Per utilizzare
questo sussidio in famiglia.
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Fate insieme il segno della croce.
L’introduzione vi aiuta a cogliere il filo rosso settimanale, alla
luce della parola di Dio e della testimonianza missionaria.
Leggete ad alta voce la parola di Dio.
Ascoltate la testimonianza missionaria
proposta. Le testimonianze possono essere lette giorno
per giorno oppure, intere, ogni due giorni.
Recitate insieme il salmo proposto.
Recitate insieme la preghiera proposta per la
settimana, la trovate nella pagina della domenica.
Prima di concludere leggete l’impegno del giorno:
se pregate la sera vi aiuterà nella giornata successiva.
Concludete con una semplice benedizione e il segno della
croce.
Benedizione per la preghiera del Mattino
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
R. Amen.
Benedizione per la preghiera della Sera
Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo.
R. Amen.
Misericordiamo
La quaresima 2016 è il tempo giusto per sperimentare la gioia di essere purificati, che è
decisamente qualcosa in più del sentirsi psicologicamente a posto e senza sensi di colpa.
La caratterizzazione missionaria, tipica della nostra diocesi, che viene offerta da questo
strumento di preghiera per la famiglia e per le comunità ci aiuta a vedere in tutta la sua
ricchezza il tema della misericordia, sfrondandolo da facili sentimentalismi.
Sulla scorta dell’invito di Papa Francesco, che nella bolla di indizione del Giubileo scrive: “È
giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il
tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri
fratelli”, (MV, 9) proponiamo un cammino in 6 tappe, che ci prepara alla passione, morte e
risurrezione di Gesù, momento nel quale, nel modo più sorprendente, Dio ha mostrato “il
disegno d’amore della sua volontà”. (Ef. 1,5)
Il percorso ha quindi questa scansione:
1ª settimana
MI – Missione, nella quale leggeremo i brani del nuovo
testamento che raccontano i primi invii missionari da parte di Gesù e degli apostoli.
2ª settimana
SE – Seguire, nella quale scopriremo come andare dietro a
Gesù, accompagnati da Giovanni Battista e dalle prime chiamate dei discepoli di Gesù.
3ª settimana
RI – Ritrovare, nella quale leggeremo il capitolo 15 del
Vangelo di Luca, e ci accorgeremo che Dio non si stanca mai di cercarci.
4ª settimana
COR – Coraggio, accompagnati dal brano di Genesi 18
in cui incontriamo Abramo e i suoi ospiti sconosciuti alle Querce di Mamre.
5ª settimana
DI – Diamo, nella quale ascolteremo il brano delle
beatitudini, con al centro: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.”
Settimana Santa
AMO, nella quale vedremo come “Dio, ricco di
misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che
eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo”. (Ef. 2, 4-5)
Il libretto, che riporta le bellissime testimonianze di molti missionari bresciani nel mondo, è
completato a piede di pagina da alcuni dati che riguardano la situazione sociale dei paesi nei
quali vengono proposti i progetti missionari per i quali – nell’inserto staccabile – trovate una
richiesta di sostegno. È un modo in più rendere tangibile la nostra misericordia, modellata
su quella del Padre.
10 febbraio
mercoledì
11 febbraio
giovedì
Iniziamo la Quaresima accompagnati dal brano con
il quale il Vangelo di Luca inizia il racconto della vita
pubblica di Gesù. In questo brano Gesù annuncia la
Misericordia del Signore, che si manifesta nel mondo.
Quello che Gesù dice è spiazzante. Costringe a
riorientare le proprie convinzioni e i propri modi
di fare. La quaresima è un tempo di conversione,
proprio in questo senso: il racconto di don Raffaele,
dalla comunità di Pimenterira, ce lo mostra.
Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo
il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò
a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il
rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha
consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai
poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la
liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli
oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore.»
Gesù poi riavvolse il rotolo, lo riconsegnò
all’inserviente e sedette. Nella sinagoga,
gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora
cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta
questa Scrittura che voi avete ascoltato”.
Tutti gli davano testimonianza ed erano
meravigliati delle parole di grazia che
uscivano dalla sua bocca e dicevano:
“Non è costui il figlio di Giuseppe?”.
(Lc 4,16-19)
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Testimonianza di don
Raffaele Donneschi (1982-1994 in Brasile), oggi
parroco a Badia e Violino
(Salmo 103)
(Salmo 103)
alcune catechiste e persino alcuni
contadini a ripercorrere con lui
il cammino di formazione a cui
aveva partecipato per cercare di
attualizzare nella propria comunità
tutti quegli insegnamenti.
La sfida era lanciata, non si poteva
lasciar perdere solo perché non tutti
avevano accolto con entusiasmo
la proposta... del resto anche Gesù
non era stato capito dalla sua gente;
Padre Carlos lo aveva detto più volte
là al Corso: “lavorare per il Regno
di Dio esige impegno, costanza,
testimonianza davanti a chi non
accetterà o farà opposizione”.
Oggi la Comunità di Pimenteira è
ben viva, la convinzione di Josè ha
fatto breccia e altri si sono uniti a
lui nel cammino per la costruzione
del Regno di Dio in quel pezzetto di
Amazzonia in riva al fiume… Anche
se molto c’è ancora da fare.
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Iniziamo questo tempo di Quaresima
benedicendo il Signore attraverso il
seguente salmo
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia,
sazia di beni la tua vecchiaia,
si rinnova come aquila la tua giovinezza.
Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.
Quando Josè tornò dalla settimana
di formazione per Animatori di
Comunità riunì nella cappella del
Villaggio di Pimenteira tutta la sua
gente: era pieno di idee nuove,
di proposte per il catechismo,
per il culto domenicale, persino
per migliorare l’agricoltura…
Soprattutto era pieno di entusiasmo,
di voglia di fare, di speranza che
un cambiamento fosse davvero
possibile! Tutti lo ascoltarono
meravigliati ma anche titubanti:
riusciremo a mettere in pratica
quello che Josè ci ha detto? Non è
meglio continuare come abbiamo
sempre fatto? Il problema stava
soprattutto nel fatto che Josè era
giovane e quindi senza esperienza,
senza troppa considerazione da
parte degli anziani… Josè però non
si perse d’animo e chiese un tempo
di prova: convinse alcuni giovani,
Impegniamoci ad essere misericordiosi
come il Signore ci ha insegnato:
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che
lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo
temono,
perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
(Lc 4, 20-22)
12 febbraio
venerdì
“Medico, cura te stesso”, dicono gli israeliti di Nazaret a Gesù.
Anche in una situazione di ostilità Gesù è riconosciuto
come guaritore e la sua medicina è la misericordia. La
stessa che vediamo nella testimonianza di suor Giulietta.
Lo sdegno della folla nella sinagoga è lo stesso sdegno
delle persone che vedevano una missionaria “sprecare
del tempo” con una malata. Ma vivere con misericordia
significa proseguire tralasciando le critiche.
Ma Gesù rispose loro: “Certamente voi mi citerete questo
proverbio: «Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito
che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!»”.
Poi aggiunse: “In verità io vi dico: nessun profeta è bene
accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano
molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo
fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande
carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato
Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano
molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma
nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro”.
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga
si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo
cacciarono fuori della città e lo condussero
fin sul ciglio del monte, sul quale era
costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma
egli, passando in mezzo a loro, si mise in
cammino. Poi scese a Cafàrnao, città della
Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla
gente. Erano stupiti del suo insegnamento
perché la sua parola aveva autorità.
(Lc 4, 28-32)
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Preghiamo benedicendo il Signore, chiedendogli
di essere sempre presente nella nostra vita, di
accompagnarci e sostenerci nei momenti più
difficili. Preghiamo perché tutti gli uomini
possano essere guidati dalla sua volontà e che in
tutti i luoghi si senta la sua presenza forte
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,
suoi ministri, che eseguite la sua volontà.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in tutti i luoghi del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.
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(Salmo 103)
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi,
attenti alla voce della sua parola.
(Salmo 103)
Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza
e ricordano i suoi precetti per osservarli.
Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.
Preghiamo insieme questo salmo
alternando voci maschili e voci
femminili
L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni!
Come un fiore di campo, così egli fiorisce.
Se un vento lo investe, non è più,
né più lo riconosce la sua dimora.
con argomentazioni logiche, mi
costrinse ad accettare la realtà di
questa malattia: essa aveva il magico
potere di trasformare i vincoli più
intimi, come quelli di madre e figlia,
e di capovolgere i ruoli che la natura
aveva stabilito. Cosa potevo fare?
Imparai a diventare madre di mia
madre. Così il suo letto divenne un
altare dove celebravamo la nostra
messa, portando ognuna i propri
doni. Poi arrivò l’incomprensione di
molti: perché sprecare tempo per
accudire chi non comprende? Perché
non tornare in missione? Ma grazie
alla preghiera e alla meditazione
della Parola ho imparato a gustare la
gioia del lieto annuncio che Gesù ha
donato ai poveri comprendendo che
la missione non è un luogo ma è una
persona viva, Gesù il Misericordioso
amante della vita, in tutte le sue fasi.
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L’anno di misericordia del Signore:
questa parola evangelica e
l’accentuazione speciale di Papa
Francesco per questo anno Giubilare
Straordinario della Misericordia,
mi hanno riportato alla mente il
cammino di liberazione che il Signore
ha voluto nella mia storia nei 10
anni trascorsi accanto a mia madre
malata. Morbo di Alzheimer. Imparai
a comprendere il significato di questo
nome sconosciuto, sperimentando
la sua devastante realtà. Ogni giorno
affrontavo sorprese che mi lasciavano
spiazzata. Le domande della mamma,
chi fossi e che cosa facessi in casa
sua, mi mettevano in sofferente
difficoltà. All’inizio, divertita,
rispondevo che ero un angelo caduto
dal cielo, poi compresi che forse
quello non era l’atteggiamento più
adeguato. L’impotenza di far breccia
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(Lc 4, 23-27)
13 febbraio
sabato
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Testimonianza di
suor Giulietta Loda - Taiwan
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Misericordiamo - Oratorio di Capriolo