.
131
Immobile catastalmente censito al foglio di mappa 5 particella 193, intestato a RAO Franco ed alla moglie PETRELLI Caterina nata a Taurianova il 16.06.1969.
151
-
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
nel marzo 2011, la ragazza aveva in uso una RENAULT Clio intestata a MAMMOLA
Oriana Violetta132, ma il contratto di assicurazione133 risultava intestato a RAO Franco, in
carcere da quasi un anno.
L’operazione “ALL CLEAN”, però, poneva fine a tutti i benefits che avevano caratterizzato la
quotidianità di COSTIN Camelia: a fine aprile 2011, infatti, su disposizione del Tribunale
Reggio Calabria – Misure di Prevenzione, venivano sequestrati la “Autosud di FILARDO
Nicola”, l’”Area Servizio TAMOIL” con annesso bar (l’intero patrimonio aziendale veniva
considerato “longa manus” della cosca mafiosa dei PESCE), nonché l’appartamento sulla SS18
in cui la ragazza viveva.
Il nome di COSTIN Camelia era già emerso nell’ambito del procedimento 4302/06 RGNR-DDA
(“operazione ALL INSIDE”), in merito ad una vicenda che vedeva coinvolti due Carabinieri
infedeli: “”… LUCIANO Carmelo e GAGLIOTI Giuseppe per il delitto di cui agli artt. 110, 61 n.
9, 416 bis commi I, II, III, IV, V, VI C.P. perché, pur non facendo parte dell’associazione di cui al
capo 1), concorrevano nella commissione del reato associativo, in quanto, nelle rispettive qualità
di Pubblici Ufficiali appartenenti all’Arma dei Carabinieri e, precisamente, in servizio presso la
Tenenza di Rosarno, il Gaglioti quale Carabiniere Scelto ed il Luciano quale Appuntato,
contribuivano al perseguimento delle finalità della ndrina PESCE e dei singoli associati, con
specifico riferimento alla salvaguardia della cosca da iniziative giudiziarie e/o di polizia, al fine
di favorire la organizzazione e/o i suoi esponenti di vertice, onde poterne trarre ingiusti vantaggi
o profitti, ponendo in essere le condotte di seguito indicate: (…) per avere tentato di falsificare, il
Luciano ed il Gaglioti, un verbale134 di contestazione amministrativa elevato a carico di
COSTIN Camelia, ex art. 180 c. 1 e 7, codice della strada poiché la donna - che viaggiava a
bordo della propria autovettura targata DH821AK - circolava sprovvista del tagliando
dell’assicurazione R.C.A. (la donna dichiarava nel verbale di averlo dimenticato) al fine, per
l’appunto, di non fare rilevare la data in cui la polizza assicurativa era realmente stata firmata,
data successiva alla contestazione de qua e, quindi, per aver effettuato una fotocopia del
contratto dell’assicurazione, facendo appositamente in modo che nella copia fotostatica, si
leggessero bene la targa dell’auto (DH821AK) ed il contraente della polizza (RAO Franco), ma
non si riuscisse a leggere la data in cui il contratto era stato stipulato. Il tutto al fine di trarre in
inganno il personale appartenente al Commissariato P.S. di Gioia Tauro…”.
La notte del 29.04.2010, PESCE Francesco si dava alla macchia e sarebbe stato catturato solo
dopo sedici mesi di incessanti ricerche, ma, già all’epoca, veniva effettuata una perquisizione
nell’appartamento dove viveva la COSTIN135.
PESCE Francesco “testuni” sebbene detenuto, le aveva ritagliato un posto nel pizzino, affinché le
fosse garantito il mantenimento (“SOLDI POLACCA”).
132
Renault Clio targata BP066PB intestata a MAMMOLA Oriana Violetta nata a Rosarno il 06.06.1951.
133
Vds. All. n. 22.
134
In data 13.10.2008, in Rosarno, personale della Polizia Stradale di Reggio Calabria, aveva elevato un verbale di contravvenzione al C.d.S. a carico della barista rumena,
135
Vds. Verbale di perquisizione, in All. n. 23.
controllata mentre viaggiava a bordo della sua SUZUKI Gran Vitara.
152
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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I CONTATTI DELMIRO/COSTIN
Su DELMIRO Biagio e COSTIN Camelia sono confluiti gli sforzi investigativi finalizzati alla
cattura di PESCE Francesco “testuni” ed è proprio grazie a loro che, per la prima volta, veniva
localizzata l’area in cui, la sera del 9 agosto 2011, sarebbe stato individuato il bunker all’interno
del quale è stato catturato il latitante.
Appare, pertanto, opportuno ripercorrere i passaggi salienti delle investigazioni, che hanno
evidenziato, in un continuo crescendo, il ruolo svolto dai due personaggi nella latitanza del
giovane boss.
Nei primi giorni di marzo 2011, veniva emesso un decreto di intercettazione telefonica delle
utenze in uso alla COSTIN.
I suoi frequenti contatti con GIOFFRE’ Maria Anna136 (madre di “PEPPE RAO”, di cui si è già
detto), alla quale si rivolgeva con espressioni del tipo “cuore mio”, “mamma” o “nonna”,
confermavano, inoltre, la sua posizione di interlocutrice privilegiata delle questioni più riservate
di quella famiglia.
Nel tardo pomeriggio del 11.03.2011, COSTIN Camelia faceva perdere le proprie tracce,
per ben tre ore consecutive, con ogni probabilità per raggiungere l’allora latitante PESCE
Francesco.
Gli investigatori riuscivano a documentare in diretta una parte della dinamica dell’allontamento:
alle ore 17:55, la ragazza chiudeva, con oltre un’ora di anticipo, il bar ponendosi alla guida della
sua autovettura;
dieci minuti dopo, la COSTIN giungeva presso la sua abitazione sulla SS18 all’interno della
quale si introduceva, lasciando il portone aperto;
in contemporanea, appena la donna varcava l’ingresso dell’appartamento, sopraggiungeva
l’autovettura FIAT Punto targata CS426TF137, che si fermava davanti al cancello dell’abitazione
della donna;
dopo pochi istanti, la donna entrava nella FIAT Punto, che partiva repentinamente, percorrendo
la SS18 in direzione di Gioia Tauro.
L’eccessiva velocità alla quale viaggiava l’autovettura ed i continui sorpassi che effettuava, in
considerazione del traffico presente su quell’arteria stradale, rendevano impossibili le condizioni
per continuare il servizio di pedinamento secondo modalità di clandestinità e di sicurezza per gli
operatori.
Alle successive ore 21:00, la FIAT Punto giungeva nuovamente presso l’abitazione di
COSTIN Camelia;
appena l’auto si fermava, la ragazza scendeva dal lato passeggero del veicolo e, a passo veloce,
si introduceva nell’abitazione;
a quel punto, la FIAT Punto ripartiva in direzione Rosarno138.
136
GIOFFRE’ Anna Maria nata a Rosarno il 31.07.1965.
137
Autovettura intestata a CANNATA’ Francesca nata a Taurianova il 06.03.1974 residente a Rosarno (RC) alla via Principe Amedeo nr.37 coniugata con DELMIRO
138
Vds. Annotazione di P.G., in All. n. 24.
Biagio nato a Rosarno (RC) il 03.02.1968.
153
PROCURA DELLA REPUBBLICA
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I dati acquisiti nella circostanza, da subito, convergevano inequivocabilmente a sostegno
dell’ipotesi che la donna si fosse incontrata col latitante:
- il telefono cellulare139 della COSTIN (sotto intercettazione proprio da quel giorno) era stato
spento alle 18:00 e deliberatamente lasciato a casa (unico motivo plausibile per il quale la
ragazza era entrata nell’abitazione, mantenendo il portone aperto, per poi uscire subito dopo);
infatti, grazie al servizio di localizzazione fornito dalla Vodafone, si poteva accertare che
l’ultima BTS su cui si era attestata l’utenza era stata quella di “Gioia Tauro-Porto” (cella di
copertura dell’abitazione della donna)140;
- dalle ore 19:10 fino alle successive 20:59, sull’utenza n. 3456394026 in uso alla COSTIN
venivano documentati ben 23 tentativi di chiamata smistati alla segreteria telefonica, effettuati da
FUMO Antonio141, suo fidanzato ufficiale142.
Un colloquio tra i due giovani certificava che la ragazza aveva avuto un incontro clandestino, in
quanto si giustificava con il fidanzato facendogli intendere di avere fatto tardi al lavoro (“ora
sono arrivata”)143:
CAMELIA:
NINO:
CAMELIA:
NINO:
CAMELIA:
NINO:
CAMELIA:
NINO:
CAMELIA:
Pronto! (vdr con tono di voce affannato)
ma dove cazzo sei?
(sospiro) ora sono arrivata! (sospiro)
ah?
ora sono arrivata! (sospiro)
sei ... sei arrivata a casa?
sì! (sospiro)
sì! ... vedi che sto arrivando! (vdr con tono di voce
minaccioso)
ok!
Da accertamenti successivamente effettuati, la FIAT Punto targata CS426TF risultava
quotidianamente in uso a DELMIRO Biagio (la circostanza, nei mesi a seguire, veniva
confermata dall’attività tecnica a carico di quest’ultimo).
Sia DELMIRO che la COSTIN, quindi, venivano sottoposti a mirate intercettazioni (telefoniche,
video, ambientali con geolocalizzazione e telematiche) e controllati nei loro spostamenti
quotidiani con servizi di pedinamento sia dentro che fuori il centro abitato di Rosarno.
Dieci giorni dopo l’incontro clandestino, la mattina del 21.03.2011, COSTIN Camelia – mentre
dialogava in lingua straniera con una sua amica – faceva menzione ad un uomo di cui non
voleva fare il nome (“il mio amico”) e con il quale si era vista di recente (“mi ha visto
nervosa”), che poteva essere identificato – ma lo si vedrà meglio dopo - nell’allora latitante
139
Utenza cellulare n. 3456394026 intestata a IAROPOLI Domenico nato a Cinquefrondi il 17.12.87 ed in uso alla COSTIN, intercettata in forza del decreto n. 4302/06 e n.
140
Vds. Annotazione di P.G, già in All. n. 24.
141
FUMO Antonio nato a Cinquefrondi il 23.02.1982, residente a Gioia Tauro alla via Garibaldi n.195. L’utenza con la quale ha effettuato i tentativi di chiamata alla
142
Vds. Annotazione di P.G, già in All. n. 24.
143
Decreto d’intercettazione nr. 4302/2006 RGNR DDA e nr. 566/11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria. Conversazione in entrata registrata al
prog. 45 del 11.03.2011, delle ore 21:06:22, della durata di 00.00.25, linea 3455. Vds. All. n. 25.
154
566/11 RIT-DDA del 11.03.2011.
COSTIN, la sera del 11.03.2011, era la n. 3467707745 a lui stesso intestata.
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PESCE Francesco (“dopo è stato un amico di sai tu, il mio amico! e gli ho spiegato perchè mi
ha visto nervosa...”).
Subito dopo, con un evidente collegamento logico, l’indagata associava il riferimento a
PESCE Francesco ai rischi che lei stessa correva e dichiarava di sapere di essere
intercettata: “vedi che mi è ascoltato il telefonino, questi credono che sono così fessa e non
capisco!”144
Dopo qualche settimana, il 28.03.2011, si registrava una lite tra COSTIN Camelia e RAO
Giuseppe, poiché quest’ultimo mal digeriva la gestione fin troppo indipendente del bar di
famiglia da parte della ragazza, che, per tutta risposta, abbandonava il bar in pieno orario
d’attività tornandosene a casa.
Dopo un quarto d’ora, COSTIN Camelia telefonava145 a COLLIA Domenico146:
MIMMO:
CAMELIA:
MIMMO:
CAMELIA:
MIMMO:
CAMELIA:
MIMMO:
CAMELIA:
MIMMO:
Pronto!
Mimmo! ... telefona al mio amico del porto ...
ehm!
.... quello che viene a prendersi il caffè. Digli di venire a casa
mia urgente, se lo vedi ... ok?
ok! ... Va bene!
... oggi o domani ... vedi tu ... ok? ... Ti ringrazio!
ok ... ciao!
ciao!
ciao, ciao!
Le circostanze (“urgente”) ed i riferimenti usati dalla donna (“mio amico del porto”) portavano
da subito a pensare che Camelia avesse necessità di parlare con DELMIRO, di persona, senza
contatti telefonici.
Come già anticipato, DELMIRO, effettivamente, lavorava al Porto di Gioia Tauro e, ovviamente,
sapeva dove abitava la ragazza. Quello tra DELMIRO e la COSTIN era, evidentemente, un link
riservatissimo, da tutelare agli occhi di tutti, ma soprattutto alle orecchie indiscrete dei
Carabinieri e la ragazza sapeva di essere intercettata.
Camelia convocava DELMIRO per il tramite di COLLIA al chiaro fine di depistare le indagini
(“questi credono che sono così fessa e non capisco!”).
La certezza che COLLIA avesse ricevuto dalla COSTIN l’incarico di contattare in modo
riservato DELMIRO Biagio si ricavava da un singolare precedente ricavato dalle precedenti
intercettazioni disposte nell’ambito del proc. pen. 4302/06 RGNR-DDA: l’utenza cellulare e la
voce del predetto COLLIA erano state intercettate una sola volta; si trattava di una
conversazione telefonica del 22.09.2010, proprio con DELMIRO Biagio.
144
145
Conversazione autorizzata con decreto della Procura della Repubblica di Reggio Calabria n. 566/11 RITDDA e registrata alle ore 09:52:03 del 21.03.2011, progressivo n. 1665 della linea 3455, sull’utenza
+393456394026 in uso a Camelia COSTIN con l’utenza +393465185081 intestata a BREBAN Senovica
Anica, nata in Romania il 31.01.1964. Vds. Annotazione di P.G. in All. n.26.
Decreto d’intercettazione nr. 4302/06 RGNR DDA e nr. 566/11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria in data 11.03.2011. Conversazione
registrata in uscita al prog. 3887 del 28.03.2011, delle ore 12:17:25, della durata di 00.00.29, linea 3455.
Vds. All. n. 27.
146
COLLIA Domenico nato a Rosarno il 11.04.1969 ivi residente in via Provinciale n. 121, dipendente presso la “TAMOIL” dei RAO.
155
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Anche quel giorno, qualcuno aveva chiesto a “Mimmo” COLLIA di contattare “BIASE”, per
convocarlo riservatamente147:
BIAGIO:
MIMMO:
BIAGIO:
MIMMO:
BIAGIO:
oh, Mimmo!
dice che Peppe il porco ti sta aspettando là a casa!
sì, sì, sì che sto andando ...
ciao!
... cinque minuti! ... ciao!
Sempre il 28.03.2011, nel pomeriggio, COSTIN Camelia riceveva una telefonata da COLLIA
Domenico, il quale, ben conoscendo lo status della ragazza, cercava, invano, di mediare i
contrasti tra lei e RAO Giuseppe:148
COSTIN Camelia:
COLLIA Domenico:
COSTIN Camelia:
COLLIA Domenico:
COSTIN Camelia:
COLLIA Domenico:
COSTIN Camelia:
COLLIA Domenico:
COSTIN Camelia:
COLLIA Domenico:
COSTIN Camelia:
COLLIA Domenico:
(…)
Dimmi Mimmo..
A, ti stavo dicendo, io..
Hum..
Diglielo, se parli con sua mamma, digli che..
E come, Mimmo io e.. Senti Mimmo, io non parlo
con nessuno, se tu glielo hai detto e lui ha detto di
no, a me non mi interessa più!
No, non mi ha detto di no, non mi ha detto di no.
No, lui doveva lasciarti le chiavi (del Bar)! Prima
di tutto, pezzo di merda, chi è (Rif. A Rao
Giuseppe)? Vediti con persone che conoscono! No!
Io dico così, io torno! Ma così torno, se tu..
nemmeno buon giorno con me! Perché.. no ma,
stai tranquillo che questa cosa non rimane così, te
lo garantisco io!
…incompr…
Se lui ha voluto così...
ok.
Quando viene, tu digli che ho, ti ho chiamato e ti ho
detto: Se non mi lasci le chiavi di andare sopra che
sua mamma mi ha chiamato! E di dirlo!
Va bene.
Il dialogo in esame confermava il rapporto privilegiato tra la ragazza ed il latitante: le parole
dure della COSTIN nei riguardi di RAO Giuseppe non potevano altrimenti trovare
giustificazione (“io non parlo con nessuno, se tu glielo hai detto e lui ha detto di no, a me non mi
interessa più!”).
147
148
Decreto d’intercettazione nr. 4302/06 RGNR DDA e nr. 1687/10 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria. Conversazione registrata in entrata al
prog. 1842 del 22.09.2010, delle ore 17:47:59, della durata di 00.00.20, linea 2711. Vds. All. n. 28.
Decreto d’intercettazione nr. 4302/2006 RGNR DDA e nr. 566/11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria. Conversazione in entrata registrata al
prog. 3928 del 28.03.2011, delle ore 16:19:40, della durata di 00.01.04, linea 3455. Vds. All. n. 29.
156
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Evidentemente, la donna confidava nella posizione di potere che le derivava dall’essere vicina a
“Ciccio u testuni” al quale si sarebbe rivolta per avere giustizia: “stai tranquillo che questa cosa
non rimane così, te lo garantisco io!”).
La COSTIN si era sempre comportata come se fosse la padrona del bar ed il fatto che Peppe
RAO l’avesse licenziata la faceva andare su tutte le furie: la TAMOIL – così come dimostrato149
con il procedimento “ALL CLEAN”, nell’ambito del quale sono state disposte dal Tribunale
Misure Prevenzione di Reggio Calabria una serie di vincoli reali a beni nella disponibilità della
cosca – non era dei RAO, ma di Francesco PESCE.
La sera del 28.03.2011 e la mattina seguente, COSTIN Camelia scambiava una serie di sms con
GIOFFRE’ Maria Anna (madre di “PEPPE RAO”):
- COSTIN - “Cmq non lo so quello che va detto vostro figlio. .non penso che meritavo questo. .xo
va bene. .spero che aveti fatto la scelta giusta. .buona notte”150;
- GIOFFRE’ - “Io so poco CMQ parliamo domani di presenza ok? Un bacio buona notte”151;
- COSTIN - ”Cmq io vado a trovarme lavoro. .quando torna sig rocco se vuole torno. .se no io
con pepe non lavoro. .notte”152;
- GIOFFRE’ - “Domani vieni che vi aspetto”153;
- COSTIN - “Sogni d'oro mio tesoro” 154;
- GIOFFRE’ - “Buongiorno dolcissima” 155;
- COSTIN - “Buongiorno . .allora voglio dirti k sai quanto ti rispetto. .xo ora come ora non si fa
niente solo rovinarsi tutto quello k ho fatto io in tutti questi mese. .almeno dirli a pepe a
trovare ha una ragazza x aprire il bar. .cmq io vengo anche a parlare xo non torno solo
quando torna sig rocco . Xke io non ho sbagliato con pepe x niente. .a cominciato lui a
offendermi . Puoi normale k io mi sono diffesa . Spero k lui ti a detto la verita. . Io ti ho
rispett e ti rispetto tutt'ora e ti voglio bene come una figlia, ti aspetto x parlare perche voglio
sentire la tua, io sono a casa quando vuoi passare” 156.
La mattina del 29.03.2011, alle ore 08:48, la COSTIN partiva da casa a bordo della sua
autovettura e, senza alcuna sosta intermedia, si portava alla “TAMOIL”, dove arrivava alle
successive ore 08:54.
149
Rif. al Decreto n. 87/11 RGMP datato 15.04.2011, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, in ottemperanza al quale veniva
sequestrato il patrimonio aziendale della ditta individuale - Area Servizi Tamoil con annesso bar ed in cui era riportato che “la ditta individuale Area Servizio
Tamoil…ha costituito proprio lo strumento con cui la cosca PESCE ha ripulito il denaro proveniente dalle attività delittuose, consentendo in tal modo il mantenimento
della cosca stessa…”.
150
Contatto registrato alle ore 21:09:59 del 28/03/2011, con progressivo 3961 della linea 3455, sull’utenza +393456394026 [Camelia COSTIN], in Uscente, con l’utenza
151
Contatto registrato alle ore 21:16:12 del 28/03/2011, con progressivo 3962 della linea 3455, sull’utenza +393456394026 [Camelia COSTIN], in Uscente, con l’utenza
+393484399536 [GIOFFRE' Maria Anna], Decreto nr.566-11 RIT-DDA.
+393484399536 [GIOFFRE' Maria Anna]; Decreto nr.566-11 RIT-DDA.
152
Contatto registrato alle ore 21:43:10 del 28/03/2011, con progressivo 3965 della linea 3455, sull’utenza
+393456394026 [Camelia COSTIN], in Uscente, con l’utenza +393484399536 [GIOFFRE' Maria Anna];
Decreto nr.566-11 RIT-DDA.
153
Contatto registrato alle ore 21:54:42 del 28/03/2011, con progressivo 3967 della linea 3455, sull’utenza +393456394026 [Camelia COSTIN], in Uscente, con l’utenza
154
Contatto registrato alle ore 22:50:36 del 28/03/2011, con progressivo 3974 della linea 3455, sull’utenza +393456394026 [Camelia COSTIN], in Uscente, con l’utenza
155
Contatto registrato alle ore 08:24:25 del 29/03/2011, con progressivo 4075 della linea 3455, sull’utenza +393456394026 [Camelia COSTIN], in Uscente, con l’utenza
156
Contatto registrato alle ore 08:31:37 del 29/03/2011, con progressivi 4077-4078-4079-4080 della linea 3455, sull’utenza +393456394026 [Camelia COSTIN], in
+393484399536 [GIOFFRE' Maria Anna]; Decreto nr.566-11 RIT-DDA.
+393484399536 [GIOFFRE' Maria Anna]; Decreto nr.566-11 RIT-DDA.
+393484399536 [GIOFFRE' Maria Anna]; Decreto nr.566-11 RIT-DDA.
Uscente, con l’utenza +393484399536 [GIOFFRE' Maria Anna]. Decreto nr.566-11 RIT-DDA.
157
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Quasi in contemporanea, DELMIRO andava alla “DEMOLSUD di Pronestì Antonio & C.
s.a.s.”157 (ove sarebbe poi stato arrestato PESCE Francesco), rimanendovi dalle ore 09:19
alle successive ore 09:48.
Dopo due ore, l’autovettura di DELMIRO entrava nel piazzale della TAMOIL, dove si
fermava dalle ore 11:56 alle ore 12:22.
DELMIRO Biagio, allertato dal COLLIA il pomeriggio precedente, evidentemente, aveva
ritenuto di informare della questione il latitante e per questo motivo si recava personalmente alla
“DEMOLSUD” (rif. alla sosta delle ore 09:19) dove, già all’epoca, certamente si nascondeva
PESCE Francesco.
Dopo aver parlato con il boss, “BIASE” tornava in paese e si recava dalla ragazza (rif. alla sosta
delle ore 11:56).
Effettivamente, a meno di 24 ore dalla lite con RAO Giuseppe, le conversazioni intercettate il
29.03.2011 dimostravano che COSTIN Camelia era tornata a pieno titolo a gestire il bar.
Dopo aver risolto il problema di COSTIN Camelia, a DELMIRO non restava che appianare la
questione anche con la controparte, RAO Giuseppe, riferendogli gli intendimenti di PESCE
Francesco in merito alla vicenda ed in tale ottica potevano di sicuro essere lette le conversazioni
telefoniche e gli incontri dei giorni successivi:
alle ore 14:59 del 31.03.2011, RAO Giuseppe contattava158 DELMIRO Biagio dicendogli di
chiamarlo non appena avesse terminato di lavorare, anche in tarda serata;
alle ore 20:46 del 06.04.2011, RAO Giuseppe telefonava159 DELMIRO Biagio per
preannunciargli che sarebbe andato a trovarlo a casa.
La mattina del 21 aprile 2011, militari dell’Arma dei Carabinieri e della G.d.F. sequestravano
alla “cosca PESCE” beni per un valore di duecento milioni di euro (“operazione ALL CLEAN”),
tra cui il bar gestito dalla COSTIN.
Dopo neanche una settimana, si registravano due soste dell’autovettura di DELMIRO davanti
all’abitazione della ragazza: una volta chiuso il bar all’interno della TAMOIL, “BIASE” non
poteva più fingersi un semplice avventore, quindi, costretto ad uscire allo scoperto, il 26 ed il 28
aprile andava a casa di Camelia.
Sintomatico era il fatto che DELMIRO non entrasse mai nella casa della COSTIN, limitandosi a
restare all’esterno.
La telecamera puntata sull’ingresso principale dell’abitazione filmava160 la FIAT Punto entrambe
le volte: alle ore 16:18 del 26.04.2011, DELMIRO sostava per circa un minuto davanti al
cancello d’ingresso della casa, per poi andare via; alle ore 11:23 del 28.04.2011, DELMIRO
tornava a casa della COSTIN, che però era uscita da poco lasciando lì una sua connazionale161.
I due si intrattenevano a parlare fuori dall’abitazione e, poco dopo, Biagio si allontanava in
direzione Rosarno; appena DELMIRO andava via, la rumena telefonava alla COSTIN
157
Il GPS installato sulla FIAT Punto registrava una sosta, dalle ore 09:19 alle successive ore 09:48, alle coordinate 38°28,466 e 16°00,093. Vds. Annotazione in All. n. 30.
158
Intercettazione dell’utenza telefonica nr.3476271342 in uso a DELMIRO Biagio nato a Rosarno il 03.02.1968, RIT 582/11, linea 3466, prog.994.
159
Intercettazione dell’utenza telefonica nr.3476271342 in uso a DELMIRO Biagio, nato a Rosarno il 03.02.1968, RIT 582/11, linea 3466, prog.1391.
160
Rif. Decreto n. 2140/11 del 25 marzo 2011.
161
Identificata in ILIE Mihaela Violeta nata in Romania il 11.10.1980.
158
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intimandole di tornare a casa162: (Conversazione in lingua straniera. Traduzione a cura
dell'interprete) “Camelia con Mihaela… Mihaela le dice di venire… Camelia sta arrivando”.
Dopo tre minuti, Mihaela spronava di nuovo Camelia a fare ritorno163: (Conversazione in lingua
straniera. Traduzione a cura dell'interprete) “Mihaela con Camelia... Mihaela non può dire al
telefono e le dice di farsi trovare fino alle 11.30 a casa... Camelia le chiede cos'è successo... e
se è urgente... Mihaela risponde di sì e le dice che ha da dirle qualcosa”.
Così come avvenuto il 28 marzo, anche in questo caso, si doveva evitare di nominare al telefono
DELMIRO Biagio; evidentemente al fine di tutelare l’anello di congiunzione tra la donna ed il
latitante e, come avrebbero ribadito due giorni dopo, le due donne sapevano che le loro
conversazioni venivano intercettate dai Carabinieri164:
“”Camelia le racconta che era totò fuori… la stava cercando... mihaela la invita a casa sua…
camelia non esce di sera perchè è pieno di posti di blocco… se piove esce..
Camelia:
"dì a questi cornuti di non ascoltarmi il telefono perchè mi fotto
nella loro bocca!"
Mihaela:
"chi?"
Camelia:
"perchè... senti, mi ascoltano il telefono!"
Mihaela:
"chi?"
Camelia:
" chi... il diavolo! chi?!"
Mihaela:
"cosmin?"
Camelia:
"cosmin che mi ascolti il telefono...!?"
…voci accavallate … incomprensibile
Mihaela:
"anche il mio è intercettato!"
Camelia:
"e che con chi parlo intercettano a tutti!””
La COSTIN – temendo di essere intercettata (“mi ascoltano il telefono… con chi parlo
intercettano a tutti”) – confessava che preferiva non uscire di sera per via dei “posti di blocco” e
di farlo solo in caso di pioggia, per avere la certezza di non essere controllata dai Carabinieri.
Era già successo la sera del 28 febbraio 2011, quando personale della Compagnia Carabinieri di
Gioia Tauro165 l’aveva identificata a bordo della Fiat Panda targata EB007ZA166 in compagnia di
IAROPOLI Domenico167, intestatario di varie sim-card da lei utilizzate168, ma, soprattutto,
soggetto legato a PESCE Francesco “testuni” per via di comuni parentele169.
162
163
Conversazione registrata alle ore 11:25:20 del 28/04/2011, con progressivo 1356 della linea 3512, sull’utenza
+393493354915 [COSTIN Camelia], in entrata, con l’utenza +393478624918 [ILIE Mihaela Violeta nata in
Romania il 11.10.1980]. Decreto nr.700-11 RIT-DDA della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.
Conversazione registrata alle ore 11:28:11 del 28/04/2011, con progressivo 1360 della linea 3512, sull’utenza
+393493354915 [COSTIN Camelia], in entrata, con l’utenza +393478624918 [ILIE Mihaela Violeta nata in
Romania il 11.10.1980]. Decreto nr.700-11 RIT-DDA della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.
164
Conversazione autorizzata con decreto della Procura della Repubblica di Reggio Calabria n. 700/11 RIT-DDA e registrata alle ore 20:27:19 del 30.04.2011, con
progressivo n. 1792 della linea 3512, sull’utenza +393493354915 in uso a COSTIN Camelia con l’utenza +393478624918 intestata a ILIE Mihaela Violeta nata in
Romania il 11.10.1980. Vds. Annotazione di P.G., in All. n.31 .
165
Il motivo di quel controllo scaturiva dall’atteggiamento tenuto dagli occupanti dell’autovettura, che, alla vista dei militari, aveva effettuato due repentini cambi di
direzione di marcia nei pressi del bivio “Spartimento” di Gioia Tauro, ovvero, nelle vicinanze dell’abitazione della COSTIN Camelia. Il palese intento di evitare di
essere fermati dalla pattuglia dei Carabinieri confermava la volontà di evitare che i loro nomi venissero associati. Vds. All. n. 32.
166
Autovettura intestata a IAROPOLI Salvatore, nato a Rosarno (RC) il 28.06.1962, padre di Domenico.
167
IAROPOLI Domenico nato a Cinquefrondi il 17.12.1987.
159
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Molti dei beni della “cosca PESCE” erano stati ormai sequestrati e COSTIN Camelia, dal mese
di maggio, faceva un lavoro part time in un bar di Gioia Tauro.
In tale contesto la COSTIN dava una formidabile conferma – se ce ne fosse bisogno - dei suoi
rapporti con PESCE Francesco; infatti, collegandosi ad internet170, digitava le seguenti stringhe
di ricerca: “FRASCO PESCE”, “FRANCESCO PESCE”, “FRANCESCO PESCE ARRESTI”,
“FRANCESCO PESCE LATITANTE”, “PROCESSO PESCE”, “FOTO FRANCESCO PESCE
LATITANTE”, “ARRESTO FRANCESCO PESCE”; similmente, sul sito YouTube, visualizzava i
seguenti filmati: “OPERAZIONE ALL CLEAN, SEQUESTRATI BENI PER UN VALORE DI 190
MILIONI”, “OPERAZIONE ROSARNO È NOSTRA 2”, “ALL INSIDE 2 2010-11-23”, “SI
PENTE GIUSEPPINA PESCE, FIGLIA DEL BOSS DI ROSARNO”, “OPERAZIONE ALL
INSIDE, COLPO AL CLAN PESCE DI ROSARNO. 30 ARRESTI” 171.
Il pomeriggio del 30.05.2011, durante un breve scambio di battute con ARTUSO Giuseppe172,
DELMIRO Biagio ammetteva di essere in contatto con il latitante PESCE Francesco inteso
“U’ testuni”173:
(…)
ARTUSO G.:
DELMIRO B.:
ARTUSO G.:
DELMIRO B.:
ARTUSO G.:
DELMIRO B.:
ARTUSO G.:
DELMIRO B.:
ARTUSO G.:
DELMIRO B.:
ARTUSO G.:
DELMIRO B.:
(…)
Quest’altro ragazzo di qua come è messo?
“U’ testuni”?
Ah!
Va bene! Pare che lui... qua è, con quegli altri!
Tu sei convinto?
No, ti dico io... con quegli altri come...
Ufficialmente!
... ufficialmente!
Allora l'hai visto per qua? Tu sei convinto? Tu, tu
personalmente tu...
...incompr... che sia lo stesso.
…che non è fifti fifti là?
Ah!
FACCHINETTI Salvatore, anni prima, aveva posto in stretta relazione il ruolo ricoperto
all’interno della cosca da DELMIRO Biagio e ARTUSO Giuseppe.
L’attività di intercettazione di cui al proc. pen. 2140/11 RGNR-DDA riscontrava le dichiarazioni
del collaboratore ponendo in evidenza il rapporto di amicizia esistente ancora oggi tra i due che,
con cadenza quasi giornaliera, erano soliti sentirsi ovvero incontrarsi di persona.
168
A seguito delle attività di intercettazione, si accertava che la COSTIN aveva normalmente in uso le seguenti utenze telefoniche intestate a IARPOLI Domenico: n.
169
La madre di IAROPOLI Domenico, STANGANELLI Teresa nata a Rosarno il 01.01.1968, è cugina in primo grado di STANGANELLI Ippolito nato a Rosarno il
170
Decreto n. 2140/11 RGNR-DDA e n. 633/11 RIT-DDA del 22.03.2011.
171
Vds. Annotazione, in All. n. 33.
172
ARTUSO Giuseppe nato a Taurianova il 13.08.1967 residente a Rosarno alla Via Marina nr.104.
173
Decreto d’intercettazione nr. 4302/06 RGNR DDA e nr. 1757-10 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria in data 27.07.2010. Conversazione
registrata al prog. 1366 del 30.05.2011, delle ore 16:45:48, della durata di 00.09.48, linea 3477. Vds. All. n.
34.
160
3456394026 e n. 3493354915, entrambe intercettate nell’ambito del proc. pen. n. 4302/06 e n. 2140/11 RGNRDDA.
09.05.1962, suocero di PESCE Francesco.
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Quel pomeriggio, i due amici, partiti da Rosarno, stavano facendo un giro a San Ferdinando;
risalendo in macchina, dopo una breve sosta, ARTUSO domandava a DELMIRO: “Quest’altro
ragazzo di qua come è messo?”. DELMIRO, con naturalezza, chiedeva se si stava riferendo a
PESCE Francesco “U’ testuni” e, avuta la conferma, precisava che il “ragazzo” stava bene (“Va
bene!”).
Inoltre, il DELMIRO, sapendo di potersi sbottonare con il suo interlocutore, specificava che il
giovane “qua è, con quegli altri!”; la precisazione fornita era chiaramente interpretabile nel
senso che PESCE Francesco “u testuni” stava trascorrendo la latitanza nelle vicinanze,
condividendola con altri ricercati e cioè il fratello Giuseppe ed il cognato MATALONE Roberto.
Il dialogo proseguiva, poiché ARTUSO chiedeva conferme, ribadendo “l'hai visto per qua? Tu
sei convinto? Tu, tu personalmente tu”.
A riscontro di quanto affermato da DELMIRO in merito alla certezza che PESCE Francesco
condividesse i suoi nascondigli con gli altri due latitanti suoi parenti, si evidenzia che all’interno
del bunker in cui il 09.08.2011 veniva catturato “Cicciu u testuni” erano stati trovati
complessivamente tre letti, idonei ad ospitare altrettante persone174.
L’attività di videoripresa sull’abitazione di DELMIRO, inoltre, confermava la centralità del suo
ruolo nelle dinamiche interne alla cosca PESCE:
DELMIRO si incontrava, in quattro occasioni, con MATALONE Salvatore, fratello del latitante
Roberto;
dopo la cattura di PESCE Francesco “testuni”, presso la sua abitazione venivano filmati tre
incontri con RAO Giuseppe ed uno con ALVIANO Giuseppe inteso “Pinu ‘u rospu”175.
Il 27.09.2011, infine, veniva acquisita l’ennesima conferma in merito del ruolo svolto da Biagio
DELMIRO all’interno del gruppo criminale riferibile a PESCE Francesco.
Durante un colloquio registrato nella Casa Circondariale di Paola, infatti, il detenuto
AMOROSO Giovanni176 confidava a IANNACI Francesco177 che nell’ambiente carcerario si
vociferava che a breve sarebbero stati eseguiti dei provvedimenti restrittivi (“hanno i cosi
già firmati”) a carico dei favoreggiatori di “Ciccio… TISTUNI” 178:
AMOROSO Giovanni:
IANNACI Francesco:
AMOROSO Giovanni:
IANNACI Francesco:
AMOROSO Giovanni:
IANNACI Francesco:
AMOROSO Giovanni:
noi sappiamo addirittura che hanno i cosi già
firmati
hanno tutti i …inc… di “Ciccio”, li hanno tutti
pronti [ndr. PESCE Francesco cl.78]
di quali ?
“TISTUNI”
miiii… un manicomio
iniziando dal “barbiere”
di quello…
174
Vds. Annotazione, in All. n. 35.
175
Vds. Annotazione, in All. n. 36.
176
AMOROSO Giovanni nato in Australia il 05.04.1965.
177
IANNACI Francesco nato a Rosarno il 08.05.1961.
178
Decreto di intercettazione di conversazioni o comunicazioni tra presenti presso la Casa Circondariale di Paola avente nr. 4027/11 R.G.N.R.DDA e nr. 1484/11 RIT
DDA, emesso dalla Procura della Repubblica- Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria il 15.07.2011. Vds. All. n. 37.
161
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
IANNACI Francesco:
AMOROSO Giovanni:
“Biasi”
ah! speriamo che lo portano… ma non lo portano
qua, …inc… alta sorveglianza
(…)
A poco meno di due mesi dalla cattura del boss latitante in carcere - evidentemente all’esito del
sequestro del pizzino - si era sparsa la voce (“noi sappiamo”) che la magistratura stava per
spiccare dei mandati di cattura nei confronti dei soggetti che avevano garantito la latitanza di
“Ciccio…TISTUNI” (“hanno i cosi già firmati…li hanno tutti pronti”) ed i numerosi arresti
avrebbero fatto scoppiare “un manicomio” a Rosarno.
AMOROSO Giovanni, condannato179 per reati in materia di stupefacenti ed armi, era legato ai
PESCE per il tramite della cognata PESCE Carmelina180, figlia di Giuseppe inteso “pecora”;
durante le visite che riceveva in carcere, veniva aggiornato costantemente su quello che
succedeva in paese: ragionando sull’imminente blitz contro i componenti della “cosca PESCE”,
il primo pensiero dei due uomini era rivolto al “barbiere… Biasi” e cioè a Biagio
DELMIRO, secondo gli interlocutori coinvolto per primo nella futura operazione delle Forze
dell’Ordine e sottoposto al regime carcerario dell’“alta sorveglianza”.
La circostanza conferma in maniera granitica e definitiva la partecipazione di DELMIRO Biagio
alla cosca mafiosa PESCE, quale uomo di fiducia di PESCE Francesco cl. 78.
Si ritengono, pertanto, sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico di DELMIRO Biagio per
la partecipazione alla cosca mafiosa PESCE.
Le dichiarazioni di FACCHINETTI Salvatore nei confronti di DELMIRO Biagio, quale custode
delle armi per conto della cosca mafiosa risalgono all’anno 2007.
L’identificazione di “BIASE” in DELMIRO Biagio è stata possibile attraverso l’intercettazione
del colloquio in carcere di PESCE Francesco cl. 78 del 2 gennaio 2009, in cui lo stesso lo
indicava con il termine “BIASE IL BARBIERE”.
Come sopra dimostrato, negli ambienti rosarnesi DELMIRO Biagio è soprannominato “BIASE
IL BARBIERE”.
Che “BIASE (SOLDI POLACCA)” di cui al “pizzino” scritto da PESCE Francesco si identifichi
senza ombra di dubbio in DELMIRO Biagio è confermato dall’attività di monitoraggio effettuata
nell’ambito del procedimento 2140/2010, dalla quale è emerso che DELMIRO faceva da tramite
tra il latitante e la donna rumena con la quale il PESCE intratteneva una relazione sentimentale.
L’inserimento del suo nominativo nel “pizzino”, quale destinatario delle direttive di ordine
patrimoniale da parte del boss, ne conferma pertanto l’intraneità al sodalizio criminale.
179
AMOROSO Giovanni è detenuto per cumulo pene di due diverse sentenze di condanna: la sentenza nr. 1368/08 R.G. con la quale la Corte d'Appello di Reggio Calabria,
in data 09.07.2009, in parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria il 18.04.2008, rideterminava la pena in anni 5 mesi 4 di reclusione ed euro
20.000,00 di multa, per reati in materia di stupefacenti (sentenza esecutiva il 01.07.2010). La Sentenza nr. 10/08 R.G. con la quale la Corte d'Appello di Reggio Calabria,
in data 09.10.2008, confermava la condanna alla pena di anni 4 mesi 2 di reclusione ed euro 4.000,00 di multa, emessa dal Tribunale di Palmi il 24/10/2007, per reati in
materia di armi e stupefacenti (sentenza esecutiva il 12.05.2010).
180
PESCE Carmelina nata a Taurianova il 13.10.1980, coniugata con AMOROSO Antonio nato a Rosarno il 26.11.1976, fratello del suddetto Giovanni.
162
PROCURA DELLA REPUBBLICA
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
“ASS.FORTUGNO” - FORTUGNO DOMENICO
Fortugno è cugino acquisito in primo grado di PESCE Francesco “testuni”, poiché coniugato con
SPATARO Maria Grazia181.
Il riferimento “ASS. FORTUG.” di cui al “pizzino” è da intendersi riferito a titoli di credito,
assegni per l’appunto, evidentemente nella disponibilità del FORTUGNO e dal cui importo lui
avrebbe dovuto stornare il denaro che DELMIRO avrebbe consegnato a COSTIN Camelia
(“BIASE SOLDI POLACCA”).
FORTUGNO Domenico è stato attinto da provvedimento di fermo del 26.4.2010 e,
successivamente, da O.C.C. in carcere emessa, in data 20.5.2010, dal Gip presso il Tribunale di
Reggio Calabria, nell’ambito del procedimento 4302\06 RGNR DDA (cd. All Inside), per
l’appartenenza alla cosca mafiosa PESCE.
Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, in data 2 agosto 2010, ha annullato il
provvedimento coercitivo.
In data 23 aprile 2011, il Gup di Reggio Calabria ha rinviato a giudizio FORTUGNO, per il reato
di cui all’art. 416 bis c.p., accertato sino a quella data.
Attualmente, il dibattimento è in corso innanzi al Tribunale di Palmi.
La collaboratrice di giustizia PESCE Giuseppina, il successivo 12 ottobre 2011, rendeva
dichiarazioni sul conto del predetto, che era “sposato con una cugina di Ciccio…testuni”:
(…)
Pesce Giuseppina:
“Foto numero nove. Fortugno Domenico”
Pubblico Ministero: “Chi è questo signore”
Pesce Giuseppina:
“E’ il fratello di Fortugno Andrea”
Pubblico Ministero: “Sì, cosa sa di lui?”
Pesce Giuseppina:
“Allora, di lui, prima che si sposasse era un amico, insomma, più... più
attivo, insomma, di mio fratello”
Pubblico Ministero: “Quindi era un amico di suo fratello”
Pesce Giuseppina:
“Sì, sì, sì”
Pubblico Ministero: “Prima che si sposasse lui o suo fratello”
Pesce Giuseppina:
“Prima che si sposasse lui, sì, poi si è sposato eh... e tipo, Andrea si è
avvicinato più a mio fratello e lui, insomma, è diventato più... lui si è sposato con una
cugina di Ciccio, una cugina di Ciccio testuni”
Pubblico Ministero: “Sì”
Pesce Giuseppina:
“Eh... vabbè, la frase che sentivo dire spesso che lui era... era sistemato,
che suo cugino l' ha sistemato”
Pubblico Ministero: “Suo cugino chi?”
Pesce Giuseppina:
“Ciccio Testuni”
Pubblico Ministero: “L' ha sistemato in quale ambito?”
Pesce Giuseppina:
“Nell’ambito, lui aveva i camion pure che lavoravano, tipo queste cose
qua, questo lo ricordo perché una volta lui ha mandato dei soldi a mio fratello...”
Pubblico Ministero: “Sì”
181
SPATARO Maria Grazia nata a Cinquefrondi il 25.01.1987, cugina in primo grado di PESCE Francesco “testuni”, poiché la madre di quest’ultimo - CAPRIA
Carmelina - è sorella di CAPRIA Francesca, madre della predetta SPATARO.
163
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Pesce Giuseppina:
“Ha mandato 300 euro...”
Pubblico Ministero: “Uh, quando suo fratello era in carcere?”
Pesce Giuseppina:
“Sì, sì”
Pubblico Ministero: “E glieli ha mandati direttamente o tramite voi?”
Pesce Giuseppina:
“Tramite... sì, tramite... no, non mi ricordo il passaggio, adesso, mi ricordo
che sono arrivati a me quei soldi...”
Pubblico Ministero: “Sì”
Pesce Giuseppina:
“...è stato il periodo che io porta... andavo da mio fratello a Palermo...”
Pubblico Ministero: “Sì”
Pesce Giuseppina:
“...e mi ricordo che io glielo dissi a mio fratello, insomma: «Ti hanno
mandato dei soldi», così e così e la frase di mio fratello che mi aveva... disse: «Tanto –
dice- mica li ha sudati», ha detto così”
Pubblico Ministero: “Suo fratello”
Pesce Giuseppina:
“Sì”
Pubblico Ministero: “Ma quindi, lei dice: «Aveva dei camion», ma lei sa in particolare dove
l’avrebbe sistemato Ciccio Testuni a Fortugno?”
Pesce Giuseppina:
“Io non so, lui ha un legame, non so, adesso col ferro, io sentivo parlare di
qualcosa sul ferro”
Pubblico Ministero: “Quindi che si occupasse di qualcosa attinente al ferro”
Pesce Giuseppina:
“Sì, sì, sì, ma non...”
Pubblico Ministero: “Non sa dove...”
Pesce Giuseppina:
“No”
Pubblico Ministero: “...in che ambito, in quale ditta...”
Pesce Giuseppina:
“No, no”
Pubblico Ministero: “...niente, però, ecco, il dato di fatto è che lui ha mandato in carcere i soldi
a suo fratello...”
Pesce Giuseppina:
“Sì, lui...”
Pubblico Ministero: “...e suo fratello ha risposto: «Non li ha sudati»”
Pesce Giuseppina:
“Sì, «Tanto –dice- non è che li ha sudati», io gli ho detto: «Poverino, ti ha
mandato 300 euro», io all’epoca gli ho comprato gli occhiali con quei soldi, ho detto:
«Poverino...» dice: «E poverino, mica li ha sudati, tuo cugino –dice- l' ha sistemato», è
stata questa la frase che mi...”
Pubblico Ministero: “Quindi, comunque era sotto l’ala protettrice di Ciccio quest’uomo”
Pesce Giuseppina:
“Sì”
La collaboratrice conosceva il FORTUGNO – in quanto, prima di sposarsi con la SPATARO, era
stato un intimo amico di suo fratello – e lo definiva come il soggetto “più attivo” a disposizione
della cosca PESCE: “lui, prima che si sposasse era un amico, insomma, più... più attivo,
insomma, di mio fratello”. Il matrimonio aveva cambiato la vita di FORTUGNO Domenico; da
quando era diventato cugino acquisito in primo grado di “Ciccio testuni”, non aveva più pensieri
legati a possibili ristrettezze economiche. A Rosarno, tutti sapevano che ormai il
FORTUGNO si era “sistemato”, o meglio, che PESCE Francesco “suo cugino l' ha
sistemato”.
FORTUGNO era diventato un personaggio noto nel settore del trasporto su gomma (“lui aveva i
camion pure che lavoravano”) e disponeva di denaro contante, tanto che una volta, quando il
fratello della collaboratrice era in carcere a Palermo, le aveva consegnato “300 euro” da portare
in carcere ed il fratello detenuto aveva stigmatizzato il motivo di tanta prodigalità, sintetizzando
che erano soldi facili, in quanto, venivano da “Ciccio u testuni” (“poverino, mica li ha sudati,
tuo cugino… l' ha sistemato”).
164
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
FORTUGNO Domenico, da accertamenti effettuati presso la Banca Dati INPS, risulta dipendente
della “MEDMA TRANS S.A.S. DI FORTUGNO DEMETRIO & C.” con sede legale a Rosarno
via Tintoretto n.1 ed avente per attività “autotrasporti di cose per conto terzi”182.
Nel corso di varie telefonate, intercettate nel primo quadrimestre del 2011, l’indagato si
interfacciava per questioni lavorative (trasmissione documenti, rilascio fatture e disposizioni per
i camion e la merce da trasportare) con clienti e dipendenti della predetta società, palesando
un’autonomia decisionale che travalicava le mansioni e le responsabilità correlate al ruolo di un
semplice impiegato.
La mattina del 15.02.2011, FORTUGNO veniva contattato da un cliente183:
Fausto: Pronti?
Fortugno Domenico: E, Fausto?
Fausto: Si
Fortugno Domenico: Allora, Domenico sono! Mi mandi…
Fausto: Si, certo, te li inserisco, li sto compilando adesso, due secondi perché, siccome
stiamo cambiando il sistema informatico ti stavo reinserendo come fornitore nel nuovo
sistema…
Fortugno Domenico: Ah..
Fausto: E te lo spedivo, due secondi e ce l’hai là, Ok? …incompr…
Fortugno Domenico: Aspetta, ascolta, ascolta una cosa, ma tu hai altri carichi oltre a
quello senza da lì?
Fausto: Cosa?
Fortugno Domenico: Hai, possono uscire altri carichi oggi oltre quelli lì?
Fausto: Oltre i due là, no, no no, quei due là no, oltre quei due carichi che dissi, ti ho
dato io e basta, …incompr…
Fortugno Domenico: Vedi che il fax, il numero di fax è cambiato e pure la ragione
sociale, ti devo mandare tutte cose
Fausto: Non è più “Calabria Trasporti“ …incompr.. di FABRIZIO Giuseppe?
Fortugno Domenico: No! Medma, Medma, “Medma Trans di Fortugno Demetrio” è!
Mandami, Mandami il Fax con il numero, che si legge il numero di fax così ti giro
tutta la documentazione subito, segnati sto numero
Fausto: Io, io, ma io... 0966780526, non è più lo stesso?
Fortugno Domenico: No! 0966
Fausto: Si
Fortugno Domenico: 77
Fausto: Si
Fortugno Domenico: 30
Fausto: Si
Fortugno Domenico: 87
Fausto: 773087?
Fortugno Domenico: Si, 0966 77 va bene?
Fausto: E’ cambiata come intermittente sociale …incompr... e partita IVA?
182
Vds. Visura camerale, in All. n. 38.
183
Decreto d’intercettazione nr. 4302/2006 RGNR DDA e nr. 264/11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria. Conversazione in entrata registrata al
prog. 1721 del 15.02.2011, delle ore 08:31:03, della durata di 00.01.48, linea 3280. Vds. All. n. 39.
165
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Fortugno Domenico: Si, si, ti mando tutte cose, vettoriale, tutto, va bene?
Fausto: Si, si, me lo mandi tutto quanto dopo, ok?
Fortugno Domenico: Ok
FORTUGNO chiariva ad un suo cliente che da quel momento tutto era cambiato (“il numero di
fax è cambiato e pure la ragione sociale”) e si sarebbe dovuto rapportare con la “MEDMA
TRANS”.
Le pregresse indagini e gli accertamenti effettuati davano un senso al contenuto della
conversazione intercettata: FORTUGNO Domenico, fino alla data del suo arresto avvenuto il
28.04.2010, risultava impiegato della “CALABRIA TRASPORTI SAS DI FABRIZIO Giuseppe
& C.”, ma, dal gennaio 2011 ad oggi migrava alla “MEDMA TRANS S.A.S. DI FORTUGNO
DEMETRIO & C.”.
L’attività di intercettazione telefonica effettuata nell’ambito del proc. pen. n. 8391/06 RGNRDDA (poi confluito nel proc. pen. n. 4302/06 RGNR-DDA “ALL INSIDE”) ed intercorse tra
FABRIZIO Giuseppe184 – titolare della “CALABRIA TRASPORTI” – e FORTUGNO Domenico
dimostrano che tra i due, di fatto, non vi era alcun rapporto di dipendenza gerarchica o
funzionale.
Il pomeriggio del 06.04.2007, FORTUGNO contattava FABRIZIO, per metterlo al corrente di
un problema di natura economica185:
FABRIZIO Giuseppe:
Dimmi Mico.
FORTUGNO Domenico: Dove sei?
FABRIZIO Giuseppe:
Ah?
FORTUGNO Domenico: Dove sei?
FABRIZIO Giuseppe:
Non ci sono, non ci sono, non ci sono...
FORTUGNO Domenico: E come facciamo... mi servono i soldi Pino...
FABRIZIO Giuseppe:
E.. ma che ca.... I soldi di che...
FORTUGNO Domenico: I quattrocento euro dell'assegno che ti ho dato [ndr 400,00 €]
FABRIZIO Giuseppe:
...(inc)... alla banca Mico... minchia mi sono scordato.
FORTUGNO Domenico: Mannaia alla madosca senza soldi ia [ndr. vrs "è andato"]
FABRIZIO Giuseppe:
E adesso... adesso in qualche maniera la risolviamo, ciao.
FORTUGNO Domenico: Ohu... questo qua...
Ad aprile 2007, formalmente, FORTUGNO Domenico, risultava disoccupato (dati desunti
dall’I.N.P.S.186), ma dal tenore della conversazione in argomento si chiariva che era socio in
affari con FABRIZIO Giuseppe: di certo, i due uomini quel pomeriggio dovevano versare del
denaro in banca (“alla banca Mico”), per evitare scoperture, ma erano in difficoltà (“come
facciamo”) perché FABRIZIO si era dimenticato di versare un assegno che gli aveva dato
FORTUGNO (FORTUGNO:“I quattrocento euro dell'assegno che ti ho dato…”; FABRIZIO:
“…minchia mi sono scordato.”). L’uso dei verbi alla prima persona plurale non era casuale,
184
FABRIZIO Giuseppe nato a Taurianova il 18.11.1974.
185
Decreto nr.8391-06 RGNR-DDA e nr.687/07 RIT-DDA, emesso dalla Procura della Repubblica-DDA di
Reggio Calabria. Conversazione telefonica registrata alle ore 17:39:33 del 06/04/2007, con progressivo 1212
della linea 276, sull’utenza +393922523883 [FABRIZIO Giuseppe], in Entrante, con l’utenza
+393358724835 [FORTUGNO Domenico] (nr.687/07 RIT-DDA). Vds. All. n. 4.
186
Vds. accertamenti INPS, già in All. n. 1.
166
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
perché i due uomini confermavano la condivisione di intenti ed obiettivi finalizzati alla gestione
dell’impresa: “come facciamo… in qualche maniera risolviamo…”.
Dopo soli quattro giorni, i due si risentivano per una nuova esigenza legata alla “CALABRIA
TRASPORTI”187:
FABRIZIO Giuseppe:
FORTUGNO Domenico:
FABRIZIO Giuseppe:
Mico?
Ah.
Non lo chiudere l'ufficio che gli ho lasciato le chiavi, che
alle due... deve venire Cosimo che glieli prende ‘ddocu, che
deve andare a scaricare...
FORTUGNO Domenico:
E allora lascia che vado ad aprirlo
FABRIZIO Giuseppe:
Eh... lascialo aperto che io gli ho lasciato le chiavi là
dentro
FORTUGNO Domenico:
Va bene. Ciao
FABRIZIO Giuseppe:
Va bo'... è partit... ohu...
FORTUGNO Domenico:
Ah.
FABRIZIO Giuseppe:
È partit... parte il camion tuo?
FORTUGNO Domenico:
No.
FABRIZIO Giuseppe:
A no?
FORTUGNO Domenico:
Cazzo va... è tutto bloccato là sopra
La suddetta conversazione dimostra che FORTUGNO Domenico, senza alcun formale titolo,
frequentava ed aveva addirittura le chiavi degli uffici della “CALABRIA TRASPORTI” (“non lo
chiudere l’ufficio… lascialo aperto”). Inoltre, nel corso dello stesso dialogo – contrariamente ai
dati presenti in banca dati ACI – emergeva che il predetto disponeva di un camion (“parte il
camion tuo?”).
La mattina del 18.04.2007, FORTUGNO convocava FABRIZIO alla fabbrica di canditi dei
PALAIA188:
FORTUGNO: Senti a me.
FABRIZIO: Dimmi.
FORTUGNO: Ma non... ma non... ma non me lo hai sistemato il viaggio a me?
FABRIZIO: E ancora non è uscito niente... se esce... ho chiamato dove dovevo
chiamare
FORTUGNO: Hai chiamato?
FABRIZIO: Si, se esce.
FORTUGNO: E passa dalla fabbrica da PALAIA.
FABRIZIO: Adesso vado... ma tu... per forza a me vogliono? a te non ti vogliono?
FORTUGNO: A te vogliono. "Tano il muto" ti vuole.
FABRIZIO: eh.
187
188
Decreto nr. 8391-06 RGNR-DDA e nr.687/07 RIT-DDA, emesso dalla Procura della Repubblica-DDA di
Reggio Calabria. Conversazione telefonica registrata alle ore 11:16:12 del 10/04/2007, con progressivo 1487
della linea 276, sull’utenza +393922523883 [FABRIZIO Giuseppe], in Uscente, con l’utenza
+393358724835 [FORTUGNO Domenico] (nr.687/07 RIT-DDA). Vds. All. n. 5.
Decreto nr. 8391-06 RGNR-DDA e nr.687/07 RIT-DDA, emesso dalla Procura della Repubblica-DDA di
Reggio Calabria. conversazione telefonica registrata alle ore 10:51:46 del 18/04/2007, con progressivo 3028
della linea 276, sull’utenza +393922523883 [FABRIZIO Giuseppe], in Entrante, con l’utenza
+393358724835 [FORTUGNO DOMENICO] (nr.687/07 RIT-DDA).Vds. All. n. 6.
167
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Il dialogo confermava che nell’asse aziendale della “CALABRIA TRASPORTI” FORTUGNO
aveva conferito un camion (di cui tratta la precedente conversazione): “ma non me lo hai
sistemato il viaggio a me?”.
FORTUGNO Domenico aveva telefonato a FABRIZIO Giuseppe per avvisarlo che era stato
convocato da PALAIA Gaetano189 (“Tano il muto”). FABRIZIO, però, si mostrava titubante,
perché probabilmente non voleva andarci da solo: “ma tu... per forza a me vogliono? a te non ti
vogliono?”. Queste ultime parole fornivano ulteriori conferme in merito all’esistenza di un
rapporto societario tra i due.
Tre giorni dopo, FORTUGNO ricontattava FABRIZIO 190:
Pino:
Domenico:
Pino:
Domenico:
Pino:
Domenico:
Pino:
Domenico:
Pino:
Domenico:
Pino:
Domenico:
Pino:
Domenico:
Dimmi Mico.
Ma mi fa l'assegno Gaetano?
cu è?
Tu.. hai detto ...(inc)...?
E vedi a quanto vuole fatto l'assegno che glielo facciamo.
A quanto lo vuole fatto?!
Eh
A quanto lo vuole fatto, secondo te?
E io che so!
MATALONE secondo te come lavora?
[pausa di silenzio]
Vedi tu...
...(inc)...
Lasciami stare a me... vedetevela voi ‘ddocu.
Ah... ce la vediamo noi? va bene!
FORTUGNO chiedeva a FABRIZIO un parere in merito ad un assegno che avrebbe dovuto
incassare (“mi fa l'assegno Gaetano?”), ma quest’ultimo delegava il suo socio occulto (“vedi a
quanto vuole fatto l'assegno che glielo facciamo”), dandogli carta bianca sul da farsi (“Lasciami
stare a me... vedetevela voi ‘ddocu”).
Ancora una volta, in presenza di importanti decisioni da prendere, i due si consultavano
utilizzando una terminologia che veicolova l’esistenza di una cointeressenza economica: “vedi a
quanto vuole fatto l'assegno che glielo facciamo”.
In considerazione dei legami creatisi nel 2007 e consolidatisi nel corso del tempo, FABRIZIO
Giuseppe e FORTUGNO Domenico, evidentemente, convenivano sulla necessità di formalizzare
la costante presenza di quest’ultimo presso gli uffici della “CALABRIA TRASPORTI”, nonché
giustificare i suoi quotidiani contatti con fornitori. A tal fine, nel mese di giugno 2009, il
FORTUGNO veniva assunto con la qualifica di impiegato191, con contratto a tempo determinato.
189
E’ opinione di questa P.G. che il soggetto in questione possa identificarsi in PALAIA Gaetano nato a Taurianova il 24.05.1976, pluripregiudicato per reati associativi ed
altro, titolare dell’azienda “DERIVATI AGRUMARI SANTA LUCIA DI PALAIA GAETANO”, sequestrata nel dicembre scorso da quest’Arma.
190
Decreto nr. 8391-06 RGNR-DDA e nr.687/07 RIT-DDA, emesso dalla Procura della Repubblica-DDA di
Reggio Calabria. Conversazione telefonica registrata alle ore 11:43:33 del 21/04/2007, con progressivo 3709
della linea 276, sull’utenza 3922523883 [Pino FABRIZIO (alias sindaco) ], in Entrante, con l’utenza
+393358724835 [FORTUGNO Domenico] (nr.687/07 RIT-DDA).Vds. All. n. 7.
191
Vds. accertamenti INPS, già in All. n. 1.
168
PROCURA DELLA REPUBBLICA
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
FORTUGNO Domenico veniva tratto in arresto dai Carabinieri la sera del 28.04.2010. Tornando
in libertà il 02.08.2010, con il presumibile intento di eludere successiva attività di indagine,
creava una nuova impresa, ricorrendo a dei prestanome: la “MEDMA TRANS S.A.S. DI
FORTUGNO DEMETRIO & C.”.
Nel corso di varie telefonate, intercettate nel primo quadrimestre del 2011, FORTUGNO si
interfacciava per questioni lavorative (trasmissione documenti, rilascio fatture, disposizioni per i
camion) con clienti e dipendenti della “MEDMA TRANS”, dimostrando una piena autonomia
decisionale in tutte le questioni; inoltre, a conferma di quanto riferito nei paragrafi precedenti, in
molti casi FORTUGNO Domenico, pur avendo cessato il suo formale rapporto d’impiego con la
“CALABRIA TRASPORTI”, continuava a disporre del nome, dei mezzi e del conto corrente di
quell’impresa.
La mattina del 4 febbraio 2011, FORTUGNO veniva contattato192 da OPPEDISANO Rocco193:
FURTUGNO:
ma senti a me! ma tu sei in ferie? o....
UOMO:
ancora!! io domani parto!!!....inc....
FURTUGNO:
...no... così vado dal consulente e ti metto in ferie!
UOMO:
eh, ma dimmi... tu mi hai assunto, come mi hai assunto? A nome
tuo!? mò?... o a nome suo?... come siamo?
FURTUGNO:
a nome della "Calabria Trasporti" siamo!
UOMO:
ancora!?...ehhh! fa... inc...
FURTUGNO:
uh!....inc..... e vieni qui!!
Il dialogo tra OPPEDISANO e FORTUGNO Domenico, senza mezzi termini, faceva luce sul
ruolo giocato da quest’ultimo: FORTUGNO era il dominus della “MEDMA TRANS”, ma
aveva avuto un peso considerevole anche nell’azienda di FABRIZIO Giuseppe; OPPEDISANO
era autista della “CALABRIA TRASPORTI”, ma stava trattando le condizioni della sua
assunzione194 nella neonata “MEDMA TRANS” (“ma dimmi… tu mi hai assunto, come mi hai
assunto?”).
Le domande del camionista confermavano la riconducibilità della “MEDMA TRANS” in capo a
FORTUGNO Domenico (“A nome tuo!? mò?...”), ma al contempo ribadivano – come se ce ne
fosse stato ancora bisogno – la natura promiscua della “CALABRIA TRASPORTI” (“A nome
tuo!? mò?... o a nome suo?... come siamo?”; FORTUGNO: “a nome della "Calabria Trasporti"
siamo!”).
Quella stessa mattina, FORTUGNO Domenico telefonava195 ad un ragioniere, al quale si
presentava per nome e per conto della “CALABRIA TRASPORTI”, pur non sussistendo
ormai alcun rapporto formale d’impiego l’impresa:
192
Decreto nr. 8391-06 RGNR-DDA e nr.687/07 RIT-DDA, emesso dalla Procura della Repubblica-DDA di
Reggio Calabria. Conversazione telefonica registrata alle ore 10:37:22 del 04/02/2011, con progressivo 7
della linea 3280, sull’utenza 3358724835 [FORTUGNO Domenico], in Entrante, con l’utenza 3891007272
[OPPEDISANO ROCCO] (nr.264-11 RIT-DDA).Vds. All. n. 8.
193
OPPEDISANO ROCCO nato in CANADA il 21.05.1976.
194
In merito al rapporto di dipendenza di OPPEDISANO Rocco dalle due imprese di trasporto in argomento, si rifersice che il predetto autotrasportatore dal 03.12.2009 al
30.05.2011 ha lavorato presso la “CALABRIA TRASPORTI”, mentre dal 01.06.2011 a tutt’oggi risulta dipendente della “MEDMA TRANS”. Vds. All. n. 9.
195
Decreto nr. 8391-06 RGNR-DDA e nr.687/07 RIT-DDA, emesso dalla Procura della Repubblica-DDA di
Reggio Calabria. Conversazione telefonica registrata alle ore 10:07:15 del 04/02/2011, con progressivo 1
della linea 3280, sull’utenza 3358724835 [FORTUGNO Domenico], in Uscente, con l’utenza 0968453945
[PIRAINA Vincenzo] (nr.264-11 RIT-DDA).Vds. All. n. 10.
169
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
RAGIONIERE:
FORTUGNO:
RAGIONIERE:
FORTUGNO:
(…)
Pronto?!!
ehh!... Ciao, "Calabria Trasporti" sono! Il ragioniere me lo passi?
sono io!
ah! ciao... senti!.. ma tu qui mi hai mandato una.. una fattura no?!!
Dopo circa un’ora, FORTUGNO era al telefono196 con un’altra persona che si interfacciava con
lui per lavoro e riteneva che fosse il proprietario della “MEDMA TRANS” (UOMO: “di
Domenico”; FORTUGNO: “no, no, di Demetrio FORTUGNO!”):
(…)
UOMO:
FORTUGNO:
UOMO:
FORTUGNO:
UOMO:
FORTUGNO:
UOMO:
FORTUGNO:
UOMO:
FORTUGNO:
UOMO:
(…)
...inc... come la devono registrare Medma?
no... si, si, Medma, Medma la devi registrare!
...mi sembra che non ce l'ho il timbro!..inc.., Medma?
Medma Tra..., Medma Trans fas....
Medma ...
Trans Fas, via Tintoretto numero 1!
...inc...
via Tintoretto 1
di Domenico ...inc...
no!! 890... no, no, di Demetrio FORTUGNO!
va bene, da… dammi il numero dell'albo!
Sempre la stessa mattina, si intercettava un’altra telefonata197 chiarificatrice. Un fornitore
contattava FORTUGNO Domenico per una questione legata a delle note di credito della
“CALABRIA TRASPORTI”. FORTUGNO si faceva carico di risolvere personalmente il problema
(“io pomeriggio vado di presenza e te li sbrigo subito e facciamo la nota di credito!”):
FORTUGNO:
GERARDO:
FORTUGNO:
GERARDO:
FORTUGNO:
GERARDO:
FORTUGNO:
GERARDO:
FORTUGNO:
GERARDO:
196
197
ohh! Gerry!...... dimmi!
eih! Domenico!!
dimmi tutto!!
di far chiamare per favore, l'amministrazione di "Calabria
Trasporti!"
eh! perchè?
perchè devono fare due note di credito, tra un pò sta... scade il
pagamento e se non me le fanno io non posso pagarli!
e dimmi, sai che fai!? Gerardo!?.. l'e-mail ce l'hai?
ascoltami tu a me! abiamo già mandato delle comunicazioni
...inc... (si accavallano le voci)... dammi… sai che fai? segnati
questo indirizzo e-mail, un attimo! o questo fax… e me li giri a
me!
no!
Decreto nr. 8391-06 RGNR-DDA e nr.687/07 RIT-DDA, emesso dalla Procura della Repubblica-DDA di
Reggio Calabria. Conversazione telefonica registrata alle ore11:11:33 del 04/02/2011, con progressivo 12
della linea 3280, sull’utenza +393358724835 [FORTUGNO Domenico], in Uscente, con l’utenza
+393493203004 [Agostino] (nr.264-11 RIT-DDA). Vds. All. n. 11.
Decreto nr. 8391-06 RGNR-DDA e nr.687/07 RIT-DDA, emesso dalla Procura della Repubblica-DDA di
Reggio Calabria. Conversazione telefonica registrata alle 11:38:50 del 04/02/2011, con progressivo 22 della
linea 3280, sull’utenza +393358724835 [FORTUGNO Domenico/FORTUGNO Domenico], in Entrante, con
l’utenza +393336761321 [ /SRL FUTURA SRL] (nr.264-11 RIT-DDA). Vds. All. n. 12.
170
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
FORTUGNO:
GERARDO:
FORTUGNO:
GERARDO:
precedenza!!
(…)
no!?... così io pomeriggio vado di presenza e te li sbrigo subito e
facciamo la nota di credito!
...ascoltami tu! a me! Io non mi segno più niente! Il mio numero
dell'ufficio ce l'hai!! L'amministraz...inc.... si chiama Cristiana,
fai
chiamare subito!
e che devono fare?
due note di credito come le nostre comunicazioni fatte in
Per risolvere la questione di cui sopra, FORTUGNO contattava198 l’amministrazione della
“FUTURA srl”, presentandosi ancora una volta per nome e conto della “CALABRIA
TRASPORTI” (“sono Domenico Calabria Trasporti!!”), ma chiedendo alla ragazza di mandare
un fax al numero 0966773087, intestato al padre FORTUGNO Demetrio199 ed attestato presso la
sede legale della “MEDMA TRANS”:
FORTUGNO:
DONNA:
FORTUGNO:
DONNA:
FORTUGNO:
CRISTIANA:
Cristiana:
FORTUGNO:
Cristiana:
FORTUGNO:
Cristiana:
FORTUGNO:
Cristiana:
FORTUGNO:
Cristiana:
FORTUGNO:
Cristiana:
FORTUGNO:
(…)
Buongiorno, sono... volevo parlare con la signora Cristiana
si, con chi parlo?
sono Domenico Calabria Trasporti!!
si
mi diceva Gerardo che dovevi fare delle note di credito… che
Calabria Trasporti ti doveva fare delle note credito…
si un attimo che gliela passo
pronto?
Cristiana?
si
mi diceva Gerardo... Domenico sono, Calabria Trasporti, che
dovevi fare delle note credito... Calabria ti doveva fare delle note
credito…
si, piccola, è di 50 euro sulla fattura di Novembre e di Dicembre
perchè poi qui ...inc... il 30 novembre e se non ho ...
me la giri per favore questa nota credito a questo fax
allora aspetta un secondo che la prendo in mano ...dimmi
così te la fai....0966
0966
773087
3087...773087 io ti mando il fax qui, poi quando tu hai fatto me lo
mandi via fax così io chiudo la posizione e poi il pagamento è a
posto per ....
appunto, appunto...così chiudiamo questa .....posizione ok?
198
Decreto nr. 8391-06 RGNR-DDA e nr.687/07 RIT-DDA, emesso dalla Procura della Repubblica-DDA di
Reggio Calabria. Conversazione telefonica registrata alle ore 11:58:23 del 04/02/2011, con progressivo 30
della linea 3280, sull’utenza +393358724835 [FORTUGNO Domenico/FORTUGNO Domenico], in Uscente,
con l’utenza +390431614695 [/SRL FUTURA SRL] (nr.264-11 RIT-DDA). Vds. All. n. 13.
199
FORTUGNO Demetrio nato a Palmi il 02.05.1952.
171
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Il 17 febbraio 2011, veniva intercettata una terza telefonata200 tra FORTUGNO e i dipendenti
della “FUTURA srl”:
Stefania:
FORTUGNO:
Stefania:
gennaio…
FORTUGNO:
Stefania:
FORTUGNO:
Stefania:
FORTUGNO:
Stefania:
FORTUGNO:
Stefania:
FORTUGNO:
Stefania:
me…
FORTUGNO:
Stefania:
FORTUGNO:
superato!
Stefania:
FORTUGNO:
Stefania:
FORTUGNO:
Stefania:
FORTUGNO:
Stefania:
FORTUGNO:
Stefania:
FORTUGNO:
Stefania:
FORTUGNO:
200
buongiorno, sono Stefania della Futura.
Buongiorno
buongiorno... io chiamavo per la fattura che ho ricevuto, di
eh
Io la fattura me l'aspettavo come “Calabria Trasporti” no come
“Medma Trans”!!
...inc...
eh! però noi il trasporto l'abbiamo affidato a “Calabria
Trasporti”, cioè per me è un errore ricevere la fattura da
“Medma Trans”!!
E LO SO, PERÒ SICCOME IL TRASPORTO L'HA AFFIDATO A
ME NON È CHE....NOI PRIMA ERAVAMO CON CALABRIA
TRASPORTI ADESSO CI SIAMO DIVISI!!
si
quindi il trasporto l'ho fatto, capito? ... no Calabria…
ma di questo....
ehhhh...di questo?
si! ma di questo avevate parlato già con qualcuno? perchè per
no!
eh...eh ...si è un errore per me questo
non è un errore cambia....cambia il vettore e l'errore ... è
eh! ma non è una cosa coerente, perchè se io affido il trasporto a
un vettore
ma lui ...il trasporto... Gerard… il trasporto lo ha affidato a me,
no a “Calabria Trasporti” capito? Siccome prima noi eravamo...
lavoravamo con Calabria Trasporti, poi, da gennaio, non
lavoriamo più insieme a loro…
si
quindi...
uh...uh
ah..ah
si ma io ... io non capisco “Calabria Trasporti” non... non centra
più niente... no, per capire!
no, no....
per capire anch'io
no!...no!...no!...no!..no! non centra più niente
non è che Calabria Trasporti è diventata Medma Trans? No!
Calabria Trasporti esiste ancora, Medma Trans è un'altra
azienda!
un'altra azienda, giusto, esatto!
Decreto nr. 8391-06 RGNR-DDA e nr.687/07 RIT-DDA, emesso dalla Procura della Repubblica-DDA di
Reggio Calabria. Conversazione telefonica registrata alle 14:55:57 del 17/02/2011, con progressivo 2255
della linea 3280, sull’utenza +393358724835 [FORTUGNO Domenico], in Entrante, con l’utenza
+390431614695 [SRL FUTURA SRL] (nr.264-11 RIT-DDA). Vds. All. n. 14.
172
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Stefania:
eee... non so… io provo a parlare qui con... i miei responsabili e
vediamo. Se ci sono problemi, richiamo… va bene?
(…)
La conversazione sopra illustrata era illuminante: si era registrato un problema amministrativo,
perché FORTUGNO Domenico – che per la “FUTURA srl”, evidentemente, era il titolare della
“CALABRIA TRASPORTI” – aveva assunto una commissione in nome di quest’ultima azienda,
ma aveva emesso una fattura con l’intestazione della “MEDMA TRANS”.
La dipendente, quindi, contattava allarmata il FORTUGNO, pensando che ci fosse stato un
errore: “Io la fattura me l'aspettavo come “CALABRIA TRASPORTI” no come “MEDMA
TRANS”!! … eh! però noi il trasporto l'abbiamo affidato a “CALABRIA TRASPORTI”, cioè per
me è un errore ricevere la fattura da “Medma Trans”!!”.
La banale questione burocratica costringeva FORTUGNO a sottolineare che quel lavoro era stato
affidato personalmente a lui (“affidato a me”) dai vertici aziendali della “FUTURA srl
(“Gerard… il trasporto lo ha affidato a me, no a “Calabria Trasporti” capito?”); in tal modo,
per l’ennesima volta, si raccoglievano indiscutibili elementi circa il ruolo direttivo ricoperto nella
“Calabria Trasporti” già all’epoca in cui simulava di essere alle dipendenze di FABRIZIO
Giuseppe.
Per far fronte alle insistenti rimostranze dell’impiegata (“io non capisco “Calabria Trasporti”
non... non centra più niente... no, per capire!”), FORTUGNO si trovava costretto ad ammettere
che, un tempo, lui era stato di fatto consorziato con la “CALABRIA TRASPORTI”: “Siccome
prima noi eravamo... lavoravamo con Calabria Trasporti, poi, da gennaio, non lavoriamo più
insieme a loro…”. La dipendente della “FUTURA srl” non si lasciava convincere facilmente ed
avanzava un dubbio: “non è che Calabria Trasporti è diventata Medma Trans?”. Ad ogni buon
fine, la risoluzione del problema non era facile e richiedeva il parere i responsabili dell’ufficio
(“non so… io provo a parlare qui con... i miei responsabili e vediamo.”).
Il 02.03.2011, a distanza di quasi un semestre dalla costituzione della “MEDMA TRANS”,
FORTUGNO Domenico si presentava201 ancora ai suoi interlocutori, dicendo “Buongiorno, sono
Calabria Trasporti”:
Uomo:
Esso Card, Buongiorno
Fortugno Domenico:
E, Buongiorno, sono Calabria Trasporti. Ieri abbiamo
chiamato che avevamo perso una carta, no, però poi
l’abbiamo ritrovata e abbiamo richiamato per dirle di
sbloccarla…
Uomo:
Si, perfetto
Fortugno Domenico:
Eh, eh, vi posso dare il numero di targa?
Uomo:
Si grazie...
Fortugno Domenico:
BE
Uomo:
E, mi da cortesemente prima il numero della carta?
Fortugno Domenico:
Il numero della carta un attimo che non ce l’ho sotto
mano..
Uomo:
Allora, aspetti, il CAP codice di avviamento postale?
Fortugno Domenico:
89025
Uomo:
Si, il nome della società è?
Fortugno Domenico:
Calabria Trasporti SAS
201
Decreto d’intercettazione nr. 4302/2006 RGNR DDA e nr. 264-11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria. Conversazione in entrata registrata al
prog. 4499 del 02.03.2011, delle ore 11:00:35, della durata di 00.05.26, linea 3280. Vds. All. n. 15.
173
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Uomo:
Fortugno Domenico:
Uomo:
Fortugno Domenico:
Uomo:
Fortugno Domenico:
(…)
La targa del veicolo?
BE
Si
378
Si
Como, Domodossola
FORTUGNO Domenico contattava il numero verde “ESSO CARD”, per sbloccare una full card
precedentemente smarrita (“avevamo perso una carta, no, però poi l’abbiamo ritrovata e
abbiamo richiamato per dirle di sbloccarla”).
La carta era intestata alla “Calabria Trasporti SAS” e riferibile al camion targato BE378CD
(“BE… 378 … Como, Domodossola”). Gli accertamenti posti in essere da questa P.G. chiarivano
che a quella targa corrispondeva un trattore stradale marca DAF TRUCKS di proprietà della
società “CALABRIA TRASPORTI”, a nome della quale risultava stipulata e pagata la relativa
polizza RCA202.
A distanza di quasi sei mesi dalla data di costituzione della “MEDMA TRANS”, FORTUGNO
non solo continuava a spendere il nome della “CALABRIA TRASPORTI”, ma aveva piena
disponibilità di mezzi e risorse della predetta società.
Il 12 marzo 2011, veniva intercettata un’altra telefonata203 in cui FORTUGNO ammetteva di
utilizzare i mezzi della “CALABRIA TRASPORTI”:
(…)
CANNATA’ Domenico:
Ah! ah! Dimmi Mimmo, Dimmi..
Fortugno Domenico:
Eh, Eh.. Sentimi a me! Ma quel libretto della
cella di.. di Calabria Trasporti , quello con
la porta laterale, dove è?
CANNATA’ Domenico:
Quello che abbiamo nel piazzale noi?
Fortugno Domenico:
Eh..
CANNATA’ Domenico:
Nell’ufficio, chiama a… Rocco …incompr…
Fortugno Domenico:
E non ce l’hai il numero di Rocco, tu?
CANNATA’ Domenico:
Io non ce l’ho il numero di Rocco, devi
chiamare… quello di Diego ce l’hai tu?
Fortugno Domenico:
Ma! Va bene dai, lascia che ti rintraccio a
Rocco vai e mi prendi il libretto, dai.. Ciao.
(…)
FORTUGNO, chiedendo la carta di circolazione di una precisa cella frigorifera (“libretto della
cella… con la porta laterale”), continuava ad ammettere di non aver mai tagliato il cordone
ombelicale che lo legava alla “Calabria Trasporti”.
Il 21 marzo 2011, FORTUGNO inviava un sms204 ad un numero intestato a “La Meridionale
Ortofrutticola” e riportante il testo: “Coordinate bancarie calabria trasporti:banca carime
rosarno iban:IT 40X0306781530000000010745”.
202
A seguito di consultazione della banca dati ANIA, si evinceva che la copertura assicurativa era stata stipulata presso la ERGO ASSICURAZIONI - Agenzia 293, con
scadenza al 31.03.2012. Il cui premio assicurativo era stato versato dalla “CALABRIA TRASPORTI”.
203
Decreto d’intercettazione nr. 4302/2006 RGNR DDA e nr. 264-11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria. Conversazione in entrata registrata al
prog. 6429 del 12.03.2011, delle ore 17:59:52, della durata di 00.00.48, linea 3280. Vds. All. n. 16.
174
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Dalle conversazioni intercettate poco prima, si desumeva che FORTUGNO aveva inviato il
suddetto messaggio di testo per permettere al titolare della “Meridionale Ortofrutticola” di
effettuargli un bonifico bancario per un trasporto di merce da lui curato.
Dalla conversazioni sopra riportate, pertanto, emerge che la “MEDMA” è stata creata ad hoc in
data 23.09.2010205, successivamente alla presa di coscienza in capo agli affiliati della cosca
PESCE dell’esistenza di numerose indagini sul loro conto ed all’arresto dello stesso
FORTUGNO Domenico nell’ambito dell’operazione “ALL INSIDE”.
Le conversazioni dimostrano, altresì, che FORTUGNO continua ad operare anche per nome e per
conto della CALABRIA TRASPORTI.
Una prima conferma che dietro la creazione della MEDMA TRANS vi siano dei capitali di
illecita provenienza si ricavava dalle verifiche effettuate tramite le BB.DD.FF.PP. e quella
dell’Agenzia delle Entrate:
FORTUGNO Demetrio206 (padre di FORTUGNO Domenico, nonché socio accomandatario e
rappresentate legale), D’AGOSTINO Maria Carmela207 (socio accomandante) e SPATARO
Maria Grazia (moglie di FORTUGNO Domenico, socio accomandante) non avrebbero potuto
sostenere alcuna spesa per la creazione della società in argomento, poiché gli accertamenti fiscali
a loro carico dimostravano la pressoché totale assenza di reddito per l’anno 2009208:
- FORTUGNO Demetrio aveva dichiarato 447,00 euro, derivantigli da reddito d’impresa di
un’omonima ditta individuale209, ma sottoscriveva una quota di partecipazione alla “MEDMA
TRANS” pari a 15.300 euro;
- D’AGOSTINO Maria Carmela aveva dichiarato solo 41,00 euro, derivantigli da reddito
d’impresa della ditta individuale “Arte e Stile”210, ma sottoscriveva una quota di partecipazione
alla “MEDMA TRANS” pari a 14.850 euro;
- SPATARO Maria Grazia aveva dichiarato 580,00 euro, derivantigli da reddito da lavoro
dipendente, ma sottoscriveva una quota di partecipazione alla “MEDMA TRANS” pari a 14.850
euro.
La “MEDMA TRANS”, relativamente all’anno di imposta 2010, presentava all’Agenzia delle
Entrate una dichiarazione di modello iva nella quale riportava solamente una passività pari a
74.160 euro; al contempo, risultava essere proprietaria di tre trattori stradali e quattro
204
Decreto d’intercettazione nr. 4302/2006 RGNR DDA e nr. 264-11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria. SMS in uscita registrato al progr. 7980
del 21.03.2011, delle ore 10:41:27, linea 3280. Vds. All. n. 17.
205
Vds. Visura, già in all. n. 38.
206
FORTUGNO Demetrio nato a Palmi il 02.05.1952.
207
D’AGOSTINO Maria Carmela nata a Taurianova il 31.07.1980.
208
Vds. All. n. 40.
209
Ditta individuale FORTUGNO Demetrio operante nel settore del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi, P.I. 02239300805, con sede legale a Rosarno in via
210
“ARTE E STILE DI D’AGOSTINO MARIA CARMELA”, operante nel settore del commercio al dettaglio di mobili per la casa, P.I. 02576880807, con sede legale in
Tintoretto n. 1.
Rosarno via Kennedy n. 3.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
semirimorchi, di cui ben tre – precedentemente intestati alla “CALABRIA TRASPORTI” – erano
stati acquistati in blocco, in data 13.10.2010, per un valore complessivo di euro 22.000211.
Gli accertamenti effettuati – facendo luce sulla sperequazione reddituale dei soci della “MEDMA
TRANS” – fornivano un utile riscontro a quanto dichiarato dalla collaboratrice PESCE
Giuseppina sul conto del FORTUGNO (“…Nell’ambito, lui aveva i camion pure che lavoravano,
tipo queste cose qua…”); dietro la “MEDMA TRANS”, per il tramite di FORTUGNO Domenico,
c’era la longa manus di PESCE Francesco (“Ciccio Testuni… l’ha sistemato”), che sapeva che il
cugino non si sarebbe opposto al suo diktat, riconoscendo a DELMIRO Biagio il denaro
necessario per il mantenimento di Camelia COSTIN.
La conferma della corretta identificazione del “FORTUGN” di cui al “pizzino” in FORTUGNO
Domenico si avrà con le risultanze documentali acquisite nel corso della perquisizione presso il
domicilio di PESCE Francesco cl. 78 nell’anno 2007, che di qui a poco si andrà ad analizzare.
In quel contesto, infatti, è stato rinvenuta documentazione relativa alla CALABRIA
TRASPORTI (come dimostrato ora MEDMA TRANS) e plurimi riferimenti ad assegni con
accanto il cognome FORTUGNO.
Non sussiste, del resto, alcun rapporto lavorativo lecito che possa giustificare il continuo
passaggio di assegni tra PESCE Francesco cl. 78 e FORTUGNO Domenico.
La conferma definitiva della corretta identificazione del “FORTUGN” di cui al “pizzino” in
FORTUGNO Domenico si rinviene nelle stesse parole del boss PESCE Francesco cl. 78, nel
corso di un colloquio in carcere registrato in data 30.12.2011, presso il carcere di Cuneo.
(…)
PESCE Francesco:
211
siccome mi stanno facendo un’indagine difensiva, quando mi
hanno arrestato, io… siccome io l’assicurazione delle macchine
la facevo sempre che c’erano tutti questi autotrasportatori che
facevano pacchetti d’assicurazione; per esempio, andavano da
una compagnia di assicurazione per esempio e gli dicevano “io,
in questo anno, ti garantisco 50 contratti” e avevano vantaggi
sull’assicurazione… e io, per pagare poco, la facevo sempre
per un anno e la facevo così! Ora, quando mi hanno arrestato…
io, quando mi stavano trasferendo, scrissi un biglietto, no? Per
esempio, siccome me li faceva fare sempre Domenico queste
cose, FORTUGNO, mi faceva fare l’assicurazione… adesso
l’avvocato sta svolgendo un’indagine difensiva per dirgli ecco
“qua… questa è la parola che aveva scritto questo”… perché io
avevo scritto… DOM puntato per l’assicurazione no, e se va
dall’avvocato e gli dice la verità… e gli dice… se vuole andare
sempre…che l’avvocato lo chiama, lo sta chiamando e gli
spiega… gli sta spiegando la situazione per come è… se lui
vuole… io la verità gli dico che deve dire, deve dirgli la verità
che è vero che lui mi faceva… siccome fanno gli
autotrasportatori,
mi
facevano
fare
sempre
l’auto…l’assicurazione a prezzo (ndr scontato).
Rif. ai semirimorchi targati AA94510 (cella frigo del valore dichiarato di euro 8.000), AC47842 (cella frigo del valore dichiarato di euro 4.000) e AC84808 (cassone
ribaltabile del valore dichiarato di euro 10.000).
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STANGANELLI Ippolito:
PESCE Francesco:
STANGANELLI Ippolito:
PESCE Francesco:
STANGANELLI Ippolito:
PESCE Francesco:
STANGANELLI Ippolito:
(omissis)
PESCE Francesco:
STANGANELLI Ippolito:
PESCE Francesco:
…inc...queste persone sono esterne manco i cani!
cosa?
queste persone sono esterne, l’assicurazione sono esterne…
no… ma no c’è niente di male, lui la verità deve dire, non gli sto
dicendo che deve dire una bugia, “si, è vero che io gli facevo
l’assicurazione a prezzo vantaggiato, che io faccio
l’autotrasportatore”. Sembra che qualcuno gli sta dicendo di
dire una bugia… io la verità voglio che gli dica… però deve
andare… perché è importante che mi discutono il 41 … digli di
andare!!!
al dieci…al dieci…al dieci (ndr riferito alla discussione del 41
Bis)
no al dieci!! deve andare prima del dieci.
no dico…il dieci discutono il 41
il fatto dell’indagine difensiva… devi andare tu a dirgli che deve
andare, se vuole andare, che questo si scorda Domenico, deve
andare dall’avvocato
si..si..si!
che è importantissimo… pero’ deve andare che solo lui manca,
che gli altri sono andati tutti per farla!
(…)
Lo stralcio del dialogo sopra riportato conferma l’esatta identificazione del soggetto a cui si
faceva riferimento nel pizzino (“quando mi hanno arrestato… io, quando mi stavano
trasferendo, scrissi un biglietto, no?”) in FORTUGNO Domenico.
PESCE Francesco nel suo manoscritto lo aveva indicato con “ASS. FORTUG.”, ma durante il
colloquio con il suocero forniva le generalità complete dicendo: “me li faceva fare sempre
Domenico queste cose, FORTUGNO, mi faceva fare l’assicurazione”; poco dopo, il detenuto
precisava, sbagliandosi, anche come lo aveva indicato nel pizzino: “io avevo scritto… DOM
puntato per l’assicurazione no”.
Altra conferma in tal senso derivava dall’indicazione dell’attività lavorativa del soggetto
chiamato in causa dai presenti: “lui mi faceva… siccome fanno gli autotrasportatori, mi
facevano fare sempre l’auto…l’assicurazione a prezzo”.
Il senso delle parole intercettate era chiarissimo: PESCE Francesco - consapevole che il suo
difensore stesse svolgendo attività istruttoria difensiva - con l’evidente intento di precostituirsi
una tesi difensiva circa le disposizioni date nel pizzino, spiegava al suocero la versione dei fatti
che il FORTUGNO avrebbe dovuto fare sua e riferire all’avvocato.
PESCE Francesco, a suo dire, era solito assicurare la propria auto con la stessa società con la
quale FORTUGNO Domenico assicurava i suoi camions, per risparmiare sul prezzo: “io
l’assicurazione delle macchine la facevo sempre che c’erano tutti questi autotrasportatori che
facevano pacchetti d’assicurazione; per esempio, andavano da una compagnia di assicurazione
per esempio e gli dicevano “io, in questo anno, ti garantisco 50 contratti” e avevano vantaggi
sull’assicurazione… e io, per pagare poco, la facevo sempre per un anno e la facevo così! Ora,
quando mi hanno arrestato… io, quando mi stavano trasferendo, scrissi un biglietto, no? Per
esempio, siccome me li faceva fare sempre Domenico queste cose, FORTUGNO, mi faceva fare
l’assicurazione… adesso l’avvocato sta svolgendo un’indagine difensiva per dirgli ecco “qua…
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
questa è la parola che aveva scritto questo”… perché io avevo scritto… DOM puntato per
l’assicurazione no (…) lui mi faceva… siccome fanno gli autotrasportatori, mi facevano fare
sempre l’auto…l’assicurazione a prezzo”.
Gli accertamenti effettuati dal ROS CC di Reggio Calabria sconfessavano, però, la tesi fornita da
PESCE Francesco: in base a quanto affermato dal detenuto, i mezzi in uso al suo nucleo
familiare avrebbero dovuto avere un contratto assicurativo stipulato presso la stessa società con
cui FORTUGNO Domenico assicurava i suoi camions (“pacchetti d’assicurazione; per esempio,
andavano da una compagnia di assicurazione per esempio e gli dicevano “io, in questo anno, ti
garantisco 50 contratti” e avevano vantaggi sull’assicurazione… e io, per pagare poco, la
facevo sempre per un anno e la facevo così!”), ma le verifiche poste in essere dimostravano il
contrario.
Nello specifico:
-
l’unica autovettura riconducibile a PESCE Francesco è una Suzuki Vitara targata
DH050AG – intestata alla nonna materna MESSINA Maria Grazia212 e già in uso al
giovane boss fino all’aprile 2010 – oggi utilizzata da STANGANELLI Maria213 e da
PESCE Danila, rispettivamente moglie e sorella di Francesco cl. 78. Sulla Suzuki
Vitara in argomento (immatricolata il 13.04.2007), da accertamenti presso la banca dati
A.N.I.A., risulta stipulata una polizza assicurativa RCA con la società “FONDIARIA
SAI”, con scadenza contrattuale prevista il 21.01.2012;
-
in banca dati A.C.I. non risultano automezzi intestati a FORTUGNO Domenico, mentre
a nome della moglie SPATARO Maria Grazia214 vi è una FIAT Panda targata
BT251BA, sulla quale è stata stipulata una polizza assicurativa con la società “LA
FONDIARIA ASSICURAZIONI”. Come già precisato, FORTUGNO Domenico
gestisce la società di autotrasporti “MEDMA TRANS S.A.S. DI FORTUGNO
DEMETRIO & C.”, nella cui proprietà/disponibilità ricadono i seguenti veicoli
industriali:
-
trattore stradale, targato CV342NT, assicurato con la “ERGO
ASSICURAZIONI”;
trattore stradale, targato CS980MM, assicurato con la “ERGO
ASSICURAZIONI”;
trattore stradale, targato CY401TT, assicurato con la “ERGO
ASSICURAZIONI”;
trattore stradale, targato BE378CD, assicurato con la “ERGO
ASSICURAZIONI”;
semirimorchio,
targato
AA94510,
assicurato
con
la
“ERGO
ASSICURAZIONI”;
semirimorchio, targato AC47842, assicurato con la “VIENNA INSURANCE”;
semirimorchio, targato AD26081, non coperto da assicurazione RCA;
semirimorchio con cassone ribaltabile, targato AC84808, assicurato con la
“AURORA ASSICURAZIONI”;
212
MESSINA Maria Grazia, nata a Rosarno il 29.07.1942.
213
STANGANELLI Maria, nata a Cinquefrondi il 23.03.1987.
214
SPATARO Maria Grazia nata a Cinquefrondi il 25.01.1987, cugina in primo grado di PESCE Francesco “testuni”, poiché la madre di quest’ultimo - CAPRIA
Carmelina - è sorella di CAPRIA Francesca, madre della predetta SPATARO
178
-
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identici accertamenti venivano, inoltre, estesi anche sui camions della “CALABRIA
TRASPORTI SAS DI FABRIZIO Giuseppe & C.” (società di trasporti formalmente
intestata da FABRIZIO Giuseppe215), con la quale FORTUGNO Domenico ha
cointeressenze di natura economica:
semirimorchio, targato AA98997, assicurato con la “ERGO ASSICURAZIONI”;
trattore
stradale,
targato
CJ277YP,
assicurato
con
la
“ERGO
ASSICURAZIONI”;
semirimorchio,
targato
ME005301,
assicurato
con
la
“ERGO
ASSICURAZIONI”;
semirimorchio, targato AB61245, assicurato con la “ERGO ASSICURAZIONI”;
trattore stradale, targato CV319NT, assicurato con la “ERGO
ASSICURAZIONI”;
trattore stradale, targato CM265YE, assicurato con la “ERGO
ASSICURAZIONI”;
semirimorchio,
targato
TN018662,
assicurato
con
la
“ERGO
ASSICURAZIONI”;
semirimorchio, targato AA80279, assicurato con la “ERGO ASSICURAZIONI”;
CJ545AZ,
assicurato
con
la
“ERGO
trattore
stradale,
targato
ASSICURAZIONI”;
trattore stradale, targato CH375MD, assicurato con la “ERGO
ASSICURAZIONI”;
autocarro, targato BL450MB, assicurato con la “ASSICURAZIONI
GENERALI”.
PESCE Francesco, nel corso del colloquio in carcere, precisava che “tutti questi
autotrasportatori che facevano pacchetti d’assicurazione; per esempio, andavano da una
compagnia di assicurazione per esempio e gli dicevano “io, in questo anno, ti garantisco 50
contratti” e avevano vantaggi sull’assicurazione…”.
A conferma della cointeressenza tra la “MEDMA TRANS” e la “CALABRIA TRASPORTI”, la
quasi totalità dei veicoli delle due società in esame avevano un contratto assicurativo stipulato
con la stessa compagnia (“ERGO ASSICURAZIONI”).
In conclusione, nessun mezzo riconducibile a FORTUGNO Domenico ha un contratto con la
società assicuratrice “FONDIARIA SAI”, che copre i rischi RCA della Suzuki Vitara dei
PESCE.
Inoltre, in considerazione della data di scadenza dell’assicurazione della predetta autovettura
(21.01.2012), appare poco verosimile che PESCE Francesco si potesse preoccupare del rinnovo
del contratto assicurativo già alla prima decade di agosto (data di sequestro del “pizzino”), ben
cinque mesi prima del suo naturale rinnovo.
Ne deriva, pertanto, che la dicitura “ASS.” riportata sul pizzino non è da riferire al termine
“assicurazione”, bensì, come già spiegato (e confermato da altro carteggio dello stesso
PESCE Francesco) al termine “assegni”.
Si ritiene, pertanto, raggiunta la gravità indiziaria a carico di FORTUGNO Domenico per il reato
di partecipazione alla cosca mafiosa PESCE.
215
FABRIZIO Giuseppe, nato a Taurianova il 18.11.1974.
179
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“GEOMETRA LUCA SANTINO” – BERRICA LUCA
Il “GEOMETRA LUCA” è stato identificato in BERRICA Giovanni Luca nato a Taurianova
il 10.04.1978 residente a Rosarno in via Eschilo n. 2, nipote di ARTUSO Giuseppe (soggetto
del quale si è già parlato ai paragrafi precedenti, per via del suo legame con DELMIRO
Biagio).
Il termine “SANTINO” accostato alla indicazione “GEOMETRA LUCA” conferma
l’interpretazione del “pizzino” sinora esposta.
Come è noto, il termine “SANTINO”, nel linguaggio ‘ndranghetista, rappresenta l’affiliazione
all’onorata società di un giovane “contrasto onorato”.
Tradizionalmente, durante la cerimonia di affiliazione, l’aspirante picciotto è chiamato a prestare
un giuramento di fedeltà216 stringendo tra le mani un santino, spesso costituito dalla
rappresentazione iconografica di San Michele Arcangelo.
Le relazioni semiotiche applicabili alla simbologia legata al “SANTINO” trovavano larghe
conferme nelle indagini sulla ‘ndrangheta:
-
nell’O.C.C. in carcere n. 37/96 RGNR-DDA e n. 38/97 R. G.I.P. (“operazione
PRIMAVERA”) del Tribunale di Reggio Calabria - Ufficio Del Giudice per le
Indagini Preliminari - veniva riportato un passo ricavato dalle dichiarazioni rese dal
collaboratore di giustizia PICCOLO Luciano, in cui quest’ultimo descriveva la sua
personale esperienza di affiliazione alla ‘ndrangheta: “Durante le fasi del battesimo
(questo può essere chiamato anche con il termine “rimpiazzo” o “rimpiazzare”
oppure “fare qualcuno malandrino”) (…) Nel corso del rito di iniziazione mi
praticarono un taglio a forma di croce sulla parte superiore del pollice destro vicino
all’unghia (…) dal mio dito destro dovevano cadere tre gocce di sangue dentro un
piatto, quindi ...omissis... prese un santino di S. Michele Arcangelo, lo bruciò
parzialmente e mise la cenere sulla ferita in modo tale che essa guarisse…”;
-
in Germania, durante il sopralluogo effettuato dagli investigatori nella notte di
ferragosto del 2007, a seguito della cd. “strage di Duisburg”, venivano rinvenuti
“accanto alla sala del ristorante “Da Bruno” (…) un locale chiaramente destinato
alle pratiche di affiliazione (…) nel portafogli di una delle vittime, Tommaso
Venturi (…) un santino di San Michele parzialmente bruciato; chiaro indizio di
un’affiliazione celebrata poco prima. Non sarà inutile al proposito ricordare che
qualche ora prima, il 14 agosto, il giovane Venturi aveva festeggiato il diciottesimo
compleanno potendosi da ciò desumere che l’ingresso formale nella consorteria
mafiosa era stato fatto coincidere (secondo una tradizionale attenzione ai dettagli
simbolici) con il passaggio alla maggiore età…”217.
La direttiva del boss contenuta nel pizzino, pertanto, riguardava la nuova affiliazione del
“GEOMETRA LUCA”.
216
“Io giuro dinanzi a questa società di essere fedele con i miei compagni e di rinnegare padre, madre, sorelle e fratelli e se necessario, anche il mio stesso sangue”.
217
Vds. Relazione annuale sulla ‘ndrangheta, approvata dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalita` organizzata mafiosa o similare, nella
seduta del 19 febbraio 2008. Relatore: on. Francesco FORGIONE.
180
PROCURA DELLA REPUBBLICA
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
L’identificazione dell’aspirante picciotto avveniva grazie allo stesso PESCE Francesco “testuni”,
che, durante il colloquio in carcere218 del 26.09.2011 consigliava al suocero STANGANELLI
Ippolito219 di rivolgersi al “geometra Luca” per effettuare una perizia:
Francesco:
Ippolito:
Francesco:
Ippolito:
Francesco:
Ippolito:
Francesco:
Ippolito:
Francesco:
Ippolito:
Francesco:
Ippolito:
Francesco:
Ippolito:
Volevo dirti una cosa io… cioè… che io… che io… me l’ero appuntato
pure su un foglio di carta, tra le altre cose… del fatto che sono venuti i
Carabinieri a casa e hanno rotto tutta la casa, c’è quel figliolo, il
geometra Luca…
no… ma già l’abbiamo fatta la perizia… noi
ah… l’hai fatta?
si… è gli abbiamo dato tutto ad un ingegnere…
… ah è venuto un ingegnere?… già avete messo un ingegnere?…
sì è venuto l’ingegnere…
… sennò c’era quel figliolo dal quale io mi stavo comprando la casa
una volta da questo figliolo… Luca… il geometra…
Luca... sì … sì…
quello che sta a fianco di mio fratello...
sì… sì …
mettevamo a questo figliolo, ti faceva una perizia e gli cercavamo i
danni al Tribunale…
sì… sì… ora la facciamo...
ah… la state già facendo…?
sì… sì….
PESCE Francesco – ormai in carcere e sottoposto al duro regime previsto dall’art. 41-bis della
Legge del 26 luglio 1975, n. 354 – cercava di sfogarsi in qualche modo contro i Carabinieri che
lo avevano arrestato, quindi, meditava di richiedere un risarcimento per i danni arrecati alla casa
di via Leoncavallo dai militari nel corso di una perquisizione (“sono venuti i Carabinieri a casa
e hanno rotto tutta la casa … una perizia e gli cercavamo i danni al Tribunale…”), che aveva
condotto al rinvenimento di un bunker in perfetto stato di conservazione220.
PESCE dimostrava di nutrire profonda stima e fiducia nelle capacità di “quel figliolo, il
geometra Luca”, del quale forniva anche l’indirizzo: “quello che sta a fianco di mio fratello...”.
Effettivamente, il geometra BERRICA Giovanni Luca risiede ed ha il suo studio
professionale in via Eschilo n. 2, proprio accanto all’abitazione del latitante PESCE
Giuseppe.
L’analisi delle comunicazioni intercettate nell’ambito del proc. pen. 4302/06 RGNR-DDA221
aveva già evidenziato i contatti del BERRICA con alcuni soggetti di interesse investigativo
facenti parte dell’entourage di PESCE Francesco “testuni”: D’AMICO Danilo, SPATARO
Giuseppe (zio del predetto PESCE Francesco) e SIBIO Domenico222 (soggetto già destinatario
di misure restrittive nelle operazioni “ALL INSIDE” e “ALL INSIDE 2” per il reato p.p.
218
Rif. Decreto nr. 2140/11 RGNR DDA e nr. 1641/11 RIT DDA emesso in data 18.08.2011 dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio
219
STANGANELLI Ippolito, nato a Rosarno il 09.05.1962.
220
Vds. Verbale di perquisizione, in All. n. 42.
221
All’interno del predetto proc. pen. confluivano le risultanze dei procedimenti penali 502/09 RGNR e n. 8391/09 RGNR.
222
SIBIO Domenico nato a Taurianova il 14.05.1978.
Calabria. Vds. All. n. 41.
181
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Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
dall’art. 416 bis c.p., nonché recentemente denunciato a piede libero dalla G.d.F. nell’ambito
dell’operazione “ORO NERO”223 ).
Infine, il fatto che il geometra BERRICA sia un uomo a disposizione della “cosca PESCE”
veniva confermato la mattina del 19.10.2011, allorquando alcuni militari effettuavano una
perquisizione nell’abitazione del latitante PESCE Giuseppe al cui interno, all’atto
dell’intervento, vi era BELLOCCO Ilenia224 moglie del predetto e figlia del boss rosarnese
BELLOCCO Umberto225 inteso “assu i mazzi”: le operazioni in parola erano finalizzate al
rintraccio del ricercato ed alla localizzazione di eventuali bunker all’interno dello stabile; poco
dopo l’ingresso degli operanti, la donna convocava il “GEOMETRA LUCA” BERRICA, il quale
prontamente si presentava sul posto per perorare la causa dei PESCE fornendo, addirittura, la
planimetria dell’immobile perquisito226.
L’inserimento, da parte del boss PESCE Francesco cl. 78, del nome del “GEOMETRA LUCA”
nella lista di cui al “pizzino”, con l’indicazione “SANTINO”, pertanto, dimostra la volontà del
boss detenuto di inserire nell’organigramma della cosca l’odierno indagato, nei cui confronti si
ritiene così cristallizzata la gravità del quadro indiziario per l’appartenenza alla cosca mafiosa.
MARAFIOTI SAVERIO
Di fondamentale rilevanza investigativa è stata poi l’identificazione del destinatario delle
direttive del giovane boss, ossia di colui che avrebbe dovuto garantire la esatta esecuzione delle
direttive all’esterno del carcere.
Nel pizzino veniva indicato espressamente sia il nome di battesimo del destinatario –
“SAVERIO” – che il compito che quest’ultimo doveva assolvere:
223
Rif. proc. pen. n. 5361/10 RGNR-DDA. All’interno del provvedimento di fermo di indiziato di delitto, a
SIBIO Domenico veniva contestato: “…il reato p. e p. dagli artt. 81 cpv, 110 c.p., 40 D. Lgs 504 del 26
ottobre 1995 comma 1° lett. c., perché, in concorso fra loro e con i fratelli Camastra, con più azioni esecutive
di un medesimo disegno criminoso, ricoprendo i ruoli di cui al superiore capo A), acquistando gasolio in
contrabbando ovvero esercitando il ruolo fondamentale di intermediari nel commercio in contrabbando di
carburante e provvedendo ciascuno nella propria area territoriale di competenza a distribuire prodotto
petrolifero agevolato a soggetti non aventi titolo a fruirne, destinavano ad usi soggetti ad imposta, ovvero a
maggiore imposta, il gasolio esente o ammesso ad aliquote agevolate procacciando al Gruppo Camastra
ingenti profitti illeciti ai danni dell’Erario e del mercato concorrenziale. (…) Più precisamente: SIBIO
Domenico nella qualità di cliente, per avere acquistato gasolio in nero versando all’organizzazione nel
periodo dal 18/02/2008 al 02/02/2010 profitti illeciti per un importo pari ad Euro 1.752.240,39. (…)Per i
profili soggettivi di RACHELE e SIBIO Domenico si rimanda al comparto “Rapporti tra il gruppo
CAMASTRA e le cosche mafiose reggine, vibonesi e catanzaresi” – “Cosca PESCE di Rosarno (RC)”.
224
BELLOCCO Ilenia nata a Cinquefrondi (RC) il 19.06.1989, domiciliata a Rosarno alla Via Eschilo nr.4.
225
BELLOCCO Umberto nato a Rosarno il 17.12.1937, in atto detenuto.
226
Vds. Verbale di perquisizione, in All. n. 43.
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La lettura del testo permetteva di stabilire che il biglietto era certamente diretto ad un detenuto,
che avrebbe dovuto trasmettere le informazioni contenute (“VEDITELA TU PER QUESTO”) al
cognato di nome Saverio (“SAVERIO TUO COGNATO… DIGLI QUESTE COSE”).
In considerazione dell’analisi sopra riportata, venivano effettuati vari accertamenti 227 finalizzati
all’identificazione di “SAVERIO”, destinatario del pizzino.
Preliminarmente, veniva verificato se il detenuto GIOVINAZZO Salvatore avesse un cognato
che rispondesse al nome di “Saverio”, ma le risultanze davano esito negativo: “il suo nucleo
familiare originario, oltre che dal medesimo ed dai genitori, risulta composto dai fratelli
GIOVINAZZO Giuseppe228 (coniugato con PALADINO Maria229) e GIOVINAZZO Aleandro230
(celibe); GIOVINAZZO Salvatore, infine, è coniugato con GAY Carmela231, la quale ha un
fratello celibe e tre sorelle nubili (David232, Marie Grace233 e Sabrina234)…”.
Successivamente, venivano richiesti alla Casa Circondariale di Palmi i nominativi di tutti i
detenuti rosarnesi lì ristretti il giorno del sequestro del pizzino.
L’Ufficio Matricola – con nota n. 5745/11/M del 29 ottobre 2011 – forniva un elenco
complessivo di n. 35 detenuti, in cui erano compresi sia GIOVINAZZO Salvatore che PESCE
Francesco cl. 78.
Le successive verifiche anagrafiche consentivano di appurare che tra i 33 detenuti indicati,
l’unico soggetto che aveva un cognato rispondente al nome di “SAVERIO” era proprio
PRONESTI’ Antonio235, arrestato insieme a PESCE Francesco la sera del 09.08.2011, poiché
proprietario dell’area all’interno della quale era stato rinvenuto il bunker in cui si nascondeva il
giovane latitante.
Il cognato236 di PRONESTI’ veniva identificato in MARAFIOTI Saverio nato a Rosarno il
09.04.1965237, ivi residente in via Cartesio n. 30.
Si appurava così che GIOVINAZZO Salvatore, vicino di cella di PESCE Francesco cl. 78, era
solo una casuale pedina: il biglietto sarebbe dovuto passare di mano in mano all’interno del
carcere di Palmi, fino ad arrivare a PRONESTI’, che a sua volta avrebbe dovuto veicolarne fuori
il contenuto (“VEDITELA TU PER QUESTO”), fino a far giungere le direttive del boss al vero
destinatario: il cognato MARAFIOTI Saverio (“SAVERIO TUO COGNATO … DIGLI QUESTE
COSE”).
227
Vds. annotazione di P.G., in All. n. 8.
228
GIOVINAZZO Giuseppe nato a Taurianova il 01.10.1978.
229
PALADINO Maria nata a Taurianova il 13.03.1983, residente a Rosarno Via Umberto Sorrentino.
230
GIOVINAZZO Aleandro nato a Cinquefrondi il 30.06.1987.
231
GAY Carmela nata a Villefranche Sur Saone (Francia) il 05.06.1975.
232
GAY David nato a Villefranche Sur Saone (Francia) il 27.05.1977.
233
GAY Marie Grace nata a Gleize (Belgio) il 16.07.1987.
234
GAY Sabrina nata a Villafranche Sur Saone (Francia) il 02.03.1980.
235
PRONESTI’ Antonio nato a Villafranche Sur Saone (Francia) il 27.03.1967. Vds. Stato di famiglia, in All. n. 9.
236
Il MARAFIOTI Saverio è cognato del PRONESTI’ Antonio, poiché quest’ultimo ne ha sposato la sorella, MARAFIOTI Maria nata a Rosarno il 06.06.1970. Vds.
237
Vds. Stato di famiglia, in All. n. 11.
Annotazione di P.G., in All. n. 10.
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Il soggetto indicato da PESCE Francesco quale preposto a notificare gli ordini del boss ai
vari sodali in libertà era stato, pertanto, individuato in MARAFIOTI Saverio (“SAVERIO
TUO COGNATO”).
Già tale circostanza, autonomamente considerata, consentirebbe di ritenere dimostrato lo status
di ‘ndranghetista del MARAFIOTI, evidenziandone il ruolo strategico esercitato all’interno
della potente cosca mafiosa: per poter eseguire l’ordine di PESCE Francesco – circostanza che il
giovane boss dava evidentemente per scontato, indirizzando proprio a lui le direttive - l’uomo
doveva essere ben a conoscenza delle identità degli altri affiliati alla “cosca PESCE” e possedere
quello status criminale idoneo a garantire l’autenticità delle disposizioni e la certezza della loro
attuazione.
La successiva attività di indagine consentiva, altresì, di raccogliere ulteriori e significativi
elementi indiziari che dimostrano la partecipazione di MARAFIOTI Saverio all’associazione
mafiosa PESCE.
L’ATTIVITA’ DI INTERCETTAZIONE AMBIENTALE AUTO
MARAFIOTI Saverio, da tempo, era considerato dagli investigatori un soggetto gravitante
nell’orbita della cosca PESCE, in quanto, dall’attività tecnica era risultato in contatto con gli
indagati del procedimento penale n. 4302/06 (cd. ALL INSIDE).
L’attività di intercettazione consentiva, infatti, di accertare che MARAFIOTI non è un semplice
muratore, bensì un uomo di fiducia delle cosche mafiose rosarnesi, con il quale gli indagati si
rapportavano per varie questioni – tra cui la costruzione/ristrutturazione di bunker – ed al quale
lo stesso PESCE Francesco “testuni” aveva affidato i lavori di ristrutturazione della propria
abitazione.
I LAVORI A CASA DI PESCE FRANCESCO “TESTUNI”
Nonostante non fosse mai stato registrato alcun contatto telefonico o visivo tra gli stretti
congiunti del boss PESCE Francesco “testuni” e MARAFIOTI Saverio, la mattina del
20.09.2011, quest’ultimo veniva notato all’interno del giardino dell’abitazione del PESCE, in via
Leoncavallo di Rosarno, mentre coordinava l’esecuzione di alcuni lavori.
Il fatto che le opere di ripristino/ristrutturazione a casa PESCE fossero state affidate alla
“BETON SUD”238 – l’impresa edile dei MARAFIOTI – veniva confortato da numerosi dati
emersi dall’attività investigativa:
-
alle ore 08:38 del 20.09.2011, il dispositivo GPS239 installato sulla VW Golf di colore nero,
targata DJ874ZM in uso a MARAFIOTI Saverio ne segnalava l’arrivo in via Leoncavallo; le
coordinate fornite dal dispositivo di localizzazione (N 38.28,882; E 015.59,067 )
coincidevano con l’abitazione di PESCE Francesco “testuni”;
-
il servizio di pedinamento posto in essere da personale del Reparto Anticrimine CC di
Reggio Calabria confermava la presenza di MARAFIOTI Saverio a casa PESCE:
“…L’indagato, parcheggiata l’auto, entrava nell’abitazione per qualche minuto per poi
238
Ditta individuale “BETON SUD” di MARAFIOTI Giuseppe, P.I. 02624010803, con sede legale in Rosarno alla Via Cartesio n. 30.
239
Decreto n. 1666/11 del 16.08.2011.
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recarsi sul retro, dove lo aspettavano alcuni uomini tra cui SIBIO Domenico 240,
STANGANELLI Ippolito241 e SPATARO Giuseppe242. All’interno del giardino dei PESCE,
alcuni operai non identificati stavano effettuando lavori di livellamento del terreno e lo
sradicamento di alberi mediante un trattore ed un piccolo escavatore di cui non era possibile
rilevare targa o altri dati identificativi. Il MARAFIOTI, una volta giunto sul posto, assumeva
le movenze e gli atteggiamenti di coordinatore unico delle operazioni, tanto che lo si notava
sovente gesticolare verso gli operai indirizzandone l’azione. MARAFIOTI alle ore 09:30
circa andava via, sempre a bordo della VW… alle ore alle 14.10 circa, si notava un operaio
dell’impresa edile del MARAFIOTI, tale GARRUZZO Domenico243, mentre entrava
all’interno dell’abitazione in argomento dalla porta carraia, a bordo di un trattore di cui
non si riusciva a rilevare la targa…”244.
LA COSTRUZIONE DEI BUNKERS
Dal mese di agosto u.s., in considerazione dei numerosi elementi indiziari a carico del
MARAFIOTI, che lo ponevano al centro delle dinamiche criminali rosarnesi, aveva inizio
l’attività di intercettazione nei confronti di MARAFIOTI Saverio.
Nel corso delle conversazioni tra presenti captate all’interno della autovettura VW Golf targata
DJ874ZM, emergeva che MARAFIOTI Saverio si relazionava con altri soggetti rosarnesi,
discutendo proprio della costruzione di bunker, in ciò riscontrando pienamente le dichiarazioni
rese da CACCIOLA Maria Concetta e, successivamente, come vedremo, da PESCE Giuseppina.
-
La mattina del 20.10.2011, MARAFIOTI, dopo alcuni giri nel centro abitato di Rosarno,
incontrava un uomo:245
MESSINA R:
MARAFIOTI S.:
MESSINA R:
MARAFIOTI S.:
MESSINA R:
MARAFIOTI S.:
MESSINA R:
MARAFIOTI S.:
MESSINA R:
MARAFIOTI S.:
MESSINA R:
Che c’è?
Domani mattina…
Domani mattina?
Con chi vengo?
Perché?
Peppe sta arrivando nel bunker!
Nel bunker?
…incompr…
E ora?
Io…incompr… faccio il bunker!
Eh… ti immagini…
Nonostante il breve scambio di battute, il senso delle parole era fin troppo chiaro: MARAFIOTI
stava avvisando l’interlocutore, certamente affiliato o, comunque, “vicino” alla “cosca PESCE”,
che il giorno dopo (“domani mattina”) il latitante PESCE Giuseppe246 si sarebbe spostato in
un bunker di cui entrambi conoscevano l’esistenza e l’esatta ubicazione (“Peppe sta arrivando
240
SIBIO Domenico nato a Taurianova il 14.05.1978.
241
STANGANELLI Ippolito nato a Rosarno il 09.05.1962.
242
SPATARO Giuseppe, nato a Rosarno il 26.07.1957, ivi residente in Via Abruzzi.
243
GARRUZZO Domenico nato a Rosarno il 14.09.1974.
244
Vds. Annotazione di P.G., in All. n. 12.
245
Decreto d’intercettazione nr. 2140/11 RGNR DDA e nr. 1666/11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura Della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria in data 16.08.2011. Conversazione
registrata al prog. 377 del 20.10.2011, delle ore 11:38:33, della durata di 00.00.26. Vds. All. n. 13.
246
PESCE Giuseppe nato a Cinquefrondi il 07.12.1980.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
nel bunker”); dalle parole registrate, si capiva che MARAFIOTI, in occasione del movimento
clandestino del ricercato, avrebbe certamente ricoperto un ruolo (“domani mattina… con chi
vengo?”).
Alle ore 13:02 dello stesso giorno, la microspia installata nell’autovettura di MARAFIOTI
registrava un’altra conversazione in cui gli interlocutori parlavano di una “buca”247:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
MARAFIOTI S.:
PEPPE:
247
…incompr…
Proprio lo stesso è!
Ah?
Lo stesso è. E senti un pò, tu... lo deve solo vedere e basta!
Ah?
Che vada e poi vediamo.
Non ho capito.
Che vada e poi lo chiudiamo, e poi vediamo, giusto?
Non ci vuole niente!
Eh!
…incompr… ma ti ha chiamato? Te lo dico io che tu sei una
testa di cazzo!
No, no che ho lavorato io, Peppe… io, non me ne ha
mandato messaggi mai lui… e sempre grazie a Dio e a voi
altri!
Va bene …incompr… e poi un'altra cosa, dove c'era quella
buca, hai capito …incompr…
Dove c'era?
Ti ha mandato quella cosa …incompr…
Eh!
C'era pure il ...incompr...
Dove?
Dove c'è ...incompr...
A me?
...incompr...
Quello io l'ho cacciato!
Il deposito...
Del ...incompr...
...incompr...
Ha fatto bene!
...incompr...
Se me la prendevo io? ...incompr...
...incompr...
No io non l'ho fatta nemmeno.
...incompr...
Eh?
...incompr...
E che devo fare, io so che quello là è sempre lo stesso è.
Uhm! ...incompr...
Decreto d’intercettazione nr. 2140/11 RGNR DDA e nr. 1666/11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura Della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio
Calabria in data 16.08.2011. Conversazione registrata al prog. 388 del 20.10.2011, delle ore 13:02:28, della durata di 00.09.24. Vds. All. n. 14.
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MARAFIOTI S.:
Eh come cazzo faccio, ragazzi! Come... come combino io,
ma tu hai visto come combino io, mi state rovinando a me,
è da….
(…)
Dopo circa un’ora e mezza dalla precedente conversazione in cui parlava esplicitamente di
“bunker”, MARAFIOTI, quindi, discuteva con tale “PEPPE” di un altro nascondiglio in
costruzione.
Il bunker era quasi pronto (“lo deve solo vedere e basta”) ed il muratore era in attesa che il
committente verificasse il suo operato (“che vada e poi vediamo”), per dare la sua approvazione
alle operazioni di rifinitura (“che vada e poi lo chiudiamo”).
L’interlocutore incalzava MARAFIOTI sostenendo che avevano cercato di contattarlo più volte
(“ma ti ha chiamato? …sei una testa di cazzo!”) e l’indagato sbottava (“Eh come cazzo faccio,
ragazzi! … mi state rovinando a me”).
Quest’ultimo sfogo, un misto di rabbia e di paura, forniva l’ennesima conferma che la natura
degli argomenti trattati era certamente illecita.
RAO GIUSEPPE
Nel “pizzino”, PESCE Francesco poneva in stretta correlazione MARAFIOTI Saverio e RAO
Giuseppe248:
“SAVERIO TUO COGNATO I 7 DI PEPPE RAO LI DA A ME VEDITELA TU X QUESTO
DIGLI QUESTE COSE”.
La contiguità della famiglia RAO alla ndrangheta ed, in particolare, alla cosca PESCE è fondata
su consolidati vincoli di parentela: i fratelli RAO Franco249 inteso “puffo o nano” e RAO
Rocco250 (padre del suddetto RAO Giuseppe) sono nipoti del defunto capobastone PESCE
Giuseppe251 cl. 23 e, quindi, cugini di PESCE Antonino252 “testuni”, padre di Francesco cl. 78.
RAO Franco e RAO Rocco sono attualmente detenuti nell’ambito del procedimento 4302/06
RGNR DDA (cd. ALL INSIDE), in qualità di partecipi, per avere collaborato direttamente e
personalmente al finanziamento dell’organizzazione, attraverso il delitto di riciclaggio, in
quanto, stabilmente dediti alla ricezione di assegni bancari provento delle attività estorsive ed al
deposito su C/C relativi alle loro attività commerciali, restituendo denaro contante o altri assegni
bancari, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa.
Nei loro confronti, in data 23 aprile 2011, il Gup presso il Tribunale di Reggio Calabria ha
disposto il rinvio a giudizio innanzi al Tribunale di Palmi.
248
RAO Giuseppe, nato a Vibo Valentia il 18.12.1983, residente a Rosarno in Via Po n. 12.
249
RAO Franco nato a Taurianova il 19.06.1964, residente a Rosarno alla Via Po.
250
RAO Rocco nato a Rosarno il 16.01.1961, ivi residente alla Via Nazionale Sud n. 197.
251
PESCE Giuseppe nato a Rosarno il 18.10.1923.
252
PESCE Antonino nato a Rosarno il 16.03.1953.
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L’attività di intercettazione consentiva di riscontrare anche su questo punto il contenuto del
“pizzino”.
Venivano, infatti, registrati contatti tra MARAFIOTI e RAO Giuseppe (figlio di RAO Rocco)
dai quali emergeva lo stretto rapporto tra i due.
L’ascolto dei dialoghi telefonici tra MARAFIOTI e RAO Giuseppe, infatti, effettuato alla luce
della chiave di lettura del pizzino, forniva un riscontro assolutamente calzante alle disposizioni
impartite dal giovane boss detenuto:
In data 11 aprile 2011, RAO Giuseppe telefonava253 a MARAFIOTI Saverio, dicendogli di
averlo atteso tutta la giornata (“ti aspettavo oggi”):
MARAFIOTI:
pronto…
RAO:
Savè…
MARAFIOTI:
pronto…
RAO:
Saverio, mi senti? Peppe sono!
MARAFIOTI:
ah, infatti… eh ho visto il numero ed ho pensato di conoscerlo
RAO:
eh…! Ti aspettavo oggi!!
MARAFIOTI: eh lo sò… ma io pomeriggio ho … incomprensibile… sono che lavoro…
RAO:
ci vediamo domani?
MARAFIOTI:
ti chiamo io! … incomprensibile …
Nel corso del breve scambio di battute, risultava chiaramente che i due si conoscevano molto
bene; nonostante il dialogo sopra trascritto fosse il loro primo contatto registrato dagli apparati di
intercettazione, MARAFIOTI e RAO non si presentavano, né avevano necessità di ricorrere
all’uso del cognome ed il loro tono di voce tradiva grande confidenza (“Savè… Saverio, mi
senti? Peppe sono!”).
Era evidente che, evitando l’uso del telefono, i due fossero abituati a vedersi frequentemente di
persona.
MARAFIOTI cercava di smarcarsi, sostenendo di essere stato impegnato tutto il giorno per
motivi di lavoro, ma RAO Giuseppe tagliava corto (“eh…! Ti aspettavo oggi!!”) e, rimandando
l’appuntamento (“ci vediamo domani?”), confermava la necessità di un loro incontro con
riferimento ad un impegno evidentemente abituale e consolidato nel corso del tempo.
Il successivo 15 aprile, MARAFIOTI Saverio contattava254 RAO Giuseppe e lo rassicurava di
aver adempiuto al suo incarico. Emergeva chiaro il riferimento a versamenti ed al “blocchetto”
che MARAFIOTI aveva lasciato a casa per RAO:
RAO:
MARAFIOTI:
RAO:
MARAFIOTI:
RAO:
MARAFIOTI:
RAO:
Saverio…
Peppe, ieri sera me l’ha portato… a posto!
Ah?
ieri sera l’ho portato!
eh… ci vediamo oggi?
eh… un altro poco… tu mangi alla colonnina?... incompr…
…incompr… al magazzino!
253
Intercettazione dell’utenza n. 3452185957 in uso a RAO Giuseppe, P.P. 4202/2006 DDA - RIT 700/11DDA, prog.1241 in uscita verso l’utenza 3384346258 in uso a
254
Intercettazione dell’utenza n. 3452185957 in uso a RAO Giuseppe, P.P. 4202/2006 DDA - RIT 700/11DDA, prog. 1414 in entrata verso l’utenza n. 3384346258 in uso a
MARAFIOTI Saverio. Vds. All. n. 10.
MARAFIOTI Saverio. Vds. All. n. 11.
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MARAFIOTI:
RAO:
MARAFIOTI:
RAO:
MARAFIOTI:
RAO:
al magazzino?... me l’ha portato ieri sera ed io apposta
non sono venuto prima che ha versato ieri mio cognato
stesso e glielo dettero a lui il blocchetto! Se ti muovi è a
casa.
Va bene, dai! Eh… ti chiamo io tra una mezz’oretta, come
esco?... vengo io!
mezz’oretta… un’oretta… il tempo di prelevare gli operai!
va bene… dai… ti chiamo tra un’oretta.
si…
Va bene, ciao.
MARAFIOTI, andando subito al cuore del problema (“…me l’ha portato… a posto!”), tradiva il
fatto che – in assenza di altri dialoghi telefonici con il RAO – certamente vi erano stati incontri e
accordi prestabiliti.
I due parlavano, all’evidenza, di “blocchetto” e di assegni che dovevano ricevere da terze
persone ed essere lasciati al cognato (“glielo dettero a lui”).
Anche la scelta del luogo per la consegna appariva significativa di particolare accortezza da parte
di RAO, il quale preferiva non far avvenire l’incontro alla TAMOIL (“colonnina”), posta sulla
strada più trafficata di Rosarno, ma lontano da sguardi indiscreti (“vengo io!”).
Poco dopo, MARAFIOTI Saverio si recava presso l’abitazione di RAO Giuseppe, per effettuare
la consegna255 degli assegni:
RAO:
MARAFIOTI:
RAO:
Savè…
oh… vedi sotto casa tua sono!
Ah… un attimo che ti apro… ciao…
I dialoghi intercettati, oltre che porre l’accento sulla natura riservata del legame tra i due
soggetti, per il loro esplicito contenuto, confermano l’esatta interpretazione data dagli
investigatori al contenuto del “pizzino”.
Le conversazioni, infatti, dimostrano i passaggi di assegni da MARAFIOTI a RAO, così come
emerso dal pizzino:
“SAVERIO TUO COGNATO I 7 DI PEPPE RAO LI DA A ME VEDITELA TU X QUESTO
DIGLI QUESTE COSE”.
Né l’attività lecita svolta da MARAFIOTI (il muratore), né quella esercitata dai RAO
(distributore di benzina) consentono di giustificare passaggi di denaro o rapporti di debito credito
tra i due.
L’oculatezza delle comunicazioni e la scelta di luoghi di incontro lontani da “occhi ed orecchie
indiscreti” confermano la natura illecita dei rapporti tra i due.
Il limitato numero di contatti telefonici registrati tra RAO e MARAFIOTI (sette in tutto) ed il
termine degli stessi (il 15 aprile 2011) non era dovuto al caso, bensì al fatto che il 21.04.2011 –
dopo soli sei giorni dall’ultima conversazione – a RAO Giuseppe veniva notificato il decreto di
sequestro n. 91/2011 R.G.M.P. della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio
255
Intercettazione dell’utenza nr.3452185957 in uso a RAO Giuseppe, P.P. 4202/2006 DDA - RIT 700/11DDA, prog.1430 in entrata dall’utenza 3384346258 in uso a
MARAFIOTI Saverio. Vds. All. n. 12.
189
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Proc. pen. n. 9762/11 R.G.N.R. D.D.A.
presso il Tribunale di Reggio Calabria
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Calabria (“operazione ALL CLEAN”), a seguito del quale veniva estromesso dalla gestione delle
numerose attività commerciali di famiglia.
In merito alla provenienza ed alla destinazione della quasi totalità dell’asse patrimoniale facente
capo a RAO Rocco ed al figlio Giuseppe, il Tribunale esprimeva le seguenti valutazioni:
“”… Quanto alla provenienza illecita dei beni nella disponibilità della proposta, occorre
premettere che i redditi di Rocco RAO e dei suoi familiari non appaiono sufficienti a
consentirgli risparmi di spese per effettuare investimenti di alcun tipo. Ricorre pertanto, in
termini generali, il requisito della sproporzione. A ciò si aggiunga il ruolo di stabile riciclatore
della cosca assunto da Rocco RAO con le sue imprese. Il che, per un verso, impedisce di
considerare leciti persino i suoi redditi da impresa, per altro qualifica le imprese a lui
riconducibili come “imprese mafiose” in quanto strumento di riciclaggio della cosca. Pertanto,
è necessario porre in sequestro il patrimonio aziendale delle imprese individuali – meglio
identificate nel dispositivo – del preposto, della moglie Maria Anna GIOFFRE’ e del figlio
Giuseppe RAO, tenendo conto che i beni intestati ai predetti familiari sono comunque riferibili
al proposto…””.
Si ritengono, pertanto, sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico di RAO Giuseppe per il
reato di partecipazione alla cosca mafiosa PESCE.
L’attività di intercettazione conferma l’esatta interpretazione del “pizzino”.
RAO Giuseppe, evidentemente, all’esito dell’arresto del padre e dello zio nell’ambito del
procedimento cd. All Inside, ne ha preso il posto nella compagine associativa.
Il testo del “pizzino”, del resto, non lascia adito a dubbi;
“SAVERIO TUO COGNATO I 7 DI PEPPE RAO LI DA A ME VEDITELA TU X QUESTO
DIGLI QUESTE COSE”.
I RISCONTRI AL CONTENUTO DEL “PIZZINO”
L’attività di intercettazione tra presenti all’interno della VW Golf targata DJ874ZM in uso a
MARAFIOTI Saverio confermava, inoltre, la corretta interpretazione del “pizzino” fornita dagli
investigatori, in particolare, la esatta identificazione di “SAVERIO TUO COGNATO” in
MARAFIOTI, nonché la natura criminale delle direttive impartite: “LI DA A ME VEDITELA TU
X QUESTO DIGLI QUESTE COSE”.
MARAFIOTI, infatti, a fine ottobre u.s., veniva a conoscenza del sequestro del biglietto
all’interno del carcere di Palmi, nonché del contenuto dello stesso e commentava, in evidente
stato di agitazione, in più occasioni e con vari interlocutori, la vicenda che lo vedeva coinvolto.
190
PROCURA DELLA REPUBBLICA
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Nel primo pomeriggio del 29 ottobre, MARAFIOTI, dopo essersi recato da un “avvocato”,
mostrandosi molto preoccupato, dichiarava di essere stato messo al corrente del sequestro di “un
biglietto” 256:
UOMO:
Che voleva l’avvocato, allora? L’avvocato?
MARAFIOTI S.:
Il fatto dei prezzi!
UOMO:
Ah?
MARAFIOTI S.:
Che voleva, che ci rompe il cazzo …incompr…
UOMO:
Perché?
MARAFIOTI S.:
A quel cazzone gli hanno trovato un biglietto.
UOMO:
…incompr…
MARAFIOTI S.:
… Mica mio cognato!
UOMO:
E chi?
MARAFIOTI S.:
A lui …incompr… allora chi, io?
UOMO:
Perché?
MARAFIOTI S.:
Gli hanno trovato un biglietto!
UOMO:
Davvero?
MARAFIOTI S.:
…incompr…
UOMO:
…Di te?
MARAFIOTI S.:
Di me … OMISSIS…
UOMO:
Minchia!!
MARAFIOTI S.:
Che io gli devo dare i soldi a lui (vdr. a PESCE
Francesco)… che gli deve dare i soldi Peppe RAO,
per come ha detto lui (vdr. PESCE Francesco) che
per ora di non darglieli (a Peppe RAO) e di
darglieli a lui (vdr. a PESCE Francesco)… i soldi
di Peppe RAO glieli ho dati …incompr…
…OMISSIS…
MARAFIOTI S.:
…OMISSIS… Ma io gli ho detto… io gli ho detto
che non m’interessa, …incompr… io non ho fatto
niente!! …incompr…
UOMO:
…incompr…
MARAFIOTI S.:
Io i debiti ce li avevo con RAO, io …incompr… lui
che centra lui …incompr…
Alle ore 14:15:18 l’UOMO non meglio identificato risponde al telefono.
MARAFIOTI S.:
Arresteranno a tutti a Rosarno!
UOMO:
Ah?
MARAFIOTI S.:
Arrestano
a
tutti
…incompr…
Rosarno,
raddrizzatevi, vedete …incompr… associazione!
UOMO:
Che dice?
MARAFIOTI S.:
Associazione!
UOMO:
…incompr…
MARAFIOTI S.:
…incompr…
UOMO:
…incompr…
MARAFIOTI S.:
…incompr… a Peppe Rao, gli ho detto io, ma
…incompr… vieni nel magazzino, i soldi te li do, per
darglieli a lui. Ma lui avanza soldi da te, lui non sta
bene, eh così è quindi regolatevi che io, i soldi te
256
Decreto d’intercettazione nr. 2140/11 RGNR DDA e nr. 1666/11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria in data 16.08.2011. Conversazione
registrata al prog. 589 del 29.10.2011, delle ore 14:07:33, della durata di 00.09.58. Vds. all. n. 15.
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UOMO:
MARAFIOTI S.:
l’ho dati a te, io te l’ho dati i soldi …incompr…
euro, si, si, …incompr… sono cazzi vostri, a me non
m’interessa, io avevo debiti con te? Ti ho pagato?
Si! E quindi mi devi fare una carta scritta che io ti
ho pagato. Mah… non si sa, la chissà cosa c’era
scritto …incompr… lo ha passato a uno
…incompr… e gliel’hanno pizzicato …incompr…
che ne so, non so e non m’interessa, non ne voglio
sapere, dice ma lui mi ha detto, per confermargli
quelle parole, …incompr… si dice ma, naturalmente
io ….incompr… se confermi che… che te lo ha detto
lui, tu dicevi di si, …incompr… dice ma questa è
un’altra indagine, a me che me ne fotte, chi cazzo lo
conosce, chi l’ha visto mai, non esiste.
…incompr…
No, no ti sto dicendo io non è vero, ma che sono
scemi o si sono bevuti il cervello, e che vogliono
…incompr… dice lui, lui il quarantuno l’ha…
La conversazione in esame contiene un’eccezionale conferma della corretta interpretazione del
pizzino fornita dagli investigatori.
MARAFIOTI Saverio, nel corso della conversazione intercettata, appariva in evidente stato di
agitazione: poco prima, gli era stato comunicato del sequestro del “biglietto” (“Gli hanno trovato
un biglietto!”) in cui si faceva il suo nome (“di me”).
Il muratore si mostrava adirato per la notizia, perché consapevole delle potenziali conseguenze
legate a tale rinvenimento; inveiva contro il giovane boss rosarnese, colpevole di non essere stato
all’altezza della situazione (“a quel cazzone gli hanno trovato un biglietto… mica mio
cognato!”).
Realizzando che quel pizzino dovesse contenere informazioni devastanti per la cosca PESCE
(“associazione”), l’indagato profetizzava l’epilogo della vicenda:
“Arresteranno a tutti a Rosarno!”.
La conversazione conferma pienamente il contenuto del pizzino, come ricostruito dagli
investigatori.
MARAFIOTI, anziché versare i soldi a RAO Giuseppe, momentaneamente (“per ora”), li
avrebbe dovuti dare direttamente a PESCE Francesco: “Che io gli devo dare i soldi a lui (vdr. a
PESCE Francesco)… per come ha detto lui (vdr. PESCE Francesco) che per ora di non
darglieli (a Peppe RAO) e di darglieli a lui (vdr. a PESCE Francesco)…”.
MARAFIOTI, nel tentativo di smarcarsi da ogni legame con l’entourage dei PESCE (“sono cazzi
vostri… io non ho fatto niente!!”), pensava a come giustificare con la A.G. un collegamento
economico tra lui e RAO Giuseppe: “avevo debiti con te? Ti ho pagato? Si! E quindi mi devi
fare una carta scritta che io ti ho pagato”.
Ma, dopo un attimo, si scoraggiava di nuovo perché non era sicuro di cosa ci fosse
effettivamente scritto sul pizzino (“non si sa, la chissà cosa c’era scritto”); l’unica certezza era
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che il boss era stato bloccato mentre passava il biglietto ad un altro detenuto (“lo ha passato a
uno …incompr… e gliel’hanno pizzicato).
Le giustificazioni addotte dal muratore, però, non appaiono credibili per due ordini di motivi:
innanzitutto, era evidente che non si trattava di una somma di denaro che MARAFIOTI dovesse
versare una tantum a RAO, bensì di un flusso di denaro che, per stessa ammissione
dell’indagato, temporaneamente (“per ora”), PESCE Francesco – detenuto – reclamava in favore
dei suoi congiunti; in secondo luogo, pur accogliendo l’ipotesi di un rapporto debitorio tra
MARAFIOTI e RAO, non si ravvisava una giustificazione plausibile di come PESCE Francesco,
latitante, potesse esserne venuto a conoscenza fin nei minimi dettagli, tanto da conoscerne anche
l’ammontare (“SAVERIO TUO COGNATO … LI DA A ME”).
Dopo un giorno, MARAFIOTI discuteva di quanto accaduto anche con la moglie257:
…OMISSIS…
MARAFIOTI S.:
CARONTE C.:
MARAFIOTI S.:
CARONTE C.:
MARAFIOTI S.:
Che ne so cosa c’è scritto su quella cazzo di
lettera? E poi se una cosa non è vera, non è vera e
basta! Poi, quei soldi a RAO glieli devo dare ed è
tutto documentato… non c’è bisogno che me lo
dice lui che glieli devo dare… invece di darglieli a
lui …incompr… se ho una fattura fatta con RAO,
come ...incompr...
Tu basta che hai tutto ...incompr...
E non ho tutte cose… niente di meno, non ha la
fattura quello là, non ci sono i buoni che gli devo
dare i soldi? …incompr… prendeva… qual è il
problema? Il lavoro è il lavoro che lavoravo nel
paese, ma io con lui non avuto mai a che fare… se
poi l'ha interpretata diversamente con lui sono fatti
loro!! Io gli ho dato i soldi al debitore mio, chiuso!
No a lui! Per me non era debitore mio lui, perchè io
non lo conoscevo, non ci ho avuto mai a che fare.
E infatti!
E’ chiuso… due parole e me la sono cacciata! Ed è
la verità non è che ...incompr...
MARAFIOTI, parlando del suo coinvolgimento nel pizzino rinvenuto della disponibilità di
PESCE Francesco, all’evidente fine di precostituirsi una strategia difensiva, ventiquattro ore
prima sosteneva di aver già ottemperato al suo debito con RAO ed coniugava il verbi al passato
(“avevo debiti con te? Ti ho pagato? Si!”), ora confessava alla moglie di dover ancora pagare
RAO (“quei soldi a RAO glieli devo dare…”).
Le contraddizioni, però, andavano oltre il semplice lapsus, perché anche l’aspetto formale era
stato sanato durante la notte: il giorno precedente MARAFIOTI aveva pensato di chiedere una
dichiarazione a Peppe RAO (“devi fare una carta scritta che io ti ho pagato”), invece alla donna
dichiarava che “è tutto documentato” e “ha la fattura… ci sono i buoni che gli devo dare i soldi”.
257
Decreto d’intercettazione nr. 2140/11 RGNR DDA e nr. 1666/11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria in data 16.08.2011. Conversazione
registrata al prog. 614 del 29.10.2011, delle ore 17:55:40, della durata di 00.01.49. Vds. all. n. 16.
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MARAFIOTI, per sua stessa ammissione, stava preparando una linea difensiva in caso di
contestazioni da parte degli inquirenti: “…chiuso… due parole e me la sono cacciata!.”
Il pomeriggio del 13.11.2011, MARAFIOTI, in compagnia della moglie, si recava dal nipote
CORRAO Alfredo258. La microspia installata all’interno della VW Golf, registrava un
importante dialogo tra i tre259:
CORRAO A.:
MARAFIOTI S.:
CARONTE C.:
…incompr…
CORRAO A.:
CORRAO A.:
CARONTE C.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
CORRAO A.:
CARONTE C.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
CARONTE C.:
CORRAO A.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
CARONTE C.:
CORRAO A.:
…lo stesso che tu sei davanti la casa mia, ora. Ecco
qua! In questo momento, tu sei davanti casa mia…
loro (rif. ai Carabinieri) che fanno? Prendono e si
mettono… documenti …incompr…
…si… per questi arresti non sai niente tu?
Dipende con chi sei, Alfredo! Perché con
Ma non centra... zia, non puoi fare questo paragone
per me e per te. Allora, sai che fai in questo modo?
Chiuditi in casa e non uscire più…
(si sovrappongono le voci)
…e non si può fare!
E come si può fare?
…incompr…
Non si può evitare, certe volte, zia…
(si sovrappongono le voci)
…al mille per mille!! Al cento per cento! Prima
dell’Immacolata o prima Natale…
…incompr… cento per cento …incompr…
No …incompr…
Ci sono quindici mandati di cattura!!!
...incompr...
...lo so io che dico! Io lo so cosa dico!!
Non puoi ...incompr...
No, no io qua ...incompr...
...incompr... tu non parlare assai ...incompr...
Zio, non c'è niente da parlare...
...incompr...
...no, non c'è niente da parlare ...incompr... loro
stesso lo dicono!! Loro stesso lo dicono!!
Eh lo so!
I Carabinieri stesso lo dicono!
...incompr...
Siii ancora là sei rimasta!
MARAFIOTI si chiedeva continuamente quando sarebbe scattato il blitz dei Carabinieri; per
avere altre conferme, quindi, si recava in visita al nipote pluripregiudicato260, ben inserito nel
258
CORRAO Alfredo nato a Taurianova il 01.09.1979, coniugato con QUARANTA Marina nata a Gioia Tauro il 25.02.1984, nipote della moglie di MARAFIOTI
Saverio (la madre della QUARANTA, CARONTE Maria Rosa, è sorella della moglie di MARAFIOTI, CARONTE Concetta).
259
Decreto d’intercettazione nr. 2140/11 rgnr dda e nr. 1666/11 r.i.t. D.D.A. emesso dalla Procura Della
Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria in data 16.08.2011. Conversazione
registrata al prog. 1603 del 13.11.2011, delle ore 17:41:46, della durata di 00.09.59, linea 1638. Vds. All.
n. 47.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
contesto criminale rosarnese per via della sua amicizia261 con vari affiliati alla cosca PESCE:
PEPÈ Salvatore (tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “IL CRIMINE 2”), MESSINA
Rocco (soggetto inserito nel pizzino in esame, vds. par. 4.1), PESCE Savino (figlio di Vincenzo “u
pacciu”, tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “IL CRIMINE 2”), PESCE Rocco (figlio di
PESCE Savino cl. 1963), PESCE Antonino (figlio di PESCE Giuseppe detto “pecora”) e
FORTUGNO Domenico inteso “ferruzzeddu” (soggetto inserito nel pizzino in esame, vds. par.
4.2.4).
Appena MARAFIOTI vedeva CORRAO Alfredo, senza neanche accennare ad un saluto, gli
chiedeva: “per questi arresti non sai niente tu?”. CORRAO, a sua volta, freddava lo zio
mostrandosi certo “al mille per mille”, che “prima dell’Immacolata o prima Natale” sarebbero
stati eseguiti “quindici mandati di cattura”.
MARAFIOTI aveva sostenuto davanti alla moglie ed all’avvocato di non aver più pendenze
economiche con RAO Giuseppe, ma la realtà era ben altra262:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
260
che ti è successo anche alle nove di sera?
ma vaffanculo! Io credevo che era più presto io, perchè,
perchè stavi dormendo per caso?
ma io non dormo, che ora sono ritornato, ma alle nove di
sera, per chiamarmi alle nove di sera che ti è successo?
eh..
non mi hai chiamato mai!
che mi è successo! la sera ti posso pizziche.. ti posso
pizzicare! (trovare) e.. a che hai fatto con l'assegno?
a posto, ce l'ho io!
a posto! ma non lo ha voluto per niente quello? che ha
fatto?
poi ti spiego, Saverio! A posto!
e, spiegami, vieni..
è qua
ci vediamo! ci vediamo!
allora!
no, no, domani dai..
questo qua, ce l'ho io!
Il 15.10.2008, CORRAO veniva tratto in arresto in esecuzione di O.C.C. in carcere del GIP di Reggio Calabria, nell’ambito del procedimento penale 849/06 RGNR
DDA, per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, furto, rapina, ricettazione, spendita di banconote false,
sfruttamento della prostituzione, violazione degli obblighi imposti dall'Autorità Giudiziaria. Il 12.03.2009, il G.I.P. di Reggio Calabria disponeva la sostituzione della
misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari. Il 02.08.2009, con informativa di reato nr. 4/335 della Tenenza Carabinieri di Rosarno, veniva deferito
alla Procura di Palmi per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità. In data 27.05.2009, il Tribunale di Reggio Calabria emetteva la sentenza di
condanna nr. 383/09 alla pena di anni 3 mesi 2 di reclusione ed euro 12.000,00 di multa (sentenza esecutiva il 14.05.2010). In data 04.10.2011, con provvedimento
nr. 240/2010 della Procura di Reggio Calabria - Ufficio Esecuzioni Penali, veniva sospesa la misura degli arresti domiciliari e data esecuzione all'ordine di espiazione
di pena in regime di detenzione domiciliare. In data 24.11.2011, il CORRAO veniva sollevato dagli obblighi imposti dalla misura della detenzione domiciliare
261
I giorni 09.05.2005, 15.04.2005, 28.06.2004, 11.11.2002, 06.09.2002, 08.08.2002, veniva controllato con PEPÈ Salvatore, nato a Cinquefrondi il 18.11.1985 (tratto
in arresto nell’ambito dell’operazione “IL CRIMINE 2”). I giorni 07.04.2005, 30.03.2005, 27.05.2003, 06.11.2002, veniva controllato con MESSINA Rocco nato a
Cinquefrondi il 18.05.1984 (soggetto inserito nel pizzino in esame). Il 14.09.2004 veniva controllato con PESCE Savino nato a Cinquefrondi il 27.07.1989 (figlio di
Vincenzo “u pacciu”). Il 15.02.2002, veniva controllato con PESCE Rocco nato a Gioia Tauro il 01.08.1984 (figlio di PESCE Savino classe 1963). Il 10.12.2001,
veniva controllato con PESCE Antonino nato a Cinquefrondi il 09.10.1982 (figlio di PESCE Giuseppe classe 1954 detto “pecora”). I giorni 08.11.2002, 06.11.2002,
veniva controllato in compagnia di FORTUGNO Domenico, nato a Cinquefrondi il 20.07.1981 (soggetto inserito nel pizzino in esame).
262
Decreto d’intercettazione nr. 2140/2011 RGNR DDA e nr. 1987/11 R.I.T. D.D.A. emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia - di
Reggio Calabria in data 07/11/2011. Conversazione in uscita registrata al prog. 6400 del 30.11.2011, delle ore 21:40:05, della durata di 00.02.14, linea 1742. Vds
All. n. 48.
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MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
MARAFIOTI S.:
RAO G.:
eh
quello là.. quello là!
eh
eh.. ti spiego domani!
si, ma lo hai preso? Non è che è capace a mandarlo, no?
ce l'ho io! questo qua del 30/11!
ah.. ce l'hai tu! e quell'altro dobbiamo vedere
si! ah?
e quell'altro?
e quell'altro, poi ti spiego Saverio!
va bene, dai
hai capito? e ci vediamo domani, ciao
RAO si mostrava sorpreso per aver ricevuto una telefonata da MARAFIOTI e, per giunta, a
quell’ora della sera (“per chiamarmi alle nove di sera che ti è successo? non mi hai chiamato
mai!”). I due uomini parlavano in modo stringato per evitare di fornire troppi elementi, nel caso
in cui fossero stati intercettati, quindi, il breve dialogo si componeva di numerose pause,
domande ed allusivi rimandi (“che hai fatto con l'assegno?... a posto… poi ti spiego… ci
vediamo … questo qua… quello là… e quell’altro… hai capito? e ci vediamo domani”).
MARAFIOTI aveva dato un assegno (“che hai fatto con l'assegno?”) a RAO Giuseppe (“a posto,
ce l'ho io!”), affinché lo consegnasse ad una terza persona (“ma non lo ha voluto per niente
quello? che ha fatto?”), ma RAO tagliava corto, cercando di far capire al suo interlocutore che
preferiva non discutere per telefono di certe faccende e che si sarebbero visti di persona il giorno
dopo (“poi ti spiego, Saverio! A posto!”).
I RISCONTRI FORNITI DAL CARTEGGIO ACQUISITO A CASA DI
PESCE FRANCESCO
Eccezionale conferma alla corretta interpretazione del contenuto del “pizzino” e alla esatta
identificazione dei compartecipi alla cosca mafiosa in esso indicati proviene dallo stesso PESCE
Francesco.
Nel corso di una perquisizione effettuata presso il domicilio a lui riconducibile già nel corso
dell’anno 2007, infatti, si è avuta prova documentale della contabilità degli “affari” a lui
riconducibile.
L’analisi di tale “contabilità” conferma i rapporti intercorrenti tra PESCE Franesco e i
personaggi da lui indicati nel “pizzino”.
“…Io quando una cosa me la scrivo è quella (…) con certezza…”263.
PESCE Francesco aveva l’abitudine maniacale di annotarsi tutto, con particolare riguardo alle
somme di denaro che provenivano dalle estorsioni: la corretta tenuta delle scritture contabili gli
consentiva di monitorare lo stato dei conti della cosca e, al contempo, di poter contestare un
mancato pagamento “con certezza”.
Già nel 2007, il giovane boss usava mettere su carta tutte le entrate e le uscite mensili del gruppo
criminale da lui diretto; nel corso di una perquisizione effettuata il 21.09.2007 a casa della nonna
MESSINA Maria Grazia264, dove lui abitava prima di sposarsi, i militari dell’Arma acquisivano
263
Stralcio del colloquio in carcere del 16.01.2009, tra PESCE Francesco ed il fratello Giuseppe (dialogo già riportato nel provvedimento di fermo “ALL INSIDE”). Già agli
264
MESSINA Maria Grazia nata a Rosarno il 29.07.1942, in atto detenuta.
atti del proc. pen. 4302/06 RGNR-DDA.
196
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del carteggio – per lo più manoscritto – contenente sigle, cifre e nominativi che riscontravano
molti punti del pizzino in esame265: “La documentazione in argomento risulta composta da
fotocopie di copie e originali di atti relativi a: movimentazioni/giacenze e rapporti in genere
bancari e/o finanziari, ivi compresi assegni, titoli cambiari etc.; documentazione relativa a
compromessi di vendita di mobili e/o immobili, compresi affitti, locazioni e comodati gratuiti,
con visure catastali; elenchi relativi ad entrate e uscite di società e/o imprese; documentazione
relativa a fatturazione di aziende; stampa di pagine internet;bollette inerenti il pagamento di
forniture varie; biglietti manoscritti con elencazione di nomi e in alcuni casi associati a cifre,
date e note varie; attestazione di documentazione relativa a rapporti lavorativi. Tra la stessa
documentazione erano presenti:
Nr.1 foglio manoscritto riportante l’elencazione di nomi di persone tra cui: “DANILO”
(identificabile in D’AMICO Danilo cl.77); “DANIELE” (identificabile in DANIELE Paolo, nato a
Taurianova il 12.12.1972).
265
Vds. Annotazione, in All. n. 49.
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Nr.1 foglio su cui sono annotati, con calligrafia visibilmente difforme da quella di Pesce
Francesco, un’altra elencazione di nominativi tra cui:“DANILO” (identificabile in D’AMICO Danilo
cl.77); “PRONES”, preceduto dal segno “̷ ̷” (virgolette) per richiamare il nominativo “SALVATOR.”
riportato nel rigo precedente (identificabile in PRONESTÌ Francesco Salvatore, nato in Francia il
01.07.1971, fratello di Antonio cl.67, arrestato il 09.08.2011 per favoreggiamento aggravato:
per aver favorito la latitanza di PESCE Francesco cl.78); “ROCCO COLON.” (identificabile in RAO
Rocco, nato a Rosarno il 16.01.1961, fratello di RAO Franco, nato a Taurianova il 19.06.1964,
entrambi interessati dal sequestro beni con l’operazione “All Clean” e, il secondo per il
patrimonio aziendale della ditta individuale “Area Servizi Tamoil” con sede a Rosarno e due unità
locali, tra le quali il bar della stessa area di servizio “cd. Colonnina” gestito da COSTIN Camelia
cl.79); “MUZZUPAPPA” seguito dal segno “*” (riferibile al nucleo familiare di MUZZUPAPPA
Francescantonio, nato a Cinquefrondi il 26.06.1982, che risulta: cognato di MAZZITELLI
Francesco cl.79, fratello di Marco cl.73 a sua volta genero del latitante LEOTTA Domenico cl.60;
nipote, da parte materna, di PESCE Vincenzo cl.52 detto “sciorta”; nipote, da parte materna, del
latitante DI MARTE Giuseppe cl.56; “DANIELE” (identificabile DANIELE Paolo cl.72).
Nella parte posteriore del medesimo foglio, con grafia simile a quella di PESCE Francesco, prosegue
l’elencazione di nominativo tra cui:“MARAFIOTI” (identificabile in MARAFIOTI Saverio, nato a
Rosarno il 09.04.1965, cognato di PRONESTÌ Antonio cl.67);
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Nr.1 foglio manoscritto riportante l’elencazione di nominativi accostati a delle cifre tra cui
“MUZZUPAPPA 5.250,00” (riferibile al nucleo familiare, già indicato, di MUZZUPAPPA
Francescantonio cl.82), comprensiva delle somme da pagare e ricevere;
Nr. 1 foglio manoscritto riportante l’elencazione di nominativi accostati a delle cifre tra cui
“MUZZUPAPPA euro 5.250,00” (riferibile al nucleo familiare, già indicato, di MUZZUPAPPA
Francescantonio cl.82);
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Nr. 1 foglio riportante l’elencazione di nominativi e cifre tra cui, nell’elenco delle uscite di luglio e
agosto, (l’acquisizione è del successivo settembre) “€ 200,00 ROSPO” (certamente identificato in
“Pino Rospo” ovvero ALVIANO Giuseppe nato a Tuarianova il 07.10.1975) e “€ 300,00 PEPPE
FRAT.”
(identificato
in
PESCE
Giuseppe
nato
a
Cinquefrondi
il
07.12.1980).
Nr.1 foglio manoscritto riportante l’elencazione di nominativi, organizzati in colonne per giorni
da martedì a lunedì, molti dei quali barrati e con appunti, in particolare:
- elencati nel mercoledì: “ROCCO COL.” (identificato in RAO Rocco cl.61, come già indicato);
- elencati nel giovedì/venerdì: “BONIF. PUFFO” (identificato in RAO Franco cl.64, sopra
indicato, il cui soprannome è stato accertato); “FRANCO TOC.” (identificato in TOCCO
Francesco Antonio nato a Rosarno il 16.03.1968, cognato del latitante PESCE Marcello detto
“il ballerino”, latitante);
- elencati nel sabato/domenica: “ASS. COLA” (dove ASS. può essere inteso quale
abbreviazione di assegno/i).
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Nr.1 foglio manoscritto riportante l’elencazione di nomi, giorni e cifre, tra i quali:“ROCCO COL.”
(identificato in RAO Rocco cl.61, come già indicato); “MARCEL. X 2” (identificabile nel latitante
PESCE Marcello cl. 64); “ROCCO COL.” (identificato in RAO Rocco cl.61, come già indicato);
“ROCCO COLON.” (identificato in RAO Rocco cl.61, come già indicato); “FRANCO TOC”
(identificato in TOCCO Francesco Antonio cl.68, come già indicato).
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Nr.1 foglio manoscritto riportante l’elencazione di nomi, giorni, cifre e impegni, tra i quali:
“FRANCO TOC. DOMANI 5:00” (identificato in TOCCO Francesco Antonio cl.68, come già
indicato); “VARRA’” (dove VARRA’ può identificarsi in VARRA’ Fortunato cl.77 detto “natino” o
nel di lui padre Domenico cl.54, detto “mister”); “DANILO” (identificabile in D’amico Danilo
cl.77); “ROCCO COLON” (identificato in RAO Rocco cl.61, come già indicato); “ROLAND+BIASE”
(identificato in DELMIRO Biagio inteso “Biase il barbiere”)
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Nr. 1 foglio dattiloscritto riportante un “ESTRATTO CONTO (EURO) – ANNO 2007”, con un elenco
di “CLIENTI”, tra i quali “PESCE MARCELLO” (identificato nel latitante PESCE Marcello cl.64). In
fondo allo stesso, vi era l’indicazioen “CALABRIA TRASPORTI” seguita da vari nominativi tra cui
“FORTUGNO” (dove FORTUGNO può identificarsi in FORTUGNO Domenico, nato a Cinquefrondi il
20.07.1981) con importi indicati al loro riguardo.
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Nr.1 foglio manoscritto riportante l’elencazione di nomi, giorni, cifre e impegni, tra i quali: “TATI
1040 ASS.” (dove ASS può intendersi quale abbreviazione di assegno/i); “ROCCO COLON”
(identificato in RAO Rocco cl.61, come già indicato); “5978 PINO R 792” (identificato in ALVIANO
Giuseppe, cl.75).
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Nr.1 busta da lettera di commerciale con finestre trasparenti per mittente e destinatario,
manoscritta su entrambe i lati riportante l’elencazione di nomi, giorni, cifre e impegni, tra i quali:
- sul primo lato:“ASS. 30 SETTEM.” (dove ASS. può intendersi quale abbreviazione di
assegno/i); “GEOMETRA” (può identificarsi in BERRICA Giovanni Luca, nato a Taurianova il
10.04.1968, di professione geometra); “ROCCO ASS.” (dove ASS. può intendersi quale
abbreviazione di assegno/i).
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Sul secondo lato (con finestre): “BIAGIO X SAVERIO” (dove Saverio viene identificato in
MARAFIOTI Saverio, nato a Rosarno il 09.04.1965, cognato di PRONESTÌ Antonio cl.67);
“ANGELO TUTIN.” (identificato in TUTINO Angelo, nato a Rosarno il 23.01.1973, sposato con
DANIELE Maria Rosa cl.76, questa sorella di DANIELE Paolo); “DANIELE” (identificabile in
DANIELE Paolo cl. 72, già indicato e cognato del sopradetto TUTTINO Angelo); “DANILO”
(identificato in D’AMICO Danilo cl.77).
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Nr.1 biglietto manoscritto su entrambe i lati riportante l’elencazione di nomi, giorni, cifre e
impegni, tra i quali: “PINO ROSPO X ANTENNA” (identificato in ALVIANO Giuseppe cl.75, come
già indicato); “LUNEDI FRANCO TOC.” (identificato in TOCCO Francesco Antonio cl.68, come già
indicato).
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Nr.1 biglietto manoscritto riportante l’elencazione di nomi, giorni, cifre e impegni, tra i quali:
“ASS. MIMMO” (dove ASS può intendersi quale abbreviazione di assegno/i).
Nr.1 biglietto manoscritto riportante l’elencazione di nomi, giorni, cifre e impegni, tra i quali: “5
FORTUGNO” (dove FORTUGNO viene identificato in FORTUGNO Domenico, nato a Cinquefrondi
il 20.07.1981);
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sulla seconda facciata, nella colonna del “lunedi”: “SAVERIO” (dove Saverio viene identificato in
MARAFIOTI Saverio cl.65, già indicato); “FINE AGOSTO ROCCO COLON.” (dove “ROCCO COLON.”
viene identificato in RAO Rocco cl.61, come già indicato).
Nr.1 biglietto manoscritto su entrambi i lati riportante l’elencazione di nomi, giorni, cifre e
impegni, tra i quali: “NATINO X MACCH. + DANILO” (dove “Natino” viene identificato in VARRA’
Fortunato, nato a Taurianova il 07.10.1977, detto “NATINO” e “DANILO” in D’AMICO Danilo
cl.77, già indicato. In un precedente appunto analizzato il “DANILO” era preceduto dal
nominativo “VARRA’”. Inoltre, entrambi abitano a San Ferdinando, risultano, il primo,
“tesserato” e, il secondo, “componente del consiglio direttivo” della squadra di calcio A.S.
Rosarno. In relazione al binomio: nell’ordinanza di misura cautelare nr.2402/07 RGNR e
nr.243/08 RGGIP, emessa in data 30.06.2008 dal GIP di Palmi, per il VARRÀ Fortunato veniva
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disposta la custodia domiciliare per concorso in usura aggravata in alternativa concorso in
riciclaggio e il D’AMICO Danilo risulta destinatario di uno degli assegni utilizzati a garanzia del
debito. Nella stessa ordinanza si legge che VARRÀ “risulta essere stato collaboratore nella ditta
All Sport di PESCE Francesco” cl.78.; per altro il VARRÀ risulta interessato dall’operazione “All
Clean”).
sulla seconda facciata:“DEBITO PUFFO” (identificato in RAO Franco cl.64, sopra indicato, il cui
soprannome è stato accertato); “ASS. X MACCH.” (dove ASS può intendersi quale abbreviazione
di assegno/i); “ASS. X MAT. IRRIGAZ.” (dove ASS può intendersi quale abbreviazione di
assegno/i); “ASS. X PIANTE” (dove ASS può intendersi quale abbreviazione di assegno/i); “ASS. X
MICO” (dove ASS può intendersi quale abbreviazione di assegno/i e “MICO” è riferibile a
FORTUGNO Domenico).
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Nr.1 biglietto manoscritto su entrambi i lati (su un lato anche dattiloscritto con elencazione di
mezzi di cantiere e materiale connesso) riportante l’elencazione di nomi, giorni, cifre e impegni,
tra i quali: “ASS. BARB.” (dove ASS può intendersi quale abbreviazione di assegno/i); “ASS. CA”
…(lettera e/o segno inc.)… “N.” (dove ASS può intendersi quale abbreviazione di assegno/i);
“PRONEST. 1.360” (riferibile ad entrambi i fratelli PRONESTI’ Francesco Salvatore nato in Francia
il 01.07.1971 ed Antonio cl.67, arrestato il 09.08.2011 per favoreggiamento aggravato per aver
favorito la latitanza di PESCE Francesco cl.78); “MACCH NATINO” (dove Natino si identifica in
VARRA’ Fortunato cl.77, già indicato); “PINO R 951+875” (identificato in ALVIANO Giuseppe
cl.75, come già indicato); “FRANCO TOC. LUNEDI” (identificato in TOCCO Francesco Antonio
cl.68, come già indicato).
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sulla seconda facciata: “MUZZUPAP.” (riferibile al nucleo familiare, già indicato, di MUZZUPAPPA
Francescantonio cl.82, già indicato); “ROSPO DATI 1000” (identificato in ALVIANO Giuseppe, come
già indicato)”.
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L’agenda 2007 di PESCE Francesco – che ad un primo sguardo poteva sembrare una
confusionaria accozzaglia di dati – forniva pieno riscontro dell’esatta identificazione di ben
nove dei soggetti inseriti all’interno del pizzino:
MUZZUPAPPA Francescantonio (“MUZZUPAPPA”), ALVIANO Giuseppe (“PINO ROSPO”,
“PINO R” o semplicemente “ROSPO”), TOCCO Francesco Antonio (“FRANCO TOC.”),
MARAFIOTI Saverio (“MARAFIOTI” ovvero “SAVERIO”), D’AMICO Danilo (“DANILO”),
DELMIRO Biagio (“BIASE” ovvero “ASS. BARB.”), BERRICA Giovanni Luca
(“GEOMETRA”), FORTUGNO Domenico (“ASS. X MICO” o “FORTUGNO”) e PESCE
Giuseppe (“PEPPE FRAT.”).
Il carteggio sequestrato a casa di PESCE Francesco conteneva una serie di nomi, date, numeri e
somme di denaro, relativi a:
-
numerosi esercizi commerciali del circondario di Rosarno (presumibili parti offese
del reato di estorsione): “BELCARO” (riferibile alla Vetreria BELCARO S.r.l.266),
“MD” (riferibile al Supermercato MD Discount267), “FIASCHÈ” (riferibile alla Galleria
del Mobile di FIASCHE' Antonino268), “ALESSI” (riferibile alla Farmacia ALESSIO
Raffaele S.n.c.269), “RIZZO” (riferibile all’Hotel Vittoria di RIZZO Domenico E C.
s.a.s.270), “SOVRANA” (riferibile al Bar Sovrana di CORIGLIANO Clelia Genoveffa &
C. S.a.s271), “SAFFIOTI” (riferibile all’Autosalone di SAFFIOTI Michele272), “PAPERS”
(riferibile alla General Papers di PRONESTI' Massimiliano Antonino & C. S.a.s.273),
266
Vetreria BELCARO S.r.l., sito a Rosarno in via Nazionale Sud n. 411, commercio all'ingrosso di vetrerie e
cristallerie, partita iva 02417700800 con amministratore unico BELCARO ANTONINO nato a ROSARNO
(RC) il 07/07/1947, ivi residente alla Via Amedeo Modigliani 1.
267
Supermercato MD Discount, via Provinciale nr. 214, facente capo al gruppo LILLO S.p.a., partita iva 02322740610, con sede legale a Gricignano di Aversa (CE),
268
Galleria del Mobile di FIASCHE' Antonino, impresa individuale con sede in Rosarno alla via Nazionale Sud, di FIASCHE' Antonino, nato a Rosarno (RC)
269
Farmacia ALESSIO Raffaele S.n.c. di ALESSIO Massimo e Manuela, con sede in Rosarno alla via Elena 79/A , di ALESSIO Massimo, nato a Reggio di Calabria (RC)
270
Hotel Vittoria di RIZZO Domenico E C. - S.a.s., con sede in Rosarno alla via Nazionale 18, di RIZZO Domenico, nato a Reggio di Calabria (RC) il 01/02/1968.
271
Bar Sovrana di CORIGLIANO Clelia Genoveffa & C. S.a.s, con sede in Rosarno alla via Nazionale Sud 359, di CORIGLIANO Clelia Genoveffa, nata a Laureana di
272
Autosalone di SAFFIOTI Michele, vendita di auto nuove ed usate, di proprietà di SAFFIOTI Michele, nato a Rosarno il 28.03.59, titolare dell’omonima impresa
frazione zona A.S.I. capannone n.18.
il 07/07/1942, operante nel settore del commercio al minuto di mobili ed elettrodomestici.
il 22/11/1963 e di ALESSIO Manuela, nata a Reggio di Calabria (RC) il 20/06/1962.
Borrello (RC) il 25/11/1964 e di PUNTURIERO Beniamino, nato a Rosarno (RC) il 29/05/1958.
individuale.
273
General Papers di PRONESTI' Massimiliano Antonino & C. S.a.s., con sede in Rosarno alla via Nazionale
Nord 68, operante nel settore del commercio al minuto di articoli di cancelleria e cartoleria, libri, riviste e
giornali, giocattoli ed articoli da regalo, macchine e mobili per ufficio, di PRONESTI' Massimiliano
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“FAZZALARI” (riferibile all’Ottica FAZZALARI e SURACE di FAZZALARI
Alessandro e C. - S.n.c.274), “WIND” (riferibile alla On Line di MALVASO Daniela275);
attività di riciclaggio in favore della cosca: “DEBITO PUFFO”, “BONIF. PUFFO”;
“ROCCO COLON”, “ROCCO COL.” (riferimenti riconducibili ai fratelli RAO Rocco
nato a Rosarno il 16.01.1961 e RAO Franco nato a Taurianova il 19.06.1964 inteso
“puffo”276, un tempo gestori dell’”Area di Servizio Tamoil”, sequestrata nell’ambito
dell’operazione “ALL CLEAN”);
appuntamenti con i sodali: “FINE AGOSTO ROCCO COLON.” (RAO Rocco nato a
Rosarno il 16.01.1961); “GIOVEDI/VENERDI … FRANCO TOC.”, “LUNEDI FRANCO
TOC.”, “FRANCO TOC. LUNEDI”, “FRANCO TOC. DOMANI 5:00” (TOCCO
Francesco Antonio, cognato del latitante PESCE Marcello detto “il ballerino”); “PINO
ROSPO X ANTENNA” (ALVIANO Giuseppe nato a Taurianova il 07.10.1975);
contabilità delle imprese riconducibili alla cosca PESCE: l’estratto conto relativo ad
entrate e uscite per il 2007 della “CALABRIA TRASPORTI”, formalmente di proprietà di
FABRIZIO Giuseppe277 inteso “il sindaco” e nella quale operava anche il citato
FORTUGNO Domenico; “MUZZUPAP”, “MUZZUPAPPA euro 5.250,00”,
“MUZZUPAPPA 5.250,00”, “MUZZUPAPPA*” (riferibili all’impresa individuale
“MUZZUPAPPA Francescantonio”, operante nel settore edile facente capo a
MUZZUPAPPA Francescantonio nato a Cinquefrondi il 26.06.1982, sulla quale il
collaboratore di giustizia FACHINETTI aveva riferito che “la ditta Muzzupappa fa capo
a Vincenzo Pesce”);
stipendi pagati agli affiliati: “€ 200,00 ROSPO”, “ROSPO DATI 1000”, “PINO R
951+875”, “5978 PINO R 792” (ALVIANO Giuseppe nato a Taurianova il 07.10.1975
inteso “Pino il rospo”); “ASS. BARB.” (DELMIRO Biagio nato a Rosarno il 03.02.1968
inteso “Biase il barbiere”); “ASS. X MICO” e “5 FORTUGNO” (FORTUGNO
Domenico nato a Cinquefrondi il 20.07.1981); “€ 300,00 PEPPE FRAT.” (PESCE
Giuseppe nato a Cinquefrondi il 07.12.1980, latitante).
Anche durante la latitanza, PESCE Francesco portava sempre con sé tutta la documentazione
necessaria per dirigere le complesse articolazioni del suo gruppo criminale.
Pochi istanti prima che i militari irrompessero all’interno del bunker all’interno del quale si
nascondeva, “Cicciu u Testuni” dava fuoco ad un quantitativo notevole di appunti, il cui
contenuto, evidentemente, doveva restare segreto.
274
275
276
Antonino, nato a Rosarno (RC) il 22/04/1974 e di PRONESTI' Maria Anna, nata a Rosarno (RC) il
19.07.1980.
Ottica FAZZALARI e SURACE di FAZZALARI Alessandro e C. - S.n.c., ubicata a Rosarno in via Conte di
Torino, di FAZZALARI Alessandro, nato a Cittanova (RC) il 08.05.1966.
On Line di MALVASO Daniela con sede a Rosarno alla via Nazionale Sud 120, rivenditore telefonia WIND,
operante nel settore del commercio al dettaglio di elettrodomestici, radio, televisori, dischi, strumenti
musicali, di MALVASO Daniela, nata a Rosarno (RC) il 13.05.1974.
I fratelli RAO Franco inteso “puffo o nano” e RAO Rocco – entrambi detenuti – sono nipoti del defunto capobastone PESCE Giuseppe e, quindi, cugini di PESCE
Antonino “testuni”, padre di Francesco; agli stessi, nel provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso da Codesta A.G. in data 26 aprile 2010 nell’ambito del
proc. pen. 4302/06 R.G.N.R. DDA, veniva contestato il seguente capo di imputazione: ““… RAO Franco, detto “U Puffo” o “il nano”, RAO Rocco; per avere svolto, in
qualità di partecipi, per avere collaborato direttamente e personalmente al finanziamento dell’organizzazione, attraverso il delitto di riciclaggio…””.
277
FABRIZIO Giuseppe nato a Taurianova il 18.11.1974.
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CONCLUSIONI SULLA GRAVITA’ INDIZIARIA
Si ritiene integrata la gravità indiziaria a carico di tutti gli indagati per i reati a loro
rispettivamente contestati.
I plurimi ed eterogenei elementi indiziari convergono in maniera inequivoca per l’appartenenza
degli indagati alla cosca PESCE, con i ruoli di cui al capo d’imputazione preliminare.
MARAFIOTI è il “bunkerista” di fiducia delle famiglie mafiose di Rosarno.
La circostanza emerge dalle dichiarazioni - sul punto incredibilmente convergenti seppur riferite
ad un arco temporale differente - di CACCIOLA Maria Concetta e PESCE Giuseppina.
I ricordi di PESCE Giuseppina risalgono all’anno 2005, poco prima dell’arresto del padre
latitante, Salvatore.
CACCIOLA Maria Concetta, invece, riferiva di avere appreso che MARAFIOTI fosse stato
incaricato dal padre della costruzione di un bunker per il fratello nell’anno in corso.
Le due donne, però, concordavano nel definire MARAFIORI una persona di fiducia delle
famiglie mafiose di appartenenza.
MARAFIOTI è un “muratore” a disposizione delle cosche mafiose di Rosarno almeno sin dal
2005 (anno in cui effettuava le operazioni di manutenzione del bunker, all’interno del quale
veniva catturato PESCE Salvatore) sino ai giorni nostri.
La circostanza è graniticamente confermata dal contenuto delle intercettazioni, nel corso delle
quali è lo stesso MARAFIOTI a fare esplicito riferimento a bunker in costruzione.
MARAFIOTI, però, per la cosca PESCE non è solo un muratore di fiducia.
Egli è un uomo talmente inserito nell’associazione criminale PESCE da essere individuato da
PESCE Francesco cl. 78 quale destinatario ed esecutore delle direttive che il giovane boss
indirizzava ai sodali rimasti in libertà, poco prima del trasferimento in un carcere lontano dal
territorio d’origine, ove le comunicazioni all’esterno sarebbero divenute difficili per via del
regime di cui all’art. 41 bis Ord. Pen. o, comunque, agevolmente monitorabili dalla A.G.
Come già compiutamente analizzato, quel “pizzino” dall’eccezionale rilevanza investigativa
conteneva precise disposizioni riguardanti la sopravvivenza stessa della cosca mafiosa.
Nel biglietto PESCE Francesco dava precise disposizioni su nuove cariche di ndrangheta da
conferire e, sopratutto, indicava il “passaggio di consegne” (del comando della cosca) al fratello
Giuseppe cl. 80, tuttora latitante.
MARAFIOTI veniva considerato da PESCE Francesco cl. 78, evidentemente, persona degna di
così estrema fiducia da affidargli il compito di eseguire le sue volontà relative alla prosecuzione
della associazione criminale.
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
Alla luce di tutte le considerazioni sopra esposte, pertanto, MARAFIOTI non può che essere
considerato pienamente inserito nell’organigramma della potente cosca mafiosa.
I plurimi e convergenti elmenti di prova consentono di ritenere integrata la gravità indiziaria
anche per tutti gli altri indagati, indicati da PESCE Francesco quali componenti del gruppo
riconducibile ai “Testuni”, il cui comando passa al fratello Giuseppe, tuttora latitante.
Il sequestro del “pizzino” consentiva di avere contezza, infatti, del ruolo apicale assunto dal
latitante PESCE Giuseppe, all’esito dell’arresto del fratello Francesco ma soprattutto di
individuare gli altri compartecipi che avrebbero dovuto comporre il gruppo criminale
riconducibile ai “Testuni”, secondo le volontà del boss Francesco.
Il giovane boss, promuovendo il fratello Giuseppe a capobastone, lo aveva messo alla testa di un
gruppo di uomini d’onore perfettamente bilanciato e la cui estrazione familiare copriva tutti i più
importanti rami della famiglia PESCE: MESSINA Rocco era il nipote di PESCE Vincenzo “u
pacciu”; ALVIANO Giuseppe era il fratello del genero di PESCE Salvatore “u babbu”;
MUZZUPAPPA Francescantonio era il nipote di PESCE Vincenzo “sciorta”; TOCCO
Francesco Antonio era il cognato di PESCE Marcello “u ballerinu”; D’AMICO Danilo, infine,
era l’unico uomo di fiducia che Francesco “testuni”, in virtù dell’amicizia che li aveva legati nel
corso degli anni, aveva collocato al fianco del fratello.
L’eccezionalità del rinvenimento risulta ampiamente testimoniata dalla preoccupata reazione di
PESCE Francesco al momento del sequestro del “pizzino”:
“DATEMI STU BIGLIETTO C’A GIÀ SUGNU ROVINATO”.
nonché dalla brutale aggressione subita nei giorni a seguire dal detenuto GIOVINAZZO, reo di
non essere riuscito ad impedire il rinvenimento del prezioso biglietto.
L’importanza del sequestro del “pizzino” e la bontà dell’interpretazione datane dagli
investigatori appare, infine, graniticamente confermata dalla convulsa ed eloquente reazione del
MARAFIOTI, nel corso della conversazione tra presenti del 29 ottobre 2011:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
associazione!
UOMO:
MARAFIOTI S.:
Arresteranno a tutti a Rosarno!
Ah?
Arrestano a tutti …incompr… Rosarno, raddrizzatevi, vedete …incompr…
Che dice?
Associazione!
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IL PERICOLO DI FUGA
Si ritiene sussistente, grave ed immanente il pericolo di fuga, desumibile, innanzitutto, dalla
gravità delle sanzioni concretamente irrogabili, oltre che dalla particolare struttura del sodalizio
mafioso, in grado di fornire diffusissimi appoggi ai suoi componenti.
In primo luogo, anche sotto tale profilo, deve attribuirsi specifica rilevanza, allo stabile e
risalente inserimento di tutti gli indagati nell’ambito del circuito mafioso, i cui principali
esponenti sono stati o sono tuttora latitanti per lunghi periodi.
Pertanto, va da sé che ognuno di loro, per il ruolo e per il particolare contesto criminale di
operatività, ben può fruire di strutture logistiche e di supporti capaci di garantirgli la possibilità
di sottrarsi agli effetti dei provvedimenti giudiziari che li riguarda.
Le attività di intercettazione finora effettuate hanno dimostrato non solo il particolare vincolo
associativo che lega gli indagati tra di loro, ma anche i contatti stretti con analoghi circuiti
criminali, i cui componenti appaiono senz'altro operanti anche in altre regioni diverse dalla
Calabria e, quindi, certamente in grado di fornire eventuale assistenza in caso di bisogno.
A conferma del quadro sopra esposto, appare estremamente significativo che, all’esito
dell’esecuzione del provvedimento di fermo del 26 aprile 2010, risultano tuttora latitanti ben
sette imputati nell’ambito del procedimento ALL INSIDE, tra cui PESCE Giuseppe cl. 80 fratello del boss PESCE Francesco cl 78 - ed i suoi stretti collaboratori: MATALONE Roberto,
LEOTTA Domenico, PESCE Marcello, DI MARTE Francesco, DI MARTE Giuseppe e,
all’esito della sentenza di condanna del Gup di Reggio Calabria alla pena di anni 10 di
reclusione, ARENA Domenico.
Tale circostanza dimostra in maniera inequivocabile che la cosca mafiosa può fruire, sul
territorio calabrese, di una rete di supporti capaci di consentire loro di sottrarsi agli effetti di
provvedimenti restrittivi.
PESCE Francesco cl. 78, del resto, è stato catturato soltanto all’esito di una complessa ed
articolata attività di indagine, all’interno di un sofisticato bunker, sito nel territorio di Rosarno.
Come ampiamente dimostrato dai rinvenimenti e dalle investigazioni della PG procedente,
infatti, la famiglia PESCE ha sempre avuto la disponibilità di numerosi bunkers idonei a
garantire la latitanza dei suoi componenti, bunkers costruiti dallo stesso MARAFIOTI.
Già nel passato PESCE Salvatore e PESCE Vincenzo cl. 59 venivano catturati – dopo lunghi
periodi di latitanza – all’interno di bunkers all’uopo predisposti.
La disponibilità di bunkers in capo alla famiglia PESCE risulta ancora attualissima: la
collaboratrice di giustizia PESCE Giuseppina, infatti, attraverso le sue dichiarazioni, consentiva
il rinvenimento, nelle date del 16 e 22 ottobre 2010, all’esito di perquisizioni mirate, di ben 3
bunkers, di cui uno presso l’abitazione del cugino PESCE Francesco cl. 78, uno presso
l’abitazione di LEOTTA Domenico e l’ultimo all’interno della casa del suocero di LEOTTA (v.
verbali di perquisizione in atti).
Anche le recenti dichiarazioni di CACCIOLA Maria Concetta consentivano il rinvenimento di
ulteriori 3 bunkers nella disponibilità della famiglia CACCIOLA ma riconducibili all’operato di
MARAFIOTI Saverio.
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Ma vi è di più: come già visto, la recente attività di intercettazione consentiva di rilevare che
l’indagato MARAFIOTI è stato messo al corrente del sequestro del “pizzino” e teme fortemente
che ciò consenta agli investigatori la riconducibilità del suo nome alla cosca PESCE.
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
associazione!
UOMO:
MARAFIOTI S.:
Arresteranno a tutti a Rosarno!
Ah?
Arrestano a tutti …incompr… Rosarno, raddrizzatevi, vedete …incompr…
Che dice?
Associazione!
Le conversazioni che seguono rendono ancor più grave ed immanente il pericolo di fuga.
Nel corso dei colloqui del 13 ottobre 2011, appare evidente, infatti, che gli interlocutori siano
venuti a conoscenza delle indagini in corso e dell’imminente esecuzione di provvedimenti
coercitivi.
Progressivo nr. 1600 linea 1638 del 13/11/2011
Macchina ferma motore acceso a bordo Marafioti Saverio.
Dalle ore 17:12:50
Trascrizione della conversazione:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
...incompr...
Ah?
Ora ora siamo arrivati ...incompr...
Dove eravate?
Siamo dandati da… da Natuzza...
Alle ore 17.12.58 sale a bordo dell'autovettura la moglie di Saverio Marafioti, Caronte Concetta
CARONTE C.:
Eh!
UOMO:
...incompr...
MARAFIOTI S.:
Che c'è..!
UOMO:
C'è qualcosa?.
MARAFIOTI S.:
Che è successo qualcosa?
UOMO:
C'è qualche voce?
MARAFIOTI S.:
Come a quelle... come a quelle vecchie… per Natale...
UOMO:
Ah?
MARAFIOTI S.:
Per Natale, per Natale… il Natale!!
UOMO:
...incompr... stamattina ...incompr...
MARAFIOTI S.:
Mi pare che... il panettone questo Natale, col cazzo che se lo mangiano
questi! Minchia!
UOMO:
A chi arrestano?
MARAFIOTI S.:
Ah che ne so io! L'hai saputo? Hai saputo qualche cosa?
UOMO:
"si carrianu" (se li portano a forza, in carcere)
MARAFIOTI S.:
Dice che li fanno (gli arresti)… si!
UOMO:
Ah?
MARAFIOTI S.:
Li fanno (gli arresti)!
UOMO:
Si, si... sò qualche cosa!
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MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
Ma sicuro con loro, Fra ?
Eh?
Sai chi c'è "intrigato" pure?
Si!
E da quale parte?
Ah?
Da quale parte sono?
Di qua!
Ma pure da quest'altra ci sono!
No, di qua sono! Polizia questa volta!
Uhh?
Polizia questa volta!
Azzo!! Io pure che scappo da una parte, non scappo dall'altra!
Ah?
Io pure che scappo da una parte, non scappo dall'altra, se è per questo.
...incompr...
Ma che ti hanno detto qualche cosa?
Ah?
Ti ha detto... di qua non so niente, di là (rif. alla vicenda collegata al
sequestro del pizzino) so qualche cosa, di qua non so niente!
UOMO:
Qua pure!
MARAFIOTI S.:
E che ti hanno detto? che ti hanno detto?
UOMO:
ah?
(Si sente aprire lo sportello, scende dalla macchina Marafioti Saverio)
MARAFIOTI S.:
che ti hanno detto?
UOMO:
...incompr...
Dalle ore 17:14:08 non si registra dialogo in quanto in macchina si avverte la presenza della sola
Caronte Concetta.
Alle ore 17:20:06 risale a bordo Marafioti Saverio e unitamente alla moglie inizia la marcia
dell'autovettura.
LEGENDA:
MARAFIOTI S.:
CARONTE C.:
CORRAO A.:
MARAFIOTI Saverio, in oggetto generalizzato;
CARONTE Concetta, in oggetto generalizzata;
CORRAO Alfredo, nato a Taurianova (RC) il 01/09/1979,
residente a Rosarno (RC), via Bolzano nr.22.
Dalle ore 17:41:46 alle ore 17:44:20 macchina in movimento a bordo MARAFIOTI Saverio e la
moglie CARONTE Concetta, nessuna conversazione. Alle 17:44:20 la macchina si ferma in via
Bolzano angolo via Aimone, scende MARAFIOTI Saverio e citofona ad una abitazione, lo stesso
chiede di Maria. Si avvicina CORRAO Alfredo saluta i predetti coniugi che contestualmente
scendono dalla macchina e conversano fino alle ore 17:48:30.
Trascrizione della conversazione:
CORRAO A.:
MARAFIOTI S.:
…lo stesso che tu sei davanti casa mia, ora. Ecco qua! In questo
momento, tu sei davanti casa mia… loro (rif. ai Carabinieri) che
fanno? Prendono e si mettono… documenti …incompr…
…si… per questi arresti non sai niente tu?
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CARONTE C.:
CORRAO A.:
CORRAO A.:
CARONTE C.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
CORRAO A.:
CARONTE C.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
CARONTE C.:
CORRAO A.:
CARONTE C.:
CORRAO A.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
MARAFIOTI S.:
CORRAO A.:
CARONTE C.:
CORRAO A.:
Dipende con chi sei, Alfredo! Perché con …incompr…
Ma non centra... zia, non puoi fare questo paragone per me e per
te. Allora, sai che fai in questo modo? Chiuditi in casa e non uscire
più…
(si sovrappongono le voci)
…e non si può fare!
E come si può fare?
…incompr…
Non si può evitare, certe volte, zia…
(si sovrappongono le voci)
…al mille per mille!! Al cento per cento! Prima dell’Immacolata o
prima di Natale…
…incompr… cento per cento …incompr…
No …incompr…
Ci sono quindici mandati di cattura!!!
...incompr...
Prima dell'Immacolata… prima...
...incompr...
...lo so io che dico! Io lo so cosa dico!!
Non puoi ...incompr...
No, no io qua ...incompr...
...incompr... tu non parlare assai ...incompr...
Zio, non c'è niente da parlare...
...incompr...
...no, non c'è niente da parlare ...incompr... loro stesso lo dicono!!
Loro stesso lo dicono!!
Eh lo so!
I Carabinieri stesso lo dicono!!
...incompr...
Siii ancora là sei rimasta!
Appare evidente che gli interlocutori siano venuti a conoscenza dell’imminente emissione di
provvedimenti coercitivi a loro carico.
Emerge esplicita la consapevolezza di MARAFIOTI di esserne destinatario:
MARAFIOTI S.:
UOMO:
MARAFIOTI S.:
Azzo!! Io pure che scappo da una parte, non scappo dall'altra!
Ah?
Io pure che scappo da una parte, non scappo dall'altra, se è per questo.
Alla luce di quanto sopra esposto, pertanto, elevatissimo appare il rischio che gli indagati si
diano alla fuga, circostanza che impone l’adozione di un provvedimento di fermo di indiziato di
delitto.
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P. Q. M.
Visti gli artt. 384, 386/5 e 284/1 c.p.p.
DISPONE
il FERMO di:
1. PESCE Giuseppe inteso “testuni” nato a Cinquefrondi il 07.12.1980, già latitante per
altra causa.
2. MARAFIOTI Saverio nato a Rosarno il 09/04/1965, ivi residente in via Cartesio n. 30;
3. MESSINA Rocco nato a Cinquefrondi il 18.05.1984, residente a Rosarno in via S. Lucia
n. 2;
4. ALVIANO Giuseppe inteso “u rospu” nato a Taurianova il 07.10.1975, residente a
Rosarno alla Via Erodoto n. 24;
5. MUZZUPAPPA Francescantonio nato a Cinquefrondi il 26.06.1982, residente a
Rosarno alla via Ercolano nr. 7.
6. TOCCO Francesco Antonio nato a Rosarno il 16.03.1968 ed ivi residente in via
Fogazzaro n. 6.
7. D’AMICO Danilo nato a Taurianova il 19.07.1977, residente in San Ferdinando alla via
Chiesa Madre nr. 3.
8. DELMIRO Biagio inteso “u barberi” nato a Rosarno il 03.02.1968 ed ivi residente in
via Principe Amedeo n. 37;
9. FORTUGNO Domenico inteso “ferruzzeddu” nato a Cinquefrondi il 20.07.1981,
residente a Rosarno in via Fogazzaro n. 6.
10. BERRICA Giovanni Luca nato a Taurianova il 10.04.1978, residente a Rosarno in via
Eschilo n. 2.
11. RAO Giuseppe, nato a Vibo Valentia il 18.12.1983, residente a Rosarno in Via Po n. 12.
Gli Ufficiali e Agenti di P.G. che eseguiranno il presente provvedimento:
a) daranno immediata notizia dell'esecuzione al Pubblico Ministero del luogo in cui sarà
eseguito, trasmettendo il verbale di fermo anche a questo Ufficio;
b) informeranno inoltre immediatamente dell'esecuzione del fermo l'Avvocato nominato
d'ufficio e, comunque, i difensori che i fermati nomineranno al momento del fermo ed,
inoltre, senza ritardo, daranno notizia ai familiari dei fermati dell'avvenuto fermo;
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presso il Tribunale di Reggio Calabria
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Decreto di fermo ex artt. 384 e segg. c.p.p.
c) condurranno i fermati al più presto e, comunque, non oltre le ventiquattro ore, nella Casa
Circondariale o Mandamentale del luogo di esecuzione del fermo, a disposizione
dell'Autorità Giudiziaria;
Si trasmetta il presente provvedimento in copia, per l'esecuzione, ad Ufficiali di P.G., come
da separato provvedimento.
Reggio Calabria, 8 febbraio 2012
Il Procuratore della Repubblica
Michele Prestipino, agg.
Il Procuratore della Repubblica
Alessandra Cerreti, sost.
VISTO:
IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
Giuseppe Pignatone
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