LAVORO Approfondimenti La smaterializzazione dei documenti Proponiamo l’analisi degli scenari che potrebbero profilarsi se l’attuale sviluppo dell’informatizzazione si orientasse a 360° nella direzione della centralizzazione delle informazioni e dello scambio di dati tra enti e aziende. Uno sguardo rivolto, in prospettiva, all’intero rapporto di lavoro e alla semplificazione dei relativi adempimenti di Gianfranco Cassano I provvedimenti di semplificazione degli adempimenti amministrativi previsti dall’art. 39 del D.L. 112/2008, poi convertito nella legge 133/2008, e dal decreto ministeriale 9 luglio 2008 hanno portato all’istituzione, alla modalità di tenuta e alla conservazione del libro unico del lavoro e alla logica scomparsa dei libri matricola e paga. Attraverso questo complesso intervento sono stati eliminati molti obblighi documentali, con la conseguente soppressione o rimodulazione delle relative sanzioni. La semplificazione, in quest’ottica, non consiste nella mera eliminazione di adempimenti, ma è diretta a privilegiare la sostanza rispetto alla forma e la sua espressione documentale. In tale visione, mediante gli strumenti informatici, si privilegia l’attività d’ispezione pura, diretta a creare coscienza (prevenzione) rispetto all’attività d’analisi documentale, che certamente porta all’emersione di situazioni irregolari ma che impegna tempo e risorse a discapito di controlli mirati. GLI ELEMENTI DI PARTENZA DEL PROGETTO Al momento dell’introduzione della co- L’informatore Inaz – n. 20/2008 municazione obbligatoria telematica ci si è domandato se fosse ancora utile redigere e conservare il libro matricola, considerato in un certo qual modo non più utile. Partendo dalla novità della comunicazione per via telematica si è seguito un percorso logico che ha portato a formulare un giudizio di inutilità della sopravvivenza del libro matricola, passando dalla necessità di razionalizzare gli adempimenti ai fini di un miglioramento delle potenzialità, diversamente disperse, degli ispettori degli enti. Analizzando l’attuale stato degli obblighi documentali e dei tempi d’analisi di tale documentazione da parte degli organi ispettivi sia presso le sedi delle aziende sia presso i propri uffici, con aggravio di costi e di tempi, si è arrivati ad esporre una possibile modalità di rilevazione dei dati dei lavoratori, attraverso il rilascio di un barcode da parte del Sistema informatico da applicare sul cartellino di riconoscimento; tale gestione avrebbe permesso agli organi di vigilanza o agli enti di attingere direttamente alle informazioni già in possesso per valutare le situazioni oggettive e classificarle, liberando così risorse ed energie per attività di prevenzione sul territorio. RIFERIMENTI NORMATIVI D.L. 112/2008, convertito nella Legge 133/2008 D.M. 9/07/2008 PER APPROFONDIRE “Le novità in materia di lavoro introdotte dal D.L. 112/2008”, su L’informatore INAZ n. 16/2008, p. 7 P. 7 LAVORO Approfondimenti Il contenuto della comunicazione obbligatoria permette di comprendere come tutte le informazioni ivi contenute rendano perfettamente la fotografia, in ogni istante, della situazione dei rapporti di lavoro in essere all’interno dell’azienda Partendo dalla comunicazione obbligatoria e utilizzando i cartellini identificativi dei lavoratori associati al numero seriale rilasciato dal sistema, si possono gestire congiuntamente le informazioni dell’azienda e del lavoratore P. 8 Tutto questo portava, alla fine del ragionamento, all’eliminazione del libro matricola cartaceo. Questo filo logico, già sufficientemente sviluppato, ha però prodotto in me un processo d’analisi della situazione con la conseguente valutazione circa l’opportunità di sopravvivenza di altri adempimenti sempre nel campo del lavoro, facendomi giungere alle seguenti riflessioni. La centralizzazione delle informazioni (su un’unica risorsa/banca dati) può avere degli impatti sull’organizzazione del lavoro delle aziende e degli enti? Può portare a significative riduzioni di costi e tempi? Si possono generare delle sinergie tra esigenze di enti diversi? Può diventare una risorsa come attività di affiancamento delle aziende e dei lavoratori? Può diventare uno stimolo per la riduzione delle carenze aziendali in materia di adempimenti normativi (ad esempio, norme per la sicurezza)? LO SVILUPPO DEL PROGETTO COMPLESSIVO Le motivazioni del progetto Alle domande formulate in precedenza, le risposte sono ovviamente affermative, considerato che già oggi molti adempimenti sono totalmente informatizzati e trasmessi telematicamente agli enti. Partendo dal presupposto che le nuove tecnologie permettono una raccolta di informazioni e una capacità di elaborazione senza precedenti, accompagnata dalla possibilità di sfruttare la trasmissione delle stesse a distanza tramite Internet, con l’aggiornamento istantaneo delle banche dati si può agevolmente comprendere come l’archiviazione in azienda, sul luogo di lavoro o presso i consulenti abilitati al trattamento di questi dati sia totalmente superata. Il contenuto della comunicazione obbligatoria, in ogni suo modulo, permette di comprendere come tutte le informazioni ivi contenute rendano perfettamente la fotografia, in ogni istante, della situazione dei rapporti di lavoro in essere all’interno dell’azienda. In quest’ottica si possono fare delle valutazioni in prospettiva futura, al fine di incrementare le potenzialità che le attuali applicazioni informatiche ci mettono a disposizione per rendere sempre più certi, trasparenti e identificabili tutti i rapporti di lavoro e per ridurre le sacche di: – sfruttamento, da parte di certi datori di lavoro; – evasione, da parte di alcuni lavoratori. Le aree di intervento Le ipotesi che si possono fare sono la creazione del fascicolo aziendale, sulla falsa riga del cassetto fiscale e di quello previdenziale, e la creazione della cartellina matricolare del lavoratore, correlato al fascicolo aziendale ma consultabile separatamente. La creazione di questi due fascicoli virtuali (banche dati) residenti sul server del Ministero è tutt’altro che disgiunta dalle riflessioni fatte precedentemente. Le due banche dati hanno come indirizzari i codici fiscali del datore di lavoro e del lavoratore, associati nel fascicolo aziendale, ma disgiunti nella cartellina matricolare del lavoratore in modo da registrare, in quest’ultima, i dati progressivi della storia professionale, anche in presenza di cambi di datore di lavoro. Infatti, partendo dalla comunicazione obbligatoria e utilizzando i cartellini identificativi dei lavoratori associati al numero seriale rilasciato dal sistema, si possono gestire congiuntamente le informazioni dell’azienda e del lavoratore, raggiungendo la completa tracciabilità dei rapporti dei lavoratori in ogni ambiente di lavoro durante il periodo di vita dell’azienda e, ovviamente, per la durata dell’attività di ogni singolo lavoratore. È altresì possibile tracciare le modalità di gestione delle risorse da parte delle aziende, in altre parole come le aziende di alcuni settori utilizzano le risorse L’informatore Inaz – n. 20/2008 Approfondimenti umane dal punto di vista dell’inquadramento contrattuale, in funzione dell’attività aziendale. L’utilità del fascicolo aziendale Il fascicolo aziendale consente di: – conoscere in ogni momento la composizione della forza lavoro, scomposta per qualifica, mansione, livello, sesso, tipo rapporto, durata e passaggi di qualifiche. Un database dinamico e non statico, insomma. Quest’informazione deve essere valutata ai fini delle verifiche ispettive nell’esercizio dell’attività di contrasto al lavoro nero; nell’azienda oggetto di verifica, infatti, all’atto dell’accesso l’ispettore, previa analisi dalla banca dati, conosce già la forza lavoro denunciata e può concentrasi sulle persone o i dati che, ovviamente, non conosce e che possono formare oggetto di illecito. Ecco perché tale attività deve essere accompagnata dall’obbligo di esibire il cartellino identificativo in ogni luogo di lavoro, obbligo esteso ai lavoratori parasubordinati, associati in partecipazione e familiari coadiuvanti; – valutare le modalità di gestione delle risorse in funzione della corretta applicazione delle normative in materia di lavoro (ad esempio il numero dei contratti a tempo determinato rispetto alla forza lavoro) o dei dettati dei contratti collettivi, in relazione all’oggetto sociale dell’attività aziendale. È il caso, ad esempio, di un’azienda industriale metalmeccanica che utilizza un numero di rapporti di lavoro non stabili, tale da far supporre che l’organizzazione del lavoro non sia né valida né efficiente. Risulta evidente che tale rilevazione, prima di ricoprire il ruolo repressivo, deve lasciare lo spazio all’attività diretta alla richiesta di spiegazioni allo scopo di indurre ad un comportamento maggiormente consapevole. Solo in un secondo momento, dopo un termine per adempiere, diventerà possibile utilizzare tali informazioni al fine di sanzionare eventuali comportamenti, non modificati, contrari alle norme; L’informatore Inaz – n. 20/2008 – avere in tempo reale le informazioni statistiche sulla quantità e composizione della popolazione lavorativa, permettendo ai competenti organi di prendere decisioni circa interventi normativi, sulla base di informazioni dinamiche e non storiche; – avere in tempo reale le informazioni sulla dimensione aziendale ai fini degli adempimenti di obblighi legali. In tal senso, l’ente diventerebbe il motore dell’attività di monitoraggio dei limiti dimensionali, di stimolo all’adempimento mediante comunicazione sia dell’esistenza dell’obbligo sia della scadenza dei termini (ad esempio il collocamento obbligatorio, la formazione per l’apprendistato, il numero massimo di apprendisti e dipendenti per la qualifica di azienda artigiana); – avere in tempo reale le informazioni circa l’assolvimento degli obblighi documentali riferiti alla normativa sulla sicurezza del lavoro. Ne sono esempi la nomina del responsabile del servizio di protezione e sicurezza (diversificato tra interno ed esterno in funzione dell’assolvimento degli obblighi di formazione), l’elezione del rappresentante dei lavoratori oppure l’inoltro di una scansione del piano di valutazione accessibile in visione dall’ente preposto alle verifiche (Asl). L’ente diventerebbe il motore dell’attività di monitoraggio dei limiti dimensionali, di stimolo all’adempimento L’utilità della cartellina matricolare del lavoratore La cartellina matricolare del lavoratore consente di: – avere a disposizione la storia del lavoratore. In tal senso le utilità possono essere la tracciabilità attraverso il percorso lavorativo del soggetto, la ricostruzione storica ai fini della pensione, anche in presenza di comunicazione EMens, e l’identificazione delle attitudini lavorative e delle esperienze maturate ai fini di un supporto mirato in fase di non occupazione (ad esempio, avviamento a corsi di formazione o riqualificazione per un successivo ricollocamento). Questa attività presuppone importanti interventi P. 9 LAVORO Approfondimenti La cartellina matricolare del lavoratore consente di avere una sorta di curriculum vitae dello stesso, consultabile dai terzi normativi in materia di sostegno al lavoro, riqualificazione e formazione dei lavoratori; in altre parole, una gestione “attiva” dello stato di disoccupazione, che dia piena applicazione all’art. 5 del D.P.R. 442/2000 (scheda professionale, nata per sostituire il libretto di lavoro), all’art. 2, comma 1, lett. i) del D.Lgs. 276/2003 e al D.M. 10 ottobre 2005 istitutivi del libretto formativo, rilasciato dalle regioni e dalle province in funzione della formazione acquisita. Il tutto in attesa di interventi normativi in materia di sostegno all’occupazione e riorganizzazione degli ammortizzatori sociali, con maggiore coinvolgimento di tutti i protagonisti al fine di aumentarne la responsabilizzazione e ridurre l’impatto negativo della perdita del posto di lavoro e dei tempi di disoccupazione; – avere una sorta di curriculum vitae del lavoratore, consultabile dai terzi, in un’area riservata e tracciabile, ai fini delle ricerche da parte delle aziende su una piattaforma comune, non parcellizzata e frammentata; – avere in tempo reale i dati dei singoli lavoratori ai fini delle elaborazioni statistiche da parte degli enti e della definizione di interventi normativi mirati. GLI SCENARI COMPLESSIVI Alle due ipotesi formulate in precedenza, fascicolo aziendale e cartellina matricolare del dipendente, è possibile aggiungere, quale ulteriore tessera del mosaico, la gestione centralizzata e totalmente informatizzata della rilevazione delle presenze dei lavoratori. La motivazione Se la certificazione dell’esistenza del rap- Tabella – Schema di flusso P. 10 L’informatore Inaz – n. 20/2008 Approfondimenti porto di lavoro e del suo inquadramento ha un’importanza fondamentale, non meno importante è la corretta rilevazione di come questo rapporto si sviluppi nel tempo ai fini della verifica della corretta applicazione delle normative e dei contratti collettivi. Alcuni esempi possono essere: – il rispetto della durata giornaliera massima; – il rispetto del riposo settimanale; – la verifica del rispetto del massimale di ore annuali per straordinari. Risulta evidente a tutti che, ad oggi, tutte queste informazioni non sono in possesso degli enti, ma sono verificate, ai fini del rispetto delle specifiche normative, direttamente in azienda durante le visite ispettive. Anche in questo caso si tratta di una “caccia al tesoro”, nel senso che solo nell’ipotesi di una visita ispettiva, generica o su denuncia, si possono ricavare queste informazioni e verificarle alla luce delle normative. Se invece fosse il “sistema” a comunicare le anomalie, riducendo gli accessi a quelli mirati e lasciando liberi gli ispettori di agire sul fronte della lotta al lavoro irregolare o alla lotta allo sfruttamento gestito da determinati enti travestiti da cooperative? Si pensi all’inquadramento a tempo parziale dei lavoratori edili o delle pulizie, a fronte di fatturati non correlati al costo della manodopera, oppure alle prestazioni coordinate e continuative a progetto nel settore dell’edilizia. Ovviamente, oltre alla funzione di archiviazione dati, dovrebbero essere associati una serie di indicatori di anomalie, creati ad hoc per rilevare eventi anomali, incrociandoli con altri dati riferiti alla manodopera oppure correlandoli con dati economici della struttura aziendale (ad esempio correlando i dati della struttura aziendale con quelli retributivi trasmessi tramite EMens).Tali informazioni, correlate ulteriormente con i dati del fatturato annuale che sono ricavabili mediante tra- L’informatore Inaz – n. 20/2008 smissione diretta da parte delle aziende o tramite gli intermediari, consentono di definire la foto complessiva e dinamica della struttura aziendale. Questo significa che molte risorse si renderebbero disponibili per un’attività non più diretta alla verifica documentale casuale, ma diventerebbero attive sul territorio per un’attività di verifica su tutte le situazioni definite anomale dal sistema e per le verifiche mirate su tipologie definite di aziende, con risultati sicuramente più apprezzabili. Tale trasferimento di informazioni al Ministero può essere delegato ai professionisti, alle associazioni o ad altri soggetti che già oggi, quali intermediari abilitati per altre tipologie di invii, hanno questi dati residenti nei propri gestionali senza grandi sforzi di ulteriori implementazioni. Ad oggi la gestione della rilevazione delle presenze dei lavoratori avviene in modi diversi: – cartaceo presso i cantieri; – cartaceo presso la sede centrale; – con rilevazione elettronica presso i cantieri e trasferimento dati su supporto fisico o tramite trasmissione telematica; – con rilevazione elettronica presso la sede centrale; – con rilevazione tramite Internet. Tutti questi modi diversi di rilevazione hanno in comune un elemento che rende le informazioni utilizzabili per gli scopi indicati sopra, ossia la fase di elaborazione pura con trasformazione del dato orario/giornaliero in eventi retributivi. Questa fase viene di solito amministrata tramite un gestionale che valorizza le voci orarie/giornaliere degli eventi e producendo così l’elaborato finale: il cedolino. In questa fase tutti i dati della “rilevazione giornaliera”, depurati da imperfezioni dovute ai rilevatori elettronici, possono essere trasmesse al Ministero per la gestione in funzione degli scopi sopra indicati. In realtà, come si evince, oltre al costo per il Ministero di creare le banche dati e le modalità di trasmissione, non esistono Se la certificazione dell’esistenza del rapporto di lavoro e del suo inquadramento ha un’importanza fondamentale, non meno importante è la corretta rilevazione di come questo rapporto si sviluppi nel tempo Oltre al costo per il Ministero di creare le banche dati e le modalità di trasmissione, non esistono particolari costi aggiuntivi per le aziende P. 11 LAVORO Approfondimenti Una volta definito che la gestione delle informazioni in forma centralizzata genera una serie di benefici a cascata, non resta che valutare se gli strumenti informatici attualmente a disposizione sono atti a questo scopo particolari costi aggiuntivi per le aziende o per gli intermediari, con l’evidente risultato di aver praticamente chiuso il cerchio intorno al mondo del lavoro, mediante una moderna ed efficiente gestione delle informazioni, tali da rendere sempre più difficile il compito di chi intenda contraffare i dati del bilancio. A tale sistema di trasmissione delle informazioni può essere mossa l’obiezione che la rilevazione delle presenze può essere “manipolata” ai fini di una trasmissione al Ministero mirata alla totale regolarità, per ingannare gli indicatori di anomalia. La risposta più semplice che si può dare è che per quanto i soggetti possano manipolare i dati prima della trasmissione degli stessi, prima o poi qualche errore con conseguente incongruenza verrà sempre commessa. Risulta evidente che la creazione di indicatori di coerenza o di anomalia, atti a rilevare le situazioni più significative in ambiti lavorativi maggiormente a rischio, diventa un ulteriore tassello del progetto complessivo. Tale impostazione logica non è modificata dall’attuale introduzione del libro unico, perché la rilevazione delle presenze è stata spostata come termine (entro il giorno 16 del mese successivo), ma non è stata eliminata quale evento da rilevare. LE CONCLUSIONI La continua rincorsa da parte del Ministero diretta a punire i comportamenti scorretti da parte dei protagonisti del rapporto di lavoro risulta essere, ad oggi, una guerra lunga, costosa e logorante, perché punire senza creare coscienza non genera un circuito virtuoso. Altra sorte aspetta chi, nell’ottica della semplificazione e accentramento delle informazioni, perviene ad un controllo del territorio a distanza, concentrando gli sforzi sulle situazioni o categorie maggiormente a rischio. Una volta definito che la gestione delle informazioni in forma centralizzata genera una serie di benefici a cascata apprez- P. 12 zabili in diversi ambiti, dall’attività ispettiva, con i conseguenti risultati, quali l’affiancamento sia del lavoratore durante la vita lavorativa sia dell’azienda ai fini del miglioramento dell’efficienza del sistema risorse umane, non resta che valutare se gli strumenti informatici attualmente a disposizione sono atti a questo scopo. Risulta evidente che con le nuove tecnologie e le attuali capacità di memoria delle apparecchiature informatiche le applicazioni possono generare una serie infinita di economie a tutti i livelli, con ricadute importanti su tutti i settori coinvolti: Ministero, ispettorato del lavoro, aziende, lavoratori ed enti. In tale ottica si può ulteriormente pensare ad altre “eliminazioni eccellenti”, come ad esempio: – il libro degli infortuni, totalmente superato dalle denunce online, le quali generano uno storico gestito direttamente dall’istituto; – il libretto personale ex art. 11 del D.Lgs. 708/1947 per i lavoratori dello spettacolo; – il libro matricola dei lavoratori marittimi. Basti pensare alla riduzione degli adempimenti amministrativi (burocrazia) a carico delle aziende, alla gestione più flessibile e mirata delle informazioni con risultati misurabili oggettivamente e alla possibilità di intervenire direttamente su settori o categorie particolari di lavoratori. Se valutate con attenzione, le mie riflessioni investono l’intero rapporto di lavoro: partendo dall’instaurazione, sotto qualsiasi forma, proseguono con le rilevazioni storico-dinamiche delle eventuali modifiche, sino a terminare con la rilevazione della cessazione e il successivo ed eventuale sostegno nel periodo di disoccupazione. Questo permette di creare una fotografia dinamica, sempre leggibile, del rapporto di lavoro e dei suoi protagonisti. La consolidata prassi di considerare la ricerca dei comportamenti scorretti sul territorio potrebbe, nel tempo, lasciare il passo ad L’informatore Inaz – n. 20/2008 Approfondimenti un’attività più raffinata ed efficace d’intelligence a distanza, di tipo preventivo, residuando all’opera di repressione interventi mirati. Da questo punto di vista, l’accentramento delle informazioni in un’unica banca dati, come analizzato, potrebbe essere il primo passo di un cammino di rinnovamento nella gestione amministrativa del personale e nell’attività del Ministero nei confronti delle aziende e dei lavoratori. L’era dell’archiviazione documentale deve lasciare oramai il passo ad una nuova modalità di confronto tra enti e soggetti obbligati. Una modalità che permetta uno scambio di informazioni fluido, rapido e facilmente rilevabile, senza costi aggiuntivi e con una riduzione dei tempi della burocrazia. Il ricalcolo delle prestazioni economiche per i lavoratori dell’industria tessile abbigliamento L’Inps ha chiarito la natura dell’importo una tantum riconosciuto a titolo di arretrati retributivi ai lavoratori dell’industria tessile abbigliamento nell’accordo di rinnovo del Ccnl dell’11 giugno scorso. L’erogazione non compete per i periodi nei quali si è verificata una sospensione della prestazione senza diritto alla retribuzione, mentre spetta per le giornate di assenza dal lavoro per malattia, infortunio, gravidanza e puerperio, congedo matrimoniale e donazioni Avis intervenute nel periodo 1° aprile-30 giugno 2008. (Circolare Inps n. 84 dell’8 agosto 2008) L’informatore Inaz – n. 20/2008 P. 13