J 1. AMORE DISPRTTO PER COSTANZA V/S/OSE l (iOLINO H».tl.O(.N PrMMl'IùLt i CASA DELLA r,-r-. \ Ko.n»,(«oli hdi\ioìie soli di esemplari 201 ordinai amen le numerali \ biabiliiDcnto Tipografico Successori Monti l'REFAZlUNK oriATOftS DEI. l'invenzione ()N cominciò civili e culti ed la ebbero che ridotte al come appo li uomini leaccu- dei medesimi ; seguitarono arte, ad dotti, popoli scritti, mano- incremento tempo presente i antichi critiche ad stampa tutti dclli pure investigazioni ratc della presso ricerca LETTORI Al CODICE in essere molti fino dei onore quali se iK r- r.ditori che lucro magt^ior Opere M ^"11'. di j put"MK.i/i"":, il posposto delle volgare ì più Edizioni facili diletto agevole e di passatempo, cdicati ! ' ' e .he, alla o tut- 4 — inedite, torà lo nuovi scoprimento è solo non loro altro, senz' che puscolo Codice sul è quale correzione, passerò, onde notizia si gli fuori, raccomandate essere alcuna ora per cate ricer- e anco e pubblico; dare a non quale, ma bellezza d' al nuovamente tori, Edi- Romagnoli del Italia, abbisognano non zione le- tali pregiate in della grazia Sig. stampe universalmente essere in il le di acquistata rinomanza Bologna, di i lodati Fra diante me- miglior e vera meritatamente piccola edite, collazione e più a emendate. di già sobbene o Mss. si — dell' presenta, fatta Odel e prima questa pubblicazione. L' di r un contiene Opuscolo ad Autore il risoluzione che consiglio debba ne ed perplesso In né s' abbia a piuttosto Esso che si chiamare alla il prendere dalla suo moderata im- né conseguenza mi Romanzo amico, intorno angustiato passione. Novella manda quale fidatissimo suo un richiedendone animo la amoroso, sogno narrazione la questa che sembra scrittura ma Visione. fu deduce compostò da un nel XV parziale Sec.°; estratto il Genealogia icllla quilo 1.1 la dell' n.ìjqii.' c^^() Giovanni deli del del Giov. Celebre Galateo: il e 1 Daniello desso del da e* in "t te. e la di sa, e quel a Nel poi delia mbrano di e di non la per di anco la più fa pozione di- sua retoriche temperata e venustà senza quale tatori imi- furono, tempK) principio si seguenti l'accennato nel- gli tanti alquanto scrittori Le fra che procedendo purezza molti chiama annoverarsi sovverchia naturale, diresse Lionardo Certaldese, fioriture; Io tore scrit- cui a tenato an- Zanobi. di È fu Casa chiamavasi '"ne : della così di e l' amico che retto, Ugolino ftoreniino (..i^a t dopo c,l;.ì .i"i 1. secondo )'M'Mlmente pr Apivii i4j''. Autore, pregiati sono quell'epoca. dì lettere dell' estratto famiglia dei superflue G. B. albero Della ad Casotti logico geneaCasa illustrare non D'ILLUSTRAZIONE LETTERE VISIONE AI.LA Signore Illustrissimo ieri fuggii hospite d'affari Colendissimo Padron Sig. lo arrivato a è V. IH. S. e ne decimo nel conti che si che Ella non che vede ha il d'essi Sig. nelle mani questa il nire rinve- altro ; due che q^uelli Boitan l'Autore quente fre- secolo quarto sono poiché cerca, dall' uno così di difficile 1' qualche é albero cosa discernere trovo a' miei Ella è che famiglia, dell' fondi nei di quale avere Ugolino di nome me pri- ricercare del di pena ap- mie Casa desidera Il notizia. il stata della ma ed delle una casa occupazioni Ugolino forze: proprie le s'incarica clii fa, così lutato insa- che, meno poco e sopra queir CASA DELLA UGOLINO DI mi che disse, del Romanzo, aveva letto il , Boccaccio. Io stimo che 1' Ugolino che \ III. -- ma figliuolo sia corca ' ! (Jroce, inS. viveva ".' moglie per che trovo non lume di veda V. S. servito restar ija-. Ill.ma Bonanni ma Con le come mi e ebbe 1413, figliuoli. avesse questa Tanno Giov. di Jacopa timo An- Michele di nel j Scr con sepoltura ? MI) ! che lino di sto quecia piac- comandi che ' Si Ite v: i c"in obbedita chi si ossequio, ji"tiiuo Di l'r.ito , Agosto V. e pregia sebbene S. come con- di essere senza Ill.ma 172^.. . Dev.mo GlAMBATTISTV Servo C\s".TTI rimonie, ce- 8 — — Illustrissimo fatta scoperta del l'autore Antonio d' le dell' Cugino 1' essere ha alle mani. V. Ugolino, dal e cugino suo cui visse eh' Egli il potrà della da vero lettera, al questo età tempo si già 400. o da tornerebbe accennarmi in stile se desidero quello fatto; perchè che la eh' si Ella ferma occorrendomi peste del Ella sia Ella vecchio, Chiarito appunto. in vede Dallo riconoscendo giovane condo se- Paolo di del computo Ippolito intorno descritto stabilire se più facilmente quale Egli parla sia quella articolo di dall' romanzo scrittura visse cui strazione dimo- la veda questa troverà ma nonno viveva del poi che in Ella eh' a non il tempo supponeva Scrittura unisco Ella io 111. ma S. io quale appunto che della che nella essere Ugolino autore neva, suppo- diligenze fialtro Ugolino Ippolito d' Ugofigliuolo di un d' ino, mi Ser nuove un Giovanni di f;liuolo viene che ad di non io far ritrovo quali gliuolo fi- sia Casa, come fatto che Ul.ma S. romanzo della Ugolino ha mi V. da consaputo Giov.. di per Colendissimo Padron Sig. La Signore 400 sto que- degni per fare 9 — — notizie alle io v..isa della illustri uomini ì da stampate fa- mancherò non di ... scrittore questo .1 Opera dell' e venienti è tino qui a servirla, por fare di cri in alla fare di cnr.il- mt Di 30 Cui favorirmi molto stamperia dalla sua to mol- professandomi che cineres sine e sono fuco et sarò fai- opportuno di *Dev.mo Ul.ma S. V. 1726. Agosto S. P. cho majorum. more Prato, di stu- occasioni le protesto ad usque Liciis, mi come tutte quale oSS!it;,ito vuol sortito somministrate vcrrrinno t;i.ntil-/:/;i. e no- -..- . mi di decorose è mi quanto di dare illustratore piìi e 1 di e soggiungo che di sarà lettere, il Giuseppe farle sempre lasciare Manni Obblig.mo Giambattista quando Servitore Casotti. nella ^\ co U o -r « ZZ co 2 o Go o « W) 13 o £ -c — N ?- " O o — se - o 0-. f^ •— e - o e " . PO 0. 1 — Il 2663 Numero beila che re^gore C- tIoUicc lettera io ho colla 1 — Riecardiano membranaceo di ma cercato massima in scorrettissima di col segnato emendare S." lezione, e diligenza. Pietro di Oldrini. cor- Incomincia il composto Giovanni Casa mandato e fiorentino, il Zanobi amore rentino fio- amico Lio- cittadino è libretto quale chiamato e mio di mento ar- di cittadino al Daniello di vulg Ugolino me per Della nardo libretto picciolo lato intito- dispetto pek COSTANZA tNUUMl mio natio nojato dalla molte e varie deliijcrai nella solitudine, di io diletti ci^rcizi ,- code ed prendere e qui ferma città mio venuto alquanto ultimamente per a qui nel rivolgendo me imaginazioni, dilettevole nostra pensando in tornare talità mor- dimorato Mugello del paese amico. pestifera stagione lunga per della cagione per carissimo u. dimora di piacere se non Firenze, simi moltis- diletti trovai varj la pre- 14 — fata città nel pr^fato per distormi in dispetto esaminato in chi io che a trovai ne amici tengo, fosse, secondo o che quello in io continuamente insieme ragioni le e più che d' per quali dalla siamo e volerle stra no- usati ci e mo siachevole amifidandoci con- nostro queste tu mio. generalmente a fido amico sincero ogni per sei senta me d'uno amati, domando, infino per quello è che caro ficiente suf- e molti insieme che Sicché ti estimo e sempre amore fido abile io che cosa puerizia per più ed mento intendi- quale li dolcissimo Conciossia e fra eh' Lionardo amico a- : mio benigno in presente costanza consiglio, e posi pro- fervente ogni fosse me reverente nullo ozio mio con onde : la troppa me simile a del per prima incorso compilare trattare e che dispettoso di vata pri- medesimo qui, era dal diletti quello trovai Mugello me operetta, more in mi annoiamento di e stante poco e : uomini d' e — nimento. avve- molte tutte tre alteramente in- , lunghezza deliberato e di parole raccontarti affettuoso in bisognerebbe narrare amore distendersi, quanto sia il mio costante pa tropho cero sinin- 15 — .,ucna — donna lu più ^ualc che ... .tltrn più e in del cosa che mondo altro alcun ciò con riceverlo, notti ti Finito il quale dispetto più da presto dico prologo m^ da cose molte sono cosi. comincia te mierament pri- meravigliose non ; glio consi- incominciandomi dormendo, passate di speranza epperò vedute alia desiderato di me in sono domandarti ferma e amo, il libro. vissimi quali meravigliato alquanto i miei voltai il dolce mi sendo non carni tenere più di speranza dolci d' frondi i Elle la di rosa nel bocche per crespi lo gran loro s'av- lande. ghir- si niva conve- mescolata, stelle di loro nel canzone come ed i le e vermiglia divenivano caldo, sendo es- bianchissime, viso colore della note pelli ca- Ed mattutine di di chissimi, bian- erano delle era pareano le oro quanto colore rosso delle i loro sopra frondi soprapiacevoli a vestite le erano occhi picciole d' bianchezza quale loro fra in volgeano cantando capelli alquanto loro allato dimoravano. biondi con ghirlanda una fila com2 le pelli ca- ciascuna quali le alloro che insieme fatta giovinette stite ve- biondi sedere Aveasi canzonette. due sentiero forse piacermi, ; sopra mano, fontana chiara d'una de on- damigelle i loro maestrevole con tare, ascol- uscisse che vestimenti acconci ed me parte quello per sottilissimi di quella leggiadre due in lungo pareva guari vidi andato, in passi canto ramente primie- Onde dopo di ma quando me estimai. sentii, li mortali non in angioletti, divini e i canti, verle mo- ; è detto e 19 - carni dilicaie e ; — di boi- " ^,,, vestimenti tilissimì ' in i J^ :nellc, ritondi vestimento leggiadre per di carni. si ghi luo- festavano mani- loro La tura sta- ed grandezza bene membro iscuno mi aperture stente il resi- piiì in convenevole due come fuori in candide le era quali le ancora e forma la mostravano pingevano pomi cintola dalla quali i in proporzionate. . Io vedendo krmai ed il passo; dissi tu se ;! r.::'.i '. Jikti') ?' ? re pos- mi piace bene dissi con loro sopra la e incominciai r altra I e so a dopo di costoro, alquanto ; onda riguardare a ve- ci; posto e Certo sedere a tana, fon- della ora 1' rallegrarmi di potere le domandai si dis- N quelle. chiara a desiderare io mia maggiore dissono parlani teco E la ed duti conce- lasciato? ) io disiri: concedere. per liete cui ha gli ce voi sere ora i vostri avete •• ? a li vorrai ce perchè io, salutarono; Iddio risposero: esse e vergognoso vi conceda Iddio : canzoni me con e mi umilmente atto dolci levarono si me verso videro come esse alle silenzio presero smarrito tutto questo, loro una nel piacere : giovani : cosi maggiore compagnia, d'andare veggendo poi celi; noi e graziosa era fra Iddio cui Io d'amore dell' testa il bianco sottili Io con scollature ciascuna alcuna del parte di e le il altra sovente tra carni colorite quello che i perfettamentecoprieno. debole ingegnava la l'occhio metteva non la sedere. pos- avea dell' e apertamente loro toccavo gola m' drappi colui a Io me. e lezza bel- menti ragiona- il collo: sopra più loro diversi esse vestimento mirarle darà grembo; sguardo vedere per in una sottile con ed braccio delicato in di beato bellezza misi le sai As- di dicendo: tanta te compagnia ciascuna talora me si conceduto. la nell'anima, notando sole vedere dilettava mi bono deb- rimanemmo, ha me qui e il potere ci a molto costoro, a fortuna la desiose noi che avventura quale qui lasciarono, volentieri per qui fummo cose, avanti ancora pensando siccome altre tornare la una 1' altre ma solette stanche, quasi 1' noi Cassandra, nome voi attendete rispose Certo, solette? avea che ditemi donzelle mano mettere vestimento del corpo volta ed la altra dita le alle con candida volta tra mammelle, festevole le ? »v..;anJo, :; . .^ ruc.it.i di : che io niuua Hate spesse in tanto per io che quella era niente donna amata, dalla uscita Ed piv.\.ii!) in locati ci non loro con ritenca effetto si non il Ma del leale può sofferse il la donna r'u 1 0 •• già piegava. così vendo stoltamente dico E due due la bionda di chiamata testa Ich' al che aflfanno sorelle ii^c che dimmi e tutto non meco altro che pervenire più inanzi, quale di al Ma tosto stando io parole, quale con a- senza delle levata nel la ste que- mento intendi- l'altra è si già e recato mirandomi p)cr parte loro Felice con che core altra fine amata me in il queste offendere ristretto, giovani presso troppo che intimamente le è esse da ria. oblio ed sentendosi che altra desiderare. amore sentia. tutte e stando di quale male, in era , femmina non io non tento con- eh' maniera tanto a quello cose m' tale tanto più me quota spazio vcrco^-na da di stare parea memoria cnvamo a mi che stesso me per li me- Ma luvo. ? ci me e lezza •i\ n'era me alta viso cagione della pallidezza? tua tempo in sentito alcuna della io rispondere donna da fatto! fatto la m' quasi e da occhi fatto e avea villano O ? ora o avevi alcun che che potessi tu tu come Ah bene tua ad Deh ! se in or la di quella le cui fossi O alcuna, ad già stravi. mo- t'è dolore la gastigiierai ti come oblio costoro? ogni come questa questo costoro toccandole Or ? di ! ad desiderassi tu amore perfidissimo ! nequizia parte che costoro a è fino mettere mostrare investito. amare per desideravi tu genie pro- tradimento potuto donna che gentile in tanto quello di che sare pen- medesimo. me pensato tu altra donna, tua hai tu come per la vilissimi, di che quello fra a rai ti- quello a nato non uomo ma in dire a che mi queste terra ho ciò forte a e che di cominciando cogli e sospirando , indietro della cagione, ripentito alquanto aveva ricordai Ohimè! dissi: tu lendo vo- quale era quella a rammaricandomi io mi amata palidezza poco Allora costei a me rispondere senza da hai noiosa? cosa domandata pari cambiato? tutto qua mi tu dichinavi beltà della è tua manifesto, tu sima piccolisdonna? o non 23 — ella crebbe altre vedere mi parole così e ragionevole mai volerti - Certo. ? dolsi Si mi ij' Deh dicendomi: dimmi tu 1 ".'"i».i ^lic Dio linciarmi m' detto che se t'ama! la dimi! rispon- della io ! vi che io sia vi grave altro siero penE mente. di saria che quello io le non •?"'"r;i Cas- 1 li quale co^a occupato? Tu JlInc^tico. e ri:"pundevi ci non ora l' ha inanzi parlando riguardi ' ne subitamente cu^i eri con e co melanconi- ora tu così noi domandavi ne cianciando; ' "" vuoi parlare. ' 'iare ? ; anzi i.i inio • da Allora !";-.:.^ 1 così dilungare non fussc ..t-.fr.,,rv , mia Donna : mi e' non deva rispon- dolorosa levato r-it-.-. ^.iiult "a però occupa questo, ti ne egli stare non cagione ;e dissi voce per prepo li : dolente con la . rappressò sospirasti ora dimmi e nii')\ ! anima perche Felice si lei 1 amaramente stagione, tacitamente w: non molte con lunga per dolendomi di cagione ,^,^ potere, mi coi -costavo viso da in loro, altra le parte quali voi tanto a al - 24 — più ed in maniera tal mio del s'era si amorosamente me a — oltre accesa amore al venevole con- dra Cassan- che prontamente già che Felice stando, più accostavano , appressò s' che ritenne così a ella disse mi : ci non da', eri innanzi noi da dilungandoti così benignamente è nostra la Dei si noi crediamo e si rifiuti ? tre, con e rando Adunque nel ancora con queste atti diversi di quale quali io Che Iddio ogni vostro mondo ci al sospi disonesti ritornare ero a stato giovani; Ditemi piacere noi, molte e avanti così: spalle perchè tu farmi poco dissi alle e ropa Eu- di il e noi di giovane bella parole seguitata per- le altra cielo molte. guardavano partito né più stata il E bella alcun veggiamo di adorni né Iddio, essere ne più caricò lungamente né noi; tanto gli piacque; grande crediamo fosse Certo te? di Giunone te Non a beati Giove sì che ora da graziosa che ella quando che eravamo terrebbero da tu accompagnate? bellezza gli ed noi, con tua dimostri rifiutarci, di chè per- della cagione Perchè melanconia? subita del la pure ma giovine, grazioso tu si appena baciò; mi non O quasi e me v' adempia. iti — ne' primi Ma per in t'uggiva me che mal non E però lo mi vostri che me che per avventura e che principale more priego, istare verso mia è ad su che avete, dimostrate, d' altrui però che morate ina- m'è non dimenticando me, giovani, che il ; che colle il dimostrare potessi consentirebbe Voi vi siate dimostrato, che nosco co- più donna mi non di io malavoglienza o manifesto, belle però mio giudico e amare, voi lo non a siate disposti animi amadore, che fino che credere, adamarmi m'è quello far ad che apresso, in inamorate colla pronte rare deside- avanti pervenire, me invidia per avviso di che vogliate ingannare a pervenni. vi uopo mai negata più da cuna lei, al- da consuetudine, lunga per i così donna può, potei si non a di che quello forza sendo desiderassi che cosa che trovandomi naturale mi non e potrebbe conoscimento volte ogni presenza vi testimonio, nostro infinite e sua di giorni dirvi troppo me vero essere moltissime di amanti. loro in storie, donna primi ne' de* distendermi non mia la avvenimenti le antiche sopra — me vostre ond' leale io a- vi lasciate parole \!.r mia I quantità grandissima in di e ogni in me, amico d' voi e gli fuori atto che quello fate menomare sospiri . accrescete che d'amore, di o ; servidore faresti. le • Udendo questo infinite lagrime "!"ile viso candido messosi voce, vanti r più speranza, per e sperava rifiuti ! tuo ) forse i che niunacosa trt .'i- credeva credi pronta ti il mio cijore che adempiere Credimi ha hn del mio chiamata ila ^arà A..".".^ al- mossa quale turi"" venire. pa- però il n io sentire m' questo omai cui in te paruta? sono a in volere a sia io consumi si sut- stracciò avrò che e- quasi tua e pre- mai di* .....^..., ! la mia viu mio dal io che io 1,1 la ti cui - a "rt io amore disiri p^tio che nel si cui in ! poi Né ? troppo miei me nacqui io eh' ora la- maladetta ! :a lon- con mani le ! quale guari aveva non il bagnando - la Cassandra ti riguardava ti ?."-"-«•» •""?-" tenea e rifiuta. t' ;. bellezza misera O poi viso cara ti ? che colui pel diligentemente Deh! amico .-«.iiv.iirirrnj poi quello che lunga io che nelle segni giorno ohimè acciò che io la dolente la che la ! che Io le dicendo: colla ti i miei pianto, che impedire Iddio, mia r che se di non voi posso licenza sospiri io ti fossi donare, posta una festa io due quello che guastare la pianto io tue riprendi giuro mio vane gioti non e e non pietà per m' del mio lo potessimi avrebbe, m'avesse; non tua compagne colla niuna non teva po- confortava che le usata non più grazioso un ritrova ta vi- questa non tuo quello la loro con tuo che conceda di la giovane del donare, posso e pietà bella Spera quando essere, costei di che quanto sarai, partita amaritudine bellezza! bre, om- Cassandra, per O oscure Ahimè lagrime sostenere dane Man- 1' aspetta biasimare crudeltà tua viva. doglia dolente la role, pamani alle sostiene. ora da saprà, per anima tue proprie non minore degnamente si colle cuore le per miseramente dove, quella potenze uccidimi 1' ultimo misero al sento le naturali mancare ciati piac- promesso braccia tue Io ! ha m' speranza se io ma è mio a dire: senza donare. Cominciò allora Felice a Ahi! 2») — puoi come li il tuo Deh! la per tu cui se', tu se biasimerà anzi prieghi .lì: uno ci bacio dei stato tu ti sai, ^e n. fossimo no: i e il certo stri no- casto almeno si avanti ardite Certo egli ci come alcuno se che volere quello con negare sarebbe affanni. non poco Deh ! adun- acciò alcuno, che .. più amore te quello te in sia benevolo che tu atto questo Giovani 4: disii, è che è tenuta mi se donzelle me. alcuna però A per da cui io fine a quella che più a cosa ponete domandate, da concedere a desiderata. ragionamenti, i^.ti iltra certo poco se icedicicne parte tu quali nostri sofTe- piegato. puoi ino. de' che che giovine crudeltà, state? -i . più? cortese, w'x w,.- ami ai rotto. noi quella saria come Or di che tanti si che avviene egli tua sono già Ippolito varc:"(i la do* essere alcuna ne se donna leale tanto che te noi a negare altra dovesse morte, Or Certo, non crudeltà tua noiosa tiN..! è amore pensi di ad amore prieghi nostri fiera! domandiamo? ti niuno nato, alcuna che consentire tu che o Ji più .ilio .....V.V..3 — che cara poterla a pia- 3" — mia della cere donare; che da di come mi ciò udendo di le r diversi infrascritte parole mai se che onore molte altre intese dicendo, vergognose e fontana in fra me volere e le sto quesenza fatto n'ha meritavamo loro, da io damigelle, sospiri ce : me per passate e non giardino rimasi non ma lagrime, amare zia gra- ardire, donna, sua cosa la nostro di ciò ; io dicendo dilettevole dal uscirono chiara ripetendo in cose, prefate angosciosi al egli di quali giovine tentato avvegnaché ragione: della alcuno alla fra giusta come levare in intesi pensando giovane quello da abbiamo quali dalle Ahi all'altra: quale la de' ne lento con ebbero giardino, varono le- si porta ragionamenti; avessimo, le volte ricca prefato dipinto presenza più parlare; che Questo viso col mia una però perduto. giovani dalia il sarebbe ora e qui diletta, mi tutto due sospirare di è dite verso una più andatevene, senza loro che aresti, non e vergogna, serrava dolore lasciate le passo che amore domandate, voi mi che mi non con parlare solo sincero con avanti altro me pregovi. e donna più e — lungo cose soletto dagli appiè ^n-i/io 3' — due (irano da essere che ciò i mia do\'e erano e ) . t si n 'I'"j :i i iDàUo: di né né così io Ero la mano, e tirandomi dove me prese disse: se' tu' O ? dormi ora né uditi o non distese braccio se' pensando ^tro 1 quasi . .11 stordito n-"iri\f" ,\' senza -ììlrtrntt niente mi e giovine, inamorato tu, né così ma lo per nula ve- saluto Simone I la per il loro luti nello tanto che innella tosto aspetto, X stra sini- la pietosamente Amore per cambiai dove soletto sopra donna mia costoro, mutai mi la ire un la m'ebbero ^a. luogo pensando, che poi \;: imni del pensieri testa quali dolenti quali trovarono mia mone Si- venono ne di no riguardato alquanto i li qua- nome per se ili- la 'x.ito j., e v e de partirono istati. dilette- veduto; e za sen- tutto le e me Piero, vita, '• ; udito l'altro e della fra e che avevano chiamava si uno stati parte veduti era ^^'•'^\^ic\\e \"l\ in me stato congiuntissimi me a parenti Jistreni — sa- allora rispondere iliH"f" militi 32 _ sospiri alquanto alzai la mena testa forse con confortevoli che priego io nel io mi fanno qui dirai cui ci del ho mio tiene mi in nostri ti dolore: vita. avanti questo avvenimento, consiglio t'ingegnassi ti di che a t'aveva quello seguire e modo se' niuno atto tu ritornato. di cagione inamorato (di"se dopo ricevuto Io il che mio siglio, con- così donato; Questa fettissimo per- credea mi quando pure giorni aveva piacendoti, , soso. pen- pochi seguire 1* altrieri trovai, pareva avessi quale ;) non tanto come, io quale ci solamente reprensione, aspra il fa E dal tu prieghi amore Piero, e Simone nuova allora lunga me intendiamo te niuna questa acciò meraviglia da cagione dissi; vi parole e a ne scotendomi già prima se quale A né ve ritrovare pensiero Amore venire più lasciate quali rispose: dipartirci ci Alle pena caramente quando era, vi vita, mia voi e solo quello chi or levare essere, qui possa cacciasti. così credete può me quale ne voi Se ! della parole, aggiugnete? sviluppato Ahimè miseria la quale che dissi. e alla pensieri da vedere a — e soso pen- già mi cominciato sopra tua giovine i' usato vita mi in pa- 34 — m' pensieri delle d' alcuna io sopra nel siccome e che e in alcuno il io quale è dolore questo a che offendano amico da niuno tenevo E d' temendo è altri io non di la e giovine donna, poca molti di non cagione come so- debole più non infermità, che viverò più affanno avanti. tiene mia La naturalmente per la stimolata; o allora mi questa. stabilità, è amanti io che parenti è stenga so- dubito gravosa grandissimo gelosia inamorata sono, pensate ella non quelli a perochè io mora continua dolori o morte. da levato essere vita, che di contento, essere dine sollecitu- è sono crederei avessi, in natura in 1' dimento; inten- vivo quali E altro d'ogni coso fo- più disio io so ella memoria nella io che Appresso li eh' dicovi questo me tra al- somigliante. sten^ro di niuna mio simili r e questo per sua quale donna al della la amata, amante sentendomi uno che me allora se mia più ella toglie facendo, più me tanto desidero , quante viene, mi ramente Primie- cose della che da volte tante le tutte cospetto è dirò. ne ve quella cosa continuamente, occupano quali essere — tutte lezza bel- sua e Id- 33 - VII" ••wii femmine, ic wiK. gli pietosi prieghi prci:;uori; adunque sanJi» vedere io, ella per che more non potessi suole dire che questa sempre il molti vi Ji... noja, la che morte ; se la quale dare a prendere bene e sola ond' corpo, vita amate loro la recato a desidererei ancora, non la puterei ri- pena mi volesse, è rìmasa, mi non e è, m' posso solo mio il pensare quello prìego vi mi diletto; gioja questo io io come alcuno mia e che vita lerli vo- tanto pena potete, donna e gioia. Vedere mia a di ma l'hanno donare Iddio graziosa ma pensieri penosi troppo me si pigliano questi minore per le impediscono v^"i vh \iti mia a- elli ma : spiegare, osi chr perfetto e che particolarmente cendo pia- generalmente Con quali le m'abbandoni, femmine natura, li Jci pen- non migliorare p^gio. altri volontà che sincero le per questo altri uno per muove la sopra pare posto si fare a mi hanno — che vogliate alla che mi la tiene se la ca po- nel mia il potere torre pensare. Cominciò ìi me a allora parlare Bene Pietro cosi inverso ci è manifesto, tu 3"i — tali da essere però dei non col conti ne quanto la noi conforto, ti pensieri nel tu levi ce così fatti e fuori da da codesti continui ti fossi suole gravi alquante e effetto vero noi Ma riamo, dimo- non quali ti in il siano le noi che tempeste però parole, in metterai volte quali gione ca- diletto, smarrire. tali me co- la però più tu occulto, dimostri, le quelle, prieche conosciamo uscire più nullo se pigliare di che preghiamo devi si diletto acciò onde se aflanni, luogo con maravigliamo, ne di che parlare conoscimento che dare tu ma ti e ; tuo perchè non morte vita, "possa, valere, prenda più; a tua pensare dee molti piuttosto prolungare go da e stimolato, pensieri volere pensare, tempo tanti e - le vie ti siano a tate ascol- se vedrai a zioso gra- porto. Ti duoli d'essere però donna focoso del nel che a disio della cospetto tuo mola ti sti- che piacere tua non essere , vi puoi; credi credo certo tu per questo esservi? dai, piuttosto sperando, sosta confortare al presente che ti dolore che certo ti doglia, no: dei disio e tu ma te ne dunque dare conoscendo quanto al- r 37 — onore, che n^a uè morte le ove omt è che so ' ' : Ito ; la eh' solo fossero donna tua ella vcndosi treblx ontro a è quanto più quale li sonni ^i debbi che di ti non ??•* interi in e tanto vedere tanta fusse, amore infermità fallo però andare: che giovane pò- commette noi del quando ti tiene di niuna ammirazione la tane lon- questi e vita ! sanità le malinconie e amarissima rispondo, volere dovresti della pensare lasciare abbiamo ha da porse pietosa. Ohimè dimostra essere tutto del divenire te col per quella per niente uno infermasse che morte; o non in la porta per mai . pcns.i e amore parti dalla non altri infermità imperocché il tieni che che pensamento, vano è Non porti ; amore prjvosa o quello sia; similemcnte che ' terrà in ami non per con non così: dice pensiero donna tua che che puoi confidati e amato dico, del ti lo non perfettamente amata, ."»a rota denato re " la maniera la fortuna che pensa ferma empre altra fornire piacere, suo ;ao in che -Al — losia; gecosa quanto co- rito 3« - nel viso tuo Onde maniera la le amanti allegri voglia seguire tu il peggio, io uomini si è donna nelle Or in modo al caso fosse a' fosse me, diletti, e e lunga con tua tamento por- è bene festo: maniqueste più che vivere sano le ti presentare. Se simile io e trarrei mi starei più per essere oltra ch'alcun né che tanto quanto piacere suo pensare piacevole, desidererei la di sempre piacere per conforto grazioso in allegro cosa e che suo pensando prendere altro, nori negli operazioni sue lazzi in sol- e questo nel se e pre sem- ancora ciò glia vo- ; veramente e dunque dovresti avere allegro cosa per tessi po- sura mitro al- niuna mia vita lungamente tere po- con la lei ; mostrai, solamente qual savissima festa e ti voluto; e loro pigliano ma ritrova; e alcun la i conforto io tutte savie, gioiosa bisogna lei bitare du- abbandoni. in femmine da di hai volta stando e per poco cose le tenendo vedere ch'altra li sarò non s'intende le la via vogli dire, e aspetto di prendere dubitazione niuna che altri per giovani stare adunque dico ti te non Dilettansi nell' fai, ragione che che e malinconoso e se" divenuto. - ; e tu, più 3'.) — — vinto da v:^' ^. ìi; t ira da e ! • I. 1 malinconia cerchi Mi tf , che la con- morte e in dolori dimori e imaginando quellecose le quali né vedrai vedesti ne giammai, se quello vai che ti diciamo è colui farai. Folle che per li futuri d.r iJe lagrime e in 4.. che d'argomentarsi di diletta, a danni. Deh ! se' tu se omo -' ,- . s' resistere come sono glialtri, giovino tanti conforti quanti i diamo, vagliail mostrarti la venoi -ome ti mostriamo, sopra il tuo che tanto rallegrati non pure "^uanto il conforto Io il e manca non durare in- vero rere, pa- il senno né savi. in quale sentivo me graziose di quelle paroleall'animo inamorato che dolente viso meno aveva bisogno con a' subiti accosì risposi cidenti : Amici e parenti si male che " di ingegnerò di prendere il cacciando da me consiglio, lo pure il vostro me né a argomentare si deggia la mia donna può m' al presente si forte m' occupava. E avendo io questo detto,si diriz- dolore che lai :"o congedo L e se e giardinoallegri da n'andarono me prendendo alle loro case. 40 — rimaso Io soletto fontana, fresca menare da da uno nome divo, tale a presono di questo a amico, io alla che mia con lui era squartato gravissima è in alcun di mi in colle non non suo viso parte proprie fosse, e dopo rotta mani alcuna mie dalle questa alcuno e se dispiacere non lasciando che tere po- per guardai, quella mo carissi- sentire; questa e doglia, te, altro tema derare desi- puote; , nel né perven- si non a non u- veduto considerare, per e e che o gito vedevo sarsi po- diletto donna sarei e quello simile fosse tace), veggenti, fosse giammai (il cui occhi debbi accidente, si me a a' miei intendimento alcuno e essere donna me altra gnata accompa- sollazzandosi che più eh' amico, loro loro insieme insieme non io, da E nono se che parte ponimento pro- amante dispiacere senza udito. quale caro legra al- giardino piCi caro stato non per in che lei a addietro Io per la amata, me questo piacevole donna la di più quanto in lo per della proposto me Essendo poteva. sollazzando cosa in avvenire, vidi girsi appiè pure aveva lo per vita — per rioso fu- come dove ella 1' avrei parte unghia vitupere- mio del gione doloroso imperochè sapere alcuno mi non e varj parte che da onde me E io r incominciai alcuno io si ho niuna io i miei hagnato come O dolce io come stata, sempre vita il dolente Mai fatto, mia! quante petto, niuno se fos- mi non ti fu cosa avessi lieve stato mai amò non ranza spe- quell'ora Niuna la ! è Certo I me così donna, da se' sospiri, sei in quanto effigiata tu ritornai stesso non che misera Deh! pensando me portato te è continuamente bella fra cuore. di gravezza, stati in sola misero quello udito, inamorai Tu amore stata. hanno m' te andone e né perfettamente del per sono di molti poter anima, t' ho amata. te donna che io che iniqua e misera che amore partì doglia repctendo dire: a della r dopo essere visione prefata Onde pianto usato vostra che veggendola poter nella udire. detto non voi sicché altro si gione ca- quale e leggermente era alcuno sopra la dare. ragionamenti in da costì eh' potresti è darmi; di ritornate cameia gliate vo- ne al rimedio partitevi adunque non non niuno avvenimento possiate pianto Quanti lagrime nel quale porto così conforto 43 — in l"oic entrare I e me tu, di cui Jjuna conobbi te senza la speranza ora abbandonato, ; assai da sono ten- stato quanto potè vantarsi che alné io mi voltassi, a loro piacere averti giamaltra cosa me conosco mai doni? tallito;dunque perchè m' abban- tato, niuna ma Ahimè troverai t'ami tu cuore uscire ; essere e misero dove s. i miei sospiria io oramai domandare voltare conforto, speranza mi erati si nojosoil ch'eri sola mia lasci? Ohimè di me fiate uscito,tante Ohimè parazione. cuore sl i.icro sempre mi ricorderò semprechèio sosterrò pene \c.iormi? tro- anger e, perocchémai dal non uscirai,né potresti del tuo poiché tu m' hai dato li Tu : noi Tu io ti ho amata? come Quando si lealmente che altro un . mio la vita mia! misera tu j!.: I caro cagioneche vedere non posso. tu non puoi dire che io mai altra che te amassi, da poi in qua che "\rT() in nome, lascia,pensando altro abbi un per era tuo la per io m' mento spogliatomi cosi il senza me Ita come — lo dolente! non morire so e che non mi fare,io de- posso, e lagri- 44 — mando incominciai spazio lungo per — a dire: O re'a valoroso amore aiutami ! Tu fosti non mi minciatore i tuoi piaceri fede la io ho quale me, a vea alla Iddio che la fosse occhi la fiate e già mai che io lei a osservata, Ove se' è o da te amore, questa e me fallo giammai Tu la mai quali Se impunito, gannato in- giurò mi Io ! 1' ho abbandonato. è Come per quante feci potere begli e misero! ha duta ve- ora promessa m' in stesa di- dei abbandonerebbe, similmente? speranza che mi giovine? lasci fosse tradito promessa il cui si potenzia tua ella fuggita de' Ohimè simile do- Volesse luce la me non ma nò medesima la vera signoria tua non donna trovo. per la desii. cuore, da potenzia mi ella mio mia sempre non miei saetta tua stata della tua alla sì d'ajutarmi dei il verso ho sottomettere se co- in vagliami portata fine male io che intendimento senza sino sai seguiti; che mio del Citc- abbandonare ! Tu pericolo grave di figliuolo dove fede, e stato schernito non vendichi tu chi tu così avrà bile nota- in te ? perseguitasti il misero Ippolito 45 — alla morte sii:nnria; come rino perchè egli sdegnava costei che punisci non le con l'ha nala ingan- però che solamente facci le tua cerco non ma forze tue Io ? punizione, grave — tu amare me me co, io lei vuoi non mi tue mani mia Signore, caro i -•ciò quale Ohimè dalle ta 1 r è vento O s'aguzzanoa rovinare! io noi sima lo della ' so. è che a conviene me già quale fortuna! mezza onde, Tu a ogni mi ora rota, già e sei a me acerba sedere nella vedere te ro quando "nna era ingegni apparecchiato me perchè già fosti tuoi 1 Ohimè! ricordo tua la morte, cagione tempestose nuocere madre, mi possa. i/ione, al- contrario. misera di mi la nave, con avere possa A si me la ! la misero, del anzi contraria illa più non verso io che nulla che sia non me prieghi prendere tosto che maniera volgiti e colle chiudere acciò fatta ascolta Deh! di occhi cosi in vita dolga! 0 consenti i mici concedere questo se e amo; m'era con sia questo benignismatri^rna. sommità lieto il viso lieto benevolo. 4""" - mostrandomi quello invidiosa volubile mio dal Mugello piiì infinita più di quella fu questo quando di quale caro a me amico, che e lo per tale molte in il era più con avuti tempo spiri so- non stagione grande e , volte città, solo più porre d'op- addietro stato, e me colui amante passato , ; mettendole tempo tenesti mi avevo in noscere, co- luogo lei, ingegnasti per lo per tosto facesti basso d' amore, prendere deva cre- bastandoti non da forza alla cuore più nella ma mi del menti tor- essere scendere, avere allontanato avere parti vita, né tua infortunio maggiore con nelle nrie della potere non grandissimi con parte ferma allontanandomi imaginavo stando, io come voltandola pingesti quivi ; credo tenere ma dolore, mi viso, menti pari- tu gioia di rota, grande bel Ma graziosa sostenesti non tua senza sì di sentiva, che amore ci portavamo: insieme la - basso venendo mia la per m' luogo dilettevole nella in vedere, donna affondasti domi facen, visibilemente tue ad essere la caro amico vedere effetto venute, donna fatta bella tolto ; e dopo le operazioni cioè crudele molte da dermi ve- e venute il 47 — dessi per mi donon migliorpartito, '??'?? partire. Sperando io di I più alto luogo di tua che rota, non io perchè tanto era, m' paruto scendere,che dell'universo mi parea toccare, il cehtro era ciò tutto ma volesti che tua che rota hai me colla mi me cora an- luogo fusse nella fusse cercato, non potenza, ancora e che luogotirato, che benigna già fusti, trarre non Io sono nel profondo potresti. ne de' dolori la mia o niuno da ora tua hastandoti non in sì basso tornassi me mai si voltasse, se come delle miserie e donna miseria abbia me O dolore senza mia non pensando che per altri abbandonato. comparazione, sentita da alcuno che è la mia avvegnadisgrazia ché io non sia il primo abbandonato! lo sono solo colui che senza legittima lasciato. La sono misera IsiHIe cagione amante, in Gi.isone abbandonata da non bella meno la salute senza ila lui vita,la quale non lasciata, trovando [Mvtosa di lei.Ocnonc I sua per potea. E Medea crudeltà fu giustamente avere sua giovane gentiledi lei, e propriadella Medea poi per U e per egliCreusa più fu abbadonata da -48Paris chi E reina immortali mia di ricevetti cePcando noia voci mie orecchi! non posto mi si né volontà di lei a nel che (ecc che più quale alcuno non luogo altro, del perchè me, che Tu sposto di- sì, me per Ohimè Iddio lei era Adunque mostrata! abbasso, doloroso io se nignamente bedi consentire volesse ti fussi ghe lusinanzi pervengono non non con amore, ricevuto, Perchè ? io Ma trovando e dono. Ora scendere, più quale piii piacevole per abbandonato? essere alquanto occhi propri subitamente altro le il Aconzio certo propria con avuto come forza prenderlo, donò; inganno grazioso il mile si- misera Deh fussi io simili dolore ! donna, con colli a mio dimenticato. e questa femmina questi ad che Né inganno. al Cidippe giusto giovine mio delli sangue a avessi io quello parrebbe lo lesse vo- non rozza troverebbe della amore m' una Ma ! ! Se ebbe dal sempre e si non fortuna mondo. avanti che che troverebber si del boschi? quanti O donna discesa Iddii ne' usata bella colui sarebbe una r più la per che alli tuoi mai lieta mi ora hai credo tere po- siccome mai senza 50 — rimaso ! Ma dolore eh' pensando, questo sopra io - giudico sento considerato investito sia mi 1' che ogni bene che ora , primieranìente dove mi cagione disonesta vi è si che più poco cioè potrebbe, la parte si disonesta vidi, tirato prossimo dopo derare desi- mogliera; E qui le dopo mia miei in dirizzai parte casa, insieme non fu non li feciono; risposta nuovo amante stato amico, colla mia ragionamenti umile e dopo mia donna vidi e io là me a non ma per benignamente brontolosa spazio poco donna, rimasi, lei ; essi cui partì, donna rafferma- poco e a della si né visione salutassi, mia detta pre- questo e dolore, che dalla allegramente amante avuta spazio di la i case sue distante vidi levai mi poco dimorare; lasciai questo le io piccolo dell' mento inverso in della case tosto poco nuovo festa le letto e donde col con mio rato dilibe- con verso fretta con passi giunsi gire del donna, vestito orazioni, prefate di rammaricarsi, lungo questo animo e quella tacqui. E e in la aveva trovare del mi conobbi, donna questa a insieme e dove me il già soletto molti dopo nel mio apparire molti altri uto, simile più poi che quella come ne tale prendeva 1 tita: par- m'era ad- volte ad- la mia che dispiacere si maniera ^uclla lei per , / da avanti di dopo ma feci volte più e aspetto. risposta, ragionamenti questa e tata mu- domandandola, alcuna (ccc mi burbero e avvenimento quale non lesteggiante, e malinconico in Del gioiosa era Di turbava. poi .. affanni grandissimi con dì molti non sospiri e sendo io prendere gli sati pas- alla mia , tornato casa per avendo e , mia la e :i"sì n la me I rii, i parole, e che te nel il mio figliuolo, caro tino ascol- che caro, le i è questo e caro ad e cugino quali ti efletto che, terra glio vo- tu come dilettevole nella mie osservati, essere messi sicno painco- pazientemente piacevolissimo è e deono E Linguadoca molte comandamenti, miei per in madre cara cose orecchi pregare: di le tic debitamente te sai, mia , tuoi i da .ri, ., sendoci es- assettati dopo e Buono : e entrammo mense ragionamenti, ^i ' mani, madre cara apparecchiate alle alle l'acqua preso io cibi usati paese d' carnale gnone AviAn- 32 — il tonio, il quale quale, nostri fussi di animo di lettere: per che presente vedi, la cosa famoso in qui ebbi più quanto pertanto, punto, e al si tacque. così pensato le il perché fretta piena mi dividere d'età io desiderata, qual ma poiché A cosa quale non alquanto la cagione, tanta con voi Voi veggo; valoroso é dovuto da verendissima re- o me, essendo volete divenga titi met- disponi; ti giovane vi sicché puoi, dissi: io come che la si voi da e che ; é occulta madre ciò credere camminare io qui ricco presto E — al che l' andarvi partito migliore sia fa mi mercatante, pe- tu stare agevolmente diverrai facendo siderato con- città ancora, e ha ne smisurata lo simile, utilità, qual nostra questa e alcuna senza e in ti dassi l'an- lui, ce la me a tu questo principalmente stilenzia e diliberato con con di ; e è molto e che e i porto, stato piacere insieme stare più scritto di cammino, ritrovare a è tutti e me desidererebbe grado, per a mercatante; fussi te a mettesti che ricco e conosci; bene amici ed parenti quanto che so quello per famosissimo in tu — siderate de- tante, merca- me meno pensiero vi "3 — moiuni che io meglio f:irc che Non v' voi voi da che sconcio infermità la di mi la si di pieno derò cre- dubitiate, non dubbi svolgeranno tenere cara non a difetto manchi. Queste ad possibili ogni Certo me? generato né Apcnnino. me no alcu- per , fui per vita vostra e , da da con rò dubite- o , molto va* occupi persona, la da continuamente me che mente lontano accidente vostra Voi che ancora Io ? ? presenza io sarò sollecitudini che vostra voi imaginatc debba lontano, nella continuamente rie - cose non no so- essere ora sate pen- imperocché sì: dall' aspre querce dalle dure grotte di da monte Pelago Voi da ma non cui io . n' altra quelle che cose — sollecitudini altre lii fare entrare? per cosa una niuna. certo veggiamo che casi palesi. sono io essendo al lana per con suore molt queste niuna a Chissà voi vi lo a petto, dee bitare dumolte e quale utile me di e — sì amate sono andandomi e cosa lontà vo- vi trà po- Manifestamente i persona se futuri Iddio, chiamasse non mente subitasia ma lon* se 54 - più con pietosa lontano sono me lontano che leggiamo si tosto al morto che lo sarò, Dunque avete lontano se più (che ch'el intorno i voli lamenteche a voi quello a che che a venisse, rampollo, e cosa, se e mi guardate pensato mondo cosa gli stranieri, madre. lo qual porgerebbe ragionevole per La tima nell'ul- pietosamente Certo vada in chi pianti? pare occhi giovine corpo voi gli addivenne, sovente il chiuderebbe accidente questo ramo.) cara io? come secca vecchio vi mano fare'i che ora io chi addivenisse, pure — me io non gliuolo fi- vostro voi, faticandomi da anzi attorno, quello che faccia, con , istrana più volete parte riposato quieto e città dilettevole fare che animo nella può. si nostra qui E mi tacqui. Ella dopo disse: l'onore regni, non e che del chi, del si nel giovine nuova mare per air nave affanno, senza Giasone, che ai andare conquistare il si alla il Isola montone nifestò ma- quale, più filosofichi tentò prima mi i celestiali apertamente vero armi per né acquistano sia così sospiro mondo, questo disposto con lieve un i studi, pericoli di Colcolla iana. cara I.» paesi SUOI ne ad "irignc giorni molti spergiuri lassa ! che da me ti on fama perisca d' avere ti non va' in e in r- senza -^^erti E tu possa più avere valoroso, qui si intelletto e Deh! tacque. impigrire ricco brievc affaticarti, e ! modo in me d' a- a acconcio a tua troverai affare con fi- tale in vecchiezza. tale e ch«" d' mio amore ti povero affannosa sollecitamente tempo, — e volere l'affatica, se zione na- caro per che una il Deh! che me verso lascia perseguiure insieme ora Ahimè strana ti non con di anzi di Pensa con tanti verso porti, volere I vorrai more che ubbidire. 'mento a- con fortuna. alla che quello tuo facevi amore, conosciuta, non è un ad madre ancora il quale e : angoscia, amore non sono amara rimbrotti e vecchia tua il si con supplicazioni tante l' andata quando udii, niuna e schifare passati, sospiri, tanti meco non pianto moroso ti amore manifesto fu mi questo conosco affettuoso fa ti cagione altra io ma sempre essere chè per- dimostrare poteva non che mitcNt.imentc m t'ama, cara forza; \i[iu"!ia sua la esso con e ri" prudente sf" — Allora io però celare, io quale che è questo del è desidero mi vada in che si fuggo qui, Io non la giovane mondo ella che è Egli pra. è r e certo vedere il io abbiate desidero vi pietà mi non le prego siccome una del cose cagione senza disii il e lamente so- più quale è risplende, di ; scuo- città viso, suo stella io miei de" sì avere per tutte non rio contra- Certo nostra sopra fine caramente, vita eh' ultima mattutina perchè fare quale amo, il affannarmi. per nella ch'io io, partendomi ed riposo qui io sapendo affannando posso che non uomini. riposo, che voi faccia altri della la donna volete ch'io me lontano quello se e stose tempe- pericoli il tempo, vanno volta qualche a trovare perchè gli lui; le più ma voi per da i credendovi tutti altri gli né molto volete non provare mare, meco, madre, veramente il ; dei amore disiderato perdendo di se E desiderata me l' armi grave volete, da Cara fine andando non risposi: manifesto. onde terra, l' Giasone sarebbe non di le più quasi era 1' noto grazioso avere potendomi non ardea, segui non — quello affimnarmi; voi della madre, de on- mia di fi- .s« - ; che né non posso mi porto sfrenato anzi di piena pure gendo lei, solo nuovo amante, amico, preso, mi cosa la quale Sicché se' fuori di me, la degni verso sentiero di da alquanto di me e si che via per ; e tale e ci so, che glio me- nosci co- sono, che tu spiegare eloquenza guida prieghi che uscire, dimostrandomi quale inchini travaglio, poterne di speranza colui come vecchia siccome benigni inviluppato tua e umili con con ogni rinfuoca. fida porto per mi a amico, ricorro che pregandoti, mi né utilissima dolente caro riverenze debite che o stolgo contro mia io cui conforto eterno e te a in colui mi che più d'amarla madre, a d'amarla ventemente fer- che riprensione per la stato l'ami; disubbidendo ragione debita avere più che non conosco anzi sarebbe, veg- me a fare avanti sia, né ta vi- amara dispetto, posso svezzo sono ancora adietro non né angosciosi e né mio per mi fatta pianto per che d'amarla in l'amo, E sospiri. questo a più quanto doloroso la aver- consiglio freno abbondo più tanto d' alcuno per sia, porre amore, ripreso, desidero focosamente più tanto - con accompagnato, quale io possa sì di la quale :cre alcuno conforto come puoi, obructa et aspra per ci smarrito. sono selva le mie dentro parole senza u- CORSO IN i. il ""a(;co ui STAMPA DI irato :i di cura cesare gì - ' !" Contrasto ..i:i(il 3 Due 4. Parnaso del con.,..,...!. i. a,,..., ..,. MANZONI. Rappresentazioni del del Bolognese Sec. Sec. X XIII - 5. Libro dei Sette Savi in ottava, rima del