Istituto Comprensivo di Travesio A. S. 2015 - 2016 La voce della scuola SOMMARIO Secondaria di Primo Grado Centro Sperimentale Casa 40 pag. 2 L’emigrazione pag. 4 Commemorazione dei defunti pag. 6 Visita alla latteria di Molevana pag. 7 Libreria “Acqua Alta” – Venezia pag. 10 Progetto di Solidarietà – I ragazzi del Meriggio pag. 11 Attività sportive pag. 18 Racconti particolari pag. 22 n.2 Ottobre 2015 Visita al Centro Sperimentale Casa 40: realtà del settore vitivinicolo unica Regione. Giovedì 22 ottobre 2015, noi ragazzi del laboratorio “Vuardinsi ator” siamo andati a visitare il Centro Sperimentale Casa 40, una realtà molto importante per tutto il settore vitivinicolo del Friuli. I Vivai Cooperativi di Rauscedo in questo centro portano avanti la ricerca e lo studio sul campo delle barbatelle e di una quantità gigantesca di cloni che servono per avere viti sane e vini migliori. Giunti a Casa 40 verso le 12.30 la dottoressa Colautti ci ha accolto e ci ha accompagnato nella visita con molta pazienza. Ci ha spiegato le caratteristiche di questa realtà produttiva unica nel suo genere in regione e non solo. Per un visitatore distratto, quello di Casa 40, sembra un vigneto come tutti gli altri, ma in concreto qui vengono seguite 300 varietà di vite, e per ognuna delle quali 5 o 6 cloni diversi (simili ma non uguali, di differente selezione). L’attività di ricerca che qui viene fatta si estende su diversi fronti, tutti volti a ottimizzare le prestazioni della vite, che poi ci 2 regalerà la delicatezza del vino. Attraverso studi che si prolungano nel corso degli anni hanno portato come risultato una selezione di viti che rivelano caratteristiche superiori alle precedenti rispetto per esempio alla resistenza alle malattie e alla quantità e qualità di produzione di uva. Ogni anno , nella zona di Rauscedo, vendono fatti 80 milioni di innesti con oltre 4 mila varietà. Le piantine hanno conquistato anche Expo Milano 2015. Interessante è sapere che il Centro di Ricerca Casa 40 – che estende i suoi terreni tra il Meduna e il Tagliamento – non si ferma allo studio botanico, ma concretizza il suo lavoro anche con le microvinificazioni delle uve coltivate, così che si possano confrontare i risultati anche nei vini. 3 Ottobre 2015 “L’emigrazione” Mostra sull’emigrazione dei friulani, curata dalla signora Delia Baselli ed allestita presso la sede della Società operaia di Toppo di Travesio. Gli alunni delle classi 3-A e 3-C della Scuola Secondaria di Travesio il 27 ottobre 2015 sono stati a vedere la mostra a Toppo. Accolti dalla signora Delia Baselli, i ragazzi hanno potuto osservare tutto il materiale fotografico, i documenti e gli oggetti che la curatrice ha ricercato nelle case dei suoi concittadini con molta passione e conservato con tanto amore per custodire le radici storiche del territorio in cui si vive. Ascoltando le parole della “Delia” ed osservando i documenti gli allievi sono riusciti a ricostruire un periodo storico del nostro territorio e a comprendere come il grave problema degli attuali flussi migratori non sia una questione venuta alla luce solo nel modo attuale. Alcuni giovani hanno analizzato l’elenco delle persone che sono emigrate in varie parti del mondo ed hanno trovato il nome di bisnonni, zii o amici dei nonni, gente che è stata nominata a casa. 4 Una volta usciti dalla mostra , con la gioia di tutti: alunni ed insegnanti, l’allegra comitiva è rientrata a Travesio a piedi. La giornata era stupenda e la strada permetteva di gustare i veri colori dell’autunno in piena tranquillità. Nessuno aveva voglia di rientrare a scuola e rinunciare a qualche momento di libertà con gli amici.. 5 Novembre 2015 “Commemorazione dei defunti” 4 novembre ’15 - a Travesio Una delegazione dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Travesio (Classe V della Scuola Primaria e classi terze della Scuola Secondaria)hanno partecipato alla funzione religiosa e hanno preso parte anche alla cerimonia commemorativa che si è svolta sul piazzale della chiesa, alla presenza delle Autorità comunali, scolastiche e militari. I ragazzi, guidati dagli insegnanti, hanno cantato l’Inno d’Italia davanti al monumento che ricordo tutti i caduti in guerra delle nostre zone. 6 LABORATORIO “VUARDINSI ATOR” Visita alla Latteria di Molevana. Ciao lettori! Sono Graziano e voglio raccontarvi come noi ragazzi del Laboratorio “Vuardinsi ator”, visitando la latteria di Molevana abbiamo scoperto come si fa il formaggio. Questa latteria "Tre Valli" è il fiore all'occhiello della famiglia Tosoni, e rappresenta un luogo che racchiude storia, tradizione e sapori delle valli dello spilimberghese. La Latteria di Travesio "Tre Valli" si trova fra le colline del Comune di Travesio e serve a tramandare ogni giorno la funzione sociale dell'arte antica di fare il formaggio. La raccolta del latte, realizzata in loco, riporta ad una vita sana, ricca di sapori veri in sintonia con i nostri luoghi e offre la possibilità di mantenere viva una professione che è prima di tutto tradizione antica. Si trova alla confluenza della Val Cosa, Val Tramontina e Val d'Arzino ed esegue la lavorazione a latte crudo in caldaie di rame. Con questa lavorazione il casaro garantisce la qualità nella produzione del Montasio, del Latteria Friulano "Meduno" e "Travesio", delle sfiziose mozzarelle fresche e delle formaggelle per il pregiatissimo e antichissimo Formaggio Asìno. La storia del latte, dalla -diciamo così - fonte, cioè dalla stalla dove viene raccolto il latte inizia la mattina presto. Le vacche vengono munte, una per una. Un tempo era molto pesante per l'allevatore perché la mungitura veniva fatta a mano ora avviene in modo meccanico. La prima filtratura del latte raccolto avviene già nel passaggio all'interno della mungitrice. Il latte, appena munto, passa attraverso un tubo e va a finire in vasche refrigeranti. Il freddo è molto importante per la conservazione del latte stesso ed evitare le contaminazioni.. Il camion cisterna porta il latte a Molevana. Dalla cisterna vengono prelevati alcuni campioni di latte per effettuare le analisi necessarie. Una volta giunto in Latteria inizia la lavorazione del latte per la sua trasformazione in formaggio . Il Casaro fa poche operazioni, ma mirate, meticolose e puntuali. 7 La parola casaro deriva dal latino medievale (caseum) formaticum (cacio) messo in forma. Per chi non lo sapesse il formaggio si ottiene dal latte intero, parzialmente o totalmente scremato dalla crema di latte. Il latte può essere crudo o pastorizzato e la coagulazione della caseina, proteina appartenente quantitativamente a circa il 75% delle proteine totali del latte, avviene con l’aggiunta di caglio, di coagulante (presamica), oppure attraverso una coagulazione acida. Il latte attraverso appositi tubi viene immesso in una caldaia di rame semisferica riscaldata a fuoco diretto. Il latte deve mantenere una carica batterica utile alle fermentazioni che avvengono nelle varie fasi della vita del formaggio. Partendo dal latte crudo il casaro può decider di innestare ugualmente la carica batterica aggiungendo il lattoinnesto o il siero innesto , che permettono l’uno di ottenere formaggi a pasta semidura e dura, l’altro formaggi a pasta dura. Per ottenere la cagliata il latte deve coagulare, cioè diventare della consistenza di una gelatina. Per centrare questo risultato bisogna aggiungere al latte, dopo l’inoculo dei fermenti lattici, una dose di caglio o coagulante. Il caglio è di origine animale, viene estratto dal quarto stomaco dei lattanti di origine bovina, ovina e caprina, animali quindi che non hanno ancora assunto erba come alimento. Il caglio ha la capacità di coagulare il latte in un tempo determinato e previsto dal casaro. La cagliata avviene per azione delle caseine del latte e racchiude all’interno del reticolo caseinico i globuli di grasso e l’acqua, capaci di mantenere in soluzione i Sali minerali e le vitamine. Affinché la cagliata si trasformi in pasta, che in seguito diventerà formaggio, è necessario metterla in condizione di spurgare l’acqua che contiene. La rottura, impiegando attrezzi taglienti come lo spino, la lira, o altri tipici in legno, permette alla cagliata di perdere la quantità di siero necessaria a ottenere formaggi a pasta molle, semidura o dura. Questa prima azione meccanica sarà seguita, come si vedrà, da altre fasi il cui scopo è identico. 8 Il casaro, dopo aver rotto la cagliata in granuli delle dimensioni variabili, da quelle di un mandarino fino a quelle di un chicco di miglio, in funzione del formaggio da produrre, può far subire alla massa un trattamento termico al fine di spugnare, cioè far asciugare la pasta ottenuta. Tale trattamento si definisce semicottura se si raggiunge la temperatura di riscaldamento a 45- 46°, cottura se si oltrepassa questa temperatura. Le prime fasi tecnologiche che determinano la tipologia del formaggio desiderato si concludono con l’estrazione della pasta con teli e la sua raccolta in particolari forme che vengono poi messe sotto pressa. Dopo un breve periodo il formaggio così ottenuto viene tolto dalle presse e viene portato a stagionare. … Ogni formaggio che si rispetti esce dalla latteria con il suo marchi di origine controllata in cui sono indicati tutti i dati importanti ( latteria di produzione, mese, anno) DOP, IGP, Canderan marioSTG Non tutti sanno che il Santo Protettore dei formaggiai e dei mandriani è San Lucio martire. Secondo la tradizione era un pastore che curava gli armenti del suo padrone e offriva ai poveri il formaggio avuto come paga. Poiché questo formaggio si moltiplicava, il suo padrone si adirò a tal punto che finì per uccidere Lucio Lo spaccio dell'ex cooperativa Tre Valli Non tutti sanno che a Usago di Travesio è stato riaperto in via Molevana, lo spaccio di prodotti alimentari nel quale vengono venduti direttamente al consumo i formaggi e diversi altri caratteristici derivati del latte prodotto dagli allevatori della zona montana del comprensorio spilimberghese. Il negozio era rimasto chiuso per un paio di settimane dopo lo scioglimento della latteria cooperativa Tre Valli, ed ora è stato concesso in affitto (da parte della neocostituita società privata Tre Valli srl, che si colloca nell'area dell'affermata azienda spilimberghese Tosoni spa) all'imprenditore privato Mario Canderan. Il nuovo gestore ha lasciato la cooperativa di consumo di Lestans, dopo 28 anni. Il nuovo gestore Canderan ci tiene a far sapere che è sua intenzione «prestare il massimo impegno soprattutto per la valorizzazione della peculiare tipicità e genuina freschezza dei prodotti lattiero-caseari ricavati dal latte degli allevamenti montani». A dire il vero questo spaccio merita una visita per innamorarsi dei prodotti locali ed assaporare cibi genuini, consigliati con tanta esperienza dal signor Mario. 9 RESOCONTI DI VIAGGI DA RICORDARE Libreria Acqua Alta – Venezia Per gli amanti dei libri è d’obbligo una tappa alla Libreria Acqua Alta a Venezia. Io ci sono andata in gita il 26/04/2015 ed è stato emozionante. Una della librerie più originali al mondo si trova a Venezia. La Libreria Acqua Alta, in Calle Lunga Santa Maria Formosa, è sicuramente l’unico posto sulla terra dove troverete una vastissima scelta di libri, nuovi ed usati, disposti all’interno di scaffali decisamente particolari: barche, gondole, canoe, vasche e dovunque sia possibile infilarli. E i libri non solo soltanto da comprare ma sono stati trasformati in veri e propri oggetti d’arredamento. Le vecchie enciclopedie, quelle che ormai non compra più nessuno, possono diventare gradini per una strepitosa scalinata, o ricoprire le pareti delle corti esterne trasformandole in superfici coloratissime. A completare l’arredamento anche paline, remi, manichini e gatti veri. Il proprietario Luigi Frizzo, gentile e affabile, ha aperto questo luogo incantato circa una decina di anni fa e piano piano si è rilevato un successo: veneziani e turisti apprezzano tantissimo. Sicuramente l’ambiente e l’atmosfera contribuiscono a rendere il posto affascinante e misterioso, ma anche la vastissima scelta di libri in tutte le lingue fanno la loro parte. Il 60% dei libri è nuovo. Nella prima sala troverete testi su Venezia, di ogni tipo, ma anche libri d’arte e di cinema, sport e alimentazione, musica. L’altra stanza è stracolma di fumetti e best sellers. A gironzolare tra gli “scaffali” troverete anche quattro affabili gatti, immancabili a Venezia, che scorrazzano e dormono in mezzo alla carta stampata. Insomma la Libreria Acqua Alta può essere tranquillamente considerata una delle meraviglie di Venezia, una tappa obbligata, a pochi passi da Piazza San Marco, per chi ama leggere e per chi vuole conoscere la città anche attraverso mille attività individuali che la compongono. Angelica De Carlo / classe 2^ C 10 Progetto di solidarietà Mercoledì 25 novembre i ragazzi di terza della Scuola secondaria di primo grado di Travesio hanno fatto un bel viaggio…..fino in Africa, in Kenya precisamente, ovviamente non fisicamente ma con il cuore e la mente. Ad accompagnarli in questo viaggio sono stati Barbara del Piero, maestra della Scuola dell’Infanzia di Casiacco, e suo figlio Andrea, un ragazzo di soli 18 anni ma con una forte esperienza già alle spalle vissuta con i suoi genitori: il volontariato in Kenya presso il villaggio Bimbi del meriggio. Il villaggio Bimbi del meriggio è una realtà creata dall’Onlus AINA, si tratta di un villaggio che ospita circa 115 bambini, molti dei quali orfani, affetti dalla nascita dall’HIV. Alcuni sono stati abbandonati, altri affidati dalle famiglie che per ragioni sociali o economiche non sono in grado di sostenere le cure affettive e mediche per questi bimbi. Barbara ed Andrea hanno spiegato, anche con foto e video, come vivono questi bimbi: la scuola, la cura delle proprie cose e del villaggio, i giochi, le attenzioni che si scambiano a vicenda, l’alimentazione e le cure mediche. I ragazzi sono rimasti molto sorpresi nel riscontrate che questi bimbi, nonostante la malattia e le situazioni familiari, sono felici e sorridenti: sono una grande famiglia in cui ci si prende cura l’uno 11 dell’altro e si impara fin da piccoli la condivisione delle cose e l’autonomia nella quotidianità. Barbara ed Andrea hanno spiegato ai ragazzi che per i bimbi del meriggio l’istruzione è fondamentale: farsi una cultura per loro significa avere un futuro con più possibilità di realizzazione e di riscatto. All’interno del villaggio ci sono la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la secondaria di primo grado; ogni anno i più bravi della classe vengono premiati (questo per dare l’esempio e stimolarsi a vicenda). E’ stato un viaggio bellissimo… in Africa… in Kenya… ma soprattutto dentro noi stessi. Come anche i ragazzi hanno espresso nelle riflessioni che di seguito riportiamo, spesso abbiamo molto ma siamo infelici e loro che hanno poco sorridono ed affrontano la vita con un ritmo che non è né frenetico né ansioso. Ringraziamo di cuore Barbara ed Andrea, per la loro disponibilità ma soprattutto per quello che hanno fatto, che fanno e continueranno a fare per i bimbi del meriggio. Quest’anno anche la Scuola secondaria di primo grado darà un contributo al villaggio con il ricavato del mercatino di Natale del 10 dicembre (durante i colloqui). Grazie anche ai ragazzi che si sono molto impegnati nella realizzazione degli oggetti da vendere e che durante l’incontro con Barbara e Andrea si sono dimostrati sensibili alla tematica e molto attenti. Grazie infine a tutti gli insegnati per la collaborazione ed alla Dirigente che ha accolto e sostenuto tutte queste iniziative. I ragazzi hanno avuto dei momenti per riflettere a piccoli gruppi o singolarmente, ecco le loro riflessioni: Penso che mi faccia tenerezza il fatto che nonostante i bambini siano sieropositivi all’Aids e non abbaino nulla siano felici nel loro piccolo. Un paio d’ore passate a conoscere e a riflettere sulle condizioni di vita e sulla vita in generale di persone uguali a noi, ma più sfortunate, che con niente riescono a crescere, imparare e divertirsi. Ci fa riflettere su come viviamo e ci fa capire che non dobbiamo lamentarci di quello che abbiamo. 12 Noi abbiamo tantissime cose che annoiano, mentre loro che non hanno molto si divertono subito. Della vita fuori dal villaggio mi ha fatto un po’ senso il cibo, le mura che erano di legno con messa un po’ di malta qua e là, i vestititi che usano. Ho notato che il terreno è molto diverso da nostro ed è tutto terroso. Ma la cosa che mi ha stupito di più sono i bagni, per fare i bisogni devono andare fuori, e poi per fare la doccia devono andare a prendere l’acqua ogni giorno. Comunque è stata una bella esperienza. Penso che queste due ore mi abbiano chiarito molto e che abbiano fatto riflettere. Dobbiamo apprezzare ciò che abbiamo e sentirci fortunati, ma anche avere sempre un pensiero per loro che stanno molto peggio di noi. Mi sono resa conto che noi abbiamo tutto eppure non ci divertiamo e ci annoiamo…loro che non hanno niente si divertono più di noi. Bisogna diminuire le loro condizioni critiche. Ho sempre immaginato una vita peggiore, immaginavo sempre molto dolore e sofferenza nella vita di quelle persone, ma sono rimasta stupita, e posso dire che sono invidiosa della loro felicità nonostante ogni problema. Sono invidiosa di come stanno bene e come sorridono nonostante tutto. Qui non è così, ognuno ha un proprio modo per soffrire di qualche cosa. E’ bello vedere come si sta bene in compagnia, semplicemente avendo un amico con sé. Penso che queste cose che abbiamo visto o sentito siano molto importanti e penso che sia difficile vivere nelle povertà che ci sono laggiù. E’ stata un’esperienza molto istruttiva e interessante. Barbara e Andrea ce l’hanno messa tutta per aiutare questi bambini ed è una cosa che non tutti riuscirebbero a fare. Le condizioni di vita in cui stanno i bambini sono difficili e loro hanno deciso di affrontare questa cosa con il sorriso, di andare avanti nonostante tutto. Credo che ognuno di noi dovrebbe prendere esempio da loro: il loro grande ottimismo e la fiducia che hanno verso le altre persone. Penso che queste persone vadano sostenute non solo economicamente ma anche facendogli sentire che noi gli siamo vicini perché se lo meritano veramente tanto. Secondo me queste persone sono uniche, perché penso che solo loro riescono ad amarsi e aiutarsi nella semplicità. E’ stata un’esperienza davvero significativa, perché mi ha fatto vedere in un’altra luce come vivono loro rispetto a noi. Questa esperienza raccontata da due volontari Barbara e Andrea è stata molto interessante. Ti fa riflettere e confrontare, cioè ti fa fare i paragoni tra noi e loro. Mi ha 13 fatto capire la grande fortuna che abbiamo ad avere un’istruzione, una casa sempre pulita, la possibilità di lavarsi, avere la casa con elettricità e acqua corrente ed avere la possibilità ed i mezzi per spostarsi. Tutto questo è possibile grazie a tutte le persone che ci circondano soprattutto i nostri genitori che vogliono il meglio per noi, solamente che noi diamo tutto per scontato e non riusciamo a capire l’importanza di tutto questo. Loro invece sono bambini poveri senza tv, computer, senza tanti giocattoli e alcuni di loro senza genitori, però hanno dei principi per vivere che noi non sappiamo appezzare e sono: la condivisione, l’amicizia, l’essere felici con quello che si ha e per quello che si è. Barbara ed Andrea sono stati bravissimi ad esporre le loro avventure in Kenya e la cosa che mi ha colpito di più è stata vedere la felicità sul viso di tutte le persone del villaggio, che pure non avendo niente riescono a sorridere e a vivere! Il mio fratellino a Natale vorrebbe tantissimi giocattoli tecnologici, come ad esempio il cellulare “finto” … e a pensare viene a da perché mi piangere non neanche un loro sanno che cos’è cellulare. Così anche io vorrei dei nuovi vestiti, che loro non potrebbero mai avere se non l’aiuto con dei volontari. Io appena entro camera nella mi mia lamento che è piccola, non pensando alle persone più povere che chiamerebbero la mia stanza la loro casa. Ci viziano tutti e non ci fanno mai mancare nulla … eppure non siamo mai felici, mai! L’esperienza è stata molto bella in sè, ma mi ha lasciato dentro il cuore un po’ di tristezza perché è forte sapere che i bambini dell’età di mio fratello piccolo, ovvero di 5 anni, che tutti considerano ancora il loro cucciolo di casa, nel villaggio vengono coccolati dagli altri suoi coetanei come se fossero i propri genitori. Noi abbiamo tutto, ma non abbiamo niente. Loro non hanno niente, ma hanno tutto. La cosa che mi ha colpito di più di quest’incontro è che i volontari tornano ogni volta in Kenya per aiutare i più bisognosi. Per me è una cosa molto importante perché i volontari aiutano tutto il possibile le persone meno fortunate di loro. L’incontro mi è piaciuto e mi ha fatto riflettere: tutta la mia stima a quelle persone che fanno parte di queste bellissime associazioni. Una cosa che mi ha colpito sono tutte le immagini riguardanti la situazione fuori dal villaggio: fanno riflettere su tutte le cose che noi abbiamo e che sono inutili. L’incontro è stato molto bello, interessante e mi ha fatto riflettere perché, come hanno scritto sul diario Barbara e Andrea, “loro non hanno niente ma hanno TUTTO, noi abbiamo TUTTO ma non abbiamo niente” Guardando le foto e i video che ci hanno fatto vedere, sinceramente ci sono rimasta un po’ male dal fatto che i bambini del Kenya non avendo niente sono felici e contenti della loro 14 vita. Mentre noi, con tutta la tecnologia che abbiamo (psp, smartphone, tv….) siamo insoddisfatti e vogliamo sempre di più. E anche dal fatto che loro sono disposti ad alzarsi alle 5 di mattina e fare tutto con calma senza lamentarsi e noi invece ci alziamo dopo e facciamo tutto di fretta. Bimbi che sono contenti non avendo nulla! E’ stata una bella esperienza, che mi ha ricordato che ci sono persone meno fortunate di me. Ho compreso il modo in cui vivono, cosa mangiano, la loro istruzione scolastica, i loro giochi ma soprattutto il loro “essere felici con poco” ed avere sempre il sorriso e la speranza, anche in situazioni difficili da affrontare. L’intervento è stato interessante perché ho capito come vivono le persone in Kenya. In Kenya le persone non hanno molta igiene, sono povere e non riescono a pagare le tasse. I bagni non ci sono e li costruiscono fuori. I bambini si accontentano anche dei piccoli pensieri. Al villaggio le persone cucinano molto abbondante perché devono sfamare 120 bambini. I bambini si alzano alle sei e i più piccoli vanno a dormire alle otto e mezza, i più grandi alle nove e mezza di sera. La vita per loro non è facile ma noi li aiutiamo con la fondazione Aina. Alla fine dell’incontro io mi sono sentita fortunata. Nel mio piccolo ho molte cose rispetto a loro e loro con degli scarti come un cerchio di metallo cioè una stringa di ferro di una botte si divertono come quando noi giochiamo con la play station, la wii, il gameboy e cose del genere. Mi è un po’ dispiaciuto che quei bambini non hanno niente però sono felice che li aiutino. L’incontro è stato molto interessante e la cosa che mi ha colpito di più l’indipendenza è dei stata bambini Keniani rispetto a noi. Alla fine sensazione dell’incontro finale è la stata mia di tristezza, sapendo che esistono dei bambini che vivono in quelle condizioni, ma anche di sollievo perché ci sono delle persone che vanno ad aiutarli e che in qualche modo gli regalano dei momenti di felicità. Quest’esperienza mi ha lasciato molte sensazioni. Mi ha fatto capire che non apprezziamo mai quello che abbiamo e che non pensiamo mai che altri bambini non hanno questa fortuna. Mi ha fatto molto riflettere e ammiro il lavoro che fanno per aiutarli. Spero di contribuire anche io con il mercatino che la mia scuola ha organizzato per il 10.12.15 . E’ possibile rileggere questo articolo e trovare altre informazioni nel sito dell’Aina http://www.ainahttp://www.aina-onlus.it/ 15 Il mercatino di beneficienza per i bimbi del Kenya. Il cartellone all’ingresso dell’atrio della scuola. Il bancone con tutti gli oggetti fatti dai ragazzi e da alcuni genitori. 16 L'attività, inserita nel “Progetto solidarietà” , è stata presentata ai ragazzi dalla prof.ssa Della Schiava e dalla maestra Barbara Del Piero. La Dirigente ha poi ringraziato di cuore tutti coloro che si sono prodigati nella realizzazione dei lavori che sono stati utilizzati per il mercatino di Natale. Il ricavato di 500 euro è stato consegnato alla presidentessa dell’AINA. La Dirigente ha sottolineato che questa attività, con le finalità che sono state spiegate dagli insegnanti e dalla maestra Barbara Del Piero, abbia senz’altro arricchito i partecipanti e fatti riflettere su realtà distanti dalla nostra ma che purtroppo esistono. Da parte sua sono giunti i sinceri apprezzamenti per un altro bell’esempio di disponibilità, solidarietà e generosità per cui l’Istituto può andare orgoglioso. 17 ATTIVITA’ SPORTIVE della Scuola Secondaria di I° grado Quest’anno la cattedra di Scienze Motorie è stata assegnata alla prof.ssa Bello Maria Comasia e, come le scorso anno, ha iniziato a lavorare alla grande. Fin o ad ora si possono ricordare le seguenti attività esterne: Coppa di partecipazione alle attività sportive 20142014-15 Coppa assegnata a livello provinciale alla Scuola che ha partecipato alle differenti attività sportive proposte, conseguendo anche risultati più che apprezzabili. Se prendiamo solo i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato alle gare di tiro con l’arco, sono arrivati primi, a livello regionale. Gruppo di alunni che hanno contribuito personalmente a conquistare la coppa. 18 Torneo Interregionale “Pallatamburello…33 ore… INSIEME SI PUO’” Partecipazione al torneo Interregionale “Pallatamburello…33 ore… INSIEME accompagnati SI PUO’” da parte di alcuni ragazzi dalla prof.ssa Bello e dai rispettivi genitori il giorno 21 novembre 2015, presso il palazzetto dello sport del comune di Remanzacco (UD). Questo torneo è un’iniziativa di sport e solidarietà alla quale la nostra scuola ha partecipato con una squadra rappresentativa delle classi terse e di alcuni alunni delle classi seconde. Questa manifestazione, oltre ad essere un evento sportivo, vuole essere soprattutto una proposta socializzante che, in continuità con l’attività scolastica, si caratterizza per la forte valenza educativa nella formazione dei ragazzi. E’ infatti proprio il gioco di squadra che, nella sua specificità, mette in campo le migliori risorse di ognuno per collaborare e creare un gruppo coeso e solidale per il raggiungimento di un fine comune. Ecco perché giocare a Pallatamburello può essere anche un modo per sostenere, con una raccolta fondi, l’Associazione “Insieme si può” ed il “Fondo Remanzacco Solidale”. Durante le 28 ore di gioco si alterneranno 66 squadre provenienti dal Friuli Venezia Giulia (Province di Udine e Pordenone), dal Veneto (Province di Verona e Treviso) e dalla Slovenia. Tornei decembrini tra le classi: - 4.12.15 Torneo di pallavolo per le tre classi seconde.. - 14.12.15 14.12.15 Torneo di palla rilanciata per le classi prime. - 18.12.15 Torneo di pallavolo per le classi terze. -15 15 dicembre 2015 - Partecipazione al torneo provinciale di Superminivolley (Cordenons) della classe 2-C , classe vincitrice della fase d’Istituto. 19 Gruppo CSSCSS-GSS La scuola ha costituito, anche per questo nuovo anno scolastico, il Centro Sportivo Studentesco. Studentesco Questa proposta rientra nel Piano dell’Offerta Formativa della scuola ed ha come obiettivo l’ampliamento dell’offerta di apprendimento nell’ambito motorio-sportivo, anche con l’intervento delle realtà sportive del territorio, e la formazione di un Gruppo Sportivo Scolastico che parteciperà ai Campionati Studenteschi. Al gruppo ed alle attività possono partecipare, scegliendone anche più di una,, tutti gli alunni/e della Scuola Secondaria di Primo Grado “A. Lizier ”di Travesio. Le attività del gruppo, in aggiunta a quelle realizzate durante l’orario scolastico con la prof.ssa Bello, si svolgeranno il pomeriggio del mercoledì mercoledì in orario extraextrascolastico (14.00(14.00-16.00). Anche con queste attività non si esclude di partecipare, oltre che ai Giochi Sportivi Studenteschi, ad altri incontri con scuole del territorio (come abbiamo fatto, lo scorso anno scolastico con i partecipanti all’attività dell’arrampicata sportiva, con la Scuola Secondaria di Primo Grado di Maniago). Le attività proposte quest’anno saranno le seguenti: 1. Atletica leggera (pista) 6. Rugby 2. Corsa campestre 7. Scacchi 3. Orienteering 8. Tiro con l’arco 4. Palla tamburello 9. Bocce 5. Propedeutica all’arrampicata 10. Pallavolo 20 CAMPIONATI STUDENTESCHI 2015/2016 – FASE PROVINCIALE DI CORSA CAMPESTRE – San Giovanni di Casarsa - 14 gennaio 2016 Il giorno 14 gennaio 2016, gli alunni che sono riusciti a conseguire risultati adeguati nelle varie fasi d’Istituto, hanno preso parte alla fase provinciale di Corsa Campestre. La gara si è tenuta presso gli impianti sportivi comunali di San Giovanni di Casarsa. Gli alunni sono partiti da scuola alle ore 08.45 per raggiungere, con lo scuolabus, il luogo di svolgimento della gara. Il rientro è avvenuto intorno alle 13.00 circa. La classe è stata accompagnata dalle prof.sse Bello Maria Comasia e Morassutti Laura e dal prof. Farruggio Fabio. Classifica: cadetti Tempo - 1 LOSSO GIULIO 05/08/2003 DIR I.C. TRAVESIO 10,34,81 - 2 BARTOLUCCI MAURO 11/10/2003 DIR I.C. CORDENONS 12,13,86 - 3 LIZIER DAVIDE 25/06/2003 DIR I.C. TRAVESIO 14,52,16 CAMPIONATI CAMPIONATI STUDENTESCHI 2015/2016 – FASE REGIONALE DI CORSA CAMPESTRE - Casarsa - 27 gennaio 2016 CADETTI Classifica - 1 LOSSO GIULIO - 2 ORTIS DAVIDE --- - 3 BARTOLUCCI MAURO - 4 LIZIER DAVIDE 05.08.’03 DIR I.C. TRAVESIO - PN 09’.45”.00 DIR I.C. FAGAGNA - UD 12’.58”.00 11.10.’03 DIR I.C. CORDENONS - PN 13’.24”.00 25.06.’03 DIR I.C. TRAVESIO - PN 14’.50”.MARTIGNACCO UD 21 Racconti particolari. GIALLO ALL'EXPO. L'Italia dopo 109 anni, ha ospitato a Milano, una manifestazione: l'esposizione universale sul cibo internazionale, l'EXPO, visitata da 21000000 di persone. A settembre, verso la fine dell'esposizione, un gruppo di estremisti decide di sabotare lo spettacolo dell'Albero della Vita. Dopo aver osservato la posizione del pannello centrale, dove sono situati i cavi collegati ad esso e l'orario dell'accensione. Progettano un piano, con alcuni esperti di esplosivi. Quando entrano all'interno dell'EXPO trovano il materiale che serve per sabotare l'EXPO, in tubicini inseriti in tronchi di legno, trasportati dall'acqua. Quel giorno, fortunatamente, io, con la mia classe siamo all'EXPO per due motivi: visitare la fiera ed incontrare il Primo Ministro Renzi. Vogliamo sfruttare tutto il nostro tempo, in maniera da riuscire a vedere più padiglioni possibili. Nel Decumano c'è tanta confusione e tanta gente, ma nell'insieme crea un clima particolare. Al centro della via si vede ogni tanto, alcune peculiarità dell'alimentazione italiana (pesce, carni, pane). Ogni padiglione è completamente diverso dagli altri per colori e forme. Appena usciti dal padiglione del Quatar, uno dei più belli secondo i visitatori, col nostro Hennè appena fatto, io e la mia migliore amica Sofia, ci accorgiamo che tre persone si muovono in modo sospetto. Dai loro zaini escono fili e cavi e non si perdono ad osservare i padiglioni o non fanno code per visitarli. Decidiamo di allontanarci dal gruppo senza avvertire nessuno e di seguirli. Dopo aver camminato dietro di loro, vediamo che si incontrano con un altro gruppo di persone, anche loro molto strane, perché sono vestite tutte di nero. Seguendoli, arriviamo all'Albero della Vita, ma non volendo destare sospetti, facciamo finta di fare foto e ci sediamo sulle panchine. Il nostro timore diventa sempre più grande. Nella confusione creata da un gruppo di studenti vengono smembrati solo per un po' e noi due, approfittiamo per rubare uno dei loro sacchi e scappiamo. Loro appena se ne accorgono iniziano a rincorrerci. Noi corriamo dalle guardie e consegniamo lo zaino. Le nostre insegnanti avevano allertato il servizio di sicurezza per ritrovarci. Dopo un po' scopriamo che potevamo essere saltate in aria perché dentro c'era l'esplosivo. Le guardie catturano quel gruppo di persone e lo consegnano alla polizia. Si sta facendo buio e ci accorgiamo che è passato il tempo molto velocemente. Siamo molto felici quando ritroviamo la nostra classe. Raccontiamo tutto l'accaduto, ma loro non ci credono, anzi sembrano molto arrabbiati. Per colpa nostra non hanno visitato l'EXPO. Arriva Renzi, che ci ringrazia pubblicamente, e decide di premiarci: visita privilegiata dell'EXPO il giorno dopo e cena con pernottamento in un hotel gratis per tutti. Noi, entusiaste, guardiamo lo spettacolo dell'Albero della Vita e pensiamo cosa sarebbe accaduto se quelle persone lo avessero distrutto. Alla fine le insegnanti decidono di fermarsi a dormire a Milano con i soldi del premio. Così il giorno dopo possiamo ritornare all'EXPO e saltare le code con i nuovi biglietti. In questo modo riusciamo, nel giro di poche ore a gustare le bellezze di molti stati, a entrare nel loro mondo ed ad assaporare cibi differenti. 22 Secondo me, i padiglioni più belli sono, quello dell'Italia, della Francia, dell'Inghilterra, della Germania, degli Emirati Arabi, della Cina, del Brasile, e molti altri. Questa gita scolastica è stata magnifica, sia perché ho visto molti padiglioni, ma anche perché, insieme alla mia migliore amica Sofia, abbiamo fermato un gruppo di estremisti che volevano sabotare l'EXPO e per questo siamo state premiate. (G.Gotti -2C) “Una terribile furbata!” In un giorno, apparentemente tranquillo, mentre i ragazzi passavano una serena ricreazione, all’ improvviso il cielo si oscurò e un tuono ruppe la quiete. Da un veicolo scese una persona mai vista prima a Travesio: era il nuovo professore...il professor Mosconi. Era un uomo alto, robusto e di carnagione olivastra e indossava abiti eleganti e delle scarpe alla dottor Martins. Sembrava un uomo per bene ma, quando entrò in classe, si comportamento sgarbato. Infatti, appena varcò la soglia della porta porta notò subito il suo della classe, sbatté la e dopo pochi minuti lo sì senti già urlare contro gli alunni. Inveiva in continuazione sui suoi discepoli e ogni volta che qualcuno degli studenti interveniva veniva sgridato, perché il prof. Mosconi non ammetteva di essere interrotto durante le sue lezioni. Quando riaccompagnava i suoi alunni in classe al termine della ricreazione, li disponeva come dei militari. E guai a chi si permetteva di uscire dalla fila! Diverse settimane più tardi, c’ era nell’ aria qualcosa di strano, gli alunni di un’altra classe erano tesi e il loro più terribile incubo si avverò: la porta si spalancò, tutti si girarono verso la porta e videro comparire il prof Mosconi. Entrò dalla porta e disse con tono minaccioso <<Per oggi sarò il vostro supplente!>>, Gli scolari si guardarono tra loro e sembravano molto spaventati. Si sedette sulla sedia in maniera brusca e disse <<Oggi farete un dettato di 200 parole!>> . Gli allievi bofonchiarono qualcosa senza farsi sentire. Alla fine dell’ ora apprezzarono che il terribile momento fosse passato. Il giorno seguente il professor Mosconi annunciò <<Alla terza ora vi consegnerò il dettato corretto con i rispettivi voti!>> . Le ore passarono lentamente, ma alla fine la terza ora arrivò si presentò sulla soglia della porta con aria felice e disse<< Ecco, adesso vi consegno i dettati!>>.Gli alunni rimasero di stucco dai voti che avevano preso perché, pur avendo sbagliato solamente una parola, presero solo sei e mezzo. Ora era chiaro, il prof Mosconi era odiato da tutti. L’unica cosa da fare era preparare una diabolica vendetta!!!! La vendetta consisteva nell’appoggiare il barattolo di vernice di colore verde sull’ arcata della porta facendo in modo che, quando l’ avesse aperta, gli sarebbe caduta addosso. Gli alunni passarono l’intero pomeriggio a preparare la trappola. Il giorno seguente g erano eccitati e non aspettavano altro che arrivasse la terza ora. Giunta l’ora tanto attesa, il prof Mosconi aprì la porta e il barattolo di vernice gli cadde addosso e i suoi terribili discepoli non smisero più di ridere!!!!!!! Alla fine gli alunni si beccarono una bella nota sul libretto ma, almeno, erano soddisfatti di essersi vendicati. ( MATTIA, MATILDE, SARA ED EMMA) 23 SCACCO ALLA ……… FAINA. Mi chiamo Giuseppina e sono una faina molto intelligente, dotata d’un fine olfatto , un sopraffino udito e udite udite: una vista acutissima. Qualche essere vivente mi ha definita un’ottima cacciatrice e in effetti mi servono fucili di precisione per beccare le mie prede. Quando esco dalla tana nessuna preda commestibile mi sfugge e riesco anche a correre in modo veloce. Salto ostacoli altissimi , mi arrampico su superfici impervie e so anche nuotare. Devo però stare attenta perché alcuni spietati cacciatori, ma più facilmente “i bracconieri”, mi uccidono per la mia pelliccia che ha sfumature tra il rosso chiaro e il marrone sporco. Io personalmente vivo nel bosco di Molevana e mi considero molto furba. Ultimamente ho individuato un ricco bottino che si trova vicino a un pollaio e deve essere di proprietà di una signora settantenne, un po’ fissata per le sue galline. La signora abita nella casa sotto la collina di Molevana. Nel pollaio ci vivono 20 galline e 5 conigli, è un pollaio molto grande ma è recintato da una rete di fil di ferro fissa e senza buchi. Le finestre sono provviste di reti metalliche fisse e di vetri apribili che rimangono aperti solo di giorno. E’ astuta la vecchietta, non si fida degli animaletti del bosco. Il pavimento è in legno ed è ricoperto da uno strato di paglia tagliuzzata. Il pollaio è fornito anche di una mangiatoia a tramoggia. Il tetto è fatto in legno e ricoperto da coppi di colore rosso mattone per cui lo si vede a distanza. Il pollaio è diviso in due parti: dalla parte delle galline si sentono odore di pulina, puzza di gallina, si sente soprattutto lo starnazzare delle galline e i mosconi d’estate ronzano che è un piacere. Il letto delle galline è fatto di paglia. La parte dei conigli è costituita da tante gabbiette di legno con altrettante porticine in ferro. Io faina da tempo cingo d'assedio quel pollaio della nonnina di Graziano e studio come poter entrare, per fare il mio colpo del secolo. lo studio in lungo e in largo per capire i punti deboli. Al termine ho escogitato un piano per uccidere un po’ di galline. Utilizzo il buchetto fatto involontariamente da Graziano sulla rete e che mi è servito già una prima volta per andare a vedere il pollaio. La prima sera vado a far visita alle galline cercando di essere il più amichevole possibile e di conquistare la loro fiducia. Durante la notte giochiamo un po’ e poi le lascio andare a dormire. La sera dopo entro nel pollaio, mostrandomi calma e serena, e, appena ho l’occasione, attacco!!!! Inizio così a sgozzare segretamente una gallina alla settimana (una più ,una meno). Le mie prede le attacco alla gola succhiando il sangue come un vampiro e lascio il cadavere senza vita da una parte e la testa dall’altra. La nonnetta purtroppo si accorge della mancanza di alcune galline e finisce con l’ipotizzare che sia stata una faina a trucidare le sue amate galline. Ma anche lei farà fare una brutta fine alle sue galline e allora perché disperarsi tanto? Secondo me lo smacco non lo digerisce per cui sistema una trappola. La notte seguente cerco di arraffarmi un'altra gallina ma trovo solo una trappola che mi blocca!!!! Ahi che male? Non riesco più a muovermi. La mattina seguente intuisco che è giunta la mia ora e devo prepararmi al peggio. Ecco la intravedo da lontano la nonnetta con un fucile. Appena entrata mi vede e mi uccise con un colpo. Addio Molevana. Ho voluto strafare ed ora non potrò più colpire le mie prede. ( eseguito da Graziano, Federico, Enrico e Giovanni ) 24