Italia Nostra Sezione di Genova Settimana di Italia Nostra 2014 Sabato 24 maggio 2014, ore 15.00 Nervi. Un angolo di paradiso tra parchi e musei I parchi paesistici di Nervi e la formazione del polo culturale parchi-musei Emmina de Negri e Gianni Franzone Genova è oggi normalmente - e giustamente - percepita come una città con poco verde. Al massimo si conosce l'esistenza dei parchi di Nervi, ma intesi come parchi pubblici, ossia beni da sfruttare, e non come parchi storici, ossia beni da rispettare e conservare. Nervi, più lontana dalla città, non aveva conosciuto la straordinaria ricchezza dei palazzi con giardini rinascimentali e barocchi sorti per esempio ad Albaro o a ponente, da Sampierdarena a Pegli, che avevano costituito vere e proprie “città di ville”, ammirate fino all’Ottocento da artisti e viaggiatori, ma poi travolte dalla radicale trasformazione dell’ambiente urbano. A Nervi invece, ancora per tutto il Settecento, anche le dimore padronali di famiglie genovesi erano inserite in un paesaggio agrario, a prevalente funzione produttiva, con vigneti e frutteti (soprattutto agrumeti) di grande fama. Nell’Ottocento sarà invece Nervi protagonista nella realizzazione di giardini con gli straordinari parchi paesistici, esempi grandiosi della diffusione anche nel genovesato del “giardino all’inglese” che aveva avuto una delle prime realizzazioni in Italia nel settecentesco giardino Lomellini di Pegli, ora distrutto. Gerolamo Serra acquista nel 1815 palazzo e giardino e avvia la costruzione del parco paesistico; nel 1823 gli si affianca Gaetano Gropallo che eredita e ampia la proprietà del padre. I due parchi, tra il palazzo su strada e il mare, certo dovuti alla progettazione di un architetto di giardini (il milanese Giuseppe Rovelli?), costituiscono una eccezionale emergenza paesistica a livello urbano e nazionale: ricordiamo almeno il voluto modellamento del terreno, la bellezza degli scorci visivi, la ricchezza della vegetazione anche esotica, gli alberi monumentali al centro dei prati quasi esemplari unici da collezione, l’accostamento di diverse specie in funzione di effetti di colore. Le due proprietà sono acquistate dal Comune di Genova nel 1927 (l’anno dopo la costituzione della Grande Genova anche con l'annessione del Comune di Nervi), con un investimento milionario che mira (secondo un preciso progetto di Orlando Grosso, direttore dell’Ufficio Belle Arti del Comune) alla costituzione di un nuovo polo artistico-ambientale di straordinario prestigio: acquisizioni che hanno permesso la sistemazione della Galleria d’Arte Moderna in villa Serra a partire dal 1928 e insieme la salvaguardia di un brano eccezionale del paesaggio. Nel 1979, l’acquisizione, sempre da parte municipale, di villa Grimaldi Fassio e del suo parco, confinante con villa Serra, viene a completare un complesso veramente unico nel suo genere, nel quale deve essere inserito a pieno titolo anche il parco di villa Luxoro, separato ma assai vicino. L’originale progetto di Orlando Grosso di creare a Nervi un polo artistico-ambientale di grande importanza e attrattiva turistica viene ampliato nei decenni successivi. Nel 1951, grazie alla donazione dell’ultimo proprietario, apre il Museo Giannettino Luxoro. Nella villa, appositamente progettata da Pietro Luxoro nel 1903 e trasformata in casa-museo, trovano posto le raccolte familiari che comprendono disegni, dipinti, mobili, ceramiche, argenti, tessuti e merletti, principalmente di ambito genovese, del XVII e XVIII secolo, tra cui una collezione di orologi, con la particolarità di una serie di orologi notturni della seconda metà del Seicento, e una di figurine del presepio. A seguito dell’acquisto di villa Grimaldi Fassio, nel 1993 l’edificio viene aperto come sede delle Raccolte Furgone, due collezioni di dipinti e sculture tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi trent’anni del Novecento che, per legato testamentario dei fratelli imprenditori e mecenati Lazzaro Giovanni Battista e Luigi Frugone, passano in proprietà al Comune. Dopo una chiusura durata oltre dieci anni, villa Serra, completamente ristrutturata e con un percorso espositivo aggiornato, ha riaperto i battenti al pubblico nel novembre del 2004. Nel dicembre del 2005, infine, la Wolfsoniana, sede espositiva permanente della Collezione Wolfson di Genova, ha trovato posto nel sobrio edifico scolastico in via Serra Gropallo, la stradina che separa i parchi Serra e Gropallo. In questo modo il contesto nerviese, caratterizzato dalle ville, dallo straordinario patrimonio naturalistico-ambientale dei loro parchi storici e dalle collezioni artistiche qui ospitate, è diventato il polo dell’arte moderna della città che propone un’offerta vasta e variegata (pittura, scultura, arti decorative, architettura), oltre a dare conto di alcune tendenze collezionistiche che, avviatesi come private, sono divenute patrimonio della collettività. Conservazione e restauro dei parchi Giuseppe Fornari I parchi di Nervi si estendono per circa 10 ettari nella larga fascia che partendo dalla collina di Sant’Ilario digrada dolcemente verso il mare. Il loro valore è il risultato di due componenti distinte che mirabilmente si integrano, valorizzandosi a vicenda: la bellezza paesaggistica del sito e la ricchezza botanica della vegetazione, che trova nella mitezza del clima le condizioni ideali per l’acclimatamento anche delle specie tropicali. Le specie presenti sono oltre un centinaio; numerosi sono gli alberi di gran pregio per la loro rarità o per la loro età e cinque di loro sono considerati “alberi monumentali”. Innumerevoli sono stati i riconoscimenti tributati in passato ai parchi di Nervi a partire dalla seconda metà dell’Ottocento sino agli ultimi decenni del Novecento. Gli ultimi commenti elogiativi risalgono ormai a oltre venti anni fa e oggi si ascoltano solo doglianze sul pessimo stato di manutenzione e sull’ uso sconsiderato che si fa di questo patrimonio culturale unico e irripetibile. Nell’arco di poco più di un decennio i parchi di Nervi sono infatti precipitati in uno stato di abbandono e di degrado tali che oggi è ben visibile a tutti ciò che, nel 2003, la nostra associazione aveva già chiaramente percepito e anticipato nel libretto I parchi di Nervi, ieri e oggi, lanciando una raccolta di firme per il loro salvataggio. Lo stato disastroso è causato, purtroppo, non solo da una gestione poco attenta, da una manutenzione del tutto carente e da un ancora peggiore uso da parte dei frequentatori, ma principalmente da un fenomeno assai più difficile da risolvere: buona parte della vegetazione che costituisce la componente fondamentale di un parco storico - è molto prossima o ha già superato la sua durata di vita. Ne sono testimonianza i numerosi crolli di pini centenari e la necessità di abbattimento di annosi cipressi e lecci. A tutto ciò si devono aggiungere due fenomeni più recenti: l’arrivo del punteruolo rosso, letale per le palme e soprattutto per i pini, l’indebolimento del loro apparato radicale dovuto alla presenza di acque sotterranee, con conseguente caduta alla prima tempesta di vento. A seguito dell’appello lanciato da Italia Nostra nel 2003, il Comune affida uno Studio per la riqualificazione e il restauro dei parchi di Nervi al Dipartimento Polis della Facoltà di Architettura. Tale studio, completato nel 2006, si concretizza in una dettagliata documentazione sullo stato di ciascuno dei tre parchi e sulle proposte di restauro relative e richiede di dare assoluta priorità al mantenimento, al recupero e al miglioramento della vegetazione, assegnando ad essa la quasi totalità delle risorse disponibili. Parallelamente il Comune propone di destinare al restauro di sette parchi storici cittadini una parte rilevante dei fondi residui delle Colombiane (17,9 milioni di euro, dei quali 4 milioni destinati ai parchi di Nervi). Tale richiesta è approvata nel 2009. Riportiamo le fasi successive : - nel 2009 Aster presenta il progetto preliminare di restauro che, formalmente, appare in accordo con lo studio dell’Università, mentre in realtà ribalta le priorità degli interventi in esso indicati a favore di opere civili e impiantistiche. Tale progetto viene bocciato da Italia Nostra. - nel 2010 vengono avviati i lavori del I° lotto, per un importo di 2 milioni di Euro circa, sulla base del progetto definitivo di Aster che destina tutte le risorse al restauro della villa del Console, al rifacimento di due padiglioni in villa Grimaldi, nonché al rifacimento del roseto. Anche questo progetto viene inutilmente bocciato da Italia Nostra, che ottiene però formale promessa che il II° lotto sarebbe dedicato interamente al recupero della vegetazione. - nella primavera del 2012 l’ amministrazione municipale approva il progetto di costruire una nuova grande serra in villa Grimaldi, trasferendovi le collezioni botaniche comunali di Valletta Carbonara e destinandole 1 milione di euro circa, la metà di tutti i fondi disponibili per il II° lotto. Tale decisione, fortemente contrastata dai residenti e dalle associazioni locali e nazionali, viene annullata dopo pochi mesi dalla successiva amministrazione. - nella primavera del 2013, dopo mesi di discussioni sui contenuti e le priorità da assegnare alle diverse opere, viene presentato da Aster il progetto definitivo del II° lotto che alloca le risorse risparmiate dalla mancata realizzazione della serra prevalentemente ad altre opere civili (riasfaltatura dei viali) e impiantistiche (impianti elettrici di potenza e illuminazione), trascurando quasi del tutto la componente vegetazionale e la risistemazione idrogeologica del sito. - tale progetto viene approvato e, nella primavera 2014, vengono assegnati i lavori all’impresa vincitrice della gara di appalto. A seguito di ciò, Italia Nostra richiede formalmente al Sindaco e agli Assessori di intervenire con una “variante in corso d’opera” al progetto del II° lotto già aggiudicato, che ripristini le giuste priorità tecniche, assegnando la quasi totalità delle risorse economiche ancora disponibili alla conservazione e al miglioramento della vegetazione (in particolare la sistemazione definitiva della barriera vegetale verso la ferrovia), al recupero di importanti aree ignorate dal progetto (i laghetti delle ville Serra e Gropallo e l’ex tennis di villa Grimaldi) e alla risistemazione idrogeologica dei parchi. Queste richieste sono supportate dal parere scritto di autorevoli esperti, come Francesca Mazzino e Pietro Maifredi. Giunti ormai al termine di una battaglia più che decennale condotta da Italia Nostra a fianco di altre associazioni locali e nazionali – battaglia, ricordiamo, che aveva assunto i parchi di Nervi come simbolo della rinascita dell’importante patrimonio culturale costituito dai principali parchi storici cittadini – siamo costretti a prendere atto della situazione paradossale in cui si trovano oggi i parchi: pur disponendo di risorse economiche ancora sufficienti al loro restauro, a meno di un intervento in extremis da parte dell’amministrazione comunale atto a modificarne l’utilizzo, tali parchi sono destinati entro breve tempo a scomparire come parchi storici, sopravvivendo come semplici giardini, benché situati in una posizione stupenda. Con queste premesse ci appare superfluo discutere oggi dei problemi connessi alla loro manutenzione e gestione, temi che riguardano un futuro troppo incerto.