n.10 gennaio 2005
mensile di intrattenimento intelligente
2
EDITORIALE bazar 01 2005
MAra Codalli
Direttore arTistico
RoBerta FABrizi
REsponsaBile
Servizi WEB
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Eugenia ROmanelli
Direttore responsabile
Vera RIsi
conDirettore
CRIstiana SCoppA
REsponsaBile
Comunicazione
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bazar 01 2005
laboratori studenti la sapienza 3
CORSI E RICORSI:
KULTURA
ALTERNATIVA
Viaggio nelle nuove professionalità self-made. Fatte da giov
ani e di giovani, al
di fuori dei percorsi formativi istituzionali. Per
entra
re
lo
stes
lavoro, anche se saturo, imparando a farsi spazio. Con profe so nel mondo del
ssionalità.
A cura di Serena Cama e degli studenti dell’Università La Sapienz
a di Roma
4 studenti la sapienza
laboratori bazar 01 2005
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inTutti
form@zione con la
new-economy
Knowledge society è il nome della società del futuro e ad annunciarcelo
sono Internet e la new-economy, due fenomeni, una sola realtà,
dinamica e in continua espansione. Basti pensare che nel rapporto
‘04 Federcomin - la federazione nazionale di settore di Confindustria
- compaiono più di 50 professioni legate al settore ma soprattutto
circa 200mila posti di lavoro vacanti. Il problema è rappresentato dal
“chi” occuperà questi posti poiché, confrontando i dati, emerge che
della popolazione universitaria del bel Paese soltanto un’esigua parte
frequenta una facoltà legata all’IT (Information Technology) e chi lo fa
si trova davanti a studi di impatto prevalentemente teorico con scarsa
inerenza alla realtà lavorativa.
Formazione é divenuta una parola chiave, soprattutto per chi intende
occuparsi di professioni high-skill, come lo specialista di architetture
di rete o il progettista di rete. A tale proposito, corsi in aula possono
essere più proficui rispetto alla formazione telematica o e-learning,
anche se quest’ultimi possono risultare più appetibili dal punto di vista
economico: cosa non da poco se paragonati ai costi di master, di
specializzazioni ecc.
Oggi esistono numerose associazioni come l’Asfor che, ad esempio,
si occupa di assistenza a chi vuole intraprendere percorsi formativi
in campo ICT, fuori dai canali istituzionali. Per qualsiasi informazione
è bene scandagliare le vie della rete, un ottimo punto di partenza per
approdarvi con successo. Quindi in-formatevi e formatevi. Il resto lo
farà il mercato con i suoi 200 mila posti di lavoro.
Indirizzi utili:
www.federcomin.it
www.Asfor.it
www.mercurios.it
www.encanta.it
Massimiliano Porretta
Se vuoi lavorare, devi
andare di corsi…
Qualunque sia la tua aspirazione, esiste un corso adatto a te.
Hai bisogno di un lavoro? Vuoi dimostrare chi sei? Hai preso troppe
porte in faccia? Esistono decine e decine di soluzioni, dette corsi di
formazione professionale.
Smart choice:
Fotografia
E’ degna di nota l’accademia milanese John Kaverdash. Le iscrizioni
sono aperte tutto l’anno, con corsi vari, da quello base € 800 fino al
Master Globale di Fotografia € 9.200.
Inoltre corsi di formazione su CD-Rom, come quello fornito agli
abbonati del sito www.abc-fotografia.com, o ancora il breve corso on
line per principianti disponibile sul sito www.scalve.it/fotografia.
Barman e bartender
La più grande scuola d’Europa per bartender, Planet One, offre corsi
base, avanzati e categoria “Flair” a Perugia, Roma, Padova e Venezia, di
una settimana, il cui prezzo varia da € 540 a € 800 (www.planetone.it).
Ancora, la FTA, in collaborazione con “Dimensione Bar”, impartisce
lezioni di “Bartender Acrobatico” (Udine) (www.dimensionebar.it) al
modico prezzo di € 290.
Bagnino
Interessante il corso della SNS (Società Nazionale di Salvamento)
di Verona, diviso in “salvamento in piscina” (11 settimane/€ 285) e
“salvamento in mare” (“salvamento in piscina” + 3 settimane/€ 105)
(www.salvamentoverona.it).
Clown di corsia
Se vuoi regalare un sorriso a chi è in difficoltà, allora il corso indetto
dall’Associazione Culturale VIP è quello che fa per te; sono organizzati
in tutta Italia (ancora disponibili da febbraio a giugno 2005) al prezzo di
€ 160. (www.clownterapia.it).
E potremmo ancora continuare con tante altre proposte: ballo,
ceramica, canto, cucina, cucito. Ma queste le trovate anche su
www.formazionet.com
Antonio Micali
Fumettari
si diventa
Chiamateli come volete, workshop, laboratori, corsi,
sono comunque l’oggetto di coloratissimi manifesti
illegali appiccicati per le vie di molte città italiane
che ammiccano ai più giovani e da giovani sono
fatti: proclamano percorsi culturali alternativi, non
istituzionali. E scusate se è poco. C’è n’è per tutti i
gusti: per chi ama il teatro ma vuole restare fuori dai
circuiti delle compagnie si organizzano laboratori
teatrali con vere tecniche attoriali, scrittura creativa,
mimo e improvvisazioni. E ancora: laboratori musicali,
fotografici, di montaggio video e cortometraggi, di
modellismo. Negli ultimi anni, però, c’e un settore che
sta avanzando rapidamente nonostante la sua difficile
collocazione nell’ambito della cultura italiana: il fumetto.
Lasciato per troppo tempo nel limbo dei “figli di un dio
minore” il fumetto ha dovuto evadere dalla prigione che
lo ha considerato altro e non Cultura. Al centro delle
discussioni tra letteratura alta e bassa, letteratura e
paraletteratura, tra arte e kitsch, il fumetto ha dovuto
librarsi da paludose definizioni per diventare un
“signore genere”. E oggi i laboratori di fumetti parlano
chiaro. Sparsi per tutta Italia contano numeri d’iscritti
che farebbero venire i brividi a chi, torcendo il naso,
snobba il fumettaro.
Indirizzi utili:
www.scuolacomics.it - Scuola Internazionale di
Comics
www.noetica.it Scuola di Fumetto (Bologna)
www.ied - Istituto Europeo di Design, con sedi a Milano,
Roma, Cagliari e Torino.
www.pictor.it - Pictor Accademia (Torino)
Laura Armillotta
bazar 01 2005
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laboratori studenti la sapienza 5
Maestri d’arte orientale
Il fondamento è unico, allenarsi ad acquisire una
competenza tecnica che sia strumento
di perfezionamento della propria persona e che possa
diventare un lavoro: Maestro d’arti
marziali.
Equilibrio, concentrazione, valorizzazione delle capaci
fondamentali del DO, la via, il percorso interiore che tà fisiche e mentali: questi gli obiettivi
è alla base delle arti marziali giapponesi.
I giovani che si avvicinano a tali discipline non sono
né solo di una gara sportiva ma abbracciano necessalla ricerca di un allenamento fisico
occidentalizzazioni, una serie di principi e rituali derivanariamente, anche se con le dovute
ti dall’unione di antiche tecniche di
guerra e filosofia Zen.
Contrariamente a quanto diffusamente si pensa, la
pratica
dell’arte marziale porta in primo
luogo a migliorare le capacità di autocontrollo, attenzi
one e consapevolezza di sé. Il confronto
con l’avversario non è più reale scontro fisico, ma mira
dell’altro, sempre, e soprattutto, nel rispetto dei princip a una sottile e complessa percezione
Il praticante può avere qualunque età, dai cinque anni i che guidano la disciplina.
di discipline, di cui alcune oggi offrono la possibilità di in su, e scegliere tra un’ampia gamma
competizioni agonistiche.
Esistono arti marziali che utilizzano armi, come ken-do
e altre invece basate esclusivamente sulle potenzialità (shinai), Iai-do (spada), Kiu-do (arco)
ju-do (cedevolezza), aiki-do ( Ai =armonia, Ki = energia del corpo: karate-do (mano vuota),
).
Indirizzi utili:
www.fijlkam.it
www.fesik.org
www.fikta.it
www.artimarziali.org
www.forumartimarziali.it
www.karate-do.it
www.kendo-cik.it
http://worldjudo.org
Filosofie & Co.
Yoga
A Torino opera il Centro Yoga Satyananda C.so Raffael
Tel.0116699733 www.satyanandaitalia.net. Dal 14 settemlo 11,
bre al
30 giugno dal lunedì al giovedì 10.30-11.30 / 20.00-2
1.30.
Accademia Yoga via XX Settembre 58a Roma Tel.064
885967064742427
www.accademiayoga.it, www.yogadharma.it.
Lunedì martedì giovedì venerdì 10.30 13.40 / 17.00 18.30.
Costo
circa €30 a lezione.
Meditazione
Per espandere la mente e liberarla dalle paure. Assoc
Ananda Ashram via Prandina 25 Milano Tel.022iazione
590972
www.yogamilano.it.
Associazione del Buddhismo Tibetano via della Balduin
a 73
Roma Tel.0635498800 www.geduntharchin.it. Mercol
edì dalle
20.00 alle 21.30. Giovedì dalle 18.30 alle 20.00.
Iscrizione associativa annuale di 30€.
Ayurveda, medicina Tibetana,
Naturopatia,
Mantra-Tantra,
Pranoterapia, Zen Shiatsu
Arti alterna
tive indiane e cinesi per la cura del corpo e dello
spirito. Efoa viale Eritrea 91 Roma Tel.0686326445/6;
imentonaturale.org. Da settembre a luglio, sabato e www.mov
domenica
9.30-18.30 €720+quota associativa.
Wushu: Ba Gua Zhang, Taijiquan,
Xing Yi Quan, Yi Quan
Discipline
cinesi che lavorano sull’energia. Accademia
WushuScuola via Nomentana 643 Tel. 3482637075-3 Europea
475862487
www.ewawushu.it. Dall’11 dicembre al 30 maggio
, sabato
16.00-19.00 domenica 9.30-17.30.
Tecniche di rilassamento
Come migliorare autostima e comunicazione e gestire
Max Formisano Training Coaching & Consulting via lo stress.
del Corso
262 Roma Tel.066792112 www.maxformisano.it; corsi
mensili
sabato e domenica, a partire da €290.
Irene Caporale
Giovanna Silvestri
In vino… (stat)
virtus
Il rinnovato interesse per la cultura enogastronomica ha
dato voce, negli ultimi anni, a una crescente domanda di
formazione e specializzazione da parte di ampi strati di
popolazione.
Di questa realtà un chiaro esempio è il “33° Corso di
qualificazione professionale per sommelier”, tenuto
dall’A.I.S Lazio (Associazione Italiana Sommelier), record
di adesioni con circa 300 partecipanti. Così, a Roma, al
Grand Hotel “Cavalieri Hilton” la cultura e l’informazione
sul buon bere diventano strumenti per conoscere il
pianeta vino. Il presidente dell’A.I.S e direttore del
corso dott. Franco M. Ricci: “I nostri Corsi professionali
sono frequentati da gruppi eterogenei: studenti, liberi
professionisti, casalinghe con un unico denominatore, la
passione e l’amore per il vino in tutte le sue dimensioni, da
quella degustativa e a quella comunicativa”.
Un corso di formazione professionale per sommelier
ma anche per la formazione del giornalista o critico
enogastronomico specializzato.
Il corso
“Il 33° Corso di qualificazione professionale per sommelier”
ha un costo di 2300 €. Le lezioni, teorico/pratiche sono 52
della durata di due ore e mezza ciascuna, si tengono
nel doppio turno pomeridiano (16.00 – 18.30) e serale
(20.00 – 22.30). Iniziato il 4 novembre 20004, avrà termine
il 9 febbraio 2006. La prossima edizione del Corso è in
preparazione. Per ulteriori informazioni su tesseramento,
iscrizione, argomenti trattati, posti disponibili si può
consultare il sito internet www.bibenda.it o mettere
in contatto direttamente la direzione allo 0635452718
- 0635340371.
Francesco Morioni
6 studenti la sapienza
laboratori bazar 01 2005
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L’altra faccia del sociale:
percorsi di controcultura
attiva
Fucina di impegno sociale, culturale e divertimento, i centri sociali meritano un posto di primo piano se
parliamo di cultura alternativa. Traendo la propria linfa vitale dalla libertà di espressione e proponendosi
come centri di aggregazione alternativi alle sezioni di partito e al potere, sono un importante veicolo
di contro-informazione: ci sono stazioni radio ad essi legate (Radio Onda Rossa a Roma), alcuni
dispongono di mini biblioteche e sono sedi di cineforum. Quasi tutti poi organizzano corsi di vario
genere: teatro e danza, yoga, informatica, cucina, arte o percussioni; oppure mettono a disposizione
sale di registrazione per i gruppi emergenti, camere oscure, birrerie ed enoteche, ostelli, spazi
per bambini, mercatini e sale da tè, senza contare le serate organizzate e i concerti a cui assistere
gratuitamente.
Non manca l’attenzione alle problematiche più delicate, con l’intento non solo di sensibilizzare, ma
di stroncare i pregiudizi: nel territorio di Roma il circolo culturale omosessuale Mario Mieli si prodiga
attivamente per la tutela dei diritti civili degli omosessuali, nel centro sociale Zona Rischio, la cooperativa
di consumo EquoBio promuove il commercio equo e solidale, a Milano il centro autogestito Vittoria
organizza corsi di italiano per stranieri, mentre la casa occupata T28 offre un ambulatorio medico
aperto a tutti.
•Zona Rischio via De Dominicis 4 (Roma)
•Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli via Efeso 2 (Roma) - www.mariomieli.it
•Vittoria via Muratori 43 (Lodi) www.ecn.org/vittoria
•Casa occupata T28 via dei Transiti 28 (Milano)
Emily Menza
L’uomo solidale: diventare
volontario/a
“Esiste un solo tipo di uomo veramente adulto: la persona che ha cura di se, dell’altro, dell’ambiente; in
una parola l’uomo solidale”
Questa frase di E. H. Erikson racchiude l’immagine del volontario. Fare volontariato nasce da una libera
scelta, dall’assumersi responsabilità verso l’altro in difficoltà. Le motivazioni possono essere diverse,
laiche o religiose, sociali e politiche, ideologiche o umanitarie.
Il volontariato è presente in almeno 40 campi diversificati d’intervento: dall’handicap al carcere,
dall’AIDS all’ambiente, dagli anziani non autosufficienti ai minori a rischio.
Spesso si trovano difficoltà nel contattare le associazioni che operano sul territorio. Per avere informazioni
e indirizzi è bene rivolgersi ai Centri di Servizio per il Volontariato attivi in quasi tutte le regioni. Altri spunti
per chi volesse diventare un uomo solidale:
•
Se ti interessa la natura e vuoi dare il tuo contributo l’Oasi LIPU a due passi da Milano ti
offre la possibilità di vivere un’esperienza unica e divertente all’aria aperta in un ambiente
allegro e coinvolgente. Il tuo “gruppo di lavoro”? Basta scegliere: visite guidate, educazione
ambientale.
Oasi LIPU Cesano Maderno(MI) e-mail [email protected]
•
La Caritas Ambrosiana lavora con giovani volontari. http://www.caritas.it/templates/3/
home%20volontariato.asp
•
Centro Nazionale per il Volontariato: opportunità seminariali e di formazione www.centro
volontariato.it
•
Se sei interessato al volontariato internazionale il FOCVIS organizza corsi di formazione di
differenti tipologie in diverse città, per tutto l’anno. www.focsiv.it/volont/volont_index.htm
•
Fondazione Italiana per il Volontariato. Su questo sito scoprirai come e cosa fare per
diventare volontario in Italia o all’estero. Inserisci i tuoi dati nel forum disponibile e sarai
contattato direttamente dal gruppo più vicino www.fivol.it
•
Legambiente offre progetti di breve e lungo termine in particolare all’estero. Organizza
numerose attività attraverso il Servizio Volontario Europeo. www.legambiente.com/
canale8/campi/campi_main.php
Annarita Lone
Sei uno studente, liceale o universitario? Vuoi scrivere e collaborare
con noi? Hai dubbi, critiche o complimenti da farci, delle novità da
segnalarci?
SCRIVI A: [email protected]
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Studenti la Sapienza
Roma - LABORATORI
– Corsi e ricorsi: kultura
alternativa
Roberto Pisoni - VISIONI
– La mia vita? Ci faccio un
film
Alessandro Benvenuti
– VISIONI (IN PILLOLE)
- Una pagina di vita
Giuseppe Mottola –
VIDEOGIOCANDO – Spot
invaders
Ciro Bertini - LEGGERE
– (RECENSIONI) – Storie
abbaglianti
Giulia Premilli – AVERE – La
vasca da bagno? In salotto
Marco Begani
– LEGGERE (FUMETTI)
– Fiabe per insegnare la
tolleranza
Agnese Ananasso – HITECH – Phone-mania
Nancy Brilli – LEGGERE
(BRILLETTURE)
– Affrontare la fine
Marcello Amoruso –
NOTTE – “Chi è” – “Bob
Dylan” – “Siamo chiusi”
Alberto Traversi - NOTTE
– No rules!
Caterina Gonnelli - ONDE
– Un reality reale
Andrea Lisi - NOTTE
– 2004, the year with no
name
Giulia Baldi - SINTONIE –
Cosa succede nell’etere?
Claudio Coccoluto –
NOTTE (NOTTETEMPO)
– Musica x scoprire
nuovi mondi
Gabriella Serusi - SCENE
– Folgorazioni sceniche
Chiara Spegni – GUSTI
– Antipasti!
Gabriella Serusi - SCENE
– Intrecci d’amore
Enrico Lo Verso – SCENE
(SALMONI) – Spazio ai
talenti freschi
Fabio Murru - SUONI
– (RECENSIONI) – Stili
personali
Pietro D’Ottavio – SUONI
– Concerti “da sogno”
Marcello Amoruso
- SUONI – I Ratti della
Sabina
SOMMARIO 7
Chiara Tacconi – GUSTI
– A tavola si gioca
d’anticipo
Eva Buiatti - GUSTI
(MANGIA COME LEGGI)
– Antipasti alla Bulgakov
Lorella Scacco - ARTI –
Niente di convenzionale
Luca Beatrice – ARTI
– La fidanzata di Zorro
Marzia di Mento – ARTI
– Contemporaneo?
Antichissimo
Luca Carboni – ARTI
– (SKIZZI)
Oliva Muratore –
ARCHITETTURE – Gioielli
architettati
Matteo Bianchini – PICCOLI
– Giocare, scoprire,
crescere
Cammarano
Valerio
– SPORT – Canoa polo
Angelita Peyretti –
SCIOCCHINA – L’anno che
verrà
Valeria Cecilia – CORSI – Te
lo cucio io!
Cangiano
Giuliano
– FENOMENI – Un anno di
“mùvman”
Valeria Cecilia – NET
– Pubblicità e brand: dalle
stelle alle stalle?
Guido Dolara – NOI – I bar
strategici d’Europa
Franco Andreucci
– LORO – Jazz e musical
x raccontare la storia
d’America
Cristiana Scoppa
– MIGRAZIONI –
Giulia Premilli – GENDER
– Sesso all night long e
bucato a mano
Fabrizio Gianuario SUONI – Quel jazz che
piace sempre +
Andrea Mugnaini
– VIAGGI – Libano: fiorire
sulle macerie
Eva Robin’s –
CONTAMINAZIONI - Arte,
moda e pesci tropicali
molto… socievoli
Johnson Righeira
– SUONI
(CONTROCANTO) – La
copertina è figa!
Agnese
Ananasso
– ESSERE – Stop alle
diete! Il superfluo si
elimina col cibo
Mario Morcellini – CORTEI
– Fuori luogo
10 di roberto pisoni
visioni bazar 01 2005
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La mia vita? Ci faccio un film
. E’
A metà strada tra home-movie e reality showto
a
incia
com
ha
e
il film che Jonathan Caouett
ista?
agon
Prot
.
anni
11
girare da quando aveva
cento
Lui e la sua squallida vita. Venti anni e deci
so
ha
dopo
solo
sessanta ore di archivio che
rso
rove
cont
al
vita
di montare sul pc per dare
Tarnation
consueta tra i giovani
“Che fare della mia vita di merda?”. A questa domanda, piuttosto
trovato una risposta decisa:
d‘occidente, Jonathan Caouette, trentaduenne americano, ha
autoprodotto e costato la
“cinema”. Nel giro di qualche mese la sua autobiografia, un filme spiccioli), è schizzata dal
miseria di 218,32 dollari (avete letto bene duecentodiciotto dollari ma iMovie, alle vetrine di
monitor del suo computer, su cui è stata montata con il program
consensi calorosi e qualche
festival importanti come Sundance e Cannes, dove ha raccolto
stroncatura.
tra una tecnologia che ormai
Tarnation, infatti, costituisce il perfetto punto di convergenza
contemporaneo per
offre a tutti l’opportunità di girare il proprio home-movie e il feticismo
in spettacolo. Se il film,
il reality-show che traduce quotidianamente il privato e l’intimosciagurata di Caouette e al
nonostante tutto, ha la sua “consistenza” lo deve in primis alla vita
il suo one man show.
modo dissennato e straniante in cui il protagonista è riuscito a montare , Renée, indossatrice
Tarnation racconta una storia familiare di follia: alla madre di Jonathan
una forma di schizofrenia
di provincia, viene diagnosticata, dall’adolescenza e per errore, con ingiustificate sedute di
con turbe della personalità. Comincia allora a essere bombardatapartorisce Jonathan. Il padre,
elettroshock che, va da sé, le sconquassano il cervello. Nel 1972
a della fragilità mentale
un furfante di passaggio, li abbandona non appena prende coscienz
ospedale psichiatrico, mentre
della donna. Da quel momento Renée trascorre la vita in un nonni prima d’iniziare, a 11
Jonathan viene rimpallato dalla sala d’accettazione alla casa dei
nte, volevo nascondere la
anni, il tour dei locali gay del circondario. “Quando ero un adolesce in faccia la realtà. Non
mia famiglia ai miei compagni di scuola – ricorda – non volevo guardare
i dicevo che mia madre era
sopportavo che la mia famiglia fosse diversa dalle altre. Ai compagn
e ho finito per amare la mia
una hippie eccentrica. Soltanto quando sono cresciuto ho capito è proprio perché, a un certo
famiglia per quello che è.” Se Caouette ha accettato la propria vita re la mia vita per darle una
punto, ha cominciato a filmarla: “Ho iniziato a video-documenta
guardo il film, mi dico:
direzione e per dare un senso a quello che ho vissuto. Oggi, quando
sopravvissuto!’. Ho davvero
‘Cristo santo, ho vissuto tutto questo, l’ho vissuto davvero e sono
ma averne fatto un film
attraversato un tunnel di tenebre. Ci sono stati dei momenti terribili,
indietro non cambierei niente
mi ha riconciliato con tutta la mia storia. Oggi, se potessi tornare
né per me né per la mia famiglia”.
la videocamera come la
Da quando ha avuto l’età per tenerla in mano, Caouette ha utilizzato
Tarnation: per la generazione
penna del suo diario segreto. E’ questa la rivoluzione che prospetta
la mia prima cinepresa a
di Jonathan la MiniDv è più accessibile di un quaderno: “Ho ricevuto
recuperato una videocamera
11 anni. Mio nonno mi aveva dato una vecchia superotto. Poi ho All’inizio giravo con i miei
dal mio padrino in un programma sui bambini senza genitori.
ttiva credo di aver girato
nonni dei remake di film che vedevo al cinema. Ma oggi, in retrospe
aver bisogno di filmare la mia
Tarnation per vent’anni. Prima inconsciamente, poi ho capito di 16 anni: girare mi ha dato
vita. E’ diventata una questione di vita o di morte quando avevovideocamera è diventata un
l’illusione di avere un certo controllo su una vita disperata. La
arma di difesa”.
Caouette ha già annunciato
A dispetto delle accuse di autocompiacimento ed esibizionismo, trilogia: “Dire che il mio
che, da tutto il materiale raccolto nel corso degli anni, trarrà una è il miglior complimento
film incoraggerà tutta una generazione di ragazzi a realizzare il lorosconvolge completamente
che mi si possa fare”. Ma è evidente che un film del genereo familiare” così doloroso ed
l’economia del cinema. E anche se non tutti avranno un “romanz a nell’immediato futuro una
eccentrico quanto quello di Caouette, una cosa è certa: si prospett
persone che scriveranno
generazione di “video-diaristi”, né registi, né filmaker, semplicementemontandoli sul portatile,
appunti e ricordi personali in digitale e li metteranno in bella copia,
al ritmo dei loro mp3 preferiti.
Nel vino
alcune verità
globali
Documentario sull’universo mondializzato del vino e su chi lo
produce, Mondovino è un film appassionante. Perché Jonathan Nossiter
non ha ideati un tour enogastronomico ma un film militante, che
vibra di gioia e violenza.
Esistono due cliché ricorrenti e contraddittori sul vino. Il primo,
velatamente moralistico e apocalittico, lo accusa di essere bevanda
infingarda, una piaga della nostra società che spinge i mariti a
picchiare le mogli, gonfia il deficit della sanità e, più generalmente,
confina il proletariato nella sua triste condizione, cercando di
fargliela dimenticare. Il secondo, estetizzante fino alla nausea,
elegge il vino a elisir dell’elite economica, l’idromele dei nuovi dei
contemporanei, un dono inaccessibile ai comuni mortali perché
troppo costoso e sofisticato. L’uscita di Mondovino (presto anche nella
collana dei documentari in dvd edita dalla Feltrinelli), il documentario
di Jonathan Nossiter – regista americano residente a Parigi – avrà
almeno il merito di attenuare queste due visioni estreme e di
rafforzare un concetto che gli è caro: il vino appartiene alla cultura
alla stessa stregua di musica, immagini, libri.
Dalla Borgogna alla Napa Valley, dalla Languedoc alla Sardegna,
dalla Toscana all’Argentina, Nossiter guida, come un instancabile
segugio, la videocamera alla ricerca dei segreti del vino: metodi di
produzione, di vendita, di distribuzione, di promozione e le diverse
ideologie che li ispirano. Ne risulta un periplo geografico, sensuale,
esistenziale e politico attorno a un mondo in cui, attraverso il prisma
del vino, si riflettono i nodi principali della globalizzazione in corso:
artigianato e industrializzazione, piccolo commercio e negozio
internazionale, conservazione delle diversità e livellamento globale,
etica del mestiere e profitto a tutti i costi, assemblaggi naturali e
manipolazioni chimiche, potenza americana e bastioni di resistenza,
più o meno fragili, nel resto del mondo.
Anche se affronta questioni tecniche ed economiche e ha un punto
di vista fortemente partigiano (no global), il piacere di Mondovino
non è riservato soltanto a specialisti e amatori, è un documentario
riccamente popolato di personaggi sapidi, dalla personalità e dal
carisma memorabili, abbiano ragione o meno nelle loro sanguigne
dichiarazioni. Per merito della grazia e della mobilità dei mezzi
leggeri utilizzati, Nossiter ha potuto saggiare questa varietà di caratteri
umani ed è riuscito a catturare una cosa difficilissima: la molteplicità.
Dalla luce della Languedoc ai colori affocati della Toscana emergono
con chiarezza le differenze d’architettura e di habitat che incarnano
le diverse regioni e i diversi approcci filosofici al vino.
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bazar 01 2005
visioni di roberto pisoni 11
ale
pic
tro
ia
latt
Ma
Intervista a Apichatpong Weerasethakul
non lo è già, l’autore di culto dei cinefili più oltranzisti. Con una sola
Non lasciatevi traviare da un nome tanto esotico, Weerasethakul è destinato a diventare, se
Malady) ha portato in primo piano la Tailandia, il suo paese,
Tropical
recente
il
e
Pussy
Iron
Yours,
Blissfully
Noon,
at
Object
s
manciata di film (Mysteriou
e e avant-garde. Probabilmente a giugno il Festival del
sorprendent
modo
in
ismo
sperimental
e
realismo
mescolando
mondiale,
cinema
del
sulla mappa artistica
italiana.
retrospettiva
prima
la
dedicherà
gli
Pesaro
Nuovo Cinema di
Qualcuno ha definito i tuoi film degli “oggetti misteriosi”. Cosa ne pensi? “ambientale”. Sono stato molto influenzato dai film
Forse perché il mio cinema non è tradizionalmente narrativo, piuttosto è un cinema
il cinema d’azione di Hong Kong, ma le opere che mi ha
popolari tailandesi che ho visto nella mia infanzia, storie di fantasmi, film fantasy,anni sessanta. Sono stato davvero affascinato da alcuni film
degli
ale
speriment
cinema
del
stagione
grande
alla
ono
segnato di più apparteng
ali. Questo approccio poco incline alla narrazione
di Andy Wahrol. In più mi piace fare anche istallazioni, documentari e video speriment
altri.
di
ostico
più
cinema
pura rende il mio
Da dove nascono allora i tuoi film?
da un concetto. O più precisamente da un’idea di
In Tropical Malady, come in Blissfully Yours, non sono partito dal racconto ma piuttosto e separate e condizionate dai paesaggi diversissimi
nettament
parti
due
in
diviso
film
un
di
quella
Malady
Tropical
in
struttura. Per esempio
Spesso è il mio rapporto personale con i luoghi in cui mi
in cui sono ambientate. Volevo soprattutto tornare a girare nella giungla, l’adoro.
film.
muovo a fare il
. Avevi intenzione di “provocare” politicamente il
In Iron Pussy, la tua opera più tradizionale, il protagonista è un travestito
pubblico?
ragione. Avevo degli obiettivi più concettuali: il film è un
Un significato politico naturalmente c’è, ma non ho accettato di farlo per questa
di tutta la storia. In Tailandia comunque i travestiti
significato
il
e
modificar
per
sta
protagoni
del
gender
il
cambiare
voluto
remake e io ho
to, nei club e nei ristoranti. Al limite è più
dappertut
esibiscono
si
e
spettacoli
loro
i
adorano
tutti
popolare,
cultura
fanno parte della
l’omosessualità non è repressa, ma non
Tailandia
In
amore.
loro
il
vivono
Malady
Tropical
di
sti
protagoni
due
i
cui
in
provocatorio il modo
uno sulle ginocchia dell’altro. Nel film ho
siedono
si
o
mano
nella
mano
o
passeggian
che
ragazzi
due
vedere
di
c’è ancora la possibilità
scelto non una visione realistica ma una specie di sguardo utopico.
Bentornato Picchiatello!
Sette film del grandissimo Joseph Levitch, in arte Jerry
Lewis
Negli anni sessanta i critici francesi impazzivano per lui,
negli Stati Uniti lo ricordano come il precursore di Jim
Carrey. In Italia è stato considerato poco più che un clown
bambinone e le sue commedie in coppia con Dean Martin
ottima library per riempire i palinsesti tv estivi. Ora che la
Paramount ha licenziato dal suo catalogo sette titoli a lui
dedicati, c’è finalmente modo di riguardarsi i film di Jerry
Lewis con attenzione e godere della sua maschera comica
più matura: l’individuo maldestro e disadattato, il tipo che
nella tradizione ebraica chiamano lo schliemel, il common
man vittima dell’esistenza e perseguitato dalla sfortuna.
La collezione infatti parte proprio dal 1957 (Il delinquente
delicato), l’anno successivo alla separazione con Dean Martin
e raccoglie le opere più folli e originali di Lewis regista:
Ragazzo tuttofare, Il mattatore di Hollywood, L’idolo delle donne,
Jerry 8 e 3/4 e soprattutto il capolavoro Le folli notti del dottor
Jerryl. Tratto dallo sfruttatissimo romanzo di Stevenson,
è una parodia geniale e assolutamente irresistibile: una
pozione magica trasforma un insegnante timido e riservato
in un odioso playboy, ma il tema dello sdoppiamento della
personalità viene sfruttato abilmente per una velenosa satira
di costume sulle ipocrisie della società americana. Le folli
notti è anche il dvd più deluxe del mazzo: oltre al delizioso
commento di Lewis e dell’amico cantante Steve Lawrence,
offre due documentari piacevolmente dettagliati sulle
intenzioni e la poetica di un attore/regista niente affatto
“picchiatello”.
Jerry Lewis Collection, Paramount, 7 DVD (26, 50 Euro
cad.).
DVD
12 di alessandro benvenuti
visioni.in pillole bazar 01 2005
www.bazarweb.info
www
Una pagina di vita
ibuzione del mio film:
Mi giunge notizia dalla 01 (la casa di distr
te nel programma di
la RAI, praticamente) che devo andare ospi
co. Poi
punta, lo show del sabato sera sul primo canale. Deglutis
accetto
due
22 novembre 2003, “Ti spiace se bacio mamma” è uscito da sale.
settimane. Sta andando male. Lo stanno via via togliendo dalle si va
Talvolta con ignominia...eppure c’è questo pedaggio da pagare: alla
da Panariello. Si deve andare. Lui è carino, col cappellino. Coppola
siciliana di pelle
strano,
nera. Si fanno le prove. Sudo copiosamente. Sento il mio odore:
e
in teatro ho un sudore del tutto inodore! E sento che lo sente chiunqu re
mi si avvicini. La mia bella giacca nuova! E il gilè bordeaux di cachemi
la
che Chiara mi ha regalato a Natale, chissà che diventeranno? Tolgo
o e defilato
giacca. Tento di salvarla e mi siedo in un punto, il più strategic
possibile - ma
abbastanza in vista. Una scelta complicatissima. Nell’enorme tendone
agio
detto “tensostruttura” (e di tensione ce n’è!) sembrano tutti a loro occhi
tranne me. Come se solo io dovessi dimostrare… che? Non so cheionalista.
tenere per non sembrare né tonto, né alieno né anarchico insurrez
Non so né chi, né come, né cosa guardare. Poi vedo Pistarino (Carlo)
piedi. Mi
vestito da Jedi con gli occhiali. Poi Paolo Belli che mi si butta ai fu espulso
s’inchina davanti dicendo che è tutto merito mio se da studente“Ad ovest
da scuola perché beccato dal preside a fare la mia imitazione in
di Paperino”. E poi Valeria Marini che mi bacia e mi dice che Vittorio
Ricci
(Cecchi Gori) lo sa che io gli ho sempre voluto bene. Poi Elena Sofia
quanto
che mi presenta il marito musicista e si prodiga nel raccontarmi bacia
perfetta sia la sua nuova vita da sposa. E la Tosca D’Aquino che mi
te vedere
e mi abbraccia come fossi un parente lontano che può finalmen . E’
da vicino. Io tutto guardo e tanto sudo. I pori sono la mia sinceritàItalia
preoccupante: se non imparo alla svelta a mentire domani mezza
l’ha detto:
vedrà quanto sono sincero e non sarà un bel vedere. Chiara me potevo
“Stai attento a non sudare”. Ho portato il vestito estivo, che altro questa
fare? Ora sono in viaggio da Roma a Benevento: “Torno sabato”;
settimana lo fanno laggiù, nell’antro di Mastella (Clemente).
Arrivo a Caianello (che mi da sempre l’idea che lì termini il mondo).
cio (non
Usciamo. L’autista lo vedo quando entro in macchina: è bianchic mia
lo vedevo da diversi mesi), un po’ smagrito. Me lo dice sotto casaMae’
mentre mette in moto la berlina: “Ci ho avuto du’ tumori ar fegato l’European
(Maestro). So’ stato sei mesi senza lavora’. Oggi è il primo lavoro. Tra‘nfami! E’
Hospital e il Salvador Mundi ci ho lasciato tutti i soldi che avevo: sti Poi so’
mi’ moje che ha voluto. Non m’hanno fatto un cazzo. Solo levati li sordi. o), er
stato da “coso” lì “er Professore”, è n’amico de n’amico de Max (Massim e: non
produttore. M’ha infilato in ospedale. Nun c’è niente de mejo de n’ospedal un po’
ho pagato un cazzo. Du’ tumori ar fegato c’avevo! Mo’ sto bene. C’ho solo di fronte
de sonnolenza ogni tanto. Oggi ho pure magnato, pensa ‘n po’! Ar barettoMo’ ‘o so’
all’ufficio. M’è venuta fame. Me so’ preso un tramezzino. Boni li fanno! Ricoverati
proprio magnato con gusto! Ho perso du’ lavori, mannaggia a mi’ moje!
te, gli ho detto, ‘a prossima vorta!”
a.
“Due tumori al fegato?!”, azzardo. “Du’ tumori Mae’!”, mi conferm
salvi!
Gli guardo i capelli: ce li ha ancora tutti. Al fegato? E quando tiquesti
Al fegato è semplicemente letale. In più anche le sonnolenze! E di stop e
della produzione affittano la macchina a uno che dopo sei mesi
un
due tumori che neanche s’è ripreso, se considera una vittoria morderela frase,
neanche
finisco
è!)...Non
lo
infondo
(e
rlo
rivomita
senza
ino
tramezz
l’inizio mi basta e avanza! Penso: “Ma come mi ci
seduto
porta questo a Benevento? Ma che viaggio faccio? E mi son pureridere.
accanto al guidatore: il posto della morte!”. E poi mi scappa daio ora lo scriva.
Fantastico. Geniale. E’ già tutto scritto. Ed è anche scritto che
ce di
Per questo è venuto Sestilio. E’ il mio prossimo film che si arricchis
l’umorismo
nuovi capitoli. E più vengono a galla i segni della tragedia, più
che
involontario del caso guida il gioco. Accade intorno a me. E’ il presente
annoto.
mente
diligente
io
E
futura.
storia
in
arsi
trasform
come
ce
suggeris
crisi, (lo
L’idea dell’autista va sviluppata così: lui (cioè io) è un regista in Dio li
chiamerò Nanni Muccì, una via di mezzo fra Moretti e Muccino cheè piaciuto
stramaledica insieme a Virzì, che il film suo (Caterina va in città)Muccì è un
a mia moglie più del mio! (S’è pure commossa!) Dunque, Nanni per questo
regista in crisi. Il suo ultimo film è andato a ortiche (come il mio!),, al cinema,
s’è chiuso in casa e non vuol più vedere nessuno, visto che nessuno
o alcuni
vuole più vedere lui. Lì, mentre medita sulle ragioni che spingon grasse, riceve
islamici a trasformarsi giustamente in terroristi e coltiva piantinesi tiene ogni
una telefonata: ha vinto un premio a un festival del cinema che e della Francia.
anno in un paesetto situato in una piccola regione nel meridion vale! Andrà
Per questo uscirà di casa: qualcuno finalmente l’ha capito quantoal fegato.
a ritirare il premio. E becca lui, Sestilio: autista con due tumori in ospedale
“Che mme frega de morì”, dice questo, “oggi su questa strada o domani
ferma
attaccato ai tubi, che differenza fa?”. A stacco vediamo adesso la berlina
totale.
un
E’
Viterbo.
per
bivio
del
prima
Aurelia
1
sulla SS
a
Poi stacco. Piano americano di Nanni Muccì dentro una cabina telefonic
te nigeriane
prostitu
di
paio
un
e
o
tramont
il
veda
si
dietro
che
modo
in
messa
tre soli (lo
che il capogruppo non vede l’ora di riaccompagnare a casa, loro mandato?”,
hai
mi
chi
dici
“Mi
rabbia:
dalla
o
paonazz
è
Nanni
.
sa lui perché!)
fa c’aveva il
sbraita a Max, il produttore, “questo è lo stesso che un anno e mezzo delle dimensioni
coscienza
prendere
ente
assolutam
voleva
non
che
e
prostata
alla
tumore
me mi
della macchina che guidava (quella della produzione). Cos’era? Un monovolu
dicevo:
che
io
E
no?”.
o
si
fiancate,
due
le
distrutto
t’ha
Che
no?
o
ricordi
lo
pare? Te
a: “Ma
rispondev
mi
che
lui
E
vede?”.
lo
non
stretto,
è
lì,
da
passa
ci
non
che
“Guardi
ogni volta e
come ‘n ce passo? Ce passo, ce passo!”, e ci lasciava vernice e quant’altro,“Ma che mme
lui:
E
!”.
strusciato
ha
Sestilio,
“Ma
dicevo:
gli
io
E
poteva.
dovunque
sto a pensare
frega a me! Gli sportelli si rifanno, io c’ho un tumore alla prostata, mo’ Francia su
in
lui
con
mandi
mi
fegato,
al
tumori
due
c’ha
che
adesso
“E
a quelli!”.
c’entra - a me
una Mercedes? E in più - scusa se te lo ricordo, lo so che non c’entra manipoti, sempre
futuri
miei
i
forse,
,
riscuotere
potranno
che
i”
”posdatat
dei
molli
invece
ti
che le mie figlie figlino e i tuoi affari nel frattempo non falliscano!”. “Arrangia
zi e Izzo,
(Tognaz
Simona
e
Ricky
di
set
sul
servono
mi
sani
autisti
gli
Max
- dice
perplesso
rispettivamente) ahò io mica li fabbrico eh!”. Guardo in “macchina” di film?! Ma
altro
un
fare
fa
gliene
già
due
quei
a
come:
“Ma
dico:
e
look)
(camera
Poi a stacco
se è appena finito d’andar male anche l’ultimo che hanno appena fatto!”. guidato io da
ho
fine
Alla
piazza.
In
.
paesello
Al
Francia.
in
arriva
e
la limousin
arrivati”.
Viterbo a lì: “Sestilio si svegli”, gli dico toccandogli una spalla, “siamo della
ghigno
Col
.
Esanime
le.
Immobi
sorriso.
un
con
guarda
mi
E quello
atori e la
morte dipinto sulle labbra. E in quel mentre, arrivano gli organizz
ni, com’è ita?”,
transalpi
‘sti
a
spiegà,
a
po’
un
vaglielo
mo’
“E
.
française
rie
gendarme
no a salire i
sembra dire il viso da morto di Sestilio, mentre, beffardi, comincia
coda.
di
titoli
www.bazarweb.info
bazar 01 2005
videogiocando di giuseppe mottola 13
Non c’è pace sotto gli ulivi 3D
Se amate i videogiochi perchè c’è poca pubblic
ità,
preparatevi a cambiare idea o a prenotare posto
suicidio di massa: l’ultima Electronic Entertainment in un
Expo
è stata presa d’assalto da sciami famelici di pubblic
a caccia di spazi nei giochi più importanti. Lo spot itari
non è più sufficiente a catturare i maschi fra 18 e 34 in tv
che abbandonano la televisione in favore dei videog anni
così i dollari spesi per la pubblicità nei vg (sedici ame,
milioni
nel 2003) sono destinati ad aumentare. Due compa
cavalcano l’onda in questo maremoto di verdon gnie
i. La
Nielsen Entertainment, insieme a Activision, ha condot
una ricerca sui videogiocatori (vedi box Ecce caviae) to
e ha
creato un sistema per misurare la durata e la frequen
za
dell’esposizione alla pubblicità in-game; i banchi di
prova
sono stati Tony Hawk’s Underground 2 e The movies
Massive inc., invece, ha inventato un metodo per cambia .
dinamicamente la pubblicità scaricandola da server dedicare
ti;
questo sistema, inserito in 15 giochi (fra cui Splinte
r Cell
Chaos Theory), si affianca al tradizionale product placem
ent
e agli advergame (vedi box). La moltiplicazione dei prodot
ti
e dei loghi nei videogame non sarà miracolosa come
quella
dei pani e dei pesci, ma aumenterà gli introiti dei publish
e quindi potrebbe spingerli a ridurre i prezzi dei giochi er,
-e
questo sì che sarebbe un miracolo...
Ecce caviae
La Nielsen Entertainment, insieme a Activision, ha condot
negli Stati Uniti un’intervista telefonica su un campio to
1000 maschi di età compresa tra gli 8 e i 34 anni. Daine di
dati
raccolti si è appurato che un terzo degli intervistati
ha una
piattaforma di gioco e oltre un quarto di loro ricorda
pubblicità che ha visto nell’ultimo videogame, sopratt la
utto
gli heavy gamers e i più anziani, che risultano essere
i
giocatori più accaniti. La pubblicità in-game è consid
positivamente: al 52% degli heavy gamers piace l’ideaerata
che
il gioco contenga prodotti veri e il 70% pensa che
la loro
presenza lo renda più realistico. Ma il risultato più importa
di questa ricerca è l’avvaloramento della tesi second nte
la pubblicità in-game è persuasiva, perchè il 35% o cui
intervistati ha dichiarato che essa li aiuta a decidere degli
prodotti comprare. E’ bellissimo pensare che d’ora quali
in poi
anche mentre giochiamo e ci divertiamo saremo raggiun
dagli onnipresenti consigli per gli acquisti... soprattutto ti
per
chi sperava di poter evadere dal quotidiano.
Spot invaders
Nuove e vecchie forme di pubblicità in-game si contendo
no gli occhi (e le tasche)
dei giocatori. La seduzione commerciale è alle port
e.
E
una
ricerca dice che la
lasceremo entrare…
Grandi firme, tante forme
Come molti altri termini inglesi, product placement suscita
un inspiegabile timore reverenziale, ma non è altro che l’uso
dei media visuali come vetrine per pubblicizzare marche e
prodotti. Leggenda vuole che il primo film a lanciare questa
“moda” sia stato Vertigine di Hitchcock nel 1944; sessant’anni
dopo è diventata prassi delle grandi produzioni hollywoodiane
(ma non solo) stipulare accordi “sottobanco” con gli sponsor
per coprire parte delle loro enormi spese (Minority report
ha superato ogni record, incassando in questo modo circa
21 milioni di euro). Il passo dai film ai videogame è breve:
dopo i primi, goffi tentativi (come il videogioco prodotto da
McDonald’s con protagonista il celebre clown) la pubblicità
è diventata meno evidente ma molto più invasiva: presto
ci accompagnerà (“perseguiterà”, direbbero i maligni) nei
videogiochi come già fa nel nostro quotidiano, giustificando
la propria presenza come elemento di realismo con l’appello
all’inalienabile diritto di ogni videogiocatore al massimo
coinvolgimento possibile. Vuoi mettere la soddisfazione di
salvare il pianeta con un cellulare Ericsson in tasca? O di
schiantarti con lo skate contro una jeep Crysler...?
Giocospot
L’advergame è una pubblicità (advertising) sotto forma di gioco (game),
un’esca assai prelibata che nel caso di Jeep 4x4: Trail of Life (titolo
distribuito in Rete per sponsorizzare la jeep Wrangler) ha spinto in sei
mesi ben 250 mila pesciolini consumatori nella rete di Chrysler, il 40%
dei quali più che propensi all’acquisto. Gli advergame pubblicizzano di
tutto, dalle bibite ai giocattoli, ma il matrimonio più prolifico resta quello
con il cinema: l’esempio più recente è Alexander, ma la memoria gravida
di ricordi vola a un passato quasi remoto, ai tempi di Alien e di Robocop,
quando “titolo con licenza cinematografica” e “ciofeca inqualificabile”
erano definizioni troppo spesso equivalenti. Oggi la musica è cambiata,
eppure alcune note escono ancora soffocate dalla sordina (è il caso di
Enter the Matrix). Il caso più bizzarro di advergame è America’s Army, un
enorme spot dell’esercito USA teso a far proseliti fra le nuove generazioni.
Al giovine stuzzica la vita del fante dopo averne vestito i panni virtuali? Gli
basta compilare un modulo e op! si ritrova arruolato, con gavetta e tutto.
Molto facile. Anche troppo. L’imitazione è dietro l’angolo. Qualcuno ha
detto Taliban’s Army?
14 di caterina gonnelli
onde bazar 01 2005
Giù la maschera con il
reality teatrale
tra trash
In tempi di reality, di spettacoli
e sperimentazioni, qualche cosa di buono
ogni tanto esce, on sat naturalmente. E’ il
caso di Tournèe la striscia settimanale su
Leonardo che per sei mesi segue la vita di
una vera compagnia teatrale impegnata nella
preparazione di uno spettacolo. Se molti
reality di successo sono accusati di finzione,
poca spontaneità e talvolta di recitazione,
chissà se nel caso di Tournée non accada il
contrario dato che si parla di professionisti
della recitazione. I protagonisti non parlano
del nulla, non sprecano il loro tempo ad
annientare il compagno di avventura ma si
impegnano in provini, prove di palcoscenico,
trattano autori di spessore, studiano e
aiutano a diffondere cultura, svelano sì
le loro debolezze ma anche i loro talenti,
qualche lacrima potrà scapparci ma per lo
meno con motivazione. Il programma è in
onda ogni venerdì alle 21.30 e nell’arco
di un’ora e mezza di trasmissione mette a
nudo l’affascinante mondo del teatro, i suoi
pericoli, le sue regole, i suoi lati tristi e i suoi
lati magnifici, un po’ come la vita che alterna
momenti di grande spettacolo a grandi flop.
Dal backstage al debutto il programma
svela la nascita e la vita di una performance
teatrale e forse farà nascere qualche nuova
stella, magari a livello internazionale.
www.bazarweb.info
a nei portafogli dei vip
Fox Life sbirci
congiuntura economica negativa tempi
In un periodo di
magri per i Paperon De Paperoni della nostra società.
A tal punto che diventiamo sempre più sensibili ai soldi
altrui, soprattutto se si tratta di personaggi famosi, i
cosiddetti vip, i più esposti, i più amati e odiati allo stesso
tempo. Dedicato ai guadagni dei più noti personaggi
dello show business il nuovo programma tv La favolosa
vita di...., il magazine che rivela quanti soldi passano
nelle loro tasche ma anche come e dove li spendono.
Un’indagine che non necessita certo del grande Sherlock
Holmes perchè basta fare qualche domanda al jet-set,
rubare qualche immagine alle star, rovistare tra i conti
in banca dei super chiacchierati ma anche qualche sfogo
di cameriere, donne delle pulizie e magari qualche ex
fidanzato o fidanzata per conoscere vizi e virtù dei cari
personaggi. Ognuno ha i propri altarini, le propria manie,
non mancano i tirchi, gli ossessionati, gli shop addicted,
gli spendaccioni parvenue, ma anche chi fa beneficenza
.Chissà che non venga a bussare la porta qualche
creditore, perchè non è sempre oro quel che luccica. Il
programma, da non perdere per chi soffre di curiosità
acuta e ama farsi gli affari altrui, è visibile su Fox Life
ogni martedì alle ore 22.45. Se poi non vi bastasse
e volete mettere il dito nella piaga della vita più privata
dei vip, intervenendo direttamente, il canale Leonardo
trasmette ogni lunedì, mercoledì e venerdì alle ore 19.00
Allo Specchio, con l’abile conduzione di Alfonso Stagno
che invita alcuni noti personaggi ad aprire la loro anima,
dialogare con se stessi permettendo al pubblico di porre
spietate domande. Una sorta di seduta psichiatrica a
più voci dove l’ospite diventa per qualche minuto vittima
e il pubblico carnefice, una prova di abilità nello sfuggire
a domande troppo impertinenti ma anche un modo per
esorcizzare i lati più nascosti della propria personalità.
Un reality
reale
E’ quello proposto su Leonardo per seguire la tournèe di una compagnia teatrale.
Ma chi ama curiosare nei portafogli dei vip avrà pane per i denti su Fox Life. E per gli
amanti dei cieli stellati… in arrivo due frizzanti novità!
Satellite senza confini: ora anche in volo
Udite, udite, ecco una notizia che rincuorerà gli appassionati
di tv
satellitare: dal 2007 i voli di linea in viaggio tra l’America, l’Europa
il Medio Oriente disporranno di oltre 60 canali televisivi multiling e
ue
con programmi personalizzati a seconda della tratta grazie
società Air tv, azienda americana specializzata in fornitura alla
di servizi
d’intrattenimento a bordo di aerei. Il lancio del satellite per la
aerei permetterà di passare il tempo più facilmente, evitando tv sugli
soliti e spesso noiosi film in DVD. Se il progetto avrà success quei
servizio, che include anche navigazione Internet in banda larga,o questo
posta
elettronica e servizi dati, sarà esteso ai voli a medio-corto raggio
mentre in Europa il sistema di AirTv è in fase di sviluppo tramite
un consorzio di aziende che coinvolge anche EADS. Rimanen
cielo un’altra novità, questa volta che riguarda il mondo delledo in
arriva Astro Tv, una Tv tematica interamente dedicata al stelle:
dell’astrologia e della lettura dei tarocchi, un hobby e una mondo
che appassiona sempre più persone che magari, durante un professione
possono rivolgersi agli astri per sapere se arriveranno sani evolo,
salvi a
destinazione.
www.bazarweb.info
bazar 01 2005
sintonie di giulia baldi 15
e…
alità, o del progresso materiale,in ogni
Londra: l’attu
In diretta dapenso:
vetrina dei negozi di
ormai la radio digitale è una realtà acquisita, interessante e divertente. Così,
In ritorno da Londra
hi riceventi. Il design è spesso retrò futurista, per cui si tratta anche di
elettronica, in ogni locale e in ogni casa stanno comparendo gli appareccradio anni ’30, poi legno e metallo, in genere chiari). Ma, soprattutto,
delle
quelle
ricordano
casi
alcuni
in
che
semplici,
oggetti piacevoli (linee
o a trasmettere) in AM o FM, ai nuovi canali tematici. Una
si ascoltano già decine di canali: da quelli che già trasmettevano (e continuan
informazione, documentari, trasmissioni edutainment
appunto:
,
divertenti
e
nti
interessa
spesso
molto
parole,
e
suoni
vera indigestione di
diversi...ancor più di quanti non se ne ascoltino via
generi
molti
di
musica,
te,
ovviamen
e,
letture
ati,
sceneggi
ent),
(educational + entertainm
, anno di composizione, stile musicale, e altre notizie
dell’album
e
brano
del
titolo
autore,
reale
tempo
in
sapere
di
piacere
il
etere, e con in più
e curiosità in pillole. Da veri appassionati. E da futuri tali.
… il passato, o delle regole
sociali!
inizia a trasmettere la
Nel settembre 1997 a Londra
“London’s Only Alternative” radio, come loro stessi
dichiaravano, cioè Xfm. Musica Alternativa era la promessa,
e la pietanza. E buono il successo, fin dall’inizio. Non
passano che pochi mesi e... colpo di scena: nel 1998 XFM
viene comprata proprio dal gruppo Capital, quello della
più commerciale delle radio londinesi. Tutt’altro che strano
e imprevedibile, ma comunque non meno shockante, il
suono di Xfm cambia, e diventa più mainstream, molto
più mainstream. La virata, però, non può durare a lungo:
nel 1999 la Radio Authority (istituzione comunque molto
attenta, e tanto più in questo caso, perchè sollecitata dagli
ascoltatori delusi per il cambio di music policy), multa
Radio Xfm per non aver rispettato il loro PoP (Promise Of
Performance, documento creato al rilascio della licenza, che
attesta le intenzioni della radio stessa – intenzioni in base a
cui la licenza è concessa o meno). E ora il lieto fine: dal 2000
XFM ha aumentato la varietà della sua musica, tornando
a trasmettere principalmente musica nuova e alternativa.
Oggi è di nuovo il punto di riferimento della scena indie
(che a Londra è anche la più fashion, ma questo è un altro
discorso...). Ah, che belle le favole moderne!
http://www.xfm.co.uk/
Cosa succede nell’etere?
A Londra se i radioascoltatori protestano per una programmazione
“uncorrect” l’Authority li ascolta e… li accontenta. E in Italia? Intanto si
fanno sentire le donne e qualche illustre commentatore…
Leggere la stampa … con le
orecchie!
A Roma RadioRock Italia è condotta
da sole donne!
Sul sito
www.radiorock.it si legge “finalmente a Roma una radio
condotta da sole donne per gli amanti di tutta la musica italiana.
Rock, d’Autore, Leggera e molto altro ancora, l’unica alternativa alla
musica italiana da “classifica…” Ma, mi chiedo: perchè condotta
solo da donne??? La risposta ce la daranno sicuramente in etere.
Queste sono le frequenze: 89.9, e questi i numeri di telefono:
0643598888 - sms: 3889106600
Iniziare la giornata con una bella scorpacciata di informazioni:
è la proposta di Prima Pagina, rubrica di rassegna stampa di
Radio 3 che ogni settimana invita alla conduzione (o meglio, alla
lettura commentata) un illustre giornalista, professore, pensatore,
del nostro bel paese, secondo i dati Audiradio segna l’inizio
della giornata di circa 500 mila ascoltatori. Prima Pagina è stata
una delle prime trasmissioni del canale: è nata nel 1976, ideata
da Enzo Forcella; e ha avuto come primo illustre conduttore
Eugenio Scalfari. Oggi va in onda ogni giorno dalle 7.15 alle 8.38,
a cura di Paola De Monte. E fa arrivare in redazione circa 15.000
telefonate l’anno; provenienti, orientativamente, il 48% dal nord,
il 30% dal centro e il 22% dal sud; il 60% delle chiamate sono
fatte da uomini, il 40% da donne; il target culturale, è quasi inutile
dirlo, è medio-alto...Ma Prima Pagina, in realtà, non è affatto una
trasmissione difficile, tutt’altro: la lettura delle prime pagine, infatti,
permette di cogliere le notizie più importanti in pochi minuti; e i
commenti rendono gli articoli di più facile interpretazione e più
interessanti. Per intervenire in diretta, è attivo dalle 7.00 alle 8.30 il
numero verde 800 050 333. Per contatti in altri momenti il numero
è 063219932. Il sito è www.radio.rai.it/radio3/primapagina
e l’indirizzo email [email protected]. Ultimo suggerimento,
l’archivio: come sempre un vero tesoro (che, oltretutto, si può
aprire proprio quando si vuole).
16 di gabriella serusi
scene bazar 01 2005
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Folgorazioni
sceniche
Se Professor Bernhardi sorprende per il modo in cui racconta il
pregiudizio
religioso nei confronti degli ebrei, Electra folgora
per
gli
incre
dibili
effetti di
realismo scenico. Risultato? Lo spettatore resta assorbito dalla
scena
Professor Bernhardi - L’arte
di psicanalizzare la politica è
“ROBA DA CLINICA”
Meglio non parlare
di politica apertamente. Nel migliore
dei casi si rischia di essere noiosi, sopra le righe, politically
uncorrect, fuori luogo, anacronistici etc. etc. Nel peggiore
dei casi, a non essere d’accordo con il pensiero mainstream,
si incorre nel pericolo di figuracce, isolamento o botte. Ci
appelliamo quindi all’antica accezione di “politica”, ovvero
l’arte della polis. All’epoca dei Greci era un bel discutere:
il bene del cittadino veniva al primo posto. Di politica si
occupavano filosofi e intellettuali. Queste poche e succinte
considerazioni mi sono state ispirate da una pièce anomala
e al quanto interessante, messa in scena da Luca Ronconi.
Se non temete la lunga durata dello spettacolo, Il Professor
Bernhardi, elaborazione scenica di un testo minore di
Arthur Schnitzler (ricordate Doppio sogno che ispirò Stanley
Kubrick?) potrebbe essere un ottimo esercizio di analisi degli
intrecci fra politica, morale e medicina. Schnitzler scrisse
l’omonimo libro ambientandolo nel 1912, nella Vienna di
Sigmund Freud, il papà della psicanalisi, in un contesto a
lui ben noto fortemente connotato simbolicamente. Un
ospedale, un ambulatorio, una casa privata, un consiglio
di amministrazione e un ministero, sono gli ambienti
ricostruiti da Ronconi e capaci di sintetizzare la parabola
del Professor Bernhardi, medico ebreo di professione, la cui
storia, per i climi descritti da Schnitzler, non appare lontana
dal celeberrimo “caso Dreyfuss” che animò il dibattito
intellettuale sul tema dell’antisemitismo nell’Europa tardo
ottocentesca. L’antisemitismo è infatti uno dei motori della
commedia la cui funzione è di mettere a nudo, attraverso
la violenza della polemica e del pregiudizio religioso,
le dinamiche, le perversioni e le idiozie gerarchiche, la
dialettica vuota, il parlamentarismo e l’ipocrisia del mondo
accademico-ospedaliero. A interpretare Bernhardi è Massimo
De Francovich: il suo ambiguo antagonista, il Ministro,
Massimo Popolizio.
La pièce non è mai stata rappresentata in Italia.
Professor Bernhardi di Arthur Schnitzler - regia Luca Ronconi
Teatro Strehler, Milano, dal 18 gennaio–20 febbraio 2005
con (in ordine alfabetico) Riccardo Bini, Giorgio
Bongiovanni, Francesco Colella, Giovanni Crippa,
Massimo De Francovich, Luigi Di Berti, Pasquale Di
Filippo, Raffaele Esposito, Gianluigi Fogacci, Sergio
Leone, Tommaso Minniti, Paolo Musio, Michele Nani,
Massimo Popolizio, Elia Schilton, Simone Toni, Carlo Valli,
Emanuele Vezzoli.
Platea:
Intero, Euro 29,50
Ridotto card Gio/Anz, Euro 18,00
Balconata:
Intero, Euro 23,50
Ridotto card Gio/Anz, Euro 15,00
Last Minute: Euro 10,00
nia
Una Elettra ad alta stereofo
figlia di Agamennone
Ricordate Elettra? Era la fanciulla
e Clitennestra, sorella di Oreste e Ifigenia, che dopo
l’uccisione dell’eroe Agamennone, salvò il fratellino
mandandolo bambino nella regione della Focide e si
immolò come schiava pur di salvargli la vita. Tornato da
adulto, lo aiutò a vendicare la morte del padre nella quale
era implicata anche Clitennestra. E siccome la giustizia è un
valore che compete lo stato e non il singolo, la poveretta
fu condannata a morte e salvata in estremo da Apollo. Di
drammi a lei dedicati se ne contano tanti, primo fra tutti
quello di Sofocle, ma non si possono dimenticare le pagine
teatrali dedicate all’eroina vendicativa della classicità da
Eugene O’neill – celeberrima la trilogia del 1932 dal titolo
Il lutto si addice ad Elettra – o da Hugo Von Hofmannsthal.
Proprio quest’ultimo autore, all’alba del 1900 modellò
su Elettra uno dei drammi antirealistici più riusciti della
sua carriera. Prodotto dal Mercadante Teatro Stabile di
Napoli, in collaborazione con la Fondazione Teatro Stabile
di Torino, con la regia di Andrea De Rosa e il suono di
Hubert Westkemper, questa Elettra appena rappresentata
a Torino negli spazi della Cavallerizza, è semplicemente
strabiliante per la capacità del regista di attualizzare il mito
della giustizia privata, è folgorante per gli effetti di realismo
scenico ottenuti grazie a un sistema acustico complesso che
pare avvicinare la scena allo spettatore tanto da sfiorarla con
un dito. L’effetto è di totale immersione nel teatro, il tempo
sembra bloccato, tutto è immobile, da anni. Le azioni si
ripetono sempre uguali, i riti sono svuotati di senso, le parole
faticano a trovare una strada. Si attende o si teme l’arrivo
di Oreste, che verrà un giorno per uccidere la madre,
Clitennestra. A un certo punto, quasi ci si dimentica che lui
debba tornare, si fa fatica a credere che egli verrà davvero,
si stenta a ricordare perché. Si cerca sotto la superficie opaca
delle intenzioni, l’origine di un dramma e non la si trova. Ciò
che si trova è un profondo senso di nostalgia e di dolore che
fuoriesce dal petto di Elettra e giunge assordante all’orecchio
dello spettatore.
ELETTRA
Di Hugo Von Hofmannsthal
Una produzione del Mercadante Teatro Stabile di Napoli
in collaborazione con Fondazione Teatro Stabile di Torino
un progetto di Andrea De Rosa e Hubert Westkemper
regia Andrea De Rosa
suono Hubert Westkemper
con Frédérique Loliée, Maria Grazia Mandruzzato, Moira
Grassi, Paolo Briguglia
Teatro Mercadante, Napoli
dal 19 al 26 gennaio 2005.
Durata: 1h e 10m.
Info 0814971090
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bazar 01 2005
scene di gabriella serusi 17
Intrecci d’amore
Movimenti inusuali e sorprendenti quasi al limite del non-umano.
E poi volteggi come piume tra tradizione accademic
o-moderna e spettacolarità.
All’insegna di un amore senza lieto fine
Schiaccianoci
Medea
La compagnia di danza Abbondanza-Bert
certamente fra le più preparate e di alto livelloni è
circolazione sul nostro territorio; ci si aspet o in
grandi prove da questo gruppo di performerta quindi
che dedica
al training sempre lunghi periodi di preparazio
Se a settembre avete perso la loro Medea, presene.
ntata
nell’ambito del festival eterogeneo Enzimi,
mancate di presenziare all’appuntamento al non
dell’Arte. Il celeberrimo mito di Medea Teatro
viene ora manipolato e usato a pretesto dallae Giasone
per parlare di altro. Il fatto è che non si capis compagnia
cos’altro parlare se non d’amore quando si ce bene di
I fatti narrativi slittano in secondo piano (il parla di lei.
capisce perché debba avvenire sempre nellache non si
che nel teatro), così che, nel caso non cono danza più
storia dell’amore di Medea per Giasone, deisceste la
di quest’ultimo e della atroce vendetta della tradimenti
non sperate di capirci qualcosa in sala. Godedonna,
piuttosto l’intreccio dei corpi, i loro movi tevi
distratti e sempre sorvegliati fino al limite menti mai
umano, la scena animata da corpi contratti del noncaratterizzano ormai tanta della danza contee tesi che
I quattro danzatori si muovono vorticosam mporanea.
ente, spesso
in larghi turbini accompagnati da fittive venta
parte simulate dall’uso di fumo bianco, gene te (in
sputato sulla scena da dietro le quinte), senzarosamente
l’effetto di “grazia”. Certo non è detto che ricercare
alla forma
debba necessariamente corrispondere un conte
però sarebbe il caso di tenere presente alme nuto,
no il senso.
Lo spettatore ne gioverebbe alquanto.
Medea - della Compagnia Abbondanza-Be
rtoni
di Paolo Sanvito
coreografie: Michele Abbondanza e Anto
performer: Bianca Francioni, Marco Mercnella Bertoni
Penitenti, Antonella Bertoni, Michele Abboante, Marco
ndanza
musica: Mauro Casappa
scene e luci: Lucio Diana
costumi: Patrizia Caggiati
Teatro dell’ArteViale Allemagna 6, Milano
Telefono: 02861901
www.teatrocrt.org
Dal 27 al 28 gennaio 2005
Una bella favola classica è il modo migliore per
cominciare l’anno. Se poi lo spettacolo porta la firma di
uno dei più celebri e apprezzati danzatori del mondo,
l’appuntamento diventa imperdibile e quasi d’obbligo.
Lo schiaccianoci, capolavoro in musica di Pétr Ill’ic
Tchajkovskij, tramandato con differenti coreografie
fino ai giorni nostri, porta l’impronta coreografica di
Alexander Vorotnikof. Leggerezza, eleganza trasognata
e grande perizia tecnica della squadra di ballerini
impegnata a supportare la coreografia di Nurajev, sono
gli ingredienti principali di questo spettacolo che fonde
tradizione accademico-moderna con spettacolarità. È
sorprendente vedere come a distanza di anni la favola
colpisca ancora la mente e il cuore dello spettatore e come
senza alcuna difficoltà riesca ancora a sintetizzarne la cifra
espressiva della danza
Schiaccianoci - Teatro di Mosca – La classique
Coreografia di Alexander Vorotnikov
Musica di Piotr I. Ciaikovskij
Teatro Carcano, v. Porta Romana, 63 – Milano
Dal 31 dicembre 2004 al 2 gennaio 2005
Info: www.teatrocarcano.com
Tel.: 0255181377
biglietti: POLTRONISSIMA € 22,00 anziché € 30,00
BALCONATA € 16,00 anziché € 21.00
Giselle
Cosa non si fa per passione o per amore! Nel caso della bella Giselle che in
questo balletto leggiadro e delicato veste le punte di Letizia Giuliani, la
contadinella è divisa fra l’amore per la danza e quello per il nobile Albrecht.
Certo, lei non sa che lui è ricco sfondato, né tantomeno è al corrente che
ha
una fidanzata, bella e ricca quanto lui. Come sempre accade anche nella vita,
ci pensa il geloso contendente di Albrecht a rivelare improvvidamente la verità
smascherando il rivale. Il primo atto del balletto si conclude con la tragica
morte
della fanciulla che per ironia della sorte sacrifica se stessa per amore.
Il secondo atto è però tutto da godere perché finalmente viene fatta giustizia
in altre parole periscono i cattivi. Muore l’antagonista di Albrecht e rischia :
di
lasciarci le penne anche Albrecht, se non che Giselle, divenuta spirito benevolo
lo salva all’ultimo momento. Non aspettatevi il lieto fine perché non ci sarà,
godetevi l’attimo che precede la sparizione della povera contadinella. Giselle ma
volteggia sulle punte – che dico, vola leggera sulle ali del suo amore e scompar
dietro le quinte, per riapparire subito dopo mano nella mano con il signore e
del
suo cuore. Si prega di applaudire.
Giselle
Coreografie di Marius Petipa
Musiche di Charles Adolphe Adam
Direttore Nir Kabaretti
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Teatro Comunale, C.so Italia 16 – Firenze
Dal 12 al 19 gennaio 2005
Info: www.maggiofiorentino.com
Tel. 199 109910
Biglietti:
intero Euro 50
ridotto Euro 45
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bazar 01 2005
scene.salmoni di enrico lo verso 19
Spazio ai talenti freschi
Creare uno spettacolo per portare in scena il futuro
Cara Eugenia,
solo due righe per dirti che ho visto un altro spettacolo. Un
attore bravo, famoso, al Teatro Sistina di
Roma in un one man show. Era circondato da una marea
di
balleri
ni, cantanti, attori, musicisti, caratteristi..
Durante lo spettacolo mi chiedevo che provin
fatto il regista per trovare così tante professional
ità
diverse. Alla fine, in camerino, mi ha detto chei avesse
ha una scuola, e lo spettacolo è nato per portarli in scena.
BRAVO. Grazie
Caro Enrico
che bello l’amore che ci racconti per il teatro e
i giovani artisti. Anche Bazar si affanna a proteggere
i talenti giovani, che sono tanti. Come te credoper
il bello dell’arte, che è anche quello della vita, sia
proprio la scoperta. Quando si scopre un nuovoche
modo
di espressione artistica si è costretti a reinventare le
categorie critiche e del giudizio e ci si ritrova improvvisam
ente ignoranti, senza definizioni per definire.
Credo che in quell’ignoranza c’è l’apertura che
ca un cambiamento, un progresso, un contributo
aggiuntivo a ciò che già esiste ed è stato digerito.provo
spazio ai giovani, ascoltarli, dare loro la possibilità di
esprimersi e lavorare è garanzia di rigenerazione eFare
rivital
izzazione culturale.
Grazie per affiancare Bazar in quest’opera difficile di dilataz
ione dei confini.
Eugenia
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bazar 01 2005
suoni.recensioni di fabio murru 21
li ect Circle allo stile inconfondibile di Riz Ortolani.
na
rso
pe
ili
St
Perf
dei
a
sfid
cile
diffi
a
Dall
magiche note blues scelte da Martin
Dalle nostalgiche sonorità dei Verve alle
sonora dell’ultimo film di
Scorsese. Fino alle sensuali emozioni della colonna
Wenders sull’America contemporanea.
Riz Ortolani
The genius of Riz
Ortolani
Bmg più di 40 anni che la musica del
Sono ormai
a italiano.
maestro Riz Ortolani accompagna il cinem
di orchestra
Compositore, orchestratore e direttore
ed alla
Ortolani grazie alla sua grande personalità
a creare uno
sua inesauribile vena creativa è riuscito scibile
ricono
te
stile personalissimo e perfettamen
il cinema
in tutto il mondo. La sua musica oltre che azionale
italiano ha interessato anche quello intern la prima
e molte grandi produzioni televisive comeforo Colombo
edizione de La Piovra di Damiani o Cristo Tra i nomi
di Lattuada si sono avvalse della sua arte.
sono lasciati
dei registi italiani e internazionali che si Pupi Avati,
accompagnare dalle sue note De Sica,
per citarne
solo
Zeffirelli, Terence Young, Melvin Frank maggiori temi
alcuni. Il disco propone una raccolta dei 36 brani e
scritti nella sua carriera, un doppio cd con libretto.
dotato anche di un poster ed un utilissimo
Lightning in a bottle
Martin Scorsese
presents the blues
bia Legacy va a
Colum
so anno Martin Scorsese porta
lo scor
icale: presentare
compimento il suo progetto mus
mpagnati da
il blues con bellissimi film acco ambito di questo
splendide colonne sonore. Nell’2003 a New
progetto la sera del 7 febbraio Music Hall lo
York, nel prestigioso Radio City
to un concerto
stesso Scorsese ha organizza ne di quella
di beneficenza. Ora la registrazioin un bellissimo
magica serata viene pubblicatai che sono saliti
e imperdibile doppio cd. I nom lasciano senza
sul palco per esibirsi quella sera
re: Kem’bo, Mavis
fiato gli appassionati del gene
lie Cole, Gregg
Nata
r,
Ulme
d
Bloo
s
Jame
les,
Stap
Solomon Burke,
Allman, Neville brothers, King s Bb King, e tanti
l’immenso imperatore del bluein rassegna il blues
altri ancora. Il concerto passa attraverso il rock,
in tutte le sue forme passandoel e chiaramente
il country, il folk, il jazz, il gospienza unica, un
il blues tradizionale. Un’esper ati non possono
capolavoro che gli appassionscono il blues
perdere. Per quanti non cono
i a questo
un’occasione unica per avvicinars
io entusiasmante
sound così profondo. Un viagg alle sue radici più
nella musica, nella cultura, finoa sonora che ci aiuta
profonde. Una vera esperienz ascoltiamo oggi
a ricordare che tutto quello che
nasce da lì.
A Perfect Circle
Emotive
Virgin
Il coraggio
The Verve
This Is Music: The
Singles 92-98
Emi
Un vero e proprio percorso musicale nella
carriera dei Verve diviso in 14 tappe dove
sono anche inseriti due bellissimi inediti.
La storia dei Verve è durata poco: 5 anni e
4 dischi pubblicati. Poi il gruppo si è diviso
proprio quando il successo più grande stava
arrivando. Ad ascoltare oggi questa bella
raccolta ci si rende conto di quanto la band
valeva. Un pop d’autore di altissima qualità,
brani a volte tristi, altre volte straripanti di
energia. Sempre originali e perfettamente in
linea con i tempi, Ashcroft e compagni, nella
loro dolce-amara sinfonia, hanno lasciato
nella musica pop pagine importanti che ora
profumano incredibilmente di nostalgia.
certo non manca ai Perfect Circle
del panorama internazionale. Maynard, voce , band di culto
del gruppo,
e i suoi compagni, affrontano una sfida difficile
produrre un concept album formato da tutte : quella di
quello della guerra, affrontato all’arma biancacover. Il tema è
, stravolgendo
completamente canzoni di pace. Brani classic
meno conosciuti sono lo strumento per creare i e altri
un pop rock
che irrompe come un lampo a ciel sereno
le nostre orecchie e le nostre sensibilità. , aggredisce
Ricon
oscere
i
brani originali è molto difficile. Al primo ascolt
Mode, Joni Michell, Marvin Gaye ne escon o Depeche
completamente. Ne rimane solo lo schele o destrutturati
musica rarefatta, insidiosa e inquietante, tro, il resto è
per niente serena.
Il brano che stupisce di più è il classico dei
di Lennon. I puristi grideranno allo scand classici Imagine
di Lennon non esiste più. Il brano è sconvalo, l’ottimismo
anch’esso una perla come l’originale. A olto ma diventa
cosa serve una
cover se non ci emoziona come l’originale?
emozioni diverse, ma questa è l’arte. Il branoSi tratta di
le tenebre lo accolgono piano piano, sotto è magnifico,
incalzante della batteria, come un bomb l’incedere
ardamento. Può
sembrare banale dire che la guerra è doloro
fa male. Ma dirlo con un brano come questosa, triste e
scuoterci, dissolve tutta la banalità, lascia , capace di
angoscia e paura che ci aiuta a riflettere. ndoci un senso di
Land Of Plenty
Music from the Motion
Picture
Sony Music
io. Proviamo ad ascoltare”. Si
“Restiamo in silenz
Wenders
chiude cosi lo struggente film di Wim
lato “La terra
sull’America contemporanea intitoperfetta per
è
dell’abbondanza”. Questa frase na sonora del film.
presentare ora l’uscita della colon ti temi musicali,
Ascoltiamo in silenzio gli affascinan e bellissimo brano
primo tra tutti il sofferto, struggente
il titolo all’album. Un
di Leonard Cohen che dà anche stati emozionali del
lavoro che raccoglie benissimo gli i. Nel cd sono
film e che non può lasciare indifferent
appositamente per
presenti ben sette brani composti tedesco Thomas
la pellicola cinematografica, dal duorock d’autore di
Hanreich e Patrick Christensen, un
firma di artisti del
tutto rispetto, ai bellissimi brani a asweed, Die Toten
calibro di David Bowie, i Travis Mam
na sonora
colon
Hosen e poi ancora Cohen. Una
degna compagna
coinvolgente, sensuale e profonda,tro Wenders.
delle bellissime immagini del maes
22 di pietro d,ottavio
suoni bazar 01 2005
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Concerti “da sogno”
Dalle storie di un’America “diversa”, raccontate
R.E.M.,
ai voli eclettici di Brad Meldhau, che spazia con dai
la
stess
disinvoltura tra le note di Chopin e quelle dei Radioheada
R.E.M.
Ho fatto un sogno. Nel sogno i movimenti degli occhi sono rapidi, cioe’
Rapid Eye Movement, cioe’ R.E.M. Un sogno americano in cui Bush
non
e’ al governo, non ci sono guerre imperialiste, il petrolio e’ solo la matrice
di carburanti obsoleti. Il sogno di due concerti nelle notti italiane di metà
gennaio, protagonisti i R.E.M. Il sogno dei R.E.M., vivere in un’Amer
ica
dove tutti hanno diritto di cittadinanza e dove la west cost non e’ solo
la costa ovest degli Stati Uniti, ma una cultura rock – e non solo – che
dalla fine degli anni Sessanta rivoluzionò pacificamente il pensiero
collettivo. La west cost dei Byrds, i più evidenti punti di riferimento per
i
R.E.M., quella delle rock-ballad che hanno lasciato un segno nella storia
della musica raccontando storie in chiaroscuro di piccoli grandi uomini
(e donne), con una colonna sonora spesso indelebile. Il testimone
di
cantastorie i R.E.M. lo hanno raccolto proprio da quella generazione
di artisti, e oggi continuano a raccontare le vicende dell’altra faccia
dell’America, metropolitana o di provincia che sia. In 22 anni di vita
artistica la band di Athens ha fatto cantare a un paio di generazioni
-Xo
Y che siano state - inni come “Loosing My Religion” o “It’s the End of
World” (tradotta in “A che ora e’ la fine del mondo” da Ligabue), pietrethe
miliari che nei concerti dal vivo non mancano mai. Anche se stavolta
in primo piano saranno le nuove canzoni che Michel Stipe e compag
ni
hanno da poco dato alle stampe e riunito nell’album “Around The Sun”.
Tutto da scoprire, dal vivo. Saranno due concerti da sogno nelle notti
italiane di metà Gennaio. Sicuro.
Le date
15 Forum di Assago (MI)
16 Palaonda di Bolzano
info: 0253006501
CEDAR
WALTON
2 - ore 16 Palazzo del Popolo, Orvieto (Terni)
info: www.umbriajazz.com
AMERICAN MUSIC CLUB
11 - Circolo degli Artisti, Roma
13 - Raimbow, Milano
14 - New Age, Treviso
15 - Velvet, Milano
info: 0670305684
JULIETTE GRECO
12 - Teatro Sociale, Mantova
info: 0376368618
SERGIO CAMMARIERE
14 - Teatro Smeraldo, Milano
15 - Teatro Colosseo, Torino
27 - Teatro Comunale, Belluno
29 - Teatro Sashall, Firenze
30 - Teatro Animosi, Carrara
info: www.sergiocammariere.com
GREEN DAY
16 - Forum di Assago (MI)
info 0248047501
MARC RIBOT
16 - Teatro Manzoni, Milano
0276000231
FRANCO BATTIATO
24, 25 - Alcatraz, Milano
26 - Palaravizza, Pavia
28 - Palaruffini, Torino
info: 0269016352
LEE SCRATCH PERRY
28 - Magic Bus, Venezia
www.magicbus.it
WIM MERTENS
30 - Teatro Luigi Bon, Udine
info: 0432543049
Brad Mehldau
Il “caso Mehldau”, ovvero quando il jazz valica i confini della nicchia e si impone all’attenzione
del grande pubblico. Brad Mehldau, protagonista di una sorta di “carte blanche” nella prossima e
promettente edizione di Umbria Jazz Winter, è in qualche modo la punta dell’iceberg di una nuova
schiera di musicisti jazz che riescono a coniugare altissima qualità e una capacità di farsi apprezzare da
ampie platee di gusto raffinato. Il pianismo del trentaquattrenne musicista nato in Florida e’ innovativo
quanto creativo, estetico quanto concreto. Alcune sue caratteristiche sono ormai un marchio di fabbrica,
come l’uso della mano sinistra “concertante”; cioè che non si limita all’accompagnamento ritmico,
ma crea costantemente spunti e contrappunti che dialogano all’interno del tema e contribuiscono alla
creazione di una struttura polifonica. Il repentino successo, che lo accompagna ormai da diversi anni,
non ha fatto sedere Brad sugli allori. Nel 2004 Mehldau ha sfornato due dischi diversissimi, “Anything
Goes”, in trio, e il controverso “Largo” in cui Brad ha inserito una cover di Paranoid Android dei
Radiohead, il gruppo faro del più nuovo illuminato rock elettronico. Una ulteriore conferma dell’estremo
eclettismo dell’artista che nel suo dna sonoro concentra e distilla Chopin, Glenn Gould e Bill Evans. Ma
più semplicemente Mehldau deve pensarla come Duke Ellington. Per il “Duca” ci sono soltanto due
generi musicali, good music or bad music. A Brad piace suonare quella buona.
Le date
1 ore 16 con Flurine Palazzo del Popolo, Orvieto (Terni)
1 ore 20.45 piano solo Teatro Mancinelli, Orvieto (Terni)
2 ore 20.45 duet con Danilo Rea Teatro Mancinelli, Orvieto (Terni)
info: www.umbriajazz.com
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bazar 01 2005
suoni di marcello amoruso 23
I ratti della Sabina
Un mondo fiabesco ambientato in un circo. Le derive
popolari di un gruppo che
folkrock, in bilico fra tradizione e mod
ernità, alla ricerca di un incantesimo…suona
Segni particolari: leggerissimo egocentrismo. È così che Roberto
Billi, frontman del gruppo, si presenta sul sito della band, e non
è da meno sul palco. Al Mei di Faenza del novembre scorso,
dopo il primo brano lo si sente esordire: “perché noi siamo
bravissimi…”, opportunamente seguito da un teatrale prologo:
il tutto proferito con una espressione di ovvietà e allo stesso
tempo derisione. La cosa ti urta un po’, ci pensi, ma la musica
è predominante, cominci a sentire il peso dei richiami sonici
che insieme mano mano costruiscono un muro che si innalza
sempre più fino a sopraffarti. Sei vittima di un incantesimo e
prendi a muovere la testa, la vita… proprio si, anche quelle,
le chiappe. Sarà l’ammiccare del violino, le note striscianti del
flauto, il sollazzo di fisarmonica e organetto, l’impudenza del
mandolino, le chitarre roboanti: di certo il muro del suono che
l’insieme forma.
Nascono nel ’96, I ratti della Sabina fin dai primi passi,
Acqua e terra del ’98 (autoprodotto) e Cantiecontrocantinca
ntina del 2001 (UPR), costruiscono un suono che recupera
la tradizione della musica popolare intrecciandola con spinte
moderniste. Canzone d’autore, tarantelle, ballate si fondono
nel nome di un combat-folk e di un rock avvolgente, mentre i
testi raccontano di personaggi “minori”: violinisti pazzi, pifferai
magici, funamboli e giocolieri, briganti e mercanti. “Quella del
circo ci è sembrata l’ambientazione più adatta per raccogliere sotto il
cielo di un tendone fantastico le storie e i personaggi che hanno ispirato
le nostre canzoni”. I “maestri di follia”: questo l’immaginario
empirico da cui i Ratti traggono ispirazione; questi i vissuti
che danno linfa vitale alla band. La stessa che gli ha permesso
di giungere alla terza uscita discografica, Circobirò del 2003,
prodotto dalla Uprfolkrock (www.uprfolkrock.com), etichetta
dedita esclusivamente al folkrock, la stessa dei Folkabbestia.
Oltre alla partecipazione di ospiti quali Cisco dei Modena
City Ramblers e Marino Severini dei Gang, motivo di fregio
per i Ratti sono le illustrazioni grafiche dell’album realizzate
dall’artista genovese Francesco Musante.
Per
le
date
dei
prossimi
concerti:
www.rattidellasabina.it
Sensoralia Festival
Suoni e video come estetizzazioni tecnologiche, ricerca
alchemica nei sistemi binari. Al Teatro Palladium di Roma, la
musica elettronica suona e appare come pratica sperimentale al
confine dei sensi. Mercoledì 19 Gennaio si inaugura la seconda
stagione di Sensoralia, festival dedicato alla musica elettronica
e alla visual art, ideato dal Brancaleone e dalla Fondazione
Romaeuropa.
Ad aprire la rassegna, il 19, Between Science e Garbage, tra musica
e cinema, di Bob Ostertag e Pierre Hérbert; a seguire,
il 26, Kaffe Matthews, Janek Schafer, Leafcutter John
interagiranno in tempo reale con i video di Scopac.
www.teatro-palladium.it
Elettrowave Challange 2005
Il
31 gennaio è il termine ultimo per la presentazione dei demo
che andranno a concorrere per l’Elettrowave challange. Giunto
al sesto anno, il concorso è volto alla ricerca di nuovi talenti
tra dj, produttori e vj cui verrà data l’opportunità di esibirsi il
15 e 16 luglio 2005 sui palchi di Elettrowave. Promosso dalla
Fondazione Arezzo Wave Italia (Fawi) in partnership con
Pioneer Italia, la sfida di quest’anno premierà i migliori dj e
vj con una strumentazione professionale da sogno. Il bando di
concorso è scaricabile dal sito www.arezzowave.com
Info e-line: [email protected]
Nova Canzone per Roma
“Il canto di dieci donne per alleviare le sofferenze delle
donne africane”, questo lo slogan della Seconda Rassegna
di canzone inedita, Nova canzone per Roma, promossa
dall’Associazione Culturale Orsa Maggiore con il contributo del
Comune di Roma. L’iniziativa ha selezionato dieci cantanti
donne che andranno a comporre la line up del cd omonimo
che verrà dato in cambio di una donazione. Il ricavato sarà
assegnato all’Aidos – Associazione italiana donne per lo sviluppo
– e contribuirà alla creazione di un Centro per la salute delle
donne e la prevenzione delle mutilazioni dei genitali femminili
e dell’AIDS in Burkina Faso.
Per le donazioni: Tel. 0666410323, 3939119647
www.romeyoung.com
Netmage 05, il festival
delle arti elettroniche
Gli ultimi approdi
delle sperimentazioni
elettroniche si incontrano a Bologna. Suoni
e video
intarsiati gli uni sugli altri, nell’estetizzazio
ne
algoritmica di un linguaggio comune: il bit
Proseguendo l’indagine sul terreno del live media, Netmage
05 acquisisce quest’anno una veste
più impegnata: “la rigorosa ricerca sull’intersezione tra fenomeni visivi
lato, toni lirici e atmosferici e, dall’altro, tensioni critiche legate ai grandi e fenomeni acustici assumerà, da un
temi della globalizzazione”. Ideata e
realizzata da Xing, network nazionale attento ai nuovi linguagg
i elettronici, la quinta edizione
del festival prevede una line up numerosa, centinaia i progetti
da tutto il mondo: oltre ai progetti
europei, realtà provenienti da Russia, Canada, Australia e Nuova
Le attività si concentreranno nello spazio centrale del Live Zelanda, Stati Uniti.
Media Floor e nella sezione
Meridiana, con un ricco programma di live di respiro mondia
di workshop tematici dedicati alla presentazione di etichette le e, nei pomeriggi, una serie
Amsterdam, Transmediale Club da Berlino, Antiopic da New York).e progetti speciali (Staalplaat da
A ospitare gli eventi notturni saranno gli spazi del Circolo Arcigay
Il Cassero, con live audiovisuali caratterizzati da forti componenti immaginative: tra
gli altri il progetto Yokomono, Mono
Erosive Surround Sound Installation, dell’etichetta olandese Staalpla
Bologna, dal 27 al 29 gennaio - www.netmage.it - www.xi at.
ng.it
FESTIVAL
24 di fabrizio gianuario
suoni bazar 01 2005
+
pre
sem
ce
pia
che
z
jaz
el
Qu
Quello sensuale, caldo, coinvolgente di Sergio
Cammariere, in tour a gennaio
www.bazarweb.info
Negli ultimi anni il jazz-pop si è improvvisamente
scoperto capace di coinvolgere intorno a sé un vasto
pubblico di ascoltatori. E se a livello internazionale
l’esempio più eclatante è rappresentato dalla cantante
statunitense Norah Jones, a livello italiano è a Sergio
Cammariere che va riconosciuto il merito di aver portato
all’attenzione di un vasto pubblico il jazz d’autore.
Con la partecipazione al Festival di Sanremo del 2003,
con il brano Tutto quello che un uomo, ha conquistato
infatti il terzo posto, vinto il Premio della Critica e
quello per la Migliore Composizione Musicale. Un
successo a cui è seguito il conseguimento di due
dischi di platino e la permanenza, per diverso tempo,
ai vertici delle classifiche di vendita italiane.
E ora Cammariere si affaccia nuovamente sul
panorama discografico con il nuovo album Sul
Sentiero, lavoro in cui sintetizzano, con sapiente
equilibrio, piacevolezza melodica ed eleganza
musicale. Il tour, legato alla presentazione del disco,
toccherà durante il mese di gennaio il nord Italia e la
Toscana. Con lui sul palco saliranno Amedeo Ariano
alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Olen
Cesari al violino, Simone Haggiag alle percussioni e
Fabrizio Bosso alla tromba.
www.sergiocammariere.com
Le date:
14 - Teatro Smeraldo di Milano
15 - Teatro Colosseo di Torino
27 - Teatro Comunale di Belluno
29 - Firenze
30 - Teatro Animosi di Carrara.
Mirabilmente Singolare
Esce per le Edizioni e/o la biografia di Glenn
Gould scritta da Kevin Bazzana
Non è un caso che intorno al pianista canadese Glenn Gould, morto nel 1982 all’età di
cinquant’anni, sia fiorita una ricca letteratura critica e biografica. Cresciuto negli anni del
dopoguerra in una Toronto riservata e provinciale, figlio unico e viziato, morbosamente
attaccato alla madre, abituato a reprimere e non a esprimere le proprie emozioni più
infiammate, Gould divenne nel giro di pochi anni uno degli esecutori più eretici del
panorama musicale classico del ventesimo secolo. E anche uno degli interpreti più
conosciuti a livello mondiale, grazie sì alle sue doti di pianista, ma anche di ideologo del
musicale. La sua fama, poi, crebbe esponenzialmente dopo la morte, tale da condurre il
pianista canadese ad assurgere a vera e propria pop-star. Come ebbe modo ironicamente
di affermare un dirigente della Sony Classical “Ai fini della carriera, morire è stata per lui una
bella mossa”.
A fare chiarezza sulla singolare vita di Glenn Gould è la biografia Mirabilmente Singolare
scritta da Kevin Bazzana, anch’egli di origini canadesi, pubblicata in lingua italiana dalle
Edizioni e/o. Ricco di dettagli e scritto con stile fluido e marcatamente narrativo, il libro
intende districarsi tra le tante leggende sorte intorno alla vita e alla figura di Gould, per
tentare di spiegare le origini e le ragioni sia della sua indiscussa genialità sia della sua
enfatica stravaganza.
Mirabilmente singolare. Racconto della vita di Glenn Gould – edizioni e/o,
pp. 550, € 16,00
www.edizionieo.it
Bando Biella Festival 2005
Conclusasi l’edizione 2004 del Biella Festival,
rassegna dedicata a gruppi e cantautori emergenti e
indipendenti, è già pronto il bando di iscrizione per
il 2005, la cui scadenza è fissate per l’aprile prossimo.
I premiati di quest’anno sono stati i Marydim con La
stanza che mi manca, i Razmataz con Il cantautore e Fabio
Caucino con Passeggero dell’anima.
Per
scaricare
il
bando
ed
avere
maggiori
informazioni
sul
festival:
www.biellafestival.com
www.bazarweb.info
bazar 01 2005
sUONI.CONTROCANTO di johnson righeira 25
La copertina è figa!
Scegliere un cd a volte è anche una
questione d’intuito…
ARTISTA: Phonique (aka Michael Vater)
TITOLO: Identification
LABEL: Dessous Recordings (Germania)
GENERE: house elettronica
VOTO: 3/5
PERCHÈ L’HO COMPRATO
Era in ascolto al reparto “nuovi suoni” e mi son
detto: la copertina è figa, sentiamo un po’ com’è
(odio ascoltare i cd in cuffia nei negozi). Mi è parso
interessante, anzi, alla 4.a traccia ho anche avuto un
brividino e ho deciso di prenderlo.
LA CONTROPROVA A CASA
Non male, di solito è peggio.
COSA MI PIACE
Scorre bene ed è pieno di influenze, dalla disco
all’house stile Mr. Fingers (aka Larry Heard, quello di
“Can you feel it”), dalla deep alla minimal techno e
via dicendo.
COSA NON MI PIACE
E’ forse un po’ troppo fighetto, più francese che
tedesco, con la ritmica di alcuni brani un po’ scontata.
BRANI SCELTI
You, that I’m with (la 4.a traccia di cui parlavo
prima), Robotta reprise, Dancing the boogie.
26 di ciro bertini
leggere.recensioni bazar 01 2005
www.bazarweb.info
ti
ian
agl
abb
rie
Sto
di una comune famiglia
realtà
sordida
Sporcarsi le mani con la
italiana. O commuoversi per le inquietudini di una vita sofferta.
Scegliere di leggere la storia per non ripeterla. Oppure ridere
insieme a un’iraniana troppo occidentale per l’Iran e troppo
iraniana per l’Europa. O scoprire l’animo sensibile di una
cantautrice eterea.
TALENT SCOUTING
pp., 11 euro)
NON DIRE IL MIO NOME – Paola Presciuttini (Meridiano zero. 286
o, dato il
Il protagonista di Non dire il mio nome si chiama Pedro. Rivelarl suo nome
non è il
titolo, sembrerebbe fargli un dispetto, non fosse che Pedro
nte fino a
di battesimo, ma un appellativo attribuitogli, conservato gelosame un uomo,
neanche
è
non
Pedro
Infatti,
cosa”.
la
esprime
che
eleggerlo “nome
esistenziale.
ma una giovane donna lesbica, colta in un momento di deriva
fili della sua
L’espediente narrativo attraverso il quale dipaniamo i
della famiglia
inquietudine è un diario rivolto a sua zia Teresa, l’unica
distante - che
– non il padre violento, non la madre succube, non il fratello
a. Solo che la
negli anni le avesse mostrato un po’ di partecipazione affettiv
si svolgeva a
zia abitava a Napoli e l’apprendistato alla vita della nipote
Solvay.
o
Rosignan
ze, via via
Quella che emerge dalle pagine del diario è una storia di sofferen
raccontata
fosse
non
re
sopporta
potremmo
mente
difficil
che
,
sempre più dolorosa
nte: dell’io
con piglio leggero e una bella dose di ironia. Diciamolo chiarame
pagina), ci si
narrante, di Pedro (conosceremo il suo vero nome nell’ultima
compassione
innamora fin dall’inizio per il suo animo bambino. Così proviamo
ro che fosse.
per i suoi goffi tentativi di essere come gli altri vorrebbe
stessa. Siamo
Siamo euforici quando la vediamo finalmente aderire a se
di un ufficio o
pulizie
le
siano
cose,
le
affronta
cui
con
cura
dalla
i
deliziat
tto restiamo
l’apertura di ostriche vive per conto di un ristorante. Ma soprattu
sguazzare nella
ammirati dalla mancanza di quella retorica del lamento - lo
gi che hanno
minestra riscaldata del proprio dolore - così comune ai personag
subito soprusi traumatici.
scritto dalla
Il nome Pedro inevitabilmente evoca Almodòvar. Nel romanzo
commozione,
Presciuttini ci sono gli stessi ingredienti dei suoi film:
tanta passione
divertimento, il rispecchiarsi di noi stessi e alla fine tanta
per la vita.
Colonna sonora: FRANCO BATTIATO Fleurs3
BAZAR SEGNALA
7 euro)
NIENTE, PIU’ NIENTE AL MONDO – Massimo Carlotto (e/o. 72 pp.,
di una donna torinese di 45
L’io monologante di questo denso e terribile libretto è quello
la televisione. Se queste
e
stanza”
una
in
cielo
“Il
anni che ha due ossessioni: la canzone
sono diventate per lei motivo
due entità, che comunemente rappresentano motivo di sollievo,
migliore. Promesse, nel
di ossessione, dipende dalla loro carica di promesse in un futuro
stata la colonna sonora del
suo caso, non mantenute. Infatti, “Il cielo in una stanza” era
a un’estasi infinita: “io
suo matrimonio, melodia e parole che alludevano all’amore come
ci fosse più/niente, più
non
se
come
ndonati/
qui/abba
restiamo
noi/che
sopra
cielo
vedo il
con il marito, già
rapporti
I
poco.
ben
resta
le
ora,
sogno,
questo
Di
niente al mondo”.
enuante lotta
dell’est
causa
a
svuotati
mente
completa
sono
si
raffreddati dalla routine,
canico prima,
metalmec
di
ne
condizio
sua
la
Così,
mese.
del
quotidiana per arrivare alla fine
per il Viagra – costringe la
cassintegrato e disoccupato poi - non ci sono i soldi nemmeno
e a riporre ogni speranza di
moglie a darsi ai “lavori” in nero presso famiglie altolocate
le interessa fare carriera
riscatto sociale nelle sorti della figlia. Ma lei è abulica: non
incetta in edicola delle più
facendo
guadagna
che
soldi
pochi
i
spende
one,
televisi
in
imprenditore va a innamorarsi
insulse collezioni e anziché frequentare un qualche giovane
di un tunisino.
n’è abbastanza per esplodere.
Insomma, il catalogo della nostra voce narrante è questo. Ce
intercorre tra il rimettere
che
spazio
nello
delirio
suo
il
Ed è già successo, consumandosi
polizia. Perché la donna ha
a posto la spesa acquistata al discount e l’arrivo della
, il suo ragionamento
commesso il più impensabile degli omicidi. In preda al vermouth
i (“magari mi chiameranno
vacilla, tra sprazzi di estrema lucidità e vaneggianti illusion
a ‘Una vita in diretta’”).
realtà, rappresentandocela
Come sempre, Carlotto non teme di sporcarsi le mani con la sordida
pur evidenziando la
sociale,
vittima
una
ista
protagon
della
fare
senza
per quel che è,
.
italiana
famiglia
comune
una
in
ristagna
che
squallida mancanza di idealità
Una menzione particolare vada alla qualità della copertina.
Colonna Sonora: VANONI/PAOLI Insieme
www.bazarweb.info
bazar 01 2005
leggere.recensioni di ciro bertini 27
PENSARE LEGGENDO
A COLPI DI MACHETE – Jean Hatzfeld (Bompiani. 306 pp., 17
euro)
Confessiamo che questo libro si legge con sgomento. Eppure
ci sentiamo
in dovere di consigliarlo: certe tragedie non possono scivolar
e nel
dimenticatoio solo perché geograficamente distanti da
noi e, per
quanto dolorosamente ripugnante, pare necessario prendere
coscienza
dei crimini efferati di cui può macchiarsi il genere umano,
seppure in
circostanze particolari. I fatti: in Ruanda, nella primaver
a del 1994
– per l’esattezza nell’arco di 12 settimane – sono stati uccisi
800.000
tutsi. Sistematicamente, senza distinzione di sesso o
età. Insomma
un genocidio, non una guerra (dove si uccidono per primi
gli uomini,
potenziali combattenti). I carnefici, appartenenti all’etni
a
erano loro vicini, professavano la stessa religione – cattolic hutu,
a - e
spesso, tornando dal lavoro nei campi, consumavano assieme
un bicchiere
di vino di banana. Poi il massacro. Uomini normali, fino a
quel momento
integrati ognuno a modo proprio nella comunità, partono
un mattino
presto per una battuta di caccia. Ed è subito mattanza.
Il machete è
il loro strumento di morte. Fendono colpi nell’aria per
abbatter
vegetazione dietro cui tentano di nascondersi i tutsi braccati e la
, poi
all’impazzata mutilano corpi inermi di persone perlopiù
conosciute.
Quasi mai si tratta di ferite immediatamente mortali e non
sempre le
vittime hanno la fortuna che sopraggiunga subito un altro
macellaio
che ponga fine al supplizio. Non ci sono vie di scampo né
nascondigli,
finché la furia omicida non si esaurisce. Un inferno, che
fa subito il
giro del mondo nella quasi indifferenza generale.
Ora, un reporter con anni di militanza nelle zone calde del
mondo Hatzfeld – dopo averlo descritto dal punto di vista dei sopravvi Jean
in un libro ancora inedito in Italia, ce lo racconta raccogli ssuti
endo tra
le mura di una prigione le testimonianze individuali di
un gruppo di
amici ritrovatisi spalla a spalla nell’attività di stermini
o dei tutsi.
Superate le scontate reticenze iniziali (hanno difficoltà
a dire “io
ho fatto”, si trovano più a loro agio con il “noi” per un ovvio
bisogno
di condivisione delle responsabilità), cominciano a parlare,
chi più
diffusamente chi meno, evidenziando ancora una volta in
tutta la sua
enormità la “banalità del male”. Infatti, nessuno di loro
“mostra segni
di shock dovuti ai colpi di machete inferti, semmai malesser
i dovuti
alla detenzione” e alla fine, in ben nove (tutti tranne uno),
accettano
di farsi immortalare in una foto con lo scopo dichiarato
di dare un
volto ai racconti.
Come si dice in questi casi: leggere per non dimenticare e
comprendere
per non ripetere.
Colonna sonora: U2 How to dismantle an atomic bomb
BAZAR COLLECTION
GIRI DI PAROLE – Suzanne Vega (Minimum fax. 128 pp. + dvd 75 minuti,
22 euro)
e non
“My-na-me-is-Lu-ka”: impossibile sillabare queste parole
più
sentirsi riecheggiare in testa la melodia di uno dei pezzi
eppure
universalmente noti di Suzanne Vega. Semplice, quasi eterea,
gio
così incisiva e piena di pathos: in fondo come lei, il personag
di
Vega che si mette a nudo in questi “Giri di parole”, libro
suo
interviste e diario di bordo in tour. Ci rivela così che il
di
rapporto con il palco “è paragonabile a una persona che soffre
di un
vertigini e decide di diventare paracadutista”. Che prima
alla
concerto si preoccupa molto di indossare la mise più adatta
ione
circostanza (lo avreste mai immaginato?). Che durante l’esecuz
con i
ha difficoltà a seguire la scaletta dei brani concordata
si
suoi sodali e che più di una volta nel bel mezzo di un brano
dallo
è dimenticata le parole, distratta dai pensieri suscitatele
dei
sguardo di uno spettatore delle prime file. Veniamo a sapere
sensi di colpa nei confronti della figlia lasciata a casa durante
tra
la tournée, dell’imbarazzo di esibirsi una volta scoperto che
acuto
capitolo
un
in
e,
Gore
Al
oppure
ex
suo
un
c’è
ri
gli spettato
di
ed esilarante, delle sue difficoltà nel prendere la patente
essere
guida dopo i quarant’anni. E poi gli oneri e gli onori di
serata
una rockstar: per uno del pubblico che le grida per l’intera
che vuole fare l’amore con lei, ce n’è un’altra che le dichiara
da
di essere riuscita a denunciare le violenze paterne spinta
Cohen
una sua canzone. Infine l’incontro-intervista con Leonard
il
- nume tutelare del cantautorato colto-bohemien - a recitare
in
modo
dal
e
ammaliar
lascia
si
che
e
seduttor
vecchio
del
ruolo
dopo
solo
è
Ma
sublime!
cose:
le
li
rivelarg
di
cui lei rifiuta
tenuto
avere visto il dvd – testimonianza di un concerto acustico
e
all’auditorium di Roma, intervallato dalla lettura di poesie
dalle domande del traduttore/curatore del libro Valerio Piccolo
emana:
- che capiamo il vero motivo dell’appeal che Suzanne Vega
”,
il suo bel viso da bambina cresciuta sprigiona “cattiva saggezza
quel “sapere qualcosa prima di essere pronti per affrontarlo”.
UPPER READERS
PERSEPOLIS 2 – Marjane Satrapi (Sperling & Kupfer
. 190 pp.,
15 euro)
Nel 1984 – in pieno conflitto Iran-Irak Marjane viene
spedita dai genitori da Teheran in Austria,
oltre che per
preservarne l’incolumità fisica per favorirne
lo
intellettuale: la democratica e laica Europa sviluppo
al posto
dell’Iran oltranzista e repressivo. L’inse
rimento nella
nuova realtà non è dei più facili: non conosc
e la
non ha amici. Meno male che è bravissima in matema lingua e
tica e che
questo le accattivi qualche simpatia. Ma non
quella della
suora del collegio che rimproverandola per la
sua
maleducazione la estende a tutto il popolo presunta
iraniano.
La risposta risentita di Marjane la porta
a doversi
trovare una nuova sistemazione. Dalla padell
a alla brace:
l’affittacamere è una specie di lunatica aguzzi
na, per giunta
xenofoba. Intanto, per socializzare con i compag
ni, Marjane
legge Bakunin, si fa le canne e scopre - per
interposta
persona – la liberazione sessuale. Purtroppo
però
irredimibile diversità salta fuori nelle circos la sua
tanze più
impensabili, così come la nostalgia per la sua
terra e il
senso di colpa che la fa sentire una privilegiata
ai suoi connazionali che convivono quotidianame rispetto
nte con la
morte. Il tempo passa, la guerra finisce, Marjan
e
Iran. Al potere ci sono i Guardiani della Rivolu torna in
zione. Se
in Austria enormi cartelli pubblicizzavano
“Le migliori
salsicce a 20 scellini”, a Teheran recitano
“Il martire
è il cuore della storia”. Il disagio di Marjan
e fa la sua
ricomparsa: troppo occidentale per l’Iran, troppo
iraniana
per l’Europa. Tra il dovere di attenersi
a molteplici
contraddittorie prescrizioni morali, studia,
si fidanza, è
costretta a sposarsi. Si separa, torna in Europa
, questa
volta più forte, più serena. Merito anche dei
genitori: il
padre che sostiene che “la vita è troppo breve
per essere
sprecata”, la madre che le chiede di prometterle
“di essere
una donna libera ed evoluta”.
Una storia bellissima, impeccabilmente narrat
a.
stavamo per dimenticare due cose: si ride tantis Ah già,
simo ed è
un fumetto.
Colonna sonora: THE DZIHAN-KAMIEN ORCHES
TRA Live in
Vienna
OLD FASHION
LA PASSEGGIATA – Robert Walser (Adelphi. 108 pp., 7 euro)
Metti uno si svegli di pessimo umore e che veda material
izzarsi
tra i fumi del caffè bollente una giornata nera. Bè, un antidoto
ci sarebbe. Di quelli naturali, quasi antichi. E’ un libretto
pubblicato nel 1919: un capolavoro. L’autore si chiama
Robert
Walser: un distinto signore svizzero che, dopo aver scritto
tre
romanzi ed essersi conquistato la stima di Franz Kafka, a
un certo
punto della sua vita si è ritirato in una clinica per malattie
nervose trascorrendovi gli ultimi ventisette anni con l’intent
o
dichiarato di “scomparire il più discretamente possibile”. Ma
perché
quest’operina preziosa dovrebbe risollevarci? Intanto perché
il
protagonista un giorno, spinto da un improvviso e incontro
llabile
desiderio, esce in strada e con sua sorpresa osserva che:
“il
mondo mattutino che mi si stendeva innanzi mi appariva così
bello
come se lo vedessi per la prima volta. Tutto ciò che scorgevo
mi dava una piacevole impressione di affettuosità, di bontà,
di
gioventù.” Fuori c’è tutto: c’è la vita. Ecco che la natura
ti
costringe a osservarne lo splendore e il mistero. Ti imbatti
negli
altri - incontri casuali o opera del destino – e ti accorgi
che
le relazioni possono ancora sorprenderti: è sufficiente
essere
diretto e spontaneo per sentirti a tuo agio con chiunque
, basta
metterti in un ascolto attivo e puoi cogliere come un dono
una
qualunque esperienza altrui. Intendiamoci: il passeggiatore
Walser
non è un beato sprovveduto, sa bene che ci sono anche
le cose
brutte e le persone arroganti - e il finale nostalgico lo
sta a
testimoniare. Ma quello che importa è intravedere la grazia
della
vita (“cose che meritano di essere viste, sentite”), avvertir
e
che esiste una possibilità, a portata di mano, per tutti. Dobbiamo
dire grazie a Walser per avercelo indicato con tanta poesia.
Colonna sonora: MATCHING MOLE Matching mole
28 di marco begani
leggere.fumetti bazar 01 2005
Fiabe per insegnare
la tolleranza
Attraverso la trama colorata delle
www.bazarweb.info
Art Spiegelman e sua moglie Françoise
Mouly devono avere un’idea piuttosto
chiara dell’educazione, se hanno dedicato
questo libro (da loro curato, in tutti i sensi)
ai figli Nadja e Dashiell. Ma verrebbe da
pensare che in realtà il libro è dedicato a
tutti i figli e a tutti i genitori del mondo. Negli
ultimi mesi si è parlato molto di Spiegelman,
del suo ‘In the shadow of no towers’. È stato
allora che ha ripreso gli attrezzi in mano.
In questo volume, il terzo della collana
‘Little Lit’, solo la (splendida) copertina è affidata alla
sua
matita: infatti ben 17 autori hanno prestato la loro opera
alla creazione di 12 storie qui racchiuse, tutte aventi per
incipit il titolo del libro. Storie per bambini, porte aperte
su mondi che tuttavia non smettono di fare domande
anche e soprattutto ai grandi: attraverso la trama colorat
a
delle avventure e le piroette del paradosso, si può
intravedere prendere forma un atto di libertà: il deside
di accettare l’altro, renderlo parte dei propri giochi, rio
rispettando la sua forma e la sua sostanza. È la volontà
di vederla, questa differenza, che fa compiere a Lucreti
protagonista della prima storia, il gesto più maturo dellaa,
sua esistenza: scoprire se stessa. Lemony Snicket e
Richard Sala usano toni da fiaba di Natale per descriv
un cammino di vertiginosa profondità, epico e dolce ere
insieme.
Anche Neil Galman & Gahan Wilson giocano con l’altro,
lo vestono da cadavere, o da alieno, e organizzano
una festa memorabile di morti e vivi per pervadere di
fiducia i protagonisti e noi. Kaz costruisce e poi rovesc
il mondo e le persone per raccontare l’importanza del ia
riconoscimento dell’identità. Joost Swarte indaga nel
senso delle regole, Patrick McDonnel nell’amore, J. Otto
Seibold e la moglie Vivian Walsh parlano di amicizia con
gli irresistibili pinguini Martini e Chongo Chingi, il grande
Basil Wolverton escogita tecniche per sconfiggere la
tristezza.
Temi complessi? No: in queste pagine c’è un linguag
gio
tanto immediato che ci si stupisce di scoprire in sé cose
tanto nuove e antiche allo stesso tempo, si gioca con
le paure e i desideri. E si trova pace. Tanta ubriacante
semplicità è sostenuta dal mestiere; ogni storia ha tratti
di grande personalità, personaggi completi, testi densi
di significato. Gli autori sono protagonisti del fumetto
dell’illustrazione da decenni, pubblicano su centinaia e
giornali tra cui testate di fama mondiale, hanno creatodi
creano cartoni animati di grande successo, animazionie
per Mtv, vivono negli USA o in Europa, hanno figli e gatti.
In mezzo alle storie troviamo anche dei giochi
tipo ‘caccia al particolare’ o ‘trova tu le differenze’.
Nell’America governata dall’imperativo dell’allineame
nel mondo che sembra trascurare o punire l’alterità, nto,
un invito che pare ingenuo a una prima occhiata, ma
troppo intrigante per essere lasciato da parte. Un libro
di
enorme importanza.
Autori vari, ERA UNA NOTTE BUIA E
STRAMPALATA…, Mondadori 2003
avventure e le piroette
del paradosso, un libro racconta un atto
di libertà: il
desiderio di accettare l’altro
Arezzo Wave apre al fumetto
Un concorso dedicato al fumetto ia per il disegno sia per le
sceneggiature. La fondazione Arezzo Wave Italia [fAWI] ha infatti
indetto il primo concorso Comicswave. Diviso in due sezioni
(disegno e sceneggiatura, appunto), il concorso ha per soggetto
personaggio di MAX WAVE, creato da Diego Cajelli. La scadenz il
è il 28 febbraio 2005. Il bando completo e le informazioni sono a
disponibili sul sito www.arezzowave.com La partecipazione
è
gratuita.
Per gli esperti del digitale, il concorso The Greatest Story Never
Told approda molto più farcito di premi e novità alla seconda
edizione 2004/2005. La competizione vuole coinvolgere artisti,
registi e animatori (ma soprattutto aspiranti tali) che utilizzano
Macromedia Flash o software assimilati per creare animazione
su web o tv, cinema in sala o in dvd, o qualunque tipo di digital
entertainment. Gli sponsor pesano, nella tecnologia e nei premi:
Macromedia, Softimage, Wacom, Digital Video, AWN e moltissim
i
altri. Iscrizioni aperte fino al 15 gennaio 2005.
Per partecipare andate all’indirizzo http://www.tgsnt.com.
Info: [email protected] (in inglese) - [email protected].
Da Warhol a Crepax
La prestigiosa mostra Attraversare Genova - Percorsi e
linguaggi internazionali del contemporaneo, ospita una sezione
dedicata a grafica e fumetto, tutta intorno alla città ligure.
È così che accanto ai Fontana, Warhol, Kaprow, Manzoni, Beuys,
Christo, o Schifano (per citarne alcuni) si possono visitare anche
i dintorni meno blasonati dell’arte. Da Luzzati a Crepax, da Toppi
a Hugo Pratt, e poi Milazzo, Galep, Dino Battaglia; i nomi sono
tantissimi, e tutti hanno contribuito negli anni ’60 -’80 a fare del
fumetto d’avventura, dell’illustrazione e della strip umoristica mezzi
espressivi di grande raffinatezza, e dato molto senso a quella
fu chiamata ‘letteratura disegnata’. Il talento è infatti il protago che
nista
della sezione, chiamata ‘L’immagine operosa, l’immagine amica’.
Disponibile un ricco catalogo.
Visitabile fino al 27 febbraio presso il Museo d'arte
contemporanea di Villa Croce in via Jacopo Ruffini 3 a
Genova.
30 di nancy brilli
leggere.brilletture bazar 01 2005
Affrontare la fine
Tra sangue, urina e lacrime. E rabbia e dolore. Ma dove
stracazzo siete tutti?
Te la racconto quella bella notte? Marzo caldo e umido, cielo di
stelle. Sono sola. Il mio grande, poetico amore è andato via, a fare
delle ricerche musicali etniche, così ha detto quando sconvolta gli ho
comunicato che avevo un mostro addosso e che dovevo farmi aprire per
vedere se sarei arrivata a un domani. Ha detto che aveva un impegno
precedente con il suo collega. Bene. Fine. Adesso suona il campanello,
e nessuno risponde. E porca miseria, devo pisciare. Il problema è
la flebo, me la devo trascinare appresso, per fortuna il trespolo ha le
ruote, ma dov’è finita l’infermiera? Qui paghi una cifra al giorno e
non c’è neppure un accidente di infermiera a reggerti la mano per
accompagnarti al cesso, e la suora non c’è neppure lei. Hanno
tolto il catetere che bruciava, mi è anche venuta la febbre, ti
pareva, ci mancavano le infezioni urinarie. In quello schifo
di padella non riesco a farla, l’altra notte ci ho provato e mi
hanno dovuto cambiare le lenzuola, ma come fanno le altre,
qui? Pochi passi dal letto al bagno, pochi passi, ce la posso
fare da sola. Provo, vedo un po’ se riesco a tirar giù le gambe,
ieri le ho mosse parecchio, forse oggi mi reggo dritta. Gambe
piegate, bene. Mi giro su un fianco, giù il piede destro, ahi, beh
però il pavimento non è freddo per fortuna, scalza è meglio, che
infilare le scarpe e trascinarle pare l’impresa del secolo. Piede sinistro, ahia
che male, male maluccio ma non fa niente, andiamo...Via, un passo. Va bene.
Mi devo staccare, ma se mollo il letto a cui sono aggrappata cado a terra,
non vedo un cavolo, la luna non è piena e non ci arrivo ad accendere la luce,
ma mi scappa da un’ora e proprio non resisto più. Piccolo, ma un passo lo
faccio ancora, ecco un altro, due, tre tup tuptup muro. Ansimo da maratona,
questa stanza quattro per quattro pare lo stadio olimpico stanotte a ventre
ricucito. Riprendo fiato:suora! Infermiera! Macché, niente. Striscio contro la
parete, ma si piegano le ginocchia, ma fa male l’ago nel braccio, lo guardo,
tutto a posto. Passo. Passo. Passo. Freddino, ora, mi pizzica il naso, tiro su.
Oddio, no eh? No, trattengo… starnutisco oddio. Oddiosanto Che è? Una
fitta mostruosa fuori, una dentro, la ferita pare che si strappi, SUORA!!
SUORA!! Ma dove siete, tutti quanti? No no no no cado in ginocchio,
mi sfugge la bottiglia di mano, si spacca porca puttana, che male, ma dove
stracazzo siete? Che male… che male la fronte contro il muro. Sudo come
una bestia, sono ridotta a un animale miserabile, mi si sta sgarrando la pancia
ma che è ? Rantolo e annaspo, non riesco più a urlare, il dolore mi toglie
tutto il fiato. Per favore aiuto, mi rannicchio sul pavimento, il respiro non
raggiunge i polmoni. Che succede? Esce il sangue… da dove sta uscendo
il sangue adesso? Sangue e urina a colare insieme tra le gambe e sangue
dal braccio e lacrime dagli occhi e dolore e rabbia, ma dove siete? Dove
siete? Dove sei tu mentre io mi sto pisciando addosso in una perfida notte di
primavera?
Guarire d’amore di Irvin D. Yalom,
editore Rizzoli. Pp. 314. € 14,46.
Ci sono modi diversi di affrontare la fine di un rapporto.
Uno psicoterapeuta famoso ne racconta certi.
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bazar 01 2005
notte.SUD di marcello amoruso 31
“Chi è?” - “Bob Dylan” - “Siamo chiusi”
E’ successo al Covo di Bologna, chiu per schiam
azzi un giorno in cui era passato
Bob Dylan. Ma ora è + aperto che maisocon
mus
ica,
spazia tra un salotto d’autore e un ex convento “occteatro e arte. E se a Roma si
upato”, a Teramo si danza nei
colori
Covo, tempio dell’indie rock italiano
Ma non poteva avvisare prima? Ci si potrebbe chieder
si sarebbe organizzati... Quando il Covo nasceva, 24 e: cioè a saperlo ci
anni fa, era ancora un
casalone di proprietà del Comune di Bologna e i ragazzi
non erano certo stati avvisati. E neanche i vicini, altrimen che lo hanno occupato
avrebbero evitato di lamentarsi spingendo il Comune ti, almeno per un giorno,
il frastuono, creando il “fuoriprogramma”. L’evento è a far chiudere il locale per
stato un po’ romanzato ma
esprime chiaramente la misura di un locale che già negli
a livello internazionale. Oggi quelli della prima ora sono anni ’80 era conosciuto
di rabdomare tra nuovi talenti: indiscutibile è il fatto che ancora lì e non smettono
Covo molti gruppi non sapevano ancora che sarebbe quando sono passati dal
Gene, Stereolab, Low, Broadcast, Blonde Redhead, ro diventati più ‘grandi’.
Demolition Doll Rods
e più recentemente The Libertines e Franz Ferdinand:
questi i nomi che nel
tempo sono passati di lì... senza “fuori programma” questa
volta, ovvio! Perché
nel frattempo il Casalone è diventato un club e ha fatto
pace con il Comune
di Bologna insieme al quale ha ampliato l’attività culturale
comprendere teatro e arte contemporanea. Questo mese del centro fino a
dall’Olanda, presenteranno il nuovo album The Laughin i concerti di: Solex,
g Stock of Indie Rock
(il 22); The Valentines, con il nuovo Life Stinks (il 28);
Allnighter (il 29). Inoltre, tutti i venerdì dj set a cura di Original, in Northern Soul
ODA (gate 1), Alex Dandi e
Y:dk (gate 2). Ogni sabato: Dedu e Kozmik Dancer. Più
Covo Club, Viale Zagabria 1, Bologna. Info: www.co i guest.
voclub.it
The place, salotto dalle
calde atmosfere
foto di Raimondo Luciani
Il palco prima di tutto: è questo che catalizza l’attenzione
entrando nella sala dei concerti. Immediata la sensazione di
essere immerso in un’atmosfera raccolta, calda, confortevole.
Il design ha curve morbide, così l’arredamento dai colori
essenziali, che si ripetono in geometrie modulari. A lato,
su un piano rialzato il ristorante, provvisto di una ricca lista
di vini. Il tutto concepito nel rispetto più ortodosso delle
performance degli artisti, e diciamolo pure, anche dei vicini: il
locale è infatti totalmente insonorizzato, offrendo un’acustica
senza sbavature. Un vero e proprio salotto musicale per
quanti amano la canzone d’autore, un autentico luogo di
ritrovo per artisti noti e meno noti. Tra i big in programma
in questa nuova stagione: Nicola Arigliano, James Senese,
Luca Barbarossa, Sergio Caputo, Chris Botti, Eugenio Finardi,
Alberto Fortis, Nino Buonocore, Bruno Lauzi, Dominic Miller,
Banda Osiris, Fabio Concato, Cristiano De André.
Inoltre, in collaborazione con Demo, su Radio Rai verranno
trasmessi i live dei “Big”, un’occasione per poter ascoltare
i concerti sull’intero territorio nazionale. Prosegue anche
questo mese la rassegna “La Valigia dell’Attore”, un incontro
originale tra musica e teatro concepito da attori del calibro
di Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Massimiliano Bruno. E
questo mese David Riondino.
www.theplace.it
The Place, Via Alberico II 27/29, Roma. Info: 0668307137
Ultra e Violet si rifanno il loo
k
Inaugurato il 10 dicembre scor
ripresenta con una veste un so il nuovo restyling del club più danzereccio di Tera
con il dj resident Ruggero e po’ più laccata. Due livelli: Ultra, al piano terra, proponemo: l’Ultraviolet si
ospiti quali Smoking Jo, Tom
house il venerdì,
Zouk di Singapore e Nik Fanc
iulli (Skylark); il sabato, inveStepham (Superchumbo), Aldrin dello
dispone di uno spazio ristorante
ce, musica dal vivo. Violet, al
primo piano,
con veduta sulla sala e un bar
notte. Come dire: “mangiate
ovale che cambia colo
Ultraviolet, via lungo fiume pure un boccone ma ricordatevi di essere sempre in una re durante la
Vezzosa, Teramo. Info: www
discoteca”.
.ultra-violet.it
Rialto: dalla clausura alla pr
omiscuità culturale
Ironia della sorte, l’ex convento
è adesso un “agorà” e si chia di clausura quattrocentesco, nel cuore del ghetto ebra
ma Rialtoccupato: luogo di
dell’arte contemporanea. Il Rial
incontro e dibattito attravers ico di Roma,
spazio d’incontro, discussione, to S. Ambrogio non è solo un locale e nemmeno un o i linguaggi
a tutti i linguaggi dell’arte cont confronto, controinformazione, promozione culturale club, è molto di più:
e recentemente ristrutturato emporanea e ai possibili intrecci. Immerso nel cuore dele artistica rivolta
ghetto ebraico
successivo all’occupazione in occasione della Red Bull Academy, la sede attuale è
solo un approdo
progetto artistico-culturale e avvenuta nel ’99 di un edificio storico in via IV Novembre.
socio-politico che proseguirà
Inizia da lì un
assegnata dal Comune nel 2000
poi nella sede attuale di via
S. Ambrogio,
. Chiari gli intenti: “L’associazio
evolversi come ‘agorà del terzo
ne culturale Rialtoccupato nasc
mille
nnio
e e vuole
’,
luog
o di formazione, produzione,
cultura contemporanea, svilu
dibattito e diffusione della
avvicini direttamente gli oper ppando un modello di comunicazione e fruizione interdisc
atori culturali al pubblico, per
culturale spontaneo”.
favorire un processo di circo iplinare, che
lazione e diffusione
Tra gli appuntamenti in prog
ramm
a
per
genn
aio, l’8 si svolgerà un seminar
tenuto da uno degli esponent
io sull’improvvisazione
i fondamentali della musica
Il seminario sarà incentrato sulle
imp
tecniche di improvvisazione rovvisata europea: Frank Gratkowski.
performance”. Dal 18 al 23,
per Ensemble e sulla pratica
Fort
ebra
della
ccio teatro presenta lo spet
plurale, di e con Roberto Latin
tacolo Per Ecuba – amleto, “solo
neutro
con Per ecuba, il giovane attor i. Indispensabile rappresentante romano del teatro d’av
rivisitazione in chiave contempe giunge alla seconda tappa del progetto “Radiovisioni”anguardia italiano,
oranea del mito. E anche ques
, centrato sulla
del Formaggio Blu, il Blue chee
se Project, e dopo lo sgom to mese, tutti i venerdì, ritornano le serate
con un appuntamento fisso
bero in via Caio Cestio, due
al
Rialt
anni fa, ritorna
o:
Scra
tch
& roll funk party.
Rialtoccupato, via di S. Amb
rogio, 4, Roma. Info: www.rialt
osantambrogio.org
32 di alberto traversi
notte.NORD bazar 01 2005
No rules!
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La tendenza non basta mai: i dj
di grido, gli spazi multifunzionali
disponibili a tutte le ore, per l’aperitivo,
la cena, il dopocena danzante, l’afterhour. C’è sempre bisogno di nuove
idee. E per fortuna arrivano, soprattutto
quelle strane e curiose. L’ultima in
ordine di tempo è quella dell’Absolut
Ice Bar di Milano, uno spazio situato
all’interno del Town House 12, il nuovo
albergo di Alessandro Rosso e Partners,
a due passi dalla Fiera di Milano. Il
concetto dell’Absolut Ice Bar è tanto
semplice quanto spettacolare. In un
ambiente fatto interamente di ghiaccio cristallino, proveniente dal
fiume svedese Torne, gli avventori possono gustare cocktail e long
drink direttamente in bicchieri scolpiti nel ghiaccio. Un’esperienza
altrimenti riservata solo ai clienti del celeberrimo Ice Hotel di
Jukkasjärvi, cittadina nel nord della Svezia. Per capire qualcosa di
più dell’operazione ne parliamo con Peter Wijk, Direttore Market
Communication di V&S Absolut Spirits a Stoccolma. “La location
nella zona della Fiera e la reputazione di Milano come capitale
mondiale del design” dice Wijk “costituiscono le premesse ideali
per gli obiettivi che vogliamo raggiungere con l’espansione della
proposta Absolut Ice Bar”. Un progetto pilota di questo nuovo
concetto di franchising è già stato realizzato insieme al ‘Nordic
Sea’, hotel di design di Stoccolma, che solo nel primo anno ha
avuto più di 70 mila visitatori e c’è da scommettere che anche per
questa versione milanese il successo, almeno per quanto riguarda il
pubblico, è assicurato. Sempre in città, un’altra novità assoluta arriva
dal T.H., show-restaurant dove si mangia, si ascolta musica, si balla
e si guarda lo spettacolo su un palcoscenico posizionato, come usa
a Las Vegas, direttamente sopra il bancone. Nella programmazione
spiccano dj set, minisfilate, live musicali, performance di danza e
rappresentazioni teatrali d’avanguardia. Tra le tante amenità che
animano la notte milanese la chiesa trasformata in discoteca non è
una novità. A New York c’era il Limelight e a Milano, qualche anno
fa, lo staff del Gattopardo aveva trasformato in discobar di lusso la
chiesa sconsacrata di San Giuseppe in via Pier della Francesca.
L’idea inedita arriva però dal Matroneo di Monza, discoteca
costruita ex novo seguendo i dettami di un’antica cattedrale. La
sua struttura è chiaramente percepibile già dalla facciata principale,
sulla quale troneggia l’ampio rosone simbolo e logo del locale.
Interessante e suggestivo è l’interno dove gli elementi decorativi
rimandano agli stili del passato. Al centro dell’ingresso domina
un’imponente cassa-confessionale interamente realizzata in legno,
alle sue spalle una parete posizionata a mò di quinta nasconde la
navata centrale sulle cui colonne poggiano archi a ogiva. L’abside
ospita il ristorante e sull’altare non poteva mancare la cabina dj.
Altre stranezze arrivano direttamente dal piccolo schermo. Da
trasmissione televisiva di successo a icona pop del nuovo millennio,
anche il Grande Fratello entra nel rutilante mondo dei locali. Tra
i nuovi spazi a raccogliere l’eredità di Taricone e compagni c’è
Il Confessionale di Milano, reality restaurant café aperto da
pochissimo in zona Romolo. Dietro l’operazione c’è uno che di GF
se ne intende, quel Salvo Veneziano già protagonista della prima
edizione dello show. Il locale è diviso in varie sale che riprendono le
tematiche della trasmissione televisiva: non mancano i megaschermi
per la diretta con la “casa”, la mitica porta rossa, e le serate a tema
con Salvo in persona a far da anfitrione.
L’aperitivo più trendy ha il ghiaccio fuori e non
dentro. Il locale + cool ha il palcoscenico sopra
il bancone. La chiesa più nuova di Milano è una
discoteca. Il restyling di un locale non è curato
da un designer ma da uno dei musicisti dei
Bluvertigo. E il più stuzzicante reality show non è
in TV ma al ristorante. Per notti senza regole
Il design? Lo cura un musicista
Il Gasoline di Milano, una tra le più famose discoteche della metropo
rifà il look e affida il restyling dello spazio al gruppo Les G e a Andy li, per anni regno delle drag queen e della più appassionante musica anni ’80, si
dei Bluvertigo, musicista sì, ma anche pittore autorevole e performe
“Gasoline è una delle realtà più alternative di Milano” ci racconta Maria
r d’eccezione.
“quest’anno alla nona stagione il suo staff ha deciso di dare un volto Aminta Daniele, ideatrice del progetto e socia nella gestione del locale,
nuovo
alla
notte
mettendo
si
a
disposizi
one
per
offrire
uno spazio d’arte innovativo,
che mira a proporsi come punto originale nel rappresentare l’arte nelle
insieme cultura e divertimento affinché i giovani possano acquisire tuttosue mille sfaccettature. Un progetto concreto per avvicinare e far coesistere
ciò
che
di
nuovo
esiste
nel
mondo
dell’arte
pur
continuando a divertirsi.
Ovviamente non ci si rivolge unicamente ai giovani, ma a tutti coloro
In pratica cosa è cambiato nella gestione normale della discotecche sono sensibili a nuove correnti artistiche”.
a
e
nella
program
mazione
?
Gasoline per l’arte ha neutralizzato la sua immagine scegliendo esteticam
ente un colore come il nero per dare risalto a tutti gli artisti che
L’idea nasce per restituire più prestigio a una città che va spinta per
far conoscere i suoi giovani artisti e favorirne la crescita nel mondo delesporranno.
verso nuove frontiere ricche di creatività. Per quel che riguarda la program
lavoro
mazione, Gasoline e LesG, in collaborazione con Chendler Managem
stanno presentando una vera e propria stagione espositiva, all’interno
ent,
della
quale
nuovi
artisti
e
nuove
forme
di
espressi
one troveranno uno spazio vivo
e attivo. Il tutto si sviluppa in otto eventi che copriranno un periodo di
altrettant
i
8
mesi.
Le
tematich
e,
diverse
tra
loro,
spaziano
dal design d’interni, alla
fotografia, al fashion design, al teatro, alla regia.
Absolut Icebar Milano, piazza Gerusalemme n.12 (all’interno dell’hote
l Town@House 12), Milano. Tel. 0289078513. Prenotazioni sul sito
www.townhouse.it
T.H., via De Amicis 28 Milano. Tel. 028054140.
Il Confessionale, via Binda 19 Milano. Tel. 0289155384
Matroneo, via della Lovera 4 Monza. Tel. 039/5964052 - www.ma
troneo.it
Gasoline, via Bonnet 11 Milano. Tel. 02.29013245. www.discogasol
ine.it
bazar 01 2005
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Il 2004 è stato uno di quegli anni, dal punto di vista musical
e non solo, da cui uscire inquieti e un po’ perplessi. Certo, e
carrozzone della dance e del nightclubbing continuerà a girareil
per soddisfare le necessità estetiche di una gioventù estropic
e aggressiva, ma il suo slancio verso il futuro, la sua capacità a
di
aprire nuovi scenari si sta affievolendo, non produce più
grossi
fenomeni emergenti ma flash back, reprises, lavori di cesello
sottili. La stessa contaminazione, ormai, non significa più niente
se non l’attitudine dei migliori producer e dj a seguire il
loro
stile senza condizionamenti di settore. In crisi
anche il concetto di gruppo che si identifica in
un genere, la polverizzazione degli individui
crea piuttosto ammassi, semplici accumuli,
trasversali ed estemporanei. In un oceano di
proposte di sempre più dubbia e complicata
collocazione, l’unico orizzonte comune
leggibile è un ripiegamento verso il dettaglio
e l’atmosfera. E la nostalgia. E’ lei la vera
dominatrice della dance degli ultimi anni e
il 2004 non fa eccezione anzi. Se scorrete
la lista dei dj più cool del momento, i soliti
nomi apparsi ripetutamente su queste pagine,
prevale la nostalgia per i momenti di maggior
impeto creativo degli ultimi vent’anni: il punk
funk dell’80, l’electro pop, la acid house, la
house delle origini magari innaffiata di Hi
Energy. Solo la tech-house tedesca continua con
il consueto rigore a manifestare una vitalità basata su variazio
ni
su tema e innesti spuri raffinati dislocandosi su direttrici ubique
non lineari. Per il resto, un’ossessiva enfasi sui giri di basso
wave fine 70-primi 80, BattutePerMinuto un po’ più lente,new
più
funky, o electro (resiste l’electro), la voglia di far sembrare il sound
corposo e grezzo come se fosse “suonato”, tanta voglia di trip
come andamento ritmico e atmosfere cupe, meno gotiche pop
noir
però, e più sconsolatamente prosaiche, molto cantato, infine
in sintesi un’umanizzazione del sound che tradisce l’esaurim e
ento
di una visione prometeica della tecnologia e delle trasformazioni
psicologiche e culturali. L’artista eroe fa un passo indietro,
dieci e il suo posto è occupato dall’immagine che avanza, dal anzi
look
sciaguratamente appiattito sul revival 80 dei trucchi/trucche
delle pose qualunquiste, delle acconciature esagerate come tti,
la
voglia di mostrarsi della “me-generation” del 21esimo secolo
tutto consumo spicciolo e opportunismo di corte vedute
senza
quella necessità di rottura e sana voglia di anticonformismo
dei
modelli originali post punk. Aldilà della potenza comunicativa,
tutta questa insistenza sul punk suona falsa come la ricerca
di
una brutale immediatezza che rispecchia il culto dell’esagerato
del marketing. Meglio allora i monologhi irrisolti e sofferen
ti,
surreali e amarissimi di quella che la rivista Jockeyslut all’inizio
dell’anno definiva l’emergente “sound witn no name”, un po’
hip
pop, un po’ garage, un po’ pop-rock, un po’ boh. Esistenzialismo
slabbrato, patetico, infantile ma potentemente vero. Specchi
o dei
tempi. Molto a casaccio ma non a caso, allora, il sound dell’”an
no
senza nome” appena concluso:
i vapori acidi prodotti da una strumentazione vintage 808 in
the
dancing box di james t cotton aka t. mullinix; tormentoni tek-funk
y
transcontinentali come summer’s here di magnus remixat
o da
headman o kick’s out the chair di munk e james murphy remixat
da tomboy, o kinda new degli spektrum remixato dai tiefschw o
la monumentale dear can dei chick chick chick; la gigolo di arz;
lucky
bastard dei yesandno e dei terribili dirty criminals; la cavalcat
a
techno di candy di vitalic e, per rimanere in area francese
, l’ep
hot banana di kiko e 1992 di patrick alavi; l’album backstro
ke
di matthew dear, apples and sinthetyser di solvent; here comes
love di superpitcher; la traccia megatrance di bangkok impact,
e sopratutto l’hip pop estraneante e snaturato di casa “anticon
e “plug research” dove andrebbero cercati i dischi dell’ann ”
passage, restiform bodies, ammoncontact, headset...Suoni o:
rime che si celano negli interstizi del quotidiano, che rimango e
sullo sfondo, dove il senso naufraga nell’urgenza emotiva o no
viene
cercato meticolosamente nel dettaglio.
notte di andrea lisi 33
2004, the year
with no name
Bilanci di un anno che fu un po’ hip pop, un po’
garage, un po’ pop-rock, un po’ boh…
A Torino Phonique
Il suo nome è stato nel 2004 uno dei più ricorrenti
di tendenza, da Erol Alkan del Trash di Londra a nelle selezioni dei dj
Parigi, grazie a una raffica di mix per la Poker FlatIvan Smagghe del Pulp di
e intriganti come where the party at, il tributo ai o per la Dessous ruffiani
Technotronic, gruppo
dance anni 80, di quest’estate. Appena uscito il suo
Phonique aka il berlinese Michael Vater sarà ospite album Identification,
al momento ancora da definire. Mix rigorosament il 14 a Torino in un posto
e eclettico di tech-house,
minimal tech, disco, sonorità retro.
Qasi Qasi a Modena
Il Qasi di Modena colpisce ancora (vedi numeri precedenti). In arrivo
M.a.n.d.y il 19 e Metro Area il 25. I primi sono un duo tedesco considerato
dall’autorevole “mix mag” gli “germany unsong heroes” della dance. Hanno
remixato Royksopp, Sugababes, Silicone soul e il tormentone come into my
kitchen di Joachim di un anno fa. Sono residenti al Monza di Francoforte
insieme a Villalobos e Steve Bug e gravitano nell’orbita dell’etichetta get
physical (www.physical-music.com) ovvero sonorità aggiornate ma moolto
groovy. I secondi sono i raffinati maestri americani del modernariato discofunky-Detroit in verità più d’ascolto che da ballo. Recentemente hanno
curato una compilation di rare tracce disco intorno all’80 che la dice lunga su
quello che potrebbero fare in una session.
34 di claudio coccoluto
notte.nottetempo bazar 01 2005
www.bazarweb.info
Musica come ali e ponte,
come viaggio e scoperta,
come somma di esperienze.
Musica che parla e fa crescere,
e sperimenta, certa o a tentoni,
cultura da mondi diversi,
per dire e tradurre differenze.
r
e
p
a
music ire
scopr mondi
i
v
o
u
n
Un viaggio musicale da fare subito: la musica cinese
,
La musica cinese è sorprendentemente vicina al nostro mondo musicale
studi
gli
o
escludon
si
se
idente,
eppure lontana dalla comprensione dell’Occ
specialistici di pochi sinologi o qualche orecchiabile suggestione dal facile
esotismo. Un libro esplora questo mondo sconosciuto, ma ormai così vicino,
attraverso l’esperienza di due autori. François Picard, tra i più profondi
conoscitori della musica e della cultura cinesi, guida ideale per avvicinare
a questo mondo complesso, variegato e affascinante, presenta i generi,
la storia, la teoria e gli strumenti con precisione di filologo ed entusiasmo
appassionato. Non meno suggestive le interviste di Enzo Restagno con i
giovani musicisti cinesi precedute da un saggio che introduce il tema del
rapporto tra tradizione e contemporaneità così come è vissuto da una
generazione che ha attraversato la dura esperienza della Rivoluzione
culturale, e ha profittato dell’attuale graduale apertura della Cina al mondo
re
esterno per manifestare un desiderio straordinariamente vitale di conosce
re.
e farsi conosce
La Musica Cinese - Le tradizioni e il linguaggio contemporaneo, di François
pp.
Picard e Enzo Restagno. Edizioni EDT – Collana Musica Contemporanea
224, € 18.50
V. Risi
www.bazarweb.info
bazar 01 2005
gusti di chiara spegni 37
foto www.oltremara.com
In tempi di happy hour e aperitivi a buffet gli antipasti prendono
per la gola tutti i golosi di sapori salati. Tra vol-au-vent, affettati e
tartine chi sa resistere al loro fascino? Eppure non c’è niente di
nuovo neanche dietro il più trendy dei pinzimoni. Perché quella
degli antipasti è una storia molto antica…
Antipasti!
Un gusto… antico
Il gustatio è l’antenato dell’odierno antipasto, servito dai romani
all’inizio delle cene. Cicerone chiama questo tipo di pietanze promulsis,
perché all’inizio c’era l’usanza di bere il “mulsum”, vino mielato. Erano
a base di vegetali crudi, ma potevano chiudersi anche con ricci di mare,
ostriche e salsiccia. Con le invasioni barbariche gli antipasti vengono
eliminati, per comparire di nuovo nel ‘400. Con l’affermarsi nel XVIII
secolo del “servizio alla francese”, gli ospiti non osservano più un ordine
nel servirsi di piatti caldi e freddi, disposti tutti insieme al tavolo con
grandi scenografie. Quando prende il sopravvento il “servizio alla russa”
invece, nell’800, la tavola è spoglia, con gli antipasti freddi. L’intento è
quello di servire gli altri piatti uno di seguito all’altro secondo un preciso
ordine, per consentire alle varie portate di essere cucinate sul momento.
Chef da leccarsi i baffi!
Antonin Carême, primo chef per antonomasia della storia, ha codificato
centinaia di ricette, soprattutto di pasticceria, ma è anche noto per la
sua pasta sfoglia e l’invenzione degli impareggiabili e molto francesi
vol-au-vent, tra gli antipasti più versatili che esistano. Nato tre anni
dopo la Rivoluzione, Carême diventa una celebrità di grande richiamo:
è a servizio dallo zar di Russia Alessandro I e dal barone Rothschild, dal
ministro Talleyrand, Napoleone e Giorgio V d’Inghilterra. Un suo pranzo
è composto da più di 100 portate, raccolte nel volume “L’Art de la
cuisine francaise au dix-neuvième siècle”. Tra i film più famosi sull’arte
culinaria, “Il pranzo di Babette” presenta un antipasto degno del maestro
Carême: les cailles en sarcophage, dove le piccole quaglie, insieme
a fegatini di pollo, lardo, champignon e tartufo nero, riempiono dei
magnifici vol-au-vent. La ricetta è su www.mangiarebene.com/cinema/
pranzo_babette.html.
Piatti dal mondo
Amanti degli antipasti sono anche russi e scandinavi, ma per noi sono
più semplici da rifare quelli del bacino del Mediterraneo, passando
naturalmente per l’Italia. La nostra bruschetta è senza dubbio tra gli
antipasti più copiati al mondo, i francesi vengono invidiati per i loro
paté e gli scenografici vol-au-vent, mentre in una vacanza in Grecia
ci si imbatte nelle mezedas, che, un po’ come le tapas spagnole,
consentono di assaggiare delizie locali senza spendere una fortuna.
La scelta spazia dai dolmades, involtini di riso in foglia di vite, ai
tyropitakia e spanakopitakia (tortini di formaggio o spinaci) dal
saganaki, il formaggio fritto, ai gigantes, i fagioli giganti, fino alla
classica taramosalata, a base di uova di pesce e tzatziki, yogurt al
cetriolo. Sulle sponde del Mediterraneo abbondano i felafel, polpette
di fave, e vari purè di melanzane, il babaganouj. In Asia si usano di
più i piatti unici, ma sono eccellenti i samosas e pakoras indiani caldi.
Le empanadas argentine sono deliziose, così come il guacamole
messicano, ma i piatti forti di queste tradizioni sono altri.
L’altra ricetta
Da www.cucinareconamore.it/celiachia/antipasti/Pur%C3%A9dimela
nzanaBabaghanouj.htm una ricetta ottima per accontentare celiaci e
vegetariani. Puré di melanzane – Babaghanouj, gli ingredienti sono: 1 kg
di melanzane rotonde, 1 cucchiaio di succo di limone, 300 ml di yogurt, 3
spicchi di aglio, tritati finemente, 1 cucchiaino di menta in polvere, sale,
prezzemolo,1 cucchiaio di olio d’oliva. Le melanzane vengono cotte con
la loro pelle nel forno. Fatele cuocere nel forno a media temperatura per
circa 90-120 minuti fino a quando sono diventate tenere ricordandovi di
girarle a metà cottura. Immergetele poi subito in acqua fredda con del
limone in modo che preservino il loro colore e, quando fredde, sbucciatele,
togliete l’acqua in eccesso e mettete in una ciotola la loro polpa.
Aggiungete yogurt, spicchi di aglio, menta, sale a piacere e mescolate bene
in modo da ottenere un purea. Conservate in frigorifero e, al momento di
servire, aggiungete l’olio e decorate col prezzemolo tritato.
Qualche titolo per mettersi ai fornelli: si parte con ricette semplici,
in “Bruschette, crostini e altri antipasti golosi”, Luxury Books a 14
euro; oppure “Tartine e stuzzichini”, ed. Demetra, per 6,90 euro;
mirati i “10 antipasti d’estate”, ed. Giunti, a 2,90 euro; ricette
veloci in “Antipasti, pizze & torte salate”, De Agostini, a 4,08
euro; anche al microonde “Gli antipasti”, ed. De Vecchi, 6,90 euro;
stuzzicante e ricco di informazioni “Gli antipasti”, Food edition, 8
euro; altre idee in “Antipasti”, De Agostini, 5,90 euro; 100 ricette
suddivise per ingredienti di base in “Antipasti”, Idealibri, 14,46
euro; “Mille ricette di antipasti” con Newton Compton, 12,90 euro;
“Antipasti alle stelle” per Biblioteca Culinaria, per 28,40 euro;
non poteva mancare “Gli antipasti” della serie Hobby & work, 7,90
euro; più tradizionale Suor Germana in “Antipasti”, De Agostini,
6,50 euro; per avere un riferimento sempre affidabile “La cucina
italiana. Antipasti”, ed. Piemme, 14,50 euro.
Zucchine grigliate con lo speck, patate al grana, prezzemolo e
sesamo, cipollotti con pancetta e grana, cavoletti di Bruxelles
gratinati, carciofi con il taleggio, teste di champignon al ragù, senza
dimenticare i classici fritti come polpettine, arancini e verdure.
Sono questi alcuni dei “cicchetti misti” serviti alla Vite rossa a
Mestre. Per chi passa da Venezia e dintorni, da non perdere. Un
antipasto misto costa 5 euro e presenta assaggi di 7/8 piatti diversi.
Più tradizionale e centrale è un altro “bacaro”, da Renzo all’Osteria
alla vedova, fermata Cà d’oro a Venezia, imbattibile per le sue
polpettine di carne (una polpetta costa 1 euro); per variare, ci sono
anche i carciofi fritti, le sardine fritte o in saòr, le seppioline arrostite
e i polipetti in umido (2 euro il polipetto), accompagnati da un
bicchiere di vino bianco o rosso della casa (ancora 50 centesimi!).
Vite rossa - Mestre, via Bembo 34, orario 10-15 e 18-23, tel.
0415314421.
Osteria alla vedova - Venezia, Cannaregio 3912, orario 11.30-14.30
e 18.30-22.30, tel. 0415285324.
38 di chiara tacconi
gusti bazar 01 2005
www.bazarweb.info
Ristorante Sadler0258104451
Via Conchetta 14, Milano. Tel.
La cucina creativa di Claudio Sadler (due stelle Michelin) si esprime a cominciare dalle prime portate, e chiamarle
antipasti sembra poco generoso. I nomi dei piatti sono lunghissimi ed evocativi, i prezzi non alla portata di tutti
(solo l’antipasto sui 30 euro). Ma se volete farvi un regalo, ecco le delizie che aprono il menu: sapori di mare come
di
i filetti di triglia marinate a caldo con gelatina di pomodoro alla pizzaiola, crostini di pane e salvia; o il carpaccioe
gamberi grigi alla mimosa con vinaigrette di caviale belga. Oppure crespelle di pasta brik con erbette, carciofi di
quartirolo con cannoli di mortadella al tartufo nero; o ancora, dal “menu della carta ambrosiana”, la ciambellina
ricotta della Lomellina con crostini di uova di quaglia, salsa fredda al tartufo e crema di asparagi. Ed è solo l’inizio.
Madonnina del pescatore
Lungomare Italia 11, Marzocca di Senigallia (Ancona). Tel. 0716982
67
Le trovate di Moreno Cedroni sono così destabilizzanti da rendere difficile
menu in antipasti, primi, secondi ecc. Diciamo che aprono i suoi menu la suddivisione del
alle invenzioni del cuoco catalano Ferran Adrià questi drink diventan i “Martini Solids”: ispirati
nelle coppe martini. Un aperitivo da mangiare insomma. E sempre o gelatine servite a cubetti
come hors d’oeuvre, il
gelato al parmigiano. Seguiranno finalmente sapori di mare che contradd
istinguono tutta la sua
cucina, come la scatoletta di alluminio da lui confezionata e aperta
racchiude una prelibatezza di pesce. Una cena costa sui 75 euro. sotto gli occhi del cliente, che
A tavola si gioca d’anticipo
Nei ristoranti dei “creativi” gli antipasti non servono solo a stuzzicare
l’appetito: mettono in scena da subito piccoli grandi capolavori
Bye Bye Blues
Via del Garofano 23, Mondello Valdesi (Palermo). Tel. 0916841415
Stagionalità prima di tutto, e gli antipasti non fanno eccezione. Non sappiamo
cosa vi proporrà Patrizia, ma dai menu già sperimentati ecco qualche
esempio di hors d’oeuvre. Di terra: tagliata di petto d’anatra con lenticchie
di Ustica, millefoglie di verdure grigliate e scamorza affumicata, paté di
fegato con gelatina al moscato e mele stufate. Di mare: crudo di pesce con
marmellata di limoni; tortino di alici e patate; tartara di pesce allo zenzero
con gelatina di mele verdi. Con queste premesse, la “missione” del ristorante
(tristezza addio, come dice il nome) arriverà a compimento.
Q
Tradizionale
Hotel Ristorante “Fonte della Galletta”
Alpe Faggeta, Caprese Michelangelo
(Arezzo). Tel. 0575793925
Tipo di cucina tradizionale, “sapori del
bosco”
Specialità del locale funghi
Spesa media 40 euro
Dolci della casa
Vino consigliato dalla cantina
Piatti dietetici no
Numero coperti 200
Carte di credito sì
Musica no
Servizi per disabili sì
Illuminazione diffusa
Gentilezza personale buona
Sala per fumatori no
Particolarità immerso in un bosco di faggi
sull’Alpe di Catenaia (tra Casentino e Alta
valle del Tevere)
Etnico
Sabor Tropical Restaurant Cocktails y Baile
Via Cuminie 23 Villar Dora, Torino. Tel.
0119359263
Tipo di cucina caraibica e sudamericana
Specialità del locale Pabellòn Criollo
Spesa media menù completo di bevande 28
euro
Dolci della casa
Vino consigliato Quesillo venezuelano
Piatti dietetici per vegetariani e diabetici
Numero coperti 80
Carte di credito sì
Musica dal vivo e da ballo con Cosmo de la
Fuente
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa
Sala per fumatori no
Particolarità ottimi rum e cocktail
Enoteca
Enoteca Finzi
Piazza Finzi 1, Rivarolo Mantovano (Mantova).
Tel. 037699656
Tipo di cucina tradizionale
Specialità del locale testina di vitello bollita con
tortino di cavolo nero
Spesa media 45 euro
Dolci della casa
Vino consigliato dall’ottima cantina; vasta
offerta di acqueviti
Piatti dietetici per vegetariani, celiaci…
Numero coperti 40
Carte di credito sì
Musica no
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa
Sala per fumatori no
Gentilezza personale ottima
Particolarità in un palazzo settecentesco, in
passato locanda e fermo posta
bazar 01 2005
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gusti di chiara tacconi 39
Cibo prêt-à porter: sapori ad arte
Al Centro per l’arte contemporanea Pecci di Prato, Luca Vitone
ha allestito il suo progetto Prêtà porter , che intreccia la cartografia, interpretata dall’artista come
pensiero sul territorio”, e il cibo, nella versione da asporto, visto mezzo per esprimere “un
soprattutto come mezzo d’esperienza culturale. “Il mio lavoro come elemento sociale ma
riguarda il rapporto con il luogo,
la memoria – spiega Luca Vitone – e la tradizione del cibo di strada.
In particolare si tratta di
in un belvedere, con una balaustra che impedisce di avvicinarsi
cannocchiali per guardare oltre 140 immagini di cibi di strada al “paesaggio”, ma con due
della tradizione italiana”. Una
riscoperta del cibo da asporto italiano, il prêt-à porter della gastron
che vedere con il fast food fatto di hamburger e patatine: all’inaug omia, che non ha niente a
ha infatti invitato un “artigiano del gusto” che distribuiva uno dei urazione della mostra Vitone
migliori cibi di strada della
tradizione italiana, il panino con la trippa.
Gallo Nero, un
classico che ritorna
Separati in casa per 18 anni, ora il
Consorzio del vino Chanti Classico e
quello del Marchio storico stanno per
riappacificarsi e unirsi sotto l’effigie
del Gallo nero. Oggi i 900 produttori
associati delle meravigliose vigne tra
Siena e Firenze sono rappresentati
dalle due organizzazioni, e ciò crea non
poca confusione; in un momento in cui
anche i pregiati vini del Chianti Classico
devono difendersi dalle imitazioni, avere
un nome e un marchio ben riconoscibili
è un’ottima strategia di rilancio. Mentre
aspettiamo le bottiglie riunificate dal
Gallo Nero, ripassiamo le nostre
conoscenze chiantigiane: oltre al Chianti
Classico non scordiamoci che esistono
anche gli ottimi Chianti Docg, Chianti
Colli Senesi Docg, Chianti Colline
Piosane Docg, Chianti Rufina Docg...
Design
The Fusion Bar Shozan Gallery
Vicolo dell’Oro 5, Firenze. Tel. 05527263
Tipo di cucina fusion in collaborazione con il
rist. Shozan (Parigi, Tokio)
Specialità del locale sushi di fois gras, tempura
di porcini
Spesa media 40 euro
Dolci della casa
Vino consigliato dalla carta
Piatti dietetici vegetariani
Numero coperti 40
Carte di credito sì
Musica sì
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa
Sala per fumatori no
Gentilezza personale ottima
Particolarità stile minimalista, atmosfera
giapponese; il ristorante è situato nel Gallery
Hotel Art di Ferragamo
Natural
Biorestaurant
Via Otranto 53 Roma. Tel. 0645434943
Tipo di cucina italiana ed etnica
Specialità del locale fagottini ricotta e
melanzane e pecorino
Spesa media 30 euro
Dolci preparati dal pasticcere del ristorante
Vino consigliato biologico veneto (bianco e
rosso)
Piatti dietetici vegetariani (celiaci su richiesta)
Numero coperti 100
Carte di credito tutte
Musica jazz, classica
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa, candele
Sala per fumatori no
Gentilezza personale ottima
Particolarità tutti i prodotti sono biologici
certificati, anche la carne
40 di eva buiatti
gusti.mangia come leggi bazar 01 2005
Libri da mangiare e piatti da leggere da tutti i Paesi del mondo per occasioni
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diverse
asti alla Bulgakov
Antip
“Vede, Ivằn Arnờl ‘dovič, con antipasti freddi e minestra pranzano solo i possidenti
hi. Una persona che abbia un
che non sono stati ancora stati scannati dai bolscevic
caldi. E tra gli antipasti caldi
antipasti
minimo di rispetto per se stessa si tratta ad
.
migliore”
il
è
questo
i
moscovit
M. Bulgakov, Cuore di cane, ed. De Donato.
Per prima cosa
Seguendo il consiglio di Bulgakov, prepariamo una bellissima tavola di antipasti russi caldi e freddi, di carne e di pesce.
Poi fate i bliny,
procuratevi una bottiglia di Vodka Moskovskaya, che metterete in frigo e poi in freezer almeno un’ora prima della cena.
di birra, e lasciate
che assomigliano alle crêpes: preparate una pastella densa con farina e latte tiepido in cui avrete sciolto un po’ di lievito
un po’ di zucchero
lievitare per un paio d’ore. Aggiungete la stessa quantità di farina, latte tiepido e lievito, più un uovo intero, un po’ di sale,
bella gonfia. Scaldate
e un pezzetto di burro fuso. Lasciate lievitare un’altra volta, mescolando ogni mezz’ora. La pastella sarà a questo punto
il bliny, fino a che
su fuoco moderato una padella unta d’olio e versateci un cucchiaio di pastella alla volta; muovete la padella per stendere
mettere in pila e
potete
che
lievitate,
ben
e
bionde
crêpes
delle
usciranno
Ne
schiumarola.
la
con
necessario
se
Giratelo
dorato.
non sarà ben
tenere al caldo.
fette, condite con
Adesso preparate su alcuni vassoi: filetti di aringa dissalati per 24 ore nel latte, guarniti con patate lesse molto calde a
sottilissime di
sale, yogurt bianco e cipolline verdi fresche a fettine; salmone norvegese a fettine guarnito con ciuffetti di aneto e rondelle
sale e pepe;
cipolla rossa dolce cruda; funghi champignon tagliati a fettine, soffritti nell’olio di oliva e finiti di cuocere con yogurt bianco,
Preparate inoltre
cetrioli freschi tagliati finissimi (non sbucciateli!) e conditi con cipolline verdi a fettine, aneto, yogurt bianco, sale e pepe.
tritato e prezzemolo
le polpette: conviene farle piccolissime, di carne di agnello macinata e mescolata con pane bagnato nel latte, uovo, aglio
a scolare su
abbondante, sale e pepe. Quando avrete formato le palline, passatele nel pangrattato, friggetele nell’olio di oliva e mettetele
Digione e kren (è una
carta da cucina al caldo. Infine, preparate in vaschette separate: marmellata di mirtilli, marmellata di ribes, mostarda di
mettete tutto in
radice molto piccante grattugiata e conservata nell’aceto che trovate già pronta in un buon negozio di specialità). Adesso
cerimonia
qualche
con
Portate
apprezza.
non
Bulgakov
altrimenti
caldi,
ben
siano
polpette
e
funghi
patate,
bliny,
che
attenti
tavola, ma state
naso e
nel
stilettata
una
come
arrivano
che
sorsi
a
acqua,
fosse
se
come
calici
piccoli
da
ingoiata
va
bevanda:
l’unica
la vodka gelida che sarà
alla testa.
climatici, che fuori
Non c’ niente di meglio dell’inverno per gustare gli antipasti russi in compagnia. C’ da sperare, in barba ai cambiamenti
e delizioso il tavolo
nevichi o almeno cada una pioggia gelata, possibilmente accompagnata da un vento insidioso. Allora sar molto intimo
si rilassa e le parole
coperto di buone cose, che presto appariranno doppie a causa della moderata sbronza da vodka, mentre lo stomaco
Immaginatevi
palcoscenico.
un
come
radente,
calda,
luce
una
con
stanza
la
illuminare
di
Ricordatevi
altri.
gli
per
uni
degli
diventano giochi
buio, dentro caldo.
cos, visti dall’esterno da qualcuno molto invidioso che schiaccia il naso contro la finestra e vorrebbe essere con voi. Fuori
davvero qualcuno vi sta
Nessuno ricorda pi nulla se non le facce un po’ arrossate degli amici e un gusto acidulo e delizioso sul palato. Se poi
in mezzo a voi.
guardando con invidia, allora invitatelo dentro, chiunque sia: questi piatti aprono il cuore e ognuno pu trovare accoglienza
spietato ma anche
Non avete ancora letto “Cuore di cane? Leggetelo stasera stessa! Lo troverete bellissimo e divertentissimo, un occhio ironico,
per il crollo
ragione
buona
una
troverete
Ci
salvare.
da
quindi
e
ironia,
di
degna
cos
anche
ma
demente
cos
noi,
siamo
pietoso sull’umanit, che
tempo la incapacit
del regime sovietico, la stessa per cui (si spera!) prima o poi crollano tutti i regimi: la mancanza di autoironia e nello stesso
il libro al vostro cane.
a uccidere l’ironia, qualit umana fra le pi alte e bisogno primario di tutte le persone. Un’ultima raccomandazione: leggete
Gli piacer moltissimo!
Se c’ è un libro che vi piace,
con un personaggio che
mangia con gusto, e vi siete
sempre domandati che sapore
avrebbe il suo piatto, scrivete a:
[email protected]
Troverete
prossimo
la ricetta sul
numero di Bazar!
42 di lorella scacco
arti bazar 01 2005
www.bazarweb.info
le
na
zio
ven
con
di
te
en
Ni
Il museo? E’ a cielo aperto. Lo spazio espositivo? E una “non-galleria”.
io
Il sofà? E’ un’opera scomoda. L’ordinario? E’ ribaltato dall’immaginar
Museo a cielo aperto
L’Ufficio Giovani d’Arte del Comune di Modena presenta
il progetto curatoriale di Luca Panaro in occasione della
terza edizione di Gemine Muse. Tre gli artisti invitati a
esporre le loro opere in due piazze modenesi dando vita a
un “museo a cielo aperto”: Annalisa Bondioli, Silvia Ferri
e Luca Lumaca. E’ la torre della Ghirlandina a ispirare il
lavoro della Bondioli, trasformata in un ‘castello di sabbia’
che ossessiona i modenesi anche durante le vacanze. Silvia
Ferri si dedica sempre ai cittadini di Modena facendoli
calare nei panni del turista con l’osservazione di alcuni
dettagli architettonici attraverso l’obiettivo fotografico o
facendoli posare di fronte ad essa. Luca Lumaca ha invece
realizzato un’allegoria contemporanea ispirandosi a un
antico capitello: una coppia di centauri soggiogati da due
cerberi sono infatti divenuti due neonati assoggettati dai
mass media.
Modena, Piazza Grande e Piazza Torre, orari: tutti i
giorni 24 su 24, info: Giovani d’Arte, tel. 059-206604,
www.comune.modena.it/gioarte , fino al 9 gennaio
Not gallery
Un nuovo spazio espositivo a Napoli. Ma non è una galleria. Si tratta piuttosto di un centro
di ricerca articolato in tre settori: una project room, che ospita progetti di artisti italiani e
internazionali; un laboratorio di diffusione materiale della ricerca artistica, che elabora i progetti
degli artisti in elementi decorativi di luoghi domestici e urbani; un settore per i servizi e la
didattica per l’arte, che si occupa di organizzare mostre, eventi e corsi formativi. Come scrive
lo staff direttivo, “la ragion d’essere di NotGallery risiede nella convinzione che l’espressione
artistica e creativa sia necessaria al miglioramento della qualità della vita collettiva”. Lo spazio
inaugura con una mostra di “Atrium-project”, un’etichetta creativa di Riccardo Arena e Claudia
Dallagiovanna che progetta e realizza interventi artistici per luoghi pubblici e privati. Tra i
loro interessi quello di rinnovare la tradizione della ceramica dipinta sia a livello tecnico che
iconografico.
NOTgallery, Piazza Trieste e Trento 48, Napoli, tel. 0810607028, info: www.notgallery.com ,
orari: dal lunedì al venerdì 15-19, sabato 10-13, fino al 18 febbraio
Il Sofa’ di Jung
E’ Mario Rizzi a presentare quest’installazione sonora intitolata “Il sofà di Jung” nella project room del Museo di Rovereto. Artista italiano, ormai
noto a livello internazionale, ha scelto di recente la città di Berlino per vivere e lavorare. E’ d’altronde la condizione di eterno viaggiatore, in
continuo transito, a caratterizzare la sua ricerca visiva sullo sradicamento e le persone che lo praticano. Così l’autore ricerca un dialogo con
l’altro e in particolare con coloro che si sentono ‘moralmente’ diverse ed emarginate, poiché a lui vicine. L’opera realizzata per il Mart rievoca
lo studio del noto psicoanalista e in particolare il rapporto tra lui e Sabina Spielrein, una ragazza affetta da una grave forma di isteria, la quale,
una volta guarita, si dedicò alla psicologia infantile. L’artista si è ispirato ai diari di Sabine, ritrovati a Zurigo soltanto nel 1977.
MART, corso Angelo Bettini 43, Rovereto (TN), info: 0464438887, www.mart.trento.it, orari: mart – dom 10 – 18, fino al 20 febbraio
oniriche
Sospensioni
mostra, Piera Peri, ha scelto il titolo
La curatrice della
“Sospensioni Oniriche” per sintetizzare il percorso
artistico di Francesca Pastore. Le tele dell’artista
romana ci fanno infatti entrare in una dimensione
onirica e surreale dove il tempo sembra fermarsi.
Ma la sfera dell’immaginario presto si ribalta
nell’ordinario: è infatti l’esigenza quotidiana di
cercare un’alternativa allo stato degli accadimenti, è
la forza dell’utopia che cerca di farsi strada nella dura
realtà.
Horti Lamiani Bettivò, Via Giolitti 63, Roma, tel.
06 4460292, [email protected], orari: lunedivenerdi 9.00 - 18.00, fino al 19 gennaio
tta italiana
Capire l’artee astra
intraprende la questione dell’astrattismo italiano: un’azione
Un libro che finalment
giornalista
coraggiosa portata avanti da Gabriele Simongini, storico dell’arte e 15 artisti,
che da tempo si occupa di arte astratta italiana. L’autore ha selezionato astratta.
differenti per età e stile, a cui ha chiesto la rispettiva opinione riguardo l’arte
di indagare
Quindi una sorta di “inchiesta sul campo”, che ha cercato soprattutto
quelli di
e riconoscere una linea italiana dell’astrattismo. Tra i nomi scelti figurano e Marco
Carla Accardi, Pietro Dorazio, Enrico Castellani, Emilio Vedova, Paolo Radi ento per
Tirelli. Il lettore si troverà così a disporre di numerosi elementi sull’argom no.
giudicare autonomamente se si tratta di una questione ancora aperta oppure
Luca
Gabriele Simongini, “Astrattismo italiano. Incontri con quindici artisti” , De
Editore, Roma 2004, pp.168, prezzo 20 euro
bazar 01 2005
www.bazarweb.info
arti di luca beatrice 43
La fidanzata di Zorro
Per scoprire chi è basta leggere un nuovo volume dedicato a
una giovane artista
milanese. E poi rilassarsi nelle atmosfere zen di
una
colle
zion
fanno arte, esaltarsi nel confronto tra sublime e mostruoso, e di abiti che
delle Papesse tra sorprendenti rivelazioni. E molto di più… perdersi nelle sale
Liliana Moro
Finalmente anche in Italia l’editoria d’arte comincia a occupar
degli artisti delle generazioni recenti, attraverso pubblicazioni si
monografiche di un certo rilievo. E’ appena uscito da Skira
volume dedicato a Liliana Moro dal curioso titolo La fidanzat il
di Zorro: sponsorizzato dalla Fondazione Ambrosetti e curato a
da Loredana Parmesani e Cecilia Casorati, il libro è una raccolta
completa di tutti i lavori dell’artista milanese, emersa alla fine
degli anni ’80 e fondatrice dello Spazio Lazzaro Palazzi, con
un lavoro molto vario ed enigmatico. Accompagna l’uscita
libro la mostra personale della Moro negli spazi della stessadel
Fondazione.
Liliana Moro. La fidanzata di Zorro, Fondazione Ambrosetti,
Palazzo Panella, via Matteotti 53, Palazzolo sull’Oglio
(Brescia), tel. 0307403169 www.fondazioneambrosetti
.it,
fino al 2 aprile 2005, orario: lunedì-venerdì 9-13, 14.30-18.30,
sabato 15.30-19.30, domenica su appuntamento, ingresso
Il bello e le bestie/ Mario
Rizzi
sull’ambiguità tra sublime
Spettacolare mostra incentrata
e mostruoso (ma si potrebbero citare altri dualismi come
amore e morte, eros e violenza) in una cavalcata nella storia
dell’arte degli ultimi secoli. Dal romanticismo di Boecklin
al surrealismo di Magritte, passando per i capolavori di
Francis Bacon e le anticipazioni femministe di Frida Kahlo,
fino all’urgenza del contemporaneo con Cindy Sherman,
Matthew Barney e Maurizio Cattelan. Rassegna affascinante
e soprattutto molto ricca. In contemporanea il Mart apre
una Project Room ai giovani artisti internazionali: si comincia
con l’installazione The Sofa of Jung di Mario Rizzi (visibile
fino al 20 febbraio 2005), progetto che gli è valso l’invito
alla Biennale di Sydney.
Il bello e le bestie, Mart, corso Bettini 43, Rovereto (Trento),
call center 800 397760, www.mart.trento.it fino all’8
maggio 2005, orari: martedì-domenica 10-18, venerdì 1021, chiuso lunedì, ingresso € 8, cataloghi Skira.
Gallaccio, Sergio Prego
Elisa Sighicelli, Anya
per aprire il 2005 alle Papesse. Al piano nobile Elisa Sighicelli, torinese
Trilogia di giovani artisti internazionali
che vive in giro per il mondo, presenta una selezione di lavori fotografici sugli interni e Notturno, il suo primo
video. Al secondo piano la scozzese Anya Gallaccio, finalista nel 2003 al Turner Prize, espone un’antologia di
lavori graffianti e spesso drammatici che esplorano con grande sensibilità il rapporto tra uomo e natura. La
project room, situata nel caveau, è la sede per il progetto del basco Sergio Prego, una delle rivelazioni della
nuova arte spagnola.
Di questa mostra, delle prossime e di altro ancora, parliamo con Marco Pierini, 38 anni, senese, storico
dell’arte, direttore del Palazzo delle Papesse di Siena dal 2002.
Per uno studioso che arrivava da un’esperienza nella conservazione e nell’arte antica, come è
stato il salto sul contemporaneo più attuale?
Facile, direi. Quando ho assunto l’incarico alle Papesse, infatti, avevo numerosi anni di esperienza di didattica
del contemporaneo maturata all’Università degli Studi di Siena. Inoltre, fin dai primi anni di lavoro, ho
alternato studi di carattere storico artistico con inserimenti nel contemporaneo. Credo che la specializzazione
sia un male tipico del nostro tempo. Al contrario, i miei modelli di studioso sono quelli che hanno saputo
applicarsi con pari intelligenza e passione allo studio dell’arte antica e al contemporaneo: da Giuliano Briganti a
Giulio Carlo Argan, da Cesare Brandi a Enzo Carli (che ho molto amato e dal quale moltissimo ho ricevuto), fino
a Roberto Longhi.
La tua direzione si sta caratterizzando per l’estrema vivacità delle proposte, non convenzionali e
senza troppi calcoli strategici. Rispecchia in pieno il tuo modo di essere?
In effetti credo di assomigliare abbastanza al progetto culturale che ho cercato di far vivere in questi tre anni
di attività. Innanzitutto è stata mia intenzione, fin da subito, trasformare il centro d’arte contemporanea in
centro ‘delle arti contemporanee’, allargando il più possibile gli ambiti d’interesse alla musica, alla letteratura,
alla danza, al cinema, non creando settori distinti, ma cercando di far interagire diverse forme espressive. È
così che è nata la collaborazione con musicisti come Eraldo Bernocchi, Harold Budd, Giovanni Lindo Ferretti,
Russell Mills, o scrittori e poeti come Alessandro Fo, Aldo Nove, Paolo Nori. Un altro punto fermo è la volontà di
produrre nuove opere: io e Lorenzo Fusi – con il quale ogni decisione viene sempre condivisa – desideriamo
sempre organizzare mostre nelle quali la più alta percentuale possibile di opere sia nuova, realizzata
espressamente per l’occasione.
Tu a Siena, Fabio Cavallucci a Trento, Giacinto Di Pietrantonio a Bergamo. State facendo un lavoro di
primo livello anche in provincia e senza budget faraonici. E allora perché nei grandi musei o alla
Biennale di Venezia continuano a chiamare curatori stranieri o le solite facce?
Forse perché, nonostante le apparenze, il mondo dell’arte contemporanea è molto conservatore e conformista.
Sperimentare, rischiare, osare – con la possibilità, naturalmente, anche di commettere errori – non è
abitualmente previsto nelle cabine di regia.
Cosa ci propone il 2005 alle Papesse?
Dopo le tre personali di Elisa Sighicelli, Anya Gallaccio e Sergio Prego per la tarda primavera abbiamo invece
in programma una collettiva dal taglio assolutamente non convenzionale (per ora non anticipiamo altro)
coprodotta con TRA ARTe, la rete regionale toscana per l’Arte Contemporanea.
Sighicelli, Gallaccio, Prego, Palazzo delle Papesse, via di Città 126, Siena, tel. 0577220723,
www.papesse.org 22 gennaio-2 maggio 2005, orari: martedì-domenica 12-19, chiuso lunedì
o Jaar
Alfred
e fotografo, Alfredo
1956 in Cile, formatosi come architetto
Nato nel
re lavorato sulle questioni più
Jaar che ora vive a New York ha semp ica. Famosi i suoi progetti
drammatiche dell’attualità e della politzzonia, sul genocidio in
su Pinochet, sui cercatori d’oro in Ama ta 11 sul potere dei media
Ruanda e il lavoro esposto a Documen
a di Antonio Gramsci la sua
nell’era globale. E’ dedicata alla figur truisce la cella del filosofo
prima personale in Italia, dove Jaar ricos scattate a Roma che
e presenta una serie di lightbox con fotoerio di libertà e situazioni di
propongono visioni di opposti tra desid
prigionia.
via Solferino 44, Milano tel. 02Alfredo Jaar, Galleria Lia Rumma, fino a fine gennaio 2005, orari:
29000101, www.galleriarumma.it lunedì e festivi, ingresso libero
martedì-sabato 11-13, 15-19, chiuso
Yohji Yamamoto
Da oltre vent’anni lo stile Yamamoto suggerisce l’idea di minimalismo e
rigore all’interno della moda. Nessun effetto pirotecnico ma un silenzioso
atteggiamento zen, che trasferito nell’abito, diventa linguaggio scultoreo
e insieme stile di vita. Creatore di culto per artisti e intellettuali che non
possono rinunciare al total black, (Wim Wenders gli dedicò un breve film)
Yamamoto presenta 80 abiti della sua collezione allestiti da Masaho Nihei
a Firenze in occasione di Pitti Immagine Uomo. Mai come in questo si
incontrano le Correspondances tra arte e moda.
Yohji Yamamoto. Correspondances, Galleria d’Arte Moderna Palazzo
Pitti, Firenze, tel. 0553693407, www.pittimmagine.com, 13 gennaio-6
marzo 2005
44 di marzia di mento
arti bazar 01 2005
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ca
L’avveniristico museo della Mille Miglia: hi-tech e auto d’epo in un
della metro di Napoli,
convento dell’anno mille. La propensione museale
Roma e le origini della
il piccolo museo archeologico dell’Auditorium di mpor
aneo e antico
“libertà” americana... Sane commistioni tra conte
Archeologia nel ventre della
conte
mporaneità
All’interno della struttura dell’Audito
rium, a Roma, tra il foyer e la Sala
Santa Cecilia, è ospitato un piccolo museo archeologico. A darci
il benvenuto è la tegola angolare di gronda con la raffigurazione di
Acheloo, antica divinità fluviale, sospesa nel vuoto, divenuta simbolo
del
museo.
Plastici lignei ricostruiscono le varie fasi di occupazione dell’area in
età antica, che consistono in una villa realizzata intorno al 500 a.C. e
rimasta attiva fino al II secolo d.C., scoperta nel 1995 e scavata negli
anni 1996-97. Nelle bellissime vetrine disegnate da Renzo Piano,
tenute da sottili tiranti di acciaio, conservati alcuni dei reperti rinvenuti:
il vasellame da cucina, da dispensa e da banchetto, la riproduzione
del forno per cuocere il pane e la vera di un pozzo. Dalle vetrate del
museo si scorgono i resti delle strutture murarie della villa. Peccato
che, nonostante lo spazio ridotto, si avverta un po’ di confusione
per la disposizione innaturale delle vetrine e dei plastici, e che questi
ultimi oscillino pericolosamente non appena sfiorati, facendo sentire
tremendamente in colpa i malcapitati.
Auditorium Parco della Musica, viale P. De Coubertin, Roma. Tel.
0680241281
www.auditoriumroma.com
Il museo è aperto tutti i giorni dalle 11.00 alle 18.30; l’ingresso è gratuito.
1000miglia? Ora è hi-tech
La
un museo
Una volta sola all’anno non basta: così 30 imprenditori hanno sognato
fine dello
che raccogliesse la storia della leggendaria corsa automobilistica. E alla
scorso anno è stato aperto a Brescia il “Museo della Mille Miglia”.
sviluppa su
Ospitato nell’ex Monastero di Sant’Eufemia, interamente ristrutturato, si audiovisivi e
5.000 metri quadrati ed è diviso in 9 diverse sezioni; è dotato di impianti i. Esposte
multimediali, pannelli con testi e immagini, reperti, collezioni, e document
Mazzotti e
a rotazione le auto da corsa dal 1927 (l’anno in cui Maggi, Castagneto,
Canestrini “inventarono” la celebre corsa) al ’57.
Oltre a ripercorrere le tradizioni sportive dei motori, il museo ha come obiettivo
principale il coinvolgimento ludico del visitatore, al quale è offerta la possibilità
della
di scoprire gareggiando virtualmente cosa significasse seguire il percorso che
Mille Miglia. Ciascuno viene inoltre dotato di cuffie audio a raggi infrarossi
consentono di “dialogare” con auto e oggetti esposti.
sono
A raccontare storie e avventure legate alla mitica corsa automobilistica
Brera
Federico Fellini e Roberto Rossellini, Enzo Ferrari ed Ettore Bugatti, Giannitante
ma
quindi,
auto
solo
Non
Biondetti.
e
e i piloti Borzacchini, Fagioli, Taruffi
e (il
testimonianze. Un fascino particolare è dato dal contrasto tra contenitor ardia.
monastero benedettino) e contenuto, auto d’epoca e tecnologia all’avangu 31
03033656
Tel.
Brescia.
Museo della Mille Miglia, via della Rimembranza 3.
www.museomillemiglia.it, [email protected]
venerdì
Ingresso: dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 18.00, il primo e il terzo
del mese fino alle 21.30. Chiuso il lunedì
e over
persone
10
di
gruppi
,
Biglietto: 10 euro, 8 euro per studenti, soci 1000miglia
65 anni, 6 euro tra i 6 e gli 11 anni, gratis fino a 6 anni.
metro ad opera d’arte
Una
e
La linea 1 della Metropolitana di Napoli, dopo innumerevoli interruzioni
conseguenti disagi dovuti ai continui rinvenimenti archeologici, diventerà
l’unica metropolitana al mondo abbellita dai grandiosi resti della città
antica. Due stazioni in funzione sono state impreziosite con l’esposizione
di reperti antichi: la “Museo” di Gae Aulenti con copie di una testa di
cavallo in bronzo e dell’Ercole Farnese, e la “Salvator Rosa” con i resti
di un ponte romano. Il connubio arte-metro è già consolidato da tempo E
nella città di Napoli con i graffiti urbani della stazione “piazza Amedeo”.
in particolare lungo la linea che attraversa la zona collinare, dove Aulenti
e Meneghini hanno abbellito con opere d’arte contemporanea le stazioni
“Materdei”, “Quattro Giornate”e “Dante”, mentre Alvaro Siza si è occupato
della sistemazione della fermata di piazza del Municipio.
La “libertà” in America?
Viene
dalla lontana Rodi
E’ risaputo che
la Statua della Libertà (il titolo intero è Libertà che
illumina il Mondo), sull’isoletta davanti a Manhattan, fu eseguita dallo
scultore francese Bartholdi e donata nel 1876 alla città di New York
dalla
Francia repubblicana in occasione del primo centenario della rivoluzione
americana. Eppure ha origini ben più antiche… Quasi nessuno sa che
scultore per la sua realizzazione si ispirò alla statua in bronzo del Sole lo
che
fu eretta nel III secolo a.C. nel porto di Rodi, meglio nota come il Colosso,
divenuta subito una delle sette meraviglie del mondo, ma distrutta da
un
terremoto poco dopo la sua erezione. Anch’essa aveva come attributi
corona di sette raggi e la torcia, e doveva celebrare la libertà nel segnola
della luce.
46 di luca carboni
arti.skizzi bazar 01 2005
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bazar 01 2005
L
ib
an
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or
ir
e
sulle macerie
viaggi di andrea mugnaini 47
Così piccolo… eppure così grande.
Tra grattacieli e archeologia, ricordi di guerra e
voglia di svago. Vino libanese, saponi artigianali,
tramonti mozzafiato: e sullo sfondo una
piena di effervescenze diurne e notturnemetropoli
Cosa vedere
Una grande varietà di paesaggi per un territorio così piccolo,
resti archeologici e moderni
grattacieli, un recente passato di guerra e una sfrenata voglia di divertim
ento. Tutto questo è il
Libano, paese che si è lasciato alle spalle la devastazione, le stragi
e gli orrori di oltre vent’anni
di guerra civile. Soprattutto la sua capitale, Beirut, è tornata a essere
notturni più importanti del Medio Oriente. Ma Beirut non dimenticuno dei centri finanziari e
sono al tempo stesso bellissimi e strazianti i pannelli che mettono a: nel Distretto Centrale
a confronto le immagini di
alcuni edifici fotografati durante la guerra e dopo che sono stati ricostrui
ti. Tra questi, il Museo
Nazionale i cui tesori vennero murati per essere salvaguardati dai bombard
amenti e adesso sono
tornati a splendere in tutta la loro bellezza.
La Corniche, il lungomare di Beirut, è un luogo molto popolare e
frequent
ato. Si possono fare
passeggiate fino agli Scogli del Piccione, enormi arcate di roccia in mezzo
dei molti caffè ad ammirare il tramonto (consigliamo il Bay Rock al mare, o riposare in uno
Cafè proprio di fronte
agli scogli tel. 00961 1 796700).
Se dovete scegliere un solo luogo da visitare in Libano, questo è
senza
archeologico semplicemente straordinario. Vi lascerà senza fiato l’impone dubbio Baalbek, sito
questa antica città romana. Le sei colonne rimaste in piedi del Tempio nza dei monumenti di
di Giove, alte 22,9 m. e
con una circonferenza di 2,2 m., sono le più grandi del mondo. Impressi
onanti anche i blocchi
megalitici, lunghi 20 metri e superiori alle 1000 tonnellate di peso,
con
le fondamenta. Tripoli e Biblo sono due piacevoli città sulla costa cui sono state costruite
a
medievali della città vecchia di Tripoli sono un luogo splendido dove nord di Beirut. I souk
Biblo è una pittoresca città in una posizione affascinante. Dal Castellopasseggiare e fare acquisti.
splendida vista sul mare. Da visitare la necropoli reale con le cosiddett dei Crociati si gode una
con profondi tagli verticali nella roccia per proteggerle dai sacchegg e tombe a pozzo, realizzate
i.
La new entry
Nel quartiere più trendy di Beirut apre il
Four Points Le Verdun
Si chiama
foto di andrea mugnaini
5 cose da non perdere
1.
2.
3.
4.
5.
Leggere il Libano
così l’ultima novità turistica di Beirut, un nuoviss
conosciuto per i suoi centri commerciali, e i suoi famosi barimo hotel nel quartiere Verdun, il più alla moda di Beirut,
L’hotel è di nuova costruzione e offre 132 camere incluso e ristoranti che animano la vita notturna.
12 suite molto spaziose, un ristorante con cucina francese
e fusion, un bar nella lobby, una piscina sulla terrazza all’ultim
o piano, un club benessere, servizio massaggi, una sala
convegni e due sale meeting.
Gli interni dell’albergo sono stati pensati dal famoso interior
design trendy e moderno, ma allo stesso tempo confortevole,designer libanese Galal Mahmoud, che si è ispirato a un
creando un ambiente accogliente e di ampio respiro.
Info: www.starwoodhotels.com
Comprare
A Beirut si possono trovare prodotti artigianali tradizionali provenienti da tutto il paese all’Artisan
du Liban in Rue Clemenceau nel quartiere di Hamra o alla Maison de l’Artisan in Rue Minet al-Hosn,
all’estremità orientale della Corniche. I souk di Tripoli sono uno dei luoghi migliori per fare acquisti;
in modo particolare il sapone, che secondo la tradizione è stato inventato proprio qui, da Badr
Hassoun (tel. 00961 3 438369) all’interno del cortile del Khan al Saboun e oggetti in oro al Souk
Alsayaghin. Molto ricercato infine il vino libanese proveniente dalla Valle della Bekaa. A Ksara, nei
dintorni di Zahlé potete fare acquisti presso la più antica e famosa azienda vinicola del Libano (tel.
00961 8 813495).
Dormire
Beirut, Mayflower Hotel (Rue Neamé Yafet, Hamra tel. 00961 1 340681)
Beirut, University Hotel (Rue Bliss, Ras Beirut tel.00961 1 365390)
Biblo, Byblos sur Mer (Port Of Byblos, tel. 00961 9 942983; www.byblossurmer.com.lb)
Tripoli, Pension Haddad (tel. 00961 3 507709; http://pensionhaddad.8m.com)
Baalbek, Palmyra Hotel (Rue Abdel Halim Hajjar, tel. 00961 8 370230)
Mangiare
La cucina libanese è una delle ricchezze di tutta la gastronomia mediorientale. Verdure ripiene,
tabbooleh speziato, kibbeth (piatto a base di agnello) sono i pezzi forti di questa cucina che
affonda le sue radici in una miscellanea di culture (mussulmana, cristiana ed ebraica) che hanno
convissuto in queste terre per secoli. Ecco dove sperimentare i sapori libanesi:
Beirut, Walimah (Rue Makdessi, Hamra, tel. 00961 1 343128)
Beirut, Al-Mijana (Rue Abdel Wahab al-Inglizi, Achrafiye, tel. 00961 1 328082)
Biblo, Byblos Fishing Club (tel. 00961 9 540213)
Tripoli, Captain’s Fish Restaurant (Rue ibn Sina, tel. 00961 6 613031)
Le gigantesche colonne di Baalbek
Una passeggiata sulla Corniche, il
lungomare di Beirut
La città vecchia di Tripoli
Il castello dei Crociati di Biblo
Il vino della Valle della Bekaa
Khalil Gibran è il più famoso scrittore
libanese. Autore del successo mondiale
Il profeta (Rizzoli, 1999), è considerato
un eroe della cultura nazionale. Altro
autore di rilievo è Amin Maalouf
che ha pubblicato di recente Origini
(Bompiani, 2004): il protagonista
del libro ricostruisce le vicende della
sua famiglia in Libano attraverso
vecchi documenti. Molti libri di
autori stranieri sono dedicati a questo
paese. Dalla montagna sacra di William
Dalrymple (Rizzoli, 1998) analizza il
ruolo del cristianesimo nel Medio
Oriente con un capitolo dedicato al
Libano. Ghada Samman ha pubblicato
due interessanti libri le cui vicende si
svolgono a Beirut. Il primo è Un taxi
per Beirut (Jouvence, 1995) che narra di
un viaggio su un taxi collettivo verso
la capitale libanese dove si avvertono
le prime avvisaglie della guerra civile.
Il secondo è Incubi di Beirut (Abramo,
1993), e racconta in prima persona le
tragiche vicende della guerra.
www.libano.it Community italiana dedicata a chi ama
il paese dei cedri con informazioni culturali, turistiche,
commerciali
www.destinationlebanon.com Ufficio del turismo
libanese. Ottima risorsa per qualunque tipo di
informazione
www.dailystar.com.lb Sito del quotidiano libanese
Daily star, pubblicato in lingua inglese
www.downtownbeirut.com Tutto su Beirut: negozi,
alberghi, ristoranti, info utili
www.caravanserailonline.com Per acquistare online
i migliori saponi di Tripoli
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Il superfluo si elimina col cibo
Diete drastiche e inutili
digiuni innescano solo
meccanismi metabolici
negativi, il cosiddetto effetto
yo-yo. Idem per pasticche
“dimagranti” e integratori
“saltapasto”: barrette,
frullati e zuppe. Impariamo a
dimagrire col cibo. Quello che,
comunemente in commercio
al mercato, può aiutare a
dimagrire e risolvere anche
problemi specifici.
Stop alle
diete !
Fibre amiche
dimento meritano le fibre, che aiutano a depurare
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
L’olio di oliva previene le malattie cardiovascolari e aiuta
ad allungare il ciclo di vita cellulare. In poche parole aiuta a
vivere più a lungo.
Il tè (verde e nero) previene la degenerazione neurocerebrale e riduce gli effetti della vecchiaia sull’attività della
memoria. In più il tè verde aiuta anche a dimagrire perché
depura.
Il pesce, grazie al suo contenuto di acidi grassi Omega 3
e Omega 6, svolge un ruolo antidepressivo perché va ad
“alimentare” il cervello, costituito in gran parte di materia
grassa.
Stesso effetto antidepressivo ha la pianta di iperico,
paragonabile a quello di un farmaco potentissimo ma senza
le sue conseguenze negative.
L’aglio è da sempre conosciuto per le sue proprietà
benefiche contro l’ipertensione, le difficoltà digestive e per
eliminare le scorie.
Un’erba particolarmente versatile è la santoreggia, che
si usa comunemente in cucina, ma che, in forma di olio
essenziale, ha poteri afrodisiaci oltre che lenitivi, calmanti e
digestivi. In più rafforza i capelli.
Il carciofo e l’ananas aiutano a drenare ed eliminare i
liquidi, mentre il mirtillo non solo è indicato in casi di vista
debole ma anche per ridurre la fragilità capillare.
Costruire una dieta, non vuol dire “mettersi a dieta”, vuol dire
organizzare dei pasti che comprendano tutti i principi nutritivi,
dando loro il giusto spazio:
Proteine - necessarie alla crescita, alla formazione e alla
ricostruzione dei tessuti corporei; forniscono calore ed energia.
Carboidrati - forniscono il calore e l’energia necessari per la
contrazione muscolare.
Grassi e oli - costituiscono la parte fondamentale della struttura
cellulare, forniscono energia concentrata e varie vitamine.
Minerali - servono alla formazione della struttura corporea e
all’esercizio delle normali funzioni dell’organismo; tutti gli alimenti
ne contengono in percentuali differenziate.
Vitamine - sono sostanze delle quali il nostro organismo ha
bisogno in piccole quantità per mantenersi in buona salute.
Acqua - è una componente essenziale delle cellule ed è presente
in tutti gli alimenti.
Fibre - costituiscono la parte del cibo che non viene digerita e
percorrono tutto l’intestino senza essere modificate; prevengono
molte malattie.
Un piccolo approfon
l’organismo, prevengono i tumori dell’intestino e combattono la
stitichezza. Sono utili per dimagrire, perché, assorbendo molta acqua,
aumentano il senso di sazietà e riducono il senso di fame. Si trovano in
principalmente in verdure con foglie (lattuga, verza, sedano) e frutta,
verdura da radice come patate, carote, pastinaca, rape e patate dolci,
e nella frutta secca. Anche i legumi (piselli, fagioli, lenticchie, ceci, fave,
soia) ne contengono in buone quantità, oltre ai cereali integrali (grano,
riso, granturco, orzo, miglio e cereali da prima colazione) e crusca del
grano. Il pane integrale contiene una quantità di fibre quattro volte
maggiore del pane bianco e nell’intestino è otto volte più efficace nel
combattere la stitichezza e le sue conseguenze. La farina integrale
contiene il 100 per cento del chicco di grano, la farina bianca contiene
invece poco più del 70 per cento del chicco: la parte più ricca di fibre la
minerali e vitamine viene infatti rimossa durante la macinazione. Anche
pizza è nata con farina integrale.
e agrumi
Vitamina Cantiossid
ante del nostro organismo e protegge dai dannosi
E’il maggiore
effetti dell’inquinamento atmosferico e dalle infezioni del tratto urinario,
potenzia la reazione immunitaria e, oltre a ridurre i livelli di colesterolo,
la pressione arteriosa e l’arteriosclerosi, è in grado di ridurre i rischi del
cancro. Combatte inoltre la stanchezza e lo stress, è essenziale per la
formazione del collagene (la sostanza che garantisce l’elasticità della
pelle), protegge dall’insorgenza di lividi, dalla formazione di piccoli
trombi, e favorisce la guarigione delle ferite. Combatte l’anemia perché
favorisce l’assorbimento del ferro nel tratto intestinale. Si trova in grandi
quantità in tutte le verdure, nelle fragole e negli agrumi. In particolare
abbonda in asparagi, avocado, broccoli, cavolini di Bruxelles, meloni,
pompelmi, limoni, mango, cipolle, arance, papaya, prezzemolo, piselli,
peperoni, ananas, ravanelli, spinaci, pomodori, crescione, cavoli, cachi,
ribes, barbabietole ecc. Tra i frutti i kiwi sono i più ricchi, ne contengono
infatti il doppio delle arance. La rosa canina (tipo di rosa selvatica)
è invece la pianta che ne contiene di più. La vitamina C è facilmente
deperibile per cui gli alimenti vanno consumati freschi e comunque non
vanno conservati, né cotti a lungo. La vitamina C è idrosolubile (si espelle.
con l’urina) quindi va reintegrata costantemente perché non si accumula
Sul web:
www.adieta.it - i gruppi alimentari
www.abc-fitness.com/artic/in-alime
www.pizza.it/angeletti/fibre
www.crescitacivile.it/sanità/istituto - Le linee guida per una sana
alimentazione
In libreria:
La buona alimentazione. Pensieri sulla salute di Anna Powar, Editore Il
saggiatore 348 pp. € 18.50
Cereali e legumi nella dieta per la salute di Alessandro Formenti e Cristina
Mazzi, Editore Tecniche Nuove 359 pp., € 29.90
Cento piatti della salute. Le regole per una cucina sana e naturale. Antipasti,
primi, secondi, contorni, dolci, Editore Vallardi A. 159 pp., € 7.50
La tavola della salute di Kousmine Catherine, Giunti editore 415 pp., € 9.50
Alimentazione. Quali alimenti scegliere per stare bene di Valeria Balboni,
Editore Alpha Test 192 pp., € 9.50
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avere di giulia premilli 49
La vasca da bagno? In salotto
…e la birra nelle caramelle, i disegni dei bambini nei cioccolatini e gli
elettrodomestici… in tasca. Ma che 2005 ci aspetta?
lotto…
La vasca da sa
come un divano tutto
rosso..
o anche messa in produzione. E’ la
Si, non solo l’hanno inventata ma l’hann , ricorda quasi un tavolo da biliardo, è
fuoco
o
Ross
o”.
salott
“da
vasca da bagno
“luxury concept”, come ama chiamarla
a due posti. Elegante e strabiliante è una imo Farinatti punta sulla delicatezza
Mass
ner
desig
del
,
oVivo
l’ideatore. Ross
tto, come il metacrilato che dà quel
dei materiali e la luminescenza del prodorsi… E poi non mancano l’aria e l’ozono
riflette
e
re
riflette
dove
leggero traslucido
particolarità? La vasca si adatta a
che delicatamente accarezzano. La sua diventare un intrigante momento…
per
o…,
salott
al
o,
bagn
tutti gli spazi, dal
pubblico.
Prezzo? Iva compresa: euro 8.640,00
I bambini
disegnano
cioccolatini
avuto
E’ la dolcissima Richart di Parigi ad aver più
l’idea più dolce dell’anno. Per il concorso mets,
goloso di tutti i tempi, il Graines de Gourdi
Michel Richart ha selezionato 13 disegni a
bambini tra gli oltre 3000 giunti all’omonim
sono
boutique. Tra questi i più intraprendenti olatini.
stati riprodotti come decorazione ai cioccpropria
Ogni dolcetto della collezione vive di vita ail di
raccontando temi glassati come: “un cockt
gelato” o “Moon Cherry”.
euro
Per una confezione da 9 si parte da 11,50 Tel.
Milano - Richart, via Vincenzo Monti 36.
02 36520676
Eventi trendy
Ma chi te lo fa fare di organizzare tutto da e!
te? Lascia fare a chi di eventi se ne intend
23 Music Agency da anni nel settore live
organizza le serate più trendy d’Italia.
La 23 Agency collabora con artisti e
promoter di tutto il mondo negli ambiti
del management, della promozione,
organizzazione di eventi, soprattutto per
eventi musicali e discografia. Inoltre la 23
Agency organizza concerti live di artisti
italiani in locali di media dimensione e
discoteche.
Le ultime serate organizzate? D.Dee
Jackson, Amanda Lear e Paola & Chiara.
23 Music Agency, Loc. Turicchi, 64,
Firenze tel 0558319122
Le Kikke
mangiate con la
schiuma! Che
idea gassosa!
E’ venuta a un produttore italiano di birra la
rinnomata Baladin. Dopo essersi buttato nell’alta
fermentazione del malto, producendo una bitta di
ottima qualità, si è detto: ma perché non creare
delle caramelle di gelatina per solleticare i palati
più simpatici. Così, dalla luppolosa creatività del
produttore della Birra Baladin, sono nate le Kikke
alla birra di gusti diversi.
Si va dalle Galèe de Bière Noel (dalla gelatina
intensa sia per i profumi che per i sapori che
si arrotondano tra il gusto di cacao, prugna e
liquirizia) al Galèe de Bière Nora (dal sapore
contrastato di miele e punte di zenzero). Ma la
casa madre informa che le varietà sono tante
come: Gelée de Bière Super, “dall’intrigante
equilibrio tra dolce e mandorlato con intensi
profumi di frutta tropicale” (ottimo per i formaggi
di media stagionatura), alle Gelée de Bière Isaac,
“dai profumi di fiori intensissimi che si trasformano
in bocca in un delicato sapore di fruttato”. Le
kikke possono essere servite come ottimo
accompagnamento per formaggi o pesce.
Info: Le Baladin, birra artigianale, piazza V
luglio 15, Piozzo Cuneo. Tel. 0173 795431
Semplire… pGiù
picco odomliestici
elettr n!
migno
ltà sono
me giocattoli in rea
Si presentano coin miniatura. Aspirapolvere,
elettrodomestici ice, lavastoviglie, cucina e forno
frigorifero, lavatr solo alcuni dei “mini” disegnati
microonde sonoele. Tutti i giochi funzionano a
e prodotti da Mi cono fedelmente i “fratellini “
batteria e riprodu , asciugano, aspirano… un
maggiori. Lavanoto da uscire di testa! Ed è tutto
set di divertimenme la lavastoviglie con cestello
funzionante! Co atrice con cestello ruotante e
e stoviglie o la lavgio, il tutto “spiabile” dal micro
suoni per il lavag
ice 34,50
oblò.
ere 29 euro, lavatr
Prezzi: aspirapolviglie a 35 euro
euro e la lavastov llery, Corso Garibaldi 99.
Milano - Miele Ga
.
Tel. 0229061006
50 di agnese ananasso
hi-tech bazar 01 2005
Phone-mania
Poter comunicare ogni tipo di informazione:
immagini, suoni, testi… E’ il sogno di tutti i
phonemaniacs. E mentre il sistema Umts fatica
a decollare, intanto diamo un’occhiata alle ultime
frontiere dei telefonini
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Per chi ci lavora
Siemens propone un telefonino di fascia medio-alta
dedicato soprattutto al settore business delle piccole e
medie imprese, l’SK65. Un vero e proprio ufficio portatile
con tanto di BlackBerry integrato. Grazie alla ghiera
rotante si trasforma in una tastiera qwerty con qui si
possono scrivere, ricevere e inviare mail. Qualcosa di
più di un bel giocattolo, con 30 MB di memoria e una
funzionalità (Mobile Data Services) che consente di
accedere ai dati Intranet. Ha anche un bel display a colori
ad alta risoluzione, tecnologia Bluetooth e giochi di serie.
Il prezzo di mercato è di circa 500 euro.
Sempre studiato per utenti di fascia alta che amano
avere tutto in tasca, è il Nokia 9500 Communicator,
che chiuso è un normale telefonino, magari un po’
ingombrante, ma aperto diventa un vero e proprio Pc,
di dimensioni ridottissime, con le medesime funzioni. Un
po’ caro, si aggira sugli 800 euro ma se confrontato
con gli altri smartphone dalle stesse funzioni, è in linea
col mercato. Il diretto concorrente, il Sony Ericsson
P900, il “nipotino” del P800, è sulla stessa cifra. In più
è dotato di schermo sensibile al tocco. Comunque è già
stato superato dal P910, che in aereo, disattivando il
Bluetooth e la modalità telefonino, può essere utilizzato
come un Pc (742 euro).
Per chi non vuole spendere una
fortuna
Pianeta Umts
Da un paio di anni pare ci sia stato il boom dell’Umts, anche
se più che
boom, finora, pare sia un flop. Il successo di questo nuovo sistema
infatti è
dovuto alle offerte imbattibili che gli operatori (H3G e ora anche
Vodafone)
hanno lanciato per attrarre clienti (tipo il 2x1 dei telefonini).
si basa su un tipo di rete diversa da quella del Gsm, in grado Questo sistema
qualsiasi tipo di informazione, dai dati alla voce alle immagin di trasportare
velocità, offrendo una serie di servizi personalizzabili. Stenta i, ad altissima
però a decollare
a causa della scarsa copertura di rete: manca infatti un accordo
operatori. I gestori della rete di 2G e 2,5 G (seconda e seconda tra gli
generazione
e mezzo, cioè Gsm e Gprs) vogliono mantenere i propri clienti
sottrarre risorse a questo business per dedicarsi a uno nuovoe non
e incerto.
Poi c’è anche un altro problema: i telefonini per l’Umts sono
e decisamente poco trendy. Questo dipende dalla necessità ingombranti
schermo ampio per poter creare e vedere foto e filmini. C’è di avere uno
da dire che il
“dettaglio” del design è stato più curato negli ultimi mesi, sopratt
utto da
quando anche altre marche di telefonia (oltre alle pioniere Lg
e Nec) sono
entrate sul mercato del 3G. Gli ultimi nati sono il Sony Ericsso
Vodafone; il Nokia 7600 (il più particolare, dalla forma quadrat n Z1010, per
Sgh-Z105. In arrivo lo Sharp 902 con un sensore a 2 Mpixel a), il Samsung
per vedere foto e filmini anche in Tv. Di questo non si sa ancorae la presa
il prezzo, gli
altri vanno dai 500 ai 600 euro, ma se ne trovano anche di
più economici,
basta seguire le offerte degli operatori su www.tre.it www.vo
dafone.com o
recarsi nei negozi relativi.
Dove osano i telefonini
I cellulari stanno diventando dei factotum. Sempre più piccoli
zeppi di funzioni, quella di telefonare diventa solo una delle e sempre più
tante. Sono
multimediali, mandano mail, girano filmini, scattano foto, registra
no e fanno
ascoltare musica. La comunicazione diventa mobile e senza
limiti.
Altro che
Natale, è questo il periodo migliore per comprarsi un telefonin
o nuovo, visti
promozioni e sconti: ce ne sono per tutti i gusti e le tasche.
Per mani di fata
E’ di Motorola il telefonino più leggero e più sottile mai prodott
V3 ed è fatto in alluminio e magnesio, due materiali mutuati o. Si chiama
dall’industria
aerospaziale, che lo rendono particolarmente leggero: solo
14 millimetri di spessore. La tastiera è un foglio in lega 100 grammi per
molto sensibile al tocco. In più è dotato di fotocamera e di rame e nichel,
suonerie Mp3. Il
prezzo si aggira intorno agli 800 euro. Sconsigliato a chi ha dita
grandi perché
i tasti sono molto piccoli.
Anche se ormai il prezzo dei cellulari si è ridotto
drasticamente, la presenza di numerosi optional fa
comunque lievitare la spesa. Chi desidera avere un
bell’oggetto, con funzioni che non siano solo di chiamata
ma senza troppi fronzoli, trova ciò che fa al caso suo
senza spendere troppo. E’ il caso del Panasonic A102,
che occupa solo 18 millimetri di spazio, ha il vivavoce,
le suonerie polifoniche e una batteria che dura ben
300 ore in standby. Costa 119 euro. Stessa fascia di
prezzo per il Samsung Sgh-C200 (139 euro) che pesa
69 grammi ma ha un’ampia rubrica e una bella tastiera
luminosa. Anche il Nokia 3100 è un vero gioiellino che
si può acquistare con un centinaio di euro, è dotato di
display a colori, mascherina fosforescente che si illumina
quando squilla, ha suonerie polifoniche e dimensioni
ridotte. Sono tutti telefonini che non scattano foto o
girano filmini, hanno le funzionalità di base… ma anche
qualcosa di più.
E contro i virus…
Nokia ha lanciato nel mese di dicembre due nuovi modelli
di cellulari dotati di un software, F-Secure, a prova di
virus. Un servizio che costa 9 euro al mese, una piccola
spesa che promette di mettere al sicuro anche interi
capitali, soprattutto per chi gestisce il proprio conto
bancario on line e via telefonino.
Divertimento in linea
Un telefonino o una console? E’ la domanda che ci si
pone quando ci si trova davanti all’N-gage di Nokia
(sito dedicato www.n-gage.com), un design spaziale con
giochi 3D ad alte prestazioni. Si porta in tasca, integra
la tecnologia Bluetooth, è dotato di memoria esterna
e di software N-Gage Arena Launcher preinstallato
e di display a 4096 colori retroilluminato. Ha tutte le
funzioni di un telefono di fascia media più quelle di una
console. L’ultima versione, quella migliorata per il gioco,
costa 299 euro.
Per i maniaci dell’immagine
Ha anche uno schermo che si apre per poter fare delle
riprese migliori, il Panasonic X300, proprio come una
videocamera.In più ha una buona memoria (30 foto),
scatta, gira filmini a buona risoluzione e li spedisce.
Costa 299 euro. Lo schermo mobile è diventata ormai
una moda, ce l’ha anche l’Lg T5100, che, chiuso,
sembra una videocamera (schermo a 1,3 Mpixel) ma in
verità è un cellulare con tecnologia Java e Wap, manda
e-mail e naviga in internet. Costa sui 500 euro.
www.bazarweb.info
bazar 01 2005
Nel gioiello pensato dai designer le componenti
tecnologiche e persino formali non sono dettat materiche,
atto creativo, né da un’esigenza produttiva o die né da un puro
marketing, ma
rappresentano piuttosto l’applicazione di un proces
quello adottato, dagli stessi autori, ad altre scale so analogo a
progettuali, dal
furniture al product design fino all’architettura.
Una interessante mostra, attualmente in corso
alla Triennale
di Milano, curata da Alba Cappellieri e Marco Roman
numerose opere che vogliono testimoniare propri elli, propone
essere racchiuso ed espresso da un piccolissimo o quanto può
oggetto come il gioiello. Le opere esposte sono e prezioso
in quanto frutto del lavoro di creativi abituati state selezionate
a confrontarsi con
il più ampio alveo della progettazione architettoni
ca e del design.
I rimandi a queste discipline, ovvero alla scala maggi
cristallizzati nei gioielli proposti, a volte attraverso ore, vengono
di auto-citazione, altre volte secondo rimandi più un processo
segreti. Sempre
comunque sostituendo, come parametro di attribu
zione del
valore, le scelte progettuali alla tradizionale prezio
sità del
materiale. Le opere presentate riassumono le
recenti stagioni
artistiche, suggeriscono analogie formali con archit
etture e mobili
e invitano al confronto trasversale tra le divers
Sul piano del linguaggio lo scontro generazionalee scale progettuali.
- da Sottsass ai
Gioielli architettati
architetture di oliva muratore 51
Bouroullec - giocato sui materiali e sulle tecniche oltre che sulla
forma - si fa evidente, confermando l’alto valore simbolico, e quindi
la relazione con la tendenza e il dibattito, insiti nell’atto stesso di
decorare il corpo. Per chiarire il concetto di “gioiello di design”, i
curatori hanno scelto di presentare cinque categorie esemplari:
Gioiello d’artista (Carla Accardi, Getulio Alviani, Afro Basaldella,
Pietro Consagra, Fausto Melotti); Gioiello di Jewellery Designer
(Giampaolo Babetto, Mario Pinton, Gerd Rothmann); Gioiello Pièce
Unique (Bulgari, Cartier, Chanel, Damiani); Gioiello di Fashion
Designer (Chanel, Gucci); Gioiello di Produzione (Bulgari, Cartier,
Salvini) - che evidenzino altri modi della gioielleria contemporanea
e quindi segnalino differenze e analogie con il gioiello di design.
L’allestimento, progettato da Marco Romanelli e Marcello Pinzero,
si propone di valorizzare ciascun percorso progettuale individuale
ponendolo tuttavia in relazione con tutti gli altri. Nasce così una
suggestiva selva di colonne autoilluminate che racconta l’approccio
di ogni singolo designer al tema del gioiello. Particolarmente
incisivo il progetto grafico, della mostra e del catalogo, a cura di
Giuseppe Basile, in particolare nell’immagine-logo de “Il design della
gioia” ove compare la riproposizione stilizzata di un volto costruito
attraverso alcuni dei gioielli in mostra. (Il Design della Gioia: il
gioiello tra progetto e ornamento, Triennale di Milano, fino al 27
febbraio 2005)
Gioielli concepiti come architetture, o come mobili. Ma
su una diversa scala
progettuale. Ecco come il gioiello può racchiudere
il percorso creativo di un designer
Mostra Bianca:
quando il silenzio parla
A Piazza Armerina nei pressi del Parco
archeologico Villa del Casale, in un’area
del centro Sicilia considerata il terminale
del suggestivo percorso ecologico “E1”
– in Italia “Cammino dell’Alleanza” – che
dalla Norvegia attraversa l’Europa per
concludersi in Sicilia, nel contesto
di un’articolata architettura rurale
ottocentesca di proprietà di Nietta Bruno,
è nato per iniziativa privata – un connubio
tra cultura e impresa – il Centro Arte
Contemporanea Bannata quale “luogo di
osservazione” per la ricerca e l’informazione
sulla produzione artistica contemporanea,
affidato alla direzione artistica di Anna
Guillot e finalizzato in senso divulgativo e
promozionale.
L’esposizione propone diverse installazioni
e video di Massimo Arduini, Adriana
Civitarese, Iginio De Luca, Earth Reflects
World If Nameless, Roberto Piloni, Marina
Quaranta, Alfredo Sciuto, Ampelio Zappalorto
e del critico Vittoria Biasi per l’occasione
in qualità di artista. E’ esposta inoltre una
suggestiva opera bianca di Tadeusz Kantor
(Emballage, dedicata al silenzio) proveniente
da un’importante collezione privata.
La rassegna-evento nasce da un’idea di
Anna Guillot e si avvale dell’apporto critico di
Adriana Martino, teorico dei linguaggi visivi e
curatore indipendente di mostre e rassegne.
La “Mostra Bianca” è l’esito di un work in
progress collettivo della durata di 3-4 giorni.
Il catalogo, edizioni Sincronie, documenta il
work in progress e contiene, oltre al saggio
introduttivo e alla riproduzione delle opere,
le schede critiche e le note biografiche degli
autori.
Centro Arte Contemporanea Bannata Piazza Armerina (EN)
Fino al 23 Gennaio 2005
Segreteria mostra: tel. 3401215704 0957159323 - 3296274918.
MOSTRE
Una rivista lontana dai luoghi
comuni
A10 è la prima rivista
europea di architettura. Diretta
dal critico Hans Ibelings è prodotta da una
redazione transnazionale.
La rivista si dedica ai nuovi progetti che si
costruiranno in Europa, con uno sguardo
obliquo che cercherà di evitare ciò che
si pubblica altrove. Nel primo numero,
Dicembre04/Gennaio05, tra i molti edifici
presentati, una biblioteca nelle Azzorre e un
museo a Tallin. Vi saranno inoltre interviste,
articoli di fondo e guide alle singole regioni
o a particolari città europee. Proprio in
questo numero una rubrica sulla Sicilia
orientale, curata da Luigi Prestinenza. (http:
//www.a10magazine.com ).
52 di matteo bianchini
piccoli bazar 01 2005
www.bazarweb.info
Insegnare ai bambini che i rifiuti sono risorse
Avete mai pensato di giocare con materiale riciclato? Avete mai pensato
di divertirvi a realizzare
opere artistiche insieme ai vostri figli con oggetti usati? I centri di Riciclagg
io Creativo Remida sono
organizzazioni no-profit, che tengono in stretta relazione le question
gli aspetti legati alla creatività e all’idea di promuovere un approccio i ecologico-ambientali con
andando oltre la norma di un modello didattico e didascalico spesso educativo, vitale, innovativo,
offerto nella tradizione scolastica
e laboratoriale rivolta sia ai bambini sia agli adulti.
I centri distribuiscono materiali (carta-cartone-ceramica-colori-cordame-cuo
io-gomma-legno ecc....)
a insegnanti e operatori di nidi e scuole d’infanzia, scuole elementari,
scuole medie, istituti superiori,
associazioni educative e culturali, centri diurni per anziani, centri disabili,
centri sociali, ecc. Un modo
originale per raccogliere la sfida di rinnovare lo sguardo mentale e culturale
per abilitare insieme
mani e pensiero anche attraverso l’incontro con scarti, rifiuti, avanzi
e giacenze di magazzino della
produzione industriale.
La rete dei Remida si sviluppa intorno al Centro di Riciclaggio Creativo
centro nato nel 1996, ed è formata, ad oggi, da 9 centri collocati sul di Reggio Emilia, il primo
in Danimarca e in Australia; nei prossimi mesi è già prevista l’aperturaterritorio nazionale oltre che
di altri Centri a Roma, Biella,
Trento e altri tre in Danimarca (Jelling, Egtved, Hirtshals)
Remida promuove l’idea che i rifiuti sono risorse. Un progetto culturale
che rappresenta anche
un modo nuovo, ottimistico e propositivo di vivere l’ecologia e di “costruire
il cambiamento”
valorizzando i materiali di scarto, i prodotti non perfetti e gli oggetti
senza valore, per accedere all’idea
di nuove possibilità di comunicazione e creatività in una logica di rispetto
dell’oggetto, dell’ambiente,
dell’uomo. Remida promuove e organizza anche laboratori e corsi di
formazione, seminari,
allestimenti, conferenze.
I centri Remida in Italia: Reggio Emilia, Casalgrande (RE), Genova, Lecco,
Napoli, Neghelli, Napoli
Poerio, Napoli Ponticelli, Torino.
Info: REMIDA, via Verdi, 24 - 42100 Reggio Emilia. Tel. 0522431750
- [email protected]
AGAC Servizi Energetici e Ambientali www.agac.it - [email protected]
Giocare, Scoprire, Crescere
Giocare coi rifiuti per imparare a riciclarli. Scoprire la rabbia per
imparare a controllarla. Cose da bambini che fanno bene agli adulti
Indovina chi viene a casa? La baby-sitter!
Il Comune di Firenze, Servizio Asili nido e Servizi
Complementari, in ottemperanza a quanto previsto dalla
normativa regionale promuove un secondo corso di formazione
finalizzato all’iscrizione nell’Elenco Comunale per baby sitter,
già istituito dall’anno 2002. Tale elenco predisposto e tenuto
dall’Amministrazione Comunale è a disposizione di tutte
quelle famiglie che desiderano avvalersi del servizio e che
contatteranno personalmente le educatrici/gli educatori iscritti.
L’Amministrazione Comunale, al fine di promuovere tale servizio,
interviene a sostegno delle famiglie che usufruiscono di baby
sitter iscritte/i in tale elenco con un contributo economico pari
al costo degli oneri previdenziali ed assicurativi versati dalle
famiglie stesse all’Istituto di Previdenza Sociale a favore della/del
baby sitter. Saranno ammessi al corso fino ad un massimo di
300 persone. Il corso si articolerà in n. 30 ore di lezioni teoricopratiche riguardanti lo sviluppo psico-fisico del bambino e le
metodologie educative relative alla prima infanzia. Al termine
del corso sarà effettuata una valutazione finale di verifica il
cui superamento consentirà il conseguimento dell’attestato di
idoneità e la relativa iscrizione all’Elenco Comunale di baby
sitter.
Info: servizio Asili nido Comune di Firenze; tel. 0552625748/49
- [email protected]
Firenze: 150 anni di fotografie di bambini
La storia dell’infanzia e dell’affermazione dei suoi diritti, dalla fine dell’800
fino ai giorni nostri è il tema della mostra Cammina cammina- 150 anni
di
fotografie di bambini nelle collezioni Alinari, a Firenze, nel salone Brunelles
chi
dell’Istituto degli Innocenti, fino al 16 gennaio 2005. La manifestazione
è
Patrocinata dalla Presidenza della Giunta Regionale Toscana, dalla Provincia
di
Firenze, dall’UNICEF Innocenti Research Centre.
Info: Istituto degli Innocenti – Benedetta Manoelli, tel. 0552037310
- info@ist
itutodeglinnocenti.it
Fratelli Alinari, tel. 0552395200 - [email protected]
Nei libri la rabbia dei bambini
I racconti per bambini sono uno strumento di comunicazione
molto potente e ci confermano che le difficoltà della vita sono
sì inevitabili, ma anche superabili, con percorsi interpretati in
modi diversi da ciascun bambino. Attraverso l’uso di favole
e racconti gli adulti possono comprendere meglio le rabbie
dei bambini. Ogni rabbia deve essere ascoltata seriamente e
rispettata; e tante volte è meglio star zitti e cercar di capirne
i perché. Di rabbia e di capricci si parla nei libri presentati
questo mese. Per il bambino la rabbia è quella parte selvaggia
di sé che è impossibile negare, ma che bisogna imparare a
governare.
Philippe Goossens, Thierry Robberecht
PICCOLO DRAGO
Zoolibri, Reggio Emilia, 2003
Pagine 32, formato cm 22 x 26
Quando la rabbia diventa così grande da non saperla gestire…
Cresce cresce cresce e prende le sembianze di un drago, un
mostro che non pensa tanto da rivoltarsi contro se stesso.
Un’emozione intensa e un po’ paurosa che lascia il posto a una
tristezza che solo qualche coccola potrà consolare…solo allora
finalmente il “Piccolo drago” tornerà in sé.
Mireille d’Allancé
CHE RABBIA!
Babalibri, Milano, 2002
Pagine 32, formato cm 21 x 27
Una rabbia forte e tutta rossa che riesce, sì, a uscire ma diventa
così incontenibile da…
Ancora una raffigurazione delle rabbie infantili, questa volta
sotto forma di un mostro rosso, che comunica l’importanza
di vivere le emozioni, elaborarle e sapersi consolare o farsi
consolare.
LIBRI
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CANOA POLO
bazar 01 2005
sport di valerio cammarano 53
Salta a bordo di una canoa. Impugna una
pagaia. Prendi una palla e… colpisci!
Con una palla, per sport, si può fare tutto. Calciarla, schiaffeggiarla,
accarezzarla, prenderla a bastonate o a racchettate. Da qualche anno c’è
anche chi si diverte a prenderla a
pagaiate. Sono gli appassionati di canoa polo, disciplina relativamente giovane
(è nata una trentina di anni fa in Inghilterra e Germania) esportata in Italia all’inizio degli anni ’80.
È un gioco tutto sommato semplice: due squadre di cinque persone si affrontano in uno specchio d’acqua dolce o marina lungo 35 metri e largo 23 a
bordo di canoe che vanno dai due ai tre metri. Lo scopo è infilare il pallone, che poi è lo stesso che viene usato nella pallanuoto, in una piccola porta
(un metro per un metro e mezzo) posta a due metri di altezza.
L’attrezzatura per giocare è relativamente semplice. La punta delle canoe deve avere una copertura morbida, per impedire che gli scontri tra le
imbarcazioni, frequenti durante il gioco, provochino danni seri. Per quanto riguarda gli atleti, oltre a una maglia uguale per tutti i giocatori della stessa
squadra, i regolamenti impongono di indossare un salvagente e un casco munito di griglia. Essendo la canoa polo praticata in acqua, non c’è bisogno
di spiegare l’utilità del primo accessorio, mentre l’uso del casco è consigliabile vista l’alta probabilità di beccare, durante una partita, una simpatica
remata in testa (siamo sicuri che i puristi perdoneranno l’uso di termini tecnicamente impropri, che hanno l’unico pregio di rendere bene l’idea).
A differenza dell’hockey, per passare e tirare il pallone oltre alle pagaie si possono adoperare anche le mani. In realtà, almeno da noi, nei primi
tempi era permesso solo l’uso delle pagaie (con l’eccezione della Liguria). Nel 1993, in seguito all’adozione delle regole internazionali da parte della
Federazione Italiana Canoa-Kayak il cosiddetto “stile italiano” fu abbandonato e si adottò il regolamento europeo unificato.
Pur essendo ancora una disciplina molto elitaria, negli ultimi anni in Italia la canoa polo è andata crescendo, come dimostra l’esistenza di campionati
nazionali in campo sia maschile sia femminile e il secondo posto conquistato dalla nazionale Under 21 agli ultimi Campionati del Mondo di Miyoshi
(Giappone). Avvicinarsi a questo divertente sport è semplice. Basta rivolgersi a uno dei tanti circoli che offrono corsi gratuiti per principianti. L’elenco
completo si trova sul sito www.canoapolo.it, mentre altre informazioni si possono trovare sul sito ufficiale della Federazione Italiana Canoa-Kayak
(www.federcanoa.it).
FIAMMA
OLIMPICA
Per la stragrande maggioranza di noi, la partecipazione a
un’Olimpiade nella veste di atleti è un sogno assolutamente
irrealizzabile. Esiste però un modo per sentirsi parte di questa
grande esperienza, almeno a livello simbolico: portare, anche se
per un brevissimo tratto, la fiamma olimpica.
Il simbolo dei giochi arriverà a Roma, proveniente dal Tempio di
Hera di Olimpia, il 7 dicembre del prossimo anno. Dalla capitale
partirà per il suo viaggio di 64 giorni alla volta di Torino, sede delle
Olimpiadi invernali 2006, percorrendo circa 11 mila chilometri
e toccando tutte le regioni italiane. L’onore di portare per primo
la fiamma è toccato a Stefano Baldini, oro nella Maratona ad
Atene, ma dopo il grande atleta reggiano tutti avranno la possibilità
di fare i tedofori. Per candidarsi bisogna compilare un modulo che
si trova sul sito www.fiammaolimpica.it. Il consiglio è di fare in
fretta, perché le richieste saranno sicuramente numerosissime.
Sorpresa: lo sport più amato dai
giovani non è il calcio…
Quanto è diffuso lo sport in Italia? E, soprattutto, quali sono le
discipline più praticate nel nostro paese? A queste domande
ha cercato di dare risposta uno studio effettuato dal CONI in
collaborazione con il Dipartimento di Statistica dell’Università di Roma
sulla base delle rilevazioni ISTAT per il 2000.
Le risposte che ne sono emerse sono per molti versi sorprendenti. In
primo luogo per l’alto numero di persone che dichiarano di praticare
una qualche disciplina sportiva: quasi 17 milioni (un quarto della
popolazione totale). In secondo luogo perché, contrariamente a
quanto si potrebbe pensare, lo sport più amato dai giovani sotto
i sedici anni (o, meglio, lo sport verso il quale i giovani sotto i
sedici anni sono instradati dai genitori) non è il calcio (o l’atletica)
ma il nuoto. Il discorso cambia quando si passa all’attività agonistica,
dove il pallone torna assoluto protagonista, accompagnando un
terzo degli italiani come disciplina principale per il resto della loro vita
(magari sotto forma di calcio a cinque). Sono invece in nettissimo
calo il ciclismo, sport di pura fatica che probabilmente poco si addice
all’indole dei ragazzi di oggi (e in più paga lo scotto dei troppi scandali
per doping in cui i praticanti – dilettanti o professionisti – sono stati
coinvolti negli ultimi anni) e il pugilato, i cui rappresentanti sono ormai
in via di estinzione così come quelli del canottaggio. Discorso diverso
merita la scherma, che, pur rimanendo disciplina elitaria, riesce a
conquistare nuovi adepti sulla scia dei successi olimpici. In termini
assoluti, i tesserati rimangono pochi (intorno agli 11 mila), ma nel
dopo Atene c’è stato un boom di nuove iscrizioni tale da costringere
molti circoli a non accettarne più.
14-16 GENNAIO
Scherma – Terni – Seconda
Prova Cadetti alle 6 Armi
16 GENNAIO
Canottaggio – Pisa – Terza
Prova Campionato Italiano
Gran Fondo e Coppa Italia
20 GENNAIO
Calcio – Bisceglie (Bari) – ItaliaEire – Partita amichevole Under
19 maschile
28-29 GENNAIO
Scherma – Venezia – Coppa
Città di Venezia – Coppa del
Mondo Senior di Fioretto
maschile
28-30 GENNAIO
Scherma – Pisa – Torneo
Internazionale Cadetti
29-30 GENNAIO
Scherma - Bergamo – Quarta
Prova Circuito Master alle 6
Armi
54 di angelita peyretti
sciocchina bazar 01 2005
www.bazarweb.info
“i vicini” disegno di marco begani
L’ANNO CHE VERRA’
Si farà l’amore… ognuno come gli
va! Purché davanti a una telecamera
accesa e con Maurizio Costanzo nei
dintorni
Caro amico ti scrivo,
c’hai il telefono staccato, forse non hai campo.
Volevo solo dirti: “Che fai per la befana?” A capodanno la Marta ha fatto una
grossa cena a palazzo, ma dice che ha dovuto tagliare fuori qualcuno perché
tutti, diamine, non ci stavamo, e allora pensavo che se non ha invitato
neanche te, beh, potevamo recuperare con la befana. Io c’ho il panettone.
No, non quello coi canditi arancioni, c’ho quell’altro mille volte più
buono, con la crema tartufata… Come dici? Ma no che non l’ho riciclato
come l’anno passato! D’altronde sai che non mi piace buttar via la roba, e
qualcuno il panettone con i canditi te lo porta sempre… Chissà chi se li
mangia quei canditi disgustosi…
Ma sì, ma che importa la cena di capodanno della Marta! Come se
veramente potesse cambiare qualcosa… da piccoli bruciavamo un pupazzo
con la scritta dell’anno che se ne andava, te ne ricordi? A pensarci bene
non mi pare una cosa tanto festosa, anzi direi un poco macabra… No
quest’anno niente roghi, sono restata a casa. Ho digiunato. E ho anche
spostato l’orologio avanti di due ore, me ne sono andata a dormire alle
dieci... Vuoi mettere il primo giorno dell’anno la città di mattino presto? ...
Mi sembra di essere mio zio che al cenone di Natale ha passato tutta la sera
a cercare di farsi ascoltare gridando “Vi prego! Parliamo uno per volta!”
Eh sì, lo zio vorrebbe che ci si capisse…
Ma per la befana sai che ti dico? Al diavolo il panettone tartufato. Per la
befana pandoro, ecco, pandoro a volontà, e poi tu potresti portare il carbone
di zucchero, e lo spumantino quello nella bottiglia piccola… E va bene, non
verrai fin qui per la befana, e chi te lo fa fare? Te ne stai bene dove stai, eh?
E siccome sei molto lontano, più forte ti sgriderò: da quando sei partito
c’è una grossa pantegana nella tua stanza. Ho chiuso a chiave e l’ho
lasciata là, solo che adesso è cresciuta molto e negli ultimi giorni sento
battere forte alla porta, ho paura che possa uscire. Vedi, caro amico, cosa si
deve inventare per poter riderci sopra, e continuare a scribacchiare.
Ad ogni modo l’anno che sta arrivando, beh, già lo sai, tra un anno
passerà… io mi sto preparando a compiere trent’anni. Eh sì, sono
molti per chi come me ancora sogna di fare un provino da Letterina, ma
non sono ancora troppi per camuffarsi da Sandra Milo e fare l’isola dei
famosi, no?
Difficile spiegarti il perché, ma qualcosa ancora qui non va, giusto
qualcosa, tipo i canditi nel panettone, ma anche la derattizzazione, e
un paio di altre cosette che non ti sto a dire (Ridge è diventato gay e dal
palinsesto di Rete quattro è scomparso Il commissario Rocca).
Si esce troppo la sera, e qualcuno pensa che questo abbia a che fare con la
disoccupazione… sciocchezze. Pensare che cercano tante comparse a
Carabinieri, come si fa a non essere ottimisti? E poi alla televisione la
De Filippi ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione… Per
fortuna non si tratta di quella proposta di legge sul Natale, quella di farlo tre volte:
non ti crucciare, ti garantisco che non ci sarà più di un Natale all’anno. No, penso
che la grossa innovazione riguardi il regolamento del prossimo Grande Fratello,
circa certe punizioni corporali esemplari che verranno inflitte nel confessionale
quando a uno gli scappa un bestemmino.
Quanto a fare l’amore ognuno come gli va… beh, ci mancherebbe
altro! …purché ci sia una telecamera accesa, anche piccola, e Maurizio
Costanzo nei dintorni. E senza troppi disturbi qualcuno si presterà, e
diligentemente dal video ci sorriderà, saranno forse i molto furbi? …no, sarà un
cretino della nostra età.
Quanto ai cambiamenti climatici infine, a Studio Aperto hanno garantito che
nessuno si farà del male, basterà osservare rigorosamente il coprifuoco, e cercare
di non guardare mai in alto… c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia e quattro palme
da cocco vicino alla finestra, così, per svernare in serenità.
Come vedi io sto bene, i piccioni hanno fatto ritorno (ma quel grosso topo se
li è divorati), e Cristo è sceso dalla croce, sì, sul set di Una vita celestiale, una
magnifica produzione promossa da Comunione e Liberazione che sta facendo un
sacco di bei film su santi, preti, papi, e anche più su… (Ma guai a nominarli! Pena
l’espulsione dalla casa.)
Sono andata a vedere le riprese, e chissà che magari per la scena della via crucis
non mi prendano come figurante, visto che io ho fatto il catechismo ed è più
giusto che ci vada io piuttosto che uno che magari non è neanche cristiano…
Ora ti devo lasciare perché sta iniziando la mia televendita preferita, c’è
Sirchia che mette all’asta gli psicofarmaci al chilo. Ieri un signore per soli
trenta euro se n’è aggiudicati tre chili e mezzo, e penso che nella puntata di oggi
mi butterò anch’io nella mischia. Poi si dice che la sanità non è garantita… ma
dico io, vuoi mettere tre chili e mezzo di psicofarmaci? Che ti bastano per tutto il
nuovo anno!
E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi amico mio, io non ci farei poi tanto
caso, l’importante è che ci sia anch’io, sì, là, in televisione!
Tua, Sciocchina
www.bazarweb.info
bazar 01 2005
corsi di valeria cecilia 55
Te lo cucio io!
Esplode la passione del cucito. Dal patchwork ai cap
i in feltro. Dai corsi per
imparare a cucire in 2 ore alle universi
tà e scuole professionali. E tante lezioni
Corso on line di feltro, il + trendy dei
Far girare la testa a una bambola:
tessuti
un sito e un libro per “dollmaking”,
L’ultima tendenza nei tessuti? Il feltro. Borse, collane
, cappelli, sciarpe,
l’arte di fare bambole in tessuto
orecchini... per chi si volesse aggiornare, on line
c’è una guida
Se si sfoglia il sito dalbauledellanonna
completa a questo antichissimo
.com si cade in un
romanticissimo viaggio nel passato, tra pizzi, merlett
porcellane, roselline e dolci bambole. Autrice di questo i, antiche
Rossella Usai, un’appassionata di bambole in tessuto scenario è
10 anni le realizza e insegna a farle. “Making the doll”, che da circa
che ha scritto raccogliendo la sua esperienza sui è il manuale
adatti, il taglio e la cucitura, l’imbottitura, le giunture. Cimateriali più
sono anche
i trucchi su come fare girare la testa alla bambola, scolpir
e realizzare capelli con la lana. Il fascicolo “Making the e ad ago
doll” costa
modo di lavorare la lana. Seguire delle
lezioni da Internet o iscriversi a un corso vale davvero
la pena, non solo
per la bellezza degli oggetti realizzati in feltro, ma anche
per i prezzi alti
con cui vengono di solito venduti gli articoli …
www.evabasile.it/felt/edu.html
Costruire, creare e inventare animaletti
di stoffa e burattini
Per
costruire animaletti di stoffa, burattini e bambolotti
c’è a Firenze un
laboratorio specializzato. I corsi insegnano progressivam
ente a realizzare
modelli sempre più complessi e a modificare i modell
i vecchi.
www.nuvole.firenze.net/peluches-bambole-burattini.
Nuvole, via di S. Quirico, 37 – Firenze. Tel 055732 htm
Segreteria: lunedì. ore 17-19, mercoledì ore 11-13 0915
Taglio e cucito tradizionale
A Modena in soli 3 mesi saprete realizzare gonne, camicette, pantaloni, abiti e
modificare i capi fuori moda. Le lezioni sono tenute individualmente o in gruppo
e la frequenza é libera, dato che si può scegliere l’orario più comodo, anche il
sabato. Possono partecipare tutti da 12 ai 65 anni. Istituto di Moda Coppola
Giuseppina, via Braghiroli 27 – 29, Modena. Tel 0593740.16 – mob. 337
579508 - http://www.corsi-moda.it/default.htm
Fare accessori e borse in due ore
La città del cucito è a Firenze: accessori, macchine, stoffe, manuali, decorazioni,
filati. C’è di tutto a Cucilandia, un fantastico mondo colorato a cui è difficile
resistere, anche per chi con l’ago non va d’accordo. A Cucilandia si organizzano
corsi di tutti i tipi, dal taglio e cucito tradizionale, a quello per fare parei da mare,
borse in plastica, pannelli per la casa, cuscini.
Cucilandia, viale Europa 180-182, Firenze. Tel 0556531384
www.cucilandia.it
E la guida ai corsi continua tra i lettori,
nel
forum della creatività
Se si vuole
frequentare una guida interattiva, fare amicizie, avere delle “dritte
uniche” sul mondo dei tessuti, non si può perdere l’interessante forum della
creatività al femminile: www.alfemminile.com/world/communaute/forum/
forum1__forum=creations.html
Alcuni link dei corsi di formazione
professionale
nel settore tessile
Corso di laurea in ingegneria tessile
a Biella
www.unibiella.it/ingegneriatessile/press_04_02_02.htm
Corsi di patchwork
A Gennaio (data da precisare) a Roma si possono seguire due corsi
di patchwork, uno approfondito e uno intensivo. Si comincia da
qualche cenno storico sul patchwork, per poi iniziare a scegliere
l’accostamento dei colori, i tipi di tessuti e poi fare un progetto delle
figure. Il corso di Simonetta Zoppi (docente riconosciuta da Quilt Italia,
Associazione Nazionale Italiana Patchwork e Quilting) si articola in 8
lezioni settimanali di 3 ore ciascuna. Tutto il corso costa 210 euro e il
materiale occorrente non è compreso nella quota di partecipazione. Per
chi ha poco tempo sono previsti corsi brevi di 3 incontri. Stavolta la quota
di partecipazione è di 85 euro
Viale di Valle Aurelia 61, Roma. Tel. 0697749587 - 0639736545
www.decoricamo.it/corsi/patch.htm
Corso per disegnatore informatico dei tessuti (sedi in tutta Italia)
www.istituticallegari.com/corsi/disegnatore_cad_tessile_92.asp
Corso gratuito per nobilitatore del tessuto presso il centro tessile di Varese
http://www.centrocot.it/fse.htm
Corso di design tessile, al politecnico di Milano o all’atelier di Firenze
http://www.polimoda.com/italiano/corsi/22_cen_corsi.html
http://www.atelierfirenze.it/corsi-scuola-dettaglio.asp?id=5
Corsi di formazione professionale a Falconara
www.scuolatagliocucito.it
56 di GIULIANO CANGIANO
fenomeni bazar 01 2005
www.bazarweb.info
Un‘ anno di
“muvman”
si
Se la scena underground milanese spazia dallo ska-reggae al rock-noir, Napoli
ione.
ovvisaz
all’impr
e
attitudin
muove su sonorità post-rock/camera dalla spiccata
E girando per centri sociali si scopre uno spazio di pornografia autogestito. Da
sole donne.
ancora intontiti da
Venghino siori, venghino! Sbadigli a raffica e triplo caffè alla mano, conditio sine qua non per riesumare i neuroni77ino per definire il
inenarrabili (e inevitabili) bagordi sansilvestrini, preparatevi a un nuovo danzereccio anno di “mùvman” (termine la prima settimana di
movimento) da centro sociale durante il quale vi farò da Cicerone concedendovi, come unica clemenza, giustoA meno che qualcuno non
questo mese per fare un po’ di… mente-Locale. Per il resto non si fanno sconti. E iniziamo subito da giorno 8.
organizzi prima una Befana Night…
Il C.S.O.A. Il Molino di
C’è solo l’imbarazzo della scelta: dipende da quanti chilometri siete disposti a percorrere. E da dove vi trovate.
milanese che da una
Lugano, per iniziare, ospiterà un concertone dei bravi Giudabasso, gruppo ska-reggae della scena underground
più chiara fama quali Persana
decina d’anni contamina Lombardia e dintorni (ma non solo) condividendo spesso il palco con formazioni di
Jones, Vallanzaska e Sud Sound System.
e contenuti della loro musica:
Interessante senza dubbio il concetto da cui germinano da un lato il nome della formazione e dall’altro forme emettere un suono, il più
il movimento che viene giù dal basso, la voglia di esprimersi e l’irrefrenabile desiderio di salire, “per riuscire ad
fresco fresco di sala
forte possibile, con bassi profondi come la nostra anima e ritmi incalzanti come i nostri sogni”. Bello il pezzo Sciacalli, per assistere a una
d’incisione, che i ragazzi mettono a disposizione in free download sul loro sito web quale bella e invogliante imbeccata
loro performance dal vivo.
C.S.O.A. Il Molino, viale Cassarate, 8 Lugano
www.ecn.org/molino/
www.giudabasso.net
libero, al C.S.A.
Per chi invece nelle stesse ore si trovasse dalle parti di Milano è pronta una succosa alternativa, per di più a ingresso
drive). Apriamo, com’è
Vittoria dove lo spettacolo sarà addirittura doppio con le roboanti esibizioni musicali di Stardog e 5WD (five wheel
rassegna stampa presente
giusto, una breve (e attonita) parentesi sui due gruppi che, almeno da quanto emerge da una prima lettura della difficili da dimenticare.
sui rispettivi siti web e in giro per la rete, dovrebbero essere in grado di allestire (giustapposti) uno di quegli show
pur non essendo
Ma andiamo con ordine: quello che ho potuto sentire degli Stardog (dall’album Venid a ver la sangre por las calles!),rock-noir affamati di
esattamente nelle mie corde, dovrebbe essere all’altezza delle migliori aspettative da parte degli amanti del genere
“torride atmosfere tra languore ed energia”.
Drive, appunto), in
Riguardo invece ai 5WD, ragazzi-padre di un neonato cd, il loro primo, omonimo dello stesso gruppo (Five Wheel
le loro stesse parole, che
distribuzione da una manciata di mesi nei negozi della penisola, posso solo riferire, riportando e scimmiottandol’assenza di demo-track
si fanno portavoce di uno stoner-rock (almeno così dicono) variamente influenzato, ma tutto da scoprire causa
ascoltabili direttamente dalla loro web-casetta sul net-albero…
C.S.A. Vittoria, viale Friuli, Milano.
www.ecn.org/vittoria/
www.stardogband.com
www.5wd.com
per il 15 di una serata
Coperto l’estremo nord passiamo per par condicio al meridione dove da Napoli (C.S.O.A. TNT) giunge notiziadalla spiccata attitudine
post-rock/camera a opera dell’ Illachime Quartet. È’ presto chiarita la strana definizione di post-rock/camera
sintetici, interventi
all’improvvisazione da parte di questo quartetto, le cui esibizioni su palco sono un mix di campionamenti e suoni improvvisazioni. “I suoni
strumentali, acustici ed elettroacustici, interazione con suoni reali “live” utilizzati come ottimi spunti per le suddettead abolire i filtri con il
e gli interventi sono in tensione continua, incessante, nervosa e sempre crescente, una tensione scabra che miraed emozioni profonde.”
pubblico. Obiettivo finale è di avvolgere completamente spettatore e musicisti, creando un’osmosi di sensazioni
C.S.O.A. via sedile di porto, Napoli
www.illachime.net
dall’improponibile nome di
E arriviamo dritti dritti a fine mese (il 29 gennaio) per prendere parte a un djset d’n’b gestito da un gruppo di dj
da Roma e Napoli. Il
SpakkaNapoli Crew Drum’n’bass movement, crème de la crème, a quanto pare, dei “mejo” sul campo convenuti
tutto al C.S.O.A. Depistaggio di Benevento.
C.S.O.A. Depistaggio, via Mustilli, 61 Benevento
www.ecn.org/depistaggio/
a una struttura atipica
E per la serie “le stranezze dell’underground” direi che pare proprio immancabile una visita, solo virtuale per adesso,
autogestito (al momento in
all’interno del contesto centri sociali e affini. Mi riferisco al rigorosamente vietato ai minori Sexyshock, spazio pornografia. Cosa che, se
cerca di nuova sede), da sole donne, per la libera circolazione (copyleft, autoproduzione e distribuzione) della spinta e motivazioni del
a primo acchito parrà una “roba da sporcaccioni”, sembra invece meritevole di proseliti e seguiti a ben studiareterritori duri e difficili. Per la
progetto. Riporto infatti testualmente dal sito web: “Desiderio, piacere, pornografia e autodeterminazione sono
i mercati e gli interessi
grossa dose di tabù, maschilismo e ideologismi destri e sinistri. Tra le statiche ideologie e i sensi di colpa fiorisconocaro. Per questo per il
economici, clandestini o legalizzati. In questo contesto il piacere dei corpi, i desideri e il sesso, costano e costano è certamente più che
sexyshock la libera e gratuita pornografia sono fondanti, immagini, foto, video, fanzine, parole e urletti...” Se l’impatto
la sezione autoproduzioni. Ai
edonistico, il background non manca d’essere ben ragionato. Notevole la vetrina di oggettistica per amatori e
posteri…
www.ecn.org/sexyshock/
www.bazarweb.info
bazar 01 2005
net di valeria cecilia 57
PUBBLICITA’ E BRAND:
dalle stelle
alle stalle?
Su Internet si torna a parlare di brand, multinaz
li, campagne pubblicitarie.
Ma se c’è chi apre siti ad hoc, altri annunciano iliona
declino dei grandi marchi
Per coloro che considerano la pubblicità una
e non un’invasione, c’è un sito perfetto: www.tcosa bella, un’arte
aggiornatissime sui nuovi spot e un archivio convspot.it, con notizie
centinaia di schede
delle pubblicità passate, che si possono anche
scaricare. Soprattutto
il sito svela molti retroscena su autori, agenzi
e, protagonisti e
altre curiosità. Gli utenti possono inserire i
chi volesse approfondire bene i retroscena propri commenti. Per
della vita delle grandi
aziende e multinazionali, da non perdere www.b
nato lo scorso anno per iniziativa del CNR con randforum.it, sito
l’intento di creare
un vero e proprio osservatorio sulle politiche
e gli andamenti dei più
grandi marchi italiani e internazionali, sulle
comunicazione, i messaggi e l’immagine diffusa loro strategie della
ricchissimo di contenuti, sia per professionisti del marchio. E’ un sito
approfondimenti sul marketing, studi su certi sia per curiosi. Ci sono
clamorosi fallimenti (il
caso dei jeans Levi’s dello scorso anno ad esemp
io). Vengono messe a
confronto campagne pubblicitarie di imprese conco
sono molte informazioni sui brand e i nuovi media rrenti tra loro, e ci
, su come ad esempio
fare marketing su internet o su come una sempl
ice community celi
dietro una logica del marchio. Il contenuto è di
altissimo livello, curato
da docenti universitari nell’ambito della comun
professionisti della pubblicità, manager. Ma chi icazione, consulenti,
avesse del materiale o
degli articoli può inviarli alla redazione a titolo gratui
Dall’altra parte dell’oceano si alza tuttavia un’altr to.
a voce: la notissima
rivista americana di new economy “Wired”
James Surowiecki (giornalista del The New titola un articolo di
of Brands” (www.wired.com/wired/archive/Yorker): “The Decline
12.11/brands.html).
Nell’articolo l’autore sostiene che il potere
dei brand non è più inattaccabile perché
il consumatore è diventato troppo
informato e critico, grazie soprattutto a
Internet. La scelta dei prodotti non è più
determinata dall’affezione incondizionata
a un marchio ma dalla qualità reale dei
prodotti. Nell’articolo si legge che tale
tesi è sostenuta anche da Kevin Roberts,
del gigante della pubblicità Saatchi &
Saatchi, autore del libro “Lovemark” in cui
scrive che “ora il boss è il consumatore
e i brand sono fuori gioco”. A dire che
Noemi Klein (autrice del best seller
sulle multinazionali “No logo”) potrebbe
starsene tranquilla almeno per un po’?
Controcultura
elettronica: la storia
scritta in diretta dai
protagonisti
Venti
anni di attivismo informatico
tra cyber punk, hacker, hacking,
software libero, flash mobs, network
attivi, creative commons: la storia
della controcultura digitale si sta
scrivendo in rete in questo momento,
in diretta storica potremmo dire,
e per mano dei suoi protagonisti.
Chiunque
abbia
qualcosa
da
raccontare a proposito dei movimenti critici nati
e
sviluppati su Internet impegnati per la realizzazione di
infrastrutture tecnologiche autonome e soprattutto per
la diffusione più ampia possibile delle informazioni può
inserire i propri scritti o documenti sul neonato sito http:
//memoria.indivia.net. Questo sito è stato concepito con
il sistema wiki, che permette non solo di aggiungere il
proprio contributo ma anche di modificare quello esistente
per completarlo, migliorarlo. Il sistema wiki è lo stesso alla
base di “wikipedia”, la più grande enciclopedia collettiva on
line (http://it.wikipedia.org) lanciata lo scorso anno e che ha
avuto grande eco sulla stampa. memoria.indivia.net “nasce
dalla voglia di raccontarsi e vuole essere uno strumento per
poter capire e conoscere il passato attraverso le parole e i
racconti di chi quel passato l’ha vissuto in prima persona” si
legge sulla introduzione del sito. Per contribuire al progetto
non serve alcuna competenza informatica, basta andare alla
voce “Sommario” e cliccare sul “Modifica”.
Il primo museo virtuale di architettura
Il primo museo virtuale di opere architettoniche
contemporanee è il muva.it. Realizzato tutto in flash,
permette di percorrere diverse stanze e corridoi, sfogliare
pannelli,
saltare da una mostra all’altra con il mouse.
Creato dall’ordine degli architetti
della regione Campania, comprende
sia mostre permanenti sia virtuali.
Recentemente è stata pubblicata on
line la mostra “Stazioni d’arte”, che
svela a tutti le stazioni ferroviarie
della Campania, arricchite da opere
di design, installazioni, sculture,
mosaici.
www.muva.it
Mina
è
minamazzini.it
su
Un sito dedicato alla grande
cantante. Le immagini, la storia, la
discografia, i film.
www.minamazzini.it
58 di guido dolara
noi bazar 01 2005
I BAR STRATEGICI
D’EUROPA
www.bazarweb.info
Sono quelli dove si tramano le future
politiche europee. Luoghi fumosi e
multietnici che di sera si affollano di
funzionari delle organizzazioni internazionali
europee x decidere il futuro dell’ Europa.
Perché le riunioni si protraggono oltre le
austere sale da conferenza, e continuano nei
bar, nei ristoranti e nei cocktail party + ambiti
di Bruxelles e Ginevra
Spesso lontani da casa e dal paese di origine, i burocrati dell’Unio
ne europea e delle Nazioni Unite vivono in città ricche e
funzionali come Bruxelles o Ginevra. Abitano queste città come grandi
cuore, famiglia e vita emotiva altrove, in luoghi scelti più o meno realisticacontenitori di lavoro, contatti e grandi decisioni, e lasciano
mondo, il modo più semplice è farlo dall’interno, cercandosi uno stage mente come patria di origine. Per sperimentare questo
Così si può capire se si è davvero tagliati per questo tipo di vita. Opportuo esperienza di lavoro in un organismo internazionale.
solo l’Unione europea ma anche le istituzioni di Ginevra (come l’ UNHCR)nità che si possono trovare sui siti delle organizzazioni, non
o di Strasburgo (Consiglio d’ Europa) o Vienna (OSCE) o
anche una delle missioni nei Balcani (UNMIK in Kossovo o OHR in
Bosnia). Per chi si accontenta di essere un osservatore esterno,
si consiglia di visitare Bruxelles o Ginevra, ambedue città con concentr
ato di organizzazioni internazionali, e aggirarsi nei luoghi di
socializzazione ascoltando, osservando e origliando le discussioni
sul futuro del nostro continente. In mezzo a questo crogiolo di lingue
e nazionalità, gli abitanti originari del luogo (belgi o svizzeri che siano)
tendono a essere gelosi di tutti questi ospiti dall’estero, e spesso
vi guarderanno obliqui, ma con rispetto.
Prima di tutto i ristoranti, dove inevitabilmente finiscono le riunioni
europeo attorno al Rond Point Schuman, l’ austera piazza su cui siche tirano fino a tardi. A Bruxelles, meglio aggirarsi nel quartiere
affacciano i principali palazzi del Consiglio europeo e della
Commissione europea, e visitare i ristoranti sulla Rue Archiméde, oppure
sulla Place Jourdan all’ombra dell’ enorme palazzo di vetro
del Parlamento europeo. Per i più eleganti, la piazza del Gran Sablon,
ristoranti frequentati dai funzionari, come il Lola, Le grain de sable, o ai confini del quartiere europeo, offre una miriade di caffè e
di Ginevra non offre tanti luoghi dove socializzare. Meglio i dintorni il Cafè des Artistes. A differenza di Bruxelles, il quartiere degli uffici
degli esperti ha una atmosfera da cittadina italiana. Eaux Vives è il nel Paquis, la zona più vivace della città, o nel Carouge, che a detta
quartiere più elegante, famoso per i ristoranti italiani e per il cinema
alternativo Scala.
Uno dei ristoranti ginevrini più frequentati dai funzionari delle Nazioni
proprio davanti all’ edificio del UNHCR. Oppure per trovare i funzionaUnite è il Restaurant des Nations, sulla Rue de Montbrillant,
asiatico noto per la simpatia dei suoi padroni, sulla rue de Neuchat ri asiatici e loro amici, visitate Jeck’s Place, ristorante del sud-est
di bar fumosi dove proseguire discussioni e accordi sotto l’ effetto el. Se si tira a far tardi, sia Bruxelles sia Ginevra offrono una miriade
è popolarissimo La Clemence, in Place du Bourg de Four, dove siesilarante di birre e vini locali. Per esempio durante l’estate ginevrina
beve all’aperto osservando il mondo.
I funzionari inglesi e irlandesi si trovano tipicamente nei pub in stile
anglosassone, come lo Hairy Canary sulla Rue Archiméde a
Bruxelles (frequentato da parlamentari a alti funzionari) o il Mr Pickwick
sulla Rue de Lousanne a Ginevra. I funzionari cechi invece
si trovano nei bar della Place du Luxembourg a Bruxelles, ogni mercoled
ì sera. Tra i locali gay di Bruxelles, Belgica sulla rue du
Marché au Charbon è il più frequentato dai funzionari delle istituzion
sono il Demi Lune café sulla Rue Etienne Dumont in centro, o Les i europee. Altri luoghi frequentati dagli internazionali a Ginevra
Brasseurs a Place de Cornavin, che serve birra di produzione
propria.
Per trovare luoghi di socializzazione più esclusivi, si suggerisce il Club
nel quartiere europeo con palestra, piscina, massaggi e bagno turco, Aspria su Rue de L’Industrie a Bruxelles, una oasi di benessere
aprirà presto una succursale nel quartiere residenziale più elegante popolarissimo tra gli alti funzionari di tutte le nazionalità. Il club
nei mesi estivi è popolarissimo il molo dei Bains des Paquis, uno e preferito dai funzionari, Woluwé Saint-Pierre. A Ginevra invece
spazio sul lago in mezzo alla città dove nuotare, prendere il sole e
soprattutto osservare. Quanto alle feste private, come i balli per funziona
ri a Ginevra, o le feste nelle grandi case del centro di Bruxelles,
quelle sono solo a invito, e purtroppo per entrare non c’è scusa che
tenga... VIP only!
www.bazarweb.info
bazar 01 2005
loro di franco andreucci 59
J
a
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e
m
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si
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o
n
ta
re
la
st
o
ri
a
d’America
Non solo New Orleans ma anche Hollywood e Broadway fanno
la storia degli Stati Uniti. Se la prima la fa con il jazz di Louis
Armstrong e le tradizioni afroamericane, le altre la fanno con i
musical, veri affreschi della società contemporanea
Anche per l’America e la sua identità, vale quello che vale per tutte
musica. Sul tema, sono usciti di recente due bei libri: John Bush le altre culture: uno dei codici principali per decifrarla è la
Jones, Our Musicals, Ourselves: A Social History of the
American Musical Theater, Lebanon, Brandeis University Press,
Formation of National Identity, Princeton, Princeton Univers 2003 e Raymond Knapp, The American Musical and the
Dicendo America si pensa subito al jazz e alla sua storia (bellissi ity Press, 2005.
Jazz, Roma, Editori Riuniti, 1982), ma non ci si può fermare a ma, fra l’altro, quella scritta da Eric J. Hobsbawm, Storia sociale del
New Orleans: si deve arrivare a Chicago, e poi andare a New York,
Broadway, dove le tradizioni della musica afroamericana provenienti
dal sud si incontrano con stimoli diversi, vengono legittimate comea
espressioni musicali di rango e si intrecciano con un’altra faccia dell’ide
ntità musicale americana: il musical. Sembra incredibile che
negli anni terribili fra la grande crisi del ’29 e la Seconda guerra
mondiale si sia svolta una delle stagioni più straordinarie della musica
americana: sono gli anni nei quali Louis Armstrong, Cole Porter
per sempre l’identità musicale americana e che finiranno col raggiun , George Gershwin creano ritmi e melodie che segneranno
gere una diffusione planetaria grazie al loro incontro con l’industria
discografica, col teatro di massa e, soprattutto, con il cinema.
Sul jazz, le idee sono abbastanza chiare: è una musica di origini etniche
segnata dal ritmo e dall’improvvisazione ma elaborata e resa sofistica nata dall’integrazione di canti di lavoro, canti religiosi e blues,
popolare, ma non si può dire che sia una musica “nazionale”. Lo ta dalla presenza di grandi personalità di musicisti. E’ una musica
stesso discorso, del resto, vale per la musica country le cui sonorità
i cui accordi semplici e primitivi sono vicini al folklore musicale irlandes
e
e e inglese: più legata a tradizioni “bianche” è anch’essa musica
popolare, ma non si può dire che sia nazionale.
Probabilmente, il genere musicale nel quale tutti gli elementi popolar
e proiettati in una dimensione nazionale è il musical. Difficile anch’esi della tradizione musicale americana sono integrati, tenuti insieme
nel quale convivono la musica, il teatro, la danza e vengono consape so da definire, è un’area culturale, un’occasione, uno spettacolo
afroamericani sono elaborati da musicisti ebrei e cantati da artisti volmente toccati i problemi profondi dell’identità americana: temi
ma la sua musica non è così allegra come la vedova di Lehàr, e le di altre culture e colori. Le sue origini si confondono con l’operetta,
1927 è Show Boat, del grande musicista Jerome Kern e di Oscarsue storie non sono le trame burlesche dell’operetta europea. Del
presenza del Mississippi, e tutti noi abbiamo nelle orecchie Old ManHammerstein II, autore del libretto. E’ un microcosmo vegliato dalla
dopo, i due fratelli Ira e George Gershwin mettono in scena a Brodwa River, cantata dalla voce profonda di Paul Robeson. Otto anni
y Porgy and Bess, ormai un classico, a metà fra l’opera e il
musical.
Ma, forse, il musical che più di altri dà il senso dei sentimenti america
II e Richard Rodgers. E’ un affresco del West immaginario, di cowboyni è Oklahoma, prodotto nel 1943 da Oscar Hammerstein
vibra con le parole di Oklahoma! che esaltano i grandi spazi, le grandi e comunità rurali orgogliose: l’anima patriottica dell’America
June bugs zoom, / Plen’y of air and plen’y of room, / Plen’y of heart praterie, le grandi speranze (…Flowers on the prarie where the
down the plain ), mentre in Oh, What a Beautiful Mornin’ si esprimeand plen’y of hope. / Oklahoma, where the wind comes sweepin’
il tradizionale ottimismo americano, nel cuore drammatico della
Seconda guerra mondiale.
Dopo la guerra, in una stagione ormai dominata dal cinema, ma
Prendi Il Fucile del 1950, Sette Spose Per Sette Fratelli non per questo meno affascinante, si faranno vedere e sentire Anna
(1954), Bulli E Pupe (1955), West Side Story (1961) con
la splendida musica di Leonard Bernstein, My Fair Lady, sullo schermo
con Rex Harrison e Audrey Hepburn, e poi i temi dei diritti
civili e la nuova cultura rock contro la guerra del Vietnam in Hair
(1968). E centinaia di altri spettacoli, fra Broadway e Hollywood,
li precedono e li seguono, da Cabaret a Kiss me Kate, da Gentle
uno spicchio d’America che ciascun americano riconosce come propriomen Prefer Blonds a Brigadoon. In ciascuno di essi si trova
Anche noi abbiamo i nostri musical: nel 1962, ad esempio, Garinei .
& Giovannini presentarono Rugantino, versione americanizzata
racconti popolari romani. Ma se vogliamo cercare nella musica element
di
grande opera lirica, a Giuseppe Verdi. Come gli americani pensano i importanti della nostra identità nazionale, dovremo pensare alla
al loro musical.
60 di cristiana scoppa
migrazioni bazar 01 2005
La vita dei vivi e
la vita dei morti
Negozi e riti funebri. Bimbi
che giocano e sepolture.
Carretti tirati da asini e
preghiere musicate. È la
straordinaria realtà della
Città dei morti del Cairo. A
raccontarcela un’antropologa
che accompagna i turisti in
visite sospese in uno spazio e un
tempo extra-ordinari…
Anna Tozzi Di Marco è un’antropologa italiana che da sei
anni vive nella Città dei morti del Cairo, antico cimitero
monumentale che oggi ospita 1 milione di persone e che, a
sentire lei, non è affatto un luogo “pericoloso e malfamato”
come lo descrivono certe guide turistiche.
Anna è ferma al centro di un piccolo spiazzo in terra battuta.
Intorno piccole costruzioni dalle forme eleganti colorate
di giallo e di verde, una donna ferma sulla porta di casa che
osserva la scena, due bambini che si rincorrono. “La Città
dei morti nasce nel 642 d.C. ai piedi delle colline di Moqattam, ad
est di al Fustat, l’antica Cairo, come primo nucleo di sepoltura dei
conquistatori arabi”, spiega a un gruppetto di turisti, macchine
fotografiche in pugno e bocca aperta per lo stupore. “Ogni
dinastia araba succedutasi dotò la capitale di un nuovo cimitero,
caratterizzandolo con edifici religiosi e civili. Nel corso dei secoli sorsero
alloggi per i mistici islamici, i sufi, piccoli e grandi palazzi nobiliari,
mulini per il grano, ospizi per i bisognosi e ostelli per i pellegrini,
contribuendo a rendere il luogo più ospitale e sempre più popolato…”.
Qui ogni settimana si aggiunge qualche nuova sepoltura.
Quando sei anni fa ha iniziato a cercare una casa a Qayt Bey,
cimitero monumentale a ridosso del superbo centro storico
del Cairo, molti – in Italia e nella capitale egiziana – hanno
pensato che era un po’ matta. Quanto meno stravagante. Chi
potrebbe infatti desiderare di vivere in un cimitero, dove le case
si alternano alle tombe e le tombe si mescolano alle case, senza
soluzione di continuità? In più un quartiere preceduto da una
chiara fama di pericolosità, disagio, delinquenza addirittura?
Dove la vita quotidiana è fatta anche di riti funebri, intere
famiglie raccolte in preghiera intorno a lapidi e mausolei, pasti
consumati seduti intorno al luogo dove ormai giace per sempre
il proprio caro, canti e meditazioni condotte da sufi, i mistici
dell’Islam?
Ma Anna Tozzi Di Marco di quel luogo si era innamorata fin
da quando vi era capitata la prima volta, turista come tante.
“Studiando antropologia, non si poteva non restare colpiti da quello
spazio urbano unico al mondo”, sorride. “Al mio ritorno dall’Egitto
avevo fatto un po’ di ricerca bibliografica per saperne qualcosa di più,
e avevo scoperto che esistevano pochissimi studi. Così non ho esitato a
proporre come tesi di laurea una ricerca sul fenomeno di inurbamento
nella città dei morti e i rituali funerari che vi si celebrano. E mi ci sono
trasferita”.
Oggi Anna ha dato vita, insieme a un gruppo di persone
residenti nel quartiere, a un servizio di visite guidate a carattere
antropologico, riservate a piccoli gruppi di turisti italiani, di
lingua araba o inglese, e caratterizzati da una forte interazione
con la vita del quartiere. Che è straordinariamente vivo, altro
Per prenotare visite alla Città dei morti:
www.cittadeimorti.com
Voli per il Cairo:
www.egyptair.com
www.alitalia.come
Sistemazioni alberghiere: www.Hotels-Egypt.com
www.bazarweb.info
che cimitero! “La Città dei morti non è solo Qayt Bey, dove vivo io, ma comprende ben 17 quartieri del
Cairo, tutti con una loro fisionomia. Non sono zone ostili e sono ingiustamente malfamati. Certo, ci vive
gente molto povera, ma non tutti lo sono. E rispetto ad altre periferie moderne del Cairo, qui ci sono discreti
vantaggi: la vicinanza al centro storico, degli spazi verdi. Tutto sta ad avere i soldi per usufruire di certe
comodità: per esempio farsi portare l’acqua, che non arriva ovunque, o farsi attaccare la linea telefonica”.
La gente del quartiere fa “una vita normale: diciamo che è una classe medio bassa, alle volte ha l’antenna
parabolica per la tivvù, ma poi i figli non vanno a scuola. Secondo una sociologa francese il 30 per cento sono
funzionari, il 20 per cento guardiani delle tombe, un altro 20 per cento commercianti, 10 per cento pensionati
di vario tipo”.
Proprio i guardiani delle tombe hanno svolto un ruolo essenziale nella trasformazione dei
cimiteri in quartieri residenziali. Spiega Anna: “Nella Città dei morti ci sono essenzialmente due
tipologie abitative: palazzi costruiti negli spazi vuoti tra le tombe, in epoca storica o più recentemente in
seguito all’afflusso di contadini dalle campagne o di sfollati dalle zone coinvolte nel 1967 dalla guerra
contro Israele. Oppure occupazione e trasformazione dei mausolei. Questi hanno spesso alcune stanze
necessarie alla vista dei parenti del defunto, dove donne e bambini passano la notte tra il giovedì e il venerdì,
giornata riservata alle funzioni: queste costruzioni sono state adattate, espanse, collegate, e il tramite di
questa occupazione sono stati i guardiani, che conoscendo benissimo il luogo sapevano quali erano le tombe
abbandonate o poco frequentate e hanno cominciato a venderle o a affittarle illegalmente. E hanno cominciato
a investire nel commercio, o anche nell’edilizia, sempre all’interno dello spazio del cimitero”.
Gli itinerari proposti da Anna Tozzi permettono non solo di conoscere i piccoli e grandi
capolavori artistici e architettonici disseminati nei cimiteri, ma soprattutto di comprendere
meglio le dinamiche che legano la vita dei vivi alla vita dei morti: “Offriamo la possibilità di
partecipare ad alcuni rituali sufi, quali lo dhikr, rituale di contemplazione di dio in gruppo, che cambia
a seconda della scuola sufica e consiste in preghiere comuni cantate o salmodiate, accompagnate da musica.
Oppure lo zar, più raro, che è un esorcismo degli djinn, spiriti buoni o cattivi che si impossessano della
persona e fanno scherzi o provocano malattie”. Occasioni preziose da concordare per tempo, che
permettono di conoscere un Islam diverso, nato dal sincretismo con credenze popolari.
Questa attività ha anche un altro obiettivo: “Le autorità cairote tendono a negare la realtà della
Città dei morti: avere una parte della cittadinanza che vive in un cimitero non è evidentemente considerato
edificante per la capitale egiziana. Così è anche più facile disporre le demolizioni di porzioni di cimiteri per
fare posto a moderni grattacieli. Non dobbiamo dimenticare che siamo a due passi dal centro storico”, fa
notare Anna. “Invece, rendendo le persone consapevoli dello straordinario patrimonio culturale che anche
loro, quotidianamente, contribuiscono a creare – un’esperienza davvero unica al mondo – può darsi che un
domani la Città dei morti smetta di essere quel luogo pericoloso e malfamato citato da alcune guide turistiche e
diventi qualcosa in cui anche le autorità comincino a investire, almeno per migliorare le infrastrutture”.
Anche per questo Anna sta per dare alle stampe, in inglese e al Cairo, la prima vera guida
tutta dedicata alla “Città dei morti”.
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bazar 01 2005
gender di giulia premilli 61
S
es
so
al
ni
gh
t
bucato a mano long e
Tra una maratona del sesso e un master per diventare professionisti delle
faccende
domestiche… i papà divorziati e senza un cents
trova
no
casa
ment
re
le
ragaz
ze
scorazzano in moto
Ragazze in sella! Si prepara il Torneo
Maratoneti del sesso… unitevi!
(Ma solo se etero)
E’ l’occasione per voi: in febbraio part
e la
seconda edizione della Maratona del
sesso.
Incredibile ma vero! L’associazione bare
“Maratona a tavola”, presenta, occa se
sione
della serata gastronomica afrodisiinaca,
una
speciale Maratona del sesso,
appendice del “piccante” pasto. giusta
L’idea, (tutta da provare), è venuta ad
Alfredo Leone, patron della manifest
che premia il gusto caliente. “La azione
a
edizione l’abbiamo fatta a Bolognaprim
qua
mese fa – confida Leone – ed è stata unlche
successo. Su otto coppie che si sono
presentate
alla cena e hanno consumato il
ocena,
tutte al mattino si sono dichiaratedop
isfatte!
Comunque noi, come organizzatorsodd
i seri,
abbiamo anche un medico che al mat
,
previa visita approfondita, ci confermtino
a
l’avvenuta “attività notturna”. Qu
indi, per
chi volesse provare l’ebbrezza…., bast
a
prenotarsi al 329 6143955. Alla
cena
che si svolgerà a febbraio a Ferr
seguirà
una magica notte in camera d’alara,
berg
o.
Unica limitazione: la coppia deve esse
re
rigorosamente eterosessuale….. med
itate
gente… meditate!
Tra carezze e pulizie, l’am
…
Lo organizzano le www.motocicliste.it speciali 2005
oni
rombanti! Le gare saranno 5, in date comprese tra amazz
marzo e
ottobre 2005 (il calendario verrà pubblicato a breve)
Per iscriversi
al Trofeo è necessario fare la Licenza conduttori Veloci. tà.
La
licenza può essere richiesta a un Motoclub. Le iscrizi (previ
a
pubblicazione del Regolamento e Calendario) verranoni
no
aperte
15 gennaio al Bike Expo di Padova e dal 17 gennaio via internil
et e
posta.
Le moto, di serie, che correranno nella stessa gara ma con classif
iche
separate, sono:
“600” (fino a 650cc 4 cilindri / fino a 750cc 2 cilind
“over ” (oltre 650cc. 4 cilindri / oltre 750cc 2 cilindri)ri)
Una terza categoria “125cc” per le under 21 correr all’interno
della 125SP della Coppa Italia (con apposito regolaàmento
), con una
classifica separata per le ragazze e condizioni particolari promo
sse dal
Trofeo Italiano Motocicliste.
Info: www.motocicliste.it
Papà divorziati e… in ristrettezze?
Arrivano le case per voi!
Dopo più di un anno di progetti e burocrazia, l’Asdi
(Associazione Divorziati e Separati) di Bolzano è riuscit
ad avere una casa dall’Istituto delle case popolari dove a
ospitare i padri divorziati che si trovano in difficoltà
economiche. Attualmente, nella casa messa a disposizione
dell’associazione da un privato cittadino, vivono un
napoletano, un altoatesino e un africano. I tre a breve
si trasferiranno nell’appartamento dell’amministrazi
comunale. Nella nuova casa verranno accolti fino adone
un
massimo di 5 padri i quali saltuariamente potranno ospita
anche i figli affidati alle madri. Una conquista.. di civiltà! re
fatto sulla lavastoviglie!
E’ l’ultimo ritrovato dell’associazionore
e
casa
linghi. Dopo il Master in Home
Management i “casalinghi italiani” si
sono buttati sull’epistemologia del buc
con il Master Spontex Home Ma
nagement. Vi si trattano i temi della casa ato
master da frequentare sia in coppia
sia da soli, il tutto per rallegrare e stim in un
rapporto di coppia. Tra i temi:
olare il
1- Eros e pulizie: metodologie e tempist
iche
,
com
e fare in modo che una
di piatti o un pavimento da lavare non
tagna
siano più un pretesto per divisioni mon
Come dividersi i compiti per ritro
e litigi.
vare
l’arm
onia
domestica e, perché no, creare un
vero e proprio feeling erotico.
2- Epistemologia del Bucato/Stirologia,
Bresciani, presidente dell’Associazione tenute da veri esperti come Fiorenzo
Italiana Uomini Casalinghi
Durando, responsabile torinese
Movimento Italiano Home fitnesse Tina
3 - Last but not least, la lezionedel
di home fitness, ovvero restare o addiritt
conquistare una forma fisica invidiab
ura,
ile e mantenersi in salute.
62 di EVA ROBIN S
GENDER.CONTAMINAZIONI bazar 01 2005
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Arte, moda e
pesci tropicali
molto… socievoli
Incontrarsi a 4 occhi (e che occhi!) con
un pesce
tropicale nei sotterranei
di
un
mu
seo
Succede anche questo a chi sa aprirsiparigino.
ad ogni
tipo di incontro
Il freddo
di Parigi è sferzante e non dà tregu
Niente di meglio che il “caravan serraglia” a. Mi trovo lì con amici, per sfilate.
della moda per togliersi un po’ di grigiore
invernale.
L’appuntamento è per una sfilata di mod
a al Museo D’Arte Oceanica.
Una poderosa costruzione degli anni ‘40.
portava ritardo, scendo nei sotterran In attesa dell’evento che come al solito
sala sottostante, più bassa nei volumi, ospitei dell’edificio cercando la toilette. La
La zona è però recintata debolmente dalla a un acquarium di proporzioni considerevoli.
e rossa x scoraggiare le visite fuori orario. solita transenna con banda in plastica bianca
Birbante incallito sollevo quel leggero divie
Svariate vasche illuminano debolmente to inoltrandomi in un mondo silenzioso.
chi l’osserva, per il resto tutto è buio nella
sala. La poca luce riesce a valorizzare decin
animano i condomini marini. Creature e e spettacolari razze fra colori e fogge che
pinnate librano sospese dando vita all’ab
come in un presepe.
isso
Passo ad un’altra vasca, poi ad un’altra
ancora finché faccio una sosta sdraiando
sulla superficie del bordo, cornice della vasca
mi
giornata. Socchiudo gli occhi e un attim , quasi nascosta. E un poco esausta dalla
o
dopo
, riaperti.....mi trovo davanti , a un
palmo dal naso ma da dietro quel vetro...du
staccano dai miei. Il soggetto grande 70 e occhioni grandi come ciliegie che non si
pinne. Ma la cosa straordinaria è lo sgua cm, muove giocosamente il suo apparato di
rdo ipnotico. Ci siamo mangiati con gli occh
per diversi e intensi minuti. Poi mi sono alzat
i
e....lui dietro, festoso sempre a immobiliz a e spostata dalla parte opposta della vasca
La mia assurda sensibilità toccata e consczarmi con quello sguardo.
una lacrima di gioia. L’ho salutato e sono ia dell’impossibilità s’è gelata e ha partorito
Un paio d’anni più tardi torno a Parigi! salita a vedermi la sfilata.
E il caso: la sfilata di Gaultier è al Mus
D’arte Oceanica. L’episodio di due anni
eo
prima era rimasto impresso nella mia
memoria.
Curiosa scendo, stessa recinzione. Le
piombo in quella dimensione di calma vasche sono lì, piene. Scavalco e di nuovo
totale. Ritrovo la posizione, tanta vita affoll
quello spazio enorme.
a
Non è facile ricordarmi della fisionomia
del
pesci
one.
Null
a
d’ins
olito. Tutti i pesci
girovagano tranquilli nella solita passe
gruppetto fluttuante nella parte alta dell’aggiata. Un attimo.....uno si stacca da un
pertu
ra
e...mi viene incontro scodinzolante.
Riconosco lo sguardo. Che gioia!!
Di nuovo insieme. Segue i miei spostamen
una parte all’altra del mio viso, quasi direi ti e sempre a fissarmi muovendo gli occhi da
poco dopo, ma ora so che ho un piccolo riconoscendolo. Che simpatia! Tutto è finito
Chissà? Se questo giochino lo fa con altri?amico a Parigi! E’ un po’ che manco da lì.
Quindi lancio… se qualcuno passa da lì
orari di visita....magari potrà scoprirlo!
a
Musée national des Arts d’Afrique
293, avenue Daumesnil Paris. Tel. et d’Oceanie
Orario: 10h-12h, 13h30-17h30 0033 1 44 74 84 80
– Mostre temporanee : 10h-17h/ sabato e domenica : 12h30-18h
30 /sabato e domenica : 10h-18h
Chiusura: martedì 01/05
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bazar 01 2005
CORTEI di MARIO MORCELLINI 63
ormai
Le questioni legate all’immigrazione sono sulla bocca di tutti. Riguardano
issue
perché condannata a un’ormai anacronistica condizione di clandestin
ciascuno di noi. Si tratta non solo di un tema da “prima pagina”, ma di una
ità rispetto non solo
ultimi
al territorio e ai contesti geografici (i paesi di provenienza e di destinazio
quasi usurata dalle tante ricerche scientifiche e iniziative correnti che negli
ne), ma allo stesso
le
tutte
a
spazio simbolico dei media e dei loro pubblici.
anni, in ambito internazionale e in Italia, si sono proposte di esplorare
civile.
La persistenza di questo cono d’ombra nel sistema dell’informazione
latitudini questo territorio emergente dell’esperienza sociale e della convivenza
ha rappresentato finora
dei
un caso paradigmatico di impasse culturale che finisce per contraddir
Qual è e quale dovrebbe essere il contributo dei media alla rappresentazione
e e inibire, in modo
da
particolarmente drammatico e cruento, lo spirito stesso della modernità
fenomeni migratori? Fino a che punto l’opinione pubblica può essere influenzata
: un irragionevole veto
individuare
di diritti nei confronti non solo dei migranti, ma di un pubblico italiano
un’informazione spesso imprecisa o incompleta? E ancora: è possibile
ancora eccessivamente
media
disinformato e, molto probabilmente, interessato a saperne di più.
un terreno proattivo di intervento, in cui si faccia leva sulla capacità dei
pubblici?
La comunicazione, di fatto, si dimostra la dimensione più pervasiva e
di riconciliarsi con un bisogno diffuso di informazione da parte dei loro
caratterizzante del nostro
.
modo di vivere ed essere al mondo, partecipando alla società e alla
E’ a questi interrogativi stringenti che cerca di rispondere il libro FuoriLuogo
cultura condivisa: per
e
Binotto
questa ragione occorre riflettere in profondità sulla sua capacità non
L’immigrazione e i media italiani (Pellegrini/Rai-ERI), curato da Marco
solo di ostacolare, ma di
ne e
assecondare e sostenere proattivamente il mutamento della società e
Valentina Martino. Si tratta dei risultati integrali del Monitor su informazio
delle persone. E’ pertanto
di
to
necessario promuovere una stringente interrogazione critica dei fenomeni,
immigrazione, la ricerca-intervento promossa e realizzata dal Dipartimen
a partire dalla stessa
nell’ambito
consapevolezza della conoscenza scientifica quale risorsa determina
Sociologia e Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma
nte per l’attività decisionale
ione con
delle istituzioni.
del progetto comunitario Etnequal Social Communication, in collaboraz
Galgano
La comunicazione può diventare, di fatto, il perno stesso e l’elemento
Amnesty International-Sezione Italiana, Caritas Diocesana di Roma, FNSI,
-chiave nella costruzione
di una società più pluralistica e “a misura d’uomo”. Proprio da questa
International e RAI.
premessa ha preso le
della
mosse il progetto Etnequal. Fin dall’inizio, la comunicazione è apparsa
I nostri anni sono protagonisti, di fatto, di una visibilità senza precedenti
terreno privilegiato e
i
debordant
quasi elettivo di incontro tra soggetti istituzionali diversi, per un contributo
figura dei migranti nelle culture urbane e mediali, con effetti spesso
teso in ultima istanza
di
a contrastare il pregiudizio e l’intolleranza diffusa nei confronti dei migranti.
sulla retina sociale. Rispetto ad altri momenti storici, si deve infatti ai fenomeni
nte nel
La capacità di incidere sulla cultura rappresenta la variabile fondamen
globalizzazione e alla pervasività del sistema mediale un effetto determina
tale per un’iniziativa
un gioco
comunitaria come Equal: progetto in cui la capacità di produrre, elaborare
potenziare l’imponenza – reale e percepita – dei fenomeni migratori, in
e scambiare la
oltre
conoscenza diviene elemento cardine per la promozione e la condivisio
serrato di immagini e reciproche proiezioni tra realtà e rappresentazione,
ne allargata di mete
spazio
nello
si
culturali che non possono essere solo subite e inerziali; di processi di
che tra ideologie e punti di vista spesso antagonisti tesi a confrontar
mutament
o che vanno
ente – e
accompagnati da opportune elaborazioni e autoriflessioni pubbliche
pubblico. Una dinamica che vede i riflettori della comunicazione costantem
, rispetto a cui i media
piano nella
rappresentano oggi l’arena privilegiata e quasi naturale. Un’iniziativa,
spesso impietosamente – puntati sui migranti, fino a farne attori di primo
quella di Equal, che
ha la forza di rendere possibili azioni progettate e gestite in una logica
quotidiana “messa in scena” della società italiana e del suo cambiamento.
di rete e reciproca
ivi – la
valorizzazione, in grado di far convergere esperienze e soggetti eterogene
Nella comprensione di queste dinamiche, gli studi culturali e comunicat
i sui grandi obiettivi
posto
un
comuni, su temi assolutamente determinanti per il futuro delle società
loro peculiare “cassetta degli attrezzi” – debbono candidarsi a occupare
complesse.
e
Nell’articolato contenitore di Etnequal, la stessa ambizione di allestire
strategico. Non è infatti più sufficiente limitarsi all’analisi macroeconomica
un
disegno di indagine
il modo in
di per sé innovativo – perché pensato per esplorare estensivamente
demografica dei fenomeni migratori, ma diviene determinante esaminare
le interconnessioni tra i
razione
contenuti proposti dai media italiani, le pratiche professionali del giornalism
cui una società elabora e interagisce ogni giorno con le immagini dell’immig
o e gli altri canali
reti dei
di costruzione dell’opinione pubblica – si è accompagnata alla possibilità
– prima ancora che con i referenti di tali rappresentazioni – attraverso le
concreta di favorire
in campo
una non comune “vocalità” della ricerca scientifica: un concreto impatto
media e della comunicazione interpersonale. Perchè l’immigrazione tira
sulla formazione
e alla
degli operatori dell’informazione e, in ultima analisi, sulla qualità del
un fitto intreccio di dinamiche culturali che attengono alla vita quotidiana
dibattito pubblico.
chiamano
Avviata nell’ottobre 2002, la ricerca è stata coronata dall’articolato programm
sfera propriamente micro-sociale: modelli simbolici e di interazione che
a didattico a cura
ti.
della Caritas Diocesana di Roma, proposto in tutta Italia a giornalisti,
direttamente in causa le responsabilità della comunicazione e dei suoi protagonis
studenti delle scuole di
della stessa
giornalismo e operatori del Terzo settore nel corso del 2003.
Ciò anche e soprattutto nei confronti delle nuove generazioni e, dunque,
Dopo questa formazione, sono state avviate una serie di attività promosse
disposizione interculturale da parte di quelli che saranno gli adulti di domani.
e coordinate dalla
razione
Rai: due workshop con programmisti e registi alla fine del 2003 e, soprattutto
Dal punto di vista dei processi culturali e comunicativi, quello dell’immig
, la campagna
alto
“ad
e
informativa radio-televisiva “Nessuno è fuori luogo” nel 2004. Un “pacchetto
si definisce anzitutto come un campo di relazioni sempre più saturo
” di iniziative
è
pensate per dialogare serratamente con i risultati della ricerca coordinata
voltaggio”: una rete di interazioni in forte divenire la cui intensità energetica
dall’Università.
per singoli
Attraverso la formazione e la comunicazione “praticate”, è stato così
destinata nel tempo ad aumentare quantitativamente e qualitativamente
possibile promuovere
a cui
una fitta rete di interazioni, che dei “numeri” e delle percentuali hanno
e collettività. Siamo di fronte a una issue di primaria rilevanza sociale, attorno
finito per restituire
ti,
interessanti forme di rielaborazione comune e rappresentazioni spesso
– non a caso – lo spazio dell’opinione pubblica appare infiammato da orientamen
di sorprendente
politici
espressività, anche mediatica. E’ così che Etnequal ha offerto l’opportun
punti di vista e polarità divergenti, e rispetto alla quale gli stessi decisori
ità di esperienze e
collaborazioni di importanza singolare: un valore aggiunto che si deve
continuano a dar prova di clamorose incertezze e contraddizioni nel governare
alla passione di tutti i
soggetti istituzionali coinvolti, oltre che alla straordinaria generosità di
l’ormai irreversibile trasfigurazione multiculturale della società italiana.
oltre cento tra docenti,
– risultano
giovani ricercatori e studenti.
Dal canto loro, i mezzi di comunicazione – soprattutto quelli generalisti
e stili Più analiticamente, l’azione di ricerca ha preso in
esame non solo il messaggio mediale
oggi responsabili di drammatici ritardi nell’aggiornare non solo i propri linguaggi
d
backgroun
sull’immigrazione, ma anche i contesti umani e sociali che lo producon
narrativi, ma lo stesso punto di vista rivolto su fenomeni e realtà il cui
o e lo ricevono.
genere
di
Attraverso un ampio dispiegamento di strumenti teorici e metodolog
è spesso di difficile conoscenza e “restituzione” al pubblico. Le regole
ici d’analisi, il Monitor
ione
semplificaz
ha puntato a mettere a fuoco la circolarità – fatta di interazioni e retroazion
dell’informazione ne fanno il formato certo più esposto ai rischi di
i reciproche – tra
ne dei
Notizie, Redazioni e Pubblico. Un tentativo di testare a tutto campo
e pura “ruminazione” di luoghi comuni: soprattutto l’estrema compressio
la tenuta dei saperi
copertura
una
sulla comunicazione, attraverso la lente di ingrandimento offerta da
tempi redazionali e delle routine produttive tende a favorire, infatti,
un
tema-chia
ve tra i più
emotivi e
emblematici ed emergenti. Ci si è posti anzitutto il problema di comprend
in cui è sempre in agguato la tentazione di privilegiare stereotipi, accenti
ere quanto e fino
e dei
a che punto la comunicazione possa fungere da elemento moltiplica
scelte pregiudiziali, in una rappresentazione spesso espressionistica dei fatti
tore delle relazioni di
socialità, solidarietà, comunanza di senso. Non c’è dubbio infatti che,
protagonisti.
nel tempo, l’offerta dei
media si sia arricchita di uno straordinario valore di espressività e di
Ma, a ben guardare, la questione è assai più complessa di quanto non lascino
scambio sociale, al di là dei
di
“lente
formati in cui essa si presenta enfaticamente sotto forma di pura informazio
intendere gli ormai numerosi studi scientifici volti a sottoporre alla
ne, intrattenimento,
alla
finzione.
ingrandimento” solo i contenuti dei media e le loro evidenti distorsioni rispetto
codici
i
anche
Va da sé che il riconoscimento di una vocazione e di uno spessore sociale
variegata “realtà” in movimento dei panorami sociali. E, da parte loro,
ai messaggi e ai
re un
“rituali” dei media implica lo sforzo intellettuale di ripensare a fondo
etico-deontologici finora proposti si sono mostrati inadeguati a promuove
gli stessi paradigmi teorici
parte degli
e di ricerca, anche ai fini di un loro più incisivo contributo al rinnovame
salto di qualità che esige anzitutto una più volitiva presa di coscienza da
nto dei contenuti
azione,
e dei profili che formano le professioni della comunicazione. Si è cercato
operatori: un cambiamento profondo dei valori e delle culture dell’inform
di superare il
le di
luogo comune che vede operatori e studiosi della comunicazione misurarsi
saldamente ancorato alla conoscenza dei fenomeni e a una scelta consapevo
sul terreno della
contrapposizione, per promuovere un percorso di riflessione comune
responsabilità sociale.
a
partire
dalle evidenze
di di ricerca. Non un “processo ai media”, quindi,
ma un confronto aperto, teso a mettere più
La verità è che la cittadella mediale – a tutt’oggi e persino quando si fa portatrice
a restare nitidamente a fuoco gli aspetti di criticità e le radici
stesse della discriminazione nell’offerta di
“buone pratiche” – continua a guardare ai migranti come a soggetti destinati
in terra news, individuando insieme i percorsi possibili del loro
stesso superamento.
borderline rispetto alle culture autoctone. Ancora una volta, “nuovi barbari”
si stenta
L’immigrazione da destino collettivo a progetto, dunque. E se si vuole
straniera, da sospingere ai confini e ai margini; figure ingombranti, a cui
davvero sconfiggere il
ione.
comunicaz
pregiudizio, lavorare sulla comunicazione è tutt’altro che un palliativo,
ancora a riconoscere piena soggettività culturale e cittadinanza nella
ma un’azione positiva
luogo”,
resa vincente da un pensiero universale.
Una presenza sociale – quella dei migranti – troppo spesso “fuori
FUORI LUOGO
Migranti alle porte della cittadella mediale. Soggetti
borderline o integrati nel tessuto sociale? Sono i media
a poter fare la differenza.
64
GERENZA bazar 01 2005
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