Istituto Comprensivo di Travesio
A. S. 2015 - 2016
La voce della scuola
SOMMARIO
Secondaria di Primo Grado
Centro Sperimentale Casa 40
pag. 2
L’emigrazione
pag. 4
Commemorazione dei defunti
pag. 6
Visita alla latteria di Molevana
pag. 7
Libreria “Acqua Alta” – Venezia
pag. 10
Progetto di Solidarietà – I ragazzi del Meriggio
pag. 11
Attività sportive
pag. 18
Racconti particolari
pag. 22
n.2
Ottobre 2015
Visita al Centro Sperimentale
Casa 40: realtà del settore
vitivinicolo unica Regione.
Giovedì 22 ottobre 2015, noi ragazzi del
laboratorio “Vuardinsi ator” siamo andati a
visitare il Centro Sperimentale Casa 40, una realtà
molto importante per tutto il settore vitivinicolo
del Friuli. I Vivai Cooperativi di Rauscedo in questo
centro portano avanti la ricerca e lo studio sul
campo delle barbatelle e di una quantità
gigantesca di cloni che servono per avere viti sane
e vini migliori.
Giunti a Casa 40 verso le 12.30 la dottoressa Colautti ci ha
accolto e ci ha accompagnato nella visita con molta pazienza.
Ci
ha
spiegato
le
caratteristiche di questa realtà
produttiva unica nel suo
genere in regione e non solo.
Per un visitatore distratto, quello di Casa 40, sembra
un vigneto come tutti gli altri, ma in concreto qui
vengono seguite 300 varietà di vite, e per ognuna
delle quali 5 o 6 cloni diversi (simili ma non uguali, di
differente selezione). L’attività di ricerca che qui
viene fatta si estende su diversi fronti, tutti volti a
ottimizzare le prestazioni della vite, che poi ci
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regalerà
la
delicatezza
del vino.
Attraverso studi
che si
prolungano nel
corso degli anni
hanno portato come risultato una selezione
di viti che rivelano caratteristiche superiori
alle precedenti rispetto per esempio alla
resistenza alle malattie e alla quantità e
qualità di produzione di uva.
Ogni anno , nella zona di Rauscedo, vendono
fatti 80 milioni di innesti con oltre 4 mila
varietà.
Le piantine hanno conquistato anche Expo
Milano 2015.
Interessante è sapere che il Centro di
Ricerca Casa 40 – che estende i suoi terreni
tra il Meduna e il
Tagliamento –
non si ferma allo
studio botanico,
ma concretizza il
suo lavoro anche
con le microvinificazioni delle
uve coltivate, così
che si possano
confrontare i
risultati anche nei vini.
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Ottobre 2015
“L’emigrazione”
Mostra sull’emigrazione dei friulani, curata dalla signora Delia Baselli ed allestita presso la sede
della Società operaia di Toppo di Travesio.
Gli alunni delle classi 3-A e 3-C della Scuola Secondaria di Travesio il 27 ottobre 2015 sono stati a
vedere la mostra a Toppo. Accolti
dalla signora Delia Baselli, i ragazzi
hanno potuto osservare tutto il
materiale fotografico, i documenti e
gli oggetti che la curatrice ha
ricercato nelle case dei suoi
concittadini con molta passione e
conservato con tanto amore per
custodire le radici storiche del
territorio in cui si vive.
Ascoltando le parole della “Delia” ed
osservando i documenti gli allievi
sono riusciti a ricostruire un periodo
storico del nostro territorio e a
comprendere come il grave problema degli attuali flussi migratori non sia una questione venuta
alla luce solo nel modo attuale.
Alcuni giovani hanno analizzato l’elenco delle persone che sono emigrate in varie parti del mondo
ed hanno trovato il nome di bisnonni, zii o amici dei nonni, gente che è stata nominata a casa.
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Una volta usciti dalla mostra , con la gioia di tutti: alunni ed
insegnanti, l’allegra comitiva è rientrata a Travesio a piedi.
La giornata era stupenda e la strada permetteva di gustare i
veri colori dell’autunno in piena tranquillità.
Nessuno aveva voglia di rientrare a scuola e
rinunciare a qualche momento di libertà con gli
amici..
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Novembre 2015
“Commemorazione dei defunti”
4 novembre ’15 - a Travesio
Una delegazione dei
ragazzi
dell’Istituto
Comprensivo
di
Travesio (Classe V
della Scuola Primaria
e classi terze della
Scuola
Secondaria)hanno
partecipato
alla
funzione religiosa e
hanno preso parte
anche alla cerimonia
commemorativa che
si è svolta sul piazzale
della
chiesa,
alla
presenza
delle
Autorità
comunali,
scolastiche e militari.
I ragazzi, guidati dagli insegnanti, hanno cantato
l’Inno d’Italia davanti al monumento che ricordo
tutti i caduti in guerra delle nostre zone.
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LABORATORIO “VUARDINSI ATOR”
Visita alla Latteria di Molevana.
Ciao lettori! Sono Graziano e voglio raccontarvi come noi ragazzi
del Laboratorio “Vuardinsi ator”, visitando la latteria di
Molevana abbiamo scoperto come si fa il formaggio.
Questa latteria "Tre Valli" è il fiore all'occhiello della famiglia Tosoni,
e rappresenta un luogo che racchiude storia, tradizione e sapori delle valli dello
spilimberghese. La Latteria di Travesio "Tre Valli" si trova fra le colline del Comune di
Travesio e serve a tramandare ogni giorno la funzione sociale dell'arte antica di fare il
formaggio.
La raccolta del latte, realizzata in loco, riporta ad una vita sana, ricca di sapori veri in
sintonia con i nostri luoghi e offre la possibilità di mantenere viva una professione che è
prima di tutto tradizione antica.
Si trova alla confluenza della Val Cosa, Val Tramontina e Val d'Arzino ed esegue la
lavorazione a latte crudo in caldaie di rame. Con questa lavorazione il casaro garantisce la
qualità nella produzione del Montasio, del Latteria Friulano "Meduno" e "Travesio", delle
sfiziose mozzarelle fresche e delle formaggelle per il pregiatissimo e antichissimo
Formaggio Asìno.
La storia del latte, dalla -diciamo così - fonte, cioè dalla stalla dove viene raccolto il latte
inizia la mattina presto. Le vacche vengono munte, una per una. Un tempo era molto
pesante per l'allevatore perché la mungitura veniva fatta a mano ora avviene in modo
meccanico.
La prima filtratura del latte raccolto avviene già nel passaggio all'interno della mungitrice. Il
latte, appena munto, passa attraverso un tubo e va a finire in vasche refrigeranti. Il freddo
è molto importante per la conservazione del latte stesso ed
evitare le contaminazioni..
Il camion cisterna porta il latte a Molevana.
Dalla cisterna vengono prelevati alcuni campioni di latte per
effettuare le analisi necessarie. Una volta giunto in Latteria
inizia la lavorazione del latte per la sua trasformazione in
formaggio . Il Casaro fa poche operazioni, ma mirate,
meticolose e puntuali.
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La parola casaro deriva dal latino medievale (caseum) formaticum (cacio) messo in forma.
Per chi non lo sapesse il
formaggio si ottiene dal latte
intero,
parzialmente
o
totalmente scremato dalla
crema di latte. Il latte può
essere crudo o pastorizzato e
la
coagulazione
della
caseina,
proteina
appartenente quantitativamente a circa il 75% delle proteine totali del latte, avviene con
l’aggiunta di caglio, di coagulante (presamica), oppure attraverso una coagulazione acida.
Il latte attraverso appositi tubi viene immesso in
una caldaia di rame semisferica riscaldata a
fuoco diretto. Il latte deve mantenere una carica
batterica utile alle fermentazioni che avvengono
nelle varie fasi della vita del formaggio.
Partendo dal latte crudo il casaro può decider di
innestare ugualmente la carica batterica
aggiungendo il lattoinnesto o il siero innesto , che
permettono l’uno di ottenere formaggi a pasta
semidura e dura, l’altro formaggi a pasta dura.
Per ottenere la cagliata il latte deve coagulare, cioè diventare
della consistenza di una gelatina. Per centrare questo risultato
bisogna aggiungere al latte, dopo l’inoculo dei fermenti lattici,
una dose di caglio o coagulante. Il caglio è di origine animale,
viene estratto dal quarto stomaco dei lattanti di origine bovina,
ovina e caprina, animali quindi che non hanno ancora assunto
erba come alimento.
Il caglio ha la capacità di coagulare il latte in un tempo
determinato e previsto dal casaro.
La cagliata avviene per azione delle caseine del latte e racchiude all’interno del reticolo
caseinico i globuli di grasso e l’acqua, capaci di mantenere in soluzione i Sali minerali e le
vitamine.
Affinché la cagliata si trasformi in pasta, che in seguito
diventerà formaggio, è necessario metterla in condizione
di spurgare l’acqua che contiene. La rottura, impiegando
attrezzi taglienti come lo spino, la lira, o altri tipici in legno,
permette alla cagliata di perdere la quantità di siero
necessaria a ottenere formaggi a pasta molle, semidura o
dura. Questa prima azione meccanica sarà seguita, come si
vedrà, da altre fasi il cui scopo è identico.
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Il casaro, dopo aver rotto la cagliata in granuli delle dimensioni variabili, da quelle di un
mandarino fino a quelle di un chicco di miglio, in funzione del formaggio da produrre, può
far subire alla massa un trattamento termico al fine di spugnare, cioè far asciugare la
pasta ottenuta. Tale trattamento si definisce semicottura se si raggiunge la temperatura di
riscaldamento a 45- 46°, cottura se si oltrepassa questa temperatura.
Le prime fasi tecnologiche che determinano la tipologia del formaggio desiderato si
concludono con l’estrazione della pasta con teli e la sua raccolta in particolari forme che
vengono poi messe sotto pressa. Dopo un breve periodo il formaggio così ottenuto viene
tolto dalle presse e viene portato a stagionare. …
Ogni formaggio che si rispetti esce dalla latteria con il
suo marchi di origine controllata in cui sono indicati
tutti i dati importanti ( latteria di produzione, mese,
anno) DOP, IGP, Canderan marioSTG
Non tutti sanno che il Santo Protettore dei formaggiai e dei
mandriani è San Lucio martire. Secondo la tradizione era un
pastore che curava gli armenti del suo padrone e offriva ai poveri il
formaggio avuto come paga. Poiché questo formaggio si
moltiplicava, il suo padrone si adirò a tal punto che finì per uccidere
Lucio
Lo spaccio dell'ex cooperativa Tre Valli
Non tutti sanno che a Usago di Travesio è stato
riaperto
in via Molevana, lo spaccio di prodotti
alimentari nel quale vengono venduti direttamente al
consumo i formaggi e diversi altri caratteristici derivati
del latte prodotto dagli allevatori della zona montana
del comprensorio spilimberghese.
Il negozio era rimasto chiuso per un paio di settimane
dopo lo scioglimento della latteria cooperativa Tre Valli,
ed ora è stato concesso in affitto (da parte della
neocostituita società privata Tre Valli srl, che si colloca nell'area dell'affermata azienda
spilimberghese Tosoni spa) all'imprenditore privato Mario Canderan.
Il nuovo gestore ha lasciato la cooperativa di consumo di Lestans, dopo 28 anni.
Il nuovo gestore Canderan ci tiene a far sapere che è sua intenzione «prestare il massimo
impegno soprattutto per la valorizzazione della peculiare tipicità e genuina freschezza dei prodotti
lattiero-caseari ricavati dal latte degli allevamenti montani». A dire il vero questo spaccio merita
una visita per innamorarsi dei prodotti locali ed assaporare cibi genuini, consigliati con tanta
esperienza dal signor Mario.
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RESOCONTI DI VIAGGI DA RICORDARE
Libreria Acqua Alta –
Venezia
Per gli amanti dei libri è d’obbligo
una tappa alla Libreria Acqua Alta a
Venezia. Io ci sono andata in gita il
26/04/2015 ed è stato emozionante.
Una della librerie più originali al
mondo si trova a Venezia. La Libreria Acqua Alta, in Calle Lunga Santa Maria Formosa,
è sicuramente l’unico posto sulla terra dove troverete una vastissima scelta di libri, nuovi
ed usati, disposti all’interno di scaffali decisamente particolari: barche, gondole, canoe,
vasche e dovunque sia possibile infilarli. E i libri non solo soltanto da comprare ma sono
stati trasformati in veri e propri oggetti d’arredamento. Le vecchie enciclopedie, quelle
che ormai non compra più nessuno, possono diventare gradini per una strepitosa
scalinata, o ricoprire le pareti delle corti esterne trasformandole in superfici
coloratissime. A completare l’arredamento anche paline, remi, manichini e gatti veri.
Il proprietario Luigi Frizzo, gentile e affabile, ha aperto questo luogo incantato circa una
decina di anni fa e piano piano si è rilevato un successo: veneziani e turisti apprezzano
tantissimo.
Sicuramente l’ambiente e l’atmosfera contribuiscono a rendere il posto affascinante e
misterioso, ma anche la vastissima scelta di libri in tutte le lingue fanno la loro parte. Il
60% dei libri è nuovo.
Nella prima sala troverete testi su Venezia, di ogni tipo, ma anche libri d’arte e di
cinema, sport e alimentazione, musica. L’altra stanza è stracolma di fumetti e best
sellers. A gironzolare tra gli “scaffali”
troverete anche quattro affabili gatti,
immancabili a Venezia, che scorrazzano e
dormono in mezzo alla carta stampata.
Insomma la Libreria Acqua Alta può
essere tranquillamente considerata una
delle meraviglie di Venezia, una tappa
obbligata, a pochi passi da Piazza San
Marco, per chi ama leggere e per chi vuole
conoscere la città anche attraverso mille
attività individuali che la compongono.
Angelica De Carlo / classe 2^ C
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Progetto di solidarietà
Mercoledì 25 novembre i ragazzi di terza della Scuola secondaria di primo grado di
Travesio hanno fatto un bel viaggio…..fino in Africa, in Kenya precisamente,
ovviamente non fisicamente ma con il cuore e la mente.
Ad accompagnarli in questo viaggio sono stati Barbara del Piero, maestra della Scuola
dell’Infanzia di Casiacco, e suo figlio Andrea, un ragazzo di soli 18 anni ma con una
forte esperienza già alle spalle vissuta con i suoi genitori: il volontariato in Kenya presso
il villaggio Bimbi del meriggio.
Il villaggio Bimbi del meriggio è una realtà creata dall’Onlus AINA, si tratta di un
villaggio che ospita circa 115 bambini, molti dei quali orfani, affetti dalla nascita
dall’HIV. Alcuni sono stati abbandonati, altri affidati dalle famiglie che per ragioni
sociali o economiche non sono in grado di sostenere le cure affettive e mediche per
questi bimbi.
Barbara
ed
Andrea
hanno spiegato, anche
con foto e video, come
vivono questi bimbi: la
scuola, la cura delle
proprie cose e del
villaggio, i giochi, le
attenzioni
che
si
scambiano a vicenda,
l’alimentazione e le cure
mediche.
I ragazzi sono rimasti
molto sorpresi nel riscontrate che questi bimbi, nonostante la malattia e le situazioni
familiari, sono felici e sorridenti: sono una grande famiglia in cui ci si prende cura l’uno
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dell’altro e si impara fin da piccoli la condivisione delle cose e l’autonomia nella
quotidianità.
Barbara ed Andrea hanno spiegato ai ragazzi che per i bimbi del meriggio l’istruzione è
fondamentale: farsi una cultura per loro significa avere un futuro con più possibilità di
realizzazione e di riscatto. All’interno del villaggio ci sono la scuola dell’infanzia, la
scuola primaria e la secondaria di primo grado; ogni anno i più bravi della classe
vengono premiati (questo per dare l’esempio e stimolarsi a vicenda).
E’ stato un viaggio bellissimo… in Africa… in Kenya… ma soprattutto dentro noi stessi.
Come anche i ragazzi hanno espresso nelle riflessioni che di seguito riportiamo, spesso
abbiamo molto ma siamo infelici e loro che hanno poco sorridono ed affrontano la vita con
un ritmo che non è né frenetico né ansioso.
Ringraziamo di cuore Barbara ed
Andrea, per la loro disponibilità ma
soprattutto per quello che hanno
fatto, che fanno e continueranno a
fare per i bimbi del meriggio.
Quest’anno
anche
la
Scuola
secondaria di primo grado darà un
contributo al villaggio con il ricavato
del mercatino di Natale del 10
dicembre (durante i colloqui).
Grazie anche ai ragazzi che si sono
molto impegnati nella realizzazione
degli oggetti da vendere e che durante l’incontro con Barbara e Andrea si sono dimostrati
sensibili alla tematica e molto attenti.
Grazie infine a tutti gli insegnati per la collaborazione ed alla Dirigente che ha accolto e
sostenuto tutte queste iniziative.
I ragazzi hanno avuto dei momenti per riflettere a piccoli gruppi o singolarmente, ecco le
loro riflessioni:
Penso che mi faccia tenerezza il fatto che nonostante i bambini siano sieropositivi all’Aids
e non abbaino nulla siano felici nel loro piccolo.
Un paio d’ore passate a conoscere e a riflettere sulle condizioni di vita e sulla vita in
generale di persone uguali a noi, ma più sfortunate, che con niente riescono a crescere,
imparare e divertirsi.
Ci fa riflettere su come viviamo e ci fa capire che non dobbiamo lamentarci di quello che
abbiamo.
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Noi abbiamo tantissime cose che annoiano, mentre loro che non hanno molto si divertono
subito. Della vita fuori dal villaggio mi ha fatto un po’ senso il cibo, le mura che erano di
legno con messa un po’ di malta qua e là, i vestititi che usano. Ho notato che il terreno è
molto diverso da nostro ed è tutto terroso. Ma la cosa che mi ha stupito di più sono i bagni,
per fare i bisogni devono andare fuori, e poi per fare la doccia devono andare a prendere
l’acqua ogni giorno. Comunque è stata una bella esperienza.
Penso
che
queste
due
ore
mi
abbiano
chiarito
molto
e
che
abbiano
fatto
riflettere.
Dobbiamo apprezzare ciò che abbiamo e sentirci fortunati, ma anche avere sempre un
pensiero per loro che stanno molto peggio di noi.
Mi sono resa conto che noi abbiamo tutto eppure non ci divertiamo e ci annoiamo…loro
che non hanno niente si divertono più di noi.
Bisogna diminuire le loro condizioni critiche.
Ho sempre immaginato una vita peggiore, immaginavo sempre molto dolore e sofferenza
nella vita di quelle persone, ma sono rimasta stupita, e posso dire che sono invidiosa della
loro
felicità
nonostante
ogni
problema.
Sono
invidiosa
di
come
stanno
bene
e
come
sorridono nonostante tutto. Qui non è così, ognuno ha un proprio modo per soffrire di
qualche cosa. E’ bello vedere come si sta bene in compagnia, semplicemente avendo un
amico con sé.
Penso che queste cose che abbiamo visto
o sentito siano molto importanti e penso
che sia difficile vivere nelle povertà che ci
sono laggiù.
E’
stata
un’esperienza
molto
istruttiva
e
interessante.
Barbara e Andrea ce l’hanno messa tutta
per aiutare questi bambini ed è una cosa
che
non
tutti
riuscirebbero
a
fare.
Le
condizioni di vita in cui stanno i bambini
sono
difficili
e
loro
hanno
deciso
di
affrontare questa cosa con il sorriso, di
andare avanti nonostante tutto. Credo che ognuno di noi dovrebbe prendere esempio da
loro: il loro grande ottimismo e la fiducia che hanno verso le altre persone.
Penso
che
queste
persone
vadano
sostenute
non
solo
economicamente
ma
anche
facendogli sentire che noi gli siamo vicini perché se lo meritano veramente tanto. Secondo
me queste persone sono uniche, perché penso che solo loro riescono ad amarsi e aiutarsi
nella semplicità.
E’ stata un’esperienza davvero significativa, perché mi ha fatto vedere in un’altra luce
come vivono loro rispetto a noi.
Questa
esperienza
raccontata
da
due
volontari
Barbara
e
Andrea
è
stata
molto
interessante. Ti fa riflettere e confrontare, cioè ti fa fare i paragoni tra noi e loro. Mi ha
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fatto capire la grande fortuna che abbiamo ad avere un’istruzione, una casa sempre pulita,
la
possibilità
di
lavarsi,
avere
la
casa
con
elettricità
e
acqua
corrente
ed
avere
la
possibilità ed i mezzi per spostarsi. Tutto questo è possibile grazie a tutte le persone che
ci circondano soprattutto i nostri genitori che vogliono il meglio per noi, solamente che noi
diamo tutto per scontato e non riusciamo a capire l’importanza di tutto questo. Loro invece
sono bambini poveri senza tv, computer, senza tanti giocattoli e alcuni di loro senza
genitori, però hanno dei principi per vivere che noi non sappiamo appezzare e sono: la
condivisione, l’amicizia, l’essere felici con quello che si ha e per quello che si è.
Barbara ed Andrea sono stati bravissimi ad esporre le loro avventure in Kenya e la cosa
che mi ha colpito di più è stata vedere la felicità sul viso di tutte le persone del villaggio,
che pure non avendo niente riescono a sorridere e a vivere! Il mio fratellino a Natale
vorrebbe tantissimi giocattoli tecnologici, come ad esempio il cellulare “finto” … e a
pensare
viene
a
da
perché
mi
piangere
non
neanche
un
loro
sanno
che
cos’è
cellulare.
Così
anche io vorrei dei
nuovi
vestiti,
che
loro
non
potrebbero
mai
avere
se
non
l’aiuto
con
dei
volontari. Io appena
entro
camera
nella
mi
mia
lamento
che
è
piccola,
non
pensando
alle
persone
più
povere
che
chiamerebbero la mia stanza la loro casa. Ci viziano tutti e non ci fanno mai mancare nulla
… eppure non siamo mai felici, mai! L’esperienza è stata molto bella in sè, ma mi ha
lasciato dentro il cuore un po’ di tristezza perché è forte sapere che i bambini dell’età di
mio fratello piccolo, ovvero di 5 anni, che tutti considerano ancora il loro cucciolo di casa,
nel villaggio vengono coccolati dagli altri suoi coetanei come se fossero i propri genitori.
Noi abbiamo tutto, ma non abbiamo niente. Loro non hanno niente, ma hanno tutto.
La cosa che mi ha colpito di più di quest’incontro è che i volontari tornano ogni volta in
Kenya per aiutare i più bisognosi. Per me è una cosa molto importante perché i volontari
aiutano tutto il possibile le persone meno fortunate di loro.
L’incontro mi è piaciuto e mi ha fatto riflettere: tutta la mia stima a quelle persone che
fanno parte di queste bellissime associazioni. Una cosa che mi ha colpito sono tutte le
immagini riguardanti la situazione fuori dal villaggio: fanno riflettere su tutte le cose che
noi abbiamo e che sono inutili.
L’incontro è stato molto bello, interessante e mi ha fatto riflettere perché, come hanno
scritto sul diario Barbara e Andrea, “loro non hanno niente ma hanno TUTTO, noi abbiamo
TUTTO ma non abbiamo niente”
Guardando le foto e i video che ci hanno fatto vedere, sinceramente ci sono rimasta un po’
male dal fatto che i bambini del Kenya non avendo niente sono felici e contenti della loro
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vita. Mentre noi, con tutta la tecnologia che abbiamo (psp, smartphone, tv….) siamo
insoddisfatti e vogliamo sempre di più. E anche dal fatto che loro sono disposti ad alzarsi
alle 5 di mattina e fare tutto con calma senza lamentarsi e noi invece ci alziamo dopo e
facciamo tutto di fretta.
Bimbi che sono contenti non avendo nulla!
E’ stata una bella esperienza, che mi ha ricordato che ci sono persone meno fortunate di
me. Ho compreso il modo in cui vivono, cosa mangiano, la loro istruzione scolastica, i loro
giochi ma soprattutto il loro “essere felici con poco” ed avere sempre il sorriso e la
speranza, anche in situazioni difficili da affrontare.
L’intervento è stato interessante perché ho capito come vivono le persone in Kenya. In
Kenya le persone non hanno molta igiene, sono povere e non riescono a pagare le tasse. I
bagni non ci sono e li costruiscono fuori. I bambini si accontentano anche dei piccoli
pensieri. Al villaggio le persone cucinano molto abbondante perché devono sfamare 120
bambini. I bambini si alzano alle sei e i più piccoli vanno a dormire alle otto e mezza, i più
grandi alle nove e mezza di sera. La vita per loro non è facile ma noi li aiutiamo con la
fondazione Aina.
Alla fine dell’incontro io mi sono sentita fortunata. Nel mio piccolo ho molte cose rispetto a
loro e loro con degli scarti come un cerchio di metallo cioè una stringa di ferro di una
botte si divertono come quando noi giochiamo con la play station, la wii, il gameboy e cose
del genere.
Mi è un po’ dispiaciuto che quei
bambini
non
hanno
niente
però
sono felice che li aiutino.
L’incontro
è
stato
molto
interessante e la cosa che mi ha
colpito
di
più
l’indipendenza
è
dei
stata
bambini
Keniani rispetto a noi.
Alla
fine
sensazione
dell’incontro
finale
è
la
stata
mia
di
tristezza, sapendo che esistono dei bambini che vivono in quelle condizioni, ma anche di
sollievo perché ci sono delle persone che vanno ad aiutarli e che in qualche modo gli
regalano dei momenti di felicità.
Quest’esperienza mi ha lasciato molte sensazioni. Mi ha fatto capire che non apprezziamo
mai quello che abbiamo e che non pensiamo mai che altri bambini non hanno questa
fortuna. Mi ha fatto molto riflettere e ammiro il lavoro che fanno per aiutarli. Spero di
contribuire anche io con il mercatino che la mia scuola ha organizzato per il 10.12.15 .
E’ possibile rileggere questo articolo e trovare altre informazioni nel sito
dell’Aina http://www.ainahttp://www.aina-onlus.it/
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Il mercatino di beneficienza per i bimbi
del Kenya.
Il cartellone
all’ingresso
dell’atrio della
scuola.
Il bancone con tutti gli oggetti fatti dai ragazzi e da alcuni genitori.
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L'attività, inserita nel “Progetto solidarietà” , è stata presentata ai ragazzi
dalla prof.ssa Della Schiava e dalla maestra Barbara Del Piero.
La Dirigente ha poi ringraziato di cuore tutti coloro che si sono prodigati nella
realizzazione dei lavori che sono stati utilizzati per il mercatino di Natale. Il
ricavato di 500 euro è stato
consegnato alla presidentessa dell’AINA. La
Dirigente ha sottolineato che questa attività, con le finalità che sono state
spiegate dagli insegnanti e dalla maestra Barbara Del Piero, abbia senz’altro
arricchito i partecipanti e fatti riflettere su realtà distanti dalla nostra ma che
purtroppo esistono.
Da parte sua sono giunti i sinceri apprezzamenti per un altro bell’esempio di
disponibilità, solidarietà e generosità per cui l’Istituto può andare orgoglioso.
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ATTIVITA’ SPORTIVE
della Scuola Secondaria di I° grado
Quest’anno la cattedra di Scienze Motorie è stata assegnata alla prof.ssa Bello
Maria Comasia e, come le scorso anno, ha iniziato a lavorare alla grande.
Fin o ad ora si possono ricordare le seguenti attività esterne:
Coppa di partecipazione alle attività sportive 20142014-15
Coppa assegnata a livello provinciale alla Scuola che ha partecipato alle
differenti attività sportive proposte, conseguendo anche risultati più che
apprezzabili.
Se prendiamo solo i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato alle gare di
tiro con l’arco, sono arrivati primi, a livello regionale.
Gruppo di alunni che hanno contribuito personalmente a conquistare la coppa.
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Torneo Interregionale “Pallatamburello…33 ore… INSIEME SI PUO’”
Partecipazione al torneo Interregionale “Pallatamburello…33
ore…
INSIEME
accompagnati
SI
PUO’”
da
parte
di
alcuni
ragazzi
dalla prof.ssa Bello e dai rispettivi genitori il
giorno 21 novembre 2015, presso il palazzetto dello sport del
comune di Remanzacco (UD).
Questo torneo è un’iniziativa di sport e solidarietà alla quale la nostra scuola ha
partecipato con una squadra rappresentativa delle classi terse e di alcuni alunni
delle classi seconde. Questa manifestazione, oltre ad essere un evento sportivo,
vuole essere soprattutto una proposta socializzante che, in continuità con l’attività
scolastica, si caratterizza per la forte valenza educativa nella formazione dei
ragazzi. E’ infatti proprio il gioco di squadra che, nella sua specificità, mette in
campo le migliori risorse di ognuno per collaborare e creare un gruppo coeso e
solidale per il raggiungimento di un fine comune. Ecco perché giocare a
Pallatamburello può essere anche un modo per sostenere, con una raccolta fondi,
l’Associazione “Insieme si può” ed il “Fondo Remanzacco Solidale”. Durante le 28
ore di gioco si alterneranno 66 squadre provenienti dal Friuli Venezia Giulia
(Province di Udine e Pordenone), dal Veneto (Province di Verona e Treviso) e
dalla Slovenia.
Tornei decembrini tra le classi:
- 4.12.15
Torneo di pallavolo per le tre
classi seconde..
- 14.12.15
14.12.15 Torneo di palla rilanciata per le
classi prime.
- 18.12.15
Torneo di pallavolo per le
classi terze.
-15
15 dicembre 2015 - Partecipazione al
torneo
provinciale
di
Superminivolley
(Cordenons) della classe 2-C , classe
vincitrice della fase d’Istituto.
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Gruppo CSSCSS-GSS
La scuola ha costituito, anche per questo nuovo anno scolastico, il Centro Sportivo
Studentesco.
Studentesco
Questa proposta rientra nel Piano dell’Offerta Formativa della scuola ed ha come
obiettivo l’ampliamento dell’offerta di apprendimento nell’ambito motorio-sportivo,
anche con l’intervento delle realtà sportive del territorio, e la formazione di un
Gruppo Sportivo Scolastico che parteciperà ai Campionati Studenteschi.
Al gruppo ed alle attività possono partecipare, scegliendone anche più di una,, tutti
gli alunni/e della Scuola Secondaria di Primo Grado “A. Lizier ”di Travesio.
Le attività del gruppo, in aggiunta a quelle realizzate durante l’orario scolastico con
la prof.ssa Bello, si svolgeranno il pomeriggio del mercoledì
mercoledì in orario extraextrascolastico (14.00(14.00-16.00). Anche con queste attività non si esclude di partecipare,
oltre che ai Giochi Sportivi Studenteschi, ad altri incontri con scuole del territorio
(come abbiamo fatto, lo scorso anno scolastico con i partecipanti all’attività
dell’arrampicata sportiva, con la Scuola Secondaria di Primo Grado di Maniago).
Le attività proposte quest’anno saranno le seguenti:
1. Atletica leggera (pista)
6. Rugby
2. Corsa campestre
7. Scacchi
3. Orienteering
8. Tiro con l’arco
4. Palla tamburello
9. Bocce
5. Propedeutica all’arrampicata
10. Pallavolo
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CAMPIONATI STUDENTESCHI 2015/2016 – FASE PROVINCIALE DI CORSA
CAMPESTRE – San Giovanni di Casarsa - 14 gennaio 2016
Il giorno 14 gennaio 2016, gli alunni che sono riusciti a conseguire risultati
adeguati nelle varie fasi d’Istituto, hanno preso parte alla fase provinciale di Corsa
Campestre. La gara si è tenuta presso gli impianti sportivi comunali di San Giovanni
di Casarsa. Gli alunni sono partiti da scuola alle ore 08.45 per raggiungere, con lo
scuolabus, il luogo di svolgimento della gara. Il rientro è avvenuto intorno alle
13.00 circa. La classe è stata accompagnata dalle prof.sse Bello Maria Comasia e
Morassutti Laura e dal prof. Farruggio Fabio.
Classifica: cadetti Tempo
-
1 LOSSO GIULIO
05/08/2003
DIR I.C. TRAVESIO
10,34,81
-
2 BARTOLUCCI MAURO
11/10/2003
DIR I.C. CORDENONS
12,13,86
-
3 LIZIER DAVIDE
25/06/2003
DIR I.C. TRAVESIO
14,52,16
CAMPIONATI
CAMPIONATI STUDENTESCHI 2015/2016 – FASE REGIONALE DI CORSA
CAMPESTRE - Casarsa - 27 gennaio 2016
CADETTI Classifica
-
1 LOSSO GIULIO
-
2 ORTIS DAVIDE ---
-
3 BARTOLUCCI MAURO
-
4 LIZIER DAVIDE
05.08.’03
DIR I.C. TRAVESIO - PN
09’.45”.00
DIR I.C. FAGAGNA - UD
12’.58”.00
11.10.’03
DIR I.C. CORDENONS - PN
13’.24”.00
25.06.’03
DIR I.C. TRAVESIO - PN
14’.50”.MARTIGNACCO UD
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Racconti particolari.
GIALLO ALL'EXPO.
L'Italia dopo 109 anni, ha ospitato a Milano, una manifestazione: l'esposizione universale
sul cibo internazionale, l'EXPO, visitata da 21000000 di persone.
A settembre, verso la fine dell'esposizione, un gruppo di estremisti decide di sabotare lo
spettacolo dell'Albero della Vita. Dopo aver osservato la posizione del pannello centrale,
dove sono situati i cavi collegati ad esso e l'orario dell'accensione. Progettano un piano,
con alcuni esperti di esplosivi. Quando entrano all'interno dell'EXPO trovano il materiale
che serve per sabotare l'EXPO, in tubicini inseriti in tronchi di legno, trasportati dall'acqua.
Quel giorno, fortunatamente, io, con la mia classe siamo all'EXPO per due motivi: visitare
la fiera ed incontrare il Primo Ministro Renzi. Vogliamo sfruttare tutto il nostro tempo, in
maniera da riuscire a vedere più padiglioni possibili.
Nel
Decumano
c'è
tanta
confusione
e
tanta
gente,
ma
nell'insieme
crea
un
clima
particolare. Al centro della via si vede ogni tanto, alcune peculiarità dell'alimentazione
italiana (pesce, carni, pane). Ogni padiglione è completamente diverso dagli altri per colori
e forme.
Appena usciti dal padiglione del Quatar, uno dei più belli secondo i visitatori, col nostro
Hennè appena fatto, io e la mia migliore amica Sofia, ci accorgiamo che tre persone si
muovono in modo sospetto. Dai loro zaini escono fili e cavi e non si perdono ad osservare i
padiglioni o non fanno code per visitarli.
Decidiamo di allontanarci dal gruppo senza avvertire nessuno e di seguirli. Dopo aver
camminato dietro di loro, vediamo che si incontrano con un altro gruppo di persone, anche
loro molto strane, perché sono vestite tutte di nero. Seguendoli, arriviamo all'Albero della
Vita, ma non volendo destare sospetti, facciamo finta di fare foto e ci sediamo sulle
panchine. Il nostro timore diventa sempre più grande. Nella confusione creata da un
gruppo di studenti vengono smembrati solo per un po' e noi due, approfittiamo
per rubare
uno dei loro sacchi e scappiamo. Loro appena se ne accorgono iniziano a rincorrerci. Noi
corriamo dalle guardie e consegniamo lo zaino.
Le nostre insegnanti avevano allertato il servizio di sicurezza per ritrovarci. Dopo un po'
scopriamo che potevamo essere saltate in aria perché dentro c'era l'esplosivo. Le guardie
catturano quel gruppo di persone e lo consegnano alla polizia. Si sta facendo buio e ci
accorgiamo
che
è
passato
il
tempo
molto
velocemente.
Siamo
molto
felici
quando
ritroviamo la nostra classe.
Raccontiamo tutto l'accaduto, ma loro non ci credono, anzi sembrano molto arrabbiati. Per
colpa nostra non hanno visitato l'EXPO. Arriva Renzi, che ci ringrazia pubblicamente, e
decide di premiarci: visita privilegiata dell'EXPO il giorno dopo e cena con pernottamento
in un hotel gratis per tutti.
Noi, entusiaste, guardiamo lo spettacolo dell'Albero della Vita e pensiamo cosa sarebbe
accaduto se quelle persone lo avessero distrutto. Alla fine le insegnanti decidono di
fermarsi a dormire a Milano con i soldi del premio. Così il giorno dopo possiamo ritornare
all'EXPO e saltare le code con i nuovi biglietti. In questo modo riusciamo, nel giro di poche
ore a gustare le bellezze di molti stati, a entrare nel loro mondo ed ad assaporare cibi
differenti.
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Secondo me, i padiglioni più belli sono, quello dell'Italia, della Francia, dell'Inghilterra,
della Germania, degli Emirati Arabi, della Cina, del Brasile, e molti altri.
Questa gita scolastica è stata magnifica, sia perché ho visto molti padiglioni, ma anche
perché, insieme alla mia migliore amica Sofia, abbiamo fermato un gruppo di estremisti che
volevano sabotare l'EXPO e per questo siamo state premiate.
(G.Gotti -2C)
“Una terribile furbata!”
In
un
giorno,
apparentemente
tranquillo,
mentre
i
ragazzi
passavano
una
serena
ricreazione, all’ improvviso il cielo si oscurò e un tuono ruppe la quiete.
Da un veicolo scese una persona mai vista prima a Travesio: era il nuovo professore...il
professor Mosconi. Era un uomo alto, robusto e di carnagione olivastra e indossava abiti
eleganti e delle scarpe alla dottor Martins.
Sembrava
un
uomo
per
bene
ma,
quando
entrò
in
classe,
si
comportamento sgarbato. Infatti, appena varcò la soglia della porta
porta
notò
subito
il
suo
della classe, sbatté la
e dopo pochi minuti lo sì senti già urlare contro gli alunni. Inveiva in continuazione
sui suoi discepoli e ogni volta che qualcuno degli studenti interveniva veniva sgridato,
perché il prof. Mosconi non ammetteva di essere interrotto durante le sue lezioni. Quando
riaccompagnava i suoi alunni in classe al termine della ricreazione, li disponeva come dei
militari. E guai a chi si permetteva di uscire dalla fila! Diverse settimane più tardi, c’ era
nell’ aria qualcosa di strano, gli alunni di un’altra classe erano tesi e il loro più terribile
incubo si avverò: la porta si spalancò, tutti si girarono verso la porta e videro comparire il
prof Mosconi.
Entrò dalla porta e disse con tono minaccioso <<Per oggi sarò il vostro supplente!>>, Gli
scolari si guardarono tra loro
e sembravano molto spaventati. Si sedette sulla sedia in
maniera brusca e disse <<Oggi farete un dettato di 200 parole!>> .
Gli allievi bofonchiarono qualcosa senza farsi sentire. Alla fine dell’ ora apprezzarono che
il terribile momento fosse passato. Il
giorno seguente il professor Mosconi annunciò
<<Alla terza ora vi consegnerò il dettato corretto con i rispettivi voti!>> .
Le ore passarono lentamente, ma alla fine la terza ora arrivò
si presentò sulla soglia della
porta con aria felice e disse<< Ecco, adesso vi consegno i dettati!>>.Gli alunni rimasero di
stucco dai voti che avevano preso perché, pur avendo sbagliato solamente una parola,
presero solo sei e mezzo.
Ora era chiaro, il prof
Mosconi era odiato da tutti. L’unica cosa da fare era preparare una
diabolica vendetta!!!! La vendetta consisteva nell’appoggiare il barattolo di vernice di
colore verde sull’ arcata della porta facendo in modo che, quando l’ avesse aperta, gli
sarebbe caduta addosso.
Gli alunni passarono l’intero pomeriggio a preparare la trappola. Il giorno seguente g erano
eccitati e
non aspettavano altro che arrivasse la terza ora. Giunta l’ora tanto attesa, il prof
Mosconi aprì la porta e il barattolo di vernice gli cadde addosso e i suoi terribili discepoli
non smisero più di ridere!!!!!!! Alla fine gli alunni si beccarono una bella nota sul libretto
ma, almeno, erano soddisfatti di essersi vendicati.
( MATTIA, MATILDE, SARA ED EMMA)
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SCACCO ALLA ……… FAINA.
Mi chiamo Giuseppina e sono una faina molto intelligente, dotata d’un fine
olfatto , un
sopraffino udito e udite udite: una vista acutissima. Qualche essere vivente mi ha definita
un’ottima cacciatrice e in effetti mi servono fucili di precisione per beccare le mie prede.
Quando esco dalla tana nessuna preda commestibile mi sfugge e riesco anche a correre in
modo veloce. Salto ostacoli altissimi , mi arrampico su superfici impervie e so anche
nuotare. Devo però stare attenta perché alcuni spietati cacciatori, ma più facilmente “i
bracconieri”, mi uccidono per la mia pelliccia che ha sfumature tra il rosso chiaro e il
marrone sporco.
Io personalmente vivo nel bosco di Molevana e mi considero molto furba.
Ultimamente ho individuato un ricco bottino che si trova vicino a un pollaio e deve essere
di proprietà di una signora settantenne, un po’ fissata per le sue galline. La signora abita
nella casa sotto la collina di Molevana.
Nel pollaio ci vivono 20 galline e 5 conigli, è un pollaio molto grande ma è recintato da una
rete di fil di ferro fissa e senza buchi. Le finestre sono provviste di reti metalliche fisse e
di vetri apribili che rimangono aperti solo di giorno. E’ astuta la vecchietta, non si fida
degli animaletti del bosco. Il pavimento è in legno ed è ricoperto da uno strato di paglia
tagliuzzata. Il pollaio è fornito anche di una mangiatoia a tramoggia. Il tetto
è fatto in legno
e ricoperto da coppi di colore rosso mattone per cui lo si vede a distanza. Il pollaio è
diviso in due parti: dalla parte delle galline si sentono odore di pulina, puzza di gallina, si
sente soprattutto lo starnazzare delle galline e i mosconi d’estate ronzano che è un
piacere.
Il letto delle galline è fatto di paglia. La parte dei conigli è costituita da tante
gabbiette di legno con altrettante porticine in ferro.
Io faina da tempo
cingo d'assedio quel pollaio della nonnina di Graziano e studio come
poter entrare, per fare il mio colpo del secolo.
lo studio in lungo e in largo per capire i
punti deboli. Al termine ho escogitato un piano per uccidere un po’ di galline. Utilizzo il
buchetto fatto involontariamente da Graziano sulla rete e che mi è servito già una
prima
volta per andare a vedere il pollaio.
La prima sera vado a far visita alle galline cercando di essere il più amichevole possibile e
di conquistare la loro fiducia. Durante la notte giochiamo un po’ e poi le lascio andare a
dormire.
La sera dopo entro nel pollaio, mostrandomi calma e serena, e, appena ho l’occasione,
attacco!!!! Inizio così a sgozzare segretamente una gallina alla settimana (una più ,una
meno). Le mie prede le attacco alla gola succhiando il sangue come un vampiro e lascio il
cadavere senza vita da una parte e la testa dall’altra.
La nonnetta purtroppo si accorge della mancanza di alcune galline e finisce con l’ipotizzare
che sia stata una faina a trucidare le sue amate galline. Ma anche lei farà fare una brutta
fine alle sue galline e allora perché disperarsi tanto?
Secondo me lo smacco non lo digerisce per cui
sistema una trappola. La notte seguente
cerco di arraffarmi un'altra gallina ma trovo solo una trappola che mi blocca!!!! Ahi che
male? Non riesco più a muovermi.
La mattina seguente intuisco che è giunta la mia ora e devo prepararmi al peggio. Ecco la
intravedo da lontano la nonnetta con un fucile. Appena entrata mi vede e mi uccise con un
colpo.
Addio Molevana. Ho voluto strafare ed ora non potrò più
colpire le mie prede.
( eseguito da Graziano, Federico, Enrico e Giovanni )
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giorn@lin n° 2 - ist. comprensivo travesio