Coordinato da Valeria Lai
agenzia adiconsum • anno XV - n. 46 • 6 giugno 2003
Stampato in proprio in giugno 2003
In questo numero:
Commento Adiconsum
sulle considerazioni Finali
della Banca d’Italia
I costi delle commissioni bancarie
Credito e risparmio - Le considerazioni finali della Banca d’Italia
- I costi delle commissioni bancarie: una ricerca Adiconsum
- Banca Fideuram/Adiconsum: intesa sul metodo per il caso
Monselice
Prezzi e tariffe
- Prezzi/inflazione: una riduzione modesta
Registrazione Tribunale di Roma n. 350 del 9.06.88 – Sped. in abb. post. comma 20/c art.2 L.662/96 Filiale di Roma
Adiconsum News
CREDITO E RISPARMIO
Le considerazioni finali
della Banca d’Italia
Un nostro
commento sul
discorso del
governatore
Antonio Fazio.
Test noi consumatori
Le Considerazioni Finali della Banca d’Italia, del 31 maggio, non sono state, come sempre, considerazioni politiche,
ma, più del passato, hanno avuto un forte risvolto politico.
Il Governatore Fazio ha parlato nel segno della continuità
con il passato, ma con una maggiore puntigliosa lista delle
“cose” da fare e non fatte, con un richiamo forte ad alcune
priorità del Paese, con un forte allarme sul futuro dell’Italia.
Continuità per la puntigliosità, economica e statistica, con
cui Fazio ha espresso le valutazioni della Banca d’Italia sulla
situazione mondiale, europea e nazionale, sui comportamenti del sistema bancario, sulle “cure” di cui avrebbe
bisogno il Paese, sulle prospettive economiche a breve e
medio termine, ecc..
Allarme per i ritardi che si sono accumulati, nell’economia
e nelle finanze pubbliche, e per le differenze, che tendono ad
allargarsi, in Italia, in Europa e nel mondo.
Non tutte le posizioni espresse sono condivisibili: il continuo richiamo alla riforma delle pensioni e l’assenza di
qualsiasi richiamo al Patto per l’Italia che le forze sociali, con
in prima fila la CISL, tentano con fatica di raggiungere per
rilanciare l’economia, la sostanziale assoluzione del sistema
bancario e finanziario nazionale, dimenticando lo scarso
spazio dato alla tutela della clientela bancaria e ai comportamenti delle banche. Infine, anche la mancanza di qualsiasi
accenno autocritico, trova il dissenso dell’Adiconsum. Allo
stesso tempo, deve riconoscersi che sulle principali tematiche
affrontate Fazio ha lanciato messaggi chiari e da condividere,
anche se solo in alcuni casi ha fornito la “cura” ai problemi.
Nel merito delle Considerazioni un aspetto è sembrato
emergere, fin dalle prime righe, su tutti gli altri. Il rilancio della
questione meridionale. Non è possibile, per brevità, ripercorrere tutte le considerazioni fatte; è però da evidenziare la
certezza secondo cui il Mezzogiorno d’Italia ha tutte le possibilità (economiche, culturali, occupazionali, ecc.) per superare
l’attuale divario, che invece di ridursi tende ad allargarsi. È un
“messaggio” alle forze politiche ed economiche del Paese che
ancora credono di risolvere il problema meridionale con contributi e “regalie” senza affrontare, se non a parole, in maniera
strutturale il rilancio del Mezzogiorno d’Italia.
La “questione” inflazione è stata affrontata evidenziando
come si stia nuovamente allargando il divario con i principali
Paesi concorrenti, a partire da Francia e Germania, creando
difficoltà, tra l’altro, nello sviluppo delle esportazioni.
Un’ulteriore “requisitoria” ha riguardato il sistema imprenditoriale. È stata evidenziata la ridotta dimensione delle
imprese, limite per un confronto “alla pari” con le imprese
estere, la dipendenza dal sistema bancario e la conseguente
scarsa presenza di capitale di rischio, la perdita di competitività, lo scarso aumento della produttività. Osservazioni che
sono condivisibili, ma che tacciono ulteriori situazioni,
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Adiconsum News
evidenziate nelle Relazioni degli anni precedenti. Fra tutte,
tre devono essere poste in evidenza: 1) la finanziarizzazione
delle imprese, che sempre più si sono lanciate in iniziative che
non rientrano nell’attività di impresa, riducendo le loro
produzioni tradizionali. Scelte come queste hanno portato
alla crisi molti grandi e medi gruppi industriali; 2) la difficoltà
a percepire la concorrenza come un fattore positivo per i
risvolti su qualità, costi e prezzi; la ricerca del profitto
immediato a discapito degli investimenti e della ricerca.
Per gli aspetti di politica economica e sociale è stato fatto
un forte richiamo alla necessità di miglioramento della
scuola, del finanziamento alla ricerca e allo sviluppo, della
riduzione della pressione fiscale, del completo risanamento
economico del Paese: insomma all’esigenza di passare dalla
politica degli annunci a quella dei fatti.
Le uniche note sostanzialmente positive hanno riguardato
il sistema bancario. È stato evidenziato: l’aumento della
concorrenza, la riduzione della forbice dei tassi di interesse
sia tra raccolta e impieghi che tra nord e sud, la maggiore
efficienza nella concessione di credito al sistema imprenditoriale. Solo rispetto agli investimenti sono state avanzate delle
critiche; è stata evidenziata la difficoltà di molte imprese a
rimborsare i titoli collocati sul mercato, la scarsa trasparenza
dei bilanci dei gruppi bancari, per il ricorso a strumenti
finanziari sempre più complessi, la carente valutazione del
profilo di rischio da parte di alcuni operatori, nonostante la
sostanziale correttezza degli operatori anche alla luce delle
ispezioni effettuate. Di tutte le Considerazioni, questo è
l’aspetto che convince meno, sia per quanto affermato sia per
quanto non detto. Ci troviamo di fronte infatti ad un sistema
bancario che:
1. è ancora scarsamente concorrenziale;
2. è troppo presente (dal controllo sostanziale di larga parte
del sistema imprenditoriale, al controllo totale degli investimenti, stante il sostanziale monopolio dell’analisi, del
collocamento, della gestione);
3. pratica aumenti dei costi alla clientela, non giustificati
dall’andamento dei mercati, e allo stesso tempo non
prevede riduzioni di costi dove sarebbe possibile;
4. applica condizioni diverse, scarsamente legate al reale
rischio.
Il governatore ha speso poche parole sulle crisi che hanno
coinvolto centinaia di migliaia di cittadini (Argentina, Cirio,
4You e simili, corporate bond, ecc.), sul mancato rispetto
delle iniziative a tutela della clientela e sulle prospettive
future derivanti dalle nuove normative nazionali ed europee.
Infine, nessun accenno alle modifiche in corso di discussione
sul ruolo e le funzioni della Banca d’Italia.
Nel quadro disegnato, la ripresa economica è rinviata e
“condita” con molti condizionali al 2004, con una previsione
per l’anno in corso di un aumento del PIL molto basso (nella
migliore delle ipotesi l’1,00%). A ciò si aggiunge il rischio che
l’incertezza economica attuale “si trasformi in pessimismo”.
Se ciò accadesse il danno per il Paese potrebbe essere
irreparabile.
Il breve resoconto di 37 pagine, che dovrà essere approfondito con l’esame di tutta la Relazione, pone in evidenza
come i contenuti delle Considerazioni, dietro l’aspetto econo-
Test noi consumatori
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Adiconsum News
mico nascondono un giudizio sull’azione dei Governi, presenti
e passati, e un Programma Politico per ogni aspetto della vita
nazionale.
L’Adiconsum si attiene ai fatti, ricordando che ognuno
deve agire nell’ambito del proprio ruolo istituzionale, senza
invadere quello degli altri soggetti.
I primi commenti, delle forze politiche e delle imprese, non
appaiono in linea con questa esigenza di correttezza.
Paolo Landi
I costi delle commissioni
bancarie: una ricerca
Adiconsum
Una carrellata
sulle variazioni dei
costi dei depositi a
risparmio e dei
conti correnti, i più
comuni prodotti
bancari utilizzati
dalle famiglie.
Test noi consumatori
Pubblichiamo un’interessante ricerca svolta dall’Adiconsum Piemonte sui costi delle commissioni bancarie relativi ai
depositi a risparmio, conti correnti e portafoglio.
Depositi a Risparmio
• Si è notevolmente accresciuto il numero delle banche che
prevede l’addebito di spese per ogni operazione (similmente ai conti correnti); si va da un minimo di € 0,45 fino
a € 0,70 per ogni versamento o prelievo. Alcune banche
applicano tale commissione oltre un certo numero di
operazioni franche, altre senza alcuna franchigia.
• Nel periodo sotto osservazione, anche le poche banche che
non lo prevedevano precedentemente hanno provveduto
a comunicare ed applicare spese per l’estinzione del
libretto, da 15 a 30 €, in qualche caso imponendo, del tutto
illegittimamente, il mantenimento di un deposito minimo
superiore a tale commissione, anche se il cliente non ha
intenzione di estinguere il libretto.
• Le spese annue di chiusura, capitalizzazione interessi ecc.,
sono state robustamente incrementate, fino al 15/20 %.
Si collocano attualmente tra un minimo di 10,33, fino a 20
€ e più. Qualche banca, nell’addebitare tali spese annue,
si limita a prelevare fino alla concorrenza degli interessi
maturati, mentre altre memorizzano la parte incapiente
per recuperarla in futuro, sempre sugli interessi. Ma sono
ormai molte (San Paolo/IMI in testa) che, in spregio ad un
principio consolidato, per il quale il capitale depositato (e
gli interessi quando capitalizzati) è intangibile, addebitano
senza scrupoli tutte le competenze dovute, erodendo il
capitale. Neppure dopo il reclamo formale recedono da
tale comportamento.
• La remunerazione dei depositi, generalizzata a livelli dello
0,50% già 18 mesi or sono, si è ridotta a livelli ridicoli.
Alcune banche, più che altro per decenza, si sono fermate
allo 0,125% lordo, ma non sono poche quelle che
pubblicizzano tassi dello 0,0625% lordo e si è visto
qualche tasso dello 0,01%.
• Ipotizzando che una banca prelevi spese minime annue di
€ 10,33 oltre a € 2,50 per l’invio di almeno una comunica-
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Adiconsum News
zione annuale, occorre un deposito superiore a 14.000
euro remunerato allo 0,125% lordo per un anno, per
coprire le spese indicate.
• Da ultimo, non si può fare a meno di segnalare che altre
banche (al momento non ancora moltissime) stanno
seguendo il percorso inaugurato anni fa dalla C.R. Gorizia,
imitata dal Credito Romagnolo e poi da altre, di addebitare
una commissione specifica, per prelievi dal libretto superiori ad un determinato importo giornaliero. Ciò che
costituisce l’elusione di una precisa norma della legge n.
154/92 – art. 7 – che ha posto fine ad una prassi
precedentemente in uso nelle banche, di limitare ad un
importo prestabilito il disponibile a vista, pretendendo un
preavviso (che si concretizzava in una retrodatazione della
valuta) per prelievi d’entità superiore.
Conti correnti
• Nel settore si è verificata una vera e propria esplosione dei
costi in forme diversificate. Accanto al puro e semplice
incremento delle voci di tariffa, si è assistito all’introduzione di nuovi balzelli ed anche all’eliminazione di gratuità,
sconti, riduzioni.
• Gli aumenti non trovano alcuna giustificazione, né in
aumento di costi (non si è rinnovato alcun contratto di
lavoro, anzi questa voce di costo è diminuita), né in
miglioramento della qualità del servizio. Si motivano
unicamente con l’esigenza di mantenere in attivo il bilancio, non più florido per la contrazione dei ricavi da
intermediazione o dall’operatività di borsa.
• Le spese unitarie per la movimentazione del conto (costo
operazione o riga) si sono rapidamente incrementate fino
alla media attuale di € 1,90, con frequenti casi di sforamento
dei due euro.
• In tutti i contratti convenzionati in cui si prevedevano
spese forfetizzate su base annua o trimestrale, con un
certo numero di operazioni comprese nel forfait, accanto
all’aumento del forfait stesso, è stato ridotto il numero
delle operazioni gratuite.
• Alcune banche avevano cominciato ad incrementare i
listini negli ultimi mesi dell’anno 2001 di importi “rotti”,
inconsueti, se non immaginati in funzione dell’imminente
passaggio all’euro, per la quale circostanza erano state
fornite solenni garanzie di non volerne approfittare per
“ritocchi”. Gli aumenti, attuati in precedenza, hanno permesso di mantenere formalmente fede alla promessa e di
avere, nel contempo, tariffe tonde espresse in euro.
• Straordinario innalzamento della commissione di massimo
scoperto, il cui standard si colloca all’1,00%, con frequenti
debordi oltre tale livello, specie nel caso di supero del fido o
di sconfinamento non autorizzato, anche per sola valuta,
circostanza che colpisce frequentemente la clientela più
modesta a causa delle valute applicate a versamenti e
prelievi. Da rilevare, altresì, che è andata progressivamente
scomparendo la prassi, che subordinava ad un minimo di
durata la punta massima a debito su cui applicare la
commissione. Ormai viene calcolata sulla punta massima
rilevata, anche per un solo giorno ed anche per sola valuta.
• Sono del pari fortemente aumentate le penali per lo
sconfinamento non autorizzato o occasionale, ossia i
Test noi consumatori
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Adiconsum News
•
•
•
•
debordi di chi non ha fido (operai, impiegati, lavoratori
dipendenti) e sconfina, per cifre trascurabili, magari solo
per valuta. Si tratta di penali non rilevate ai fini del calcolo
del TEG (legge 108/96 sull’usura) ma che innalzano a
livelli abnormi il costo effettivo del denaro. Per di più,
proprio per il modo in cui si realizzano, il cliente ne viene
a conoscenza solo al ricevimento dell’estratto conto, ossia
a trimestre ormai chiuso, sicché, quando provvede alla
copertura, si è già determinato lo sconfinamento nel
nuovo trimestre e deve ripagare la penale.
Per la discesa della remunerazione delle giacenze, vale
quanto detto a proposito dei depositi a risparmio.
La commissione o spesa per l’estinzione del conto si è a sua
volta incrementata moltissimo, raggiungendo livelli
ingiustificati, con la conseguenza di impedire al cliente di
cambiare banca. Rendendo così onerosa l’estinzione del
conto, infatti, la concorrenza diventa un mito, con buona
pace del dr. Sella che si ostina a dichiarare pubblicamente
che gli italiani possono difendersi dal caro banche, scegliendo quella che ha le condizioni migliori.
La valuta per il versamento di assegni, anche circolari, di
altre banche è giunta nella media a superare i 6 giorni
lavorativi, quasi raddoppiandosi rispetto ad un paio di
anni fa.
La perla, al riguardo, è rappresentata dalla Banca Popolare
di Lodi, la quale, dopo avere esplorato ogni possibile via
per caricare di balzelli la clientela, balzelli che ha portato
ai livelli più alti, è riuscita ad inventare una voce tariffaria
“recupero per spese amministrative, spese di gestione,
spese per servizi non ricompresse in specifiche tariffe” pari
a 50 euro max all’anno. Un vero balzello dovuto ad ogni
evento! (G.U. n.78 del 3/4/03 pag. 86).
Portafoglio
Si è rilevato negli ultimi 2/3 mesi un infittirsi di annunci in
Gazzetta Ufficiale di forti aggravi nelle commissioni, spese,
valute sui diversi servizi di portafoglio: incassi, sbf (salvo
buon fine), dopo incasso, cambiali, Ri.Ba., ecc. che rendono
la fruizione del servizio molto più onerosa che in passato.
Pasquale Ernesto
Banca Fideuram/Adiconsum:
intesa sul metodo per il caso
Monselice
Dall’incontro tra
Adiconsum e Banca
Fideuram,
disponibilità a
lavorare per sanare
la situazione dei
clienti danneggiati.
Test noi consumatori
In relazione alla recente vicenda diella Banca Fideuram di
Monselice (PD), (v. “Adiconsum news” n° 31 del 18 aprile
2003), Adiconsum ha incontrato i rappresentanti di Banca
Fideuram e Abi. Nell’ambito dell’incontro sono stati chiariti gli
equivoci tra Banca Fideuram e Adiconsum, dovuti a mancanza di comunicazione, ed è stata manifestata la volontà delle
parti di lavorare insieme per risolvere in tempi brevi la
situazione dei clienti danneggiati. Al riguardo è stato concordato un metodo di lavoro e fissato un calendario di incontri
successivi a partire dal 20 maggio.
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Adiconsum News
Nel corso dell’incontro è stato raggiunto anche l’accordo
per affrontare, dopo la chiusura del caso Monselice, le altre
situazioni presentate dalla clientela contro la Banca Fideuram.
Valeria Lai
PREZZI E TARIFFE
Prezzi/inflazione: una
riduzione modesta
Ci sono le
condizioni per
riduzioni
significative su
benzina, trasporti,
tariffa luce e gas,
viaggi all’estero.
Urgono
provvedimenti per
rilanciare consumi
ed economia.
Test noi consumatori
La rivalutazione dell’euro sul dollaro nell’ordine di 35 punti
rispetto a gennaio 2002 e di 15 punti rispetto a gennaio 2003,
può permettere riduzioni significative dei prezzi in vari
settori, anche di 5 10 punti. Fra questi Adiconsum indica la
benzina, ove le riduzioni ad oggi sono state modeste per
effetto della non concorrenza nel settore; il trasporto aereo
e su strada, dove gli ultimi aumenti sono stati giustificati con
il caro petrolio; il turismo, dove le quotazioni dei viaggi
organizzati, soprattutto di quelli internazionali sono tuttora in
dollari.
Per Adiconsum è necessario, inoltre, che la Banca Europea
faciliti una ripresa economica con un ulteriore ribasso del
tasso di sconto. Il caro euro renderà infatti la ripresa più lenta
e anche l’operazione condono, che ha drenato liquidità dalle
famiglie, gioca negativamente sul calo dei consumi e sulla
ripresa economica.
Rimanendo in tema rendiamo noto che sulla Gazzetta
Ufficiale del 21 maggio 2003 è stata riportata la delibera del
Comitato Interministeriale per la programmazione economica, relativa al programma statistico nazionale per il triennio
2003-2005.
Il provvedimento ha recepito quanto richiesto dall’Adiconsum nel corso degli incontri con l’Istat e con il Ministero delle
attività produttive, circa alcuni obiettivi specifici, in particolare la “riprogettazione delle indagini presso le famiglie e la
ristrutturazione del sistema delle indagini sociali” e il “migliore e più diffuso utilizzo di dati amministrativi a fini statistici”.
Inoltre è stata prevista la diffusione dei dati sul censimento
2001 e la conseguente revisione delle statistiche demografiche,
il completamento del sistema informativo statistico sulla
pubblica amministrazione e l’ampliamento delle informazioni
sul mercato del lavoro.
È ora importante che le nuove rilevazioni siano effettuate
in maniera molto rapida, al fine di poter verificare, attraverso
di esse il reale impatto sulle famiglie dell’andamento dei
prezzi.
Fabio Picciolini
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Adiconsum News
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