Corso di Economia e Organizzazione Aziendale
Docente Marcello Falasco
Seminari A.A. 2002/2003
“SISTEMI INTEGRATI DI GESTIONE”
- QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA -
UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE
Facoltà di Ingegneria
6 Giugno 2003
Marcello Falasco - Università Politecnica delle Marche - Facoltà di Ingegneria
Corso di Economia e Organizzazione Aziendale
“Le Politiche Ambientali negli Obiettivi
di Economicità e Sviluppo Sostenibile”
- I costi ambientali interni ed esterni Relazione
a cura di
Marcello Falasco
UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE
Facoltà di Ingegneria
Marcello Falasco - Università Politecnica delle Marche - Facoltà di Ingegneria
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LA LEGGE DELL’ENTROPIA
1. L’entropia è quella parte di energia che viene persa quando si
trasforma in forza lavoro fino ad annullarsi per cicli ripetuti
(Clausius, Fisico)
2. L’energia produce lavoro quando passa da un livello più alto a
uno più basso (macchina a vapore).
3. Ogni volta che l’energia passa da un livello ad altro
diminuisce per produrre lavoro nel ciclo successivo
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LA LEGGE DELL’ENTROPIA
Le due situazioni viste nel lucido precedente si identificano:
 con lo stato dell’energia disponibile o energia libera;
 con lo stato di energia non più disponibile o energia vincolata
Aumento dell’entropia significa quindi
A. Diminuzione dell’energia disponibile in natura.
B. Degrado di una certa quantità di energia non più disponibile
per altra forza lavoro
Per cui parte
di questa energia non più utilizzabile si disperde e se la fonte è di
tipo inquinante crea energia dissipata che si accumula nell’ambiente
nuocendo gravemente all’ecosistema con danni irreparabili alla
salute dell’uomo, piante, animali e territorio
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I PRINCIPI DELLA TERMODINAMICA
E LA LEGGE DELL’ENTROPIA
Si possono così riassumere:
1) L’energia totale dell’universo è costante e l’entropia totale è in continuo
aumento.
2) Una volta che una certa quantità di energia viene trasformata da uno stato
all’altro se ne perde una parte e non può più essere usata (effetto entropico).
3) Nell’universo l’entropia ,quantità di energia non più disponibile, tende verso
un massimo e quando l’energia diventa non più disponibile, valore massimo
dell’entropia, avviene la morte termica (caos della materia).
Come affrontare la crisi entropica ?
Con le fonti energetiche rinnovabili (aria, acqua, vento, sole , biomasse,
idrogeno, biogas), al fine, perlomeno , di allungare il tempo dei valori massimi
entropici , che causeranno la morte termica del pianeta.
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L’ENERGIA E L’IMPRESA
Nei contesti industriali e di servizio sta avvenendo un mutamento di direzione
consapevoli che i danni ambientali potrebbero essere causa di uno sviluppo
economico insostenibile. A fronte di ciò entrano in campo le tecnologie pulite
(Cleaner Tecnologies) al fine di :
1. Privilegiare le produzioni a bassa intensità energetica
2. Privilegiare le tecnologie pulite a più basso risparmio energetico
3. Innovare i processi produttivi sempre più a basso contenuto di materiali
pesanti (era del software, M. Falasco, “ La pianificazione degli
Investimenti Produttivi”, 2001)
Ciò detto
la scommessa per il futuro, al fine di ridurre l’effetto entropico, non potrà che
essere il passaggio dalle fonti non rinnovabili (petrolio, carbone, gas), a quelle
rinnovabili ad energia pulita (eolica, solare, biomasse, idrogeno, biogas,
riciclaggio rifiuti).
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IMPRESA E AMBIENTE
 Si vanno delineando nuove politiche gestionali di
“ecoambiente” con impianti a tecnologie pulite che
diminuiscono le cause inquinanti (Anidride carbonica,gas
metani,fluorocarburi, rifiuti ecc.)
 Nasce un nuovo modello d’impresa con indirizzi “reattivi”
“proattivi” (M.Falasco, I Bilanci ambientali, ’99)., aprendosi a
nuove gestioni ambientali (S.g.a) capaci di prevenire i rischi
ecologici a monte e valle del processo o ciìclo produttivo.
 Le imprese e le Istituzioni pubbliche si stanno muovendo
promuovendo una nuova domanda di mercato (Green
Marketing), al fine di poter abbinare il dualismo tra :“Sviluppo
Sostenibile ed Economicità”
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OBIETTIVI COMUNITARI
E QUALITÀ ECOLOGICA

Con il regolamento comunitario n. 1863/93 si rendono operative su base
volontaria, le procedure (In Italia dal 18 aprile 1995), per la gestione
ambientale (ecogestione, audit, ecolabel, dichiarazione ambientale).

A seguito delle procedure di cui al regolamento richiamato, viene data la
possibilità alle imprese di certificarsi (auditor autorizzato) per il
riconoscimento del “Sito Industriale” ottenendo apposito logo -ecolabel-.

Entra in funzione l’EMAS (eco-mangement and audit scheme) i cui principi
guida sono cosi sintetizzabili :
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OBIETTIVI COMUNITARI
E QUALITÀ ECOLOGICA
1.
2.
3.
Le aziende coinvolte dovranno mantenere e migliorare una struttura
organizzativa tale da consentire e garantire la realizzazione delle politiche
ambientali ;
Vengono assegnate precise funzioni al responsabile dell’ambiente interno o
esterno per ogni livello organizzativo d’impresa
Vengono definii gli strumenti tecnici e organizzativi per conseguire gli obiettvi
aziendali
Successivamente entra in vigore (l.93/’01), l’EMAS 2, che oltre ad allargare la
platea dei nuovi soggetti che possono registrarsi emas (imprese servizi, enti
pubblici), si passa dal concetto del “ Sito Industriale” a quello di “Organizzazione”.
Con l’entrata della EMAS 2 le procedure ISO 9000 si integrano con quelle a
carattere ambientale, ISO 14001, stante l’integrazione necessaria tra i due sistemi
con lo scopo di migliorare la qualità totale del sistema azienda accompagnata a
quella ambientale
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I COSTI AMBIENTALI
INTERNI ED ESTERNI
Definizione
Ogni spesa destinata alle attività produttive-distributive avente lo scopo di
contribuire al miglioramento degli impatti ambientali.
Nei costi aziendali entrano quelli dedicati agli investimenti in tecnologie pulite o
altri costi mirati alla gestione ambientale.
Le Imprese dovranno divulgare all’esterno le “Performance” raggiunte in campo
ambientale (Bilancio ambientale, sito organizzativo, logo, conformità ISO 14001).
Costi Interni : entrano nella sfera economica aziendale come componenti
reddituali direttamente finanziati dall’impresa, salvo contributi pubblici o
incentivi fiscali, e direttamente recuperabili dalla vendita dei prodotti.
Costi esterni : se ne fa carico un soggetto pubblico per interventi sull’ambiente
con recuperi con imposte generali o tassazione speciale (eventi naturali,
depurazioni, risanamento territoriale ecc.).
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I COSTI AMBIENTALI
INTERNI ED ESTERNI
In sintesi
Per definire e misurare i costi ambientali è importante :
A. separare le cause d’origine dei costi ambientali nell’uso delle
risorse
B. rilevare e catalogare i costi ambientali da quelli di altro tipo
C. dare informazioni sui risultati ottenuti in campo ambientale
D. definire gli investimenti tecnici ambientali (tecnologie
pulite), in un approccio analisi costi e benefici negli obiettivi
di “eco-efficenza”
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