/////////////////////// Anno X / n. 2 - 2016 / Marzo - Aprile / Bimestrale / € 1, 00 / Poste Italiane SpA / Spedizione in Abbonamento Postale / 70% LO/BS ///////////////////////
EDITORIALE
di LUIGI CAVALIERI
Direttore Responsabile
Dieci anni insieme
per la salute
E
Un anniversario importante per ProfiloSalute
sattamente dieci anni fa vedeva la
luce il primo numero di Brescia
Farmacia Futura.
Per capire quel che spinse allora
il sistema delle farmacie
bresciane a dar vita alla
rivista, bisogna riandare alla
situazione in cui erano venute a
trovarsi le farmacie.
Eravamo in pieno clima
di liberalizzazioni ed era
assolutamente
importante
dar conto di quel che le
farmacie
rappresentavano
per i cittadini. Tant’è che la
prima copertina venne dedicata
ad una cintura di sicurezza, che
voleva testimoniare la sicurezza
del farmaco legata alle farmacie.
Una sorta di difesa, ma anche
soprattutto di valorizzazione di
un ruolo, che voleva attestare la
professionalità di chi vi opera, la
territorialità, la disponibilità anche notturna per quante
sono di turno.
Negli anni la rivista ha cambiato la sua denominazione
in Farmacia Futura sino all’odierno ProfiloSalute.
Una modificazione necessaria per seguire di pari passo il
cammino che la rivista stava facendo. Da Brescia, infatti,
aveva allargato i propri confini.
È via via cambiata anche la grafica, sono aumentate le
collaborazioni, che oggi vedono accanto ai farmacisti,
medici, docenti universitari, specialisti e
giornalisti. Ma non è cambiata la mission,
sempre legata al mondo della farmacia e
di quel che essa rappresenta. È cambiato
anche il pay off: accanto a Salute e
Benessere oggi troviamo la Bellezza.
In questi dieci anni ci siamo
impegnati per far comprendere
ad una platea sempre più vasta
di lettori quanto sia importante
la prevenzione. è stato prezioso
l’aiuto dei tanti amici che
hanno creduto nel nostro
progetto, da chi scrive a chi
ci sostiene con la pubblicità,
al nostro Editore, che ci ha
sempre assecondato. Un grazie
anche ai lettori, che ormai ci
seguono con assiduità ed interesse.
La loro fedeltà è certamente per
noi la migliore gratificazione.
È, infatti, non senza un certo
orgoglio che oggi siamo arrivati a
distribuire gratuitamente oltre 100mila copie attraverso
la rete di oltre 1800 farmacie. Ma nel nostro DNA c’è la
volonta di migliorare continuamente. Ci proponiamo,
infatti, altri ambiziosi traguardi oggi che ProfiloSalute è
diventata una rivista di caratura nazionale.
non solo anni alla vita
ma vita agli anni
[email protected]
EDITORIALE 3
Numero 2 - 2o16 // Marzo-Aprile // www.profilosalute.it
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In questo numero
Profilosalute
Attenzione al colesterolo
a cura della Redazione
62
34
81
68
I pericoli del parto
a cura di CARLO GASTALDI
EDITORIALE
3 Dieci anni insieme per la salute
di Luigi Cavalieri
FOCUS
7 I malati “invisibili”
MAMMA E BAMBINO
20 Come prevenire l’otite nel bambino
di Guido Vertua
22 La dislessia evolutiva
di Gian Marco Marzocchi
27 Inappetenza nei bambini
stanchi di essere
solo numeri
di Luisa Monini
di Serena Schiavo
PARLA LO
SPECIALISTA
30 Pruriti e dermatiti
FARMACIA
10 La Farmacia e la CEF
12 L’impegno dell’Ant
nella prevenzione oncologica
IL PUNTO
15 Artrite psoriasica
di Luigi Cavalieri
PERSONAGGIO
18 I consigli di Francesca
a cura della Redazione
due valori autentici
per i cittadini
di Marco Mariani
alle neomamme
a cura della Redazione
4 SOMMARIO
32
L’occhio rosso
di Andrea Russo
36 La pubalgia
di Alessandro Piccinelli
e Paolo Giotto
SALUTE E BENESSERE
44 Le tendinopatie da sport
di Alessandro Corsini
47 Ludopatia non solo
fenomeno sociale
a cura della Redazione
50 Fanghi termali l’alleato per la
bellezza e la salute del corpo
di Luca Mazelli
52 La salute una questione
di equilibrio
di Antonio Marinelli
55
Patologie ortopediche della terza età
di Tommaso Revera
65
38 Lo stress: riconoscerlo
70 I funghi
in tempo utile
di Antonio Nocera
41 Quali piante contro i
disturbi della menopausa?
di Claudio Paganotti
Salute, bellezza,
buonumore
di Barbara Aghina
medicinali
di Roberto Scalvini
73
Ripartire alla grande
di Antonella Boldini
Smettere di fumare
missione impossibile
La barba
il rituale più cool
per un uomo
a cura di Alessandra borgo
a cura di ROBERTA ROSSI
MEDICINA NATURALE
76 Piante e fiori contro
le allergie primaverili
di Antonio Schiavo
ALIMENTAZIONE
95 Le diete proteiche
di Antonella Tanzariello
96 Le ricette senza glutine
BELLEZZA
78 La liposuzione rimodella
83 Una coccola per i nostri piedi
GRAFOLOGIA
99 In punta di penna
la silhouette corporea
di Enrico Motta
di Giulio Francesco Valeriano
84 Vitamine per la pelle
di Marta Simoni
88 La nuova bellezza
è naturale
di Enrico Filippini
ed estetica
delle labbra
di Alessandra Ghidini
92 Il peso non è tutto
di Sara Campagna
e Elena Gadaldi
e funghi
di Laura e Silvia
Squizzato
ATTUALITà
103 La “fabbrica”
90 Benessere
L’igiene
del cane
a cura di Piermario Mangili
TERMALISMO
105Terme a misura di bimbo
a cura di Terme di Sirmione
AMICI ANIMALI
111Il fumo passivo uccide anche loro
di Laura Torriani
GIOCHI
114Gioca che ti passa
di Candida Livatino
RICETTA
100 Sformato di pancarrè
86 I 5 falsi alimenti
di Giovanna
Saleri
dello chef Marco Scaglione
Arancini di miglio con cime
di rapa, pancetta, scamorza
e besciamella di riso
109
dei cuccioli
di Federica Peretti
24
107
Medical Udito
Love For Pet
INFORMAZIONE AI LETTORI
Chi fosse interessato
ad approfondire gli argomenti
trattati da ProfiloSalute
deve scrivere a
[email protected]
COPIA OMAGGIO DELLA TUA FARMACIA
L’ODONTOIATRA RISPONDE
104Ecco il menù contro la carie
di Belsorriso
SOMMARIO 5
I malati “invisibili”
stanchi di essere
solo numeri
a cura di LUISA MONINI
a
Esperta in Comunicazione medico-scientifica
Richiedono l’aggiornamento dell’elenco ufficiale delle malattie rare
Direttore Sanitario Dott. Giovanni Francesco Acri Iscritto all’albo Medici-Odontoiatri di brescia n. 05580
Non è l’assenza di difetti che conta, ma la passione, la generosità, la
comprensione e simpatia del prossimo e l’accettazione di noi stessi con
i nostri errori, le nostre debolezze, le
nostre tare e virtù, così simili a quelle
dei nostri ascendenti e discendenti.
(Rita Levi-Montalcini)
I
l 29 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata delle Malattie Rare. Lo slogan
creato per la nona Edizione
“Unitevi a noi per far sentire la
voce delle Malattie Rare” è un
forte richiamo a tutta la popolazione affinchè i malati rari e le
loro famiglie non siano lasciati
soli. E così, come ogni anno, in
tutto il mondo ha preso vita e si
è animato un intenso programma
di eventi, che hanno coinvolto in
si definisce “rara” una
malattia che colpisce
non più di 5 pazienti
su 10.000 abitanti
prima persona i pazienti, i loro familiari e tutte le altre realtà, pubbliche e private, che, per una scelta
umana, sociale e culturale, hanno
fatto propri i grandi problemi dei
malati rari. E i loro diritti. A livello europeo si definisce “rara” una
malattia, che colpisce non più di
5 pazienti su 10.000 abitanti. Altri
Paesi adottano parametri diversi;
negli Usa, per esempio, una malattia è considerata rara, quando
non supera la soglia dello 0.08%.
In Giappone si definisce rara una
patologia, che comprende meno di
50.000 casi (4/10.000). Le malattie,
catalogate come rare dall’O.M.S.,
sono circa 7.000 e colpiscono almeno 30 milioni di persone in Europa
e circa 2 milioni in Italia (dati EURORDIS). Ogni anno si registrano
circa 20.000 nuovi casi. L’80% delle M.R. è dovuto a cause genetiche
e sono identificabili per un difetto
dell’acido nucleico; il restante 20%
è, invece, il risultato di fattori associati all’alimentazione, all’ambiente, ad infezioni o ad abnormi
reazioni immunitarie. Il 70% circa
delle persone colpite sono bambi-
Nel Maggio del 2001, con D.M. N. 279,
nasce la Rete Nazionale per la prevenzione, sorveglianza, diagnosi e terapia
delle M.R. il cui Coordinamento nazionale è affidato al Centro Nazionale M.R.
presso l’Istituto Superiore di Sanità.
a
FOCUS 7
ni, molti dei quali restano a lungo
senza diagnosi, senza una consulenza genetica mirata e, spesso,
senza terapia. La rarità di tali patologie fa sì che i pazienti e le loro
famiglie sperimentino numerose
problematiche a cominciare dalla
mancanza di informazioni e dal
senso di smarrimento e isolamento sociale. Un dramma. Per queste ed altre ragioni, anche di tipo
economico (7.000 euro in media
la spesa annua per le famiglie),
i malati “invisibili” hanno fatto
squadra ed oggi, con la voce delle
numerose Associazioni che li rappresentano, dicono chiaro e forte
che sono stanchi di essere considerati solo numeri e chiedono
alle Autorità Sanitarie competenti
l’aggiornamento dell’elenco ufficiale delle malattie rare, allegato
al D.M. 279/2001 (circa 583 le malattie riconosciute come tali), che
consentirebbe alle persone malate
di usufruire dell’esenzione per tutte
le prestazioni sanitarie necessarie.
Nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), recentemente varati dal
Ministero, «sono state riconosciute 110 nuove patologie» secondo
quanto dichiarato dal Ministro della Salute Lorenzin, ma nell’elenco
mancano ancora diverse malattie
rare, fortemente invalidanti, ma
riconosciute come tali solo in alcune Regioni e non sull’intero territorio nazionale!
Le Associazioni di pazienti affetti
da Malattie Rare premono, inoltre, affinché lo Stato sostenga la
Ricerca e, come da normativa
europea, conceda incentivi fiscali
alle Aziende farmaceutiche, che
decidano di investire nello studio
di molecole salva-vita per i tanti
“malati rari“ ancora senza possibilità di cura. In questi ultimi
anni, inoltre, lo studio delle malattie rare si è rivelato utile anche
per migliorare la conoscenza ed
il trattamento di patologie molto
più comuni, quali l’ictus e l’infarto. In questa prospettiva, investire
sulla ricerca può essere vantaggioso anche per le industrie farmaceutiche.
Un caso a parte è rappresentato
dal Gruppo Dompè, che ha deciso di focalizzare Ricerca e pipeline
sulle Malattie Rare e precisamente sulla cura di alcune patologie
dell’occhio come la cheratite neurotrofica, che colpisce 1 persona su
10.000. Dompè, acquisendo Anabasis Srl, Azienda Biotech italiana
PER LA LOMBARDIA
La Regione Lombardia, con DGR del Dicembre 2001, istituisce la Rete Regionale per le M.R.
attualmente costituita da 34 Presidi e da un Centro di Coordinamento. Presso l’Azienda
Spedali Civili di Brescia esiste ed opera il Servizio Malattie Rare, che garantisce un supporto clinico e amministrativo ai pazienti con M.R., che afferiscono all’Ospedale. A Brescia e
Provincia sono oltre 5.000 le persone con malattie rare riconosciute dal relativo codice di
esenzione, cui si aggiungono i quasi 4.000 assistiti celiaci. L’A.S.L. (oggi A.T.S.) di Brescia
nel luglio 2009 ha avviato un Centro Territoriale per le Malattie Rare allo scopo di studiare
e tenere monitorati i casi per valutarne la dimensione, sia in termini numerici che di
domanda socio-sanitaria. La stretta collaborazione del Centro bresciano con il Centro di
coordinamento regionale “M. Negri” di Ranica garantisce il massimo della competenza
e delle informazioni sulle varie malattie, con ampio monitoraggio su tutto il territorio.
Nei Livelli essenziali
di assistenza sono
state riconosciute
110 nuove patologie
specializzata nella ricerca nell’ambito delle patologie oculari, è riuscita a sviluppare un processo
stabile idoneo alla produzione su
scala industriale del NGF ricombinante umano. E così, per la prima
volta, ad oltre 50 anni dall’individuazione del Nerve Growth Factor,
che è valso a Rita Levi-Montalcini
il Nobel per la Medicina nel 1986,
un’Azienda è riuscita a valorizzarne la scoperta e ad avvicinarsi alla
fase di commercializzazione del
prodotto. I ricercatori di Anabasis
Srl hanno, infatti, già conseguito
risultati di straordinaria importanza clinica, dimostrando che
l’NGF ha un potenziale terapeutico per le patologie sia della parte
anteriore dell’occhio (cheratite
neurotrofica, sindrome dell’occhio
secco) che di quella posteriore (retinite pigmentosa, glaucoma). Per
ottenere il collirio, bisognerà attendere il 2017. La svolta biotech
di Dompè, con l’acquisto dei diritti
mondiali per lo sviluppo e la commercializzazione del NGF, pone
l’Azienda italiana in pool position
in un’area fortemente in espansione come quella legata all’invecchiamento della popolazione nel
mondo e rende ragione di quanto
un’acuta lungimiranza possa incidere su scelte che alla fine si rivelano “Win-Win” per tutti: per chi
investe e per chi ne ha ritorno in
salute e qualità di vita.
FOCUS 9
La Farmacia
e la CEF
due valori autentici
per i cittadini
a cura di MARCO MARIANI
Responsabile Comunicazione Cef
La farmacia è il servizio più apprezzato dai cittadini. La CEF prima in Italia per storia e numero di farmacie associate
A
d ognuno di noi è accaduto, almeno una volta
nella vita, di aver bisogno di una farmacia
durante la notte o in un
giorno di festa. Qualcuno in famiglia ha la febbre
alta, ma l’antipiretico nel nostro
armadietto è sfortunatamente
finito. Una nausea forte ci attanaglia, ma il farmaco da banco
è scaduto. Oppure il termometro
si è rotto e non possiamo più mi-
10 FARMACIA
surare la febbre a nostro figlio. E,
se l’ora è tarda, come facciamo?
Non possiamo chiedere ad amici,
parenti o vicini di casa. La nostra
salvezza è solo la farmacia di turno. Quale altro professionista è
aperto 24 ore su 24? Le farmacie,
garantiscono, invece, la reperibilità dei prodotti anche nelle ore
notturne. La loro capillarità sul
territorio ci lascia sereni, perché
una vicina a casa la troviamo
sempre, anche nel cuore della
notte. Si tratta di un servizio attivo ovunque, anche nei paesi più
piccoli e sperduti.
Se andiamo da un avvocato o da
un notaio, dobbiamo prendere
il libretto degli assegni prima di
sederci, cosa che non accade in
farmacia, dove il farmacista ci
dà sempre un consiglio appropriato, professionale, personalizzato e soprattutto gratuitamente!
Se chiamiamo un idraulico o un
elettricista, è previsto il diritto di
chiamata e dobbiamo preparare
una banconota da 50 euro. Dal
farmacista questo non accade.
Dobbiamo riflettere sul fatto che
il consiglio del farmacista è a
prescindere dalla vendita di un
prodotto. Spesso gli chiediamo
indicazioni e non sempre questo
comporta che poi ci venda un
prodotto, anzi spesso ci indica
cosa fare con ciò che già abbiamo
a casa. Inoltre in farmacia non ci
sono liste d’attesa, si può entrare
in qualsiasi momento, 365 giorni
l’anno, 24 ore su 24, anche solo
per chiedere un consiglio. Mi piace ricordare che la consulenza offerta dal farmacista si traduce in
circa due ore al giorno per addetto. Mi ha ispirato questo pezzo,
l’articolo pubblicato dal Giornale
di Brescia in cui si diceva che le
farmacie in turno notturno nel
periodo di Natale erano 24 contro le sole 4 di Parigi. Questo ci
fa comprendere come le liberalizzazioni rischino di far aprire le
farmacie solo dove è più vantaggioso e non dove è più utile per
i cittadini, come accade, invece,
oggi in Italia.
La farmacia è il servizio più apprezzato dai cittadini, come risulta da tutte le indagini realizzate
da vari Istituti di ricerca. L’apprezzamento nasce, oltre che dall’impegno professionale ed umano
dei farmacisti, da alcuni punti di
forza ben precisi: la capillarità,
la vicinanza al cittadino, la professionalità e la disponibilità nel
dare risposte ai problemi anche
quando tutti gli altri esercizi sono
chiusi. Ricerche come quella condotta da Altroconsumo ci dicono
sempre che la quasi totalità dei
clienti delle farmacie manifesta
una soddisfazione complessiva
nel 96% delle volte. Trovo molto
bella la Campagna lanciata dalle
farmacie bolognesi dal titolo: “la
Farmacia che vogliamo”. Evidenziano come il sistema farmacia abbia un valore enorme per
le nostre comunità. Le farmacie
la consulenza
offerta
dal farmacista
si traduce in circa
due ore al giorno
per addetto
sono distribuite su tutto il territorio nazionale, sempre vicine ai
cittadini, 24 ore su 24, 7 giorni su
7, perché la salute non ha orari. I
cittadini le apprezzano, perché ci
trovano un professionista che sa
dare il consiglio giusto, personalizzato che sa infondere sicurezza.
E dietro alle farmacie chi c’è? In
Italia spesso c’è una Cooperativa
di distribuzione, un magazzino
creato dai farmacisti, che hanno voluto tutelarsi creando una
piattaforma logistica, che acquisti per loro e consegni le medicine
per servire al meglio i cittadini.
La Cef è una di queste Cooperative, anzi, ad essere sinceri, è la
prima in Italia per storia e per
numero di farmacie associate.
Quando un cliente chiede un
prodotto e il farmacista gli dice
“Aspetti che sento il magazzino”,
sta chiamando la Cef per verificare, tramite telefono o computer, la disponibilità del prodotto
presso una delle nostre piattaforme logistiche sparse lungo lo Stivale. Anche questo non ha prezzo, perché la nostra Cooperativa
garantisce ai cittadini di ricevere
in farmacia, in poche ore, quello
che stanno cercando. Il merito va,
ancora una volta, alla categoria,
che con lungimiranza, ben più di
ottanta anni fa ha fondato una
Cooperativa con il fine di servire
al meglio la propria clientela.
FARMACIA 11
L’impegno dell’Ant
nella prevenzione oncologica
a cura della Redazione
In un Convegno il dott. Francesco Rastrelli, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Brescia,
ha ribadito il ruolo dei colleghi nell’erogazione dei servizi domiciliari
L’
impegno contro l’insorgere dei tumori si
deve declinare su più
fronti: dalla prevenzione dei fattori di rischio all’informazione, alla diagnosi precoce, fino
ad arrivare allo sviluppo di trat-
12 FARMACIA
L’intervento del dott. Francesco Rastrelli al Convegno
tamenti ancora più mirati ed efficaci. Un impegno forte che non
deve, tuttavia, far dimenticare
quanto sia importante l’attenzione e la dedizione che si devono avere – sia in ambito medico
sia un ambito sociale – a curare,
a prendersi cura delle persone
malate. Di questo si è parlato a
Brescia nell’ambito di un Convegno, promosso dalla Fondazione
Ant dal titolo: “Eubiosia ed ecoeubiosia: nutrire la buona vita.
Riflessioni sul malato e sulla sostenibilità ambientale” al quale,
tra gli altri, ha dato il suo patro-
cinio anche l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Brescia.
Le riflessioni sul malato, inserite
in un contesto, in cui è in fase di
applicazione la legge di riforma
regionale, che prevede una continuità di cura e di assistenza tra
ospedale e territorio, hanno sottolineato quanto sia fondamentale la cura della persona prima, durante e dopo la malattia.
Quanto lo sia, anche, l’esistenza
di un dialogo concreto e sostanziale tra i diversi attori che ruotano attorno alla persona: dal
medico oncologo ospedaliero,
al medico di medicina generale,
allo psicologo, al farmacista, al
medico palliativista. Quest’ultimo, nella visione della “buona vita”, su cui si basa l’intera
azione dei volontari Ant, che,
dal giorno della nascita dell’Associazione nel 1978 su iniziativa
dell’oncologo Franco Pannuti,
offrono assistenza specialistica
gratuita ai malati di tumore e sostengono progetti di prevenzione
oncologica. La missione di Ant
si ispira all’Eubiosia (dal greco,
la buona vita), perché la dignità
della vita sia preservata in ogni
delicata fase della malattia e
sino all’ultimo istante. Dal 1985
Ant ha portato gratuitamente
nelle case di 110mila malati di
tumore, in nove regioni italiane
tra cui la Lombardia, un’assistenza socio-sanitaria completa,
continuativa ed integrata. Ogni
giorno circa quattromila persone sono assistite dalle venti équipes socio-sanitarie di Ant, che
garantiscono a domicilio cure di
livello ospedaliero.
La presa in carico di un paziente
da parte di Ant comporta un costo di circa 2.000 euro (esclusi i
farmaci, che restano a carico del
AL RISPARMIO
ECONOMICO
SI DEVE AGGIUNGERE
IL GRANDE VALORE
UMANO E PERSONALE
Servizio sanitario nazionale e il
cui costo è assimilabile a quello
della presa in carico) per tutto il
periodo medio di cura e assistenza. “Tenendo conto che il costo
della giornata di degenza in una
struttura residenziale dedicata
alle cure palliative è di circa 240
euro e quella di una giornata di
ricovero in ospedale pubblico è
di circa 780 euro, è evidente il
risparmio che ne deriva” - ha
spiegato Raffaella Pannuti, presidente Fondazione Ant Italia
onlus, intervenuta al Convegno.
Ed è per questo che, nell’occasione, il dr. Francesco Rastrelli, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Brescia e
Delegato Regionale degli Ordini
dei Farmacisti della Lombardia,
ha ribadito l’impegno dei farmacisti nell’erogazione dei nuovi
servizi domiciliari, nell’ottica di
una professione sempre più rispondente ai bisogni dei malati
e in linea con la nuova Farmacia
dei servizi, ribadita anche nella legge di riforma della sanità
lombarda.
Al risparmio economico si deve
aggiungere il grande valore
umano e personale, che deriva
dalla possibilità di trascorrere un
periodo delicatissimo della propria vita a casa propria, accanto
alle persone care.
FARMACIA 13
Artrite
psoriasica
a cura di LUIGI CAVALIERI
Giornalista
La dott.ssa Angela Ceribelli, giovane ricercatrice impegnata nello studio di questa patologia complessa
L
a dott.ssa Angela Ceribelli vive con la famiglia
nella Bassa Bresciana
a Borgo San Giacomo.
Non è, forse, conosciuta dal grande pubblico,
anche perché la sua professione
di ricercatrice tende a restringerne i confini, nel senso che il suo
lavoro si svolge nel chiuso di un
laboratorio. Ma, in realtà, Angela, a soli 35 anni, può vantare
esperienze importanti, che, dopo
essersi laureata nel 2005 in Medicina e Chirurgia, l’hanno portata a lavorare presso l’Universi-
tà della Florida a Gainesville. Al
termine della specializzazione in
Reumatologia, nel 2010, sempre
in Florida ha proseguito l’attività di ricercatrice in varie malattie
reumatiche quali la sclerodemia,
le miositi ed il lupus eritematoso
sistemico.
grazie alla “Borsa
Gerry Scotti” NEL 2012
LA DOTTORESSA
è rientrata in Italia
Nell’agosto 2012 è rientrata in
Italia grazie alla Borsa Gerry
Scotti, con la quale il popolare
presentatore “adotta” 4 ricercatori
ogni anno per svolgere il loro lavoro presso l’Humanitas Reseach
Hospital di Rozzano nel Milanese.
“Qui - ci racconta la dott.ssa Ceribelli - ha avuto inizio il mio lavoro sia clinico a contatto con i
pazienti reumatici, sia di laboratorio, entrambe sotto la supervisione del prof. Carlo Selmi”.
Il progetto
Da maggio 2015 ha inizio l’atti-
IL PUNTO 15
ficazione di nuovi marcatori di malattia in pazienti affetti da malattia psoriasica potrebbe avere un
profondo impatto sulla diagnosi precoce e sullo sviluppo di nuove terapie per la malattia psoriasica,
una condizione invalidante che colpisce il 2-4% della popolazione generale. Questo è particolarmente
importante, perché circa il 15% dei pazienti sviluppa psoriasi contemporaneamente all’artrite psoriasica ed un altro 15% non avrà mai psoriasi oppure
la svilupperà dopo l’esordio dell’artrite”.
Il progetto ha un approccio su larga scala con metodi innovativi applicati ad una coorte unica di
soggetti, che costituiscono un modello naturale di
individui identici e dell’influenza che l’invecchiamento può avere su tale modello. L’impatto potenziale dei risultati può essere applicato alla malattia
psoriasica e ad altre malattie infiammatorie croniche come suggerito da basi genetiche comuni condivise da diverse patologie.
La dott.ssa Angela Ceribelli
16 IL PUNTO
a
l
i
t
o
d
n
a
u
q
e
u
Se vedi del sang
Il dentifricio parodontax®
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CHITA/CHPAD/050/14a
L’artrite psoriasica
è una patologia complessa
che può coinvolgere
sia le strutture vertebrali
che le articolazioni Periferiche
de
nti
Registro Nazionale Gemelli, identificandoli in base
al loro codice fiscale, concentrandoci sui soggetti
residenti nell’area di Milano, che comprende una
popolazione di circa 1.5 milioni di soggetti”. Dopo
essere stati contattati via lettera e dopo aver ottenuto il consenso informato, come stabilito dal Comitato Etico, i gemelli sono valutati per analisi clinica
(reumatologica e dermatologica) e di laboratorio
all’Humanitas Research Hospital di Rozzano.
“L’ipotesi del nostro studio – conclude la dott.ssa
Ceribelli - è che l’incidenza della malattia psoriasica aumenti con l’età, in relazione a fattori ambientali, che influenzano alterazioni immunologiche e
che poi portano all’esordio della malattia. L’identi-
vi
i
vità di ricerca finanziata dalla Fondazione Lilly
per tre anni, per il progetto dal titolo: “Invecchiamento, epigenetica ed infiammazione cronica in
gemelli monozigoti: l’esempio della malattia psoriasica.
“Il progetto - ci dice la dott.ssa Ceribelli - mira allo
studio dell’artrite psoriasica, una malattia infiammatoria cronica, in cui la manifestazione cutanea,
la psoriasi, può comparire molti anni prima dell’artrite. L’artrite psoriasica è una patologia complessa,
che può coinvolgere sia le strutture vertebrali che
le articolazioni periferiche, le cui cause reali sono
sconosciute, ma per la quale è evidente che sia fattori genetici che ambientali siano necessari, come
ben dimostrato dal fatto che solo uno di due gemelli identici sviluppa la patologia. Il ruolo dell’invecchiamento sull’espressione dei geni e sulle manifestazioni di malattia è stato ampiamente studiato
nei gemelli identici ed ha dimostrato la presenza di
alterazioni, che aumentano con l’avanzare dell’età,
dovute ad influenze dell’ambiente circostante soprattutto sui meccanismi dell’autoimmunità.”
Lo scopo del progetto è di studiare marcatori presenti nel sangue periferico di gemelli identici e non, che
abbiano sviluppano psoriasi e/o artrite psoriasica,
osservati per tutto il periodo di studio. “Da maggio
2015 - sottolinea la dott.ssa Ceribelli - abbiamo
iniziato il reclutamento dei gemelli attraverso il
I consigli di
Francesca
alle neomamme
a cura della Redazione
Scrittrice, insegnante, tata tv, ma soprattutto mamma
L
e lettrici, che sempre più
spesso si rivolgono a ProfiloSalute per ricevere
consigli sui loro bambini, ci hanno suggerito
di intervistare Francesca
Valla, scrittrice, insegnante, tata
tv, ma soprattutto mamma. Le
abbiamo, pertanto, girato le sollecitazioni che ultimamente avevamo raccolto.
L’arrivo di un bambino in una
casa porta tanta gioia, ma anche tante fatiche. Quali consigli possiamo dare ad una neo
mamma?
Innanzitutto consiglio di concentrarsi sulle positività, che con sé
porta il nuovo arrivato, mettendosi in ascolto di tutte le emozioni e
sintonizzandosi con tutte le energie. Dico sempre alle neomamme di essere consapevoli che ci
sono tanti momenti di fatica da
affrontare e non per questo ci si
deve sentire non adeguate. Essere
genitore significa anche fermarsi
18 PERSONAGGIO
ogni tanto e ogni tanto riflettere,
ogni tanto sbagliare. Non è una
strada lineare, ma a zig zag, che
ci permette di diventare genitori
efficienti, quando capiamo che
l’ascolto del proprio bambino e
di se stessi può portare ad una
maggiore consapevolezza. Essere mamma significa anche non
preoccuparsi di chiedere aiuto
alle persone vicine: ai nonni, al
proprio compagno o marito, alle
amicizie. Si può essere mamme efficienti pur avendo aiuti. È davvero importante trovare una propria
dimensione e un clima positivo
all’interno della propria famiglia.
Quali sono le attenzioni da riservare al bambino durante
una giornata?
Nel mio ultimo libro “È facile fare
la mamma… se sai come si fa”
spiego quanto sia importante non
stare concentrate troppo sui “manuali di istruzioni”, perché ogni
mamma creerà il proprio metodo:
non ne esiste uno universale. È sicuramente importante creare delle
routine fisse, che diano serenità e
tranquillità al bambino: sveglia,
pappa, coccole, giochi, bagnetto…
Tutti questi momenti devono essere conditi da una relazione importante ed esclusiva nei confronti
del bambino: questa è l’attenzione
davvero speciale da riservare.
Quando arriva il momento della nanna, spesso non si riesce ad
addormentarlo, a quali rimedi
ricorrere?
Non c’è un tasto OFF… per fortuna! L’addormentamento è una
parte molto delicata nella vita di
un individuo, di un bambino. Però
noi adulti possiamo educarli gradualmente ad un addormentamento sereno, trovando e cercan-
il momento della nanna
serale è arrivato:
abbassiamo le tapparelle,
le luci, il tono della vocE
do la strategia più opportuna con il nostro bambino.
Innanzitutto dando dei segnali che il momento della
nanna serale è arrivato: abbassiamo le tapparelle, le
luci, il tono della voce. Il bambino deve percepire che
è il momento che precede la nanna: cantare una canzoncina, fare i grattini sul pancino, leggere una storia.
La differenza la può fare il genitore che è sereno. Se il
genitore è agitato al pensiero che non si addormenterà, il bambino sentirà la sua tensione.
Ci si preoccupa sempre quando il bambino piange,
perché si pensa possa avere qualche doloretto...
Il bambino piange per mille cose e motivi: perché
ha fame, perché ha qualche dolore, perché è troppo
stimolato, perché è stanco, perché vuole attirare attenzione. Il compito del genitore è capire il pianto del
proprio bambino. Come sempre è importante l’ascolto e l’osservazione.
Lei ha scritto libri: quale le ha dato maggiori soddisfazioni?
Ogni libro è un progetto. Sono stati importanti tutti.
Nell’ultimo, “È facile fare la mamma… se sai come si
fa”, entrano per la prima volta in gioco il mio ruolo di
mamma ed i cambiamenti che ho fatto come mamma.
Dalla tv all’editoria fino al mondo web: oggi Francesca Valla è molto presente in rete attraverso i
social network, il sito ufficiale e la nuova web tv
sulla genitorialità su Yahoo Italia. Quanto diventa
importante la condivisione in rete dell’esperienza
della genitorialità?
È molto importante, perché oggi in rete i genitori vogliono informazioni in tempo reale, vogliono condividere. La rete diventa un ottimo strumento di confronto, bisogna, ovviamente, farne buon uso.
Dove possiamo incontrarla quotidianamente sul
web?
Sul mio sito ufficiale: www.francescavalla.it - profilo facebook: TataFrancescaSosTata - Twitter: TataFrancescaV
– Instagram: tatafrancescav – tumblr: francescavalla.
tumblr.com – it.screen.yahoo.com/francesca-valla”.
www.francescavalla.it
PERSONAGGIO 19
sbadiglia o si inghiotte saliva, si
sente un click o uno schiocco: ciò
significa che, attraverso le tube di
Eustachio, sono state inviate minuscole bolle di aria nell’orecchio
medio per equilibrare la pressione dell’aria. Ciò avviene fisiologicamente centinaia di volte ogni
giorno.
Come prevenire
l’otite nel bambino
a cura di guido VERTUA
Pediatra - Responsabile dei contenuti medici di www.mammaepapa.it
L’
Patologia molto frequente, soprattutto nei piccoli
otite media è una malattia
dell’orecchio,
che consiste in un’infezione/infiammazione
dell’orecchio
medio,
una cavità ripiena di
aria, separata dall’orecchio esterno da una membrana sottile,
chiamata timpano o membrana
timpanica. Quest’ultima è collegata ad un complesso costituito da
tre sottili ossa chiamate martello,
incudine e staffa, articolate tra loro.
20 MAMMA E BAMBINO
è una patologia molto frequente,
soprattutto nel bambino piccolo:
è stato calcolato che più di tre
quarti di tutti i bambini presentano almeno un’otite entro i tre
anni di vita ed all’incirca la metà
di essi presenta tre o più episodi.
Come funziona l’orecchio
Un orecchio medio sano deve
contenere aria alla stessa pressione atmosferica dell’ambiente esterno, in modo che tutte le
varie strutture possano vibrare
liberamente e siano in grado di
produrre i suoni. L’aria penetra
nell’orecchio medio attraverso
un canale sottile chiamato “tuba
di Eustachio”, che mette in comunicazione la parte posteriore del
naso con l’orecchio. Quando si
Che cosa provoca l’otite
L’otite media è causata da batteri
o virus, che dal naso o dalla gola
penetrano nell’orecchio medio
risalendo attraverso le tube di
Eustachio. Ciò si verifica, perché
le tube di Eustachio non funzionano correttamente: ad esempio
possono essere infiammate da
un raffreddore, da una sinusite o
da un’ infezione della gola oppure ostruite da un ingrossamento
delle adenoidi oppure rigonfie
perché il paziente ha un peggioramento di una sua preesistente
allergia.
Come conseguenza i germi penetrati all’interno dell’orecchio
medio producono pus ed altre secrezioni, che, non potendo essere
drenate dalle tube di Eustachio
infiammate, premono sulla membrana timpanica causando dolore.
I germi patogeni che più spesso
causano l’otite media acuta includono S. pneumoniae (il più
frequente), H. influenzae, M. catarrhalis e S. pyogenes. Soprattutto nel bambino più piccolo alcuni
virus (virus respiratorio sinciziale,
virus influenzali e parainfluenzali, adenovirus, enterovirus) possono causare l’infezione.
I fattori predisponenti
Numerosi fattori contribuiscono a
favorire l’insorgenza dell’otite. Ad
esempio la presenza nell’ambien-
Le otiti medie
acute sono
particolarmente
frequenti nei
bambini più piccoli
te, in cui vive il bambino, di adulti
che fumano sigarette, il frequentare l’asilo nido (con conseguente
facilità a contrarre infezioni dagli
altri bambini), la mancata o insufficiente pulizia delle cavità nasali in corso di raffreddore.
Le otiti medie acute sono, inoltre, particolarmente frequenti nei
bambini più piccoli anche perché
le loro tube di Eustachio sono più
corte e più orizzontali di quelle dell’adulto, di conseguenza si
ostruiscono più facilmente e il
drenaggio dell’orecchio medio è
reso più difficile.
Per questi motivi i germi possono
arrivare con maggiore facilità dal
naso all’orecchio medio. Tuttavia,
con il passare degli anni e con lo
sviluppo del massiccio facciale, le
tube di Eustachio si modificano
per dimensioni ed angolatura,
rendendo il paziente meno suscettibile all’otite media.
Come prevenire l’otite
A differenza di quello che molti pensano per la prevenzione
dell’otite non serve coprire le orecchie dei bambini in inverno per
proteggerle dal freddo e neppure evitare di fare entrare l’acqua
nelle orecchie, perché è il muco
presente nel naso l’origine di tutto: si può, infatti ,tranquillamente affermare che non esiste otite
senza raffreddore e che l’uso regolare della soluzione fisiologica
per liberare le cavità nasali dalle
secrezioni rappresenta la migliore
profilassi dell’otite, insieme alla
fluidificazione del muco nasale
(ad esempio attraverso mucolitici
per via aerosolica).
La somministrazione di vasocostrittori nasali è, invece, espressamente vietata sotto i 12 anni
di vita per i potenziali effetti collaterali che tali farmaci possono
provocare.
MAMMA E BAMBINO 21
Specifici di Apprendimento), tra
cui rientrano anche i disturbi della
scrittura (disortografia e disgrafia)
e del calcolo (discalculia). La disortografia è l’incapacità di scrivere
correttamente le parole dal punto
di vista ortografico, rispettando le
doppie, gli apostrofi, i gruppi di
consonanti, ecc. secondo le regole
della lingua scritta; la disgrafia è
caratterizzata da una grafia notevolmente imprecisa tale da non
essere comprensibile.
L’incidenza della dislessia dipende dalla trasparenza della lingua:
l’italiano è molto trasparente, perché quasi tutte le parole si leggono
come si scrivono senza particolari
eccezioni, come, invece, accade per
l’inglese.
La dislessia
evolutiva
a cura di Gian Marco Marzocchi
Dipartimento di Psicologia – Università di Milano Bicocca
Centro per l’Età Evolutiva – Bergamo
Se ne parla tanto, ma sappiamo davvero di cosa si tratta?
L
a parola “dislessia” deriva da dis – [disturbo] lessia – [lettura]
in latino e [linguaggio] in greco: riguarda, quindi, un disturbo
specifico della lettura. Specifico nel senso che un alunno ha significative difficoltà a leggere nonostante un’adeguata intelligenza,
assenza di gravi patologie neurologiche o sensoriali (udito e vista), un’istruzione convenzionale e opportunità socio-culturali.
Nel 2003 la dislessia è stata definita dal gruppo di lavoro dell’“International Dyslexia Association” (IDA) come un disturbo specifico di apprendimento, che ha origine neurobiologica. E’ caratterizzata da difficoltà nel
riconoscimento fluente di lettere, sillabe e parole. Queste difficoltà derivano tipicamente da deficit nella componente fonologica (i suoni) del
linguaggio e nell’esplorazione visiva dei grafemi, ovvero le lettere scritte
su un foglio. Le conseguenze secondarie della dislessia possono includere
problemi nella comprensione del testo scritto, nella riduzione della lettura come piacere, nella limitazione dell’apprendimento di conoscenze,
22 MAMMA E BAMBINO
che utilizzano il canale verbale (lo
studio scolastico).
Un bambino dislessico è un alunno
che fa molta fatica a scuola: è lento a leggere ed a scrivere, a copiare
dalla lavagna, a seguire il dettato
della maestra, a completare le verifica, a ricordare le nozioni di studio. Le difficoltà di apprendimento
scolastico influenzano il quadro
emotivo del bambino e spesso anche quello relazionale, sia con i
compagni che con gli insegnanti, i
quali lo giudicano negativamente
per i suoi insuccessi e fatiche, non
certamente volontarie.
Il disturbo della lettura (dislessia)
è il più diffuso fra i DSA (Disturbi
Quanti sono i bambini dislessici in Italia?
Un recente studio italiano, coordinato dall’Ospedale Infantile Burlo
Garofalo di Trieste, ha permesso
di stabilire che i dislessici italiani
sono circa il 3.2% della popolazione in età scolare (circa 300.000
ragazzi). Solamente un terzo di
questi avevano già ricevuto una
diagnosi, gli altri due terzi non sapevano di essere dislessici.
Da cosa è causata la dislessia?
Nella letteratura scientifica è ormai riconosciuto che alla base
della dislessia vi sia una componente di natura genetica. Anche
gli studi sui gemelli hanno confermato l’importanza dei fattori genetici nello sviluppo del disturbo.
Analizzando il DNA dei bambini
dislessici, sono stati riscontrati almeno una quindicina di geni, che
possono contribuire alla causa del
disturbo: questi geni sono localizzati soprattutto nei cromosomi 2,
6 e 15 i quali si occupano di sta-
I dislessici italiani
sono circa il 3.2%
della popolazione
in età scolare
bilire le regole dell’organizzazione
cerebrale del neonato. Queste anomalie genetiche determinano problematiche sia nell’elaborazione
dei suoni del linguaggio che nella
scansione rapida degli stimoli grafici sul foglio.
Sul piano linguistico il bambino dislessico, prima di iniziare la scuola
primaria, fatica a “giocare” con i
suoni delle parole: in un esercizio
come questo “diciamo tutte le parole che iniziano con la f” oppure
“da quali lettere è formata la parola TAVOLO” incontra notevoli difficoltà, perché non riesce a concettualizzare quali suoni formano le
parole. Secondo altri ricercatori la
difficoltà di lettura è anche causata da una lentezza nell’analisi spa-
ziale delle parole scritte sul foglio.
Le conseguenze di queste specifiche difficoltà si ripercuotono su
gran parte delle attività scolastiche, soprattutto quelle che richiedono elaborazione verbale delle
nozioni da apprendere.
L’intervento di supporto degli alunni con dislessia viene effettuato su
tre diversi livelli: il potenziamento
dell’abilità di lettura, la mediazione con gli insegnanti di classe, il
supporto psicologico per gestire le
conseguenze emotive e relazionali
della dislessia.
Per potenziamento intendiamo un
percorso di allenamento della lettura, che viene effettuato tramite
la presentazione al computer di
brani da leggere in base a modi e
tempi personalizzati sul bambino.
Un ciclo di potenziamento mediamente dura circa 4 mesi e, se
applicato regolarmente, può migliorare significativamente le prestazioni di un bambino dislessico.
Il lavoro con gli insegnanti è possibile realizzarlo soprattutto grazie all’introduzione nel 2010 della
legge 170, che ha rivoluzionato la
comprensione dei DSA in classe
ed ha permesso agli insegnanti di
far utilizzare ai dislessici gli strumenti di compenso alle difficoltà
di apprendimento e dispensarli da
certe richieste per loro particolarmente ostiche. Infine un bambino
dislessico può essere un bambino
sofferente, perché si rende conto
che deve studiare con il “freno a
mano tirato” e non riesce a marciare come gli piacerebbe. Inoltre
può capitare che l’insegnante, che
non conosce la dislessia, gli dica
che è uno svogliato (anche se spesso finisce i compiti dopo cena) ed i
compagni lo facciano passare per
un “asino”.
MAMMA E BAMBINO 23
NOTIZIE DALLE AZIENDE
Sordità
e demenza Senile:
c’è un collegamento!
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“SENTIRE
POCO
AUMENTA FINO A CINQUE VOLTE
IL RISCHIO DI DEMENZA SENILE”.
a cura di medical udito
con il passare del tempo diminuisce la qualità di ricezione dei suoni
l
a relazione tra ipoacusia e demenza senile è stata evidenziata da uno studio italiano condotto da professori di
otorinolaringoiatria presso l’Azienda ospedaliera
dell’Università di Padova. Questi studi
stanno puntando sul problema
per spiegare il legame che
esiste tra sordità e demenza senile.
Le ricerche condotte negli anni
hanno dimostrato che effettivamente man mano che si
perdono decibel di udito,
aumenta la probabilità di
soffrire di demenza.
Il fatto è che sentire bene
gli stimoli del mondo intorno a noi permette al
cervello di rimanere attivo
ed elastico, mentre il non
sentire lo “atrofizza”.
Col passare del tempo diminuisce la qualità di ricezione dei suoni, attraverso l’udito ci rapportiamo
al mondo esterno, apriamo un canale
di comunicazione con le altre persone e recepiamo gli stimoli esterni. Quando si comincia a
sentire male, poco o niente, siamo in presenza di ipoacusia, il
cervello si atrofizza ed aumenta di 5 volte la probabilità di andare
incontro alla demenza senile.
44
24 NOTIZIE
NOTIZIE DALLE
DALLE AZIENDE
AZIENDE
Occorre, dunque, intervenire per tempo, oggi che si è scoperto
questo legame, in modo da limitare al massimo i danni.
Qual è il modo migliore per prevenire i problemi dell’udito e lo spegnimento del cervello? Sottoporsi a
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Inappetenza
nei bambini
a cura di SERENA SCHIAVO
Farmacista
V
È la patologia che porta più frequentemente dal pediatra
i sarà certamente capitato nella vostra esperienza
genitoriale di avere qualche preoccupazione per
la salute del vostro bambino, magari per un malanno di stagione o per un piccolo
problema dermatologico.
Ma come vive un genitore l’avversione che il proprio figlio ha per il
cibo, indispensabile per la sopravvivenza? Sicuramente malissimo
L’ansia che il proprio figlio non si
nutra a sufficienza appartiene a
tutte la mamme, tanto che la pre-
sunta inappetenza è la patologia,
che porta dal pediatra il 50% dei
bambini. Il problema è che questa ansia rischia di fare danni a
lungo temine. Se insistiamo, se
facciamo ricatti affettivi, se siamo
sempre noi a decidere cosa, quando e come mangiare, i bambini
perdono la capacità di ascoltare
le esigenze del loro corpo ed arriva
l’inappetenza.
I genitori delle generazioni passate
assumevano un comportamento,
che possiamo adottare con successo,
ed è, non stupitevene, “l’indifferen-
za” verso ciò che i figli mangiano.
Se il bambino decideva di saltare
il pasto, ci si limitava a pensare:
“Non avrà fame”. Questa indifferenza, in realtà solo apparente, portava con sé un messaggio
importante: ognuno, persino un
bambino, ha un’innata capacità
di stabilire quanto e quale cibo gli
è necessario.
Da evitare:
gli atteggiamenti che rinforzano
l’inappetenza dei bambini
- Forzarli. Costringendo il bam-
MAMMA E BAMBINO 27
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bino a mangiare, otteniamo un
rifiuto ancor più pronunciato sul
momento ed a lungo andare, un
atteggiamento di inappetenza, che
può consolidarsi. Anche distrarlo è
sbagliato: è opportuno che la nutrizione sia consapevole.
- Pregarli. Il bambino rimane
smarrito e perplesso di fronte all’espressione di un genitore preoccupato, perché ha smesso di mangiare: per lui è tutto normale.
- Punirli o premiarli. Il cibo non
deve diventare il metro con cui valutare quanto il piccolo è “bravo”
o “ubbidiente”. Invitate i piccoli a
farsi la porzione da soli (lasciando
loro la possibilità di prenderne ancora). Sarà un ottimo esercizio per
stimolare l’appetito del bambino
ed insegnare loro ad autoregolarsi,
cosa che non può avvenire, se sono
i genitori a stabilire le porzioni.
- Apparire disinteressati. In questo modo ciò che il bambino mangia non diventa un problema e si
può ristabilire la naturalezza del
pasto e dell’alimentazione.
- Assecondarne i gusti. Non obbligatelo a mangiare ciò per cui prova avversione o aumenterà la sua
è importante
stimolare
nel bimbo
il desiderio
di socializzare
a tavola
inappetenza. Se non gradisce gusti
particolari, se rifiuta un determinato alimento, potete evitarlo: nessun
cibo è insostituibile.
Per ovviare al problema dell’inappetenza dei bambini è importante
appoggiare e stimolare nel bimbo
il suo desiderio di socializzare a
tavola. Il pasto non sarà soltanto
il momento in cui ci si sfama, ma
diventa un’occasione per stare insieme agli altri.
Tutto questo potrà essere fortemente aiutato dall’uso di uno specifico
integratore naturale contro l’inappetenza dei bambini: spesso il loro
utilizzo aiuta a sbloccare la situazione anche psicologicamente per
il bimbo che si “dimentica” del
problema.
I rimedi naturali che possono aiutare a risolvere il problema dell’appetito potrebbero essere:
- la Pappa reale è chiamata anche
gelatina reale delle api ed è la secrezione delle ghiandole iaringee
delle giovani api operaie.La si trova nelle celle reali, quelle in cui le
api allevano le nuove regine e costituisce il nutrimento essenziale
delle regine durante la loro esistenza, per cui è chiamata più comunemente pappa reale.
L’uso della Pappa reale è soprattutto indicato per i bambini e le persone anziane.
-Eleuterococco: è fra i rimedi naturali utili a combattere la stanchezza e la carenza di energie, si cita
spesso il ginseng. Non tutti sanno
che esiste un’altra pianta, l’eleuterococco, dall’azione molto simile:
non a caso è chiamato anche ginseng siberiano. La capacità adattogena dell’eleuterococco indica
la capacità di migliorare le performances dell’organismo in risposta
alla fatica, favorendo l’equilibrio
del sistema immunitario, la circolazione sanguigna e la lucidità
mentale sotto stress. L’eleuterococco è conosciuto per le sue proprietà rinvigorenti, utili a combattere la stanchezza, a recuperare le
forze od ottimizzare le energie.
-Vitamine B: sono definite Vitamine
Energetiche, perché permettono di
metabolizzare correttamente il cibo
e di trasformarlo in “carburante”
di pronto utilizzo, favorendo molte
funzioni fisiologiche, tra cui quella
della costruzione degli anticorpi.
Sono spesso usate nell’inappetenza dei bambini, poiché trasformano l’energia, che viene dal cibo, in
energia utile per l’organismo.
MAMMA E BAMBINO 29
Pruriti
e dermatiti
a cura della Redazione
Può anche essere colpa dei detersivi
N
ei detergenti comuni
esistono agenti chimici che difficilmente
vengono eliminati nella fase del risciacquo.
Questi residui chimici
vengono assorbiti dagli indumenti lavati, per poi sprigionarsi
a contatto con la pelle soprattutto in situazioni di sudorazione.
Il sudore innesca una reazione
chimica, che fa sì che gli irritanti
residui chimici ed i metalli pesanti in essi contenuti, rimangano a contatto per ore con la pelle
determinando prurito ed in molti
casi vere e proprie dermatiti allergiche.
“L’effetto nocivo di molti detersivi
comunemente in commercio – spiega la dott.ssa Adriana Ciuffreda, dermatologa milanese,
specializzata in dermatologia
pediatrica – si manifesta primariamente a danno di quella che può
essere considerata la barriera della nostra pelle: il film idrolipidico.
30 PARLA LO SPECIALISTA
Quando non è più ben impermeabilizzata e adeguatamente protetta
dal suo “scudo” naturale, la pelle
diventa più facilmente bersaglio degli agenti patogeni, tra i quali i metalli pesanti – come nickel, cobalto e
cromo – contenuti proprio nei detersivi e in molti detergenti per la casa.
Questa alterazione può provocare
una dermatite da contatto, patologia che si manifesta nella maggior
parte dei casi con rossore, desquamazione, prurito, micro vescicole ed
erosioni. In ogni caso è consigliabile
Dott.ssa Adriana Ciuffreda - Specialista
in Dermatologia, Dermatologia Pediatrica - Milano
valutare con attenzione i prodotti
che si utilizzano, facendosi consigliare da un dermatologo”.
C
M
Per iniziare è importante usare
detersivi certificati ipoallergenici
Ma non per tutti i detersivi vale
lo stesso discorso. Sul mercato, infatti, da alcuni anni, si possono
trovare alcuni detersivi certificati
ipoallergenici, che garantiscono
un’igiene senza rischi per la pelle.
Si tratta di prodotti che in alcuni
casi, vista la scelta diversa di materie prime, possono costare leggermente di più, ma chi ha sofferto di questi problemi, assicura che
ne vale assolutamente la pena.
Ovviamente tutto l’anno, ma in
particolare nei mesi estivi, quando l’elevata sudorazione innesca
più facilmente quella reazione a
catena, che libera i metalli pesanti
dai capi indossati lasciandoli per
ore corrodere la pelle. Per saperne
di più si può anche scrivere alla
Dott.ssa Adriana Ciuffreda, che risponde gratuitamente a qualsiasi
domanda in merito a DIC e DAC
sul blog www.saperviveremeglio.it
Y
CM
MY
CY
CMY
K
chiuso o colante. Entrambi gli occhi sono affetti, ma non è contagiosa. La terapia locale è a base
di antistaminici, eventualmente
associati a steroidi.
L’Occhio Rosso
a cura di ANDREA RUSSO // www.centrooculisticobresciano.it
Medico Chirurgo Oculista, Responsabile Centro Oculistico Bresciano
Un’urgenza oculistica che richiede un’attenta valutazione
L’
occhio rosso è una
spia di allarme del
nostro occhio (o del
nostro corpo), che
può sottendere una
molteplicità di situazioni patologiche, che variano
dalla mai banale congiuntivite
a condizioni più gravi quali il
glaucoma acuto o le malattie
autoimmuni. Normalmente denota un’infiammazione della
congiuntiva, ossia quella sottile
membrana, che riveste la parte
bianca dell’occhio detta sclera.
Nel contesto della congiuntiva,
infatti, scorrono vasi sanguigni,
che possono dilatarsi anche notevolmente rendendo l’occhio visibilmente arrossato. Di seguito
vediamo descritte le principali
cause di occhio rosso.
32 PARLA LO SPECIALISTA
Congiuntivite virale
È una delle forme più comuni di
occhio rosso ed è caratterizzata
da occhi acquosi con prurito ed
ipersensibilità alla luce. Possono
essere affetti entrambi gli occhi,
poiché è altamente contagiosa e
può diffondersi anche con tosse
e starnuti. La terapia è perlopiù
a base di steroidi topici associati
ad antibiotici per limitare la sovrainfezione batterica.
Il contagio
avviene normalmente
Per contatto
con mani infette
LA CONGIUNTIVITE
ALLERGICA presenta
occhi acquosi
pruriginosi
con bruciore
ed ipersensibilità
alla luce
to con gli occhi. Il trattamento è
tipicamente a base di pomate o
colliri antibiotici.
Congiuntivite batterica
Congiuntivite batterica
È caratterizzata da un occhio con
sensazione di palpebre incollate
e con secrezioni giallastre e verde-giallastre negli angoli degli
occhi e dei fornici congiuntivali.
Possono essere interessati uno o
entrambi gli occhi, poiché è contagiosa. Il contagio avviene normalmente per contatto con mani
infette o oggetti venuti a contat-
Congiuntivite allergica
Tale infiammazione presenta occhi acquosi, pruriginosi, con bruciore ed ipersensibilità alla luce,
spesso accompagnati da naso
Emorragia sottocongiuntivale
Emorragia sottocongiuntivale
È caratterizzata da una chiazza
rossa piuttosto estesa e vistosa,
che compare improvvisamente. È dovuta alla fuoriuscita da
qualche capillare congiuntivale
di una piccolissima quantità di
sangue, che si estende anche notevolmente, poiché schiacciato
tra la membrana congiuntivale e
tenoniana. Può verificarsi in soggetti ipertesi o che abbiano effettuato sforzi fisici, ed è, in genere,
più frequente ed estesa in pazienti sottoposti a terapia anticoagulante o antiaggregante. Nei casi
più limitati non richiede terapia,
ma questa si rende necessaria,
qualora vi sia il pericolo di infezioni.
Occhio secco
È una delle più tipiche cause di
occhio rosso, specialmente – ma
non solo – nelle donne dopo la
menopausa. La scarsità del film
lacrimale determina una difficoltosa lubrificazione della superficie dell’occhio con progressiva
sofferenza corneale e conseguente iperemia congiuntivale intorno alla cornea. È tipica la sensazione di corpo estraneo o di
sabbiolina all’interno degli occhi.
La terapia inizia dalla somministrazione di sostituti lacrimali di
buona qualità e, in caso di necessità, può arrivare anche a terapia
immunosoppressiva locale.
Uveite
L’uveite è una malattia autoim-
mune degli occhi, che può essere
associata ad altre condizioni autoimmuni come psoriasi o artriti.
Nelle fasi iniziali può simulare
una congiuntivite, ma è bene
riconoscerla
immediatamente,
poiché può avere conseguenze
oculari anche molto gravi.
Glaucoma acuto
Il glaucoma acuto è una delle
più temibili cause di occhio rosso
e tipicamente si associa a visione annebbiata con aloni intorno
alle luci ed eventuale dolore oculare, frontale, nausea e vomito. È
dovuto ad un repentino ed enorme rialzo della pressione intraoculare e può instaurare rapida-
Occhio secco
mente danni oculari irreversibili.
È di fondamentale importanza
iniziare il trattamento nel giro di
poche ore.
In conclusione l’occhio rosso è
da considerarsi un’urgenza oculistica, che richiede un’attenta
valutazione poiché può sottendere condizioni patologiche anche
gravi. L’utilizzo di colliri “sbiancanti” da banco dovrebbe essere
molto limitato nel tempo, per
evitare di spegnere erroneamente un’importante spia di allarme
del nostro corpo.
PARLA LO SPECIALISTA 33
I pericoli
del
parto
a cura di Carlo Gastaldi
Responsabile Unità operativa Ostetricia e Ginecologia - Istituto Clinico Città di Brescia
L’
I fattori che aumentano i rischi per la futura mamma
ostetricia è una branca
della medicina, che si
occupa dell’assistenza
della donna durante
la gravidanza, il parto
ed il puerperio.
L’assistenza ostetrica si avvale di
due figure professionali, il medico specialista in ostetricia e ginecologia e la figura professionale
dell’ostetrica.
In Italia nel 2014 si sono verificate 509 mila nascite con una
riduzione di circa 4 mila nascite
rispetto all’anno precedente.
L’Italia, sotto il profilo demografico, è il Paese con il più basso
tasso di natalità.
34 PARLA LO SPECIALISTA
Di fronte a questo primato negativo , la speranza di vita sia per
gli uomini che per le donne in
Italia si attesta come una delle
maggiori nel mondo.
Come ormai ben documentato,
la qualità della vita in Italia, ma
soprattutto la qualità del cibo rimane uno dei fattori, che maggiormente influiscono sulle nostre aspettative di vita.
Oltre al cibo anche la qualità della assistenza medica ed ostetrica
durante l’evento gravidanza ci
assicura un altro primato in campo mondiale.
L’Italia e, quindi, il sistema sanitario Italiano per quanto riguar-
da l’assistenza alla gravidanza
ed al parto risultano ad oggi uno
dei più efficienti e sicuri.
Nel mondo in generale la mortalità materna è 15 volte superiore nei Paesi in via di sviluppo,
rispetto ai Paesi industrializzati;
in Italia, inoltre, il dato risulta,
a sua volta, inferiore rispetto a
quanto evidenziato in altri Paesi
il sistema sanitario
Italiano risulta
ad oggi uno dei più
efficienti e sicuri
socialmente avanzati.
Nonostante la cronaca abbia recentemente riportato, in un lasso
di tempo molto breve, una serie
di eventi avversi durante il parto,
il dato su base annuale rimane
tra i più bassi in Europa. Questo
dato, quindi dovrebbe risultare
molto tranquillizzante per le future mamme.
Tuttavia vogliamo di seguito analizzare i fattori, che aumentano i
rischi per una futura mamma.
Sicuramente l’aumento dell’età
media al parto è uno dei fattori,
che maggiormente contribuisce
(in Italia la percentuale di donne con età superiore ai 35 anni al
momento del parto si è triplicata
nell’ultimo triennio), il rischio di
eventi avversi durante la gravidanza od il parto è di circa 3 volte
superiore, se l’età materna è superiore ai 35 anni.
Un altro elemento di criticità in
Italia è rappresentato dal numero crescente di tagli cesarei: il ricorso al taglio cesareo è il più alto
d’Europa (38%) e questo espone
la donna ad un maggior rischio
di esiti sfavorevoli.
l’emorragia
post-partum è
la maggiore causa
di morte materna
Quali sono le cause più frequenti di eventi avversi, che possono
portare anche alla morte di una
donna durante il parto? In base
ai dati raccolti su base europea,
l’emorragia post-partum rappresenta la maggiore causa di morte materna, seguita dall’embolia
del liquido amniotico, dalla tomboembolia e dalle complicanze
ipertensive.
A queste cause dirette andrebbero associate anche delle cause indirette, nelle quali ai primi posti
troviamo le neoplasie, le patologie cardio e cerebro-vascolari ed
i suicidi causati dalla depressione
post-partum.
Ridurre le morti materne è possibile, molto spesso l’evento avver-
so può essere prevenuto.
La programmazione di una gravidanza in età avanzata, oltre
ad aumentare sensibilmente il
rischio di infertilità (va ricordato che la riserva ovarica, cioè il
numero e la qualità delle cellule
uovo a disposizione di una donna per l’ottenimento di una gravidanza, cala in maniera brusca
dopo i 35 anni), aumenta il rischio di patologie come il diabete
e l’ipertensione.
In gravidanza il corpo della donna va incontro ad una serie di
adattamenti e modificazioni dei
vari apparati, respiratorio, cardiovascolare, ematico, renale,
ecc, cambiamenti questi sicuramente meglio tollerati in età giovanile.
Un’adeguata assistenza pre-concezionale è indispensabile al
fine di evidenziare alcune patologie, che potrebbero, a causa
della gravidanza, peggiorare con
serie conseguenze sulla salute
della donna. Un’alimentazione
sana e soprattutto equilibrata
(non bisogna mangiare per due
in gravidanza!) riduce il rischio
di diabete gravidico e fenomeni
ipertensivi in gravidanza.
è bene anche ricordare che i periodici controlli con gli specialisti del settore (medico, ostetrica), i vari controlli ecografici , i
controlli ematochimici eseguiti
mensilmente aiutano a prevenire e ridurre alcune eventi avversi.
Inoltre un’ adeguata preparazione (attraverso i corsi di preparazione al parto) all’evento-nascita
aiuta a ridurre tutte quelle ansie
e paure, che si sviluppano durante il periodo di gestazione e possono portare a fenomeni come la
depressione post-partum.
PARLA LO SPECIALISTA 35
Tutti gli alimenti
con una forte
componente
proteica
sono acidificanti
La Pubalgia
a cura di Alessandro Piccinelli e Paolo Giotto
Alessandro Piccinelli - Osteopata
Paolo Giotto - Fisioterapista
L
Una sindrome dolorosa della griglia pelvica
a Pubalgia è una sindrome dolorosa della griglia
pelvica, localizzata in
special modo nella sinfisi pubica; essa colpisce
principalmente gli atleti
(calciatori in primis) e donne in
gravidanza.
E’ una tendinopatia di natura
infiammatoria, che interessa le
inserzioni pubiche dei muscoli
adduttori della coscia a causa del
sovraccarico funzionale o di microtraumi ripetuti. Questo problema è associato con
diversi gradi di lesione dei muscoli della zona frontale/bassa
36 PARLA LO SPECIALISTA
dell’addome, della sinfisi pubica
e degli adduttori. La diagnosi è
confermata dalla RX e dalla ecografia, che possono solo mostrare
anomalie radiologiche dell’articolazione pubica nei casi di
osteo-artropatie micro-traumatiche pubiche, o di tendiniti delle
inserzioni.
Può avvenire, inoltre, che la pubalgia possa derivare da problemi alla zona lombare (rigidità,
atteggiamenti posturali scorretti,
movimento in disfunzione della colonna vertebrale). In questo
caso occorrerà avvalersi di test clinici scientifici per poterne stabili-
re la causa preponderante.
La forma, che generalmente interessa gli sportivi, è quella della pubalgia da sindrome retto-adduttoria. Spesso la pubalgia negli
atleti è la conseguenza di altri
fattori, legati ad alterazioni statiche e dinamiche del rachide, del
bacino e degli arti inferiori.
Infatti l’iperlordosi lombare, la
displasia congenita dell’anca,
la dismetria degli arti inferiori
sono tra le cause più frequenti,
che possono determinare l’insorgenza della pubalgia; comunque
una delle cause predisponenti più
comuni è l’asimmetria del baci-
no, che può evidenziarsi con un
attento Esame Posturale Osteopatico.
La zona pubica rappresenta il
punto d’incontro-scontro delle forze che arrivano dal basso
(l’impatto al suolo) e di quelle
discendenti (peso del tronco).
Per l’atleta tutto procede bene,
finché i suoi muscoli hanno una
lunghezza ed un’elasticità tali da
consentire l’assorbimento di questi impatti, mantenendo una coordinazione ottimale.
Spesso la causa delle pubalgie sono i muscoli posteriori della
coscia (hamstring), che si sviluppano eccessivamente e si accorciano, impedendo così al ginocchio di estendersi correttamente,
ad esempio mentre si corre. In
questo modo i muscoli adduttori
non trovano più lo spazio biomeccanico per lavorare in modo
corretto: si contraggono e s’irrigidiscono.
Il movimento non riesce più ad
essere ampio e fluido, come sarebbe, invece, necessario nella
performance atletica; durante
l’attività sportiva il corpo ha bisogno di dispiegarsi per esprimere la sua massima potenza ed,
invece, in questo caso, viene sollecitato mentre è bloccato.
La griglia pelvica, ed in special
modo la sinfisi pubica, sono l’incrocio di spinte di forze contrapposte, rendendoli facilmente vulnerabili. Nel momento in cui uno
o più gruppi muscolari diventano
ipertonici s’instaurano delle congestioni, che alterano il corretto
metabolismo muscolare. Al tatto
gli adduttori saranno molto più
dolenti degli ischio-crurali della
coscia, ma sono proprio questi ultimi, che devono avere la precedenza nell’essere trattati, allungati e rimessi in fase, altrimenti
gli adduttori non riusciranno
mai a riprendere correttamente
la loro funzionalità nella biomeccanica.
I sintomi principali
• Dolore pubico
• Dolenzia al tatto del pube
• Dolore alla bassa schiena, specialmente nell’area sacro-iliaca
• Difficoltà a girarsi nel letto
• Difficoltà a salire e scendere le scale, dall’automobile, etc.
• Schiocco nel bacino quando si cammina, dovuto al tendine non all’articolazione
• Difficoltà nel prendere il passo, specialmente dopo il riposo
• Problemi alla vescica (incontinenza temporanea)
Sintomi
I sintomi variano da persona a
persona, comunque ve ne sono
di comuni, come fastidio e dolore
nella zona pelvica, un dolore interno, e spesso molte donne provano dolore alla semplice palpazione. Ogni attività, che implichi
il sollevamento o la separazione
di una gamba, provoca dolore, persino lo stesso sollevare la
gamba per infilarsi i pantaloni, o
l’uscire dall’auto, il sedersi od il
sollevarsi da/su una sedia, il salire le scale diventano penosi.
L’Osteopatia con le sue tecniche grazie alla visione globale
dell’intero corpo umano, vedendolo come un tutt’uno biomeccanico riesce a riallineare la struttura osteo-articolare, i legamenti
ed i tessuti molli (miofascia, connettivo etc.), riportandoli al loro
movimento fisiologico.
La Fisioterapia, inoltre, può completare il trattamento osteopatico
andando a creare esercizi e movimentazioni ad hoc a seconda del
problema riscontrato, non tralasciando, inoltre, di valutare una
corretta ripresa della forza muscolare e della mobilità completa
delle varie articolazioni.
Un eccesso o una diminuzione di
tensione in una o più catene (per
esempio l’ipertonia dei muscoli ischio-crurali o l’ipotonia dei
muscoli addominali) crea l’alterazione della mobilità articolare
delle ossa del bacino e il sovraccarico funzionale degli adduttori.
In questo caso non è sufficiente la
manipolazione, ma è indispensabile il riequilibrio muscolare
delle catene muscolari con specifici esercizi posturali, con esercizi
mirati di stretching e di potenziamento muscolare.
PARLA LO SPECIALISTA 37
Lo stress
riconoscerlo in tempo utile
a cura di ANTONIO NOCERA
Psicologo Università degli Studi di Verona - Dipartimento di Filosofia, Pedagogia e Psicologia
C
Quali sono gli effetti sul benessere fisico e psicologico delle persone
he cos’è lo stress? Quali
sono i suoi effetti sul benessere fisico delle persone? Quali sul benessere
psicologico?
Possiamo
affrontarlo? Questi sono
alcuni degli interrogativi che gli
psicologi si sono posti, convinti che il benessere, anche fisico,
possa essere influenzato dalla
nostra personalità, dal pensiero e
dal comportamento.
In passato la salute era spesso inquadrata in un modello nel quale il corpo e i suoi disturbi erano
considerati, in prevalenza, indipendenti dalla mente; nel tempo,
tuttavia, si è raggiunta la consa-
38 PARLA LO SPECIALISTA
pevolezza della forte relazione fra
mente e corpo.
Cos’è lo stress?
Lo stress è un’esperienza assai
comune e ad innescarlo possono essere degli accadimenti indesiderati, ma anche voluti; è
un’esperienza che si manifesta
quando una persona è sottopo-
ad innescarlo possono
essere degli accadimenti
indesiderati
ma anche voluti
sta a pressioni che richiedono un
cambiamento, un adattamento.
Lo potremmo definire come una
tensione fisica, psicologica ed
emotiva che si manifesta nell’organismo come risposta agli stimoli dell’ambiente.
Le richieste ambientali e gli eventi, a cui abbiamo fatto riferimento, sono considerati le fonti di
stress e possono avere natura fisica, come la fame, la deprivazione
di sonno, l’esposizione al caldo
eccessivo, al rumore forte o l’impegno prolungato in certe attività
oppure natura psicologica come
eventi traumatici, accadimenti
della vita, difficoltà, dilemmi e
conflitti. Fortunatamente eventi
molto traumatici come incidenti,
aggressioni, tentate violenze, etc.
non sono la regolarità della vita
quotidiana. Come se queste fonti
di stress non bastassero, ad esse si
aggiungono spesso anche le piccole scocciature quotidiane.
Il logorio delle persone sottoposte
alle tante e varie richieste della
vita può essere notevole, specialmente se non controlliamo o non
controlliamo adeguatamente la
situazione in cui ci troviamo.
è un po’ come se avessimo dentro di noi una bilancia, una di
quelle vecchie bilance a piatti e
su un piatto ci fossero le richieste
che la vita (e la giornata) pone di
fronte a noi e dall’altra quello
che riteniamo di poter fare per
farvi fronte. Se il secondo piatto è più pesante del primo, tutto
bene, ma se percepiamo di non
avere sufficienti risorse: ecco lo
stress.
Stress buono e stress cattivo
Seppure appaia controintuitivo,
il fenomeno dello stress ha un
lato positivo.
Lo stress è positivo, quando ci
attiva e allena la nostra capacità di reazione e adattamento; in
questo caso lo stress è una forma
di energia. Pensiamo allo stress
prima di un esame: quando esso
non supera una certa soglia, è
molto utile. Riflettiamo anche
sullo stress che proviamo, quando, guidando, una persona attraversa la strada; ci aiuta a reagire
velocemente e per tempo, il piede
ci scatta sul freno in pochi decimi
di secondo.
Lo stress è cattivo, quando supera
una certa soglia o quando lo proviamo per troppo tempo.
e l’eczema, ma la lista è molto
lunga.
Lo stress può provocare malattie
agendo su specifici punti deboli
dell’organismo; il tipo di malattia pare dipendere da quale sia il
sistema più vulnerabile dell’organismo.
Seppure appaia
controintuitivo
il fenomeno dello
stress ha un lato
positivo
Le malattie psicosomatiche
Nonostante esista la componente positiva, il buonsenso suggerisce che lo stress faccia male ed,
infatti, è spesso così. Una via,
attraverso cui lo stress può provocare malattie fisiche, è lo sforzo di adattamento che richiede
all’individuo. Si può affermare
che le malattie psicosomatiche
siano quelle che realizzano uno
dei meccanismi difensivi più vecchi che conosciamo, quello con
cui si attua un’espressione diretta
del disagio psichico attraverso il
corpo. Situazioni di stress sembrano avere un effetto depressivo
sul sistema immunitario e uno
facilitante sul rischio infettivo.
Le malattie, frequentemente interpretate come psicosomatiche,
sono l’ipertensione arteriosa,
l’asma bronchiale, la colite ulcerosa, l’ulcera gastro-duodenale
Che fare?
Accettando la definizione sopra
riportata, diviene essenziale riconoscere i sintomi dello stress e gli
elementi su cui è possibile impattare.
Per ridurre lo stress ed i suoi effetti, possiamo agire su tre livelli:
I. modificare, se possibile, alcune
situazioni della nostra vita (facendoci aiutare, sgravandoci di certe responsabilità, modificando certi
contesti, etc.);
II. accrescere le nostre risorse (la
consapevolezza, le competenze, le
capacità, le conoscenze, gli strumenti, etc.);
III. introdurre o aumentare le situazioni in cui “ricaricare le batterie” (i cosiddetti fattori protettivi:
le attività individuali e sociali da cui
traiamo piacere e sostegno).
è importante anche verificare, se
assieme ai sintomi fisici riconosciamo che:
• abbiamo perso del sonno per delle
preoccupazioni;
• ci sentiamo spesso tesi e ansiosi, anche senza un’apparente ragione;
• fatichiamo a concentrarci, a prendere decisioni, a risolvere dei problemi;
• abbiamo perduto autostima e piacere nel fare delle cose;
• ci sentiamo infelici e depressi da diverso tempo.
Se ci accorgiamo che questi “sintomi” sono presenti, è opportuno
rivolgersi al medico e ad uno specialista della salute mentale.
PARLA LO SPECIALISTA 39
NO
VI
Tá
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Un trattamento alternativo per le donne senza gravi effetti collaterali
a fitoterapia (dal greco
phytón: pianta e therapéia: cura) è una medicina complementare,
che prevede l’impiego di
piante o estratti di piante per la prevenzione e la cura di
alcune malattie.
Nella fase della menopausa possono essere utilizzate piante che
contengono fitoestrogeni, come
la soia e il trifoglio rosso, e piante sostanzialmente prive di fitoestrogeni, come la cimicifuga e
l’agnocasto, per contrastarne alcuni disturbi.
Piante a fitoestrogeni
La soia è la pianta erbacea a
contenuto di fitoestrogeni più
conosciuta e studiata. I fitoestrogeni sono sostanze naturali, che
si legano ai recettori degli estrogeni, imitandone l’azione, ma
500-1000 volte più lievemente
(estrogeni vegetali o deboli). I migliori sono gli isoflavoni e le forme attive sono la genisteina e la
daidzeina.
Benefici
Studi epidemiologici segnalano
nelle popolazioni cinesi e giappo-
nesi, la cui alimentazione è ricca
di soia, una minor presenza dei
disturbi della menopausa È noto
che vampate e sudorazioni colpiscono solo il 10-20% delle donne orientali rispetto al 70-80%
di quelle occidentali. Secondo
la North American Menopause
La soia è la pianta
erbacea a contenuto
di fitoestrogeni più
conosciuta e studiata
PARLA LO SPECIALISTA 41
Society (NAMS) dosi di 50 mg o
più al giorno di isoflavoni di soia
sono in grado di ridurre la frequenza delle vampate di calore.
L’uso alimentare di soia è stato
messo in relazione con il ridotto
rischio di malattie cardiovascolari e di fratture riferibili all’osteoporosi nelle popolazioni orientali. Secondo la NAMS, se gli
isoflavoni di soia comportano dei
benefici cardiovascolari, è ancora
in evoluzione e non esistono prove sufficienti per raccomandarne
l’uso per prevenire l’osteoporosi.
Effetti collaterali e rischi
Possibili effetti collaterali della
soia sono: nausea, meteorismo
e stipsi. È controindicata in caso
di tumori estrogeno-dipendenti (endometrio e mammella) e
di terapie con antiestrogeni (tamoxifene).
Controindicazioni
relative sono: iperplasia o polipi
endometriali, terapia con tiroxina sanguinamenti vaginali non
diagnosticati.
Pertanto il ricorso a piante a con-
42 PARLA LO SPECIALISTA
La cimicifuga non
mostra rilevanti
effetti collaterali
tenuto fitoestrogenico richiede
periodici controlli clinico-strumentali (visita ginecologica, ecografia transvaginale, mammografia e MOC).
Piante prive di fitoestrogeni
Una pianta priva di fitoestrogeni
usata nel trattamento dei sintomi
della menopausa è la Cimicifuga, pianta erbacea, il cui nome
deriva da cimex (cimice) e fugare
(fuggire) per il suo odore repellente da far fuggire perfino le cimici.
L’azione sui sintomi della menopausa è da attribuirsi alla sua
attività sul sistema nervoso centrale, non svolgendo attività ormonale e non interferendo con i
recettori degli estrogeni.
Effetti collaterali e rischi
La Cimicifuga non mostra rilevanti effetti collaterali (meno
del 5% delle donne lamenta lievi
disturbi gastrointestinali). Sono
stati segnalati episodi di insufficienza epatica, comunque recenti
studi hanno escluso rischi di epatotossicità.
La Cimicifuga può essere usata
con sicurezza nelle donne con
precedente tumore alla mammella e non interferisce con
l’azione del tamoxifene. Infine
non modifica lo spessore dell’endometrio.
Conclusioni
Le piante medicinali sono indicate alle donne con sintomi lievi-medi della menopausa, ma
che non vogliono o non possono
seguire il classico trattamento ormonale.
Nonostante diversi dati promettenti, sono necessari ulteriori
studi per confermarli e per valutarne i possibili rischi. Ad oggi
possiamo affermare che le piante
medicinali sono un trattamento
alternativo per le donne in menopausa, senza gravi effetti collaterali.
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Benefici
La Cimicifuga Racemosa è utilizzata, in Europa da almeno 50
anni per la cura dei disturbi della menopausa, quali vampate,
sudorazioni, insonnia e stati depressivi, inoltre sembra aiutare a
prevenire l’osteoporosi. L’European Medicines Agengy (EMA) suggerisce l’uso di cimicifuga per il
sollievo delle vampate di calore e
le sudorazioni profuse a una dose
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Intestinale
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1 capsula al giorno preferibilmente
la sera prima di coricarsi
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Le tendinopatie
da sport
a cura di Alessandro Corsini
Medico Chirurgo, Specialista in Medicina dello Sport - Medico Sociale F.C. Internazionale Milano
Tale patologia è un enigma
L
a patologia dei tendini,
strutture che ancorano i
muscoli all’osso, specialmente quando in forma
cronica, resta un dilemma parzialmente insoluto nell’ambito della medicina,
spesso manifestato dagli atleti al
medico in modo tardivo rispetto
al reale inizio del fenomeno degenerativo strutturale.
Nel mondo del calcio rappresenta circa il 10% degli infortuni totali di una squadra professionistica nell’arco di una stagione e,
nonostante la relativamente alta
incidenza, i trattamenti, promos-
44 SALUTE E BENESSERE
si nel corso degli ultimi decenni,
sono stati spesso caratterizzati da
risultati limitati e basati su fondamenta scientifiche tutt’altro
che solide.
Fino agli anni 2000, infatti, si riteneva che alla base della patologia tendinea vi fosse un fenomeno infiammatorio dal quale
venne coniato il termine “Tendin-ite” spesso ancora diffuso.
Più recentemente, tuttavia, è stata dimostrata la quasi totale assenza di cellule infiammatorie e
ciò ha determinato il proliferare
di nuovi modelli patogenetici.
Il più accreditato identifica un’e-
voluzione a tre fasi:
- Tendinopatia reattiva con un risposta non infiammatoria ad un
sovraccarico
- Distruzione delle cellule e della
matrice con proliferazione di vasi
e nervi
-Tendinopatia degenerativa, caratterizzata da dolore cronico e
tessuto tendineo degenerato in
modo irreversibile.
Il perché il tendine inizi a soffrire rimane ancora una questione
aperta: alcuni autori avanzano
teorie vascolari, altri meccaniche, altri ancora hanno dimostrato un’influenza del sistema
nervoso periferico.
Storicamente il primo approccio
terapeutico è stata la somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o
steroidei; le recenti scoperte hanno però messo in luce come la
loro attività sia prevalentemente rivolta al controllo del dolore,
agendo, al contrario, in modo
negativo sulla riparazione tendinea e, pertanto, sulla guarigione
del quadro clinico. Il loro utilizzo
attualmente risulta dunque limitato, in particolare durante le fasi
di “carico” del tendine.
Affrontare un percorso riabilitativo tendineo è, pertanto, più complesso di quanto possa sembrare;
andrebbe anzitutto considerato il
distretto anatomico interessato:
mentre i tendini degli arti inferiori
sono strutturati per immagazzinare e rilasciare continuamente
energia elastica e vengono sottoposti maggiormente a forze di
trazione (ad esempio durante il
cammino o la corsa), quelli delle
estremità superiori devono principalmente svolgere funzione di
scorrimento e sono assoggettati a
meccanismi di frizione (ad esempio i tendini della spalla).
Secondariamente vanno analizzati lo stadio della patologia, il
grado di attività fisica, la presenza
di patologie concomitanti ed a tal
proposito recenti studi hanno evi-
Il perché il tendine
inizi a soffrire
rimane ancora una
questione aperta
denziato una correlazione tra patologie discale vertebrale e rotture
del tendine di Achille. Non vanno
trascurate eventuali terapie antibiotiche assunte ed il gruppo sanguigno del paziente: è noto, infatti,
come soggetti con gruppo 0 producano un tipo di collagene (tipo 3)
meno resistente e, pertanto, più
suscettibile a patologia.
E l’attività fisica? Studi recenti hanno dimostrato come pro-
grammi specifici e graduali di
contrazione muscolare eccentrica
possano avere un effetto analgesico e contrastare l’atrofia muscolare senza sovraccaricare l’unità
muscolo-tendinea. Le stesse modalità di allenamento sembrano
essere, peraltro, efficaci nella prevenzione primaria e secondaria
della patologia.
Tuttavia la somministrazione
di questi programm, determina
spesso fluttuazioni dell’intensità
del dolore, a cui il paziente va
psicologicamente preparato, affinché non si scoraggi, conscio
delle difficoltà di trattamento di
queste patologie. Eventualmente
ci si può adiuvare con alcune terapie fisiche come crioterapia, laseterapia, tecarterapia, ultrasuoni, anche se la ricerca a supporto
non garantisce evidenze scientifiche particolarmente solide.
Recentemente si è vista, infine
l’esplosione delle terapie infiltrative come i centrifugati piastrinici
(PRP), la scleroterapia e la proloterapia che risultano anch’esse in
fase di studio e gravate da costi
abbastanza elevati.
In conclusione, la patologia tendinea risulta essere un “enigma”,
spesso specifico di ogni singolo
atleta, di fronte al quale bisogna
essere bravi “prestigiatori, incastrando sapientemente il controllo del dolore, la modulazione
del carico di allenamento, la correzione dei fattori di rischio e le
strategie terapeutiche a propria
disposizione, favorendo un rapporto di collaborazione multidisciplinare con colleghi medici, fisioterapisti, preparatori atletici e
allenatori, evitando di incappare
nell’errore più comune: la standardizzazione del trattamento.
SALUTE E BENESSERE 45
La natura sa come aiutarci
a “rimettere in moto” l’intestino.
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Liberati dalla “morsa”
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e avete difficoltà a prendere sonno e il riposo
notturno fa a “pugni”
con il vostro cuscino non preoccupatevi. La ricerca scientifica ha individuato nella carenza di Melatonina, sostanza
ormonale prodotta di notte
da una ghiandola del cervello,
una delle cause alla base di
questo problema di cui soffre
circa un terzo della popolazione italiana.
La vita stressante e le preoccupazioni di tutti i giorni,
l’abuso di farmaci, la menopausa e per chi viaggia i continui cambi di fuso orario, sono
alcune delle ragioni o stili di
vita che sempre più frequentemente causano disordini nel
ritmo sonno/veglia.
L’assunzione di 1 mg di
Melatonina, meglio ancora se
potenziata con estratti vegetali specifici, contribuisce alla
riduzione del tempo richiesto
per prendere sonno e, quando
serve, ad alleviare gli effetti
del jet-lag: non a caso è stato
coniato un detto, “una bella
dormita e sorridi alla vita”.
vita”
Ludopatia
non solo
fenomeno sociale
a cura della Redazione
Dall’evoluzione di un’originale
ricetta nascono le nuove minicompresse Elisir Ambrosiano le
20 buone erbe, un vero toccasana per
combattere la stitichezza.
Elisir Ambrosiano le 20 buone erbe è anche in forma liquida, per chi ha problemi di deglutizione, in un pratico flaconcino “mini-formato” buono da bere dopo i
pasti che, oltre ad aiutare la regolarità
intestinale, favorisce la digestione.
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Si riducono in povertà famiglie intere
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dati della ludopatia sono
allarmanti nonostante si
cerchi di mettere in atto azioni
per arginarla.
La ludopatia non é solo un fenomeno sociale, ma una malattia,
che rende incapaci di resistere
all’impulso di giocare d’azzardo
o fare scommesse con gravi conseguenze personali e sociali, che
cominciano col trascurare la propria salute ed i propri cari sino
alla perdita di tutti i propri averi.
Nel cervello del giocatore si accende un interruttore, che porta
il ludopatico a sfidare continuamente la fortuna attraverso slot,
vit, gratta&vinci, poker, scommesse, bingo o altro, dopo aver
provato l’ebbrezza di una vincita,
SALUTE E BENESSERE 47
do alle stime Eurodap,
che ha condotto un sondaggio su 850 persone di
età dai 25 ai 65 anni. Ne è
emerso che il 20% tende a
giocare pesante, il 30% già
lo fa con una frequenza
patologica, mentre il restante 50% non gioca.
Quindi la metà esatta
degli italiani gioca.
Nel 2015 in Italia si contano
circa 790 mila malati dipendenti dal gioco, mentre un milione e
750mila é considerato a rischio
IN ITALIA
LA LUDOPATIA
Può essere
consideratA
un “disturbo
di salute pubblica”
anche piccola.
Per pochi euro si riducono in povertà famiglie intere.
In Italia, secondo dati recenti
C
M
Y
CM
MY
CY
(fonte Eurodap), ne soffre una
persona su due. È evidente come
possa essere considerato un “disturbo di salute pubblica”.
Molti Comuni si stanno attivando
per attuare una linea di intervento per la prevenzione delle ludopatie. Si tratta di elaborare strategie preventive di informazione e
sostegno, affinché i cittadini siano
in grado di conoscere, evitare e/o
contenere eventuali attività connesse al gioco d’azzardo.
I dati del gioco d’azzardo in Italia
Tra i maschi in genere il disturbo
inizia negli anni dell’adolescenza, mentre nelle donne tra i 20 ed
i 40 anni.
È una tendenza in crescita, stan-
48 SALUTE E BENESSERE
patologia. Si tratta per lo più di
disoccupati, casalinghe, pensionati e, purtroppo, tantissimi ragazzi e giovani, che, già dall’età
infantile, risultano contagiati
dalla dipendenza dal gioco.
Secondo una ricerca recente del
Codacons il 50% dei disoccupati italiani presenta forme più o
meno gravi di ludopatia, col 17%
dei pensionati colpiti, il 25% delle casalinghe ed il 17% dei giovanissimi. I ragazzi tra i 15 ed
i 18 anni aumentano con una
media del 13% all’anno, mentre
sono 400mila i bambini tra i 7 ed
i 9 anni, che risultano contagiati
dalla dipendenza dal gioco.
Opere dedicate alla ludopatia di
Vincenzo Morlotti
CMY
K
Fanghi termali
l’alleato per la bellezza
e la salute del corpo
a cura di LUCA MAZELLI
Medico chirurgo - Medico estetico
Un trattamento che rivitalizza e tonifica la pelle
L
e proprietà del Fango Termale delle
Terme di Boario sono conosciute fin
dall’antichità come terapia nella cura
dei disturbi che colpiscono ossa ed
articolazioni, reumatismi, nevralgie
e osteoporosi, ma, più recentemente,
anche l’estetica ha scoperto il fango termale
come efficace trattamento di bellezza naturale
per la pelle.
Oltre ad essere piacevolmente rilassante,
il trattamento estetico con fango termale è
ideale nella lotta contro la cellulite e consente
di rivitalizzare e tonificare la pelle. Il fango
può essere applicato su tutto il corpo ed è un
rimedio indispensabile nel trattamento di ogni
inestetismo della pelle.
Il fango termale è ottenuto da materiale argilloso
di finissima granulometria, che, a contatto per un
lungo periodo con l’acqua termale Antica Fonte
delle Terme di Boario, si arricchisce dei principi
attivi in essa contenuti. Grazie alla componente
termale il fango apporta oligoelementi, sali
minerali e vitamine indispensabili per i processi
biologici cutanei.
Le maschere di Fango Termale, riscaldate a
bagnomaria, vengono distribuite in modo
abbondante, ma uniforme, sulla pelle e avvolte
con un telo di plastica per mantenere il fango
morbido ed idratato per tutto il tempo di posa (1520 minuti). Dopo la rimozione della maschera
la pelle appare morbida e levigata. Può essere
applicato sul viso per risvegliare il colorito,
eliminare l’eccesso di sebo e mettere al tappeto i
brufoli ed i punti neri. Grazie al calore del fango
i pori si aprono e la pelle diventa più ricettiva
ai suoi principi attivi. I suoi effetti depurativi
e leviganti della cute sono particolarmente
evidenti nella cura dei difetti estetici tipici delle
pelli grasse.
Imbattibile per levigare la pelle e ridarle
morbidezza, se applicato da esperti professionisti
e con costanza, è un valido aiuto contro la cellulite,
perché tonifica i muscoli, rivitalizza la pelle e
favorisce l’eliminazione delle tossine. Grazie alle
proprietà intrinseche del composto ed all’elevato
contenuto di minerali ed oligoelementi riduce i
ristagni di liquidi ed elimina quelli in eccesso,
agendo più efficacemente di altri trattamenti
contro gonfiori e cuscinetti adiposi tipici delle
zone cellulitiche. Infine l’effetto drenante e di
stimolo alla circolazione riduce le masse adipose.
La cute sottoposta al trattamento apparirà
decongestionata e tonica, i tessuti risulteranno
più levigati e l’effetto “a buccia d’arancia” sarà
ridotto.
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50 SALUTE E BENESSERE
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La salute
una questione
di equilibrio
a cura di ANTONIO MARINELLI
Farmacista
I
Scopriamo l’importanza dell’equilibrio acido-base nell’organismo
l corpo umano è una macchina molto sofisticata, che
vive in un delicato equilibrio
dinamico
costantemente
sottoposto a stimoli e spinte contrastanti. L’equilibrio
acido base è uno dei più importanti.Le reazioni biochimiche
possono prodursi solo se il pH rientra in un ambito molto limitato, al di fuori del quale la vita
rischia di essere paralizzata. La
sensibilità del corpo alle variazioni del pH richiede un sistema
di regolazione molto efficace, i
sistemi tampone che mantengono il pH in una situazione di
equilibrio favorevole all’attività
52 SALUTE E BENESSERE
degli enzimi. Il metabolismo produce naturalmente degli acidi, sostanzialmente un derivato della degradazione delle proteine.
Polmoni, reni ed intestino sono in grado, con meccanismi diversi,
di eliminare le sostanze acide riportando l’organismo in equilibrio.
Se la quantità di acidi prodotta dal metabolismo od introdotta con
l’alimentazione è troppo grande e gli organi non sono in grado di
smaltirla, si produce il fenomeno dell’accumulo. Le scorie acide in
eccesso vengono riversate nel sistema linfatico ed accumulate nella
matrice extracellulare, provocando, a lungo termine, dei danni.
L’equilibrio acido-base ha anche un’importante componente circadiana, ovvero cambia a seconda dell’ora del giorno. Nella fase
diurna il metabolismo è di tipo “distruttivo” e si producono grosse
quantità di acidi, mentre nella fase notturna il metabolismo entra
nella fase “riparativa”, durante la quale entrano in azione i sistemi
tampone, che neutralizzano gli acidi in eccesso.
è importante mantenere il sistema acido-base in equilibrio per mantenere l’organismo in salute.
Quando la quota di acidi non riesce più ed essere compensata dai
sistemi tampone si possono manifestare diversi disturbi e vere e
proprie malattie.
Innanzitutto l’eccesso di acidi nel
tessuto connettivo, che, di solito,
è accompagnato da accumulo di
altre scorie, riduce le funzioni di
trasporto ormonale e la capacità
del sistema immunitario di reagire. Inoltre si degradano le fibre
di collagene, aumenta il rischio
di cellulite e si può favorire l’insorgenza di manifestazioni dolorose. Il ricorso continuo ai sistemi
tampone può indebolire le ossa,
che sono la maggior “miniera”
di queste sostanze, predisponendo, quindi, alla osteopenia e, nei
casi più gravi, all’osteoporosi.
Recenti scoperte hanno anche
evidenziato che le cellule tumorali si sviluppano con maggiore facilità e vigore in ambiente
acido, tanto che in molte patologie oncologiche viene consigliata una dieta basificante.
Cosa possiamo fare per favorire l’equilbrio acido-base?
Alimentazione, attività fisica, respirazione e gestione dello stress
cronico: in poche parole basta
curare lo stile di vita. Quando
l’accumulo di acidi supera certi
limiti, è anche possibile utilizzare integratori e nutraceutici
specifici in grado di facilitare il
ripristino dell’equilibrio ed anche di salvaguardare i tampo-
Tutti gli alimenti
con una forte
componente
proteica
sono acidificanti
ni endogeni, proteggendo, ad
esempio, la densità delle ossa.
Gli alimenti vegetali in generale
sono basificanti, mentre quelli
di origine animale sono acidificanti. La dieta mediterranea
vera, impostata sul ritmo circadiano degli ormoni e ricca di
frutta e verdura (almeno cinque
porzioni al giorno), è in grado di
fornire un adeguato apporto di
sostanze basificanti.
Bisogna prestare attenzione al
fatto che anche la frutta con un
Glossario
PH Il pH è l’unità di misura del grado di acidità.
PRAL dei cibi Indica l’effetto acidificante o basificante di un alimento. Il pral negativo è
basificante, quello positivo acidificante.
Opposite PRAL Misura la capacità dell’organismo di contrastare gli elementi acidi apportati dal cibo. Si può misurare in farmacia tramite l’esame BIA ACC.
sapore “acido”, come, ad esempio, i limoni, in realtà apporta,
comunque, sostanze basiche,
mentre tutti gli alimenti con
una forte componente proteica
(ad esempio il sano e nutriente
pesce) sono, comunque, acidificanti.
Pertanto i vegetali freschi devono riempire i nostri piatti fin
dalla colazione!
Lo stress provoca il rilascio di
ormoni “acidificanti”, per cui
va combattuto con i metodi più
diversi e più graditi a ciascuno
(meditazione, yoga, giardinaggio, ...).
Gli esercizi di respirazione diaframmatica (lenta e profonda)
aiutano a ricondizionare il “respiro corto” e, quindi, ad eliminare l’acidosi volatile: bastano
pochi minuti al giorno per recuperare una respirazione corretta.L’attività fisica regolare
e non troppo intensa aiuta, fra
l’altro, a mantenere l’equilibrio
acido-base. Per finire, in farmacia è possibile misurare l’OPRAL
dell’organismo, ovvero la capacità di neutralizzare gli acidi introdotti con l’alimentazione. Nel
caso questo valore fosse insufficiente, si può ricorrere anche ad
integratori, che aumentano le
scorte di minerali tampone.
SALUTE E BENESSERE 53
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Patologie ortopediche
della terza età
a cura di Tommaso Revera
Giornalista
Il trattamento dell’artrosi
Abbiamo chiesto al dott. Giovanni
Bonaspetti,
Responsabile
dell’U.O. di Ortopedia e Traumatologia sez. II dell’Istituto Clinico
S. Anna, nonché Leader Faculty Ginocchio per la Società Italiana di Artroscopia (SIA), quali sono le problematiche più frequenti negli anziani e
come si curano.
D
a un paio d’anni all’Istituto Clinico S. Anna è
attivo un reparto di Ortogeriatria, che si occupa a 360° delle patologie
dell’anziano.
L’invecchiamento è un processo
che induce molteplici modificazioni morfo-strutturali e funzionali a carico dei diversi organi,
sistemi ed apparati. Non è un
caso, quindi, se la terza età viene
comunemente considerata come
il periodo degli acciacchi e della
malattie.
Dott. Bonaspetti, quali sono i
punti di forza del reparto di cui
è Responsabile?
L’Unità Operativa, di cui sono
responsabile, si dedica sia all’aspetto ortopedico, sia all’aspetto
traumatologico; per quest’ultimo trattiamo a 360° la patologia
dell’anziano, che include fratture,
usure delle articolazioni e traumi.
Proprio per far fronte a questa esigenza e per rispondere al meglio
alle richieste degli anziani, circa
due anni fa abbiamo inaugurato un reparto ad hoc di Ortogeriatria, dove i pazienti, una volta ricoverati e operati entro le 48
ore vengono trasferiti per ricevere
l’assistenza del caso.
Ma non è tutto, sbaglio?
Siamo specializzati nella cura della patologia più importante che
interessa l’anziano, ossia l’artrosi,
una patologia di origine meccanica, che esiste in forma iniziale, ma
anche terminale. E poi c’è l’ampio
capitolo dedicato alla chirurgia,
da quella protesica sino a quella
robotica, un ambito in cui siamo
certamente specializzati.
Come curate l’artrosi?
La risoluzione dell’artrosi non è
sempre chirurgica: esistono terapie specifiche molto efficaci, che
allontanano o quanto meno scongiurano l’intervento chirurgico. In
ogni caso è fondamentale per il
medico interpretare correttamente il dolore. Ci sono forme atrofiche moderate, tranquillamente
gestibili con riabilitazione, cicli
infiltrativi e/o correttivi senza arrivare al trattamento chirurgico,
che rappresenta l’ultima spiaggia
SALUTE E BENESSERE 55
per chi non cammina più.
L’artrosi è una patologia che si
manifesta ad una certa età o è
soggettiva e varia di caso in caso?
L’origine più accreditata dell’artrosi è meccanica: ciò vuol dire
che, se utilizzo un’articolazione
per tantissimi anni (come avviene
per la gomma di un’automobile),
tendo ad usurarla. Artrosi significa degenerazione della cartilagine articolare. Tutti gli anziani ne
soffrono, chi più chi meno, ma, se
un soggetto ha un difetto dell’asse (come, ad esempio, le gambe
storte), della rotazione o traumi,
l’artrosi può esordire anche in età
giovanile, dai 30 anni in su.
Artrosi da non confondere
con artrite?
Proprio così. L’artrite è una patologia, che distrugge le articolazioni,
da non confondere con l’artrosi.
è di origine infiammatoria e non
meccanica.
Ci descriva la sintomatologia
dell’artrosi.
Principalmente si avverte dolore
ed, essendo un dolore meccanico, si
manifesta, se sollecitiamo l’articolazione interessata, scomparendo
a riposo. è facile da individuare:
se cammino, mi fa male, se resto a
letto, non percepisco alcun fastidio.
Anche in ambito di chirurgia la
sua Unità Operativa è in prima
linea. Non è così?
Eseguiamo diversi tipi di chirurgia: da quella convenzionale alla
PSI (Patient Specific Instruments)
- grazie a cui personalizziamo, di
volta in volta, le maschere delle protesi da applicare su misura
del paziente - da quella protesica di precisione per spalla, anca
e ginocchio - grazie a cui in soli
due giorni operiamo e rimettiamo
in piedi i pazienti - sino alla chi-
56 SALUTE E BENESSERE
rurgia robotica, che sta entrando
prepotentemente nella chirurgia
ortopedica, dopo essere stata sperimentata con successo in ambito
di chirurgia generale.
Quali sono i vantaggi prodotti
dalla chirurgia robotica assistita e quali, invece, quelli conseguibili dalla chirurgia protesica
di precisione?
La chirurgia robotica o computer
assistita non si prefigge di insegnare al chirurgo come applicare
una protesi, ma è straordinariamente utile per farla inserire nel
miglior modo possibile, al fine
di rispettare i vettori di forza e i
carichi soggettivi scongiurando
l’usura. La chirurgia protesica di
precisione, invece, è paragonabile
ad un cardine da inserire in una
porta. Tutti sono in grado di fare
L’origine più
accreditata
dell’artrosi
è meccanica
Il dott. Giovanni Bonaspetti
questa operazione, però ci sono
porte che si aprono e si chiudono
per 300 anni e porte che, invece,
anche dopo 3 mesi richiedono
una revisione/manutenzione. La
protesica è più o meno la stessa
cosa: una protesi d’anca, se posizionata correttamente, dura in
media 25/30 anni, una di ginocchio 15/20 anni, e così via...”.
Ultimamente si sente spesso parlare di protesi parziali. Di cosa si
tratta?
Negli ultimi anni, alla luce degli
accessi sempre meno invasivi,
delle ridotte perdite di sangue,
dei tempi di recupero sempre
più rapidi ed in virtù del miglioramento dei materiali, del loro
accoppiamento, del loro ridotto
ingombro e del sempre più basso indice di attrito, si è sentita
l’esigenza di effettuare protesi
parziali: un conto, infatti, è fare
una protesi totale, diverso, invece, è riuscire ad effettuare un
trattamento protesico solo della
porzione malata. Tecnicamente
si tratta di interventi più difficili,
ma in molti casi sono quelli più
indicati, perché il paziente non
modifica minimamente la meccanica articolare, la cosiddetta
biomeccanica. Un buon chirurgo
ortopedico deve sapere offrire un
“menù a la carte” e valutare caso
per caso per intervenire come si
deve. Una volta esisteva la figura
dell’ortopedico e del traumatologo, oggi, invece, è più corretto
parlare di chirurgo d’organo, colui che offre il trattamento che
serve e non quello che sa fare.
Uno specialista, per intenderci, che sappia trattare una certa
articolazione dall’inizio (trattamento meno invasivo) alla fine
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INIZIATIVE FARMACIAINSIEME
La locandina dell’iniziativa
60 INIZIATIVE
2
La farmacia agli
occhi dei bambini
Rinnovata la simpatica tradizione della “Letterina di Natale”
Come vedono i bambini la farmacia, di cui
hanno sempre e solo sentito parlare dai
genitori?
È questa la domanda che CEF si è posta,
rinnovando anche quest’anno una simpatica iniziativa, che ha coinvolto direttamente questi piccoli amici. L’iniziativa,
promossa come “Letterina di Natale”,
ha avuto il supporto delle farmacie del
network FarmaciaINsieme. Sono stati, infatti, gli stessi farmacisti a farla conoscere
ai loro clienti,genitori e nonni invitandoli
a coinvolgere i loro figli e nipoti ad immaginare Babbo Natale in farmacia e a
disegnarlo.
Ne sono scaturiti, quindi, tanti disegni,
spontanei ed anche, in certi casi spiritosi,
che, secondo la fantasia dei piccoli artisti
hanno confermato che la farmacia sul territorio rappresenta un presidio insostituibile per la salute. Ed altrettanto che quegli
uomini e donne in camice bianco sono
degli “amici” che si preoccupano per te.
Raccolte tutte le letterine, si è proceduto
all’estrazione dei vincitori, in ogni farmacia che ha proposto l’evento.
I migliori disegni hanno avuto il privilegio di apparire su questo numero di ProfiloSalute, che con piacere li ha ospitati,
ringraziando quanti si sono adoperati
perché l’operazione avesse successo.
I premi sono stati assegnati in base alla
fascia d’età del bambino e consistevano
in giochi di tipo educazionale. E per tutti
quanti le caramelle vitaminiche Orsovit,
gustose ed efficaci.
disegno 3
FRANCESCA BONANNI, 8 anni
di LICCIANA NARDI (MS)
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disegno 4
MATTEO CATTIVELLI, 10 anni
di CASTELVETRO PIACENTINO (PC)
Farmacia VILLANOVA SNC DOTT.SSA MARTINA MORANDI & C.
4
DI VILLANOVA SULL’ARDA (PC)
INIZIATIVE 61
Attenzione al
colesterolo
a cura della Redazione
Principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari
Della funzione e dei possibili rischi
parliamo con la dott.ssa Maddalena Lettino, Responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia dell’Istituto Humanitas di Rozzano.
importanti ormoni e da un suo
derivato deriva pure la vitamina
D. Importante, quindi, per vivere,
ma attenzione, perché può anche
diventare pericoloso, se la quan-
medici lo ripetono spesso,
sin quasi alla noia, ed anche
noi ci teniamo a riprendere
un argomento, cui, forse,
non tutti danno la dovuta
importanza: il colesterolo! Non va certo demonizzato,
in quanto serve come mattone
delle pareti delle cellule. Il colesterolo è necessario per produrre
Il colesterolo
è necessario
per produrre
importanti ormoni
I
62 SALUTE E BENESSERE
tità eccede.
A sottolinearlo è la dott.ssa Maddalena Lettino, Responsabile
dell’Unità operativa di Cardiologia clinica all’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano), che
ci ricorda che il colesterolo elevato è il principale fattore di rischio
per le malattie cardiovascolari,
quali infarto ed ictus, prime cause
di morte in tutto il mondo. Attenzione massima, quindi, perché il
colesterolo alto è anche subdolo,
in quanto non dà sintomi particolari, ma ha come conseguenza
diretta la formazione delle fami-
gerate placche, che ostruiscono le
arterie. “Consiglio sempre - sottolinea la dott.ssa Lettino - di
sorvegliarlo. Basta un semplice
prelievo, possibile anche nella
farmacia sotto casa. Il valore totale deve essere inferiore a 200 (si
tratta dei milligrammi per ogni
decilitro di sangue); l’LDL (quello
cattivo perché sporca le pareti arteriose) dovrebbe essere inferiore
a 100 mg/dl, mentre l’HDL (quello buono perché rimuove il colesterolo dalle arterie e lo riporta a
quello che può essere considerato
La dott.ssa Maddalena Lettino
l’LDL (IL COLESTEROLO
cattivo perché sporca
le pareti arteriose)
dovrebbe essere
inferiore a 100 mg/dl
un autentico laboratorio, cioè
il fegato) deve essere alto
(superiore a 40, ancor
meglio se supera i 60)”.
Questi valori vanno
raggiunti soprattutto in coloro
che hanno un
profilo di rischio
cardiovascolare
aumentato per
la presenza di altri
fattori come l’ipertensione arteriosa, il diabete o la familiarità per malattia coronarica.
Ma i farmaci quando debbono
entrare in azione? “Solo quando
lo stile di vita e la dieta si dimostrano insufficienti a far rispettare i livelli appena citati – aggiunge la dott.ssa Lettino – Si tratta
delle statine, che abbassano il
colesterolo del 20-55%. Ed è stato proprio grazie ad esse che si è
riusciti a ridurre drasticamente la
mortalità per eventi cardiovascolari. Il colesterolo alto può essere
un “problema di famiglia” ed in
quel caso raggiungere livelli veramente molto elevati in alcuni
membri della stessa, con conseguente esposizione di questi
soggetti ad un rischio rilevante di complicanze cardiovascolari già dall’età
giovanile. Al primo
sospetto,
pertanto, che ci si trovi
di fronte ad un
caso di ipercolesterolemia familiare il colesterolo
andrebbe controllato in tutti i componenti della
famiglia e trattato in modo intensivo con le statine a più alta
efficacia. L’aderenza alla terapia
è tanto più importante quanto
più alto è sia il livello di partenza
del colesterolo che il profilo di rischio cardiovascolare di ogni singolo soggetto”.
SALUTE E BENESSERE 63
NO
À
T
VI
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Azione probiotica potenziata
Salute, Bellezza
Buonumore
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gastroprotetti"* vivi e vitali
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Ciascuno dei fermenti lattici di Proflora, è total-
a cura di Barbara Aghina
mente protetto dall’aggressione dei succhi digeBiologa e Nutraceuticals and Medical Devices Manager Guna
stivi, con una capacità quintuplicata* di
colonizzazione dei segmenti intestinali. Proflora
Hai mai pensato all’intestino? Salute e benessere dell’intero organismo passano da lì
riequilibra efficacemente* la microflora
intestinale, in caso di diarrea, terapie antibioti-
Prima parte
che e di stress psico-fisico.
Proflora è attestato privo di allergeni secondo la Dir 2007/68/CE D.L. n. 178/2007; in particolare è garantita l'assenza
dei seguenti ingredienti e dei rispettivi derivati: i cereali contenenti glutine, crostacei, latte, soia, uova, arachidi, pesce,
frutta a guscio, sedano, senape, semi di sesamo, lupini, molluschi, anidride solforosa e solfiti in concentrazioni superiori a
10 mg/Kg o 10 ml/L espressi come SO2.
* Per i ceppi microincapsulati "si dimostra che l'attività colonizzante di 1 mld/ UFC di ceppi probiotici microincapsulati
gastroprotetti è pari a quella di 5 mld/ UFC di ceppi non microincapsulati" *Del Piano M. et Al. - Evaluation of the intestinal
colonization by microencapsulated probiotic bacteria in comparision with same uncoated strains - J.Clin. Gastroenterol.
2010 Sept; Volume 44 Suppl 1:S42-S46. Studio condotto in doppio cieco.
AZIENDA CON SISTEMA
DI GESTIONE QUALITÀ
UNI EN ISO 9001:2008
CERTIFICATO DA CERTIQUALITY
Q
uante volte abbiamo
sentito: “Quella donna è
bella fuori e ancora di più
dentro”.
è proprio così, la bellezza origina dentro di
noi. Ed anche il buonumore. E la
salute.
Dentro di noi. Ma dove precisamente? La moderna Medicina
l’ha finalmente scoperto; chi l’avrebbe detto: nell’intestino.
Salute e benessere dell’intero
organismo passano anche, e so-
prattutto, dalla salute dell’intestino. Per anni l’abbiamo chiamato
con sufficienza tubo digerente, il
luogo di transito del cibo, certamente capace di funzioni importanti come la digestione, ma tutto si limitava a questo.
Eppure… eppure con i suoi 400
mq circa di superficie l’intestino
rappresenta la più estesa area di
contatto con il mondo esterno del
nostro corpo: svolge una funzione di filtro specializzato, in grado
di garantire l’assorbimento dei
nutrienti ed è una straordinaria
barriera selettiva capace di difen-
derci dall’attacco di patogeni di
ogni natura.
Ma questa è solo una piccola
parte di ciò che questo meraviglioso organo è in grado di fare:
l’intestino è, in realtà, l’organo
centrale di controllo dell’equilibrio fisiologico dell’intero organi-
l’intestino rappresenta
la più estesa area di
contatto con L’esterno
del nostro corpo
SALUTE E BENESSERE 65
smo. Produce ormoni capaci, per
esempio, di controllare il senso
di fame (la grelina) o neuropeptidi (come la serotonina che, addirittura per il 90%, è prodotta a
questo livello), che contribuiscono al controllo dei livelli d’ansia,
svolgendo un ruolo fondamentale nei meccanismi, che, se alterati, possono condurre a sindromi
ansioso-depressive. Non è, forse,
vero che è nella “pancia” che ci
si accorge di essere innamorati e
non sono, forse, le decisioni prese di “pancia” quelle più dirette
e spesso… le migliori? Oggi gli
scienziati definiscono il tratto gastro-intestinale un microcosmo
P.N.E.I.(Psico-Neuro-Endocrino-Immunologico) con un ruolo
cruciale nell’insorgenza di malattie tanto a livello del Sistema
digerente (si pensi alle malattie
infiammatorie come il morbo di
Crohn, la rettocolite ulcerosa, la
celiachia o la gluten sensitivy, o a
sindromi come il colon irritabile)
quanto a livello sistemico: tutti i
sistemi e gli organi sono in relazione con l’intestino e tantissime
malattie extra-intestinali sono ad
esso correlate (disturbi dello spettro autistico, ansia e depressione,
malattia di Alzheimer, diabete di
tipo II, psoriasi, acne, sovrappeso, infezioni da candida, ecc.).
E, come se non bastasse, abbiamo da qualche anno scoperto
che l’intestino pullula di un’incredibile vita: oltre 10.000 specie
diverse di batteri (nel loro insieme definiti microbiota) vivono
dentro di noi e con noi. Nel loro
insieme pesano 2,5 Kg ed hanno
eletto l’intestino a loro dimora
preferita: 1,3 Kg vivono qui e qui
hanno stabilito delle relazioni
fondamentali con le cellule del-
66 SALUTE E BENESSERE
la mucosa intestinale. Lavorano
per noi producendo vitamine e
partecipando ai processi digestivi, ma prendono parte anche ai
meccanismi di difesa immunitaria ed addirittura sono in grado
di influenzare l’espressione di
geni, che controllano e regolano
la funzione del Sistema Nervoso,
fino ad arrivare a condizionare il
nostro comportamento.
Insomma l’intestino ed i suoi batteri contribuiscono – e non poco –
alla nostra felicità o quantomeno
al nostro buonumore.
Eppure… eppure, come tutte le
cose preziose anche l’intestino ha
una sua intrinseca delicatezza e,
così prezioso e fondamentale per
la salute dell’intero organismo,
paradossalmente è attaccato
continuamente da “insulti”, che
NELL’intestino
VIVONO oltre
10.000 specie
diverse di batteri
ne alterano funzione e struttura:
stress psichici, cibo non biologico, zucchero, grassi, sale, farmaci
di sintesi come antinfiammatori non-steroidei ed antibiotici lo
infiammano e ne deteriorano la
delicata mucosa, innescando, in
maniera spesso silente, i processi
che conducono alla condizione
patologica, all’invecchiamento e,
più in generale, ad uno status di
malessere generale.
Date queste premesse è facile
comprendere come agire sull’intestino equivalga ad una strategia di intervento per un approccio globale alla salute volto a:
• prevenire l’innesco di condizioni patologiche (strumento di prevenzione primaria)
• sostenere l’equilibrio fisiologico
(strumento di wellness)
• contrastare i processi di invecchiamento (strumento anti-ageing)
• intervenire sulle condizioni patologiche in essere (strumento di
cura)
Oggi tutto questo è possibile ed è
più facile di quanto si possa immaginare grazie alla Regola delle 3R, ma di questo parleremo nel
prossimo numero.
Smettere
di fumare missione
impossibile!
a cura di Alessandra Borgo
Biologa-Nutrizionista Consulente della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Milano
U
Come superare le tentazioni della “bionda” più amata dagli italiani
na delle promesse più
ricorrenti tra i fumatori è rinunciare a quella che ormai sembra
essere diventata la
“bionda” più amata
dagli italiani.
Della sigaretta sono ben noti gli
effetti negativi: inalarne il fumo
significa esporsi alla presenza di
oltre 60 diverse sostanze cancerogene, e questo ne fa una tra
le principali cause di morte al
mondo.
A livello respiratorio provoca
tosse, infiammazione alla gola,
bronchite cronica, enfisemi ed
anche il tumore al polmone,
68 SALUTE E BENESSERE
di cui rappresenta il primo fattore di rischio. Però, oltre che a
livello respiratorio, il tabacco
agisce anche a carico del sistema cardiovascolare (aumenta
la pressione sanguigna ed il rischio di problemi circolatori),
del sistema riproduttivo, della
pelle (ne accelera l’invecchia-
IL FUMO è una tra
le principali cause
di morte al mondo
mento), dell’osso (ne influenza
la riduzione e così il rischio di
osteoporosi) e potenzialmente
è implicato nella sarcopenia, la
perdita di tono muscolare.
Tuttavia, una volta che si inizia,
non è così facile smettere: infatti
anche chi decide di rinunciarvi,
spesso desiste per la paura di
ingrassare. In effetti circa l’80%
degli ex-fumatori tende a mettere su qualche chilo il primo
anno, anche se, poi, il peso si ristabilizza e torna ad essere quello di prima.
Ma perché ingrassare è così facile? La nicotina della sigaretta
ha un effetto anoressizzante,
toglie la fame ed in contemporanea aumenta il dispendio
energetico, senza contare che,
una volta smesso di fumare, si
inizia ad assaporare di più ciò
che si mangia, in quanto gusto
ed olfatto migliorano e questo fa “riscoprire” il piacere del
cibo. Infine l’atto di fumare è un
gesto compulsivo che gli ex-fumatori tendono a sostituire con
un altro: la sigaretta portata
alla bocca viene rimpiazzata da
alimenti, che, purtroppo, però,
non sono sempre così “salutari”, come caramelle, patatine,
merendine… In pratica: zucchero, grassi e sale!
Per poter rimanere al nostro
peso forma anche dopo questa
rinuncia, basterebbe scegliere
con più attenzione ciò che si
mangia.
Via libera alla verdura da pinzimonio, ricchissima in antiossidanti che contrastano l’azione
dei radicali liberi responsabili
dei processi di invecchiamento
e di degenerazione cellulare. In
particolare, scegliamo quella
che contiene carotenoidi, precursori della vitamina A, come
carote, zucca e spinaci.
Quando si ha più fame, si può
ricorrere alla frutta secca al naturale (non tostata né salata)
come noci, mandorle, pistacchi
e nocciole. Hanno un elevato
contenuto di acidi grassi polinsaturi, quelli buoni per il nostro
cuore, e le noci ne sono davvero
ricchissime. Le mandorle contengono, inoltre, calcio, importante per la salute delle nostre
ossa, vitamina E, un elisir di
bellezza per la pelle e magnesio,
che ci aiuta anche con l’umore,
quando, per esempio, vorrem-
mo abbandonare il proposito
fatto! Ma attenzione, tutta la
frutta secca è piuttosto calorica,
quindi meglio mangiarne solo
una manciata: il segreto, per
sentirsi sazi, è masticare piano,
bene ed a lungo.
Ma se la fame proprio non vi
abbandona, allora si può tranquillamente sorseggiare del
thè o delle tisane, che aiutano
l’organismo a depurarsi dalle
tossine, e l’intestino (dopo aver
smesso di fumare un po’ si impigrisce) a riprendere la sua
normale attività. Sempre per
regolarizzare l’intestino, si dovrebbero consumare alimenti,
che contengono fibre come cereali integrali, frutta e verdura,
ma anche probiotici, come lo
yogurt bianco al naturale, che
potrà essere arricchito con frutta
fresca, secca e disidratata, semi
oleaginosi o anche golose scagliette di cioccolato fondente,
ricco di polifenoli ad azione anti-age. Ma il cioccolato va bene
solo se la percentuale di cacao
Via libera alla
verdura da pinzimoni,
ricchissima in
antiossidanti
è superiore all’80%, altrimenti
meglio di no, vorrebbe dire un
surplus di zucchero che fa male
alla nostra linea.
Infine, il modo migliore per stimolare il metabolismo lento è
quello di fare attività fisica in
maniera costante, tutti i giorni.
Anche una semplice passeggia-
Nuove norme anti-fumo
Sono entrate in vigore il 2 febbraio
nuove limitazioni per il fumo.
Il comune buon senso sarebbe dovuto bastare, ma, purtroppo, così non
è, per cui si è dovuto intervenire per
legge. Il decalogo:
1 - Stretta sulla vendita ai minori,
pena la chiusura della tabaccheria
sino a 15 giorni.
2 - Nuovi pacchetti con scritte ed
immagini shock su oltre la metà
della confezione. Un Numero Verde
(800.554.08 ) per disintossicarsi
3 - Vietato fumare all’aperto nei
pressi di Scuole, Università e Ospedali
4 - Vietato fumare in auto se a bordo
ci sono minori o donne in gravidanza
5 - Vietato l’inserimento nei tabacchi
di additivi quali vitamine, caffeina,
taurina
6 - Per le sigarette elettroniche obbligatorio l’elenco degli ingredienti, i
dati tossicologici e la descrizione del
processo di produzione
7 - Regolamentata la pubblicità in alcune fasce sensibili: 16-19 e nei programmi per bambini
8 - Vietata la vendita dei pacchetti da
dieci sigarette, di tabacco da masticare e del cosiddetto snus, il tabacco da
tenere in bocca
9 - Vietate le confezioni al di sotto
dei 30 grammi di tabacco sciolto
10 - Vietato gettare i mozziconi per
terra
ta di mezz’ora all’aria aperta è
un toccasana per la nostra salute: aiuta a bruciare calorie,
potenzia il tono muscolare e
rafforza le ossa, soprattutto perché la luce solare permette di attivare la vitamina D, che aiuta
l’assorbimento del calcio ed ha
un’azione antitumorale.
SALUTE E BENESSERE 69
La combinazione tra
beneficio e assenza
di evidente tossicità
ne ha favorito
la diffusione
nella pratica clinica
I FUNGHI
medicinali
a cura di Roberto Scalvini
Farmacista
Scopriamo il valore terapeutico di alcuni di essi
N
ell’immaginario comune, i funghi sono prodotti vegetali, che, se
commestibili, apportano sostanze nutritive e
ben si prestano allo sviluppo di piatti gustosi. Non tutti,
forse, però, sanno che i funghi
sono studiati scientificamente già
da inizio Ottocento, quando Elias
Magnus Fries, botanico svedese,
comincia a descriverli e classificarli e dà vita a quella che oggi è
definita micologia moderna. Per
capire il potenziale che può derivare dallo studio dei funghi, basti
pensare che il primo antibiotico,
70 SALUTE E BENESSERE
la penicillina, è stato estratto da
un fungo e, anche se la sua scoperta è stata pressoché fortuita,
ha permesso la sopravvivenza
di migliaia di persone durante
il secondo conflitto mondiale. Il
concetto di “fungo medicinale”
affonda le sue radici nell’Estremo
il mondo scientifico
vede nello studio
dei funghi
un’enorme risorsa
Oriente, dove, da millenni, i funghi sono considerati “medicina”,
oltre che cibo. La micoterapia
(curarsi con i funghi) è una disciplina praticata, da sempre, in
molti Paesi orientali come Cina,
Korea, Giappone e Russia, ma
anche in alcune zone dell’America meridionale (dove i funghi venivano anche utilizzati durante i
riti spirituali). Essa si basa sull’esperienza, tramandata di generazione in generazione. Da qualche
anno, grazie al valore terapeutico intrinseco di alcuni di essi, il
mondo scientifico vede nello studio dei funghi un’enorme risorsa. I funghi medicinali possono
essere consumati interi, aggiunti alle pietanze, essiccati o sotto
forma di estratti concentrati, in
capsule o compresse. La combinazione tra beneficio e assenza di
evidente tossicità ne ha favorito
la diffusione nella pratica clinica come integratori nutrizionali.
Essi contengono una vastissima
serie di composti bioattivi e, in linea generale, possono essere considerati “adattogeni”: aumentano la nostra capacità di reagire
allo stress. Altre proprietà terapeutiche tipiche dei funghi sono
quella immunostimolante, antitumorale e anti-aging. Uno dei
funghi medicinali più rappresentativi e studiati è, senza dubbio, il
Ganoderma Lucidum, detto anche
Reishi. Si tratta di un fungo, che
cresce nelle zone costiere di Cina
e Giappone, dove il clima è umido. Le molecole bioattive, che esso
contiene, sono: polisaccaridi, terpeni, glicoproteine, aminoacidi,
vitamine, steroli, enzimi e minerali, tra cui selenio e germanio. La
sinergia tra questi elementi genera un effetto positivo sul sistema
immunitario, dovuto all’aumento
del numero di globuli bianchi, che
si traduce in un’azione contro virus e batteri. Studi recenti hanno
dimostrato un’attività contro l’enzima utilizzato dal virus dell’HIV
per replicarsi, la trascrittasi inversa. Il Reishi attenua lo stress, che
esso sia mentale, fisico o metabolico (stress ossidativo). Per effetto
della presenza di terpeni, esso è
un blando antinfiammatorio e
antistaminico. Grazie al contenuto di germanio, invece, sarebbe
in grado di regolare la pressione
arteriosa mediante un aumento
dell’ossigenazione dei tessuti. È
stata dimostrata un’efficacia antitumorale, sia come prevenzione
generale, sia verso tumori specifici come il carcinoma prostatico
e mammario. Ciascun fungo medicinale presenta peculiarità, che
lo rendono utile in determinate
patologie. L’Agaricus Murril, ad
esempio, aumenta la sensibilità
Il Lentinus edodes,
detto anche
Shiitake, è utile come
antinfiammatorio
nella sindrome
del colon irritabile
delle cellule all’insulina e migliora,
quindi, il quadro glicemico in pazienti affetti da diabete di tipo 2. Il
Lentinus edodes, detto anche Shiitake, è utile come antinfiammatorio
nella sindrome del colon irritabile.
Inoltre alcuni gruppi di ricerca,
oggi, sono orientati allo studio di
sostanze tossiche, provenienti da
funghi velenosi, che possano essere usate per annientare le cellule
tumorali. Un altro aspetto interessante in prospettiva è che la coltivazione dei funghi non ha un impatto ambientale. Addirittura negli
Stati Uniti stanno nascendo nuove
aree di applicazione, ad esempio
la “micoforestazione”, che sfrutta
particolari funghi per sostenere
un ecosistema, che permetta di
preservare le foreste. Infatti i funghi hanno la capacità di riciclare
detriti organici, permettendo il
ripristino di un habitat adeguato
per piante e animali. Inoltre sono
in grado di trattenere l’acqua nel
terreno, favorendo lo sviluppo di
altre specie vegetali e riducendo il
rischio d’incendi.
SALUTE E BENESSERE 71
Ripartire
alla grande
a cura di Antonella BOLDINI
Farmacista
S
digò
dr Walter Ar
IA
MICOTERAPI
T
PER TUT
scelta
Guida alla
medicinali
dei funghi
, Coprinus,
Auricularia
Maitake,
Agaricus,
, Hericium,
take
Cordyceps
Reishi e Shii
Polyporus,
Pleurotus,
PER CH
NE
I SI VUOLE BE
Consigli per lasciarsi alle spalle l’inverno
tiamo lasciandoci alle
spalle il freddo e l’inverno più o meno intensi di
quest’anno per riaffacciarci sulla primavera,
quella meravigliosa stagione, in cui tutto rinasce, sboccia
ed esce dal letargo per riprendere
la sua normale attività e che piace a tutti perché sembra portare la
vita.
Allora mi sono chiesta: ”Anche
“l’animale uomo” reagisce alla
primavera risvegliandosi?” e la
mia risposta, direi quasi personale, ma che ha un riscontro nei
clienti che vedo in farmacia, è
decisamente “No”, o, comunque,
è evidente che per l’uomo serve
qualcosa di più per uscire dall’inverno della semplice arietta primaverile. Il cambio di stagione,
infatti, non è mai immediato, ma
necessita di qualche aiuto per superare l’astenia o stanchezza, a
Il cambio
di stagione
necessita di aiuto
per superare
l’astenia
o la stanchezza
seconda di come la si vuole chiamare, e ricaricare le batterie verso
la stagione calda.
La natura come sempre ci aiuta
A tal proposito sono tante le
piante del regno vegetale, che ci
vengono in soccorso: ad esempio
il Ginseng, il Ribes, l’Eleuterococco
o l’Avena. Quest’ultima in particolare, che, forse, è un po’ meno
conosciuta delle altre, ha dei frutti
molto ricchi in sali minerali quali
fosforo, ferro, magnesio, zinco che
le donano proprietà nutrizionali elevate, rendendola di grande
aiuto sia per i più piccoli che per
gli anziani o coloro che escono da
una malattia.
SALUTE E BENESSERE 73
La pianta della giovinezza
Non posso non citare un’altra
importante pianta, che ultimamente ha avuto grande successo
nel supporto alla stanchezza: Carica Papaya. Fra le proprietà della
papaya bisogna ricordare la sua
azione antiossidante, che sembra
addirittura in grado di esercitare un effetto di ringiovanimento.
La papaya fermentata riesce a
proteggere dal rischio di incorrere
nelle malattie cardiovascolari e
degenerative per merito dell’azione dei flavonoidi, che regolano la
permeabilità dei vasi sanguigni
e favoriscono la circolazione del
sangue; inoltre sembrano avere
la capacità di inibire la sintesi di
alcuni enzimi, che sono implicati nella formazione dei tumori.
Anche l’importante azione della
papaya nel favorire la digestione,
in quanto riesce a promuovere la
degradazione delle proteine attraverso gli enzimi che contiene,
è da tenere in grande considerazione, perché, digerendo meglio,
il nostro organismo elimina più
facilmente le tossine e, di conseguenza, si sente più energico e
ricaricato. C’è, infine, da considerare che il potere energizzante, comunque, corrisponde ad un basso
apporto di calorie, che non è da
sottovalutare soprattutto quando
ci si trova davanti a persone con
problematiche diabetiche.
Le proprietà descritte fino ad ora,
che riguardano l’azione di “anti
vecchiaia”, si riferiscono soprattutto alla papaya fermentata,
perché quella non fermentata
(fresca, liofilizzata, ecc.) possiede
solo discrete proprietà anti-ossidanti esogene attribuibili alle
vitamine A e C. D’altro canto l’aspetto digestivo non si trova nella
74 SALUTE E BENESSERE
papaya fermentata, perché con la
lavorazione gli enzimi proteolitici
vengono distrutti; sono da tenere
perciò in considerazione le con-
La papaya fermentata
Protegge dal rischio
di incorrere
nelle malattie
cardiovascolari
e degenerative
troindicazioni di questa proprietà
della papaya non fermentata: si
deve fare attenzione a non somministrarla, infatti, a persone con
problematiche gastrointestinali
perché gli effetti collaterali comprendono nausea e gonfiori.
Cos’altro aggiungere?
Sicuramente in tutti i casi di
astenia, che può essere dovuta a
varie cause, come, ad esempio,
dopo una malattia infettiva, oppure può essere di tipo muscolare
o semplicemente della vecchiaia
o, perché no, di tipo sessuale, è
sempre necessario fare una terapia multivitaminica e minerale, associando, a tal proposito
gli oligoelementi quali Rame-Oro-Argento, che sono utili nel recupero fisico. In commercio e su
internet sono tanti gli integratori
sfruttati dalle aziende in tal senso: con più o meno vitamine, o
sali minerali o antiossidanti. Per
scegliere in una tale varietà e per
non farsi ingannare da pubblicità, che promettono mille risultati, è sempre meglio rivolgersi a
chi conosce bene le formulazioni
chimiche dei prodotti, perché,
purtroppo, in questo caso la qualità e la quantità delle sostanze
utilizzate permettono di ottenere
ottimi risultati oppure al contrario nessun risultato. La soluzione... rivolgersi al medico o al farmacista.
Piante
e Fiori
contro le allergie
primaverili
a cura di ANTONIO SCHIAVO
Farmacista
Perilla Frutescens e Ribes Nigrum ci vengono in aiuto
L’
arrivo della primavera
porta con sè, per molti
di noi, fastidiose reazioni allergiche.
Le spore e i pollini, rilasciati dai fiori delle piante, trasportati dal vento,
vengono a contatto con la mucosa congiuntivale degli occhi,
oppure inalati attraverso il naso
o la bocca.
Si tratta di particelle piccolissime,
che possono essere scambiate dal
nostro sistema immunitario per
76 MEDICINA NATURALE
“nemici”, innescando così una
serie di reazioni a catena fino
alla liberazione di una molecola
chiamata “Istamina”.
Le manifestazioni tipiche dell’allergia, come la lacrimazione, gli
LE MANIFESTAZIONI
ALLERGICHE sono
l’effetto della
liberazione di istamina
starnuti, la tosse o la sensazione
di prurito al palato, sono l’effetto
della liberazione di Istamina.
Per ovviare e controllare queste
sintomatologie, possiamo utilizzare due straordinarie piante: Perilla Frutescens e Ribes Nigrum.
Perilla Frutescens:
un antistaminico naturale
è una pianta che appartiene alla
famiglia delle Labiate e cresce
spontaneamente in Cina, Giappone e Corea, dove viene utilizzata come alimento per la preparazione di insalate e sushi.
Ricerche recenti, effettuate da
Centri universitari specializzati
in Corea e Giappone, hanno evidenziato che questa pianta è in
grado di inibire il rilascio di Istamina, senza produrre gli effetti
collaterali tipici degli antistaminici di sintesi,come la sonnolenza
e la scarsa capacità di concentrazione.
Per queste sue caratteristiche l’utilizzo terapeutico di questa pianta è indicato anche per bambini
sopra i 3 anni.
Un altro punto di forza di questa
piantina, simile alla nostra menta, è il suo alto contenuto in acido alfa-linoleico, precursore dei
più conosciuti Omega-6.
I suoi semi contengono anche
buone quantità di Flavonoidi,
composti antiossidanti preziosi
per la prevenzione delle allergie.
Ulteriori sperimentazioni hanno
dimostrato la sua azione attiva nella modulazione del livello
delle immunoglobuline E (IGE),
naturalmente elevate nel caso di
reazioni allergiche.
L’utilizzo della Perilla Frutescens
ha prodotto risultati positivi su
allergie di varia natura, siano
esse stagionali o meno, come dermatiti, orticaria o asma.
La Perilla Frutescens può essere
facilmente reperita in farmacia
o in negozi specializzati sotto
forma di olio in capsule.
Anche se può essere utilizzato
come rimedio di emergenza, per
migliorarne l’efficacia, è ideale e
opportuno assumerne una capsula al giorno per un periodo di
almeno un mese.
Ribes Nigrum: cortisone naturale
è una pianta nota già da qualche
secolo come rimedio universale.
Recenti studi scientifici hanno rile-
La gemmoterapia
sfrutta
le proprietà
antinfiammatorie
del Ribes Nigrum
vato in questa pianta un meccanismo d’azione simile al cortisone.
Il Ribes Nigrum appartiene alla
famiglia delle Saxifragaceae e
si utilizzano le foglie, i fiori e le
gemme. L’uso più comune a scopo antiallergico prevede l’assunzione in gocce del macerato
glicerico, ottenuto dalla macerazione delle gemme fresche con
acqua e glicerina.
La gemmoterapia sfrutta le proprietà antinfiammatorie del Ribes Nigrum facendovi ricorso nei
casi di dermatosi, laringiti, faringiti, bronchiti e allergie.
Una volta assunto, il Ribes Nigrum si comporta come un cortisone naturale stimolando le
ghiandole surrenali.
L’aumento di cortisolo ematico,
che ne deriva, attiva un’azione
antinfiammatoria, potenziata,
tra l’altro, dalla presenza di antociani e flavonoidi, ed anche
un’azione antiallergica decongestionante e broncodilatatrice.
L’assunzione del Ribes Nigrum
non presenta effetti collaterali,
mentre è noto che il cortisone di
sintesi in molti casi produce una
serie di effetti collaterali non trascurabili: fragilità ossea, aumento ponderale, ritenzione idrica e
diminuzione delle difese immunitarie.
Pertanto non sempre, in presenza
di allergie, è determinante l’utilizzo di farmaci di sintesi. In alcuni casi la natura viene in nostro
aiuto offrendoci ottimi risultati,
soprattutto nei casi più semplici e
meno gravi da trattare.
MEDICINA NATURALE 77
La liposuzione
rimodella
la silhouette corporea
a cura di enrico motta // www.mopart.it
LA LIPOSUZIONE può essere indicata dopo
l’adolescenza e con le dovute eccezioni
Chirurgo plastico - Master in Chirurgia estetica morfodinamica, Master in medicina estetica
Elimina le adiposità localizzate armonizzando le forme
L
a liposuzione è un intervento chirurgico finalizzato all’asportazione del
tessuto adiposo mediante
l’utilizzo di piccole cannule aspiranti. L’indicazione all’intervento si pone per la
rimozione delle adiposità localizzate ovvero quelle aree, in cui il
grasso è particolarmente esuberante e disarmonizza la silhouette corporea. Le cellule fondamentali, che costituiscono il grasso,
prendono il nome di adipociti ed
hanno la particolare caratteristica nell’adulto di perdere la capacità di replicarsi se non in condizioni estreme. Da questo concetto
si evince come l’aumento di peso
78 BELLEZZA
dipenda da un loro aumento volumetrico e non da una loro moltiplicazione. Tutto ciò è ben noto alle signore, che frequentano la palestra
o che si cimentano in severe diete ipocaloriche nel tentativo di eliminare i fastidiosi cuscinetti sulle cosce senza alcuna soddisfazione.
Con questo non si vuole dire che palestra e dieta siano inutili, anzi
una corretta alimentazione è alla base della salute e la via migliore
per perdere peso, tanto più se supportata da un’adeguata attività fisica. La liposuzione, al contrario, non ha la velleità di far dimagrire le
persone, ma ha il solo scopo di eliminare le adiposità localizzate cioè
rimodellare in modo irreversibile la silhouette corporea armonizzandone le forme.
Il chirurgo, attraverso apposite
cannule di piccolo diametro, rimuove il tessuto adiposo in modo
selettivo dove risulta esuberante,
minimizzando i segni dell’atto chirurgico a piccolissime cicatrici millimetriche scarsamente visibili.
È una procedura che può essere
La liposuzione
non ha la velleità
di far dimagrire
le persone
indicata, dopo l’adolescenza e con
le dovute eccezioni, in ogni fascia
di età e per molti distretti corporei:
le cosce, l’addome e i fianchi, le
braccia, la regione al di sotto del
mento, le ginocchia e le caviglie.
Ci piace considerare liposuzione,
lipoaspirazione e liposcultura sostanzialmente tre sinonimi, infatti
queste definizioni sono riconducibili alla medesima procedura
chirurgica sia pure con un maggior risalto dell’aspetto chirurgico
piuttosto che estetico o viceversa.
Esistono, invece, differenti tecniche di esecuzione. La liposuzione
meccanica prevede l’impiego di
cannule collegate ad un aspiratore, che genera una pressione
negativa. La cannula penetra nel
tessuto adiposo e ne stacca dei frustoli, che vengono via via aspirati.
Nella sua versione tradizionale gli
strumenti sono manovrati dalla
sola mano del chirurgo diversamente da altri presidi, in cui parte
del movimento della cannula è
impartito da sistemi pneumatici
o elettrici. Nella lipoaspirazione
ad ultrasuoni si utilizzano cannule in grado di disgregare il grasso
proprio attraverso l’emissione di
ultrasuoni ed in
quella laser il
medesimo effetto
è ottenuto dalla
emissione di un
raggio laser. Con
entrambe le procedure, nel caso di
modeste aree, il grasso demolito rimane nel
contesto del tessuto adiposo
e, poi, sarà riassorbito dal corpo.
Quando si trattano volumi maggiori, diviene consigliabile integrare con un’aspirazione dei detriti tissutali.
In ogni caso, per aree di modesta
entità, si può eseguire l’intervento in anestesia locale, ma, se la
quantità di tessuto adiposo, che si
prevede di asportare, o l’estensione
della zona da trattare assumono
una certa rilevanza, è doveroso ricorrere ad una forma di anestesia
maggiore di supporto come la sedazione o la generale. In funzione
dell’entità dell’intervento è possibile prevedere un regime di day hospital oppure un breve ricovero. Il
paziente lamenta, nei primi giorni
dopo l’intervento, una dolenzia di
superficie, che si accompagna a
qualche livido per un paio di settimane. La medicazione prevede
una guaina contenitiva da indossare per un tempo variabile dalle
due settimane al mese.
La storia della liposuzione è piuttosto recente, infatti, dopo i primi
timidi accenni negli anni venti, la
sua nascita si colloca in Francia
nei primi anni 80, da dove, in breve tempo, viene divulgata in tutto
il mondo, rendendola uno tra gli
interventi di chirurgia estetica più
praticati; in Italia se ne contano
circa centomila all’anno, ma il
trend è in crescita costante.
BELLEZZA 79
LA BARBA
il rituale più cool
per un uomo
Alcune regole per curarla meglio
C
i sono alcune regole che
un uomo deve seguire,
quando vuole curare al
meglio la sua barba. è
importante spazzolarla
frequentemente, il consiglio è almeno di due volte al giorno. Spazzolando si districa il pelo
evitando di spezzarlo, come farebbe, invece, un normale pettine.
Usando la spazzola si struttura la
barba lisciandola e si rimuove costantemente la forfora, che si va
a formare sulla pelle, garantendo
una migliore pulizia. Dopo averla spazzolata con cura, è sempre
indicato l’utilizzo di un olio. Questo si ispira all’intelligenza della
natura, che, nel modo più delicato possibile, nelle giornate più
calde, ricopre la vegetazione con
un velo di acqua, per mantenere
il giusto grado di umidità. Così
gli oli da barba ricchi di Argan la
fortificano e la rendono bella e lucente. è indispensabile il loro utilizzo per avere cura di una barba
lunga, in quanto evitano che si
spezzi. Si utilizzano sul pelo umido, da mettere con le mani e da
distribuire su tutta la lunghezza,
massaggiando anche sulla pelle
del viso, per evitare che vada incontro ad irritazione e secchezza.
Per quanto riguarda l’igiene il
consiglio è di non lavare spesso la
gli oli da barba
ricchi di Argan
la rendono bella
e lucente
barba, utilizzando sempre un sapone specifico non più di una volta a
settimana. Questo perché il sapone
può modificare il ph della pelle ed
innescare un processo di iperproduzione di sebo ed in pratica la barba
si sporca di più. è possibile che negli
uomini portatori di barba la pelle
del viso vada incontro ad infiammazioni come la dermatite. La prima
cosa da verificare è che i prodotti,
con cui viene curata, non contengano profumi, alcol o tensioattivi.
Negli ultimi anni c’è una inversione
di tendenza: le donne sono attratte dagli uomini con la barba. Non
quella di qualche giorno, ma quella
lunga, curata e virile. E, poi, se un
uomo ha la barba, uno dei vantaggi è che in casa ha sempre un balsamo. E dici niente…
a cura di
ROBERTA ROSSI
Farmacista
BELLEZZA 81
Una coccola
per i nostri
piedi
a cura di Giulio Francesco Valeriano
Farmacista
Il pediluvio è un vero toccasana
I
n inverno il piede torna ad essere completamente coperto,
chiuso nelle calzature. Il ruolo che i nostri piedi rivestono
è di primaria importanza,
infatti ci sostengono e ci permettono di camminare, di correre, di muoverci. Inoltre la nostra
postura scarica sui piedi tensioni
emotive e fisiche, che spesso danno luogo alla formazione di calli
e duroni, oltre a rigidità muscolare e scheletrica. Allora prendiamocene cura preventivamente e
non aspettiamo che diano segnali di malessere per ricordarcene.
Un pediluvio serale, al termine
di una giornata impegnativa, è
un vero toccasana! Molto diffuso
è quello a base di sali, dal semplice sale da cucina agli specifici
sali per pediluvio. Un’alternativa
antica, ma sempre molto valida,
è l’uso delle erbe: occorrono 15-20
minuti,una bacinella, un po’ di
acqua calda o tiepida e qualche
manciata delle erbe (in miscela
o anche singolarmente) per ridare ristoro non solo ai piedi, ma a
tutto l’organismo ed anche alla
nostra psiche. Negli anni ’70 il celebre erborista francese Maurice
Messeguè curava, con maniluvi
e pediluvi di 8 minuti ed a base
di erbe, piccoli e grandi malesseri. Il mezzo acquoso permette,
infatti, alla pelle di mani e piedi
di assorbire e diffondere i principi
l’uso delle erbe
Un’alternativa
antica, ma sempre
molto valida
attivi benefici che le erbe hanno
rilasciato. Un metodo casalingo e
poco costoso di regalarsi momenti di benessere. Provate, per esempio, con un decotto di rosmarino,
che verserete nell’acqua del pediluvio, per ridare tono ai piedi
affaticati: la sensazione di benessere, che proverete, vi spingerà a
ripetere questa semplice pratica.
Oppure, dopo una giornata con
gli scarponi da lavoro, provate a
fare un pediluvio a base di sola
camomilla o con aggiunta di
malva: la pelle stressata troverà
sicuro giovamento. Il pediluvio
a base di erbe è diffuso un po’ in
tutte le campagne italiane, perché i contadini conoscono bene
il valore di questa pratica e delle
erbe amiche. Allora buon pediluvio, godetevi un po’ di relax a
casa vostra preparandovi ad una
notte serena e priva di tensioni
muscolari. Un semplice pediluvio
aiuta a rilassarci e concilia anche
il sonno.
BELLEZZA 83
Vitamine
per la pelle
a cura di MARTA SIMONI
Farmacista
“V
oglio
invecchiare
senza lifting facciale, voglio avere il
coraggio di essere
leale al viso che mi
sono creata”. La
citazione non è delle più dotte e
Marilyn Monroe, forse più di altri,
L’invecchiamento
intrinseco dipende
dall’avanzare dell’età
ed è influenzato dal
background genetico
84 BELLEZZA
Sono una grande risorsa
teneva a conservare il suo celebre volto... Ciò che mi piace di questa affermazione è che vi intravvedo la consapevolezza del fatto che per la nostra
pelle, così come in realtà per ogni parte del nostro organismo, la strada
genetica sia già stata tracciata, ma sta a noi decidere come percorrerla:
ecco come ciascuno di noi crea il proprio viso!
L’invecchiamento cutaneo può essere definito come un deterioramento
progressivo dell’abilità dell’organismo di rispondere ai cambiamenti.
L’invecchiamento intrinseco dipende dall’avanzare dell’età ed è influenzato dal background genetico (chronoaging), quello estrinseco è legato ai
fattori ambientali, che portano alla formazione di radicali iberi, ovvero
sole, smog e fumo!
Le vitamine sono una grande risorsa per la pelle non solo, se assunte
per via orale, attraverso l’alimentazione o con integratori, ma anche se
applicate localmente.
Nel campo cosmetico le vitamine più utilizzate e con un’azione interessante, mirata alla prevenzione dei fenomeni ossidativi, sono le vitamine
A, C, E ed alcune delle vitamine del gruppo B.
La vitamina A si può utilizzare per via topica in varie forme, tra le qua-
La vitamina A
in tutte le forme
è facilmente
soggetta
a degradazione
li si distinguono il retinolo e le sue
forme esterificate più stabili, convertite da enzimi cutanei nella
forma biologicamente attiva della
Vitamina A.
Essa agisce, a livello della cute, attraverso vari meccanismi, primo
fra tutti quello di influenzare la
trascrizione del DNA, stimolando l’espressione di alcuni enzimi
specifici aventi la funzione di migliorare lo spessore cutaneo, diminuendo così la profondità della
ruga. La sua azione aumenta la
produzione dei Glucosamminoglicani (GAG), molecole in grado di
legare l’acqua migliorando l’idratazione cutanea e comporta un
aumento della produzione di collagene!
La vitamina A, in tutte le sue forme, è, però, facilmente soggetta a
degradazione, se esposta alla luce
e all’aria: è preferibile, quindi, impiegarla nelle ore notturne.
La molecola di acido retinoico è
una particolare forma di vitamina
A fortemente cheratolitica e potenzialmente irritante, per questo
utilizzata solo in campo dermatologico.
La vitamina E ed i suoi esteri possiedono un’elevata attività antiossidante, in quanto capaci di
neutralizzare la reattività dei radicali liberi, contrastando i processi
di lipoperossidazione. In ambito
cosmetologico le forme maggiormente impiegate di Vitamina E
sono tocoferolo ed un suo estere.
Quando ha svolto la sua funzione, il tocoferolo si ossida e diviene
inattivo, ma la sua funzionalità
può essere rigenerata dalla vitamina C sotto forma di acido L-ascorbico!
La Vitamina E trova ampio impiego anche nei prodotti destinati
all’esposizione solare, poiché è in
grado di assorbire i raggi UV nei
range di lunghezza d’onda, che
provocano gli effetti più dannosi
sulla pelle.
Della vitamina B3 le forme più utilizzate in campo cosmetico sono:
nicotinamide, acido nicotinico ed
esteri dell’acido nicotinico.
L’uso topico della vitamina B3 è responsabile di molteplici attività a
livello cutaneo, come la rigenerazione del film idrolipidico essenziale alla fisiologica idratazione cutanea. L’applicazione di vitamina B3
determina, quindi, un miglioramento dell’effetto barriera dell’epidermide ed un potenziamento
della resistenza cutanea
agli insulti
esterni. Inoltre inibisce la formazione di macchie e stimola i fibroblasti a produrre più collagene.
La vitamina C, nota come acido
ascorbico, è una vitamina idrosolubile ed un potente antiossidante,
usato in campo cosmetico per la
capacità di contrastare gli effetti
dell’invecchiamento cutaneo. Tra
le sue innumerevoli funzioni spicca quella di schiarente cutaneo, in
virtù della sua attività inibitrice nei
confronti della sintesi di tirosina,
precursore della melanina. Sono,
inoltre, note le sue proprietà antinfiammatorie, soprattutto nei casi
di eritemi da prolungata esposizione al sole. Interviene anche ad un
altro livello: il rilassamento cutaneo. Infatti gioca un ruolo chiave
nel mantenere la densità ottimale del collagene nel derma. Tutti
questi usi e potenziali applicazioni sono, però, fortemente limitati
dalla bassa stabilità in presenza
di acqua ed ossigeno. Varie sono
le strategie perseguite per evitare
questa problematica, dall’esclusione di ossigeno mediante l’impiego
di imballi impermeabili all’aria,
fino all’utilizzo di sistemi di rilascio che proteggono la vitamina
C dall’ossigeno, dall’acqua e dagli
altri componenti della formulazione cosmetica in cui è contenuta.
BELLEZZA 85
hanno solo il sapore.
I 5 falsi
alimenti
a cura di GIOVANNA SALERI
Farmacista
Bisogna stare attenti a ciò che si mette nel piatto
F
retta, mancanza di tempo, poca attenzione.
Spesso sono questi i motivi che stanno dietro a
scelte sbagliate in fatto
di alimentazione In una
società, che si orienta sempre
più verso il consumo di cibi già
pronti, preconfezionati o geneticamente modificati, bisogna stare molto attenti nella scelta di ciò
che si mette nel piatto.
Lo sapete che esiste una lista dei
cosiddetti 5 falsi alimenti?
86 BELLEZZA
Cibi che sembrano tali a tutti gli
effetti, ma che in realtà non sono
altro che un insieme di sostanze
che hanno l’aspetto di un prodotto finito, ma, in realtà non lo
sono.
Cibi che sembrano
tali a tutti gli effetti
ma che in realtà
sono tutt’altro
La tecnologia commerciale ha
portato a mettere in campo lavorazioni sempre più tecnologiche
per ottenere prodotti, che, scoperta la composizione, smettono
immediatamente di apparire invitanti.
1 - I SURIMI
Quello che molti considerano
vera e propria polpa di granchio
in realtà non è altro che un composto alimentare ottenuto assemblando parti tritate di alcuni
pesci, come il merluzzo, con carboidrati, addensanti, zuccheri,
glutammato, polifosfati, olio di
colza, coloranti e conservanti, per
ottenere dei cilindretti dall’interno bianco e dalla parte esterna di
colore arancione che di granchio
2 - FORMAGGIO FUSO A FETTE
Il formaggio fuso è uno dei prodotti caseari più diffusi. Tecnicamente si definiscono formaggi
fusi i prodotti ottenuti per fusione
a caldo di uno o più formaggi con
l’ausilio di additivi emulsionanti,
i sali di fusione, e con eventuale
aggiunta di acqua o di altri prodotti derivati del latte (latte in
polvere, grasso del latte, ecc.) o
di grassi vegetali.Il processo di fusione dei formaggi ha lo scopo di
trasformare la massa di caseina,
che costituisce i formaggi, in un
composto omogeneo, semifluido
La margarina
non esiste
in natura
ma deriva da un mix
di oli vegetali
e viscoso, che diventa liquido se
riscaldato sopra una certa temperatura. Per fare ciò vengono aggiunti sali di fusione. I formaggi
fusi sono prodotti sconsigliabili in
un modello alimentare che consenta di coniugare salute e gusto,
per i seguenti motivi: contengono
additivi potenzialmente nocivi
come i polifosfati, che sottraggono calcio all’organismo e, quindi,
in dosi massicce diventano pericolosi e non sono prodotti con
formaggi di qualità medio-alta e,
quindi, non possono avere caratteristiche organolettiche elevate.
3 - MARGARINA
La margarina è un grasso che
non esiste in natura, ma deriva
da un mix di oli vegetali, talvolta
con aggiunta di grassi animali,
lavorati tramite processi chimici
industriali. I grassi e gli oli utilizzati per realizzarla sono spesso
di qualità scadente e con valore
alimentare molto basso. Si utilizzano, ad esempio, oli tropicali,
come quello di palma e di palmisti. Poiché gli oli vegetali sono liquidi in natura, vengono resi solidi mediante processi chimici, tra
cui spicca quello di idrogenazione. Il processo di idrogenazione
inattiva alcune sostanze positive
per l’organismo, inoltre, altera
la struttura di alcuni acidi grassi
con ripercussioni negative sulla
salute cardiovascolare. Si è visto, infatti, che una dieta ricca di
grassi idrogenati trans aumenta i
livelli di LDL (colesterolo cattivo).
Recenti studi hanno dimostrato
che una margarina, ricca di acidi
grassi trans, non solo aumenta il
cosiddetto colesterolo cattivo, ma
diminuisce, al contempo, quello
buono, con effetti altamente deleteri sulla nostra salute.
4 - PANNA SPRAY
La panna spray, oltre a contenere panna di derivazione vaccina,
contiene una grande quantità di
zuccheri, carragenina, mono-digliceridi degli acidi grassi e sale.
5 - DOLCIFICANTI ARTIFICIALI
Sono molecole sintetiche che hanno una grande capacità dolcificante anche a piccole dosi. Numerosi studi hanno evidenziato
l’importanza di ridurre l’uso di
queste molecole, perchè potenzialmente dannose per la salute.
BELLEZZA 87
La nuova bellezza
è naturale
a cura di ENRICO FILIPPINI
Professore a contratto in “Nutrizione Clinica” - Roma
L’endocrilologo garante dello stato di salute della pelle
M
i accorgo che parlare
di prevenzione e mantenimento della salute
è sempre più difficile
non tanto per la complessità dell’argomento, ma per la vastità!
D’altra parte sono specialista in
endocrinologia e proprio recentemente gli endocrinologi, riuniti in
Congresso, hanno rimarcato come
sia loro compito specifico essere i
più autorevoli garanti e promotori dello stato di salute. Ritengo, ad
esempio, che nella donna appena
oltre i quarant’anni, nel periodo
che precede la menopausa e quello appena dopo, la sensazione di
benessere del proprio corpo inteso
anche come bellezza e consapevolezza di piacere agli altri subisca
un drammatico crollo.
La perimenopausa, infatti, è un
costante calo di particolari sostanze chimiche, gli ormoni, che determinano soprattutto le caratteristiche sessuali femminili. La donna
può presentare oltre alle “scalmane”, la maggiore presenza di peli
neri, la tendenza a perdere i capelli e soprattutto i temuti segni della
vecchiaia sul viso: rughe, disidratazione, macchie e rilassamento
della pelle.
La domanda più frequente delle
donne è quella sulla terapia ormonale sostitutiva (TOS).
La risposta è possibile solo dopo
aver valutato i pro e i contro relativi a ciascuna paziente. Sicuramente l’ostacolo maggiore alla TOS è
la presenza di malattie al seno o
del sangue. I pro sono rappresentati dalla possibilità di posticipare
gli effetti negativi della perdita di
ormoni sessuali essenziali al benessere ed alla bellezza della donna. Da qualche anno noi endocrinologi abbiamo la soluzione, che
potrebbe essere ideale: l’integratore alimentare sostitutivo. Il problema dell’integratore alimentare
qual è? Che funzioni!
Gli integratori, infatti, non
sono come i farmaci, cioè
non sono sottoposti ai
controlli serrati prima di
essere venduti, e, quindi,
possono essere messi in
commercio
integratori poco funzionanti ed
all’opposto integratori,
che ristabiliscono il
corretto
funzionamento ormonale.
Ma come agiscono quelli vali-
di? Stimolano in vario modo la
formazione di ormoni sessuali in
sedi diverse dall’ovaio, donando,
quindi, grande miglioramento
della sintomatologia menopausale senza dover assumere pillole
potenzialmente pericolose.
La seconda domanda postami
dalle amiche lettrici è: “Come posso evitare l’invecchiamento della
pelle del viso, mantenendo i miei
lineamenti e la mia bellezza originale”?
In effetti sono passati i tempi dei
“labbroni e degli zigomoni” e la
nuova bellezza è naturale e totalmente fondata sulla valorizzazione delle caratteristiche della pelle migliore. La cura della pelle è
sempre stata la principale mission
del Poliambulatorio medico-chirurgico che dirigo. In
trent’anni di lavoro
ho affinato i miei
strumenti per dare
risalto alla bellezza naturale che
ciascuno di noi possiede. Le mie proposte sono varie e diverse
in funzione dell’età,
della composizione
ormonale,
della
pelle, del peso corporeo e di molteplici altri fattori.
Gastrokey®
armonia ed equilibrio naturale
delle funzioni gastriche.
Acidità, nausea, bruciori, senso di pesantezza e malessere
dovuti a digestione lenta e difficile riducono la qualità della
nostra vita.
Gastrokey omeostat® armonizza la funzionalità gastrica
regolando l’attività degli organi coinvolti nel processo
digestivo e ne ristabilisce il naturale equilibrio.
Questa sua specifica azione di regolatore lo rende particolarmente adatto per i diversi disturbi digestivi e ne fa una
preziosa chiave di ritrovato benessere.
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A base di:
Triphala, Scutellaria,
Zenzero, Liquirizia
88 BELLEZZA
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IN ERBORISTERIA E FARMACIA
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Benessere ed estetica
delle labbra
a cura di Alessandra Ghidini
Dermatologa e medico estetico
Sono il fulcro di bellezza dell’intero viso
L
e labbra rappresentano il
fulcro di bellezza dell’intero viso, in particolar modo
femminile. Già nell’antichità Ovidio scriveva “Si
non erit pulchrum os tibi,
maxima damna feres”, ovvero “Se
non avrai una bella bocca, ti arre-
ATTUALMENTE
LA MEDICINA ESTETICA
PROPONE
DIVERSE SOLUZIONI
90 BELLEZZA
cherai gravissimi danni”. Tra le più
comuni alterazioni del benessere
delle labbra ci sono fenomeni di
secchezza e screpolature (da agenti
atmosferici come freddo, sole, vento), herpes simplex (piccole caratteristiche vescicole dolorose, spesso
recidivanti, dovute ad un agente
virale), e più rari quadri di cheilite,
una condizione di secchezza delle
labbra con infiammazione circostante, non soltanto antiestetica,
ma spesso molto dolorosa, dove
talvolta anche gli angoli delle
labbra sono irritati e presentano
piccole ferite e crosticine. I sintomi
possono essere rossore, bruciore,
gonfiore, sensazione di “pelle che
tira”, desquamazioni e screpolature. Le cause sono molteplici, tra cui condizioni di allergia
atopica e/o da contatto ( ad es.
a cosmetici come rossetti oppure
a dentifrici), secchezza salivare
(dovuta ad es. a malattie o uso
di farmaci), tic nervosi (es. da
frequente umettatura), presenza
di edentulia o di apparecchi protesici imperfetti, inadeguata igiene
orale, carenze vitaminiche e, più
raramente, sovra infezioni batteriche o fungine. Di conseguenza
può essere utile proteggere le labbra con prodotti idratanti, nutrien-
ti ed emollienti (tra le sostanze più
utilizzate troviamo burro di karitè,
burro di cacao, oli vegetali come
olio di germe di grano, olio di
mandorle e olio di oliva, cera d’api
o di jojoba, propoli, aloe, lanolina,
ecc), adeguare l’apporto di frutta,
verdura ed acqua con la dieta e
provvedere alle condizioni patologiche con terapia medica adatta.
In aggiunta a ciò occorre considerare anche le caratteristiche del
processo di invecchiamento delle
labbra, che comporta perdita del
turgore, perdita del contorno, che
appare meno definito fino alla
presenza di rughe radiali, rima labiale, che diviene concava inferiormente, fino a raggiungere, nelle
situazioni più evolute, labbra che
appaiono svuotate, piatte, indefinite, cadenti (cosiddetta bocca a marionetta). Attualmente la medicina
estetica propone diverse soluzioni,
tra cui le iniezioni locali con sostanze di biorivitalizzazione e, dove
necessario, iniezioni riempitive con
filler biocompatibili e rigorosamente riassorbibili, acido ialuronico in
primis, la cui durata è di diversi
mesi. Si tratta ormai di una pratica consolidata ed indubbiamente
sicura, laddove condotta da medici
qualificati in ambiente unicamente ambulatoriale, previa adeguata
valutazione del paziente.
con se stessi e con gli altri, quindi
“mangiare” ha un significato ben
più allargato della semplice azione del nutrirsi.
Il rapporto con il cibo non sempre
è piacevole o semplice: spesso è
legato a stati emotivi quotidiani
o profondi, oppure legato ad abitudini alimentari acquisite, che si
trasformano in stili di vita disordinati e poco sani.
Il risultato, che ne scaturisce, è
spesso legato ad un problema di
peso, che, a sua volta, dà origine
a malesseri non solo fisici, ma anche psicologici: stati di stress e ansia, sensi di colpa per aver man-
Il peso
non è tutto
a cura di SARA CAMPAGNA ed ELENA GADALDI
Sara Campagna - Medico Nutrizionista, Specialista in Medicina dello Sport
Elena Gadaldi - Psicologa, Life & Business Coach
A
Raggiungere il benessere non è solo questione di peso!
distanza di più di 2000
anni non bisogna mai
dimenticare che il primo grande medico della
storia, Ippocrate, diceva:
“Che il cibo sia la tua
medicina” ed oggi abbiamo la
possibilità di dimostrare anche
scientificamente quanto questo
messaggio sia vero.
Nutrirsi non è e non deve essere
solo un gesto meccanico, bensì un
importante presidio terapeutico,
che può prevenire numerose pa-
92 BELLEZZA
tologie.
Il cibo, di cui ci nutriamo, non
rappresenta solo una fonte indispensabile di sostentamento, ma
anche un mezzo attraverso il quale comunichiamo con gli altri e
L’alimentazione
attiva una serie
di distretti
a livello cerebralE
con noi stessi.
Mangiare non significa solo masticare ed ingerire, ma acquistare,
cucinare, presentare, condividere,
prendersi cura di sè e delle persone che ci circondano.
L’alimentazione non solo ci permette banalmente di vivere, ma
attiva una serie di distretti a livello cerebrale, che rappresentano la
guida di un sano funzionamento
del nostro corpo e della nostra
mente.
Nutrirsi è un gesto di condivisione
mangiare
non significa solo
soddisfare il senso
di fame e appetito
per un aperitivo, concedersi una
tavoletta di cioccolata durante
una lunga giornata di lavoro,
non sono comportamenti insoliti,
ma anzi metodi antichi ed arcaici
per consolare i momenti di tristezza o stanchezza.
Il problema, infatti, non sta nel
premiarsi o nel consolarsi, ma si
crea ed evolve, quando il cibo diventa soprattutto uno strumento
di “cura” degli stati emotivi, mettendo a repentaglio uno stile di
vita sano.
In numerosi casi questi atteggiamenti, perpetuati nel tempo, provocano aumento incontrollato
del peso con successiva perdita di
autostima.
Senza addentrarci nel disturbo
alimentare patologico, come possiamo capire, se stiamo seguendo
uno stile di vita alimentare poco
sano?
Tra le donne, e sempre più spesso
anche tra gli uomini, esiste spes-
giato “quella cosa in
più”, conflitti interiori, che incidono
negativamente
sul nostro benessere fisico e relazionale.
In queste situazioni il primo passo da
compiere è comprendere
che mangiare non significa solo soddisfare il senso di fame e appetito, ma anche un modo per saziare le nostre
emozioni: mangiare diventa un
gesto di compensazione, volto a
soddisfare il nostro stato d’animo.
Premiarsi con una fetta di torta o
un biscotto, uscire con gli amici
so la paura di ingrassare anche
dopo un pasto normale, oppure
al contrario si trovano situazioni
in cui ci si alimenta senza averne
la necessità fisiologica.
In tutti questi casi, oltre a mettere
a repentaglio il nostro benessere
fisico, apprendiamo uno stile alimentare irregolare, che non segue
orari e ritmi precisi.
Questo accade, perché la fame
non è dettata da un sano bisogno
di nutrirsi, ma da cause emotive
interne come ansia, stress, vergogna.
Recenti studi hanno messo in evidenza l’insorgenza di numerosi
problemi legati all’alimentazione, che, pur non essendo annoverati nei manuali di medicina o
psicologia, non devono essere trascurati, data la velocità con cui si
stanno diffondendo ed i numerosi
problemi psicologici e fisici, a cui
sono legati.
Tra questi i più diffusi sono:
A. l’obesità, di cui oggi una percentuale sempre maggiore di popolazione risente, rappresenta un
anormale ed eccessivo aumento
di peso, che può provocare seri
danni alla salute in generale;
B. il binge eating disorder, ossia
la tendenza ad abbuffarsi
compulsivamente senza
adottare comportamenti compensatori successivi (senza, ad esempio,
vomito autoindotto);
c. l’ortoressia, tendenza a ricercare ed
alimentarsi di solo
cibo riteuto sano;
d. night eating syndrome: consiste nell’assumere
la maggior parte delle calorie
nei momenti serali o notturni.
A fronte di queste frequenti e sempre più diffuse problematiche,
molti esperti nutrizionisti e psicologi, ritengono che la soluzione di
problematiche, legate al peso o
ad uno scorretto stile alimentare,
BELLEZZA 93
Le diete proteiche
La loro utilità va valutata caso per caso
N
stiamo mangiando
per necessità o
per soddisfare
un’emozione?
non possa essere la semplice prescrizione di una dieta, ma che sia
necessario intervenire modificando l’approccio con il cibo e con il
comportamento ad esso collegato.
Questo approccio, oltre a risultare
molto utile nella prevenzione di
tali disturbi, lo può essere anche
per soggetti “sani”, che non sanno adottare e fare proprio uno
stile di vita (quindi alimentare e
fisico) corretto.
Porsi la fondamentale domanda,
se stiamo mangiando per necessità o per soddisfare un’emozione,
rappresenta il primo step per modificare un atteggiamento poco
consono ad uno stile di vita sano.
Prima di avvicinarci al cibo,
provare a rispondere ad alcune
94 BELLEZZA
semplici domande può aiutare a
capire per quale reale motivo ci
stiamo alimentando. Facciamo
qualche esempio.
Sentite spesso un forte desiderio
di mangiare un cibo in particolare?
Cercate di capire cosa vi spinge
verso questo alimento e cercate
di resistere per un pò, magari cercando una distrazione o una cosa
da fare.
Mangiate, perché non vi sentite
bene con voi stessi e vi paragonate spesso alle immagini di copertina?
Riducete i vostri obiettivi e portateli a ciò che è reale e corrispondente alla vita che vi circonda; cercare di assomigliare a personaggi
lontani dalla nostra quotidianità
contribuisce a diminuire la nostra
autostima senza la possibilità di
trovare una soluzione concreta.
Anche se non avete fame, avete
la tendenza ad assumere cibo?
Spesso non ci si accorge di cosa si
mangia e quanto si mangia; provate a tenere un diario sul quale potete scrivere gli alimenti che
avete assunto, in quale momento
della giornata e che emozioni stavate provando in quel momento.
Rileggere quanto avete scritto potrà aiutarvi ad aumentare la vostra consapevolezza e, quindi, a
definire meglio il problema.
Crearsi uno stile di vita sano significa porsi obiettivi seri, a breve e
medio termine, che, pur costando fatica ed impegno, possono
aiutarci a superare i momenti di
frustrazione e dificoltà.
Aiutarsi con un atteggiamento positivo, volto al nostro benessere e
al nostro sentirci bene, risulta fondamentale: non è necessario attenersi a diete ferree, ma assumere
un atteggiamento mentale aperto
e positivo influenza efficacemente
la nostra mente e, quindi, anche
il nostro corpo. Il pensiero positivo non è semplice ottimismo, ma
impegno e costanza.
Ian Thorpe, pluricampione
olimpico, sostiene: “Se ce la metto tutta, non posso perdere. Forse
non vincerò una medaglia d’oro,ma sicuramente vinco la mia battaglia personale. è tutto qui”.
ormalmente si suole considerare come
equilibrata
(ovvero
con la più equilibrata percentuale di nutrienti) una dieta, che
abbia una forte predominanza
di carboidrati (50/55%), una
buona percentuale di grassi
(30%) e una percentuale inferiore di proteine (15/20%). Le diete
proteiche o iperproteiche hanno
una percentuale maggiore di
proteine ed inferiore di carboidrati (es. Dieta “a zona” 40%
carboidrati, 30% grassi, 30%
proteine). Le diete proteiche
sono molto di moda, ma non si
può dire a priori, se siano utili,
negative o dannose, l’analisi
deve essere fatta caso per caso
con l’aiuto di uno specialista, e
soprattutto tenendo ben presenti
l’attività fisica e gli obiettivi. Senza una dovuta conoscenza del
corpo umano non è raro, infatti,
trovare sportivi non preparati,
che, dopo qualche settimana di
attività aerobica unita ad una
dieta ipocalorica, hanno avuto
una diminuzione della massa
muscolare (catabolismo muscolare) ed un aumento della massa grassa. Le diete iperproteiche
(>50% proteine) devono essere
utilizzate per brevissimi lassi di
tempo e sotto stretta sorveglianza medica, tendono a dare buoni risultati di dimagrimento nel
breve, anche se non sono stati
ancora studiati a fondo gli effet-
l’analisi deve essere
fatta caso per caso
con l’aiuto
di uno specialista
ti sul lungo periodo, in particolar
modo se tali diete vengono ripetute. Le diete proteiche, invece, possono essere di utilità in diversi casi,
per esempio se gli obiettivi sono di
aumento della massa magra o diminuzione della massa grassa associata a sport di tipo anaerobico
(palestra o body building). Le proteine e gli amminoacidi, infatti, sono i
mattoni fondamentali per costruire
i muscoli e, pertanto, è utile aumentarle fino al 20/25% (o 1,5/2 volte il
peso corporeo in grammi) tenendo
sempre ben presente che le proteine sono solo uno dei mattoni del
muscolo (la malta per unirli la danno i carboidrati), una dieta di sole
proteine provoca diminuzione della massa magra (il corpo mangia
se stesso). Le diete proteiche vanno
sempre associate all’attività fisica
oppure tutte le proteine in eccesso
non formeranno nuovi muscoli, ma
sovraccaricheranno solo i reni.
a cura di
Antonella Tanzariello
Biologa Nutrizionista
ALIMENTAZIONE 95
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dello chef Marco Scaglione
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LE RICETTE SENZA GLUTINE
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Arancini di miglio con cime
di rapa, pancetta, scamorza
e besciamella di riso
Autore: Marco Scaglione
Fotografo: Iuri Niccolai
INGREDIENTI per 8 arancini
300 g miglio in chicchi
200 g cime di rapa cotte
500 g latte intero
70 g burro
60 g farina di riso finissima CONSENTITA
sale fino
noce moscata
150 g pancetta a cubetti dolce Beretta
100 g scamorza affumicata
1 kg pangrattato REVOLUTION
Per la pastella
300 g acqua
200 g farina di riso finissima CONSENTITA
2 l olio di semi di girasole
IL NOSTRO
MIGLIOR
PRODOTTO
PER LA PERDITA DI PESO
Tempo: 60 minuti
Difficoltà: media
PROCEDIMENTO
1 minuto, in modo da tostarla, ma senza farla co-
Versare l’acqua in una terrina, aggiungere la farina
Lavare bene il chicco in acqua e cuocere il miglio in
lorire. Unire il latte al composto di burro e farina,
e mescolare con una frusta fino a formare una pa-
una pentola con abbondante acqua bollente sala-
versandolo a filo, continuando ad amalgamare gli
stella con un pizzico di sale.
ta per circa 15 minuti dal momento che ha staccato
ingredienti con una frusta e facendo addensare la
Confezionare gli arancini chiudendo la mano e
il bollore; a fine cottura togliere il miglio dal fuoco
besciamella a fiamma dolce. Quando risulterà ben
modellandolo delicatamente, quindi passarlo nel-
e scolare in uno scolapasta a maglia fitta.
fredda la besciamella, unire la pancetta e la sca-
le pastella e poi nel pangrattato.
Trasferire la preparazione su un piano di marmo o
morza tagliata a cubetti e mescolare il tutto con un
Procedere in questo modo fino a terminare gli in-
di acciaio, livellandolo bene con una spatola e fare
cucchiaio. Prelevare, quindi, una parte di miglio,
gredienti, poi fare riposare gli arancini in frigorifero
raffreddare completamente. Versare il latte in una
premendolo sulla mano in modo da ottenere uno
per 45 minuti. Friggerli quindi in abbondante olio
casseruola, portarlo quasi a ebollizione e unire una
strato sottile e, mantenendo la mano piuttosto
a 170-180 °C e cuocerli fino a dorarli uniformemen-
presa di sale e una grattugiata di noce moscata.
raccolta, formare un incavo nel miglio, dove porre
te; prelevarli con una schiumarola, trasferirli su
In una seconda pentola sciogliere il burro, unirvi la
un cucchiaio di besciamella condita con pancetta e
carta assorbente da cucina, in modo che perdano
farina e amalgamarla con una frusta. Cuocere per
scamorza.
l’olio in eccesso, e servirli ben caldi.
96 ALIMENTAZIONE
ALL’INTERNO DELLA CONFEZIONE
UN PORTA PILLOLE IN OMAGGIO
È un dispositivo medico ce 0197. Leggere attentamente le avvertenze o le istruzioni per l’uso. Autorizzazione del 15/07/2015
* Fonte IMS MAT 12/2014: Max Strength, Liposinol, Liposinol Direct, CarboBlocker, Appetite Reducer.
IL PERITO GRAFOLOGO
Candida Livatino analizza la vostra scrittura
IN PUNTA
DI PENNA
www.livatinocandida.it
La scrittura di Elena lascia intendere di voler cercare
di staccarsi dalla famiglia per raggiungere l’indipendenza
Fare banca per bene per noi del Gruppo UBI Banca significa meritare
ogni giorno la fiducia dei nostri Clienti.
Una fiducia che ci ha permesso nel tempo di coniugare evoluzione e qualità, mantenendo
un indice di solidità CET1 di Gruppo sensibilmente più elevato rispetto a quello richiesto
dalla Banca Centrale Europea.
Abbiamo messo questa solidità al servizio di famiglie e imprese, destinando oltre il 70%
dell’attivo al sostegno del territorio tramite i nostri finanziamenti; tra i maggiori gruppi bancari
commerciali italiani, inoltre, siamo quello con la migliore qualità di crediti erogati.
Per noi la qualità è un concetto misurabile, che poggia su basi solide.
Fare banca per bene.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Indice Common Equity Tier 1 (CET1) a livello consolidato, determinato come rapporto percentuale tra il capitale primario di classe 1 e le attività di
rischio ponderate, pari a 12,08% al 31/12/2015. UBI Banca fa parte degli Istituti soggetti alla Vigilanza europea. Per le condizioni contrattuali dei singoli prodotti si rinvia ai fogli informativi disponibili
nelle filiali e sui siti delle Banche del Gruppo UBI Banca ovvero alla relativa documentazione d’offerta. La presente non costituisce offerta o sollecitazione a investire in prodotti e strumenti emessi da
UBI Banca S.p.A. o dalle Banche del Gruppo UBI Banca.
C
ara Elena,
la sua scrittura è tutta spostata nella parte destra del foglio,
mentre sul lato sinistro lascia
molto spazio. è il segnale che desidera
staccarsi dalla famiglia d’origine, per cercare la sua indipendenza e che è totalmente proiettata verso il futuro.
Noto, inoltre, che il tratto di alcune lettere non è sempre uguale, ma varia in
modo evidente. Questo mi fa capire che
non è sempre uguale, che il suo umore
cambia a seconda di ciò che le succede e
che, comunque, non vuole mostrarsi to-
talmente per quella che è.
Si alternano in lei stati d’animo diversi ed
anche contrapposti. I suoi comportamenti mancano di linearità: a volte è allegra,
altre volte si chiude in se stessa. Ha tante
idee per la testa, ma fa fatica ad incanalarle per il verso giusto.
Noto, inoltre, che lo scritto non mantiene
il rigo di base, ma tende ad andare verso
la parte bassa del foglio. Probabilmente
sta attraversando un momento di stress
oppure ha qualche problema da risolvere,
che la preoccupa e le toglie serenità.
I vari puntini di sospensione, che trovo
qua e là, mi confermano che, in questo
momento, vive uno stato d’ansia: picchiando sul foglio cerca di scaricarla.
Anche la firma è molto interessante e
offre alcuni spunti interpretativi. è completamente diversa dal testo. Le iniziali
sono molto pronunciate. Denotano che
nel sociale è diversa da come è nella vita
privata. Vuole farsi notare, mettersi in
evidenza. Forse è un modo per nascondere le sue insicurezze.
Inoltre il nome ed il cognome sono legati tra loro in un abbraccio: è il segnale
del forte legame con la figura paterna,
una figura che ha idealizzato.
Un caro saluto.
Per ricevere profili grafologici corretti utilizzare una penna nera, usare fogli bianchi non a righe o a quadretti, apporre la propria firma ed inviare a: [email protected]
GRAFOLOGIA 99
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
12 fette di pancarrè
speck a dadini 200 gr
misto di formaggi grattugiati 100 gr
5 uova
funghi champignon 150 gr
1 limone
4 cucchiai di burro
½ cucchiaino di noce moscata grattugiata
sale q.b.
pepe una macinata
TEMPO DI PREPARAZIONE
45 minuti circa
PREPARAZIONE
Pulite i funghi dalla terra con un coltello e
versateli in una bacinella con acqua e limone. Scolate i funghi nel colapasta e metteteli
su un telo ad asciugare.
Sciogliete il burro in una pentola (noi abbiamo usato l’ottima qualità Risolì www.risoli.com) , unite
i funghi, salateli e rosolateli a fiamma viva per un minuto, mescolandoli spesso con un cucchiaio di
legno. Abbassate la fiamma, mettete il coperchio e cuocete circa 10 minuti unendo, se necessario, un
pochino di latte. A fine cottura, comunque, i funghi devono essere ben cotti.
Scaldate il forno a 250 gradi. Prendete della carta da forno, bagnatela, strizzatela e foderate una
teglia. Allineatevi le fette di pan carrè in un solo strato. Mettete il recipiente in forno e tostate le fette
di pancarrè (circa un minuto per parte, in modo che dorino leggermente, ma non diventino scure).
Nel frattempo rompete le uova nella ciotola e lavoratele pochi istanti con una forchetta incorporando metà formaggio, sale, pepe e noce moscata. Sfornate la teglia e versate sul pane un pochino
di latte sul pancarrè in modo da ammorbidire leggermente le fette, ma senza che cada sul fondo
della teglia (basta una spruzzata). Mettete un po’ di formaggio grattugiato sulle fette e formate un
secondo strato di pancarrè ; spruzzate con un po’ di latte anche questo secondo strato. Versate nella
teglia le uova; poi mettete lo speck, i funghi e il formaggio sopra i due strati di pancarrè. Cuocete in
forno per una ventina di minuti controllando che il pancarrè diventi
dorato, ma non scurisca troppo. Servite ben caldo aggiungendo, se
volete, ancora un po’ di formaggio prima di servire e un po’ di pepe.
Inoltre potete scegliere di dividere anche il ripieno in due strati, mettendo la prima metà tra il primo e il secondo strato di pancarrè e
l’altra metà sopra, che risulterà, quindi, un po’ meno abbondante.
Noi abbiamo preferito creare una base più croccante, composta dai
due strati di pancarrè.
LA RICETTA
a cura di LAURA E SILVIA SQUIZZATO // www.gemellesquizzato.it // www.doppiavita.tv
Giornaliste, conduttrici e attrici, per 5 anni inviate del programma “Mezzogiorno in famiglia” su Rai Due e autrici del libro di cucina
“I nostri dolci light” (Gribaudo Editore) e di “Doppia Vita - il linguaggio segreto dei gemelli” (Oscar Mondadori)
Sformato di pancarrè e funghi
L
è possibile usare anche altri ingredienti
a ricetta, che vi proponiamo in questo numero, è
uno sformato di pancarrè
coi funghi e lo speck, ma
che si può declinare con
mille altri ingredienti a
seconda dei gusti e delle abitudini alimentari. Per esempio, se
non mangiate carne di maiale,
potete prendere della carne bianca e tagliarla a pezzetti (il pollo o
il tacchino andranno benissimo,
100 RICETTA
ma allora cuoceteli bene in pentola prima di metterli in forno).
Se siete vegetariani, potete usare
del tofu al posto dello speck. Invece del latte da spruzzare potete
mettere del latte di riso (ma attenzione a non prenderlo troppo
dolciastro) o di soia. Al posto dei
funghi vanno benissimo anche
zucchine o melanzane, ma, naturalmente, dovete regolarvi voi sui
tempi di cottura!
Scopri la gamma completa Dr.Green su
www.risoli.com - Risolì srl - Lumezzane (BS)
[email protected] - www.facebook.com/risolisrl
La “fabbrica”
dei cuccioli
a cura di Federica Peretti
Giornalista
Il libro di Ilaria Innocenti e Macri Puricelli mira a sconfiggere
un traffico illegale di queste povere bestiole in Europa
NOVITÀ
LIFTIANE
Resveratrolo puro 1% + Acido ialuronico
1 MINUTO PER UN EFFETTO LIFTING
1 SETTIMANA PER RIEMPIRE LE RUGHE
CLINICAMENTE TESTATO.
SVR. LA DERMATOLOGIA RENDE BELLI
U
n reportage toccante e
sconvolgente sullo sfruttamento e la sofferenza
dietro il traffico dei cuccioli in Europa: i dati, le
storie, i personaggi insospettabili. Una testimonianza del
dolore delle madri: sconosciuto,
silenzioso, lontano dai nostri occhi
e dalle nostre coscienze.
Per salvare la vita a tanti cuccioli «fabbricati» per soddisfare la
moda del momento, assieme a
quella delle loro madri sfruttate
fino all’ultima gravidanza.
Per rendere consapevoli i cittadini
dell’importanza dell’adozione da
un canile o gattile, invece dell’acquisto. Il traffico dei cuccioli è un
vero e proprio business. I trafficanti li acquistano per 30-50 euro e li
rivendono nei Paesi dell’Europa
occidentale a partire da 600 euro.
Solo in Italia ne arrivano illegalmente circa 8mila ogni mese.
Possono avere poche settimane di
vita, essere privi di documenti e di
vaccinazioni di legge. Magari malati o con tare genetiche. Nel business illegale, che si stima generi un
affare da 300 milioni all’anno in
tutta Europa, sono coinvolti gruppi
di trafficanti organizzati.
Il libro offre non solo gli ultimi dati
di questo traffico legato alla zoomafia, ma illustra le attuali leggi,
anticipa i futuri regolamenti, che
la Commissione europea varerà,
dà conto dell’impegno delle Associazioni animaliste, delle Forze
dell’ordine e della
Magistratura.
Ed affronta, attraverso testimonianze, racconti,
interviste, le problematiche
che
a livello europeo
questo traffico illegale sta provocando in termini di
benessere animale
e potrebbe provo-
care a livello di salute pubblica.
Introdotto dal contributo di Licia
Colò, il libro si conclude con la
post-fazione di Ciro Troiano sulla zoomafia, tra i cui nuovi business si registra quello legato allo
sfruttamento dei cuccioli importati
clandestinamente.
Ilaria Innocenti ha una formazione filosofica e sui diritti degli
animali ed è responsabile nazionale del Settore Cani e Gatti LAV.
Tra le sue principali attività, l’analisi del fenomeno del traffico internazionale dei cuccioli, su cui ha
elaborato un dossier e realizzato la
Campagna «Rompiamo le scatole
ai trafficanti di cuccioli».
Macri Puricelli, nata e cresciuta a Venezia, oggi
vive in mezzo ai
campi trevigiani.
Fra cani, gatti, tartarughe, quattro
cavalle e un’asina.
Laureata in filosofia e giornalista
professionista, si
divide fra carta e
web. Con il blog
Zoelagatta racconta storie di animali
sul sito D-Repubblica.
LIBRI 103
L’ODONTOIATRA RISPONDE
a cura di BELSORRISO
Ecco il menù
contro la carie
Alimentazione fondamentale per la salute dei denti
L’
alimentazione gioca un
ruolo fondamentale per la salute
dei denti. In
particolare, è
possibile distinguere i cibi in tre
categorie, a seconda
del loro effetto protettivo, neutro o dannoso sulla salute
dentale:
1. Alimenti anticariogeni: contrastano la
formazione della carie
favorendo la pulizia dei
denti e la crescita di batteri benefici. In genere sono
alimenti poco adesivi, che hanno un’elevata consistenza, come le
verdure fresche e fibrose o la frutta secca.
A questi si aggiungono, poi, il latte ed i formaggi
stagionati, che, oltre a fornire il calcio utile a rafforzare denti e ossa, contengono anche sostanze,
che agiscono direttamente sui denti come uno scudo protettivo per lo smalto.
2. Alimenti cariostatici: i cosiddetti alimenti “neutri”
come carne, pesce, uova, che aiutano a proteggere i
denti anche in assenza di un’adeguata igiene orale.
104 L’ODONTOIATRA RISPONDE
3. Alimenti cariogeni: sono i più
pericolosi per la salute orale,
perché capaci di favorire la
carie. Tra questi ci sono gli
agrumi, i dolci, il pane,
le bevande zuccherate.
Ma non è necessario
eliminarli dalla dieta:
basta mangiarli seguendo alcune semplici regole. Meglio,
ad esempio, evitare di consumarli da
soli, come spuntino o
merendina, così come
a fine pasto, quando
sappiamo che dopo non
possiamo lavarci i denti.
Il trucco sta nel mangiarli in
associazione ad altri cibi protettivi. E meglio dimenticarsi di certi abbinamenti letali per i denti, come le
merendine a base di marmellata annaffiate con
spremuta d’ arancia.
GLI Alimenti anticariogeni
contrastano
la formazione della cariE
TERMALISMO 105
NOTIZIE DALLE AZIENDE
Linea 101
LOVE FOR PET
®
a cura di LOVE FOR PET
Prodotti eccellenti e semplici nel loro utilizzo per l’igiene e la bellezza del tuo amico a 4 zampe
Oggi anche in farmacia
Q
uello dei prodotti cosmetici per Pet Shop e Toelettature è un mercato in continua crescita.
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NOTIZIE DALLE AZIENDE 107
L’igiene del cane
Amarlo non significa solo coccolarlo e nutrirlo
A
NELLE
FARMACIE
PRODOTTI
Professionali
AD ALTA CONCENTRAZIONE
mare il proprio
pet non significa
solo
coccolarlo
e nutrirlo adeguatamente, ma
anche occuparsi
della cura della sua igiene. Occorre, però, un impegno costante,
innanzitutto l’igiene giornaliera,
la cura settimanale, per arrivare
a trattamenti più complessi, che
possono essere diradati nel tempo.
Le zone da tenere sempre pulite
sono le parti più delicate del corpo del nostro amico: occhi, denti,
zampe, orecchie e zone intime. Per
quanto riguarda gli occhi si consiglia di procedere passando una
garza o del cotone imbevuti di
acqua o soluzioni oftalmiche consigliate dal veterinario sull’occhio
del vostro animale. Questo movimento deve avvenire delicatamente. La pulizia dei denti è pure
importante: una dentatura pulita
previene la deposizione del tartaro, la comparsa di gengiviti, la
formazione di inutili carie e contribuisce a ridurre l’alitosi. Lavare
le fauci al cane richiede pazienza:
bisogna innanzitutto procurarsi uno spazzolino pediatrico ed
un dentifricio per cani (entrambi reperibili in farmacia). Con lo
spazzolino strofinare accuratamente, ma con delicatezza i denti.
La pulizia delle zampe andrebbe
eseguita ogniqualvolta l’animale
torna da una passeggiata. Sotto
la zampa tende ad accumularsi
la sporcizia della strada, pertanto
con una salviettina umida è possibile pulire le sue zampette. La cura
dell’igiene canina comprende anche
l’attenzione al suo pelo. Per evitare
la formazione di piccoli nodi, l’accumulo di polvere e residui all’interno
dello stesso è necessario spazzolare il
cane con strumenti idonei. Qualora
si riscontrassero nodi, la cosa migliore da fare è tagliarli con le forbici, in
maniera da non sottoporre il cane
allo stress di una spazzolatura energica.
Estremamente importante è anche la
cura delle orecchie: sarà sufficiente
settimanalmente ispezionare l’inizio
del condotto uditivo, verificare che
non sia maleodorante ed accertarsi
che non vi siano accumuli di cerume.
Infine è buona prassi prestare attenzione all’igiene delle parti anatomiche più intime, che vanno pulite
all’occorrenza con una salviettina
imbevuta con del detergente, fermo
restando che, in genere, il nostro
amico provvede autonomamente a
questo compito mediante il lambimento.
Per quanto concerne il tradizionale
“bagnetto” non vi è una cadenza
consigliata. è consuetudine lavare il
cane ogniqualvolta emani degli odori sgradevoli. Si consiglia l’impiego di
prodotti appositi per cani, reperibili
in farmacia.
a cura di
Piermario Mangili
Dirigente Veterinario presso Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche
AMICI ANIMALI 109
Il fumo passivo
uccide anche loro
a cura di Laura Torriani
Vice Presidente Ordine dei Medici Veterinari di Milano
è
Da Milano una Campagna per ridurre gli effetti sugli animali domestici
in corso la Campagna
dell’Ordine dei Medici
Veterinari della provincia di Milano “Il fumo
uccide anche loro” sui
danni provocati agli animali domestici dal fumo passivo.
L’iniziativa ha lo scopo di fornire
ai fumatori proprietari di cani o
gatti un ulteriore motivo per ridurre o cessare l’uso del tabacco:
salvaguardare anche la salute
dei pets.
Il materiale informativo sulle
patologie provocate dal fumo
passivo e sugli accorgimenti da
utilizzare per arginare i rischi è reperibile nelle strutture veterinarie.
La Campagna è patrocinata dal
Comune di Milano, dalla FNOVI
(Federazione Nazionale Ordini
Veterinari Italiani) e dall’Associazione ALCASE (Associazione per
lo studio e la ricerca clinica per il
cancro del polmone).
Pets e fumo passivo
Negli animali domestici le principali cause di patologie legate al
fumo passivo sono l’inalazione
e il contatto diretto con i residui
ambientali del fumo. Principale inquinante dei luoghi chiusi, il
fumo passivo ha un’elevata concentrazione di sostanze cancerogene. Queste ultime si depositano
nell’ambiente e sul pelo degli animali. Secondo un recente studio
dell’Università di Glasgow i pets
sono addirittura più a rischio degli
esseri umani per quanto riguarda
le patologie da fumo passivo, dato
che trascorrono più tempo in casa
dei proprietari, che sono spesso fisicamente vicini al fumatore e che
sono più a contatto con le superfici, in cui si depositano i residui.
L’INIZIATIVA HA LO SCOPO
DI FORNIRE UN ULTERIORE
motivo per ridurre
o cessare l’uso
del tabacco
AMICI ANIMALI 111
wellcare.it
NUOVO
DALLA RICERCA
Ulteriore pericolo per gli animali
domestici è l’ingestione di mozziconi: la nicotina, assunta per via
orale, è neurotossica ed è frequente che, soprattutto i cani, attirati
dalla saliva umana, ne ingeriscano una quantità potenzialmente
letale.
I principali danni per gli animali
che vivono con fumatori
Generalmente i cani sono più
esposti ai tumori della cavità nasale e polmonari, mentre i gatti
ai tumori orali o linfomi per via
del “grooming”, ovvero la costante cura del pelo, che mette in
i cani sono più
esposti ai tumori
della cavità nasale
e polmonari
i gatti ai tumori
orali o linfomi
contatto le mucose orali con i residui rimasti sul pelo. Sono riconducibili al fumo passivo anche
altre patologie respiratorie, che
vanno dall’irritazione o infiammazione delle prime vie aeree
sino a forme di asma e bronchiti
croniche.
La Campagna di sensibilizzazione
coinvolge tutte le strutture veterinarie di Milano, con la diffusione di materiale divulgativo e le
necessarie informazioni scientifiche. Ai fumatori proprietari di
animali domestici, che intendono
arginare il più possibile i rischi del
112 AMICI ANIMALI
fumo passivo, è suggerito di non
fumare in presenza dell’animale,
di svuotare sempre il posacenere,
di lavarsi le mani prima di toccare
l’animale dopo aver fumato e di
fumare all’aperto evitando che il
fumo entri in casa.
A convalidare l’iniziativa dell’Ordine dei Medici Veterinari di Milano concorre lo studio dell’Henry
Ford Health System di Detroit dal
quale emerge che tra i fumatori
proprietari di animali domestici
il 28,4% intende smettere di fumare per tutelare la salute degli
animali, l’8,7% chiederebbe al
convivente di smettere e il 14,2%
smetterebbe di fumare al chiuso.
Sostanze nocive
presenti nelle sigarette
Il fumo, inalato attivamente o
passivamente da una sigaretta,
contiene oltre 4.000 molecole,
alcune delle quali sicuramente
dannose per l’organismo umano.
Molti composti sono attivi biologicamente con modalità diverse,
essendo questi cancerogeni (certi
o sospetti), irritanti e interagenti
con i tessuti. Le sostanze nocive
del fumo possono ledere direttamente l’apparato respiratorio
e agire contestualmente anche sull’intero organismo. Tali
sostanze sono essenzialmente
prodotte della combustione incompleta di tabacco e carta e
vengono volatilizzate per l’elevata temperatura che ne consegue.
Le sostanze più note presenti nella sigaretta: catrame; composti
organici volatili tra cui il benzene (cancerogeno); idrocarburi
policiclici aromatici (IPA) comprendenti i cancerogeni benzopireni; particolato o polveri sottili derivanti dalla combustione
incompleta, fonte diretta di problemi cardiovascolari; nicotina,
contenuta nelle foglie della pianta del tabacco e volatilizzata col
calore (neurotossica); monossido
di carbonio, prodotto dalla combustione incompleta; sostanze
irritanti come le aldeidi; acidi organici carbossilici (acido formico)
e fenoli (fenolo, cresoli); ammine
e ammoniaca; idrocarburi non
aromatici di varie tipologie che
contribuiscono a intaccare lo strato lipidico protettivo di organi e
cellule.
“L’OROLOGIO
DELLA NOTTE”
MELATONINA
L’ormone naturale
che promuove il sonno
favorendo
un riposo di qualità.
S
Combatte il
GONFIORE
Anice Verde - Melissa - Finocchio
Favorisce la
DIGESTIONE
Sgonfia
pancia.
Finocchio - Melissa - Anice Verde
Riequilibra la
e avete difficoltà a
prendere sonno e il
riposo notturno fa a
“pugni” con il vostro cuscino
non preoccupatevi.
La ricerca scientifica ha
individuato nella carenza di
Melatonina, sostanza ormonale prodotta di notte da
una ghiandola del cervello,
una delle cause alla base
di questo problema di cui
soffre circa un terzo della
popolazione italiana.
La vita stressante e le
preoccupazioni di tutti i
giorni, l’abuso di farmaci,
la menopausa e per chi
viaggia i continui cambi di
fuso orario, sono alcune
delle ragioni o stili di vita che
sempre più frequentemente
causano disordini nel ritmo
sonno/veglia.
L’assunzione di 1 mg di
Melatonina, meglio ancora
se potenziata con estratti
vegetali specifici, contribuisce alla riduzione del tempo richiesto per prendere
sonno e, quando serve, ad
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non a caso è stato coniato
un detto, “una bella dormita e
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I vostri quesiti, i vostri dubbi, le vostre richieste
su argomenti che vorreste la rivista trattasse
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na bella novità per chi ci segue da anni: l’abbiamo
voluta introdurre in occasione del Decennale della
nostra rivista. Vogliamo, infatti, che i lettori di
ProfiloSalute abbiano la possibilità di rivolgere le loro
domande in tema di Salute - Benessere - Bellezza ai
nostri esperti. Per questo abbiamo pensato di destinare
uno spazio a loro interamente dedicato.
Dal prossimo numero di ProfiloSalute pubblicheremo i quesiti
che i lettori avranno inviato a [email protected] Le
domande dovranno essere limitate all’essenziale, così da poter
pubblicare su ogni edizione il maggior numero di risposte.
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buccia liscia di colore blu violaceo - 5. Ente Nazionale Corse al Trotto - 7. Egli per i poeti - 9. Siede
sulla panchina della squadra - 10. Manovrano aeroplani - 13. Cibo sottoposto all’azione del fuoco
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