n.10 gennaio 2005 mensile di intrattenimento intelligente 2 EDITORIALE bazar 01 2005 MAra Codalli Direttore arTistico RoBerta FABrizi REsponsaBile Servizi WEB www.bazarweb.info Eugenia ROmanelli Direttore responsabile Vera RIsi conDirettore CRIstiana SCoppA REsponsaBile Comunicazione www.bazarweb.info bazar 01 2005 laboratori studenti la sapienza 3 CORSI E RICORSI: KULTURA ALTERNATIVA Viaggio nelle nuove professionalità self-made. Fatte da giov ani e di giovani, al di fuori dei percorsi formativi istituzionali. Per entra re lo stes lavoro, anche se saturo, imparando a farsi spazio. Con profe so nel mondo del ssionalità. A cura di Serena Cama e degli studenti dell’Università La Sapienz a di Roma 4 studenti la sapienza laboratori bazar 01 2005 www.bazarweb.info inTutti form@zione con la new-economy Knowledge society è il nome della società del futuro e ad annunciarcelo sono Internet e la new-economy, due fenomeni, una sola realtà, dinamica e in continua espansione. Basti pensare che nel rapporto ‘04 Federcomin - la federazione nazionale di settore di Confindustria - compaiono più di 50 professioni legate al settore ma soprattutto circa 200mila posti di lavoro vacanti. Il problema è rappresentato dal “chi” occuperà questi posti poiché, confrontando i dati, emerge che della popolazione universitaria del bel Paese soltanto un’esigua parte frequenta una facoltà legata all’IT (Information Technology) e chi lo fa si trova davanti a studi di impatto prevalentemente teorico con scarsa inerenza alla realtà lavorativa. Formazione é divenuta una parola chiave, soprattutto per chi intende occuparsi di professioni high-skill, come lo specialista di architetture di rete o il progettista di rete. A tale proposito, corsi in aula possono essere più proficui rispetto alla formazione telematica o e-learning, anche se quest’ultimi possono risultare più appetibili dal punto di vista economico: cosa non da poco se paragonati ai costi di master, di specializzazioni ecc. Oggi esistono numerose associazioni come l’Asfor che, ad esempio, si occupa di assistenza a chi vuole intraprendere percorsi formativi in campo ICT, fuori dai canali istituzionali. Per qualsiasi informazione è bene scandagliare le vie della rete, un ottimo punto di partenza per approdarvi con successo. Quindi in-formatevi e formatevi. Il resto lo farà il mercato con i suoi 200 mila posti di lavoro. Indirizzi utili: www.federcomin.it www.Asfor.it www.mercurios.it www.encanta.it Massimiliano Porretta Se vuoi lavorare, devi andare di corsi… Qualunque sia la tua aspirazione, esiste un corso adatto a te. Hai bisogno di un lavoro? Vuoi dimostrare chi sei? Hai preso troppe porte in faccia? Esistono decine e decine di soluzioni, dette corsi di formazione professionale. Smart choice: Fotografia E’ degna di nota l’accademia milanese John Kaverdash. Le iscrizioni sono aperte tutto l’anno, con corsi vari, da quello base 800 fino al Master Globale di Fotografia 9.200. Inoltre corsi di formazione su CD-Rom, come quello fornito agli abbonati del sito www.abc-fotografia.com, o ancora il breve corso on line per principianti disponibile sul sito www.scalve.it/fotografia. Barman e bartender La più grande scuola d’Europa per bartender, Planet One, offre corsi base, avanzati e categoria “Flair” a Perugia, Roma, Padova e Venezia, di una settimana, il cui prezzo varia da 540 a 800 (www.planetone.it). Ancora, la FTA, in collaborazione con “Dimensione Bar”, impartisce lezioni di “Bartender Acrobatico” (Udine) (www.dimensionebar.it) al modico prezzo di 290. Bagnino Interessante il corso della SNS (Società Nazionale di Salvamento) di Verona, diviso in “salvamento in piscina” (11 settimane/ 285) e “salvamento in mare” (“salvamento in piscina” + 3 settimane/ 105) (www.salvamentoverona.it). Clown di corsia Se vuoi regalare un sorriso a chi è in difficoltà, allora il corso indetto dall’Associazione Culturale VIP è quello che fa per te; sono organizzati in tutta Italia (ancora disponibili da febbraio a giugno 2005) al prezzo di 160. (www.clownterapia.it). E potremmo ancora continuare con tante altre proposte: ballo, ceramica, canto, cucina, cucito. Ma queste le trovate anche su www.formazionet.com Antonio Micali Fumettari si diventa Chiamateli come volete, workshop, laboratori, corsi, sono comunque l’oggetto di coloratissimi manifesti illegali appiccicati per le vie di molte città italiane che ammiccano ai più giovani e da giovani sono fatti: proclamano percorsi culturali alternativi, non istituzionali. E scusate se è poco. C’è n’è per tutti i gusti: per chi ama il teatro ma vuole restare fuori dai circuiti delle compagnie si organizzano laboratori teatrali con vere tecniche attoriali, scrittura creativa, mimo e improvvisazioni. E ancora: laboratori musicali, fotografici, di montaggio video e cortometraggi, di modellismo. Negli ultimi anni, però, c’e un settore che sta avanzando rapidamente nonostante la sua difficile collocazione nell’ambito della cultura italiana: il fumetto. Lasciato per troppo tempo nel limbo dei “figli di un dio minore” il fumetto ha dovuto evadere dalla prigione che lo ha considerato altro e non Cultura. Al centro delle discussioni tra letteratura alta e bassa, letteratura e paraletteratura, tra arte e kitsch, il fumetto ha dovuto librarsi da paludose definizioni per diventare un “signore genere”. E oggi i laboratori di fumetti parlano chiaro. Sparsi per tutta Italia contano numeri d’iscritti che farebbero venire i brividi a chi, torcendo il naso, snobba il fumettaro. Indirizzi utili: www.scuolacomics.it - Scuola Internazionale di Comics www.noetica.it Scuola di Fumetto (Bologna) www.ied - Istituto Europeo di Design, con sedi a Milano, Roma, Cagliari e Torino. www.pictor.it - Pictor Accademia (Torino) Laura Armillotta bazar 01 2005 www.bazarweb.info laboratori studenti la sapienza 5 Maestri d’arte orientale Il fondamento è unico, allenarsi ad acquisire una competenza tecnica che sia strumento di perfezionamento della propria persona e che possa diventare un lavoro: Maestro d’arti marziali. Equilibrio, concentrazione, valorizzazione delle capaci fondamentali del DO, la via, il percorso interiore che tà fisiche e mentali: questi gli obiettivi è alla base delle arti marziali giapponesi. I giovani che si avvicinano a tali discipline non sono né solo di una gara sportiva ma abbracciano necessalla ricerca di un allenamento fisico occidentalizzazioni, una serie di principi e rituali derivanariamente, anche se con le dovute ti dall’unione di antiche tecniche di guerra e filosofia Zen. Contrariamente a quanto diffusamente si pensa, la pratica dell’arte marziale porta in primo luogo a migliorare le capacità di autocontrollo, attenzi one e consapevolezza di sé. Il confronto con l’avversario non è più reale scontro fisico, ma mira dell’altro, sempre, e soprattutto, nel rispetto dei princip a una sottile e complessa percezione Il praticante può avere qualunque età, dai cinque anni i che guidano la disciplina. di discipline, di cui alcune oggi offrono la possibilità di in su, e scegliere tra un’ampia gamma competizioni agonistiche. Esistono arti marziali che utilizzano armi, come ken-do e altre invece basate esclusivamente sulle potenzialità (shinai), Iai-do (spada), Kiu-do (arco) ju-do (cedevolezza), aiki-do ( Ai =armonia, Ki = energia del corpo: karate-do (mano vuota), ). Indirizzi utili: www.fijlkam.it www.fesik.org www.fikta.it www.artimarziali.org www.forumartimarziali.it www.karate-do.it www.kendo-cik.it http://worldjudo.org Filosofie & Co. Yoga A Torino opera il Centro Yoga Satyananda C.so Raffael Tel.0116699733 www.satyanandaitalia.net. Dal 14 settemlo 11, bre al 30 giugno dal lunedì al giovedì 10.30-11.30 / 20.00-2 1.30. Accademia Yoga via XX Settembre 58a Roma Tel.064 885967064742427 www.accademiayoga.it, www.yogadharma.it. Lunedì martedì giovedì venerdì 10.30 13.40 / 17.00 18.30. Costo circa 30 a lezione. Meditazione Per espandere la mente e liberarla dalle paure. Assoc Ananda Ashram via Prandina 25 Milano Tel.022iazione 590972 www.yogamilano.it. Associazione del Buddhismo Tibetano via della Balduin a 73 Roma Tel.0635498800 www.geduntharchin.it. Mercol edì dalle 20.00 alle 21.30. Giovedì dalle 18.30 alle 20.00. Iscrizione associativa annuale di 30. Ayurveda, medicina Tibetana, Naturopatia, Mantra-Tantra, Pranoterapia, Zen Shiatsu Arti alterna tive indiane e cinesi per la cura del corpo e dello spirito. Efoa viale Eritrea 91 Roma Tel.0686326445/6; imentonaturale.org. Da settembre a luglio, sabato e www.mov domenica 9.30-18.30 720+quota associativa. Wushu: Ba Gua Zhang, Taijiquan, Xing Yi Quan, Yi Quan Discipline cinesi che lavorano sull’energia. Accademia WushuScuola via Nomentana 643 Tel. 3482637075-3 Europea 475862487 www.ewawushu.it. Dall’11 dicembre al 30 maggio , sabato 16.00-19.00 domenica 9.30-17.30. Tecniche di rilassamento Come migliorare autostima e comunicazione e gestire Max Formisano Training Coaching & Consulting via lo stress. del Corso 262 Roma Tel.066792112 www.maxformisano.it; corsi mensili sabato e domenica, a partire da 290. Irene Caporale Giovanna Silvestri In vino… (stat) virtus Il rinnovato interesse per la cultura enogastronomica ha dato voce, negli ultimi anni, a una crescente domanda di formazione e specializzazione da parte di ampi strati di popolazione. Di questa realtà un chiaro esempio è il “33° Corso di qualificazione professionale per sommelier”, tenuto dall’A.I.S Lazio (Associazione Italiana Sommelier), record di adesioni con circa 300 partecipanti. Così, a Roma, al Grand Hotel “Cavalieri Hilton” la cultura e l’informazione sul buon bere diventano strumenti per conoscere il pianeta vino. Il presidente dell’A.I.S e direttore del corso dott. Franco M. Ricci: “I nostri Corsi professionali sono frequentati da gruppi eterogenei: studenti, liberi professionisti, casalinghe con un unico denominatore, la passione e l’amore per il vino in tutte le sue dimensioni, da quella degustativa e a quella comunicativa”. Un corso di formazione professionale per sommelier ma anche per la formazione del giornalista o critico enogastronomico specializzato. Il corso “Il 33° Corso di qualificazione professionale per sommelier” ha un costo di 2300 . Le lezioni, teorico/pratiche sono 52 della durata di due ore e mezza ciascuna, si tengono nel doppio turno pomeridiano (16.00 – 18.30) e serale (20.00 – 22.30). Iniziato il 4 novembre 20004, avrà termine il 9 febbraio 2006. La prossima edizione del Corso è in preparazione. Per ulteriori informazioni su tesseramento, iscrizione, argomenti trattati, posti disponibili si può consultare il sito internet www.bibenda.it o mettere in contatto direttamente la direzione allo 0635452718 - 0635340371. Francesco Morioni 6 studenti la sapienza laboratori bazar 01 2005 www.bazarweb.info L’altra faccia del sociale: percorsi di controcultura attiva Fucina di impegno sociale, culturale e divertimento, i centri sociali meritano un posto di primo piano se parliamo di cultura alternativa. Traendo la propria linfa vitale dalla libertà di espressione e proponendosi come centri di aggregazione alternativi alle sezioni di partito e al potere, sono un importante veicolo di contro-informazione: ci sono stazioni radio ad essi legate (Radio Onda Rossa a Roma), alcuni dispongono di mini biblioteche e sono sedi di cineforum. Quasi tutti poi organizzano corsi di vario genere: teatro e danza, yoga, informatica, cucina, arte o percussioni; oppure mettono a disposizione sale di registrazione per i gruppi emergenti, camere oscure, birrerie ed enoteche, ostelli, spazi per bambini, mercatini e sale da tè, senza contare le serate organizzate e i concerti a cui assistere gratuitamente. Non manca l’attenzione alle problematiche più delicate, con l’intento non solo di sensibilizzare, ma di stroncare i pregiudizi: nel territorio di Roma il circolo culturale omosessuale Mario Mieli si prodiga attivamente per la tutela dei diritti civili degli omosessuali, nel centro sociale Zona Rischio, la cooperativa di consumo EquoBio promuove il commercio equo e solidale, a Milano il centro autogestito Vittoria organizza corsi di italiano per stranieri, mentre la casa occupata T28 offre un ambulatorio medico aperto a tutti. •Zona Rischio via De Dominicis 4 (Roma) •Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli via Efeso 2 (Roma) - www.mariomieli.it •Vittoria via Muratori 43 (Lodi) www.ecn.org/vittoria •Casa occupata T28 via dei Transiti 28 (Milano) Emily Menza L’uomo solidale: diventare volontario/a “Esiste un solo tipo di uomo veramente adulto: la persona che ha cura di se, dell’altro, dell’ambiente; in una parola l’uomo solidale” Questa frase di E. H. Erikson racchiude l’immagine del volontario. Fare volontariato nasce da una libera scelta, dall’assumersi responsabilità verso l’altro in difficoltà. Le motivazioni possono essere diverse, laiche o religiose, sociali e politiche, ideologiche o umanitarie. Il volontariato è presente in almeno 40 campi diversificati d’intervento: dall’handicap al carcere, dall’AIDS all’ambiente, dagli anziani non autosufficienti ai minori a rischio. Spesso si trovano difficoltà nel contattare le associazioni che operano sul territorio. Per avere informazioni e indirizzi è bene rivolgersi ai Centri di Servizio per il Volontariato attivi in quasi tutte le regioni. Altri spunti per chi volesse diventare un uomo solidale: • Se ti interessa la natura e vuoi dare il tuo contributo l’Oasi LIPU a due passi da Milano ti offre la possibilità di vivere un’esperienza unica e divertente all’aria aperta in un ambiente allegro e coinvolgente. Il tuo “gruppo di lavoro”? Basta scegliere: visite guidate, educazione ambientale. Oasi LIPU Cesano Maderno(MI) e-mail [email protected] • La Caritas Ambrosiana lavora con giovani volontari. http://www.caritas.it/templates/3/ home%20volontariato.asp • Centro Nazionale per il Volontariato: opportunità seminariali e di formazione www.centro volontariato.it • Se sei interessato al volontariato internazionale il FOCVIS organizza corsi di formazione di differenti tipologie in diverse città, per tutto l’anno. www.focsiv.it/volont/volont_index.htm • Fondazione Italiana per il Volontariato. Su questo sito scoprirai come e cosa fare per diventare volontario in Italia o all’estero. Inserisci i tuoi dati nel forum disponibile e sarai contattato direttamente dal gruppo più vicino www.fivol.it • Legambiente offre progetti di breve e lungo termine in particolare all’estero. Organizza numerose attività attraverso il Servizio Volontario Europeo. www.legambiente.com/ canale8/campi/campi_main.php Annarita Lone Sei uno studente, liceale o universitario? Vuoi scrivere e collaborare con noi? Hai dubbi, critiche o complimenti da farci, delle novità da segnalarci? SCRIVI A: [email protected] bazar 01 2005 www.bazarweb.info Studenti la Sapienza Roma - LABORATORI – Corsi e ricorsi: kultura alternativa Roberto Pisoni - VISIONI – La mia vita? Ci faccio un film Alessandro Benvenuti – VISIONI (IN PILLOLE) - Una pagina di vita Giuseppe Mottola – VIDEOGIOCANDO – Spot invaders Ciro Bertini - LEGGERE – (RECENSIONI) – Storie abbaglianti Giulia Premilli – AVERE – La vasca da bagno? In salotto Marco Begani – LEGGERE (FUMETTI) – Fiabe per insegnare la tolleranza Agnese Ananasso – HITECH – Phone-mania Nancy Brilli – LEGGERE (BRILLETTURE) – Affrontare la fine Marcello Amoruso – NOTTE – “Chi è” – “Bob Dylan” – “Siamo chiusi” Alberto Traversi - NOTTE – No rules! Caterina Gonnelli - ONDE – Un reality reale Andrea Lisi - NOTTE – 2004, the year with no name Giulia Baldi - SINTONIE – Cosa succede nell’etere? Claudio Coccoluto – NOTTE (NOTTETEMPO) – Musica x scoprire nuovi mondi Gabriella Serusi - SCENE – Folgorazioni sceniche Chiara Spegni – GUSTI – Antipasti! Gabriella Serusi - SCENE – Intrecci d’amore Enrico Lo Verso – SCENE (SALMONI) – Spazio ai talenti freschi Fabio Murru - SUONI – (RECENSIONI) – Stili personali Pietro D’Ottavio – SUONI – Concerti “da sogno” Marcello Amoruso - SUONI – I Ratti della Sabina SOMMARIO 7 Chiara Tacconi – GUSTI – A tavola si gioca d’anticipo Eva Buiatti - GUSTI (MANGIA COME LEGGI) – Antipasti alla Bulgakov Lorella Scacco - ARTI – Niente di convenzionale Luca Beatrice – ARTI – La fidanzata di Zorro Marzia di Mento – ARTI – Contemporaneo? Antichissimo Luca Carboni – ARTI – (SKIZZI) Oliva Muratore – ARCHITETTURE – Gioielli architettati Matteo Bianchini – PICCOLI – Giocare, scoprire, crescere Cammarano Valerio – SPORT – Canoa polo Angelita Peyretti – SCIOCCHINA – L’anno che verrà Valeria Cecilia – CORSI – Te lo cucio io! Cangiano Giuliano – FENOMENI – Un anno di “mùvman” Valeria Cecilia – NET – Pubblicità e brand: dalle stelle alle stalle? Guido Dolara – NOI – I bar strategici d’Europa Franco Andreucci – LORO – Jazz e musical x raccontare la storia d’America Cristiana Scoppa – MIGRAZIONI – Giulia Premilli – GENDER – Sesso all night long e bucato a mano Fabrizio Gianuario SUONI – Quel jazz che piace sempre + Andrea Mugnaini – VIAGGI – Libano: fiorire sulle macerie Eva Robin’s – CONTAMINAZIONI - Arte, moda e pesci tropicali molto… socievoli Johnson Righeira – SUONI (CONTROCANTO) – La copertina è figa! Agnese Ananasso – ESSERE – Stop alle diete! Il superfluo si elimina col cibo Mario Morcellini – CORTEI – Fuori luogo 10 di roberto pisoni visioni bazar 01 2005 www.bazarweb.info La mia vita? Ci faccio un film . E’ A metà strada tra home-movie e reality showto a incia com ha e il film che Jonathan Caouett ista? agon Prot . anni 11 girare da quando aveva cento Lui e la sua squallida vita. Venti anni e deci so ha dopo solo sessanta ore di archivio che rso rove cont al vita di montare sul pc per dare Tarnation consueta tra i giovani “Che fare della mia vita di merda?”. A questa domanda, piuttosto trovato una risposta decisa: d‘occidente, Jonathan Caouette, trentaduenne americano, ha autoprodotto e costato la “cinema”. Nel giro di qualche mese la sua autobiografia, un filme spiccioli), è schizzata dal miseria di 218,32 dollari (avete letto bene duecentodiciotto dollari ma iMovie, alle vetrine di monitor del suo computer, su cui è stata montata con il program consensi calorosi e qualche festival importanti come Sundance e Cannes, dove ha raccolto stroncatura. tra una tecnologia che ormai Tarnation, infatti, costituisce il perfetto punto di convergenza contemporaneo per offre a tutti l’opportunità di girare il proprio home-movie e il feticismo in spettacolo. Se il film, il reality-show che traduce quotidianamente il privato e l’intimosciagurata di Caouette e al nonostante tutto, ha la sua “consistenza” lo deve in primis alla vita il suo one man show. modo dissennato e straniante in cui il protagonista è riuscito a montare , Renée, indossatrice Tarnation racconta una storia familiare di follia: alla madre di Jonathan una forma di schizofrenia di provincia, viene diagnosticata, dall’adolescenza e per errore, con ingiustificate sedute di con turbe della personalità. Comincia allora a essere bombardatapartorisce Jonathan. Il padre, elettroshock che, va da sé, le sconquassano il cervello. Nel 1972 a della fragilità mentale un furfante di passaggio, li abbandona non appena prende coscienz ospedale psichiatrico, mentre della donna. Da quel momento Renée trascorre la vita in un nonni prima d’iniziare, a 11 Jonathan viene rimpallato dalla sala d’accettazione alla casa dei nte, volevo nascondere la anni, il tour dei locali gay del circondario. “Quando ero un adolesce in faccia la realtà. Non mia famiglia ai miei compagni di scuola – ricorda – non volevo guardare i dicevo che mia madre era sopportavo che la mia famiglia fosse diversa dalle altre. Ai compagn e ho finito per amare la mia una hippie eccentrica. Soltanto quando sono cresciuto ho capito è proprio perché, a un certo famiglia per quello che è.” Se Caouette ha accettato la propria vita re la mia vita per darle una punto, ha cominciato a filmarla: “Ho iniziato a video-documenta guardo il film, mi dico: direzione e per dare un senso a quello che ho vissuto. Oggi, quando sopravvissuto!’. Ho davvero ‘Cristo santo, ho vissuto tutto questo, l’ho vissuto davvero e sono ma averne fatto un film attraversato un tunnel di tenebre. Ci sono stati dei momenti terribili, indietro non cambierei niente mi ha riconciliato con tutta la mia storia. Oggi, se potessi tornare né per me né per la mia famiglia”. la videocamera come la Da quando ha avuto l’età per tenerla in mano, Caouette ha utilizzato Tarnation: per la generazione penna del suo diario segreto. E’ questa la rivoluzione che prospetta la mia prima cinepresa a di Jonathan la MiniDv è più accessibile di un quaderno: “Ho ricevuto recuperato una videocamera 11 anni. Mio nonno mi aveva dato una vecchia superotto. Poi ho All’inizio giravo con i miei dal mio padrino in un programma sui bambini senza genitori. ttiva credo di aver girato nonni dei remake di film che vedevo al cinema. Ma oggi, in retrospe aver bisogno di filmare la mia Tarnation per vent’anni. Prima inconsciamente, poi ho capito di 16 anni: girare mi ha dato vita. E’ diventata una questione di vita o di morte quando avevovideocamera è diventata un l’illusione di avere un certo controllo su una vita disperata. La arma di difesa”. Caouette ha già annunciato A dispetto delle accuse di autocompiacimento ed esibizionismo, trilogia: “Dire che il mio che, da tutto il materiale raccolto nel corso degli anni, trarrà una è il miglior complimento film incoraggerà tutta una generazione di ragazzi a realizzare il lorosconvolge completamente che mi si possa fare”. Ma è evidente che un film del genereo familiare” così doloroso ed l’economia del cinema. E anche se non tutti avranno un “romanz a nell’immediato futuro una eccentrico quanto quello di Caouette, una cosa è certa: si prospett persone che scriveranno generazione di “video-diaristi”, né registi, né filmaker, semplicementemontandoli sul portatile, appunti e ricordi personali in digitale e li metteranno in bella copia, al ritmo dei loro mp3 preferiti. Nel vino alcune verità globali Documentario sull’universo mondializzato del vino e su chi lo produce, Mondovino è un film appassionante. Perché Jonathan Nossiter non ha ideati un tour enogastronomico ma un film militante, che vibra di gioia e violenza. Esistono due cliché ricorrenti e contraddittori sul vino. Il primo, velatamente moralistico e apocalittico, lo accusa di essere bevanda infingarda, una piaga della nostra società che spinge i mariti a picchiare le mogli, gonfia il deficit della sanità e, più generalmente, confina il proletariato nella sua triste condizione, cercando di fargliela dimenticare. Il secondo, estetizzante fino alla nausea, elegge il vino a elisir dell’elite economica, l’idromele dei nuovi dei contemporanei, un dono inaccessibile ai comuni mortali perché troppo costoso e sofisticato. L’uscita di Mondovino (presto anche nella collana dei documentari in dvd edita dalla Feltrinelli), il documentario di Jonathan Nossiter – regista americano residente a Parigi – avrà almeno il merito di attenuare queste due visioni estreme e di rafforzare un concetto che gli è caro: il vino appartiene alla cultura alla stessa stregua di musica, immagini, libri. Dalla Borgogna alla Napa Valley, dalla Languedoc alla Sardegna, dalla Toscana all’Argentina, Nossiter guida, come un instancabile segugio, la videocamera alla ricerca dei segreti del vino: metodi di produzione, di vendita, di distribuzione, di promozione e le diverse ideologie che li ispirano. Ne risulta un periplo geografico, sensuale, esistenziale e politico attorno a un mondo in cui, attraverso il prisma del vino, si riflettono i nodi principali della globalizzazione in corso: artigianato e industrializzazione, piccolo commercio e negozio internazionale, conservazione delle diversità e livellamento globale, etica del mestiere e profitto a tutti i costi, assemblaggi naturali e manipolazioni chimiche, potenza americana e bastioni di resistenza, più o meno fragili, nel resto del mondo. Anche se affronta questioni tecniche ed economiche e ha un punto di vista fortemente partigiano (no global), il piacere di Mondovino non è riservato soltanto a specialisti e amatori, è un documentario riccamente popolato di personaggi sapidi, dalla personalità e dal carisma memorabili, abbiano ragione o meno nelle loro sanguigne dichiarazioni. Per merito della grazia e della mobilità dei mezzi leggeri utilizzati, Nossiter ha potuto saggiare questa varietà di caratteri umani ed è riuscito a catturare una cosa difficilissima: la molteplicità. Dalla luce della Languedoc ai colori affocati della Toscana emergono con chiarezza le differenze d’architettura e di habitat che incarnano le diverse regioni e i diversi approcci filosofici al vino. www.bazarweb.info bazar 01 2005 visioni di roberto pisoni 11 ale pic tro ia latt Ma Intervista a Apichatpong Weerasethakul non lo è già, l’autore di culto dei cinefili più oltranzisti. Con una sola Non lasciatevi traviare da un nome tanto esotico, Weerasethakul è destinato a diventare, se Malady) ha portato in primo piano la Tailandia, il suo paese, Tropical recente il e Pussy Iron Yours, Blissfully Noon, at Object s manciata di film (Mysteriou e e avant-garde. Probabilmente a giugno il Festival del sorprendent modo in ismo sperimental e realismo mescolando mondiale, cinema del sulla mappa artistica italiana. retrospettiva prima la dedicherà gli Pesaro Nuovo Cinema di Qualcuno ha definito i tuoi film degli “oggetti misteriosi”. Cosa ne pensi? “ambientale”. Sono stato molto influenzato dai film Forse perché il mio cinema non è tradizionalmente narrativo, piuttosto è un cinema il cinema d’azione di Hong Kong, ma le opere che mi ha popolari tailandesi che ho visto nella mia infanzia, storie di fantasmi, film fantasy,anni sessanta. Sono stato davvero affascinato da alcuni film degli ale speriment cinema del stagione grande alla ono segnato di più apparteng ali. Questo approccio poco incline alla narrazione di Andy Wahrol. In più mi piace fare anche istallazioni, documentari e video speriment altri. di ostico più cinema pura rende il mio Da dove nascono allora i tuoi film? da un concetto. O più precisamente da un’idea di In Tropical Malady, come in Blissfully Yours, non sono partito dal racconto ma piuttosto e separate e condizionate dai paesaggi diversissimi nettament parti due in diviso film un di quella Malady Tropical in struttura. Per esempio Spesso è il mio rapporto personale con i luoghi in cui mi in cui sono ambientate. Volevo soprattutto tornare a girare nella giungla, l’adoro. film. muovo a fare il . Avevi intenzione di “provocare” politicamente il In Iron Pussy, la tua opera più tradizionale, il protagonista è un travestito pubblico? ragione. Avevo degli obiettivi più concettuali: il film è un Un significato politico naturalmente c’è, ma non ho accettato di farlo per questa di tutta la storia. In Tailandia comunque i travestiti significato il e modificar per sta protagoni del gender il cambiare voluto remake e io ho to, nei club e nei ristoranti. Al limite è più dappertut esibiscono si e spettacoli loro i adorano tutti popolare, cultura fanno parte della l’omosessualità non è repressa, ma non Tailandia In amore. loro il vivono Malady Tropical di sti protagoni due i cui in provocatorio il modo uno sulle ginocchia dell’altro. Nel film ho siedono si o mano nella mano o passeggian che ragazzi due vedere di c’è ancora la possibilità scelto non una visione realistica ma una specie di sguardo utopico. Bentornato Picchiatello! Sette film del grandissimo Joseph Levitch, in arte Jerry Lewis Negli anni sessanta i critici francesi impazzivano per lui, negli Stati Uniti lo ricordano come il precursore di Jim Carrey. In Italia è stato considerato poco più che un clown bambinone e le sue commedie in coppia con Dean Martin ottima library per riempire i palinsesti tv estivi. Ora che la Paramount ha licenziato dal suo catalogo sette titoli a lui dedicati, c’è finalmente modo di riguardarsi i film di Jerry Lewis con attenzione e godere della sua maschera comica più matura: l’individuo maldestro e disadattato, il tipo che nella tradizione ebraica chiamano lo schliemel, il common man vittima dell’esistenza e perseguitato dalla sfortuna. La collezione infatti parte proprio dal 1957 (Il delinquente delicato), l’anno successivo alla separazione con Dean Martin e raccoglie le opere più folli e originali di Lewis regista: Ragazzo tuttofare, Il mattatore di Hollywood, L’idolo delle donne, Jerry 8 e 3/4 e soprattutto il capolavoro Le folli notti del dottor Jerryl. Tratto dallo sfruttatissimo romanzo di Stevenson, è una parodia geniale e assolutamente irresistibile: una pozione magica trasforma un insegnante timido e riservato in un odioso playboy, ma il tema dello sdoppiamento della personalità viene sfruttato abilmente per una velenosa satira di costume sulle ipocrisie della società americana. Le folli notti è anche il dvd più deluxe del mazzo: oltre al delizioso commento di Lewis e dell’amico cantante Steve Lawrence, offre due documentari piacevolmente dettagliati sulle intenzioni e la poetica di un attore/regista niente affatto “picchiatello”. Jerry Lewis Collection, Paramount, 7 DVD (26, 50 Euro cad.). DVD 12 di alessandro benvenuti visioni.in pillole bazar 01 2005 www.bazarweb.info www Una pagina di vita ibuzione del mio film: Mi giunge notizia dalla 01 (la casa di distr te nel programma di la RAI, praticamente) che devo andare ospi co. Poi punta, lo show del sabato sera sul primo canale. Deglutis accetto due 22 novembre 2003, “Ti spiace se bacio mamma” è uscito da sale. settimane. Sta andando male. Lo stanno via via togliendo dalle si va Talvolta con ignominia...eppure c’è questo pedaggio da pagare: alla da Panariello. Si deve andare. Lui è carino, col cappellino. Coppola siciliana di pelle strano, nera. Si fanno le prove. Sudo copiosamente. Sento il mio odore: e in teatro ho un sudore del tutto inodore! E sento che lo sente chiunqu re mi si avvicini. La mia bella giacca nuova! E il gilè bordeaux di cachemi la che Chiara mi ha regalato a Natale, chissà che diventeranno? Tolgo o e defilato giacca. Tento di salvarla e mi siedo in un punto, il più strategic possibile - ma abbastanza in vista. Una scelta complicatissima. Nell’enorme tendone agio detto “tensostruttura” (e di tensione ce n’è!) sembrano tutti a loro occhi tranne me. Come se solo io dovessi dimostrare… che? Non so cheionalista. tenere per non sembrare né tonto, né alieno né anarchico insurrez Non so né chi, né come, né cosa guardare. Poi vedo Pistarino (Carlo) piedi. Mi vestito da Jedi con gli occhiali. Poi Paolo Belli che mi si butta ai fu espulso s’inchina davanti dicendo che è tutto merito mio se da studente“Ad ovest da scuola perché beccato dal preside a fare la mia imitazione in di Paperino”. E poi Valeria Marini che mi bacia e mi dice che Vittorio Ricci (Cecchi Gori) lo sa che io gli ho sempre voluto bene. Poi Elena Sofia quanto che mi presenta il marito musicista e si prodiga nel raccontarmi bacia perfetta sia la sua nuova vita da sposa. E la Tosca D’Aquino che mi te vedere e mi abbraccia come fossi un parente lontano che può finalmen . E’ da vicino. Io tutto guardo e tanto sudo. I pori sono la mia sinceritàItalia preoccupante: se non imparo alla svelta a mentire domani mezza l’ha detto: vedrà quanto sono sincero e non sarà un bel vedere. Chiara me potevo “Stai attento a non sudare”. Ho portato il vestito estivo, che altro questa fare? Ora sono in viaggio da Roma a Benevento: “Torno sabato”; settimana lo fanno laggiù, nell’antro di Mastella (Clemente). Arrivo a Caianello (che mi da sempre l’idea che lì termini il mondo). cio (non Usciamo. L’autista lo vedo quando entro in macchina: è bianchic mia lo vedevo da diversi mesi), un po’ smagrito. Me lo dice sotto casaMae’ mentre mette in moto la berlina: “Ci ho avuto du’ tumori ar fegato l’European (Maestro). So’ stato sei mesi senza lavora’. Oggi è il primo lavoro. Tra‘nfami! E’ Hospital e il Salvador Mundi ci ho lasciato tutti i soldi che avevo: sti Poi so’ mi’ moje che ha voluto. Non m’hanno fatto un cazzo. Solo levati li sordi. o), er stato da “coso” lì “er Professore”, è n’amico de n’amico de Max (Massim e: non produttore. M’ha infilato in ospedale. Nun c’è niente de mejo de n’ospedal un po’ ho pagato un cazzo. Du’ tumori ar fegato c’avevo! Mo’ sto bene. C’ho solo di fronte de sonnolenza ogni tanto. Oggi ho pure magnato, pensa ‘n po’! Ar barettoMo’ ‘o so’ all’ufficio. M’è venuta fame. Me so’ preso un tramezzino. Boni li fanno! Ricoverati proprio magnato con gusto! Ho perso du’ lavori, mannaggia a mi’ moje! te, gli ho detto, ‘a prossima vorta!” a. “Due tumori al fegato?!”, azzardo. “Du’ tumori Mae’!”, mi conferm salvi! Gli guardo i capelli: ce li ha ancora tutti. Al fegato? E quando tiquesti Al fegato è semplicemente letale. In più anche le sonnolenze! E di stop e della produzione affittano la macchina a uno che dopo sei mesi un due tumori che neanche s’è ripreso, se considera una vittoria morderela frase, neanche finisco è!)...Non lo infondo (e rlo rivomita senza ino tramezz l’inizio mi basta e avanza! Penso: “Ma come mi ci seduto porta questo a Benevento? Ma che viaggio faccio? E mi son pureridere. accanto al guidatore: il posto della morte!”. E poi mi scappa daio ora lo scriva. Fantastico. Geniale. E’ già tutto scritto. Ed è anche scritto che ce di Per questo è venuto Sestilio. E’ il mio prossimo film che si arricchis l’umorismo nuovi capitoli. E più vengono a galla i segni della tragedia, più che involontario del caso guida il gioco. Accade intorno a me. E’ il presente annoto. mente diligente io E futura. storia in arsi trasform come ce suggeris crisi, (lo L’idea dell’autista va sviluppata così: lui (cioè io) è un regista in Dio li chiamerò Nanni Muccì, una via di mezzo fra Moretti e Muccino cheè piaciuto stramaledica insieme a Virzì, che il film suo (Caterina va in città)Muccì è un a mia moglie più del mio! (S’è pure commossa!) Dunque, Nanni per questo regista in crisi. Il suo ultimo film è andato a ortiche (come il mio!),, al cinema, s’è chiuso in casa e non vuol più vedere nessuno, visto che nessuno o alcuni vuole più vedere lui. Lì, mentre medita sulle ragioni che spingon grasse, riceve islamici a trasformarsi giustamente in terroristi e coltiva piantinesi tiene ogni una telefonata: ha vinto un premio a un festival del cinema che e della Francia. anno in un paesetto situato in una piccola regione nel meridion vale! Andrà Per questo uscirà di casa: qualcuno finalmente l’ha capito quantoal fegato. a ritirare il premio. E becca lui, Sestilio: autista con due tumori in ospedale “Che mme frega de morì”, dice questo, “oggi su questa strada o domani ferma attaccato ai tubi, che differenza fa?”. A stacco vediamo adesso la berlina totale. un E’ Viterbo. per bivio del prima Aurelia 1 sulla SS a Poi stacco. Piano americano di Nanni Muccì dentro una cabina telefonic te nigeriane prostitu di paio un e o tramont il veda si dietro che modo in messa tre soli (lo che il capogruppo non vede l’ora di riaccompagnare a casa, loro mandato?”, hai mi chi dici “Mi rabbia: dalla o paonazz è Nanni . sa lui perché!) fa c’aveva il sbraita a Max, il produttore, “questo è lo stesso che un anno e mezzo delle dimensioni coscienza prendere ente assolutam voleva non che e prostata alla tumore me mi della macchina che guidava (quella della produzione). Cos’era? Un monovolu dicevo: che io E no?”. o si fiancate, due le distrutto t’ha Che no? o ricordi lo pare? Te a: “Ma rispondev mi che lui E vede?”. lo non stretto, è lì, da passa ci non che “Guardi ogni volta e come ‘n ce passo? Ce passo, ce passo!”, e ci lasciava vernice e quant’altro,“Ma che mme lui: E !”. strusciato ha Sestilio, “Ma dicevo: gli io E poteva. dovunque sto a pensare frega a me! Gli sportelli si rifanno, io c’ho un tumore alla prostata, mo’ Francia su in lui con mandi mi fegato, al tumori due c’ha che adesso “E a quelli!”. c’entra - a me una Mercedes? E in più - scusa se te lo ricordo, lo so che non c’entra manipoti, sempre futuri miei i forse, , riscuotere potranno che i” ”posdatat dei molli invece ti che le mie figlie figlino e i tuoi affari nel frattempo non falliscano!”. “Arrangia zi e Izzo, (Tognaz Simona e Ricky di set sul servono mi sani autisti gli Max - dice perplesso rispettivamente) ahò io mica li fabbrico eh!”. Guardo in “macchina” di film?! Ma altro un fare fa gliene già due quei a come: “Ma dico: e look) (camera Poi a stacco se è appena finito d’andar male anche l’ultimo che hanno appena fatto!”. guidato io da ho fine Alla piazza. In . paesello Al Francia. in arriva e la limousin arrivati”. Viterbo a lì: “Sestilio si svegli”, gli dico toccandogli una spalla, “siamo della ghigno Col . Esanime le. Immobi sorriso. un con guarda mi E quello atori e la morte dipinto sulle labbra. E in quel mentre, arrivano gli organizz ni, com’è ita?”, transalpi ‘sti a spiegà, a po’ un vaglielo mo’ “E . française rie gendarme no a salire i sembra dire il viso da morto di Sestilio, mentre, beffardi, comincia coda. di titoli www.bazarweb.info bazar 01 2005 videogiocando di giuseppe mottola 13 Non c’è pace sotto gli ulivi 3D Se amate i videogiochi perchè c’è poca pubblic ità, preparatevi a cambiare idea o a prenotare posto suicidio di massa: l’ultima Electronic Entertainment in un Expo è stata presa d’assalto da sciami famelici di pubblic a caccia di spazi nei giochi più importanti. Lo spot itari non è più sufficiente a catturare i maschi fra 18 e 34 in tv che abbandonano la televisione in favore dei videog anni così i dollari spesi per la pubblicità nei vg (sedici ame, milioni nel 2003) sono destinati ad aumentare. Due compa cavalcano l’onda in questo maremoto di verdon gnie i. La Nielsen Entertainment, insieme a Activision, ha condot una ricerca sui videogiocatori (vedi box Ecce caviae) to e ha creato un sistema per misurare la durata e la frequen za dell’esposizione alla pubblicità in-game; i banchi di prova sono stati Tony Hawk’s Underground 2 e The movies Massive inc., invece, ha inventato un metodo per cambia . dinamicamente la pubblicità scaricandola da server dedicare ti; questo sistema, inserito in 15 giochi (fra cui Splinte r Cell Chaos Theory), si affianca al tradizionale product placem ent e agli advergame (vedi box). La moltiplicazione dei prodot ti e dei loghi nei videogame non sarà miracolosa come quella dei pani e dei pesci, ma aumenterà gli introiti dei publish e quindi potrebbe spingerli a ridurre i prezzi dei giochi er, -e questo sì che sarebbe un miracolo... Ecce caviae La Nielsen Entertainment, insieme a Activision, ha condot negli Stati Uniti un’intervista telefonica su un campio to 1000 maschi di età compresa tra gli 8 e i 34 anni. Daine di dati raccolti si è appurato che un terzo degli intervistati ha una piattaforma di gioco e oltre un quarto di loro ricorda pubblicità che ha visto nell’ultimo videogame, sopratt la utto gli heavy gamers e i più anziani, che risultano essere i giocatori più accaniti. La pubblicità in-game è consid positivamente: al 52% degli heavy gamers piace l’ideaerata che il gioco contenga prodotti veri e il 70% pensa che la loro presenza lo renda più realistico. Ma il risultato più importa di questa ricerca è l’avvaloramento della tesi second nte la pubblicità in-game è persuasiva, perchè il 35% o cui intervistati ha dichiarato che essa li aiuta a decidere degli prodotti comprare. E’ bellissimo pensare che d’ora quali in poi anche mentre giochiamo e ci divertiamo saremo raggiun dagli onnipresenti consigli per gli acquisti... soprattutto ti per chi sperava di poter evadere dal quotidiano. Spot invaders Nuove e vecchie forme di pubblicità in-game si contendo no gli occhi (e le tasche) dei giocatori. La seduzione commerciale è alle port e. E una ricerca dice che la lasceremo entrare… Grandi firme, tante forme Come molti altri termini inglesi, product placement suscita un inspiegabile timore reverenziale, ma non è altro che l’uso dei media visuali come vetrine per pubblicizzare marche e prodotti. Leggenda vuole che il primo film a lanciare questa “moda” sia stato Vertigine di Hitchcock nel 1944; sessant’anni dopo è diventata prassi delle grandi produzioni hollywoodiane (ma non solo) stipulare accordi “sottobanco” con gli sponsor per coprire parte delle loro enormi spese (Minority report ha superato ogni record, incassando in questo modo circa 21 milioni di euro). Il passo dai film ai videogame è breve: dopo i primi, goffi tentativi (come il videogioco prodotto da McDonald’s con protagonista il celebre clown) la pubblicità è diventata meno evidente ma molto più invasiva: presto ci accompagnerà (“perseguiterà”, direbbero i maligni) nei videogiochi come già fa nel nostro quotidiano, giustificando la propria presenza come elemento di realismo con l’appello all’inalienabile diritto di ogni videogiocatore al massimo coinvolgimento possibile. Vuoi mettere la soddisfazione di salvare il pianeta con un cellulare Ericsson in tasca? O di schiantarti con lo skate contro una jeep Crysler...? Giocospot L’advergame è una pubblicità (advertising) sotto forma di gioco (game), un’esca assai prelibata che nel caso di Jeep 4x4: Trail of Life (titolo distribuito in Rete per sponsorizzare la jeep Wrangler) ha spinto in sei mesi ben 250 mila pesciolini consumatori nella rete di Chrysler, il 40% dei quali più che propensi all’acquisto. Gli advergame pubblicizzano di tutto, dalle bibite ai giocattoli, ma il matrimonio più prolifico resta quello con il cinema: l’esempio più recente è Alexander, ma la memoria gravida di ricordi vola a un passato quasi remoto, ai tempi di Alien e di Robocop, quando “titolo con licenza cinematografica” e “ciofeca inqualificabile” erano definizioni troppo spesso equivalenti. Oggi la musica è cambiata, eppure alcune note escono ancora soffocate dalla sordina (è il caso di Enter the Matrix). Il caso più bizzarro di advergame è America’s Army, un enorme spot dell’esercito USA teso a far proseliti fra le nuove generazioni. Al giovine stuzzica la vita del fante dopo averne vestito i panni virtuali? Gli basta compilare un modulo e op! si ritrova arruolato, con gavetta e tutto. Molto facile. Anche troppo. L’imitazione è dietro l’angolo. Qualcuno ha detto Taliban’s Army? 14 di caterina gonnelli onde bazar 01 2005 Giù la maschera con il reality teatrale tra trash In tempi di reality, di spettacoli e sperimentazioni, qualche cosa di buono ogni tanto esce, on sat naturalmente. E’ il caso di Tournèe la striscia settimanale su Leonardo che per sei mesi segue la vita di una vera compagnia teatrale impegnata nella preparazione di uno spettacolo. Se molti reality di successo sono accusati di finzione, poca spontaneità e talvolta di recitazione, chissà se nel caso di Tournée non accada il contrario dato che si parla di professionisti della recitazione. I protagonisti non parlano del nulla, non sprecano il loro tempo ad annientare il compagno di avventura ma si impegnano in provini, prove di palcoscenico, trattano autori di spessore, studiano e aiutano a diffondere cultura, svelano sì le loro debolezze ma anche i loro talenti, qualche lacrima potrà scapparci ma per lo meno con motivazione. Il programma è in onda ogni venerdì alle 21.30 e nell’arco di un’ora e mezza di trasmissione mette a nudo l’affascinante mondo del teatro, i suoi pericoli, le sue regole, i suoi lati tristi e i suoi lati magnifici, un po’ come la vita che alterna momenti di grande spettacolo a grandi flop. Dal backstage al debutto il programma svela la nascita e la vita di una performance teatrale e forse farà nascere qualche nuova stella, magari a livello internazionale. www.bazarweb.info a nei portafogli dei vip Fox Life sbirci congiuntura economica negativa tempi In un periodo di magri per i Paperon De Paperoni della nostra società. A tal punto che diventiamo sempre più sensibili ai soldi altrui, soprattutto se si tratta di personaggi famosi, i cosiddetti vip, i più esposti, i più amati e odiati allo stesso tempo. Dedicato ai guadagni dei più noti personaggi dello show business il nuovo programma tv La favolosa vita di...., il magazine che rivela quanti soldi passano nelle loro tasche ma anche come e dove li spendono. Un’indagine che non necessita certo del grande Sherlock Holmes perchè basta fare qualche domanda al jet-set, rubare qualche immagine alle star, rovistare tra i conti in banca dei super chiacchierati ma anche qualche sfogo di cameriere, donne delle pulizie e magari qualche ex fidanzato o fidanzata per conoscere vizi e virtù dei cari personaggi. Ognuno ha i propri altarini, le propria manie, non mancano i tirchi, gli ossessionati, gli shop addicted, gli spendaccioni parvenue, ma anche chi fa beneficenza .Chissà che non venga a bussare la porta qualche creditore, perchè non è sempre oro quel che luccica. Il programma, da non perdere per chi soffre di curiosità acuta e ama farsi gli affari altrui, è visibile su Fox Life ogni martedì alle ore 22.45. Se poi non vi bastasse e volete mettere il dito nella piaga della vita più privata dei vip, intervenendo direttamente, il canale Leonardo trasmette ogni lunedì, mercoledì e venerdì alle ore 19.00 Allo Specchio, con l’abile conduzione di Alfonso Stagno che invita alcuni noti personaggi ad aprire la loro anima, dialogare con se stessi permettendo al pubblico di porre spietate domande. Una sorta di seduta psichiatrica a più voci dove l’ospite diventa per qualche minuto vittima e il pubblico carnefice, una prova di abilità nello sfuggire a domande troppo impertinenti ma anche un modo per esorcizzare i lati più nascosti della propria personalità. Un reality reale E’ quello proposto su Leonardo per seguire la tournèe di una compagnia teatrale. Ma chi ama curiosare nei portafogli dei vip avrà pane per i denti su Fox Life. E per gli amanti dei cieli stellati… in arrivo due frizzanti novità! Satellite senza confini: ora anche in volo Udite, udite, ecco una notizia che rincuorerà gli appassionati di tv satellitare: dal 2007 i voli di linea in viaggio tra l’America, l’Europa il Medio Oriente disporranno di oltre 60 canali televisivi multiling e ue con programmi personalizzati a seconda della tratta grazie società Air tv, azienda americana specializzata in fornitura alla di servizi d’intrattenimento a bordo di aerei. Il lancio del satellite per la aerei permetterà di passare il tempo più facilmente, evitando tv sugli soliti e spesso noiosi film in DVD. Se il progetto avrà success quei servizio, che include anche navigazione Internet in banda larga,o questo posta elettronica e servizi dati, sarà esteso ai voli a medio-corto raggio mentre in Europa il sistema di AirTv è in fase di sviluppo tramite un consorzio di aziende che coinvolge anche EADS. Rimanen cielo un’altra novità, questa volta che riguarda il mondo delledo in arriva Astro Tv, una Tv tematica interamente dedicata al stelle: dell’astrologia e della lettura dei tarocchi, un hobby e una mondo che appassiona sempre più persone che magari, durante un professione possono rivolgersi agli astri per sapere se arriveranno sani evolo, salvi a destinazione. www.bazarweb.info bazar 01 2005 sintonie di giulia baldi 15 e… alità, o del progresso materiale,in ogni Londra: l’attu In diretta dapenso: vetrina dei negozi di ormai la radio digitale è una realtà acquisita, interessante e divertente. Così, In ritorno da Londra hi riceventi. Il design è spesso retrò futurista, per cui si tratta anche di elettronica, in ogni locale e in ogni casa stanno comparendo gli appareccradio anni ’30, poi legno e metallo, in genere chiari). Ma, soprattutto, delle quelle ricordano casi alcuni in che semplici, oggetti piacevoli (linee o a trasmettere) in AM o FM, ai nuovi canali tematici. Una si ascoltano già decine di canali: da quelli che già trasmettevano (e continuan informazione, documentari, trasmissioni edutainment appunto: , divertenti e nti interessa spesso molto parole, e suoni vera indigestione di diversi...ancor più di quanti non se ne ascoltino via generi molti di musica, te, ovviamen e, letture ati, sceneggi ent), (educational + entertainm , anno di composizione, stile musicale, e altre notizie dell’album e brano del titolo autore, reale tempo in sapere di piacere il etere, e con in più e curiosità in pillole. Da veri appassionati. E da futuri tali. … il passato, o delle regole sociali! inizia a trasmettere la Nel settembre 1997 a Londra “London’s Only Alternative” radio, come loro stessi dichiaravano, cioè Xfm. Musica Alternativa era la promessa, e la pietanza. E buono il successo, fin dall’inizio. Non passano che pochi mesi e... colpo di scena: nel 1998 XFM viene comprata proprio dal gruppo Capital, quello della più commerciale delle radio londinesi. Tutt’altro che strano e imprevedibile, ma comunque non meno shockante, il suono di Xfm cambia, e diventa più mainstream, molto più mainstream. La virata, però, non può durare a lungo: nel 1999 la Radio Authority (istituzione comunque molto attenta, e tanto più in questo caso, perchè sollecitata dagli ascoltatori delusi per il cambio di music policy), multa Radio Xfm per non aver rispettato il loro PoP (Promise Of Performance, documento creato al rilascio della licenza, che attesta le intenzioni della radio stessa – intenzioni in base a cui la licenza è concessa o meno). E ora il lieto fine: dal 2000 XFM ha aumentato la varietà della sua musica, tornando a trasmettere principalmente musica nuova e alternativa. Oggi è di nuovo il punto di riferimento della scena indie (che a Londra è anche la più fashion, ma questo è un altro discorso...). Ah, che belle le favole moderne! http://www.xfm.co.uk/ Cosa succede nell’etere? A Londra se i radioascoltatori protestano per una programmazione “uncorrect” l’Authority li ascolta e… li accontenta. E in Italia? Intanto si fanno sentire le donne e qualche illustre commentatore… Leggere la stampa … con le orecchie! A Roma RadioRock Italia è condotta da sole donne! Sul sito www.radiorock.it si legge “finalmente a Roma una radio condotta da sole donne per gli amanti di tutta la musica italiana. Rock, d’Autore, Leggera e molto altro ancora, l’unica alternativa alla musica italiana da “classifica…” Ma, mi chiedo: perchè condotta solo da donne??? La risposta ce la daranno sicuramente in etere. Queste sono le frequenze: 89.9, e questi i numeri di telefono: 0643598888 - sms: 3889106600 Iniziare la giornata con una bella scorpacciata di informazioni: è la proposta di Prima Pagina, rubrica di rassegna stampa di Radio 3 che ogni settimana invita alla conduzione (o meglio, alla lettura commentata) un illustre giornalista, professore, pensatore, del nostro bel paese, secondo i dati Audiradio segna l’inizio della giornata di circa 500 mila ascoltatori. Prima Pagina è stata una delle prime trasmissioni del canale: è nata nel 1976, ideata da Enzo Forcella; e ha avuto come primo illustre conduttore Eugenio Scalfari. Oggi va in onda ogni giorno dalle 7.15 alle 8.38, a cura di Paola De Monte. E fa arrivare in redazione circa 15.000 telefonate l’anno; provenienti, orientativamente, il 48% dal nord, il 30% dal centro e il 22% dal sud; il 60% delle chiamate sono fatte da uomini, il 40% da donne; il target culturale, è quasi inutile dirlo, è medio-alto...Ma Prima Pagina, in realtà, non è affatto una trasmissione difficile, tutt’altro: la lettura delle prime pagine, infatti, permette di cogliere le notizie più importanti in pochi minuti; e i commenti rendono gli articoli di più facile interpretazione e più interessanti. Per intervenire in diretta, è attivo dalle 7.00 alle 8.30 il numero verde 800 050 333. Per contatti in altri momenti il numero è 063219932. Il sito è www.radio.rai.it/radio3/primapagina e l’indirizzo email [email protected]. Ultimo suggerimento, l’archivio: come sempre un vero tesoro (che, oltretutto, si può aprire proprio quando si vuole). 16 di gabriella serusi scene bazar 01 2005 www.bazarweb.info Folgorazioni sceniche Se Professor Bernhardi sorprende per il modo in cui racconta il pregiudizio religioso nei confronti degli ebrei, Electra folgora per gli incre dibili effetti di realismo scenico. Risultato? Lo spettatore resta assorbito dalla scena Professor Bernhardi - L’arte di psicanalizzare la politica è “ROBA DA CLINICA” Meglio non parlare di politica apertamente. Nel migliore dei casi si rischia di essere noiosi, sopra le righe, politically uncorrect, fuori luogo, anacronistici etc. etc. Nel peggiore dei casi, a non essere d’accordo con il pensiero mainstream, si incorre nel pericolo di figuracce, isolamento o botte. Ci appelliamo quindi all’antica accezione di “politica”, ovvero l’arte della polis. All’epoca dei Greci era un bel discutere: il bene del cittadino veniva al primo posto. Di politica si occupavano filosofi e intellettuali. Queste poche e succinte considerazioni mi sono state ispirate da una pièce anomala e al quanto interessante, messa in scena da Luca Ronconi. Se non temete la lunga durata dello spettacolo, Il Professor Bernhardi, elaborazione scenica di un testo minore di Arthur Schnitzler (ricordate Doppio sogno che ispirò Stanley Kubrick?) potrebbe essere un ottimo esercizio di analisi degli intrecci fra politica, morale e medicina. Schnitzler scrisse l’omonimo libro ambientandolo nel 1912, nella Vienna di Sigmund Freud, il papà della psicanalisi, in un contesto a lui ben noto fortemente connotato simbolicamente. Un ospedale, un ambulatorio, una casa privata, un consiglio di amministrazione e un ministero, sono gli ambienti ricostruiti da Ronconi e capaci di sintetizzare la parabola del Professor Bernhardi, medico ebreo di professione, la cui storia, per i climi descritti da Schnitzler, non appare lontana dal celeberrimo “caso Dreyfuss” che animò il dibattito intellettuale sul tema dell’antisemitismo nell’Europa tardo ottocentesca. L’antisemitismo è infatti uno dei motori della commedia la cui funzione è di mettere a nudo, attraverso la violenza della polemica e del pregiudizio religioso, le dinamiche, le perversioni e le idiozie gerarchiche, la dialettica vuota, il parlamentarismo e l’ipocrisia del mondo accademico-ospedaliero. A interpretare Bernhardi è Massimo De Francovich: il suo ambiguo antagonista, il Ministro, Massimo Popolizio. La pièce non è mai stata rappresentata in Italia. Professor Bernhardi di Arthur Schnitzler - regia Luca Ronconi Teatro Strehler, Milano, dal 18 gennaio–20 febbraio 2005 con (in ordine alfabetico) Riccardo Bini, Giorgio Bongiovanni, Francesco Colella, Giovanni Crippa, Massimo De Francovich, Luigi Di Berti, Pasquale Di Filippo, Raffaele Esposito, Gianluigi Fogacci, Sergio Leone, Tommaso Minniti, Paolo Musio, Michele Nani, Massimo Popolizio, Elia Schilton, Simone Toni, Carlo Valli, Emanuele Vezzoli. Platea: Intero, Euro 29,50 Ridotto card Gio/Anz, Euro 18,00 Balconata: Intero, Euro 23,50 Ridotto card Gio/Anz, Euro 15,00 Last Minute: Euro 10,00 nia Una Elettra ad alta stereofo figlia di Agamennone Ricordate Elettra? Era la fanciulla e Clitennestra, sorella di Oreste e Ifigenia, che dopo l’uccisione dell’eroe Agamennone, salvò il fratellino mandandolo bambino nella regione della Focide e si immolò come schiava pur di salvargli la vita. Tornato da adulto, lo aiutò a vendicare la morte del padre nella quale era implicata anche Clitennestra. E siccome la giustizia è un valore che compete lo stato e non il singolo, la poveretta fu condannata a morte e salvata in estremo da Apollo. Di drammi a lei dedicati se ne contano tanti, primo fra tutti quello di Sofocle, ma non si possono dimenticare le pagine teatrali dedicate all’eroina vendicativa della classicità da Eugene O’neill – celeberrima la trilogia del 1932 dal titolo Il lutto si addice ad Elettra – o da Hugo Von Hofmannsthal. Proprio quest’ultimo autore, all’alba del 1900 modellò su Elettra uno dei drammi antirealistici più riusciti della sua carriera. Prodotto dal Mercadante Teatro Stabile di Napoli, in collaborazione con la Fondazione Teatro Stabile di Torino, con la regia di Andrea De Rosa e il suono di Hubert Westkemper, questa Elettra appena rappresentata a Torino negli spazi della Cavallerizza, è semplicemente strabiliante per la capacità del regista di attualizzare il mito della giustizia privata, è folgorante per gli effetti di realismo scenico ottenuti grazie a un sistema acustico complesso che pare avvicinare la scena allo spettatore tanto da sfiorarla con un dito. L’effetto è di totale immersione nel teatro, il tempo sembra bloccato, tutto è immobile, da anni. Le azioni si ripetono sempre uguali, i riti sono svuotati di senso, le parole faticano a trovare una strada. Si attende o si teme l’arrivo di Oreste, che verrà un giorno per uccidere la madre, Clitennestra. A un certo punto, quasi ci si dimentica che lui debba tornare, si fa fatica a credere che egli verrà davvero, si stenta a ricordare perché. Si cerca sotto la superficie opaca delle intenzioni, l’origine di un dramma e non la si trova. Ciò che si trova è un profondo senso di nostalgia e di dolore che fuoriesce dal petto di Elettra e giunge assordante all’orecchio dello spettatore. ELETTRA Di Hugo Von Hofmannsthal Una produzione del Mercadante Teatro Stabile di Napoli in collaborazione con Fondazione Teatro Stabile di Torino un progetto di Andrea De Rosa e Hubert Westkemper regia Andrea De Rosa suono Hubert Westkemper con Frédérique Loliée, Maria Grazia Mandruzzato, Moira Grassi, Paolo Briguglia Teatro Mercadante, Napoli dal 19 al 26 gennaio 2005. Durata: 1h e 10m. Info 0814971090 www.bazarweb.info bazar 01 2005 scene di gabriella serusi 17 Intrecci d’amore Movimenti inusuali e sorprendenti quasi al limite del non-umano. E poi volteggi come piume tra tradizione accademic o-moderna e spettacolarità. All’insegna di un amore senza lieto fine Schiaccianoci Medea La compagnia di danza Abbondanza-Bert certamente fra le più preparate e di alto livelloni è circolazione sul nostro territorio; ci si aspet o in grandi prove da questo gruppo di performerta quindi che dedica al training sempre lunghi periodi di preparazio Se a settembre avete perso la loro Medea, presene. ntata nell’ambito del festival eterogeneo Enzimi, mancate di presenziare all’appuntamento al non dell’Arte. Il celeberrimo mito di Medea Teatro viene ora manipolato e usato a pretesto dallae Giasone per parlare di altro. Il fatto è che non si capis compagnia cos’altro parlare se non d’amore quando si ce bene di I fatti narrativi slittano in secondo piano (il parla di lei. capisce perché debba avvenire sempre nellache non si che nel teatro), così che, nel caso non cono danza più storia dell’amore di Medea per Giasone, deisceste la di quest’ultimo e della atroce vendetta della tradimenti non sperate di capirci qualcosa in sala. Godedonna, piuttosto l’intreccio dei corpi, i loro movi tevi distratti e sempre sorvegliati fino al limite menti mai umano, la scena animata da corpi contratti del noncaratterizzano ormai tanta della danza contee tesi che I quattro danzatori si muovono vorticosam mporanea. ente, spesso in larghi turbini accompagnati da fittive venta parte simulate dall’uso di fumo bianco, gene te (in sputato sulla scena da dietro le quinte), senzarosamente l’effetto di “grazia”. Certo non è detto che ricercare alla forma debba necessariamente corrispondere un conte però sarebbe il caso di tenere presente alme nuto, no il senso. Lo spettatore ne gioverebbe alquanto. Medea - della Compagnia Abbondanza-Be rtoni di Paolo Sanvito coreografie: Michele Abbondanza e Anto performer: Bianca Francioni, Marco Mercnella Bertoni Penitenti, Antonella Bertoni, Michele Abboante, Marco ndanza musica: Mauro Casappa scene e luci: Lucio Diana costumi: Patrizia Caggiati Teatro dell’ArteViale Allemagna 6, Milano Telefono: 02861901 www.teatrocrt.org Dal 27 al 28 gennaio 2005 Una bella favola classica è il modo migliore per cominciare l’anno. Se poi lo spettacolo porta la firma di uno dei più celebri e apprezzati danzatori del mondo, l’appuntamento diventa imperdibile e quasi d’obbligo. Lo schiaccianoci, capolavoro in musica di Pétr Ill’ic Tchajkovskij, tramandato con differenti coreografie fino ai giorni nostri, porta l’impronta coreografica di Alexander Vorotnikof. Leggerezza, eleganza trasognata e grande perizia tecnica della squadra di ballerini impegnata a supportare la coreografia di Nurajev, sono gli ingredienti principali di questo spettacolo che fonde tradizione accademico-moderna con spettacolarità. È sorprendente vedere come a distanza di anni la favola colpisca ancora la mente e il cuore dello spettatore e come senza alcuna difficoltà riesca ancora a sintetizzarne la cifra espressiva della danza Schiaccianoci - Teatro di Mosca – La classique Coreografia di Alexander Vorotnikov Musica di Piotr I. Ciaikovskij Teatro Carcano, v. Porta Romana, 63 – Milano Dal 31 dicembre 2004 al 2 gennaio 2005 Info: www.teatrocarcano.com Tel.: 0255181377 biglietti: POLTRONISSIMA 22,00 anziché 30,00 BALCONATA 16,00 anziché 21.00 Giselle Cosa non si fa per passione o per amore! Nel caso della bella Giselle che in questo balletto leggiadro e delicato veste le punte di Letizia Giuliani, la contadinella è divisa fra l’amore per la danza e quello per il nobile Albrecht. Certo, lei non sa che lui è ricco sfondato, né tantomeno è al corrente che ha una fidanzata, bella e ricca quanto lui. Come sempre accade anche nella vita, ci pensa il geloso contendente di Albrecht a rivelare improvvidamente la verità smascherando il rivale. Il primo atto del balletto si conclude con la tragica morte della fanciulla che per ironia della sorte sacrifica se stessa per amore. Il secondo atto è però tutto da godere perché finalmente viene fatta giustizia in altre parole periscono i cattivi. Muore l’antagonista di Albrecht e rischia : di lasciarci le penne anche Albrecht, se non che Giselle, divenuta spirito benevolo lo salva all’ultimo momento. Non aspettatevi il lieto fine perché non ci sarà, godetevi l’attimo che precede la sparizione della povera contadinella. Giselle ma volteggia sulle punte – che dico, vola leggera sulle ali del suo amore e scompar dietro le quinte, per riapparire subito dopo mano nella mano con il signore e del suo cuore. Si prega di applaudire. Giselle Coreografie di Marius Petipa Musiche di Charles Adolphe Adam Direttore Nir Kabaretti Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino Teatro Comunale, C.so Italia 16 – Firenze Dal 12 al 19 gennaio 2005 Info: www.maggiofiorentino.com Tel. 199 109910 Biglietti: intero Euro 50 ridotto Euro 45 www.bazarweb.info bazar 01 2005 scene.salmoni di enrico lo verso 19 Spazio ai talenti freschi Creare uno spettacolo per portare in scena il futuro Cara Eugenia, solo due righe per dirti che ho visto un altro spettacolo. Un attore bravo, famoso, al Teatro Sistina di Roma in un one man show. Era circondato da una marea di balleri ni, cantanti, attori, musicisti, caratteristi.. Durante lo spettacolo mi chiedevo che provin fatto il regista per trovare così tante professional ità diverse. Alla fine, in camerino, mi ha detto chei avesse ha una scuola, e lo spettacolo è nato per portarli in scena. BRAVO. Grazie Caro Enrico che bello l’amore che ci racconti per il teatro e i giovani artisti. Anche Bazar si affanna a proteggere i talenti giovani, che sono tanti. Come te credoper il bello dell’arte, che è anche quello della vita, sia proprio la scoperta. Quando si scopre un nuovoche modo di espressione artistica si è costretti a reinventare le categorie critiche e del giudizio e ci si ritrova improvvisam ente ignoranti, senza definizioni per definire. Credo che in quell’ignoranza c’è l’apertura che ca un cambiamento, un progresso, un contributo aggiuntivo a ciò che già esiste ed è stato digerito.provo spazio ai giovani, ascoltarli, dare loro la possibilità di esprimersi e lavorare è garanzia di rigenerazione eFare rivital izzazione culturale. Grazie per affiancare Bazar in quest’opera difficile di dilataz ione dei confini. Eugenia www.bazarweb.info bazar 01 2005 suoni.recensioni di fabio murru 21 li ect Circle allo stile inconfondibile di Riz Ortolani. na rso pe ili St Perf dei a sfid cile diffi a Dall magiche note blues scelte da Martin Dalle nostalgiche sonorità dei Verve alle sonora dell’ultimo film di Scorsese. Fino alle sensuali emozioni della colonna Wenders sull’America contemporanea. Riz Ortolani The genius of Riz Ortolani Bmg più di 40 anni che la musica del Sono ormai a italiano. maestro Riz Ortolani accompagna il cinem di orchestra Compositore, orchestratore e direttore ed alla Ortolani grazie alla sua grande personalità a creare uno sua inesauribile vena creativa è riuscito scibile ricono te stile personalissimo e perfettamen il cinema in tutto il mondo. La sua musica oltre che azionale italiano ha interessato anche quello intern la prima e molte grandi produzioni televisive comeforo Colombo edizione de La Piovra di Damiani o Cristo Tra i nomi di Lattuada si sono avvalse della sua arte. sono lasciati dei registi italiani e internazionali che si Pupi Avati, accompagnare dalle sue note De Sica, per citarne solo Zeffirelli, Terence Young, Melvin Frank maggiori temi alcuni. Il disco propone una raccolta dei 36 brani e scritti nella sua carriera, un doppio cd con libretto. dotato anche di un poster ed un utilissimo Lightning in a bottle Martin Scorsese presents the blues bia Legacy va a Colum so anno Martin Scorsese porta lo scor icale: presentare compimento il suo progetto mus mpagnati da il blues con bellissimi film acco ambito di questo splendide colonne sonore. Nell’2003 a New progetto la sera del 7 febbraio Music Hall lo York, nel prestigioso Radio City to un concerto stesso Scorsese ha organizza ne di quella di beneficenza. Ora la registrazioin un bellissimo magica serata viene pubblicatai che sono saliti e imperdibile doppio cd. I nom lasciano senza sul palco per esibirsi quella sera re: Kem’bo, Mavis fiato gli appassionati del gene lie Cole, Gregg Nata r, Ulme d Bloo s Jame les, Stap Solomon Burke, Allman, Neville brothers, King s Bb King, e tanti l’immenso imperatore del bluein rassegna il blues altri ancora. Il concerto passa attraverso il rock, in tutte le sue forme passandoel e chiaramente il country, il folk, il jazz, il gospienza unica, un il blues tradizionale. Un’esper ati non possono capolavoro che gli appassionscono il blues perdere. Per quanti non cono i a questo un’occasione unica per avvicinars io entusiasmante sound così profondo. Un viagg alle sue radici più nella musica, nella cultura, finoa sonora che ci aiuta profonde. Una vera esperienz ascoltiamo oggi a ricordare che tutto quello che nasce da lì. A Perfect Circle Emotive Virgin Il coraggio The Verve This Is Music: The Singles 92-98 Emi Un vero e proprio percorso musicale nella carriera dei Verve diviso in 14 tappe dove sono anche inseriti due bellissimi inediti. La storia dei Verve è durata poco: 5 anni e 4 dischi pubblicati. Poi il gruppo si è diviso proprio quando il successo più grande stava arrivando. Ad ascoltare oggi questa bella raccolta ci si rende conto di quanto la band valeva. Un pop d’autore di altissima qualità, brani a volte tristi, altre volte straripanti di energia. Sempre originali e perfettamente in linea con i tempi, Ashcroft e compagni, nella loro dolce-amara sinfonia, hanno lasciato nella musica pop pagine importanti che ora profumano incredibilmente di nostalgia. certo non manca ai Perfect Circle del panorama internazionale. Maynard, voce , band di culto del gruppo, e i suoi compagni, affrontano una sfida difficile produrre un concept album formato da tutte : quella di quello della guerra, affrontato all’arma biancacover. Il tema è , stravolgendo completamente canzoni di pace. Brani classic meno conosciuti sono lo strumento per creare i e altri un pop rock che irrompe come un lampo a ciel sereno le nostre orecchie e le nostre sensibilità. , aggredisce Ricon oscere i brani originali è molto difficile. Al primo ascolt Mode, Joni Michell, Marvin Gaye ne escon o Depeche completamente. Ne rimane solo lo schele o destrutturati musica rarefatta, insidiosa e inquietante, tro, il resto è per niente serena. Il brano che stupisce di più è il classico dei di Lennon. I puristi grideranno allo scand classici Imagine di Lennon non esiste più. Il brano è sconvalo, l’ottimismo anch’esso una perla come l’originale. A olto ma diventa cosa serve una cover se non ci emoziona come l’originale? emozioni diverse, ma questa è l’arte. Il branoSi tratta di le tenebre lo accolgono piano piano, sotto è magnifico, incalzante della batteria, come un bomb l’incedere ardamento. Può sembrare banale dire che la guerra è doloro fa male. Ma dirlo con un brano come questosa, triste e scuoterci, dissolve tutta la banalità, lascia , capace di angoscia e paura che ci aiuta a riflettere. ndoci un senso di Land Of Plenty Music from the Motion Picture Sony Music io. Proviamo ad ascoltare”. Si “Restiamo in silenz Wenders chiude cosi lo struggente film di Wim lato “La terra sull’America contemporanea intitoperfetta per è dell’abbondanza”. Questa frase na sonora del film. presentare ora l’uscita della colon ti temi musicali, Ascoltiamo in silenzio gli affascinan e bellissimo brano primo tra tutti il sofferto, struggente il titolo all’album. Un di Leonard Cohen che dà anche stati emozionali del lavoro che raccoglie benissimo gli i. Nel cd sono film e che non può lasciare indifferent appositamente per presenti ben sette brani composti tedesco Thomas la pellicola cinematografica, dal duorock d’autore di Hanreich e Patrick Christensen, un firma di artisti del tutto rispetto, ai bellissimi brani a asweed, Die Toten calibro di David Bowie, i Travis Mam na sonora colon Hosen e poi ancora Cohen. Una degna compagna coinvolgente, sensuale e profonda,tro Wenders. delle bellissime immagini del maes 22 di pietro d,ottavio suoni bazar 01 2005 www.bazarweb.info Concerti “da sogno” Dalle storie di un’America “diversa”, raccontate R.E.M., ai voli eclettici di Brad Meldhau, che spazia con dai la stess disinvoltura tra le note di Chopin e quelle dei Radioheada R.E.M. Ho fatto un sogno. Nel sogno i movimenti degli occhi sono rapidi, cioe’ Rapid Eye Movement, cioe’ R.E.M. Un sogno americano in cui Bush non e’ al governo, non ci sono guerre imperialiste, il petrolio e’ solo la matrice di carburanti obsoleti. Il sogno di due concerti nelle notti italiane di metà gennaio, protagonisti i R.E.M. Il sogno dei R.E.M., vivere in un’Amer ica dove tutti hanno diritto di cittadinanza e dove la west cost non e’ solo la costa ovest degli Stati Uniti, ma una cultura rock – e non solo – che dalla fine degli anni Sessanta rivoluzionò pacificamente il pensiero collettivo. La west cost dei Byrds, i più evidenti punti di riferimento per i R.E.M., quella delle rock-ballad che hanno lasciato un segno nella storia della musica raccontando storie in chiaroscuro di piccoli grandi uomini (e donne), con una colonna sonora spesso indelebile. Il testimone di cantastorie i R.E.M. lo hanno raccolto proprio da quella generazione di artisti, e oggi continuano a raccontare le vicende dell’altra faccia dell’America, metropolitana o di provincia che sia. In 22 anni di vita artistica la band di Athens ha fatto cantare a un paio di generazioni -Xo Y che siano state - inni come “Loosing My Religion” o “It’s the End of World” (tradotta in “A che ora e’ la fine del mondo” da Ligabue), pietrethe miliari che nei concerti dal vivo non mancano mai. Anche se stavolta in primo piano saranno le nuove canzoni che Michel Stipe e compag ni hanno da poco dato alle stampe e riunito nell’album “Around The Sun”. Tutto da scoprire, dal vivo. Saranno due concerti da sogno nelle notti italiane di metà Gennaio. Sicuro. Le date 15 Forum di Assago (MI) 16 Palaonda di Bolzano info: 0253006501 CEDAR WALTON 2 - ore 16 Palazzo del Popolo, Orvieto (Terni) info: www.umbriajazz.com AMERICAN MUSIC CLUB 11 - Circolo degli Artisti, Roma 13 - Raimbow, Milano 14 - New Age, Treviso 15 - Velvet, Milano info: 0670305684 JULIETTE GRECO 12 - Teatro Sociale, Mantova info: 0376368618 SERGIO CAMMARIERE 14 - Teatro Smeraldo, Milano 15 - Teatro Colosseo, Torino 27 - Teatro Comunale, Belluno 29 - Teatro Sashall, Firenze 30 - Teatro Animosi, Carrara info: www.sergiocammariere.com GREEN DAY 16 - Forum di Assago (MI) info 0248047501 MARC RIBOT 16 - Teatro Manzoni, Milano 0276000231 FRANCO BATTIATO 24, 25 - Alcatraz, Milano 26 - Palaravizza, Pavia 28 - Palaruffini, Torino info: 0269016352 LEE SCRATCH PERRY 28 - Magic Bus, Venezia www.magicbus.it WIM MERTENS 30 - Teatro Luigi Bon, Udine info: 0432543049 Brad Mehldau Il “caso Mehldau”, ovvero quando il jazz valica i confini della nicchia e si impone all’attenzione del grande pubblico. Brad Mehldau, protagonista di una sorta di “carte blanche” nella prossima e promettente edizione di Umbria Jazz Winter, è in qualche modo la punta dell’iceberg di una nuova schiera di musicisti jazz che riescono a coniugare altissima qualità e una capacità di farsi apprezzare da ampie platee di gusto raffinato. Il pianismo del trentaquattrenne musicista nato in Florida e’ innovativo quanto creativo, estetico quanto concreto. Alcune sue caratteristiche sono ormai un marchio di fabbrica, come l’uso della mano sinistra “concertante”; cioè che non si limita all’accompagnamento ritmico, ma crea costantemente spunti e contrappunti che dialogano all’interno del tema e contribuiscono alla creazione di una struttura polifonica. Il repentino successo, che lo accompagna ormai da diversi anni, non ha fatto sedere Brad sugli allori. Nel 2004 Mehldau ha sfornato due dischi diversissimi, “Anything Goes”, in trio, e il controverso “Largo” in cui Brad ha inserito una cover di Paranoid Android dei Radiohead, il gruppo faro del più nuovo illuminato rock elettronico. Una ulteriore conferma dell’estremo eclettismo dell’artista che nel suo dna sonoro concentra e distilla Chopin, Glenn Gould e Bill Evans. Ma più semplicemente Mehldau deve pensarla come Duke Ellington. Per il “Duca” ci sono soltanto due generi musicali, good music or bad music. A Brad piace suonare quella buona. Le date 1 ore 16 con Flurine Palazzo del Popolo, Orvieto (Terni) 1 ore 20.45 piano solo Teatro Mancinelli, Orvieto (Terni) 2 ore 20.45 duet con Danilo Rea Teatro Mancinelli, Orvieto (Terni) info: www.umbriajazz.com www.bazarweb.info bazar 01 2005 suoni di marcello amoruso 23 I ratti della Sabina Un mondo fiabesco ambientato in un circo. Le derive popolari di un gruppo che folkrock, in bilico fra tradizione e mod ernità, alla ricerca di un incantesimo…suona Segni particolari: leggerissimo egocentrismo. È così che Roberto Billi, frontman del gruppo, si presenta sul sito della band, e non è da meno sul palco. Al Mei di Faenza del novembre scorso, dopo il primo brano lo si sente esordire: “perché noi siamo bravissimi…”, opportunamente seguito da un teatrale prologo: il tutto proferito con una espressione di ovvietà e allo stesso tempo derisione. La cosa ti urta un po’, ci pensi, ma la musica è predominante, cominci a sentire il peso dei richiami sonici che insieme mano mano costruiscono un muro che si innalza sempre più fino a sopraffarti. Sei vittima di un incantesimo e prendi a muovere la testa, la vita… proprio si, anche quelle, le chiappe. Sarà l’ammiccare del violino, le note striscianti del flauto, il sollazzo di fisarmonica e organetto, l’impudenza del mandolino, le chitarre roboanti: di certo il muro del suono che l’insieme forma. Nascono nel ’96, I ratti della Sabina fin dai primi passi, Acqua e terra del ’98 (autoprodotto) e Cantiecontrocantinca ntina del 2001 (UPR), costruiscono un suono che recupera la tradizione della musica popolare intrecciandola con spinte moderniste. Canzone d’autore, tarantelle, ballate si fondono nel nome di un combat-folk e di un rock avvolgente, mentre i testi raccontano di personaggi “minori”: violinisti pazzi, pifferai magici, funamboli e giocolieri, briganti e mercanti. “Quella del circo ci è sembrata l’ambientazione più adatta per raccogliere sotto il cielo di un tendone fantastico le storie e i personaggi che hanno ispirato le nostre canzoni”. I “maestri di follia”: questo l’immaginario empirico da cui i Ratti traggono ispirazione; questi i vissuti che danno linfa vitale alla band. La stessa che gli ha permesso di giungere alla terza uscita discografica, Circobirò del 2003, prodotto dalla Uprfolkrock (www.uprfolkrock.com), etichetta dedita esclusivamente al folkrock, la stessa dei Folkabbestia. Oltre alla partecipazione di ospiti quali Cisco dei Modena City Ramblers e Marino Severini dei Gang, motivo di fregio per i Ratti sono le illustrazioni grafiche dell’album realizzate dall’artista genovese Francesco Musante. Per le date dei prossimi concerti: www.rattidellasabina.it Sensoralia Festival Suoni e video come estetizzazioni tecnologiche, ricerca alchemica nei sistemi binari. Al Teatro Palladium di Roma, la musica elettronica suona e appare come pratica sperimentale al confine dei sensi. Mercoledì 19 Gennaio si inaugura la seconda stagione di Sensoralia, festival dedicato alla musica elettronica e alla visual art, ideato dal Brancaleone e dalla Fondazione Romaeuropa. Ad aprire la rassegna, il 19, Between Science e Garbage, tra musica e cinema, di Bob Ostertag e Pierre Hérbert; a seguire, il 26, Kaffe Matthews, Janek Schafer, Leafcutter John interagiranno in tempo reale con i video di Scopac. www.teatro-palladium.it Elettrowave Challange 2005 Il 31 gennaio è il termine ultimo per la presentazione dei demo che andranno a concorrere per l’Elettrowave challange. Giunto al sesto anno, il concorso è volto alla ricerca di nuovi talenti tra dj, produttori e vj cui verrà data l’opportunità di esibirsi il 15 e 16 luglio 2005 sui palchi di Elettrowave. Promosso dalla Fondazione Arezzo Wave Italia (Fawi) in partnership con Pioneer Italia, la sfida di quest’anno premierà i migliori dj e vj con una strumentazione professionale da sogno. Il bando di concorso è scaricabile dal sito www.arezzowave.com Info e-line: [email protected] Nova Canzone per Roma “Il canto di dieci donne per alleviare le sofferenze delle donne africane”, questo lo slogan della Seconda Rassegna di canzone inedita, Nova canzone per Roma, promossa dall’Associazione Culturale Orsa Maggiore con il contributo del Comune di Roma. L’iniziativa ha selezionato dieci cantanti donne che andranno a comporre la line up del cd omonimo che verrà dato in cambio di una donazione. Il ricavato sarà assegnato all’Aidos – Associazione italiana donne per lo sviluppo – e contribuirà alla creazione di un Centro per la salute delle donne e la prevenzione delle mutilazioni dei genitali femminili e dell’AIDS in Burkina Faso. Per le donazioni: Tel. 0666410323, 3939119647 www.romeyoung.com Netmage 05, il festival delle arti elettroniche Gli ultimi approdi delle sperimentazioni elettroniche si incontrano a Bologna. Suoni e video intarsiati gli uni sugli altri, nell’estetizzazio ne algoritmica di un linguaggio comune: il bit Proseguendo l’indagine sul terreno del live media, Netmage 05 acquisisce quest’anno una veste più impegnata: “la rigorosa ricerca sull’intersezione tra fenomeni visivi lato, toni lirici e atmosferici e, dall’altro, tensioni critiche legate ai grandi e fenomeni acustici assumerà, da un temi della globalizzazione”. Ideata e realizzata da Xing, network nazionale attento ai nuovi linguagg i elettronici, la quinta edizione del festival prevede una line up numerosa, centinaia i progetti da tutto il mondo: oltre ai progetti europei, realtà provenienti da Russia, Canada, Australia e Nuova Le attività si concentreranno nello spazio centrale del Live Zelanda, Stati Uniti. Media Floor e nella sezione Meridiana, con un ricco programma di live di respiro mondia di workshop tematici dedicati alla presentazione di etichette le e, nei pomeriggi, una serie Amsterdam, Transmediale Club da Berlino, Antiopic da New York).e progetti speciali (Staalplaat da A ospitare gli eventi notturni saranno gli spazi del Circolo Arcigay Il Cassero, con live audiovisuali caratterizzati da forti componenti immaginative: tra gli altri il progetto Yokomono, Mono Erosive Surround Sound Installation, dell’etichetta olandese Staalpla Bologna, dal 27 al 29 gennaio - www.netmage.it - www.xi at. ng.it FESTIVAL 24 di fabrizio gianuario suoni bazar 01 2005 + pre sem ce pia che z jaz el Qu Quello sensuale, caldo, coinvolgente di Sergio Cammariere, in tour a gennaio www.bazarweb.info Negli ultimi anni il jazz-pop si è improvvisamente scoperto capace di coinvolgere intorno a sé un vasto pubblico di ascoltatori. E se a livello internazionale l’esempio più eclatante è rappresentato dalla cantante statunitense Norah Jones, a livello italiano è a Sergio Cammariere che va riconosciuto il merito di aver portato all’attenzione di un vasto pubblico il jazz d’autore. Con la partecipazione al Festival di Sanremo del 2003, con il brano Tutto quello che un uomo, ha conquistato infatti il terzo posto, vinto il Premio della Critica e quello per la Migliore Composizione Musicale. Un successo a cui è seguito il conseguimento di due dischi di platino e la permanenza, per diverso tempo, ai vertici delle classifiche di vendita italiane. E ora Cammariere si affaccia nuovamente sul panorama discografico con il nuovo album Sul Sentiero, lavoro in cui sintetizzano, con sapiente equilibrio, piacevolezza melodica ed eleganza musicale. Il tour, legato alla presentazione del disco, toccherà durante il mese di gennaio il nord Italia e la Toscana. Con lui sul palco saliranno Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Olen Cesari al violino, Simone Haggiag alle percussioni e Fabrizio Bosso alla tromba. www.sergiocammariere.com Le date: 14 - Teatro Smeraldo di Milano 15 - Teatro Colosseo di Torino 27 - Teatro Comunale di Belluno 29 - Firenze 30 - Teatro Animosi di Carrara. Mirabilmente Singolare Esce per le Edizioni e/o la biografia di Glenn Gould scritta da Kevin Bazzana Non è un caso che intorno al pianista canadese Glenn Gould, morto nel 1982 all’età di cinquant’anni, sia fiorita una ricca letteratura critica e biografica. Cresciuto negli anni del dopoguerra in una Toronto riservata e provinciale, figlio unico e viziato, morbosamente attaccato alla madre, abituato a reprimere e non a esprimere le proprie emozioni più infiammate, Gould divenne nel giro di pochi anni uno degli esecutori più eretici del panorama musicale classico del ventesimo secolo. E anche uno degli interpreti più conosciuti a livello mondiale, grazie sì alle sue doti di pianista, ma anche di ideologo del musicale. La sua fama, poi, crebbe esponenzialmente dopo la morte, tale da condurre il pianista canadese ad assurgere a vera e propria pop-star. Come ebbe modo ironicamente di affermare un dirigente della Sony Classical “Ai fini della carriera, morire è stata per lui una bella mossa”. A fare chiarezza sulla singolare vita di Glenn Gould è la biografia Mirabilmente Singolare scritta da Kevin Bazzana, anch’egli di origini canadesi, pubblicata in lingua italiana dalle Edizioni e/o. Ricco di dettagli e scritto con stile fluido e marcatamente narrativo, il libro intende districarsi tra le tante leggende sorte intorno alla vita e alla figura di Gould, per tentare di spiegare le origini e le ragioni sia della sua indiscussa genialità sia della sua enfatica stravaganza. Mirabilmente singolare. Racconto della vita di Glenn Gould – edizioni e/o, pp. 550, 16,00 www.edizionieo.it Bando Biella Festival 2005 Conclusasi l’edizione 2004 del Biella Festival, rassegna dedicata a gruppi e cantautori emergenti e indipendenti, è già pronto il bando di iscrizione per il 2005, la cui scadenza è fissate per l’aprile prossimo. I premiati di quest’anno sono stati i Marydim con La stanza che mi manca, i Razmataz con Il cantautore e Fabio Caucino con Passeggero dell’anima. Per scaricare il bando ed avere maggiori informazioni sul festival: www.biellafestival.com www.bazarweb.info bazar 01 2005 sUONI.CONTROCANTO di johnson righeira 25 La copertina è figa! Scegliere un cd a volte è anche una questione d’intuito… ARTISTA: Phonique (aka Michael Vater) TITOLO: Identification LABEL: Dessous Recordings (Germania) GENERE: house elettronica VOTO: 3/5 PERCHÈ L’HO COMPRATO Era in ascolto al reparto “nuovi suoni” e mi son detto: la copertina è figa, sentiamo un po’ com’è (odio ascoltare i cd in cuffia nei negozi). Mi è parso interessante, anzi, alla 4.a traccia ho anche avuto un brividino e ho deciso di prenderlo. LA CONTROPROVA A CASA Non male, di solito è peggio. COSA MI PIACE Scorre bene ed è pieno di influenze, dalla disco all’house stile Mr. Fingers (aka Larry Heard, quello di “Can you feel it”), dalla deep alla minimal techno e via dicendo. COSA NON MI PIACE E’ forse un po’ troppo fighetto, più francese che tedesco, con la ritmica di alcuni brani un po’ scontata. BRANI SCELTI You, that I’m with (la 4.a traccia di cui parlavo prima), Robotta reprise, Dancing the boogie. 26 di ciro bertini leggere.recensioni bazar 01 2005 www.bazarweb.info ti ian agl abb rie Sto di una comune famiglia realtà sordida Sporcarsi le mani con la italiana. O commuoversi per le inquietudini di una vita sofferta. Scegliere di leggere la storia per non ripeterla. Oppure ridere insieme a un’iraniana troppo occidentale per l’Iran e troppo iraniana per l’Europa. O scoprire l’animo sensibile di una cantautrice eterea. TALENT SCOUTING pp., 11 euro) NON DIRE IL MIO NOME – Paola Presciuttini (Meridiano zero. 286 o, dato il Il protagonista di Non dire il mio nome si chiama Pedro. Rivelarl suo nome non è il titolo, sembrerebbe fargli un dispetto, non fosse che Pedro nte fino a di battesimo, ma un appellativo attribuitogli, conservato gelosame un uomo, neanche è non Pedro Infatti, cosa”. la esprime che eleggerlo “nome esistenziale. ma una giovane donna lesbica, colta in un momento di deriva fili della sua L’espediente narrativo attraverso il quale dipaniamo i della famiglia inquietudine è un diario rivolto a sua zia Teresa, l’unica distante - che – non il padre violento, non la madre succube, non il fratello a. Solo che la negli anni le avesse mostrato un po’ di partecipazione affettiv si svolgeva a zia abitava a Napoli e l’apprendistato alla vita della nipote Solvay. o Rosignan ze, via via Quella che emerge dalle pagine del diario è una storia di sofferen raccontata fosse non re sopporta potremmo mente difficil che , sempre più dolorosa nte: dell’io con piglio leggero e una bella dose di ironia. Diciamolo chiarame pagina), ci si narrante, di Pedro (conosceremo il suo vero nome nell’ultima compassione innamora fin dall’inizio per il suo animo bambino. Così proviamo ro che fosse. per i suoi goffi tentativi di essere come gli altri vorrebbe stessa. Siamo Siamo euforici quando la vediamo finalmente aderire a se di un ufficio o pulizie le siano cose, le affronta cui con cura dalla i deliziat tto restiamo l’apertura di ostriche vive per conto di un ristorante. Ma soprattu sguazzare nella ammirati dalla mancanza di quella retorica del lamento - lo gi che hanno minestra riscaldata del proprio dolore - così comune ai personag subito soprusi traumatici. scritto dalla Il nome Pedro inevitabilmente evoca Almodòvar. Nel romanzo commozione, Presciuttini ci sono gli stessi ingredienti dei suoi film: tanta passione divertimento, il rispecchiarsi di noi stessi e alla fine tanta per la vita. Colonna sonora: FRANCO BATTIATO Fleurs3 BAZAR SEGNALA 7 euro) NIENTE, PIU’ NIENTE AL MONDO – Massimo Carlotto (e/o. 72 pp., di una donna torinese di 45 L’io monologante di questo denso e terribile libretto è quello la televisione. Se queste e stanza” una in cielo “Il anni che ha due ossessioni: la canzone sono diventate per lei motivo due entità, che comunemente rappresentano motivo di sollievo, migliore. Promesse, nel di ossessione, dipende dalla loro carica di promesse in un futuro stata la colonna sonora del suo caso, non mantenute. Infatti, “Il cielo in una stanza” era a un’estasi infinita: “io suo matrimonio, melodia e parole che alludevano all’amore come ci fosse più/niente, più non se come ndonati/ qui/abba restiamo noi/che sopra cielo vedo il con il marito, già rapporti I poco. ben resta le ora, sogno, questo Di niente al mondo”. enuante lotta dell’est causa a svuotati mente completa sono si raffreddati dalla routine, canico prima, metalmec di ne condizio sua la Così, mese. del quotidiana per arrivare alla fine per il Viagra – costringe la cassintegrato e disoccupato poi - non ci sono i soldi nemmeno e a riporre ogni speranza di moglie a darsi ai “lavori” in nero presso famiglie altolocate le interessa fare carriera riscatto sociale nelle sorti della figlia. Ma lei è abulica: non incetta in edicola delle più facendo guadagna che soldi pochi i spende one, televisi in imprenditore va a innamorarsi insulse collezioni e anziché frequentare un qualche giovane di un tunisino. n’è abbastanza per esplodere. Insomma, il catalogo della nostra voce narrante è questo. Ce intercorre tra il rimettere che spazio nello delirio suo il Ed è già successo, consumandosi polizia. Perché la donna ha a posto la spesa acquistata al discount e l’arrivo della , il suo ragionamento commesso il più impensabile degli omicidi. In preda al vermouth i (“magari mi chiameranno vacilla, tra sprazzi di estrema lucidità e vaneggianti illusion a ‘Una vita in diretta’”). realtà, rappresentandocela Come sempre, Carlotto non teme di sporcarsi le mani con la sordida pur evidenziando la sociale, vittima una ista protagon della fare senza per quel che è, . italiana famiglia comune una in ristagna che squallida mancanza di idealità Una menzione particolare vada alla qualità della copertina. Colonna Sonora: VANONI/PAOLI Insieme www.bazarweb.info bazar 01 2005 leggere.recensioni di ciro bertini 27 PENSARE LEGGENDO A COLPI DI MACHETE – Jean Hatzfeld (Bompiani. 306 pp., 17 euro) Confessiamo che questo libro si legge con sgomento. Eppure ci sentiamo in dovere di consigliarlo: certe tragedie non possono scivolar e nel dimenticatoio solo perché geograficamente distanti da noi e, per quanto dolorosamente ripugnante, pare necessario prendere coscienza dei crimini efferati di cui può macchiarsi il genere umano, seppure in circostanze particolari. I fatti: in Ruanda, nella primaver a del 1994 – per l’esattezza nell’arco di 12 settimane – sono stati uccisi 800.000 tutsi. Sistematicamente, senza distinzione di sesso o età. Insomma un genocidio, non una guerra (dove si uccidono per primi gli uomini, potenziali combattenti). I carnefici, appartenenti all’etni a erano loro vicini, professavano la stessa religione – cattolic hutu, a - e spesso, tornando dal lavoro nei campi, consumavano assieme un bicchiere di vino di banana. Poi il massacro. Uomini normali, fino a quel momento integrati ognuno a modo proprio nella comunità, partono un mattino presto per una battuta di caccia. Ed è subito mattanza. Il machete è il loro strumento di morte. Fendono colpi nell’aria per abbatter vegetazione dietro cui tentano di nascondersi i tutsi braccati e la , poi all’impazzata mutilano corpi inermi di persone perlopiù conosciute. Quasi mai si tratta di ferite immediatamente mortali e non sempre le vittime hanno la fortuna che sopraggiunga subito un altro macellaio che ponga fine al supplizio. Non ci sono vie di scampo né nascondigli, finché la furia omicida non si esaurisce. Un inferno, che fa subito il giro del mondo nella quasi indifferenza generale. Ora, un reporter con anni di militanza nelle zone calde del mondo Hatzfeld – dopo averlo descritto dal punto di vista dei sopravvi Jean in un libro ancora inedito in Italia, ce lo racconta raccogli ssuti endo tra le mura di una prigione le testimonianze individuali di un gruppo di amici ritrovatisi spalla a spalla nell’attività di stermini o dei tutsi. Superate le scontate reticenze iniziali (hanno difficoltà a dire “io ho fatto”, si trovano più a loro agio con il “noi” per un ovvio bisogno di condivisione delle responsabilità), cominciano a parlare, chi più diffusamente chi meno, evidenziando ancora una volta in tutta la sua enormità la “banalità del male”. Infatti, nessuno di loro “mostra segni di shock dovuti ai colpi di machete inferti, semmai malesser i dovuti alla detenzione” e alla fine, in ben nove (tutti tranne uno), accettano di farsi immortalare in una foto con lo scopo dichiarato di dare un volto ai racconti. Come si dice in questi casi: leggere per non dimenticare e comprendere per non ripetere. Colonna sonora: U2 How to dismantle an atomic bomb BAZAR COLLECTION GIRI DI PAROLE – Suzanne Vega (Minimum fax. 128 pp. + dvd 75 minuti, 22 euro) e non “My-na-me-is-Lu-ka”: impossibile sillabare queste parole più sentirsi riecheggiare in testa la melodia di uno dei pezzi eppure universalmente noti di Suzanne Vega. Semplice, quasi eterea, gio così incisiva e piena di pathos: in fondo come lei, il personag di Vega che si mette a nudo in questi “Giri di parole”, libro suo interviste e diario di bordo in tour. Ci rivela così che il di rapporto con il palco “è paragonabile a una persona che soffre di un vertigini e decide di diventare paracadutista”. Che prima alla concerto si preoccupa molto di indossare la mise più adatta ione circostanza (lo avreste mai immaginato?). Che durante l’esecuz con i ha difficoltà a seguire la scaletta dei brani concordata si suoi sodali e che più di una volta nel bel mezzo di un brano dallo è dimenticata le parole, distratta dai pensieri suscitatele dei sguardo di uno spettatore delle prime file. Veniamo a sapere sensi di colpa nei confronti della figlia lasciata a casa durante tra la tournée, dell’imbarazzo di esibirsi una volta scoperto che acuto capitolo un in e, Gore Al oppure ex suo un c’è ri gli spettato di ed esilarante, delle sue difficoltà nel prendere la patente essere guida dopo i quarant’anni. E poi gli oneri e gli onori di serata una rockstar: per uno del pubblico che le grida per l’intera che vuole fare l’amore con lei, ce n’è un’altra che le dichiara da di essere riuscita a denunciare le violenze paterne spinta Cohen una sua canzone. Infine l’incontro-intervista con Leonard il - nume tutelare del cantautorato colto-bohemien - a recitare in modo dal e ammaliar lascia si che e seduttor vecchio del ruolo dopo solo è Ma sublime! cose: le li rivelarg di cui lei rifiuta tenuto avere visto il dvd – testimonianza di un concerto acustico e all’auditorium di Roma, intervallato dalla lettura di poesie dalle domande del traduttore/curatore del libro Valerio Piccolo emana: - che capiamo il vero motivo dell’appeal che Suzanne Vega ”, il suo bel viso da bambina cresciuta sprigiona “cattiva saggezza quel “sapere qualcosa prima di essere pronti per affrontarlo”. UPPER READERS PERSEPOLIS 2 – Marjane Satrapi (Sperling & Kupfer . 190 pp., 15 euro) Nel 1984 – in pieno conflitto Iran-Irak Marjane viene spedita dai genitori da Teheran in Austria, oltre che per preservarne l’incolumità fisica per favorirne lo intellettuale: la democratica e laica Europa sviluppo al posto dell’Iran oltranzista e repressivo. L’inse rimento nella nuova realtà non è dei più facili: non conosc e la non ha amici. Meno male che è bravissima in matema lingua e tica e che questo le accattivi qualche simpatia. Ma non quella della suora del collegio che rimproverandola per la sua maleducazione la estende a tutto il popolo presunta iraniano. La risposta risentita di Marjane la porta a doversi trovare una nuova sistemazione. Dalla padell a alla brace: l’affittacamere è una specie di lunatica aguzzi na, per giunta xenofoba. Intanto, per socializzare con i compag ni, Marjane legge Bakunin, si fa le canne e scopre - per interposta persona – la liberazione sessuale. Purtroppo però irredimibile diversità salta fuori nelle circos la sua tanze più impensabili, così come la nostalgia per la sua terra e il senso di colpa che la fa sentire una privilegiata ai suoi connazionali che convivono quotidianame rispetto nte con la morte. Il tempo passa, la guerra finisce, Marjan e Iran. Al potere ci sono i Guardiani della Rivolu torna in zione. Se in Austria enormi cartelli pubblicizzavano “Le migliori salsicce a 20 scellini”, a Teheran recitano “Il martire è il cuore della storia”. Il disagio di Marjan e fa la sua ricomparsa: troppo occidentale per l’Iran, troppo iraniana per l’Europa. Tra il dovere di attenersi a molteplici contraddittorie prescrizioni morali, studia, si fidanza, è costretta a sposarsi. Si separa, torna in Europa , questa volta più forte, più serena. Merito anche dei genitori: il padre che sostiene che “la vita è troppo breve per essere sprecata”, la madre che le chiede di prometterle “di essere una donna libera ed evoluta”. Una storia bellissima, impeccabilmente narrat a. stavamo per dimenticare due cose: si ride tantis Ah già, simo ed è un fumetto. Colonna sonora: THE DZIHAN-KAMIEN ORCHES TRA Live in Vienna OLD FASHION LA PASSEGGIATA – Robert Walser (Adelphi. 108 pp., 7 euro) Metti uno si svegli di pessimo umore e che veda material izzarsi tra i fumi del caffè bollente una giornata nera. Bè, un antidoto ci sarebbe. Di quelli naturali, quasi antichi. E’ un libretto pubblicato nel 1919: un capolavoro. L’autore si chiama Robert Walser: un distinto signore svizzero che, dopo aver scritto tre romanzi ed essersi conquistato la stima di Franz Kafka, a un certo punto della sua vita si è ritirato in una clinica per malattie nervose trascorrendovi gli ultimi ventisette anni con l’intent o dichiarato di “scomparire il più discretamente possibile”. Ma perché quest’operina preziosa dovrebbe risollevarci? Intanto perché il protagonista un giorno, spinto da un improvviso e incontro llabile desiderio, esce in strada e con sua sorpresa osserva che: “il mondo mattutino che mi si stendeva innanzi mi appariva così bello come se lo vedessi per la prima volta. Tutto ciò che scorgevo mi dava una piacevole impressione di affettuosità, di bontà, di gioventù.” Fuori c’è tutto: c’è la vita. Ecco che la natura ti costringe a osservarne lo splendore e il mistero. Ti imbatti negli altri - incontri casuali o opera del destino – e ti accorgi che le relazioni possono ancora sorprenderti: è sufficiente essere diretto e spontaneo per sentirti a tuo agio con chiunque , basta metterti in un ascolto attivo e puoi cogliere come un dono una qualunque esperienza altrui. Intendiamoci: il passeggiatore Walser non è un beato sprovveduto, sa bene che ci sono anche le cose brutte e le persone arroganti - e il finale nostalgico lo sta a testimoniare. Ma quello che importa è intravedere la grazia della vita (“cose che meritano di essere viste, sentite”), avvertir e che esiste una possibilità, a portata di mano, per tutti. Dobbiamo dire grazie a Walser per avercelo indicato con tanta poesia. Colonna sonora: MATCHING MOLE Matching mole 28 di marco begani leggere.fumetti bazar 01 2005 Fiabe per insegnare la tolleranza Attraverso la trama colorata delle www.bazarweb.info Art Spiegelman e sua moglie Françoise Mouly devono avere un’idea piuttosto chiara dell’educazione, se hanno dedicato questo libro (da loro curato, in tutti i sensi) ai figli Nadja e Dashiell. Ma verrebbe da pensare che in realtà il libro è dedicato a tutti i figli e a tutti i genitori del mondo. Negli ultimi mesi si è parlato molto di Spiegelman, del suo ‘In the shadow of no towers’. È stato allora che ha ripreso gli attrezzi in mano. In questo volume, il terzo della collana ‘Little Lit’, solo la (splendida) copertina è affidata alla sua matita: infatti ben 17 autori hanno prestato la loro opera alla creazione di 12 storie qui racchiuse, tutte aventi per incipit il titolo del libro. Storie per bambini, porte aperte su mondi che tuttavia non smettono di fare domande anche e soprattutto ai grandi: attraverso la trama colorat a delle avventure e le piroette del paradosso, si può intravedere prendere forma un atto di libertà: il deside di accettare l’altro, renderlo parte dei propri giochi, rio rispettando la sua forma e la sua sostanza. È la volontà di vederla, questa differenza, che fa compiere a Lucreti protagonista della prima storia, il gesto più maturo dellaa, sua esistenza: scoprire se stessa. Lemony Snicket e Richard Sala usano toni da fiaba di Natale per descriv un cammino di vertiginosa profondità, epico e dolce ere insieme. Anche Neil Galman & Gahan Wilson giocano con l’altro, lo vestono da cadavere, o da alieno, e organizzano una festa memorabile di morti e vivi per pervadere di fiducia i protagonisti e noi. Kaz costruisce e poi rovesc il mondo e le persone per raccontare l’importanza del ia riconoscimento dell’identità. Joost Swarte indaga nel senso delle regole, Patrick McDonnel nell’amore, J. Otto Seibold e la moglie Vivian Walsh parlano di amicizia con gli irresistibili pinguini Martini e Chongo Chingi, il grande Basil Wolverton escogita tecniche per sconfiggere la tristezza. Temi complessi? No: in queste pagine c’è un linguag gio tanto immediato che ci si stupisce di scoprire in sé cose tanto nuove e antiche allo stesso tempo, si gioca con le paure e i desideri. E si trova pace. Tanta ubriacante semplicità è sostenuta dal mestiere; ogni storia ha tratti di grande personalità, personaggi completi, testi densi di significato. Gli autori sono protagonisti del fumetto dell’illustrazione da decenni, pubblicano su centinaia e giornali tra cui testate di fama mondiale, hanno creatodi creano cartoni animati di grande successo, animazionie per Mtv, vivono negli USA o in Europa, hanno figli e gatti. In mezzo alle storie troviamo anche dei giochi tipo ‘caccia al particolare’ o ‘trova tu le differenze’. Nell’America governata dall’imperativo dell’allineame nel mondo che sembra trascurare o punire l’alterità, nto, un invito che pare ingenuo a una prima occhiata, ma troppo intrigante per essere lasciato da parte. Un libro di enorme importanza. Autori vari, ERA UNA NOTTE BUIA E STRAMPALATA…, Mondadori 2003 avventure e le piroette del paradosso, un libro racconta un atto di libertà: il desiderio di accettare l’altro Arezzo Wave apre al fumetto Un concorso dedicato al fumetto ia per il disegno sia per le sceneggiature. La fondazione Arezzo Wave Italia [fAWI] ha infatti indetto il primo concorso Comicswave. Diviso in due sezioni (disegno e sceneggiatura, appunto), il concorso ha per soggetto personaggio di MAX WAVE, creato da Diego Cajelli. La scadenz il è il 28 febbraio 2005. Il bando completo e le informazioni sono a disponibili sul sito www.arezzowave.com La partecipazione è gratuita. Per gli esperti del digitale, il concorso The Greatest Story Never Told approda molto più farcito di premi e novità alla seconda edizione 2004/2005. La competizione vuole coinvolgere artisti, registi e animatori (ma soprattutto aspiranti tali) che utilizzano Macromedia Flash o software assimilati per creare animazione su web o tv, cinema in sala o in dvd, o qualunque tipo di digital entertainment. Gli sponsor pesano, nella tecnologia e nei premi: Macromedia, Softimage, Wacom, Digital Video, AWN e moltissim i altri. Iscrizioni aperte fino al 15 gennaio 2005. Per partecipare andate all’indirizzo http://www.tgsnt.com. Info: [email protected] (in inglese) - [email protected]. Da Warhol a Crepax La prestigiosa mostra Attraversare Genova - Percorsi e linguaggi internazionali del contemporaneo, ospita una sezione dedicata a grafica e fumetto, tutta intorno alla città ligure. È così che accanto ai Fontana, Warhol, Kaprow, Manzoni, Beuys, Christo, o Schifano (per citarne alcuni) si possono visitare anche i dintorni meno blasonati dell’arte. Da Luzzati a Crepax, da Toppi a Hugo Pratt, e poi Milazzo, Galep, Dino Battaglia; i nomi sono tantissimi, e tutti hanno contribuito negli anni ’60 -’80 a fare del fumetto d’avventura, dell’illustrazione e della strip umoristica mezzi espressivi di grande raffinatezza, e dato molto senso a quella fu chiamata ‘letteratura disegnata’. Il talento è infatti il protago che nista della sezione, chiamata ‘L’immagine operosa, l’immagine amica’. Disponibile un ricco catalogo. Visitabile fino al 27 febbraio presso il Museo d'arte contemporanea di Villa Croce in via Jacopo Ruffini 3 a Genova. 30 di nancy brilli leggere.brilletture bazar 01 2005 Affrontare la fine Tra sangue, urina e lacrime. E rabbia e dolore. Ma dove stracazzo siete tutti? Te la racconto quella bella notte? Marzo caldo e umido, cielo di stelle. Sono sola. Il mio grande, poetico amore è andato via, a fare delle ricerche musicali etniche, così ha detto quando sconvolta gli ho comunicato che avevo un mostro addosso e che dovevo farmi aprire per vedere se sarei arrivata a un domani. Ha detto che aveva un impegno precedente con il suo collega. Bene. Fine. Adesso suona il campanello, e nessuno risponde. E porca miseria, devo pisciare. Il problema è la flebo, me la devo trascinare appresso, per fortuna il trespolo ha le ruote, ma dov’è finita l’infermiera? Qui paghi una cifra al giorno e non c’è neppure un accidente di infermiera a reggerti la mano per accompagnarti al cesso, e la suora non c’è neppure lei. Hanno tolto il catetere che bruciava, mi è anche venuta la febbre, ti pareva, ci mancavano le infezioni urinarie. In quello schifo di padella non riesco a farla, l’altra notte ci ho provato e mi hanno dovuto cambiare le lenzuola, ma come fanno le altre, qui? Pochi passi dal letto al bagno, pochi passi, ce la posso fare da sola. Provo, vedo un po’ se riesco a tirar giù le gambe, ieri le ho mosse parecchio, forse oggi mi reggo dritta. Gambe piegate, bene. Mi giro su un fianco, giù il piede destro, ahi, beh però il pavimento non è freddo per fortuna, scalza è meglio, che infilare le scarpe e trascinarle pare l’impresa del secolo. Piede sinistro, ahia che male, male maluccio ma non fa niente, andiamo...Via, un passo. Va bene. Mi devo staccare, ma se mollo il letto a cui sono aggrappata cado a terra, non vedo un cavolo, la luna non è piena e non ci arrivo ad accendere la luce, ma mi scappa da un’ora e proprio non resisto più. Piccolo, ma un passo lo faccio ancora, ecco un altro, due, tre tup tuptup muro. Ansimo da maratona, questa stanza quattro per quattro pare lo stadio olimpico stanotte a ventre ricucito. Riprendo fiato:suora! Infermiera! Macché, niente. Striscio contro la parete, ma si piegano le ginocchia, ma fa male l’ago nel braccio, lo guardo, tutto a posto. Passo. Passo. Passo. Freddino, ora, mi pizzica il naso, tiro su. Oddio, no eh? No, trattengo… starnutisco oddio. Oddiosanto Che è? Una fitta mostruosa fuori, una dentro, la ferita pare che si strappi, SUORA!! SUORA!! Ma dove siete, tutti quanti? No no no no cado in ginocchio, mi sfugge la bottiglia di mano, si spacca porca puttana, che male, ma dove stracazzo siete? Che male… che male la fronte contro il muro. Sudo come una bestia, sono ridotta a un animale miserabile, mi si sta sgarrando la pancia ma che è ? Rantolo e annaspo, non riesco più a urlare, il dolore mi toglie tutto il fiato. Per favore aiuto, mi rannicchio sul pavimento, il respiro non raggiunge i polmoni. Che succede? Esce il sangue… da dove sta uscendo il sangue adesso? Sangue e urina a colare insieme tra le gambe e sangue dal braccio e lacrime dagli occhi e dolore e rabbia, ma dove siete? Dove siete? Dove sei tu mentre io mi sto pisciando addosso in una perfida notte di primavera? Guarire d’amore di Irvin D. Yalom, editore Rizzoli. Pp. 314. 14,46. Ci sono modi diversi di affrontare la fine di un rapporto. Uno psicoterapeuta famoso ne racconta certi. www.bazarweb.info www.bazarweb.info bazar 01 2005 notte.SUD di marcello amoruso 31 “Chi è?” - “Bob Dylan” - “Siamo chiusi” E’ successo al Covo di Bologna, chiu per schiam azzi un giorno in cui era passato Bob Dylan. Ma ora è + aperto che maisocon mus ica, spazia tra un salotto d’autore e un ex convento “occteatro e arte. E se a Roma si upato”, a Teramo si danza nei colori Covo, tempio dell’indie rock italiano Ma non poteva avvisare prima? Ci si potrebbe chieder si sarebbe organizzati... Quando il Covo nasceva, 24 e: cioè a saperlo ci anni fa, era ancora un casalone di proprietà del Comune di Bologna e i ragazzi non erano certo stati avvisati. E neanche i vicini, altrimen che lo hanno occupato avrebbero evitato di lamentarsi spingendo il Comune ti, almeno per un giorno, il frastuono, creando il “fuoriprogramma”. L’evento è a far chiudere il locale per stato un po’ romanzato ma esprime chiaramente la misura di un locale che già negli a livello internazionale. Oggi quelli della prima ora sono anni ’80 era conosciuto di rabdomare tra nuovi talenti: indiscutibile è il fatto che ancora lì e non smettono Covo molti gruppi non sapevano ancora che sarebbe quando sono passati dal Gene, Stereolab, Low, Broadcast, Blonde Redhead, ro diventati più ‘grandi’. Demolition Doll Rods e più recentemente The Libertines e Franz Ferdinand: questi i nomi che nel tempo sono passati di lì... senza “fuori programma” questa volta, ovvio! Perché nel frattempo il Casalone è diventato un club e ha fatto pace con il Comune di Bologna insieme al quale ha ampliato l’attività culturale comprendere teatro e arte contemporanea. Questo mese del centro fino a dall’Olanda, presenteranno il nuovo album The Laughin i concerti di: Solex, g Stock of Indie Rock (il 22); The Valentines, con il nuovo Life Stinks (il 28); Allnighter (il 29). Inoltre, tutti i venerdì dj set a cura di Original, in Northern Soul ODA (gate 1), Alex Dandi e Y:dk (gate 2). Ogni sabato: Dedu e Kozmik Dancer. Più Covo Club, Viale Zagabria 1, Bologna. Info: www.co i guest. voclub.it The place, salotto dalle calde atmosfere foto di Raimondo Luciani Il palco prima di tutto: è questo che catalizza l’attenzione entrando nella sala dei concerti. Immediata la sensazione di essere immerso in un’atmosfera raccolta, calda, confortevole. Il design ha curve morbide, così l’arredamento dai colori essenziali, che si ripetono in geometrie modulari. A lato, su un piano rialzato il ristorante, provvisto di una ricca lista di vini. Il tutto concepito nel rispetto più ortodosso delle performance degli artisti, e diciamolo pure, anche dei vicini: il locale è infatti totalmente insonorizzato, offrendo un’acustica senza sbavature. Un vero e proprio salotto musicale per quanti amano la canzone d’autore, un autentico luogo di ritrovo per artisti noti e meno noti. Tra i big in programma in questa nuova stagione: Nicola Arigliano, James Senese, Luca Barbarossa, Sergio Caputo, Chris Botti, Eugenio Finardi, Alberto Fortis, Nino Buonocore, Bruno Lauzi, Dominic Miller, Banda Osiris, Fabio Concato, Cristiano De André. Inoltre, in collaborazione con Demo, su Radio Rai verranno trasmessi i live dei “Big”, un’occasione per poter ascoltare i concerti sull’intero territorio nazionale. Prosegue anche questo mese la rassegna “La Valigia dell’Attore”, un incontro originale tra musica e teatro concepito da attori del calibro di Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Massimiliano Bruno. E questo mese David Riondino. www.theplace.it The Place, Via Alberico II 27/29, Roma. Info: 0668307137 Ultra e Violet si rifanno il loo k Inaugurato il 10 dicembre scor ripresenta con una veste un so il nuovo restyling del club più danzereccio di Tera con il dj resident Ruggero e po’ più laccata. Due livelli: Ultra, al piano terra, proponemo: l’Ultraviolet si ospiti quali Smoking Jo, Tom house il venerdì, Zouk di Singapore e Nik Fanc iulli (Skylark); il sabato, inveStepham (Superchumbo), Aldrin dello dispone di uno spazio ristorante ce, musica dal vivo. Violet, al primo piano, con veduta sulla sala e un bar notte. Come dire: “mangiate ovale che cambia colo Ultraviolet, via lungo fiume pure un boccone ma ricordatevi di essere sempre in una re durante la Vezzosa, Teramo. Info: www discoteca”. .ultra-violet.it Rialto: dalla clausura alla pr omiscuità culturale Ironia della sorte, l’ex convento è adesso un “agorà” e si chia di clausura quattrocentesco, nel cuore del ghetto ebra ma Rialtoccupato: luogo di dell’arte contemporanea. Il Rial incontro e dibattito attravers ico di Roma, spazio d’incontro, discussione, to S. Ambrogio non è solo un locale e nemmeno un o i linguaggi a tutti i linguaggi dell’arte cont confronto, controinformazione, promozione culturale club, è molto di più: e recentemente ristrutturato emporanea e ai possibili intrecci. Immerso nel cuore dele artistica rivolta ghetto ebraico successivo all’occupazione in occasione della Red Bull Academy, la sede attuale è solo un approdo progetto artistico-culturale e avvenuta nel ’99 di un edificio storico in via IV Novembre. socio-politico che proseguirà Inizia da lì un assegnata dal Comune nel 2000 poi nella sede attuale di via S. Ambrogio, . Chiari gli intenti: “L’associazio evolversi come ‘agorà del terzo ne culturale Rialtoccupato nasc mille nnio e e vuole ’, luog o di formazione, produzione, cultura contemporanea, svilu dibattito e diffusione della avvicini direttamente gli oper ppando un modello di comunicazione e fruizione interdisc atori culturali al pubblico, per culturale spontaneo”. favorire un processo di circo iplinare, che lazione e diffusione Tra gli appuntamenti in prog ramm a per genn aio, l’8 si svolgerà un seminar tenuto da uno degli esponent io sull’improvvisazione i fondamentali della musica Il seminario sarà incentrato sulle imp tecniche di improvvisazione rovvisata europea: Frank Gratkowski. performance”. Dal 18 al 23, per Ensemble e sulla pratica Fort ebra della ccio teatro presenta lo spet plurale, di e con Roberto Latin tacolo Per Ecuba – amleto, “solo neutro con Per ecuba, il giovane attor i. Indispensabile rappresentante romano del teatro d’av rivisitazione in chiave contempe giunge alla seconda tappa del progetto “Radiovisioni”anguardia italiano, oranea del mito. E anche ques , centrato sulla del Formaggio Blu, il Blue chee se Project, e dopo lo sgom to mese, tutti i venerdì, ritornano le serate con un appuntamento fisso bero in via Caio Cestio, due al Rialt anni fa, ritorna o: Scra tch & roll funk party. Rialtoccupato, via di S. Amb rogio, 4, Roma. Info: www.rialt osantambrogio.org 32 di alberto traversi notte.NORD bazar 01 2005 No rules! www.bazarweb.info La tendenza non basta mai: i dj di grido, gli spazi multifunzionali disponibili a tutte le ore, per l’aperitivo, la cena, il dopocena danzante, l’afterhour. C’è sempre bisogno di nuove idee. E per fortuna arrivano, soprattutto quelle strane e curiose. L’ultima in ordine di tempo è quella dell’Absolut Ice Bar di Milano, uno spazio situato all’interno del Town House 12, il nuovo albergo di Alessandro Rosso e Partners, a due passi dalla Fiera di Milano. Il concetto dell’Absolut Ice Bar è tanto semplice quanto spettacolare. In un ambiente fatto interamente di ghiaccio cristallino, proveniente dal fiume svedese Torne, gli avventori possono gustare cocktail e long drink direttamente in bicchieri scolpiti nel ghiaccio. Un’esperienza altrimenti riservata solo ai clienti del celeberrimo Ice Hotel di Jukkasjärvi, cittadina nel nord della Svezia. Per capire qualcosa di più dell’operazione ne parliamo con Peter Wijk, Direttore Market Communication di V&S Absolut Spirits a Stoccolma. “La location nella zona della Fiera e la reputazione di Milano come capitale mondiale del design” dice Wijk “costituiscono le premesse ideali per gli obiettivi che vogliamo raggiungere con l’espansione della proposta Absolut Ice Bar”. Un progetto pilota di questo nuovo concetto di franchising è già stato realizzato insieme al ‘Nordic Sea’, hotel di design di Stoccolma, che solo nel primo anno ha avuto più di 70 mila visitatori e c’è da scommettere che anche per questa versione milanese il successo, almeno per quanto riguarda il pubblico, è assicurato. Sempre in città, un’altra novità assoluta arriva dal T.H., show-restaurant dove si mangia, si ascolta musica, si balla e si guarda lo spettacolo su un palcoscenico posizionato, come usa a Las Vegas, direttamente sopra il bancone. Nella programmazione spiccano dj set, minisfilate, live musicali, performance di danza e rappresentazioni teatrali d’avanguardia. Tra le tante amenità che animano la notte milanese la chiesa trasformata in discoteca non è una novità. A New York c’era il Limelight e a Milano, qualche anno fa, lo staff del Gattopardo aveva trasformato in discobar di lusso la chiesa sconsacrata di San Giuseppe in via Pier della Francesca. L’idea inedita arriva però dal Matroneo di Monza, discoteca costruita ex novo seguendo i dettami di un’antica cattedrale. La sua struttura è chiaramente percepibile già dalla facciata principale, sulla quale troneggia l’ampio rosone simbolo e logo del locale. Interessante e suggestivo è l’interno dove gli elementi decorativi rimandano agli stili del passato. Al centro dell’ingresso domina un’imponente cassa-confessionale interamente realizzata in legno, alle sue spalle una parete posizionata a mò di quinta nasconde la navata centrale sulle cui colonne poggiano archi a ogiva. L’abside ospita il ristorante e sull’altare non poteva mancare la cabina dj. Altre stranezze arrivano direttamente dal piccolo schermo. Da trasmissione televisiva di successo a icona pop del nuovo millennio, anche il Grande Fratello entra nel rutilante mondo dei locali. Tra i nuovi spazi a raccogliere l’eredità di Taricone e compagni c’è Il Confessionale di Milano, reality restaurant café aperto da pochissimo in zona Romolo. Dietro l’operazione c’è uno che di GF se ne intende, quel Salvo Veneziano già protagonista della prima edizione dello show. Il locale è diviso in varie sale che riprendono le tematiche della trasmissione televisiva: non mancano i megaschermi per la diretta con la “casa”, la mitica porta rossa, e le serate a tema con Salvo in persona a far da anfitrione. L’aperitivo più trendy ha il ghiaccio fuori e non dentro. Il locale + cool ha il palcoscenico sopra il bancone. La chiesa più nuova di Milano è una discoteca. Il restyling di un locale non è curato da un designer ma da uno dei musicisti dei Bluvertigo. E il più stuzzicante reality show non è in TV ma al ristorante. Per notti senza regole Il design? Lo cura un musicista Il Gasoline di Milano, una tra le più famose discoteche della metropo rifà il look e affida il restyling dello spazio al gruppo Les G e a Andy li, per anni regno delle drag queen e della più appassionante musica anni ’80, si dei Bluvertigo, musicista sì, ma anche pittore autorevole e performe “Gasoline è una delle realtà più alternative di Milano” ci racconta Maria r d’eccezione. “quest’anno alla nona stagione il suo staff ha deciso di dare un volto Aminta Daniele, ideatrice del progetto e socia nella gestione del locale, nuovo alla notte mettendo si a disposizi one per offrire uno spazio d’arte innovativo, che mira a proporsi come punto originale nel rappresentare l’arte nelle insieme cultura e divertimento affinché i giovani possano acquisire tuttosue mille sfaccettature. Un progetto concreto per avvicinare e far coesistere ciò che di nuovo esiste nel mondo dell’arte pur continuando a divertirsi. Ovviamente non ci si rivolge unicamente ai giovani, ma a tutti coloro In pratica cosa è cambiato nella gestione normale della discotecche sono sensibili a nuove correnti artistiche”. a e nella program mazione ? Gasoline per l’arte ha neutralizzato la sua immagine scegliendo esteticam ente un colore come il nero per dare risalto a tutti gli artisti che L’idea nasce per restituire più prestigio a una città che va spinta per far conoscere i suoi giovani artisti e favorirne la crescita nel mondo delesporranno. verso nuove frontiere ricche di creatività. Per quel che riguarda la program lavoro mazione, Gasoline e LesG, in collaborazione con Chendler Managem stanno presentando una vera e propria stagione espositiva, all’interno ent, della quale nuovi artisti e nuove forme di espressi one troveranno uno spazio vivo e attivo. Il tutto si sviluppa in otto eventi che copriranno un periodo di altrettant i 8 mesi. Le tematich e, diverse tra loro, spaziano dal design d’interni, alla fotografia, al fashion design, al teatro, alla regia. Absolut Icebar Milano, piazza Gerusalemme n.12 (all’interno dell’hote l Town@House 12), Milano. Tel. 0289078513. Prenotazioni sul sito www.townhouse.it T.H., via De Amicis 28 Milano. Tel. 028054140. Il Confessionale, via Binda 19 Milano. Tel. 0289155384 Matroneo, via della Lovera 4 Monza. Tel. 039/5964052 - www.ma troneo.it Gasoline, via Bonnet 11 Milano. Tel. 02.29013245. www.discogasol ine.it bazar 01 2005 www.bazarweb.info Il 2004 è stato uno di quegli anni, dal punto di vista musical e non solo, da cui uscire inquieti e un po’ perplessi. Certo, e carrozzone della dance e del nightclubbing continuerà a girareil per soddisfare le necessità estetiche di una gioventù estropic e aggressiva, ma il suo slancio verso il futuro, la sua capacità a di aprire nuovi scenari si sta affievolendo, non produce più grossi fenomeni emergenti ma flash back, reprises, lavori di cesello sottili. La stessa contaminazione, ormai, non significa più niente se non l’attitudine dei migliori producer e dj a seguire il loro stile senza condizionamenti di settore. In crisi anche il concetto di gruppo che si identifica in un genere, la polverizzazione degli individui crea piuttosto ammassi, semplici accumuli, trasversali ed estemporanei. In un oceano di proposte di sempre più dubbia e complicata collocazione, l’unico orizzonte comune leggibile è un ripiegamento verso il dettaglio e l’atmosfera. E la nostalgia. E’ lei la vera dominatrice della dance degli ultimi anni e il 2004 non fa eccezione anzi. Se scorrete la lista dei dj più cool del momento, i soliti nomi apparsi ripetutamente su queste pagine, prevale la nostalgia per i momenti di maggior impeto creativo degli ultimi vent’anni: il punk funk dell’80, l’electro pop, la acid house, la house delle origini magari innaffiata di Hi Energy. Solo la tech-house tedesca continua con il consueto rigore a manifestare una vitalità basata su variazio ni su tema e innesti spuri raffinati dislocandosi su direttrici ubique non lineari. Per il resto, un’ossessiva enfasi sui giri di basso wave fine 70-primi 80, BattutePerMinuto un po’ più lente,new più funky, o electro (resiste l’electro), la voglia di far sembrare il sound corposo e grezzo come se fosse “suonato”, tanta voglia di trip come andamento ritmico e atmosfere cupe, meno gotiche pop noir però, e più sconsolatamente prosaiche, molto cantato, infine in sintesi un’umanizzazione del sound che tradisce l’esaurim e ento di una visione prometeica della tecnologia e delle trasformazioni psicologiche e culturali. L’artista eroe fa un passo indietro, dieci e il suo posto è occupato dall’immagine che avanza, dal anzi look sciaguratamente appiattito sul revival 80 dei trucchi/trucche delle pose qualunquiste, delle acconciature esagerate come tti, la voglia di mostrarsi della “me-generation” del 21esimo secolo tutto consumo spicciolo e opportunismo di corte vedute senza quella necessità di rottura e sana voglia di anticonformismo dei modelli originali post punk. Aldilà della potenza comunicativa, tutta questa insistenza sul punk suona falsa come la ricerca di una brutale immediatezza che rispecchia il culto dell’esagerato del marketing. Meglio allora i monologhi irrisolti e sofferen ti, surreali e amarissimi di quella che la rivista Jockeyslut all’inizio dell’anno definiva l’emergente “sound witn no name”, un po’ hip pop, un po’ garage, un po’ pop-rock, un po’ boh. Esistenzialismo slabbrato, patetico, infantile ma potentemente vero. Specchi o dei tempi. Molto a casaccio ma non a caso, allora, il sound dell’”an no senza nome” appena concluso: i vapori acidi prodotti da una strumentazione vintage 808 in the dancing box di james t cotton aka t. mullinix; tormentoni tek-funk y transcontinentali come summer’s here di magnus remixat o da headman o kick’s out the chair di munk e james murphy remixat da tomboy, o kinda new degli spektrum remixato dai tiefschw o la monumentale dear can dei chick chick chick; la gigolo di arz; lucky bastard dei yesandno e dei terribili dirty criminals; la cavalcat a techno di candy di vitalic e, per rimanere in area francese , l’ep hot banana di kiko e 1992 di patrick alavi; l’album backstro ke di matthew dear, apples and sinthetyser di solvent; here comes love di superpitcher; la traccia megatrance di bangkok impact, e sopratutto l’hip pop estraneante e snaturato di casa “anticon e “plug research” dove andrebbero cercati i dischi dell’ann ” passage, restiform bodies, ammoncontact, headset...Suoni o: rime che si celano negli interstizi del quotidiano, che rimango e sullo sfondo, dove il senso naufraga nell’urgenza emotiva o no viene cercato meticolosamente nel dettaglio. notte di andrea lisi 33 2004, the year with no name Bilanci di un anno che fu un po’ hip pop, un po’ garage, un po’ pop-rock, un po’ boh… A Torino Phonique Il suo nome è stato nel 2004 uno dei più ricorrenti di tendenza, da Erol Alkan del Trash di Londra a nelle selezioni dei dj Parigi, grazie a una raffica di mix per la Poker FlatIvan Smagghe del Pulp di e intriganti come where the party at, il tributo ai o per la Dessous ruffiani Technotronic, gruppo dance anni 80, di quest’estate. Appena uscito il suo Phonique aka il berlinese Michael Vater sarà ospite album Identification, al momento ancora da definire. Mix rigorosament il 14 a Torino in un posto e eclettico di tech-house, minimal tech, disco, sonorità retro. Qasi Qasi a Modena Il Qasi di Modena colpisce ancora (vedi numeri precedenti). In arrivo M.a.n.d.y il 19 e Metro Area il 25. I primi sono un duo tedesco considerato dall’autorevole “mix mag” gli “germany unsong heroes” della dance. Hanno remixato Royksopp, Sugababes, Silicone soul e il tormentone come into my kitchen di Joachim di un anno fa. Sono residenti al Monza di Francoforte insieme a Villalobos e Steve Bug e gravitano nell’orbita dell’etichetta get physical (www.physical-music.com) ovvero sonorità aggiornate ma moolto groovy. I secondi sono i raffinati maestri americani del modernariato discofunky-Detroit in verità più d’ascolto che da ballo. Recentemente hanno curato una compilation di rare tracce disco intorno all’80 che la dice lunga su quello che potrebbero fare in una session. 34 di claudio coccoluto notte.nottetempo bazar 01 2005 www.bazarweb.info Musica come ali e ponte, come viaggio e scoperta, come somma di esperienze. Musica che parla e fa crescere, e sperimenta, certa o a tentoni, cultura da mondi diversi, per dire e tradurre differenze. r e p a music ire scopr mondi i v o u n Un viaggio musicale da fare subito: la musica cinese , La musica cinese è sorprendentemente vicina al nostro mondo musicale studi gli o escludon si se idente, eppure lontana dalla comprensione dell’Occ specialistici di pochi sinologi o qualche orecchiabile suggestione dal facile esotismo. Un libro esplora questo mondo sconosciuto, ma ormai così vicino, attraverso l’esperienza di due autori. François Picard, tra i più profondi conoscitori della musica e della cultura cinesi, guida ideale per avvicinare a questo mondo complesso, variegato e affascinante, presenta i generi, la storia, la teoria e gli strumenti con precisione di filologo ed entusiasmo appassionato. Non meno suggestive le interviste di Enzo Restagno con i giovani musicisti cinesi precedute da un saggio che introduce il tema del rapporto tra tradizione e contemporaneità così come è vissuto da una generazione che ha attraversato la dura esperienza della Rivoluzione culturale, e ha profittato dell’attuale graduale apertura della Cina al mondo re esterno per manifestare un desiderio straordinariamente vitale di conosce re. e farsi conosce La Musica Cinese - Le tradizioni e il linguaggio contemporaneo, di François pp. Picard e Enzo Restagno. Edizioni EDT – Collana Musica Contemporanea 224, 18.50 V. Risi www.bazarweb.info bazar 01 2005 gusti di chiara spegni 37 foto www.oltremara.com In tempi di happy hour e aperitivi a buffet gli antipasti prendono per la gola tutti i golosi di sapori salati. Tra vol-au-vent, affettati e tartine chi sa resistere al loro fascino? Eppure non c’è niente di nuovo neanche dietro il più trendy dei pinzimoni. Perché quella degli antipasti è una storia molto antica… Antipasti! Un gusto… antico Il gustatio è l’antenato dell’odierno antipasto, servito dai romani all’inizio delle cene. Cicerone chiama questo tipo di pietanze promulsis, perché all’inizio c’era l’usanza di bere il “mulsum”, vino mielato. Erano a base di vegetali crudi, ma potevano chiudersi anche con ricci di mare, ostriche e salsiccia. Con le invasioni barbariche gli antipasti vengono eliminati, per comparire di nuovo nel ‘400. Con l’affermarsi nel XVIII secolo del “servizio alla francese”, gli ospiti non osservano più un ordine nel servirsi di piatti caldi e freddi, disposti tutti insieme al tavolo con grandi scenografie. Quando prende il sopravvento il “servizio alla russa” invece, nell’800, la tavola è spoglia, con gli antipasti freddi. L’intento è quello di servire gli altri piatti uno di seguito all’altro secondo un preciso ordine, per consentire alle varie portate di essere cucinate sul momento. Chef da leccarsi i baffi! Antonin Carême, primo chef per antonomasia della storia, ha codificato centinaia di ricette, soprattutto di pasticceria, ma è anche noto per la sua pasta sfoglia e l’invenzione degli impareggiabili e molto francesi vol-au-vent, tra gli antipasti più versatili che esistano. Nato tre anni dopo la Rivoluzione, Carême diventa una celebrità di grande richiamo: è a servizio dallo zar di Russia Alessandro I e dal barone Rothschild, dal ministro Talleyrand, Napoleone e Giorgio V d’Inghilterra. Un suo pranzo è composto da più di 100 portate, raccolte nel volume “L’Art de la cuisine francaise au dix-neuvième siècle”. Tra i film più famosi sull’arte culinaria, “Il pranzo di Babette” presenta un antipasto degno del maestro Carême: les cailles en sarcophage, dove le piccole quaglie, insieme a fegatini di pollo, lardo, champignon e tartufo nero, riempiono dei magnifici vol-au-vent. La ricetta è su www.mangiarebene.com/cinema/ pranzo_babette.html. Piatti dal mondo Amanti degli antipasti sono anche russi e scandinavi, ma per noi sono più semplici da rifare quelli del bacino del Mediterraneo, passando naturalmente per l’Italia. La nostra bruschetta è senza dubbio tra gli antipasti più copiati al mondo, i francesi vengono invidiati per i loro paté e gli scenografici vol-au-vent, mentre in una vacanza in Grecia ci si imbatte nelle mezedas, che, un po’ come le tapas spagnole, consentono di assaggiare delizie locali senza spendere una fortuna. La scelta spazia dai dolmades, involtini di riso in foglia di vite, ai tyropitakia e spanakopitakia (tortini di formaggio o spinaci) dal saganaki, il formaggio fritto, ai gigantes, i fagioli giganti, fino alla classica taramosalata, a base di uova di pesce e tzatziki, yogurt al cetriolo. Sulle sponde del Mediterraneo abbondano i felafel, polpette di fave, e vari purè di melanzane, il babaganouj. In Asia si usano di più i piatti unici, ma sono eccellenti i samosas e pakoras indiani caldi. Le empanadas argentine sono deliziose, così come il guacamole messicano, ma i piatti forti di queste tradizioni sono altri. L’altra ricetta Da www.cucinareconamore.it/celiachia/antipasti/Pur%C3%A9dimela nzanaBabaghanouj.htm una ricetta ottima per accontentare celiaci e vegetariani. Puré di melanzane – Babaghanouj, gli ingredienti sono: 1 kg di melanzane rotonde, 1 cucchiaio di succo di limone, 300 ml di yogurt, 3 spicchi di aglio, tritati finemente, 1 cucchiaino di menta in polvere, sale, prezzemolo,1 cucchiaio di olio d’oliva. Le melanzane vengono cotte con la loro pelle nel forno. Fatele cuocere nel forno a media temperatura per circa 90-120 minuti fino a quando sono diventate tenere ricordandovi di girarle a metà cottura. Immergetele poi subito in acqua fredda con del limone in modo che preservino il loro colore e, quando fredde, sbucciatele, togliete l’acqua in eccesso e mettete in una ciotola la loro polpa. Aggiungete yogurt, spicchi di aglio, menta, sale a piacere e mescolate bene in modo da ottenere un purea. Conservate in frigorifero e, al momento di servire, aggiungete l’olio e decorate col prezzemolo tritato. Qualche titolo per mettersi ai fornelli: si parte con ricette semplici, in “Bruschette, crostini e altri antipasti golosi”, Luxury Books a 14 euro; oppure “Tartine e stuzzichini”, ed. Demetra, per 6,90 euro; mirati i “10 antipasti d’estate”, ed. Giunti, a 2,90 euro; ricette veloci in “Antipasti, pizze & torte salate”, De Agostini, a 4,08 euro; anche al microonde “Gli antipasti”, ed. De Vecchi, 6,90 euro; stuzzicante e ricco di informazioni “Gli antipasti”, Food edition, 8 euro; altre idee in “Antipasti”, De Agostini, 5,90 euro; 100 ricette suddivise per ingredienti di base in “Antipasti”, Idealibri, 14,46 euro; “Mille ricette di antipasti” con Newton Compton, 12,90 euro; “Antipasti alle stelle” per Biblioteca Culinaria, per 28,40 euro; non poteva mancare “Gli antipasti” della serie Hobby & work, 7,90 euro; più tradizionale Suor Germana in “Antipasti”, De Agostini, 6,50 euro; per avere un riferimento sempre affidabile “La cucina italiana. Antipasti”, ed. Piemme, 14,50 euro. Zucchine grigliate con lo speck, patate al grana, prezzemolo e sesamo, cipollotti con pancetta e grana, cavoletti di Bruxelles gratinati, carciofi con il taleggio, teste di champignon al ragù, senza dimenticare i classici fritti come polpettine, arancini e verdure. Sono questi alcuni dei “cicchetti misti” serviti alla Vite rossa a Mestre. Per chi passa da Venezia e dintorni, da non perdere. Un antipasto misto costa 5 euro e presenta assaggi di 7/8 piatti diversi. Più tradizionale e centrale è un altro “bacaro”, da Renzo all’Osteria alla vedova, fermata Cà d’oro a Venezia, imbattibile per le sue polpettine di carne (una polpetta costa 1 euro); per variare, ci sono anche i carciofi fritti, le sardine fritte o in saòr, le seppioline arrostite e i polipetti in umido (2 euro il polipetto), accompagnati da un bicchiere di vino bianco o rosso della casa (ancora 50 centesimi!). Vite rossa - Mestre, via Bembo 34, orario 10-15 e 18-23, tel. 0415314421. Osteria alla vedova - Venezia, Cannaregio 3912, orario 11.30-14.30 e 18.30-22.30, tel. 0415285324. 38 di chiara tacconi gusti bazar 01 2005 www.bazarweb.info Ristorante Sadler0258104451 Via Conchetta 14, Milano. Tel. La cucina creativa di Claudio Sadler (due stelle Michelin) si esprime a cominciare dalle prime portate, e chiamarle antipasti sembra poco generoso. I nomi dei piatti sono lunghissimi ed evocativi, i prezzi non alla portata di tutti (solo l’antipasto sui 30 euro). Ma se volete farvi un regalo, ecco le delizie che aprono il menu: sapori di mare come di i filetti di triglia marinate a caldo con gelatina di pomodoro alla pizzaiola, crostini di pane e salvia; o il carpaccioe gamberi grigi alla mimosa con vinaigrette di caviale belga. Oppure crespelle di pasta brik con erbette, carciofi di quartirolo con cannoli di mortadella al tartufo nero; o ancora, dal “menu della carta ambrosiana”, la ciambellina ricotta della Lomellina con crostini di uova di quaglia, salsa fredda al tartufo e crema di asparagi. Ed è solo l’inizio. Madonnina del pescatore Lungomare Italia 11, Marzocca di Senigallia (Ancona). Tel. 0716982 67 Le trovate di Moreno Cedroni sono così destabilizzanti da rendere difficile menu in antipasti, primi, secondi ecc. Diciamo che aprono i suoi menu la suddivisione del alle invenzioni del cuoco catalano Ferran Adrià questi drink diventan i “Martini Solids”: ispirati nelle coppe martini. Un aperitivo da mangiare insomma. E sempre o gelatine servite a cubetti come hors d’oeuvre, il gelato al parmigiano. Seguiranno finalmente sapori di mare che contradd istinguono tutta la sua cucina, come la scatoletta di alluminio da lui confezionata e aperta racchiude una prelibatezza di pesce. Una cena costa sui 75 euro. sotto gli occhi del cliente, che A tavola si gioca d’anticipo Nei ristoranti dei “creativi” gli antipasti non servono solo a stuzzicare l’appetito: mettono in scena da subito piccoli grandi capolavori Bye Bye Blues Via del Garofano 23, Mondello Valdesi (Palermo). Tel. 0916841415 Stagionalità prima di tutto, e gli antipasti non fanno eccezione. Non sappiamo cosa vi proporrà Patrizia, ma dai menu già sperimentati ecco qualche esempio di hors d’oeuvre. Di terra: tagliata di petto d’anatra con lenticchie di Ustica, millefoglie di verdure grigliate e scamorza affumicata, paté di fegato con gelatina al moscato e mele stufate. Di mare: crudo di pesce con marmellata di limoni; tortino di alici e patate; tartara di pesce allo zenzero con gelatina di mele verdi. Con queste premesse, la “missione” del ristorante (tristezza addio, come dice il nome) arriverà a compimento. Q Tradizionale Hotel Ristorante “Fonte della Galletta” Alpe Faggeta, Caprese Michelangelo (Arezzo). Tel. 0575793925 Tipo di cucina tradizionale, “sapori del bosco” Specialità del locale funghi Spesa media 40 euro Dolci della casa Vino consigliato dalla cantina Piatti dietetici no Numero coperti 200 Carte di credito sì Musica no Servizi per disabili sì Illuminazione diffusa Gentilezza personale buona Sala per fumatori no Particolarità immerso in un bosco di faggi sull’Alpe di Catenaia (tra Casentino e Alta valle del Tevere) Etnico Sabor Tropical Restaurant Cocktails y Baile Via Cuminie 23 Villar Dora, Torino. Tel. 0119359263 Tipo di cucina caraibica e sudamericana Specialità del locale Pabellòn Criollo Spesa media menù completo di bevande 28 euro Dolci della casa Vino consigliato Quesillo venezuelano Piatti dietetici per vegetariani e diabetici Numero coperti 80 Carte di credito sì Musica dal vivo e da ballo con Cosmo de la Fuente Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa Sala per fumatori no Particolarità ottimi rum e cocktail Enoteca Enoteca Finzi Piazza Finzi 1, Rivarolo Mantovano (Mantova). Tel. 037699656 Tipo di cucina tradizionale Specialità del locale testina di vitello bollita con tortino di cavolo nero Spesa media 45 euro Dolci della casa Vino consigliato dall’ottima cantina; vasta offerta di acqueviti Piatti dietetici per vegetariani, celiaci… Numero coperti 40 Carte di credito sì Musica no Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa Sala per fumatori no Gentilezza personale ottima Particolarità in un palazzo settecentesco, in passato locanda e fermo posta bazar 01 2005 www.bazarweb.info gusti di chiara tacconi 39 Cibo prêt-à porter: sapori ad arte Al Centro per l’arte contemporanea Pecci di Prato, Luca Vitone ha allestito il suo progetto Prêtà porter , che intreccia la cartografia, interpretata dall’artista come pensiero sul territorio”, e il cibo, nella versione da asporto, visto mezzo per esprimere “un soprattutto come mezzo d’esperienza culturale. “Il mio lavoro come elemento sociale ma riguarda il rapporto con il luogo, la memoria – spiega Luca Vitone – e la tradizione del cibo di strada. In particolare si tratta di in un belvedere, con una balaustra che impedisce di avvicinarsi cannocchiali per guardare oltre 140 immagini di cibi di strada al “paesaggio”, ma con due della tradizione italiana”. Una riscoperta del cibo da asporto italiano, il prêt-à porter della gastron che vedere con il fast food fatto di hamburger e patatine: all’inaug omia, che non ha niente a ha infatti invitato un “artigiano del gusto” che distribuiva uno dei urazione della mostra Vitone migliori cibi di strada della tradizione italiana, il panino con la trippa. Gallo Nero, un classico che ritorna Separati in casa per 18 anni, ora il Consorzio del vino Chanti Classico e quello del Marchio storico stanno per riappacificarsi e unirsi sotto l’effigie del Gallo nero. Oggi i 900 produttori associati delle meravigliose vigne tra Siena e Firenze sono rappresentati dalle due organizzazioni, e ciò crea non poca confusione; in un momento in cui anche i pregiati vini del Chianti Classico devono difendersi dalle imitazioni, avere un nome e un marchio ben riconoscibili è un’ottima strategia di rilancio. Mentre aspettiamo le bottiglie riunificate dal Gallo Nero, ripassiamo le nostre conoscenze chiantigiane: oltre al Chianti Classico non scordiamoci che esistono anche gli ottimi Chianti Docg, Chianti Colli Senesi Docg, Chianti Colline Piosane Docg, Chianti Rufina Docg... Design The Fusion Bar Shozan Gallery Vicolo dell’Oro 5, Firenze. Tel. 05527263 Tipo di cucina fusion in collaborazione con il rist. Shozan (Parigi, Tokio) Specialità del locale sushi di fois gras, tempura di porcini Spesa media 40 euro Dolci della casa Vino consigliato dalla carta Piatti dietetici vegetariani Numero coperti 40 Carte di credito sì Musica sì Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa Sala per fumatori no Gentilezza personale ottima Particolarità stile minimalista, atmosfera giapponese; il ristorante è situato nel Gallery Hotel Art di Ferragamo Natural Biorestaurant Via Otranto 53 Roma. Tel. 0645434943 Tipo di cucina italiana ed etnica Specialità del locale fagottini ricotta e melanzane e pecorino Spesa media 30 euro Dolci preparati dal pasticcere del ristorante Vino consigliato biologico veneto (bianco e rosso) Piatti dietetici vegetariani (celiaci su richiesta) Numero coperti 100 Carte di credito tutte Musica jazz, classica Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa, candele Sala per fumatori no Gentilezza personale ottima Particolarità tutti i prodotti sono biologici certificati, anche la carne 40 di eva buiatti gusti.mangia come leggi bazar 01 2005 Libri da mangiare e piatti da leggere da tutti i Paesi del mondo per occasioni www.bazarweb.info diverse asti alla Bulgakov Antip “Vede, Ivằn Arnờl ‘dovič, con antipasti freddi e minestra pranzano solo i possidenti hi. Una persona che abbia un che non sono stati ancora stati scannati dai bolscevic caldi. E tra gli antipasti caldi antipasti minimo di rispetto per se stessa si tratta ad . migliore” il è questo i moscovit M. Bulgakov, Cuore di cane, ed. De Donato. Per prima cosa Seguendo il consiglio di Bulgakov, prepariamo una bellissima tavola di antipasti russi caldi e freddi, di carne e di pesce. Poi fate i bliny, procuratevi una bottiglia di Vodka Moskovskaya, che metterete in frigo e poi in freezer almeno un’ora prima della cena. di birra, e lasciate che assomigliano alle crêpes: preparate una pastella densa con farina e latte tiepido in cui avrete sciolto un po’ di lievito un po’ di zucchero lievitare per un paio d’ore. Aggiungete la stessa quantità di farina, latte tiepido e lievito, più un uovo intero, un po’ di sale, bella gonfia. Scaldate e un pezzetto di burro fuso. Lasciate lievitare un’altra volta, mescolando ogni mezz’ora. La pastella sarà a questo punto il bliny, fino a che su fuoco moderato una padella unta d’olio e versateci un cucchiaio di pastella alla volta; muovete la padella per stendere mettere in pila e potete che lievitate, ben e bionde crêpes delle usciranno Ne schiumarola. la con necessario se Giratelo dorato. non sarà ben tenere al caldo. fette, condite con Adesso preparate su alcuni vassoi: filetti di aringa dissalati per 24 ore nel latte, guarniti con patate lesse molto calde a sottilissime di sale, yogurt bianco e cipolline verdi fresche a fettine; salmone norvegese a fettine guarnito con ciuffetti di aneto e rondelle sale e pepe; cipolla rossa dolce cruda; funghi champignon tagliati a fettine, soffritti nell’olio di oliva e finiti di cuocere con yogurt bianco, Preparate inoltre cetrioli freschi tagliati finissimi (non sbucciateli!) e conditi con cipolline verdi a fettine, aneto, yogurt bianco, sale e pepe. tritato e prezzemolo le polpette: conviene farle piccolissime, di carne di agnello macinata e mescolata con pane bagnato nel latte, uovo, aglio a scolare su abbondante, sale e pepe. Quando avrete formato le palline, passatele nel pangrattato, friggetele nell’olio di oliva e mettetele Digione e kren (è una carta da cucina al caldo. Infine, preparate in vaschette separate: marmellata di mirtilli, marmellata di ribes, mostarda di mettete tutto in radice molto piccante grattugiata e conservata nell’aceto che trovate già pronta in un buon negozio di specialità). Adesso cerimonia qualche con Portate apprezza. non Bulgakov altrimenti caldi, ben siano polpette e funghi patate, bliny, che attenti tavola, ma state naso e nel stilettata una come arrivano che sorsi a acqua, fosse se come calici piccoli da ingoiata va bevanda: l’unica la vodka gelida che sarà alla testa. climatici, che fuori Non c’ niente di meglio dell’inverno per gustare gli antipasti russi in compagnia. C’ da sperare, in barba ai cambiamenti e delizioso il tavolo nevichi o almeno cada una pioggia gelata, possibilmente accompagnata da un vento insidioso. Allora sar molto intimo si rilassa e le parole coperto di buone cose, che presto appariranno doppie a causa della moderata sbronza da vodka, mentre lo stomaco Immaginatevi palcoscenico. un come radente, calda, luce una con stanza la illuminare di Ricordatevi altri. gli per uni degli diventano giochi buio, dentro caldo. cos, visti dall’esterno da qualcuno molto invidioso che schiaccia il naso contro la finestra e vorrebbe essere con voi. Fuori davvero qualcuno vi sta Nessuno ricorda pi nulla se non le facce un po’ arrossate degli amici e un gusto acidulo e delizioso sul palato. Se poi in mezzo a voi. guardando con invidia, allora invitatelo dentro, chiunque sia: questi piatti aprono il cuore e ognuno pu trovare accoglienza spietato ma anche Non avete ancora letto “Cuore di cane? Leggetelo stasera stessa! Lo troverete bellissimo e divertentissimo, un occhio ironico, per il crollo ragione buona una troverete Ci salvare. da quindi e ironia, di degna cos anche ma demente cos noi, siamo pietoso sull’umanit, che tempo la incapacit del regime sovietico, la stessa per cui (si spera!) prima o poi crollano tutti i regimi: la mancanza di autoironia e nello stesso il libro al vostro cane. a uccidere l’ironia, qualit umana fra le pi alte e bisogno primario di tutte le persone. Un’ultima raccomandazione: leggete Gli piacer moltissimo! Se c’ è un libro che vi piace, con un personaggio che mangia con gusto, e vi siete sempre domandati che sapore avrebbe il suo piatto, scrivete a: [email protected] Troverete prossimo la ricetta sul numero di Bazar! 42 di lorella scacco arti bazar 01 2005 www.bazarweb.info le na zio ven con di te en Ni Il museo? E’ a cielo aperto. Lo spazio espositivo? E una “non-galleria”. io Il sofà? E’ un’opera scomoda. L’ordinario? E’ ribaltato dall’immaginar Museo a cielo aperto L’Ufficio Giovani d’Arte del Comune di Modena presenta il progetto curatoriale di Luca Panaro in occasione della terza edizione di Gemine Muse. Tre gli artisti invitati a esporre le loro opere in due piazze modenesi dando vita a un “museo a cielo aperto”: Annalisa Bondioli, Silvia Ferri e Luca Lumaca. E’ la torre della Ghirlandina a ispirare il lavoro della Bondioli, trasformata in un ‘castello di sabbia’ che ossessiona i modenesi anche durante le vacanze. Silvia Ferri si dedica sempre ai cittadini di Modena facendoli calare nei panni del turista con l’osservazione di alcuni dettagli architettonici attraverso l’obiettivo fotografico o facendoli posare di fronte ad essa. Luca Lumaca ha invece realizzato un’allegoria contemporanea ispirandosi a un antico capitello: una coppia di centauri soggiogati da due cerberi sono infatti divenuti due neonati assoggettati dai mass media. Modena, Piazza Grande e Piazza Torre, orari: tutti i giorni 24 su 24, info: Giovani d’Arte, tel. 059-206604, www.comune.modena.it/gioarte , fino al 9 gennaio Not gallery Un nuovo spazio espositivo a Napoli. Ma non è una galleria. Si tratta piuttosto di un centro di ricerca articolato in tre settori: una project room, che ospita progetti di artisti italiani e internazionali; un laboratorio di diffusione materiale della ricerca artistica, che elabora i progetti degli artisti in elementi decorativi di luoghi domestici e urbani; un settore per i servizi e la didattica per l’arte, che si occupa di organizzare mostre, eventi e corsi formativi. Come scrive lo staff direttivo, “la ragion d’essere di NotGallery risiede nella convinzione che l’espressione artistica e creativa sia necessaria al miglioramento della qualità della vita collettiva”. Lo spazio inaugura con una mostra di “Atrium-project”, un’etichetta creativa di Riccardo Arena e Claudia Dallagiovanna che progetta e realizza interventi artistici per luoghi pubblici e privati. Tra i loro interessi quello di rinnovare la tradizione della ceramica dipinta sia a livello tecnico che iconografico. NOTgallery, Piazza Trieste e Trento 48, Napoli, tel. 0810607028, info: www.notgallery.com , orari: dal lunedì al venerdì 15-19, sabato 10-13, fino al 18 febbraio Il Sofa’ di Jung E’ Mario Rizzi a presentare quest’installazione sonora intitolata “Il sofà di Jung” nella project room del Museo di Rovereto. Artista italiano, ormai noto a livello internazionale, ha scelto di recente la città di Berlino per vivere e lavorare. E’ d’altronde la condizione di eterno viaggiatore, in continuo transito, a caratterizzare la sua ricerca visiva sullo sradicamento e le persone che lo praticano. Così l’autore ricerca un dialogo con l’altro e in particolare con coloro che si sentono ‘moralmente’ diverse ed emarginate, poiché a lui vicine. L’opera realizzata per il Mart rievoca lo studio del noto psicoanalista e in particolare il rapporto tra lui e Sabina Spielrein, una ragazza affetta da una grave forma di isteria, la quale, una volta guarita, si dedicò alla psicologia infantile. L’artista si è ispirato ai diari di Sabine, ritrovati a Zurigo soltanto nel 1977. MART, corso Angelo Bettini 43, Rovereto (TN), info: 0464438887, www.mart.trento.it, orari: mart – dom 10 – 18, fino al 20 febbraio oniriche Sospensioni mostra, Piera Peri, ha scelto il titolo La curatrice della “Sospensioni Oniriche” per sintetizzare il percorso artistico di Francesca Pastore. Le tele dell’artista romana ci fanno infatti entrare in una dimensione onirica e surreale dove il tempo sembra fermarsi. Ma la sfera dell’immaginario presto si ribalta nell’ordinario: è infatti l’esigenza quotidiana di cercare un’alternativa allo stato degli accadimenti, è la forza dell’utopia che cerca di farsi strada nella dura realtà. Horti Lamiani Bettivò, Via Giolitti 63, Roma, tel. 06 4460292, [email protected], orari: lunedivenerdi 9.00 - 18.00, fino al 19 gennaio tta italiana Capire l’artee astra intraprende la questione dell’astrattismo italiano: un’azione Un libro che finalment giornalista coraggiosa portata avanti da Gabriele Simongini, storico dell’arte e 15 artisti, che da tempo si occupa di arte astratta italiana. L’autore ha selezionato astratta. differenti per età e stile, a cui ha chiesto la rispettiva opinione riguardo l’arte di indagare Quindi una sorta di “inchiesta sul campo”, che ha cercato soprattutto quelli di e riconoscere una linea italiana dell’astrattismo. Tra i nomi scelti figurano e Marco Carla Accardi, Pietro Dorazio, Enrico Castellani, Emilio Vedova, Paolo Radi ento per Tirelli. Il lettore si troverà così a disporre di numerosi elementi sull’argom no. giudicare autonomamente se si tratta di una questione ancora aperta oppure Luca Gabriele Simongini, “Astrattismo italiano. Incontri con quindici artisti” , De Editore, Roma 2004, pp.168, prezzo 20 euro bazar 01 2005 www.bazarweb.info arti di luca beatrice 43 La fidanzata di Zorro Per scoprire chi è basta leggere un nuovo volume dedicato a una giovane artista milanese. E poi rilassarsi nelle atmosfere zen di una colle zion fanno arte, esaltarsi nel confronto tra sublime e mostruoso, e di abiti che delle Papesse tra sorprendenti rivelazioni. E molto di più… perdersi nelle sale Liliana Moro Finalmente anche in Italia l’editoria d’arte comincia a occupar degli artisti delle generazioni recenti, attraverso pubblicazioni si monografiche di un certo rilievo. E’ appena uscito da Skira volume dedicato a Liliana Moro dal curioso titolo La fidanzat il di Zorro: sponsorizzato dalla Fondazione Ambrosetti e curato a da Loredana Parmesani e Cecilia Casorati, il libro è una raccolta completa di tutti i lavori dell’artista milanese, emersa alla fine degli anni ’80 e fondatrice dello Spazio Lazzaro Palazzi, con un lavoro molto vario ed enigmatico. Accompagna l’uscita libro la mostra personale della Moro negli spazi della stessadel Fondazione. Liliana Moro. La fidanzata di Zorro, Fondazione Ambrosetti, Palazzo Panella, via Matteotti 53, Palazzolo sull’Oglio (Brescia), tel. 0307403169 www.fondazioneambrosetti .it, fino al 2 aprile 2005, orario: lunedì-venerdì 9-13, 14.30-18.30, sabato 15.30-19.30, domenica su appuntamento, ingresso Il bello e le bestie/ Mario Rizzi sull’ambiguità tra sublime Spettacolare mostra incentrata e mostruoso (ma si potrebbero citare altri dualismi come amore e morte, eros e violenza) in una cavalcata nella storia dell’arte degli ultimi secoli. Dal romanticismo di Boecklin al surrealismo di Magritte, passando per i capolavori di Francis Bacon e le anticipazioni femministe di Frida Kahlo, fino all’urgenza del contemporaneo con Cindy Sherman, Matthew Barney e Maurizio Cattelan. Rassegna affascinante e soprattutto molto ricca. In contemporanea il Mart apre una Project Room ai giovani artisti internazionali: si comincia con l’installazione The Sofa of Jung di Mario Rizzi (visibile fino al 20 febbraio 2005), progetto che gli è valso l’invito alla Biennale di Sydney. Il bello e le bestie, Mart, corso Bettini 43, Rovereto (Trento), call center 800 397760, www.mart.trento.it fino all’8 maggio 2005, orari: martedì-domenica 10-18, venerdì 1021, chiuso lunedì, ingresso 8, cataloghi Skira. Gallaccio, Sergio Prego Elisa Sighicelli, Anya per aprire il 2005 alle Papesse. Al piano nobile Elisa Sighicelli, torinese Trilogia di giovani artisti internazionali che vive in giro per il mondo, presenta una selezione di lavori fotografici sugli interni e Notturno, il suo primo video. Al secondo piano la scozzese Anya Gallaccio, finalista nel 2003 al Turner Prize, espone un’antologia di lavori graffianti e spesso drammatici che esplorano con grande sensibilità il rapporto tra uomo e natura. La project room, situata nel caveau, è la sede per il progetto del basco Sergio Prego, una delle rivelazioni della nuova arte spagnola. Di questa mostra, delle prossime e di altro ancora, parliamo con Marco Pierini, 38 anni, senese, storico dell’arte, direttore del Palazzo delle Papesse di Siena dal 2002. Per uno studioso che arrivava da un’esperienza nella conservazione e nell’arte antica, come è stato il salto sul contemporaneo più attuale? Facile, direi. Quando ho assunto l’incarico alle Papesse, infatti, avevo numerosi anni di esperienza di didattica del contemporaneo maturata all’Università degli Studi di Siena. Inoltre, fin dai primi anni di lavoro, ho alternato studi di carattere storico artistico con inserimenti nel contemporaneo. Credo che la specializzazione sia un male tipico del nostro tempo. Al contrario, i miei modelli di studioso sono quelli che hanno saputo applicarsi con pari intelligenza e passione allo studio dell’arte antica e al contemporaneo: da Giuliano Briganti a Giulio Carlo Argan, da Cesare Brandi a Enzo Carli (che ho molto amato e dal quale moltissimo ho ricevuto), fino a Roberto Longhi. La tua direzione si sta caratterizzando per l’estrema vivacità delle proposte, non convenzionali e senza troppi calcoli strategici. Rispecchia in pieno il tuo modo di essere? In effetti credo di assomigliare abbastanza al progetto culturale che ho cercato di far vivere in questi tre anni di attività. Innanzitutto è stata mia intenzione, fin da subito, trasformare il centro d’arte contemporanea in centro ‘delle arti contemporanee’, allargando il più possibile gli ambiti d’interesse alla musica, alla letteratura, alla danza, al cinema, non creando settori distinti, ma cercando di far interagire diverse forme espressive. È così che è nata la collaborazione con musicisti come Eraldo Bernocchi, Harold Budd, Giovanni Lindo Ferretti, Russell Mills, o scrittori e poeti come Alessandro Fo, Aldo Nove, Paolo Nori. Un altro punto fermo è la volontà di produrre nuove opere: io e Lorenzo Fusi – con il quale ogni decisione viene sempre condivisa – desideriamo sempre organizzare mostre nelle quali la più alta percentuale possibile di opere sia nuova, realizzata espressamente per l’occasione. Tu a Siena, Fabio Cavallucci a Trento, Giacinto Di Pietrantonio a Bergamo. State facendo un lavoro di primo livello anche in provincia e senza budget faraonici. E allora perché nei grandi musei o alla Biennale di Venezia continuano a chiamare curatori stranieri o le solite facce? Forse perché, nonostante le apparenze, il mondo dell’arte contemporanea è molto conservatore e conformista. Sperimentare, rischiare, osare – con la possibilità, naturalmente, anche di commettere errori – non è abitualmente previsto nelle cabine di regia. Cosa ci propone il 2005 alle Papesse? Dopo le tre personali di Elisa Sighicelli, Anya Gallaccio e Sergio Prego per la tarda primavera abbiamo invece in programma una collettiva dal taglio assolutamente non convenzionale (per ora non anticipiamo altro) coprodotta con TRA ARTe, la rete regionale toscana per l’Arte Contemporanea. Sighicelli, Gallaccio, Prego, Palazzo delle Papesse, via di Città 126, Siena, tel. 0577220723, www.papesse.org 22 gennaio-2 maggio 2005, orari: martedì-domenica 12-19, chiuso lunedì o Jaar Alfred e fotografo, Alfredo 1956 in Cile, formatosi come architetto Nato nel re lavorato sulle questioni più Jaar che ora vive a New York ha semp ica. Famosi i suoi progetti drammatiche dell’attualità e della politzzonia, sul genocidio in su Pinochet, sui cercatori d’oro in Ama ta 11 sul potere dei media Ruanda e il lavoro esposto a Documen a di Antonio Gramsci la sua nell’era globale. E’ dedicata alla figur truisce la cella del filosofo prima personale in Italia, dove Jaar ricos scattate a Roma che e presenta una serie di lightbox con fotoerio di libertà e situazioni di propongono visioni di opposti tra desid prigionia. via Solferino 44, Milano tel. 02Alfredo Jaar, Galleria Lia Rumma, fino a fine gennaio 2005, orari: 29000101, www.galleriarumma.it lunedì e festivi, ingresso libero martedì-sabato 11-13, 15-19, chiuso Yohji Yamamoto Da oltre vent’anni lo stile Yamamoto suggerisce l’idea di minimalismo e rigore all’interno della moda. Nessun effetto pirotecnico ma un silenzioso atteggiamento zen, che trasferito nell’abito, diventa linguaggio scultoreo e insieme stile di vita. Creatore di culto per artisti e intellettuali che non possono rinunciare al total black, (Wim Wenders gli dedicò un breve film) Yamamoto presenta 80 abiti della sua collezione allestiti da Masaho Nihei a Firenze in occasione di Pitti Immagine Uomo. Mai come in questo si incontrano le Correspondances tra arte e moda. Yohji Yamamoto. Correspondances, Galleria d’Arte Moderna Palazzo Pitti, Firenze, tel. 0553693407, www.pittimmagine.com, 13 gennaio-6 marzo 2005 44 di marzia di mento arti bazar 01 2005 www.bazarweb.info o sim his tic An o? ne ora mp nte Co ca L’avveniristico museo della Mille Miglia: hi-tech e auto d’epo in un della metro di Napoli, convento dell’anno mille. La propensione museale Roma e le origini della il piccolo museo archeologico dell’Auditorium di mpor aneo e antico “libertà” americana... Sane commistioni tra conte Archeologia nel ventre della conte mporaneità All’interno della struttura dell’Audito rium, a Roma, tra il foyer e la Sala Santa Cecilia, è ospitato un piccolo museo archeologico. A darci il benvenuto è la tegola angolare di gronda con la raffigurazione di Acheloo, antica divinità fluviale, sospesa nel vuoto, divenuta simbolo del museo. Plastici lignei ricostruiscono le varie fasi di occupazione dell’area in età antica, che consistono in una villa realizzata intorno al 500 a.C. e rimasta attiva fino al II secolo d.C., scoperta nel 1995 e scavata negli anni 1996-97. Nelle bellissime vetrine disegnate da Renzo Piano, tenute da sottili tiranti di acciaio, conservati alcuni dei reperti rinvenuti: il vasellame da cucina, da dispensa e da banchetto, la riproduzione del forno per cuocere il pane e la vera di un pozzo. Dalle vetrate del museo si scorgono i resti delle strutture murarie della villa. Peccato che, nonostante lo spazio ridotto, si avverta un po’ di confusione per la disposizione innaturale delle vetrine e dei plastici, e che questi ultimi oscillino pericolosamente non appena sfiorati, facendo sentire tremendamente in colpa i malcapitati. Auditorium Parco della Musica, viale P. De Coubertin, Roma. Tel. 0680241281 www.auditoriumroma.com Il museo è aperto tutti i giorni dalle 11.00 alle 18.30; l’ingresso è gratuito. 1000miglia? Ora è hi-tech La un museo Una volta sola all’anno non basta: così 30 imprenditori hanno sognato fine dello che raccogliesse la storia della leggendaria corsa automobilistica. E alla scorso anno è stato aperto a Brescia il “Museo della Mille Miglia”. sviluppa su Ospitato nell’ex Monastero di Sant’Eufemia, interamente ristrutturato, si audiovisivi e 5.000 metri quadrati ed è diviso in 9 diverse sezioni; è dotato di impianti i. Esposte multimediali, pannelli con testi e immagini, reperti, collezioni, e document Mazzotti e a rotazione le auto da corsa dal 1927 (l’anno in cui Maggi, Castagneto, Canestrini “inventarono” la celebre corsa) al ’57. Oltre a ripercorrere le tradizioni sportive dei motori, il museo ha come obiettivo principale il coinvolgimento ludico del visitatore, al quale è offerta la possibilità della di scoprire gareggiando virtualmente cosa significasse seguire il percorso che Mille Miglia. Ciascuno viene inoltre dotato di cuffie audio a raggi infrarossi consentono di “dialogare” con auto e oggetti esposti. sono A raccontare storie e avventure legate alla mitica corsa automobilistica Brera Federico Fellini e Roberto Rossellini, Enzo Ferrari ed Ettore Bugatti, Giannitante ma quindi, auto solo Non Biondetti. e e i piloti Borzacchini, Fagioli, Taruffi e (il testimonianze. Un fascino particolare è dato dal contrasto tra contenitor ardia. monastero benedettino) e contenuto, auto d’epoca e tecnologia all’avangu 31 03033656 Tel. Brescia. Museo della Mille Miglia, via della Rimembranza 3. www.museomillemiglia.it, [email protected] venerdì Ingresso: dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 18.00, il primo e il terzo del mese fino alle 21.30. Chiuso il lunedì e over persone 10 di gruppi , Biglietto: 10 euro, 8 euro per studenti, soci 1000miglia 65 anni, 6 euro tra i 6 e gli 11 anni, gratis fino a 6 anni. metro ad opera d’arte Una e La linea 1 della Metropolitana di Napoli, dopo innumerevoli interruzioni conseguenti disagi dovuti ai continui rinvenimenti archeologici, diventerà l’unica metropolitana al mondo abbellita dai grandiosi resti della città antica. Due stazioni in funzione sono state impreziosite con l’esposizione di reperti antichi: la “Museo” di Gae Aulenti con copie di una testa di cavallo in bronzo e dell’Ercole Farnese, e la “Salvator Rosa” con i resti di un ponte romano. Il connubio arte-metro è già consolidato da tempo E nella città di Napoli con i graffiti urbani della stazione “piazza Amedeo”. in particolare lungo la linea che attraversa la zona collinare, dove Aulenti e Meneghini hanno abbellito con opere d’arte contemporanea le stazioni “Materdei”, “Quattro Giornate”e “Dante”, mentre Alvaro Siza si è occupato della sistemazione della fermata di piazza del Municipio. La “libertà” in America? Viene dalla lontana Rodi E’ risaputo che la Statua della Libertà (il titolo intero è Libertà che illumina il Mondo), sull’isoletta davanti a Manhattan, fu eseguita dallo scultore francese Bartholdi e donata nel 1876 alla città di New York dalla Francia repubblicana in occasione del primo centenario della rivoluzione americana. Eppure ha origini ben più antiche… Quasi nessuno sa che scultore per la sua realizzazione si ispirò alla statua in bronzo del Sole lo che fu eretta nel III secolo a.C. nel porto di Rodi, meglio nota come il Colosso, divenuta subito una delle sette meraviglie del mondo, ma distrutta da un terremoto poco dopo la sua erezione. Anch’essa aveva come attributi corona di sette raggi e la torcia, e doveva celebrare la libertà nel segnola della luce. 46 di luca carboni arti.skizzi bazar 01 2005 www.bazarweb.info www.bazarweb.info bazar 01 2005 L ib an o: fi or ir e sulle macerie viaggi di andrea mugnaini 47 Così piccolo… eppure così grande. Tra grattacieli e archeologia, ricordi di guerra e voglia di svago. Vino libanese, saponi artigianali, tramonti mozzafiato: e sullo sfondo una piena di effervescenze diurne e notturnemetropoli Cosa vedere Una grande varietà di paesaggi per un territorio così piccolo, resti archeologici e moderni grattacieli, un recente passato di guerra e una sfrenata voglia di divertim ento. Tutto questo è il Libano, paese che si è lasciato alle spalle la devastazione, le stragi e gli orrori di oltre vent’anni di guerra civile. Soprattutto la sua capitale, Beirut, è tornata a essere notturni più importanti del Medio Oriente. Ma Beirut non dimenticuno dei centri finanziari e sono al tempo stesso bellissimi e strazianti i pannelli che mettono a: nel Distretto Centrale a confronto le immagini di alcuni edifici fotografati durante la guerra e dopo che sono stati ricostrui ti. Tra questi, il Museo Nazionale i cui tesori vennero murati per essere salvaguardati dai bombard amenti e adesso sono tornati a splendere in tutta la loro bellezza. La Corniche, il lungomare di Beirut, è un luogo molto popolare e frequent ato. Si possono fare passeggiate fino agli Scogli del Piccione, enormi arcate di roccia in mezzo dei molti caffè ad ammirare il tramonto (consigliamo il Bay Rock al mare, o riposare in uno Cafè proprio di fronte agli scogli tel. 00961 1 796700). Se dovete scegliere un solo luogo da visitare in Libano, questo è senza archeologico semplicemente straordinario. Vi lascerà senza fiato l’impone dubbio Baalbek, sito questa antica città romana. Le sei colonne rimaste in piedi del Tempio nza dei monumenti di di Giove, alte 22,9 m. e con una circonferenza di 2,2 m., sono le più grandi del mondo. Impressi onanti anche i blocchi megalitici, lunghi 20 metri e superiori alle 1000 tonnellate di peso, con le fondamenta. Tripoli e Biblo sono due piacevoli città sulla costa cui sono state costruite a medievali della città vecchia di Tripoli sono un luogo splendido dove nord di Beirut. I souk Biblo è una pittoresca città in una posizione affascinante. Dal Castellopasseggiare e fare acquisti. splendida vista sul mare. Da visitare la necropoli reale con le cosiddett dei Crociati si gode una con profondi tagli verticali nella roccia per proteggerle dai sacchegg e tombe a pozzo, realizzate i. La new entry Nel quartiere più trendy di Beirut apre il Four Points Le Verdun Si chiama foto di andrea mugnaini 5 cose da non perdere 1. 2. 3. 4. 5. Leggere il Libano così l’ultima novità turistica di Beirut, un nuoviss conosciuto per i suoi centri commerciali, e i suoi famosi barimo hotel nel quartiere Verdun, il più alla moda di Beirut, L’hotel è di nuova costruzione e offre 132 camere incluso e ristoranti che animano la vita notturna. 12 suite molto spaziose, un ristorante con cucina francese e fusion, un bar nella lobby, una piscina sulla terrazza all’ultim o piano, un club benessere, servizio massaggi, una sala convegni e due sale meeting. Gli interni dell’albergo sono stati pensati dal famoso interior design trendy e moderno, ma allo stesso tempo confortevole,designer libanese Galal Mahmoud, che si è ispirato a un creando un ambiente accogliente e di ampio respiro. Info: www.starwoodhotels.com Comprare A Beirut si possono trovare prodotti artigianali tradizionali provenienti da tutto il paese all’Artisan du Liban in Rue Clemenceau nel quartiere di Hamra o alla Maison de l’Artisan in Rue Minet al-Hosn, all’estremità orientale della Corniche. I souk di Tripoli sono uno dei luoghi migliori per fare acquisti; in modo particolare il sapone, che secondo la tradizione è stato inventato proprio qui, da Badr Hassoun (tel. 00961 3 438369) all’interno del cortile del Khan al Saboun e oggetti in oro al Souk Alsayaghin. Molto ricercato infine il vino libanese proveniente dalla Valle della Bekaa. A Ksara, nei dintorni di Zahlé potete fare acquisti presso la più antica e famosa azienda vinicola del Libano (tel. 00961 8 813495). Dormire Beirut, Mayflower Hotel (Rue Neamé Yafet, Hamra tel. 00961 1 340681) Beirut, University Hotel (Rue Bliss, Ras Beirut tel.00961 1 365390) Biblo, Byblos sur Mer (Port Of Byblos, tel. 00961 9 942983; www.byblossurmer.com.lb) Tripoli, Pension Haddad (tel. 00961 3 507709; http://pensionhaddad.8m.com) Baalbek, Palmyra Hotel (Rue Abdel Halim Hajjar, tel. 00961 8 370230) Mangiare La cucina libanese è una delle ricchezze di tutta la gastronomia mediorientale. Verdure ripiene, tabbooleh speziato, kibbeth (piatto a base di agnello) sono i pezzi forti di questa cucina che affonda le sue radici in una miscellanea di culture (mussulmana, cristiana ed ebraica) che hanno convissuto in queste terre per secoli. Ecco dove sperimentare i sapori libanesi: Beirut, Walimah (Rue Makdessi, Hamra, tel. 00961 1 343128) Beirut, Al-Mijana (Rue Abdel Wahab al-Inglizi, Achrafiye, tel. 00961 1 328082) Biblo, Byblos Fishing Club (tel. 00961 9 540213) Tripoli, Captain’s Fish Restaurant (Rue ibn Sina, tel. 00961 6 613031) Le gigantesche colonne di Baalbek Una passeggiata sulla Corniche, il lungomare di Beirut La città vecchia di Tripoli Il castello dei Crociati di Biblo Il vino della Valle della Bekaa Khalil Gibran è il più famoso scrittore libanese. Autore del successo mondiale Il profeta (Rizzoli, 1999), è considerato un eroe della cultura nazionale. Altro autore di rilievo è Amin Maalouf che ha pubblicato di recente Origini (Bompiani, 2004): il protagonista del libro ricostruisce le vicende della sua famiglia in Libano attraverso vecchi documenti. Molti libri di autori stranieri sono dedicati a questo paese. Dalla montagna sacra di William Dalrymple (Rizzoli, 1998) analizza il ruolo del cristianesimo nel Medio Oriente con un capitolo dedicato al Libano. Ghada Samman ha pubblicato due interessanti libri le cui vicende si svolgono a Beirut. Il primo è Un taxi per Beirut (Jouvence, 1995) che narra di un viaggio su un taxi collettivo verso la capitale libanese dove si avvertono le prime avvisaglie della guerra civile. Il secondo è Incubi di Beirut (Abramo, 1993), e racconta in prima persona le tragiche vicende della guerra. www.libano.it Community italiana dedicata a chi ama il paese dei cedri con informazioni culturali, turistiche, commerciali www.destinationlebanon.com Ufficio del turismo libanese. Ottima risorsa per qualunque tipo di informazione www.dailystar.com.lb Sito del quotidiano libanese Daily star, pubblicato in lingua inglese www.downtownbeirut.com Tutto su Beirut: negozi, alberghi, ristoranti, info utili www.caravanserailonline.com Per acquistare online i migliori saponi di Tripoli 48 di agnese ananasso essere bazar 01 2005 www.bazarweb.info Il superfluo si elimina col cibo Diete drastiche e inutili digiuni innescano solo meccanismi metabolici negativi, il cosiddetto effetto yo-yo. Idem per pasticche “dimagranti” e integratori “saltapasto”: barrette, frullati e zuppe. Impariamo a dimagrire col cibo. Quello che, comunemente in commercio al mercato, può aiutare a dimagrire e risolvere anche problemi specifici. Stop alle diete ! Fibre amiche dimento meritano le fibre, che aiutano a depurare 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. L’olio di oliva previene le malattie cardiovascolari e aiuta ad allungare il ciclo di vita cellulare. In poche parole aiuta a vivere più a lungo. Il tè (verde e nero) previene la degenerazione neurocerebrale e riduce gli effetti della vecchiaia sull’attività della memoria. In più il tè verde aiuta anche a dimagrire perché depura. Il pesce, grazie al suo contenuto di acidi grassi Omega 3 e Omega 6, svolge un ruolo antidepressivo perché va ad “alimentare” il cervello, costituito in gran parte di materia grassa. Stesso effetto antidepressivo ha la pianta di iperico, paragonabile a quello di un farmaco potentissimo ma senza le sue conseguenze negative. L’aglio è da sempre conosciuto per le sue proprietà benefiche contro l’ipertensione, le difficoltà digestive e per eliminare le scorie. Un’erba particolarmente versatile è la santoreggia, che si usa comunemente in cucina, ma che, in forma di olio essenziale, ha poteri afrodisiaci oltre che lenitivi, calmanti e digestivi. In più rafforza i capelli. Il carciofo e l’ananas aiutano a drenare ed eliminare i liquidi, mentre il mirtillo non solo è indicato in casi di vista debole ma anche per ridurre la fragilità capillare. Costruire una dieta, non vuol dire “mettersi a dieta”, vuol dire organizzare dei pasti che comprendano tutti i principi nutritivi, dando loro il giusto spazio: Proteine - necessarie alla crescita, alla formazione e alla ricostruzione dei tessuti corporei; forniscono calore ed energia. Carboidrati - forniscono il calore e l’energia necessari per la contrazione muscolare. Grassi e oli - costituiscono la parte fondamentale della struttura cellulare, forniscono energia concentrata e varie vitamine. Minerali - servono alla formazione della struttura corporea e all’esercizio delle normali funzioni dell’organismo; tutti gli alimenti ne contengono in percentuali differenziate. Vitamine - sono sostanze delle quali il nostro organismo ha bisogno in piccole quantità per mantenersi in buona salute. Acqua - è una componente essenziale delle cellule ed è presente in tutti gli alimenti. Fibre - costituiscono la parte del cibo che non viene digerita e percorrono tutto l’intestino senza essere modificate; prevengono molte malattie. Un piccolo approfon l’organismo, prevengono i tumori dell’intestino e combattono la stitichezza. Sono utili per dimagrire, perché, assorbendo molta acqua, aumentano il senso di sazietà e riducono il senso di fame. Si trovano in principalmente in verdure con foglie (lattuga, verza, sedano) e frutta, verdura da radice come patate, carote, pastinaca, rape e patate dolci, e nella frutta secca. Anche i legumi (piselli, fagioli, lenticchie, ceci, fave, soia) ne contengono in buone quantità, oltre ai cereali integrali (grano, riso, granturco, orzo, miglio e cereali da prima colazione) e crusca del grano. Il pane integrale contiene una quantità di fibre quattro volte maggiore del pane bianco e nell’intestino è otto volte più efficace nel combattere la stitichezza e le sue conseguenze. La farina integrale contiene il 100 per cento del chicco di grano, la farina bianca contiene invece poco più del 70 per cento del chicco: la parte più ricca di fibre la minerali e vitamine viene infatti rimossa durante la macinazione. Anche pizza è nata con farina integrale. e agrumi Vitamina Cantiossid ante del nostro organismo e protegge dai dannosi E’il maggiore effetti dell’inquinamento atmosferico e dalle infezioni del tratto urinario, potenzia la reazione immunitaria e, oltre a ridurre i livelli di colesterolo, la pressione arteriosa e l’arteriosclerosi, è in grado di ridurre i rischi del cancro. Combatte inoltre la stanchezza e lo stress, è essenziale per la formazione del collagene (la sostanza che garantisce l’elasticità della pelle), protegge dall’insorgenza di lividi, dalla formazione di piccoli trombi, e favorisce la guarigione delle ferite. Combatte l’anemia perché favorisce l’assorbimento del ferro nel tratto intestinale. Si trova in grandi quantità in tutte le verdure, nelle fragole e negli agrumi. In particolare abbonda in asparagi, avocado, broccoli, cavolini di Bruxelles, meloni, pompelmi, limoni, mango, cipolle, arance, papaya, prezzemolo, piselli, peperoni, ananas, ravanelli, spinaci, pomodori, crescione, cavoli, cachi, ribes, barbabietole ecc. Tra i frutti i kiwi sono i più ricchi, ne contengono infatti il doppio delle arance. La rosa canina (tipo di rosa selvatica) è invece la pianta che ne contiene di più. La vitamina C è facilmente deperibile per cui gli alimenti vanno consumati freschi e comunque non vanno conservati, né cotti a lungo. La vitamina C è idrosolubile (si espelle. con l’urina) quindi va reintegrata costantemente perché non si accumula Sul web: www.adieta.it - i gruppi alimentari www.abc-fitness.com/artic/in-alime www.pizza.it/angeletti/fibre www.crescitacivile.it/sanità/istituto - Le linee guida per una sana alimentazione In libreria: La buona alimentazione. Pensieri sulla salute di Anna Powar, Editore Il saggiatore 348 pp. 18.50 Cereali e legumi nella dieta per la salute di Alessandro Formenti e Cristina Mazzi, Editore Tecniche Nuove 359 pp., 29.90 Cento piatti della salute. Le regole per una cucina sana e naturale. Antipasti, primi, secondi, contorni, dolci, Editore Vallardi A. 159 pp., 7.50 La tavola della salute di Kousmine Catherine, Giunti editore 415 pp., 9.50 Alimentazione. Quali alimenti scegliere per stare bene di Valeria Balboni, Editore Alpha Test 192 pp., 9.50 bazar 01 2005 www.bazarweb.info avere di giulia premilli 49 La vasca da bagno? In salotto …e la birra nelle caramelle, i disegni dei bambini nei cioccolatini e gli elettrodomestici… in tasca. Ma che 2005 ci aspetta? lotto… La vasca da sa come un divano tutto rosso.. o anche messa in produzione. E’ la Si, non solo l’hanno inventata ma l’hann , ricorda quasi un tavolo da biliardo, è fuoco o Ross o”. salott “da vasca da bagno “luxury concept”, come ama chiamarla a due posti. Elegante e strabiliante è una imo Farinatti punta sulla delicatezza Mass ner desig del , oVivo l’ideatore. Ross tto, come il metacrilato che dà quel dei materiali e la luminescenza del prodorsi… E poi non mancano l’aria e l’ozono riflette e re riflette dove leggero traslucido particolarità? La vasca si adatta a che delicatamente accarezzano. La sua diventare un intrigante momento… per o…, salott al o, bagn tutti gli spazi, dal pubblico. Prezzo? Iva compresa: euro 8.640,00 I bambini disegnano cioccolatini avuto E’ la dolcissima Richart di Parigi ad aver più l’idea più dolce dell’anno. Per il concorso mets, goloso di tutti i tempi, il Graines de Gourdi Michel Richart ha selezionato 13 disegni a bambini tra gli oltre 3000 giunti all’omonim sono boutique. Tra questi i più intraprendenti olatini. stati riprodotti come decorazione ai cioccpropria Ogni dolcetto della collezione vive di vita ail di raccontando temi glassati come: “un cockt gelato” o “Moon Cherry”. euro Per una confezione da 9 si parte da 11,50 Tel. Milano - Richart, via Vincenzo Monti 36. 02 36520676 Eventi trendy Ma chi te lo fa fare di organizzare tutto da e! te? Lascia fare a chi di eventi se ne intend 23 Music Agency da anni nel settore live organizza le serate più trendy d’Italia. La 23 Agency collabora con artisti e promoter di tutto il mondo negli ambiti del management, della promozione, organizzazione di eventi, soprattutto per eventi musicali e discografia. Inoltre la 23 Agency organizza concerti live di artisti italiani in locali di media dimensione e discoteche. Le ultime serate organizzate? D.Dee Jackson, Amanda Lear e Paola & Chiara. 23 Music Agency, Loc. Turicchi, 64, Firenze tel 0558319122 Le Kikke mangiate con la schiuma! Che idea gassosa! E’ venuta a un produttore italiano di birra la rinnomata Baladin. Dopo essersi buttato nell’alta fermentazione del malto, producendo una bitta di ottima qualità, si è detto: ma perché non creare delle caramelle di gelatina per solleticare i palati più simpatici. Così, dalla luppolosa creatività del produttore della Birra Baladin, sono nate le Kikke alla birra di gusti diversi. Si va dalle Galèe de Bière Noel (dalla gelatina intensa sia per i profumi che per i sapori che si arrotondano tra il gusto di cacao, prugna e liquirizia) al Galèe de Bière Nora (dal sapore contrastato di miele e punte di zenzero). Ma la casa madre informa che le varietà sono tante come: Gelée de Bière Super, “dall’intrigante equilibrio tra dolce e mandorlato con intensi profumi di frutta tropicale” (ottimo per i formaggi di media stagionatura), alle Gelée de Bière Isaac, “dai profumi di fiori intensissimi che si trasformano in bocca in un delicato sapore di fruttato”. Le kikke possono essere servite come ottimo accompagnamento per formaggi o pesce. Info: Le Baladin, birra artigianale, piazza V luglio 15, Piozzo Cuneo. Tel. 0173 795431 Semplire… pGiù picco odomliestici elettr n! migno ltà sono me giocattoli in rea Si presentano coin miniatura. Aspirapolvere, elettrodomestici ice, lavastoviglie, cucina e forno frigorifero, lavatr solo alcuni dei “mini” disegnati microonde sonoele. Tutti i giochi funzionano a e prodotti da Mi cono fedelmente i “fratellini “ batteria e riprodu , asciugano, aspirano… un maggiori. Lavanoto da uscire di testa! Ed è tutto set di divertimenme la lavastoviglie con cestello funzionante! Co atrice con cestello ruotante e e stoviglie o la lavgio, il tutto “spiabile” dal micro suoni per il lavag ice 34,50 oblò. ere 29 euro, lavatr Prezzi: aspirapolviglie a 35 euro euro e la lavastov llery, Corso Garibaldi 99. Milano - Miele Ga . Tel. 0229061006 50 di agnese ananasso hi-tech bazar 01 2005 Phone-mania Poter comunicare ogni tipo di informazione: immagini, suoni, testi… E’ il sogno di tutti i phonemaniacs. E mentre il sistema Umts fatica a decollare, intanto diamo un’occhiata alle ultime frontiere dei telefonini www.bazarweb.info Per chi ci lavora Siemens propone un telefonino di fascia medio-alta dedicato soprattutto al settore business delle piccole e medie imprese, l’SK65. Un vero e proprio ufficio portatile con tanto di BlackBerry integrato. Grazie alla ghiera rotante si trasforma in una tastiera qwerty con qui si possono scrivere, ricevere e inviare mail. Qualcosa di più di un bel giocattolo, con 30 MB di memoria e una funzionalità (Mobile Data Services) che consente di accedere ai dati Intranet. Ha anche un bel display a colori ad alta risoluzione, tecnologia Bluetooth e giochi di serie. Il prezzo di mercato è di circa 500 euro. Sempre studiato per utenti di fascia alta che amano avere tutto in tasca, è il Nokia 9500 Communicator, che chiuso è un normale telefonino, magari un po’ ingombrante, ma aperto diventa un vero e proprio Pc, di dimensioni ridottissime, con le medesime funzioni. Un po’ caro, si aggira sugli 800 euro ma se confrontato con gli altri smartphone dalle stesse funzioni, è in linea col mercato. Il diretto concorrente, il Sony Ericsson P900, il “nipotino” del P800, è sulla stessa cifra. In più è dotato di schermo sensibile al tocco. Comunque è già stato superato dal P910, che in aereo, disattivando il Bluetooth e la modalità telefonino, può essere utilizzato come un Pc (742 euro). Per chi non vuole spendere una fortuna Pianeta Umts Da un paio di anni pare ci sia stato il boom dell’Umts, anche se più che boom, finora, pare sia un flop. Il successo di questo nuovo sistema infatti è dovuto alle offerte imbattibili che gli operatori (H3G e ora anche Vodafone) hanno lanciato per attrarre clienti (tipo il 2x1 dei telefonini). si basa su un tipo di rete diversa da quella del Gsm, in grado Questo sistema qualsiasi tipo di informazione, dai dati alla voce alle immagin di trasportare velocità, offrendo una serie di servizi personalizzabili. Stenta i, ad altissima però a decollare a causa della scarsa copertura di rete: manca infatti un accordo operatori. I gestori della rete di 2G e 2,5 G (seconda e seconda tra gli generazione e mezzo, cioè Gsm e Gprs) vogliono mantenere i propri clienti sottrarre risorse a questo business per dedicarsi a uno nuovoe non e incerto. Poi c’è anche un altro problema: i telefonini per l’Umts sono e decisamente poco trendy. Questo dipende dalla necessità ingombranti schermo ampio per poter creare e vedere foto e filmini. C’è di avere uno da dire che il “dettaglio” del design è stato più curato negli ultimi mesi, sopratt utto da quando anche altre marche di telefonia (oltre alle pioniere Lg e Nec) sono entrate sul mercato del 3G. Gli ultimi nati sono il Sony Ericsso Vodafone; il Nokia 7600 (il più particolare, dalla forma quadrat n Z1010, per Sgh-Z105. In arrivo lo Sharp 902 con un sensore a 2 Mpixel a), il Samsung per vedere foto e filmini anche in Tv. Di questo non si sa ancorae la presa il prezzo, gli altri vanno dai 500 ai 600 euro, ma se ne trovano anche di più economici, basta seguire le offerte degli operatori su www.tre.it www.vo dafone.com o recarsi nei negozi relativi. Dove osano i telefonini I cellulari stanno diventando dei factotum. Sempre più piccoli zeppi di funzioni, quella di telefonare diventa solo una delle e sempre più tante. Sono multimediali, mandano mail, girano filmini, scattano foto, registra no e fanno ascoltare musica. La comunicazione diventa mobile e senza limiti. Altro che Natale, è questo il periodo migliore per comprarsi un telefonin o nuovo, visti promozioni e sconti: ce ne sono per tutti i gusti e le tasche. Per mani di fata E’ di Motorola il telefonino più leggero e più sottile mai prodott V3 ed è fatto in alluminio e magnesio, due materiali mutuati o. Si chiama dall’industria aerospaziale, che lo rendono particolarmente leggero: solo 14 millimetri di spessore. La tastiera è un foglio in lega 100 grammi per molto sensibile al tocco. In più è dotato di fotocamera e di rame e nichel, suonerie Mp3. Il prezzo si aggira intorno agli 800 euro. Sconsigliato a chi ha dita grandi perché i tasti sono molto piccoli. Anche se ormai il prezzo dei cellulari si è ridotto drasticamente, la presenza di numerosi optional fa comunque lievitare la spesa. Chi desidera avere un bell’oggetto, con funzioni che non siano solo di chiamata ma senza troppi fronzoli, trova ciò che fa al caso suo senza spendere troppo. E’ il caso del Panasonic A102, che occupa solo 18 millimetri di spazio, ha il vivavoce, le suonerie polifoniche e una batteria che dura ben 300 ore in standby. Costa 119 euro. Stessa fascia di prezzo per il Samsung Sgh-C200 (139 euro) che pesa 69 grammi ma ha un’ampia rubrica e una bella tastiera luminosa. Anche il Nokia 3100 è un vero gioiellino che si può acquistare con un centinaio di euro, è dotato di display a colori, mascherina fosforescente che si illumina quando squilla, ha suonerie polifoniche e dimensioni ridotte. Sono tutti telefonini che non scattano foto o girano filmini, hanno le funzionalità di base… ma anche qualcosa di più. E contro i virus… Nokia ha lanciato nel mese di dicembre due nuovi modelli di cellulari dotati di un software, F-Secure, a prova di virus. Un servizio che costa 9 euro al mese, una piccola spesa che promette di mettere al sicuro anche interi capitali, soprattutto per chi gestisce il proprio conto bancario on line e via telefonino. Divertimento in linea Un telefonino o una console? E’ la domanda che ci si pone quando ci si trova davanti all’N-gage di Nokia (sito dedicato www.n-gage.com), un design spaziale con giochi 3D ad alte prestazioni. Si porta in tasca, integra la tecnologia Bluetooth, è dotato di memoria esterna e di software N-Gage Arena Launcher preinstallato e di display a 4096 colori retroilluminato. Ha tutte le funzioni di un telefono di fascia media più quelle di una console. L’ultima versione, quella migliorata per il gioco, costa 299 euro. Per i maniaci dell’immagine Ha anche uno schermo che si apre per poter fare delle riprese migliori, il Panasonic X300, proprio come una videocamera.In più ha una buona memoria (30 foto), scatta, gira filmini a buona risoluzione e li spedisce. Costa 299 euro. Lo schermo mobile è diventata ormai una moda, ce l’ha anche l’Lg T5100, che, chiuso, sembra una videocamera (schermo a 1,3 Mpixel) ma in verità è un cellulare con tecnologia Java e Wap, manda e-mail e naviga in internet. Costa sui 500 euro. www.bazarweb.info bazar 01 2005 Nel gioiello pensato dai designer le componenti tecnologiche e persino formali non sono dettat materiche, atto creativo, né da un’esigenza produttiva o die né da un puro marketing, ma rappresentano piuttosto l’applicazione di un proces quello adottato, dagli stessi autori, ad altre scale so analogo a progettuali, dal furniture al product design fino all’architettura. Una interessante mostra, attualmente in corso alla Triennale di Milano, curata da Alba Cappellieri e Marco Roman numerose opere che vogliono testimoniare propri elli, propone essere racchiuso ed espresso da un piccolissimo o quanto può oggetto come il gioiello. Le opere esposte sono e prezioso in quanto frutto del lavoro di creativi abituati state selezionate a confrontarsi con il più ampio alveo della progettazione architettoni ca e del design. I rimandi a queste discipline, ovvero alla scala maggi cristallizzati nei gioielli proposti, a volte attraverso ore, vengono di auto-citazione, altre volte secondo rimandi più un processo segreti. Sempre comunque sostituendo, come parametro di attribu zione del valore, le scelte progettuali alla tradizionale prezio sità del materiale. Le opere presentate riassumono le recenti stagioni artistiche, suggeriscono analogie formali con archit etture e mobili e invitano al confronto trasversale tra le divers Sul piano del linguaggio lo scontro generazionalee scale progettuali. - da Sottsass ai Gioielli architettati architetture di oliva muratore 51 Bouroullec - giocato sui materiali e sulle tecniche oltre che sulla forma - si fa evidente, confermando l’alto valore simbolico, e quindi la relazione con la tendenza e il dibattito, insiti nell’atto stesso di decorare il corpo. Per chiarire il concetto di “gioiello di design”, i curatori hanno scelto di presentare cinque categorie esemplari: Gioiello d’artista (Carla Accardi, Getulio Alviani, Afro Basaldella, Pietro Consagra, Fausto Melotti); Gioiello di Jewellery Designer (Giampaolo Babetto, Mario Pinton, Gerd Rothmann); Gioiello Pièce Unique (Bulgari, Cartier, Chanel, Damiani); Gioiello di Fashion Designer (Chanel, Gucci); Gioiello di Produzione (Bulgari, Cartier, Salvini) - che evidenzino altri modi della gioielleria contemporanea e quindi segnalino differenze e analogie con il gioiello di design. L’allestimento, progettato da Marco Romanelli e Marcello Pinzero, si propone di valorizzare ciascun percorso progettuale individuale ponendolo tuttavia in relazione con tutti gli altri. Nasce così una suggestiva selva di colonne autoilluminate che racconta l’approccio di ogni singolo designer al tema del gioiello. Particolarmente incisivo il progetto grafico, della mostra e del catalogo, a cura di Giuseppe Basile, in particolare nell’immagine-logo de “Il design della gioia” ove compare la riproposizione stilizzata di un volto costruito attraverso alcuni dei gioielli in mostra. (Il Design della Gioia: il gioiello tra progetto e ornamento, Triennale di Milano, fino al 27 febbraio 2005) Gioielli concepiti come architetture, o come mobili. Ma su una diversa scala progettuale. Ecco come il gioiello può racchiudere il percorso creativo di un designer Mostra Bianca: quando il silenzio parla A Piazza Armerina nei pressi del Parco archeologico Villa del Casale, in un’area del centro Sicilia considerata il terminale del suggestivo percorso ecologico “E1” – in Italia “Cammino dell’Alleanza” – che dalla Norvegia attraversa l’Europa per concludersi in Sicilia, nel contesto di un’articolata architettura rurale ottocentesca di proprietà di Nietta Bruno, è nato per iniziativa privata – un connubio tra cultura e impresa – il Centro Arte Contemporanea Bannata quale “luogo di osservazione” per la ricerca e l’informazione sulla produzione artistica contemporanea, affidato alla direzione artistica di Anna Guillot e finalizzato in senso divulgativo e promozionale. L’esposizione propone diverse installazioni e video di Massimo Arduini, Adriana Civitarese, Iginio De Luca, Earth Reflects World If Nameless, Roberto Piloni, Marina Quaranta, Alfredo Sciuto, Ampelio Zappalorto e del critico Vittoria Biasi per l’occasione in qualità di artista. E’ esposta inoltre una suggestiva opera bianca di Tadeusz Kantor (Emballage, dedicata al silenzio) proveniente da un’importante collezione privata. La rassegna-evento nasce da un’idea di Anna Guillot e si avvale dell’apporto critico di Adriana Martino, teorico dei linguaggi visivi e curatore indipendente di mostre e rassegne. La “Mostra Bianca” è l’esito di un work in progress collettivo della durata di 3-4 giorni. Il catalogo, edizioni Sincronie, documenta il work in progress e contiene, oltre al saggio introduttivo e alla riproduzione delle opere, le schede critiche e le note biografiche degli autori. Centro Arte Contemporanea Bannata Piazza Armerina (EN) Fino al 23 Gennaio 2005 Segreteria mostra: tel. 3401215704 0957159323 - 3296274918. MOSTRE Una rivista lontana dai luoghi comuni A10 è la prima rivista europea di architettura. Diretta dal critico Hans Ibelings è prodotta da una redazione transnazionale. La rivista si dedica ai nuovi progetti che si costruiranno in Europa, con uno sguardo obliquo che cercherà di evitare ciò che si pubblica altrove. Nel primo numero, Dicembre04/Gennaio05, tra i molti edifici presentati, una biblioteca nelle Azzorre e un museo a Tallin. Vi saranno inoltre interviste, articoli di fondo e guide alle singole regioni o a particolari città europee. Proprio in questo numero una rubrica sulla Sicilia orientale, curata da Luigi Prestinenza. (http: //www.a10magazine.com ). 52 di matteo bianchini piccoli bazar 01 2005 www.bazarweb.info Insegnare ai bambini che i rifiuti sono risorse Avete mai pensato di giocare con materiale riciclato? Avete mai pensato di divertirvi a realizzare opere artistiche insieme ai vostri figli con oggetti usati? I centri di Riciclagg io Creativo Remida sono organizzazioni no-profit, che tengono in stretta relazione le question gli aspetti legati alla creatività e all’idea di promuovere un approccio i ecologico-ambientali con andando oltre la norma di un modello didattico e didascalico spesso educativo, vitale, innovativo, offerto nella tradizione scolastica e laboratoriale rivolta sia ai bambini sia agli adulti. I centri distribuiscono materiali (carta-cartone-ceramica-colori-cordame-cuo io-gomma-legno ecc....) a insegnanti e operatori di nidi e scuole d’infanzia, scuole elementari, scuole medie, istituti superiori, associazioni educative e culturali, centri diurni per anziani, centri disabili, centri sociali, ecc. Un modo originale per raccogliere la sfida di rinnovare lo sguardo mentale e culturale per abilitare insieme mani e pensiero anche attraverso l’incontro con scarti, rifiuti, avanzi e giacenze di magazzino della produzione industriale. La rete dei Remida si sviluppa intorno al Centro di Riciclaggio Creativo centro nato nel 1996, ed è formata, ad oggi, da 9 centri collocati sul di Reggio Emilia, il primo in Danimarca e in Australia; nei prossimi mesi è già prevista l’aperturaterritorio nazionale oltre che di altri Centri a Roma, Biella, Trento e altri tre in Danimarca (Jelling, Egtved, Hirtshals) Remida promuove l’idea che i rifiuti sono risorse. Un progetto culturale che rappresenta anche un modo nuovo, ottimistico e propositivo di vivere l’ecologia e di “costruire il cambiamento” valorizzando i materiali di scarto, i prodotti non perfetti e gli oggetti senza valore, per accedere all’idea di nuove possibilità di comunicazione e creatività in una logica di rispetto dell’oggetto, dell’ambiente, dell’uomo. Remida promuove e organizza anche laboratori e corsi di formazione, seminari, allestimenti, conferenze. I centri Remida in Italia: Reggio Emilia, Casalgrande (RE), Genova, Lecco, Napoli, Neghelli, Napoli Poerio, Napoli Ponticelli, Torino. Info: REMIDA, via Verdi, 24 - 42100 Reggio Emilia. Tel. 0522431750 - [email protected] AGAC Servizi Energetici e Ambientali www.agac.it - [email protected] Giocare, Scoprire, Crescere Giocare coi rifiuti per imparare a riciclarli. Scoprire la rabbia per imparare a controllarla. Cose da bambini che fanno bene agli adulti Indovina chi viene a casa? La baby-sitter! Il Comune di Firenze, Servizio Asili nido e Servizi Complementari, in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa regionale promuove un secondo corso di formazione finalizzato all’iscrizione nell’Elenco Comunale per baby sitter, già istituito dall’anno 2002. Tale elenco predisposto e tenuto dall’Amministrazione Comunale è a disposizione di tutte quelle famiglie che desiderano avvalersi del servizio e che contatteranno personalmente le educatrici/gli educatori iscritti. L’Amministrazione Comunale, al fine di promuovere tale servizio, interviene a sostegno delle famiglie che usufruiscono di baby sitter iscritte/i in tale elenco con un contributo economico pari al costo degli oneri previdenziali ed assicurativi versati dalle famiglie stesse all’Istituto di Previdenza Sociale a favore della/del baby sitter. Saranno ammessi al corso fino ad un massimo di 300 persone. Il corso si articolerà in n. 30 ore di lezioni teoricopratiche riguardanti lo sviluppo psico-fisico del bambino e le metodologie educative relative alla prima infanzia. Al termine del corso sarà effettuata una valutazione finale di verifica il cui superamento consentirà il conseguimento dell’attestato di idoneità e la relativa iscrizione all’Elenco Comunale di baby sitter. Info: servizio Asili nido Comune di Firenze; tel. 0552625748/49 - [email protected] Firenze: 150 anni di fotografie di bambini La storia dell’infanzia e dell’affermazione dei suoi diritti, dalla fine dell’800 fino ai giorni nostri è il tema della mostra Cammina cammina- 150 anni di fotografie di bambini nelle collezioni Alinari, a Firenze, nel salone Brunelles chi dell’Istituto degli Innocenti, fino al 16 gennaio 2005. La manifestazione è Patrocinata dalla Presidenza della Giunta Regionale Toscana, dalla Provincia di Firenze, dall’UNICEF Innocenti Research Centre. Info: Istituto degli Innocenti – Benedetta Manoelli, tel. 0552037310 - info@ist itutodeglinnocenti.it Fratelli Alinari, tel. 0552395200 - [email protected] Nei libri la rabbia dei bambini I racconti per bambini sono uno strumento di comunicazione molto potente e ci confermano che le difficoltà della vita sono sì inevitabili, ma anche superabili, con percorsi interpretati in modi diversi da ciascun bambino. Attraverso l’uso di favole e racconti gli adulti possono comprendere meglio le rabbie dei bambini. Ogni rabbia deve essere ascoltata seriamente e rispettata; e tante volte è meglio star zitti e cercar di capirne i perché. Di rabbia e di capricci si parla nei libri presentati questo mese. Per il bambino la rabbia è quella parte selvaggia di sé che è impossibile negare, ma che bisogna imparare a governare. Philippe Goossens, Thierry Robberecht PICCOLO DRAGO Zoolibri, Reggio Emilia, 2003 Pagine 32, formato cm 22 x 26 Quando la rabbia diventa così grande da non saperla gestire… Cresce cresce cresce e prende le sembianze di un drago, un mostro che non pensa tanto da rivoltarsi contro se stesso. Un’emozione intensa e un po’ paurosa che lascia il posto a una tristezza che solo qualche coccola potrà consolare…solo allora finalmente il “Piccolo drago” tornerà in sé. Mireille d’Allancé CHE RABBIA! Babalibri, Milano, 2002 Pagine 32, formato cm 21 x 27 Una rabbia forte e tutta rossa che riesce, sì, a uscire ma diventa così incontenibile da… Ancora una raffigurazione delle rabbie infantili, questa volta sotto forma di un mostro rosso, che comunica l’importanza di vivere le emozioni, elaborarle e sapersi consolare o farsi consolare. LIBRI www.bazarweb.info CANOA POLO bazar 01 2005 sport di valerio cammarano 53 Salta a bordo di una canoa. Impugna una pagaia. Prendi una palla e… colpisci! Con una palla, per sport, si può fare tutto. Calciarla, schiaffeggiarla, accarezzarla, prenderla a bastonate o a racchettate. Da qualche anno c’è anche chi si diverte a prenderla a pagaiate. Sono gli appassionati di canoa polo, disciplina relativamente giovane (è nata una trentina di anni fa in Inghilterra e Germania) esportata in Italia all’inizio degli anni ’80. È un gioco tutto sommato semplice: due squadre di cinque persone si affrontano in uno specchio d’acqua dolce o marina lungo 35 metri e largo 23 a bordo di canoe che vanno dai due ai tre metri. Lo scopo è infilare il pallone, che poi è lo stesso che viene usato nella pallanuoto, in una piccola porta (un metro per un metro e mezzo) posta a due metri di altezza. L’attrezzatura per giocare è relativamente semplice. La punta delle canoe deve avere una copertura morbida, per impedire che gli scontri tra le imbarcazioni, frequenti durante il gioco, provochino danni seri. Per quanto riguarda gli atleti, oltre a una maglia uguale per tutti i giocatori della stessa squadra, i regolamenti impongono di indossare un salvagente e un casco munito di griglia. Essendo la canoa polo praticata in acqua, non c’è bisogno di spiegare l’utilità del primo accessorio, mentre l’uso del casco è consigliabile vista l’alta probabilità di beccare, durante una partita, una simpatica remata in testa (siamo sicuri che i puristi perdoneranno l’uso di termini tecnicamente impropri, che hanno l’unico pregio di rendere bene l’idea). A differenza dell’hockey, per passare e tirare il pallone oltre alle pagaie si possono adoperare anche le mani. In realtà, almeno da noi, nei primi tempi era permesso solo l’uso delle pagaie (con l’eccezione della Liguria). Nel 1993, in seguito all’adozione delle regole internazionali da parte della Federazione Italiana Canoa-Kayak il cosiddetto “stile italiano” fu abbandonato e si adottò il regolamento europeo unificato. Pur essendo ancora una disciplina molto elitaria, negli ultimi anni in Italia la canoa polo è andata crescendo, come dimostra l’esistenza di campionati nazionali in campo sia maschile sia femminile e il secondo posto conquistato dalla nazionale Under 21 agli ultimi Campionati del Mondo di Miyoshi (Giappone). Avvicinarsi a questo divertente sport è semplice. Basta rivolgersi a uno dei tanti circoli che offrono corsi gratuiti per principianti. L’elenco completo si trova sul sito www.canoapolo.it, mentre altre informazioni si possono trovare sul sito ufficiale della Federazione Italiana Canoa-Kayak (www.federcanoa.it). FIAMMA OLIMPICA Per la stragrande maggioranza di noi, la partecipazione a un’Olimpiade nella veste di atleti è un sogno assolutamente irrealizzabile. Esiste però un modo per sentirsi parte di questa grande esperienza, almeno a livello simbolico: portare, anche se per un brevissimo tratto, la fiamma olimpica. Il simbolo dei giochi arriverà a Roma, proveniente dal Tempio di Hera di Olimpia, il 7 dicembre del prossimo anno. Dalla capitale partirà per il suo viaggio di 64 giorni alla volta di Torino, sede delle Olimpiadi invernali 2006, percorrendo circa 11 mila chilometri e toccando tutte le regioni italiane. L’onore di portare per primo la fiamma è toccato a Stefano Baldini, oro nella Maratona ad Atene, ma dopo il grande atleta reggiano tutti avranno la possibilità di fare i tedofori. Per candidarsi bisogna compilare un modulo che si trova sul sito www.fiammaolimpica.it. Il consiglio è di fare in fretta, perché le richieste saranno sicuramente numerosissime. Sorpresa: lo sport più amato dai giovani non è il calcio… Quanto è diffuso lo sport in Italia? E, soprattutto, quali sono le discipline più praticate nel nostro paese? A queste domande ha cercato di dare risposta uno studio effettuato dal CONI in collaborazione con il Dipartimento di Statistica dell’Università di Roma sulla base delle rilevazioni ISTAT per il 2000. Le risposte che ne sono emerse sono per molti versi sorprendenti. In primo luogo per l’alto numero di persone che dichiarano di praticare una qualche disciplina sportiva: quasi 17 milioni (un quarto della popolazione totale). In secondo luogo perché, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, lo sport più amato dai giovani sotto i sedici anni (o, meglio, lo sport verso il quale i giovani sotto i sedici anni sono instradati dai genitori) non è il calcio (o l’atletica) ma il nuoto. Il discorso cambia quando si passa all’attività agonistica, dove il pallone torna assoluto protagonista, accompagnando un terzo degli italiani come disciplina principale per il resto della loro vita (magari sotto forma di calcio a cinque). Sono invece in nettissimo calo il ciclismo, sport di pura fatica che probabilmente poco si addice all’indole dei ragazzi di oggi (e in più paga lo scotto dei troppi scandali per doping in cui i praticanti – dilettanti o professionisti – sono stati coinvolti negli ultimi anni) e il pugilato, i cui rappresentanti sono ormai in via di estinzione così come quelli del canottaggio. Discorso diverso merita la scherma, che, pur rimanendo disciplina elitaria, riesce a conquistare nuovi adepti sulla scia dei successi olimpici. In termini assoluti, i tesserati rimangono pochi (intorno agli 11 mila), ma nel dopo Atene c’è stato un boom di nuove iscrizioni tale da costringere molti circoli a non accettarne più. 14-16 GENNAIO Scherma – Terni – Seconda Prova Cadetti alle 6 Armi 16 GENNAIO Canottaggio – Pisa – Terza Prova Campionato Italiano Gran Fondo e Coppa Italia 20 GENNAIO Calcio – Bisceglie (Bari) – ItaliaEire – Partita amichevole Under 19 maschile 28-29 GENNAIO Scherma – Venezia – Coppa Città di Venezia – Coppa del Mondo Senior di Fioretto maschile 28-30 GENNAIO Scherma – Pisa – Torneo Internazionale Cadetti 29-30 GENNAIO Scherma - Bergamo – Quarta Prova Circuito Master alle 6 Armi 54 di angelita peyretti sciocchina bazar 01 2005 www.bazarweb.info “i vicini” disegno di marco begani L’ANNO CHE VERRA’ Si farà l’amore… ognuno come gli va! Purché davanti a una telecamera accesa e con Maurizio Costanzo nei dintorni Caro amico ti scrivo, c’hai il telefono staccato, forse non hai campo. Volevo solo dirti: “Che fai per la befana?” A capodanno la Marta ha fatto una grossa cena a palazzo, ma dice che ha dovuto tagliare fuori qualcuno perché tutti, diamine, non ci stavamo, e allora pensavo che se non ha invitato neanche te, beh, potevamo recuperare con la befana. Io c’ho il panettone. No, non quello coi canditi arancioni, c’ho quell’altro mille volte più buono, con la crema tartufata… Come dici? Ma no che non l’ho riciclato come l’anno passato! D’altronde sai che non mi piace buttar via la roba, e qualcuno il panettone con i canditi te lo porta sempre… Chissà chi se li mangia quei canditi disgustosi… Ma sì, ma che importa la cena di capodanno della Marta! Come se veramente potesse cambiare qualcosa… da piccoli bruciavamo un pupazzo con la scritta dell’anno che se ne andava, te ne ricordi? A pensarci bene non mi pare una cosa tanto festosa, anzi direi un poco macabra… No quest’anno niente roghi, sono restata a casa. Ho digiunato. E ho anche spostato l’orologio avanti di due ore, me ne sono andata a dormire alle dieci... Vuoi mettere il primo giorno dell’anno la città di mattino presto? ... Mi sembra di essere mio zio che al cenone di Natale ha passato tutta la sera a cercare di farsi ascoltare gridando “Vi prego! Parliamo uno per volta!” Eh sì, lo zio vorrebbe che ci si capisse… Ma per la befana sai che ti dico? Al diavolo il panettone tartufato. Per la befana pandoro, ecco, pandoro a volontà, e poi tu potresti portare il carbone di zucchero, e lo spumantino quello nella bottiglia piccola… E va bene, non verrai fin qui per la befana, e chi te lo fa fare? Te ne stai bene dove stai, eh? E siccome sei molto lontano, più forte ti sgriderò: da quando sei partito c’è una grossa pantegana nella tua stanza. Ho chiuso a chiave e l’ho lasciata là, solo che adesso è cresciuta molto e negli ultimi giorni sento battere forte alla porta, ho paura che possa uscire. Vedi, caro amico, cosa si deve inventare per poter riderci sopra, e continuare a scribacchiare. Ad ogni modo l’anno che sta arrivando, beh, già lo sai, tra un anno passerà… io mi sto preparando a compiere trent’anni. Eh sì, sono molti per chi come me ancora sogna di fare un provino da Letterina, ma non sono ancora troppi per camuffarsi da Sandra Milo e fare l’isola dei famosi, no? Difficile spiegarti il perché, ma qualcosa ancora qui non va, giusto qualcosa, tipo i canditi nel panettone, ma anche la derattizzazione, e un paio di altre cosette che non ti sto a dire (Ridge è diventato gay e dal palinsesto di Rete quattro è scomparso Il commissario Rocca). Si esce troppo la sera, e qualcuno pensa che questo abbia a che fare con la disoccupazione… sciocchezze. Pensare che cercano tante comparse a Carabinieri, come si fa a non essere ottimisti? E poi alla televisione la De Filippi ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione… Per fortuna non si tratta di quella proposta di legge sul Natale, quella di farlo tre volte: non ti crucciare, ti garantisco che non ci sarà più di un Natale all’anno. No, penso che la grossa innovazione riguardi il regolamento del prossimo Grande Fratello, circa certe punizioni corporali esemplari che verranno inflitte nel confessionale quando a uno gli scappa un bestemmino. Quanto a fare l’amore ognuno come gli va… beh, ci mancherebbe altro! …purché ci sia una telecamera accesa, anche piccola, e Maurizio Costanzo nei dintorni. E senza troppi disturbi qualcuno si presterà, e diligentemente dal video ci sorriderà, saranno forse i molto furbi? …no, sarà un cretino della nostra età. Quanto ai cambiamenti climatici infine, a Studio Aperto hanno garantito che nessuno si farà del male, basterà osservare rigorosamente il coprifuoco, e cercare di non guardare mai in alto… c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia e quattro palme da cocco vicino alla finestra, così, per svernare in serenità. Come vedi io sto bene, i piccioni hanno fatto ritorno (ma quel grosso topo se li è divorati), e Cristo è sceso dalla croce, sì, sul set di Una vita celestiale, una magnifica produzione promossa da Comunione e Liberazione che sta facendo un sacco di bei film su santi, preti, papi, e anche più su… (Ma guai a nominarli! Pena l’espulsione dalla casa.) Sono andata a vedere le riprese, e chissà che magari per la scena della via crucis non mi prendano come figurante, visto che io ho fatto il catechismo ed è più giusto che ci vada io piuttosto che uno che magari non è neanche cristiano… Ora ti devo lasciare perché sta iniziando la mia televendita preferita, c’è Sirchia che mette all’asta gli psicofarmaci al chilo. Ieri un signore per soli trenta euro se n’è aggiudicati tre chili e mezzo, e penso che nella puntata di oggi mi butterò anch’io nella mischia. Poi si dice che la sanità non è garantita… ma dico io, vuoi mettere tre chili e mezzo di psicofarmaci? Che ti bastano per tutto il nuovo anno! E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi amico mio, io non ci farei poi tanto caso, l’importante è che ci sia anch’io, sì, là, in televisione! Tua, Sciocchina www.bazarweb.info bazar 01 2005 corsi di valeria cecilia 55 Te lo cucio io! Esplode la passione del cucito. Dal patchwork ai cap i in feltro. Dai corsi per imparare a cucire in 2 ore alle universi tà e scuole professionali. E tante lezioni Corso on line di feltro, il + trendy dei Far girare la testa a una bambola: tessuti un sito e un libro per “dollmaking”, L’ultima tendenza nei tessuti? Il feltro. Borse, collane , cappelli, sciarpe, l’arte di fare bambole in tessuto orecchini... per chi si volesse aggiornare, on line c’è una guida Se si sfoglia il sito dalbauledellanonna completa a questo antichissimo .com si cade in un romanticissimo viaggio nel passato, tra pizzi, merlett porcellane, roselline e dolci bambole. Autrice di questo i, antiche Rossella Usai, un’appassionata di bambole in tessuto scenario è 10 anni le realizza e insegna a farle. “Making the doll”, che da circa che ha scritto raccogliendo la sua esperienza sui è il manuale adatti, il taglio e la cucitura, l’imbottitura, le giunture. Cimateriali più sono anche i trucchi su come fare girare la testa alla bambola, scolpir e realizzare capelli con la lana. Il fascicolo “Making the e ad ago doll” costa modo di lavorare la lana. Seguire delle lezioni da Internet o iscriversi a un corso vale davvero la pena, non solo per la bellezza degli oggetti realizzati in feltro, ma anche per i prezzi alti con cui vengono di solito venduti gli articoli … www.evabasile.it/felt/edu.html Costruire, creare e inventare animaletti di stoffa e burattini Per costruire animaletti di stoffa, burattini e bambolotti c’è a Firenze un laboratorio specializzato. I corsi insegnano progressivam ente a realizzare modelli sempre più complessi e a modificare i modell i vecchi. www.nuvole.firenze.net/peluches-bambole-burattini. Nuvole, via di S. Quirico, 37 – Firenze. Tel 055732 htm Segreteria: lunedì. ore 17-19, mercoledì ore 11-13 0915 Taglio e cucito tradizionale A Modena in soli 3 mesi saprete realizzare gonne, camicette, pantaloni, abiti e modificare i capi fuori moda. Le lezioni sono tenute individualmente o in gruppo e la frequenza é libera, dato che si può scegliere l’orario più comodo, anche il sabato. Possono partecipare tutti da 12 ai 65 anni. Istituto di Moda Coppola Giuseppina, via Braghiroli 27 – 29, Modena. Tel 0593740.16 – mob. 337 579508 - http://www.corsi-moda.it/default.htm Fare accessori e borse in due ore La città del cucito è a Firenze: accessori, macchine, stoffe, manuali, decorazioni, filati. C’è di tutto a Cucilandia, un fantastico mondo colorato a cui è difficile resistere, anche per chi con l’ago non va d’accordo. A Cucilandia si organizzano corsi di tutti i tipi, dal taglio e cucito tradizionale, a quello per fare parei da mare, borse in plastica, pannelli per la casa, cuscini. Cucilandia, viale Europa 180-182, Firenze. Tel 0556531384 www.cucilandia.it E la guida ai corsi continua tra i lettori, nel forum della creatività Se si vuole frequentare una guida interattiva, fare amicizie, avere delle “dritte uniche” sul mondo dei tessuti, non si può perdere l’interessante forum della creatività al femminile: www.alfemminile.com/world/communaute/forum/ forum1__forum=creations.html Alcuni link dei corsi di formazione professionale nel settore tessile Corso di laurea in ingegneria tessile a Biella www.unibiella.it/ingegneriatessile/press_04_02_02.htm Corsi di patchwork A Gennaio (data da precisare) a Roma si possono seguire due corsi di patchwork, uno approfondito e uno intensivo. Si comincia da qualche cenno storico sul patchwork, per poi iniziare a scegliere l’accostamento dei colori, i tipi di tessuti e poi fare un progetto delle figure. Il corso di Simonetta Zoppi (docente riconosciuta da Quilt Italia, Associazione Nazionale Italiana Patchwork e Quilting) si articola in 8 lezioni settimanali di 3 ore ciascuna. Tutto il corso costa 210 euro e il materiale occorrente non è compreso nella quota di partecipazione. Per chi ha poco tempo sono previsti corsi brevi di 3 incontri. Stavolta la quota di partecipazione è di 85 euro Viale di Valle Aurelia 61, Roma. Tel. 0697749587 - 0639736545 www.decoricamo.it/corsi/patch.htm Corso per disegnatore informatico dei tessuti (sedi in tutta Italia) www.istituticallegari.com/corsi/disegnatore_cad_tessile_92.asp Corso gratuito per nobilitatore del tessuto presso il centro tessile di Varese http://www.centrocot.it/fse.htm Corso di design tessile, al politecnico di Milano o all’atelier di Firenze http://www.polimoda.com/italiano/corsi/22_cen_corsi.html http://www.atelierfirenze.it/corsi-scuola-dettaglio.asp?id=5 Corsi di formazione professionale a Falconara www.scuolatagliocucito.it 56 di GIULIANO CANGIANO fenomeni bazar 01 2005 www.bazarweb.info Un‘ anno di “muvman” si Se la scena underground milanese spazia dallo ska-reggae al rock-noir, Napoli ione. ovvisaz all’impr e attitudin muove su sonorità post-rock/camera dalla spiccata E girando per centri sociali si scopre uno spazio di pornografia autogestito. Da sole donne. ancora intontiti da Venghino siori, venghino! Sbadigli a raffica e triplo caffè alla mano, conditio sine qua non per riesumare i neuroni77ino per definire il inenarrabili (e inevitabili) bagordi sansilvestrini, preparatevi a un nuovo danzereccio anno di “mùvman” (termine la prima settimana di movimento) da centro sociale durante il quale vi farò da Cicerone concedendovi, come unica clemenza, giustoA meno che qualcuno non questo mese per fare un po’ di… mente-Locale. Per il resto non si fanno sconti. E iniziamo subito da giorno 8. organizzi prima una Befana Night… Il C.S.O.A. Il Molino di C’è solo l’imbarazzo della scelta: dipende da quanti chilometri siete disposti a percorrere. E da dove vi trovate. milanese che da una Lugano, per iniziare, ospiterà un concertone dei bravi Giudabasso, gruppo ska-reggae della scena underground più chiara fama quali Persana decina d’anni contamina Lombardia e dintorni (ma non solo) condividendo spesso il palco con formazioni di Jones, Vallanzaska e Sud Sound System. e contenuti della loro musica: Interessante senza dubbio il concetto da cui germinano da un lato il nome della formazione e dall’altro forme emettere un suono, il più il movimento che viene giù dal basso, la voglia di esprimersi e l’irrefrenabile desiderio di salire, “per riuscire ad fresco fresco di sala forte possibile, con bassi profondi come la nostra anima e ritmi incalzanti come i nostri sogni”. Bello il pezzo Sciacalli, per assistere a una d’incisione, che i ragazzi mettono a disposizione in free download sul loro sito web quale bella e invogliante imbeccata loro performance dal vivo. C.S.O.A. Il Molino, viale Cassarate, 8 Lugano www.ecn.org/molino/ www.giudabasso.net libero, al C.S.A. Per chi invece nelle stesse ore si trovasse dalle parti di Milano è pronta una succosa alternativa, per di più a ingresso drive). Apriamo, com’è Vittoria dove lo spettacolo sarà addirittura doppio con le roboanti esibizioni musicali di Stardog e 5WD (five wheel rassegna stampa presente giusto, una breve (e attonita) parentesi sui due gruppi che, almeno da quanto emerge da una prima lettura della difficili da dimenticare. sui rispettivi siti web e in giro per la rete, dovrebbero essere in grado di allestire (giustapposti) uno di quegli show pur non essendo Ma andiamo con ordine: quello che ho potuto sentire degli Stardog (dall’album Venid a ver la sangre por las calles!),rock-noir affamati di esattamente nelle mie corde, dovrebbe essere all’altezza delle migliori aspettative da parte degli amanti del genere “torride atmosfere tra languore ed energia”. Drive, appunto), in Riguardo invece ai 5WD, ragazzi-padre di un neonato cd, il loro primo, omonimo dello stesso gruppo (Five Wheel le loro stesse parole, che distribuzione da una manciata di mesi nei negozi della penisola, posso solo riferire, riportando e scimmiottandol’assenza di demo-track si fanno portavoce di uno stoner-rock (almeno così dicono) variamente influenzato, ma tutto da scoprire causa ascoltabili direttamente dalla loro web-casetta sul net-albero… C.S.A. Vittoria, viale Friuli, Milano. www.ecn.org/vittoria/ www.stardogband.com www.5wd.com per il 15 di una serata Coperto l’estremo nord passiamo per par condicio al meridione dove da Napoli (C.S.O.A. TNT) giunge notiziadalla spiccata attitudine post-rock/camera a opera dell’ Illachime Quartet. È’ presto chiarita la strana definizione di post-rock/camera sintetici, interventi all’improvvisazione da parte di questo quartetto, le cui esibizioni su palco sono un mix di campionamenti e suoni improvvisazioni. “I suoni strumentali, acustici ed elettroacustici, interazione con suoni reali “live” utilizzati come ottimi spunti per le suddettead abolire i filtri con il e gli interventi sono in tensione continua, incessante, nervosa e sempre crescente, una tensione scabra che miraed emozioni profonde.” pubblico. Obiettivo finale è di avvolgere completamente spettatore e musicisti, creando un’osmosi di sensazioni C.S.O.A. via sedile di porto, Napoli www.illachime.net dall’improponibile nome di E arriviamo dritti dritti a fine mese (il 29 gennaio) per prendere parte a un djset d’n’b gestito da un gruppo di dj da Roma e Napoli. Il SpakkaNapoli Crew Drum’n’bass movement, crème de la crème, a quanto pare, dei “mejo” sul campo convenuti tutto al C.S.O.A. Depistaggio di Benevento. C.S.O.A. Depistaggio, via Mustilli, 61 Benevento www.ecn.org/depistaggio/ a una struttura atipica E per la serie “le stranezze dell’underground” direi che pare proprio immancabile una visita, solo virtuale per adesso, autogestito (al momento in all’interno del contesto centri sociali e affini. Mi riferisco al rigorosamente vietato ai minori Sexyshock, spazio pornografia. Cosa che, se cerca di nuova sede), da sole donne, per la libera circolazione (copyleft, autoproduzione e distribuzione) della spinta e motivazioni del a primo acchito parrà una “roba da sporcaccioni”, sembra invece meritevole di proseliti e seguiti a ben studiareterritori duri e difficili. Per la progetto. Riporto infatti testualmente dal sito web: “Desiderio, piacere, pornografia e autodeterminazione sono i mercati e gli interessi grossa dose di tabù, maschilismo e ideologismi destri e sinistri. Tra le statiche ideologie e i sensi di colpa fiorisconocaro. Per questo per il economici, clandestini o legalizzati. In questo contesto il piacere dei corpi, i desideri e il sesso, costano e costano è certamente più che sexyshock la libera e gratuita pornografia sono fondanti, immagini, foto, video, fanzine, parole e urletti...” Se l’impatto la sezione autoproduzioni. Ai edonistico, il background non manca d’essere ben ragionato. Notevole la vetrina di oggettistica per amatori e posteri… www.ecn.org/sexyshock/ www.bazarweb.info bazar 01 2005 net di valeria cecilia 57 PUBBLICITA’ E BRAND: dalle stelle alle stalle? Su Internet si torna a parlare di brand, multinaz li, campagne pubblicitarie. Ma se c’è chi apre siti ad hoc, altri annunciano iliona declino dei grandi marchi Per coloro che considerano la pubblicità una e non un’invasione, c’è un sito perfetto: www.tcosa bella, un’arte aggiornatissime sui nuovi spot e un archivio convspot.it, con notizie centinaia di schede delle pubblicità passate, che si possono anche scaricare. Soprattutto il sito svela molti retroscena su autori, agenzi e, protagonisti e altre curiosità. Gli utenti possono inserire i chi volesse approfondire bene i retroscena propri commenti. Per della vita delle grandi aziende e multinazionali, da non perdere www.b nato lo scorso anno per iniziativa del CNR con randforum.it, sito l’intento di creare un vero e proprio osservatorio sulle politiche e gli andamenti dei più grandi marchi italiani e internazionali, sulle comunicazione, i messaggi e l’immagine diffusa loro strategie della ricchissimo di contenuti, sia per professionisti del marchio. E’ un sito approfondimenti sul marketing, studi su certi sia per curiosi. Ci sono clamorosi fallimenti (il caso dei jeans Levi’s dello scorso anno ad esemp io). Vengono messe a confronto campagne pubblicitarie di imprese conco sono molte informazioni sui brand e i nuovi media rrenti tra loro, e ci , su come ad esempio fare marketing su internet o su come una sempl ice community celi dietro una logica del marchio. Il contenuto è di altissimo livello, curato da docenti universitari nell’ambito della comun professionisti della pubblicità, manager. Ma chi icazione, consulenti, avesse del materiale o degli articoli può inviarli alla redazione a titolo gratui Dall’altra parte dell’oceano si alza tuttavia un’altr to. a voce: la notissima rivista americana di new economy “Wired” James Surowiecki (giornalista del The New titola un articolo di of Brands” (www.wired.com/wired/archive/Yorker): “The Decline 12.11/brands.html). Nell’articolo l’autore sostiene che il potere dei brand non è più inattaccabile perché il consumatore è diventato troppo informato e critico, grazie soprattutto a Internet. La scelta dei prodotti non è più determinata dall’affezione incondizionata a un marchio ma dalla qualità reale dei prodotti. Nell’articolo si legge che tale tesi è sostenuta anche da Kevin Roberts, del gigante della pubblicità Saatchi & Saatchi, autore del libro “Lovemark” in cui scrive che “ora il boss è il consumatore e i brand sono fuori gioco”. A dire che Noemi Klein (autrice del best seller sulle multinazionali “No logo”) potrebbe starsene tranquilla almeno per un po’? Controcultura elettronica: la storia scritta in diretta dai protagonisti Venti anni di attivismo informatico tra cyber punk, hacker, hacking, software libero, flash mobs, network attivi, creative commons: la storia della controcultura digitale si sta scrivendo in rete in questo momento, in diretta storica potremmo dire, e per mano dei suoi protagonisti. Chiunque abbia qualcosa da raccontare a proposito dei movimenti critici nati e sviluppati su Internet impegnati per la realizzazione di infrastrutture tecnologiche autonome e soprattutto per la diffusione più ampia possibile delle informazioni può inserire i propri scritti o documenti sul neonato sito http: //memoria.indivia.net. Questo sito è stato concepito con il sistema wiki, che permette non solo di aggiungere il proprio contributo ma anche di modificare quello esistente per completarlo, migliorarlo. Il sistema wiki è lo stesso alla base di “wikipedia”, la più grande enciclopedia collettiva on line (http://it.wikipedia.org) lanciata lo scorso anno e che ha avuto grande eco sulla stampa. memoria.indivia.net “nasce dalla voglia di raccontarsi e vuole essere uno strumento per poter capire e conoscere il passato attraverso le parole e i racconti di chi quel passato l’ha vissuto in prima persona” si legge sulla introduzione del sito. Per contribuire al progetto non serve alcuna competenza informatica, basta andare alla voce “Sommario” e cliccare sul “Modifica”. Il primo museo virtuale di architettura Il primo museo virtuale di opere architettoniche contemporanee è il muva.it. Realizzato tutto in flash, permette di percorrere diverse stanze e corridoi, sfogliare pannelli, saltare da una mostra all’altra con il mouse. Creato dall’ordine degli architetti della regione Campania, comprende sia mostre permanenti sia virtuali. Recentemente è stata pubblicata on line la mostra “Stazioni d’arte”, che svela a tutti le stazioni ferroviarie della Campania, arricchite da opere di design, installazioni, sculture, mosaici. www.muva.it Mina è minamazzini.it su Un sito dedicato alla grande cantante. Le immagini, la storia, la discografia, i film. www.minamazzini.it 58 di guido dolara noi bazar 01 2005 I BAR STRATEGICI D’EUROPA www.bazarweb.info Sono quelli dove si tramano le future politiche europee. Luoghi fumosi e multietnici che di sera si affollano di funzionari delle organizzazioni internazionali europee x decidere il futuro dell’ Europa. Perché le riunioni si protraggono oltre le austere sale da conferenza, e continuano nei bar, nei ristoranti e nei cocktail party + ambiti di Bruxelles e Ginevra Spesso lontani da casa e dal paese di origine, i burocrati dell’Unio ne europea e delle Nazioni Unite vivono in città ricche e funzionali come Bruxelles o Ginevra. Abitano queste città come grandi cuore, famiglia e vita emotiva altrove, in luoghi scelti più o meno realisticacontenitori di lavoro, contatti e grandi decisioni, e lasciano mondo, il modo più semplice è farlo dall’interno, cercandosi uno stage mente come patria di origine. Per sperimentare questo Così si può capire se si è davvero tagliati per questo tipo di vita. Opportuo esperienza di lavoro in un organismo internazionale. solo l’Unione europea ma anche le istituzioni di Ginevra (come l’ UNHCR)nità che si possono trovare sui siti delle organizzazioni, non o di Strasburgo (Consiglio d’ Europa) o Vienna (OSCE) o anche una delle missioni nei Balcani (UNMIK in Kossovo o OHR in Bosnia). Per chi si accontenta di essere un osservatore esterno, si consiglia di visitare Bruxelles o Ginevra, ambedue città con concentr ato di organizzazioni internazionali, e aggirarsi nei luoghi di socializzazione ascoltando, osservando e origliando le discussioni sul futuro del nostro continente. In mezzo a questo crogiolo di lingue e nazionalità, gli abitanti originari del luogo (belgi o svizzeri che siano) tendono a essere gelosi di tutti questi ospiti dall’estero, e spesso vi guarderanno obliqui, ma con rispetto. Prima di tutto i ristoranti, dove inevitabilmente finiscono le riunioni europeo attorno al Rond Point Schuman, l’ austera piazza su cui siche tirano fino a tardi. A Bruxelles, meglio aggirarsi nel quartiere affacciano i principali palazzi del Consiglio europeo e della Commissione europea, e visitare i ristoranti sulla Rue Archiméde, oppure sulla Place Jourdan all’ombra dell’ enorme palazzo di vetro del Parlamento europeo. Per i più eleganti, la piazza del Gran Sablon, ristoranti frequentati dai funzionari, come il Lola, Le grain de sable, o ai confini del quartiere europeo, offre una miriade di caffè e di Ginevra non offre tanti luoghi dove socializzare. Meglio i dintorni il Cafè des Artistes. A differenza di Bruxelles, il quartiere degli uffici degli esperti ha una atmosfera da cittadina italiana. Eaux Vives è il nel Paquis, la zona più vivace della città, o nel Carouge, che a detta quartiere più elegante, famoso per i ristoranti italiani e per il cinema alternativo Scala. Uno dei ristoranti ginevrini più frequentati dai funzionari delle Nazioni proprio davanti all’ edificio del UNHCR. Oppure per trovare i funzionaUnite è il Restaurant des Nations, sulla Rue de Montbrillant, asiatico noto per la simpatia dei suoi padroni, sulla rue de Neuchat ri asiatici e loro amici, visitate Jeck’s Place, ristorante del sud-est di bar fumosi dove proseguire discussioni e accordi sotto l’ effetto el. Se si tira a far tardi, sia Bruxelles sia Ginevra offrono una miriade è popolarissimo La Clemence, in Place du Bourg de Four, dove siesilarante di birre e vini locali. Per esempio durante l’estate ginevrina beve all’aperto osservando il mondo. I funzionari inglesi e irlandesi si trovano tipicamente nei pub in stile anglosassone, come lo Hairy Canary sulla Rue Archiméde a Bruxelles (frequentato da parlamentari a alti funzionari) o il Mr Pickwick sulla Rue de Lousanne a Ginevra. I funzionari cechi invece si trovano nei bar della Place du Luxembourg a Bruxelles, ogni mercoled ì sera. Tra i locali gay di Bruxelles, Belgica sulla rue du Marché au Charbon è il più frequentato dai funzionari delle istituzion sono il Demi Lune café sulla Rue Etienne Dumont in centro, o Les i europee. Altri luoghi frequentati dagli internazionali a Ginevra Brasseurs a Place de Cornavin, che serve birra di produzione propria. Per trovare luoghi di socializzazione più esclusivi, si suggerisce il Club nel quartiere europeo con palestra, piscina, massaggi e bagno turco, Aspria su Rue de L’Industrie a Bruxelles, una oasi di benessere aprirà presto una succursale nel quartiere residenziale più elegante popolarissimo tra gli alti funzionari di tutte le nazionalità. Il club nei mesi estivi è popolarissimo il molo dei Bains des Paquis, uno e preferito dai funzionari, Woluwé Saint-Pierre. A Ginevra invece spazio sul lago in mezzo alla città dove nuotare, prendere il sole e soprattutto osservare. Quanto alle feste private, come i balli per funziona ri a Ginevra, o le feste nelle grandi case del centro di Bruxelles, quelle sono solo a invito, e purtroppo per entrare non c’è scusa che tenga... VIP only! www.bazarweb.info bazar 01 2005 loro di franco andreucci 59 J a z z e m u si c a l x ra c c o n ta re la st o ri a d’America Non solo New Orleans ma anche Hollywood e Broadway fanno la storia degli Stati Uniti. Se la prima la fa con il jazz di Louis Armstrong e le tradizioni afroamericane, le altre la fanno con i musical, veri affreschi della società contemporanea Anche per l’America e la sua identità, vale quello che vale per tutte musica. Sul tema, sono usciti di recente due bei libri: John Bush le altre culture: uno dei codici principali per decifrarla è la Jones, Our Musicals, Ourselves: A Social History of the American Musical Theater, Lebanon, Brandeis University Press, Formation of National Identity, Princeton, Princeton Univers 2003 e Raymond Knapp, The American Musical and the Dicendo America si pensa subito al jazz e alla sua storia (bellissi ity Press, 2005. Jazz, Roma, Editori Riuniti, 1982), ma non ci si può fermare a ma, fra l’altro, quella scritta da Eric J. Hobsbawm, Storia sociale del New Orleans: si deve arrivare a Chicago, e poi andare a New York, Broadway, dove le tradizioni della musica afroamericana provenienti dal sud si incontrano con stimoli diversi, vengono legittimate comea espressioni musicali di rango e si intrecciano con un’altra faccia dell’ide ntità musicale americana: il musical. Sembra incredibile che negli anni terribili fra la grande crisi del ’29 e la Seconda guerra mondiale si sia svolta una delle stagioni più straordinarie della musica americana: sono gli anni nei quali Louis Armstrong, Cole Porter per sempre l’identità musicale americana e che finiranno col raggiun , George Gershwin creano ritmi e melodie che segneranno gere una diffusione planetaria grazie al loro incontro con l’industria discografica, col teatro di massa e, soprattutto, con il cinema. Sul jazz, le idee sono abbastanza chiare: è una musica di origini etniche segnata dal ritmo e dall’improvvisazione ma elaborata e resa sofistica nata dall’integrazione di canti di lavoro, canti religiosi e blues, popolare, ma non si può dire che sia una musica “nazionale”. Lo ta dalla presenza di grandi personalità di musicisti. E’ una musica stesso discorso, del resto, vale per la musica country le cui sonorità i cui accordi semplici e primitivi sono vicini al folklore musicale irlandes e e e inglese: più legata a tradizioni “bianche” è anch’essa musica popolare, ma non si può dire che sia nazionale. Probabilmente, il genere musicale nel quale tutti gli elementi popolar e proiettati in una dimensione nazionale è il musical. Difficile anch’esi della tradizione musicale americana sono integrati, tenuti insieme nel quale convivono la musica, il teatro, la danza e vengono consape so da definire, è un’area culturale, un’occasione, uno spettacolo afroamericani sono elaborati da musicisti ebrei e cantati da artisti volmente toccati i problemi profondi dell’identità americana: temi ma la sua musica non è così allegra come la vedova di Lehàr, e le di altre culture e colori. Le sue origini si confondono con l’operetta, 1927 è Show Boat, del grande musicista Jerome Kern e di Oscarsue storie non sono le trame burlesche dell’operetta europea. Del presenza del Mississippi, e tutti noi abbiamo nelle orecchie Old ManHammerstein II, autore del libretto. E’ un microcosmo vegliato dalla dopo, i due fratelli Ira e George Gershwin mettono in scena a Brodwa River, cantata dalla voce profonda di Paul Robeson. Otto anni y Porgy and Bess, ormai un classico, a metà fra l’opera e il musical. Ma, forse, il musical che più di altri dà il senso dei sentimenti america II e Richard Rodgers. E’ un affresco del West immaginario, di cowboyni è Oklahoma, prodotto nel 1943 da Oscar Hammerstein vibra con le parole di Oklahoma! che esaltano i grandi spazi, le grandi e comunità rurali orgogliose: l’anima patriottica dell’America June bugs zoom, / Plen’y of air and plen’y of room, / Plen’y of heart praterie, le grandi speranze (…Flowers on the prarie where the down the plain ), mentre in Oh, What a Beautiful Mornin’ si esprimeand plen’y of hope. / Oklahoma, where the wind comes sweepin’ il tradizionale ottimismo americano, nel cuore drammatico della Seconda guerra mondiale. Dopo la guerra, in una stagione ormai dominata dal cinema, ma Prendi Il Fucile del 1950, Sette Spose Per Sette Fratelli non per questo meno affascinante, si faranno vedere e sentire Anna (1954), Bulli E Pupe (1955), West Side Story (1961) con la splendida musica di Leonard Bernstein, My Fair Lady, sullo schermo con Rex Harrison e Audrey Hepburn, e poi i temi dei diritti civili e la nuova cultura rock contro la guerra del Vietnam in Hair (1968). E centinaia di altri spettacoli, fra Broadway e Hollywood, li precedono e li seguono, da Cabaret a Kiss me Kate, da Gentle uno spicchio d’America che ciascun americano riconosce come propriomen Prefer Blonds a Brigadoon. In ciascuno di essi si trova Anche noi abbiamo i nostri musical: nel 1962, ad esempio, Garinei . & Giovannini presentarono Rugantino, versione americanizzata racconti popolari romani. Ma se vogliamo cercare nella musica element di grande opera lirica, a Giuseppe Verdi. Come gli americani pensano i importanti della nostra identità nazionale, dovremo pensare alla al loro musical. 60 di cristiana scoppa migrazioni bazar 01 2005 La vita dei vivi e la vita dei morti Negozi e riti funebri. Bimbi che giocano e sepolture. Carretti tirati da asini e preghiere musicate. È la straordinaria realtà della Città dei morti del Cairo. A raccontarcela un’antropologa che accompagna i turisti in visite sospese in uno spazio e un tempo extra-ordinari… Anna Tozzi Di Marco è un’antropologa italiana che da sei anni vive nella Città dei morti del Cairo, antico cimitero monumentale che oggi ospita 1 milione di persone e che, a sentire lei, non è affatto un luogo “pericoloso e malfamato” come lo descrivono certe guide turistiche. Anna è ferma al centro di un piccolo spiazzo in terra battuta. Intorno piccole costruzioni dalle forme eleganti colorate di giallo e di verde, una donna ferma sulla porta di casa che osserva la scena, due bambini che si rincorrono. “La Città dei morti nasce nel 642 d.C. ai piedi delle colline di Moqattam, ad est di al Fustat, l’antica Cairo, come primo nucleo di sepoltura dei conquistatori arabi”, spiega a un gruppetto di turisti, macchine fotografiche in pugno e bocca aperta per lo stupore. “Ogni dinastia araba succedutasi dotò la capitale di un nuovo cimitero, caratterizzandolo con edifici religiosi e civili. Nel corso dei secoli sorsero alloggi per i mistici islamici, i sufi, piccoli e grandi palazzi nobiliari, mulini per il grano, ospizi per i bisognosi e ostelli per i pellegrini, contribuendo a rendere il luogo più ospitale e sempre più popolato…”. Qui ogni settimana si aggiunge qualche nuova sepoltura. Quando sei anni fa ha iniziato a cercare una casa a Qayt Bey, cimitero monumentale a ridosso del superbo centro storico del Cairo, molti – in Italia e nella capitale egiziana – hanno pensato che era un po’ matta. Quanto meno stravagante. Chi potrebbe infatti desiderare di vivere in un cimitero, dove le case si alternano alle tombe e le tombe si mescolano alle case, senza soluzione di continuità? In più un quartiere preceduto da una chiara fama di pericolosità, disagio, delinquenza addirittura? Dove la vita quotidiana è fatta anche di riti funebri, intere famiglie raccolte in preghiera intorno a lapidi e mausolei, pasti consumati seduti intorno al luogo dove ormai giace per sempre il proprio caro, canti e meditazioni condotte da sufi, i mistici dell’Islam? Ma Anna Tozzi Di Marco di quel luogo si era innamorata fin da quando vi era capitata la prima volta, turista come tante. “Studiando antropologia, non si poteva non restare colpiti da quello spazio urbano unico al mondo”, sorride. “Al mio ritorno dall’Egitto avevo fatto un po’ di ricerca bibliografica per saperne qualcosa di più, e avevo scoperto che esistevano pochissimi studi. Così non ho esitato a proporre come tesi di laurea una ricerca sul fenomeno di inurbamento nella città dei morti e i rituali funerari che vi si celebrano. E mi ci sono trasferita”. Oggi Anna ha dato vita, insieme a un gruppo di persone residenti nel quartiere, a un servizio di visite guidate a carattere antropologico, riservate a piccoli gruppi di turisti italiani, di lingua araba o inglese, e caratterizzati da una forte interazione con la vita del quartiere. Che è straordinariamente vivo, altro Per prenotare visite alla Città dei morti: www.cittadeimorti.com Voli per il Cairo: www.egyptair.com www.alitalia.come Sistemazioni alberghiere: www.Hotels-Egypt.com www.bazarweb.info che cimitero! “La Città dei morti non è solo Qayt Bey, dove vivo io, ma comprende ben 17 quartieri del Cairo, tutti con una loro fisionomia. Non sono zone ostili e sono ingiustamente malfamati. Certo, ci vive gente molto povera, ma non tutti lo sono. E rispetto ad altre periferie moderne del Cairo, qui ci sono discreti vantaggi: la vicinanza al centro storico, degli spazi verdi. Tutto sta ad avere i soldi per usufruire di certe comodità: per esempio farsi portare l’acqua, che non arriva ovunque, o farsi attaccare la linea telefonica”. La gente del quartiere fa “una vita normale: diciamo che è una classe medio bassa, alle volte ha l’antenna parabolica per la tivvù, ma poi i figli non vanno a scuola. Secondo una sociologa francese il 30 per cento sono funzionari, il 20 per cento guardiani delle tombe, un altro 20 per cento commercianti, 10 per cento pensionati di vario tipo”. Proprio i guardiani delle tombe hanno svolto un ruolo essenziale nella trasformazione dei cimiteri in quartieri residenziali. Spiega Anna: “Nella Città dei morti ci sono essenzialmente due tipologie abitative: palazzi costruiti negli spazi vuoti tra le tombe, in epoca storica o più recentemente in seguito all’afflusso di contadini dalle campagne o di sfollati dalle zone coinvolte nel 1967 dalla guerra contro Israele. Oppure occupazione e trasformazione dei mausolei. Questi hanno spesso alcune stanze necessarie alla vista dei parenti del defunto, dove donne e bambini passano la notte tra il giovedì e il venerdì, giornata riservata alle funzioni: queste costruzioni sono state adattate, espanse, collegate, e il tramite di questa occupazione sono stati i guardiani, che conoscendo benissimo il luogo sapevano quali erano le tombe abbandonate o poco frequentate e hanno cominciato a venderle o a affittarle illegalmente. E hanno cominciato a investire nel commercio, o anche nell’edilizia, sempre all’interno dello spazio del cimitero”. Gli itinerari proposti da Anna Tozzi permettono non solo di conoscere i piccoli e grandi capolavori artistici e architettonici disseminati nei cimiteri, ma soprattutto di comprendere meglio le dinamiche che legano la vita dei vivi alla vita dei morti: “Offriamo la possibilità di partecipare ad alcuni rituali sufi, quali lo dhikr, rituale di contemplazione di dio in gruppo, che cambia a seconda della scuola sufica e consiste in preghiere comuni cantate o salmodiate, accompagnate da musica. Oppure lo zar, più raro, che è un esorcismo degli djinn, spiriti buoni o cattivi che si impossessano della persona e fanno scherzi o provocano malattie”. Occasioni preziose da concordare per tempo, che permettono di conoscere un Islam diverso, nato dal sincretismo con credenze popolari. Questa attività ha anche un altro obiettivo: “Le autorità cairote tendono a negare la realtà della Città dei morti: avere una parte della cittadinanza che vive in un cimitero non è evidentemente considerato edificante per la capitale egiziana. Così è anche più facile disporre le demolizioni di porzioni di cimiteri per fare posto a moderni grattacieli. Non dobbiamo dimenticare che siamo a due passi dal centro storico”, fa notare Anna. “Invece, rendendo le persone consapevoli dello straordinario patrimonio culturale che anche loro, quotidianamente, contribuiscono a creare – un’esperienza davvero unica al mondo – può darsi che un domani la Città dei morti smetta di essere quel luogo pericoloso e malfamato citato da alcune guide turistiche e diventi qualcosa in cui anche le autorità comincino a investire, almeno per migliorare le infrastrutture”. Anche per questo Anna sta per dare alle stampe, in inglese e al Cairo, la prima vera guida tutta dedicata alla “Città dei morti”. www.bazarweb.info bazar 01 2005 gender di giulia premilli 61 S es so al ni gh t bucato a mano long e Tra una maratona del sesso e un master per diventare professionisti delle faccende domestiche… i papà divorziati e senza un cents trova no casa ment re le ragaz ze scorazzano in moto Ragazze in sella! Si prepara il Torneo Maratoneti del sesso… unitevi! (Ma solo se etero) E’ l’occasione per voi: in febbraio part e la seconda edizione della Maratona del sesso. Incredibile ma vero! L’associazione bare “Maratona a tavola”, presenta, occa se sione della serata gastronomica afrodisiinaca, una speciale Maratona del sesso, appendice del “piccante” pasto. giusta L’idea, (tutta da provare), è venuta ad Alfredo Leone, patron della manifest che premia il gusto caliente. “La azione a edizione l’abbiamo fatta a Bolognaprim qua mese fa – confida Leone – ed è stata unlche successo. Su otto coppie che si sono presentate alla cena e hanno consumato il ocena, tutte al mattino si sono dichiaratedop isfatte! Comunque noi, come organizzatorsodd i seri, abbiamo anche un medico che al mat , previa visita approfondita, ci confermtino a l’avvenuta “attività notturna”. Qu indi, per chi volesse provare l’ebbrezza…., bast a prenotarsi al 329 6143955. Alla cena che si svolgerà a febbraio a Ferr seguirà una magica notte in camera d’alara, berg o. Unica limitazione: la coppia deve esse re rigorosamente eterosessuale….. med itate gente… meditate! Tra carezze e pulizie, l’am … Lo organizzano le www.motocicliste.it speciali 2005 oni rombanti! Le gare saranno 5, in date comprese tra amazz marzo e ottobre 2005 (il calendario verrà pubblicato a breve) Per iscriversi al Trofeo è necessario fare la Licenza conduttori Veloci. tà. La licenza può essere richiesta a un Motoclub. Le iscrizi (previ a pubblicazione del Regolamento e Calendario) verranoni no aperte 15 gennaio al Bike Expo di Padova e dal 17 gennaio via internil et e posta. Le moto, di serie, che correranno nella stessa gara ma con classif iche separate, sono: “600” (fino a 650cc 4 cilindri / fino a 750cc 2 cilind “over ” (oltre 650cc. 4 cilindri / oltre 750cc 2 cilindri)ri) Una terza categoria “125cc” per le under 21 correr all’interno della 125SP della Coppa Italia (con apposito regolaàmento ), con una classifica separata per le ragazze e condizioni particolari promo sse dal Trofeo Italiano Motocicliste. Info: www.motocicliste.it Papà divorziati e… in ristrettezze? Arrivano le case per voi! Dopo più di un anno di progetti e burocrazia, l’Asdi (Associazione Divorziati e Separati) di Bolzano è riuscit ad avere una casa dall’Istituto delle case popolari dove a ospitare i padri divorziati che si trovano in difficoltà economiche. Attualmente, nella casa messa a disposizione dell’associazione da un privato cittadino, vivono un napoletano, un altoatesino e un africano. I tre a breve si trasferiranno nell’appartamento dell’amministrazi comunale. Nella nuova casa verranno accolti fino adone un massimo di 5 padri i quali saltuariamente potranno ospita anche i figli affidati alle madri. Una conquista.. di civiltà! re fatto sulla lavastoviglie! E’ l’ultimo ritrovato dell’associazionore e casa linghi. Dopo il Master in Home Management i “casalinghi italiani” si sono buttati sull’epistemologia del buc con il Master Spontex Home Ma nagement. Vi si trattano i temi della casa ato master da frequentare sia in coppia sia da soli, il tutto per rallegrare e stim in un rapporto di coppia. Tra i temi: olare il 1- Eros e pulizie: metodologie e tempist iche , com e fare in modo che una di piatti o un pavimento da lavare non tagna siano più un pretesto per divisioni mon Come dividersi i compiti per ritro e litigi. vare l’arm onia domestica e, perché no, creare un vero e proprio feeling erotico. 2- Epistemologia del Bucato/Stirologia, Bresciani, presidente dell’Associazione tenute da veri esperti come Fiorenzo Italiana Uomini Casalinghi Durando, responsabile torinese Movimento Italiano Home fitnesse Tina 3 - Last but not least, la lezionedel di home fitness, ovvero restare o addiritt conquistare una forma fisica invidiab ura, ile e mantenersi in salute. 62 di EVA ROBIN S GENDER.CONTAMINAZIONI bazar 01 2005 www.bazarweb.info Arte, moda e pesci tropicali molto… socievoli Incontrarsi a 4 occhi (e che occhi!) con un pesce tropicale nei sotterranei di un mu seo Succede anche questo a chi sa aprirsiparigino. ad ogni tipo di incontro Il freddo di Parigi è sferzante e non dà tregu Niente di meglio che il “caravan serraglia” a. Mi trovo lì con amici, per sfilate. della moda per togliersi un po’ di grigiore invernale. L’appuntamento è per una sfilata di mod a al Museo D’Arte Oceanica. Una poderosa costruzione degli anni ‘40. portava ritardo, scendo nei sotterran In attesa dell’evento che come al solito sala sottostante, più bassa nei volumi, ospitei dell’edificio cercando la toilette. La La zona è però recintata debolmente dalla a un acquarium di proporzioni considerevoli. e rossa x scoraggiare le visite fuori orario. solita transenna con banda in plastica bianca Birbante incallito sollevo quel leggero divie Svariate vasche illuminano debolmente to inoltrandomi in un mondo silenzioso. chi l’osserva, per il resto tutto è buio nella sala. La poca luce riesce a valorizzare decin animano i condomini marini. Creature e e spettacolari razze fra colori e fogge che pinnate librano sospese dando vita all’ab come in un presepe. isso Passo ad un’altra vasca, poi ad un’altra ancora finché faccio una sosta sdraiando sulla superficie del bordo, cornice della vasca mi giornata. Socchiudo gli occhi e un attim , quasi nascosta. E un poco esausta dalla o dopo , riaperti.....mi trovo davanti , a un palmo dal naso ma da dietro quel vetro...du staccano dai miei. Il soggetto grande 70 e occhioni grandi come ciliegie che non si pinne. Ma la cosa straordinaria è lo sgua cm, muove giocosamente il suo apparato di rdo ipnotico. Ci siamo mangiati con gli occh per diversi e intensi minuti. Poi mi sono alzat i e....lui dietro, festoso sempre a immobiliz a e spostata dalla parte opposta della vasca La mia assurda sensibilità toccata e consczarmi con quello sguardo. una lacrima di gioia. L’ho salutato e sono ia dell’impossibilità s’è gelata e ha partorito Un paio d’anni più tardi torno a Parigi! salita a vedermi la sfilata. E il caso: la sfilata di Gaultier è al Mus D’arte Oceanica. L’episodio di due anni eo prima era rimasto impresso nella mia memoria. Curiosa scendo, stessa recinzione. Le piombo in quella dimensione di calma vasche sono lì, piene. Scavalco e di nuovo totale. Ritrovo la posizione, tanta vita affoll quello spazio enorme. a Non è facile ricordarmi della fisionomia del pesci one. Null a d’ins olito. Tutti i pesci girovagano tranquilli nella solita passe gruppetto fluttuante nella parte alta dell’aggiata. Un attimo.....uno si stacca da un pertu ra e...mi viene incontro scodinzolante. Riconosco lo sguardo. Che gioia!! Di nuovo insieme. Segue i miei spostamen una parte all’altra del mio viso, quasi direi ti e sempre a fissarmi muovendo gli occhi da poco dopo, ma ora so che ho un piccolo riconoscendolo. Che simpatia! Tutto è finito Chissà? Se questo giochino lo fa con altri?amico a Parigi! E’ un po’ che manco da lì. Quindi lancio… se qualcuno passa da lì orari di visita....magari potrà scoprirlo! a Musée national des Arts d’Afrique 293, avenue Daumesnil Paris. Tel. et d’Oceanie Orario: 10h-12h, 13h30-17h30 0033 1 44 74 84 80 – Mostre temporanee : 10h-17h/ sabato e domenica : 12h30-18h 30 /sabato e domenica : 10h-18h Chiusura: martedì 01/05 www.bazarweb.info bazar 01 2005 CORTEI di MARIO MORCELLINI 63 ormai Le questioni legate all’immigrazione sono sulla bocca di tutti. Riguardano issue perché condannata a un’ormai anacronistica condizione di clandestin ciascuno di noi. Si tratta non solo di un tema da “prima pagina”, ma di una ità rispetto non solo ultimi al territorio e ai contesti geografici (i paesi di provenienza e di destinazio quasi usurata dalle tante ricerche scientifiche e iniziative correnti che negli ne), ma allo stesso le tutte a spazio simbolico dei media e dei loro pubblici. anni, in ambito internazionale e in Italia, si sono proposte di esplorare civile. La persistenza di questo cono d’ombra nel sistema dell’informazione latitudini questo territorio emergente dell’esperienza sociale e della convivenza ha rappresentato finora dei un caso paradigmatico di impasse culturale che finisce per contraddir Qual è e quale dovrebbe essere il contributo dei media alla rappresentazione e e inibire, in modo da particolarmente drammatico e cruento, lo spirito stesso della modernità fenomeni migratori? Fino a che punto l’opinione pubblica può essere influenzata : un irragionevole veto individuare di diritti nei confronti non solo dei migranti, ma di un pubblico italiano un’informazione spesso imprecisa o incompleta? E ancora: è possibile ancora eccessivamente media disinformato e, molto probabilmente, interessato a saperne di più. un terreno proattivo di intervento, in cui si faccia leva sulla capacità dei pubblici? La comunicazione, di fatto, si dimostra la dimensione più pervasiva e di riconciliarsi con un bisogno diffuso di informazione da parte dei loro caratterizzante del nostro . modo di vivere ed essere al mondo, partecipando alla società e alla E’ a questi interrogativi stringenti che cerca di rispondere il libro FuoriLuogo cultura condivisa: per e Binotto questa ragione occorre riflettere in profondità sulla sua capacità non L’immigrazione e i media italiani (Pellegrini/Rai-ERI), curato da Marco solo di ostacolare, ma di ne e assecondare e sostenere proattivamente il mutamento della società e Valentina Martino. Si tratta dei risultati integrali del Monitor su informazio delle persone. E’ pertanto di to necessario promuovere una stringente interrogazione critica dei fenomeni, immigrazione, la ricerca-intervento promossa e realizzata dal Dipartimen a partire dalla stessa nell’ambito consapevolezza della conoscenza scientifica quale risorsa determina Sociologia e Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma nte per l’attività decisionale ione con delle istituzioni. del progetto comunitario Etnequal Social Communication, in collaboraz Galgano La comunicazione può diventare, di fatto, il perno stesso e l’elemento Amnesty International-Sezione Italiana, Caritas Diocesana di Roma, FNSI, -chiave nella costruzione di una società più pluralistica e “a misura d’uomo”. Proprio da questa International e RAI. premessa ha preso le della mosse il progetto Etnequal. Fin dall’inizio, la comunicazione è apparsa I nostri anni sono protagonisti, di fatto, di una visibilità senza precedenti terreno privilegiato e i debordant quasi elettivo di incontro tra soggetti istituzionali diversi, per un contributo figura dei migranti nelle culture urbane e mediali, con effetti spesso teso in ultima istanza di a contrastare il pregiudizio e l’intolleranza diffusa nei confronti dei migranti. sulla retina sociale. Rispetto ad altri momenti storici, si deve infatti ai fenomeni nte nel La capacità di incidere sulla cultura rappresenta la variabile fondamen globalizzazione e alla pervasività del sistema mediale un effetto determina tale per un’iniziativa un gioco comunitaria come Equal: progetto in cui la capacità di produrre, elaborare potenziare l’imponenza – reale e percepita – dei fenomeni migratori, in e scambiare la oltre conoscenza diviene elemento cardine per la promozione e la condivisio serrato di immagini e reciproche proiezioni tra realtà e rappresentazione, ne allargata di mete spazio nello si culturali che non possono essere solo subite e inerziali; di processi di che tra ideologie e punti di vista spesso antagonisti tesi a confrontar mutament o che vanno ente – e accompagnati da opportune elaborazioni e autoriflessioni pubbliche pubblico. Una dinamica che vede i riflettori della comunicazione costantem , rispetto a cui i media piano nella rappresentano oggi l’arena privilegiata e quasi naturale. Un’iniziativa, spesso impietosamente – puntati sui migranti, fino a farne attori di primo quella di Equal, che ha la forza di rendere possibili azioni progettate e gestite in una logica quotidiana “messa in scena” della società italiana e del suo cambiamento. di rete e reciproca ivi – la valorizzazione, in grado di far convergere esperienze e soggetti eterogene Nella comprensione di queste dinamiche, gli studi culturali e comunicat i sui grandi obiettivi posto un comuni, su temi assolutamente determinanti per il futuro delle società loro peculiare “cassetta degli attrezzi” – debbono candidarsi a occupare complesse. e Nell’articolato contenitore di Etnequal, la stessa ambizione di allestire strategico. Non è infatti più sufficiente limitarsi all’analisi macroeconomica un disegno di indagine il modo in di per sé innovativo – perché pensato per esplorare estensivamente demografica dei fenomeni migratori, ma diviene determinante esaminare le interconnessioni tra i razione contenuti proposti dai media italiani, le pratiche professionali del giornalism cui una società elabora e interagisce ogni giorno con le immagini dell’immig o e gli altri canali reti dei di costruzione dell’opinione pubblica – si è accompagnata alla possibilità – prima ancora che con i referenti di tali rappresentazioni – attraverso le concreta di favorire in campo una non comune “vocalità” della ricerca scientifica: un concreto impatto media e della comunicazione interpersonale. Perchè l’immigrazione tira sulla formazione e alla degli operatori dell’informazione e, in ultima analisi, sulla qualità del un fitto intreccio di dinamiche culturali che attengono alla vita quotidiana dibattito pubblico. chiamano Avviata nell’ottobre 2002, la ricerca è stata coronata dall’articolato programm sfera propriamente micro-sociale: modelli simbolici e di interazione che a didattico a cura ti. della Caritas Diocesana di Roma, proposto in tutta Italia a giornalisti, direttamente in causa le responsabilità della comunicazione e dei suoi protagonis studenti delle scuole di della stessa giornalismo e operatori del Terzo settore nel corso del 2003. Ciò anche e soprattutto nei confronti delle nuove generazioni e, dunque, Dopo questa formazione, sono state avviate una serie di attività promosse disposizione interculturale da parte di quelli che saranno gli adulti di domani. e coordinate dalla razione Rai: due workshop con programmisti e registi alla fine del 2003 e, soprattutto Dal punto di vista dei processi culturali e comunicativi, quello dell’immig , la campagna alto “ad e informativa radio-televisiva “Nessuno è fuori luogo” nel 2004. Un “pacchetto si definisce anzitutto come un campo di relazioni sempre più saturo ” di iniziative è pensate per dialogare serratamente con i risultati della ricerca coordinata voltaggio”: una rete di interazioni in forte divenire la cui intensità energetica dall’Università. per singoli Attraverso la formazione e la comunicazione “praticate”, è stato così destinata nel tempo ad aumentare quantitativamente e qualitativamente possibile promuovere a cui una fitta rete di interazioni, che dei “numeri” e delle percentuali hanno e collettività. Siamo di fronte a una issue di primaria rilevanza sociale, attorno finito per restituire ti, interessanti forme di rielaborazione comune e rappresentazioni spesso – non a caso – lo spazio dell’opinione pubblica appare infiammato da orientamen di sorprendente politici espressività, anche mediatica. E’ così che Etnequal ha offerto l’opportun punti di vista e polarità divergenti, e rispetto alla quale gli stessi decisori ità di esperienze e collaborazioni di importanza singolare: un valore aggiunto che si deve continuano a dar prova di clamorose incertezze e contraddizioni nel governare alla passione di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, oltre che alla straordinaria generosità di l’ormai irreversibile trasfigurazione multiculturale della società italiana. oltre cento tra docenti, – risultano giovani ricercatori e studenti. Dal canto loro, i mezzi di comunicazione – soprattutto quelli generalisti e stili Più analiticamente, l’azione di ricerca ha preso in esame non solo il messaggio mediale oggi responsabili di drammatici ritardi nell’aggiornare non solo i propri linguaggi d backgroun sull’immigrazione, ma anche i contesti umani e sociali che lo producon narrativi, ma lo stesso punto di vista rivolto su fenomeni e realtà il cui o e lo ricevono. genere di Attraverso un ampio dispiegamento di strumenti teorici e metodolog è spesso di difficile conoscenza e “restituzione” al pubblico. Le regole ici d’analisi, il Monitor ione semplificaz ha puntato a mettere a fuoco la circolarità – fatta di interazioni e retroazion dell’informazione ne fanno il formato certo più esposto ai rischi di i reciproche – tra ne dei Notizie, Redazioni e Pubblico. Un tentativo di testare a tutto campo e pura “ruminazione” di luoghi comuni: soprattutto l’estrema compressio la tenuta dei saperi copertura una sulla comunicazione, attraverso la lente di ingrandimento offerta da tempi redazionali e delle routine produttive tende a favorire, infatti, un tema-chia ve tra i più emotivi e emblematici ed emergenti. Ci si è posti anzitutto il problema di comprend in cui è sempre in agguato la tentazione di privilegiare stereotipi, accenti ere quanto e fino e dei a che punto la comunicazione possa fungere da elemento moltiplica scelte pregiudiziali, in una rappresentazione spesso espressionistica dei fatti tore delle relazioni di socialità, solidarietà, comunanza di senso. Non c’è dubbio infatti che, protagonisti. nel tempo, l’offerta dei media si sia arricchita di uno straordinario valore di espressività e di Ma, a ben guardare, la questione è assai più complessa di quanto non lascino scambio sociale, al di là dei di “lente formati in cui essa si presenta enfaticamente sotto forma di pura informazio intendere gli ormai numerosi studi scientifici volti a sottoporre alla ne, intrattenimento, alla finzione. ingrandimento” solo i contenuti dei media e le loro evidenti distorsioni rispetto codici i anche Va da sé che il riconoscimento di una vocazione e di uno spessore sociale variegata “realtà” in movimento dei panorami sociali. E, da parte loro, ai messaggi e ai re un “rituali” dei media implica lo sforzo intellettuale di ripensare a fondo etico-deontologici finora proposti si sono mostrati inadeguati a promuove gli stessi paradigmi teorici parte degli e di ricerca, anche ai fini di un loro più incisivo contributo al rinnovame salto di qualità che esige anzitutto una più volitiva presa di coscienza da nto dei contenuti azione, e dei profili che formano le professioni della comunicazione. Si è cercato operatori: un cambiamento profondo dei valori e delle culture dell’inform di superare il le di luogo comune che vede operatori e studiosi della comunicazione misurarsi saldamente ancorato alla conoscenza dei fenomeni e a una scelta consapevo sul terreno della contrapposizione, per promuovere un percorso di riflessione comune responsabilità sociale. a partire dalle evidenze di di ricerca. Non un “processo ai media”, quindi, ma un confronto aperto, teso a mettere più La verità è che la cittadella mediale – a tutt’oggi e persino quando si fa portatrice a restare nitidamente a fuoco gli aspetti di criticità e le radici stesse della discriminazione nell’offerta di “buone pratiche” – continua a guardare ai migranti come a soggetti destinati in terra news, individuando insieme i percorsi possibili del loro stesso superamento. borderline rispetto alle culture autoctone. Ancora una volta, “nuovi barbari” si stenta L’immigrazione da destino collettivo a progetto, dunque. E se si vuole straniera, da sospingere ai confini e ai margini; figure ingombranti, a cui davvero sconfiggere il ione. comunicaz pregiudizio, lavorare sulla comunicazione è tutt’altro che un palliativo, ancora a riconoscere piena soggettività culturale e cittadinanza nella ma un’azione positiva luogo”, resa vincente da un pensiero universale. Una presenza sociale – quella dei migranti – troppo spesso “fuori FUORI LUOGO Migranti alle porte della cittadella mediale. Soggetti borderline o integrati nel tessuto sociale? Sono i media a poter fare la differenza. 64 GERENZA bazar 01 2005 www.bazarweb.info BAZAR Via Bradano 30, 00199 Roma [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE - Eugenia Romanelli [[email protected]] VICEDIRETTORE - Vera Risi [[email protected]] DIRETTORE ARTISTICO - Mara Codalli [[email protected]] RESPONSABILE SERVIZI WEB - Roberta Fabrizi [[email protected]] RESPONSABILE COMUNICAZIONE - Cristinana Scoppa [[email protected]] HANNO COLLABORATO IN QUESTO NUMERO DI BAZAR: Marcello Amoruso Agnese Ananasso Franco Andreucci Giulia Baldi Luca Beatrice Marco Begani Alessandro Benvenuti Ciro Bertini Matteo Bianchini Nancy Brilli Eva Buiatti Valerio Cammarano Giuliano Cangiano Luca Carboni Valeria Cecilia Claudio Coccoluto Marzia Di Mento Guido Dolora Pietro D’Ottavio Fabrizio Gianuario Caterina Gonnelli Andrea Lisi Enrico Lo Verso Mario Morcellini Andrea Mugnaini Oliva Muratore Fabio Murru Angelita Peyretti Roberto Pisoni Giulia Premilli Johnson Righeira Eva Robin’s Lorella Scacco Cristiana Scoppa Gabriella Serusi Chiara Spegni Studenti La Sapienza Chiara Tacconi Alberto Traversi