Storia Urbana materiali Anno accademico 2010-2011 le mura separano lo spazio in due parti che non si equivalgono: all’interno uno spazio altamente valorizzato e determinato, all’esterno uno spazio subordinato, che vive e lavora per la città, le offre uomini, prodotti e paesaggi Il centro urbano, delimitato dalle mura, si distingue nettamente dal suo circondario con cui mantiene un rapporto dialettico, ma che risulta fortemente subordinato. Si trovano nel circondario pochi grossi borghi L’area intra moenia, per ragioni di logistica militare presenta un’estensione assai elevata (454 ettari) racchiusi entro una cinta lunga oltre 10 chilometri. La mancanza di una pregnante funzione strategica rende assai precarie le cortine di difesa e di delimitazione della città. Qui come a Padova la popolazione del circondario è sparsa in piccoli centri. un’area intermedia, che circonda per qualche miglio la città, che comprende oltre ai sobborghi anche uno spazio più o meno esteso di «campagna», la cui popolazione nelle rilevazioni è generalmente computata con quella del nucleo urbano è assoggettata a un regime giuridico e amministrativo specifico, né urbano né rurale sottostà al sistema tributario della città può presentare una specifica identificazione: in particolare, a Vicenza si trovano le «Colture» e a Padova i «Termini» in più casi si presenta la dipendenza del circondario dalle chiese parrocchiali collocate entro le mura I mutamenti sono il frutto di una duplice serie di fattori: le strategie programmatiche mirate consapevolmente a trasformare il volto della città i provvedimenti di natura fiscale o amministrativa, che agiscono indirettamente Verona assume un ruolo strategico e logistico rilevante, rivestendo tutte le funzioni di «piazzaforte d’armata», in grado di soddisfare ai principali bisogni di un esercito di circa 100.000 uomini. Le strutture richieste per assolvere a tali esigenze sono: un ospedale militare di grandi dimensioni, le caserme, gli edifici dei comandi, l’arsenale d’artiglieria con fonderie, il «panificio» con magazzino di sussistenza. Veduta Prospetto del corpo centrale Si possono individuare due momenti specifici: Le fasi iniziali della costruzione della città «igienico-sanitaria» e della creazione di una rete di infrastrutture viarie e ferroviarie, durante la dominazione asburgica: grandi strade di circonvallazione, la ferrovia Ferdinandea ; Le iniziative mirate all’incentivazione dello sviluppo industriale, promosse dalle amministrazioni comunali e da imprenditori privati, dagli anni Ottanta del secolo. Cimitero. Gasometro. Ferrovia. Panificio militare. Il governo imperiale asburgico adotta il sistema del dazio consumo murato per le principali città, tra cui Verona, Vicenza e Padova. Vi sono assoggettati quasi tutti i prodotti di largo consumo, sia commestibili sia destinati alla trasformazione o all’edilizia in entrata nelle città «murate». Ad esso si aggiungono le addizionali a favore dei comuni. I territori esterni alle città murate sono soggetti al dazio «fuorense» assai più contenuto per consistenza e per il numero di beni assoggettati. Il secreto del suburbio sta nelle porte della città... In città si vive più caro; ecco il secreto. ... Ma per «cittadinare» il suburbio non è necessario chiuderlo entro un muro. Basta la parificazione dei carichi ossia uguagliare l’entità della tassazione La vita a più buon patto vuol dire basse mercedi. E il miglior patto del vivere d’onde viene? Dai minori bisogni. Quei sobborghi son campagna che viene alla città senza volersi far cittadina. Fatela cittadina, e tutto questo scompare. Nell’ultimo ventennio del secolo le spinte verso la trasformazione delle città venete trovano i primi concreti tentativi di organizzazione programmatica. La classe dirigente, pur con le sue peculiarità, appare per altro accomunata da una mentalità riflessiva e prudente, ma concreta e realizzatrice; il suo atteggiamento è paternalistico e conservatore, ma non retrivo. L’industrializzazione può essere socialmente accettabile se non stravolge il sistema di valori umani tradizionali e se appare come soluzione in momenti di crisi Lo sviluppo industriale già forte nel territorio (Schio-ValdagnoThiene) trova la via della città con la maturazione di una disponibilità agli insediamenti industriali da parte del gruppo dirigente del capoluogo. Sorgono stabilimenti chimici, una fonderia e un canapificio. Nella prima metà del secolo le principali industrie sono la Fonderia Benech-Rocchetti e la ditta per la produzione del gas illuminante. Nel 1872 Vincenzo Stefano Breda fonda la Società Veneta per imprese e costruzioni pubbliche con lo scopo di assumere la costruzione e la manutenzione di opere pubbliche e private in Italia e all’estero. Tra le realizzazioni troviamp l’acquedotto di Padova e il Canale industriale di VeronaDopo una fase di grande sviluppo la ditta andrà incontro a gravi difficoltà. Tale esperienza toglierà slancio ad altre iniziative. Con l’annessione e l’abbandono dei contingenti militari di stanza nella piazzaforte l’economia cittadina subisce una grave scossa. Una grande quantità di veronesi si trova senza occupazione e la crisi viene tangibilmente avvertita anche dalle autorità locali. Giulio Camuzzoni,sindaco di Verona (1867-83), ritiene che si trovi «nello sviluppo delle industrie il vero e precipuo mezzo per noi di risorgere dal triste stato d’atonia economica in cui eravamo caduti» Per favorire l’insediamento industriale si decide la costruzione di un canale industriale che apporti energia all’area Basso Acquar, posta tra il corso meridionale dell’Adige appena oltre le mura Le trattative per insediare un’industria di grandi dimensioni falliscono sorgono imprese medio piccole. Trovano collocazione anche le attività artigianali che erano poste lungo i corsi d’acqua interni alla città che vengono interrati dopo la piena del 1882.