FOCUS SUL LINGUAGGIO
VERBALE
Sebbene…
IL LINGUAGGIO sia l’insieme dei fenomeni di
comunicazione e di espressione che si
manifestano sia nel mondo umano sia fuori di
esso (oltre al linguaggio verbale dell’uomo
esistono infatti linguaggi artificiali creati
dall’uomo stesso e linguaggi animali: cfr. la
danza delle api o i messaggi di pericolo lanciati
da un individuo di un gruppo animale agli altri
esemplari della stessa specie)
Tuttavia…
Il linguaggio costituisce la capacità che più di
altre caratterizza la specie umana (il linguaggio è
tipicamente umano) anche in virtù del fatto che
si è concretamente e storicamente manifestata
nelle lingue.
L’italiano, il francese, l’inglese, tutte le lingue del
mondo, si chiamano lingue storico-naturali
Pensiero - linguaggio
Complesso rapporto tra lo sviluppo del pensiero e
acquisizione del linguaggio. Tre posizioni:
1. pensiero e linguaggio sono
parzialmente- autonome;
due
facoltà
–
2. struttura del pensiero sia plasmata dalle
strutture del linguaggio (a far sviluppare la
mente è stato il linguaggio);
3. il pensiero struttura il nostro modo di parlare
(il linguaggio è un prodotto della mente)
Prima posizione
Per Vygotskij (anni trenta): funzionamento pensiero è
indipendente e più complesso di quello del linguaggio.
Per lo psicologo russo tre relazioni pensiero/linguaggio:
a) Pensiero non verbalizzato: il linguaggio interiore
(trasformazione del linguaggio egocentrico dei bambini);
b) Il linguaggio esterno (con funzioni relazionali e
referenziali);
c) Il linguaggio non intellettuale, privo di pensiero
(ripetere una parte senza comprendere il significato).
Seconda posizione
Linguaggio dà forma al pensiero
Ipotesi del relativismo e determinismo linguistico
di Sapir (linguista) e Whorf (antropologo)
La forma del linguaggio determina la struttura dei
processi di pensiero, modificando il modo in cui
percepiamo le cose e le ricordiamo (il sistema linguistico
dà forma alle idee)
• Relativismo linguistico = le lingue segmentano il
mondo e si applicano agli oggetti diversamente;
• Determinismo linguistico = forma e caratteristiche
del linguaggio determinano il modo in cui pensiamo.
• Dopo l’incontro con Sapir, Whorf si dedica allo studio
della lingua hopi (lontano parente dell’azteco). La lingua
hopi delinea un tipo di fisica diverso dal nostro
imponendo ad essi di osservare certi fenomeni e non altri
e, quindi, di denominarli e di classificarli in un certo
modo, piuttosto, che in altri possibili.
“l’Hopi ha solo un nome per indicare tutto ciò
che vola…In realtà gli hopi chiamano un insetto,
un aereoplano e un aviatore tutti con lo stesso
nome e non trovano in questo nessuna
difficoltà...”
(B. L.Whorf, Language, thought, and reality,
Wiley, New York, 1956)
Critiche al determinismo
• Ad oggi non esistono prove a sufficienza per determinare
se differenze lessicali strutturino una stessa esperienza in
modo diverso
• Secondo Job e Rumiati (1988): il linguaggio non
determina il pensiero; a differenze linguistiche non
corrispondono sistematiche differenze percettivocognitive
• Secondo Whorf gli hopi, non avendo parole e costruzioni
grammaticali per denotare esplicitamente il tempo, ne
avrebbero una concezione diversa rispetto a chi, come noi,
ne ha una tripartizione in passato, presente, futuro, marcata
anche linguisticamente (cfr. le voci verbali)
• l’antropologo Malotki smentisce questo fatto: gli hopi hanno
espressioni linguistiche per denotare porzioni di tempo e
impiegherebbero anche metafore sul tempo).
Secondo Whorf gli individui segmentano e
categorizzano il reale in base alle strutture linguistiche
fornite loro dalle rispettive lingue madri (esempio
degli eschimesi e dei 21 diversi termini per designare il
colore bianco della neve)
Nostro pensiero e percezione della realtà dipendono
dalla lingua in uso nella nostra cultura
Terza posizione
• Il linguaggio = prodotto della mente.
I processi di pensiero influenzano la struttura
del linguaggio
•
Sebbene non sia possibile dare soluzione al dilemma
pensiero/linguaggio
(né
filogeneticamente
né
ontogeneticamente) è indubbio che:
•
gli alti livelli di intenzionalità, di coscienza, di
ragionamento, di astrazione ecc. dell’uomo sono in
qualche modo legati al linguaggio;
(cfr. Di Giovanni 2007, pp. 158-159)
• Numerose sono le discipline che si occupano di
linguaggio: linguistica, filosofia del linguaggio,
psicologia ecc.
• Contributi allo studio psicologico del linguaggio anche
da discipline diverse dalla psicologia come, per
l’appunto, la linguistica e la filosofia del linguaggio
La linguistica di N.Chomsky
• Contributo di Chomsky(1965/1970) non solo in
ambito linguistico ma anche in ambito
psicolinguistico.
• Secondo l’Autore la Linguistica è una
disciplina empirica che si occupa dei giudizi che
i parlanti di una lingua danno sulla correttezza o
meno delle frasi della stessa.
• Scopo della linguistica = spiegare quali sono
le regole che un parlante usa per formulare tali
giudizi
Chomski contro
• a) La teoria comportamentista, secondo cui la
lingua madre è appresa per imitazione (SR e rinforzi): l’apprendimento del linguaggio
basato esclusivamente sull’esperienza (nessuna
competenza linguistica innata);
• b) Piaget, per il quale lo sviluppo del linguaggio
è costruttivo e procede parallelamente allo
sviluppo del pensiero
Per Chomsky
• Ambiente + esperienza insufficienti a spiegare la
ricchezza e la complessità dello sviluppo
linguistico
• Esisterebbe, al contrario, una predisposizione
innata–patrimonio genetico comune alla specie
umana –ad acquisire qualsiasi lingua (Language
acquisition device, LAD):
“L’uomo apprende a parlare come l’uccello a
cantare e a nidificare”
Innatismo
Non nel senso del
possesso
di
abilità
innate come se il
soggetto nascesse con
una qualche forma di
conoscenza pregressa
Ma
nel
senso
dell’esistenza di vincoli
biologici che guidano lo
sviluppo linguistico
Oggi ampiamente accettato che il linguaggio non
venga appreso solo sulla base dell’esperienza poiché:
1.
siamo in grado di produrre frasi mai udite prima;
2. lo sviluppo linguistico avviene in un periodo
relativamente breve (come vedremo);
3. lo sviluppo linguistico ha caratteristiche universali
comuni a tutte le lingue
cfr gli ipercorrettismi comuni a tutte le lingue:
bambini non si limitano a ripetere ed imitare, bensì
acquisiscono regole di cui non sono in grado di
conoscere tutte le eccezioni: Che facete?
Un concetto cardine della teoria chomskiana la
differenza tra
• Competenza = insieme di conoscenze
linguistiche che P/A ideale deve possedere per
produrre e comprendere n. potenzialmente
infinito di frasi della sua lingua;
• Esecuzione = manifestazioni linguistiche
reali del soggetto. Esecuzione determinata da
competenza e da fattori extralinguistici
(percezione, attenzione ecc.)
La
sua
linguistica
è
generativo
trasformazionale
perché
mira
ad
individuare le regole attraverso cui le frasi
vengono:
a. generate;
b. trasformate
(da
attive
interrogative, negative ecc.)
in
passive,
Aspetto creativo del linguaggio
Scopo di Chomsky = individuare le regole linguistiche che permettono
l’uso creativo della lingua, ossia la produzione e la comprensione di n.
potenzialmente infinito di frasi corrette mai prodotte e/o udite prime
La creatività di cui parla Chomsky è, dunque, una creatività governata
da regole
La ricorsività strutturale spiega la creatività della lingua, es.,la
struttura: soggetto + verbo tr.+ compl. (pur con contenuti diversi ) può
essere ripetuta:
Il ragazzo compra un biglietto perché la nonna prende il treno
n. finito di regole +
n. finito di parole =
n. infinito di frasi
Critiche a Chomsky
• Modello di grammatica astratto;
• Non tiene conto degli aspetti contestuali per
focalizzarsi sugli aspetti sintattici del linguaggio
Psicolinguistica (1953)
Disciplina sperimentale che studia i processi che sottostanno
alla comprensione e produzione del linguaggio parlato e
scritto.
Alcuni problemi fondamentali affrontati dalla psicolinguistica:
• Acquisizione del linguaggio (I) ;
• Comprensione del linguaggio (II);
• Produzione del linguaggio (III);
ACQUISIZIONE (lingua orale)
• Acquisizione
competenze
linguistiche
=
processo continuo (di cambiamenti e
consolidamenti) sebbene numerosi studi si siano
focalizzati esclusivamente sullo sviluppo di tali
competenza nei primi anni di vita
• Successione abbastanza
diversità individuali):
regolare
(sebbene
Tappe sviluppo linguistico
• 1) Competenze preverbali: neonati e
predilezione per la voce della mamma. 3-5
settimane piangono e riescono a mettere in atto
gesti per attirare la sua attenzione.
Intenzionalità comunicativa e
protoconversazioni
Tappe sviluppo linguistico
• 2) Verso i 5 mesi balbettio (sembra servire per sviluppare il
controllo dei meccanismi del parlato; è universale e caratterizzato
dalla ripetizione di suoni composti da consonate e vocale)
• 3)Tra 4° e 6° mese compare la lallazione (lallazioni diverse a
seconda della lingua di appartenenza: apprendimento della tonalità)
• 4)Fine del 1°anno di vita: compaiono le prime parole olofrasi
(parole singole usate come frasi. Inizialmente le parole pronunciate
in presenza dell’oggetto al quale sono riferite. In breve tempo
impara ad utilizzare parole indipendentemente dalla presenza
dell’oggetto a cui si riferisce)
Tappe sviluppo linguistico
• 5)18-24 mesi: linguaggio telegrafico :
combinazione di 2 o 3 parole: fuori mamma
andare; no piace; tutto io Lunghezza,
complessità e correttezza aumentano (aumento
rapido e consistente del vocabolario);
• 6) 3 anni e fenomeni di ipercorrettismi
• 7)4-5 anni: padrone di strutture sintattiche
complesse; enorme sviluppo semantico e
lessicale
II.COMPRENSIONE (orale)
• Capire un discorso è complesso e richiede attivazione di
più capacità
Il cane rincorre il gatto
• Per poter comprendere correttamente la frase occorre:
segmentare correttamente il continuum di suoni
per isolare le diverse parole;
attribuire un significato alle parole;
analizzare la struttura sintattica al cui interno
compaiono tali parole
I 3 STADI DELLA COMPRENSIONE
PERCETTIVO
Riconoscere parole
SEMANTICO
Attribuire significato
alle parole
Analizzare la struttura
sintattica
SINTATTICO
Stadio percettivo
• Problema della segmentazione del continuum discorsivo
• Problema della non invarianza: il suono delle consonanti è
spesso influenzato dalle vocali che le seguono (ca-ce)
Uno dei modi in cui trattiamo i 2 problemi è l’uso delle
informazioni contestuali
(Pollacke Pickett, 1964, solo il 47% delle parole audioregistrate
riconosciute quando erano presentate da sole)
http://eltj.oxfordjournals.org/content/39/1/28.abstract
Tra le teorie percettive
Teoria della coorte (Marlsen-Wilsone Tyler,
1980): quando si ascolta la prima parte di una
parola, tutte le parole che l’A conosce e che iniziano
con quella sequenza di suoni si attivano nella
memoria (coorte dell’inizio della parola). In seguito,
le parole di questa coorte vengono eliminate
gradualmente. Ad un certo punto rimane una sola
parola possibile
http://www2.psy.unsw.edu.au/Users/mtaft/TaftAND
Hambly1986.PDF
Stadio semantico
• La maggior parte delle parole ha un nucleo
centrale di significato; tuttavia gli aspetti precisi
del significato di una parola dipendono dal
contesto della frase.
Il significato preciso attribuito ad una
parola è spesso influenzato dal contesto e
dal co-testo (costituito dalla frase in cui la
parola è inserita)
Esercizio n. 1
• “è caduto il caffè, prendi il mocio”
• “è caduto il caffè, prendi la scopa”
• “è caduto il caffè, riponilo sullo scaffale”
J. P. Gee, 2005.
Esercizio n. 2 (T.Magro)
Si provi a pensare ai significati che può avere
l’espressione: “hai del miele a casa?”nei seguenti due
contesti:
1. Sto parlando al telefono con P che vuole invitarmi a casa
sua. Rispondo che sono ammalato e che ho una tosse
molto forte. Mi chiede se ho del miele.
2. Sto parlano al telefono con un amico che mi dice di far
fatica a dormire perché lo disturba una forte tosse. Poi
mi chiede se ho del miele a casa
Stadio sintattico
-
L’analisi sintattica prende in considerazione
l’ordine delle parole ed altre informazioni per
definire:
qual è l’oggetto,
qual è il soggetto;
qual è l’azione relativa al soggetto e all’oggetto;
la categoria grammaticale di appartenenza di
ogni parola(nome, verbo, aggettivo, avverbio)
I P. forniscono segnali utili a comprendere la struttura
sintattica: i segnali prosodici che si basano su variazioni
del tono, dell’accento, della durata dell’eloquio:
Vecchi uomini e donne passeggiavano nel parco
frase ambigua. Se intende dire che le donne non sono
vecchie, allora le parole Vecchi uomini tenderanno ad avere
una durata breve e saranno seguite da una pausa, mentre la
sillaba su cui cade l’accento in donne sarà enfatizzata
(Belelli, G., Di Nuovo, S., Matarazzo O, 2006, pp. 269-270)
Una vecchia porta
degli assi
Inizialmente naturale interpretare porta come
sostantivo, ma il resto della frase indica che si tratta
di un verbo.
Fraziere Rayner(1982): le decisioni sintattiche
iniziali possono essere riviste in base a fattori
semantici
Esercizio n. 3 (T.Magro)
Comprensione di un discorso affidata:
- alla struttura;
- alle conoscenze del contesto fisico-sociale e
culturale in cui si inserisce un discorso
- Si leggano le frasi seguenti e ci si soffermi a
riflettere su ciò che si sa e sulle aspettative
ricavabili dalle conoscenze via via acquisite:
• Si accorse di essere in ansia mentre si preparava
per l’imminente esame.
• Non aveva mai preparato un esame prima di allora
• e non era certo di averlo costruito in modo idoneo
alla valutazione della conoscenza degli studenti.
• Era un po’ infastidito dal fatto che il preside gli
avesse perfino chiesto di preparare l’esame.
• Non si dovrebbe affidare il compito di preparare
un esame ad un assistente, anche se i professori
sono in sciopero.
• È evidente che la comprensione del discorso sia
di volta in volta influenzata dalle nuove
conoscenze e dal nuovo contesto che viene ad
essere rappresentato dalla situazione
Il legno capriccioso
• Una persona ha in mano un pezzo di legno. Ad
un certo momento apre la mano e il pezzo di
legno:
1. Cade
2. Rimane dov’è
3. Sale
Qual è la risposta giusta
• In atmosfera, il legno cade
• In mancanza di gravità, il legno rimane dov’è
• In acqua sale perché galleggia
PRAGMATICA
Da quanto detto emerge dunque chiaramente
che le impostazioni sintattiche e semantiche
sono insufficienti per capire come avviene la
comprensione.
A rendere possibile la comprensione entrano in
gioco fattori pragmatici (legati cioè al contesto
d’uso di una lingua)
• Proprio come per ogni gestalt (struttura, forma) il
tutto procede al di là della semplice sommatoria
delle singole parti che la compongono, così accade
anche per il significato di una frase che non sarà
costituito dalla semplice somma dei significati
delle singole parole che la costituiscono: sei un
fulmine
Che cos’è la pragmatica
C. Morris(1938) distingue all’interno della semiotica (teoria dei segni) :
 1.la sintassi: studio delle relazioni formali tra segni (solo disponendo i
fonemi secondo un certo ordine ho una parola; solo disponendo le parole
secondo certi ordini genero frasi di senso compiuto);
 2.la semantica: studio delle relazioni tra i segni e gli oggetti a cui si
applicano. La semantica si occupa, infatti, di considerare il rapporto tra le
espressioni e le realtà extralinguistiche a cui le prime si riferiscono (lo studio
dei significati);
 3.la pragmatica: studio “della lingua dal punto di vista di chi la usa e quindi
in rapporto all’agire del parlante” (M. Dardano, 1996, p. 65). Elemento
caratterizzante della pragmatica è lo studio della lingua all’interno dei
contesti specifici del suo darsi.
•
•
1.
2.
3.
Secondo Schank (1976) il cuore della comprensione è la
produzione di inferenze (cfr. le conversazioni tra
amici);
Harley(1995) distingue tre tipi di inferenze:
inferenze logiche: dipendono solo dal significato delle
parole (la frase: il chirurgo è nubile consente di fare
l’inferenza che il chirurgo è una donna);
inferenze-ponte: usate per mettere in connessione
informazioni nuove con le precedenti (Per l’espressione:
Era il compleanno di Fred. Una canna da pesca fu il suo
regalo più bello si assume che la canna da pesca fosse un
regalo ricevuto per il compleanno);
inferenze elaborative: implicano aggiunte al testo tratte
dalle nostre conoscenze enciclopediche
• Si legga e si cerchi di capire cosa sta succedendo
nella
storia
(Rumelharte
Ortony,
1977)
rappresentata da queste tre frasi:
Giovanna udì il camioncino dei gelati che si
avvicinava;
Si ricordò degli spiccioli;
Corse in casa
• Per inferenza si intende un processo deduttivo che, a
partire da certe premesse, consente di derivare
conseguenze logiche (cfr. il sillogismo aristotelico).
• Diversamente dal contesto logico “le inferenze di cui
si parla in psicologia sono processi mentali
all’opera nei più svariati compiti cognitivi, come la
percezione, la pianificazione di azioni, o la
comprensione. Simili ai ragionamenti logici, sono
tuttavia processi molto informali e spesso eclettici,
che si producono in modo spontaneo, automatico e
in larga parte inconscio. Le implicature griceiane,
più che inferenze logiche vere e proprie, possono
essere viste come meccanismi di formazione e
conferma di ipotesi” (Bianchi, 2003, p. 102).
Relazione inferenze implicature
• O’Brien et al.(1988)
“Tutto ciò che il rapinatore voleva era rubare
il denaro della donna. Ma quando questa iniziò
ad urlare, egli la assalì con la sua arma nel
tentativo di farla tacere.
Si guardò attorno per assicurarsi che nessuno
lo avesse visto. Gettò il coltello nella siepe, le
prese i soldi e scappò via”
Dibattito sulla frequenza delle
inferenze
• Teoria costruttivista: numerose inferenze
per raggiungere la comprensione degli eventi
descritti. Le persone traggono inferenze quando
servono ad incrementare la comprensione;
• Teoria minimalista : inferenze tratte solo
quando sono necessarie
III. PRODUZIONE
Parlare = atto strumentale compiuto per avere
qualche effetto sull’ascoltatore.
Fasi:
1) Intenzione di P di comunicare;
2) Scelta;
3) Produzione delle espressioni giudicate adatte
ad esprimere le proprie intenzioni
PIANIFICARE
- Pianificare il discorso (decidere, ad esempio,
se si vuole raccontare una storia o chiedere
perdono a qualcuno);
- Pianificare la frase (decidere: (a) il contenuto
proposizionale, ossia il significato; (b) il
contenuto illocutorio, la forza; (c) la struttura
tema-rema; noto-ignoto);
- Pianificare i costituenti (unità che sono
meno di una frase e più di una parola, ossia
costituenti, i sintagmi);
SEGUIRE QUANTO è STATO
PIANIFICATO
-Articolazione (meccanismi che aggiungono
sequenzialità e ordine temporale al programma
articolatorio e coordinano i movimenti dei nostri
organi vocali)
La produzione del discorso
Nel linguaggio ordinario è possibile distinguere
tra ciò che:
1) si asserisce:ciò che si dice alla lettera
2) si indica o suggerisce: ciò che con quello e
al di là di quello che si dice si vuole implicare,
suggerire, dare ad intendere.
TEORIA dell’ IMPLICITO
Il concetto di implicatura conversazionale,
elaborato dall’Autore negli anni sessanta è quel
concetto che pone in essere, all’interno del
linguaggio ordinario, la distinzione tra:
• A)ciò che viene asserito alla lettera
• B)ciò che, invece, viene indicato o suggerito
ovvero, ciò che, per mezzo di quello che si dice e
al di là di quello, si vuole implicare
Il concetto di implicatura conversazionale si lega, nella
teorizzazione di Grice, al:
1. Principio di Cooperazione (i nostri scambi sono
generalmente esempi di comportamento cooperativo);
2. Massime conversazionali:
- di Quantità;
- di Qualità;
- di Relazione;
- di Modo.
Implicature conversazionali
Possiamo dire che un P che dice p ha implicato
conversazionalmente q posto che:
1. stia osservando le massime o almeno il
Principio di cooperazione;
2. la supposizione che q sia necessaria;
3. pensi che A sia in grado di inferire o afferrare
intuitivamente che la supposizione in (2) sia
necessaria.
L’implicatura conversazionale deve essere
argomentabile
«S ha detto che p; non c’è motivo di ritenere che S
non stia osservando le massime o almeno il Principio
di Cooperazione; S non potrebbe aver detto ciò che
ha detto a meno che non creda che q; S sa ( e sa che
io so che egli sa) che sono in grado di rendermi conto
che è necessario supporre che egli creda che q; S non
ha fatto nulla per impedirmi di credere che q; S
intende farmi credere, o almeno mi lascia libero di
credere, che q; quindi S ha implicato che q »”(Grice,
1989/1993, p. 66)
Perché parliamo in modo implicito?
La risposta a questo interrogativo ritengo sia almeno di
duplice natura:
• 1)innanzitutto perché, come Levinson (2000) sostiene, la
capacità di produrre e comprendere le implicature
linguistiche si pone in linea con la peculiare
economicità del linguaggio, rappresentando la
soluzione alla difficoltà di tradurre i pensieri in fonemi;
• 2)secondariamente perché il dire e il non dire permette
ai parlanti di rimanere ambigui ed avere la possibilità
di negare/cancellare le inferenze compiute dai propri
interlocutori.
Uno dei modi maggiormente impiegati dagli
interlocutori per generare implicature
conversazionali è proprio quello di sfruttare
(non rispettare/contravvenire) una o più
massime conversazionali (fermo restando,
però, il rispetto per il Principio di Cooperazione)
Massima di quantità:
• Dà un contributo informativo quanto richiesto
dallo scambio in corso
• Non dare un contributo più informativo di quanto
sia richiesto dallo scambio in corso
(Non dire troppo né troppo poco)
Massima di qualità:
• Non dire ciò che ritieni falso
• Non dire ciò per cui non hai prove adeguate
Massima di relazione:
• Sii pertinente
Massima di modo:
• Evita oscurità di espressioni
• Evita ambiguità
• Sii coinciso
• Sii ordinato nell’esposizione
In sintesi
• per conversare in modo efficace, razionale e
cooperativo,
gli
interlocutori
di
una
conversazione dovrebbero, secondo Grice,
parlare
sinceramente,
con
chiarezza
e
pertinenza, fornendo una adeguata e sufficiente
quantità di informazioni.
Alcuni esempi
Sfruttamento prima sottomassima di
quantità : Non dire meno di quanto
richiesto dallo scambio in corso:
Tautologie:«le donne sono donne»; «la guerra
è guerra»:
a livello di ciò che viene detto sono del tutto
prive di contenuto informativo; sono informative
a livello di ciò che viene implicato. Ciò che il
parlante implica dipende totalmente dal
contesto.
Alcuni esempi
Sfruttamento prima massima di qualità: Non dire ciò che
ritieni falso
Uso di espressioni ironiche:
(1)
1M: Quando distribuivano le tette [si vede che
era ],
2D
[sì io ero
assente] appunto.
(2)
9P: Pizza!
10A: Oh bravo, ci voleva proprio! C’ho ‘na fame!
11P: Poverina! Sei deperita!(tono ironico)
12A: Sì
Alcuni esempi
Sfruttamento prima massima di qualità: Non
dire ciò che ritieni falso
Uso di espressioni metaforiche:
Sei un fulmine
Sei una volpe
Sono per Grice
categoriale.
esempi
di
falsità
Alcuni esempi
Sfruttamento seconda massima di qualità : Non
dire ciò per cui non hai prove adeguate
F: non passerò sicuramente
M: non gliela fai più a finilla
Sia F che M pronunciano enunciati di natura
chiaramente predittivi senza possedere, al momento
dell’enunciazione, alcuna prova a sostegno delle
rispettive credenze espresse
Sfruttamento della massima di relazione :
sii pertinente
1S:Fa’, dove andiamo dopo?
2F:Do’voi anda’?
Sfruttamento della massima di modo :
evita ambiguità di espressione
(da conversazione telefonica)
1R:Che Elenora è arrabbiata?
2E:Ci vediamo verso le sette e mezzo.
3R:Eleonora sta ‘ncazzata!
4E:Eh!
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