J
1.
AMORE
DISPRTTO
PER
COSTANZA
V/S/OSE
l (iOLINO
H».tl.O(.N
PrMMl'IùLt
i
CASA
DELLA
r,-r-.
\
Ko.n»,(«oli
hdi\ioìie
soli
di
esemplari
201
ordinai
amen
le
numerali
\
biabiliiDcnto
Tipografico
Successori
Monti
l'REFAZlUNK
oriATOftS
DEI.
l'invenzione
()N
cominciò
civili
e
culti
ed
la
ebbero
che
ridotte
al
come
appo
li
uomini
leaccu-
dei
medesimi
;
seguitarono
arte,
ad
dotti,
popoli
scritti,
mano-
incremento
tempo
presente
i
antichi
critiche
ad
stampa
tutti
dclli
pure
investigazioni
ratc
della
presso
ricerca
LETTORI
Al
CODICE
in
essere
molti
fino
dei
onore
quali
se
iK
r-
r.ditori
che
lucro
magt^ior
Opere
M
^"11'.
di
j
put"MK.i/i"":,
il
posposto
delle
volgare
ì
più
Edizioni
facili
diletto
agevole
e
di
passatempo,
cdicati
!
'
'
e
.he,
alla
o
tut-
4
—
inedite,
torà
lo
nuovi
scoprimento
è
solo
non
loro
altro,
senz'
che
puscolo
Codice
sul
è
quale
correzione,
passerò,
onde
notizia
si
gli
fuori,
raccomandate
essere
alcuna
ora
per
cate
ricer-
e
anco
e
pubblico;
dare
a
non
quale,
ma
bellezza
d'
al
nuovamente
tori,
Edi-
Romagnoli
del
Italia,
abbisognano
non
zione
le-
tali
pregiate
in
della
grazia
Sig.
stampe
universalmente
essere
in
il
le
di
acquistata
rinomanza
Bologna,
di
i lodati
Fra
diante
me-
miglior
e
vera
meritatamente
piccola
edite,
collazione
e
più
a
emendate.
di
già
sobbene
o
Mss.
si
—
dell'
presenta,
fatta
Odel
e
prima
questa
pubblicazione.
L'
di
r
un
contiene
Opuscolo
ad
Autore
il
risoluzione
che
consiglio
debba
ne
ed
perplesso
In
né
s' abbia
a
piuttosto
Esso
che
si
chiamare
alla
il
prendere
dalla
suo
moderata
im-
né
conseguenza
mi
Romanzo
amico,
intorno
angustiato
passione.
Novella
manda
quale
fidatissimo
suo
un
richiedendone
animo
la
amoroso,
sogno
narrazione
la
questa
che
sembra
scrittura
ma
Visione.
fu
deduce
compostò
da
un
nel
XV
parziale
Sec.°;
estratto
il
Genealogia
icllla
quilo
1.1
la
dell'
n.ìjqii.'
c^^()
Giovanni
deli
del
del
Giov.
Celebre
Galateo:
il
e
1
Daniello
desso
del
da
e*
in
"t
te.
e
la
di
sa,
e
quel
a
Nel
poi
delia
mbrano
di
e
di
non
la
per
di
anco
la
più
fa
pozione
di-
sua
retoriche
temperata
e
venustà
senza
quale
tatori
imi-
furono,
tempK)
principio
si
seguenti
l'accennato
nel-
gli
tanti
alquanto
scrittori
Le
fra
che
procedendo
purezza
molti
chiama
annoverarsi
sovverchia
naturale,
diresse
Lionardo
Certaldese,
fioriture;
Io
tore
scrit-
cui
a
tenato
an-
Zanobi.
di
È
fu
Casa
chiamavasi
'"ne
:
della
così
di
e
l' amico
che
retto,
Ugolino
ftoreniino
(..i^a
t
dopo
c,l;.ì
.i"i
1.
secondo
)'M'Mlmente
pr
Apivii
i4j''.
Autore,
pregiati
sono
quell'epoca.
dì
lettere
dell'
estratto
famiglia
dei
superflue
G.
B.
albero
Della
ad
Casotti
logico
geneaCasa
illustrare
non
D'ILLUSTRAZIONE
LETTERE
VISIONE
AI.LA
Signore
Illustrissimo
ieri
fuggii
hospite
d'affari
Colendissimo
Padron
Sig.
lo
arrivato
a
è
V.
IH.
S.
e
ne
decimo
nel
conti
che
si
che
Ella
non
che
vede
ha
il
d'essi
Sig.
nelle
mani
questa
il
nire
rinve-
altro
;
due
che
q^uelli
Boitan
l'Autore
quente
fre-
secolo
quarto
sono
poiché
cerca,
dall'
uno
così
di
difficile
1'
qualche
é
albero
cosa
discernere
trovo
a' miei
Ella
è
che
famiglia,
dell'
fondi
nei
di
quale
avere
Ugolino
di
nome
me
pri-
ricercare
del
di
pena
ap-
mie
Casa
desidera
Il
notizia.
il
stata
della
ma
ed
delle
una
casa
occupazioni
Ugolino
forze:
proprie
le
s'incarica
clii
fa,
così
lutato
insa-
che,
meno
poco
e
sopra
queir
CASA
DELLA
UGOLINO
DI
mi
che
disse,
del
Romanzo,
aveva
letto
il
,
Boccaccio.
Io
stimo
che
1'
Ugolino
che
\
III.
--
ma
figliuolo
sia
corca
'
!
(Jroce,
inS.
viveva
".'
moglie
per
che
trovo
non
lume
di
veda
V.
S.
servito
restar
ija-.
Ill.ma
Bonanni
ma
Con
le
come
mi
e
ebbe
1413,
figliuoli.
avesse
questa
Tanno
Giov.
di
Jacopa
timo
An-
Michele
di
nel
j
Scr
con
sepoltura
?
MI)
!
che
lino
di
sto
quecia
piac-
comandi
che
'
Si
Ite
v:
i
c"in
obbedita
chi
si
ossequio,
ji"tiiuo
Di
l'r.ito
,
Agosto
V.
e
pregia
sebbene
S.
come
con-
di
essere
senza
Ill.ma
172^..
.
Dev.mo
GlAMBATTISTV
Servo
C\s".TTI
rimonie,
ce-
8
—
—
Illustrissimo
fatta
scoperta
del
l'autore
Antonio
d'
le
dell'
Cugino
1'
essere
ha
alle
mani.
V.
Ugolino,
dal
e
cugino
suo
cui
visse
eh'
Egli
il
potrà
della
da
vero
lettera,
al
questo
età
tempo
si
già
400.
o
da
tornerebbe
accennarmi
in
stile
se
desidero
quello
fatto; perchè
che
la
eh'
si
Ella
ferma
occorrendomi
peste
del
Ella
sia
Ella
vecchio,
Chiarito
appunto.
in
vede
Dallo
riconoscendo
giovane
condo
se-
Paolo
di
del
computo
Ippolito
intorno
descritto
stabilire
se
più facilmente
quale Egli parla sia quella
articolo
di
dall'
romanzo
scrittura
visse
cui
strazione
dimo-
la
veda
questa
troverà
ma
nonno
viveva
del
poi
che
in
Ella
eh'
a
non
il tempo
supponeva
Scrittura
unisco
Ella
io
111. ma
S.
io
quale
appunto
che
della
che
nella
essere
Ugolino
autore
neva,
suppo-
diligenze
fialtro
Ugolino
Ippolito d' Ugofigliuolo di un
d'
ino,
mi
Ser
nuove
un
Giovanni
di
f;liuolo
viene
che
ad
di
non
io
far
ritrovo
quali
gliuolo
fi-
sia
Casa,
come
fatto
che
Ul.ma
S.
romanzo
della
Ugolino
ha
mi
V.
da
consaputo
Giov..
di
per
Colendissimo
Padron
Sig.
La
Signore
400
sto
que-
degni
per
fare
9
—
—
notizie
alle
io
v..isa
della
illustri
uomini
ì
da
stampate
fa-
mancherò
non
di
...
scrittore
questo
.1
Opera
dell'
e
venienti
è
tino
qui
a
servirla,
por
fare
di
cri
in
alla
fare
di
cnr.il-
mt
Di
30
Cui
favorirmi
molto
stamperia
dalla
sua
to
mol-
professandomi
che
cineres
sine
e
sono
fuco
et
sarò
fai-
opportuno
di
*Dev.mo
Ul.ma
S.
V.
1726.
Agosto
S.
P.
cho
majorum.
more
Prato,
di
stu-
occasioni
le
protesto
ad
usque
Liciis,
mi
come
tutte
quale
oSS!it;,ito
vuol
sortito
somministrate
vcrrrinno
t;i.ntil-/:/;i.
e
no-
-..-
.
mi
di
decorose
è
mi
quanto
di
dare
illustratore
piìi
e
1
di
e
soggiungo
che
di
sarà
lettere,
il
Giuseppe
farle
sempre
lasciare
Manni
Obblig.mo
Giambattista
quando
Servitore
Casotti.
nella
^\
co
U
o
-r
«
ZZ
co
2
o
Go
o
«
W)
13
o
£
-c
—
N
?-
"
O
o
—
se
-
o
0-.
f^
•—
e
-
o
e
"
.
PO
0.
1
—
Il
2663
Numero
beila
che
re^gore
C-
tIoUicc
lettera
io
ho
colla
1
—
Riecardiano
membranaceo
di
ma
cercato
massima
in
scorrettissima
di
col
segnato
emendare
S."
lezione,
e
diligenza.
Pietro
di
Oldrini.
cor-
Incomincia
il
composto
Giovanni
Casa
mandato
e
fiorentino,
il
Zanobi
amore
rentino
fio-
amico
Lio-
cittadino
è
libretto
quale
chiamato
e
mio
di
mento
ar-
di
cittadino
al
Daniello
di
vulg
Ugolino
me
per
Della
nardo
libretto
picciolo
lato
intito-
dispetto
pek
COSTANZA
tNUUMl
mio
natio
nojato
dalla
molte
e
varie
deliijcrai
nella
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di
io
diletti
ci^rcizi
,-
code
ed
prendere
e
qui
ferma
città
mio
venuto
alquanto
ultimamente
per
a
qui
nel
rivolgendo
me
imaginazioni,
dilettevole
nostra
pensando
in
tornare
talità
mor-
dimorato
Mugello
del
paese
amico.
pestifera
stagione
lunga
per
della
cagione
per
carissimo
u.
dimora
di
piacere
se
non
Firenze,
simi
moltis-
diletti
trovai
varj
la
pre-
14
—
fata
città
nel
pr^fato
per
distormi
in
dispetto
esaminato
in
chi
io
che
a
trovai
ne
amici
tengo,
fosse,
secondo
o
che
quello
in
io
continuamente
insieme
ragioni
le
e
più
che
d'
per
quali
dalla
siamo
e
volerle
stra
no-
usati
ci
e
mo
siachevole
amifidandoci
con-
nostro
queste
tu
mio.
generalmente
a
fido
amico
sincero
ogni
per
sei
senta
me
d'uno
amati,
domando,
infino
per
quello
è
che
caro
ficiente
suf-
e
molti
insieme
che
Sicché
ti
estimo
e
sempre
amore
fido
abile
io
che
cosa
puerizia
per
più
ed
mento
intendi-
quale
li
dolcissimo
Conciossia
e
fra
eh'
Lionardo
amico
a-
:
mio
benigno
in
presente
costanza
consiglio,
e
posi
pro-
fervente
ogni
fosse
me
reverente
nullo
ozio
mio
con
onde
:
la
troppa
me
simile
a
del
per
prima
incorso
compilare
trattare
e
che
dispettoso
di
vata
pri-
medesimo
qui,
era
dal
diletti
quello
trovai
Mugello
me
operetta,
more
in
mi
annoiamento
di
e
stante
poco
e
:
uomini
d'
e
—
nimento.
avve-
molte
tutte
tre
alteramente
in-
,
lunghezza
deliberato
e
di
parole
raccontarti
affettuoso
in
bisognerebbe
narrare
amore
distendersi,
quanto
sia
il mio
costante
pa
tropho
cero
sinin-
15
—
.,ucna
—
donna
lu
più
^ualc
che
...
.tltrn
più
e
in
del
cosa
che
mondo
altro
alcun
ciò
con
riceverlo,
notti
ti
Finito
il
quale
dispetto
più
da
presto
dico
prologo
m^
da
cose
molte
sono
cosi.
comincia
te
mierament
pri-
meravigliose
non
;
glio
consi-
incominciandomi
dormendo,
passate
di
speranza
epperò
vedute
alia
desiderato
di
me
in
sono
domandarti
ferma
e
amo,
il
libro.
vissimi
quali
meravigliato
alquanto
i miei
voltai
il dolce
mi
sendo
non
carni
tenere
più
di
speranza
dolci
d'
frondi
i
Elle
la
di
rosa
nel
bocche
per
crespi
lo
gran
loro
s'av-
lande.
ghir-
si
niva
conve-
mescolata,
stelle
di
loro
nel
canzone
come
ed
i
le
e
vermiglia
divenivano
caldo,
sendo
es-
bianchissime,
viso
colore
della
note
pelli
ca-
Ed
mattutine
di
di
chissimi,
bian-
erano
delle
era
pareano
le
oro
quanto
colore
rosso
delle
i loro
sopra
frondi
soprapiacevoli
a
vestite
le
erano
occhi
picciole
d'
bianchezza
quale
loro
fra
in
volgeano
cantando
capelli alquanto
loro
allato
dimoravano.
biondi
con
ghirlanda
una
fila
com2
le
pelli
ca-
ciascuna
quali
le
alloro
che
insieme
fatta
giovinette
stite
ve-
biondi
sedere
Aveasi
canzonette.
due
sentiero
forse
piacermi,
;
sopra
mano,
fontana
chiara
d'una
de
on-
damigelle
i loro
maestrevole
con
tare,
ascol-
uscisse
che
vestimenti
acconci
ed
me
parte
quello
per
sottilissimi
di
quella
leggiadre
due
in
lungo
pareva
guari
vidi
andato,
in
passi
canto
ramente
primie-
Onde
dopo
di
ma
quando
me
estimai.
sentii,
li
mortali
non
in
angioletti,
divini
e
i
canti,
verle
mo-
;
è
detto
e
19
-
carni
dilicaie
e
;
—
di
boi-
"
^,,,
vestimenti
tilissimì
'
in
i
J^
:nellc,
ritondi
vestimento
leggiadre
per
di
carni.
si
ghi
luo-
festavano
mani-
loro
La
tura
sta-
ed
grandezza
bene
membro
iscuno
mi
aperture
stente
il resi-
piiì
in
convenevole
due
come
fuori
in
candide
le
era
quali
le
ancora
e
forma
la
mostravano
pingevano
pomi
cintola
dalla
quali
i
in
proporzionate.
.
Io
vedendo
krmai
ed
il passo;
dissi
tu
se
;!
r.::'.i
'.
Jikti')
?'
?
re
pos-
mi
piace
bene
dissi
con
loro
sopra
la
e
incominciai
r altra
I
e
so
a
dopo
di
costoro,
alquanto
;
onda
riguardare
a
ve-
ci;
posto
e
Certo
sedere
a
tana,
fon-
della
ora
1'
rallegrarmi
di
potere
le
domandai
si
dis-
N
quelle.
chiara
a
desiderare
io
mia
maggiore
dissono
parlani
teco
E
la
ed
duti
conce-
lasciato?
)
io
disiri:
concedere.
per
liete
cui
ha
gli
ce
voi
sere
ora
i vostri
avete
••
?
a
li vorrai
ce
perchè
io,
salutarono;
Iddio
risposero:
esse
e
vergognoso
vi conceda
Iddio
:
canzoni
me
con
e
mi
umilmente
atto
dolci
levarono
si
me
verso
videro
come
esse
alle
silenzio
presero
smarrito
tutto
questo,
loro
una
nel
piacere
:
giovani
:
cosi
maggiore
compagnia,
d'andare
veggendo
poi
celi;
noi
e
graziosa
era
fra
Iddio
cui
Io
d'amore
dell'
testa
il
bianco
sottili
Io
con
scollature
ciascuna
alcuna
del
parte
di
e
le
il
altra
sovente
tra
carni
colorite
quello
che
i
perfettamentecoprieno.
debole
ingegnava
la
l'occhio
metteva
non
la
sedere.
pos-
avea
dell'
e
apertamente
loro
toccavo
gola
m'
drappi
colui
a
Io
me.
e
lezza
bel-
menti
ragiona-
il collo:
sopra
più
loro
diversi
esse
vestimento
mirarle
darà
grembo;
sguardo
vedere
per
in
una
sottile
con
ed
braccio
delicato
in
di
beato
bellezza
misi
le
sai
As-
di
dicendo:
tanta
te
compagnia
ciascuna
talora
me
si
conceduto.
la
nell'anima,
notando
sole
vedere
dilettava
mi
bono
deb-
rimanemmo,
ha
me
qui
e
il
potere
ci
a
molto
costoro,
a
fortuna
la
desiose
noi
che
avventura
quale
qui
lasciarono,
volentieri
per
qui
fummo
cose,
avanti
ancora
pensando
siccome
altre
tornare
la
una
1' altre
ma
solette
stanche,
quasi
1'
noi
Cassandra,
nome
voi
attendete
rispose
Certo,
solette?
avea
che
ditemi
donzelle
mano
mettere
vestimento
del
corpo
volta
ed
la
altra
dita
le
alle
con
candida
volta
tra
mammelle,
festevole
le
?
»v..;anJo,
:;
.
.^
ruc.it.i
di
:
che
io
niuua
Hate
spesse
in
tanto
per
io
che
quella
era
niente
donna
amata,
dalla
uscita
Ed
piv.\.ii!)
in
locati
ci
non
loro
con
ritenca
effetto
si
non
il
Ma
del
leale
può
sofferse
il
la
donna
r'u
1
0
••
già
piegava.
così
vendo
stoltamente
dico
E
due
due
la
bionda
di
chiamata
testa
Ich'
al
che
aflfanno
sorelle
ii^c
che
dimmi
e
tutto
non
meco
altro
che
pervenire
più
inanzi,
quale
di
al
Ma
tosto
stando
io
parole,
quale
con
a-
senza
delle
levata
nel
la
ste
que-
mento
intendi-
l'altra
è
si
già
e
recato
mirandomi
p)cr
parte
loro
Felice
con
che
core
altra
fine
amata
me
in
il
queste
offendere
ristretto,
giovani
presso
troppo
che
intimamente
le
è
esse
da
ria.
oblio
ed
sentendosi
che
altra
desiderare.
amore
sentia.
tutte
e
stando
di
quale
male,
in
era
,
femmina
non
io
non
tento
con-
eh'
maniera
tanto
a
quello
cose
m'
tale
tanto
più
me
quota
spazio
vcrco^-na
da
di
stare
parea
memoria
cnvamo
a
mi
che
stesso
me
per
li
me-
Ma
luvo.
?
ci
me
e
lezza
•i\
n'era
me
alta
viso
cagione
della
pallidezza?
tua
tempo
in
sentito
alcuna
della
io
rispondere
donna
da
fatto!
fatto
la
m'
quasi
e
da
occhi
fatto
e
avea
villano
O
?
ora
o
avevi
alcun
che
che
potessi
tu
tu
come
Ah
bene
tua
ad
Deh
!
se
in
or
la
di
quella
le
cui
fossi
O
alcuna,
ad
già
stravi.
mo-
t'è
dolore
la
gastigiierai
ti
come
oblio
costoro?
ogni
come
questa
questo
costoro
toccandole
Or
?
di
!
ad
desiderassi
tu
amore
perfidissimo
!
nequizia
parte
che
costoro
a
è
fino
mettere
mostrare
investito.
amare
per
desideravi
tu
genie
pro-
tradimento
potuto
donna
che
gentile
in
tanto
quello
di
che
sare
pen-
medesimo.
me
pensato
tu
altra
donna,
tua
hai
tu
come
per
la
vilissimi,
di
che
quello
fra
a
rai
ti-
quello
a
nato
non
uomo
ma
in
dire
a
che
mi
queste
terra
ho
ciò
forte
a
e
che
di
cominciando
cogli
e
sospirando
,
indietro
della
cagione,
ripentito
alquanto
aveva
ricordai
Ohimè!
dissi:
tu
lendo
vo-
quale
era
quella
a
rammaricandomi
io
mi
amata
palidezza
poco
Allora
costei
a
me
rispondere
senza
da
hai
noiosa?
cosa
domandata
pari
cambiato?
tutto
qua
mi
tu
dichinavi
beltà
della
è
tua
manifesto,
tu
sima
piccolisdonna?
o
non
23
—
ella
crebbe
altre
vedere
mi
parole
così
e
ragionevole
mai
volerti
-
Certo.
?
dolsi
Si
mi
ij'
Deh
dicendomi:
dimmi
tu
1
".'"i».i ^lic
Dio
linciarmi
m'
detto
che
se
t'ama!
la
dimi!
rispon-
della
io
!
vi
che
io
sia
vi
grave
altro
siero
penE
mente.
di
saria
che
quello
io
le
non
•?"'"r;i
Cas-
1
li
quale
co^a
occupato?
Tu
JlInc^tico.
e
ri:"pundevi
ci
non
ora
l'
ha
inanzi
parlando
riguardi
'
ne
subitamente
cu^i
eri
con
e
co
melanconi-
ora
tu
così
noi
domandavi
ne
cianciando;
'
""
vuoi
parlare.
'
'iare
?
;
anzi
i.i
inio
•
da
Allora
!";-.:.^
1
così
dilungare
non
fussc
..t-.fr.,,rv
,
mia
Donna
:
mi
e'
non
deva
rispon-
dolorosa
levato
r-it-.-.
^.iiult
"a
però
occupa
questo,
ti
ne
egli
stare
non
cagione
;e
dissi
voce
per
prepo
li
:
dolente
con
la
.
rappressò
sospirasti
ora
dimmi
e
nii')\
! anima
perche
Felice
si
lei
1
amaramente
stagione,
tacitamente
w:
non
molte
con
lunga
per
dolendomi
di
cagione
,^,^
potere,
mi
coi
-costavo
viso
da
in
loro,
altra
le
parte
quali
voi
tanto
a
al
-
24
—
più
ed
in
maniera
tal
mio
del
s'era
si
amorosamente
me
a
—
oltre
accesa
amore
al
venevole
con-
dra
Cassan-
che
prontamente
già
che
Felice
stando,
più
accostavano
,
appressò
s'
che
ritenne
così
a
ella
disse
mi
:
ci
non
da',
eri
innanzi
noi
da
dilungandoti
così
benignamente
è
nostra
la
Dei
si
noi
crediamo
e
si
rifiuti
?
tre,
con
e
rando
Adunque
nel
ancora
con
queste
atti
diversi
di
quale
quali
io
Che
Iddio
ogni
vostro
mondo
ci
al
sospi
disonesti
ritornare
ero
a
stato
giovani;
Ditemi
piacere
noi,
molte
e
avanti
così:
spalle
perchè
tu
farmi
poco
dissi
alle
e
ropa
Eu-
di
il
e
noi
di
giovane
bella
parole
seguitata
per-
le
altra
cielo
molte.
guardavano
partito
né
più
stata
il
E
bella
alcun
veggiamo
di
adorni
né
Iddio,
essere
ne
più
caricò
lungamente
né
noi;
tanto
gli piacque;
grande
crediamo
fosse
Certo
te?
di
Giunone
te
Non
a
beati
Giove
sì
che
ora
da
graziosa
che
ella
quando
che
eravamo
terrebbero
da
tu
accompagnate?
bellezza
gli
ed
noi,
con
tua
dimostri
rifiutarci,
di
chè
per-
della
cagione
Perchè
melanconia?
subita
del
la
pure
ma
giovine,
grazioso
tu
si
appena
baciò;
mi
non
O
quasi
e
me
v'
adempia.
iti
—
ne'
primi
Ma
per
in
t'uggiva
me
che
mal
non
E
però
lo
mi
vostri
che
me
che
per
avventura
e
che
principale
more
priego,
istare
verso
mia
è
ad
su
che
avete,
dimostrate,
d' altrui
però
che
morate
ina-
m'è
non
dimenticando
me,
giovani,
che
il
;
che
colle
il
dimostrare
potessi
consentirebbe
Voi
vi
siate
dimostrato,
che
nosco
co-
più
donna
mi
non
di
io
malavoglienza
o
manifesto,
belle
però
mio
giudico
e
amare,
voi
lo
non
a
siate
disposti
animi
amadore,
che
fino
che
credere,
adamarmi
m'è
quello
far
ad
che
apresso,
in
inamorate
colla
pronte
rare
deside-
avanti
pervenire,
me
invidia
per
avviso
di
che
vogliate
ingannare
a
pervenni.
vi
uopo
mai
negata
più
da
cuna
lei, al-
da
consuetudine,
lunga
per
i
così
donna
può, potei
si
non
a
di
che
quello
forza
sendo
desiderassi
che
cosa
che
trovandomi
naturale
mi
non
e
potrebbe
conoscimento
volte
ogni
presenza
vi
testimonio,
nostro
infinite
e
sua
di
giorni
dirvi
troppo
me
vero
essere
moltissime
di
amanti.
loro
in
storie,
donna
primi
ne'
de*
distendermi
non
mia
la
avvenimenti
le antiche
sopra
—
me
vostre
ond'
leale
io
a-
vi
lasciate
parole
\!.r
mia
I
quantità
grandissima
in
di
e
ogni
in
me,
amico
d'
voi
e
gli
fuori
atto
che
quello
fate
menomare
sospiri
.
accrescete
che
d'amore,
di
o
;
servidore
faresti.
le
•
Udendo
questo
infinite
lagrime
"!"ile
viso
candido
messosi
voce,
vanti
r
più
speranza,
per
e
sperava
rifiuti
!
tuo
)
forse
i
che
niunacosa
trt
.'i-
credeva
credi
pronta
ti
il mio
cijore
che
adempiere
Credimi
ha
hn
del
mio
chiamata
ila
^arà
A..".".^
al-
mossa
quale
turi""
venire.
pa-
però
il
n
io
sentire
m'
questo
omai
cui
in
te
paruta?
sono
a
in
volere
a
sia
io
consumi
si
sut-
stracciò
avrò
che
e-
quasi
tua
e
pre-
mai
di*
.....^...,
!
la
mia
viu
mio
dal
io
che
io
1,1
la
ti
cui
-
a
"rt
io
amore
disiri
p^tio
che
nel
si
cui
in
!
poi
Né
?
troppo
miei
me
nacqui
io
eh'
ora
la-
maladetta
!
:a
lon-
con
mani
le
!
quale
guari
aveva
non
il
bagnando
-
la
Cassandra
ti
riguardava
ti
?."-"-«•»
•""?-"
tenea
e
rifiuta.
t'
;.
bellezza
misera
O
poi
viso
cara
ti
?
che
colui
pel
diligentemente
Deh!
amico
.-«.iiv.iirirrnj
poi
quello
che
lunga
io
che
nelle
segni
giorno
ohimè
acciò
che
io
la
dolente
la
che
la
!
che
Io
le
dicendo:
colla
ti
i
miei
pianto,
che
impedire
Iddio,
mia
r
che
se
di
non
voi
posso
licenza
sospiri
io
ti
fossi
donare,
posta
una
festa
io
due
quello
che
guastare
la
pianto
io
tue
riprendi
giuro
mio
vane
gioti
non
e
e
non
pietà
per
m'
del
mio
lo
potessimi
avrebbe,
m'avesse;
non
tua
compagne
colla
niuna
non
teva
po-
confortava
che
le
usata
non
più grazioso
un
ritrova
ta
vi-
questa
non
tuo
quello
la
loro
con
tuo
che
conceda
di
la
giovane
del
donare,
posso
e
pietà
bella
Spera
quando
essere,
costei
di
che
quanto
sarai,
partita
amaritudine
bellezza!
bre,
om-
Cassandra,
per
O
oscure
Ahimè
lagrime
sostenere
dane
Man-
1' aspetta
biasimare
crudeltà
tua
viva.
doglia
dolente
la
role,
pamani
alle
sostiene.
ora
da
saprà,
per
anima
tue
proprie
non
minore
degnamente
si
colle
cuore
le
per
miseramente
dove,
quella
potenze
uccidimi
1' ultimo
misero
al
sento
le naturali
mancare
ciati
piac-
promesso
braccia
tue
Io
!
ha
m'
speranza
se
io
ma
è
mio
a
dire:
senza
donare.
Cominciò
allora
Felice
a
Ahi!
2»)
—
puoi
come
li il
tuo
Deh!
la
per
tu
cui
se',
tu
se
biasimerà
anzi
prieghi
.lì: uno
ci
bacio
dei
stato
tu
ti sai,
^e
n.
fossimo
no:
i
e
il
certo
stri
no-
casto
almeno
si
avanti
ardite
Certo
egli
ci
come
alcuno
se
che
volere
quello
con
negare
sarebbe
affanni.
non
poco
Deh
! adun-
acciò
alcuno,
che
..
più
amore
te
quello
te
in
sia
benevolo
che
tu
atto
questo
Giovani
4:
disii,
è
che
è
tenuta
mi
se
donzelle
me.
alcuna
però
A
per
da
cui
io
fine
a
quella
che
più
a
cosa
ponete
domandate,
da
concedere
a
desiderata.
ragionamenti,
i^.ti
iltra
certo
poco
se
icedicicne
parte
tu
quali
nostri
sofTe-
piegato.
puoi
ino.
de'
che
che
giovine
crudeltà,
state?
-i
.
più?
cortese,
w'x
w,.-
ami
ai
rotto.
noi
quella
saria
come
Or
di
che
tanti
si
che
avviene
egli
tua
sono
già
Ippolito
varc:"(i
la
do*
essere
alcuna
ne
se
donna
leale
tanto
che
te
noi
a
negare
altra
dovesse
morte,
Or
Certo,
non
crudeltà
tua
noiosa
tiN..!
è
amore
pensi
di
ad
amore
prieghi
nostri
fiera!
domandiamo?
ti
niuno
nato,
alcuna
che
consentire
tu
che
o
Ji
più
.ilio
.....V.V..3
—
che
cara
poterla
a
pia-
3"
—
mia
della
cere
donare;
che
da
di
come
mi
ciò
udendo
di
le
r
diversi
infrascritte
parole
mai
se
che
onore
molte
altre
intese
dicendo,
vergognose
e
fontana
in
fra
me
volere
e
le
sto
quesenza
fatto
n'ha
meritavamo
loro, da
io
damigelle,
sospiri
ce
:
me
per
passate
e
non
giardino
rimasi
non
ma
lagrime,
amare
zia
gra-
ardire,
donna,
sua
cosa
la
nostro
di
ciò
;
io
dicendo
dilettevole
dal
uscirono
chiara
ripetendo
in
cose,
prefate
angosciosi
al
egli
di
quali
giovine
tentato
avvegnaché
ragione:
della
alcuno
alla
fra
giusta
come
levare
in
intesi
pensando
giovane
quello
da
abbiamo
quali
dalle
Ahi
all'altra:
quale
la
de'
ne
lento
con
ebbero
giardino,
varono
le-
si
porta
ragionamenti;
avessimo,
le
volte
ricca
prefato
dipinto
presenza
più parlare;
che
Questo
viso
col
mia
una
però
perduto.
giovani
dalia
il
sarebbe
ora
e
qui
diletta,
mi
tutto
due
sospirare
di
è
dite
verso
una
più
andatevene,
senza
loro
che
aresti,
non
e
vergogna,
serrava
dolore
lasciate
le
passo
che
amore
domandate,
voi
mi
che
mi
non
con
parlare
solo
sincero
con
avanti
altro
me
pregovi.
e
donna
più
e
—
lungo
cose
soletto
dagli
appiè
^n-i/io
3'
—
due
(irano
da
essere
che
ciò
i
mia
do\'e
erano
e
)
.
t
si
n
'I'"j
:i
i
iDàUo:
di
né
né
così
io
Ero
la
mano,
e
tirandomi
dove
me
prese
disse:
se' tu'
O
? dormi
ora
né
uditi
o
non
distese
braccio
se'
pensando
^tro
1
quasi
.
.11
stordito
n-"iri\f"
,\'
senza
-ììlrtrntt
niente
mi
e
giovine,
inamorato
tu,
né
così
ma
lo
per
nula
ve-
saluto
Simone
I
la
per
il loro
luti
nello
tanto
che
innella
tosto
aspetto,
X
stra
sini-
la
pietosamente
Amore
per
cambiai
dove
soletto
sopra
donna
mia
costoro,
mutai
mi
la
ire
un
la
m'ebbero
^a.
luogo
pensando,
che
poi
\;:
imni
del
pensieri
testa
quali
dolenti
quali
trovarono
mia
mone
Si-
venono
ne
di
no
riguardato
alquanto
i
li
qua-
nome
per
se
ili-
la
'x.ito
j.,
e
v
e
de
partirono
istati.
dilette-
veduto;
e
za
sen-
tutto
le
e
me
Piero,
vita,
'•
;
udito
l'altro
e
della
fra
e
che
avevano
chiamava
si
uno
stati
parte
veduti
era
^^'•'^\^ic\\e
\"l\
in
me
stato
congiuntissimi
me
a
parenti
Jistreni
—
sa-
allora
rispondere
iliH"f"
militi
32
_
sospiri alquanto
alzai
la
mena
testa
forse
con
confortevoli
che
priego
io
nel
io
mi
fanno
qui
dirai
cui
ci
del
ho
mio
tiene
mi
in
nostri
ti
dolore:
vita.
avanti
questo
avvenimento,
consiglio
t'ingegnassi
ti
di
che
a
t'aveva
quello
seguire
e
modo
se'
niuno
atto
tu
ritornato.
di
cagione
inamorato
(di"se
dopo
ricevuto
Io
il
che
mio
siglio,
con-
così
donato;
Questa
fettissimo
per-
credea
mi
quando
pure
giorni
aveva
piacendoti,
,
soso.
pen-
pochi
seguire
1* altrieri
trovai,
pareva
avessi
quale
;)
non
tanto
come,
io
quale
ci
solamente
reprensione,
aspra
il
fa
E
dal
tu
prieghi
amore
Piero,
e
Simone
nuova
allora
lunga
me
intendiamo
te
niuna
questa
acciò
meraviglia
da
cagione
dissi;
vi
parole
e
a
ne
scotendomi
già
prima
se
quale
A
né
ve
ritrovare
pensiero
Amore
venire
più
lasciate
quali
rispose:
dipartirci
ci
Alle
pena
caramente
quando
era,
vi
vita,
mia
voi
e
solo
quello
chi
or
levare
essere,
qui
possa
cacciasti.
così
credete
può
me
quale
ne
voi
Se
!
della
parole,
aggiugnete?
sviluppato
Ahimè
miseria
la
quale
che
dissi.
e
alla
pensieri
da
vedere
a
—
e
soso
pen-
già
mi
cominciato
sopra
tua
giovine
i'
usato
vita
mi
in
pa-
34
—
m'
pensieri
delle
d'
alcuna
io
sopra
nel
siccome
e
che
e
in
alcuno
il
io
quale
è
dolore
questo
a
che
offendano
amico
da
niuno
tenevo
E
d'
temendo
è
altri
io
non
di
la
e
giovine
donna,
poca
molti
di
non
cagione
come
so-
debole
più
non
infermità,
che
viverò
più
affanno
avanti.
tiene
mia
La
naturalmente
per
la
stimolata;
o
allora
mi
questa.
stabilità, è
amanti
io
che
parenti
è
stenga
so-
dubito
gravosa
grandissimo
gelosia
inamorata
sono,
pensate
ella
non
quelli
a
perochè
io
mora
continua
dolori
o
morte.
da
levato
essere
vita,
che
di
contento,
essere
dine
sollecitu-
è
sono
crederei
avessi,
in
natura
in
1'
dimento;
inten-
vivo
quali
E
altro
d'ogni
coso
fo-
più
disio
io
so
ella
memoria
nella
io
che
Appresso
li
eh'
dicovi
questo
me
tra
al-
somigliante.
sten^ro
di
niuna
mio
simili
r
e
questo
per
sua
quale
donna
al
della
la
amata,
amante
sentendomi
uno
che
me
allora
se
mia
più
ella
toglie
facendo,
più
me
tanto
desidero
,
quante
viene,
mi
ramente
Primie-
cose
della
che
da
volte
tante
le
tutte
cospetto
è
dirò.
ne
ve
quella
cosa
continuamente,
occupano
quali
essere
—
tutte
lezza
bel-
sua
e
Id-
33
-
VII"
••wii
femmine,
ic
wiK.
gli pietosi
prieghi
prci:;uori;
adunque
sanJi»
vedere
io,
ella
per
che
more
non
potessi
suole
dire
che
questa
sempre
il
molti
vi
Ji...
noja,
la
che
morte
;
se
la
quale
dare
a
prendere
bene
e
sola
ond'
corpo,
vita
amate
loro
la
recato
a
desidererei
ancora,
non
la
puterei
ri-
pena
mi
volesse,
è
rìmasa,
mi
non
e
è,
m'
posso
solo
mio
il pensare
quello
prìego
vi
mi
diletto;
gioja
questo
io
io
come
alcuno
mia
e
che
vita
lerli
vo-
tanto
pena
potete,
donna
e
gioia.
Vedere
mia
a
di
ma
l'hanno
donare
Iddio
graziosa
ma
pensieri
penosi
troppo
me
si
pigliano
questi
minore
per
le
impediscono
v^"i
vh
\iti
mia
a-
elli
ma
:
spiegare,
osi
chr
perfetto
e
che
particolarmente
cendo
pia-
generalmente
Con
quali
le
m'abbandoni,
femmine
natura,
li
Jci
pen-
non
migliorare
p^gio.
altri
volontà
che
sincero
le
per
questo
altri
uno
per
muove
la
sopra
pare
posto
si
fare
a
mi
hanno
—
che
vogliate
alla
che
mi
la
tiene
se
la
ca
po-
nel
mia
il potere
torre
pensare.
Cominciò
ìi
me
a
allora
parlare
Bene
Pietro
cosi
inverso
ci è manifesto,
tu
3"i
—
tali
da
essere
però
dei
non
col
conti
ne
quanto
la
noi
conforto,
ti
pensieri
nel
tu
levi
ce
così
fatti
e
fuori
da
da
codesti
continui
ti fossi
suole
gravi
alquante
e
effetto
vero
noi
Ma
riamo,
dimo-
non
quali
ti
in
il
siano
le
noi
che
tempeste
però
parole,
in
metterai
volte
quali
gione
ca-
diletto,
smarrire.
tali
me
co-
la
però
più
tu
occulto,
dimostri,
le
quelle,
prieche
conosciamo
uscire
più
nullo
se
pigliare
di
che
preghiamo
devi
si
diletto
acciò
onde
se
aflanni,
luogo
con
maravigliamo,
ne
di
che
parlare
conoscimento
che
dare
tu
ma
ti
e
;
tuo
perchè
non
morte
vita,
"possa,
valere,
prenda
più;
a
tua
pensare
dee
molti
piuttosto
prolungare
go
da
e
stimolato,
pensieri
volere
pensare,
tempo
tanti
e
-
le
vie
ti
siano
a
tate
ascol-
se
vedrai
a
zioso
gra-
porto.
Ti
duoli
d'essere
però
donna
focoso
del
nel
che
a
disio
della
cospetto
tuo
mola
ti sti-
che
piacere
tua
non
essere
,
vi
puoi;
credi
credo
certo
tu
per
questo
esservi?
dai, piuttosto
sperando,
sosta
confortare
al
presente
che
ti
dolore
che
certo
ti
doglia,
no:
dei
disio
e
tu
ma
te
ne
dunque
dare
conoscendo
quanto
al-
r
37
—
onore,
che
n^a
uè
morte
le
ove
omt
è
che
so
'
'
:
Ito
;
la
eh'
solo
fossero
donna
tua
ella
vcndosi
treblx
ontro
a
è
quanto
più
quale
li sonni
^i
debbi
che
di
ti
non
??•*
interi
in
e
tanto
vedere
tanta
fusse,
amore
infermità
fallo
però
andare:
che
giovane
pò-
commette
noi
del
quando
ti tiene
di niuna
ammirazione
la
tane
lon-
questi
e
vita
!
sanità
le malinconie
e
amarissima
rispondo,
volere
dovresti
della
pensare
lasciare
abbiamo
ha
da
porse
pietosa. Ohimè
dimostra
essere
tutto
del
divenire
te
col
per
quella
per
niente
uno
infermasse
che
morte;
o
non
in
la
porta
per
mai
.
pcns.i
e
amore
parti
dalla
non
altri
infermità
imperocché
il tieni
che
che
pensamento,
vano
è
Non
porti ;
amore
prjvosa
o
quello
sia; similemcnte
che
'
terrà
in
ami
non
per
con
non
così:
dice
pensiero
donna
tua
che
che
puoi
confidati
e
amato
dico, del
ti
lo
non
perfettamente
amata,
."»a
rota
denato
re
"
la
maniera
la fortuna
che
pensa
ferma
empre
altra
fornire
piacere,
suo
;ao
in
che
-Al
—
losia;
gecosa
quanto
co-
rito
3«
-
nel
viso
tuo
Onde
maniera
la
le
amanti
allegri
voglia
seguire
tu
il
peggio,
io
uomini
si
è
donna
nelle
Or
in
modo
al
caso
fosse
a'
fosse
me,
diletti,
e
e
lunga
con
tua
tamento
por-
è
bene
festo:
maniqueste
più
che
vivere
sano
le
ti
presentare.
Se
simile
io
e
trarrei
mi
starei
più
per
essere
oltra
ch'alcun
né
che
tanto
quanto
piacere
suo
pensare
piacevole,
desidererei
la
di
sempre
piacere
per
conforto
grazioso
in
allegro
cosa
e
che
suo
pensando
prendere
altro,
nori
negli
operazioni
sue
lazzi
in sol-
e
questo
nel
se
e
pre
sem-
ancora
ciò
glia
vo-
;
veramente
e
dunque
dovresti
avere
allegro
cosa
per
tessi
po-
sura
mitro
al-
niuna
mia
vita
lungamente
tere
po-
con
la
lei
;
mostrai,
solamente
qual
savissima
festa
e
ti
voluto;
e
loro
pigliano
ma
ritrova;
e
alcun
la
i
conforto
io
tutte
savie,
gioiosa
bisogna
lei
bitare
du-
abbandoni.
in
femmine
da
di
hai
volta
stando
e
per
poco
cose
le
tenendo
vedere
ch'altra
li
sarò
non
s'intende
le
la via
vogli dire,
e
aspetto
di
prendere
dubitazione
niuna
che
altri
per
giovani
stare
adunque
dico
ti
te
non
Dilettansi
nell'
fai, ragione
che
che
e
malinconoso
e
se" divenuto.
-
; e
tu,
più
3'.)
—
—
vinto da
v:^'
^.
ìi;
t
ira
da
e
!
•
I.
1
malinconia
cerchi
Mi
tf
,
che
la
con-
morte
e
in dolori dimori
e
imaginando quellecose le quali né
vedrai
vedesti ne
giammai, se quello
vai
che
ti diciamo
è colui
farai. Folle
che
per li futuri d.r
iJe
lagrime e in 4..
che d'argomentarsi di
diletta,
a
danni.
Deh
!
se'
tu
se
omo
-'
,-
.
s'
resistere
come
sono
glialtri,
giovino tanti conforti quanti
i diamo,
vagliail mostrarti la venoi
-ome
ti mostriamo,
sopra il tuo
che tanto
rallegrati
non
pure
"^uanto il conforto
Io il
e
manca
non
durare
in-
vero
rere,
pa-
il senno
né savi.
in
quale sentivo
me
graziose
di quelle
paroleall'animo inamorato che
dolente
viso
meno
aveva
bisogno con
a' subiti accosì risposi
cidenti
: Amici
e parenti
si
male
che
"
di
ingegnerò di prendere
il
cacciando da me
consiglio,
lo pure
il vostro
me
né a
argomentare
si deggia
la mia donna
può
m'
al presente si forte m' occupava.
E avendo
io questo detto,si diriz-
dolore che
lai
:"o
congedo
L
e
se
e
giardinoallegri
da
n'andarono
me
prendendo
alle loro
case.
40
—
rimaso
Io
soletto
fontana,
fresca
menare
da
da
uno
nome
divo,
tale
a
presono
di
questo
a
amico,
io
alla
che
mia
con
lui
era
squartato
gravissima
è
in
alcun
di
mi
in
colle
non
non
suo
viso
parte
proprie
fosse,
e
dopo
rotta
mani
alcuna
mie
dalle
questa
alcuno
e
se
dispiacere
non
lasciando
che
tere
po-
per
guardai,
quella
mo
carissi-
sentire;
questa
e
doglia,
te,
altro
tema
derare
desi-
puote;
,
nel
né
perven-
si
non
a
non
u-
veduto
considerare,
per
e
e
che
o
gito
vedevo
sarsi
po-
diletto
donna
sarei
e
quello
simile
fosse
tace),
veggenti,
fosse
giammai
(il cui
occhi
debbi
accidente,
si
me
a
a' miei
intendimento
alcuno
e
essere
donna
me
altra
gnata
accompa-
sollazzandosi
che
più
eh'
amico,
loro
loro
insieme
insieme
non
io,
da
E
nono
se
che
parte
ponimento
pro-
amante
dispiacere
senza
udito.
quale
caro
legra
al-
giardino
piCi
caro
stato
non
per
in
che
lei
a
addietro
Io
per
la
amata,
me
questo
piacevole
donna
la
di
più
quanto
in
lo
per
della
proposto
me
Essendo
poteva.
sollazzando
cosa
in
avvenire,
vidi
girsi
appiè
pure
aveva
lo
per
vita
—
per
rioso
fu-
come
dove
ella
1' avrei
parte
unghia
vitupere-
mio
del
gione
doloroso
imperochè
sapere
alcuno
mi
non
e
varj
parte
che
da
onde
me
E
io
r
incominciai
alcuno
io
si
ho
niuna
io
i
miei
hagnato
come
O
dolce
io
come
stata,
sempre
vita
il dolente
Mai
fatto,
mia!
quante
petto,
niuno
se
fos-
mi
non
ti
fu
cosa
avessi
lieve
stato
mai
amò
non
ranza
spe-
quell'ora
Niuna
la
!
è
Certo
I
me
così
donna,
da
se'
sospiri,
sei
in
quanto
effigiata
tu
ritornai
stesso
non
che
misera
Deh!
pensando
me
portato
te
è
continuamente
bella
fra
cuore.
di
gravezza,
stati
in
sola
misero
quello
udito,
inamorai
Tu
amore
stata.
hanno
m'
te
andone
e
né
perfettamente
del
per
sono
di
molti
poter
anima,
t' ho
amata.
te
donna
che
io
che
iniqua
e
misera
che
amore
partì
doglia
repctendo
dire:
a
della
r
dopo
essere
visione
prefata
Onde
pianto
usato
vostra
che
veggendola
poter
nella
udire.
detto
non
voi
sicché
altro
si
gione
ca-
quale
e
leggermente
era
alcuno
sopra
la
dare.
ragionamenti
in
da
costì
eh'
potresti
è
darmi;
di
ritornate
cameia
gliate
vo-
ne
al
rimedio
partitevi
adunque
non
non
niuno
avvenimento
possiate
pianto
Quanti
lagrime
nel
quale
porto
così
conforto
43
—
in
l"oic entrare
I
e
me
tu, di cui
Jjuna
conobbi
te
senza
la speranza
ora
abbandonato,
;
assai
da
sono
ten-
stato
quanto
potè vantarsi che alné
io mi voltassi,
a loro piacere
averti giamaltra cosa
me
conosco
mai
doni?
tallito;dunque perchè m' abban-
tato,
niuna
ma
Ahimè
troverai
t'ami
tu
cuore
uscire ;
essere
e
misero
dove
s.
i miei
sospiria
io
oramai
domandare
voltare
conforto,
speranza mi
erati si nojosoil
ch'eri sola mia
lasci? Ohimè
di
me
fiate
uscito,tante
Ohimè
parazione.
cuore
sl
i.icro
sempre
mi ricorderò
semprechèio
sosterrò pene
\c.iormi?
tro-
anger e, perocchémai dal
non
uscirai,né potresti
del tuo
poiché tu
m' hai dato
li Tu
:
noi
Tu
io ti ho amata?
come
Quando
si lealmente
che
altro
un
.
mio
la vita mia!
misera
tu
j!.:
I
caro
cagioneche vedere non
posso.
tu non
puoi dire che io mai altra
che te amassi, da poi in qua che
"\rT()
in
nome,
lascia,pensando
altro abbi
un
per
era
tuo
la
per
io
m'
mento
spogliatomi
cosi
il
senza
me
Ita
come
—
lo
dolente!
non
morire
so
e
che
non
mi
fare,io de-
posso,
e
lagri-
44
—
mando
incominciai
spazio
lungo
per
—
a
dire:
O
re'a
valoroso
amore
aiutami
! Tu
fosti
non
mi
minciatore
i
tuoi
piaceri
fede
la
io
ho
quale
me,
a
vea
alla
Iddio
che
la
fosse
occhi
la
fiate
e
già
mai
che
io
lei
a
osservata,
Ove
se'
è
o
da
te
amore,
questa
e
me
fallo
giammai
Tu
la
mai
quali
Se
impunito,
gannato
in-
giurò
mi
Io
!
1' ho
abbandonato.
è
Come
per
quante
feci
potere
begli
e
misero!
ha
duta
ve-
ora
promessa
m'
in
stesa
di-
dei
abbandonerebbe,
similmente?
speranza
che
mi
giovine?
lasci
fosse
tradito
promessa
il cui
si
potenzia
tua
ella
fuggita
de'
Ohimè
simile
do-
Volesse
luce
la
me
non
ma
nò
medesima
la
vera
signoria
tua
non
donna
trovo.
per
la
desii.
cuore,
da
potenzia
mi
ella
mio
mia
sempre
non
miei
saetta
tua
stata
della
tua
alla
sì
d'ajutarmi
dei
il
verso
ho
sottomettere
se
co-
in
vagliami
portata
fine
male
io
che
intendimento
senza
sino
sai
seguiti;
che
mio
del
Citc-
abbandonare
! Tu
pericolo
grave
di
figliuolo
dove
fede,
e
stato
schernito
non
vendichi
tu
chi
tu
così
avrà
bile
nota-
in
te
?
perseguitasti
il
misero
Ippolito
45
—
alla
morte
sii:nnria;
come
rino
perchè
egli sdegnava
costei
che
punisci
non
le
con
l'ha
nala
ingan-
però
che
solamente
facci
le
tua
cerco
non
ma
forze
tue
Io
?
punizione,
grave
—
tu
amare
me
me
co,
io
lei
vuoi
non
mi
tue
mani
mia
Signore,
caro
i
-•ciò
quale
Ohimè
dalle
ta
1
r è
vento
O
s'aguzzanoa
rovinare!
io
noi
sima
lo
della
'
so.
è
che
a
conviene
me
già
quale
fortuna!
mezza
onde,
Tu
a
ogni
mi
ora
rota,
già
e
sei
a
me
acerba
sedere
nella
vedere
te
ro
quando
"nna
era
ingegni
apparecchiato
me
perchè
già
fosti
tuoi
1
Ohimè!
ricordo
tua
la
morte,
cagione
tempestose
nuocere
madre,
mi
possa.
i/ione,
al-
contrario.
misera
di
mi
la
nave,
con
avere
possa
A
si
me
la
!
la
misero,
del
anzi
contraria
illa
più
non
verso
io
che
nulla
che
sia
non
me
prieghi
prendere
tosto
che
maniera
volgiti
e
colle
chiudere
acciò
fatta
ascolta
Deh!
di
occhi
cosi
in
vita
dolga!
0
consenti
i mici
concedere
questo
se
e
amo;
m'era
con
sia
questo
benignismatri^rna.
sommità
lieto
il
viso
lieto
benevolo.
4"""
-
mostrandomi
quello
invidiosa
volubile
mio
dal
Mugello
piiì
infinita
più
di
quella
fu
questo
quando
di
quale
caro
a
me
amico,
che
e
lo
per
tale
molte
in
il
era
più
con
avuti
tempo
spiri
so-
non
stagione
grande
e
,
volte
città, solo
più
porre
d'op-
addietro
stato,
e
me
colui
amante
passato
,
;
mettendole
tempo
tenesti
mi
avevo
in
noscere,
co-
luogo
lei, ingegnasti
per
lo
per
tosto
facesti
basso
d' amore,
prendere
deva
cre-
bastandoti
non
da
forza
alla
cuore
più
nella
ma
mi
del
menti
tor-
essere
scendere,
avere
allontanato
avere
parti
vita, né
tua
infortunio
maggiore
con
nelle
nrie
della
potere
non
grandissimi
con
parte
ferma
allontanandomi
imaginavo
stando,
io
come
voltandola
pingesti
quivi
;
credo
tenere
ma
dolore,
mi
viso,
menti
pari-
tu
gioia
di
rota,
grande
bel
Ma
graziosa
sostenesti
non
tua
senza
sì
di
sentiva,
che
amore
ci portavamo:
insieme
la
-
basso
venendo
mia
la
per
m'
luogo
dilettevole
nella
in
vedere,
donna
affondasti
domi
facen,
visibilemente
tue
ad
essere
la
caro
amico
vedere
effetto
venute,
donna
fatta
bella
tolto
;
e
dopo
le
operazioni
cioè
crudele
molte
da
dermi
ve-
e
venute
il
47
—
dessi per
mi
donon
migliorpartito,
'??'??
partire.
Sperando io di
I più alto
luogo di tua
che
rota,
non
io
perchè tanto
era,
m'
paruto scendere,che
dell'universo
mi parea toccare,
il cehtro
era
ciò
tutto
ma
volesti che
tua
che
rota
hai
me
colla
mi
me
cora
an-
luogo fusse nella
fusse cercato,
non
potenza,
ancora
e
che
luogotirato,
che benigna
già fusti, trarre non
Io sono
nel profondo
potresti.
ne
de' dolori
la mia
o
niuno
da
ora
tua
hastandoti
non
in sì basso
tornassi
me
mai si voltasse,
se
come
delle miserie
e
donna
miseria
abbia
me
O dolore
senza
mia
non
pensando che
per
altri abbandonato.
comparazione,
sentita da
alcuno
che
è la mia avvegnadisgrazia
ché
io non
sia il primo abbandonato!
lo sono
solo colui che senza
legittima
lasciato.
La
sono
misera
IsiHIe
cagione
amante,
in
Gi.isone abbandonata
da
non
bella
meno
la salute
senza
ila lui
vita,la quale
non
lasciata, trovando
[Mvtosa di lei.Ocnonc
I
sua
per
potea. E Medea
crudeltà fu giustamente
avere
sua
giovane
gentiledi lei, e
propriadella
Medea
poi per U
e
per
egliCreusa più
fu abbadonata
da
-48Paris
chi
E
reina
immortali
mia
di
ricevetti
cePcando
noia
voci
mie
orecchi!
non
posto
mi
si
né
volontà
di
lei
a
nel
che
(ecc
che
più
quale
alcuno
non
luogo
altro,
del
perchè
me,
che
Tu
sposto
di-
sì, me
per
Ohimè
Iddio
lei
era
Adunque
mostrata!
abbasso,
doloroso
io
se
nignamente
bedi
consentire
volesse
ti fussi
ghe
lusinanzi
pervengono
non
non
con
amore,
ricevuto,
Perchè
?
io
Ma
trovando
e
dono.
Ora
scendere,
più
quale
piii piacevole
per
abbandonato?
essere
alquanto
occhi
propri
subitamente
altro
le
il
Aconzio
certo
propria
con
avuto
come
forza
prenderlo,
donò;
inganno
grazioso
il
mile
si-
misera
Deh
fussi
io
simili
dolore
!
donna,
con
colli
a
mio
dimenticato.
e
questa
femmina
questi
ad
che
Né
inganno.
al
Cidippe
giusto
giovine
mio
delli
sangue
a
avessi
io
quello
parrebbe
lo
lesse
vo-
non
rozza
troverebbe
della
amore
m'
una
Ma
!
! Se
ebbe
dal
sempre
e
si
non
fortuna
mondo.
avanti
che
che
troverebber
si
del
boschi?
quanti
O
donna
discesa
Iddii
ne'
usata
bella
colui
sarebbe
una
r
più
la
per
che
alli
tuoi
mai
lieta
mi
ora
hai
credo
tere
po-
siccome
mai
senza
50
—
rimaso
! Ma
dolore
eh'
pensando,
questo
sopra
io
-
giudico
sento
considerato
investito
sia
mi
1'
che
ogni
bene
che
ora
,
primieranìente
dove
mi
cagione
disonesta
vi
è
si
che
più
poco
cioè
potrebbe,
la
parte
si disonesta
vidi,
tirato
prossimo
dopo
derare
desi-
mogliera;
E
qui
le
dopo
mia
miei
in
dirizzai
parte
casa,
insieme
non
fu
non
li
feciono;
risposta
nuovo
amante
stato
amico,
colla
mia
ragionamenti
umile
e
dopo
mia
donna
vidi
e
io
là
me
a
non
ma
per
benignamente
brontolosa
spazio
poco
donna,
rimasi,
lei
;
essi
cui
partì,
donna
rafferma-
poco
e
a
della
si
né
visione
salutassi,
mia
detta
pre-
questo
e
dolore,
che
dalla
allegramente
amante
avuta
spazio
di
la
i
case
sue
distante
vidi
levai
mi
poco
dimorare;
lasciai
questo
le
io
piccolo
dell'
mento
inverso
in
della
case
tosto
poco
nuovo
festa
le
letto
e
donde
col
con
mio
rato
dilibe-
con
verso
fretta
con
passi
giunsi
gire
del
donna,
vestito
orazioni,
prefate
di
rammaricarsi,
lungo
questo
animo
e
quella
tacqui.
E
e
in
la
aveva
trovare
del
mi
conobbi,
donna
questa
a
insieme
e
dove
me
il
già
soletto
molti
dopo
nel
mio
apparire
molti
altri
uto,
simile
più
poi
che
quella
come
ne
tale
prendeva
1
tita:
par-
m'era
ad-
volte
ad-
la
mia
che
dispiacere
si
maniera
^uclla
lei
per
,
/
da
avanti
di
dopo
ma
feci
volte
più
e
aspetto.
risposta,
ragionamenti
questa
e
tata
mu-
domandandola,
alcuna
(ccc
mi
burbero
e
avvenimento
quale
non
lesteggiante,
e
malinconico
in
Del
gioiosa
era
Di
turbava.
poi
..
affanni
grandissimi
con
dì
molti
non
sospiri
e
sendo
io
prendere
gli
sati
pas-
alla
mia
,
tornato
casa
per
avendo
e
,
mia
la
e
:i"sì
n
la
me
I
rii,
i
parole,
e
che
te
nel
il
mio
figliuolo,
caro
tino
ascol-
che
caro,
le
i
è
questo
e
caro
ad
e
cugino
quali
ti
efletto
che,
terra
glio
vo-
tu
come
dilettevole
nella
mie
osservati,
essere
messi
sicno
painco-
pazientemente
piacevolissimo
è
e
deono
E
Linguadoca
molte
comandamenti,
miei
per
in
madre
cara
cose
orecchi
pregare:
di
le
tic
debitamente
te
sai,
mia
,
tuoi
i
da
.ri,
.,
sendoci
es-
assettati
dopo
e
Buono
:
e
entrammo
mense
ragionamenti,
^i
'
mani,
madre
cara
apparecchiate
alle
alle
l'acqua
preso
io
cibi
usati
paese
d'
carnale
gnone
AviAn-
32
—
il
tonio,
il
quale
quale,
nostri
fussi
di
animo
di
lettere:
per
che
presente
vedi,
la
cosa
famoso
in
qui
ebbi
più
quanto
pertanto,
punto,
e
al
si tacque.
così
pensato
le
il
perché
fretta
piena
mi
dividere
d'età
io
desiderata,
qual
ma
poiché
A
cosa
quale
non
alquanto
la
cagione,
tanta
con
voi
Voi
veggo;
valoroso
é
dovuto
da
verendissima
re-
o
me,
essendo
volete
divenga
titi
met-
disponi;
ti
giovane
vi
sicché
puoi,
dissi:
io
come
che
la
si
voi
da
e
che
;
é occulta
madre
ciò
credere
camminare
io
qui
ricco
presto
E
—
al
che
l' andarvi
partito
migliore
sia
fa
mi
mercatante,
pe-
tu
stare
agevolmente
diverrai
facendo
siderato
con-
città
ancora,
e
ha
ne
smisurata
lo
simile,
utilità,
qual
nostra
questa
e
alcuna
senza
e
in
ti
dassi
l'an-
lui,
ce
la
me
a
tu
questo
principalmente
stilenzia
e
diliberato
con
con
di
; e
è
molto
e
che
e
i
porto,
stato
piacere
insieme
stare
più
scritto
di
cammino,
ritrovare
a
è
tutti
e
me
desidererebbe
grado,
per
a
mercatante;
fussi
te
a
mettesti
che
ricco
e
conosci;
bene
amici
ed
parenti
quanto
che
so
quello
per
famosissimo
in
tu
—
siderate
de-
tante,
merca-
me
meno
pensiero
vi
"3
—
moiuni
che
io
meglio
f:irc
che
Non
v'
voi
voi
da
che
sconcio
infermità
la
di
mi
la
si
di
pieno
derò
cre-
dubitiate,
non
dubbi
svolgeranno
tenere
cara
non
a
difetto
manchi.
Queste
ad
possibili
ogni
Certo
me?
generato
né
Apcnnino.
me
no
alcu-
per
,
fui
per
vita
vostra
e
,
da
da
con
rò
dubite-
o
,
molto
va*
occupi
persona,
la
da
continuamente
me
che
mente
lontano
accidente
vostra
Voi
che
ancora
Io
?
?
presenza
io
sarò
sollecitudini
che
vostra
voi
imaginatc
debba
lontano,
nella
continuamente
rie
-
cose
non
no
so-
essere
ora
sate
pen-
imperocché
sì:
dall'
aspre
querce
dalle
dure
grotte
di
da
monte
Pelago
Voi
da
ma
non
cui
io
.
n' altra
quelle
che
cose
—
sollecitudini
altre
lii
fare
entrare?
per
cosa
una
niuna.
certo
veggiamo
che
casi
palesi.
sono
io
essendo
al
lana
per
con
suore
molt
queste
niuna
a
Chissà
voi
vi
lo
a
petto,
dee
bitare
dumolte
e
quale
utile
me
di
e
—
sì
amate
sono
andandomi
e
cosa
lontà
vo-
vi
trà
po-
Manifestamente
i
persona
se
futuri
Iddio,
chiamasse
non
mente
subitasia
ma
lon*
se
54
-
più
con
pietosa
lontano
sono
me
lontano
che
leggiamo
si
tosto
al
morto
che
lo
sarò,
Dunque
avete
lontano
se
più
(che
ch'el
intorno
i
voli
lamenteche
a
voi
quello
a
che
che
a
venisse,
rampollo,
e
cosa,
se
e
mi
guardate
pensato
mondo
cosa
gli stranieri,
madre.
lo
qual
porgerebbe
ragionevole
per
La
tima
nell'ul-
pietosamente
Certo
vada
in
chi
pianti?
pare
occhi
giovine
corpo
voi
gli
addivenne,
sovente
il
chiuderebbe
accidente
questo
ramo.)
cara
io?
come
secca
vecchio
vi
mano
fare'i
che
ora
io
chi
addivenisse,
pure
—
me
io
non
gliuolo
fi-
vostro
voi, faticandomi
da
anzi
attorno,
quello
che
faccia,
con
,
istrana
più
volete
parte
riposato
quieto
e
città
dilettevole
fare
che
animo
nella
può.
si
nostra
qui
E
mi
tacqui.
Ella
dopo
disse:
l'onore
regni,
non
e
che
del
chi,
del
si
nel
giovine
nuova
mare
per
air
nave
affanno,
senza
Giasone,
che
ai
andare
conquistare
il
si
alla
il
Isola
montone
nifestò
ma-
quale, più
filosofichi
tentò
prima
mi
i celestiali
apertamente
vero
armi
per
né
acquistano
sia
così
sospiro
mondo,
questo
disposto
con
lieve
un
i
studi,
pericoli
di
Colcolla
iana.
cara
I.»
paesi
SUOI
ne
ad
"irignc
giorni
molti
spergiuri
lassa
!
che
da
me
ti
on
fama
perisca
d'
avere
ti
non
va'
in
e
in
r-
senza
-^^erti
E
tu
possa
più
avere
valoroso,
qui
si
intelletto
e
Deh!
tacque.
impigrire
ricco
brievc
affaticarti,
e
!
modo
in
me
d'
a-
a
acconcio
a
tua
troverai
affare
con
fi-
tale
in
vecchiezza.
tale
e
ch«"
d'
mio
amore
ti
povero
affannosa
sollecitamente
tempo,
—
e
volere
l'affatica,
se
zione
na-
caro
per
che
una
il
Deh!
che
me
verso
lascia
perseguiure
insieme
ora
Ahimè
strana
ti
non
con
di
anzi
di
Pensa
con
tanti
verso
porti,
volere
I
vorrai
more
che
ubbidire.
'mento
a-
con
fortuna.
alla
che
quello
tuo
facevi
amore,
conosciuta,
non
è
un
ad
madre
ancora
il
quale
e
:
angoscia,
amore
non
sono
amara
rimbrotti
e
vecchia
tua
il
si
con
supplicazioni
tante
l' andata
quando
udii,
niuna
e
schifare
passati,
sospiri,
tanti
meco
non
pianto
moroso
ti
amore
manifesto
fu
mi
questo
conosco
affettuoso
fa
ti
cagione
altra
io
ma
sempre
essere
chè
per-
dimostrare
poteva
non
che
mitcNt.imentc
m
t'ama,
cara
forza;
\i[iu"!ia
sua
la
esso
con
e
ri"
prudente
sf"
—
Allora
io
però
celare,
io
quale
che
è
questo
del
è
desidero
mi
vada
in
che
si
fuggo
qui,
Io
non
la
giovane
mondo
ella
che
è
Egli
pra.
è
r
e
certo
vedere
il
io
abbiate
desidero
vi
pietà
mi
non
le
prego
siccome
una
del
cose
cagione
senza
disii
il
e
lamente
so-
più
quale
è
risplende,
di
;
scuo-
città
viso,
suo
stella
io
miei
de"
sì
avere
per
tutte
non
rio
contra-
Certo
nostra
sopra
fine
caramente,
vita
eh'
ultima
mattutina
perchè
fare
quale
amo,
il
affannarmi.
per
nella
ch'io
io, partendomi
ed
riposo
qui
io
sapendo
affannando
posso
che
non
uomini.
riposo,
che
voi
faccia
altri
della
la donna
volete
ch'io
me
lontano
quello
se
e
stose
tempe-
pericoli
il tempo,
vanno
volta
qualche
a
trovare
perchè
gli
lui;
le
più
ma
voi
per
da
i
credendovi
tutti
altri
gli
né
molto
volete
non
provare
mare,
meco,
madre,
veramente
il
;
dei
amore
disiderato
perdendo
di
se
E
desiderata
me
l' armi
grave
volete,
da
Cara
fine
andando
non
risposi:
manifesto.
onde
terra,
l'
Giasone
sarebbe
non
di
le
più
quasi
era
1'
noto
grazioso
avere
potendomi
non
ardea,
segui
non
—
quello
affimnarmi;
voi
della
madre,
de
on-
mia
di
fi-
.s«
-
;
che
né
non
posso
mi
porto
sfrenato
anzi
di
piena
pure
gendo
lei,
solo
nuovo
amante,
amico,
preso,
mi
cosa
la
quale
Sicché
se'
fuori
di
me,
la
degni
verso
sentiero
di
da
alquanto
di
me
e
si
che
via
per
;
e
tale
e
ci
so,
che
glio
me-
nosci
co-
sono,
che
tu
spiegare
eloquenza
guida
prieghi
che
uscire,
dimostrandomi
quale
inchini
travaglio,
poterne
di
speranza
colui
come
vecchia
siccome
benigni
inviluppato
tua
e
umili
con
con
ogni
rinfuoca.
fida
porto
per
mi
a
amico,
ricorro
che
pregandoti,
mi
né
utilissima
dolente
caro
riverenze
debite
che
o
stolgo
contro
mia
io
cui
conforto
eterno
e
te
a
in
colui
mi
che
più
d'amarla
madre,
a
d'amarla
ventemente
fer-
che
riprensione
per
la
stato
l'ami;
disubbidendo
ragione
debita
avere
più
che
non
conosco
anzi
sarebbe,
veg-
me
a
fare
avanti
sia, né
ta
vi-
amara
dispetto,
posso
svezzo
sono
ancora
adietro
non
né
angosciosi
e
né
mio
per
mi
fatta
pianto
per
che
d'amarla
in
l'amo,
E
sospiri.
questo
a
più
quanto
doloroso
la
aver-
consiglio
freno
abbondo
più
tanto
d'
alcuno
per
sia, porre
amore,
ripreso,
desidero
focosamente
più
tanto
-
con
accompagnato,
quale
io
possa
sì
di
la
quale
:cre
alcuno
conforto
come
puoi,
obructa
et
aspra
per
ci
smarrito.
sono
selva
le
mie
dentro
parole
senza
u-
CORSO
IN
i.
il
""a(;co
ui
STAMPA
DI
irato
:i
di
cura
cesare
gì
-
'
!"
Contrasto
..i:i(il
3
Due
4.
Parnaso
del
con.,..,...!.
i.
a,,...,
..,.
MANZONI.
Rappresentazioni
del
del
Bolognese
Sec.
Sec.
X
XIII
-
5.
Libro
dei
Sette
Savi
in
ottava,
rima
del
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