COMUNE DI LATERINA
Oggetto:
Progetto di coltivazione inerti e recupero ambientale
di tre porzioni di cava nel comparto di Casa Renai,
Laterina (AR)
DSS DOCUMENTO DI SICUREZZA E SALUTE
Ai sensi dell’art. 6, co.1 del D.Lgs 624/96
Committente:
Inerti Cocci S.R.L.
Loc. Ponte Buriano n°32, 52100 Arezzo – P.I. 00190960518
Tecnico:
Arch. Sara Tanganelli
Via Trento e Trieste 4/c, 52100 Arezzo
Direttore Responsabile:
Geol. Lorenzo Sedda
Via Chiarini 6/a, 52100 Arezzo
Data: Febbraio 2011
1- Introduzione
1.1 – Dati amministrativi
2 – Analisi preliminare
2.1 – Relazione
2.2 – Macchinari utilizzati
2.3 – Valutazione dei rischi aziendali
2.3.1 – Strutturazione della valutazione
2.3.2 – Criteri adottati per la valutazione
2.3.3 – Individuazione dei pericoli
2.3.4 – Stima e valutazione dei rischi
2.3.5 – Misure di prevenzione e protezione
2.3.6 – Dispositivi di protezione individuale
2.3.7 – Programma di miglioramento
2.3.8 – Procedurer operative
2.4 – Contenuti del DSS
3 – Scelte operative e organizzative e generali
4 – Prescrizioni operative
4.1 – Fasi di scavo (vedere particolare allegato alla relazione)
4.2 – Viabilità
4.3 – Fronte di scavo
4.4 – Macchine
4.5 – Ripristino della cava
4.6 – Polveri e rumore
4.7 – Rifiuti pericolosi
5 – Schede di valutazione e di stima dei rischi
6- Dotazione dei dispositivi di protezione individuale (DPI)
7- Descrizione mezzi d’opera
8 – Allegati
8.1 – Dichiarazione di conformità delle macchine
8.2 – Tavole allegate, sezioni e planimetrie, layout di cantiere
1 - Introduzione
1.1 Dati amministrativi
Individuazione del cantiere
Natura dell’opera: Coltivazione inerti e piano di recupero ambientale di tre porzioni di
cava nel comparto di Casa Renai.
Cantiere: Cava di inerti ubicata in Loc. Casa Renai, Laterina, (AR)
Impresa: Inerti Cocci S.R.L. , P. iva 00190960518
Legale Rappresentante: Cocci Mara
Indirizzo: Ponte Buriano n° 32, 52100 Arezzo, tel 0575.364143
Sede dell’Attività produttiva (impianto):
Via Sorbo, Loc. Patrignone-Arezzo tel 0575.381493
Tipo di Attivita’(in riferimento all’oggetto sociale):
Coltivazione di cava a cielo aperto e produzione di materiali inerti di varia granulometria
da destinare all’attività edilizia e industriale nonché escavazioni in genere, lavori stradali e
movimento terra. Inoltre l’azienda svolge attività di impianto di smaltimento rifiuti da
edilizia e demolizioni in genere, con recupero di una certa parte dei rifiuti stessi tramite
frantumazione, macinatura e recupero per riutilizzo in edilizia.
Responsabili
Direttore Responsabile: Geol. Lorenzo Sedda, via Chiarini 6/a, Arezzo
Sorvegliante: Sign. Minucci Patrizio, via Piano della Rena, Cafaggio, Capolona (AR)
Organi di controllo: AUSL 8 Arezzo, Distretto Valdarno
Altri responsabili
Responsabile del servizio di prevenzione e protezione:
Dott. Stefano Lascialfari
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza:
Pantani Fabio (dipendente)
Incaricato delle misure di Pronto Soccorso:
Pantani Fabio- Giovacchini Silvano
Incaricato delle misure antincendio e delle misure di emergenza:
Pantani Fabio- Giovacchini Silvano
Incaricato delle misure di emergenza:
Pantani Fabio
Medico competente
Dott. Domenico Zoi
2 - Analisi Preliminare
2.1
Relazione
L’area di intervento è ubicata nel Comune di Laterina, vicino all’abitato di Casanuova,
nel complesso di edifici denominato “Casa Renai”. Con questa documentazione si
richiede l’autorizza zione a coltivare inerti in tutte le arre di proprietà di Inerti Cocci SRL
che rientrano dentro il perimetro del PAERP dell’area di Casa Rernai. Dopo
l’adeguamento al Paerp dei regolamenti comunali del Comune di Laterina l’area di cava
del comparto di Casa Renai ha visto crescere il suo perimetro costituito, per ciò che
concerne le disponibilità di Inerti Cocci SRL, di tre aree ben definite e nominate in ordine
da nord a sud in: Area A – l’area dove è collocata la casa agricola; Area B – l’area della
collinetta prospiciente Casa Borri; Area C – l’area costituita da una porzione di bosco
suddivisa fisicamente da un fosso in una porzione occidentale e una orientale. Le tre aree
hanno evidenti caratteristiche differenti tra di loro ad eccezione della loro composizione
geologica.
Considerando il cronoprogramma della lavorazioni proposto per l’escavazione delle tre
aree si provvederà a procedere per primo con la coltivazione della collinetta prospiciente
Casa Borri (Area B), poi con quella del bosco (Area C) ed infine con l’escavazione della
rimanente Area A dove si colloca la casa. Ciò al fine di garantire all’Azienda un lasso di
tempo necessario utile a definire il piano di recupero edilizio di Casa Renai a partire da
una proposta di Piano Attuativo.
Area A – Casa Renai
Tale area sarà l’ultimo terreno interessato dalle coltivazioni.
L’area A di Casa Renai è caratterizzata da un terreno collinare (oggi è collinare in quanto
sono state eseguite nel tempo in modo perimetrale ad essa varie fasi di escavazione) e di
forma irregolare ed i suoi confini sono determinati ad ovest da una zona dove si stanno
ancora eseguendo lavori di coltivazione inerti del precedente titolo autorizzativo inerente
“la vigna” di Casa Renai” e da un fosso di scarsa profondità, ad est dalla strada che
conduce alla casa agricola e a sud dalla grande area di cava già coltivata da tempo.
La casa agricola, da tempo disabitata e in largo stato di abbandono e degrado, è
composta da più corpi edilizi rurali che racchiudono un’aia.
La strada che conduce alla casa adesso è oggetto di escavazione ma non di ripristino in
quanto la strada di cantiere a servizio di tutte le altre aree di coltivazione verrà realizzata
sul versante occidentale dell’area di cava. I corpi edilizi verranno demoliti e tutta l’area
verrà coltivata fino alla quota di scavo di circa 220,5 metri sul livello del mare.
Il terreno da scavare si presenta quasi pianeggiante e leggermente ondulato e varia da
una quota massima del piano di campagna di + 233,00 a + 229,00 metri s.l.m.. La
profondità del banco di ghiaia è molto variabile anche con parti affioranti. Sopra il banco
si possono trovare anche banchi di sabbia e di limi. La qualità della ghiaia è difforme a
seconda dei banchi di ghiaia, dove si possono trovare molte “lenti” di argilla. L’aspetto
geologico sopra descritto rende il terreno poco compatto.
Per quanto riguarda la volumetria del ripristino questo consisterà sicuramente nel riutilizzo
dello strato superficiale di terreno denominato “Cappellaccio” e in un rimodellamento
adatto ad accogliere la futura e piccola lottizzazione residenziale.
Le quote di ripristino si raccorderanno con quelle stabilite per l’area della “Vigna” .
La superficie del terreno dell’Area A, oggetto della prossima escavazione e recupero,
interessata dallo scavo è di circa 8’422 mq per una volumetria totale scavata pari a
74’451 mc. Il banco di ghiaia sarà sfruttato per circa 8,5 metri utili e si potranno coltivare e
asportare dalla cava solo 52'721 mc di ghiaia. Si presume che i tempi di coltivazione
siano di circa 10 mesi per un carico di circa 2900 automezzi.
L’area A di cava ad oggi è attraversata soltanto dalle condutture dell’acqua potabile
provenienti dall’acquedotto comunale la cui linea però finisce proprio all’abitazione
rurale disabitata. Al fine di limitare al massimo rischi dovuti alle azioni di manovra
dell’escavatore che potrebbero intercettare la tubazione si predispone che esso venga
disattivato al pozzetto precedente fuori dall’area di cantiere .
Nell’area interessata non ci sono ulteriori sottoservizi aerei o interrati.
Lo scavo del terreno con lo sfruttamento del banco di ghiaia avviene generalmente
attraverso tre fasi così definite:
- Rimozione del cappellaccio per una profondità variabile da circa 1,5 metri fino a
10 metri, con posizionamento del terreno a destra e sinistra della trance di
larghezza di circa 25/30 metri;
- Scavo vero e proprio della “fetta”, fino alla profondità prevista;
- Attacco della trance successiva, spostamento del cappellaccio in un’area
individuata all’interno dell’area di intervento.
L’area di cava dovrà essere in seguito ripristinata realizzando sul confine ad est da una
scarpata in terreno vegetale. Il ripristino sarà effettuato, terminata l’escavazione del
materiale inerte, con la formazione della scarpata partendo dal fondo cava, scaricando
il materiale precedentemente accantonato, misto a limi di decantazione e a materiale di
scavo. Il fondo cava sarà realizzato dalla quota di scavo con 5 metri circa di terreno
vegetale al quale si raccorderanno le scarpate. Il terreno con cui sarà realizzato il piano di
campagna sarà movimentato con gli escavatori e poi livellato con le motopale.
Le operazioni di scavo saranno eseguite con mezzi meccanici quali escavatori e pale
meccaniche, mentre il trasporto del materiale sarà effettuato con degli automezzi con
rimorchio. Il materiale cavato sarà trasportato alle centrali di trattamento degli inerti.
Area B – Collinetta prospiciente Casa Borri
Questo terreno sarà il primo ad essere coltivato.
L’area B della collinetta è caratterizzata da un terreno collinare già in origine e di forma
irregolare ed i suoi confini sono determinati ad ovest dalla grande area di cava già
coltivata da tempo, ad est da un fosso dove si raccolgono gran parte delle acque
derivanti dall’area di cava e a sud dalla collinetta di futura coltivazione inerti di altra
proprietà.
La superficie della collina è caratterizzata da una parziale e regolare copertura di alberi
di modeste dimensioni e del tutto autoctone.
La strada di cantiere che condurrà a quest’area di cava sarà la prima ad essere
realizzata in previsione della dismissione del tratto radente la casa agricola.
I lavori di escavazione comincieranno in primis dall’area non boscata più prossima
all’area grande ci cava procedendo in maniera lineare per fasce affiancate fino a
rimuovere successivamente la parte boscata.
Tutta l’area verrà coltivata fino alla quota di scavo di circa 220,5 metri sul livello del mare.
Il terreno da scavare si presenta collinare e caratterizzato da scarpate naturali anche
ripide e varia da una quota massima del piano di campagna di + 241,00 a + 225,00 metri
s.l.m.. La profondità del banco di ghiaia è molto variabile anche con parti affioranti.
Sopra il banco si possono trovare anche banchi di sabbia e di limi. La qualità della ghiaia
è difforme a seconda dei banchi di ghiaia, dove si possono trovare molte “lenti” di argilla.
L’aspetto geologico sopra descritto rende il terreno poco compatto.
Per quanto riguarda la volumetria e le quote del ripristino questo consisterà sicuramente
nel riutilizzo dello strato superficiale di terreno denominato “Cappellaccio” e in un
rimodellamento adatto ad accogliere il futuro ripristino boschivo.
La superficie del terreno dell’Area B, oggetto della prossima escavazione e recupero,
interessata dallo scavo è di circa 5’627 mq per una volumetria totale scavata pari a
59’320 mc. Il banco di ghiaia sarà sfruttato in modo molto difforme a seconda della
pendenza e comunque con una media di circa 10,5 ml e si potranno coltivare e
asportare dalla cava solo 54’976 mc di ghiaia. Si presume che i tempi di coltivazione
siano di circa 10 mesi per un carico di circa 3000 automezzi.
L’area B di cava ad oggi non è attraversata nè interessata da sottoservizi aerei o interrati.
Lo scavo del terreno con lo sfruttamento del banco di ghiaia avviene generalmente
attraverso tre fasi così definite:
- Rimozione del cappellaccio per una profondità variabile da circa 1,5 metri fino a
10 metri, con posizionamento del terreno a destra e sinistra della trance di
larghezza di circa 25/30 metri;
- Scavo vero e proprio della “fetta”, fino alla profondità prevista;
- Attacco della trance successiva, spostamento del cappellaccio in un’area
individuata all’interno dell’area di intervento.
L’area di cava dovrà essere in seguito ripristinata realizzando un’area rimboschita di
caratteristichie idonee di cui si tratta nell’apposita relazione agronomica. Il ripristino sarà
effettuato, terminata l’escavazione del materiale inerte scaricando il materiale
precedentemente accantonato, misto a limi di decantazione e a materiale di scavo. Il
fondo cava sarà realizzato dalla quota di scavo con 5 metri circa di terreno vegetale al
quale si raccorderanno le eventuali scarpate. Il terreno con cui sarà realizzato il piano di
campagna sarà movimentato con gli escavatori e poi livellato con le motopale.
Le operazioni di scavo saranno eseguite con mezzi meccanici quali escavatori e pale
meccaniche, mentre il trasporto del materiale sarà effettuato con degli automezzi con
rimorchio. Il materiale cavato sarà trasportato alle centrali di trattamento degli inerti.
Area C – il Bosco
Tale area sarà interessata nella fase intermedia delle fasi di coltivazione.
L’area C del bosco è caratterizzata da un terreno completamente boscato facente
parte di un’area estesa collinare e di forma irregolare ed i suoi confini sono determinati ad
est da una collinetta oggetto di futura coltivazione inerti e da una già in fase di
coltivazione di diversa proprietà, a nord dalla grande area di cava già coltivata da
tempo dove si devono ancora definire le quote giuste del ripristino finale, ad ovest e sud
dal proseguimento del terreno boscato e collinare di cui fa perte la nostra erea. L’area
oggetto di richiesta di autorizzazione è caratterizzata da un compluvio centrale che la
suddivide ulteriormente in due versanti boscati, una porzione occidentale e una di poco
inferiore porzione orientale. I fronti di attacco delle fasi di coltivazioni saranno ovviamente
distinte e verrà considerata separatemante l’area destra e poi la sinistra.
La strada di cantiere che condurrà al bosco sarà quella realizzata da tempo e interessata
dal transito degli automezzi dei cavatori limitrofi alle proprietà di Inerti Cocci SRL.
Tale viabilità si raccorderà con la nuova viabilità di cantiere passante dul perimetro
occidentale del comprensorio di “Casa Renai”.
Tutta l’area del bosco verrà coltivata fino alla quota di scavo di circa 220,5 metri sul livello
del mare.
Il terreno da scavare si presenta collinare e con discrete pendenze e varia da una quota
massima del piano di campagna di + 240,00 a + 223,00 metri s.l.m.. La profondità del
banco di ghiaia è molto variabile anche con parti affioranti. Sopra il banco si possono
trovare anche banchi di sabbia e di limi. La qualità della ghiaia è difforme a seconda dei
banchi di ghiaia, dove si possono trovare molte “lenti” di argilla. L’aspetto geologico
sopra descritto rende il terreno poco compatto.
Per quanto riguarda la volumetria del ripristino questo consisterà sicuramente nel riutilizzo
dello strato superficiale di terreno denominato “Cappellaccio” e in un rimodellamento
adatto ad accogliere il futuro rimboschimento.
La superficie del terreno dell’Area C, oggetto della prossima escavazione e recupero,
interessata dallo scavo è di circa 4’013 mq (area ovest 2657 mq – area est 1356 mq) per
una volumetria totale scavata pari a 27'204 mc (area ovest 19’977 mc – area est 7227
mc). Il banco di ghiaia sarà sfruttato per circa 8,5 metri utili e si potranno coltivare e
asportare dalla cava solo 15’600 mc di ghiaia. Si presume che i tempi di coltivazione
siano di circa 3 mesi per un carico di circa 850 automezzi.
L’area C di cava ad oggi non è attraversata da nessun tipo di rete aerea o interrata di
servizi o sottoservizi.
Lo scavo del terreno con lo sfruttamento del banco di ghiaia avviene generalmente
attraverso tre fasi così definite:
- Rimozione del cappellaccio per una profondità variabile da circa 1,5 metri fino a
10 metri, con posizionamento del terreno a destra e sinistra della trance di
larghezza di circa 25/30 metri;
- Scavo vero e proprio della “fetta”, fino alla profondità prevista;
- Attacco della trance successiva, spostamento del cappellaccio in un’area
individuata all’interno dell’area di intervento.
L’area di cava dovrà essere in seguito ripristinata realizzando un’area rimboschita di
caratteristichie idonee di cui si tratta nell’apposita relazione agronomica.
Il ripristino sarà effettuato, terminata l’escavazione del materiale inerte, con la formazione
della scarpata partendo dal fondo cava, scaricando il materiale precedentemente
accantonato, misto a limi di decantazione e a materiale di scavo. Il fondo cava sarà
realizzato dalla quota di scavo con 5 metri circa di terreno vegetale al quale si
raccorderanno le eventuali scarpate. Il terreno con cui sarà realizzato il piano di
campagna sarà movimentato con gli escavatori e poi livellato con le motopale.
Le operazioni di scavo saranno eseguite con mezzi meccanici quali escavatori e pale
meccaniche, mentre il trasporto del materiale sarà effettuato con degli automezzi con
rimorchio. Il materiale cavato sarà trasportato alle centrali di trattamento degli inerti.
2.2 Macchinari utilizzati
1- Scavatore idraulico
Marca: Caterpilar 325B
Oppure
Scavatore idraulico
Marca: Caterpillar 329D
2- Trattore cingolato
Marca: Caterpillar D6M XL
3- autocarri di varia portata (minimo 3)
2.3 VALUTAZIONE DEI RISCHI AZIENDALI
2.3.1 STRUTTURAZIONE DELLA VALUTAZIONE
In funzione del ciclo produttivo aziendale abbiamo deciso di strutturare la valutazione
generale dei rischi con approccio basato sul processo/flusso lavorativo.
Sono tenute in considerazione le indicazioni espresse dall’HOSA (Agenzia Europea per la
sicurezza e salute sul lavoro) sulla corretta valutazione dei rischi.
Di seguito sono riportate le definizioni impiegate nel proseguo del documento :
- pericolo : proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il
potenziale di causare danni;
- danno : lesione fisica e/o danno alla salute dei lavoratori ;
- rischio : probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle
condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente, oppure
alla loro combinazione ;
- rischio residuo : rischio che sussiste dopo aver adottato le misure di prevenzione e
protezione.
2.3.2
CRITERI ADOTTATI PER LA VALUTAZIONE
L’analisi dei rischi prende inizio con l’identificazione dei pericoli e situazioni pericolose che
gravano all’interno dell’unità produttiva, nel nostro processo produttivo, nelle nostre
attrezzature da lavoro.
L’identificazione dei pericoli prende in esame le esperienze maturate in anni di attività e
liste di riferimento autorevoli.
Dall’analisi vengono esclusi i pericoli definiti “tipici quotidiani”, cioè quei pericoli ai quali
ciascuna persona è comunemente soggetta durante la vita di tutti i giorni.
Il secondo passaggio è quello di analisi del pericolo identificato, definendo i potenziali
danni (D) che può generare nei confronti del lavoratore e le probabilità (P) che il danno
possa realmente accadere.
Il fattore danno (D) sarà definito secondo i parametri indicati nella tabella che segue.
Il danno che può scaturire dal pericolo
Danno lieve
individuato
consiste
in
una
inabilità Fattore D : 1
rapidamente reversibile
Il danno che può scaturire dal pericolo
Danno medio
Fattore D : 2
individuato consiste in una inabilità reversibile
Il danno che può scaturire dal pericolo
Danno grave
Fattore D : 3
individuato consiste in una invalidità parziale
Il danno che può scaturire dal pericolo
Danno gravissimo
individuato consiste in effetti letali o di Fattore D : 4
invalidità totale
Il fattore probabilità (P) sarà definito secondo i parametri indicati nella tabella che segue.
La mancanza rilevata può provocare un
danno in concomitanza di eventi poco
probabili.
Fattore P : 1
Improbabile
Non sono noti episodi già verificatisi.
Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità.
La mancanza rilevata può provocare un
danno solo in circostanze sfortunate di eventi.
Poco probabile
Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi. Il Fattore P : 2
verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe
grande sorpresa.
La mancanza rilevata può provocare un
danno, anche se non in modo automatico o
diretto.
E’ noto qualche episodio in cui alla mancanza Fattore P : 3
ha fatto seguito il danno.
Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe
una moderata sorpresa in azienda.
Esiste una correlazione diretta tra la
mancanza rilevata ed il verificarsi del danno
per i lavoratori.
Si sono già verificati danni per la stessa
Fattore P : 4
mancanza rilevata.
Il verificarsi del danno conseguente la
mancanza rilevata non costituirebbe alcuno
stupore in azienda.
Probabile
Altamente probabile
La stima del rischio è stata eseguita tenendo conto sia della probabilità di accadimento
dell’evento (cioè del pericolo), sia della gravità delle conseguenze possibili; indicando
con R il rischio, con P la probabilità di accadimento dell’evento e con D la gravità delle
conseguenze, si può dire che:
R= f ( P, D )
cioè il rischio è funzione sia della probabilità dell’evento che della gravità delle
conseguenze; infatti rischi estremamente probabili ma che producono danni lievi possono
essere meno considerevoli di rischi che presentano probabilità di accadimento inferiori
ma danni attesi superiori.
Essendo impossibile disporre di funzioni matematiche che leghino le tre variabili di
accadimento degli eventi pericolosi ai danni attesi (stante la molteplicità di situazioni
lavorative, di possibili elementi pericolosi e di modalità di incidente), abbiamo preferito
utilizzare quanto proposto da alcuni autori, stimando il rischio con la formula:
R=PxD
utilizzando per probabilità di accadimento dei pericoli e gravità del danno i valori riportati
nei precedenti paragrafi. Da questa operazione si ricava una stima del rischio.
PROBABILITA’
4
3
2
1
4
8
12
16
3
6
9
12
2
4
6
8
1
2
3
4
1
2
3
4
DANNO
I rischi maggiori occupano in tale matrice le caselle in alto a destra che corrispondono a
valori elevati di danno e probabilità, mentre i rischi minori occupano le posizioni in basso a
sinistra, con tutta una serie di posizioni intermedie facilmente individuabili.
Il metodo di analisi del rischio descritto nel capitolo paragrafo precedente consente
valutare il rischio per mezzo di tre giudizi, costituendo un metodo semplice ed efficace al
fine della determinazione degli interventi da attuare :
−
−
rischio INACCETTABILE : rischio che di fatto vieta di eseguire il lavoro ;
rischio TOLLERABILE : rischio che può essere accettato o viene accettato a condizioni
di applicare ulteriori misure specifiche di sicurezza ;
− rischio ACCETTABILE : rischio poco significativo o per le caratteristiche proprie o in
seguito all’applicazione di misure di sicurezza previste ;
− rischio IMPROBABILE : rischio non significativo.
La correlazione tra stima del rischio e valutazione del rischio è riportata nella tabella a
seguire.
STIMA DEL RISCHIO (R)
VALUTAZIONE DEL
RISCHIO
AZIONE
Rischio basso
R=1
Improbabile
Azioni migliorative da valutare in fase
di programmazione
Rischio medio
2≤R≥3
Accettabile
Azioni correttive e/o migliorative da
programmare
nel
breve-medio
termine
Rischio alto
4≤R≥8
Tollerabile
Azioni correttive necessarie
programmare con urgenza
Rischio elevato
R>8
Inaccettabile
da
Azioni correttive indilazionabili
2.3.3.
INDIVIDUAZIONE DEI PERICOLI
Nella tabella a seguire sono riassunti i pericoli individuati presso la nostra attività.
ATTIVITA’ –
PERICOLO INDIVIDUATO
PROCESSO
Tutti i reparti
AREE DI TRANSITO E DI LAVORO
COLLISIONE TRA AUTOMEZZI
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
ELETTROCUZIONE
IMPIEGO DI ATTREZZATURE DA LAVORO
ESPOSIZIONE A RUMORE
ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI
INCENDIO
TRASCINAMENTO, SCHIACCIAMENTO, IMPIGLIAMENTO, PROIEZIONE
DI SCHEGGE DI LAVORAZIONE, ABRASIONI E FERITE, TAGLIO
AUTOMEZZI IN INGRESSO, USCITA E MANOVRA
PUNTURE D’INSETTI MORSI DI ANIMALI
RISCHIO BIOLOGICO
AGENTI CHIMICI - POLVERI
UTILIZZO DI MOTOSEGA
ESCAVATORE
PALA MECCANICA
AUTOCARRO
STABILITA’ DEI FRONTI
STABILITA’ DEL TERRENO
2.3.4.
STIMA E VALUTAZIONE DEI RISCHI
Nelle tabelle associate al presente documento sono stimati e valutati i rischi “iniziali”
associati ai pericoli individuati nel capitolo precedente.
A seguire sono stimati, valutati e classificati i rischi “residui”, cioè quei rischi che
permangono dopo aver adottato le necessarie misure di prevenzione e protezione.
2.3.5.
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Nelle tabelle associate al presente documento sono indicate le misure di prevenzione e
protezione attuate dalla nostra azienda.
2.3.6.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Nelle tabelle associate al presente documento sono indicati gli eventuali DPI adottati e
consegnati ai lavoratori della nostra azienda.
2.3.7.
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
Nelle tabelle di rischio associate al presente documento sono indicate le misure
programmate finalizzate al miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, derivanti dalla
classificazione del rischio.
2.3.8.
PROCEDURE OPERATIVE
Nelle tabelle di rischio associate al presente documento sono indicate le eventuali
procedure operative che si rendono necessarie per l’attuazione del programma di
miglioramento.
TABELLE “TIPO” DI RISCHIO
PERICOLO
DESCRIZIONE
DANNO ATTESO
AREE DI TRANSITO E DI LAVORO
il lavoratore si sposta da un punto di lavoro ad un altro
scivolamento o caduta
RISCHIO INIZIALE
DANNO
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
VALUTAZIONE
MISURE ATTUATE
D
P
R
1
2
2
RB
Rischio accettabile, rischio non significativo
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Gli spazi lavorativi sono sufficienti a garantire la sicurezza dei movimenti.
Tutti i lavoratori dispongono di spazi sufficienti tali da garantire il suo
movimento in condizioni di sicurezza.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
VALUTAZIONE
D
P
R
Rischio accettabile, rischio non significativo
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
PROGRAMMATE
1
2
2
RB
2.4.
CONTENUTI DEL DSS
Questo documento di sicurezza e salute prende principalmente in esame i rischi inerenti
alla cava in oggetto in modo da poter evidenziare specificatamente le problematiche
relative al cantiere in concessione e dare, in conformità a queste, delle prescrizioni
operative tese a ridurre il rischio minimo.
Di seguito poi si individueranno in dettaglio le misure e le modalità operative in idonee
schede pratiche da consultare.
I fattori di rischio principali analizzati riguardano:
A) Viabilità
B) Metodologia di scavo
C) Metodologia di ripristino
D) Rumore, polveri e sostanze inquinanti
E) Manutenzione delle attrezzature e delle macchine da cantiere presenti in cava.
A) Viabilità
Le tre aree di cava sono situate in maniera distinta tra di loro in una zona denominata
Comprensorio di cava di Casa Renai composta da ampie aree pianeggianti (quelle già
coltivate da tempo) e collinari ricoperte o meno di vegetazione arborea. La strada di
cantiere che dovrà essere realizzata prima di avviare le fasi di escavazione seguirà
preferibilmente l’andamento parallelo delle isoipse a cominciare dall’attuale cancello
carraio dell’area di cantiere inerente la coltivazione di inerti della “vigna”. L’accesso
all’area di scavo si trova nella parte più a nord(nord-est) del comprensorio. Da qui si entra
direttamente nell’area di terreno da scavare dell’Area A della casa agricola.
La viabilità che sarà opportuno realizzare per giungere alle altre aree di cava Area B e
Area C dovrà procedere dall’accesso carraio per poi costeggiare il fosso a nord e di qui
collegarsi nella maniera più agevole con l’area di Cava B. Il primo tratto di viabilità sarà
completamente all’interno dell’aria di coltivazione della “vigna” in modo da permettere
ampi spazi e modalità di manovra al di fuori di essa durante la coltivazione della fascia
lungo il fosso dell’Area A. Invece, a proposito dei lavori di scavo dell’Area C del bosco, la
viabilità di cantiere riprenderà il percorso carraio già utilizzato in precedenza
costreggiante l’area sotto la casa agricola. Tale viabilità di cantiere dovrà garantire il
passaggio degli automezzi provenienti dalle piccole aree di escavazione inerti vicinali. La
larghezza della carreggiata è in media di 3-4 metri.
Rischi evidenziati:
-Rischi di collisione con altri automezzi
-Impossibilità di passaggio contemporaneo di piu automezzi lungo le rampe e lungo le
strade.
B) Metodologia di scavo
Le aree di scavo si presentano ciascuna considerata per la propria parte di modesta
ampiezza, dalla forma irregolare e collinare e di superficie in pendenza. Sia l’eliminazione
del cappellaccio che lo scavo vero e proprio saranno realizzati con l’escavatore. Il
materiale in esubero sarà momentaneamente accantonato, mentre il materiale
sabbioso-ghiaioso, sarà caricato dalla motopala negli autocarri e da qui trasportato alla
centrale di trattamento degli inerti.
Rischi evidenziati:
-Possibilità del cedimento del fronte di scavo
-Interferenza con le manovre delle macchine
-Esiguità degli spazi di manovra.
C) Metodologia di ripristino
La metodoligia di ripristino scelta è quella di realizzare pendenze morbide o scarpat e da
alberare o meno che colleghino il terreno non scavato con quello scavato. Tali scarpate,
eseguite con terreno vegetale dovranno avere una pendenza di circa 45%. Prima di
eseguire la scarpata si provvederà a rialzare la quota di fondo cava di 5 metri di terreno
vegetale. Tale terreno sarà movimentato, inizialmente con l’escavatore e
successivamente con una motopala.
Rischi evidenziati:
-Interferenza con l’attività di scavo
-Possibilità di scarsa stabilità del terreno.
D) Rumore, polveri e sostanze inquinanti
Nel cantiere operano macchine che producono in media livelli sonori tra i 70 e 80 dB(a) e
a volte anche oltre.
I materiali cavati se non mantenuti umidi producono polveri in quantità sufficientemente
elevata. Al fine di limitare al massimo la dispersione di polvere nell’aria si provvederà ad
irrorare di acqua la strada di cantiere e i cumuli di terreno vegetale momentaneamente
accantonato che comunque saranno inerbiti.
Gli automezzi in opera liberano nell’aria gas di scarico derivante dall’utilizzo di gasolio
come combustibile.
Rischi evidenziati:
- Inquinamento da rumore
- Polveri
- Sostanze inquinanti
E) Manutenzione delle attrezzature e delle macchine da cantiere
Tutte le macchine utilizzate per il movimento terra e per lo scavo della cava sono sotto
contratto di manutenzione con le aziende fornitrici. Possono in ogni caso aver bisogno di
piccoli interventi di manutenzione effettuati in loco dal personale operatore.
Rischi evidenziati:
- Infortuni da attività da manutenzione, escoriazioni, tagli, bruciature.
3
- Scelte operative e organizzative generali
Il DSS si occupa delle lavorazioni che impegneranno le tre aree per almeno due anni e
non si esclude che possano subire delle modifiche nel tempo.
L’area di cantiere sarà completamente recintata con rete a maglie larghe e di colore
evidente.
I servizi igienici che fino ad ora si trovano all’interno dell’abitazione principale dove
vengono utilizzati anche altri vani ad uso ufficio e spogliatoio e mensa, nel momento in cui
dovessero essere dismessi per la demolizione degli edifici o per l’interruzione dei
sottoservizi verranno sostituiti e utilizzati nella forma di una baracca prefabbricata situata
vicino al cancello carraio principale a nord del compensorio di Casa Renai dotata di tutti
i confort , wc e apprestamenti per il pronto soccorso oltre che ad estintori per il fuoco.
Il lavoro viene complessivamente diviso in più fasi lavorative:
- Realizzazione della viabilità di cantiere (parzialmente all’interno dell’area di
coltivazione della “Vigna”) fino all’Area B della collina prospiciente Casa Borri.
- Escavazione dell’Area B a partire dall’area non boscata cominciando
dall’asportazione del cappellaccio privo di vegetazione e la suddivisione in
tranches di vari terrazzamenti su più livelli in modo da avere la posizione della
quota della piazzola di lavoro dell’escavatore a metà altezza tra la scarpata da
scavare in su e la quota di posizionamento dell’automezzo pronto per caricare la
ghiaia da asportare fuori dell’area di cava. In tal modo, proseguendo con
tranches trasversali dal piede della collina in su si coltiva interamente l’area di cava
proposta. Per quanto riguarda l’area boscata si dovrà prevedere il taglio
straordinario di tutte le essenze arboree presenti sulla superficie.
- Realizzazione del raccordo viario tra la nuova viabilità di cantiere in direzione
dell’Area B e la vecchia viabilità di cantiere in direzione delle altre aree di cava
anche contermini dell’Area C del bosco.
- Escavazione dell’Area C del bosco con procedimento del tutto assimilabile alla
coltivazione dell’Area B.
- Escavazione dell’Area A previa demolizione degli edifici della casa agricola e
successivo sbancamento delle rimanente “collina” di Casa Renai. Il procedimento
di coltivazione degli inerti segue le stesse metodiche espresse per l’area di
coltivazione dell’Area B.
- Ripristino dell’area scavata.
Prima di dare inizio alle operazioni di scavo, si deve recintare l’intera area di cantiere
(ciascun’area in modo autonomo anche non contemporaneamente) con rete metallica
infissa su pali di ferro o di legno possibilmente su basi di cemento. L’accesso all’area di
scavo deve essere garantito con un cancello a due ante sempre metallico, chiudibile
durante il periodo di inutilizzo della cava.
Fase 1 di scavo
L’accesso all’area avverrà dalla nuova viabilità di cantiere in corrispondenza della parte
più bassa rispetto il pendio collinare del versante da coltivare. Le colline delle tre aree
saranno scavate non secondo il pendio ma lateralmente a salire dalla quota minima
attuale a salire.
Si scaverà a destra dell’accesso con tranches di scavo trasversali affiancate. Si sfrutterà
tutto il lato destro rispetto alla “fascia” scavata per depositare buona parte del
cappellaccio e predisporre idonee piazzole per l’escavatore e per la sosta degli
automezzi.
Il cappellaccio sarà accantonato aa parte rispetto le varie Tranches in modo da poterlo
riutilizzare immediatamente per il ripristino, distinguendo ulteriormente il cappellaccio più
superficiale (i primi 50 cm distintamente dal rimanente volume di terriccio).
Fase 2 di scavo
Terminato lo scavo della parte di superficie di quota pari al terreno già ripristinato
precedentemente (vecchie autorizzazioni) di circa 225 metri sul livello del mare si passa
alla coltivazione del banco di ghiaia al di sotto di tali quote già ripristinate fino alla quota
di circa 220,5 metri sul livello del mare.
Al termime della coltivazione di tutta la quantità di inerti autorizzata si passerà alla fase di
ripristino delle scarpate e messa in sicurezza dei fronti rimanenti.
Fase di ripristino
Il terreno di risulta accumulato nelle fasi di scavo 1 e 2, sarà utilizzato per ripristinare l’area
scavata. Qualora il terreno risultasse insufficiente in quantità per il ripristino dell’area
scavata, sarà integrato con altro terreno portato con automezzi da aree esterne a
questa.
4
- Prescrizioni operative
4.1
Fasi e metodologia di scavo
Le fasi di scavo dovranno seguire le seguenti procedure:
- Creazione dell’accesso alla cava.
- Scotico del piano di campagna e rimozione del cappellaccio.
Con una motopala si eseguirà un primo scotico cui seguirà lo scavo del cappellaccio per
la profondità variabile da 1,5-2 metri fino ai 8-10 metri. Tale operazione sarà effettuata solo
per la prima fase di scavo. In questa fase si creerà una scarpata intorno ai 60°.
- Creazione del primo terrazzamento per la piazzola dell’escavatore e dell’autocarro.
La prima fase di sfruttamento della ghiaia avverrà con lo scavo della prima tranche per
una larghezza di 25-30 metri. La dimensione della trance di scavo permette la presenza
contemporanea dell’escavatore e dei camion che devono caricare il materiale, i quali
hanno anche lo spazio per effettuare manovra. Tale operazione viene effettuata dalla
quota del banco di ghiaia a cappellaccio rimosso. Dalla fine scarpata della scarpata
creata con la rimozione del cappellaccio si lascerà un dente di 2-3 metri di distanza dallo
scavo del banco di ghiaia.
- Scavo delle aree.
Una volta creato l’accesso, si procederà allo scavo vero e proprio, dove la macchina
ecavatrice si posizionerà ad un’altezza superiore di circa 1-2 metri rispetto alla quota di
scavo massima. Tale posizione sarà ricavata con una rampetta ancora non scavata su
cui si alloggerà l’escavatore, mentre nella parte sottostante già scavata, si posizionerà, a
fianco, il camion in fase di carico.
Lo scavo dovrà essere eseguito dall’alto verso il basso ed E’ VIETATO scavare alla base del
fronte di scavo in modo da provocarne il crollo. La parete di ogni tranche deve essere di
60° o comunque a normal pendio. Nel caso in cui i lavori dovessero essere sospesi per un
periodo di tempo superiore ai 6-8 giorni l’angolo di pendenza delle scarpate deve essere
portato a 45°.
Inoltre, nel caso che durante le operazioni di sbancamento si constatasse all’interno della
copertura limoso-sabbiosa la presenza di lenti o livelli di terreno sabbiosi o argillosi,
l’altezza dello scavo dovrà essere ridotta, in quanto la resistenza al taglio di tali terreni e le
condizioni idrauliuche che vi si possono instaurare influenzano negativamante il grado di
stabilità della scarpata, e la pendenza delle scarpate deve essere portata da 60° a 45°. Il
sorvegliante di cava deve comunque interrompere le operazioni di scavo e consultare il
Direttore Responsabile il quali deciderà come procedere le operazioni di scavo.
Durante le operazioni di scavo, qualora le lavorazioni o per rumore o per lontananza, non
permettessero la comunicazione diretta a voce, i lavoratori dovranno utilizzare i
radiotelefoni o apparecchi di riceradiotrasmissioni.
4.2
Viabilità
Gli automezzi destinati al trasporto degli inerti utilizzeranno, per arrivare in cava, la viabilità
nuova e quella esistente. Tale strada ha una carreggiata che attualmente non garantisce
il passaggio contemporaneo di due automezzi. Si procederà all’allargamento della
carreggiata dove questo è possibile, altrimenti si opterà per una viabilità a senso unico
alternato. Il traffico sarà disciplinato con l’adeguata segnaletica e dovrà procedere a
velocità ridotta. I camion, date le differenti quote che si presentano sulle strade del
cantiere, dovranno rispettare sulle rampe esistenti una circolazione a senso unico
alternato. I camion in salita avranno la precedenza su quelli in discesa.
Si dovrà predisporre un’adeguata segnaletica. Eventuali mezzi di trasporto presi a nolo
dovranno rispettare queste consegne. Sarà cura del sorvegliante di cava informare gli
operatri dei camion a nolo. La viabilità a fondo della cava dovrà essere ripristinata con un
sottofondo di ghiaia.
La segnaletica dovà prevedere:
- Il segnale di senso unico alternato, con diritto di precedenza alle intersezioni della
viabilità di cantiere.
4.3
Fronte di scavo
Il fronte di scavo, vista la non elevata compattezza del materiale, non potrà essere
inferiore ai 45°. E’ necessario inoltre, così come descritto nel metodo di coltivazione,
operare al ruscellamento delle scarpate, per evitare nei periodi di pioggia, il franamento
o lo smottamento di queste.
I cumuli di cappellaccio, dovranno essere posti ad una distanza di sicurezza di almeno 3
metri dal fronte di scavo. Dalla quota del fronte di scavo alla quota del piano di
campagna deve essere lasciato un margine di sicurezza di almeno 3 metri.
4.4
Macchine
Data la dimensione della cava, le macchine di scavo utilizzate saranno nel numero
massimo di 2: un escavatore ed una motopala. La prima per le fasi di scotico e di scavo
e la seconda per lo spostamento del cappellaccio. Il trasporto del materiale scavato sarà
effettuato con camion di proprietà dell’azienda Inerti Cocci.
Le macchine per il movimento terra dovranno avere cabine pressurizzate, con posti di
guida ergonomicie con ricambio d’aria. Qualora, nella motopala, il porto di manora sia
completamente esterno, gli operatori dovranno indossare i DPI, quali cuffie per la
protezione delle orecchie dal rumore e le mascherine per proteggere le vie respiratorie
dall’inalazione delle polveri. Deve essere fatto divieto a tutti gli operatori di cava di
transitare vicino ai mezzi in manovra ed anzi, l’operatore della macchina, prima di ogni
manovra deve accertarsi che il personale che opera a terra si sia allontanato ed arrestare
il mezzo qualora qualcuno entri nel suo raggio d’azione.
Le macchine dovranno inoltre avere il dispositivo sonoro per le manovre di retromarcia,
estintori portatili nelle cabine ed una cassetta del pronto soccorso completa.
Le macchine sono periodicamente revisionate per evitare che il mezzo si guasti proprio
durante una fase lavorativa e che nella lunga attesa di personale tecnico si possano
creare situazioni di rischio.
Tutte le operazioni di manutenzione delle macchine non possono essere effettuate senza
aver prima avvertito il sorvegliante di cava e sotto le sue indicazioni.
Le opere di esigua manutenzione possono essere realizzate all’interno dell’area di
cantiere mentre le opere di manutenzione più profonde che comportano eventuali
percolazioni o perdite di sostanze inquinanti quali olii di varia natura vengono eseguite
nelle officine specializzate e predisposte all’opera mediante il trasporto del mezzo in loco
su rimorchio.
4.5
Ripristino della cava
I confini dell’area di scavo dovranno essere ripristinati con la formazione di scarpate in
terreno vegetale. In una prima fase di realizzazione si accumulerà il ceppellaccio sul
fronte di scavo da ripristinare. In una seconda fase, si procederà ad aggiungere terreno
vegetale a quello già esistente dall’alto, cioè dalla fascia di rispetto non scavata. Una
volta compattato il materiale si procederà al livellamento della scarpata con la
motopala. La pendenza della scarpata di raccordo tra il ciglio di scavo e la quota del
fondo cava, trattandosi di terreno vegetale di minor compattezza rispetto ai banchi di
ghiaia, dovrà essere di 45°.
Rispetto alla quota di fondo cava, il piano di campagna dovrà essere sollevato di circa 5
metri con terreno vegetale. Tale riporto dovrà essere fatto per gradi, sollevando la quota
in un primo momento di 2-3 metri., compattando il terreno con i mezzi cingolati. Una volta
che il terreno compattato avrà raggiunto la stabilità, saranno aggiunti i metri mancanti
fino a raggiungere la quota definitiva di ripristino.
Le operazioni di ripristino possono essere effettuate in contemporanea con le fasi
d’escavazione a patto che queste siano eseguite in tranches di scavo, non
immediatamente attuigue a quelle confinanti.
4.6
Polveri e rumore
Per le caratteristiche intrinseche del materiale cavato, si possono produrre polveri durante
le operazioni di scavo e durante il transito degli automezzi destinati al carico.
In primo luogo è necessario bagnare la viabilità di cava con acqua spruzzata due volte al
giorno, in modo da ridurre l’emissione delle polveri durante le fasi di trasporto. L’acqua
per irrorare la viabilità della cava sarà portata con delle autobotti. Allo stesso tempo deve
essere limitata la velocità dei vari veicoli che si trovano ad operare all’interno dell’area
estrattiva. Se alcune operazioni di manovra hanno scarsa visibilità dovuta alla produzione
di polveri devono essere coadiuvate da personale a terra, il quale come l’operatore dei
mezzi, dovrà avere la maschera protettiva.
Tutti gli automezzi dovranno essere dotati di segnale sonoro per le manovre. Qualora
l’automezzo non ne fosse provvisto, il conducente, prima di iniziare qualsiasi manovra,
dovrà eseguire uno o più segnali sonori con il clacson.
Le macchine utilizzate producono normalmente un livello sonoro variabile tra i 75 e gli 85
dB(a) per le aree abitate.
Nelle vicinanze non sono presenti abitazioni, quindi non è necessario creare delle barriere
artificiali sonore. E’ comunque necessario che gli operatori sui mezzi meccanici
all’escavazione siano muniti di cuffie e di mascherine per la protezione sia delle vie uditive
che delle vie respiratorie.
4.7
Rifiuti pericolosi
Per tutte quelle sostanze che sono catalogabili come rifiuti pericolosi (olii esausti, filtri,
ecc.), si procederà allo stoccaggio in appositi contenitori sigillati, all’etichettatura di
questi contenitori, ed al momentaneo deposito in locali idonei da individuare all’interno
dei fabbricati presenti all’interno della cava (fintanto che non verranno demoliti e
saranno accessibili ) oppure verrà predisposto il repentino allontanamento dal cantiere.
La procedura di smaltimento dei rifiuti seguira l’iter previsto dalle vigenti leggi in materia.
5. SCHEDE DI VALUTAZIONE E DI STIMA DEI RISCHI
A) Protezione contro gli incendi, le esplosioni e le atmosfere esplosive o nocive
PERICOLO
DESCRIZIONE
DANNO ATTESO
INCENDIO E/O ESPLOSIONE
Incendio o scoppio del serbatoio dei mezzi d’opera
dell’abitazione adibita a baracca operai e servizi igienici
Ustioni, soffocamento, intossicazione, traumi
o
incendio
RISCHIO INIZIALE
DANNO
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
D
P
R
Rischio accettabile, rischio medio
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Apposizione di estintori nell’abitazione e presso i mezzi d’opera impiegati.
Impedire la formazione, l’accumulo e l’innesco di atmosfere esplosive o
nocive alla salute.
Formazione addetti.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
PROBABILITA’
P
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
3
1
3
RB
VALUTAZIONE
2
1
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, rischio medio basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della cartellonistica
PROGRAMMATE Corretto stoccaggio dei prodotti infiammabili
B) Mezzi di evacuazione e salvataggio
PERICOLO
DESCRIZIONE
DANNO ATTESO
Mancate operazioni di evacuazione, soccorso e salvataggio
Scarsa organizzazione delle procedure di salvataggio
La mancanza di mezzi aumenta i rischi a danno della sicurezza e della
salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, rischio medio basso
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Pur non essendo prevista la presenza di mezzi specifici atti al salvataggio e
all’evacuazione, va fatto rilevare che l’attività si svolge all’aperto, che è
dotata di ampie vie di acceso e che i mezzi di soccorso esterni possono
raggiungere agevolmente tutta l’area di cava.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, rischio medio basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della cartellonistica
PROGRAMMATE Implementazione della proceduralizzaizone dell’attività
C) Sistemi di comunicazione, di avvertimento e di allarme
PERICOLO
DESCRIZIONE
Ritardate operazioni di evacuazione, soccorso e salvataggio
Scarsa organizzazione delle procedure di comunicazione e allarme,
malfunzionamento degli apparecchi di allarme e comunicazione
DANNO ATTESO
La mancanza di mezzi aumenta i rischi a danno della sicurezza e della
salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, rischio medio basso
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Sistemi avvisatori sulle macchine operatrici
Informazione e formazione.
Apparecchi di comunicazione (es. Cellulare)in dotazione al
personalepresente all’interno del mezzo che consentono di richiedere
soccorso.
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, rischio medio basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della proceduralizzaizone dell’attività
D) Sorveglianza sanitaria
PERICOLO
DESCRIZIONE
DANNO ATTESO
Malattie professionali a carico dei lavoratori
Monitorizzazione medica degli operatori
La mancanza di sorveglianza sanitaria non permette di conoscere lo stato
di salute dei lavoratori per cui aumentano i rischi a danno della sicurezza e
della salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, rischio medio basso
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Sorveglianza sanitaria effettuata secondo le normative vigenti
Informazione e formazione.
Coinvolgimento massimo del medico competente nelle politiche aziendali
per la sicurezza
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
1
RB
VALUTAZIONE
Rischio improbabile e basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della proceduralizzaizone dell’attività
E) Programma per l’ispezione sistematica, la manutenzione, e la prova di
attrezzature, della strumentazione e degli impianti meccanici, elettrici ed
elettromeccanici
PERICOLO
DESCRIZIONE
Malfunzionammento delle attrezzature e macchine
Verifica e verbalizzazione periodica delle attrezzature e macchine per
accertarne le condizioni e la vetustà
DANNO ATTESO
La mancanza del programma per l’ispezione delle attrezzature, delle
macchine e degli impianti aumenta i rischi a danno della sicurezza e della
salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, rischio medio basso
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Esistenza del programma, formalizzato e proceduralizzato
Informazione e formazione.
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
1
RB
VALUTAZIONE
Rischio improbabile e basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della proceduralizzaizone dell’attività
F) Manutenzione del materiale di sicurezza
PERICOLO
DESCRIZIONE
Malfunzionammento o carenza del materiale di sicurezza
Verifica e verbalizzazione periodica del materiale di sicurezza e del grado di
addestramento
DANNO ATTESO
La mancanza di manutenzione del materiale di sicurezza aumenta i rischi a
danno della sicurezza e della salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, rischio medio basso
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Disponibilità di attrezzature di sicurezza sempre in ottimo stato.
Addestramento all’attuazione del piano di emergenza
Informazione e formazione.
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
1
RB
VALUTAZIONE
Rischio improbabile e basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della proceduralizzaizone dell’attività
G) Utilizzazione e manutenzione dei recipienti a pressione
PERICOLO
DESCRIZIONE
Scoppio di recipienti
NON SONO PRESENTI RECIPIENTI A PRESSIONE NELLE ATTIVITA’ AZIENDALI
ESAME
DANNO ATTESO
Traumi vari
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
PROBABILITA’
P
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
VALUTAZIONE
MISURE ATTUATE
IN
1
1
1
RB
Rischio improbabile
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Disponibilità di attrezzature di sicurezza sempre in ottimo stato.
Addestramento all’attuazione del piano di emergenza
Informazione e formazione.
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
D
P
R
1
1
1
RB
VALUTAZIONE
Rischio improbabile e basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della proceduralizzaizone dell’attività
H) Uso e manutenzione dei mezzi di trasporto
PERICOLO
DESCRIZIONE
Malfunzionamento dei mezzi di trasporto
Verifica e verbalizzazione periodica dei mezzi di trasporto, esistenza
contratti di manutenzione programmata.
DANNO ATTESO
La mancanza di manutenzione dei mezzi di trasporto aumenta i rischi
danno della sicurezza e della salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
PROBABILITA’
P
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
VALUTAZIONE
MISURE ATTUATE
DESCRIZIONE
MISURE
PROGRAMMATE
a
1
2
2
RB
Rischio accettabile, rischio medio basso
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Disponibilità di mezzi di trasporto sempre in ottimo stato.
Manutenzione periodica e programmata
Verifica di programma delle procedure impartite
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
VALUTAZIONE
di
D
P
R
1
1
1
RB
Rischio improbabile e basso
PROCEDURE OPERATIVE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
Implementazione della manutenzione programmata
I) Esercitazioni di sicurezza
PERICOLO
DESCRIZIONE
Mancanza o ritardato soccorso in caso di emergenza
Programmazione e attuazione delle esercitazioni di sicurezza per aumentare
il livello di coinvolgimento e il grado di formazione
DANNO ATTESO
La mancanza di esercitazioni aumenta i rischi a danno della sicurezza e
della salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
4
RB
VALUTAZIONE
MISURE ATTUATE
Rischio alto o tollerabile
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Approntamento di programmi di esercitazioni
Attuazione del programma di esercitazioni
Effettuazione esercitazione annuale
Informazione e formazione
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
D
P
R
1
1
1
RB
VALUTAZIONE
Rischio improbabile e basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendali
PROGRAMMATE Implementazione della proceduralizzaizone dell’attività
L) Aree di deposito
PERICOLO
DESCRIZIONE
Frana del terreno e conseguenti danni a mezzi d’opera e persone
Programmazione dell’area da adibire a deposito, organizzazione della
stessa anche con idonea cartellonistica. Adozione di misure volte a ridurre i
rischi di franamento o simili, altezza dei cumuli, visibilità e accessi.
DANNO ATTESO
La mancanza di organizzazione delle aree di deposito aumenta i rischi a
danno della sicurezza e della salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
3
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
3
RB
VALUTAZIONE
Rischio medio e accettabile
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Aree definite secondo una programmazione dell’utilizzo degli spazi
Procedure operative per la costruzione e rimozione di cumuli
Apposizione di cartellonistica di avviso e pericolo
Informazione e formazione
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile e medio-basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendali
PROGRAMMATE Implementazione della proceduralizzaizone dell’attività
M) Stabilita’ dei fronti
PERICOLO
Frana del terreno del fronte cava e conseguenti danni a mezzi d’opera e
persone
DESCRIZIONE
Esistenza di un piano di coltivazione e di calcoli di stabilità. Attenta
osservazione della natura geologica della cava, procedure di
avanzamento nell’abbattimento della roccia, conformazione momentanea
dei fronti, ispezionabilità, calcoli di stabilità periodici.
DANNO ATTESO
Contusioni, traumi, fratture, abrasioni, escoriazioni
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
3
PROBABILITA’
P
3
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
9
RB
VALUTAZIONE
Rischio elevato
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Piano di coltivazione
Calcoli di stabilità a regime operativo previsto dal piano di coltivazione.
Valutazioni geologiche periodiche per la cava con particolare riferimento
all’andamento della costruzione dei gradoni.
Calcoli di stabilità del fronte così come si presenta oggi (in cava)
Adeguamento alla conformazione prevista dal piano di coltivazione
Informazione e formazione dei lavoratori
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
4
RB
VALUTAZIONE
Rischio alto e tollerabile
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della manutenzione programmata
PROGRAMMATE Implementazione della procedure operative, con particolare riferimento alla
riconduzione del fronte a gradoni, facendo particolare riferimento a misure
precauzionali da adottare in tutte quelle situazioni che possono favorire il
distacco di porzioni e frammenti di roccia come in caso di pioggia,
ghiaccio, ecc.
Redazioni delle procedure di lavoro in sicurezza.
N) Armature di sostegno
Non vengono utilizzate armature di sostegno nelle fasi di lavoro di quest’area di
cava
O) Modalità della ventilazione
I lavori verranno svolti totalmente all’aria aperta per cui la ventilazione dipenderà
essenzialmente dai fattori climatici ambientali naturali.
P) Zone a rischio di sprigionamenti istantanei di gas, di colpi di massiccio e di
irruzioni di acqua
Nell’area di cava in oggetto si esclude a priori la presenza di bacini gassosi e d’acqua
naturali o artificiali.
Q) Evacuazione del personale
PERICOLO
Mal gestione della sicurezza, impossibilità degli operatori di raggiungere i
soccorsi e viceversa
DESCRIZIONE
Programmazione di vie di esodo, punti sicuri e mezzi a disposizione per
l’evacuazione
DANNO ATTESO
La difficoltà nell’evacuazione aumenta i rischi a danno della sicurezza e
della salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, medio basso
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Segnaletica indicante i percorsi più rapidi per l’evacuazione.
Addestramento.
Informazione e formazione dei lavoratori
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
1
RB
VALUTAZIONE
Rischio basso, improbabile
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della procedure operativedell’attività
R) Organizzazione del servizio di salvataggio
PERICOLO
DESCRIZIONE
Ritardato raggiungimento dei luoghi sicuri e dei mezzi di salvataggio
Programmazione di vie di esodo, punti sicuri e mezzi di soccorso e
salvataggio esterni
DANNO ATTESO
La difficoltà di organizzare un idoneo servizio di salvataggio aumenta i rischi
a danno della sicurezza e della salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
4
RB
VALUTAZIONE
Rischio alto e tollerabile
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Segnaletica indicante i percorsi più rapidi per l’evacuazione.
Addestramento al salvataggio.
Informazione e formazione dei lavoratori
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
D
P
R
2
1
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, medio-basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della procedure operativedell’attività
S) Impiego di adeguate attrezzature di sicurezza per prevenire rischi di eruzione
dei pozzi, misure di controllo del fango di perforazione e misure di emergenza in
caso di eruzioni
Nell’area di cava in oggetto si esclude a priori la presenza di pozzi e fango.
T)Dispositivi di sicurezza e cautele operative in perforazioni con fluidi diversi dal
fango
Nell’area di cava in oggetto si esclude a priori la presenza di perforazioni di fango né
tantomeno di fluidi diversi dal fango.
U)Impiego di esplosivo
Nell’area di cava in oggetto si esclude a priori l’uso di esplosivo.
V) Eventuale programma di attività simultanee
PERICOLO
DESCRIZIONE
Aumento di probabilità di incidenti e ritardato soccorso
Interferenza tra le varie fasi lavorative con particolare riferimento alla
circolazione dei mezzi, momentanee presenze esterne per attività diverse
(riparazione mezzi)…
DANNO ATTESO
La presenza di attività simultanee aumenta i rischi a danno della sicurezza e
della salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
4
RB
VALUTAZIONE
Rischio alto e tollerabile
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Efficienza dei mezzi di avviso delle attività e del movimento delle macchine.
Sovrintendenza alle attività attraverso il sorvegliante.
Trasmissione documentazione d’azienda ai fini della sicurezza
Informazione e formazione dei lavoratori
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
2
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
P
R
1
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, medio-basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della procedure operativedell’attività
Z) Criteri per l’addestramento in caso di emergenza
PERICOLO
DESCRIZIONE
DANNO ATTESO
Ritardato o inefficace soccorso
Redazione di un piano per l’addestramento e programmazione cadenzata
La carenza di criteri per l’addestramento in caso di emergenza aumenta i
rischi a danno della sicurezza e della salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
3
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
3
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, medio
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Approntamento del programma con criteri di esecuzione.
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, medio-basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della procedure operativedell’attività
Verifica se i criteri della periodicità e dell’esecuzione dell’esercitazione senza
preavviso costituiscono criteri validi per rispondere alle esigenze di efficacia
dell’organizzazione dell’emergenza.
AA) Misure specifiche per impianti modulari
Nell’area di cava in oggetto si esclude l’utilizzo di impianti modulari
AB) Comandi a distanza in caso di emergenza
Nell’area di cava in oggetto si esclude l’utilizzo di comandi a distanza in quanto le
operazioni e i mezzi d’opra sono molto limitate ed esigui.
AC) Indicazione dei punti sicuri di raduno
PERICOLO
DESCRIZIONE
DANNO ATTESO
Danni a persone o mezzi d’opera
Indicazione dei punti sicuri di raduno
La mancanza di punti sicuri aumenta i rischi a danno della sicurezza e della
salute
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
4
RB
VALUTAZIONE
Rischio alto e tollerabile
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Indicazione senza segnaletica.
Indicazione con segnaletica.
Procedure operative.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, medio-basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della procedure operativedell’attività
AD) Disponibilità della camera iperbarica
Nell’area di cava in oggetto si esclude l’utilizzo di camera iperbarica in quanto tutte le
fasi operative sono a cielo aperto.
AE) Protezione degli alloggi dal rischio di incendio ed esplosione
Nell’area di cava in oggetto si esclude l’utilizzo di alloggi.
ALTRE SCHEDE DI VALUTAZIONE E DI STIMA DEI RISCHI
1) Fronte cava e caricamento materiale da destinarsi alla frantumazione
PERICOLO
Danni a persone (direttore responsabile, conduttori macchine di cantiere,
altri operai che possono trovarsi in area per altre attività) e mezzi d’opera
DESCRIZIONE
Le fonti di pericolo derivano dalle condizioni geomorfologiche,
dall’ubicazione e circolazione dei mezzi, dalle vie di percorrenza, dalla
segnaletica e dalle modalità operative.
DANNO ATTESO
Contusioni, fratture, escoriazioni, schiacciamenti, ferite e similari
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
3
PROBABILITA’
P
3
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
9
RB
VALUTAZIONE
Rischio elevato-inaccettabile
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Modalità esecutive utilizzate conformi agli standard ed alle normative di
sicurezza.
Gestione dei fronti di cava controllati e programmati come da piano di
coltivazione.
Formazione ed informazione degli addetti.
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
3
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
3
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile, medio
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione della politica di formazione aziendale
PROGRAMMATE Implementazione della procedure operative dell’attività
2) Viabilità interna cava
PERICOLO
DESCRIZIONE
Danni a persone e mezzi d’opera
Le fonti di pericolo derivano dalle dimensioni della viavibità,dallo stato di
mantenimento, dalla pendenza, dalle interferenze tra autoveicoli e dalla
segnaletica, visibilità, e numero di autoveicoli impiegati
DANNO ATTESO
Contusioni, fratture, escoriazioni, schiacciamenti, ferite e similari
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
3
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
6
RB
VALUTAZIONE
Rischio alto -tollerabile
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Viabilità pedonale separata da quella carrabile attraverso la consuetudine.
Manutenzione ordinaria.
Segnaletica
RISCHIO RESIDUO
DANNO
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
D
P
R
2
1
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile: medio-basso
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Confinamento attraverso idonea separazione della viabilità pedonale da
PROGRAMMATE quella ordinaria.
Delimitazione viabilità mezzi di cantiere.
Segnalazione degli attraversamenti pedonali.
Segnaletica conforme D.Lgs 81/08
3) Fronte cava, viabilità interna – carenze ambientali
PERICOLO
Danni a persone (direttore responsabile, conduttori macchine di cantiere,
altri operai che possono trovarsi in area per altre attività)
DESCRIZIONE
Le fonti di pericolo derivano dal microclima (temperatura, umidità, polveri),
dai fattori climatici (assolamento particolare, pioggia), dalla rumorosità e
dalle vibrazioni.
DANNO ATTESO
Malattie da raffreddamento, allergie, insolazioni e similari
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
2
RB
VALUTAZIONE
Rischio accettabile: medio-basso
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Abbigliamento da lavoro, adozione di idonei Dispositivi di protezione
individuale (DPI) e abbigliamento adeguato alle diverse caratteristiche
climatiche.
Limitare o sospendere l’attività in caso di venti climatici avversi (pioggia,
ghiaccio, calura).
Valutazione rischio rumore e valutazioni operative
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
1
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
1
RB
VALUTAZIONE
Rischio modesto, improbabile
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione formazione e informazione dei lavoratori
PROGRAMMATE Implementazione della procedure operative dell’attività
4) Elettrocuzione
PERICOLO
DESCRIZIONE
Danni a persone a contatto con attrezzature ed impianti elettrici
Le fonti di pericolo derivano dall’uso errato di quadri elettrici, cabina di
trasformazione, dai requisiti tecnici progettuali di apparecchi elettrici,
idoneità d’uso e formazione degli addetti.
DANNO ATTESO
Contrazioni muscolari, arresto respiratorio, arresto cardiaco, ustioni
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
3
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
6
RB
VALUTAZIONE
Rischio medio alto
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Manutenzione programmata.
Verifica costante degli impianti
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
3
PROBABILITA’
P
1
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
3
RB
VALUTAZIONE
Rischio medio accettabile
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Implementazione cartellonistica
PROGRAMMATE
5) Autoveicoli
PERICOLO
Danni al personale addetti e bilitati all’uso degli autoveicoli e agli altri
operatori in prossimità dei mezzi
DESCRIZIONE
Le fonti di pericolo derivano dal posizionamento dei mezzi, dalla pericolosità
delle zone da raggiungere, dalla proiezione di materiali, dai ripari e dai
dispositivi di sicurezza, dai dispositivi di emergenza, dai mezzi di isolamento
completo delle fonti di energia, dai sistemi di comando protetti,
dall’equipaggiamento elettrico, pneumatico ed idraulico, dal pericolo di
incendi o esplosione, rumori e vibrazione, dalla scarsa illuminazione o
visibilità, dagli agenti fisici, radiazioni, polveri, fumi, gas, dall’organizzazione
dei lavori, dai fattori ergonomici
DANNO ATTESO
Contusioni, fratture, ferite, abrazioni e simili
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
4
RB
VALUTAZIONE
Rischio medio accettabile
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Implementazione manutenzione programmata.
Formazione ed informazione
Procedure operative
Verifica costante degli impianti
RISCHIO RESIDUO
DANNO
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
VALUTAZIONE
DESCRIZIONE
MISURE
PROGRAMMATE
D
P
R
2
1
2
RB
Rischio medio-basso accettabile
PROCEDURE OPERATIVE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
Implementazione cartellonistica
6) Polveri
NOTA: Le polveri derivanti dai materiali escavati non contengono generalmente
silice cristallina
PERICOLO
DESCRIZIONE
Danni al personale addetto
Le fonti di pericolo derivano dall’inalazione di polveri, dall’idoneità dei
sistemi di abbattimento, dalla natura delle polveri (carbonato di calcio),
dall’organizzazione del lavoro, dalla carenza di informazione
DANNO ATTESO
Silicosi, dermatiti, danni all’apparato respiratorio
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
3
PROBABILITA’
P
3
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
9
RB
VALUTAZIONE
Rischio alto -inaccettabile
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Ulteriore abbattimento polveri attraverso un periodico e costante
innaffiamento della viabilità.
Uso di dispositivi di Protezione individuale
Sorveglianza sanitaria
Formazione ed informazione
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
4
RB
VALUTAZIONE
Rischio medio accettabile
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Misurazione della quantità di polvere presente in atmosfera mediante
PROGRAMMATE idonea rilevazione.
Campionamento personale sull’esposizione al rischio polveri.
7) Rumore
PERICOLO
DESCRIZIONE
Danni al personale addetto
Le fonti di pericolo derivano dal livello di esposizione, dal grado
esposizione, dall’organizzazione del lavoro e dalla carenza di informazioni
DANNO ATTESO
Ipoacusia, ipertenzione, abbassamento della soglia di attenzione
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
PROBABILITA’
P
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
di
2
4
8
RB
VALUTAZIONE
Rischio alto
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Accertamento in fase di rinnovo dei mezzi d’opera delle migliori condizioni di
esposizione al rumore offerte dal mercato.
Uso di dispositivi di Protezione individuale
Sorveglianza sanitaria
Formazione ed informazione
Valutazione Rischio Rumore
RISCHIO RESIDUO
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
4
RB
VALUTAZIONE
Rischio medio accettabile
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Aggiornamento della valutazione del rischio rumore
PROGRAMMATE Implementazione della manutenzione programmata
8) Vibrazioni
PERICOLO
Danni al personale addetto alle macchine operatrici e trattori stradali,
macchine e utensili, autisti,.
DESCRIZIONE
Le fonti di pericolo derivano dal livello di esposizione, dal grado di
protezione, dall’organizzazione del lavoro e dalla carenza di informazioni
DANNO ATTESO
Danni all’apparato muscolo-scheletrico
RISCHIO INIZIALE
DANNO
D
2
PROBABILITA’
P
2
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
R
4
RB
VALUTAZIONE
Rischio medio -alto
MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
MISURE ATTUATE Parco macchine con sedili atti a ridurre le vibrazioni del mezzo
Accertamento in fase di rinnovo dei mezzi d’opera delle migliori condizioni di
esposizione alle vibrazioni offerte dal mercato.
Uso di dispositivi di Protezione individuale
Sorveglianza sanitaria
Formazione ed informazione
Valutazione Rischio Vibrazioni
RISCHIO RESIDUO
DANNO
PROBABILITA’
STIMA DEL RISCHIO (P x D)
VALUTAZIONE
D
P
R
Rischio medio-basso accettabile
PROCEDURE OPERATIVE
DESCRIZIONE
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO
MISURE
Valutazione con misurazione delle vibrazioni cui risultano gli addetti
PROGRAMMATE Implementazione della manutenzione programmata
2
1
2
RB
6- DOTAZIONE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Minucci Patrizio: Operaio specializzato
Conduttore macchine operatrici, autista autocarro, addetto manutenzione mezzi e varie
Scarpe antinfortunistiche, guanti, impermeabile, abbigliamento da lavoro, indumenti ad
alta visibilità, elmetto se agisce nei luoghi ove è richiesto, cuffie e tappi antirumore,
maschere antipolvere, imbracatura di sicurezza, occhiali e maschere per saldatore,
guanti per saldatore, grambiule per saldatore, occhiali protettivi.
Cocci Alessio: Operaio comune
Conduttore macchine operatrici in assistenza a Minucci Patrizio
Scarpe antinfortunistiche, guanti, impermeabile, abbigliamento da lavoro, indumenti ad
alta visibilità, elmetto se agisce nei luoghi ove è richiesto, cuffie e tappi antirumore,
maschere antipolvere, imbracatura di sicurezza, occhiali e maschere per saldatore,
guanti per saldatore, grambiule per saldatore, occhiali protettivi.
Giovacchini Silvano: Operaio specializzato
Addetto impianto di lavaggio, selezione e frantumazione e relativa manutenzione
Scarpe antinfortunistiche, guanti, impermeabile, abbigliamento da lavoro, indumenti ad
alta visibilità, elmetto se agisce nei luoghi ove è richiesto, cuffie e tappi antirumore,
maschere antipolvere, imbracatura di sicurezza, occhiali e maschere per saldatore,
guanti per saldatore, grambiule per saldatore, occhiali protettivi.
Pantani Fabio: Operaio specializzato
Capocantiere, addetto impianto, conduttore macchine operatrici
Scarpe antinfortunistiche, guanti, impermeabile, abbigliamento da lavoro, indumenti ad
alta visibilità, elmetto se agisce nei luoghi ove è richiesto, cuffie e tappi antirumore,
maschere antipolvere, imbracatura di sicurezza, occhiali e maschere per saldatore,
guanti per saldatore, grambiule per saldatore, occhiali protettivi.
Sandu Sambotin: Operaio qualificato
Autista
Scarpe antinfortunistiche, guanti, impermeabile, abbigliamento da lavoro, indumenti ad
alta visibilità, elmetto se agisce nei luoghi ove è richiesto, cuffie e tappi antirumore,
maschere antipolvere, imbracatura di sicurezza, occhiali protettivi.
Rosati Francesco: Operaio qualificato
Addetto al caricamento
Scarpe antinfortunistiche, guanti, impermeabile, abbigliamento da lavoro, indumenti ad
alta visibilità, elmetto se agisce nei luoghi ove è richiesto, cuffie e tappi antirumore,
maschere antipolvere, imbracatura di sicurezza, occhiali e maschere per saldatore,
guanti per saldatore, grambiule per saldatore, occhiali protettivi.
Massimiliano Mercatelli: Operaio comune
Autista
Scarpe antinfortunistiche, guanti, impermeabile, abbigliamento da lavoro, indumenti ad
alta visibilità, elmetto se agisce nei luoghi ove è richiesto, cuffie e tappi antirumore,
maschere antipolvere, imbracatura di sicurezza, occhiali protettivi.
Annibale Baglioni: Operaio comune
Autista
Scarpe antinfortunistiche, guanti, impermeabile, abbigliamento da lavoro, indumenti ad
alta visibilità, elmetto se agisce nei luoghi ove è richiesto, cuffie e tappi antirumore,
maschere antipolvere, imbracatura di sicurezza, occhiali protettivi.
Paolo Gelli: Operaio comune
Autista
Scarpe antinfortunistiche, guanti, impermeabile, abbigliamento da lavoro, indumenti ad
alta visibilità, elmetto se agisce nei luoghi ove è richiesto, cuffie e tappi antirumore,
maschere antipolvere, imbracatura di sicurezza, occhiali protettivi.
7- DESCRIZIONE MEZZI D’OPERA
1
ESCAVATORE
1.1
UTILIZZO
Macchina usata per lo scavo ed il movimento di terra od altro materiale
incoerente.
1.2
RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI
Descrizione del pericolo
Contatto con linee aeree
elettriche
Investimento di persone
Incendio
Ribaltamento
Urti, colpi, impatti, compressioni
Vibrazioni
Rumore
Olii minerali e derivati
1.3
1.3.1
telefoniche
Probabilità
o Possibile
Possibile
Improbabile
Possibile
Possibile
Probabile
Probabile
Possibile
Magnitudo
Gravissima
Rischio
ALTO
Grave
Grave
Grave
Modesta
Lieve
Lieve
Lieve
ALTO
MEDIO
MEDIO
MEDIO
MEDIO
MEDIO
BASSO
MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI
PRIMA DELL’USO
• verificare che nella zona di lavoro non vi siano linee elettriche che possano interferire
con le manovre
• controllare i percorsi e le aree di lavoro approntando gli eventuali rafforzamenti
• controllare l’efficienza dei comandi
• verificare l’efficienza dei gruppi ottici per le lavorazioni in mancanza di illuminazione
• verificare che l’avvisatore acustico e il girofaro siano regolarmente funzionanti
• controllare la chiusura di tutti gli sportelli del vano motore
• garantire la visibilità del posto di manovra
• verificare l’integrità dei tubi flessibili e dell’impianto oleodinamico in genere
1.3.2
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
DURANTE L’USO
segnalare l’operatività del mezzo col girofaro
chiudere gli sportelli della cabina
usare gli stabilizzatori, ove presenti
non ammettere a bordo della macchina altre persone
nelle fasi di inattività tenere a distanza di sicurezza il braccio dai lavoratori
per le interruzioni momentanee di lavoro, prima di scendere dal mezzo, azionare il
dispositivo di blocco dei comandi
mantenere sgombra e pulita la cabina
richiedere l’aiuto di personale a terra per eseguire le manovre in spazi ristretti o quando
la visibilità è incompleta
durante i rifornimenti di carburante spegnere il motore e non fumare
segnalare tempestivamente eventuali gravi anomalie
1.3.3
DOPO L’USO
• pulire gli organi di comando da grasso, olio, etc.
• posizionare correttamente la macchina, abbassando la benna a terra, inserendo il
blocco comandi ed azionando il freno di stazionamento
• eseguire le operazioni di revisione e manutenzione seguendo le indicazioni del libretto e
segnalando eventuali guasti
1.4 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE OBBLIGATORI
I lavoratori devono essere dotati di regolari DPI con marcatura “CE”, in particolare:
• guanti
• calzature di sicurezza
• elmetto
• otoprotettori
• indumenti protettivi (tute)
2
RUSPA
2.1
UTILIZZO
Macchina usata per il ripristino ed il movimento di terra od altro materiale
incoerente.
2.2
RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI
Descrizione del pericolo
Investimento di persone
Incendio
Ribaltamento
Urti, colpi, impatti, compressioni
Vibrazioni
Rumore
Olii minerali e derivati
2.3
2.3.1
•
•
•
•
•
•
•
Probabilità
Possibile
Improbabile
Possibile
Possibile
Probabile
Probabile
Possibile
Magnitudo
Grave
Grave
Grave
Modesta
Lieve
Lieve
Lieve
Rischio
ALTO
MEDIO
MEDIO
MEDIO
MEDIO
MEDIO
BASSO
MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI
PRIMA DELL’USO
controllare i percorsi e le aree di lavoro approntando gli eventuali rafforzamenti
controllare l’efficienza dei comandi
verificare l’efficienza dei gruppi ottici per le lavorazioni in mancanza di illuminazione
verificare che l’avvisatore acustico e il girofaro siano regolarmente funzionanti
controllare la chiusura di tutti gli sportelli del vano motore
garantire la visibilità del posto di manovra
verificare l’integrità dei tubi flessibili e dell’impianto oleodinamico in genere
2.3.2
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
DURANTE L’USO
segnalare l’operatività del mezzo col girofaro
chiudere gli sportelli della cabina
usare gli stabilizzatori, ove presenti
non ammettere a bordo della macchina altre persone
nelle fasi di inattività tenere a distanza di sicurezza il braccio dai lavoratori
per le interruzioni momentanee di lavoro, prima di scendere dal mezzo, azionare il
dispositivo di blocco dei comandi
mantenere sgombra e pulita la cabina
richiedere l’aiuto di personale a terra per eseguire le manovre in spazi ristretti o quando
la visibilità è incompleta
durante i rifornimenti di carburante spegnere il motore e non fumare
segnalare tempestivamente eventuali gravi anomalie
2.3.3
DOPO L’USO
• pulire gli organi di comando da grasso, olio, etc.
• posizionare correttamente la macchina inserendo il blocco comandi ed azionando il
freno di stazionamento
• eseguire le operazioni di revisione e manutenzione seguendo le indicazioni del libretto e
segnalando eventuali guasti
2.4
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE OBBLIGATORI
I lavoratori devono essere dotati di regolari DPI con marcatura “CE”, in particolare:
•
•
•
•
guanti
calzature di sicurezza
otoprotettori
indumenti protettivi (tute)
8- Allegati
8.1 Tavole allegate, sezioni e planimetrie, layout di cantiere
8.2 Dichiarazione di conformità delle macchine
Laterina, li
Il Titolare
Il Direttore Responsabile
Il Sorvegliante
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DSS LATERINA Aree A B C