mensile delI'Aime, associazione unitaria di comuni province e regioni % % % "L,, rubrica di Umberto Serafini Spigolando fenomenologia delle convinzioni politiche o messo un sottotitolo, apparentemente dotto, owiamente per impressionare il lettore: ma non ve ne curate. Vorrei, una volta tanto, tentare di registrare la giornata politica, privata ma reale, senza nulla di prefabbricato e senza conclusioni già stabilite e quindi implicite sin dalle prime righe di un articolo. Noi, viviamo ora dopo ora di reazioni e riflessioni le più svariate, sulle quali integriamo, arricchiamo, mutiamo o correggiamo le nostre posizioni e (perchè no?) i sentimenti di partenza: certamente senza rinunciare, via via, alla nostra sintesi, che ci servirà n o n per comizi o lezioni accademiche, ma per operare, previo esame di coscienza. È m a t t i n a , apro la Garzantina 1 9 9 6 (pomposamente chiamata "Enciclopedia universale Garzanti", che è il Nuovissimo Melzi di quando io ero ragazzo, 19231928 circa). Libro importantissimo la Garzantina, usato dai figli - i nostri figli - e di nascosto da noi padri, quando cerchiamo in fretta, sotto la spinta di Bossi, la data della battaglia di Legnano. Mi ha telefonato poco fa la vedova, Ines, di Luciano Bolis: d u n q u e per curiosità vado a cercare Luciano sulla Garzantina; naturalmente non c'è. Allora la malignità mi spinge a cercare Toti. C'è: ben cinque righe e mezzo, povero Enrico, bersagliere ciclista con una gamba amputata, autore del gesto "eroico" di gettare, ferito, la stampella "contro il nemico". Gesto che va capito - il nemico poteva essere il nemico dei nazionalisti o l'avversario degli interventisti democratici -: comunque rimane nella storia e nella Garzantina, perchè bersagliere come Mussolini (o mi sbaglio?). Niente di male. Ma perchè n o n c'è Luciano Bolis, che si è tagliato la gola per non tradire sotto tortura i compagni partigiani, e poi ha scritto quel libretto stupendo che è "11 mio granello di sabbia"? Giorni or sono, commemorandosi Bolis a Genova, con gli auspici del Comune, ho mandato un fax al Ministro Berlinguer, perchè mobilitasse la scuola intorno all'awenimento: mi ha fatto telefonare da funzionari che provvedessimo noi (chi?) a mobilitare il Proweditore agli Studi di Genova. lo avevo già prowedut o a rivolgermi al Sindaco di Genova anche per il Proweditore: non mi ha nemmeno risposto, e alla riunione commemorativa di Palazzo Ducale non si sono visti nè lui, nè il Proweditore, nè alunni della scuola locale, nè insegnanti (salvo, naturalmente, gli iscritti al Movimento Federalista, semiclandestino). In questi giorni ho letto con sorpresa che H Presto in Europa sarà in circolazione una nuova moneta, I'euro. "Comuni d'Europaw in questo numero si sofferma a lungo sull'argomento. Parallelamente, in determinate zone dell'lndia, della Thailandia, delllAfrica orientale e occidentale, ancora oggi a dispetto del progresso, alcune conchiglie sono in uso come moneta. Le conchiglie, in particolare le cipree, ad una cui specie è stato dato addirittura i l nome di "Cipraea monetaria", costituiscono una forma di denaro abbastanza efficace perché, pur essendo assai differenti dalle monete metalliche, sono almeno facili da maneggiare, facili da trovare naturalmente e facili da contare. Da questo spunto, le immagini in libertà offerte in queste pagine. Ed ora la politica 3 Moneta unica, governo collegiale awodiNLL P - 4- P - Euro: a che punto siamo? P o r u k Siamo pronti alla transizione? 7 . . di Macio Tereso Saluern~nl--- Euro ex-machina 9 . p Tutte qui le novità? . . . W w Vmui> - -- 1 0 - Camera con vista. Sul futuro 12- dLBahertoDiG-h Aiccre: il bilancio C i i ~ r n 0 - - 2 Le recensioni di Comuni d'Europa ocurodiw- 1-5 Comuni d'Flnnna Berlinguer ha scoperto che la Riforma Gentile della scuola era un'ottima riforma. Ma guarda! Tutti (parlo degli antifascisti veraci) lo sapevamo - e conoscevamo anche il contributo di Lombardo Radice senior -, salvo alcuni faziosi di sinistra cretina, che la criticavano come "elitaria" (e infatti, inevitabilmente, lo era): le critiche a Gentile, che non ho mai risparmiato, si basano proprio perchè suoi comportamenti "incivili" h a n n o contrastato in pieno con lo spirito della sua riforma. Ma Berlinguer rifletta invece (come vedete, il mio è un discorso spicciolo) su due errori che ha fatto o sta facendo. Non s'è accorto che la storia "seria" non usa più la divisione in secoli (800, 900, 700 ...1, ma segue una datazione partendo da eventi destinati a cambiare società e politica. Che capirann o i poveri scolari, nell'affrontare i l Novecento e Gramsci, se non si saranno resi conto che l'epoca contemporanea comincia col 1848 europeo ( i l quale comprende il Manifesto dei Comunisti)? E se la riforma gentiliana non poteva che essere elitaria, allora, come poi si accinge ora il Ministro a distruggere I'unica realizzazione democratica e popolare della scuola italiana post-bellica, che è la scuola media unica? (certo - la mia famiglia conta o ha contato 9 insegnanti, dall'awiamento professionale all'Università, e posso parlare spregiudicatamente - la cattiva selezione, salvo nobili e preziose eccezioni, degli insegnanti ha fatto spesso sottovalutare l'occasione storica della media unica). on questa serie di riflessioni ed emozioni, corroborate anche TV a parte - dalla lettura, generalmente notturna, dei miei cinque quotidiani abituali, sono uscito e ho preso un tassì. 1 tassì s o n o , s c i e n t i f i c a m e n t e , i migliori strumenti di informazione e anche di riflessioni politologiche, specialmente a Roma, perchè sono tanti e con tre matrici, che offrono tre diverse basi culturali: tassinari molisani, tassinari romani e assimilati e (ormai più rari) tassinari "africani" (cioè coloro che, provenendo da un lavoro extra-moenia, in terra coloniale e10 straniera, avevano posti riservati nelle licenze). 1 molisani mi hanno sempre dato il destro di far riemergere le esperienze dell'emigrazione, specie americane: con le difficoltà gravi dell'impatto, le molte clandestinità, il regalo all'America di alcuni dei migliori gangsters e poi dei mafiosi "perseguitati" dal prefetto Mori, ma C segue in ultima pagina aprile 1998 Ed ora la politica di Nicola Zingaretti ggi 25 marzo, giorno anniversario della firma del Trattato di Roma, la Commissione europea raccomanda che 11 Stati membri partecipino all'euro dal primo gennaio 1999)). Con queste parole il presidente della Commissione europea Jacques Santer ha presentato il rapporto della Commissione che propone anche l'ingresso dell'ltalia nel primo gruppo di Paesi che adotteranno la nuova moneta. Questa sfida, dunque, è stata vinta. 11 rapporto prevede per il nostro Paese un deficit nel 98 al 2,5010 del Pil e addirittura al 2% alla fine del 99. Per il debito le previsioni sono del 11 8% per il 98 e 114% a fine 99. Oltre all'ltalia i Paesi ammessi sono: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna. 11 documento presentato dalla Commissione parla anche di solide prospettive economiche e ripresa in Europa, infatti si ipotizza per il 9 8 una crescita del 2,8010 e del 3 per il 99, dopo una crescita del 2,7010 per il 97. Si tratta di cifre leggermente inferiori rispetto a passate previsioni, a causa di una più lenta ripresa dell'economia in Germania, ma che comunque denotano un futuro di sviluppo e di crescita per il continente. Questo ottimismo in campo economico è motivato da qudli che Santer ha definito "progressi spettacolari verso la convergenza" di molti Paesi membri, e da altri fattori positivi come la riduzione dei tassi di interesse, il basso livello d'inflazione, favorevoli condizioni monetarie e una sostenuta domanda esterna. L'integrazione va avanti Cintegrazione europea, dunque, va avanti. La scomparsa delle frontiere per i Paesi che aderiscono agli accordi di Schenghen, il diritto di voto per i cittadini comunitari nelle elezioni amministrative, lo sviluppo delle politiche di coordinamento in molti campi amministrativi, il sostegno economico dei fondi strutturali, sono alcuni dei prowedimenti che intervengono ormai nella vita quotidiana di molti cittadini europei. Anche la pubblica amministrazione sempre più spesso è coinvolta in novità amministrative legate a nuovi vincoli e prowedimenti comunitari: basti pensare agli sforzi di molte Regioni per rispettare criteri e tempi per l'utilizzo dei fondi strutturali europei che saranno ora regolati da nuove norme. Ciò che però è chiaro è che sarà l'introduzione dell' euro a determinare un vero salto di qualità, una svolta storica. 1 cambiamenti non awerranno solo a livello macro economico, ma ogni giorno i cittadini avranno, nella loro vita quotidiana, diretto contatto con la novità strutturale che I'euro porta con sé, e questo sicuramente creerà entusiasmi ma anche paure. L'abbandono della moneta nazionale sarà per molti un trauma. Lo sarà innanzitutto per i cittadini dei Paesi con moneta forte, per questi alla novità si aggiunge la paura, la paura di perdere stabilità e ricchezza. Già oggi a leggere i sondaggi probabilmente tra i popoli aprile 1998 europei prevale lo scetticismo e la paura e spesso l'incomprensione. In Italia è stato diverso, per motivi storici, economici e culturali i cittadini in questi anni si sono sottoposti a sacrifici anche grandi senza sostanziali o invalicabili contrarietà, nel nome dell'euro si è addirittura imposta una tassa che ha colpito tutti i cittadini. C Europa è stata vissuta come una sfida, l'obiettivo euro ha semplificato il messaggio, lo ha reso comprensibile a tutti e la comunità nazionale si è messa in cammino, pur se tra contraddizioni per vincere questa sfida. Lo stesso giorno della presentazione del rapporto il Parlamento ha approvato la ratifica del Trattato di Amsterdam. Un voto importante, che ha visto un pronunciamento favorevole, pur se con motivazioni distinte, non solo della maggioranza parlamentare ma anche dell'opposizione. Non solo moneta Tutto bene dunque? No, non è il caso di avere questa visione. L'awio della moneta unica, la costituzione della Banca Europea rendono ancora più evidente una grave carenza della struttura europea: I'assenza o la debolezza della dimensione politica dell'Europa che sta nascendo. In primo l u o g o con la Banca prenderà vita un forte potere sovranazionale che avrà una funzione non imlevante nello sviluppo e nella crescita dei processi di integrazione, il potere che hanno già ora le varie banche centrali troverà una dimensione nuova e determinante. Di fronte a tutto ciò, la risposta non potrà essere quella di limitare questi poteri con lacci e vincoli "nazionali", ma piuttosto quella di costruire un sistema nel quale questo potere risulti uno "tra altri". Ecco la necessità di costruire al più presto strumenti di governo democratico sovranazionali, organismi nei quali i cittadini possano riconoscersi, criticare e anche condizionare. La dimensione politica vuol dire anche la possibilità di superare una idea solo economica dei processi di integrazione e fare entrare da protagonista la questione sociale o il grande tema della politica estera comune. Torna la questione del limite della sovranità nazionale. Nel campo economico I'euro in fondo ha rappresentato questo; ora occorre andare avanti e costruire le condizioni affinché una cessazione di sovranità si verifichi anche su capitoli diversi, importanti come lo è stato la moneta. Oggi, in un momento alto del processo di unità, occorre avere la lungimiranza di capire che la moneta è solo un, pure importantissimo, tassello ma non ci si può fermare; il rischio è quello di una unione zoppa, debole, limitata nella sua struttura. L'Europa, anche grazie all'euro, rilancia la sua funzione nel mondo, si ripropone come grande fulcro dello sviluppo del pianeta, ma questo suo ruolo ha bisogno ora di essere supportato da scelte e impegni coraggiosi, che portino verso una unione politica oppure saranno guai, oggi più di ieri. Se ci si fermasse, paradossalmente, il punto di maggiore successo potrebbe trasformarsi in difficoltà. Comuni d'Empa N o s t r a i n t e r v i s t a a l l ' o n o r e v o l e L a u r a P e n n a c c h i Moneta unica, govemo collegiale a cura di Nicola Zingaretti -- Laura Pennacchi sottosegretario di Stato per il tesoro e bilancio On. Pennacchi, ormai sembra che ci siamo, I'ltalia è in regola con i suoi conti e sostanzialmente rispetterà i criteri di convergenza. Dal suo p u n t o di vista, sotto l ' a s p e t t o e c o n o m i c o , q u a l e e s t a t o il m o m e n t o più critico di questi anni di govemo, il rischio più grande rispetto alla sfida europea? 1 rapporti presentati nei giorni scorsi dalla Commissione Europea e dall'lstituto Monetario Europeo confermano la robustezza del processo di risanamento compiuto dall'ltalia: la moneta unica partirà con 11 paesi, sarà la moneta di una grande ed importante area geopolitica, un ambito rilevante per numero di consumatori, prodotto interno lordo, peso delle esportazioni in termini di scambi commerciali globali. In generale, I'euro non solo rappresenta la condizione primaria per lo svluppo e l'occupazione, ma anche il pre-requisito per garantire il rinnovamento del "patto sociale" che ha storicamente contraddistinto il modello europeo e, soprattutto, il terreno sul quale consolidare un futuro di pace e cooperazione per le giovani generazioni. Per venire alla vostra domanda non c'è dubbio che, s o t t o l ' a s p e t t o economico, i l momento maggiormente critico si è avuto con la crisi di Governo all'inizio di ottobre del 1997: una crisi di Governo che, se non fosse stata ricomposta grazie soprattutto alla spinta delle parti più awertite dell'opinione pubblica, delle forze sociali ed economiche, avrebbe vanificato gli sforzi compiuti dai cittadini italiani nel corso di quell'anno e avrebbe rimandato ad un dopo di incertezze e di maggiori costi economici e sociali il raggiungimento di un obiettivo di portata storica. Per entrare in Europa, l'Italia ha dimostrat o che non era necessario distruggere il sistema di welfare, ma piuttosto di riformarlo. Rispetto ai modelli europei, cosa dovremo ancora fare nel prossimo futuro in questo campo? 11 welfare state non è una zavorra per lo sviluppo, un peso da cui liberarsi per far decollare la crescita. 11 welfare state, insieme di istituzioni e di forme di regolazione dei processi economici e sociali nettamente distinto da impalcature assistenzialistiche, nasce, al contrario, come fattore di promozione della coesione sociale e come leva per lo sviluppo. E' sulla base di tale convinzione e non per scarso coraggio politico, che abbiamo scelto di procedere alla riforma e non allo smantellamento del sistema della cittadinanza sociale. 1 prowedimenti introdotti con I'accordo di Ognissanti tra Governo e parti sociali, e poi tradotto in norme nell'ambito della legge Finanziaria per il 1998, sono passi importanti verso il raggiungimento di standards europei di cittadinanza sociale. Si pensi all'introduzione, seppur in via di sperimentazione, del "reddito minimo di inserimento" per i cittadini privi di mezzi, finalizzato all'inserimento/reinserimento nel circuito produttivo. Si pensi ancora ai prowedimenti per estendere la copertura pensionistica e il sostegno all'esercizio delle responsabilità familiari ai giovani lavoratori e lavoratrici con contratto "atipico". La riforma del welfare è, insomma, un cantiere aperto, proprio perchè non vi erano solo ragioni di carattere finanziano a motivare gli interventi di riforma, ma anche imprescindibili ragioni di equità e di ridefinizione delle impalcature della cittadinanza democratica, alla luce dei profondi mutamenti sociali, economici e demografici. L'attenzione dell'Europa ora sembra concentrarsi sul tema della stabilità politica e sulla necessità di mantenere il rigore nel c a m p o della spesa. Q u e s t o r i g o r e c h e d o v r e m o r i s p e t t a r e è a l t e r n a t i v o alla richiesta che proviene da molte parti, in primo luogo dai sindacati, di aprire una fase di sviluppo nell'economia, piu forte di quanto non lo sia ora? L'attenzione dei paesi aderenti all'euro nei confronti della sostenibilità dei processi di risanamento risale alla sottoscrizione del "patto di stabilità e crescita", sottoscrizione awenuta a Dublino nel dicembre del 1996. Non a caso al recente vertice di York, anche al fine di rassicurare le opinioni pubbliche dei paesi dell'area del marco, si è proposto di anticipare al 1998 l'applicazione del patto. L'attenzione al fattore "stabilità politica" vale s o p r a t t u t t o per u n paese come I'ltalia, segnato da mezzo secolo di ricorrenti crisi di Governo: il fattore della stabilità politica E fondamentale al fine di governare la finanza pubblica e, contemporaneamente, promuovere le condizioni per lo sviluppo. In merito alle condizioni per gli investimenti, mi preme sottolineare che il rigore finanziario non è alternativo allo sviluppo dell'economia e al rilancio dell'occupazione nel Mezzogiorno: se lassismo finanziario portasse a maggiore crescita I'ltalia, avendo accumulato un debito Comuni dEmpa pubblico pari al 120% del prodotto interno lordo, ossia 2.200.000 miliardi di lire, avrebbe un tasso di disoccupazione nullo e un quadro di infrastrutture e servizi pubblici all'avanguardia nel mondo. 11 punto vero è che il circuito vizioso debito-inflazione-svalutazione della lira ha ridotto le possibilità per gli investimenti produttivi e l'incremento dell'occupazione. Una politica di finanza pubblica rigorosa consentirà di ridurre ancora di più di quanto già sta awenendo i tassi di interesse reale, ridurre la spesa pubblica per interessi, liberare risorse per gli investimenti p r o d u t t ~per migliorare il potenziale competitivo di tutto il paese. Certamente, nel quadro degli interventi per lo sviluppo ed il lavoro, sarà di estremo rilievo il coordinamento delle politiche economiche a livello dei paesi "in" euro, sarà utilissimo riprendere e portare avanti il discorso e gli strumenti messi in campo in tema di lavoro con il Vertice di Lussemburgo del novembre scorso. Arrivata alla moneta unica, l'Europa ha cominciato a porsi il problema delle regole e delle strutture per continuare a "star e insieme". Quali sono l e riforme più u r g e n t i che occorre approvare a breve contro i rischi di paralisi o peggio, in futuro, di sgretolamento? La questione dell'assetto politico-istituzionale è estremamente delicata, sconta differenze molto profonde sul piano politico-culturale, in termini di storie nazionali e, non ultimo, in termini di approcci di policies tra le forze moderate e le forze socialiste ed anche all'interno del Partito del Socialismo Europeo. Come molti osservatori hanno rilevato, siamo in presenza di una straordinaria anomalia: per la prima volta nella storia si verifica una piena integrazione monetaria, comprensiva anche di Banca centrale indipendente, in assenza di una costituzione politica e, quindi, senza strutture di governo. L'awio della moneta unica renderà ancora più stringente il nodo delle forme di governo a livello dellSUnione Europea e, certamente, nella medesima direzione premerà il processo di "allargamento" dell'unione nei confronti dei 12 paesi in attesa di entrare. ln particolare, I'euro giocherà sicuramente un ruolo di riequilibrio dello sbilanciamento istituzionale oggi vigente, nel senso che indurrà, in una prima fase, al potenziamento delle forme di coordinamento delle politiche nazionali e, in un secondo tempo, nel senso della costruzione di sedi di governo collegiali. A breve, pertanto, per cogliere pienamente le potenzialità di sviluppo connesse all'euro, si dovrà valutare l'opportunità di istituzionalizzare il cosiddetto "euro- l l ", ossia il Consiglio dei Ministri economici e finanziari dei paesi partecipanti alla moneta unica, e coordinare le politiche economiche da realizzare ciascuno nella propria dimensione nazionale. aprile 1998 A l l a v i g i l i a d e l l a p r i m a f -- a s e d e I I 0 U E M Euro: a che punto siamo? di Silvana Paruolo ttualmente, all'ordine del giorno dell'agenda comunitaria figurano - in particolare - l'allargamento, i seguiti del Vertice straordinario di Lussemburgo sull'occupazione (a giugno la presentazione dei Piani nazionali) e l'introduzione dell'euro. 11 25 marzo 1998, la Commissione europea - oltre che le previsioni economiche 1998-1 999 e la relazione sulla convergenza - ha approvato le attesissime pagelle e la lista dei paesi che meritano l'euro. Lo stesso giorno, I'lstituto monetario europeo (IME) ha presentato la propria relazione sulla lista dei paesi "pronti". Infine, il 3 maggio, il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo deciderà la lista dei paesi ammessi a partecipare all'euro sul nascere (1 " gennaio 1999); e nominerà il presidente e il vice-presidente del Consiglio di direzione della Banca centrale europea. Lo stesso giorno, i ministri delle finanze fisseranno i tassi di conversione bilaterali, irrevocabili e definitivi, tra le m o n e t e che partecipano all'euro. Le monete coesisteranno con I'euro fino al 2002. Le monete i biglietti in euro saranno materialmente introdotti dal 1 gennaio 2002 e la libera circolazione, euro e monete nazionali, dovrebbe essere il più possibile breve per non generare confusione nel pubblico, né crear problemi alle banche e ai commercianti. Ciò detto, è ovvio che sul tappeto ci sono un bel po' di questioni. E' necessario passare dal rigore di Maastricht a una nuova stagione di politica economica più concentrata su crescita e sviluppo? A quando un nuovo Libro bianco aggiornato e attuato? Chi entrerà nella prima ondata? Italia sì o Italia no? Alla luce dei risultati finora realizzati, l'ltalia dovrebbe farcela, benché si rincorrano (fino all'ultimo) voci su possibili sorprese. In particolare sembra che i tedeschi auspichino una promozione italiana "condizionata" (un regime di vigilanza speciale e di sovranità limitata sui conti pubblici; e garanzie aggiuntive sulla riduzione del debito pubblico). E ancora, quale presidente per la Bankeuropa (BCEIBanca centrale europea)? Un A aprile 1998 politico (come sostiene Dini), o un tecnico (come sostiene Ciampi)? Per l'ltalia, la vera sfida resta (comunque) quella di ottenere uno dei sei membri del Direttivo. Quale posto per I'euro nel sistema monetario internazionale? Questo sistema sarà bipolare (dollaro-euro) oppure tripolare? In questa seconda ipotesi, la terza moneta sarà g i a p p o n e s e ? Altre questioni riguardano conversione dei debiti pubblici e riserve in euro; peso delle banche centrali nel futuro Comitato economico e finanziario; rischi di speculazione; guide per le imprese per la preparazione dei sistemi informatizzati di transizione all'euro. Quali i punti finora maggiormente focalizzati dal Parlamento europeo, dal Comitato economico e sociale, e dai nostri commissari europei? E ancora, alla luce dei risultati del Vertice europeo di Lussemburgo, I'UEM riuscirà a camminare su due gambe (l'economica e la monetaria)? Le ultime sono le questioni essenziali, su cui ci si soffermerà qui di seguito. L'Unione europea non intende darsi un "governo economico" nel vero senso del termine. Ma, nel contempo, il potere politico deve essere in grado di fare da contrappeso al potere monetario, rispettando l'autonomia della BCE. Sulla base di questa considerazione, al Vertice di Lussemburgo (dicembre 19971, i 15 sono arrivati a un accordo, allegato alle conclusioni. 11 "contrappeso politico" alla BCE - deciso a Lussemburgo - non è una nuova istituz i o n e b e n s ì la d e f i n i z i o n e d e l l e competenze affidate al Consiglio ECOnomiaIFinanze, rispettando le autonomie nazionali (laddove devono permanere) e . l'indipendenza della BCE. comuni d'Empa Le politiche economiche e la determinazione dei salari rimangono di competenza nazionale. Ma il loro coordinamento e la sorveglianza comunitaria saranno rafforzate e il Consiglio EcoIFin dovrebbe essere più "propenso" a fare raccomandazioni agli Stati membri. 1 paesi che non parteciperanno all'euro fin dall'inizio parteciperanno molto probabilmente al nuovo meccanismo di cambio. 11 coordinamento delle politiche economiche comporterà una sorveglianza del tasso di cambio delI'euro (nei confronti del dollaro) e il Consiglio potrà persino - in circostanze eccezionali - "formulare orientamenti nei confronti delle monete comunitarie", rispettando tuttavia l'indipendenza del sistema europeo delle banche centrali. Nelle istanze internazionali, la posizione dell'UE sarà stabilita dal Consiglio per i temi di "interesse particolare delllUEM" ma, a prescindere dalla politica monetaria e dal tasso di cambio dell'euro, gli stati membri continueranno a presentare individualmente le loro politiche e a partecipare individualmente ai lavori del Fondo monetario internazionale. n altri termini, la politica monetaria sarà gestita in completa indipendenza dalla Banca centrale europea. Procedure adeguate dovrebbero assicurare il dialogo tra la BCE e le autorità incaricate della politica economica (il presidente del Consiglio Ecofin e il commissario agli Affari economici e monetari potranno partecipare - senza diritto di voto - alle riunioni del Consiglio dei governatori della BCE, e il presidente della BCE assisterà alle sessioni del Consiglio, quando questo delibererà su temi collegati alle competenze della sua banca; il presidente della 1 A l l a v i g i l i a BCE presenterà una relazione annuale al Consiglio e al Parlamento europeo, e le commissioni competenti del PE potranno individuare alcuni membri del Consiglio di direzione delle BCE per audizioni). P er quanto riguarda i meccanismi specifici di coordinamento delle politiche economiche, il Patto di stabilità e di crescita costringe gli Stati membri ad "autogovernarsi", evitando politiche di bilancio avventurose. A questo si aggiungono le procedure di coordinamento di cui dispone il Consiglio Ecofin: definizione dei principali orientamenti di politica economica e soweglianza multilaterale (che implicano la possibilità di raccomandazioni agli Stati membri). Ultimo elemento: la possibilità per i ministri della zona euro di riunirsi tra loro informalmente. E sufficiente la risoluzione di Lussemburgo perché I'UEM possa camminare con due piedi? 11 piede economico lascia ancora a desiderare. Si tratta di un compromesso; e tutto dipenderà dal modo in cui gli strumenti creati e le procedure istituite verranno utilizzate nella pratica. Le minacce e le sfide cui le economie "reali" e regionali, e i singoli settori, sono confrontate sono molte. La costruzione europea non può limitani al mercato e alla moneta, ma deve essere anche un'unione sociale e un'unione politica. Per il Commissario Monti, "con I'euro, per la prima volta sarà possibile un autentico confronto dei prezzi delle merci e dei servizi da un Paese all'altro, a beneficio dei consumatori e delle imprese, ne risulterà acuita la concorrenza e verrà dato impulso agli scambi interni. La moneta unica è un completamento indispensabile al mercato interno la cui efficacia va migliorata. Tra i problemi che nascono, il più grave è la fiscalità. La concorrenza fiscale ha soprattutto avuto effetti asimmetrici tra capitale, fattore molto mobile, e lavoro: onde difendere il gettito fiscale, gli Stati hanno progressivamente spostato la pressione fiscale dal capitale al lavoro. E un recente studio d e l l a p r i m a mostra che questo maggiore carico fiscale sul lavoro spiega ben quattro punti percentuali del tasso di disoccupazione europeo". Per Monti, l'unica soluzione sta in un certo coordinamento delle politiche fiscali nazionali. Da qui il pacchetto di misure fiscali suggerite dalla Commissione (un codice di condotta per la tassazione delle società e misure per eliminare le distorsioni in materia di tassazione del risparmio, per eliminare le ritenute alla fonte per i pagamenti transfrontalieri fra società che concernono interessi e royalities, per eliminare le più importanti distorsioni esistenti nella fiscalità diretta]. 11 Commissario Bonino nell'ottobre 1996 ha invece creato un gruppo di lavoro per analizzare la paura dei consumatori. "1 vari settori coinvolti, in particolare banche e commercianti, hanno fatto valere i loro legittimi interessi, rendendo noti i costi rappresentati dalle trasformazioni indotte dall'unione monetaria e spesso esagerandoli per motivi tecnici, nel tentativo di socializzarli. 1 cittadini europei, che non mancano di buon senso, hanno compreso immediatamente che i costi rischiavano di ricadere sulle loro spalle". "Le loro principali preoccupazioni? In sintesi, aumenti in modo nascosto dei prezzi dei beni e dei servizi. Possibili previsioni? Sia comportamenti di riduzione delle spese sia comportamenti che possono generare un eccesso di indebitamento, per l'apparente diminuzione dei prezzi. Da qui l'opportunità di "ossewatori del passaggio all'euro", che contribuiscano a inchieste sui prezzi, e primi esami di eventuali reclami entro pratiche ritenute abusive. Da parte sua, il 15 gennaio scorso, sulla moneta unica il Parlamento europeo ha adottato quattro relazioni, riguardanti: 11 I'euro e i consumatori (Perez Royo). 11 PE ha chiesto la messa in opera di misure di formazione e istmzione sull'euro, in particolare per i gruppi non favoriti (ciechi, analfabeti e anziani), cui associare organismi rappresentativi quali le unioni dei consumatori o le associazioni delle donne. La maggioranza si e espressa per un sistema volontario di doppia formulazione dei prezzi (in euro e in moneta nazionale). La Commissione è stata invitata a preparare una proposta di regolamento che proibisca alle banche di far pagare ai clienti gli oneri di conversione dei loro conti o pagamenti dalla moneta nazionale all'euro; e a continuare a prevedere la possibilità di creare ossewatori locali incaricati di seguire il passaggio all'euro. Se non si adotterà un regolamento, occorrerà sviluppare strategie nazionali per ridurre i costi di conversione tra gli stati della zona euro nella fase transitoria (ad esempio, pagamenti con carta di credito o assegno emesso in euro); 2) gli aspetti esterni dell'euro (Ruffolo]. 11 PE ritiene che nella terza fase delllUEM si dovrà adottare una politica monetaria volta Comuni d'Europa f a a moderare il tasso d'interesse a lungo termine e a incoraggiare un tasso di cambio dell'euro che non sia sopravalutato nei confronti del dollaro. l1 PE chiede - tra l'altro - una precisa interpretazione dell'art. 109; una cooperazione con le autorità monetarie degli USA nel campo del coordinamento delle politiche di tassi di cambio per favorire stabilità e lotta alla speculazione; una valutazione delle riserve in dollari per un loro diverso utilizzo se eccedenti; un esame britannico dei vantaggi di un mercato europeo dei capitali unificato. 3) l'impatto dell'euro sul mercato dei capitali (Friedrich). Più ampio campo di azione per piazzare capitali, riesame delle limitazioni quantitative rigorose (se esistono) imposte ai fondi pensione, lotta contro la concorrenza fiscale sleale (per favorire un clima d'investimento stabile)... 11 PE chiede quindi alla Commissione un inventario delle misure necessarie in materia di armonizzazione dei mercati dei capitali (studio delle esperienze acquisite negli USA, lo statuto della società anonima di diritto europeo, ecc.); 4) la moneta elettronica e I'UEM (Stevens). 11 PE chiede alla Commissione europea di presentare proposte sull'emissione della moneta elettronica, e l'utilizzo delle carte con chips per la creazione di carte d'identità e10 la realizzazione e modemizzazione dell'amministrazione e della fornitura di servizi pubblici ecc. gennaio, sugli aspetti pratici dell'introduzione dell'euro, si e espresso anche il Comitato economico e sociale delI'IJE (Bninai, Imprenditori Italia). 11 CES si sofferma sugli aspetti contabili e fiscali (evitare un'ulteriore accentuazione delle differenze di trattamento fiscale; spese di conversione della moneta a carico degli utenti solo in una proporzione giustificabile); sulla questione della doppia etichettatura (va deciso a livello nazionale, e del mercato); sulla tutela dei consumatori; sulla necessità di definire il molo delle carte di pagamento nella fase di passaggio all'euro. A aprile ?998 L-- ' i .n f l u e n -za P delI'Uem -- e p p P d e l l ' e -u-r o - sul comportamento P - di - Regioni ed Enti - locali - Siamo pronti alla transizione? di Maria Teresa Salvemini Maria Teresa Salvemini Direttore generale della Cassa Depositi e Prestiti N el dibattito sugli effetti economici dell'unione europea e sul rapporto tra i vincoli di Maastricht e le possibilità di crescita del nostro paese nei prossimi anni assumono particolare rilevanza i comportamenti degli Enti locali. La linea di condotta del Governo italiano è che I'ltalia entrerà sin dall'inizio nell'unione e certamente vi resterà: nessuna parte della pubblica amministrazione dovrà, quindi, sottrarsi alle regole del patto sottoscritto per gli anni successivi. Già oggi esistono situazioni che mettono in diretto rapporto questo contesto con i comportamenti degli Enti locali e che stanno producendo degli effetti molto seri: recentemente, per esempio, non è stato possibile riaprire i termini della rinegoziazione dei debiti degli Enti locali, in quanto ciò confliggeva con il vincolo del 3010. La convinzione del Governo italiano si sta trasferendo in una messa a regime di un sistema di commissioni e di comitati, il cui scopo è portare immediatamente le pubbliche amministrazioni ad avviare i processi necessari affinché, quando I'euro sarà la moneta di tutti, le pubbliche amministrazioni italiane siano in grado e abbiano già adottato tutte le soluzioni tecniche necessarie per non porre problemi. Si tratta di processi lunghi e complicati, bisogna quindi attivarsi con un sufficiente anticipo. Infatti in qualche misura proprio la complicazione del processo e la sua lunghezza implicano anche una decisione irreversibile anticipata: ad esempio le aprile 1998 banche, q u a n d o avranno speso t u t t o quello che stanno spendendo, non vorranno non partecipare alla moneta europea; anche le pubbliche amministrazioni avranno un simile attegiamento, quando avranno investito energie e quant'altro in questa operazione. 1 regolamenti comunitari prevedono due fasi: una fase definitiva ed una transitoria. Nella fase transitoria, che durerà dal l o gennaio 1999 al 31 dicembre del 2001, l'unica regola vigente sarà quella che a nessuno deve essere proibito, ma nessuno può essere obbligato, a fare pagamenti o a ricevere pagamenti in euro. Questa fase transitoria quindi è la fase più difficile perchè lascia delle situazioni di flessibilità e perché, da una certa data, ci si deve invece predisporre a passare integralmente al nuovo sistema. Questa situazione è stata affrontata da un Comitato per I'euro, che è stato costituito con un decreto nel 1996 presso il Ministero del Tesoro. Il Comitato è diviso in 3 sottocomitati, uno pubblica amministrazione, u n o finanza e u n o impresa. Nell'ambito dei sottocomitati sono stati istituiti gruppi di lavoro per I'approfondimento delle questioni giuridiche ed informatiche dei processi di informazione e di formazione, ed è in corso di predisposizione lo schema del disegno di legge concernente delega al Governo per l'introduzione dell'euro. Nel frattempo esistono le cosiddette "frasi annuncio" che riguardano la transizione all'euro delle pubbliche amministrazioni. Nella fase transitoria la "frase annuncio" sui bilanci recita c h e le pubbliche amministrazioni per la contabilità di bilancio utilizzeranno esclusivamente la lira, quindi nella fase transitoria non c'è doppia contabilità in due valute. Alcuni documenti ufficiali potranno contenere, per voci particolarmente significative, accanto agli ammontari in lire, i corrispondenti valori in euro. Saranno gli amministratori stessi a decidere se e quali saranno le voci che riterranno significative per introdurre questa che non è una doppia contabilità, ma una doppia statistica, in qualche misura, una doppia rilevazione. In questa fase i pagamenti potranno però essere denominati in euro per poi essere convertiti in lire all'entrata nelle pubbliche amministrazioni. Quindi le pubbliche amministrazioni c o n s e n t i r a n n o , ai c o n t r i b u e n t i c h e abbiano adottato I'euro nella propria contabilità, di comunicare con le pubbliche amministrazioni in euro. L'adozione di questa denominazione interesserà tutte le componenti e tutte le Comuni d'Empa preparazioni che afferiscono ad un rapporto tra contribuente e amministrazione. Una volta fatta però, l'adozione delI'euro sarà una scelta irreversibile. La conversione in lire della documentazione in euro, per il suo esame, verrà effettuata nelle pubbliche amministrazioni e nel rivolgersi al contribuente le pubbliche amministrazioni manterranno la stessa denominazione da questi adottata. S i tratta quindi di un problema di conversione che viene fatta all'entrata, e dà poi l u o g o a u n a serie di comunicazioni contabili, che però non si riflettono nel bilancio dell'ente che continua ad essere denominato in lire. Lo stesso modello vale per le uscite: i percettori di pagamento dalle pubbliche amministrazioni avranno la facoltà di richiedere accrediti denominati in euro; gli importi in euro riguarderanno il solo netto a pagare e la conversione anche qui sarà effettuata a cura della Tesoreria centrale o della Direzione generale dei servizi periferici, che indicherà l'ammontare in euro nel momento in cui trasferisce il pagamento al sistema tesorerie provinciali o al sistema bancario postale. È evidente che deve esserci una regola uni- ca e anche una cifra a riconversione unica che non può essere fatta che a questo momento, all'interfaccia, per così dire, e non dentro i singoli soggetti. Naturalmente, all'inizio del 2002 tutte le pubbliche amministrazioni adotteranno L ' i n f l u e n z a - - d e l I I U e m P - e I'euro simultaneamente e q u i n d i n o n ci sarà, come nel caso dei privati, una possibilità di scelta, e a quel p u n t o i bilanci e le scritture contabili saranno denominati esclusivainente in euro. Q d e l l ' e u r o P s u l c o m p o r t a m e n t o - uesta è una situazione m o l t o chiara, così come è stata definita n e i documenti del Comitato per I'euro costit u i t o dal Governo italiano che già circolan o e che sono alla base anche delle ipotesi che si stanno elaborando in materia d i cambiamenti alle normative perchè, oltre questo disegno d i legge, c i sono delle normative che devono essere effettuate. Questo è l o scenario che riguarda t u t t i gli e n t i e i n particolare g l i E n t i locali. Tuttavia, mentre per q u a n t o riguarda i costi d i conversione questi u l t i m i n o n p o s s o n o c h e gravare s u l l ' E n t e l o c a l e stesso, sia i n termini d i addestramento e d i organizzazione, sia d i a d a t t a m e n t o dei sistemi informatici, invece ci potrebbero essere dei problemi negli arrotondam e n t i delle situazioni debitorie e creditorie tra l'ente e il sistema centrale. In questo caso bisogna mettere a f u o c o un m e c c a n i s m o d i a d a t t a m e n t o d e l l e scritture c o n t a b i l i per q u a n t o riguarda l a s i t u a z i o n e d e i d e b i t i d e l l a Cassa D e p o s i t i e Prestiti. A l d i là d i q u e s t o n o n dovrebbero esserci p r o b l e m a t i c h e peculiari per q u a n t o concerne l o specifico comparto dei servizi d i tesoreria e d i cassa; in presenza d i u n sistema b a n cario m o l t o avanzato nella trasformazione, l ' u t i l i z z o delle procedure i n t e r bancarie potrà, fin d a l p r i m o g e n n a i o del 1999, essere u t i l i z z a t o a n c h e per q u a n t o riguarda i p a g a m e n t i che h a n n o c o m e terminale u n a pubblica a m m i n i strazione o u n E n t e locale. Anche per le regolazioni presso l e contabilità speciali n o n dovrebbero esserci problemi, i n q u a n t o t u t t i i costi, nonchè i c o n t i correnti postali intestati agli E n t i pubblici, sono in lire e dovrebbero contin u a r e ad esserlo nella fase transitoria. Qualora dovessero sorgere p r o b l e m i d i conversione sarà la Banca Centrale, cioè l a Tesoreria, che dovrà intervenire per effettuare la conversione dalla lira all'eur o o dall'euro alla lira, al m o m e n t o appunto dell'accreditamento. Al d i là d i questi aspetti tecnici, t u t t e l e amministrazioni devono essere convinte - d i R e g i o n i - - e d E n t i l o c a l i che questo processo va affrontato e va iniziato. O g n i grande a m m i n i s t r a z i o n e in particolare deve avere anch'essa dent r o d i sé quello che in questo Comitato è stato chiamato "l'uomo o la donna euro", cioè u n soggetto che abbia come c o m p i t o quello d i riflettere e fare riflettere sul processo d i transizione all'euro. Questo aspetto dell'euro è certamente m e n o interessante delle discussioni circa gli e f f e t t i del vincolo d i bilancio proveniente dal rispetto delle regole europee, o circa gli e f f e t t i sulle economie e sui g e t t i t i fiscali d e g l i e n t i . R a p p r e s e n t a u g u a l m e n t e , in q u a l c h e m i s u r a , u n a manifestazione d i convinzione nell'adesione al processo d i partecipazione alllUnione europea, e su questo nessuno p u ò essere avvantaggiato da posizioni d i d u b b i o o d i divario rispetto alla linea del Governo, p e r c h e n o n c'è d u b b i o che, trattandosi d i vincoli che si riferiscono all'intera p u b b l i c a a m m i n i s t r a z i o n e , il Tesoro n o n riuscirà ad ottenere i risultati v o l u t i se t u t t e le pubbliche a m m i n i strazioni n o n saranno convinte della necessità d i fare, i n un certo periodo, i d o v u t i sforzi e sacrifici. C'ome cz preparzamo t In Italia, il 12 settembre scorso, il Ministro del tesoro ha istituito il Comitato euro, di cui sono stati chiamati a far parte i rappresentanti delle amministrazioni, delle principali istituzioni pubbliche, nonché privati esponenti dell'economia, della finanza e del settore imprenditoriale. Il C o m i t a t o ha organizzato i suoi lavori per t r e grandi aree d i intervento: mercati e finanza, pubblica amministrazione, imprese. Tre s o t t o c o m i t a t i h a n n o preparato le linee guida d'intervento. Sono s t a t i i n o l t r e c o s t i t u i t i due g r u p p i d i lavoro t e m a t i c i per approfondire argomenti di interesse comune ai vari settori, che hanno riguardato i problemi connessi all'informatica e le implicazioni giuridiche del passaggio dalla lira all'euro. La pubblica amministrazione, cui spetterà u n ruolo guida nell'intro- duzione dell'euro, l'utilizzerà dal 1997 (accettando pagamenti i n euro e effettuando a sua volta versamenti e trasferimenti denomin a t i nella valuta europea]: decisione concordata con I'Abi (Associazione bancaria italiana) in modo che pure il sistema creditizio t r a t t i le disposizioni i n euro sin dall'inizio del periodo transitorio. Bilancio e altre scritture c o n t a b i l i saranno invece c o i n v o l t i dal cambiamento dopo la conclusione del periodo transitorio (199920021. 1 1 Io gennaio 2002 t u t t e le pubbliche amministrazioni adotteranno quindi I'euro simultaneamente: Manca t u t t o r a un'indagine organica dell'impatto dell'euro sui settori produttivi che più hanno da temere e dall'avvento della moneta unica e dal conseguente aumento d i concorrenzialità (ad esempio, i cambivalute sono destinati a scomparire; l'impatto si farà sentire anche su banche e assicurazioni in cui esistono grosse sacche d i inefficienza, ecc.). Comuni d'Empa aprile 1998 A s p e t t a n d o I e d e c i s i o n i d e l 3 m a g g i o Luro ex-machina di Renata Landotti euro esce dalle difficili pagine dei trattati economici ed entra sulla scena della vita quotidiana. Un pò per gioco un pò per informazione, la moneta unica sta diventando una realtà con cui tutti noi, tra meno di dieci mesi, cominceremo a fare i conti. Come sempre è accaduto per le tappe fondamentali delllEuropa comunitaria, dall'unione doganale al mercato unico, ormai il decollo dell'euro vola sulle ali di un effetto anticipatore che sta spiazzando anche le aspettative più ottimistiche: «Una nuova politica familiare che convinca gli italiani a fare più figli. Questo si attendono dall'unificazione monetaria i genitori italiani associati nel Movimento Italiano Genitori)). «Non solo moneta unica, ma anche un nuovo modello musicale europeo». ((L'curo, se va in porto, permetterà all'Europa di dimezzare il tasso di disoccupazione». ((L'unione fa la forza)). Sei volte al giorno, per sette secondi, sulle tre reti televisive della Rai, parole, immagini e musica ci informano che I'euro sta per diventare realtà. E accanto all'ora esatta, al posto della nazionale forma di parmigiano reggiano, ora riluce l'euro nel formato di moneta bimetallica, fiore all'occhiello della nostra Zecca di Stato. In aprile riceveremo tutti, a casa, una pubblicazione del Ministero del Tesoro nata proprio illustrare tempi e modalità dell'adozione della moneta unica europea. Intanto si può "eureggiare" con il dischetto fornito dal Sole 24 Ore ((L'curo: cos'e, come funziona, perchè conviene - Un'iniziativa dell'unione Europea e del Governo Italiano)). Si può consultare i l sito del Ministero del Tesoro (www.tesoro.it) per avere notizie sulla politica economica nazionale e sulla transizione all'euro: un sito tranquillizzante che per una mezz'oretta ci fa volare alto e ci fa dimenticare i disagi e le discordie della transizione che I'euro introduce nella nostra quotidianità. Oppure, da martedì 3 marzo, si può consultare Eurolandia (www.eurolandia.tin.it), il primo sito sull'euro interamente dedicato ai ragazzi. E l'aspetto ludico, dicono gli psicologi, non è mai da sottovalutare quando si tratta di imparare una cosa nuova, non facilissima per molti di noi, come fare i conti con una nuova moneta. "vera" per convincersi, e convincere, di essere al passo con gli altri. Ma, mentre già oggi in molte parti delllEuropa, andando dal tabaccaio a comprare francobolli e tessere dell'autobus, si può pagare con il borsellino elettronico, in ltalia questo servizio rimane al momento ancora un esperimento. 1 turisti verranno in Italia con le loro carte in euro e la maggior parte degli esercizi commerciali non saranno ancora in grado di accettarle. Le associazioni europee di consumatori si stanno già adoperando per riuscire a dare ai cittadini delle norme che evitino speculazioni al rialzo dei prezzi. Non bisogna sottovalutare infatti la possibilità che i costi del passaggio all'euro (costi informatici, modulistici, informativi, ecc.) possano essere ricaricati sui prezzi finali; né, tantomeno, il rischio che possano attivarsi spinte speculative da parte di settori economici irresponsabili in relazione al problema degli arrotondamenti nonchè l'eventualità di dover pagare alle banche le commissioni valutarie per le operazioni di conversione della moneta. Eppure gli italiani si confermano i più entusiasti sostenitori della moneta unica in Europa. Un entusiasmo che mi sembra sostenuto soprattutto dalla non conoscenza e, come sostiene lndro Montanelli, dalla sfiducia nelle istituzioni italiane. Crediamo molto di più in qualcuno o qualcosa che ci imponga regolamenti dall'esterno; al di là dei lodevoli sforzi dei nostri governanti, gli italiani mostrano il massimo disprezzo per la loro classe dirigente nazionale e sperano che gli altri, gli europei, ci governeranno meglio. 103 Cep (Comitati euro provinciali) cominciano ad attivarsi: dall'organizzazione di convegni e seminari, all'addobbo, nel 1997, dell'albero di Natale di Grosseto con i facsimile delle nuove banconote, all'esposizione dei prezzi in lire e in euro in vari esercizi commerciali. Per l'estate, sull'ondata del turismo nord-europeo, sono previste numerose iniziative, dal gioco di società alla simulazione aprile 1998 on esiste un precedente storico di undici Paesi che, liberamente e democraticamente, decidono di mettere in comune tra di loro uno dei simboli dello stato-nazione, la moneta. Partito con la crescita economica contro, ora l'euro dovrebbe poter beneficiare di una ripresa essenziale per corroborare, oltre che quella economica e monetaria, l'indispensabile convergenza politica tra gli Stati membri. In questo senso, l'unione monetaria rappresenta un altro passo per awicinare i cittadini europei all'idea di un governo unico: è una macchina in moto ma l'obiettivo vero è ancora lontano. Nei Paesi europei, legati da una così fitta rete di scambi e commerci, sia per i beni che per i servizi ed i capitali, mi sembra più difficile giustificare l'esistenza di diverse monete che non quella della moneta unica. Inoltre, l'adozione di una unità di conto comune, come è stato finora I'Ecu (European Currency Unit), ha costretto da subito i governi ad un minimo di concertazione nella politica economica: l'adozione dell'euro sembra rappresentare un efficace minimo comun denominatore. Comuni d'Empa L e p r o p o s t e p e r i n u o v i r e g o l a m e n t i d e i F o n d i s t r u t t u r a l i Tutte qui le novità? di Silvia Vaccaro 1 18 marzo la Commissione europea ha p r e s e n t a t o le s u e p r o p o s t e di modifica dei regolamenti dei Fondi strutturali, che definiscono le modalità di intewento per il periodo di programmazione 200012006. Nonostante le buone intenzioni enunciate, le proposte presentate contengono diversi elementi che destano preoccupazione per il futuro delle azioni cofinanziate dai Fondi strutturali in Italia. Formalmente è dichiarato un aumento delle disponibilità per i Fondi strutturali, che dai 200 miliardi di ECU della programmazione 199411999 passa a 210 per il p e r i o d o 2 0 0 0 / 2 0 0 6 . L'erogazione annuale risulta però decrescente, tanto che per l'anno 2006 sono previsti 27,3 miliardi di ECU,meno di quanto disponibile per il 1999 (31,4 miliardi di ECU). Inoltre, poiché la Commissione ha previsto di non aumentare il massimale delle risorse proprie (fissato a11'1,27% del Pnl comunitario), l'adesione all'unione dei nuovi Paesi, prevista a partire dal 2002, potrebbe determinare un'ulteriore riduzione delle risorse per la politica di coesione destinate agli attuali 15 Stati membri. E' evidente che la dotazione finanziaria prevista per i Fondi strutturali non risulta adeguata a realizzare gli ambiziosi obiettivi contenuti nel documento Agenda 2000. Gli aspetti più rilevanti delle proposte di riforma possono essere ricondotti all'interno dei seguenti principi guida: concentrazione degli intewenti strutturali e delle risorse su un numero ridotto di aree; semplificazion e del processo di p r o g r a m mazione e attua- 1 zione; rafforzamento del partenariato; ripartizione più chiara delle responsabilità tra Commissione europea e Stati membri; rafforzamento dell'efficacia degli interventi e del controllo sull'attuazione. Al fine di accentuare la concentrazione delle risorse e accrescere l'impatto dei Fondi strutturali, l'Esecutivo comunitario chiede di applicare rigidamente il criterio del Pil pro capite inferiore al 75% della media comunitaria per I'individuazione delle aree con i maggiori ritardi di sviluppo (Obiettivo 1 ) e di fare coincidere le aree coperte dal nuovo Obiettivo 2 con quelle interessate dagli aiuti di Stato a finalità regionale. L'ltalia, che ha già subito, per l'attuale periodo di programmazione, un trattamento poco favorevole a titolo dell'obiettivo 1 (lo stanziamento pro capite di risorse risulta superiore solo a quelli dei Paesi Bassi e del Belgio), rischia per il futuro ulteriori penalizzazioni. In particolare la rigida applicazione del criterio del 75% provocherebbe l'esclusione dall'Obiettivo I , oltre che dell'Abruzzo e del Molise, anche della Sardegna, il cui Pil pro capite, pur attestandosi in media al 76% tra il 1993 ed il 1995, ha avuto un andamento decrescente, riawicinandosi in questi anni di nuovo al 75%. L'attuazione delle richieste della Commissione porterebbe, inoltre, ad una riduzione della percentuale di popolazione del Centro Nord attualmente coperta dagli Obiettivi 2 e 5b dal 19,7010 al 10,4010. L'Esecutivo comunitario ha sotto- Comuni d'Empa lineato che i meccanismi di selezione delle aree saranno definiti in modo tale che in ogni Stato membro la riduzione n o n sia superiore ad un t e r z o della popolazione attualmente coperta dagli attuali Obiettivi 2 e 5b. Queste rassicurazioni non eliminano i dubbi circa i criteri di eleggibilità delle aree proposti dalla Commissione, i quali rischiano di creare delle disparità di trattamento tra gli Stati e di non ripartire equamente i sacrifici derivanti dalla scelta di rafforzare il principio della concentrazione dei finanziamenti. La Commissione europea intende perseguire la semplificazione attraverso la riduzione del numero di Obiettivi e di programmi (di regola un solo programma per regione) e con l'introduzione di nuovi meccanismi di impegno e di pagamento. Analizzate nel loro complesso le proposte dell'Esecutivo comunitario non sembrano tuttavia idonee a realizzare una effettiva semplificazione. Al contrario l'impressione che se ne ricava è di un ulteriore appesantimento e irrigidimento delle procedure. P er quanto riguarda la definizione del nuovo Obiettivo 2 (che accorpa le aree industriali, rurali, urbane e dipendenti dalla pesca con problemi strutturali di riconversione socio-economica), la scelta della Commissione, più che rispondere ad una logica di effettiva razionalizzazione, sembra il risultato di un'operazione di semplice assemblaggio di problematiche coperte in modo diverso dai Fondi strutturali. L'Obiettivo 2 rischia così di diventare un contenitore che rende indefinite le priorità comunitarie. 11 processo di programmazione tende ad appesantirsi a causa dell'introduzione di due nuove fasi: l'adozione da parte della Commissione di "orientamenti strategici" per ciascun Obiettivo (di cui gli Stati dovrebbero tenere conto nella formulazione dei piani di sviluppo e nella riprogrammazione delle attività) e I'elaborazione da parte dello Stato m e m b r o di u n documento, definito "supplem e n t o di p r o grammazione", che contiene indicazioni sulla ripartizione delle risorse, sulla valutaz i o n e ex a n t e , sui criteri di selezione dei progetti e sulle attività di informazione. aprile 1998 L e p r o p o s t e p e r i Le proposte di regolamento prevedono inoltre nuovi obblighi a carico degli Stati membri: elaborazione di "rapporti annuali di attuazione", riunioni con i rappresentanti della Commissione per discutere del contenuto dei rapporti annuali e per verificare i risultati dei controlli effettuati sulla regolarità degli interventi. lteriori e più gravi preoccupazioni suscita la scelta di modificare le procedure di pagamento, prevedendo il passaggio da un sistema di anticipi ad un meccanisimo di rimborso delle spese effettuate dal beneficano finale, ossia del soggetto responsabile della direzione dei lavori. 11 meccanismo proposto, che prevede un solo anticipo del 10010 al momento dell'approvazione dell'intervento, rischia di impedire agli organismi n o profit di presentare progetti nell'ambito dei programmi cofinanziati e di consentire la partecipazione ai bandi di gara esclusivamente ai soggetti in grado di anticipare le risorse finanziarie. Questo pericolo è ancora più reale in Italia, dove la tendenza prevalente dell'amministrazione è quella di anticipare i finanziamenti comunitari, ma n o n quelli nazionali. Le due nuove fasi di programmazione il documento sugli "orientamenti strategici" e il cosiddetto "supplemento di programmazione" - sono state introdotte dalla Commissione per superare le critiche di coloro che la accusano di eccessiva ingerenza nella gestione degli interventi e di mancato rispetto dei principio di sussidiarietà. Infatti, la Commissione intende assumere un ruolo più rilevante nella definizione delle linee guida di intervento, attraverso l'elaborazione dei citati "orientamenti strategici", ma lascia in contropartita allo Stato membro il compito di definire la programmazione di dettaglio, mediante l'elaborazione del "supplemento di programmazione" che non è sottoposto all'approvazione dell'Esecutivo comunitario. Inoltre, al fine di ridurre i propri poteri in materia di gestione, la Commissione attribuisce ai suoi rappresentanti in seno ai Comitati di Sorveglianza un diritto di voto esclusivamente consultivo. 11 nuovo sistema di ripartizione delle responsabilità suscita alcune perplessità. Esso, infatti, dovrebbe attribuire maggiori obblighi agli Stati in relazione ai processi di attuazione degli interventi, in cambio di una maggiore autonomia nella programmazione di dettaglio e nella gestione delle azioni. Mentre non vi è alcun dubbio circa la reale consistenza degli obblighi a carico degli Stati, molto più sfumati appaiono i poteri a questi conferiti. Non risulta infatti chiaro di quale maggiore autonomia beneficia I'amministra- U aprile 19q8 n u o v i r e q o l a m e n t i zione nazionale nella individuazione degli interventi, visto che il cosiddetto "supplemento di programmazione" non contiene ulteriori elementi di specificazione delle azioni previste e consente allo Stato di decidere autonomamente solo la ripartizione delle risorse tra le m i s u r e già d e f i n i t e nei d o c u m e n t i approvati dalla Commissione. Inoltre le proposte di regolamento non riducono il ruolo rilevante svolto nella fase di gestione dall'Esecutivo comunitario, il quale ha la possibilità di formulare osservazioni e raccomandazioni allo S t a t o m e m b r o a s e g u i t o dell'esame annuale del "rapporto di attuazione" e di richiedere adattamenti per migliorare la qualità delle azioni realizzate. Altro aspetto che merita di essere preso in considerazione è quello relativo ai meccanismi previsti per aumentare l'efficacia degli interventi strutturali. La Commissione chiede di mantenere una riserva del 10% degli stanziamenti complessivi dei Fondi strutturali da ripartire d o p o i primi tre anni tra le regioni comunitarie che hanno mostrato l e migliori p e r f o r m a n c e in termini di attuazione. d e i F o n d i s t r u t t u r a l i i tratta di una proposta che suscita molti interrogativi. E' evidente che il meccanismo previsto finisce per attribuire alla Commissione un elevato e poco giustificabile potere discrezionale. Ma soprattutto si deve constatare che l'applicazione del principio della riserva finirebbe per determinare una competizione tra gli Stati e tra le regioni comunitarie da cui uscirebbero vincitori i più efficienti, che di regola sono anche i più ricchi, a danno dei più poveri e bisognosi di aiuti, contraddicendo così il fondamento stesso della politica comunitaria di coesione economica e sociale. In definitiva dalla lettura delle proposte di r e g o l a m e n t o sembra emergere la preoccupazione della Commissione di difendersi dai suoi detrattori e di introdurre nuovi meccanismi finalizzati a trasferire sulle autorità nazionali l'intera responsabilità della sana, efficiente e trasparente gestione delle risorse, senza tuttavia concedere molto in termini di semplificazione e di autonomia gestionale. In sostanza non sembra che la politica di coesione economica e sociale possa trarre n u o v o slancio dalle p r o p o s t e avanzate dall'Esecutivo comunitario. S Risoluzione della Direzione dell'Aiccre sul futuro dei Fondi strutturali comunitari La Direzione dell'Aiccre considerando che «Le nuove prospettive finanziarie delllUnione europea dovranno rispondere alle aumentate esigenze in fatto di coesione economica e sociale connesse all'ampliamento e ai condizionamenti inerenti alllUnione economica e monetaria)) e che pertanto ((dichiarare sin d'ora I'intangibilità del massimale delle risorse proprie sia prematuro e che così facendo si rischia di sottovalutare i problemi reali)) (risoluzione del Parlamento europeo del 4 dicembre 1997); considerando che secondo la proposta della Commissione la quota dello 0,46010 del PlL, destinata alla politica di coesione a favore dei quindici Paesi membri dell'unione europea sarà progressivamente ridotta fino a pervenire, nel 2006, allo 0,39010; ritiene che l'ampliamento rappresenti un'occasione storica e che i suoi costi debbano esser sostenuti in modo equo da tutti gli Stati membri, nel mantenimento della solidarietà tra le Regioni; che la coesione economica e sociale debba continuare ad essere elemento essenziale ed integrante della costruzione europea e della strategia euromediterranea e che, pertanto, debba essere posta su un piano di parità con gli obiettivi del mercato unico e dell'unione monetaria; sollecita un'adeguata e tempestiva iniziativa del Governo presso le Istituzioni comunitarie a sostegno dei seguenti punti: l ] Garantire che agli interventi strutturali nellVUnioneeuropea a 15 sia destinato effettivamente lo 0,46010 del P1L nel periodo 2000-2006; attivare l'articolo 130B del Trattato concernente il concorso delle politiche e delle azioni dellUnione al perseguimento dell'obiettivo della coesione. 21 All'ltalia deve essere assegnata una quota dei Fondi comunitari non penalizzante rispetto al passato. 31 1 criteri di ammissibilità all'obiettivo 1 devono comprendere, oltre il PIL pro capite, il tasso di disoccupazione, l'indice di infiastrutturazione e I'insularità. 41 Devono essere modificati i criteri di ammissibilità all'obiettivo 2 al fine di evitare la riduzione delle aree interessate, in particolare di quelle rurali e di quelle investite da crisi industriali. Roma 10 marzo 1998 Comuni d'Empa A P i s a i l q u i n t o m e e i i n g i n t e r n a z i o n a l e p p d i E a n e t - p Camera con vista. Sul fùturo di Roberto Di Giovan Paolo Pisa per tradizione. A Pisa per il futuro. Le due cose si compongono bene insieme: Pisa è stata la culla dell'informatica italiana addirittura dal finire degli anni cinquanta, e non a caso lo ha voluto ricordare con passione il Sindaco Pietro Floriani nel suo intervento di benvenuto. Ma Pisa "rischia" di essere anche la culla di qualcosa di veramente nuovo per tutti gli enti locali e regionali europei. Tre giorni di riunioni, seminari specialistici, dimostrazioni di reti civiche e progressi tecnologici, moderati dall'impegno e dalla presenza dell'Aiccre nazionale e di quello, ospitale come sempre, della Toscana, che ha avuto il volto sonidente ed impegnato del segretario della Federazione regionale, Patrizia Dini. A Pisa, in Italia, si è proposto il quinto meeting internazionale di Elanet, I'associazione che riunifica i massimi esperti di telecomunicazione ed enti locali e regionali, ormai divenuta a pieno titolo Commissione di lavoro del Ccre e che ha come Presidente l'italiano Ossandon di Ancitel. Un esempio di come le associazioni degli enti locali e regionali italiane possono lavorare insieme, e con profitto, per il bene dell'Europa e del loro Paese, portando a casa anche risultati apprezzabili sul piano dell'immagine: non a caso due anni fa il presidente di Elanet non era italiano, e certo non si sarebbe immaginata una attenzione così forte da parte del Ccre da inviare il Direttore generale Wenzel ad una riunione di una "semplice" Commissione di lavoro. E' owio che il motivo generale di tanta attenzione risiede nelle tematiche affrontate e da affrontare in futuro: la società dell'informazione e la sfida che rappresenta per l'Europa. Una sfida non solo rappresentabile nello scontro economico tra Unione europea, Stati Uniti e Giappone sul piano commerciale, ma anche di tipo'culturale e metodologico. A Oltre alle consuete riflessioni (ma non troppo peregrine) sulla presenza di pubblico e privato e su cosa è "interesse pubblico" e diritto-dovere del privato, c'è qualcosa di "già visto" che si collega al tema di cosa sarà la società europea del 2000 in campo delle telecomunicazioni: ricordate i sistemi televisivi, e la resistenza francese con il "Pal"? Oppure il fatto che i videoregistratori moderni in tutto il mondo applicano lo standard giapponese? O il ruolo trainante delle tecnologie Usa sull'uso di lnternet? In tutto ciò c'è certamente economia ma anche cultura. E soprattutto c'è la storia di una Unione europea che cerca standard comuni di comunicazione su cavo, fibra ottica, collegamenti telefonici, trasmissioni via satellite, standards per decodificatori e così via. E' una partita difficile ed interessante, in cui si può giocare come sistema-Europa e non come sistema-Paese, se si vuole avere qualche speranza di reale riuscita. Non solo. E'una partita in cui si gioca la democrazia reale se è vero, come lo è difatti, che chi è collegato ha la possibilità di scegliere. O di studiare. O di lavorare. Oggi, alle vecchie povertà si rischia di aggiungere le nuove povertà. Tra quegli enti locali e regionali che possono programmare il territorio secondo una crescita omogenea della società dell'informazione e chi non può. Tra coloro che saranno connessi (e quindi i loro cittadini e le loro imprese ....) al mondo più o meno globalizzato e coloro che dovranno chiedere: e avranno a Comuni d'Empa quel punto informazioni di seconda mano. Tra coloro che procederanno alla alfabetizzazione informatica in tempo reale, quindi favorendo la formazione professionale o l'aggiornamento dei lavoratori, e coloro che non potranno che offrire solo "assistenza sociale" e magari a posteriori. Rischi? Paura del futuro? Certo, come è naturale. Ma anche opportunità da sfruttare per far crescere il proprio territorio e la democrazia, creare posti di lavoro, scambiare informazioni e best practices (iniziative esemplari). A questi interrogativi vuol rispondere, e lo fa, Elanet in quanto Commissione del Ccre. Ma Elanet vuole anche essere fucina di iniziative pratiche per prepararsi con progetti concreti ai prossimi programmi comunitari che la Commissione europea sta mettendo in cantiere, da quando il libro verde su "Vivere e lavorare in Europa nella società dell'informazione" è diventato un punto di riferimento per le scelte dell'Ue nei prossimi anni. 11 fatto che già un confronto sia possibile attraverso il progetto Isla, che coinvolge le associazioni italiana, finlandese, austriaca e spagnola, è un segnale importante che non solo di parole si tratta, ma di una società dell'informazione concreta, quotidiana, soprattutto utile. Sono temi all'ordine del giorno ormai in tutte le comunità locali e su cui I'Aiccre sta giocando un ruolo di primo piano a livello nazionale ed internazionale. 11 prossimo appuntamento, anche questa è una proposta scaturita a Pisa, dovrebbe essere il prossimo 6 e 7 novembre a Bruxelles per una Conferenza europea sulla società dell'informazione, promossa dal Ccre con la Commissione europea e la presenza di esperienze concrete da tutti i Paesi dell'Ue e dello spazio europeo in genere. In un cero senso, quel f u t u r o è già cominciato, da oggi, a Pisa. aprile 1998 L a r e l a z i o n e P - - P -- d i a t t i v i t à d e I I I A i c c r e n e l 1 9 9 7 - - Aiccre: il bilancio di un anno Pubblichiamo qui di seguito ampi stralci della relazione di attività dell'Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa per l'anno 1997, nel corso del quale hanno aderito al1 'Associazione 36 Comuni, 5 Comunità montane e 2 Province. Settore formazione Nel 1997 è stata fortificata l'attività di formazione rivolta agli amministratori ed ai funzionari degli Enti locali e regionali italiani. In questo quadro I'Aiccre ha presentato un progetto alla Commissione europea, che ha trovato ottima rispondenza e pertanto cofinanziato. CAiccre ha partecipato al programma operativo n. 9400221111 Formazione funzionari della Pubblica amministrazione secondo l'avviso 21 marzo 1997, n. 1/97 Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica. 11 progetto è stato approvato ed ammesso al finanziamento con Decreto 31 ottobre 1997 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica. Nel corso del 1998 dovrà essere attuato. Pubblicazioni periodiche La rivista mensile "Comuni d'Europaw ha pubblicato, nel 1997, 11 numeri (il numero estivo è doppio) per un totale di 21 6 pagine ed ha rinnovato, a partire dal mese di novembre, la sua veste grafica. 11 corpo del giornale risulta costituito da tre grandi campi di notizie, di interventi e di interessi: le iniziative in campo nazionale ed europeo del1'Aiccre, la ricerca e I'approfondimento culturale, la documentazione. Nell'arco dei suoi 43 numeri nel 1997, "EuropaRegioni" ha ospitato circa 80 editoriali e fatti commentati redatti da esponenti di Enti regionali e locali, da parlamentari europei e da altre personalità politiche e del mondo culturale. "EuropaRegioni" ha pubblicato 2 numeri di supplemento "CdR news", con il quale ha informato i propri lettori d e i l ' a t t ~ t àdella Delegazione italiana del Comitato delle Regioni e degli Enti locali dell'unione europea. Con I'ausilio del Servizio gemellaggi, nel 1997 "EuropaRegioni" ha pubblicato mensilmente l'inserto "Lettera dei gemellaggi", bollettino d'informazione per i Comitati dei gemellaggi o per chiunque sia interessato ad affratellarsi con un ente di un altro paese. "EuropaRegioni" ha inoltre rinnovato la propria veste grafica per una lettura più agevole. I gemellaggi Anche nel 1997 i gemellaggi non hanno rappresentato una vicenda episodica nella vita dell'Aiccre. Sono stati, infatti, un motivo permanente di impegno politico aprile 1998 ed operativo e di riflessione sia a livello interno che in dimensione europea, al fine di sviluppare una maggiore coscienza europea nei cittadini ed una più efficace cooperazione tra enti locali nel campo economico, sociale e culturale. 11 lavoro di informazione si è sviluppato essenzialmente nella promozione e nella realizzazione di nuovi gemellaggi dei Comuni italiani; nel consolidamento e nel miglioramento qualitativo di quelli già creati nel corso degli anni; nella promozione del Programma comunitario di sostegno dei gemellaggi e nell'assistenza ai Comuni italiani per accrescere il ricorso a questa opportunità. Nel corso dell'anno, I'Aiccre si è impegnata nella realizzazione di molteplici iniziative sia direttamente, sia attraverso il partenanato con altri soggetti. Si è trattato di iniziative locali ma anche di azioni bilaterali e transnazionali. Nel 1997 è continuata l'informazione attraverso il bollettino mensile "Lettera dei Gemellaggi", la pubblicazione di articoli specifici sulla rivista mensile "Comuni d'Europan e sul settimanale "EuropaRegioni". E' proseguita la raccolta dei dati utili per l'aggiornamento dell'Annuario Europeo dei Gemellaggi, che dovrebbe vedere pubblicato nel 1998 la seconda edizione. La Sezione italiana ha sempre partecipato alle riunioni istituzionali e ad altre iniziative promosse dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa (Ccre) e dalle Istituzioni europee. Ci piace ricordare in modo particolare la V Conferenza europea dei Comuni gemellati dell'area mediterranea, svoltasi dal 9 all'l l ottobre ad AgiiAnarghiri (Grecia], al cui successo I'Aiccre ha contribuito in modo determinante. In sede nazionale, l'Associazione ha creato momenti di informazione, di sensibilizzazione politica ed incontri di lavoro e di confronto di esperienze, svoltisi a: o 3-4 aprile, Milano. Convegno interregionale sui gemellaggi (area nord) t- 29-30 maggio, Palermo. Conferenza Comuni gemellati Italia-Spagna s 2 6 - 2 7 g i u g n o , Orvieto. Convegno interregionale sui gemellaggi (area centro) 17-19 ottobre, Savona. Convegno Città gemellate Italia-Germania ed ha presenziato a molteplici cerimonie ufficiali di costituzione di nuovi gemellaggi e di celebrazione di anniversari. Le prospettive per il 1998 sono ottimistiche perché, oltre a portare a conclusione la ventina di progetti già avviati, sono molte le richieste di ricerca di partners che ci pervengono dai Comuni italiani. Certamente la creazione del Programma comunitario di sostegno per i gemellaggi .:e Comuni d'Empa ha prodotto un fortissimo incremento delle iniziative in questo settore, sempre più importante per la creazione dell'Europa dei Cittadini. Il Comitato delle Regioni CAiccre ha la responsabilità della segreteria tecnico-politica della Delegazione italiana al Comitato delle Regioni (48 membri, 24 titolari e 24 supplenti); la sede dell'Aiccre è il riferimento logistico-organizzativo; I'Aiccre con proprio personale e la sua dirigenza politica supporta la Delegazione e partecipa a tutte le riunioni sia in Italia che presso le sedi istituzionali dell'unione europea. In questa veste ha partecipato a Bruxelles alle sessioni plenarie e alle riunioni delle commissioni. L'Aiccre ha partecipato il 15-1 6 maggio ad Amsterdam al "1 vertice europeo delle Regioni e delle Città" ed ha organizzato, insieme alla Delegazione italiana del CdR e alla Presidenza della Regione Lazio, a Roma 1'1 1 dicembre, il convegno "Europa, non solo Euro': I l Cplre CAiccre ha curato il coordinamento e I'animazione della Delegazione italiana (36 membri, 18 titolari e 18 supplenti) al Congresso dei Poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa. CAiccre, con i suoi dirigenti, è presente nella Delegazione; a q u e s t o titolo e come segreteria di coordinamento ha partecipato alle attività (Sessione plenaria, Commissione permanente, riunioni del Bureau e dei gruppi di lavoro) svoltesi nel corso dell'anno. Inoltre, dal 1997, I'Aiccre partecipa con un suo rappresentante, che ne assicura la Presidenza, ai lavori del Comitato di Pilotaggio per le Ambasciate della Democrazia Locale, gruppo di lavoro del Congresso dei Poteri Locali e Regionali d'Europa (Cplre) che, nel corso del 1996, attraverso importanti incontri, ha tradotto in fatti concreti la volontà di sostenere nella loro difficile responsabilità i rappresentanti degli enti territoriali dei paesi formatisi dopo la disgregazione della ex Federazione di Jugoslavia, al fine di installare in tale area degli strumenti di supporto alla democrazia locale e di ricostruzione di un tessuto di convivenza e di cooperazione tra popolazioni e gruppi sociali assai diversi, in particolare nei comuni che, nonostante la guerra, cercano di preservare il loro carattere multiculturale. Nove ADL sono state create nella Repubblica Federale di Jugoslavia (Serbia-Montenegro) a Subotica in Voivodina, nella Slovenia a Maribor, in Croazia a OsijekVukovar a Brtonigla-Verteneglio e a Sisak, L a r e l a z i o n e d i e in Bosnia ed Erzegovina a Tuzla, a Sarajevo e a Zavidovici, nonché a Ohrid nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia. Sono allo studio delle proposte riguardanti l'apertura di ADL a Mostar e a Prigedor nella Repubblica Srpska. Programmi comunitari L'Aiccre svolge il ruolo di supporto tecnico-operativo agli Enti locali e regionali per la predisposizione di progetti comunitari, in particolare per quanto riguarda I'individuazione di partners di Paesi dell'Unione europea e dell'Europa centroorientale. 1'Aiccre ha svolto un'attività di promozione e di sensibilizzazione alle a t t i v i t à d e I I I A i c c r e problematiche comunitarie presso gli Enti locali ed ha partecipato alle riunioni dei coordinatori dei programmi comunitari delle Sezioni del Ccre. L'Aiccre in partenariato con lsmeri Europa, Cles (Centre for Local Economic Strategie~),Afla (Association of Finnish Local Associations) e Bbj conduce il progetto comunitario Eleven 11 (prosecuzione di Eleven 1). E' un progetto pilota "Le politiche urbane per I'occupazione - Rete di città europee" cofinanziato dalla DG V della Commissione europea. L'Aiccre conduce altresì un progetto per la democrazia locale nell'ambito della linea Phare per gli Enti locali dell'Albania. n e l 1 9 9 7 Presenza internazionale L'Aiccre ha partecipato a tutte le riunioni degli organi istituzionali del Ccre, tenutesi nel corso dell'anno (Comitato direttivo, Bureau esecutivo, Comitato finanziario, Commissari ai Conti), nonché alle riunioni dei Segretari generali delle Sezioni e Associazioni del Ccre. Ha partecipato alle riunioni delle Commissioni di lavoro del Ccre. La presenza e visibilità internazionali la si può riscontrare in particolare da tutte le attività a rilevanza sovranazionale che 1'Aiccre ha curato e che sono indicate ai punti precedenti e dalla diffusione nei Paesi dell'unione europea, in particolare, della stampa periodica. L'onvegnz e semznarz 20 gennaio, Torino e:. a 617 febbraio, Awgento .:. 24 febbraio, Cagliari .:. l l aprile, Bologna 12 aprile, 1,a Spezia t .>18 aprile, Genova Convegno raccolta e riutilizzo dei rifiuti - In collaborazione con la Federazione regionale Sicilia Seminario sulle riforme istituzionali - In collaborazione con la Federazione regionale Sardegna Convegno studi sulla scuola - In collaborazione con la Federazione regionale Emilia Romagna lncontro sulle politiche europee - In collaborazione con la Federazione regionale Liguria lncontro sulle politiche europee - In collaborazione con la Federazione regionale Liguria 5 maggio, Bari Convegno adriatico e ristrutturazione dei Balcani - In collaborazione con la Federazione regionale Puglia l 0 maggio, Napoli 1 assise regionale amministratori locali e regionali e cittadini europei In collaborazione con la Federazione regionale Campania 19 maggio, Roma Conferenza sull'Euro 20 giugno, Venezia Giornata di studio "Decreto Ronchi" - In collaborazione con la Federazione regionale Veneto .e : e:. e:. Tavola rotonda Euro-Regioni - In collaborazione con la Federazione regionale Piemonte a l 7 luglio, Palermo Riunione Commissione osservatorio permanente patti territoriali In collaborazione con la Federazione regionale Sicilia -:-19-20 settembre Viareggio Convegno europeo "11 ruolo della cultura nel quadro dello sviluppo" .:. 20 ottobre, Roma .:. 29 ottobre, Palermo lncontro fondi comunitari - In collaborazione con la Federazione regionale Lazio Riunione osservatorio regionale dei patti temtoriali - In collaborazione con la Federazione regionale Sicilia Attività formative .:. aprile/maggio, Massa Canara .e : 213 luglio, Roma .:. l 2 settembre, Udine -3 17118 settembre, Viareggio Assistenza tecnica per attivazione ufficio Europa della Provincia di Massa-Carrara ( 10 gg.) Seminario Politiche ambiente - turismo - strumenti finanziari Seminario strumenti finanziari dell'UE per gli enti locali Seminario politiche ambiente - cultura - strumenti finanziari -:-13 ottobre, Vietri sul Mare Seminario strumenti finanziari dell'UE per gli enti locali -:-27 ottobre, San Felice Cavriglia Seminario strumenti finanziari dell'UE per gli enti locali a 27 novembre14 dicembre, Terni Seminario strumenti finanziari dell'UE per gli enti locali. 11 corso si è concluso con le 2 giornate del 15 e 19 gennaio 1998 9 dicembre, Firenze Seminario sul quadro istituzionale dell'UE Comuni d'E1nnp aprile 1998 L e r e c . e n s ~ o n i i d C o m u n i d ' E u r o p a Donne algerine, donne nell'lslam 1 libro di Leila Ahmed "Oltre il velo" estende l'indagine alla donna nell'lslam, attraverso una ricostruzione storica che parte dalle società preislamiche per arrivare all' età contemporanea. Le società islamiche, secondo la Ahmed, non sono di per sé più oppressive verso le donne rispetto ad altre. Il velo, la segregazione, la poligamia, I'harem, sono "barbari" costumi ereditati dalle culture, bizantina e sassanide soprattutto, e dalle religioni, ebraica, zoroastriana, cristiana, preesistenti nel vicino Oriente. L'lslam aderi insomma prudentemente e in modo esplicito alle tradizioni già esistenti nella regione. Secondo questa religione, Maometto era un profeta nella tradizione giudaico-cristiana e il Corano incorporava, in una qualche forma, molti racconti biblici, come ad esempio quelli della creazione e della caduta. Così, quando ebbe conquistato i territori confinanti, potè assimilare facilmente e senza strappi le tradizioni testamentarie e sociali delle popolazioni cristiane ed ebraiche li residenti. Sembra che il velo, ad esempio, fosse in uso presso la società sassanide e che fosse molto diffuso, al pari della segregazione delle donne, nel Medio Oriente cristiano e nelle regioni mediterranee all'epoca dell'awento dell'lslam. Durante la vita di Maometto, anche se solo verso la sua fine, le mogli del Profeta furono le sole donne musulmane tenute a portare il velo. Dopo la sua morte, e in seguito alla conquista dei territori vicini, dove le donne delle classi alte erano velate, esso divenne 1 Kahina contro i califfi Islamismo e democrazia in Algeria di Giuliana Sgrena Edizioni Datanews - L. 18.000 e donne d'Algeria usciranno un giorno per le strade per far vedere che sono belle. E se sono belle le donne d'Algeria, è bello tutto il Mediterraneo». Con questa semplice frase Khalida Messaoudi, militante per i diritti delle donne, ci regala un'immagine nitida sulla condizione di un paese, delle sue donne, del loro rapporto con I'lslam. 11 libro di Giuliana Sgrena, "Kahina contro i califfi", parla dell'Algeria, dei suoi 60.000 morti negli ultimi sei anni, della sua storia, delle sue battaglie, dando una doppia lettura alla crisi, una sostanzialmente cronologica e l'altra tematica, trasversale, ampliando la prospettiva attraverso l'analisi dei protagonisti: gli islamisti, l'esercito, gli intellettuali, il movimento delle donne. Le donne algerine, appunto. La Sgrena sostiene che se I'islamismo non ha preso il potere, almeno fino ad ora, gran parte del merito è loro. Lo riconoscono persino molti uomini. E non c'è dubbio che le donne sono contemporaneamente obiettivo privilegiato degli integralisti islamici e maggiore ostacolo alla loro avanzata. Centinaia sono le donne assassinate, stuprate, mutilate negli ultimi anni. "11 Fis comincia con l'organizzare la segregazione e l'oppressione delle donne perchè all'interno della società attuale queste ultime sono le più indebolite (indebolite, non deboli) dal patriarcato sociale e politico; ma anche perchè le donne sono il simbolo stesso della diversità e dell'alterità, e soltanto una società di diritto ammette I'alterità". E allora quale Islam? E quale rapporto con lo Stato? Se gli integralisti si fanno scudo del Corano e della sharia per imporre la loro "legge", nei paesi islamici e anche in Algeria esiste anche una corrente detta moderna o riformista che accetta la sfida della modernizzazione. 1 sostenitori di un islam ((aperto e fraterno)) si oppongono ad ((una visione della sharia che ostacola ogni pensiero creativo)). La stessa visione che ha introdotto nel 1984 il Codice di famiglia che sancisce l'inferiorità della donna. Con questa legge la donna viene messa sotto tutela, ha bisogno di un tutore per potersi sposare; viene introdotta la poligamia; il marito può chiede~eil'divorzio senza motivazione (una sorta di ripudio), lei può chiederlo solo a certe condizioni. Oltre il velo La donna nell'lslam, da Maometto agli ayatollah di Leila Ahmed Edizioni La nuova Italia - L. 25.800 d'uso comune fra le musulmane altolocate, attraverso un processo di assimilazione che nessuno ha ancora esaminato in modo abbastanza dettagliato. La vera via dell'emancipazione delle donne islamiche - questa è la tesi originale e provocatoria della Ahmed - non deve limitarsi all'importazione dei modelli del femminismo occidentale, ma può passare attraverso l'accettazione e la reinterpretazione critica della propria tradizione culturale e religiosa. «Mi piace sentire parlare un iman di un islam che sposa la mia epoca» afferma la femminista Zazi Sadou. Alessandra Felici aprile 1998 Comuni d'Empa Comuni d'Euy0p.i mensile dell'AICCRE Direttore: Goffredo Bettini Direttore responsabile: Umberto Serafini In redazione: Mario Marsala (responsabilel Lucia Comas, Giuseppe D'Andrea, Anna Pennestri continua d a pag. 2 a n c h e c o n p a g i n e m e r a v i g l i o s e di autoformazione. Questa volta il tassinaro era romano: discussione, come sempre, piacevolissima, che - oltretutto non conoscendo le idee politiche di partenza dell'autista - ho mosso cautamente da una considerazione morale, cioè dal vizio, quando si chiede la ricevuta della corsa fatta per servizio, includendovi la mancia (che non si può accollare all'Ente per cui si lavora - ho sottolineato perchè è una "liberalità" soggettiva). 11 tassinaro ha scosso la testa: «Lei è i l primo che me lo dice: ma, sa, la morale di questa Italia n o n cambia)). Lui era comunista, la famiglia socialista: caduto l'ideale internazionalista per cui si era prodigato, ora non paga i bolloni del PDS ma non ama Rifondazione; quanto al partito socialista è morto. Un nuovo, grande partito della Sinistra? n o n lo vede. L'Ulivo? mah! «Come si cambia sul serio la politica?)) Gli ho detto: ma c'è l'Europa, che è un affascinante traguard o , verso il quale possiamo concretamente impegnarci tutti uniti. Ha replicato: «l'Europa dei banchieri?)) No, h o cercato di replicare a mia volta: è proprio per via dell'Euro che si sposta sul terreno giusto la battaglia politica, che sarà tutta da combattere, non - o non solo - per essere in condizione di competere economicamente, ma per avere l'orgoglio di far vincere al livello utile la democrazia. «Forse», ha concluso il tassinaro: ed io ho pagato la corsa. rrivato all'ufficio - I'Aiccre, dove faccio il c u r i o s o m e s t i e r e di "memoria storica", non sai mai se gradito o rompiscatole -, il primo "fratello" che ho incontrato mi ha assalito: «Hai visto A Indice delle ieri sera Costanza show? 1 "volontari" sono una forza enorme, oltre 4 milioni: il partito dei volontari potrebbe battere tutti!)) Non aveva dunque capito niente: i volontari non vanno irregimentati come tali, ma s o n o u n a forza civile, c h e potrebbe trasformare i partiti, pensando più ai fini che al potere. O mi sbaglio? M a t t i n a di r o u t i n e e di t e l e f o n a t e "europee", e la ciliegina al rientro a casa: mi aspettava la nuova edizione, che arriva fino al 1997, della "Storia d'ltalia" di Mack Smith (un inglese che s ' è i t a l i a n i z z a t o nei d i f e t t i e nella superficialità, e che fa rimpiangere il s u o maestro Trevelyan, lo storico di Garibaldi e del Risorgimento italiano). Con cattiveria, sono subito corso all'indice dei nomi: insieme a tante nullità non c'è Spinelli (Altiero) - e neanche Di Vittorio - ma (l'avrei giurato) Ernesto Rossi: il coautore del Manifesto di Ventotene, l'amico di Einaudi federalista? No, i l sia p u r c o r a g g i o s o polemista contro i "padroni del vapore", perchè n e parlavano i salotti: quello che maturano in cinque organizzazioni federalis t e nazionali (il Cime, I'Mfe, I'Aiccre, I'Aede, il Cife), con migliaia di soci impegnati in una battaglia senza interessi personali, non gode dell'attenzione dello storico, incapace di andare un centimetro al di là del nullismo delle gazzette, di tutti i media e della moda. Di Pietro o Cossiga? Bossi o Bertinotti? Mi fermo: ma una giornata di politica "vissuta" procede generalmente cosi. E allora? (Accetto tutto, ma non il pessimismo: non lo accettavo neanche sotto il fascismo, che, quando chiedevo, a ripetizione, gli Stati Uniti democratici d'Europa, neanche mi puniva, ma mi elargiva solo un sorriso di sufficienza. Coraggio!) immagini -- Gestione editoriale: Europea srl unipersonale Piazza di Trevi 86 001 87 Roma Direzione e redazione: Piazza di Trevi 86 00187 Roma Indirizzo telegrafico: Comuneuropa - Roma tei. 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Trib. di Roma n. 4696 de11'11-6-1955 l l , Nautilus pompilius I " e 4" di copertina pag. 8 P u p e r ~ t ap u p a pag. 9 1 pag. 9 1 (sezione) 1 Cipraea monetaria Opeatostoma pseudon Argonauta hinn5 Conus marmoreus i 1 Strombus listeri Mauritia m a p p a 1 Amoria uridulora Girlldfi~rdiatrtutnpliut~s pag. 10 pag. 12 Ancilla albocnllotri Colortlbarium pagoda pag. 14 Conirs ter-ilest Tibia J i n e s pag. 14 Tatclierta niirribilis Terebra iaurinus pag. 16 l 1 l i l i , l Cyrtopleura costata l 1 - Comuni d'E- aprile 1998