Anno XXXIII – n. 213 – Marzo 2011 NOTIZIARIO Provincia di Lombardia “S. Carlo Borromeo” dei Frati Minori 1 2 INDICE COMPI OFM LAZIO 4 NORD ITALIA Verbale Incontro dei Ministri provinciali - Marghera, 11 Marzo 2011 5 VITA DELLA PROVINCIA Saluto e Introduzione del Ministro al Definitorio allargato ai Guardiani - Busto Arsizio, 15 Marzo 2011 La fraternità definitoriale informa - Busto Arsizio, 15 Marzo 2011 Introduzione del Ministro all‟Assemblea delle Fraternità - Busto Arsizio, 16 Marzo 2011 Cronaca Assemblea delle Fraternità - Busto Arsizio, 16 Marzo 2011 La fraternità definitoriale informa - Brescia s. Gaetano, 28 Marzo 2011 8 11 13 20 22 TESTIMONIANZE DI VITA FRATERNA 12 Marzo 2011 - Professione di fr. Davide Radaelli 24 DAI MONASTERI DELLA FEDERAZIONE Corso per le madri Abbadesse 25 DALLA POSTULAZIONE DEI SANTI Buona notizia sui 14 Martiri di Praga 26 INVITO ALLA LETTURA L‟Ortodossia come Provocazione - Fr. Fiorenzo Reati VITA MINORUM - Numero Speciale “Lo Spirito di Assisi” Valore Pedagogico della Confessione - di papa Benedetto XVI 28 29 30 NOTIZIE DI CASA 30 IN MEMORIAM Fr. Mariano Di Mauro Omelia del Ministro Provinciale alle esequie - Sabbioncello, 21 marzo 2011 Ricordo di p. Mariano 3 32 32 34 COMPI PROVINCIA ROMANA dei SS. APOSTOLI PIETRO e PAOLO Il 31 marzo 2011, presso l‟Oasi «Gesù Bambino» in Greccio (RI), nel corso del XXII Capitolo provinciale della Minoritica Provincia Romana dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, legittimamente convocato e presieduto dal M.R. Fr. Manlio Di Franco, OFM, Visitatore generale e Presidente del medesimo Capitolo, si è proceduto all‟elezione canonica del governo della provincia: Ministro Provinciale: fr. GIOVANNI ROSSI Vicario provinciale: fr. Alessandro Partini Definitori provinciali: fr. Alessandro Ciamei, fr. Francesco Rossi, fr. Fabio Berti, fr. Stefano Tamburo. Qualche breve nota biografica su Fr. Giovanni Rossi, neo Ministro. Giovanni nasce a Sonnino (Latina) il 6 Gennaio 1948. Veste l‟abito francescano il 21 Luglio 1964, emette la professione solenne il 9 Ottobre 1972, e riceve l‟Ordinazione sacerdotale il 29 Giugno 1974. Oltre alla maturità classica, ed il corso istituzionale filosofico e teologico presso la Pontificia Università Antonianum, ha conseguito il dottorato in Filosofia presso l‟Università di Roma “La Sapienza”, nel 1982. E‟ stato Visitatore della Provincia Abruzzese di San Bernardino da Siena nel 1992, Parroco a Latina dal 1999 al 2002, Maestro dei postulanti dal 1987 al 1993, Vicario provinciale dal 1993 al 2002, e fino ad ora Definitore e Cappellano presso il Policlinico A. Gemelli. 4 NORD ITALIA VERBALE DELL’INCONTRO DEI MINISTRI PROVINCIALI DEL NORD ITALIA Marghera, 11 marzo 2011 Presiede l‟incontro fr. Francesco Bravi; sono presenti fr. Bruno Bartolini, fr. Mario Vaccari, fr. Antonio Scabio, fr. Francesco Patton ed Enrico Delama di Diathesis. Fr. Gabriele Trivellin è assente perché partecipa a un itinerario biblico spirituale in Turchia. Dopo un momento di preghiera con le parole di S. Francesco (FF 233), alle ore 9.30 iniziano i lavori del Collegio dei Ministri. 1. Questioni relative alla mappatura nelle singole province: Enrico Delama presenta una scheda che sintetizza quanto finora si è fatto in merito alla mappatura a livello delle fraternità (A), dei servizi interni (B), delle opere ed attività esterne (C), e degli immobili (D). I Ministri presentano le loro osservazioni e integrazioni. Le osservazioni vengono raccolte e verbalizzate da Enrico Delama di Diathesis. o Vengono fatte alcune correzioni e osservazioni a quanto scritto al punto A Livello delle fraternità, circa i percorsi fatti nelle Province, con precisazioni di BO, MI,TN, VE e GE. VE: è stata chiarita ulteriormente la procedura di coinvolgimento del Definitorio e dei Guardiani nel percorso di ridimensionamento. GE: è stato affinato il lavoro di mappatura con il coinvolgimento dei Guardiani e delle fraternità, c‟è convergenza sulle case di tipo C ed è stata attuata una sensibilizzazione delle fraternità con l‟aiuto dei definitori. MI: a breve ci sarà l‟assemblea delle fraternità. C‟è convergenza su alcune possibili chiusure. 4 conventi non sono stati nominati da nessuna fraternità come conventi da chiudere. Si chiederà anche che cosa potenziare oltre che cosa chiudere. TN: durante la visita canonica è stato chiesto a ciascun frate come si sente dentro il cammino verso la nuova Entità ed è stato spiegato in tutte le fraternità l‟iter verso la Nuova Entità. BO: il nodo di difficile soluzione sarà Bologna con due conventi che hanno un senso forte nella vita dell‟attuale Provincia. I Ministri concordano che è importante avere la visione del dopo, della prospettiva strutturale, di modo da poter dare informazioni che aiutino i frati a intravedere il futuro. o Circa il punto B livello dei servizi interni: vengono chiesti e dati chiarimenti. Si concorda a chi affidare le schede su Infermeria e centri missionari, Archivi provinciali, biblioteca e uffici di Curia. La scheda per le biblioteche a cura di Rino Sgarbossa è pronta; andrà inviata alle Segreterie provinciali e le risposte saranno inviate a Rino Sgarbossa via e-mail. Uffici di Curia: la scheda elaborata da fr. Mario Vaccari andrà compilata in word e rimandata allo stesso fr. Mario. Infermeria: la scheda va bene, verrà rielaborata da fr. Bruno Bartolini, inviata alle Segreterie prov, che la compili e la mandi alla Commissione Case [email protected]). Centri missionari: la scheda va rielaborata dai Coordinatori degli Uffici missionari (fr. Silvio e fr. Massimiliano) perché ci sia sottoposta ad aprile. Archivio provinciale: la scheda a cura di fr. Gabriele andrà inviata alle Segreterie provinciali, compilata e rimandata a fr. Gabriele. 5 o Circa il punto C, Livello delle opere/attività esterne. Si chiedono e danno alcuni chiarimenti sulle case per ferie e altre opere, va chiarita da parte degli Economi provinciali la tipologia di opere/case e attività. È importante avere una griglia descrittiva semplice e chiara. Nella mappatura di queste realtà occorre avere presente la necessità di avere anche fonti reddito per la Nuova Entità. o Circa il punto D, Livello degli immobili. Si comincerà a parlarne a fine estate. 2. Allineamento dei Capitoli. o Viene dato uno sguardo su come procedono le cose a partire da quanto deciso ad Armeno. Per gli allineamenti MI e VE celebrano il Capitolo intermedio a scadenza normale. GE (intermedio), BO (elettivo) e TO (elettivo) devono posticipare di 1 anno il capitolo; TN (elettivo) deve anticipare di 1 anno. o Ci si interroga su quale periodo potrebbe essere più funzionale all‟interazione tra i Capitoli, tenendo conto che è la parte programmatica quella su cui interagire e si condivide l‟ipotesi di collocare la parte programmatica in data tra il 15 e il 25 giugno 2013. o C‟è la possibilità di fare una giornata pre-capitolare con un tempo di presentazione dell‟Instrumentum Laboris (IL) a tutti i capitolari delle 6 Province e con un momento celebrativo; prende corpo l‟ipotesi di farlo a Padova sede del primo Ministro provinciale del Nord (S. Antonio). Occorrerà studiare bene l‟interazione tra i Capitoli. o L‟IL dovrebbe presentare pochissime cose; esprimere degli orientamenti e si potrebbe poi affidare all‟Assemblea dei Definitòri di prendere decisioni condivise per il triennio che porterà all‟unione. 3. Aggiornamenti SFES, Coordinamento Ev e settori: o Si prendono in considerazione le note inviate dal Segretariato FES e dai suoi settori (FoPe e CPV). Enrico Delama presenta le note elaborate a margine dell‟incontro di Modena. o Data incontro Guardiani: viene spostata dal 24 al 27 ottobre, anziché dal 10 al 13. Confermato il luogo (Castelletto s/G) e i relatori (Fusarelli e Bini). o Coordinamento evangelizzazione: Missioni al Popolo: emergono soprattutto problemi di organico e coordinamento per la missione di Pavia; i responsabili avranno un incontro ad aprile. Settori del coordinamento: è stata inviata la lettera ai responsabili per cominciare a trovarsi. 4. Condivisione vita Province: o Questo punto dell‟ODG viene rimandato al prossimo incontro. 5. Approvazione modifiche Ratio Formationis Interprovincialis (RFI): o Vengono approvati i nuovi articoli della RFI, con l‟attenzione a far coincidere la numerazione degli articoli con la numerazione esistente nella RFI già approvata, così da pubblicare solo l‟inserto coi nuovi articoli. 6. Animazione Ecumenismo e Dialogo interreligioso: o Il 31 marzo ci sarà la giornata dell‟ISE, tutti i Ministri sono invitati a partecipare. 7. Suggerimenti libretto preghiere comuni: o I Ministri concordano che il libro delle preghiere può contribuire a costruire l‟identità della futura Provincia; ritengono di tenere come base il lavoro svolto dalla fraternità di Baccanello, di fare le opportune correzioni, di inserire una serie di preghiere come in quelli tradizionali delle Province (preghiere di adorazione e di invocazione dello Spirito, preghiere a S. Francesco e S. Antonio, per i benefattori e i defunti). Si chiede a fr. Francesco P. di fare da referente perché sia curato meglio. 6 8. Varie ed eventuali: o Si concorda sull‟opportunità di dare una intestazione chiara e distinta per la newsletter; o Fr. Gazmend Tinaj Ministro Delegato COMPI per l‟ecumenismo chiede il nome dei referenti provinciali. o Fr. Lorenzo Roncareggi, rientrato da Gerusalemme, farà parte della fraternità di Baccanello, si concorda che è bene che faccia parte del coetus formatorum. o A ottobre ci sarà la Professione solenne di quattro professi temporanei (2 della provincia di Milano, 1 della Provincia di Bologna e 1 di quella di Venezia); qualcuno ipotizza di poter fare la professione solenne insieme. Dato qualche problema logistico e di partecipazione delle famiglie è forse bene farle ancora in Provincia. o Nei prossimi incontri del Collegio bisognerà ricordarsi di nominare la Commissione preparatoria per l‟IL del Capitolo 2013. o Prossimo incontro del Collegio il 19 aprile a Baccanello, more solito, vale a dire prima incontro col Maestro e il Guardiano, poi coi soli Ministri. o A maggio la Liguria farà un pellegrinaggio nelle Province del Nord, in preparazione al Consiglio plenario di giugno, visiterà una serie di fraternità delle altre 5 province. L‟incontro si conclude alla ore 16.07 con l‟agimus tibi gratias. Il verbalista Fr. Francesco Patton 7 VITA DELLA PROVINCIA CONGRESSO DEFINITORIALE CON I GUARDIANI Busto Arsizio, 15 Marzo 2011 Saluto e introduzione del Ministro Provinciale Carissimi fratelli del Definitorio e tutti voi fratelli guardiani: benvenuti a questo appuntamento. In questo incontro, come ho ricordato nella lettera di convocazione, valuteremo insieme il cammino che le fraternità locali della Provincia stanno compiendo per realizzare quanto indicato dal Capitolo provinciale circa la Formazione permanente. La delibera n.1 del Capitolo provinciale impegna il Ministro e il Definitorio ad un ampio coinvolgimento nella programmazione e nella verifica del cammino Fo.Pe. e in modo particolare chiede che, per questa ragione, i Guardiani siano convocati più volte all‟anno al Congresso definitoriale. Per vivere insieme questa verifica vi è stata indicata una griglia per preparare il vostro intervento, indicando come la propria fraternità ha programmato e sta vivendo: L‟utilizzo delle schede per la Fo.pe L‟elaborazione o l‟aggiornamento del progetto di vita fraterna Il tempo settimanale e la settimana annuale Gli eventuali incontri tra fraternità vicine Oltre la verifica della realizzazione delle delibere e degli orientamenti capitolari ci chiederemo insieme come accompagnare e sostenere il cammino delle fraternità. Ci guidino in questa verifica e in questa ricerca le parole del documento finale del Capitolo generale del 2009 che ci ricorda come: “Una parte importante del servizio di animazione dei ministri e dei guardiani è la ricerca dei mezzi per ricreare comunione, mutua comunicazione, calore e verità nelle relazioni reciproche” (Portatori del dono del Vangelo 27). Prima di entrare nel merito della nostra verifica permettetemi una riflessione che nasce da diversi incontri e riflessioni che con i definitori e diversi guardiani mi sono trovato a fare o ad ascoltare nella condivisione fraterna e che sono stati per me occasione di riflessione e di preghiera personale. Una riflessione che tiene presente il fatto concreto che dopo l‟entusiasmo iniziale ci siamo trovati tutti, Ministro, definitori, guardiani, di fronte alle fatiche di un servizio - quello dell‟autorità, della guida e dell‟animazione – che ha bisogno continuamente di essere non solo sostenuto e vissuto nella logica della fede, ma anche umanamente compreso e accolto, per non correre il rischio di lasciarci prendere solo dalle cose da fare, vivendo con pesantezza l‟ufficio affidato e rischiando di adattarci a un poco sano realismo che ci fa fare solo ciò che alla fine non disturba nessuno. Mi aveva colpito e fatto pensare, proprio all‟inizio del mio ministero, la lettura dell‟ammonizione quarta di S. Francesco che mi invitava a vivere questo servizio come “l‟ufficio di lavare i piedi ai fratelli” (Am IV, 2) , tale è infatti il senso profondo del mio e nostro ministero. È proprio riflettendo sul significato profondo del lavare i piedi ai fratelli che mi sembra importante servirvi -lavarvi i piedi - offrendovi la riflessione che io ho fatto per me per sostenermi/sostenervi in questo servizio, imparando a leggere le gioie, le fatiche e le scoperte inerenti questo compito affidato, alla luce della fede. Vorrei fare questo cercando di mettere in pratica le parole del serafico padre che nella Lettera ai fedeli declina il suo essere “servo di tutti” con “l‟amministrare le fragranti parole del mio Signore” (2Lf 2). Per questo vi propongo tre testi della Scrittura rileggendoli come inviti a vivere il ministero dell‟autorità nella logica del servizio umile e premuroso. 8 Lettura dal libro del profeta Geremia (18 ,1 – 12) Il testo ci ricorda una grande verità: siamo nelle mani di Dio. Lui rifà continuamente la nostra vita, anche quando viene male. Chiamati ad accogliere e fare nostra questa verità, a sperimentarla per essere capaci di leggere cosi la vita dei fratelli affidati alla nostra cura. Anche noi abbiamo bisogno continuamente di venire ricostruiti da Dio per ricostruire continuamente i nostri fratelli. Per ascoltare ed accogliere la Parola ci vuole una disponibilità radicale ad obbedire alla Parola: “prendi e scendi….” e Geremia va. La Parola va accolta e messa in pratica, la comprensione viene vivendola. È questo il senso profondo della Lettura orante della Parola che siamo chiamati a vivere e a far vivere, ripercorrendo lo stesso percorso di accoglienza e comprensione della Parola di Francesco d‟Assisi. La Parola paradossalmente non la si comprende nel tempio; la si comprende nella vita, nella bottega del vasaio. E‟ dentro la vita concreta della mia fraternità che comprendo la Parola. Le nostre CC.GG ci chiedono di accoglierci reciprocamente per rendere “la fraternità il luogo privilegiato dell‟incontro con Dio” (CC.GG. Art. 40). Ogni fratello mi aiuta a comprendere la Parola. Comprendendo la Parola il profeta comprende sempre più chi è il suo Dio e che la missione profetica è fare ciò che Dio fa. Geremia comprende sempre più in profondità la sua chiamata a distruggere e a edificare. La nostra vocazione è chiamata a distruggere ciò che non edifica. Che nomi dare a tutto questo nella nostra concreta esperienza? Credo che ciascuno di noi potrebbe fare un lungo elenco tenendo nel suo cuore i volti e la vita dei nostri fratelli. Cosa distrugge e cosa edifica? Lettura dal Vangelo di Marco ( 10, 17 – 22 ) Gesù prima di fare la proposta posa lo sguardo e ama. La relazione, lo sguardo personale e l‟amore precedono sempre la proposta. Chiamati a fare anche noi ogni giorno questa esperienza per diventare capaci di guardare e amare i nostri fratelli, e tra i nostri fratelli quelli più difficili, con questo sguardo di amore. Gesù che ama non è colui che abbassa le esigenze della sequela, anzi è chiaro ed esplicito. Come imparare continuamente a tenere insieme esigenze della nostra vita evangelica con l‟attenzione al cammino del singolo fratello? Gesù non si ferma a quello che quel tale vive, anche se buono, osa chiedere di più. Siamo chiamati a conoscere quello che un fratello sta realmente vivendo per proporgli continuamente di andare oltre il proprio vissuto per non rischiare di farlo vivere nella convinzione che il vero e il bello è solo ciò che vive e non quello che è 9 chiamato a vivere in fedeltà alla propria vocazione. Non siamo tuttavia i custodi zelanti e asettici del carisma ma a mostrarlo anche nella coerenza della nostra vita; le richieste che avanzeremo ai fratelli saranno più credibili. Il tale se ne va rattristato; in fondo il valore della proposta di Gesù è passato. Il tale non va via infischiandosene. In una relazione autentica il valore proposto penetra anche se non se ne vede subito la realizzazione e apparentemente ci si trova di fronte ad un insuccesso. Gesù accoglie anche la chiusura alla sua proposta esigente e non insiste accogliendo l‟allontanamento come un possibile risultato di un intervento pieno di amore. Anche nel nostro servizio siamo chiamati a mettere in conto i no e le chiusure ma anche ad assumere lo stesso atteggiamento del Signore Gesù. Quello che si rattrista non è Gesù ma il tale che se ne va. Lettura dal libro della Genesi (18, 1 – 15) Abramo siede davanti alla sua tenda, nell‟ora più calda del giorno. La promessa del figlio e della terra risuona ormai come un‟eco lontana. Tutto sembra così opaco, senza forza: ed è invece l‟ora di Dio. L‟ora dell‟impossibile incontro, l‟ora dell‟impossibile riaffiorare della certezza. La manifestazione di Dio questa volta è così semplice, così povera: un viandante, un ignoto. In questa cornice, del tutto priva di importanza, Dio ripete l‟incredibile promessa: tu avrai un figlio. Di fronte alla rinnovata promessa di un figlio Sara ride. Il figlio della promessa si chiamerà Isacco cioè sorriso di Dio, perché la potenza di Dio è così forte, il suo dono così gratuito, che anche lui sa ridere della debolezza dell‟uomo: e il suo sorriso su di noi è l‟inizio della vita nuova. Ecco l‟altro atteggiamento con cui vivere il nostro servizio di autorità: prepariamoci alla visita di Dio e come Abramo e Sara facciamo tutto il possibile per accogliere bene il “ pellegrino”. Ci sono le nostre stanchezze, la sfiducia, i problemi che sembrano irrisolvibili e forse anche la poca fede; ma Dio visita ancora il suo popolo, Dio visita ancora la mia vita e la vita dei miei fratelli. Ogni momento della vita può diventare l‟ora dell‟impossibile incontro e della rinnovata speranza; possono essere veramente i prossimi, i giorni di una nuova e imprevista visita di Dio che ci chiede di avere ancora una volta uno sguardo pieno di fiducia verso il futuro. Forse anche noi come Sara ci potremmo mettere a ridere di fronte alle promesse di Dio che sembrano realizzarsi in maniera strana e secondo tempi incerti e quindi non accogliere la sua promessa. Forse ci potremmo mettere anche noi a ridere perché conosciamo bene i nostri limiti e soprattutto chi siamo e cosa possiamo fare. Ma Dio sa trasformare anche la nostra poca fede; anche a noi può donare di realizzare cose grandi e belle proprio a partire dalle nostre debolezze e povertà. Dio sa mantenere la sua promessa e la realizza. È questa dunque la certezza che deve guidare i nostri giorni, che deve guidare il nostro servizio diuturno e costante. Se dobbiamo ridere, ridiamo sanamente della nostra presunta serietà e dei nostri limiti: Dio riderà con noi e ci visiterà di nuovo offrendoci ancora la sua salvezza. Con questa semplice riflessione mi sembra di aver cercato di dare concretezza a uno dei significati più profondi del nostro lavare i piedi ai fratelli: cercare nuovi e continui motivi di speranza e di futuro nell‟accoglienza continua della Parola di Dio. E‟ questo credo, il servizio più prezioso che dobbiamo offrire ad ogni frate che è affidato alle nostre cure. Ma questo è anche ciò che siamo chiamati a fare per noi stessi, rinnovando ogni giorno il nostro servizio con l‟ascolto pieno di fede della Parola di Dio che sostiene e verifica il nostro stile di animazione e guida e che allontana da noi la paura, la 10 rassegnazione e la poca speranza. Il Sinodo sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, ci ha ricordato che “ la vita consacrata …. «nasce dall‟ascolto della Parola di Dio ed accoglie il Vangelo come sua norma di vita». Vivere nella sequela di Cristo casto, povero ed obbediente è in tal modo una «“esegesi” vivente della Parola di Dio»” ( Verbum Domini 83 ). Gli Orientamenti pastorali dell‟episcopato italiano per il decennio 2010 – 2020, Educare alla vita buona del Vangelo, chiedono poi ai consacrati di essere, con la loro vita, testimoni della vita buona del Vangelo. Solo così possiamo essere capaci di quella cura diligente e premurosa che caratterizzava il servizio di Chiara verso le sorelle a S. Damiano ( Cf. Proc Test. 6,2 ) e avere un vero cuore di madre che “ nutre e ama” ogni fratello ( cf. Rb VI, 8 ). Mentre vi ringrazio di cuore per tutto quello che state facendo per vivere al meglio il vostro servizio, voglio sperare che questa riflessione condivisa possa sostenere il vostro non facile ministero e avervi offerto le coordinate per continuare non solo a motivare giorno per giorno il vostro compito di animatori ma a servire con gioia i vostri fratelli nella consegna totale di voi stessi. Augurando a tutti un buon lavoro ci introduciamo al lavoro del Definitorio, come è consuetudine, con alcune notizie sulla vita della Provincia. LA FRATERNITÀ DEFINITORIALE INFORMA Busto Arsizio, 15 Marzo 2011 Il Congresso definitoriale allargato ai guardiani ha inizio alle ore 15.00 con la celebrazione di un breve momento di preghiera preparato dalla fraternità ospitante. Segue il saluto del Ministro, che amministra le fragranti Parole del Signore, leggendo alcuni brani della sacra Scrittura per aiutare i guardiani a vivere il servizio dell‟autorità (il testo integrale sarà pubblicato sul Notiziario di marzo). Il Ministro Provinciale poi aggiorna sulla situazione dei confratelli ammalati. Fr. Carmelo Confalonieri è stato recentemente operato alla seconda cataratta e sta bene; anche fr. Emilio Ceriotti ha subito un intervento per dei calcoli alla cistifellea, l‟operazione è ben riuscita. Fr. Emiliano Branca si trova a Bergamo in una casa per ferie gestita dalle suore Canossiane, per recuperare le forze. Fr. Paolo Guzzi, dopo ben quarant‟anni di servizio missionario, è rientrato stabilmente in provincia. Fr. Stefano Invernizzi inizierà ad insegnare italiano all'Accademia teologica di s. Pietroburgo; la cosa e' stata approvata ufficialmente dal Metropolita Ilarion. E' un grande passo avanti nel cammino della collaborazione e della stima reciproca che fa ben sperare per il processo di riappacificazione delle Chiese. Prossimamente celebrerà i dieci anni del Centro di crisi per bambini. Fr. Francesco Bravi aggiorna anche sui recenti sviluppi del Cammino Interprovinciale. Nel 2013 si ipotizza di celebrare i capitoli provinciali in contemporanea nella seconda metà di giugno. Si potrebbe iniziare con una giornata comune per tutte le province, con una celebrazione nella Basilica di s. Antonio (primo ministro provinciale del Nord Italia) a Padova. Si informa del cambio delle date per i giorni di formazione dei guardiani a Castelletto di Brenzone: dal 24 al 27 ottobre 2011. Il vice-postulatore per le cause dei santi, fr. Francesco Metelli, ha organizzato una serie di iniziative per il centenario dell'ordinazione sacerdotale di p. Ireneo Mazzotti (10 giugno). Sarà al più presto inviato il programma dettagliato, che prevede tra l‟altro una celebrazione nel Duomo di Milano, luogo della sua ordinazione. Si attendono sviluppi anche per la causa di beatificazione dei 14 martiri di Praga (4 frati lombardi), per i quali il Collegio dei Consultori Teologi ha recentemente espresso il proprio parere. Si passa alla verifica del cammino Fo.Pe. delle fraternità; ogni guardiano presenta il punto della situazione circa: l‟utilizzo delle schede; l‟elaborazione o l‟aggiornamento del PVF; il tempo settimanale e la settimana annuale della fraternità; eventuali incontri tra fraternità limitrofe. 11 Emerge che lo strumento per la Fo.Pe. meno impiegato è il PVF; le schede proposte (5 forse sono troppe) sono molto apprezzate, sembrano funzionare bene, anche la nuova metodologia esperienziale (a partire dalla descrizione del vissuto) è efficace; il tempo settimanale della fraternità è ormai consolidato; la settimana annuale della fraternità è vissuta o programmata praticamente da tutti; gli incontri tra fraternità limitrofe, non essendo richiesti, sono lasciati alla libera iniziativa, con interessanti esperienze di condivisione soprattutto nelle zone di Brescia, di Milano e di Varese. Dalla discussione emerge che ogni fraternità può scegliere quali e quante schede svolgere nel corso dell‟anno. Si inizia un interessante scambio di opinioni circa il PVF. Sembra che non sia uno strumento così efficace per l'animazione delle fraternità, è uno strumento faticoso, troppo pesante. Probabilmente una ragione risiede nel fatto che questo strumento non rispecchia la nostra mentalità italiana, ma la ragione principale per cui non riusciamo a utilizzarlo efficacemente è il diffuso individualismo. Da più parti si conviene che spesso la programmazione della vita della fraternità è una composizione il più possibile armonica delle attività dei singoli; il PVF invece porterebbe a pensare insieme ad un progetto e poi le attività dei singoli dovrebbero esserne l‟attuazione. Gli strumenti che attualmente utilizziamo (le schede, il tempo settimanale e annuale...) portano tuttavia al conseguimento degli stessi obiettivi del PVF: guardare la realtà, fissare degli obiettivi, fare delle scelte, attuarle e verificarle. Ad esempio le schede danno l'opportunità di una continua revisione di vita. Questo nuovo strumento ci può quindi portare alla definizione del PVF in maniera più dinamica, e più aderente alla vita. Si riconosce comunque l‟importanza del PVF perché permette di fissare anche delle pietre memoriali che fissano il punto del cammino fatto fino a quel punto, così da non disperdere il buono che già si è fatto. Il Ministro chiede ai guardiani una verifica dell‟animazione e della vicinanza del Definitorio; e chiede anche indicazioni e suggerimenti per una migliore animazione delle fraternità. Si auspicano visite più frequenti ed informali del Ministro e dei definitori. Per facilitare questo le fraternità dovrebbero creare occasioni informali di incontro. SESSIONE SERALE (SOLO PER IL DEFINITORIO) La seconda sessione del Congresso definitoriale ha inizio alle ore 21.00 alla presenza del solo Definitorio. Si esprime un generale apprezzamento per il momento di verifica dei cammini Fo.Pe. delle fraternità, tutti stanno lavorando bene e le schede con la nuova metodologia sono state bene accolte e ritenute efficaci. Interessante anche la discussione sul PVF, si sta giungendo ad una diversa comprensione di questo strumento. E‟ stata molto apprezzata anche l‟introduzione del Ministro Provinciale, che ha letto la Parola nel contesto della vita, in relazione al servizio dell‟autorità. E‟ importante che il Ministro dia indicazioni spirituali che aiutino ad avere un sentire comune, che diano una direzione comune a tutte le fraternità. E‟ importante anche la riscoperta del Ministro come “maestro”, guida capace di una parola autorevole che alimenta la vita della fraternità provinciale. Il Definitorio autorizza, con procedura d‟urgenza, i lavori di ristrutturazione della Cappella di s. Carlo della Chiesa di Busto Arsizio. Durante la tinteggiatura delle pareti si sono infatti evidenziati seri problemi strutturali e un grave ammaloramento dell‟assito del soffitto della cappella. Si decide di fare una raccolta di fondi per aiutare i frati giapponesi nella loro attività di solidarietà in favore delle persone colpite dal disastroso terremoto e il conseguente tsunami. I fondi saranno raccolti presso l‟economato provinciale che si preoccuperà di farli pervenire ai frati giapponesi mediante la Curia Generale. 12 INTRODUZIONE DEL MINISTRO PROVINCIALE ALL’ASSEMBLEA DELLE FRATERNITA’ Busto Arsizio, 16 Marzo 2011 1. SALUTI E PRESENTAZIONE DEL TEMA Carissimi fratelli ben venuti a questa Assemblea delle fraternità; saluto il Vicario provinciale, i definitori, il segretario provinciale, i guardiani con i quali ieri abbiamo verificato come sta procedendo la Fo.Pe. nelle fraternità locali. Un saluto particolare infine ai delegati delle fraternità e, se ci sono, ai frati che partecipano come uditori. I titolari degli uffici provinciali che sono tenuti a partecipare a questa Assemblea o sono già presenti ad altro titolo o sono assenti giustificati. L‟articolo 81 degli SS.PP. che norma questa nostra assemblea ci ricorda che essa è convocata “per rendere più efficace la partecipazione e la corresponsabilità tra i frati”. Questo articolo inoltre sta sotto il titolo importante della “Partecipazione al Governo”. Queste indicazioni giuridiche dicono quindi il significato profondo di uno strumento come questo; pur avendo l‟Assemblea valore consultivo, tuttavia quello che viviamo è una seria partecipazione al governo della fraternità provinciale, una concreta espressione della corresponsabilità circa “le questioni che riguardano tutta la vita e le scelte della Provincia” (SS.PP. Art 81 §1). La partecipazione a questo appuntamento comporta allora grande senso di responsabilità e impegno per la ricerca del bene comune. Lo sguardo che dobbiamo avere è quello più ampio che, partendo dalla nostra fraternità locale, si apre alla vita e alle necessità di tutta la Provincia e del cammino verso l‟unità che stiamo vivendo ormai da tempo. L‟importante argomento all‟ordine del giorno dell‟Assemblea, come già sapete, è quello di arrivare ad indicare al Definitorio un parere sulla proposta di mappatura delle case della Provincia da presentare al comune confronto con le altre province, per arrivare a definire la fisionomia e le presenze complessive che comporranno la nuova entità. Il Capitolo provinciale ha chiesto al Definitorio, di condividere “con la Fraternità provinciale le scelte rilevanti riguardo gli immobili quali: modifiche strutturali, cambio di destinazione d’uso o chiusure” (Delibera 15 §3) e di “studiare gli effettivi ridimensionamenti delle nostre presenze” in funzione del “processo di creazione della nuova entità” (Delibera 22 § 1). In obbedienza ai mandati capitolari allora siamo chiamati a esprimere un nostro parere perché il Definitorio provinciale presenti al comune lavoro di confronto e di verifica una proposta chiara e condivisa. Perché il nostro lavoro sia fruttuoso è importante introdurci ad esso tenendo presente una serie di cose che ci possono aiutare a comprendere meglio le indicazioni che ci verranno presentate e anche il senso del lavoro da compiere. 2. LE TAPPE DEL LAVORO INTERPROVINCIALE Il percorso volto a definire la fisionomia e le presenze complessive che comporranno la nuova Entità è stato definito, nelle linee di massima, dal documento finale dell‟Assemblea dei Definitori del Nord Italia tenutasi ad Armeno nell‟agosto del 2010. Esso si articola in due distinte tappe di lavoro: la prima, di natura preparatoria, è in corso in questi mesi (settembre 2010 - maggio 2011); la seconda, tesa a definire e a decidere il volto della nuova Entità, si sviluppa a partire dal maggio 2011. Riprendo alla lettera il testo del documento finale di Armeno: - 13 PRIMA FASE: settembre 2010 - maggio 2011 La natura del documento da produrre: cosa intendiamo per Mappatura Per Mappatura si intende un documento composto di due parti. La prima parte, piuttosto sintetica, è di natura prevalentemente descrittiva: si basa su informazioni e dati di cui le Province già dispongono (o possono facilmente integrare in breve tempo) ed è legata al delineare la situazione presente in una specifica Provincia in relazione alle Case presenti, alle loro Attività prevalenti e alle Persone che ne fanno parte. La seconda parte, recependo numerose indicazioni emerse in Assemblea - laddove si è parlato di “sogno”, “visione”, “futuro”, “fotografia artistica” - deve essere invece di natura prospettica e progettuale. Si chiede cioè ai Definitòri di elaborare un lavoro di prospettiva, legato ai prossimi anni, su quanto ogni singola Provincia si orienta/desidera/spera di realizzare quanto alle Case da promuovere, quelle da riformulare e quelle che ritiene utile chiudere. Ciò nell'ottica di una riflessione che tenga presente - oltre ovviamente al criterio Case-Attività-Persone già indicato - il significato carismatico che una certa tipologia di Case potrebbe avere in un certo territorio provinciale. Se la prima parte del documento ha natura sintetica e descrittiva, nella seconda si chiede ai Definitòri di sbilanciarsi verso il futuro facendo una proposta progettuale sulla fisionomia e sulla presenza negli anni a seguire, illustrando e spiegando bene i motivi e le ragioni per le quali si è giunti a delineare il quadro prospettico che si presenta, in modo che queste possano favorire una vera discussione approfondita e una vera disamina tra i Ministri. Infine, in questa seconda parte, si chiede ai Definitòri di illustrare non solo le potenzialità e le prospettive più interessanti, ma anche e soprattutto, i problemi e le difficoltà che essi ravvisano nell'investire su nuove Case, nel riformulare quelle presenti e, soprattutto, nel chiuderne alcune. Chi la produce Il lavoro indicato è elaborato dai Definitòri provinciali assistiti da una „Commissione delle Case‟, composta da 6 Definitori (uno per Provincia) individuati tra persone che possono dedicare a questo lavoro un certo tempo. I Definitòri per quanto attiene al risvolto economico-amministrativo della prima parte del documento potranno avvalersi degli economi. Il percorso Settembre - Ottobre 2010 Il Collegio dei Ministri nomina i componenti della „Commissione delle Case‟. La Commissione si incontra per elaborare una traccia per il lavoro dei Definitòri: a questo scopo, riprenderà i criteri indicati nell‟IL e le indicazioni emerse in Assemblea operando quindi sul testo dell‟IL la semplificazione richiesta e una certa definizione delle priorità. La Commissione prevede la presenza di un Ministro, che ha anche la funzione di Presidente. Novembre 2010 - Marzo 2011 I Definitòri producono il documento nelle sue due parti. Aprile - Maggio 2011 La Commissione compone un testo ulteriore che contiene: a) un quadro sinottico dei sei testi provinciali (le sei Mappature ) b) una prima elaborazione (approfondendo con i singoli Definitòri aspetti essenziali del quadro presentato o aspetti che risultano rilevanti nel confronto con gli altri quadri provinciali). 14 Fine Maggio 2011 Il materiale - i sei quadri provinciali e l‟elaborazione della Commissione - viene presentato ai Ministri insieme ai Vicari Provinciali in una giornata di lavoro predisposta ad hoc. SECONDA FASE: a partire dal maggio 2011 Da questo punto in poi il Collegio dei Ministri imposta e programma un cammino centrato su un lavoro teso a pervenire alla definizione/decisione del quadro complessivo ed integrato di tutte le presenze relative che comporranno in vario modo la nuova Entità (le Case da promuovere, quelle da riformulare e le Case da tagliare). Tale programma verrà illustrato, presentato e discusso nel percorso di lavoro dell‟Assemblea dei Definitòri del settembre 2011. 3. Un po’ di storia Non è da questi pochi mesi che, come ben sapete si sta parlando in Provincia di mappatura e di ridimensionamento in vista del cammino verso l‟unione per qualificare la vita e la missione francescana nel Nord Italia. Penso sia più che mai opportuno richiamare brevemente alla memoria alcuni significativi passaggi degli ultimi anni su questi temi per imparare dal cammino compiuto a maturare le scelte, che siamo chiamati a fare con una certa urgenza, consapevoli che esse non solo non sono più dilazionabili ma che, se non portate avanti con decisione, rischiano di non farci governare con intelligenza e lungimiranza un processo di radicale cambiamento facendoci subire il ridimensionamento come una ineluttabile e mortificante prospettiva. Il Definitorio provinciale nel triennio 2004 – 2007 si è più volte interrogato su questi temi e nei propri lavori, constatando la diminuzione numerica dei frati ha più volte sottolineato la necessità di ripensare alle nostre presenze richiamandosi ad un sano realismo, imparando per questo anche dalla storia della Provincia e come essa ha affrontato le diverse chiusure nella sua storia recente. La discussione e il confronto su questi temi nel Capitolo provinciale del 2007 ha portato alla stesura della Delibera 16 che affermava: “Il Definitorio allargato ai guardiani studi il percorso necessario per giungere ad una mappatura delle nostre presenze, attraverso il coinvolgimento del maggior numero di Frati e sulla base di criteri previamente identificati e condivisi”. A partire dal Capitolo 2007 e dalla Delibera 16 è iniziato un interessante percorso di verifica e di coinvolgimento di tutti i frati della Provincia. Il Ministro provinciale nella sua relazione al Capitolo affermava: “è stato sicuramente un cammino che ha coinvolto Definitorio, Guardiani e Fraternità e che ha animato per diversi momenti la nostra sensibilità in questo triennio” (n. 37). Ogni fraternità della Provincia ha cercato di riflettere, attorno ad uno schema prestabilito, sul significato della propria presenza e della propria missione e di individuare i criteri per la revisione delle presenze. I diversi incontri del Definitorio con i guardiani hanno approfondito i due temi ma non hanno permesso di maturare in proposito scelte operative: era necessaria un‟ulteriore e approfondita riflessione oltre che una più chiara visione del cammino interprovinciale. Tutta la riflessione è stata poi affidata al discernimento del Capitolo provinciale 2010. Il Visitatore nella sua relazione definiva quello della mappatura un “compito aperto” parlando anche di un “approfondimento critico” (cf. Relazione visitatore 1.4). Il Capitolo provinciale del 2010 nel suo documento finale non ha parlato espressamente di mappatura ma ha sostenuto con forza la decisione di procedere verso la nuova entità. Nella Delibera 22 poi ha chiesto espressamente che il Definitorio studi “gli effettivi ridimensionamenti delle nostre presenze” in funzione del “processo di creazione della nuova 15 entità” (Delibera 22 § 1). “La delibera – è scritto nella introduzione al numero 4 del documento finale del nostro Capitolo - esprime la consapevolezza di tutti i capitolari e l’assenso di ciascuno affinché il Definitorio, nel dialogo con tutti i frati, muova i primi passi verso un concreto ridimensionamento”. Quando l‟assemblea dei Definitori del Nord Italia ha deciso di rilanciare il lavoro della mappatura con le tappe presentate sopra, ha trovato la pronta disponibilità della nostra Provincia che ha cominciato così a dare concreta attuazione alle indicazioni Capitolari. Visto il percorso compiuto si è deciso di non ripartire da capo ma semplicemente di riprendere il lavoro con un incontro dei definitori con i singoli guardiani per poter avviare celermente quella fase progettuale che è affidata al lavoro di ogni Definitorio come ricordato nel documento di Armeno. Lavoro e discernimento che richiede comunque confronto e verifica allargata: ecco il perché del nostro trovarci. Tuttavia il nostro discernimento non si conclude con questa tappa; saremo ancora coinvolti in tutti i passi di questa delicata ricerca come ricordavo sopra. 4. Criteri per procedere alla mappatura Nel lavoro che le fraternità locali hanno condotto per indicare tre nostre attuali presenze che potrebbero essere chiuse, diverse hanno sollevato il problema dei criteri con cui procedere alle scelte, sottolineandone chi la loro ambiguità, chi l‟inadeguatezza o la eccessiva pluralità che rischia di confondere e non di aiutare a maturare una scelta. Non mancano fraternità che intendono seguire certi criteri ma di fatto nelle scelte mostrano che ne hanno seguiti altri. La scelta dei criteri da seguire per procedere alla mappatura può essere effettivamente una difficoltà anche se non si può prescindere dal far riferimento ad alcuni di essi per maturare delle scelte. Nel percorso finora compiuto diversi sono stati i criteri enunciati e più o meno seguiti in pratica. Nel triennio 2007 – 2009 seguendo la scheda di lavoro per le singole fraternità con i criteri lì enunciati si è arrivati a suddividere le fraternità in tre fasce: quelle di forte progettualità (Case di tipo A); quelle di normale continuità (Case di tipo B) e quelle in studio di affidamento o differente utilizzo (Case di tipo C). Lo stesso schema è stato ripresentato nella nuova scheda di lavoro, preparata a livello interprovinciale, che è stata la base del confronto che finora è stato portato avanti in Definitorio. Il Capitolo provinciale ha, da parte sua, suggerito nell‟Orientamento 22 §2 di considerare come criteri per la valutazione delle nostre presenze “Il processo di integrazione verso la nuova entità, la presenza francescana sul territorio, la significatività pastorale e il costo dei lavori di ristrutturazione”. Nella lettera ai guardiani del 13 gennaio 2011 (Prot. 04/11) e prima ancora nel foglio “La Fraternità definitoriale informa” sono stati presentati i criteri che hanno guidato il Definitorio nella valutazione delle presenze e che potevano essere un riferimento anche per la scelta delle fraternità, ricordando quanto affermato nella lettera per le Carte di famiglia circa la necessità urgente del ridimensionamento, richiamando le delibere e gli orientamenti capitolari e l‟indicazione di pensare a ridisegnare le nostre presenze mettendo al centro la vita di fraternità, compiendo così delle scelte che diano una certa specificità alla nostra presenza sul territorio. Se mettiamo insieme i diversi criteri che volta per volta ci siamo dati, ne emerge effettivamente un lungo elenco e un grande senso di frammentarietà e di dispersione; alcuni anzi sembrano entrare in conflitto tra di loro. Non sembrano così esserci criteri condivisi; tuttavia come notava il già Vicario provinciale nel congresso definitoriale con i guardiani del 9 gennaio 2008, ciò non è necessariamente una debolezza. Si tratta – diceva allora fr. Paolo Ferrario – “di interagire ancora maggiormente al fine di creare una mens più comune”. Penso proprio che si tratti di continuare a perseguire questo obbiettivo; il problema profondo dei criteri non è quale di essi scegliere, bensì scegliere dei criteri con un processo di confronto e di condivisione ed essere poi coerenti nella applicazione degli stessi. Penso si tratti – per usare parole relative ad altri contesti del cammino interprovinciale – di passare dalla giustapposizione 16 alla negoziazione di un quadro unitario. Non si può scegliere senza aver ben chiari dei criteri condivisi ma i criteri vanno scelti o semplicemente individuati nel lavoro che si sta compiendo scoprendovi delle interessanti convergenze. La riflessione sui criteri ha a mio avviso evidenziato anche la necessità di avere ben chiari alcuni principi che formano come la cornice del quadro: potremmo chiamarli i criteri base o meglio le ragioni di fondo di questo progetto che non vanno dimenticate. Il Capitolo provinciale ci ha infatti chiesto di procedere con decisione verso la creazione di una nuova Entità, intendendo questo processo “non come la semplice somma delle risorse esistenti, ma come una provvidenziale opportunità per riqualificare la nostra Forma di Vita” (Delibera 20). Si tratta di dare qualità alla nostra vita e missione; dunque il riferimento fondamentale per questa ricerca di criteri condivisi non può che essere il nostro progetto di vita che si esprime nelle CC.GG e nelle priorità. Pensare alle chiusure – come ha affermato anche una fraternità - senza pensare contestualmente a qualificare e a riprogettare le nostre presenze in terra lombarda non ci porta molto lontano. Credo che in questo possiamo imparare dal cammino che la Provincia ha percorso dagli anni ottanta ai nostri giorni. Se andiamo a valutare le ragioni di fondo (cf. gli Acta Provinciae relativi) che hanno guidato le diverse chiusure (Parrocchia di Cremona, Tonale, Parrocchia di Bergamo e Parrocchia di S. Antonio in Milano), si ritrova ben presente la preoccupazione di procedere ad un ridimensionamento per qualificare la nostra vita e la nostra evangelizzazione. Il documento finale del Capitolo del 1997 ha esplicitato questi riferimenti con estrema chiarezza. Nelle affermazioni di principio del capitolo quarto del testo si scrive: “Il ripensamento innovativo nel quale ci stiamo impegnando parte da una lettura realistica delle nostre presenze…..emerge la necessità di una acquisizione effettiva del concetto di nuova evangelizzazione……l’esigenza di una apertura convinta ed entusiastica a questa visione nuova dell’evangelizzazione”. Nelle proposte concrete poi al n. 4.2.3 si dice: “Il Definitorio provveda alla chiusura o al ridimensionamento o alla destinazione a scopi diversi o con diversi modi di presenza di quei conventi nei quali non è possibile assicurare le condizioni oggettive per una vita di fraternità secondo lo spirito delle Costituzioni Generali e il cammino di Formazione permanente che la Provincia sta attuando” (Cf, Atti Provincia 77 p. 295). Diamo allora continuità alla nostra storia scrivendo il tratto che ci compete con un sano radicamento nel nostro recente passato, riconoscendo che la molteplicità dei criteri che si potrebbero individuare non deve rallentare il reale impegno di scegliere quali presenze convertire. 5. Il ridimensionamento in Provincia Parlare di ridimensionamento per dare qualità alla nostra vita e missione è prendere coscienza che se da un lato è vero che tutto questo lavoro della mappatura e delle relative chiusure ha scadenze a livello interprovinciale che potrebbero sembrare lunghe, dall‟altro c‟è una urgente necessità che in Provincia si arrivi, e abbastanza presto, ad un reale e concreto ridimensionamento. Esso è certamente legato al cammino verso l‟unità che richiede di presentare una proposta concreta per il confronto comune, ma anche e soprattutto alla reale situazione della fraternità provinciale. Nella lettera per la presentazione delle carte di famiglia dopo il Capitolo, il Definitorio, condividendo con tutti i frati la fatica vissuta nella composizione delle fraternità locali, affermava: “Vogliamo anche fraternamente confessarvi che in alcuni momenti abbiamo fatto molta fatica a pensare delle carte di famiglia che rispondessero alle esigenze del Capitolo, alle richieste della vita ‘normale‘, che pure deve continuare, al dovere di far fronte dignitosamente agli impegni pastorali che la Provincia si è assunta, e che dobbiamo comunque onorare. Dovendo tenere insieme tutti questi elementi, ci sembrava di dover fare la quadratura del cerchio…Insomma, abbiamo toccato con mano l’esigenza di un ridimensionamento degli impegni, e forse delle presenze, che noi non abbiamo realizzato con queste 17 Carte, ma che certamente si impone sempre di più”. Mi pare che questa realtà del ridimensionamento sia ora ineludibile e ci ponga nella necessità di essere realistici nel valutare le nostre presenze. La già più volte citata Delibera 22 §1 del Capitolo provinciale del 2010 ci obbliga “a studiare gli effettivi ridimensionamenti delle nostre presenze sulla base delle risorse realisticamente disponibili”. I dati statistici ci aiutano a dare concretezza al nostro discorso. Al 13 marzo 2011 eravamo 146: 137 frati professi solenni, 8 professi temporanei e 1 novizio. Ufficialmente le nostre case sono ancora 18 poiché le tre case in comodato (Gargnano, Tonale e Saiano) non sono mai state giuridicamente soppresse. Sono 130 i frati che vivono nel territorio della Provincia, nelle case interprovinciali o in Italia; 3 vivono “extra domum” e 13 vivono fuori Italia o in missione. E‟ da notare con un certo rammarico che quest‟anno non abbiamo postulanti; non è mai successo negli ultimi trent‟anni. Vanno poi considerati con attenzione e affetto i fratelli ammalati ed infermi che sono un discreto numero. Cinque fratelli nel corso del 2010 sono tornati alla casa del Padre e 1 nel 2011. Nella valutazione delle risorse realisticamente disponibili bisogna anche considerare i frati che non solo attualmente fanno parte delle comunità interprovinciali (per il momento sono sei) ma quelli che vi potranno far parte prima della nascita dell‟unica entità. Oltre alle tre fraternità formative e alle fraternità di Torino, Celle Ligure e Bologna Antoniano, sono infatti in cantiere due fraternità una per le Missioni al Popolo e per L‟Evangelizzazione e l‟altra quella proposta dagli Under ten sullo stile delle fraternità inserite. Per arrivare a presentare una proposta credibile e realistica delle presenze sul territorio lombardo è necessario avviare un processo di ridimensionamento interno che costituisce il primo passo verso il raggiungimento del quadro prospettico delle presenze in tutto il Nord Italia che verrà delineato dal lavoro comune di tutti i definitori. Non possiamo arrivare al comune confronto con le nostre attuali 15 presenze ma con un numero più ridotto che probabilmente potrà ridursi ancora con l‟avanzare della comune riflessione e verifica. Intanto tocca anche a noi fare la nostra parte, fare delle scelte concrete. Esse non sono più dilazionabili: facendo mie le parole che fr. Roberto, nostro già Ministro, scriveva nella sua relazione al Capitolo, anch‟io dico: “Alle scelte si dovrà arrivare con la consapevolezza di questo momento di difficoltà e di diminuzione dei frati, ma anche considerandolo come tempo provvidenziale a noi concesso, in cui prendere decisioni profetiche di rinnovamento” (n. 37). Parlando di ridimensionamento non possiamo certo dimenticare il problema dell‟utilizzo, della cessione o vendita degli immobili di nostra proprietà. Tre nostri conventi sono attualmente completamente ceduti in comodato: Gargnano, Tonale e Saiano. Nel caso di vendita il Capitolo ha indicato nella Delibera 15 §1 la destinazione del ricavato, in tutto o in parte, a favore dei poveri. Può essere utile, per la nostra riflessione, tenere presente il cammino che stanno facendo le altre Province coinvolte in questo percorso verso l‟unità e più precisamente come stanno procedendo al ridimensionamento interno. I dati sono apparsi sul numero di Gennaio del nostro Notiziario; li richiamo qui brevemente. Venezia: il Capitolo provinciale del 2010 ha indicato 16 case ritenute significative per la vita della Provincia. Riguardo al ridimensionamento complessivo è in corso la riflessione; le attuali case sono 30. Bologna: attualmente 13 case, l‟ipotesi di quante case tenere non è ancora completata. Genova: L‟idea è di arrivare a tenere da 5 a 7 case, attualmente sono 11. Trento: l‟ipotesi per il futuro è di tenere 3 case. Torino: attualmente sono 9 le presenze, l‟ipotesi per il futuro è di mantenere 5 case, forse anche meno. Come dicevo poco sopra è importante che in questo non semplice lavoro di discernimento e scelta impariamo anche dalla nostra recente storia che ci ha visti sempre abbastanza lungimiranti e previdenti sempre nella logica della qualificazione della nostra vita e della nostra evangelizzazione. 18 6. Come lavorare in Assemblea La nostra giornata, come avete visto dal programma, sarà abbastanza intensa. In mattinata ci verrà presentata la risposta delle fraternità locali sulle proposte di chiusura che le fraternità hanno suggerito seguendo le indicazioni della lettera del 13 gennaio u.s. (Prot. 04/11). Ci sarà tutto il tempo per chiedere chiarimenti e per fare tutte le riflessioni che si desiderano. Al termine della mattinata verrà presentata la scheda per i lavori di gruppo del pomeriggio. Nel pomeriggio i lavori riprenderanno con gli incontri nei gruppi di studio dove insieme si cercherà di tracciare qualche linea per il futuro delle nostre presenze in terra lombarda indicando quali attività e quali case scegliere per una qualificazione della nostra vita e della nostra missione. La necessaria e urgente opera di ridimensionamento non può non procedere insieme ad un altrettanta urgente riqualificazione delle nostre presenze e attività. L‟ultima parte della nostra Assemblea ci vedrà impegnati, proprio alla luce delle riflessioni sia del mattino che del pomeriggio, ad offrire al Definitorio un parere su ogni proposta di chiusura presentata; parere che si esprimerà attraverso una votazione consultiva. Il Definitorio nei prossimi giorni riprenderà tutte le indicazioni emerse dal proprio lavoro, dalle fraternità e da questa assemblea per presentare alla comune verifica e discussione quanto la Provincia intende realizzare circa le Case da promuovere, quelle da riformulare e quelle che ritiene utile chiudere. Si presenterà così alla “Commissione delle case” (di cui fa parte il nostro fr. Luca Diegoli ) quella “proposta progettuale” richiesta dal documento finale di Armeno. Come ricordavo sopra è bene qui ribadire che per arrivare a presentare una proposta credibile e realistica delle presenze sul territorio lombardo è necessario avviare un processo di ridimensionamento interno e che il Definitorio è chiamato ad assumersi la responsabilità della scelta nel discernimento di tutte le posizioni espresse. 7. Conclusione L‟importante lavoro che ci apprestiamo ad incominciare ci responsabilizza: stiamo cercando di tracciare il volto della nostra futura presenza e missione che passa anche attraverso un ridimensionamento intelligente e guidato. Grazie a tutti voi per il lavoro che avete già fatto partecipando alla riflessione nelle vostre fraternità locali; grazie per l‟impegno che, sono sicuro, metterete nel vivere questa Assemblea. L‟intera fraternità provinciale poi si stringe idealmente oggi attorno ai nostri fratelli che nei prossimi giorni ricorderanno il loro cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. L‟eucaristia di oggi la celebreremo infatti per e con fr. Valeriano, fr. Bruno, fr. Nazareno e fr. Gregorio. Ci sarà poi il tempo, durante l‟anno, di rinnovare il tradizionale appuntamento con il ricordo di tutti coloro che in questo anno solare ricordano anniversari di professione e di ordinazione. Prima di passare la parola a fr. Cesare Vaiani che modererà la nostra Assemblea non mi resta che augurare a tutti una buona giornata e un buon lavoro. Che il padre S. Francesco ci custodisca e ci accompagni. Il Signore doni a tutti voi la sua pace. 19 ASSEMBLEA DELLE FRATERNITA’ Busto Arsizio, 16 Marzo 2011 Cronaca Sono presenti fr. Francesco Bravi, Ministro provinciale; fr. Almiro Modonesi, Vicario provinciale; i definitori; il Segretario provinciale. Partecipano con voce attiva anche tutti i guardiani delle case provinciali e un delegato per ogni fraternità. L‟Assemblea ha inizio alle ore 9.15 con la celebrazione di un breve momento di preghiera preparato dalla fraternità di s. Antonio. Segue l‟introduzione del Ministro che ripercorre la storia recente della mappatura delle nostre presenze ed esprime chiaramente la necessità di un ridimensionamento motivato da necessità interne alla Provincia e da ragioni legate alla costituzione della nuova Entità. Si sofferma a lungo nell‟analisi dei criteri, ma soprattutto fa emergere la necessità di operare concretamente delle scelte, che siano il più possibile condivise. Fr. Andrea Bizzozero presenta poi la sintesi delle opzioni di chiusura formulate dalle fraternità. Inizia il dibattito assembleare. Si discute ampiamente sui criteri da usare nelle scelte di chiusura. Emerge da più parti il condizionamento subito dalle fraternità nell‟esprimere le opzioni di chiusura; condizionamento dovuto alla conoscenza del lavoro svolto dal Definitorio che ipotizzava un ridimensionamento nella zona di Milano, di Brescia e nell‟ambito delle parrocchie. Il Ministro ricorda che il Collegio dei Ministri del Nord ha pensato, come criterio generale, di chiudere le presenze concomitanti nelle grandi città, in vista anche dell'apertura delle nuove fraternità in fase di progettazione, che probabilmente troveranno una collocazione nelle periferie delle grandi città. Si chiede di utilizzare il criterio geografico tenendo conto anche della densità degli abitanti (soprattutto per le fraternità di Milano) e della facilità di raggiungere molte persone. Si fa tuttavia notare che il rischio è quello di concentrare le nostre presenze attorno a due poli (città di Milano e di Brescia), lasciando sguarnito gran parte del territorio lombardo. Rimanendo all‟interno di questi criteri di distribuzione macroscopica, si deve tenere in considerazione anche la presenza ed eventuale concentrazione con altre forme di francescanesimo (Cappuccini, Conventuali, TOR, Suore francescane…); anche in questo caso sia le città di Milano che di Brescia vedono delle presenze che garantirebbero l‟espressione del carisma in quelle terre. Si discute molto anche sulle attività di ogni convento e sulle potenzialità che esse esprimono. Qualcuno lamenta una inadeguata conoscenza delle reali attività e degli stili di vita dei conventi della provincia, se non addirittura una conoscenza distorta da pregiudizi. Soprattutto le fraternità di s. Angelo e di S. Gaetano chiedono di considerare attentamente le attività svolte nei loro conventi e di tener conto della rilevanza storica, ecclesiale, sociale e culturale delle opere. Da più parti poi si fa rilevare che l‟attività scolastica “Istituto Luzzago” è un unicum in tutta Italia, e qualcuno chiede di non disperdere questa esperienza a servizio dell‟educazione dei giovani. Altro criterio importante è la scelta dello stile di vita che si vuole assumere e che si è disposti a vivere (si tenga conto anche dei desideri dei giovani). Prima ancora di operare delle chiusure e dei tagli, si dovrebbero individuare lo stile di vita e le attività in cui desideriamo investire il nostro futuro. Qualcuno fa notare che un criterio importante è che le attività non siano personali, cioè espressione del carisma del singolo, ma della fraternità, in modo che sia possibile il turn over e la continuità nel tempo. Altro criterio da considerare è la rilevanza pastorale, non quella attuale legata ai frati che compongono oggi le fraternità ma quella in termini di opportunità pastorali e di evangelizzazione offerte dal 20 luogo o dall‟attività. Un criterio da escludere è certamente quello della significatività attuale, perché tanto o poco tutte le nostre presenze lo sono. Si fa notare la differenza tra presenza e attività dei frati. Sia per il Luzzago che per gli Spedali Civili si potrebbe mantenere l‟attività senza dare continuità alla presenza. Si discute poi circa le presenze nelle parrocchie, concentrando la discussione sulle parrocchie di Varese e di Busto Arsizio. I pareri sono discordi, qualcuno dice che si potrebbe chiudere la parrocchia e mantenere la presenza, altri invece sostengono l‟ipotesi di una chiusura concomitante di entrambe le parrocchie per assumersi il carico di un‟unità pastorale. Qualcuno fa notare che la gestione delle strutture non è contraria alla nostra vocazione di frati minori, storicamente infatti i frati hanno inventato strutture per la promozione umana, soprattutto dei ceti e delle categorie sociali più deboli (ad es. banchi di pietà…). Secondo qualcuno dovremmo riscoprire questo aspetto della nostra storia. Fr. Giampaolo Possenti presenta la scheda per i gruppi di lavoro del pomeriggio. Ricorda che purtroppo il lavoro della mappatura non è come una operazione matematica: qualsiasi discussione non porterà mai all‟unanimità e alla fine bisognerà comunque decidere. L‟attenzione nella prima fase si è concentrata su cosa chiudere, ma ci si deve anche chiedere se si è certi di voler tenere quello che è rimasto e se quello è il modo di vivere e annunciare del francescanesimo lombardo dei prossimi anni. La scheda proposta dovrebbe aiutare a pensare in positivo: quali presenze sembrano veramente importanti? Ci sono conventi che sono irrinunciabili? Per quali motivi? Su cosa vogliamo davvero costruire? Come deve essere la nostra vita per essere realmente da frati minori? Quali strutture potrebbero aiutarci a vivere secondo questo stile? Si interrompono i lavori assembleari per celebrare insieme il 50° di ordinazione sacerdotale di fr. Valeriano, fr. Bruno, fr. Nazareno e fr. Gregorio, a cui segue un lauto buffet. PREGHIERA CONCLUSIVA Omelia p. Bruno Ducoli - Messa 50° Anniversario Ordinazione Sacerdotale Padre di eterna giovinezza e di inesauribile creazione, a Te la lode e il ringraziamento senza fine di questi tuoi figli che, con ineffabile bontà, hai accompagnato lungo 50 anni di vita sacerdotale. Per Te mille anni sono come un turno di veglia senza rilievo, ma per noi, inquilini del tempo e atomi sulla bilancia dell‟universo, ogni anno pesa sul corpo e sull‟anima carico di fatica e di immancabili errori. Ma chi poteva immaginare le turbolenze e la confusione di questi anni attraversati da dubbi infiniti e velenosi sospetti? Sorpresi dal declino delle grandi narrazioni e smarriti tra rotture radicali e fragili ricomposizioni di questa società opulenta ed inquieta, non ci è stato facile interpretare i segni della tua misteriosa presenza, Dio ospitale, ma luminosamente oscuro, che sempre ci precedi. Grazie delle innumerevoli Grazie che hai seminato nello scrigno dei giorni e di cui, sovente, non ci siamo resi conto. Grazie della tenerezza di Francesco che ci ha tenuti vicini come fratelli: dei quattro nessuno manca alla festa. Grazie per frate sole e per sorella acqua. Grazie per nubilo et sereno et onne tempo della nostra umana condizione. Grazie delle stelle chiarite et preziose et belle. Grazie del tempo e delle stagioni. Grazie per nostra madre terra, che ci sostenta e governa. Giunti, quasi senza accorgercene, a questo indifferibile giudizio di opere e giorni, è bello, Signore, renderti grazie per gli amici e i compagni di viaggio che ci hai messo accanto durante tutta la nostra umana avventura. Grazie in uguale misura e senza colore di colpe per chi ci ha capito e per chi non ci ha capito: visto dal dopo, è proprio vero che tutto è Grazia. Perdona la nostra inconsolabile mediocrità, e preparaci un posto, pur se piccolo piccolo, nel tuo regno di eterna luce e, nell‟attesa, tienici fedeli all‟unità nella diversità dei carismi di tanti fratelli in San Francesco che chiama tutti a tessere fraternità universale per un mondo riconciliato con tutte le sue differenze. Te lo chiediamo per Cristo nostro unico Signore. Amen, Amen 21 I lavori riprendono nel pomeriggio nei gruppi (dalle 14.30 alle 15.30). Verso le ore 16.00 ci si riunisce nuovamente in assemblea per avere una restituzione sintetica dei lavori di gruppo. I lavori si concludono con la votazione orientativa sulle opzioni di chiusura: L‟assemblea si chiude alle ore 17.00 circa. A laude di Cristo e del poverello Francesco! LA FRATERNITÀ DEFINITORIALE INFORMA Brescia - s. Gaetano, 28 Marzo 2011 Il Congresso Definitoriale ha inizio alle ore 11.00 con la preghiera di invocazione allo Spirito Santo. Il Ministro informa sulle condizioni dei frati della fraternità dell‟infermeria provinciale. Sono provvisoriamente residenti, per un periodo di cura e di rigenerazione: fr. Mario Rho, per ernia al disco, fr. Vittorio Galimberti e fr Paolo Guzzi per degli esami di controllo. Gran parte del tempo è dedicato alla definizione del progetto di mappatura provinciale da presentare alla Commissione Case. Il Ministro presenta la sintesi del lavoro dell'Assemblea delle fraternità e riprende alcuni passaggi del Documento di Armeno per spiegare il lavoro da fare. Il Definitorio ha iniziato ad elaborare un lavoro di prospettiva, legato ai prossimi anni, su quanto la Provincia vuole realizzare quanto alle Case da promuovere, quelle da riformulare e quelle che ritiene utile chiudere. Dopo un‟ampia discussione per ricercare dei criteri che consentano una progettazione coerente, si converge sui seguenti criteri: criterio geografico - distribuzione sul territorio; presenza francescana (altre famiglie francescane); potenzialità di evangelizzazione. Si giunge quindi ad una valutazione prospettica e progettuale delle diverse presenze. I lavori del Congresso Definitoriale si concludono alle ore 18,10. A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen! 22 23 TESTIMONIANZE DI VITA FRATERNA 12 MARZO 2010 PROFESSIONE DI FR. DAVIDE MARIO RADAELLI La professione è, per me, un arrivo ed una partenza. L‟arrivo dopo sette anni di difficile cammino per comprendere la vocazione è stato un procedere verso la meta, mi sono sentito condotto, portato e a volte respinto. Il mio è stato un procedere a piccoli passi, lenti ma decisi. Ho vissuto momenti di piena solitudine spezzati dal sostegno di un fratello, di un amico.. Ci sono stati, muri, laghi, fossati, curve e salite da superare perché una vetta non la si raggiunge senza faticare. In alcuni momenti sono stato preso dallo sconforto, dal timore che mai sarei riuscito a raggiungerla e a volte ho pensato di abbandonare questo cammino. Durante il mio percorso ho ricevuto il dono di saper accettare la sofferenza ed offrirla come gioia per il bene di tutti. Con il Signore mi sembra di aver anche litigato perché non riuscivo a trovare la via. Ora posso affermare che Lui, in ogni momento, mi è stato vicino anche quando non lo volevo o vacillavo. La sua presenza mi sosteneva e nei momenti in cui ho avuto l‟umiltà di chiedere aiuto sono stato risollevato da una parola detta da un amico o dal gesto di una persona cara. La professione è stato il primo passo dell‟Alleanza, il segno visibile, il punto fermo che approva la mia volontà di donare tutta la mia vita al Signore entrando nella Ordine dei Frati minori. La celebrazione mi ha donato tanto, mi sono sentito accolto con gioia e ripagato da ogni mia fatica. La grande partecipazione alla mia professione per i voti temporanei, la vicinanza dei miei amici, dei parenti e delle comunità di Veduggio e Baccanello sono un‟immagine indelebile nella mia testa e nel mio cuore. Ora parto con maggiore entusiasmo, con il sorriso stampato sul volto e con la massima umiltà al servizio di ogni fratello vicino e lontano per ringraziare il Signore per avermi scelto ad essere più vicino a Lui. Il mio cammino vuole essere caratterizzato da preghiera, aiuto, ascolto ed accoglienza. Con costanza e dedizione potrò giungere alla professione dei voti perpetui e al offrire tutta la mia vita. Fra Davide 24 DAI MONASTERI DELLA FEDERAZIONE CORSO PER LE MADRI ABBADESSE Ronco di Ghiffa, 23 febbraio-3 marzo 2011 Si è svolto a Ronco di Ghiffa dal 23 febbraio al 3 marzo 2011 il primo dei corsi del triennio per le madri abbadesse dei monasteri della federazione, appuntamento atteso e desiderato per l‟incontro, il confronto, la crescita nella comunione tra le madri e con il Consiglio federale Con cuore davvero fraterno le Benedettine dell‟Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento di Ghiffa ci hanno accolte nella loro foresteria offrendoci il calore di un‟ospitalità che ci ha fatto sentire subito “a casa”. “Tu sei trino ed uno: in Te anche noi una cosa sola”: il tema scelto per questi giorni ci ha accompagnate come un sottofondo musicale … e non è stato certo un caso che a spalancarci le porte sia stato proprio un monastero dedicato alla Santissima Trinità! A nostro agio nei vari ambienti messi a nostra disposizione sui 4 piani della casa, con l‟ampio e silenzioso parco circostante e la bellissima veduta del lago Maggiore e delle montagne innevate sullo sfondo, avvolte da un ambiente splendido, abbiamo dato inizio ai lavori il giorno stesso del nostro arrivo con uno scambio sulla vita delle nostre fraternità. L‟indomani ci ha raggiunte fratel Luca Fallica, priore della comunità benedettina di Dumenza, già conosciuto dalla maggior parte di noi, che si è ben presto rivelato come uno speciale dono del Signore per questi giorni di formazione e di confronto. Come lo scriba che sa trarre dal suo tesoro cose antiche e cose nuove, fr. Luca con umiltà e sapienza ci ha aiutate a leggere in profondità la Parola di Dio, creando un clima di ascolto e di riflessione che molto ha favorito il confronto, il dialogo ed il discernimento dei giorni successivi. Abbiamo fatto esperienza - nel nostro dialogare ed interrogarci - di come la diversità sia spazio fecondo di comunione e di dono e di come dall‟ascolto attento le une delle altre si aprano prospettive e sentieri di cammino impensati. Così passando dalla verifica sugli aiuti fraterni – in particolare quello alle sorelle di Boves – a quella sugli incontri tra le fraternità, dal confronto sui “criteri oggettivi” a quello sui corsi di formazione e sulle iniziative in vista del Centenario, via via ci siamo confrontate alla luce dell‟orientamento scelto per questo triennio nella scorsa Assemblea federale. La riflessione ci ha condotte a trovare nella comunione il principio ed il fine del cammino intrapreso: abbiamo infatti riconosciuto che è proprio la comunione, vissuta ad un livello più profondo, che illumina e fonda l‟autonomia e l‟appartenenza e consente di accogliere la diversità di espressione ed attuazione dei valori della nostra vita. Allora non si tratta per le singole fraternità di entrare – come diceva fr. Luca – in un gioco di imitazione le une delle altre, quanto piuttosto di lasciarsi ispirare ed illuminare, sempre tenendo conto della concreta fisionomia di ogni comunità. Ecco il cammino che ci attende: crescere sempre di più nella conoscenza e stima vicendevole perché è proprio la testimonianza di una comunione autentica quello che più ci chiedono oggi la Chiesa ed il mondo. Non solo. E‟ anche questo un cammino che prepara il futuro, quel domani che non dobbiamo attendere con preoccupazione perché, come ci ricordava la liturgia domenicale, “il Padre sa ciò di cui abbiamo bisogno ... e a ciascun giorno basta la sua pena”. Con questa certezza nel cuore, nella gioia dei giorni vissuti, ci diamo l‟appuntamento al prossimo anno … Una madre 25 DALLA POSTULAZIONE DEI SANTI BUONA NOTIZIA SUI 14 MARTIRI DI PRAGA Sollecitato dal nostro Ministro provinciale ho preso contatto con il Postulatore generale dell‟Ordine, Fr. Gianni Califano, in merito alla alla causa di Beatificazione dei Martiri di Praga ed ho ricevuto una gioiosa notizia che voglio condividere con tutti poiché chiama non solo me alla responsabilità di conoscere e far conoscere questi 14 gloriosi confratelli (dei quali quattro lombardi) che sono prossimi, a Dio piacendo e con le dovute cautele del caso, alla glorificazione da parte della Chiesa. Così mi scrive padre Califano: “Caro Fr. Francesco, il 5 marzo si è celebrato il Congresso dei Consultori Teologi sull‟asserito martirio dei nostri Servi di Dio di Praga. La Plenaria, che si chiama Congregazione Ordinaria dei Padri Cardinali e Vescovi, si celebrerà dopo la nomina del Ponente della Causa. È ancora presto. Ancora non ci sono stati consegnati i voti scritti dei Teologi, che dovranno essere stampati per il voto finale dei cardinali e del papa. Il voto dei Consultori teologi è stato positivo, con qualche piccola osservazione critica circa la modalità del martirio di alcuni frati. Questo rilievo sarà risolto dal Promotore della Fede. Se tutto andrà bene, tra qualche mese si potrà iniziare a parlare di beatificazione. Era mia intenzione scrivere a P. Bravi per avviare un giusto coinvolgimento della Provincia di Milano con la Provincia di Praga. Forse è bene che i due Provinciali comunichino tra di loro direttamente. Certamente bisognerà preparare dei sussidi (immaginette – depliants, articoli per i giornali) in lingua italiana, perchè l‟evento della beatificazione sia conosciuto anche in Italia e in tutto l‟Ordine.... Restiamo in contatto. Saluti fraterni. Fr. Gianni Califano” Ogni buona notizia diventa un impegno! Si apre davanti a noi un lavoro non indifferente di ricerca, di approfondimento e di diffusione della memoria dei nostri martiri ed, in particolare, dei quattro lombardi. Mi sto interessando presso le parrocchie di origine (Bosto VA, Ponte S. Pietro BG e Mompiano BS - per Fra Girolamo da Milano è un po‟ più difficile -) e sto cercando di scrutare la Positio. Se non si fanno i primi piccoli passi non si può giungere alla meta. Per incominciare a familiarizzare con i Martiri di Praga presento questa stampa, tratta dalla Positio, che li rappresenta accomunati nel dono della vita Cristo Signore. Fr. Francesco Metelli Immagine scolpita nell’anno del Signore 1770. L’immagine è incisa su rame. Sopra le fiamme ardenti dell’altare stanno rappresentati (fino alle ginocchia) all’interno di una nube i 14 Francescani, i quali, disposti in ordine crescente, tengono sei rami di palme. A destra e sinistra in alto si ammira un gregge di (7+7) pecore e in mezzo, sempre in alto, sovrasta l’immagine di una mano, ovvero di una palma di mano con la stimmata. 26 Sono sovrascritte sull’immagine cinque frasi che recitano: “Il giorno 15 di Febbraio i quattordici Venerabili Martiri uccisi a Praga a (S. Maria della) Neve. Le anime dei Giusti sono nella mano di Dio (Sap 3,1), che sono nello stesso tempo i quattordici agnelli di Numei 29. Sull’altare e intorno all’altare sono posti delle frasi (proverbia). Sull’altare: “come olocausto di soavissimo profumo per il Signore” (Nm 15,24). Sotto: “Agli occhi degli stolti parve che morissero” (Sap 3,2 e non 5 come da stampa). A sinistra: “non li toccherà (- a destra -) tormento di morte” (Sap 3,1). 27 INVITO ALLA LETTURA … FR. FIORENZO REATI L’ORTODOSSIA COME PROVOCAZIONE Seconda Edizione Un segno di croce tracciato dalla spalla destra alla sinistra dagli ortodossi viene percepito dai cattolici, che si segnano da sinistra a destra, o come differenza sgradevole o come un gesto strano che suscita curiosità. Nel nostro mondo, nel quale i segni sacri sono non più capiti o peggio indifferenti rispetto al mondo tardo-antico o medievale, tuttavia questa differenza rimane ancora un fattore di identità confessionale in senso sia attivo che passivo: in senso passivo perché un cattolico romano, per quanto poco acculturato nelle cose religiose relative alla sua confessione, sa bene che chi fa così è un ortodosso; in senso attivo perché un ortodosso, così facendo, manifesta davanti a tutti la sua identità di cristiano ortodosso. Nel modo di tracciare il segno di croce da destra a sinistra non solo vediamo un elemento che distingue subito un cristiano ortodosso da altri cristiani, ma anche il farsi visibile di un‟altra forma storica di cristianesimo, diversa da quella occidentale cattolica, ma assolutamente non inferiore e neppure ad essa alternativa. Una Chiesa cristiana diversa, quella ortodossa, in quanto esprime una cultura religiosa altra rispetto alla nostra cultura, quella cattolica, può suscitare una ripulsa. Appunto perché altra mette in questione implicitamente la propria pretesa unicità ed universalità. L‟incontro genuino avviene quando quell‟altra cultura, percepita e accolta come altra, induce a riscoprire da un lato la bellezza della propria cultura e dall‟altro a vedere in essa un‟altra componente altrettanto genuina del mondo cristiano. In altre parole, quell‟altra cultura religiosa contiene sempre per noi una intrinseca capacità di provocazione in senso positivo. In effetti l‟incontro con l‟Ortodossia, questo «altro cristianesimo» (adottiamo la maiuscola per non confondere questa accezione confessionale con l‟ortodossia in senso etimologico, cioè come «retta dottrina») per il cattolico dell‟occidente è sempre stata una grande provocazione. La prova ci viene dal fatto che l‟Ortodossia è vissuta come una cultura religiosa compatta, dotata di grande fascino, oppure suscita un rifiuto istintivo. L‟Ortodossia, come mai nella sua storia, compare oggi sul teatro della storia pubblica: la Chiesa ortodossa russa esce dalla sua lunga clandestinità dopo 70 anni di dure persecuzioni da parte del regime ateo sovietico e ripropone di nuovo il problema dei rapporti tra Chiesa e stato; la Chiesa ortodossa nella ex-Iugoslavia, legata tradizionalmente ad alcune etnie di quella regione, ripropone l‟altro problema non meno attuale se essa sappia vivere di vita propria senza legarsi a nessuna nazionalità. Comunque la sfida è in sostanza la stessa : se l‟Ortodossia abbia le risorse per non solo sopravvivere, ma per vivere oggi vita piena attingendo alle enormi risorse spirituali del suo glorioso passato. In che senso l‟Ortodossia è una provocazione? La testimonianza di fede ortodossa (prescindendo dal contenzioso dogmatico ancora aperto tra le due Chiese) si configura almeno in modo implicito come una contestazione non solo dei modi di credere e di vivere la vita cristiana acquisiti nell‟Occidente latino dopo la rottura delle due Chiese (1054) ma anche dei mutamenti avvenuti nella Chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano Secondo: la contestazione avviene su tutti i piani, sia relativamente agli aspetti visibili che a quelli invisibili, ancora più profondi e strutturali. Le immagini, che abbiamo dell‟Ortodossia (tramite i mass-media o per esperienza diretta) ci danno di questa esperienza religiosa una idea attendibile: il luccicare delle candele, lo splendore dei paramenti sacerdotali, il movimento continuo dei turiboli per l‟incenso, la frequenza dei segni di croce e delle prostrazioni, i baci dati alle icone e alle reliquie dei santi, tutto questo ci comunica l‟impressione di una Chiesa che si caratterizza per un senso del sacro molto forte. Mentre il fenomeno della cosiddetta secolarizzazione, nell‟Occidente cattolico, tocca la liturgia cattolica, per cui in essa vanno scomparendo i 28 segni del sacro. Tra l‟altro, la scomparsa del digiuno e di altre pratiche ascetiche in Occidente risalta a confronto con la pratica del digiuno nell‟Oriente ortodosso, ad esso talmente essenziale che si ha l‟impressione che ai laici sia richiesto di vivere secondo una rigorosa disciplina quasi monastica. Altro esempio, nelle espressioni d‟arte sacra, in Occidente prevale sempre di più un arte aniconica, mentre in Oriente la venerazione per le icone e il ruolo essenziale ad esse attribuito nel culto liturgico è centrale. Nelle chiese in restauro in Russia ovunque il primo atto è la preoccupazione di decorare le pareti interne con un fitto tappeto iconografico. Se poi ci prendessimo a cuore di conoscere le fonti scritte tradizionali dell‟Ortodossia, quelle più autentiche e più autorevoli, la provocazione continua: chi ritiene valida una esperienza religiosa in quanto socialmente rilevante (criterio che abitualmente vige in Occidente per valutare la verità di una fede religiosa), proverà delusione di fronte all‟ideale di vita del credente ortodosso, che professa un cristianesimo disincarnato, lontano dai concreti problemi della vita. Infatti per un credente ortodosso non è primario l‟impegno a combattere la lotta contro il male sociale, consapevole che anche le ingiustizie sociali trovano nel cuore dell‟uomo peccatore le sue radici. Altro tratto tipico dell‟Ortodossia è la dialettica tra il credere e l‟agire etico. In Occidente c‟è la tendenza, che attraversa tutte le confessioni cristiane, a svalutare il dogma teologico (che fu fattore di conflitti confessionali spesso sanguinosi) a favore della ricerca di un consenso etico. L‟Ortodossia rivendica con forza, quale valore primario, la professione della retta fede: l‟ortoprassi (nel senso del retto agire) non ha valore che in stretta dipendenza dall‟ortodossia (nel senso del professare il vero dogma), per cui in essa prevale l‟essere sul fare. Come dice un eminente teologo ortodosso vivente, Christos Yannaras: «Nell‟Ortodossia la verità prevale anche sulla virtù». Segnaliamo infine la presenza di stereotipi negativi pregiudizialmente antiortodossi nell‟inconscio collettivo occidentale cattolico: basti pensare alla accezione negativa spesso attribuita alla «furberia bizantina» e al «greco inaffidabile» (graeculis perfidus). Spesso nella storia dei conflitti nell‟area balcanica le potenze occidentali, di matrice cattolica, si accordavano piuttosto con etnie di fede islamica (nel contesto di entità statuali plurietniche) anziché con componenti cristiane ortodosse. Non si deve dimenticare il recente intervento delle potenze occidentali contro la Serbia per il Kosovo, evento simile per certi aspetti alla conquista di Costantantinopoli nel 1204. Anche allora i crociati mascheravano con principi umanitari un disegno egemonico che comportava di fatto la distruzione della civiltà cristianoortodossa. VITA MINORUM NUMERO SPECIALE “LO SPIRITO DI ASSISI” Questo numero è di carattere monografico, in occasione del 25° anniversario dell‟incontro dei rappresentanti delle religioni mondiali ad Assisi. Il fascicolo è articolato sostanzialmente in quattro sezioni: la prima (Messa, Bartoli, Vaiani, Freyer, Cremaschi, Muzzi) rende ragione della scelta di Assisi, e quindi della persona di Francesco e della tradizione spirituale francescana come sede di un incontro per la pace; la seconda (Carollo, Trivellato) ricerca nella Parola di Dio le radici dell‟apertura universale e della pace; la terza (Yfantis, Negri, Lehmann, Dupuis, Marinello) rivela nell‟esperienza spirituale e nella preghiera la sorgente e il luogo dell‟unità e della pace; la quarta (Dal Ferro, Cereti) illustra il fondamento teologico del dialogo interreligioso e il rapporto delle religioni con la pace. 29 PROPOSTA DI LETTURA DI FR. ARMANDO CARPENEDO “VALORE PEDAGOGICO DELLA CONFESSIONE” DI BENEDETTO XVI CITTA' DEL VATICANO, 25 marzo 2011 e alimenta in lui la consapevolezza dell'identità sacramentale". "Certamente la Riconciliazione sacramentale è uno dei momenti nei quali la libertà personale e la consapevolezza di sé sono chiamate ad esprimersi in modo particolarmente evidente" - ha proseguito il Pontefice - "È forse anche per questo che, in un'epoca di relativismo e di conseguente attenuata consapevolezza del proprio essere, risulta indebolita anche la pratica sacramentale. L'esame di coscienza ha un importante valore pedagogico: esso educa a guardare con sincerità alla propria esistenza, a confrontarla con la verità del Vangelo e a valutarla con parametri non soltanto umani, ma mutuati dalla divina Rivelazione. Il confronto con i Comandamenti, con le Beatitudini e, soprattutto, con il Precetto dell'amore, costituisce la prima grande 'scuola penitenziale'". "Cari sacerdoti" - ha concluso il Santo Padre - "non trascurate di dare opportuno spazio all'esercizio del ministero della Penitenza nel confessionale: essere accolti ed ascoltati costituisce anche un segno umano dell'accoglienza e della bontà di Dio verso i suoi figli. L'integra confessione dei peccati, poi, educa il penitente all'umiltà, al riconoscimento della propria fragilità e, nel contempo, alla consapevolezza della necessità del perdono di Dio e alla fiducia che la Grazia divina può trasformare la vita". Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti al Corso sul Foro Interno promosso dalla Penitenzieria Apostolica. Penitenziere Maggiore è il Cardinale Fortunato Baldelli e Reggente il Monsignor Gianfranco Girotti. Nel discorso rivolto ai partecipanti il Santo Padre si è soffermato sul "valore pedagogico della Confessione sacramentale", sia per il ministro che per il penitente. "La missione sacerdotale" - ha sottolineato il Pontefice - "costituisce un punto di osservazione unico e privilegiato, dal quale, quotidianamente, è dato di contemplare lo splendore della Misericordia divina. (...) Dall'amministrazione del Sacramento della Penitenza possiamo ricevere profonde lezioni di umiltà e di fede! È un richiamo molto forte per ciascun sacerdote alla coscienza della propria identità. Mai, unicamente in forza della nostra umanità, potremmo ascoltare le confessioni dei fratelli! Se essi si accostano a noi, è solo perché siamo sacerdoti, configurati a Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote, e resi capaci di agire nel suo Nome e nella sua Persona, di rendere realmente presente Dio che perdona, rinnova e trasforma". "La celebrazione del Sacramento della Penitenza" - ha sottolineato il Papa - "ha un valore pedagogico per il sacerdote, in ordine alla sua fede, alla verità e povertà della sua persona, NOTIZIE DI CASA a cura di f.e.p. & f.g.m.. MARZO 2011 2, Certosa di Farneta (Lucca): Il Ministro e il Segretario Provinciale fanno visita a fr. Giovanni Farimbella alla Certosa di Farneta dove sta trascorrendo un tempo di discernimento. 30 08, Brescia Casa Madre delle Ancelle della Carità: si celebrano i funerali di suor Michelina, che per lunghissimi anni ha offerto il suo fedele e prezioso servizio come sacrestana della chiesa s. Maria Addolorata degli Spedali Civili di Brescia. 09, Milano Parrocchia della Creta: nel pomeriggio si celebrano i funerali del sig. Paolo Ceriotti, fratello di fr. Emilio. 12, Baccanello di Calusco d’Adda: nella Chiesa di S. Maria Assunta alle ore 15.30 viene celebrata la prima professione di fr. Davide Maria Radaelli, che continuerà la sua esperienza formativa nella casa s. Cuore di Busto Arsizio (VA). 15-16, Busto Arsizio Convento del Sacro Cuore: nel pomeriggio del giorno 15 ha luogo il XVI Congresso Definitoriale che nella prima parte è allargato ai Guardiani. Dopo cena si riunisce il solo Governo. Il giorno 16 è convocata l‟Assemblea delle Fraternità dedicata alla presentazione e alla discussione delle opzioni di chiusura in vista del ridimensionamento delle nostre presenze in Lombardia e nel Nord Italia. Nell‟Eucaristia delle ore 12.00 si festeggiano fr. Valeriano Sandrinelli, fr. Gregorio Nonini, fr. Bruno Ducoli e fr. Nazareno Panzeri che celebrano il 50° di Ordinazione Presbiterale. 17, Pavia, s. Maria in Canepanova: In occasione dei centocinquant'anni d'Italia i poveri della Mensa di Canepanova hanno festeggiato con un pranzo a tema. Hanno prima pregato S. Francesco, Patrono d'Italia, e poi hanno degustato un apprezzatissimo menù tricolore. 19, Diocesi di Pavia: inizia la prima parte della Missione al popolo animata dalle Équipes dellle Province del Nord Italia. Questa prima parte si conclude domenica 03 aprile. 19, Milano S.Antonio: in Basilica si svolgono i funerali del sig. Severino Maria Martinoli, fratello del defunto fr. Angelico. 21, Sabbioncello di Merate: nella chiesa di S. Maria Nascente si celebrano i funerali di fr. Mariano Di Mauro, presbitero, di anni 90. Era nato a Catania e per molti anni ha svolto il suo ministero in Sicilia; ultimamente era residente nell‟Infermeria provinciale. Riposa nel cimitero di Pagnano. 28, Brescia S.Gaetano: il Definitorio si raduna per il suo XVII Congresso. 31 IN MEMORIAM Fr. Mariano (Giovanni) DI MAURO Giovanni di Mauro nasce a Catania il 1 luglio 1920, ma ben presto con tutta la famiglia lascia la terra d‟origine per stabilirsi negli insediamenti coloniali che in quegli anni sorgono in terra di Libia. Dopo avere conseguito a Tripoli il Diploma Magistrale, si trasferisce a Roma per completare la formazione e nel 1941 ottiene il Diploma in Educazione Fisica. Rientrato nell‟amata terra libica lavora come professore di educazione fisica e dal 1948 è presidente dell‟Associazione Giovanile di Azione Cattolica della Parrocchia della Cattedrale di Tripoli. Qui, con spirito di sacrificio, si prodiga per il bene dei giovani e conosce i frati minori che reggono la Parrocchia. Ormai trentenne, assai conosciuto ed apprezzato nel mondo cattolico libico, chiede di entrare nell‟Ordine dei Frati Minori nella Provincia di Lombardia S. Carlo Borromeo. Per questo nel 1952 ritorna in Italia, a Rezzato, dove con il nome di fr. Mariano inizia l‟anno del noviziato. Emette la Professione temporanea nel Convento di S. Maria Nascente in Sabbioncello di Merate il 7 dicembre 1953 e la professione solenne nel Convento del S. Cuore in Busto Arsizio l‟8 dicembre 1956, nelle mani di fr. Umberto Valtorta, delegato del Ministro Provinciale. Quindi è ordinato diacono a Milano il 6 aprile 1957 e il 13 ottobre dello stesso anno, nella Cattedrale di Tripoli, è ordinato sacerdote da mons. Bonifacio Bertoli, Vicario Apostolico di Tripoli. In qualità di sacerdote presta il suo servizio ministeriale da subito nella terra di Libia, dapprima nella Cattedrale e poi nella Parrocchia di s. Maria. In questi anni continua anche ad esercitare la sua professione di insegnante e di assistente spirituale dell‟Azione Cattolica. Rimane a Tripoli fino al 1970, quando, in seguito alle note vicende storiche, gli italiani in massa sono costretti a lasciare ogni cosa e a rientrare in Italia. Fr. Mariano ritiene suo dovere assistere i genitori anziani e provati dalle peripezie dello sfollamento. Poiché i genitori desiderano finire i loro giorni nella terra nativa, fr. Mariano chiede ed ottiene ospitalità dalla Provincia dei Frati Minori di Sicilia. Qui rimane per ben trentotto anni e presta la sua attività in qualità di insegnante e parroco, dal 1989 vive ad Ispica nella casa di Noviziato dove si fa apprezzare per le sue doti di pietà e di calore umano. Nel 2008 le sue condizioni di salute rendono necessario il suo trasferimento presso l‟Infermeria provinciale di Sabbioncello di Merate (LC), dove inizia l‟ultima stagione della sua vita, segnato dalla malattia accettata con animo sereno. Il 18 marzo 2011, nei giorni in cui l‟amata terra di Libia vive un momento storico di sofferenza, fr. Mariano chiude gli occhi a questa terra, morendo nel Signore presso l‟Infermeria di Sabbioncello. A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen. OMELIA DEL MINISTRO PROVINCIALE ALLE ESEQUIE DI FR. MARIANO Sabbioncello, 21 Marzo 2011 Letture: Sapienza 4,7-17; Filippesi 3,17- 21; Luca 23,44 – 24,8 “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” dice Gesù morendo. Così ha ridetto con Gesù il nostro fratello Mariano, sacerdote e frate minore, quando, l‟altro giorno, ha consegnato definitivamente se stesso a quel Dio a cui si era già donato nella Professione religiosa e nel Ministero sacerdotale. A noi che, per il nostro confratello, un po‟ come Giuseppe d‟Arimatea e le donne che vanno al Sepolcro, compiamo il gesto della carità e della fede, viene incontro forte e potente la Parola di salvezza: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato”, e ciò è vero per Gesù e in Lui diventa vero per frate Mariano. Ce lo ha ricordato anche l‟Apostolo: “Il Signore trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”. 32 Quando Gesù spira, si rivela il senso della vita; il mondo si oscura, il sole si spegne e si squarcia il velo del tempio. Le vecchie linee si rompono e tutto finisce. Ebbene, sulle rovine di quel mondo morto è stato gettato il vero fondamento della nuova vita: Gesù che è nel Padre. La morte che pareva una sconfitta, si è rivelata come una vera via che conduce alla verità, alla pienezza definitiva. Anche per frate Mariano dire “è risorto non è qui”, non è dire una sciocchezza che va contro l‟evidenza; ma è vedere nella fede una evidenza, la realtà della morte, per andare dentro il mistero e non lasciarci travolgere dal fatto; per essere capaci di vivere il mistero e non solo per guardarlo da lontano – come i conoscenti di Gesù e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea magari con la paura che tutto ciò faccia crollare le nostre fragili certezze. È solo così che comprendiamo Francesco d‟Assisi che, stimmatizzato, canta la morte come sorella. È questo il discernimento della fede che ci fa andare in profondità e che facendoci acclamare al Venerdì santo “Ecco il legno della croce al quale fu appeso il Cristo salvatore del mondo”, ci fa adorare proprio nella croce il segno di quella salvezza che in Cristo ci da la certezza che il nostro misero corpo si conformerà “al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a se tutte le cose”. Nella verità della fede diciamo allora come l‟Apostolo: “La nostra patria è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo”; ma nello stesso tempo non scappiamo dalla vita e dalla storia rileggendola sempre alla luce delle parole del libro della Sapienza: “Vecchiaia veneranda non è la longevità, né si calcola dal numero degli anni; ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza; e un‟età senile è una vita senza macchia”. Forse anche per noi qualche volta rischiano di essere vere le parole del sapiente che abbiamo ascoltato: “I popoli vedono senza comprendere; non riflettono nella mente a questo fatto che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti e la protezione per i suoi santi”. Occorre allora vedere e comprendere la vita in questo modo, occorre vedere e comprendere la morte così: “la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti e la protezione per i suoi santi”. Occorre, in sostanza, che facciamo nostre ogni giorno, in una sapiente sintesi vitale, le parole che abbiamo ripetuto nel ritornello del salmo responsoriale: “Chi spera in te, Signore, non resta deluso”. Un mese fa, proprio in questa chiesa, mentre celebravamo il funerale di frate Venanzio, facevamo memoria di una pagina importante della vita missionaria della nostra Provincia: quella della missione somala. Oggi, consegnando al Signore il nostro fratello Mariano, riviviamo nella memoria grata una pagina importante della nostra storia: la presenza, l‟opera e le fatiche apostoliche dei nostri fratelli missionari in terra di Libia. Una terra che oggi ha più che mai bisogno di pace. Che il nostro fratello Mariano si faccia intercessore presso il Signore per tutti gli abitanti di quella terra e protegga in particolare i nostri confratelli che a Tripoli e a Bengasi, pur tra mille difficoltà, ancora oggi annunciano e testimoniano il Vangelo. Nella certezza di introdurre nella liturgia del cielo il nostro fratello frate minore e sacerdote, che ha presieduto tante volte la liturgia della santa Chiesa su questa terra, con le parole di un inno che nella liturgia delle ore spesso cantiamo, e che anche frate Mariano ha cantato, diciamo così al Signore: “Creati per la gloria del tuo nome, redenti dal tuo sangue sulla croce, segnati dal sigillo del tuo spirito, noi ti invochiamo salvaci o Signore. Tu spezza le catene della colpa, proteggi i miti, libera gli oppressi e conduci nel cielo ai quieti pascoli il nostro fratello Mariano che ha creduto nel tuo nome”. ...Il nostro ricordo diviene preghiera per l'anima buona di fra Mariano perché possa contemplare il volto di Colui che qui in terra ha cercato e amato, e per voi carissimi fratelli nel Signore, perché certi della promessa del Padre, quella della vita eterna, possiate continuare il vostro cammino con letizia accogliendo il testimone della fede di questo vostro e nostro fratello. Il Signore vi doni pace e colmi il vostro cuore di serena speranza. Fraternamente le sorelle di Clarisse di Bergamo 33 Carissimo fra’ Francesco, desidero ringraziarti di vero cuore per la cura e l’attenzione nei confronti di fra’ Mariano Di Mauro. Assicuro la preghiera di suffragio da parte mia e di tutti i frati della Provincia dei Frati Minori di Sicilia. Nella speranza di incontrarti presto gradisci i miei più sinceri auguri di una Santa Pasqua. Fra’ Pino Noto Ministro Provinciale RICORDO DI P. MARIANO “Ci vieni doppu ni P. Mariano?” (Ci vieni dopo da P. Mariano?) Era questa un‟espressione tipica di noi ragazzi del quartiere all‟uscita di scuola per darci appuntamento al pomeriggio per giocare, pregare, andare al catechismo, nel convento dei frati minori di S. Maria di Gesù, in Cammarata, dove P. Mariano è stato parroco per ben 12 anni, diventando un punto di riferimento per tutti. Con lui è cresciuta una generazione di bambini e ragazzi i quali, ormai quarantenni, padri e madri di famiglia (con qualche eccezione), avrebbero da raccontare qualche aneddoto, come stanno facendo in questi giorni successivi alla sua scomparsa: tutti lo ricordano con affetto e nostalgia. Sabato 19 marzo durante la S. Messa, il parroco comunica all‟assemblea che il nostro Padre Mariano è salito al cielo: all‟uscita della messa c‟è un coro unico di ricordi di lodi ed elogi sul nostro beneamato Padre Mariano. Viene ricordato da tutti come il frate dei bambini, lui che era bambino nel cuore, aveva la straordinaria capacità di coinvolgerci, pur nella povertà di mezzi e di spazi. Quelli che l‟hanno conosciuto si ricordano del “pulmino Fiat 850 celeste” che traboccava di bambini e ragazzi che andavano a giocare a calcio in qualche improvvisato campetto. Un uomo buono e santo, che in poche e semplici parole riusciva a dare messaggi a piccoli e grandi, anzi riusciva a imprimerli nella mente se dopo tanto tempo ancora tanti di noi ricordano le sue parole. Un mio coetaneo, ricorda che “per me è stata una figura importante non soltanto nella mia infanzia, ma con il suo esempio anche successivamente; tre particolarità segnano il mio ricordo di lui: la capacità di scrutare le persone, la generosità e costanza nonostante il nostro approfittare della sua bontà e la sua dedizione per i giovani”. Una mia coetanea, ricorda che “per il mese di maggio faceva leggere le preghiere dei fedeli ai bambini per prepararci al giorno della Prima Comunione, io ero piccolina e non arrivavo al leggio dell‟ambone, pertanto P. Mariano aveva fatto costruire uno sgabello sul quale ci faceva salire per leggere: ricordo che indossava la tunica senza cappuccio quando si occupava di noi ragazzi. E poi come non ricordare i bollini celesti, premio per la Messa ed il catechismo, o la sua agendina dove annotava le presenze, o quando ci spingeva forte sull‟altalena sotto il balcone dicendo metti i piedi dritti così ti faccio toccare il tetto. Ti ricorderai la Messa la domenica alle 10.00 per i bambini”. Una giovane signora, penso quarantenne, mi dice che parla sempre di P. Mariano ai suoi figli che avrebbe voluto vedere correre con i pattini nel corridoio della sacrestia come faceva lei, prima della Messa pomeridiana, sotto lo sguardo vigile di quel frate che ai suoi occhi di bambina appariva grande e grosso. Un ragazzo racconta l‟interpretazione di P. Mariano sull‟albero di Natale come un segno cristiano e non addobbo per decorare: l‟albero rappresenta Cristo mentre gli addobbi sono i figli di Dio che stanno attorno o meglio aggrappati a Gesù. Personalmente mi sono rimaste impresse la sua semplicità, spontaneità, spiccato senso dell‟accoglienza, nonché la sua finissima abilità di abbattere le distanze e la francescana bontà con 34 cui riusciva a mettere a proprio agio chiunque lo accostava. E come non ricordare le volte che prima di andare a scuola partecipavo a Messa facendo il cherichetto, o le lunghe camminate per raggiungere il campo di calcio della squadra del paese dove poter giocare, o le scorpacciate di ritagli di ostie che ci facevamo, o infine la gestione del piccolo bar da lui creato all‟interno del piccolo oratorio. Concludo questo breve articolo ringraziando il buon Dio per il dono di P. Mariano e tutti coloro che mi hanno aiutato nel reperire queste semplici ma vitali notizie. E chissà che lui non abbia contribuito, con le sue preghiere al dono della vocazione francescana, che per pura grazia di Dio mi trovo a vivere. Con affetto e riconoscenza, tutti coloro che ti hanno conosciuto. Fr. Enrico Russotto 35 36