NUMERO 11 NOVEMBRE 2013 - ANNO 55
Una Assemblea
vivace e feconda
GIOVANNI MORELLO
PERIODICO MENSILE DEL
MASCI (MOVIMENTO ADULTI
SCOUT CATTOLICI ITALIANI)
DI EDUCAZIONE PERMANENTE,
PROPOSTA E CONFRONTO
E così finalmente la “rivoluzione copernicana” del
Masci sta iniziando a dare i suoi frutti.
Per la prima volta nella sua ormai sessantennale
storia, il movimento ha eletto al suo vertice una
donna: Sonia Mondin, a cui facciamo tutti i nostri
auguri per un proficuo servizio. Accanto a Sonia è
stato eletto come Segretario Nazionale Luigi Cioffi, così come è stato rinnovato il Consiglio Nazionale ed il Collegio dei Revisori dei conti: trovate
tutti i nomi degli eletti nelle pagine interne.
A Sonia e a Luigi erano contrapposti rispettivamente Bruno Magatti e Carmelo Casano che non
sono stati eletti per non molti voti di scarto. Dunque – ha detto qualcuno – il Masci è spaccato. Noi
crediamo di no.
Il Masci si è rivelato un movimento ormai adulto
e consapevole.
I valori della Legge e della Promessa – onore, lealtà, fraternità, amicizia – sono tra noi certamente
più solidi di ogni comprensibile delusione o risentimento.
L’applauso scrosciante alle brevi, ma sincere, parole di Riccardo al termine dei lavori dell’assemblea
(che riportiamo nel nostro “controcorrente”, in
ultima pagina) indicano senza alcun dubbio che
nel Movimento sono prevalenti i sentimenti di
unione e di spirito di servizio.
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SOMMARIO IN ULTIMA PAGINA
Certo l’eredità di Riccardo Della Rocca e Alberto
Albertini non può e non deve essere dispersa.
Credo di interprete il pensiero di tutti i nostri lettori per ringraziarli per quanto hanno fatto ed operato a vantaggio del movimento.
Il nuovo Consiglio Nazionale saprà – e dovrà –
fare sintesi e azione di composizione, anche perché
ormai siamo “oltre il ponte” e ci attendono praterie inesplorate.
Nelle pagine interne di questo numero, che come
vedete è più consistente del solito, 32 pagine al
posto delle solite 24, abbiamo dato ampio risalto
all’Assemblea Nazionale di Bardonecchia.
Trovate oltre alle linee programmatiche (forse un
po’ troppo dense e piene di impegni per poter essere assolti in tre anni) anche le mozioni approvate:
sono testi che dovranno essere considerati e meditati a fondo nelle singole comunità, per creare quel
sentire comune che dovrà essere la carta da visita
per le nostre azioni di sviluppo:uno sviluppo ormai
imprescindibile, per un servizio sempre migliore
alla società, alla Chiesa ed anche – perché no ? –
allo scautismo.
A Bardonecchia, oltre a numerosi amici dello scautismo italiano e internazionale (hanno portato il
loro saluto: Mida Rodriguez, Presidente ISGF,
Riccardo Cociancich, Presidente CICS, Franz
Adami, Presidente FIS, Rosanna Birollo, Capo
Guida AGESCI, intervenuta insieme ad altri componenti del Comitato Nazionale; altri hanno inviato messaggi di vicinanza ed amicizia).
Non solo il mondo scout ci è stato vicino, ma anche – forse per la prima volta – l’assemblea ha potuto ascoltare con vivo piacere i messaggi del Presidente della Repubblica, del Presidente del Senato,
del Senato, del Presidente della Camera, che ha
voluto simpaticamente ricordare la sua esperienza
di vita scout, e del Presidente del Consiglio, del Segretario Generale della CEI. Messaggi che potete
leggere sul nostro sito: www.masci.it.
Ma soprattutto vi è stata la presenza significativa
del ministro per l’integrazione, Cécile Kyenge, di
cui potete leggere all’interno l’intervento pronunciato nella tavola rotonda di apertura dei lavori.
Buona parte della rivista è dedicata dunque all’Assemblea di Bardonecchia, ma nelle altre pagine seguono articoli altrettanto stimolanti.
In particolare vorrei segnalare due interventi dedicati alla crisi attuale e ai suoi problemi che faranno
probabilmente discutere, ma spero portino anche a
qualche adesione a quanto propone, con lungimiranza, Pio Cerocchi.
Ed infine la grande risposta che le regioni Masci
hanno riservato all’invito dell’Agesci per la Route
nazionale R/S. Sono più di trenta infatti le proposte pervenute per i punti di animazione del Masci
alla Route: È un’occasione importante da cui potrà
dipendere il futuro del Movimento per i prossimi
anni.
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
I nuovi eletti
Gli eletti agli incarichi di servizio del MASCI per il triennio 2013-2016.
I delegati aventi titolo a votare all’Assemblea Nazionale di
Bardonecchia erano 401.
Sono risultati eletti:
Presidente Nazionale
Sonia Mondin (Veneto)
con 206 voti
(Bruno Magatti (Lombardia)
ha raggiunto 193 voti)
Segretario Nazionale
Luigi Cioffi (Puglia)
con 208 voti
(Carmelo Casano (Sicilia) ha
avuto 188 voti)
Consiglio Nazionale
Sono risultati eletti i primi dieci
che hanno ottenuto voti:
Lorena Accollettati (Puglia)
2
STRADE APERTE
con 121 voti
Pino Romeo (Campania)
con 99 voti
Claudio Bissi (Emilia Romagna) con 96 voti
Luisa Zanelli (Veneto)
con 91 voti
Giuseppe Angelone (Calabria)
con 88 voti
Lilli Mustaro (Sardegna)
con 77 voti
Laura Terreni (Toscana)
con 73 voti
Angelo Vavassori (Lombardia)
con 69 voti
Francesco Bosticardo (Piemonte) con 67 voti
Aldo Riggio (Lazio) con 66
voti
Hanno ottenuto voti (e non
sono stati eletti):
Roberto Ursino (Liguria)
con 60 voti
Rosaria Cenerelli (Marche)
con 50 voti
Francesco Marchetti (Calabria)
con 42 voti
Maria Grazia Ruta (Sicilia)
con 33 voti
Giovanni Tritto (Puglia)
con 25 voti
Liliana Guarino (Basilicata)
con 24 voti
Ernesto Albanello (Abruzzo)
con 24 voti
Paolo Modotti (Friuli-Venezia
Giulia) con 17 voti
Gianluigi Opizzio (Lombardia)
con 6 voti
Giovanni Callegari (Veneto)
con 3 voti
Revisori dei Conti
Sono risultati eletti i primi tre
che hanno ottenuto voti:
Maurizio Cipolloni (Umbria)
con 104 voti
Claudio Cursi (Lazio)
con 98 voti
Enzo Vitale (Campania)
con 79 voti
Hanno ottenuto voti (e non
sono stati eletti):
Dino Di Cicco (Piemonte)
con 65 voti
Francesco Santacroce (Calabria)
con 27 voti
Franco Valerii (Abruzzo) con
13 voti
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
Un grazie che diventa cammino
SONIA MONDIN
Presidente Nazionale
Siamo lieti di pubblicare questo
articolo con cui Sonia Mondin si
rivolge a tutti gli Adulti e Adulte scout del MASCI.
L’articolo riprende giustamente
il saluto che la nuova Presidente
Nazionale: ha rivolto ai delegati
e ai partecipanti all’Assemblea
Nazionale di Bardonecchia, dopo
la sua elezione.
È la prima volta, nei sessant’anni di vita del movimento che una
donna è eletta al vertice associativo.
La redazione di “Strade Aperte”
augura un fraterno Buona Strada a Sonia, e a Luigi, all’inizio
di questo suo nuovo impegnativo
servizio associativo.
Carissimi tutti, l’emozione è
tanta perché l’imprevisto accade, scombina e ridisegna il tempo, ti lascia a bocca aperta, a
noi conservare gelosamente lo
stupore che diventa preghiera,
che diventa grazie !.
Anche se mi rendo conto di costituire una novità, per il Movimento, è pur sempre vero che
lo scautismo ci ha insegnato ad
“andare controcorrente”, che
significa che la differenza tra
persone non può basarsi sull’essere uomo o donna; ognuno
vale per ciò che è, per ciò che
fa, per ciò che dà e questa connotazione diventa ancora più
preziosa quando costituisce un
“fare insieme”.
Nella foto la nuova Presidente Nazionale, Sonia Mondin,
ed il nuovo Segretario Nazionale, Luigi Cioffi.
Non avrei accettato mai questa
sfida se non mi sentissi “sostenuta” da voi, in una decisione
che richiede di fare spazio nella
propria vita perché in essa più
vite vivano, siano in relazione,
in dialogo e confronto esigente
tra di loro, ecco che il coordinare ed il presiedere deve diventare l’attenzione all’incontro con
l’altro nel coniugare le diversità,
ma deve anche essere cura del
contesto e recupero della memoria.
E’ naturale che in questo momento il pensiero vada ai tanti
Presidenti che mi hanno preceduto nonché ai Segretari, che
con tanta convinzione e dedizione sono rimasti fedeli ad un
metodo, costruendo la storia di
questo movimento, per consegnarlo oggi a noi, come preziosa eredità.
Un grazie quindi a chi ora ci
passa il testimone ossia a Riccardo ed Alberto, che con la loro
STRADE APERTE
3
Speciale Assemblea Nazionale
diversità ma pure complementarietà, sono stati entrambi testimoni esemplari di quello che è
il contenuto portante del nostro
scautismo: lo spirito del servizio.
Ovvio che il mio “si” convinto
e sicuro, alla Presidenza di questo Movimento porta in sé alcuni desideri appartenenti ad una
visione di scautismo adulto che
risponde ad una mia sensibilità.
Ed infine cercare di ridare un
ordine alle cose, per farci essere meno preoccupati di come
far giungere i nostri messaggi
alle comunità e più preoccupati
invece di come ascoltare la loro
voce.
Ora il compito primario che
avranno le nostre regioni è quello di rimettere in comunione
l’umanità e la fraternità, riconoscendoci tutti figli di una stessa
promessa, di una stessa legge e
Credo sia giusto che venga vis- sarà solo questo che ci aiuterà a
suto lo scautismo adulto, con superare quelle differenze che
un po’ di più “leggerezza”, hanno reso un po’ più faticoso
lasciatemi passare il termine, il cammino verso Bardonecchia.
che riprende le parole del nostro fondatore quando scriveva Ritengo che le regioni che com: “Non prendere le cose troppo sul pongono il nostro Movimento
serio, e considera la vita come un sono come tante perle, belle,
gioco ed il mondo come un campo preziose, ognuna diversa dalle
da calcio.”
altre, con distinti colori, uniche,
irripetibili, ma un po’ isolate tra
Far diventare assieme a voi que- loro, gelose della loro identità;
sto Movimento meno istituzio- con ago e filo facciamole divenne e più campo da gioco.
tare un’unica collana, realizzando il sogno di un Movimento
Meno parole e più sorrisi con- più coeso e vitale.
divisi; proprio nell’esperienza
di Lourdes ho imparato da un Questa è la cosa più bella da fare,
Adulto Scout diversamente abi- ora che siamo all’altra sponda:
le, che si può servire anche con una bella collana di perle e come
un sorriso.
dice in un suo libro Mons. Bregantini: non possiamo valorizAvverto il bisogno di recuperare zare le perle di Dio in una collail senso della relazione tra di noi na se non c’è un filo che le tiene
e con l’esterno, capaci quindi di unite, ed io prometto di essere
tessere rapporti costruttivi, con quel filo, di cui il movimento
altri movimenti ed associazio- oggi ha bisogno, e voi ne sarete
ni, in particolare con lo Scau- le preziosissime perle.
tismo giovanile, con umiltà e
con grande capacità di ascolto. Parimenti il nuovo Consiglio
Cercando soprattutto tra di noi Nazionale ed il nuovo comitadi appellarci il meno possibile a to esecutivo dovranno dare teNorme, Statuti, Regolamenti, stimonianza di essere le prime
perché quando questo succede comunità d’Italia e si metterannelle nostre comunità, significa no fin dai prossimi incontri in
che è venuta meno tra di noi, la ascolto e al servizio del Movirelazione.
mento, perché questa è, e deve
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STRADE APERTE
NOVEMBRE 2013
essere, l’attenzione primaria.
Se l’assemblea segnava un passaggio di un Ponte e riteniamo
di averlo attraversato, ora non
ci resta che fare cerchio oltre
il ponte, guardarci negli occhi,
riconfermarci nei valori della
sostanza, e andare incontro al
futuro, vivendo insieme un’intuizione, facendo progetto un’idea che sembrava un’utopia.
E’ bello riconoscere il tempo
mentre arriva, invece di lasciarlo passare, per poi dire peccato
non c’è più tempo, e noi il tempo lo vivremo tutto.
Lo vivremo per dare spazio a
quel progetto che nascerà dalle
linee programmatiche approvate dalla recente assemblea, ma
che ancora si nasconde sotto la
polvere del tempo che verrà e
nel profondo del cuore di ciascuno di noi.
Lavoriamo per evitare di arrenderci ad un destino stabilito senza il nostro consenso, ma
coltiviamo tutti la libertà di volerci essere e la capacità di intuire per coniugare ciò che viene
accadendo!
E’ bello vivere un “sogno insieme”. Condividere un’intuizione
e aiutare un’idea a farsi progetto.
Il futuro non è sempre la conseguenza di quello che abbiamo
fatto ma soprattutto di quello
che insieme faremo, e che la sapienza delle beatitudini ispiri le
nostre scelte ed il nostro modo
di lavorare, solo così potremo
realizzare quel grande mandato
che B.P. consegna agli scout di
ogni Nazione e di ogni età: “Lasciate il mondo un po’ migliore
dei come l’avete trovato”.
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
Intervista a Luigi Cioffi,
nuovo Segretario Nazionale
ANNA VOLPE
Come pensi di svolgere il tuo servizio?
Se ne fossi capace cercherei di imitare
Pietro, anzi cercherei di comportarmi
così come Gesù chiese a Pietro: da pastore (pasci le mie pecore), da pescatore (ti farò pescatore di uomini) e infine
da roccia (tu sei Pietro e su questa pietra . . .).
Il pastore si prende cura del proprio
gregge sino al punto da lasciare l’intero gregge per cercare l’unica pecora
smarrita, il pescatore è più aperto al
mondo e al nuovo, lancia la rete con
fiducia e speranza, il pescato non mancherà.
Infine la solidità della pietra: essere un
punto di riferimento per tutti.
Ecco se ne avessi le capacità, mi piacerebbe essere così.
Ma io sono molto più fragile e incostante di Pietro e allora mi limito a dire
che mi sforzerò di seguire alcune parole maestre: servizio, perché mi è stato
affidato un compito, non un ruolo;
collegialità, perché da soli non si cammina; continuità, perché oltre il ponte si giunge camminando nella storia,
unità, perché diversità di vedute non
significa diversità di valori; responsabilità, perché il nostro è un grande
Movimento e non può essere servito
senza senso di responsabilità, ottimismo, perché nulla per gioco ma tutto
col gioco.
Cosa vuol dire vivere lo scautismo da
adulti?
Essere buon cittadino!
Non era forse questo il sogno di BP?
Sogno che ben presto si è ampliato ed
è diventato: essere buon cittadino del
mondo.
Ora si tratta di definire, con buona approssimazione, chi è il buon cittadino.
Non è proprio facile.
Credo che, in ogni caso, il buon cittadino è colui che vive la propria realtà
nel tempo e nello spazio, da protagonista attivo e non da distratto spettatore, da persona attenta ai cambiamenti,
ai bisogni, alle contraddizioni, e che
non subisce tutto questo chiudendosi
in una visione egoistica della vita, ma
assume e comprende il nuovo per contribuire a gestirne il percorso.
L’adulto scout è colui che entra nella storia per viverla compiutamente,
indirizzandola, per quanto possibile,
verso la pace, la giustizia, la solidarietà,
il rispetto della dignità della persona.
Insomma per contribuire alla costruzione del Regno ora e qui.
Questa prospettiva, però, per quanto
riguarda lo specifico del Masci, deve
essere fortemente ancorata a due pilastri: l’educazione per tutta la vita e il
metodo scout.
Senza questi due fondamentali riferimenti, non ci sarebbe alcuna specificità
scout, e il nostro agire, utilissimo per
la società e la Chiesa, potrebbe non
ispirarsi più alla pedagogia, ai valori e
al metodo scout.
Che cosa vedi “oltre il ponte”?
Il mondo. Risposta banale, si potrebbe
obbiettare.
Ma in effetti oltre il ponte c’è qualcosa di altro rispetto a questo lato della
sponda.
Ritornano le tre immagini di Pietro.
Al di là del ponte c’è il mare, con i pescatori e le loro reti.
C’è un mondo adulto confuso sul
piano culturale, preoccupato su quello economico, disorientato su quello
etico valoriale, privato della relazione
intergenerazionale.
Un mondo di adulti che raccolgono
con difficoltà la complessità dei giorni che viviamo e che sono tentati di
chiudersi in un individualismo che può
trasformarsi in uno sterile e dannoso
egoismo per se stessi e per la società.
Vi è un mondo pieno zeppo di contraddizioni e squilibri: i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre
più poveri (e si affaciano -novità assoluta- nuove povertà).
Precarietà e incertezza caratterizzano
questi tempi e non solo sotto l’aspetto
economico.
Il relativismo etico e religioso, è stato
acquisito nei convincimenti comuni,
tanto da essere ritenuto atteggiamento
di normalità.
I temi ambientali, la decrescita felice,
la contrapposizione tra lavoro e ambiente, rendono evidente che vi è una
problematica ambientale rispetto alla
quale la risposta è ancora incerta.
L’irruzione nella Chiesa di Papa Francesco ha messo in moto nuovi fermenti
e vecchie tematiche si stanno riproponendo all’attenzione di tutti (si pensi
al ruolo dei fedeli laici, della donna,
del sacerdozio, del celibato, ecc.)
Insomma, oltre il ponte c’è un nuovo
mondo tutto ancora da esplorare e costruire.
E noi, individualmente e collettivamente, non possiamo stare alla finestra, passivi spettatori, ad assistere ai
cambiamenti in atto, se mai esprimendo giudizi, ma restandone alla larga.
Quali rapporti pensi di avere con le comunità?
Le comunità sono il centro e il motore
del Movimento: sarebbe bello incontrarle e conoscerle tutte, singolarmente.
Credo sia proprio impossibile. Mi
dichiaro sin da ora disponibile ad incontrare le comunità in occasioni di
assemblee, consigli o eventi regionali
o zonali.
Saranno quelle le occasioni privilegiate
per tessere rapporti con le comunità.
Vorrei augurarmi di riempire la mia
agenda di inviti ad iniziative regionali
e zonali.
E’ evidente che l’incontro potrà avere
senso solo se si trasforma in relazione
vera e non formale.
Con questa disponibilità parteciperò a
tutti gli eventi ai quali sarò invitato.
In ogni caso credo sia fondamentale il
ruolo dei segretari regionali e tramite
essi mi farò attento ascoltare dei bisogni e delle attese delle comunità.
STRADE APERTE
5
Speciale Assemblea Nazionale
Come intendi valorizzare i rapporti con
l’Agesci?
Nonostante le maggiori affinità con
l’Agesci, preferirei si parlasse di movimenti giovanili, e non solo di Agesci.
Credo opportuno affermare con chiarezza che il Masci non è la “quarta
branca” del movimento giovanile.
Abbiamo in comune missione (l’educazione), valori e pedagogia, ma il
diverso target (bambini, ragazzi e giovani da una parte, e adulti da l’altra)
rende diverso, a volte anche sostanzialmente, tutto il resto.
Su questi temi si avverte il bisogno di
un confronto e dibattito che vada ben
oltre una sintetica risposta ad una intervista.
Detto questo, però, bisogna aggiungere che vi è un spazio ampio di collaborazione: si pensi ai tantissimi adulti,
impegnati o meno nel servizio educativo.
E a questo livello che vanno trovate le
più opportune forme di collaborazioni
(formazione e educazione degli adulti).
Ma vi è pure un altro livello di possibile confronto: l’analisi dei bisogni
educativi della società, del territorio.
E’ una analisi, questa, che potrebbe
essere condivisa nei percorsi e nelle
conclusioni.
Poi ciascuna associazione ne farà una
traduzione in termini di progetti e
programmi operativi.
Infine non mancherà la reciproca disponibilità ad offrire aiuto tecnico-logistico quando necessario e richiesto, a
tutti i livelli.
Credo, però, necessario continuare
sulla strada della reciproca conoscenza:
il Masci è ancora ampiamente percepito come il movimento che raccoglie
i nostalgici delle bellissime avventure
vissuti in gioventù.
Questa percezione, se superata a livello
di organismi nazionali, è ancora molto
presente a livello territoriale.
E siccome i rapporti autentici fra le
associazioni giovanili e il Masci si realizzano proprio lì, bisognerà partire
proprio dai rapporti con i gruppi, nei
quartieri, nelle città per costruire una
relazione che sia di rispetto e di collaborazione.
Cosa pensi di proporre a coloro che lasciano il servizio nell’Agesci?
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STRADE APERTE
Di continuare a vivere e testimoniare
i valori dello scautismo in una comunità.
L’uomo e la donna della partenza che,
individualmente, portano nella società
la loro testimonianza, anche se non
può essere liquidata semplicemente
come anacronistica visione romantica
della conclusione del processo edcativo dello scautismo, mi sembra oggi
una proposta debole.
La società di oggi è molto più complessa di quella in cui nacque l’idea
dell’uomo e della donna che, formatisi
ai valori dello scautismo, diventavano
lievito e sale nella massa.
Oggi abbiamo una massa che non è
più così omogenea come un tempo,
una massa attraversata da culture così
diverse fra loro che spesso si contrappongono, anche violentemente, una
massa con fermenti che si muovono in
direzioni contrarie e opposte rispetto
ai nostri valori, una società dalle mille
contraddizioni, che ha smarrito i riferimenti che l’hanno ispirata per secoli,
una società, infine, che ha reso ancor
più fragile la donna e l’uomo dei nostri
tempi.
Alla solitaria testimonianza individuale
(colui che grida nel deserto) preferirei
la testimonianza collettiva di una comunità (la forza del lupo nel branco
sta, la forza del branco nel lupo sta).
D’altronde Gesù, prima di iniziare il
suo ministero pubblico, non fondò
una comunità?
Quanti spazi di crescita, non solo
quantitativa, si aprirebbero per il Masci!
Come pensi di organizzare la formazione?
Questo non è compito del segretario
nazionale (cioè del Comitato Esecutivo), ma del Consiglio Nazionale. Al
Comitato Esecutivo è affidato il compito di realizzare gli eventi di formazione.
E però normale che nel dibattito e nel
processo decisionale non mancherà il
mio contributo personale e dell’intero
Esecutivo.
Che dire?
L’attuale impostazione dell’Arcipelago, con le sue isole e rotte, è anche
frutto del mio diretto contributo.
Dunque l’attuale modello di formazione, ampiamente sperimentato, va
conservato e potenziato.
NOVEMBRE 2013
Credo, però, che, nonostante siano
passati 6 anni dalla sua formale approvazione, non sia stato del tutto compreso dal movimento.
Sarà necessario tornare su questi temi
per trasformare l’Arcipelago delle Opportunità in cultura diffusa fra gli AS e
le comunità.
Il servizio del Masci sul territorio?
La comunità ideale è la comunità che
fa strada nel cuore, nel creato e nella
città.
Senza un concreto impegno di servizio, la comunità si priva di una esperienza fondamentale sotto molteplici
aspetti.
Il servizio nel territorio si realizza per
rispondere ad un bisogno territorialmente rilevato.
Così come le strutture in cui prestare
servizio differenziano un territorio da
l’altro.
Io credo che a livello centrale non si
possa elaborare un modello unico di
servizio, ma impegnarsi ad accrescere
sensibilità e competenza.
Sii preparato (o estote parati di antica
memoria) si presta infatti ad una duplice lettura: essere pronti a rispondere di
sì a situazioni di bisogno, ma farlo con
competenza.
Su questi aspetti, attraverso le rotte
dell’Arcipelago, si dovrà intervenire.
Pensi che il servizio associativo si possa
svolgere contemporaneamente a quello
amministrativo – politico?
Sì. Se non ci fossero valutazioni di opportunità, credo proprio di poter dire
che sì, per un adulto scout dovrebbe
essere naturale svolgere quella che,
Paolo VI, definì la più alta forma di
carità.
Ma noi italiani siamo stati abituati non
solo a intrecciare politica, partito e
amministrazione, in una miscela unica,
senza poter distinguere l’azione di governo da quella del partito, ma anche a
considerare il rapporto con il partito in
termini di fedeltà e tradimento, aprendo la strada a meccanismi di tifoseria.
Il rischio poi che, in caso di impegno
politico di adulti scout, i reciproci preconcetti si possano riversare sull’intero
Movimento, colorandolo di volta in
volta di questo o di quel colore, suggerisce di prevedere un sistema di incompatibilità, così come lo è attualmente.
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
La XXVI Assemblea Nazionale
Masci di Bardonecchia
MARIA LAURA TORTORELLA
Comunità Masci RC 4
Si è da poco conclusa la XXVI
Assemblea Nazionale del Masci, tenutasi a Bardonecchia dal
18 al 20 ottobre u.s., alla quale abbiamo partecipato in più
di settecento AS provenienti da
tutt’Italia. Siamo tornati a casa
stanchi per l’impegno profuso,
ma arricchiti dall’ulteriore occasione d’incontro.
Provo a raccogliere emozioni e
sensazioni per trasmettere almeno un po’ di quanto vissuto in
sentante dell’ISGF (Mida, eletta
alla Word Conference tenutasi
a Como), dell’Agesci e di altre
associazioni a noi vicine. Quindi Riccardo, Presidente uscente,
nel ricordarci che intorno a noi
sono cresciute attese e speranze
alle quali dobbiamo rispondere
con responsabilità, ha presentato
All’apertura dell’Assemblea, con la sua relazione di fine triennio:
l’intronizzazione della Bibbia, alti i contenuti, che ci hanno
sono seguiti i saluti del Sinda- ulteriormente motivato e per i
co, del Vescovo, della rappre- quali lo ringraziamo.
quell’angolo di paradiso montano, addobbato dai colori autunnali e dalle prime cime innevate,
accolti dall’affetto e dalla premura degli adulti scout piemontesi che hanno fatto si che nulla mancasse… neanche un sole
splendente!
STRADE APERTE
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Speciale Assemblea Nazionale
La successiva tavola rotonda, ha
visto la partecipazione del Ministro per l’integrazione Cecile Kienge, di Ernesto Olivero,
fondatore del Sermig (Servizio
Missionario Giovani) e candidato al premio Nobel per la pace e
del magistrato Lullo Losana.
Proprio quest’ultimo, nel raccontare la propria esperienza
con i minori, ha sottolineato
l’importanza
dell’educazione
alla cittadinanza, che non può
essere proclamata, ma và vissuta.
Inoltre, ha richiamato la necessità, per i giovani, di avere adulti
significativi di riferimento.
Quindi la testimonianza particolarmente coinvolgente di Ernesto Olivero: “ sono fatto anche
di voi… noi siamo quello che abbiamo fatto nella nostra vita…
sono stato sempre bocciato, ultimo
della classe… ho chiesto perché a
Dio: voleva da me cose nuove… A
vent’anni avevo un sogno: abbattere la fame nel mondo (un sogno
esagerato) e con i miei amici ho
fondato il Servizio Missionario
Giovanile di cui mi hanno voluto
Presidente… Un giorno un giovane mi chiese: tu dove dormi?...
quegli occhi che mi puntavano
mi sono entrati nella coscienza…
trovammo un’immobile – l’Arsenale – che chiamammo Città
Rifugio per ospitarvi coloro che
ne avevano bisogno, sembrava
impossibile sistemarlo, ma noi
avevamo un sogno… e vi abbiamo ospitato circa 85.000,00 persone…”
Le sue parole ci hanno chiamato
al cospetto della nostra coscienza, interrogandoci e stimolandoci a fare di più, a puntare su
sogni di spessore, che possono
apparire irrealizzabili (altrimenti che sogni sono?).
Il Ministro Kienge, dopo aver
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STRADE APERTE
rilevato l’importanza di farsi carico della marginalità e della costruzione di percorsi di legalità
(divenire agenti di legalità), ha
sottolineato come il tempo per
ricostruire la speranza non è più
rinviabile.
Al termine ha condiviso la cena
con noi, in semplicità: sul viso
un perenne sorriso e, al collo, il
fazzolettone del Masci.
La serata si è conclusa con un
bello spettacolo scout che, ripercorrendo tratti di storia del
territorio, ha coinvolto tutte le
comunità piemontesi.
Il sabato, dopo le lodi, la presentazione dei candidati ai ruoli
di servizio al Movimento: Bruno e Sonia – per Presidente, Luigi e Carmelo – per Segretario,
ventitre Consiglieri.
Quindi i gruppi di lavoro tematici sul documento programmatico predisposto dal Consiglio
Nazionale e contenente le proposte delle regioni.
Nel pomeriggio le votazioni per
eleggere il nuovo Presidente
Nazionale, il Segretario ed i dieci Consiglieri.
Quindi l’approvazione delle linee programmatiche che guideranno il cammino del Consiglio
e delle Comunità per il prossimo triennio.
Dopo cena, a piedi, la veglia itinerante che, attraverso il centro
storico, ci ha portato alla Chiesa
parrocchiale, riempita allo stremo, in un tripudio di fazzolettoni azzurri. Accompagnata dal
coro degli AS piemontesi e dal
suono dell’organo, la S. Messa
presieduta dall’Assistente Nazionale P. Francesco e concelebrata con tutti glia altri AAEE
ed i diaconi presenti, ha raccolto tutti nella preghiera. La proposta di un duplice segno della
NOVEMBRE 2013
pace, all’inizio ed al termine della celebrazione, ci ha uniti in un
abbraccio che vorrei portare con
me lungo il cammino a venire…
perché tutte le incomprensioni
possano lasciare posto al perdono ed all’impegno.
Al rientro al Villaggio Olimpico, dove abbiamo alloggiato,
ci attendeva il vin brulè, che riscaldando gli animi, ha accompagnato la fisarmonica e i canti
tipici fino a notte inoltrata.
Domenica mattina, il saluto
conclusivo di Alberto, Segretario uscente, quindi la proclamazione degli eletti: Sonia Presidente, Luigi Segretario, i dieci
Consiglieri… a tutti loro è andato l’augurio di buona strada
dell’Assemblea!
A seguire l’approvazione delle
mozioni presentate dalle Regioni, nonché di una mozione straordinaria di particolare spessore
finalizzata all’impegno sull’attuale problematica dell’immigrazione.
All’ammaina bandiera, fra i saluti e gli abbracci, i ringraziamenti e gli impegni, la lettura di un
pensiero di B.P. “…saper leggere
la tradizione e la storia del Movimento e saperne riconoscere gli
aspetti attuali presuppongono
uno sforzo costante di mediazione culturale tra passato e presente. Senza, poi, dimenticare di
guardare al futuro, giacchè ogni
educazione ha una dimensione
profetica…”
Al ritorno, ospiti del pullman
per Milano, abbiamo avuto
modo di confrontarci con Bruno ed i fratelli scout lombardi su
tematiche di povertà e prossimità comuni ai nostri territori, nel
salutarli l’impegno alla condivisione di progetti in un prossimo
futuro.
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
Il Ministro Cécile Kyenge
all’Assemblea del Masci
Sono lieta di intervenire oggi ad
un evento che mi porta ad una
riflessione sull’essere comunità e sull’applicazione di buone
pratiche d’accoglienza come
quella presentata dall’Arsenaledella Pace di Ernesto Oliviero
del Sermig o delle tante iniziative di solidarietà nazionale
ed internazionale del progetto
Eccomi, che ha toccato anche
le zone della mia Emilia terremotata fornendo alloggi lignei a
Crevalcore e Mirandola.
Proprio il sisma del mio territorio ci ha insegnato la convivenza
perché allora sono fisicamente
e simbolicamente caduti quei
muri divisori che hanno permesso alla comunità di mescolarsi e
interagire confrontando bisogni
e relazioni.
L’importanza d’intercettare le
necessità dell’altro, o, come voi
stessi avete sottolineato in uno
di questi tanti progetti ‘dare
qualcosa di cui l’altro ha bisogno’ non significa solamente
IL MINISTRO PER L’INTEGRAZIONE mettersi in relazione per offrire un sostegno
concreto e creare valore solidale, ma è anche qualcosa in più.
Tutto questo ci parla di buone
prassi di cittadinanza: il ‘farsi
carico’ della marginalità, o, più
propriamente, la condivisione
e l’accoglienza delle persone in
difficoltà, non è solo sussidiarietà, ma è esercizio effettivo del
diritto ad essere umani.
Il diritto ad essere comunità.
L’uomo vive in e di relazione.
Mai come in questi ultimi anni,
caratterizzati da crisi economiche e disuguagliane sociali, c’è
la necessità di ripensare al valore
della solidarietà e dell’incontro
con l’altro, del sostegno e della
presa in cura della marginalità,
come a prassi di cittadinanza attiva che si sviluppano in un lavoro quotidiano.
La pienezza della sussidiarietà si
esprime, infatti, arricchendo se’
stessi e gli altri di quella condivisione di valori che
è la sola capace di promuovere
un vero cambiamento nella dimensione comunitaria.
Sviluppare l’apertura alla relazione è infatti una buona pratica che rafforza la cittadinanza
e diviene moltiplicatore delle
potenzialità di una collettività:
è lo uno stimolo che da forza a
un nuova coesione sociale fatta
d’interazione e sinergia con i
bisogni altrui perché si arrivi a
comprendere che in quel percorso arricchiamo anche noi
stessi.
Martin Luther King disse: “Non
possiamo camminare da soli”
ed è in questo assunto fondamentale che possiamo ritrovare il senso del nostro impegno
quotidiano nell’agire facendo
divenire la ‘comunità’ un bene
comune.
La vera educazione all’essere cittadini significa ricostruire
un mondo in cui l’impegno di
ognuno di noi dovrebbe essere
incentrato sul rendere concrete parole come partecipazione,
collaborazione, speranza, equi-
tà.
Una equità vera e sostanziale,
fatta di diritti effettivi ed agiti,
non solo per fornire risposte al
disagio, ma per crescere assieme
come società, imparando che il
bisogno dell’altro è anche un
nostro bisogno.
La via è quella, appunto, della partecipazione, l’orizzonte
concreto è quello dell’impegno
comune nel riconoscere che i
diritti, anche i diritti inediti, si
costruiscono quotidianamente
nell’interazione con l’altro. 1
diritti di ciascuno, infatti, aumentano quanto più sono condivisi perché più la società è
uguale e coesa, più è forte, fiorente e matura.
Come è stato citato dal Presidente Masci, Riccardo Della
Rocca, stiamo attraversando
un’epoca di continui mutamenti socio economici: sistemi un
tempo solidi e produttivi sono
ora afflitti dal dilagare di nuove
povertà e marginalità, dall’irrompere nelle nostre comunità
di sempre nuove crisi ed emergenze, dettate dall’imposizione
di allarmanti bisogni.
In questa mutata geografia economica e sociale s’impone un
cambiamento di paradigma per
interpretare la realtà.
Non è sufficiente puntare alla
crescita economica, essa non
genera automaticamente equità,
non solo, ma come la crisi ci ha
insegnato, senza un certo grado
di equità anche la crescita è de-
STRADE APERTE
9
Speciale Assemblea Nazionale
vizio come scelta di vita, una
scelta che è personale ma anche
comunitaria”, parlate di qualcosa che è molto simile al lavoro
che dovrebbe compiere la buona politica.
Mettersi ‘al servizio’ per garantire la coesione sociale e il
rispetto dei diritti: dare voce e
risposte ai bisogni di una società
Promuovere, come voi avete in mutamento è compito della
fatto campagne ed azioni sull’e- politica.
stensione di valori come la cittadinanza, l’acqua pubblica, la Il farsi carico del disagio e oflotta alla criminalità è un fattore frirne soluzioni è compito della
buona politica.
di crescita.
Costruire assieme nuovi percor- Ma questa buona politica non
si di accesso al diritto di cura, di deve solo essere demandata a
formazione, di residenza, di una istituzioni, partiti o ad ‘altri gastabilità di vita lavorativa: è un ranti’ al di fuori di noi.
fattore di crescita.
Quando voi parlate del “ser- La buona politica è principalstinata ad arrivare al capolinea.
L’uguaglianza nei diritti è un
fattore di crescita.
Riconoscere le potenzialità
dell’altro è un fattore di crescita.
Agire nuovi stili di vita basati
sulla cooperazione e sulla condivisione permette di far fronte
alla crisi, uscendone più forti.
NOVEMBRE 2013
mente agita e partecipata in
primo luogo dai cittadini ma di
cittadini che si immedesimano
e fanno propri i bisogni altrui.
Quindi, il divenire adulti nel
senso evolutivo dell’attuale società, significa osservare la realtà
con gli occhi dei poveri o degli
emarginati perché solo così si
riusciranno davvero a comprendere priorità e direzioni da percorrere per crescere davvero.
Voi avete parlato di una ‘sfida
profetica’: è il tempo non più
rinviabile del coraggio, della radicalità, del rigore morale, della restituzione della speranza.
Ecco, restituire speranza e sogni è compito della politica, ma
concretizzarli è anche responsabilità della società civile.
Il Ministro Kyenge, con il foulard del Masci, si intrattiene con Ernesto Olivero, Presidente del Sermig di Torino
10
STRADE APERTE
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
Saluto del Presidente ISGF
Mida Rodriguez
Cari amci del MASCI,
sono molto contenta di essere quì
con voi e vi ringrazio per l’invito.
Come presidente della Conferenza Mondiale vi saluto a nome della
Conferenza Mondiale e dell’ ISGF.
Per via della mia responsabilità
nella Regione Europea e della Sub
Regione Sud ho avuto molti contatti col MASCI ed ho fatto molte
amicizie.
L’Italia, in occasione dell’eccellente incontro Mediteranneo in Sicilia, nel 2006, ha condiviso molte
esperienze e sono sicura che il MA-
SCI continuerà a preparare sfide
alla Regione ed alla Subregione.
A livello mondiale, dopo la conferenza di Como e basata sui due
libri italiani Legge per Adulti e
Metodo per Adulti che Virginia e
Paolo Livati hanno preparato per
essere inclusi in “Il nostro Kit” progetto mondiale per lo sviluppo
personale, di nuovo il MASCI ha
collaborato con l’ISGF.
Ma abbiamo bisogno di informazioni a proposito dei vostri progetti.
Dai piccoli ai grandi, tutti i proget-
ti sono importanti e devono venir
condivisi.
Devono essere inclusi nel libretto
“Progetti del mondo” e dibattuti
alla prossima Conferenza Mondiale, dal 10 al 16 ottobre prossimi
venturi a Sidney, in Australia.
Le informazioni complete verranno date a gennaio.
Vi auguro una buona assemblea
generale e vi confermo che l’ISGF
conta sul MASCI per lo sviluppo
del movimento guide e scout adulti.
Grazie
STRADE APERTE
11
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
Il saluto della FIS
FRANZ ADAMI
Presidente
Care sorelle e fratelli scout, è un onore
essere qui a portare gli auguri della Federazione Italiana dello Scautismo di
buon lavoro a voi tutti per questa importante assemblea, che rappresenta il
momento della scelta per il futuro della
vostra associazione.
riflessioni profonde sulla natura,
sulla spiritualità dell’uomo, sulla fratellanza che ci unisce a tutti gli altri scout;
quando da Capi riuscivamo a diventare
i fratelli maggiori di decine di ragazze
e ragazzi che riponevano tutta la loro
fiducia nella nostra guida.
E’ sempre un momento importante
quello del rinnovo delle persone che
si pongono al servizio della associazione tutta e il mio augurio è che tutto
quanto è stato fatto fino ad oggi trovi altrettante nuove forze per andare
avanti, nella continuità che magari in
se non è un valore, ma che rappresenta
la storia che non si deve mai rinnegare.
La presenza della FIS a questa manifestazione è naturale, logica.
Il disegno formativo che le associazioni scout giovanili italiane riconosciute
propongono ai propri iscritti non tralascia certo la centralità del servizio, cui
il giovane si deve preparare.
Ed oggi quei valori fanno parte del
vostro, del nostro bagaglio, ne sono
spesso la parte migliore e quella cui
ci richiamiamo nei momenti difficili e
sono quelli che ci danno la forza per
continuare a Servire.
Ho già avuto occasione di dire che il
MASCI rappresenta la applicazione
pratica del principio “Una volta scout,
sempre scout” e quindi la sua azione si
riverbera sull’immagine che la Società
Civile ha dello scautismo.
Una vetrina importante, che presenta a
tutti i risultati della formazione scout,
dell’opera formativa che lo scautismo
fa, costruendo il carattere, la preparazione fisica e la forza morale dei giovani impegnati nelle sue attività.
Con diverse sfumature si spinge a svolgere questo servizio, nella fascia di età
dei rover e naturalmente una volta
presa la “partenza”, all’interno dell’associazione o in altre organizzazioni
che operano per dare un contributo al
superamento delle mille difficoltà che
tutti incontriamo, ma che per i meno
fortunati sarebbero spesso insormontabili se non ci fosse appunto chi aiuta.
Quindi spirito di servizio, che nella
vostra associazione trova mille modi
di esplicitarsi, ma soprattutto trova
un centro che continua ad alimentare
questo spirito, a farlo crescere ed a preservare i valori che vi sono sottesi.
E quei valori sono quelli che abbiamo
interiorizzato da giovani: quando da
lupetti abbiamo imparato a giocare seguendo le regole, senza barare e mantenendo il massimo rispetto per chi
perdeva; quando da esploratori cercavamo di rendere accogliente il nostro
angolo di pattuglia, in sede o al campo, vivendo la splendida avventura della vita all’aria aperta; quando da rover,
nella veglia sotto le stelle scambiavamo
12
STRADE APERTE
Credo che dobbiamo ringraziare i vostri Capi Unità perché se siete qui,
impegnati in questa associazione forte
e numerosa, è perché vi hanno fatto
appassionare allo scautismo, vi hanno
fornito le chiavi per una vita di impegno civile, responsabile e solidale.
E questo continuate a farlo nel segno
dello scautismo, perché nello scautismo credete e così facendo permettete a tutti di capire cosa significa essere
scout o anche solo esserlo stato.
Se queste premesse sono vere e condivise, si capisce il significato della presenza della FIS qui oggi.
Ma non nascondiamoci che la strada
da percorrere per riuscire a consolidare e rendere sempre più fruttuoso
il rapporto tra chi offre l’educazione
scout ai ragazzi e alle loro famiglie e
chi, spesso uscito dalla esperienza diretta nelle associazioni scout, vive lo
scautismo nella vita di tutti i giorni ed
ama ritrovarsi con altri che condividono questa vita, è ancora lunga.
La vostra capacità di rispondere alla
chiamata delle associazioni giovanili
quando esse hanno bisogno o quando la vostra collaborazione può essere
molto utile, è alta.
Ma bisogna stare attenti a non confondere i ruoli, sia in fase progettuale
sia in quella attuativa: la responsabilità educativa, e conseguentemente di
tutte le scelte che riguardano questo
versante, deve restare interamente nelle associazioni giovanili, anche la dove
pure gli adulti scout hanno trovato posto in quelle associazioni.
Ed è proprio su questo punto che
vorrei chiedere un nuovo sforzo, agli
adulti scout tutti: aiutiamoci a ritrovare una logica comune nelle nostre
associazioni, anche per poter tornare a
dare maggior forza la movimento con
una presenza più allargata di esperienze di scautismo adulto in Italia.
So bene che il tema non è semplice, ma
spero che queste poche parole rappresentino un piccolo seme, che possa poi
germogliare attraverso le attenzioni
di tutti e la comune volontà di andare
avanti insieme.
Vorrei concludere ricordando che esiste una esperienza valida e florida in
cui le tre associazioni Agesci CNGEI
e Masci collaborano ormai da oltre 10
anni: è il Centro Studi Mario Mazza
di Genova, un’impresa complessa che
però ha unito le forze delle tre associazioni con soddisfazione di coloro che
sono direttamente coinvolti, ma anche
dei tre soci.
Questo insegna che si può fare, che
tutti sono utili alla diffusione dello
scautismo, e che gli Scout, quando vogliono fare una cosa, quando si pongono un obbiettivo, per quanto ambizioso, riescono a raggiungerlo.
E’ con questo spirito che vi rinnovo gli
auguri per un fine settimana di lavori
fruttuosi, che diano soddisfazione a chi
partecipa e rafforzino lo spirito straordinario della vostra associazione.
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
La parola della Capo Guida Agesci
Cari fratelli e sorelle del MASCI,
vi ringrazio vivamente per questo invito.
Volentieri oggi sono qui a portare il
saluto fraterno dell’AGESCI, anche a
nome di Giuseppe Finocchietti, Capo
Scout d’Italia. Giuseppe non è qui fisicamente, ma ci segue ugualmente con
il suo affetto e la sua vicinanza.
E’ con un profondo senso di gratitudine che mi rivolgo a questa Assemblea.
Voi infatti, con la vostra azione, nelle vostre Comunità, nelle vostre realtà
territoriali, nel vostro impegno quotidiano, dimostrate concretamente
che lo scautismo, in qualsiasi stagione dell’esperienza personale sia stato
incontrato e vissuto, continua a dare
senso alla vostra vita, a orientare i vostri percorsi.
Attraverso il vostro impegno formativo nel MASCI voi testimoniate che lo
scautismo rimane per voi un fermento
prezioso, un orizzonte aperto, che vi
rende capaci di vivere e trasmettere i
suoi ideali e i suoi valori sia nella quotidianità personale che nell’impegno
concreto nella società che abitiamo.
L’azione del MASCI testimonia che
ci sono adulti che non si rassegnano
all’individualismo e alla indifferenza
della società attuale e che per potere
essere lievito di questo mondo sono
consapevoli dell’importanza fondamentale della vita comunitaria, della
formazione permanente, del servizio
nella comunità civile ed ecclesiale,
senza fermarsi, ma guardando sempre
oltre, verso nuovi spazi da esplorare e
servire. La riflessione che state affrontando in questa Assemblea, svolgendo
lo sguardo “Oltre il ponte... in cammino nella storia”, è la dimostrazione di
questa ricerca continua.
Mi piace anche ricordare che il MASCI spesso rappresenta una delle strade attraverso cui la proposta educativa dell’AGESCI trova maturazione e
nuovi orizzonti, in età adulta, quando
le storie personali prendono percorsi
che inevitabilmente si distaccano dal
mondo giovanile, ma non per questo
perdono la ricchezza del patrimonio
educativo dello scautismo che si è interiorizzato con i valori della Promessa
e della Legge.
I valori della Promessa e della Legge e
dello scoutismo cattolico legano strettamente MASCI e AGESCI, pur tra
le differenze di identità, fisionomie e
scopi della loro azione.
Salutiamo tutti con molto piacere le
varie collaborazioni, attuate in tempi recenti, in progetti ed esperienze
comuni, in cui MASCI e AGESCI,
nell’unione delle loro forze, hanno
condiviso azioni educative e formative,
per il bene di tutti.
Il vostro Presidente nella sua relazione
ha ricordato, tra le diverse esperienze,
il Convegno degli Assistenti Ecclesiastici ad Assisi dello scorso febbraio
(insieme anche con FSE) e la recente
partecipazione alle Settimane Sociali
di Torino. Io stessa sono testimone
del prezioso servizio di una pattuglia
del MASCI al Jamboree 2011 in Svezia, che ha contribuito ad arricchire la
qualità della presenza del contingente
italiano e della sua percezione da parte
dei paesi presenti provenienti da tutto
il mondo.
Mi piace ricordare anche le numerose,
fruttuose, esperienze locali di collaborazione tra Comunità MASCI e gruppi AGESCI, di cui molti siamo a conoscenza. Per tutto questo vi manifesto
nuovamente la gratitudine dell’AGESCI: i tempi che stiamo vivendo non
ci permettono di avere la pretesa di
agire da soli, dobbiamo essere capaci
di creare collaborazioni per costruire
insieme, e voi ci dimostrate che ci sono
le condizioni per farlo, pur nella chiarezza delle diverse identità.
L’AGESCI sta vivendo ora un periodo
di particolare fibrillazione:
il prossimo agosto la 3A route nazionale dell’AGESCI, “Strade di coraggio...
diritti al futuro!”, vedrà oltre 30.000
Rover e Scolte percorrere le strade del
nostro paese, per confluire, infine, alla
tenuta di San Rossore a Pisa.
Il tema della Route nazionale sarà il
CORAGGIO: è il momento che lo
scautismo giovanile giochi il suo ruolo
di protagonista del cambiamento, in
questo tempo, e che i giovani siano i
veri costruttori del proprio futuro e di
quello del Paese.
La Route nazionale sarà per i ragazzi
l’occasione per intraprendere percorsi di cittadinanza attiva a servizio del
Paese.
La route richiede all’AGESCI uno
sforzo organizzativo di grandi proporzioni.
Approfitto di questa occasione per
unirmi alla richiesta che Marilina e
Matteo, i Presidenti dell’AGESCI, vi
hanno già fatto pervenire a suo tempo.
Sosteneteci in questa sfida, concedendoci ancora una volta il vostro prezioso servizio: lo scautismo è la strada che
ci unisce tutti i giorni.
Grazie.
Il Vescovo di Susa, Mons. Alfonso Badini Confalonieri porta il suo saluto all’Assemblea.
STRADE APERTE
13
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
Intervento di Roberto Cociancich
Presidente della Conferenza Internazionale Cattolica dello Scautismo
Voglio portarvi il saluto affettuoso
e cordiale della CICS, che rappresenta sessantaquattro associazioni nel mondo in quattro Regioni, Europa-Mediterraneo, Africa,
Asia-Pacifico e America. Sono otto
milioni di scouts che porto idealmente con voi in questa grande
sala per vivere questa grande avventura che il vostro Movimento
rappresenta perche è molto vicino
a noi non soltanto dal punto di
vista ideale ma ha dimostrato di
esserlo molto anche dal punto di
vista concreto. Sono molte le idee,
i progetti gli scambi che abbiamo
avuto ma oggi io non vorrei limitarmi a un mero saluto di circostanza ma vorrei entrare nel merito
di due questioni che vi potrebbero interessare, proprio perché tra
amici si parla di questioni concrete.
C’è una questione che io sento ormai matura ed è quella di definire
meglio i rapporti tra il MASCI e
la CICS che sono due associazioni
che hanno ispirazioni comuni ma
sono presenti in organismi mondiali differenti.
La CICS fa parte del WOSM e nello statuto è previsto che facciano
parte di CICS solo organizzazioni
che fanno parte del WOSM. Non
è il vostro caso ma io penso che sia
il caso di immaginare una partnership più strutturata che ci consenta
di affrontare insieme alcune sfide.
Ne dico soltanto due. Oggi noi
abbiamo a livello mondiale una riflessione importante in corso che
riguarda il ruolo della religiosità e
della spiritualità all’interno dello
scautismo. Ci sono alcune associazioni scout, prevalentemente nel
nord Europa, che stanno riflettendo sull’opportunità di mantenere
all’interno della promessa scout il
14
STRADE APERTE
riferimento al dovere verso Dio,
e alcune hanno modificato la loro
promessa in tal senso.
Credo che questo al di là di facili
scandalismi, ci imponga di misurarci con la serietà del tema. Indubbiamente c’è una parte del
mondo scout che ritiene opportuno aprire lo scautismo e il guidismo
anche a coloro che non si riconoscono in alcuna religione specifica,
ma questo ci richiede di approfondire in maniera più forte le ragioni
intime del nostro essere scout e del
nostro essere cattolici. Su questo
tema io credo che una associazione
con le caratteristiche di riflessione,
di maturità di esperienza che ha
il MASCI potrebbe dare un contributo molto importante e io mi
auguro che su questa cosa ci possa
essere un cammino condiviso.
La seconda sfida che ci troviamo
davanti sono le celebrazioni del
centenario dello scautismo cattolico.
Noi abbiamo deciso di vivere questo momento anche con altri scout
non solo cattolici ma anche musulmani, ebrei, buddisti e delle al-
tre religioni che appartengono al
WOSM. In questo senso stiamo
organizzando un grande evento
cui vorrei oggi invitarvi per il gennaio 2015 a Gerusalemme, un incontro mondiale che sarà organizzato insieme al comitato mondiale
WOSM e al forum interreligioso e
in particolare con gli scout ebrei
e musulmani, perché sia l’occasione di dimostrare che lo scautismo
è una grande strada per la costruzione della pace e della tolleranza
nell’amicizia e nella diversità. Credo che dobbiamo ritrovare il gusto
della nostra identità e allo stesso
tempo il gusto della nostra diversità.
Su questo il MASCI ha tantissimo
da dire e ci sono tante cose che
possiamo costruire insieme, quindi
mi auguro che si possa continuare
ad affrontare insieme queste sfide
Al temine del discorso, Riccardo
Della Rocca comunica che il percorso della via Francigena verso Gerusalemme si concluderà nel 2015 in
concomitanza dell’evento presentato
da Roberto Cociancich.
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
Faville di cronaca a Bardonecchia
ANNA MARIA VOLPE PRIGNANO
“Una fase della storia si conclude ed un’altra si apre, vogliamo
condividere, offrire ed accogliere con tutte le donne e tutti gli
uomini il tema dell’educazione per tutta la vita in un mondo nuovo che vivremo insieme
come costruttori di pace con la
nostra bisaccia che contiene un
bene prezioso cui non rinunceremo mai: lo Scautismo con
la legge e la Promessa” così è
iniziato il saluto del Presidente
Riccardo Della Rocca alla fine
del suo mandato.
“Oltre il ponte” è la prospettiva del nostro tempo. Dobbiamo essere tutti disponibili a
costruire e prepararci a vivere
in un mondo con meno risorse,
con meno energia, con meno
abbondanza ma, forse, con più
felicità come “costruttori di
pace”.
“Oltre il ponte” è anche la
prospettiva della nostra Chiesa,
annunciata dal Concilio cinquant’anni fa. Una Chiesa che,
come diceva Giovanni XXIII, è
la Chiesa di tutti ma è soprattutto la Chiesa dei poveri e non
solo per i poveri.
Non sono mancati i saluti del
Presidente della World Conference Mida Rodriguez e del
presidente della FSE che hanno
auspicato una fattiva collaborazione fra Associazioni, della Presidente della Camera dei
deputati, incarico che da buon
scaut ha recepito come servizio.
Il segretario generale della CEI
ci ha detto che: “ Oltre il pon-
te” c’è il Signore che ci attende,
c’è la Chiesa la cui vocazione è
radunare ed accogliere tutti nel
cammino verso il Regno, cioè
tanti uomini e donne in attesa
di vero amore e gratuità.
Hanno fatto seguito il saluto
del presidente del Consiglio, del
Presidente del Senato e del Presidente della Repubblica.
Molto interessante la tavola rotonda coordinata dall’ambasciatore Mario Sica, grosso baluardo della storia dello scautismo
nazionale ed internazionale.
Il primo intervento è stato del
dott. Losana chiamato dai fratelli scaut Lullo, magistrato dei
minori, e molto altro ancora, ha
parlato lungamente dell’educazione degli adulti e dei giovani, specialmente di quelli cui è
mancato un percorso educativo.
I cambiamenti sociali, economici, tecnologici hanno evidenziato una nuova fragilità che esige
una nuova e continua educazione come accettazione del cambiamento e della autoeducazione.
Educazione come riconoscimento di soggettività, identità e
responsabilità.
In conclusione ha proposto un
servizio civile europeo obbligatorio biennale rilanciando la formazione scaut come educazione
per la vita.
Ha fatto seguito l’intervento di
Ernesto Oliviero responsabile
dell’Arsenale della Pace, candidato al premio Nobel per la
Pace, ha scritto una lettera alla
coscienza perché ogni persona
è costituita da tutti gli uomini e
le donne che incontra nella vita.
Ha chiesto: cosa fanno i paesi
arabi ricchissimi per la loro popolazione e cosa fa l’Europa per
tutti i morti nel Mediterraneo?
Infine il Ministro Kyenge, figlia
di scaut meno fortunati degli
associati al MASCI che hanno
la possibilità di testimoniare
lo scautismo per tutta la vita,
ha accettato volentieri le scuse
di chi aveva esordito nei suoi
confronti su facebook con frasi
razziste, ricambiando con baci,
perché alla violenza per non generare altra violenza, si risponde
con l’amore.
Ha ricordato che è fondamentale ridare la speranza ai giovani
perché la possibilità di un mondo migliore esiste: lo ha dimostrato Eccomi dando un aiuto
sostanziale durante il terremoto dell’Emilia, con la fornitura
di alloggi lignei a Crevalcore e
Mirandola. Ha raccontato avendolo vissuto in prima persona
che nel momento tremendo la
popolazione è uscita dalle case
cadute ed ha guardato in faccia
il diverso perchè nella tendopoli
si vive tutti insieme. E’ stato un
bellissimo momento di convivenza in quanto sono fisicamente e simbolicamente caduti quei
muri divisori che hanno permesso alla comunità di mescolarsi e
interagire confrontando bisogni
e relazioni. La vera educazione
all’essere cittadini significa ricostruire un mondo in cui l’impe-
STRADE APERTE
15
Speciale Assemblea Nazionale
gno di ognuno di noi dovrebbe
essere incentrato sul rendere
concrete parole come partecipazione, collaborazione, speranza,
equità. Ha concluso promettendo tutto il suo impegno per la
realizzazione del servizio civile
nazionale obbligatorio che aiuti
a crescere i giovani per migliorare il mondo ed essere vincenti.
Ottima l’organizzazione della
regione di accoglienza: il Piemonte che ha presentato anche
i momenti più significativi della
sua storia più recente durante la
prima serata di benvenuto.
Sabato sera è stata bellissima
la partecipazione di settecento persone alla veglia itinerante
16
STRADE APERTE
magistralmente condotta per le
strade di Bardonecchia fino alla
chiesa parrocchiale, con lento
incedere, in assoluto silenzio
interrotto solo da canti liturgici
scaut, il tutto si è concluso con
la liturgia domenicale in chiesa.
Grosso lavoro per riordinare i
testi delle mozioni è stato svolto
dal comitato mozioni guidato
dal nostro bravissimo Matteo
Caporale.
I risultati delle elezioni hanno
un pò scosso l’Assemblea con la
vittoria per la prima volta nella
storia del Masci di una donna
anche giovane: Sonia Mondin
che così ha esordito: “lo scautismo va sempre controcorrente la
NOVEMBRE 2013
solidarietà e l’affetto dimostrato
mi ha spinto a dire sì a questo
impegno.
Ora occorre raccogliere la voce
delle nostre comunità in modo
meno istituzionale e più gioioso
le comunità diventeranno un’unica collana attraversata da un
filo: io spero di essere quel filo”.
Ed ancora: “Se l’assemblea segnava un passaggio di un Ponte,
ora non ci resta che fare cerchio
oltre il ponte, guardarci negli
occhi, riconfermarci nei valori
della sostanza, e andare incontro al futuro, vivendo insieme
un’intuizione, facendo progetto
un’idea che sembrava un’utopia”.
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
Linee programmatiche MASCI
per il triennio 2013-2016
PREMESSA
storia; mondialità e salvaguardia del creato.
Questi indirizzi programmatici per il triennio 2013-2016 impegnano in primo luogo
tutte le Comunità, le Regioni e di conseguenza il Consiglio Nazionale e tutte le
altre strutture di servizio del Movimento,
nell’ambito dei ruoli e dei compiti previsti
dallo Statuto.
Il Consiglio Nazionale, nel raccogliere le
indicazioni delle Regioni che fanno sintesi
delle esigenze delle comunità, solleciterà
e motiverà gli Adulti Scout proponendo
percorsi educativi, metodi e obiettivi per
tutto il Movimento secondo il tema “Oltre
il ponte... in cammino nella storia”, con la
consapevolezza dei cambiamenti epocali in
atto.
SCAUTISMO PER ADULTI
Le parole con le quali inizia il messaggio
che abbiamo condiviso a Salerno: “Noi,
donne e uomini, crediamo possibile operare scelte capaci di segnare in modo decisivo il quotidiano di tutti e orientare la
società intera alla condivisione dei beni comuni” indicano speranza, determinazione
e tenacia, che sorrette dalla Legge e dalla
Promessa, possono valorizzare e rendere
disponibili le nostre Tracce: scautismo per
adulti; spiritualità e catechesi; entra nella
Ci impegniamo ad essere testimoni credibili e visibili dello Scautismo Adulto, fondato sulla Legge e sulla Promessa scout
vissuto e connotato dalla gioia, dal sorriso,
dalla serenità, dall’accoglienza, dallo spirito di servizio e dalla spiritualità della Strada
Riteniamo perciò che il Movimento debba
farsi promotore di un nuovo rapporto tra
le generazioni, per contribuire in modo significativo alla sfida educativa di cui tanto
si parla.
In nome di un positivo e rispettoso rapporto donna-uomo è necessario contrastare
ogni cultura di prevaricazione e di violenza.
L’Assemblea Nazionale impegna il Movimento a promuovere relazioni tra le varie
realtà associative scout e non e a strutturare
tali relazioni a livello macroregionale:2013
- per condividere opportunità di formazione e strumenti operativi
- per giungere a organizzare incontri regionali e, almeno con cadenza triennale,
un incontro nazionale sui temi dell’educazione degli adulti, (ad esempio: legalità,
giustizia, integrazione, accoglienza a parti-
re dalle nuove culture, essenzialità, solidarietà, condivisione, bene comune, fedeltà
democratica alle istituzioni), coinvolgendo
nel cammino di preparazione anche i vari
centri di studio sullo scautismo e le realtà
locali.
SPIRITUALITÀ E CATECHESI
Ci impegniamo a ravvivare il rapporto con
Dio presente nella Sua Parola, nel volto di
ogni uomo e nel Creato, affinché si rafforzi la consapevolezza del nostro ruolo nella
Chiesa e nella Società, secondo uno stile
capace di tessere relazioni profonde con gli
altri e di aprirci alla fiducia e alla speranza
con gioia.
In questa dimensione si costruisce pazientemente la “spiritualità della Strada” per
fornire all’uomo e alla donna gli strumenti per saper meglio leggere e “respirare” il
mondo, affinché ci si possa impegnare nel
servizio alla Chiesa ed al mondo.
La Parola, sempre più e meglio conosciuta
e vissuta da noi Adulti Scout con percorsi
anche specifici di approfondimento e d’interiorizzazione, ci spingerà, assieme a tante
altre realtà ecclesiali, religiose o di volontariato, ad agire ed a testimoniare sul terri-
Un momento di allegria
STRADE APERTE
17
Speciale Assemblea Nazionale
torio un cammino di crescita permanente a
servizio dei più fragili, deboli e lontani, facendoci prossimo, come buoni samaritani
capaci di cogliere, condividere e prevenire
le necessità altrui.
ENTRA NELLA STORIA
Il Masci vuole caratterizzarsi per la sua ricerca e affermazione del “bene comune “.
Il Masci promuove e tutela la cultura della pace, della parità di genere, della nonviolenza, della legalità, dell’esercizio delle
virtù morali e civili per tutte le donne e per
tutti gli uomini.
Gli Adulti Scout vivono le sfide dell’oggi,
entrando nella storia come testimoni credibili ed efficaci con una precisa identità, fatta di competenze e capacità, senza timore
di esporsi e di sbagliare.
Gli Adulti Scout, consapevoli che la democrazia è partecipazione attiva e conoscenza
diffusa, si impegnano a vivere la legalità.
Ogni comunità Masci ha la responsabilità
di rendere accessibile il principio della sussidiarietà previsto dalla nostra Costituzione, elaborando e condividendo esperienze,
attività e progetti con altre realtà.
Gli Adulti Scout si impegnano ad operare
nelle comunità secondo lo stile dell’accoglienza, della solidarietà e della condivisione, rendendo le famiglie soggetto vivo ed
attivo di questa scelta.
Le Regioni ed il Consiglio Nazionale
avranno cura di raccogliere le buone pratiche, presentare tutte le esperienze, metterle a confronto ed elaborare indicazioni
e suggerimenti.
- Assemblea Nazionale
MONDIALITA’ E CUSTODIA DEL
CREATO
La questione ecologica non può essere disgiunta dalla questione sociale.
Lo scautismo adulto richiede uno stile di
vita improntato all’essenzialità e che non
segua le regole del profitto.
La sobrietà è indispensabile per la custodia
del creato, per una nuova economia della felicità e per una modalità di relazione
interpersonale improntata all’accoglienza,
alla condivisione, alla solidarietà. L’impegno del MASCI nei confronti dell’ambiente e della mondialità deve essere definito
e irrinunciabile; le strutture di servizio del
Movimento promuoveranno incontri e
percorsi educativi a livello regionale e nazionale.
La discussione sul ruolo del Masci nella custodia del Creato mostra che è necessario
proseguire nelle attività di formazione, ma
anche incrementare lo scambio tra comunità e tra Regioni.
Il consiglio nazionale valuti l’opportunità
di costituzione di una pattuglia sul tema.
Il Masci si impegna a dare testimonianze
quanto più visibili dei valori scout a livello
globale, anche tramite l’azione dell’onlus
ECCOMI e sollecitando l’ ISGF per un’azione sempre più incisiva ed efficace al fine
di:
- contrastare le disuguaglianze e le discriminazioni;
- tutelare il patrimonio ambientale e culturale;
- operare per l’uguaglianza dei diritti della donna e dell’uomo in ogni angolo della
terra e per la piena attuazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani;
- essere accogliente nei confronti dei diversi, degli emarginati, dei migranti, servire
incondizionatamente i più lontani e i più
poveri.
Le numerosissime iniziative di solidarietà
internazionale presenti nel Masci a volte
s’ignorano e a volte hanno bisogno di coordinarsi.
Il Consiglio Nazionale valuti l’opportunità di arrivare ad un incontro nazionale su
questo tema.
FORMAZIONE
Ritenendo che la formazione rivesta un
carattere fondamentale per il nostro Movimento, e valorizzando il lavoro svolto negli
ultimi anni con l’Arcipelago delle opportunità, si impegnano le Regioni e il Consiglio
Nazionale a:
- sollecitare le comunità alla formazione,
alla crescita e al confronto, utilizzando gli
strumenti sotto citati e avvalendosi di riflessioni, questionari, schede da pubblicarsi
sul portale e su Strade Aperte e perseguendo la coerenza degli obiettivi e delle modalità operative in stile scout;
- privilegiare la conoscenza e la fruizione
da parte delle comunità di tutti gli strumenti attualmente disponibili, partendo
da Promessa, Legge, Patto comunitario e
da quanto prodotto e realizzato dal Movimento e concretizzato nei libri, nei quaderni e nell’Arcipelago;
- realizzare e diffondere adeguati strumenti
facilmente utilizzabili;
- riconoscere e valorizzare le risorse umane
NOVEMBRE 2013
presenti all’interno del Movimento, impegnandole nelle iniziative locali 1.
SVILUPPO
In continuità con il percorso di sviluppo
intrapreso nell’ultimo triennio, il Consiglio Nazionale metterà a disposizione dei
“piloti e missionari” un’adeguata “cassetta
degli attrezzi per lo sviluppo”, facilmente
utilizzabile e da aggiornare con continuità
anche in base alle esperienze di ciascuna
Regione, relativamente alle seguenti finalità:
- sviluppo quantitativo del Movimento in
modo da realizzare un’adeguata presenza
sul territorio;
- presentazione del Masci, con forte accento sui valori fondanti (servizio, dimensione
comunitaria, dimensione familiare, concretezza nelle scelte);
- formazione continua/permanente delle
persone che si occupano di sviluppo, con
particolare riferimento alle varie forme di
“Isole della Scoperta”;
- comunicazione come strumento di conoscenza e condivisione.
Particolare attenzione va riservata:
- alla relazione con altre associazioni non
necessariamente scout;
- al supporto ed accompagnamento delle
comunità nuove ed esistenti;
- a un forte coinvolgimento dei segretari
regionali e delle comunità nell’azione di
sviluppo;
Le strutture di servizio del Movimento, a
cominciare dalle comunità, si impegnano
a favorire la partecipazione di ogni Adulto Scout agli eventi nazionali, regionali ed
interregionali, in particolare quelli relativi
allo sviluppo, rendendone noto il calendario e gli argomenti con congruo anticipo
e coinvolgendo nella progettazione e realizzazione dei succitati eventi tutte le comunità.
COMUNICAZIONE
Si ritiene opportuno:
Facilitare e rafforzare la comunicazione tra
le diverse strutture del Movimento attraverso:
- il sistema di consultazione di consigli regionali e comunità da parte del Consiglio
Nazionale, in via di realizzazione;
- l’istituzione di forum tematici, preferibilmente “moderati” e con registrazione
obbligatoria;
__________________________________
1 Dal confronto nella Commissione tematica (per l’esame delle linee programmatiche del Movimento in materia di formazione), dell’Assemblea Nazionale 2013,
è emerso che:
•
la formazione è essenziale per delineare la nostra identità al fine di poterne dare testimonianza alle realtà esterne;
•
è stata posta poca attenzione alla formazione religiosa, che invece è uno dei punti cardini della nostra identità;
•
fra le offerte di formazione sono da privilegiare i campi, luogo ideale per la crescita, perché luogo di relazione e di incontro;
•
è auspicabile dare maggior chiarezza sull’iter formativo sia come tempistica sia come linguaggio;
•
sarebbe opportuno inviare a tutti gli adulti scout tutto il materiale formativo prodotto;
•
occorre prestare attenzione alle competenze e alla formazione dei formatori e coinvolgere direttamente le Regioni nell’ opera di formazione.
18
STRADE APERTE
Speciale Assemblea Nazionale
- l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e lo sviluppo di applicazioni specifiche per gli scopi informativi ed operativi
del Movimento;
- un’armonizzazione tra gli strumenti di
comunicazione che produca dialogo, con
attenzione all’integrazione tra i seguenti
canali: la rivista “Strade Aperte”, in versione cartacea e digitale, come strumento
privilegiato per l’approfondimento di particolari temi, per la condivisione di idee
e proposte realizzabili provenienti anche
dalle diverse comunità come frutto di un
cammino di fede e di educazione per adulti; Strade Aperte on line, come strumento
privilegiato di interattività, discussione e
consultazione, da impiegare in preparazione di eventi istituzionali o progetti di
portata nazionale anche come stimolo di
strumenti informatici.
Aiutare le singole comunità nello svolgimento delle loro attività, producendo
“schede sussidio” su argomenti riguardanti
l’educazione degli adulti e pubblicandole
su Strade Aperte.
Realizzare adeguate iniziative per la promozione, la divulgazione e la conoscenza
della stampa associativa (Rivista, Quaderni
di Strade Aperte, libri).
Pubblicizzare le opportunità offerte dai
vari centri studi scout.
Appare altresì opportuna la formazione di
una Pattuglia Nazionale Comunicazione,
presieduta dall’Incaricato Nazionale alla
NOVEMBRE 2013
Comunicazione, nella quale individuare
anche un ruolo di addetto stampa per le
relazioni esterne.
In considerazione della responsabilità anche giuridica assunta nel realizzare siti informatici (pagine Facebook, siti web ecc.)
da parte di Regioni e comunità, è opportuno adottare un sistema di vigilanza, interno
al Consiglio Nazionale, sulla congruità di
quanto pubblicato con Patto Comunitario
e Statuto.
Il Consiglio Nazionale sostiene la creazione di una rete di opportunità e relazioni
attraverso la quale ogni comunità potrà attingere e fornire suggerimenti, idee, esperienze.
In particolare le strutture di servizio del
Movimento promuoveranno le relazioni
tra le realtà che si occupano di educazione
“ per tutta la vita “.
VITA DEL MOVIMENTO
Alle presenti linee programmatiche sono
allegati tre documenti, che ne costituiscono parte integrante.
La vita del Movimento non è solo animazione ma modo di vivere l’esperienza di
Adulto Scout.
Il Masci si riconosce nella tradizione scout,
nello spirito del Fondatore, nelle esperienze vissute dal Movimento sin dalla nascita.
La nostra storia, le nostre esperienze passate rappresentano le radici per sostenere le
azioni future.
Nello spirito della “rivoluzione copernicana” le comunità sono confermate protagoniste della vita del Masci.
Esse sono l’asse portante attorno al quale
si sviluppa la vita del Movimento ai livelli
nazionale e locale.
Le comunità collaborano con i livelli nazionale e regionale attraverso la partecipazione a eventi formativi e di comunicazione, organizzati con sobrietà ed essenzialità
anche per macroregioni.
ALLEGATI
ESSERE PONTE VERSO UN FUTURO
Essere ponte vuol dire - per chi ha scelto
di vivere in modo pieno la propria vita testimoniando da adulto, nel quotidiano, i
valori di solidarietà, essenzialità, capacità
di impegnarsi in prima persona, tipici dello
scoutismo - riconoscere che il nostro posto è sulla frontiera della testimonianza,
dell’accoglienza ed integrazione.
Vuol dire che ogni giorno ci riconosciamo
bisognosi di crescere (la valenza educativa)
per essere testimoni competenti verso le
nuove generazioni (patto generazionale) e
verso le nuove realtà che si affacciano alla
nostra attenzione (scautismo come proposta aperta a tutti).
“Il folto gruppo dei volontari del Piemonte che hanno permesso il buon svolgimento dell’assemblea”.
STRADE APERTE
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Speciale Assemblea Nazionale
La valenza educativa
Il Masci rappresenta una risposta significativa all’esigenza di un percorso di educazione permanente e continua degli adulti
in virtù di alcune proprie peculiarità:
- i valori educativi tipici dello scautismo;
- il confronto generazionale e di esperienza
vissuto nelle comunità.
E’ importante rimettere al centro del progetto del Movimento l’educazione permanente degli adulti.
Gli eventi formativi proposti dal Movimento, con la loro forte dinamica esperienziale,
rappresentano un importante anche se non
unico momento di formazione, che non
può essere però separato da un consapevole inserimento in un percorso formativo
personale e personalizzato.
È necessario quindi riflettere sulla necessità
di fornire anche agli Adulti Sscout e alle
comunità strumenti che permettano di definire un progetto educativo individualizzato.
Un patto generazionale
In una situazione in cui i valori sembrano
essere sempre più relativizzati, la testimonianza di adulti impegnati, competenti e
consapevoli che l’educazione non finisce
mai può divenire un elemento di forte stimolo per le nuove generazioni.
Sebbene si ritenga che la ricchezza all’interno delle singole comunità sia rappresentata dalla presenza di una verticalità, anche
forte, in età ed esperienze, perché questo
è il disegno della vita quotidiana, non possiamo nasconderci che questo progetto
presenta problemi di forte impatto (figli
piccoli, ricerca del primo lavoro, stabilità
iniziale della coppia).
È quindi opportuno riflettere sulla grande potenzialità che le comunità regionali
(o zonali) possono rappresentare per offrire a giovani interessati alla proposta del
Movimento un luogo di confronto in cui
vivere una prima esperienza di scautismo
adulto, finalizzato all’inserimento successivo in comunità possibilmente verticali per
un costruttivo confronto tra generazioni,
professionalità, culture, provenienze, attitudini diverse.
Ci pare riduttivo pensare che la proposta di
uno scautismo adulto possa essere rivolta
solo a giovani di provenienza scout.
Uno scautismo adulto aperto a tutti
L’Italia è sempre più una società multiculturale, multietnica e multireligiosa. Lo
scautismo, in particolare quello adulto,
non può rimanere indifferente a tale situazione ma deve essere capace di dare adeguate risposte, riconoscendo nei propri
valori strumenti adeguati per l’accoglienza,
l’integrazione e la formazione alla cittadi-
20
STRADE APERTE
nanza.
È, quindi, opportuno aprire una forte riflessione sullo stimolo ed il supporto che
il Masci può dare a adulti di provenienza
religiosa, etnica e culturale diversa per dare
piena attuazione all’articolo 1, comma 4,
dello Statuto del Movimento.
CITTADINANZA RESPONSABILE
Nel messaggio finale di Piazze, Trivi e
Quadrivi a Salerno, abbiamo convenuto
che il Masci ha già scelto la strada della partecipazione attiva alla vita delle istituzioni,
sociale e politica del Paese con l’invito a
“operare scelte capaci di segnare in modo
decisivo il quotidiano di tutti e orientare
la società intera alla condivisione dei beni
comuni” mettendo a disposizione “il nostro impegno, il nostro vissuto, le nostre
speranze”.
Per tali fini si propone, di chiedere al Consiglio Nazionale di costruire percorsi concreti per l’educazione alla cittadinanza responsabile ed alla legalità perseguendo fra
l’altro i seguenti obiettivi:
- incrementare la comunicazione tra le comunità facendo rete per condividere idee,
problematiche, interrogativi;
- unire le forze affinché ogni comunità,
ogni fratello scout, offra le sue competenze
in modo da condividere le esperienze già
fatte, mettendo in comune buone prassi e
metodologie;
- lavorare su obiettivi comuni, elaborare
proposte a livello nazionale (anche proposte di legge), far sentire la pressione sulle
istituzioni per difendere diritti, chiedere
l’osservanza di leggi, avere risposte; sostenere piccoli gruppi e piccole comunità nelle lotte e battaglie per l’affermazione dei
diritti.
STARE AI MARGINI
I giorni che stiamo vivendo ci consegnano,
ormai da tempo, cronache di Paesi, vicini e
lontani, in cui conflitti sociali e civili, spesso dimenticati o oscurati dai potenti del
mondo, producano morte, disperazione,
genocidi di interi popoli.
Dal nord al sud dell’Italia, precari gommoni, quando non disperdono il carico umano
in mare, si schiantano nelle nostre spiagge
e rilasciano esseri umani alla ricerca di un
avvenire migliore, senza conoscere probabilmente il senso e il luogo dell’approdo.
Le strade delle nostre città e le fredde pareti di molte case sono abitate da stranieri
e italiani in lotta quotidiana per un pasto,
per le cure mediche, per un giaciglio dove
dormire.
Il nostro Movimento di adulti scout, ha
certamente nell’impegno sulla “città” uno
dei fondamenti della propria azione e vocazione; in particolare, le numerose attività di tante comunità nel proprio contesto
sono esempi di accoglienza e attenzione
NOVEMBRE 2013
all’altro, così come le significative esperienze di cooperazione internazionale allo sviluppo intraprese.
Riteniamo però sia tempo, per entrare nella
storia proprio ora, che il Masci orienti la
propria attività ad abitare le città “stando
ai margini”.
Con il Cardinale Martini, “per superare
le maledizioni e le fatiche della città e per
leggere dentro di essa la presenza di non
poche benedizioni come pure di non poche gioie sincere, occorre avere davanti
agli occhi non necessariamente una città
ideale, ma almeno un ideale di città. Una
città fatta di relazioni umane responsabili e
reciproche, che ci stanno davanti come un
impegno etico.
Allora la città diventa un’occasione, anzi
una miniera inesauribile di possibilità di intessere relazioni autentiche, sia con lo strumento del gesto costruttivo o propositivo
sia – e forse ancor più – con lo strumento
del gesto dell’accettazione, dell’ospitalità,
della riconciliazione e persino del perdono”.
E quindi, da cosa il Masci dovrà essere riconosciuto?
Dalla sua attenzione alla marginalità sociale, dalla sua capacità di intercedere, di stare
nel mezzo.
Di fare un passo in modo da mettersi nel
mezzo di una situazione.
Intercessione vuol dire allora mettersi là
dove il conflitto ha luogo, mettersi tra le
due parti in conflitto.
Non si tratta quindi solo di articolare un
bisogno davanti a Dio (Signore, dacci la
pace!), stando al riparo.
Si tratta di mettersi in mezzo.
Non è neppure semplicemente assumere la
funzione di arbitro o di mediatore, cercando di convincere uno dei due che lui ha
torto e che deve cedere, oppure invitando
tutti e due a farsi qualche concessione reciproca e a giungere a un compromesso.
Così facendo, saremmo ancora nel campo
della politica e delle sue poche risorse.
Chi si comporta in questo modo rimane
estraneo al conflitto, se ne può andare in
qualunque momento, magari lamentando
di non essere stato ascoltato. Intercedere
è un atteggiamento molto più serio, grave e coinvolgente, è qualcosa di molto più
pericoloso.
Intercedere è stare là, senza muoversi, senza scampo, cercando di mettere la mano
sulla spalla di entrambi e accettando il rischio di questa posizione.
Concretamente, gli adulti scout, in una
estensione concettuale della “rivoluzione
copernicana”, devono lasciarsi educare dagli ultimi. Non esiste altro cammino se non
la pratica di una pedagogia umanizzante,
in cui noi, invece di sovrapporci agli oppressi e contribuire al loro mantenimento
della condizione di quasi-cose, stabiliamo
con loro un permanente rapporto di dialogo, sostando con loro ai margini.
Speciale Assemblea Nazionale
NOVEMBRE 2013
Le mozioni approvate
MOZIONE SULLA FORMA- ad apporti dalle regioni, assuma,
ZIONE
sulla scorta delle esperienze maturate, la delega a pensare la forPremesso che, nel corso dell’ul- mazione degli adulti oggi;
timo lustro, il settore della
formazione è stato soggetto a di costituire un percorso di formutamenti tanto nell’offerta mazione dei formatori, che vaformativa quanto nei suoi re- lorizzi anche le esperienze presponsabili.
gresse di formazioni capi nello
Non sempre ciò è avvenuto con scautismo giovanile e/o di forchiarezza.
mazione formatori in contesti
sociali e lavorativi.
Tra i fatti che ci interpellano
maggiormente citiamo:
MOZIONE PER UNA INIl’avvicendamento alla guida del ZIATIVA DI IMPEGNO CIsettore, avvenuta in pieno corso VILE
d’avviamento del “Sistema Arcipelago”;
Premesso che:
la poca trasparenza circa la costituzione del così detto “Albo Il Masci può, e forse deve, dare
dei formatori” (c’è? da quali segni e testimonianze dei valori
documenti prende origine? che di legalità, solidarietà, contrasto
scopo ha? è consultabile? chi alle disuguaglianze e alle discrilo compone? chi decide chi lo minazioni, tutela del patrimocompone?);
nio ambientale e culturale, fedeltà alle istituzioni, insomma
il recente apparente disinteresse dei valori che trovano piena acper il settore in quanto, nono- coglienza nel Patto Comunitastante l’efficienza nell’organiz- rio e nell’impegno di ogni Cozazione degli eventi, non ha munità.
saputo produrre e proporre un
ripensamento collegiale condi- Questi segni e testimonianze saviso dell’esperienza formativa.
ranno tanto più efficaci quanto
più riusciranno ad essere corali.
L’Assemblea Nazionale chiede Pertanto l’Assemblea Nazionale
che il Presidente, il Segretario 2013 del Masci invita il Cone il Consiglio Nazionale, per le siglio Nazionale ad avviare nel
parti di rispettiva competenza, triennio del suo mandato una
promuovano azioni per una ri- grande consultazione interna
organizzazione del settore, allo al Movimento per individuare
scopo:
almeno un’iniziativa di importante senso civico da realizzare
di costituire un “luogo” di ag- attraverso tutte le Comunità
gregazione degli addetti alla sull’intero territorio nazionaformazione che, con piena tra- le, sotto il coordinamento delsparenza, collegialità e apertura le organizzazioni regionali del
Masci. Questa comune iniziativa dovrà esprimersi in forma di
progetto, manifestazione, gesto
simbolico, una festa di particolare significato e comunque
una qualche azione sociale da
realizzare con le stesse modalità
e nello stesso periodo da tutte
le Comunità, possibilmente in
collaborazione con i soggetti
sul territorio (come associazioni, forze sindacali, enti di promozione umana) che esprimano
interesse e impegno su temi e
valori cari al Masci”
MOZIONE PER L’ISTITUZIONE DEL BILANCIO SOCIALE
Il Bilancio Sociale rappresenta
uno strumento tipico delle associazioni non a scopo di lucro per
rendicontare l’operato svolto.
Attraverso questo documento
un’organizzazione informa tutti i portatori di interessi circa le
proprie finalità istituzionali, le
strategie ed i comportamenti
concretamente adottati per raggiungere gli obiettivi preposti,
e i risultati raggiunti, con riferimento sia ai destinatari finali
sia agli altri soggetti in qualche
modo coinvolti.
Si richiede che il MASCI, oltre
al bilancio economico, presenti,
con cadenza triennale, il proprio bilancio sociale anche quale strumento di valutazione del
bilancio economico e con particolare riferimento agli aspetti
ambientali ed etico–sociali, dandone ampia comunicazione in
primo luogo alle comunità ed a
STRADE APERTE
21
Speciale Assemblea Nazionale
Nazionale nei dodici mesi antecedenti l’Assemblea medesima salvo, per quanto concerne
il Regolamento dell’Assemblea,
casi motivati di necessità ed urMOZIONE SULLE MODI- genza.
FICHE AI REGOLAMENTI
NEL PERIODO PRECEDEN- In ogni caso eventuali variazioni
TE ALLO SVOLGIMENTO ed adeguamenti ai regolamenti
DELLE ASSEMBLEE NA- dovranno essere introdotti dopo
aver consultato la base del moviZIONALI
mento per tramite delle struttuL’Assemblea Nazionale, riuni- re Regionali.
tasi a Bardonecchia nei giorni
18-20 ottobre 2013, impegna MOZIONE SULLE DIFFIil Consiglio Nazionale a non COLTÀ CONNESSE AL COintrodurre modifiche ai Regola- STO DEI CENSIMENTI ANmenti riguardanti la democrazia NUALI
del Movimento quali il Regolamento Nazionale del Masci ed In considerazione del particolail regolamento dell’Assemblea re momento storico, che come
tutti i soggetti interessati attraverso i mezzi di comunicazione
più opportuni (cartacei ed elettronici).
22
STRADE APERTE
NOVEMBRE 2013
tutti sappiamo crea non poche
difficoltà anche di ordine economico, L’Assemblea Nazionale
impegna il Consiglio Nazionale
ad una forte riflessione circa la
composizione della “quota censimenti” al fine di agevolare tutti gli A.S. a sostenere i costi del
censimento ed evitare che alcuni soci non rinnovino o non si
iscrivano per problemi economici.
A tal proposito si suggerisce
di limitare al minimo possibile
le quote “familiari” ovvero se
sono presenti più iscritti dello
stesso nucleo; ridurre la quota
se viene scelto di ricevere la rivista on line; modulare la quota
di comunità con più aderenza al
Speciale Assemblea Nazionale
numero degli iscritti onde non stranieri che, lasciando il loro
penalizzare le comunità di pic- paese e le loro famiglie, cercano
cole dimensioni.
dignità e sopravvivenza.
Questi fratelli trovano spesso
MOZIONE SUL COINVOL- invece: morte, sfruttamento,
GIMENTO DELLE COMU- condanna alla clandestinità, una
NITÀ NELLA DISCUSSIONE disumana detenzione nei CIE,
DELLE PROPOSTE DI MO- burocrazie insormontabili e inuDIFICA ALLO STATUTO IN tilmente cavillose, leggi sulla
VISTA
DELL’ASSEMBLEA cittadinanza studiate per respinNAZIONALE STRAORDINA- gere, discriminazioni di ogni geRIA
nere e indifferenza.
La presenza di fratelli stranieri
L’Assemblea Nazionale, riuni- ormai su ogni territorio italiano
tasi a Bardonecchia nei giorni offre agli Adulti Scout un mul18-20 ottobre 2013, impegna il tiforme ventaglio di opportunità
Consiglio Nazionale a coinvol- di servizio.
gere le comunità in un ampio
confronto sui contenuti delle Per citarne qualcuno: animaziovariazioni allo Statuto proposte ne e integrazione multi-cultuaffinché la decisione da parte rale, impegno per una revisione
dell’Assemblea straordinaria sia della normativa sull’immigrazioil più possibile consapevole e ne più accogliente, mobilitaziocondivisa.
ne per un più agevole accesso
alle procedure di cittadinanza
Il gruppo di lavoro che sarà soprattutto per i minori, accochiamato ad elaborare le mo- glienza e sostegno degli straniedifiche sarà nominato al primo ri minori non accompagnati
Consiglio Nazionale utile dopo in transito in Italia, assistenza
l’assemblea del 2013, preveden- sanitaria ai clandestini, scuole
do la rappresentanza di ogni Re- di lingua per l’ottenimento dei
gione.
permessi di soggiorno, valorizzazione dell’artigianato e della
MOZIONE SULLE INIZIA- gastronomia etnici.
TIVE DEL MOVIMENTO IN
TEMA DI ACCOGLIENZA In tema di Accoglienza dello
DELLE PERSONE MIGRAN- Straniero, un gesto comune e
TI
una voce sola, forte, corale da
parte del Masci sarebbero atti di
Premesso che:
testimonianza e di enorme efficacia educativa sul valore della
Il Patto Comunitario all’art. Fratellanza Universale.
8.3.2 impegna lo scautismo
adulto “…a praticare e a diffon- Tali gesti sarebbero anche moldere la cultura dell’accoglienza to vicini allo spirito cristiano di
verso lo straniero che cerca nel pace-nella-giustizia che anima il
nostro Paese dignità e lavoro...”. nuovo pontificato di papa FranIl MASCI vuole assumere inizia- cesco.
tiva di fronte alle tragedie umanitarie, piccole e grandi, che si L’Assemblea Nazionale 2013 apconsumano ogni giorno sugli prova la seguente mozione:
NOVEMBRE 2013
Gli Organismi Rappresentativi
del Masci sono invitati ad assumere iniziative pubbliche, in
ogni ambito ritengano opportuno, in difesa dei diritti fondamentali di ogni fratello straniero
presente nel nostro Paese ed in
linea con l’autentico spirito di
accoglienza e di integrazione,
come dettato dal nostro Patto
Comunitario e come interpretato da papa Francesco.
Il Masci chiede che l’attuale normativa sull’immigrazione, denominata Bossi-Fini, e quella sulla
cittadinanza siano radicalmente
modificate in spirito di autentica
accoglienza e in un’ottica di reale integrazione.
Organismi Rappresentativi del
Masci, Consigli Regionali e Comunità potranno scegliere le
iniziative e le modalità ritenute
più efficaci per esprimere questa
volontà del Movimento.
I Consigli Regionali (CR) del
Masci sono invitati ad adottare
almeno un’iniziativa in tema di
Accoglienza degli Stranieri, anche in coordinamento con altri
CR, da realizzare attraverso tutte le Comunità.
In questo sforzo, potranno avvalersi delle esperienze delle regioni dove sono stati realizzati
progetti, iniziative e servizi in
tal senso.
I CR comunicheranno al Comitato Esecutivo (CE) entro
dicembre 2014 le iniziative individuate, (come da punto a),
ed il CE avvierà un’operazione
di armonizzazione tra tutte le
iniziative, proponendo eventuali
collaborazioni o adesioni ad altro progetto, in modo da rendere più unitario e corale possibile
il risultato di mobilitazione del
Masci in tema di Accoglienza.
STRADE APERTE
23
NOVEMBRE 2013
Vita Associativa
Scout testimoni
della fratellanza internazionale
XII Scambio della luce della Pace
da Betlemme della Fratellanza Alpe
Adria Scout
L’annuale incontro internazionale in
occasione dello Scambio della Luce da
Betlemme rappresenta la volontà delle Associazioni adulte scout dei Paesi
dell’area Alpe Adria di essere parte attiva nella costruzione di un’Europa dei
popoli che vede nella solidarietà e superamento delle reciproche diffidenze
la ‘strada’ per costruire un mondo più
giusto e rispettoso dell’ambiente in cui
viviamo.
L’occasione non vuole essere puramente celebrativa e nascondere i problemi non solo economici e congiunturali che rallentano questo percorso,
ma dare una testimonianza - nei modi
semplici e chiari tipici dello scautismo
- che questo cambiamento è possibi-
24
STRADE APERTE
le, anzi è già in atto. Vogliamo uscire
nelle piazze, per costruire ponti con i
mattoni dei confini che stiamo abbattendo.
Con queste premesse la scelta di tenere il ‘XII Scambio della Luce’ a Trieste, un tempo terra di conflitti, oggi
laboratorio di pace e convivenza, vuole
essere una sfida ed un evento che non
si limiti allo scoutismo regionale giovanile e adulto, ma che sappia parlare anche a tutti i cittadini della nostra
Regione ricca di storia e di multiformi
culture.
A questo incontro si prevede la presenza di circa 400 adulti scout provenienti
da Austria, Croazia, Italia e Slovenia.
Infine sarà data l’opportunità ai partecipanti di essere ‘turisti per un giorno’
visitando la città di Trieste accompagnati dai ragazzi dei clan delle associa-
zioni scout triestine italiane e slovena.
Il Programma è il seguente:
Trieste: 22 dicembre 2013
Ritrovo (ore 8.30 – 9.30);
Percorsi guidati della città (ore 9.30
– 11.15);
Manifestazione pubblica e dono della Luce della Pace da Betlemme alle
Autorità civili in Piazza Unità d’Italia (una delle più belle piazze italiane
aperta sul mare) (ore 11.30 – 12.30);
Pranzo (ore 13.30);
S. Messa presieduta dal Vescovo di
Trieste (ore 15.00);
Cerchio chiusura (ore 16.30).
Chi fosse interessato può consultare il
sito: www.mascifvg.it;
se desidera partecipare può contattare:
[email protected]
NOVEMBRE 2013
Dibattiti
Il Masci alla Route Nazionale
R/S dell’Agesci
ALBERTO ALBERTINI
Il Consiglio Nazionale, in una delle sue ultime sedute, ha stabilito i criteri con i quali
si svolgerà la collaborazione delle Regioni
per la Route Rover/Scolte “Strade di coraggio”, durante il campo fisso nella tenuta
di San Rossore, dal 7-al 10 agosto 2014.
Ecco il testo della delibera del Consiglio
Nazionale:
“Gli spazi di collaborazione che si stanno
aprendo, a seguito della esplicita richiesta
dell’Agesci, in vista della Route Nazionale
della branca R/S, offrono al Masci una occasione privilegiata per presentare il Movimento nei sui contenuti, nella sua proposta
di percorsi di educazione degli adulti e nel
suo stile, al fine di stabilire o consolidare
rapporti di conoscenza reciproca nelle regioni, quale seme di futuri percorsi comuni. Pertanto è nostro impegno rispondere
al meglio, sia sugli aspetti organizzativi e
logistici, che per la qualità delle testimonianze nei laboratori che allestiremo per la
parte fissa della Route Nazionale.
Per conseguire questo risultato è necessario:
- che, nella fase di raccolta dei titoli dei laboratori proposti dalle regioni che si sentono pronte a presentare una significativa
esperienza (p.e. i poli di eccellenza), il Co-
mitato Esecutivo eserciti un’azione di discernimento incrociando la griglia richiesta
dall’Agesci con le disponibilità dichiarate
dalle regioni al fine di garantire al massimo la qualità della proposta, prevedendo e
favorendo eventuale collaborazione fra regioni, evitare eccessivo addensamento tematico, anche attraverso l’accantonamento
di alcuni titoli che potrebbero sembrare
ripetitivi o ridondanti;
- che nella fase di preparazione all’evento
garantire, subito dopo l’Assemblea Nazionale di Bardonecchia, una regia a livello
centrale (CN, CE) che accompagni e supporti le regioni impegnate nella realizzazione dei laboratori, nella predisposizione
dei contenuti, nello stile e nella strutturazione del laboratorio, prevedendo incontri
fra tutti i soggetti coinvolti nell’evento (regioni, relatori);
- armonizzare, attraverso i segretari regionali (o loro incaricati), le modalità di
supporto nell’eventuale coinvolgimento
logistico nelle route nei territori regionali.
In considerazione della complessità organizzativa dell’evento, in particolare per
quanto riguarda il campo fisso a San Rossore, l’Agesci potrebbe chiederci una collaborazione anche per la cura degli aspetti
logistici e organizzativi del campo fisso.
Per tale evenienza dovremmo essere pronti
a rispondere positivamente che in spirito di
servizio è con qualificata competenza, consapevoli della complessità della situazione
e della connessa responsabilità. Pertanto si
dovrà prevedere, anche per questo servizio, una regia di livello centrale che definisca modi e forme dell’intervento.
Se la preparazione e l’attuazione del nostro
contributo alla Route Nazionale si svolgerà sui binari della qualità, stile e serietà,
si renderanno possibili spazi per una più
profonda conoscenza reciproca che vada
oltre la semplice testimonianze di servizio
sul campo, arrivando ad ipotizzare anche
una presentazione del Movimento nello
svolgimento sia nelle route regionaliì che
durante il campo fisso”.
La risposta delle regioni, come al solito,
è stata molto positiva ed entusiasta, come
potete vedere dall’elenco pubblicato nella
tabella della pagina seguente. Sono più di
trenta i laboratori proposti dalle varie regioni e spaziano in tutti i campi in cui il
Masci è impegnato, offrendo un’immagine
assai stimolante del vissuto associativo
STRADE APERTE
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Dibattiti
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STRADE APERTE
NOVEMBRE 2013
Dibattiti
NOVEMBRE 2013
La crisi deriva
dalla globalizzazione?
GIOVANPIETRO SCOTTO DI CARLO
ANNA MARIA VOLPE PRIGNANO
La crisi che sta colpendo il mondo intero è una crisi globale.
La globalizzazione, fenomeno che nasce a partire dalla fine del XX secolo,
come fenomeno sociale, economico e
culturale, sviluppatosi grazie ai veloci
mezzi di trasporto e ai mass media, ha
portato ad una globalizzazione delle
relazioni economiche e finanziarie.
Non è in discussione la globalizzazione in quanto tale, un processo che
certo non poteva essere bloccato e che
certo ha avuto effetti positivi su tutto
il mondo.
La verità è che la globalizzazione, non
poteva essere fermata, ma doveva essere guidata da politiche socio-economico-finanziarie che avrebbero dovuto
premiare l’integrazione e lo sviluppo
di tutti i popoli.
La causa della crisi che viviamo in Italia, Europa ed USA (la crescita in Asia
continua) deriva dai problemi creati
dall’assenza di una politica di sviluppo della globalizzazione, realtà in cui
si sono trovati a confronto l’ occidente con l’ oriente e cioè il consumismo
con il comunismo e da cui é sorto il
mercatismo, cioé in tutti i Paesi del
mondo un market senza regole che ha
dominato su tutto il resto, anche ad
esempio sui poteri degli Stati e Nazioni.
Abbiamo assistito ad un veloce e progressivo processo di concentrazione e
degenerazione delle strutture sociali
e mentali, giuridiche ed economiche,
il mercato finanziario è diventato il
centro del mercato, che a sua volta è il
centro della vita umana.
Oggi il mercato finanziario è capace di
giudicarci, salvarci, dannarci, mettendo il profitto al posto della giustizia,
riducendo il senso della morale e della
politica.
Tale crisi ha 4 tappe fondamentali:
1989 caduta del muro di Berlino, 1994
istituzione del WTO a Marrachesh tra
i Paesi occidentali, 2001 adesione dei
paesi asiatici al WTO 2007::avvio e
diffusione dei titoli spazzatura negli
USA, che hanno ancora ulteriormente allargata la sfasatura tra il mercato
finanziario e quello della produzione
di beni e servizi, cioè tra la creazione
della moneta e titoli e quello della crescita reale del PIL.
Il rapporto deficit del settore pubblico/PIL, secondo il Patto di Stabilità
dell’Unione Europea”, non può superare il 3% ma occorre tener presente
che tale rapporto in Italia deriva per
la maggior parte dal deficit sanitario,
deficit pensionistico e produttività del
pubblico impiego invece, esso dovrebbe derivare solo dalla ricerca che porti
all’ aumento della produttività nel settore pubblico e nel settore privato.
Si devono evidenziare gli aspetti più
importanti della depressione (diminuzione del PIL) e dell’inflazione (aumento eccessivo dei prezzi), nonché
gli aspetti della caratterizzazione della
situazione attuale nel nostro paese caratterizzata dalla depressione e dall’inflazione, che possono essere controllati attraverso la diminuzione della spesa
pubblica (soprattutto sanità, previdenza e pubblico impiego) e l’aumento
della produttività nel settore delle imprese (pubbliche e private).
Da tutto questo é derivata la necessità
della diminuzione della spesa pubblica
sanitaria e previdenziale e dell’aumento della spesa destinata alla ricerca che
incentivi la produttività delle imprese.
Per quanto riguarda la previdenza esiste già il passaggio graduale dal sistema previdenziale “a ripartizione”, caratterizzata dagli stipendi e contributi
corrisposti negli ultimi 4 anni della vita
lavorativa, a quello contributivo, che è
caratterizzato dalla storia dei contributi corrisposti nel corso della vita lavorativa, e che entrerà a pieno regime nel
(2022).
Sarebbe sufficiente accelerare questa
entrata in vigore del sistema previdenziale.
Un importante provvedimento, inoltre in questa direzione, potrebbe essere l’impegno del Governo Letta di
introdurre nella prossima finanziaria la
riduzione del cuneo fiscale che ridurrebbe il costo del lavoro ed aumenterebbe la produttività.
Per quanto riguarda, invece, la sanità
la possibilità di addossare a carico del
cittadino beneficiario del servizio sanitario una parte maggiore del costo del
servizio, è stata finora limitata all’aumento dei tichet, che non è però sufficiente ad azzerare il deficit sanitario,
occorrerebbe pertanto riorganizzare
tutto il servizio sanitario adottando un
sistema misto cioè limitando l’assistenza pubblica ai cittadini con un reddito
al di sotto di un certo limite e la privatizzazione per quelli con un reddito
superiore a questo limite.
In relazione al pubblico impiego poiché è risultato difficile misurare la
produttività degli impiegati pubblici
occorrerebbe adottare anche qui un
sistema misto limitando il servizio
pubblico ai settori necessari al funzionamento dello Stato e gli altri lasciarli
ai privati con controllo pubblico o ad
una forma mista pubblico - privato.
Il passo decisivo di risoluzione della
crisi, comunque dipende dal promuovere accordi internazionali, almeno a
livello europeo, di regolamentazione
della globalizzazione in termini sociali,
economici e finanziari.
STRADE APERTE
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NOVEMBRE 2013
Dibattiti
Modalità di resistenza alla crisi
(perdurante)
PIO CEROCCHI
Secondo i pareri degli esperti in
questo secondo semestre dell’anno
in Italia già si sarebbero dovute vedere la ripresa e, finalmente, prossima l’uscita dal tunnel della crisi.
Le previsioni, e non è stata la prima
volta, erano sbagliate.
Anzi la crisi è ancora più profonda
e - e questo era stato detto - più avvertita nel tessuto sociale del Paese.
Con la crisi, dunque, dobbiamo
convivere.
In che modo? Arrangiandoci.
Un mestiere che lo scout abituato
a sorridere e cantare nelle difficoltà,
dovrebbe conoscere bene.
Insomma è il momento di rimboccarci le maniche e aprire il cuore
alla fantasia.
Alla creatività; non soltanto come
singoli, ma pure come comunità di
adulti quali siamo noi del Masci.
Il movimento degli adulti scout,
infatti, per la sua organizzazione
che è presente capillarmente in
grande parte del territorio, può essere considerato a giusto titolo un
luogo privilegiato di resistenza agli
effetti della crisi.
L’attenzione al territorio delle comunità e la loro composizione, di
fatto su base coniugale (nel senso
della diffusa compresenza nelle
comunità di mogli e mariti) fanno
delle articolazioni territoriali del
Masci il luogo naturale dell’incontro della domanda e dell’offerta di
lavoro.
Non del “posto” di lavoro, ma,
come si è detto, del “lavoro”.
Sia quello più tipicamente professionale, sia quello più pratico, rife-
28
STRADE APERTE
ribile ai mestieri.
Siamo nell’ambito di un’economia
di necessità che, però, sta quantitativamente crescendo trasversalmente in tutti i settori della società.
Un tipo di economia costituito
di piccoli interventi, ciascuno dei
quali ha tuttavia la sua importanza
sia per il committente, sia per chi
ne beneficia.
Un genere nel quale la rete delle
conoscenze costituisce il valore aggiunto che aiuta a superare la fase
più difficile che è, appunto, quella di fare incontrare la domanda e
l’offerta: cioè il “mercato”.
Ognuno mette in gioco le proprie
competenze, sia quelle primarie acquisite con gli studi e precedenti
esperienze professionali, sia quelle
secondarie (più hobbistiche) adatte
a lavori pratici e manuali.
Un “mercato” che già in parte
funziona e che il solidarismo delle
associazioni può sostenere fintanto
che dureranno i tempi dell’emergenza.
Un mercato che in buona parte
(ed inevitabilmente) tende a sfuggire alle maglie della fiscalità e che,
dunque, nel suo insieme, se da una
parte aiuta un certo numeri di soggetti a superare la fibrillazione delle
crisi, dall’altra per la sua stessa natura di saltuarietà, provvisorietà e,
soprattutto, per gli evidenti limiti
delle dimensioni dei singoli casi,
non può essere considerato un fattore di ripresa.
Ma solo - come si è detto - un fattore di resistenza alla crisi economica e sociale del Paese.
Comunque, indipendentemente
dal ruolo che hanno e che potranno avere le associazioni di base, è
un fatto che questo mercato di micro-lavori già esiste come si evince
dal fatto che un così gran numero
di disoccupati (di ogni genere: da
coloro che sono in cerca di prima
occupazione, fino agli esodati e ai
disoccupati propriamente detti)
quanti sono in Italia - arrangiandosi - riesce di fatto a sopravvivere.
E’ chiaro anche - ed infine- che la
presenza (a vario titolo) in questo
“mercato” di soggetti responsabili e a forte vocazione sociale come
possono essere le associazioni, i
movimenti giovanili e non, organizzati sul territorio, finisce per
conferire a questo “mercato” particolare quel po’ di dignità e di ordine che oggi potrebbe non avere.
Tutto questo, purtroppo, come antidoto di sopravvivenza alla mutazione genetica di una politica che,
fuoriuscita dalla presenza nei territori sociali propri, è trasmigrata in
quelli più impalpabili dell’immagine e della finanza, agendo come
braccio operativo degli interessi
delle lobbies di potere che nulla
hanno a che fare con la soddisfazione dei bisogni sociali.
Ove tuttavia lo volesse, la politica
potrebbe modificare la sua condizione di subalternità rientrando da
protagonista nei meccanismi delle
relazioni sociali nelle quali si genera un consenso non effimero.
Utopia?
Forse; ma non c’è rimasto molto di
più.
Commento alle Scritture
NOVEMBRE 2013
Avvento: nuovo ciclo di vita
DON LUCIO GRIDELLI
È la terza volta che insieme con
voi mi appresto a iniziare la salita dell’Avvento.
Inizia un nuovo ciclo, ciclo liturgico, ma anche ciclo di vita.
Quanti ne abbiamo percorsi finora? Io tanti, proprio tanti. Di
anni ne ho 85.
Un giovane sacerdote della
GIAC mi aveva proposto, quando, credo, frequentavo quella
che oggi si chiamerebbe III media, i volumetti di Pio Parsch,
uno dei primi autori che aveva
cercato di portare la liturgia a livello dei cristiani comuni. Quindi di cicli 71 o 72!
Ho progredito … abbiamo progredito in corrispondenza alla
lunghezza del percorso?
In tutti e tre i cicli A, B e C, lo
schema determinato dal vangelo
è simile.
Nella I domenica leggiamo un
brano del “discorso escatologico” col quale nella domenica
XXXIII, prima della festa di Cristo Re, avevamo concluso l’anno precedente.
Nelle domeniche II e III è preminente la figura di Giovanni il
Battista. Storicamente parlando,
egli prepara l’inizio dell’attività
pubblica di Gesù, ma la liturgia
se ne serve per invitarci a rivivere il Natale come un rinnovato
incontro col Signore.
Nella IV domenica ci viene incontro la figura di Maria. Grazie a lei Dio è venuto a inserirsi
visibilmente nella nostra storia
umana. E su Maria avremo già
meditato nella festa dell’Imma-
colata Concezione.
Nella prima lettura sentiremo
sempre la voce di un profeta.
Nell’anno A sempre Isaia.
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti
e s’innalzerà sopra i colli, e ad
esso affluiranno tutte le genti…
«Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi
sentieri»…Spezzeranno le loro
spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una
nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione, … (2)
In quel giorno,
un germoglio spunterà dal tronco
di Iesse, un virgulto germoglierà
dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, … Il
lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un
piccolo fanciullo li guiderà… In
quel giorno avverrà che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i
popoli. Le nazioni la cercheranno
con ansia. La sua dimora sarà
gloriosa. (11)
Alla fine dei giorni, … In quel
giorno, …È linguaggio profetico.
Si annuncia l’“era messianica”.
Il monte del tempio del Signore
comincia a diventare un simbolo.
Proseguendo su questa strada
diventerà il simbolo dell’eternità beata.
Iesse, per chi non lo ricorda, è il
padre di Davide.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete! Ecco il
vostro Dio, … Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei
ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un
cervo, griderà di gioia la lingua
del muto. (35)
Sono alcuni dei segni che nel
vangelo diventano sigillo di garanzia della missione di Gesù.
E veniamo alla domenica IV.
Regna a Gerusalemme Acaz
(736-716). Un re che non fece
ciò che è retto agli occhi del Signore (2 Re 16,24). Siria e Israele
muovono guerra contro Giuda.
Vogliono eliminare la monarchia davidica e installare sul trono di Gerusalemme un re fantoccio.
Allora il suo cuore (di Acaz) e il
cuore del suo popolo si agitarono,
come si agitano gli alberi della
foresta per il vento. Ma il Signore
manda Isaia dal re a dirgli: “…
sta’ tranquillo, non temere e il
tuo cuore non si abbatta … perché così dice il Signore Dio: Ciò
non avverrà e non sarà!
Isaia promette un segno. Nella
corte reale sta per nascere un
principe.
La chiamerete Emmanuele, che
significa Dio-con-noi. Questa
nascita sarà il segno che Dio rimane accanto al suo popolo e
non dimentica le promesse fatte a Davide. «Ascoltate, casa di
Davide! Non vi basta stancare
STRADE APERTE
29
Commento alle Scritture
gli uomini, perché ora vogliate
stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un
segno. Ecco: la vergine concepirà
e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele». Quando Matteo racconta la nascita di Gesù senza l’intervento
di Giuseppe, rilegge la profezia
di Isaia sotto una luce diversa
con un significato più vero e più
profondo. Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era
stato detto dal Signore per mezzo
del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con
noi”.
«Giuseppe, figlio di Davide, non
temere di prendere con te Maria,
tua sposa.
Infatti il bambino che è generato
in lei viene dallo Spirito Santo;
ella darà alla luce un figlio e tu
lo chiamerai Gesù …».
Gesù, in senso letterale Diocon-noi, libererà il suo popolo non da nemici terreni, ma
dall’assedio del peccato!
Ancora un’osservazione sull’italiano vergine.
Isaia usa la parola ebraica almah
che indica una giovane donna
non sposata e quindi presumibilmente vergine.
Il greco corrispondente sarebbe neanis. Il vangelo di Matteo
invece usa partenos per indicare
propriamente l’integrità verginale.
Ed ora veniamo a noi. Come ci
prepariamo, cristianamente, a
Natale, perché non sia una festa
puramente esteriore?
Ascoltiamo le esortazioni di
Giovanni.
Gesù ce lo presenta in una maniera splendida.
«Che cosa siete andati a vedere
30
STRADE APERTE
nel deserto? Una canna sbattuta
dal vento? Allora, che cosa siete
andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli
che vestono abiti di lusso stanno
nei palazzi dei re! Ebbene, che
cosa siete andati a vedere? Un
profeta? Sì, io vi dico, anzi, più
che un profeta. Egli è colui del
quale sta scritto: “Ecco, dinanzi
a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la
tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati
da donna non è sorto alcuno più
grande di Giovanni il Battista;
ma il più piccolo nel regno dei
cieli è più grande di lui».
L’inciso finale nulla toglie all’elogio di Giovanni. Giovanni è a
cavallo tra la prima e la seconda
alleanza.
Chi è inserito nella seconda acquista la qualità di figlio di Dio!
In quei giorni, venne Giovanni
il Battista e predicava nel deserto
della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è
vicino!».
Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida
nel deserto: Preparate la via del
Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
Nel racconto di Matteo le raccomandazioni di Giovanni sono
ridotte al minimo, ma c’è l’essenziale.
Convertitevi, perché il regno dei
cieli (che in Matteo equivale a
regno di Dio) è vicino! Cambiate
stile di vita, perché con la venuta di Gesù è possibile un nuovo
rapporto tra Dio e l’uomo.
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri …
perché possa penetrare più profondamente in noi e nella nostra
NOVEMBRE 2013
famiglia e nel nostro ambiente. Di tanto in tanto mi domandano ed io stesso mi domando:
Sono passati 2000 anni dalla venuta dei Gesù, ma il lupo non
dimora insieme con l’agnello e il
leopardo non si sdraia accanto al
capretto…
Fuor di metafora, son poche le
persone che spezzano le loro spade e ne fanno aratri e delle loro
lance fanno falci.
Una nazione non alzerà più la
spada contro un’altra nazione,
…Noi in Europa, penisola balcanica esclusa, da settant’anni
non ci facciamo più guerra, ma
per quali motivazioni? Probabilmente perché abbiamo capito
che è una cosa del tutto stupida
…
In compenso però produciamo
armi e incrementiamo guerre altrove.
Io non ho una risposta sicura,
ma ve ne propongo due.
L’età messianica è appena iniziata.
Come si evolverà in futuro?
Ma poi soprattutto la venuta di
Gesù si aspetta che ci sia un impegno da parte nostra.
Ci fornisce di preziosi mezzi di
grazia, ma esige che ascoltiamo
le esortazioni di Giovanni!
Ho trascurato le seconde letture. Perdonatemi.
Concludo con una frase di Paolo ai Romani:
È ormai tempo di svegliarvi dal
sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata, il giorno è
vicino.
Perciò gettiamo via le opere delle
tenebre e indossiamo le armi della luce.
Io ho letto a cura di Paola Busato
NOVEMBRE 2013
“Io non ho paura”
di Niccolò Ammaniti
MICHELE NIGRO
Comunità Battipaglia 2
L’equivoco da evitare, dopo aver letto il
romanzo “Io non ho paura” di Niccolò
Ammaniti, è quello di pensare che si tratti
di un libro ‘semplice’.
Il linguaggio quotidiano, l’assenza voluta
di congiuntivi, l’uso di termini ed espressioni tipicamente fanciullesche, la scelta
di non utilizzare frasi complesse e orpelli narrativi, i dialoghi semplici e diretti,
la voglia di raccontare in maniera scarna
proprio come farebbe un bambino di nove
anni: queste e altre caratteristiche nascondono una complessità infinita che rende il
romanzo dello scrittore romano un’opera
completa.
“Io non ho paura” è un monumento narrativo all’infanzia: leggendo questo libro
noi cosiddetti ‘adulti’ riscopriamo le zone
rimosse della nostra vita, le stesse che periodicamente sarebbe il caso di rispolverare
per capire chi siamo veramente e in quale
direzione siamo diretti. L’estate vissuta e
descritta dal piccolo Michele Amitrano, il
protagonista, è un’estate felice, spensierata, genuina, fatta di codici innati, di gesti
gerarchici comprensibili solo dai membri
collaudati di un gruppo ristretto di amici,
di crudeltà sperimentali con cui mettersi
alla prova; ma è anche un’estate gravida di
eventi: l’infanzia non può durare per sempre e prima o poi accadono cose nella vita
di un bambino che ne segnano il passaggio
verso un’età non già adulta ma deprivata
di una magia che non può convivere con
la cruda realtà.
Ammaniti, immergendosi nel prezioso
mondo dei bambini, compie su se stesso
un’operazione di decostruzione che in seguito dona al lettore: dimenticare la propria logica, acquisita nel corso degli anni,
per calarsi nuovamente nei panni mentali
e fisici di un preadolescente, non è facile.
I sogni, gli incubi, le paure ridicole, le piccole gioie quotidiane, i desideri semplici,
l’altruismo non calcolato, l’arcaicità del
gioco, gli istinti non ancora dominati dalle
sovrastrutture: durante la lettura di questo romanzo ‘leggero’ l’autore ci riporta
in maniera disimpegnata e lieve verso le
epoche acerbe e vere della nostra evoluzione. Epoche che ci siamo lasciati alle spalle,
che pagheremmo oro pur di rivivere e che
contengono i fattori preliminari del nostro
presente da adulti.
La natura adoperata da Ammaniti non è
funzionale a una descrizione paesaggistica
fine a se stessa, ma diventa testimone dinamico e muto di transizioni esistenziali uniche e al tempo stesso antichissime, cicliche,
inevitabili, scolpite nella mappa istintiva
di ogni essere umano. Michele Amitrano
(versione nostrana e maschile di una Alice
nel paese delle meraviglie) scopre per caso
un grosso buco nel terreno, all’interno del
quale un gruppo di adulti balordi tiene
prigioniero un altro bambino, Filippo: nel
romanzo non viene usata l’espressione “sequestro di persona a scopo di estorsione”,
troppo complicata per le immature capacità cognitive di un bambino.
L’istinto infantile interpreta il male assecondando percorsi meno complessi ma decisamente più efficaci.
E qual era la mia natura?
Che sapevo fare io?
Una domanda impegnativa sulla morale
naturale.
Michele sa benissimo cosa fare e segue il
proprio istinto come quelle vespe che naturalmente e senza ricevere alcun ordine
ricostruiscono testarde il proprio nido distrutto.
Un temporale interrompe l’afa estiva,
come a voler cambiare scenografia, temperatura ed epoca: l’interpretazione magica
e onirica della realtà deve lasciare il posto,
lentamente e inesorabilmente, alla verità
oggettiva.
Le streghe, i mostri, i lupi mannari, gli orchi cedono il passo alla molto più credibile
fallibilità genitoriale: crescere significa anche capire che il proprio padre è un fallito
e un debole.
Crescere significa capire che a rapire i bambini non sono gli orchi e le streghe bensì
gli adulti della specie umana: Michele non
è in grado di interpellare le forze dell’ordine per liberare Filippo, è troppo piccolo
per trovare una soluzione così pragmatica,
ma avverte l’incrinatura dentro di sé e cerca con le proprie forze di alleviare il peso di
una situazione nuova e terribile.
Interessante la scelta, forse casuale o forse no, dell’anno 1978: l’anno di un altro
sequestro, quello di Aldo Moro, tragicamente reale e non inventato, storicamente
importante e che segna la fine dell’infanzia
di un’intera nazione.
“Io non ho paura” è un romanzo completo, contenente elementi basilari da cui
partire verso discussioni infinite riguardanti l’esistenza umana: la complicità fraterna,
l’amicizia, la fantasia come strumento interpretativo, il mondo dei sogni, il distacco dalle figure parentali, lo sviluppo della
personalità, il carattere che segna un’intera vita, la percezione del male, la scoperta
edipica del sesso, il tradimento, il deludente approccio al mondo adulto, la voglia di
solitudine e di fuga, la libertà selvaggia, la
cura del prossimo, la bellezza della natura
che nasconde mostruosità, l’inaccessibile
dimensione infantile, il senso del sacrificio,
la conoscenza della morte, il dolore fisico...
e tante altre cose ancora.
Niccolò Ammanniti, Io non ho paura,
Einaudi, 2001, Tascabili, pp. 119, Euro
9,00.
Niccolò Ammaniti è nato a Roma
nel 1966. Ha esordito nel 1994
con il romanzo “Branchie”, (Editrice Ediesse, poi Einaudi, 1997).
Nel 1995 ha pubblicato il saggio
“Nel nome del figlio”, scritto con
il padre Massimo, e nel 1996 la
raccolta di racconti “Fango”
(Mondadori). Suoi racconti sono
usciti nelle antologie “Gioventù cannibale” (Einaudi, 1996)
e “Tutti i denti del mostro sono
perfetti” (Mondadori, 1997).
I suoi libri sono stati tradotti in
francese, tedesco, spagnolo, greco
e russo. E’ del 1999 “Ti prendo e
ti porto via” (Mondadori), mentre nel 2001 pubblica per Einaudi
“Io non ho paura”.
Nicolò Ammaniti ritorna al fumetto, genere che ha contribuito
a formare lo stile narrativo dello
scrittore. “Fa un pò male” è il libro pubblicato nel 2004 (Einaudi) che contiene tre brevi romanzi a fumetti sullo sfondo di una
Roma minore, in una periferia
pasoliniana ricca di storie e personaggi grotteschi.
STRADE APERTE
31
Controcorrente
OTTOBRE 2013
Al termine dei lavori dell’Assemblea Nazionale di Bardonecchia, Riccardo Della Rocca, Presidente Nazionale uscente, ha pronunciato queste brevi, ma sentite parole, assai apprezzate da tutti i partecipanti.
Abbiamo voluto riportarle all’attenzione di tutti i nostri lettori che
siamo certi si sentiranno sulla stessa lunghezza d’onda del pensiero
di Riccardo.
Come sapete ho sostenuto Bruno Magatti. Ma voi siete il mio popolo e ora Sonia è la mia Presidente. A lei andrà tutta la mia lealtà e
quella di tutto il Movimento e sono certo che Sonia saprà meritare
questa lealtà con la sua generosità ma anche con il suo rigore e con
la sua capacità intellettuale.
Riccardo Della Rocca
Riccardo Della Rocca
STRADE APERTE
N° 11. Anno 55 Novembre 2013
SCRITTO AL TRIBUNALE DI ROMA
Al n°. 6920/59 del 30/05/1959
PERIODICO MENSILE DEL MASCI
(MOVIMENTO ADULTI SCOUT
CATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONE
PERMANENTE, PROPOSTA E
CONFRONTO
PRESIDENTE NAZIONALE:
Riccardo della Rocca
SEGRETARIO NAZIONALE:
Alberto Albertini
DIRETTORE RESPONSABILE:
Pio Cerocchi
DIRETTORE:
Giovanni Morello
Piazza Adriana, 20
00165 Roma
Tel. 06. 68193064
Fax 06. 68131673
Cell. 320. 5723138 - 339. 6541518
e-mail: [email protected]
COLLABORANO IN REDAZIONE
Giorgio Aresti
Carlo Bertucci
Paola Busato Bertagnolio
Matteo Caporale
Gaetano Cecere
Carla Collicelli
Paola Dal Toso
Maurizio de Stefano
Romano Forleo
Dora Giampaolo
Mario Maffucci
Franco Nerbi
Mario Sica
Sergio Valzania
Anna Volpe
Sommario
REDAZIONE
Via Picardi, 6 - 00197 Roma
Un’assemblea vivace e feconda Giovanni Morello
I nuovi eletti
Un grazie che diventa cammino
Intervista Luigi Cioffi, nuovo Segretario Nazionale Anna Maria Volpe
La XXVI Assemblea Nazionale MASCI Maria Laura Tortorella
Il Ministro Cécile Kyenge all’Assemblea del MASCI
Saluto del Presidente ISGF Mida Rodriguez
Il saluto della FIS Franz Adami
La parola della Capo Guida AGESCI Rosanna Birollo
Intervento di Roberto Cociancich
Faville di cronaca a Bardonecchia Anna Maria Volpe Prignano
Linee programmatiche Masci per il triennio 2013-2016
Le mozioni approvate
Scambio della luce da Betlemme della Comunità Alpe Adria
Il Masci alla Route Nazionale R/S Alberto Albertini
La crisi deriva dalla globalizzazione? Giovanpietro Scotto di Carlo
Modalità di resistenza alla crisi (perdurante) Pio Cerocchi
Avvento: nuovo ciclo di vita Don Lucio Gridelli
Io non ho paura Michele Nigro
Controcorrente Riccardo della Rocca
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Chiuso in redazione il 7 novembre 2013
QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO
DALL’ UFFICIO POSTALE DI PADOVA
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Strade Aperte novembre 2013